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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C1 / PG /06 /2012

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DALLE API ALLE ROSEBimestrale del Monastero di Santa Rita da Cascianr. 2 marzo-aprile 2016

Aut. Trib. Spoleto n. 9 del 26-06-1954. Iscritto al ROC con il n. 2460Edizione italiana: anno XCIII. Edizione inglese: anno LV.Edizione francese: anno LIV. Edizione spagnola: anno XLIV.Edizione tedesca: anno XLIV. Edizione portoghese: anno III.

In copertina: La Porta Santa del Santuario di Santa Rita a Cascia.

Direttore responsabilePasquale GrossiComitato di RedazioneSr. M. Giacomina Stuani (direttore editoriale)Monica Guarriello (caporedattore)P. Mario De Santis, P. Giuseppe Caruso, Roger Bergonzoli Sede legaleMonastero Santa Rita, viale Santa Rita 13 - 06043 Cascia (PG)tel. + 39 0743 76221 - fax + 39 0743 76786Sede operativavia delle Fornaci 38 - 00165 Romatel. + 39 06 39674099 - fax + 39 06 39637399 www.santaritadacascia.org/dalleapiallerose [email protected] collaborazione conSr. M. Natalina Todeschini, Sr. Maria Rosa Bernardinis, P. Rocco Ronzani, AlessandraPaoloni, PUP Conversano, Mons. Giovanni Scanavino, Alessia Nicoletti, P. AlipioVincenti, Pietro Del Rio FotoGiovanni Galardini, Lamberto Manni, Massimo Chiappini, Roger Bergonzoli,Fotolia.com: © kristinochka111 - © mavoimagesProgetto Grafico e ImpaginazioneBruno Apostoli graphic designer - www.brunoapostoli.it

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Finito di stampare nel mese di marzo 2016 da Litograftodi srl per conto diTau Editrice srl Via Umbria 148, 06059 Todi (PG).

La rivista Dalle Api alle Roseè stampata su carta ecologicacertificata col marchio FSC

SOMMARIO

3 Editoriale del direttoreQuestione di concentrazione

4 La fecondità del silenzioIl silenzio è comunicazione

7 Speciale Cascia EventiFesta di Santa Rita 2016Rita della misericordiaBuon compleanno, Hotel delle Rose!Appuntamenti

13 Speciale Giubileo della MisericordiaL’occhio del cuoreGesù, volto della misericordia del PadreGiubileo della Misericordia nelle terredi Rita

18 Fondazione Santa RitaOnorina: «Madre Fasce mi ha accolta»

20 Pia Unione PrimariaIl paese del miracolo di Rita

21 Fare ChiesaParola chiave: accoglienza

22 Tracce di RitaLa voce di Dio

24 Dialogo col MonasteroIn silenzioPerché celebriamo la Messa per i defunti?

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EDITORIALE DEL DIRETTORE

La prova che un allie-vo ha il giorno dopodavanti al l ’ inse-gnante r ichiede

esercizio e studio paziente.Quando i pellegrini di SantaRita varcano la Porta Santadel nostro Santuario, hannobisogno di farlo in profondoraccoglimento. Se in ufficiodobbiamo consegnare un la-voro a scadenza, attiviamola massima capacità atten-zionale.

Sembrano frasi accostatesenza un senso logico. Inrealtà, i momenti descrittisopra hanno almeno una co-sa in comune: la necessitàdel silenzio - ma questi sonosolo degli esempi. Sono tan-te le occasioni che viviamoquotidianamente e che ri-chiederebbero l’assenza di“rumore” (di tutto ciò chedistrae, intendo, il rumorenon è necessariamente unsuono udito, può essere an-che una presenza percepita)ma, spesso, questo non èproprio possibile e siamo co-stretti a produrre il nostro ri-sultato in condizioni pocoideali.

Stanchezza, distrazioni,stress, mancanza di motiva-zione tendono invece a risuc-chiarci in un vortice da cuisembra impossibile uscire,che ci ruba tempo prezioso,il nostro. Può sembrare stra-no, ma sono situazioni cheviviamo anche noi monachedi vita contemplativa.

Per fare le cose per bene,bisogna “metterci la testa”.E lo sappiamo, è tutta que-stione di concentrazione.

Ma come fare a recupera-re quel silenzio interiore dicui abbiamo bisogno?

A volte, delle piccole at-tenzioni risultano di grandeaiuto e, quando riusciamo ametterle in atto, ci rendiamoconto che basta meno sforzodi quello che pensiamo. Adesempio, prendersi dellebrevi pause, anche quandosiamo convinti di “non po-tercele permettere”, aiutamolto a ritornare in contattocon noi stessi e, quindi, congli altri: fermarsi un attimo e

chiudere gli occhi; fare unapasseggiata; parlare con unamico del più e del meno.Sembrerebbe strano e con-traddittorio, ma il silenziodella concentrazione passaanche dall’udito e dalla pa-rola. Un’altra possibilità èfare sport o leggere un arti-colo di giornale che ci inte-ressa. Staccare il cellulare.Fare un pisolino. Sorseggiare

un caffè. E così via. Se mirispetto, riesco anche a ri-spettare il mondo che mi cir-conda. Il denominatore co-mune diventa: “questo ètempo per me, faccio unacosa una, per me”, ognunopoi lo interpreta a suo modo.Nel nostro caso, la Comunitàsi sta preparando a gioiredel Risorto attraverso la pre-ghiera e la contemplazionedell’Eucaristia, nell’attesa

imminente della Pasqua. Eper l’occasione, tutte le con-sorelle si uniscono agli au-guri più sinceri per una San-ta Pasqua di Risurrezione.Sia per voi, amiche e amicidi Santa Rita, un momentospeciale di rinascita spiri-tuale, di ritorno a sé, di si-lenzio, che, come detto, èsolo questione di concentra-zione. Si può fare.

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DALLEAPI ALLEROSE

Questione di concentrazione

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Nata a Quarto (Napoli) l’11 aprile 1931,Suor Maria Agnese Carandente entra nelmonastero agostiniano “Santa Maria di Be-tlem” di Foligno (Perugia) nel giorno delsuo 16° compleanno. Attualmente, guida lacomunità claustrale nel ruolo di Madre Su-periora, sempre alla ricerca della “luce”,quella che passa per il silenzio. «Il silen-zio» racconta Madre Agnese «fa vivere, il-lumina… diventa comunicazione con Dio».

Madre, lei vive in clausura daquasi 70 anni. Perché ha fattoquesta scelta? Ti faccio unesempio molto umano: quando

due persone si vogliono veramente bene,non stanno a pensare a troppi dettagli, mascelgono. Scelgono. Io ho trovato il Signoreche veramente vive in me e ho sempre par-

lato con lui… La clausura per me non è sta-ta altro che il mio incontro con Dio per dar-mi a tutti i fratelli del mondo. Ho capitoche la preghiera ha una grande importanzaper tutta l’umanità. Ero innamorata dellapreghiera già da piccola. Nel libro “La fecondità dell’anima contem-plativa claustrale”, lei sostiene che la suoradi vita contemplativa debba essere cieca,sorda e muta. Non fa una bella impressio-ne… Può sembrare come dice lei (sorride,nda)… Il fatto è che l’anima che ama vera-mente Dio acquista la sua libertà attraversole contraddizioni. La contemplativa, quando

Il silenzio è comunicazioneSuor Maria Agnese Carandente, Badessa del monastero agostiniano “Santa Maria di Betlem” di Foligno (Perugia), risponde alle domande di Monica Guarriello

Invece di parlare,ascoltiamo Dio

La chiesa del monastero “Santa Maria di Betlem” è stataeretta a Santuario due anni fa e intitolata alla Madre delBuon Consiglio.

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c’è qualcosa che la turba o la disturba, de-ve essere cieca, sorda e muta nel senso chesemplicemente non deve partecipare perforza… Ma questo vale per tutti, non soloper noi monache. È così che acquisti la tualibertà, perché diventi padrone di te. Of-

frendo al Signore con umiltà, non solo lecose positive, che ti portano “verso la lu-ce”, ma anche le cose negative, che ti fan-no sentire “al buio”, tu ti rendi libero. Piùoffri al Signore, più diventi libero. E ricor-diamoci che il buio può aprire alla luce. Lasofferenza ti dà la luce, ti fa riflettere.Che ruolo ha il silenzio nella vita di unamonaca? Se voglio, io posso mantenere ilsilenzio in una giornata di chiasso o in mez-

zo a tante persone, ma posso anche decide-re di non mantenerlo in una giornata cheinvece sarebbe dedicata al silenzio. A pre-scindere dal contesto, quando c’è Dio con

LA FECONDITÀ DEL SILENZIO

IN PAROLA a cura di P. Vittorino Grossi osa

“Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo…”Apocalisse 8, 1

Il libro dell’Apocalisse contiene, sotto la forma simbolica di un sigillo che viene tolto, la rivelazione di Dio circa il destino dei di-scepoli di Gesù (i santi che seguono l’Agnello). Il numero sette è il vertice della scala dove può arrivare l’uomo: davanti al tronodi Dio. Quando l’Agnello toglie il velo al settimo sigillo, si fa silenzio in cielo: sette angeli aspettano da Dio i messaggi da porta-re agli uomini (nel simbolo delle trombe); l’ottavo angelo raccoglie le preghiere dei figli di Dio per offrirle sull’altare del Signore(nel simbolo dell’incensiere d’oro pieno di profumi): “E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio insieme conle preghiere dei santi” (Apocalisse 8, 4).

