OMERO, Odissea. Traduzione di Niccolò Delvinotti (Corfù, 1843) · TRADUZIONE DI NICCOLÒ...

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Page 1: OMERO, Odissea. Traduzione di Niccolò Delvinotti (Corfù, 1843) · TRADUZIONE DI NICCOLÒ DELVINOTTI CORCIRESE Introduzione di Tzortzis Ikonomou A cura di Vittorio Volpi Iseo : In

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Omero (Homerus)

Odissea

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httpwwwe-textit QUESTO E-BOOK TITOLO Odissea AUTORE Homerus TRADUTTORE Delvinotti Niccolograve CURATORE Volpi Vittorio NOTE Si ringrazia la casa editrice In Fonte che ha concesso lutilizzo del testo La versione txt egrave salvata in formato testo unicode per consentire la visualizzazione dei caratteri greci Si allega una font di pubblico dominio (Gentium) per la visualizzazione in RTF dei caratte ri greci DIRITTI DAUTORE no LICENZA questo testo egrave distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet httpwwwliberliberitbibliotecalicenze TRATTO DA Odissea di Omero a cura di Vittorio Volpi Introduzione di Tzortzis Ikonomou traduzione di Niccolograve Delvinotti In Fonte Iseo 2004 CODICE ISBN 88-87997-18-7 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL 29 novembre 2006 INDICE DI AFFIDABILITA 1 0 affidabilitagrave bassa 1 affidabilitagrave media 2 affidabilitagrave buona 3 affidabilitagrave ottima ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO Vittorio Volpi volpigalacticait REVISIONE Vittorio Volpi volpigalacticait PUBBLICATO DA Claudio Paganelli paganellimclinkit

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OO DD II SS SS EE AA

DD II OO MM EE RR OO

TRADUZIONE DI

NICCOLOgrave DELVINOTTI CORCIRESE

Introduzione di Tzortzis Ikonomou

A cura di Vittorio Volpi

Iseo In Fonte 2005

INTRODUZIONE

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INTRODUZIONE A NICCOLOgrave DELVINIOTTI

di Tzortzis Ikonomou LrsquoItalia e le Isole Ionie tra queste due terre crsquoegrave un collegamento di storia e di cultura

che parte dal tredicesimo secolo con la conquista delle isole da parte della Serenissima con il tempo queste isole assunsero unrsquoidentitagrave particolare che vide la lingua italiana coe-sistere con la greca Oggi ricordiamo queste isole nellrsquoambito della storia della letteratura italiana per sottolineare le origini greche di Ugo Foscolo ma in questo modo trascuriamo una cultura che per secoli ha prodotto uomini di lettere significativi e opere importanti Tra i primi Niccolograve Delviniotti1 la cui vita egrave legata con lrsquoisola nativa di Corfugrave e con lrsquoItalia dove studiograve fece amicizia con molti isolani presenti in Italia intorno al 1800 co-me Andrea Mustoxidi Mario Pieri Spiridione Petrettini ed altri gli scritti che gli dedicograve Niccolograve Tommaseo sollevarono lrsquointeresse di Carducci per lo scrittore di Corfugrave

La vita Nicolaos Baptistiades Delviniottis nacque a Corfugrave il 27 giugno 1777 da Giovanni Bat-

tista e Angelica Panagiotou Lessi La famiglia originaria di Delvini in Epiro da tempo si era trasferita a Corfugrave Dopo i primi studi a Corfugrave si trasferigrave nel 1796 in Italia e iniziograve gli studi giuridici presso lrsquoUniversitagrave di Padova ebbe la fortuna di incontrare letterati note-voli dellrsquoepoca come Cesarotti Bettinelli e Niccolini che lo aiutarono e stimolarono nel 1799 ebbe lrsquoincarico di segretario presso il governatore di Mantova il Generale Miollis2 e in quellrsquoufficio rimase fino al 1801 quando si dimise e si iscrisse allrsquoUniversitagrave di Pavia per concludere gli studi di giurisprudenza Le ragioni per cui lavorograve con i francesi furono

1 La grafia del nome oscilla fra Delviniotti e Delvinotti la prima forma egrave solitamente usata in Grecia la

seconda in pubblicazioni italiane Sul frontespizio dellrsquoedizione dellrsquoOdissea egrave usata la seconda forma 2 Sextius Alexandre Franccedilois de Miollis (Aix-en-Provence 1759-1828) generale francese Dopo la con-

quista di Mantova nel 1797 venne nominato governatore di Mantova due volte (1797-1802 e 1805-1809) conquistograve la Toscana nel 1799 e Roma nel 1808 e ne divenne governatore fino al 1814 dopo i Cento giorni si ritirograve a vita privata

INTRODUZIONE

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tanto politiche quanto economiche con lo stipendio poteacute dedicarsi ai suoi studi Si lau-reograve a Pavia nel giugno del 1805

Delviniotti era legato alla sua patria Come scrive Tommaseo ldquoamava Niccolograve questo verde dorso di terra sporgente dallrsquoonde sul quale egli nacque chrsquoegrave come il sorriso della Grecia allrsquoItaliardquo

Tornograve frequentemente nellrsquoisola ma la sua intenzione era di seguire lrsquoesempio di molti connazionali e rimanere in Italia tuttavia durante un viaggio a Corfugrave nel luglio 1805 incontrograve lrsquoamico della gioventugrave Giovanni Capodistria il quale Segretario delle Isole Ionie aveva la responsabilitagrave di rivederne la legislazione Capodistria gli offrigrave un posto di collaboratore Delviniotti accettograve e intraprese cosigrave una lunga carriera che lo costrinse a rinunciare alla vita di letterato in Italia quale conduceva lrsquoamico Mario Pieri

Nel 1809 fu eletto responsabile della pubblica accusa in Corfugrave e lrsquoanno successivo Giudice al Tribunale di prima istanza La carriera continuograve anche dopo il cambio di po-tere quando ai Francesi subentrarono i Britannici Sotto le autoritagrave britanniche ebbe altre cariche nellrsquoamministrazione della giustizia delle Isole Ionie fino a diventare Giudice della Corte Suprema nel 1834 due anni dopo andograve in pensione ma continuograve ad occuparsi della cosa pubblica

Egrave giudicato favorevolmente da Tommaseo per la sua capacitagrave di occuparsi del bene comune Tommaseo lo prende come esempio di buona condotta di un magistrato

Mandatogli allorcheacute egli era giudice presidente nellrsquoisola di Cefalonia un collega chrsquoersquo

reputava non atto allrsquouffizio il Delviniotti voltosi alla coscienza dellrsquouomo pregograve si fa-cesse giudice delle proprie forze egli stesso giudice piugrave veggente e severo che altrui provvedesse accortamente al decoro del nome proprio facesse in maniera che la gente domandi perchegrave assunto a quello non moltiplicasse gli esempii drsquouomini giudicati dalla indignazione pubblica ancor piugrave duramente del merito ma porgesse lrsquoesempio nuovo di modestia coraggiosa e di leale astinenza

Delviniotti aveva un grande interesse per lo sviluppo scolastico delle isole Ionie per-

cheacute sentiva il bisogno di educare i giovani della sua terra nel 1807 si era costituita lrsquoAccademia Ionia e divenne professore di diritto civile e penale AllrsquoAccademia copriro-no cattedre parecchi amici di Delviniotti che come lui avevano studiato in Italia Nel 1841 fu assunto come professore di diritto penale presso lrsquoUniversitagrave di Corfugrave che era sta-ta fondata da lord Guilford

Nella sua politica Delviniotti fu sempre a favore della repubblica e delle idee della Ri-voluzione francese Le ragioni sono due ed egrave ancora Tommaseo a indicarle era speranza di molti greci che con lrsquoarrivo dellrsquoesercito francese la Grecia si sarebbe liberata del dominio ottomano Non sono pochi i poeti che dedicarono a Napoleone poesie e libri in quegli an-ni Per Delviniotti lrsquoarrivo dei francesi portava inoltre una legislazione moderna

Come scrive Tommaseo

Una ragione moveva inoltre il giovane Delviniotti a lodare il governo napoleonico la piugrave severa forma data alla giustizia pubblica e il cessare di quersquo giudizi venali che

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disonoravano taluno dersquo magistrati veneti nersquo gradi minori Cotesto doveva piacere ad uomo amante del retto3

In questo ambito egrave da considerare anche la critica di Delviniotti al regime veneziano

nelle Isole Ionie Secondo lo storiografo Vrokinis Delviniotti fu eletto membro dellrsquoAteneo Veneto

del Regio Ateneo Italiano a Firenze insieme con Capodistria fece parte dellrsquoAccademia di Pisa4

Nel 1815 sposograve Anastasia Adamantina Kolpou La morte lo colse il 12 settembre 1850 Le opere La vera passione di Delviniotti fu la poesia Per tutti i suoi connazionali la persona di

Ugo Foscolo egrave un riferimento vitale lrsquoappartenenza alla stessa cultura del poeta di Zante porta il giovane aspirante poeta ad ammirare le opere e ad ispirarvisi per la propria pro-duzione letteraria Tommaseo nel suo saggio Della civiltagrave italiana nelle isole Ionie e di Niccolograve Delviniotti5 offre alcune prove della sua lingua poetica la tendenza neoclassica egrave evidente ma anche ovvia per il giovane greco Nei primi anni del suo soggiorno in Italia grazie ai contatti con i maggiori letterati dellrsquoepoca fu naturale per Delviniotti come per gli altri suoi connazionali scrivere poesie La sede naturale fu la casa di Isabella Albrizzi-Teotochi le cui riunioni letterarie sono riportate soprattutto nellrsquoauto-biografia6 di Mario Pieri

La prima e unica raccolta di Poesie esce nel 1809 a Corfugrave ed egrave dedicata a Julien Bessiegrave-res7 Commissario Generale di Corfugrave La dedica del libro e le dediche delle singole can-zoni mostrano la devozione di Delviniotti verso Napoleone la sua piugrave grande speranza era che la Grecia con lrsquoaiuto dellrsquoesercito imperiale francese avrebbe raggiunto la libertagrave

Il libro contiene quattro poesie in quartine e 18 sonetti la prima poesia egrave dedicata Al-la Poesia tra le altre una egrave dedicata a Napoleone una a Julien Bessiegraveres e una lrsquoIstro do-

3 Niccolograve Tommaseo Il secondo esilio Milano Sanvito 1862 p 397 4 Λαυρέντιος Βροκίνης Βιογραφικά Σχεδάρια τῶν ἐν τοῖς γράμμασιν ὠραίαις τέχναις καὶ ἄλλοις κλάδοις τοῦ κοινωνικού βίου ∆ιαλαμψάντων Κερκυραίων tomo I Corfugrave Koraes 1877 p 115

5 ldquoDella civiltagrave italiana nelle isole Ionie e di Niccolograve Delviniottirdquo in Archivio Storico Italiano Nuova Serie 2 1855 tomo secondo parte 1 pp 65-88 poi nel Dizionario drsquoEstetica del 1860 pp 98-105 nel Secondo Esilio pp 378-435 e nel Dizionario Estetico 4 ed 1867 pp 298-328

6 Mario Pieri Vita scritta da lui medesimo libri sei in Opere di Mario Pieri Corcirese voll I e II Firenze Le Monnier 1850

7 Julien Bessiegraveres nato a Gramot in Languedoc il 1777 morto a Parigi 1840 Seguigrave Napoleone in Egit-to e fu preso prigioniero e portato a Ioannina Nel 1805 fu nominato Console Generale del ldquoColpo [gol-fo] Adriaticordquo e nel 1807 Commissario Generale di Corfugrave fino al 1810 quando divenne governatore di Navarra Dopo la caduta di Napoleone non ebbe incarichi importanti

INTRODUZIONE

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mato a suo cugino Jean Baptiste Bessiegraveres duca drsquoIstria La forma metrica preferita egrave lrsquoode saffica

Lrsquounica testimonianza contemporanea che abbiamo proviene dalle Memorie di Mario Pieri che il 9 novembre 1810 scrive

Verso la fine del pranzo venne da noi Rosini ed il Ciampi Con questrsquoultimo e con

lrsquoamica andammo a camminar la cittagrave dellrsquoArno settentrionale Camminando egli ci disse come lrsquoamico mio Corcirese Niccolograve Delviniotti ha mandato tempo fa allrsquoAccademia di Livorno un suo libretto di Poesie per essere giudicato Furono destina-ti a questo giudizio esso il Ciampi il Professore Padre Pagnini ed il Professore Carmi-gnani e conclusero in iscritto che lrsquoautore avea di molta fantasia e di bei concetti ma che peccava spesso e soverchio di oscuritagrave e mancava del tutto in fatto di stile e di lin-gua Ciograve mi ricordograve le quistioni che io feci piugrave volte con Delviniotti essendo sempre stato il mio sistema ed il mio sentimento su lrsquoarte di scrivere e di verseggiare opposto al suo giaccheacute io credo chrsquoegli scriva cosigrave piugrave per falso sistema chrsquoegli srsquoegrave sposato che per incapacitagrave di far meglio e diversamente8

Puograve sembrare strano che Sebastiano Ciampi desse un giudizio cosigrave negativo della poe-

sia di Delviniotti nello stesso anno in cui fu eletto allrsquoAccademia di Pisa di cui lo stesso Ciampi era segretario Nella sua autobiografia Pieri non fa nessun riferimento alle Poesie di Delviniotti ed egrave chiaro che quando scriveva nel 1842-43 non gli sembrava interessante commentarle

Delviniotti pubblicograve la maggior parte delle sue poesie nelle riviste corciresi la Gazzet-ta Ionia il Monitore Ionio la Gazzetta degli Stati uniti delle Isole Ionie Alcuni titoli rive-lano ancora una volta la sua tendenza repubblicana nel 1811 pubblicograve un Inno Pindarico per la nascita del figlio dellrsquoImperatore Napoleone sopranominato Re di Roma nel 1813 lrsquoOde nella festa del giorno onomastico e lrsquoanniversario della nascita di Napoleone Imperatore Al-tre poesie sono dedicate ad onorare illustri corciresi gli Sciolti alla spoglia mortale di Laz-zaro de Mordo Israelita dottore in Medicina (1823) il Sonetto in morte del dotto ed integer-rimo Giudice Pasqual Carruso (1847)

Le due opere piugrave impegnative sono due Visioni in terzine per commemorare due a-mici morti il cugino Demetrio Macrigrave e lrsquoamico letterato Niccolograve Mavromati In queste si evidenzia la sua dipendenza dalla lingua letteraria italiana (Petrarca Foscolo Parini)

Per anni lavorograve alla traduzione di Quinto Smirneo ma anche se molti letterati come Monti Lamberti e Mustoxidi la giudicarono positivamente non la volle pubblicare Sol-tanto il primo libro uscigrave nel Poligrafo di Milano con la cura di Mustoxidi

Niccolograve Delviniotti lasciograve alcune opere inedite che alla fine del diciannovesimo seco-lo erano ancora proprietagrave del figlio Diomede Tra queste crsquoegrave un saggio chiamato Discorsi sopra la Filologia e poesie intitolate Ode Pindarica allrsquoamor Patrio Ode allrsquoItalia e La-mento alla morte dellrsquoindimenticabile Conte Giovanni Capodistria Anche le tragedie Serse e Ifigenia non furono mai pubblicate9

8 Mario Pieri Memorie I a cura di Roberta Masini Roma Bulzoni 2003 p 316 9 Βροκίνης op cit p 121

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Per completezza di informazione ed utilitagrave per il lettore si aggiunge la scheda biografica di Girolamo Dandolo (La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi ultimi cinquantrsquoanni Studii storici Venezia corsquo tipi di Pietro Naratovich 1857 p 337-338)

laquoDelviniotti Nicolograve nacque il 27 giugno 1777 a Corfugrave da una famiglia divenuta greca per non mai

interrotta piugrave che secolare dimora in quella cittagrave Era ancor fanciullo quando la sorte orbavalo del padre e dovette alle affettuose cure materne la letteraria instituzione col maggior fratello Spiridione ricevuta in Italia e la laurea in diritto conseguita a Pavia Dettograve prose e versi italiani certamente notevoli per una tal quale sua propria originalitagrave ma troppo lontani da quella eleganza di stile e proprietagrave di vocaboli per cui vanno invece ammirati i suoi connazionali e contemporanei il Foscolo il Pieri ed il Mustoxidi tutto-ra vivente Tanto perograve non vuolsi accagionarne il giudizio quanto il troppo fervido ingegno dello scrit-tore che male avrebbe potuto tollerare la paziente opera della lima e forse ancor piugrave lrsquoavviamento non buono dato arsquo suoi studii dal Cesarotti e dal Bettinelli uomini lrsquoun piugrave che lrsquoaltro per sapere eminenti ma che per avversione ai pedanti cosigrave eransi dilungati dagli esempii dersquo buoni maestri che certo non a-vrebbero potuto proporre i loro scritti a modello di ottimo gusto Ad ogni modo le cose fino allora con-segnate ai torchi e lrsquoopera con Giovanni Capodistria avuta nella riforma delle leggi jonie gli valsero lrsquoonore di essere con lui ascritto nel 1810 allrsquoaccademia di Pisa Dotato di caldi e nobili spiriti serbograve tutta la vita sempre uguale lrsquoaffetto alla patria ma bencheacute nessuno gli andasse innanzi negli ufficii della giusti-zia adempiuti fino allo scrupolo nellrsquoesercizio delle affidategli magistrature sconobbe i diritti della e-stinta Repubblica di Venezia alla riconoscenza di queglrsquoisolani e solo percheacute esigeva da essi quella obbe-dienza che suole ogni principe da chi gli egrave suddito esigere non temegrave di qualificare tirannide esosa un Governo alla cui liberalitagrave chi si facesse con mente sgombra da prevenzione a stenebrare le origini degli avvenimenti volentieri confesserebbe col Tommaseo e col Mustoxidi or or rammentato dovere la Gre-cia moderna la odierna sua civiltagrave e indipendenza Questo medesimo affetto colpa la contratta [338] abi-tudine di mirare costantemente le cose da una sola faccia il condusse altresigrave a plaudire fino alla nausea il governo napoleonico parendogli quasi che la semplicitagrave e speditezza degli interni ordinamenti ed il ri-spetto alle forme giuridiche nelle controversie di privato diritto fossero anticipata caparra di quella poli-tica rigenerazione del popolo greco che non ebbe mai parte neppure ai sogni dellrsquouomo a cui porgeva cosigrave senzrsquoavvedersene glrsquoincensi dellrsquoadulazione Allo stesso modo celebrato avea prima lrsquoapparire della bandiera democratica di Francia e quello dei Russi neacute di minor lode piugrave tardi fu largo al sopravvenir degli Inglesi nella protezione e nello Statuto dei quali ebbe fede fino allrsquoanno 1830 Giunto allora al li-mitare della vecchiezza si avvide di avere fino a quel digrave trascorsa la vita di delirio in delirio e pose freno ad una lode che il giudizio imparziale della storia diragrave forse tanto immeritata quanto lrsquoatroce sua bile contro ogni veneziana memoria Non per questo si fersquo muta la sua Musa ma solo cangiograve tema arsquo suoi carmi Morigrave il 12 settembre 1850 Se meno bollente animo avesse il Delviniotti da natura sortito per cui meno prontamente avesse obbedito aglrsquoimpeti di una prima impressione onde gli accadde cosigrave di soven-te scambiare le speranze coi fatti avrebbe lasciata assai miglior fama e come scrittore e come uomo poli-ticoraquo (Ringrazio Filippo Maria Pontani della Scuola Normale Superiore di Pisa per avermi segnalato questa pagina e fornito indicazioni orientative preziose e puntuali ndashVV)

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DELLO SCRIVERE E DEL TRADURRE LrsquoODISSEA di Vittorio Volpi

Il disegno di Delvinotti offrendo al pubblico una nuova traduzione dellrsquoOdissea egrave di

fornire allrsquoItalia e allrsquoEuropa del suo tempo cosigrave piena di fermenti uno sguardo alla si-tuazione della Grecia che da poco si era liberata dal giogo turco richiamando lrsquoattenzione alla diretta e continua filiazione letteraria dellrsquoEptaneso dalla tradizione ita-liana Si trattava anche di restituire alla Grecia la sua cultura letteraria in esilio tempora-neo presso universitagrave biblioteche e tipografie europee dopo tre secoli di turcocrazia

NellrsquoOde a Napoleone (1809) mette in bocca alla Settinsulare Mio fia grida drsquoAlcinoo il bel soglio Mie le vaghe Isolette che Epiro Ratto ad esso congiunte vedragrave hellip Darsquo suoi Prodi per mano guidate Arti-belle tornate tornate

Anticipava forse il progetto mazziniano e lincolniano di un Adriatico ldquolago italianordquo dal punto di vista geopolitico percheacute giagrave culturale disegno che peraltro ma in modi af-fatto diversi ripristinava la situazione prenapoleonica

Sceglie lrsquoOdissea come mito di riscatto di ritorno in patria dove il novello Ulisse egrave il letterato illuministicamente ganglio vitale della societagrave ldquopadre affettuosordquo del popolo che governa che guida la Patria lo Stato con saggezza e giustizia Ben possono adattarsi alla biografia di Delvinotti alcuni versi del libro VII (parla Alcinoo re di Scheria-Corfugrave)

giusta ira trsquoarse Contro costui che si levograve nel circo Ad oltraggiarti ma nessun mortale Disconosce il valor che in te srsquoannida Nullo che sa ridir ciograve che la voce

INTRODUZIONE

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Della giustizia gli ragiona al core

Delvinotti in questrsquoottica puograve essere dunque considerato un letterato che mette a protocollo la propria odissea alla ricerca della patria letteraria teso foscolianamente a ri-disegnare il ruolo della letteratura nel vivo della societagrave innervandola di uno ldquostilerdquo fatto di tensioni di bellezza classica rivisitata e reinventata

La traduzione esce nel 1943 laquoDalla tipografia del Governoraquo Sfogliando la Ἰονική Βι-βλιογραφία di Thomas I Papadopoulos ( Athena 1998) si ha modo di vedere come que-sta fosse la piugrave attiva se non lrsquounica tipografia in Corfugrave e forse di tutto lrsquoEptaneso Pub-blicava atti ufficiali del Governo tra cui la Gazzetta degli Stati Uniti delle Isole Ionie Av-visi Notificazioni in greco (ἐν τῇ Τυπογραφίᾳ τῆς Κυβερνήσεως) in italiano o inglese (Government Printing-Office) ma spesso anche bilingui o trilingui Per lrsquoincarico rico-perto e per la notorietagrave di cui godeva non doveva esser stato difficile per Delvinotti far pubblicare presso questa tipografia la propria traduzione Gli articoli di Francesco Orioli e di E Tipaldo [qui riprodotti nel file 31 Delvinotti Pindemonte affrontati] accennano alla pubblicazione in fascicoli Anzi E Tipaldo riprende dal Gondoliere il programma di sot-toscrizione dello stesso Delvinotti10 Si presume che la pubblicazione abbia avuto termine

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Non pare inutile per comoditagrave del Lettore riprodurlo anche qui laquoErsquo pare che Omero intendesse cantare le glorie principalmente del paese Jonio quando nellrsquoIliade piugrave che la selvaggia ira e lrsquoimpetuoso valore del Tessalo Achille magnificava il senno lrsquointrepidezza e gli accorgimenti dellrsquoItacense Ulisse quandonellrsquoOdissea le pellegrinazioni meravigliose di questi sceglieva a illustre argomento del Poema e la giusta vendetta che dalla schiera scellerata dersquo Proci ei ne trasse Neacute diverso appare il suo intendimen-to lagrave dove egli celebra il bel cielo la bella terra di Scheria le ospitali virtugrave la perizia nella navigazione e nelle arti e le sue saggie istituzioni politiche e ciograve pure ebbe in mira quando forse nella persona del Cantore Demodoco seacute stesso descrive rallegrator di regj conviti colla letizia del verso

Era egli cittadino nostro o Cefaleno od Itacense datosi a viaggiare per le greche contrade ed a ri-cordare arsquo connazionali suoi la grandezza dersquo Numi ed i vanti degli avi Questo io non oserograve di afferma-re ben certo egrave che a noi Joni egrave permesso di andare orgogliosi di questa prima e somma rivelazione della Elenica Musa che insegnograve al mondo a che per potenza di nobile poesia lice salire

Tale egli essendo sembra non isconvenire ad un Jonio rallevato nelle Itale scuole e grato a quel ral-levamento il tentare di dare una nuova traduzione in versi sciolti dellrsquoOdissea non giagrave per entrare in ardita gara con i traduttori che il precedettero ma percheacute or nellrsquouna or nellrsquoaltra si scorgono almeno adombrati i tanti e sigrave luminosi pregi che nel divino poema risplendono

Lrsquoopera saragrave distribuita in quaderni dodici di numero conterragrave ciascuno due canti Cosigrave verragrave fatto al traduttore di giovarsi degli ammaestramenti dersquo dotti e del sentimento delle persone gentili per poter di mano in mano correggerli

Il prezzo saragrave di scellini uno per quaderno da essere pagato successivamente quando il quaderno si consegneragrave La carta saragrave sopraffina fiumana ed i caratteri saranno come in questrsquoavviso

Il testo che si seguitograve nella traduzione egrave quello di Lipsia 1759-64-65 con le note del Clarke e dellrsquoErnesti illustrato vie piugrave dagli scolii greci raccolti nellrsquoedizione del Crusio e pubblicati in Atene lrsquoanno 1841raquo

La descrizione completa dellrsquoedizione utilizzata egrave la seguente Ὁμήρου ἅπαντα ie Homeri Opera omnia ex recensione et cum notis Samuelis Clarkii Accessit varietas lectionis edd veterum cura Jo Au-gusti Ernesti qui et suas notas adspersit Lipsiae Impensis G Theophili Georgii Impressit Vdalr Chri-stianvs Saalbach 1759-64 in greco e latino Lrsquoedizione ateniese degli scolii egrave la seguente Σχόλια εἰς τήν

INTRODUZIONE

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nel corso del 1843 la tiratura deve essere stata estremamente limitata e la circolazione ri-stretta alla cerchia degli amici greci e italiani

Il volume egrave consultabile presso la Biblioteca pubblica di Corfugrave la Biblioteca della A-nagnostikeacute Etairigravea di Corfugrave la Biblioteca Gennadios di Atene quella Universitaria di Sa-lonicco presso lrsquoArchivio Storico-Letterario di Manou Charitagravekou (ELIA) di Atene e al-tre poche di eruditi greci (Damaskinos Corfugrave Teotochi Corfugrave Spirou Lovegraverdou Kefi-siagrave) In Italia la traduzione egrave consultabile presso la Biblioteca Angelica (senza note tipo-grafiche ma Corfugrave Dalla Tipografia del Governo 1843) presso la Biblioteca Marciana di Venezia e la Bibl Centrale dei Frati Minori di Roma

La copia pervenutaci alle mani e acquistata a Pisa doveva probabilmente appartenere a uno degli amici dellrsquoAccademia pisana

Un recente romanzo11 presenta un Ulisse che scrive per averla vissuta la propria ldquoo-

disseardquo per poi consegnarla a Demodoco sapendo che la cambieragrave (laquoFate sempre cosigrave voihellip Addioraquo) Egrave un Ulisse diviso fra il destino che ha avuto in retaggio e la propria liber-tagrave ma solo percheacute ha seguito il proprio destino solitario nella vastitagrave del mare giunge a sentire il ldquopolsordquo il palpito della libertagrave Il suo destino egrave quello di andare andare via da dove da chi Non esiste risposta Forse da se stesso dalle laquoardenti inquietudiniraquo che lo fanno sentire fuori posto ovunque alla ricerca continua di un altrove che non puograve esiste-re se non proviene dallrsquointimo Comprende perciograve che il seguire il proprio destino vivere come giorno per giorno gli egrave dato faragrave di lui come di ogni altro uomo un eroe O vice-versa che faragrave di lui come di ogni ldquoeroerdquo un comune e semplice uomo

In questa inedita versione Ulisse scrive Scrive percheacute la riconquista della lingua egrave al tempo stesso approdo alla patria e riassunzione della propria antica identitagrave Egrave vero lrsquoUlisse ritornato in patria egrave ora inscindibile da quello che ideograve il cavallo di Troia che ac-cecograve il ciclope che scese allrsquoAde Quegli ldquoanni di vagabondaggiordquo sono scritti sulla sua pelle sul suo volto sono esperienze di vita che consolidano la primitiva identitagrave quegli anni sono stati perciograve anche ldquoanni di apprendistatordquo

La gestazione della poesia si puograve paragonare a un percorso ascetico attraverso il quale lingua e pensiero vengono riscaldati messi in movimento purificati nel crogiolo delle emozioni vissute nella realtagrave rimeditate re-fuse e rivissute nel momento ispirato della scrittura momento che egrave anche urgenza necessitagrave eacutelan Drang Diventa la presa di co-scienza di una nuova identitagrave si cambia pelle e su questa come su una pergamena si consegna il miracolo della parola che puograve ambire ai vertici dellrsquoarte

Ed egrave proprio nellrsquoAscetica che Nikos Kazantzakis descrive la metamorfosi individuale e collettiva che si realizza con la parola poetica parola che viene creata ex novo nellrsquoatto di invenzione e che egrave creatrice di nuovi sensi e significati negli ascoltatori come un seme caduto in fertile zolla

τοῦ Ὁμήρου Ὀδύσσειαν Ἐκ τῆς ἐκδώσεως τοῦ D[etlev] Car[olus] Uil[ielmus] Baumgarten-Crusius Νῦν τὸ πρώτον ἐκδ ὑπὸ Κωνσταντίνου Γκαρπόλα Ἐν Ἀθηναῖς Γκαρπόλας 1841

11 Tassos ROUSSOS Ho Odysseas Athina Ekdosis Kastanioti 1996

INTRODUZIONE

XI

Siamo una umile lettera una sillaba una parola resa dalla gigantesca Odissea Siamo immersi in un immenso canto e brilliamo come brillano le umili conchiglie fino a che sono immerse nel mare

Qual egrave il nostro dovere Sollevare il capo per un attimo fino a che reggono le nostre viscere e respirare il can-

to drsquooltremare Adunare le avventure dare un senso al viaggio lottare senza tregua con gli uomini

con gli degravei e gli animali e lentamente pazientemente edificare nella nostra mente ndash midollo del nostro midollo ndash Itaca

Come unrsquoisola lentamente con lotta tremenda si leveragrave dallrsquooceano dellrsquoinesistente lrsquoopera dellrsquouomo

Scrivere egrave perciograve lottare contro la burrasca (Sturm) dei venti di Eolo salvarsi dal nau-

fragio nel mar delle parole per mezzo delle parole mantenersi a galla col velo leggero di Leucotea Scrivere egrave mettersi in viaggio per mare affrontandone i pericoli con la destrez-za di provetto marinaio Lo scrittore deve salvare se stesso dallrsquoazzardo che lo ha spinto di necessitagrave ad affrontare i pericoli della parola e salvando se stesso salva anche la parola stessa lo scrivere Lo scrittore mette a repentaglio se stesso con la propria scrittura Un rischio capitale che dispiega in continuazione ma solo questo rischio gli conferisce iden-titagrave e lo conferma come tale lo fanno certo sin dallrsquoinizio dellrsquoarrivo in porto e del rico-noscimento Puntuale una coincidenza gioca in greco moderno con la parola anagnorizo che vale tanto ldquoriconoscererdquo quanto ldquoleggererdquo

Per questo fincheacute viaggia Ulisse non puograve essere altri che ldquoNessunordquo o meglio Per-sonne accogliendo il gioco di parole permesso dal francese o forse anche Persona gio-cando questa volta col latino dunque forse solo una maschera di provvisoria identitagrave La richiesta di Polifemo non egrave altro che lrsquoeco di una domanda che proviene dal profondo forse fin dalla lontana infanzia che di continuo si ripropone Ha dunque ancora ragione Kazantzakis (altro massimo esempio di Ulisside) quando dice che le grandi domande dellrsquouomo (ldquoChi siamo donde veniamo dove andiamordquo) non sono in fondo che inter-rogativi da adolescente

Lo scrittore non si propone programmaticamente di partire alla ricerca di ricchezze o nuove conoscenze gli basta partire pur senza meta pur senza via (se non quella piugrave in sa-lita se non quella che conduce alla terra piugrave lontana alla terra incognita delle antiche mappe hic sunt leones) Navigare nel pelago aperto e incerto del vocabolario frastornarsi coi mille incontri tentazioni paure sviamenti ed ldquoerrorirdquo solo allora ldquoperduti tutti i compagnirdquo porteragrave a compimento lrsquoopera intrapresa dandole una forma sapendo nello stesso tempo che essa stessa egrave diventata intrinsecamente geneticamente unrsquoodissea

E cosigrave lrsquoopera letteraria non puograve che nascere dai fatti dal vivere e dal fare (pograveiesis) dalla vita vissuta dal travaglio (biografico e creativo) sopportato durante la sua genesi non tanto come testimonianza di quei fatti ma come occasione motivo abbrivo kairos e periculum che dal proprio interno generano e danno sviluppo alla scrittura intesa come percorso paral-lelo di parole e di azioni

La caccia al cinghiale sul monte Parnaso egrave unrsquoaltra metafora della ldquocaccia alla parolardquo dei pericoli effettivi che devono essere affrontati Il giovane Odisseo ha con seacute solo una

INTRODUZIONE

XII

lancia deve agire con tempestivitagrave abilitagrave e coraggio Supereragrave la prova la caccia egrave il banco di prova della maturitagrave La cicatrice riportata saragrave il ldquodocumento drsquoidentitagraverdquo il di-ploma dellrsquoesame superato

Le parole richiamano sigrave quelle azioni non come involucro esornativo come vuoto gu-scio ma come riflesso diretto come prodotto e distillato concettuale di quelle azioni Soffermarsi o valutare di unrsquoopera letteraria la forma estetica equivale dunque a giudicare un vino dal disegno dellrsquoetichetta o dai cocci dellrsquoanfora che lrsquohanno contenuto laquoLe donne un porsquo civettuole cantano per il piacere di udire la propria bella voce sono lonta-nissime dai fatti li hanno dimenticatiraquo (Roussos) Il grande pericolo in cui versa la scrit-tura egrave quello di farsi incantare dalle parole Come lo scorpione accerchiato dalle fiamme se non trova via drsquouscita si uccide col proprio pungiglione cosigrave la scrittura puograve imbalsa-marsi nei propri estetismi e perdere il concreto riferimento coi fatti perdere in profondi-tagrave di significato in connotazioni quando cambiando le carte in tavola il rinvio al refe-rente egrave diventato orpello superfluo Diventa vuoto pupario lo laquoscheletro di una cicalaraquo laquoVersato da giovane negli studii matematici poi tutta la vita nersquo giuridici erudito delle lettere piugrave recondite non poteva il Delviniotti riguardare lrsquoarte dello scrivere come un piacente congegno di suoni vuotiraquo (Tommaseo)

Il grande paradosso della scrittura egrave la sua lotta in rincorsa col tempo per essere arti-stica e lo egrave quanto piugrave rinuncia a ciograve che per definizione o tradizione la renderebbe tale Esiste dunque una tensione intrinseca per emanciparsi dai modelli una energia interna (uno Streben faustiano) che la porta a rinnovarsi continuamente La scrittura diventa arti-stica quando egrave specchio dei tempi e dei fatti quando quei fatti vengon richiamati senza altre mediazioni percheacute largamente condivisi laquoIl verso stesso ersquo [Delvinotti] voleva ri-spondesse splendido al vero e sotto alla visione che viva gli rilucea nella mente voleva so-stanza di realtagraveraquo (Tommaseo)

Puograve allrsquooccasione usare degli ovvii espedienti ldquoartistico-letterarirdquo offerti dalla tradizio-ne dai ldquograndirdquo ma servendosene come di strumenti Lo scrittore da buon artigiano li useragrave non per sgrossare lrsquoidea ma come pomice sul marmo di una statua ormai ultimata

Abbiano incontrato tre parole tedesche (Sturm Drang e streben alle quali si puograve ben aggiungere Wirrwarr titolo di un dramma di Klinger ndash 1775 ndash e nome primitivo del mo-vimento questrsquoultimo esprime compiutamente il senso di frastornamento politico e cul-turale prima Rivoluzione francese ma soprattutto Genie prototipo ideale di uomo tra lrsquoeroico e il prometeico razionale ldquopru-denterdquo e al tempo stesso pieno di risorse versati-le nobile forte e non incline ai compromessi ma anche che si lascia guidare come un e-roe schilleriano dai propri sentimenti Sehnsucht come aspirazione insaziata e struggente verso il bello il tutto e lrsquoassoluto nostalgia di unrsquoarmonia perduta che perograve puograve essere ancora trovata in tracce nellrsquoattualitagrave e nel lavoro creativo qualitagrave che permettono di so-pravvivere fra tanta confusione) termini classici di facile inquadramento storico lettera-rio Wickelmann in quegli stessi anni fondava sulla statuaria greca lrsquoideale estetico attra-verso cui si esprime un nuovo sguardo sulla natura una nuova comprensione unitaria e ideale dellrsquoarmonia interna della natura Il pathos nostalgico del romanticismo tedesco delinea a ritroso unrsquoutopia politica che si egrave realizzata solo in Grecia ed illustrata giagrave nella

INTRODUZIONE

XIII

profezia che Tiresia annuncia a Ulisse E infine Wandererhellip e il ricordo riporta ricco bot-tino di titoli di personaggi di immagini di temi musicali

Inquadrati questi termini nel periodo in cui sono sorti e nei richiami che spontanea-mente suggeriscono spiegano la compresenza di romanticismo e classicismo I poeti ab-bandonate le imitazioni gli artifici i canoni letterari consacrati dalla tradizione e guidati dal proprio ldquogeniordquo coniugano senso e sentimento significato e impulso creativo sensi-bilitagrave (Empfindsamkeit) e energia vitale dilaceramento (Zerrissenheit) e armonia titani-smo e elevazione spirituale afflato entusiastico e demoniaco notturni e Inni al sole cre-ano e innovano lrsquoestetica letteraria ispirandosi ai poeti ldquoprimitivirdquo che col ldquogenio della linguardquo hanno espresso il ldquogenio di un popolordquo Omero Ossian Shakespeare La lingua non egrave solo convenzione ma espressione poetica e ldquovocabolario di istituzionirdquo sociali e proprio per mezzo della lingua del continuo comunicare un popolo giunge alla coscienza di seacute alla propria identitagrave storica a una visione e conoscenza del mondo Herder e Vico in modo indipendente uno dallrsquoaltro si incaricheranno di illustrare questa estetica nuova e dirompente12

Johann Heinrich Voszlig lavorograve alla traduzione dellrsquoOdissea dal 1781 fino alla sua morte (1826) rielaborandola continuamente mentre la filologia classica offriva agli studiosi edi-zioni critiche rigorose e affidabili giungevano anche nelle biblioteche universitarie italiane le edizioni stereotipe di Lipsia Il primo verso

Sage mir Muse die Taten des vielgewanderten Mannes

puograve avere come diretta illustrazione un quadro di Caspar David Friedrich Der Wanderer uumlber dem Nebelmeer (1818) o la Wanderer-Fantasie di Schubert (1822)

Lrsquoantica poesia greca egrave a tuttrsquooggi artistica percheacute quei fatti sono ancora condivisi dai

lettori sebbene con la traduzione si sia perso tutto dellrsquoin-volucro fonico e molto della dinamica sintattica delle ineffabili sfumature delle particelle dellrsquoarchitettura retorica in-terna Ma nulla a livello testuale Nulla di quanto riguarda la semantica letterale o meta-forica dellrsquoespressione Mutatis mutandis facendo cioegrave tara abbondante di quanto lrsquoattualitagrave la contemporaneitagrave a livello superficiale ci distinguono dallrsquoepoca eroica

Confrontando la traduzione di Delvinotti con quella di Pindemonte Francesco Orioli si proponeva di laquoriguardare quella nuova poesia non unicamente in se stessa ma in quello altresigrave chrsquoella suona al cuore e che allrsquoanima ragiona messa al paragone del divino origina-le di che assume ad esser copia o ritrattoraquo13

12 Basteranno due brevi citazioni di Goethe per confermare questa direzione interpretativa laquoWie glei-

ches Streben Held und Dichter bindetraquo (ldquoUn medesimo anelito unisce lrsquoeroe e il poetardquoTorquato Tasso atto I scena III) laquoEs irrt der Mensch solangrsquo er strebtraquo (ldquoErra lrsquouomo che anelardquo Faust Prologo in cielo) dove come in italiano errare puograve significare sia ldquovagabondarerdquo che ldquosbagliarerdquo die Irrfahrten des Odysseus sono tradizionalmente i ldquoviaggirdquo di Ulisse viaggi con continue correzioni di rotta con pericoli naufragi approdi sfortunati incontri con varie sfaccettature del sacro del divino dellrsquoextra- o sopra-umano

13 F Orioli Odissea drsquoOmero Nuova Traduzione in Versi Italiani laquoGazzetta Ioniaraquo n 671 (4 novem-

bre 1843) articolo riprodotto nel file 31 Delvinotti Pindemonte affrontati

INTRODUZIONE

XIV

Ed in sostanza pare proprio questa la differenza ldquoletterariardquo fra Delvinotti e Pinde-monte E dunque la leggibilitagrave la fluiditagrave della traduzione del Corcirese egrave tale percheacute na-sce dai fatti percheacute dietro quelle parole si riconoscono i fatti dietro lrsquoammanto della tra-duzione si riconosce il testo omerico cosigrave radicato esso stesso nei fatti che nemmeno lrsquoaura del mito dellrsquoepos nemmeno la forma ritmica hanno potuto sradicare dagli eventi narrati (non ha importanza a questo punto se effettivamente accaduti e reali o nellrsquoambito della finzione poetica funzionalmente ldquosimili al verordquo)

Dietro la narrazione epica non si deve dunque verificare il grado di verisimiglianza (la lontananza delle rotte percorse comportano costitutivamente un dubbio sulla veridicitagrave dei racconti che appunto verran detti Incredibilia) quanto il grado di vitalitagrave cioegrave di universa-litagrave Lrsquoopera letteraria va dunque oltre la veritagrave il mondo egrave vario e vasto

Lrsquoesperienza del viaggiatore va formando volta a volta una nuova identitagrave unrsquoidentitagrave in continuo divenire che gli permette di comprendere di piugrave un sapere scritto nella pro-pria carne nel proprio cuore (par coeur direbbero i Francesi) che perciograve egrave impossibile dimenticare Quanto lrsquoocchio umano della letteratura riesce a rendere vivi i fatti da cui nasce di tanto assicura la propria durata e sopravvivenza La classicitagrave egrave meno un fatto di convenzioni letterarie che di riconoscimento di contenuti vitali per la comunitagrave Quanto le parole sono vive tanto egrave salvo il loro autore la sua opera e la letteratura stessa E tanto egrave salva la bellezza interiore dellrsquoopera di cui lrsquoautore egrave ad un tempo schiavo e padrone

La traduzione di Delvinotti egrave dunque fedele (laquoRende lrsquoomerico con libertagrave fedelissimaraquo ndash Tommaseo) percheacute preserva il radicamento nei fatti dellrsquoopera letteraria Le parole ripla-smano le azioni nella nostra immaginazione quei fatti quel gusto ci vengono riproposti in un packaging lessicale e metrico di sicura vendibilitagrave

Ma non egrave questo che dobbiamo leggere e valutare A prima vista egrave questa ldquovetrinardquo che ci puograve maggiormente allettare ma qua e lagrave emer-

gono dei senhal che ci riportano alla concreta referenza (XV 664-666)

Telemaco farsquo cor piugrave regia stirpe Della tua non vrsquoha in Itaca qui fia Dominatrice libera per sempre

Appunto il tratto ideologico e ldquopoliticordquo cosigrave esplicito dietro le parole dominatrice libera

per sempre egrave la prova che la superficie formale dellrsquoespressione cede il passo al contenuto al radicamento extraletterario delle parole (si pensi alla parola servaggio ripetuta ben quattro volte e giagrave nellrsquoOde a Napoleone del 1809) a quella realtagrave esterna del vivere quotidiano che vissuta in prima persona e notomizzata dallrsquoesperienza informa di seacute anche lrsquoestetica si fa programma e manifesto orditura stessa della forma letteraria (laquoCerto egrave che il senso del Bel-lo vale a dire dellrsquoaltissimo vero meglio conciliasi con le sezioni anatomiche e corsquo computi algebrici che con le mercenarie esercitazioni forensiraquo Tommaseo)

E se riandiamo con la memoria o spolveriamo intonsi tomi ritroviamo accenti simili nel diciannovenne Foscolo dellrsquoOda a Bonaparte liberatore (1797)

Dove tu diva da lrsquoantica e forte

INTRODUZIONE

XV

Dominatrice libera del mondo Felice a lrsquoombra di tue sacre penne Dove fuggivi quando ferreo pondo Di dittatoria tirannia le tenne Umigravel la testa fra servaggio e morte

Lo stesso Tommaseo ci attesta che negli ultimi anni laquoil Delviniotti consentiva alle

speranze drsquoItalia e le fece soggetto ai suoi versiraquo e cita alcuni versi della tragedia Serse (i-spirata forse da alcuni versi dellrsquoOda foscoliana e lrsquoarmi del superbo Serse | Dai liberi di-sperse | Di civico valor fur monumento)

Maledetto il giorno In che giagrave Dario a propugnar togliea Ippia drsquoAtene libera tiranno

Nella parola tiranno si vede in filigrana la parola Liberatore La contrapposizione o so-

stituzione dei due termini era frequente negli anni dellrsquoapoteosi napoleonica Si veda ad esempio il ldquodramma di un atto solordquo I pittagorici di Paisiello su libretto di Vincenzo Monti (prima rappresentazione a Napoli il 19 marzo 1808 []) dove al tiranno Dionigi (Ferdinando IV di Borbone) si contrappone lrsquoeroe Archita (Napoleone) liberatore degli oppressi

La conoscenza egrave sinonimo di egemonia di potere legittimato percheacute strumento del viver civile e della libertagrave dei cittadini La conoscenza egrave sinonimo di libertagrave e quanto tormentato e ricorrente fosse in quegli anni questo binomio egrave testimoniato dal Caino di Byron Conoscenza e libertagrave non sembrano avere limiti verso lrsquoalto lrsquoOdissea ha conti-nuamente qualcosa da insegnarci non smetteremo mai di vagabondare e di imparare parrebbe perciograve conseguente concludere che non saremo mai completamente liberi Nel senso perograve che non finiremo mai di scoprire quanto possiamo essere uomini nellrsquoessere liberi

INTRODUZIONE

XVI

NOTA SULLA TRASCRIZIONE

Il testo a stampa presenta numerose imperfezioni tipografiche (lettere capovolte scambi uvn ac-centi gravi per acuti e viceversa parole con due accentihellip) varianti ortografiche punteggiatura sovrab-bondante Per facilitare la lettura il testo egrave stato modificato secondo le indicazioni che seguono Gli in-terventi correttivi si sono limitati a una ldquocosmesi ortograficardquo superficiale finalizzata a rendere piugrave age-vole la lettura Interventi piugrave consistenti (come ad esempio la restituzione dei nomi propri originali tal-volta alterati) avrebbe compromesso la metrica del verso Una lista degli interventi correttivi sono ripor-tati in appendice

Si egrave tolta la dieresi percheacute usata un modo spesso immotivata (riflueumlnte magiumlone giumlunta maestoumlso riuml-

volve) puograve indicare la presenza di un semplice accento (biumlga ucciumlse Ciumlrce estiumlngua rapiumlscami uniumlo) un passato remoto contratto (sfuggiumlro) per falsa etimologia (chiumloma) roteaumlndo gt roteando insidiumlando gt insidiando cereumlale gt cereale impetuumlosa gt impetuosa Laumlerte Laeumlrte gt Laerte viumlaggio viaumlggio gt viaggio affettuumloso affettuoumlso gt affettuoso

La j egrave stata mutata in i Si egrave aggiunto un accento circonflesso alla sillaba tonica dei passati remoti contratti anche per distin-

guerli dallrsquoinfinito o da altre forme omografe

ombrar ldquoombrarerdquo gt ombracircr ldquoombraronordquo libar ldquolibarerdquo gt libacircr ldquolibaronordquo amaro ldquoamarordquo gt amacircro ldquoamaronordquo fecircro ldquofecerordquo gt fegravero ldquofierordquo mandarti ldquomandartirdquo gt mandacircrti ldquoti mandaronordquo

Anche potegraveo ldquopoteacuterdquo cadegraveo ldquocadderdquo colpigraveo ldquocolpigraverdquo feacuteo ldquofecerdquo sfuggigraveo ldquosfuggigraverdquo

I nomi propri in ndasheo essendo a volte piani a volte sdruccioli sono sempre accentati per facilitare la lettura Idomenegraveo Prograveteo Eumegraveo Clitograveneo Ercegraveo Negraveleo Tegraveseo Pegraveleo

Il suffisso patronimico ndashide per le regole di accentuazione del greco era accentato sulla -i- percheacute

INTRODUZIONE

XVII

lrsquoultima sillaba era lunga (conteneva una -η-) essendo questa una ῐ (iota breve) nei prestiti latini e suc-cessivamente anche in italiano lrsquoaccento passava dalla penultima alla terzrsquoultima sillaba

Damastograveride Polittograveride Pisenograveride Testograveride Nestograveride Attograveride Onetograveride Naubogravelide Ilagravecide Andremogravenide Ormegravenide

Fatta salva come al solito la posizione in fine verso che fa pronunciare ad esempio Eacigravede invece di Eagravecide (in lat Aeăcĭdēs)

Riconoacutebbemi il rapido Eacigravede

Clitigravede invece di Cligravetide

Rivolto indi al suo fido laquoO mio Clitide

questrsquoultimo caso non ha corrispondente greco e mostra come tale posizione dissimuli con la metrica lrsquoambiguitagrave di pronuncia

Lrsquoopzione di accentare ldquoalla grecardquo o ldquoalla latinardquo egrave molto fluttuante si possono avere perciograve ndash accet-tabili entrambe ndash pronunce come Crogravenide o Cronigravede Bisogna inoltre tener conto che alcuni nomi pro-pri e aggettivi derivati proprio in questa posizione hanno un dittongo -εί- (anche -οί-) passando al la-tino il dittongo si muta in ī essendo in penultima sillaba lunga porteragrave lrsquoaccento accento che passeragrave poi anche in italiano Ἀτρείδης Atrīdēs Atride Βοηθοίδης ndash Boetide Εὐπειθίδης ndash Eupitide Νηλείδης Nēlīdēs Nelide Πολυθερσεΐδης ndash Politerside Πολυϕείδης ndash Polifide Πηλείδης Pēlīdēs Pelide Τυδείδης Tȳdīdēs Tidide Φιλοmicroηλείδης ndash Filomelide

Bisogna anche tener conto di alcuni patronimici per i quali non esiste corrispondente in greco e per i

quali non si possono applicare con certezza le regole accentuative neacute del greco neacute del latinoitaliano

Fronide Polibide Icagraveride Cligravetide Dogravelide Melanide e la parola macedonia (radice latina e suffisso greco) coniata da Pindemonte Satugravernide Fogravercide che

potrebbe somigliare a un patronimico in realtagrave egrave una trascrizione non accurata di Forcine o Forcino Per Alcide bisogna tener conto che il nome latino aveva una i lunga (Alcīdēs) Altro suffisso usato nella formazione di aggettivi patronimici egrave ndashiade si hanno solo le forme Doligraveade

(ma Doliagravede per metrica) Arcesigraveade e Polibiacuteade variante di Polibide

Negli imperfetti con caduta della -v- e nei condizionali contratti egrave sempre stato aggiunto un accento sulla penultima vocale cosigrave si posso distinguere immediatamente le rispettive forme verbali

adempia pres ~ adempigravea imperf

INTRODUZIONE

XVIII

riunigravea ldquoriunivardquo sarigravea ldquosarebberdquo cadrigravea ldquocadrebberdquo desigravea ldquodesiderardquo

Analogamente la forma dellrsquoimperfetto in ndashea-ean ma solo quando egrave seguito da clitici

chiedeala gt chiedeacuteala rompeansi gt rompeacuteansi rinchiudeansi gt rinchiudeacuteansi si sono accentate le forme verbali sdrucciole che terminano con clitici affreninsi gt affregraveninsi periangli gt perigraveangli spediami gt spedigraveami apresi gt agravepresi lanciatasi gt lanciagravetasi scopresi gt scogravepresi concedeacuteagli gt concedeacuteagli premeacuteale gt premeacuteale ma non le forme piane come diverronne

Nelle parole elise si egrave soppresso lrsquoapostrofo abitatorrsquo gt abitator corsierrsquo gt corsier si egrave inoltre evitato lrsquoapostrofo dopo d epentetica di solito inserita fra iato nedrsquoivi gt ned ivi nedrsquoei gt ned ei

Per lrsquouso di accenti graviacuti si egrave seguita la convenzione attuale perchegrave gt percheacute negrave gt neacute seacute stesso gt se stesso finchegrave gt fincheacute

Si sono mantenuti gli accenti ldquometricirdquo (specie in fine di verso) integravegre funegravebri penegravetra lugugravebre palpegravebre Nestograverre Oceagraveno (anche tronco Oceagraven) simigravele (anche tronco simigravel) i nomi propri recano accento solo quando son sdruccioli Penegravelope Telegravemaco Alcigravenoo Nausigravecaa

INTRODUZIONE

XIX

ma non Laodamante In alcuni casi alla pronuncia greca si egrave preferita quella di tradizione latino-italiana

Negraveleo (ma Nelegraveo in fine di verso) Orcogravemeno (non Orcomeacuteno)

I nomi tronchi di solito da sdruccioli divengono tronchi Agamegravennone gt Agamennoacuten

Si sono mantenute le grafie generalmente tollerate coscie per cosce saggie per sagge piaggie per piagge ecc

ma non Acquilone per Aquilone acquila per aquila

In tal senso si egrave mantenuto anche lrsquouso delle doppiescempie ove non compromettessero lrsquoimmediata comprensione

Si egrave uniformato lrsquouso dellrsquoapostrofo ersquol Eupitide gt e lrsquoEupitide

Da segnalare infine un uso particolare del punto interrogativo quando egrave usato nel discorso diretto solitamente egrave posto dopo lrsquoinciso che lrsquoaccompagna

Percheacute figlio accagioni una innocente Rispoacutesegli Euriclea Antigravenoo concitar ti potragrave a sdegno | Ciograve chrsquoio dirograve Telegravemaco riprese Nol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina

egrave stato modificato secondo lrsquouso attuale Percheacute figlio accagioni una innocente Rispoacutesegli Euriclea Antigravenoo concitar ti potragrave a sdegno | Ciograve chrsquoio dirograve ndash Telegravemaco riprese ndash Nol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina

ALLA DILETTA SUA MOGLIE DIAMANTINA COLPO

DELVINOTTI QUESTA VERSIONE POETICA DELLA ODISSEA DI

OMERO CONDOTTA A FINE TRA I SUOI CONFORTI E LE FELICI SUE

INSPIRAZIONI IN SEGNO DI GRATO ANIMO E DI IMMENSO AFFETTO IL

TRADUTTORE CONSACRA

1

OO DD II SS SS EE AA

LL II BB RR OO PP RR II MM OO

Adunanza dei Numi Esortazione di Minerva a Telegravemaco

DDIMMI lrsquoaccorto eroe Musa che tanto Errograve poicheacute le sacre a terra sparse Iligraveache mura che di molte genti Visitograve le cittagrave lrsquoindol conobbe Che sul pelago ancor patigrave nellrsquoalma 5 Immensi affanni onde raddurre in salvo Seacute medesmo esponendo i suoi compagni Ma i compagni bramograve raddurre invano Cheacute di lor nequitose opre pericircro Stolti che i sacri al Sol Iperione 10 Buoi divoracircro ed ei del redir loro Il digrave rapiva O Dea prole di Giove Parte a noi pure di siffatti eventi Donde ti egrave in grado piugrave ridir ti piaccia

α 11 Giagrave i guerrier tutti che sfuggicircr la fiera 15 Strage nersquo loro alberghi rientrati Dallrsquoarmi e rsquol mar posti erano in sicuro Un solo del ritorno e di sua donna Bramoso ratteneacuteasi in cave grotte Calipso orrevol Ninfa desiando 20 Pur chrsquoei lrsquoimpalmi Alfin volvendo gli anni Allor che il tempo dagli Degravei prefisso Pel suo ritorno in Igravetaca giungea Lagrave rsquove lrsquoeroe darsquo suoi fidi giovato Cansar giagrave non dovea nuovi conflitti 25

ODISSEA

2

Tutti gli Eterni di pietagrave fucircr toacutecchi Salvo Nettun che acceso in foco drsquoira Il divo Ulisse perseguigrave pur sempre Fincheacute ei presse del piegrave le patrie sponde

α 22 Ma lunge ito era appo gli Etigraveopi il Nume 30 Di remote contrade abitatori Gli Etigraveopi che del mondo ai confin posti Divigravedonsi in due genti egrave volta lrsquouna rsquoVe cade lrsquoaltra ove risurge il Sole Di pingui tori e drsquoagni a unrsquoecatombe 35 A desco assiso ivi gioigravea Nettuno Ma gli altri Eterni dellrsquoOligravempio Giove Nella reggia raccolti erano Intanto Membrograve il padre degli uomini e dersquo Numi Che dallrsquoAgamennogravenio inclito Oreste 40 Morto fu il bello Egisto e a dir si prese

α 32 laquoAccagiona il mortal sempre gli Eterni Originar da noi tutte sventure Dice mentrrsquoegli del destino in onta Colpa di sue follie soffre aspre doglie 45 Or Egisto cosigrave del grande Atride Malgrado al fato disposograve la donna Ed uccise lrsquoeroe reverso drsquoIgravelio Bencheacute conscio di sua terribil morte Predeacutettagli da noi che glrsquoinviammo 50 LrsquoArgicigraveda Mercurio ad assennarlo ldquoNon immolar lrsquoAtride e non ambire Di sua sposa la man cheacute a vendicarlo Oreste surgeragrave nellrsquoetagrave prima Come il punga desigraveo del suo retaggiordquo 55 Tal Mercurio gli aperse ottimo avviso Neacute rsquol cor gli persuase Or di sue colpe Accumulate ersquo pagograve un tratto il fioraquo

α 44 E Minerva laquoO Satugravernio o padre mio Re supremo dei Re meritamente 60 Giacque colui trafitto e cosigrave vada Qual osa di sigrave atroci atti bruttarsi Ma di cordoglio pel valente Ulisse Il core mi si strugge Ahi lasso ei lunge Darsquo suoi gran tempo in isola remota 65 Che siede in mezzo al mar pate aspre doglie Selvosa isola ovrsquoabita una Diva

LIBRO I

3

Figlia drsquoAtlante cui sta a cuore il Tutto Cui son noti del pelago gli abissi E che regge le altissime colonne 70 Su cui la Terra e rsquol Ciel vasto si folce La costui figlia misero e gemente Il si rattiene e con sorrise e dolci Parolette ingannevoli srsquoadopra Mogravelcerlo acciograve ponga Igravetaca in obbligraveo 75 Ma Ulisse brama pur scorgere il fumo Sbalzar dalla natigravea terra e morire Neacute rsquol cuor Oligravempio re ti si commuove Presso lrsquoAchegraveo navil nersquo campi drsquoIgravelio Grate drsquoUlisse non ti riuscicircro 80 Lrsquoostie votive Ah contra eroe sigrave pio Percheacute sei tanto corrucciato o Gioveraquo

α 63 laquoQual detto ti sfuggigrave figlia dal labbro ndash Lrsquoadunator dersquo nembi le rispose ndash Come porrograve in obbligraveo lrsquoinclito Ulisse 85 Che tutti in senno soverchiograve i mortali E glrsquoimmortali abitator del Cielo Sempre onorograve di sagrifici opigravemi Ma Nettun freme drsquoimplacabil ira Contra lrsquoeroe che lrsquoocchio unico estinse 90 Al divo Polifemo il piugrave gagliardo Drsquoinfra i Ciclopi tutti Al Dio la Ninfa Tooacutesa il partorigrave figlia di Forco Re dello steril mar cheacute lei Nettuno Comprimea nersquo segreti antri marini 95 Da indi in qua non ei percosse a morte Il divo Ulisse ma dal patrio lido Errar lungi lo sforza Or via noi tutti Consultiamo del modo ondrsquoei ritorni Lrsquoira Nettuno deporragrave cheacute a fronte 100 Star non potragrave di tutti i Numi ei soloraquo

α 80 laquoPadre mio Re dei Re ndash Palla soggiunse ndash Se drsquoUlisse il ritorno arsquo Numi egrave caro Mercurio messagger per noi drsquoOgige Allrsquoisola or srsquoinvii percheacute alla bella 105 Ninfa il voler dersquo Sempiterni intigravemi Che rieda Ulisse alla natigravea contrada A vie piugrave il figlio avvalorargli io stessa In Igravetaca discendo e forza in cuore

ODISSEA

4

Gli spirerograve ed ardir sigrave che i chiomati 110 Argivi convocando a parlamento Interdica lrsquoentrata arsquo Proci tutti Nel suo palagio ove per loro il sangue Dersquo greggi scorre e dersquo sgozzati armenti Di negri tauri dal flessibil piede 115 Appresso a Sparta il manderograve ed a Pilo Acciograve che del redir del caro padre Forse vegravengagli fatto udir novella E gran rinomo appo gli umani acquistiraquo

α 96 Detto i vaghi talar drsquoauro immortali 120 Sotto le piante adatta Ali son queste Con che lrsquoimmensa terra e rsquol mar trascorre Ratta volando col soffiar del vento La lunga indi pesante e poderosa Lancia acuta impugnograve che le falangi 125 Rovescia degli eroi sempre che a questa Figlia drsquoun forte Iddio vengano in ira Darsquo vertici drsquoOlimpo impetuosa In Igravetaca discese allrsquoatrio innanzi Del palagio drsquoUlisse in sulla soglia 130 Del cortil si piantograve le forme assunte Di Mente lo stranier duce dersquo Tafi Lrsquoasta in mano tenea Colagrave rinvenne Gli oltracotati Proci anzi alle porte A gettar dadi si prendean diletto 135 Dersquo buoi seggendo sui nudati velli Che ersquo medesmi sgozzacircr gli araldi ersquo lesti Valletti in questa arsquo loro uffici intenti Chi di Bacco spumante e di fresca onda Ricolma lrsquourne chi di perforate 140 Spugne le mense asterge e poacutenle innanzi E chi comparte le trinciate carni

α 113 Bello come un bel Dio di tutti il primo Avvisolla Telegravemaco mentrrsquoegli Sedea tra i Proci e rsquol cor gemeacuteagli in petto 145 Sorse in sua vision lo strenuo padre Qual srsquoei fatto da un canto impeto in fuga Tutti in sua reggia travolgesse i prenci E sigrave lrsquoonor ne racquistasse e rsquol regno Questo pensando in mezzo arsquo Proci scorse 150 Telegravemaco la Dea Srsquoavviograve diritto

LIBRO I

5

Al portico non senza ira che tanto Lasciato fosse lrsquoospite alla porta Le si accostando preacutesele la destra Ricevette la lancia e sigrave le disse 155

α 123 laquoOh salve ospite nostro appo noi liete Accoglienze trsquoavrai poscia di cibo Confortato sporrai tutto che bramiraquo

α 125 Ito innanzi il seguigravea Pagravellade Entrati Nellrsquoaula lrsquoasta ad unrsquoalta colonna 160 Telegravemaco appoggiograve lagrave rsquove altre molte Stavan del prode Ulisse in fila poste Entro nitida astiera indi Minerva A posarsi guidograve sopra un bel seggio Che drsquoun trapunto vel coprigrave sotteso 165 Stava ai piegrave della Diva uno sgabello Scanno elegante a seacute presso a lei pose In disparte dersquo Proci onde al frastuono Di quersquo protervi ove tra lor si stesse Non fastidisse lrsquoospite la mensa 170 E desiava ancor del padre assente Interrogarlo Ma giagrave presta ancella Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Lrsquoacqua alle man versava indi a lor stese Un liscio desco Candido vrsquoimpose 175 La veneranda dispensiera il pane Con varie e pronte dapi e quelle ancora Che tenea in serbo aggiugravensevi Lo scalco Carni di tutte sorti in sui taglieri Recava ed aurei nappi in che spumante 180 Bacco lrsquointento banditor mescea

α 144 Baldi i Proci vrsquoentracircr sui seggi ersquo troni Per ordine adagiacircrsi Acqua gli araldi Diecircro alle mani e di Cegraverere lrsquoalmo Don nersquo canestri accumulacircr le ancelle 185 Coronacircro di vin lrsquourne i donzelli E in colme tazze ministracircrlo in giro Steser la man sullrsquoimbandita mensa I Proci e poi che drsquoesca e di bevande Estinsero il desigraveo non altro in mente 190 Volgean che canti e danze adornamenti Drsquoogni convito Pose allor lrsquoaraldo Superba tra le man ceacutetera a Fegravemio

ODISSEA

6

Che per forza tra lor scioglieva il canto Tosto le corde ei ricercograve e preluse 195 A dolce melodia Piegato il capo Vegraver la diva il garzon chrsquoaltri non lrsquooda Queste le bisbigliograve note allrsquoorecchio

α 158 laquoConciteratti a sdegno ospite mio Ciograve che or dirograve Costoro agevolmente 200 Prendono in cura sol ceacutetera e canto Cheacute impuni a divorar fagravensi il retaggio Di lui le cui bianche ossa in sulla terra Putrefagravensi alla pioggia o lrsquoonda in fondo Volve del mar Se in Igravetaca reverso 205 Vedegravesserlo costoro oh come tutti Ben piugrave vorrigraveeno il piegrave veloce al corso Che drsquooro ir carchi e di superbe vesti Ma di morte crudel certo ei perigraveo Neacute speme fia piugrave in me se ancor qualcuno 210 Prometterammi il suo redir sicuro Cheacute del ritorno il digrave togravelsergli i Numi Or via ciograve dimmi e digravellomi sincero Chi Di qual gente e qual cittagrave Quai fucircro I maggior tuoi Su qual nave e con quali 215 Nocchieri e per qual modo or qua sersquo giunto Certo che a piedi in Igravetaca non viensi Dirsquo quel chrsquoio chiedo a Te percheacute il ben sappia Rispondi il veacuter Qua per la prima volta Trsquoadducesti o paterno ospite sei 220 Schiudea la reggia agli ospiti e benigno Vegraver gli umani era sempre il padre mioraquo

α 178 laquoTutto chiarirti or vorsquo ndash Palla rispose ndash A parte a parte Io Mente esser mi vanto Figlio del prode Anchigravealo ai Tafi impero 225 Regravemigi esperti Il bruno mar solcando Verso una gente di favella estrana Qua con la nave ed i compagni or giunsi A Tegravemesa me nrsquo vo recando quivi Ferro brunito a permutar con rame 230 Dalla cittagrave rimota assai nel porto Di Retro sotto il Negraveo selvoso a proda Sta la mia nave Da gran tempo i nostri Padri lrsquoun lrsquoaltro si accoglieano insieme Ospitalmente e tu il saprai se il vecchio 235

LIBRO I

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Eroe Laerte a interrogar ti adduci Egrave fama che a Cittagrave non piugrave se nrsquo viene Ma che oppresso di guai viva nersquo campi Con attempata fante che il conforta Di cibo e di bevande allor chrsquoei riede 240 Dal fertile vigneto ove le membra Affaticate a gran stento si tragge Qua venni peroccheacute tra il popol suo Udigravea che il genitor fece ritorno Da cui lontano ancor tegravengonlo i Numi 245 Ma non isparve giagrave no dalla Terra Lrsquoinclito Ulisse Egrave vivo e sul mar vasto Egrave rattenuto in isola remota Gente crudel gente selvaggia e fiera A forza il si rattien forse captivo 250 Or tu il presagio che nel petto i Numi Spigraveranmi ascolta neacute fallace il credo Bencheacute neacute vate o dotto agraveugure io sia No gran tempo esular non dovragrave Ulisse Fosse ei di ceppi avvinto acuto ingegno 255 Troveragrave il modo del redir Ma schietto Dimmi sersquo tu figlio di Ulisse Certo Nel capo e nel fulgor dersquo tuoi begli occhi Lrsquoassembri al tutto Convenimmo spesso Con lui come or con Te pria che con gli altri 260 Prodi figli di Grecia ei navigasse Alla volta di Troia Or sin drsquoallora Ned egli vide me ned io piugrave il vidiraquo

α 213 Ed il garzon laquoOspite il veacuter sincero Risponderograve chrsquoio sia figlio di lui 265 Dice la madre altro non so neacute alcuno Per seacute medesmo il genitor conobbe Deh fossrsquoio nato drsquouom che la vecchiezza Colto nel mezzo a sue dovizie avesse Ma poicheacute tu rsquol mi chiedi egrave comun grido 270 Che il mortal piugrave infelice ingenerommiraquo

α 221 laquoNo voler degli Degravei non fu che oscuro ndash La Dea rispose dallrsquoazzurro sguardo ndash Icircsse allrsquoEtagrave piugrave tarde il tuo legnaggio Peroccheacute qual sersquo tu diegravedeti al mondo 275 Penegravelope Orsugrave il veacuter piagravecciati espormi Che banchetto che turba egrave questa E quale

ODISSEA

8

Uopo nrsquohai tu Forse di festa o nozze Non egrave certo non egrave mensa cotesta Che a carco sia di ognun dersquo convitati 280 Pagravermi che in tua magion per insultarti Pasteggino i superbi uom saggio tante Non senza fier disdegno onte vedrigravearaquo

α 230 Telegravemaco soggiunse laquoOspite mio Poicheacute il mi chiedi e di ciograve pur ti cale 285 Abbi che un tempo fu questa magione Ricca ed in pregio fincheacute ei qui si tenne Ma fermacircr altro i Numi il condannando Sparir nel mezzo dersquo mortali ignoto Neacute tanto rsquol piangerei se corsquo suoi prodi 290 Perigravea sottrsquoIgravelio o dersquo suoi fidi in braccio Tosto chrsquoei pose termine alla guerra Certo alzato gli arigraveeno i Dagravenai tutti Un monumento da cui grande al figlio Verrigravea nersquo tardi secoli la gloria 295 Or non senza ignominia il si ghermicircro Le Arpie non visto e inonorato sparve Ned altro mi lasciograve che affanni e pianto Neacute di lui solo il duol mrsquoange ben altri Infortuni darsquo Numi mi si ordicircro 300 Tutti i Proci che imperano Duligravechio Same e Zacinto drsquoalti boschi verde Quersquo che usurpacircr dellrsquoaspra Igravetaca il regno Anelano a impalmar la madre ed ella Neacute rifiutar neacute a fin trar puograve le nozze 305 Detestate ed ei intanto il mio retaggio Divorano disegravertanmi la casa Neacute guari andragrave che perderan me stessoraquo

α 252 laquoAhi ndash replicograve la diva in gran disdegno ndash Ben trsquoegrave mestier del troppo a lungo assente 310 Tuo genitor drsquoUlisse che le invitte Man sovra i Proci oltracotati avventi Se nersquo portici lagrave del suo palagio Drsquoimprovviso giungendo or si affacciasse Con elmo e scudo e con due lance tale 315 Qual io da prima alla mia mensa il vidi Vivandar lieto drsquoEfigravera tornato Dove albergograve presso il MermeridrsquoIlo Andograve a chiedergli ei lagrave velen mortale

LIBRO I

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Per imbever le frecce e non lrsquoottenne 320 DrsquoIlo cheacute tema degli Eterni il prese Ben lo gli diede il padre mio cotanto Dismisurato affetto gli portava Oh se tal qui irrompesse Avrigravean costoro Ratto la morte e rsquol maritaggio amaro 325 Ma se venir dersquo Proci a vendicarsi Debba in sua reggia o no sulle ginocchia Sta degli Eterni Ad avvertir trsquoassenno Come tu quinci discacciar li possa Orsugrave al mio dir porgi lrsquoorecchio ed opra 330 Convoca i prodi Achivi a parlamento Dimani e rsquol tuo sermon converso a tutti Chiama gli Eterni in testimoni e arsquo Proci Spegravergersi ed ir arsquo tetti loro ingiungi Se di nozze il desigraveo punge la madre 335 Ritorni arsquo tetti del possente Icagraverio Quivi i parenti fermeran le nozze Con ricchi doni quanti mai srsquoaddice Chrsquoabbiano a seguitar figlia sigrave cara Piagravecemi un saggio ancor pogravergerti avviso 340 E tu rsquol ricetta in cor La miglior nave Di veacutenti eletti remator guernita Del padre varsquo da sigrave lunghi anni assente Novelle a procacciar sia che un mortale Le ti narri sia che la voce ascolti 345 DallrsquoOligravempio inviata arcana voce Che tutti ascosi eventi apre e disvela Varsquo prima a interrogar Negravestore a Pilo Indi appo il biondo Menelao in Isparta Che di tutti gli Achivi ultimo giunse 350 Se udrai che vive e che ritorna Ulisse Sostien bencheacute dolente un anno intero Ma srsquoodi chrsquoei perigrave ritorna e gli ergi Un sepolcro e magnifici i funegravebri Onor per Te come egrave ben degno ei srsquoabbia 355 Indi eleggi alla madre un altro sposo Adempiuti che avrai cotesti uffici Nellrsquoimo del tuo cor tieni consiglio Con te medesmo e ferma o con inganno Porre od a viva forza i Proci a morte 360 Cheacute dersquo giuochi lrsquoetagrave passograve neacute lice

ODISSEA

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Pargoleggiar a Te che adulto sei Non odi tu qual gloria appo i mortali Oreste si acquistograve tosto chrsquoei spense Egisto traditore e parricida 365 Che il gran padre gli uccise Oh mio diletto Bello e grande ti veggio al par sii forte Acciograve lodato nellrsquoEtagrave future Il tuo nome risuoni Ecco al mio legno Riedo ed arsquo miei compagni a cui rsquol mio indugio 370 Torna omai grave Or di Te stesso a Te Caglia e del mio parlar trsquoassenna ed opraraquo

α 306 Ed il garzon prudente laquoAffettuose Ospite mio son le tue voci un padre Parla al figlio cosigrave neacute fia giammai 375 Chrsquoio le ponga in obbligraveo Ma or ti sofferma Bencheacute vogravelto al partir tanto che un bagno Grato ti porga allrsquoanima conforto Indi lieto addurrai sul tuo naviglio Eletto e prezioso un mio presente 380 Ricordo del mio amore e quale arsquo cari Ospiti suole un ospite offerirloraquo

α 314 laquoNon mi tardar la desiata via ndash Palla rispose ndash Accetterograve il bel dono Che a darmi il cuor trsquoinvoglia al mio ritorno 385 Ed arsquo miei tetti il porterograve tu allora Da me un altro otterrai non di Te indegnoraquo

α 319 Detto la Dea si dileguograve e veloce Via volando comrsquoaquila disparve Spirograve allrsquoeroe forza ed ardir piugrave viva 390 Destogravegli in cor lrsquoimmagine paterna Riscorso il tutto di stupor fu oppresso Cheacute del Dio si avvisograve Ratto lrsquoeroe Vegraver la schiera dersquo Proci il piegrave rivolse

α 325 Un vate insigne gigravea tra lor cantando 395 E tutti assisi gli porgeano orecchio Taciti attenti ridicea il funesto Ritorno degli Achei dallrsquoIgravelie piaggie Che irata a loro destinograve Minerva

α 328 Nelle stanze superne in petto accolse 400 Penegravelope il divin canto e per lrsquoalte Del palagio regal scale discese Sola non gigravea cheacute la seguigravean due ancelle

LIBRO I

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Giunta presso i chiedenti in sulla soglia Della solida porta il piegrave ritenne 405 Quella gran donna di beltagrave un bel velo Che giugrave del capo le scendea ondeggiando Le adombrava le gote e tra le ancelle Conversa al vate sigrave dicea piangendo

α 337 laquoFegravemio altre molte sai gioconde istorie 410 Vaghezza dersquo mortali inclite gesta Dersquo Numi e degli eroi tema dersquo vati Canta di quelle alcuna or che beendo Stanno in silenzio ad ascoltarti i Proci Ma cessa omai questa canzon lugugravebre 415 Che mi trafigge il cor sempre chrsquoio lrsquooda Perograve che me vie piugrave che ogni altra opprime Disperato dolor Quanto desigraveo Mrsquoarde di riveder capo sigrave caro Dolce nella memoria egravemmi pur sempre 420 Quel prode la cui gloria alto si spande Nella Tessagravelica Egravellade ed in Argoraquo

α 345 laquoO madre mia ndash Telegravemaco rispose ndash A vate sigrave gentil percheacute contendi Chrsquoei pur ne alletti come il cor gli spira 425 Cagion dersquo nostri guai non son giagrave i vati Ma Giove che i suoi doni aglrsquoingegnosi Mortali come a grado gli egrave comparte Dunque a carco di Fegravemio appor non vuogravelsi Se il triste fato degli Argivi or canta 430 Quanto recente egrave piugrave tanto riesce Agli ascoltanti la canzon piugrave grata Ringagliardisci il cuore ogravedila o Madre Cheacute al solo Ulisse non frodograve il ritorno Troia ma al par di lui molti pericircro 435 Risali ad alto arsquo tuoi lavori intendi Alla spola al pennecchio e dellrsquoancelle Sullrsquousate opre vigilar ti piaccia La cura di parlar nelle adunanze Lascia agli uomini tutti e piugrave che ad altri 440 A me cui lrsquoimperar qui dentro spettaraquo

α 360 Ammirata Penegravelope rivolse Vegraver le superne stanze il piegrave guardando Del figlio in cuore gli assennati accenti Indi salita con le ancelle ad alto 445

ODISSEA

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Ulisse il caro suo sposo piangea Fincheacute di un dolce sonno le palpegravebre Soavemente le gravograve Minerva

α 365 Romoreggiar in questa udigraveansi i Proci Per la sala oscurata accesi tutti 450 Dal desiderio di giacerle accanto Telegravemaco allor sorse e a dir si prese

α 368 laquoO della madre mia vagheggiatori Audaci e fieri orsugrave prendiam conforto Dallrsquoapprestata mensa e rsquol rumor cessi 455 Bello fia rsquol vate udir che glrsquoImmortali Cantando adegua Ma dimani allrsquoalba Tutti al foro trarremo ivi seggendo Con secura mi udrete alma intimarvi Che di qua disgombriate Ad altre mense 460 Volgeacutetevi ciascun nel proprio albergo Con alterni conviti il suo consumi Che se il retaggio piagravecevi drsquoun solo Impunemente disertar seguite Gli Eterni invocherograve percheacute lrsquoOligravempio 465 Vi dia dellrsquoopre guiderdon condegno Tal che qui scorra il vostro sangue inultoraquo

α 381 Tutti a quel franco dir morser le labbra Meravigliando e lrsquoEupigravetide laquoAh certo Tanta alterezza e rsquol ragionar sigrave ardito 470 Lo ti spiracircr nellrsquoanimo gli Eterni Regnar non mai concegravedati lrsquoOligravempio Igravetaca a cui rsquol natal sogravelo ti chiamaraquo

α 388 laquoAntigravenoo concitar ti potragrave a sdegno Ciograve chrsquoio dirograve ndash Telegravemaco riprese ndash 475 Se Giove il mi concede io di buon grado Lo scettro accetterograve Presso arsquo mortali Il credi tu don sigrave funesto Certo Regnar non egrave sventura ampia dovizia Nella magion di un Re tosto risplende 480 Piugrave che mai lo si onora Igravetaca molti Prenci di fresca e di matura etade Recepe in seacute potrigravea di lor qualcuno Poicheacute di vita il padre uscigraveo regnarla Ma dersquo miei tetti Re sarograve e dersquo servi 485 Che per me conquistograve lrsquoinclito Ulisseraquo

α 399 E rsquol Polibide laquoQual dersquo Greci fia

LIBRO I

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DrsquoIgravetaca il Re nol so posa lrsquoevento Sul ginocchio dersquo Numi I tuoi tesori Possiedi e regna sulla tua magione 490 Ned uom (fincheacute abitata Igravetaca fia) A malgrado di te neacute mai per forza Rapigraverteli ardiragrave Ma da Te bramo Saper che buono sei chi egrave lo straniere Donde ei partigrave Onde lrsquoorigin ebbe 495 Di qual sangue qual terra Ad annunziarti Il ritorno del padre o qua se nrsquo venne A chieder ciograve che gli si dee Repente Senza patir che altri rsquol ravvisi sparve Neacute giagrave vile arsquo sembianti uom si parearaquo 500

α 412 E rsquol garzon saggio laquoMorta in me ogni speme Disperato egrave il redir del padre mio Eurigravemaco Se alcun fia che il mi annunzi Nol crederograve neacute feacute presto neacute calmi Dersquo vaticini che la madre chiede 505 Allrsquoindovin quando in sue stanze il chiama Ospite mio paterno egrave lo straniere Di Tafo Mente che del prode Anchiagravelo Vagraventasi figlio arsquo Tafi ersquo signoreggiaraquo

α 420 Tal diegrave risposta ma nel suo concetto 510 Della diva immortal feacutecesi accorto Nersquo diletti del canto e della danza A trastullarsi seguitacircro i Proci Fincheacute sorvenne lrsquoimbrunir del giorno A guida della notte Egravespero giunto 515 Star in feste li vide Allor ciascuno Ito arsquo suoi tetti diede gli occhi al sonno E Telegravemaco ancor lagrave rsquove construtta Nel bel recinto del cortil superbo Cospicua e vasta gli sorgea la stanza 520 Cercograve il riposo E gigravea con lrsquoalma intanto Agitando qua e lagrave molti disegni Al suo fianco portava accese faci La prudente Euriclea figliuola drsquoOpi Pisenograveride che giagrave un digrave col prezzo 525 Di veacutenti tori comperograve Laerte Quando la fresca etagrave piugrave la abbelligravea Al pari la onorograve nel suo palagio Drsquouna casta consorte neacute giammai

ODISSEA

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Lrsquoira temendo coniugal toccolla 530 Ella il cammin schiarando al giovinetto Egraveragli al fianco piugrave che ogni altra serva Lrsquoamograve cheacute lrsquoallevograve sin da bambino Costei la porta dellrsquoadorna stanza Aperse ed egli sovra il letto assiso 535 Svestigrave la molle tunica e alla saggia Donna la pose in man che ripiegolla Con arte la sospese alla caviglia Del traforato letto e di lagrave uscigraveo Trasse la porta per lrsquoanel drsquoargento 540 A seacute di retro indi tirograve la soga E la stanga abbassograve Lagrave sotto il molle Fior di lana il garzon lrsquointera notte In se medesmo tacito volgea Fornir la via che glrsquoindicograve Minerva 545

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LL II BB RR OO SS EE CC OO NN DD OO

Parlamento degli Itacesi Dipartenza di Telegravemaco

CCOME apparve nel Ciel rosea le dita La figlia del mattin surse di letto DrsquoUlisse il figlio caro e dersquo suoi panni Si rivestigrave sospese ad armacollo Lrsquoacuto brando sotto i piegrave adattossi 5 I leggiadri calzari e dalla stanza Ratto si dipartigrave sembiante a un Dio Tosto agli araldi di sonora voce Impose i ben chiomati a parlamento Argivi convocar che frettolosi 10 Accorsero Poicheacute si ragunacircro Sorvenne ei pur tra man tenendo unrsquoasta Di terso rame due veloci cani Gli osservavano i passi a lui drsquointorno Spargea celestial grazia Minerva 15 Mentre egli procedea le genti tutte Prese da meraviglia e da diletto Stavano a contemplarlo ei sul paterno Seggio che i vecchi cegravessergli si assise Primo Egizio parlograve curvato il dorso 20 Gli ebbe lrsquoetade e cose molte ei seppe Vegraver Igravelio navigograve col divo Ulisse Il diletto suo figlio il prode Antigravefo Che il Ciclope crudel nellrsquoantro uccise E di lui srsquoimbandigrave lrsquoultima cena 25 Tre figli ancor avea lo stuol dersquo Proci Eurigravenomo accresceva alla coltura Diecircr opra gli altri dersquo paterni campi Non mai pose in obbligraveo lrsquoassente figlio Quel doloroso drsquoalta angoscia oppresso 30 Con sospiri e con lagrime il richiama Neacute senza pianto allor cosigrave a dir tolse

β 25 laquoUdite tutto che spigraverami il cuore

ODISSEA

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Itacesi Non mai per noi si tenne Concilio neacute assemblea dal digrave che Ulisse 35 Veleggiava Chi dunque or qui ci aduna Qual cura arsquo garzon nostri ovvero a quelli Di piugrave matura etagrave lrsquoanimo or preme Dellrsquoarmata qualcun seppe il ritorno E ciograve che prima udigrave ridir desigravea 40 Od altro ci esporragrave che alla salute Pubblica giovi Ottimo il credo e spero Che da questa adunanza ei si avvantaggi Deh quanto volge in cor Giove gli adempiaraquo

β 35 Del presagio il garzon gioigrave neacute stette 45 Assiso piugrave cheacute drsquoarringare ardea Trasse nel mezzo e preso in man lo scettro Che il saggio araldo Pisenograver gli porse

β 40 laquoVeglio ndash disse ndash non egrave quinci lontano (Via via rsquol ravviserai) lrsquouom che questrsquooggi 50 Il popolo adunograve Son io cui grava Immenso affanno il cor Non del ritorno Dellrsquoarmata neacute drsquoaltro che al comune Util confaccia favellarvi or deggio Ma toccherograve un mio guaio ed una doppia 55 Sventura che piombograve sul tetto mio Il buon padre perdei che tra voi stessi Qual padre affettuoso un digrave regnava Or ecco altra piugrave grave che dallrsquoimo Sovvertiragrave tutti i miei stati e intero 60 Il mio retaggio struggeranne I Proci Figli di lor che qua possenti or sono Irrompendo impalmar la renitente Genitrice vorrigravean pur temon tutti Drsquoir ad Icagraverio acciograve la figlia ei doti 65 Per disposarla a quei che Ella desigravea Ma vengono al mio albergo e stagravenvi ognora Ad isgozzarmi i tori e le mie agnelle E le capre piugrave pingui a ricca mensa Alleacutegransi e tracannano a lor voglia 70 Impunemente il brun Liegraveo struggendo Tutto quanto il mio aver Ned havvi eroe Pari ad Ulisse che darsquo tetti nostri Tanto e sigrave fier disastro alfin respinga Debile e ignaro nel mestier dellrsquoarme 75

LIBRO II

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Non basto a mrsquoaitar ben la costoro Baldanza conterrei ben forse un giorno Terribil diverrogravenne a costor tutti Se la forza in me par cresce allrsquoardire Oh Intollerandi eccessi In men che onesta 80 Guisa la magion mia giagrave giagrave ruina O cittadini drsquoIgravetaca vi prenda Di voi stessi vergogna ah sigrave fuggite Le rampogne dersquo popoli che intorno Abitan questi liti paventate 85 Lrsquoira dersquo Numi non su voi la pena Di misfatti sigrave orribili ricaggia LrsquoOligravempio e Temi implorerograve che aduna Le assemblee dersquo mortali e le disperde Reprimeteli amici e abbandonate 90 Me solo in preda al duol che mi trafigge Ove lrsquoottimo Ulisse il padre mio Avverso arsquo prodi Achei con danni ed onte Oppressi gli abbia e voi pur anco avversi Con danni ed onte a opprigravemermi accorrete 95 Eccitando costor Certo mi focircra Utile piugrave che voi gli arredi miei Voi consumaste i miei proventi e rsquol gregge Cheacute otterrei presto il debito ristoro Ridomandar per la cittagrave a ciascuno 100 Con gran ressa verrei le mie sostanze Fincheacute rese da voi foacutessermi tutte Ora senza compenso e senza speme Mi avventate nel cor fieri tormentiraquo

β 80 Irato disse e via gittograve lo scettro 105 Mescendo al sospirar dirotto il pianto A quella vista di pietagrave fu toacutecco Il popol tutto ed i medesmi Proci Taciti immoti stavano neacute alcuno Con detti acerbi saettarlo ardigravea 110 Antigravenoo solo si levograve e rispose

β 85 laquoAudace arringator giovine imbelle Telegravemaco percheacute ci oltraggi e un marchio Drsquoinfamia tenti imprigravemerci nel voacutelto Carco arsquo Proci non dar ma sigrave alla cara 115 Madre drsquoogni sottile arte maestra Giagrave scorso il terzo or vogravelgesi il quartrsquoanno

ODISSEA

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Che nel petto agli Achei lrsquoanimo elude Tutti pasce di speme a tutti invia Messi drsquoamor con tenere impromesse 120 Ma in mente altro rivolge Ed anche questo Inganno immaginograve Tela sottile Dismisurata oprando a noi sigrave disse ldquoGiovani che impalmar me desiate Poicheacute Ulisse perigrave deh le mie nozze 125 Dallrsquoaffrettar restagravetevi sin tanto Chrsquoio fornir possa per lrsquoeroe Laerte Questrsquoammanto funegravebre (e sigrave non vada Perduto il lavorigraveo delle mie fila) Quando a patir di morte i lunghi sonni 130 A seacute il trarragrave la dispietata Parca Non forse presso il popolo qualcuna Meco si adiri delle Achee se privo Giaccia sin drsquoun lenzuol colui che tante Ricchezze possedeardquo Subitamente 135 Questi detti trovacircr fede appo i nostri Animi generosi Ordigravea di giorno La gran tela e di faci allo splendore Di notte la stessea Sino al terzrsquoanno Stette cosigrave merceacute sue fraudi occulta 140 Eludendo gli Achei Ma come lrsquoOre Il quarto rimenacircr ne fece accorti Della frode unrsquoancella e quindi colta Nellrsquoatto fu Penegravelope da noi Che distessea la sua splendida tela 145 Coacutempierla allor dovette a suo malgrado Necessitagrave stringegravendola Ecco quanto Ti dichiarano i Proci onde tu rsquol sappia Ned alcun altro degli Achei lo ignori Via rimanda la madre e le prescrivi 150 Quei disposar che le disegna il padre O chi tra gli altri ella terragrave piugrave caro Ma se gran tempo ancor di Grecia i figli Affanneragrave pur di quersquo pregi usando Di che le fu sigrave liberal Minerva 155 Che la instruigravea nersquo bei lavori e dielle Acuto ingegno e scaltri accorgimenti Quai non udimmo noi darsquo maggior nostri Delle antiche di Grecia inclite donne

LIBRO II

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Di ricche trecce e di beltagrave perfetta 160 Tiro Alcmena Micene a cui sigrave adorni Pensier non mai si aperser nella mente Come son quei di che Ella ognor srsquoinfiora Ma se dissi persiste a usarci inganni Non le succederan come si avvisa 165 Darsquo Proci tutti divorato e sperso Ti fia il retaggio e le ricchezze e il vitto FinchrsquoElla in petto ratterragrave il consiglio Che le posero i Numi A seacute gran fama Procacceragrave ma te faragrave dolente 170 Del van desigraveo del ben perduto Or noi Neacute porrem cura ad altro ned il piede Rimoverem da queste soglie se Ella Pria non disposa quel che piugrave le aggradaraquo

β 129 laquoNo ndash replicograve Telegravemaco ndash non mai 175 Da queste soglie mie caccerograve in bando Chi partorigravemmi e del suo sen mi crebbe O lontan viva il padre o non piugrave spiri Certo duro mi fia tornare a Icagraverio Sigrave ricca dote che tornar pur deggio 180 Ovrsquoio la madre al dipartir costringa Di gravi mali il padre e di piugrave gravi Mrsquoopprimerebbe un Dio da che scendendo Da questrsquoalbergo invocheragrave la Madre Le ultrici Erinni ed io alle genti tutte 185 Verrei in orror Ah no sigrave ria parola Non fia Proci da me proferta mai Se irati siete uscigravetemi di casa Igravetene ad altri deschi alternamente Lrsquoun lrsquoaltro inviti e lrsquoaver suo consumi 190 Ma se il retaggio divorar drsquoun solo Piagravecevi impunemente e voi seguite Invocherograve gli Eterni acciograve che Giove Vindice surga e qui caggiate inultiraquo

β 146 Detto due dalla cima ardua del monte 195 Aquile gli mandograve dersquo tuoni il Dio Tra lor vicine i tesi vanni immoti Con lo spiro volavano dersquo vegraventi Ma come fucircr dellrsquoassemblea sul mezzo Scuotendo i folti vanni roteando 200 E sul capo dersquo Proci il guardo affiso

ODISSEA

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Morte a tutti auguracircro alfin con lrsquounghie Fendegravendosi ciascuna i fianchi e il collo Impeto fecircro a destra attraversate Le mura e la cittagrave si dileguacircro 205 A quella vista attoniti nellrsquoalma Agitavan qual mai coacutempiersi evento Futuro si dovea Tra loro il veglio Aliterse Mastograveride allor surse Che i coetanei suoi vincea nellrsquoarte 210 Di conoscer gli augugraveri e che del Fato I decreti chiarigravea benigno arsquo Greci Allrsquoadunanza si converse e disse

β 161 laquoUdigravetemi Itacesi e voi piugrave che altri Proci a cui profeteggio Unrsquoeminente 215 Ruina vi minaccia a lungo Ulisse Non rimarragrave darsquo suoi cari lontano Giagrave giagrave si appressa ed a voi tutti apporta Sterminio e morte neacute a voi soli molti DrsquoIgravetaca abitator con voi cadranno 220 Teniam dunque consiglio o cittadini Per reprimer costoro o da se stessi Affregraveninsi cheacute ciograve drsquoassai lor giova Ignaro no ma esperto agraveugure io sono Tutto che giagrave predissi avvenne quando 225 Per Igravelio con gli Achei sarpava Ulisse Molti gridai patiragrave affanni tutti Perderagrave i suoi compagni a tutti ignoto Faragrave ritorno nel vigesimrsquoanno Ecco or lrsquointero oracolo si adempieraquo 230

β 177 E rsquol Polibide Eurigravemaco laquoSu via Ricovra in tua magion lagrave profeteggia Vegliardo arsquo figli tuoi non forse alcuna Sventura un digrave gli opprima io vorsquo far chiari Assai meglio di Te cotesti augugraveri 235 Sotto i raggi del Sol per lrsquoaere immenso Molti e molti augei volano pur tutti Non danno indizio di futuri eventi Quinci lontan perigrave giagrave Ulisse Oh seco Morto fossi pur tu Cesserigravean tanti 240 Tuoi vaticini neacute aizzar torresti Di Telegravemaco lrsquoira in tua magione Pur lrsquoaspettando a pogravergerti alcun dono

LIBRO II

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Questo io ti dico e fia Se tu drsquoantiche Scaltrezze esperto ad irritar persisti 245 Con fallaci parole il giovinetto Gli nocerai senza che i tuoi disegni Possa pel tuo predir porre ad effetto E noi veglio imporreacutemti una tal multa Che ti fia il sostenerla aspro tormento 250 Or vorsquo assennar Telegravemaco rimandi La madre a Icagraverio appresteran le nozze I parenti colagrave di molti e ricchi Doni la seguiran come si addice A tal figlia diletta Oh certo prima 255 Non ristaranno no di Grecia i figli Dallrsquoinchiesta ostinata alcun non havvi Che ci atterrisca bencheacute sigrave loquace Non lo stesso Telegravemaco neacute cura Prendiam giagrave noi del vaticinio o veglio 260 Che ad annunziar testeacute ti feacutesti indarno Anzi da noi maggiore odio trsquoacquisti Strutte figraveen le sostanze e lrsquoordin guasto Fincheacute arsquo Greci costei le nozze indugia Per la costei virtugrave con lunga attesa 265 Contenderemo neacute giagrave ad altre spose Aspirerem bencheacute di noi ben degneraquo

β 208 Ed il garzon laquoEurigravemaco e voi Proci Neacute porger prieghi piugrave neacute qui davanti Allrsquoadunanza ragionar mi udrete 270 Giagrave giagrave agli Eterni abitator del Cielo Arsquo Dagravenai tutti giagrave chiara egrave ogni cosa Un legno e veacutenti regravemigi sol chieggo Che mi aprano qua e lagrave lrsquoequoree vie A Sparta a Pilo dellrsquoassente padre 275 Per ritrar mi addurrograve sia chrsquouom me nrsquo parli O la voce di Giove oda che tutti Del futuro gli arcani apre e disvela Se udrograve chrsquoei vive e rediragrave quantunque Dolente un anno sosterrograve ma dove 280 Estinto sia tornato al natigraveo loco Glrsquoinnalzerograve un sepolcro e con funegravebre Pompa qual si convien fagravettogli onore Da me la madre accetteragrave uno sposoraquo

β 224 Tacque e si assise Tra gli Argivi surse 285

ODISSEA

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Megraventore giagrave compagno al prode Ulisse A cui quando nel suo legno saligravea Commise di vegghiar sopra i suoi cari Drsquoobbedire a Laerte e guardar tutti Integri i beni suoi Con saggio avviso 290

β 229 laquoTutto che il cuore spigraverami deh udite Itacesi ndash sclamograve ndash Benigno e mite Scettrato Re no non piugrave sia ned alti Sensi volga nel cor ma crudel sempre Con ingiusti e feroci atti imperversi 295 Poicheacute tra i tanti popoli che resse DrsquoIgravetaca il Re qual padre affettuoso Uom non mi occorre piugrave che il si rammenti Neacute i Proci incolpo giagrave persquo violenti Atti che ognuno in sua vil alma ordisce 300 Cheacute la testa vi arrischiano struggendo Questa magion drsquoUlisse a cui disdetto Si credono il ritorno Or contro gli altri Del popolo mrsquoadiro Oh voi sedete Tutti muti Neacute pur drsquouna rampogna 305 Comprimete costor debili e pochi Bencheacute voi siate un popolo infinitoraquo

β 242 laquoOh che dirsquo tu ndash Leogravecrito rispose ndash Stolto e furente Megraventore esortando Il popolo a reprimerci Ben duro 310 Focircra a gran moltitudine assaltarci Lagrave nelle feste dersquo conviti accolti Anzi reverso qua lrsquoIgravetaco Ulisse Se bramasse scacciar dal suo palagio I fieri Proci banchettanti certo 315 Non giagrave la donna sua ne andrebbe allegra Bencheacute tanto il desii del suo ritorno Cadrigravea pur lagrave di men che onesta morte Se contro tanti ei combattesse a torto Quindi tu parli Or via popoli ognuno 320 Divigravedasi dagli altri ed alle usate Faccende omai ritorni i suoi paterni Ospiti antichi Megraventore Aliterse La costui dipartenza affretteranno Pur mi credrsquoio che lunga pezza assiso 325 Chieder farassi in Igravetaca novelle Neacute tal viaggio forniragrave giammairaquo

LIBRO II

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β 257 Detto repente ruppe lrsquoadunanza Lrsquoun dallrsquoaltro divisi i cittadini Ciascun srsquoincasa nel regal palagio 330 Del divo Ulisse rientracircro i Proci

β 260 Ma solingo il garzone ito alla riva Le man lavograve nel pelago ondeggiante Ed a Minerva supplicograve laquoDeh mrsquoodi Dea che apparendo ier nel mio palagio 335 Per lo mar tenebroso ir mrsquoimponesti Del padre in traccia da gran tempo assente Contrasto fanno al tuo comandamento Piugrave che gli Argivi i Proci empi di cui Trapassa lrsquoarroganza ogni confineraquo 340

β 267 Sigrave disse orando Gli si fersquo drsquoappresso Pagravellade che la voce e le fattezze Assunte avea di Megraventore e gli disse

β 270 laquoNo non ti falliragrave neacute ardir neacute senno Drsquoora innanzi o Telegravemaco Se in vero 345 Ti stillograve in cor la sua virtude il padre Che quanto impreso avea quanto per fede Legagravevasi di far sempre compiea Il tuo viaggio no non andragrave a vograveto Ma se tu di Penegravelope e di Ulisse 350 Degno figlio non sei ciograve che ora brami Speme non ho che trarre a fine il possa Neacute giagrave trsquoammirerai del dubbiar mio Che pochi figli agguagravegliansi arsquo lor padri Peggiori i piugrave di rado alcuno avanza 355 I maggior suoi Ma come in Te neacute il senno Neacute lrsquoardir verragrave men se la saggezza Del tuo gran genitor non ti abbandona Consumerai credrsquoio siffatta impresa Dunque i disegni a vil prendi e le trame 360 Degli insensati Proci cheacute rubelli Alla ragion si rendono ed al giusto Neacute della Morte pur si fanno accorti Che sta lor presso neacute dellrsquoatra Parca Che perir li faragrave tutti in un giorno 365 Il viaggio che imprendere fermasti Piugrave non pate drsquoindugio Io tal drsquoUlisse Mi son compagno che veloce un legno Poacuterti vorsquo in punto e accompagnarti io stesso

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Ma tu riedi al palagio e lagrave ti mostra 370 Alla schiera dersquo Proci indi apparecchia La vettovaglia e la ripon nersquo vasi Nellrsquourne il buon Liegraveo la cereale Bianca polve dellrsquouom forza e midollo Nersquo densi otri rinserra Io vo a gran fretta 375 Raccocircr per la cittagrave presti arsquo tuoi cenni Volontari compagni Havvi non poche Nella dal mar cerchiata Igravetaca antiche Navi e novelle Eleggerograve tra queste Lrsquoottima e tosto drsquoogni attrezzo armata 380 Per noi verragrave sul vasto mar sospintaraquo

β 296 Palla cosigrave figlia di Giove Udita La voce della Dea piugrave non ristette Telegravemaco ma il piegrave celere mosse Angosciato nel cor verso la reggia 385 Rosolar verri ed iscuoiar capretti I fieri Proci nel cortil rinvenne Gli si fersquo incontro Antigravenoo e sogghignando Per mano il prese lo nomograve e gli disse

β 303 laquoO dicitor sublime o giovin prode 390 Piugrave non volgere in cor funeste cure In parole od in opre anzi con noi A vivandar comrsquoegrave tua usanza or vieni Tutto che ti fia drsquouopo appresteranno Nave ed esperti regravemigi gli Achei 395 Acciograve ratto varcar tu possa a Pilo Del chiaro genitor dietro alla famaraquo

β 309 Ed il garzon laquoNon piugrave con voi superbi Mio malgrado seder conviemmi a desco Neacute tranquillo allegrarmi Oh non vi basta 400 Le tante avermi o Proci alme ricchezze Divorate quandrsquoio mrsquoera fanciullo Ma or che grandeggiar giagrave mi vedete Che mi fo senno dellrsquoaltrui consiglio E che lrsquoalma nel sen creacutescermi sento 405 Scagliarvi tenterograve le Parche addosso O parta o qua tra il popolo rimanga Andrograve neacute vano fia il cammin su nave Da carco cheacute alcun legno io non possedo Neacute regravemigi sigrave par che a voi piugrave gioviraquo 410

β 321 Divelse e a seacute tirograve la mano in questa

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Dalla man drsquoAntigravenoo seguigraveano intanto A far lrsquoappresto del convito i Proci Trafiggendo il garzon di motti acerbi

β 325 Di quersquo protervi alcun laquoCerto ndash dicea ndash 415 Far di noi divisograve fervida strage Da Pilo condurragrave seco o da Sparta Vindici cheacute tal brama il cor gli strugge Od ito al pingue suol drsquoEfigravera un fiero Velen trarranne che da lui gettato 420 Nellrsquourne tutti ci trarragrave di vitaraquo

β 331 laquoChi sa ndash di quersquo superbi un altro aggiunse ndash Chrsquoegli errando sul mar darsquo suoi lontano Come Ulisse non pecircra Oh quanta allora Fatica sosterrem Sigrave gran retaggio 425 Partir dovremo e cedere alla madre Ed a colui che impalmeragrave la reggiaraquo

β 337 Nellrsquoalta intanto spaziosa sala Scese del padre dove lrsquooro e il rame Ammassati giacean lagrave ornate vesti 430 Chiuse nellrsquoarche e lagrave fragranti essenze Lagrave vrsquoeran di Liegraveo botti ricolme Vecchio puro licor nettareo al tutto In lungo presso il muro ordine poste Per Ulisse guardagravevansi ovrsquoei fesse 435 Patiti aspri travagli arsquo suoi ritorno Gran porta a doppie imposte intra seacute strette Tenacemente custodigravea lrsquoentrata Questi tesor digrave e notte vigilava Del PisenoridrsquoOpi la prudente 440 Figlia Euriclea Telegravemaco la chiama E dal petto volar fa questi accenti

β 349 laquoAttignere ti piaccia o mia nutrice Vin soave nellrsquourne e rsquol miglior sia Dopo quel che aspettando il divo Ulisse 445 Gli tieni in serbo se pur fia che sfugga Lrsquoinfelice alla Parca e arsquo suoi ritorni Dodici vasi mrsquoempi e li suggella Di polve cereal veacutenti mi versa Misure in ben chiusi otri Ma tu sola 450 Sagraveppilo e poacutemmi ciograve che dissi in punto Verrograve qui a sera e prenderograve tai cose Quando la madre risalita ad alto

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Gli occhi al sonno daragrave Cheacute giagrave mi egrave tardo Pilo ed Isparta visitar se mai 455 Verrammi fatto udir qualche novella Sul bramato redir del padre mioraquo

β 361 Ululograve diegrave in gran pianto e sigrave rispose Lrsquoaffettuosa tenera Euriclea laquoPercheacute mai concepisti un tal disegno 460 O caro figliuol mio Percheacute sigrave vasta Terra percorrer vuoi Tu che pur sei Diletto unico figlio Ahi certo lunge Perigrave dal suol natigraveo fra genti estrane Lrsquoinclito Ulisse Come dipartito 465 Quinci ne sarai tu che i Proci crudi Insidiando ti trarran di vita E partiragravensi tutte le tue spoglie Deh qui rimanti e qui frarsquo tuoi trsquoassidi Non fa per te del mar voraginoso 470 Affrontati i perigli irne ramingoraquo

β 371 laquoFarsquo cor nutrice mia che non egrave senza Lo spiro drsquouno Iddio questo consiglio Ma giura che di ciograve non farai motto Alla diletta genitrice prima 475 Che sorga in Ciel la dodicesimrsquoalba Salvo che di vedermi ella desii O del mio dipartir voce le giunga Chrsquoio temo non la sua bella persona Dallrsquoostinato lagrimar si struggaraquo 480

β 377 Tacque e la vecchia il giuramento grande Giurograve dersquo Numi e poi che giurato ebbe Dallrsquourne rsquol vino attigravensegli e nersquo densi Otri la polve cereal versava Telegravemaco al palagio indi tornato 485 Tra la schiera avvolgeacutevasi dersquo Proci

β 382 Minerva intanto altro avvisograve vestite Le forme di Telegravemaco percorse In tutte parti la Cittagrave ed a quanti Le occorreano ingiungea che vegraver la sera 490 Sul veloce navil convengan tutti Indi al Fronide Noemoacuten richiese Un legno ed ei di buon grado il promise

β 388 Ascoso il Sol si ombracircr le vie Minerva Nel mare il pin lanciograve poacutestivi tutti 495

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Gli arnesi che un naviglio in seacute rinchiude A gran corso sospinto e nel confine Del porto si piantograve Drsquointorno a lei Ristrigravengonsi frequenti del viaggio I compagni e la Dea gli anima e incora 500

β 393 Ma giagrave la diva dallo sguardo azzurro Concepigravea nella mente altro disegno Giunta repente alla magion drsquoUlisse Con un dolce sopor che arsquo Proci infuse Sigrave li turbograve gli svigorigrave beenti 505 Che di lor man cascarono le coppe Non piugrave seggono a desco al proprio albergo Vagravessene ognun per la cittagrave cheacute grave Cadeva lor sulle palpegravebre il sonno Ma la forma ripresa e in un la voce 510 Di Megraventore la Dea fuor darsquo suoi ricchi Tetti il garzon chiamograve laquoSeggono al remo Telegravemaco i compagni lrsquoirrompente Tua venuta aspettando or via moviamo Ned altro al dipartir poacutengasi indugioraquo 515

β 405 Tacque e ratto il precesse il giovin lrsquoorma Pestagravevale Trovacircr giunti appo il legno I chiomati compagni in sulla riva Cui parlograve del garzon la sacra possa

β 410 laquoOr su per noi qui si trasporti amici 520 La vettovaglia che giagrave tutta accolta Sta nel palagio nulla sa la madre Nulla le ancelle fuori chrsquouna a cui Questo disegno mio non tenni ascosoraquo

β 413 Detto i compagni precorrea che lesti 525 Affollati il seguicircr Lrsquoanfore e gli otri Nellrsquoimpalcata nave deponendo Come drsquoUlisse il caro figlio impose Questi su vi saligravea ma il precedette Minerva che giagrave in poppa egraverasi assisa 530 Accanto ei le posograve Sciolte le funi Darsquo remiganti si occupacircro i banchi Destro a lor avviograve Pagravellade un vento Lrsquoimpetuoso Zegraveffiro che accorso Sul tenebroso mar lrsquoali battea 535 Telegravemaco eccitograve tosto i compagni A dar mano agli attrezzi e quersquo obbedicircro

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Giagrave lrsquoabetino alzato albero in alto Entro il piantacircr la cava base al piede Di corda lrsquoannodacircr tirate in suso 540 Corsquo ben attorti cuoi le bianche vele Nel mezzo il vento le gonfiograve drsquointorno Rimormora lrsquoazzurra onda dirotta Dalla carena del fuggente legno Che via trascorre e rsquol mar vasto rinsolca 545 Poi che le sarte avvinser nel naviglio Di vin le tazze coronacircr libando Arsquo Sempiterni ma piugrave a Te possente Figlia di Giove dallrsquoeteree luci Trascorsi i flutti il pin la notte intera 550 Giunse con lrsquoalba del suo corso a riva

