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Progettisti: Resp. del progetto - Prog. arch. e coordinam. Von Gerkan, Marg und Partner - gmp GmbH Arch. Volkwin Marg Progettazione strutture Werner Sobek Stuttgart GmbH e Co. Ing. Michael Duder Progettazione impianti Studio TI Soc. Cooperativa Ing. Ennio Menotti Progettazione del verde LAND Milano srl Arch. Andreas Kipar Geologo Dott. Aldo Antoniazzi Coordinam. operativo Arch. Clemens Kusch 10.04.2015 352*(772 '(),1,7,92 /2772 RELAZIONE TECNICA IMPIANTI MECCANICI D.05 D05_REL_TEC_IMP_MECC

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Progettisti:

Resp. del progetto - Prog. arch. e coordinam.

Von Gerkan, Marg und Partner - gmp GmbH

Arch. Volkwin Marg

Progettazione strutture

Werner Sobek Stuttgart GmbH e Co.

Ing. Michael Duder

Progettazione impianti

Studio TI Soc. Cooperativa

Ing. Ennio Menotti

Progettazione del verde

LAND Milano srl

Arch. Andreas Kipar

Geologo

Dott. Aldo Antoniazzi

Coordinam. operativo

Arch. Clemens Kusch

10.04.2015

PROGETTO DEFINITIVO - 1° LOTTO

RELAZIONE TECNICA IMPIANTI MECCANICI

D.05D05_REL_TEC_IMP_MECC

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REGIONE EMILIA ROMAGNA Tecnopolo di Bologna

FASE ”1”

RE L A Z I O NE TE C NI CA DES C R I T TI VA IM P I A N T I ME C CA N I CI

Aprile 2015

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T E C N O P O L O B O L O G N A

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INDICE

R E G I O N E E M I L I A R O M AG N A 1

TECNOPOLO DI BOLOGNA 1

R E L A Z I O N E T E C N I C A D E S C R I T T I V A 1

I M P I A N T I M E C C A N I C I 1

APRILE 2015 1

1 IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE 4

1.1 PRODUZIONE CALDO /FREDDO 4 1.2 DIMENSIONAMENTO TERMO-FRIGORIFERO LOTTI “A” E “B” 5

1.2.1 Fabbisogno di potenza ed energia termica e frigorif era 5 1.2.1.1 Dati di base edifici lotto A (edifici F1 – F2 – C1) 5 1.2.1.2 Dati di base edifici lotto B (edifici D - E) 7 1.2.1.3 Potenze termica e frigorifera di picco Lotti A e B 8

1.2.2 PREVISIONE AMPLIAMENTO CENTRALE TECNOLOGICA 8 1.2.3 DESCRIZIONE DEL FABBRICATO DELLA CENTRALE TECNOLOGI CA 9

1.3 SOTTOCENTRALI 10 1.4 DISTRIBUZIONE CALDO/FREDDO 10

1.4.1 Impianto a pannelli radianti a soffitto in cartonge sso 10 1.4.2 Impianto con fan-coil da incasso a pavimento 11 1.4.3 Impianto con fan-coil per installazione a parete 11 1.4.4 Impianto aria primaria 11 1.4.5 Impianti a tutt’aria 12

1.4.5.1 Laboratori 12 1.4.5.2 Camere Sterili 12 1.4.5.3 Stabulari e sale operatorie annesse 13 1.4.5.4 Locali ad alto affollamento (aule, sale riunioni) 13

1.4.6 Ulteriori componenti finalizzati al contenimento en ergetico ed alla IAQ (Indoor Air Quality) 13

1.4.6.1 Ventilatori Plug-fan 13 1.4.6.2 Canali di distribuzione dell’aria tipo preisolato 13

2 IMPIANTI IDRICI 15

2.1 IMPIANTO IDRICO-SANITARIO 15 2.1.1 Rete idrica potabile 15

2.1.1.1 Dimensionamento impianto idrico-sanitario Fase1 17 2.1.2 Utilizzo razionale risorsa idrica 22

2.1.2.1 Sistemi di riduzione dei consumi idrici 22 2.1.2.2 Raccolta e riutilizzo delle acque meteoriche 22

2.2 IMPIANTO IDRICO PER USO TECNOLOGICO 22 2.3 IMPIANTO IDRICO-ANTINCENDIO 23

2.3.1.1 Rete idranti DN 45 Edifici 24 2.3.1.2 Rete idranti DN 45 Autorimessa 24 2.3.1.3 Rete idranti DN 45 Autorimessa 24 2.3.1.4 Criteri dimensionali rete idranti DN 45 25 2.3.1.5 Rete idranti soprasuolo DN 70 25

2.4 IMPIANTO IDRICO-IRRIGAZIONE 27

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3 IMPIANTI DI SCARICO 28

3.1 IMPIANTO DI SCARICO ACQUE NERE E BIANCHE 28 3.1.1 Scarico acque nere 28

3.1.1.1 Impianto di scarico acque nere dei servizi igienici e delle vaschette dei laboratori 28 3.1.1.2 Impianto di scarico acque nere dello stabulario 29 3.1.1.3 Impianto di scarico acque nere autorimessa 29

3.1.2 Scarico acque bianche 30 3.1.2.1 Impianto di scarico acque bianche piano interrato e tunnel tecnologico 30 3.1.2.2 Impianto di scarico acque bianche edifici C1-F1-F2 30

3.2 FOGNATURA ACQUE NERE 31 3.3 FOGNATURA ACQUE BIANCHE 31

3.3.1 Dimensionamento vasca di laminazione 32

4 IMPIANTI GAS TECNICI E GAS METANO 33

4.1 IMPIANTO GAS METANO 36

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1 IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE

1.1 PRODUZIONE CALDO/FREDDO

A seguito della decisione della Regione Emilia-Romagna di realizzare una Centrale Tecnologica autonoma a servizio di tutto il Tecnopolo, anziché allacciarsi alla Centrale di trigenerazione di Quartiere a servizio del Polo Fieristico, come previsto nel bando di gara, è stato richiesto ai progettisti uno studio di fattibilità che prendesse in considerazione i vari possibili scenari tecnicamente attuabili, con particolare attenzione a perseguire l’utilizzo di fonti rinnovabili. Un aspetto di primaria importanza è stata l'indicazione da parte della Regione Emilia-Romagna del fatto che lo studio di fattibilità deve tenere conto della possibilità di affidare la realizzazione e gestione pluriennale della centrale ad una ESCO, con la precisazione che la realizzazione delle opere edili della centrale non saranno affidate alla ESCO per cui dovranno essere previste nel contesto dei lavori di realizzazione dei lavori dei fabbricati del lotto "A". Inoltre, la Regione Emilia Romagna ha chiesto di valutare, proprio nel contesto di affidamento della realizzazione e gestione della centrale ad una ESCO, la possibilità di configurare un Sistema Efficiente di Utenza (SEU) previsto dalla Delibera AEEG 578/2013 in modo da massimizzare la valorizzazione della energia elettrica prodotta tanto per il produttore (ESCO) che per l'utilizzatore (Tecnopolo). Infine l'indicazione della Regione Emilia-Romagna è che la centrale dovrà essere dimensionata ai fini impiantistici per il fabbisogno dei fabbricati C1, F1 e F2 del lotto A e dei fabbricati D ed E del lotto B, ed ai fini architettonici già predisposta per accogliere tutte le apparecchiature necessarie a soddisfare i fabbisogni energetici di tutti gli edifici del Tecnopolo a regime (compatibilmente con le attuali ipotesi di sviluppo). La Regione, analizzato lo studio di fattibilità proposto, ha individuato tra le varie proposte di adottare la soluzione B della quale si è proceduto allo sviluppo del progetto preliminare. La centrale tecnologica si svilupperà su tre livelli (interrato terra e primo) e sarà funzionalmente suddivisa tra pertinenze ESCO (che realizzerà e gestirà la centrale di trigenerazione) e pertinenze TECNOPOLO : Al piano interrato sono previsti i locali:

� pompe antincendio con relativa vasca di accumulo a servizio dell’intero complesso (T) � locale centrale idrica (E) � locale gruppi frigo, pompe di calore, assorbitori e pompe di circolazione primario (E)

Al piano terra sono previsti i locali: � Centrale termica (E) � Cabina elettrica MT/BT e quadri elettrici BT Esco (E) � Centrale cogenerazione (E) � Centrale gruppi elettrogeni (E) � Blocco cabina Enel, misure � Cabine MT ricezione e commutazione tecnopolo (T+E) � Cabina MT ricezione (pred.)

Al piano primo sono previsti i locali: � Blocco cabine MT/BT gruppi elettrogeni (T) � Locale quadri ed impianti speciali Esco (E) � Locale quadri ed impianti speciali Tecnopolo (T) � Cabina elettrica MT/BT e quadri elettrici BT Centrale Tecnologica (T) � Zone esterne di copertura per l’installazione delle torri evaporative, dry cooler e scambiatori

fumi cogeneratori (E). (E) opere a carico ESCO (T) opere a carico della Regione

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1.2 DIMENSIONAMENTO TERMO-FRIGORIFERO LOTTI “A” E “B”

1.2.1 Fabbisogno di potenza ed energia termica e fr igorifera

Il dimensionamento della centrale a servizio del Tecnopolo è stato eseguito sulla base dei dati di seguito riassunti.

1.2.1.1 Dati di base edifici lotto A (edifici F1 – F2 – C1)

Il calcolo delle potenze di picco termica e frigorifera, caratteristiche di ciascun edificio in oggetto, è stato effettuato sulla base di:

� Dati climatici della città di Bologna

- Altezza sul livello del mare:54 m s.l.m. - Gradi Giorno: 2.259 - Temperatura esterna invernale B.S.: -5°C - Umidità relativa esterna invernale 80% - Temperatura esterna estiva +32°C - Umidità relativa esterna estiva 60%

� Condizioni termo-igrometriche interne degli ambienti confinati

CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE INTERNE T.ambiente T.ambiente Umid. Rel. Umid. Rel. Estate Inverno Estate Inverno °C °C % % Uffici, sale riunioni, biblioteche 25 +/-1 20 +/-1 50 +/-10 50 +/-10 Laboratori 25 +/-1 20 +/-1 50 +/-10 50 +/-10 Stabulari 20/22 +/-1 20 +/-1 50 +/-10 50 +/-10 Sale operatorie e loc. annessi 24 +/-2 24 +/-2 50 +/-10 50 +/-10 Camere Bianche (IOR) 22 +/-1 20 +/-2 50 +/-10 50 +/-10 CED 25 +/-1 20 +/-1 50 +/-10 50 +/-10 Servizi igienici 20 +/-1 n.c n.c Magazzini 18 +/-1 n.c n.c Cucine 20 +/-1 n.c n.c

