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Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria delle Grazie - Anno XIV - N. 1 - Marzo 2009 Distribuzione in omaggio ai Soci Esce quando può All’interno: Dipendenze patologiche: undici utenti in reinserimento lavorativo Feste e premiazioni di fine anno La prevenzione primaria delle malattie cardio-vascolari L’osteoporosi: la ladra silenziosa Centri di infertilità: orizzonti di ricerca

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Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria delle Grazie - Anno XIV - N. 1 - Marzo 2009Distribuzione in omaggio ai Soci Esce quando può

All’interno:Dipendenze patologiche: undici utenti in reinserimento lavorativoFeste e premiazioni di fine annoLa prevenzione primaria delle malattie cardio-vascolariL’osteoporosi: la ladra silenziosaCentri di infertilità: orizzonti di ricerca

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Organo di informazione pubblicatodal CRAL S. Maria delle Grazie.Viene distribuito in omaggio ai Soci.

Registrato il 20.01.96 presso ilTribunale di Napoli con il n. 4716.

Esce quando può

Presidente del CRALSanta Maria delle GrazieAnna De Novellis

Direttore ResponsabileAlfredo Falcone

Comitato di RedazioneTeofilo Arco, Vincenzo Buono,Giuseppe Calabrese, LuigiCarandente, Anna De Novellis,Vincenzo Mellone, Nello Nardi,Adriano Scoppetta, Luigi Stefanelli

Hanno collaborato a questo numero:Domenico Artiaco, AntonioBalzano, Irene Colandrea, Luigi DiFraia, Gabriella Musella, AlessiaRanieri, Francesca Romagnuolo,Antonio Vitolo.

Segretario di Redazione:Adriano Scoppetta

ComposizioneNello Nardi

Redazione: CRAL Santa Mariadelle Grazie La Schiana 80078Pozzuoli (NA) tel. 081.8552215

Le opinioni espresse in articoli firma-ti o siglati impegnano esclusivamentei rispettivi Autori mentre la Direzionenon ne risponde.La collaborazione a“IL CRALLINO” s’intende gratuita.

Impaginazione, grafica e stampa:Graphic & Print s.n.c.Torre del Greco

In copertina: La gita sociale inTrentino: i soci posano, infreddoliti,per una foto ricordo all’ingresso diun pub (foto A. Scoppetta).

Cari amici lettori,riprendiamo con voi il nostro colloquio interrotto alcuni mesi addietro conla mancata pubblicazione del quarto numero de “Il Crallino”. Malgradotutta la nostra buona volontà non ci è stato infatti possibile pubblicare nelcorso dell’anno 2008 i quattro numeri previsti venendo così meno all’im-pegno assunto di rendere trimestrale “Il Crallino”. E’ questa un’ammis-sione dolorosa per chi ormai da tre lustri si adopera per tenere in vita unapubblicazione apprezzata come la nostra e che ben pochi altri CRAL pos-sono vantare ma , al riguardo, non possiamo addossarci colpa alcuna.I lettori lo sanno da anni: “Il Crallino” “esce quando può” come è scrittoin testata, ossia esso esce quando, oltre ai soldi per stamparlo, ci sono gliarticoli per riempirlo e quest’ultima condizione purtroppo non si verificasempre. L’argomento non è nuovo: già in passato abbiamo fatto presente che unorgano di informazione, quotidiano o periodico che sia, non lo fa, e nondeve farlo, da solo il direttore responsabile o il segretario di redazione maesso deve essere il frutto della cooperazione, con i loro articoli, dei corri-spondenti e di collaboratori. Tali articoli devono però pervenire allaRedazione per tempo perché possa essere rispettata la periodicità che,altrimenti, è destinata a saltare. Proprio come avvenuto nel nostro caso incui parecchi “pezzi” sono arrivati solo in questi ultimi giorni del mese difebbraio. Ovviamente questo non vuole essere un appunto per quanti, comedel resto noialtri, impugnano la penna solo per passione spendendo, nelredigere articoli, del tempo prezioso che altrimenti potrebbero impiegare inmaniera forse per loro più proficua: noi pertanto siamo sempre grati a que-sti amici che con la loro collaborazione ci consentono di mantenere in vitala nostra creatura, soltanto li invitiamo ad essere, se possibile, più solleci-ti a ad inviarci i loro lavori. Solo così, infatti, Il Crallino potrà rimanere unperiodico trimestrale. Ed ora a tutti buona lettura!

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ASSICURAZIONE FONDIARIA SAIE’ stata recentemente rinegoziata laConvenzione assicurativa tra ilnostro CRAL e l’Agenzia FondiariaSai di Pozzuoli. Essa prevede, per isoci e proprio nucleo familiare,sconti del 30% circa sulle tariffeattualmente in vigore di RC auto,incendio e furto e altre garanzie(vedi pubblicità in copertina). Glisconti saranno applicati solo per ipagamenti annuali in contanti o tra-mite RID bancario sia per i rinnoviche per le nuove polizze. Il sig. Fabrizio Mancini (tel. cell.339.24.73.770) sarà presente inSegreteria CRAL il martedì e il gio-vedì dalle ore 10 alle ore 11,30 perstipule di contratti e preventivi per iquali bisognerà munirsi di copia del-l’attestato di rischio e del librettoauto. I soci potranno altresì recarsi pressol’Agenzia Generale di Pozzuoli sitain Via Terracciano, palazzo NuovaDomitia (a fianco del Banco diNapoli) tel. 081.526.58.13 –081.526.59.16.

AURORA ASSICURAZIONIIn seguito alla recente convenzionestipulata con Aurora Assicurazioni,i soci potranno godere di condizio-ni e tariffe di particolare favore perla tutela della persona, della fami-glia, dell’auto, della casa e pro-grammi personalizzati di integra-zione pensionistica e piani di rispar-mio.Tante proposte, dedicate esclusiva-mente ai soci e propri familiari, stu-diate sulla base di esigenze partico-lari. Un incaricato, il dott. GiuseppeSimonelli (cell. 338.9499412) è adisposizione dei soci tutti i merco-ledì dalle ore 10 alle 12 presso lasegreteria del CRAL per informa-zioni ed eventuali preventivi.

a cura di AAddrriiaannoo SSccooppppeettttaa

GITA AL MARE IN GRECIAVILLAGGIO ERMIONI

PENSIONE COMPLETA + Nave + BusDal 30 giugno al 9 luglio 2009

Quota di partecipazione: Soci € 550 - non Soci € 560

3° letto (bambini 11anni) soci € 270 non soci € 2804° letto (bambini 11anni) soci € 390 non soci € 400

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La quota comprende:7 giorni di pensione completa -Villaggio a gestione italiana direttamente sul mare –Bus al seguito – Nave Superfast con cabine (4 posti) Bari/Patrasso A/R - Tesseraclub- Escursioni incluse a Epidauro, Nauplia e all’isola di Hydra con partenza in bat-tello dal villaggio.

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IL CRAL S.MARIA DELLE GRAZIE di POZZUOLI

IN COLLABORAZIONE CON

ORGANIZZAIL TORNEO AMATORIALE DI TENNIS 2009

PRESSO ILCOMPLESSO TURISTICO SPORTIVO AVERNO

LE ISCRIZIONI SONO RISERVATEA TUTTI I DIPENDENTI DELLA ASL NAPOLI 2.

Gli interessati sono pregati di comunicare la loro adesione in SegreteriaCRAL presentando un certificato medico per l’idoneità sportiva (rilasciatodal medico curante) entro e non oltre il 31 marzo 2009.