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LL II BB RR OO TT EE RR ZZ OO

Avvenimenti in Pilo

GGIAgrave surto il Sol dal fulgido Oceagraveno Al cielo dalla volta ampia di bronzo Saligravea recando arsquo Numi ed ai mortali Sullrsquoalma terra la diurna luce Quando a Pilo cittagrave forte e superba 5 Giunsero di Negraveleo Stavan le genti Quivi offrendo sul lido un sagrifizio Di tauri tutti negri al Re Nettuno Dai crini azzurri scotitor del mondo Nove erano le schiere in ogni schiera 10 Sedeano cinquecento e per ciascuna Nove buoi srsquoimmolacircr di cui gustate Le viscere ardean lrsquoanche a Enosigegraveo Entracircr diritto in questa gli Itacensi Nel porto ammainacircr le gonfie vele 15 A riva rilegacircro il pin veloce E gittacircrsi nel lido Preceduto Da Palla ei pur Telegravemaco discese A cui la Diva dallo sguardo azzurro Primiera dirizzograve queste parole 20

γ 14 laquoNed ombra pur di giovenil vergogna Telegravemaco or trsquoannoi giagrave rsquol mar solcasti Per udir qual contrada il padre asconda O rsquol fato a cui soggiacque Or su diritto Al bellicoso Negravestore trsquoavvia 25 Sigrave vedrem qual consiglio in sen rattenga Pregravegal del veacuter neacute mentiragrave cheacute somma Prudenza quellrsquoegregio animo annidaraquo

γ 21 laquoO Megraventore ndash soggiunse il giovin saggio ndash

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Come lrsquoappresserograve Quai mover deggio 30 Salutevoli detti Ancor non sono Degli assennati ragionari esperto Neacute garzon verecondo agevolmente Interroga chi a lui drsquoetagrave sovrastaraquo

γ 25 E Minerva laquoNellrsquoanima tua stessa 35 Parte del tuo sermon tu rinverrai Suggeriratti il resto un qualche Iddio Cheacute non credrsquoio chrsquoabbi il natal sortito E rallevato sigravee malgrado arsquo Numiraquo

γ 29 Detto veloce il piegrave Pagravellade move 40 Ed il nobil garzon lrsquoorma le preme Quandrsquoecco fucircr nellrsquoassemblea rsquove assisi Stavano i Pili Trovacircr lagrave il Nelide Corsquo figli suoi mentre i compagni intorno Apprestavan la mensa altri le carni 45 Infiggea negli spiedi ed altri al fuoco Le maturava Tosto che adocchiati Ebbero i forestieri accorser tutti Strinser loro la destra e glrsquoinvitacircro Ad assigravedersi Primo a lor traea 50 Del re Nelide un figlio Pisistragraveto Ambi per man li prende appo la mensa In molli a si adagiar velli glrsquoinvita Di che il lito arenoso era coverto Tra il german Trasimegravede e rsquol padre suo 55 Dersquo precordi fumanti a lor fersquo parte Indi mescendo il vino in aurea tazza Propinava e movea queste parole A Palla figlia dellrsquoEgigraveoco Giove

γ 43 laquoImplora Ospite il Re dellrsquoOceagraveno 60 Peroccheacute giunto qui trsquoavvieni al tempo Del convito a lui sacro A fine tratti Come si addice i libamenti e i prieghi Porgi a questo garzon ricolmo il nappo Del soave licor sigrave chrsquoegli ancora 65 Adempia al rito cheacute pregar gli Eterni Ben credrsquoio chrsquoei vorragrave gli umani tutti Hanno mestier della celeste aigraveta Di te giovane piugrave drsquoetagrave egravemmi eguale Quindi pria porgo a te questrsquoaureo napporaquo 70

γ 51 Detto in man lo gli diegrave Gioigravea Minerva

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Che lrsquoeroe giusto e saggio a lei primrsquoabbia Dersquo libamenti il nappo aureo proferto Tosto molte Ella alzograve preci a Nettuno

γ 55 laquoOdi o tu che la terra intorno cingi 75 Nettun possente e non prendere a sdegno Di adempiere dersquo tuoi supplici rsquol voacuteto Gloria a Negravestore in prima ed arsquo suoi figli Concedi e graziosa indi mercede Dellrsquoinclita ecatombe arsquo Pili tutti 80 A Telegravemaco inoltre ed a me assenti In Igravetaca redir dopo che avremo Fornito ciograve per cui sul ratto legno A queste sacre a te sponde arrivammoraquo

γ 63 Sigrave disse orando indi libograve e la coppa 85 Gemina al buon Telegravemaco porgea Che del par supplicograve Come i donzelli Tolsero al fuoco le arrostite carni Le comparticircro arsquo convitati e questi Gustacircr le dapi della mensa illustre 90 Della fame e del ber spento il desigraveo Primo a dir tolse il Cavalier Nelide

γ 69 laquoInterrogare or gli ospiti si addice Che il cibo ha confortato O forestieri Chi siete onde venite e qual vi spinse 95 Bisogno a traversar lrsquoequoree vie Od ite a caso per lo mar raminghi Come pirati che la vita a rischio Pongon per depredar lrsquoestranee gentiraquo

γ 75 Di seacute fatto sicuro gli rispose 100 Il prudente garzon cheacute nuovo ardire Posto gli ebbe nellrsquoanimo Minerva Acciograve del padre assente al Re dimandi Ed a seacute gloria appo le genti acquisti

γ 79 laquoO Negravestore Nelide inclito vanto 105 Degli Argivi ti piacque interrogarne Chi siamo ed ecco a digraverloti son presto DrsquoIgravetaca che del Negraveio siede alle falde Or qua giungiam parlar drsquouna faccenda Privata non giagrave pubblica ti deggio 110 Vengo se aver possrsquoio qualche contezza Lrsquoampia del padre mio fama seguendo Del magnanimo Ulisse che giagrave teco

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Combattendo comrsquoegrave pubblico grido LrsquoIgravelie mura atterrograve Dersquo guerrier tutti 115 Che corsquo Tegraveucri pugnar per noi si seppe Dove ciascun di ria morte cadeacuteo Ma di Saturno il figlio anche la morte Ci nasconde drsquoUlisse Alcun sinrsquoora Non ci chiarigrave dovrsquoei finigravea se giacque 120 Dersquo nemici per man sul continente O drsquoAnfitrite se rsquol domacircro i flutti A te dunque ricorro e le ginocchia Trsquoabbraccio percheacute a me del genitore Narri la morte dispietata (o lrsquoabbi 125 Con gli occhi propri vista o qualche errante Riferta lrsquoabbia a te) cheacute soprammodo Infelice la madre il partorigravea Neacute di farmi dolente alcun riguardo Ti prenda neacute pietagrave nulla ti tocchi 130 Ma quanto sai deh digravellomi te nrsquo prego Se di consiglio o drsquoopra a te promessa Ti giovograve il padre mio lrsquoegregio Ulisse Lagrave tra le Iligraveache genti ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste Ah questo 135 Rammegraventati ed il veacuter nudo mi svelaraquo

γ 102 laquoFiglio ndash rispose il Cavalier Nelide ndash Tu mi fai rammentar quanti infortuni Appo il nemico popolo patimmo Noi gagliardigravea dersquo Greci invitta prole 140 Sia che sul negro mar corsquo legni errando Di preda in traccia ci guidasse Achille Sia che di Prigraveamo Re sotto alla vasta Cittagrave per noi si combattesse dove Glrsquoincliti nostri eroi cadean trafitti 145 Lagrave giacque il Marzio Aiace e lagrave il Pelide Lagrave Pagravetroclo nel senno emolo arsquo Numi Lagrave il caro figliuol mio lrsquoesimio e forte Antigraveloco del par veloce al corso E prode battaglier ben altre molte 150 Disventure ci oppressero Chi mai Potrigravea tutte ridigravertele Se cinque E sei qui trsquoindugiassi anni chiedendo Quanti guai soffricircr lagrave drsquoEgravellade i prodi Fastidito al natigraveo suol rediresti 155

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Prima che a fin traessi il mio racconto Novrsquoanni interi macchinando offese Con tutti ingegni noi li circuimmo Allor Giove recograve lrsquoimpresa a fine Col divo Ulisse gareggiar di senno 160 Non volle alcun ligrave mai peroccheacute tutti Neglrsquoinventi e le astute arti vincea Col padre tuo Certo gli sei tu figlio Meraviglia mi assal mentrrsquoio ti guardo Cheacute simiglianti arsquo suoi sono i tuoi detti 165 Ned a quel dellrsquoeroe cosigrave conforme Creder potrigraveasi il dir drsquoun giovinetto Fincheacute si guerreggiograve lagrave non avemmo Neacute in parlamento mai ned in concilio Due diversi pareri Ulisse ed io 170 Ma unanimi aprivam quel saggio avviso Che degli Argivi a pro tornar dovea Lrsquoalta cittagrave di Prigraveamo rovesciata Quando le navi salivamo un Dio Disperse lrsquooste Achea da quel momento 175 Funesto in mente macchinograve il ritorno Agli Achivi lrsquoOligravempio cheacute non tutti Prudenti eran neacute giusti anzi un rio fato Molti colpigrave per la terribil ira Della possente Dea dal guardo azzurro 180 Inclita prole drsquoun possente Iddio Che fra gli Atridi aspra eccitograve contesa Convocacircr dissennati a parlamento Contro lrsquousanza a Sol caduto i Greci Che trasser di Liegraveo molto gravati 185 Ad ascoltar ciograve che sponean quersquo duci Menelao lagrave ingiungeva ai Dagravenai tutti A far sul dorso ampio del mar ritorno Ma forte disgradigrave quella proposta AllrsquoAtride maggior che fermo avea 190 Di rattener le schiere ed immolando Sacre ecatombe lrsquoira violenta Della diva placar stolto neacute vide Che drsquoallenirla si studiava indarno Cheacute di leggier non cagravengiasi la mente 195 DeglrsquoImmortali Mentre con alterni Acerbi detti altercano gli Atridi

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Surser levando alto rumor gli Achei Per contrario voler tra seacute divisi Pernottammo cosigrave gli uni agitando 200 Contro gli altri pensier tetri e funesti Cheacute Giove ci apprestava orridi guai Come lrsquoalba apparigrave nel mar le navi Varammo e molte sopra vrsquoimponemmo Dovizie e donne drsquoelegante cinto 205 Mezza lrsquooste restograve lagrave presso il duce Di genti Agamennoacuten lrsquoaltra ovrsquoio salsi Nersquo remi diegrave correvano veloci Le navi cheacute tranquille a noi davanti Lrsquoonde adeguograve del mar pescoso un Dio 210 A Tegravenedo approdati ostie votive Arsquo Numi offrimmo pur dersquo tetti nostri Desiderosi Ma non piacque a Giove Consentirci il redir che dispietato Fiera di nuovo la discordia accese 215 Cheacute Ulisse accorto e saggio Re ritorse Corsquo suoi compagni delle navi il corso Gratificar volendo al sommo Atride Ma io corsquo molti legni che seguicircrmi Fuggigravea presago dersquo disastri gravi 220 Che a nostro danno meditava un Nume Animando i compagni anchrsquoei fuggigravea Di Tidegraveo rsquol figlio bellicoso Tardo Il biondo Menelao ci aggiunse in Lesbo Che del viaggio faticoso e lungo 225 Consultavam se navigar di sopra A Chio petrosa Psirigravea costeggiando E lasciagravendola a manca o sotto Chio Veleggiar lungo il ventoso Mimante Giove pregammo drsquoun prodigio e rsquol Nume 230 Il ci mostrograve poi fendere nel mezzo Il pelago ove Eubegravea sorge crsquoindisse Per condugraverci in gran fretta a salvamento Prospero allor soffiograve vento stridente Da cui le navi oltra sospinte ratto 235 Le vie pescose percorreano tanto Che notturne sorgean sovra Geregravesto Molte colagrave a Nettuno anche di tori Misurato gran mar per noi fucircr arse

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Splendeva il quarto digrave quando i compagni 240 Del prorsquo Tidide ritornacircro in Argo Vegraver Pilo il corso io tenni e quel propizio Vento che un Nume crsquoinviograve da prima Non mai si estinse Di tal guisa o amato Figlio ignaro giunsrsquoio neacute degli Achei 245 Seppi quali campacircr quali pericircro Ciograve poi che accolto nersquo miei tetti udigravea Schietto come si addice or ti appaleso Egrave fama che ritorno ebber felice Gli esperti drsquoasta Tegravessali guerrieri 250 Che lrsquoinclito guidograve figlio drsquoAchille Lrsquoesimia prole di Peagravente ancora Filottete il sortigrave del par felice Tutti i compagni rimenava in Creta Che sfuggicircro alla guerra Idomenegraveo 255 Neacute rsquol mar alcun gli tranghiottigrave Giagrave udiste Bencheacute lontani voi medesmi come Agamennoacuten se nrsquo venne e come Egisto Ria morte gli tramograve Ma costui pure Condegna al suo fallir pena sostenne 260 Oh felice lrsquoeroe che un animoso Figlio dopo di seacute vindice lascia Tal si fu Oreste che traea dal vile Del suo gran padre ucciditor vendetta Tu pur diletto mio (cheacute bello e grande 265 Soprammodo ti veggio) al par sii prode Acciograve il tuo nome alle future genti Lodato di virtugrave splendida voliraquo

γ 201 laquoO Negravestore Nelide inclita luce Delle Argograveliche genti Oreste a pieno 270 Si vendicograve Celebreran gli Argivi Lrsquoalta sua gloria e voleragrave nel canto Delle future etagrave lrsquoinclito nome Ah percheacute forza tal non diemmi rsquol Cielo Da rintuzzar la detestata audacia 275 Dersquo Proci che tramando onte e delitti Mrsquooltraggian tanto Ma neacute al padre mio Ned attorsero a me destin sigrave lieto Gli Eterni or tutto sofferir mi egrave forzaraquo

γ 210 Ed il saggio Nelide laquoO mio diletto 280 (Mi rammenta il tuo dir le tue sventure)

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Udigravea che molti drsquoimpalmar bramosi A malgrado di Te la genitrice Ti entracircro in casa a opprimerti di guai Dimmi soggiaci senza far contrasto 285 O cedendo allrsquooracolo di un Nume Forse il popolo tutto odio ti porta Chi sa se arsquo tetti suoi reverso il padre Quersquo violenti non suggetti al fio Od ei pur solo ovver corsquo Dagravenai tutti 290 Se diligesse te Pagravellade come Lagrave nersquo campi di Troia il divo Ulisse Dove paticircr gli Achei cotanti affanni (No dersquo Numi favor sigrave manifesto Quale il mostrograve per quellrsquoeroe Minerva 295 Non vidi mai) certo se tanto affetto Ti portasse la Diva e tanta in petto Cura avesse di te giagrave i Proci tutti Posto le nozze avrebbero in obbligraveoraquo

γ 225 laquoO buon veglio ndash Telegravemaco riprese ndash 300 Non credo che tal detto unqua si adempia Trasmodato egrave il tuo dir stupor mi opprime Neacute speme egrave in me che questo accaggia ovrsquoanco Tal si fosse il voler dersquo Sempiterniraquo

γ 229 laquoDeh qual parola ti sfuggigrave dal labbro 305 ndash Lrsquointerrompendo ripigliograve Minerva ndash Quandrsquoa un Nume fia in grado agevolmente Porragrave in salvo il mortal bencheacute lontano Quanto a me torrei dopo acerbe doglie Ricovrar nersquo miei tetti e del ritorno 310 Scorgere il digrave che nel mio proprio albergo Perir come perigravea colpa drsquoEgisto E di sua donna il prode Agamennoacutene La morte sola che a nullrsquouomo perdona Distocircr non ponno da un diletto eroe 315 Gli stessi Eterni abitator del Cielo Quando di lunghi sonni apportatrice La dispietata Parca il si ghermigraveoraquo

γ 239 Ed il garzon laquoNon piugrave Megraventore mio Bencheacute ci opprima il duol di ciograve si parli 320 Gli egrave disdetto il ritorno i Sempiterni La morte e rsquol negro suo destin fermacircro Interrogare or vorsquo drsquoaltro il Nelide

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Che rsquol giusto cole e per lo senno avanza Gli altri su cui tre etagrave fama egrave che regni 325 Tal che allrsquoaspetto mi rassembra un Nume O Negravestore Nelide il veacuter mi narra Come perigrave lrsquoAtride ampio-regnante Agamennoacutene Menelao dovrsquoera Come il perfido Egisto una tal morte 330 Macchinograve chrsquouom di seacute tanto piugrave forte Trucidava Lontan forse era drsquoArgo Acaica Menelao Forse egli errava Fra estranee genti sigrave che la paura Scossa dal petto il traditor lrsquoucciseraquo 335

γ 253 laquoFiglio ndash il Nelide soggiungea ndash sincero Tutto il veacuter ti dirograve Ben ti sersquo apposto Ciograve stesso avvenne Se reverso drsquoIgravelio Sorpreso avesse il biondo Menelao Nel palagio drsquoAtride Egisto vivo 340 Conspersa la costui spoglia non focircra Pur drsquoun pugno di terra ma disteso Lungi dalla cittagrave sarigravea in un campo Pasto drsquoaugei di cani neacute Achea donna Sparso sovrrsquoesso avrigravea stilla di pianto 345 Tanto ria scelleraggine commise Lagrave sottrsquoIgravelio per noi molte battaglie Fornigravevansi ma queto egli nel fondo Del fertil Argo con soavi accenti Del grande Atride la moglier blandigravea 350 Dal turpe fallo rifuggigrave da prima La nobil Clitennestra cheacute nel petto Adorna di virtugrave lrsquoalma chiudea Stagravevale inoltre il chiaro vate accanto Cui diegrave rsquol carco in partendo il sommo Atride 355 Di servargli la sposa intemerata Ma quando Egisto dal destin dersquo Numi Irretito domagravevasi in deserta Isola il vate trasportato quivi Esca e strazio drsquoaugei lo abbandonava 360 Poscia da mutue brame ambi sospinti Lrsquoamante in sua magion lrsquoamata addusse Molte dersquo numi sui sacrati altari Anche di tori ardea molte votive Offerte e vesti ed oro vi sospese 365

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Poi che pose ad effetto il fier disegno Del che nulla speranza in cor nutrigravea Giagrave dipartiti drsquoIgravelio solcavamo Lo stesso mar lrsquoAtride ed io cheacute ognora Gli animi avemmo drsquoamistagrave congiunti 370 Ma come al Sugravenio divenimmo sacro Promontorio drsquoAtene ivi darsquo miti Strali di Febo il suo nocchier fu spento Che del corrente pin tenea rsquol governo LrsquoOnetograveride Fronte che vincea 375 Gli umani tutti dirigendo un legno Quando ruggigravea il furor delle tempeste Lagrave Menelao risteacute bencheacute bramoso Di fornire rsquol viaggio ed al compagno Onor fece drsquoesequie e di sepolcro 380 Ma quando il bruno ei pur mare solcando Corsquo suoi legni correva e giagrave allrsquoeccelso Capo della Malegravea faceacuteasi appresso Allor gli destinograve Giove rsquol viaggio Orrendo gli avventograve striduli vegraventi 385 Che in alto sollevacircr le tumidrsquoonde Tanto che si agguagliavano a montagne Lagrave disperse le navi e parte a Creta Alle correnti del Giagraverdano intorno Dove i Cidoni albergano sospinse 390 Liscia ed alta protegravendesi al confine Di Gogravertina sul mar fosco una rupe Lagrave cacciando i marosi Agraveustro di forza Del promontorio Festo al lato manco Piccola roccia li vi arresta e frange 395 Quivi lrsquoarmata urtograve campacircro a stento Gli uomini ma dal mar fiero cacciati Contro gli scogli si fiaccacircro i legni Pur cinque navi dallrsquoazzurra proda DrsquoEgitto in riva il vento e rsquol mar spingea 400 Mentre lagrave Menelao con queste errava Accumulando vettovaglie ed oro Tra genti di favella altra gli empiea Egisto la magion drsquoorribil lutto Trucidograve Agamennoacuten sottrsquoaspro giogo 405 Il popolo domograve per ben settrsquoanni Alla ricca Micene il freno impose

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Ma lrsquoottavo anno reduce drsquoAtene Sorvegravennegli funesto il divo Oreste Che quellrsquoinfame traditor spegnea 410 Che ucciso il genitore inclito gli ebbe Poscia che lrsquoimmolograve diede agli Argivi La cena sepolcral per lrsquoodiosa Madre e rsquol codardo parricida Egisto Il digrave medesmo Menelao sorgiunse 415 Adducendo con seacute tante ricchezze Di quante ne patigravean le navi rsquol pondo Ma tu mio caro non errar gran tempo Lungi dalle tue case abbandonando Le tue dovizie a quersquo ribaldi in preda 420 Che a partirle faragravensi a divorarle Tal che rsquol viaggio tornerigraveati vano Trsquoesorto nondimeno anzi ti stringo Di trovar Menelao che da straniere Genti guari non egrave si dipartigravea 425 Donde redir mai piugrave non avrigravea speme Chi trasviato da tempeste errasse Lagrave su quel vasto mar da cui nel giro Drsquoun anno non verrebbero gli augelli Perograve chrsquoegrave immenso orribile Or via dunque 430 Pagravertiti col tuo legno ersquo tuoi compagni Se il terrestre cammin piugrave ti talenta Egraveccoti presti il cocchio ed i corsieri Ecco i miei figli che ti stando accanto Ti guideranno alla divina Sparta 435 Cui regge il biondo Menelao Chiarirti Pregravegalo il veacuter neacute paventar drsquoinganno Cheacute il saggio re detesta ogni menzognaraquo

γ 329 Posto fine al suo dir tramontograve il Sole Sorgiunsero le tenebre laquoO buon veglio 440 Certo ndash Palla soggiunse ndash a dritto parli Or via dellrsquoostie tagraveglinsi le lingue Meacutescasi rsquol vino e fatti i libamenti A Nettuno non men che agli altri Eterni Cura prendiam che tempo egrave omai del sonno 445 Giagrave la gran luce ascoacutesesi nel buio Neacute si addice restar piugrave a lungo assisi Dersquo numi al sagrifizio uopo egrave ritrarciraquo

γ 337 Cosigrave Minerva e obbedigravean tutti lrsquoacqua

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Diecircro alle man gli araldi incoronacircro 450 Di spumante licor lrsquourne i donzelli Indi le tazze ministrate in giro Tutti quanti auguracircro In sulle fiamme Gittacircr le lingue i convitati e poscia Rizzatisi libacircr Poicheacute libacircro 455 E del vino gustacircro a pien talento Minerva e il bel Telegravemaco ritrarsi Al naviglio volean ma sigrave gli assalse Con gentile rampogna il Re Nelide

γ 346 laquoDeh tolga Giove e gli altri Sempiterni 460 Che da me dipartiti alla veloce Nave ir vi lasci quasi poverello Del tutto mi fossrsquoio che in sua magione Copia non ha di coltrici e di manti Sigrave che morbido letto a seacute medesmo 465 Ed agli ospiti suoi por non sia dato Ben io vesti possedo e coltri belle No me vivo non fia mai che si corchi Drsquoun eroe comrsquoegrave Ulisse il figlio caro Su di un palco di nave indi accorranno 470 Dopo me i figli miei gli ospiti tutti Che in queste nostre soglie si addurrannoraquo

γ 356 laquoSempre saggio favelli o veglio amato ndash Minerva ripigliograve ndash fia ed egrave ben degno Telegravemaco arsquo tuoi cenni obbediente 475 Te dunque ei segua ed appo te pernotti Io vo i compagni ad incorar nel legno Ad impartirvi gli ordini opportuni Maggior drsquoetagrave solo tra lor mi vanto Gli altri che ci seguicircr per mutuo affetto 480 Del par che questo giovin prode tutti Lieti di fresca gioventugrave se nrsquo vanno Io vo sul legno a stegravendermi dimani Sul far dellrsquoalba un debito mi reco A reclamar dai Cagraveuconi animosi 485 Neacute recente neacute lieve or tu che accogli Questo giovine eroe nel tuo palagio Da qualcun dersquo tuoi figli accompagnato Magravendalo con un cocchio e gli concedi Gagliardi e rapidissimi corsieriraquo 490

γ 371 Come ebbe detto ciograve la forma assunse

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Drsquoaquila e si levograve Pagravellade a volo Sbigotticircro gli astanti ed il vegliardo Che pur corsquo propri vide occhi rsquol portento Meravigliograve prese per mano in questa 495 Telegravemaco nomollo e sigrave gli disse

γ 376 laquoNon io mi penso no che ignavo e imbelle Mio diletto sarai quando gli Eterni In sigrave florida etagrave ti si fan guida Deglrsquoimmortali abitator drsquoOlimpo 500 Altri certo non fu che la Tritogravenia Figlia di Giove Pagravellade che tanto Fra le Argograveliche genti il tuo gran padre Sovra tutti onorograve Deh a noi propizia Regina alma sii tu splendida gloria 505 A me corsquo figli e con la veneranda Mia consorte concedi io vorsquo immolarti Giovenca che lo spazio appena corse Drsquoun anno solo drsquoampia fronte indogravema E chrsquouom giammai non sottopose al giogo 510 Questa ti vorsquo ferir poi che splendenti Ambe avragrave drsquooro le crescenti cornaraquo

γ 385 Sigrave disse orando e lrsquoudigrave Palla Il veglio Guidava intanto al suo regal palagio Generi e figli Giunti in su gli scanni 515 Tutti posacircr per ordine e sui troni Mescea il Re nella coppa a ciascheduno A mano a mano un dolce almo licore Che la custode nellrsquoundecimrsquoanno Dallrsquourna allora scoverchiata attinse 520 Comrsquoebbe empiuta Negravestore la tazza Libando i voacuteti alzograve supplici a Palla Inclita figlia dellrsquoEgigraveoco Giove

γ 395 Poicheacute libacircro ed a sua voglia ognuno Bevve arsquo lor tetti trassero a corcarsi 525 Volle il Re che drsquoUlisse il figlio amato Sotto il sonoro portico si giaccia In traforato letto a lui drsquoaccanto Posar fersquo rsquol bellicoso Pisistragraveto Duce di genti dersquo suoi figli rsquol solo 530 Che si vivesse ancor celibe vita Dellrsquoeccelso palagio entro segreta Stanza il Re ricovrograve quivi in sul letto

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Che la Regina gli apprestograve si giacque γ 404 Come rosea nel Ciel fulse lrsquoaurora 535

Negravestore surse Del palagio uscito Sui tersi si sedea candidi marmi Rilucenti drsquoessenze innanzi allrsquoalte Porte surgenti su cui giagrave si assise Negraveleo par nel consiglio arsquo Sempiterni 540 Ma domo dalla Parca ei giagrave di Pluto Nersquo soggiorni discese in su quersquo marmi Lo scettro in man sedeva allor Nestograverre Rocca dei Greci Congregati intorno Stagravevanli i figli di lor stanze usciti 545 Agravereto Stratigraveo Echegravefrone Persegraveo E rsquol divin Trasimegravede a cui per sesto Pisigravestrato si aggiunse a gara tutti Menacircro il bel Telegravemaco ed accanto Del padre il collocacircr che sigrave lor disse 550

γ 418 laquoFigli amati adempite il desir mio Subitamente acciograve tra i Numi in prima Propizia renda lrsquoAtenegravea Minerva Che a vil non ebbe di apparirmi innanzi Nel giocondo a Nettun sacro banchetto 555 Vada ai campi un di voi percheacute qui tragga Prestamente il bifolco la giovenca Del garzon prode al legno un altro voli E qui tutti conduca i suoi compagni Salvo due soli un altro alfine ingiunga 560 Allrsquoindustre Laerce a qui recarsi Percheacute le corna alla giovenca indori Voi altri qui restate ed alle ancelle Apprestar fate un splendido convito E sedili e spaccate arbori intorno 565 E del fonte apportar limpide linferaquo

γ 430 Tutti allrsquoopra si diecircr venne dal campo La giovenca sorgiunsero dal legno Del garzone magnanimo i compagni Venne il fabbro e lrsquoincude e le tenaci 570 Tanaglie ed il martel tra man tenea Armi dellrsquoarte con che lrsquoograver domava Assistitrice venne al sagrifizio Minerva stessa Diede rsquol Re il metallo Domo che lrsquoebbe ed assestato il fabbro 575 Della giovenca ne vestigrave le corna

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Acciograve veggia il bel don Palla e gioisca Guidavan Stratigraveo e rsquol nobile Echefroacutene Per le corna la vittima ed Aregraveto Dellrsquoaula uscito drsquouna man portava 580 Drsquoacqua in bacino cesellato a fiori Lrsquoorzo sacro dellrsquoaltra in bel canestro Stringendo in pugno acuta scure accanto Stava dellrsquoostia il forte Trasimegravede Presto a vibrar sulla cervice il colpo 585 Tenea Persegraveo la coppa in che raccocircrre Doveacuteasi rsquol sangue Diegrave principio al rito Il veglio bellicoso e la lustrale Acqua e rsquol sacro orzo sparse indi a Minerva Orando molto della testa i peli 590 Divelse allrsquoostia e li gettograve nel fuoco

γ 447 Poicheacute pregacircro e rsquol sacro orzo fu sparso Trasimegravede del Re prole gagliarda Accostossi e ferigrave del collo i nervi Le recise la scure e svigorita 595 La vittima cascograve Miste alle preci Diecircr alte grida le Nestograveree figlie Le nuore ed Euridice veneranda Donna del Re che tra le figlie prima Nacque a Climeacuten Di terra indi spirante 600 Sollevacircr la giovenca e la cervice Togravertale in su Pisigravestrato sgozzolla Poicheacute rsquol sangue sgorgograve che via dellrsquoossa La vital forza si fuggigrave smembracircrla Incontinente e come il rito ingiunge 605 Le cosce dispiccacircr di doppia falda Drsquoadipe le fasciacircro e ricopricircrle Di palpitanti brani In sulle schegge Abbrustoligraveale il vecchio e di vermiglio Licor le cospargea lesti donzelli 610 Teneano accanto a lui di cinque punte Gli spiedi in pugno Arse le cosce e fatto Dersquo precordi lrsquoassaggio il resto in pezzi Minuti infisso nersquo schidoni acuti Lo rivolser nel fuoco e lrsquoarrosticircro 615 Lrsquoultima figlia del Nelide intanto Policasta gentil condusse al bagno Telegravemaco e il lavograve drsquoessenze lrsquounse Ed il vestigrave di tunica e di manto

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Splendido come si scostograve dal bagno 620 Parve sembiante a un Dio Processe e al veglio Pastor di genti assigravesesi da canto

γ 470 Tolte le carni delle terga al fuoco Seggendo banchettacircr garzoni esperti Sursero ministrando in auree tazze 625 Generoso Liegraveo Poicheacute la brama Del ber delle vivande ebbon ripressa

γ 475 laquoFigli miei ndash soggiungea Negravestore ndash orvigravea Sotto il cocchio giungete i ben chiomati Corsieri e qui traeacuteteli onde ratto 630 Telegravemaco fornisca il suo viaggioraquo

γ 477 Tacque Al paterno cenno obbedienti Immantinente i corridor veloci Giunsero sotto il cocchio in cui di Bacco E di Cegraverere i doni e lrsquoalme dapi 635 Di che nugravetronsi i Re di Giove alunni La dispensiera vigile ponea Primo saligrave la biga risplendente Telegravemaco indi al fianco gli si assise Pisigravestrato di genti inclito duce 640 Chiuse in pugno ei le briglie e con la sferza I corsieri eccitograve che non restii Nella pianura volacircro lasciando Lrsquoalta cittagrave di Pilo Ambo i corsieri Tutto quel giorno fervidi e veloci 645 Squassacircro il giogo che giungeacuteali insieme

γ 487 Corcato il Sol ombragravevansi le vie Quando a Fere arrivacircro alla magione Di Digraveocle che Ortigraveloco produsse Germe del fiume Alfegraveo dove lrsquointera 650 Notte posacircr tranquilli e di Diogravecle Accettacircr indi gli ospitali doni

γ 491 Come rosea nel ciel brillograve lrsquoaurora Aggiogati i corsier darsquo risonanti Portici fuor sospinsero la biga 655 Pisigravestrato sforzolli e quei bramosi Volavano Gli eroi gigravean traversando Campi ove il don di Cegraverere biondeggia Tanto fu dersquo corsier lrsquoimpeto e rsquol volo Che del viaggio al termine arrivacircro 660 Quando caduto il Sol scendea la Notte A coprir di sue vaste ombre la Terra

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LL II BB RR OO QQ UU AA RR TT OO

Telegravemaco in Isparta

GGIUNTI amendue i garzon nella vallea Ursquo lrsquoampia Lacedegravemone si estolle Drizzacircrsi ai tetti dellrsquoillustre Atride Quivi il trovacircr con molti amici a desco Cheacute del figlio ad unrsquoora e della figlia 5 Le doppie festeggiar nozze godea Lrsquouna al figlio spedigravea del fiero Achille Cui darla un digrave sotto le Iligraveache mura Per fede si legograve tratto ad effetto Il maritaggio allor venigravea dai Numi 10 Menelao con i cocchi ed i corsieri Allrsquoinclita cittagrave condur la feacutea Lagrave rsquove Pirro sui Tegravessali regnava Di Sparta una fanciulla inclita prole DrsquoAlegravettore lrsquoAtride ancor unigravea 15 Al gagliardo suo figlio Megapegravente Che drsquoetagrave grave da una schiava ei srsquoebbe Perograve che i Numi ad Egravelena non diecircro Prole dopo lrsquoamabile Ermione Che a par dellrsquoaurea Vegravenere splendea 20

δ 15 Di tal guisa pel vasto eccelso albergo Gli amici ed i vicin di Menelao Rallegragravevansi a mensa a lor da canto Vate divino percotea la cetra Cantando due tra loro agili e presti 25 Saltator intonando una canzona Rotagravevansi nel mezzo allrsquoadunanza

δ 20 Nellrsquoatrio in questa del regal palagio Di Ulisse e di Nestograver glrsquoincliti figli

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Arrestacircro i corsier Processe e il primo 30 Gli adocchiograve Eteonegraveo vigile servo Del Re ed accorse a dar lrsquoannunzio al chiaro Pastor di genti stagravendogli al cospetto Con volubili voci a dir si prese

δ 26 laquoEcco due forestier coppia drsquoEroi 35 Prole rassembran del tonante Iddio Dimmi o diletto al Ciel Re Menelao Distaccar deggio i rapidi corsieri O altrove gli avviar sigrave che alcun altro Affettuoso a lor porga ricettoraquo 40

δ 30 Acceso in fuoco drsquoira gli rispose Il biondo Menelao laquoGiagrave tu non fosti Dissennato sin oggi o Boetide Ed or a guisa di fanciullo cianci Pur non senza aver pria molti ospitali 45 Pasti logri arsquo stranier qua ne venimmo Retribuir vuogravelsi ogni ben sigrave fia Che ci preservi nersquo venturi giorni Giove darsquo guai Su via sciogli i corsieri Qui a convitar con noi gli ospiti guidaraquo 50

δ 37 Dal palagio irrompendo Eteonegraveo I piugrave lesti conservi a seacute chiamava Ed a tutti imponea di seguitarlo Arsquo sudanti corsier tolsero il giogo Gli legacircro al presepe apportacircr loro 55 Vena a biancrsquoorzo mista ed appoggiacircro Il bel cocchio alla lucida parete Indi al palagio gli ospiti guidacircro Meravigliando rivolgeano intorno Le attonite pupille ambi gli eroi 60 Perograve che come il Sol splende o la Luna Cosigrave il palagio eccelso dellrsquoAtride Tutto raggiava di mirabil luce E come gli occhi a pien fecer contenti Sceser nersquo tersi bagni e dalle ancelle 65 Lavati unti drsquoessenze e di vellosi Manti e di molli tuniche coverti Appo lrsquoAtride collocacircrsi Accorse Lesta ancella e da un vaso aureo elegante Nellrsquoargenteo bacin lrsquoacqua versava 70 Liscio desco indi a lor stese su cui

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Pani e vivande in copia e quante in serbo Tenea la saggia dispensiera impose Carni di tutte sorta in sui taglieri Recograve lo scalco e tazze auree lor porse 75

δ 59 Stretta lrsquoAtride agli ospiti la destra laquoPasteggiate e allegragravetevi ndash lor disse ndash Indi da quali prodi originate Vorsquo interrogarvi No dersquo maggior vostri Non egrave la gloria estinta anzi mi penso 80 Che da scettrati re voi discendete Genti ignobili oscure altera prole Che a voi somigli generar non ponnoraquo

δ 65 Tacque ed a loro di sua mano offerse Il pingue tergo di arrostito bue 85 Che a grande onore gli era posto innanzi Steser le mani alle vivande apposte I giovani Ma poi chrsquoebbon di beva Ripresso e della fame ogni desigraveo Piegando il capo ondrsquoaltri a udir non lrsquoabbia 90 Telegravemaco al Nestograveride sigrave disse

δ 71 laquoPon mente o del cor mio dolce conforto Pisigravestrato Versquo tu come risplende Il rame in questa sala alta e sonora Come avorio ed elettro argento ed oro 95 Vibrin lucidi rai Tal mi credrsquoio Brilla di Giove Oligravempico la reggia Oh dovizia infinita Oh altera pompa Tutto chrsquoio veggio di stupor mi opprimeraquo

δ 76 Lrsquoudigrave lrsquoAtride e tosto laquoO figli amati 100 A nullo egrave dato gareggiar con Giove I cui palagi nellrsquoempiree sedi E glrsquoimmensi tesor durano eterni Quanto agli umani altri con me contende Di dovizie altri no Certo non senza 105 Patir gran mali ed ir gran tempo errando Sulle navi le addussi e al volger solo Dellrsquoottavo anno al suol natigraveo pervenni Vagando sempre Cipri e la Fenicia I Sidoni gli Egizi e gli Etiogravepi 110 Gli Erembi e Libia visitai lagrave dove Producon lrsquoagne nel girar drsquoun anno Tre figli e lrsquoagnellin cornuto nasce

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Quivi neacute il sir del campo neacute rsquol pastore Ha men le carni ed il rappreso latte 115 O delle presse mamme il dolce rio Che in qualunque stagion largo si emunge Mentrrsquoio qua e lagrave vagando raccogliea Dovizie immense ecco altri drsquoimprovviso Celatamente pel funesto inganno 120 Drsquoinfida moglie uccigravesemi il fratello Non viemmi quindi al cor gioia regnando Queste ricchezze E voi darsquo padri vostri Quali ne sigraveeno ciograve giagrave udito avrete Cheacute molti guai sostenni una magione 125 Ricca di gente e drsquoagi a terra sparsi Piacesse al Ciel che di tre parti lrsquouna Rimasta a me delle dovizie mie Qui albergassi e le dolci aure vitali Spirasser meco i prodi che nersquo vasti 130 Iligraveaci campi lungi drsquoArgo altrice Di fervidi destrieri allor pericircro Non senza molti gemiti e lamenti Tutti io li piango nellrsquointerne stanze Spesso ricovro e quivi or mi conforta 135 La dolcezza del pianto ed or mrsquoacqueto Cheacute del dirotto lagrimar la brama Sagraveziasi in breve indi rsquol vigor ripiglia Bencheacute dolente non mi affanno tanto Di tutti sigrave come di un sol che il sonno 140 Ed il cibo venir fammi in dispetto Quando il rammento cheacute tra i Dagravenai tutti Nullo del par fu prode e tollerante Come lrsquoinclito Ulisse Avemmo in fato Doglioso ersquo tragger guai viver io sempre 145 Vinto per sua cagion drsquoaspri tormenti Cheacute da gran tempo erra ei lontano e ignoro Se vive o se perigrave Lo piange intanto Drsquoetagrave grave Laerte e la prudente Penegravelope e Telegravemaco che in casa 150 Bambin lasciograve quandrsquoei si dipartigravearaquo

δ 113 Detto del caro genitor la brama Strinse il cuore al garzon Dalle palpegravebre Traboccagravevagli al suol pianto dirotto Del padre udendo alzograve il purpureo manto 155

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Drsquoambe le mani e gli occhi si coverse Menelao si fersquo accorto e due consigli Nellrsquoanimo agitava o consentire Chrsquoegli rsquol padre membrasse o interrogarlo E tutto che sapea chiarirgli a pieno 160

δ 120 Mentre in tali pensier lrsquoAtride ondeggia Dallrsquoodorata sua stanza superba Egravelena uscigravea che bella e maestosa Artegravemide parea dallrsquoarco drsquooro Adrasta le accostograve seggio elegante 165 Tappeto le recograve di lana molle Alcippe e Filograve un bel panier drsquoargento Che Egravelena si ebbe nellrsquoEgizia Tebe Dono drsquoAlcandra a Pogravelibo consorte Che gran dovizie in sua magion chiudea 170 Due tripodi allrsquoAtride e due gli diede Argentee conche e dieci aurei talenti Ma la consorte ad Egravelena porgea Bei doni a parte una conocchia drsquooro Ed un ritondo canestrin drsquoargento 175 Cui gli orli esterni fulgidrsquoor guernigravea Questo lrsquoancella Filograve le recava Ricolmo di gomitoli distesa Su vi sta la conocchia a cui srsquoavvolge Lana drsquointorno tinta di viola 180 Collocata in sul seggio in che sotteso Stagravevale arsquo piedi uno sgabello in questa Foggia si volse a interrogar lo sposo

δ 138 laquoSappiam Re Menelao da quai possenti Originar si vantano amendue 185 Questi gentili che appo noi recacircrsi Deh chi mrsquoinganna Od io mrsquoappongo al vero Certo il cuore a parlar mrsquoeccita e spira Ned uom neacute donna somigliar mai tanto Vidi arsquo suoi genitor (stupor mi opprime 190 Nel contemplarlo) come tien del voacutelto Questrsquoospite drsquoUlisse inclito al figlio A Telegravemaco suo che fanciulletto Lasciograve in casa lrsquoeroe quando per colpa Ahi Di me donna invereconda Voi 195 Sotto le Iligraveache mura o Dagravenae genti Unrsquoaudace rompeste orrida guerraraquo

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δ 147 E rsquol biondo Menelao laquoCiograve stesso or penso Donna come tu avvisi Ah sigrave drsquoUlisse Tali i piegrave le man tali e degli sguardi 200 Lrsquoanimoso vibrar tale il bel capo E la chioma di che sopra si adorna Ed or che rammentai gli aspri travagli Chrsquoei sostenne per me dal ciglio amare Sgorgagravevangli le lagrime e col manto 205 Porporino che alzograve le luci ascoseraquo

δ 155 E Pisigravestrato laquoAtride amor di Giove Duce di genti egrave veacuter questi egrave suo figlio Come appunto tu dirsquo ma verecondo Men che degno in suo cor tenne comparso 210 Pur dianzi al tuo cospetto favellarti Interrompendo Te di cui la voce Come quella di un Dio dentro ci suona Me qui rsquol Geregravenio cavalier spedigraveo Per egravessergli compagno alto lrsquoaccese 215 Di vederti la brama onde tu lrsquoabbia A giovare dellrsquoopra o del consiglio Molti ahi pate in sue case affanni e doglie Un giovinetto chrsquoabbia il padre assente Se di molti la possa nol sostegna 220 Condotto egrave a tal Telegravemaco remoto Il genitor non havvi chi lrsquoaigraveti A respinger da seacute tanta sventuraraquo

δ 168 laquoNumi ndash sclamograve lrsquoAtride ndash arsquo tetti miei Dunque se nrsquo venne il figlio di quel grande 225 Che mrsquoegrave sigrave caro e che giagrave tante e tante Rompea guerre per me Ben avea fermo Di accocircrlo con amore e di onorarlo Sovra tutti gli Achei se rsquol mar percorso Con le navi veloci ad amendue 230 Consentiva il redir lrsquoOnniveggente Per lui fondata una cittagrave e un palagio Construtto in Argo avrei percheacute adducesse I suoi tesor dalla natigravea contrada Ed il figlio e le genti ovver traslati 235 I cittadini avrei da una vicina Altra su cui lo scettro mio si stende Lagrave spesso insieme accolti e ognor vivendo Vita intera drsquoamore e di contento

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Nulla ci partirigravea fincheacute la negra 240 Nube mortal ci si avvolgesse intorno Ma il Nume a cui tal pace non talenta Non cessa perseguir quellrsquoinfelice Interdicendo a lui solo il ritornoraquo

δ 183 Destograve questo sermon nel cor di tutti 245 Di gemiti desigraveo piangea la bella Figlia del Sir drsquoOlimpo Egravelena Argiva Piangea col buon Telegravemaco lrsquoAtride Ned asciutte di pianto ebbe le ciglia Pisigravestrato che gigravea tra seacute membrando 250 Lrsquoincolpabile Antigraveloco cui pose DellrsquoAurora il figliuol inclito a morte Membrando il fratel suo tai detti sciolse

δ 190 laquoTe primo in senno tra i mortali esalta Atride il veglio Cavalier Nestograverre 255 Sempre che noi di Te nersquo tetti nostri Con alterno parlar facciam ricordo Oggi se lice mi seconda poco Tra le vivande lagrimar mrsquoaggrada Al sorgere del digrave non mi fia grave 260 Chi a morte corse piangere Sol questo Onore avanza arsquo miseri defunti Del tronco nostro crin lrsquoofferta e rsquol pianto Per le gote scorrente Anche a me spento Giacque il fratel sottrsquoIgravelio e srsquoegli fosse 265 Non tra i guerrieri lrsquoultimo tu rsquol sai Cheacute nol vidrsquoio ma egrave comun grido a tutti Prevaleva il mio Antigraveloco Nel campo Veloce al corso ed a piegrave fermo invittoraquo

δ 203 E lrsquoAtride laquoDicesti o figliuol mio 270 Tutto che dir tutto che far potrigravea Uom saggio e che drsquoetagrave molto trsquoavanzi Trsquoingenerograve padre assennato e scorti Sono i tuoi detti di leggier gli egregi Discendenti si accertano drsquoun prode 275 Cui delle nozze e del natale al giorno Fortunato il destin Giove attorcea Come egrave quel che al Nelide ora e per sempre Concesse drsquoinvecchiar nel suo palagio Mollemente e mirar figli prudenti 280 Non che nel palleggiare aste tremendi

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Cessiam dunque dal pianto e ridestiamo Del convito la gioia Orsugrave alle mani Linfe pure si versino Comparsa Telegravemaco nel Ciel la nova luce 285 Alternamente ragionar potremoraquo

δ 216 Detto alle man diegrave lrsquoacqua Asfalioacutene Del Re fido servente ed alle pronte Dapi steser le mani i convitati

δ 219 Ma nella mente drsquoEgravelena un novello 290 Sorse pensier nel vin gettograve un possente Farmaco che quetar fa il pianto e lrsquoira E dersquo mali con seacute porta lrsquoobbligraveo Chi rsquol si tranghiotte nel suo nappo infuso Non bagneragrave di lagrime le gote 295 Tutto quel giorno no se anco del padre E della genitrice orbo rimanga Non se il fratello o il suo figlio diletto Davanti a seacute con gli occhi propri veggia Dal ferro uccisi Tali e di sigrave alta 300 Virtute possedea farmachi insigni Del Tonante la figlia egravebbeli in dono DallrsquoEgizia Polidamna consorte Del Re Tooacutene ivi di molte piante Lrsquoalma terra produce altre salugravebri 305 Altre funeste ivi i mortali tutti Ciascuno avanza nelle mediche arti Peroccheacute egrave gente da Peoacuten discesa Gettato chrsquoebbe il farmaco nellrsquourna Che il vin si mesca impose indi soggiunse 310

δ 235 laquoAtride illustre e voi stirpe di prodi (Giove manda ad ognuno alternamente Il bene e rsquol mal chrsquoei puograve tutto che vuole) Or vivandate e qui prendete assisi Dal dolce alterno ragionar conforto 315 Che intempestivo il mio parlar non fia Certo neacute raccontar neacute qui potrei Ricordar pure tutte lrsquoardue pugne Dellrsquointrepido Ulisse or toccar solo Piagravecemi ciograve che ardigrave ciograve che a fin trasse 320 Appo i Tegraveucri quel forte ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste Un giorno Di sconce piaghe la persona offesa

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Vil tunica gettograve sopra le spalle E come schiavo penetrograve nellrsquoampia 325 Cittagrave nimica ognun sigrave travestito Un mendico il credea pur tal non mai Lungo le navi Argograveliche mostrosse Ignoto a tutti io sola il riconobbi Lrsquointerrogai quindrsquoio pur quellrsquoastuto 330 Sempre con lrsquoarti usate si schermigravea Ma come lrsquoaspersrsquoio di limpidrsquoonde E di licor lrsquounsi drsquouliva e rsquol cinsi Di vesti lrsquoaffidai col piugrave gran giuro Di non far manifesto arsquo Tegraveucri Ulisse 335 Pria che alle tende riparasse e arsquo legni Allor la mente degli Achei mrsquoaperse Trafitti poscia con acuta spada Molti nemici fersquo ritorno al campo Ed il modo chiarigrave chrsquoIgravelio ruigraveni 340 Empiean lrsquoaure di strida e drsquoululati LrsquoIgravelie donne ma dentro in me brillava Di gioia il cor cheacute di tornare ardea Al mio antico ricetto e la sventura Di che mi nocque Vegravenere piangea 345 Quando dalla natigravea terra diletta Strascinommi lontana e lrsquoinnocente Mia fanciulletta e rsquol talamo e rsquol consorte (Per altezza drsquoingegno e per leggiadra Nobil fierezza a nullrsquoaltro secondo) 350 Abbandonare ahi misera mi strinseraquo

δ 265 laquoTu retto parli ndash soggiungea lrsquoAtride ndash O donna mia Ben io di molti prodi Penetrai nella mente e nel consiglio Terre vaste percorsi e nondimeno 355 Non io con questi vidi occhi giammai Alma sigrave grande qual chiudeacuteala in petto Lrsquoinclito Ulisse Oh quanto oprograve e sostenne Nel piallato cavallo ove noi tutti Di Grecia i prodi sedevam bramosi 360 Pur di recare arsquo Trogravei sterminio e morte Ligrave sorvenisti e lo trsquoingiunse un Nume Che dar gloria arsquo Troian volgeva in mente Di beltagrave pari a un Dio premeacuteati lrsquoorma Deigravefobo Tre volte circuisti 365

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Il cavo agguato e rsquol brancicasti e i primi Chiamasti a nome degli Achei la voce Contraffacendo di lor donne Assisi Nel mezzo io Diomegravede e rsquol divo Ulisse La tua chiamata udimmo Io ed il Tidide 370 Sbalzar fuor volevamo impetuosi O dal chiuso alvo almen farti risposta Ma ci ripresse e ci contenne Ulisse Bencheacute bramosi Stavano in silenzio Tutti drsquoEgravellade i figli Agraventiclo solo 375 Risponderti volea ma con le forti Mani sigrave gli calcograve la bocca Ulisse Che salvograve gli Achei tutti e rsquol comprimea Fincheacute tratta di lagrave trsquoebbe Minervaraquo

δ 290 laquoCiograve vie piugrave mi tormenta inclito Atride 380 ndash Il garzon ripigliograve ndash Non senno accorto Non indomito ardir rincontro a fiera Morte schermo gli fucircr perir dovea Chiuso avesse nel petto un cor di ferro Ma deh a corcar ci manda onde soave 385 O Re discenda a confortarci il sonnoraquo

δ 296 Tacque e tosto lrsquoArgiva Egravelena impose Di por sotto la loggia alle captive Due letti e belle porporine coltri Gettarvi e su distendervi tappeti 390 E vesti altre vellose atte a coprirli Fuor del palagio colle faci in mano Uscicircr le ancelle e i letti apparecchiacircro Guida si fece agli ospiti lrsquoaraldo Ambo i giovani eroi cosigrave corcacircrsi 395 Lagrave nel regal vestibolo lrsquoAtride Si ritirograve del suo palagio eccelso Nella stanza piugrave interna e disvestita Del sinuoso peplo gli posava Oltre le belle bella Egravelena accanto 400

δ 306 Come rosea nel Ciel fulse lrsquoaurora Sorse lrsquoAtride rivestissi il brando Sospese ad armacollo ed i leggiadri Calzari sotto i piegrave nitidi avvinse Uscito della stanza a un Dio sembiante 405 Processe e del garzone al fianco assiso

δ 312 laquoQual uopo ndash disse ndash alla divina Sparta

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Generoso Telegravemaco ti addusse Sul dorso ampio del mar Pubblico affare O privata cagion Digravellomi schiettoraquo 410

δ 315 Ed il garzon laquoAtride amor di Giove Venni se aver da Te qualche contezza Potrograve intorno al destin del padre mio Mi si divoran le sostanze i colti Campi mi si disertano nemiche 415 Turbe mi si stipacircr nella magione Che ognor le greggi sgoacutezzanmi e gli armenti Turbe rotte allrsquooltraggio e alla nequizia Che ad impalmare anelano la madre A te dunque ricorro e le ginocchia 420 Trsquoabbraccio percheacute a me del genitore Narri la morte dispietata o lrsquoabbi Con gli occhi propri vista o qualche errante La ridicesse a Te cheacute soprammodo Infelice la madre il partorigravea 425 Neacute di farmi dolente alcun riguardo Ti prenda neacute pietagrave nulla ti tocchi Ma quanto sai deh digravellomi te nrsquo prego Se di consiglio e drsquoopra a te promessa Ti giovograve il padre mio lrsquoottimo Ulisse 430 Lagrave negli Iligraveaci campi ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste ah questo Rammegraventati ed il veacuter nudo mi svelaraquo

δ 332 laquoAhi ndash Corruccioso ripigliograve lrsquoAtride ndash Dunque vil branco di codardi agogna 435 Nel talamo giacer di quel possente Qual cerva che posti abbia i suoi cerbiatti Tenerelli lattanti drsquoun gagliardo Truculento leon nella caverna Gli erti gioghi percorre e a pascer scende 440 Nellrsquoerbose vallee quandrsquoecco riede La gran belva nellrsquoantro e giagrave di tutti Mena orribile strage in simil foggia Ulisse i Proci immoleragrave O gran padre Giove o Minerva o Apollo ah fate voi 445 Che tal ersquo sia qual giagrave fu un giorno quando Disfidato dal Re Filomelide Lagrave nella forte Lesbo a lottar sorse Impetuoso e lrsquoatterrograve festive

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Grida alzarono al Ciel tutti gli Achei 450 Oh tal sendo costoro egli affrontasse Ratta la morte avrigravean le nozze amare Quantrsquoa ciograve che mi chiedi e udir ti egrave tardo Schietto il dirograve neacute paventar drsquoinganno Neacute ascoso ti terrograve ciograve che il verace 455 Veglio marin mi fece manifesto

δ 351 Bencheacute della natigravea terra bramoso Me nellrsquoEgitto riteneano i Numi Peroccheacute di offerire avea negletto Sacre Ecatombe Non gli Eterni mai 460 Condonano lrsquoobbligraveo delle lor leggi Sorge nel mezzo al mar contra lrsquoEgitto Faro nomata unrsquoisola che tanto Dista dal lito quanto un giorno corre Legno veloce cui da poppa il vento 465 Stridulo spiri lagrave capace srsquoapre Un porto onde nel mar vagraveransi i legni Poi che bruna il nocchiere acqua vi attinse Lagrave veacutenti digrave mi ratteneano i Numi Neacute soffio di marina aura feconda 470 Comparir vidi mai guida alle navi Sul dorso ampio del mar Giagrave focircran tutte Le vivande consunte e dersquo compagni Languirebbon gli spirti ma una Diva Tocca il cor di pietagrave salute diemmi 475 Dellrsquoinclito Prograveteo marin vegliardo Lrsquoalma figlia Idotegravea Mrsquoincorograve quando Darsquo compagni lontan solingo errava Cheacute gettando nellrsquoonde i ricurvi ami Lrsquoisola tutti i digrave gigravean circuendo 480 Sigrave vorava lor viscere la fame

δ 370 ldquoForestiere ndash accostagravetasi mi disse ndash Stolto sersquo tu cotanto o sersquo deliro O ti piaci nellrsquoozio e negli affanni Che in questrsquoisola star trsquoindugi tanto 485 Senza trovare alcun rimedio e in questa Dersquo tuoi compagni il cor ti si consumardquo

δ 376 ldquoO Tu che sersquo certo una Dea ndash risposi ndash Il ti dirograve non giagrave di voler mio Qua mrsquoindugio ma certo avrograve del vasto 490 Cielo gli Eterni abitatori offesi

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Deh Dimmi tu (cheacute arsquo Numi egrave chiaro il tutto) Chi di lor qua rattiegravemmi e mi contende Per lo pescoso pelago il ritornordquo

δ 383 ldquoTutto che so vorsquo dirti o Forestiere 495 ndash Lrsquoalma Diva soggiunse ndash Usa qui spesso Verace marin veglio lrsquoimmortale Egizio Prograveteo che del mar conosce Tutti gli abissi ed egrave a Nettun ministro Fama il grida mio padre Ove tu possa 500 Indonnarti di lui stando in agguato Trsquoinsegneragrave le vie del tuo viaggio E quanto egrave lungo e come al natigraveo loco Per lo pescoso mar giunger ti egrave dato Diratti ancor se il brami o amor di Giove 505 Tutto che fausto o avverso in tua magione Sorvenne sin dal digrave che allontanato Per lungo aspro cammin tu ti sersquo messordquo

δ 395 ldquoO Dea ndash sclamai ndash tu stessa ora mrsquoinsegna Qual deggrsquoio porre insidia al divin veglio 510 Ondrsquoei non lrsquoantiveggia o la presenti E via tosto dilegraveguisi non fia Leve impresa a un mortal domare un Numerdquo

δ 399 E la Dea ldquoRagguagliarti o Forestiere Mi egrave tardo omai di ciograve chrsquoegravemmi palese 515 Come a mezzo del Ciel salito egrave il Sole Emerge il veritier Nume dallrsquoacque Allo spirar di Zegraveffiro che il cela Con lrsquoorror di che il mare allor srsquoimbruna Indi posa entro i cavi antri marini 520 Spesse drsquointorno a lui dormon le foche Razza natante di Alosigravedna bella Dallrsquoondeggiante mar surte lontano Spandon lrsquoamaro odor dersquo cupi abissi Colagrave ti guiderograve lagrave collocarti 525 Vorsquo acconciamente al comparir dellrsquoalba Tu dersquo compagni che ti son nersquo legni Tre con istudio eleggi i piugrave animosi Ecco le ascose e astute arti del veglio Novereragrave le foche a cinque a cinque 530 Affisagravendole tutte indi nel mezzo Si corcheragrave come pastor tra il gregge Vinto dal sonno appena esser vi caglia

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Forti ed arditi e lui che in tutte guise Srsquoagita si dibatte e sfuggir tenta 535 Configgete di forza Ei trasformarsi In tutto ciograve vorragrave che in terra ormeggia In acqua in fuoco che dal Ciel srsquoavventa E voi fermi vie piugrave lo costringete Ma quando interrogarti alfin gli piaccia 540 Ritornato alla forma in che dormigravea Dal fargli forza eroe cessa e rsquol vegliardo Sciolto il dimanda chi trarsquo Numi tanto Trsquoaffligge ed il ritorno ti contende E di qual guisa per lo mar pescoso 545 Redir ti egrave dato alla natigravea contradardquo

δ 425 Posto fine al suo dir nel mar ondoso Lrsquoalma Dea si attuffograve Vegraver le mie navi Schierate in su la sabbia io rsquol piegrave movea Molte lungo il cammin cure funeste 550 Mrsquooscuravano il cor Come pervenni Su la mia nave fu la cena in punto Sorgiunta lrsquoimmortal Notte in sul lito Al mormorar dei flutti ci addormimmo Ma come incolorograve di rose il cielo 555 La figlia del mattin lungo la riva Me nrsquo gigravea del vasto pelago non pochi Affettuosi al Ciel prieghi porgendo I tre in che posi ognor tutta fidanza Nellrsquoardue imprese mi pestavan lrsquoorma 560

δ 435 Dal sen dellrsquoalto sale in che srsquoimmerse Quattro Idotegravea recograve velli di Foche Dianzi scuoiate per lo astuto inganno Che al genitore ordigrave Lagrave nellrsquoarena Scavograve i covili e ci attendea seggendo 565 Ratto le ci appressammo uno appo lrsquoaltro Corcar ci feacuteo la Diva e un cuoio addosso A ciascuno gittograve Molesto e grave Lrsquoagguato ci tornograve cheacute ci affogava Di quelle in fondo al mar nutrite belve 570 Il pestilente lezzo Oh chi potrigravea Ad un mostro marin giacersi accanto Ma tal rimedio immaginograve la Diva Che a morte ci rapigrave stillograve a ciascuno Sotto le nari ambrosia che drsquointorno 575

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Diffuse alma fragranza e sigrave rsquol maligno Vapor disperse dellrsquoequoree belve Stemmo tutto il mattin quivi aspettando Con intrepido cor dallrsquoonde a schiere Accorsero le foche e a mano a mano 580 Tutte quante disteacutesersi sul lito Emerse il veglio in sul meriggio e pingui Trovograve le foche ne percorse il gregge Noverolle e tra lor contograve noi primi Neacute in cor gli srsquoingerigrave nullo sospetto 585 Del tramagravetogli inganno ondrsquoei pur giacque Con grida alte irrompemmo e gli avventammo Le braccia addosso Ma non pose il vecchio Lrsquoarti usate in obbligraveo giagrave giagrave diventa Di gran giubba leon cagravengiasi poscia 590 In drago ed in pantera e in verro enorme Or vogravelto in rio giugrave corre ed or verdeggia Drsquoalto-chiomata fronte albero eccelso Ma noi di fermo cor saldo il tenemmo Posto a sigrave fiere strette e illanguiditi 595 Sentendo il vecchio astuto in sen gli spirti Interrogommi ldquoQual dersquo Numi Atride Ti consigliograve di prendermi per forza Con questrsquoagguato Or via di che hai mestierirdquo

δ 465 ldquoTu rsquol sai vecchio ndash risposi ndash A che il mi chiedi Insidiando Sai che da gran tempo 601 Lrsquoisola tiemmi che trovar mi egrave tolto Alle sventure mie termine alcuno E che lo spirto in sen mi si consuma Deh dimmi adunque (tutto arsquo Numi egrave aperto) 605 Qual Dio rattiemmi e la via mi precide E mi toglie il ritorno E di qual guisa Il pescoso varcar pelago io possardquo

δ 472 ldquoAllrsquoOligravempio ndash rispose ndash e agli altri Eterni Trsquoera mestier pria di salir le navi 610 Ricchi offrir sagrifizi onde a gran fretta Redir sovra il mar bruno al patrio lido No non trsquoassente rivedere il fato Gli amici la tua reggia e rsquol natigraveo loco Se pria del fiume Egitto che da Giove 615 Origina non torni alla corrente Ad immolar sacre ecatombe ai Numi

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Abitatori dellrsquoempiree sedi Ersquo trsquoapriran la via che tanto bramirdquo

δ 481 Udito il veglio mi srsquoinfranse il core 620 Peroccheacute mrsquoingiungea solcar di nuovo Il tenebroso mar sino in Egitto Via lunga e perigliosa Nondimeno Il veglio interrogai ldquoTutto che imponi O veglio adempierograve Tu schietto or dimmi 625 Se con le navi ritornacircro illesi I Dagravenai tutti che lasciammo quando Negravestore ed io di Troia ci partimmo O se qualcun perigrave nella sua nave Di morte inopinata o tra le braccia 630 Dersquo cari suoi fin posto allrsquoardua guerrardquo

δ 492 ldquoPercheacute di questi eventi or tu mi chiedi Figlio drsquoAtregraveo Non fa per te il saperli Neacute penetrar la mente mia cheacute a lungo Non terrai mi credrsquoio le luci asciutte 635 Tosto che il tutto a pien ti fia palese Molti di lor pericircr molti campacircro Due soli Duci dersquo valenti Argivi Nel ritorno moricircro (a te son conti Quersquo che cadean pugnando) un altro ancora 640 Vive ma rsquol si ritiene circuita Dal vasto mar unrsquoisola nel grembo Perigrave corsquo legni di gran remi armati Aiace Prima lrsquoappressograve Nettuno Allrsquoenormi Giregravee rocce e darsquo flutti 645 Scampo gli diegrave certo schifato avrigravea La crudel Parca bencheacute a Palla in ira Se un motto non lanciava ebro drsquoorgoglio Che fatal gli tornograve ldquoSfuggir vorsquo ndash ei grida ndash In dispetto agli Degravei le tumidrsquoonderdquo 650 Come Nettun lrsquoudigrave menar tal vampo Diegrave di piglio con man forte al tridente Percosse la Giregravea roccia e da cima Al fondo la spaccograve parte ligrave stette Lrsquoaltra nel mar precipitograve (e fu questa 655 Su cui furendo pria sedeacuteasi Aiace) Travolto giugrave del mar nersquo cupi abissi Poi che la salsa ei bevve onda perigraveo Sfuggito avea nersquo legni suoi la morte

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Il tuo fratel cui pose Giuno in salvo 660 Ma come al capo eccelso di Malegravea Fu presso il rapigrave un turbine e rsquol sospinse Non senza molti gemiti e sospiri Lagrave nellrsquoestremitagrave della campagna Dove Tieste un tempo e dove allora 665 Teneva Egisto Tiestigraveade stanza Giagrave brillava felice in quel momento Agli occhi di Agamegravennone il ritorno Drizzacircro i Numi lo spirar del vento Tal che le navi in porto entracircr gioioso 670 Nella piaggia natigravea scese lrsquoAtride La toccograve la baciograve calde dagli occhi Gli traboccacircr le lagrime alla vista Sigrave dolce e cara della patria terra Ma da unrsquoalta vedetta il discoverse 675 Lrsquoesplorator che collocograve lassuso Il fraudolento Egisto e a cui promise Di due talenti drsquooro il guiderdone Stava ligrave un anno a guarda non lrsquoAtride Giunto celatamente ridestasse 680 Lrsquoindomita sua possa Accorse ratto Ad annunziar lrsquoevento al Re che unrsquoempia Sugravebita frode ordigrave Veacutenti nrsquoelesse Dersquo piugrave valenti migraveseli in agguato E in disparte ordinograve che srsquoimbandisca 685 Il convito Di cocchi e di cavalli Andograve con pompa ad incontrar lrsquoAtride Pur meditando orribili delitti Lrsquoeroe condusse del suo fato ignaro Ed accolto al convito ivi lrsquouccise 690 Come srsquoimmola nel presepe un bue Di tutti i prodi che seguicircr lrsquoAtride Nullo scampograve nullo di quersquo di Egisto Dersquo traditori corse e dersquo traditi Commisto il sangue e dilagograve la reggiardquo 695

δ 537 Udite queste voci il cuor nel petto Mi si schiantograve Prosteso in sulla sabbia Piangea neacute rsquol viver piugrave neacute piugrave del Sole Patigravea la luce Come alfin del pianto Sul terren voltolagravendomi fui sazio 700 Il marin veglio veritier soggiunse

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δ 543 ldquoCessa da sigrave gran pianto e sigrave ostinato Atride omai peroccheacute alcun conforto Non rinverremo noi ma farsquo ogni prova Di redir presto alla natigravea contrada 705 Vivo Egisto potrai cocircrre se Oreste Ti antivenendo non lrsquouccise certo Al convito funegravebre assisterairdquo

δ 548 Bencheacute dolente al suon di queste voci Lrsquoaltero cor nel sen mi rifiorigravea 710 ldquoEgravemmi di lor ndash soggiunsi ndash il fato or chiaro Ma tu il terzo mi noma il qual se vive Dallrsquoalto mar immenso egrave circuito Deh tu rsquol mi dirsquo neacute del mio duol trsquoincrescardquo

δ 555 ldquoDi Laerte la prole il divo Ulisse 715 La cui magione in Igravetaca si estolle ndash Il vecchio ripigliograve ndash spargere il vidi Gran pianto lagrave in unrsquoisola drsquoappresso Alla Ninfa Calipso che in sue case Per forza il si ritien neacute alla natigravea 720 Contrada puograve redir cheacute di navigli Di regravemigi in difetto il vasto dorso Varcar non puograve del mar Quanto a te o divo Menelao no tu non avesti in fato Perir in Argo di cavalli altrice 725 Neacute potresti da morte essere aggiunto Trasporteragraventi nellrsquoElisio campo Colagrave ai confini della terra i Numi Sede di Radamagravento ove contenta Scorre allrsquouomo la vita ove non pioggia 730 Non neve mai neacute lungo verno regna Ma blando sempre una frescrsquoaura spira Zegraveffiro che srsquoinvia dallrsquoOceagraveno Gli umani a confortar peroccheacute sei Sposo drsquoEgravelena e genero di Gioverdquo 735

δ 570 Detto nellrsquoonde si attuffograve Processi Corsquo miei prodi compagni in vegraver le navi E di molti pensier mentre me nrsquo gigravea Oscuragravevanmi rsquol cor Giunto al navile Apprestammo la cena e come scese 740 Lrsquoimmortal Notte lungo il marin lido Al mormorar dersquo flutti ci addormimmo Quando la figlia del mattin rifulse

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Primamente nel mar sacro lanciammo Le navi alzammo gli alberi ed al vento 745 Dispiegammo le vele Indi i compagni In lungo sovra i banchi ordine assisi Percoteano corsquo remi il mar spumante Di bel nuovo drsquoEgitto in sulla foce Fiume che trae lrsquoorigine da Giove 750 Fermai le navi e degli Eterni lrsquoira Con perfette placai sacre ecatombe Ersi ad Agamegravennone indi un sepolcro Percheacute sua gloria eternamente splenda Fornito ciograve mi ravviai secondo 755 Diecircrmi il vento gli Degravei che prestamente Alla diletta mia terra mi addusse Ma tu nersquo tetti miei deh ti sofferma Telegravemaco fincheacute lrsquoundecimrsquoalba Riluca o la duodecima indi tutto 760 Ciograve che al tuo dipartir fa di mestieri Appresterograve porgendoti anche questi Magnifici presenti un elegante Cocchio con tre corsieri ed una tazza Effigiata acciograve che aglrsquoimmortali 765 Libando di digrave in digrave sempre nel core Viva serbi di me la rimembranzaraquo

δ 593 Ed il garzon laquoNon rattenermi Atride Gran tempo qui Deh come intero un anno Rimarrei presso Te senza che mai 770 Pungegravessemi il desir di mia magione Neacute dersquo miei genitor tanta nel cuore Udendo il tuo sermon viemmi dolcezza Ma dolenti oltremodo i miei compagni Stagravennosi lagrave nella divina Pilo 775 Pel mio ritardo adunque tu piugrave a lungo Non trattenermi Dersquo tuoi doni eletti Picciol arnese riterrograve soltanto Neacute ad Igravetaca i destrier per me figraveen tratti A te gli lascerograve decoro e pompa 780 Di queste piagge peroccheacute tu donno Sersquo di vasta contrada ove biondeggia Il presente di Cegraverere ove in copia Cresce il loto e la spelda ed il cipegravero E rsquol candidrsquoorzo che lontan si spande 785

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Non giagrave vaste carriere e prati erbosi Stegravendersi nellrsquoalpestre Igravetaca vedi Di capre egrave altrice pur egravemmi piugrave cara Che se larga arsquo corsier desse pastura Tra le cinte dal mare isole nulla 790 Ricca egrave di campi atti a nutrir cavalli E men che tutte lrsquoaltre Igravetaca miaraquo

δ 609 Sorrise il forte Atride ed al garzone Stretta la destra lo nomograve e gli disse

δ 611 laquoChiaro mostra il tuo dir figlio diletto 795 Esser tu di buon sangue Or commutarti Piagravecemi i doni e mi fia agevol cosa Di quanto sta nersquo tetti miei riposto Ciograve che in pregio maggior ciograve chrsquoegrave piugrave bello Darti voglrsquoio unrsquourna effigiata 800 Argento tutta senoncheacute in su gli orli Oro lrsquoadorna egrave di Vulcan fattura Fegravedimo la mi diegrave re di Sidone Quandrsquoio reverso drsquoIgravelio ebbi ricetto Nel suo palagio or dagraverlati voglrsquoioraquo 805

δ 620 Tal fu lrsquoalterno ragionar dersquo prenci Del re felice alla magione intanto Accorrevano i servi Altri conduce Pecore pingui altri Liegraveo spumante Drsquoardire eccitatore le costor donne 810 Avvolte il crine drsquoondeggianti bende Candido pan recar faceano In questa Guisa il convito qui si apparecchiava

δ 625 Ma dellrsquoIgravetaco eroe raccolti i Proci Davanti alla magion prendean diletto 815 A lanciar dischi ed a vibrar quadrelli Sul terso pavimento ove pur dianzi Pompa feacutean drsquoinsolenza Ivi in disparte Antigravenoo srsquoera assiso e rsquol deiforme Eurigravemaco amendue capi dersquo Proci 820 Per natali ambo illustri e per coraggio Ed ecco a loro Noemoacuten Fronide Srsquoaccosta e move al primo este parole

δ 632 laquoPossiam o no saper Antigravenoo quando Redir potragrave Telegravemaco da Pilo 825 Ito egrave colagrave col legno mio or mi stringe Uopo di quello cheacute nersquo lati campi

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Tragettar vorsquo dellrsquoEgravelide ove sei E sei possedo giovani cavalle E muli vigorosi ancor non domi 830 Qui vorsquo trarne uno e sottoporlo al giogoraquo

δ 638 Attoniti lrsquoudicircr cheacute non a Pilo Cittade di Negraveleo ma il credean ito Pel gregge arsquo campi o dal pastor Eumegraveo

δ 641 E lrsquoEupigravetide Antigravenoo laquoIl veacuter dimmi 835 Quando si dipartigrave Chi lo seguigravea DeglrsquoItacesi giovani i piugrave illustri O mercenari e schiavi E tanto ancora Costui compiere ardigrave Schietto mi narra A parte a parte il tutto ondrsquoio rsquol mi sappia 840 Per forza a tuo dispetto ersquo ti rapigravea La nave o di buon grado gliela desti Quando con blandi accenti la ti chieseraquo

δ 648 laquoDi libero voler la gli diedrsquoio ndash Noemoacuten ripigliograve ndash chi mai ciograve stesso 845 Fatto del pari non avrebbe quando Uom drsquoalto affar dolente ripregando Chiedeacuteala Il niego era impossibil cosa Gioventugrave che tra il popolo primeggia Il seguitava Megraventore vidrsquoio 850 Mentrrsquoei saligravea qual condottier la nave O qualche Iddio che ne vestigrave la forma Stupor mi prende Megraventore qui scorsi Ieri sullrsquoalba e allor montava il legno Che vegraver Pilo arenosa alzograve le veleraquo 855

δ 657 Detto al paterno ostel fece ritorno Quersquo duo fieri allibicircro I Proci a un tempo Dismessi i giuochi assigravesersi dolente LrsquoEupigravetide Antigravenoo questo sermone Rivolse a tutti fervida trascorre 860 Il gonfio petto a intenebrargli lrsquoira E come fiamma gli scintillan gli occhi

δ 663 laquoNumi ndash sclamograve ndash ecco il disegno ardito Che volgeva giagrave in cor superbo or pose Telegravemaco ad effetto il suo viaggio 865 E per noi si dicea che non lrsquoimprende Giovine soro di noi tutti ad onta Getta un legno nel mar pagravertesi audace Di prode gioventugrave facendo eletta

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Ma lui medesmo struggeragrave lrsquoOligravempio 870 Di forza anzi che a noi dannaggio apporti Orsugrave veacutenti compagni e un ratto legno Dagravetemi acciograve lrsquoapposti insidiando Nello stretto che parte Igravetaca e lrsquoaspra Same cosigrave correre il mare in traccia 875 Del genitor gli torneragrave funestoraquo Detto vie piugrave con plausi i Proci tutti Il concitacircr e surti incontinente Nella magion drsquoUlisse rientracircro

δ 675 Neacute giagrave gran pezzo dersquo partiti ignara 880 Che nellrsquoimo del cor volgeano i Proci Penegravelope si fu la fece accorta Medoacutente il banditor che la consulta Stando al di fuori del cortile udigravea Che nellrsquointerno ordigravean gli empi la trama 885 Precipitoso corse ad annunziarla Alla regina Ella che il vide appena Oltrepassar la soglia a dir si prese

δ 681 laquoA che i Proci superbi o banditore Mandacircrti A impor che cessino dallrsquoopre 890 Del divo Ulisse le captive e ad essi Apprestino il convito Ah non altrove Ambiscano le nozze e non piugrave mai Si adunin qui ma sia dersquo lor conviti Lrsquoultimo questo O Voi che in sigrave gran calca 895 Struggete il molto vitto e le ricchezze Di Telegravemaco mio non dunque udiste Nellrsquoetagrave giovenil darsquo padri vostri I modi che con lor tenne lrsquoeroe Ned atto ingiusto fece mai neacute acerbo 900 Presso il popolo suo detto proferse Pur dersquo scettrati Re tale egrave lrsquousanza Diliger gli uni abborrir gli altri Ulisse Uom non afflisse mai drsquoonta o drsquooltraggio Ma in queste detestate opere indegne 905 Tutta appar lrsquoalma vostra e come egrave spenta Drsquoogni antico favor la rimembranzaraquo

δ 696 Ed il saggio Medoacutente laquoAh piaccia ai Numi Che il maggior mal sia questo alma reigravena Altro piugrave grave e vie piugrave fiero i Proci 910 Volgono in mente e tu spegraverdilo o Giove

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Uccigravederti di ferro al suo ritorno Bramano il figlio che a ritrar del padre A Pilo e a Lacedegravemone si volseraquo

δ 703 A questi accenti le ginocchia e rsquol core 915 Tosto fiaccar Penegravelope si sente Lunga pezza ammutigrave pregni di pianto Le ringorgano gli occhi e la soave Languida voce sui labbri le spira

δ 706 Rotto al fine il silenzio laquoE percheacute Araldo 920 Ito egrave da me lontano il figliuol mio Nullrsquouopo giagrave stringeacutevalo le ratte Navi salir del pelago cavalli Con che varca il mortal lrsquoequoree vie Forse percheacute fermograve che appo le genti 925 Non rimanga di seacute ned anche il nomeraquo

δ 711 laquoNon so ndash rispose il banditor sagace ndash Se un Nume il vi sospinse o se affannoso Drsquoir a Pilo desigraveo lrsquoalma gli accese Sia per saper del padre suo il ritorno 930 Sia di qual fato vittima soggiacqueraquo

δ 715 Detto ciograve si diparte Un disperato Duolo che il cor fiedeacutevale e la mente Opprimeva Penegravelope che starsi Piugrave non sostenne sovra un seggio assisa 935 Bencheacute molti addobbagravesserle la stanza Sul nudo limitar la dolorosa Gettagravetasi mettea miseri lai Quante di fresca o di canuta etade Chiudea fanti la reggia a lei drsquointorno 940 Gemeano Alfine con pianto dirotto Rivolse a lor Penegravelope tai voci

δ 722 laquoDeh mie care ascoltagravetemi gli Eterni Me drsquoaffanni gravacircr piugrave che altra assai Compagna di mia etagrave che meco crebbe 945 Lrsquoottimo sposo mio perdetti in prima Cuor di Lion che fra le Dagravenae genti Del fior se nrsquo gigravea drsquoogni virtude adorno Quel prode la cui fama ampia echeggiava Per la Tessalica Egravellade ed in Argo 950 Ed ora il caro figlio inglorioso Le tempeste rapir fuor dersquo miersquo tetti Neacute del suo dipartir nulla sepprsquoio

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Infelici di voi non fuvvi alcuna Cui venisse in pensier drsquoin su le piume 955 Scuotermi E vrsquoera pur noto lrsquoistante Chrsquoei la bruna a salir nave se nrsquo gigravea Ah se dellrsquoarduo calle in che si egrave messo Giungeacuteami voce bencheacute drsquoir bramoso Avvinto rimarrigravea tra le mie braccia 960 O me lasciava in queste soglie estinta Ma voli un servo ed a me Dogravelio chiami Lrsquoantico schiavo che giagrave il padre diemmi Quandrsquoio me nrsquo venni in Igravetaca e che or cura Dellrsquoarboroso mio giardin si prende 965 Tosto si rechi appo Laerte a lui Tutto che mrsquoange narri il veglio forse Qualche consiglio rinverragrave al cospetto Si recheragrave del popolo e dorrassi Di color che sua stirpe e del divino 970 Ulisse braman disterpar dallrsquoimoraquo

δ 742 laquoDonna mia ndash rispondea lrsquoaffettuosa Bagravelia Euriclea ndash o tu con dispietato Ferro mrsquouccida o lo star mi consenta In questa reggia il veacuter non ti fia ascoso 975 Tutto sepprsquoio quantrsquoordinograve gli porsi Prebenda e vin soave ma col giuro Grande mi strinse di non farti accorta Del suo partir che al dodicesmo giorno ldquoSalvo chrsquoElla trsquointerroghi ndash soggiunse ndash 980 O del mio dipartir srsquoabbia contezzardquo Tanto il prese timor non forse il pianto Alla tua gran beltagrave recasse oltraggio Or tu deh prendi un bagno e in bianca veste A sommo il tetto del palagio ascendi 985 Con le tue ancelle lagrave Minerva invoca Figlia di Giove Egigraveoco e lrsquoalma diva Da morte il guarderagrave ma dellrsquoafflitto Vecchio non inasprir vie piugrave il cordoglio Non credrsquoio no che abbian gli Eterni in ira 990 DrsquoArcegravesio il sangue sorverragrave di lui Da qualche parte un giorno il discendente Che di questi palagi alti e dersquo pingui Remoti campi suoi terragrave il governoraquo

δ 758 Con questi accenti le calmograve la doglia 995

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E rsquol pianto le ripresse Ella bagnossi Di bianche vesti si adornograve salita Ad alto con le ancelle il sacro farro Nel canestro depose e orograve a Minerva

δ 762 laquoIndomita di Giove inclita figlia 1000 Se rsquol sapiente Ulisse in sua magione Pingui drsquoagna o di toro anche mai trsquoarse Deh mi serba oggi o Dea la rimembranza Il caro figliuol mio guagraverdami e quinci Gli oltracotati e rei Proci discacciaraquo 1005

δ 767 Al fine del suo dir mise ella un pio Flebile grido e lrsquoocchi-glauca Diva Pieno il voacuteto le feacutea Le sale intanto Del palagio oscurato empieano i Proci Di tumulto ed alcun di quersquo superbi 1010

δ 770 laquoCerto ndash sclamograve ndash lrsquoambita alma regina Or ci appresta le nozze ignara al tutto Che a morte giagrave Telegravemaco se nrsquo correraquo

δ 772 Cosigrave costor ma ignari essi medesmi Eran di tutto che lor si apprestava 1015

δ 774 E lrsquoEupigravetide laquoAhi temerari or tutti Lrsquoarrogante parlar cessate un tratto Onde non giunga a penetrar ligrave dentro Su via sorgete taciti e rsquol consiglio Che per noi tutti si assentigrave or srsquoadempiaraquo 1020

δ 778 Tacque ed eletti veacutenti prodi al lito In fretta srsquoavviograve Varacircr nellrsquoalto Il pin veloce alzacircr lrsquoalbero i remi Assettacircr entro volgitoi di cuoio Tutto a modo adopracircro indi le bianche 1025 Vele apersero al vento Arditi servi Armi recacircro e nel mar alto il legno Fermacircr dal canto donde lrsquoAgraveustro spira Cenacircro ligrave pur Egravespero aspettando Che porga lor della partenza il segno 1030

δ 787 Ma la regina nellrsquoeccelse stanze Mesta giacea non cibo non bevanda Ricordograve mai nel cuore ansia volgea Se rsquol figlio esimio sfuggiragrave la morte O se cadragrave darsquo Proci empi trafitto 1035 Quante cose diverse in seacute rivolve Incappato Lion tra folta schiera

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Di cacciator che con le tese reti Il circuendo lrsquoempion di paura Da tante acerbe cure combattuta 1040 Pur dolce scese a confortarla il sonno Stesa in sul letto le giunture tutte Le si sciolsero e tosto addormentosse

δ 795 Nella mente di Palla un pensier novo In questa balenograve Compose unrsquoombra 1045 Ad Iftigravema simigravel prole drsquoIcagraverio DrsquoEumelo sposa chrsquoebbe stanza in Fere DrsquoUlisse alla magion Palla lrsquoinvia Percheacute cessi od almen rattempri i lai I gemiti e i sospir della Regina 1050 Per lo pertugio del serrame entrata Le si librograve sul capo e sigrave le disse

δ 804 laquoDormi e rsquol tenero cor nel sen ti struggi Penegravelope Neacute gemiti neacute pianto Ti consenton gli Degravei reduce in breve 1055 Il tuo figlio accocircrrai cheacute drsquoalcun fallo Nol tengon no contaminato i Numiraquo

δ 808 E la Regina che soave dorme Del palagio dersquo sogni in sulle porte

δ 810 laquoA che mia suora qui venisti Prima 1060 Non lrsquousavi cheacute assai da lunge alberghi Or vuoi che il martigraver cessi e le infinite Doglie che il cor mi fiedono e la mente Quandrsquoio perdetti lrsquoottimo mio sposo Cuor di Lion che fra le Dagravenae genti 1065 Del fior se nrsquo gigravea drsquoogni virtude adorno Quel prode il cui gran nome alto echeggiava Per la Tessalica Egravellade ed in Argo Ed ecco il figliuol mio srsquoimbarca e parte Garzon di marzial fatica ignaro 1070 Neacute in adunanza popolar diserto Piugrave lui che lrsquoaltro piango impaurita Che alcun mal non lrsquoincolga appo le genti Che visita o nel mar Molti nemici Insidiando agognano immolarlo 1075 Pria chrsquoei ritorni alla natigravea contradaraquo

δ 824 laquoFarsquo cor ndash Lo spettro tenebroso aggiunse ndash Sgombra dal sen queste paure Il segue Compagna tal di sigrave fiera possanza

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Che ognun per seacute ne bramerigravea lrsquoaigraveta 1080 Palla Minerva che di Te pietosa Or queste a trsquoannunziar cose mrsquoinviaraquo

δ 835 Penegravelope gridograve laquoSe in veacuter sersquo Diva O se la voce di una Diva udisti Ahi del mio sposo misero mi parla 1085 Vive egli ancora Lrsquoalmo Sol si gode O lo scagliograve tra glrsquoinferi la Morteraquo

δ 835 laquoSrsquoei viva o no ndash rispose lrsquoesilrsquoombra ndash Dato non mrsquoegrave di farti manifesto Mal fa chi vani accenti allrsquoaura spanderaquo 1090

δ 838 Tacque e pel varco ondrsquoera entrata uscigraveo Mischiossi allrsquoaure e sparve Incontinente LrsquoIcagraveride destosse e rsquol cor gentile Di gaudio in petto rifiorir sentigravea Peroccheacute accorse nella fitta notte 1095 Svelato un sogno ad accertarle il vero

δ 842 Giagrave montati in sul legno igravevan solcando Lrsquoequoree strade i Proci atroce morte Macchinando a Telegravemaco Tra lrsquoaspra Same ed Igravetaca sorge in mezzo allrsquoonde 1100 Unrsquoisola scoscesa e non giagrave grande Asteri egrave detta drsquoambo i lati schiude Sicuri porti al valicar dei legni Quivi i Proci al garzon metteano agguato

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LL II BB RR OO QQ UU II NN TT OO

La Zattera drsquoUlisse

DDAL letto di Titoacuten surta lrsquoAurora Portava ai Numi ed arsquo mortali il giorno E giagrave tutti a concilio erano assisi Gli Eterni con in mezzo il Fulminante Di suprema possanza A lor Minerva 5 Noverava drsquoUlisse i molti affanni Revocandoli in mente cheacute non leve Cura la punse dellrsquoeroe dal tempo Che in sua magion la ninfa il si ritenne

ε 7 laquoO Giove ndash disse ndash e Voi tutti o beati 10 Degravei Sempiterni no benigno e mite Scettrato Re non sia piugrave mai ned alti Sensi volga nel cor ma crudel sempre Con iniqui e feroci atti imperversi Poicheacute nullo rammenta il divo Ulisse 15 Nullo fra i tanti popoli chrsquoei resse Qual padre affettuoso Ei gravi intanto Doglie pate nellrsquoisola ove giace Neghittoso languendo ove Calipso Per forza il tiene e rsquol ritornar gli egrave tolto 20 Non navi neacute compagni ha in sua baligravea Che rsquol carreggin sul dorso ampio del mare Ed ecco al caro figliuol suo che riede Alle sue case anegravelasi a dar morte Ei dietro al suon della paterna fama 25 Pilo ed Isparta a visitar si mosseraquo

ε 21 E rsquol Fulminante laquoO figlia mia qual detto Ti sfuggigrave dalle labbra Or tu medesma Non hai fermato giagrave che arsquo suoi reverso

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Tragga Ulisse darsquo Proci aspra vendetta 30 Ma con vigile cura (e ben tu rsquol puoi) Telegravemaco al natigraveo lido rimena Illeso al tutto siccheacute al fin delusi A retroso il lor pin volgano i Prociraquo

ε 28 Tacque lrsquoOligravempio ed a Mercurio vogravelto 35 Prole sua cara laquoVarsquo ndash disse ndash Mercurio Chiaro tra i Numi e messagier mio fido Alla ninfa dal crin aureo e le annunzia Il mio fermo voler che rieda Ulisse Alla terra natigravea ma che non abbia 40 Darsquo Numi o darsquo mortali alcunrsquoaigraveta Vorsquo che patiti aspri travagli aggiunga Nel ventesimo digrave su travi avvinte Da saldi nodi in un la fertil Scherigravea Terra alma dersquo Feaci che al par quasi 45 Di noi gioconda vivono la vita Degno il terran drsquoonor siccome un Dio Condurragravenlo alla sua patria diletta Rame ed oro daragravengli e vesti in copia Maggior che addotto ersquo non avrigravea se drsquoIgravelio 50 Tornava illeso e della preda onusto Chrsquoivi sortigrave Perograve che in fato egli ebbe Di riveder gli amici ed agli eccelsi Suoi tetti e al suol natigraveo di ricondursiraquo

ε 43 AllrsquoArgicigraveda lrsquoobbedir giagrave egrave tardo 55 I leggiadri talari aurei immortali Sotto le piante adatta Ali son queste Con che lrsquoimmensa Terra e rsquol mar trascorre Veloce a par del vento Indi la verga Prese con che a suo grado il sonno infonde 60 Negli occhi dersquo mortali o li dissonna Volograve tra man con quella e di Piegraveria Varcati i gioghi dagli eterei campi Sul mar precipitograve Scorrea a fior drsquoonda A par del laro che persquo vasti golfi 65 Persegue i pesci e le folte ali bagna Nel salso mar Non altrimenti i flutti Sorvolava infiniti il divo Ermete Come fu alla remota isola tosto Uscigrave fuor del mar bruno e lungo il lito 70 Processe fincheacute giunse al vasto speco

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Dove la Ninfa dal bel crine alberga Quivi il Dio la rinvenne Un foco grande Splende nel focolar lrsquoisola tutta Ridonda di fragranza che dal cedro 75 Dal tigraveo spezzati ed avvampanti esala Dolce cantando con gioconda voce Percorreva la Diva una gran tela Con aurea spola Ombragravevasi lo speco Da selva verde ognor drsquoalni e di pioppi 80 Di cipressi odoriferi Tra i folti Rami nidificavano gli augelli Dalle spase ali il gufo lo sparviere La garrula cornacchia che stridendo Del mar sui lidi vagolar si piace 85 Stendeacuteasi intorno allrsquoincavato speco Carca di grappi vite giovinetta Posti a distanza egual quattro bei fonti Limpidrsquoacque volvean vicini prima Scevrati indi scorreano in mille rivi 90 Lungo i margini lor verdeggian liete Praterie molli drsquoapio e di viole A tal vista anche un Dio meravigliando Di gioia sentirigravea lrsquoanimo empirsi Attonito risteacute Mercurio e poscia 95 Che tra seacute tutte cose a lodar ebbe Ratto al capace speco entro si mise Neacute come vide il messagier celeste Lrsquoinclita Dea Calipso il disconobbe Cheacute non egrave lrsquouno allrsquoaltro Nume ignoto 100 Bencheacute gli alberghi lor distin drsquoassai Neacute Mercurio trovograve dentro lrsquoeroe Gemea sul lito assiso e al par di prima Ligrave con pianti e sospir con doglie acerbe Struggeacuteasi lrsquoalma al mar voraginoso 105 Tenea fitto lo sguardo e lagrimava Posto che lrsquoebbe su lucente e miro Seggio lrsquoinclita diva interrogollo

ε 87 laquoPercheacute venisti a me pregiato e caro Nume dallrsquoaureo caducegraveo Mercurio 110 Non fu tua usanza giagrave di visitarmi Agraveprimi la tua mente il cor mi spira Se spetta a me di adempiere i tuoi voacuteti

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E se adegravempierli pur possibil fia Or via mi segui allrsquoospital convitoraquo 115

ε 92 Detto la mensa appoacutesegli davanti Ricoverta drsquoambrosia e rsquol rubicondo Nettare gli versograve cigravebasi e bee LrsquoArgicigraveda Quandrsquoei lrsquoanimo sente Ristorato a suo grado a dir si prese 120

ε 97 laquoMrsquointerroghi percheacute qui mi condussi Tu Dea me Dio Candido il veacuter chiarirti Egraveccomi presto poicheacute tu rsquol mrsquoingiungi Qui lrsquoOligravempio mrsquoinvia contro mia voglia Chi percorrer da seacute vorrigravea mai tanta 125 Salsa acqua immensa Ligrave cittagrave non sorge Dove i mortali arsquo Numi offrano voacuteti Ed esimie ecatombe Or questa egrave mente Ferma di Giove cui non osa alcuno Neacute violar neacute preterir dersquo Numi 130 Dicrsquoei che tu ricetti un di quersquo prodi (E di tutti rsquol piugrave misero) che intorno Di Prigraveamo alla cittagrave pugnacircr novrsquoanni Poicheacute al decimo in fin la rovesciacircro Vegraver la terra natigravea drizzacircr le prode 135 Ma nel redir offesero Minerva Che i turbini sonanti e le vastrsquoonde Contra lor sollevograve Quivi drsquoUlisse Tutti pericircr gli intrepidi compagni Qua dal vento e dallrsquoonda ei fu sospinto 140 Questrsquoeroe congedar Giove trsquoingiunge Subitamente Chrsquoei non ebbe in fato Lunge darsquo suoi perir ma gli egrave destino Rivederli e agli aviti alti palagi Alla terra natigravea di far ritornoraquo 145

ε 116 Calipso inorridigrave laquoNumi crudeli Vinti piugrave chrsquoaltri da furor geloso Quanta invidia portate ad ogni Diva Che apertamente ad un mortal si unigraveo Poi che a diletto suo sposo il si elesse 150 Quando lrsquoAurora dalle rosee dita Orione rapigrave chiusi teneste Glrsquoinvidi spirti ed il rancor nel petto Fincheacute in Ortigravegia corsquo suoi miti strali Saettandolo Artegravemide lrsquouccise 155

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E quando solo dal suo cor sospinta Giasioacuten desiograve Cegraverere bionda Tal che il si strinse drsquoamoroso amplesso Lagrave nel maggese che tre volte avea Risolcato lrsquoaratro il Sir drsquoOlimpo 160 Non del successo ignaro Giasione Con la rovente folgore scoscese Del par mi contendete invidi Numi Chrsquoio possegga il mortal che or meco alberga Pur da me fu serbato allor che errava 165 A cavalcion della carena ei solo Posciacheacute il negro suo legno veloce Conquassato dal folgore e disperso Nel mezzo al negro mar gli ebbe il Tonante Io lrsquoaccolsi io rsquol nutriva io gli promisi 170 Di renderlo immortale e lieto a un tempo Drsquoeterna gioventugrave Ma se di Giove Tal egrave la mente cui non osa alcuno Neacute violar neacute preterir dersquo Numi Pagravertasi se quel Dio lrsquoingiunge e rsquol mare 175 Voraginoso a risolcar lo spinge Certo nol rimando io navi e compagni Non sono a me che per lo vasto dorso Il carreggin del mar Ma di consiglio Affettuosa il sovverrograve neacute occulto 180 Il modo gli terrograve con che gli egrave dato Alle piaggie natigravee tornar illesoraquo

ε 145 E lrsquoArgicigraveda laquoOr via cosigrave rsquol rimanda Pon mente allrsquoira dellrsquoOligravempio un giorno Tornar la ti potrigravea grave drsquoassairaquo 185

ε 147 Posto fine al suo dir subito sparve Verso lrsquoinclito Eroe la nobil Ninfa Mosse tosto che udigrave lrsquoalto di Giove Comandamento assiso in sulla sponda Del pelago il trovograve ligrave mai non ebbe 190 Gli occhi asciutti di lagrime struggea Il caro viver suo pur del ritorno Bramoso che non punto igraveva a talento Allrsquoorrevole Dea Tutte le notti A si giacer nel cavo speco astretto 195 Disvolea ciograve che pur volea la Ninfa E quando splende il Digrave seggente il trova

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Sulle rocce che ingombrano la sponda Lagrave con sospir con gemiti con doglie Roacutedesi lrsquoalma tacito ed immoto 200 Contempla il mar voraginoso e piagne

ε 159 Ma la Dea sorvenendo laquoOh sconsolato Deh non mi dar qui rsquon pianto e il viver caro Non consumarti affettuosa e presta A rimandarti di gran cor consento 205 Tronca su via le vive travi e larga Zattera con il ferro ti congegna Vrsquoinfiggendo alti palchi onde ti porti Sul tenebroso mar Limpide linfe Candidi pani e fervido Liegraveo 210 Che forza infonde e lrsquoanimo conforta Io stessa vrsquoimporrograve sigrave che la fame Da te lunge rispinga altre indossarti Vesti voglrsquoio destro spirarti un vento Che alla terra natigravea trsquoadduca illeso 215 Purcheacute tal sia il voler dersquo Sempiterni Numi del Ciel che in senno ed in possanza Me pur troppo soverchiano drsquoassairaquo

ε 171 Ulisse inorridigrave laquoCerto ndash rispose ndash Altro o Diva pensier tu volgi in mente 220 Non il congedo mio poicheacute mrsquoingiungi Affrontar su tal cimba il tempestoso Fiero abisso del mar che le veloci Vaste navi non varcano quantunque Del vento liete che a lor Giove spira 225 No non la salirograve contro tua voglia Se a me giurar o Dea prima non degni Col giuramento degli Degravei rsquol piugrave grande Che altro danno patir da te non deggiaraquo

ε 180 Sorrise lrsquoalma Diva e della destra 230 Il blandigrave e sigrave gli disse laquoAhi sconoscente Ben sersquo ricco di senno e ben si appare Quantrsquoegrave il sospetto che di me ti prese Siate voi dunque testimoni o Terra O Ciel superno e tu che ti rivolvi 235 Sotterra onda di Stige appo i beati Numi giuro il piugrave sacro e rsquol piugrave tremendo Che affligraveggerti non vorsquo drsquoaltra sventura Ma penso e dico ciograve che per me stessa

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Torrei se fossi a tali strette addotta 240 Sincera ho lrsquoalma ned in questo petto Cor di ferro si annida anzi rsquol mi sento Tenero ahi troppo e di pietade amicoraquo

ε 192 Detto ratta il precorse ed ei rsquol vestigio Della Ninfa seguigravea Giunti alla grotta 245 La Diva ed il mortal questi nel seggio Donde sorto Mercurio era adagiosse La Dea cibi e licor di chrsquouom si pasce Poacutesegli innanzi e gli si assise a fronte Nettare e ambrosia a lei porgean le ancelle 250 Stese le mani alle vivande e preso Della mensa diletto in questa guisa Diegrave principio al suo dir lrsquoinclita Ninfa

ε 203 laquoO diva prole di Laerte o insigne Per senno Ulisse or dunque in cuor del verno 255 Arsquo cari tetti e alla natigravea contrada Ir di subito vuoi Varsquo pur felice Ma se in tua mente balenasser quante Patir gragravevati il Fato acerbe doglie Pria di giunger colagrave qui rimarresti 260 Qui con meco a guardar queste mie case E saresti immortal bencheacute il cor trsquoarda Brama di riveder quella tua donna A cui sempre sospiri Io pur mi vanto Non di statura no neacute di fattezze 265 Esser da men di lei Certo arsquo mortali Donne neacute di beltagrave neacute di persona Con le immortali gareggiar si addiceraquo

ε 214 laquoNon corrucciarti meco orrevol Diva ndash Ulisse ripigliograve ndash conosco appieno 270 Che da meno di Te nel tuo cospetto Fia la saggia Penegravelope o si guardi Alla persona o alla beltagrave devota Essa alla Parca e Tu immortal ned ave In tua fresca beltagrave ragione il tempo 275 Pur questo vorsquo questo egrave il pensier che solo Stammi a tuttrsquoore nella mente infisso Che splenda il digrave che nel paterno tetto Rientrar mi faragrave Che se alcun Nume Pel negro a mrsquoinfestar mare si ostina 280 Sopporterograve cheacute contro alle sventure

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Intrepida nel petto alma rinserro Molti sul mar molti travagli in guerra Sostenni ai tanti aggiugravengasi questrsquounoraquo

ε 225 Caduto in questa il Sol scese la Notte 285 Processi in fondo alla capace grotta La Ninfa con lrsquoeroe lrsquouno appo lrsquoaltra Le soavi drsquoamor gioie gustacircro

ε 228 Apparsa del Mattin la rosea figlia Tunica e manto il Re vestigrave la Ninfa 290 Splendida di candor larga una gonna Sottile graziosa al fianco strinse Aureo cinto elegante in sulle chiome Ondeggiar fersquo un bel velo indi drsquoUlisse Ad apprestar la dipartenza attese 295 Scure di rame a doppio taglio grande Manesca gli porgea con un drsquoolivo Vago adatto manubrio a questa aggiunse Lucida unrsquoascia indi rsquol guidograve lagrave dove In sullrsquoestremitagrave dellrsquoisoletta 300 Alte piante crescean pioppi alni e abeti Che mettevano al Ciel la verde chioma Aride da gran tempo al Sol riarse Atte a via scivolar sul mare ondoso Lrsquoeccelse piante gli additograve la Diva 305 Ed il piede rivolse alla sua grotta

ε 243 Tronca gli alberi Ulisse e giagrave veloce Lrsquoopra che avea tra mano al suo fin corre Nrsquoabbatteacute veacutenti gli adeguograve col ferro Solerte li puligrave drizzolli a squadra 310 Recograve intanto la Dea succhi allrsquoeroe Ed ei forava e riunigravea le travi E di chiovi e drsquoincastri le stringea Quanto di nave ampia da carco allarga Mastro perito il fondo estesa tanto 315 Si fabbricograve la zattera lrsquoeroe Spesse travi su larghe assi stendendo Il tavolato alzograve Piantovvi inoltre Lrsquoalbero con lrsquoantenna ed il timone Construsse il circuigrave con lenti salci 320 Schermo allrsquoonda irrompente e gittograve in fondo Stipati acervi di spezzata selva Calipso esimia Dea recogravegli in questa

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Tele con chrsquoei mise le vele in punto Tirograve le antenne e vi legograve le sarte 325 La poggia e lrsquoorza In fin sottese al legno Forti leve nel mar vasto il sospinse

ε 262 Al quarto digrave tutto era in pronto il quinto Dallrsquoisoletta il congedograve la Diva Dopo che il cinse di odorate vesti 330 E che drsquoun bagno il confortograve Nel legno Otri due collocograve lrsquoun di vermiglio Bacco lrsquoaltro maggior di limpidrsquoonda La vettovaglia chiuse in un capace Zaino in che mise molte dapi elette 335 Mite e benigno in fin largigraveagli un vento Lieto a quel vento dispiegograve le vele Ed assiso al timon con arte Ulisse Dirigeacutevane il corso ned il sonno Le luci gli gravograve mentre mirava 340 Le Plegraveiadi ed il lento tramontante Booacutete e lrsquoOrsa pur nomata il Carro Che ligrave si gira e guarda in Orione Sola darsquo flutti dellrsquoOcegraveano intatta Questa varcando il mar lasciare a manca 345 Commigravesegli la Dea Ben dieci e sette Digrave navigograve quandrsquoecco il digrave vegnente Soacutersegli a fronte corsquo suoi monti ombrosi Dersquo Feaci la terra a cui giagrave egrave presso Pagraververgli come al guardo gli si offerse 350 Sul tenebroso mar quasi uno scudo

ε 282 Ma di Etiopia reduce Nettuno Sin dallrsquoalte di Sogravelima montagne Gettograve lunge lo sguardo e affigurollo Veleggiante sullrsquoonde acceso in ira 355 Squassograve il capo e tra seacute cosigrave a dir tolse

ε 286 laquoE che Dunque mutacircr consiglio i Numi Intorno a Ulisse mentrrsquoio feacutea soggiorno Tra gli Etiogravepi Ecco giagrave presso egrave giunto Dersquo Feaci alla terra ovrsquoebbe in sorte 360 Sfuggir lrsquoalte sventure ondrsquoegli egrave oppresso Pur di guai mi credrsquoio sazio fia primaraquo

ε 291 Detto afferrograve rsquol tridente adunograve i nembi Il mar turbograve Di tutte le tempeste Tutti i vegraventi eccitograve la terra e lrsquoonde 365

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Di nugoli coprigrave dal Ciel la Notte Precipitograve piombacircr quasi in un gruppo Con Egraveuro e Noto ad una rsquol violento Zegraveffiro e lrsquoAquiloacuten che drsquoalto spira Spazza i nembi e le vaste onde rivolve 370 Mancar sentissi le ginocchia e rsquol core Ulisse e alla sua grande alma gemendo

ε 299 laquoAhi misero ndash dicea ndash di me che fia Temo verace della Ninfa il detto Chrsquoio sosterrei nel mar gran doglie prima 375 Di redir arsquo miei lari or ciograve si adempie Oh di quai nubi rsquol ciel vasto inghirlanda Giove lrsquoonde turbograve di tutti i vegraventi Impeto fan sul mar fiere tempeste Certa e ria morte or tiemmi Oh fortunati 380 Tre volte e quattro i Dagravenai che agli Atridi Gratificando lagrave nersquo campi drsquoIgravelio Cadeano Deh percheacute non caddi anchrsquoio Quel digrave che i Tegraveucri al morto Achille intorno Tante ferrate in me lance avventacircro 385 Sortito avrei gli onor funegravebri a cielo Celebrato mia gloria arigraveen gli Achivi Or mi danna il Destino a ignobil morteraquo

ε 313 Tacque e dallrsquoalto ruinando unrsquoonda Orribilmente rigirograve la barca 390 E da quella lrsquoeroe lungi sospinse Via gettograve il tegravemo dersquo commisti vegraventi Lrsquoirrompente terribile procella Lrsquoalbero gli scoscese in mar lontano Vela ed antenna caddero gran tempo 395 Stette sommerso neacute darsquo tempestosi Flutti ratto emergea peroccheacute troppo Di Calipso il gravavano le vesti Sorse alfine dal mar molta salsa onda Vomitando che giugrave dal capo a rivi 400 Con lene sibilar gli discorrea Bencheacute rotto di stento ersquo giagrave non pose La zattera in obbligraveo ma sovra i flutti Lanciagravetosi ghermigravella indi nel mezzo Schivando il fin di morte vi si assise 405 Agitata qua e lagrave lrsquoalte correnti Del gran fiotto rapigravevanla A quel modo

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Che sovra un campo lrsquoAquiloacuten drsquoAutunno Sparpaglia un fascio drsquointrecciate spine Trabagravelzanla qua e lagrave sul mare i vegraventi 410 Or Noto contro a Bograverea la sospinge Che ben lungi lrsquoavventa Egraveuro or la cede A Zegraveffiro che fier lrsquourta e lrsquoincalza

ε 333 Vide lrsquoeroe diserto Ino Cadmegravea Dal candido talon che tra i mortali 415 Modulanti la voce un digrave nomosse Leucotogravee ed or nel pelago si gode Divini onori Di pietagrave il cor tocca Pel combattuto eroe da immensi affanni Qual mergo a volo si lanciograve dallrsquoonde 420 Sulla cimba si assise e sigrave gli disse

ε 339 laquoLasso percheacute di tanta e cosigrave atroce Ira teco si accese Enosigegraveo Tal che di questi mali ora ti opprime Pur non ti perderagrave comeccheacute il brami 425 Questo farsquo dunque cheacute di senno uscito Giagrave non mi sembri svegravestiti dersquo panni Dagrave dersquo vegraventi in baligravea lrsquoinfranto legno Drsquoambe man nuota e cerca il tuo ritorno Nersquo Feacesi liti ove il rifugio 430 Ti consente il destino Or tersquo drsquointorno Questo velo immortal trsquoavvolgi al petto Neacute tema di periglio abbi o di morte Tocca dalle tue man la piaggia appena Disleacutegalo e volgendo addietro il voacutelto 435 Lungi dal continente in mar lo gittaraquo

ε 351 Tacque ed il vel gli diegrave nel mare ondoso Qual mergo si tuffograve corse una bruna Onda e la bella Diva ricoverse Stette in forse lrsquoeroe nel tollerante 440 Alto suo cor proruppe indi gemendo

ε 356 laquoAhi lasso forse alcun deglrsquoimmortali Novo inganno mi trama or che mrsquoingiunge Tocircrmi di questo legno Intera fede Dargli or non vorsquo cheacute irsquo veggio in lontananza 445 La terra ove promesso egravemmi lo scampo A questo che il miglior partito estimo Mi appiglierograve sin che tra lor congiunte Resteranno le travi io qui rimango Tutti affanni patendo e quando i flutti 450