� Caratteristiche prestazionali dell’involucro edilizio di ciascun fabbricato

k SOFFITTO 0,25 W/mq Kk MURO 0,30 W/mq Kk FINESTRA (VETRO + INFISSO) 1,40 W/mq KFATTORE SOLARE 0,3

IOR

CARATTERISTICHE INVOLUCRO

FABBRICATO F1

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FABBRICATO CENEA

k SOFFITTO 0,25 W/mq Kk MURO 0,30 W/mq Kk FINESTRA (VETRO + INFISSO) 1,40 W/mq KFATTORE SOLARE 0,3

CARATTERISTICHE INVOLUCRO

k SOFFITTO 0,25 W/mq Kk MURO 0,30 W/mq Kk FINESTRA (VETRO + INFISSO) 1,40 W/mq KFATTORE SOLARE 0,3

FABBRICATO F2

CARATTERISTICHE INVOLUCRO

ARPA+PROTEZIONE CIVILE

� Portata aria degli edifici in funzione delle destinazioni d’uso degli ambienti La portata aria di ciascun edificio è stata valutata in funzione di quanto prescritto dalla norma UNI 10339 e dalla UNI EN 12251 categoria II per ciò che concerne gli uffici, gli spazi comuni, le sale riunioni, biblioteche, etc. la portata aria dei laboratori specialistici è stata valutata tenendo conto delle indicazioni fornite dai vari istituti riportate nelle schede di raccolta dati, considerando comunque una portata minima in estrazione pari ad 8 volumi/ora. Nel caso di presenza di più punti di estrazione si è utilizzato un opportuno coefficiente di contemporaneità, assicurando in ogni caso il mantenimento del laboratorio in pressione negativa rispetto ai corridoi. Con particolare riferimento all’edificio F1, nel quale sono presenti oltre ai suddetti laboratori anche gli stabulari, le sale operatorie e le camere bianche la portata aria complessiva tiene conto di specifiche esigenze ambientali per le aree sopra citate, in particolare: Stabulari (rif. Raccomandazioni Commissione Europea 18/06/2007 e D.L. 04/03/2014 n°26) ⇒ zona con animali in gabbia chiusa ventilata (topi, ratti): portata aria pari a 10 volumi/ora

⇒ zona con animali in recinti (suini, ovini) e gabbie aperte (conigli): portata aria pari a 20 volumi/ora ⇒ reparto operatorio: portata aria pari a 20 volumi/ora ⇒ locali annessi reparto operatorio: portata aria pari a 10 volumi/ora Camere bianche(rif. 14644 ISO) ⇒ Classe A: portata aria pari a 0,4 mt/sec ⇒ Classe B: portata aria pari a 60 volumi/ora ⇒ Classe C: portata aria pari a 40 volumi/ora ⇒ Classe D: portata aria pari a 20 volumi/ora ⇒ Non classificato: portata aria pari a 8 volumi/ora

Nelle tabelle a seguire si riportano le portate aria complessive suddivise per ciascun edificio:

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RIEPILOGO PORTATE ARIA E POT. TERMO-FRIGORIFERE LOT TO 1 Aria Esterna

massima Aria Espulsa

minima Pot. Termica Pot.

Frigorifera mc/h mc/h kW kW FABBRICATO C1 Uffici 36.942 35.360 Laboratori 56.749 21.914

1.147 1.686

FABBRICATO F1 Uffici/Aule ecc. 34.180 34.801 Laboratori 55.272 42.982 Stabulari/Sale operatorie

35.571 35.161

Camere Bianche 61.182 55.064

1.996 3.242

FABBRICATO F2 Uffici/Aule ecc. 54.643 54.224 690 1.096 TOTALE 332.539 279.506 3.833 6.024

1.2.1.2 Dati di base edifici lotto B (edifici D - E) Il calcolo delle potenze di picco termica e frigorifera, caratteristiche di ciascun edificio in oggetto, è stato effettuato sulla base di:

� Dati climatici della città di Bologna

- Altezza sul livello del mare:54 m s.l.m. - Gradi Giorno: 2.259 - Temperatura esterna invernale B.S.: -5°C - Umidità relativa esterna invernale 80% - Temperatura esterna estiva +32°C - Umidità relativa esterna estiva 60%

� Condizioni termo-igrometriche interne degli ambienti confinati

CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE INTERNE T.ambiente T.ambiente Umid. Rel. Umid. Rel. Estate Inverno Estate Inverno °C °C % % Uffici, sale riunioni 25 +/-1 20 +/-1 50 +/-10 50 +/-10 Laboratori 24 +/-1 20 +/-1 50 +/-10 50 +/-10 Ristorante, bistro, cucina 25 +/-1 20 +/-1 50 +/-10 50 +/-10 CED 24 +/-1 20 +/-1 50 +/-10 50 +/-10 Servizi igienici 20 +/-1 n.c n.c Magazzini 18 +/-1 n.c n.c Attività commerciali 25 +/-1 20 +/-1 50 +/-10 50 +/-10 Cucine 20 +/-1 n.c n.c

� Caratteristiche prestazionali dell’involucro edilizio di ciascun fabbricato

TRASMITTANZA TERMICA DELLE SUPERFICI DISPERDENTI

Descrizione Trasmittanza Fattore solare

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unitaria W/mq*K

Muri esterni < 0,30 Copertura < 0,27

Pavimento su vani non riscaldati < 0,30 Muri interni su vani non riscaldati < 0,30

Facciate vetrate 1,4 0,30 Lucernai 1,4 0,30

In prima approssimazione è stato stimato un fabbisogno frigorifero e termico per i due edifici pari a :

STIMA POTENZE TERMO-FRIGORIFERE LOTTO 2 Descrizione Potenza Frigorifera Potenza Termica

kW kW FABBRICATO “D” 560 220* FABBRICATO “E” 230 190 **

TOTALE 790 410 *Nel fabbricato “D” la potenza frigorifera tiene conto anche del fabbisogno del CED di Lepida installato al piano interrato, che sarà fornito dalla Centrale tecnologica, anche se Lepida installerà sulla copertura dell’edificio gruppi frigoriferi autonomi, di integrazione/ridondanza, **Nel Fabbricato “E” la potenza termica tiene conto anche del riscaldamento dell’aria di compensazione necessaria per l’estrazione delle cappe delle cucine stimata in prima approssimazione in 15.000 mc/h

� Portata aria degli edifici in funzione delle destinazioni d’uso degli ambienti La portata aria di ciascun edificio D ed E è stata valutata in funzione di quanto prescritto dalla norma UNI 10339 e dalla UNI EN 12251 categoria II per ciò che concerne gli uffici, gli spazi comuni, le sale riunioni, biblioteche, etc. sulla base del layout architettonico del progetto preliminare.

1.2.1.3 Potenze termica e frigorifera di picco Lotti A e B

La potenza termica e frigorifera complessiva dell’intero complesso edilizio (edifici F1-F2-C-D-E) nelle condizioni di picco, alla luce dei dati di base illustrati nei paragrafi precedenti, risulta pari a:

⇒ Potenza frigorifera totale ~ 6.814 kW

⇒ Potenza termica totale ~ 4.243 kW Il dimensionamento delle apparecchiature da installarsi per gli interventi dei lotti 1 e 2, è stato eseguito considerando cautelativamente un fattore di contemporaneità del 10% per cui le potenza assunte sono pari:

⇒ Potenza frigorifera di progetto ~ 6.133 kW

⇒ Potenza termica di progetto ~ 3.819 kW

1.2.2 PREVISIONE AMPLIAMENTO CENTRALE TECNOLOGICA

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La centrale tecnologica in oggetto, in termini di apparecchiature installate, è stata dimensionata per servire in una prima fase gli edifici dei lotti 1 e 2, ovvero gli edifici F1-F2-C-D-E mentre i locali tecnici sono stati progettati per la configurazione finale della centrale in ampliamento. Qualora fosse completato, infatti, l’intero intervento sull’area (Edifici F3-C3-C2-B-A2-A1-G1-G2), la suddetta centrale potrà essere implementata, in termini di apparecchiature per gli impianti meccanici ed elettrici per step fino alla configurazione finale dell’intero intervento al fine di servire l’intero complesso edilizio. La previsione di ampliamento ha comportato una stima dei fabbisogni energetici totali, basata sulle superfici edilizie, come di seguito riportato; tale stima sarà, però, soggetta da un elevato grado di variabilità dato dalla mancanza di informazioni in merito alle destinazioni d’uso future di ciascun fabbricato oggetto di intervento.

EDIFICIO DESTINAZIONE D’USO SUPERFICIE [m 2] F3 Uffici/laboratori 14.940 C3 Uffici 2.214 C2 Officine 3.861 B Saloni espositivi 17.195

A2 Officine 2.331 A1 Uffici/laboratori 26.915 G1 Saloni espositivi 2.376 G2 Hotel 4.150

In prima approssimazione, le potenze termica e frigorifera necessarie per gli edifici a completamento dell’intero complesso edilizio, compreso Lepida per cui è stato richiesta una pot. Frigorifera pari a 1.000kW risultano essere pari a:

⇒ Potenza frigorifera necessaria per il futuro ampli amento circa 9.000 + 1.000 = 10.000kW ⇒ Potenza termica necessaria per la configurazione f inale circa 6.000 kW

Pertanto, nella configurazione finale, la centrale tecnologica a servizio dell’intero Tecnopolo, risulterà avere le seguenti potenze:

⇒ Potenza frigorifera totale ~ 16.133 kW ⇒ Potenza termica totale ~ 9.819 kW

1.2.3 DESCRIZIONE DEL FABBRICATO DELLA CENTRALE TEC NOLOGICA Il fabbricato ad uso ”centrale tecnologica”, a servizio dell’intero intervento, è stato progettato in via preliminare per ospitare la centrale termofrigorifera di trigenerazione, la centrale elettrica e la centrale idrica ed antincendio; gli spazi di cui il fabbricato è composto, sono stati dimensionati e valutati per essere idonei ad ospitare tutte le soluzioni tecnologiche proposte per i lotti 1 e 2 come illustrato nei paragrafi a seguire e sarà, inoltre, in grado di poter consentire l’installazione delle ulteriori apparecchiature necessarie per il completamento dell’intera area del Tecnopolo. Il progetto preliminare, in conformità con il bando di gara, prevedeva la fornitura delle potenze termiche e frigorifere dalla centrale di trigenerazione di quartiere del Polo della Fiera e la realizzazione di una centrale integrativa, per fornire energia termica in periodo estivo ed energia frigorifera in periodo invernale, con potenza stimata nel 30% delle potenze di cui al punto 2.1.1.3 da ottenere con una caldaia a condensazione da 1.000 kW e con un gruppo frigorifero da 1.300 kW. Tali impianti erano collocati in un fabbricato, ove era prevista l’installazione della sottostazione di scambio dell'energia proveniente dalla centrale di trigenerazione del quartiere del Polo della Fiera, situato nell'area sud-est del tecnopolo; i vari fabbricati erano allacciati a tale centrale tramite tubazioni di acqua calda e di acqua refrigerata alloggiate entro cunicoli. Il fabbricato della centrale autonoma poliservizi è previsto nella stessa posizione ma di dimensioni decisamente maggiori per accogliere tutti gli impianti. La centrale tecnologica sarà ubicata, analogamente al progetto a base del bando di gara, nell’area sud-est del Tecnopolo nei pressi dell’attuale cabina ENEL posta su via Stalingrado.

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Il layout architettonico della centrale tecnologica ed il posizionamento di tutte le apparecchiature sia dei lotti 1 e 2 che per il futuro ampliamento sono riportati sugli elaborati grafici del progetto preliminare. Premesso che le opere civile sono a carico della Regione, gli spazi tecnologici, all’interno del fabbricato poliservizi, di altezza 4,5m a tutti i piani, sono suddivisi fra zone di competenza e gestione del Tecnopolo e zone di competenza della ESCO; negli elaborati grafici, riportati nell’elaborato grafico Centrale Tecnologica, sono evidenziate in giallo le zone di competenza di quest’ultima, in particolare nella tabella sotto riportata sono elencate le opere impiantistiche a carico rispettivamente della Regione e della Esco.

PIANO DI RIFERIMENTO DESTINAZIONE D’USO AMBITO DI

COMPETENZA

ESCO REGIONE E.R.