Puoi guardare le persone come le guarda Dio. Il silenzio fa vivere

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I SILENZI DELLA BIBBIALa parola di Dio non si esaurisce conle Sacre Scritture, che sono solo unveicolo limitato dei misteri divini. Inquesto senso, quando leggiamo unpasso della Bibbia, ci troviamo da-vanti, sì, alla Parola, ma anche allasua “omissione”: cose non dette, nonscritte, silenzi che celano la più “am-pia” rivelazione divina. Anche nellaParola esiste uno spazio occupato daisilenzi. Si tratta di un silenzio inevitabile, da-to che il linguaggio dell’uomo nonpuò contenere la totalità dei misteridivini; ma c’è anche un silenzio ne-cessario, che per volontà divina haguidato gli autori, per nasconderequei misteri che possono essere sve-lati soltanto a chi sceglie di accoglie-re la Parola, volendosi far carico delsuo messaggio. Quindi, il silenzio di-venta un “passaggio” che conduce al-la pienezza di Dio, come fosse unponte, che però posso attraversare so-lo se decido di farlo liberamente. (liberamente tratto dal pensiero diOrigene analizzato da Emmanuel Al-bano ne I silenzi delle Sacre Scrittu-re, Istituto Patristico Augustinianum2014)

Sr. M. Agnese (in seconda fila, terza da sinistra) con la suaComunità.

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LA FECONDITÀ DEL SILENZIODALLEAPI ALLEROSE

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te, puoi costruirti una “cella interiore” doverimani nel silenzio e da dove puoi guardarele persone come le guarda Dio. Il silenzio favivere. E illumina. E comunica. Il silenziodiventa una comunicazione con Dio. Perchéè importante riservarsi dei momenti in cuifare silenzio? Perché in quei momenti staidavanti a Dio e, al contempo, comunichicon tutta l’umanità. L’ho scritto anche in

un altro libro, ma sono sicura che questanon è “farina del mio sacco”, da piccola so-no andata a scuola solo due anni… È Dioche mi parla e mi illumina… io rifletto solola sua luce. Insomma, il silenzio ti portal’equilibrio. Ti permette di vedere te stessoe di vederti anche nell’altro. Se, invece diparlare, ascoltiamo Dio, ci verrà spontaneoascoltare l’altro.Quindi, fare silenzio può significare presta-re ascolto? Sì, ma non solo: il silenzio,quando è fecondo, significa comunicazione,il che implica uno scambio. Il silenzio è an-che preghiera: una cosa è recitare il rosario,un’altra cosa è la contemplazione di Dio. Ma come si fa a raggiungere la capacità dicomunicare, stando zitti? Solo l’ascolto di

Dio può aiutarci.. Mettiti davanti a Dio co-me un bambino, per vedere chi sei tu e chiè lui. L’umiltà nasce con l’ascolto e con ilsilenzio… È una “cosa spirituale”, nascenella preghiera. Per conoscere una personaveramente, l’umiltà è necessaria. Se tu seiumile, io ti credo. L’umiltà è un dono diDio, è una cosa grande. Dio è grande, eppu-re Dio è il vero umile, perché è vero. Unapersona vera è umile e questa è la caratteri-stica dei santi. Dio cosa ci dice? Di amaregli altri. Il silenzio, quello positivo, porta adoperare. Il silenzio è fecondità di spirito, èl’amore che ti porta a donarti agli altri.

PRENDI

E LEGGI

«C’è una Presenza nell’anima, indescrivi-bile, inafferrabile, misteriosa, ma reale,che vedi e non vedi: è luce, eppure si rive-la nel buio del silenzio». Madre M. AgneseCarandente ci accompagna nel mondodella clausura per conoscere quella chelei chiama la “fecondità dell’anima con-templativa” che, per compiere un proficuo percorso ascetico, ha necessità di vivere inumiltà, in quella condizione di ascolto che nasce dal silenzio. Solo un cuore semplicepuò abbracciare veramente il Signore. Per richiedere il libro, basta rivolgersi al Monastero Santa Maria di Betlem, Foligno (Pe-rugia): tel. 0742670598 - email [email protected]

La fecondità dell’anima contemplativa claustrale

Presentazione di Mons. Gualtiero Sigismondi

Maria Agnese CarandenteAmicizia Cristiana, 10 €

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Mettiti davanti a Diocome una bambina

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FESTA DI SANTA RITA 2016

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DALLEAPI ALLEROSE SPECIALE CASCIA EVENTI

TI ASPETTIAMO A CASCIA, AL SANTUARIO DI SANTA RITA

20 MAGGIOSala della Pace• ore 21.00 - Presentazione del RiconoscimentoInternazionale Santa Rita 2016. Simona Branchet-ti, giornalista del Tg5 (Mediaset), presenta alla co-munità le donne di Rita 2016 (donne, cioè, la cui vi-ta è vicina nell’esempio a quella della santa di Ca-scia): Angela Sorrentino di Lampedusa, che rice-verà la pergamena simbolo del riconoscimento a no-me del gruppo Caritas della Parrocchia S. Gerlandoe degli abitanti di Lampedusa che ogni giorno ten-dono la mano ai tanti profughi in cerca di una spe-ranza nel futuro. Margaret Karram, araba, cattoli-ca, di nazionalità israeliana e di origine palestine-se. Ha favorito il dialogo tra cristiani, ebrei, musul-mani, israeliani e palestinesi partendo “dal basso”,dalla quotidianità della vita vissuta. Delegata delMovimento dei Focolari per Israele e Territori Pale-stinesi, è membro della Commissione episcopale peril dialogo interreligioso dell’Assemblea degli Ordina-ri Cattolici della Terra Santa. Suor Carolina Iavazzoha lavorato contro la mafia e l’illegalità al fiancodel Beato Don Pino Puglisi (il sacerdote che la ma-fia ha assassinato nel 1993 a Palermo). Oggi, è nel-la “Fraternità Buon Samaritano” di Bosco Sant’Ip-polito, una contrada di Bovalino (Reggio Calabria),dove ha avviato il Centro di aggregazione giovanile“Padre Puglisi”. Elena Maximova, presidente a Go-mel (nella Bielorussia messa in ginocchio dal disa-stro nucleare di Chernobyl del 1986) dell’Associa-zione Famiglie con figli inabili. Nella tragedia fami-liare dovuta alla malattia del figlio Maxim, mortol’anno scorso a 30 anni per la paralisi cerebrale chelo affliggeva, Elena ha reimparato a vivere in soli-darietà con le famiglie vittime degli stessi tragicieventi. Vincenza Riccetti di Pigge di Trevi (Peru-gia). Moglie e madre di due figli, concilia da anni lasua dedizione ai familiari con l’attività di volonta-riato presso la casa d’accoglienza “MonsignorPietro Bonilli” di Trevi, che ospita bambine e ragaz-ze con disabilità psico-fisica e intellettiva.

21 MAGGIOBasilica di Santa Rita• ore 16.30 - Solenne Concelebrazione Eucaristicadella Famiglia Agostiniana, presieduta da Padre

Alejandro Moral Antón, Priore Generale dell’OrdineAgostiniano.• ore 17.30 - Consegna del Riconoscimento Inter-nazionale Santa Rita 2016. Padre Moral consegna lapergamena alle donne di Rita: Angela Sorrentino,Margaret Karram, Sr. Carolina Iavazzo, Elena Maxi-mova, Vincenza Riccetti.• ore 18.30 - Solenne Celebrazione del Transito diSanta Rita, presieduto dall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Mons. Renato Boccardo.Sagrato della Basilica di Santa Rita• ore 20.45 - Intrattenimento musicale con la Ban-da “Giovanni e Donato da Cascia”, gli Sbandieratorie i Tamburini medievali di Cascia, che sfileranno sulsagrato incorniciati dalle luminarie accese in tutto ilpaese. • ore 21.30 - Arrivo della Fiaccola della Pace, sim-bolo del 58° Gemellaggio di fede e di pace che uni-sce Cascia a Buenos Aires, nel nome di Santa Rita.

22 MAGGIO, FESTA DI SANTA RITA DA CASCIASala della Pace• ore 5.00: inizio delle Ss. Messe, con il suono festo-so di tutte le campane di Cascia per onorare il giornodella Solennità di Santa Rita. Le Messe saranno ce-lebrate anche alle ore 6.00, 7.00, 8.00, 9.00.La S. Messa delle ore 8.00 sarà presieduta dal Gene-rale OSA, P. Alejandro Moral Antón. Sagrato della Basilica di Santa Rita• ore 10.00 - Arrivo del Corteo Storico in costumiquattrocenteschi e della Processione che porta lastatua di Santa Rita. Partiti da Roccaporena, cittànatale di Rita, alle ore 8.30, i due cortei si congiun-gono a quello di Cascia ai piedi della città (ore9.30).• ore 11.00 - Solenne Pontificale presieduto dalCardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo metropolitadi Napoli, seguito dalla Supplica a Santa Rita e dal-la Benedizione delle Rose (ore 12.30). La Celebra-zione Eucaristica sarà animata dal Coro Poliphoni-ca Nova di Parabita (Lecce).Basilica di Santa Rita• ore 18.00 - Concelebrazione Eucaristica per iBenefattori del Santuario, presieduta dal Rettoredella Basilica, P. Mario De Santis, e animata dal corodelle Monache del Monastero Santa Rita.

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DALLEAPI ALLEROSE

Rita dellamisericordia La Porta Santa al Santuario di Santa Rita a Casciaè aperta tutti i giorni fino al 6 novembre 2016

Papa Francesco: Rita, segno della misericordia di Dio.“Invito tutti, nel prossimo Giubileodella Misericordia, a rileggere lasua straordinaria esperienza umanae spirituale come segno della poten-za della misericordia di Dio”. (Papa Francesco)

Evento storico senza precedenti, il 20 dicembre scorso è stata aperta la Porta Santa del Giubileo straordinariodella Misericordia al Santuario di Santa Rita di Cascia.

