Orizzonte impresa n 6

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O R I Z Z O N T E Anno XV n. 6 - 2014 Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio EDITORIALE: Fine anno tempo di bilanci: agricoltura unico settore strategico IL PRESIDENTE: Olio d’oliva, annus horribilis: il Lazio tra le regioni più colpite PRIMO PIANO: Dossier: “Latte un valore che costa”. Aumentata la forbice tra il prezzo del latte al consumo e quello alla stalla Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma SPECIALE: il nuovo regime dei pagamenti diretti Lotta senza tregua ai falsi DOP italiani sul web e nell’UE. Italia leader in Europa Torna valido l’obbligo di utilizzo delle oliere antirabbocco

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O R I Z Z O N T E

Anno XV n. 6 - 2014

B i m e s t r a l e d i c u l t u r a & i n f o r m a z i o n e a g r i c o l a d i C o l d i r e t t i L a z i o

EDITORIALE:Fine annotempo di bilanci:agricoltura unicosettore strategico

IL PRESIDENTE:Olio d’oliva,annus horribilis:il Laziotra le regionipiù colpite

PRIMO PIANO:Dossier: “Latte unvalore che costa”.Aumentata la forbicetra il prezzo del latteal consumo e quelloalla stalla

AutorizzazionedelTribunalediRom

an.231del2/6/2000-PosteItaliane

spa-sped.inabb.postale-D.L.353/2003(conv.inL.27/02/2004

n°46)-Art.1,C

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SPECIALE: il nuovo regimedei pagamenti diretti

Lotta senza tregua ai falsiDOP italiani sul web e nell’UE.

Italia leader in Europa

Torna valido l’obbligo di utilizzodelle oliere antirabbocco

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L’agricoltura in Europa a cura di Andrea Fugaro

Lotta senza tregua ai falsi DOP italiani sul web e nell’UE.Italia leader in Europa 13

L’agricoltura in politica a cura di Andrea Fugaro

Torna valido l’obbligo di utilizzo delle oliere antirabbocco 14

L’esperto risponde a cura di Elio Guarnaccia

Fare impresa: le domande dei nostri soci 23

Primo Piano di Alessandra Cori

Latte “un valore” che costa: aumenta la forbicetra il prezzo al consumo e quello alla stalla 04

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In copertina:SPECIALE: il nuovo regime dei pagamenti diretti

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Editoriale di Aldo Mattia

Fine anno tempo di bilanci:agricoltura unico settore strategico 02Il Presidente di David Granieri

Olio d’oliva, annus horribilis: il Lazio tra le regioni più colpite 03

DOSSIERLatte: un “valore” che costa. Dati su produzione,importazioni, origine e trasparenza, tutela del “made in” 05SPECIALEIl nuovo regime dei pagamenti diretti 08

Economia e Finanza a cura di Simone Di Colantonio

Credito agrario, nel 2014 crescono i finanziamenti bancarie diminuiscono le sofferenze 12

Riflessioni di Paolo CarlottiLa giornata del Ringraziamento 24

EPACA a cura di Gianluigi Terenzi

Le Federazioni Coldiretti del Lazio hanno concluso gli eventiprogrammati nel 2014 per celebrare il 60° anniversariodella nascita dell’EPACA, il patronato della Coldiretti 19

Notizie dalle provinceFrosinone, Latina, Rieti, Roma, Viterbo 25

Il Punto di Campagna Amica 29

Questa rivista è inviata agli oltre 40.000 associati Coldiretti del Lazio, ai principali rappresentanti delle Istituzionie Amministrazioni locali ed ai più qualificati opinion leaders delle filiere agroalimentari laziali.

Bimestrale dicultura & informazione agricola

di Coldiretti LazioIscrizione al Roc n° 12420

Editore

Centro Assistenza ImpreseColdiretti LazioVia R. Piria, 6

[email protected]

Direttore responsabileAldo Mattia

[email protected]

RedazioneAndrea Fugaro

Maurizio Ortolani

CollaboratoriSimone Di ColantonioGianluigi Terenzi

AbbonamentiOrdinario: Eu 10,00Onorario: Eu 20,00Sostenitore: Eu 50,00

Tramite c/c postale n. 82689027intestato a:

Federazione RegionaleColdiretti del Lazio o rivolgersi

alle sedi della Coldiretti

Progetto grafico e impaginazioneGrafiche Delfi Italia s.r.l.

StampaGrafiche Delfi Italia s.r.l.

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E D I T O R I A L Edi Aldo Mattia

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Fine anno tempo di bilanci:agricoltura unico settore strategico

Il settore agricolo laziale in uncontesto di crisi economica efinanziaria degli ultimi 5 anni hacomunque mostrato segni digrande vitalità ponendosi incontrotendenza, per i principaliindicatori economici nei confrontidegli altri settori produttivi.In particolare la regione sicaratterizza per una dinamicastrutturale molto marcata che purvedendo negli ultimi 10 anni unconsistente processo dicontrazione delle aziende agricole-48,7% nel periodo 2000-2010,ha contestualmente visto crescerela dimensione aziendale media(+75% nello stesso periodo)configurando un processo diricomposizione fondiariaparticolarmente evidente seconfrontato con quello delle altreregioni italiane.Pertanto l’agricoltura nel Lazio èoggi fortemente orientata allaprogrammazione, allamultifunzionalità, allacommercializzazione e allaproduzione di cibo di qualità cheha i suoi punti di forza nelleproduzioni tipiche di questoterritorio (l’olio della Sabina, lenocciole del Viterbese, i kiwi dellaprovincia di Latina, latte eformaggi dell’agro romano).Il tutto in un contesto in cui lanostra regione può vantare 23prodotti di qualità DOP e IGP cheda soli danno un fatturato allaproduzione di circa 800 milioni dieuro l’anno e di 600 milioni alconsumo. A questi si aggiungonooltre 300 specialità tradizionali etipicità locali iscritte nell’appositoregistro nazionale a conferma delforte legame dell’agricoltura con ilproprio territorio.È evidente che le prospettive disviluppo del settore agricolodebbano valorizzare i nostri puntidi forza, sia quelli di natura

materiale che immateriale, che sichiamano patrimonio storicoartistico, paesaggio, biodiversità,origine territoriale, capacità diinnovare, capacità di farecomunità.La principale minaccia èrappresentata dalla mancanza diregole commerciali chiare chepermettano di valorizzare l’originee conseguentemente la qualitàdelle nostre produzioni.Non è possibile sopportare unfalso Made in Italy agroalimentareche ancora fattura oltre 60 milionidi euro l’anno. Tutelare l’originenon è una questione di immaginema è un fatto economico cheincide sui rapporti di concorrenzaglobali tra le imprese.Non a caso nelle attualinegoziazioni degli accordicommerciali tra Stati Uniti edEuropa il punto negoziale nonancora risolto è rappresentato dalcapitolo sulla tutela delleindicazioni geografiche.Il tessuto imprenditoriale dellanostra agricoltura non permette direggere un competizione sui costie per questo deve puntare suorigine, qualità e legame con ilterritorio. Le principali minacceprovengono dall’importazione privadi origine di latte, olio e carnifresche. La mancanza di chiareregole sull’origine soprattutto perquanto riguarda latte e oliorappresentano la più forteminaccia per le nostre produzioninon soltanto perché vienespacciato per Made in Italy ciò chenon lo è, ma anche perchéincidono sui prezzi e quindi sullacompetitività delle nostre imprese.Le principali sovvenzioni per ilsettore agricolo laziale provengonodall’Europa ed in particolare dallaPAC e dalle politiche di svilupporurale con finalità diverse e budgetdiversi. La prima ha come obiettivo

quello di sostenere il reddito degliagricoltori, mentre le secondequello di favorire processi diinvestimento e di innovazione peril miglioramento della lorocompetitività.Il problema non è capire se talisovvenzioni sono sufficienti mapiuttosto se sono funzionali asostenere un settore che non solosi è dimostrato il più vitale eanticiclico nel corso della crisi masoprattutto che esprime unmodello di sviluppo chiamato aprodurre un bene comune pereccellenza vale a dire il cibo (infattiExpo ha come tema proprio il ciboe si intitola “Nutrire il pianeta:energia per la vita”).Il governo europeo ha appenaapprovato una riforma dellapolitica agricola europea (PAC) edella politica di sviluppo rurale cheaccompagnerà il settore fino al2020. Per il Lazio in tal senso sitratta di sfruttare al megliosoprattutto le opportunità chevengono dal Piano di SviluppoRurale regionale che dispone diuna dotazione finanziariasuperiore ai 700 milioni di europer l’intero periodo.Il governo italiano e quelloregionale (ricordiamo chel’agricoltura è materia di esclusivacompetenza regionale ai sensidell’articolo 117 della Costituzione)sono chiamati non solo adapplicare in maniera efficace edefficiente le politiche europee maanche a creare le ulterioricondizioni affinché le impreseagricole possano svolgere la loroattività in maniera competitiva.La legge Campolibero è stato unprimo esempio in tal senso conl’introduzione di norme di favoreper il settore in materia di accessoalle terre, agevolazioni fiscali,regole di tassazione,semplificazione burocratica.

Aldo Mattia,Direttore diColdiretti Lazio

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I L P R E S I D E N T Edi David Granieri

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Olio d’oliva, annus horribilis:il Lazio tra le regioni più colpite

Idati pubblicati da ISMEA nelmese di novembre dicono con

chiarezza che per il 2014 siprevede una stagione olearia che“può definirsi pessima in manieraquasi uniforme” con stime cheindicano, nel Lazio unprudenziale -37% di produzione,soprattutto a causa del clima chenon ha permesso la normaleallegagione delle piante.Stime che purtroppo sonodestinate a far segnare unulteriore peggioramento fino adun -70% alla luce dei consuntiviche giungono dai produttori.Se così fosse si registrerebbe uncalo di produzione nel Lazio cheporterebbe al quantitativoassolutamente insoddisfacente epreoccupante per il mercato e ilprezzo al consumo pari adappena 5.800 tonnellate di olio,rispetto alle 19.395 tonnellatedello scorso anno.Un dato decisamentescoraggiante che si accompagnaad una stagione della molituraaperta in ritardo e con moltestrutture che probabilmente nonapriranno affatto per assenza diprodotto.Una previsione allarmante chenon riguarda però solo l’aspettoquantitativo ma anche quelloqualitativo, anch’esso previstonegativo, a causa dei numerosiattacchi della mosca olearia chehanno determinato una cadutaanticipata delle olive.Qualità significa che avremoanche meno olio extraverginemade in Italy con quantitativi cheal livello nazionale si stimanointorno alle 80 mila tonnellatecontro le 150.000 di medianazionale.A tal proposito occorre vigilareaffinché sia rispettato l’obbligo dietichettatura dell’origine dell’oliod’oliva per evitare di dover

spiegare al consumatore lo stranoalgoritmo per il quale diminuiscela produzione italiana e aumental’olio Made in Italy sullo scaffale.Purtroppo, come sempre accadeper effetto delle leggi di mercatodi domanda e offerta, tutto ciò haeffetti negativi direttamente suiconsumatori visto che giàall’ingrosso un litro di olioextravergine d’oliva in Puglia èstato quotato 7 euro.Se l’Italia piange, la Spagna inEuropa, e il resto del mondoolivicolo non ridono. Quello che

L’unico segmento che non riescea beneficiare dei valori dellacrescita è quello della produzionenonostante il differenziale diprezzo che, in questo momentotra gli oli italiani e quelli spagnoli,è di 1,47 kg, rispetto a 0,43 inmedia del 2013.Anche se le conseguenze di unacampagna anomala hannoaccentuato il processo dierosione del reddito delleimprese per far fronteall’emergenza maltempo e moscaolearia, lo spread tra Italia e

David Granieri,PresidenteColdiretti Romae Lazio

Spagna è il segnale che ilmercato chiede più qualità ed èdisposta a pagare per ottenerla,il settore ha in se stesso lepotenzialità per poter superarela crisi. L’Italia detieneuna quota pari al 20% dellaproduzione comunitaria.L’olivicoltura italiana vale 2miliardidi euro alla pianta; si estende suuna superficie di 1.123.330 ha eun numero di aziende agricoleche sfiora le 900.000 unità chesviluppano circa 50 milioni digiornate di lavoro di assunzione dimanodopera agricola all’anno.

colpisce è l’assenza di unavisione strategica del sistemaPaese sul futuro di settore.ll tutto avviene in uno scenarioche vede altri marchi storici delmade in Italy volare all’estero, iprezzi della materia primaaumentare (+40% su baseannua), le esportazioni di olioMade in Italy pure (+ 13% di cui+ 18% gli oli extra vergine), comeanche le importazioni (+43% involume e +12% in valore).Aumentano (+3%) le venditedel prodotto nei primi otto mesidel 2014.