Interrato Centrale antincendio x Interrato Centrale frigorifera,locale pompe, centrale idrica x

Terra Centrale termica x Terra Locale cogeneratori x Terra Locale gruppi elettrogeni x Terra Locale trasformatori x Terra Cabina elettrica ENEL - - Primo Area torri evaporative e smaltitori cogeneratori x Primo Locale trasformatori e quadri M.T. x

1.3 SOTTOCENTRALI

Dalla centrale tecnologica avrà origine un cunicolo tecnico ispezionabile all’interno del quale corrono le reti di adduzione dei fluidi e le polifere elettriche. Ogni corpo di fabbrica è provvisto di idonea sottocentrale, in cui trovano sede i sistemi di contabilizzazione, rilancio, regolazione, sezionamento ecc.

1.4 DISTRIBUZIONE CALDO/FREDDO

Di seguito vengono illustrate le soluzioni adottate per la climatizzazione dei vari ambienti, che come per i sistemi di produzione si pongono come obiettivo l’utilizzo delle tecnologie più performanti che il mercato mette a disposizione, di cui si riportano i criteri fondamentali: COMFORT, AFFIDABILITA’,ISPEZIONABILITA’,IGIENICITA’ E SICUREZZA,PARZIALIZZAZIONE D’USO, RISPARMIO ENERGETICO, RISPETTO DELL’AMBIENTE,COSTI DI MANUTENZIONE E STANDARDIZZAZIONE DEI COMPONENTI,COSTI DI GESTIONE.

1.4.1 Impianto a pannelli radianti a soffitto in ca rtongesso Questa tipologia impiantistica, adottata per gli uffici edifici F1 e F2, coniuga l’elevato comfort con il contenimento dei consumi energetici e l’eliminazione di terminali in ambiente, quali radiatori o fan-coils ecc., consentendo l’utilizzo di acqua a temperatura di mandata inferiore a 40 °C in inverno e superiore a 12 °C in estate. Ogni ambiente è provvisto di regolazione autonoma attraverso sonda di temperatura che comanda la/le valvole dei vari circuiti che servono l’ambiente stesso. Nella fase di raffrescamento estivo una sonda di saturazione in ambiente evita che si verifichino fenomeni di formazione di condensa sulla parte di controsoffitto attivo, dovute o a malfunzionamenti o

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a utilizzo improprio del sistema (apertura di finestre con condizioni esterne molto gravose) agendo direttamente sul circuito dei pannelli radianti. Vantaggi del sistema proposto: confort ambientale ottimo, nessun rumore prodotto dall’impianto, controllo della temperatura autonoma locale per locale, rapida messa a regime, semplicità di utilizzo, eliminazione degli ingombri dei terminali degli impianti nei locali serviti, possibilità di utilizzo ottimale di tutte le superfici disponibili, nessuna manutenzione, eliminazione dei movimenti dell’aria, aspetto estetico elegante. Tecnologia utilizzata per uffici di nuova costruzione in cui è previsto controsoffitto.

1.4.2 Impianto con fan-coil da incasso a pavimento Questa soluzione, che rappresenta una perfetta integrazione degli impianti con le soluzioni architettoniche, è utilizzata per tutti gli ambienti in cui si prevede di non intervenire sui soffitti mantenendo integra la struttura esistente (edificio C1). Molteplici sono i vantaggi dell’utilizzo dei ventilconvettori a pavimento: Eliminazione degli ingombri a parete nei locali serviti, ottimo controllo della distribuzione dell’aria, confort ambientale ottimo, efficace barriera contro l’irraggiamento caldo in estate e freddo in inverno provocato dalle superfici vetrate, controllo della temperatura autonoma locale per locale e/o zona per zona, rapida messa a regime, semplicità di utilizzo , aspetto estetico elegante, assenza di rumore.

1.4.3 Impianto con fan-coil per installazione a par ete Soluzione prevista per servire tutti gli uffici piano terra edificio C1. Queste unità terminali di climatizzazione , associate ad un kit di diffusione dell’aria, sono specificamente progettate per l’applicazione specifica (installazione verticale a parete all’interno del controsoffitto del corridoio). Questi apparecchi associano all’altissima efficienza bassa rumorosità e contenuto assorbimento elettrico grazie all’utilizzo di motore “brush-less” (senza spazzole).

1.4.4 Impianto aria primaria Agli impianti di base sopra descritti sarà sempre associato un impianto di ventilazione che dovrà assolvere a quattro funzioni fondamentali: Assicurare la corretta aria di rinnovo, Controllare l’umidità relativa in questo caso molto variabile in funzione dell’affollamento, Integrare soprattutto in fase di raffrescamento l’impianto base, Mantenere in leggera pressione i locali trattati rispetto ai corridoi e questi ultimi verso l’esterno, per evitare fastidiose ed inopportune infiltrazioni e indesiderate correnti d’aria incontrollate. Il trattamento dell’aria sarà assicurato da CTA essenzialmente costituite da: Sezione ventilante di ripresa, Recuperatore di calore di tipo termodinamico ad altissima efficienza, Sezioni filtranti ,Possibilità di free-cooling, Sezione di umidificazione a vapore sterile se necessario, Sezioni di preriscaldamento, raffrescamento e deumidificazione, postriscaldamento, Sezione ventilante di mandata, silenziatori a sezione rettangolare, installati sia sui canali di mandata che sui canali di ripresa.

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Grande Apertura

Portata V2 velocità controllata

V1 velocità adatta

V1 = V2

L’immissione dell’aria in ambiente avverrà mediante diffusori ad effetto elicoidale o lineari a feritoia ad alta induzione La ripresa avverrà attraverso il controsoffitto provvisto di idonee asole perimetrali che fungerà pertanto da plenum di aspirazione.

1.4.5 Impianti a tutt’aria 1.4.5.1 Laboratori Nel caso dei laboratori l’impianto di climatizzazione oltre al comfort deve assicurare anche il corretto funzionamento delle cappe caratterizzate da un utilizzo fortemente parziale e discontinuo (Vedi immagine a fianco) ottimizzando i consumi energetici . In particolare il corretto impiego dell’apertura totale o parziale dei saliscendi da parte degli operatori si traduce in una estrazione di aria da un minimo ad un massimo come illustrato nelle fig.1 e 2.

Fig. 1 Portata minima Fig. 2 Portata massima Il sistema di climatizzazione proposto consente un rigoroso controllo istantaneo della portata in immissione/estrazione e quindi una valida predisposizione alla installazione delle cappe. L’immissione dell’aria può avvenire attraverso le pareti, con sistema a dislocamento (displacement), o dal soffitto attraverso diffusori ad alta induzione. Trattandosi di tutta aria esterna risulta evidente che l’ottimizzazione delle portate in gioco, associata al perfetto funzionamento del sistema, consente elevati risparmi energetici. L’insieme di tutti gli accorgimenti previsti può essere così sintetizzato: Minor consumo di energia termica in inverno e frigorifera in estate grazie all’ottimizzazione delle portate d’aria, Minor consumo di energia elettrica dei motori dei ventilatori di/degli estrattori e della/e Centrali di trattamento aria primaria, grazie all’utilizzo di sistemi a portata variabile mediante inverter, Ottimo comfort per gli operatori sia sotto l’aspetto termoigrometrico che di elevato standard di qualità dell’aria (IAQ indoor air qualità). 1.4.5.2 Camere Sterili Questi locali si differenziano dai laboratori di cui al punto precedente, per l’elevato grado di pulizia richiesto “Classe A, B, C, D” quindi da una rilevante portata d’aria esterna e dal sistema di distribuzione di tipo particolare in grado di assicurare le portate d’aria richieste. (rif. 14644 ISO) Camere bianche ⇒ Classe A: portata aria pari a 0,4 mt/sec ⇒ Classe B: portata aria pari a 60 volumi/ora ⇒ Classe C: portata aria pari a 40 volumi/ora ⇒ Classe D: portata aria pari a 20 volumi/ora ⇒ Non classificato: portata aria pari a 8 volumi/ora

Piccola Apertura

Portata min.

V1 velocità adatta

V2 velocità controllata

V1 = V2

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L’immissione dell’aria avverrà attraverso il soffitto mediante diffusori provvisti di elevato grado di filtrazione (HEPA). Ogni laboratorio sarà servito da una centrale trattamento aria. Il dimensionamento dei sistemi di ripresa è eseguito per assicurare I livelli di pressione differenziale tra le diverse zone. Nel caso di espulsione di sostanze pericolose, saranno previsti idonei filtri assoluti (H14), associati, se richiesto, a sistemi di filtrazione a carboni attivi. 1.4.5.3 Stabulari e sale operatorie annesse Questi locali sono caratterizzati dall’esigenza di un rigoroso controllo delle condizioni termoigrometriche ed acustiche e dall’elevato grado di pulizia. Sostanzialmente ogni reparto sarà servito da un centrale di trattamento aria autonoma a portata variabile, con cassette a portata variabile a servizio di ciascun locale provviste di batteria di postriscaldamento L’immissione dell’aria avverrà dal soffitto attraverso diffusori del tipo elicoidale ad alta induzione del tipo riportato nell’ immagine a fianco. La ripresa dell’aria (a soffitto) all’interno dei singoli locali sarà provvista di sistema di controllo della portata al fine di assicurare la differenza di pressione richiesta. Su tutte le espulsioni saranno installati sistemi d filtrazione in grado di abbattere gli odori. Gli impianti sono stati dimensionati in conformità a quanto sotto riportato: Stabulari (rif. Raccomandazioni Commissione Europea 18/06/2007 e D.L. 04/03/2014 n°26-AllegatoIII, sez. A,2.1) ⇒ zona con animali in gabbia chiusa ventilata (topi, ratti): portata aria pari a 10 volumi/ora

⇒ zona con animali in recinti (suini, ovini) e gabbie aperte (conigli): portata aria pari a 20 volumi/ora ⇒ reparto operatorio: portata aria pari a 20 volumi/ora ⇒ locali annessi reparto operatorio: portata aria pari a 10 volumi/ora 1.4.5.4 Locali ad alto affollamento (aule, sale riunioni) Detti locali saranno serviti ove possibile da impianti a tutt’aria a pressione costante con sistema di diffusione che utilizza sistemi di distribuzione dell’aria ad alta induzione.

1.4.6 Ulteriori componenti finalizzati al contenime nto energetico ed alla IAQ (Indoor Air Quality)

Di seguito sono evidenziate alcune soluzioni tecnologiche estremamente performanti che saranno utilizzate. 1.4.6.1 Ventilatori Plug-fan Tutte le centrali di trattamento aria saranno dotate di ventilatori di ultima generazione di tipo "plug-fan" direttamente accoppiati ai motori, provvisti di sistema autoregolante della portata e della prevalenza con significativi vantaggi quali: riduzione delle operazioni/costi di manutenzione, migliore operatività della centrale di trattamento aria, risparmio energetico dovuto ad un maggior rendimento del sistema motore/ventilatore, dimensioni contenute, immediata taratura di portata e prevalenza. 1.4.6.2 Canali di distribuzione dell’aria tipo preisolato I canali di distribuzione dell’aria saranno del tipo preisolato costituiti da pannelli sandwich in polisocianato e alluminio, con classe di reazione al fuoco secondo la vigente normativa e trattamento interno antimicrobico. Questa soluzione permette: Maggiore velocità di installazione, Minor peso legato alle strutture portanti, Facilità di adattamento in cantiere ad eventuali problematiche legate a passaggi o a percorsi, elevatissime prestazioni sotto l’aspetto igienico.

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Il trattamento antimicrobico è ottenuto attraverso un procedimento industriale testato e brevettato a base di ioni d’argento.