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SPECIALE CASCIA EVENTI

A testimoniare l'unicità dell'avvenimento,oltre alle autorità e al popolo di fedeli,erano presenti le monache agostiniane che - eccezionalmente uscite dallaclausura - hanno varcato la Porta dellaMisericordia, dopo il rito di aperturapronunciato dall'Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Mons. Renato Boccardo.

Cara Santa Rita… fa’ piovere dal Cie-lo una pioggia di petali di rose: petali divero amore che arrivino al cuore deglisposi, dei padri, delle mamme e delle per-sone consacrate al Signore. (Card. Angelo Comastri)

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BUON COMPLEANNO, HOTEL DELLE ROSE!L’ALBERGO DI SANTA RITA COMPIE 60 ANNI

Il 2016 è un anno importante peruna delle opere pensate dalla BeataMadre Teresa Fasce: compie 60 an-ni l’Hotel delle Rose - Casa del Pel-

legrino. Questa attività del MonasteroSanta Rita, è stata inaugurata ufficial-mente il 13 marzo 1956, come attesta ilprimo registro degli ospiti, e fortementevoluta dalla Badessa Madre Fasce, salitaal Cielo nel gennaio 1947. L’ispirazione,che lo Spirito Santo ha messo nel cuoree nella mente di questa donna forte nel-la fede, ha precorso davvero i tempi e hacontagiato le Madri e le Sorelle del Mo-nastero succedutesi dopo di lei. MadreTeresa ha pensato innanzitutto alla “sa-lute” spirituale dei pellegrini, dando av-vio alla costruzione del nuovo Tempio,ovvero la Basilica di Santa Rita, ma nonsi è fermata qui. Intuiva che una chiesapiù grande avrebbe accolto più pellegrinie a queste persone si sarebbe dovuto da-re ospitalità a 360 gradi. Ecco quindivenire alla luce il progetto per la Casadel Pellegrino, luogo dove sostare per ri-storare il corpo, e quello per l’Ospedale,luogo dove curare il corpo. La Madre

non ha potuto realizzare personalmentequeste due opere, ma ha talmente irra-diato del suo “spirito materno” le sueSorelle, che esse stesse ne hanno rac-colto l’eredità e si sono incaricate di por-le in atto negli anni successivi.

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Il primo registro degli ospiti della Casa del Pellegrino,inaugurata ufficialmente il 13 marzo 1956.

Lo staff dell’Hotel delle Rose - Casa del Pellegrino, na-to allo scopo di accogliere, con cortesia, benevolenza eamore, i devoti ritiani.

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SPECIALE CASCIA EVENTI

L’Hotel delle Rose è nato come Casadel Pellegrino proprio allo scopo di acco-gliere, con cortesia, benevolenza e amo-re, i devoti ritiani che cominciavano agiungere a Cascia in quegli anni. Esso èil prolungamento del Monastero e dellaBasilica, come edificio (si trova infatti a20 metri dalla Basilica Inferiore) ma so-prattutto cerca di essere anche la conti-nuazione del ministero dell’accoglienzae della consolazione offerta dalle mona-che nei Parlatori e dai Padri agostinianinell’intero complesso del Santuario. Ge-stito all’inizio direttamente dal-le monache che facevano servi-zio esterno al Monastero, dal1982 l’Hotel si avvale dell’ope-rato di un’équipe di laici spe-cializzati e formati nella ricezio-ne e ristorazione alberghiera.Ciascuno opera dentro la strut-tura, consapevole di contribuireal benessere corpo-mente-anima del pellegrino. In questi60 anni, si sono alternati diver-si direttori alla guida dell’Hotel;tutti si sono adoperati per mi-gliorare, nel tempo, la qualitàdei servizi offerti e a ciascunova un sentito ringraziamentoper quanto è stato fatto.

L’attuale direttore, Pietro del Rio, co-sì ripercorre i sessant’anni di vita dellastruttura d’ospitalità: «Oggi siamo prota-gonisti di un evento storico…» raccontaemozionato «I primi pellegrini arrivavanocol trenino e poi dovevano raggiungereCascia a piedi o con traballanti calessi.La strada asfaltata per Norcia è dei pri-mi anni Sessanta, l’asfalto a Cascia è ar-rivato dopo… Con la qualità della vita,anche i bisogni legati all’ospitalità si so-no evoluti nel tempo. Mantenendo lospirito d’accoglienza intuito dalla BeataFasce, il nostro compito è stato adattareil servizio alle esigenze dei nostri ospiti.Penso di poter dire che la strada chestiamo percorrendo sia quella giusta,perché sono tante e positive, le recen-

sioni che gli ospiti lasciano sul nostro si-to». E il rinnovamento continua: «Abbia-mo ultimato la ristrutturazione di unaparte dell’hotel» spiega il direttore «se-guendo una visione che passa per la bel-lezza lineare degli arredi e il massimodel comfort, a un prezzo giusto. Il suc-cesso di pubblico è stato immediato!Presto, faremo i lavori in tutte le camere(156 in totale. Di categoria 3 stelle,l’Hotel delle Rose è il più grande albergodella citta, disponendo inoltre di tre ri-storanti dedicati ai gruppi e di un quarto

ambiente riservato alla ristorazione a lacarte. Un servizio completo, per offrireuna permanenza confortevole sia aigruppi di pellegrini che ai singoli turistiamanti dell’enogastronomia locale, ndr).La missione che mi è stata affidata dalMonastero» ricorda il direttore Del Rio«è, da un lato, fornire la migliore acco-glienza possibile ai nostri ospiti, dall’al-tro, gestire il complesso in positivo perconsentirci di sostenere i lavori di ri-strutturazione. Il Monastero non siaspetta utili, si aspetta una sana gestio-ne economica dell’azienda. Ed è ciò chestiamo cercando di fare tutti con passio-ne ed entusiasmo».

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Hotel delle Rose (Casa del Pellegrino)Via Fasce, 2 - 06043 Cascia (PG)Tel. +39 074376241 Fax +39 [email protected] www.hoteldellerose.com

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APPUNTAMENTI

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DALLEAPI ALLEROSE

Padre De Michieli confermato Provinciale Secondo mandato, per Padre Luciano DeMichieli, che il 1° febbraio scorso è sta-to riconfermato alla guida della Provin-cia Agostiniana d’Italia, che manterrà fi-no al 2020. Proprio nel giorno del suo57° compleanno, Padre De Michieli hafesteggiato la rielezione con i suoi con-fratelli. La Famiglia Agostiniana di Ca-scia si unisce alla gioia di questa bellanotizia con gli auguri più sinceri!

Cascia (Perugia), dal 22 al 26 marzoConvegno degli Amici di Sant’AgostinoDal 22 al 26 marzo, i membri dell’asso-ciazione “Amici di Sant’Agostino” sidanno appuntamento all’Hotel delle Ro-se di Cascia, per il Convegno dedicato aun’approfondita riflessione sul tema“Siate felici. In Cammini di misericor-

dia”, scelto proprio pensando all’annosanto in corso.

Cascia (Italia)-Buenos Aires (Argentina),dal 22 aprile al 22 maggioGemellaggio di pace e di fedePer la 58a edizione del Gemellaggio chevede il Comune di Cascia unirsi a un’altracittà del mondo devota a Santa Rita, èstata scelta la città di Papa Francesco. Siparte con la visita ufficiale della delega-zione casciana a Buenos Aires, dal 22 al28 aprile. A suggellare l’unione dei duepopoli nel nome di Rita, la delegazioneargentina, guidata dai Padri Oblati di Ma-ria Vergine del Santuario di Santa Rita diBuenos Aires, sarà quindi ospite a Casciaper le celebrazioni ritiane, dal 20 al 22maggio, durante le quali la Fiaccola dellaPace, partita dalla città latinoamericana,concluderà il suo viaggio arrivando sul sa-grato della Basilica di Santa Rita di Ca-scia la sera del 21 maggio.

Cascia (Perugia), da aprile a ottobreS. Messa con passaggio all’urnaOgni ultimo giovedì del mese, da aprile aottobre, alle ore 18.00, vi aspettiamo alSantuario di Santa Rita per la S. Messa.Al termine della celebrazione, avrà luogoil passaggio all’urna, ovvero la possibilità

Padre Luciano De Michieli.

SPECIALE CASCIA EVENTI

(continua a pag. 17)

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L’occhio del cuoredi Padre Vittorino Grossi osa, direttore responsabile Dalle Api alle Rose

La parola misericordia scorre lungo le genera-zioni cristiane, come pronunciata e custoditagelosamente da gente innamorata, che sognaun mondo dove vieni abbracciato come un te-

soro ritrovato. Nella misericordia, senti l’abbraccio diDio dal quale ti eri allontanato, riabbracci chi ti avevaoffeso mortalmente, ne senti e ne gusti la carezza,mentre il tuo occhio teneramentes’inumidisce.