A.B.M. TECNOLOGY s.r.l.VIA NAPOLI - P.CO P. IZZOSAN FELICE A CANCELLO (CE)TEL. FAX 0823/801912 e-mail: [email protected]

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Si è conclusa l’attività dei progettiper il reinserimento lavorativo

ALBA e VERSO L’INTEGRAZIO-NE. I progetti, finanziati dallaRegione Campania nell’ambito delBando ex Legge 309 Lotta alla droga- Piano di Zona terza annualità,hanno promosso, organizzato e rea-lizzato attivamente la formazione edil reinserimento lavorativo di undiciex tossicodipendenti, residenti neicomuni di Giugliano, Marano,Mugnano, Villaricca, Melito,Calvizzano, Qualiano, in carico acomunità terapeutiche o ai serviziper le tossicodipendenze. Gli utenti,risultati idonei con una graduatoriadi accesso, hanno svolto un corso diformazione ed orientamento. Laricerca attiva del lavoro realizzatadagli enti del terzo settore coinvoltinel progetto, tra cui le cooperativeNovella Aurora e Dedalus, ha per-messo il contatto con ditte e realtàproduttive anche fuori ambito socio-sanitario, e quindi la collocazionedegli undici ragazzi, titolari di borselavoro per alcuni mesi.L’inserimento lavorativo è realizzatoe favorito anche tramite azioni ditutoraggio aziendale e personale, eduna presa in carico integrata da parte

del Sert e della Comunità terapeutica“La Scheggia”.Due utenti, a fine percorso comunita-rio e a conclusione del programmaSert, sono stati inseriti in qualità dioperai presso una tipografia del terri-torio e come collaboratori alla reda-zione di un giornale locale (AbbìAbbè); altri otto in qualità di operai,aiuto cuoco, barman, presso com-plessi turistici e ristoratori del terri-torio (Parco degli Uccelli,Complesso Di Francia, Villa delleNinfee), uno presso una agenzia turi-stica napoletana (Pelagus) uno pres-so la Cooperativa Campo degli Osci,che gestisce la pista di atletica delComune di Giugliano. Per ogni inse-rimento è stato svolto un lavoro divalutazione integrata psico- sociale emedico-farmacologia; sono staticreati due gruppi di lavoro e forma-zione (gruppo A e B) il più possibileomogenei rispetto a parametri quali,il livello di evoluzione dello stile divita dell’utente, l’entità della presain carico presso il Sert o la comunità,la distanza dalle abitudini di consu-mo e abuso. La formazione di grup-po realizzata è stata orientata ad atti-vità di socializzazione, motivazioneed orientamento e bilancio delle

risorse individuali; sono inoltre statefornite nozioni di legislazione e mer-cato del lavoro, costruzione di unaimpresa individuale, alfabetizzazio-ne informatica. La didattica è statacomunque sempre commisurata allivello delle risorse presenti nelgruppo; la tipologia e la durata degliinserimenti lavorativi realizzati sonorisultati la migliore mediazione pos-sibile tra le opportunità offerte dalmercato e le attitudini e le condizio-ni degli utenti.Il buon esito della attività progettua-le è stato ottenuto attraverso il fortelivello di integrazione tra ASL,Comuni, Terzo Settore ed Enti ausi-liari. Attraverso un costante e profi-cuo confronto di competenze e risor-se, non privo di criticità, è stato pos-sibile realizzare un circuito “virtuo-so” tra enti, istituzioni, mondo dellavoro, che hanno messo in atto igiusti collegamenti. I ragazzi sonoentrati in un circuito integrato chepartendo dal Sert e passando talvoltaper la comunità li ha collocati nellasocietà come risorse attive. Prosegueper alcuni di essi il processo di rein-serimento lavorativo autonomo. *La dott.ssa Gabriella Musella èReferente Area integrazione socio-sanitaria del DDP.

DDIIPPEENNDDEENNZZEE PPAATTOOLLOOGGIICCHHEE:: UUNNDDIICCII UUTTEENNTTII

IINN RREEIINNSSEERRIIMMEENNTTOO LLAAVVOORRAATTIIVVOOdi GGaabbrriieellllaa MMuusseellllaa**

NEI COMUNI DELL’AMBITO SOCIOSANITARIO NAPOLI 1 E NAPOLI 2

Il complesso alberghiero “Di Francia”.

Il parco degli uccelli.

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LL’’OOSSTTEEOOPPOORROOSSII::LLAA LLAADDRRAA SSIILLEENNZZIIOOSSAA

di FFrraanncceessccaa RRoommaaggnnuuoolloo**

L’Osteoporosi, una patologia che,come una ladra silenziosa, progres-

sivamente ed in modo subdolo riduce lamassa ossea e rende il nostro scheletrofragile e poroso.Quando si parla di osteoporosi, si pensasempre che questo problema riguardiunicamente le persone dopo i cinquan-ta anni! Nulla di più errato: il problemariguarda sempre di più persone di tuttele età! Fratture alle vertebre, all’anca, al femo-re, al polso, queste le principali conse-guenze di una patologia che non balzaagli... onori della cronaca ma che colpi-sce milioni di persone.Normalmente durante tutta la vita siverifica un continuo rimodellamentoosseo, infatti ogni 5 – 6 anni lo schele-tro viene completamente demolito ericostruito. Fino a circa quarant’annil’osso nuovo sostituisce completamen-te l’osso distrutto, ma dopo i quaran-t’anni l’osso nuovo non riesce a sosti-tuire completamente l’osso distrutto, diconseguenza, con il passare degli anni,si va incontro ad una lenta ed inevitabi-le perdita di osso. Nelle donne questomeccanismo è modulato anche dagliormoni sessuali; nei primi anni dopo lamenopausa per la carenza di estrogenila perdita di osso avviene in maniera

molto più rapida esponendo la donna adun precoce rischio di frattura. Per que-sto l’osteoporosi è considerata unamalattia femminile legata al periododella menopausa, ma anche gli uominidevono fare i conti con questa patolo-gia. Oggi si stima che un uomo su cin-que subisca una frattura dopo i cin-quant’anni. Sono a rischio di osteopo-rosi tutti coloro che non hanno raggiun-to un adeguato “picco di massa ossea”intorno ai 30 anni, coloro che possiedo-

no un patrimonio osseo ridotto, inquanto non sono stati attenti a realizza-re un corretto stile di vita (abuso dialcool, fumo, scarsa esposizione alsole, scarsa attività fisica) ed una dietaalimentare sana (scarsa assunzione dicalcio, uso eccessivo di sale e di protei-ne). Ma sono prevalentemente a rischiotutte le donne in menopausa specie se lamenopausa è stata precoce, se il ciclomestruale è comparso tardivamente, ese hanno sofferto di lunghi periodi diamenorrea. Sono inoltre fattori dirischio una storia familiare di osteopo-rosi, una struttura corporea esile, l’as-sunzione cronica in particolare di alcu-ni tipi di farmaci, come (cortisone,antiepilettici, anticoagulanti, ormonitiroidei, diuretici, lassativi, ecc), unalunga immobilizzazione, e malattiecome le endocrinopatie, la celiachia, ilmalassorbimento, le patologie renali, ilmieloma, l’artrite reumatoide, le con-nettiviti sistemiche, i trapianti d’organi,le distrofie muscolari, ecc. Questi dati dimostrano da soli quantosia grande il problema in discussionema il dato interessante e anche confor-tante è che l’osteoporosi, in un grannumero di casi, si può prevenire coninterventi relativamente semplici eTavola rotonda su "Diagnosi e terapia" (da sin.) i dott. ri Antonio Vitale, Antonio Bove, Francesca

Fiorillo, Marcello Ricci (foto F.Amato).