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2 IMPIANTI IDRICI

Il progetto prevede la realizzazione di una nuova centrale tecnologica autonoma a servizio di tutte le aree costituenti il Tecnopolo, destinata alla produzione dell’energia termo-frigorifera associata ad una centrale di cogenerazione. All’interno dell’edificio di centrale, sarà realizzata una centrale idrica allacciata alla rete acquedotto per l’alimentazione delle utenze degli edifici appartenenti alle Fasi 1 e 2 con la predisposizione per quelle future. Più precisamente l’allacciamento alla rete acquedotto previsto da Via Stalingrado in prossimità della nuova centrale tecnologica, alimenterà previa installazione di propri contatori, i seguenti impianti: - Impianto idrico-sanitario; - Impianto idrico per uso tecnologico; - Impianto antincendio; - Impianto irrigazione.

2.1 IMPIANTO IDRICO-SANITARIO

2.1.1 Rete idrica potabile

La centrale idrica del Tecnopolo sarà alimentata dalla rete acquedotto mediante una propria condotta interrata in PE AD PN16 del diametro esterno di mm 110 ed un proprio contatore generale per la contabilizzazione di consumi relativi alle utenze della Fase 1. Il suddetto contatore, in base alle valutazioni dell’Ente erogatore, potrà essere sostituito con altri di maggior portata nel corso dei futuri ampliamenti. Per i futuri ampliamenti sarà predisposta, nel tratto interrato tra il vano contatori e la centrale idrica del Tecnopolo, una seconda tubazione in PE AD PN16 dello stesso diametro della prima (øe 110 mm) che giungerà nella centrale idrica e sarà utilizzata per la chiusura ad anello quando sarà completato il tunnel tecnologico. Le tubazioni interrate saranno posate in un apposito scavo su un letto di sabbia rinfiancato e ricoperto con sabbia fino alla chiusura completa dello scavo, sulle tubazioni sarà posto un nastro di segnalazione in PVC. Le apparecchiature relative alla formazione della centrale idrica saranno installate in un apposito locale tecnologico. In centrale giungeranno dai rispettivi contatori, tubazioni distinte per: - acqua potabile per uso igienico-sanitario e di laboratorio portata di 20 l/s - acqua potabile per uso tecnologico portata di 9 l/s - acqua potabile per il riempimento e reintegro vasca antincendio, portata di 4 l/s; - acqua potabile per uso irrigazione in mancanza di acqua piovana di recupero, portata di 4 l/s. Sulla tubazione dell’acqua potabile per uso igienico-sanitario e di laboratorio in arrivo dal contatore, sarà prevista all’interno della centrale idrica, l’installazione di un collettore in acciaio zincato con n° 2 partenze del diametro di 4” con valvole d’intercettazione a farfalla di cui una in servizio per le Fasi 1 e 2, l’altra come predisposizione per i futuri ampliamenti con la chiusa completa ad anello del circuito nella fase definitiva. La rete di distribuzione dell’acqua per uso igienico sanitario e dei laboratori con percorso nel tunnel tecnologico dalla centrale idrica alle rispettive sottocentrali, sarà alimentata alla pressione di fornitura da parte dell’Ente erogatore. La tubazione idrica per uso tecnologico dal contatore giungerà nella centrale idrica, dove saranno installate le apparecchiature per il trattamento dell’acqua come da prescrizioni del DPR 59/09 comprendenti: - Filtro di sicurezza di tipo automatico autopulente al servizio delle reti idriche alimentate con acqua potabile distinta per uso tecnologico (impianto di alimentazione torri di raffreddamento e impianto di climatizzazione estiva ed invernale);

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- Addolcitore automatico a scambio di basi a basso consumo di rigenerante e acqua di rigenerazione, completo di serbatoio salamoia e di sistema di auto disinfezione delle resine (impianto di alimentazione torri di raffreddamento e impianto di climatizzazione estiva ed invernale); - Impianto automatico di dosaggio di poliammine alifatiche filmanti per l’impianto di riscaldamento; - Filtro chiarificatore defangatore a masse con possibilità di contro lavaggio per eliminare dall’acqua degli impianti di riscaldamento le impurità in sospensione quali ossidi, fanghiglie e truccioli di ferro; - Tecnologie di trattamento dell’acqua specifico per torri di raffreddamento, comprendente: a) strumentazione per il controllo e dosaggio torri di raffreddamento; b) inibitore di corrosione acqua addolcita; c) biocida multifunzione adatto per impianti di raffreddamento per impedire la formazione di fanghi nei circuiti e la proliferazione di alghe e batteri. I collegamenti interni alla centrale idrica saranno realizzati con tubazione in acciaio zincato tipo Mannesmann ss serie media, corredata di raccordi e pezzi speciali in ghisa malleabile zincata completa di guaina isolante in polietilene espanso a cellule chiuse dello spessore di mm 32 con finitura esterna in lamierino di alluminio. La tubazione sarà adeguatamente staffata alle strutture portanti mediante collari di sostegno in acciaio zincato con inserto isolante. Dalla centrale idrica la tubazione generale seguirà il percorso del tunnel tecnologico interrato previsto nel progetto della Fase 1 e giungerà nelle sottocentrali degli edifici C1 – F1 – F2. La tubazione sarà in acciaio zincato tipo Mannesmann ss serie media del diametro 4”, completa di raccordi e pezzi speciali in ghisa malleabile zincata, adeguatamente staffata alla struttura in c.a. mediante collari di sostegno in acciaio zincato con inserto isolante. La suddetta sarà rivestita con guaina isolante in polietilene espanso a cellule chiuse dello spessore di mm 32 con finitura esterna in lamierino di alluminio spessore 6/10 Nelle sottocentrali degli edifici C1-F1-F2 saranno installati i contatori divisionali per la contabilizzazione dei consumi di acqua potabile per uso sanitario e di laboratorio e le apparecchiature per il trattamento dell’acqua per uso igienico-sanitario e per l’alimentazione delle vaschette dei banchi da laboratorio, comprendente la filtrazione, l’addolcimento ed impianti di dosaggio di polifosfati e di prodotto antilegionella per il sistema di produzione acqua calda sanitaria. L’acqua calda sanitaria sarà prodotta da appositi bollitori in acciaio inox con scambiatore interno inox di adeguata capacità in base al numero e al tipo di utenze installate nei vari edifici. Non sarà previsto l’impianto solare termico in quanto il Tecnopolo sarà servito da impianto di teleriscaldamento. La distribuzione interna agli edifici sarà formata da una rete in acciaio zincato, coibentata con guaina negli spessori come da normativa vigente, di adduzione acqua potabile fredda calda e ricircolo fino ai bagni e ai laboratori. La suddetta rete sarà installata nel controsoffitto dei corridoi adeguatamente staffata alle strutture portanti, dalla quale saranno derivate le alimentazioni con valvole d’intercettazione di ogni laboratorio e servizi igienici. L’alimentazione idrica interna ad ogni laboratorio sarà portata fino alle utenze e sarà impiegata tubazione in acciaio inox con percorso a vista. La rete idrica interna ai bagni sarà realizzata sottotraccia con tubazione in PE multistrato coibentata con guaina isolante in polietilene espanso a cellule chiuse dello spessore di mm 9. Anche se sono escluse dal progetto le attrezzature e gli arredi, le dotazioni impiantistiche dei laboratori assicureranno l’alimentazione di tutte le apparecchiature e saranno previste tutte le predisposizioni necessarie quali, gas, acqua calda e fredda, scarichi, ecc. Gli apparecchi sanitari saranno in porcellana di prima scelta di tipo sospeso corredati di rubinetteria, cassetta di scarico, accessori e telai metallici di sostegno. I bagni per disabili saranno attrezzati con apparecchi sanitari speciali, maniglione, corrimano e specchio come da normativa vigente. Per le cassette dei WC sarà invece prevista una tubazione indipendente che potrà erogare acqua piovana di recupero oppure acqua potabile al raggiungimento del minimo livello in vasca. Nelle rispettive sottocentrali, mantenendo separata la tubazione di recupero piovane con la rete acqua fredda sanitaria, sarà eseguito un collegamento alla rete potabile previa installazione di un apposito disconnettere e di un’elettrovalvola comandata elettricamente da un apposito interruttore a galleggiante di minimo livello installato nella vasca di recupero.

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2.1.1.1 Dimensionamento impianto idrico-sanitario Fase1

Il dimensionamento degli impianti idrici è stato eseguito secondo la normativa UNI 9182 ed i dati e criteri di seguito riportati: a) Portata minima degli utilizzatori - lavabo 0,1 l/s - doccia 0,15 l/s - vaso con cassetta 0,1 l/s - vaschetta laboratorio 0,1 l/s b) Pressione minima dei rubinetti di erogazione - lavabo 50 kPa - doccia 50 kPa - vaso a cassetta 50 kPa - vaschetta laboratorio 50 kPa c) Diametro minimo per tutte le utilizzazioni Per tubazioni in acciaio zincato: ø 1/2” Per tubazioni in polietilene reticolato: øe 20 Per tubazioni in polietilene reticolato: øe 20 d) Determinazione della portata Il metodo utilizzato per il calcolo della portata massima contemporanea è quello previsto dalla normativa UNI 9182, considerando delle unità di carico (UC) di ciascun apprecchio. L'unità di carico è il valore, assunto convenzionalmente, che tiene conto della portata di un punto di erogazione, delle sue caratteristiche dimensionali e funzionali e della sua frequenza d'uso. Ad ogni punto di erogazione corrisponde un determinato numero di unità di carico come di indicato nella norma suddetta.

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FASE 1

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FASE 2

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TOTALE FASE 1 E FASE 2

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2.1.2 Utilizzo razionale risorsa idrica

Per un utilizzo razionale della risorsa idrica saranno previsti i seguenti sistemi:

2.1.2.1 Sistemi di riduzione dei consumi idrici Il progetto prevede l’adozione di diversi sistemi e componenti quali: frangigetto e riduttori di flusso, rubinetti con leva per doppia portata la prima per circa 5 l/min, la seconda per circa 10 l/min, cassette di risciacquo WC con tasto di stop o con doppio tasto (3/6 litri, o 4/9 litri, ecc), reti di scarico separate fra le acque nere, le acque bianche, al fine di consentirne il recupero e l’eventuale riutilizzo.

2.1.2.2 Raccolta e riutilizzo delle acque meteoriche Le acque meteoriche delle superfici impermeabili della Fase 1, saranno raccolte e stoccate in un'idonea vasca interrata inglobata nella struttura di quella di laminazione. Le acque piovane saranno utilizzate per il risciacquo dei wc e per l'innaffiamento delle aree verdi, portando considerevoli vantaggi, riassunti come segue: risparmio economico, poiché l’impianto è ammortizzabile in un lasso di tempo ragionevole, possibilità di irrigare le aree verdi durante i periodi di siccità, disponibilità di acqua di buona qualità grazie all’interramento delle vasche che la isolano dagli agenti atmosferici, nessun impatto dal punto di vista estetico, perché l’impianto è completamente interrato, contributo al mantenimento del livello delle falde acquifere, alleggerimento del carico idrico avviato alle fognature bianche o miste. Il volume della vasca d’irrigazione è stato previsto pari a 150 mc, dimensionato per il tempo secco medio (TSM) e per i consumi delle cassette dei WC. L’alimentazione idrica delle cassette WC sarà fornita attraverso una propria tubazione che potrà erogare sia l’acqua piovana di recupero sia quella della rete acquedotto. L’acqua di recupero sarà accumulata nella prima parte della vasca di laminazione delimitata da un setto divisorio in c.a. in modo da intercettare l’acqua piovana fin dall’inizio di ogni evento meteorico. Nella vasca di recupero, sollevate di circa 20 cm dal fondo, saranno installate n°2 elettropompe sommerse di cui una di riserva, collegate ad una tubazione in acciaio zincato nella parte sommersa ed in PE AD PN16 nella parte interrata, fino a giungere nel locale centrale idrica, dove sarà installato un filtro automatico autopulente corredato di valvole d’intercettazione e by-pass e di collegamento allo scarico. Dalla centrale uscirà una tubazione in acciaio zincato tipo Mannesmann ss di adeguato diametro, che percorrerà il tunnel fino alle sottocentrali degli edifici previsti nella Fase 1, estensibile alla Fase 2, adeguatamente staffata alla struttura in c.a. e rivestita con guaina isolante in polietilene espanso a cellule chiuse dello spessore di mm 32 con finitura esterna in lamierino di alluminio spessore 6/10. Nelle rispettive sottocentrali, mantenendo la separazione fisica della tubazione di recupero con la rete acqua fredda sanitaria, sarà eseguito un collegamento alla rete potabile previa installazione di un apposito disconnettere e di un’elettrovalvola comandata elettricamente da un apposito interruttore a galleggiante di minimo livello installato nella vasca di recupero.