Sant’Agostino parla della miseri-cordia come il peculiare “vedere delcuore”. Quello sguardo amoroso pro-prio della madre, in quel continuostare sveglia per captare le domandedel piccolo essere che è suo figlio. Lamisericordia del cuore si accorge delbisogno, come la Madonna alle nozzedi Cana, si dà da fare (a Cana laMadre di Gesù prega il Figlio), ac-compagna senza far pesare l’inter-vento, né perdersi nel giudicare suchi a Cana era stato responsabiledella mancanza del vino. Papa Fran-cesco sintetizza il ritmo di chi è ca-pace di misericordia nella triade “accoglie, accompa-gna, non giudica”. Il santo vescovo d’Ippona relaziona ilvedere del cuore al vocabolario di cuore e occhio delcuore correlati alla libertà dell’uomo che vive della gra-zia di Dio, come un innamorato che ama passeggiareappoggiandosi dolcemente sulla spalla del suo amore(Sant’Agostino, La grazia e il libero arbitrio 6). L’occhiodel cuore, infatti, è il solo che riesce a stabilire una co-municazione amorosa tra due persone. Questa avvienenon a livello di strepito (della voce) ma di attenzione del

cuore. Egli spiega: «Una voce senza significato colpiscel’udito ma non edifica il cuore. Nel nostro stesso cuore,che si viene edificando, avvertiamo infatti l’ordine dellecose... quando emetto un suono ti parlo... il suono scom-pare ma la parola giunta a te, tramite il suono, è già neltuo cuore, pur rimanendo ancora nel mio» (Ser. 293, 3).L’occhio del cuore (oculus cordis) è un vero senso nel-

l’ordine della conoscenza e dell’at-trazione amorosa che, in qualchemodo, può essere descritto sul mo-dello dei sensi corporei. Sant’Agosti-no parla, ad esempio, di una voluttàdel cuore (voluptas cordis), sullascia del piacere proprio dei sensi delcorpo, applicandola alla percezionedella fede, dell’amore di Dio e dellerealtà invisibili, del bisogno del pro-prio simile. L’occhio del cuore perciò,quando è puro, attinge persino a Dio.Lui spiega: «Se vogliamo vedere Dio,purifichiamo quell’occhio con cui Diopuò essere visto. Dove si trova questoocchio? Ascolta il Vangelo: ‘Beati imondi di cuore, perché essi vedranno

Dio’ (Mt 5, 8)… Se vuoi vedere Dio, hai a disposizionel’idea giusta: Dio è amore. Quale volto ha l’amore? qualeforma, quale statura, quali piedi, quali mani? Nessunolo può dire. Esso tuttavia ha i piedi, che conducono allaChiesa; ha le mani, che donano ai poveri; ha gli occhi,coi quali si viene a conoscere chi è nel bisogno: è la mi-sericordia del vedere del cuore» (Commento alla Letteradi Giovanni 7, 10). “Recuperare la misericordia” nellapropria vita è il dono a disposizione di chi vive il Giubi-leo della Misericordia.

S P E C I A L E G I U B I L E O D E L L A M I S E R I C O R D I A

Lo stemma dell'Ordine di Sant'Agosti-no: il cuore è trafitto dall'amore diDio, attraverso la conoscenza della Ve-rità che è Dio.

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S P E C I A L E G I U B I L E O D E L L A M I S E R I C O R D I A

Nel prologo del suo Vangelo, San Giovanni evangelista ci dice che «Dio nessuno l’ha mai visto», ma subitosoggiunge, «Proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» (Gv 1, 18). Gesù ci ha ri-velato il Padre, e proprio in questo senso Gesù è il volto della misericordia del Padre. Lo aveva detto un gior-no all’apostolo Filippo: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha

visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che iovi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è inme; se non altro, credetelo per le opere stesse» (Gv 14, 9-11). In Gesù, lo stesso Padre ci parla e si fa vedere nellesue opere: la misericordia di Dio si impara direttamente dal Vangelo; parole e opere ci manifestano il cuore di Dio,dove abita la sua misericordia.

Una domanda rimbalza abitualmente in questo inizio di Anno Santo: che cosa dobbiamo fare per celebrare l’AnnoSanto, per acquistare l’indulgenza plenaria? Bisogna certamente attraversare la Porta Santa e recitare alcune pre-ghiere, ma l’opera più significativa è certamente quella di imparare la misericordia dalle parole e dalle opere di Ge-sù, che troviamo nel Vangelo. L’Anno Santo comincia dal Vangelo e si celebra con il Vangelo: quando abbiamo assi-milato il linguaggio, le immagini, i gesti e le parabole di Gesù, allora siamo in grado di testimoniare la misericordiadel Padre verso tutti: questo è il vero Anno Santo. L’Anno Santo di quel figlio minore, che aveva sbagliato tutto (ilgiudizio del fratello maggiore è più esplicito: «questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute») hacoinciso con l’incontro e l’abbraccio del Padre (Vangelo di Luca 15, 11-32: la parabola del padre misericordioso, ndr).

Finalmente lo conosce come vero Padre e -pensiamo - ne rimane conquistato. Rinasce, non perché ha capitodi aver sbagliato tutto e che deve cambiare vita, ma perché incontra l’amore vero, che gli offre la possi-

bilità concreta di rifarsi: questo Padre è il punto di riferimento di una vera conversione, di un cambia-mento di vita autentico, concreto, perenne, cioè sempre nuovo, da vivere e da annunciare. Non cono-sciamo il seguito, ma la parabola fa supporre che da questo incontro-scoperta cambia tutto e persempre. Cambia tutto, perché questo Padre, con il suo amore- misericordia, ci permette di rovesciare

la situazione “miseria-debolezza”. Per sempre, perché questo Padre non cambia, rimane sempre amo-re misericordioso, ci abbraccia sempre con lo stesso affetto ed è sempre pronto a far festa. Papa

Francesco sottolinea che nelle parabole del perdono “Dio viene sempre presentatocome colmo di gioia, soprattutto quando perdona” (M. V. 9).

Riconoscere questo Padre e incontrarlo così come ce lopresenta Gesù, è fondamentale per la conversione,

proprio perché è lui che converte, non la nostrabuona volontà; è la sicurezza del suo amore

onnipotente che cambia il cuore, non certole nostre paure o la minaccia di qualchecastigo. Non è facile vedere questo Pa-

Gesù, volto della misericordia del Padre

di Mons. Giovanni Scanavino osa

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S P E C I A L E G I U B I L E O D E L L A M I S E R I C O R D I A

dre nel ministro della Confessione sacramentale, ma quando questi pronuncia l’assoluzione, è lì che dobbiamo farcoincidere la voce con l’abbraccio del Padre che dona il perdono e la festa. Ecco perché l’esperienza dell’Anno Santosi concretizza nella celebrazione dei Sacramenti del pellegrino, la Confessione sacramentale e l’Eucaristia, perché inquesti Sacramenti si riceve concretamente tutta la misericordia divina e si cresce nella capacità di donarla al nostroprossimo con la stessa generosità. Si rivive lo schema dell’incontro con il Padre: lui ci perdona e ci ridà tutto il suoamore; ci chiede solo di fare altrettanto con il nostro prossimo, e lo possiamo fare, perché la misericordia che ci donaè il suo stesso Spirito. Questo è il circuito della misericordia. Lo stesso Spirito ci trasmette tutto l’amore del Padre edel Figlio; lo stesso Spirito consacra il pane e il vino e ci dona la vita e la salvezza di Gesù Crocifisso e Risorto. Lamisericordia diventa il capolavoro della SS. Trinità, un amore più potente di ogni debolezza e della stessa morte. Co-noscere questo capolavoro e trasmetterlo è veramente il cuore del Vangelo e dell’Anno Santo.

Il Papa ci invita a compiere le sette opere di misericor-dia corporale e le sette opere di misericordia spirituale.Su questo numero dello speciale, proseguiamo con la ri-flessione sulla 4a e la 5a opera di misericordia corporale:ALLOGGIARE I PELLEGRINI.Nel nostro tempo, dare ospitalità ai pellegrini signifi-ca, in senso più ampio, ospitare chiunque sia forestie-ro: lo straniero, il barbone, il diverso da me. Oggi peròè difficile pensare che una famiglia abbia una stanzain più per metterla a disposizione di qualcuno che habisogno, oltre che non poca è la paura di “metterci incasa” una persona potenzialmente pericolosa per lanostra incolumità. Quello che è difficile per una fami-glia comune, è certamente più semplice per una fami-glia religiosa: una comunità di suore o di frati, adesempio, può dedicare una parte della struttura dovevive all’accoglienza. Ma torniamo ai laici. Un cristianopuò compiere quest’opera di misericordia se, peresempio, fa un lavoro per cui gestisce gli sfratti: puòdomandarsi se è effettivamente necessario portareavanti la pratica, senza rimanere “vittima” delle pro-cedure burocratiche impersonali. L’accoglienza, però,prima di tutto, ha a che fare con l’ascolto dell’altro,con la cultura dell’ospitalità. Accogliere il forestieronon vuol dire solo aprire le porte della propria casa,ma significa aprirsi all’altro, considerandoci noi casache accoglie. Io sono la casa. Io posso aprirmi all’al-tro. In che modo? Dialogando con lui, ascoltandolosenza pregiudizi, per dare tempo all’altro di farsi co-noscere per quello che è veramente, non per quello cheio penso che sia. Non lo faccio per sentirmi buono, lo

faccio perché sono uguale a lui. Ci vuole umiltà. Civuole curiosità.VISITARE GLI INFERMI.Le persone anziane hanno problemi di salute e, per que-sto, spesso passano la maggior parte del loro tempochiuse in casa. Per loro, parlare con qualcuno, vederequalcuno significa vivere. Andiamo a trovare, ad esem-pio, un anziano vicino che sappiamo essere solo, oppureuna persona ricoverata in ospedale, non dobbiamo ne-cessariamente conoscerla. Fare il volontario può essereun’opportunità per portare avanti quest’opera di miseri-cordia. Ma anche i medici o il personale sanitario in ge-nere, ad esempio, possono fare il loro lavoro andando aldi là del mero esercizio delle proprie funzioni, per ag-giungere alla propria professione anche un valore digiustizia e di carità.Solo e impotente, il malato ci chiede di essere ascoltato,di essere accettato. Ma dato che chi sta male fisica-mente è debole, noi che stiamo bene in salute ci sentia-mo in una posizione di forza rispetto a lui. Dobbiamo ri-cordarci che non abbiamo “potere” sul malato, che ilmalato non deve essere costretto a prendere ciò che noi,che lo andiamo a trovare, gli vogliamo dare. Sì, siamoanimati da buone intenzioni, ma le buone intenzioni ri-schiano di farci sentire gratificati per il gesto che stia-mo compiendo, senza badare alle esigenze reali di chisiamo andati a visitare. Visitare il malato significa la-sciare che sia lui a guidare l’incontro, invece di sentircinoi dei “salvatori” o dei “samaritani”. Visitare il malatosignifica vederlo: apprezzarlo, stimarlo, considerarlo, at-tribuirgli valore e ricevere in cambio valore.