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P R I M O P I A N Odi Alessandra Cori

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Latte “un valore” che costa:aumenta la forbice tra il prezzoal consumo e quello alla stalla

Mentre le imprese legate allaproduzione del latte vedono

scendere la propria redditività pereffetto dell’aumento dei costi cui sisomma la diminuzione del prezzo allitro corrisposto alla stalla passato da0,42 all’attuale 0,39, il consuma-tore continua a pagare un litro diprodotto circa quattro volte di più.È quanto emerso durante l’incontrodell’11 dicembre scorso alla RegioneLazio, dal titolo “Latte: un valore checosta”, organizzato dalla ColdirettiLazio per richiamare l’attenzionesulla mancanza di trasparenza sulladistribuzione del valore lungo la fi-liera di un prodotto presente sulle ta-vole del 99% degli italiani.“Del valore complessivo prodottodal settore lattiero caseario, solopoco più del 18% al lordo dei costidi produzione è rappresentato dallaquota agricola, il 38% dalla quotaindustriale mentre il 43,5% è costi-tuito dai margini di distribuzione chesi formano tra il cancello del-l’azienda agricola e l’acquisto daparte del consumatore. In termini divalore totale del latte immesso nellafiliera si passa dai circa 5 miliardidella fase agricola ad oltre il 300%in più nella fase della distribuzione,per un valore vicino ai 15 miliardi dieuro”.Così il presidente di Coldiretti Lazio,David Granieri nell’illustrare i dati disettore contenuti nel dossier pre-sentato durante l’incontro, al qualehanno partecipato, tra gli altri, il notonutrizionista, Prof. Giorgio Calabresecon un intervento sui “valori nutri-zionali del latte alimentare e dellasua importanza nella dieta”; il Dott.Rosario Trefiletti, Presidente di Fe-derconsumatori che ha affrontato iltema della “forbice tra prezzi al con-sumo e prezzi all’origine, le ragionidei consumatori a sostegno del red-

dito degli allevatori”; l’Avv. StefanoMasini, dell’Area Ambiente e Terri-torio di Coldiretti che ha tracciato unprofilo dei “consumi ed import dilatte: rischi per il Made in Lazio”; ilDott. David Granieri, presidente Col-diretti Lazio, che ha esposto le ra-gioni per “sostenere il reddito degliallevatori e valorizzare la qualità dellatte laziale”. Presente inoltre ilnuovo capo della Segreteria tecnicadel ministro delle politiche agricoleMaurizio Martina che ha portatol’impegno del MIPAAF a conside-rare strategico il settore lattiero ca-seario tramite le diverse iniziative acarattere legislativo e regolamentareche il Dicastero di Via XX Settembresta mettendo in campo per attuareil “pacchetto latte” in vista della finedelle “quote latte”.“A minacciare il lavoro degli alleva-tori è la mancanza di trasparenzarelativa al latte ed ai suoi derivatiche provengono dall’estero. Bastipensare che soltanto nel Lazio, dal-l’inizio dell’anno, sono stati importatilatte e crema di latte per un valore dioltre 19 milioni di euro”. Così il di-rettore di Coldiretti Lazio, Aldo Mat-tia che ha proseguito “l’incertezzasulla provenienza del latte, oltre chedi sottoprodottie surrogati (ca-gliate) in viola-zione dellalegge sull’ori-gine nonché ilmancato su-peramento deldivieto di co-noscere gli sta-bilimenti neiquali finisconotali prodotti,continuano adingannare ilconsumatore e

a mettere a rischio la sopravvivenzadegli allevamenti. Consumatori e al-levatori devono trovare i motivi diun’alleanza che punti a smasche-rare il finto “Made in Italy”, com-battere le speculazioni e garantireprezzi convenienti al consumo”.“La politica deve fare la sua parte –ha detto Granieri – favorendo politi-che che attenuino i costi di produ-zione sostenendo le imprese nel-l’accesso al credito, rafforzino icontrolli e la trasparenza sulle im-portazioni e soprattutto attuino lalegge sull’obbligatorietà dell’origine”.L’On. Sonia Ricci, Assessore al-l’Agricoltura Caccia e Pesca dellaRegione Lazio, che ha chiuso i la-vori, ha sottolineato l’intenzione dellaRegione di attuare una piattaformadi interventi in favore della zootecniada latte territoriale cominciando daun’attività di promozione del con-sumo di latte locale attraverso ilprimo stanziamento di 150 milaeuro. Su tale punto il direttore dellaColdiretti, Aldo Mattia, ha sottoli-neato la necessità che tali esiguerisorse siano indirizzate su prioritàcondivise e soprattutto utilizzateefficacemente attraverso bandi tra-sparenti e procedure snelle.

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La Coldiretti del Lazio da anni conduce una battaglia serratasulla questione del latte mettendo in azione politiche tese da

una parte al mantenimento di un prezzo equo alla stalla, orafermo a 39 centesimi al litro, e dall’altro a ridurre i costi di pro-duzione oltre che valorizzare la qualità del latte laziale e pro-muoverne il consumo a livello locale.Coldiretti Lazio ha focalizzato, nel tempo, le sue richieste su trechiare direttrici: programmi di assistenza tecnica alle impresemirati non solo al miglioramento della qualità del latte prodottoma anche all’accrescimento delle capacità imprenditoriali e ge-stionali necessarie per affrontare il mercato; attività di pro-mozione del territorio e del latte laziale quale leva per favorirela diffusione di un marchio territoriale e mantenere prezziadeguati agli allevatori che conferiscono latte di origine trac-ciabile laziale; azioni di attuazione del “pacchetto latte” conparticolare attenzione al rafforzamento del ruolo delle orga-nizzazioni dei produttori nella negoziazione del prezzo dellatte.A queste direttrici si devono aggiungere gli obiettivi fissati nel-l’ultimo tavolo agroalimentare di settore, riunitosi il 23 set-tembre scorso presso la Regione Lazio, e contenuti in unabozza di piattaforma di interventi a sostegno della zootecnia la-ziale da latte che ha accolto iinn ttoottoo le proposte avanzate pro-prio dalla Coldiretti del Lazio: agevolare l’accesso al credito;sfruttare appieno le risorse del Piano di Sviluppo Rurale (PSR);ancorare al territorio anche l’industria di trasformazione cheopera nel Lazio.Un motivo di soddisfazione per la Coldiretti Lazio che ha svolto,in questa partita, un ruolo decisivo non solo per aver fornito uncontributo diretto per l’elaborazione della suddetta piattaforma,ma anche per aver vigilato affinché gli accordi presi e gli im-pegni assunti producessero fatti concreti di vero rilancio del set-tore rendendolo davvero competitivo.Una partita però ancora aperta. Le pressioni che la Coldirettiha esercitato soprattutto sulla Regione Lazio affinchè questasvolgesse a pieno il proprio ruolo di propulsione e mediatore,nel rispetto delle normali regole della concorrenza (comeavviene nella Regione Lombardia che, come noto, rappre-

senta il mercato di riferimento per tutto il Paese), non sonotuttavia sufficienti visto l’insostenibile stato di sofferenza in cuiversava e versa ancora il settore della zootecnia da latte la-ziale.

Il contesto

Occorre sensibilizzare l’opinione pubblica sul grave problemache affligge il sistema allevatoriale laziale che vede la redditi-vità delle proprie imprese diminuire a causa di un aumento deicosti che a stento viene coperto da un prezzo alla stalla ormaisceso a livelli insostenibili. A ciò si aggiunge una iniqua distribuzione del valore lungo lafiliera (infatti del valore complessivo prodotto dal settore lattierocaseario poco più del 18% al lordo dei costi di produzione èrappresentato dalla quota agricola, il 38% dalla quota indu-striale mentre il 43,5% è costituito dai margini di distribuzioneche si formano tra il cancello dell’azienda agricola e l’acquistoda parte del consumatore) oltre ad una mancanza di traspa-renza che rischia di ingannare il consumatore che continua apagare il latte fresco oltre 4 volte il prezzo corrisposto all’al-levatore. Nel 2013 il valore totale del latte immesso nella filiera è statodi circa 4,8 miliardi di euro, più 700 milioni di euro di materiaprima importata, valori che dovrebbero essere confermati ancheper l’anno 2014; il valore ai prezzi di fabbrica della produzioneindustriale è stato di circa 14,8 miliardi di euro, cui vanno adaggiungersi 2,2 miliardi di prodotti importati. Ciò significa cheil valore industriale al netto della materia prima agricola è statoquasi di 9,3 miliardi di euro. Ma ciò che il consumatore ignoraè che a fronte di questi valori i margini di distribuzione totale(esportazioni, consumi domestici ed extra domestici) hanno su-perato i 13 miliardi di euro.Da ciò si evince come il latte sia uno degli alimenti di più largoconsumo. Infatti è presente nel 99% delle famiglie italiane chenel 2013 ne hanno bevuto oltre 3 milioni di tonnellate, circa 53chili procapite. In particolare sono stati acquistati dagli italiani,tra latte fresco e latte UHT, oltre 2,65 miliardi di litri per un va-lore vicino ai 28 miliardi di euro.Di questi circa 628 milioni di litri sono stati consumati nel Cen-tro Italia per un valore di circa 675 milioni di euro.

Latte: un “valore” che costa.Dati su produzione, importazioni,

origine e trasparenza, tutela del “made in” *

LAZIO

D O S S I E R

* Ufficio Studio Coldiretti LazioUfficio Stampa Coldiretti Lazio

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La produzione

La produzione di latte vaccino nel Lazio, al 31 marzo 2014, èstata effettuata da 1.413 aziende e 54.048 vacche per una pro-duzione commercializzata di 342.500 tonnellate fra consegne(97,2%) e vendite dirette (2,8%) con una produzione mediacommercializzata per azienda pari a 242,5 tonnellate. Dal 1 gen-naio al 30 settembre 2014 nel Lazio sono state consegnate 246mila 674 tonnellate di latte con un aumento dell’1,73% rispettoallo stesso periodo dell’anno precedente.Va sottolineato che tra il 2011/12 e il 2012/13 il numero delleimprese in produzione è calato del 5,9% mentre la produzionecommercializzata del 2,6%.Entrambi i dati risultano maggiori delle rispettive medie nazio-nali -3,7% (aziende in produzione) e -0,4% (produzione com-mercializzata).L’unico dato in cui il Lazio eccelle è nell’aumento di ben il10,2% delle aziende con vendita diretta del proprio latte, in con-trotendenza nazionale (-2,1%). Ma il dato realmente interes-sante è che a questo numero di nuove imprese che commer-cializzano direttamente il proprio prodotto corrisponde unincremento delle quantità di venduto totale del 55,8%, quasi 7volte l’incremento registrato a livello nazionale.Il Lazio rappresenta il 3,1% della produzione di latte commer-cializzata in Italia, collocandosi al quinto posto a livello nazio-nale dopo Lombardia ed Emilia Romagna, che da sole rappre-sentano il 57,8% della produzione nazionale, cui si aggiungonoVeneto e Piemonte che insieme alle due precedenti rappre-sentano il 76,3% della produzione totale nazionale.

I costi di produzione

Nel 2014 il costo totale per 100 chili di latte, iva compresa, èstato pari, in media, a 47,14 euro con un aumento dello 0,8%rispetto al 2013 e ben dell’8,5% negli ultimi 4 anni. I ricavi complessivi, sempre per 100 chili di prodotto, nel 2014,è stato, al netto dei premi PAC, di 47,31 euro, con una dimi-nuzione, negli ultimi 4 anni, di ben il 6,7%.L’aumento dei costi di produzione del latte negli ultimi anni è daattribuirsi in particolare al forte aumento delle spese energeti-che (+12,3% soltanto nell’ultimo anno) a cui si aggiungono l’au-mento dei costi dei foraggi e mangimi acquistati, di quelli pro-dotti, delle spese generali e fondiarie.Il dato medio va evidentemente letto considerando che ad unaconsistenza allevatoriale modesta (fino a 40 vacche) si assi-ste ad un aumento delle perdite per valori superiori ai 40 europer 100 chili, al quale tuttavia non corrisponde un analogo in-cremento dei redditi per consistenze che superano i 150 ani-mali dove si registrano ricavi mai superiori ai 10 euro per 100chili.

