Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

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Capitolo il ~~~ L'OPERATORE SOCIO-SANITARIO (055): IL RUOLO I concetti IL PROFILO DELL'OPERATORE SOCIO-SANITARIO l --- LA FIGURA E IL PROFILO È individuata la figura dell'operatore socio-sanitario. L'operatore socio sanitario è l'operatore che, a seguito dell'attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professio- nale, svolge attività indirizzata a: . soddisfare i bisogni primari della persona, nell'ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario; . favorire il benessere e l'autonomia dell'utente. I CONTESTI OPERATIVI2 L'operatore socio-sanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale sia in quello sanitario, in servizi di tipo socio-assistenziale e socio-sanitario (Fig. 1.1), residenziale o semiresidenziali in ambiente ospedali ero e a domicilio dell'utente. Il settore sanitario Rientrano in questo settore gli ospedali, le cliniche private, le case di cura e tutti i servizi a va- lenza sanitaria. I Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. Provvedimento 22/02/200 I, Accordo tra il Ministro della sanità, il Ministro per la solidarietà sociale e le regioni e province autonome di Trento e Bolzano, per la individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'operatore socio-sanitario e per la definizione dell'ordinamento didattico dei corsi di formazione (pubblicato nella G.U. 19 aprile 2001, n. 91). 2 Ladescrizionedei contesti operativinon deve essere considerata esaustivama finalizzataa permettere all'operatore di avere un quadro il più possibile ampio dei servizi e delle strutture all'interno dei quali può trovarsi a operare. (N.d.A.).

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Il ruolo del'operatore socio-sanitario.I primi 3 capitoli dal libro "Operatore socio-sanitario"

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Capitolo

il~~~

L'OPERATORE SOCIO-SANITARIO (055):IL RUOLO

I concetti IL PROFILO DELL'OPERATORE SOCIO-SANITARIO l

---

LA FIGURA E IL PROFILO

È individuata la figura dell'operatore socio-sanitario. L'operatore socio sanitario è l'operatoreche, a seguito dell'attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professio-nale, svolge attività indirizzata a:

. soddisfare i bisogni primari della persona, nell'ambito delle proprie aree di competenza, inun contesto sia sociale che sanitario;. favorire il benessere e l'autonomia dell'utente.

I CONTESTI OPERATIVI2

L'operatore socio-sanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale sia in quello sanitario, inservizi di tipo socio-assistenziale e socio-sanitario (Fig. 1.1), residenziale o semiresidenziali inambiente ospedali ero e a domicilio dell'utente.

Il settore sanitarioRientrano in questo settore gli ospedali, le cliniche private, le case di cura e tutti i servizi a va-lenza sanitaria.

I Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.Provvedimento 22/02/200 I, Accordo tra il Ministro della sanità, il Ministro per la solidarietà sociale e le regionie province autonome di Trento e Bolzano, per la individuazione della figura e del relativo profilo professionale

dell'operatore socio-sanitario e per la definizione dell'ordinamento didattico dei corsi di formazione (pubblicatonella G.U. 19 aprile 2001, n. 91).2 Ladescrizionedei contestioperativinon deve essere considerataesaustivama finalizzataa permettereall'operatore di avere un quadro il più possibile ampio dei servizi e delle strutture all'interno dei quali puòtrovarsi a operare. (N.d.A.).

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PARTE PRIMA-Area soçio~culturale istituzionale e legislativa

Il settore sanitario

Il settoresociale

I servizisocio-assistenziali

e socio-sanitari

Figura 1.1 I contesti operativi

All'interno di queste strutture trovano risposta i bisogni di diagnosi, cura e assistenza dellepersone che vi afferiscono per problemi sanitario-assistenziali che si manifestano con caratteredi acuzie o che sono corre lati a malattie croniche.

Il settore socialeA questo settore appartengono:

. le comunità alloggio: si tratta di strutture residenziali di dimensioni in genere contenute,che danno ospitalità temporanea o permanente a persone anziane con una scarsa autono-mia, ma anche non anziane; in esse trovano risposta i problemi di natura prevalentementesociale;. le case famiglia: sono strutture residenziali a carattere familiare in cui vengono accolti, ingenere, bambini e adolescenti, la cui situazione non permette loro di vivere all'interno del nu-cleo famigliare di origine;. le case protette: rispondono ai bisogni di assistenza di base di persone anziane che non sono

in grado di provvedere alloro soddisfacimento in modo autonomo o i cui famigliari non sononelle condizioni di dare loro un supporto;i centri educativi occupazionali diurni (CEDO):strutture che trovano collocazione nellarete dei servizi territoriali la cui finalità è quella di accogliere persone con problemi di disa-bilità medio-grave;. i servizi domiciliari di base dedicati: sono servizi la cui erogazione avviene al domiciliodella persona. La loro finalità è quella di favorire l'autonomia della persona cui sono rivolti,oltre che la permanenza nel proprio ambiente di vita.. i servizi assistenziali speciali, quali, per esempio, il Servizio di Integrazione Scolastica (SIS).La finalità di questo servizio è quella di seguire gli alunni con disabilità fisiche, psichiche, re-lazionali e sensoriali medio-gravi, gravi e gravissime, allo scopo di favorirne l'inserimento el'integrazione nel contesto scolastico e sociale di appartenenza.

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I servizisocio-assistenzial i

e socio-sanitari

iagnosi, cura e assistenza dellehe si manifestano con carattere

imensioni in genere contenute,nziane con una scarsa autono-lemi di natura prevalentemente

iliare in cui vengono accolti, inloro di vivere all'interno del nu-

li persone anziane che non sono10mo o i cui famigliari non sono

che trovano collocazione nella~persone con problemi di disa-

rogazione avviene al domicilioa della persona cui sono rivolti,

di Integrazione Scolastica (SIS).l disabilità fisiche, psichiche, re-opo di favorirne l'inserimento e\za.

L'operatore socio"sanitario (OSS): il ruolo · CAPITOLOl

I servizi socio-assistenziali e socio-sanitariNe fanno parte:

. le residenze sanitarie assistenziali (RSA)di base, di cura e recupero che soddisfano la ne-cessità di prestazioni di carattere sanitario, riabilitativo e sociale di persone non autosuffi-cienti o solo parzialmente autosufficienti e, quindi, temporaneamente o non più nelle condi-zioni di rimanere al proprio domicilio. Accanto a quelle citate vanno anche ricordate le RSAcon sezioni dedicate a pazienti in stato vegetativo persistente;. gli hospice: strutture che accolgono in particolare persone affette da patologie tumorali. Inessi, la persona ospitata viene accompagnata nelle ultime fasi della sua vita supportata da unadeguato sostegno medico, assistenziale, psicologico e spirituale;. l'ospedalizzazione a domicilio: servizio espresso dal distretto sanitorio di base in collabo-razione con i servizi territoriali;. le case di riposo: ospitano persone anziane autosufficienti, parzialmente autosufficienti epersone totalmente dipendenti che, per motivazioni diverse, non possono essere assistitepresso le loro abitazioni. Le prestazioni erogate in queste strutture sono di carattere sociale,sanitario e riabilitativo;i centri diurni delle case di riposo: soddisfano i bisogni di persone anziane con un grado dinon autosufficienza che richiede un intervento socio-assistenziale ma che non è ancora taleda rendere necessaria una collocazione permanente in una struttura specifica.

I concetti il IL CONTESTO RELAZIONALE------------------ --------

~...._-------

L'operatore socio-sanitario svolge la sua attività in collaborazione con gli altri operatori profes-sionali preposti all'assistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del lavoro multipro-fessionale.

Glioperatoriprofessionalidedicatiall'assistenza sociale e sanitaria occanto ai quali - attra-versol'attuazione di compitie attività affidatesecondo il criteriodell'attribuzione- l'operatoresocio-sanitario esplica il suo mandato sono sostanzialmente riconducibili a due categorie: glioperatorjsanUarj,medjcP e non e gli operatorjnon sanjtarj.

LE FIGURE SANITARIE NON MEDICHE

Una norma relativamente recente4 classifica le professioni sanitarie in quattro categorie (Fig. 1.2):

l. infermieristiche e ostetriche:a) infermiere;b) ostetrica/o;c) infermiere pediatrico;

3 Gli operatori sanitari medici vengono citati solamente per completezza di esposizione nella descrizionedegli operatori sanitari, in quanto non sono le figure di riferimento per l'operatore socio-sanitario (055) chesono rappresentate, invece, dall'infermiere e dall'ostetrica. (NdA)4 Legge IO agosto 2000, n. 251 "Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabi-litazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica".

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PARTEPRIMA-Area socio-culturale istituzionale e legislativa

Infermieristiche e ostetriche

PrevenzioneTecnico-sanitarie

Riabilitazione

--------

2. tecniche-sanitarie:area tecnjco-djagnostjcaa) tecnico audiometrista;b) tecnico sanitario di laboratorio biomedico;c) tecnico sanitario di radiologia medica;d) tecnico di neurofisiopatologia;

- area tecnjco-assjstenzjalea) tecnico ortopedico;b) tecnico audioprotesista;c) tecnico della fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare;d) igienista dentale;e) dietista;

3. riabilitazione:a) podologo;b) fisioterapista;c) logopedista;d) ortottista - assistente di oftalmologia;e) terapista della neuro- e psicomotricità dell'età evolutiva;

D tecnicodella riabilitazionepsichiatrica;g) terapista occupazionale;h) educatore professionale;

4. prevenzione:a) tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro;b) assistente sanitario.

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L'operatore socio-sanitario (055): il ruolo · CAPITOLOl

-,--~ ~-~- oltre alla professione di infermiere e di ostetrica/o - trattate più estesamente nella sezioneL'OPERATIVITÀ- quelle che con maggiore frequenza possono essere "incontrate" dall'operatore so-cio-sanitario (055) in ambito sanitario sono quelle di: fisioterapista, tecnico sanitario di radio-logia medica, tecnico di laboratorio biomedico, dietista.

Tecnico-sanitarie

Il fisioterapistaSÈ l'operatore sanitario che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanita-rie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzionicorticali superiori e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, conge-nita o acquisita.

In riferimento alla diagnosi e alle prescrizioni del medico, nell'ambito delle proprie compe-tenze, il fisioterapista:

elabora, anche in équipe multidisciplinare, la definizione del programma di riabilitazionevolto all'individuazione e al superamento del bisogno di salute del disabile;pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilitàmotorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche e oc-cupazionali;propone l'adozione di protesi e ausili, ne addestra all'uso e ne veritìca l'efficacia;verifica la rispondenza della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero fun-zionale;svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale, nei servizi sanitari e in quellidove si richiedono le sue competenze professionali.

---

sione cardiovasco!are;

Il tecnico sanitario di radiologia medica6Èl'operatore sanitario che è responsabile degli atti di sua competenza ed è autorizzato a esple-tare indagini e prestazioni radiologiche. Il tecnico sanitario di radiologia medica è abilitato a svol-gere in via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie, su prescrizione medica tuttigli interventi che richiedono l'uso di sorgenti di radiazioni ionizzanti, sia artificiali che naturali,di energie termiche, ultrasoniche, di risonanza magnetica nucleare nonché gli interventi per laprotezionistica fisica o dosimetria.

Il tecnico sanitario di radiologia medica:

partecipa alla programmazione e organizzazione del lavoro nell'ambito della struttura in cuiopera nel rispetto delle proprie competenze;programma e gestisce l'erogazione di prestazioni polivalenti di sua competenza in collabo-razione diretta con il medico radiodiagnosta, con il medico nucleare, con il medico radiote-rapista e con il fisico sanitario, secondo prG~ocollidiagnostici e terapeutici preventivamentedefiniti dal responsabile di struttura:è responsabile degli atti di sua competenza, in particolare controllando il corretto funziona-mento delle apparecchiature a lui affidate, provvedendo all'eliminazione di inconvenienti dimodesta entità e attuando programmi di verifica e controllo a garanzia della qualità secondoindicatori standard predefiniti;

-~--

avoro;5 Decreto Ministeriale n. 741 del 14 settembre 1994, "Regolamento concernente ['individuazione della fi-gura e del relativo profilo professionale del fisioterapista".6 Decreto Ministeriale n. 746 del 26 settembre 1994, "Regolamento concernente ['individuazione della fi-gura e del relativo profilo professionale del tecnico sanitario di radiologia medica"

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PARTE PRIMA.Area socio~culturale istituzionale e legislativa

svolge la sua attività nelle strutture sanitarie pubbliche o private, in rapporto di dipendenzao libero professionale

Il tecnico di laboratorio biomedico7È l'operatore responsabile degli atti di sua competenza e svolge attività di laboratorio di analisie di ricerca relative ad analisi biomediche e biotecnologiche e in particolare di biochimica, di mi-crobiologia e virologia, di farmacotossicologia, di immunologia, di patologia clinica, di ematolo-gia, di citologia e di istopatologia

Il tecnico sanitario di laboratorio biomedico:

svolge con autonomia tecnico-professionale la propria prestazione lavorativa in diretta col-laborazione con il personale laureato di laboratorio preposto alle diverse responsabilità ope-rative di appartenenza;. è responsabile, nelle strutture di laboratorio, del corretto adempimento delle procedure ana-litiche del proprio operato, nell'ambito delle proprie funzioni in applicazione dei protocolli dilavoro definiti dai dirigenti responsabili;verifica la corrispondenza delle prestazioni erogate agli indicatori e standard predefiniti dalresponsabile della struttura;controlla e verifica il corretto funzionamento delle apparecchiature utilizzate, provvede allamanutenzione ordinaria e all'eventuale eliminazione di piccoli inconvenienti;partecipa alla programmazione e organizzazione del lavoro nell'ambito della struttura in cuiopera;svolge la sua attività in strutture pubbliche e private, autorinate secondo la normativa vi-gente, in rapporto di dipendenza o libero professionale.

Il dietista8È l'operatore competente per tutte le attività finalizzate alla corretta applicazione dell'alimenta-zione e della nutrizione ivi compresi gli aspetti educativi e di collaborazione all'attuazione dellepolitiche alimentari, nel rispetto della normativa vigente.

Gli specifici atti di competenza del dietista sono:

organizza e coordina le attività specifiche relative all'alimentazione in generale e alla diete-tica in particolare;collabora con gli organi preposti alla tutela dell'aspetto igienico sanitario del servizio di ali-mentazione;. elabora, formula e attua le diete prescritte dal medico e ne controlla l'accettabilità da partedel paziente;. collabora con altre figure al trattai;lento multidisciplinare dei disturbi del comportamento ali-mentare;studia ed elabora la composizione di razioni alimentari atte a soddisfare i bisogni nutri zio-nali di gruppi di popolazione e pianifica l'organizzazione dei servizi di alimentazione di co-munità di sani e di malati;

-.-

7 Decreto Ministeriale n. 745 del 26 settembre 1994, "Regolamento concernente l'individuazione della fi-gura e del relativo profilo professionale del tecnico di laboratorio biomedico".8 Decreto Ministeriale n. 744 del 14 settembre 1994, "Regolamento concernente l'individuazione della fi-gura e del relativo profilo professionale del dietista".

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'ivate, in rapporto di dipendenza

e attività di laboratorio di analisiI particolare di biochimica, di mi-, di patologia clinica, di ematolo-

;tazione lavorativa in diretta col-::Jalle diverse responsabilità ope-

empimento delle procedure ana-

i in applicazione dei protocolli di

licatori e standard prede finiti dal

chiature utilizzate, provvede allacoli inconvenienti;I nell'ambito della struttura in cui

rizzate secondo la normativa vi-

Tetta applicazione dell'alimenta-)llaborazione all'attuazione delle

ntazione in generale e alla diete-

:nico sanitario del servizio di ali-

, controlla l'accettabilità da parte

:i disturbi del comportamento ali-

.e a soddisfare i bisogni nutrizio-ei servizi di alimentazione di co-

:oncernente l'individuazione della fi-1edico".:oncernente l'individuazione della fi-

L'operatore socio-sanitario (055): il ruolo. CAPITOLOl

svolge attività didattico-educativa e di informazione finalizzate alla diffusione di principi dialimentazione corretta tale da consentire il recupero e il mantenimento di un buono stato disalute del singolo, di collettività e di gruppi di popolazione.

L'operatività

--------.---

LE FIGURE PROFESSIONALI DI RIFERIMENTO..---------

--

Come precedentemente accennato, in ambito sanitario, le figure professionali con le quali l'ope-

ratore socio-sanitario più frequentemente si rapporta - e rappresentano quindi gli operatori sa-

nitari di riferimento - sono, prevalentemente, l'infermiere e l'ostetrica/o. In ambito sociale, in-

vece, tale figura è l'assistente sociale.

L'infermiere9È l'operatore responsabile dell'assistenza generale infermieristica. L'assistenza infermieristicapreventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa.

Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l'assistenza dei malati e dei disa-bili di tutte le età e l'educazione sanitaria.

L'infermiere:

partecipa all'identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività;identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula irelativi obiettivi;. pianifica, gestisce e valuta l'intervento assistenziale infermieristico;garantisce la corretta applicazione del1e prescrizioni diagnostico-terapeutiche;agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali;per l'espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell'opera del personale di supporto;svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio enell'assistenza domiciliare in regime di dipendenza o libero-professionale.

L'infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamenteall'aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca.

Appare molto chiaro sulla base di quanto definito dal profilo citato e considerando le attivitàdi assistenza e domestico-alberghiere funzionali all'assistenza infermieristica che ]'OSS deveavere nell'infermiere il principale se non l'esclusivo interlocutore.

È l'infermiere l'unico responsabile dell'assistenza infermieristica che viene erogata ai citta-dini. Per poter rispondere di questa responsabilità chiara attribuita dalla legge, deve poter di-sporre degli operatori che lo aiutano oche si occupano di attività funzionali all'assistenza in-fermieristica.

L' ostetrica/ o Io

È una delle figure sanitarie più antiche, assiste e consiglia la donna nel periodo della gravidanza,durante il parto e nel puerperio, conduce e porta a termine parti eutocici con propria responsa-bilità e presta assistenza al neonato.

9 Decreto Ministeriale n. 739 del 14 settembre 1994, "Regolamento concernente l'individuazione della fi-gura e del relativo profilo professionale dell'infermiere".]0

Decreto Ministeriale n. 740 del 14 settembre 1994, "Regolamento concernente l'individuazione della fi-gura e del relativo profilo professionale dell'ostetrica/o". -

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PARTE PRIMA.Area socio-culturale istituzionale e legislativa

L'ostetrica/o, per quanto di sua competenza partecipa:

. a interventi di educazione sanitaria e sessuale sia nell'ambito della famiglia che nella comu-nità;alla preparazione psicoprofilattica al parto;alla preparazione e all'assistenza a interventi ginecologici;alla prevenzione e all'accertamento dei tumori della sfera genitale femminile;ai programmi di assistenza materna e neonatale.

L'ostetrica/o, nel rispetto dell'etica professionale, gestisce, come membro dell'équipe sani-taria, l'intervento assistenziale di propria competenza. Contribuisce alla formazione del perso-nale di supporto e concorre direttamente all'aggiornamento relativo al proprio profilo professio-nale e alla ricerca.

L'ostetrica/o è in grado di individuare situazioni potenzialmente patologiche che richiedonointervento medico e di praticare, ove occorra, le relative misure di particolare emergenza. Svolgela sua attività in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-pro-fessionale.

L'assistente sociale II

È un operatore dei servizi sociali il cui indiscutibile ruolo è stato normato, abbastanza recente-mente, dalla norma citata nella nota Il.

L'assistente sociale opera con autonomia tecnico-professionale e di giudizio in tutte le fasidell'intervento per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone, famiglie, gruppi e comu-nità in situazioni di bisogno e di disagio e può svolgere attivitil didattico-formative Svolge com-piti di gestione, concorre all'organizzazione e alla programmazione e può esercitare attività dicoordinamento e di direzione dei servizi sociali.

La professione di assistente sociale può essere esercitata in forma autonoma o di rapporto dilavoro subordinato. Nella collaborazione con l'autorità giudiziaria, l'attività dell'assistente so-ciale ha esclusivamente funzione tecnico-professionale

I concetti.."

C

'.'. "':':"',

LE ATTIVITÀ E LE COMPETENZE-.----

------ --

LE ATIIVITÀ

Le attività dell'operatore socio-sanitario sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita e sono

riconducibili alle seguenti funzioni: 12

a) assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero;b) intervento igienico-sanitario e di carattere sociale;c) supporto gestionale, organizzativo e formativo.

Il Legge 23 marzo 1993, n. 84 "Ordinamento della professione di assistente sociale e istituzione dell'alboprofessionale"12 La lettura delle tre macroattività come funzioni non è contenuta nel protìlo ma è un'interpretazione de-gli autori. (NdA)

o

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o della famiglia che nella comu-

:nitale femminile;

come membro dell'équipe sani-lisce alla formazione del perso-ltivo al proprio profilo professio-

ente patologiche che richiedonoli particolare emergenza. Svolgeme di dipendenza o libero-pro-

) normato, abbastanza recente-

naIe e di giudizio in tutte le fasi:rsone, famiglie, gruppi e comu-idattico-formative. Svolge com-:ione e può esercitare attività di

"orma autonoma o di rapporto dilria, l'attività dell' assistente so-

I e al suo ambiente di vita e sono

;tente sociale e istituzione dell'albo

profilo ma è un'interpretazione de-

L'operatore socio-sanitario (OS5): il ruolo. CAPITOLOI

ELENCO DELLE PRINCIPALI ATIIVITÀ PREVISTE PER L'OPERATORE SOCIO-SANITARIO

a) Assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero:assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidianee di igiene personale;. realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico;collabora ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psico-fìsiche residue, allarieducazione, riattivazione e recupero funzionalc;realizza attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppicoadiuva il personale sanitario e sociale nell'assistenza al malato anche terminale e mo-rente;aiuta la gestione dell'utente nel suo ambito di vita;cura la pulizia e l'igiene ambientale.

b) Intervento igienico sanitario e di carattere sociale:osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell'utente;collabora all'attuazione degli interventi assistenziali;valuta, per quanto di competenza, gli interventi più appropriati da proporre;collabora all'attuazione di sistemi di verifica degli interventi;. riconosce e utilizza linguaggi e sistemi di comunicazione-relazione appropriati in riferi-mento alle condizioni operative;mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con l'utente e la famiglia per l'integrazionesociale e il mantenimento e recupero della identità personale

c) Supporto gestionale, organizzativo e formativo:utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione eliquanto rilevato du-rante il servizio;collabora alla verifica della qualità del servizio;concorre, rispetto agli operatori dello stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini e dellaloro valutazione;collabora alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiorna-mento;

· collabora, anche nei servizi assistenziali non di ricovero, alla realizzazione di attività sem-plici

LE COMPETENZE DELL'OPERATORE SOCIO-SANITARIO

Le competenze tecnicheIn base alle proprie competenze e in collaborazione con altre figure professionali, l'OS5 sa at-tuare i piani di lavoro.

È in grado di utilizzare metodologie di lavoro comuni (schede, protocolli ecc)È in grado di collaborare con l'utente e la sua famiglia

nel governo della casa e dell'ambiente di vita, nell'igiene e cambio della biancheria;nella preparazione e/o aiuto all'assunzione dei pasti;quando necessario, e a domicilio, per l'effettuazione degli acquisti;nella sanificazione e sanitizzazione ambientale.