COSA POSSO FARE IO?

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S P E C I A L E G I U B I L E O D E L L A M I S E R I C O R D I A

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Giubileo della Misericordia nelle terre di Rita

di Alessia Nicoletti

Porta Santa al Santuario di Santa Rita da CasciaNel Giubileo straordinario della Misericordia,

se lo desideri, ti aspettiamo a Cascia per attraversare la Porta Santa del Santuario

di Santa Rita, che resta aperta fino al 6 novembre 2016.

Èstato un evento storico sen-za precedenti, il giorno del20 dicembre scorso con l’a-pertura della Porta Santa

del Giubileo straordinario della Mi-sericordia al Santuario di Santa Ri-ta di Cascia. A testimoniare l’uni-cità e la grandezza dell’avvenimen-to, oltre alla massa di autorità, po-polo e fedeli, erano presenti le mo-nache agostiniane che - eccezional-mente uscite dalla clausura - perprime hanno varcato la Porta dellaMisericordia, subito dopo l’Arcive-scovo Renato Boccardo e i sacerdo-ti. Il lungo e straordinario camminogiubilare è così iniziato anche nelleterre di Santa Rita, dove, grazieall’universale messaggio senzatempo della Santa, sono state aper-te ben due Porte Sante, al Santuariodi Roccaporena, suo paese natio, ealla Basilica di Cascia che ne cu-stodisce il corpo incorrotto. Dopo lacerimonia alle prime ore del matti-

no a Roccaporena, l’Arcivescovo ègiunto sul viale della Basilica, doveè iniziata la celebrazione con la let-tura di un passaggio della Bollacon la quale Papa Francesco ha in-detto l’Anno Santo. Si è poi avviatala processione fin davanti alla Por-ta Santa, ubicata sulla sinistra ri-spetto alla facciata della Basilica,che Mons. Boccardo ha aperto, so-stando poi in preghiera sulla soglia.Subito dopo, è iniziato l’ingresso deifedeli, momento carico di emozioni,che ha visto presenti molti pellegri-ni e tutta la comunità, scuole, as-sociazioni, ospiti del centro di riabi-litazione dell’ospedale, i ragazzi delcentro educativo di Roccaporena ele Apette dell’Alveare di Santa Rita,per accogliere l’abbraccio e il donoprezioso della misericordia di Dio.La liturgia, animata dai canti dellemonache, è stata celebrata da Boc-cardo, sacerdoti, religiosi agosti-niani e diocesani, tra cui il rettore

della Basilica, Padre Mario De San-tis. Mons. Boccardo nell’omelia haricordato che Dio, nel fare miseri-cordia e nel perdonare, gioisce emanifesta la sua onnipotenza. «Inquesto Anno Santo» ha detto «sia-mo invitati a sentirci ritrovati daGesù, in quanto tutti abbiamo biso-gno di essere riconciliati e nessunoè senza peccato. E allora varcare laPorta Santa indica che tutti, anchei lontani e quelli che non si sentonodegni, sono accolti dal Padre. Attra-versarla significa affidarsi a Cristo,impegnarsi in un cammino di con-versione. Qui, nelle terre di Rita,strumento della potenza della mise-ricordia di Dio, come l’ha definitaPapa Francesco, la Porta Santa vie-ne aperta per far accrescere miseri-cordia e perdono e far sì che, allascuola di Rita, donna di pace, mi-gliaia di persone da ogni parte d’I-talia e del mondo, possano speri-mentare ciò».

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SPECIALE CASCIA EVENTI

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per i devoti di raccogliersi in preghieradavanti al corpo della santa, senza la se-parazione fisica della grata. Per chi nonpotrà essere presente, la cerimoniasarà trasmessa in diretta streaming sulcanale YouTube di Santa Rita da Ca-scia Agostiniana www.youtube.com/monasterosantaritaEcco le date: 28 aprile, 26 maggio, 30giugno, 28 luglio, 25 agosto, 29 settem-bre, 27 ottobre.

Cascia (Perugia), maggioMese MarianoTutte le sere di maggio, alle ore 21.00,vi aspettiamo per il S. Rosario in onoredella Beata Vergine Maria, nella Basilicadi Santa Rita. Il 31 maggio, alle ore21.00, il mese mariano chiuderà conuna Processione, dalla Chiesa San Fran-cesco alla Basilica di Santa Rita.

Cascia (Perugia), 8 maggioGiubileo della FamigliaNella Basilica di Santa Rita, alle ore16.00, avrà luogo la S. Messa per ilGiubileo della Famiglie. Durante la ce-lebrazione, gli sposi che, nel 2016,

festeggiano il 10° / 20° / 25° / 30° /35° / 40° / 45° / 50° / 55° / 60° annodi matrimonio, riceveranno la Perga-mena Ricordo di Santa Rita e una ro-sa. Per ricevere la Pergamena, è fon-damentale essere presenti e prenotarsiall’Ufficio Informazioni del Santuario,al tel. + 39 074375091.

Cascia (Perugia), dal 12 al 20 maggioNovena di Santa RitaAppuntamento alle ore 18.00, dal 12 al20 maggio nella Basilica Santa Rita, perpregare insieme la Novena in preparazio-ne alla grande festa del 22 maggio. LaS. Messa sarà animata dalle Parrocchiedella Valnerina e, a seguire, si entrerànella cappella che custodisce il corpo diSanta Rita.

Cascia (Perugia), 15 maggioProcessione dello StendardoParte dal Santuario di Santa Rita, alleore 21.00 del 15 maggio, la tradizionaleProcessione dello Stendardo. Istituitadal Comune nel 1731, la processione èun ringraziamento alla santa, a cui gliabitanti si rivolsero per ottenere prote-zione dai terremoti, nel XVIII secolo.Sullo stendardo portato in processione,del secolo XVII, è raffigurato l’ingressodi Rita in monastero. Tra i partecipantilocali, non mancheranno le scuole le as-sociazioni umanitarie e religiose e l’Al-veare di Santa Rita.

(segue da pag. 12)

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DALLEAPI ALLEROSE

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Onorina arriva all’Alveare di Santa Rita75 anni fa, all’età di 5 anni: è stata unadelle prime Apette accolte dalla BeataMadre Maria Teresa Fasce, la Badessache, nel 1938, ha fondato l’Alveare diSanta Rita. Oggi Onorina vive in Piemon-te ma, ogni anno, non manca mai di tor-nare a Cascia per ritrovare persone e luo-ghi della sua infanzia…

Sono entrata nell’Alveare di SantaRita nel 1941, alla morte di miamamma. Avevo 5 anni, ero insiemea mia sorella, e Madre Fasce ci ha

accolte. Era molto presente per noi Apette(così la Madre chia-mava affettuosa-mente le bambine,ndr). Sono stata cre-simata da lei perchémio padre mi avevascelto una madrinadel paese, poi, almomento della cresi-ma, non si è presen-tata e io ero sola. CosìMadre Fasce ha detto:«Ci penso io, la cresi-mo io».

Io l’ho visto nasce-re, l’Alveare, l’ho vistomentre lo facevano, da quando la BadessaFasce aveva comprato il terreno (mentrel’edificio attuale dell’Alveare risale agli

anni ’50, il progetto nasce nel 1938,quando la Beata Fasce accoglie la primaApetta all’interno del monastero di clausu-ra, ndr). Nel vecchio collegio avevamo duecamerone grandi e c’era la suora col se-paré che dormiva con noi, con le più pic-

cole. Ricordo chela Vicar ia, SuorGuglielma, avevasempre i “tasco-ni” grandi, pienidi pastarelle diSanta Rita, quel-le che fanno lemonache, equando ci in-contrava ce ledava. Era bra-vissima. Poi lascuola ce la fa-cevano loro lì

dentro. Quando sono cresciuta aiutavoSuor Teresa a guardare le bambine piùpiccole. Di quello che potevano, non ci fa-cevano mancare niente. Stavamo bene. Iosono rimasta proprio affezionata.

Onorina: «Madre Fasce mi ha accolta»

Onorina a Cascia, insieme a un'ex Apetta “d'eccezione”:Suor M. Teresa Ciavatta, che ha raggiunto in cielo la Beata

Fasce e Santa Rita, lo scorso novembre.

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FONDAZIONE SANTA RITA

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5XMILLE ALLE APETTE DI SANTA RITAAnche quest’anno ti chiediamo di pen-sare alle Apette dell’Alveare di SantaRita, al momento della dichiarazionedei redditi. Senza costi per te, puoiscegliere infatti di destinare il 5x1000dell’imposta sul reddito alla Fondazio-ne Santa Rita da Cascia onlus, con-sentendo alle bambine e ragazze ospitidell’Alveare di crescere con l’amore ele cure adeguate. Nel modello della di-chiarazione dei redditi, ti basterà:

• firmare nello spazio destinato alleassociazioni non lucrative;• scrivere il codice fiscale93022960541

Insieme a te, continuiamo a sostenerele giovani Apette di Santa Rita, assicu-rando loro l’assistenza nello studio, levisite mediche necessarie e il giustonutrimento per la crescita. Nel nomedi Santa Rita, aiutaci a costruire unfuturo per le nostre amate ragazze.Grazie, per quanto potrai fare.le Monache del Monastero Santa Rita

Quando sono uscita, avevo 19 anni emi sono trasferita prima a Roma, poi aSpoleto, ed infine a Torino, dove vivo tut-tora con la mia famiglia. Ho tre figli e unanipotina, mi occupo della famiglia a tem-po pieno, e mi dedico anche alla mia par-rocchia, soprattutto per le attività di bene-ficenza. La mia esperienza in Alveare miha trasmesso il valore della condivisionecon chi ha poco, del rispetto e della gioiaper le piccole cose.