L’industria di trasformazione

Nel 2014 l’industria lattiero casearia ha fatturato 14,9 miliardidi euro attraverso 2.073 aziende di cui ben 1.460 (70%)operanti nella raccolta di latte vaccino. In particolare nel Laziosi contano 92 stabilimenti di raccolta del latte suddivisi tra

caseifici e centrali del latte (n. 60), stabilimenti di aziende agri-cole (n. 7), cooperative (n. 17), centri di raccolta (n. 8).La disponibilità complessiva di latte necessaria a soddisfare ilfabbisogno nazionale risente poi di importazioni di latte in ci-sterna piuttosto che di cagliate che tuttavia a causa della man-canza di una chiara legislazione sull’origine delle produzioni in-tacca il valore del Made in Italy e la qualità delle sue produzioni.Nel solo Lazio vengono importate, ogni anno, circa 12 mila ton-nellate di latte sfuso acquistato da 10 fornitori esteri prevalen-temente in Germania, Francia, Olanda e Slovenia. La mancanzadi trasparenza non consente di sapere in quali stabilimenti la-ziali finisce questo latte e soprattutto in quali cartoni (preva-lentemente UHT).Stime della Coldiretti sui pochi dati disponibili fanno pensa-re che 1 cartone su 4 di UHT contenga latte di dubbia prove-nienza.La disponibilità di latte al livello nazionale derivante per l’81,9%dalla produzione nazionale e per la restante parte da import dilatte sfuso e cagliate, viene utilizzata per il 76,1% in trasfor-mazioni industriali prevalentemente di formaggi, il 17,2% nel-l’alimentazione umana (latte fresco e UHT) e un 6,7% per au-toconsumo e reimpieghi aziendali.

L’import

Ma il rischio per il consumatore proviene soprattutto dalle im-portazioni di latte, latticini, formaggi e cagliate spesso anchecongelate che finiscono in prodotti e derivati lattiero caseari dicasa nostra.Alcuni numeri testimoniano l’importanza di vigilare sulle im-portazioni. Basti pensare che nel periodo gennaio-agosto 2014è stato importato oltre 1 milione di tonnellate di latte sfuso. A ciò si aggiunge che, sempre nel 2014, nel solo Lazio sonostati importati, dai Paesi dell’Unione Europea, latte e crema dilatte per un valore di oltre 19 milioni di euro che ha avuto comedestinazione, per quasi il 60%, la provincia di Latina.È interessante sottolineare che quasi il 50% di queste stesse im-portazioni nel Lazio, provengono dalla Germania per un valoreche si avvicina ai 10 milioni di euro.Ma l’Italia ha importato anche, nel 2014, formaggi e latticini perun valore superiore a 1,2 miliardi di euro.Nel Lazio tali importazioni ammontano ad un valore di 34 milionidi euro, riferito allo stesso periodo.Queste importazioni di formaggi e latticini nel Lazio provengonoper quasi il 100% dalla Germania.

I VERI PROBLEMI

Prezzo: Dalla stalla al supermercato il prezzo del latte aumentadi ben oltre quattro volte. Infatti agli allevatori vanno in media0,39 centesimi di euro al litro mentre il consumatore arriva a pa-gare anche 1 euro e 60 allo scaffale. Origine e Trasparenza: L’incertezza sulla provenienza del latte ol-tre che di sottoprodotti e surrogati come cagliate e polvere dilatte, fenomeno che viola la legge sull’origine, contribuisce dauna parte a ingannare il consumatore e dall’altra a mettere a ri-schio la sopravvivenza degli allevamenti.

D O S S I E R

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OBIETTIVI

1. Evitare il rischio che il mancato riconoscimento di una re-munerazione adeguata agli allevatori provochi la chiusura dellestalle ma anche la delocalizzazione degli impianti di trasfor-mazione con gravissime ripercussioni a livello occupazionale eper i cittadini/consumatori che saranno privati di prodotti inso-stituibili sul piano della qualità e della sicurezza alimentare.2. Salvare il vero “Made in Italy” e gli allevamenti laziali dal-l’importazione di latte, sottoprodotti e surrogati da spacciarecome italiani e per combattere le distorsioni nel passaggio dellatte dalla stalla alla tavola.

STRATEGIA COLDIRETTI LAZIO

a) smascherare il finto “Made in Italy”; b) combattere le inefficienze e le speculazioni e assicurare ac-

quisti convenienti alle famiglie;c) sostenere il reddito degli agricoltori.

Si chiede: • Un giusto prezzo che remuneri gli allevatori e la qualità dellatte che producono (è insostenibile il monopolio dell’industrianella formazione del prezzo);

• Trasparenza sull’origine del latte che arriva sulle tavole dei con-sumatori con l’estensione dell’obbligatorietà dell’etichettaturadi origine anche al latte UHT e a tutti i prodotti lattiero caseari.

COSA FARE?

Misure immediate• Attivazione di ogni strumento d’intervento possibile riferito a:

1. attenuare i costi di produzione;2. sostenere finanziariamente le imprese agricole facilitan-done l’accesso al credito;

3. attuare il “pacchetto latte”.• Rendere disponibile al pubblico su sito Internet i dati riguar-danti le importazioni di latte e derivati lattiero caseari (so-prattutto in riferimento a polveri di latte,concentrato proteico,caseine e cagliate) nonché rendere note le ditte di destina-zione dei prodotti importati.

• Rafforzare i controlli sulle importazioni dall’estero dei prodotticaseari soprattutto per quanto riguarda gli ingressi di latteUHT, polveri di latte e cagliate.

Misure di medio periodo

• Etichettatura obbligatoria dell’origine del latte per tutti i pro-dotti lattiero caseari.

• Norme per agevolare le imprese agricole all’accesso nella di-stribuzione tradizionale ed organizzata, e alla partecipazionea bandi e gare d’appalto per favorire il consumo nelle mensepubbliche di latte e derivati.

• Facilitare lo sviluppo delle filiere corte dei prodotti lattiero ca-seari, mediante la vendita diretta presso i Farmer’s Market,distributori automatici e altro.

• Identificazione e definizione degli indici di riferimento nelladefinizione con l’industria italiana di un prezzo di base dellatte alla stalla con riferimento alle caratteristiche e ai prezzidei prodotti caseari italiani, nonché dei costi di produzione so-stenuti dalle imprese di allevamento.

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D O S S I E R

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Il nuovo regime dei pagamenti direttiIl nuovo regime dei pagamenti diretti

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Tra i pagamenti diretti, quello base è il più importante poichè sologli agricoltori che ne hanno diritto possono accedere alle altre ti-pologie di pagamento, ad eccezione di quello accoppiato. I titoli sto-

rici scadranno il 31/12/2014 e lasceranno il posto ai nuovi titoli, assegnatisulla base della domanda unica al 15/05/2015. Potranno accedere ainuovi titoli gli agricoltori che abbiano ricevuto pagamenti diretti o aiuti na-zionali in relazione ad una domanda di aiuto nel 2013 e siano agricoltoriattivi. Pur in mancanza del requisito 2013, possono richiedere la primaassegnazione gli agricoltori che producevano ortofrutticoli, patate daconsumo, patate da seme, piante ornamentali su una superficie minimadi 5.000 mq o coltivavano vigneti, quelli che hanno avuto assegnati titolidalla riserva nel 2014 e gli agricoltori che non hanno mai avuto titoli nédi proprietà né in affitto e sono in grado di dimostrare che al 15/05/2013esercitavano attività di produzione e/o allevamento.Il passaggio dal vecchio a nuovo sistema di pagamento seguirà, in Italia,il modello di convergenza “irlandese”, in base al quale, per il pagamentodi base:• gli agricoltori che ricevono meno del 90% del valore unitario nazio-nale otterranno un aumento graduale, pari ad 1/3 della differenzatra il loro valore unitario iniziale e il 90% del valore unitario nazionalenel 2019;

SPECIALE

Il nuovo regime dei pagamenti direttiIl nuovo regime dei pagamenti diretti

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• i titoli di ogni agricoltore non potranno diminuire dioltre il 30% rispetto al suo valore unitario iniziale;

• all’anno di domanda 2019, nessun titolo avrà un va-lore unitario più basso del 60% del valore unitarionazionale al 2019, a meno che ciò dia luogo a per-dite superiori al 30% per gli agricoltori che “finan-ziano” il meccanismo; in tal caso il valore unitariominimo sarà fissato al livello necessario al rispettodella soglia del 30%.

Il MiPAAF stima che il valore unitario nazionale saràcompreso tre 168 e 192 euro.

La nuova PAC ridimensiona l’elenco degli aventi dirittoai pagamenti diretti: nella lista nera degli esclusi dallacategoria di agricoltore attivo finiscono aeroporti, ser-vizi ferroviari, impianti idrici, servizi immobiliari, terrenisportivi e aree ricreative permanenti, banche e finan-ziarie, persone fisiche e giuridiche che svolgono atti-vità di intermediazione commerciale e la PA, ad ec-cezione degli enti che effettuano formazione esperimentazione in campo agricolo e quelli che ge-stiscono gli usi civici. Agricoltore attivo è quindi, in Ita-lia, chi possiede l’iscrizione all’INPS come CD, IAP, co-

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SPECIALE

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lono o mezzadro oppure il possesso della P. IVA attivain campo agricolo, con dichiarazione annuale IVA apartire dal 2016 per le aziende non ubicate preva-lentemente in montagna e/o zone svantaggiate. Inol-tre, sono attivi quegli agricoltori che nell’anno prece-dente hanno percepito pagamenti diretti inferiori ae 5.000, per aziende ubicate in montagna o zonesvantaggiate, e e 1.250 nelle altre zone.Il pagamento ecologico, c.d. greening, è concessosolo ai beneficiari del pagamento base che sono te-nuti all’applicazione congiunta, su tutti gli ettari am-missibili, delle tre pratiche agricole benefiche per ilclima e l’ambiente (diversificazione delle colture,mantenimento dei prati permanenti e presenza diun’area di interesse ecologico) o delle pratiche equi-valenti. Sono esenti da tali obblighi gli agricoltori bio-logici, per la parte di azienda sulla quale si pratical’agricoltura biologica; gli agricoltori che aderiscono alregime semplificato per i piccoli agricoltori; gli agri-coltori che, a seguito dell’adesione a misure agro-cli-matico-ambientali dei PSR, adottano pratiche chedanno benefici equivalenti o mag-giori rispetto a quelli del greening.Gli agricoltori le cui aziende sono si-tuate in tutto o in parte nelle zonerientranti nelle direttive Habitat, Ac-qua e Uccelli, hanno diritto al gree-ning, purché applichino le praticheagricole benefiche nella misura incui esse siano compatibili con gliobiettivi di tali direttive.Secondo la nuova PAC sono gio-vani gli agricoltori che si insedianoper la prima volta in un’aziendaagricola in qualità di capo azienda oche si siano già insediati nei 5 anniprecedenti la prima presentazionedi una domanda per aderire al re-gime del pagamento di base; nonhanno più di 40 anni. Il pagamentoper i giovani sarà calcolato moltipli-

cando il numero di titoli attivati dall’agricoltore per il25% del valore medio dei titoli detenuti in proprietà oin affitto dall’agricoltore stesso. L’incremento si applicasu una superficie massima di 90 ettari. Il sostegno èconcesso per un massimo di 5 anni, calcolati a par-tire dal primo anno di insediamento. Al pagamento peri giovani è destinato l’1% del massimale nazionale, au-mentabile al 2% attraverso la riserva nazionale.Al sostegno accoppiato l’Italia destinerà l’11% delmassimale nazionale, pari a circa 429 milioni di europer il 2015, distribuiti tra 3 macro settori (zootecnia,seminativi e olivicoltura), 10 settori produttivi e a17 misure di intervento.