È in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzatlll'c, nonché la conser-vazione degli stessi e il riordino del materiale dopo l'assunzione dei pasti

Page 10: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e legislativa

Sa curare il lavaggio, l'asciugaturae la preparazionede!materiale da sterilizzare.Sa garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il trasporto del materiale biologico

sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici, secondo i plOtocolli stabilitiSa svolgere attività finalizzate all'igiene personale, al cambio della biancheria, all'espleta-

mento delle funzioni fisiologiche, all'aiuto nella deambulazione, all'uso corretto di presidi, au-sili e attrezzature, all'apprendimento e mantenimento di posture corrette.

In sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione del personale preposto è in grado di:

aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparec-chi medicali di semplice uso;aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie;osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l'utente puòpresentare (pallore, sudorazione ecc.);attuare interventi di primo soccorso;effettuare piccole medicazione o cambio delle stesse;controllare e assistere la somministrazione delle diete;aiutare nelle attività di animazione e che favoriscono la socializzazione, il recupero e il man-tenimento di capacità cognitive e manuali;collaborare a educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su sin-goli e gruppi;provvedere al trasporto di utenti, anche allettati, in barella, carrozzella;collaborare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento;utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dell'utente, riducendo al massimoil rischio;svolgere attività di informazione sui servizi del territorio c curare il disbrigo di pratiche bu-rocratiche;accompagnare l'utente per l'accesso ai servizi.

Le competenze relative alle conoscenze richiesteL'OSS conosce le principali tipologie di utenti e le problematiche connesse.

Conosce le diverse fasi di elaborazione dei progetti di intervento personalizzati.Riconosce, per i vari ambiti, le dinamiche relazionali appropriate per rapportarsi all'utente

sofferente, disorientato, agitato, demente o handicappato mentale ecc.È in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell'utente per le quali è ne-

cessario mettere in atto le differenti competenze tecniche.Conosce le modalità di rilevazione, segnalazione e comunicazione dei problemi generali e

specifici relativi all'utente.Conosce le condizioni di rischio e le più comuni sindromi da prolungato allettamento e im-

mobilizzazioneConosce i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli utenti e ai loro

famigliariConosce l'organizzazione dei servizi sociali e sanitari e quella delle reti informali.

Le competenze relazionaliSa lavorare in équipe.

Siavvicinae si rapporta con l'utente e con la famiglia,comunicandoin modo partecipativoin tutte le attività quotidiane di assistenza; sa rispondere esaurientemente, coinvolgendo e sti-molando al dialogo.

È in grado di interagire, in collaborazione con il personale sanitario, con il malato morente.

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Iteriale da sterilizzare..rasporto del materiale biologico)tocolli stabilitiJio della biancheria, all'espleta-e, all'uso corretto di presidi, au-'e corrette.personale preposto è in grado di:

~r il corretto utilizzo di apparec-

omi di allarme che l'utente può

~lizzazione, il recupero e il man-

mobilizzazione semplici su sin-

carrozzella;;uo trasferimento;Il'utente, riducendo al massimo

:urare il disbrigo di pratiche bu-

le connesse.'ento personalizzati'priate per rapportarsi all'utenteaIe ecc.ioni dell'utente per le quali è ne-

cazione dei problemi generali e

a prolungato allettamento e im-

alute, rivolti agli utenti e ai loro

lla delle reti informali

unicando in modo partecipativoientemente, coinvolgendo e sti-

anitario, con il malato morente.

L'operatore socio-sanitario (OSS): il ruolo. CAPITOLOl

Sa coinvolgere le reti informali, sa rapportarsi con le strutture sociali, ricreative, culturali deiterritori

Sa sollecitare e organizzare momenti di socializzazione, fornendo sostegno alla partecipa-zione a iniziative culturali e ricreative sia sul territorio che in ambito residenziale.

È in grado di partecipare all'accoglimento dell'utente per assicurare una puntuale informa-zione sul servizio e sulle risorse.

È in grado di gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità.Affiancandosi ai tirocinanti, sa trasmettere i propri contenuti operativi

LA MAPPA DELLE FUNZIONI E DELLE COMPETENZE--

Nelle pagine successive (pp. 14-19) viene riportata la mappa delle funzioni e delle competenze, sud-divisa per:

assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero;intervento igienico-sanitario e di carattere sociale;supporto gestionale, organizzativo e formativo.

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:L'OPERATORE SOCIO-SANITARIO (055):la responsabilità e l'autonomia

- --- --. -------------..------_.---

L'ambito di attività dell'OSS è costituito, come descritto nel profilo analizzalo, dal settore sociale,dal settore sanitario, dai servizi socio-assistenziali e socio-sanitari, residenziali e semi-residen-ziali

Egli svolge la sua attività in collaborazione con gli altri operatori professionali preposti all'as-sistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del lavoro multiprofessionale. È evidente,che per poter espletare al meglio le attività identificate, dovrebbe essere inserito in contesti or-ganizzativi facilitanti l'integrazione professionale tra i diversi componenti dell'équipe.

Per comprendere più a fondo quali sono i contenuti della responsabilità degli OSS e comequesti possano, nei diversi contesti, essere agiti è opportuno esplicitare alcune considerazioni:

a frontedei contenutidel profilo- le attività definitedevonopoter essere effettuate in più ediversificaticontesti - appare molto chiaro che l'OSSnon ha e non può avere una compe-tenza per poter assistere gli utenti di tutte le strutture. Ciò che, invece, deve sapere esprimereè la capacità di collaborare con gli operatori professionali (infermiere, ostetrica/o, assistentesociale ecc.) responsabili della presa in caric" e dell'assistenza della persona con problemi lacui natura può essere sociale, sanitaria, socio-assistenziale o socio-sanilaria;le attività di assistenza indiretta previste dal profilo possono essere considerate completa-mente attribuibili all'operatore mentre quelle riconducibili all'assistenza diretta devono es-sere, invece, ritenute "potenzialmente attribuibili" in quanto necessitano di una valutazionepuntuale e sistematica da parte dell'operatore professionale responsabile dell'assistenza. 13

13 Vallicella F, D'Innocenza M., Leto A, La responsabilità professionale dell'infermiere, in D'Innocenza M,Massai D., Rocco G, Sasso L, Silvestro A., Valerio G, Vallicella F, Vanzetta, Procedure diagnostico-terapeu-tiche e assistenziali, il percorso dell'infermiere tra decisione, responsabilità, eclucaziol1t' e complessità, McGraw-Hill, Milano, 2005, p 18.

Page 12: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e legislativa

I,Competenze

Collaborare con l'utente e la famiglia: .'.

nel governo della casa e dell'ambiente di vita, nfll'igiene e cambiobiancheria;

~ nella preparazione elo aiuto all'assunzione dei pasti;

-per l'effettuazione degli acquisti, nella sanificazione e sanitizzazione

ambientale .

Curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzature, nonché la

conservazione degli stessi dopo l'assunzione dei pasti

Curare il lavaggio, l'asciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare

Garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il trasporto del

materiale biologico sanitario, e dei campioni per gli esami diagnostici,

secondo i protocolli stabiliti

Svolgere attività finalizzate all'igiene personale, al cambio della biancheria,

all'espletamento delle funzioni fisiologiche

Svolgere attività finalizzate all'aiuto nella deambulazione, all'uso corretto di

presidi, ausili e attrezzature, all'apprendimento e mantenimento di posture

corrette

Controllare e assistere la somministrazione delle diete

Aiutare nelle attività di animazione e che favoriscono la socializzazione,

il recupero e il mantenimento di capacità cognitive è manuali

Collaborare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento

Collaborare a educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione

semplici su singoli e gruppi

Conoscere le condizioni di rischio e le più comuni sindromi da prolungato

allettamento e immobilizzazione

Provvedere al trasporto di utenti, anche allettati, in barella, carrozzella

Rapportarsi con l'utente e con la famiglia, comunicando in modo partecipativo

in tutte le attività quotidiane di assistenza; sa rispondere esaurientemente,

! coinvolgendo e stimolando al dialogoI L____1________________

Tipologia

Tecnica

Tecnica

TecnicaTecnica

Tecnica

Tecnica

TecnicaTecnica

TecnicaTecnica

Cognitiva

TecnicaRelazionale

È quindi evidente che, ferma restando la responsabilità diretta dell'OSS per i singoli atti po-sti in essere, la responsabilità professionale complessiva è dell'operatore professionale respon-sabile dell'intero processo assistenziale.

Il processo di attribuzione delle attività potenzialmente attribuibili all'operatore socio-sani-tario da parte dell'operatore professionale è guidato daJla contcstualizzazione di variabili legateall'organizzazione, aJl'operatore socio-sanitario, alla persona assistita, al compito da attribuire.

14

14 Op. cit, pp. 23-24.

'14

Page 13: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

Tipologia

1mbio Tecnica

~aZlone

ché la Tecnica

da sterilizzare Tecnica

to del Tecnica

losticì,

biancheria, Tecnica

Dcorretto di 1ecnicadi posture

Tecnica

zazione, Tecnica

rasferimento TecnicaIbilizzazione Tecnica

prolungato Cognitiva

Izzella Tecnica

o partecipativo Relazionaleltemente,

contenuti

-----------------------

Elementi di igieneIgiene dell' ambiente

- Assistenzaalla perso......Assistenza alla perso

Assistenza alla perso

Tecniche di animazic

Principi generali ed e

Alcune abilità-

Il lavaggio sociale de

L'uso dei guanti

La conservazione e l'

La detersione e la dis

La preparazione del

La conservazione del

La sanificazione

Il rifacimento dellett

Le cure igieniche par

Il posizionamento del

Il posizionamento, lo

la deambulazione c

La somministrazione

Attività sem lici di a

~ttadell'055 per i singoli atti po-operatore professionale respon-

"ibuibili all'operatore socio-sani-stualizzazione di variabili legate;sistita, al compito da attribuire. 14

o vuoto e del letto occupato

ziali e le cure igieniche totali

la padella, della storta, di un catetere esterno

spostamento a letto, i trasferimenti posturali,

on ausili semplici

degli alimenti

p nimazione

La ricomposizione della salma

-

L'operatore socio-sanitario (055): il ruolo · CAPtTOLOl

Area disciplinare---~--, ~--_.._---

e c:omfort domestico-alberghiero

na nelle cure igieniche

na nella mobilizzazione

na nell'alimentazione

me

lementi di assistenza

Igienico-sanitaria (' tecnico-operativa

Igienico-sanitaria e tecnico-operativa

Igienico-sanitaria (' tecnico-operativa

Igienico-sanitaria e tecnico-operativa

Igienico-sanitaria (' tecnico-operativa

Igienico-sanitaria (' tecnico-operativa

Igienico-sanitaria e tecnico-operativa

rTipologia

~ ~--------

Ile mani GestualeGestualeGestualeGestualeGestualeGestualeGeslualeGestualeGestualeGestuale

impiego di detergenti e disinfettanti

infezione di alcuni materiali non critici

materiale alla sterilizzazione

materiale sterile

Gl'stualeGl'stualeGl'Siuale/comunicativaGestuale

~-~ ~------

LE VARIABILI RELATIVE AL CONTESTO ORGANIZZATIVO

Tra queste, particolare significato assumono:. l'utilizzo o meno di una metodologia di pianificazione dell'assistenza e di una efficace mo-dalità di documentazione dei processi assistenziali;la possibilità reale di poter definire e realizzare un adeguato percorso di affiancamentodell'055, oltre che di eventuali interventi di indirizzo sulle attività effettuate dallo stesso ope-ratore;la presenza o meno di modalità di lavoro strutturate;la disponibilità o meno di procedure, protocolli e piani di lavoro.

Page 14: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRlMA .Area socio-culturale istituzionale e legislativa

Competenze

Conoscere le principali tipologie di utenti e le problernatiche connesseConoscere le diverse fasi di elaborazione dei progetti di interventopersonal izzati <

Riconoscere le situazioni ambientai i e le condizioni d!òll'utente per le quali

è necessario mettere in atto le differenti competenze tecnicheRiconoscere per i vari ambiti, le dinamiche relazionali approprii1te perrapportarsi all'utente sofferente, disorientato, agitato, demente ohandicappato mentale eccRiconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell'utente per lequali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecnicheConoscere i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivoltiagli utenti e ai loro famigliari

Aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il correttoutilizzo di apparecchi medicali di semplice usoAiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarieOsservare, riconoscere e riferire alcuni dei più cOmuni sintomi eliallarme che l'utente può presentare (pallore, sudorazione ecc)Attui1re interventi di primo soccorso

· Effettuare piccole medicazione o cambio delle stesseCollaborare a educare al movimento e favorire movimenti dimobilizzazione semplici su singoli e gruppi. Utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dell'utente,

riducendo al massimo il rischio

· Accompagnare l'utente per l'accesso ai servizi. Interagire in collaborazione con il personale sanitario, con il malato morente. Sollecitare e organizzare momenti di socializzazione, fornendo sostegno

alla partecipazione a iniziative culturali e ricreative sia sul territorioche in ambito residenziale

LE VARIABILI RELATIVE ALL'OPERATORE SOCIO-SANITARIO

Tipologia

CognitivaCognitiva

Cognitiva

Cognitiva

Cognitiva

Cognitiva

Tecnica

TecnicaTecnica

TecnicaTecnicaTecnica

Tecnica

TecnicaRelazionaleRelazionale

L'attenzione viene posta:

al livello delle conoscenze e delle abilità acquisite nel percorso formativo e/o nelle espe-rienze di lavoro;al grado di sviluppo del senso di responsabilità;alla presenza di un'efficace comunicazione interpersonale tra operatori.

16

Page 15: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

Tipologia

~)nnesse Cognitiva Into Cognitiva

per le quali Cognitiva

ate per Cognitiva)

per le Cognitivacheute, rivolti Cognitiva

:orretto Tecnica

Tecnicadi Tecnica

TecnicaTecnicaTecnica

ente, Tecnica

Tecnicallato morente Relazionalesostegno Relazionaleorio

-~---

L'operatore socio-sanitario (055): il ruolo · CAPITOLOl

Socio-culturale, istituzionale e legislativa

Igienico-sanitaria e te( nico-operativa

Igienico-sanitaria e tecnico-operativa

Igienico-sanitaria e tecl1ico-operativa

Igienico-sanitaria e tecnico-operativa

Igienico-sanitaria e tecnico-operativa

Igienico-sanitaria e tecnico-operativa

contenuti Area disciplinare

- ----------".-..--

Elementi di etica

Principi generali ed elementi di assistenza

Assistenza di primo soccorso

Assistenza alla persona con disturbi mentali

Assistenza alla persona con handicap

Assistenza alla persona anziana

Disposizioni generali in materia di protezione

della salute e della sicurezza dei lavoratori

Elementi di sociologia e psicologia socio-relazionale

Elementi di psicologia appl icata

Psicologica e sociale

Psicologica e sociale

.---

Alcune abilità-~-_.._----------

La misurazione del peso

La misurazione dell'altezza

La raccolta di escreti e seueti

Il confezionamento di piccole medicazioni

Il supporto di base alle funzioni vitali (Basic Life Support -BLS)

L'emostasi semplice nelle emorragie

La medicazione di piccole ferite

L'applicazione di protocolli di osservazione di segni e sintomi comuni

di allarme (pallore, sudorazione ecc.)

L'applicazione di tecniche corrette di approccio alla persona con

disturbi mentali in alcune condizioni critiche (agitazione

psico-motoria, allucinazione, delirio)

L'applicazione di tecniche corrette di approccio alla persona anziana

in alcune condizioni critiche (disorientamento, confusione, isolamento)

L'applicazione di tecniche corrette di approccio alla persona con

handicap in alcune condizioni specifiche (difficoltà affettive,

difficoltà cognitive, limitazioni fisiche)

---------

Tipologia

Gcstuale

Gcstuale

G('stualc

G('stuale

Gcstuale

Gcstuale

Gcstuale

Gcstuale

G(~stuale/com unicativa

Gcstua le/comun icativa

G('stua le/com un icativa

LE VARIABILI RELATIVE ALLA PERSONA ASSISTITA

Ciò che viene attentamente valutato riguarda:

il livello di complessità connesso al soddisfacimento dei bisogni;le caratteristiche e la numerosità dei fattori di rischio della persona assistita;

· il livello di comprensione e integrità delle capacità cognitive

'corso formativo e/o nelle espe-

tra operatori.

Page 16: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e legislativa

I

Competenze

Lavorare. in équipeUtilizzare metodologie di lavoro comuni

Utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza

dell'utente, riducendo al massimo il rischio

Svolgere attività di informazione sui serviZi del territorio e curare

il disbrigo di pratiche burocratiche

Conoscere l'organizzazione dei servizi sociali e sanitari e quella

delle reti informali

Coinvolgere le reti informali, rapportarsi con.le strutture sociali,

ricreative, culturali dei territori

Gestire la propria attività riservatezza ed eticità

Trasmettere i propri contenuti operativi

Tipologia

Tecnica/Relazionale

Tecnica/Relazionale

Tecnica

Tecnica

Cognitiva

Tecnica/Relazionale

RelazionaleCognitiva/Relazionale

l. ..

LE VARIABILI RELATIVE AL COMPITO DA ATIRIBUIRE

Ciòchevieneconsiderato dall'operatoreprofessionaleresponsabiledell'assistenza riguarda:

. il livello di semplicità del compito;il livello di standardardizzabilità del compito;la presenza o assenza di rischi conelati al compito da effettuare.

L'attribuzione completa, parziale, supportata dall'uso di strumenti operativi - procedure, pro-tocolli, istruzioni operative ecc. - o, di volta in volta, definita delle attività di assistenza diretta

previste dal profilo dell'OSS altro non è, quindi, che il risultato della valutazione e dell'analisidelle variabili espresse.

Page 17: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

L'operatore socio-sanitario (055): il ruolo · CAPITOLOI

Tipologia

----~

IIit

Contenuti Area disciplinare-------

a Cognitiva

Elementi di eticaMetodologia del lavoro sociale e sanitarioElementi di legislazione socio-sanitaria

e legislazione del lavoroElementi di sociologia e psicologia socio-relazionaleElementi di psicologia applicataRielaborazione dell'esperienza di tirocinio

Socio-culturale, istituzionale e legislativaIgienico-sanitaria e tec n ico-operativaSocio-culturale, istituzionale e legislativa

Tecnica/RelazionaleTecnica/RelazionaleTecnica

re Tecnica Psicologica e socialePsicologica e socialeSocio-culturale, istituzionale e legislativa

T ecnica/Relazionale

RelazionaleCogn itiva/Relazionale

Alcune abilità Tipologia.-------

L'applicazione di procedureL'applicazione di protocolliL'applicazione di linee guidaL'applicazione di piani di lavoroL'attivazione di strumenti di supporto socialeL'applicazione della fase di attuazione dei progetti

di assistenza personalizzata

Gestualelc omun icativaGestua le/comu n icativaGestua le/comu n icativaGestuale/c omu n icativaGestualeGestuale/comu n icativa

sabile dell'assistenza riguarda:

ltuare.

1menti operativi - procedure, pro-delle attività di assistenza diretta.0 della valutazione e dell'analisi

Page 18: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRIMA.Area socio-culturale istituzionale e legislativa

--~ L'AMBITO SANITARIO

Stefania è un operatore socio-sanitario che da oltre cinque anni lavora presso l'unità operativa di Chirurgiagenerale. L'unità operativa ha 50 posti letto e un turnover elevatissimo In questi anni Stefania ha maturatouna notevole esperienza tanto da essere frequentemente coinvolta dal coordinatore nell'inserimento degli ope-ratori socio-sanitari neo-assunti.Una mattina, particolarmente densa di attività - sei ingressi programmdti, quattro ingressi in urgenza inviatidal pronto soccorso, molti pazienti operati in prima giornata e tutta l'attività di routine -

Stefania e un altrooperatore, come da piano di lavoro, si stanno occupando dell'igiene e cura delle persone e del rifacimentoletti e cambio della biancheria.Stefania e il suo collega sono continuamente interrotti durante questa attività perché ci sono molti campanelliche suonano e tutti gli altri operatori professionali e socio-sanitari in turno quella mattina sono impegnati inaltre attività.In una stanza in cui Stefania entra per posizionare la padella a una signora che ha manifestato il bisogno diurinare, una signora, con un'infusione in corso e altri tre flaconi sul comodino, dice a Stefania che [a flebo-

clisi è quasi finita e chiede se è possibile cambiaria e magari aumentarne la velocità per terminarle prima edessere poi libera di alzarsi dal letto.Stefania, dopo un attimo di incertezza, decide di cambiare ['infusione St'nza chiamare l'infermiere responsa-bile dell'assistenza ai pazienti di quella stanza che, in quel momento, era occupato nell'assistenza a un pa-ziente appena uscito dalla sala operatoria.Per questo, e anche perché l'aveva visto fare molte volte dagli infermieri, Stefania prende uno dei tre flaconidal comodino e cambia l'infusione aumentandone la velocità secondo la richiesta della signora.Dopo circa mezz'ora dal cambio dell'infusione la signora suona il campanello con insistenza e chiama a granvoce l'infermiere lamentando un malessere improvviso. L'infermiere che giunge al suo letto le chiede cosasucceele e lei riferisce un improvviso mal di testa e di sentire il "cuore (he batte molto forte".L'infermiere controlla subito l'infusione e si accorge che la velocità è troppo elevata in quanto in essa è con-tenuto un farmaco per l'apparato respiratorio che necessita eliessere somministrato a goccia lenta. Rallentataquindi l'infusione e, misurati i parametri vitali, cerca di tranquillizzare la signora spiegandole che i sintomimanifestati sono correlati alla velocità di infusione della fleboclisi e che rallentanelola, come ha fatto, avrebbeassistito alla loro completa scomparsa nell'arco di poco tempo. Dopo essersi accertato che la signora abbiacompreso quanto spiegato, l'infermiere invita Stefania in ambulatorio a discutere l'episodio.

DOMANDE PER L'APPROFONDIMENTO E LA DISCUSSIONE

Qual è stato l'errore eli Stefania?Perché Stefania ha sbagliato?Che cosa avrebbe dovuto/potuto fare Stefania?Quali sono le situazioni che favoriscono il verificarsi di errori eli qUt'sto tipo?Che cosa si potrebbe fare per evitare che errori simili si verifichinol

20

Page 19: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

l presso l'unità operativa di Chirurgia}. In questi anni Stefania ha maturato

Jordinatore nell'inserimento degli ope-

ati, quattro ingressi in urgenza inviatilttività di routine -

Stefania e un altro~cura delle persone e del rifacimento

tività perché ci sono molti campanelliIrno quella mattina sono impegnati in

,nora che ha manifestato il bisogno diJmodino, dice a Stefania che la flebo-ne la velocità per terminarle prima ed

senza chiamare l'infermiere responsa-era occupato nell'assistenza a un pa-

~ri, Stefania prende uno dei tre flaconila richiesta della signora.

)anello con insistenza e chiama a granhe giunge al suo letto le chiede cosa:he batte molto forte".'oppo elevata in quanto in essa è con-mministrato a goccia lenta. Rallentata,

la signora spiegandole che i sintomirallentandola, come ha fatto, avrebbeessersi accertato che la signora abbia

I discutere l'episodio.

ONE

lesto tipo??