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Spezzato lo mi avran porrommi a nuoto Neacute mi occorre alla mente altro consiglioraquo

ε 365 Questo nellrsquoagitata alma ei volgendo Nettuno sollevograve tumida unrsquoonda Grave orribile enorme e la sospinse 455 Qual da turbo investito si disperde Di qua di lagrave drsquoaride paglie un mucchio Tal tutte andacircr le tavole disperse Sovra drsquoun trave lagravenciasi lrsquoeroe Svegravestesi i panni che gli diegrave Calipso 460 E di corsiere in guisa oltre il sospinge Sotteso al petto il vel le braccia aperse A capo chin precipitograve nellrsquoonde E di forza nuotograve Nettuno il vide E crollando la testa in suo cor disse 465

ε 377 laquoErra cosigrave nel mar molti or sostieni Aspri tormenti sin che a gente arrivi A Giove cara ma neacute lagrave mi penso Allegro andrai del tuo fallirraquo Ciograve detto Sferzograve i corsier dallrsquoondeggiante chioma 470 E difilato ecco perviene ad Egravega Dove lrsquoinclita sua reggia si estolle

ε 382 Pagravellade intanto dellrsquoEgigraveoco figlia Altro in cura prendea ripresse il soffio Dersquo vegraventi gli acquetograve sopilli tutti 475 Ma il rapido incitograve Bograverea ed i grossi Flutti nrsquoinfranse fincheacute il divo Ulisse Appo i Feaci naviganti illustri Morte schivata e le rie Parche arrivi

ε 388 Quivi due digrave quivi due notti errava 480 Trabalzato su enormi onde ed il core Ad ora ad or gli presagigravea la morte Ma come lrsquoalba dallrsquoaurate chiome Rimenograve il terzo digrave quetossi rsquol vento E tranquillo seren drsquointorno rise 485 Ulisse allor drsquoun alto flutto in cima Drizzograve lrsquoacume dellrsquointente luci Neacute lontana da seacute scorse la terra Quale egrave la gioia che nel core abbonda Dersquo figli (che scorgean giacer gran tempo 490 Colpa drsquoinfesto demone consunto Darsquo fiere doglie il genitor) nel giorno Che i Degravei benigni in sanitagrave il tornacircro

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Tal giubilo sentigrave nellrsquoalma Ulisse Della terra allrsquoaspetto e delle selve 495 Nuotava e drsquoambo i piegrave lrsquoonde percosse Acquistar contendea lrsquoopposta riva Come distograve quanto drsquouom vola un grido Ode immenso fragor cheacute le vastrsquoonde Eruttate dal mar contro lrsquoalpestre 500 Continente mugghiavano e di larghi Sprazzi di spuma ricoprigravean la sponda Non porto alcun schermo alle navi o seno Quivi apparigravea ma rocce ardue ed acute Protendegraventisi in mar scogli erti e massi 510 Mancar sentissi le ginocchia e rsquol core Ulisse e in suo gran cor dicea gemendo

ε 408 laquoAhi quando questa infin terra insperata Diemmi Giove a veder quando solcai Questrsquoabisso e qui giunsi ecco non veggio 510 Egresso alcun per me fuor da queste onde Rocce acute a rincontro impetuoso Rugge drsquointorno il flutto in suso corre Liscia rupe qui rsquol mare alto mi toglie Fermar le piante ed ischivar la morte 515 Temo se tento uscir che mi rapisca E contro a questa roccia erta mrsquoavventi Un fier maroso sigrave che a me ogni sforzo Torni vano o funesto E srsquoio nuotando Oltre mi spingo onde cercar tranquille 520 Piaggie od un porto temo che gemente Me nel pescoso mar non risospinga La tempesta rapace o alcun dersquo mostri Che molti nutre in sen lrsquoalta Anfitrite Contro di me non ecciti alcun Dio 525 Cheacute ben so qual rancor tiemmi Nettunoraquo

ε 424 Mentre questi pensier tra seacute volgea Allrsquoaspro lito enorme onda lrsquoimpulse Squarciata la persona ivi ed infrante Tutte avrigravea le ossa se allrsquoeroe benigna 530 Non srsquoinfondea nellrsquoanimo Minerva La rupe in che giagrave dava ad ambe mani Aggrappograve e stretto vi aderigrave gemendo Fincheacute tutta la vasta onda trascorse Di tal guisa campograve ma rifluendo 535 Precipitoso il fiotto il ripercosse

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Il divelse dal masso e in lontananza Nel mare il trabalzograve Siccome polpo Sterpato dal nativo antro non pochi Tragge lapilli nelle molte branche 540 Cosigrave drsquoUlisse dalle man gagliarde Disvelse il masso la squarciata pelle Giagrave rsquol vasto fiotto il tranghiottigravea giagrave spento Contra il fato ligrave focircra il doloroso Ma di acume di forza e di coraggio 545 Palla il rigagliardigrave Da un flutto emerso Di quersquo che con fragor rompeacuteansi al lito Nuotava e rsquol guardo tenea vogravelto a terra Se forse di scoprir venigraveagli fatto Qualche piaggia ricurva o qualche porto 550 Neacute risteacute dal nuotar sin che alla foce Drsquoun fiume dalle belle onde al fin giunse Ottimo il loco pagravervegli che scarco Drsquoalpestri rocce era darsquo vegraventi intatto Come il fiume avvisograve dal cor sigrave orava 555

ε 445 laquoNume qual che tu sigravee di sigrave bellrsquoonda Ogravedimi a Te che tanto desiai Sfuggendo allrsquoira di Nettun ricorro Arsquo celesti medesimi egrave venerando Uom che giunga ramingo e tal son io 560 Che alle dolci tue acque arsquo tuoi ginocchi Dopo patiti immensi affanni or vengo Miserere di me che giagrave vo altero Drsquoesser supplice tuo benigno Iddio

ε 451 Tacque e rsquol Nume lenigrave subito il corso 565 Lrsquoonde adeguograve diffuse anzi allrsquoeroe Dolce calma e del suo limpido fiume Alla foce il salvograve Piegograve lrsquoeroe Le ginocchia e mancar sentigrave le braccia Cheacute rsquol mar fragravensegli rsquol core il corpo tutto 570 Gonfiava e per la bocca e per le nari A gurgiti le amare onde versava Senza respir giaceva e senza voce Disvigorito tanta e cosigrave fiera Fatica il soverchiograve Ma come in petto 575 Gli spirti ridestacircrsegli il vel sciolto Della Diva rsquol gettograve lagrave dove al mare Amareggiando il fiume si devolve Addietro il riportograve della corrente

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La vasta onda veloce e in un momento 580 Tra le care sue mani Ino lrsquoaccolse Del fiume allontanatosi su molli Giunchi cascograve baciograve la terra e poscia Gemendo al suo gran cor cosigrave dicea

ε 465 laquoAhi Che piugrave soffrirograve Di me che fia 585 Se lungo il fiume questa fiera notte Vigilerograve la rigidrsquoaura e rsquol guazzo Fertile me giagrave stanco e illanguidito Struggeranno cheacute allrsquoora mattutina Spira del fiume lrsquoagghiacciata brezza 590 Se del colle arboroso ascendo in cima E mrsquoaddormento tra i piugrave folti arbusti (Quando il gel nol contenda e la stanchezza Che dolce il sonno mi ristauri) Ahi preda E pasto diventar temo di belveraquo 595

ε 474 Prepor fersquo stima lrsquoultimo partito Verso il bosco se nrsquo va che allrsquoacque accanto Su drsquoun poggio surgea sotto due ulivi Che congiunti crescean quivi srsquointerna Ma domestico lrsquoun lrsquoaltro oleastro 600 Non gagliardo soffiar drsquoumidi vegraventi Non di fervido Sol raggio non pioggia Dirotta tra di lor penetrograve mai Tanto crebbero densi ed intrecciati Sottentrovvi lrsquoeroe Ratto movendo 605 Le mani intorno un letto ampio vi pose Cheacute gran copia di fronde ivi era sparsa Tal che due ricoprire o tre potrigravea Uomini al furiar di crudel verno Esultograve a quella vista asserenosse 610 Il divo Ulisse si corcograve e di fronde Enorme addosso si tirograve un acervo Comrsquouom solingo in sul confin drsquoun campo Tizzo nasconde sotto rsquol cener bruno Per serbar vivo della fiamma il seme 615 Che drsquoaltronde raccendere gli egrave tolto Sigrave tra le fronde ei si celograve Minerva Dolce sonno gli infuse e le dilette Palpegravebre gli velograve percheacute repente Lrsquoaffaticato eroe posi e respiri 620

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LL II BB RR OO SS EE SS TT OO

Arrivo di Ulisse presso i Feaci

SSTANCO lrsquoinclito eroe di tanti affanni Quivi posava in fin dal sonno oppresso Ma dersquo Feaci vegraver la popolata Cittagrave Palla volograve Questi da prima I vasti drsquoIperegravea piani abitacircro 5 Appo i Ciclopi gente atroce e fiera Che di rapine gli affliggea e di lutti Percheacute di gagliardigravea li soverchiava Quindi a migrar di lagrave gli persuase Nausigravetoo a un Dio sembiante che in Ischerigravea 10 Darsquo mortali ingegnosi allor divisa Gli addusse e stanza qui a fermar locolli Drsquouna cittagrave construgravessevi la cerchia Magioni fabbricograve delubri eresse E le terre divise Ma giagrave domo 15 Dalla Parca funesta ito era a Pluto Regnava Alcigravenoo allor darsquo Numi stessi Nersquo provvidi consigli ammaestrato Scese Minerva nel costui palagio Cheacute drsquoUlisse il ritorno in cor volgea 20 Vegraver la stanza volograve dedagravelea in cui Giovinetta dormigravea che di fattezze Di statura alle Dive era sembiante Nausigravecaa figlia del Re illustre quivi Stavan di qua di lagrave presso alla porta 25 Le cui splendide imposte eran rinchiuse Due fresche ancelle che le Grazie stesse Di celeste beltagrave resero adorne Come drsquoauretta un alito penegravetra

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Nella stanza la Diva ed alle piume 30 Della fanciulla avvicinata assunse Il voacutelto della figlia di Dimagravente Nocchier insigne a lei cara oltremodo Uguale a lei drsquoetade e sigrave le dice

ζ 25 laquoNausigravecaa percheacute Te sigrave trascurata 35 La madre partorigrave Le vesti esimie Ti giacciono neglette ed il momento Giagrave giagrave si appressa di tue nozze in cui Sfoggiar degravei le piugrave belle e offrirne a quanti Ti seguiranno del tuo sposo ai tetti 40 Merceacute tai cure insigne appo i mortali Fama si acquista e alleacutegrasi col padre La veneranda genitrice Or dunque Moviam sullrsquoalba ad imbianchire i panni Teco allrsquoopra sarograve per trarla a fine 45 Subitamente cheacute restar gran pezza Vergine tu non degravei giagrave tutti a gara Del popolo Feace i piugrave onorati Tra cui rsquol natal tu stessa anco sortisti Trsquoambiscono Via dunque in sullrsquoaurora 50 Lrsquoinclito genitor trova e rsquol richiedi Ed impetra da lui le mule e rsquol carro Che i tuoi cinti eleganti ed i tuoi veli Ed i superbi tuoi manti trasporti Anzi che a piegrave drsquoir cosigrave a te si addice 55 Cheacute da cittagrave i lavacri assai distannoraquo

ζ 41 Come si tacque rivolograve allrsquoOlimpo Sede va grido degli Degravei tranquilla Cheacute neacute da vegraventi srsquoagita neacute aspersa Da pioggia egrave mai neacute mai turbo lrsquoassale 60 Di gelato vapor su vi si spande Serenitagrave cui nulla nube vela Ed in che lume candido discorre Quivi i Celesti in gaudio in gioia in festa Eternalmente vivono beati 65 Ligrave Palla rivolograve poicheacute fersquo lieta La donzella regal del suo consiglio

ζ 48 Comparsa appena sovra lrsquoaureo trono Destograve lrsquoAurora la gentil donzella Che del sogno stupigrave Con agil piede 70 La reggia attraversograve per darne parte

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Arsquo cari genitor nella lor stanza Amendue li trovograve La madre assisa Accanto al focolar con leste ancelle Dal pennecchio traea torcendo il fuso 75 Lane tinte di porpora marina Ma nel padre si avvenne allor che fuori Uscigravea per ir corsquo prigravencipi al concilio Lagrave rsquove i prodi Feaci lrsquoinvitacircro Nausigravecaa al genitor fagravettasi presso 80

ζ 57 laquoBabbo mio ndash gli dicea ndash non vuoi tu darmi Lrsquoeccelso carro di veloci ruote Acciograve le belle vesti al fiume lavi Che mi giaccion di polvere coverte Ben si conviene a Te che tra i piugrave illustri 85 Siedi a consulta aver nitide vesti Cinque in tua reggia son figli diletti Due fa lieti Imenegraveo celibi gli altri Vanno del fior di giovinezza adorni Questi con lini entrar vogliono in danza 90 Dalle lavande di recente giunti Tutte coteste cure ora son mieraquo

ζ 66 Qui tacque cheacute nomar giagrave non ardigraveo La vereconda le fiorenti nozze Al caro genitor ma quei che tutto 95 Il suo concetto penetrograve rispose

ζ 68 laquoNeacute le Mule ned altro o figlia mia Ti si contende Varsquo lrsquoalto impalcato Agile carro appresteragraventi i serviraquo

ζ 71 Gli ordini arsquo servi diegrave trassero presti 100 La rapida mular biga allesticircrla Miser sotto le mule e le aggiogacircro Dalla stanza recograve Nausigravecaa intanto Le belle vesti e sul pulito carro Le collocograve Dapi squisite e varie 105 Pose la genitrice in un canestro Ed in otre caprigno il vin le infuse Indi alla figlia che saligrave sul carro Diede in ampolla drsquoograver liquida oliva Percheacute profumi seacute con le donzelle 110 Che la seguigravean preso che avranno il bagno Tolta la sferza e le lucenti briglie Nausigravecaa flagellograve sospinse al corso

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Le mule alto rumor sotto i lor passi Irrompendo levacircr senza far sosta 115 Disteacutesersi e portacircr le vesti ad una Con la fanciulla neacute lei sola appresso Di conserto le gigravean non poche ancelle

ζ 85 Ratto giunser del fiume alle bellrsquoonde Arsquo marmorei lavacri ridondanti 120 Drsquoacqua limpida sigrave che drsquoin su i panni Le disperate macchie anco tergea Sciolser le mule e lungo il vorticoso Fiume cacciacircrle a pascer la dolce erba Tolti indi di lor man dal carro i panni 125 Li tuffacircr nella bruna onda ed in larghe Fosse le ricalcacircr con presto piede Spinte da ricrescente emolo ardore Detersi e mondi lungo il marin lido Lrsquouno appo lrsquoaltro steacuteserli ove il flutto 130 Le pietruzze puligravea Preso indi rsquol bagno Profumacircrsi drsquoessenze e lungo il margo Del fiume si cibacircr pur aspettando Che arsquo rai del Sol si asciughino le vesti Del cibo estinto il desiderio diecircrsi 135 Deposti i veli della palla al gioco Nausigravecaa bella dalle nivee braccia Tra di lor intonava una canzona Come Diana faretrata incede Nersquo gioghi del Tagraveigeto o in Erimanto 140 Quando i rapidi cervi ed i cinghiali Piagravecesi a saettar scheacuterzanle intorno Le ninfe agresti dellrsquoEgigraveoco prole Nova piograveverle in cor sente dolcezza Latoacutena cheacute del capo e della fronte 145 Alle sue ninfe lrsquoalma Dea sovrasta Di leggier lrsquoaffiguri bencheacute tutte Di celeste beltagrave splendano adorne Non altrimenti tra le vaghe ancelle Spiccar lrsquointatta vergine si scorge 150

ζ 110 Ma quando arsquo tetti suoi redir si accinse E le mule aggiogograve ripiegograve i manti Novo in mente pensier surse a Minerva Come deacutestisi Ulisse e come ei veggia La vergine darsquo begli occhi lucenti 155

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Che dersquo Feaci alla cittagrave lo scorga Nausigravecaa in quel momento ad unrsquoancella Scagliograve la palla che falligrave e del fiume Nersquo vortici cascograve misero tutte Un altissimo grido A quel rumore 160 Riscosso Ulisse ove giacea si assise Questi nel dubbio cor sensi volgendo

ζ 119 laquoAhi lasso fra qual gente in qual contrada Giunto in fine son io Cruda selvaggia Cui del giusto non caglia O degli estrani 165 Amica e di cui lrsquoalma i numi adora Giugravensemi un femminil grido allrsquoorecchio Forse di Ninfe che negli ardui gioghi Delle montagne albergano o dersquo fiumi Nelle correnti o nelle valli erbose 170 O drsquoappresso mi sta gente mortale Modulante la voce Or io medesmo Con gli occhi propri accerteronne il veroraquo

ζ 127 Ciograve detto uscigrave fuor degli arbusti Ulisse Con la gagliarda man dallrsquoalta selva 175 Schiantograve frondoso un ramo e delle membra La men che onesta nuditagrave coverse Trasse lrsquoeroe come Lion montano Che in sua forza fidato oltre si spinge Dalla pioggia e dal turbine percosso 180 Vibran gli occhi scintille impetuoso Sui tauri sulle pecore sui cervi Della foresta avvegraventasi e la fame Ad assaltar fin lo sospinge il gregge Penetrando lrsquoovil che lo rinserra 185 Tal veniva lrsquoeroe vegraver le fanciulle (Necessitagrave rsquol traea) quantunque nudo Sozzo di marin limo apparve a tutte Orribile qua lagrave per lrsquoalte rive Fuggivano Risteacute Nausigravecaa sola 190 Cui nellrsquoanimo ardir Minerva infuse E di temenza le francograve le membra Ferma di contra si piantograve e lrsquoattese Volgea tra seacute lrsquoeroe se le ginocchia Supplice le abbracciasse o se con blande 195 Voci pregarla di lontan dovesse Che la cittagrave gli mostri e che il sovvenga

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Pur drsquouna vesta In suo pensier prepose Questo consiglio cheacute temea col tocco Delle ginocchia concitarne lrsquoira 200 Con dolce e accorto dir quindi incomincia

ζ 149 laquoTe imploro alma Regina Ah di che nome Chiamar ti deggio Diva o mortal donna Se Diva sersquo che rsquol Cielo abiti immenso Allrsquoesimia beltade agli atti allrsquoalta 205 Maestagrave delle forme in tutto assembri Artegravemide di Giove inclita figlia E se tu delle donne una pur sei Che albergan sulla terra ah mille volte Il genitor la madre ersquo tuoi germani 210 Mille volte beati Oh quanta gioia Sempre la tua merceacute lor petti inonda Scorgendoti in sul fior di giovinezza Percorrer lieta delle danze i cori Ma sovra gli altri tutti oh se beato 215 Chi di presenti nuziali onusta Trsquoaddurragrave arsquo tetti suoi No tra i mortali Non vider gli occhi miei miracol tale Neacute in uom neacute in donna mai Nel rimirarti Riverenza e stupor tegravengonmi oppresso 220 Di Febo appo lrsquoaltar sigrave vidrsquoio in Delo Bel rampollo di Palma egravergersi allrsquoaura Chrsquoivi alla guida di non poche genti Pur mi condussi un digrave Fatal viaggio Donde giagrave originacircr mie disventure 225 Come alla vista della giovin palma Restai gran pezza di stupor compreso Percheacute pianta sigrave bella e maestosa Dal grembo della terra unqua non sorse Cosigrave Te donna attonito or contemplo 230 Meraviglia stupor tema rispetto Forza al mio dubbio cor fanno ad un tempo Sigrave che abbracciar non oso il tuo ginocchio Ma tu in me scorgi un misero cui fiede Lrsquoalma immenso dolor Dal tenebroso 235 Mar dopo dieci e dieci digrave pur ieri Sfuggigravea me i flutti prima e me i furenti Turbini dallrsquoOgigravegia isola lunge Sospinsero Qua alfin gittommi un Dio

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Forse a patir novelli guai cheacute stanchi 240 Non credo io no dal perseguirmi i Numi Deh pietagrave rsquol cor ti tocchi alma regina Pietagrave di me che dopo tanti affanni Te prima imploro non egrave in me degli altri Della cittagrave o dersquo campi abitatori 245 Nulla notizia Piagravecciati additarmi Il cammin che a cittagrave guida e un vil lino Dammi che al corpo lo mi getti intorno Se qui venendo alcun per le tue vesti Recasti invoglio Tutto che desii 250 Ti concedan gli Degravei sposo e famiglia In che faccian regnar di cari affetti Dolce concordia peroccheacute non havvi Prosperitagrave che agguagli il viver lieto Di marito e di donna ambo reggenti 255 Drsquounanime voler la propria casa Gli invidi si corrucciano van lieti Gli ottimi ma vie piugrave chrsquoaltri beati Drsquoamor concorde esultano i due sposiraquo

ζ 186 laquoO forestier ned uom di senno uscito 260 Ned ignavo mi sembri ndash a lui rispose Nausigravecaa bella dalle nivee braccia ndash LrsquoOligravempio stesso a suo voler dispensa La fortuna arsquo mortali o buoni o rei Tutto che trsquoavviograve forza ti egrave quindi 265 Sopportarlo da forte Or che alla nostra Terra e cittagrave sersquo giunto neacute di vesti Difetto patirai neacute drsquoaltra aigraveta Cui dessi a forestier che accorse a noi Di remota contrada A Te la via 270 Additerograve della cittagrave ed il nome Dersquo popoli dirograve Tengono questa Cittagrave i Feaci ed il paese io nacqui Dal magnanimo Alcigravenoo a cui la somma Del poter ersquo commisero e la forzaraquo 275

ζ 198 Disse e allrsquoancelle dal bel crin rivolta laquoFermatevi ndash indicea ndash Percheacute alla vista Del forestier fuggite Oh rsquol vi credete Nemico Neacute tra vivi egrave neacute fia mai Uom che alla terra dersquo Feaci giunto 280 Osi guerra portar peroccheacute a noi

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Dismisurato amor portano i Numi In disparte abitiam nel mar ondoso Ultimi neacute con noi nullo srsquoimmischia Questrsquoinfelice che gran tempo errante 285 Sui flutti infin qua giunse or da noi vuogravelsi Soccorrere Gli estrani ed i mendichi Ci vengono da Giove esiguo dono Torna a lor caro Or via di cibo ancelle Lrsquoospite sovvenite e di bevande 290 Ma pria drsquoun bagno accanto al fiume ursquol vento Contro gli opposti schermi impeto perderaquo

ζ 211 Detto ristacircr le ancelle e rincoracircrsi Alternamente In parte al vento chiusa Condussero lrsquoeroe come prescrisse 295 Lrsquoalma figlia drsquoAlcigravenoo accanto a lui Le vesti collocacircr tunica e manto Rinchiusa indi gli diecircro in vasel drsquooro Liquida oliva e rsquol confortacircr del fiume Nelle pure a tuffarsi onde correnti 300

ζ 218 laquoDeh levagravetevi quinci o giovinette ndash Vogravelto alle ancelle rispondea lrsquoeroe ndash Finchrsquoio stesso dagli omeri deterga La salsa spuma ed ugravengami drsquoessenze Cheacute drsquooliva il licor sulla persona 305 Non mi scorse gran tempo Oh mai non fia Che nel vostro cospetto osi lavarmi Diviegravetami rsquol pudor sigrave disvestito Anzi a sigrave adorne giovani mostrarmiraquo

ζ 223 Le fanciulle arretracircrsi e riportacircro 310 Alla vergin quel detto ed ei col fiume Via tolse il limo che alle terga e arsquo lati Omeri gli si apprese indi la testa Dalla sozzura del mar fiero asterse Lavato ed unto srsquoindossograve quersquo panni 315 Che a lui lrsquointatta vergine largigraveo Giagrave Minerva di Giove inclita figlia Il fersquo apparir piugrave grande e maestoso Giugrave dal capo cader gli feacuteo la chioma In ondeggianti anella al fior sembiante 320 Giacintino Qual fabbro industre a cui Tutti dellrsquoarte disvelacircr gli arcani Il buon Vulcano e lrsquoAtenegravea Minerva

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Scorrer fa lrsquooro al fine argento intorno Sigrave che gli esce grazioso il lavorigraveo 325 Tal drsquoUlisse sugli omeri e sul capo Decoro e venustagrave Palla diffuse Ito in disparte ove piugrave sorge il lido Disfavillante di beltagrave e di grazia Lrsquoeroe si assise la regal donzella 330 Stupigrave e alle fanti dal bel crin sigrave disse

ζ 239 laquoUdigravetemi or che vrsquoapro il pensier mio Leggiadre ancelle No contra la mente Di tutti i Numi che in Olimpo han seggio Questo stranier non giunse alla contrada 335 Dersquo nobili Feaci Ei mrsquoebbe vista Drsquouomo ignobile prima ed or mrsquoassembra Un nume abitator del Ciel immenso Piaccia agli Eterni che tal fia colui Che nomerograve mio sposo Oh qui sua stanza 340 Fermasse e qui restar fosse contento Ancelle or via di cibo e di bevande Lrsquoospite a sovvenir tosto accorreteraquo

ζ 247 Udicircrla intente ed obbedicircr Accanto Dapi e beva gli apposero allor diessi 345 A dissetarsi a satollarsi Ulisse Voracemente peroccheacute gran tempo Il tormento patigrave drsquoavida fame

ζ 251 Qui ad altre cure la donzella attese Sul carro adorno le piegate vesti 350 Per ordine colloca aggioga al temo Le ratte mule di fortrsquounghia e sale Indi Ulisse al partir cosigrave rincora

ζ 255 laquoOr via legravevati su movi o straniere Vegraver la cittagrave Ti scorgerograve del saggio 355 Mio padre alla magione ove figraveen pagravermi I duci tutti dersquo Feaci accolti Ma poicheacute dissennato a me non sembri Pon mente a questo fincheacute i luoghi coacutelti Percorreremo pesterai veloce 360 Con le donzelle del mio cocchio il solco Io rsquol sentier segnerograve Ma giunti appresso Alla cittade scompagnarci egrave forza Alto muro lrsquoaccerchia e drsquoambo i lati Drsquoangusto ingresso un bel porto si schiude 365

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Cheacute un appo lrsquoaltro in fila i larghi legni Tirati in secco coprono la riva Di pietre svelte da profonde cave Lastricata egrave la piazza in mezzo a cui Superbo il tempio di Nettun si estolle 370 Lagrave srsquointende apprestar gomene e vele E gli altri arnesi delle navi brune Lagrave remi a ripulir cheacute giagrave i Feaci Non prendon cura drsquoarchi e di faretre Ma drsquoalberi di remi e drsquoalte navi 375 Su cui varcano lieti il mar spumante Darsquo motti amari di costor mi guardo Non alcun ci rampogni cheacute non pochi Insolentir tra il popolo son usi E se alcun dersquo piugrave tristi in noi srsquoavviene 380 ldquoChi egrave ndash forse diragrave ndash quel forestiere Drsquoaltere forme e di avvenente aspetto Che le vestigia di Nausigravecaa preme Dove il trovograve Certo esser dee lo sposo O dal suo legno qualche errante addusse 385 Qui pervenuto di lontan paese Cheacute nulla presso a noi gente dimora Od arsquo fervidi suoi voacuteti discese Di Cielo un Dio che riterragrave Ella sempre Gran loda le si dee se andando in volta 390 Questo trovograve sposo stranier cheacute i molti Feaci illustri che lrsquoambigraveano tutti Ebbe in dispetto la costei fierezzardquo Cosigrave la turba e focircrami vergogna Mi adirerei contro ad ogni altra io stessa 395 Che degli amati genitori in onta Sen gisse in compagnia drsquouomini prima Che delle nozze il digrave sacro le splenda Ospite senti dunque e questi detti Nel cor riposti impetrerai repente 400 Dal padre mio la scorta ed il ritorno Noi rinverrem per via lrsquoampio-fronzuto Bosco di pioppi allrsquoOcchi-glauca sacro Limpido fonte ivi discorre attorno Un bel prato si stende ivi rsquol podere 405 Ivi del padre mio lrsquoorto fiorisce Neacute distan piugrave dalla Cittagrave che il tratto

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Aereo chrsquoun gridar drsquouomo percorre Ivi trsquoassidi e sta fincheacute noi giunte Alla cittagrave saremo ed arsquo miei tetti 410 Quando riputerai che avrem giagrave tocche Le paterne mie soglie allor trsquoinurba Cerca del Re il palagio Agevolmente Lo si ravvisa esser potrigraveati scorta Anche un fanciullo No nulla altra sorge 415 Dersquo Feaci magion che quella adegui DrsquoAlcigravenoo Re lrsquoeroe che ingenerommi Come il palagio ed il cortil trsquoavranno Sottratto al guardo altrui di sala in sala Sino alla madre mia rapido varca 420 Siede davanti al foco al cui splendore Poggiata a una colonna ella ritorce Di stupenda beltagrave purpuree lane Siegravedonle retro le fantesche Quivi Dal medesmo splendore illuminato 425 Srsquoalza del caro genitore il trono In che siede e vivanda al par di un Dio Non arrestarti ligrave ma le man tese Tocca i ginocchi della madre mia Acciograve lieto tu veggia e prestamente 430 Splendere il digrave che alla natigravea contrada Per lontana che sia rimeneratti Se propizia arsquo tuoi preghi ella srsquoinchina Porta di riveder viva speranza Gli amici e di redire al natigraveo loco 435 Dove sorgono a Te gli aviti alberghiraquo

ζ 316 Tacque e toccograve della lucente sferza Le mule che lasciacircr subito a dietro Le correnti del fiume impetuose Si lanciarono al corso e con lrsquoalterno 440 Delle gambe agitar radean la terra Ma la donzella percheacute a piegrave seguirla Con Ulisse potegravesserla le ancelle La briglia ed il flagel reggea con arte Corcagravevasi giagrave rsquol Sol quando fucircr giunti 445 Al sacro di Minerva inclito bosco Ulisse ivi si assise e incontinente Cosigrave alla figlia dellrsquoOligravempio orava

ζ 324 laquoO prole invitta dellrsquoEgigraveoco padre

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Ogravedimi mrsquoodi alfin ora cheacute pieni 450 Non feacutesti i voacuteti miei quando travolto Dalla tempesta mrsquoaffliggea Nettuno Dammi che miti accogravelganmi i Feaci E che sentan pietagrave di mie sventureraquo

ζ 328 Sigrave disse orando e Pagravellade lrsquoudigravea 455 Ma non sostenne giagrave stargli a rincontro Visibilmente cheacute timor del grande Zio paterno la prese al cui corruccio Terribile fu segno il divo Ulisse Fincheacute presse del piegrave le patrie sponde 460

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LL II BB RR OO SS EE TT TT II MM OO

Arrivo drsquoUlisse presso ad Alcigravenoo

CCOSIgrave nel bosco orava il paziente Divo Ulisse a cittagrave portava intanto Delle mule il vigor lrsquoalta donzella Alle paterne giunta inclite case Sostograve nellrsquoatrio il carro a lei drsquointorno 5 Restrigravensersi leggiadri a par di stelle I germani dal temo altri disciolse Le mule altri portograve dentro le vesti Ella ad alto saligrave raccese il foco Eurimedusa unrsquoattempata fante 10 Che i larghi legni un digrave recacircr drsquoEpiro Tra molte scelta lrsquoebbe Alcigravenoo in dono Darsquo Feaci su cui stendea lo scettro E che al pari di un nume udigravean le genti Costei Nausigravecaa dalle nivee braccia 15 Rallevograve nella reggia ed ora il fuoco Le raccendeva e le imbandigravea la cena

η 14 Sorse in questa lrsquoeroe per avviarsi Vegraver la cittagrave di folta nebbia intorno Minerva cui diletto era il coverse 20 Onde qualcuno dersquo Feaci alteri Nol motteggi tra via ned il richiegga Dellrsquoesser suo Ma come il piegrave mettea Nellrsquoamabil cittagrave gli si fersquo incontro A giovinetta vergine sembiante 25 Che porti unrsquourna lrsquoocchi-glauca Diva Steacutettegli a fronte ed egli interrogolla

η 22 laquoVuorsquo tu figlia condurmi alla magione DrsquoAlcigravenoo regnator di queste genti

ODISSEA

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Da remota contrada or qua vennrsquoio 30 Pellegrino infelice e non conobbi Neacute di questa cittagrave neacute dersquo cultori Dersquo vostri campi abitatore alcunoraquo

η 27 laquoIl tetto di che parli ospite padre Mostrar ti vorsquo ndash rispoacutesegli Minerva ndash 35 Cheacute il mio buon genitor drsquoallato alberga Cosigrave tacito varsquo neacute sguardo o voce Drizzar ad alcun mai Non egrave cortese Qui rsquol popolo agli estrani e non accoglie Con lieto viso chi drsquoaltronde approda 40 Posta fidanza nelle ratte navi Glrsquoimmensi flutti varcano tal possa Diegrave Nettuno arsquo Feaci i costor legni Volano come lrsquoali od il pensiereraquo

η 37 Detto processe rapida lrsquoeroe 45 Premeacuteale lrsquoorma Nullo deglrsquoillustri Navigator Feaci si fersquo accorto Mentrrsquoei fra loro la cittagrave percorre Cheacute Palla dal bel crin terribil Diva Nol consentigrave di folta nebbia intorno 50 Il ricoverse cheacute dar opra a quanto Recepe in seacute beltagrave Palla si piace Oppresso di stupor mirava Ulisse I porti i larghi legni e le gran piazze Le lunghe mure altissime afforzate 55 Di steccati spettacolo ammirando Ma giunti a casa il Re Palla soggiunse

η 48 laquoEgraveccoti la magione ospite padre Che a trsquoindicare mi chiedesti i prenci Di Giove alunni rinverrai ligrave accolti 60 A lieta mensa Trsquointrometti e nullo Timor ti turbi lrsquoanimo chrsquouom franco Lrsquoimpresa a cui dagrave man tragge a buon fine Bencheacute drsquoaltronde arrivi Alla Regina Drizza i tuoi prieghi pria noacutemasi Aregravete 65 Dagli avi stessi onde rsquol Re Alcigravenoo scese Originano entrambi Nausitograveo Nacque giagrave di Nettuno e Peribegravea Portento di beltade ultima figlia Del fior drsquoogni gagliardo Eurimedonte 70 Che arsquo superbi giganti un digrave imperava

LIBRO VII

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Ma seacute di vita con sue genti rie Rompendo guerre scellerate trasse Nettuno adunque a Peribegravea commisto Nrsquoebbe un figlio che un digrave resse i Feaci 75 Nausigravetoo generoso il qual produsse Alcigravenoo e Resenograver Ma questi privo Di viril prole fu da Febo Apollo Dal grandrsquoarco drsquoargento saettato Giovine sposo ancor nella sua reggia 80 Questa figlia lasciando unica Aregravete Alcigravenoo a moglie la menograve e la onora Sigrave che non altra donna in sulla terra Ora del pari onoacuterasi fra quante Al marito soggette accorte e saggie 85 Di lor famiglie tengono il governo Cosigrave di tutto cor tenuta egrave in pregio Darsquo cari figli dal Re Alcigravenoo stesso Dal popol tutto che qual Dea lrsquoadora E con plausi lrsquoaccoglie e fausti accenti 90 Quando della cittagrave calca le vie Neacute mai di senno e di bontagrave fu scarsa Ben corsquo propri pensier sagaci e giusti Spesso le varie ancor liti compone Se nellrsquoimo del cor lrsquoalma regina 95 Tocca fia di pietagrave porta speranza Di riveder gli amici ed allrsquoeccelse Redir tue case ed arsquo paterni tettiraquo

η 78 Comrsquoebbe detto ciograve sul mar la Diva Lanciagravetasi lasciograve le verdi piaggie 100 Dellrsquoamabile Scherigravea e sorvolando Maratona e le strade ampie drsquoAtene Nel forte albergo drsquoErettegraveo si addusse Ma del Re srsquoavviograve vegraver la superba Magion lrsquoeroe nel cor molte affannose 105 Cure agitando soffermossi prima Drsquooltrepassare della soglia il bronzo Peroccheacute come il Sol raggia o la Luna Cosigrave del Re splendea lrsquoalto palagio Dal fondo a cima di massiccio rame 110 Di qua di lagrave si ergeano le pareti Cui drsquointorno correa ceruleo fregio Porte drsquooro chiudean la magion forte

ODISSEA

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Surgean dal bronzo della soglia in alto Gli stipiti drsquoargento a far sostegno 115 Allrsquoargenteo architrave e tutto drsquooro Splendea lrsquoanello Dallrsquoun canto e lrsquoaltro Stavan drsquoargento e drsquoograver cani formati Da Vulcan con divina arte immortali E da vecchiezza immuni onde rsquol palagio 120 Guardassero del Re Dal limitare Sino allrsquoestremitagrave dellrsquoampia sala Surgean lunghesso il muro affissi troni Di ben intesti pepli ricoverti Delle donne di Scherigravea opra leggiadra 125 Qui dersquo Feaci i prigravencipi seggendo Dapi e licor gustavan di che sempre Lrsquoalma copia li bea Qui di donzelli Stavan su ben torniti piedestalli I simulacri drsquoograver che accese in mano 130 Faci tenendo le notturne mense Dersquo prenci illuminavano Cinquanta Del Re nella magion servono ancelle Lrsquoune sotto il girar di presta mola Frangeano rsquol biondo gran lrsquoaltre seggendo 135 Tele ordivan sottili o torcean fusi Di tante mani il rapido agitarsi Parea sembiante al mobile fogliame Scosso dallrsquoaura drsquoun eccelso pioppo I lucidi splendean lini siccome 140 Trascorregravessevi su liquida oliva Quanto a regger sul mar legno veloce Tutte altre genti avanzano i Feaci Tanto vagliono a ordir splendide fila Le Feacesi cui nelle gentili 145 Arti nersquo vaghi lavorii ed in tutte Lrsquoopre drsquoingegno ammaestrograve Minerva Ma di lagrave dal cortil presso alle porte Grande un orto stendeacutevasi che ararlo Potrigravean due tori in quattro digrave da tutte 150 Parti murato Verdeggianti ed alte Lagrave fioriscon le piante il melagrano Il pero il melo di vermiglie poma Il dolce fico e di lucenti bacche Carco lrsquoulivo Non di questi mai 155

LIBRO VII

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A fallir viene od a mancare il frutto Ma verno e state egravevvi perenne blando Sempre vi spira Zegraveffiro al cui soffio Mentre vi spunta lrsquoun lrsquoaltro matura Lagrave sulla pera giovinetta invecchia 160 La pera il pomo appresso il pomo lrsquouva Accanto lrsquouva e rsquol fico al fico Quivi Mettea radici una profonda vigna Parte in vasta pianura egrave giagrave riarsa Arsquo rai del Sol dispicca altri darsquo tralci 165 Ricchi racemi altri del piegrave li calca Parte che innanzi sta drsquounrsquouva acerba Qua getta i fiori e lagrave tutta srsquoimbruna Ma nellrsquoestremitagrave del bel giardino Vestite miri ognor ben culte aiuole 170 Drsquoerba verde e di fior di color mille Sgorgan due fonti ligrave lrsquouno per tutto Il bel giardin dispegravergesi ma lrsquoaltro Sotto la soglia del cortil discorre Anzi allrsquoalto palagio i cittadini 175 Attignevano in questa Or tali fucircro Gli splendidi presenti che benigni Versacircr nella magion drsquoAlcigravenoo i Numi

η 133 Stette a tal vista tacito ed immoto Preso da meraviglia il divo Ulisse 180 Poi che tutto ammirograve varcograve repente La soglia e nel palagio alto si mise Trovograve a libar corsquo nappi ivi a Mercurio Di Scherigravea i duci ersquo condottieri a cui Gli ultimi offrigraveano sagrifizi quando 185 La rimembranza li pungea del sonno La sala Ulisse trapassograve involuto Dalla nebbia che folta gli diffuse Pagravellade intorno fincheacute presso giunse Ad Aregravete ed al Re Tese le palme 190 Le ginocchia abbracciograve della Regina Ed ecco dietro a lui la sacra nebbia Rovesciata dilegraveguasi Restacircro Allrsquoapparir che ei fersquo tutti in silenzio Attoniti rsquol guardando ed egli in atto 195 Supplice sciolse questi accenti laquoAregravete Del divo Resegravenore inclita prole

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Arsquo tuoi piedi me nrsquo vengo ed al tuo sposo Dopo molti patiti aspri travagli Vengo a cotesti convitati a cui 200 Concedano gli Degravei vita beata E che ognun trasferisca arsquo propri figli Le molte in sua magion chiuse ricchezze E rsquol guiderdon che rsquol popolo impartigravegli Deh piagravecciavi affrettar la mia partenza 205 Percheacute ratto al natigraveo loco ritorni Cheacute da gran tempo drsquoaspri affanni in preda Vivo da tutti i miei cari lontanoraquo

η 153 Disse ed al focolar ito si assise Sulla cenere Tutti ammutolicircro 210 Alfin ruppe rsquol silenzio il vecchio eroe Echenegraveo di maggior tempo degli altri Facondo dicitor che nella mente Fece tesoro di memorie antiche Tenero dellrsquoonor del natigraveo loco 215 Ad Alcigravenoo si volse e sigrave gli disse

η 159 laquoCerto bello non egrave neacute ti si addice Che accanto al focolar lrsquoospite sieda Sulla cenere qui ciascuno aspetta Il tuo comando e del parlar si affrena 220 Or via levalo su farsquo che si assida Drsquoargentee borchie sovra un seggio adorno Indi prescrivi ai banditor che i nappi Coronino di spume acciograve per noi Si libi al Folgorante che pur sempre 225 I venerandi supplici accompagna La dispensiera di serbate dapi Imbandisca indi allrsquoospite la cenaraquo

η 167 Stese drsquoAlcigravenoo Re la sacra possa Udito questo al degno eroe la destra 230 Dal focolare il sollevograve ed il pose Sovra lucido seggio rimovendo Laodamante intrepida sua prole Che sedeacutevagli accanto e che oltremodo Al paterno suo core era diletto 235 Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Tosto alle mani gli versograve lrsquoancella Limpide linfe e gli distese accanto Desco polito su cui bianchi pani

LIBRO VII

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E copia di riposte alme vivande 240 La veneranda dispensiera impose Dal cibo in questa e darsquo licor conforto A voglia sua prendeva Ulisse Allora Il forte Alcigravenoo al banditor impose

η 179 laquoPontogravenoo versa il fervido Liegraveo 245 Nellrsquourna e rsquol mesci nel palagio a tutti Acciograve per noi si libi al Fulminante Che i venerandi supplici accompagnaraquo

η 182 Detto il dolce licor Pontogravenoo mesce Cominciograve dalla destra a tutti quanti 250 Corsquo nappi in volta propinando gigravea Comrsquoebbero libato e che a sua voglia Bevve ciascuno il Re a parlar si prese

η 186 laquoPrigravencipi e capi dersquo Feaci udite Tutto che lrsquoalma in sen dirvi mi spira 255 Or che il pasto egrave fornito alle sue case Torni ognuno e riposi al novo Sole Schiera piugrave larga di vegliardi accolta Entro il palagio allrsquoospite iteriamo Liete oneste accoglienze e drsquoostie elette 260 Facciam solenne sagrifizio ai Numi Cura indi prenderem del suo ritorno Siccheacute senza fatica e senza affanno La merceacute nostra alla natigravea contrada Lieto e presto si adduca ancor che giaccia 265 Quinci remota In questo mezzo nullo Danno o rischio li noccia infin che ei prema Del piegrave le patrie sponde indi quel fato Sosterragrave che gli attorsero le gravi Parche quando la madre il partorigravea 270 Ma srsquoegli egrave Nume che dal Ciel discese Di nuovo degli Eterni alto consiglio Presagio egrave rsquol venir suo Che insino ad ora Ci si mostracircr palesi nelle sacre Immolate ecatombe ed appo noi 275 Sedeacuteansi a desco e stagravevanci drsquoaccanto Se lor solingo alcun Feace occorre Non si ascondono a lui cheacute aglrsquoimmortali Simiglianti siam noi come i Ciclopi Alla selvaggia stirpe dersquo gigantiraquo 280

η 207 laquoDrsquoaltro Alcigravenoo ti caglia ndash a lui rispose

ODISSEA

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Lrsquoaccorto eroe ndash non io punto somiglio Neacute di statura no neacute di fattezze Ai Numi abitator del Cielo immenso Ma ai debili mortali Anzi a coloro 285 Che gemer sai piugrave di miseria in fondo Posso per doglie acerbe equipararmi Certo udresti da me mali piugrave gravi Dove io ti raccontassi ad uno ad uno Gli infortunii di che mi feacuteo dolente 290 Dersquo Celesti rsquol voler Ma non trsquoincresca Che il cibo al mio languir porga conforto Ancorcheacute il duol mi opprima Cheacute non havvi Pungol piugrave fier del ventre stimolato Dalla fame vorace la ti stringe 295 A rammentar a satisfar sue brame Bencheacute viva angosciato e bencheacute in lutto Abbi la sconsolata anima immersa Cosigrave me strugge rio dolor ma quella A mangiare ed a ber mrsquoeccita sempre 300 Non che a porre in obbligraveo quanto soffersi Deh vrsquoaffrettate al comparir dellrsquoalba Rimandar me infelice al suol natigraveo Me giagrave da tanti afflitto aspri tormenti Oh chrsquoio riveggia i miei paterni campi 305 I servi miei gli alti miei tetti e un tratto Questa chrsquoio spiro aura vital si estinguaraquo

η 226 Fremicircr tutti assentendo e confortando Alcigravenoo a sovvenir di buona scorta Lrsquoospite saggio che sigrave ben ragiona 310 Poicheacute libacircro ed a sua voglia ognuno Bevve se nrsquo gigrave a corcarsi al proprio albergo Restograve solo nellrsquoaula il divo Ulisse Ed Aregravete ed il Re sedeacuteangli accanto Gli arnesi intanto del regal convito 315 Rimossero le ancelle Aregravete bella Prima tra loro a dir si feacuteo cheacute rsquol manto Riconobbe e la tunica leggiadre Vesti che con le fanti Ella giagrave ordigraveo Volta allrsquoIgravetaco Re subito disse 320

η 237 laquoOspite prima interrogarti or bramo Chi sersquo tu Donde vieni E questi panni Chi li ti diegrave Non dicestugrave chrsquoerrante

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Pel mare arsquo nostri lidi ti adducestiraquo η 240 E rsquol divo Ulisse laquoNon agevol focircra 325

Raccontarti o Regina a parte a parte I mali di che affligravessermi gli Eterni Pur a ciograve che mrsquointerroghi rispondo Surge nel mezzo al mar quinci remota Lrsquoisola Ogigravegia ivi Calipso ha stanza 330 Del sommo Atlante lrsquoingannevol figlia Dallrsquoaureo crin terribil Dea con cui Nullo neacute nume neacute mortal si unigraveo Me qualche fera Deitagrave ligrave trasse Ondrsquoegravesserle infelice ospite solo 335 Poscia che il mio navil con la rovente Folgor percosse e conquassograve lrsquoOligravempio Nel tenebroso mar Quivi i miei prodi Tutti pericircr solrsquoio drsquoambe le braccia Mrsquoavvinghiando del legno alla carena 340 Errai per nove digrave ma nella buia Decima notte allrsquoisola di Ogigravegia Mi spinsero gli Eterni ove Calipso Bella e terribil diva abita lieta Mrsquoaccolse mi dilesse e mi nutrigravea 345 Dicendo pur di rendermi immortale E di vecchiezza in tutti i tempi immune Ma non mosse il mio cor neacute rsquol persuase Sette anni interi stetti ligrave pur sempre Quelle che diemmi in don vesti divine 350 Irrigando di lagrime Ma quando Lrsquoottavo anno si volse ad esser presto La Dea mrsquoingiunse a sugravebita partenza O di Giove al comando o di sua mente Si mutasse il consiglio accommiatommi 355 Su ben conteste travi e doni molti Diemmi candido pane e vin soave Di adorni mi vestigrave panni immortali E fersquo un destro spirare innocuo vento Per sette e dieci digrave corsquo ripercossi 360 Remi correva sullrsquoequoree vie Al nuovo Sol mi sorsero a rincontro Di questrsquoisola vostra i monti ombrosi A quella vista corsquo sussulti in petto Lieto il cor mi gioigrave Misero ancora 365

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Forza mi fu lottar con la sventura Che suscitommi incontra Enosigegraveo Incitograve i vegraventi mi fermograve ogni via Immenso il mare sollevograve Del fiotto Lrsquoimpeto non patigrave che me portasse 370 Gemebondo il mio legno Incontinente La tempesta il disperse io pur a nuoto Questo mar misurava fincheacute rsquol vento Sospigravensemi ed il mare ai vostri lidi Lagrave sendo presso ad afferrar la sponda 375 Franto a un gran sasso in disamabil sito Mrsquoavrigravea un maroso se non che rivolto Addietro rinuotai fincheacute ad un fiume Giunsi opportuno assai pagravervemi il loco Sgombro di rocce e pur dal vento indenne 380 Con me stesso mrsquoaffronto e giagrave la piaggia Premea ma caddi esanime Sorgiunta La queta notte sorsi e del bel fiume Sceso da Giove dipartito giacqui Sotto due folti arbusti e mi coversi 385 Drsquoun vasto acervo di cadute fronde Profondo sonno in sen mrsquoinfuse un Dio Lagrave tra le frondi ascoso ancorcheacute afflitto Tutta notte dormigravea dormiva allrsquoalba Neacute mi riscossi ancor sino al meriggio 390 Ma al declinar del Sole il dolce sonno Mi abbandonograve Quandrsquoecco in sulla riva Di tua figlia giocar vidrsquoio le ancelle E lei tra quelle Deitagrave mi parve Merceacute le chiesi ned in lei falligraveo 395 Pensier sagace a gran bontagrave congiunto Tal che indarno trovarlo altri si spera In sigrave florida etagrave cheacute ognor folleggia Dersquo giovani rsquol pensier Diemmi ella in copia Candido pan vin generoso e un bagno 400 Nel chiaro fiume a prender confortommi E queste vesti mi largigrave Quantunque Dolente il veacuter sincero ti narrairaquo

η 298 laquoOspite ndash il Re soggiunse ndash errava in questo La figlia mia perograve chrsquoElla medesma 405 Con le sue ancelle qui dovea condurti Cheacute prima accolse i tuoi supplici voacutetiraquo

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η 302 laquoEroe per tal cagion ndash soggiunse Ulisse ndash Non rampognarmi lrsquoottima fanciulla Di seguitarla ingiugravensemi Ella stessa 410 Con le fantesche pur mi guardai sempre Dallrsquoobbedirle vinto dal rispetto Che nel cor mi spirograve non che da tema Che me veggendo drsquoira trsquoaccendessi Peroccheacute noi mortali in sulla Terra 415 Preda dellrsquoombre siamo e del sospettoraquo

η 309 laquoNon chiudo o forestier nel petto unrsquoalma Che di leggier a stolta ira srsquoinfiammi ndash Alcigravenoo ripigliograve ndash vuogravelsi a tuttrsquoaltre Le sante drsquoonestagrave leacuteggi preporre 420 Deh piaccia a Giove sommo a Febo a Palla Chrsquouom tale qual sersquo tu che arsquo miei concordi Volge in mente i pensier mia figlia impalmi Mio genero si chiami e qui rimanga Un palagio e dovizie ampie otterresti 425 Piacendoti restar ma dersquo Feaci Nullo ti riterragrave contro tua voglia Cheacute tal proposto avrigravea Giove in dispetto Quanto al tuo dipartir tutto fia in punto Allrsquoindimani Ora che il sai trsquoacqueta 430 Vincer dal sonno lagravesciati e riposa Rotto indi fia corsquo remi il mar tranquillo Dai nocchier per condurti al suol natigraveo Od ovunque trsquoaggrada e fosse ancora Al di lagrave dellrsquoEubegravea che in lontananza 435 Grande dicon di noi quersquo di mie genti Che vigravederla quandrsquohanno ivi condotto Il biondo Radamagravento appresso a Tizio Della Terra figliuol Quel digrave medesmo Fornir senza fatica il gran viaggio 440 E fecero al natigraveo loco ritorno Vedrai tu stesso come son perfette Le mie navi ed i giovani possenti Corsquo remi a lanciar su lrsquoequoree spumeraquo

η 329 Detto esultograve lrsquoeroe gli occhi e le palme 445 Levando al Ciel laquoOh Giove padre ndash esclama ndash Tutto che disse farsquo che a pien mrsquoadempia Alcigravenoo Certo a lui sullrsquoalma Terra Gloria verragrave immortale ed a me fia Dato premer del piegrave le patrie riveraquo 450

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η 334 Queste alterne tra lor movean parole Ma la regina dalle nivee braccia Di por due letti comandograve allrsquoancelle Sotto la loggia e su belle gettarvi Coltrici porporine con distesi 455 Tappeti e molli tuniche vellose Acciograve si copra Fuor dellrsquoaula uscicircro Con faci in man le ancelle Poicheacute il denso Letto in gran fretta apparecchiacircr davanti Gli stettero dicendo laquoOspite sorgi 460 Presto egrave il morbido letto or varsquo e ti corcaraquo

η 343 Tacquero e parve dolce cosa a Ulisse Il sonno Di tal guisa il divo eroe Lagrave nel superbo traforato letto Sotto il sonante portico dormigravea 465 Nersquo penetrali del palagio eccelso Del par Alcigravenoo si corcograve ed Aregravete Sul letto che apprestograve giagravecquegli accanto

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LL II BB RR OO OO TT TT AA VV OO

Lotta drsquoUlisse contro i Feaci

CCOME apparve nel Ciel rosea le dita LrsquoAurora figlia del Mattin repente Di letto Alcigravenoo surse ed al par seco Lrsquoeversor di cittagrave lrsquoinclito Ulisse Alla guida dersquo figli e dellrsquoeroe 5 Mosse prima il Re forte al parlamento Convocato nel porto appo alle navi Come fucircr giunti uno appresso allrsquoaltro Tutti adagiacircrsi sui lucenti marmi Percorrea la cittagrave Pagravellade intanto 10 Del regio banditor le forme assunte Pur dellrsquoIgravetaco eroe volgendo in mente Il ritorno ciascun che per la via Le occorse ella eccitograve con questi accenti

θ 11 laquoSu su prigravencipi e duci igravetene al foro 15 Udrete qual si egrave lrsquoospite che dianzi Giunse errando pel mar drsquoAlcigravenoo ai tetti Bello e grande comrsquoegrave rassembra un Dioraquo

θ 15 Detto infiammograve gli animi tutti Empiecircrsi La vasta piazza ed i sedili a un tratto 20 Di congregate genti ognun contempla Attonito la prole di Laerte Cui sul capo e su gli omeri diffuse Divina grazia lrsquoAtenegravea Minerva E di statura e di vigore il crebbe 25 Percheacute grato arsquo Feaci e venerando Ma terribile un tempo ei si mostrasse E compiesse i certami ove chiamato Perigliarsi dovea corsquo piugrave gagliardi

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θ 24 Come accolti si fucircro e riuniti 30 Alcigravenoo gli arringograve con questi accenti laquoPrigravencipi dersquo Feaci e condottieri Quello che in seno il cor mi parla udite Questo ignoto stranier chrsquoerrando venne Arsquo tetti miei neacute so se dallrsquoEogravee 35 Genti ovver dallrsquoEspegraverie or ci fa ressa Di ricondurlo alla natigravea contrada E che fermiamo il suo ritorno implora Siamo or quai fummo e scogravertisi Arsquo miei tetti No non mai capitograve straniero alcuno 40 Che gran pezzo gemendo ivi aspettasse La stagion del partir Dunque su via Bruno nel vasto mar lagravencisi un legno Che ad ogni altro precorra e dersquo garzoni Cinquanta e due tra il popolo i piugrave destri 45 Si eleggano Poicheacute nersquo scarmi avvinti I remi avrete ite al palagio e tosto Mense apprestate splendide a cui tutti Interverrete Arsquo giovani ciograve ingiungo Ma voi prenci scettrati al mio palagio 50 Venite acciograve con accoglienze liete Per noi si onori lrsquoospite neacute alcuno Mi si rifiuti Il banditor mi chiami Demogravedoco il divin vate cui rsquol Nume Spira il canto soave ad allettarci 55 Dovunque a poetar lrsquoestro il sospingaraquo

θ 46 Detto precesse Il seguitacircro ad una Gli altri scettrati ed al cantor divino Drizzagravevasi lrsquoaraldo Al lido intanto I cinquanta avviacircrsi e due garzoni 60 Come imposto ebbe il Re Scesi alla piaggia Lanciacircr la nave sui marini abissi Lrsquoalbero alzacircro con le vele i remi Avvolser entro volgitoi di cuoio Disposer tutto a modo e dispiegacircro 65 Delle candide vele il seno al vento Di vegraver la parte donde lrsquoAgraveustro spira Nellrsquoalto mar sospinsero la nave Indi alla reggia il piegrave volsero in fretta Giagrave i portici i cortili e del palagio 70 Lrsquointerne stanze tutte empieano a un tratto

LIBRO VIII

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Giovani e vegli congregati ad una Dodici agnelle il Re immolograve ben otto Verri dal bianco dente e due gran tori Dal vigoroso piegrave Nudacircr dersquo velli 75 Lrsquoostie poacuteserle a brani ed imbandicircro Splendida mensa Sorvenigravea lrsquoaraldo A guida del cantor caro alla Musa Che il ben col mal gli contemprograve degli occhi Il vedovograve ma gli largigrave rsquol bel dono 80 Del dolcissimo canto In su drsquoun seggio Il collocograve drsquoargentee borchie adorno Il banditor nel mezzo ai convitati E rsquol seggio a una colonna alta vi affisse Lrsquoarguta cetra indi a un caviglio appese 85 Sul capo al vate e come a staccar lrsquoabbia Drizzagravendogli la man feacutecelo accorto Elegante gli pose accanto un desco Con un paniere e di vin colmo un nappo Percheacute a suo grado di Liegraveo srsquoallegri 90 Come le mani sulle apposte dapi Ciascuno stese e del mangiar del bere Ebbe nel sen ripresso ogni desigraveo Eccitograve a celebrar la Musa il vate Le gesta degli eroi col nobil canto 95 Di cui la fama sino al Ciel saligraveo La contesa drsquoUlisse e del Pelide Che tra lor giagrave scoppiograve con detti acerbi Nel solenne agli Degravei sacro convito Il maggior degli Atridi in cor gioigravea 100 Che altercasser tra lor dei duci i primi Cheacute Febo lagrave nella divina Pito DrsquoIgravelio cosigrave rsquol cader gli profetava Quandrsquoei varcata la marmorea soglia Consultogravenne lrsquooracolo in quel punto 105 Principio avran gli affanni e le sventure Che sulle Frigie e sulle Dagravenae genti Come Giove fermograve ruineranno

θ 83 Questi i canti del vate inclito Ulisse Con le valide man preso il gran manto 110 Porporino la testa si coverse Ed ascose il bel voacutelto vergognando Versar dagli occhi anzi arsquo Feaci rsquol pianto

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Come tacque il divin vate lrsquoeroe Rasciutti i lumi si scoprigrave la testa 115 E di dolce licor ricolmo un nappo Libava arsquo Numi Quando poi le corde Ritoccava Demogravedoco e che i duci Rapiti al suon delle soavi note A ricantare gli porgean conforto 120 Nuovamente lrsquoeroe la testa ascosa Piangea celato a tutti Alcigravenoo solo Della grave sua angoscia alfin si avvide Cheacute sedutogli accanto i sospir gravi E rsquol doloroso gemito nrsquoudigravea 125 Arsquo convitati tosto ei si converse

θ 97 laquoPrigravencipi e duci udite omai del cibo Compartito egualmente e della lira Compagna dersquo conviti a pien gioimmo Usciamo or dunque a far nersquo giochi tutti 130 Prova di noi percheacute arsquo paterni tetti Reverso lo stranier narri arsquo suoi fidi Quanto al cesto alla lotta al salto al corso Superate per noi son lrsquoaltre gentiraquo

θ 104 Detto precesse e rsquol seguicircr gli altri Appesa 135 Alla caviglia la sonante cetra Prese indi rsquol banditor per mano il vate E fuori lo guidograve per quella via Che i giochi ad ammirar tennero i duci Ratto al foro pervennero seguiti 140 Da immensa moltitudine tra cui Per cimentarsi sursero non pochi Poderosi garzoni Acronegraveo sorse Nautegraveo Eretmegraveo Ocigravealo ed Elatregraveo Non che Primnegraveo Tooacutene Anabesinegraveo 145 Pontegraveo Anchigravealo levacircrsi ed Anfiagravelo Di Polinegraveo Tectogravenide germoglio Sorse Proregraveo ed Eurigravealo simigliante A Marte fiero struggitor di squadre Di corpo e di beltagrave primo fra tutti 150 Naubogravelide apparigravea dopo lrsquoadorno Laodamante drsquoalti pregi Quivi I tre figli del Re sorser del pari Laodamante ed Alio e rsquol deiforme Clitograveneo Tutti fecircrsi innanzi presti 155

LIBRO VIII

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A gareggiar del ratto piegrave nel corso Della sbarra stendeacuteasi a lor davanti Un lungo spazio i garzon lesti a un tratto Avventacircrsi volarono ed un nembo Di densa polve sollevacircr dal campo 160 Clitograveneo gli altri soverchiograve cheacute quanto Avanzano le mule i lenti buoi Tirando a unrsquoora nel maggese il solco Tanto precorse gli emoli lrsquoeroe Ed il popol raggiunse Indi venuti 165 Allrsquoaspra lotta vincitor dersquo forti Eurigravealo fu nel salto agile e destro Prevalse a tutti Anfigravealo neacute sigrave lunge Niun il disco scagliograve come Elatregraveo Laodamante il real figlio esimio 170 Nel pugile ebbe il vanto Allor che tutti Preser diletto darsquo certami vogravelto Laodamante arsquo suoi compagni disse

θ 133 laquoInterroghiam su via lrsquoospite amici Se apprese se egli sa qualcun dersquo giuochi 175 Certo arsquo fianchi alle gambe ed alle braccia Chi gli pon mente ed al nervoso collo A vil nol prenderagrave cheacute vigor sommo Mostra e nobil natura ned i verdi Anni lrsquoabbandonacircr ma da non pochi 180 Travagli atrito egrave forse Cheacute non havvi Del pelago credrsquoio male piugrave grave Neacute che piugrave lrsquouom bencheacute robusto frangaraquo

θ 140 laquoBen detto ndash Eurigravealo ripigliograve ndash Tu stesso Or varsquo lrsquoassenna e rsquol provoca al cimentoraquo 185

θ 143 Come ciograve udigrave del Re lrsquoinclita prole Trasse nel mezzo ed laquoOrsugrave vien tu ancora Ottimo padre ndash digravessegli ndash nersquo giuochi A far prova di te se alcun ti egrave conto E ben mi penso che nessun tu ignori 190 No non fia chrsquouom gloria maggiore acquisti Che del piegrave si addestrando e della mano Vien dunque e ti cimenta e lrsquoatre cure Caccia in bando dal cor Al tuo viaggio Posto indugio fia breve al mar la nave 195 Ti si varograve giagrave i regravemigi son prestiraquo

θ 152 laquoPercheacute ingiugravengermi ciograve quasi a mio scherno

ODISSEA

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Laodamante ndash rispondeacuteagli Ulisse ndash Affanni piugrave che giochi a me infelice Invadono il pensier cheacute tante doglie 200 Tanti travagli sino ad or sostenni Or qui siedo tra voi dal Re implorando Scorta e dal popol tutto al mio ritornoraquo

θ 158 Al cospetto di tutti Eurigravealo in questa Con tai detti lrsquoassalse laquoOh tu non sei 205 Sembiante ad uom nersquo molti ludi esperto Vaghezza degli eroi ma ben mrsquohai vista Di tal che seggia drsquoun navil sui banchi Capo di ciurma al traffico rivolta Che segna in mente il carco e con il vitto 210 Le rapite sostanze in cura prende Non arieggi tu punto un atletaraquo

θ 165 Lo guatograve bieco Ulisse e gli rispose laquoNon parli onesto ad uom protervo assembri Cosigrave va il Cielo non comparte a tutti 215 Gli amabili suoi doni neacute beltade Neacute ingegno neacute facondia Uno altrui cede In venustagrave ma con parole ornate Lrsquoabbella un Dio gode ciascun che il mira Securo in seacute favella e nersquo consessi 220 Con modestia soave ognor trionfa Quando per la cittagrave vagravessene tutti Lrsquoaffisan come un Dio lrsquoaltro in beltade Con gli Eterni gareggia nondimeno Grazia nel dir non gli si sparge intorno 225 Cosigrave tu sersquo beltagrave perfetta e tale Che miglior non potrigravea formarti un Nume Ma della mente sersquo avventato Lrsquoalma Mi conturbasti fieramente in petto Col tuo dir che trapassa ogni confine 230 Non son dersquo giochi qual tu cianci ignaro Anzi mi penso che tra i primi atleti Noverato giagrave fui quando fidanza Nellrsquoetagrave verde e in queste man ponea Me gli affanni or opprimono e le doglie 235 Cheacute durate ho fatiche aspre e travagli Or corsquo nemici combattendo ed ora I perigliosi flutti trascorrendo Pur mi cimenterograve cheacute il tuo mordace

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Sermon a tal risposta mi sospinseraquo 240 θ 186 Detto corsquo panni che vestigravea irrompendo

Diede lrsquoeroe di piglio a un disco grande E piugrave massiccio e piugrave drsquoassai pesante Di quel di che si valsero tra loro E rsquol rotograve lrsquoavventograve con la man forte 245 Diegrave fier sogravenito il sasso ed i Feaci Regravemigi esperti naviganti illustri Chinacircrsi a terra al transito del sasso Che tutti i segni sorvolograve fuggendo Velocemente dalla man gagliarda 250 Palla il segno piantograve comrsquoebbe assunta Drsquoun mortale la forma ed laquoAnche un cieco Potrigravea ndash gridograve ndash distinguere palpando Il tuo segno o stranier che non commisto Con gli altri sta ma sigrave di tutti egrave rsquol primo 255 Farsquo cor cheacute in questa prova alcun Feace Neacute vincer neacute raggiungerti potrigravearaquo

θ 199 LrsquoIgravetaco Re gioigrave cheacute a seacute benigno Vide un compagno surgere nel circo Con piugrave mite parlar quindi soggiunse 260

θ 202 laquoQuesto tiro attingete indi un piugrave grave Disco avventar o giovani mi penso Havvi cui basti il cor Venga ed in campo Si cimenti con me (cheacute troppo ad ira Mi concitaste) A perigliarsi meco 265 Al pugile alla lotta al corso or venga No dersquo Feaci non ricuso alcuno Laodamante tranne ospite mio Chi pugnar mai vorragrave col dolce amico Stolto ed inetto egrave lrsquouom che si presenta 270 Dersquo certami a contendere la palma A chi ospitale appo straniere genti Ospizio gli largigrave nogravece egli inoltre A seacute medesmo assai Ma quanto agli altri Non tengo a vile e non rifiuto alcuno 275 Ben di lor gagliardigravea vorsquo farmi esperto Al cospetto di tutti Imbelle affatto Qual che il certame sia non son tra i prodi Trattar ben so lo splendidrsquoarco e rsquol primo Saetterograve nellrsquooste avversa un forte 280 Bencheacute molti compagni a lato ei srsquoabbia

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Postisi in atto di vibrarmi rsquol dardo Me Filottete sol vincea dellrsquoarco Quando appo i Tegraveucri lo tendean gli Argivi Ben superar credrsquoio gli altri mortali 285 Cui rsquol biondo cereal frutto sostenta Pur a gara venir giagrave non vorrei Corsquo prischi eroi con Egravercole ed Eurito DrsquoEcagravelia il Re che di frecciar nellrsquoarte Gli Eterni stessi provocare osacircro 290 Cadde quindi repente il grande Eurito Ned a vecchiezza in sua magion pervenne Peroccheacute lui che allrsquoarco il disfidava Irato Apollo di sua man trafisse Col giavellotto poi colpisco un segno 295 Che altri non fiederagrave col dardo mai Del piegrave sol temo non alcun Feace Mi superi nel corso cheacute le molte Onde fecer di me crudel governo E rsquol cibo mi falligrave quando che il turbo 300 La nave mi sommerse e quindi or sento Affaticate sciocircrmisi le membraraquo

θ 234 Stavan tutti in silenzio Alcigravenoo solo Rispose laquoO forestier quel di che parli Increacutescerci non puograve feacutesti palese 305 La destrezza e la forza che non mai Si scompagnan da Te Giusta ira trsquoarse Contro costui che si levograve nel circo Ad oltraggiarti ma nessun mortale Disconosce il valor che in te srsquoannida 310

Nullo che sa ridir ciograve che la voce Della giustizia gli ragiona al core Or pon mente e mrsquoascolta accioccheacute quando A desco sederai nel tuo palagio Con la sposa e corsquo figli e della nostra 315 Virtugrave ti sovverrai narri a qualcuno Dersquo prodi che ti accerchiano quai fucircro Gli studi che nrsquoimpose il Fulminante Sin dalla prima origine degli avi Non del cesto aspiriamo e della lotta 320 Agli onor primi ma veloci al corso Siamo e nel destro navigar maestri Sempre i conviti a noi cari e la cetra

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La danza ed il mutar di vesti adorne Ed i lavacri tiepidi e gli amori 325 Su su Feaci danzatori egregi Movete lrsquoagil piegrave sigrave che arsquo suoi cari Reduce lo stranier narri in sue case Quanto al nautico studio ed alla corsa Al ballo e nella egregia arte dersquo carmi 330 Tutti di lunga man gli altri avanziamo Rechi al vate qualcun lrsquoarguta cetra Che in qualche parte del palagio or penderaquo

θ 256 Detto sorse lrsquoaraldo e vegraver la reggia La soave a portar cetra avviosse 335 Nove allora srsquoalzar capi preposti Del popol a dispor lrsquoordin dersquo giuochi Spianar ersquo rsquol circo e ne allargacircro il giro Tornograve lrsquoaraldo si accostograve e la lira A Demogravedoco porse che nel mezzo 340 Del circo si adagiograve Stagravevangli attorno Sul fior degli anni danzatori egregi Che percotean del piede agile il circo Gli sfolgorii dersquo piegrave tacito ammira Oppresso di stupor drsquoIgravetaca il rege 345

θ 266 Tocca dal vate la sonora cetra Dolce cantograve di Marte e di Ciprigna Adorna rsquol crin di serto aureo gli amori Ed il primo gioir loro nellrsquoalta Del Re Vulcano splendida magione 350 Celatamente Molti doni offerse Marte con che disonestograve del nume Ignipotente il letto A farlo accorto Lrsquoetereo Sol ratto venigravea che in grembo Uno dellrsquoaltro vigravedeli commisti 355 Lrsquoannunzio udito doloroso corse Vulcano alla fucina e in questo mezzo Nel profondo del cor cercograve un consiglio Per trar da quersquo nocenti aspra vendetta Piantograve sul ceppo enorme incude e diessi 360 Ad ordire lacciuoi che neacute spezzarsi Neacute sciocircr mai si potessero ma sempre Quivi stesser immoti Ordite chrsquoebbe Le insidie irato a Marte ir si affrettava Alla stanza superna dove molli 365

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Giacean le piume del giagrave caro letto Della lettiera arsquo piegrave sparse per tutto A cerchio i lacci e giugrave darsquo travi ancora Parecchi ne mandograve tenui del pari Che le fila drsquoaragna ed eran posti 370 Con magistero tal che niun ned anche Potrigravea lrsquoocchio drsquoun nume affigurarli Come gli ebbe disposti al letto intorno Drsquoir in Lenno cittagrave forte ed a lui Dellrsquoaltre assai diletta piugrave srsquoinfinse 375 Neacute giagrave con adombrati occhi esplorava Marte che drsquoaureo fren regge i destrieri Come si dipartigrave lrsquoinclito fabbro Alla costui magion corse veloce Pur di gioir di Vegravenere bramoso 380 Ritornata pur dianzi era la Diva Dal padre onnipossente ed in sua stanza In disparte posava eacutentravi Marte E streacutettala per man nomolla e disse

θ 292 laquoVien meco o bella dea su questo letto 385 Vien del tuo dolce amplesso a consolarmi Vulcan si dipartigrave vagravessene a Lenno Appo quersquo Sintii dal parlar selvaggioraquo

θ 295 Detto parve il giacer grato alla Diva Salser ambo le piume e si corcacircro 390 Ed ecco i lacci di Vulcan fattura Spargersi ed allacciar ambo gli amanti Sigrave che mover neacute sciocircr potean le membra Feacutecersi accorti al fin che eran precise Tutte per essi del fuggir le vie 395 Vulcano in questa appregravessasi reverso Pria drsquoir in Lenno cheacute dallrsquoalto il Sole Esplorator lrsquoevento gli chiarigraveo Difilosse arsquo suoi tetti rsquol doloroso Giunto alla soglia srsquoarrestograve ed acceso 400 Drsquoira selvaggia rsquol cor a esaudirlo Tutti invocava dellrsquoOlimpo i Numi

θ 306 laquoO Giove padre o Sempiterni tutti Deh venite a veder questrsquoopre turpi Intollerande Me dal piegrave distorto 405 Svergogna ognor la figlia del Tonante Vegravenere che drsquoamor tutta si strugge

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Del fiero Marte come quei chrsquoegrave bello Rapido al corso ed io son tardo e fiacco Accagionar di ciograve nullo pur vuogravelsi 410 Salvo i miei genitor Deh percheacute mai Queste spirar mi fecircro aure vitali Vedete lagrave come in amor congiunti Salsero il letto mio Tristezza e lutto A sigrave fiero spettacolo mrsquoopprime 415 Certo mi penso di tal guisa avvinti Star non vorrigravean ned anche un sol momento Bencheacute sigrave accesi lrsquoun dallrsquoaltro tosto Non vorranno mai piugrave dormir congiunti Ma questi inganni astuti e questi nodi 420 Stretti li riterranno infin che il padre Tornati mrsquoabbia tutti quanti i doni Chrsquoegli srsquoebbe da me quel digrave che questa Svergognata fanciulla a sposa diemmi Perfetta in vero egrave sua beltagrave pur mai 425 Le invereconde brame non affrenaraquo

θ 321 Tacque ed alla magion sul bronzo estrutta Congregacircrsi gli Degravei Nettun se nrsquo venne DellrsquoOrbe quassator venne Mercurio Soccorrevole Iddio Febo sorvenne 430 Re dallrsquoarco drsquoargento Vergognando Chiusa in sua stanza vi risteacute ogni Diva Ma drsquoogni ben larghi datori i Numi Nel portico arrestacircrsi E tra lor surse Immenso riso pur mirando lrsquoarte 435 Dellrsquoindustre Vulcano Ed al vicino Alcun converso in tal sentenza uscigraveo

θ 329 laquoOpra iniqua non mai prospera egrave vinto Lrsquoagile dal piugrave tardo Ecco or Vulcano Sigrave tardo Marte colse in fra gli Oligravempii 440 Velocissimo Iddio Quantunque zoppo Con lrsquoarte il soverchiograve tanto che a dritto Tocircr gli puograve degli adugravelteri la multaraquo

θ 333 Alternavan tai detti allor che Febo Vogravelto a Mercurio laquoO del Tonante figlio 445 Largitor drsquoogni ben vorrestugrave avvinto Da nodi sigrave tenaci in questo letto Alla bionda giacer Vegravenere accantoraquo

θ 338 laquoDeh ciograve pur fosse o re dallrsquoarco Apollo

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ndash Ripigliograve tosto il Messagger celeste ndash 450 E me tre volte tanti e vie piugrave forti Tengan legami drsquoogni parte avvinto E voi fitto in me solo abbiate il guardo O Numi o Dive tutte io nondimeno Allrsquoaurea giacerograve Vegravenere accantoraquo 455

θ 343 Mosser quersquo detti a novo riso i Numi Salvo Nettun che al Nume ignipotente Porger non mai cessograve fervide preci Che Marte liberasse e soggiungea laquoSciograveglilo degli Eterni alla presenza 460 Marte satisferagrave come tu ingiungi Quanto rsquol giusto domanda io rsquol ti promettoraquo

θ 350 laquoO della Terra scotitor ndash soggiunse Lrsquooffeso drsquoambo i piedi inclito Iddio ndash Mal ti si addice un tal comandamento 465 Trista egrave la securtagrave data persquo tristi Se Marte fugge e fragravencasi ad un tempo Del debito e dersquo lacci ondrsquoora egrave avvinto Potrograve forse dersquo numi anche al cospetto Costrigravengerti a servar ciograve che or promettiraquo 470

θ 354 laquoVulcan ndash soggiunse il magno Enosigegraveo ndash Se Marte fugge e rsquol debito non solve Mi ti lego per fede io di scontarloraquo E Vulcan laquoRifiutar la tua promessa Focircra men che decente e men che giustoraquo 475

θ 359 Sigrave dicendo spezzograve del Dio la forza Lrsquoaspra catena Come furon sciolti Via gli amanti fuggirono Gradivo Lagravenciasi in Tracia riparograve la Diva Del riso amica a Cipri ed entrograve in Pafo 480 Ove le egrave sacro verdeggiante un bosco Ed unrsquoara odorata ove le Grazie Le candide alla Dea membra lavacircro Indi sparser su lei divina essenza Che vie piugrave la beltagrave dersquo Numi infiora 485 Vesticircrla in fin drsquoun abito sigrave adorno Che a vederlo miracolo parea

θ 367 Cosigrave cantograve lrsquoinclito vate Ulisse Giubilando lrsquoudigravea del par che tutti I di Feacia naviganti illustri 490

θ 370 Ad Alio il Re ed a Laodamante

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A danzar soli nellrsquoarena ingiunse Cheacute niun con loro gareggiare ardigravea

θ 372 Dato di piglio ad una porporina Palla superba che lor feacutea lrsquoindustre 495 Pogravelibo su fino alle fosche nubi Curvato indietro un lrsquoavventava lrsquoaltro Spiccandosi dal suol drsquoun agil salto Agevolmente respingeacuteala prima Chrsquoei si avesse del piegrave tocco la terra 500 Lanciata a posta lor la palla ad alto Con alterne danzacircr volte e rivolte Sullrsquoalma terra i giovani nel circo Fremendo tripudiando plaudendo Levarono un rumor chrsquoigraveva alle stelle 505

θ 382 laquoO tra le genti tutte il piugrave famoso Alcigravenoo Re ndash soggiunse il divo Ulisse ndash Certo che a gran ragion mi promettesti Meravigliosi danzatori or ecco Con lrsquoalma oppressa di stupor gli ammiroraquo 510

θ 385 Giubilograve arsquo detti suoi la sacra possa DrsquoAlcigravenoo Re rivolto indi arsquo Feaci Celebri naviganti a dir si tolse

θ 387 laquoPrigravencipi dersquo Feaci e condottieri Udite oltre ogni dir pagravermi assennato 515 Il forestier Su via come si addice Drsquoospitali per noi doni si onori Tengon di questo popolo il governo Dodici capi illustri ed io tra loro Tredicesimo siedo Ognun di noi 520 Nitido manto e tunica e di schietto Oro un talento apporti ondrsquoor qui tutti Tra mano avendo lrsquoospite i presenti Esultante nellrsquoanimo srsquoavvigravei Alla cena imbandita Eurigravealo il plachi 525 Con detti amici ed un bel don cheacute a torto Con men che onesti detti lo trafisseraquo

θ 398 Assenticircr tutti ed a portare i doni Ciascuno il proprio banditor spedigravea

θ 400 Eurigravealo in questa laquoAlcigravenoo Re fra tutte 530 Queste genti il piugrave grande e rsquol piugrave possente Placherograve il forestier come tu imponi Questo brando drsquoacciar vorsquo dargli lrsquoelsa

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Drsquoargento splende e di pur morsquo tagliato Avorio la vagina intorno il cinge 535 Nol terragrave credo per ignobil donoraquo

θ 406 Detto la spada in man drsquoargentee borchie Pose drsquoUlisse e con parlar veloce

θ 408 laquoDeh salve ospite padre poicheacute grave Parola si proferse incontinente 540 Via sullrsquoale del turbine se nrsquo voli Cosigrave gli Eterni Degravei della tua donna Ti concedan lrsquoaspetto ed il ritorno Alla terra natigravea poi che gran tempo Lunge dai cari tuoi soffri pur tantoraquo 545

θ 412 laquoE tu pur salve amato Eurigravealo ndash ratto Rispoacutesegli lrsquoeroe ndash fauste gli Eterni Tutte cose concegravedanti ned uopo Stringer ti possa mai di questo brando Che a me con detti drsquoamistagrave porgestiraquo 550 Tacque e la spada agli omeri sospese

θ 417 Giagrave declinava il Sol quando fucircr posti Glrsquoincliti doni al divo Ulisse innanzi Dai banditor portati nella reggia Tolti li collocacircr drsquoAlcigravenoo i figli 555 Allrsquoorrevole lor madre davante Fagravettosi guida arsquo prenci il Re possente Tutti sovrrsquoalti seggi entrati appena Sedettero ed allor volta ad Aregravete La sacra possa del Re Alcigravenoo disse 560

θ 424 laquoDeh porta o donna mia lrsquoarca piugrave adorna E la piugrave bella in che stendere un manto Nitido ed una tunica ti piaccia Farsquo che di bronzo un vaso in sulla fiamma Srsquoimponga a intiepidir limpida linfa 565 Acciograve preso che avragrave lrsquoospite il bagno E visto in lungo posti ordine i doni Che qui recacircrgli dersquo Feaci i primi Piugrave gradisca il convito e piugrave soave Lrsquoinclito canto gli discenda al core 570 Io questa dar gli vorsquo mia coppa drsquooro Miracolo dellrsquoarte acciograve che sempre Ripensi a me quandrsquoei nel suo palagio Liberagrave al Fulminante e agli altri Eterniraquo

θ 433 Detto un largo treppiegrave porre in sul fuoco 575

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Aregravete tosto alle fantesche ingiunse Quelle posto il treppiede in su le brage Vrsquoinfuser lrsquoacqua e le raccolte schegge Vi acceser sotto circondacircr le vampe Del cavo rame i fianchi incontinente 580 E lrsquoonda ribolligrave Recava intanto Splendida unrsquoarca dallrsquointerne stanze Aregravete in che depose i ricchi doni Le vesti e lrsquoor che al forestier largicircro I Feacesi indi ella stessa un vago 585 Ammanto ed una tunica vi aggiunse Volgegravendosi allrsquoeroe con questi accenti

θ 443 laquoOr pon mente al coverchio e drsquoun tuo nodo Di subito il distringi acciograve per via Non trsquoincolga nel pin danno nel tempo 590 Che gli occhi a ti gravar scenderagrave il sonnoraquo

θ 446 Come ciograve udigrave ratto adattograve rsquol coverchio Il divo Ulisse e rsquol vario ed intricato Nodo formograve di cui gli pose in mente Il magistero la scaltrita Circe 595 E qui nel bagno a entrar la dispensiera Il confortava Giubilando ei scorse I tiepidi lavacri il cui ristoro Gli falligraveo sin dal digrave che dalle grotte Si partigrave di Calipso auri-chiomata 600 Dove drsquoagi andograve lieto al par drsquoun Nume Lavato ed unto di soavi essenze Come lrsquoebber le ancelle il rivesticircro Di tunica leggiadra e di bel manto Ed ei del bagno uscito a trovar mosse 605 I convitati a lieta mensa accolti Nausigravecaa adorna di beltagrave celeste Dellrsquoaula eccelsa ferma in sullrsquoentrata Gli occhi intende allrsquoeroe lrsquoammira e laquoSalve Ospite mio ndash dicea ndash giunto arsquo tuoi lari 610 Non obbliarmi da me prima avesti Ciograve che in sen ti serbograve vivi gli spirtiraquo

θ 463 E lrsquoIgravetaco sagace laquoInclita prole DrsquoAlcigravenoo illustre cosigrave a me lrsquoOligravempio Conceda il tetto avito e chrsquoio riveggia 615 Spuntare alfine il digrave del mio ritorno Comrsquoio sempre anche lagrave qual Diva sempre

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Trsquoonorerograve trsquoimplorerograve cheacute questa Aura chrsquoio spiro o vergine egrave tuo donoraquo

θ 469 Detto in bel seggio accanto al Re si assise 620 Giagrave compartigraveansi le vivande e rsquol dolce Licor mesceacuteasi nelle coppe In questa Lrsquoaraldo si accostograve per man guidando Lrsquoonorato da tutti amabil vate Lrsquoadagiograve in mezzo arsquo convitati ovrsquoalta 625 Colonna al tergo gli facea sostegno Dal dosso di un cinghial dispiccograve Ulisse Un brano intanto drsquoadipe fasciato E di cui parte anche restograve indi vogravelto Allrsquoaraldo laquoTersquo ndash disse ndash al vate il porta 630 Percheacute ei si pasca e chrsquoio li mando aggiungi Bencheacute dolente i piugrave cari saluti Degni di riverenza e di onor sono Piugrave che tutti i mortali i vati a cui Soavi melodie la Musa insegna 635 E nella schiera lor pone il suo amoreraquo Andograve col don lrsquoaraldo ed allrsquoeroe Demogravedoco il portograve che lieto il prese Steser in questa sullrsquoapposte dapi Le mani i convitati e poicheacute drsquoesca 640 Ebbono e di licor la brama estinta Drizzograve Ulisse al cantor cotesti accenti

θ 487 laquoCerto nella divina arte dersquo carmi Te fra i mortali tutti io tengo il primo Demogravedoco che Te una Musa figlia 645 Di Giove ammaestrava o Febo stesso Nobile vate Oh quanto il fato avverso Degli Argivi e le imprese ed i sofferti Guerrieri affanni e tutto chrsquoessi opracircro Mirabilmente canti Appunto come 650 Presente fossi o rsquol ti dicesser elli Or via deh segui e digredendo canta Il gran cavallo che drsquointeste travi Epegraveo scorto da Pagravellade construsse Mole che penetrar feacuteo nella rocca 655 Insidiando il divo Ulisse poscia Che gli ascose nel grembo inclita schiera Per cui Troia fu giagrave cacciata al fondo Se fil filo dirai siffatti eventi

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Attestare mrsquoudran gli umani tutti 660 Subitamente che benigno un Nume Cotesto trsquoinspirograve canto sublimeraquo

θ 499 Agitato da un Dio fersquo tosto il vate Risuonare i suoi canti e narrograve in prima Come gittato nelle tende il fuoco 665 Montacircro i legni e navigacircr gli Argivi Gli altri drsquointorno al valoroso Ulisse Sedean nel grembo del cavallo ascosi Tra il popolo dersquo Trogravei percheacute ersquo medesmi Allrsquoardua rocca in vetta il trascinacircro 670 La mole ivi torreggia assise intorno Incerti avvisi aprigravean le Iligraveache turbe Tre sentenze agitagravevansi od il cavo Legno spezzar col ferro o tratto ad alto Precipitarlo sullrsquoalpestri rocce 675 Od assentir che immane adornamento Quivi resti a placar lrsquoira dersquo Numi Questrsquoultima prevalse Igravelio ebbe in fato Dallrsquoimo ruinar quando in suo grembo Accolto avesse quel cavallo enorme 680 In che seggendo i piugrave valenti Argivi Porterebbero arsquo Trogravei sterminio e morte Cantograve indi rsquol vate che del cieco agguato Fuor gli Argivi versagravetisi lrsquoeccelsa Disertavan cittagrave che mentre gli altri 685 Prodi al suol lrsquoadeguavano giagrave Ulisse Qual Marte corse col minore Atride Di Deigravefobo ai tetti ove un orrendo Conflitto a sostener ebbe da cui Auspice Palla vincitor nrsquouscigraveo 690

θ 521 Questi del vate i canti Intenerito Struggeacuteasi Ulisse e giugrave dalle palpegravebre Scorrea le gote ad irrigargli rsquol pianto Qual donna piange il suo sposo diletto Che alla cittagrave davante e al popol cadde 695 Respingendo dai figli e dalla terra Natigravea lrsquoultimo giorno ella che il vede Palpitar moribondo ansia e gemente Sovra lui si abbandona al sen lo stringe Empiendo lrsquoaere drsquoululi e di strida 700 Mentre i nemici col calcio dellrsquoasta

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Percotegravendole gli omeri e le terga La traggono a patir travagli e strazio In dura schiavitugrave vie piugrave allor vinta Da immenso affanno sullrsquoemunte guance 705 Largo e dirotto le discorre il pianto Cosigrave Ulisse piangea Pur tenne ascose Le dolorose lagrime agli astanti Ned accorto si fersquo che Alcigravenoo solo Sedutogli drsquoappresso e che i sospiri 710 Gravi nrsquoudigravea perograve vogravelto arsquo Feaci

θ 536 laquoO prenci ndash disse ndash o condottier deh rsquol vate Sospenda il suono dellrsquoarguta cetra Cheacute gradito del par non giunge a tutti Dersquo suoi carmi rsquol tenor Sin dal momento 715 Che le mense levacircrsi e che agitato Demogravedoco da un Dio volar fersquo il carme Dal gemer non risteacute lrsquoospite mai Certo glrsquoinvase rsquol cor grave cordoglio Dunque rsquol vate desista acciograve che tutti 720 Diagravemci insieme al gioir lrsquoospite e noi Ecco ciograve che fia bello Egrave presta omai Pel venerando forestier la scorta Ersquo doni che gli offrimmo affettuosi Chi senso ha in core e fior di senno tiegravensi 725 Lrsquoospite e rsquol pellegrin come fratello Perograve tu ancora non celarmi ad arte Quel di che voglio interrogarti meglio Ti torneragrave chiarirmi il vero Or dimmi Di qual nome la madre e rsquol genitore 730 I cittadini ersquo tuoi vicin chiamacircrti Peroccheacute niun mortal codardo o prode Senza nome non vrsquoha ma darsquo suoi cari Parenti gli egrave nel digrave natale imposto Dimmi la tua contrada e la tua gente 735 E la cittagrave sigrave che colagrave diritto Ti porti il senno delle navi nostre Non di nocchier non uopo hanno di temo Al par degli altri di Feacia i legni Ma sanno appien la mente ed il consiglio 740 Dersquo mortali e conoscono di tutti I pingui campi e le cittagrave involuti Drsquoombra e di nubi varcano veloci

LIBRO VIII

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Lrsquoondoso mar neacute di patir dannaggio Neacute tema di perir pregravendeli mai 745 Pur ecco ciograve che raccontar dal padre Nausigravetoo intesi un digrave che irato a noi Era Nettun percheacute senza alcun rischio Riconduciamo alla natigravea contrada Ogni mortale e soggiungea che un saldo 750 Legno dersquo nostri un digrave focircra disfatto Nel mare tenebroso al suo ritorno E che unrsquoalta montagna ruinando Struggeragrave la cittagrave Cosigrave rsquol buon veglio Ma sta del Dio in baligravea porre ad effetto 755 Questi disegni o preterirli Intanto Deh mi rispondi e rsquol veacuter nagraverrami aperto Dove errando sersquo ito e quali terre Visitasti e quai popoli e le ricche Popolate cittagrave lor mi descrivi 760 Dimmi se crudi fucircr selvaggi ingiusti Od ospitali e cari arsquo Sempiterni Dimmi alfin percheacute piangi e percheacute tanto Sin dallrsquoimo del cor gemi e sospiri Quando il fato infelice e le rie stragi 765 Dersquo Dagravenai degli Argivi e drsquoIgravelio ascolti Gli Eterni ordicircrlo e di cotanti Eroi Fermacircr le morti percheacute fosser tema Alle future etagrave drsquoutile canto O ti perigrave sotto le Iligraveache mura 770 Genero egregio o suocero congiunti Piugrave cari al nostro cor dopo coloro Del nostro sangue e della stirpe nostra O perir vedestugrave forse un valente Compagno affettuoso un tal compagno 775 Ricco di senno ad un fratel si agguagliaraquo

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LL II BB RR OO NN OO NN OO

Il Ciclope

laquoAALCIgraveNOO Re vie piugrave di tutti illustre Tra queste genti ndash replicava Ulisse ndash Bello egrave tal vate udir che ai numi assembra Cantando No proporsi un piugrave giocondo Fine lrsquouom non potrigravea del veder tutto 5 Un popolo in gran festa e in lungo assisi Ordine i convitati intorno a mense Ricche del Cereal dono e di dapi Ascoltar di gentil vate il concento Mentre il coppier dallrsquourne il vino attigne 10 E nrsquoempie i nappi che ministra in giro Ecco ciograve che oltre modo a me par bello Ma poicheacute tu saper desii le gravi Mie disventure rinnovar mi egrave forza I sospiri e le lagrime Qual prima 15 Qual poi qual raccontarti ultima deggio Che di guai molti oppregravessermi gli Eterni Prima il mio nome cheacute se al fier destino Sfuggirograve te vorsquo accocircrre ospite mio Quantunque abitator drsquouna contrada 20 Quinci remota Prole di Laerte Ulisse mi son io Per belliche arti A tutte genti in pregio e la cui gloria Sino al Ciel giagrave saligrave Lrsquooccidentale Igravetaca tengo ursquo rsquol Negraverito si estolle 25 Sul cui selvoso dorso unqua non tace Lo stormir delle frondi Ad essa intorno Giaccion una appo lrsquoaltra isole molte Duligravechio Same e Zacinto selvosa

LIBRO IX

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Fuori del suol marin non molto il lito 30 DrsquoIgravetaca surge che allrsquooccaso egrave volta (Vegraver lrsquoaurora ed il Sol mirano lrsquoaltre) Aspra egrave di rocce ma nutrice esimia Di forte gioventugrave neacute veder posso Della terra natigravea loco piugrave dolce 35 Calipso orrevol Dea me invan ritenne Nelle sue grotte vinta dal desigraveo Di fagravermisi consorte invan lrsquoastuta Circe che regna lagrave lrsquoisola Eegravea Me in suo palagio ritenea bramosa 40 Pur drsquoavermi a suo sposo cheacute non mai Hagravennomi rsquol cor qui dentro persuaso Tanto dolce egrave lrsquoamor del natigraveo loco E dersquo parenti ned un ricco albergo A confortar varragrave chi darsquo suoi cari 45 In terra estrania vigravevesi disgiunto Ma poicheacute tanto di saper trsquoaggrada Quel che lrsquoOligravempio Sir diemmi da Troia Doloroso ritorno io rsquol ti racconto

ι 39 Dipartiti di lagrave me rsquol vento spinse 50 Alle piagge dersquo Cigraveconi rimpetto DrsquoIgravesmaro alla cittagrave chrsquoio saccheggiai Posti col ferro gli abitanti a morte Giagrave le spose rapite e le dovizie Compartimmo del par tutta la preda 55 Qui gli esortai fuggir con piegrave veloce Ma gli stolti al mio dir non obbedicircro Quivi sul lito a tracannar si diecircro Gran copia di Liegraveo molte sgozzando Pecore e tori dal flessibil piede 60 In questo mezzo i Cigraveconi gridacircro Chrsquoeran molti e gagliardi e che piugrave addentro Albergavano Sperti eran costoro A pugnar su drsquoun carro ed al bisogno A fermo piede Mattutini accorsero 65 Quanti ha foglie ed ha fior la Primavera Ma di Giove il destin miseri in questa Addosso ci piombograve per disertarci Schierati anzi alle navi ci assaltacircro Con alterno vibrar di ferrate aste 70 Fincheacute la mattutina ora splendea

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E crebbe il sacro digrave far testa ardimmo Bencheacute fossero innumeri ma quando Dechinograve il Sole vegraver lrsquoOccaso e rsquol tempo Rimenograve che dal giogo i buoi si sciolgono 75 Tal fecircr impeto i Cigraveconi che in fuga Travolsero gli Achei Perdeacute ogni nave Sei valenti guerrier gli altri alla morte Non che di Giove al fier destin fuggimmo

ι 62 Tolti di lagrave ci rimbarcammo lieti 80 Per la schivata morte e mesti ad una Persquo cari nostri uccisi Neacute processe Col remigar veloce il navil mio Pria che fosser da noi per tre fiate Chiamati a nome i compagni infelici 85 Che morti fucircr dai Cigraveconi sul campo LrsquoEterno in questa adunator di nembi Boreal contro suscitogravenne un turbo Con terribil procella e drsquoatre nubi La terra a un tempo e rsquol pelago coverse 90 Notte dal Ciel precipitograve Di fianco Percossi i legni corrono e le vele Squarcia ed isbatte in tre pezzi ed in quattro Con rauchi stridi lrsquoimpeto del vento Impauriti le piegammo e ratto 95 Riparammo le navi al continente Ivi due notti ivi due digrave giacemmo Affaticati e rsquol duol rodeacuteaci rsquol core Ma come lrsquoalba dallrsquoaurate chiome Rimenograve rsquol terzo digrave le antenne alzate 100 Sparse le vele risalimmo i legni Cui rsquol vento ed i nocchier reggeano il corso Speme sorgeacuteami rsquon cor che alfin indenne Afferrar potessrsquoio le patrie sponde Se non che mentre la Malegravea girava 105 Bograverea e del mar le rapide correnti Di Cigravetera lontan mrsquohanno respinto

ι 82 Quivi per nove digrave contrari vegraventi Ne trabalzacircr sul mar pescoso Alfine Nel decimo approdammo alla contrada 110 Dersquo Lotogravefagi a cui florida pianta Fornisce il nutrimento Al lito scesi Acqua attignemmo e tosto appo le navi

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Pasteggiammo Di cibo e di bevande Confortati tra i miei scelti due prodi 115 Ed un araldo aggiuntovi per terzo Ad esplorar li mando a farmi conti Quai popoli colagrave nutre la terra Partiti corsquo Lotogravefagi affrontacircrsi Neacute questi arsquo prodi miei tramacircr la morte 120 Ma porser loro a savorare il loto Chi tra loro gustograve lrsquoesca soave Non le novelle riportar srsquoinvoglia Neacute redire vuol piugrave ma restar quivi Con quelle genti e per gustare il loto 125 Ponevan la natigravea terra in obbligraveo Ma io per forza comeccheacute piangenti Al navile li trassi e sotto i banchi Dersquo regravemigi gli avvinsi Agli altri indissi Sui ratti legni rimontar non forse 130 Gustato il loto da qualcun gli uscisse Di mente il suol natigraveo Quei salser tosto Ed in lungo sui banchi ordine assisi Battean corsquo remi il pelago spumante

ι 105 Di lagrave mesti sarpammo ed alla terra 135 Approdammo dersquo Cigraveclopi superbi Non da leggi infrenati Ogni fidanza Negli Eterni riposta ei di lor mano Ned arbor pongon mai neacute frangon zolla Inarata la terra e inseminata 140 Merceacute di Giove lrsquoopportuna pioggia Tutto produce orzo frumento e viti Carche di gran racemi onde si spreme Generoso licor Presso costoro Neacute si consulta in pubblica adunanza 145 Neacute vi srsquoordinan leggi In cave grotte Vivon dersquo monti sullrsquoeccelse cime Ciascun regge i suoi figli e la sua donna E farsi ligio altrui nullo consente

ι 116 Della terra dersquo Cigraveclopi in cospetto 150 Neacute vicina drsquoassai neacute lunge sorge Unrsquoisoletta col selvoso dorso Non poche schiere di silvestri capre Pascono quivi che travolte in fuga Non van da umano piegrave neacute vrsquoimprimrsquoorma 155

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Il cacciator che tante aspre fatiche Dura le selve percorrendo ersquo gioghi Neacute vi pasce il pastor greggia neacute solco Lrsquoaratore vi segna Orba drsquoumani Inseminata resta e inculta sempre 160 Neacute dagrave pastura che a belanti capre Poicheacute neacute nave di vermiglia proda Rinverresti appo i Ciclopi neacute fabbro Di larghi legni construttor con cui Alterni uffizi pregravestansi i mortali 165 Visitando cittagrave di estranie genti Tali i disegni son che il mar varcando Gli umani spesso pongono ad effetto Di tal guisa potrebbero i Ciclopi Popolar lrsquoisoletta e coltivarla 170 Ned isteril egrave giagrave ma tutto al tempo Produrrigravea ligrave del mar canuto in riva Drsquoerba lieti e di fior stegravendersi scorgi Irrigui prati neacute la vite mai Focircra di ricchi grappoli in difetto 175 Agevole al lavoro ad ogni autunno Folte del mietitor sotto la falce Lrsquoalte spighe cadrebbono cotanta Egrave della terra lrsquoubertagrave Capace Nellrsquoisoletta ancora agravepresi un porto 180 Dove non ti egrave mestier drsquoagravencora o fune Dove nullo ritegno i legni annoda Tocco il lito colagrave posan quieti Fincheacute brama il nocchier fino a che il vento Propizio spiri Lagrave del porto a capo 185 Limpida sotto un antro acqua discorre Drsquoalti frondosi pioppi incoronato Quivi approdammo per lrsquooscura notte Certo un Dio ne guidograve cheacute per noi nulla Si discerneva ombragravevasi di densa 190 Caligine il navil neacute risplendea Di Ciel la Luna tra le nubi ascosa Quivi alcuno neacute lrsquoisola neacute i vasti Flutti vide rotantisi in sul lido Che quando a proda giagrave corser le navi 195 Entrati appena raccogliam le vele Nel lito ci gettiam vinti dal sonno

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Aspettavamo il sorgere dellrsquoalba ι 152 ComrsquoElla apparve percorremmo intorno

Meravigliando lrsquoisola Le Ninfe 200 Prole di Giove dallrsquoalpestri cime Cacciacircro in basso le montane capre Acciograve il convito appregravestinsi i compagni Ratto dai legni i curvi archi ed i lunghi Giavellotti prendemmo ed in tre schiere 205 Divisi a saettarle impeto femmo Ricca in breve ci diegrave preda uno Iddio Dodici navi mi seguigravean ciascuna Nove capre sortigrave dieci a me solo Trascelsero Quel digrave fino a che il Sole 210 Dechinograve sedevamo a mensa lieta Di carni in copia e di licor soave Neacute rsquol vermiglio licor era per anche Esausto nel navil peroccheacute grande Copia nelle capaci urne attignemmo 215 Quel digrave che devastammo dersquo Cicograveni La sacrata cittagrave Gli occhi intendendo Alla terra dersquo Cigraveclopi vicina Il fumo vi scorgemmo e le lor voci Misto al belar drsquoagni e di capre udimmo 220 Ascoso il Sol sorgiunte le tenegravebre Ci gettammo sul lito e sorta lrsquoalba Tutti adunati i miei cosigrave a dir tolsi

ι 172 ldquoQui rimanete o miei fidi compagni Mentrrsquoio vo ad esplorar col legno mio 225 Qual gente egrave questa se oltraggiosa e fiera E del giusto nemica o se distende Soccorrevole destra ai pellegrini E con pia mente i sempiterni adorirdquo

ι 177 Ciograve detto salsi ed arsquo miei prodi ingiunsi 230 Di seguitarmi e sciocircr le funi Ratto Tutti nersquo banchi in lungo ordine assisi Il biancheggiante mar battean corsquo remi

ι 181 Tocco il lito giagrave prossimo vedemmo Eccelsa grotta nel confin del porto 235 Accanto al mar di lauri ombrata Quivi Cheta giaceva innumerabil greggia Di pecore e di capre il cortil vasto Chiudea un recinto drsquointerrate rocce

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Drsquoardui pini e di querce alto-chiomate 240 Drsquoaltitudine immensa ivi soggiorna Uom che a pascer menava in lontananza Le pecore solingo ersquo fuggigravea sempre Dersquo Ciclopi il consorzio e violenti Atti volgea nel cor Fier mostro immane 245 Non della stirpe sembra che si pasce Di polve cereal ma una selvosa Cima di monti altissimi che sola A quante intorno sorgono sovrasti

ι 193 Imposi allora arsquo miei fidi compagni 250 Di restar nella nave e di guardarla E dodici tra i miei prodi soltanto Trascelti chrsquoebbi mrsquoavviai recando Meco in otre caprin bruno e soave Licor che Maroacuten diemmi Evantiagravede 255 Sacerdote ad Apollo che le mura DrsquoIgravesmaro proteggea quindi noi vinti Da riverenza con la sposa e i figli Lrsquoavemmo in guardia lagrave nel bosco ombroso A Febo sacro ovrsquoei facea soggiorno 260 Di ricchi doni mi fersquo lieto diemmi Sette in vaghi lavor talenti drsquooro Diemmi unrsquourna drsquoargento indi mrsquoattinse In sei anfore e sei puro soave Generoso licor beva divina 265 Che neacute famiglio alcun neacute alcunrsquoancella Seppero mai fuorchrsquoegli la diletta Moglie e la sola dispensiera Quando Bevean di quel licor dolce e vermiglio Empiuto un nappo in veacutenti ersquo lrsquoinfondea 270 Metri di limpidrsquoacqua allor dallrsquourna Drsquoambrosia olezzo diffondeacuteasi intorno Tal che rsquol temprarsi era impossibil cosa Portai quindi rsquol grandrsquootre e di vivande Lo zaino ricolmai cheacute la mia fiera 275 Alma giagrave presentigravea di gir incontro Ad uom vestito drsquoindomabil forza Drsquoindole dispietata e che a vil prende Nel selvaggio suo cor le leggi e rsquol dritto

ι 215 Neacute guari andograve che divenimmo allrsquoantro 280 Neacute giagrave rsquol trovammo ligrave cheacute rsquol pingue gregge

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Aderbava Nellrsquoantro penetrati Giravamo il sorpreso occhio drsquointorno Le corbe gravi di rappreso latte Giagrave davan giugrave drsquoagnelli e di capretti 285 Piene le stalle ma tra lor disgiunti In diversi recinti i grandi prima Indi i mezzani alfine i morsquo pur nati I vasi in che mungea secchie catini Conche per entro il siere igravevano a nuoto 290 Qui corsquo prieghi invitagravevanmi i compagni Rapir del presso latte e via fuggendo Cacciar dai chiusi lor capretti ed agne Sino alla nave e fender le salse onde Pur (bencheacute rsquol meglio fosse) io non mrsquoarresi 295 Ma veder volli rsquol Ciclope e tentarlo Se di un dono ospital mrsquoera cortese Ben la costui presenza arsquo miei compagni Riuscir non dovea punto gradita

ι 231 Come racceso avemmo il foco arsquo Numi 300 Sagrificammo indi a cibar ne femmo Del presso latte lagrave nellrsquoantro assisi Lrsquoaspettavam fincheacute darsquo campi ei giunse Portando enorme sulle spalle un pondo Drsquoarida selva onde apprestarsi rsquol cibo 305 Fuor dellrsquoantro il buttograve Tal in caggendo Rumor levograve che in fondo alla caverna A racquattarci pavidi corremmo Nel vasto speco allor tutte ei le pingui Pecore che fermograve mugner sospinse 310 Lasciograve i maschi allrsquoentrata e fuor nellrsquoalto Cortile glrsquoirchi ed i montonrsquo restacircro Grave alta sollevograve roccia che smossa Veacutenti due non avrigravean validi carri Da quattro ruote e con tal pietra immensa 315 Fermograve lrsquoentrata del profondo speco Assiso a mugner con assidua cura Le agnelle diessi e le belanti capre Ed alle madri i parti indi sommise Rappreso chrsquoebbe la metagrave del latte 320 Entro canestri drsquointrecciati vinchi Il collocograve lrsquoaltra metagrave per beva Della cena il versograve Comrsquoebbe in fretta

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Fin posto a siffattrsquoopre il foco accese Destagravetasi la fiamma una gran luce 325 Balenograve nel capace antro e ci scorse Quindi gridava ldquoO forestier chi siete Donde veniste per lrsquoequoree strade Trafficando tentate avvantaggiarvi Od ite a caso per lo mar raminghi 330 Come pirati che la vita a rischio Pongon per depredar lrsquoestranie gentirdquo

ι 256 Detto il cor ne srsquoinfranse al reboato Dellrsquoorribile voce ed allrsquoimmane Statura di quel mostro impauriti 335 Ma ripressi tal senso e gli risposi

ι 259 ldquoAchivi siam che drsquoIgravelio dipartiti Da tutti i vegraventi combattuti errammo Sul vasto mar e bencheacute cerca sempre La contrada natigravea qua disviati 340 Come lrsquoOligravempio decretograve giugnemmo Fummo (alteri nrsquoandiam) commilitoni Del grande Atride Agamennoacuten di cui Massima sotto rsquol Ciel vola or la gloria Ei che sigrave gran cittagrave distrusse e tanti 345 Popoli sconfiggea Volonterosi Vegniamo ad abbracciar le tue ginocchia Acciograve un don ospitale od un ristoro Concederne comrsquoegrave giusto ti piaccia Rispetta i Numi ottimo Sir deh pensa 350 Che tuoi supplici siam Vindice egrave Giove Degli estrani e degli ospiti ed al fianco Dersquo venerandi pellegrin si ponerdquo

ι 272 Tacqui e rsquol crudele soggiugnea ldquoStraniere Stolto sersquo o vieni di lontan paese 355 Che vuoi chrsquoio tema e riverisca i Numi Arsquo Ciclopi non cal neacute dellrsquoOligravempio Neacute di tutti gli Eterni assai piugrave forti Di lor siam noi neacute per sfuggire allrsquoira Di Giove fia chrsquoio Te od i tuoi risparmi 360 Ove talento del contrario mrsquoabbia Ma dimmi giunto qua dove lasciasti La ben construtta nave in sul confine DellrsquoIsola o vicin Parla ondrsquoio rsquol sappiardquo