Il Direttore Generale dott. Raffaele Ateniese (a des.) tra Componenti del Comitato PariOpportunità dell’ASL NA 2 e quelli dell'Azienda Tranviaria Metropolitana di Napoli durante ilavori del convegno(foto F.Amato).

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poco costosi di prevenzione primaria darealizzarsi durante tutta la vita e nonsolo dopo i 45 o 50 anni, come comu-nemente si crede. Questi gli argomenti della giornatad’informazione e prevenzione rivolta atutti i dipendenti della ASL NA 2 svol-tasi il 21 gennaio scorso e riassunti nel-l’opuscolo pubblicato e distribuito aipartecipanti del convegno. L’obiettivodella giornata, organizzata dalComitato Pari Opportunità in collabo-razione con il Dipartimento diPrevenzione della ASL NA 2, è statoquello di informare e sensibilizzare allaprevenzione i dipendenti della ASL neiriguardi dell’osteoporosi, in quanto siritiene che primi fra tutti gli operatorisanitari debbano avere chiari i principiper una corretta prevenzione e promo-zione della salute. Inserito nell’ambitodelle azioni realizzate da questaAzienda per promuovere la piena eduniforme applicazione delle vigentinorme in materia di pari opportunità, ilconvegno rappresenta il primo passo diun progetto più ampio sul tema dell’o-steoporosi inserito nelle attività pro-grammate dal Piano triennale di AzioniPositive e che si realizzerà nel corso ditutto l’anno 2009. Tra gli appuntamenti più attesi dellagiornata, gli interventi del DirettoreGenerale ASL NA 2 Raffaele Ateniese,dell’Assessore Provinciale alle PariOpportunità Angela Cortese e dellaConsigliera Provinciale di Parità LuisaFesta che hanno illustrato la visione dichi vuole contribuire/è tenuto a produr-re azioni positive per garantire reali

condizioni di pari opportunità ed a svi-luppare meccanismi di rete tra i varisoggetti interessati. Il programma haprevisto una lezione magistrale diGiovanni Iolascon (DipartimentoScienze Ortopediche TraumatologicheRiabilitative e Plasticoricostruttivedell’Università Federico II) ed unaprima tavola rotonda sulle “Diagnosi eterapia”. La seconda tavola rotonda èstata dedicata alla “Medicina integrati-va”, la terza tavola rotonda poneva ilquesito: “Prevenzione, quando?” Nelcorso della mattinata è stata effettuatauna dimostrazione pratica di ginnasticaorientale per la prevenzione della pato-logia del maestro Jia Jingquan. Elevatoè stato l’interesse in sala per i contribu-ti sulle tecniche di agopuntura e sull’u-

tilizzo dei rimedi fitoterapici comeapproccio alla patologia.Sperimentando una forte capacità diflessibilità sono state messe a confron-to due diverse dialettiche, quella orien-tale/integrativa e quella occidentale.Medicina tradizionale cinese e medici-na occidentale a confronto. Distintechiavi di lettura di uno stesso problema,logiche forse diverse ma non conflittua-li. Un convegno a tante voci quindi, in cuisi è parlato di osteoporosi sotto i varipunti di vista, con pareri magari anchediversi intorno all’argomento. Dal con-fronto dei tanti scenari proviamo a rico-noscere un filo conduttore: la volontàdel Comitato organizzatore di fornirestrumenti utili per affrontare il viverequotidiano e per sviluppare percorsicapaci di produrre risposte adeguate.L’invito a tutti i dipendenti ed alle isti-tuzioni è di adoperarsi per continuareuna proficua collaborazione per lo svi-luppo di ulteriori iniziative in cui ci siritrovi reciproci interlocutori, l’impe-gno del Comitato Pari Opportunità è diavere come progetto sempre apertoquello di essere “in dialogo” con tutti idipendenti dell’Azienda, un dialogomisurato sui valori delle persone, e dicontinuare ad esplorare domande ed aricercare le differenze in un orizzontepropositivo.

*La dott.ssa Francesca Romagnuolo èSegretaria dcel Comitato PariOpportunità dell'ASL Napoli 2.Numerosi i partecipanti alla giornata di informazione e prevenzione dell’Osteoporosi (foto

F. Amato).

La tavola rotonda sulla medicina integrativa: il maestro Jia Jingquan (da des.) tra i dott.ri AntoninoParlato, Antonio Rossi, Rosanna Di Lauro (foto F.Amato).

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Le malattie cardio e cerebrovascolarisono, nel nostro paese, la causa più

importante di mortalità, morbosità edinvalidità, nonostante siano, fra le pato-logie cronico-degenerative, quelle su cuisono disponibili interventi di prevenzio-ne primaria… Non c’è più giustificazio-ne per rimandare: oggi il problema car-diovascolare lo conosciamo.Il carico delle malattie cardiovascolari inItalia è da anni uno dei più importantiproblemi di sanità pubblica. Gli indicato-ri disponibili (mortalità, dimissioni ospe-daliere, pensioni di invalidità, spesa far-maceutica) evidenziano la gravità deidanni umani, sociali ed economici diquella che resta tra le principali cause dimorbilità e morbidità. Nell’anno 2004 lemalattie cardiovascolari rappresentavanola prima causa di morte nella RegioneCampania, con tassi di mortalità standar-dizzata superiore ai valori medi dellealtre regioni italiane. Va sottolineato ancora come le malattiecardiovascolari colpiscano sempre piùspesso al di sotto dei 65 anni di età.Infatti in Italia ogni anno vi sono 60.000casi di infarto miocardico e 65.000 ictuscerebrali che colpiscono soggetti in etàgiovanile. A fronte dei dati sopracitati,l’individuazione di condizioni definitefattori di rischio, statisticamente associa-te alle malattie cardiovascolari, moltedelle quali trattabili attraverso modifica-zioni dello stile di vita e/o attraversoterapia farmacologica, fa sì che sia indi-spensabile un piano preventivo che pos-sibilmente ruoti attorno al calcolo delrischio cardiovascolare globale, definitocome la probabilità di evento cardiova-scolare nei successivi dieci anni. La risposta decisiva per ridurre significa-tivamente i decessi e gli eventi è la pre-venzione, la quale rappresenta anche unaseria risposta di sanità pubblica al caricodi malattia sempre crescente e semprepiù dispendioso per il Sistema SanitarioNazionale ed in particolare Regionale.