-L'operatore socio-sanitario (055) il ruolo · CAPITOLOI

-~ L'AMBITO SOCIALE

I

l~~ I Il CASO DI PATRIZIA

Patrizia è un operatore socio-sanitario che ha lavorato per diversi anni in una casa di riposo per persone nonautosufficienti. Dopo questa lunga esperienza presso la casa di riposo decide di cogliere l'opportunità offerta

dal coordinatore di dedicarsi all'assistenza delle persone anziane a domicilio. Da quattro anni ormai svolge lasua attività al domicilio delle persone anziane afferenti al servizio di assistenza dlJmiciliare ed è molto con-tenta.Da circa un mese le è stata affidata una persona anziana, di 75 anni, con malattia di l'arkinson allo stadio ini-ziale che vive sola. La signora, a causa della malattia di cui soffre è rallentata nei movimenti e per questo rie-sce con molta fatica nella cura e nell'igiene personale tanto che, a volte, evita di perfino di lavarsi perché lafatica è troppo grande.L'assistente sociale responsabile del servizio di assistenza domiciliare, dopo aver v,tlutato il caso, definisce unpiano personalizzato di intervento assegnando cinque ore alla settimana -

una al gioll1o, dal lunedì al venerdì

- un operatore socio-sanitario, Patrizia, per supporta re la signora nella cura e nell'Igiene personale.Dopo alcune iniziali difficoltà di relazione con la signora che appare piuttosto scontrosa perché non riesce afare tutto da sola e perché la disturba un po' avere "gente estranea che va e viene cb casa", Patrizia riesce ainstaurare una buona relazione e a ottenere la massima collaborazione dalla signor,l.La signora è cmì contenta dell'aiuto di Patrizia che accetta con fatica di farsi aiutarl' da altre persone. Il sabatoe la domenica, infatti, l'aiuta una sua sorella, più anziana di lei e, quando non pU() quest'ultima, una sua ni-pote. Nessuno però secondo la signora è brava e capace come Patrizia tanto che insiste con lei perché vadaal domicilio anche il sabato e la domenica.Patrizia spiega alla signora che questo non è possibile perché l'intervento deve esser'e discusso e programmatodall'assistente sociale responsabile del servizio. La signora sembra aver compreso quanto spiegato da Patriziama di li a qualche giorno ripropone la richiesta. Di fronte all'insistenza della signor,1 e alla modalità simpaticae per certi versi buffa di porsi, Patrizia non riesce a dire di no e si impegna, per qUl'lIa settimana, a recarsi aldomicilio anche il sabato e la domenica.La domenica, mentre sta uscendo dalla doccia aiutata da Patrizia la signora inciampa nel tappettino e cade aterra, anche se dolcemente perché sostenuta da Patrizia che ne attutisce la caduta.Oltre a un grande spavento, la signora sembra non aver riportato alcun danno apparente. Il giorno successivo,lunedì dopo essere recata al domicilio per il consueto intervento, Patrizia comunica telefonicamente l'acca-duto all'assistente sociale. Quest'ultima le chiede di poterla incontrare per meglio discutere quanto accaduto.

I~II_~J DOMANDE PERL'APPROFONDIMENTO E LA DISCUSSIONE

1. Qual è stato l'errore di Patrizial2. Perché Patrizia ha sbagliato?3. Che cosa avrebbe dovuto/potuto fare Patrizia?4, Quali sono le situazioni che favoriscono il verificarsi di errori di questo tipol5. Che cosa si potrebbe fare per evitare che errori simili si verifichino?

21

Page 20: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

Capitolo

------

ELEMENTI DI LEGISLAZIONESOCIO-SANITARIA E ORGANIZZAZIONE

DEI SERVIZI

I concetti

_...

~

. ' .~~

-

IL DIRITTO IN POCHE PAROLE------ --..---------

Ogni Stato ha un suo ordinamento giuridico, costituito dall'insieme delle norme giuridiche che siè dato che permette ai cittadini la convivenza e lo sviluppo di ciò che, nell'insieme, viene defi-nita società Più semplicemente si può parlare di diritto come il complesso ddle leggj dj uno Stato.Il diritto in senso oggettivo è il complesso deIIe norme gjurjdjche che detti/lJo come jl soggetto sjdeve comportare Per chiarezza è necessario però ricordare che si parla di diritto anche in sensosoggettivo indicando la riconosciuta e tutelata necessUà dej soggetU dj esprimere djrUU,owero pro-pà jnteressj che la legge riconosce. In altre parole, quando si parla di diritto soggettivo si intendel'insieme dei diritti e doveri di cui il soggetto è titolare.

LE FONTI DEL DIRITTO

Siparla di fonti di produzione del diritto facendo riferimento a quelle forze che creano le norme;cioè:

il Parlamento, che ha propria la funzione di produrre le leggi;il Capo dello Stato e il Governo, che lo possono fare con delega del Parlamento o, in casodi urgenza, con propria responsabilità;altri organi amministrativi statali, con efficacia più limitata;regioni, comuni, che sono autorizzati dallo Stato a emanare leggi o regolamenti in campi,materie e ambiti territoriali predefiniti.

È utile ricordare che le norme aventi come fonti organi statali hanno potere e conseguenzediversificate. In sintesi, se si dovesse realizzare una scala gerarchica fondata sulla tipologia dellaregola/legge, si avrebbero

Costituzione e leggi costituzionali, è la legge per eccellenza che contiene i principi gene-rali relativi al funzionamento dello Stato e i diritti e doveri dei cittadini. L'inderogabilità a que-sta legge si traduce in un limite fondamentale nella produzione, da parte di chi ne ha la pre-rogativa, delle altre leggi: queste dovranno necessariamente rispettarne i principi. A tale ri-guardo è previsto nella Costituzione un organo, la Corte costituzionale. con il compito di con-trollare "sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventiforza di legge, dello Stato e delle regioni; sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e

Page 21: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRIMA-Area socio-culturale istituzionale e legislativa

su quelli tra lo Stato e le regioni, e tra le regioni; sulle accu~e promosse contro il Presidentedella Repubblica,a norma della Costituzione",I con il potere di delegittimaree quindi ren-dere inefficace una legge giudicata incostituzionale;leggi ordinarie, sono quelle emanate dal parlamento,2 organo a cui la costituzione affida ilcompito legislativo;decreti legge del Governo, che possono essere emanati in caso di necessità e urgenza;hanno valore di legge ordinaria, ma devono essere convertiti dal Parlamento, pena la deca-denza, entro 60 giorni;decreti legislativi, ovvero leggi delegate: vengono adottate dal Consiglio dei Ministri sullabase di una formale delega adottata dal Parlamento con apposita legge in cui sono indicatiin generale i principi a cui deve ispirarsi il Governo nella produzione della legge Negli ultimianni, l'azione riformatrice dei Governi, che ha coinvolto la pubblica amministrazione, si èrealizzata utilizzando questo mezzo. Èevidente l'utilità di questo sistema, laddove si devonorealizzare riforme che implicano regolamenti, che riguardano questioni tecniche, difficilmenteadotta bili dal Parlamento;regolamenti governativi: sono atti amministrativi aventi forza normativa. Sono deliberatidal Consiglio dei Ministri ed emanati come Decreti del Presidente della Repubblica, previoparere del Consiglio di Stato;regolamenti ministeriali e prefettizi: sono atti formalmente amministrativi e aventi forzanormativa, emanati rispettivamente dai ministri e dai prefetti;statuti regionali ordinari;leggi regionali adottate dai Consigli regionali per quelle materie stabilite dalla Costituzione;regolamenti regionali;regolamenti provinciali;regolamenti comunali: sono atti formalmente amministrativi, aventi forza normativa, ema-nati dai comuni nelle materie previste dalla legge (per esempio, igiene e sanità, edilizia e po-lizia locale).

L'elenco riportato, redatto sulla base della gerarchia della norma, permette di evidenziare leseguenti regole:

una norma di grado superiore può modificare quella di grado inferiore; non può verificarsi ilcontrario;due norme di pari grado possono modificarsi sulla base di un criterio cronologico: quella piùrecente è quella che ha valore.

I SOGGETIIDELDIRITIO

La capacità giuridica, cioè la capaÒtà di essere portatore di obl)/ighi e titolare di diritti, spetta atutte le persone fisiche.

Le persone fisiche vengono intese come tutti gli uomini noli vivi senza alcuna distinzione disesso, razza, credo religioso o politico. La capacità giuridica spetta anche alle persone giuridiche,cioè a enti od organismi che si sono organizzati per prefissati scopi e possono contrarre obbli-gazioni attraverso i loro organi

Art. 134 della Costituzione.2 Artt 70 e 77 della Costituzione.

Page 22: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

;e promosse contro il Presidentere di delegittimare e quindi ren-

mo a cui la costituzione affida il

in caso di necessità e urgenza;,ti dal Parlamento, pena la deca-

o:dal Consiglio dei Ministri sulla'posita legge in cui sono indicati,duzione della legge. Negli ultimipubblica amministrazione, si è

lesto sistema, laddove si devono) questioni tecniche, difficilmente

orza normativa. Sono deliberatisidente della Repubblica, previo

Ite amministrativi e aventi forza.ti;

tterie stabilite dalla Costituzione;

ivi,aventi forza normativa, ema-)io, igiene e sanità, edilizia e po-

orma, permette di evidenziare le

o inferiore; non può verificarsi il

n criterio cronologico: quella più

'blighi e Utolare di diritti, spetta a

rUvivi senza alcuna distinzione di

1 anche alle persone giuridiche,)copi e possono contrarre obbli-

-Elementi di legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

La personalità è l'attitudine a diventare soggetto di diritti come persona sia fisica sia giuri-dica: la persona fisica l'acquista con la nascita, quella giuridica tramite riconoscimento effettuatoda una pubblica autorità

FONTI DEL DIRITTO

Sono il cuore di un ordinamento giuridico: da esse n,lscono le prescrizioni che l'ordinamento rico-

nosce come proprie. Ciascun ordinamento giuridico stabilisce le regole affinché determinate norme

possano essere riconosciute come appartenenti all'ordinamento stesso.

Costituzione: massima fonte sulle fonti. Essa legittima tutti i processi di produzione del diritto.

Contiene i criteri per individuare le fonti del diritto e detta le regole per la produzione, mediante le

fonti previste, delle norme giuridiche che appartengono all'ordinamento. Determina, però, solo quelli

piLI importanti, per adottare, cioè, gli atti fonte primari.

FONTI PRIMARIE

Leggi di revisione costituzionale e leggi costituzionali.

Leggi costituzionali di rango legislativo previste per la modificazione di regioni, province e comuni.

Leggi di amnistia e indulto.

Leggi ordinarie.

Decreti legislativi e decreti legge.

Delegazione delle Camere al Governo dei poteri necessari in caso di guerra.

Il referendum abrogativo.

I regolamenti parlamentari.

Gli statuti delle regioni speciali e delle regioni ordinarie.

La legge regionale.

FONTISECONDARIE

Tutti gli atti fonte subordinati agli atti primari. Il sistema costituzionale delle fonti secondarie è apertonel senso che la definizione delle fonti è lasciata alla disponibilità dei soggetti titolari di potestà nor-

mative primarie.

PRIMA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Prima dell'emanazione della legge 833/783 non esisteva nel nostro paese un Servizio SanitarioNazionale.

Ilcomplessodelle leggiche regolamentavanoi servizisanitari erano fondamentalmentedi-visi in:

leggi riguardanti la sanità pubblica;leggi riguardanti i servizi ospedali eri

--

3 Legge 23 dicembre 1978, n. 833 "Istituzione del servizio sanitario nazionale"

25

Page 23: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e legislativa

In sintesi ai ricorda

il secondo Testo Unico delle Leggi Sanitarie (TULLSS)4;la legge 132/68,5 che ha islituito l'Ente Ospedaliero, quale ente pubblico il cui compito isti-tuzionale era quello di provvedere al ricovero e alla cura degli infermi.

Per l'importanza che queste due norme hanno avuto, e per l'impronta organizzativa che hannodato ai servizi sanitari, è opportuna una breve e mirata disamina.

TESTO UNICO DELLE LEGGI SANITARIE

È la seconda raccolta delle leggi sanitarie che si è realizzata nel nostro ordinamento,6 con essasi coordinano in un unico documento di riferimento tutte le norme promulgate che riguardanola sanità; ciò può richiedere un coordinamento tra le norme in modo da assicurare una coerenteorganicità tra di esse e, per questo, sono il frutto di un'esplicita delega al Governo da parte delParlamento.

Molte indicazioni che sono contenute in questa raccolta non sono più applicabili per modifi-che intervenute con leggi successive.

L'ASSISTENZA OSPEDALIERA: DALL'ISTITUZIONE DELL'ENTE OSPEDALE AI GIORNI NOSTRI

Con la legge 132 del 19687 lo stato pone ordine in una materia assai importante quanto poco re-golamentata: l'assistenza ospedaliera pubblica. Infatti nell'art. 1 della citata norma si dichiarache: "L'assistenza ospedaJjera pubblica è svolta afavore di tutti l cittadini italiani e stranieri esclusi-vamente dagJj enti ospedalieri". Quindi, con estrema chiarezza, si indicano quali sono gli altri entiche possono, a precise condizioni, svolgere la medesima opera: ospedali psichiatrici, istituti permalattie mentali, istituti a carattere scientifico, case di cura private. In sintesi, la norma regola-menta:

l'ente ospedaliero;la struttura e l'amministrazione degli enti ospedalieri;i requisiti e la classificazione degli ospedali;la programmazione ospedaliera;le disposizioni finanziarie per gli enti ospedalieri;l'ordinamento dei servizi e del personale;le case di cura private

Ilprovvedimento che si sta esaminando, per la complessità della materia regolamentata, hadato facoltà al Governo di emanare più norme sulla base delle generali indicazioni in esso con-tenute; da ciò ne derivano:

R.D. 27 luglio 1934, n. 1265 "Approvazione del Testo Unico delle Leggi Sanitarie".Legge 12 febbraio 1968, n. 132 "Enti ospedali eri e assistenza ospedaliera"

Il primo è stato realizzato con il R.D. 1 agosto 1907, n. 636

"In ciascuna regione, a decorrere dalla data di entrata in vigore della disciplina di riorganizzazione ospe-daliera di cui al presente articolo, e comunque entro un triennio dall'entrata in vigore del decreto legislativo7 dicembre 1993, n. 517, cessano di avere efficacia le disposizioni di cui alla legge 12 febbraio 1968, n. 132,e al DPR 27 marzo 1969, n. 128, nonché le disposizioni del D.P.R. 27 marzo 1969, n. 129"

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ente pubblico il cui compito isti-ògliinfermi.

mpronta organizzativa che hanno

'1a.

:1 nostro ordinamento,6 con essa)rme promulgate che riguardano1l0do da assicurare una coerentea delega al Governo da parte del

n sono più applicabili per modifi-

;PEDALE AI GIORNI NOSTRI

::Issai importante quanto poco re-. 1 della citata norma si dichiara,Jttadini italiani e stranieri esclusi-,i indicano quali sono gli altri enti

l: ospedali psichiatrici, istituti pervate. In sintesi, la norma regola-

della materia regolamentata, hagenerali indicazioni in esso con-

:gi Sanitarie"liera"

disciplina di riorganizzazione ospe-trata in vigore del decreto legislativoli alla legge 12 febbraio 1968, n. 132,marzo 1969, n. 129"

Èlementi di legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

D.PR. 27 marzo 1969, n. 128 "Ordinamento interno dei servizi osped,llieri";D.PR. 27 marzo 1969, n.

]29 "Ordinamento interno dei servizi di assislenza delle cliniche e

degli istituti universitari di ricovero e cura";D.P.R 27 marzo 1969, n. 130 "Stato giuridico dei dipendenti degli enli ospedalieri"

Ora, pur ben sapendo che per effetto di quanto sancito all'articolo 48 del D.Lgs. 30 dicembre1992,n. 502 "Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'(Jrticolo l della legge 23ottobre 1992, n. 421", che esplicitamente abroga le norme delegate citate, pare opportuno sof-fermarsi sul D.P.R. 128/69, poiché indica con molta precisione come devono essere organizzatigli ospedali,e tale impronta organizzativaancora permane in molte strutture ospedaliere. Gliospedali devono assicurare

servizi igienico-organizzativi;servizi di diagnosi e cura;servizi amministrativi generali.

l servizi igienico-organizzati vi, affidati alla Direzione Sanitaria, oggi identificabile con la Di-rezione Medica di Presidio Ospedaliero,8 comprendevano i seguenti servizi:

segreteria;ufficiostatistica e organizzazione sanitaria;archivio cartelle cliniche e biblioteca medica;servizi di assistenza sanitaria e sociale;ufficioper la programmazione dei servizi del personale sanitario, sanitario ausiliario, tecnicoed esecutivo addetto ai servizi sanitari.

Le funzioni dell'ufficio per la programmazione dei servizi del personale sanitario, sanitario ausilia-rio, tecnico ed esecutivo addetto ai servizi sanitari oggi sono state assorbite dai Servizi lnfermieristici.

l Servizi Infermieristici sono nati in molte realtà regionali con l'emamzione delle leggi regio-nali attuative della seconda riforma sanitaria9 Con la legge 251/2000 IOsi dà un riferimento non piùregionale ma nazionale sull'istituzione dei Servizi Infermieristici e, in particolare, sulla loro funzionenella gestione, sviluppo della risorsa infermieristica ma anche degli operatori che assicurano attivitàdi supporto per raggiungere l'obiettivo di un'ineludibile personalizzazione dell'assistenza.

I concetti LA NASCITA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE------------- --------------

L'articolo 32 della Costituzione della Repubblic.a Italiana così recita:

La Repubblica tutela la salute comefondamentale diritto dell'indMduo é interesse della colletti-vità e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbliga/o a un determinato trat-tamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i li-miti imposti dal rispetto della persona umana.

8 Cfr. articolo4 D.Lgs. 502/929 Ci si riferisce al D.Lgs. 502/92

IO Legge lO agosto 2000, n. 251 "Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della ria-bilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica".

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PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e legislativa

Per rendere effettivo tale enunciato nel 1978,Il dopo una lunghissima discussione parlamen-tare, è stata varata una delle più importanti riforme per il nostro Paese, che istituisce il ServizioSanitario Nazionale (SSN)

I contenuti di suddetto provvedimento sono stati ispirati anche da altri principi costituzionali,oltre a quello già citato:

il primato della persona umana (art. 2);12

la pari dignità sociale dei cittadini e la loro uguaglianza di fronte alla legge (art. 3);13

il fondamento dello Stato sulle autonomie locali e il relativo decentramento (art. 5); 14la competenza legislativa e amministrativa delle regioni in materia di assistenza sanitaria eospedaliera (artt. 117 15/118)

Questa importante riforma ha determinato il definitivo tramonto del sistema mutualistico ba-sato sul principio assicurativo obbligatorio tutti i cittadini italiani in quanto tali hanno diritto adavere tutelato il loro diritto alla salute attraverso le prestazioni erogate dal SSN.

La legge 833178 indica anche con quale struttura concretizzare detto diritto alla tutela dellasalute: tale configurazione organizzativa prevede un'articolazione a livello centrale, regionale elocale. il territorio in particolare è stato suddiviso in unità orgélllizzative territoriali denominateUSL, cioè il complesso dei presidi, degli uJJìcie i selVizi dei singoli comuni o associati e delle comu-nità montane, i quali in un ambito territorialedeterminato assolvono ai compiti del SSN

Sulla base dei principi generali delineati dalla legge 833178 in ogni regione si sono promul-gate le leggi regionali di attuazione con scelte organizzative non omogenee. Le USLsi sono ar-ticolate in Distretti Sanitari di Base, quali strutture tecnico-funzionali per l'erogazione dei servizidi primo livello e di pronto intervento.

ORGANI DELL'UNITÀ SANITARIA LOCALE

L'Unità Sanitaria Locale (USL)nella originaria impostazione dettata dalla legge 833178 dovevaessere una struttura operativa dei comuni e delle comunità montane.16

I] Legge 23 dicembre 1978, n. 833 "Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale"12 "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazionisociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà poli-tica, economica e sociale."13 "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale f' sono eguali davanti allei legge, senza distinzione di sesso, dirazza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni persol1dli e sociali. È compito della Repub-blica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitanclo di fatto la libertà e la uguaglianzadei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavora-tori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."14 "La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali: attua nei servizi che di-pendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua le-gislazione .alle esigenze dell'autonomia e del decentramento."15 "La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle regioni nel rispetto della Costituzione, nonché deivincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali ()"16 Le comunità montane sono unioni di comuni, enti locali costituiti con leggi regionali tra i comuni mon-tani e parzialmente montani, appartenenti anche a province diverse, allo scopo di promuovere la valoriz-zazione delle zone montane, l'esercizio associato delle funzioni comUlldli, nonché la fusione di tutti o partedei comuni associati (D Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art. 27).

28

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19hissima discussione parlamen-o Paese, che istituisce il Servizio

he da altri principi costituzionali,

ronte alla legge (art 3);13) decentramento (art 5);14materia di assistenza sanitaria e

)nto del sistema mutualistico ba-ni in quanto tali hanno diritto aderogate dal SSN.zare detto diritto alla tutela del1a)ne a livel10centrale, regionale enizzative territoriali denominatei comunj o assoÒaU e delle comu}no aj compjtj del SSNin ogni regione si sono promul-

m omogenee. Le USLsi sono ar-onali per l'erogazione dei servizi

~ttata dal1a legge 833/78 dovevantane.16

azionale".;ia come singolo sia nelle formazioni::Jveriinderogabili di solidarietà poli-

legge, senza distinzione di sesso, diali e sociali È compito della Repub-jo di fatto la libertà e la uguaglianza

:ttiva partecipazione di tutti i lavora-

)mie locali; attua nei servizi che di-Ja i principi ed i metodi della sua le.

petto della Costituzione, nonché deièionali (...)."Jn leggi regionali tra i comuni mon-dIo scopo di promuovere la valoriz-ali, nonché la fusione di tutti o parte

Elementi di legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

Gli organi previsti erano

l'Assemblea generale (costituita da uno o più consigli comunali);il Comitato di Gestione;il collegio dei revisori.

Già in fase di prima applicazione queste strutture si sono rilevate mas:odontici apparati bu-rocratico-amministrativi dove difficilmente si riusciva a individuare un chiaro responsabile deirisultati. Per questo già nel 1986, con la legge n. 4 "Disposizioni transilorie nel1'attesa del1ariforma istituzionale delle USL",si è ritenuto opportuno modificare l'assetto organizzativo at-traverso:

soppressione dell'assemblea generale: le relative competenze sono state attribuite al consi-glio comunale o all'assemblea delle comunità montane, o all'associazione intercomunale senell'USLafferivano più comuni;riduzione dei membri dcl comitato di gestione (4 o 6), eletti dall'organo di cui al punto I), tracandidati aventi esperienze di amministrazione e direzione documentate.

In modo più determinato si interviene con il D.L 35 del 6 febbraio 1991, con il quale si tra-sforma la gestione della sanità da assembleare a uni personale, nel senso di un solo Direttorecon assoluti poteri gestionali a cui coincide anche però un'enorme responsabilità.

Il Paese in quel periodo stava attraversando una gravissima crisi economica, ma anche isti-tuzionale, legata a gravi fatti di corruzione che innescarono radicali cambiamenti di caratterestrutturale coinvolgenti il settore pubblico, tra cui anche la sanità. Il diritto alla tutela del1a sa-lute, tradotto magistralmente con la legge 833 del 1978, non si discute ma è necessario un uti-lizzo razionale delle risorse, non più illimitate, pena l'impossibilità di sostenere il sistema sani-tario pubblico Tutto ciò troverà definizione nella legge 421 del 1992,] 7 che dà mandato al Go-

verno di ridare una nuova organizzazione a:

pubblico impiego;sanità;sistema previdenziale;finanza locale.