Il presente articolo rientra nel progetto “La nuovaPAC – Tra sostenibilità e innovazione. Impatti sullearee rurali” cofinanziato dall’Unione Europea – DGAGRI. I pareri in esso espressi impegnano soltantol’autore e non possono essere considerati comecostituenti una presa di posizione ufficiale dellaCommissione Europea.

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SPECIALE

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Credito agrario, nel 2014crescono i finanziamenti bancarie diminuiscono le sofferenze

L’analisi Ismea, su dati dellaBanca d’Italia, segnala un au-

mento dell’1,2% del credito agrariorispetto ad un anno fa, in contro-tendenza con la dinamica com-plessiva dei prestiti, ancora in calo,in tutti i settori.Nel primo trimestre del 2014 il cre-dito bancario, in termini di consi-stenze, ha registrato una contra-zione di 2,7 punti percentuali subase annua, ma una crescita subase trimestrale di 1,9 punti per-centuali. Nello stesso periodo ilcredito assorbito dal settore agri-colo nazionale ha registrato unacrescita, seppure moderata, sia ri-spetto allo stesso trimestre delloscorso anno sia rispetto al trime-stre precedente (in ordine di 1,2 e0,7 punti). E anche per l’industriaalimentare, nel trimestre analiz-zato, l’andamento degli stock dicredito concessi al settore atte-stano un rallentamento dellastretta creditizia: se il livello di que-sto primo trimestre dell’anno ri-sulta allineato a quello dello scorsoanno, rispetto al trimestre prece-dente risulta addirittura in crescitadel 3%.L’evoluzione annuale attesta quindiun arresto del trend negativo delcredito bancario, osservato giàdalla seconda metà del 2011.Approfondendo il campo di osser-vazione alle linee di finanziamentodi medio e lungo termine, la dina-mica di converso si conferma ne-gativa: più da vicino, le consistenzebancarie destinate al settore pri-mario hanno registrato, nell’ultimotrimestre di analisi, un’ulteriorecontrazione di 1,3 punti percen-tuali su base trimestrale e di 6,3punti su base annua, penalizzandotutte le diverse voci di investimento,da quelle per la costruzione di fab-

bricati rurali e per l’acquisto di im-mobili rurali a quelle per l’acquistodi macchine, attrezzature e mezzidi trasporto. Quindi diminuiscono i finanziamentia medio-lungo termine, segno di sfi-ducia degli operatori del settoreverso gli investimenti sul capitalefondiario ed agrario: più che di sfi-ducia possiamo parlare di “paura”verso l’orizzonte temporale di me-dio-lungo periodo.Di converso il tasso di decadimento– dato dalla quota di soggetti chetrimestralmente vanno in soffe-renza sul totale dei soggetti in bo-nis ad inizio trimestre – nellabranca agricola continua ad atte-starsi su livelli decisamente miglioridi quelli osservati a livello generalee, più da vicino, nel settore dell’in-dustria alimentare, delle bevande edel tabacco: nel primo trimestredel 2014 infatti il tasso di decadi-mento del settore primario si è at-testato intorno allo 0,4%, a fronte diun livello doppio (prossimo all’1%)registrato dall’industria alimentaree dal sistema del credito nel suocomplesso.Questo dimostra che gli imprenditoriagricoli riescono a coprire gli im-pegni assunti con sufficiente rego-larità e quindi rappresentano un“cliente” valido per gli Istituti dicredito, che, altro dato confortante,stanno riaprendo le porte al settoreanche attraverso la costituzione dipool operativi specificamente dedi-cati al settore.Infatti l’offerta degli Istituti di Cre-dito maggiori verso il settore regi-stra un forte aumento di prodotti e diinteresse rispetto agli altri compartiproduttivi.Altra notizia di rilievo è l’interventonel mese di settembre 2014 dellaBCE che ha assegnato alle banche

dell’Eurozona 82,6 mld di euro nelprimo round dei “Tltro”, il nuovomaxi-prestito alle banche a quattroanni concesso allo 0,15%. Questavolta, però, la banca centrale euro-pea ha condizionato il finanzia-mento all’erogazione di prestiti al-l’economia reale.C’è stato poi un secondo round deiprestiti Bce l’11 dicembre scorso,per arrivare a un totale di 400 mlddi euro messi a disposizione dellebanche. Nel caso in cui le banchenon concederanno credito a fami-glie e imprese, dovranno restituirei fondi entro due anni.Questi dati ancora una volta evi-denziano caratteristiche tipiche delsettore quali:• Persistenza del trend anticiclico,riconducibile ad una minore con-trazione degli acquisti di prodottialimentari rispetto ad altri benidi consumo;

• Spinta alla multifunzionalità (agri-turismo, vendita diretta, energierinnovabili ecc.), ad acquisireuna connotazione sempre più“rurale”, anche attraverso la di-versificazione delle fonti di red-dito;

• Rafforzamento della presenza suimercati internazionali, per effettodi una progressiva contrazionedelle produzioni intensive a fa-vore di produzioni di qualità, ter-ritorialmente identificabili (svi-luppo della tracciabilità e dellafiliera corta);

I dati confortanti del settore uni-ti alla recente disponibilità degliIstituti di Credito dovrebbero la-sciare sperare in una ripresa piùsostenuta nei prossimi mesi, so-prattutto in vista della nuova pro-grammazione comunitaria 2014-2020 sia per la PAC che per i nuo-vi PSR.

SimoneDi Colantonio,CreditAgri

E C O N O M I A E F I N A N Z Aa cura di Simone Di Colantonio

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L’AGRICOLTURA IN… EUROPAa cura di Andrea Fugaro

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La guerra alle contraffazioni agroa-limentari riguardanti prodotti Dop

e Igp non si svolge solo in Italia masi allarga, con ottimi risultati, a tuttigli Stati membri dell’Ue e anche ol-tre Oceano attraverso il web. I nuovi strumenti per contrastare lacommercializzazione dei falsi pro-dotti a denominazione d’originesono innanzitutto quelli messi a di-sposizione dalla stessa regolamen-tazione comunitaria che disciplina iprodotti a tutela geografica. La nuova disciplina comunitaria, in-fatti, impone ora agli Stati membri ditutelare direttamente sul proprio ter-ritorio le frodi e le contraffazioni cheriguardano anche i prodotti registratia nome di altri Stati membri. Si trattadi una difesa cosiddetta ex officio eche sta dando ottimi risultati pro-prio perché le contraffazioni e lefrodi nascono e si sviluppano, moltospesso, fuori dall’Italia.Il Ministero delle politiche agricole hafatto sapere che solo nei primi undicimesi del 2014 i casi di tutela ex of-ficio sono stati 36 e hanno riguardatoalcuni tra i prodotti più rappresenta-tivi del nostro patrimonio agroali-mentare e che sono stati rilevati casieclatanti come, per esempio, la ven-dita di finto olio toscano Igp in GranBretagna, di Aceto balsamico di Mo-dena non certificato in Francia e inBelgio, di “Parmesan” in polvere inDanimarca e di formaggi prodotti inLettonia denominati “La Grana” e“Asiago”. Lo sviluppo dell’e-commerce ha poi ri-guardato anche i prodotti alimentari ein particolare i nostri prodotti Dop percui va sottolineata l’attività di contra-sto alle usurpazioni di denominazionisul web, che sta vivendo una fasenuova grazie soprattutto al Protocollodi intesa che è stato sottoscritto coneBay da parte del Mipaaf. Utilizzandoquesto secondo strumento di contra-sto, si osserva che quasi 90 delle pro-cedure di infrazione rilevate nei primiundici mesi del 2014 sono relative,infatti, a illeciti online. Sono state ri-mosse moltissime inserzioni e bloc-cate le vendite di prodotti italian soun-ding, come il famigerato ‘Parmesan’,

ma anche dei cosiddetti cheese kit ewine kit “Made in USA”.Il terzo strumento di lotta che ri-guarda esclusivamente i vini Dop eIgp è costituito dall’attività svolta dal-l’Ispettorato repressione frodi in qua-lità di organismo di contatto con l’Ueper segnalare i casi di usurpazionedella denominazione che vengonorilevati in altri Stati membri. Si trattadi 19 casi segnalati all’Ue che a suavolta ha sollecitato le autorità degliStati membri ove era stato segna-lato l’illecito, a procedere contro glioperatori scorretti al fine di rimuo-vere l’illecito stesso. Un terzo delleprocedure aperte riguarda il Pro-

secco che viene falsificato in Ger-mania, Polonia e nel Regno Unito. Un contributo alla scoperta dei casidi usurpazione di denominazioni rea-lizzate in altri Stati membri è stato for-nito dai Consorzi di tutela di ciascunadenominazione attraverso i controllirealizzati dai loro agenti vigilatori ri-conosciuti e inseriti in un albo tenutodal Ministero delle politiche agricole.In definitiva 142 casi che hanno in-crementato fortemente il contrastoalle frodi sul web e che ci pongono trai Paesi che più di tutti in Europa uti-lizza le norme a tutela dei prodotti adenominazione con numeri che se-gnano un record rispetto al passato.

Lotta senza tregua ai falsi dop italiani sulweb e nell’UE. Italia leader in Europa

ATTIVITÀ EX OFFICIO“Prosciutto San Daniele” 1 UK“Prosciutto di Parma” 6 Olanda“Mortadella Bologna” 1 Spagna“Parmigiano Reggiano” 9 UK - Francia - Olanda - Belgio - Danimarca“Pecorino Romano” 1 UK “Grana Padano” 2 Francia - Lettonia“Asiago” 4 Francia - Lettonia - UK - Germania - Belgio“Fontina” 3 Danimarca“Gorgonzola” 1 Belgio“Olio Toscano” 2 UK“Olio Riviera Ligure” 1 UK“Aceto Balsamico di Modena” 5 Polonia - Spagna - Germania - FranciaTOTALE 36

ATTIVITÀ SUL WEBCheeseKit “Parmesan” 5 www.ebay.it / www.ebay.com (USA)“Parmesan” Block-Grated 20 “ (USA)“Asiago” 3 “ (USA)“Romano” 2 “ (USA)“Aceto Balsamico di Modena” 10 “ (Germania - Italia)“Aceto Tradizionale di Modena 3 “ (Italia - USA)“Ciauscolo” 5 “ (Italia)“Caciocavallo Silano” 1 “ (Italia)“Pecorino siciliano” 29 “ (Italia)“Wine kit Chianti” 4 “ (USA)“Montepulciano d’Abruzzo” 2 “ (Italia)“Soave” 1 “ (Italia)“Prosecco” 2 “ (Italia)TOTALE 87

VINO: ICQRF ORGANISMO DI CONTATTO UE“Prosecco” 6 Germania - UK - Polonia“Lambrusco” 3 UK - Moldavia“Emilia IGT” 1 Olanda “Romagna DOC” 1 Olanda “Barolo” 1 UK“Salento IGP” 2 Svezia“Primitivo” 1 Danimarca“Passito” 2 Danimarca“Mosti d’uva”- irregolarità doc. 2 SpagnaTOTALE 19

PRODOTTI N. CASI PAESI COINVOLTI

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L’AGRICOLTURA IN… POLITICAa cura di Andrea Fugaro

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mente l’obbligo in modo che nonpotrà dar luogo a interpretazionidubbie e, per quanto riguarda lesanzioni ha precisato che si appli-cano sia ai ristoratori che non ri-spettano l’obbligo di impiego delleoliere antirabbocco, ma anche a co-loro che indicano un termine mas-simo di consumo superiore a diciottomesi.Il ripristino della norma antirabboccoper le oliere presenti sui tavoli dellaristorazione, riaccenderà senza dub-bio la polemica, mai sopita tra le op-poste fazioni riformulando i motivi ditale opposizione che sono:• l’olio viene acquistato dai ristoratorisfuso e, quindi, loro stessi non neconoscono l’origine;

• l’olio presentato nelle oliere sui ta-voli non ha alcuna funzione parti-colare e quindi è inutile leggere idettagli produttivi;

• uno stesso olio può essere rim-boccato più volte, perché la suaqualità non cambia;

• i ristoranti vendono “pasti”, nonprodotti preconfezionati;

• aumenterebbero i rifiuti;• l’etichetta fa pubblicità ai produt-tori;

• a differenza dell’acqua e del vino,l’olio è offerto gratuitamente e,quindi, una bottiglia etichettata econ tappo anti-rabbocco sarebbeun costo “insostenibile”.