Ogni piano di prevenzione trova duelivelli di sviluppo: quello individuale equello di comunità. In entrambi i casi ilprogetto preventivo vede al centro il cit-tadino nel suo contesto comunitario, pro-tagonista attivo della promozione dellasua salute. Egli deve essere spinto adessere parte della prevenzione, il cui suc-cesso non può fare a meno della sua ade-sione convinta ad un programma che nondi rado si traduce per lui nella rinuncia acose che, per altri versi, hanno unavalenza positiva. Senza il suo assenso,ma soprattutto il suo impegno, non è pos-sibile prevenire nè curare le malattie car-diovascolari.La prevenzione di comunità è comples-

sa ed articolata perché richiede l’allean-za tra molti attori, istituzioni, personalesanitario, volontariato e privati, per pro-muovere stili di vita sani in adulti al finedi ridurre i livelli medi dei fattori dirischio e, in definitiva, ottenere molti piùindividui a basso rischio rispetto a quel-lo intermedio ed alto.Per far questo è indispensabile:• informare e sensibilizzare la popolazio-

ne sulle dimensioni epidemiche dellemalattie cardiovascolari e sulla necessitàche tutti adottino stili di vita “salvacuore” (alimentazione sana, attività fisi-ca regolare, controllo del peso corporeo,dismissione dal fumo) e che conoscano ivalori ottimali dei fattori di rischio modi-ficabili;• attivare organiche azioni di comunitàfinalizzate a promuovere lo stile di vitasalva cuore, strutturati sul ruolo attivodell’individuo.La prevenzione primaria individualeriguarda in particolare soggetti ad altorischio ed è di pertinenza medica: peressere efficace richiede una grande siner-gia tra medici di medicina generale, chehanno il compito di valutare e trattare ilrischio cardiovascolare, e gli specialisti,in particolare i cardiologi, che, agendoda consulenti dei MMG, concorrono,grazie anche alle metodiche strumentaliindicate nelle linee guida, a stilare unpiano di prevenzione personalizzato per isoggetti ad alto rischio.Per fare questo è indispensabile:• introdurre nella buona prassi clinica di

LLAA PPRREEVVEENNZZIIOONNEE PPRRIIMMAARRIIAADDEELLLLEE MMAALLAATTTTIIEE CCAARRDDIIOO--VVAASSCCOOLLAARRII

L’IMPEGNO DELL’AMBULATORIO DI CARDIOLOGIAE IPERTENSIONE ARTERIOSA DEL DISTRETTO 54

di DDoommeenniiccoo AArrttiiaaccoo**

L'ambulatorio del Centro Ipertensione e Cardiologia del Dis.54 (da sin.) Il dott. D.Artiaco, ilCoordinatore L.Stefanelli e l'inf.prof.Enrico Russo (foto A.De Luca).

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MMG e di specialisti attività di “coun-selling” motivazionale per favorire cam-biamenti nei comportamenti nocivi per lasalute;• valutare sistematicamente il rischio car-diovascolare globale per ciascun indivi-duo;• individuare così precocemente i sogget-ti ad elevato rischio cardiovascolare,attraverso un sistema integrato basato supercorsi di valutazione e di trattamentocogestiti da MMG e specialisti.Tra i fattori di rischio modificabili, certa-mente l’ipertensione arteriosa (intesacome condizione in cui i valori di pres-sione arteriosa siano superiori a 140 e/o90 mmHg) assume un peso notevole neldeterminismo delle malattie cardiova-scolari, soprattutto per la sua prevalenzasempre maggiore nei paesi industrializ-zati (ne è affetto circa il 20% della popo-lazione adulta). A questo peso concorre,purtroppo, la bassa percentuale dipazienti che raggiungono gli obiettivipressori nonostante una terapia farmaco-logica attuata. In una recente revisione di studi italianisul livello di controllo pressorio nelnostro paese, sia negli ambulatori deimedici di medicina generale che inCentri specialistici dedicati alla iperten-sione (ospedalieri e territoriali), com-prendente circa 52.000 pazienti ipertesi,emerge che mediamente il 27,5% dipazienti ipertesi non viene sottoposto atrattamento farmacologico, che nellapopolazione trattata solo il 22% raggiun-ge obiettivi pressori accettabili(PA<140/90 mmHg), che il 39% presen-ta valori pressori catalogabili in grado 1ed il 32,6% addirittura in grado 2-3.Ragion per cui possiamo dire che il con-

trollo della pressione arteriosa in Italia èben lontano dall’essere raggiunto. Tuttociò a fronte di una spesa sanitaria per far-maci anti ipertensivi che cresce conti-nuamente. Questo drammatico contro-senso trova radici in varie motivazioni,alcune riguardanti il medico (scarsaconoscenza delle linee guida) ed altre ilpaziente (la compliance al trattamento, lacapacità di “superare” gli effetti collate-rali della terapia antiipertensiva), moti-vazioni che sempre di più dovrebberospingere la categoria medica a “spende-re” tempo nel rapporto con il pazienteper coinvolgerlo sempre di più nel tratta-mento antiipertensivo. Il primo step di tutte le metodologie chetendono a migliorare il controllo deivalori pressori non possono prescinderedal passaggio di “nozioni” dal medico(inteso come sistema sanitario) alpaziente circa la malattia, le modificazio-ni dello stile di vita, i rischi che si corro-no nel non curarla, le modalità di auto-misurazione della pressione arteriosa,etc. Proprio l’introduzione dell’automisura-zione domiciliare della pressione arterio-sa da parte dei pazienti ipertesi rappre-senta uno strumento non solo di maggio-re accuratezza nel valutare il controllofarmacologico dei valori di pressionearteriosa, ma anche quello di un coinvol-gimento attivo del paziente nell’iter pre-ventivo, favorendone una maggiorecompliance alla terapia ed autocoscienzadel rischio cardiovascolare. Questo pro-filo pressorio al di fuori dell’ambulatoriomedico è complementare alle misurazio-ni convenzionali, e rappresenta un ulte-riore strumento per il medico sia per unamigliore valutazione degli effetti della

terapia antiipertensiva, sia per il coinvol-gimento del paziente, il quale natural-mente deve essere educato a questa pra-tica, anche con progetti specifici di nur-sing.Un altro e non meno importante puntodolente di tutta la prevenzione cardiova-scolare e del trattamento dell’ipertensio-ne arteriosa in particolare, è rappresenta-to dalla difficoltà del paziente a metterein atto modificazioni dello stile di vitacosiddette salva cuore. Sono quegliinterventi non farmacologici, che sappia-mo essere importanti sia nel prevenire oritardare l’insorgenza di ipertensionearteriosa, sia nel trattamento stesso delpaziente iperteso, dovendo sempre ecomunque accompagnare l’interventofarmacologico, per non renderlo vano odalmeno scarsamente efficace.L’induzione a mettere in atto tali modifi-cazioni abbisognano di “strategie cherichiedono grande professionalità daparte degli operatori sanitari e la massi-ma concordanza tra operatori sanitari esoggetti/pazienti”.Queste strategie devono essere direttefondamentalmente alla cessazione delfumo di sigaretta, alla correzione di abi-tudini alimentari scorrette, all’incremen-to dell’attività fisica, alla stabilizzazionedel tono dell’umore, oltre che all’aderen-za alle prescrizioni terapeutiche. Pressoil poliambulatorio del DS54 in Pozzuoli,da circa dieci anni opera, con questiintenti, un ambulatorio di Cardiologia-Ipertensione arteriosa, condotto dappri-ma dal nostro caro collega dott. GennaroCampana, e successivamente dal sotto-scritto, grazie all’impegno del personaleparamedico (in questo periodo l’infer-miere professionale Enrico Russo ed ilcoordinatore del personale paramedicosig. Luigi Stefanelli), ed alla disponibili-tà del responsabile della assistenza sani-taria di base dott. Antonio Capuano e delnostro direttore sanitario dott. CamilloDaniele. Seguiamo circa 2500 pazienti affetti daipertensione arteriosa, di cui circa unterzo già in prevenzione secondaria, incollaborazione con specialisti di altrebranche del nostro distretto (vedi chirur-gia vascolare, endocrinologia, etc), eduna parte importante del nostro interven-to è rivolto proprio alla educazione sani-taria dei pazienti.

* Il dott. Domenico Artiaco Cardiologoè Dirigente Medico I livello ASL NA2.L’accesso al Distretto 54 dell' ASL Napoli 2 (foto L. Stefanelli).