Per quanto riguarda la sanità il nuovo assetto viene determinato con il D.Lgs.502/92,18 suc-cessivamente modificato con il D.Lgs. 517/93.19

Il Piano Sanitario Nazionale costituisce il fondamentale strumento attraverso cui si indivi-duano gli obiettivi che il SSN deve perseguire Dal PSN dovrebbero discendere i piani sanitari re-gionali.

17 Legge 23 ottobre 1992, n. 42] "Delega al Governo per la razionalizzazione e la revisione delle disciplinein materia di sanità, di pubblico impiego, di previdenza e di tìnanza territoriale"18 D.Lgs 30 dicembre 1992, n. 502 "Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1della legge 23 ottobre 1992, n 421"19 D.Lgs. 7 dicembre 1993, n. 517 "Moditìcazioni al D.Lgs 30 dicembre 1992, n. 502, recante riordino delladisciplina in materia sanitaria, a norma dell'art. I della legge 23 ottobre 1992, n. tU I ".

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PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e legislativa

DALLA PRIMA ALLA SECONDA RIFORMA DEL SSN

Le principali modifìche strutturali apportate dai decreti delegati 51)2e 517 sono le seguenti:

. le USLdiventano aziende dotate di personalità giuridica pubblica, autonomia organizzativa,amministrativa, contabile, gestionale e tecnica;si riduce il numero delle USL,che dovrebbero coincidere di norma con l'articolazione pro-vinciale;i grossi ospedali vengono scorporati dall'Azienda USLper diventare Aziende governate conle stesse modalità delle Aziende USL;gli organi delle USLdiventano il Direttore generale e il Collegio dei revisori. Il Direttore ge-nerale si avvale del Direttore amministrativo, Direttore sanitario e dei servizi sociali. Il Sin-daco o la conferenza dei sindaci esaminano i bilanci con pos~,ibilitàdi formulare proposte;all'interno delle USL,gli ospedali che non vengono trasformati in Aziende diventano presididell'USL

Sulla base delle indicazioni contenute nei decreti delegati, ('gni regione ha emanato le ri-spettive leggi regionali di attuazione per l'organizzazione del Servizio Sanitario Regionale.

Con la riforma del 1992, conosciuta anche come seconda riforma del SSN, si introduce ilconcettodiAzienda: le USLsi trasformanoin aziende attraverso le quali si realizzano - diretta-mente o indirettamente- le fìnalitàpropriedel ServizioSanitarioNazionale.

In altre parole, la riforma riguarda l'assetto organizzativo del SSN; non vengono minima-mente intaccati i principi che hanno ispirato la realizzazione della prima riforma del 1978. L'or-ganizzazione, e quindi la macchina, subisce una proforda innovazione tanto da introdurre laspecificazione di Azienda sanitaria: i bilanci, come ogni azienda che vuole sopravvivere e svi-lupparsi, devono essere per lo meno in pareggio; l'amministratore si assume con pienezza la re-sponsabilità delle scelte strategiche compiute, sia che portino a uno sviluppo dell'azienda sia auna sua involuzione. In questo secondo caso, il direttore potrà essere rimosso da chi gli ha con-ferito il mandato e riposto la fiducia, ossia la regione.

L'ASLsi configura come ente strumentale della regione, dotato di personalità giuridica pub-blica. La nomina del Direttore generale viene adottata dalla giuntClregionale su proposta del Pre-sidente della stessa. Le regioni disciplinano neJl'ambito della propria competenza le modalità or-ganizzative e di funzionamento dell'ASL,prevedendo, tra l'altro

a) l'articolazione delle ASLlocali in distretti;b) il finanziamento delle ASL;c) le modalità di vigilanza e controllo

Le strutture attraverso le quali le ASLprovvedono all'erogazione deJl'assistenza sanitariasono:

i dipartimenti di prevenzione (come modificato dal D.Lgs.229/99);i distretti sanitari di base;i presidi ospedalieri non costituiti in aziende ospedaliere;le aziende ospedaliere

DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE

Il dipartimento di prevenzione è struttura operativa dell'unità sanitaria locale che garantisce latutela della salute coJlettiva. Persegue obiettivi di promozione della salute, prevenzione deJle ma-

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i 502 e 517 sono le seguenti:

bblica, autonomia organizzativa,

jj norma con l'articolazione pro-

jiventare Aziende governate con

legio dei revisori. Il Direttore ge-litario e dei servizi sociali. Il Sin-)ssibilità di formulare proposte;nati in Aziende diventano presidi

, ogni regione ha emanato le ri-;ervizio Sanitario Regionaleriforma del SSN, si introduce il

so le quali si realizzano - diretta-'io Nazionale.del SSN; non vengono minima-

ella prima riforma del 1978. L'or-lovazione tanto da introdurre lada che vuole sopravvivere e svi-)re si assume con pienezza la re-a uno sviluppo dell'azienda sia aessere rimosso da chi gli ha con-

,tato di personalità giuridica pub-lta regionale su proposta del Pre-opria competenza le modalità or-o:

sazione dell'assistenza sanitaria

29/99);

3anitaria locale che garantisce la:lla salute, prevenzione delle ma-

Elementi d.ilegislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

lattiee delle disabilità, miglioramento della qualità della vita, attraverso interventi di prevenzionevoltia individuare e rimuovere le cause di nocività e malattia di origine ambientale, umana e ani-male.

In sintesi, le funzioni garantite dal dipartimento di prevenzione sono le seguenti

a) profilassi delle malattie infettive e parassitarie;b) tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita anche con riferimento agli ef-

fetti sanitari degli inquinanti ambientali;c) tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari ccnnessi agli ambienti di

lavoro;d) sanità pubblica veterinaria, che comprende sorveglianza epidemiologica delle popolazioni

animali e profilassi delle malattie infettive e parassitarie; farmacovigilanza veterinaria; igienedelle produzioni zootecniche; tutela igienico-sanitaria degli alimenti di origine animale;

e) tutela igienico-sanitaria degli alimenti;

O sorveglianzae prevenzionenutrizionale;g) tutela della salute nelle attività sportive;h) contribuzione alle attività di promozione della salute e di prevenzione delle malattie cronico-

degenerative in collaborazione con gli altri servizi e dipartimenti aziendali.

DISTRETII SANITARI DI BASE

Per quanto riguarda i distretti, essi sono articolati con criteri dettati dalla regione; comunque,ogni distretto dovrebbe costituire riferimento per non meno di 60 000 abitanti.

In sintesi, la funzione preminente di questa struttura dell'ASLè quell,I di assicurare i servizidi assistenza primaria relativi ad attività sia sanitarie sia socio-sanitarie, nonché i seguenti ser-vizi:

a) assistenza specialistica ambulatoriale;b) attività o servizi per la prevenzione e la cura delle tossicodipendenze;c) attività o servizi consultoriali per la tutela della salute dell'infanzia, della donna e della fami-

glia;d) attività o servizi rivolti a disabili e anziani;e) attività o servizi di assistenza domiciliare integrata;O attività o servizi per le patologie da HIVe per le patologie in fase terminale.

Il responsabile del distretto è un direttore nominato dal Direttore generale tra i dirigentidell'Azienda ASL

PRESIDI OSPEDALIERI NON COSTITUITI IN AZIENDE OSPEDALIERE

Nell'ambito delle ASLpossono essere presenti degli ospedali che non posseggono le caratteri-stiche previste dalla legge per poter diventare Aziende ospedaliere a se stanti. In questo caso, talistrutture sanitarie costituiscono dei presidi ospedalieri che, a differenza delle Aziende Ospeda-liere, sono gestiti dalla medesima direzione che dirige l'Azienda Sanitaria Nelle unità sanitarielocali nelle quali sono presenti più ospedali, questi possono essere accoqJJti ai fini funzionali edè previsto per queste strutture un medico responsabile denominato Dirigente (oggi Direttore me-dicodi Presidio ospedaliero) con funzioni proprie della figura dell'ex direttore sanitario dell'ospe-dale; gli vengono infatti attribuite funzioni igienico-organizzative. Il dirigente medico e il diri-gente amministrativo di presidio concorrono, secondo le rispettive competenze, al consegui-mento degli obiettivi fissati dal Direttore generale. È bene ricordare, inoltrc, che a tutti i presidi è

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PARTE PRIMA8Area socio-culturale istituzionale e,Jegislativa

attribuita autonomia economico-finanziaria con contabilità separata all'interno del bilanciodell'unità sanitaria locale

AzIENDE OSPEDALIERE

Per quanto riguarda gli ospedali trasformati, con decreto ministcriale su proposta della regione,in aziende ospedaliere, queste sono governate dagli stessi organi previsti per le ASL

Sono organi dell'azienda il Direttore generale e il Collegio sindacaleIl Direttore generale è responsabile della gestione complessiva dell'ASL, nomina i respon-

sabili delle strutture operative dell'azienda ed è coadiuvato, nell' esercizio delle proprie funzioni,dal direttore amministrativo e dal direttore sanitario.

Tutti i poteri di gestione, nonché la rappresentanza dell'uniL'1sanitaria locale, sono riservatial Direttore generale al quale compete in particolare, anche attraverso l'istituzione di un appo-sito servizio di controllo interno, verificare, mediante valutazioni comparative dei costi, i rendi-menti e i risultati, la corretta ed economica gestione delle risorse attribuite e introitate nonchél'imparzialità e il buon andamento dell'azione amministrativa.

Gli aspiranti alla carica di Direttore generale devono essere in possesso del diploma di lau-rea e di esperienza almeno quinquennale di direzione tecnica o amministrativa in enti, aziende,strutture pubbliche o private, in posizione dirigenziale con autonomia gestionale e diretta re-sponsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie.

Il rapporto di lavoro del Direttore generale è esclusivo e regolato da un contratto di diritto pri-vato.

Per quanto riguarda i compiti del Collegio sindacale (vedi schema a pagina successiva), que-sti possono essere in sintesi cosi identificati:

verificare l'amministrazione dell'azienda sotto il profilo economico;vigilare sull'osservanza della legge;accertare la regolare tenuta della contabilità e la conformità jel bilancio alle risultanze dei li-bri e delle scritture contabili;effettuare periodicamente verifiche di cassa;riferire almeno trimestralmente alla regione, anche su richi,.::stadi quest'ultima, sui risultatidel riscontro eseguito, denunciando immediatamente i fatti se vi è fondato sospetto di graviirregolarità

LA TERZA RIFORMA DEL SSN (RIFORMA TER O Bl!"DI)

Il processo riformatore riguardante il SSN non si è esaurito (un la riforma dettata dal D.Lgs.502/517. A sei anni di distanza, il governo prodi ottiene dal PélIlamento una nuova delega permodificare l'assetto organizzativo dettato dalla seconda riforma che, poi, si realizzerà con il go-verno D'Alema e con il ministro della sanità Bindi. Il Parlamento approva una legge delega checontiene oltre ai principi a cui si deve riferire la nuova riforma. anche indicazioni per realizzarealtri importanti provvedimenti:

Testo Unico delle leggi sanitarie;Riordino della medicina penitenziaria;Ridefinizione dei rapporti tra Università e SSN.

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Elementi di legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

~parata all'interno del bilancio . IJ . . ..

:riale su proposta della regione,lÌprevisti per le ASLindacale.siva dell' ASL,nomina i respon-esercizio delle proprie funzioni,

- -------i-I

I

GIUNTA REGIONALE

Individua il Direttore generale

Svolge attività di indirizzo ecoordinamento (programmazione)

Attribuisce le quote di risorsefinanziarie

Esercita i poteri sostitutivi nei casiprevistij sanitaria locale, sono riservati

averso l'istituzione di un appo-li comparative dei costi, i rendi-,e attribuite e introitate nonché

I

.---.------

in possesso del diploma di lau-amministrativa in enti, aziende,onomia gestionale e diretta re-

DIRETTORE GENERALE

Ha tutti i poteri di gestione

Ha rappresentanza dell'USL

Ha un rapporto di lavoro privatodi durata quinquennale rinnovabile

ato da un contratto di diritto pri-

lema a pagina successiva), que- DI RETTORE AMMI N ISTRA TIVO

Laureato in discipline giuridicheo economiche con esperienzaquinquennale di direzione

È assunto dal Direttore generalecon contratto privato

Dura in carica fino alla cessazionedel Direttore generale

Coordina i servizi amministrativi

Partecipa alla responsabilità delDirettore generale e dà parereobbligatorio nelle materiedi competenza

\omico;

jel bilancio alle risultanze dei li-

~sta di quest'ultima, sui risultatise vi è fondato sospetto di gravi

JDI)

m la riforma dettata dal D.Lgs.rlamento una nuova delega perche, poi, si realizzerà con il go-

o approva una legge delega chemche indicazioni per realizzare

CONSIGLIO DEI SANITARI

È composto da medici in

-Lmaggioranzaedaaltrioperatori '

sanitari laureati e non è unacomponente infermieristica

Ha funzioni di consulenzatecnico"sanitaria

Dà parere obbligatorio al Direttoregenerale

-- ---------------

COLLEGIO DEI REVISORI

Vigila sull'osservanza delle leggi

Verifica la regolare tenuta dellacontabilità

Esamina il bilancio preventivo

Accerta trimestralmentela consistenza di cassa

Può fare ispezion e controlli

COORDI/\lATOREDEI SERVIZI SOCIALI

Coordina i servizi sociali delegatidai comuni alle USL

DIRETTORE SANITARIO

Medico

Assunto dal Diretlore generalecon contratto privato

Dura in carica fino alla cessazionedel Direttore genprale

Coordina i servizi sanitari

Partecipa alla responsabilità delDirettore generalp e dà parereobbligatorio nelle' materie dicompetenza

l~

Page 31: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e.Jegislativa

PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI DI DELEGA

Ancora una volta non si mettono in discussione i principi ispiratiJri della prima riforma realizzatanel 1978: si coglie invece l'esigenza di una nuova riformulazioneorganizzativa del sistema chedovrebbe tradurre questi principi in prestazioni sanitarie equamente accessibili, efficaci ed ero-gate con efficienza e appropriatezza Ciò in una condizione sexiale in cui le risorse disponibilinon sono infinite. In particolare si vogliono realizzare le seguenti fìnalità:

a) perseguire la piena realizzazione del diritto alla salute e dei principi e degli obiettivi previstidagli articoli 1 e 2 della legge 23 dicembre 1978,n. 833;

b) completare il processo di regionalizzazione e verificare e completare il processo di azienda-lizzazione delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale;

c) regolare la collaborazione tra i soggetti pubblici e privati al fine del raggiungimento degliobiettivi di salute determinati dalla programmazione sanituria;

d) garantire la libertà di scelta e assicurare che il suo esercizio da parte dell'assistito, nei con-fronti delle strutture e dei professionisti accreditati e con i quali il Servizio Sanitario Nazio-nale intrattenga appositi rapporti, si svolga nell'ambito della programmazione sanitaria;

e) realizzare la partecipazione del cittadini e degli operatori sanitari alla programmazione e allavalutazione dei servizi sanitari;

f) dare piena attuazione alla carta dei servizi anche mediante verifiche sulle prestazioni sani-tarie nonché la più ampia divulgazione dei dati qualitativi ed economici inerenti alle presta-zioni erogate;

g) razionalizzare le strutture e le attività connesse alla prestazione di servizi sanitari, al fine dieliminare sprechi e disfunzioni;

h) perseguire l'efficacia e l'efficienza dei servizi sanitari a garanzia del cittadino e del priLCipiodi equità distributiva;

i) definire linee guida al fine di individuare le modalità di controllo e verifica, da attuare secondoil principio di sussidiari età istituzionale e sulla base anche di appositi indicatori, dell'appro-priatezza delle prescrizioni e delle prestazioni di prevenzione, di diagnosi, di cura e di riabi-litazione, in modo da razionalizzare l'utilizzazione delle risorse nel perseguimento degli scopidi cui alla lettera a);

I) potenziare il ruolo dei comuni nei procedimenti di programmazione sanitaria e socio-sanita-ria a livello regionale e locale;

m) prevedere tempi, modalità e aree di attività per pervenire a un'effettiva integrazione a livellodistrettuale dei servizi sanitari con quelli sociali;

n) ridefinire il ruolo del Piano Sanitario Nazionale, nel quale sono individuati gli obiettivi di sa-lute, i livelli uniformi ed essenziali di assistenza e le prestazioni efficaci e appropria te da ga-rantire a tutti i cittadini a carico Lei Fondo Sanitario Nazionale; demandare ad appositi orga-nismi scientifici del Servizio Sanitario Nazionale l'individuazione dei criteri di valutazionequalitativa e quantitativa delle prestazioni sanitarie, disciplinando la partecipazione a tali or-ganismi delle società scientifiche accreditate, anche prevedendo sistemi di certificazione dellaqualità;

o) riordinare le forme integrative di assistenza sanitaria;p) stabilire le modalità e i criteri per il rilascio dell'autorizzaziiJne a realizzare strutture sanita-

ne;q) detìnire un modello di accreditamento rispondente agli indirizzi del Piano Sanitario Nazionale;r) definire, ai fini dell'accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private, standard mi-

nimi di strutture, attrezzature e personale, che assicurino tutti i servizi necessari derivantidalle funzioni richieste in seguito all'accreditamento

34

Page 32: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

tori della prima riforma realizzatame organizzativa del sistema chemente accessibili, efficaci ed ero-,ociale in cui le risorse disponibili;nti finalità:

:i principi e degli obiettivi previsti

ompletare il processo di azienda-

al fine del raggiungimento degli:lria;io da parte dell'assistito, nei con-quali il Servizio Sanitario Nazio-

la programmazione sanitaria;mitari alla programmazione e alla

e verifiche sulle prestazioni sani-ed economici inerenti alle presta-

lzione di servizi sanitari, al fine di

anzia del cittadino e del principio

'ollo e verifica, da attuare secondodi appositi indicatori, dell'appro-

me, di diagnosi, di cura e di riabi-)rse ne] perseguimento degli scopi

mazione sanitaria e socio-sanita-

un'effettiva integrazione a livello

,ono individuati gli obiettivi di sa-

zioni efficaci e appropria te da ga-\ale; demandare ad appositi orga-

uazione dei criteri di valutazioneinando la partecipazione a tali or-:ndo sistemi di certificazione della

ione a realizzare strutture sanita-

zzi del Piano Sanitario Nazionale;pubbliche e private, standard mi-

, tutti i servizi necessari derivanti

Elementi di legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

PRIMA E DOPO LA RIFORMA TER: CHE COSA CAMBIA?

In estrema sintesi si cerca ora di puntualizzare i principali cambiamenti apportati dalla riforma Sindi,

anche attraverso un confronto con quanto invece era previsto nelle precedenti disposizioni.

D.Lgs. 229/1999

Si individuano le prestazioni da assicurareal cittadino contestualmente alladeterminazione delle risorse finanziarie adisposizione del SSN nel rispetto del DPEF.

Il Ministero della sanità esprime pareri suglischemi di piano sanitario regionale inrelazione alla coerenza degli stessi con lescelte di politica sanitaria nazionale. incarenza di piano sanitario regionale si no-mìnà un commissarioper l'attuazione del PSN.

Le USL si costituiscono in Aziende conpersonalità giuridica e autonomiaimprE\f1ditoriale. L'organizzazione e ilfunzipnamento vengono del iberatidal Direttore generale con atto aziendale.

Viene istituito il Collegio di Direzione chedovrà coadiuvare il Direttore generale per ilgoverno delle attività cliniche,la programmazione sanitaria, la formulazionedi programmi di formazione e per l'attuazionedell'attività intramuraria libero-professionale.

Il Sindaco o la Conferenza dei sindacipossono richiedere alla regione di recederedal contratto con il Direttore generale.

Si definiscono le prestazioni socio-sanitarie,con la distinzione tra prestazioni sanitarie arilevanza sociale e le prestazioni socialia rilevanza sanitaria.

Con decreti interministeriali si fissano ogni treanni le linee guida per la stesura dei rapporticon le Università per l'individuazione dellestrutture universitarie per lo svolgimento delleattività assistenziali e la formazionespecialistica.

D.Lgs. 502/1992

Articolo 1

I livelli di assistenza con i necessarifinanziamenti sono stabiliti con il PSN,in coerenza con il finanziamento assicuratoal SSN.

Il governo esprime pareri sui PSR quandoquesti vengono emanati come LR, come perqualsiasi altra legge regionale.

Articolo 3

L'USL è azienda dotata di personalitàgiuridica, autonomia organizzativa, ,

ammin,istrativa, palrimoniale, contabiJegestionale e tecnica.

.

Non è previsto tale Collegio.

Non è prevista tale importante prerogativa.

Non risulta tale precisa specificazione.

Articolo 6

Le regioni direttamente stipulano con leuniversità dei protocolli di intesa.

(segue)

Page 33: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionaI~ e legislativa

(continua)

Articolo 12

La dirigenza sanitaria viene collocata in unruolo unico, con un' articolazione diversificataa seconda dei livelli di responsabilità:

· appena assunto;

· con 5 anni di anzianità; .

· dirigente di struttura complessa.

Il dirigente è sottoposto a verifica, gliincarichi hanno durata dai cinque ai setteanni, rinnovabili.

Il rapporto dei dirigenti è esclusivo, conprerogativa di realizzare attività professionalein seno all'azienda.

La dirigenza era collocata su due livelli,il primo con l'unzioni di supporto, il secondodi direzione.

Non vi è il rapporto esclusivo.

Articolo 13

Si prevede la formazione continuadel personale per aggiornare le conoscenzeprofessionali.

Non era prevista.

Articolo 14

L'organizzazione dipartimentale costituisceil modello ordinario di gestione operativadi tutte le attività delle aziende sanitarie.

Le regioni nelle ristrutturazioni della reteospedaliera dovevano tener presenteil modello organizzativo dipartimentale.

È importante ribadire che la terza riforma ha ben chiarite quali sono i suoi principi ispira-tori, che si riportano riassunti nello schema che segue. Come è successo per le altre modificheorganizzative del SSN, le regioni hanno dovuto, nella loro sempre più rilevante autonomia, ri-progettare i diversi servizi sanitari regionali. L'elemento unificatore, a garanzia del rispetto deidiritti costituzionalmente sanciti, risultano essere gli accordi stato-regioni sui livelli uniformi edessenziali di assistenza. Con detto provvedimento, emanato con decreto del Presidente del Con-siglio dei Ministri, e approvato dalla Conferenza stato-regioni. si identificano le prestazioni sa-

nitarie che devono essere uniformemente garantite in tutto il Paese. Ogni regione potrà solo im-plementare tali livelli con risorse individuate nei propri bilanci Con questo meccanismo si è vo-luto evitare di creare differenti servizi sanitari, uno per regione, oltre che garantire a tutti i cit-tadini il diritto sancito dall'articolo 32 della Carta costituzionale il diritto alla tutela della salute.

Nel D.Lgs. 229/99 il distretto è così caratterizzato

articolazione territoriale con una popolazione non inferiore a 60000 abitanti;i servizi di assistenza primaria dovranno essere organizzati in forma dipartimentale;vengono assicurate l'erogazione delle prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, nonché le pre-stazioni sociali a rilevanza sanitaria delegate dai comuni

Page 34: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

Elementi di legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

-"

~ra collocata su due livelli,'unzioni di supporto, il secondo

PRINCIPI ISPIRA TORI DEl D.LGS. 229/99

Dignità della persona

Soddisfazione del bisogno di salute

Equità di accesso

Appropriatezza rispetto alle esigenze

Economicità nell'impiego delle risorse

ista.