ι 281 Di questa guisa favellograve il Ciclope 365

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Insidiando ed io del mondo esperto Penetrai la sua mente e alla mia volta Con parole ingannevoli risposi

ι 283 ldquoNettun battuta contro ad uno scoglio Ruppe la nave mia lagrave presso al monte 370 Che drsquoesta terra sul confin si estolle Qua lagrave sui flutti ne disperse il vento Gli avanzi ed io con questi miei compagni Da un dispietato fin campammo a stentordquo

ι 287 Non risponde il crudel ma impetuoso 375 Lagravenciasi e sovra i miei le branche avventa Due ad un tratto ghermigrave contra ad un sasso Quai cagnuoli sbattendoli le sparse Cervella ad irrigar correan lo spazzo Poste a brani le membra indi ancor vive 380 La cena srsquoimbandigrave non altrimenti Che montagraveno Lion le divorava Neacute di carni lasciograve neacute di precordi Neacute drsquoossa o di midolle alcun vestigio A sigrave fiero spettacolo le palme 385 Con angoscioso pianto a Giove alzammo Di speme usciti omai Poicheacute rsquol fier mostro Tutta srsquoebbe lrsquoenorme epa ricolma Drsquoumane carni e puro latte in copia Sovra vi tracannograve giaceva immenso 390 Tra le gregge nellrsquoantro Incontinente Nellrsquoaudace mio cor fermo appressarlo Tirar dal fianco lrsquoaffilata spada Ed al petto ferirlo ove si fascia La corata dal fegato e giagrave al ferro 395 La destra mi correa se non che un altro Avviso mi arrestograve Quivi noi pure Di crudel morte perivam cheacute indarno Con le braccia tocircr via tentato avremmo Lrsquoenorme roccia che il gigante impose 400 Al varco eccelso Sospirosi quindi Aspettavamo il sorger dellrsquoAurora

ι 307 Come raggiar nel Ciel cominciograve rsquol giorno Il foco raccendea mugnea le pingui Pecore a modo ed a ciascuna il parto 405 Sommettea Sciolto di tai cure in fretta Altri due nrsquoabbrancograve dilacerolli

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E rsquol pranzo si apprestograve Fornito il pasto Le pecore cacciograve fuor dal vasto antro Rimovendo con man facile il masso 410 Dismisurato poscia il vi ripose Come imposto a faretra avrigravea rsquol coverchio Lungo in questa sonar facendo un fischio Condusse il gregge su per la montagna Raccolto in me dal cupo della mente 415 Chiamai tutti i pensier per vendicarmi Se a me tal vanto concedea Minerva Volsi e rivolsi piugrave partiti alfine Questo a cui mrsquoappigliai per miglior tenni Giaceva entro la stalla un verde enorme 420 Troncon drsquoulivo che rsquol gigante svelse Onde averlo tra mano inaridito Il comparammo ad albero di vasta Nave oneraria che da veacutenti remi Spinta lrsquoimmenso pelago travarca 425 Tanta la longitudine e tanta era Del troncon la grossezza Io ne recisi Tre cubiti ed arsquo miei quella recisa Parte imposi polir polita appena Nrsquoaguzzava la punta tra le vampe 430 Fulgide lrsquoindurava e sotto un mucchio Di fimo di che ingombro egraverane lrsquoantro Lrsquoascondea con gran cura A sorte quindi Tirar feci color che alzare il palo Ardirebber con me per conficcarlo 435 Del Ciclope nellrsquoocchio allorcheacute ei focircra Vinto dal sonno I quattro che sorticircro Gli avrei scelti io medesmo e rsquol quinto io fui Vespertino ei sorvenne e rimenato Darsquo paschi rsquol gregge dai lucenti velli 440 Tutto nella caverna ampia il sospinse Ned alcun fuor lasciograve sia che sospetto Il prendesse di noi sia che drsquoun nume Tal si fosse il voler Sollevograve in questa Lrsquoimmensa porta rilogolla e assiso 445 Capre belanti e pecore mugnea Rimesso ogni agnellin sotto la poppa Della sua mamma e ratto a fin condotte Lrsquoopre usitate due dersquo miei compagni

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Ghermigrave di nuovo e si apprestograve la cena 450 Mrsquoaccostai in quel momento e rsquon man tenendo Colma di bruno vin drsquoedra una coppa

ι 347 ldquoTersquo Ciclope ndash dissrsquoio ndash questo vin bevi Or che pasciuto sersquo drsquoumana carne Saprai cosigrave qual mi teneva in serbo 455 Licor nel legno mio te rsquol reco adesso Qual libamento non di speme uscito Che per me tocco di pietagrave arsquo miei tetti Rimandarmi vorrai ma rsquol tuo furore Intollerando ogni confin trapassa 460 Chi piugrave verragrave tra gli uomini infiniti A supplicarti nersquo venturi giorni Crudele Ahi quanto contro il giusto adoprirdquo

ι 353 Cosigrave dicea tolse ei la coppa e bevve Oltre modo gioigrave beendo il dolce 465 Licor soave e una seconda volta Con ressa me nrsquo chiedea vegraver me benigno ldquoVegraversami ancora cheacute mrsquoegrave tardo offrirti Ospital dono che trsquoallegri rsquol core Arsquo Ciclopi la terra alma produce 470 Feconde viti di racemi carche Che la pioggia di Giove educa e ingrossa Ma questrsquoalmo licor che tu mi porgi Certo egrave fiore di nettare e drsquoambrosiardquo

ι 360 Detto tre volte io gli mescea tre volte 475 Stolto Ei ne bevve a dismisura Quando Gli si avventograve al cervel del vino il fumo Queste gli dirizzai blande parole

ι 364 ldquoCiclope chiedi il nome mio mrsquoegrave tardo Digraverloti ma tu ancor lrsquoospital dono 480 Pogravergimi e ciograve che promettesti attiegravemmi Nessuno egrave rsquol nome mio me i genitori Gli amici tutti chiamano Nessunordquo

ι 368 Tacqui e rsquol crudel rispoacutesemi ldquoNessuno Divorerograve te lrsquoultimo pria gli altri 485 Questrsquoegrave il dono ospital che ti si serbardquo

ι 371 Detto supin cascograve la gran cervice Reclinata sullrsquoomero dal sonno Che tutto doma ciograve che spira vinto Fuor della strozza a gurgiti cacciava 490 Brani drsquoumana carne al vin commisti

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Che nellrsquoebbrezza sua grave recea Sotto le ardenti ceneri onde affochi Tosto il palo sospingo e col dir franco Rincoro i miei non forse impaurito 495 Qualcun nel fier periglio mrsquoabbandoni Ma come bencheacute verde era ligrave ligrave Per ardere qual bragia alto splendendo Dal foco il trassi ed i miei fidi in questa Mi si strinsero intorno ardire immenso 500 Inspiragravevami un Dio Giagrave giagrave afferrato Darsquo miei quel palo dallrsquoacuta punta Gliel conficcacircr nellrsquoocchio ed io di sopra Pontando rigiragravevalo In tal foggia Trave naval col trapano trivella 505 Un mastro a lui di sotto altri operai Di qua di lagrave tiran la soga ratto Vogravelvesi rsquol ferro neacute srsquoarresta mai Cosigrave per noi del Ciclope nellrsquoocchio Lrsquoacceso tronco aggigraverasi bollente 510 Scaturigravea rsquol sangue le palpegravebre e rsquol ciglio Struggea vapor focoso e la pupilla Dallrsquoalta fiamma nellrsquoime radici Rotta e consunta crepitar srsquoudigravea Qual se fabbro talora in gelidrsquoonda 515 Od ascia attuffi od una gran bipenne Con che al ferro dagrave forza e lo rattempra Stridir la srsquoode tal del tronco intorno Stridea lrsquoocchio del Ciclope che orrendi Mugravegghii ed urli mettea La roccia tutta 520 Ne rintonava Da terror conquisi Qua lagrave ci disperdemmo Ei dallrsquoocchiaia Disvelse il trave di sangue grondante E di sua man lungi da seacute avventollo Dalla rabbia sospinto e dal dolore 525 Chiamograve con grida altissime i Ciclopi Che abitavan ligrave presso in fondo agli antri Sui ventosi cacumi Udito il grido Da tutte parti accorsero ed al varco Della caverna soffermato il piede 530 Chiedeacuteangli la cagion che sigrave lrsquoaffanna

ι 403 ldquoQuale offesa sigrave grave o Polifemo Gridar ti feacutea cotanto in mezzo allrsquoombre

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Dellrsquoalma notte tal che dalle nostre Pupille il sonno giagrave cacciasti in bando 535 Via ti si tolse a mal tuo grado il gregge O per forza od inganno altri ti domardquo

ι 407 E del fondo dellrsquoantro il fier gigante ldquoNESSUNO amici mi domograve con fraude Non giagrave per forzardquo E subito i Ciclopi 540

ι 410 ldquoOr se NESSUN trsquooltraggia e solo vivi Impossibil ti fia sfuggire al morbo Che lrsquoOligravempio trsquoinvia ma ben al padre Al possente Nettuno alza i tuoi voacutetirdquo

ι 413 Detto si diparticircr rideacuteami rsquol core 545 Che il nome e rsquol senno mio gli avesse illusi Polifemo angosciato e doloroso Qua lagrave se nrsquo gigravea con le man brancolando Tanto che tolse dalla porta il masso Indi nel varco dello speco assiso 550 Tese le braccia per ghermir tra rsquol gregge Chi tentasse fuggir tanto ei di senno Teneacuteami uscito Io pur volgea nellrsquoalma Come i compagni e me sottrar da morte Molti consigli e molte frodi ordigravea 555 Cheacute in forse era la vita e nrsquoincalzava Alto periglio Ed ecco a qual partito Che tenni il piugrave assennato alfin mrsquoappiglio Pingui denso-velluti e belli e grandi Montoni carchi di unrsquooscura lana 560 Lrsquoantro chiudeva Io tacito gli avvinsi Corsquo flessibili vinchi su cui rsquol mostro Dotto in rie scelleraggini dormigravea Tre per volta ne avvinsi e quel di mezzo Un uom portava si tenean da lato 565 Gli altri due che dersquo miei feacutecersi schermo Da tre montoni ogni uom quindi era tratto Restagravetovi colagrave un ariete Fior dellrsquoarmento lo afferrai pel dosso Mi rivoltai sotto il velloso ventre 570 Ed avvolte alle man le dense lane Con intrepido cor mi vi sospesi Cosigrave non senza gemiti rsquol ritorno Aspettavam della divina Aurora

ι 437 Non appena brillograve che alla pastura 575

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Irrompevano i maschi e le non munte Femmine di belati empiean le stalle Cheacute di troppo sentigravean le mamme gravi Dellrsquoantro il Re da rie doglie trafitto Drsquoogni monton che gli sovrastava 580 Percorrea rsquol dorso neacute sospetto al folle Nellrsquoalma srsquoingerigrave che sotto ai petti Villosi i prodi miei pendeano avvinti Alfin varcograve la porta ultimo il grande Montone dersquo suoi velli e di me carco 585 Cui sorse in mente il provvido consiglio

ι 446 Polifemo il blandigrave poscia ldquoOh diletto Ariete percheacute dellrsquoantro or mrsquoesci Ultimo Non giagrave pria disgiunto usavi Dallrsquoagnelle restar primo di tutti 590 Brucavi dellrsquoerbetta i molli fiori Con lunghi passi e primo pur giungevi Alle correnti limpide dersquo fiumi Primo da sera rientrar nel chiuso Bramavi ed or di tutti ultimo sei 595 Sospiri lrsquoocchio del tuo Re Un codardo Mortal corsquo rei compagni il mi divelse Doma chrsquoei mrsquoebbe con il vin la mente NESSUN che mal potrigravea sottrarsi a morte Se come il martigraver mio senti del pari 600 Articolar potessi anche la voce E dirmi ovrsquoei dal mio furor si cela Qua lagrave dal teschio infranto le schizzate Cervella correrigravean lungo questrsquoantro Ed un conforto almen verrigraveami al core 605 Dagli atroci tormenti e dallo strazio Che mrsquoinferigrave quel misero Nessunordquo

ι 461 Detto lungi da seacute fuor della porta LrsquoAriete spingea Poicheacute distammo Dallrsquoantro alquanto e dal cortil repente 610 Me primo e tosto i miei compagni sciolsi Molte adipose pecore dai lunghi Passi ratto cacciammo a noi davanti Fincheacute al legno giungemmo I cari nostri Noi che a morte sfuggimmo accolser lieti 615 Ma per gli altri mettean miseri lai Io nol permisi giagrave corsquo sopracigli

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Accennando a ciascun disdico il pianto E lor comando di gettar nel legno Le molte agnelle dai superbi velli 620 Subitamente e fender le salse onde Ratto assisi sui banchi in ordinanza Ferigravean corsquo remi rsquol pelago spumante Distando quanto drsquouomo aggiunge un grido Queste al mostro drizzava agre rampogne 625

ι 475 ldquoNo non dovevi tu drsquouom senza schermo Divorar nellrsquooscuro antro i compagni A viva forza o Ciclope I tuoi falli Tirarti addosso ti dovean tal pena Crudel che non temesti entro il tuo speco 630 Gli ospiti trangugiar Perograve lrsquoOligravempio Plaudenti gli altri abitator del Cielo Trasser giusta di Te fiera vendettardquo

ι 480 Di questi detti al suon vie piugrave di rabbia Riarse il cor del Ciclope Divelse 635 Drsquoalto monte il cacume e lrsquoavventando Anzi alla proda lo gettograve del legno Lrsquoalpestre cima ruinando ad alto Il mare sollevograve dal rifluente Impetuoso fiotto a urtar la sponda 640 Giagrave giagrave rsquol legno correa Ma lungo lungo Afferrato da me subito un palo Mrsquoallontanai dal lito indi eccitava Accennando del capo i miei compagni A curvarsi sul remo ed il funesto 645 Rischio a fuggir Curvagravetisi sui remi Tutti di forza arrancano Poi quando Doppio tratto di mar lunge noi fummo Riparlar volli al Ciclope ma tutti Di qua di lagrave ristregravettimisi intorno 650 Tentavan con parole affettuose Dal mio proposto svolgermi i compagni

ι 494 ldquoAhi poco senno Percheacute vuoi lrsquouom crudo Nuovamente irritar Non ha un momento Chrsquoei questa roccia fulminograve per cui 655 La nave a terra risospinta tutti Ci tenemmo per morti Or se un tuo grido Se un detto udragrave certo una roccia enorme Avventeragrave che il capo a tutti e il legno

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Sfracelleragrave tal di sua destra egrave rsquol tirordquo 660 ι 500 I compagni cosigrave ma persuasa

Non fecircr lrsquoaltera anima mia Dallrsquoira Indomita sospinto a ridir tolsi

ι 502 ldquoCiclope se del turpe accecamento Dellrsquoocchio tuo qualcuno dersquo mortali 665 Trsquointerroga dirai mrsquoaccecograve Ulisse Lrsquoeversor di Cittagrave figlio a Laerte Il cui palagio in Igravetaca si estollerdquo

ι 506 Tacqui e rsquol mostro ululograve poscia ldquoOhimegrave ndash disse ndash gli antichi vaticini ecco mrsquohan colto 670 Qua vrsquoebbe un vate giagrave forte possente Il supremo degli agraveuguri Telegravemo Figliuol drsquoEurimo che appo noi rsquol velame Squarciando del futuro incanutigravea Ersquo presagigraveami ciograve che giagrave mrsquoavvenne 675 lsquoSpento lrsquoocchio ti fia per man drsquoUlissersquo Sempre quindi stimai chrsquouom bello e grande Drsquoimmensa invitta forza rivestito Appo me si addurrebbe e lrsquoaspettava Or me dellrsquoocchio vedovograve scarsrsquouomo 680 Debil pusillo poicheacute rsquol senno ei mrsquoebbe Nel vin sommerso Orsugrave ritorna Ulisse Ti porgerograve lrsquoospital dono e lieto Trsquoimplorerograve da Enosigegraveo rsquol ritorno Padre egravemmi e tiegravenlo a vanto ove gli piaccia 685 Solo mi saneragrave neacute mi fia drsquouopo O dersquo numi lrsquoaigraveta o dersquo mortalirdquo

ι 522 ldquoOh potessi io cosigrave ndash ratto soggiunsi ndash Spogliar Te della vita e nei funesti Travolgerti laggiugrave regni di Pluto 690 Come dellrsquoaccecato occhio ned anche Risanar ti potragrave Nettuno istessordquo

ι 526 Tacqui ed al Re Nettun cosigrave egli orava Tese le palme alla stellata volta

ι 528 ldquoRe dalla bruna chioma Enosigegraveo 695 Se tuo figliuol son io veracemente Se tu drsquoegravessermi padre altero vai Dammi che Ulisse di cittagrave eversore DrsquoIgravetaca abitator figlio a Laerte Arsquo suoi tetti redir non possa mai 700 Ma se gli amici riveder se al ricco

LIBRO IX

147

Ostel suo ritornare in fato ei srsquoebbe Tardo e dolente arrivi in nave altrui Perduti pria tutti i compagni ed altro Non trovi in sua magion che affanni e piantordquo 705

ι 536 Nettun lrsquoesaudigravea Di maggior mole Unrsquoaltra sollevograve roccia il gigante La contorse nellrsquoaria e di gran forza La fulminograve Piombograve il catollo addietro Lrsquoazzurra poppa e del timon la punta 710 Rasentograve Sbalzograve rsquol mar turbato in suso Al rovinar del masso e la grossa onda Spinse la nave e lrsquoaccostograve alla riva Ma come alfin sorgemmo allrsquoisoletta Dove lrsquoaltre mie navi erano a proda 715 Trovammo i miei che assisi ad esse intorno Non senza pianto ci attendean mai sempre Giunti tirammo in secco il pin veloce Ci gittammo nel lido indi fuor tratto Del Ciclope lrsquoarmento il compartimmo 720 Sigrave che di parte egual ciascun fu lieto Partite lrsquoagne il superbo ariete Diecircro in disparte a me solo i miei Prodi Lungo il lito lrsquooffersi ostia allrsquoOligravempio Che drsquoatri nembi srsquoinvolgendo regna 725 Sovra tutti gli Eterni e lrsquoanche nrsquoarsi I sagrifizi ersquo non curograve cheacute in mente Tutte le navi ersquo miei cari compagni Giagrave perdere fermava Il giorno intero Sin che il Sol si corcograve sedemmo a mensa 730 Ricca di carni e di licor soave Ascoso il Sole e sorvenuto il buio Stesi nel lito ne srsquoinfuse il sonno Ma come rosea rsquon Ciel brillograve lrsquoAurora Eccitati i compagni a loro ingiunsi 735 Salir le navi e sciocircr le funi Ratto Si rimbarcacircr si assisero in sui banchi Percotendo corsquo remi il mare ondoso Cosigrave di lagrave ci allargavam felici Pel nostro scampo ma nel cor dolenti 740 Persquo cari nostri dal fier mostro uccisiraquo

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LL II BB RR OO DD EE CC II MM OO

Avvenimenti presso Egraveolo presso i Lestrigravegoni e presso Circe

GGIUGNEMMO nellrsquoEogravelia Isola quivi LrsquoIppogravetade abitava Egraveolo diletto Arsquo Sempiterni in isola natante Cui cinge un muro drsquoinfrangibil rame E liscia rupe le si leva intorno 5 Nagravecquergli in sua magion dodici figli Sei dellrsquoun sesso e sei dellrsquoaltro adorni Del fior di giovinezza Egraveolo congiunse In nodo marital germani e suore Sedean sempre elli al caro padre accanto 10 Ed allrsquoorrevol madre a mensa ricca Di elette dapi Mentre il giorno splende Lrsquoodorata magion risuona intorno Di dolci melodie scesa la notte Appo le caste mogli in sursquo tappeti 15 Sui ricchi letti lor dormigravean gli sposi Nella costor cittade entrati appena Arsquo tetti lor superbi divenimmo Intero un mese drsquoaccoglienze liete Cortese Egraveolo mi fu piaceacuteasi drsquoIgravelio 20 Del navil degli Achivi e del ritorno A parte a parte interrogarmi ed io Con somma cura gli narrava il tutto Ma come il chiesi del viaggio e ressa Gli feacutea di rimandarmi non restigraveo 25 Mi si mostrando mrsquoapprestograve il ritorno Di saldo cuoio presentommi un otre Di bue novenne in che glrsquoimpetuosi Vegraventi rinchiuse peroccheacute lrsquoOligravempio

LIBRO X

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Dersquo vegraventi a dispensier sommo il prepose 30 Sigrave che a sua voglia ei li rattiene o spinge Con fil drsquoargento lucido nel fondo Del naviglio lrsquoeroe distrinse lrsquootre Acciograve ned esil pur nrsquoesca uno spiro Libero mi lasciograve Zegraveffiro a cui 35 Scorger le navi e noi medesmi indisse Ma indarno il commettea cheacute dersquo compagni Ne sospinse a perir dira follia

κ 28 Nove digrave senza sosta e nove notti Navigavam nel decimo mrsquoapparve 40 La patria terra e vedevam giagrave quelli Che arsquo fuochi accesi aggiragravevansi intorno Me stanco in questa il dolce sonno oppresse Cheacute della nave ognor ressi il governo Neacute drsquoaltri volli in man lasciarlo mai 45 Onde ratto afferrar le patrie sponde I compagni tra lor diceano intanto Chrsquoio recava arsquo miei tetti argento ed oro Del magnanimo Ippogravetade presenti Gli occhi affisando agli occhi del compagno 50 Ciascuno allora a favellar si prese

κ 38 ldquoNumi Quanto costui caro e in gran pregio Tiegravensi da ognun cui visita il paese Molti egli drsquoIgravelio depredato apporta Splendidi arredi or noi che la via stessa 55 Misurammo torniamo arsquo tetti nostri Con le man vogravete Ed ecco affettuoso Egraveolo gli porge questi doni or via Veggiamo alfin quantrsquooro e quantrsquoargento Questrsquootre nel capace alvo rinserrardquo 60

κ 46 Cosigrave dal mal voler vinti i compagni Sciolser lrsquootre scoppiacircro ad una i vegraventi Rapigrave i compagni dolorosi in pianto La sugravebita procella e trabalzolli Lungi dalla natigravea terra nellrsquoalto 65 Mi desto in questa e nella mia fierrsquoalma Volgea se giugrave nel pelago dal legno Precipitarmi e morire nellrsquoonde O soffrir muto e rimaner trarsquo vivi Soffersi ed aspettai nersquo panni involto 70 Mi corcai nella nave Il turbin fiero

ODISSEA

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Respinse intanto nellrsquoEogravelia i legni Che di sospir empievano i compagni

κ 56 A terra scesi acqua attignemmo a desco Sedemmo appo rsquol navil Drsquoesca e di beva 75 Come avemmo il desigraveo nel sen ripresso Da un araldo seguito e da un compagno Allrsquoinclita magion drsquoEgraveolo mrsquoaddussi A convito sedea stagravevangli accanto La consorte ed i figli In sulla soglia 80 Della porta sedemmo Alto stupore I suoi figli colpigrave che interrogacircrci ldquoOnde Ulisse vien tu Qual mai trsquoincalza Demone avverso Noi con vigil cura Tutto al tuo dipartir disposto avemmo 85 Percheacute alla patria alle tue case e ovunque In grado trsquoera piugrave giunger potessirdquo

κ 68 ldquoDissennati compagni infausto un sonno Mrsquohanno condotto a tal ndash mesto risposi ndash Piagravecciavi confortarmi in baligravea vostra 90 Tutta amici omai sta la mia saluterdquo

κ 70 Spetrare a loro il cor tentai con queste Mansuete parole ersquo stetter muti Ma il corrucciato genitor rispose

κ 72 ldquoFuggi via da questrsquoisola repente 95 Pessimo dersquo mortali Ah no neacute accocircrre Ned uom tal che in orror egrave arsquo Sempiterni Rimandar mi convien Via ti dilegua Poicheacute lrsquoira del Ciel qua ti sospinserdquo

κ 76 Cosigrave dicendo me gravi-gemente 100 Dal regal suo palagio Egraveolo sbandigravea Dipartiti di lagrave navigammo oltre Disconsolati Giagrave rsquol vigor dersquo miei Pel doloroso remigar si affranse Colpa del nostro delirar giagrave spenta 105 Nel cor sentimmo del redir la speme

κ 80 Sei navigammo interi digrave giugnemmo Nel settimo di Lamo alla superba Lestrigonia cittagrave dallrsquoampie porte Quivi rsquol pastore che darsquo paschi riede 110 Chiama lrsquoaltro che lrsquoode e giagrave fuor esce Quivi uom che puograve vegghiar doppia mercede Tocca or guardando le mugghianti torme

LIBRO X

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Or le candide agnelle cheacute son presso Della notte e del digrave quivi le vie 115 Ci accostammo ad un porto inclito intorno Eccelsa roccia drsquoambo i lati avanza Gli alpestri scogli con opposte fronti Protendegravendosi in mar non poco angusto Ne rendono lrsquoingresso ivi arrancando 120 I compagni vrsquoentracircr con lrsquoampie navi Attigue le legarono entro il vasto Giro del porto cheacute in suo letto sempre Senza la minimrsquoonda ivi rsquol mar giace E candido seren sempre vi regna 125 Sol io ritenni fuor la nave bruna E nel confin del porto ad una roccia Con le funi lrsquoavvinsi indi ad un aspro Scoglio asceso esplorai la terra intorno Non ligrave di bue lavor neacute drsquouom mrsquoapparve 130 Ma sol dal grembo della terra ad alto Vogravelversi vidi turbini di fumo Tosto fermai mandare i miei compagni A investigar qual era ivi la gente Che dei doni di Cegraverere si pasce 135 Scelti due prodi aggiugravensivi per terzo Un araldo con cui si accompagnacircro Movean per piana via servando il solco Dersquo carri che a cittagrave dagli ardui monti Devolvono la selva A lor occorse 140 Non lontano di lagrave lrsquoinclita figlia Del Lestrigravegone Antigravefate che al fonte DrsquoArtagravecia a tutti i cittadini schiuso Ad attigner le chiare onde scendea Drizzati a lei lrsquointerrogacircr chi fosse 145 Il Re della contrada e quai le genti A cui imperava Ed ella incontinente Il paterno additograve tetto superbo Poacutestovi rsquol piegrave trovacircr del Re la donna Qual vertice montano e inorridicircro 150 Vegraver la piazza si volse ella e drsquoun grido Antigravefate chiamava il formidato Marito suo che arsquo miei disegnograve tosto Morte crudel Sorgiunse e un mio compagno Ghermito il divorograve gli altri fuggicircro 155

ODISSEA

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Precipitosi vegraver le navi In questa Tutta empiea la cittagrave di clamor alto Il Re come lrsquoudicircr di qua di lagrave A mille a mille i Lestrigravegoni accorsero Ned uomini parean no ma giganti 160 Giugrave dalle rocce alpestri enormi sassi Fulminarono tosto un rumor fiero Dal navil si levograve dersquo moribondi Gli ululi e lo stridor dersquo legni infranti Gli infilzacircro quai pesci e via portacircrli 165 A fiero pasto Mentre tal seguigravea Strage nel giro del capace porto Trassi il ferro dal fianco e del naviglio La gomena recisi A dar nersquo remi Subitamente arsquo miei compagni ingiunsi 170 Per cessar sigrave gran rischio Impauriti Al fiero aspetto del mortal periglio Tutti a gara arrancavano A grandrsquoagio Dersquo sconci massi rsquol ruinar fuggigraveo La nave mia nel pelago ma lrsquoaltre 175 Del vasto porto in sen tutte pericircro

κ 133 Di lagrave rivogavamo oltre dogliosi Quantunque in salvo per gli amici estinti In sullrsquoEegravea sorgemmo isola Quivi La bionda Circe orrevol Dea dal dolce 180 Canto soggiorna del sagace Eegraveta Suora germana ambo produsse il Sole Fonte di luce e Persa inclita figlia DellrsquoOcegraveano Taciti approdammo Lagrave rsquove capace un porto agravepresi certo 185 Un Nume ne scorgea Discesi a riva Due digrave e due notti ivi giacemmo a un tempo Stanchezza e doglia ci rodeano rsquol core Come lrsquoAurora il terzo digrave scorgea Drsquoun giavellotto armato e del mio brando 190 Ratto salgo dal legno a un arduo giogo Se forse drsquouom veacutedesi opra o la voce Nrsquoudissi Stando in sullrsquoalpestre cima Scorsi di Circe nel palagio ad alto Dallrsquoampia terra sollevarsi un fumo 195 Drsquoinfra i spessi querceti e la foresta Giagrave drsquoir fermava e di cercare donde

LIBRO X

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Volveacuteasi rsquol fumo indi miglior consiglio Pagravervemi al lito rivolgendo i passi Di cibo arsquo miei porger conforto e poscia 200 Mandarne alcuni ad esplorar Distava Poco dal legno quando ad un dersquo Numi Di me solingo increbbe e in quella via Drsquoalte corna ramose un cervo enorme Pigravensemi innanzi giagrave dal Sol riarso 205 Uscendo fuori dersquo selvosi paschi Alle chiare del fiume onde scendea Lanciagravetovisi appena in sulla spina A mezzo il dorso il colpigravea sigrave che rsquol ferro Da parte a parte il trapassograve lugugravebre 210 Mise caggendo un gemito e spirograve Corsi e del piegrave rsquol calcando dalla piaga Ritrassi lrsquoasta e la deposi a terra Indi svelti con giunchi altri virgulti Gli attorsi gli avvinghiai tanto che lungo 215 Per ben sei spanne ne composi un fune Per istringere i piedi alla gran belva Passato allor tra le sue gambe il capo Verso il legno movea mrsquoappuntellando Della lancia sul calcio cheacute portarlo 220 Sovra una spalla o drsquouna mano sola Impossibil mi fu tanto era immenso Anzi al pin lo buttai poscia con blande Parole a inanimar tolsi i compagni

κ 174 ldquoDeh non uscite di speranza amici 225 Bencheacute dolenti peroccheacute non mai Discenderem di Pluto alla magione Prima del giorno che il destin prefisse Fincheacute drsquoesca abbiam copia e di Liegraveo Orsugrave non sigraveen per noi posti in obbligraveo 230 Neacute ci logri piugrave rsquol cor lrsquoavida famerdquo

κ 178 Tacqui e tutti obbedicircr Sursero e rsquol voacutelto Che avean per doglia nersquo lor manti ascoso Scopersero e stupicircr veggendo il cervo Dellrsquoinfecondo mar lungo la riva 235 Di sigrave gran mole egli era A quella vista Poscia che a pien gioicircro asserenati Lavar le mani ed apprestacircr la mensa Quel digrave sino che il Sol cadde sedemmo

ODISSEA

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Carni in copia gustando e vin soave 240 Quando quellrsquoastro dechinograve e sorgiunte Fucircr le notturne tenebre in sul lito Del risonante mar ci colse il sonno Ma come rosea in ciel fulse lrsquoaurora Tutti adunati chrsquoebbi i miei sigrave dissi 245

κ 189 ldquoO miei compagni bencheacute afflitti udite Ignograverasi per noi dovrsquoegrave lrsquooccaso Dove lrsquoAurora donde rsquol Sole eterna Fonte di luce vagravessene sotterra Donde risurga Pur da noi si tenga 250 Consulta e tosto se trovar nrsquoegrave dato Qualche via di salute il che non pagravermi Peroccheacute asceso sovrrsquoalpestre scoglio Isola da mar vasto incoronata Vidi bassa giacer vegraver lo cui mezzo 255 A traverso i querceti e la foresta Volveacuteansi al Cielo turbini di fumordquo

κ 198 A questi accenti fragravengersi nel petto Senticircrsi rsquol core i crudi atti membracircro Del Lestrigravegone Antigravefate e la forza 260 Dismisurata del Ciclope orrendo Vorator dersquo mortali Ululi e strida Mettean non senza spargere gran pianto Ma che giovan le lagrime agli afflitti

κ 203 Gli divisi in due schiere a ciascheduna 265 Preposi un duce a guida era io dellrsquouna Eurigraveloco dellrsquoaltra Agitiam tosto Entro un elmo di rame ambe le sorti Quella del prode Eurigraveloco per prima Fuori balzograve Ratto egli entrograve in cammino 270 Premeacuteangli lrsquoorma ventidue compagni Piangendo Dietro lasciacircr noi che il lito Empievamo di gemiti Processi Trovacircro in ampia Valle in su drsquoun poggio Edificata con lucenti marmi 275 Di Circe la magione intorno a cui Stavan lupi montani e lion fulvi Chrsquoella medesma con funesta beva Mansuefece Neacute su i miei compagni Precipitacircrsi ma sullrsquoanche eretti 280 Scosser le lunghe code e li blandicircro

LIBRO X

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Come rsquol signor che legravevasi da mensa Lusigravengasi darsquo cani a cui mai sempre Esca porge gradita in simil foggia I lupi dalle forti unghie ersquo lioni 285 Lusingavano i miei che impauriti Stavan dersquo mostri orrendi alla presenza Nellrsquoatrio della Dea dallrsquoauree chiome Soffermacircrsi e udicircr Circe che dentro Con dolcissima voce igraveva cantando 290 Mentre immensa intessea tela divina Quai di grazia splendenti e di beltade Dalla man delle Dive escono lrsquoopre Poligravete in questa lor dicea Poligravete Duce dersquo prodi a me piugrave chrsquoaltri caro 295 E che dersquo miei pensier sedeacuteasi in cima

κ 226 ldquoColei che dentro una gran tela ordisce Donna o diva la sia sigrave dolce canta Che il tetto srsquoempie drsquoarmonia celeste Su su amici vegraver lei moviam la vocerdquo 300

κ 229 Detto chiamacircrla ad alta voce ed Ella Schiuse le porte luminose accorse E dellrsquoentrar fersquo loro invito tutti Ahi stolti ad una la seguicircr Fuor solo Drsquoinganno in dubbio Eurigraveloco rimase 305 Introdotti che gli ebbe in su bei seggi Circe a seder li pose e lor versava Nel Pragravemnio vin trito rappreso latte Cereal polve e fresco megravel poi mise Maligravee nel pan funeste acciograve allrsquointutto 310 Pongano la natigravea terra in obbligraveo Come diegrave lor la beva e tracannacircrla Drsquouna verga percossi li rinchiuse Nersquo porcili Dersquo verri avean le teste Il grugnito le setole ed il corpo 315 Ma serbavan qual pria la mente integravegra Cosigrave gementi rinchiudeacuteansi Circe Dinanzi lor gittograve del cornio i frutti Della rover dellrsquoelce usato cibo Dersquo verri avvoltolagraventisi nel fango 320

κ 244 Lrsquoamaro ad annunziar fato dersquo nostri Ratto alla nave Eurigraveloco accorrea Ma bencheacute rsquol brami di formar parola

ODISSEA

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Dato non gli egrave cotanto il cor gli fiede Disperato dolor Pregni di pianto 325 Ringorgagravevangli i lumi e la tristezza Lrsquoanima gli opprimea Ma come tutti Non senza ira e dolor lrsquointerrogammo Cosigrave dersquo nostri raccontograve lrsquoeccidio

κ 251 ldquoPercorremmo i querceti inclito Ulisse 330 Come indicesti ritrovammo a valle A sommo drsquoun bel colle edificata Con tersi marmi una magion superba Quivi gran tela ordigravea dolce cantando Non so se donna o Diva i miei compagni 335 Mandacircrle voce Accorse e le splendenti Porte varcando glrsquoinvitava tutti Dissennati seguicircrla io ligrave ristetti Cheacute in cor mi srsquoingerigrave tema drsquoinganno Tutti ad una disparvero neacute alcuno 340 Riapparigrave Gran pezzo ivi rimasi Con gli occhi intenti ad esplorar ma indarnordquo

κ 261 Tacque ed io ratto allrsquoomero sospesi La grande spada dallrsquoargentee borchie Non che lrsquoarco sonante indi glrsquoingiunsi 345 Ad irmi innanzi per la stessa via Ed ei drsquoambe le man strinse piangendo Le mie ginocchia e fersquo volar tai preghi

κ 266 ldquoNon trarmi lagrave per forza amor di Giove Ma star qua mi concedi ahi so pur troppo 350 Che tu stesso redir giagrave non potrai Ned i tuoi rimenar Con questi adunque Fugraveggasi e rsquol digrave funesto si allontanirdquo

κ 270 ldquoQui rimanti ndash risposi ndash in questa piaggia Eurigraveloco tu puoi nel legno accolto 355 Drsquoesca e di beva satollarti io solo Nrsquoandrograve necessitagrave fiera mi astringerdquo

κ 274 Detto la nave e rsquol mar lasciati a dietro Oltre mi spinsi Quando per le sacre Valli allrsquoalta di Circe incantatrice 360 Magion faceacuteami presso ecco Mercurio Dallrsquoaureo caduceo mi venne incontro Simigliante a garzon sul di cui labbro Spunti il bel fior di giovinezza adorno Di freschezza e di grazia Il nume amico 365

LIBRO X

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La man mi prese e disse ldquoAh percheacute mai Misero movi rsquol piegrave per queste balze A caso e solo e non dersquo lochi esperto I compagni ti stan chiusi da Circe Come in cupe lategravebre i verri stanno 370 Venistugrave per redigravemerli Ned anche Potrai tu stesso ritornar mi penso Ma rimarrai colagrave dove son gli altri Pur mrsquoodi che francar ti vorsquo da guai E poacuterti in salvo Tersquo con questo miro 375 Farmaco al tetto trsquoaddurrai di Circe Neacute temer che dal capo non ti storni Il digrave funesto Or vorsquo tutti i perversi Disegni di costei farti palesi Mista ti appresteragrave beva in che un succo 380 Letal nellrsquoesca getteragrave lrsquoincanto Pur a vograveto le andragrave tal della pianta Salutar chrsquoio ti porgo egrave la virtute Drsquoogni cosa or trsquoassenno Allor che Circe Con la lunga ti avragrave verga percosso 385 Tratto dal fianco lrsquoaffilato brando Contrrsquoessa in atto di ferirla irrompi Tutta tremante allora a giacer seco Trsquoinviteragrave neacute ricusar tu degravei Drsquouna tal Diva il letto acciograve che i tuoi 390 Liberi e blanda teco sia ma prima Giurar dersquo Numi il gran giuro la stringi Che a te medesmo ordir nullrsquoaltro rio Vorragrave piugrave mai onde del ferro ignudo Non poi ti renda ignobile ed imbellerdquo 395

κ 302 Detto la pianta che da terra svelse Tra man poacutesemi il Nume e la natura Chiarigravemmi Nrsquoera la radice bruna Ma rsquol fiore di candor vinceva il latte Moli chiagravemanla i Degravei sterparla egrave duro 400 Allrsquouom ma tutto arsquo Sempiterni egrave dato

κ 307 Detto per la selvosa isola il Nume Legravevasi arsquo gioghi dellrsquoeccelso Olimpo Io vegraver Circe processi ed in andando Molti e vari pensier nel cor volvea 405 Giunto alle soglie della bella Diva Dallrsquoaureo crin mossi la voce udigravemmi

ODISSEA

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Accorse tosto e le lucenti porte Schiudendo mrsquoinvitava io la seguigravea Dolente in core Giagrave intromesso appena 410 Mi collocograve sovra elegante seggio Drsquoargentee borchie ornato ed arsquo piegrave stava Lo sgabello sotteso In aureo nappo La beva preparommi in che rsquol funesto Farmaco a mio dannaggio ella vrsquoinfuse 415 La mi porse ed io bebbi e non soggiacqui Allrsquoincanto Percosso appena mrsquoebbe Della sua verga ldquoVa corsquo tuoi ndash mi disse ndash Nel fangoso porcile a voltolartirdquo

κ 321 Ratto dal fianco trassi fuor la spada 420 Contrrsquoessa mi scagliai quasi agognando Di piagarla Dagrave Circe un alto grido Lanciagravendosi sottentra al braccio alzato Strigravengemi le ginocchia e supplicando Con parole volubili soggiunge 425

κ 325 ldquoChi Di qual gente Qual cittagrave Qual padre Attonita rimango E che prendesti La beva e nulla in te poteacuteo lrsquoincanto Alcun altro mortal no tal maligravea Non mai sostenne o tranghiottita lrsquoabbia 430 O delibato pur nrsquoabbia una stilla Certo indomita in petto alma rinserri Sarestugrave forse quellrsquoaccorto Ulisse Che Mercurio ad ognor mi predicea Doversi addurre qui reduce drsquoIgravelio 435 Su drsquoun legno veloce Orsugrave rispingi Il brando alla vagina indi nel nostro Letto amendue saliti e insiem commisti Tanti di mutuo amor ci darem pegni Che uno dellrsquoaltro avragrave piena fidanzardquo 440

κ 336 ldquoO Circe ndash risposrsquoio ndash vuoi tu chrsquoio sia Mansueto vegraver te che in queste case I miei compagni trasmutasti in verri Vegraver te che ritenendomi ad inganno Mrsquoingiungi a penetrar nella tua stanza 445 A salir il tuo letto acciograve dellrsquoarmi Spogliato molle tu mi renda e imbelle No non mai Diva salirograve il tuo letto Se non mrsquoaffidi col terribil giuro

LIBRO X

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Che altra insidia da Te temer non deggiordquo 450 κ 345 Dissi e la Dea giurograve Comrsquoebbe il rito

Compimento perfetto allor di Circe Il magnifico talamo saligravea Quattro intente arsquo suoi cenni accorte ninfe La servigravean nel palagio Eran di fonti 455 Di verdi boschi e di sacrati fiumi Che devogravelvonsi al pelago progenie Lrsquouna gettograve sui seggi porporini Tappeti a cui candido lin sottese Stendea lrsquoaltra anzi ai seggi argentee mense 460 Su di cui collocava aurei canestri Empiea la terza di licor soave Drsquoargento unrsquourna e lrsquoauree tazze in giro Compartiva recograve limpide linfe La quarta e sotto il treppiegrave vasto al fuoco 465 Acceso intiepidigravelle E come lrsquoonda Fremigrave nel bronzo splendido la ninfa Mi pose al bagno e dal treppiede attinto Il temperato rio soavemente Pel capo e per le spalle il mi diffuse 470 Fincheacute del duro affaticar mi scosse Dalle membra lrsquoaffanno Allor che mrsquoebbe Lavato ed unto di odorate essenze Mi rivestigrave di tunica e di manto Drsquoargentee borchie presentommi un seggio 475 Di mirando lavoro e sotto i piedi Lo sgabello mi pose Una fantesca In vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Limpidrsquoonda versagravevami sul desco La dispensiera il pan candido appose 480 E molte dapi che teneva in serbo La Dea mi disse ldquoCigravebatirdquo ma schivo Drsquoogni conforto io mi sedea pensoso Le patite sventure in cor volgendo Ed altre assai piugrave gravi presagigravea 485

κ 375 Circe immoto scorgendomi e restigraveo A stender mano sulle apposte dapi Vinto comrsquoera drsquoaspro duol si accosta E in rapide parole a dir si prende

κ 378 ldquoPercheacute Ulisse cosigrave del par chrsquouom muto 490 Seggendo il cor ti rodi neacute da questi

ODISSEA

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Cibi neacute dai licor prendi conforto Sospetto forse di novello inganno Nel cor ti srsquoingerigrave Temi a gran torto Dopo chrsquoio trsquoaffidai col piugrave gran giurordquo 495

κ 382 ldquoO Circe ndash le risposi ndash uom giusto e pio Sosterrebbe gustar esca o bevande Pria chrsquoei vedesse i suoi fidi redenti Dunque se te il desigraveo punge che il cibo Mi ristori ed il ber sciograveglili ondrsquoio 500 Del dolce aspetto dersquo compagni amati Gli occhi bramosi miei faccia contentirdquo

κ 388 Circe a tai detti del palagio uscigraveo Con in mano la verga e del presepe Schiuse le porte i miei fuori sospinse 505 Che allrsquoaspetto parean verri novenni Mi stettero a rincontro a lor drsquoappresso Fattasi Circe percorreacuteane il branco E drsquoaltro unguento or questo or quello ugnea Lrsquoirte setole giugrave dalle lor membra 510 Cadevano di che col detestato Farmaco pria la Diva rivestilli Giagrave giagrave rifacircrsi umani e di piugrave fresca Etade e piugrave venusti e di piugrave grandi Forme alla vista mi apparicircr Conversi 515 Tutti in me riconoacutebbermi ciascuno Tra le mie braccia si gittograve Sigrave forte Di tenero compianto alzacircro un grido Che tutta intorno la magion drsquoun fiero Sogravenito rimbombograve Circe medesma 520 Tocca fu di pietagrave Ma lrsquoalma Diva Accostandosi a me sigrave mi dicea

κ 401 ldquoNobile prole di Laerte accorto E saggio Ulisse or tu ritorna al lido Tira la nave in secco e nersquo marini 525 Antri gli arnesi e le dovizie ascose Ratto a me riedi ersquo tuoi compagni adducirdquo

κ 406 Detto non chiusi a nobile fidanza Lrsquoaltera anima mia corsi alla piaggia Lagrave i miei fidi trovai che appo la nave 530 Dolorosi spargean pianto dirotto Come vitelle da macigravea ricinte Scorgendo al chiuso ritornar le madri

LIBRO X

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Di fresca erba satolle in folla accorrono Ad incontrarle neacute vrsquoha intoppo o chiostra 535 Che le ritenga alle armentali torme Tutte attorno saltellano muggendo Cosigrave i compagni miei vigravestomi appena Mi si versacircro in lagrime drsquointorno Cheacute lor fu avviso in Igravetaca sassosa 540 Lagrave rsquove nacquero e crebbero esser giunti E dicevan piangendo ldquoInclito Ulisse Tanta per tuo ritorno al cor nrsquoabbonda Gioia che pari sentiremmo a stento Calcando il suol natigraveo Ma orsugrave rsquol funesto 545 Destin degli altri raccontar ti piacciardquo

κ 422 Ed io con blandi accenti ldquoIn secco prima Tiriam la nave ed ascondiam negli antri Gli arnesi tutti e le dovizie poscia Affrettagravetevi a gara e mi seguite 550 Acciograve di Circe lagrave nersquo sacri tetti Riveggiate i compagni a ber intesi A vivandar di copia alma beatirdquo

κ 428 Tacqui e tosto obbedicircro a ritenermi Tutti i compagni Eurigraveloco fu solo 555

κ 431 ldquoAhi miseri ndash gridograve ndash dove nrsquoandiamo Qual brama ora vi assal di novi guai Che alla magion di Circe ir vi sospinge Giagrave tutti in verri in lupi od in leoni Trasformeragrave sigrave che dovrem per forza 560 Lrsquoostel superbo a lei guardar Del pari Il Ciclope adoprograve quel digrave che i nostri Gli entracircr nella caverna accompagnando Lrsquoaudacissimo Ulisse e quegli ancora Per la costui follia corsero a morterdquo 565

κ 438 Cosigrave disse egli ed io volgea nellrsquoalma Se il grande acciar tratto dal fianco a terra Sbalzar dal busto gli facessi il capo Bencheacute affine a me prossimo ma tutti Di qua di lagrave con preghi affettuosi 570 Mi si strinsero intorno i miei compagni

κ 443 ldquoAmor di Giove se cosigrave ti egrave in grado A guardia del navil lasciam costui Ma tu di Circe guidane alla sacra Magione omairdquo Ciograve detto allontanacircrsi 575

ODISSEA

162

Dalla nave e dal mar Neacute giagrave sostenne Restar lo stesso Eurigraveloco ma ratto Lrsquoorme nostre calcograve tanto glrsquoincusse Il minaccevol mio piglio terrore

κ 449 In questo mezzo nersquo suoi tetti Circe 580 Cura degli altri miei fidi prendea Gli lavograve profumolli e di superbi Manti e di molli tuniche li cinse A desco tutti li trovammo Appena Lrsquoun lrsquoaltro riconoacutebbersi piagnendo 585 Raccontacircrsi i lor casi ed il palagio Risonava di gemiti e di lai Circe al mio fianco poacutestasi coteste Parole mrsquoindirizzava ldquoO di Laerte Prole ricco di senno inclito Ulisse 590 Allrsquoostinato lagrimar pon modo Anchrsquoio ben so quante nel mar pescoso Tolleraste sventure e quanto in terra Turbe ostili vi nocquero Ma or via Drsquoesca vi confortate e di Liegraveo 595 Fincheacute in petto lrsquoardir vi si ridesti Che inanimogravevvi il digrave che abbandonaste La nativa contrada Igravetaca alpestre Or costernati e languidi vi strugge La rimembranza degli aspri viaggi 600 Ned alla gioia il cor vi srsquoapre tanto Le disventure oppregravesservi ed i guairdquo

κ 466 Detto lrsquoaltero cor ne persuase Pel volger drsquoun intero anno ligrave stemmo Dapi e dolce licor gustando in copia 605 Ma come lrsquoanno si compigrave che in giro Volte fucircr le stagioni e che dai mesi Quersquo lunghi giorni al termine eran tratti Chiamagravetomi in disparte i fidi miei

κ 472 ldquoTempo egrave omai di membrar ndash digravessermi ndash Ulisse La contrada natigravea cheacute in fato avesti 611 La tua salvezza e rsquol ricondurti allrsquoalta Tua magione ed al suolo almo natigraveordquo

κ 475 Neacute lrsquoaltero mio cor fu giagrave restigraveo Di esaudirli Quando il Sol caduto 615 Sorvennero le tenebre i compagni Per le oscurate stanze si corcacircro

LIBRO X

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Ma le ricche io salii stanze di Circe E le ginocchia in supplichevol atto Le abbracciava pregando A me cortese 620 Lrsquoorecchio intento giagrave porgea la Diva

κ 483 ldquoO Circe attiegravemmi la promessa al tetto Paterno mi rimanda egrave la mia brama Questa e dersquo prodi miei che il cor nel petto Mi struggono piagnendo a me drsquointorno 625 Sempre che tu da me movi in disparterdquo

κ 487 Rispoacutesemi la Diva ldquoO di Laerte Nobile figlio accorto inclito Ulisse Forza non ti si fa percheacute tu resti Nersquo tetti miei ma prima unrsquoaltra via 630 Fornir conviegraventi visitar le case Di Pluto e di Prosegraverpina e lo spirto Consultar del Teban vate Tiregravesia Cieco degli occhi di cui splende integravegra Lrsquointelligenza cheacute a lui sol tra morti 635 Prosegraverpina largigrave provvido senno A guisa drsquoombre gli altri errano intornordquo

κ 496 A questi accenti rsquol cor dentro sentigravea Spezzagravermisi drsquoangoscia in sulle piume Sedea piagnendo neacute patigravea giagrave lrsquoalma 640 Viver neacute rsquol raggio rimirar del Sole Alfin del lagrimar del voltolarmi Sazio risposi ldquoO Circe E chi fia mai Duce a tal via Finor con nave bruna Di Pluto alla magion nullo pervennerdquo 645

κ 503 ldquoNon ti caglia ndash la Dea ratto soggiunse ndash Del rettor del tuo pin le antenne alzate Spandi le vele candide e trsquoassidi Il guideragrave per Te di Bograverea rsquol soffio Attraversato lrsquoOcegraveano un porto 650 Angusto rinverrai lagrave rsquove alte selve Sorgon sacre a Prosegraverpina drsquoeccelsi Pioppi e di salci sperditor del frutto A quella riva che drsquointorno bagna LrsquoOcegravean vorticoso arresta il legno 655 E di Pluto nersquo regni atri penegravetra NellrsquoAcheronte lagrave sgorgan Cocigraveto Ramo di Stige e Periflegetonte Quivi srsquoalza una rupe ove i due fiumi

ODISSEA

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Confondono le oscure acque sonanti 660 Ligrave giunto o prode come or io trsquoingiungo Scava una fossa che da tutte parti Un cubito si stenda A quella intorno Spargi le libagioni a onor dellrsquoombre Di latte misto al megravel di brun Liegraveo 665 Di chiara onda di fonte e poscia il tutto Di bianca cereal polve cospergi Implora inoltre i debili ed inani Capi dellrsquoombre e lor prometti quando Reduce trsquoaccorragrave la tua magione 670 Di percotere lor sterile vacca Il fior delle tue torme empiendo il rogo Drsquoofferte preziose e che in disparte Cadragrave per te ferito un ariete Di nerissimo vello ed il piugrave egregio 675 Al Teban vate solo Orato appena Alla sacra dersquo Mani inclita schiera Pecora negra ed un maschio agno immola Torcendo lor la fronte in vegraver lrsquooscuro Egraverebo ma tu rsquol guardo alle correnti 680 Tien del fiume rivolto e lagrave trsquoavvia Lrsquoalme dersquo trapassati ivi in gran calca Accorreranno Allora arsquo tuoi comanda Le dal ferro crudel vittime stese Nudar dersquo velli ed ardere implorando 685 Il fier Pluto e Prosegraverpina tremenda Indi lrsquoacuto acciar tratto dal fianco Siedi neacute consentir che le lievi ombre Si appropinquino al sangue anzi che trsquoabbia Tiregravesia ammaestrato A Te repente 690 Il vate si addurragrave duce di genti Contezza ersquo ti daragrave del tuo viaggio Del modo del cammin fincheacute tu faccia Pel mar pescoso in Igravetaca ritornordquo

κ 541 Comrsquoella tacque drsquoin sul trono drsquooro 695 Raggiograve lrsquoAurora Tunica e un bel manto Circe vestigravemmi a seacute ravvolse intorno Candida ampia sottil leggiadra veste Lavorigraveo delle Grazie al fianco strinse Aureo cinto elegante e sovra il capo 700 Fece un velo ondeggiar Ma in questo mezzo

LIBRO X

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Io percorrea rsquol palagio e gigravea ciascuno Eccitando dersquo miei con blandi accenti

κ 548 ldquoDestagravetevi sfiorar non egrave piugrave tempo Il dolce sonno pagravertasi gli egrave questo 705 Lrsquoinsegnamento dellrsquoorrevol Circerdquo

κ 550 Ratto obbedicircr Pur no neacute di lagrave salvi Tutti i compagni ricondussi Vrsquoebbe Elpegravenore tra loro un giovinetto Neacute prode in guerra neacute di mente accorto 710 Che lagrave di Circe nelle sacre stanze Si divise dagli altri e mi dormigravea A sommo il tetto di fresca aura vago Onde temprare il fuoco di che tutte Il vin soverchio gli accendea le vene 715 Come il rumor come il tumulto udigraveo Si destograve drsquoimprovviso ed obliando Dar volta e giugrave per lrsquoalta scala scendere Mosse diritto e dallrsquoeccelso tetto Precipitograve le vertebre del collo 720 Fragravensersi e ruinograve lrsquoanima a Pluto

κ 561 Gli altri miei prodi sorvenuti ldquoForse Ir credete ndash lor dissi ndash arsquo tetti vostri Alla terra natigravea ma Circe un altro Cammin ne disegnograve che ai regni guida 725 Dellrsquoaustera Prosegraverpina e di Pluto Per quivi del Teban vate Tiregravesia Consultar lrsquoalmardquo A questi detti tanto Duol disperato il cor di tutti assalse Che seggendo per terra gemebondi 730 Sveglieacuteansi rsquol crin ma non per questo ai mesti Profitto alcun dai gemiti venigravea

κ 569 Mentre alla nave tendevano e al lito Tristi e piangenti giagrave legato avea Circe la bruna pecora e rsquol montone 735 Al negro legno Tacita Ella venne Di conserto con noi ma ci precorse Invisibile Or qual occhio mortale Scorgere puote o venga o vada un Nume Quando celato movere gli aggrada 740

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LL II BB RR OO UU NN DD EE CC II MM OO

Evocazione dellrsquoOmbre

GGIUNTI al lido varammo in mezzo allrsquoonde Prima la nave e lrsquoalbero vrsquoergemmo Indi sparse le vele ed imbarcate Lrsquoostie noi pur vrsquoentrammo sospirosi E versando gran pianto Incontinente 5 Circe dallrsquoaureo crin dal dolce canto Un vento ci mandograve compagno fido Che le vele gonfiograve spirando in poppa Al pin veloce dallrsquoazzurra proda Posti gli arnesi in ordine sedemmo 10 Cheacute il vento ed il nocchier reggeano il corso Tutto quel giorno con gonfiate vele Il mar varcammo fincheacute rsquol Sol caduto Tutte si ricopricircr drsquoombra le vie

λ 13 Del profondo Ocegravean giunse ai confini 15 La nave allor dove i Cimmegraveri albergano Di nebbia e di caligine involuti Non dersquo suoi raggi li rischiara mai Splendentissimo il Sol neacute quando poggia Alla stellante in cima eterea volta 20 Neacute quando vien dal Cielo in vegraver la Terra Precigravepite funesta eterna notte Su quella gente misera si stende Approdati varammo in secco il legno Le vittime sbarcammo e percorremmo 25 Le piaggie Oceanine fincheacute al loco Che Circe appunto nrsquoinsegnograve venimmo

λ 23 Diecircr di piglio alle sacre ostie votive Perimede ed Eurigraveloco dal fianco

LIBRO XI

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Trassrsquoio la spada e un cubito profonda 30 Da tutti i lati vi scavai la fossa Cui drsquointorno ad onor dersquo trapassati Primamente col megravel versava il latte Indi rsquol vin puro e la chiara onda e rsquol tutto Di bianca cereal polve aspergea 35 Molto arsquo levi indi orai capi dellrsquoombre Impromettendo che nel tetto mio Sterile a loro ferirei giovenca Fior dellrsquoarmento cumulando il rogo Drsquoofferte preziose e che in disparte 40 Al Teban vate solo immolerei Di nerissimo vello un ariete Il piugrave bel che nel mio gregge si pasca Drizzati chrsquoebbi i voacuteti e le preghiere Alla schiera dellrsquoombre afferrai lrsquoostie 45 Le sgozzai nella fossa ove fumante Lrsquoatro sangue sgorgograve Subitamente Lrsquoalme dersquo Mani dal piugrave cupo fondo Accorsero dellrsquoEgraverebo drsquointorno Spose mi si affollacircro e giovinetti 50 Per cui non arse drsquoImenegraveo la face Debili vecchi verginelle tenere Ploranti dersquo lor verdi anni il bel fiore Di recente caduto Apparicircr molti Guerrier drsquoasta trafitti e carchi drsquoarme 55 Insanguinate giagrave di qua di lagrave Accorrono si accalcano drsquointorno Alla fossa con alto ululo lrsquoombre Sigrave che pallida tema il cor mrsquoinvade Ratto arsquo compagni indissi che le stese 60 Vittime dal crudel ferro nudate Fosser darsquo velli ed arse alzando i voacuteti Al fier Pluto a Prosegraverpina tremenda Tratto lrsquoacuto brando ivi mrsquoassisi Neacute patigravea che le vane ombre dersquo morti 65 Si accostassero al sangue anzi che fosse Per me il vate Tiregravesia interrogato

λ 51 Ed ecco prima mi si offerse lrsquoombra DrsquoElpegravenore non anco in grembo allrsquoampia Terra riposto Lagrave di Circe al tetto 70 Abbandonammo la mortal sua spoglia

ODISSEA

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Illacrimata ed insepulta astretti Da maggior cura Come rsquol vidi tocco Il cor drsquoalta pietagrave sigrave gli dicea

λ 57 ldquoCome scendesti Elpegravenore nellrsquoatra 75 Caligine Tu a piegrave giagrave precorresti Me che su nave celere venigraveardquo

λ 59 Non senza pianto e gemiti rispose ldquoAmor di Giove accorto inclito Ulisse Il fato rio drsquoun demone e rsquol soverchio 80 Bacco mi nocque giagrave corcato in cima Alla magion Circegravea non posi mente Di rivolgermi addietro e calar giuso Per lrsquoalta scala ma diritto mossi Sopra rsquol tetto e dallrsquoalto capovolto 85 Precipitai del collo infranti i nervi Lrsquoalma scese tra gli inferi Arsquo tuoi piedi Prostrato ecco trsquoimploro e persquo tuoi cari Di cui tanto lrsquoassenza ora ti grava Per la tua sposa e rsquol padre affettuoso 90 Che pargoletto trsquoallevograve pel figlio Unico che lasciasti in tua magione Pel diletto Telegravemaco sovviemmi Perograve chrsquoio so che lungi da queste atre Case di Pluto allrsquoisola drsquoEegravea 95 Ricondurrai la nave or quivi giunto Rammegraventati di me neacute al dipartirti Insepolto lasciarmi e illacrimato Tal che attiri su Te lrsquoira dersquo Numi Arsa con lrsquoarmi che vestigravea la spoglia 100 Agravelzami in riva al pelago ondeggiante Un monumento che allrsquoetagrave future Del fato rio drsquoun misero ragioni Questo voacuteto mrsquoadempi e sullrsquoavello Mrsquoinfiggi il remo che trattar solea 105 Mentre che al fianco dersquo compagni miei Le gioconde spirava aure vitalirdquo

λ 79 Ed io ldquoTutto farograve ciograve che desii Tutti figraveen pieni o misero i tuoi voacutetirdquo

λ 81 Tali alternando dolorosi accenti 110 Sedevamo da un lato irsquo tenea rsquol brando Prosteso sopra rsquol sangue e rsquol simulacro Narragravevami dallrsquoaltro i suoi martigraveri

LIBRO XI

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λ 84 Lrsquoalma sorvenne della madre mia DrsquoAutogravelico possente inclita prole 115 Anticlegravea che io lasciai trarsquo vivi quando Ad espugnar il sacro Igravelio movea Vigravedila e piansi e rsquol cor sentigraveami in seno Intenerirsi ma bencheacute dolente Non le permisi di appressarsi al sangue 120 Pria che Tiregravesia mi ammaestri In questa Con lrsquoaureo scettro in man lrsquoombra sorgiunse Del vate e riconoacutebbemi e sigrave disse

λ 92 ldquoPercheacute del Sol la luce abbandonata Venisti a visitar lrsquoombre o infelice 125 E lrsquoinamabil sede lor Su via Da questa fossa scogravestati e la spada Ritraggi acuta acciograve chrsquoio mi disseti Nel sangue e schietto trsquoappalesi rsquol verordquo

λ 97 Tacque ed io mrsquoarretrando alla vagina 130 Respinsi il brando Poi che di quel sangue Bevve soggiunse lrsquoincolpabil vate

λ 100 ldquoDolce brami rsquol ritorno inclito Ulisse Pur aspro un Dio il trsquoappresta Invan tu speri Celarti credo a Enosigegraveo che in cuore 135 Rancor ti tiene irato a Te che rsquol figlio Diletto gli accecasti Nondimeno Duri casi sofferti al natigraveo loco Perverrai se di te dersquo tuoi compagni Reprimere vorrai nel cor le brame 140 Quando del negro mar tolto alla furia Approderai col forte legno ai liti Dellrsquoisola Trinacria Ivi pascenti Le pingui agnelle rinverrete ersquo buoi Del Sol che tutto vede e tutto ascolta 145 Se illesi figraveen per te cura ti prenda Del ritorno cheacute dopo aspri travagli Tu premerai del piegrave le patrie sponde Guai se figraveen lesi Certa a Te alla nave Arsquo tuoi predigraveco lrsquoultima ruina 150 E se tu scampi rediresti a stento E tardo e senza alcun dersquo tuoi compagni Ed in nave straniera alle tue case Nuove colagrave trovando aspre sventure Turba orgogliosa che divora e strugge 155

ODISSEA

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Il tuo retaggio e della tua divina Moglie alla destra corsquo presenti aspira Ma tu di tanto oltraggio al tuo ritorno Trarrai vendetta Poi che in tua magione Insidiando oppure a faccia aperta 160 Morti col fier tuo brando i Proci avrai Prendi un tornito remo ed altre terre Percorri fincheacute giunga ad una gente Che neacute conosca il mar neacute le vivande Di sal condisca neacute contezza alcuna 165 Abbia di nave di vermiglie gote Ovver di lati remi ale di nave Ecco un segno or ti porgo e la contrada Ascosa non ti fia quando al tuo incontro Un altro pellegrin venga e ti chiegga 170 Percheacute un vaglio sul forte omero porti Tu conficca nel suol tosto il tuo remo Ed ostie elette al Re Nettun ferisci Un toro ed un ariete ed un verro Indi fatto al natigraveo loco ritorno 175 Agli altri Eterni abitator drsquoOlimpo Giusta la lor possanza a mano a mano Offri sacre ecatombe A te dallrsquoonde Leve morte verragrave tal che da molle Vecchiezza alfin consunto i rai del Sole 180 Ti rapiragrave le genti a Te drsquointorno Vivran felici egraveccoti rsquol veacuter paleserdquo

λ 138 Ed io ldquoTiregravesia darsquo medesmi Eterni Certo questo egrave il destin che mi si attorse Or via sincero il veacuter mi esponi io veggio 185 Lrsquoombra materna che appo il sangue siede In silenzio e quantunque alla presenza Del figliuol suo drsquoun motto o drsquoun sol guardo Non il fa degno O Re dimmi in qual modo Potrigravea raffigurarmi rdquo Ed ei soggiunse 190

λ 146 ldquoPronta egrave la mia risposta e nella mente La ti porrograve qualunque spirto a cui Permetterai di appropinquarsi al sangue Il veacuter ti chiariragrave taciti allrsquoOrco Gli altri al tuo divietar si arretrerannordquo 195

λ 150 Poicheacute cotesti oracoli proferse Lrsquoombra del Re Tiregravesia alla magione

LIBRO XI

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Di Pluto rivolograve Ma ligrave stettrsquoio Fermo fincheacute sorgiunta il negro sangue Bevve la genitrice Incontinente 200 Mi riconobbe e pianse e queste alate Parole mi drizzava ldquoOh figliuol mio Percheacute ancor vivo sotto questrsquooscura Caligine scendesti Egrave forte assai A chi spira mirar queste contrade 205 Grandi fiumi correnti impetuose Uopo egrave varcar ma prima lrsquoOceagraveno Chrsquouom traversar non puograve se nol trasporta Ben salda nave O qua da Troia or giungi Poi che gran pezzo col tuo legno errasti 210 E corsquo tuoi prodi Non anco sersquo ito In Igravetaca Neacute ancor nel tuo palagio La consorte fedel tu rivedestirdquo

λ 163 ldquoNecessitagrave ndash risposi ndash o madre mia Tragravessemi a Dite a interrogar lo spirto 215 Del Tebano Tiregravesia Ancor non giunsi LrsquoAcaia ad appressar neacute per me tocche Fucircr nostre piaggie mai vo errando sempre Combattuto da rischi e da sventure Dal digrave che il divo Agamennoacuten seguigravea 220 A Troia di cavalli agili altrice Per combatter corsquo Tegraveucri Or deh ti piaccia Narrarmi rsquol veacuter qual rio destin ti oppresse Col sonno eterno della morte Lunga Infermitate O dersquo suoi miti strali 225 Ti assaltograve drsquoimprovviso e ti trafisse La faretrata Artegravemide Del padre Pagraverlami chrsquoio lasciava e del mio figlio Regnan miei stati o qualche eroe pensando Chrsquoio non ritorni piugrave giagrave giagrave gli usurpa 230 Dimmi qual egrave la mente ed il consiglio Della mia donna sta col figlio e tutte Le ricchezze mi guarda o rsquol piugrave prestante Dersquo prenci Argivi la menograve a consorterdquo

λ 180 Tacqui ed a me la veneranda madre 235 ldquoCostante e mesta in tua magion sta chiusa Penegravelope affannosi i digrave e le notti Sempre le si consumano nel pianto Niun trsquousurpograve lrsquoaver vigila queto

ODISSEA

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Sui tuoi campi Telegravemaco e si asside 240 Al regno nato nersquo superbi prandi A cui tutti lo invitano Laerte Il padre tuo sta ligrave nella campagna Neacute a cittagrave volge il piegrave quivi non letti Non manti o strati o coltrici stupende 245 Ma nel verno sul cenere disteso Accanto al focolar dorme tra i servi In rozzi panni la persona avvolto Quando riede lrsquoestate o rsquol ricco autunno Qua lagrave sui mucchi di cadute frondi 250 Della piugrave fertil sua vigna gli umigraveli Letticciuoli si stendono ivi giace Travagliato e la tua sorte gemendo Vie piugrave rsquol duolo il tormenta Il preme inoltre Dura vecchiezza Anchrsquoio cosigrave da grave 255 Angoscia vinta al mio fato soggiacqui Neacute me la Dea dallrsquoinfallibilrsquoarco Di mite strale saettograve neacute lungo Morbo mrsquoinvase che con detestato Languir le membra consumando uccide 260 Ma la brama di Te ma lrsquoaffannosa Cura dersquo tuoi perigli e rsquol membrar quanto Amor sempre mrsquohai posto inclito Ulisse Troncacircr del caro viver mio lo stamerdquo

λ 204 Detto invano pensai stringermi al seno 265 Lrsquoombra materna mrsquoavventai tre volte Dal cor sospinto a pregravenderla e tre volte Dalle man mi sfuggigrave qual sogno od ombra

λ 209 Trafitto rsquol cor vie piugrave drsquoacuta doglia ldquoDeh percheacute madre mia ndash ratto soggiunsi ndash 270 A me che tanto ti desigraveo trsquoinvoli Deh ti ferma onde a Dite anco ne venga Dolcezza al cor dal comun pianto avvinti Tra care braccia Oh questa larva forse Prosegraverpina mandommi acciograve che rsquol fiero 275 Disperato mio duol vie piugrave si accrescardquo

λ 215 E quella veneranda ldquoAh figliuol mio Miserrimo vie piugrave drsquoogni mortale Non ti deluse no con vana imago Prosegraverpina di Giove inclita figlia 280 Posta agli umani egrave questa legge quando

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Escon di vita qua non carni ed ossa Congiugravengonsi darsquo nervi il tutto strugge Valida forza di avvampante fiamma Tosto che lrsquoossa candide abbandona 285 E via qual sogno voacutelasi lo spirto Ma or varsquo riedi alla luce e quanto udisti Fermato in mente alla tua donna il contardquo

λ 225 Cosigrave tra noi quando femminea schiera Consorti e figlie di famosi eroi 290 Accorse (da Prosegraverpina sospinta) A congregarsi al negro sangue intorno Volsi e rivolsi in cor comrsquoio poteva Interrogarle ad una ad una Alfine Il partito miglior pagravervemi questo 295 Tratta la spada non patigravea che a un tempo Beessero del sangue Alternamente Accostacircrsi e ciascuna al mio dimando Mi raccontava onde lrsquoorigin ebbe

λ 235 Prima si offerse a me la nobil Tiro 300 Che seacute dellrsquoincolpato Salmonegraveo Figlia diceva e di Cretegraveo consorte Che drsquoEgraveolo nacque Innamorograve costei Del divino Enipegraveo di tutti i fiumi Che le campagne irrigano il piugrave bello 305 Nelle correnti limpide del fiume Spesso a bagnarsi entrava Enosigegraveo Del vorticoso Iddio la forma assunta Corcossi alla sua foce il flutto azzurro Lrsquoattorneggiograve qual monte e in guisa drsquoarco 310 Curvatosi celograve nel vasto seno La donzella ed il nume che le sciolse La zona virginale ed un soave Sonno le infuse Poi che lrsquoamorosa Opra Nettun fornigrave per man la prese 315 Nomolla e sigrave le disse ldquoO donna mia Trsquoallegra del mio amor Non il suo giro Compiragrave lrsquoanno che due figli egregi Partorirai perograve che degli Eterni Infeconde non fucircr le nozze mai 320 Presa cura di lor Tu gli nutrisci Gli educa e cresci Or arsquo tuoi tetti riedi Contiegraventi e mai non mi nomar Per tanto

ODISSEA

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Sappi chrsquoio per te sono Enosigegraveo Quassator della Terrardquo e sigrave dicendo 325 Nellrsquoondeggiante pelago si ascose

λ 254 Tiro al mondo giagrave diegrave Pegravelia e Nelegraveo Amendue Re ministri a Giove sommo Ricco di greggi nella vasta Iolco Stanza Pegravelia fermograve nellrsquoarenosa 330 Pilo Negraveleo stese lo scettro Tiro Delle donne reigravena a Cretegraveo diede Altra prole Fereacutete Esoacuten e rsquol prode Domator di corsieri Amitaoacutene

λ 260 Dopo Antigraveope vidrsquoio figlia drsquoAsogravepo 335 Che dalle braccia dellrsquoOligravempio avvinta Come vanto si diegrave menare i sonni Due figli partorigrave Zegraveto e Anfioacutene Primi costor fondacircro e drsquoalte torri Circuicircr Tebe dalle sette porte 340 Peroccheacute non potean la vasta Tebe Senza torri abitar bencheacute gagliardi

λ 266 DrsquoAnfitrioacuten la donna indi comparve Alcmena chrsquoebbe dal celeste amplesso Del Sir dersquo tuoni lrsquoanimoso Alcide 345 Cor di Leon Megagravera egraverale accanto Prole del fier Creonte e dellrsquoinvitto Per indomita forza Egravercole moglie

λ 271 Presentossi di Edipo anco la madre Epicagravesta gentil colpa di stolta 350 Mente in nefando error misera cadde E rsquol proprio figlio disposograve quel figlio Che il padre uccise Incontanente i Numi Arsquo mortali svelacircr lrsquoorrido incesto Molti ei nella cittade empia di Tebe 355 Guai sostenendo sui Cadmegravei regnava Pel funesto voler deglrsquoimmortali Ma Epicagravesta laggiugrave scese nellrsquoOrco Dalle valide porte ad alta trave Da disperato duol vinta sospese 360 Il fier nodo e perigrave lasciando a Edipo Tutti i tormenti di che rsquol fecer segno Le ultrici della madre orride Erinni

λ 281 Clori indi venne oltre le belle bella Della cui venustagrave preso Nelegraveo 365

LIBRO XI

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La ricolmograve di nuziali doni E disposolla Nacque ultima figlia AllrsquoIagraveside Anfioacuten che in Orcomegraveno Cittagrave dersquo Mini ebbe un digrave rsquol forte impero Clori col Re Negraveleo regnando in Pilo 370 Di tre figli magnanimi rsquol fersquo lieto Di Negravestore di Crogravemio e del possente Pericligravemene Indi lrsquoesimia Pero Maraviglia del mondo partorigravea Tutti gli eroi vicini ad impalmarla 375 Aspiravan ma rsquol padre non sostenne Concederla che a chi rapigravea dai campi Di Figravelace le indomite giovenche Dallrsquoampia fronte che il tremendo Ificle Riteneva a gran torto Un incolpato 380 Indovin solo menar via promise Le torme se non che drsquoun Nume rsquol fato Grave si attraversograve tal chrsquoei da agresti Pastor fu posto in ceppi Ma trascorsi I mesi i giorni e in seacute rivolto lrsquoanno 385 E lrsquoore alfin sorgiunte il forte Ificle Liberograve lrsquoindovin che tutti a lui Gli oracoli chiarigrave Cosigrave del sommo Re dellrsquoOlimpo srsquoadempigravea rsquol consiglio

λ 298 Ed ecco Leda a Tigravendaro consorte 390 Cui duo figli magnanimi produsse Cagravestore di cavalli domatore E rsquol prorsquo di cesti vibrator Polluce Lrsquoalma terra amendue vivi nel grembo Chiudeacuteali cheacute tra lrsquoombre anco gli onora 395 LrsquoOligravempio ciascun giorno alternamente Risorgono alla luce e giugrave nellrsquoOrco Ridiscendono al par degli Immortali Gloria amendue gli incliti eroi sorticircro

λ 305 Indi la donna drsquoAloegraveo comparve 400 Ifimedegravea che riamata amante Di Nettun si vantograve due figli nrsquoebbe Il cui viver fu breve Oto divino E lrsquoillustre Efialte Oltre ogni dire Grandi e belli la Terra alma nutrilli 405 Dopo lrsquoinclito Orioacuten Novenni appena Nove cubiti i corpi aveano in largo

ODISSEA

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Trentasei drsquoaltitudine Costoro Minacciacircro gli Degravei lassugrave nellrsquoetra Di destarvi di guerra empia i tumulti 410 LrsquoOssa allrsquoOlimpo e sovra lrsquoOssa imporre Bramacircro il Pegravelio di boscaglie ombroso Onde il Cielo scalar Certo ad effetto Posto lrsquoimpresa avrigravean ringagliarditi Dalla perfetta etagrave ma gli immolava 415 Di Giove il figlio e di Latoacutena in prima Che i molli fiori sotto alle lor tempie Surgessero ad ornar le guance e rsquol mento

λ 321 Fedra indi e Procri e di Minograves prudente La bella figlia appagravervemi Arianna 420 Che Tegraveseo un digrave rapigravea per indi addurla Da Creta al sacro suol dellrsquoalma Atene Ma di lei non gioigrave cheacute da Diana Prima in Digravea morta fu lagrave dove tolse Bacco a far contra lei testimonianza 425

λ 326 Mera Climene e alfin la detestata Erifigravele arrivograve che dellrsquoamato Sposo alla vita aureo monil prepose Ma neacute dire potrei neacute nomar tutte Le apparse degli Eroi figlie e consorti 430 Che lrsquoalma notte prima non si consumi Ecco lrsquoora del sonno o qui od in nave Con i compagni arsquo Numi ed arsquo Feaci Tutta del mio redir lascio la curaraquo

λ 333 Lrsquoudicircr tutti in silenzio e per lrsquooscura 435 Sala sentigraveano in cor nova dolcezza Ma la Regina dalle nivee braccia laquoO Feacesi ndash a dir togliea ndash qual pagravervi Alla statura agli alti suoi sembianti Alle sagge parole il pellegrino 440 Ospite egrave mio pur ciascheduno or dee Rendergli onor perograve non vi affrettate Drsquoaccomiatar chi a fiere strette egrave posto Neacute vogliate di doni egravessergli scarsi Perograve che molte possedete in casa 445 La merceacute degli Degravei larghe dovizieraquo

λ 342 Ed il saggio Echeneo drsquoetagrave piugrave antica Degli altri tutti laquoCerto amici ndash esclama ndash Neacute lo scopo falligrave neacute avviso aperse

LIBRO XI

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Che dal costume nostro si diparta 450 Lrsquoassennata Regina alla sua voce Obbedigravescasi pur drsquoAlcigravenoo stesso Aspetterem lrsquoesempio ed il comandoraquo

λ 347 Ed il Re laquoCerto la costei parola Si adempiragrave fincheacute vivendo io regni 455 Sui Feacesi naviganti Or egli Bencheacute bramoso del ritorno indugi Fin lrsquoindimani in questo mezzo tutti Adunerograve i presenti il partir suo Cura egrave di tutti ma di me primiero 460 Cui regger questo popolo si spettaraquo

λ 354 E lrsquoItacense accorto laquoAlcigravenoo illustre Tra queste genti se restar qui intero Un anno mrsquoimporreste e in questo mezzo Scorta mrsquoapparecchiaste e doni eletti 465 Ciograve stesso io pur vorrograve cheacute al natigraveo loco Quanto piugrave tornerograve con le man piene Tanto vie piugrave drsquoonor degno e di affetto Mi terranno color che tra le mura DrsquoIgravetaca mia vedragravennomi reversoraquo 470

λ 362 Rispose il Re laquoVeggegravendoti non entra Nobile Ulisse in noi sospetto alcuno Che un fallace impostor tu sigravee quai molti Qua lagrave pasce la terra a ordire intesi Vaghe menzogne intorno a una contrada 475 Non vista da alcun mai ma in te lrsquoornata Parola in Te retto il pensiero abbonda Emolo ad un gentil vate le gravi Dagli Achei sostenute aspre sventure E le tue proprie ci narrasti Or via 480 Piagravecciati raccontarmi a parte a parte Se qualcuno dersquo tuoi prodi compagni Che ad Igravelio ti seguicircr vedesti e chrsquoivi Combattendo pericircr Lunga egrave la notte Dismisurata ned ancor qui egrave giunta 485 Lrsquoora del sonno Adunque i gloriosi Travagli tuoi mi narra Omai mrsquoegrave tardo Udir da te sigrave nove meraviglie Aspetterograve dellrsquoalba anche il ritorno Quando tu sosterrai contarmi tutti 490 Quersquo tanti che soffristi immensi affanniraquo

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λ 376 laquoHavvi o di queste genti inclito Sire ndash Ulisse ripigliograve ndash tempo dersquo lunghi Ragionari e dersquo sonni havvi anche un tempo Ma se ti punge rsquol cor desigraveo di udirmi 495 Non io ricuso altri narrarti ancora Casi piugrave gravi il rio fato dersquo miei Che da sezzo pericircr non che di quelli Che lagrave trovacircro nellrsquoIligraveache piaggie Scampo allrsquoacerba guerra indi al ritorno 500 Colpa drsquoiniqua femmina pericircro

λ 385 Poicheacute fucircr lrsquoombre delle donne illustri Dalla casta Prosegraverpina disperse Di Atride Agamennoacuten lrsquoalma sorvenne Sconsolata affollate a lui drsquointorno 505 Stavan lrsquoaltre di quersquo che pericircr seco Negli alberghi drsquoEgisto Il negro sangue Libato riconoacutebbemi e via via Diede in pianto dirotto In vegraver me stese Le mani pur di stringermi bramoso 510 Ma svigorito gli falligravea la lena Che le gagliarde un digrave membra gli resse Tocco il cor di pietagrave fuori dal petto Lagrimando volagravevanmi tai note

λ 397 ldquoO Re dersquo prodi Atride ahi qual destino 515 Corsquo lunghi ti vincea sonni di morte O ti domograve nel tuo navil Nettuno Eccitando il rio soffio impetuoso Dersquo turbini crudeli O gente ostile Trafiggeacutevati allor che depredavi 520 Torme di tauri e pingui gregge in terra O quando la Cittagrave lor combattendo Strascinavi le femmine captiverdquo

λ 404 E lrsquoombra ldquoO sapiente inclito Ulisse Neacute destando rsquol furor delle tempeste 525 Nettuno mi domograve neacute turba ostile Nogravecquemi in terra Egisto e la perversa Mia donna insidiando hagravennomi ucciso A desco in sua magione ersquo mrsquoinvitava Quivi comrsquoaltri nel presepe un bue 530 Mi trucidograve Cosigrave morii di morte Miserrima gli amici a me drsquointorno Quai verri si ammazzavano immolati

LIBRO XI

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Per nozze drsquoun possente od in banchetto A dispendio comune o in lauta mensa 535 Giagrave giagrave di molti eroi spesso alla strage Intervenisti o in singolar conflitto O nel tumulto di campal battaglia Ma di piugrave gravi gemiti angosciato Scempio veggendo sigrave crudel saresti 540 Cheacute allrsquourne intorno ed alle ricche mense Giacevamo distesi e rsquol sangue a rivi Tutto lo spazzo a dilagar correa Flebile il grido della Priamegraveia Cassandra mi ferigrave che a me drsquoaccanto 545 Dal geloso furor di Clitennestra Trucidata venigravea giagrave in sul morire Tentai drsquoambe le man di sollevarmi Ed il brando afferrar ma lrsquoimpudente Dileguossi neacute a me scendente a Pluto 550 Chiuder gli occhi sostenne neacute le labbra Comporre Ah no nulla havvi di piugrave orrendo Neacute di esecrabil piugrave di donna a cui Pullulan nella mente opre sigrave atroci Ahi qual delitto fier costei commise 555 Strage tramando a me che la condussi Vergine sposa Certo in cor mi sorse Speme di rientrar nersquo tetti miei Tra i cari figli e tra i miei servi accolto Con lieta fronte ma costei di tutte 560 Scelleranze maestra e se medesma Contaminograve drsquoeterno vitupero E quante al mondo nellrsquoetagrave piugrave tarde Donne verran cheacute dopo di costei Nulla otterragrave piugrave feacute quantunque degnardquo 565

λ 435 ldquoNumi ndash sclamai ndash quantrsquoodio ai discendenti DrsquoAtregraveo portograve fin da principio Giove Colpa di lor perfide spose Molti Per Egravelena perimmo e Clitennestra In tua assenza trsquoordigrave reti funesterdquo 570

λ 440 ldquoNeacute docil quindi ndash ei rispondea ndash di troppo Con la tua donna moacutestrati neacute rsquol tutto Disvelarle degravei tu parte le narra Parte ascosa terrai dersquo tuoi segreti Ma tu non dalla man della tua sposa 575

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Cadrai vittima Ulisse egrave paragone Di gran virtude egrave saggia ed egrave prudente LrsquoIcagraveride Penegravelope Nel tempo Che tutti in armi navigammo ad Igravelio Giovine sposa la lasciammo e un bimbo 580 Le pendea dalla poppa esile allora Ma che or la schiera dersquo valenti accresce Reduce il caro padre (oh se beato ) Fia che rsquol riveggia ed egli affettuoso Stringeragrave il genitor tra le sue braccia 585 Ma che sazi fessrsquoio gli occhi nel voacutelto Del figliuol mio di te mio dolce Oreste Lrsquoempia non consentigrave prima mrsquouccise Altro dirograve che tu profondamente Nel cor ti riporrai celato ignoto 590 Approdar ti conviene al patrio lito Cheacute non vrsquoha donna cui fidar ti deggia Deh ciograve pur dimmi e schiettamente Udisti Che spiri le vitali aure il mio figlio In Orcogravemeno in Pilo od in Isparta 595 Appresso a Menelao Cheacute in sulla terra Morte non colse giagrave lrsquoinclito Oresterdquo

λ 462 ldquoAtride ndash risposrsquoio ndash percheacute di questo Mrsquointerroghi Srsquoei viva o no mrsquoegrave ignoto Mal fa chi vani accenti allrsquoaura spanderdquo 600

λ 465 Cosigrave alternando mesti detti e largo Pianto versando ne stavam dolenti

λ 467 Lrsquoalma indi giunse del Pelide e quelle Di Pagravetroclo drsquoAntigraveloco e drsquoAiace Che gli altri Achei dopo lrsquoesimio Achille 605 Di persona vinceva e di sembiante Riconoacutebbemi il rapido Eacide E sospirando disse ldquoOh di Laerte Divina prole inclito Ulisse Ahi lasso Qual ponesti ad effetto arduo disegno 610 Della tua mente Come sostenesti Di scendere nersquo regni atri di Pluto Albergo drsquoombre che di senno mute Altro non son che vani apparimentirdquo

λ 477 ldquoOh gloria degli Achei Pelide Achille 615 A consultar lrsquoOracolo ndash risposi ndash Di Tiregravesia scesi io percheacute ei mrsquoassenni

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Come allrsquoaspra pervenga Igravetaca mia Non appressai lrsquoAcaia e non mai salsi La patria terra cheacute infortuni gravi 620 Me combattono ognor ma piugrave beato Uom Pelide di te non fu giammai Neacute fia Ti onoravam noi Dagravenai tutti Vivo al par degli Eterni ed or qui stando Regni possente imperador dellrsquoombre 625 No bencheacute morto non tristarti Achillerdquo

λ 487 Ed ei ldquoNon confortarmi inclito Ulisse Della morte cultor dersquo campi oscuro Torrei piugrave presto per merceacute uom tapino Servir scarso di vitto che su tutte 630 Regnar questrsquoombre Or del mio figlio illustre Pagraverlami tra le file antesignane Irrompe o no nelle battaglie il primo Dimmi se nulla risapesti mai Dellrsquoesimio Pelegraveo regna sui molti 635 Mirmigravedoni o da lor si prende a vile In Egravellade ed in Ftia poicheacute vecchiezza Braccia e piegrave gli fiaccograve Vindice farmi Sotto i raggi del Sol di lui mrsquoegrave tolto Cheacute piugrave non son qual mrsquoera un tempo in Igravelio 640 Quando immolava un popolo di prodi Propugnando gli Argivi Ah se un instante Tal fossi o padre mio Subitamente Sarei nella tua reggia e queste invitte Mani e questa mia forza impetuosa 645 Sentirebbon quersquo perfidi che osacircro Recarti offesa od usurparti rsquol regnordquo

λ 504 ldquoNulla di Pegraveleo so ma lrsquoalte gesta Di Neottogravelemo tuo sincere udrai Chrsquoio medesmo da Sciro in larga nave 650 Arsquo prodi Achivi rsquol ricondussi Quando A Troia intorno tenevam consulte Primo sempre arringograve neacute mai dal punto Deviograve Potevam soli mi penso Contendere con lui Negravestore ed io 655 Pugnando lagrave sotto le Iligraveache mura Confuso con i piugrave non volle ir mai Precorreacutevali tutti e di coraggio Ad alcun non cedea nellrsquoavvampante

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Battaglia molti trucidograve Ridirli 660 Neacute ti potrei nomar tutti gli eroi Che fagravettosi agli Achei schermo trafisse Bagravestiti questo che sotto il suo brando Il Telefigravede Eurigravepilo fu steso Molti dersquo suoi Cetegravei perigraveangli intorno 665 Iligraveache donne a disposar venuti Dersquo guerrieri il piugrave bello era lor duce Dopo il divino Megravennone Ma quando Salimmo nel cavallo opra drsquoEpegraveo Noi duci degli Achei (poicheacute a me solo 670 Drsquoaprire e di dischiudere commessa La cura fu del cieco agguato) gli altri Dersquo Dagravenai capi e condottier dal ciglio Tergeacutevansi le lagrime ed a tutti Tremavano le membra Ma non mai 675 Vidi il bel voacutelto suo discolorarsi Neacute dalle gote astergersi mai stilla Anzi gran ressa mi facea di scendere Giugrave dal cavallo e lrsquoelsa ad ora ad ora Stringea del brando o la ferrata lancia 680 Palleggiava drsquoardor drsquoimpeto acceso Di sterminare i Tegraveucri Alfin cacciata La superba cittagrave di Prigraveamo al fondo Ricco di preda e drsquoalto guiderdone Lieto in sua nave e incolume saligraveo 685 Non giavellotto lo colpigrave non lancia Da presso il ferigrave mai siccome incontra Che spesseggin le piaghe e le percosse Nelle battaglie lagrave rsquove Marte infuriardquo

λ 358 Allor drsquoAchille maestosa e grande 690 A lunghi passi attraversava lrsquoombra I prati drsquoAsfodegravelo ed esultava Che di seacute degno rsquol figlio inclito udigravea

λ 541 Altre davanti a me si presentacircro Ombre dolenti e tutte a parte a parte 695 Gli acerbi casi lor mi raccontacircro Lrsquoanima sol del Telamogravenio Aiace Stava in disparte irato a me che rsquol vinsi Appo le navi nella gran contesa Dellrsquoarmi del Pelide in mezzo poste 700 Fucircr dallrsquoorrevol madre e diecircr sentenza

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Dersquo Tegraveucri i figli e Palla Ah percheacute mai Nel certame fatal non mrsquointerdicircro La palma i Numi Ahi per quellrsquoarme or chiude La terra in sen sigrave gloriosa testa 705 Aiace che per forma e per imprese Terribili di guerra ai Dagravenai tutti Dopo lrsquoesimio Achille sovrastava

λ 552 Ed io con blandi accenti ldquoOh Aiace ndash esclamo ndash Dunque neacute morto vuoi porre in obbligraveo 710 Lrsquoira che trsquoarse contro me per lrsquoarmi Funeste I Numi poacuteserle agli Achivi Dannaggio grave poicheacute lor peristi Ferma torre di guerra Un gran compianto Al tuo cader levarono gli Achivi 715 Del par che per Achille neacute giagrave vuogravelsi Altri che Giove accagionar di tante Aspre sventure drsquoimplacabil odio Acceso ei perseguigrave dersquo prodi Achivi Lrsquoesercito e rsquol punigrave con la tua morte 720 Ma qui te nrsquo vieni e rsquol sermon nostro ascolta Inclito Re deh placa omai del fiero Magnanimo tuo cor lrsquoimpeto e lrsquoirardquo

λ 563 Non rispose ei con lrsquoaltre affollate ombre AllrsquoEgraverebo varcograve Lagrave nondimeno 725 Atteso avrei fincheacute egli ancor movesse Qualche parola a me quantunque irato Se non che di veder mrsquoarse il desigraveo Altri dersquo trapassati incliti spirti

λ 568 Quivi scorgea Minograves splendida prole 730 Di Giove Stretto in mano un aureo scettro Sedeva in trono e feacutea ragione allrsquoombre Parte rizzate in piegrave parte sedute Al Re drsquointorno oravano nellrsquoatra Magione di Plutoacuten dallrsquoampie porte 735

λ 572 Allrsquoimmenso Orioacuten ponea indi mente Che pei prati drsquoAsfodegravelo inseguigravea Le belve che sui monti ermi giagrave uccise Con la gagliarda man stringeva ancora Mazza di ferro drsquoinfrangibil tempra 740

λ 576 Ecco indi Tizio alunno della Terra Onnipotente nove al suol disteso Iugeri ingombra e due avvoltoi lrsquoun quinci

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E quindi lrsquoaltro gli faceano scempio Del fegato rinato intromettendo 745 Nersquo suoi precordi rsquol rostro neacute potea Discacciarli con man cheacute forza ei feacuteo A Latoacutena di Giove inclita sposa Mentre soletta un digrave lagrave per le amene Campagne Panopegravee volgeacuteasi a Pito 750

λ 582 E Tagraventalo vidi anco immenso affanno Il grava in piegrave stassi nel mezzo a un lago Lrsquoacqua il mento gli tocca e ben che sembri Drsquoaspra sete riarso il ber gli egrave tolto Cheacute quante volte a dissetarsi inchina 755 Le labbra tante via fugraveggesi lrsquoonda Tranghiottita da un baratro e del veglio Appare intorno ai piegrave sol bruna sabbia Che un Nume inaridigravea Piante superbe Piegati i rami gli piovean sul capo 760 Penzolanti le frutta il pero il melo Dalle lucide poma il melagrano Il dolce fico e rsquol verdeggiante ulivo Ma come il veglio a cocircrle in su levava Le braccia egraveccoti un vento impetuoso 765 Che arsquo tenebrosi nugoli le spinge

λ 593 Combattuto vidrsquoio drsquoaspri tormenti Sigravesifo che reggea drsquoambe le braccia Macigno enorme giagrave di tutta forza Con le mani e corsquo piegrave spingeacutealo in suso 770 Acciograve la vetta drsquoarduo monte acquisti Ma come sta per sormontarla occulto Poter superno lo respinge e rsquol masso Enorme a valle rotolon precipita Sigravesifo a stento in su rsquol ricaccia intanto 775 Dalle membra il sudor correacuteagli a rivi E del capo i vapor saligraveano ad alto Comrsquoonda di volante arida polve

λ 601 Comparve indi la possa alta drsquoAlcide Anzi lo spettro cheacute lrsquoeroe gioisce 780 Alla mensa dersquo Numi e rsquol fa beato Di maritale amplesso Ebe leggiadra Prole di Giove e di Giunone a cui Distringe il piede aureo coturno Orrendo Degli spirti risuona a lui drsquointorno 785

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Rumor come drsquoaugei travolti in fuga Dalla paura ed ei qual fosca notte Con lrsquoarco teso e col quadrel sul nervo Torvi di qua di lagrave volgea gli sguardi Qual chi di saettar sta in atto sempre 790 Sfolgoragravevagli al petto un bagravelteo drsquooro Formidabile in che effigiate Opre fucircr di stupendo magistero Orsi fieri cinghiali e lion truci Guerre battaglie e morti sanguinose 795 Lrsquoartefice che diede opra a cotesto Miracolo dellrsquoarte altro simigravele Porre ad effetto non potragrave giammai Guatommi Egravercole intento ed angosciato Riconoacutebbemi tosto e sigrave mi disse 800

λ 617 ldquoNobile di Laerte inclita prole Sagace Ulisse ahi misero te ancora Preme fato crudel qual io rsquol sostenni Sotto i raggi del Sol Figlio di Giove Infinite pativa aspre fatiche 805 A mortal che di me valea men tanto Forza mi fu obbedir costui mrsquoingiunse Dar mano a imprese oltre ogni creder forti Qua un tempo anco a rapir spedigraveami rsquol cane Trifauce cheacute avvisograve non io di questo 810 Correr potessi rischio altro piugrave grave Pur il mostro afferrato a viva forza Daglrsquoinferi il rapigravea guida arsquo miei passi Fecircrsi Mercurio e lrsquoocchiglauca Divardquo

λ 627 Detto nella magione atra di Pluto 815 Egravercole scese ed io restai ligrave fermo Non uscito di speme che alcun prode Delle trascorse etagrave vi sorvenisse Quersquo duo primieri eroi forse avrei scorto Che bramai tanto stirpe gloriosa 820 Degli Immortali Tesegraveo e Piritograveo Ma pria di offrirsi a me mi si stipacircro Popoli drsquoombre innumeri drsquointorno Con grida immense sugravebita mi scosse Paura non dallrsquoOrco mrsquoinviasse 825 Il mostro fier della Gorgogravenea testa La severa Prosegraverpina Ad un tratto

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Corsi alla nave ed arsquo compagni indissi Salirla e sciocircr le funi Incontinente Imbarcati si assisero sui banchi 830 Giagrave del fiume Ocegravean le rapide onde Attraversava il pin da remi prima Poscia dalla seconda aura sospinto

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LL II BB RR OO DD UU OO DD EE CC II MM OO

Le Sirene Scilla Cariddi I Buoi del Sole

PPOICHEacute lasciograve del gran fiume Oceagraveno La nave il corso rivolograve pel vasto Mar allrsquoisola Eegravea lagrave rsquove gli alberghi DellrsquoAurora e le danze e gli orti sono Del Sol Colagrave nellrsquoarenosa piaggia 5 Traemmo il legno e qua e lagrave corcati Aspettavamo il sorgere dellrsquoalba

μ 8 Ma quando apparve in Ciel rosea lrsquoAurora Parte dersquo miei spedigravea di Circe ai tetti A riportar drsquoElpegravenore la spoglia 10 Ratto abbattemmo gli alberi che intorno Ove piugrave sorge incoronacircr la riva E mesti e lagrimosi il seppellimmo Come la salma e lrsquoarmi ebbe il foco arse Posta la tomba e sopra egravertovi un cippo 15 Largo piantammo su la tomba un remo

μ 16 Compiuto il rito non ignara Circe Del redir nostro dallrsquoInferne case Adorna e bella subito se nrsquo venne Seguita dalle Ninfe apportatrici 20 Di pan di dapi rsquon copia e di vermiglio Generoso licor Stava nel mezzo Lrsquoinclita tra le Dive e sigrave dicea

μ 21 ldquoAhi Miseri di Pluto alla magione Vivi scendeste tal che due fiate 25 Morir vi egrave forza mentre una pur sola Trapassan gli altri Orsugrave drsquoesca e di beva Qua tutto rsquol digrave vi confortate allrsquoalba Rinavigate ma rsquol cammin vorsquo prima

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Mostrarvi e ciograve che vi egrave mestier chiarirvi 30 Acciograve non mai perfidia di consiglio Vrsquoempia in terra od in mar di lutto acerbordquo

μ 28 Di tal guisa la Dea ne persuase Lrsquointero digrave fin che splendeva il Sole Dapi elette gustammo e vin soave 35 Lrsquoimmensa luce ascosa e scese lrsquoombre Corcacircrsi i prodi miei lungo la nave Ma preacutesami la man Circe mi trasse Solo dagli altri ed a seder mrsquoingiunse Di contra mi si assise e interrogommi 40 Di tutte cose ragguagliai la Diva A mano a mano ed ella mi soggiunse

μ 37 ldquoTutto che mi narrasti inclito Ulisse Srsquoadempiragrave ma tu rsquol mio detto ascolta Che allrsquouopo il ti faragrave membrare un Dio 45 Alle Sirene perverrai da prima Cui tutti piace affascinar gli umani Giunti a lor presso Qual di senno uscito I concenti nrsquoudragrave non vedragrave mai Neacute la sposa neacute i figli a seacute dinanzi 50 Accorrere e gioir del suo ritorno Colcate le Sirene in verde prato Col dolcissimo canto il molceranno Enorme acervo drsquoinsepolto ossame Carni consunte e putrefatte pelli 55 Sorgon drsquointorno a lor Fuggi veloce Fuggi da quella piaggia e con molligraveta Cera lrsquoorecchio dersquo compagni tura Sigrave che altri non le ascolti Ove a te piaccia Il potrai tu ma allrsquoalber della nave 60 Leacuteghinti mani e piedi ed ivi carco Anco nrsquoandrai di novi lacci ondrsquoabbi Queto a gioir dellrsquoarmonia del canto Ove tu feacutessi lor priego o comando Di sciocircrti vieppiugrave allor tegravenganti avvinto 65

μ 55 Schifata darsquo nocchier lrsquoinfausta riva Tolto mrsquoegrave drsquoinsegnarti a parte a parte Qual cammin tener degravei ma tu consiglio Prendi dal tuo coraggio io drsquoamendue Parola ti terrograve Quivi eminenti 70 Srsquoergon due rupi a cui rugghiano i flutti

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Dellrsquoazzurra Anfitrite i Degravei beati Erranti le nomacircro Alcun augello Trasvolarle non sa non le colombe Che recano lrsquoambrosia arsquo Giove sommo 75 Ma rapita ad ognor ne vien qualcuna Dallrsquoardua cima della liscia pietra Unrsquoaltra allora ne produce il padre E di tal guisa il novero rintegravegra Qual nave ivi appressograve non ebbe scampo 80 Del mar i flutti e la vorace fiamma Delle tempeste via portano a un tempo Delle navi le tavole e le salme Dersquo naufraghi nocchier QuellrsquoArgo sola Cara a tutti gli Degravei trapassograve rsquol varco 85 Quando redigravea da Colco leve leve Lrsquoenormi rocce rasentograve cheacute Giuno Cui stava a cor Giasoacutene oltre la spinse

μ 73 Havvi colagrave due scogli un con lrsquoacuta Vetta il Ciel vasto aggiunge ed il circonda 90 Nube caliginosa che di lagrave Non dileguasi mai ned ivi mai O drsquoEstate o drsquoAutunno il Seren ride No niun mortal fossrsquoei di veacutenti armato Braccia e di veacutenti piegrave potrigravea lassuso 95 Neacute montar neacute discendere cotanto Liscia egrave la roccia ertissima Nel mezzo Agravepresi dello scoglio atra caverna AllrsquoOccidente e allrsquoOrco volta drizza Il naviglio colagrave nobile Ulisse 100 Neacute dalla nave sua giovin gagliardo Liberando dallrsquoarco una saetta La grotta colpiragrave Scilla ivi alberga Gravemente ringhiando al par di stormo Di cani giovinetti Atroce mostro 105 Niun di sua vista lieto andrigravea ned anco Assaltata da un Dio Dodici ha fiere Branche e sei colli di lunghezza enorme E su ciascuno orribile una testa Sorge in che appar di fitti acuti denti 110 Triplice il giro atro di morte albergo Dal mezzo in giugrave nellrsquoantro immersa sporge Fuor del terribil baratro le teste

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Qua lagrave bramosi intorno allrsquoerta rupe Gli sguardi volge e pesca e si divora 115 Delfini e lupi e le balene inghiotte Che nutre nel suo grembo a mille a mille La gemente Anfitrite Alcun nocchiere Menar vanto non puograve che Scilla illeso Abbia trascorso poicheacute con ciascuna 120 Orrida testa dagrave di piglio a un uomo Del fuggente naviglio e via se rsquol porta

μ 101 Dista di poco ed egrave piugrave basso lrsquoaltro Scoglio che saettar potresti Ulisse Ampio-fronzuto immenso ivi un selvaggio 125 Fico si spande sotto cui la fiera Cariddi lrsquoonda tenebrosa inghiotte Tre volte la rigetta e rsquol digrave tre volte Con terribile strepito lrsquoassorbe Neacute mentre ingoia il mar tu le ti appressa 130 Cheacute tocircrti al rischio fier nullo ned anche Nettun stesso potrigravea Dunque vicino Attiegraventi a Scilla e via ratto trascorri Mersquo ti fia desiar sei dersquo compagni Che tutti quanti pegraverdervi ad un tempordquo 135

μ 111 ldquoOrsugrave ndash risposi ndash il veacuter mi svela o Dea Se mrsquoegrave dato schivar la detestata Cariddi non deggrsquoio combatter Scilla Quando a struggere i miei compagni irromperdquo

μ 115 ldquoAhi misero ndash sclamograve ratto la Diva ndash 140 Giagrave di rischi di pugne e di travagli Avido sempre neacute agli Eterni stessi Cedere vorrai tu Non egrave alla morte Scilla soggetta ma immortal tremendo Fiero selvaggio e inespugnabil mostro 145 Schermo non vrsquoha ti fia il fuggir salute Ma se trsquoindugi e contro a Scilla trsquoarmi Temo che fuor lanciagravetasi purrsquoanche Tanti dersquo tuoi quanti ne ha capi inghiotta Ratto naviga quindi ed alto invoca 150 Cratagravei la madre che tal peste al mondo Partoriva costei sola puograve il mostro Frenar sigrave che non te prema ed incalzi

μ 127 Alfin della Trinacria isola ai liti Perverrai dove pascono del Sole 155

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Sette torme di buoi tante di greggi Dai bei lucidi velli Del par tutti Constano i branchi di cinquanta teste Neacute figlian mai neacute sceacutemansi A pastori Hanno due Dive dallrsquoaurate chiome 160 Faetusa e Lampegravezie inclita prole Che al Sole Iperioacutene partorigravea La divina Neegravera Amendue crebbe La madre e le mandograve da seacute remote Nella Trinacria dersquo paterni a guardia 165 Greggi e dersquo buoi dalle ritorte corna Se illesi andran per voi non fia delusa Del ritorno la speme e calcherete Patiti molti guai le patrie sponde Ma se offegravenderli ardite a te predigraveco 170 Alla nave ed arsquo tuoi sterminio e morte E se tu stesso dal periglio grave Trar ti potessi mai tardi ed oppresso Da fieri casi e perduti i compagni Alla terra natigravea far degravei ritornordquo 175

μ 142 Tacque e sul trono drsquoograver fulse lrsquoAurora Attraversando lrsquoisola se nrsquo gigravea Circe arsquo suoi tetti ed io rivolto rsquol passo Vegraver la nave a salire e sciocircr le funi Confortava i compagni Incontinente 180 Entracircr si collocarono sui banchi Ed in lungo seduto ordine tutti Feacutean corsquo remi percossi il mar spumante Giagrave retro al pin dallrsquoazzurrina proda Levossi un vento e ne gonfiograve le vele 185 Fido compagno che spedigraveane Circe Diva dallrsquoaureo crin dal dolce canto Ratto deposti entro la nave i remi Sedevamo cheacute il vento ed il nocchiere Dirigeacutevanle il corso Io bencheacute mesto 190 Drizzava arsquo prodi miei questo sermone

μ 154 ldquoBello amici non egrave che ad uno o due Sol noti sigraveen gli oracoli che Circe Inclita Dea mi disvelograve or vorsquo dunque Chiarirli acciograve se perirem sappiate 195 O se campato il rischio arsquo rei destini Fuggirem della morte In pria la voce

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Delle dive Sirene ed i fioriti Prati schivar ne indisse udirla solo Concesse a me ma allrsquoalber della nave 200 Mrsquoallaccerete sigrave chrsquoio resti immoto Ed anco lagrave stringetemi di funi Ove a sciocircrmi vi prieghi o vi comandi Vie piugrave tenaci mi doppiate i nodirdquo

μ 165 Mentre cosigrave gli assenno ecco sospinta 205 Da un innocente venticel la nave Delle Sirene ai liti sorge Un tratto Quetossi lrsquoaura per lrsquoaere diffusa Rise la calma e sopigrave lrsquoonde un Dio Sorsero i miei compagni ammainacircro 210 Le vele ripiegacircrle e dentro il cavo Legno le collocacircro indi seggendo Con gli abetini remi ripercossi Biancheggiare fan lrsquoonde In questo mezzo Con lrsquoaffilato rame una gran palla 215 Sminuzzava di cera la premea Con le valide man sigrave che repente Si scaldograve si ammolligrave cheacute irsquo vi mettea Non poca forza e drsquoalto saettava Gli acuti rai drsquoIperioacutene il figlio 220 Io di tutti i compagni a mano a mano Turai le orecchie Allrsquoalber della nave Quei mrsquoavvinser diritto e mi legacircro Le mani ersquo piedi e lagrave di nuovi lacci Pur mi gravacircro indi sui banchi assisi 225 Battean corsquo remi il pelago spumante Quando col ratto remigrar distammo Quanto aggiungere drsquouom potrebbe un grido Non isfuggigrave delle Sirene al guardo La nave che correa rasente al lito 230 Questo quindi sciogliean canto soave

μ 184 ldquoDeh vieni o gloria delle Dagravenae genti Inclito Ulisse qua sofferma il corso Della tua nave e nrsquoodi Alcun mortale Di qua non passa mai pria chrsquoegli ascolti 235 Del nostro labbro il dolcissimo canto Di che non pur si bea ma vie piugrave saggio Ritorna al suol natigraveo Tutto nrsquoegrave chiaro Quanto paticircr nersquo vasti Iligraveaci campi

LIBRO XII

193

Per voler degli Degravei Tegraveucri ed Argivi 240 Neacute quanto avvien sullrsquoampia Terra altrice Drsquoinfiniti viventi a noi si asconderdquo

μ 192 Movean sigrave dolci note onde rsquol cor mio Drsquoudirle acceso pur corsquo sopracigli Accennando indiceva arsquo miei compagni 245 Di sciogliermi ma quei curvi sui remi Arrancavano Sursero di botto Perimegravede ed Eurigraveloco e di nuovi Lacci avvinto vie piugrave premeacuteanmi a gara Oltrepassate le fiorenti piaggie 250 Delle Sirene sigrave che neacute la voce Neacute il lusinghevol piugrave canto srsquoudigravea Ratto i miei fidi a seacute tolser la cera Con che lrsquoorecchie lor fermai dagli aspri Vincoli a me francarono le membra 255