Se la preoccupazione fosse quelladel costo, si potrebbe proporre diintrodurre la bottiglietta antirab-bocco, il cui costo è comunque irri-sorio, in modo che, il consumatore,potrebbe portare via l’eventuale olioextravergine d’oliva rimasto, e inoltreavrebbe la possibilità di una sceltaconsapevole, ad un prezzo irrisorio.Si ricorda che nell’Ue anche altriPaesi come Francia e Portogallosono favorevoli all’obbligo di uso delleoliere antirabbocco e solo RegnoUnito e Danimarca si oppongono de-cisamente a tale norma e tale oppo-sizione indusse la Commissione abloccare la legge “Mongiello” fino anovembre 2013 facendo intravedereuna possibile disciplina comunitariache non è poi arrivata.

n. 29/2012 della Commissione, del13 gennaio 2012, deve essere stam-pata ai sensi dei commi 2 e 3 delpresente articolo e con diversa e piùevidente rilevanza cromatica rispettoallo sfondo, alle altre indicazioni ealla denominazione di vendita”Viene inserito “o vergini” nell’arti-colo 4 comma 3 la cui formulazionecompleta dunque diventa: “È ingan-nevole attribuire valutazioni organo-lettiche agli oli di oliva diversi daglioli extravergini o vergini” e comun-que indicare attributi positivi nonprevisti dall’allegato XII in materia divalutazione organolettica dell’olio dioliva vergine, di cui al regolamento(CEE) n. 2568/91 della Commis-sione, dell’11 luglio 1991, e succes-sive modificazioni.Viene quindi inserito l’obbligo deltappo anti rabbocco (o anti riempi-mento), sostituendo il comma 2 del-l’articolo 7 con il seguente: “Gli oli dioliva vergini proposti in confezioninei pubblici esercizi, fatti salvi gli usidi cucina e di preparazione dei pasti,devono essere presentati in conteni-tori etichettati conformemente allanormativa vigente, forniti di idoneodispositivo di chiusura in modo che ilcontenuto non possa essere modifi-cato senza che la confezione siaaperta o alterata e provvisti di un si-stema di protezione che non ne per-metta il riutilizzo dopo l’esaurimentodel contenuto originale indicato nel-l’etichetta”.Viene introdotta, con la modifica delcomma 3 dell’articolo 7,“l’applica-zione al titolare del pubblico eserci-zio di una sanzione amministrativada � 1.000 a � 8.000 e la confisca delprodotto ”in caso la bottiglia siasprovvista di tappo antirabbocco.In effetti dopo il 23 novembre 2013,e cioè al termine del periodo di so-spensione imposto dalla Commis-sione, la Legge “Mongiello” sarebbestata pienamente applicabile madava adito ad interpretazioni che nelimitavano l’applicazione stessa spe-cie per quanto riguarda la norma re-lativa al divieto di rabbocco delleoliere. La legge comunitaria 2013bis ha invece riformulato esatta-

La legge comunitaria 2013 bis èstata definitivamente approvata

dal Parlamento e con la sua pro-mulgazione arrivano le nuovenorme in materia di commercializ-zazione dell’olio di oliva vergine edextravergine. In effetti si tratta di alcune modifichealla c.d. Legge “Salva olio” ancormeglio conosciuta come Legge“Mongiello” dal nome del parla-mentare che l’aveva proposta e so-stenuta. La legge era stata oggetto diun avvio di procedura di infrazioneda parte della Commissione Euro-pea che, in vista di una revisionedella normativa comunitaria riguar-dante la commercializzazione del-l’olio extravergine, aveva chiesto uf-ficialmente all’Italia di non far entrarein vigore le nuove norme fino al 23novembre 2013. Tra le norme so-spese vi era quella che vietava il rab-bocco delle oliere e le relative san-zioni per i gestori di ristoranti chenon si fossero adeguati.Visto che entro il termine di sospen-sione imposto dalla Commissionenon si è proceduto da parte dellastessa Commissione a formulare unanuova proposta di regolamento, l’Ita-lia ha ritenuto di riattivare le disposi-zioni contenute nella Legge “Mon-giello” introducendole nella leg-ge comunitaria 2013 bis appenaapprovata dai due rami del Parla-mento. Il ripristino delle disposizioni sonocontenute nell’articolo 19 della leggecomunitaria 2013 bis titolato “Di-sposizioni in materia di qualità e tra-sparenza della filiera degli oli di olivavergini” che vanno a modificare lalegge 9/2013 alla quale sono stateapportate alcune significative modi-fiche.Viene modificato l’articolo 1, comma4, che riguardava l’indicazione del-l’origine in etichetta. La nuova for-mulazione è la seguente: “L’indica-zione dell’origine delle miscele di olidi oliva originari di più di uno Statomembro dell’Unione europea o diun Paese terzo, conforme all’arti-colo 4, paragrafo 2, lettera b), delregolamento (UE) di esecuzione

Torna valido l’obbligo di utilizzodelle oliere antirabbocco

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Le Federazioni Coldiretti del Laziohanno concluso gli eventi programmatinel 2014 per celebrare il 60° anniversariodella nascita dell’EPACA,il patronato della Coldiretti

Con il significativo titolo “EPA-CA: La storia”, l’11 ottobre si è

concluso presso la Camera diCommercio di Frosinone il ciclo diincontri fortemente sostenuti dal-la Direzione Generale dell’EPACA-COLDIRETTI nazionale e svolti-si in tutte le province del Lazio,per celebrare il 60° anno di attivi-tà di quello che oggi può essereconsiderato il primo patronato alivello nazionale per quel cheriguarda la vicinanza ai bisognisociali dei cittadini sul territorio diresidenza.

Il Lazio, nel rappresentare la vitali-tà e l’attualità di un patronato cheha accompagnato con i propri ser-vizi, tutti rigorosamente gratuiti,l’evoluzione dei bisogni delle per-sone, ha voluto imprimere un per-corso, in qualche modo inverso, aquello che tradizionalmente ci sisarebbe potuto aspettare. L’ultimoincontro della serie, denominato“La storia”, ha voluto sancire l’ine-luttabilità di un percorso di suc-cessi fino a quelli attuali descritti

negli eventi provinciali, dove alcontrario è emersa tutta la moder-nità e l’adeguatezza delle struttureper affrontare le sfide imposte oltreche dalla tecnologia, anche dalleinnumerevoli sollecitazioni interve-nute nel sociale.

EPACA: LA STORIA

Quindi a Frosinone, con l’ausilio diampia documentazione storica, è

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stato rievocato il posizionamentodella “prima pietra” del PatronatoEPACA nel marzo del 1957, volu-to da Paolo Bonomi per accom-pagnare ed attuare le conquistesociali della “Bonomiana” conse-guite sul piano sindacale e politi-co: la prima pensione ai coltivatoridiretti, gli interventi sul piano del-la sicurezza in materia infortunisti-ca, le Casse Mutue Malattia; tutteconquiste attuate nel solco trac-ciato dalla dottrina sociale dellaChiesa cui è ispirato lo Statuto diColdiretti.È stato un momento di forte com-mozione quando il direttore regio-nale della Coldiretti Aldo Mattiaha voluto assegnare targhe, anchealla memoria, a chi nel tempo hacontribuito alla nascita ed all’orga-

nizzazione di una macchina com-plessa, competente e per alcuniversi affascinante come EPACA.

del Lazio sfruttando la splendidacornice del Mercato di CampagnaAmica del Circo Massimo a Roma.In quell’occasione era stato fattoil “Focus” principalmente sulleeccellenze del sistema organiz-zativo e consulenziale di Epacache da patronato dei ColtivatoriDiretti si è trasformato in “Perso-nal Trainer” previdenziale di tutti icittadini con una crescita, negliultimi dieci anni del 70% dellepratiche trattate negli uffici EPA-CA dislocati sul territorio laziale.Ciò grazie alla lungimiranza concui Coldiretti ha stretto l’alleanzacon tutta la società civile, acominciare dal “Patto con il Con-sumatore”.Le testimonianze dirette di dirigen-ti dell’industria, impiegati pubblicie privati, insegnanti, artigiani e

La presenza e le testimonianze delprimo direttore generale FrancoRoasio assieme all’attuale direttoregenerale Fiorito Leo, con dirigenti,funzionari ed impiegati storici delpatronato hanno esaltato un even-to già di per sé unico.

EPACA: DA PATRONATODEI COLTIVATORI DIRETTIA “PERSONAL TRAINER”PREVIDENZIALE PER I CITTADINI

A dare il via alle celebrazioni erastata a marzo l’EPACA regionale

commercianti oltre che di impren-ditori agricoli che hanno fruito deiservizi EPACA, hanno dato atto congrande soddisfazione delle capaci-tà professionali esistenti nel circui-to degli uffici territoriali del Lazio adogni livello.L’occasione è stata proficua perpresentare un progetto all’avan-guardia nel sociale nato dalla col-laborazione strutturata tra Epaca el’ufficio tecnico di Coldiretti Romaper la realizzazione della FattoriaTerapeutica di Colle Cesarano fina-lizzata all’applicazione della Tera-pia Orticolturale ai malati psichici.

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EPACA: LE SPECIFICITÀPREVIDENZIALI DEI CITTADINIDEI TERRITORI COSTIERI

A livello provinciale, ad aprire le ini-ziative è stata l’Epaca di Latina chea fine mese di aprile, nell’ambitodello Yacht Med Festival tenutosi aGaeta, ha organizzato l’evento conun incontro, nella suggestiva salainterna ad una imbarcazione trial-beri stile antico Galeone.In quell’occasione sono stati pre-sentati i nuovi servizi erogati daEpaca per i lavoratori del mare edei pescatori in genere, rappre-sentando le capacità del sistemaservizi della Coldiretti in genere diessere al passo con i tempi e conle esigenze dei cittadini legati alleloro attività tipiche nel territorio incui vivono.

EPACA: LE EMERGENZEINFORTUNISTICHE E NON SOLO

A fine maggio l’ Epaca di Rieti, nel-l’ambito dell’iniziativa della CroceRossa Italiana Bassa Sabina “DagliAmbulatori alle Piazze”, ha portatosulla piazza di Passo Corese i pro-pri “personal trainer” previdenzialiper un confronto diretto con lestrutture tecniche e mediche dipronto soccorso nell’ambito dellevarie sessioni riguardanti interven-

pagnamento, attraverso i servizi,oltre che alla guarigione all’otteni-mento dei benefici socio-assisten-ziali collegati all’evento.

EPACA: I BISOGNI PREVIDEZIALIE ASSISTENZIALI DEL TERRITORIOIN CRISI INDUSTRIALE

L’inaugurazione di un nuovo uffi-cio zona dell’Epaca a Civita Castel-lana, area agricola ma storicamen-

ti su apparato cardiovascolare erespiratorio in cui si è articolata lagiornata. Naturalmente lo scopo èstato quello di sensibilizzare sia ilpersonale medico che la cittadi-nanza sull’importanza dell’accom-

te polo della industria della cera-mica, investito recentemente dauna forte crisi, è stata l’occasione,a metà luglio, per celebrare il 60°in Provincia di Viterbo dove all’illu-strazione dei nuovi servizi offertidal patronato Epaca, è seguita, inuna sala gremita, una serie diinterventi e testimonianze sul valo-re dei servizi alla persona, vero“collante”all’interno dell’organiz-zazione Coldiretti, in grado di“affezionare” la persona agli idea-li condivisi.Sono stati dati riconoscimenti a diri-genti sia di Coldiretti che di Epacache su Viterbo sono diventati sim-boli distintivi dell’alta Tuscia.