DIRETTORE GENERALE.Adotta l'atto aziendale

. È responsabile della gestione complessiva.Nomina i responsabili dellestrutture operative

. È coadiuvato dal Direttore amministrativo,dal Direttore sanitario e si avvale

del Collegi!> di direzione

È lo strumento attraverso il quale si individuanole strutture operative; si disciplinano le attribu-zioni del Direttore amministrcltivo, sanitario, didistretto, di presidio, di dipartimento e dei diri-genti responsabili di struttura

pporto esclusivo.

È composto da:

Direttore amministrativo

Direttore sanitario

Direttore di distretto

Direttore di dipartimento

Direttore di presidio

Ile ristrutturazioni della reteovevano tener presente~anizzativo dipartimentale.

) quali sono i suoi principi ispira-è successo per le altre modifiche

mpre più rilevante autonomia, ri-catore, a garanzia del rispetto dei,tato-regioni sui livelli uniformi ed)n decreto del Presidente del Con-, si identificano le prestazioni sa-)aese. Ogni regione potrà solo im-. Con questo meccanismo si è va-Ie, oltre che garantire a tutti i cit-le: il diritto alla tutela della salute.

INTEGRAZIONE SSN-SSR

Il SSN è costituito: dal complesso delle funzioni e delle attività dei SSR; i livelli diassistenza costituiscono il sistema di garanzia per i cittadini ed elemento unifi-cante del sistema. Il PSN è lo strumento di raccordo e di armonizzazione elabo-rato dal governo centrale con il consenso delle regioni

Tutto ciò si realizza con /'identificazione dei livelli di assistenza essenziali

- --- ----

Iconcetti CONFIGURAZIONE GIURIDICA DELLE IPABe a 60000 abitanti;ti in forma dipartimentale;a riJevanza sociale, nonché le pre-

~------ -------

Gli enti pubblici possono essere classificati con differenti criteri, uno dei quali li individua comeenti locali istituzionali e territoriali (regioni, province, comuni). I primi comprendono le Istituzionidi Assistenza e Beneficenza (IPAB).

In sintesi le IPAB sono:

Jondazionj, in quanto insieme di beni vincolati al raggiungimento di petrticolari fini assisten-ziali e di beneficenza;

Page 35: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

pubblico impiego sanità previdenza finanza locale

D.Lgs. 229/93D.Lgs. 247/93 D.Lgs. 502/90 D.Lgs. 503/92 D.Lgs. 504/92D.Lgs. 470/93 D.Lgs.517/93D.Lgs. 546/93

Riforma del Seconda riforma Riforma del sistema Riforma del sistemapubblico impiego della sanità previdenziale di finanza locale

,

PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e le~islativa

QUADRO RIASSUNTIVO DEI RIFERIMENTI NORMATIVI

1806 Regolamento napoleonico: primo esempio di legislazione sanitaria

R.D.1 agos.to 1907 n. 636: primo TULLSS

R.D. 27 luglio 1934 n. 1265: seF=ondo

Legge 12 febbraio 1968 n. 132: Istituzione de Il'Ente Ospedale

D.P.R. 128/69: Ordinamentointerno dei Servizi Ospedalieri

D.P.R. 130/69: Stato giuridico deidipendenti degli Enti Ospedalieri

Legge 23 dicembre 1978: istituzione del SSN

D.P.R. 761/79: statogiuridico dei dipendenti

del SSN

D.M. 30/1/82: normeconcorsuali per

i dipendenti del SSN

D.P.R. 821/84: attribuzionedel personale non medico

del SSN

Legge 421/92: delega al governo per la razionalizzazionee la revisione delle discipline in materia di

Page 36: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

Elementi di legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

\ TIVI Legge 419/98

ji legislazione sanitaria

TULLSS,.Emanazione

di'un testo unico

RazionalizzazioneModifica del D.Lgs. 502/92

Riordino Medic~napenitenziaria'

Non emanato perscadenza dei termini

D.Lgs. 229/99 D.Lgs. 230/99

ell'Ente Ospedale

Terza riforma del SSN

R. 130/69: Stato giuridico dei~ndentl degli Enti Ospedalieri

~ del SSN

azjende dj elargjzjone economjca, in quanto i beni di cui dispongono sono solo un mezzo per

il raggiungimento dei loro fini;

enU autarchjcj, cioè dotati di potere di autoregolamentazione;enU mora]j, ovvero dotati di personalità giuridica e, in quanto tali, soggetti di diritto.

D.P.R. 821/84: attribuzionedel personale non medico

del SSN

La disciplina di riferimento, per le strutture esistenti, è la legge n. 6972 del 1890, anche se",come vedremo in seguito ~ tale dispositivo risulta formalmente abrogato.

Nonè molto agevole realizzare una classificazione che riesca esaurientemente ad accogliereogni sviluppo che si è prodotto dalle originarie IPAB, senza questa pretesa ~ossiamo annoverare:

Istituzioni che provvedono all'assistenza e beneficenza dei nullatenentl mediante elargizioniin denaro o generi di prima necessità;Istituzioni con finalità socio-sanitarie di ricovero e cura;Istituzioni educative con finalità educative nei confronti dell'infanzia è1Jbandonata;Istituzioni che inglobano più finalità brevemente puntualizzate.~ionalizzazione

3.teriadi

1Za finanza locale

CENNI SULL'ORDINAMENTO AMMINISTRATIVO DELLE IPAB

nprincipiodell'autonomiaamministrativadelle IPAB è sancito dalla legge di riferimento già ci-tata del 1890 n. 6972, che prevede:

un'autoregolamentazione per quanto riguarda il funzionamento dell'ente;un pieno rispetto della volontà manifestata dai fonda tori per quanto riguarda la composizionee il funzionamento degli organi di amministrazione e di rappresentanza, purché questa nonsia contraria a superiori disposizioni di legge a tutela dell'interesse collettivo.

3/92 D.Lgs. 504/92Èbene chiarire il significato del termine tavola dj Iondazjone, spesso citato nei documenti ri-

guardanti le IPAB; con questo termine si intende il documento in cui è contenuto 1'atto di volontà,da cui l'istituzione trae origine, del benefattore. In questa carta, inoltre, sono contenuti il fine ele modalità di funzionamento della struttura.

Cosa diversa è, invece, lo statuto che regola in dettaglio la vita dell'ente fissando precise re-gole di funzionamento ed è espressione dell'autonomia di cui è portatore.

sistemadale

Riforma del sistemadi finanza locale

Page 37: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

,PARTE PRJMA .Area socio-culturale istituzionale e legislativa

In buona sostanza, le tavole di fondazione precedono lo statuto dal quale discendono le mo-dalità di funzionamento per raggiungere le finalità contenute nelle già citate tavole, comprese lemodalità organizzative per quanto concerne gli organi ammini:;trativi.

LE NUOVE AZIENDE DEI SERVIZI ALLA PERSONA

Nel 2000 è stata approvata un'importf\ntelegge, la n. 328 dell 8 novembre, "Leggequadro perla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", con la quale si delega il go-verno a emanare un decreto legislativo recante una nuova eIsciplina delle IPAB, ora regola-mentate dalla legge 17 luglio 1890, n 6972, e successive modilicazioni, sulla base dei seguentiprincipi

definire l'inserimento delle IPAB che operano in campo sojo-assistenziale nella program-mazione regionale del sistema integrato di interventi e servizi sociali;prevedere, nell'ambito del riordino della disciplina, la trasformazione della forma giuridicadelle lPAB al finedi garantirel'obiettivodiun'efficaceed efficientegestione, assicurando au-tonomia statutaria, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica compatibile con il manteni-mento della personalità giuridica pubblica

Tale decreto delegato è stato emanato il4 maggio 2001 e porta il n. 207 "Riordino del sistemadelle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, a norma cicll'articolo lO della legge 8 no-vembre 2000, n. 328". È importante annotare che con l'entrata in vigore di questo decreto ven-gono abrogate le norme contenute nella disciplina fino a ora eliriferimento per le IPABe cioè lalegge 17 luglio 1890, n. 6972

In sintesi, la normativa in questione riguarda tutte le IPAB,collocando queste nel quadro dellarealizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, in accordo a quanto sancitodall'articolo I della legge 8 novembre 2000, n. 328 già citata.

Alle regioni spetta l'imcombenza di disciplinare le modalità di concertazione e cooperazionedei diversi livelli istituzionali tra IPABe altre istituzioni, per raggiungere l'importante obiettivo diun'efficace programmazione con un uso razionale delle risorse disponibili

Si precisa, inoltre, che le istituzioni riordinate, sulla base delle nuove disposizioni, in aziendedi servizi o in persone giuridiche private, conservano i diritti e gli obblighi anteriori al riordino.

Per il personale vi sono delle regole di garanzia che sanciscono che l'attuazione del riordinonon costituisce causa di risoluzione del rapporto di lavoro; ciÒper il personale dipendente chealla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo abhia in corso un rapporto di lavoroa tempo indeterminato. Ilpersonale dipendente, infine, conserva i diritti derivanti dall'anzianitàcomplessiva maturata all'atto del riordino.

Un'importante novità è prevista per le strutture che svolgono direttamente attività di eroga-zione di servizi assistenziali alla persona, che sono tenute a trasformarsi in aziende pubbliche diservizi alla persona e ad adeguare i propri statuti alle previsioni della legge in commento entrodue anni dall'entrata in vigore del presente decreto legislativo Tale imperativo è derogabile inparticolari casi definiti puntualmente.

Detteaziende di servizialla persona assumono queste caratteristiche:

1. L'azienda pubblica di servizi alla persona non ha fini di lucro, ha personalità giuridica di di-ritto pubblico, autonomia statutaria, patrimoniale, contabilE',gestionale e tecnica e opera concriteri imprenditoriali. Essa informa la propria attività di gestione a criteri di efficienza, effi-cacia ed economicità, nel rispetto del pareggio di bilancio da perseguire attraverso l'equili-brio dei costi e dei ricavi, in questi compresi i trasferimenti

Page 38: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

a

.atuto dal quale discendono le mo-nelle già citate tavole, comprese le..istrativi.

:11'8 novembre, "Legge quadro perxiali", con la quale si delega il go-disciplina delle IPAB, ora regola-jificazioni, sulla base dei seguenti

;ocio-assistenziale nella program-

rvizi sociali;sformazione della forma giuridicafficiente gestione, assicurando au-:cnica compatibile con il manteni-

orta il n. 207: "Riordino del sistemala dell'articolo lO della legge 8 no-:a in vigore di questo decreto ven-di riferimento per le IPAB e cioè la

collocando queste nel quadro dellaciali, in accordo a quanto sancito

à di concertazione e cooperazioneggiungere l'importante obiettivo di

3e disponibilielle nuove disposizioni, in aziende~gli obblighi anteriori al riordino.;cono che l'attuazione del riordino

iò per il personale dipendente chebbia in corso un rapporto di lavoro:rva i diritti derivanti dall'anzianità

)no direttamente attività di eroga-

asformarsi in aziende pubbliche di)ni della legge in commento entro

o. Tale imperativo è derogabile in

ratteristiche:

lCro, ha personalità giuridica di di-le, gestionale e tecnica e opera con

:estione a criteri di efficienza, effi-) da perseguire attraverso l'equili-.1.

Elementi di legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

All'azienda pubblica di servizi alla persona si applicano i principi relativi alla distinzione dei2.poteri di indirizzo e programmazione dai poteri di gestione Gli statuti disciplinano le moda-

lità di elezione o nomllla degl1 orgalll dI Governo e di dIreZIone e l 10"0 poten, nel nspettodelle disposizioni del presente capo.

Nell'ambito della sua autonomia, l'azienda pubblica di servizi alla persona può porre in es-3.sere t1Jttigli atti e i negozi, anche di diritto privato, funzionali al perseguimento dei,propriscopi istituzionali e all'assolvimento degli impegni assunti in sede di programmazione re-gionalç. In particolare, l'azienda pubblica di servizi alla persona può ((istituire società o isti-tuire fondazioni di diritto privato al fine di svolgere attività strumentali a quelle istitllzionalinonché di provvedere alla gestione e alla manutenzione del proprio pa:rimonio L'eventualeaffidamento della gestione patrimoniale a soggetti esterni avviene in base a criteri compara-tivi di scelta rispondenti all'esclusivo interesse dell'azienda.

Gli statuti disciplinano i limiti nei quali l'azienda pubblica di servizi ali) persona può esten-

dere la sua attività anche in ambiti territoriali diversi da quello regionale o infraregionale di ap-partenenza.

Di queste neo aziende viene stabilito che avranno quale organo di govcmo il Consiglio di am-ministrazione e il presidente, nominati in base allo statuto dell'ente. eli organi di governo

dell'azienda pubblica di servizi alla persona esercitano le funzioni diindirizzJ, definendo gli obiet-

tivi e i programmi di attività e di sviluppo, l verificano la rispondenza dei risultati dell'attività am-ministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti.

Il Consiglio di amministrazione esercita le funzioni attribuite dallo statuto. Provvede alla:

nomina del direttore;definizione di obiettivi, priorità, piani, programmi e direttive generali per l'azione ammini-strativa e per la gestione;individuazione e assegnazione al direttore delle risorse umane, materiali ed economico-fi-nanziarie da destinare al raggiungimento delle finalità identificate;approvazione dei bilanci, verifica dell'azione amministrativa e della gestione e dei relativi ri-sultati e adozione dei provvedimenti conseguenti;approvazione delle modifiche statutarie e dei regolamenti interni.

Un ruolo chiave viene assunto, nella gestione dell'Azienda, dal neo costituito Direttore, nomi-nato dal Consiglio di amministrazione, anche dall'esterno dell'azienda, sulla base della valutazionedel curriculum professionale esibito e con atto motivato. Il rapporto di lavoro del Direttore è rego-lato da un contratto di diritto privato di durata determinata e comunque non superiore a quella delConsiglio di amministrazione che lo ha nominato. Eventualmente il contrattJ è rinnovabile.

La responsabilità del Direttore è relativa al raggiungimento degli obie!tivi programmati dalConsiglio di amministrazione e comprende la gestione diretta dell'organizzazione della strutturanonché del personale

Per quanto riguarda il rapporto di lavoro dei dipendenti delle aziende pLbbliche di servizi allapersona, questa legge contiene precise indicazioni: deve avere natura privatistica ed è discipli-nato previa istituzione di un autonomo comparto di contrattazione colletti'/él. I requisiti e le mo-dalità di assunzione del personale sono determinati dal regolamento dell'ente che viene appro-vato dalla regione.

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PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e legislativa

I concetti LE RESIDENZE EXTRAOSPEDALIERE--- ------

Le residenze extraospedaliere si pongono come risposta ai bisogni assistenziali delle personeportatrici di handicap fisici e psichici, degli anziani e dei sogget~inon autosufficienti che non pos-sono, per motivi di ordine sanitario ecJi carattere sociale, essere assistiti al proprio domicilio. Perfar fronte a queste necessità sono disponibili nel nostro Pae5l~diverse strutture che offrono di-versitìcati livelli di assistenza e, quindi, in relazione ai problemi degli ospiti, è possibile identifi-care la seguente tipologia di residenzialità extraospedaliera:

residenza assistenziale;strutture riabilitative per portatori di menomazioni psichiche e sensoriali;residenzesanitarie assistenziali (RSA).

LE RESIDENZE ASSISTENZIALI

Rientrano in questa tipologia strutture come le case di riposo, le case albergo e le comunità al-loggio, in cui la componente sanitaria è pressoché irrilevante, tanto che si pongono fuori dal SSN;

è previsto che le eventuali necessità infermieristiche e mediC'1csiano soddisfatte con il perso-nale di pari funzioni operante nei distrettisahitàti di competenza territoriale.

LE STRUTTURE RlABILITATIVE PER PORTATORI DI MENOMAZIONI FISICHE, PSICHICHE E SENSORIAU

Laprincipale tìnalità di queste strutture è quella di recuperare e curare menomazioni fisiche, psi-chiche e sensoriali attraverso un'adeguata assistenza sanitaria.

Sono tipiche le degenze post-acuzie ospedaliere, in cui il paziente, superato il momento acutodella patologia, ha bisogno di un'assistenza sanitaria tìnalizzata al recupero delle potenzialitàresidue. [n tali strutture saranno inoltre possibili gli interventi diagnostici e terapeutici, e quindiavranno disponibilità di personale appartenente al ruolo sanit3rio.

LE RESIDENZESANITARIEASSISTENZIALI(RSA)

Se si volesse dare una detìnizione delle RSA si potrebbe definirle come presidi che offrono assi-stenza a soggetti non autosuftìcienti, anziani e no, con esiti di patologie fisiche psichiche, sen-soriali o miste, non curabili a domicilio; queste sono strutture in grado di assicurare un "livellomedio" di assistenza medica, infermieristica e riabilitativa accompagnata da un "livello alto" diassistenza tutelare e alberghiera, modulate in base al modello assistenziale adottato dalle regionie provincie autonome. È inoltre stato assodato che le RSA deve no essere considerate come strut-ture proprie del SSN, e come tali la competenza relativamente all'organizzazione rimane alla re-gione che la esercita tenendo conto delle compatibilità economiche e normative complessive.

Le RSA si differenziano comunque dalle strutture riabilitati ve per il minor impegno sanitarioche viene richiesto in funzione dei bisogni degli ospiti.

È interessante rilevare come attraverso atti del Ministero della Sanità sia stato proceduraliz-zato l'ingresso degli anziani nelle RSA. Il passaggio obbligato è quello della valutazione espressadall'unità valutativa geriatrica territoriale, costituita a livello distrettuale e composta da perso-nale medico, infermieristico e di assistenza sociale.

I requisiti organizzativi previsti per le RSA sono i seguenti

valutazione multidimensionale attraverso appositi strumenti validati dei problemi/bisogni sa-nitari, cognitivi,psicologici e sociali dell'ospite al momento dell'ammissione e periodicamente; .;

Page 40: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

la

IERE-------

bisogni assistenziali delle persone:tti non autosufficienti che non pos-:re assistiti al proprio domicilio. Per:;e diverse strutture che offrono di-

:mi degli ospiti, è possibile identifi-

:he e sensoriali;

), le case albergo e le comunità al-tanto che si pongono fuori dal SSN;:he siano soddisfatte con il perso-:nza territoriale. .

Il FISICHE, PSICHI CHE E SENSORIAU

e curare menomazioni fisiche, psi-la.Eiente, superato il momento acutozata al recupero delle potenzialitài diagnostici e terapeutici, e quinditario.

irle come presidi che offrono assi-ji patologie fisiche psichiche, sen-~ in grado di assicurare un "livellocompagnata da un "livello alto" diassistenziale adottato dalle regioni)no essere considerate come strut-all'organizzazione rimane alla re-miche e normative complessive.ive per il minor impegno sanitario

iella Sanità sia stato proceduraliz-~quello della valutazione espressadistrettuale e composta da perso-

ti validati dei problemi/bisogni sa-dell'ammissione e periodicamente;

Elementi di legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

stesura di un piano di assistenza individualizzato corrispondente ai bisugni identificati;lavoro degli operatori deputati all'assistenza secondo le modalità e le IOJgichedell'équipe in-terdisciplinare;raccolta dei dati delle singole valutazioni multi dimensionali tale da p'~rmettere il controllocontinuo delle attività delle RSA;coinvolgimentodella famigliadell'ospite; ,

personale medico, infermieristico, di assistenza alla persona, di riabilitazione e di assistenzasociale in relazione allc dimensioni e alla tipologia dclle prestazioni et'OJgate.

secondo quanto indicato dal progetto Obiettivo anziani 1992, la gestione della struttura RSAdovrebbe essere realizzata da infermieri dirigenti; ciò alla luce delle positve e moltepliciespe-rienze internazionali

LA LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO PER LE RSA: APPROFONDIMENTI

Aregolamento e riferimento per le RSA sono state emanate molte norme e date indicazioni con di-versi studi elaborati da gruppi di lavoro. In sintesi, e al solo scopo di un apprc.tè)ndimento, si citano:

Legge Il marzo 1988, n 67 "Disposizioni per ]a formazione del bilancio annuale e plurien-nalèdellostato (leggefinanziaria 1988), articolo 20";D.M,29 agosto 1989,n. 321 "Regolamento recante criteri generali per la programmazione de-gli interventi e il coordinamento tra enti competenti nel settore dell'edilizia sanitaria in rife-rimento al piano pluriennale di investimenti, ai sensi dell'art. 20, commi 2 e 3, della legge fi-nanziaria Il marzo 1988, n. 67";D,P.C.M.22 dicembre 1989, "Atto di indirizzo e coordindmento dell'attività amministrativadelle regioni e province autonome concernente la realizzazione di sti'Lltturesanitarie resi-denziali per anziani non autosufficienti non assistibi!i a domicilio o nei servizi semiresiden-ziali";Accordo sindacale - Ministero della Sanità l Il l 1 I991 ;Ministero della Sanità, Gruppo di Lavoro sulla tutela della salute degli an:'iani, doc. 31/5/1991;P.O. Tutela della salute degli anziani, approvato da Camera e Senato 3()1 1/1992;Ministero della Sanità, Linee Guida relative al progetto: Tutela della salute degli anziani;Centro Studi Ministero della Sanità: La gestione delle RSA, Modelli e Costi;Ministero della Sanità, Linee Guida n. 1/1994 del 30/3/1994;Decreto Ministero della Sanità, 15/4/1994;Legge 23 dicembre 1994, n. 724 "Misure di razionalizzazione della finanza pubblica";D.P.R. 14 gennaio 1997, "Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alleprovince autonome di Trento e di Bolzano, irt materia di requisiti strutturali, tecnologici e orga-nizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private"

Sempre con uno scopo di approfondimento si cita la delibera della Giunta della Regione Ve-neto in cui si applicano le disposizioni menzionate oltre a quelle particolal'i di programmazionedella stessa regione; si tratta del provvedimento recante "Determinazione degli Standard orga-nizzativi-gestionali e strutturali sulle RSA per anziani e persone non autosufficienti di cui alla LR.28/91, art. 4 e LR. 39/93 art. 6, comma 6".

In questa deliberazione, oltre che indicare quanto descritto in epigrafe, si specifica che le RSApossono essere di tre tipi: indirizzo riabilitativo funzionale, riabilitativo menta]e e di base, Perciascuna è previsto uno standard di personale, nonché un coordinatore preferibilmente di estra-zione infermieristica.

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PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e legislativa

Interessante poi citare quanto descritto come gamma di servizi che la RSAdeve offrire ai SUlospiti:

il servizio alberghiero;

· l'assistenza socio-sanitaria;le attività di riabilitazione;le attività ricreative, culturali e occupazionali;l'assistenza infermieristica diurna e notturna e l'assistenza medica di base;l'assistenza psicologica;la cura della persona.

I concetti LEGGI SANITARIE DI GRANDE JRILEVANZA- --- -..---

- ---

LEGGE 13 MAGGIO 1978, N. 180

"Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori"Ha modificato radicalmente l'impostazione preesistente relativamente alla cura dei pazienti corproblemi mentali, passando da un'impostazione custodialisti'~a a una più moderna e umana concezione del malato di mente come individuo con problemi di salute al quale è necessario applicare delle cure senza ledere la sua dignità.