μ 201 Come alquanto dallrsquoIsola distammo Vedea fumo e vaste onde e un fragor alto Gli orecchi mrsquointronava Impauriti Via dalle mani arsquo miei volano i remi Ne rimbombano i flutti immoto il legno 260 Risteacute cheacute alcuna man remo non pinse Di su di giugrave lo percorrea drizzando A ciascuno dersquo miei blande parole

μ 208 ldquoO miei fidi compagni A prova omai Sperti siam di sventure e non egrave questa 265 Che nrsquoincalza maggior che quando chiusi Ci ritenne del cupo antro nel fondo La gran forza del Ciclope pur quinci Col mio coraggio ed i consigli e rsquol senno Vi trassi e vi fia un digrave dolce il ricordo 270 Orsugrave fermi sui banchi alla mia voce Tutti obbedite Voi le rapidrsquoonde Percotete corsquo remi e forse Giove Nel fier periglio nrsquoapriragrave lo scampo A te nocchier impongo (e nella mente 275 Tu che reggi rsquol timon riposto il tieni) Fuori da questo fumo e da questrsquoonda Il naviglio dirigi e lrsquoocchio affisa A lrsquoaltra rupe se al tuo guardo sfugge Trarragrave la nave nersquo suoi gorghi e tutti 280 Precigravepiti cadremo nellrsquoabissordquo

ODISSEA

194

μ 222 Dissi e tutti obbedicircr se non che tacqui Immedicabil mal Scilla non forse Impauriti i miei fuggendo i banchi Della nave stipagravessersi nel fondo 285 Qui non curai di Circe il doloroso Divieto e mi vestii le splendidrsquoarmi Due giavellotti nelle man branditi Montai sul palco della proda estrema Quivi il primo apparir fermo aspettava 290 Della petrosa ed implacabil Scilla Voratrice dersquo miei Qua lagrave volgea Ma sempre indarno gli occhi affaticati Nersquo recessi dellrsquoantro nebuloso

μ 234 Nel varco angusto penetrammo intanto 295 Gemendo Scilla il destro lato infesta Il sinistro Cariddi che gli amari Flutti del mar terribilmente inghiotte Sempre che fuor rigegravettali siccome Paiuol cui sotto molto fuoco avvampi 300 Ferve turbata e mormora ed avventa Sullrsquoardue cime drsquoamendue le rupi I larghi sprazzi di stridente spuma Ma quando i flutti ringhiottigravea per entro Vorticosa bolligravea la rupe intorno 305 Terribile rimbomba e negra giuso Nellrsquoimo abisso scogravepresi lrsquoarena Discoloracircrsi i miei Mentre allo scoglio Affisi gli occhi paventiam la morte Ecco del legno mio sei dersquo compagni 310 Prodi e forti di man Scilla rapigravea Torsi il guardo alla nave e glrsquoinfelici Vedea sullrsquoonde sollevati in alto Springar le piante ed agitar le braccia Le dolenti nrsquoudigravea voci che a nome 315 Me per lrsquoultima volta igravevan chiamando Qual pescator che su sporgente masso Di lunga canna armatosi arsquo minuti Pesci apparecchia unrsquoingannevol esca Tuffando in mar di bue silvestre un corno 320 Ed ecco un preso in sullrsquoarena il getta Lagrave rsquove palpita e spira in simil foggia Levati in suso i miei vegraver la caverna

LIBRO XII

195

Palpitavano Quivi al varco primo Scilla li divorograve Nel crudel spasmo 325 Mettean grida lugugravebri ed a me indarno Stendevano le braccia Ahi fiera vista Tal miserrimo caso infra i travagli Che nersquo flutti sostenni unqua non scersi

μ 260 Scilla sfuggita e lrsquoorrida Cariddi 330 Ecco drsquoun nume lrsquoisola beata Lagrave rsquove belle pascean dallrsquoampia fronte Giovenche e molte consacrate agnelle Al Sol che varca sfavillando il Cielo Solcava ancora il mar che giagrave i muggiti 335 Delle chiuse giovenche entro le stalle Misti al belato dersquo montoni udigravea Cagraveddemi allora nella mente il detto Del cieco Teban vate e dellrsquoEegravea Circe che innanzi a tutto mi assennacircro 340 LrsquoIsola bella oltrepassar del Sole Che gli umani conforta e racconsola Perograve mesto diceva ldquoO miei diletti Che tanti giagrave patiste affanni udite Accioccheacute di Tiregravesia e dellrsquoEegravea 345 Circe lrsquoarcano oracolo vi sveli Chrsquoio di gran cura questrsquoisola schivi Del Sol che gioia a tutto il mondo infonde Lagrave ne egrave forza patir ndash dicea ndash per certo Gli infortuni piugrave gravi Or voi la nave 350 Da piaggie sigrave funeste oltra spingeterdquo

μ 277 Dissi ed a tutti rsquol cor srsquoinfranse Acerbo Eurigraveloco mi feacutea questa rampogna

μ 279 ldquoAhi fiero Ulisse in Te dismisurato Vigore abbonda non fatica mai 355 Le membra ti fiaccograve tutto sei ferro Peroccheacute non consenti arsquo tuoi compagni Rotti dal faticar vinti dal sonno Di toccar terra e scendere sul lido Lagrave rsquove grata imbandir potrigravean la cena 360 Tutto invan giagrave giagrave errar tu ci comandi Nella rapida notte a vagar lunge Da questrsquoisola in mezzo al mar oscuro Pur sorgono tra lrsquoombre i procellosi Vegraventi a sperder le navi Or chi potrebbe 365

ODISSEA

196

A ria morte sfuggir se drsquoimprovviso Ad assaltarci la tempesta irrompe Del violento Zegraveffiro e di Noto Che il legno ad onta degli Eterni spezza Si obbedisca alla Notte e si apparecchi 370 Lungo il lito la cena Al digrave novello Rimbarcati nel mar vasto entreremordquo

μ 294 Tutti fremendo acconsenticircr Conobbi Chiaro allor che fermograve pegraverderci un Dio

μ 297 ldquoEurigraveloco ndash gridai ndash concordi tutti 375 Forza fate a me solo Or mi giurate Con sacro giuro almen che rinvenuta O torma o vasto gregge alcun di voi Con empio e folle ardir non vorrigravea mai Neacute giovenca immolar neacute pecorella 380 Ma starete contenti alle vivande Che a noi giagrave lrsquoimmortal Circe largigraveordquo

μ 303 Come imposi giuracircr Poscia che il giuro Ebbe da lor solenne compimento Fermacircr la nave in porto appo una fonte 385 Di chiare e dolci acque indi smontati Acconciamente apparecchiacircr la cena Ristorati di cibo e di bevande Membracircr piangendo i diletti compagni Che Scilla divorograve rapiti al legno 390 E piangevano ancor fincheacute soave Gravograve la stanca lor pupilla il sonno Giagrave giagrave del suo cammin correa la notte La terza parte e dechinavan gli astri Quando fiero eccitograve vento commisto 395 A turbinosa immensa pioggia il Nume Di nembi adunator la terra e lrsquoonde Di nugoli coverse e lrsquoatra Notte Di Ciel precipitograve Ma non appena LrsquoAurora incolorograve di rose il Cielo 400 Tirammo il legno entro capace speco Lagrave rsquove danzan le ninfe in lieti cori E che dersquo seggi lor candidi egrave adorno Adunati che fucircr sigrave gli assennava

μ 320 ldquoGiagrave ci abbonda nel legno esca e bevande 405 O miei compagni Delle torme adunque Astenghiagravemci onde alcun mal non ne incolga

LIBRO XII

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Peroccheacute le giovenche i monton pingui Pascon nersquo campi ad un terribil Dio Al Sol che tutto vede e tutto ascoltardquo 410

μ 324 Acquetacircrsi al mio dir quersquo generosi Lrsquoinfaticabil Agraveustro intero un mese Senza sosta spirograve neacute soffio sorse Di Noto ed Agraveustro in fuor Fincheacute il vermiglio Bacco ed il cereal don non falligravea 415 Degli armenti del Sol schivi non altro Desigraveo li punse che servar la vita Ma come nel naviglio ebber consunto Ogni alimento dal bisogno stretti Erravano a pigliar coi ricurvi ami 420 Augelli pesci o preda altra qualunque Lor venisse alle man cheacute violenta Rodendo gli struggea dentro la fame In questo mezzo io percorrea i recessi Dellrsquoisola ed orava acciograve alcun Nume 425 Mi dimostrasse del redir la via E giunto lungi darsquo compagni in parte Arsquo vegraventi chiusa mi lavai le palme Drizzando a tutti dellrsquoOlimpo i Numi Fervide preci ed ei sopra le ciglia 430 Dolce sparsermi il sonno Adunograve allora I miei compagni Eurigraveloco ed aperse Questo consiglio a lor empio e funesto

μ 340 ldquoBencheacute dolenti udigravetemi o compagni Tutte gli umani miseri in odio hanno 435 Le morti ma non havvi altra piugrave orrenda Neacute peggior fato che il perir di fame Or su del Sol le piugrave belle giovenche Via meniamo ed offriagravemle in sagrifizio Agli Eterni del Cielo abitatori 440 Che se afferrar potrem drsquoIgravetaca il lido Alzeremo al sublime astro del giorno Ricco delugravebro in che di nobil pompa Molti porrem superbi adornamenti Ma se punto quel Dio per le giovenche 445 Dalla testa alta irato a sperder fermi ndash Neacute gli altri Numi fagravecciangli contrasto ndash La nave tocircrrograve prima in un momento Tranghiottir lrsquoonda e perdere lo spirto

ODISSEA

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Che languir lentamente e in sigrave deserta 450 Isola stando struggermi di stentordquo

μ 352 Assenticircr gli altri Ratto le giovenche Dallrsquoampia fronte e dalle corna in arco Le piugrave belle del Sol che accanto al legno Pascevano cacciacircr le circuicircro 455 E colto pria drsquoalto-chiomata quercia Tenere fronde (cheacute di candidrsquoorzo Patigravean difetto) oracircr Orato appena Sgozzacircro lrsquoostie le nudacircr dersquo velli Ne inciser lrsquoanche le fasciacircr drsquoomento 460 A doppia falda e le copricircr di brani Palpitanti Ma esausto il vin mal ponno Libar sullrsquoolocausto onde i precordi Cosser tutti e irroracircr di limpidrsquoonda Poi che consunte fucircr le cosce e fatto 465 Delle viscere il saggio il resto in pezzi Troncacircr dellrsquoostia e infigravesserlo nersquo spiedi

μ 366 Allor dagli occhi miei fuggigrave repente Il dolce sonno ondrsquoio ratto mrsquoavvio Vegraver la rapida nave al mare in riva 470 Come fui presso mi si sparse intorno Il fragrante vapor del sagrifizio Sclamai quindi gemendo aglrsquoimmortali

μ 371 ldquoO Giove padre e voi altri beati Degravei Sempiterni certo a mio dannaggio 475 Mrsquoassopiste in crudel perfido sonno E qui restati i miei compagni intanto Contaminacircrsi di sigrave rio misfattordquo

μ 374 Lampegravezie in questa di un gran vel coperta Ad annunziare al Sol corse che noi 480 Le uccidemmo lrsquoarmento Irato il Nume Si converse agli Eterni e sigrave lor disse

μ 377 ldquoGiove padre e voi tutti o Sempiterni Punite voi del Laerzigraveade Ulisse I compagni audacissimi che han morte 485 Con sacrilega man le mie giovenche Di cui piaceacuteami tanto e quando al Cielo Saligravea stellato e quando giugrave dallrsquoalto Della volta celeste in vegraver la terra Drizzava il corso O pagraveghinmi costoro 490 Giusto compenso di cotanta strage

LIBRO XII

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O lagrave di Pluto al tenebroso regno Le squallidrsquoombre a illuminar discendordquo

μ 385 ldquoO Sol ndash rispose il Dio dersquo tuoni ndash splendi Arsquo Numi ed arsquo mortali in sulla Terra 495 Io drsquoun sol tocco della bianca folgore Ratto nel mezzo al mare tenebroso La nave lor diromperograverdquo Ciograve seppi Dalla bionda Calipso a cui Mercurio Come Ella un giorno mi narrograve il referse 500

μ 391 Reduce al legno a tutti alternamente Il fallo rimordea ma non pativa Rimedio il mal sgozzata era la torma Ed ecco lor mostrarono gli Eterni Strani prodigi le bovine pelli 505 Strisciavano drsquointorno agli schidoni Le rosolate e le sanguigne carni Mugghiavano e dersquo buoi parea rsquol muggito

μ 397 Pur concordi i compagni pasteggiacircro Del fiore dellrsquoarmento al Sol rapito 510 Per interi sei digrave Ma come in Cielo LrsquoOligravempio rimenograve la settimrsquoalba Cessograve rsquol turbo furente e la dirotta Pioggia Ci rimbarcammo e giagrave lrsquoantenna Alzata e sparse le candide vele 515 Fuggigravea la nave persquo cerulei campi

μ 403 Come distograve da noi lrsquoisola e niuna Delle terre apparigravea ma Cielo ed acqua DrsquoOlimpo il Sir sovra la nave un nembo Addensograve che il mar tutto intenebrava 520 Breve del pin fu il corso cheacute repente Precipitograve destograve negra tempesta Lo Zegraveffiro stridendo Allrsquoirrompente Buffo del vento amendue si spezzacircro Dellrsquoalbero le funi e giugrave riverso 525 Cadde gettando della nave in fondo Vele ed antenne Lrsquoalbero in caggendo Di vegraver la poppa al timonier la testa Con lrsquoossa fracassograve giugrave dalla poppa Qual palombaro ruinograve e lo spirto 530 Via dal corpo volograve Di Giove intanto Spesseggiavano i tuoni in sulla nave Il folgore scagliograve Dallrsquoigneo telo

ODISSEA

200

Percossa tutta rigirossi e un nembo La ravvolse di zolfo I miei giagrave scossi 535 Dal naviglio vagagravevangli drsquoattorno Trabalzati dal fiotto simiglianti A marine cornigraveci e sigrave a lor sempre Il giorno del redir rapiva un Dio

μ 420 Io percorreva il legno fincheacute un turbo 540 Disvegravelsegli dai fianchi la carena Che dal mar travolgeacutevasi Giagrave lrsquoonda Schianta lrsquoalber dallrsquoimo a cui ravvolta Sta lunga striscia di bovina pelle Lrsquoalber con essa alla carena strinsi 545 Tenacemente e sovrrsquoessi disteso Funesti vegraventi mi spingean sullrsquoonde Qui di piugrave imperversar con la tempesta Zegraveffiro cessa ed ecco Agraveustro sorviene Impetuoso a stringermi drsquoaffanno 550 Non forse la mortifera Cariddi Rimisurar mi spinga Trasportacircrmi Lrsquointera notte i flutti alzato il Sole Tra la roccia di Scilla e la vorago Mi trovai che del mar lrsquoonde tranghiotte 555 Io nellrsquoaria lanciagravetomi a quellrsquoalto Fico selvaggio mrsquoavvinghiai mrsquoinfissi Qual vipistrel ma di sostegno manco Neacute i piegrave fermar neacute alzar poteacuteami in suso Tanto distavan le radici e tanto 560 Lunghi alti immensi distendeacuteansi i rami Che in su lrsquoabisso protendeano lrsquoombra Tenace vrsquoaderigravea fincheacute gli avanzi Del mio naviglio rigettasse il mostro Alfin srsquoadempie il desir mio Nellrsquoora 565 Che il giudice dal foro si diparte Ed a cenar srsquoavvia poscia chrsquoegli ebbe Molte contese di garzoni sciolte Riapparicircr gli avanzi Incontinente Piombai nel mar con grave tonfo accanto 570 Ai lunghi travi e stesomi sovrrsquoessi Fatto remeggio delle man vogava Ma degli umani il padre e degli Degravei Divietograve a Scilla di adocchiarmi e quindi Sfuggir a morte orribile mrsquoavvenne 575

LIBRO XII

201

Per nove interi digrave le tumidrsquoonde Mi trabalzar ma la decima notte Me guidacircro alla Ogigravegia isola i Numi Lagrave rsquove Calipso dal bel crine alberga Che benigna mrsquoaccolse e di conforto 580 Fugravemmi cortese Percheacute ciograve ti narro Cheacute tu non men che la tua casta donna Qui ier da me partitamente udiste Il giagrave detto ridir noia mi focircraraquo

202

LL II BB RR OO TT RR EE DD II CC EE SS II MM OO

Dipartenza drsquoUlisse dal paese dersquo Feaci e suo arrivo in Igravetaca

PPOSTO fine al suo dir nellrsquoaula ombrata Stavan tutti in silenzio e sentigravean dentro Sonar nova dolcezza Alfine il ruppe Alcigravenoo laquoPosciacheacute tu arsquo miei giungesti Sul rame estrutti eccelsi tetti Ulisse 5 Non mi penso che nove traversigravee Or che te nrsquo riedi arsquo tuoi ti agiteranno Comeccheacute molte pria giagrave tollerasti Volonteroso a voi tutti or mi volgo A voi che sempre convenite in questo 10 Palagio a ber dellrsquoonoranza il vino Udendo il vate giagrave lrsquoarca polita Le vesti chiude lrsquooro effigiato Non che ogni don che allrsquoospite recacircro Qui dersquo Feaci i capi or via drsquoun grande 15 Tripode il presentiam non che di unrsquourna Per testa congregati in adunanza Dal popolo otterremo indi rsquol compenso Non egual focircra a tanto pondo un soloraquo

ν 16 Plauso fecircro a quel detto indi a colcarsi 20 Tutti nersquo loro alberghi si avviacircro Come rosea nel Ciel fulse lrsquoAurora Vegraver la nave avacciagravevansi col bronzo Drsquouom forte adornamento Il Re medesmo Ito alla nave sotto i banchi rsquol mise 25 Non forse alcun dersquo regravemigi si offenda Quando daragrave nersquo remi Al real tetto Onde apprestar la cena igravevano i prenci

ν 24 Il Re forte immolograve per onorarli

LIBRO XIII

203

Un tauro a Giove che di negri nembi 30 Srsquoavvolge e regge lrsquouniverso Incese Lrsquoanche giulivi celebracircro il prandio Dilettoso tra lor cantando gigravea Demogravedoco il divin vate in gran pregio Dalle genti tenuto Ma sovente 35 Al risplendente Sol volgea lo sguardo Pur aspettando chrsquoei tramonti Ulisse Cotanta del redir brama il pungea Quale a villano che cenar desigravea Poicheacute lrsquointero digrave sul terren duro 40 Tragravessergli i negri tori il forte aratro Giunge gradito il tramontar del Sole Cheacute al pasto della sera allor si avvia Bencheacute sotto tremar senta il ginocchio Dellrsquoostinato faticar giagrave stanco 45 Non altrimenti si rallegra Ulisse Cader veggendo in occidente il Sole Tosto arsquo Feaci nel remeggio insigni Drigravezzasi e piugrave che ad altri al Re favella

ν 38 laquoAlcigravenoo Re tra queste genti illustre 50 Compiuti i libamenti al natigraveo loco Rimandatemi illeso e rsquol Cielo sempre Vi guardi i voacuteti del mio cor son pieni La scorta ersquo cari doni E piaccia arsquo Numi Che mi tornino a pro che saggia e fida 55 Trovi nella magion la donna mia E giocondi di vita e di salute Gli amici E voi che tutti qui restate Le condotte da voi giovani spose Ed i figli godetevi gli Eterni 60 Drsquoogni prosperitagrave fagraveccianvi lieti Neacute vi turbi giammai pubblico dannoraquo

ν 47 Detto fecircr plauso tutti e ingiunser tosto Che il dipartir dellrsquoospite si affretti Il di cui ragionar sigrave acconcio uscigraveo 65

ν 49 Vogravelto allrsquoaraldo il Re laquoPontogravenoo ndash disse ndash Empi di Bacco unrsquourna e in giro il porgi Arsquo convitati acciograve libato arsquo Giove Lrsquoospite rimandiamo al suol natigraveoraquo

ν 53 Pontogravenoo mesce il fervido Liegraveo 70 Ed in giro il ministra i convitati

ODISSEA

204

Tutti dai seggi lor libacircro ai Numi Del vasto cielo abitator Ma Ulisse Legravevasi e posta tra le man drsquoAregravete Gemina coppa questi accenti sciolse 75

ν 59 laquoFelice sempre vigravevimi o Regina Fincheacute la grave etagrave giunga e la morte Retaggio degli umani Ecco giagrave parto Ma tu al popolo ai figli al Re tuo sposo Cara e tenuta in pregio e in onor sommo 80 Vivi in questa magion sempre beataraquo

ν 63 Detto varcograve la soglia Alcigravenoo tosto Gli avviograve rsquol banditor che precedesse Vegraver la nave lrsquoeroe lungo la riva Tre ancelle Aregravete anco spediva lrsquouna 85 Nitido manto e tunica gli arreca Lrsquoaltra la ben fermata arca e la terza Candidi pani e vin dolce e vermiglio

ν 70 Giunti alla nave ratto i remiganti I doni tutti e le bevande e rsquol cibo 90 Poser del legno in fondo in sulla poppa Gli steser indi coltrici sottili E morbidi tappeti dove cheto Si addormisse lrsquoeroe salse ersquo medesmo Ed in silenzio si corcograve In sui banchi 95 Quersquo si assisero in ordine e disciolto Il fune pria dal perforato masso Impetuosi con la schiena in arco Squarciavan le spumanti onde corsquo remi Alto soave e simile alla morte 100 Scese allrsquoeroe sulle palpegravebre il sonno La nave si spiccograve come nel circo Quattro maschi destrier slagravenciansi a un tempo Dal flagello percossi e la testrsquoalta Percorrono lo spazio in un momento 105 Via la poppa del par vola cui dietro Dellrsquoagitato mar vaste ed oscure Correan lrsquoonde mugghiando Il pin fuggigravea Ratto e securo persquo cerulei campi Che non lrsquoavrebbe lo sparvier raggiunto 110 Degli augei velocissimo in tal guisa Slanciagravetasi fendea del mar le spume La nave che un eroe portava in grembo

LIBRO XIII

205

Par nel consiglio ai Numi e che giagrave molte Doglie patigrave nellrsquoalma or dersquo guerrieri 115 Affrontando gli assalti or trascorrendo I flutti orrendi allor cheto ersquo dormigravea Posto tutto in obbligraveo ciograve che sofferse

ν 93 Quando comparve il fulgidissimrsquoastro Ad annunziar dellrsquoalba il roseo lume 120 Approdograve ai liti drsquoIgravetaca la nave

ν 96 Qui del veglio marin Forco si schiude Un porto che due rupi ardue e scoscese Dallrsquoun canto e dallrsquoaltro in mar protende Schermo al gran fiotto che darsquo rauchi vegraventi 125 Viene al di fuor del pelago sospinto Tal che le navi che son dentro accolte Drsquoogni vincolo sciolte immote stanno Lrsquoalta cima del porto srsquoincorona Da un verde ulivo di allungate fronde 130 Appo cui srsquoapre ombroso e vago un antro Alle Nagraveiadi sacro Anfore ed urne Colagrave di vivo sasso in che rsquol tesoro Delle pecchie biondeggia Ivi di marmo Lunghi telai ursquo manti porporini 135 Mirabili a veder tesson le Ninfe Ligrave con perenne mormorigraveo discorrono Chiare dolci acque Mettono allo speco Due porte lrsquouna a Bograverea volta egrave schiusa Allrsquouom lrsquoaltra vegraver Noto egrave piugrave divina 140 Mortal non mai la varca egrave via dersquo Numi

ν 113 In questo porto giagrave lor conto entracircro I Feaci lanciagravetosi in sul lito Entrograve fin mezza la carena il legno Con tal vigor darsquo regravemigi fu spinto 145 Gettagravetisi nel lido trasportacircro Sui bianchi lini e sulla bella coltre Lrsquoeroe fuor dalla nave e in sullrsquoarena Vinto dal sonno il posero indi tutti Trassero i doni che nel dipartirsi 150 Largicircr a Ulisse i nobili Feaci Darsquo Minerva inspirati e dellrsquoUlivo Li collocacircro arsquo piegrave fuor della via Non forse ivi sorgiunto un viandante Pria che lrsquoeroe si desti li rapisca 155

ODISSEA

206

Drizzacircr indi al natigraveo loco la proda Ned in questa fucircr giagrave poste in obbligraveo Da Nettun le minaccie che un digrave contra Il divo Ulisse fulminograve in tal foggia Spiar quindi tentograve di Giove il senno 160

ν 128 laquoNo non terranno piugrave Giove gli Eterni Me drsquoonor degno quando neacute i mortali Neacute gli stessi Feaci in pregio mrsquohanno Della cui stirpe origine son io Il dicea pur testeacute che in sua magione 165 Ulisse nrsquoentrar dovea patendo Molti guai ma di perdere il ritorno Cagione non gli fui peroccheacute prima Drsquoun cenno del tuo capo il promettesti Ed ecco or vinto da profondo sonno 170 Con ratta nave il trasportacircr per lrsquoonde E rsquol deposero in Igravetaca i Feaci Drsquoimmensi doni giagrave rsquol colmacircr in bronzo In oro in copia e in ben tessute vesti Di tal tesoro in somma lrsquoarricchicircro 175 Qual di Troia recato ei non avrigravea Se con le spoglie che toccacircrgli in sorte Alla terra natigravea giugnesse illesoraquo

ν 139 laquoOh possente Nettun che dirsquo tu mai ndash Lrsquoadunator dersquo nembi gli rispose ndash 180 Non Te gli Degravei tengon a vil cheacute impresa Malagevole focircra ad un sigrave antico E poderoso Iddio recar oltraggio Ma dove un qualche mortal violento Disdegnasse onorarti in Te sta sempre 185 Trarne vendetta adempiere puoi dunque Tutto che brami e lrsquoanimo ti spiraraquo

ν 146 laquoTosto porrograve ad effetto il voler mio Come il consigli o Re delle tempeste Che assai ti tengo in pregio e assai mi guardo 190 Dal tuo corruccio Io dunque dersquo Feaci Lrsquoinclita nave che al natigraveo paese Trasportava giagrave Ulisse e chrsquoor dagrave volta Struggerograve nel mar alto e sigrave fia tolta Di ricondurre gli ospiti lrsquousanza 195 A quella gente Ascondere vorsquo inoltre La lor cittagrave dietro un eccelso monteraquo

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ν 153 E rsquol Sir dersquo nembi laquoEgraveccoti ciograve che rsquol meglio Fratel mi sembra quando tutti accorsi Dalla cittagrave verranno i Feacesi 200 Veder la nave che a gran corso riede Ned assai distaragrave conversa in sasso Oggetto di stupor per Te diventi Tal che drsquoun monte la cittagrave si copraraquo

ν 159 Come udito ebbe ciograve volograve in Ischerigravea 205 Soggiorno dersquo Feaci Enosigegraveo Quivi fermossi ed ecco impetuosa Fender lrsquoonde la nave ed accostarsi Accorso il Nume trasmutolla in sasso Lrsquoabbarbicograve giugrave nel profondo in terra 210 Drsquoun sol tocco di palma e via disparve

ν 165 A tal vista con rapide parole I Feacesi naviganti illustri Favellavan tra loro ed al vicino Vogravelto ciascuno laquoOhimegrave chi la veloce 215 Nave inceppograve nel mar che rientrata Era giagrave in porto e che apparigravea giagrave tuttaraquo

ν 170 Cosigrave costor della cagione ignari Del portento sclamacircr Ma rsquol Re sigrave disse

ν 172 laquoAhi mrsquohanno aggiunto i vaticini antichi 220 Del padre mio Dir ersquo soleva infesto Esser arsquo noi Nettun cheacute arsquo viandanti Scorta ognora porgiam fida e secura E soggiungea che un digrave nelle fosche onde Struggeragrave dersquo Feaci rsquol piugrave bel legno 225 Al ritorno come abbia arsquo patrii liti Ricondotto un eroe che inoltre ei questa Cittade copririgravea drsquoalta montagna Cosigrave rsquol veglio diceva ed ora il tutto Ecco srsquoadempie Or via concordi tutti 230 Obbedite al mio dir Cessate omai Dal ricondur qual sigraveasi pellegrino Che appo noi si addurragrave dodici egregi Tori sagrifichiamo al Re dellrsquoonde Forse rsquol cor tocco di pietagrave non copra 235 Questa nostra cittagrave drsquoalta montagnaraquo

ν 184 Detto allibicircr le genti I tauri a un tratto Furono addotti I duci ersquo capi alzacircro Della Scherigravea pii voacuteti al Re Nettuno

ODISSEA

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Stando in piegrave ritti al sacro altare intorno 240 LrsquoIgravetaco Re scogravessesi allor giacente Lungo la riva del natigraveo paese Neacute la sua terra punto riconobbe Cheacute nrsquoera stato giagrave lunge gran tempo Pagravellade inoltre gli diffonde intorno 245 Nebbia divina acciograve rimanga ignoto Acciograve di tutte cose lrsquoammaestri Tal che la sposa i cittadin gli amici Nol ravvisino pria che i Proci iniqui Drsquoogni insolenza lor paghino rsquol fio 250 Perciograve gli oggetti sotto estrania forma Gli appaion tutti e le diritte strade Ersquo porti chiusi allrsquoimpeto dersquo vegraventi E lrsquoalte rupi e gli alberi frondosi Ratto surse e risteacute volse lo sguardo 255 Al natigraveo loco e pianse e drsquoamendue Le aperte palme percotendo lrsquoanca Queste parole di dolor proferse

ν 200 laquoAhi lasso fra qual gente in qual contrada Giunto infine son io Cruda selvaggia 260 E del giusto nemica o tal che stende Soccorrevole destra arsquo pellegrini E con pia mente i Sempiterni adora Dove deggrsquoio ripor tanta dovizia Dove io medesmo andrograve Deh percheacute mai 265 Non egrave rimasta ligrave presso i Feaci A che non giunsi appo altro Re possente Che me giovando di benigno ospizio Mi rimandasse alla mia patria Or ecco Neacute questi doni asconder so neacute preda 270 Vorsquo che drsquoaltri qui restino Non fucircro Non fucircr o sommi Degravei saggi neacute giusti Di Scherigravea i duci e condottier che in questa Estrania piaggia spigravensermi Per certo Me ricondurre in Igravetaca felice 275 Promisero ed or qui mrsquoabbandonacircro Deh lrsquoOligravempio punigravescali lrsquoOligravempio Dersquo supplici custode che gli umani Tutti contempla ed il nocente opprime Orsugrave vorsquo annoverar queste dovizie 280 Accertar vorsquo se nel capace legno

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Nrsquoasportacircr parte i regravemigi fuggendoraquo ν 217 Detto contava i tripodi superbi

E lrsquourne e lrsquooro ersquo ben tessuti manti E nulla gli falligrave pur la natigravea 285 Terra bagna di lagrime e si vograveltola Del risonante mar lungo la piaggia Di querimonie empiegravendola e di lai Ed ecco presso farglisi Minerva Le forme assunte drsquoun caprar gentile 290 Tanto che appar figlio di Re leggiadra Veste drsquointorno agli omeri lrsquoavvolge A doppio giro sotto i molli piedi Avea calzari e nella destra un dardo Veggegravendolo esultograve mogravessegli incontro 295 Ulisse e gli drizzograve queste parole

ν 228 laquoO giovinetto che in questrsquoerma piaggia Mi ti affacci primiero io ti saluto Neacute tu mi trsquoappressar con mente avversa Queste dovizie segraverbami e me ancora 300 Benigno serba che Te al par drsquoun nume Imploro ed alle tue care ginocchia Vengo e le abbraccio supplice Deh dimmi Qual terra qual cittagrave qual gente egrave questa Sveacutelami nudo il veacuter qui mi son io 305 In qualche fortunata Isola O in spiaggia Di fertil terra che dal mar si bagnaraquo

ν 236 E lrsquoalma Diva dallo sguardo azzurro laquoOh sersquo tu stolto o di lontan paese Venisti o forestier che drsquoesta terra 310 Interrogarmi trsquoavvisasti Certo Ignobile non egrave conta egrave alle genti Che vegraver lrsquoAurora e rsquol Sol che vegraver lrsquoopposta Notte caliginosa hanno soggiorno Aspra di rocce neacute arsquo corsierrsquoamica 315 Pure steril non egrave bencheacute non vasta Qui rsquol gran e lrsquouva cresce in copia e sempre Qui la pioggia e rsquol vapor notturno cade E la feconda Qui di buoi di capre Ricchi paschi vi abbondano le selve 320 Verdegraveggianvi alte in che da vive fonti Scorrono mormorando acque perenni Perciograve anche a Troia che cotanto dista

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Siccome egrave grido dallrsquoAcaiche rive Risuona o forestier drsquoIgravetaca il nomeraquo 325

ν 250 Lrsquoinclito eroe gioigrave godeacuteagli lrsquoalma Contemplando il natigraveo loco siccome Diceacuteagli Palla dellrsquoEgigraveoco prole Ripigliograve rsquol primo detto neacute gli calse Manifestargli rsquol veacuter cheacute gli usitati 330 Artifizi nel cor sempre volgea

ν 256 laquoDrsquoIgravetaca udigravea pur lagrave nellrsquoampia Creta Che remota nel mar domina e donde Qui con questa dovizia ora mrsquoaddussi Altrettanta lasciando arsquo figli miei 335 Fuggigravea di lagrave dopo che a morte misi Il diletto figliuol drsquoIdomenegraveo Orsigraveloco veloce che nersquo vasti Campi di Creta i piugrave sagaci e destri Cursor con lrsquoagil piegrave sempre vincea 340 Lrsquouccisi percheacute a me le Iligraveache spoglie Rapigravea per cui sigrave nersquo guerrieri assalti Che trascorrendo i flutti tempestosi Tante doglie sostenni e tanti affanni Ersquo mrsquoebbe in ira cheacute servir non volli 345 Sotto il padre di lui nersquo campi drsquoIgravelio Ma duce di guerrieri altri pugnai Gli posi agguato con un mio compagno E di lancia il trafissi appunto in quella Che dai campi redigravea Regnava il Cielo 350 Oscura notte ned alcun ci scorse Ned ei medesmo chi rsquol ferigravea conobbe Tanto di furto lo spogliai dellrsquoalma Steso che lrsquoebbi con lrsquoacuto ferro Ratto ad un legno di Fenici illustri 355 Mrsquoaddussi li pregai parte lor diedi Delle ricche mie spoglie e lor feacutei ressa Di pormi in Pilo o in Egravelide divina Dominio degli Epegravei Se non che svolti Fummo di lagrave dallrsquoimpeto del vento 360 A viva forza neacute lor cadde in mente Di farmi inganno Lunga pezza errando Qua notturni sorgemmo ed arrancando Entrammo in porto Neacute di alcun ristoro Ci calse comeccheacute da digiun lungo 365

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Illanguiditi dalla nave scesi Tumultuando tosto ci corcammo Tutti sul lido quivi un dolce sonno Me affaticato invase Trasportacircro Quei dalla nave lor queste dovizie 370 Le poser sullrsquoarena accanto al loco Dovrsquoio giaceva Rimbarcacircrsi e ratto Alzacircr le vele in vegraver la popolata Sidone e mesto qui mrsquoabbandonacircroraquo

ν 287 Detto la diva dallo sguardo azzurro 375 Sorrise e lo blandigrave repente assunse Drsquouna gran donna di beltagrave perfetta Le maestose forme darsquo sembianti Parve drsquoogni gentile arte maestra E dal petto volar fersquo questi accenti 380

ν 291 laquoCerto destro ben focircra e ben sagace Chi te nellrsquoarti drsquoingannar vincesse Fosse egli un Nume Ahi tristo infingitore Di fallacie e di frodi avido sempre Non tu dovevi almen nel suol natigraveo 385 Cessar dai falsi e dagli obbliqui detti Che ti son cari dallrsquoetagrave piugrave verde Ma di ciograve basta poicheacute lrsquouno e lrsquoaltra Non siam di tai sottili arti digiuni Tu soverchi drsquoassai tutti i mortali 390 Di consiglio possente e di sermone Onorata son io fra tutti i Numi Per altezza di senno e per inventi Neacute tu ravvisi ancor Palla Minerva Figlia di Giove me che a tutti assisto 395 I tuoi travagli e che ti guardo sempre Me che arsquo Feaci giagrave sigrave accetto resi Vengo teco ad ordir oggi un consiglio A celar le dovizie che spirati Da me nel dipartirti essi ti diecircro 400 Ed anco ti dirograve quante in tua reggia Doglie il destino a tollerar ti danna Sograveffrile tu necessitagrave ti astringe Neacute ad uom neacute a donna neacute ad alcun insomma Appalesarti peroccheacute qui giungi 405 Qual fuggitivo Ma nel petto ascose Forza ti fia patir non poche angosce

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E comportar degli uomini lrsquooltraggioraquo ν 311 E rsquol sapiente Ulisse laquoA gran fatica

Te Dea ravvisar puograve mortal a cui 410 Tu trsquoappresenti bencheacute saggio tanto Ti trasmuti a tua posta Io so ben questo So che tu fausta ognor mi ti mostrasti Allor che drsquoIgravelio pugnavam nersquo campi Noi prole degli Achei Ma poicheacute lrsquoalta 415 Cittagrave di Prigraveamo noi cacciammo al fondo E rimbarcati ci disperse un Dio Non piugrave Te figlia del Tonante scorsi Entrarmi in nave per fugarmi i guai Trafitto sempre il cor drsquoaspri tormenti 420 Errai sin che mi liberacircro i Numi Vero egrave che dianzi tra i Feaci illustri Mrsquoincorograve la tua voce e tu medesma Per entro a lor cittagrave duce mi fosti Or io pel genitor Diva trsquoimploro 425 (Che non giagrave nellrsquoillustre Igravetaca mia Star mi credrsquoio ma in qualche piaggia estrana Credo che a scherno col tuo dir mi prenda Onde la mente illudermi) Deh parla Egrave questa la natal dolce mia terraraquo 430

ν 329 laquoAhi poca fede di sospetti egrave sempre ndash Pagravellade ripigliograve ndash nido il tuo core Ma che tu sersquo infelice ed io non posso Abbandonarti tal drsquoingegno acume Tal facondia tal senno in te risplende 435 Reduce appresso a tanti error chi mai Ratto alla sua magione ito non focircra A rivedere i figli e la consorte Ma tu nulla saper neacute chieder vuoi Prima che di Penegravelope non trsquoabbi 440 Certificato di colei che siede Nel tuo palagio ad aspettarti invano E mesti sempre i digrave meste le notti In sospiri ed in lagrime consuma Non mai dubbio in me sorse anzi per entro 445 Splendeacutevami il pensier che tu faresti Qua perduti i compagni arsquo tuoi ritorno Ma non volli a Nettun mover contrasto German del padre mio Nettun che in petto

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Rancore acerbo contra te nutrigravea 450 Poicheacute il diletto suo figlio accecasti Su via farsquo cor Acciograve ti persuada Or io mostrar ti vorsquo drsquoIgravetaca il sito Ecco il porto di Fogravercide e lrsquoulivo Di lunghe frondi che gli sorge in cima 455 Quivi sacro alle Nagraveiadi ecco lrsquoantro Amabile profondo in quella vasta Grotta convessa tu medesmo spesso Molte sagrificavi allrsquoalme Ninfe Ecatombi perfette Ecco lagrave il monte 460 Negraverito che di selve alte srsquoinfrondaraquo

ν 352 Detto sgombrograve la nube e tutta intorno Lrsquoisola gli schiarigrave Giubilograve Ulisse La patria salutograve di caldi impresse Baci lrsquoalma sua terra e immantinente 465 Levograve le mani e orograve laquoNagraveiadi Ninfe Figlie di Giove omai del rivedervi Morta allrsquointutto in cor mrsquoera la speme Corsquo voacuteti piugrave efficaci or vi saluto Neacute di porgervi giagrave gli usati doni 470 Mi ristarograve se fausta mi concede La predatrice Dea figlia di Giove Di spirar le vitali aure e se rsquol caro Figlio di gloria e di valor mi bearaquo

ν 361 E Pagravellade laquoFarsquo cor neacute giagrave tai cure 475 Tugraverbinti lrsquoalma Orsugrave celiam nel fondo Subitamente dellrsquoimmensa grotta Queste dovizie acciograve te lrsquoabbi intatte Consulterem tra noi poscia del modo Conveniente a consumar lrsquoimpresaraquo 480

ν 366 Detto la Diva penetrograve nellrsquoantro Ed i recessi nrsquoesplorograve lrsquoeroe Ne seguigravea lrsquoorma e le venigravea portando Lrsquooro ed il bronzo indomito e le adorne Vesti di che i Feaci rsquol presentacircro 485 Tutto ei depose acconciamente chiuse Drsquoun macigno lrsquoentrata indi dellrsquoantro Pagravellade figlia dellrsquoEgigraveoco Giove

ν 372 Ambi seggendo a piegrave del sacro ulivo Ordigravean la morte degli audaci amanti 490 E Palla a raggionar tolse la prima

ν 375 laquoPon mente o di Laerte inclita prole

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Sagace Ulisse come avventar degravei La forte man sui Proci inverecondi Che regnano i tuoi tetti oggi egrave rsquol terzrsquoanno 495 Agognando a impalmar tua nobil donna E delle nozze a vincerla corsquo doni Pur sempre ella in suo cor geme e sospira Il tuo ritorno posta a fiere strette Pasce tutti di speme e drsquoimpromesse 500 Manda messaggi con dolci parole A ciascuno ma in mente altro rivolveraquo

ν 382 laquoNumi ndash sclamograve lrsquoeroe ndash dunque del pari Che lrsquoAtride irsquo dovea nel mio palagio Di rio fato perir se tu o gran Diva 505 Chiarito a pieno non mrsquoavessi rsquol tutto Pogravergimi or via consiglio acciograve chrsquoio tragga Da costoro vendetta Oh stammi accanto E quellrsquoaudace in cor spirto mrsquoinfondi Che mrsquoaccendea quando per noi le mura 510 Splendide drsquoIgravelio a terra si adeguacircro Deh con lo stesso zelo a fianco stammi Glaucogravepide e terrograve fronte a trecento Guerrier con te Dea veneranda quando Mi porgerai con pronto animo aigravetaraquo 515

ν 392 laquoSempre teco starograve neacute al guardo mio Ascoso rimarrai ndash Palla soggiunse ndash Quando ad effetto condurrem lrsquoimpresa Non pochi vorator del tuo retaggio Imbratteran la terra ampia mi penso 520 Di sangue e di cervella Or io di forma Cosigrave ti cangerograve che alcun mortale Raffigurarti non potragrave cotesta Morbida pelle sullrsquoagili membra Arida e crespa renderograve dal capo 525 Via ti tocircrrograve la bionda chioma e tali Cenci ti vestirograve che qual ti veggia Inorridisca Gli occhi in che ora tanta Meravigliosa luce arde figraveen tutti Scabbiosi e foschi sigrave che un poverello 530 Sordido arsquo Proci alla tua donna al figlio Che qua lasciasti nellrsquoandar parrai Vanne prima ad Eumegraveo che trsquoama tanto E che i verri ti guarda ei del par ama Telegravemaco e la tua fida consorte 535

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Vigile rsquol rinverrai sovra i tuoi branchi Che di Cograverace lagrave pascon al sasso Lungo la fonte drsquoAretugravesa quivi Dolci ghiande cibando e la bruna onda Beendo vie piugrave in lor lrsquoadipe cresce 540 Ivi rimanti e gli sedendo accanto Drsquoogni cosa il richiedi in questo mezzo A Sparta andrograve di belle donne adorna Ad affrettar del tuo figlio diletto La dipartenza Ulisse Ei lagrave se nrsquo gigraveo 545 A udir se voce della Fama voli Da cui sappia se spiri e dove seiraquo

ν 416 laquoDeh percheacute non lrsquohai tu ndash sclamava Ulisse ndash Ammaestrato poicheacute rsquol tutto sai Dovragrave egli pur sul vasto abisso errando 550 Tormenti aspri patir mentre ostil turba Tutte omai le sostanze gli divoraraquo

ν 420 laquoNon ti stringa di lui cura soverchia ndash La Dea soggiunse ndash Io stessa lrsquoinviai A Sparta percheacute nome inclito acquisti 555 Nullo affanno rsquol contrista ivi quieto Nella magion del biondo Atride assiso Vive drsquoagi beato e di delizie Vero egrave che i Proci in agil nave accolti Gli han posto agguato e bramano immolarlo 560 Anzi chrsquoei torni ma fia invan mi penso Prima in suo grembo chiuderagrave la Terra Qualcun dei vorator del tuo retaggioraquo

ν 429 Detto rsquol toccograve dellrsquoaurea verga a un tratto La fresca pelle sullrsquoagili membra 565 Inaridigraveo sparver le chiome bionde Di veglio rotto dallrsquoetade assunse La rugosa persona deformati Perdetter gli occhi la leggiadra luce In dosso li gettograve tunica e veste 570 Squarciate sozze e di mal fumo tinte Drsquoagile cervo gli ravvolse intorno Vello ampio dipelato ed un bastone Tra man gli pose Con attorto fune Lacera e vil bisaccia gli sospese 575 Ad armacollo Tal consiglio preso Si diparticircro alla divina Sparta Appo rsquol figlio drsquoUlisse ita egrave Minerva

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LL II BB RR OO XX II VV

Colloquio tra Ulisse ed Eumegraveo

DDAL porto allontanagravetosi giagrave entrava Per selve e gioghi il sentier aspro Ulisse Che Palla gli additograve per ir rsquove rsquol fido Vigilava pastor che dersquo famigli Compri dal divo eroe cura prendea 5

ξ 5 Assiso sotto rsquol portico il rinvenne Lagrave rsquove ad un colle solitario in vetta Lrsquoalte mura sorgean di un bello e vasto Tondo cortile E fu rsquol pastor medesmo Che persquo branchi suini il costruiva 10 Mentre stava il Re lungi e circuillo (Neacute dal veglio Laerte sovvenuto Neacute da Penelopegravea) di grosse pietre Travolte a stento e di pungente siepe Al di fuor conficcograve di qua di lagrave 15 Pali frequenti e lunghi che nel core Spaccograve del ceppo drsquoalta quercia bruna Dodici dentro alzograve contigue stalle Giaciglio arsquo verri in che cinquanta stese Madri feconde convolveacuteansi a terra 20 I maschi fuor in numero piugrave rari Pernottavan perograve che lrsquoempia turba Dersquo Proci divoragravevali e rsquol custode Mandare lor dovea lrsquoottimo sempre Trecento nondimeno ivi e sessanta 25 Noveragravevansi ancor Ligrave al par di fiere Quattro cani vegghiavano che il primo Nobil pastore di sua man nutrigravea Allor drsquointorno arsquo piedi ersquo si assestava

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Calzari che tagliograve da un colorato 30 Cuoio di bue Tre dersquo garzoni intanto Correan qua e lagrave per adunare i branchi Spedigravea il quarto a Cittagrave con esso il verro Che a quersquo superbi tributar gli egrave forza Acciograve che offerto il sagrifizio sazia 35 Fesser del ventre lor lrsquoavida brama

ξ 29 Ed ecco i cani drsquoecheggiante grido Fagravensi accorti drsquoUlisse a cui latrando Contra si difilacircr Lrsquoaccorto eroe Srsquoassise ed il baston di man gli cadde 40 Quivi davanti alle sue proprie stalle Fiero strazio ersquo patigravea se non che ratto Lanciagravendosi varcograve lrsquoatrio il pastore Ed il cuoio bovin di man gli cadde Sgridando egli i mastini ed avventando 45 Spesse di qua di lagrave pietre fischianti Dispegraverseli ed al Re vogravelto sigrave disse

ξ 37 laquoPoco o veglio mancograve che in un momento Tu posto darsquo mastin non fossi a brani E lrsquoonta in me cadrebbe in me cui tanti 50 Affanni diecircro e disventure i Numi Digrave e notte rsquol signor mio nobile piango E questi allevo pingui verri ondrsquoaltri Li divori mentrrsquoei dal digiun vinto In remote cittagrave di gente in gente 55 Va ramingando ovrsquoei pur viva e rsquol raggio Miri del Sol Ma tu seacuteguimi o veglio Alla capanna mia drsquoesca e di beva Satollo a pien mi dirai donde sei E gli affanni ed i guai che tollerastiraquo 60

ξ 48 Detto il precorse e nellrsquoangusto albergo Lrsquointroducea qui di virgulti densi Sopra cui stese di selvaggia capra Pelle villosa il collocograve in un seggio Morbido e vasto Di Laerte rsquol figlio 65 Di accoglienze gioigravea sigrave oneste e liete laquoOspite mio ndash quindi sclamograve ndash lrsquoOligravempio E gli altri Sempiterni adegravempian sempre Quanto a cor piugrave ti sta poscia che tanto Benignamente tua merceacute mrsquoaccogliraquo 70

ξ 55 E tu cosigrave gli rispondesti Eumegraveo

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laquoNon lice veglio a me prendere a vile Un pellegrino comeccheacute da ria Sorte fosse di te piugrave combattuto Cheacute gli stranieri ed i mendichi tutti 75 Vengon da Giove Affettuosa e cara Bencheacute debil ti fia lrsquoofferta nostra Tal dersquo servi egrave lrsquousanza in tema sempre Stanno se gioventugrave vi signoreggi Cheacute i Numi giagrave contesero il ritorno 80 A lui che mi dilesse e che mi avrebbe Magion dato e podere ed una sposa Ambita e tutto che signor benigno A chi rsquol servigrave con vivo zelo imparte E rsquol cui travaglio prosperar fersquo un Nume 85 Come prospera il mio Certo drsquoassai Giovato avrigraveami il Re se tra i suoi cari Incanutigravea ma ersquo giagrave perigrave Deh tutta Percheacute drsquoElegravena non perigrave la stirpe Che arsquo guerrier tanti le ginocchia sciolse 90 Colagrave di Troia equestre ito egrave nersquo campi Arsquo romper guerra arsquo Tegraveucri anco il Re mio Vindice dellrsquoonor drsquoAgamennoacuteneraquo

ξ 73 Ciograve detto alzograve la tunica e la strinse Col cinto e corse lagrave rsquove molti branchi 95 Rinchiusi eran dersquo verri a due di piglio Diede e sgozzolli sulle fiamme ardenti Glrsquoimpose e fatti a pezzi li confisse Negli schidoni Poi che fucircr le carni Arrostite le pose innanzi a Ulisse 100 Calde e fumanti negli spiedi poscia Di bianca cereal polve gli asperse Incoronata drsquoegravellera una tazza Drsquoalmo licor temprato gli si assise Di fronte e rsquol rincorograve con questi accenti 105

ξ 80 laquoPagravesciti o forestier di queste carni Di porcelletti che dersquo servi egrave rsquol cibo Quersquo saginati e di gran corpo vanno Le ingorde voglie a satollar dersquo Proci Cui non cal della ultrice ira dersquo numi 110 Neacute dan loco a pietagrave Pur gli atti iniqui Non amano gli Eterni alla giustizia Onor sol fanno e allrsquoopre oneste e pie

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Quersquo medesmi ladron che estrania terra Devastano ove lor Giove pur dia 115 Tornar corsquo legni carchi al natigraveo loco Piombar segraventonsi in cor della tremenda Vendetta degli Degravei fiero sgomento Ma forse del mio Re qualche funesta Notizia ebbero i Proci o drsquoalcun Nume 120 La voce udicircr poicheacute della regina Non qual si addice aspirano alle nozze Neacute riedono arsquo lor tetti ma quieti Senza modo ad oltraggio e tutti a gara Lrsquoaltrui retaggio a divorar si fanno 125 Quante notti da Giove e quanti giorni Ne vengono non mai drsquouna o di due Vittime egregie si trovacircr contenti Beendo a dismisura esausto omai Gli hanno il dolce Liegraveo Certo il Re mio 130 Gran beni possedea nullo del bruno Continente neacute drsquoIgravetaca medesma Eroe neacute veacutenti riuniti ad una Altrettanti ebber mai piagravecemi il tutto Or divisarti Dodici in Epiro 135 Torme di buoi tante di greggi e tante Stalle di verri e paschi ampi di capre A guardia tutto di stranieri a prezzo E di pastor del Rege Undici inoltre Lagrave nellrsquoestremitagrave di questa terra 140 Larghi serragli vrsquoha di capre al cui Governo seggion vigili custodi Che recar ogni digrave deggiono arsquo Proci Qual bestia nel capril tengon piugrave bella Ed io stesso che guardo e intento serbo 145 Questi verri a lor sempre il fior ne invioraquo

ξ 109 Tacque ma Ulisse a trangugiar le carni A bere il vin si diede avido e muto Pur la strage dersquo Proci in cor volgendo Confortato di cibo Eumegraveo li porse 150 Colma la tazza in che egli ber solea Giubilando ei la prese e sigrave gli disse

ξ 115 laquoOspite chi fu lrsquouom ricco e possente Che ti ha compro del suo come narrasti E che periva per lrsquoonor pugnando 155

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DrsquoAgamennoacutene Digravellomi forsrsquoio Tal ei sendo il conobbi Il Fulminante E gli altri Eterni il sanno se annunziarti Possa che rsquol vidi peroccheacute per molte Contrade estrane ramingando andairaquo 160

ξ 121 Ed il pastor laquoBuon veglio alcuno errante Che giunga ad annunziar del Re il ritorno Neacute dalla donna sua neacute dal diletto Figlio arsquo suoi detti acquisteragrave mai fede Bramosi di ricetto i pellegrini 165 Mentiscono neacute dir vogliono il vero Ciascun di lor che in Igravetaca si addusse Come al cospetto fu della regina Illuderla tentograve con vani accenti Tutti accoglie benigna a parte a parte 170 Glrsquointerroga non senza giugrave del ciglio Versar copia di lagrime costume Di donna cui perigrave lunge lo sposo Foggeresti tu stesso o vecchio forse Qualche favola ove altri a te porgesse 175 Tunica e manto Ahi certo al Signor mio Dallrsquoossa giugrave divelsero la cute Cani ed augei veloci o in mar la spoglia Divoragraverongli i pesci e sotto un mucchio Di sabbia or lrsquoossa giacciono in sul lido 180 Di tal guisa perigrave ned altro a tutti I suoi fidi lasciograve che immenso affanno Ed a me piugrave cheacute sigrave benigno e mite Non troverograve signor dovunque io vada Non se del padre e della madre mia 185 Ricalcassi le soglie ovrsquoio giagrave nacqui Ovrsquoei medesmi cregravebbermi Neacute tanto Piango per lor bencheacute mrsquoarda il desigraveo Di rivederli nel natigraveo paese Quanto lrsquoassenza dellrsquoeroe mi accora 190 Nomar Ulisse paventosamente Bencheacute lontano appena ospite ardisco Tanto mi amograve tal di me cura ei prese Che dopo ancor chrsquoei si partigrave col nome Di fratello maggior pur sempre il chiamoraquo 195

ξ 148 laquoBencheacute trsquoostini incredulo ndash rispose Lrsquoinclito Ulisse ndash a dir chrsquoei non ritorna

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Pur io ti giuro neacute giagrave parlo a caso Chrsquoei rediragrave Di cosigrave lieto annunzio Presta tiemmi la strenna incontinente 200 Che il piede ei metteragrave nel suo palagio Allora manto e tunica e superbe Vesti mi porgerai non io quantunque Igravenope prima nulla vorsquo Cheacute al pari Egravemmi nemico delle porte inferne 205 Colui che a povertagrave srsquoarrende e tenta Trar con detti fallaci altri in inganno Giove renda al mio dir testimonianza Sommo trarsquo Numi ed ottimo e questa anco Ospital mensa e dellrsquoesimio Ulisse 210 Il sacro focolare a cui me nrsquo venni Ciograve chrsquoio annunzio avverragrave Questrsquoanno istesso Qui Ulisse rediragrave verso la fine Di questo mese o dellrsquoaltro al principio Porragrave il piede in sua reggia E di chiunque 215 La consorte gli oltraggia e rsquol figlio illustre Fiera e condegna prenderagrave vendettaraquo

ξ 165 E tu gli rispondesti o saggio Eumegraveo laquoNeacute strenna dar di sigrave lieta novella Giammai veglio dovrograve neacute in sua magione 220 Fia che il Re piugrave ritorni Or tu quieto Bevi e drsquoaltro ragioacutenisi neacute in mente Mi rivoca mai piugrave queste sventure Cheacute mi si strugge il cor quandrsquoaltri il saggio Mio signor mi rammenta Anco da parte 225 Lasciamo i giuramenti Oh venga ei come Io la Regina e rsquol buon veglio Laerte E rsquol divino Telegravemaco bramiamo Or di questo del Re nobile figlio Digrave e notte sempre mi lamento e piango 230 Poicheacute crebber gli Eterni il giovinetto Come pianta gentil sorgeacuteami speme Che da men fra gli umani unqua non fosse Al caro padre in senno ed allrsquoaspetto Di ammiranda beltagrave ma gli distorse 235 Un nume od un mortal la retta mente Corse ei del padre a udir novelle a Pilo Ed ecco i Proci fieri al suo ritorno Tendono agguati percheacute lrsquoalta stirpe

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Del divo Arcegravesio senza onor di nome 240 In Igravetaca si estingua Or piugrave di questo Non si parli o chrsquoei pecircra o che alla morte Sfugga se Giove di sua destra il guardi Ma tu nagraverrami o veglio a parte a parte Le tue sventure e rsquol veacuter schietto mi svela 245 Chi sei tu Donde vieni E dove sono La patria i genitor Di su qual nave Giugnesti Quali fucircro e di qual gente I nocchier che menacircrti E di qual guisa Certo che a piedi in Igravetaca non viensiraquo 250

ξ 191 laquoTutto che chiedi a me veracemente ndash Lo scaltro Ulisse rispondea ndash vorsquo dirti Ma qui se un anno intero anco seggendo Con molte dapi e licor dolce queti Gustassimo rsquol convito e ogni altro intanto 255 Uscisse allrsquoopre usate io non potrei Gli affanni del mio cor tutti narrarti Che degli Eterni per voler sostenni

ξ 199 Nacqui e mi glorio nella vasta Creta Prole drsquouom opulente a cui molti altri 260 Partorigrave e crebbe figli in sua magione La legittima sposa in compra donna Me ingenerava e al par degli altri in pregio LrsquoIlagravecide Cagravestor mrsquoebbe da cui Originar mi vanto e che giagrave in Creta 265 Per fortuna ricchezze e figli illustri Qual Dio lo si onorava Ma nellrsquoatre Case di Pluto dalle Parche spinto Gettacircr le sorti i nobili suoi figli E rsquol retaggio divisero a me scarsa 270 Parte assegnacircro e un tetto Io nondimeno Di ricchi genitor menai consorte Merceacute rsquol mio ardir chrsquouom giagrave non era oscuro Neacute di battaglie disertor Or tutto Giagrave mi falligrave pur se alla paglia attendi 275 Ben della messe giudicar potrai Ma grave mi calcograve cruda sventura Forza e coraggio ed impeto tra lrsquoarmi Giagrave mrsquoinfuser nel cor Marte e Minerva Quandrsquoio posto lrsquoagguato allrsquoinimico 280 I piugrave forti eleggea no mortal rischio

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Giammai non presentigrave lrsquoalto cor mio Ma con lrsquoasta slanciandomi stendea Qual fidato nersquo piegrave mi raffrontava Tal fui giagrave in guerra non rural fatica 285 Non domestiche cure a me fucircr care Che splendida allevar fanno la prole Ma remiganti navi aspre battaglie Acute lance e lucidi quadrelli Sempre dilessi bencheacute appaian cose 290 Tremende altrui Ecco di che mi piacqui Ecco ciograve che nel cor poacutesermi i Numi Cheacute a vari studi vogravelgesi rsquol desigraveo Dersquo mortali nel cor Prima che ad Igravelio Fesser passaggio della Grecia i figli 295 Nove fiate su veloci legni Duce fui dersquo guerrier cui sospingea Contra gente straniera ed ogni impresa Lieta mi succedea Trascelto il fiore Delle prede molte altre indi sortigravea 300 Cosigrave lo stato mio repente accrebbi E riguardato cittadin possente Tra i Cretesi divenni E quando Giove La detestata via schiuse che a molti Prodi guerrieri le ginocchia sciolse 305 Forza a me fecircro e al chiaro Idomenegraveo Di comandar le prode che alla volta Drizzagravevansi di Troia neacute giagrave vrsquoebbe Loco a rifiuto cheacute tonar lrsquoirato Grido si udigravea del popolo Pugnammo 310 Quivi noi prole degli Achei novrsquoanni E nel decimo alfin cacciata al fondo Di Prigraveamo la cittagrave ritornavamo Corsquo ratti legni alla natigravea contrada Ma ci disperse un Dio Me sventurato 315 A piugrave fiero destin Giove dannava Cheacute a mi goder un mese unico i figli Lrsquoalma consorte che menai pulcella Ersquo miei tesor stetti nersquo patri lari A navigar di poi lrsquoalma mi spinse 320 Con ben instrutte prode e con valenti Compagni vegraver lrsquoEgitto Io nove adunque Navigli corredava ed i miei prodi

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Accorsero Sei digrave vivandacircr lieti Ed io persquo sagrifizi e per le mense 325 Non poche porgea lor vittime elette Sorto il settimo digrave ci dipartimmo Dalle piagge di Creta e con un vento Boreal fido e puro agevolmente Qual per corrente gigravea lrsquoonde solcammo 330 Leso non fu alcun legno e noi seggendo Di vigor lieti e di salute andammo La rsquove rsquol vento ersquo nocchier drizzacircro il corso La foce al quinto digrave del fiume Egitto Dalle belle correnti alfin prendemmo 335 Quivi ordinai che molti dersquo miei prodi Stesser presso le navi a custodirle Gli altri spediva ad esplorar dallrsquoalto La contrada Se non che dallrsquoaudace Animo spinti e dal valor natigraveo 340 LrsquoEgizie saccheggiacircr fertili terre Le donne ersquo figli via menacircr captivi Gli agricoltori uccisero repente Per tutta la Cittagrave ne corse il grido In questa i cittadin surta lrsquoAurora 345 Accorsero di fanti e di cavalli Giagrave pieno egrave rsquol campo e del balen dellrsquoarmi Allora il Fulminante un tal desigraveo Di vil fuga nersquo petti arsquo nostri infuse Che tener fronte alcun piugrave non sostenne 350 Peroccheacute la sciagura ed il terrore Ovunque gli premea Molti drsquoacuto Acciar furono stesi e parte fucircro Strascinati a patir travagli o stento LrsquoOligravempio stesso questo allor nel petto 355 Consiglio mi spirograve Deh percheacute prima Non caddi e non compiea lagrave nellrsquoEgitto Il destin mio poicheacute drsquoaltra piugrave grave Sventura segno esser dovea Dal capo Lrsquoelmo a terra deposi dalle spalle 360 Lo scudo e lrsquoasta di mia man gettando Corsi al cocchio del Re subito incontro Gli baciai le ginocchia e gliele strinsi Tocco il cor di pietagrave poacutesemi in salvo Collocommi nel cocchio e al suo palagio 365

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Me piangente adducea Vero egrave che molte Ragravebide turbe con frassigravenee lance Agognavano uccigravedermi ma schermo Fugravemmi rsquol Re che lrsquoultrice ira temea Del gran Giove ospital cui le malvage 370 Opre piugrave chrsquoaltro mai sono in dispetto Settrsquoanni vissi lagrave molte raccolsi Ricchezze tutti mi colmacircr di doni Volgea lrsquoottavo ed egraveccoti un Fenice Gran fabbro di menzogne ivi comparve 375 Avido di guadagno aspre sventure Tirograve addosso arsquo mortali Ei con le usate Arti fallaci drsquoir mi persuase Seco in Fenicia ove tenea palagi E dovizie di Sol stetti ivi un giro 380 Ma quando i mesi e i digrave rivolti lrsquoore Succedendosi rsquol fin recacircr dellrsquoanno Novi rsquol Fenice meditando inventi Mrsquoimbarcograve per la Libia ondrsquoio con lui Del veloce navil vegghiassi al carco 385 Ma veacutendermi il fellon quivi a gran prezzo Disegnava Non senza alto sospetto Necessitagrave stringegravendomi rsquol seguigravea Da puro soffio boreal sospinto Nel mar tra Creta e Libia il pin correa 390 Ma lrsquoesizio a costor Giove fermava

ξ 301 Quando neacute Creta piugrave ned altra terra Ma Cielo ed acqua vedevam soltanto Il Satugravernio sul legno atra una nube Sospese sotto cui srsquoabbuiar lrsquoonde 395 Forte e spesso tonando in sulla nave La folgore scagliograve dallrsquoigneo telo Percossa rigiragravevasi avvampando I naviganti in mar precipitacircro Trabalzati dallrsquoonde al par di corvi 400 Al legno intorno erravano la speme Tolse lor tutta del redire un Dio Giove a me vinto da un immenso affanno Il lungo della nave albero pose Tra man percheacute fuggissi rsquol mortal rischio 405 Di forza lrsquoavvinchiai qua e lagrave sullrsquoonde Me lrsquoimpeto portograve dersquo fieri vegraventi

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Errai per nove digrave ma nella fosca Decima notte dersquo Tesprograveti al lido Enorme un flutto mi gittograve Mrsquoaccolse 410 Liberalmente il Re di quelle genti Lrsquoeroe Fedoacuten Trovommi rsquol figlio a caso Che affaticato e di freddo tremante Sullrsquoarena giacea Stesa la destra Mi sollevograve mi addusse al regal tetto 415 Tunica e vesti splendide mi porse

ξ 321 Quivi drsquoUlisse udigravea diceacuteami rsquol Rege Che lo accolse e rsquol dilesse allor chrsquoei gigravea Al natigraveo loco e mi mostrograve drsquoUlisse Le adunate ricchezze ivi deposte 420 Il rame lrsquooro e rsquol ferro effigiato Tanto che sostener drsquouna famiglia Per dieci etagrave potrigraveeno i discendenti Che a Dodona ei passograve percheacute la sacra Alti-chiomata quercia gli riveli 425 Lrsquooracolo di Giove se ridursi Dopo assenza sigrave lunga in Igravetaca abbia Palesemente o ignoto Indi libando Alla presenza mia nella sua reggia Giurava rsquol Re che in mar tratto era il legno 430 Ed i regravemigi presti a ricondurlo Alla terra natigravea Me accomiatava Prima Fedoacutene cheacute ivi a sorte un legno Di Tesprograveti nocchier drizzava il corso Vegraver Duligravechio di grano aureo ferace 435 Commise lor che me con vigil cura Al Re Acasto adducesser ma costoro Volgeano in mente un perfido consiglio Perchrsquoio cadessi di miseria al fondo Quando la nave ondigravevaga si spinse 440 Dalla terra lontan ratto mrsquoordicircro Il giorno del servaggio Disvesticircrmi Tunica e manto e questi che or tu vedi Miseri cenci mi gettacircro in dosso Nersquo culti campi drsquoIgravetaca felice 445 Giunti a sera legacircr tenacemente Me nella nave con attorta fune Indi scesi del mar lungo la riva Preser la cena Ma spezzommi un Dio

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Quersquo vincoli repente al capo intorno 450 Questi cenci mrsquoavvolsi e lungo il liscio Timon giugrave scivolai col petto steso Sullrsquoonde drsquoambe man sigrave remigai Che da loro lontan ratto mrsquoaddussi Giunto a riva ligrave salsi ove un querceto 455 Frondeggia e quatto quatto ivi mrsquoascosi Quei vagacircr sospirosi neacute scorgendo Traccia o indizio di me si rimbarcacircro Me di leggier ascosero gli Eterni Guidandomi drsquouom saggio allrsquoumil tetto 460 Perciograve in fato mrsquoebbrsquoio vivere ancoraraquo

ξ 360 E tal risposta tu gli feacutesti Eumegraveo laquoAhi degli ospiti tutti il piugrave infelice Quanto il cor mi commosse il tuo racconto Dersquo guai patiti e del tuo andar ramingo 465 Ma pagravermi che a ragion non persuaso Io sia di ciograve che tu narri drsquoUlisse Deh percheacute qual sersquo tu mentir ti ostini Io medesmo ben so quanto in odio hanno Del signor mio rsquol ritorno i numi tutti 470 Ben lo mi so poicheacute no nol domacircro Nersquo campi drsquoIgravelio o dersquo suoi fidi in braccio Posto chrsquoegli ebbe termine alla guerra Tutte alzato gli avrigravean le Dagravenae genti Superbo monumento onde verrigravea 475 Nersquo digrave venturi al figlio inclita gloria Ma lrsquoArpie il si rapicircro inonorato Da indi in qua vivo tra i branchi ascoso Ned a cittagrave me nrsquo vado se non quando Giunta da qualche banda una novella 480 La saggia a me Penegravelope il mrsquoingiunga Ristretti intorno allo stranier a gara Lrsquointerrogan cosigrave quersquo cui la lunga Assenza del mio Re rese dolenti Come color che lieti a un tempo e impuni 485 Le sostanze ne struggono Non io Neacute investigar mai piugrave neacute chieder amo Dal digrave che favellando mi deluse Un Etolo che reo dellrsquoaltrui sangue Poi che errando se nrsquo gigravea di piaggia in piaggia 490 Venne al mio albergo ed io lieto lrsquoaccolsi

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Costui dicea che a risarcir le navi Dalle tempeste conquassate il vide Appo rsquol Re Idomenegraveo nellrsquoampia Creta E soggiungea lrsquoestate over lrsquoautunno 495 Certo ritorneragrave con gran dovizia Rimenando i compagni incliti in guerra E tu buon veglio che tanto soffristi Poicheacute nersquo lari miei trsquoaddusse un Dio Neacute mentir neacute blandirmi ah non per questo 500 Fia che trsquoonori piugrave neacute che piugrave trsquoami Ma percheacute lrsquoospital Giove pavento E pietade nel cor per Te mi parlaraquo

ξ 390 laquoBen incredulo in petto animo chiudi ndash Ulisse ripigliograve ndash poicheacute a malgrado 505 Dersquo giuramenti miei feacute non mi presti Su via fermiamo un patto e di lassuso Gli Eterni dellrsquoOlimpo abitatori Fagravecciano ad amendue testimonianza Se ritorna il tuo Re qui nersquo suoi tetti 510 Tunica e manto vegravestimi e a Duligravechio Dove aspira il mio cor tosto mrsquoinvia Ma se comrsquoio rsquol trsquoannunzio egli non riede Eccita i servi che da unrsquoalta rupe Capovolto mi gettino sigrave chrsquoabbia 515 Sgomento rsquol poverel di farti ingannoraquo

ξ 401 laquoStranier ndash rispose il nobile pastore ndash Bella mrsquoacquisterei splendida lode Di gloria e di virtugrave non pur in questa Ma nellrsquoetagrave venture appo i mortali 520 Se accolto nel mio albergo e gli ospitali Doni a te compartiti io trsquouccidessi Togliendoti le dolci aure di vita Per indi a Giove in faccia alzar miei voacuteti Ma tempo egrave della cena or qui i compagni 525 Entrati appresterem desco giocondoraquo

ξ 409 Cosigrave tra lor dicendo ecco lrsquoarmento Accostarsi ersquo garzon che nellrsquousate Stalle il chiudean dersquo verri che stipati Corcagravevansi si alzava alto il grugnito 530 Vograveltosi in questa arsquo suoi compagni Eumegraveo

ξ 414 laquoDersquo verri a me lrsquoegregio immolerollo Gratificando lrsquoospite che giunse

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Di paese lontan gioviagravemci ancora Noi del convito noi che lungo affanno 535 Soffriam pascendo i branchi ed altri intanto Impune il nostro affaticar divoraraquo

ξ 418 Detto spezzograve drsquounrsquoaffilata scure Arido ceppo quei menacircro un pingue Verro quinquenne al focolar davanti 540 Il collocacircr neacute giagrave gli Eterni pose Il pastore in obbligraveo cheacute glrsquoirraggiava Lrsquoalma senno e pietagrave del capo i peli Di quella belva dalle bianche sanne Gettati al foco orava a tutti i Numi 545 Che Ulisse arsquo tetti suoi faccia ritorno Della spezzata quercia un ramo allora Alzograve appartato e tal percossa allrsquoostia Diegrave che la stese La sgozzacircro i servi La rosolacircr sparticircrla ed ei dai membri 550 Spiccati i crudi brani gli avvolgea Di doppio omento indi una parte al foco Gettograve di cereal polve cospersa Sminuzzograve il resto e dai pastor nersquo spiedi Infisso ed abbrostito acconciamente 555 Fu tolto al foco e posto in sulla mensa Eumegraveo che il giusto sempre onora e cole Surse e divise in sette parti il tutto Lrsquouna alle Ninfe e al gran figlio di Maia Divotamente lrsquoimplorando offerse 560 Lrsquoaltre porse a ciascun dersquo convitati Ma donava allrsquoEroe drsquoonore in segno Della sannuta vittima la schiena Esultograve il Rege e sigrave gli disse laquoEumegraveo Possa al par tu allrsquoOligravempio esser diletto 565 Qual tu il mi sei che a tal sendo condotto Di sigrave oneste accoglienze or mi consoliraquo

ξ 442 E tu sigrave rispondesti o saggio Eumegraveo laquoO degli ospiti esimio ecco ti ciba Di ciograve che ti egrave imbandito e ti ristora 570 Concede e toglie a suo volere il Nume Questi beni chrsquoei puograve tutto che vuoleraquo

ξ 446 Detto agli Eterni le primizie offerse Libograve il negro Liegraveo poscia ad Ulisse Eversor di Cittagrave porse la tazza 575

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Questi alla porzion che gli si appose Sedeacuteo davanti e gigravea Mesagraveulio intanto Dispensando di Cegraverere i bei doni Mesagraveulio che ei del suo comprograve dai Tafi Assente il Re neacute da Penelopegravea 580 Neacute da Laerte sovvenuto In questa Steser le mani al cibo e come drsquoesca E di beva il desir fu in essi estinto Levograve Mesagraveulio il pane e quei satolli Affrettagraveronsi a dar le membra al sonno 585

ξ 457 Fredda sorgiunse e tenebrosa notte Senza sosta piovea Giove ed acquoso Zegraveffiro fier soffiava Ulisse allora Vogravelto agli ospiti suoi tentograve srsquoEumegraveo Svestito il suo mantel gliel desse o almeno 590 A ciograve far eccitasse altro pastore Poicheacute tanta di lui cura prendea

ξ 462 laquoEumegraveo deh mrsquoodi e voi tutti suoi fidi Dirograve forse parole ebbre drsquoorgoglio Cheacute rsquol vin folle mi sprona ei che sospinge 595 Uom saggio spesso a trasmodar cantando Al molle riso a spiccar salti e rsquol tragge A parlar ciograve chrsquoera a tacer piugrave bello Ma poicheacute a freno ritener non seppi La lingua nulla terrograve in petto Ahi dove 600 Fior di mia gioventugrave forza mia intera Dove nrsquoandaste In cor piugrave non vi sento Come nel digrave che sotto lrsquoIgravelie mura Posto avemmo un agguato A quellrsquoimpresa Fucircr duci Ulisse e Menelao ed il terzo 605 Come lor piacque io fui Giunti vicini Alla cittagrave ed al muro arduo per densi Virgulti penetrammo ad Igravelio intorno Tra i paludosi giunchi ivi appiattati Giacevam sotto lrsquoarmi algente e fiera 610 Col soffio Boreal notte sorvenne Cadea dallrsquoalto in dilatate falde Giugrave qual brina la neve i nostri scudi Gremigraveansi di cristallo Avvolti gli altri Nersquo manti e nelle tuniche tranquilli 615 Giacean sotto le targhe Ahi folle io solo Il mantello tra miei commilitoni

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Lasciai partendo cheacute patir cotanto Rigido verno non temea mrsquoavviai Sol con la cinta tonaca e lo scudo 620 Due terzi della notte eran trascorsi E gli astri declinavano quandrsquoio Del gomito a tentar faceacuteami Ulisse Che stagravevami drsquoaccanto ed egli pronto Al sommesso mio dir porse lrsquoorecchio 625

ξ 486 ldquoSagace di Laerte inclito figlio Non piugrave trarsquo vivi rimarrograve me doma Il gel manto non ho qui mrsquoilludendo Con la tunica sola un Dio mi spinse Giagrave giagrave di scampo mrsquoegrave ogni via precisardquo 630

ξ 490 Tacqui ed ei concepigrave questo disegno Cheacute nellrsquoarmi era pronto e nel consiglio ldquoTaci ndash mi bisbigliograve ndash che alcun non trsquoodardquo Della palma e del gomito indi fatto Alla gota sostegno ldquoUdite amici 635 Divina vision che a me nel sonno Balenograve troppo dal navil distiamo Corra a dire qualcuno al sommo Atride Che di prodi un drappel ratto ne mandirdquo

ξ 499 Sigrave disse LrsquoAndremogravenide Toagravente 640 Surse repente e via gettando il manto Porporino lanciossi in vegraver le navi Ed io rsquol mrsquoavvolsi intorno e lieto giacqui Sin che sul trono drsquoograver lrsquoaurora apparve Oh se quel fior di gioventugrave se integravegro 645 Fosse in me quel vigor qualcun di voi Drsquoun manto qui mi fornirigravea giagrave vinto Da riverenza e dallrsquoamor che inspira Non ignobil guerrier ma questi cenci Lo sprezzo di costor tragravessermi addossoraquo 650

ξ 507 E tu cosigrave gli rispondesti Eumegraveo laquoCerto bella narrasti ed ingegnosa Favola o vecchio neacute trsquouscigrave del labbro Men che decente o vana altra parola Ma neacute di veste or patirai difetto 655 Neacute drsquoaltro che a stranier supplice occorra Ben sorto il digrave trsquoagiterai drsquointorno Questi poveri panni Abbiamo scarse Le vesti neacute di tunica potrebbe

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Alcun pastore a grado suo mutarsi 660 Giunto che fia drsquoUlisse il figlio amato Tunica manto ti donando e vesti Colagrave ti manderagrave dovrsquoir piugrave bramiraquo

ξ 518 Detto srsquoalzograve gli pose il letto accanto Al focolar e di montoni e capre 665 Gittograve su i velli in che lrsquoeroe colcosse Drsquoun folto ed ampio alfin manto il coverse Chrsquoegli in serbo tenea per farsi schermo Quando rigido verno incrudeligravea

ξ 523 Cosigrave ligrave giacque Ulisse ed i garzoni 670 Dormigraveangli accanto ma non giagrave ad Eumegraveo Lunge da branchi talentograve corcarsi Uscito fuor giagrave armagravevasi Gioigravea Ulisse in cor mirando con qual fede Dellrsquoassente suo Re lrsquoovil ei guarda 675 Prima ei sospese arsquo forti omeri intorno Lrsquoacuto brando indi vestissi un folto Manto che penetrar mal ponno i vegraventi Tolse di grande e pingue capra un vello Ed il braccio srsquoarmograve drsquouna ferrata 680 Lancia terror dersquo ladri e dersquo mastini Quindi a corcarsi andograve lagrave rsquove rsquol suino Armento sotto ad una cava rupe Chiusa al fier soffio drsquoAquiloacuten dormigravea

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LL II BB RR OO XX VV

Arrivo di Telegravemaco presso Eumegraveo

NNErsquo vasti campi si recograve di Sparta Minerva ad assennar drsquoUlisse il figlio Che di riegravedere egrave tempo e che ne affretti La dipartenza Il ritrovograve giacersi Nellrsquoatrio con Pisigravestrato giagrave vinto 5 Da giocondo sopor ma non il dolce Sonno a bear Telegravemaco scendea Cheacute nella queta notte il tenea desto Lrsquoaspra cura del padre Approssimollo Palla dallrsquoazzurrin guardo dicendo 10

ο 10 laquoNon ti srsquoaddice piugrave fuor dalla reggia O Telegravemaco errar neacute a quersquo superbi Le tue sostanze abbandonar non forse Divise le divorino e rsquol viaggio Vano ti torni Or via dunque lrsquoAtride 15 Bellicoso sollecita che ratto Ti rimandi onde lagrave nel tuo palagio Trovi lrsquoesimia genitrice a cui Forza giagrave fanno rsquol padre ed i fratelli Acciograve disposi Eurigravemaco che in ricchi 20 Doni ogni altro rival vince drsquoassai E che la dote splendida le accrebbe Bada che alcun tesor dalla magione A malgrado di Te non ti srsquoinvoli Sai drsquoogni donna rsquol cor del nuovo sposo 25 Avanzar sempre le dovizie intende Neacute dersquo primi suoi figli neacute del caro Consorte che impalmograve sendo pulcella E che morte rapigrave piugrave li rimembra

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Neacute le cal piugrave nomarli Appena giunto 30 Delle tue ancelle allrsquoottima commetti Le tue sostanze fincheacute al guardo innanzi Ti si ponga darsquo Numi egregia sposa Altro vorsquo dirti e tu nel cor lo imprimi Profondamente I piugrave valenti Proci 35 DrsquoIgravetaca tra lo stretto e dellrsquoalpestre Same in agguato stan pur agognando Drsquouccigravederti anzi che alla patria arrivi Ma non porranno ciograve pagravermi ad effetto Qualcuno ingoieragrave prima la terra 40 Dersquo fieri vorator di tue sostanze Non pertanto dallrsquoisole lontano Drizza la proda e naviga notturno Il Nume che di te cura e trsquoassiste Spirar faragrave per te propizio un vento 45 Tocco drsquoIgravetaca appena il primo lito I compagni a cittagrave manda e la nave Ma tu rsquol custode pria trova dersquo verri Cui diletto sei tanto ed appo lui Pernotta Ad annunziar indi alla saggia 50 Il manderai Penegravelope che spiri Queste dolci vitali aure e che illeso Dalle piaggie di Pilo a lei ritorniraquo

ο 43 Detto allrsquoOlimpo rivolograve col tocco Della punta del piegrave dal dolce sonno 55 Scosse il garzone del Nelide il figlio E laquoRisveacutegliati ndash disse ndash o Pisistragraveto Aggioga al cocchio i rapidi corsieri E senza piugrave indugiar mettiagravemci in viaraquo

ο 48 E rsquol giovane laquoBencheacute rsquol partir nrsquoegrave tardo 60 Pur non ci egrave dato carreggiar al buio Ratto fia lrsquoalba Qui rimanti adunque Fincheacute lrsquoAtride gli ospitali doni Ponga nel cocchio e con dolci parole Trsquoaccomiati Cheacute lrsquoospite con gioia 65 Rimembra chi gli diegrave pegni drsquoaffettoraquo

ο 56 Tacque e nel trono drsquoograver brillograve lrsquoAurora Dallato si levograve drsquoEgravelena bionda Ed arsquo giovani eroi venne lrsquoAtride Come accorto di lui si fersquo il diletto 70 Figlio drsquoUlisse in fretta unrsquoabbagliante

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Tunica si vestigrave gittograve sui forti Omeri un ampio manto e fuori uscito Gli si fece a ricontro e sigrave gli disse

ο 64 laquoInclito Atride amor di Giove or via 75 Rimagravendami al natigraveo loco giagrave mrsquoarde Avida brama dersquo paterni tettiraquo laquoNon piugrave te di partir impaziente Qui ratterrograve lunga stagion ndash rispose Il bellicoso Atride ndash egravemmi in dispetto 80 Chi di soverchio lrsquoospite blandisce E del par chi rsquol trascura in tutte cose Vuogravelsi modo servar Non ben si addice Respinger lo stranier che star desigravea Ned arrestarlo se a partir srsquoaffretta 85 Lrsquoospite accogli che a Te vien ma quando Ir brama lrsquoaccommiata Non pertanto Soffeacutermati finchrsquoio riponga i ricchi Alla presenza tua doni nel cocchio Ed ordini che qui nel mio palagio 90 Dove regna la copia alcun ristoro Ti apprestino le ancelle Onore e laude Verranne a me neacute a te disutil fia Pasteggiar meco prima che lrsquoimmensa Terra imprenda a percorrere Cheacute srsquoami 95 Per lrsquoEgravellade instradarti ed ire ad Argo Aggiogati i corsier posto al tuo fianco Alle cittagrave ti condurrograve soggiorno Drsquoincliti eroi Ospite alcun non fia Che senza farti onor non perograve trsquoaccomiati 100 Certo treppiegrave di bronzo o conca avrai O due appaiati muli od aurea tazzaraquo

ο 86 Ed il garzon laquoRe Menelao mrsquoegrave tardo Arsquo miei Stati redir di lagrave partendo A guardia del mio aver nullo lasciai 105 E temo di perir cercando il padre Temo che alcun dersquo miei tesor srsquoinvoliraquo

ο 92 Tosto impose lrsquoAtride alla consorte Non che alle ancelle che di dapi in copia Srsquoimbandisca il convito Eteonegraveo 110 Che ligrave presso dormigravea surto di letto Accorse Il Re di suscitar glrsquoingiunse Il foco e di abbrostir le carni ei pronto

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Al comando obbedigrave Discese intanto Nella stanza odorata rsquol biondo Atride 115 E non giagrave solo seco Egravelena scese E Megapegravente Entrati ove deposti Stanno i tesori gemina una coppa Il re tolse e levar drsquoargento unrsquourna Fersquo cenno al figlio Ma drsquoinnanzi allrsquoarche 120 Egravelena si fermograve dove rinchiusi Giaceano i pepli di lavor mirando Di sua man opra Uno venusto ed ampio Ricco di mille fregi e rsquol piugrave riposto E come stella fulgido ella scelse 125 Traversacircro la reggia ed al cospetto Di Telegravemaco giunti il Re dicea

ο 111 laquoCome brama il tuo cor cosigrave felice Ti consenta o Telegravemaco il ritorno Lrsquoaltitonante di Giunoacuten marito 130 Di tutti i doni che rsquol mio tetto chiude Dar ti vorsquo rsquol piugrave leggiadro e prezioso Crater di bellrsquointaglio argento egrave tutto Se non che lrsquoor sui labbri vi risplende Di Vulcan magistero Un digrave rsquol mi porse 135 Dersquo Sidoni rsquol gran Re Fegravedimo quando Me ritornante ricettograve in sua reggia Questrsquoegrave il dono ospital chrsquoor io vorsquo dartiraquo

ο 120 Tacque e gli offerse la ritonda coppa La sfolgorante ai piedi urna drsquoargento 140 Megapegravente gli pose Egravelena argiva Tra man tenendo il bel peplo di contra Stette nomograve il garzone e sigrave gli disse

ο 125 laquoQuesto dono ancor io figlio diletto Ti do contesto egrave di mia man lrsquoaccetta 145 DrsquoEgravelena per memoria onde si adorni Nel desiato digrave delle sue nozze La tua sposa appo Te lo guardi intanto La cara madre e tu con lieti auspici Allrsquoavita magion riedi feliceraquo 150

ο 130 Detto tra man gliel pose ed ei gioioso Lrsquoaccettograve Prese gli altri doni in questa Pisigravestrato ammirolli e nersquo riposti Del cocchio gli allogograve Poscia lrsquoAtride Nella reggia condusse ambo gli eroi 155

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Quivi nersquo troni assigravesersi Lrsquoancella Nellrsquoargenteo bacin da un vaso drsquooro Versograve lrsquoacqua alle mani indi un polito Desco vi stese in che candidi pani E molte dapi che teneva in serbo 160 La veneranda dispensiera impose Compartiva le carni Eteonegraveo Ma di Bacco mescea fervide spume DrsquoAtride il figlio Alle vivande apposte Steser le mani i convitati Quando 165 Del cibarsi e del ber si confortacircro Aggiogati i corsier montacircr lrsquoadorno Cocchio i garzoni e fuor dellrsquoatrio tosto Sospigravenserlo e del portico sonante LrsquoAtride igraveva con loro e nella destra 170 Aureo nappo tenea colmo di dolce Generoso Liegraveo percheacute in partendo Libassero fermossi anzi arsquo corsieri E propinando agli ospiti sigrave disse

ο 151 laquoO garzoni salvete ed al Nelide 175 Il medesmo per me voacuteto ridite Fugravemmi sempre qual padre affettuoso Dersquo popoli rsquol pastor fincheacute pugnammo Noi Dagravenae genti lagrave nersquo campi drsquoIgravelioraquo

ο 154 E lrsquoIgravetaco garzon laquoTutto che imponi 180 A Pilo giunti o Re noi ridiremo Oh potessrsquoio del par nel natigraveo loco Trovar Ulisse nersquo suoi tetti e dirgli Che del pieno tuo amor mi feacutesti degno Non che quanti mi desti incliti doniraquo 185

ο 160 Comrsquoei si tacque a destra gli sorvola Unrsquoaquila che avea con lrsquougne stretta Bianca e grande oca mansueto augello Che da un cortil rapigrave con alte grida Uomini e donne lrsquoinseguigravean ma quella 190 Vie piugrave a destra appressandosi arsquo garzoni Davanti ai corridor volava ad alto Allegracircrsi a tal vista ambo gli eroi Nel cor di tutti rifiorigrave la speme Ma Pisigravestrato il primo laquoO divo Atride 195 Deh pon mente se a noi questo portento O qualcun degli Eterni a te lrsquoinviaraquo

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ο 169 Riconcentrato in seacute dentro volgea Menelao la risposta Ed ecco Elegravena Antivenigravealo laquoUdite udite ndash esclama ndash 200 Gli oracoli che in cor spigraverami un Dio Che adempieragravensi pagravermi Or come questa Aquila dispiccagravetasi dal monte Ove nacque ove i suoi parti vivranno Lrsquooca nodrita nel cortil ghermigraveo 205 Cosigrave molte patite aspre sventure Dopo che molto errograve reduce Ulisse Trarragrave darsquo Proci in sua magion vendetta Giagrave le soglie ne varca agli empi tutti Ecco apparecchia giagrave sterminio e morteraquo 210

ο 179 laquoQuestrsquooracolo adempia il Fulminante Sposo di Giuno ndash lrsquoIgravetaco rispose ndash Trsquoimplorerograve colagrave come una Divaraquo Ed isferzograve i corsier che ratto i campi Attraversata la Cittagrave trascorrono 215 Squassando impetuosi rsquol giorno intero Sul collo il giogo che teneacuteali avvinti Corcato il Sol ombragravevansi le vie Quando a Fere arrivacircro alla magione Di Digraveocle che Ortigraveloco produsse 220 Germe del fiume Alfegraveo Quivi lrsquointera Notte posacircr tranquilli e di Dioacutecle Gli ospitali accettacircr nobili doni

ο 189 Ma come rosea in Ciel fulse lrsquoAurora Aggiogati i corsier montacircr lrsquoadorna 225 Biga e dellrsquoatrio fuori e del sonante Portico lrsquoagitavano sferzava Telegravemaco i destrier che agevolmente Via persquo campi volavano Repente Lrsquoalta cittagrave raggiunsero di Pilo 230

ο 194 E drsquoIgravetaca il garzon laquoVuorsquo tu per fede Legagravermiti di far pieno il mio detto Pisigravestrato Lrsquoamor dersquo padri antico Ir ci fa drsquoospital nodo superbi Amendue drsquounrsquoetagrave questo viaggio 235 Vie piugrave dersquo nostri cor lrsquo affetto accresce No non mrsquoallontanar figlio di Giove Dalla nave qui lagravesciami non forse A mal mio grado per vie piugrave blandirmi

LIBRO XV

239

Me in suo palagio non rattenga il vecchio 240 Mentre redir di subito mrsquoegrave forzaraquo

ο 202 Detto tra seacute Pisigravestrato discorre Come a modo il desir gli adegravempia e questo Il partito miglior tenne drizzava Vegraver la nave e rsquol marin lito i corsieri 245 Depose indi i bei doni in sulla poppa Le vesti e lrsquoor di che rsquol fersquo lieto Atride Ed a partir Telegravemaco esortando

ο 209 laquoMonta ed arsquo tuoi precipitar glrsquoindugi Comanda pria che arsquo tetti miei ritorni 250 Ad annunziar questa novella al padre Cheacute ciograve mi sona in cor no quellrsquoaltera Anima il dipartir non ti consente Anzi in questa verragrave piaggia ei medesmo A farti ressa neacute senza i suoi doni 255 Partiresti perograve che al tuo rifiuto In foco drsquoira tu rsquol vedresti accesoraquo

ο 215 Detto i corsier dallrsquoondeggiante chioma Vegraver la cittagrave spinse dersquo Pili e tosto Arsquo suoi tetti pervenne In questa laquoAmici 260 ndash Telegravemaco ingiungea ndash del bruno legno Ordinate gli attrezzi e noi medesmi Montiagravemvi a risolcar lrsquoequoree vieraquo

ο 220 Obbedicircr tutti e assigravesersi sui banchi Come presto al partir tutto ei giagrave scorse 265 Orava ed alla poppa un sagrifizio A Palla offrigravea quandrsquoecco gli si appressa Un pellegrino di lontan paese Profugo drsquoArgo chrsquoivi un uom uccise Era indovino e della stirpe sceso 270 Di Melampo che un digrave soggiornograve in Pilo Madre di greggi oltre modo opulente Ivi abitava una magion superba Ad altre genti indi migrograve fuggendo La patria ed il terribile Nelegraveo 275 Degli umani rsquol piugrave illustre immensi beni Rapigravegli e un anno li ritenne intero Per forza Intanto drsquoaspri lacci avvinto Nellrsquoalbergo di Figravelace patigravea Melagravempo doglie rie per lrsquoalma figlia 280 Di Negraveleo e pel pensier folle che in mente

ODISSEA

240

Gli suscitograve lrsquoinesorata Erinni Ma la Parca ei sfuggigrave condusse a Pilo Da Figravelace le vacche alto-mugghianti Trasse vendetta dellrsquoindegno oltraggio 285 Di Negraveleo poderoso e del germano Alle case menograve lrsquoinclita sposa Appo altre genti indi si addusse ad Argo Altrice di corsier poicheacute ebbe in fato Abitar quivi e stendere lo scettro 290 Sui molti Argivi Eletta ivi una sposa Vi edificograve un palagio alto ersquo due prodi Magraventio e Antigravefate ingenerograve Di questi Il generoso Oiclegraveo nacque e drsquoOiclegraveo Il servator di popoli Anfiaragraveo 295 Lui che Febo oltremodo e Giove sommo Fecircr lieto giagrave di cure affettuose Pur di vecchiezza al limitar non giunse Sotto Tebe ei perigrave pel don funesto Che la moglie accettograve Nacquer di lui 300 Anfigraveloco e Alcmaoacuten Magraventio produsse Clito al giorno e Polifide LrsquoAurora Per la beltagrave di cui Clito era adorno Rapillo percheacute seggio abbia tra i Numi Febo rese lrsquoegregio Polifide 305 Agraveugure insigne e tra i mortali rsquol primo Poicheacute se nrsquo corse a morte Anfiaragraveo Irato al genitore in Iperesigravea Rifuggissi Polifide e rsquol futuro Ivi alle genti tutte predicea 310

ο 256 AllrsquoIgravetaco garzone il costui figlio Nomato Teocligravemene accostosse In quella che sullrsquoagile naviglio Libando orava e con alate voci

ο 260 laquoPoicheacute a compier ti trovo in questo loco 315 Rito sigrave pio deh ti scongiuro amico Per gli olocausti tuoi pel Dio che implori Per lo tuo capo ersquo tuoi fidi seguaci Il veacuter mi dirsquo nulla celar chi sei Qual popolo lasciasti A Te qual terra 320 Il natal diede ove i parenti sonoraquo

ο 265 Ed il garzon laquoNon ti fia rsquol vero ascoso In Igravetaca nacqui io mrsquoegrave padre Ulisse

LIBRO XV

241

Od il fu Cheacute or crudel morte il rapigraveo Venni corsquo prodi miei su questa nave 325 Investigando il deplorabil fato Del genitor giagrave da gran tempo assenteraquo

ο 271 laquoDel par vorsquo errando ndash lrsquoagraveugure soggiunse ndash Lungi dal suol natigraveo chrsquouom della mia Tribugrave vi spensi ed ei lasciograve non pochi 330 Fratelli e amici nella fertil Argo Drsquoalta possanza sulle genti Achee Dalla costor vendetta e dalla morte Fuggo di gente in gente or mi sospinge Ramingo il mio destin Deh sul tuo legno 335 Piagravecciati ricovrarmi ecco trsquoimploro Nella mia fuga cheacute terror mrsquoinvade Di cader trucidato Udir giagrave pagravermi Lo scalpitar dersquo miei persecutoriraquo

ο 279 laquoNo dal mio legno in che salir tu brami 340 ndash Gridograve rsquol garzon ndash no non verrai repulso Seacuteguimi trsquoaccorrograve lieto e di quanto Sta in mio potere ti farograve contentoraquo

ο 282 Detto preacutesegli lrsquoasta e la depose Sulla corsigravea del legno rimontogravevvi 345 Poscia egli stesso e vi si assise in poppa E lrsquoagraveugure seder si fece accanto Sciolte le funi ei comandograve che posti Fosser gli attrezzi darsquo compagni in pronto Tutti accorsero a gara ad obbedirgli 350 Alzato lrsquoabetin albero in alto Entro il piantacircr la cava nicchia e al piede Di corda lrsquoannodacircr le bianche vele Spiegacircr che attorti cuoi tenean distese Lrsquoaltera Diva dallrsquoazzurro sguardo 355 Giugrave dallrsquoetra mandograve propizio un vento Impetuoso acciograve che ratto solchi Del pelago la salsa onda il naviglio Partiti rassentacircr Crune e le belle Di Cagravelcide correnti Il Sol repente 360 Tramontograve e drsquoombra si copricircr le vie Spinta dal vento che governa il Nume La nave costeggiograve di Fegravea le rive E passograve accanto ad Egravelide divina Dominio degli Epegravei Telegravemaco indi 365

ODISSEA

242

Drizzograve lagrave vegraver le alpestri Isole il corso Pensoso del suo scampo o della morte

ο 301 Ulisse in questo mezzo e rsquol divo Eumegraveo Sedeano a cena ed i pastor con loro Drsquoesca e di beva il desiderio estinto 370 Parlograve drsquoIgravetaca il Re tentando Eumegraveo A chiarir se di lui lrsquousata cura Prender anco volesse ondrsquoei rimanga Lagrave nella stalla od a Cittagrave mandarlo

ο 307 laquoEumegraveo deh mrsquoodi e voi tutti o Pastori 375 Dimani al primo albor desigraveo condurmi A mendicar per la cittagrave acciograve rsquol vitto Ned a Te logri piugrave neacute a tuoi compagni Piagravecciati quindi ammaestrarmi e guida Darmi sicura onde colagrave mi scorga 380 Vagando andrograve per la cittagrave siccome Necessitagrave mi stringe e forse alcuno Porgeragravemmi una ciotola ed un tozzo Andrograve drsquoUlisse ai tetti ed alla saggia Penegravelope darograve nuove di lui 385 Avvolgerommi tra i superbi Proci Che in tanta copia di vivande forse Largiragravennomi un pasto A me fia lieve Ratto e ben eseguir tutto che vonno Chrsquoio rsquol ti dirograve giagrave tu mrsquointendi ascolta 390 Io la merceacute del messaggiero Ermete Da cui si abbella dersquo mortali ogni opra Di grazia e di splendor tal son che niuno Nelle cure domestiche mrsquoavanza O se faccia mestier raccocircrre il foco 395 O legna aride fendere od in brani Porre e abbrostir le carni o mescer vino Servigi che il tapin presta al possenteraquo

ο 325 Irato a lui cosigrave rispondi Eumegraveo laquoAhi come tal pensier ti cadde in mente 400 Ospite mio Certo perir ligrave brami Se tra la turba entrar vuorsquo tu dersquo Proci La cui audacia giagrave e la violenza Montar del Ciel sino alla ferrea volta Non tali sono i servi lor ma vaghi 405 Donzelli adorni di leggiadre vesti Di cui le chiome nitide e rsquol bel viso

LIBRO XV

243

Mandan profumo di odorate essenze Questi lor vanno ministrando in giro Mentre di pan di carni e di Liegraveo 410 Le magnifiche lor mense van carche Deh qui rimanti no la tua presenza Ned a me neacute arsquo pastor torna mai grave E quando rediragrave drsquoUlisse il caro Figlio ti largiragrave tunica e vesti 415 E lagrave ti manderagrave dovrsquoir aspiriraquo

ο 340 Il magnanimo Re laquoPossa tu a Giove Caro esser tanto quanto a me tu rsquol sei Nobile Eumegraveo tu che arsquo miei lunghi errori Aglrsquoinfortuni miei termine hai posto 420 Non vrsquoha del ramingar vita piugrave dura Cheacute qual va errando degli umani pate Non pur lo strazio drsquoesecrabil fame Ma danni mille ad una e martigraver mille Or poicheacute mi rattieni e vuoi che aspetti 425 Telegravemaco deh dimmi se la madre Se del divino Ulisse il genitore Che lasciograve di vecchiezza in su la soglia Quandrsquoei si dipartigrave vivano ancora Sotto i raggi del Sole o se giagrave spenti 430 Discesero nersquo regni atri di Plutoraquo

ο 351 E rsquol buon pastor laquoOspite rsquol vero udrai Vive Laerte ma digrave e notte implora Giove che in sua magion lrsquoalma gli sciolga Cheacute dolor disperato il cor gli preme 435 Pel figlio assente e per la saggia donna Di sua florida etagrave fida compagna Che morendo anzi tempo il diede in preda A precoce vecchiezza Ella giagrave oppressa Da immenso affanno che del figlio illustre 440 Le cagionograve la lunga lontananza Perigrave drsquoorrida morte Oh non mai pecircra Cosigrave qual mi dilesse e in queste soglie Cortese a larga man poacutersemi aigraveta Fincheacute visse bencheacute angosciata mrsquoera 445 Dolce udire i suoi detti e interrogarla Poicheacute ella mrsquoallevograve presso Ctimene Esimia figlia sua di pepli adorna Ultimo dersquo suoi parti ad un ci crebbe

ODISSEA

244

E quasi al par di lei teneacuteami in pregio 450 Ma come al fior cotanto desiato Di nostra etagrave fummo amendue lei sposa Fecero in Same ricevendo immensa Dovizia a me di tunica di manto E di vesti leggiadre e di calzari 455 Anticlegravea fece dono e in questi campi A porre stanza mi mandograve e di cuore Mi dilesse ognor piugrave Tutti or con lei Questi beni disparvero ma i Numi Prosperacircr la fatica a cui mi diedi 460 Mrsquoalimentai la merceacute loro e bebbi E rsquol verecondo poverel sovvenni Quantrsquoallrsquoalma Penegravelope mrsquoegrave tolto Ascoltar piugrave le sue dolci parole Ersquo bei fatti conoscerne cheacute grave 465 Sulla magion di lei piombograve sventura Turba ria di superbi e non pertanto Uopo grande hanno i servi di parlarle Drsquointerrogarla sopra ciograve chrsquoei denno Mangiar e bere e riportarne ai campi 470 Di che lrsquoanimo lor sempre si allegraraquo

ο 380 laquoNumi ndash lrsquoeroe sclamograve ndash Fanciullo ancora Errar forza ti fu pastore Eumegraveo Dalla patria lontano e darsquo parenti Ma il veacuter deh dimmi disertata venne 475 La cittagrave vasta in che la veneranda Madre abitava e rsquol genitore O colto Presso lrsquoagne od i buoi solo rapicircrti Sulle navi i pirati e trasferito DrsquoIgravetaca ai liti per condegno prezzo 480 Ti vendettero al Sir di queste caseraquo

ο 389 laquoPoicheacute tanto drsquoudire i casi nostri Ospite mio trsquoaggrada e tu rsquol mi chiedi ndash Rispoacutesegli rsquol pastor ndash tacito ascolta Rassereacutenati in voacutelto ed il vermiglio 485 Licor beendo stammi assiso al fianco Notti regnano immense or vuogravelsi il tempo Compartire tra rsquol sonno e tra la vegghia Se lrsquoaltrui ragionar caro ci torna Anzi lrsquoora non trsquoegrave drsquouopo corcarti 490 Noce il sonno soverchio Ove addormirsi

LIBRO XV

245

Talentasse ad alcuno esca e in sullrsquoalba Confortato di cibo arsquo paschi segua Del Re gli armenti Ma noi qui seggendo Diagravemci al bere al mangiar dersquo gravi nostri 495 Infortuni lrsquoalterna rimembranza Al cor ne aggiungeragrave cheacute si piace anco Dersquo proprii affanni uom che sofferse molto E molto errograve Dirti i miei casi adunque Poicheacute rsquol mi chiedi e rsquol brami egraveccomi presto 500

ο 403 Sirigravea si noma unrsquoisola tu forse Parlar nrsquoudisti che al di lagrave drsquoOrtigravegia Giace ursquo del Sol si veggion le rivolte Vasta no ma felice armenti e greggi Pasce in copia di viti e in un dersquo campi 505 Di frutto cereal lieti egrave feconda Non mai le genti a tormentar penegravetra La Fame ligrave neacute morbo altro funesto Arsquo miseri mortali allor che aggiunta Hanno lrsquoestrema etagrave le umane schiatte 510 Sceso nella cittagrave Febo dal grande Arco drsquoargento e Artegravemide le spegne Sugravebito colpo dersquo lor miti strali Sorgon ligrave due cittagrave tra cui si parte La comune dovizia il padre mio 515 Ctegravesio Ormegravenide somigliante ai Numi Sullrsquouna e lrsquoaltra distendea lrsquoimpero

ο 415 Approdograve un digrave colagrave di naviganti Fenici giuntator nave che mille In seacute chiudea leggiadri adornamenti 520 In casa il padre mio Fenicia donna Fugravevvi allor bella e grande e nersquo piugrave industri Lavori esperta Seppero gli astuti Con lusinghe sedurla accanto al legno Mentre i lini astergea lrsquoun dersquo garzoni 525 Con lei si giacque e ne gioigrave maligravea Prepotente che il cor la mente invola Alle inaccorte femmine quantunque State pria di virtugrave fosser devote

ο 423 Chi fosse e donde indi le chiese ed Ella 530 Gli additograve la magion del padre mio

ο 425 ldquoVagraventomi nata ndash disse ndash ursquo rsquol rame abbonda In Sidone Aribante egrave rsquol padre mio

ODISSEA

246

Ricco drsquoampia dovizia In quel momento Che darsquo campi redigravea Tafi ladroni 535 Mi rapicircro ed al Sir di quel palagio Vendeacutettermi neacute vil nrsquoebbero il prezzordquo

ο 430 Ed il garzon che giagravecquesi con lei Celatamente ldquoOr non vorrai seguirne Per lrsquoalta reggia riveder del padre 540 E della madre e lor medesmi Certo Son vivi e ciaschedun ricchi gli estimardquo

ο 434 ldquoOh sigrave ndash la donna ripigliograve ndash ciograve fia Se ricondurmi drsquoogni oltraggio immune Giurerete o nocchieri al tetto miordquo 545

ο 437 Tacque e tutti giuracircr comrsquoElla indisse Poicheacute tratto fu il giuro a compimento In questa guisa soggiungea la donna

ο 440 ldquoOr un alto silenzio alcun non osi O per via in me si avvenga o presso al fonte 550 Motto pur farmi non qualcun si avvisi Ir al palagio e farne il veglio accorto Che si apponendo al veacuter drsquoaspre catene Me stringerebbe e voi porrebbe a morte Poacutestivi in core i detti miei deh ratto 555 Vettovagliare piagravecciavi il naviglio Comrsquoei fia carco giugravengami lrsquoannunzio Chrsquoio meco ancora porterograve quantrsquooro Sotto alle man verrammi altra mercede Pel vostro uffizio rendervi mrsquoaggrada 560 Io rallevo al buon sire un fanciulletto Accorto e lesto sigrave che fuor mi segue Con piegrave veloce io rsquol condurrograve alla nave Sommo tesor vi frutteragrave ove a genti Drsquoaltre favelle veacutenderlo vi piacciardquo 565

ο 454 Detto fece al regal tetto ritorno Intero un anno ivi restacircr coloro Trafficando di merci il legno carco E giagrave presto a salpar per un messaggio Diecircr avviso alla donna In casa il padre 570 Lrsquoastuto si recograve con un monile Drsquoambra contesto e drsquoograver la madre mia Tra mano con le ancelle il rivolgea Tutte intente il guatavano non lieve Prezzo offerendo in questa alla Fenicia 575

LIBRO XV

247

Donna ammiccograve il nocchier segretamente Fatto il segno tornograve tosto al naviglio Per man ella mi prese e del palagio La soglia oltrevarcograve nellrsquoatrio i nappi Trovograve e le mense che imbandiva il padre 580 A quelli che reggean seco la terra E che al concilio addugravessersi con lui Per convocare il popolo repente Rapigrave tre di quersquo nappi e in sen gli ascose Io dissennato le premea i vestigi 585 Tramontograve il Sole intanto e tutte drsquoombra Si coperser le vie veloci al porto Magnifico giungemmo ed alla nave Fenicia Ersquo srsquoimbarcacircr con lor fendemmo Lrsquoequoree strade Giove un vento amico 590 Nrsquoinvia navigavam senza far sosta Sei digrave Ma quando di Saturno il figlio La settimrsquoalba rimenograve Diana La donna saettograve che al legno in fondo Come trafitta folaga marina 595 Strepitando cascograve La costei salma Darsquo Fenici scagliagravevasi nellrsquoonde Di Foche esca e di pesci in cor dolente Abbandonato e solo ivi rimasi Dal vento e darsquo marosi indi sospinti 600 In Igravetaca ersquo approdacircr dove Laerte Parte spendendo del suo aver mi ha compro Questa terra cosigrave correacuteami agli occhiraquo