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GGIITTAA SSOOCCIALE INVVAALL SSEENNAALLEESS (TRENTINO)

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OCCIIAALLEE IINNESS ((TTRREENNTTIINNOO))

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Tra i tanti inglesismi introdotti nellanostra lingua, quello del “caregi-

ver” si sta facendo strada nel campodell’assistenza agli anziani e ai disabi-li in genere. Con questo termine la let-teratura anglosassone definisce "coluiche presta le cure" e definisce comu-nemente il familiare che si fa caricodell’assistenza del congiunto ammala-to. Ma, occorre dirlo subito, donargliun nome inglese non allevia minima-mente il suo fardello che, come vedre-mo, è molto pesante.Vediamo intanto alcuni connotati diquesta figura: oggi in Italia, stando aidati dei rapporti annuali dell’Istat, icaregiver sono più di 13 milioni, inmaggioranza donne sopra la cinquan-tina, in veste di moglie o difiglia/nuora. Sono loro che si sacrifi-cano per sopperire all'assenza, o perlo-meno all'incapacità, dell'ente pubblicodi provvedere ai bisogni di un cosìgrande numero di individui: se per unqualche motivo sparissero d'incanto, iservizi di assistenza pubblica nonsaprebbero certo come sostituirle.Nonostante questo importante ruolo,sono lasciate a loro stesse; sono cioèobbligate a far da sé, a prendere con-gedi straordinari, a scambiar turni sullavoro, a trascurare il resto della fami-glia, il tutto gratuitamente (nel 90%dei casi) ed anzi in parte a propriespese. Infatti, quasi un quarto delledonne-caregiver hanno un lavoro cui

aggiungono, nell’ambito della fami-glia da accudire, pure la cura del mala-to disabile.Anche se la famiglia continua a rima-nere l’ambito forte di erogazione dicura e di assistenza, riesce, però, abba-stanza difficile pensare che i problemipossano ridimensionarsi o anche risol-versi solamente facendo ricorsoall’”amore per i genitori” o alla dispo-nibilità della donna. Vanno ancoraconsiderate tutte le trasformazioni cuila stessa famiglia è andata soggettanegli ultimi decenni; al di là delle sem-plicistiche affermazioni sul degrado dialcuni valori di solidarietà familiare,sono reali i cambiamenti demograficie familiari che causano una minoredisponibilità di cure e di assistenza.Tra questi ricordiamo la minore natali-tà, con la relativa diminuzione delnumero del nucleo familiare, che vedeun aumento di persone sole, e l’instau-rarsi di relazioni complesse ove siverifichino divorzi, nuove nozze,unioni e convivenze. D’altra parte, si deve rimarcare che lasolidarietà familiare non deve tradursinecessariamente in una “trappolasacrificale”, come purtroppo avvieneladdove non si crei intorno una retesociale, ancorché medica, di sostegno.La cura e l’assistenza a lungo terminesono fonte di stress e richiedono adat-tamenti in tutte le sfere della vita fami-liare e nel comportamento individuale.

Il peso psicologico può manifestarsi insenso di impotenza, paura, colpa, fru-strazione, aggressività; numerosericerche hanno dimostrato che la ten-sione emotiva e la fatica fisica che illavoro di cura e di assistenza di unvecchio o un disabile comportano pos-sono indurre deterioramento delbenessere di colui che sostiene il pesodell’assistenza e della sua famiglia. Per mettere in risalto il grado di coin-volgimento e di stress cui è sottopostoil familiare che presta le cure, questo èstato giustamente definito la "secondavittima" della patologia del congiunto:è stato documentato che circa un terzodei figli che erogano questo servizio aipropri genitori anziani sono interessatida problemi legati alla propria salute eaccusano insonnia.Per questo motivo, oggi si parla di unavera e propria malattia del caregiver esi mettono in campo supporti psicolo-gici ed organizzativi per aiutare questepersone a sostenere il loro ruolo senzaammalarsi a loro volta. Si può, quindi,comprendere come la possibilità dipotersi riappropriare di spazi e tempiper partecipare ad attività sociali oricreative sia un aiuto fondamentaleper il mantenimento dell’equilibriofisico e mentale dei caregiver.

Spetta, quindi, alla società porsi ilproblema della ridistribuzione delcarico assistenziale all’interno dellacollettività, con centri di accoglienzadiurni per il disabile, assistenza mate-riale e opere di volontariato per affian-care e alleviare la fatiche di questepersone generose. Esse, infatti, nonhanno certo risorse economiche, fisi-che e psicologiche inesauribili, per cuiè fondamentale, giusto e non più pro-crastinabile mettere in atto iniziativeper “sostenere chi sostiene”.

*Il dott. Luigi Di Fraia è responsabi-le U. O. di Geriatria P. O. di Pozzuoli.

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di LLuuiiggii DDii FFrraaiiaa**

IL FAMILIARE CHE SI FA CARICO DELL’ASSISTENZADEL CONGIUNTO AMMALATO

Problematiche che investono il caregiver (dati Censis)

Impatto sulla vita sociale e privata 60%Vissuto di rinuncia 58%Senso di svuotamento emotivo 39%Prende farmaci 72%Sonno insufficiente 52%Stanchezza 62%Minor accordo in famiglia 42%

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La prima sorpresa che ha riscos-so un notevole successo i soci

l’hanno trovata nella strenna nata-lizia della “Perugina”, infatti oltreai tradizionali prodotti dolci esalati, conteneva un’originale“caffettiera dei baci” con caldaiain alluminio e tazza asportabile inceramica che completava la seriedistribuita nelle precedenti stren-ne. Il 19 dicembre, poi, festa socialepresso il cinema “Sofia” diPozzuoli con la proiezioni in primanazionale del film “Natale a Rio”,consegna di targhe- ricordo ai socicollocati a riposo nel 2008, pre-miazione di tutti i partecipanti alleborse di studio (infatti quest’anno,eccezionalmente,sono stati pre-miati proprio tutti i concorrenti)con allestimento di un gazeboall’esterno del cinema, in attesadelle proiezione dei films, conpiano bar e distribuzione gratuitadi pop corn, bibite e zucchero fila-to. Successivamente domenica 28“giornata CRAL” a Licola pressol’American Circus, dove oltre 350soci hanno potuto assistere consoli 3 euro pro capite ad uno deispettacoli circensi più belli. Le cerimonie terminavano il 6 gen-naio con la tradizionale festa dellaBefana nel Reparto di Pediatriadell’Ospedale di Pozzuoli: il magoitalo-americano Don Rodrigo stu-piva con i suoi giochi di prestigiobambini e genitori e la Befana,interpretata ancora una volta dallasignora Maria Quarta, distribuivasplendidi doni a tutti i piccoli rico-verati secondo il sesso e l’etàfacendo così sentire loro minore ildisagio del ricovero proprio nellafesta più bella. Il sorteggio dei doni offerti dalleditte convenzionate, che premiavadieci fortunati, concludeva lenumerose iniziative del CRAL chealla fine riscuotevano il gradimen-to della maggior parte dei soci.

FFEESSTTEE EE PPRREEMMIIAAZZIIOONNII DDII FFIINNEE AANNNNOOdi AAddrriiaannoo SSccooppppeettttaa

SUCCESSO DELLE NUMEROSE INIZIATIVE DEL NOSTRO CRAL

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Il Centro Sterilità dell’OspedaleSanta Maria delle Grazie di

Pozzuoli, precorrendo quelle chesono diventate le linee guida dellalegge 40 in tema di procreazioneassistita, ha previsto sin dal suonascere la presenza della figura diuno psicologo all’interno dell’èqui-pe, per poter accogliere ed accompa-gnare le coppie in un percorso emo-tivamente doloroso e che non sem-pre raggiunge i risultati sperati.Dall’esperienza maturata sono natedue importanti iniziative:• l’organizzazione del Convegno“La Procreazione tra fantasma edesiderio” (che ha visto la presenzadella dott.ssa Anna Maria Romeo edella dott.ssa Marisa D’Arrigo nelcomitato scientifico ed organizzati-vo);• la pubblicazione del libro “Se ibambini non arrivano. L’esperienzadella sterilità: il percorso e l’accom-pagnamento psicologico” di MarisaD’Arrigo.