MADRE FASCE E LA FESTADELLA BADESSAIl 18 gennaio scorso le Apette (che vivo-no nell’Alveare di Santa Rita) e i Mille-fiori (ospiti della casa nelle ore diurne)hanno celebrato la memoria della BeataMadre Maria Teresa Fasce, indimentica-bile Badessa del Monastero Santa Ritada Cascia. In quel giorno di 69 anni fa,infatti, “la Madre”, come tutti la chia-mavano, è salita al cielo dopo estenuan-ti sofferenze nel corpo e una forza dispirito fuori dal comune. Per questadonna e beata che ha contribuito in mo-do determinante a diffondere il culto diSanta Rita nel mondo, che ha costruitol’attuale Basilica del Santuario, l’ospe-dale del paese, la Casa del Pellegrino(oggi, Hotel delle Rose), ha fondato larivista Dalle Api alle Rose e il progettosociale Alveare di Santa Rita, per que-sta grande donna, le Apette e i Millefioriorganizzano ogni anno una giornata

evento nota come “la Festa della Bades-sa”. Nel ricordo della Beata Fasce, lafesta rende omaggio anche alla Badessacorrentemente in carica. Insieme a SuorMelania De Luca (la sola monaca dele-gata a vivere nella casa dell’Alveare), al-la Comunità del Monastero e al cappel-lano dell’Alveare Padre Mario Di Quin-zio, le ragazze e i bambini hanno parte-cipato alla Santa Messa, per poi ritrovar-si tutti uniti attorno a una grande tavola-ta per un banchetto, alla presenza dellaBadessa in carica, Madre M. NatalinaTodeschini. Tra i sorrisi e gli appalusi, laBadessa ha ringraziato le Apette e i Mil-lefiori a nome di tutta la Comunità, perl’impegno profuso nei preparativi.

La Badessa, Madre Natalina (al cen-tro), insieme alle Apette, ai Mielle-

fiori e alle sue consorelle.

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a cura di Alessandra Paoloni, segretaria generale PUPsito www.santaritadacascia.org/piaunioneemail [email protected]

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Il paese del miracolo di Ritadi Domenica Sidella, responsabile PUP Conversano (Bari)

PIA UNIONE PRIMARIA

ISCRIVITI ALLA PUPChe tu sia una persona singola o membro di un gruppo, iscriviti alla PUP! Parteciperai così ainostri incontri conoscendo chi, come te, è devoto alla cara Santa Rita. Per informazioni, puoirivolgerti alla segretaria generale, Alessandra Paoloni: [email protected]

Conversano è un piccolo paese inprovincia di Bari. Fu qui che, nel1877, avvenne uno dei tre mira-coli che avrebbe portato Papa

Leone XIII a sancire canonicamente la san-tità di Rita da Cascia. Il sarto Cosimo Pel-legrino fu colpito da una gravissima e sco-nosciuta malattia cerebrale. La mogliepregò e supplicò la Beata Rita nella Chiesadei Santi Medici in Conversano. Tre giorni

dopo la celebrazione della Santa Messa inonore di Rita, nel mese di maggio, l’anzia-no sarto perse i sensi e poi si risvegliò congrande stupore, guarito e felice. Egli rac-contò di aver avuto una visione dove Rita,sorridendo, gli diceva che sarebbe guarito.L’evento colpì l’allora Vescovo di Conversa-no, Cosimo Gennaro, che anni più tardiistruì il processo canonico per il riconosci-mento del miracolo, che risultò determi-

nante ai fini della beatificazione di Rita.La devozione alla Santa di Cascia, già mol-to sentita dai conversanesi, divenne ancorapiù forte, tant’è che nel 1915, MonsignoreLamberti istituì nella Chiesa dei Ss. Cosmae Damiano la Pia Unione in onore di SantaRita da Cascia. Scopo della Pia Unione erala maggior gloria di Dio per mezzo del cul-to di Santa Rita e meritare il suo patroci-nio, in vita e in morte, mediante l’imitazio-ne delle sue virtù. Il legame con la cittàumbra era molto forte e nel 1998, su ini-ziativa del Monsignore Domenico Padova-no, nacque in onore di Santa Rita, il ge-mellaggio tra i comuni di Cascia e Conver-sano. A distanza di anni, un altro importan-te traguardo segna ancora una volta il lega-me tra Cascia e Conversano. Il 27 Settem-bre 2015 in occasione dell’Incontro Regio-nale della PUP a Molfetta, è avvenuta lacommovente cerimonia di affiliazione dellaPia Unione di Conversano alla Pia UnionePrimaria di Cascia. Simbolo di questaunione, è stata l’affissione della coccardasullo stendardo locale. Con l’auspicio chela devozione a Santa Rita sostenga tutti imembri della Pia Unione, tutte le devote eassociate si sono impegnate a promuoverenella comunità cristiana e nella società ci-vile i valori della famiglia, della pace, delperdono e della riconciliazione, che sono lesingolari caratteristiche della testimonian-za umana e cristiana della Santa.

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Dal 19 al 21 gen-naio, nel contestodei grandi eventidel Giubileo della

Misericordia, l’organizzazio-ne romana ha chiamato araccolta quanti operano neiSantuari - sacerdoti, religio-se, operatori e operatrici -per una tre giorni incentratasul pellegrinaggio e sulla suavalenza religiosa. Si è di-scusso e riflettuto quantogià Papa San Giovanni XXIIIdiceva della Parrocchia, ini-zio del cammino del pelle-grino, definendola “La fonta-na del villaggio, dove primadi mettersi in cammino, ilpellegrino, o il turista dellospirito, attinge acqua e sidisseta per affrontare le fati-che e gli imprevisti del cam-mino verso il Santuario, de-finito da Papa Beato PaoloVI “la clinica dello spirito”,dove l’acqua di samaritanamemoria (Gv 4, 1-26), lubri-fichi e animi i cuori, incro-stati di miserie e di sofferen-ze umane e morali.

Oggi, il santuario conser-va uno straordinario fascinoper i pellegrini, consideratoil numero crescente che vi sireca. Uomini e donne, giova-ni e anziani, persone di ognietà e condizione sociale e,non di rado, anche di fedenon cattolica, vi giungonoper trovare il ristoro dell’ani-ma. Ma la “fontana del vil-laggio” avrà la gioia di rive-dere i “suoi” ad attingere ac-

qua, solo se i santuari, nellapersona dei suoi sacerdoti eoperatori, saranno stati capa-ci di accogliere, ascoltare edialogare, con pazienza eamore, quanti varcano la so-glia del santuario. È qui chePapa Francesco, nel suo di-scorso nella sala Nervi (perl’Udienza ai partecipanti alGiubileo degli Operatori deiPellegrinaggi, 21 gennaio2016, ndr), ha fatto sapien-temente sfoggio della sua ca-pacità di entrare nei cuoridei 1.500 presenti, coniu-gando, in lungo e largo, unaparola, accoglienza, definitada Lui parola chiave per sa-cerdoti, religiose, operatori eoperatrici del Santuario.«Con l’accoglienza» ha sotto-lineato Papa Bergoglio «cigiochiamo tutto» e, sì, civuole anche pazienza. I Van-geli ci presentano Gesù sem-pre accogliente verso coloroche si accostavano a lui,

specialmente malati, pecca-tori, emarginati. Un’ultimaparola, il santo Padre l’ha ri-volta ai ministri del perdono:«Il santuario è la casa delperdono, dove ognuno si in-contra con la tenerezza delPadre che ha misericordia ditutti, nessuno escluso. Chi siaccosta al confessionale lofa perché è pentito, è penti-to del proprio peccato. Sen-te il bisogno. Sente il biso-gno di accostarsi lì. Percepi-sce chiaramente che Dionon lo condanna, ma lo ac-coglie e lo abbraccia, comeil padre del figliol prodigo,per restituirgli la dignità fi-liale» (cfr. Lc 15, 20-24).Come è suo solito, poi, PapaFrancesco ha assicurato lasua preghiera «per interces-sione di Maria nostra Ma-dre», invitando tutti a vivereil proprio servizio «comeun’opera di misericordia cor-porale e spirituale».

DALLEAPI ALLEROSE

Parola chiave: accoglienzadi Padre Mario De Santis osa, Rettore della Basilica Santa Rita

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FARE CHIESA

Al Santuario di Santa Rita di Ca-scia, le monache e i padri offronoun servizio di ascolto ai pellegrini incerca di conforto.