ο 485 Ed il nobile Eroe laquoMi commovesti Nel petto rsquol cor drsquoassai questi narrando 605 Immensi affanni che patisti Eumegraveo Ma rsquol bene al male seguitar fersquo almeno Giove per Te poicheacute dopo aspri guai Venisti arsquo tetti drsquoun signor benigno Che trsquoegrave largo di cibo e di bevande 610 Tu lieto vivi mentrrsquoio a lungo errando Drsquouna in altra cittagrave qui alfin pervenniraquo

ο 493 Tal di costoro era il colloquio poscia Iti a corcarsi il sonno lor fu breve Cheacute lrsquoAurora apparigrave nellrsquoaureo trono 615 Giagrave sorti a riva raccogliean le vele Di Telegravemaco i fidi incontinente

ODISSEA

248

Lrsquoalbero declinacircr corsquo remi in porto Spinser la prora lrsquoagravencore gittacircro E di funi le avvinsero nel lido 620 Ersquo medesmi gettagravevansi allesticircro La cena e vi libacircr dolce Liegraveo Di dapi e di licor ripressa in core La brama a dir Telegravemaco si prese

ο 503 laquoVoi presso alla cittagrave guidate il legno 625 A visitar i campi ed i pastori Or io me nrsquo vo visti i lavori a sera Appo voi riederograve Dimani allrsquoalba Vrsquoimbandirograve in premio del viaggio Ricca di carni e di licor la mensaraquo 630

ο 508 E rsquol divo Teoclimeacuten laquoChe far deggrsquoio Dove dunque nrsquoandrograve figlio diletto Forse ai tetti drsquoalcun dersquo piugrave possenti DrsquoIgravetaca alpestre Od ir dovrograve diritto Alla tua madre ed al regal tuo albergoraquo 635

ο 512 E Telegravemaco laquoCerto in miglior tempo Al mio palagio trsquoaddurrei neacute punto Lagrave verresti in desigraveo drsquoospital dono Ma tal partito focircra a te medesmo Di presente funesto a me egrave pur forza 640 Non appressarti ned a te fia dato Penegravelope veder cheacute assai di rado Appar tra i Proci ma nellrsquoalte stanze Stassi in disparte ad oprar tele intesa Pur altro eroe trsquoindicherograve appo cui 645 Riparar ben potresti il Polibide Eurigravemaco che drsquoIgravetaca le genti Onoran tutte quante al par di un Nume Uom drsquoalto affar che alla consorte al trono Del padre mio vie piugrave che gli altri aspira 650 Ma tu chrsquoempi di Te lrsquoetere immenso Oligravempio Giove il sai se costor prima Dellrsquoambigraveto Imenegraveo figraveen posti a morteraquo

ο 525 Diceva ed ecco sorvolargli a destra Ratto nunzio drsquoApollo uno sparviere 655 Tenea stretta tra lrsquougne una colomba La dispennava e ne spargeva a terra Tra la nave e Telegravemaco le piume Preso il garzon per mano ecco in disparte

LIBRO XV

249

Teocligravemene rsquol tragge e sigrave gli dice 660 ο 531 laquoNo non seguigrave senza il voler drsquoun Nume

A destra il volo dellrsquoaugel di contra Il vidi ed augurale il riconobbi Telegravemaco farsquo cor piugrave regia stirpe Della tua non vrsquoha in Igravetaca qui fia 665 Dominatrice libera per sempreraquo

ο 535 Ed il garzon laquoDeh voglia il Ciel che questa Tua parola srsquoadegravempia ospite mio Tantrsquoio ti largirograve pegni drsquoaffetto Che qual ti riscontrasse indi per certo 670 Compitamente ti terrigravea beatoraquo

ο 539 Rivolto indi al suo fido laquoO mio Clitide Piregraveo ndash diceva ndash tu che fra i compagni Che a Pilo mi seguicircr fosti ad ognora Presto arsquo miei cenni piagravecciati or condurmi 675 Lrsquoospite in tua magione e liete fargli Accoglienze ed onor finchrsquoio ritorniraquo

ο 544 E quel prode laquoO Telegravemaco ove ancora Star lunga pezza qui ti fosse in grado Avrograve dello stranier cura neacute fia 680 Chrsquoei drsquouffizio ospital viva in desigraveoraquo

ο 547 Detto salse il naviglio ed arsquo compagni Di sciocircr le funi e di montar ingiunse Srsquoimbarcacircr tutti e assigravesersi sui banchi I bei calzari sotto i piedi avvinse 685 Telegravemaco ed in man valida unrsquoasta Che prefissa di rame avea la punta Tolse dal palco della nave ad alto Vegraver la cittagrave i nocchier spinsero il legno Come drsquoUlisse il caro figlio impose 690 Ed ei con ratto piegrave si allontanava Sin che giunse alla stalla ove i suini Branchi si accovacciavano Sovrrsquoessi Arsquo suoi padroni affettuoso e mosso Da vivo zelo vigilava Eumegraveo 695

250

LL II BB RR OO XX VV II

Riconoscimento di Telegravemaco e drsquoUlisse

RRACCESO rsquol foco allrsquoapparir dellrsquoalba Nellrsquoumil tetto Ulisse e rsquol chiaro Eumegraveo Leve pasto allesticircro ersquo congregati Verri avviacircr corsquo lor custodi ai campi Ma i cani latrator facean gran festa 5 A Telegravemaco intorno neacute al vegnente Abbaiavano Accorto rsquol divo Ulisse Feacutessi di quel blandir giagrave giagrave rsquol rumore Dersquo passi dellrsquoeroe vie piugrave crescea Perciograve converso al buon pastor laquoEumegraveo 10 Certo ndash disse ndash qui giunge un tuo compagno O conoscente non latrano i cani Ma tripudian giagrave nrsquoodo il calpestioraquo

π 11 Neacute fin pose al parlar che rsquol suo diletto Figlio apparve nellrsquoatrio A quella vista 15 Attonito rsquol pastor legravevasi i vasi In che rsquol vino mescea di man gli caddero Coacutersegli incontro gli baciograve la testa I begli occhi lucenti ambe le mani Affettuose lagrime spargendo 20 Come tenero padre al petto stringe Il caro figlio che tornograve da lungi Dopo assenza decenne unico figlio Che in tarda etagrave produsse e per cui tante Fiere angosce patigrave non altrimenti 25 Tutto intero ricinse e baciograve Eumegraveo Il bel garzon come se allora allora Fosse a morte sfuggito e lagrimando

π 23 laquoVenisti alfin o desiata e dolce

LIBRO XVI

251

Luce degli occhi miei Di piugrave vederti 30 O Telegravemaco uscito era di speme Dal digrave che navigando ito sersquo a Pilo Piagravecciati o figlio entrar sigrave chrsquoio ti miri E mi consoli cheacute drsquoaltronde giunto Qui ratto vieni Pur di rado i campi 35 Visiti ed i pastor ma in cittagrave resti Lrsquoinfesta ad osservar turba dersquo Prociraquo

π 30 E rsquol garzon laquoQuesto fia nobile veglio Che qui per tua cagion vengo bramoso Di rivederti e da Te udir se in casa 40 Regravestami ancor la madre o se dersquo Proci Alcun la disposograve mentre nel letto Giagrave deserto drsquoUlisse le odiose Tele filando va sordida aracneraquo

π 36 laquoSta ndash ripigliava Eumegraveo ndash lagrave nel palagio 45 Constante in suo patir la genitrice Ed i mesti suoi Digrave le meste Notti Pur consuma nersquo gemiti e nel piantoraquo

π 40 Ciograve detto appena la ferrata lancia Riceveacute dal garzon che della soglia 50 Varcato il marmo entrograve Comrsquoei processe Surgeva il padre a cedergli lo scanno Ma rsquol giovinetto il divietograve dicendo

π 44 laquoOspite siedi qui nel nostro albergo Un altro seggio ne fia porto ed ecco 55 Il servo che giagrave a dagraverlomi srsquoaffrettaraquo

π 46 Diegrave volta Ulisse e risiedeacute stendea Molli rsquol pastor virgulti e di villosa Pelle li ricoprigravea lagrave rsquove rsquol diletto Figlio drsquoUlisse assigravesesi Giagrave Eumegraveo 60 Colmi i taglier dellrsquoabbrostite carni Che intatte ier lasciagravevansi recava Non che candidi pani nersquo canestri Accumulati ed in campestre vase Temprato il dolce vin con limpidrsquoonda 65 Di contra al Re si collocograve Giagrave tutti Stendean le mani alle imbandite dapi Drsquoesca e di beva il desiderio estinto Telegravemaco al pastor movea tai detti

π 57 laquoDonde buon veglio il forestier ti giunse 70 Come i nocchier ad Igravetaca il menacircro

ODISSEA

252

Chi fucircr Cheacute certo a piegrave qua non si varcaraquo π 60 laquoFiglio ndash rispose Eumegraveo ndash nulla trsquoascondo

Vagraventasi nato ei lagrave nellrsquoampia Creta Gran tempo errando aver percorso ei dice 75 Molte cittagrave ciograve in fato ebbe da un Nume Giugrave da un naviglio di nocchier Tesprograveti Calagravetosi fuggiva e al mio tugurio Riparograve non ha guari Io rsquol ti rassegno Or adopra a tuo senno gloriarsi 80 Omai drsquoesser tuo supplice gli aggradaraquo

π 68 Lrsquointerruppe Telegravemaco laquoTal voce Certo in cor mi sonograve diletto Eumegraveo Dolorosa comrsquoio nel mio palagio Ricetterograve questrsquoospite Non viemmi 85 Fidanza dallrsquoetagrave che questo braccio Respinger vaglia chi lrsquoassalti rsquol primo Tra due opposti pensier la madre ondeggia O restar meco e regger la magione Onor facendo al marital suo letto 90 E servando sua fama o degli Achivi Impalmarne rsquol piugrave forte e che piugrave ricca Dote le largiragrave Ben dar voglrsquoio A questrsquoospite tuo tunica manto Vesti decenti ancipite una spada 95 E calzari e mandarlo ovrsquoir piugrave brama Cheacute se rsquol ritieni e prenderne vuoi cura Qui vesti manderograve con dapi varie Ondrsquoei non logri te neacute i tuoi compagni Ma non mai patirograve chrsquoei lagrave si rechi 100 Appo i rivali la costor baldanza Trapassa ogni confin Srsquoei fia oltraggiato Gran duol verrammi al cor Compier egrave duro Ad un sol bencheacute prode in mezzo arsquo molti Audace impresa ersquo figraveen sempre i piugrave fortiraquo 105

π 90 E lrsquointrepido Sir laquoGiustrsquoegrave chrsquoio ancora Mio diletto risponda ah certo in petto Scoppiami rsquol cor udendo i fieri oltraggi Che in tua magion commeacutettonsi darsquo Proci A mal tuo grado quando tal pur sei 110 Dimmi spontaneo cedi O rsquol popol tutto Nella cittagrave ti porta odio obbedendo Allrsquooracol drsquoun Nume O forse incolpi

LIBRO XVI

253

I fratei Lo straniere anche in gran rischio Dalle lor nimistagrave vie piugrave srsquoincora 115 Percheacute con questo cor giovin non sono Al par di te Percheacute prole drsquoUlisse Non sono O lui medesmo ritornante Darsquo lunghi errori suoi (cheacute morta al tutto No la speme non egrave) Vorrei che tosto 120 Prode stranier la testa mrsquoabbattesse Se posto il piede nella reggia a tutti Costor non recherograve sterminio e morte E quando ancor solo sendrsquoio la folta Mi soverchiasse di gran cor torrei 125 Immolato perir nel mio palagio Pria che veder pur sempre opre sigrave turpi Oltraggiagravermisi gli ospiti sforzarsi Nelle regali mie stanze le ancelle Indegnamente e le vendemmie e rsquol vitto 130 Inghiottigravermisi a caso e rsquondarno e sempreraquo

π 112 Ed il garzon laquoOspite il tutto udrai Neacute me rsquol popolo ha in odio ned incolpo Di fratei nimistagrave che quando ferve Quanto il rischio egrave maggior tanto nel petto 135 Piugrave di baldanza allo straniere inspira Giove nascer non feacuteo nella mia stirpe Drsquoetagrave in etagrave che un figlio unico Arcegravesio Laerte solo ingenerava e questi Il solo Ulisse che me sol prodotto 140 Lasciograve in sua reggia neacute di me alcun srsquoebbe Conforto Perciograve ostil turba infinita Mrsquoinfesta la magione I duci tutti Che regnan le propinque isole intorno Duligravechio Same e Zacinto selvosa 145 Quersquo che rsquol dominio in Igravetaca usurpacircro Tutti impalmar agognano la madre E la magion disegravertanmi Non ella Osa le nozze ributtar funeste Neacute puograve trarle ad effetto i Proci intanto 150 Tutto il mio aver divorano e me stesso Trucideran Ma ciograve sulle ginocchia Posa dersquo Numi Or via diletto Eumegraveo Corri alla madre e dille che da Pilo Salvo le torno Io qui rimango e tu 155

ODISSEA

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A lei solo mrsquoannunzia indi qui riedi Neacute trsquooda alcuno degli Achei cheacute molti Insidiando por mi vonno a morteraquo

π 135 laquoBen mrsquoaccorgo di ciograve ndash soggiunse Eumegraveo ndash Parli a chi ben trsquointende Or tu rsquol veacuter dimmi 160 Annunziar non deggrsquoio per la via stessa Il tuo ritorno al misero Laerte Sin da quel digrave che si partiva Ulisse Mesto ei vivea pur sui lavor dersquo campi Invigilava e in sua magion corsquo servi 165 Come rsquol pungea rsquol desir prendeacuteasi rsquol cibo Or sin dal digrave chrsquoito sersquo a Pilo egrave fama Che ogni esca ogni bevanda abbia in dispetto Neacute che arsquo lavori guardi piugrave ma in pianto Segraveggia mettendo lai tal che dallrsquoossa 170 Lrsquoarida pelle tutta gli srsquoinformaraquo

π 146 Ed il saggio garzon laquoBen ciograve mrsquoegrave grave Pur quantunque pietagrave grande mrsquoaccori Senza nuove or si stia Se tutte cose Succedesser arsquo grado dersquo mortali 175 Del padre chiederei prima il ritorno Dato lrsquoannunzio riedi e non ti caglia Vagar nersquo campi od ir a lui ma solo Dirsquo alla madre chrsquoinvii la dispensiera Celatamente e presto al veglio ondrsquoElla 180 Gli sia del mio ritorno annunziatriceraquo

π 154 Detto eccitograve rsquol pastor che arsquo piegrave i giagrave tolti Calzari allaccia ed a cittagrave srsquoavvia Neacute mentre dalla stalla si diparte Sfugge allo sguardo di Minerva Eumegraveo 185 La forma assunta drsquoavvenente e grande Neglrsquoindustri lavor femmina instrutta Accostossi la Dea Di contra apparve Dellrsquoalbergo alla porta ovrsquoera Ulisse Neacute la vide il garzon cheacute non a tutti 190 Son gli Eterni visibili La vide Ulisse ed i mastin che non latracircro Ma con blando gannir corser tremanti Ad appiattarsi della stalla in fondo Corsquo sopracigli Ella accennograve srsquoavvide 195 LrsquoEroe giagrave lungi dallrsquoostel vegraver lrsquoalto Muro processe del cortile e innanzi

LIBRO XVI

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A Minerva risteacute che sigrave gli disse π 167 laquoAmor di Giove accorto Ulisse or parla

Al figliuol tuo nulla tenergli ascoso 200 Macchinata per voi la morte arsquo Proci Ite allrsquoalta cittagrave con voi tra poco Sarograve cheacute di pugnar mrsquoarde la bramaraquo

π 172 Detto il toccograve dellrsquoaurea verga a un tratto Di tunica e di bel nitido manto 205 Il petto gli vestigrave ringiovenillo Il ringrandigrave gli rimbrunigrave rsquol sembiante Ferme le guance steacutesersi e di negri Peli gli si ombreggiograve drsquointorno rsquol mento Ciograve fatto sparve rientrograve lrsquoeroe 210 Attonito il garzon rivolse gli occhi Ad altra parte paventando un Dio Ed laquoOspite ndash sclamograve ndash quanto mutato Or sersquo da quel di prima Ecco altri panni Vesti ed altra mi appar la tua persona 215 Certo sersquo un Nume abitator del Cielo Propizio e pio deh mi ti mostra grate Cadragraventi per mia man vittime e doni Effigiati in or Deh ne risparmiaraquo

π 186 laquoNon son non son io giagrave ndash ripigliograve Ulisse ndash 220 Un immortal percheacute mrsquoagguagli ai Numi Il tuo padre son io per cui sospiri Per cui gran mali tollerando lrsquoonte Dersquo violenti sopportar trsquoegrave forzaraquo

π 190 Detto al sen lo si strinse e rsquol baciograve a terra 225 Giugrave dalle guance gli discorse il pianto Che in suo fermo voler sin qui represse Ma Telegravemaco (ancor non persuaso Che il caro genitor gli stesse innanzi)

π 194 laquoNo ndash replicava ndash no tu non sersquo Ulisse 230 Non sersquo tu rsquol padre mio mrsquoinganna un Nume Acciograve i sospiri creacutescanmi ed il pianto Mortal non ha che da se stesso vaglia Prodigi tali oprar salvo se un Nume Sorgiunga e vecchio o giovine rsquol trasformi 235 Rotto dagli anni in vili cenci avvolto Eri pur dianzi ed or somigli ai Numiraquo

π 201 E rsquol saggio eroe laquoTelegravemaco non lice Stagravendoti qui drsquoappresso il caro padre

ODISSEA

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Attonito mostrarti e stupefatto 240 Qui un altro Ulisse no non verragrave mai Ben io son desso che giagrave molti affanni Sostenni ed errai tanto e che or riveggio Dopo ventrsquoanni la natal mia terra Opra egrave cotesta della predatrice 245 Minerva che a suo grado (e puograve ella tutto) Trasmutarmi si piacque or qual tapino Or qual garzon di ricche vesti adorno Chrsquoegrave leve ai Numi abitator drsquoOlimpo Alzare un uom di gloria in sulle cime 250 O ruinarlo di miseria al fondoraquo

π 213 Tacque e si assise Dellrsquoamato padre Telegravemaco sul petto srsquoabbandona E dagrave in gran pianto Surse in amendue Di gemiti desigraveo metteano strida 255 Piugrave chrsquoaquile o sparvier dallrsquounghie adunche Cui villan duro abbia rapiti i parti Disadatti a trattar lrsquoaere con lrsquoali Cosigrave quersquo dolorosi in dolce pianto Struggeacuteansi e tra i sospir colti gli avrigravea 260 Il tramontar della diurna luce Se Telegravemaco a dir presto non era

π 222 laquoQual nave padre mio qua ti condusse Di qual gente i nocchier Che certo il piede Non ti trasse a calcar drsquoIgravetaca il lidoraquo 265

π 225 laquoNon ti fia ascoso il veacuter figlio diletto ndash Ulisse ripigliograve ndash Mi rimenacircro I Feaci sul mar incliti e presti Qualunque a ricondur che appo lor giunga Addormentato mi guidacircr con ratta 270 Nave per lrsquoonde e qua deposto mrsquohanno In bronzo in ricche vesti ed in moltrsquooro Splendidi doni mi largicircr che ascosi Per celeste voler degli antri in fondo Di questa piaggia Alfine or qua mrsquoaddussi 275 Da Palla ammaestrato acciograve tra noi Consultiam dellrsquoostil turba la strage Or via tutti gli novera ondrsquoio sappia Quanti e quai son costoro Indi agitando Nel fiero animo mio tutti i partiti 280 Vedrograve se noi due soli ad affrontarli

LIBRO XVI

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Bastiamo o se mestier drsquoaltri ne fiaraquo π 240 laquoO padre mio ndash gridograve il garzon ndash lrsquoimmensa

Tua gloria sempre celebrar udigravea Tu sersquo prode di man saggio in consiglio 285 Ma dicesti ardua cosa oppresso tiemmi Alto stupor No contro molti e forti Due soli battagliar non potran mai Non dieci o veacutenti son ma vie piugrave molti I Proci ed ecco il novero or trsquoegrave aperto 290 Di Duligravechio venigravean con sei lor servi Cinquanta due giovani eletti Same Veacutenti e quattro avviograve prodi ben veacutenti Achiva gioventugrave mandograve Zacinto Igravetaca stessa dodici ne aggiunse 295 Dersquo piugrave valenti havvi con lor lrsquoaraldo Medoacutente e un divin vate e due periti Scalchi Se tutti gli affrontiam lagrave dentro Temo che amaro e grave non ti torni Trar da quersquo tanti oltraggiator vendetta 300 Deh pensa dunque o padre mio se trovi Chi ci porga con pronto animo aigravetaraquo

π 258 laquoRisponderograve ma tu pon mente e mrsquoodi ndash Ripigliava lrsquoeroe ndash Giudica dunque Se Minerva ci basti e rsquol suo gran padre 305 O se ci fia mestier chrsquoaltri nrsquoaigravetiraquo

π 262 Ed il saggio garzon laquoQuersquo che nomasti Proteggitor sono possenti Stanno Lassugrave nel Ciel sovrrsquoalte nubi assisi Dominator degli uomini e dersquo Numiraquo 310

π 266 laquoSta ben ndash rispose rsquol Re ndash Gran tempo lungi Non rimarranno no quersquo Sempiterni Nel terribil conflitto allor che dentro Arsquo tetti miei la gagliardigravea di Marte Tra i Proci e noi giudicheragrave Tu allrsquoalba 315 Penetra nel palagio e tra la schiera Di quersquo superbi avvolgiti Me poscia In forma di tapin vecchio mendico Nella cittagrave condurragrave Eumegraveo Se scorgi Lagrave nellrsquoalbergo mio fagravermisi oltraggio 320 Che il tuo tenero cor tolleri in pace Tutti glrsquoinsulti che patir mrsquoegrave forza E dove per li piegrave fuor del palagio

ODISSEA

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Strascinagravessermi ancora e di percosse Alla presenza tua feacutessermi segno 325 Reprimi lrsquoira Dal furore insano A desister gli esorta e con soavi Parole adopra di tornarli in calma Ma niun al tuo voler fia che si pieghi Peroccheacute a tutti rsquol fatal digrave sovrasta 330 Apri ad altro or la mente ed entro il ferma

π 282 Quando mi spireragrave lrsquoalto concetto Pagravellade ricca drsquoottimi consigli Trsquoaccennerograve del capo e tu quantrsquoarmi Giacciono in basso nel palagio tutte 335 Da te rimosse e trasportate in fondo Alla stanza superna ivi depoacutenle Che se drsquoarme rsquol desigraveo pugnesse i Proci E movegravesserti inchiesta e tu con queste Blande parole a illuderli trsquoadopra 340 ldquoLe sottrassi dal fumo cheacute non sono Fulgide piugrave come lasciolle il padre Quando a Troia se nrsquo gigraveo ma si oscuracircro Come fucircr tocche dal vapor del foco Mrsquoinfuse inoltre in cor questo sospetto 345 Giove non vinti da Liegraveo soverchio Appicchiate tra voi zuffa e lrsquoun lrsquoaltro Ferendo il sangue a deturpar trascorra Il convito e le nozze il ferro stesso Irrita lrsquouomo ed a seacute rsquol traggerdquo A noi 350 Due spade due lanciotti e da imbracciarsi Duo di selvaggio bue forti brocchieri Lascia a questi darem di piglio quando A battagliare irromperemo allora Merceacute a Minerva e al sapiente Giove 355 Figraveen resi i Proci attoniti ed imbelli Altro dirotti e tu nel cor lo imprimi Se figliuol mio sei tu se del mio sangue Sei veramente farsquo che alcun non oda Che Ulisse egrave qui non giagrave Laerte rsquol sappia 360 Ned Eumegraveo ned i servi neacute la stessa Penegravelope Noi due soli tu ed io Esplorerem dersquo servi e delle ancelle Lrsquoindole ed il contegno e sigrave vedremo Chi ci onora in suo cor chi di noi teme 365

LIBRO XVI

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Chi a vil ne prende chi bencheacute sigravee degno Drsquoalta osservanza farti oltraggio ardiscaraquo

π 308 Ed il giovane illustre laquoO padre mio Conoscerai spero il mio cor neacute ignavo Ned insensato mi terrai ma questo 370 Partito util non pagravermi or teco il pensa Tentando i servi ad uno ad un dovresti Lungi nersquo campi errar gran tempo e indarno I Proci intanto senza sosta o modo Tranquilli in tua magion le tue sostanze 375 Divoreranno Ti conforto adunque Tra le ancelle osservar qual nrsquoave a scherno Qual sia innocente ma tentare i servi Percorrendo le stalle or non vorrei Meglio torna indugiar se ti diegrave Giove 380 Veracemente di vittoria un segnoraquo

π 321 Mentre alternan tra lor queste parole Giunse a cittagrave la nave che da Pilo Telegravemaco ersquo compagni radducea Del porto entrati nersquo capaci vadi 385 Tiracircro in secco il legno abili servi Rimossero gli attrezzi ersquo preziosi Doni alle case indi recacircr di Clito Poscia un araldo alla magion drsquoUlisse Spacciacircro ad annunziar alla sua donna 390 Che era rsquol figlio nersquo campi e chrsquoei prescrisse Drizzar vegraver la cittagrave del legno il corso Non forse in sua tremante alma lrsquoesimia Regina tristi ancor lagrime spanda Eumegraveo e lrsquoaraldo si scontracircr per via 395 La medesma novella ambi recando Posto il piegrave nella reggia il banditore Tra le ancelle gridograve laquoGiugravenseti rsquol caro Figlio o Reginaraquo Indi rsquol pastor accosto Di lei si pose e con sommessa voce 400 Spose ciograve che Telegravemaco glrsquoingiunse Quindi veloce srsquoavviando ai branchi Gli atrii lasciava e lrsquoalta reggia addietro

π 342 Ma costernati drsquoanimo e dolenti Uscigraveeno i Proci del regal palagio 405 Ed appo rsquol muro del cortil davanti Alle porte si assisero A dir primo

ODISSEA

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Il Polibide Eurigravemaco si feacuteo π 346 laquoCerto amici superba ed ardua impresa

Telegravemaco fornigrave questo viaggio 410 Pur dicevam ldquoNol compieragraverdquo Su via Lanciam la miglior nave ed i piugrave sperti Regravemigi congreghiam percheacute al piugrave presto A rincasarsi movano i compagniraquo

π 351 Cessograve appena dal dir che giagrave la nave 415 Rivolto al lido Anfigravenomo scorgea Nellrsquoalto porto entrar altri le vele Ripiega ed altri giugrave depone i remi Rise e laquoNon piugrave srsquoinvii messo niuno Egraveccoli in porto ndash esclama ndash O li fersquo accorti 420 Un Nume o trapassar videro il legno Ma di ghermirlo fatto lor non venneraquo

π 358 Sorsero e al lido srsquoavviacircr tirata La nave in secco trasportacircro i servi Gli attrezzi e lrsquoarmi A far consulta i Proci 425 Strigravensersi neacute assentir chrsquoaltri con loro Giovine o vecchio si sedesse Allora LrsquoEupigravetide Antigravenoo tra lor esclama

π 364 laquoOh come i Numi da sigrave fier periglio Liberacircro costui Lrsquointero giorno 430 Sedean le scolte sui ventosi gioghi Con veci alterne poi corcato il Sole Non passammo la notte in terra mai Ma navigando sul veloce legno Aspettavam lrsquoaurora insidiando 435 Per uccider Telegravemaco un Nume Che alla terra natigravea salvo il raddusse Ordiagravemgli or qui morte crudele e certa No sin chrsquoei vive non potrem lrsquoimpresa Che in mente rivogliam compier mi penso 440 Saggio diserto egli egrave neacute come un tempo Abbiam piugrave lrsquoaura popolar seconda Affrettagravetevi dunque anzi che egli abbia Convocati gli Achivi a parlamento Neacute pacato credrsquoio neacute mansueto 445 Si mostreragrave ma in foco drsquoira acceso Sorto in piegrave ci apporragrave tra rsquol popol tutto Che gli ordimmo crudel morte ma indarno Certo a cotanto rio dar non potranno Loda gli Achei ben crsquoimporran condegna 450

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Pena cacciati dalla patria in bando Profughi andremo appo straniere genti Antivenirlo egrave drsquouopo e lagrave nersquo campi Lungi dalla cittagrave spegnerlo o quando Riederagrave Posseduto il suo retaggio 455 Il partirem tra noi soli egualmente Ed alla madre lascerem la reggia DrsquoUlisse ed a colui che fia lo sposo Che se questo mio dir non vi talenta Se volete chrsquoei viva che i paterni 460 Beni tutti possegga or via restiamo Dal divorar qui congregati tutte Le sue care sostanze in sua magione Ciascun corsquo doni suoi chiegga a consorte Penegravelope chi a lei dote piugrave ricca 465 Porge od il fato le presceglie impalmiraquo

π 393 Tacque neacute ruppe alcun lrsquoalto silenzio Anfigravenomo a parlar surse di Niso Arezigraveade regal prole ei mosse Capo dersquo Proci che dal frumentoso 470 Duligravechio uscicircr accetto alla regina Nrsquoera il sermon cheacute retta mente egli ebbe Affettuoso arsquo suoi converso ei disse

π 400 laquoQuanto a me certo non vorrograve compagni Telegravemaco trafitto egrave grave egrave indegno 475 La regia stirpe struggere ben vuogravelsi Prima dersquo Numi consultarne rsquol senno Ove rsquol dritto che origina da Giove Corsquo suoi decreti ciograve raffermi io stesso Con questa man vorsquo uccigravederlo e voi tutti 480 A far ciograve stesso incorerograve Se avversi Ce rsquol divietan gli Eterni a star vi esortoraquo

π 406 Piacque il sermon drsquoAnfigravenomo Repente Sursero e srsquoavviacircr verso la reggia Rientrati posacircr sui tersi seggi 485

π 409 Ma comparir drsquoinnanzi arsquo violenti Penegravelope fermograve Cheacute la tramata Morte darsquo Proci al suo figlio diletto Nella propria sua reggia Ella giagrave udigraveo Medoacutente il banditor la fece accorta 490 Cui non erano ascosi i rei disegni Lrsquoesimia donna traversograve veloce La sala con le ancelle e come giunse

ODISSEA

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Dinanzi ai pretendenti in sulla soglia Della porta risteacute drsquoun sottil velo 495 Adombrata le guance AllrsquoEupitigravede Rivograveltasi il garrigravea con questi accenti

π 418 laquoVil di misfatti artefice e di guai Antigravenoo scellerato e glrsquoItacensi Te fra i tuoi pari in senno ed in facondia 500 Tengono il primo Oh tal non fosti mai A Telegravemaco mio deh percheacute trami O perfido la morte e non ti tocca Pietade rsquol cor degli ospiti che guarda Giove dal Ciel Non egrave giagrave pio consiglio 505 Alterne stragi macchinar O forse Ignori tu che in questa reggia stessa Riparograve il padre tuo giagrave fuggitivo Lrsquoaspra temendo popolar vendetta Concitato srsquoavea lrsquoira di tutti 510 Percheacute i Tafi ladron seguendo nocque Arsquo Tesprograveti con lega a noi congiunti Giagrave struggeacuteansi drsquouccigravederlo e del petto Trargli rsquol cor e ingoiar le sue dovizie Ma sorse Ulisse rsquol divietograve Glrsquoirati 515 Quantunque ardenti di ferir contenne Tu lrsquoaver gli consumi o inverecondo La consorte ne ambisci il figlio uccidi Me drsquoaspro duol trafiggi Or via lrsquoingiungo Cessa e rsquol costor mal animo reprimiraquo 520

π 434 E rsquol Polibide laquoIcagraveride prudente Farsquo cor neacute cura tal trsquoagiti lrsquoalma Non egrave neacute vrsquoebbe ned alcun fia mai Che la man sul tuo figlio alzare ardisca Sin chrsquoio spiri e questi occhi apra alla luce 525 Questo dico neacute invan cheacute il costui sangue Ratto giugrave scorrerigravea per la mia lancia Fitto mrsquoegrave nel pensier come sovente Lrsquoeversor di Cittagrave lrsquoinclito Ulisse Sul ginocchio mrsquoaccolse ed abbrostite 530 Carni tra man porgeacuteami ed il vermiglio Bacco mrsquooffrigravea Non egravemmi altro mortale Caro al par di Telegravemaco non tema Morte darsquo Proci ei no ma se gli Eterni La fermasser lassugrave schermo non havviraquo 535

π 448 Dicea cosigrave per affidarla intanto

LIBRO XVI

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Volgeva del garzon lrsquoeccidio in mente Risalita alle sue splendide stanze Pianse Ella Ulisse il suo sposo diletto Fincheacute drsquoun dolce sonno le palpegravebre 540 Soavemente le gravograve Minerva

π 452 Eumegraveo srsquoaddusse allrsquoimbrunir del giorno Al rege ed a Telegravemaco che in pronto Miser la cena poi che molle ai Numi Verro sagrificacircr Se non che Palla 545 Fagravettasi presso al divo erse drsquoun tocco Della sua verga assumere gli feacuteo Di vegliardo la forma e dersquo suoi cenci Primi lo rivestigrave percheacute il pastore Vigravestol in faccia nol ravvisi e porti 550 Alla saggia Penegravelope lrsquoannunzio Mal guardando in suo cor lrsquoalto segreto

π 460 laquoRitorni Eumegraveo diletto ndash a dir primiero Telegravemaco si feacutea ndash Qual grido suona Per la cittagrave Gli oltracotati Proci 555 Ritornacircr dallrsquoagguato od ispiando Stanno ancora sul mare il mio ritornoraquo

π 464 E tu cosigrave gli rispondesti Eumegraveo laquoNeacute investigar neacute chiedere di questo Nel traversare la cittagrave mi calse 560 Ratto portar lrsquoavviso e qui redire Pungeacutevami desigraveo Bensigrave lrsquoaraldo Agile messaggier dersquo tuoi compagni Mrsquooccorse che di te primo alla madre La novella recograve Questo so ancora 565 Che rsquol vider gli occhi miei Distando poco Dalla Cittagrave lagrave dove sorge il colle Sacro a Mercurio vidi entrar nel porto Con molta gioventugrave legno veloce Drsquoaste ancipiti carco e di brocchieri 570 Dersquo Proci rsquol tenni ma nol so di fermoraquo La sacra possa del garzon sorrise Ed al padre ammiccograve cauto schivando Gli sguardi del pastor Fornita ogni opra E giagrave la mensa in punto pasteggiacircro 575 E dersquo cibi egualmente compartiti Tutti gioicircro Drsquoesca e di bevande Ripresso il desiderio si corcacircro Ersquo giocondi gustacircr doni del sonno

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LL II BB RR OO XX VV II II

Arrivo di Telegravemaco alla Cittagrave drsquoIgravetaca

GGIAgrave comparsa era in Ciel rosea le dita La figlia del Mattin quando avvincea Sotto le piante i bei calzar lrsquoamato Figlio drsquoUlisse alle sue mani adatta Tolse valida lancia e giagrave disposto 5 Drsquoir a cittagrave cosigrave al pastor dicea

ρ 6 laquoAd Igravetaca me nrsquo vo diletto Eumegraveo Acciograve la madre mi riveggia certo Non cesseragrave dal gemer doloroso Neacute dalle tristi lagrime se prima 10 Reduce non mrsquoiscorge Or tu ciograve adempi Guida a cittagrave questrsquoospite infelice Percheacute rsquol vitto srsquoaccatti a chi fia in grado Gli porgeragrave la ciotola ed il tozzo Tolto mrsquoegrave tutti sovvenir cheacute lrsquoalma 15 Combattuta sentrsquoio drsquoaspri tormenti Se monta in ira lrsquoospite piugrave grave Patiragrave la sventura uom franco e presto A dir la schietta veritagrave son ioraquo

ρ 16 laquoNed io giagrave bramo ndash rispondeacuteagli Ulisse ndash 20 Chrsquoaltri qui amico mi rattenga giova Piugrave che nersquo campi lrsquoaccattare il cibo Nella cittagrave ad un misero Chi vuole Mi sovverragrave cheacute star presso alle stalle E fornir tutto che mrsquoingiunge il sire 25 Contegravendemi lrsquoetagrave ma varsquo e mi fia Guida questrsquouom come imponesti tosto Che rsquol foco alquanto ed il calor del Sole Conforterammi Ho tristi panni e temo Non mi sia rsquol gelo mattutin funesto 30

LIBRO XVII

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Cheacute distar odo la cittagrave drsquoassairaquo ρ 26 Disse veloce uscigrave fuor della stalla

Telegravemaco ed il fato ultimo arsquo Proci Gigravea nella mente seminando Giunto Appo la reggia srsquoarrestograve ad unrsquoalta 35 Colonna appoggiograve lrsquoasta e oltrevarcato Di marmo il limitar nellrsquoaula entrava

ρ 31 La nutrice Euriclea che i seggi adorni Di velli ricoprigravea primiera il vide Piangendo accorse a lui diritto lrsquoaltre 40 Del Re fantesche tutte circuicircrlo Giagrave lrsquoabbracciano a gara e chi sul capo Chi baci sopra gli omeri gli imprime

ρ 36 Dalle stanze superne indi sorvenne A Diana ed alla bionda Citeregravea 45 Penegravelope sembiante al figlio amato Gettograve le braccia lagrimando intorno Baciogravegli rsquol capo ersquo begli occhi lucenti E gemendo movea preste parole

ρ 41 laquoVenisti o luce desiata e dolce 50 Telegravemaco Non piugrave di rivederti Sperai dal digrave che navigasti a Pilo Celatamente e contro il desir mio Del caro genitor dietro alla fama Deh tu mi narra omai ciograve che vedestiraquo 55

ρ 45 laquoNon provocarmi al pianto o Madre mia ndash Il garzon saggio rispondea ndash neacute troppo Mrsquoagita il cor nel petto or che da morte Dispietata campai ma preso un bagno Cingi nitide vesti e con le ancelle 60 Salita ad alto di ferir prometti Ecatombe solenni arsquo numi tutti Se Giove arsquo falli la vendetta adegua Alla piazza or me nrsquo vo per chiamar ivi Lrsquoospite che da Pilo mi seguigraveo 65 Io lo spediva corsquo miei prodi innanzi Dando carco a Piregraveo che in sua magione Il conducesse e in lieta guisa accolto Gli fesse onor sin chrsquoio qui mrsquoadducessiraquo

ρ 57 Tacque neacute via fuggigrave per lrsquoaure a volo 70 Di Telegravemaco il detto Il bagno prese Penegravelope vestigrave candidi panni Voacuteto feacuteo di offerire a tutti i Numi

ODISSEA

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Ecatombe solenni ove lrsquoOligravempio Condegna allrsquoopre la vendetta adegravempia 75

ρ 61 Con lrsquoasta in mano uscigraveo fuor del palagio Il giovine regal peacutestangli lrsquoorma Due ratti cani Pagravellade diffuse Sopra tutta la sua bella persona Celeste grazia e rsquol popolo giagrave accorso 80 Stupigravea veggendo incedere lrsquoeroe Gli alteri Proci il circuicircr con blande Parole si studiavano di accocircrlo Ma nellrsquoimo del cor gli ordigravean sventure Tolto alla turba si recograve ove stanno 85 Megraventore Agraventifo ed Aliterse antichi Paterni amici ivi si asside e quelli Di tutte cose interrogacircrlo Intanto Il forte agitator drsquoasta Piregraveo Che traversata la cittagrave guidava 90 Allrsquoadunanza il forestier sorgiunse Neacute dallrsquoospite suo risteacute lontano Telegravemaco ma presso gli si pose

ρ 74 Primo a dir fu Piregraveo laquoLe ancelle invia Telegravemaco al mio albergo acciograve ti mandi 95 I presenti che a Te porse lrsquoAtrideraquo

ρ 77 Ed il garzon laquoQuai figraveen gli eventi egrave ignoto Se i Proci a tradigion nellrsquoostel mio Mrsquouccideranno ed i tesor paterni Divideragravensi vorsquo che i don tu goda 100 Anzi che alcuno di costor ma srsquoio Strage ne menerograve tu alla magione Lieto li reca del tuo lieto amicoraquo

ρ 84 Posto fine al suo dir guidograve al palagio Lo straniero infelice Ivi deposte 105 Sui ricchi seggi le villose vesti Entracircr nel bagno e poi che astersi ed unti Fucircr dalle ancelle drsquoodorate essenze E di manti e di tuniche coperti Sui seggi collocacircrsi E qui lrsquoancella 110 Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Lrsquoacqua alle man versava indi lor stese Lucida mensa Candido vrsquoimpose La veneranda dispensiera il pane Con molte elette dapi e quelle inoltre 115 Che tenea in serbo Stagravevasi di fronte

LIBRO XVII

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La genitrice su drsquoun seggio accolta Non lungi dalla porta e gigravea torcendo Porporini bei velli Alle vivande Steser ambo le mani e poi chrsquoestinto 120 Ebber dei don di Cegraverere e di Bacco Il desiderio a dir prese la madre

ρ 101 laquoOr vo suso Telegravemaco a corcarmi Nel letto testimon dersquo miei sospiri E che dersquo pianti miei sempre srsquoasperge 125 Dal digrave che ad una con gli Atridi ad Igravelio Ulisse veleggiograve cheacute a te non piace Pria che addugravecansi qui gli iniqui Proci Aperto dirmi ciograve che del ritorno Del padre tuo presso altre genti udistiraquo 130

ρ 107 laquoTutto che so dirotti o Madre mia ndash Telegravemaco rispose ndash A Pilo andammo Presso il pastor di popoli Nestograverre Con lieto viso accogravelsemi in sua reggia Qual padre il figliuol suo che allrsquoimprovviso 135 Dopo lunga stagion drsquoaltronde arrivi Tal ei benigno ed i suoi figli illustri Mrsquoaccolsero Pur ei nulla del padre Diceacuteami cheacute se vive o se perigraveo Contezza alcun mortal non gli diegrave mai 140 Al prode Menelao quindi avviommi Con nobil cocchio e rapidi corsieri Egravelena Argiva vidi io lagrave per cui Tal degli Eterni era il voler cotante Disventure paticircr Tegraveucri ed Argivi 145 Tosto chiegravesemi rsquol Re qual uopo a Sparta Adduceacutevami ed io nulla gli ascosi

ρ 124 Ratto ei proruppe in questi accenti ldquoOh Numi Dunque vil branco di codardi agogna Nel talamo giacer di quel possente 150 Quai cerbiatti lattanti che nellrsquoantro Di fier lion ripone incauta cerva Indi per gioghi e per erbose valli Vagravessene a pasturar quandrsquoecco riede La belva al lustro e dispietata e turpe 155 Mena strage di tutti in simil foggia Ulisse i Proci immoleragrave O gran padre Giove o Minerva o Febo Ah fate voi Che tal ersquo sia qual fu giagrave un tempo quando

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Disfidato dal prorsquo Filomelide 160 Lagrave sulla forte Lesbo a lottar sorse Impetuoso e lrsquoatterrograve festose Grida alzarono al Ciel tutti gli Argivi Oh Tal sendo costoro egli affrontasse Nozze avrebbono amare e morte pronta 165 Quanto a ciograve che mi chiedi e udir ti egrave tardo Schietto il dirograve neacute paventar drsquoinganno Neacute ascoso giagrave terrograve ciograve che rsquol verace Veglio marin mi fece manifesto Digravessemi che in solinga isola ei vide 170 Patire Ulisse aspro martigraver appresso Alla Ninfa Calipso che in sue case Per forza il si ritien ned al natigraveo Paese redir puograve Cheacute di navigli Di regravemigi in difetto il vasto dorso 175 Trascorrere non puograve del mar ondosordquo

ρ 147 Cosigrave rsquol pugnace Menelao Poi chrsquoebbi Fornito ciograve partii propizio rsquol vento Gli Eterni mrsquoinviacircr che mi raddusse Velocemente alla natigravea contradaraquo 180

ρ 150 Commosso rsquol cor addentro si sentigraveo A quersquo detti Penegravelope Ma in questa Sorse tra lor da un Nume esagitato Teocligravemene laquoO veneranda ndash esclama ndash Sposa drsquoUlisse Certo aperti e chiari 185 Non vide Atride no questi destini Tu pon mente al mio dir chrsquoor del futuro Squarciato rsquol velo trsquoappaleso il tutto Giove massimo Iddio renda al mio detto Testimonianza e questa ospital mensa 190 E rsquol sacro focolar a cui rifuggo Dellrsquointrepido Ulisse or mentre parlo Sta in disparte ei seduto in questa terra Od occulto aggirandosi raccerta I commessi delitti o nella mente 195 Semina arsquo Proci tutti orrida morte Tal fu lrsquoaugurio che seggendo io scersi Nella nave e che al tuo figlio chiarigravearaquo

ρ 162 laquoAh se questo tuo detto ospite mio Srsquoadempiragrave ndash Penegravelope soggiunse ndash 200 Del grato animo mio subito avresti Tai pegni che scontragravendoti ciascuno

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Compitamente ti terrigravea beatoraquo ρ 166 Questo lrsquoalterno ragionar tra loro

Ma dellrsquoIgravetaco eroe raccolti i Proci 205 Davanti alla magion prendean diletto A lanciar dischi ed a vibrar quadrella Lagrave sul vasto cortil dove pur dianzi Pompa feacutean drsquoinsolenza Ma sorgiunta Del pasto lrsquoora e addoacutettevi dai campi 210 Le vittime da lor che a tale incarco Eran preposti favellograve Medoacutente (Degli altri araldi era costui piugrave caro Arsquo Proci e sempre arsquo lor prandi assistea)

ρ 174 laquoO giovanetti A pien vi ricreaste 215 Nersquo giochi or nel palagio rientrati Per noi la cena appregravestisi cheacute grave Certo non egrave prender la cena in temporaquo

ρ 177 Detto sorsero pronti ed avviati Rientracircr nel palagio su i bei seggi 220 I manti lor deposero e sgozzacircro Grandi montoni e saginati verri Immolacircr pingui capre un bue di torma E fu posta la mensa Ulisse intanto Vegraver la cittagrave con il pastor movea 225

ρ 184 E questi laquoO forestier poicheacute oggi brami Ir a cittagrave come rsquol Signor lrsquoingiunse (Certo qui di lasciarti io preporrei Custode delle stalle ma pavento Chrsquoei non srsquoirriti meco e mi rampogni 230 Perograve che dersquo Signor gravi son lrsquoire) Mettiagravemci in via Passograve del digrave gran parte Ed a sera vie piugrave lrsquoaer si aggelaraquo

ρ 192 E lrsquoaccorto signor tosto rispose laquoBen mrsquoappongo al tuo dir ben ciograve che imponi 235 Nellrsquoanimo rivolsi anche assai prima Orsugrave moviam precedimi e se tieni Reciso un ramo dagravellomi a sostegno Dersquo passi miei perograve chrsquoesser dicesti Alpestre e sdrucciolevole la viaraquo 240

ρ 197 Detto gettava agli omeri drsquointorno Vil zaino in brani a torta corda appeso E rsquol baston che bramograve diegravedegli Eumegraveo Mossero entrambi a custodir le stalle Quivi i cani restacircro ed i pastori 245

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Cosigrave a veglio mendico simigliante Di cenci avvolto e in sul baston sorretto Il Re a cittagrave guidagravevasi da Eumegraveo

ρ 204 Processer per sentier aspro e non lungi Dalla cittagrave pervennero alla fonte 250 Dalle bellrsquoonde drsquoartificio egregio Da cui tutti attigneano i cittadini Igravetaco giagrave Negraverito e Polittograverre La construicircr ergeacutevasi drsquointorno Drsquoalni cresciuti in mezzo allrsquoonde un bosco 255 Mormorando cadean le gelidrsquoacque Dallrsquoalto drsquouna roccia in su di cui Estolleacuteasi un altar sacro alle Ninfe Dove floridi serti rsquol viandante Alzando voacuteti allrsquoalme Ninfe offrigravea 260 Qui rsquol Dogravelide Melagravenzio in lor srsquoavvenne Conduceva le capre il fior del gregge Per la cena dersquo Proci e due il seguigraveeno Altri pastor Vederli ed assaltarli Con grida ed onte fu per esso un punto 265 Tal che drsquoUlisse rsquol cor tutto commosse

ρ 217 laquoOr sigrave egrave ben detto ldquoun tristo egrave scorta a un tristordquo Cheacute rsquol sigravemile al simigravel sempre srsquoaccograveppi Permette un Nume Oh dove dunque meni Stolto pastor questrsquoimportun mendico 270 Di mense vorator che ritto addosso A molte porte logreragrave le spalle Pel tozzo e non fia mai che nersquo certami O di tripode o drsquourne al pregio aspiri Che se rsquol mi dessi a custodir le stalle 275 A purgarmi rsquol cortile a recar frasca Arsquo miei capretti del mio sier beendo Colmo avrigravea presto e rilevato il fianco Ma dotto nel mal far schifa il travaglio Erra per la cittade ed accattando 280 Del ventre agogna satollar la rabbia Pur ciograve dichiaro ed avverragrave srsquoegli entra Nella magion del Re molti sgabelli Scagliati dalle man dersquo Proci intorno Voleranno al suo capo e darsquo suoi rotti 285 Fianchi nellrsquoaula rimbalzar vedragravensiraquo

ρ 233 Detto rsquol furente irrompe e nella coscia Diegravegli drsquoun calcio ma fuor della via

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Nol sospinse ei restograve saldo e inconcusso Qui rsquon seacute volgea srsquoei gli srsquoavventi addosso 290 E col baston lrsquouccida o se il sollevi E rsquol getti a terra e gli sfracelli rsquol capo Ripresse lrsquoira e tollerograve Ma bieco Vibrograve a Melagravenzio rsquol buon pastor dersquo verri Lo sguardo e forte il rimbrottograve indi orando 295 Ad alta voce sollevograve le palme

ρ 240 laquoNinfe Nagraveiadi Ninfe o voi leggiadra Prole di Giove se il mio re mai vrsquoarse Lombi di candidrsquoadipe coverti Drsquoagnelli e di capretti or questo voacuteto 300 Mrsquoadempite ritorni a noi quel grande E rsquol guidi un Nume Come allor fia tutto Quel tuo fasto disperso e la burbanza Con che nrsquooltraggi tu chrsquoerri pur sempre Per la cittade e per tua colpa intanto 305 Da pessimi pastor pegraverdesi rsquol greggeraquo

ρ 247 laquoOh Che mai latra ndash ripigliograve Melagravenzio ndash Questo sfacciato can mastro di frodi Ma ben io lrsquoaddurrograve su nave bruna Lungi da questo lido acciograve mi venga 310 Dalla vendita sua lucro non leve Cosigrave rsquol nume dal grande arco drsquoargento Telegravemaco saetti oggi in sue case O dersquo Proci per man caggia trafitto Come dal suol natigraveo lungi ad Ulisse 315 Del ritorno fu rsquol digrave tolto per sempreraquo

ρ 254 Detto si dipartigrave quersquo duo lasciando Che a passi lenti procedean veloce Alla magion del Re subito ei giunse Comrsquoegli entrograve sedeacutevasi tra i Proci 320 Ad Eurigravemaco in faccia a cui diletto Era drsquoassai Donzelli a ciograve preposti Parte gli poser delle carni innanzi Poacutersegli rsquol pan lrsquoantica dispensiera Ulisse ed il pastore al regio albergo 325 Appropinquati in questa srsquoarrestacircro Scorrea di cava cetra a lor drsquointorno Dolce armonia di Fegravemio egraverane rsquol canto Presa il Re allora del pastor la mano

ρ 264 laquoEumegraveo ndash soggiunse ndash certo rsquol maestoso 330 Palagio esser convien questo drsquoUlisse

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Agevolmente ravvisar tra molti Lo si potrebbe cheacute lrsquoun palco allrsquoaltro Sovrasta di muraglie e di steccati Egrave munito il cortil doppie e ben forti 335 Sorgon le porte niuno a viva forza Sormontarlo potrigravea Mrsquoaccorgo inoltre Che vivandar colagrave denno ben molti Delle dapi lrsquoodor spagravergesi intorno Odo la cetra risonar che fecircro 340 Gioconda amica delle mense i Numiraquo

ρ 272 laquoTrsquoapponi al veacuter ndash soggiunse Eumegraveo ndash neacute mostri In tutte cose men sagace ingegno Su via pigliam partito o tu primiero Entra nel ricco albergo ed ivi arsquo Proci 345 Meacutesciti ed io qui stommi o se trsquoaggrada Restar ti antiverrograve neacute star piugrave a bada Non forse alcun veggegravendoti al di fuori Ti fieda o ti discacci a ciograve pon menteraquo

ρ 280 laquoNon piugrave ndash replicograve Ulisse ndash A dissennato 350 Uom non favelli Entra primiero ed io Qui rimarrograve Di doglie e di ferite Sperto son io qui dentro unrsquoalma chiudo Tollerante drsquoassai cheacute molti e gravi Infortuni tra lrsquoarmi e in mar sostenni 355 Questi a quersquo mali aggiugravengansi Non pate Contrasto il vorator ventre funesto Che di sigrave fieri guai le genti attrista Per cui srsquoarman le navi e nel mar alto Volano ad infestar piagge nemicheraquo 360

ρ 290 Queste tra lor movean parole quando La testa sollevograve gli orecchi tese Argo drsquoUlisse il can chrsquoivi giacea Giagrave rsquol nutrigrave di sua man lrsquoeroe medesmo Ma cocircrne frutto non poteacuteo cheacute prima 365 Alla volta del sacro Igravelio partigravea Giagrave un digrave rsquol guidograve contra silvestre capre E cervi e lepri gioventugrave animosa Ma lontano il Signor giacea or negletto Di buoi di muli lagrave nel molto fimo 370 Innanzi allrsquoalte porte accumulato Fincheacute darsquo servi si trasporti e sparga I vasti a fecondar campi drsquoUlisse Quivi coperto di rodenti zecche

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Corcato Argo si stava Incontinente 375 Fattosi accorto che lrsquoeroe gli egrave presso Scosse la coda ed abbassograve gli orecchi Ma trarsi a piegrave del Re forza non ebbe Ulisse il vide e vograveltosi allrsquoindietro Asterse il pianto ed il celograve ad Eumegraveo 380

ρ 305 Oppresso di stupor ratto soggiunse laquoVeggrsquoio diletto Eumegraveo steso nel fimo Can di rara beltagrave ma certo ignoro Se con tal forma fu rapido al corso O neghittoso come quei da mensa 385 Che in lor delizie nugravetronsi dai regiraquo

ρ 311 laquoAhi questo egrave rsquol cane ndash rispondesti Eumegraveo ndash Drsquoun eroe che perigrave quinci lontano Se tal fosse di corpo e tal negli atti Qual giagrave Ulisse il lasciograve mentrrsquoigraveva ad Igravelio 390

Stupor ti prenderigravea veggendo quanto Agile nrsquoera e forte Indarno sempre Fiera chrsquoegli adocchiograve fuggir nel cupo Della selva tentograve peroccheacute niuno Ormando rsquol vinse Da guai domo or langue 395 DrsquoIgravetaca lunge rsquol sir perigraveagli e pigre Non prendono di lui cura le ancelle Cheacute quando del padron lrsquoimpero cessa Gli uffizi lor tengono a vile i servi Dimezza la virtugrave Giove al mortale 400 Comrsquoei dal giorno del servaggio egrave coltoraquo

ρ 324 Detto entrograve nella reggia e verso i Proci Diritto srsquoavviograve Come Argo vide Lrsquoamato sir dopo dieci anni e dieci Al Destin della morte atra soggiacque 405

ρ 328 Telegravemaco primier fu che lrsquoentrata Del pastor avvisograve nel regio albergo Ratto drsquoun cenno a seacute rsquol chiamograve ed ei volse Lo sguardo intorno ed un giacente scanno Prese ove pria sedea lo scalco molte 410 Carni arsquo Proci partendo Al desco presso Di contra al giovin lo piantograve e si assise Una di dapi porzion lrsquoaraldo Recogravegli e tolto da un canestro il pane

ρ 336 Non guari andograve che Ulisse anco vrsquoentrava 415 In forma di tapin veglio mendico Avvolto in turpi cenci e sul nodoso

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Baston sorretto Assiso in sulla soglia Frassigravenea della porta a un cipressino Stipite srsquoappoggiograve chrsquoabile mastro 420 A filo alzava e ripuligravea con arte Telegravemaco il pastor chiama e rsquol pan tutto Preso da un bel canestro e quante carni Capigraveangli tra le palme a dir si prese

ρ 345 laquoTersquo queste dapi al forestier le porgi 425 E gli comanda mendicar in giro Darsquo Proci cheacute rsquol pudor dicrsquoei non giova Ad uom che giace di miseria al fondoraquo

ρ 348 Ito il pastor disse allrsquoeroe laquoStraniere Ciograve ti manda Telegravemaco e trsquoingiunge 430 Da tutti i Proci di accattar in giro Cheacute al mendico il pudor dicrsquoei non giovaraquo

ρ 354 laquoOligravempio Re Deh fammi tra gli umani ndash Lrsquoeroe sclamograve ndash Telegravemaco beato Quantrsquoagita nel cor tutto gli adempiraquo 435

ρ 356 Ed ecco ad ambe man prendendo il tutto Sul turpe zaino innanzi arsquo piegrave rsquol si pose Cibagravevasi fincheacute di Fegravemio rsquol canto Nellrsquoaula risonograve ma come al pasto Diegrave fine anco il divin vate cessava 440 Alto rumor per entro allrsquoaula intanto Levagravevasi dai Proci Apparve allora Ad Ulisse Minerva ed esortollo Dai Proci rsquol vitto a mendicar ondrsquoegli Raccerti e scevri dal nocente il giusto 445 Bencheacute a morte sfuggir nullo pur deggia A destra srsquoavviograve nrsquoandograve alla cerca Stendendo a ognun la man come gran tempo Accostumato ad accattar si fosse Tocchi fucircr di pietade il sovvenicircro 450 E non senza stupor chiedean lrsquoun lrsquoaltro Chi fosse e donde il forestier A un tratto Srsquoalzograve il caprar Melagravenzio e sigrave rispose

ρ 370 laquoQuanto a costui mrsquoudite o dellrsquoesimia Regina amanti chrsquoio pur dianzi rsquol vidi 455 Dersquo verri rsquol guardian qui rsquol conducea Ma di qual gente vagraventisi lrsquoignororaquo

ρ 374 Antigravenoo in questa rimordea rsquol pastore laquoO troppo noto Eumegraveo percheacute guidasti A cittade costui Non abbiam forse 460

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Erranti infesti mendicanti in copia Peste dersquo nostri deschi O nulla curi Che lrsquoaver del tuo Re qui si consumi Da tanta schiera che neacute so ben donde Questi ancora chiamastiraquo A cui rsquol pastore 465

ρ 381 laquoBencheacute prode sigravee tu non ben favelli Chi mai drsquoaltronde un forestiere invita Dove in arte non fosse ammaestrato Utile ai piugrave Come profeta o dotto Di morbi fugator o fabbro in legno 470 Od altissimo vate che nrsquoalletti Cantando Questi sulla terra immensa Illustri sono ed a seacute ognun li chiama Non lrsquoigravenope che viene a logorarti Se non che tu fra i Proci tutti acerbo 475 Corsquo servi del mio Re fosti mai sempre E via piugrave meco ma di ciograve non calmi Fincheacute lrsquoalma Regina e rsquol deiforme Telegravemaco vivragravennomi benigniraquo

ρ 393 E Telegravemaco laquoAcquegravetati ndash riprese ndash 480 Che piugrave lungo sermon non gli si addice Usanza egrave di costui con aspri detti Oltraggiarne e incitar gli altri allrsquooltraggioraquo Indi con ratte voci laquoAntigravenoo ndash disse ndash Cura di me prendi qual padre e ingiungi 485 Con acerrimo dir che quinci in bando Cagraveccisi lo stranier ciograve tolga un Dio Prendi e gli dagrave non io giagrave rsquol ti divieto Anzi rsquol ti chieggio neacute alla madre mia Neacute dar noia per ciograve potresti ai servi 490 Che in seacute rinchiude la magion drsquoUlisse Pur tal pensier non cape in Te cheacute brami Divorar sigrave ma non far parte altruiraquo

ρ 405 laquoDicitor insolente indomitrsquoalma ndash Antigravenoo ripigliograve ndash che dir osasti 495 Se i Proci tutti fegravessergli quel dono Chrsquoio gli riserbo certo per tre Lune Non porrigravea no su queste soglie rsquol piederaquo

ρ 409 Detto afferrograve con minaccevol atto Il sotteso sgabel su cui posava 500 Vivandando i piegrave molli Il sovvenicircro Tutti gli altri e gli empicircr di pan di carni Lo zaino tosto onde redir si mosse

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Verso la soglia per gustar dersquo Proci Le vivande ma presso allrsquoEupigravetide 505 Fermossi e gli drizzograve questo sermone

ρ 415 laquoPogravergimi o buono qualche don non sembri Lrsquoultimo no ma degli Achivi rsquol primo Anzi sei pari a Re quindi largirmi Piugrave chrsquoaltri ti srsquoaddice ed io per tutta 510 Lrsquoimmensa Terra spargerograve tue laudi Felice un tempo anchrsquoio ricco palagio Abitava e porgea spesso a un ramingo Qual fosse e di qual tempra il suo bisogno Tanto che a pieno lo rendea contento 515 Schiera di servi e gran dovizia e quanto Uom brama me nel novero avean posto Di lor che rsquol mondo avventurosi chiama Ma Giove che fermograve la mia rovina (Sagravessel egli rsquol percheacute) con vagabondi 520 Pirati lagrave in Egitto ir mi sospinse Lungo viaggio ovrsquoio perir dovea Nel fiume Egitto il mio navil fermai Quivi a restar nersquo legni ed a condurli Nel porto arsquo miei prodi compagni ingiunsi 525 Indi spedigraveali ad esplorar sui gioghi Onde contezza aver della contrada Questi cedendo al cieco impetuoso Furore ed allrsquoardir che glrsquoinvadea LrsquoEgizie saccheggiacircr belle campagne 530 Rapicircr donne ed infanti e trucidacircrli Il rumor che srsquoalzograve ratto pervenne Alla cittade Udito rsquol grido allrsquoalba Precipitacircro tutto il campo srsquoeacutempie Di cavalli accorrenti e di pedoni 535 Del baleno dellrsquoarmi In fuga vile Travolse i miei compagni il Fulminante Tal che alcun non osograve di tener fronte Cheacute ria sventura gli opprimea per tutto Molti dersquo nostri con il ferro acuto 540 Fucircr dal nemico uccisi e presi e tratti Gli altri a durar per forza aspre fatiche Me ad un ospite lor diecircro che in Cipro Scontracircr allrsquoIagraveside Demetoacutere Che regnava quellrsquoisola dondrsquoio 545 Qua da gran mali combattuto aggiunsi raquo

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ρ 445 laquoQual demone nrsquoaddusse or questa lue A turbarci rsquol convito ndash Antigravenoo grida ndash laquoLegravevati dal mio desco e ligrave nel mezzo Dellrsquoaula ti rimani o qui lrsquoamara 550 Cipro e lrsquoEgitto rinverrai di nuovo Accattone impudente e temerario Un dopo lrsquoaltro i Proci tenti ognuno Largo ti dagrave cheacute niun risparmio niuna Sente pietagrave chi lrsquoaltrui ben profonde 555 E larga innanzi a seacute copia ognor miraraquo

ρ 453 Arretrandosi Ulisse laquoOh Numi ndash esclama ndash A tal beltagrave non lrsquoanimo risponde Tu neacute di sale pur daresti un grano Al supplice venuto alle tue case 560 Tu che sprecando le dovizie altrui Siedi neacute degni di largirmi il tozzo Quandrsquoecco il desco che di dapi abbondaraquo

ρ 458 Vie piugrave drsquoAntigravenoo in core a questi detti Divampograve lrsquoira il guatograve bieco e disse 565 laquoGiagrave non credrsquoio che in ben da queste soglie Uscir potrai poi che oltraggiarmi ardisciraquo

ρ 462 Ghermito in questa lo sgabel lrsquoavventa Sigrave che a sommo colpigrave lrsquoomero destro DrsquoUlisse ersquo stette come rupe immoto 570 Neacute giagrave lo smosse la percossa muto Crollograve la testa e giugrave nel cor profonde Fondamenta gettava alla vendetta Ito alla soglia assigravesesi ed il colmo Zaino deposto si converse ai Proci 575

ρ 468 laquoO dellrsquoalma regina incliti amanti Udite tutto che spigraverami rsquol core Neacute si duol neacute rammagravercasi chi tocca Propugnando il suo aver qualche ferita Sia pel candido gregge o per lrsquoarmento 580 Ma offende Antigravenoo me percheacute crudele Fame sorgente drsquoaspri guai mrsquoopprime Oh se gli Eterni oh se le ultrici Erinni Proteggono il mendico anzi allrsquoImene Antigravenoo sia da morte orrida coltoraquo 585

ρ 477 E lrsquoEupigravetide laquoO forestier ti ciba Queto seggendo ed in silenzio o quinci Pagravertiti acciograve i garzon (poicheacute sigrave audace Farnetichi) non tragravegganti attraverso

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Questa reggia dal piede o dalla mano 590 Tutto dilacerato e posto a braniraquo Tacque ed i Proci tutti accesi in ira Fremigravean di quegli alteri alcun proruppe

ρ 483 laquoNo non a dritto Antigravenoo percotesti Lo straniero infelice Ahi sciagurato 595 Forsrsquoegli egrave un Nume che dal Ciel discese Drsquoospite in forma di lontana terra Percorron le cittagrave spesso gli Eterni Per cui tutto si compie e veggion chiara Dersquo mortai lrsquoinsolenza o lrsquoequitaderaquo 600

ρ 488 Antigravenoo a vil prese quel detto Intanto Per la percossa che sostenne il padre Telegravemaco gran doglia in cor sentigravea Ma dalle ciglia non cadeacuteali a terra Pur una stilla crollograve il capo e lrsquoalta 605 Strage dersquo Proci in mente rivolvea

ρ 492 Come udigrave del percosso in sua magione Penegravelope sclamograve tra le sue ancelle

ρ 494 laquoOh Te stesso cosigrave drsquoun dersquo suoi strali Apollo dal sonante arco saettiraquo 610

ρ 495 Ed Eurigravenome a lei laquoSe ciograve a seconda Dersquo nostri voacuteti andragrave niun di costoro Sullrsquoaureo trono rivedragrave lrsquoAuroraraquo

ρ 498 E la Regina laquoO mia Nutrice tutti Rotti al mal far gli abbomino ma tengo 615 LrsquoEupigravetide alla morte atra sembiante Vagava per la reggia un infelice Straniere a far la cerca inopia il preme Ciascun gli dagrave di qualche don gli egrave largo Drsquoun colpo di sgabel Antigravenoo solo 620 A sommo il fiede della destra spallaraquo

ρ 505 Cosigrave nella sua stanza infra le ancelle La regina parlograve forniva intanto Il suo pasto lrsquoeroe Tosto il custode Dersquo verri ella a seacute chiama e sigrave gli dice 625

ρ 508 laquoEumegraveo caro agli Degravei vanne ed ingiungi Al forestier che qui si adduca ondrsquoio E lrsquoaccolga e lrsquointerroghi srsquoegli ebbe Contezza mai del paziente Ulisse O se corsquo propri il vide occhi giammai 630 Par che molte cittagrave percorso egli abbiaraquo

ρ 513 laquoOh Se per Te guardassero alcun poco

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Il silenzio gli Achivi altere e grandi Cose narrar da lui Regina udresti Tal che verrigraveati al cor nova dolcezza 635 Tre digrave e tre notti nel mio albergo lrsquoebbi Cheacute appo me riparograve comrsquoei da un legno Sfuggigraveo ma trar non gli fu dato a fine La lunga istoria dersquo suoi tristi guai Come vate gentil che dagli Eterni 640 Ammaestrato risonar fa un dolce Canto al cor dersquo mortali ognuno il guata Meravigliando e con ardente affetto Il soave concento avido ascolta Del par ersquo mi beograve nellrsquoostel mio 645 Diceacuteami che paterno ospite egli era DrsquoUlisse che abitograve Creta ove nacque Minosse e che di ligrave da gente in gente Da disastro in disastro ognor travolto Qui a prostrarsi arsquo tuoi piegrave supplice ei venne 650 Affermograve chrsquoebbe udito appo i vicini Ricchi Tesprograveti chrsquoegli vive e molti Tesor ingenti al suo palagio adduceraquo

ρ 528 E la Regina laquoVarsquo chiagravemalo il guida Alla presenza mia vorsquo chrsquoei favelli 655 Gli altri sotto le logge o nella reggia Prendan diletto cheacute nel cor di tutti Letizia abbonda Restan le sostanze Nersquo lor palagi intatte il brun Liegraveo E di Cegraverere i doni ove si tragga 660 Dersquo servi rsquol vitto ed essi in queste soglie Tutti i giorni imperversano e di buoi Non che di pingui pecore e di agnelle A far macco si danno e pasteggiando Tracannan del piugrave puro impunemente 665 Sigrave che il tutto consugravemasi non havvi No non havvi un eroe pari ad Ulisse Che di questa magion respinger vaglia Lrsquoorribile sterminio Ah se mai riede Se mai calca del piegrave le patrie sponde 670 Tosto col figliuol suo darsquo quersquo feroci Oltraggiator trarragrave piena vendettaraquo

ρ 541 ComrsquoElla tacque sternutograve di forza Telegravemaco e fremigraveo la casa intorno Penegravelope sorrise incontinente 675

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laquoVarsquo ndash soggiunse ad Eumegraveo ndash qui lo straniere Alla presenza mia farsquo che si adduca Non vedestugrave che a tutto chrsquoio dicea Sternutograve rsquol figliuol mio Certo non dubbia Dersquo Proci tutti quanti egrave omai la morte 680 Niun alla Parca sfuggiragrave Or tu questo Odi e in tua mente ben addentro imprimi Se mrsquoaccerto che il veacuter dice egli in tutto Il vestirograve di tunica e di manto Sigrave che egli andragrave di vesti belle adornoraquo 685

ρ 551 Mosse il pastor e stagravendogli a rincontro laquoOspite padre ndash disse ndash la prudente Madre del buon Telegravemaco ti chiama Desigraveo le punge il cor drsquointerrogarti DrsquoUlisse bencheacute duol fiero lrsquoopprima 690 Se verace il tuo dir conosca a pieno Tunica e manto avrai di che bisogni Per la cittagrave poscia accattando il ventre Pascerai chi vorragrave largo ti fiaraquo

ρ 560 E rsquol paziente Ulisse laquoEumegraveo ndash riprese ndash 695 Sincero il veacuter udragrave da me la saggia Icagraveride ben so ben so di lui Cheacute pari sostenemmo aspra sventura Ma la turba dersquo Proci empia pavento Di cui gli atti oltraggiosi e violenti 700 Alla ferrea del Ciel volta salicircro Cheacute dianzi quando gigravea cheto per lrsquoaula E mrsquooffese colui di tal percossa Che diemmi acerbe doglie alcun non sorse Non Telegravemaco stesso a darmi aigraveta 705 Perciograve nelle sue stanze a star lrsquoesorta Bencheacute ansia tanto fincheacute il Sol srsquoasconda Del redir del marito indi mi chiegga Che innanzi al foco collocato mrsquoabbia Tengo laceri panni e tu rsquol ben sai 710 Cheacute implorato da me giagrave fosti rsquol primoraquo

ρ 574 Disse e rsquol pastor si dipartigrave Mentre egli Varcava il limitar laquoNol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina ndash E che mai pensa Il forestiere Da terror percosso 715 Qualcun paventa O vergognando forse Questo palagio attraversar non osa Pudor con povertagrave mal srsquoaccompagnaraquo

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ρ 579 Ma tu cosigrave le rispondesti Eumegraveo laquoParlograve assennato lo stranier comrsquoaltri 720 Che schifar dersquo superbi ami lrsquooltraggio Perciograve trsquoesorta che lrsquoaspetti tanto Che il Sol tramonti Cosigrave a Te regina Meglio rileveragrave tutta soletta Interrogarlo e udir ciograve che risponderaquo 725

ρ 585 Ed ella laquoQual chrsquoei sia certo non sembra Lrsquoospite dissennato cheacute non havvi Uomini al pari di costoro audaci Intenti sempre a macchinar delittiraquo Tacque e rsquol pastor poi che adempigrave rsquol messaggio 730 Tornograve fra i pretendenti ed allrsquoorecchio Del garzon bisbigliograve laquoVommi o diletto Gli armenti a custodir tuo vitto e mio Qui ad ogni cosa intendi Ma ti caglia Prima di Te starsquo sopra te pensoso 735 Non trsquoincolga alcun mal cheacute molti Achei Volgon tra seacute fieri disegni Oh prima Li distrugga e gli sperda il Fulminante Che divengano a noi cagion di luttoraquo

ρ 598 Ed il garzon laquoTutto che brami o padre 740 Srsquoadempieragrave tu preso rsquol cibo parti Dimani allrsquoalba riedi e qui rimena Le vittime di ciograve che a far qui resta A me la cura ed agli Eterni lasciaraquo

ρ 602 Tacque ed Eumegraveo sovra un tornito seggio 745 Si collocograve preso chrsquoegli ebbe il cibo Vegraver le frotte setose igraveva lasciando Addietro gli steccati e la magione Piena di commensali a cui fu dolce Il gioire del canto e della danza 750 Poi che la vespertina ora sorvenne

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LL II BB RR OO XX VV II II II

Combattimento tra Iro ed Ulisse

SSORGIUNSE in questa un pubblico indigente Chrsquoigraveva alla cerca in Igravetaca famoso Per lrsquoingordigia della gran ventraia Non drsquoesca sazia mai neacute di bevande Pur neacute forza neacute ardir ebbe ma corpo 5 Dismisurato Arnegraveo nel digrave che nacque La madre alma il nomograve ma i garzon tutti Iro cheacute ad annunziar lesto correa Tutto che da ciascun foacutesseglrsquoimposto Giunto scacciava dal suo tetto Ulisse 10 E con preste parole il rimordea

σ 10 laquoFuggi o vecchio dal portico o per forza Via ti trarrograve per un dersquo piegrave non vedi Di tutti lrsquoammiccar che a discacciarti Mrsquoingiungono pur me ritien vergogna 15 Legravevati od io con te vengo alle preseraquo

σ 14 Il guatograve bieco Ulisse e gli rispose laquoInfelice Non io ti feci oltraggio In atto o in voce neacute se alcun ti dona A larga man fia chrsquoio ti porti invidia 20 Questa soglia ci cape neacute lrsquoaltrui Bene increscer ti deve al par mendico Di me tu sembri pur largir ci ponno Molte dovizie nel futuro i Numi Ma provocarmi con le man ti guarda 25 Non forse acceso in ira io bencheacute vecchio Ed il petto trsquoinsanguini e le labbra Qui piugrave tranquillo rimarrei domane Cheacute alla magion del Laerzigraveade Ulisse

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Certo non potrestugrave far mai ritornoraquo 30 σ 25 laquoNumi ndash in fiero corruccio Iro soggiunse ndash

Piugrave corrono volubili e veloci Gli accenti a questo vorator che a vecchia Affumicata Ma con queste braccia Percossa tal gli vibrerograve che tutti 35 Dalle mascelle dischiantati i denti Pioveragravennogli a terra come a verro Chrsquoentrograve nel campo e devastograve le messi Orsugrave pregravenditi rsquol cinto e spettatori Figraveen della lotta questi eroi ma come 40 Terrai tu fronte ad uom drsquoetagrave piugrave verderaquo

σ 32 Cosigrave costor anzi allrsquoeccelse porte Sul liscio limitar con motti acerbi Infierivan LrsquoEupigravetide gagliardo Fagravettosi accorto dolcemente rise 45 Ed laquoAmici ndash sclamograve ndash non mai si vide Tal meraviglia Oh qual gioconda festa Piacque mandar a questi alberghi un Dio Contendono tra lor lrsquoospite ed Iro Tal che alla zuffa appregravestansi su via 50 Facciam che ratto vengano alle preseraquo

σ 40 Sorsero tutti alzacircr le risa e intorno Strigravensersi ai due pezzenti laquoUdite udite ndash LrsquoEupigravetide gridograve ndash Proci valenti Il parer mio se nrsquo giacciono in sul foco 55 Quersquo caprini ventrigli che ponemmo Pel pasto della sera e che di sangue E drsquoadipe giagrave empimmo Or qual dei due Vinceragrave o prevarragrave srsquoalzi e trascelga Sempre ei saragrave del nostro desco a parte 60 Ned altri ad accattar verragrave qui ammessoraquo

σ 50 Applaudon tutti Ma lrsquoeroe scaltrato laquoDuci ndash sclamograve ndash giusto non egrave che pugni Contra giovin gagliardo oppresso vecchio Daglrsquoinfortuni Pur fame crudele 65 Gravi a toccar ferite mi sospinge Ma deh tutti affidagravetemi con grande Giuro che niun di voi gratificando Iro a gran torto me di man robusta Percuoteragrave sigrave che costui mi calchiraquo 70

σ 58 Concordi tutti consenticircro e rsquol grande

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Fecircr sacramento alzossi allora il forte Telegravemaco e parlograve laquoStranier se lrsquoalma Se lrsquoaltero tuo cor trsquoeccita e spira A respinger costui movi e rsquol respingi 75 Ned alcun altro degli Achei paventa Chi rsquon te le mani avventeragrave con molti Forza gli fia pugnar Ospite mio Certo sersquo tu ciograve stesso approveranno Eurigravemaco e lrsquoEupigravetide amendue 80 Per senno e per valor prigravencipi illustriraquo

σ 66 Tutti acclamacircr spogravegliasi Ulisse e un cinto Forma dersquo panni suoi nervose e grandi Mostra le cosce i lati omeri rsquol petto E le braccia robuste Accorsa Palla 85 Dersquo popoli al pastor vie piugrave le membra Crebbe e ringagliardigrave restacircro i Proci Attoniti a tal vista ed uno allrsquoaltro

σ 73 laquoIro ndash dicean ndash morragrave si tirograve addosso Lrsquoinfortunio da seacute Versquo sotto i cenci 90 Qual mostra il veglio vigorigravea di membraraquo

σ 75 Ad Iro intanto fieramente in petto Agitagravevasi lrsquoalma Nondimeno Per forza i servi messogli rsquon sui lombi Un cinto il conduceano impaurito 95 Tremagravevangli le carni Antigravenoo irato Con questrsquoacerbo rampognar lrsquoassalse

σ 79 laquoOh percheacute vivi Oh non fostugrave mai nato Vile millantator che alla presenza Palpiti e tremi di costui giagrave carco 100 Drsquoanni e dai casi combattuto e domo Questo soggiungo e fia se da costui Tu sersquo abbattuto ed ei prevaglia tosto Ti butto sur un legno e lagrave ti mando Nel continente al fier principe Echegraveto 105 Sterminio di tutte umane genti Con dispietato acciar nari ed orecchi Ti mozzeragrave trsquoevireragrave e lrsquoevulse Crude tue membra daragrave pasto ai caniraquo

σ 88 Iro vie piugrave tremograve Tratto nel mezzo 110 Un contro lrsquoaltro alzacircr le braccia Stava Dubitante lrsquoeroe se tal percossa Gli vibreragrave chrsquoei caggia a terra e spiri

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O rsquol fieda di legger colpo e lo stenda Lrsquoira temprar fermograve sigrave chrsquoei rimanga 115 Vie piugrave ascoso agli Achivi Iro percosse Nel destro omero Ulisse e questi un colpo Nel collo gli avventograve sotto lrsquoorecchia Che dirugraveppegli lrsquoossa Il negro sangue Fuor della bocca a gurgiti gli scorse 120 Cascograve mugghiando nella polve i denti Rotti giugrave gli si sparsero e lo spazzo Forte corsquo piegrave springava A quella vista I Proci tutti con le alzate palme Morigraveeno delle risa Il vincitore 125 Ghermigravetolo drsquoun piegrave per lrsquoatrio fuore Sino al cortile e presso allrsquoalte porte Lo strascinograve Poscia addossollo al muro Ed un bastone in man poacutestogli disse

σ 105 laquoSiedi qui a discacciar mastini e ciacchi 130 Neacute codardo qual sei desigraveo ti punga Re degli ospiti farti e dersquo mendichi Acciograve mal non trsquoincolga altro piugrave graveraquo

σ 108 Detto il turpe gittograve sovra le spalle Rattoppato suo zaino ad unrsquoattorta 135 Striscia di cuoio appeso Indi alla soglia Tornato risedette I Proci intanto Dolce ridendo rientracircr nellrsquoaula E lrsquoeroe festeggiacircr con questi accenti

σ 112 laquoTutto che brami ed al tuo cor fia gioia 140 Conceda ospite a te Giove e la schiera Degli altri Eterni a te che a questo ghiotto Togliesti lrsquoaccattar per la cittade Peroccheacute rsquol trarrem lagrave ratto in Epiro A Egravecheto Re flagello dersquo mortaliraquo 145

σ 117 Gioiva Ulisse dellrsquoaugurio Innanzi Poacutesegli lrsquoEupigravetide enorme un ventre Pien drsquoadipe e di sangue In questa Anfigravenomo Dal canestro due pan tolti gli porse E propinograve con aureo nappo laquoOh salve 150 Ospite venerando almen trsquoarrida Prosperitagrave nersquo digrave futuri or certo Trsquoopprime il pondo drsquoinfiniti guairaquo

σ 124 Ed il sagace eroe laquoCerto uom prudente Anfigravenomo mi sembri e tal fu il padre 155

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Udigravea che Niso un prence era in Duligravechio Di gran rinomo ottimo e ricco Egrave fama Chrsquoegli trsquoingenerograve neacute tu per certo Dal sapiente sir punto traligni Quindrsquoio ti parlo e tu pon mente e mrsquoodi 160 Di quanto spira o serpe in su la terra Nulla havvi piugrave dellrsquouom misero e infermo Fincheacute lieto di prospere venture Glrsquoingagliardisce le ginocchia un Dio Non mai fa stima di patir disastri 165 Ma se gli Eterni rsquol travolgono in basso Ripugnando con forte alma il comporta Cheacute a seconda dersquo casi o lieti o rei Che Giove adduce egrave dersquo mortai la mente Felice anchrsquoio viver solea ma spinto 170 Darsquo prepotente ardir posta nel padre E nersquo fratelli miei tutta fidanza Molte pur troppo inique opre commisi Dunque niun mai sia ingiusto ed in silenzio Glrsquoimpartiti dal Ciel doni fruisca 175 Pur quanti nequitosi atti darsquo Proci Commeacutettonsi Devastan le ricchezze E la consorte oltraggiano drsquoun prode Che dal natigraveo paese e dagli amici Non rimarragrave credrsquoio molto lontano 180 Anzi qui presso Ma te possa un Dio Rimenar arsquo tuoi tetti onde non abbi A raffrontarti in lui comrsquoei sorgiunga A rivi il sangue scorreragrave nel giorno Che rientrato in sua magion verranne 185 Tra i Proci e lui lrsquoaspra tenzon decisaraquo

σ 151 Tacque e rsquol dolce licor libato bevve E di genti al pastor tornograve la coppa Costui dolente in cor per lrsquoaula gigravea Squassando il capo e presagigravea nellrsquoalma 190 Lrsquoeminente sventura Allrsquoatra Parca Non per questo sfuggigrave da Palla avvinto Anchrsquoei sotto le mani e la fierrsquoasta Steso fu da Telegravemaco Nel seggio Quindi si collocograve donde pria sorse 195

σ 158 Ma nellrsquoalma allrsquoIcagraveride prudente Spirograve il pensier di presentarsi arsquo Proci

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Lrsquoocchi-glauca Minerva acciograve piugrave allarghi La speme nersquo lor petti e piugrave che prima Orrevole si tenga ed in gran pregio 200 Dal consorte e dal figlio In questa un riso A fior di labbra rise indi chiamata Eurigravenome movea queste parole

σ 168 laquoNon piugrave sentito in pria viemmi un desigraveo Di mostrarmi arsquo rivali bencheacute al tutto 205 Gli abbomini Dar vorsquo un avviso al figlio Utile troppo corsquo superbi egli usa Blandi nel dir ma pessimi nellrsquoopreraquo

σ 169 laquoBen detto ndash ella rispose ndash Or varsquo ed assenna Il figliuol tuo Farsquo chrsquoegli sappia il tutto 210 Ma pria ti lava e cospergi le gote Drsquoessenze cheacute apparir non degravei col voacutelto Risolcato di lagrime mal focircra Mostrar che sempre e senza modo piangi Adorno ha rsquol figlio drsquoun bel fiore il mento 215 Qual giagrave tu oravi di vederlo ai Numiraquo

σ 177 laquoBencheacute buon zelo trsquoanimi non fia Eurigravenome che tu mi persuada A prender bagni a mrsquoabbellir drsquoessenze Gli Eterni dellrsquoOlimpo abitatori 220 Mi rapicircr la beltagrave sin da quel giorno Che il mio consorte veleggiograve per Igravelio Ma tu ingiungi ad Autogravenoe ad Ippodamia Che amendue mrsquoaccompagnino tra quelli (Il pudor me rsquol divieta) ir non vorsquo solaraquo 225

σ 185 Detto la vecchia uscigraveo fuor della stanza Ad avvisare ad affrettar le ancelle

σ 187 Nella mente di Palla un pensier novo In questa balenograve Placido sonno AllrsquoIcagraveride infuse che giacea 230 Stesa in sul letto dove le giunture Tutte le si disciolsero Mentrrsquoella Dorme celesti doni le largigravea Lrsquoinclita diva dal bel guardo azzurro Acciograve di sua beltagrave meravigliati 235 Via piugrave drsquoamor srsquoaccendano gli Achei Prima le guance le irrorograve con lrsquoalma Divina essenza onde srsquoabbella e splende Lrsquoinghirlandata Citeregravea di rose

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Quando fassi a guidar lrsquoamabil coro 240 Delle Grazie Minerva indi le crebbe La sua bella persona e sigrave la rese Candida che lrsquoavorio al paragone Tagliato appena perderigravea Poi chrsquoebbe Compigraveto ciograve la diva inclita sparve 245

σ 198 Con alte voci strepitando accorsero Dalla stanza le ancelle il sopor dolce Via fuggigrave da Penegravelope Si asterse Drsquoambe le man le gote indi proruppe

σ 201 laquoLassa Qual molle sonno or con le brune 250 Ali sue mrsquoavvolgea Deh cosigrave dolce Morte la casta Artegravemide mrsquoinvii Or ora ondrsquoio non piugrave consumi in pianto La mia misera vita sospirando Lrsquoalto valor del mio sposo diletto 255 Di lui che tra gli Achivi era rsquol piugrave illustreraquo

σ 206 Tacque e dellrsquoalte sue stanze superbe Discese non giagrave sola la seguigraveeno Due ancelle Come giunse appo gli amanti Risteacute sul limitar lrsquoorrevol donna 260 Drsquoun vel ombrata lrsquouna e lrsquoaltra gota Tra amendue le sue donne A quella vista Fiaccar senticircro le ginocchia i Proci Rapiti accesi drsquoamorosa brama Tutti feacutean voacuteti di giacerle accanto 265 Ella al figlio diletto a dir si prese

σ 215 laquoTelegravemaco non piugrave neacute pensier fermo Neacute senno scorgo in te miglior drsquoassai Della tua fanciullezza era il consiglio Or che sersquo grande e dellrsquoetagrave in sul fiore 270 Ora che lo stranier dice in veggendo La tua statura e la beltagrave per certo Esser germoglio tu drsquoinclito eroe Neacute senno neacute pensier giusti dimostri Ahi qual fiero delitto or si commise 275 Patendo tu che lrsquoospite srsquooltraggi In sigrave rea guisa Or che di te fia detto Quando accolto in tua reggia un forestiere Grave sostiene oltraggio il carco e lrsquoonta Su te al cospetto delle genti caderaquo 280

σ 225 Ed il garzon laquoNon biasmo il tuo corruccio

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O Madre mia Nellrsquoimo cor pertanto Tutte cose comprendo e buone e rie (Cheacute fanciullo era pria) ma pur mrsquoegrave tolto Anchrsquooggi oprar ciograve che prudenza insegna 285 Oppresso di stupor veggrsquoio costoro Insidiando stagravermisi drsquoattorno Neacute trovo chi per me sorga e mrsquoaigraveti Quanto alla zuffa che appiccacircro insieme Lrsquoospite ed Iro in che prevalse rsquol primo 290 No dersquo Proci rsquol voler parte non vrsquoebbe Deh piaccia a Giove a Pagravellade ad Apollo Che costoro tentennino la testa Giagrave vinti e domi gli uni nel cortile Gli altri nellrsquoaula e che abbiano le membra 295 Rotte come quellrsquoIro che alla porta Dellrsquoatrio or siede a guisa di briaco Giagrave giagrave rsquol capo qua e lagrave piega neacute starsi Sui piedi puograve neacute a casa ove desigravea Redir cotanto egrave dispossato e guastoraquo 300

σ 243 Cosigrave rsquol figlio e la madre a cui converso Eurigravemaco drizzograve queste parole

σ 245 laquoOh se te per lrsquoIagravesio Argo gli Achivi Vista Icagraveride saggia avesser tutti Certo schiera di Proci assai piugrave folta 305 Qui sin dallrsquoalbeggiar terrigraveasi in festa Cheacute per beltagrave statura ed alto ingegno Tutte le donne di gran lunga avanziraquo

σ 250 E la regina laquoEurigravemaco per certo Ogni pregio ogni ben forme ed ingegno 310 Gli Eterni mi rapicircr quel digrave che ad Igravelio Veleggiacircro gli Achivi e rsquol mio consorte Con lor si dipartiva Ah se reverso Ulisse qui mia vita anco reggesse Maggior gloria e beltagrave mrsquoadornerebbe 315 Tristezza or mrsquoange di tante e sigrave gravi Sventure un Dio mrsquoopprime Allor chrsquoei mosse Abbandonando la natigravea contrada Preacutesami al carpo la man destra disse

σ 259 ldquoO donna non credrsquoio che i forti Achivi 320 Tutti da Troia rediranno illesi Fama pugnaci grida i Tegraveucri destri A trattar gli archi e saettar quadrelli

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A premer fianchi di destrier veloci Drsquoun agil salto ad agitarli in campo 325 Tal che il destin di sanguinosa guerra Di repente decidono Quindrsquoio Se perdere o servar vorrammi un Dio Lagrave sottrsquoIgravelio non so Perograve qui tutto Pregravenditi in cura e verso il genitore 330 Verso la madre mia sempre comrsquooggi Ed ancor piugrave ti mostra affettuosa Fincheacute lunge sarograve Pur quando al figlio Vedrai rsquol mento fiorir qual piugrave trsquoaggrada Dispogravesati ed il tuo tetto abbandonardquo 335

σ 271 Tal ei parlograve giunto ne egrave rsquol tempo Appressa La Notte in che queste odiose nozze Me sconsolata a funestar verranno Cui lrsquoaura di ogni ben Giove rapigraveo Martigraver novo or mrsquoaffanna cheacute lrsquousanza 340 Antica or piugrave non guardano i miei Proci Color che a gara ambiscono la destra Drsquoillustre figlia drsquouom ricco e possente Adducon tori e pingui capre ondrsquoabbia Gli amici a convitar la desiata 345 Donna e le porgon preziosi doni Neacute impunemente struggono lrsquoaltruiraquo

σ 281 Lrsquoeroe gioigrave chrsquoella attraesse i doni Molcendo lrsquoalme lor con voci blande Mentre nellrsquoimo core altro volgea 350

σ 284 E lrsquoEupigravetide laquoIcagraveride prudente Quersquo doni che vorragrave ciascun dersquo Proci Offrirti accetta cheacute non focircra degno Far contrasto allrsquousanza e ricusarli Ma tien per fermo tu che niun di noi 355 Rediragrave arsquo tetti suoi neacute altrove andranne Pria che rsquol piugrave illustre degli Achei tu impalmiraquo

σ 290 Assenticircr tutti ed inviacircr gli araldi Persquo doni Addusse quel drsquoAntigravenoo un ricco Peplo grande di bei ricami adorno 360 Con dodici ardiglion di splendidrsquooro Nelle ritonde lor anella inserti Quel drsquoEurigravemaco apporta aureo monile Drsquoambra contesto e drsquoartifizio miro Tal che a pari del Sole arde e sfavilla 365

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Recacircro duo scudieri a Euridamante Orecchini a tre gocce opera insigne Donde piovea di rai grazia infinita Tornograve del Polittograveride Pisandro Con un vezzo il sergente adornamento 370 Drsquoineffabil vaghezza Ognuno in somma Squisito degli Achei recava il dono Ella beltagrave perfetta alle superne Stanze saliva e le pestavan lrsquoorma Corsquo presenti magnifici le ancelle 375

σ 304 Comrsquoella si partigrave conversi i Proci Allrsquoagil salto allrsquoarmonia gioconda Gioicircr fincheacute sorvenne Egravespero in Cielo Ma rsquol bruno sui godenti Egravespero surto Ratto per tutta illuminar la reggia 380 Tre bracieri si accesero ove dure Aride legna fesse allor gittacircro E di piugrave faci aggiugravenservi la fiamma Nutrigravean con veci alterne ivi la luce Del forte Ulisse le fantesche a cui 385 Drizzava quel magnanimo tai detti

σ 313 laquoServe del Re da sigrave gran tempo assente Risalite alle stanze ursquo la regina Venerevol srsquoaccoglie a lei drsquoattorno Sedete e confortagravetela rotando 390 I fusi o lane apparecchiando vivo Arsquo Proci tutti io manterrograve qui rsquol lume E se vorranno vigilar sin lrsquoalba Non io per vinto mi darograve cheacute al duro Faticare al vegghiar novo non sonoraquo 395

σ 320 A tal proposta si guatacircr ridendo Tutte le ancelle Ed ecco una Melagravento Guancia rosata che oltraggiarlo in turpe Guisa srsquoardiva Dogravelio ingenerolla Penegravelope allevolla e la dilesse 400 Qual propria figlia ed ornamenti e vezzi Di che era vaga sempre le largigravea Neacute mai per questo di lenir fersquo prova Melanto il duol che la regina opprime Di voluttagrave pur avida gittosse 405 Ad Eurigravemaco in braccio Ora costei Il re assaligrave con onte e con rimprocci

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σ 327 laquoMiserando stranier vil insensato Ir non trsquoaggrada in qualche atra fucina O taverna a corcarti ma ti stai 410 Fra tutti questi eroi cianciando audace Senza che alcun timor trsquoagiti mai Sersquo tu briaco Od hai turbata sempre Cosigrave la mente e quindi allrsquoaura spandi Dissennate parole Esulti forse 415 Percheacute rsquol ramingo Iro atterrasti Ah bada Non tosto alcun drsquoIro miglior qui sorga Ad ispezzarti col vigor del braccio La testa e tutto del tuo sangue brutto Alfin da questa reggia ti discacciraquo 420

σ 337 La guatograve bieco Ulisse ed laquoImpudente ndash Gridograve ndash giagrave giagrave a ridir cotesti oltraggi A Telegravemaco vo percheacute qui ratto Tragga ed a brano a brano ti discerpiraquo

σ 340 Impaurite al suon di questi accenti 425 Correan qua lagrave per la magion disperse Le ancelle scosse da un orribil tremito Cheacute drsquoUlisse il parlar credean verace Ritto ei rimase accanto agli avvampanti Bracier gli occhi intendendo arsquo Proci tutti 430 E volgeva nel cor altro neacute indarno

σ 346 Ma restar dagli oltraggi dolorosi Arsquo Proci altier non consentigrave Minerva Acciograve vie piugrave il dolor penegravetri addentro Nellrsquoalma al divo eroe Primo rsquol rimorse 435 Il Polibide Eurigravemaco rivolto A provocar di quersquo superbi rsquol riso

σ 351 laquoUdite ciograve che rsquol cor mi spira amanti Dellrsquoinclita Penegravelope Costui Non venne no nella magion drsquoUlisse 440 Senza rsquol voler di un Dio Splendon del pari Le faci pagravermi e la sua testa certo Sovrrsquoessa un sol capello non ispuntaraquo

σ 356 Allrsquoeversor delle Cittagrave indi vogravelto laquoStranier ndash soggiunse ndash vorrestugrave servirmi 445 Se per merceacute condegna io trsquoinviassi Lagrave nellrsquoestremitagrave del poder mio A raccocircr sassi per macigravee a piantarvi Grandi alberi Perenne il vitto in copia

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Avresti e panni al dosso al piegrave calzari 450 Ma nel malvagio oprar dotto rifuggi Dalla fatica e mendicar trsquoaggrada Per dar pastura allrsquoavido tuo ventreraquo

σ 365 DrsquoIgravetaca il Re laquoSe in qualche erboso campo Di travaglio fra noi gara surgesse 455 Nersquo lunghi digrave di Primavera e armato Fossrsquoio di adunca falce e tu il pur fossi Sino al buio digiuni ambo giagrave focircra Tutta dal canto mio falciata lrsquoerba O se tauri a guidar ci desser forti 460 Fulvi di vasta mole e ben satolli Pari drsquoetagrave di forza rsquol cui vigore Integro fosse e ci si desse un campo Ampio di quattro iugeri ursquo la gleba Allrsquoaratro cedesse allor vedresti 465 Se tirar so lungo e profondo il solco O se da qualche parte oggi rsquol Satugravernio Terribil guerra qui accendesse e scudo E due lanciotti ed alle tempie adatto Di bronzo un elmo mrsquoavessi io commisto 470 Me vedrestugrave tra i primi combattenti Irrompere alle stragi e non piugrave carco Mi daresti drsquoinerte e di vorace Ma ti piaci oltraggiar percheacute inclemente E di cor duro uom drsquoalto affar trsquoestimi 475 Valente e grande percheacute in mezzo a pochi Men che prodi trsquoavvolgi Oh se qui giunge Ulisse se al natigraveo loco alfin riede Queste porte bencheacute vaste cotanto Strette parranno a te travolto in fuga 480 Fuor dalle soglie del regal palagioraquo

σ 387 Vie piugrave in suo cor furendo il guatograve bieco Eurigravemaco e gridograve laquoMisero Tosto Vorsquo disertarti Oh come audace parli Fra tanti eroi neacute mai nulla paventi 485 Sersquo tu briaco Od hai turbata sempre La mente e gracchi O trsquoinsanigrave la gioia Percheacute rsquol mendico e vil Iro atterrastiraquo

σ 394 Ghermigrave ciograve detto lo sgabel ma Ulisse Si ristrinse drsquoAnfigravenomo arsquo ginocchi 490 Ed al colpo sfuggigrave che in vece colse

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Nella destra il coppier la coppa in terra Con istrepito cadde ed il donzello Si riversograve gemendo nella polve Alto rumor nellrsquooscurata sala 495 Tra i Proci si levograve ciascun mirando Al suo vicin movea queste parole

σ 401 laquoDeh morto fosse pria che qua giungesse Il ramingo stranier tal rio tumulto Sorvenuto non focircra Or contendiamo 500 Per un tapin fuggisti omai per sempre O voluttagrave dersquo nostri lieti prandi Poi che lrsquoavviso dersquo peggior prevaleraquo

σ 405 E Telegravemaco laquoAhi miseri di fermo Voi delirate ecco a qual fiero estremo 505 Drsquoesca e di beva il trasmodar vi spinse Certo vrsquoinstiga un Dio Pur ben satolli Ite a corcarvi negli alberghi vostri Se ciograve vrsquoaggrada io non discaccio alcunoraquo

σ 410 Tutti col morso comprimendo il labbro 510 Arsquo franchi detti del garzon stupicircro Ma Anfigravenomo di Niso inclita prole Surto tra lor mosse tai detti laquoAmici A sigrave giusto parlar non sia chi tolga Con acerbe rampogne a far contrasto 515 Neacute lrsquoospite srsquooffenda o alcun dersquo servi Che in seacute recepe la magion drsquoUlisse Su via rsquol coppier ministri in volta i nappi E fatti i libamenti rientriamo Il riposo a gustar nersquo propri alberghi 520 Prender lasciam dellrsquoospite la cura A Telegravemaco al cui tetto srsquoaddusseraquo

σ 422 Piacque arsquo Proci rsquol consiglio Il Dulichiense Mulio araldo drsquoAnfigravenomo nellrsquourna Temprato il vin con sottil cura a tutti 525 Nersquo spumanti bicchier lo porse in giro Libato arsquo Numi rsquol vin dolce gustacircro Ma posto fine arsquo libamenti tutti Bebbero a pien talento indi a corcarsi Al proprio albergo ciaschedun movea 530

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LL II BB RR OO XX II XX

Colloquio di Ulisse e di Penegravelope il primo egrave riconosciuto dalla nutrice Euriclea

PPOICHEacute nellrsquoaula divisograve la strage Dersquo Proci con Minerva il divo Ulisse Converso al figlio ratto a dir si tolse

τ 4 laquoTelegravemaco forza egrave le bellicose Nostrrsquoarmi tutte trasportare ad alto 5 A prender securtagrave drsquoogni sospetto Lusingherai con blandi accenti i Proci Se averle in lor baligravea brameran elli Ed inchiesta faragravennoti rispondi laquoDal fumo le sottrassi cheacute sembianti 10 A quelle non son piugrave che lasciograve il padre Quando per Troia un giorno alzograve le vele Perdettero il fulgor discolorate Dal vapor della fiamma Ed anco questa Cura piugrave forte mi spirava un Dio 15 Non forse presi da Liegraveo soverchio Deacutestisi tra di voi fiera contesa Tal che lrsquoun lrsquoaltro a vi ferir sospinga E la mensa vrsquoinsanguini e le gare DellrsquoImenegraveo cheacute a seacute lo stesso ferro 20 Attira lrsquouomraquo Tacque ed al padre caro Telegravemaco obbedigrave ratto a seacute chiama La nutrice Euriclea laquoRinchiudi ndash aggiunse ndash Nelle stanze le ancelle o fedel bagravelia Tanto che ad alto le bellrsquoarmi apporti 25 Del padre che in sua assenza abbandonate Il fumo deturpograve Sendrsquoio fanciullo Lrsquoincauta mente non le prese in cura

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Collocate or da me figraveeno lagrave dove Della fiamma il vapor non piugrave le attinga 30

τ 21 laquoVoglia rsquol Ciel ndash rispondea lrsquoaffettuosa ndash Che alfin ricco di senno e di consiglio Regga la tua magione e tutte serbi Le tue dovizie Orsugrave dimmi chi fia Che teco srsquoaccompagni e porti il lume 35 Peroccheacute non vuoi tu che alcunrsquoancella Ti vada innanzi ed il cammin ti schiariraquo

τ 26 E Telegravemaco laquoLrsquoospite non mai Inerte patirograve chrsquoei del mio staio Nugravetrisi comeccheacute da lunge arriviraquo 40

τ 29 Neacute giagrave indarno volacircr queste parole Del ben construtto gineceo le porte La nutrice fermograve Col rege rsquol figlio Impetuosi via portano gli elmi Gli scudi umbilicati e lrsquoaste acute 45 Precedeacutevali Palla di superna Luce raggiando a par di fulgidrsquooro Tutte intorno le stanze illuminava

τ 35 E Telegravemaco laquoO padre ah qual portento Le pareti i bei palchi e le abetine 50 Travi e queste colonne in suso spinte Qual fiamma viva sfolgorar veggrsquoio Qui dentro egrave un Nume abitator del Cieloraquo

τ 41 laquoTaci affrena il pensier neacute interrogarmi ndash Interrugraveppelo il re ndash questa egrave lrsquousanza 55 Degli Eterni che regnano lrsquoOlimpo Ma varsquo e ti corca omai chrsquoio qui rimango A raccertar delle fantesche i sensi E della madre mesta che vorrammi Partitamente far di tutto inchiestaraquo 60

τ 47 Tacque ed il figlio del palagio uscito Al chiaror delle faci si raccolse Lagrave nella stanza in che solea corcarsi E quivi srsquoaddormigravea pur desiando Che ratto sorga a risvegliarlo lrsquoalba 65 Ma nellrsquoaula restograve lrsquoinclito Ulisse Dersquo Proci a ordir con Pagravellade la strage

τ 53 Qui la regina di sue stanze uscigravea Ad Artegravemide pari o allrsquoaurea Vegravenere Lrsquousato seggio collocacircr le ancelle 70

LIBRO XIX

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Al foco appresso di commessi argenti Non che drsquoavori adorno alto lavoro Che lrsquoartefice Icmagravelio un digrave condusse Congiunto al seggio stagravevasi sotteso Elegante sgabel su cui gran vello 75 Stendeacutevasi Posava in questa sede Penegravelope Sorvennero le ancelle Dalle candide braccia e tolser via Pane in gran copia e deschi e tazze in cui Bevvero dianzi gli orgogliosi amanti 80 Gittacircr per terra dersquo bracieri rsquol foco Molta indi accumulacircr legna onde ratto Luce e tepor drsquointorno si diffuse

τ 65 A rimordere il re di nuovo sorse Melanto laquoO forestier di notte ancora 85 A dar noia trsquoavvolgi entro il palagio Le donne ad ispiar Via sciagurato Bagravestiti rsquol cibo che ingollasti o tosto Drsquoesto tizzo percosso uscirai fuoraraquo

τ 70 La guatograve bieco Ulisse e sigrave rispose 90 laquoMisera Percheacute sempre in gran corruccio Mrsquoinfesti Percheacute me vecchiezza oppresse E vili panni indosso e vo alla cerca Per la cittagrave Necessitagrave mrsquoastringe Tal egrave il destin di chi mendica ed erra 95 Noi pur fiorimmo un digrave ricca magione Abitava felice e (qual si fosse) Al pellegrin che a me si rivolgea Spesso di ciograve che bisognograve fui largo Servi innumeri mrsquoebbi e gli agi tutti 100 Di quersquo che in mezzo a gran copia vivendo Opulenti si chiamano Ma Giove Da tantrsquoaltezza mi travolse in basso Sagravessel egli rsquol percheacute Pon mente or dunque Giovinetta non forse ti si sperga 105 Questo fior di beltagrave che sigrave trsquoadorna E fra le tue conserve ir ti fa altera Paventa che lrsquoIcagraveride adirata Su te non infierisca o torni Ulisse Cheacute gran parte di speme anco nrsquoavanza 110 Ma srsquoei perigrave se disperar nrsquoegrave forza Emolo al padre la merceacute di Febo

ODISSEA

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Telegravemaco qui sta non piugrave fanciullo Cui celarsi qual femmina delinque In sua magion certo egrave impossibil cosaraquo 115

τ 89 Penegravelope lrsquoudiva e con acerbe Rampogne ad isgridar feacutessi lrsquoancella

τ 91 laquoAudace sopra ogni altra invereconda No non mrsquoegrave ascoso il tuo misfatto e rsquol degravei Scontar con la tua testa Oh ben sapevi 120 (Da me lrsquoudisti tu) chrsquoio pur volea Lrsquoospite interrogar nelle mie stanze Del mio consorte sul destin per cui Lrsquoangosciato mio cor tanto srsquoattristaraquo

τ 96 Detto conversa a Eurigravenome soggiunse 125 laquoReca uno scanno e su vi stendi un vello Eurigravenome seggendo a me favelli Lrsquoospite e mrsquooda interrogarlo or voglioraquo

τ 100 Ratto la dispensiera un elegante Seggio recava e rsquol ricoprigravea drsquoun vello 130 Vi si adagiograve lrsquoeroe cui sigrave favella Penegravelope laquoStraniere or io medesma Prima ti parlerograve Chi Di qual gente Di qual cittagrave Chi fucircro i maggior tuoi raquo

τ 106 laquoDonna ndash rispose rsquol sapiente Ulisse ndash 135 Uom no non havvi sullrsquoimmensa terra Chrsquoosi biasmarti sin al Ciel giagrave salse La gloria tua qual di Re saggio e pio Che sopra molte bellicose genti Stende lo scettro ed egrave sostegno al dritto 140 Ondeggian nelle fertili campagne Orzi e frumenti gragravevansi di frutta Gli alberi figlia vigoroso rsquol gregge Pescoso egrave rsquol mar e sotto rsquol regger equo Vivono sempre i popoli felici 145 Perograve drsquoaltro or mi chiedi in tua magione Non di mia stirpe e del natigraveo paese Cheacute drsquoaspre doglie mrsquoempiresti lrsquoalma Con la membranza delle mie sventure Dolente oltre ogni dir non mi si addice 150 Seggendo in casa altrui piangere ed alti Metter gemiti e lai non bene adopra Chi sempre a sparger lagrime si ostina Temo che contra me qualche tua ancella

LIBRO XIX

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Srsquoadiri od anco tu medesma e dica 155 ldquoEbbro costui qui rsquon lagrime si stemprardquoraquo

τ 123 E lrsquoinclita regina laquoOspite mio Certo il vigor dellrsquoalma e la beltade Gli Eterni mi rapicircr quel digrave che a Troia Navigacircro gli Argivi e con lor gigravea 160 Ulisse il mio consorte Oh se quel grande Reduce qui la mia vita reggesse Maggior la gloria mia focircra e piugrave bella Tristezza or mrsquoange di tante e sigrave gravi Sventure un Dio mrsquoopprime I duci tutti 165 Che regnan le propinque isole intorno Same Duligravechio e Zacinto arborosa Quersquo che rsquol dominio in Igravetaca usurpacircro Me ripugnante ambiscono a consorte E la magion disegravertanmi Non posso 170 Degli ospiti dersquo supplici e dersquo sacri Pubblici araldi prendere piugrave cura Ma Ulisse bramo e rsquol cor tenero in petto Mi si consuma Affrettan tuttavolta Costoro il maritaggio ed io nuove arti 175 Macchinando pur vo Spirommi un Dio Manto funebre ordir nelle mie stanze Grande oprando sottil dismisurata Tela e fra lor di subito dissrsquoio ldquoGiovani che impalmar me desiate 180 Poicheacute Ulisse perigrave deh le mie nozze Dallrsquoaffrettar restatevi sin chrsquoio Questo fornisca per lrsquoeroe Laerte Funebre ammanto (acciograve il mio fil non pecircra) Quando a patir di morte i lunghi sonni 185 A seacute rsquol trarragrave la dispietata Parca Peroccheacute delle Achee lrsquoira pavento Srsquouom che adunograve tante ricchezze privo Sin drsquoun lenzuolo sepolcral se nrsquo giacciaraquo Questi detti trovacircr fede nellrsquoalma 190 Degli alteri miei Proci Ordigravea di giorno La gran tela e di faci allo splendore Di notte la stessea Sino al terzrsquoanno Illudendo gli Achei mi tenni ascosa Ma quando rimenar lrsquoOre ed i Mesi 195 Il quartrsquoanno darsquo Proci allor sorgiunti