La legge 180/78 si pone l'obiettivo di superare il sistema manicomiale e detta delle precistregole per l'applicazione del Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) partendo dal principio c0-stituzionale che nessuno può essere obbligato a trattamenti ~;anitari se non nei casi definiti dallélegge. Nell'applicazione del TSO può essere richiesta la collaborazione dell'OSSo

LEGGE22 MAGGIO1978, N. 194

"Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza'Ha introdotto nel nostro Paese la piena legittimità della pratica dell'aborto, sia terapeutico chevolontario. La legge regola menta in dettaglio i limiti entro i quali è possibile esercitare questapratica. Nella legge è inoltre prevista la possibilità per gli operatori di esercitare l'obiezione dicoscienza. Tale possibilità esonera l'operatore dal prendere parte direttamente all'intervento;per poter essere esercitata, questa prerogativa deve essere manifestata attraverso formale di-chiarazione di obiezione. In ogni caso, la volontà espressa di obiezione non solleva dal doveredi assistere la donna prima e dopo l'intervento. Difficilmente questa prerogativa potrà riguar-dare l'OSS che assai probabilmente assisterà la donna prime c dopo e non durante l'interventoabortivo.

LEGGE SUGLISTUPEFACENTI(TESTO UNICO D.P.R. 9 OTTOBRE 1990, N. 309)

Nel nostro Paese vige una classificazione delle sostanze ritenute stupefacenti o psicotrope. Taleclassificazione è riportata in sei tabelle. L'uso terapeutico di queste sostanze classificate in dettetabelle è regolamentato per legge ed è importante sapere che, a differenza degli altri prodotti far-maceutici, questi sono soggetti a un controllo sull'uso effettuato attraverso l'annotazione in ap-positi registri, approvati dal Ministero della Sanità, della vita del farmaco, compreso il nome dellapersona alla quale è stato somministrato. L'OSS, che può svolgere attività di trasporto di questesostanze, deve controllare che la quantità dichiarata dal farmacista e quella annotata nel regi-stro di accompagnamento coincidano.

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Fa

:rvizi che la RSA deve offrire ai suoi

a medica di base;

1LEVANZA------

>ri"vamente alla cura dei pazienti cona a una più moderna e umana con-salute al quale è necessario appli-

manicomiale e detta delle preciseio (TSO) partendo dal principio co-:mitari se non nei casi definiti dallaJorazione dell'OSSo

one volontaria della gravidanza"ca dell'aborto, sia terapeutico chequali è possibile esercitare questaeratori di esercitare l'obiezione diparte direttamente all'intervento;nanifestata attraverso formale di-obiezione non solleva dal dovere

: questa prerogativa potrà riguar-e dopo e non durante l'intervento

BRE 1990, N. 309)

ute stupefacenti o psicotrope. Taleueste sostanze classificate in dettea differenza degli altri prodotti far-Ito attraverso l'annotazione in ap-;1farmaco, compreso il nome dellaIgere attività di trasporto di queste1acista e quella annotata nel regi-

Élementi di legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi · CAPITOLO2

LEGGE-QUADRO PER L'ASSISTENZA, L'INTEGRAZIONE SOCIALE E I DIRITTI DELLE PERSONE

HANDICAPPATE (LEGGE 5 FEBBRAIO 1992, N. 104)

È una legge di grande rilievo che dichiara che la nostra Repubblica

a) garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della per-sona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famigliel, nella scuola, nel la-voro e nella società;

b) previene e rimuove le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana,il raggiungi mento della massima autonomia possibile e la partecipazicJlìe della persona han-dicappata alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici e patri-moniali;

c) persegue il recupero funzionale e sociale della persona affetta da minorazioni fisiche, psi-chiche e sensoriali e assicura i servizi e le prestazioni per la prevenzione, la cura e la riabili-tazione delle minorazioni, nonché la tutela giuridica ed economica della persona handicap-pata;

d) predispone interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della per-sona handicappata.

Sulla base di questi presupposti ordina la materia anche attraverso precisi strumenti come ladefinizione e la certificazione dell'handicap

È riferimento essenziale per l'integrazione delle persone con difficoltà nclla struttura sociale.

LEGGE-QUADRO PER LA REALIZZAZIONEDEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI

E SERVIZISOCIALI(LEGGE8 NOVEMBRE 2000, N. 328)

È un'importante legge-quadro, quindi identitìca le linee generali d'interventJ, a cui ne seguirannoaltre attuative. La legge concretizza il dettato costituzionale di assicurare Jlle persone e alle fa-miglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali, al tìne di promuovere la qualità dellavita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, nonchc prevenire, eliminareo ridurre le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti dainadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia, i n coerenza con gli ar-ticoli 2, 3 e 38 della Costituzione.

Le prime leggi attuati ve dei principi contenuti nella legge 328/2000 sono

D.Lgs. 4 maggio 2001, n. 207 "Riordino del sistema delle istituzioni put:bliche di assistenza ebenetìcenza, a norma dell'articolo IO della legge 8 novembre 2000, n. 328";D.M. 21 maggio 2001, n. 308 "Regolamento concernente 'Requisiti minimi strutturali e orga-nizzativi per l'autorizzazione all'esercizio c'ei servizi e delle strutture a ciclo residenziale esemiresidenziale, a norma dell'articolo Il della legge 8 novembre 2000, n. 328"'.

Quanto tìn qui indicato rappresenta le norme generali di riferimento per qualsiasi aspirantedipendente da una pubblica amministrazione Per quanto riguarda specitìcatamente le norma-tive concorsuali per i dipendenti del SSN, queste sono state riformulate attl'averso l'emanazionedel D.P.R. 27 marzo 2001 n. 220 Regolamento recante "Disciplina concorsuale del personale nondirigenziale del Servizio Sanitario Nazionale".

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Capitolo

IL LAVORO NELLE PUBBLICHEAMMINISTRAZIONI

I concetti LA RIFORMA DEL PUBBLICO IMPIEGO-

Prima della grande riforma intercorsa nel decennio 199012000, il regime vigente per quanto ri~guarda il pubblico impiego era sostanzialmente regolato da fonti unilaterali: nasceva da un attoautoritario - quello della Pubblica Amministrazione - che era in una posizione di supremazia ri~spetto al dipendente inteso come servitore dello Stato. Non c'era una distinzione, molto forte nelprivato, tra l'organizzazione dell'azienda~impresa e la gestione del personale Da questa impo~stazione è derivata un'assoluta divaricazione tra le condizioni di dipendente dall'impresa privatae quelle di dipendente dalla Pubblica Amministrazione. Con una legge dt'lega votata nel 1992,sulla spinta di una grave crisi istituzionale, politica e finanziaria, è stato dato mandato al Parla~mento di correggere questa situazione I decreti legislativi successivi hanno corretto profonda~mente questa originaria imposta zio ne Il primo atto delegato fu il D.Lgs. 29/92 a cui ne segui~rano altri; per consuetudine comunque si parla genericamente di questo decreto includendovitutte le numerose correzioni intervenute con pari mezzo normativo.

Ma qual è, in definitiva, l'oggetto di questa rivoluzione? Si modificano le fonti a cui fare rife~rimento: il rapporto di lavoro non nasce più da un atto autoritativo nazionéile ma da un contrattoindividuale. Al pari del privato, il rapporto di lavoro viene disciplinato dal contratto e assume ri~levanza per la disciplina del rapporto lo Statuto dei Lavoratori (legge 300170).

Prima di tutto ciò, i contratti dei pubblici dipendenti dovevano essere emanati sotto forma dilegge (Decreti del Presidente della Repubblica)

Cambia, quindi, la fonte di disciplina di costituzione del rapporto e il fCJndamento, che non èpiù autoritativo (supremazia della Pubblica Amministrazione): vi è la costituzione di un rapportoparitario tra amministrazione e dipendente Ne deriva una serie di conseguenze che si vedrannoin sintesi.

La privatizzazione del rapporto del pubblico dipendente non implica Ulla totale cancellazionedella disciplina pubblicistica: verrà mantenuto in tale ambito tutto ciò che riguarda l'organizza~zione della Pubblica Amministrazione.

Quali sono alcune conseguenze di una siffatta condizione?Il fondamento di molti atti (carichi di lavoro, trasferimenti dei dipendenti ecc), che rientrano

nella gestione del rapporto di lavoro e non nell'organizzazione come qui intesa, devono esseretrattati con i principi e le regole dell'area privatistica.

Gli atti di cui si sta parlando non sono atti di imperio, ma fondati su un rapporto di tipo con~

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PARTEPRIMA.Area socio-culturale istituzionale e legislativa

trattuale. Se l'atto amministrativo doveva trovare motivazione per poter essere emesso nella leggeche lo giustifica, ora non più: un atto in cui l'amministrazione determina un'eccedenza di perso-nale non dovrà essere motivato, a meno che questa sia richiesta dal contratto. Cambia anche lasindacabilità di questi atti: gli atti amministrativi sono generalmente impugnabili per tre vizi:

eccesso di potere;violazione della legge;incompetenza.

Gliatti di cui si sta parlando diventano lmpugnabili per vio,azione di legge della norma con-trattuale, ma anche per violazione degli obblighi di correttezza e buona fede. Cosi un'ammini-strazione che dichiari un'eccedenza di personale dopo avere effettuato dei carichi di lavoro conmetodologia non corretta sarà sicuramente indagabile dal giudice del lavoro per violazione de-gli obblighi contrattuali.

IL LAVORO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Fino al 1993 il modellodi contrattazione collettiva,validoper il settore del pubblicoimpiego,sidistingueva profondamente da quello vigente nel settore privato, soprattutto con riguardo all'ef-fìcacia del contratto collettivo, condizionata, nel pubblico impiego, alla ricezione del contenutodell'accordo in un decreto presidenziale Il decreto legislativo del 1993, in linea con il processodi graduale avvicinamento economico e normativo fra settore pubbJico e settore privato, ha unifor-mato i modelli di contrattazione collettiva in modo tale che anche nel pubbJico impiego il con-tratto collettivo sia fonte immediata di disciplina del rapporto di lavoro e non più una semplicetappa del procedimentodi formazionedell'atto amministrati'lOdi ricezione (D.Lgs.3 febbraio1993, n. 29). La contrattazione collettiva, in coerenza con il settore privato, disciplina la duratadei contratti collettivi nazionaJi e integrativi, la struttura contrattuale, i rapporti fra i diversi livelli(D.Lgs.4 novembre 1997, n. 396, art. I). Sono previsti, nell'ambito della Pubblica Amministra-zione, autonomi livellidi contrattazione collettiva, integrativa, nel rispetto dei vincoli di bilancio.Le pubbJiche amministrazioni non possono sottoscrivere in sede decentrata contratti collettiviintegrativi in contrasto con quanto stabilito nei "tetti" di spesa previsti dai contratti nazionali oche comportino erogazioni non coerenti con gli strumenti di programmazione annuale e plu-riennale di ciascuna amministrazione. Le clausole difformi S0l10nulle e non possono essere ap-plicate. È stato altresì istituito un organismo, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale dellepubbliche amministrazioni (ARAN),dotato di personaJità giuridica e sottoposto alla vigilanza dellaPresidenza del ConsigJio dei Ministri, cui è attribuita la rappresentanza obbligatoria delle ammi-nistrazioni pubbliche nella contrattazione collettiva (D.Lgs.3 lebbraio 1993, n. 29, art. 50).

L' ASSUNZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La modalità ordinaria di assunzione presso un ente pubblico è quella del pubblico concorso. Èinfatti del tutto evidente che questa modalità è quella che più dovrebbe garantire rispetto alle ca-pacità dell'assunto. In altre parole è la modalità attraverso la quale è possibile assumere i piùcompetenti. È possibile comunque attribuire incarichi o supplenze attraverso la sottoscrizione dicontratti a tempo determinato anche attraverso modalità diverse dal pubblico concorso. Tali mo-dalità selettive sono delineate nel D.Lgs. 30/03/200 I, n. 165, recante "Norme generali sull'ordi-namento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche".l

-- --

I Pubblicato nella G.U. 9 maggio 2001, n. 106, S.O.

Page 45: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

a

per poter essere emesso nella leggedetermina un'eccedenza di perso-sta dal contratto. Cambia anche lamente impugnabili per tre vizi:

)lazione di legge della norma con-za e buona fede. Così un'ammini-effettuato dei carichi di lavoro conldice del lavoro per violazione de-

. i] settore del pubblico impiego, siItO, soprattutto con riguardo all'ef-)iego, alla ricezione del contenuto) del 1993, in linea con il processoubblico e settore privato, ha unifor-mche nel pubblico impiego il con-) di lavoro e non più una sempliceivo di ricezione (D.Lgs. 3 febbraio,ettore privato, disciplina ]a durataattuale, i rapporti fra i diversi livellimbito della Pubblica Amministra-, nel rispetto dei vincoli di bilancio.,ede decentrata contratti collettivIa previsti dai contratti nazionali oi programmazione annuale e plu-no nulle e non possono essere ap-a rappresentanza negoziale delleica e sottoposto alla vigilanza dellasentanza obbligatoria delle ammi-febbraio 1993, n. 29, art. 50).

è quella del pubblico concorso. Èjovrebbe garantire rispetto alle ca-1 quale è possibile assumere i più~nze attraverso la sottoscrizione di'se dal pubblico concorso. Tali mo-recante "Norme generali sull'ordi-bbliche".1

Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni · CAPITOLO3

In sintesi le modalità selettive possono concretizzarsi con

concorso pubblico aperto a tutti per esami;

per titoli; .per titoli ed esamI;per corso-concorso; . . . . ,per selezione medIante lo svolgImento dI prove volte all'accertamento della professlonahtarichiesta;mediante l'avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento che siano in possesso del ti-to]o di studio richiesto dalla normativa vigente al momento della pubblicazione dell'offertadi lavoro o anche mediante chiamata numerica degli iscritti nelle apposite liste costituite da-gli appartenenti alle categorie protette.

Quanto in sintesi delineato è sancito dal D.P.R. 9 maggio 1994, n. 487, "Regolamento recantenorme sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimentodei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi"2

11concorso pubblico deve svolgersi con modalità che ne garantiscano l'imparzialità, l'eco-nomicità e la celerità di cspletamento

Per quanto riguarda i requisiti generali per la partecipazione ai concorsi, il decreto già citato,indica i seguenti requisiti generali:

cittadinanza italiana Ta]e requisito non è richiesto per i soggetti appartenenti all'Unione eu-ropea, fatte salve le eccezioni di cui al D.P.CM. 7 febbraio 1994, pubblicato nella G.U. del15febbraio 1994, serie generale n. 61;età non inferiore agli anni 18;3idoneità fisica all'impiego. L'amministrazione ha facoltà di sottoporre ,I visita medica di con-trollo i vincitori di concorso, in base alla normativa vigente.

Non possono accedere agli impieghi coloro che siano esclusi dall'elettorato politico attivo,4nonché coloro che siano stati destituiti 5 o dispensati dall'impiego presso una Pubblica Ammi-nistrazione per persistente insufficiente rendimento, ovvero siano stati dichiarati decaduti daun impiego statale, ai sensi dell'art. 127, primo comma, lettera d), del testo unico delle disposi-zioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello stato, approvato con D.P.R. lO gennaio1957, n. 3.

2 Pubblicato nella G. U. 9 agosto 1994, n 185, SO3 La partecipazione ai concorsi indetti da pubbliche amministrazioni non è più soggetta a limiti di età, salvoderoghe dettate dai regolamenti delle singole amministrazioni dovute alla natura del servizio o a oggettivenecessità dell'amministrazione in base a quanto disposto dall'art. 3, com ma 6, legge 15 maggio 1997, n. 127.4 Pena accessoria che consegue a determinate condanne e comporta la perdita del diritto di voto, di essereeletto e di ogni altro diritto politico, di ogni pubblico ufficio o incarico di pubblicci servizio, di ogni titolo,grado o dignità accademiche e degli stipendi, delle pensioni, degli assegni a carico dello Stato (art. 28 CP)5 Rimozione da un incarico, un ufficio, anche come pena o sanzione disciplinare, conseguente per esem-pio: ad atti che rivelino mancanza del senso dell'onore e del senso morale, atti gra\'emente in contrasto coldovere di fedeltà, grave abuso di autorità o fiducia, dolosa violazione dei doveri d'uffìcio che abbiano arre-cato grave danno allo Stato, illecito uso di somme o distrazione delle stesse, grave insubordinazione ecc.,che consiste nella rimozione dall'impiego. Nei casi in cui nei confronti di un pubblicu dipendente penda pro-cedimento penale o disciplinare per motivi particolarmente gravi egli può essere kmporaneamente allon-tanato dal servizio con temporanea privazione dello stipendio, salvo l'assegno alimentare.

49

Page 46: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRIMA· Area socio-culturale istituzionale e legislativa

Salvo che i singoli ordinamenti non dispongano diversamente sono equiparati ai cittadini gliitaliani non appartenenti alla Repubblica

Ogni specifica amministrazione pubblica può indicare requisiti particolari per poter parteci-pare e accedere alla prova pubblica

IL BANDO DI CONCORSO E LE PROCEDURE CONCORSUALI

Il bando di concorso è il primo di una serie di atti che, nel complesso, formano un vero e proprioprocedimento amministrativo, e contiene notizie e informaziOìi indispensabili per poter parte-dpare al concorso:

il termine e le modalità di presentazione delle domande;l'avviso per la determinazione del diario e la sede delle prov:; scritte e orali ed eventualmentepratiche;materie oggetto delle prove;votazione minima richiesta per l'ammissione alle prove orali;requisiti soggettivi generali e particolari richiesti per )'ammssione all'impiego;titoli che danno luogo a precedenza o a preferenza a parita di punteggio, i termini e le mo-dalità della loro presentazione;le percentuali dei posti riservati al personale interno e le percentuali dei posti riservati a fa-vore di determinate categorie;citazione della legge IOaprile 1991,n. 125,che garantisce pa l'iopportunità tra uomini e donneper l'accesso al lavoro (D.P.R.9 maggio 1994, n. 487, art. 3)

Coloro che intendono partecipare al concorso devono presentare la domanda di ammissione,in carta semplice, nei termini e nei modi indicati dal bando. Non è più richiesta l'autenticazionedella firma in calce alla domanda (legge 15maggio 1997,n. 127,art. 3) Tutta la documentazioneè praticamente autocertificabile ai sensi del D.P.R.28 dicembre 2000, n. 445, "Testo unico delledisposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa"6

L'Amministrazione nomina una commissione esaminatrice con componenti differenti in baseal posto messo a concorso; la commissione è un organo collegiale che, nella prima riunione, sta-bilisce modalità e criteri di valutazione delle prove concorsuali, da formalizzare nei relativi ver-bali, al fine di assegnare i punteggi attribuiti alle singole prove. rIdiario delle prove scritte deveessere comunicato ai singoli candidati almeno quindici giorni prima dell'inizio delle prove me-desime. Tale comunicazione può essere sostituita dalla pubblicazione nella G.U. della Repub-blica - 4a serie speciale - Concorsi ed esami. In base alla valulazione degli elaborati scritti sonoammessi alle prove orali coloro che abbiano riportato una votazione non inferiore al minimo sta-bilito. Ai candidati che conseguonc l'ammissione alla prova orale, questa deve essere comuni-cata con l'indicazione del voto riportato in ciascuna delle prove scritte.

L'avviso per la presentazione alla prova orale deve essere dato ai singoli candidati almenoventi giorni prima di quello in cui essi debbono sostenerla

Le prove orali devono svolgersi in un'aula aperta al pubblico e, al termine di ogni seduta aesse dedicata, la commissione giudicatrice forma l'elenco dei candidati esaminati, con l'indica-zione dei voti da ciascuno riportati, che sarà affisso nella sede degli esami (D.P.R.9 maggio 1994,n. 487, artt. 9-16)

6 Pubblicato nella G.U. 20 febbraio 2001, n. 42, S.O.

50

Page 47: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

a

~nte sono equiparati ai cittadini gli

luisiti particolari per poter parteci-

lplesso, formano un vero e propriooni indispensabili per poter parte-

,ve scritte e orali ed eventualmente

rali;nissione all'impiego;ità di punteggio, i termini e le mo-

percentuali dei posti riservati a fa-

)ari opportunità tra uomini e donne3).

entare la domanda di ammissione,lon è più richiesta l'autenticazione7, art. 3). Tutta la documentazionere 2000,n. 445, "Testo unico dellentazione amministrativa"6~con componenti differenti in base~ialeche, nella prima riunione, sta-lli, da formalizzare nei relativi ver-'e. Il diario delle prove scritte devei prima dell'inizio delle prove me-olicazione nella G.U. della Repub-tazione degli elaborati scritti sono1Zionenon inferiore al minimo sta-8rale, questa deve essere comuni-ve scritte.e dato ai singoli candidati almeno

llico e, al termine di ogni seduta ai candidati esaminati, con l'indica-degli esami (D.P.R.9 maggio 1994,

Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni · CAPITOLO3

Al termine delle prove si forma lizza l'esito con un'atto dell'Amministr,uione solitamente co-stitUito da una Delibera della graduatoria. I candidati dichiarati vincitori sono invitati ad assu~

ere servizio in vIa provvISOrIa, con rIserva dI accertamento del possesso del reqUiSIti prescrIttI

~r la nomina e sono assunti in prova nel profìlo professionale di qualifica c' categoria per il quale

~sultano vincitori La durata del periodo di prova è differenziata in ragione della complessità delle

~restazioni professionali richieste. Qualora il vincitore assuma servizio, pt:r giustificato motivo,

con ritardo sul termine prefissa togli, gli effetti economici decorrono dal giorno di presa di servi-zio (D.P.R.9 maggio] 994, n. 487, art. 17). L'ingiustificato ritardo nella presa di servizio è motivo

di decadenza dell'incaricoQuanto fin qui indicato rappresenta le norme generali di riferimento per qualsiasi aspirante

dipendente da una Pubblica Amministrazione. Per quanto riguarda specificatamente le norma-tive concorsuali per i dipendenti del SSN, queste sono state riformulate att~averso l'emanazionedel D.P.R.27 marzo 2001, n. 220 Regolamento recante "Disciplina concorsLlale del personale nondirigenziale del Servizio Sanitario Nazionale"?

Questa nuova discliplina, emanata dopo] I anni di attesa, è solamente parzialmente raccordata

con quanto contenuto nell' Accordo 7 aprile 1999.Con l'entrata in regime dell'accordo contrattuale relativo alli biennio economico 2000-200 I, si

modifica la precedente declaratoria con inserimento, nei profili professionali del livello economicoB super (Bs),dell'operatore socio-sanitario.

~ ~-~ ~

Accordo 20 settembre 2001

Contratto collettivo nazionale di lavoro integrativo del CCNI. del personale del comparto Sanità stipulato

il 7 aprile 19998

DEClARATORIE DELLE CATEGORIE E PROFILI

CATEGORIA 8 LIVELLO ECONOMICO SUPER

OPERATORE SOCIO-SANITARIO

Svolge la sua attività sia nel settore sociale che in quello sanitario in servizi di tipo 'ocio-assistenziali e so-

cio-sanitario residenziali e non residenziali, in ambiente ospedaliero e al domicilio dell'utente. Svolge la

suaattività su indicazione-

ciascuna secondo le proprie competenze - degli operatori professionali pre-posti all'assistenza sanitaria e a quella sociale, e in collaborazione con gli altri op(:ratori, secondo il crite-

rio del lavoro multi professionale. Le attività dell'operatore socio-sanitario sono rivolte alla persona e al suo

ambiente di vita, al fine di fornire:

a) assistenza diretta e di supporto alla gestione dell'ambiente di vita;

b intervento igienico sanitario e di carattere sociale;c) supporto gestionale, organizzativo e formativo.

Modalità di accesso al livello economico 8 super (8s):

dall'esterno: nel rispetto dell'arI. 15, comma 2 del CCNL 7 aprile 1999;

· dall'interno: arI. 17 del CCNL 7 aprile 1999.