La procreazione tra Fantasma eDesideri.Da giovedì 29 a sabato 31 gennaio2009 si è svolto a Napoli, nell’anti-sala dei Baroni del MaschioAngioino, il convegno “La procrea-zione tra fantasma e desiderio”,organizzato dalla sezione napoletanadell’Associazione Italiana diPsicologia Analitica (A.I.P.A.).Al convegno hanno partecipato stu-diosi venuti da più parti d’Italia eanche dall’estero. Il convegnomuove dalla riflessione su un temache nella sua attualità rivela nuovipercorsi di quella sofferenza anticache nasce quando la procreazionetrova il suo limite - e la sua negazio-ne – nell’impossibilità biologica. Lasterilità di coppia in Italia raggiungeoramai cifre da brivido: oltre unacoppia su cinque non è in grado diassicurarsi una discendenza, una per-centuale che tende ad aumentare di

anno in anno. Con queste premesse,già oggi ben 300 strutture italianepraticano la fecondazione assistita:si stima che tra le 50.000 e le 70.000coppie si rivolgano a questi centri, eche oltre 100.000 siano i pre-embrio-ni custoditi nei criocongelatori. La sterilità si impone, dunque, comeun tema di pressante attualità sia perl’incremento statistico del problema,sia per le prospettive che schiudeverso orizzonti nuovi e totalmenteinesplorati della condizione umana. Le ricerche maturate negli ultimianni hanno enormemente ampliato leconoscenze biologiche dei meccani-smi della fecondazione. Le possibili-tà tecniche che ne sono derivatevanno però viste come un atto volon-tario, allo stesso titolo dell’unionesessuale, con la differenza che lafecondazione assistita richiede in chine fa uso educazione e informazione,che ne mettano in luce meccanismibiologici e conseguenze per l’indivi-duo e la società. Ed educazione einformazione sono indispensabili perla formulazione di un consensoinformato, necessario ogni volta chesi affronta un atto medico. Inoltre laconsapevolezza dell’esistenza dimolteplici configurazioni familiari eculture familiari plurali comincia adassumere una valenza culturaleimportante. La fecondazione assistita si inseriscein questi mutamenti e probabilmentene accentua alcuni. Se la ricercaempirica e la clinica sono dunqueistanze e scenari motivazionali fon-damentali, il tema è talmente com-plesso che non può ridursi al solosguardo della biologia, della medici-na e della psicologia, ma rimandanecessariamente a questioni e artico-lazioni peculiari con cui devonomisurarsi approcci e linguaggi diver-si. In particolare, il convegno si èproposto sia di riflettere sul senso esulle ricadute psicologiche ed esi-stenziali derivanti dalla condizione

di sterilità e dall'intervento delle tec-niche di procreazione medicalmenteassistita (PMA), sia di mettere a con-fronto la cultura psicoanalitica con lealtre culture (medicina, antropolo-gia, bioetica, filosofia, giurispruden-za, sociologia) che trasversalmentene sono interessate. In tal senso insi-ste la stringente metafora di unacomplessità inesausta: l’integrazionee il dialogo tra contesti di conoscen-za e di analisi differenti fonda, anzipotremmo dire “feconda”, ventri-scenari di riflessione e d’azione cheirradiano a molteplici livelli dellascienza e della conoscenza. Questala sfida che il convegno ha accolto erilanciato.

Se i bambini non arrivano.L’esperienza della sterilità: il per-corso e l’accompagnamento psicolo-gico di Marisa D’Arrigo. Liguori,Napoli 200.8Il libro “Se i bambini non arrivano”.L’esperienza della sterilità: il percor-so e l’accompagnamento psicologi-co” di Marisa D’Arrigo con un lin-guaggio sempre chiaro, articolato esapiente dà un importante contributoalla comprensione di quelle dinami-che psichico-relazionali che sonoalla base del desiderio di un figlio eche troppo spesso sono respinte sullosfondo.L’esperienza della sterilità, i vissutiad essa sottesi vengono affrontaticon delicatezza ed ironia, e con l’au-silio di espressioni colte, sempredivertenti e divertite.Evocando già dal titolo la dimensio-ne dell’attesa, l’autrice descrive ilpercorso e l’accompagnamento psi-cologico quale luogo e spazio delpensiero, dell’incontro e dello scam-bio.Prendendo per mano il lettore lospinge incuriosito lungo un cammi-no che ha inizio con i primi dubbisulle capacità procreative della cop-pia, per snodarsi nel vortice di incer-

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tezze che accompagna la formula-zione della diagnosi e l’interventoterapeutico. I sentimenti incomprensibili e spessocontrastanti assumono senso e signi-ficato nel racconto delle storie ditante coppie. Storie in cui è facileidentificarsi perché narrazioni diemozioni e comportamenti cheappartengono atavicamente all’ani-mo umano e che l’esperienza dellasterilità fa emergere in primo piano.Nel testo vengono anche formulatealcune ipotesi di significato su quel-le forme di sterilità alle quali lamedicina non riesce ad attribuire unacausa.Esse non sono connesse a problemi

organici e, pur trovando espressionenella sterilità del corpo, non possonoessere risolte solo affrontando il sin-tomo fisico.Il rischio è che la moderna “medici-

na del desiderio” possa portare aprocreare, evitando di confrontarsicon le problematiche psicologichepre-esistenti che, riamaste inelabora-te, potrebbero poi ostacolare l’effet-tivo instaurarsi del legame di filia-zione dopo la nascita del bambino.È per queste ragioni che le proble-matiche legate all’ipofertilità ed allasterilità necessitano della messa incampo di dispostivi che prevedano ladoppia presa in carico ginecologica epsicologica.

Due appendici finali, a firma dellaresponsabile del centro Dr.ssa AnnaMaria Romeo e dell’embriologoProf. Riccardo Talevi, fornisconotutte le informazioni, sul piano medi-co e biologico, necessarie per orien-tarsi in un universo così complesso. Questi solo alcuni degli spunti diriflessioni che la lettura di “Se ibambini non arrivano” è capace distimolare. Un libro da leggere.

*Alessia Ranieri è VolontariaPsicologa Psicoterapeuta UOMIDist. 55 ASL Na2.

*Irene Colandrea è Tirocinante psi-cologa UOMI Distr. 55 ASL NA2.