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DALLEAPI ALLEROSE

A te, Signore, umilmente raccomandiamoquesti nostri defunti. Portali nel tuo Paradi-so, dove non vi è più lutto, né dolore, né la-crime, ma pace e gioia con il Tuo Figlio e conlo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

Adele Pozzan (Grancona VI - Italia)Adelina Corradini (Roma - Italia)Adelina Vaccari (Cavriana MN - Italia)Ambrogina De Angelis (Palestro PV - Italia)Angélique Favre (Svizzera)Anna Cinco (Trieste - Italia)Anna Maria Prestini Legati (Castel GoffredoMN - Italia)Antonia Fara (Iglesias CI - Italia)Bruno Fara (Iglesias CI - Italia)Carmela Calderoni (Ravenna - Italia)Dino Dalzotto (Montecchio Precalcino VI -Italia)Emma Sacconcelli (Tuoro sul Trasimeno PG -Italia)Ercole Brundu (Porto Torres SS - Italia)Ermilda Calura (Galbiate LC - Italia)

Fausta Porcella (Cagliari - Italia)Fausta Tronci Porcella (Italia)Francesco Lamberti (Solarolo di Goito MN - Italia)Franco Stingo (Villaricca NA - Italia)Giovanna Luciani (Gallarate VA - Italia)Ivo Manfredi (Torre de’ Picenardi CR - Italia)Lauretta Capovilla (Vigonza PD - Italia)Leonardo Porcelli (Orta Nova FG - Italia)Lucia Petroni (Terni - Italia)Maria Palumbo (Aversa CE - Italia)Maria Peressini (Tolmezzo UD - Italia)Marisa Matzè (Iglesias CI - Italia)Michelina Carlevaro (Genova - Italia)Natala Marinelli (Senigallia AN - Italia)Nicoletta Mazzante (Pescara - Italia)Ninetta Conoscenti (Castelbuono PA - Italia)Palmira Tedoldi (Casale Cremasco CR - Italia)Pietro Giovannone (Solarolo di Goito MN - Italia)Raimondo Cabriolu (Villacidro VS - Italia)Tommaso Stanizzi (Cropani CZ - Italia)Virginia Mennella (Torre del Greco NA - Italia)

VIVO

NO

IN C

RIS

TO

Guardando a noi stessi di Padre Giuseppe Caruso osa

Monaca agostiniana in contemplazione, davanti al corpo di Santa Rita a Cascia.

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Quando si pensa a un monastero,si immagina, molto giustamente,un luogo silenzioso: in ogni co-munità religiosa il silenzio viene

sempre considerato come una condizioneda cercare e difendere. Così, anche nelMonastero di Santa Maria Maddalena diCascia (l’attuale Monastero Santa Rita,ndr), dove Rita visse l’ultima fase dellasua esistenza terrena.

Non è facile spiegare perché sia statoassegnato tanto valore al silenzio, soprattut-to perché per farlo è necessario usare le pa-role, che in effetti lo distruggono; eppure ciproveremo.

Il silenzio viene spesso percepito comeun atteggiamento in qualche modo aggres-sivo: tace chi, prendendo le distanza dauna situazione, non ha nulla da dire o chivuole sottolineare la sua volontà di rompere

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ogni contatto positivo; pensiamo a quei si-lenzi imbronciati che esprimono in modomolto eloquente disagio o avversione. Maquesto ovviamente è molto lontano dal verosilenzio religioso.

Il silenzio religioso non riguarda una ge-nerica assenza di suoni, piuttosto l’interru-zione di quel flusso di parole con cui rac-contiamo agli altri, e spesso soprattutto anoi stessi, chi siamo, badando sempre a da-re di noi un’immagine, bella o brutta chesia, ma alla quale ci siamo abituati e chepertanto ci rassicura. Quando facciamo ve-ramente silenzio dentro di noi, smettendodi raccontare noi stessi, siamo nella situa-zione ideale per ascoltare la voce di Dio checi rivela chi siamo veramente, quella voceche può farci scoprire persone diverse daquelle che pensavamo di essere, personeche Dio ha pensato con amore, persone cheDio ama sempre e comunque.

TRACCE DI RITA

TESTIMONIANZA DI MARIA, ROMA - ITALIA

Voglio rendere nota la guarigionedi mia figlia Marina, per interces-sione di Santa Rita. Marina è sta-ta colpita nel luglio 2015 da unagravissima emorragia celebrale. Èstata portata al Policlinico Um-berto I e sottoposta ad un inter-vento chirurgico durato otto ore. Ilprofessore, uscendo dalla salaoperatoria ha detto: «Le abbiamosalvato la vita, ora però dobbiamoaspettare 48 ore per essere sicu-ri… Non sappiamo come reagirà».Marina è stata sottoposta a comafarmacologico e 48 ore sono di-ventati giorni interminabili. Mi so-no rivolta subito a Santa Rita edho recitato la novena e il rosario.In verità la novena è diventataquindicina, perché per 15 giorniMarina è rimasta in coma. Non

potete immaginare che cosa sia, per unamadre, vedere la figlia attraverso un vetroattaccata ai tubi! Poi, piano piano, tra lostupore di tutti, Marina ha iniziato a risve-gliarsi muovendo le dita, la mano, i piedi,aprendo gli occhi. Non poteva parlare per-ché era stata sottoposta a tracheotomia,però si faceva capire muovendo le labbra.Ci hanno consigliato di trasferirla in uncentro di riabilitazione e lì è iniziato unlento e progressivo recupero. La statua diSanta Rita era presente vicino alla palestradove Marina faceva la fisioterapia e la pro-fessoressa direttrice del reparto si chiamaRita, forse è una coincidenza? Marina,ogni giorno, faceva progressi e tutti eranostupiti. A metà ottobre, è stata sottopostaal trapianto dell’osso che le era stato toltoper procedere all’operazione di luglio… Èandato bene e il professore si è meraviglia-to per la riuscita. Marina è stata di nuovotrasferita al Santa Lucia, il centro di riabi-litazione, ma ormai era completamenteguarita. Il giorno 15 è stata dimessa ed ètornata alla sua famiglia e a suo figlio e,soprattutto, ha ripreso il suo lavoro. Io el’altra figlia Monica, anche lei molto devo-ta, ringraziamo Santa Rita, e Santa Moni-ca, presso la tomba della quale mi sonorecata a pregare. Vi faccio presente cheMarina, quattro anni fa, ha avuto il cancroal seno e anche in quell’occasione SantaRita l’ha aiutata.

GR

AZIA

RIC

EVU

TA LA PREGHIERA

Nelle Tue mani, Signore, affido la miavita, la mia giornata, il mio pianto, ilmio grazie.Lascia che la mia vita si faccia pre-ghiera per Te, perché mi senta circon-data dall’abbraccio perenne del tuoamore.Nell’oscurità del mio dolore, donami laforza per riconoscere quando è giustolottare e non lasciarmi mai sola, mapermetti che la mia vita diventi pre-senza di Te mio Signore.Aiutami a dare un significato a quantoho perduto, Tu che scruti e conosci ilmio cuore. Sii il mio maestro e la miaguida ed entra nella profondità del mioessere.Fa’ che io comprenda che affrontare lanotte può aiutarmi a compiere il primopasso verso l’alba di un nuovo giorno,dove Tu mi attendi insieme a tutto ciòche ho perduto e amato.

(Preghiera scritta dalla signora Isabelladi Campobasso)

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DALLEAPI ALLEROSE

Il giorno dell’Epifania, la Madre Chiesa,all’interno della celebrazione eucaristi-ca, dà l’annuncio della Pasqua conqueste parole: “Fratelli carissimi, la

gloria del Signore si è manifestata e sempresi manifesterà in mezzo a noi fino al suo ri-torno. Nei ritmi e nelle vicende del temporicordiamo e viviamo i misteri della salvez-za. Centro di tutto l’anno liturgico è il Tri-duo del Signore crocifisso, sepolto e risorto,che culminerà nella domenica di Pasqua il27 marzo 2016”.

Il Triduo pasquale è il cuore pulsantedell’intero anno liturgico della Chiesa. Lanostra vita di cristiani, è tutta orientataverso questa attesa della passione, morte e

risurrezione di nostro Signore. Se ci fer-miamo ai primi due misteri, passione emorte, pensiamo: è finita! Ma se facciamomemoria di quanto lo stesso Gesù ci hadetto nella Scrittura: “…dopo tre giorni ri-sorgerò…”, allora la nostra attesa del gio-vedì-venerdì-sabato santo è feconda, si col-ma di senso e raggiunge la sua pienezza, ilsuo culmine nella domenica di risurrezio-ne. Nel Triduo Pasquale, che inizia appun-to il giovedì con la Messa nella Cena delSignore e termina la domenica di Pasqua,la liturgia ci chiama, nel silenzio, a riper-correre la Scrittura, ad affiancarci al Figliodi Dio nel suo cammino misterioso e vitto-rioso verso la salvezza, la nostra salvezza.La crocifissione, la morte, la sepoltura diGesù sono le “credenziali” per accedere al-la vita nuova, la vita da risorti, dono e mi-stero insieme.

Abbiamo detto: in silenzio… Il silenzio èprezioso per fermarsi a riflettere tra i tantistimoli che riceviamo, per mettere a fuocole domande veramente importanti della no-stra vita. Pensiamo al silenzio del sabatosanto… Cristo giace nel sepolcro, il nostrocuore contempla il mistero della Sua morte,il valore di questa morte per la nostra vita…La Liturgia delle Ore, con salmi e letture, cifa sostare davanti al sepolcro… Non è unmomento di lutto, ma una sosta meditativanell’attesa del compimento delle promessedi Dio… “Che cosa è avvenuto? Oggi sullaterra c’è grande silenzio, grande silenzio esolitudine. Grande silenzio perché il Re dor-me: la terra è rimasta sbigottita e tace per-ché il Dio fatto carne si è addormentato”,recita un’antica omelia sul sabato santo. Ilnostro fratello agostiniano Beato Simone Fi-dati, predicatore appassionato dell’umanitàdi Cristo, vedeva il deserto-silenzio come

In silenziodi Suor Giacomina Stuani osa

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DIALOGO COL MONASTERO

culmine dell’amore perché ci fa riposare inCristo: “Rifugiati dunque, fratello, in Cristoche si è fatto nostro rifugio, sollevandocidalla generazione della carne a quella dellospirito, dalla generazione dei cattivi a quel-la dei buoni, dalla generazione dei malvagia quella dei perfetti […] Dove il riposo? Neldeserto. Dove la pace? Nel deserto. Dovetrova riposo l’occhio inquieto? Nel deserto.Dove trova riposo l’orecchio dall’inutile fra-stuono? Nel deserto. Dove l’uomo può en-trare in colloquio con se stesso? Nel deser-to…”. Anche la vita pubblica di Gesù, ilsuo “dirigersi decisamente” verso Gerusa-lemme per compiere la volontà del Padre, èiniziata nel silenzio e nella solitudine deldeserto (Lc 4, 1-13), ed è passata per altrisilenzi eclatanti, fino a quello offerto alladomanda delle domande. Quella che gli fuposta da Ponzio Pilato, l’uomo di potereche ebbe il destino di incrociare lo sguardodi Dio in terra: “Che cos’è la verità?” (Gv18, 38). Gesù non rispose, offrendo séstesso. E lasciando aperta la domanda aciascuno di noi.