(segue)

.. J---------"-----. ---

7 Pubblicato nella G. U. 12 giugno 200 I, n. 134, S.O.8 Pubblicato nella G.U. 24 ottobre 2001, n. 248, SO

Page 48: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

,PARTEPRIMA.Area socio~culturale istituzionale e legislativa

~ ~-~.~

'--

(continua)

Requisiti culturali e professionali per l'accesso al livello economico 13super (Bs):

dall'esterno:per l'operatore socio-sanitario: specifico titolo conseguito a seguito del superamento del corso diformazione di durata annuale, previsto dagli artt. 7 e 8 dell'accudo provvisorio tra il Ministro dellaSanità, il Ministro della Solidarietà Sociale e le regioni e prOVII1Leautonome di Trento e Bolzanodel18 febbraio 2000;

dall'interno:per l'operatore socio-sanitario, ai sensi dell'art. 4:

dalla categoria 13,livello iniziale, con specifico titolo conseguito a seguito del superamento delcorso di formazione di durata annuale, previsto dagli artt. 7 e

[1dell'accordo provvisorio tra il Mi-

nistro della Sanità, il Ministro della solidarietà sociale e le regi(JIli e province autonome di Trentoe Bolzano del18 febbraio 2000;dalla categoria A, con cinque anni di anzianità di servizio nella categoria e il possesso dello spe-cifico titolo di cui al punto precedente.

TITOlO 119

Disciplina del rapporto di lavoroCapo I Classificazione del personale

Art. 4

Modifiche e integrazioni alla categoria B: operatore socio-sanitario

1. A integrazione dell'art. 19 del CCNL 7 aprile 1999 è istituito il plofilo dell'operatore socio-sanitario,inserito nella categoria 13,livello economico Bs. Di conseguenza l'allegato 1 al CCNL del7 aprile 1999,dove sono ricomprese le declaratorie della relativa categoria e dei profili è modificato dall'allegato 1al presente CCNL.

2. Il profilo di operatore tecnico addetto all'assistenza, inserito nella cltegoria 13livello iniziale è consi-derato a esaurimento con l'istituzione, nelle dotazioni organiche di ciascuna azienda, del profilodell'operatore socio-sanitario.

3. Le aziende provvedono con oneri a proprio carico alla istituzione nclla dotazione organica del nuovoprofilo ritenuto necessario sulla base delle proprie esigenze organizzative.

4. Alle selezioni per la copertura dei posti di operatore socio-sanitarie, sono ammessi gli operatori tecniciaddetti all'assistenza sino alloro completo esaurimento, in possesso dello specifico titolo di operatoresocio-sanitario. Per i passaggi dalla posizione economica 13alla posizione Bs si applicano le procedurepreviste dall'art. 15, comma 2 del CCNL 7 aprile 1999.

5. Per il primo biennio dal termine di cui al comma 2, possono, altrc<;ì. partecipare alle selezioni internedi cui al comma 4 anche i dipendenti collocati in categoria A, in posscsso dello specifico titolo di ope-

l

,,'me illci"~;,"il",,,c c'"q''' ,"'.; di "p"i",,, rmte";o,,,", """"Ilm",,,,"o I, r,imitàdi p,,,~

saggio degli operatori tecnici addetti all'assistenza in quanto a esaurimento.

~_.~ - -~

9 Accordo 20/91200 l, Contratto collettivo nazionale di lavoro integra t ivo del CCNL del personale del com-

parto Sanità stipulato il 7 aprile 1999

Page 49: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

a

ico 8 super (8s):

seguito del superamento del corso di:cordo provvisorio tra il Ministro della}vince autonome di Trento e Bolzano

~guito a seguito del superamento dele 8 dell'accordo provvisorio tra il Mi-~gioni e province autonome di Trento

ella categoria e il possesso dello spe-

'0lale

ore socio-sanitario

profilo dell' operatore socio-sanitario,'allegato 1 al CCNL del7 aprile 1999,iei profili è modificato dall'allegato 1

la categoria B livello iniziale è consi-:he di ciascuna azienda, del profilo

e nella dotazione organica del nuovoinizzative.l'io sono ammessi gli operatori tecnici~sso dello specifico titolo di operatore

losizione Bs si applicano le procedure

res'r, partecipare alle selezioni inter

:le

possesso dello specifico titolo di O

.

pe-, ferma rimanendo la priorità di pas-saurimento.

-~-~

ativo del CCNL del personale del com-

Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni · CAPITOLO3

_ CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLE

i :. PUBBUCHEAMMINISfRAZIONIE IPROWEDIMENTIDISCIPliNARII~ncet~_~~__~ --- - -- ~~--p --,--

provvedimenti disciplinari, nel diritto civile, in parte importato anche nella Pubblica Am-p~r

istrazione con la privatizzazione del rapporto di lavoro, si intendono le sanzioni adottate dal;;;ore di lavoro per punire il lavoratore in caso di inadempimento alle obbligazioni inerenti la

estazione lavorativa prevIste m lmea generale dal codice CIvIle, m relazione alla trasgressIOne

~~ifondamentali obblighi incombenti su] prestatore di lavoro (arI. 2106 cc) Essi ,sono: l'obb,ligo

diusare la diligenza richiesta dalla natura della prestaZIone (obbl1go di d/l1ge'l17.a),I obblIgo di 'os-servare le disposizioni per l'esecuzione e per la disciplina del lavoro impartite dall'imprenditore"e dai suoi collaboratori (obbligo dI obbedIenza) e l'obbligo di non trattare direttamente o indiret-tamente affari in concorrenza con l'imprenditore e di non divulgare le notizie attinenti i sistemiproduttivi adottati nell'azienda in maniera da recare a essa pregiudizio (ohbligo di fedeltà) (artt.2104 e 2105c.c.). Lesanzioni in caso di violazione degli obblighi menzionati (nonché di tutti quellicollaterali)sono l'ammonizione, la multa, la sospensione, oltre illicenzidmento discip]inare oper mancanze. IO

.'. . . .

Le disposiziom normatlvo-regolamentan e contrattualI a CUISI fa nfe) Imento per definire 11codice di comportamento dell'operatore socio-sanitario, come dipendenlf di Pubblica Ammini-strazione, sono rappresentate da:

Decreto del 28 novembre 2000 Il, Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche

amministrazioni;D.Lgs. n 165 del 200 112in materia di responsabilità disciplinare;L'Accordo 19/4/2004, Contratto collettivo nazionale di lavoro del personale del Servizio sanita-rio nazionale parte normativa, quadriennio 2002-2005, e parte economica, biennio 2002-2003.13

iO Enciclopedia del Diritto, Wolters Kluwer Italia Professionale S.p.A ProfessionaleIl Pubblicato nella G.U. IO aprile 2001, n. 8412 Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. In parti-colare l'arI. 54 detìnisce quanto segue:

I. Il Dipartimento della funzione pubblica, sentite le confederazioni sindacali rappresentative ai sensidell'articolo 43, detìnisce un codice di comportamento dei dipendenti delle puhbliche amministrazioni,anche in relazione alle necessarie misure organizzative da adottare al tìne di assicurare la qualità deiservizi che le stesse amministrazioni rendono ai cittadini.

2. Il codice è pubblicato nella Gazzetta Uftìciale e consegnato al dipendente all'atto dell'assunzione.3. Le pubbliche amministrazioni formulano all' ARAN indirizzi, ai sensi dell'artico'o 41, comma I e dell'ar-

ticolo 70, comma 4, aftìnché il codice venga reu~pito nei contratti, in allega tu. e perché i suoi principivengano coordinati con le previsioni contrattuali in materia di responsabilità disciplinare.

4. Per ciascuna magistratura e per l'Avvocatura dello Stato, gli organi delle associazioni di categoria adot-tano un codice etico che viene sottoposto all'adesione degli appartenenti alla magistratura interessata.In caso di inerzia il codice è adottato dall'organo di autogoverno.

5. L'organo di vertice di ciascuna Pubblica Amministrazione veritìca, sentite le tJlganizzazioni sindacalirappresentative ai sensi dell'articolo 43 e le associazioni di utenti e consumatori, l'applicabilità del co-dice di cui al comma I, anche per apportare eventuali integrazioni e specitìCéuioni al fine della pubbli-cazione e dell'adozione di uno specitìco codice di comportamento per ogni sll1gola amministrazione

6. Sull'applicazione dei codici di cui al presente articolo vigilano i dirigenti resplJr1sabili di ciascuna strut-tura.

7. Le pubbliche amministrazioni organizzano attività di formazione del personale per la conoscenza e lacorretta applicazione dei codici di cui al presente articolo.

i3 Pubblicato nella G.U. 15 giugno 2004, n. 138,SO

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PARTE PRIMA · Area socio-culturale istituzionale e legislativa1

jIn sintesi, il D.Lgs. 165/200 l, prevede:

Art. 54. Codice di comportamento.(..)

2. Il codice è pubblicato nella Gazzetta Ufficialee consegnato al dipendente all'atto dell'as-sunzione.

(...)Art. 55. Sanzioni disciplinari e responsabilità.l. Per i dipendenti di cui all'articolo 2, comma 2, resta ferma la disciplina attualmente vi-

gente in materia di responsabilità civile, amministrativa, penale e contabile per i dipen-denti delle amministrazioni pubbliche

2. Ai dipendenti di cui all'articolo 2, comma 2, si applicano l'articolo 2106 del codice civilee l'articolo 7, commi primo, quinto e ottavo, della legge 20 maggio 1970, n 300]4

3. Salvo quanto previsto dagli articoli 21 e 53, comma I, e ferma restando la definizione deldoveri del dipendente ad opera dei codici di comportamento di cui all'articolo 54, la tipo-logia delle infrazioni e delle relative sanzioni è definita dai contratti collettivi.

4. Ciascuna amministrazione, secondo il proprio ordinar:1ento, individua l'ufficio compe-tente per i procedimenti disciplinari. Tale ufficio, su segnalazione del capo della strutturain cui il dipendente lavora, contesta l'addebito al dipendente medesimo, istruisce il pro-cedimento disciplinare e applica la sanzione. Quando It-sanzioni da applicare siano rim-provero verbale e censura, il capo della struttura in cui il dipendente lavora provvede di-rettamente.

--1il 7.

a)Sanzioni disciplinari.Le norme disciplinari relative alle sanzioni, alle infrazioni in reldzionc alle quali ciascuna di esse puòessere applicata ed alle procedure di contestazione delle stesse, elevono essere portate a conoscenzadei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti. [,se devono applicare quanto in mate-ria è stabilito da accordi e contratti di lavoro ove esistano.

b) Il datore di lavoro non può adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratoresenza avergli preventivamente contestato l'addebito e senza averlo sentito a sua difesa.

c) Il lavoratore potrà farsi assistere da un rappresentante dell'associazione sindacale cui aderisce o con-ferisce mandato.

d) Fermo restando quanto disposto dalla legge 15 luglio 1966, n. (11)4,non possono essere disposte san-zioni disciplinari che comportino mutamenti definitivi del rapporto di lavoro; inoltre la muIta non puòessere disposta per un importo superiore a quattro ore della rctribuzione base e la sospensione dalservizio e dalla retribuzione per più di dieci giorni.

e) In ogni caso, i provvedimenti disc~plinari più gravi del rimprovt:ro verbale non possono essere appli-cati prima che siano trascorsi cinque giorni dalla contestazione pc r iscritto del fatto che vi ha dato causa.

o Salvo analoghe procedure previste dai contratti collettivi di lavoro e ferma restando la facoltà di adirel'autorità giudiziaria, il lavoratore al quale sia stata applicata una sanzione disciplinare può promuo-vere, nei venti giorni successivi, anche per mezzo dell'associazione alla quale sia iscritto ovvero con-ferisca mandato, la costituzione, tramite l'ufficio provinciale delldvoro e della massima occupazione,di un collegio di conciliazione ed arbitrato, composto da un rappresentante di ciascuna delle parti eda un terzo membro scelto di comune accordo o, in difetto di accordo, nominato dal direttore dell'uf-ficio del lavoro. La sanzione disciplinare resta sospesa fino allJ pronuncia da parte del collegio.

g) Qualora il datore di lavoro non provveda, entro dieci giorni dall'mvito rivoltogli dall'ufficio del lavoro,

a nominare il proprio rappresentante in seno al collegio di cui di comma precedente, la sanzione di-sciplinare non ha effetto. Se il datore di lavoro adisce l'autori la giudiziaria, la sanzione disciplinareresta sospesa fino alla definizione del giudizio.

h) Non puòtenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari decorsi due anni dalla loro applicazione.

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a

:nato al dipendente all'atto dell'as-

erma la disciplina attualmente vi-va, penale e contabile per i dipen-

no l'articolo 2106 del codice civile.e 20 maggio 1970, n 300.14:: ferma restando la definizione delnento di cui all'articolo 54, la tipo-1dai contratti collettivi.lmento, individt;a l'ufficio compe-snalazione del capo della strutturandente medesimo, istruisce il pro-le sanzioni l.1aapplicare siano rim-i il dipendente lavora provvede di-

lazione alle quali ciascuna di esse può~,devono essere portate a conoscenza'sse devono applicare quanto in mate-

,ciplinare nei confronti del lavoratorelverlo sentito a sua difesa.Jciazione sindacale cui aderisce o con-

604, non possono essere disposte san-orto di lavoro; inoltre la multa non puòetribuzione base e la sospensione dal

ero verbale non possono essere appli-,er iscritto del fatto che vi ha dato causa.oro e ferma restando la facoltà di adirena sanzione disciplinare può promuo-:ione alla quale sia iscritto ovvero con-:1lavoro e della massima occupazione,Jppresentante di ciascuna delle parti e.ccordo, nominato dal direttore dell'uf-~ pronuncia da parte del collegio.l'invito rivoltogli dall'ufficio del lavoro,al comma precedente, la sanzione di-tà giudiziaria, la sanzione disciplinare

jecorsi due anni dalla loro applicazione.

Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni · CAPITOLO3

5. ogni provvedimento disciplinare, ad eccezione del rimprovero verbale, deve essere adot-tato previa tempestiva contestazione scritta dell'addebito al dipemiente, che viene sen-tito a sua difesa con l'eventuale assistenza di un procuratore ovvew di un rappresentantedell'associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato. Trascorsi inutilmente quin-dici giorni dalla convocazione per la difesa del dipendente, la sanlione viene applicatanei successivi quindici giorni

6 Con il consenso del dipendente la sanzione applicabile può essere l'idotta, ma in tal casonon è più 'suscettibile di impugnazione

'.

7. Ove i contratti collettivi non prevedano procedure di conciliazione, entro venti giornidall'applicazione della sanzione, il dipendente, anche per mezzo di un procuratore odell'associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato, può Impugnarla dinanzi alcollegio arbitrai e di disciplina dell'amministrazione in cui lavora. 11collegio emette la suadecisione entro novanta giorni dall'impugnazione e l'amministrazione vi si conforma. Du-rante tale periodo la sanzione resta sospesa.

(...)Art 56. Impugnazione dette sanzioni disciplinari.Se i contratti collettivi nazionali non hanno istituito apposite procedure di conciliazione e ar-bitrato, le sanzioni disciplinari possono essere impugnate dal lavoratore davanti al collegiodi conciliazione dicui all'articolo 66, con le modalità e con gli effetti di cui all'articolo 7, commisesto e settimo, della legge 20 maggio 1970, n. 300.15

LE FASI DELL' ATIIVAZIONE DEL PROVVEDIMENTO DISCIPLINARE

Nessun procedimento disciplinare, a eccezione del rimprovero verbale, può essere adottato senzaprevia tempestiva contestazione scritta dell'addebito al dipendente.

L'attivazione dell'azione disciplinare compete al dirigente di struttura che abbia avuto noti-zia di fatti rilevanti da un punto di vista disciplinare, commessi da personale del quale è respon-sabile, previa valutazione della rilevanza dei medesimi fatti, anche a seguito di accertamenti som-mari; entro il termine massimo di dieci giorni da quando ne è venuto a conoscenza, dovrà:

a) contestare direttamente i fatti addebitati nel caso in cui ritenga che la sanzione da applicarenon sia superiore alla censura;

b) inoltrare rapporto all'Ufficio di disciplina per i fatti da contestare al dipendente dandone con-testuale comunicazione all'interessato, e fornendo una sintetica descrizione delle circostanzein base alle quali ritiene che la sanzione da applicare sia superiore alla censura.

L'Ufficio,nell'ipotesi di cui al punto b) e il dirigente della struttura interessata nell'ipotesi dicuial punto a), dovranno entro 20 giorni dalla ccnoscenza dei fatti, procedere alla contestazione.Per il rimprovero verbale non occorre esperire preventivamente procedimento disciplinare.

Lacontestazione degli addebiti deve contenere:

la descrizione precisa e circostanziata dei fatti imputati alla responsabilità e le relative mo-dalità di rilevazione o accertamento;l'avvertenza che il dipendente può anche inviare controdeduzioni scritte.

15 Cfr. nota 14.

Page 52: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

PARTE PRIMA· Area socio-culturale istituzionale e legislativa

La convocazione per l'audizione del dipendente, che dovrà essere inviata per iscritto, nonpuò essere tìssata prima che siano trascorsi5 giornilavoratividalla contestazione del fatto che

.

vi ha dato causa.All'incontro fissato per la difesa il responsabile dell'Uftìcio,'iferisce in presenza del dipen_

dente i fatti oggetto della contestazione.Il dipendente svolge oralmente la propria difesa, eventualmente anche per il tramite del sog-

getto che lo assiste, e ha per ultimo la parola.Il responsabile dell'Uftìcio può rivolgere domande in merito ai fatti e alle circostanze che ri-

sultano dagli atti del procedimento e chiedergli chiarimenti in mel'ito agli assunti difensivi.Il responsabile dell'Uftìcio sentito l'interessato, nonché avuta cognizione delle eventuali con-

trodeduzioni scritte, previ ulteriori accertamenti istruttori di completamento ove necessari, irrogala sanzione disciplinare da comminare o la chiusura del procedimento qualora ritenga insussi-stenti gli elementi di contestazione.

Trascorsi inutilmente 15 giorni dalla convocazione per la dif,~sadel dipendente, la sanzioneviene applicata nei successivi 15 giorni.

L'esito del procedimento è notificato per iscritto al dipendenle, e al responsabile della strut-tura di appartenenza del medesimo.

Il dipendente può accedere a tutti gli atti istruttori preliminari riguardanti il procedimento asuo carico che hanno portato alla contestazione dell'addebito.

Infrazioni e sanzioni art. 28 CCNL

Criteri di irrogazioneLa sanzione deve essere determinata nel rispetto dei principi di gradualità e di proporzionalità,e in relazione ai seguenti criteri:

intenzionalità del comportamento, grado di negligenza, imprudenza e imperizia dimostrate,tenuto conto anche della prevedibilità dell'evento;rilevanza degli obblighi violati;responsabilità connesse alla posizione di lavoro occupato dal dipendente;grado di danno o pericolo causato dall'amministrazione, agli utenti o ai terzi, ovvero rile-vanza del disservizio creato;presenza di circostanze aggravanti o attenuanti, con particolare riguardo ai precedenti com-portamenti, riscontrati anche verso gli utenti;. eventuale condivisione di responsabilità con altri lavoratori che abbiano concorso nel deter-minare la mancanza.

Qualora con un solo atto siano state commesse più infrazioni si applica la sanzione più grave.

Effetti del procedimento disciplinareL'applicazione di sanzioni disciplinari, oltre agli effetti propri dovuti alla sanzione stessa può pro-durre effetti sul riconoscimento di incentivi di produttività e qualità della prestazione individuale,nonché ai tìni della progressione orizzontale, nella misura e con le modalità previste dalle di-sposizioni contrattuali e organizzative che li regolano.

ImpugnazioniCon il consenso del dipendente, la sanzione applicabile può essere ridotta, ma in tal caso questanon è più suscettibile di impugnazione.

Le sanzioni disciplinari possono essere impugnate:

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a

frà essere inviata per iscritto, nonTidalla contestazione del fatto che

o, riferisce in presenza del dipen-

nente anche per il tramite del sog-

to ai fatti e alle circostanze che ri-l merito agli assunti difensivi.Ita cognizione delle eventuali con-mpletamento ove necessari, irrogaedimento qualora ritenga insussi-

difesa del dipendente, la sanzione

ente, e al responsabile della strut-

nari riguardanti il procedimento a).

di gradualità e di proporzionalità,

nprudenza e imperizia dimostrate,

dal dipendente;agli utenti o ai terzi, ovvero rile-

:olare riguardo ai precedenti com-

ri che abbiano concorso nel deter-

mi si applica la sanzione più grave.

avuti alla sanzione stessa può pro-alità della prestazione individuale,con le modalità previste dalle di-

,sere ridotta, ma in tal caso questa

Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni · CAPITOLO3

a) davanti al Giudice del Lavoro competente per territorio, previo tentati\'o obbligatorio di con-ciliazione;

b) davanti all'Arbitro Unico con le modalità previste dal successivo art. 23;c) davanti al Collegio Arbitrale di disciplina con le regole previste dal CCI\! quadro.

In ogni caso, il lavoratore deve inoltrare l'istanza d'impugnazione entro 20 giorni dal ricevi-mento della nota di sanzione; decorso inutilmente tale termine la sanzione diviene definitiva.

Ricorso all' Arbitro UnicoLe sanzioni disciplinari possono essere impugnate deferendo la decisione a un Arbitro Unico,scelto di comune accordo tra gli appartenenti a una delle categorie di cui all'art. 5 comma 4 delCCN-quadro ovvero designato con le modalità previste dall'art. 3 del med'2simo CCN-quadro.

La designazione dell'arbitro e l'eventuale ricusazione dell' Arbitro sorteggiato ai sensi dell'art.3 del CCNL-quadro sono di competenza del Direttore generale munito di ampia facoltà di conci-liare e transigere.

La richiesta del lavoratore deve essere comunicata ali' Azienda nel termine previsto all'art. IOdell'Accordo, con raccomandata a/r recante una sommaria esposizione dei fatti e delle ragioni

a fondamento della richiesta.

CONNESSIONE FRA PROCEDIMENTO PENALE E DISCIPLINARE E LORO EFFETTI

Aisensi dell'art. 25, comma 8 del CCNL, il procedimento disciplinare deve essere avviato anchenel caso in cui sia connesso con il procedimento penale

Espletata la fase della contestazione degli addebiti, il procedimento rimane sospeso fino allasentenza definitiva.

La sospensione del procedimento disciplinare è disposta anche ove la connessione con pro-cedimento penale emerga nel corso del procedimento disciplinare stesso.

Il procedimento disciplinare, sospeso in attesa della sentenza penale definitiva, deve essereriattivato entro 180giorni dalla data in cui l'Ufficiosia venuto a conoscenza di tale sentenza, al-trimenti si estingue o deve essere riattivato nel minor termine di 90 giorni, nel caso previstodall'art. 32 quinquies comma 4 L 97/2001.

A tale fine l'Azienda effettua le dovute comunicazioni all'Ufficio senza ritardo.L'esito del procedimento disciplinare rimane indipendente da quello del procedimento penale

con cui sia connesso, fatto salvo quanto previsto dall'art. 653 c.P.P.Qualora l'Azienda venga a conoscenza di fatti che possono dare luogo a una sanzione disci-

plinare solo a seguito di una sentenza definitiva di condanna, il procedimento disciplinare è av-viato dal responsabile dell'Ufficio mediante contestazione degli addebiti. entro 20 giorni dalladata di conoscenza della sentenza. Anche in tale caso l'Azienda effettua le dovute comunica-zioni all'Ufficio senza ritardo.