EPACA: I RAPPORTICON LE ISTITUZIONI

A fine settembre, l’EPACA di Romae Rieti, con il forte sostegno delleFederazioni provinciali, hannoorganizzato l’iniziativa “I sessan-

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t’anni dell’Epaca. In navigazioneverso il domani” a bordo di un bat-tello sul lago di Bracciano.Mentre si solcava il lago, toccandoi pittoreschi paesi che insistonolungo le sue sponde, una nutritapresenza di autorità locali, fun-zionari INPS ed INAIL hanno par-tecipato con attenzione alla illu-strazione delle opportunità ecompetenze offerte da un patro-nato come Epaca, vicino alle per-sone ed in grado di colloquiareattraverso tutte le tecnologie pos-sibili con tutti i partners istituzio-nali e non.Particolarmente seguito, perchédenso di passione, è stato l’inter-vento del Presidente dell’EPACAGianalberto Luzi che ha sostenutocon forza l’insostituibile missiondel Patronato, specie in tempo dicrisi.La dr.ssa Sabrina Di Santo espertanutrizionista ha spiegato quanti equali danni alla salute possonoprovocare comportamenti alimen-tari che si sono allontanati semprepiù dai canoni della freschezza,genuinità e territorialità dei prodot-ti di cui ci alimentiamo.Insomma il 2014 è stato un annoparticolare per EPACA e le strut-ture del Lazio, grazie alla grandesensibilità e disponibilità dimo-strata dalle Federazioni Coldiretti

torio, innovazione, competenze,passione senza dimenticare la tra-dizione.

territoriali, hanno messo in cam-po tutte le opportunità per abbi-nare il marchio EPACA con terri-

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Le considerazioni che seguonosono frutto esclusivo del pensierodell’Autore e non impegnano inalcun modo l’Amministrazione diappartenenza.

Vorrei assumere un operaio atempo determinato full timeche ha già un contratto di lavorootd full time con un altro datore.È possibile fare l’assunzione dellostesso?No, perché non può sussistereuna duplicazione relativa aiversamenti contributivi eprevidenziali a favoredello stesso lavoratore da partedi più datori di lavoro, infattil’esistenza di un contrattofull time, seppure a tempodeterminato non puòessere diviso tra dueaziende,indipendentementedall’eventuale accordoche possa sussistere tradatori di lavoro. Infatti i datori di lavoroche hanno alle lorodipendenze lavoratorisubordinati sono soggettiall’obbligo assicurativo IVS perintero. Il datore di lavoro peraltroè responsabile del pagamento delcontributo anche per la parte acarico del lavoratore che recuperaapplicando una trattenuta sullaretribuzione corrisposta aldipendente.La soluzione al quesito propostopotrebbe essere l’instaurazione diun rapporto di lavoro part-timeverticale, fermo restandoil tempo determinato, da parte diciascun datore dove le esigenzedell’uno e dell’altro datoreverrebbero soddisfatte con lasottoscrizione da parte dellavoratore di ciascuno dei duecontratti.

Vorrei poter vendere i mieiprodotti in un mercatino rionale.Posso utilizzare i dipendentiagricoli che ho già assunto perfare la vendita al dettaglio? Si. Se la vendita viene effettuatanell’interesse o per conto deldatore di lavoro agricolo da partedei suoi dipendenti regolarmenteinseriti nell’organico aziendale.Infatti sono consideratiagricoli sia quei lavoratoriimpiegati alle dipendenzedell’impresa agricola,anche se esercitata in forma

consortile e cooperativache quelli occupati addiritturain attività di raccolta di prodottiagricoli alle dipendenze diimprese non agricole. Nel dettaglio sono agricoli equindi dipendenti dal medesimodatore di lavoro gli addetti allacura delle piante, all’irrigazione,alla sorveglianza e spurgo dellerogge, alla preparazione,conservazione e trasporto diprodotti agricoli, forestali,armentizi, sempre che talilavorazioni siano eseguite sulfondo dell’azienda agricola o

nell’interesse o per conto diaziende agricole o forestali:insomma tutti i lavoratori chesvolgono attività alle dipendenzedell’imprenditore agricoloai sensi del novellato art. 2135del Codice Civile.

Se un anno supero il fabbisognoriportato nella denunciaaziendale, per sovrabbondanza diraccolto o perche i seminativihanno avuto più bisogno di cure,cosa devo fare?Il datore di lavoro agricoloentro 30 giorni dall’iniziodell’attività è tenutoa presentare, per via telematica,alla sede INPS competenteper territorio, la denunciaaziendale attestante lacomposizione agro-economica dell’aziendastessa. Questa denuncia èindispensabile anche aottenere il rilascio delregistro di impresa (oralibro unico del lavoro)

necessario per potereeffettuare le assunzioni

di mano d’opera. Le modificazioni aventisignificativa rilevanza nelfabbisogno lavorativo dell’aziendadevono essere comunicate entro30 giorni dall’intervenutamodificazione stessa.L’omessa presentazioneo variazione all’INPSdella denuncia aziendaleè punita con una sanzioneamministrativa.

Per qualsiasi informazione oapprofondimento in materiacontattare le FederazioniProvinciali Coldiretti del Lazio(i recapiti sono disponibili sulsito www.lazio.coldiretti.it)

Fare impresa:le domande dei nostri soci

Elio Guarnaccia,Ispettoredel LavoroCoordinatore

L ’ E S P E R T O R I S P O N D Ea cura di Elio Guarnaccia

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La giornata del Ringraziamento

Ogni anno, nella secondadomenica di novembre si

celebra la Giornata nazionale delRingraziamento e poi a seguirefino al 17 gennaio circa,quelle regionali, provinciali,diocesane e locali.È una festa che vieneda lontano ed ha le sue originiin Italia nel lontano 1951,per iniziativa della Coldiretti.Nel 1973, con la pubblicazionedel documento pastoraleLa Chiesa e il mondo ruraleitaliano, la ConferenzaEpiscopale Italiana (CEI) haassunto questa giornata comeoccasione opportuna diriflessione ed evangelizzazionedell’intera chiesa locale.Si legge nel documentosopra citato: «Si curi laGiornata del Ringraziamento inmodo da renderla significativaper l’intera Chiesa particolare,oltre che occasione propiziaper l’evangelizzazione del mondorurale». Così dal 1974, ognianno, i vescovi italianioffrono un messaggio che guidala riflessione e la preghiera,che per quest’anno ha cometitolo: “Benedire i fruttidella terra e nutrire il pianeta”. Nel 2005 la CommissioneEpiscopale per i problemisociali e il lavoro, la giustizia e lapace ha ritenuto opportunoaggiornare il documento del1973 con la nota Frutto dellaterra e del lavoro dell’uomo.Mondo Rurale che cambiae Chiesa in Italia.Dal 2000 lo stesso Ufficio, alivello nazionale, coordina eprogramma questa giornata incollaborazione con tutteassociazioni di ispirazionecristiana che operanonel mondo rurale.Soprattutto in quella nazionale,lodevolmente anche nelle altreper quanto si può, accanto alla

Celebrazione eucaristicadomenicale, momento centraledella festa del Ringraziamento,viene organizzato il giornoprecedente un incontro o unseminario di studio sul temadel messaggio dei vescovie un momento specifico dipreghiera in un santuariodella diocesi ospitante.Ogni anno il Santo Padreall’Angelus offre la suailluminante parola e indica leprospettive di un rinnovatoimpegno di evangelizzazionenel mondo rurale.Così papa Francesco si èespresso all’Angelus del9 novembre: «Oggi, in Italia,si celebra la Giornata delRingraziamento, che quest’annoha per tema “Nutrire il pianeta.Energia per la vita”, conriferimento all’ormai prossimoExpo Milano 2015.Mi unisco ai Vescovinell’auspicare un impegnorinnovato perché a nessunomanchi il cibo quotidiano, cheDio dona per tutti.Sono vicino al mondodell’agricoltura, e incoraggio acoltivare la terra in modosostenibile e solidale».Mentre a livello provincialesono in corso le celebrazionidella Giornata delRingraziamento, quellaregionale, quest’anno ha unappuntamento veramentespeciale al Santuario delDivino Amore domenica18 gennaio 2015, con lapartecipazione di mons.Filippo Iannone, Vicegerentedella diocesi di Roma.Penso che sia una bellaintuizione, che dobbiamo alnostro direttore regionale,dott. Aldo Mattia, che cipremettere di ringraziare perogni dono ricevuto il Signoreinsieme con la sua

e la nostra madre,la beata Vergine Maria.Come le note storiche sopraschizzate, la Giornata delRingraziamento ci fu e tuttora c’èperché Coldiretti l’ha voluta e lavuole, esprime ancor oggi la suaidentità e ci permette dicollegarci al passato perconservarne il patrimonio disaggezza e di esperienza. Oggiassistiamo a tante organizzazioniche si inventano daccapo ognigiorno, così dopo un po’ ditempo non sanno più chi sono:questo non capita alla Coldirettiche sa chi è e per questo èstrumento efficace per il benedei coltivatori e le loro imprese eper il bene del nostro paese. Miverrebbe da dire che dobbiamoesserne orgogliosi, ma non lodico, perché lo sapete, per noipreti l’orgoglio non è una virtùma è ancora un vizio, anzi ilprimo dei sette vizi. Sapeteancora o sapete gli altri sei?Comunque, come dire,la Festa del Ringraziamentoè un nostro fiore all’occhiello,oltre ad offrirci l’occasione di unpiacere, che sta diventandosempre più raro, quello di diregrazie a Dio prima di tutti e ditutto, ai nostri familiari e ai nostricollaboratori. Riscoprire che nonsiamo tutto e ammettere chedobbiamo noi stessi a Dio e aglialtri, fa bene alla vita, spirituale etemporale.Un augurio di buone Feste delRingraziamento ovunque sicelebrano. Ad alcune potròpartecipare e lo faccio sempremolto volentieri e concommozione, ma sappiate chealmeno spiritualmente sonopresente a tutte e volentieripartecipo a tutte, basta che melo facciate sapere, specialmentequelle che, per motivi vari, nonhanno o non possono avere ilconsigliere ecclesiastico.

d. Paolo Carlotti,Consigliereecclesiasticoregionale

R I F L E S S I O N Idi Paolo Carlotti

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ROMA: VELLETRIE L’IMPIANTOA BIOGAS,COME DEVASTAREUN TERRITORIO

Continua forte nella città diVelletri la pressione per

renderla centro di stoccaggio,lavorazione e smaltimento di rifiuti.Oltre alle vicende della discarica diCinque Archi si aggiunge ora laquestione Biogas di Lazzaria. “Oggi – afferma Gabriel Battistelli,direttore della Coldiretti di Roma –in quest’area si propone un altroscempio ai danni di quelleaziende agricole che hannocontribuito con le loro produzionidi qualità a far conoscere il nomedi Velletri anche al di fuori deiconfini regionali e nazionali. Conimpianti di questo genere non siporta benessere per la collettività,compito primario delle pubblicheamministrazioni, ma ricchezza especulazione per pochi a danno ditanti. Non esistono rassicurazionidi non inquinamento che tenganodi fronte alla distruzioneeconomica di tante imprese edell’economia cittadina. Con qualeimmagine Velletri si propone suimercati nazionali ed esteri? Nonstiamo – continua Battistelli –facendo una battaglia solo controqualcuno ma una guerra perqualcosa di importante, per darealle imprese la possibilità dicontinuare a fare impresa, perdare la possibilità agli agricoltori dicontinuare a mettere sul mercatoprodotti di qualità, per dare allacittà la possibilità di vivere dieconomia reale, per garantire ilbene comune e soprattutto per

garantire un diritto che è il dirittoalla salute”. Rincara la dose il presidente diColdiretti Roma e Lazio DavidGranieri: “Mai la Coldiretti sinasconde dietro un dito quandoviene messo a rischio il futurodelle imprese e del territorio dovele imprese operano. Ci siamosempre attivati contro tutte quelleforme di speculazione, diconsumo di territorio agricolo o didevastazione che mettono arischio la possibilità delle impreseagricole di svolgere la loro attività.Ci siamo attivati presso gli organicompetenti con una fortepressione sindacale affinchéquesto impianto di trattamentodei rifiuti non si faccia. I veriagricoltori, consumatori, utentielettrici, residenti nei pressi dellecentrali pagano sempre un prezzotroppo alto per favorire ciò chespesso si rivela il bioinganno delbiogas che nasconde solo unfenomeno speculativo.