2.2 IMPIANTO IDRICO PER USO TECNOLOGICO

Dal vano contatori sarà posata una tubazione interrata indipendente in PE AD PN16 øe 90 mm per la fornitura idrica a servizio della centrale termo-frigorifera (caldaie e torri evaporative). La tubazione interrata in PE sarà posta in apposito scavo su un letto di sabbia rinfiancato e ricoperto con sabbia fino alla chiusura completa dello scavo, compresa la posa del nastro di segnalazione in PVC. La tubazione idrica per uso tecnologico dal contatore giungerà nella centrale idrica, dove saranno installate le apparecchiature per il trattamento dell’acqua come da prescrizioni del DPR 59/09 comprendenti:

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- Filtro di sicurezza di tipo automatico autopulente al servizio delle reti idriche alimentate con acqua potabile distinta per uso tecnologico (impianto di alimentazione torri di raffreddamento e impianto di climatizzazione estiva ed invernale); - Addolcitore automatico a scambio di basi a basso consumo di rigenerante e acqua di rigenerazione, completo di serbatoio salamoia e di sistema di auto disinfezione delle resine (impianto di alimentazione torri di raffreddamento e impianto di climatizzazione estiva ed invernale); - Impianto automatico di dosaggio di poliammine alifatiche filmanti per l’impianto di riscaldamento; - Filtro chiarificatore defangatore a masse con possibilità di contro lavaggio per eliminare dall’acqua degli impianti di riscaldamento le impurità in sospensione quali ossidi, fanghiglie e truccioli di ferro; - Tecnologie di trattamento dell’acqua specifico per torri di raffreddamento, comprendente: a) strumentazione per il controllo e dosaggio torri di raffreddamento; b) inibitore di corrosione acqua addolcita; c) biocida multifunzione adatto per impianti di raffreddamento per impedire la formazione di fanghi nei circuiti e la proliferazione di alghe e batteri. Ogni apparecchiatura sarà dotata di valvole d’intercettazione e di by-pass. La tubazione sarà in acciaio zincato tipo Mannesmann ss serie media completa di raccordi e pezzi speciali in ghisa malleabile zincata rivestita con guaina isolante in polietilene a cellule chiuse dello spessore di mm 32 rifinita esternamente con lamierino in alluminio spessore 6/10. La tubazione generale interrata dal contatore alla centrale idrica sarà dimensionata per la portata complessiva di 30 mc/h, corrispondente agli impianti tecnologici nella configurazione delle Fasi 1 con previsione di una prossima Fase 2. Per i futuri ampliamenti sarà predisposta, nello stesso tratto interrato, una seconda tubazione in PE AD PN16 dello stesso diametro della prima (øe 110 mm) che giungerà nella centrale idrica e terminerà con una valvola d’intercettazione a farfalla DN 100. Nella configurazione finale la centrale termo-frigorifera, con n° 5 caldaie in funzione e n° 11 torri evaporative richiederà una portata di circa 75 mc/h.

2.3 IMPIANTO IDRICO-ANTINCENDIO

Dal vano contatori, sarà posata una tubazione interrata indipendente in PE AD PN16 øe 90 mm per la fornitura idrica a servizio della vasca antincendio della capacità complessiva di circa 300 mc, dimensionata per il funzionamento contemporaneo dell’impianto ad idranti DN 45 e DN 70, e di un eventuale futuro impianto automatico tipo sprinkler. La tubazione interrata in PE sarà posta in apposito scavo su un letto di sabbia rinfiancato e ricoperto con sabbia fino alla chiusura completa dello scavo. Sopra alla tubazione sarà posato un nastro di segnalazione in PVC. L’acqua per uso antincendio sarà contabilizzata da un proprio contatore installato, come per gli altri impianti, sul collettore dell’Ente erogatore alloggiato nel vano contatori posto sul confine interno della proprietà privata. La portata del contatore sarà in grado di effettuare il riempimento della vasca nel tempo di 36 ore come da normativa specifica. La centrale antincendio, a servizio degli edifici della Fasi 1 e delle successive Fasi, sarà prevista al piano interrato della centrale tecnologica, in un apposito locale con accesso indipendente dall’esterno. La centrale sarà composta di un gruppo di pressurizzazione idrica-antincendio a servizio degli idranti DN 45 e soprasuolo DN 70, considerando il funzionamento contemporaneo di n° 4 idranti DN 70 con una portata ognuno di 300 l/min ed una pressione residua al bocchello di 3 bar. Nella Fasi 1 non sono previsti impianti di spegnimento automatico sprinkler, comunque sia la riserva idrica sia le dimensioni del locale pompe, permetteranno in futuro l'installazione di un gruppo di pressurizzazione per l'impianto sprinkler. Il gruppo di pressurizzazione per idranti sarà composto di elettropompa principale, di elettropompa pilota e di motopompa diesel con raffreddamento mediante scambiatore acqua/acqua. Il gruppo avrà le seguenti caratteristiche tecniche: - Portata = 1200 l/min - Prevalenza = 70 m.c.a.

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- Potenza = 37 kW 3x40V Dalla centrale antincendio partirà la tubazione generale in acciaio zincato DN 125, con giunzioni tipo Victualic, rivestita con guaina isolante in polietilene espanso a cellule chiuse dello spessore di mm 32 e finitura esterna con lamierino in alluminio dello spessore 6/10, che seguendo il percorso del tunnel interrato giungerà in ogni fabbricato della Fase 1 con la predisposizione per la Fase 2. Eventuali perdite d’acqua all’interno della centrale saranno convogliate in un apposito impianto di sollevamento posto all’esterno al piede della scala d’accesso, costituito da n°2 elettropompe sommergibili alimentate in caso di mancanza della normale tensione di rete dal gruppo elettrogeno. Lo scarico sarà convogliato nella rete fognaria esistente.

2.3.1.1 Rete idranti DN 45 Edifici

La superficie interna di ogni edificio della Fase 1 sarà protetta da un impianto antincendio fisso mediante idranti DN 45 posti in apposite cassette in lamiera zincata verniciate di rosso corredate di saracinesca di comando, manica in nylon da m 20, lancia a 3 effetti e rubinetto idrante il tutto come da norme UNI EN 671/2. Gli idranti DN 45 saranno alimentati dalla rete antincendio generale costituita da colonne montanti poste in cavedi ispezionabili in acciaio zincato tipo Mannessman s.s. serie media a norma UNI EN 10224 corredate di raccordi e pezzi speciali in ghisa malleabile zincata. La tubazione antincendio all’interno dell’edificio saranno prive d’isolamento per la mancanza sia del rischio del gelo sia della formazione di condensa. Gli idranti saranno installati principalmente in corrispondenza delle uscite di sicurezza ed altri saranno dislocati in più punti, in posizione ben visibile e di facile accesso, in modo da coprire, in base alla lunghezza della manichetta, tutta la superficie da proteggere. L’impianto antincendio sarà completato l’installazione di appositi estintori a polvere della capacità di 6 kg distribuiti uniformemente su tutta la superficie in posizione facilmente accessibile e visibile.

2.3.1.2 Rete idranti DN 45 Autorimessa

Nel rispetto del Decreto 1° febbraio 1986 ”Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili”, nell’autorimessa al piano interrato, sarà previsto un impianto antincendio fisso con idranti DN 45 posti in apposite cassette in lamiera zincata corredate di saracinesca di comando, manica in nylon da m 20, lancia a 3 effetti e rubinetto idrante il tutto come da norme UNI. Gli idranti saranno installati principalmente in corrispondenza degli ingressi ed altri saranno dislocati in più punti, in posizione ben visibile e di facile accesso, in modo da coprire, in base alla lunghezza della manichetta, tutta la superficie da proteggere. L'impianto antincendio sarà dotato, di un attacco regolamentare, per motopompa VV.F. UNI 70 DN 100. Sarà previsto inoltre, come stabilito dalla norma specifica, un determinato numero di estintori portatili a polvere, di “tipo approvato”, per fuochi delle classi A, B e C con capacità estinguente non inferiore a 21 A e 89 B, della capacità di Kg.6 distribuiti su tutta l’area in posizione ben visibile e di facile accesso. Partendo dalla centrale idrica antincendio, sarà previsto un primo tratto di tubazione interrata in polietilene ad alta densità PN 16 a norma UNI-EN 12201 fino alla parete esterna dell’autorimessa.

2.3.1.3 Rete idranti DN 45 Autorimessa

Per il dimensionamento delle tubazioni ed il calcolo delle perdite di carico della rete di distribuzione, dalla centrale di pressurizzazione all’idrante più sfavorito, sono considerati i seguenti parametri: -tipo di idranti utilizzati: bocche da incendio DN 45 -numero d’idranti in funzionamento contemporaneo: n° 6 -portata di ciascuna idrante:120 l/min.

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-portata complessiva: 720 l/min. -prevalenza minima disponibile all'idrante idraulicamente più sfavorito: 2 bar -tipo di materiale impiegato per l'esecuzione della rete idrica: tubo in acciaio zincato.

2.3.1.4 Criteri dimensionali rete idranti DN 45

Nota la portata della rete, il dimensionamento della tubazione sarà eseguito in funzione delle perdite di carico ammesse nel circuito, seguendo il seguente criterio: a) Perdite di carico della rete per resistenze cont inue (J) La perdita di carico per resistenze continue è proporzionale alla superficie bagnata dell'acqua, al peso specifico di questa, alla velocità media del flusso ed alla rugorosità delle pareti interne della conduttura. Poiché il convogliamento di acqua normalmente avviene con tubazioni cilindriche, la perdita di carico per resistenze continue sarà proporzionale alla lunghezza del tronco di tubazione considerato, l'espressione per il calcolo sarà: R = J x L dove: R = perdita di carico espressa in m.c.a.; J = perdita di carico per metro di tubazione in m/ml; L = lunghezza della tubazione in metri. b) Perdite di carico per resistenze accidentali Le principali resistenze accidentali che interessano un impianto antincendio sono le seguenti: a) cambiamento di sezione delle tubazioni b) cambiamento di direzione delle tubazioni c) derivazioni d) saracinesche Le perdite di carico per cambiamento di sezione o direzione e per derivazioni possono essere espresse dalla formula generale:

A ZV

g=

×

2

2 dove: A = perdita di carico espressa in millimetri d'acqua V = velocità dell'acqua nelle tubazioni in m/s g = accelerazione di gravità in m/s Z = sommatoria di coefficienti particolari relativi a ciascun tipo di raccordo La perdita di carico nella saracinesca è praticamente nulla in quanto completamente aperta.