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Al personale con incarico a tempodeterminato che resta disoccupa-

to al termine del periodo di servizioprestato con contratto a termine spet-ta, a domanda, l’indennità di disoccu-pazione che viene corrispostadall’I.N.P.S..I requisiti che gli interessati devonopossedere sono definiti “Ordinari” o“Ridotti”.Ai fini della fruizione del dirittoall’indennità di disoccupazione con i“Requisiti ordinari”, gli interessatidebbono possedere:a) almeno due anni di assicurazioneper la disoccupazione involontariaantecedenti la data di cessazione delrapporto di lavoro;b) una contribuzione di almeno 52settimane nel biennio antecedente ladata di cessazione dell’incarico.Ai fini della fruizione dell’indennitàdi disoccupazione con i “Requisitiridotti”, gli interessati debbono pos-sedere:a) almeno una settimana contributivaversata all’Inps prima degli ultimi dueanni;b) almeno 78 giornate lavorative,anche in settori diversi, nel periodogennaio- dicembre dell’anno prece-dente la presentazione della domanda.Sono comprese anche le festività e legiornate di assenza indennizzatecome malattia, maternità, ecc..Si evidenzia che in entrambi i casi,per il disposto dell’art. 34, comma 5,della Legge n. 448 del 23.12.1998, ildiritto dovrà essere esercitato purchéil rapporto di lavoro non cessi perrecesso volontario.L’obbligo assicurativo all’iscrizioneal fondo I.N.P.S. per la disoccupazio-ne (cod. Inps “Ds”) dei lavoratoriinvolontariamente disoccupatidiscende dalla Legge 29 aprile 1949,n. 264 (G.U. n. 125 del 1 giugno1949) avente ad oggetto“Provvedimenti in materia di avvia-mento al lavoro e di assistenza deilavoratori involontariamente disoccu-pati”.La citata legge, all’articolo 32, letterab), ha esteso l’obbligo contro la dis-

occupazione “agli impiegati, anchedelle pubbliche amministrazioni,cui non sia garantita la stabilità diimpiego, senza limiti di retribuzio-ne [1].Sono estese alle predette categorie,in quanto compatibili con la dispo-sizione della presente legge, le dis-posizioni vigenti per le categorie giàcomprese nell'obbligo dell'assicura-zione della disoccupazione involon-taria ed in particolare quelle relati-ve ai contributi per le indennitàgiornaliere e per il Fondo di inte-grazione per le assicurazioni sociali[2]”.Note:1) La Corte costituzionale, con sen-tenza 3 luglio 1975, n. 177, ha dichia-rato la illegittimità costituzionaledella presente lettera, nella parte incui esclude gli operai delle pubblicheamministrazioni, cui non sia garantitala stabilità d'impiego, dall'assicura-zione contro la disoccupazione invo-lontaria.2) Il Fondo di integrazione di cui neltesto è stato soppresso dall' art. 14, L.4 aprile 1952, n. 218: la gestione delFondo stesso è stata fusa nella rispet-tiva gestione dell'assicurazione obbli-gatoria per la disoccupazione invo-lontaria.Con l’articolo 33 sono state stabilitele modalità operative:Art. 33 “Le misure dei contributidovuti per l'assicurazione obbligato-ria e per gli assegni integrativi saran-no stabilite annualmente in conformi-tà del disposto dell'art. 9 del decretolegislativo Luogotenenziale 1° marzo1945, n. 177, sostituito dall'articolounico del decreto legislativo 31 otto-bre 1947, n. 1378. I contributi predet-ti saranno riscossi secondo le modali-tà stabilite nel regolamento.”La norma è diretta alla concessione diuna prestazione economica a caricodell’Inps a sostegno del reddito perquei lavoratori pubblici che vengonoa trovarsi senza lavoro per licenzia-mento, sospensione per mancanza dilavoro, scadenza del contratto a ter-mine, dimissioni per giusta causa

determinate da particolari fattispecie:mobbing, molestie, ecc..Il versamento del contributo è a cari-co del datore di lavoro e non spetta ailavoratori che si dimettono volonta-riamente, ai lavoratori parasubordina-ti, ai lavoratori autonomi, ai lavorato-ri con contratto a part-time per iperiodi di pausa dell’attività lavorati-va, ai lavoratori a domicilio, agliapprendisti, ai lavoratori con compar-tecipazione agli utili, ai soci dipen-denti (a completamento di tutte le fat-tispecie si allega lo stralcio delleinformazioni INPS ). Per i pubblici dipendenti la condizio-ne di assoggettività è legata al requi-sito di non di ruolo o alla instabilità oalla temporaneità dell’impiego (circo-lare del ministero dell’interno n.15700 IV.4.4/1809 in data 16 maggio1958 e C.C. 177/75).L’indennità di disoccupazione vienefinanziata mediante un apposito con-tributo versato dal datore di lavoro,previa apertura di una posizione INPScon l’acquisizione di un numero dimatricola (mod. DM 68), il qualeprovvede a versarlo tramite i canaliclassici dei versamenti dei contributiall’Inps: modello F. 24 e EMENS.Allo stato attuale il contributo èdell’1, 61% (1,31 % con lo 0,30%,ai sensi dell’art. 25 L. 875/78), sullaretribuzione soggetta a contribuzione.Per la determinazione della baseimponibile per il calcolo dei contribu-ti di previdenza ed assistenza sociale,si considera retribuzione tutto ciò cheil lavoratore riceve dal datore di lavo-ro in danaro o in natura, al lordo diqualsiasi ritenuta, in dipendenza delrapporto di lavoro.Corre l’obbligo per l’Ente datore dilavoro regolarizzare ogni situazionenon coperta dai contributi per la dis-occupazione inoltrare, con urgenza,un’ apposita richiesta all’INPS, com-petente territorialmente, al fine diintegrare le denunce DM/10 e inter-rompere i termini della prescrizione aisensi degli artt. 2935 e 2943 c.c. elegge 335/1995.I termini per la presentazione delle

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domande sono correlati alle condizio-ni oggettive del lavoratore che posso-no così riassumersi:a) “Requisiti ordinari” ; - entro il 68° giorno dalla cessazionedel rapporto di lavoro, dopo essersiiscritti nelle liste dei disoccupati pres-so il Centro per l’impiego: qualora ladomanda venga presentata entro l’ot-tavo giorno dalla cessazione dal lavo-ro, l’indennità decorre dall’ottavogiorno, mentre nel caso di presenta-zione tra il nono e il sessantottesimogiorno, la decorrenza è spostata dicinque giorni dalla presentazione.Alla domanda deve essere allegataun’autocertificazione che attesti lostato di disoccupazione e l’iscrizionealle liste di disoccupazione.

b) “Requisiti ridotti” ;- entro il 31 marzo dell’anno succes-sivo a quello in cui sono stati matura-ti i requisiti per la disoccupazione.Dall’1.1.2008, a norma dell’art. 1,commi 25 e 26, della legge n. 247 del24.12.2007 (Riforma del welfare) ladurata dell’indennità ordinaria con irequisiti normali è stata elevata a ottomesi per i soggetti con età anagraficainferiore a 50 anni e a dodici mesi peri soggetti con età anagrafica pari osuperiore a 50 anni.Per l’intero periodo di percezione deltrattamento è riconosciuta la contribu-zione figurativa. La percentuale dicommisurazione alla retribuzione èelevata al 60% per i primi sei mesi edè fissata al 505 per i successivi due

mesi e al 405 per gli ulteriori mesi.L’indennità ordinaria con i requisitiridotti è stata rideterminata al 35%per i primi 120 giorni ed al 40% per isuccessivi giorno fino ad un massimodi 180 giorni.Per gli interi periodi indennizzati ven-gono accreditati i contributi figurati-vi.Per l’età da prendere in considerare,al fine dell’elevazione della duratadella prestazione, si rileva che il pos-sesso del requisito richiesto, età meno< 50 > più, deve essere accertato conriferimento alla data di inizio delladisoccupazione indennizzabile.

*Il dott. Antonio Balzano èConsulente Previdenziale A.R.P.A.C.