La Coldiretti ha sempremanifestato apertamente il suodissenso ad una politicaagroenergetica che danneggiaprofondamente i veri agricoltori.Con la nostra azione – concludeGranieri – mettiamo in strettaconnessione i problemi dell’usodella terra, della produzione e delconsumo del cibo con la tutelaambientale e della salute, a difesadi tutti i cittadini, di chi vieneminacciato nella propria serenità,sicurezza, nella propria proprietà(i valori immobiliari in prossimitàdelle centrali crollano perché il“mercato” tante volte invocato,alle balle non crede, non credeall’assenza di puzza e di disagi),ma soprattutto degli agricoltori, ditutte quelle imprese cheproducono qualità e che sivedrebbero caricare di costisupplementari mentre l’immaginedel loro territorio e dei loroprodotti viene irrimediabilmentecompromessa”.

ROMA: COLDIRETTI ECONDIFESA LAZIO INAZIONE PER LEIMPRESE

All’interno del calendario delleattività previste dal progetto

“Infopac 2014: gestire i rischi persviluppare l’impresa” il Consiglioprovinciale della Coldiretti diRoma ha incontrato il PresidenteCarlo Giorgi ed il Direttore delCondifesa Regionale del LazioLuca Bacchi per pianificare leazioni di informazione a beneficiodegli imprenditori agricoli. “Questo percorso di

comunicazione – afferma DavidGranieri, presidente dellaColdiretti di Roma – si rendeancora più necessario sepensiamo ai cambiamenticlimatici e alle avversitàatmosferiche che si sonosuccedute nel corso degli ultimianni e che anche in questi ultimimesi in maniera diffusa hannogenerato gravi danni alleproduzioni agricole e alle strutturesu tutto il territorio nazionale.Questo impone agli agricoltori diadottare un atteggiamentoorientato a pianificare al megliointerventi di prevenzione egestione dei rischi a tutela delproprio reddito d’impresa”.

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NOTIZIE DALLE PROVINCE

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RIETI: INAUGURATALA NUOVA SEDEPROVINCIALE DICOLDIRETTI

Coldiretti cambia casa e sitrasferisce nella torre A del

centro commerciale Perseo, alterzo piano in via Fundania 1. Lanuova sede è stata inaugurata,venerdì 5 dicembre, alla presenzadel Segretario Generale dott.Vincenzo Gesmundo, dei verticiprovinciali e regionalidell’Organizzazione e di tutte lecariche istituzionali, civili, militarie religiose della provincia. Dopo iltaglio del nastro da parte delSindaco Simone Petrangeli e delPresidente provinciale EnzoNesta, il vescovo di Rieti Mons.Lucarelli ha impartito labenedizione ai locali cheospiteranno la FederazioneProvinciale. “Il nuovo Ufficio Provinciale –afferma il direttore della Coldirettidi Rieti Gabriel Battistelli –svolgerà un ruolo di supporto,informazione e di formazione pergli operatori agricoli e diventeràun punto di riferimento eorientamento per le imprese. Lanuova struttura permetterà diampliare ulteriormente la gammadei nostri servizi che si rivolgonosia alle imprese agricole che allacittadinanza”. Oltre alla specificitàdelle consulenze tecniche e fiscalirivolti alle imprese del settoreprimario, infatti, Coldiretti mette adisposizione dell’intera

le opportunità che vi saranno conla nuova PAC anche e ancor dipiù per gli olivicoltori sia con ipagamenti accoppiati che con ilgreening. “La situazione ingenerale in tutta Europa non èpositiva per quanto riguarda laproduzione di olio – affermaBattistelli – ma quello cheoccorre di più in questomomento è un piano olivicolonazionale che sappia dare unavisione strategica del sistemaPaese sul futuro di questosettore. L‘eccezionale attacco dimosca olearia che ha colpito inmaniera significativa numerosearee vocate dell’olivicolturaitaliana, dopo l’eccezionaleondata di maltempo, mette inevidenza anche la necessità diimplementare un sistema dimonitoraggio e prevenzione chelimiti in futuro i danni sullaproduzione. Occorrerà – haconcluso Battistelli – anche saperattingere ai nuovi fondi messi adisposizione con il PSR”. E del nuovo Piano di SviluppoRurale ha parlato Amadio Lanciadell’Area Decentrata Agricolturadi Rieti illustrando le linee guidadel piano che dovrebbe essereapprovato dalla ComunitàEuropea entro il 22 gennaioevidenziando le opportunità per igiovani che vorranno insediarsi inazienda rimarcando anch’egli ilvantaggio dell’aggregazione e leoccasioni per le organizzazioni diproduttori.

cittadinanza le propriecompetenze in materia fiscale eprevidenziale grazie allo sportelloCaf e a quello del PatronatoEpaca. “L’apertura di un ufficiofunzionale e moderno – continuaBattistelli – rappresentaun’assunzione di responsabilitàed un impegno per tutta lastruttura in termini di efficienzaed efficacia. È un’altratestimonianza che Coldirettiintende offrire ad un territoriofortemente vocato all’agricoltura”.

RIETI: COLDIRETTI ACONFIGNI PERPARLARE DI OLIO

Affollato incontro a Configni, loscorso 8 dicembre, presso il

frantoio Leonardi per discutere diolio e delle prospettive del settore.Dopo i saluti del sindaco Angeliciche ha rimarcato la vocazioneterritoriale per la coltura e lacultura dell’olivo è stata la voltadel dott. De Angelis, responsabiledell’azienda sperimentaledell’ARSIAL che ha ripercorso gliandamenti dell’annata agrariaesaminando le cause che nelcorso della stagione hannoportato all’azzeramento delleproduzioni. L’intervento deldirettore della Coldiretti di RietiGabriel Battistelli ha evidenziato

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NOTIZIE DALLE PROVINCE

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VITERBO: ERMANNOMAZZETTI NUOVODIRETTORE

Il presidente Provinciale MauroPacifici ha presentato il neodirettore della struttura nella sededi Viale Francesco Baracca 81.Ermanno Mazzetti, 54 anni, peritoAgrario, sposato, con due figli,una vita professionale di oltre30 anni in Coldiretti Viterbo,a partire dal 1983. Negli anni ha ricoperto vari ruoli,quali il segretario di Zona, ilresponsabile del settoreeconomico, delle Associazioni diprodotto, il responsabile delcredito, dei movimenti Coldiretti,Donne Impresa e GiovaniImpresa, di Terranostra eCampagna Amica e infine quellodi vicedirettore. Dal dicembre2013 ad oggi ha ricopertol’incarico di direttore dellaColdiretti di Oristano. Nell’ intervento diinsediamento, Mazzetti haringraziato il Presidente Pacifici eil consiglio direttivo dellafederazione di Viterbo per lafiducia accordatagli nell’accettarela proposta di nomina dellaConfederazione NazionaleColdiretti, alla presenza anchedel direttore della Coldiretti LazioAldo Mattia.“Ritorno con grande soddisfazionea dirigere questa importantefederazione nel contesto agricolodella regione Lazio, con laconsapevolezza del notevole

impegno che essa richiede ma,questa nuova sfida professionale– ha dichiarato il neo direttore – èun nuovo punto di partenza e nondi arrivo, nel mio cammino inColdiretti, in una Organizzazioneche guarda agli interessi dei soci,attraverso una programmazione epianificazione capace di darerisposte certe”. “Il mio Ufficio – haproseguito Mazzetti – rimarràsempre aperto a quanti hannoistanze da sottoporre; il mioimpegno sarà totale e determinatoper la realizzazione, in un territorioaffascinante e virtuoso comequello della provincia di Viterbo, diquel grande Progetto che laColdiretti ha saputo creare perl’agricoltura e per il Paese”.“In unmomento economico cosìparticolare – ha concluso – lanostra Organizzazione ha l’obbligodi ascoltare le Imprese perché,come dice il nostro PresidenteNazionale Moncalvo, viviamo edesistiamo in funzione del socio enon viceversa”.

Sono stati eletti: Leonangelo DeSantis (presidente onorario);Vannino Cappelloni (presidente);Consiglio Direttivo: Buroni Mario,Calevi Giacomo, Ercolini Pietro,Fava Giulio Cesare, FetoniAntonio, Fiorucci Mirella, GraziottiDavid, Pensalfine Agostino,Rosetto Maria Laura, SciamannaDaniele e Semproni Domenico; ilCollegio dei Revisori dei Conti:Cimichella Giuliano, Tiberi Olindo,Luziatelli Luciano, Rosi Alvaro eCasciano Pietro; Segretario NicolaChiumiento, direttore delPatronato Epaca. Sono state, inoltre, premiate lescuole elementari della città(Ellera, Canevari, Carmine,Merlini e Fantappiè) che avevanopreso parte al Progetto diEducazione alla Campagna Amicadi Coldiretti. Presenti, oltre alpresidente Mauro Pacifici ed ildirettore Andrea Renna, ilsegretario Nazionaledell’Associazione pensionati,Danilo Elia, il presidente dellaprovincia di Viterbo, MarcelloMeroi, il Sindaco della cittàcapoluogo, Leonardo Michelini, iresponsabili della filiale di Viterbodella BCC di Roma che è stata tragli sponsor di questa prima festadei pensionati della Coldiretti. Oltre 200 i pensionati provenientida tutta la provincia che per ungiorno hanno potuto riflettereinsieme anche ai piccoli studenti.Proprio alcuni di loro hannorecitato delle poesie dedicate ainonni prima della Santa Messaofficiata dal Vescovo, S.E. Mons.Lino Fumagalli. La giornata si è conclusa con unacolazione a base di prodotti a Km0, con un menù curato neldettaglio dalle cuoche diPianoscarano insieme a tutta lastruttura Epaca della Coldiretti diViterbo. “Una giornata di festa” –ha detto Mauro Pacificipresidente Coldiretti di Viterbo –utile a dare adeguato spazio emerito ai nonni senza i quali, oggipiù che in passato, tante famigliesarebbero in difficoltà”.

VITERBO: VANNINOCAPPELLONI NUOVOPRESIDENTE DEIPENSIONATI

Durante la prima festaprovinciale dell’Associazione

provinciale pensionati dellaColdiretti di Viterbo, Associazioneche annovera oltre 6500pensionati coltivatori diretti deglioltre 9000 iscritti presso l’INPSdi Viterbo, lo scorso 29 ottobre,si è proceduto al rinnovodei vertici.

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NOTIZIE DALLE PROVINCE

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LATINA: UN CORTEODI TRATTORI PER ILGIORNO DELRINGRAZIAMENTOCOLDIRETTI

“Oggi ringraziamo il Signoreper i frutti della terra, ma

siamo qui anche per celebrare eringraziare chi lavora la terraperché quei frutti arrivino a tuttinoi. Ed oggi più che mai tutti noisiamo chiamati a riflettere sulparadosso delle immensequantità di alimenti chesprechiamo mentre altrove, nelmondo, tanti ancora muoiono difame”. È uno dei passaggidell’omelia del vescovo di Latina,Mariano Crociata, in occasionedella Giornata del Ringraziamentoorganizzata dalla Coldiretti,celebrata domenica 23novembre. Ad aprire lamanifestazione è stato il

suggestivo corteo di 60 trattoriche hanno attraversato Corsodella Repubblica e Piazza delPopolo per poi stazionare davantialla cattedrale di San Marco, cheha ospitato la funzione religiosa. Presenti il sindaco Giovanni DiGiorgi, il senatore ClaudioMoscardelli, il consigliereregionale Enrico Forte, il deputatoFederico Fauttilli e i dirigentiprovinciali di associazioni dicategoria e sindacati. “È stata –ha commentato il presidenteColdiretti Carlo Crocetti – unaemozione fortissima vedere sfilarei trattori nel cuore della città. Horipensato a quante volte inpassato abbiamo sfilato, lungoquelle strade, per protestare e alfatto che invece, questa volta,siamo scesi in piazza per unagiornata di festa”. “Abbiamovissuto una giornata formidabile.Gli agricoltori – ha detto ildirettore Coldiretti Saverio Viola -sono tornati ad essere

protagonisti della città che, perantonomasia, è nata dal sacrificioe dalla passione di migliaia diagricoltori. È come se ci fossimoriappropriati delle nostre origini,come se avessimo volutorivendicare il nostro legame colterritorio. In questa ottica sonostato lieto di ospitare il sit-in delcomitato civico che si batte,insieme a noi, contro la discaricae la centrale biogas cheminacciano il patrimonio agricolocompreso tra Latina, Aprilia eCisterna. Aspettiamo – haaggiunto Viola – che il nuovopresidente della Provincia ciconvochi per affrontarequest’emergenza. Non èimmaginabile prevederediscariche o centrali biogas inuna zona che vanta una docdel vino, una dop dell’olio,che ospita il 24% dellaproduzione mondiale di kiwi oltrea decine di aziende leader inproduzioni biologiche”.