Se il giovedì, il venerdì e il sabato dellasettimana santa sono il “quasi” punto di ar-rivo di un itinerario forte e profondo di fedee vita, iniziato il mercoledì delle ceneri, lanotte è la sola e silenziosa spettatrice deltraguardo di questo itinerario che è la resur-rezione. Ascoltiamo le bellissime paroledell’Exultet, il solenne annuncio di lodecantato la notte della Veglia di Pasqua, conil quale si proclama la vittoria della lucesulle tenebre, simbolizzata dal cero pasqua-le che viene acceso, ed annuncia la resurre-zione di Cristo: “O notte beata, tu sola haimeritato di conoscere il tempo e l’ora in cuiCristo è risorto dagli inferi. Di questa notteè stato scritto: la notte splenderà come ilgiorno, e sarà fonte di luce per la mia deli-zia. Il santo mistero di questa notte scon-figge il male, lava le colpe, restituisce l’in-nocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti.Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti,promuove la concordia e la pace. O notteveramente gloriosa, che ricongiunge la terraal cielo e l’uomo al suo creatore!”. SantaPasqua del Signore!

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“Ricco diMisericordia… …ricchi di Grazie!”Carissima amica,quanti motivi abbiamo per dire GRAZIE al Signo-re, grati soprattutto perché amati.Grazie perché… Dio irrompe nella nostra vitacon la sua Parola. Grazie perché… Dio ci seduce con il suo sguardoche attrae.Grazie perché… Dio ci sceglie e ci porta verso lapienezza della vita. Vuoi provare anche tu a dire il tuo “Grazie per-ché…” e a ripetere con Sant’Agostino: «Eccomiesistere grazie alla tua bontà, Signore, che pre-venne tutto ciò che mi hai dato di essere e da cuihai tratto il mio essere... Da Te dipende la miafelicità» (Confessioni, 13, 1,1)?Ti aspettiamo!

Corso di orientamento vocazionale femminileDall’8 al 13 agosto 2016

Per informazioni:Monastero Santa Rita - 06043 Cascia PGtel. +39 0743 76221e-mail: [email protected]

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LA BADESSA RISPONDESe desideri condividerecon noi i tuoi timori, i tuoidubbi o la tua felicità, scrivi [email protected], specificando di autorizzarci alla pubblicazionedella lettera. Madre M. Natalina risponderà atutti, sulla Rivista o in forma privata.

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Rev. Madre, da tanto tempo ho una curio-sità. Quando è morto San Giovanni Paolo II,sul suo testamento c’era scritto che avrebbegradito “Sante Messe”. Ecco, io mi riferiscoa quando noi facciamo dire una santa messaa suffragio di un nostro caro defunto: dall’al-tra parte, nell’aldilà, il Signore fa fare al de-funto “un passetto” verso il purgatorio o ilparadiso dove si trova? A volte mi capita disentire dal sacerdote, all’inizio della Messa,che in quella celebrazione sono ricordati alSignore, determinati nomi, a volte sono an-che troppi. Io abito in provincia di Fermo(nelle Marche) e proprio in una chiesa quivicino, nell’arcata c’è una dedica che hascritto l’apostolo San Paolo e che dice pro-prio così: per qualsiasi Santa Messa detta inquesta chiesa, il defunto beneficerà per un“tot” periodo di purgatorio, come se riceves-se una spinta verso il paradiso.

Marcella C.

Carissima Marcella,quando chiudiamo gli occhi a questo

mondo per aprirli alla luce di Dio, nella vitaeterna, prima di entrare nella luce e nellapace di Dio, ogni uomo ha bisogno di unapurificazione al fine di togliere dal propriointimo tutte “le scorie” che la fragilità uma-na vi ha depositato. La Madre Chiesa hasempre favorito la preghiera per i defunti af-finché, come dice la Sacra Scrittura, “sianoassolti dai loro peccati” (2 Mac 12, 45). Inquesto contesto di purificazione, essa invitaad offrire suffragi per i propri defunti: elemo-sine, opere di penitenza, gesti di carità, masoprattutto la celebrazione della Santa Mes-sa, nella quale Gesù stesso fa Sue le nostrepreghiere in suffragio dei nostri cari e le pre-senta a Dio Padre. Il Catechismo degli adultidice che, trovandosi i defunti in questo statodi purificazione - il purgatorio, appunto -“essi possono essere aiutati dai suffragi dellaChiesa e dei singoli cristiani, soprattutto dal-la Santa Messa”. È infatti nella celebrazionedella Messa, che si esprime la comunione

dei santi, ossia la solidarietà dei credenti edella comunità cristiana nel pregare Dio, checi vuole solidali davanti a sé e ci chiede dicooperare con la sua grazia, per facilitare lapurificazione dei defunti. La parola suffragiovuol dire opera spirituale, bene offerto a Dioin favore dei morti. Dare suffragio alle animesignifica affidarle alla misericordia di Dio Pa-dre, chiedendo che vengano liberate dallecolpe terrene che hanno commesso per ladebolezza umana, perché possano vivereeternamente felici. Papa Francesco lo ha ri-cordato nell’Angelus del 2 novembre 2014:“La tradizione della Chiesa ha sempre esor-tato a pregare per i defunti, in particolare of-frendo per essi la celebrazione eucaristica:essa è il miglior aiuto spirituale che noi pos-siamo dare alle loro anime, particolarmente aquelle più abbandonate”. Anche Sant’Agosti-no riferisce che la sua mamma Monica, pri-ma di morire, gli aveva raccomandato: “Sep-pellite pure questo mio corpo dove volete,senza darvi pena. Di una sola cosa vi prego:ricordatevi di me, dovunque siate, dinanzi al-l’altare del Signore” (Confessioni 9 11,27).

Il suffragio è un atto di amore: e Dio cer-ca sempre l’amore in noi. Diamo suffragio,allora, ai nostri cari morti, perché ottenganola remissione delle pene dovute ai loro pec-cati e sentano l’appello del Signore: Vieni,servo buono e fedele, al riposo, alla gioia ealla pace che non conoscono tramonto!

Perché celebriamo la Messa per i defunti?

DALLEAPI ALLEROSE DIALOGO COL MONASTERO

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CASA ESERCIZI SPIRITUALI “SANTA RITA”

PROGRAMMA DEI CORSI 2016

CORSI PER SACERDOTI E DIACONI

4 (pranzo) - 9 luglioIstituto Patristico“Augustinianum”Il “ministero della misericordia”

10 (pranzo) - 15 ottobreMons. Giovanni Scanavino OSASacerdoti del terzo millennio:Padri spirituali e Confessori

CORSI PER RELIGIOSI/E E PER CONSACRATI/E3 - 9 aprileCapitolo Provinciale della ProvinciaAgostiniana d’Italia

CORSI PER LAICI11 - 13 marzoPia Unione Santa Rita Lombardia

1 (pranzo) - 6 agostoP. Giuseppe Pagano OSAMisericordiosi come il Padre

8 - 12 agostoMons. Giovanni Scanavino OSAUna Regola per tutti:Allenamento quotidiano allavita nello Spirito

26 - 28 agostoDon Gianfranco BastiCorso per fidanzatiReferente: Sophie Alicino, Cell. [email protected]

5 (pranzo) - 8 settembrePer amici e collaboratori (anche potenziali)degli AgostinianiP. Giuseppe Pagano OSADio è amore: commento alla prima letteradi San Giovanni diSant’Agostino

7 - 9 ottobreResponsabili Pia Unione Santa RitaP. Ludovico Centra OSA

19 - 26 ottobreCorso in lingua tedescaP. Christoph Weberbauer OSA,Email [email protected]

27 - 31 ottobreP. Francesco Maria Giuliani OSAPerché abbiano la vita el’abbiano in abbondanza

VOCAZIONI MASCHILII giovani alla ricerca della propriavocazione possono trascorrere perio-di di preghiera, di meditazione sullaParola di Dio e sulla vita fraternacon le Comunità religiose agostinia-ne. I ragazzi possono rivolgersi alnumero di telefono 0743 75091.

I corsi per laici hanno duratadiversa. La prima data indica ilgiorno di inizio (alla sera), laseconda quella di partenza (almattino).

La quota di partecipazione,comprensiva di tutte le spese disoggiorno, è di 40 euro al giorno,(supplemento camera singola8 euro).

Le prenotazioni vanno rivolte a:Email: [email protected]: Direzione Casa EserciziSpirituali “Santa Rita” - 06043CASCIA (PG)Telefono: il telefono della Casa(in funzione soltanto durante icorsi) è 0743 71229; negli altritempi usare il tel. 0743 75091Fax: 0743 76476

Nei tempi liberi la Casaospita volentieri gruppiorganizzati da altri

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