2.3.1.5 Rete idranti soprasuolo DN 70

Nel rispetto della norma UNI 10779, sarà prevista la protezione esterna dei fabbricati mediante un impianto antincendio fisso con idranti soprasuolo a colonna DN 70 posti perimetralmente agli edifici

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corredati di apposite cassette in lamiera zincata complete di manichetta in nylon da m 30, lancia a 3 effetti e rubinetto idrante il tutto come da norme UNI. Gli idranti saranno installati perimetralmente agli edifici ad una distanza massima tra loro di circa 60 m. Ogni idrante soprasuolo sarà collegato alla tubazione principale previa installazione di una saracinesca esente da manutenzione DN 100 in apposito pozzetto in prossimità dell’idrante. L'impianto antincendio sarà dotato, di un attacco regolamentare, per motopompa VV.F. UNI 70 DN 100. Per il dimensionamento delle tubazioni ed il calcolo delle perdite di carico della rete di distribuzione, dalla centrale di pressurizzazione all’idrante più sfavorito, sono considerati i seguenti parametri: -tipo d’idranti utilizzati: bocche da incendio DN 70 -numero d’idranti in funzionamento contemporaneo: n° 4 -portata di ciascuna idrante: 300 l/min. -portata complessiva: 1200 l/min. -prevalenza minima disponibile all'idrante idraulicamente più sfavorito: 3bar -tipo di materiale impiegato per l'esecuzione della rete idrica: tubo in polietilene ad alta densità PN 16 nella parte esterna interrata ed in acciaio zincato serie media nella parte interna all’autorimessa per la chiusura ad anello della rete. Nota la portata della rete, il dimensionamento della tubazione sarà eseguito in funzione delle perdite di carico ammesse nel circuito, seguendo il seguente criterio: a) Perdite di carico della rete per resistenze cont inue (J) La perdita di carico per resistenze continue è proporzionale alla superficie bagnata dell'acqua, al peso specifico di questa, alla velocità media del flusso ed alla rugorosità delle pareti interne della conduttura. Poiché il convogliamento di acqua normalmente avviene con tubazioni cilindriche, la perdita di carico per resistenze continue sarà proporzionale alla lunghezza del tronco di tubazione considerato, l'espressione per il calcolo sarà: R = J x L dove: R = perdita di carico espressa in m.c.a.; J = perdita di carico per metro di tubazione in m/ml; L = lunghezza della tubazione in metri.

b) Perdite di carico per resistenze accidentali Le principali resistenze accidentali che interessano un impianto antincendio sono le seguenti: a) cambiamento di sezione delle tubazioni b) cambiamento di direzione delle tubazioni c) derivazioni d) saracinesche Le perdite di carico per cambiamento di sezione o direzione e per derivazioni possono essere espresse dalla formula generale:

A ZV

g=

×

2

2 dove: A = perdita di carico espressa in millimetri d'acqua V = velocità dell'acqua nelle tubazioni in m/s

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g = accelerazione di gravità in m/s Z = sommatoria di coefficienti particolari relativi a ciascun tipo di raccordo La perdita di carico nella saracinesca è praticamente nulla in quanto completamente aperta.

2.4 IMPIANTO IDRICO-IRRIGAZIONE

L’alimentazione idrica dell’impianto d’irrigazione sarà fornita attraverso una propria tubazione che potrà erogare sia l’acqua piovana di recupero sia quella della rete acquedotto. L’acqua di recupero sarà accumulata, come per le cassette di WC, nella prima parte della vasca di laminazione pari ad una capacità di 150 mc, delimitata da un setto divisorio in c.a. in modo da intercettare l’acqua piovana fin dall’inizio di ogni evento meteorico. Nella vasca di recupero, sollevate di circa 20 cm dal fondo, saranno installate n°2 elettropompe sommerse di cui una di riserva, indipendenti da quelle per l’alimentazione delle cassette dei WC, collegate ad una tubazione di acciaio zincato nella parte sommersa ed in PE AD PN16 nella parte interrata, fino alla centrale idrica dove sarà installato un filtro automatico autopulente corredato di valvole d’intercettazione e by-pass e di collegamento allo scarico. Dalla centrale uscirà una tubazione di acciaio zincato tipo Mannesmann ss di adeguato diametro, che percorrerà il tunnel fino alle sottocentrali degli edifici previsti nella Fase 1, estensibile fino alla Fase 2, adeguatamente staffata alla struttura in c.a. e rivestita con guaina isolante in polietilene espanso a cellule chiuse dello spessore di mm 32 con finitura esterna in lamierino di alluminio spessore 6/10. Dalla tubazione corrente nel tunnel tecnologico saranno derivate le alimentazioni dei vari settori in cui saranno suddivisi gli impianti d’irrigazione automatica. Nella centrale idrica, sulla tubazione idrica proveniente dalla vasca di recupero, sarà eseguito un collegamento alla rete potabile previa installazione di un disconnettere e di un’elettrovalvola comandata elettricamente da un apposito interruttore a galleggiante di minimo livello installato nella vasca di recupero.

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3 IMPIANTI DI SCARICO

3.1 IMPIANTO DI SCARICO ACQUE NERE E BIANCHE

3.1.1 Scarico acque nere

La rete di scarico delle acque nere a servizio degli edifici della Fase 1 sarà suddivisa in: a) Scarico acque nere dei servizi igienici; b) Scarico delle vaschette dei laboratori; c) Scarico dello stabulario.

3.1.1.1 Impianto di scarico acque nere dei servizi igienici e delle vaschette dei laboratori

Le reti di scarico delle acque nere interne agli edifici saranno suddivise tra quelle dei servizi igienici, e quelle delle vaschette dei laboratori e saranno mantenute separate anche all’esterno degli edifici fino al collegamento alla fognatura mista esistente e già collegata alla fognatura pubblica di via Stalingrado. . Le reti di scarico interne ai fabbricati saranno realizzate con tubazioni in PEHD con giunzioni a saldare corredate di pezzi speciali compresi manicotti antifiamma REI 120 negli attraversamenti delle strutture di compartimentazione. Le colonne di scarico saranno dotate di tubazione di ventilazione parallela collegandosi tra loro al piede di colonna, ad ogni piano e prima dell’uscita in copertura. Le colonne di scarico e di ventilazione saranno corredate di braghe, manicotti d’innesto, manicotti di dilatazione, collari per punti fissi e punti scorrevoli. Su ogni uscita dai fabbricati, le tubazioni di scarico saranno dotate di sifone installato in un apposito pozzetto di tipo prefabbricato in cls delle dimensioni interne di cm 50x50 con chiusino in ghisa sferoidale C 250. Al piano interrato degli edifici F1 e F2, con percorso a soffitto dell’autorimessa sarà prevista una parte delle reti di scarico sia delle acque nere dei servizi igienici sia dei laboratori fino a all’uscita dai fabbricati a gravità. Le tubazioni nei suddetti percorsi saranno in PEHD con giunzioni a saldare corredate di pezzi speciali compresi manicotti antifiamma REI 120 negli attraversamenti del solaio di copertura dell’autorimessa. Lo scarico dei servizi igienici del piano interrato sarà convogliato in appositi impianti di sollevamento interrati, composti ognuno da un serbatoio stagno in Pe con alloggiate all’interno n° 2 elettropompe sommergibili di cui una di riserva, completo di quadro elettrico. Dagli impianti di sollevamento le tubazioni in Pe collegate alle pompe scaricheranno in appositi pozzetti di calma esterni ai fabbricati da allacciare alla rete di scarico delle acque nere esterna agli edifici. Le acque nere dei servizi igienici e delle vaschette dei laboratori, partendo dai rispettivi pozzetti con sifone previsti sul perimetro esterno degli edifici, saranno convogliate con reti separate nella fognatura mista esistente interna al Tecnopolo e già collegata alla fognatura pubblica di via Stalingrado. Sulla tubazione dello scarico dei laboratori prima dell’unione con quella nera dei bagni, sarà installato un pozzetto di campionamento di tipo prefabbricato in cls delle dimensioni interne di cm 60x60 con chiusino in ghisa sferoidale D 400 del diametro 60 mm. Le due reti di scarico interrate saranno realizzate con tubazione in PEAD SN8 con giunto a bicchiere e guarnizione, idonea per acque di scarico a gravità nei diametri variabili da mm 125 a mm 250 e pendenze minima dello 0,5%. Le suddette tubazioni saranno posate in trincea di scavo delle dimensioni in funzione del diametro della tubazione e della pendenza, su un letto di sabbia di almeno 10 cm, rinfiancate e ricoperte con sabbia ben costipata ai lati del tubo, fino alla quota del livello terreno.

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In corrispondenza d’ogni cambiamento di sezione e di direzione del tubo saranno installati appositi pozzetti d’ispezione delle dimensioni adeguate al diametro del tubo, con chiusino in ghisa di tipo carrabile conforme alle norme UNI EN 124 classe D400. Le ispezioni saranno previste anche nei tratti rettilinei a distanze non superiori a 30 metri. Nei pozzetti le ispezioni della condotta fognaria saranno eseguite mediante tappi a vite posti sulla tubazione stessa.

3.1.1.2 Impianto di scarico acque nere dello stabulario Lo stabulario sarà dotato di una rete di scarico indipendente nella quale confluiranno i reflui delle canalette e pozzetti grigliati previsti nella pavimentazione delle zone di stazionamento degli animali e di quelle di lavaggio. I punti di scarico del piano terra dello stabulario saranno collegati ad una rete in PEAD a gravità, prevista a soffitto dell’autorimessa staffata alle strutture portanti mediante appositi collari in acciaio zincato con inserto isolante. Le tubazioni nel suddetto percorso saranno in PEHD con giunzioni a saldare corredate di pezzi speciali compresi manicotti antifiamma REI 120 negli attraversamenti del solaio di copertura dell’autorimessa. Lo scarico della parte centrale dello stabulario per la distanza rispetto all’uscita dall’edificio sarà invece convogliato in un apposito impianto di sollevamento interrato, composto da un serbatoio stagno in Pe con alloggiate all’interno n° 2 elettropompe sommergibili di cui una di riserva, completo di quadro elettrico. Dall’impianto di sollevamento la tubazione in Pe collegata alle pompe scaricherà in pressione in un apposito pozzetto di calma esterno al fabbricato. La rete esterna dello scarico dello stabulario sarà convogliata in una vasca Imhoff interrata di adeguate dimensioni per il trattamento primario dei reflui prima del collegamento alla fognatura nera dei servizi igienici. A valle della vasca Imhoff prima del collegamento alla rete nera sarà installato un pozzetto di campionamento di tipo prefabbricato in cls delle dimensioni di cm 50x50 con chiusino in ghisa sferoidale C 250.

3.1.1.3 Impianto di scarico acque nere autorimessa

La raccolta delle acque della pavimentazione dell’autorimessa, sarà eseguita mediante appositi pozzetti prefabbricati in cls delle dimensioni interne di cm 30x30 con griglia in ghisa sferoidale C250 delle dimensioni di cm 30x30, senza decantazione, disposti lungo le corsie di manovra ad una distanza tra loro di circa 12 m. I suddetti pozzetti grigliati, saranno collegati ad appositi collettori interrati in PEAD con giunzioni a saldare del diametro di mm 110 e pendenza dello 0,3%. Il collegamento di ogni pozzetto al collettore avverrà mediante brevi tratti di tubazione in PEAD ø 110 con braga a 45°. Lungo il collettore principale del diametro variabile da mm 110 a mm 125 e pendenza dello 0,3%, saranno installati appositi pozzetti d’ispezione di tipo prefabbricato in cls senza decantazione delle dimensioni interne di cm 40x40, con chiusino in ghisa sferoidale C 250 nei quali avverranno gli allacciamenti delle diramazioni secondarie dei pozzetti grigliati. Il collettore principale terminerà in un apposito disoleatore di tipo prefabbricato in monoblocco c.a.v. delle dimensioni di cm 125x180x170(h) con certificazione CE e norma UNI EN 858-1:2005. Il disoleatore sarà interrato all’esterno dell’autorimessa e la tubazione di uscita sarà collegata ad un impianto di sollevamento interrato, composto da un pozzetto prefabbricato in cls delle dimensioni di cm 100x100x150(h) con alloggiate all’interno n° 2 elet tropompe sommergibili di cui una di riserva, di adeguate caratteristiche tecniche corredate di valvole d’intercettazione e di ritegno, di interruttori a galleggiante e quadro elettrico. Dall’impianto di sollevamento la tubazione in Pe collegata alle pompe scaricherà in pressione in un apposito pozzetto di calma esterno al fabbricato da collegare alla fognatura nera.