ODISSEA

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Nelle mie stanze colta fui (ria colpa Drsquoinvereconde e dispietate ancelle) Quei drsquoaspro minacciar feacutecermi segno Necessitagrave mi vi stringendo il manto 200 Al suo termine trassi Or piugrave le nozze Sfuggir non posso ned alcun mrsquooccorre Altro consiglio giagrave i parenti a quelle Drsquoinstigarmi non cessano Srsquoadira Contra i divorator del suo retaggio 205 Il figlio che i suoi danni a pien conosce Adulto omai prender ben puograve il governo Di sua magion Giove di gloria il colma Ma la tua stirpe or dimmi e rsquol natigraveo loco Cheacute dallrsquoantica favolosa quercia 210 O drsquoaspra rupe originar non degraveiraquo

τ 164 E rsquol re sagace laquoO veneranda sposa Del Laerzigraveade Ulisse a che non cessi Drsquointerrogarmi sul lignaggio mio Il ti dirograve bencheacute tu cresca i tanti 215 Affanni miei comrsquoegrave ragion che avvenga Ad uom che al par di me molti anni e molti Dalla terra natigravea vive lontano Che piugrave cittagrave percorse errando e sempre Tormenti aspri sostenne Tuttavolta 220 Poicheacute rsquol mi chiedi a digraverloti son presto

τ 172 Sorge in mezzo al mar bruno una gran terra Bella irrigua ferace in seacute recepe Immensa moltitudine di genti E novanta cittagrave Molte favelle 225 Miste sonan colagrave soacutenvi gli Achei I generosi autogravectoni Cretensi Soacutenvi i Cidoni e in tribugrave tre divisi I Dori ed i magnanimi Pelasgi Gnosso vasta cittagrave quivi si estolle 230 Regnata da Minograves che Giove sommo Drsquoogni novennio al volgere ponea Del suo colloquio a parte E fu Minosse Padre del padre mio del valoroso Deucalioacuten da cui nacqui io ed il Rege 235 Idomenegraveo che in sui rostrati legni Con gli Atridi attingea le Iligraveache sponde A me drsquoetagrave minor fu rsquol nome illustre

LIBRO XIX

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DrsquoEtone imposto Idomenegraveo fu rsquol primo E rsquol piugrave valente Vidrsquoio rsquon Creta Ulisse 240 E gli porgea doni ospitali Quivi Svolto dalle Malegravee quandrsquoigraveva ad Igravelio Impetuoso un vento lo sospinse SullrsquoAmniso fermosse appo la grotta DrsquoIlitigravea in dubbio e periglioso porto 245 In che dal turbo riparava a stento Giunto a cittagrave di subito richiese DrsquoIdomenegraveo che venerando e caro Ospite suo chiamograve Giagrave giagrave comparsa La decimrsquoera o lrsquoundicesimrsquoalba 250 Dopo che accolto sui capaci legni Le vele alzograve vegraverrsquoIgravelio Idomenegraveo Nel mio palagio lrsquoaddussi io Di liete Ospitali accoglienze onor gli feacutea Poicheacute drsquoagi lrsquoostel non mrsquoera scarso 255 E tenni modo ancor che il popol tutto A lui diede non men che arsquo suoi seguaci Cereal polve fervido Liegraveo Buoi da sgozzar sigrave che sbramacircrsi a pieno Dodici digrave restacircr gli Argivi in Creta 260 Cheacute feacutea lor forza il grave impetuoso Boreal vento tal che in sulla terra Regraveggersi in piegrave non perdonograve ad alcuno Certo un fier nume lrsquoeccitava Al fine Nel tredicesmo digrave cadde e le Argive 265 Prode correano persquo cerulei campiraquo

τ 203 Cosigrave dicea fingendo e cosigrave dava Del vero a molte favole lrsquoaspetto Pianse ella in ascoltando illanguidita Mancar sentissi Come neve sparsa 270 Da Zegraveffiro sui monti alti si solve Al tepido soffiar drsquoEgraveuro dallrsquoalto Corrono i rivi ad ingrossare i fiumi Tal di pianto inondagravevasi il bel viso Di lei gemente lrsquoamato consorte 275 Assiso ligrave al suo fianco Intenerito Al suon dersquo tristi lai della sua donna Ulisse addentro il cor sentigrave ma gli occhi Stagravevangli a par di corno o vuoi di ferro Nelle palpegravebre immoti artatamente 280

ODISSEA

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Reprimeva le lagrime Poicheacute ella Di querimonie e di pianti fu sazia

τ 215 laquoStranier ndash soggiunse ndash or vorsquo di te far prova Se corsquo suoi prodi tu come or lrsquoannunzi Ricettasti in tue case il mio consorte 285 Quai panni rivestigravea Chi fu egli stesso Quali i seguaci A parte a parte or dimmiraquo

τ 221 laquoDifficile mi fia digraverloti o donna ndash Ulisse ripigliograve ndash cheacute dieci e dieci Anni vogravelsersi giagrave dal digrave chrsquoei feacuteo 290 Dipartenza da Creta Nondimeno Tutto che in mente splegravendemi saprai Vestiva il divo Ulisse un porporino Largo manto villoso aureo fermaglio Lrsquounigravea con doppio anello nel dinanzi 295 Opra insigne adornagravevalo corsquo piedi Anterior ecco ghermiva un veltro Vaio cerbiatto chrsquoei spirante adocchia Stupigravean tutti che drsquoograver sendo amendue Lrsquoun guati lrsquoaltro e rsquol soffochi e che questi 300 Forte ambo i piedi per fuggir dibatta Indossar gli vidi anco unrsquoelegante Tunica molle sigrave qual di cipolla Arida spoglia e come il Sol splendente Molte donne ammiracircrla Or tu pon mente 305 Io non so se vestigraveala in sua magione O se qualcun che seco srsquoimbarcava O la gli diede un ospite cheacute a molti Diletto egli era e pochi rsquol fucircr del pari Tra i prodi Achei Perciograve di rame un brando 310 Doppio bel manto porporin adatta Tunica in don gli porsi ed onorato A mio poter al suo legno il seguigravea Araldo accompagnagravevalo che alquanto Drsquoetagrave rsquol vinceva ed ecco il ti dipingo 315 Crespo crin late spalle e cute bruna Avea nomossi Eurigravebate in gran pregio Fra tutti i prodi suoi teneacutealo Ulisse Cheacute ricca egli ebbe di saper la menteraquo

τ 249 Detto la brama vie piugrave in cor le crebbe 320 Di gemiti e di lai cheacute certi e gravi Glrsquoindizi esposti dallrsquoeroe conobbe

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Ma quando si sentigrave sazia di pianto A lui conversa disse laquoOspite mio Tu che nersquo tetti miei mrsquoeri pur dianzi 325 Soggetto di pietade or mi diventi Venerevol e caro chrsquoio medesma Le vesti li porgea di che tu parli Nel talamo piegate Ed io gli affissi Lo splendido fermaglio adornamento 330 Del suo bel manto Ahi misera non io Reduce alla natigravea dolce sua terra Novellamente lrsquoaccorrograve Ben crudo Destin salir gli feacuteo la larga nave Che allrsquoinfame esecrato Igravelio il traearaquo 335

τ 261 laquoOrrevole drsquoUlisse inclita donna Deh non piugrave consumar ndash lrsquoeroe soggiunse ndash La tua bella persona neacute tristarti Lrsquoalma piangendo il tuo consorte Certo Taccia darti non so ciascuna piange 340 Chi la condusse un digrave vergine sposa Ed a cui figli partorigrave Ben vuogravelsi Ulisse pianger piugrave che comrsquoegrave grido Arsquo Sempiterni assembra Or tu deh cessa Dal gemere e pon mente aperto e schietto 345 Tutto che udigravea del suo redir vorsquo esporti Egrave vivo Ulisse appo la ricca gente Sta dersquo vicin Tesprograveti e molti apporta Seco egregi tesor chrsquoei srsquoebbe in dono Dai popoli e darsquo Regi ma nellrsquoalto 350 Mare i prodi compagni ed il naviglio Perdette dipartegravendosi dai lidi Della Trinacria peroccheacute adiracircrsi Giove ed il Sole a cui del Re i compagni Sgozzacircr lrsquoarmento Il mar voraginoso 355 Gli ingoiograve tutti lui gettava solo Sulla carena della nave infranta Inverso rsquol continente appo i Feaci Gente che trae lrsquoorigine dai Numi Ersquo di cor come a un Dio feacutecergli onore 360 Di presenti rsquol colmacircro e in sua magione Incolume fermacircr di ricondurlo Certo qui focircra ei giagrave Se non che meglio Tornar gli parve di adunar dovizie

ODISSEA

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Percorrendo altre terre Il tuo consorte 365 Soverchia nersquo sottili accorgimenti I mortai tutti tal che niun ardisce Contender seco Dersquo Tesprograveti rsquol rege Fidoacuten mi raccontograve mentrrsquoei libava In sua magione e rsquol mi affermograve con giuro 370 Che varata la nave e chrsquoeran presti Color che denno al suol natigraveo raddugraverlo Fidoacuten me prima accomiatograve cheacute a sorte Drizzava un legno di Tesprograveti il corso Vegraver Duligravechio di grano aureo ferace 375 Ma le dovizie tutte ei pria mostrommi Adunate da Ulisse in sigrave gran copia Che sostener drsquouna famiglia intera Per dieci etagrave potrigraveeno i discendenti Tali son i tesor chrsquoei cumulava 380 Appo Fidoacuten che aggiunse ldquoIto a Dodona Egrave Ulisse per udir dalla divina Alti-chiomata quercia il gran consiglio DellrsquoOligravempio srsquoei dee dopo sigrave lunga Assenza ritornar al natigraveo loco 385 Palese od in segretordquo E dunque salvo Qui di certo ei verragrave No darsquo suoi cari Neacute dallrsquoamato suol patrio lontano Gran pezza ei rimarragrave Tutto che dissi Or col solenne sacramento affermo 390 Giove renda al mio dir testimonianza Sommo tra numi ed ottimo e drsquoUlisse Il sacro focolare a cui rifuggo Ciograve che dico avverragrave questrsquoanno Ulisse Rappariragrave in sua reggia o pria che spiri 395 Il mese o del vegnente al sorger primoraquo

τ 308 laquoOh srsquoadempia il tuo detto ospite mio ndash Penegravelope rispose ndash incontinente Di grato animo pegni e tanti doni Otterresti da me che te in veggendo 400 Ciascun beato ti terragrave Ma in petto Pagraverlami rsquol cor ciograve che pur troppo fia Neacute Ulisse riederagrave piugrave nersquo suoi tetti Neacute tu scorta otterrai peroccheacute quanti Qui usurpacircrsi baligravea non son qual era 405 (Oh rsquol fosse ancora) Ulisse ad accocircr presto

LIBRO XIX

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A rimandar gli egregi ospiti sempre Ma voi donzelle lrsquoospite lavate E di coltri di manti e di tappeti Splendidi il letto gli ponete ondrsquoabbia 410 A goder drsquoun tepor dolce aspettando Che sopra il trono drsquoograver salga lrsquoAurora Comparsa appena prenda un bagno e voi Drsquoessenze il profumate acciograve chrsquoei segga Nellrsquoaula a desco del mio figlio accanto 415 Guai al crudel che lrsquooltraggiasse Certo Atto far non potragrave che a pro gli torni Ben fremiragrave ma indarno Oh come mai Sapresti ospite mio che allrsquoaltre donne Io per senno prevaglia e per consiglio 420 Mentre squallido avvolto in questi cenci Convivar ti lasciassi entro la reggia Breve la vita egrave degli umani uom crudo Che dispietati in cor sensi rivolve Maledetto egrave da tutti e fincheacute vive 425 Imprecar fiero lrsquoavvenir si sente Trapassa Il mondo legravevasi e lrsquoinfama Ma a qual si fregia di bontagrave ed aspira Allrsquoeccellenza drsquoatti egregi immensa Acquistan gloria gli ospiti dovunque 430 Tal chrsquoei nrsquoha loda di gentile spirtoraquo

τ 335 laquoVenerevol drsquoUlisse inclita donna ndash Ripigliava lrsquoeroe ndash manti e superbe Coltri in dispetto ebbrsquoio sin da quel giorno Che sovra rsquol pin di lunghi remi armato 435 Lasciai di Creta le nevose cime Mi corcherograve come usai prima quando Vigilando traea le intere notti Cheacute steso in letto vil ne passai molte Pur aspettando il comparir dellrsquoalba 440 Neacute mi talenta piugrave dersquo piedi rsquol bagno Neacute donna che ministri in questa reggia Il piegrave mi toccheragrave salvo che saggia Femmina antica sia che molte e molte Al par di me patite abbia sventure 445 Toccarmi a questa il piegrave non fia disdettoraquo

τ 349 E lrsquoIcagraveride saggia laquoOspite mio Niun pellegrino di lontan paese

ODISSEA

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Piugrave saggio e caro capitograve qui mai Di te chrsquoesprimi con parola ornata 450 Tutto che rsquol senno ed il decoro ingiunge Vecchia posseggo di consigli eletti Che nutrigrave e crebbe e nelle braccia accolse Quellrsquoinfelice quando primamente La madre il partorigrave costei le piante 455 Ti laveragrave quantunque tragga a stento Lrsquoanelito Ma deh saggia Euriclea Legravevati su lrsquoospite bagna oppresso Drsquoanni al par del tuo Re tal forse egrave Ulisse Tale nersquo piedi e nelle man cheacute ratto 460 Uom combattuto da sventure invecchiaraquo

τ 361 La bagravelia rsquol voacutelto tra le man si ascose E versograve calde lagrime movendo Dolorose parole laquoAhi per te figlio Questa mia vita debile strascino 465 Piugrave che ad altri a te porta odio il Tonante A Te sigrave pio Non mai tanti alcun gli arse Lombi di pingui vittime neacute tante Ecatombe perfette alcun gli offerse Al par di te neacute orasti a lui che a queta 470 Giunger vecchiezza e crescer prode il figlio Pur del ritorno il digrave ti si rapigraveo Forse le donne di remote genti Oltraggiano lrsquoeroe quandrsquoei nersquo ricchi Tetti srsquoadduce come te oltraggiacircro 475 Tutte quante coteste invereconde Da cui lrsquoonte schifando e lrsquoinsolenza Rifiutasti il lavacro A me pertanto Non ripugnante tal uffizio impose LrsquoIcagraveride e vorsquo adegravempierlo non pure 480 A cagione di lei ma di te ancora Cheacute nellrsquoimo del cor ospite tutti Gli antichi affanni ridestar mi sento Pur odi un detto mio molti infelici Stranieri qui si addussero ma niuno 485 Per istatura o voce o portamento Sembiante al par di te pagravervemi a Ulisseraquo

τ 382 E quel sagace laquoO donna affermacircr quanti Ne videro amendue che grande corre Tra Ulisse e me rassomiglianza appunto 490

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Qual tu medesma accortamente or notiraquo τ 386 Prese allora Euriclea lucida conca

In che versograve molta freddrsquoacqua e poscia La bollente vrsquoinfuse Incontinente Lrsquoeroe che assiso al focolar sedea 495 Vegraver lrsquoombra si voltograve cheacute in cor sospetto Gli srsquoingerigrave non forse la nutrice Brancicandol la margine scoprisse E sigrave togliesse arsquo suoi disegni rsquol velo Fatta a lui presso come a lavar dessi 500 Al suo Re i piedi tosto riconobbe La ferita che un digrave col bianco dente Impregravessegli un cinghial lagrave sul Parnaso Quando a vedere andograve lrsquoavo materno Ed i suoi figli Autogravelico valente 505 Che gli umani vincea tutti nellrsquoarte Del rapir del giurar cheacute dersquo suoi doni Ermete lrsquoarricchigrave cui sempre ardea Cosce accette drsquoagnelli e di capretti Tal che pronto con lui si accompagnava 510 DrsquoIgravetaca a visitar le ricche genti Autogravelico recossi e nato dinanzi Quivi trovograve della sua figlia un figlio Questo pose Euriclea sulle ginocchia Care dellrsquoavo tosto che levate 515 Fucircr le mense e nomollo e sigrave gli disse

τ 403 laquoAutogravelico tu stesso or trova e imponi Al dolce nato di tua figlia un nome A lui che sempre desiasti tantoraquo

τ 405 E di subito il Re laquoGenero mio 520 E tu mia figlia il nome gli imponete Che or vi dirograve comrsquoio qui giungo irato A molti umani drsquoambo i sessi in terra Vorsquo che si nogravemi Ulisse Attinta appena La pubertagrave vorsquo che arsquo materni ei venga 525 Vasti palagi lagrave sovra il Parnaso Dove posseggo le dovizie mie Di cui fagravettagli parte alle paterne Case il rimanderograve colmo di gioiaraquo

τ 413 Ulisse indi partiva acciograve che lrsquoavo 530 La promessa per lui fatta eseguisse Dersquo magnifici doni E lrsquoavo ersquo figli

ODISSEA

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Lrsquoaccolser con amplessi e con parole Affettuose lrsquoavola Anfitegravea Streacutettolo al petto il capo gli baciava 535 Ersquo begli occhi lucenti Arsquo figli illustri Il Re la cena comandograve repente Menacircr un bue quinquenne lo sgozzacircro Lrsquoacconciacircro il partirono ed i brani Negli schidoni tutti a modo infissi 540 Maturarono al foco e comparticircrli Cosigrave lo intero digrave sino allrsquoOccaso Banchettacircro neacute alcuno in maggior copia Bramava il cibo Non appena il Sole Disparve e la notturna ombra sorvenne 545 Gustacircr corcati i doni almi del Sonno

τ 428 Allrsquoindimani come in Ciel comparve La figlia del mattin rosea le dita Corrono i cani alla gran caccia e vassi Corsquo figliuoli drsquoAutogravelico lrsquoeroe 550 Sul vestito di selve eccelso monte Salgono di Parnaso e tra quersquo gioghi In che i turbi imperversano trovacircrsi Giagrave le campagne il novo Sole indora Dal pacifico surto alto Oceagraveno 555 Mentre la caccia entro un vallon discende Ormando innanzi igravevano i cani e dietro I figliuoli drsquoAutogravelico ma Ulisse Palleggiando la lunga asta si tenne Appo lo stormo Lagrave dentro una folta 560 Macchia giacea un cinghial dismisurato Non gagliardo soffiar drsquoumidi vegraventi Non di fervido Sol raggio non pioggia Dirotta mai la penetrograve ben vrsquoera Quivi di frondi enorme effondimento 565 Al tumulto al rumore al calpestio Degli accorrenti cacciator dersquo cani Fuor del recesso la setosa belva Slagravenciasi arruffa della testa i peli Gli occhi in fiamma rivolve e lor di contra 570 Piagraventasi e guata In questa il primo Ulisse Irrompe alzata con man forte lrsquoasta Drsquouccigravederla bramoso Ma rsquol prevenne Il cinghiale e rsquol ferigrave con la gran sanna

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Drsquoun colpo obliquo in sul ginocchio molta 575 Carne squarciograve ma non aggiunse allrsquoosso Del garzon che il colpigrave nellrsquoomer destro Da parte a parte la splendida punta Dellrsquoasta il trapassograve cascograve mugghiando Nella polve e spirograve Ma intorno a lui 580 Accorsi affaccendacircrsi i cari figli DrsquoAutogravelico fasciagravetagli la piaga A modo gli arrestacircr con un incanto Il negro sangue e rsquol trasportacircr del padre Al palagio Poi chrsquoelli rsquol ritornacircro 585 In sanitagrave che di presenti insigni Il ricolmacircr contenti alla diletta Igravetaca tosto il rimandacircr contento Esultograve il genitor lrsquoorrevol madre Al suo ritorno e tosto interrogacircrlo 590 Di tutto che sendo lontan gli occorse Ma piugrave della ferita Ed ei narrava Partitamente lor comrsquoito a caccia Con i figli dellrsquoavo in sul Parnaso Un cinghiale rsquol piagograve dal niveo dente 595

τ 467 Quando la vecchia con le man inchine Questa margin toccograve la riconobbe Ed il piegrave che tenea ratto dimise Cascograve la gamba nella conca il rame Rimbonbogravenne travogravelsesi da un lato 600 Il vase e lrsquoacqua per lo spazzo corse Letizia e duol invasero ad un tempo Lrsquoanimo drsquoEuriclea le si empicircr gli occhi Di lagrime la sua languida voce Nellrsquouscir si fermograve Steacutesagli alfine 605 La destra al mento esclama laquoAh tu sersquo Ulisse Il caro figliuol mio neacute ravvisarti Fatto mi venne pria pria drsquoaver tocco Questa ferita da cui chiara viemmi Testimonianza che il mio Re tu seiraquo 610

τ 476 Detto gli occhi intendendo alla regina Dirle anelava che il consorte amato Stagravevale presso Ma bencheacute di contra Neacute vederlo potea neacute porvi mente Penegravelope cheacute rsquol cor Palla le svolse 615 In questa Ulisse lrsquoafferrograve alla gola

ODISSEA

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Con la destra e con lrsquoaltra a seacute la trasse Dicendo laquoVuoi tu pegraverdermi o nutrice Pur tu medesma del tuo sen col latte Nudristi un giorno me che dopo tanti 620 Patiti affanni nel ventesimrsquoanno Ritorno al suol natigraveo Ma poicheacute accorta Di me ti feacutesti e che nellrsquoalma un Dio Il mio segreto ti depose taci Ned altri rsquol sappia qui Ciograve che or ti dico 625 Certo avverragrave se mai qualcun dersquo Numi Doma sotto il mio braccio i Proci alteri Non ti risparmierograve bencheacute mia bagravelia Quando a morte porrograve le tue conserveraquo

τ 491 Ed Euriclea laquoQual detto o figliuol mio 630 Fuor del labbro trsquouscigrave Costante invitta Chiudo qui dentro lrsquoanima e tu rsquol sai Al par drsquoalpestre rupe al par di ferro Mia fede egrave salda Or odi e rsquol ti rammenta Se di tua man gli oltracotati Proci 635 Auspice un Dio cadranno allor dirotti Qual delle schiave tue qui ti deturpa E qual fida se nrsquo vive ed innocenteraquo

τ 500 Ed Ulisse laquoPercheacute vuoi tu indicarle Questo allrsquouopo non fa Ben per me stesso 640 Osservarle e conoscerle deggrsquoio Star tu bada in silenzio ed il successo Dellrsquoimpresa commetti arsquo Sempiterniraquo

τ 503 Nuova acqua a riportar sparsa la prima Fuor la nutrice uscigrave Lavato ed unto 645 Chrsquoebbe drsquoessenze il Re questi raccosta Il seggio al foco a si scaldar le membra E corsquo cenci la margine ricopre

τ 508 Ripreso il ragionar dalla prudente Icagraveride soggiunse laquoOspite bramo 650 Ancor per poco interrogarti io stessa Ecco srsquoappressa del riposo il tempo Lrsquoora in che ognun bencheacute dolente egrave preso Dal dolce sonno Me pertanto opprime Drsquoaffanno immenso un Dio sin che rsquol digrave splende 655 Trista e gemente sopra i lavor miei E delle fanti vigilar mrsquoaggrada Scesa la notte che i mortali assonna

LIBRO XIX

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Corcata piango cheacute da mille acute Cure qui dentro rsquol cor fieder mi sento 660 E come la fiorente Filomena Di Pagravendaro figliuola al sorger novo Della bella stagion dolce cantando Delle frondi piugrave dense allrsquoombra siede Quivi iterando va mesti concenti 665 Che allrsquoaura spande Iti piangendo il caro Figlio che a Zegraveto re partorigrave un tempo Iti che per error col ferro uccise Non altrimenti a me fra due contrari Sensi di qua di lagrave srsquoagita il core 670 O restar appo rsquol figlio ed il retaggio Serbargli intatto e con le mie sostanze Le serve e questo vasto alto palagio Rispettando ad un tempo e la mia fama E rsquol coniugal mio talamo o rsquol piugrave illustre 675 Degli Argivi seguir che di gran doni Di nozze onusta arsquo suoi tetti mrsquoadduca Sino a che rsquol figlio era fanciullo e soro Non consentigravea chrsquoaltri io impalmando questa Magion abbandonassi or chrsquoegli crebbe 680 Or che lrsquoetagrave di pubertade attinse Desigravea che mi diparta irato arsquo Proci Che lrsquoaver suo divorano Ma tu Deh mrsquoodi e questo mio sogno dichiara Veacutenti lagrave nel cortile oche nellrsquoacqua 685 Stemprato il gran pascevano non senza Qualche diletto io le osservava ed ecco Slanciagravetasi dal monte aquila grande Dal rostro adunco la cervice a tutte Frange e le spegne nel cortile in folla 690 Giacean sparsi gli augei lrsquoaquila intanto Battea per lo divino etere i vanni Io bencheacute in sogno piangeva ululava E le Achee dal bel crin stavan drsquoattorno A me che pur mettea miseri lai 695 Per lrsquooche mie che lrsquoaquila mrsquoancise Ma quella tosto rivolograve si assise Sopra il tetto sporgente ed assumendo Umana voce articolograve tai note

τ 546 ldquoFarsquo cor o figlia del possente Icagraverio 700

ODISSEA

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Questo non vano fantasma di sogno Ma certa egrave vision di ciograve che fia Nellrsquooche i Proci in me chrsquoera pur dianzi Aquila or tu ravvisa il tuo consorte Che alfin qui giunto dispietata e turpe 705 Arsquo Proci tutti avventeragrave la morterdquo

τ 551 Posto fine arsquo suoi detti il dolce sonno Mrsquoabbandonograve Qua e lagrave per lo cortile Vogravelto lo sguardo bezzicar veggrsquoio Lrsquooche il grano nel truogolo qual primaraquo 710

τ 554 Ed il sagace eroe laquoNon vuogravelsi o donna Interpretar diversamente il sogno Poicheacute rsquol medesmo Ulisse ti chiarigraveo Come srsquoadempiragrave Certo lrsquoeccidio Appar dersquo Proci tutti quanti alcuno 715 Cansar la morte non potragrave neacute rsquol Fatoraquo

τ 559 E lrsquoIcagraveride saggia laquoOspite i sogni Scuri e fallaci son neacute giagrave lrsquoevento Allrsquoimpromessa lor sempre risponde Arsquo levi sogni schiugravedonsi due porte 720 Una egrave di corno eburna lrsquoaltra i vani Via dallrsquoavorio fuggono portando Parole infinite fuor del trasparente Corno irrompono i veri e chi gli scorge Non mai rimane in suo sperar deluso 725 Ma non credrsquoio che questo arcano sogno Mi derivi di lagrave che a me ed al figlio Grato focircra pur tanto Or questo imprimi Nella tua mente giagrave lrsquoinfausto giorno Sorvien che me dalla magion drsquoUlisse 730 Discacceragrave Qui proporrograve rsquol certame Delle dodici scuri che piantava Una dopo dellrsquoaltra Ulisse in fila Quai puntelli di nave ito indi lunge Liberava lo stral che drsquoun sol volo 735 Tutti quanti passava i ferri cerchi Tal conflitto porrograve se alcun dersquo Proci Tender potragrave con facil mano il grande Arco del Re sigrave che per tutte passi Le ferree scuri perforate il dardo 740 Lui seguirograve questa magion che un giorno Vergin sposa mrsquoaccolse abbandonando

LIBRO XIX

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Magion di gran beltagrave drsquoagi superba Di cui viva terrograve la rimembranza Nellrsquoangosciato cor sin nersquo miei sogniraquo 745

τ 582 laquoVenerevol drsquoUlisse inclita donna No non piugrave differir questo certame Nel tuo palagio prima rsquol saggio Ulisse Qui rediragrave prima che il lucidrsquoarco Maneggiando costor tegravendanvi rsquol nervo 750 E col veloce stral passino rsquol ferroraquo

τ 588 E la regina laquoSe a vie piugrave allettarmi Qui trsquoassidessi ancora ospite mio Sulle palpegravebre non verrigraveami rsquol sonno Pur lrsquouom vegghiar sempre non puograve cheacute a tutto 755 Legge ordinacircr sullrsquoalma Terra i Numi Perciograve salita alle superne stanze Troverograve il letto a cui porto odio e chrsquoio Bagno sempre di lagrime dal giorno Che per lrsquoinfame detestabil Igravelio 760 Ulisse veleggiograve ligrave vo a corcarmi Tu in queste case sui distesi velli Trsquoadagia o dove ti fia posto un lettoraquo

τ 600 Detto alle sue montograve stanze superne E non giagrave sola cheacute non poche ancelle 765 Le premean lrsquoorma Come salse ad alto Piangeva Ulisse il suo sposo diletto Sin che i begli occhi alfin drsquoun dolce sonno Soavemente le gravograve Minerva

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LL II BB RR OO XX XX

Avvenimenti che precedono la strage dersquo Proci

NNELLrsquoATRIO del palagio ito a corcarsi Il divo eroe sotteacutesesi una dura Pelle di bue su vrsquoimponendo i velli Di molte agnelle che immolacircr gli Argivi Sdraiato appena Eurigravenome drsquoun manto 5 Il ricoverse Lagrave tra seacute vegghiando Dersquo pretendenti rivolgea lrsquoeccidio Le ancelle che a costor soleano prima Abbandonarsi del palagio uscite Eccitavano in seacute con risa alterne 10 Trasmodata allegrezza Il cor nel petto Drsquoira gli srsquoinfiammograve tra seacute agitava Od irrompendo uccigravederle o lasciarle Corsquo Proci a consumar lrsquoultimo fallo Ruggigraveali dentro rsquol cor E come quando 15 Gira arsquo cagnuoli suoi teneri intorno La madre e latra contra ad un ignoto Pur bramando combatterlo del pari Mal patendo sigrave turpi atti fremigravea Lrsquoalma in sen dellrsquoeroe Percosso rsquol petto 20 Rampognava il suo cor con questi accenti

υ 17 laquoRattegravemprati cuor mio giagrave tollerasti Mal peggiore quel digrave che il fier Ciclope Drsquoirrefrenabil forza i prodi amici Ti divorograve Tu rsquol sostenesti invitto 25 Fincheacute prudenza fuor della caverna Lagrave rsquove credesti giagrave perir ti trasseraquo

υ 22 Cosigrave lrsquoamato cor venigravea molcendo Che quasi avvinto i suoi moti ripresse

LIBRO XX

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Non sa posa ei trovar di qua di lagrave 30 Rivograveltasi Qual uom che un gran ventriglio Colmo di sangue e drsquoadipe rigiri Che al foco maturar presto desigravea Tal srsquoagita lrsquoeroe tra seacute volgendo Come i rei Proci del suo braccio opprima 35 Contra gran turba ei solo Ed ecco in forma Palla drsquouna mortal dal Ciel discende Gli si libra sul capo e sigrave gli dice

υ 33 laquoAh percheacute vegghii o degli umani tutti Il piugrave infelice Egrave questo il tuo palagio 40 Ed in questo palagio egrave la tua donna Ed il tuo figlio ed egli egrave tal che ognuno Drsquoegravessergli padre si terrigravea beatoraquo

υ 37 laquoCerto o Dea ndash ripigliograve lrsquoaccorto eroe ndash Tutto a modo dicesti nondimeno 45 Lrsquoalma nersquo miei pensier volge in qual guisa Assalterograve glrsquoinverecondi Proci Solo mentre color dentro arsquo miei tetti Affollati ognor sono E maggior cura Anco mi rode se per me figraveen morti 50 Col favor dellrsquoOligravempio e con il tuo Come potrograve al mortal rischio sottrarmi Piagravecciati al caso mio Diva por menteraquo

υ 44 laquoForsennato ndash gridograve Palla ndash taluno Ad uom srsquoaffida chrsquoegrave di seacute men degno 55 Ad un mortal che di consiglio egrave scarso Mentrrsquoio son Dea che in ogni tuo travaglio Sempre ti guardo Or trsquoappaleso il tutto Se circuigraveti da cinquanta schiere Drsquouomin parlanti fossimo bramosi 60 Col ferro a trucidarti incontinente Tu i greggi loro e dersquo lor buoi le torme Giagrave vincitor ti cacceresti innanzi Trsquoaddormi or dunque cheacute oltremodo egrave grave Tutta notte vegghiar lrsquoora egrave sorgiunta 65 In che gli affanni tuoi termine avrannoraquo

υ 54 Detto un dolce sopor sulle palpegravebre Versagravevagli Giagrave fatto avea ritorno Lrsquoalma Dea nellrsquoOlimpo quando rsquol sonno (Che tutte caccia lrsquoegre cure in bando 70 Solvendo i membri) dellrsquoeroe srsquoindonna

ODISSEA

316

Ma di repente si destograve si assise Sopra il soffice letto e diegrave in gran pianto Lrsquoorrevol sua consorte e come sazia Del lungo lagrimar lrsquoalma sentigraveo 75 Ad Artegravemide alzograve questa preghiera

υ 61 laquoO venerabil Dea prole di Giove Deh vibra in questo petto un dersquo tuoi strali Ed ancigravedimi or ora o turbin fiero Rapigravescami per lrsquoaria e mi sommerga 80 DellrsquoOcegravean retrogrado nellrsquoonde Cosigrave preda giagrave fucircr delle tempeste Le Pandagraveridi a cui lrsquoira dersquo numi La genitrice feacutea morire e rsquol padre Nella magion paterna abbandonate 85 Orfanelle rimasero nutrigravelle Di dolce megravele di rappreso latte Di soave Liegraveo lrsquoalma Ciprigna Giuno diegrave lor di soverchiar nel senno Non che in beltagrave le donne tutte insigni 90 Forme di maestade Agravertemi e dotte Nersquo leggiadri lavor le feacuteo Minerva Come srsquoaddusse lagrave sul vasto Olimpo Vegravenere a dimandar floride nozze Per le care fanciulle al Sir dersquo tuoni 95 (Nume che tutto sa che dersquo mortali Gli eventi ottimi o rei volge e governa) Ecco rapicircr di subito le Arpie Quelle misere e diecircrle al fier servaggio Delle odiose Erinni Ah voi Celesti 100 Struggeacutetemi del pari o tu Diana Dallrsquoaureo crin mi fiedi acciograve riveggia Ulisse anco nersquo regni atri drsquoAverno Neacute drsquouom di lui minor lrsquoanimo allegri Sopportabile egrave rsquol mal quandrsquoaltri afflitto 105 Da grave affanno passa i giorni in pianto Pur che la notte il riconforti rsquol sonno Peroccheacute quando le pupille adombra Del ben del mal tutte membranze estingue Me con sogni bugiardi un nume avverso 110 Persegue Ed anco questa notte accanto Vedeacuteami un uom sembiante al mio consorte Tal qual era nel digrave che con lrsquoarmata

LIBRO XX

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Quinci si dipartigravea drsquoimmensa gioia Abbondagravevami rsquol cor cheacute non fallace 115 Sogno ma certa vision la tenniraquo

υ 91 Detto sul trono drsquoograver fulse lrsquoAurora Comrsquoei della consorte il lagrimoso Gemito udigrave stimograve chrsquoella per certo Affigurato lrsquoabbia e di giagrave al capo 120 Vedeacuterlasi credea Sorse ed il manto Non che i velli raccolti in che giacea Sopra una sedia pose nellrsquointerno Dellrsquoaula ma del bue fuor del palagio La pelle strascinograve poscia devota- 125 Mente a Giove le man rivolte orava

υ 98 laquoO Re dersquo Numi e voi tutti o Celesti Che me per terra e mar riconduceste Drsquoaffanni oppresso alla natigravea contrada Fate che alcun chrsquoentro il palagio egrave desto 130 Or mi dica un presagio e tu qualchrsquoaltro Portento o Giove moacutestrami dallrsquoetraraquo

υ 102 Sigrave disse orando e rsquol sapiente Iddio Forte tonograve di subito dallrsquoalto Splendido Olimpo drsquoauree nubi adorno 135 Ulisse giubilograve Quandrsquoecco manda Fausto presagio dallrsquoattigua stanza Femmina intesa a macinare rsquol grano Cheacute ligrave surgean dersquo popoli al pastore Le mole intorno a cui dodici donne 140 Travagliagravevansi intente convertendo In polve cereal frumenti ed orzi Dellrsquouom midollo Macinato rsquol grano Tutte lrsquoaltre assonnavano sol una Illanguidita nol tritograve repente 145 Fermograve il rotare della mola e questo Lieto presagio pel suo Re proferse

υ 112 laquoGiove padre che i Numi ed i mortali Reggi tonando tu forte dallrsquoalto Stellato Ciel cui nulla nube or vela 150 Certo a qualche mortal mostri un portento Deh rsquol voacuteto che ti porge unrsquoinfelice Benigno adempi assistano questrsquooggi Per questa estrema unica volta i Proci Nel palagio drsquoUlisse al desiato 155

ODISSEA

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Convito essi che a me col doloroso Affaticare sciolser le ginocchia Acciograve la bianca polve a loro appresti Deh prendan questo digrave lrsquoultimo pastoraquo

υ 120 Esultograve del presagio il divo Ulisse 160 E del tuon dellrsquoOligravempio cheacute srsquoaffida Trar da nocenti alfin giusta vendetta

υ 122 Da tutte parti del palagio intanto Accorser lrsquoaltre ancelle e viva fiamma Nersquo focolari accesero Sembiante 165 Ad un bel Dio Telegravemaco di letto Surse dersquo panni rivestissi rsquol brando Sospese ad armacollo e sotto i piedi Nitidi si legograve vaghi calzari E strinse validrsquoasta alla cui punta 170 Rame acuto splendeva In sulla soglia Risteacute cheacute in Euriclea tosto srsquoavvenne

υ 129 laquoCara nutrice ndash disse ndash onor facesti Allrsquoospite di letto e di vivande Od a gran torto trascurato ei giacque 175 Bencheacute saggia egrave pur tal la madre mia Inavvertita uom men che degno accoglie E rsquol valente accomiata inonoratoraquo

υ 134 laquoPercheacute figlio accagioni una innocente ndash Rispoacutesegli Euriclea ndash Fervido Bacco 180 Lrsquoospite assiso a suo talento bebbe Ma drsquoesca non aver uopo rispose Alla regina che gli feacutea dimando Comrsquoei rsquol riposo rimembrava e rsquol sonno Ella ordinograve che gli sia posto un letto 185 Ma quei misero tanto e sconsolato Letto e tappeti rifiutograve corcosse Nellrsquoatrio su drsquoun cuoio aspro di tauro E su velli drsquoagnelle incontinente Noi di morbida coacuteltrice rsquol coprimmoraquo 190

υ 144 Tacque con lrsquoasta in man srsquoallontanava Dalla reggia Telegravemaco due veltri Dal piegrave veloce gli pestavan lrsquoorma Mentrrsquoei movea dersquo coturnati Achivi Verso rsquol foro la figlia veneranda 195 DrsquoOpi di Pisenograver laquoSu su ndash ingiungeva Alle fantesche ndash parte la magione

LIBRO XX

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Spazzate ed innaffiate ersquo seggi adorni Coprite di tappeti porporini Parte astergete con forate spugne 200 Tutte le mense ripulite lrsquourne E le ritonde effigiate coppe Ite ad attinger voi lrsquoacqua dal fonte E qui tosto recagravetela Gran pezza A comparir non tarderanno i Proci 205 Tutti verranno allo spuntar dellrsquoalba Questo digrave a celebrar sacro a noi tuttiraquo

υ 157 Detto obbedicircr Veacutenti nrsquoandacircro al cupo Fonte dar opra srsquoaffrettaron le altre Entro il palagio arsquo consueti uffici 210 Vennero i servi degli Achivi e destri Spezzacircr di molta selva ritornacircro Dalla fonte le ancelle Eumegraveo sorvenne E tre ciacchi adducea fior dellrsquoarmento Che pasturar lasciograve nersquo bei cortili 215 Poi con mite parlar vogravelto ad Ulisse

υ 166 laquoStranier trsquohanno gli Achei qualche riguardo O ti prendono a vil siccome primaraquo

υ 168 Rispose il Re laquoPiaccia agli Eterni Eumegraveo Gli oltraggi vendicar di che i superbi 220 Oppresso mrsquohanno nellrsquoaltrui magione Senzrsquoombra di ritegno e di pudoreraquo

υ 172 Questi i colloqui lor quando Melagravenzio Giunse e del gregge le piugrave belle capre Cena dersquo Proci conducea seguito 225 Da due pastori Sotto rsquol risonante Portico le legacircr con nuove ei poscia Rampogne ad assaltar feacutecesi Ulisse

υ 178 laquoQui torni ancora ad infestare i duci Mendicando o stranier Ned esci mai 230 Certo credrsquoio che pria di separarci Un dellrsquoaltro le man convien che assaggi Perograve che petulante in queste soglie Trsquoostini sempre ad accattar pur molte Imbandigravesconsi mense appo gli Argiviraquo 235

υ 183 Restograve muto lrsquoeroe ma rsquol capo scosso Meditava tra seacute fiera vendetta

υ 185 Venne per terzo appo costor Filegravezio Arsquo pastori preposto una giovenca

ODISSEA

320

Sterile e seco pingui capre addusse 240 Navicellai pronti a varcar lo stretto Con ogni passeggier li traghettacircro Tosto che sotto il portico sonante Le vittime legograve fagravettosi accosto Al buon pastor dersquo verri interrogollo 245 laquoChi egrave questo stranier che arsquo tetti nostri Novellamente egrave giunto Di qual gente Originar si vanta E quali i padri Qual esser dice la natigravea contrada Misero Quanto rassomiglia in vista 250 Al nostro Re Certo proclivi i Numi A cacciar sono di miseria al fondo Gli umani erranti quando arsquo regi ancora Attogravercesi da lor sorte sigrave acerbaraquo Detto la man porgendoli soggiunse 255

υ 199 laquoDeh salve ospite padre almen trsquoarrida Prosperitagrave nersquo digrave vegnenti Or molte Trsquoopprimono sventure Oligravempio Sire No non havvi di te piugrave crudo Iddio Bencheacute tu stesso ingenerati gli abbia 260 Nulla pietagrave per gli uomini ti tocca Ma drsquoaffanni e di guai lor vita mesci Veggegravendoti sudai gli occhi di pianto Mi ringorgacircr cheacute rammentagraveimi Ulisse Anchrsquoei mi penso con tai cenci in dosso 265 Ramingando se nrsquo va di gente in gente Se spira altrove ersquo rai scorge del Sole Ma se giagrave morto giugrave tra lrsquoombre scese Lrsquoesimio Ulisse ahi lasso me non havvi A perdita sigrave ria ristauro alcuno 270 Nellrsquoetagrave mia piugrave verde ersquo mi prepose Delle sue torme di giuvenche a guardia Pascenti lagrave nersquo Cefalleni campi Or divennero innumeri neacute ad altri Crebbe lrsquoarmento sigrave dallrsquoampie fronti 275 Pur a condurlo qui forza mi fanno Stranieri e lo divorano giagrave rsquol figlio Nella propria magion tengono a vile Neacute temono lrsquoultrice ira dersquo Numi Tutti gran tempo agognano partirsi 280 Dellrsquoassente mio Sir lrsquoalte dovizie

LIBRO XX

321

Pur da pensier contrari egrave combattuto Lrsquoanimo mio per certo assai mal focircra Ir (vivo rsquol figlio) con gli armenti ad una Presso ad estranie genti ma piugrave duro 285 Egravemmi qui star aspri patendo oltraggi Dellrsquoaltrui torme a guardia Rifuggito Da gran tempo sarei presso alcun altro Magnanimo signor cheacute piugrave soffrire Sigrave fieri eccessi ella egrave impossibil cosa 290 Ma quel misero aspetto Oh chrsquoei ritorni Nel suo palagio e qui travolga in fuga Qui meni strage dellrsquoiniqua schieraraquo

υ 226 Rispose il Re laquoPastor poicheacute non sembri Ned ignavo neacute stolto anzi io medesmo 295 Ricco di senno il tuo pensier discerno Ogravedimi ed io con grande sacramento Il mio detto avvaloro il Fulminante Primo dersquo Numi in testimonio chiamo E questa ospital mensa e rsquol focolare 300 Del figlio di Laerte a cui me nrsquo venni Che sendo ancor qui tu rediragrave Ulisse E tu con gli occhi tuoi propri se rsquol vuoi Dersquo Proci usurpator vedrai lo scempioraquo

υ 235 Replicava rsquol pastor laquoGiove trsquoadempia 305 Ospite rsquol detto Qual egrave il mio coraggio Quanto rsquol vigor del braccio mio vedrestiraquo

υ 238 Del pari a tutti i Sempiterni orava Dersquo verri rsquol buon pastor che arsquo Lari suoi Ritorni alfin la prole di Laerte 310

υ 241 I Proci in questa lrsquoeccidio la morte Tramavan di Telegravemaco quandrsquoecco Alla sinistra lor srsquoalzograve repente Aquila alti-volante che tra lrsquougne Stretta teneva pavida colomba 315 Anfigravenomo gridograve laquoNon fia compagni Per noi posto ad effetto esto disegno La morte di Telegravemaco Via dunque Da lieta mensa tragraveggasi confortoraquo

υ 247 Piacque arsquo prenci il suo dir Nellrsquoaula entrati 320 Gettacircro i manti sopra i seggi e pingui Capre ed egregie pecore immolacircro Immolacircr anco i saginati ciacchi

ODISSEA

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E lrsquoindogravema giovenca indi i precordi Al foco maturati comparticircro 325 Mesceano rsquol vin nellrsquourne Il buon Eumegraveo Dispensa i nappi e nersquo vaghi canestri Filegravezio il primo dersquo pastori apporta Lrsquoalmo dono di Cegraverere Melagravenzio Dolce Bacco versava I commensali 330 Steser le man sulle imbandite dapi

υ 257 Con accorto pensier drsquoUlisse rsquol figlio Seder fersquo presso alla marmorea soglia Nellrsquoaula il genitor poacutesegli innanzi Informe scanno e picciol desco quivi 335 Parte gli appose dersquo precordi e rsquol dolce Bacco mescendo in tazza drsquoograver soggiunse

υ 262 laquoTra i commensali ora trsquoassidi e beacutei Cheacute io te dallrsquoinsolenza e dalle mani Schermir varrograve dersquo Proci tutti quanti 340 Peroccheacute questo no non egrave giagrave albergo Pubblico ma drsquoUlisse il padre mio Sol per me lrsquoacquistograve Voi dunque o Proci Lingua e man raffrenate acciograve non sorga Cagion tra noi drsquoalterchi o di conflittoraquo 345

υ 268 A quel franco parlar compresser tutti Attoniti le labbra ed ammuticircro

υ 270 Ma lrsquoEupigravetide laquoBencheacute audace Achivi Di Telegravemaco il detto accocircrlo egrave forza Garrigravenne altier perograve che rsquol Folgorante 350 Il comun voacuteto non curograve altrimenti Questo canoro dicitor quieto Nel suo palagio rimarrigravea per sempreraquo

υ 275 Quersquo detti a vil Telegravemaco si tenne Per la cittade conduceano intanto 355 Lrsquoecatombe agli Degravei sacra gli araldi I ben chiomati Achei si radunacircro Nel bosco ombroso dellrsquoarciere Apollo

υ 279 Fecircr nel regal palagio i pretendenti Abrostire le carni e poi che tratte 360 Fucircr darsquo schidoni e compartite in giro Gioigravean del gran convito A Ulisse innanzi Posero i servi porzione uguale A quella che gli Achei duci sorticircro Come drsquoUlisse il caro figlio impose 365

LIBRO XX

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υ 284 Ma Palla non soffrigrave che quersquo superbi Ristasser piugrave dal doloroso oltraggio Acciograve drsquoUlisse in cor vie piugrave penegravetri Lrsquoardor della vendetta Era tra loro Uom vago drsquoatti ingiusti e dispietati 370 (Ctesippo si nomograve Same abitava) Che posta fede nersquo tesor paterni Del Rege assente la consorte ambigravea Converso arsquo Proci ei favellograve laquoMrsquoudite Prenci non focircra neacute bello neacute giusto 375 Giuntar del garzon gli ospiti chiunque Fosse colui che in sua magion ricetta Orsugrave farli vorsquo anchrsquoio lrsquoospital dono Che offrir potragrave in mercede al bagnaiuolo O dellrsquoinclito Ulisse ad altro servoraquo 380

υ 299 Detto ghermigrave dal fondo drsquoun canestro Bovino piede che avventograve di forza Dechinograve rsquol capo alquanto e rsquol cansograve Ulisse E dallrsquoimo del cor sorrise un riso Allrsquointutto Sardonico colpigraveo 385 Del tauro rsquol piegrave lrsquoalta parete Tosto Con minaccevol piglio a lui si volse Telegravemaco e gridograve laquoCtesippo or godi Che lrsquoospite da seacute schermito srsquoabbia Perograve che questa in mezzo al cor trsquoavrei 390 Acutrsquoasta confitto e qui trsquoavrebbe Il padre in vece dellrsquoambite nozze Celebrate lrsquoesequie Alcuno adunque In questa magion mia piugrave non ardisca Mostrarmisi insolente or tutte cose 395 Conosco il ben e rsquol mal sino a questrsquooggi Sendo fanciullo vidi e sopportai Sgozzagravermisi gli armenti e depredarsi Di mie vendemmie e dersquo miei campi rsquol frutto Cheacute i molti mal reprimere puograve un solo 400 Ma cessate per Dio Neacute rsquol furor vostro Faccia mai piugrave di me strazio sigrave crudo Se col ferro agognate a trucidarmi Questrsquoio pur vorsquo questo mrsquoegrave a ben morire Che scorger sempre opre sigrave rie percossi 405 Gli ospiti strascinate oscenamente In questrsquoalbergo drsquoonestagrave le ancelleraquo

ODISSEA

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υ 320 Tutti ammuticircro Alfin ruppe il silenzio Agelagraveo Damastograveride laquoNon vuogravelsi Con detti avversi e con rampogne amici 410 Infierir contra chi favella rsquol giusto Non piugrave srsquooltraggi lrsquoospite ned altri Che servo sia nella magion drsquoUlisse Telegravemaco e la madre avran da me Con parlar mansueto util consiglio 415 Che forse al core drsquoamendue fia grato Fincheacute in cor vi brillograve viva la speme Del ritorno drsquoUlisse a dritto i Proci Paticircr gli indugi e in sua magion restacircro (Cheacute il partito miglior certo questrsquoera 420 Se nersquo suoi tetti rientrato ei fosse) Or questo egrave chiaro che il redir gli egrave tolto Varsquo dunque e della madre al fianco assiso Dille ldquoEleggi a tuo sposo il piugrave valente Che di presenti splendidi trsquoonorirdquo 425 Acciograve lieto di Bacco e di vivande Tutti del padre tu possegga i beni Ed ella al tetto altrui passi e rsquol governiraquo

υ 339 Ed il garzon prudente laquoAh no Agelagraveo Per lrsquoOligravempio rsquol ti giuro e per gli affanni 430 Del padre mio chrsquoerra o perigrave lontano Dalla terra natigravea che della madre Non mrsquooppongo alle nozze anzi la esorto Ad impalmar chi piugrave le aggrada ed anco Molti presenti le offersrsquoio Ma temo 435 A mal suo grado di cacciarla in bando Con atroce parlar da queste soglie Empiezza sigrave crudel tolgano i Numiraquo

υ 345 Detto nersquo Proci suscitograve Minerva Immenso riso e feacutelli uscir di senno 440 Ma di gote straniere era quel riso Carni divoran e sanguinenti gli occhi Ringorgan lor di lagrime ed a tutti Lrsquoanimo presagigravea gemiti e lutto Agitato da un Dio qui sorge rsquol vate 445 Teocligravemeno e sigrave tra loro esclama

υ 351 laquoAh miseri qual fier caso vrsquoopprime Dal capo arsquo piedi drsquoatra notte unrsquoombra Vrsquoinvolve scoppian ululi le guance

LIBRO XX

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Vrsquosrsquoirrigan di lagrime da queste 450 Pareti rsquol sangue e giagrave darsquo palchi stilla Ed ecco srsquoempie lrsquoatrio e lrsquoaula srsquoempie Di spettri che laggiugrave nel buio eterno Rovinano dellrsquoEgraverebo giagrave rsquol Sole Spento egrave nel Ciel turbo funesto irromperaquo 455

υ 358 Tutti alzacircro al suo dir beffarde risa Eurigravemaco gridograve laquoMatto egrave per certo Costui che or giunse di lontan paese Su su metteacutetel fuor da queste soglie Giovani acciograve che in piazza egli se nrsquo vada 460 Quando simile il digrave pargli alla Notteraquo

υ 363 Ed il vate divin laquoNon io ti chiesi Eurigravemaco una guida vigorosi Gli occhi gli orecchi i piegrave sento e nel petto Integra e ferma lrsquoanima rinserro 465 Forte di questrsquoaigraveta esco chrsquoio veggio Impeto contro voi far la Sventura A cui tocircrsi o fuggir no alcun di voi O Proci non potragrave cheacute nella reggia Del divo Ulisse gli ospiti oltraggiando 470 Opre ordite mai sempre inique ed empieraquo

υ 371 Detto uscigrave del palagio ed a Piregraveo Che lietamente lrsquoaccolgiea srsquoaddusse I Proci in questa attoniti lrsquoun lrsquoaltro Si riguardacircro gli ospiti irridendo 475 Del garzone ed alcun di quersquo superbi

υ 376 laquoTelegravemaco non havvi chi trsquoavanzi Nel ricettar malvagi ospiti oh quanto Questi cui dar favore alto ti piaci Mendico errante drsquoesca e di bevande 480 Avido sempre neacute drsquoindustri esperto Opere neacute di man gagliardo egrave peso Disutil della terra e lrsquoaltro sorge E profeteggia Ma tu mrsquoodi e ferma Ciograve che ti giova piugrave gettiagravemli in nave 485 Di molti banchi arsquo Sigraveculi mandati Non vil fia rsquol prezzo che fruttar ti dennoraquo

υ 384 Prese ei quersquo detti a vile e gli occhi al padre Taciturno intendea pur aspettando Lrsquoistante in che le man sui Proci avventi 490

υ 387 Ma la Regina posto un elegante

ODISSEA

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Seggio nel gineceo rimpetto allrsquoaula Tutti dersquo prenci i ragionari udigravea E quei ridendo splendido e soave Convito apparecchiacircr cheacute a rivi scorse 495 Delle vittime rsquol sangue Tuttavolta Cena ingioconda piugrave non mai fu posta Di quella che imbandir loro eran presti Palla ed Ulisse peroccheacute i rivali A turpi atti dar man furono i primi 500

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LL II BB RR OO XX XX II

Il Cimento dellrsquoArco

MMISE intanto la Dea dal guardo azzurro AllrsquoIcagraveride saggia entro la mente Di propor lrsquoarco ed il forbito acciaro Nellrsquoaula arsquo Proci giuochi onde principio Ebbe la strage Come su per lrsquoalta 5 Scala saligraveo Penegravelope una bella Curvata chiave prese a cui drsquoavorio Manubrio srsquoadattograve Nella piugrave interna Stanza processe ratto con le ancelle Lagrave rsquove i tesor del Re stagravevansi in serbo 10 Rame oro e ferro lavorato Quivi Posava anco il ritorto arco e rsquol turcasso Ricolmo di mortifere saette Doni offerti da un ospite ad Ulisse Dal divo Ifito Euritide cheacute in lui 15 Lagrave presso a Lacedegravemone srsquoavvenne Nella magion drsquoOrtigraveloco trovacircrsi In Messegravenia gli eroi se nrsquo venne Ulisse Ad esiger colagrave dal popol tutto Un debito in che entrograve verso di lui 20 Cheacute i Messeni rapicircr dagli Itacesi Campi sui larghi legni lor trecento Pecore ad una corsquo pastor Si mise Quindrsquoei per lunga via bencheacute in sul fiore Di gioventugrave cheacute il padre ed i vegliardi 25 Oratore il mandacircro E drsquoaltra parte Di dodici cavalle e di altrettante A lor sottese pazienti mule Che Igravefito giagrave perdeacuteo venigraveane in traccia

ODISSEA

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Ma che fecircrsi cagion della sua morte 30 Giunto sendo appo il gran figlio di Giove Ad Alcide drsquoimprese inclite fabbro Questi che in sua magione accolto lrsquoebbe Ospite il trucidograve neacute degli Eterni Ahi folle paventograve la vindice ira 35 Neacute la mensa che apposta egravebbegli innanzi Lrsquoimmolograve poscia ei stesso e le cavalle Dalla forte unghia in sua magion ritenne Quando in traccia di lor se nrsquo giva Ifigraveto Srsquoincontrograve con Ulisse a cui diegrave lrsquoarco 40 Che il grande Egraveurito un digrave portograve e che al figlio Lasciograve in morendo nersquo suoi tetti eccelsi Drsquoun brando acuto e drsquouna validrsquoasta Ulisse rsquol ricambiograve pegno di cara Ospital amistagrave ma in mutuo desco 45 Un lrsquoaltro non accolse Egravercole innanzi Spense il divino Igravefito Allorcheacute Ulisse Partigravea sui bruni legni a romper guerra Non toglieacutevalo mai ma in sua magione Monumento dellrsquoospite diletto 50 Giaceacuteasi e solo in Igravetaca il tendea

φ 42 Come la donna di beltagrave pervenne Alla stanza riposta in sulla soglia Di quercia srsquoarrestograve che artier solerte Construsse a squadra e ripoligrave con arte 55 Vrsquoadattando gli stipiti sostegno Alle lucide porte Incontinente Liberograve dallrsquoanel lrsquoavvinta fune La chiave immise vogravelsela e le stanghe Dallrsquoimposte respinse che muggicircro 60 Come tauro pascente in prato erboso Tal mandando gran suon lrsquoeccelse porte Compulse dalla chiave spalancacircrsi Sul palco Ella saligrave lagrave rsquove nellrsquoarche Vesti giacean fragranti e teso rsquol braccio 65 Dalla cavicchia distaccograve il grandrsquoarco Col fulgido riservo in che si stava Quivi assisa il posograve sopra le care Sue ginocchia piangendo e dolorose Strida intanto mettea Poscia fuor lrsquoarco 70 Trasse dalla custodia Alfine sazia

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Di lagrimosi gemiti redigravea Nellrsquoaula dove i Proci erano accolti Tra man lrsquoarco tenendo e la faretra Pregna di strai funesti La seguigraveeno 75 Le fantesche con cesta in che rsquol forbito Ferro ed il rame risplendeano giuochi Con che il Re srsquoaddestrava Ai pretendenti Giunta presso risteacute lrsquoinclita donna Sul limitar del ben construtto albergo 80 Candido velo lrsquouna e lrsquoaltra gota Levemente le adombra In fra due fide Ancelle tosto a ragionar si feacuteo

φ 68 laquoDuci superbi o voi che in queste case Del troppo a lungo assente Re irrompeste 85 Avidi sempre drsquoesca e di bevande Neacute pretesto altro addurre a tanto rio Vrsquoegrave dato che il desir delle mie nozze Mrsquoudite ecco un certame e del certame Ad una il pregio Qui depongo il grande 90 Arco drsquoUlisse se con facil mano Qualcuno il tende e traversar drsquoun dardo Le dodici potragrave forate scuri Lui seguirograve questrsquoalma abbandonando Magion che me nersquo miei verdrsquoanni accolse 95 Magione di dovizia e di cui sempre Mi sovverrograve credrsquoio fin nersquo miei sogniraquo

φ 80 Detto ingiunse ad Eumegraveo di porre lrsquoarco Ed il ferro brunito ai pretendenti Piangendo il prese e rsquol collocograve nellrsquoaula 100 Come lrsquoarco del Re vide Filegravezio Proruppe ei pure in lagrime Ma irato Antigravenoo gli sgridograve con questi accenti

φ 85 laquoO stolti mandrian di cui la mente Oltra i confini drsquoun sol digrave non varca 105 Miseri a che piangete A che il cordoglio Ridestate nellrsquoanimo alla donna Affannata pur tanto poi che rsquol caro Suo consorte perdette O ligrave seggendo Pasteggiate in silenzio o fuori uscite 110 A tragger guai ma qui lrsquoarma lasciate Alla schiera dersquo Proci arduo cimento Peroccheacute non credrsquoio che agevolmente

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Tender questo fulgente arco potranno No fra tutti costor non havvi alcuno 115 Qual era Ulisse giagrave lrsquoeroe conobbi Ed anco in mente splegravendemi quantunque Fanciulletto fossrsquoio quando che il vidiraquo

φ 96 Cosigrave parlograve cheacute entrato era in ispeme Di tender solo il nervo e drsquouna freccia 120 Le ferree scuri attraversar Pur ebbe In fato di gustar primo lo strale Scoccato dallrsquoeroe cui fece oltraggio Dianzi nellrsquoaula e contro cui la turba Dersquo compagni eccitograve Qui rsquol garzon forte 125 laquoNumi per certo di Saturno rsquol figlio Il senno mi rapigrave La madre mia Bencheacute saggia seguir consente un altro Sposo questa magione abbandonando Ed io rido e la folle alma mrsquoesulta 130 Orsugrave Proci accorrete ad un certame Che drsquoalta donna vi daragrave lrsquoacquisto Cui non vanta lrsquoegual lrsquoAcaica Terra Non Micene non Argo e non la sacra Pilo neacute la stessa Igravetaca neacute rsquol bruno 135 Epiro e rsquol vi sapete uopo egravemmi forse Ridir le lodi della madre mia Nulla scusa aglrsquoindugi e niun intoppo Alla tesa dellrsquoarco e sigrave vedremo Lrsquoesperimento anchrsquoio farograve e se rsquol tendo 140 Se il mio stral passeragrave le ferree scuri No non vorragrave la venerevol madre Lasciar questa magione onde ir con altri E me dolente abbandonar mentrrsquoio Tal le parrograve da poter forse un giorno 145 Emular le paterne inclite gestaraquo

φ 118 Detto srsquoalzograve con impeto ed il manto Porporino dagli omeri e lrsquoacuto Brando giugrave pose Pria le ferree scuri Piantograve e scavando per ciascuna unrsquoalta 150 Buca drizzolle a squadra indi allrsquointorno La terra vi calcograve Stupigravean gli astanti Del modo acconcio ondrsquoei piantolle quando Tal giuoco prima non vidrsquoegli mai Ito alla soglia srsquoarrestograve e fersquo prova 155

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Di tender lrsquoarco Il palleggiograve tre volte Di gran forza traendolo tre volte Lrsquoimpeto gli falligrave bencheacute la speme Di trarre il nervo e traversar le scuri Morta non fosse in lui Ma giagrave giagrave al quarto 160 Forte conato alfin teso lrsquoavrigravea Se non che rsquol padre il divietograve drsquoun cenno Tal che la brama di che ardea ripresse

φ 131 laquoNumi gridograve il garzon forte non mai Altro sarograve chrsquouom debile ed ignavo 165 O giovin troppo ancor fatto non viemmi Di por fidanza sul vigor del braccio Tal chrsquoio ributti chi primier mrsquoassalga Orsugrave voi piugrave di me gagliardi tanto Tentate lrsquoarco e coacutempiasi rsquol certameraquo 170

φ 136 A terra lrsquoarme in questo dir depose Lrsquoappoggiando arsquo congiunti assi politi Dellrsquoalta porta dechinato il dardo Sulla fulgente estremitagrave dellrsquoarco A riseder tornograve donde pria sorse 175

φ 140 E lrsquoEupigravetide laquoAlzatevi compagni Per ordin tutti cominciando a destra Donde versa il coppier fervide spumeraquo

φ 143 Piacque rsquol detto LrsquoEnogravepide Leode Aruspice dersquo Proci agravelzasi rsquol primo 180 In disparte sedea sempre appo unrsquourna Magnifica ed ei solo ebbe in dispetto Colpe sigrave gravi e detestava i Proci Primo ei lrsquoarme e lo stral tolto processe Sulla soglia piantossi e tentograve lrsquoarco 185 Ma nol piegograve cheacute affaticate innanzi Le delicate e liscie man sentigraveo Perciograve laquoAmici ndash sclamograve ndash tender nol posso Altri rsquol prenda e sottentri ma questrsquoarco Non pochi illustri spoglieragrave di vita 190 Tuttavolta morir togravelgasi prima Che uscir di speme drsquoottener lrsquointento Per cui qui sempre ci aggiriam ma indarno So che alcuno di voi giagrave brama e spera Penegravelope impalmar donna drsquoUlisse 195 Ma fatto che abbia di sigrave forte arnese Esperimento certo unrsquoaltra Argiva

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Di pepli adorna chiederagrave porgendo Nuziali presenti e la regina Di lui che le offriragrave dote piugrave ricca 200 E che il destino le addurragrave fia sposaraquo

φ 163 A terra lrsquoarco in questo dir depose Lrsquoappoggiando arsquo congiunti assi politi Lo strale dechinograve sulla fulgente Estremitagrave dellrsquoarco e risedegraveo 205

φ 167 Ma proruppe lrsquoEupigravetide laquoQual mai Parola grave e ria trsquouscigrave dal labbro Leode Drsquoira giagrave mrsquoaccesi udendo Che questrsquoarco il vigor torragrave e la vita Arsquo forti percheacute tu curvar nol puoi 210 No Te non procreograve la genitrice A trattar archi a saettar quadrella Ma ratto gli altri Proci rsquol tenderannoraquo

φ 175 E converso al caprar laquoMelagravenzio ndash ingiunse ndash Accendi nel palagio un vivo fuoco 215 Poacutenvi drsquoaccanto un seggio ampio coverto Drsquoun vello e grande dallrsquointerno apporta Ritonda massa drsquoadipe indurato Acciograve per noi srsquounga e si scaldi lrsquoarco E fatto rsquol saggio coacutempiasi rsquol certameraquo 220

φ 181 Melagravenzio divampar feacutea tosto il fuoco Gran seggio accanto poacutesevi drsquoun vello Il ricoverse e dallrsquointerne stanze Drsquoadipe sodo vi recograve gran massa Scaldacircro lrsquoarco i giovani e tentacircro 225 Nuovamente di flegravetterlo ma indarno Cheacute del braccio rsquol vigor venne lor manco Ma non ancora nellrsquoagon comparso LrsquoEupigravetide era e non il deiforme Eurigravemaco amendue fra i pretendenti 230 Per man gagliarda e per valore i primi

φ 188 Filegravezio in questa ed il pastor Eumegraveo Fuor del palagio di conserto uscicircro Indi rsquol medesmo eroe Tutti varcato Comrsquoebbero le porte ed il recinto 235 Del cortile drizzograve ratto ad entrambi Affettuose il Re queste parole

φ 193 laquoPastor dersquo verri e tu dersquo buoi custode Deggrsquoio farvi palese un mio segreto

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O rsquol tacerograve Digraverlovi rsquol cor mrsquoistiga 240 A pro drsquoUlisse che fareste voi Se di repente qui srsquoappresentasse Rimenato da un Nume Arsquo Proci aigraveta Porgereste od a lui Digravetemi aperto Tutto che il core e lrsquoanimo vi spiraraquo 245

φ 200 laquoGiove sommo ndash sclamograve Filegravezio ndash Ah questo Voacuteto mrsquoadempi rieda alfin quel grande E rsquol vi rimeni un Dio Qual fia rsquol mio ardire Quale il vigor del braccio mio vedrestiraquo

φ 203 Del par a tutti i Numi orava Eumegraveo 250 Che arsquo cari tetti suoi ritorni Ulisse Fatto sicuro a pien della sincera Mente drsquoambo i pastor lrsquoeroe soggiunse

φ 207 laquoEgraveccomi io son quel desso io che patiti Immensi affanni dopo dieci e dieci 255 Anni ritorno alla natigravea contrada So che a voi soli tra miei servi giungo Desiderato cheacute non drsquoaltri udigravea Alzar preci perchrsquoio rieda arsquo miei tetti Quantrsquoio per voi porrograve ad effetto udite 260 Se mi concede un Dio gli oltracotati Proci domar ambo vorsquo farvi lieti Di spose di dovizie ed a me accanto Vorsquo case edificarvi A me sarete Gli amici fidi sempre ed i fratelli 265 Di Telegravemaco Orsugrave qui vrsquoaccostate Io tal vi mostrerograve dellrsquoesser mio Segno evidente che ciascun di voi Persuaso ne fia la cicatrice Che il colpo drsquoun cinghial di bianca sanna 270 Mrsquoimpresse il digrave che del Parnaso i gioghi Corsquo figliuoli drsquoAutogravelico saligravearaquo

φ 221 Detto rimosse i cenci e discoverse La margin larga Ambo affisacircrla e fatti Certi del veacuter piangendo a Ulisse intorno 275 Gettacircr le braccia strigravenserlo baciacircrgli E gli omeri e la testa Intenerito Del par ei lor baciograve le mani e rsquol capo E giagrave lasciati tramontando il Sole Gli avrebbe in pianto se lrsquoeroe medesmo 280 Con subito parlar non gli affrenava

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φ 228 laquoAh restate darsquo gemiti e dal pianto Non forse alcuno del palagio uscito Fagravecciasi accorto e dentro il riferisca Un appo lrsquoaltro or noi non tutti ad una 285 Rientriam nella sala ed io pel primo Voi dopo e questo fia rsquol segnal che basti Non alcun patiragrave dersquo Proci alteri Che lrsquoarco mi si porga e la faretra Ma tu traversa lrsquoaula o divo Eumegraveo 290 E tra man poacutemmi lrsquoarme indi alle donne Impon che gli usci delle stanze loro Chiudano se qualcuna ode innalzarsi O gemiti o rumor darsquo miei recinti Non esca fuor ma tacita ivi stando 295 Al suo lavoro attenda A te accomando Prode Filegravezio di serrare a chiave Le porte del cortile e con tenaci Vincoli tosto ad afforzarle adopraraquo

φ 242 Detto rientra nel palagio e donde 300 Levossi risedette in picciol tempo Amendue i servi rientracircr drsquoUlisse

φ 245 Eurigravemaco tra man lrsquoarco volgendo Lo appressava al fulgor di fiamma viva Or da un canto or dallrsquoaltro Nondimeno 305 Tenderlo non poteacute Trasse egli in questa Dal magnanimo cor gravi sospiri E gridograve disdegnoso laquoAhi qual dolore Non per me stesso pur ma per voi tutti Neacute bencheacute mesto assai gemo cotanto 310 La morta speme delle nozze ambite (Cheacute giagrave di molte Achee non pur srsquoinfiora Igravetaca ma di Grecia ogni contrada) Quanto mrsquoattrista che se il divo Ulisse Ne vince in gagliardigravea sigrave che questrsquoarco 315 Tendere non ci egrave dato il nome nostro Soneragrave infame nellrsquoetagrave futureraquo

φ 256 laquoNo ciograve non fia ndash lrsquoEupigravetide rispose ndash Eurigravemaco e tu rsquol sai Dal popol tutto Or si festeggia rsquol digrave sacro ad Apollo 320 Chi lrsquoarco tenderagrave Qui rsquol deponiamo Tranquilli e qui lasciam fitte le scuri Peroccheacute niun credrsquoio che dal palagio

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Del Laerzigraveade Ulisse osi rapirle Orsugrave porga il coppier le tazze in giro 325 E libato agli Eterni abbandoniamo Gli archi ricurvi Al sorgere dellrsquoalba Ingiungete a Melagravenzio che nrsquoadduca Da tutti i greggi suoi vittime elette Offerti i lombi al nume arcier questrsquoarco 330 Tegraventisi e tratto a fin venga il certameraquo

φ 269 Quel detto piacque Subito gli araldi Lrsquoacqua diecircro alle man di vin le coppe Coronacircro i donzelli e rsquol ministracircro Con lieti augugraveri arsquo pretendenti in giro 335 Come libacircro e tutti a lor talento Bebbero Ulisse rivolgendo in mente Gli usati accorgimenti a dir si prese

φ 275 laquoDate udienza a ciograve che rsquol cor mi spira Prenci che ambite lrsquoinclita regina 340 Eurigravemaco fra tutti e rsquol deiforme Antigravenoo priego che proferse questa Saggia sentenza posto giuso lrsquoarco Commettete lrsquoimpresa aglrsquoimmortali A chi gli aggrada piugrave domani un Nume 345 Forza maggiore infonderagrave Su via A me il grandrsquoarco cheacute al cospetto vostro Far vorsquo di queste mani esperimento Vedrograve cosigrave se in me rsquol vigore antico Nelle membra flessibili si serba 350 O se inopia e lrsquoerrar lo mi rapicircroraquo

φ 285 Detto avvampacircro di furore i Proci Non forse il risplendente arco ei tendesse

φ 287 LrsquoEupigravetide sgridollo laquoAhi miserando Degli ospiti Non cape in Te pur lrsquoombra 355 Di senno Dunque non tu sersquo contento Queto a desco seder con sigrave preclari Prenci senza patir drsquoesca difetto Non ti basta udir forse il sermon nostro Quando niun altro od ospite o mendico 360 Ode il nostro sermon Ma giagrave trsquooffende Il soave licor come a chi rsquol prende Avido ed il tracanna a dismisura Nocque rsquol vino del pari a Eurizioacutene Centauro di gran nome allor chrsquoei venne 365

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Tra i Lagravepiti allrsquoostel di Piritograveo Ebro e furente quivi i piugrave nefandi Delitti commettea Vinti gli eroi Drsquoaspro dolor gli si avventacircro addosso Fuor delle logge strascinacircrlo e nari 370 Mozzacircrgli col crudel ferro ed orecchie Tal che rsquol centauro mal del corpo intero E della mente peggio allontanosse Sotto rsquol fier pondo della sua sventura Ecco donde la guerra origin ebbe 375 Tra Lagravepiti e Centauri Eurizioacutene Scontograve per primo il fio della sua ebbrezza Del par gravi infortuni or io trsquoannunzio Stranier se tenti di curvar questrsquoarco Neacute ti pensar che alcuno a propugnarti 380 Tra rsquol popol surga ratto in su drsquoun legno Al rege Egravecheto dersquo mortai flagello Mandereacutemti neacute ligrave troverai scampo Perciograve trsquoacqueta e del bicchier ti caglia Neacute far mai piugrave corsquo giovani contrastoraquo 385

φ 311 Ma lrsquoaccorta regina laquoAntigravenoo ndash disse ndash No lrsquooltraggiar non egrave bello neacute giusto Di Telegravemaco gli ospiti qualora Alcun ne venga in questa reggia accolto Pensi tu che se lrsquoospite riposta 390 Tutta fidanza sul vigor del braccio Giunga il grande a curvare arco drsquoUlisse Arsquo suoi tetti mrsquoadduca e mi disposi Ned ei medesmo osa sperarlo or dunque Niun di voi che qui sta seduto a desco 395 Tugraverbisi focircra ciograve men che decenteraquo

φ 320 E lrsquoEupigravetide laquoIcagraveride divina Certo non crediam noi chrsquoegli trsquoimpalmi Ciograve focircra indegno ma temiam lo scherno Sigrave degli Achei che delle Achee non forse 400 Di lor sorga il piugrave vile e gridi ldquoOh quanto Da meno dellrsquoeroe sono costoro Di cui sposar agognano la donna Nullo tender poteacuteo lo splendidrsquoarco Pure un errante poverel qui giunto 405 Agevolmente il tese e con il dardo Le ferree scuri attraversograverdquo Tal voce

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Partorirebbe a noi vergogna eternaraquo φ 330 E la Regina laquoEurigravemaco a niun patto

Speri tra rsquol popol mai rendersi illustre 410 Chi la magione disonesta e strugge Drsquoottimo Sir percheacute dunque vrsquoaggrada Contaminarvi di sigrave turpi oltraggi Questrsquoospite di forme alte e di membra Sigrave ben complesso e che drsquoesimio padre 415 Originar si vanta abbia da voi Lo splendidissimrsquoarco e sigrave vedremo Quel chrsquoor dirograve fia pieno ovrsquoegli rsquol tenda Ove tal vanto gli conceda Apollo Di tunica e di clamide superbe 420 Vesti lrsquoammanterograve drsquoacuta lancia Terror dersquo ladri e dersquo mastin vo armarlo E drsquouna spada a doppio taglio inoltre Dono vorsquo fargli di calzari adorni Indi lrsquoavvierograve dovrsquoir gli egrave in gradoraquo 425

φ 343 E rsquol giovine prudente laquoO madre mia Quantrsquoallrsquoarco io qui sono rsquol piugrave possente Fra i Dagravenai tutti tal che sta in me solo Il darlo o rsquol rifiutarlo e non giagrave a questi Proci o tengan lrsquoalpestre Igravetaca o le altre 430 Isole presso allrsquoEgravelide feconda Altrice di corsier nullo dersquo Proci Farmi forza potragrave quandrsquoanco al tutto Donar questrsquoarco allrsquoospite mi piaccia Risali dunque alle tue stanze e intendi 435 Agli usati lavor la tela e rsquol fuso Ed alle ancelle impon che affrettin lrsquoopre Cura dellrsquoarco avran gli uomini tutti Ed io piugrave chrsquoaltri peroccheacute la somma Del poter nel palagio egrave tutta miaraquo 440

φ 354 Stupigrave la madre e messe in cor del figlio Le assennate parole ad alto salse Dalle ancelle seguita Ivi piangea Il diletto consorte fincheacute i lumi Drsquoun dolce sonno le gravograve Minerva 445

φ 359 Preso intanto da Eumegraveo lo splendidrsquoarco Portagravevalo allrsquoeroe giagrave i Proci tutti Tumultuavan nel palagio alcuno Di quersquo superbi giovani gridava

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φ 362 laquoDove il grandrsquoarco vuoi portare o vile 450 Forsennato porcaio Appo i suini Branchi lontano da ogni uman soccorso Ratto dersquo cani diverrai pastura Che tu stesso nutristi ove nrsquoarrida Apollo e gli altri abitator del Cieloraquo 455

φ 366 Al tumulto al gridar di sigrave gran turba Impaurito Eumegraveo lrsquoarco depose Ma drsquoaltra parte con terribil grido Telegravemaco minaccia laquoOlagrave varsquo innanzi E porta lrsquoarco cheacute bentosto a tutti 460 Obbedir non dovrai trsquoaffretta o chrsquoio Ti caccerograve bencheacute garzone ai campi Con iscagliati sassi io cheacute di forza Ti soverchio drsquoassai Deh potessrsquoio Vincer del pari col vigor del braccio 465 I Proci tutti che qui sono Ratto Qualcun ne caccerei con sua vergogna Fuor dersquo miei tetti peroccheacute non altro Chrsquoonte e delitti macchinar qui sannoraquo

φ 376 Accolsero con gran risa quersquo detti 470 I Proci cui la grave ira cadeacuteo Tosto il pastor traversograve lrsquoaula e mise Tra le man dellrsquoeroe lo splendidrsquoarco Chiamata la nutrice indi le disse

φ 381 laquoTelegravemaco trsquoimpon saggia Euriclea 475 Chiuder della magion le salde porte Se qualche ancella o gemito o rumore Lagrave nersquo di lui recinti ode non esca Fuor mai ma cheta arsquo suoi lavori attendaraquo

φ 386 Neacute sparse allrsquoaura icircr queste voci Chiuse 480 La nutrice le porte ed irrompendo Fuor della reggia tacito Filegravezio Del munito cortil fermograve le porte Di biblo intesta per capace nave Giacea sotto la loggia enorme fune 485 Con chrsquoei le porte rilegograve indi feacuteo Nella sala ritorno e in su quel seggio Donde pria sorse risedette gli occhi Affisando in Ulisse il qual giagrave lrsquoarco Maneggiava esplorava e in tutte parti 490 Il rivolgea non forse agravebbiangli i tarli

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Mentre era assente il Re lese le corna φ 396 Converso in questa alcun dersquo pretendenti

Al vicino dicea laquoCerto costui Conoscitor drsquoarchi egrave perito o tiene 495 Di somiglianti in sua magione o brama Foggiarne un altro ei pur Versquo come intento Di qua di lagrave partitamente il volge Questo ramingo artefice di colperaquo

φ 401 Ed un altro gridograve di quersquo superbi 500 laquoDel par gli torni in bene ogni desigraveo Comrsquoegrave veacuter chrsquoei potragrave tender questrsquoarcoraquo

φ 404 Cosigrave tra loro i Proci Ulisse intanto Come trattato ed osservato lrsquoebbe A parte a parte siccomrsquouom perito 505 Nel canto e nella lira agevolmente Tende volgendo il bigraveschero la corda Di ben torte di pecora minuge Che drsquoambo i lati della cetra avvinse Cosigrave con facil man curvograve il grandrsquoarco 510 Ulisse Allora con la destra il nervo Afferrando ne feacutea lrsquoesperimento Acuto suono esso mandograve sembiante Dellrsquoirondine al grido Immenso affanno Senticircro i Proci e scoloracircrsi Giove 515 (Fausto presagio) rimbombar fersquo rsquol tuono Lrsquoeroe gioigrave cheacute tal portento in chiaro Mise rsquol favor che rsquol figlio a lui porgea Del prudente Saturno Alato strale Prese che nudo si giacea sul desco 520 Chiudeva gli altri il concavo turcasso Che di corto assaggiar dovean gli Argivi Posto in cocca il quadrel tirograve a seacute il nervo Sul ginocchio piantatosi dallrsquoarco Lanciograve la ferrea punta che diritto 525 Tutte passograve le perforate scuri E veloce trascorse oltre lrsquoaringo

φ 424 In questa il Re laquoTelegravemaco mrsquoegrave avviso Che lrsquoospite seduto in tua magione Non trsquoegrave di scorno neacute fallito ho rsquol tiro 530 Neacute durai gran fatica a tender lrsquoarco Integro egrave rsquol vigor mio neacute certo a vile I Proci oltraggiator piugrave mi terranno

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Or tempo egrave giagrave che della sera il desco Srsquoappresti lor fincheacute riluce il giorno 535 Indi piover nel cor novo diletto Sentiranno dal canto e dalla lira Di che ornati srsquoallegrano i convitiraquo Detto accennograve corsquo sopracigli cinse Telegravemaco la spada impugnograve lrsquoasta 540 E tutto chiuso nelle splendidrsquoarme Piantossi accanto del paterno seggio

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LL II BB RR OO XX XX II II

Strage dersquo Proci

SSPOGLIO dersquo cenci sulla vasta soglia Slanciagravetosi lrsquoeroe tra mani lrsquoarco Teneva e la faretra I ratti strali Ondrsquoera pregna ivi davante arsquo piedi Versograve ed arsquo Proci disse laquoEcco esta ldquoprova 5 Difficilerdquo egrave compiuta or un bersaglio Che di destra mortal non sentigrave rsquol colpo Tocircrrograve di mira ed il cocircrrograve se fia Che sigrave gran vanto mi conceda Apolloraquo

χ 8 Detto chrsquoebbe lrsquoeroe vibrograve un amaro 10 Quadrello in Antigravenoo che unrsquoaurea e bella Coppa a due orecchie sollevar dovea Con amendue le man giagrave lrsquoappressava Per bere il brun Liegraveo neacute gli agitava Pensier di morte lrsquoanimo chi mai 15 Pensato avrigravea che in mezzo a larga schiera Di convitati un sol bencheacute gagliardo Morte gli ordisse e rsquol negro ultimo Fato Pur lui prese di mira e rsquol colpigrave Ulisse Nella strozza fuor fuor pel delicato 20 Collo nrsquouscigrave la punta Ei da una parte Curvatosi cascograve di man la coppa Cagraveddegli grosso dalle nari un rio Di sangue gli sgorgograve da seacute respinse Calcitrando la mensa a terra sparte 25 Icircr le vivande ed i pani e le carni Insanguinacircrsi Giagrave nellrsquoaula i Proci DrsquoEupigravetide al cader tumultuacircro Darsquo lor seggi lanciagravetisi percorrono

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Qua lagrave col guardo le pareti intorno 30 Non piugrave scudo non piugrave veggiono lancia Cui dar di piglio Con irati accenti A rimordere il Re gridavan tutti

χ 26 laquoCosigrave dunque o stranier segno arsquo tuoi strali Questi duci ponesti Ad altri giochi 35 Parte piugrave non avrai Giagrave giagrave trsquoincalza Morte certa e tremenda ecco il piugrave illustre DeglrsquoItacesi giovani uccidesti Perciograve qui gli avvoltoi divoreragraventiraquo Dicean cosigrave stimando ognun che a caso 40 Gli era uscito di man funesto il tiro Stolti Neacute srsquoaccorgean che aveano tutti Posto giagrave rsquol piede nei confin di morte Ma torvo li guatograve gridando Ulisse

χ 35 laquoAhi sozzi cani reputaste voi 45 Chrsquoio non tornassi mai dal popol Frigio E disertaste i tetti miei per forza Mi stupraste le ancelle ed aspiraste Me vivo ad impalmar la donna mia Neacute dersquo Numi che il Ciel regnano immenso 50 Timor vi prese neacute la vindice ira Provocar dersquo mortali unqua vi calse Or tutti ad una vrsquoirretigrave la morteraquo

χ 42 Allibicircr tutti vogravelti gli occhi intorno Cercan qua lagrave fuggir lrsquoeccidio atroce 55 Rispose solo Eurigravemaco laquoSe in vero LrsquoItacense tu sei reduce Ulisse A dritto parli peroccheacute gli Achivi Molte in questa magion molte nersquo campi Malvage opre commisero ma infine 60 Chi fu cagion di tanti mali egrave steso Antigravenoo promotor drsquoatti sigrave rei Non chrsquoei le nozze desiasse tanto Ma in cor volgea pensier che il Fulminante Gli disdisse regnar volea le genti 65 DrsquoIgravetaca e tocircrre al figliuol tuo la vita Insidiando Or ecco ei lagrave se nrsquo giace Ma Tu rsquol cor tocco di pietagrave risparmia Il popol tuo pubblica fia lrsquoammenda Chrsquoindi volonterosi trsquooffriremo 70 Quanto al vitto che qua ti fu consunto

LIBRO XXII

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Cedereacutemti ciascun ben veacutenti tori E bronzo ed or sin che rsquol tuo cor srsquoallegri Per certo prima lrsquoira tua fu giustaraquo

χ 60 Il guatograve bieco laquoEh no ndash replicograve Ulisse ndash 75 Eurigravemaco neacute se tutte le avite Dovizie e le tue proprie ed altre ancora Mrsquoabbandonassi non mai dalla strage Queste man riterrograve fincheacute voi tutti Per tanti oltraggi non suggetto al fio 80 Scegliete o di pugnar a fronte a fronte O via fuggire ondrsquoevitar la Parca Ma niun di voi mi penso al dispietato Ultimo fine troveragrave qui scamporaquo

χ 66 Detto il core senticircro e le ginocchia 85 Fiaccare i Proci Eurigravemaco di nuovo laquoCerto amici costui non mai le fiere Man riterragrave poicheacute lrsquoarco or ghermigraveo Splendido e la faretra a saettarne Tocircrragrave dal limitar fincheacute trafitti 90 Tutti ci stenda Orsugrave crsquoinfiammi rsquol core Bellicoso furor Strette le spade Scudo facciamo al dardeggiar funesto Con queste mense tutti di conserto Scagliagravemci addosso a lui se dalla soglia 95 Delle porte nrsquoegrave dato discacciarlo Corriam per la Cittagrave sugravebite grida Lrsquoempiano tutta sigrave vedrem costui Lrsquoultima volta disfrenar gli straliraquo

χ 79 Detto fersquo scintillar lrsquoacuta spada 100 Ferrea a due tagli e srsquoavventograve sovrrsquoesso Con orribile grido Ulisse in questa Vibrograve lo stral che lo colpigrave nel petto Sotto la poppa ed il quadrel veloce Gli penetrograve nel fegato giagrave rsquol brando 105 Dalla man gli cadeacute vertiginoso Si rigirograve diegrave drsquourto in sulla mensa E rinverso cascograve per terra sparte Icircr le dapi e la coppa ei della fronte Ferigrave lo spazzo srsquoangosciograve nellrsquoalma 110 Drsquoambe le piante calcitrando scosse Il seggio in cui dianzi posava alfine I torbidrsquoocchi al gran buio richiuse

ODISSEA

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χ 89 Ma stretto il brando Anfigravenomo srsquoavventa Contra lrsquoeroe se mai dallrsquoalte porte 115 Vaglia in bando a cacciarlo Lrsquoantivenne Telegravemaco diretro infra le spalle La ferrea lancia gli piantograve che fuori Del petto riuscigrave Quei fragoroso Cadde e la terra con tutta la fronte 120 Percosse Di colagrave ratto si tolse Il garzon la lungrsquoasta abbandonando Dellrsquoucciso nel sen cheacute tema il prese Non forse alcuno degli Achivi irrompa Mentrrsquoei srsquoindugia a sconficcar la lunga 125 Asta e di punta con il brando il fieda O drsquoun fendente se chinato il trovi Corse veloce al genitor vicino Stette e con presto favellar soggiunse

χ 101 laquoOr or ti recherograve padre uno scudo 130 Due giavellotti alle tue tempie adatto Di saldo rame un elmo ed io pur lrsquoarme Vestirograve ed altre ne darograve a Filegravezio Altre ancora ad Eumegraveo sta bene armarciraquo

χ 105 E rsquol Re laquoVarsquo corri Fincheacute a mia difesa 135 Bastan gli strali non da queste porte Me rimovan gli Achei restando soloraquo

χ 108 Del caro padre al cenno ubbidiente Alla stanza il garzon corse ove lrsquoarmi Giaceano e quattro targhe otto lanciotti 140 E quattro elmi di rame irti drsquoequine Chiome prese e portograve subito al padre Che primo rivestigrave del marzio arnese La persona e del pari armati i servi Al prode accorto Re stettero allato 145

χ 116 Fincheacute bastacircro a propugnarlo i dardi Togliea la mira e sempre alcun dersquo Proci Nel palagio colpigravea tal che un sullrsquoaltro Stipati rovinavano Ma quando Al saettante Re fallicircr gli strali 150 Dechinograve lrsquoarco al fulgido parete E della porta lrsquoappoggiograve allrsquoimposta Gravograve drsquoun largo scudo indi le spalle A quattro doppi diede al capo un elmo Irto di equine setole su cui 155

LIBRO XXII

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Terribile la cresta igraveva ondeggiando Due munite drsquoacciar lance alfin prese

χ 126 Era nel saldo muro occulta porta Nel confin della reggia ultimo drsquoassi Ben congiunte construtta che mettea 160 In calle angusto e senza capo Ulisse Ad Eumegraveo comandograve che la guardasse Piantandovisi presso che di lagrave Ad un uomo per volta aprigraveasi rsquol varco Agelagraveo lrsquoadocchiograve si volse arsquo Proci 165 Ed a tutti dicea laquoNon havvi amici Chi sforzi quel segreto uscio e gridando Il popolo a rumor subito levi Saettarigravea costui lrsquoultima voltaraquo

χ 135 Ratto Melagravenzio laquoEllrsquoegrave impossibil cosa 170 O nobile Agelagraveo Troppo al cortile Le vaste porte son vicine e troppo Dellrsquoangiporto nrsquoegrave lrsquouscita angusta Uno solo di man prode noi tutti Di ligrave respingeragrave Ma che Dallrsquoalta 175 Stanza or vi porterograve lrsquoarmi in cui fucircro E non altrove mi credrsquoio da Ulisse E dal suo figlio intrepido riposteraquo

χ 142 Detto montograve su per la scala allrsquoalta Stanza del Re dodici targhe prese 180 Tante lance e di rame elmi altrettanti Irti drsquoequine setole e veloce Corse e li mise in man dersquo Proci Ulisse Fiaccar sentissi le ginocchia e rsquol core Scorgendoli vestir le sue stessrsquoarmi 185 E le lunghe aste palleggiar cheacute grave Malagevole assai tenne lrsquoimpresa

χ 150 Vogravelto quindi a Telegravemaco laquoPer certo Delle fantesche alcuna o vuoi Melagravenzio Questo ci suscitograve duro conflitto 190 Non drsquoaltri no tutta la colpa egrave miaraquo

χ 154 laquoO padre accagionare altri non vuogravelsi Lasciai socchiuso lrsquouscio e qualche destro Esplorator srsquoavvantaggiograve Ma vanne O buon Eumegraveo ferma la porta e cerca 195 Se drsquounrsquoancella opra egrave cotesta ovvero Come giagrave suspicai del Doliagravederaquo

ODISSEA

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χ 160 Movean tra lor queste parole ed ecco Redir Melagravenzio alla superna stanza Per le bellrsquoarmi Eumegraveo lrsquoadocchia e ratto 200 Ad Ulisse accostatosi dicea

χ 164 laquoO prole di Laerte inclita riede Quel perfido di cui giagrave suspicammo Dirsquo francamente ove a me fatto venga Di soverchiarlo uccigravederlo deggrsquoio 205 O rsquol ti trarrograve davante acciograve dersquo molti Misfatti chrsquoegli in tua magion commise Alfin qui paghi a Te medesmo il fioraquo

χ 170 E rsquol Re sagace laquoIo qui col figliuol mio I Proci conterrem bencheacute animosi 210 Voi Melagravenzio afferrate e gli stringendo Mani e piedi sul tergo nella stanza Gettatelo ben chiusa indi la porta E da voi cinto di tenaci nodi Tiragravetel su lungo unrsquoalta colonna 215 Ed alle travi il sospendete ondrsquoivi Ancor vivo patisca aspri tormentiraquo

χ 178 Detto lesti obbedicircr Saliti ad alto Da lui che cerca in quersquo recessi lrsquoarme Teneacuteansi dietro allrsquoalte imposte ascosi 220 Giagrave giagrave ersquo varcava il limitar portando Lucido elmetto in una man nellrsquoaltra Vetusto ampio brocchier di ruggin aspro Che del prode Laerte il giovanile Braccio sostenne un digrave Quivi gran tempo 225 Corsquo penzolanti rotti cuoi giacea Ed ecco ei vien subitamente addosso Gli si avventacircr con impeto i pastori E le man gli avvolgendo entro i capegli Dentro lo strascinarono gettacircrlo 230 A terra gemebondo e drsquoun funesto Nodo sul tergo e mani e piegrave avvinghiacircrgli Di gran forza stringegravendolo siccome Lrsquoinclita prole di Laerte indisse Alfin ricinto di doppia catena 235 Lungo unrsquoalta colonna il tirar suso Tanto che arsquo travi lrsquoebbero sospeso E tu con motti Eumegraveo lo rimordesti

χ 195 laquoCerto Melagravenzio or vegghierai la notte

LIBRO XXII

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Giacendo in questo tuo morbido letto 240 Qual ti si addice neacute dalle correnti DellrsquoOcegraveano usciragrave fuor lrsquoAurora In trono drsquoograver che tu non la riveggia Quando al palagio condurrai le pingui Capre onde arsquo Proci apparecchiar la mensaraquo 245

χ 200 Detto lrsquoabbandonograve sospeso e in fieri Legami avvinto Armagraveronsi i pastori Chiuser la porta splendida veloci Mossero vegraver lrsquoeroe sagace e forte E spiranti valor ligrave srsquoarrestacircro 250 Quattro gli eroi sul limitar son molti Nellrsquoaula ed animosi i combattenti

χ 205 Ma Palla figlia dellrsquoOligravempio assunta La sembianza di Megraventore e la voce Arsquo primi appropinquosse A quella vista 255 Esultando in suo cor gridava Ulisse

χ 208 laquoO Megraventore deh vieni in questa mischia A mrsquoaitar rammenta quanti dietti Pegni drsquoaffetto il tuo dolce compagno Cui sersquo uguale drsquoetagraveraquo Cosigrave dicea 260 Bencheacute in ispeme entrato che la fosse Minerva di conflitti eccitatrice Dallrsquoaltra parte con minacce e grida Fremigraveano i Proci A rimbrottar la Diva Agelagraveo Damastograveride fu rsquol primo 265

χ 213 laquoMegraventore attendi non con sue parole A propugnarlo contro i pretendenti Trsquoadeschi Ulisse Questo egrave il voler nostro Che fia pieno mi penso allor che avremo Il padre e rsquol figlio uccisi e tu pur anco 270 Morrai con lor tu che sigrave grande impresa In questa reggia consumar presumi Il fio ne pagherai con la tua testa Divelta che trsquoavrem lrsquoalma col ferro I beni che in tua casa e fuor possiedi 275 Del par che quei drsquoUlisse tutti ad una Gli spartirem neacute mai consentiremo Che dersquo tuoi figli o delle figlie alcuna Nersquo suoi tetti piugrave viva e cacceremo La tua casta moglier drsquoIgravetaca in bandoraquo 280

χ 224 Detto vie piugrave nel cor raccender lrsquoira

ODISSEA

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Palla sentigrave quindi allrsquoeroe conversa Con disdegnosi accenti rsquol rimordea

χ 226 laquoNon piugrave quella gran forza e quel coraggio Ulisse veggio in te qual giagrave brillava 285 Per ben nove anni senza sosta mai Quando pugnasti per la bella Elegravena Contra i Tegraveucri guerrier Lagrave in aspra guerra Tu feacutesti a molti eroi morder la polve Di Prigraveamo la cittagrave dallrsquoampie strade 290 Lagrave merceacute al senno tuo fu posta al fondo Or come giunto alle tue case e in mezzo Alle dovizie tue movi querele Disperate invilisci e tener fronte Arsquo rei persecutor della tua donna 295 Non osi tu Su via farsquo cor qui vieni Amico e stammi al fianco e vedrai come Nel mezzo a questa turba di furenti Nemici nostri il ben che da te srsquoebbe LrsquoAlcigravemide tuo Megraventore rimerti raquo 300

χ 236 Disse ned arrestograve della Vittoria Lrsquoincerto vol cheacute far esperimento Della forza pria volle e dellrsquoardire Cosigrave del genitor come del figlio Ratto quindi lanciagravetasi la Diva 305 Vegraver la splendida volta sopra un alto Trave in forma di rondine posava

χ 241 Concitavano intanto i Proci allrsquoarmi Agelagraveo Damastograveride Eurinogravemo Demoptogravelemo Anfimedoacuten Pisandro 310 Polittograveride e Pogravelibo animoso Tutti dersquo prodi rsquol fior tra gli spiranti Le vitali aure e che a schermir la vita Pugnavan lrsquoarco e le frequenti frecce Tutti gli altri avean giagrave trafitti e stesi 315

χ 248 Gridograve a tutti Agelagraveo laquoGiagrave giagrave le fiere Mani o compagni queteragrave costui Cheacute diegrave le reni Megraventore poicheacute ebbe Quersquo suoi vanti orgogliosi allrsquoaura sparsi I quattro che occupacircr le porte i primi 320 Tosto recederan Perciograve non tutti Lanciate i lunghi giavellotti a un tempo Su via sei soli volino e lrsquoOligravempio

LIBRO XXII

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Ne dia la gloria di colpire Ulisse Non ci caglia drsquoaltrui srsquoegli fia stesoraquo 325

χ 255 Bramosi tutti lrsquoaste fulminacircro Come fu imposto ma drsquoognuno il tiro Ir fersquo a vograveto Minerva Un lrsquoardua volta Percosse dellrsquoostel lrsquoaltro la porta La pesante di rame asta del terzo 330 Dal muro rimbalzograve Scansati i colpi laquoAmici ndash gridograve rsquol Re ndash lagrave nella turba Dersquo Proci a saettar vrsquoesorto anchrsquoio Chrsquooltre le offese che da lor patimmo Or agognan furendo ad immolarciraquo 335

χ 265 Tolta la mira di rincontro tutti Lrsquoaste acute avventacircr Ulisse uccise Demoptogravelemo il prorsquo suo figlio Euriade Eumegraveo trafisse Egravelato ed il custode Dersquo buoi Pisandro Al vasto pavimento 340 Tutti dieder di morso Nersquo recessi Dellrsquoaula gli altri arregravetransi fuggendo Ma Ulisse con i suoi prodi glrsquoincalza Disvelte chrsquoebbon dagli estinti lrsquoarme

χ 272 Lrsquoaste in questa lanciacircro impetuosi 345 Di nuovo i Proci disviograve gran parte Di quersquo colpi Minerva altri la volta Altri la porta valida investigraveo Del terzo lrsquoasta rimbalzograve dal muro Ma allrsquoIgravetaco garzon leve fiedea 350 Anfimedonte il polso disfiorando Con il rame la pelle e la lungrsquoasta Di Ctesippo ad Eumegraveo raso lo scudo La spalla gli scalfigrave volograve ben lunge Ed a terra cadette Al Re drsquointorno 355 Ristringegravendosi il figlio ed i pastori Fiedevan drsquoasta i Proci Atterrograve Ulisse Eversor di cittadi Euridamante Il figlio Anfimedonte Eumegraveo trafisse Pogravelibo colse nel petto Filegravezio 360 Ctesippo e altier di sua vittoria disse

χ 287 laquoPoliterside liberal drsquooltraggi Non ceder piugrave al furor che ti spirava Orgogliose parole il tuo sermone Dirigi arsquo Numi che arsquo mortali tutti 365

ODISSEA

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Di possanza sovrastano Or accetta Questo dono ospital con che rimerto Il piegrave bovin che desti al divo Ulisse Quandrsquoei mendico in sua magion vagavaraquo

χ 292 Cosigrave dersquo tauri dalle torte corna 370 Il custode parlograve Ma in questa Ulisse Corse soprrsquoAgelagraveo con la lungrsquoasta Ed il piagograve nel mezzo allrsquoepa il telo Telegravemaco ficcograve di Leocrigraveto Che fuor dersquo reni riuscigrave boccone 375 Cascograve e la terra con tutta la fronte Percosse Allora dallrsquoeccelsa volta Alzograve Minerva lrsquoegida funesta Allibirono i Proci Un fier terrore Gli animi lor turbograve di qua di lagrave 380 Fuggigravean per lrsquoaula come di giovenche Torma che punga ed agiti rsquol furente Assillo nel redir di primavera Quando i giorni srsquoallungano Siccome Sparvier darsquo rostri e dagli adunchi artigli 385 Piomban darsquo monti sui minori augelli Che impauriti dalle basse valli Volano vegraver le nubi e quei repente Slanciagravetisi gli uccidono ned havvi Resistenza neacute fuga a tanta preda 390 Esultano gli astanti In simil foggia Tutti e quattro i guerrier sui pretendenti Srsquoavventano glrsquoincalzano gli fiedono Nellrsquoaula ovunque al suon delle percosse Teste echeggiava un fier gemito e tutto 395 Drsquoatro sangue ondeggiava il pavimento Leode arsquo piedi dellrsquoeroe gittosse E con ratto parlar merceacute chiedea

χ 312 laquoTrsquoabbraccio le ginocchia inclito Ulisse Deh riguarda il tuo supplice e ti spetra 400 Miserere di me Testimonianza Di tua reggia per me rendan le ancelle Srsquoio dissi o feci lor cosa pur mai Men che decente anzi a reprimer gli altri Rivolti a insolentir sempre accorrea 405 Retta non diecircrmi onde ritrar dallrsquoopre Scellerate le mani ed ebber quindi

LIBRO XXII

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Condegno guiderdon drsquoignobil morte Ma io che tra costor agraveugure fui Che parte nersquo lor falli unqua non ebbi 410 Qui con lor giacerograve Certo non fia Chi piugrave del suo ben far mercede impetriraquo

χ 320 Bieco Ulisse il guatograve laquoPoicheacute ndash rispose ndash Ti vanti di costoro agraveugure certo Spesso in questo palagio orasti arsquo Numi 415 Che da me fosse il digrave lunge respinto Del mio dolce ritorno e che te segua A te figli procrei la donna mia No da questa crudel morte non fuggiraquo

χ 326 Cosigrave dicendo con la man robusta 420 Diegrave di piglio alla spada che Agelagraveo In morendo gittograve nel mezzo al collo Tal colpo gli vibrograve che ancor parlante Mista alla polve rotolograve la testa

χ 330 Ma Fegravemio Terpigraveade inclito vate 425 Che tra i Proci per forza il canto sciolse Lrsquoatra Parca schivograve Tra man lrsquoarguta Cetra tenendo appo lrsquoocculta porta Stagravevasi e due pensier volgea nellrsquoalma Od uscir del palagio ed allrsquoaltare 430 Del grande Giove Ercegraveo sedersi dove Da Laerte e dal figlio arse giagrave fucircro Molte cosce di tauri ovver prostrato Stringer orando le ginocchia a Ulisse Pensa e ripensa alfin miglior partito 435 Gettarsi arsquo piedi dellrsquoeroe gli parve Tra unrsquourna e un seggio che splendeva adorno Drsquoargentee borchie lrsquoincavata cetra Depose e corse e rsquol supplicava laquoUlisse Le ginocchia trsquoabbraccio in me benigno 440 Abbi riguardo e vigravencati pietade A te ancora dorragrave se un Vate uccidi Che arsquo Numi canta ed arsquo mortali Io fui Di me stesso maestro unico mille Tempre diverse drsquoarmonia gioconda 445 Mi seminograve nellrsquointelletto un Dio Dato mrsquoegrave qual tu fossi un dersquo Celesti Celebrarti cantando Or dunque in core Reprimi rsquol fier desigraveo di trucidarmi

ODISSEA

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Certo diratti il tuo figlio diletto 450 Telegravemaco che non di voler mio Non mai da ingordo desiar sospinto Venni a cantar dersquo pretendenti al desco Molti e possenti tragravessermi per forzaraquo

χ 354 Telegravemaco lrsquoudigrave subito al padre 455 Non discosto drsquoassai laquoFerma ndash gridava ndash Deh non uccider no questrsquoinnocente Anco Medoacutente conserviam che sempre In cura mrsquoebbe dallrsquoetagrave mia prima Filegravezio forse uccigraveselo od Eumegraveo 460 O tu stesso srsquoei qui trsquooccorse quando Come turbine o padre impeto feacutestiraquo

χ 361 Lrsquoudigrave rsquol saggio Medoacutente impaurito Sotto un trono giacea nel cuoio avvolto Di bue di fresco ucciso onde la Parca 465 Tenebrosa schivar Da sotto rsquol seggio Ratto srsquoalzograve gittograve la pelle e strette Del garzon le ginocchia il supplicava

χ 367 laquoEgraveccomi qua sospendi i colpi o caro E parla al genitor che non mi fieda 470 Or chrsquoegli infuria contra i Proci Ahi folli Che le dovizie sue qui divoracircro Ned a renderti onor si volser mairaquo

χ 372 Sorridendo lrsquoeroe laquoFarsquo cor ndash soggiunse ndash Telegravemaco trsquoegrave schermo ed ei ti serva 475 Acciograve rsquol senta nellrsquoanimo ed il narri Quanto allrsquoiniquo oprar virtugrave prevaglia Or tu e rsquol gran vate del palagio usciti Fuor dalla strage nel cortil sedete Finchrsquoio qui compia ciograve chrsquoa far mrsquoavanzaraquo 480

χ 378 Usciti appo lrsquoaltar di Giove assisi Attoniti qua e lagrave volgean lo sguardo Sul vasto campo di sigrave fiera strage

χ 381 Tutti i recessi del palagio intanto Col guardo Ulisse percorrea non forse 485 Vivo dersquo Proci alcun sottratto srsquoabbia Ma nel sangue li vide e nella polve Tutti distesi Come in curvo lido Tiran su i pescator dal mar ondoso Con vasta rete a molte maglie i pesci 490 Tutti anelano sparsi in sullrsquoarena

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Lrsquoonde marine ma con gli avvampanti Raggi la vita lor rapigraveo giagrave rsquol Sole Un sullrsquoaltro cosigrave giaceano i Proci

χ 390 Ulisse allor laquoTelegravemaco mi chiama 495 La nutrice Euriclea ciograve che fermai Nel mio pensier vorsquo dirleraquo Obbediente Bussograve allrsquouscio Telegravemaco e le disse

χ 395 laquoO donna antica a vigilar preposta Sopra le ancelle vien che a seacute trsquoappella 500 Qualche cosa per dirti il padre mioraquo

χ 398 Tacque neacute sparse icircr le parole al vento Schiusa la porta delle ricche stanze Ratto accorse e rsquol garzon la precedea

χ 401 Nel mezzo dersquo cadaveri trafitti 505 Trovograve lrsquoeroe cruento e polveroso Come lion che divorograve pur dianzi Toro silvestre lrsquouna e lrsquoaltra guancia E tutto quanto il petto e rsquol ceffo e lrsquougne Groacutendangli sangue ahi quantrsquoegrave in vista orrendo 510 Cosigrave nersquo piedi e delle man nei dossi Contaminato appar lrsquoinclito Ulisse Visti appena gli uccisi e rsquol sangue immenso Mise un forte Euriclea grido di gioia Maravigliata di sigrave grande impresa 510 Ma lrsquoeroe lrsquointerruppe e la ripresse Bencheacute bramosa indi arsquo parlar si tolse

χ 411 laquoGodi nellrsquoimo cor donna ma in voci Non proromper di gaudio empiezza focircra Vampo menar sulla trafitta gente 520 La giustizia dersquo Numi ed i costoro Delitti li domacircr non dersquo mortali Onoracircro alcun mai tristo o buon fosse Che appo lor srsquoadducea quindi pericircro Colpa di lor follia drsquoignobil morte 525 Ma delle serve or dimmi in questa reggia Qual tiemmi a vil qual si serbograve innocenteraquo