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TORNA “LA PASTA DELLA BONTÀ”,L’INIZIATIVA BENEFICA DEL FILO D’ORO,ARRIVATA ALLA 3ª EDIZIONE

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Buona perché fatta solo congrano 100% italiano, speciale

perché sostiene l’unicaAssociazione che in Italia dacinquanta anni è al fianco di chinon vede e non sente: torna, per ilterzo anno consecutivo, la “Pastadella Bontà”, l’iniziativa di raccoltafondi promossa dalla Lega del Filod’Oro in collaborazione con laFondazione Campagna Amica diColdiretti.“Per il terzo anno consecutivo egrazie al sostegno di Coldiretti – haspiegato Rossano Bartoli SegretarioGenerale dell’Associazione – tornala Pasta della Bontà, con la qualearriveremo nelle case di migliaia diitaliani per coinvolgerli inun’iniziativa di solidarietà esostegno verso le attività della Legadel Filo d’Oro per l’assistenza e lariabilitazione di bambini, giovani eadulti sordociechi e pluriminoratipsicosensoriali”. Nei mercati Campagna Amicaaderenti all’iniziativa, i clientitroveranno un gazebo della Legadel Filo d’Oro in cui sarà distribuita,a fronte di una donazione, unaconfezione da 1 Kg di pasta digrano duro 100% italiano. E per l’occasione non potevamancare il contributo di RenzoArbore, storico testimonialdell’Associazione: “Dopo 25 anni,la Lega del Filo d’Oro è per mecome una famiglia – ha dichiaratoil grande artista – e poterla aiutaree sostenere nelle proprie attività èun piacere. Invito tutti a fare lostesso: ‘Vieni a scoprire il saporedelle buone azioni’, recita loslogan e con la Pasta della Bontàdelizierete il vostro palato e ilvostro cuore!”.Con un semplice clic, sul sitowww.pastadellabonta.it, è possibile

conoscere il mercato più vicino,dove trovare il kit solidale, epartecipare al concorso “Ricettadella Bontà”: in palio un corso dicucina presso la Boscolo EtoileAcademy di Tuscania. La Lega del Filo d’Oro, fondata nel1964, è oggi punto di riferimentoper l’assistenza, la riabilitazione e ilreinserimento, nella famiglia enella società, delle persone

sordocieche e pluriminoratepsicosensoriali. Con oltre 500dipendenti, 600 volontari, 500 milasostenitori attivi, è presente in Italiacon 5 Centri Residenziali, a Osimo(AN) - Sede nazionale dell’Ente -Lesmo (MB), Modena, Molfetta(BA), Termini Imerese (PA) e 2Sedi Territoriali a Roma e Napoli.Info: www.pastadellabonta.it -Numero verde 800904450.

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Da sabato 6dicembre, dalle 9

alle 14, a viadell’Oceano Pacificon.239 è attivo, concadenza settimanaleil Mercato diCampagna Amica,nei quali è possibileacquistare prodottiagricoli di qualità aKM 0.“Il famoso Made inItaly che tutto ilmondo ci invidia e cirichiede, passa ancheda qui. Da questeiniziative, dai farmer’smarkets (mercatidegli agricoltori), iMercati di CampagnaAmica, appunto, doveil cittadino/consumatore trovaprodotti di eccellenza,espressione dellamigliore agricolturadel Lazio” dice ildirettore di ColdirettiLazio, Aldo Mattia. “IMercati di CampagnaAmica stannoriscuotendo grandesuccesso comedimostrano quelli giàesistenti al CircoMassimo, in ViaTiburtina eall’Auditorium Parcodella Musica. Unrapporto diretto traagricoltori e cittadiniche garantisce laqualità e la sicurezzadell’origine certa deiprodotti venduti”conclude Mattia.“Questa iniziativa volutafortemente da Eur Spa – dichiara il presidente dellasocietà Pierluigi Borghini –rappresenta un ulteriorearricchimento nella valorizzazionedel territorio e nella diffusione diuna nuova filosofia ambientale edeco-sostenibile, che ha

psico-fisico, sia il volanodi un processo di crescitaculturale diffusa”.Per conoscere le date delmercato, aperto tutti i sabati,scoprire i menù a Km 0per ulteriori informazioniconsultare il sitowww.lazio.coldiretti.it oppurewww.eurspa.it.

FARMER’S MARKET ALL’EUR

rappresentato il motore primarioper la nascita del “GiardinoDidattico”. Ci auguriamo che ilMercato di Campagna Amicapossa attrarre in questa areadell’Eur sempre più cittadini, nellaconvinzione che la condivisionedi progetti come questi,improntati alla salvaguardiaambientale e al benessere

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Dal 7 dicembre,ogni prima e

terza domenica, nellapiazza coperta diEx(de)po’, presso ilnuovo edificiopolifunzionale dicorso Duca di Genova22, è aperto ilmercato diCampagna Amicadove vengono vendutiprodotti agricoliitaliani, provenientidai territori regionali,rigorosamente a kmzero, per dare valoreaggiunto agliagricoltori italiani,riequilibrare i rapportidi forza all’internodella filieraagroalimentare econsentire aiconsumatori di fareacquisti sani econsapevoli.Ex(de)po’ è unastruttura realizzatanel luogo che peroltre ottant’anni haospitato le officine deibus pubblici di Ostiae che oggi diventacontenitore apertoall’arte ed al sapere,alle esposizioni,all’intrattenimento, unpunto di scambiosensoriale, epicentrotra Roma, l’Eur ed ilmare. Le sue linee ele sue radici cheaffondano nel tessutosociale offrono unadimensione nuova delvivere, lontano dai ritmi della vitacaotica pur nel cuore di Ostia.Questo spazio verde al centrodella città, con delicatezza erispetto, ricorda il riscatto del

la sua nascita ed il suo sviluppo.Campagna Amica - Ex(de)po’,Piazza delle Sculture, corso Duca di Genova 22, Roma –Ore 9,00/14,00

ANCHE A OSTIALA CAMPAGNA È AMICA

riuso in senso ecocompatibile esostenibile e vuole avvolgereil processo culturale,favorirne la liberae imprevedibile incubazione,

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Il mercato può essereun’“aula” per farescuola fuori dallascuola: per cono-scere il territorio, iluoghi della pro-duzione e delladistribuzione, la fi-liera degli alimenti,come scegliere pro-

dotti sani e tipici, cherispettano la stagionalità.

Un modo, insomma, perpensare a ciò che si compra e chesi mangia, fin da piccoli.Per questo Coldiretti, oltre ai pro-getti “Campagna Amica” e “Fatto-rie didattiche”, ha creato per lascuola i percorsi di “Didattica attivain agricoltura” .“Campagna Amica” è il progettonazionale che vuole avvicinare ilcittadino alla campagna e alle sueproblematiche, con la nascita dicentinaia di mercati “a km 0”, neiquali i contadini vendono diretta-mente ai consumatori.Quest’anno, con alcune classi dellescuole primarie ” Maria Ausilia-trice”, “ Casaletto” e “Fiume Giallo”sono stati realizzati incontri e labo-ratori in aula e visite guidate al Mer-cato Tiburtino. Un esperto di Coldi-retti Lazio ha incontrato i ragazzi perparlare di alimentazione e gusto, diagricoltura e di stili di vita che pre-vedano attività fisica e movimento,contro sovrappeso e obesità.Questi incontri sono stati inseriti inuna serie di iniziative più ampie a li-vello cittadino (visite in fattoria, se-minari, convegni…), gratuiti per leclassi partecipanti e conclusi nelmese di dicembre 2014. Ai do-centi sono stati forniti strumenti diapprofondimento e schede didatti-che, per ampliare, in classe, le te-matiche di studio affrontate nellevisite al Mercato Tiburtino.

Una scuola attiva e aperta al territorioNella società industriale e post-in-dustriale, i nostri sensi si affievoli-scono sempre più, i ragazzi man-

giano un cibo che è da loro distante,per i numerosi passaggi che compie“dal campo alla tavola”, o perchétrovato pronto al supermercato o alristorante, o perché mangiato dasoli o davanti alla tv.È qui che l’esperienza della “Fatto-ria didattica al mercato” diventauna palestra per esercitare i sensi:qui i ragazzi sentono, vedono, an-nusano, gustano e manipolano, re-lazionandosi con le regole del faree del fare al momento giusto, deldivenire, del crescere e del trasfor-marsi al passar delle stagioni.Per stimolare l’attenzione e la par-tecipazione dei ragazzi, si usa unapedagogia attiva, vengono solleci-tate forme di apprendimento e dicittadinanza attiva. È la metodolo-gia dell’“imparare facendo”, chearmonizza il sapere, il saper fare, ilsaper essere. Così i bambini sonoaiutati a sviluppare il proprio spiritocritico di consumatori, a capire chel’uomo è parte integrante dell’am-biente e che è necessario uno svi-luppo sostenibile.Si tratta di un apprendimento di sa-peri “caldi”, che si centrano sullacuriosità, la motivazione, la scopertaindividuale di ciascun ragazzo.

I contenuti e gli obiettiviNell’incontro preliminare in classe,si è parlato, di come gli alimentivengono prodotti e trasformati perarrivare sulla nostra tavola, dell’im-portanza del lavoro degli agricoltorie dei mercati “a km zero”, di gusto,agricoltura e biodiversità. Poi, è statorealizzato un laboratorio sui 5 coloridella frutta e della verdura, che con-tengono sostanze protettive per il si-stemi immunitario, la memoria, lapelle, e per prevenire tumori e ma-lattie cardiovascolari: i phytochemi-cals. E, al Mercato Tiburtino, si èfatto scoprire ai ragazzi come rica-vare da frutta e ortaggi succhi e co-lori per dipingere ad acquerello sucarta o tessuto. Durante la visita frai banchi, i ragazzi hanno incontratoe fatto domande agli agricoltori, cre-

ando le basi di quell’apprendimentointergenerazionale raccomandatoanche a livello europeo.

Le “Fattorie didattiche”Da anni Coldiretti segue la filosofiadell’attività multifunzionale delleimprese agricole e, dunque, haideato il progetto delle “Fattorie Di-dattiche”: aziende agricole in cuil’imprenditore sceglie di accoglierei bambini e di farli partecipare allavita che quotidianamente vi sisvolge per produrre gli alimenti. Inuna regione come il Lazio, in cuil’agricoltura rappresenta un’attivitàmolto importante per l’economia, lefattorie sono ormai diventate meteprivilegiate delle scuole. AncheRoma, del resto, è il più grandecomune agricolo d’Europa.Il bambino in fattoria – primo anellodella filiera agroalimentare – diventaprotagonista attraverso laboratori edesperienze dirette delle fasi produt-tive che vi si svolgono: impastare ecuocere il pane, assistere alla tra-sformazione del latte in formaggio,vedere gli animali che popolano lecampagne, gustare i sapori forti egenuini dei cibi prodotti…

Il mercatoPer la prima volta, Coldiretti ha por-tato la “fattoria didattica” all’internodel ”mercato”: il luogo dove arri-vano gli alimenti coltivati o allevatiin fattoria. Il mercato, luogo mille-nario di tradizioni, storia e cultura,fa capire ai ragazzi i rapporti tra si-stemi produttivi, consumi alimen-tari e tutela dell’ambiente. È unluogo ricco di complessità, di reti,di nodi e percorsi che ne fanno uncentro “naturale” di educazione ali-mentare e ambientale. Per questeragioni, Coldiretti ha scelto di faredel Mercato Tiburtino una risorsa eun motore per l’apprendimento deiragazzi, sia per lo sviluppo dei co-siddetti saperi trasversali, sia per lavalorizzazione dei saperi pratici.Per riannodare la cultura, le tradi-zioni, l’identità del territorio.

A SCUOLA DI… MERCATO

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