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3.1.2 Scarico acque bianche

3.1.2.1 Impianto di scarico acque bianche piano interrato e tunnel tecnologico

Al piano interrato sarà prevista una rete di raccolta dell’acqua meteorica proveniente: - dalla pavimentazione interna dell’autorimessa in corrispondenza delle aperture di aerazione a soffitto; - dalle bocche di lupo di aerazione; - dalle rampe di accesso e uscita dell’autorimessa. La suddetta rete sarà collegata ad un impianto di sollevamento interrato, composto da un pozzetto prefabbricato in cls delle dimensioni di cm 100x100x150(h) con alloggiate all’interno n° 2 elettropomp e sommergibili di cui una di riserva di adeguate caratteristiche tecniche corredate di valvole d’intercettazione e di ritegno, di interruttori a galleggiante e quadro elettrico. Dall’impianto di sollevamento la tubazione in Pe collegata alle pompe scaricherà in pressione in un apposito pozzetto di calma esterno al fabbricato da collegare alla fognatura bianca. La raccolta delle acque bianche a pavimento dell’autorimessa, sarà eseguita mediante appositi pozzetti prefabbricati in cls delle dimensioni interne di cm 30x30 con griglia in ghisa sferoidale C250 delle dimensioni di cm 30x30, disposti nelle aree sottostanti alle aperture di aerazione. I suddetti pozzetti grigliati, saranno collegati ad appositi collettori interrati in PEAD con giunzioni a saldare del diametro di mm 110 e pendenza dello 0,3%. appositi pozzetti prefabbricati in cls delle dimensioni interne di cm 30x30 con griglia in ghisa sferoidale C250 delle dimensioni di cm 30x30, disposti nelle aree sottostanti alle aperture di aerazione. Il collegamento di ogni pozzetto al collettore avverrà mediante brevi tratti di tubazione in PEAD ø 110 con braga a 45°. La raccolta dell’acqua meteorica dalle bocche di lupo sarà eseguita con appositi pozzetti grigliati in PVC del diametro di mm 150 collegati ad un collettore annegato nel solaio in PEAD ø 110. La raccolta dell’acqua meteorica al piede delle rampe sarà eseguita mediante apposte canalette prefabbricate in cls della larghezza di cm 25 con griglia in ghisa sferoidale D 400. Le canalette saranno collegate all’impianto di sollevamento delle acque bianche mediante tratti di tubazione in PEAD annegati nel solaio del diametro di mm160. La raccolta delle acque meteoriche al piede delle scale di sicurezza del tunnel, sarà eseguita con un pozzetto grigliato con all’interno alloggiate N°2 e lettropompe sommergibili di cui una di riserva, corredate di interruttori a galleggiante e quadro elettrico. In mancanza della normale tensione di rete, le elettropompe saranno alimentate dalla linea di soccorso collegata al gruppo elettrogeno. Nello stesso impianto di sollevamento saranno convogliate eventuali perdite delle tubazioni impiantistiche staffate lungo il tunnel tecnologico. La raccolta delle acque dalla pavimentazione del tunnel sarà eseguita con l’installazione di una canaletta a basso spessore incassata nel solaio lungo il lato delle uscite di sicurezza. Le elettropompe scaricheranno nella fognatura esistente, per quanto riguarda il tratto di tunnel che collegherà la centrale tecnologica all’edificio C1, e nella fognatura di progetto per la restante parte.

3.1.2.2 Impianto di scarico acque bianche edifici C1-F1-F2 Le acque meteoriche della copertura degli edifici saranno convogliate nella fognatura delle acque bianche mediante appositi pluviali in PEHD del diametro 110 mm disposti come indicato nelle tavole di progetto. I nuovi pluviali dell’edificio C1 sostituiranno quelli esistenti seguendo lo stesso percorso incassato sulla facciata esterna dei pilastri perimetrali, quelli degli edifici F1 e F2 scenderanno in parte nei cavedi perimetrali ed in parte nei cavedi interni attigui ai vani scala.

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I pluviali dell’edificio C1 termineranno a livello del terreno in appositi pozzetti prefabbricati in cls delle dimensioni di cm 50x50 con chiusino in ghisa sferoidale C 250 che saranno poi collegati alla fognatura delle acque bianche. I pluviali degli edifici F1 e F2 scenderanno in parte direttamente a livello del terreno seguendo le lavorazioni come per il C1, ed in parte giungeranno a soffitto del piano interrato uscendo a gravità nel terreno in appositi pozzetti prefabbricati in cls delle dimensioni di cm 60x60 con chiusino in ghisa sferoidale C 250. La tubazione a soffitto dell’autorimessa sarà in PEHD del diametro variabile da mm 160 a mm 200, staffata alle strutture portanti mediante collari di sostegno in acciaio zincato con inserto isolante. Le tubazioni saranno corredate di pezzi speciali comprensivi manicotti antifiamma REI 180 negli attraversamenti del solaio di copertura dell’autorimessa. Tutti i pozzetti dei pluviali saranno collegati alla rete interrata delle acque bianche che giungerà prima nella vasca di recupero poi per tracimazione nella vasca di laminazione.

3.2 FOGNATURA ACQUE NERE

Le acque nere dei servizi igienici e dei laboratori interne ai fabbricati, come sopra descritte nelle varie tipologie di scarico, saranno collegate alla rispettiva condotta interrata in PVC rigido SN8 che rimarrà indipendente fino al punto d’innesto nella fognatura mista esistente del Tecnopolo. A monte del collegamento alla suddetta fognatura sarà eseguita l’unione della rete di scarico dei laboratori con quella dei servizi igienici previa installazione di un pozzetto di prelievo dalla tubazione in arrivo posta più alta di quella in uscita di almeno 20 cm. I due rami di fognatura nera saranno realizzati con tubazione in PEAD SN8 con giunto a bicchiere e guarnizione elastomerica nei diametri variabili da mm 125 a mm 250 e pendenze dello 0,5%. La tubazione sarà posata in trincea di scavo delle dimensioni adeguate al diametro della tubazione e alla relativa profondità, considerando ogni opera necessaria in caso di presenza di acqua di falda, compreso l’impiego di apposite opere provvisionale di sostegno delle pareti dello scavo. La tubazione sarà posata su un letto di sabbia di almeno 10 cm. di spessore rispettando la pendenza minima di progetto, rinfiancata e ricoperta con sabbia ben costipata ai lati del tubo fino alla quota del sottofondo della pavimentazione. In corrispondenza d’ogni cambiamento di sezione, di direzione del tubo e nei percorsi della lunghezza massima di 25 m, saranno installati appositi pozzetti d’ispezione di tipo prefabbricato in cls delle dimensioni interne variabili da cm 60x60 a 100x100, con chiusino in ghisa di tipo carrabile conforme alle norme UNI EN 124 classe D400.

3.3 FOGNATURA ACQUE BIANCHE

I pluviali degli edifici C1-F1-F2, le canalette di raccolta e le caditoie saranno collegate ad una rete generale di scarico esterna in PEAD SN8 con giunto a bicchiere e guarnizione elastomerica nei diametri da mm 160 a mm 630 ed in polietilene strutturato nei diametri superiori. La suddetta rete terminerà prima nella vasca di recupero delle acque piovane e per tracimazione nella vasca di laminazione della capacità relativa alla superficie impermeabilizzata delle Fasi 1 e 2 pari a 150 mc. La tubazione sarà posata in trincea di scavo delle dimensioni adeguate al diametro della tubazione ed alla relativa profondità, considerando ogni opera necessaria in caso di presenza di acqua di falda, compreso l’impiego di apposite opere provvisionale di sostegno delle pareti dello scavo. La tubazione sarà stesa su un letto di sabbia di almeno 10 cm. di spessore rispettando la pendenza minima di progetto, rinfiancata e ricoperta con sabbia ben costipata ai lati del tubo fino alla quota del sottofondo della pavimentazione. In corrispondenza d’ogni cambiamento di sezione, di direzione del tubo e nei percorsi della lunghezza massima di 40 m saranno installati appositi pozzetti d’ispezione del tipo in polietilene per i notevoli vantaggi in termini di installazione per il facile spostamento a mano o con mezzi leggeri, della perfetta tenuta idraulica, della durata nel tempo e per la facilità d’installazione essendo pronto all’uso.

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I pozzetti saranno completati con l’installazione di un chiusino in ghisa di tipo carrabile conforme alle norme UNI EN 124 classe D400. All’interno della vasca di laminazione sarà installato un impianto di sollevamento composto n° 2 elettropompe sommergibili di cui una di riserva della portata che sarà indicata dall’Ente gestore “Consorzio di Bonifica Renana” per lo scarico nella condotta “Reno 75” esistente in via Stalingrado. Le elettropompe saranno corredate di valvole d’intercettazione e di ritegno, d’interruttori a galleggiante e quadro elettrico.

3.3.1 Dimensionamento vasca di laminazione

Il volume della vasca di laminazione a servizio della Fase 1 (esclusa la centrale tecnologica) e Fase 2, più l’area dei futuri edifici F3 e C3, è stato dimensionato secondo le Norme di Attuazione del PTCP di Bologna (Art. 4.8 – Gestione dell’acqua meteorica - punto 1) e adottato da ARPA di Bologna. In particolare l’articolo sopra citato indica per il dimensionamento delle vasche di laminazione: “… Il sistema maggiore deve garantire la laminazione delle acque piovane per un volume complessivo di almeno 500 m3 per ettaro di superficie territoriale, ad esclusione delle superfici permeabili destinate a parco o a verde compatto.” L’area oggetto di intervento si sviluppa per complessivi 39.240 m2 di cui 2510 m2 a verde ed i restanti 36.730 m2 a superficie impermeabile (viabilità interna e coperture degli edifici), pertanto il volume minimo utile da laminare risulta:

840.15,836.1000.10

730.36500 ≅=⋅=V mc

In adiacenza alla vasca di laminazione sarà prevista una vasca di recupero acque meteoriche per uso irrigazione e per il riempimento delle cassette dei WC, il cui volume è stato stimato in 150 mc. Le acque meteoriche riempiranno prima la vasca di recupero e poi, raggiunto il livello massimo, sfioreranno nella vasca di laminazione.