Sospensione cautelareLacommissione di gravi infrazioni, che menomino l'affidabilità del dipendente, può comportarela sospensione cautelare così come previsto dal CCNLvigente, dalle Leggi 55/90 e 97/200 I, neiseguenti casi:

in corso di procedimento disciplinare, a discrezione dell'Azienda;in corso di procedimento penale, d'ufficio, se colpito da misura restrittiva della libertà perso-nale o a discrezione dell'Azienda per reati gravi;in corso di procedimento penale se rinviato a giudizio per fatti direttamente attinenti al rap-

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,PARTEpRIMA-Area socio-culturale istituzionale e legislativa

porto di lavoro comunque tali da comportare, se accertati, l'applicazione della sanzione di-sciplinare del licenziamento.

La sospensione cautelare, in corso di un procedimento disciplinare può essere disposta dalresponsabile dell'Ufficio, su proposta del Direttore generale, qualora con la contestazione degliaddebiti, in relazione alla gravità dell'infrazione attribuita, si accerti la possibilità di punire il di-pendente con la sanzione della sospensione dal servizio e dalla retribuzione. In tale caso, ondeconsentire all'Azienda di meglio effettuare gli accertamenti istruttori necessari, il dipendente èallontanato dal servizio per un periodo non superiore a 30 giorni

La sospensione d'ufficio, disposta in ragione di un procedimento penale, può anche essereprotratta, come sospensione discrezionale, dopo che sia venuta meno la restrizione della libertàpersonale del dipendente, sino alla sentenza definitiva, qualora ricorrano le condizioni di cui alcomma precedente. Sussiste comunque, l'obbligo di sospensione cautelare nei casi di sottopo-sizione a procedimento penale secondo quanto previsto dall'art 4 septies Legge 55/90, nonchédall'art. 4 Legge 97/200 l.

In sintesi si possono puntualizzare nel seguente modo le fasi di un ipotetico procedimento di-sciplinare:

FASI PROCEDIMENTO DISCIPLINARE:segnalazione all' Azienda;contestazione degli addebiti;convocazione per la difesa;irrogazione sanzione.

FASI A GARANZIA DEL LAVORATORE:pubblicitàdel codicedisciplinare(art.7 Sanzionidisciplinari- Legge 20/5/70 n. 300): af-fissione in luogo accessibile a tutti;tipicità delle fattispecie sanzionate;tempestività e specificità della contestazione;il lavoratore entro 5 giorni può presentare le sue difese s,:ritte e orali;proporzionalità tra fatto e sanzione: vedere contrattazione collettiva.

SANZIONIrimprovero verbaJe;censura;multa;sospensione;

Jiccnziamen to.

DOVERI DEL PUBBLICO DIPENDENTE

I doveri dei pubblici dipendenti hanno regole generali comuni a tutti i dipendenti e regole parti-colari relative a ciascun settore di attività della Pubblica Amministrazione. Questa materia ha lesue regole nella Costituzione, in diverse leggi e altri atti normativi, nei codici civile e penale, neicontratti collettivi. In particolare, si possono identificare le seguenti fonti di riferimento:

l. Costituzione:art. 97 in merito al dovere della Pubblica Amministrazione di garantire il buon andamentoe l'imparzialità del suo agire;

Page 55: Operatore Socio Sanitario (Il Ruolo) Cap.1-2-3

, l'applicazione della sanzione di-

;ciplinare può essere disposta dalualora con la contestazione deglilccerti la possibilità di punire il di-la retribuzione. In tale caso, ondetruttori necessari, il dipendente èmiimento penale, può anche esserea meno la restrizione della libertà'a ricorrano le condizioni di cui alone cautelare nei casi di sottopo-rt. 4 septies Legge 55/90, nonché

si di un ÌpotetÌco procedimento di-

linari - Legge 20/5170 n. 300): af-

scritte e orali;Jne collettiva.

a tutti i dipendenti e regole parti-nistrazione. Questa materia ha letivi, nei codici civile e penale, neiuenti fonti di riferimento:

1e di garantire il buon andamento

Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni · CAPITOLo3

art. 28 : "i funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblicI sono direttamente re-sponsabili, secondo le leggi penali, civili ed amministrative, degli atti compiuti in viola-zione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato ed agli enti pubblici".

Il D.Lgs.165/0 l Testo Unico sul pubblico impiego:2.Dettanorme g~nerali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pub-bliche:

art. I finalità: eftìcienza, razionalizzazione, ottimizzazione delle risorse umane;art. 2 fonti: disposizioni codice civile e altre disposizioni sui rapporti di lavoro nell'impresa,fatte salve le disposizioni presenti nel decreto;art. 51: disciplina del rapporto di lavoro secondo quanto disposto dall'art. 2;art. 52: disciplina delle mansioni;art. 53: disciplina dell'incompatibilità;art. 54: codice di comportamento che detta alcuni principia. il principio di imparziaJità, che impone al dipendente pubblico di assicurare parità di

trattamento tra i cittadini che vengono in contatto con l'ammiristrazione;b. il principio di efficienza, che impone di dedicare la giusta qualità di tempo ed energie

allo svolgimento delle proprie funzioni, impegnandosi ad adempierle nel modo più ef-ficiente nell'interesse dei cittadini;

c. il principio di responsabilità, connesso all'assunzione dei rispettivi compiti;d. ti principio di cura dei beni e riservatezza delle informazioni dell'amministrazione;e. il principio di collaborazione con i cittadini e gli utenti dei servizi;f. il principio di semplificazione, che impone di favorire la semplificazione dell'attività

amministrativa a favore di cittadini e imprese e quello di sussic iarietà, che impone difavorire l'esercizio di funzioni da parte dell'autorità funzionalmente più vicina ai cit-tadini interessati.

art. 55: sanzioni disciplinari e responsabilità che prevede che per i dipendenti pubblici"resta ferma la disciplina attualmente vigente in materia di responsabilità civile, ammi-nistrativa, penale e contabile...". Applicazione dell'art. 2106 e art. 7, commi 1,5,8 dellaL.300170.

3. Le disposizioni del codice civile.4. Le disposizioni dei contratti collettivi.

Innanzitutto bisogna precisare che il dipendente pubblico è un prestatore di lavoro subordi-nato, cioè colui che a norma del 2094 CC si obbliga mediante retribuziol1t, a collaborare nell'im-presa prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzionedell'imprendi tore.

Gli elementi caratteristici del rapporto di lavoro subordinato sono:

l. la dipendenza e la direzione dell'imprenditore: elementi che si estrinsecano nel potere dire t-

tivodel datore di lavoro e che determinano in buona sostanza gli obblighi e i doveri a cui devesoggiacere il lavoratore;

2. a norma del21 04 secondo comma CC, il prestatore deve osservare le disposizioni per ]'ese-cuzione e per]a disciplina del lavoro impartite dall'imprenditore e dai collaboratori di questodai quali dipende gerarchicamente;

3. il potere direttivo presente anche nell'art. 2086 CC, che consiste nel potere di precisare divolta in volta il contenuto della prestazione lavorativa;

4. la prestazione viene determinata all'inizio del rapporto con la stipula del contratto individualenon potendo la prestazione essere indeterminata ai sensi dell'art. 1418 CC;

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1PARTE PRJMA · Area socio-culturale istituzionale e legislatìva

5. il potere direttivo è poi strettamente connesso al potere disciplinare di cui all'art. 2106 c.c.;6. il dovere di obbedienza è l'estrinsecazione dei poteri di direzione. Ilmancato rispetto da parte

del lavoratore alle direttive del datore determina un inadempimento dell'obbligazione chepuò portare alla risoluzione del contratto.

OBBLIGO DI DILIGENZA

L'art. 2104 c.c. stabilisceche ilprestatoredeve uSarela diligenzarichiestadallanatura dellapre-stazione dovuta, dall'interesse dell'impresa e dctquello superiore della produzione nazionale.

OBBLIGO DI FEDELTÀ

L'art. 2105 c.c. impone gli obblighi di fedeltà e quindi di non concorrenza e di segretezza. Peresempio divieto di realizzare profitti personali attraverso percentuali o regali da terzi in modoparticolare nel pubblico impiego ex art. 97 Cost. obblighi di imparzialità

L'intensità dell'obbligo di fedeltà varia a seconda delle mansioni divenendo più ampio con ilgrado assunto.

ALTRI DOVERI

Tra i doveri del datore di lavoro è da ricordare, oltre all'ohbligazione sopra citata, l'iscrizione deldipendente alle associazioni sociali obbligatorie (Infortuni, Previdenza) e l'adozione di misureper garantire la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori ai sensi del D.Lgs. 626/94 e suemodifiche. In particolare risulta, come dall'art. 5 della norma citata, obbligatorio l'uso dei dispo-sitivi individuali di protezione 16oltre che il sottoporsi ad accertamenti utili per verificare lo stato

16 Obblighi dei lavoratoriCiascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e del a propria salute e di quella delle al-tre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli elTetti delle sue azioni o omissioni,conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai mezzi forliti dal datore di lavoro.

2. in particolare i lavoratoria) osservano le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lovoro, dai dirigenti e dai preposti, ai

fini della protezione collettiva ed individuale;b) utilizzano correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze e i preparati peri-

colosi, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature di lavoro, nonché i dispositivi di sicurezza;c) utilizzano in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;cl) segnalano immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al pleposto le deficienze dei mezzi e di-

spositivi di cui alle lettere b) e c), nonché le altre eventuali condi/ioni di pericolo di cui vengono a co-noscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell'ambito delle loro competenze e possi-bilità, per eliminare o ridurre tali deficienze o pericoli, dandone notizia al rappresentante dei lavora-tori per la sicurezza;

e) non rimuovono o modificano senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o dicontrollo;

J) non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che nun sono di loro competenza ovveroche possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;

g) si sottopongono ai controlli sanitari previsti nei loro confronti;h) contribuiscono, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all'adempimento di tutti gli ob-

blighi imposti dall'autorità competente o comunque necessari per tutelare la sicurezza e la salute deilavoratori durante il lavoro.

17 Contenuto della sorveglianza sanitarial. La sorveglianza sanitaria è effettuata nei casi previsti dalla normati\'a vigente

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3ciplinare di cui all'art. 2106 CC.zione. Ilmancato rispetto da part~empimento dell'obbligazione che

za richiesta dalla natura della pre-Dre della produzione nazionale.

concorrenza e di segretezza. Percentuali o regali da terzi in modoparzialità.ìsioni divenendo più ampio con il

zione sopra citata, l'iscrizione delvidenza...) e l'adozione di misurei ai sensi del D.Lgs. 626/94 e sueitata, obbligatorio l'uso dei dispo-:amenti utili per verificare lo stato

~lla propria salute e di quella delle al-li effetti delle sue azioni o omissioni,)rniti dal datore di lavoro.

lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai

tensili, le sostanze e i preparati peri-:hé i dispositivi di sicurezza;a loro disposizione;preposto le deficienze dei mezzi e di-zioni di pericolo di cui vengono a co-mbito delle loro competenze e possi-notizia al rappresentante dei lavora-

i di sicurezza o di segnalazione o di

10n sono di loro competenza ovveroatori;

)osti, all'adempimento di tutti gli ob-er tutelare la sicurezza e la salute dei

'.vavigente.

Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni · CAPITOLO3

d. salute del lavoratore,17 come dall' art. 16 del pari provvedimento. AI pilri risulta obbligatorio

"l ccertamento richiesto dal datore di lavoro per verificare l'eventuale inidoneità all'impiego del

dfpendente, ai sensi dell'art. 5 della legge 300170.18

Le disposizioni dei contratti collettivi

Ilpersonale delle aziende sanitarie è articolato in 3 grosse categorie che costituiscon~ aree con-trattuali: la djrjgenza medIca, la dmgenza non medica (sanItana, professlollale c ammmlstratlva)

e il personaledel comparto, che raggruppa tutte le figure professionali non dirigenti.Il rapporto di lavoro è regolato da contraW dj lavoro, che sono di due tiJi. I) contratti collet-

tivi' stipulati tra sindacati e parte pubblica; 2) contratti individuali, stipulati tra i neo assunti e

l'azienda che li assume

Per quanto riguarda i contratti collettivi, esistono due livelli di contr;:lttazione: il livello na-zionale, da cui deriva il contratto collettivo nazionale; il livello di contrattazione cosìddetta "in-tegrativa", che si svolge a livello di azienda sulle materie previste dai contratti collettivi nazio-nali e produce il contratto integrativo aziendale.

Il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL)della Sanità detta le regole del rapporto di la-voro, valevoli per tutti gli enti e aziende del comparto di contrattazione "Sanilà"; il contratto collet-Livointegrativo aziendale (CCIA)è estremamente importante perché individua e regola, fra le altrecose, le risorse e i meccanismi per l'incentivazione del personale, la programmazione della forma-zione, le politiche dell'orario di laVoro e dello straordinario, i criteri per le carriere del personale. Inquesto modo, ogni azienda arriva praticamente a definire una propria "politica del personale".

L'Azienda sanitaria, al pari delle altre amministrazioni pubbliche, a scguito della privatizza-zione del rapporto di lavoro, opera con i poteri del privato datore di lavolo, secondo quanto di-sposto dall'art. 2, comma 3 e dall' artA del D.Lgs. 165/2000.

Alpersonale del comparto si applicano in materia di responsabilità disciplinare le norme com-portamentali indicate dai contratti collettivi, nonché le disposizioni dettate dagli artt. 2104,2105,2106 c.c., dall'art. 7 commi I, 5, 8 della Legge 300170, dal D.Lgs. 165/200 I e successive modi-fiche e integrazioni

In sintesi, i doveri possono essere puntualizzati:

il dovere di diligenza (obbligo di adempiere con puntualità e cura alle proprie mansioni perun massimo rendimento delle stesse);il dovere di fedeltà (volontà di agire nell'interesse dell'ente da cui il lavoratore dipende perevitare danni all'ente stesso);

2. La sorveglianza di cui al comma I è effettuata d:1 medico competente e compi ende:a) accertamenti preventivi intesi a constatare l'assenza di contro indicazioni all,lvoro cui i lavoratori sono

destinati, ai fini della valutazione della loro idoneità alla mansione specificil;b) accertamenti periodici per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di ido-

neità alla mansione specifica3. Gli accertamenti di cui al com ma 2 comprendono esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati

alla valutazione del rischio ritenuti necessari dal medico competente.18 Accertamenti sanitari

Sono vietati accertamenti da parte del datore di lavoro sulla idoneità e sulla infumità per malattia o infor-tunio del lavoratore dipendente.Il controllo delle assenze per infermità può essere effettuato soltanto attraverso i servizi ispettivi degliIstitUti previdenziali competenti, i quali sono tenuti a compierlo quando il datore di lavoro lo richieda.Il datare di lavoro ha facoltà di far controllare la idoneità fisica del lavoratore da parte di enti pubblici edistituti specializzati di diritto pubblico

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l'osservanza del segreto d'uftìcio;la rettitudine (mantenimento di un comportamento corretto),l'esclusività;l'obbedienza;la produttività.

Il Decreto del 28 novembre 2000 (Codice di comportamento dei dipendenti delle pubblicheamministrazioni) esplicita anche aspetti legati al non utilizzo, d fini privati, di materiale o at-trezzature di cui il dipendente stesso può disporre per ragioni d'uftìcio e, salvo i casi d'urgenza,il divieto di utilizzo di linee telefoniche dell'uftìcio per esigenze personali

Rientrano in questo codice disposizioni inerenti il divieto di accettare regali e altre uti1itàemodalità di rapporti con il pubblico

DIRITTI DEL PUBBLICO DIPENDENTE

Accanto ai doveri e alle responsabilità vi sono, naturalmente, ulla serie di diritti del dipendente,stabiliti sempre dalle norme e dai contratti. Di seguito vengollo descritti i principali diritti, par-tendo da quelli di carattere più generale.

Il diritto alla retribuzione La retribuzione è l'obbligo principé.1ledel datore di lavoro quale cor-rispettivo dell'obbligazione lavorativa del dipendente. Il rapporto di lavoro è, infatti, conno-tato dall'onerosità e da un nesso funzionale tra prestaziont? lavorativa e controprestazioneeconomica.Il diritto ai cosiddetti trattamenti economici accessori. Sono sempre prestazioni in danaro, manon periodiche, collegate alla produttività individuale, collettiva (la cosiddetta incentivazione)o allo svolgimento di attività disagiate o pericolose (le cosiddette indennità).Il diritto alla mansione. Consiste nel diritto di esercitare le funzioni proprie del profilo profes-sionale posseduto La riforma del pubblico impiego (D.Lgs. n. 165/0 l art. 52), prevede, infatti,che il lavoratore deve essere adibito:

alle mansioni per le quali è stato assunto;alle mansioni considerate equivalenti nell'ambito della classitìcazione professionale;alle mansioni corrispondenti alla qualitìca superiore, purché questa sia stata successiva-mente conseguita per effetto dello sviluppo professionale, di concorsi o selezioni;alle mansioni immediatamente superiori, nel caso di vacanza del posto in organico o disostituzione del dipendente assente per motivi diversi da !le ferie, per tempo determinato.L'assegnazione a mansioni superiori comporta sempre il diritto alla relativa differenza distipendio. Ma in nessun caso, a differenza che per il privclto, l'assegnazione alle mansionisuperiori può divenire detìnitiva; in questo, non c'è stata. privatizzazione.

DIRITII LEGATI AI CONGEDI PARENTALI

La tutela della maternità costituisce per il nostro legislatore un obbligo costituzionale art. 37Cost. che, dopo aver sancito il principio di parità di trattamento retributivo tra uomini e donne,afferma che le condizioni di lavoro devono consentire alla donna l'adempimento della sua es-senziale funzione familiare, assicurando alla madre e al bambino una speciale e adeguata pro-tezione.

Le disposizioni in materia di tutela della maternità e della paternità che nel tempo si sonosuccedute sono state recentemente raccolte in.unico testo il D.Lgs. 151/01.

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to dei dipendenti delle pubbliche, a fini privati, di materiale o at-

j'ufficio e, salvo i casi d'urgenza,~personalijj accettare regali e altre utilità e

ma serie di diritti del dipendente,o descritti i principali diritti, par-

tle del datore di lavoro quale cor-Jporto di lavoro è, infatti, conno-e lavorativa e controprestazione

empre prestazioni in danaro, ma:iva (la cosiddetta incentivazione)idette indennità).nzioni proprie del profilo profes-L 165/0 I art. 52), prevede, infatti,

:lassificazione professionale;rché questa sia stata successiva-le di concorsi o selezioni;canza del posto in organico o di,lIe ferie, per tempo determinato.I diritto a1la relativa differenza di:Ito,l'assegnazione alle mansioni, privatizzazione.

m obbligo costituzionale art. 37J retributivo tra uomini e donne,ma l'adempimento della sua es-no una speciale e adeguata pro-

paternità che nel tempo si sonoLgs. 151/0 l.

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Il lavoro ne1le pubbliche amministrazioni · CAPITOLO3

IL DIRl1TO DI SCIOPERO E I DIRITTI SINDACALI

Ènoto che, a seguito de1la privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego, si applicaanche a quest'ultimo lo Statuto del lavoratorI (legge n 3~0

del] 970). L'art. 28de1l0 Statuto estende

al pubblico impiego la tutela glUrIsd1Zl0naie (posslbIllta dI rIcorrere al gIUdice) del lIbero eserCl-

'0 dell'attività sindacale e del dmtto dI sCIopero I smdacatl possono, mfalll, rIcorrere al gIudIce~I

ntro l'eventua1e comportamento antisindacale del datore di lavoro pubblicoLOLo Statuto dei lavoratori ha anche importato ne1la Pubblica Amministrazione ulteriori diritti

collegati alla libertà .individuale e sindacale del lavoratore la libertà di opinione, il dirittodi as-sociazione e di attI vIta smdacale e I dmttl collegati (dI assemblea, dI affIssione, a permessI retrI-buiti e non ecc); diritti che sono stati meglio specificati nei contratti collettivi nazionali di lavoro.

Per quanto riguarda, in particolare, il diritto di sciopero, si tratta di un ciiritto previsto dallacostituzione (art. 40) e attualmente regolamentato con la legge n. 146 del 1990

Questa legge ha dettato le regole per rendere l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pub-bliciessenziali, compatibile con i diritti fondamentali di tutti i cittadini, tutelati dalla Costituzione,tra i quali anche il diritto alla salute.

A questo fine le pubbliche amministrazioni concordano con i sindacati e le associazioni de-gli utenti le prestazioni indispensabili che devono comunque essere assicurate in caso di scio-pero; preveçJendo, di conseguenza, obblighi di preavviso de1l0 sciopero e di preventiva informa-zione all'utenza.

IL DIRITTO ALLE FERIE

Ildiritto a fruire di ferie annuali è assicurato, nel nostro ordinamento, dal comma 3 dell'art. 36della Costituzione, dall'art. 2109 del codice civile, da numerose leggi ordinarie e speciali, nonchédalla contrattazione collettiva. In base al CCNL,le ferie devono essere godute entro aprile dell'annosuccessivo o al massimo a giugno per eventuali situazioni critiche. Il dipendente ha diritto a 15giornidi ferie estive e il restante periodo dovrà essere concordato.

LA RESPONSABILITÀ CIVILE, PENALE E AMMINISTRATIVA

Dallaviolazione dei propri doveri può derivare una responsabilità a carico del dipendente di tretipi:civile,penale e amministrativa.

]. Laresponsabilità civile si ha quando il dipendente, esercitando le propl'ie funzioni, causa adaltri un danno ingiusto. In questo caso tanto il dipendente, quanto l'amministrazione, sonoobbligati a risarcire il danno; se paga l'amministrazione, çJovràpoi rivé1lersisul dipendente.Bisogna però dire che non in tutti i casi scatta l'obbligo di risarcire il danno, ma solo quandoil danno provocato dal dipendente derivi dal suo comportamento doloso o gravemente col-poso, Il comportamento doloso si ha quando il dipendente ha voluto il comportamento ille-gale posto in essere; il comportamento colposo si ha quando il dipendente ha agito con im-prudenza, negligenza, imperizia non ammissibile.

2. La responsabilità penale sorge quando il dipendente commette reati a causa o nell'eserci-zio delle sue funzioni. È comunque penalmente responsabile il dipendente che commettereato per disposizione di un superiore, in quanto la legge vieta espressdmente al dipendentedi eseguire l'ordine contrario alla legge penale.Ènoto che gran parte delle norme penali sono descritte nel codice penale; una parte di que-sto codice è specificamente dedicata ai reati commessi da chi è pubblico dipendente ed

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esercita una pubblica funzione (ilcodice parla di pubblici ufficiali e di incaricati di pubblicoservizio)Tra i reati di cui si sente più parlare vi sono il pecuJato, la cuncussione, la corruzione, l'abusodi uftìcio, la rivelazione di segreti d'ufficio, il rifiuto di atti di ufficio, l'interruzione di pubblicoservizio.

3. La responsabilità amministrativa è quella che sorge nei confronti del1a Pubblica Ammini-strazione e si articola nelle due forme della responsabilità disciplinare e del1a responsabilitàcontabile.un'ulteriore forma di responsabilità verso l'amministrazione nasce quando l'amministrazionericeveun danno da]comportamentocontrarioai doveri,tenuto dal dipendente:si tratta dellacosiddetta "responsabilità per danno erariale". Da questa responsabilità nasce un procedi-mento svolto non dal1'amministrazione interessata, ma dalla Corte dei Conti.