Pozzuoli 23/02/2009 - IlLaboratorio di Elettrofisiologia

e Cardiostimolazione del Reparto diCardiologia ed UTIC diretto daldott. Gerolamo Sibilio dell’ospeda-le S. Maria delle Grazie di Pozzuoliè il primo in Campania e tra i primiin Europa ad aver effettuato unintervento di impianto di pacemakercompatibile con la risonanzamagnetica. L’operazione è stata effettuata ilgiorno 20 febbraio dai dottoriMattia Liccardo e PasqualeNocerino e dall’équipe infermieri-stica “dedicata” a tale attività chi-rurgica cardiovascolare.Un paziente di anni 78, con patolo-gia cerebrale associata a problemicardiologici (“malattia del segna-passi del cuore”), necessitava di sot-toporsi a periodici controlli conrisonanza magnetica. metodica cherappresenta una controindicazioneassoluta all’esecuzione di tali esamiradiologici.Il pacemaker impiantato è stato pro-dotto dalla ditta Medtronic e rappre-

senta una vera e propria nuova fron-tiera in questo campo specificodella medicina. Fino ad oggi i dis-positivi impiantati erano, infatti,tutti incompatibili con la risonanzamagnetica. Una grave e importante limitazionese si considera che una percentualemolto alta della popolazione neces-sita dell’ausilio di un pacemaker.Gli impianti tradizionali, quandoentrano in contatto con un campomagnetico, rischiano di sprogram-marsi o, addirittura, di provocare un

“disancoramento” dei cateteri dalcuore. Le protesi salvavita che stia-mo utilizzando a Pozzuoli, e questoè un progresso straordinario rispettoal passato, permettono ai nostriutenti di potersi sottoporre alla riso-nanza magnetica per qualsiasi even-tualità di carattere diagnostico. I nuovi pacemaker resistono ancheai campi magnetici prodotti daimetal detector di aeroporti, banche esupermercati. Gi apparecchi al momento a dispo-sizione sono in numero limitatissi-mo, per cui occorre fare una sele-zione accurata dei pazienti che pos-sono essere sottoposti a questo tipodi intervento. Tale impianto rappresenta una novi-tà assoluta, che colloca ilLaboratorio di Elettrofisiologia edElettrostimolazione di Pozzuoli tra iCentri all’avanguardia in ambitoregionale.

*Antonio Vitolo è Caposala delReparto UTIC/Cardiologia P.O. S.Maria delle Grazie di Pozzuoli.

SSPPEERRIIMMEENNTTAAZZIIOONNEE IINN CCAARRDDIIOOLLOOGGIIAA

IMPIANTATO IL PRIMO PACEMAKER IN CAMPANIACOMPATIBILE CON LA RISONANZA MAGNETICA

di AAnnttoonniioo VViittoolloo**

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Quando nel 1916 il possidente Michele Schiano si recò dal notaio a fare testamento, ilprofessionista capì che il benestante doveva avere qualche peso sulla coscienza altrimentisarebbe stato difficile spiegare perché un agricoltore, padrone di tre ettari di vigneto, spo-sato senza figli avesse deciso di devolvere la rendita annua del suo fondo che dovevaessere amministrato dal sindaco “pro tempore” a favore delle donzelle di Monte diProcida, di Bacoli e di Cappella nubili, oneste e povere.Nel singolare testamento era specificato che la rendita doveva essere divisa in “maritag-gi” da donare all’atto del matrimonio delle donzelle o quando avessero superato i 35 annidi età senza trovare uno sposo. Appare chiaro che, in sostanza il testamento di MicheleSchiano volle essere forse una specie di riparazione postuma per qualche colpa da luicommessa a danno di una più donzelle da caldo uomo del sud qual’era. In ogni modoquando il possidente morì il sindaco del tempo, senza far considerazioni sul lacito, siaccollò di buon grado il peso di amministrare il vigneto sito nelle vicinanze del lagoFusaro da Bacoli e da Cappella tra i bianchi ed allegri paesini sommersi nel verde dellezone flegree e bagnati dal mare di Capo Miseno.Da allora ogni anno, il giorno di Pasqua, i “maritaggi” vengono divisi, ma solo dal 1955la loro entità ha raggiunto la cifra di 30.000 lire. Prima, infatti, essi erano distribuiti conuna certa larghezza: la somma che costituiva il ricavato annuo del vigneto finiva con l’es-sere, per accontentare tutte o quasi le aspiranti al “maritaggio”, spezzettato in tal mododa diventare minimissimo.Nel 1955 furono le stesse giovani dei tre paesi a proporre al sindaco di assegnare una quota decente, mediante sorteggio, soloa qualcuna di esse in modo che le favorite dalla fortuna non si vedessero mettere in mano, come negli anni precedenti, soloqualche migliaio di lire sufficiente nemmeno per acquistare un lenzuolo per il corredo.Il Consiglio Comunale si riunì per giudicare la cosa e decise di elevare la quota del “maritaggio” a 30.000 lire che sarebberostate date ovviamente a tante nubili quante risultavano dalla divisione del ricavato annuale del vigneto per la cifra appunto di30.000 lire. Per la prossima Pasqua le nubili che beneficeranno del testamento di don Michele dovrebbero essere sei o settesorteggiate tra le cinquanta circa che si sono recate negli scorsi mesi coi loro bravi documenti sotto il braccio al palazzo delComune di Monte di Procida nella piccola piazzetta del paese silenzioso e suggestivo con le sue case bianche e l’altissimocielo azzurro.Giunto a questo punto del racconto del segretario comunale che mi veniva spiegando tutta la storia, una domanda impertinen-te mi sfuggì dalle labbra: che una ragazza sia povera lo si può facilmente apprendere dai certificati che rilascia il Municipioma che una sia casta come si fa a provarlo? Un sorriso lievemente ironico del mio interlocutore mi fece subito pentire di quel-la inopportuna domanda, tipica espressione di chi vive in una grande città che offre la possibilità di essere disonesta, senzafarlo sapere, di quella forma di disonestà prettamente femminile che tutti sanno in che cosa consiste.Dubbi simili a Monte di Procida, a Bacoli e a Cappella non hanno alcuna ragione di essere. Tutti si conoscono in questi trepaesini, tutti sono legati dall’attività comune della pesca, ognuno sa i fatti degli altri e quindi è impossibile essere disonesta enasconderlo alla gente. Esempio di eccessiva leggerezza non se ne sono più avuti da anni, dal giorno in cui una Rosetta, abban-donata dal fidanzato che era stato qualcosa più di un fidanzato e che se n’era emigrato senza dare più segno di vita, si allon-tanò dal suo paese sotto il peso della vergogna e andò difilata a Napoli a perdersi.Le cinquanta giovani che si sono iscritte alla singolare gara pasquale sono tutte nubili povere ed oneste, qualcuna ha il fidan-zato, qualche altra no. Il giorno di Pasqua i loro nomi verranno iscritti su altrettanti bigliettini che nel salone del Monte diProcida saranno immessi in un’urna. Il sindaco, alla presenza di un funzionario della Prefettura, ne estrarrà sette. Ai nomina-tivi in essa contenuti verrà intestato un libretto postale vincolato che diverrà esigibile il giorno delle nozze oppure quello, benpiù triste, in cui i 35 anni giungeranno senza che nessuno abbia infilato una fede d’oro all’anulare sinistro di qualche sventu-rata “donzella nubile, onesta e povera”.Nel primo caso le 30.000 lire renderanno più lieta la cerimonia nuziale, nel secondo esse assumeranno la funzione di una spe-cie di premio di consolazione per le poverina al cui cuore non avrà bussato un affetto, alla quale la vita avrà detto crudamen-te di no.

Giulio Frisoli(da “IL MATTINO” di sabato 2 aprile 1960)

CURIOSITA’ E STRANEZZE: RETROSPETTIVEa cura di AAllffrreeddoo FFaallccoonnee

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