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4 IMPIANTI GAS TECNICI E GAS METANO

All’interno della struttura TECNOPOLO saranno presenti due edifici (C1 e F1) che utilizzeranno gas tecnici:

a) ENEA b) Istituto Ortopedico Rizzoli (IOR)

La progettazione degli impianti sarà eseguita considerando gli aspetti normativi, di sicurezza, strutturali e legati alle esigenze degli utilizzatori. La progettazione degli impianti gas tecnici tiene conto inoltre della natura dei gas, della loro compatibilità, delle portate legate alle perdite di carico prodotte dalla lunghezza delle tubazioni, al fine di avere una corretta erogazione in termini pressori e di flusso nel rispetto dei fattori di contemporaneità indicati dagli utilizzatori. Ciascun edificio disporrà di un impianto gas tecnici autonomo, con centrali di decompressione singole in locali distinti. I gas di qualsiasi natura, siano essi combustibili, comburenti o inerti, compressi, liquefatti o disciolti in bombole o bidoni, devono essere custoditi in locali costruiti con materiali incombustibili e resistenti al fuoco, lontano da materiali e/o depositi (anche provvisori) di materiali combustibili e/o infiammabili. Nella fattispecie dei gas puri tale precauzione ha due ragioni fondamentali, la prima di evitare che un eventuale incendio possa coinvolgere il deposito, con un conseguente riscaldamento dei recipienti ed un aumento di pressione degli stessi, con possibilità di scoppio; la seconda ragione è legata alle caratteristiche dei gas stessi che sono spesso comburenti e combustibili, e una loro fuoriuscita potrebbe innescare i materiali combustibili attivando così un ipotetico incendio. I gas combustibili e i gas comburenti saranno tenuti in locali distinti e separati in strutture dedicate unicamente alle centrali gas. Le centrali di gas compressi o liquefatti saranno collocati in posizione isolata rispetto agli edifici esistenti e di nuova costruzione, accessibili da Via Ferrarese, come indicato nella planimetria di progetto. Sarà prevista nell’ambito delle centrali dei gas tecnici, un’area predisposta per l’installazione di contenitori criogenici fissi per azoto all’esterno a livello del suolo, in luogo apposito e recintato tale per cui i dischi di rottura e le valvole di sicurezza siano ad idonea distanza dalle aree pubbliche. Le centrali saranno dotate di un sistema d’illuminazione idoneo all’utilizzo dei locali anche in orari notturni, comprensivo di luce d’emergenza. Sarà inoltre installata un’adeguata attrezzatura antincendio con estintori a polvere e a CO2. Nei locali dedicati ad apparecchiature tipo pompe per il vuoto o compressori per aria compressa sarà garantita una temperatura non inferiore ai 4°C e no n superiore ai 50°C. I locali di deposito bombole avranno un’adeguata ventilazione naturale. La struttura dei depositi di gas compressi sarà tale che in caso di esplosione l’onda d’urto e i materiali siano convogliati verso l’alto, e in ogni caso non possano prendere traiettorie ad altezza d’uomo (190 cm circa) L’accesso ai locali di deposito bombole non avranno gradini che ostacolino la movimentazione delle bombole stesse. I locali saranno dotati di dispositivi di chiusura e segnaletiche che evidenzino il divieto d’accesso e manovra di personale non autorizzato. Ogni locale avrà riportato l’indicazione del tipo di stoccaggio (Ossigeno, Protossido d’azoto, Aria compressa, ecc.) con la simbologia più appropriata Saranno installati cartelli di divieto di utilizzare fiamme libere, di fumo e di deposito di qualsiasi materiale, anche nella prossimità del perimetro esterno per almeno 5 metri. Le centrali gas saranno dotate di un sistema di monitoraggio ed allarme per il controllo degli stoccaggi. Nel caso di svuotamento di una rampa, l’allarme segnala l’evento e consente agli operatori d’intervenire per la sostituzione dei vuoti con i pieni.

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I quadri di decompressione primaria saranno a scambio automatico per consentire l’inserimento in autonomia della rampa piena quando quella in erogazione si esaurisce.

Le tubazioni di collegamento gas ai punti d’utilizzo, nel tratto interrato dalle centrali agli edifici, saranno installate in canalina interrata di opportune dimensioni, tali da poter alloggiare le singole tubazioni staffate sulle pareti della canalina, etichettate e ad una distanza tale da consentire interventi tecnici di manutenzione; la canalina sarà arieggiata ed ispezionabile. Saranno installate canaline separate per le tubazioni dei gas combustibili da quelle dei gas comburenti. Mentre le tubazioni dei gas puri e del vuoto potranno correre insieme a tutte le tubazioni di distribuzione gas. Le tubazioni saranno sempre etichettate e riporteranno il nome del gas in transito, il colore identificativo ed il verso di percorrenza. Le tubazioni saranno servite da valvole d’intercettazione per il sezionamento dell’impianto istallarle nelle seguenti posizioni: a) In uscita dalle centrali di decompressione primaria; b) Ai piedi di ciascuna montante; c) All’ingresso di ogni comparto antincendio; In ingresso ai punti di utilizzo. Dalle canaline le tubazioni dei gas in acciaio inox, giungeranno all’interno degli edifici con laboratori rispettando le compartimentazioni che delimitano le varie attività svolte nei laboratori stessi. Sulle tubazioni prima dell’ingresso in ogni compartimento saranno installate in un quadro a parete apposite valvole d’intercettazione per chiusura rapida in caso di necessità. All’interno del comparto le dorsali in acciaio inox saranno installate principalmente nel controsoffitto adeguatamente staffate a parete o a soffitto. In corrispondenza di ogni laboratorio richiedente l’utilizzo dei gas, dalle dorsali saranno eseguite le derivazioni a soffitto inserendo una valvola d’intercettazione per ogni tubo appena all’interno dei laboratori stessi. All’interno dei laboratori le tubazioni dei gas saranno installate a vista fino alle utenze. I punti di utilizzo consentiranno, se l’utilizzatore lo riterrà necessario, il montaggio di un riduttore di 2° stadio che consentirà di regolare la pressione in base alle esigenze.

ISTITUTO ORTOPEDICO RIZZOLI (IOR) Gas richiesti:

Tipo di Gas Punti Utilizzo

2° Piano Punti Utilizzo 3° Piano

Punti Utilizzo Totali

Alimentazione impianto

Protossido d’Azoto 2 2 2 bombole (1+1) Anidride Carbonica 23 5 28 8 bombole (4+4) Vuoto 32 16 48 Gruppo 3 x 50 mc/h Argon 32 13 4 bombole (2+2) Azoto 12 2 14 4 bombole (2+2) Aria 38 6 44 2 compressori 50 mc/h Monossido di Carbonio

6 6 2bombole (1+1)

Ossigeno

4 4 2 bombole (1+1)

Azoto Liquido

1 1 Tank 250 ÷ 500 lt

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Diametri delle tubazioni Tipo di Gas Punti Utilizzo

Totali Tubazioni da centrali e montanti

Distribuzione al piano

Ai punti d’utilizzo

Protossido d’Azoto 2 14 12 10 Anidride Carbonica 28 22 16 10 Vuoto 48 54 22 12 Argon 13 16 14 10 Azoto 14 16 14 10 Aria 44 22 16 10 Monossido di Carbonio

6 14 12 10

Ossigeno 4 14 12 10 Azoto Liquido 2

Criticità: L’azoto in fase liquida è richiesto solo in un laboratorio al 3° piano. Considerato che il costo delle tubazioni di trasferimento dei liquidi criogenici (Azoto –196°C) è elevato, la soluzione più idonea è di prevedere un contenitore carrellato da lt 250 o lt 500 da tenere nel laboratorio stesso dotandolo di un sistema di rilevazione del tasso d’ossigeno in ambiente a da un sistema di ventilazione forzata da 30 vol/h. ENEA Gas richiesti:

Tipo di Gas Punti Utilizzo solo al Piano Terra

Alimentazione impianto

Protossido d’Azoto 4 2 bombole (1+1) Elio 32 8 bombole (4+4) Vuoto 13 Gruppo 3 x 30 mc/h Miscela Metano / Elio 1 2 bombole (1+1) Miscela Azoto / Ossigeno 1 2 bombole (1+1)) Aria 92 2 compresori 50 mc/h Miscela Ossigeno / Elio 1 2 bombole (1+1) Ossigeno 22 8 bombole (4+4) Azoto 33 8 bombole (4+4) Acetilene 6 6 bombole (3+3) Argon 7 4 bombole (2+2) Metano 4 2 bombole (1+1)

Diametri delle tubazioni

Tipo di Gas Punti Utilizzo solo al Piano Terra

Tubazioni da centrali e montanti

Distribuzione al piano

Ai punti d’utilizzo

Protossido d’Azoto 4 14 12 10 Elio 32 22 16 10 Vuoto 13 54 22 12 Miscela Metano / Elio

1 14 12 10

MiscelaAzoto / Ossigeno

1 14 12 10

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Aria 92 35 16 10 Miscela Ossigeno / Elio

1 14 12 10

Ossigeno 2 2 6 10 Azoto 33 22 16 10 Acetilene 4 22 16 10 Argon 7 14 12 10

4.1 IMPIANTO GAS METANO

La centrale tecnologica sarà alimentata a gas metano dalla rete stradale in media pressione di via Stalingrado gestita da Hera. La fornitura del gas nella Fase 1 e 2 sarà di 525 mc/h per il funzionamento di n°1 cogeneratore da 205 mc/h e di n° 2 caldaie da 160 mc/h. L’allacciamento alla condotta stradale sarà eseguito a cura dell’Ente gestore previa predisposizione a carico della proprietà di una cabina di riduzione della pressione per l’installazione del gruppo riduttore e del contatore. Per i futuri ampliamenti sarà predisposta, nel tratto interrato dal il vano contatori alla centrale termo-frigorifera, una seconda tubazione in PEAD per gas serie S5 del diametro adeguato alla differenza di portata tra la configurazione iniziale e finale della centrale stessa, prevedendo l’aggiunta di n° 3 caldaie da 160 mc/h e n° 3 cogeneratori da 205 mc/h per un totale di 1095 mc/h. La cabina, delle dimensioni che saranno indicate dall’Ente gestore, sarà installata sul confine interno di proprietà in prossimità della nuova centrale tecnologica. Dal contatore sarà posata una tubazione interrata in polietilene per gas serie S 5 del diametro adeguato alla potenzialità dell’impianto relativo alla Fase 1 estensibile alla Fase 2, in un apposito scavo della profondità minima di 60 cm misurata sopra la generatrice superiore del tubo, su un letto di sabbia rinfiancata e ricoperta con sabbia fino alla chiusura completa dello scavo. La tubazione del gas nel percorso a vista esterno ed interno alla centrale sarà in acciaio zincato serie media corredata di raccordi e pezzi speciali in ghisa malleabile zincata, adeguatamente staffate alle strutture portanti. Nei punti di collegamento tra la tubazione interrata in polietilene e quella in vista in acciaio sarà installato un apposito giunto di transizione e dielettrico. All’esterno della centrale sulla tubazione generale sarà previsto un collettore in acciaio con una partenza indipendente per ogni caldaia e cogeneratore con relativa valvola d’intercettazione. Prima dell’allacciamento ad ogni bruciatore sarà installato un gruppo di regolazione della pressione con valvola d’intercettazione come da normativa vigente. Per i laboratori con utenze a gas sarà realizzata una rete di alimentazione interna all’area della Fase 1 previa installazione di un contatore a cura dell’Ente gestore da allacciare alla condotta stradale in bassa pressione di via della Manifattura. Dal contatore sarà posata una tubazione interrata in polietilene per gas serie S 5 del diametro adeguato alla potenzialità delle utenze, in un apposito scavo della profondità minima di 60 cm misurata sopra la generatrice superiore del tubo, su un letto di sabbia rinfiancata e ricoperta con sabbia fino alla chiusura completa dello scavo. Dalla tubazione interrata saranno eseguite le derivazioni per alimentare le utenze con tubazione esterna a vista in acciaio zincato corredate di valvola a sfera d’intercettazione. Anche se sono escluse dal progetto le attrezzature e gli arredi, le dotazioni impiantistiche dovranno assicurare l’alimentazione di tutte le apparecchiature e prevedere tutte le predisposizioni comprese quelle del gas metano.