χ 419 E la nutrice affettuosa laquoO figlio Schietto il veacuter ti dirograve Chiude il palagio Cinquanta donne che per me giagrave fucircro 530 Ammaestrate a lavorii diversi A carminar le lane ad oprar tele Non che a patire il flebile servaggio Dodici di costor rotte ad ogni atto

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Drsquoinverecondia ned a me portacircro 535 Neacute alla stessa Penegravelope rispetto Quanto al tuo figlio di recente assunto Tra gli adulti non mai la genitrice Baligravea gli consentigrave sopra le ancelle Ma che piugrave sto salgo alle stanze adorne 540 Ad annunziarti alla tua donna a cui Gravograve di sonno le pupille un Numeraquo

χ 431 laquoNo non destarla ndash rispondeacuteale Ulisse ndash Ma dirsquo alle donne che qui vengan quante Di laidrsquoopre sin qui contaminacircrsiraquo 545

χ 433 Ita la vecchia alle fantesche indisse Ed esortolle al Re di appresentarsi E Telegravemaco in questa ed i pastori A seacute chiamograve e lor disse laquoOr cominciate A portar via i cadaveri alle donne 550 Ingiungete che i bei troni e le mense Tergon con lrsquoacqua e le forate spugne Rimessa la magion tutta in assetto Traete fuor le ancelle e poste in mezzo Tra la torretta e rsquol muro del cortile 555 Tutte con lunghi ed affilati brandi Fiedeacutetele sin che sceme dallrsquoalma Di Vegravenere i piacer che giagrave di furto Gustar corsquo Proci pongano in obbligraveoraquo

χ 446 Tacque ed ecco venir le donne tutte 560 Affollate mettendo alti lamenti Non senza pianto Trasportacircr da prima Alternamente sostenendo rsquol carco Dersquo trafitti le salme e le stipacircro Sotto alla loggia del cortil superbo 565 Instava e feacutea lor forza il Re medesmo Sigrave che gli estinti a trasportar le strinse Necessitagrave Poscia i bei seggi i deschi Tergean con lrsquoonda drsquoimbevute spugne Telegravemaco ersquo pastor corsquo rastri intanto 570 Spazzacircro del palagio il pavimento E le donne recacircr fuor delle porte La raccolta bruttura Acconcio il tutto Nella magion ei trasser le fantesche Tra la torre e rsquol recinto ed in sigrave angusto 575 Spazio le rinserracircr che nersquo lor petti Tutta speranza di fuggir morigraveo

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χ 461 E rsquol garzon saggio laquoCon orrevol morte Non tocircrrograve lrsquoalma no da queste donne Che a me sul capo ed alla madre mia 580 Versacircr oltraggi e giacquero corsquo Prociraquo

χ 465 Detto ravvolse un canape di nave Drsquoazzurra proda ad unrsquoalta colonna Con lrsquoun dersquo capi gettograve lrsquoaltro intorno Alla picciola torre e sigrave rsquol tese alto 585 Chrsquoesse del piede non toccacircr la terra Come torde talor dallrsquoali spase O colombe srsquoimpligravecan nelle reti Tese nel bosco mentre al nido volano Tal che trovan nersquo lacci orrido letto 590 Cosigrave le ancelle con le teste in fila Con fiero nodo intorno al collo avvinte Perigravean miseramente i piedi alquanto Con tremito agitacircro e non fu molto

χ 474 Trasser indi i pastor fuor nel cortile 595 Melagravenzio cui con dispietato acciaro Troncar nari ed orecchie lrsquoeviracircro Buttar le evulse palpitanti membra Crudrsquoesca ai cani da cieca ira vinti I piegrave le man mozzagraverongli Con pura 600 Onda i piedi e le man poscia lavati Tornacircro al Re cheacute lrsquoopra era compiuta

χ 480 Alla cara nutrice allor converso Disse lrsquoeroe laquoPogravertami o vecchia il zolfo Salutifero e rsquol fuoco acciograve rsquol palagio 605 Vapori A venir qui con le sue donne Penegravelope conforta a un tempo ingiungi Qui di recarsi a tutte lrsquoaltre ancelleraquo

χ 485 laquoSi tutto a modo figliuol mio dicesti ndash Rispoacutesegli Euriclea ndash Giagrave giagrave mrsquoegrave tardo 610 Un manto ed una tunica recarti Acciograve piugrave non ti mostri in tua magione I lati omeri avvolto in questi cenci Cheacute focircra indegnoraquo laquoA me qui apporta in prima Lo zolfo e rsquol fuocoraquo replicograve lrsquoeroe 615

χ 492 Neacute tardograve ad obbidir lrsquoaffettuosa Nutrice ratto portograve rsquol foco e rsquol zolfo Ulisse lrsquoaula e lrsquoatrio ed il palagio A pieno vaporograve Salita ad alto Percorrea intanto le regali stanze 620

ODISSEA

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La nutrice Euriclea chiamando a nome Ed affrettando a comparir le ancelle Con faci in man discesero ed intorno Si sparsero ad Ulisse il salutacircro Gli si gettacircro con le braccia al collo 625 Il capo gli baciarono e le spalle Stringegravendogli le man Sentigrave lrsquoeroe Dolce un desir di pianto e di sospiri Cheacute tutte in suo pensier le riconobbe

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LL II BB RR OO XX XX II II II

Penegravelope riconosce Ulisse

NNELLrsquoALTE stanze giubilando salse La vecchia ad annunziar alla regina Che lrsquoamato consorte era in sua reggia Rinvigorite le ginocchia ratti I piegrave movea Le si chinando allora 5 Sul capo alto sonar fersquo questi accenti

ψ 5 laquoRisveacutegliati mia figlia e corsquo propri occhi Vien vieni a rimirar ciograve che pur sempre Bramasti Ulisse ritornograve qui dopo Anni tanti redigrave Trucidograve i Proci 10 Lutto di sua magion di sue ricchezze Divoratori ed al suo nato infestiraquo

ψ 10 E Penegravelope laquoO mia cara nutrice Gli Eterni trsquoinsanicircr che a lor talento Fan del piugrave saggio un folle e lrsquoinsensato 15 Assennano per certo ersquo ti rapicircro La mente che finor serbasti integravegra Percheacute me che pur son misera tanto Con mendaci novelle in gioco prendi E dal sonno mi scuoti che soave 20 Mrsquoera intorno diffuso e ricoprigravea Le mie care palpegravebre Io no non mai Sigrave forte mrsquoaddormigravea dal digrave che Ulisse Veleggiograve pel nefando Igravelio funesto Or via discendi e riedi onde movesti 25 Cheacute se qualche altra delle donne mie Desta mrsquoavesse per udir tai fole Ratto lrsquoavrei non senza irati accenti Rimandata ma or te lrsquoetagrave sovvenneraquo

ODISSEA

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ψ 25 laquoNon di te prendo gioco o figlia mia 30 ndash La vecchia rispondea ndash Ritornograve Ulisse Veracemente egrave qui comrsquoio rsquol trsquoannunzio Gli egrave lrsquoospite che tutti in sua magione Oltraggiacircro Il sapea da lunga pezza Telegravemaco ma saggio occulti ei tenne 35 I disegni del padre acciograve traesse Darsquo Proci violenti aspra vendettaraquo

ψ 32 Esultograve la regina e fuor di letto Lanciagravetasi abbracciolla laquoO mia Nutrice ndash Prorompea lagrimando ndash il veacuter mi narra 40 Srsquoei come affermi arsquo suoi tetti se nrsquo venne Come solo poteacute sui Proci infami Avventare le man quandrsquoessi in folla Stavano sempre entro il palagio accoltiraquo

ψ 39 laquoNed il vidi neacute rsquol so dersquo morituri 45 Udigravea soltanto il gemito noi tutte Nel fondo assise delle stanze e chiuse Da salde imposte giagrave colpigravea rsquol terrore Fincheacute sorgiunse il figliuol tuo che a nome Del padre mi chiamograve Trovai lrsquoeroe 50 Ritto lagrave tra i cadaveri che stesi Drsquointorno a lui sul duro pavimento Giacean gli uni sugli altri oh come lieta Nrsquoandresti tu mirando il tuo consorte A guisa di Lion tutto coverto 55 Di polvere e di sangue Or del cortile Sotto i portici stanno ammonticchiate Dersquo trafitti le spoglie Acceso un fuoco Grande or col zolfo a vaporar srsquoadopra La superba magione ed ei medesmo 60 A chiamarti or mrsquoinvia Vien dunque e dopo Affanni tanti ambo a letizia il core Schiudete il tuo desir lungo srsquoadempie Vivo egrave lrsquoeroe tra i lari suoi qua trova Te con il figlio e qua darsquo nequitosi 65 Proci tutti alfin trasse aspra vendettaraquo

ψ 58 laquoMia diletta Euriclea Rattempra i vanti Di trasmodata gioia Ah ben sai quanto Focircra a ciascun gradito il suo ritorno E sopra tutti a me del par che al figlio 70 Procreato da noi ma ciograve che annunzi

LIBRO XXIII

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Vero non egrave certo qualcun dersquo Numi Irato per li tanti e cosigrave fieri Oltraggi ed opre inique lor gli uccise Non mai fecer onore a niun mortale 75 Malvagio o buon che a lor venisse quindi Tristi sendo perirono Ma Ulisse Perdette lungi dallrsquoAcaica terra La speme del redir perdeacute se stessoraquo

ψ 69 E la nutrice laquoO figlia mia qual detto 80 Di bocca ti fuggigrave Sta in sua magione Al focolar si asside il tuo consorte E trsquoostini a ridir chrsquoei piugrave non torna Ahi poca fede Ma piugrave certa prova Dar ancora ti vorsquo la cicatrice 85 Che il bianco dente drsquoun cinghial glrsquoimpresse Quando i piegrave gli lavai la riconobbi E giagrave un grido mettea per farti accorta Ma quel mastro di tutti accorgimenti Mrsquoafferrando la bocca il mi contese 90 Vien dunque ed io per fede mi ti lego E mi commetto a Te se ti deludo Tu di morte miserrima mrsquoancidiraquo

ψ 80 laquoCara nutrice Bencheacute saggia tanto Ti fia duro scrutar dersquo Sempiterni 95 Numi lrsquoalto consiglio Tuttavolta Appo rsquol figlio rechiagravemci acciograve chrsquoio vegga Stesi i Proci nel sangue e chi gli ucciseraquo

ψ 85 Detto scendea dallrsquoalta stanza e in core Agitando venigravea srsquoella in disparte 100 Interrogato avrebbe il suo diletto Consorte o se appressandolo baciato Gli avrigravea la testa e streacutettegli le mani Varcata chrsquoebbe la marmorea soglia Nellrsquoaula entrograve Si assise a lui di contra 105 Presso allrsquoaltra parete che dal foco Srsquoilluminava Ed ei gli sguardi a terra Sedea poggiato ad unrsquoalta colonna Pur aspettando se la donna illustre Che rsquol pur vedea corsquo propri occhi qualcuno 110 Motto gli fesse Ma la stette a lungo Tacita oppressa di stupore in voacutelto Ora lo affisa e ravvisarlo estima

ODISSEA

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Or avvolto in quersquo cenci il disconosce ψ 96 Telegravemaco proruppe laquoO madre mia 115

O drsquoanimo crudel madre infelice Percheacute dal genitor sigrave trsquoallontani Ed ora che ti siedi al suo cospetto Cheacute non gli parli Cheacute di lui non prendi Notizia intera No nullrsquoaltra focircra 120 Muta drsquoaffetto sigrave da restar lungi Dal suo consorte che sofferti molti Guai le giungesse nel ventesimrsquoanno Nella terra natigravea ma tu nel petto Vie piugrave duro che selce il cor rinserriraquo 125

ψ 104 E quella saggia laquoLrsquoalma mia nel petto Figliuol mio stupefeacutecesi neacute motto Egravemmi dato di far neacute interrogarlo Ned affisarlo pur Se veramente Ulisse egli egrave che in sua magion ritorna 130 Certo tra noi potrem meglio drsquoassai Riconoscerci tali hagravennovi segni Noti a noi solo a tutti gli altri ascosiraquo

ψ 111 Sorrise Ulisse e vogravelto al figlio laquoOr lascia Telegravemaco ndash dissrsquoei ndash la genitrice 135 A sua posta tentarmi in queste soglie Ratto srsquoaccerteragrave dellrsquoesser mio Piugrave pienamente Ma percheacute or mi scorge Sordido e in questi abbietti panni avvolto A vile tiemmi e dir non osa ldquoegrave dessordquo 140 Ma il partito cui giova or appigliarci Consultiam noi Qual tra sue genti uccise Un uomo solo che non molti addietro Vindici a seacute lasciograve fugge e abbandona I congiunti la patria or noi che spenti 145 DrsquoIgravetaca abbiamo i giovani piugrave illustri Schermo della cittagrave che far dobbiamo Por mente al caso e provveder trsquoassennoraquo

ψ 123 laquoTu stesso a ciograve provvedi o padre mio ndash Rispose rsquol garzon saggio ndash il tuo consiglio 150 Comrsquoegrave pubblico grido ottimo surge Ned havvi altro mortal che teco ardisca Contender di prudenza Ove ti piaccia Pronto ti seguirograve neacute rsquol mio coraggio Manco verragrave mi penso fincheacute integravegre 155

LIBRO XXIII

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Serberograve le mie forzeraquo E quel sagace laquoQuesto partito piugrave giovevol pagravermi Preso un bagno abbigliagravetevi e drsquoelette Vesti le ancelle srsquoornino indi rsquol vate Divino tocca la soave cetra 160 Nersquo giocondi ad entrar balli nrsquoinviti Acciograve che fuor lrsquoudendo ciascun creda Celebrarsi le nozze o che per via Passi o vicino alberghi E cosigrave rsquol grido Per la cittagrave non fia che si diffonda 165 Della strage dersquo Proci che noi prima Giunti non siamo lagrave nellrsquoarborosa Nostra campagna ove porremo in opra Ciograve che util piugrave nrsquoinspireragrave lrsquoOligravempioraquo

ψ 141 Detto presti obbedicircr Giagrave preso il bagno 170 Rivesticircrsi le tuniche le donne Spiegacircr dersquo manti la leggiadra pompa Ed il vate divin tocca la cetra Destograve in tutti rsquol desigraveo di dolci tempre E dersquo balli giocondi Al calpestio 175 Degli uomini danzanti e delle donne Adorne i fianchi drsquoelegante cinto Tutta echeggiava lrsquoalta reggia intorno E tal che udigravea di fuor laquoCerto lrsquoambita Regina tanto alcun dersquo pretendenti 180 Perfida disposograve cheacute non sostenne Servar lrsquoampia magion sino al ritorno Di lui che la menograve vergine sposaraquo Cosigrave dicendo del successo ignaro Male al veacuter srsquoapponeva In questo mezzo 185 Eurigravenome lavograve drsquoessenze asperse E di tunica cinse e drsquoun bel manto Lrsquoinclito Eroe Ma di gioconda luce Di beltade adornagravevagli rsquol sembiante Lrsquoocchi-glauca Minerva Allontanosse 190 Dal bagno pari a un Dio quivi si assise Di rincontro alla moglie onde era sorto E laquoTroppo altera ndash disse ndash A te gli Eterni Posero piugrave che allrsquoaltre donne in seno Impenetrabil cor certo non altra 195 Starigravea con sigrave ostinato animo lungi Dal suo consorte che sofferte molte

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Sventure alfin dopo dieci anni e dieci A lei tornasse ed alla patria Terra Orsugrave nutrice poacutemmi un letto ovrsquoio 200 Mi corchi have costei lrsquoalma di ferroraquo

ψ 173 LrsquoIcagraveride rispose laquoO generoso Neacute tu mrsquoincolpa di superbo spirto Ned io ti prendo a vil ma di soverchio Lrsquoammirazione in me non mai si leva 205 Ben rammento qual eri allor che sopra La nave tua di lunghi remi armata Ti dipartisti drsquoIgravetaca Orsugrave vanne Gli appresta il letto soffice Euriclea Che della stanza marital egrave fuora 210 E che egli un giorno di sua man construsse Lagrave velli e manti e coltrici superbe Stegravendivi acciograve che rsquol sonno il riconfortiraquo

ψ 181 Disse e con questo volle ultimo segno Farsi al tutto del suo sposo sicura 215

ψ 183 Corrucciato lrsquoEroe laquoDonna ndash soggiunse ndash Questa parola mi trafisse rsquol core Chi mi traspose il letto Ad uom sagace Duro ciograve focircra trasmutarlo solo A suo grado potrigravea qui giunto un Nume 220 Uom vivo no bencheacute in sul fior degli anni Perograve che in esso drsquoarte havvi gran segno Chrsquoio rsquol feci neacute la mano altro vi pose Lagrave nel recinto del cortil crescea Florido ulivo drsquoallungate frondi 225 Largo il troncon a guisa di colonna Alto ergeacutevasi allrsquoaura A quello intorno Pietra a pietra congiunta edificai La maritale stanza drsquoun bel tetto La protessi e ben salde adatte porte 230 Vrsquoimposi Poscia la frondosa chioma Dellrsquoulivo segata il troncon presso Tagliava alla radice e rsquol ripoligravea Col ferro artatamente e dirizzato A squadra e perforato in tutte parti 235 Col succhio il feci al talamo sostegno Cosigrave construssi il letto e lrsquoadornai Lrsquoincrostando di lamine drsquoargento Drsquoavorio e drsquooro alfin di porporine

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Bovine pelli il ricingeva egrave questo 240 Il grave indizio che del veacuter trsquoaccerta Non so donna perograve se mi si serba Intero il letto o se qualcun succiso Dellrsquoulivo il troncon di lagrave il rimosseraquo

ψ 205 Detto mancar Penegravelope sentigraveo 245 Le ginocchia ed il cor cheacute certi i segni Di chrsquoei le diegrave contezza riconobbe Corse diritto lagrimando ed ambe Al collo intorno gli gettograve le braccia E la testa baciagravendogli proruppe 250

ψ 209 laquoNon farmi no del tuo cruccio dolente Ulisse tu che in tutte cose avanzi Di prudenza i mortali avversi i Numi Drsquoaffanni ci opprimendo e di sventure Nrsquoinvidiacircro star nersquo lieti giorni 255 Di giovinezza uno appo lrsquoaltro e insieme Por nella soglia di vecchiezza il piede Ma tu non trsquoadirar neacute appormi a colpa Se visto appena non ti corsi in braccio Sempre lrsquoanima mia nel caro petto 260 Inorridigravea non forse con fallaci Detti qua giunto un forestier mrsquoilluda Cheacute volgon molti in cor malvage frodi Neacute giagrave prole di Giove Egravelena Argiva Saregravebbesi in amor congiunta mai 265 Con lo stranier dove temuto avesse Che dellrsquoEgravellade i figli bellicosi Lrsquoavrigravean di nuovo rimenata in Argo A consumar fallo sigrave turpe certo Un nume la incitograve cheacute nella mente 270 Prima non disegnograve di sua follia Il successo funesto onde il duol nostro Originograve Ma poi che or certi segni Tu della stanza nuzial mi desti Che niun mortal fuor che noi due vedemmo 275 E poi lrsquounica Attograveride che il padre Diemmi quandrsquoio qua venni e che ognor guarda Del nostro saldo talamo le porte Mi feacutesti lrsquoalma al tutto persuasa Che dubbia dellrsquoaltrui fede ognor mrsquoebbiraquo 280

ψ 231 A questi detti Ulisse intenerito

ODISSEA

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Di gemere il desir vie piugrave sentigravea Piangea stringendo al petto la prudente Casta sua donna Come appar la piaggia Grata arsquo natanti cui Nettuno il legno 285 Corsquo turbini e con vaste onde diruppe Pochi scampati al mare e di rappresa Schiuma coperti spigravengonsi alla riva Ed esultanti del campato rischio Saglion la terra cosigrave lieta affisa 290 Penegravelope il consorte neacute staccargli Potea dal collo mai le nivee braccia Certo gli avrebbe ancor trovati in pianto LrsquoAurora se non che di Palla in mente Novo concetto balenograve Contenne 295 Del suo corso nel fin la Notte e in grembo Fermograve dellrsquoOcegravean sullrsquoaureo trono La rosea Diva neacute i corsier veloci Giunger le consentigrave Lampo e Fetonte Che lrsquoalma luce apportano arsquo mortali 300

ψ 247 E rsquol sapiente Ulisse laquoO donna mia Non di tutti i travagli al fin giugnemmo Aspra regravestane ancor fatica immensa Chrsquoio fornir deggio al tutto In quella guisa Che il mi predisse di Tiregravesia lrsquoOmbra 305 Quel digrave che sceso al regno atro di Pluto Del redir dersquo compagni e di me stesso La interrogava Or tu ne vien nrsquoinvita O Penegravelope il letto dove accolti Largo ne fia di sue dolcezze il sonnoraquo 310

ψ 256 E la regina laquoQuesto ti fia presto Al tuo primo desir peroccheacute arsquo tuoi Splendidi tetti rimenacircrti i Numi Ma poicheacute la rimembri ed a te un Dio La rivelograve dirsquo qual durar trsquoegrave forza 315 Aspra nova fatica E poi che deggio Non ignorarla un digrave certo mi penso Peggio non fia per me saperla or oraraquo

ψ 263 laquoNobil donna infelice ah percheacute mai Questa fervida brama in te srsquoaccese 320 Quersquo presagi dirograve ma neacute tu lieta Nrsquoandrai ned io ne sentirograve contento Ir da Cittagrave in Cittagrave lrsquoombra mrsquoingiunse

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Tra man tenendo ben tornito un remo Tanto che presso a nuova gente arrivi 325 Che neacute conosca il mar neacute le vivande Di sal condisca neacute di navi srsquoabbia Dallrsquoalte poppe colorate in rosso Contezza alcuna neacute dersquo lunghi remi Ale al vol dersquo navigli E certo un segno 330 Chrsquoio celar non ti vorsquo Tiregravesia diemmi Quando verragrave al mio occorso un pellegrino Chiedendomi percheacute mi porti un vaglio Sullrsquoomero superbo ldquoallor ndash soggiunse ndash Conficca in terra il remo a Re Nettuno 335 Ferisci elette vittime un cinghiale Un toro ed un ariete indi fatto Ritorno alla natigravea terra offrir degravei Agli Eterni del Cielo abitatori Giusto la lor possanza a mano a mano 340 Sacre ecatombe Sorverragrave dallrsquoonde Mite e lenta ad estinguermi la morte Quando la piena etagrave mrsquoavragrave consunto E felici vedrograve le genti intorno Tutto chrsquoio dico ndash aggiunse ndash adempierassirdquoraquo 345

ψ 285 laquoPoicheacute affidacircrti di miglior vecchiezza ndash Rispondea la magnanima ndash gli Eterni Ben ne giova sperar che di queste anco Future angosce trionfar potrairaquo

ψ 288 Eurigravenome frattanto e la nutrice 350 Il letto nuzial con molli ammanti Metteano in punto delle faci al lume Assettato che lrsquoebbono in gran fretta Tornograve al palagio e si corcograve Euriclea Eurigravenome del talamo custode 355 Con face in mano precedea gli sposi Avviati a corcarsi e come gli ebbe Condotti ritirosse amendue lieti Compieano i riti dellrsquoantico letto

ψ 297 Telegravemaco frattanto ersquo duo pastori 360 Cessare il piegrave fecircr dalle danze e rsquol fecircro Alle donne cessar corcati poscia Nellrsquoaula oscura al sonno abbandonacircrsi

ψ 300 Poi che gustacircr la tanto desiata Amorosa dolcezza degli alterni 365

ODISSEA

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Ragionari prendean novo conforto Quanto la donna di virtugrave sostenne Nel suo palagio ridicea veggendo Lrsquoinfesta schiera imperversar dersquo Proci Che sotto il velo dellrsquoambite nozze 370 Molte pecore pingui e molti buoi Sgozzacircro e molti dogli di Liegraveo Esauricircr Dallrsquoaltra parte Ulisse Quanti fersquo sopportar mali agli umani E quanti ei stesso ne patigrave narrava 375 Piaceacutevasi di udirlo Ella neacute rsquol sonno Le palpebre le chiuse anzi che tutte Divisasse lrsquoeroe le sue vicende

ψ 310 A dir incominciograve comrsquoei da prima I Cigraveconi domograve comrsquoei pervenne 380 Dersquo Lotogravefagi allrsquoubertosa terra Quanto patigrave dal Ciclope spietato Che i prodi suoi compagni divorava E chrsquoegli vendicograve come pervenne Ad Egraveolo che del par benignamente 385 Lo accolse e rsquol rimandograve pur non ancora Concedeacuteagli rsquol Destin drsquoimprimer lrsquoorma Nel suol natigraveo donde rsquol rapigrave di nuovo Sospiroso e gemente la tempesta Che nel pescoso mar lo risospinse 390 Come arrivograve soggiunse alla Cittade Dersquo Lestrigravegoni dalle larghe porte Dove i suoi prodi tutti ed i navigli Pericircr fuor chrsquouno in chrsquoei solo fuggigraveo Gli astuti inganni raccontograve e glrsquoincanti 395 Di Circe e come sopra salda nave Nel vasto regno di Plutoacuten discese Per consultar del vate sommo lrsquoombra Del Tebano Tiregravesia e che lagrave vide Tutti i valenti suoi commilitoni 400 Ed Anticlegravea che rsquol partorigrave ed il crebbe Aggiunse chrsquoegli udigraveo delle Sirene La dolce melodia che appo le rocce Erranti navigograve fra la tremenda Cariddi e Scilla da cui niun mortale 405 Illeso unqua campograve che i buoi del Sole Darsquo compagni immolacircrsi e che la nave

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Con lrsquoavvampante folgore scoscese LrsquoOligravempio altifremente ad una tutti Gli pericircro i compagni ed egli solo 410 Lrsquoira evitograve dellrsquoefferate Parche Afferrando allrsquoOgigravegia Isola in cui Calipso in cave grotte il si ritenne Ninfa che desiava egravessergli sposa Che non pure il nutrigrave ma eterni giorni 415 Glrsquoimprometteva di vecchiezza immuni Pur non mai gli piegograve nel petto il core Alfin contograve che molti guai sofferti Arsquo Feaci giugnea che al par di un Nume Dal cor imo onoracircrlo e sopra un legno 420 Il rimandacircro al natigraveo loco larghi Vegraver lui di rame drsquoograver di ricchi ammanti Proferigravea questo detto ultimo quando Scioglitor delle membra e drsquoogni cura Disperditore il sonno almo lrsquoinvase 425

ψ 344 Pagravellade intanto dal bel guardo azzurro Altro in mente volgea come fersquo stima Che dellrsquoamplesso dellrsquoamata donna Abbastanza ersquo gioigrave non che del sonno A levarsi eccitograve dallrsquoOceagraveno 430 La figlia del mattin sul trono drsquooro Per ricondurre agli uomini la luce Dal soffice srsquoalzograve letto ad un tempo Ulisse ed a Penegravelope converso

ψ 350 laquoGiagrave di molti travagli amata donna 435 Sazi fummo amendue tu rsquol doloroso Mio ritorno gemendo ed io cui Giove E gli altri Eterni ritenean lontano Dalla natigravea contrada combattuto Da mille e mille affanni Or che amendue 440 Lrsquoamabil nostro talamo trovammo Qua su tutto il mio aver vigila ed io Quanto arsquo greggi darsquo rei Proci consunti Molti ne prederograve molti altri figraveeno Porti a me dagli Achei fincheacute a pien mrsquoabbia 445 Tutte empiute le stalle Allrsquoarborosa Mia campagna or me nrsquo vo veder mrsquoegrave tardo Lrsquoottimo padre mio che per me tanti Mette gemiti e lai Quanto a te donna

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Bencheacute saggia ecco ciograve che trsquoaccomando 450 Ratto al surger del Sole andragrave la fama Per la cittagrave dersquo Proci che qui uccisi Tu ad alto sali con le ancelle e siedi Neacute sguardo o detto ad alcun volger mairaquo

ψ 366 Tacque e vestigrave le splendidrsquoarme e rsquol figlio 455 Destato ed i pastori a tutti ingiunse Di dar di piglio al bellicoso arnese Obbedicircro srsquoarmar Le porte schiuse Uscicircro Ulisse precedeacuteali Sparso Era giagrave rsquol lume in sulla terra intorno 460 Palla di folta nebbia li ricinge E fuor della Cittagrave ratto glrsquoinvia

NORMALIZZAZIONI

Normalizzazioni ortografiche Il testo cosigrave come appare a stampa contiene numerose

imperfezioni cui si egrave cercato di ovviare per rendere la lettura piugrave agevole

In successione si danno ndeg verso forma corretta ] forma del testo a stampa

Libro I 1o Iperione ] Iperiumlone 16 rientrati ] riumlentrati 20 desiando ] desiumlando 57 Nel cor ] Negrave rsquol cor 80 riuscicircro ] riumlusciro 92 Ciclopi ] Cigraveclopi 128 impetuosa ] impetuumlosa 146 vision ] visiumlon 171 desiava ] desiumlava 225 Anchigravealo ] Anchigravelao 293 alzato ] alzata 302 Zacinto ] Zagravecinto accento secondo la pronuncia

greca e neogreca 346 inviata ] inviumlata 376 obbligraveo ] oblio 380 prezioso ] preziumloso 383 desiata ] desiumlata 403 gigravea ] giagrave (ma traduce ἕποντο ldquoandavanordquo) 431 riesce ] riumlesce 448 Soavemente ] Soaumlvemente 508 Anchigravealo ] Anchigravelao Libro II 15 celestial ] celestiumlal 76 aitar ] aiumltar 110 saettarlo ] saeumlttarlo 116 maestra ] maeumlstra 124 desiate ] desiumlate 127 Laerte ] Laeumlrte 157 scaltri ] scultri 193 fanciulletto ] fanciulleto 200 roteando ] roteaumlndo 224 agraveugure ] augravegure 231 Polibide ] Polibigraveade 241 aizzar ] aiumlzzar 289 Laerte ] Laeumlrte 327 viaggio ] viumlaggio 331 rientracircro ] riumlentragravero 349 viaggio ] viumlaggio 366 viaggio ] viumlaggio 369 Poacuterti ] Por ti 373 cereale ] cereumlale 412 Antigravenoo ] Antinograveo 419 drsquoEfigravera ] drsquoEgravefira 428 spaziosa ] spaziumlosa 444 soave ] soumlave 449 cereal ] cereumlal 484 cereal ] ceumlreal 492 Noemoacuten ] Nemeograven 504 viaggio ] viumlaggio 530 precorrea ] percorrea

538 avviograve ] avviumlograve 539 impetuoso ] impetuumloso Libro III 4 diurna ] diumlurna 13 Enosigegraveo ] Enossigeo 15 ammainacircr ] ammaiumlnar 37 Suggeriratti ] Sugeriratti 65 soave ] soaumlve 68 aigraveta ] aiumlta 79 graziosa ] graziumlosa 108 Negraveio ] Neacuteo 122 Anfitrite ] Amfitrite 158 circuimmo ] circuiumlmmo 195 Cheacute di leggier ] Chi di leggier 225 viaggio ] viumlaggio 236 percorreano ] percoreano 255 sfuggicircro ] sfuggiumlro dieresi impropria 259 Agamennoacuten ] Agammenograven 266 soprammodo ] sopramodo 278 Ned ] Med 289 violenti ] viumlolenti 324 avanza ] avvanza 335 uccise ] ucciumlse dieresi impropria 346 scelleraggine ] scelleragine 352 Clitemnestra ] Clitennestra 379 viaggio ] viumlaggio 384 viaggio ] viumlaggio 389 Giagraverdano ] Giardagraveno 413 odiosa ] odiumlosa 418 errar ] erran 422 viaggio ] viumlaggio 427 trasviato ] trasviumlato 438 Cheacute ] Che 475 obbediente ] obbediumlente 461 Laerte ] Laerce 529 Pisistragraveto ] Pisitragraveto 546 Agravereto ] Areacuteto Stratigraveo ] Strazio 561 Laerce ] Laumlerte 584 Trasimegravede ] Trasigravemede (impossibile per il metro) 586 Persegraveo ] Peacuterseo raccocircrre ] racorre 593 Trasimegravede ] Trasigravemede 614 schidoni ] schidioni 616 Nelide ] Neacutelide 631 viaggio ] viumlaggio 638 biga ] biumlga dieresi impropria 643 volacircro ] volano 649 Di Digraveocle ] Diumlogravecle Ortigraveloco ] Orsiacuteloco 651 di Dioacutecle ] Diumloacutecle (ma lo spostamento drsquoaccento egrave

dovuto a ragioni metriche) (correggo come in XV 224) 657 gigravean ] giagraven 660 viaggio ] viumlaggio Libro IV 29 Ermioacutene ] Ermiumlone 34 si ] sigrave 37 Menelao ] Meneacutelao 39 avviar ] avviumlar 40 Affettuoso ] Afettuumloso

NORMALIZZAZIONI

43 Boetide ] Beotigravete 56 Vena a biancrsquoorzo ] Vena e biancrsquoorzo 142 cheacute ] che 145 Doglioso ersquo tragger guai ] Doglioso egrave tragger guai

(ldquoDoglioso eglihellip viver iordquo) 167 Filograve ] Filo 174 conocchia ]canocchia 180 viola ] viumlola 193 fanciulletto ] fanciulleto 222 aigraveti ] aiumlti 287 Asfalioacutene ] Asfaliumlone 316 che ] chegrave 340 ruigraveni ] ruiumlni 365 Deigravefobo ] Deiumlfobo circuisti ] circuiumlsti 371 impetuosi ] impetuumlosi 380 Ciograve vie piugrave ] Ciograve via piugrave 399 sinuoso ] sinuumloso 449 Impetuoso ] Impetuumloso 476 Prograveteo ] Proteacuteo 502 viaggio ] viumlaggio 601 Insidiando ] Insidiumlando 641 circuita ] circuiumlta 661 Malegravea ] Mallea 704 farsquo ] fa 713 circuito ] circuiumlto 721 cheacute ] che 735 Egravelena ] drsquoEacuteleacutena 753 Agamegravennone ] Agamenoacutene 755 ravviai ] ravviumlai 764 Cocchio ] Cocchigraveo 765 Effigiata ] Effigiumlata 766 di digrave in digrave ] di diuml in digrave 800 effigiata ] effigiumlata 809 Liegraveo ] Liumleo 819 deiforme ] deiumlforme 822 Noemoacuten ] Nemegraveon 827 cheacute ] che 828 Egravelide ] Egravellide 832 cheacute ] che 835 Eupigravetide ] Eupitiumlde 845 Noemoacuten ] Nemegraveon 857 allibicircro ] allibbiro 859 Antigravenoo ] Antinoacuteo 865 viaggio ] viumlaggio 874 insidiando ] insidiumlando 879 rientracircro ] riumlentraro 894 adunin ] addunin 818 soave ] soaumlve 949 echeggiava ] eccheggiava 951 inglorioso ] ingloriumloso 972 affettuosa ] affettuumlosa 977 soave ] soumlave 1001 sapiente ] sapiumlente 1039 circuendo ] circuumlendo 1058 soave ] soaumlve 1067 echeggiava ] eccheggiava 1070 marzial ] marziumlal 1072 impaurita ] impauumlrita 1075 Insidiando ] Insidiumlando 1080 aigraveta ] aiumlta 1101 scoscesa ] scosesa Libro V

10 beati ] beumlati 17 affettuoso ] affetuumloso 45 Feaci ] Feaumlci 61 dissonna ] disonna 92 viole ] viumlole 108 interrogollo ] interogollo 130 violar ] viumlolar 137 turbini ] turbigraveni 149 unigraveo ] uniumlo 152 Orione ] Oriumloacutene 155 Saettandolo ] Saeumlttandolo 157 Giasioacuten ] Giasiumloacuten desiograve ] desiumlograve 161 Giasione ] Giasiumlogravene 174 violar ] viumlolar 179 carreggin ] carregin 180 Affettuosa ] Affettuumlosa 183 E lrsquoArgicigraveda ] E rsquol Argicida 210 Liegraveo ] Liumleacuteo 236 beati ] beumlati 244 precorse ] percorse 254 Laerte ] Laumlerte 269 lrsquoAquiloacuten ] lrsquoAcquilon 279 Rientrar ] Riumlentrar 292 graziosa ] graziumlosa 302 chioma ] chiumloma (dieresi ldquoimpossibilerdquo in quanto chioma

deriva da clomula metatesi di comula diminutivo di coma)

303 riarse ] riumlarse 310 drizzolli ] drizzoli 315 Piantovvi ] Piantovi 342 Booacutete ] Bograveote Carro ] carro 344 Ocegraveano ] Oceaacuteno 343 Orione ] Oriumlone 349 Feaci ] Feumlaci 368 violento ] viumlolento 369 lrsquoAquiloacuten ] lrsquoAcquiloacuten 390 rigirograve ] riggirograve 394 scoscese ] scosese 408 lrsquoAquiloacuten ] lrsquoAcquilon 423 Enosigegraveo ] Enossigeo 426 cheacute ] che 445 cheacute ] che 500 Eruttate ] Erruttate 511 sentissi ] sentisi 531 Cheacute ] Che 548 Aggrappograve ] Agrappograve 550 coraggio ] corraggio 362 desiai ] desiumlai 553 pagravervegli ] parvergli 595 lrsquoagghiacciata ] lrsquoaghiacciata 605 oleastro ] oleumlastro 610 Sottentrovvi ] Sottentrovi 614 furiar ] furiumlar Libro VI 3 Feaci ] Feumlagraveci 9 persuase ] persuumlase 18 provvidi ] providi 39 offrirne ] offrime 48 Feace ] Feumlace 59 Cheacute ] Che 64 gioia ] giaia

NORMALIZZAZIONI

75 pennecchio ] penecchio 79 Feaci ] Feumlaci 80 Naisigravecaa ] Nausicaa 120 lavacri ] lavacrigrave 137 Nausigravecaa ] Nausicagravea 139 Diana ] Diumlana 140 Erimanto ] Eurimanto 142 saettar ] saumlettar 143 Egigraveoco ] Egiograveco 156 Feaci ] Feumlaci 178 Lion ] Liumlon 216 nuziali ] nuziumlali 224 viaggio ] viumlaggio 228 maestosa ] maumlestosa 258 beati ] beumlati 262 Nausigravecaa ] Nausicaacutea 268 aigraveta ] aiumlta 273 Feaci ] Feumlaci paese ] paumlese 280 Feaci ] Feumlaci 291 ursquol vento ] ugraversquol vento ldquodove il ventordquo 306 mi scorse ] mrsquoiscorse 318 maestoso ] maeumlstoso 325 grazioso ] graziumloso 336 Feaci ] Feaumlci 346 satollarsi ] sattollarsi 373 cheacute ] che Feaci ] Feaumlci 383 Nausigravecaa ] Nausicagravea 392 Feaci ] Feaumlci 408 Aereo ] Aeumlreo 416 Feaci ] Feaumlci 436 impetuose ] impetuumlose Libro VII 1 paziente ] paziumlente 4 giunta ] giumlunta (dieresi impropria percheacute su diacritico

grafico) 13 Feaci ] Feaumlci 18 avviarsi ] avviumlarsi 21 Feaci ] Feaumlci 22 richiegga ] richieggia 27 interrogolla ] interogolla 43 Feaci ] Feumlaci 47 Feaci ] Feaumlci 66 cheacute ] che 72 seacute ] sersquo 75 Feaci ] Feumlaci 76 Nausigravetoo ] Nausitoacuteo 84 saettato ] saeumlttato 120 vecchiezza ] vechiezza 126 Feaci ] Feumlaci 141 Trascorregravessevi ] Trascoressevi 143 Feaci ] Feumlaci 145 Feacesi ] Feumlacesi 146 nersquo ] negrave 164 riarsa ] riumlarsa 201 beata ] beumlata 233 Laodamante ] Laoumldamante intrepida ] intrepido 244 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 254 Feaci ] Feaumlci 277 Feagravece ] Feaumlce 278 cheacute ] che

281 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 287 acerbe ] accerbe 309 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 354 al comando ] il comando 357 soave ] soaumlve 367 suscitommi ] suscittommi Enosigegraveo ] Enossigeo 375 afferrar ] afferar 419 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 426 Feaci ] Feaumlci 439 Terra ] terra 440 viaggio ] viumlaggio Libro VIII 22 Laerte ] Laeumlrte 30 riuniti ] riumluniti 32 Feaci ] Feumlaci 35 Eogravee ] Eoumle 53 si ] mi 55 soave ] soumlave 56 poetar ] poeumltar 60 avviacircrsi ] avviumlarsi 90 Liegraveo ] Liumleacuteo 102 Cheacute ] Che 108 ruineranno ] ruiumlneranno 119 soavi ] soaumlvi 124 Cheacute ] Che 144 Nautegraveo ] Naute Eretmegraveo ] Ereacutetme Ocigravealo ] Ociagravelo 145 Tograveo ] Tooacutene Anabesinegraveo ] Anabesigraveno 146 Anchigravealo ] Anchilao Anfigravealo ] Anfiaacutelo 147 Tectogravenide ] Testoride 152 Laodamante ] Laumlodamante 154 deiforme ] deiumlforme 161 Clitograveneo ] Clitoneacuteo uniformando come al v 155 (che ha

perograve Clitoacuteneo con accento acuto) 168 Anfigravealo ] Amfiaacutelo 170 Laodamante ] Laoumldamante 178 cheacute ] che 194 viaggio ] viumlaggio 198 Laodamante ] Laoumldamante 212 arieggi ] ariumleggi 219 Lrsquoabbella ] Lrsquoabella 221 soave ] soaumlve 239 cheacute ] che 243 massiccio ] massicio 246 Feaci ] Feaumlci 256 Feace ] Feaumlce 267 Feaci ] Feaumlci 268 Laodamante ] Laoumldamante 280 Saetterograve ] Saeumlttero 286 cereal ] cereumlal 297 Feace ] Feaumlce 313 accioccheacute ] acciochegrave 326 Feaci ] Feaumlci 335 soave ] soumlave avviosse ] avviumlosse 367 arsquo piegrave ] a piegrave 392 allacciar ] allaciar 397 cheacute ] che 405 dal piegrave distorto ] dai piegrave distorto

NORMALIZZAZIONI

430 Soccorrevole ] Soccorevole 450 Messagger ] Mesagger 490 Feacia ] Feaumlcia 491 Laodamante ] Laumlomedonte 512 Feaci ] Feaumlci 514 Feaci ] Feaumlci 524 srsquoavvigravei ] srsquoavii 564 Farsquo ] Fa 568 soave ] soaumlve 581 E lrsquoonda ] E rsquol onda 585 Feacesi ] Feaumlcesi 592 adattograve ] addattograve 602 soavi ] soumlavi 635 soavi ] soaumlvi 656 Insidiando ] Insidiumlando 663 Agitato ] Agitaio 683 agguato ] agguanto 688 Deigravefobo ] Deiumlfobo 711 Feaci ] Feaumlci 739 Feacia ] Feaumlcia 775 affettuoso ] affettuumloso Libro IX 1 vie piugrave ] via piugrave 14 rinnovar ] rinovar 21 Laerte ] Laumlerte 29 Zacinto ] Zagravecinto 88 Boreal ] Boreumlal 122 soave ] soaumlve 183 quieti ] quiumleti 189 cheacute ] che 199 percorremmo ] percoremmo 206 saettagraverle ] saeumlttarle 208 Dodici ] Dodigraveci 228 Soccorrevole ] Soccorevole 237 innumerabil ] inumerabil 244 violenti ] viumlolenti 247 Cereal ] Cereumlal 254 soave ] soumlave 264 soave ] soaumlve 281 cheacute ] che 284 rappreso ] rappresso 289 catini ] cattini 290 igravevano ] invano 299 Riuscir ] Riumluscir 308 racquattarci ] raquatarci 333 reboato ] reboumlato 335 impauriti ] impauumlriti 343 Agamennoacuten ] Agamenon 366 Insidiando ] Insidiumlando 375 impetuoso ] impetuumloso 376 Lagravenciasi ] Lanciumlasi 381 srsquombandigrave ] srsquoimbadigrave 382 Lion ] Liumlon 452 una coppa ] un coppa 456 adesso ] addesso 466 soave ] soaumlve 502 acuta ] accuta 504 rigiragravevalo ] riggiravalo 541 Cheacute ] Che 547 Polifemo ] Polifeno 568 ariete ] ariumlete 580 lasciammo ] lasciamo 586 provvido ] provido

588 Ariete ] Ariumlete 594 rientrar ] riumlentrar 644 Accennando ] Accenando 609 Ariete ] Ariumlete 615 sfuggimmo ] sfugimmo 618 Accennando ] Accenando 620 cheacute ] che 624 si prese ] sigrave prese 638 ruinando ] ruiumlnando 639 rifluente ] riflueumlnte 640 Impetuoso ] Impetuumloso 651 affettuose ] affettuumlose 661 persuasa ] persuaumlsa 667 Laerte ] Laeumlrte 687 aigraveta ] aiumlta 722 ariete ] ariumlete 727 cheacute ] che Libro X 24 viaggio ] viumlaggio 28 impetuosi ] impetuumlosi 43 sonno ] sono 49 presenti ] presentigrave 94 corrucciato ] corruciato 169 gomena ] gomona 174 ruinar ] ruumlinar 184 Ocegraveano ] Oceagraveno 190 giavellotto ] giavelloto 205 riarso ] riumlarso 229 Lieo ] Liumlegraveo 240 soave ] soaumlve 269 Eurigraveloco ] Antiloco 279 Mansuefece ] Mansuumlefece 286 impauriti ] impaumluriti 312 tracannacircrla ] traccannarla 328 lrsquointerrogammo ] lrsquointerogammo 330 Percorremmo ] Percoremmo 337 necessitagrave ] neccessitagrave 341 Riapparigrave ] Riumlaparigrave 378 vorsquo ] vuorsquo 404 Circe ] Ciumlrce dieresi impropria 410 intromesso ] intrommesso 415 dannaggio ] danaggio 416 La mi porse ] Lagrave mi porse 423 braccio ] hraccio 442 Mansueto ] Mansuumleto 462 soave ] soaumlve 469 soavemente ] soumlavemente 423 Laerte ] Laeumlrte 532 vitelle ] vitele 550 Affrettagravetevi ] Affretatevi 553 beati ] beumlati 570 affettuosi ] affettuumlosi 589 Laerte ] Laeumlrte 595 Liegraveo ] Liumleo 600 viaggi ] viumlaggi 603 persuase ] persuumlase 620 abbracciava ] abbraciava 627 Laerte ] Laeumlrte 636 provvido ] provido 645 magion ] ragion 650 Ocegraveano ] Oceagraveno 655 Ocegravean ] Oceacutean 665 Liegraveo ] Liumleo

NORMALIZZAZIONI

667 cereal ] cereumlal 673 preziose ] preziumlose 674 ariete ] ariumlete 691 addurragrave ] adduragrave 692 viaggio ] viumlaggio 717 drsquoimprovviso ] drsquoimproviso 737 precorse ] percorse Libro XI 15 Ocegravean ] Oceacuteaumln 25 percorremmo ] percoremmo 29 Perimede ] Palameacutede 40 preziose ] preziumlose 42 Ariete ] Ariumlete 90 affettuoso ] affettuoumlso 160 Insidiando ] Insidiumlando 163 Percorri ] Precorri 214 Necessitagrave ] Neccessitagrave 216 Tiregravesia ] Tigraveresia 219 Combattuto ] Combattutto 220 Agamennoacuten ] Agameacutenon 242 Laerte ] Laeumlerte 249 autunno ] autuno 252 Letticciuoli ] Letticiuoli 279 imago ] immago 297 Beessero ] Beesero 332 reigravena ] reiumlna 337 menare ] menava laquosi vantava drsquoaver dormito tra le

braccia di Zeusraquo (Calzecchi Onesti) 338 Anfioacutene ] Amfione (come al v 368) 368 Iagraveside Anfioacuten ] Jasida Anfiumlon 372 Crogravemio ] Cronio 420 Arianna ] Ariumlana 423 cheacute ] cheacute Diana ] Diumlana 426 Mera ] Mera 456 Feacesi ] Feaumlcesi 465 apparecchiaste ] apparechiaste 470 vedragravennomi ] vedranomi 473 sigravee ] siegrave 486 gloriosi ] gloriumlosi 496 Non ] Nou 500 allrsquoacerba ] allrsquoaccerba 518 Impetuoso ] impetuoumlso 520 Trafiggeacutevati ] Trrffigevati 524 sapiente ] sapiumlente 528 hagravennomi ] hanommi 544 Priamegraveia ] Priumlameia 558 rientrar ] riumlentrar 556 Strage ] Srage 561 maestra ] maeumlstra 578 Penegravelope ] Peacutenelope 608 Laerte ] Laeumlrte 619 Acaia ] Achaia 621 beato ] beaumlto 632 antesignane ] Antesignane 645 impetuosa ] impetuumlosa 690 maestosa ] maeumlstosa 705 gloriosa ] gloriumlosa 727 parola ] parole 736 Orioacuten ] Oriumlograven 737 Asfodegravelo ] Asfogravedelo 754 riarso ] riumlarso 765 impetuoso ] impetuumloso

781 beato ] beumlato 784 coturno ] cotturno 790 saettar ] saeumlttar 792 effigiate ] effiggiate 794 lion ] liumlon 801 Laerte ] Laeumlrte 820 gloriosa ] gloriumlosa 823 innumeri ] inumeri 825 mrsquoinviasse ] mrsquoinviumlasse 831 Ocegravean ] Oceacutean Libro XII sottititolo Cariddi ] Caridi 1 Oceagraveno ] Oceacuteano (per metrica) 13 seppellimmo ] sepelimmo 29 vorsquo ] vuorsquo 33 persuase ] persuumlase 35 soave ] soaumlve 40 interrogommi ] interogommi 51 Accorrere ] Acorrere 72 beati ] beumlati 87 cheacute ] che 102 saetta ] saeumltta 118 Anfitrigravete ] Amfitrigravete 124 saettar ] saeumlttar 131 Cheacute ] Che 134 desiar ] desiumlar 161 Faetusa ] Faeumltusa 162 Iperioacutene ] Iperiumlone 179 e scior ] a scior 193 sigraveen ] siegraven 194 vorsquo ] vuorsquo 210 ammainacircro ] ammaiumlnaro 219 saettava ] saeumlttava 220 Iperioacutene ] Iperiumlore 231 soave ] soaumlve 232 Dagravenae ] Danai 262 percorrea ] percorea 288 giavellotti ] giavelotti 345 Accioccheacute di Tiresia ] Acciochegrave di Teresia 375 Eurigraveloco ] Euripilo 379 vorrigravea ] vorrai 387 apparecchiacircr ] apparechiar 407 alcun ] alcnn 408 Peroccheacute ] Perochegrave 415 cereal ] cereumlal 422 violenta ] vioumllenta 455 circuicircro ] circuiumlro 476 beati ] beumlati 529 fracassograve ] fraceassograve 532 Spesseggiavano ] Spessegiavano 539 redir ] reddir 550 Impetuoso ] Impetuumloso 569 Riapparicircr ] Riumlaparir 574 adocchiarmi ] addochiarmi 582 Cheacute ] Che Libro XIII 13 effigiato ] effigiumlato 15 Feaci ] Feaumlci 21 avviacircro ] avviumlaro 48 Feaci ] Feaumlci

NORMALIZZAZIONI

66 Pontogravenoo ] Pantonoacuteo 70 Pontogravenoo ] Pantoacutenoo Liegraveo ] Liumleacuteo 82 Alcigravenoo ] Alcinograveo 98 Impetuosi ] Impetuumlosi 100 soave ] soaumlve 103 destrier ] destier 104 percossi ] percosi 106 cui ] eui 107 ed ] cd 113 portava ] porteva 115 patigrave ] paticirc 135 telai ] tellai 143 Feaci ] Feaumlci 151 Feaci ] Feaumlci 154 viandante ] viaumlndante 160 Spiar ] Spiaumlr 163 Feaci ] Feaumlci 166 nrsquoentrar ] neumlntrar 172 Feaci ] Feeumlci 175 lrsquoarricchiro ] lrsquoarrichiro 184 violento ] viumlolento 191 Feaci ] Feaumlci 194 Struggerograve ] Struggerrograve 192 paese ] paeumlse 200 Feacesi ] Feagravecesi 202 conversa ] convesa 206 Feaci ] Feaumlci 207 impetuosa ] impetuumlosa 213 Feacesi ] Feaumlcesi 216 rientrata ] riumlentrata 222 cheacute ] che viandanti ] viumlandanti 225 Feaci ] Feaumlci 244 Cheacute ] che 249 ravvisino ] ravisino 254 E lrsquoalte ] E rsquol alte 262 Soccorrevole ] Soccorevole 266 Feaci ] Feaumlci 270 neacute ] nagrave 309 paese ] paeumlse 215 Ohimegrave ] Oimegrave 324 Acaiche ] Achaiche 340 con lrsquoagil piegrave ] con rsquol agil piersquo 359 svolti ] svoltigrave 361 cadde ] cade 378 maestose ] maeumlstose 379 maestra ] maeumlstra 403 necessitagrave ] neccessitagrave 416 cacciammo ] cacciamo 422 Feaci ] Feaumlci 436 Reduce ] Redduce 454 Fogravercide ] Forcine 465 immantinente ] imantinente 515 aigraveta ] aiumlta 530 Scabbiosi ] Schabbiosi 556 quieto ] quiumleto 558 beato ] beumlato Libro XIV 9 e fu ] ersquo fu 10 suini ] suiumlni 12 Laerte ] Laeumlrte 37 drsquoecheggiante ] drsquoeccheggiante

47 Dispegraverseli ] Disperserli 62 Lrsquointroducea ] Lrsquointroducca 65 Laerte ] Laeumlrte 76 affettuosa ] affettuoumlsa 89 drsquoEgravelena ] drsquoEleacutena 93 Agamennoacutene ] Agamenogravene 107 porcelletti ] porcelleti 109 satollar ] sattolar 123 quieti ] quiumleti 133 riuniti ] riumluniti 156 DrsquoAgamennoacutene ] DrsquoAgamenoacutene 183 cheacute ] che 189 paese ] paumlese 209 Sommo ] Somme 213 rediragrave ] reddiragrave 215 chiunque ] chiuumlnque 218 Eumegraveo ] Eureacuteo 221 quieto ] quiumleto 224 Cheacute ] Che 227 Laerte ] Laeumlrte 228 bramiamo ] bramiumlamo 241 estingua ] estiumlngua dieresi impropria 263 in pregio ] in pregia 315 un Dio ] nn Dio 329 Boreal ] Boreumlal 267 frassigravenee ] frasinee 293 Cheacute ] Che 330 gigravea ] giugrave 359 esser ] osser 367 frassigravenee ] frasinee 378 persuase ] persuumlase 388 Necessitagrave ] Neccessitagrave 389 boreal ] boreaumll 421 effigiato ] effigiumlato 433 cheacute ] che 459 di leggier ] di legger 466 persuaso ] persuumlaso 485 impuni ] impunigrave 506 giuramenti ] ginramenti 514 unrsquoalta ] unrsquoaltra 532 egregio ] egegigraveo 534 paese ] paeumlse 540 Verro ] Vero 570 imbandito ] imbadito 576 porzion ] porzigraveon 579 Mesagraveulio ] Mesaugravelio forse per Mesauumllio o per conservare

lrsquoaccento come nella corrispondete parola greca Μεσαύλιος

595 Cheacute ] Che 617 commilitoni ] comilitoni 626 Laerte ] Laeumlrte 636 vision ] visiumlon 639 drappel ] drapel 640 Toagravente ] Toaumlnte 655 difetto ] diffetto 673 Gioigravea ] Gioia 682 suino ] suiumlno 684 Aquiloacuten ] Acquilon Libro XV 7 bear ] beaumlr 8 Cheacute ] Che 14 viaggio ] viaumlggio 29 li rimembra ] le rimembra

NORMALIZZAZIONI

53 ritorni ] ritornigrave 60 nrsquoegrave ] ne egrave 68 Dallato ] Drsquoallato 78 impaziente ] impaziumlente 95 Cheacute ] Che 113 abbrostir ] abrostir 132 prezioso ] preziumloso 147 desiato ] desiaumlato 162 Eteonegraveo ] Eteacuteoneo 172 Liegraveo ] Liumleo 177 affettuoso ] affettuumloso 216 impetuosi ] impetuoumlsi 220 Digraveocle ] Dioumlcle Ortigraveloco ] Orsiloco 222 Dioacutecle ]Dioumlcle (lo spostamento drsquoaccento egrave dovuto a

ragioni metriche) 235 viaggio ] viumlaggio 256 perograve che ] perograve chegrave 268 paese ] paeumlse 277 li ritenne ] lo ritenne (Mentre Melampo era a Filaca ndash

prigioniero di Filace dopo il tentativo di furto delle vacche sventato dal cane insonne ndash Neleo gli sequestrograve i beni per un anno)

293 Antigravefate ] Antifagravete 297 giagrave ] gigravea affettuose ] affettuumlose 301 Anfigraveloco ] Anfilograveco Alcmeoacuten ] Alcmeou 308 Iperesigravea ] Ipeacuteresia 309 Rifuggissi Polifide ] Rifugissi Piligravefide 342 trsquoaccorrograve ] trsquoaccorograve 345 rimontogravevvi ] rimontovi 357 Impetuoso ] Impetuumloso 378 logri | logrigrave 383 Porgeragravemmi ] Porgerami 386 Avvolgerommi ] Avvolgeromi 388 Largiragravennomi ] Largiraacutenomi 397 abbrostir ] abrostir 403 violenza ] vioumllenza 420 Non vrsquoha ] Non rsquov ha 439 oppressa ] appressa 451 desiato ] desiumlato 447 Ctigravemene ] Climegravene 506 cereal ] cereaumll 513 Sugravebito ] Subigraveto egrave aggettivo di colpo 533 padre ] pudre 537 Vendeacutettermi ] Vendetermi 553 si apponendo ] sigrave apponendo 593 Diana ] diaumlna 594 saettograve ] saeumlttograve 600 vento ] veuto 601 Laerte ] Laeumlerte 629 viaggio ] viaumlggio 646 Polibide ] Politide 653 Imenegraveo ] Imegraveneo 664 farsquo ] fa 671 beato ] beumlato 692 suini ] suiumlni 693 accovacciavano ] accovaciavano 694 affettuoso ] affettuoumlso Libro XVI 4 avviar ] avviaumlr 20 Affettuose ] affettuumlose

43 odiose ] odiumlose 44 sordida ] sordigraveda 49 lancia ] lancigravea 61 abbrostite ] abrostite 80 gloriarsi ] gloriumlarsi 115 vie piugrave ] vi egrave piugrave 139 Laerte ] Laeumlrte 143 magione ] magiumlone dieresi impropria oltre che essere

contraria allrsquoetimologia (la i egrave diacritico per la pronuncia palatale di g) la dieresi renderebbe il verso dodecasillabo

158 Insidiando ] Insidiumlando 179 Dirsquo ] Digrave 182 arsquo piegrave ] a piegrave 190 cheacute ] che 210 rientrograve ] rieumlntrograve 219 Effigiati ] Effigiaumlti 224 violenti ] vioumllenti 228 persuaso ] persuaumlso 240 sdrucciolevole ] sdruciolevole 242 desso ] drsquoesso 251 ruinarlo ] ruiumlnarlo 261 diurna ] diuumlrna 268 Feaci ] Feaumlci 292 due ] dne 298 affrontiam ] affromtiam 306 nrsquoaigraveti ] nrsquoaiumlti 321 tuo ] tno 327 soavi ] soaumlvi 346 Liegraveo ] Liumlegraveo 347 Appicchiate ] Appichiate 355 sapiente ] sapieumlnte 360 Laerte ] Laeumlrte 387 preziosi ] preziumlosi 402 srsquoavviando ] srsquoavviaumlndo 406 muro ] mnro 408 Polibide ] Polimigravede 428 Antigravenoo ] Antinoacuteo 435 Insidiando ] Insidiaumlndo 437 raddusse ] radusse 445 mansueto ] mansuumleto 469 Arezigraveade ] Areziumlagravede 473 Affettuoso ] Affettuumloso 478 uscir ] nscir 485 Rietrati ] Rieumlntrati 486 violenti ] viumlolenti 519 duol ] drsquouol 521 Polibide ] Poligravebide 525 cheacute ] che 530 abbrostite ] abrostite 541 Soavemente ] Soaumlvemente 556 ispiando ] ispiumlando Libro XVII 13 accatti ] accalti 41 circuicircrlo ] circuiumlrlo 45 Diana ] Diumlana 50 desiata ] desiumlata 75 Condegna ] Condegua 86 Agraventifo ] Antigravefo 113 mensa ] meusa 139 perigraveo ] perioacute 141 avviommi ] avvioumlmmi 159 quando ] quanpo 162 Impetuoso ] Impetuumloso

NORMALIZZAZIONI

174 Paese ] Paeumlse 179 mrsquoinviacircr ] mrsquoinviaumlr 184 Teocligravemene ] Teoumlclimegravene 210 addoacutettevi ] adottevi 215 ricreaste ] ricreaumlste 216 rientrati ] rieumlntrati 219 avviati ] avviaumlti 220 Rientracircr ] Rieumlntrar 233 lrsquoaer ] lrsquoaeumlr ndash aggela ] agela 253 Negraverito e Polittograverre ] Nerigraveto Polittoacutere ndash per analogia con

Nestograverre e Ettograverre La pronuncia ldquocorrettardquo sarebbe Poligravettore che perograve egrave impossibile per motivi metrici In Pindemonte laquoItaco prima | Poi Nerito e Polittore Rotondo | hellipraquo Cfr Iliade 24 397 Poligravetore (Monti) Poligravectore (Calzecchi Onesti)

259 viandante ] viaumlndante 261 Melagravenzio ] Melancio 263 seguigraveeno ] seguieacuteno lo spostamento dellrsquoaccento egrave

indifferente ai fini metrici le vocali uie costituiscono la 10ordf ldquosillabardquo

267 Or sigrave egrave ben detto ] Or si egrave ben detto 313 saetti ] saeumltti 326 Appropinquati ] Approquinquati 330 maestoso ] maestoumlso dieresi impropria forse per maeumlstoso 391 ti prenderigravea ] di prenderia 413 porzion ] porzioumln 434 beato ] beaumlto 445 Raccerti ] Racerti 456 guardian ] guardiaumln 463 Che lrsquoaver ] Che rsquol aver 468 ammaestrato ] ammaeumlstrato 478 deiforme ] deiumlforme 486 E lrsquoEupigravetide ] E rsquol Eupitigravede 495 Antigravenoo ] Antinograveo 522 viaggio ] viumlaggio 528 impetuoso ] impetuumloso 544 Iaside ] Iaumlsigravede 610 saetti ] saeumltti 629 paziente ] paziumlente 641 Ammaestrato ] Ammaeumlstrato 644 soave ] soaumlve 695 paziente ] paziumlente 698 Cheacute ] che 700 violenti ] vioumllenti 705 aigraveta ] aiumlta 708 redir ] reddir 712 dipartigrave ] diparti Libro XVIII 84 cosce ] coscie 95 impaurito ] impauumlrito 99 millantator ] milantator 106 Sterminio ] Sterminior 138 rientracircr ] riumlentrar 144 di leggier ] di legger 145 Egravecheto ] Echegraveto 147 Eupigravetide ] Eupitigravede 154 Certo ] eerto 159 sapiente ] sapiumlente 175 fruisca ] fruiumlsca 179 paese ] paeumlse 185 rientrato ] rieumlntrato 210 Farsquo ] Fa 218 persuada ] persuumlada

223 Autogravenoe ] Antigravenoe Ippodamia ] Ippodagravemia 288 mrsquoaigraveti ] mrsquoaiumlti 303 lrsquoIasio ] lrsquoIaumlsio 323 saettar ] saeumlttar 337 odiose ] odiumlose 345 desiata ] desiaumlta 346 preziosi ] preziumlosi 351 Eupigravetide ] Eupitigravede 381 bracieri ] braccieri 388 ursquo la regina ] ugrave la regina 446 trsquoinviassi ] trsquoinviumlassi 461 satolli ] sattolli 464 ursquo la gleba ] ugrave la gleba 490 Anfigravenomo ] Anfinoacutemo 507 satolli ] sattolli 519 rientriamo ] rieumlntriamo Libro XIX 8 averle ] averli 16 Liegraveo soverchio ] Liumleacuteo sorvechio 31 lrsquoaffettuosa ] lrsquoaffettuumlosa 44 Impetuosi ] Impetuumlosi 55 Interrugraveppelo ] Interrupelo 64 desiando ] desiumlando 87 ispiar ] ispiumlar 93 vo ] vorsquo 110 Cheacute ] Che 127 Eirigravenome ] Eurinograveme 131 sigrave favella ] si favella 135 sapiente ] sapiumlente 157 E lrsquoinclita ] E rsquol inclita 180 desiate ] desiumlate 183 Laerte ] Laeumlrte 219 percorse ] precorse 244 Amniso ] Amnisio 248 Idomenegraveo ] Idomeacuteneo 258 Cereal ] Cereumlal Liegraveo ] Lieumlo 261 Cheacute ] Che impetuoso ] impetuumloso 262 Boreal ] Boreumlal 289 cheacute ] che 297 Anterior ] Anterioumlr 335 traea ] traeumla 373 Fidoacuten ] Fedoacuten cheacute ] che 401 beato ] beumlato 403 perocchheacute ] perogravecche 424 rivolve ] riumlvolve dieresi impropria 439 Cheacute ] che 448 paese ] paeumlse 467 sigrave pio Non ] sigrave pio l Non 479 ripugnante ] rimpugnante 487 al par di te pagravervemi ] al par di parvemi 497 nutrice ] nutrigraveee 505 Autogravelico ] Antiloco 506 vincea ] sincea 507 cheacute ] che 509 cosce ] coscie 512 Autogravelico ] Antiloco 517 Autogravelico ] Antiloco 519 desiati ] desiaumlti 525 arsquo materni ] a materni

NORMALIZZAZIONI

534 Affettuose ] Affettuoumlse 550 Autogravelico ] Antiloco 558 Autogravelico ] Antiacuteloco 575 obliquo ] obbliquo 581 affaccendacircrsi ] affacendarsi 582 Autogravelico ] antiloco 582 DrsquoAntigraveloco ] Drsquoantiloco 615 cheacute ] che 647 si scaldar ] sigrave scaldar 691 aquila ] acquila 706 avventeragrave ] avventerograve 717 E lrsquoIcagraveride ] E rsquol Icaride 723 infinite ] infinte 752 distesi ] distessi 755 cheacute ] che 762 distesi ] distessi 764 superne ] superbe 769 Soavemente ] Soaumlvemente Libro XX 5 Eurigravenome ] Eurinoacuteme 19 sigrave turpi ] si turpi 32 riggiri ] rigiri 59 circuigraveti ] circuiumlti 64 cheacute ] che 80 Rapigravescami ] Rapiumlscami dieresi impropria 88 soave Liegraveo ] soaumlve Liumleumlo 91 maestade ] maeumlstade 116 vision ] visiumlon 130 Fate ] Fatte 139 Cheacute ] Che 142 cereal ] Cereaumll 155 desiato ] desiumlato 172 cheacute ] che 196 Pisenograver ] Pisinor probabilemnte per la pronuncia

neogrca della eta 202 effigiate ] effigiumlate 210 consueti ] consuumleti 272 giovenche ] giuvenche 273 Cefalleni ] Cefaleni 274 innumeri ] inumeri 289 che ] cheacute 301 Laerte ] Laeumlrte 310 Laerte ] Laeumlrte 323 saginati ] sagginati 328 Filegravezio ] Filenzio 348 Ma lrsquoEupigravetide ] Ma rsquol Eupitigravede 352 quieto ] quieumlto 363 porzione ] porziumlone 371 Ctesippo ] Ctisigraveppo forse per la pronuncia neogreca

(ldquoirdquo) della eta in Ktecircsipprsquo dellrsquooriginale 375 neacute ] no 376 chiunque ] chiuumlnque 409 Damastograveride ] Demastograveride 421 rientrato ] riumlentrato 446 Teocligravemeno ] Teoclimeacuteno 458 paese ] paeumlse 469 cheacute ] che 484 profeteggia ] profetteggia 494 soave ] soaumlve 495 cheacute ] che Libro XXI

10 Lagrave rsquove ] Lagrave rsquov egrave 17 Ortigraveloco ] Orsiloco 28 pazienti ] paziumlenti 32 fabbro ] faacutebro 64 lagrave rsquove ] la rsquove 66 distaccograve ] distacograve 75 seguigraveeno ] seguieacuteno 104 mandrian ] mandriumlan 122 primo ] prima ndash aderendo alla lettera (protos) e alla

successione degli avvenimenti con significativa contrapposizione con solo di due versi prima

133 Acaica ] Accaica 157 traendolo ] traeumlndolo 178 coppier ] copier 179 Enogravepide ] Enoacutepide 186 cheacute ] che 208 Leode ] Leoumlde 212 saettar ] saeumlttar 229 deiforme ] deiumlforme 243 aigraveta ] aiumlta 247 adempi ] adempigrave 258 cheacute ] che 261 oltracotati ] oltracolati 268 ciascun ] ciaseun 272 Autogravelico ] Antigraveloco 287 questo ] questa 300 rientra ] rieumlntra 302 rientrar ] rieumlntrar 304 appressava ] appresava 325 coppier ] copier 341 deiforme ] deiumlforme 344 Commettete ] Comettete 346 Su via ] Sn via 362 soave ] soaumlve 364 Eurizioacutene ] Eurizioumlne 374 Sotto ] Satto 376 Eirizioacutene ] Eurizioumlne 382 Egravecheto ] Echeacuteto 383 neacute ligrave ] negrave li 384 trsquoacqueta ] trsquoaqueta del biccher ] del bicchier bicchier 425 lrsquoavvierograve ] lrsquoavvieumlrograve 437 affrettin ] affretin 451 suini ] suiumlni 457 Impaurito ] Impauumlrito 462 caccerograve ] cacerograve 463 cheacute ] che 467 caccerei ] canerei 489 affisando ] affissando Libro XXII 11 Antigravenoo ] Antinoacuteo 14 Liegraveo ] Liumleo 23 cagraveddegli ] cagravedegli 54 Allibicircr ] Allibbir 58 A dritto ] Arsquo dritto 67 Insidiando ] Insidiumlando 75 Eh no ] E no 89 saettarne ] saumlettarne 91 crsquoinfiammi ] crsquoinfiami 97 sugravebite ] subiumlte ad indicare forse uno spostamento drsquoaccento

subigravete 107 rigirograve ] riggirograve

NORMALIZZAZIONI

113 richiuse ] rinchiuse 119 riuscigrave ] riuumlscigrave 131 giavellotti ] giavelotti 138 ubbidiente ] ubbidiumlente 150 saettante ] saeumlttante 169 Saettarigravea ] Saeumlttaria 197 Doliagravede ] Doligraveaumlde 202 inclita ] inclitagrave 207 magion ] magior 224 Laerte ] Laeumlrte 234 Laerte ] Laeumlrte 258 mrsquoaitar ] mrsquoaiumltar 265 Damastograveride ] Damastoacuteride 284 coraggio ] corraggio 296 farsquo cor ] far cor 300 Alcigravemide ] Alcimiacutede 302 cheacute ] che 309 Damastograveride ] Damastoride 310 Demoptogravelemo ] Deoptoleacutemeo 311 Pogravelibo ] Poligravebo 322 giavellotti ] giavelotti 333 saettar ] saeumlttar 338 Demoptogravelemo ] Deoumlptolemo Euriade ] Euniacuteade 345 impetuosi ] impetuumlosi 351 Anfimedonte ] Anfidamante 355 cadette ] caddette 360 Filezio ] Filenzio 370 torte ] torta 374 Leocrigraveto ] Leoumlcrito 379 Allibirono ] Allibbirono 383 Assillo ] Assilo 395 echeggiava ] eccheggiava 397 Leode ] Leoumlde 425 Terpigraveade ] Terpiumlade 432 Laerte ] Laeumlrte 444 maestro ] maeumlstro 452 desiar ] desiumlar 486 sottratto ] sottrato 491 sullrsquoarena ] sullrsquoerena 497 Obbediente ] Obbediumlente 506 cruento ] crueumlnto 511 lrsquointerruppe ] lrsquointeruppe 513 imo cor ] imo eor 528 affettuosa ] affettuoumlsa 544 Ma dirsquo ] Ma digrave 554 Traete ] Traeumlte 561 lamenti ] lammenti 567 trasportar ] traportar 569 drsquoimbevute ] drsquoimbevnte 602 cheacute ] che 613 cenci ] cencigrave 629 Cheacute ] Che Libro XXIII 12 suo nato ] suol nato 20 soave ] soaumlve 26 Cheacute ] Che 36 traesse ] traeumlsse 57 ammonticchiate ] ammontichiate 65 nequitosi ] uequitosi 71 Procreato ] Procreumlato 112 oppressa ] oppessa 113 affisa ] affissa

140 egrave desso ] egrave drsquoesso 160 soave ] soaumlve 178 echeggiava ] ecchegiava 201 have ] ave 209 soffice ] saffice 250 baciagravendogli ] bacciandogli 270 cheacute ] che 274 nuzial ] nuziumlal 276 Attograveride ] Astoride 297 Ocegravean ]Oceagraven 301 sapiente ] sapigraveente forse per sapiumlente 319 infelice ] infelise 326 neacute ] uegrave 337 ariete ] ariumlete 349 trionfar ] triumlonfar 351 nuzial ] nuziumlal 357 Avviati ] Avviumlati 364 desiata ] desiumlata 368 ridicea ] ridigravecea 373 Esauricircr ] Esauumlririr 377 palpebre ] palpegravebre 391 Cittade ] Cittate 400 commilitoni ] comilitoni 418 sofferti ] tofferti 423 questo ] queste 431 mattin ] matin 444 figraveeno ] fieacuteno Libro XXIV 8 vipistrelli ] vispistrelli 14 Ocegravean ] oceaacuten 19 Pelide ] Feligravede 28 Achille ] Atride 43 deiforme ] deiumlforme 54 Trasportata ] Traportata 65 navi ] nave 76 soavi ] soaumlvi 116 Guerriera ] Gnerriera 121 soprammodo ] sopramodo 135 Anfimedonte ] Anfidamante 137 E lrsquoAtride ] E rsquol Atride Anfimedonte ] Anfidamante 147 femmine ] femine 157 glorioso ] gloriumloso 170 desiate ] desiumlate 173 Laerte ] Laeumlrte 186 fucircro ] foro 194 Neacute so ] Ne so 209 Malmenato ] Malmennato 211 paziente ] paziumlente 233 saettograve ] saeumlttograve 235 ammonticchiati ] ammontichiati 242 Echeggiavano ] Eccheggiavano 252 Laerte ] Laeumlrte 273 Laerte ] Laeumlrte 308 redigravea ] reddia 346 Laerte ] Laeumlrte 347 Arcesigraveade ] Arcesiagravede 370 paese ] paeumlse 376 Penegravelope ] Peneloacutepe 391 Epegraverito ] Egraveperito 428 Autogravelico ] Antiloco 456 Cefellegraveni ] Cefaleni 462 Laerte ] Laeumlrte

NORMALIZZAZIONI

467 Laerte ] Laeumlrte 471 maestoso ] maeumlstoso 477 Laerte ] Laeumlrte 480 Cefalleni ] Cefaleni Nerigraveco ] Nerigraveco 490 sorvenigravea ] sorvennigravea 493 affettuose ] affettuoumlse 518 le mani ] lc mani 520 diecircro ] digraveero 534 Eupite ] Eacuteupigravete 538 macchinograve ] machinograve 542 Cefalleni ] Cefaleni 554 poeta ] poeumlta 568 allibicircr ] allibbir 581 redir ] reddir 593 Eupite ] Eacuteupigravete 595 redir ] reddir 644 Laerte ] Laeumlrte 648 Arcesiagravede ] Arcesiaumlde 653 Laerte ] Laeumlrte 655 Eupite ] Eacuteupigravete 663 redigravea ] reddigravea 667 Allibicircr ] Allibbir 670 sursquo fuggenti ] su fuggenti 673 aquila ] acquila 677 Laerte ] Laeumlrte

Page 2: OMERO, Odissea. Traduzione di Niccolò Delvinotti (Corfù, 1843) · TRADUZIONE DI NICCOLÒ DELVINOTTI CORCIRESE Introduzione di Tzortzis Ikonomou A cura di Vittorio Volpi Iseo : In

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httpwwwe-textit QUESTO E-BOOK TITOLO Odissea AUTORE Homerus TRADUTTORE Delvinotti Niccolograve CURATORE Volpi Vittorio NOTE Si ringrazia la casa editrice In Fonte che ha concesso lutilizzo del testo La versione txt egrave salvata in formato testo unicode per consentire la visualizzazione dei caratteri greci Si allega una font di pubblico dominio (Gentium) per la visualizzazione in RTF dei caratte ri greci DIRITTI DAUTORE no LICENZA questo testo egrave distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet httpwwwliberliberitbibliotecalicenze TRATTO DA Odissea di Omero a cura di Vittorio Volpi Introduzione di Tzortzis Ikonomou traduzione di Niccolograve Delvinotti In Fonte Iseo 2004 CODICE ISBN 88-87997-18-7 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL 29 novembre 2006 INDICE DI AFFIDABILITA 1 0 affidabilitagrave bassa 1 affidabilitagrave media 2 affidabilitagrave buona 3 affidabilitagrave ottima ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO Vittorio Volpi volpigalacticait REVISIONE Vittorio Volpi volpigalacticait PUBBLICATO DA Claudio Paganelli paganellimclinkit

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OO DD II SS SS EE AA

DD II OO MM EE RR OO

TRADUZIONE DI

NICCOLOgrave DELVINOTTI CORCIRESE

Introduzione di Tzortzis Ikonomou

A cura di Vittorio Volpi

Iseo In Fonte 2005

INTRODUZIONE

III

INTRODUZIONE A NICCOLOgrave DELVINIOTTI

di Tzortzis Ikonomou LrsquoItalia e le Isole Ionie tra queste due terre crsquoegrave un collegamento di storia e di cultura

che parte dal tredicesimo secolo con la conquista delle isole da parte della Serenissima con il tempo queste isole assunsero unrsquoidentitagrave particolare che vide la lingua italiana coe-sistere con la greca Oggi ricordiamo queste isole nellrsquoambito della storia della letteratura italiana per sottolineare le origini greche di Ugo Foscolo ma in questo modo trascuriamo una cultura che per secoli ha prodotto uomini di lettere significativi e opere importanti Tra i primi Niccolograve Delviniotti1 la cui vita egrave legata con lrsquoisola nativa di Corfugrave e con lrsquoItalia dove studiograve fece amicizia con molti isolani presenti in Italia intorno al 1800 co-me Andrea Mustoxidi Mario Pieri Spiridione Petrettini ed altri gli scritti che gli dedicograve Niccolograve Tommaseo sollevarono lrsquointeresse di Carducci per lo scrittore di Corfugrave

La vita Nicolaos Baptistiades Delviniottis nacque a Corfugrave il 27 giugno 1777 da Giovanni Bat-

tista e Angelica Panagiotou Lessi La famiglia originaria di Delvini in Epiro da tempo si era trasferita a Corfugrave Dopo i primi studi a Corfugrave si trasferigrave nel 1796 in Italia e iniziograve gli studi giuridici presso lrsquoUniversitagrave di Padova ebbe la fortuna di incontrare letterati note-voli dellrsquoepoca come Cesarotti Bettinelli e Niccolini che lo aiutarono e stimolarono nel 1799 ebbe lrsquoincarico di segretario presso il governatore di Mantova il Generale Miollis2 e in quellrsquoufficio rimase fino al 1801 quando si dimise e si iscrisse allrsquoUniversitagrave di Pavia per concludere gli studi di giurisprudenza Le ragioni per cui lavorograve con i francesi furono

1 La grafia del nome oscilla fra Delviniotti e Delvinotti la prima forma egrave solitamente usata in Grecia la

seconda in pubblicazioni italiane Sul frontespizio dellrsquoedizione dellrsquoOdissea egrave usata la seconda forma 2 Sextius Alexandre Franccedilois de Miollis (Aix-en-Provence 1759-1828) generale francese Dopo la con-

quista di Mantova nel 1797 venne nominato governatore di Mantova due volte (1797-1802 e 1805-1809) conquistograve la Toscana nel 1799 e Roma nel 1808 e ne divenne governatore fino al 1814 dopo i Cento giorni si ritirograve a vita privata

INTRODUZIONE

IV

tanto politiche quanto economiche con lo stipendio poteacute dedicarsi ai suoi studi Si lau-reograve a Pavia nel giugno del 1805

Delviniotti era legato alla sua patria Come scrive Tommaseo ldquoamava Niccolograve questo verde dorso di terra sporgente dallrsquoonde sul quale egli nacque chrsquoegrave come il sorriso della Grecia allrsquoItaliardquo

Tornograve frequentemente nellrsquoisola ma la sua intenzione era di seguire lrsquoesempio di molti connazionali e rimanere in Italia tuttavia durante un viaggio a Corfugrave nel luglio 1805 incontrograve lrsquoamico della gioventugrave Giovanni Capodistria il quale Segretario delle Isole Ionie aveva la responsabilitagrave di rivederne la legislazione Capodistria gli offrigrave un posto di collaboratore Delviniotti accettograve e intraprese cosigrave una lunga carriera che lo costrinse a rinunciare alla vita di letterato in Italia quale conduceva lrsquoamico Mario Pieri

Nel 1809 fu eletto responsabile della pubblica accusa in Corfugrave e lrsquoanno successivo Giudice al Tribunale di prima istanza La carriera continuograve anche dopo il cambio di po-tere quando ai Francesi subentrarono i Britannici Sotto le autoritagrave britanniche ebbe altre cariche nellrsquoamministrazione della giustizia delle Isole Ionie fino a diventare Giudice della Corte Suprema nel 1834 due anni dopo andograve in pensione ma continuograve ad occuparsi della cosa pubblica

Egrave giudicato favorevolmente da Tommaseo per la sua capacitagrave di occuparsi del bene comune Tommaseo lo prende come esempio di buona condotta di un magistrato

Mandatogli allorcheacute egli era giudice presidente nellrsquoisola di Cefalonia un collega chrsquoersquo

reputava non atto allrsquouffizio il Delviniotti voltosi alla coscienza dellrsquouomo pregograve si fa-cesse giudice delle proprie forze egli stesso giudice piugrave veggente e severo che altrui provvedesse accortamente al decoro del nome proprio facesse in maniera che la gente domandi perchegrave assunto a quello non moltiplicasse gli esempii drsquouomini giudicati dalla indignazione pubblica ancor piugrave duramente del merito ma porgesse lrsquoesempio nuovo di modestia coraggiosa e di leale astinenza

Delviniotti aveva un grande interesse per lo sviluppo scolastico delle isole Ionie per-

cheacute sentiva il bisogno di educare i giovani della sua terra nel 1807 si era costituita lrsquoAccademia Ionia e divenne professore di diritto civile e penale AllrsquoAccademia copriro-no cattedre parecchi amici di Delviniotti che come lui avevano studiato in Italia Nel 1841 fu assunto come professore di diritto penale presso lrsquoUniversitagrave di Corfugrave che era sta-ta fondata da lord Guilford

Nella sua politica Delviniotti fu sempre a favore della repubblica e delle idee della Ri-voluzione francese Le ragioni sono due ed egrave ancora Tommaseo a indicarle era speranza di molti greci che con lrsquoarrivo dellrsquoesercito francese la Grecia si sarebbe liberata del dominio ottomano Non sono pochi i poeti che dedicarono a Napoleone poesie e libri in quegli an-ni Per Delviniotti lrsquoarrivo dei francesi portava inoltre una legislazione moderna

Come scrive Tommaseo

Una ragione moveva inoltre il giovane Delviniotti a lodare il governo napoleonico la piugrave severa forma data alla giustizia pubblica e il cessare di quersquo giudizi venali che

INTRODUZIONE

V

disonoravano taluno dersquo magistrati veneti nersquo gradi minori Cotesto doveva piacere ad uomo amante del retto3

In questo ambito egrave da considerare anche la critica di Delviniotti al regime veneziano

nelle Isole Ionie Secondo lo storiografo Vrokinis Delviniotti fu eletto membro dellrsquoAteneo Veneto

del Regio Ateneo Italiano a Firenze insieme con Capodistria fece parte dellrsquoAccademia di Pisa4

Nel 1815 sposograve Anastasia Adamantina Kolpou La morte lo colse il 12 settembre 1850 Le opere La vera passione di Delviniotti fu la poesia Per tutti i suoi connazionali la persona di

Ugo Foscolo egrave un riferimento vitale lrsquoappartenenza alla stessa cultura del poeta di Zante porta il giovane aspirante poeta ad ammirare le opere e ad ispirarvisi per la propria pro-duzione letteraria Tommaseo nel suo saggio Della civiltagrave italiana nelle isole Ionie e di Niccolograve Delviniotti5 offre alcune prove della sua lingua poetica la tendenza neoclassica egrave evidente ma anche ovvia per il giovane greco Nei primi anni del suo soggiorno in Italia grazie ai contatti con i maggiori letterati dellrsquoepoca fu naturale per Delviniotti come per gli altri suoi connazionali scrivere poesie La sede naturale fu la casa di Isabella Albrizzi-Teotochi le cui riunioni letterarie sono riportate soprattutto nellrsquoauto-biografia6 di Mario Pieri

La prima e unica raccolta di Poesie esce nel 1809 a Corfugrave ed egrave dedicata a Julien Bessiegrave-res7 Commissario Generale di Corfugrave La dedica del libro e le dediche delle singole can-zoni mostrano la devozione di Delviniotti verso Napoleone la sua piugrave grande speranza era che la Grecia con lrsquoaiuto dellrsquoesercito imperiale francese avrebbe raggiunto la libertagrave

Il libro contiene quattro poesie in quartine e 18 sonetti la prima poesia egrave dedicata Al-la Poesia tra le altre una egrave dedicata a Napoleone una a Julien Bessiegraveres e una lrsquoIstro do-

3 Niccolograve Tommaseo Il secondo esilio Milano Sanvito 1862 p 397 4 Λαυρέντιος Βροκίνης Βιογραφικά Σχεδάρια τῶν ἐν τοῖς γράμμασιν ὠραίαις τέχναις καὶ ἄλλοις κλάδοις τοῦ κοινωνικού βίου ∆ιαλαμψάντων Κερκυραίων tomo I Corfugrave Koraes 1877 p 115

5 ldquoDella civiltagrave italiana nelle isole Ionie e di Niccolograve Delviniottirdquo in Archivio Storico Italiano Nuova Serie 2 1855 tomo secondo parte 1 pp 65-88 poi nel Dizionario drsquoEstetica del 1860 pp 98-105 nel Secondo Esilio pp 378-435 e nel Dizionario Estetico 4 ed 1867 pp 298-328

6 Mario Pieri Vita scritta da lui medesimo libri sei in Opere di Mario Pieri Corcirese voll I e II Firenze Le Monnier 1850

7 Julien Bessiegraveres nato a Gramot in Languedoc il 1777 morto a Parigi 1840 Seguigrave Napoleone in Egit-to e fu preso prigioniero e portato a Ioannina Nel 1805 fu nominato Console Generale del ldquoColpo [gol-fo] Adriaticordquo e nel 1807 Commissario Generale di Corfugrave fino al 1810 quando divenne governatore di Navarra Dopo la caduta di Napoleone non ebbe incarichi importanti

INTRODUZIONE

VI

mato a suo cugino Jean Baptiste Bessiegraveres duca drsquoIstria La forma metrica preferita egrave lrsquoode saffica

Lrsquounica testimonianza contemporanea che abbiamo proviene dalle Memorie di Mario Pieri che il 9 novembre 1810 scrive

Verso la fine del pranzo venne da noi Rosini ed il Ciampi Con questrsquoultimo e con

lrsquoamica andammo a camminar la cittagrave dellrsquoArno settentrionale Camminando egli ci disse come lrsquoamico mio Corcirese Niccolograve Delviniotti ha mandato tempo fa allrsquoAccademia di Livorno un suo libretto di Poesie per essere giudicato Furono destina-ti a questo giudizio esso il Ciampi il Professore Padre Pagnini ed il Professore Carmi-gnani e conclusero in iscritto che lrsquoautore avea di molta fantasia e di bei concetti ma che peccava spesso e soverchio di oscuritagrave e mancava del tutto in fatto di stile e di lin-gua Ciograve mi ricordograve le quistioni che io feci piugrave volte con Delviniotti essendo sempre stato il mio sistema ed il mio sentimento su lrsquoarte di scrivere e di verseggiare opposto al suo giaccheacute io credo chrsquoegli scriva cosigrave piugrave per falso sistema chrsquoegli srsquoegrave sposato che per incapacitagrave di far meglio e diversamente8

Puograve sembrare strano che Sebastiano Ciampi desse un giudizio cosigrave negativo della poe-

sia di Delviniotti nello stesso anno in cui fu eletto allrsquoAccademia di Pisa di cui lo stesso Ciampi era segretario Nella sua autobiografia Pieri non fa nessun riferimento alle Poesie di Delviniotti ed egrave chiaro che quando scriveva nel 1842-43 non gli sembrava interessante commentarle

Delviniotti pubblicograve la maggior parte delle sue poesie nelle riviste corciresi la Gazzet-ta Ionia il Monitore Ionio la Gazzetta degli Stati uniti delle Isole Ionie Alcuni titoli rive-lano ancora una volta la sua tendenza repubblicana nel 1811 pubblicograve un Inno Pindarico per la nascita del figlio dellrsquoImperatore Napoleone sopranominato Re di Roma nel 1813 lrsquoOde nella festa del giorno onomastico e lrsquoanniversario della nascita di Napoleone Imperatore Al-tre poesie sono dedicate ad onorare illustri corciresi gli Sciolti alla spoglia mortale di Laz-zaro de Mordo Israelita dottore in Medicina (1823) il Sonetto in morte del dotto ed integer-rimo Giudice Pasqual Carruso (1847)

Le due opere piugrave impegnative sono due Visioni in terzine per commemorare due a-mici morti il cugino Demetrio Macrigrave e lrsquoamico letterato Niccolograve Mavromati In queste si evidenzia la sua dipendenza dalla lingua letteraria italiana (Petrarca Foscolo Parini)

Per anni lavorograve alla traduzione di Quinto Smirneo ma anche se molti letterati come Monti Lamberti e Mustoxidi la giudicarono positivamente non la volle pubblicare Sol-tanto il primo libro uscigrave nel Poligrafo di Milano con la cura di Mustoxidi

Niccolograve Delviniotti lasciograve alcune opere inedite che alla fine del diciannovesimo seco-lo erano ancora proprietagrave del figlio Diomede Tra queste crsquoegrave un saggio chiamato Discorsi sopra la Filologia e poesie intitolate Ode Pindarica allrsquoamor Patrio Ode allrsquoItalia e La-mento alla morte dellrsquoindimenticabile Conte Giovanni Capodistria Anche le tragedie Serse e Ifigenia non furono mai pubblicate9

8 Mario Pieri Memorie I a cura di Roberta Masini Roma Bulzoni 2003 p 316 9 Βροκίνης op cit p 121

INTRODUZIONE

VII

Per completezza di informazione ed utilitagrave per il lettore si aggiunge la scheda biografica di Girolamo Dandolo (La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi ultimi cinquantrsquoanni Studii storici Venezia corsquo tipi di Pietro Naratovich 1857 p 337-338)

laquoDelviniotti Nicolograve nacque il 27 giugno 1777 a Corfugrave da una famiglia divenuta greca per non mai

interrotta piugrave che secolare dimora in quella cittagrave Era ancor fanciullo quando la sorte orbavalo del padre e dovette alle affettuose cure materne la letteraria instituzione col maggior fratello Spiridione ricevuta in Italia e la laurea in diritto conseguita a Pavia Dettograve prose e versi italiani certamente notevoli per una tal quale sua propria originalitagrave ma troppo lontani da quella eleganza di stile e proprietagrave di vocaboli per cui vanno invece ammirati i suoi connazionali e contemporanei il Foscolo il Pieri ed il Mustoxidi tutto-ra vivente Tanto perograve non vuolsi accagionarne il giudizio quanto il troppo fervido ingegno dello scrit-tore che male avrebbe potuto tollerare la paziente opera della lima e forse ancor piugrave lrsquoavviamento non buono dato arsquo suoi studii dal Cesarotti e dal Bettinelli uomini lrsquoun piugrave che lrsquoaltro per sapere eminenti ma che per avversione ai pedanti cosigrave eransi dilungati dagli esempii dersquo buoni maestri che certo non a-vrebbero potuto proporre i loro scritti a modello di ottimo gusto Ad ogni modo le cose fino allora con-segnate ai torchi e lrsquoopera con Giovanni Capodistria avuta nella riforma delle leggi jonie gli valsero lrsquoonore di essere con lui ascritto nel 1810 allrsquoaccademia di Pisa Dotato di caldi e nobili spiriti serbograve tutta la vita sempre uguale lrsquoaffetto alla patria ma bencheacute nessuno gli andasse innanzi negli ufficii della giusti-zia adempiuti fino allo scrupolo nellrsquoesercizio delle affidategli magistrature sconobbe i diritti della e-stinta Repubblica di Venezia alla riconoscenza di queglrsquoisolani e solo percheacute esigeva da essi quella obbe-dienza che suole ogni principe da chi gli egrave suddito esigere non temegrave di qualificare tirannide esosa un Governo alla cui liberalitagrave chi si facesse con mente sgombra da prevenzione a stenebrare le origini degli avvenimenti volentieri confesserebbe col Tommaseo e col Mustoxidi or or rammentato dovere la Gre-cia moderna la odierna sua civiltagrave e indipendenza Questo medesimo affetto colpa la contratta [338] abi-tudine di mirare costantemente le cose da una sola faccia il condusse altresigrave a plaudire fino alla nausea il governo napoleonico parendogli quasi che la semplicitagrave e speditezza degli interni ordinamenti ed il ri-spetto alle forme giuridiche nelle controversie di privato diritto fossero anticipata caparra di quella poli-tica rigenerazione del popolo greco che non ebbe mai parte neppure ai sogni dellrsquouomo a cui porgeva cosigrave senzrsquoavvedersene glrsquoincensi dellrsquoadulazione Allo stesso modo celebrato avea prima lrsquoapparire della bandiera democratica di Francia e quello dei Russi neacute di minor lode piugrave tardi fu largo al sopravvenir degli Inglesi nella protezione e nello Statuto dei quali ebbe fede fino allrsquoanno 1830 Giunto allora al li-mitare della vecchiezza si avvide di avere fino a quel digrave trascorsa la vita di delirio in delirio e pose freno ad una lode che il giudizio imparziale della storia diragrave forse tanto immeritata quanto lrsquoatroce sua bile contro ogni veneziana memoria Non per questo si fersquo muta la sua Musa ma solo cangiograve tema arsquo suoi carmi Morigrave il 12 settembre 1850 Se meno bollente animo avesse il Delviniotti da natura sortito per cui meno prontamente avesse obbedito aglrsquoimpeti di una prima impressione onde gli accadde cosigrave di soven-te scambiare le speranze coi fatti avrebbe lasciata assai miglior fama e come scrittore e come uomo poli-ticoraquo (Ringrazio Filippo Maria Pontani della Scuola Normale Superiore di Pisa per avermi segnalato questa pagina e fornito indicazioni orientative preziose e puntuali ndashVV)

INTRODUZIONE

VIII

DELLO SCRIVERE E DEL TRADURRE LrsquoODISSEA di Vittorio Volpi

Il disegno di Delvinotti offrendo al pubblico una nuova traduzione dellrsquoOdissea egrave di

fornire allrsquoItalia e allrsquoEuropa del suo tempo cosigrave piena di fermenti uno sguardo alla si-tuazione della Grecia che da poco si era liberata dal giogo turco richiamando lrsquoattenzione alla diretta e continua filiazione letteraria dellrsquoEptaneso dalla tradizione ita-liana Si trattava anche di restituire alla Grecia la sua cultura letteraria in esilio tempora-neo presso universitagrave biblioteche e tipografie europee dopo tre secoli di turcocrazia

NellrsquoOde a Napoleone (1809) mette in bocca alla Settinsulare Mio fia grida drsquoAlcinoo il bel soglio Mie le vaghe Isolette che Epiro Ratto ad esso congiunte vedragrave hellip Darsquo suoi Prodi per mano guidate Arti-belle tornate tornate

Anticipava forse il progetto mazziniano e lincolniano di un Adriatico ldquolago italianordquo dal punto di vista geopolitico percheacute giagrave culturale disegno che peraltro ma in modi af-fatto diversi ripristinava la situazione prenapoleonica

Sceglie lrsquoOdissea come mito di riscatto di ritorno in patria dove il novello Ulisse egrave il letterato illuministicamente ganglio vitale della societagrave ldquopadre affettuosordquo del popolo che governa che guida la Patria lo Stato con saggezza e giustizia Ben possono adattarsi alla biografia di Delvinotti alcuni versi del libro VII (parla Alcinoo re di Scheria-Corfugrave)

giusta ira trsquoarse Contro costui che si levograve nel circo Ad oltraggiarti ma nessun mortale Disconosce il valor che in te srsquoannida Nullo che sa ridir ciograve che la voce

INTRODUZIONE

IX

Della giustizia gli ragiona al core

Delvinotti in questrsquoottica puograve essere dunque considerato un letterato che mette a protocollo la propria odissea alla ricerca della patria letteraria teso foscolianamente a ri-disegnare il ruolo della letteratura nel vivo della societagrave innervandola di uno ldquostilerdquo fatto di tensioni di bellezza classica rivisitata e reinventata

La traduzione esce nel 1943 laquoDalla tipografia del Governoraquo Sfogliando la Ἰονική Βι-βλιογραφία di Thomas I Papadopoulos ( Athena 1998) si ha modo di vedere come que-sta fosse la piugrave attiva se non lrsquounica tipografia in Corfugrave e forse di tutto lrsquoEptaneso Pub-blicava atti ufficiali del Governo tra cui la Gazzetta degli Stati Uniti delle Isole Ionie Av-visi Notificazioni in greco (ἐν τῇ Τυπογραφίᾳ τῆς Κυβερνήσεως) in italiano o inglese (Government Printing-Office) ma spesso anche bilingui o trilingui Per lrsquoincarico rico-perto e per la notorietagrave di cui godeva non doveva esser stato difficile per Delvinotti far pubblicare presso questa tipografia la propria traduzione Gli articoli di Francesco Orioli e di E Tipaldo [qui riprodotti nel file 31 Delvinotti Pindemonte affrontati] accennano alla pubblicazione in fascicoli Anzi E Tipaldo riprende dal Gondoliere il programma di sot-toscrizione dello stesso Delvinotti10 Si presume che la pubblicazione abbia avuto termine

10

Non pare inutile per comoditagrave del Lettore riprodurlo anche qui laquoErsquo pare che Omero intendesse cantare le glorie principalmente del paese Jonio quando nellrsquoIliade piugrave che la selvaggia ira e lrsquoimpetuoso valore del Tessalo Achille magnificava il senno lrsquointrepidezza e gli accorgimenti dellrsquoItacense Ulisse quandonellrsquoOdissea le pellegrinazioni meravigliose di questi sceglieva a illustre argomento del Poema e la giusta vendetta che dalla schiera scellerata dersquo Proci ei ne trasse Neacute diverso appare il suo intendimen-to lagrave dove egli celebra il bel cielo la bella terra di Scheria le ospitali virtugrave la perizia nella navigazione e nelle arti e le sue saggie istituzioni politiche e ciograve pure ebbe in mira quando forse nella persona del Cantore Demodoco seacute stesso descrive rallegrator di regj conviti colla letizia del verso

Era egli cittadino nostro o Cefaleno od Itacense datosi a viaggiare per le greche contrade ed a ri-cordare arsquo connazionali suoi la grandezza dersquo Numi ed i vanti degli avi Questo io non oserograve di afferma-re ben certo egrave che a noi Joni egrave permesso di andare orgogliosi di questa prima e somma rivelazione della Elenica Musa che insegnograve al mondo a che per potenza di nobile poesia lice salire

Tale egli essendo sembra non isconvenire ad un Jonio rallevato nelle Itale scuole e grato a quel ral-levamento il tentare di dare una nuova traduzione in versi sciolti dellrsquoOdissea non giagrave per entrare in ardita gara con i traduttori che il precedettero ma percheacute or nellrsquouna or nellrsquoaltra si scorgono almeno adombrati i tanti e sigrave luminosi pregi che nel divino poema risplendono

Lrsquoopera saragrave distribuita in quaderni dodici di numero conterragrave ciascuno due canti Cosigrave verragrave fatto al traduttore di giovarsi degli ammaestramenti dersquo dotti e del sentimento delle persone gentili per poter di mano in mano correggerli

Il prezzo saragrave di scellini uno per quaderno da essere pagato successivamente quando il quaderno si consegneragrave La carta saragrave sopraffina fiumana ed i caratteri saranno come in questrsquoavviso

Il testo che si seguitograve nella traduzione egrave quello di Lipsia 1759-64-65 con le note del Clarke e dellrsquoErnesti illustrato vie piugrave dagli scolii greci raccolti nellrsquoedizione del Crusio e pubblicati in Atene lrsquoanno 1841raquo

La descrizione completa dellrsquoedizione utilizzata egrave la seguente Ὁμήρου ἅπαντα ie Homeri Opera omnia ex recensione et cum notis Samuelis Clarkii Accessit varietas lectionis edd veterum cura Jo Au-gusti Ernesti qui et suas notas adspersit Lipsiae Impensis G Theophili Georgii Impressit Vdalr Chri-stianvs Saalbach 1759-64 in greco e latino Lrsquoedizione ateniese degli scolii egrave la seguente Σχόλια εἰς τήν

INTRODUZIONE

X

nel corso del 1843 la tiratura deve essere stata estremamente limitata e la circolazione ri-stretta alla cerchia degli amici greci e italiani

Il volume egrave consultabile presso la Biblioteca pubblica di Corfugrave la Biblioteca della A-nagnostikeacute Etairigravea di Corfugrave la Biblioteca Gennadios di Atene quella Universitaria di Sa-lonicco presso lrsquoArchivio Storico-Letterario di Manou Charitagravekou (ELIA) di Atene e al-tre poche di eruditi greci (Damaskinos Corfugrave Teotochi Corfugrave Spirou Lovegraverdou Kefi-siagrave) In Italia la traduzione egrave consultabile presso la Biblioteca Angelica (senza note tipo-grafiche ma Corfugrave Dalla Tipografia del Governo 1843) presso la Biblioteca Marciana di Venezia e la Bibl Centrale dei Frati Minori di Roma

La copia pervenutaci alle mani e acquistata a Pisa doveva probabilmente appartenere a uno degli amici dellrsquoAccademia pisana

Un recente romanzo11 presenta un Ulisse che scrive per averla vissuta la propria ldquoo-

disseardquo per poi consegnarla a Demodoco sapendo che la cambieragrave (laquoFate sempre cosigrave voihellip Addioraquo) Egrave un Ulisse diviso fra il destino che ha avuto in retaggio e la propria liber-tagrave ma solo percheacute ha seguito il proprio destino solitario nella vastitagrave del mare giunge a sentire il ldquopolsordquo il palpito della libertagrave Il suo destino egrave quello di andare andare via da dove da chi Non esiste risposta Forse da se stesso dalle laquoardenti inquietudiniraquo che lo fanno sentire fuori posto ovunque alla ricerca continua di un altrove che non puograve esiste-re se non proviene dallrsquointimo Comprende perciograve che il seguire il proprio destino vivere come giorno per giorno gli egrave dato faragrave di lui come di ogni altro uomo un eroe O vice-versa che faragrave di lui come di ogni ldquoeroerdquo un comune e semplice uomo

In questa inedita versione Ulisse scrive Scrive percheacute la riconquista della lingua egrave al tempo stesso approdo alla patria e riassunzione della propria antica identitagrave Egrave vero lrsquoUlisse ritornato in patria egrave ora inscindibile da quello che ideograve il cavallo di Troia che ac-cecograve il ciclope che scese allrsquoAde Quegli ldquoanni di vagabondaggiordquo sono scritti sulla sua pelle sul suo volto sono esperienze di vita che consolidano la primitiva identitagrave quegli anni sono stati perciograve anche ldquoanni di apprendistatordquo

La gestazione della poesia si puograve paragonare a un percorso ascetico attraverso il quale lingua e pensiero vengono riscaldati messi in movimento purificati nel crogiolo delle emozioni vissute nella realtagrave rimeditate re-fuse e rivissute nel momento ispirato della scrittura momento che egrave anche urgenza necessitagrave eacutelan Drang Diventa la presa di co-scienza di una nuova identitagrave si cambia pelle e su questa come su una pergamena si consegna il miracolo della parola che puograve ambire ai vertici dellrsquoarte

Ed egrave proprio nellrsquoAscetica che Nikos Kazantzakis descrive la metamorfosi individuale e collettiva che si realizza con la parola poetica parola che viene creata ex novo nellrsquoatto di invenzione e che egrave creatrice di nuovi sensi e significati negli ascoltatori come un seme caduto in fertile zolla

τοῦ Ὁμήρου Ὀδύσσειαν Ἐκ τῆς ἐκδώσεως τοῦ D[etlev] Car[olus] Uil[ielmus] Baumgarten-Crusius Νῦν τὸ πρώτον ἐκδ ὑπὸ Κωνσταντίνου Γκαρπόλα Ἐν Ἀθηναῖς Γκαρπόλας 1841

11 Tassos ROUSSOS Ho Odysseas Athina Ekdosis Kastanioti 1996

INTRODUZIONE

XI

Siamo una umile lettera una sillaba una parola resa dalla gigantesca Odissea Siamo immersi in un immenso canto e brilliamo come brillano le umili conchiglie fino a che sono immerse nel mare

Qual egrave il nostro dovere Sollevare il capo per un attimo fino a che reggono le nostre viscere e respirare il can-

to drsquooltremare Adunare le avventure dare un senso al viaggio lottare senza tregua con gli uomini

con gli degravei e gli animali e lentamente pazientemente edificare nella nostra mente ndash midollo del nostro midollo ndash Itaca

Come unrsquoisola lentamente con lotta tremenda si leveragrave dallrsquooceano dellrsquoinesistente lrsquoopera dellrsquouomo

Scrivere egrave perciograve lottare contro la burrasca (Sturm) dei venti di Eolo salvarsi dal nau-

fragio nel mar delle parole per mezzo delle parole mantenersi a galla col velo leggero di Leucotea Scrivere egrave mettersi in viaggio per mare affrontandone i pericoli con la destrez-za di provetto marinaio Lo scrittore deve salvare se stesso dallrsquoazzardo che lo ha spinto di necessitagrave ad affrontare i pericoli della parola e salvando se stesso salva anche la parola stessa lo scrivere Lo scrittore mette a repentaglio se stesso con la propria scrittura Un rischio capitale che dispiega in continuazione ma solo questo rischio gli conferisce iden-titagrave e lo conferma come tale lo fanno certo sin dallrsquoinizio dellrsquoarrivo in porto e del rico-noscimento Puntuale una coincidenza gioca in greco moderno con la parola anagnorizo che vale tanto ldquoriconoscererdquo quanto ldquoleggererdquo

Per questo fincheacute viaggia Ulisse non puograve essere altri che ldquoNessunordquo o meglio Per-sonne accogliendo il gioco di parole permesso dal francese o forse anche Persona gio-cando questa volta col latino dunque forse solo una maschera di provvisoria identitagrave La richiesta di Polifemo non egrave altro che lrsquoeco di una domanda che proviene dal profondo forse fin dalla lontana infanzia che di continuo si ripropone Ha dunque ancora ragione Kazantzakis (altro massimo esempio di Ulisside) quando dice che le grandi domande dellrsquouomo (ldquoChi siamo donde veniamo dove andiamordquo) non sono in fondo che inter-rogativi da adolescente

Lo scrittore non si propone programmaticamente di partire alla ricerca di ricchezze o nuove conoscenze gli basta partire pur senza meta pur senza via (se non quella piugrave in sa-lita se non quella che conduce alla terra piugrave lontana alla terra incognita delle antiche mappe hic sunt leones) Navigare nel pelago aperto e incerto del vocabolario frastornarsi coi mille incontri tentazioni paure sviamenti ed ldquoerrorirdquo solo allora ldquoperduti tutti i compagnirdquo porteragrave a compimento lrsquoopera intrapresa dandole una forma sapendo nello stesso tempo che essa stessa egrave diventata intrinsecamente geneticamente unrsquoodissea

E cosigrave lrsquoopera letteraria non puograve che nascere dai fatti dal vivere e dal fare (pograveiesis) dalla vita vissuta dal travaglio (biografico e creativo) sopportato durante la sua genesi non tanto come testimonianza di quei fatti ma come occasione motivo abbrivo kairos e periculum che dal proprio interno generano e danno sviluppo alla scrittura intesa come percorso paral-lelo di parole e di azioni

La caccia al cinghiale sul monte Parnaso egrave unrsquoaltra metafora della ldquocaccia alla parolardquo dei pericoli effettivi che devono essere affrontati Il giovane Odisseo ha con seacute solo una

INTRODUZIONE

XII

lancia deve agire con tempestivitagrave abilitagrave e coraggio Supereragrave la prova la caccia egrave il banco di prova della maturitagrave La cicatrice riportata saragrave il ldquodocumento drsquoidentitagraverdquo il di-ploma dellrsquoesame superato

Le parole richiamano sigrave quelle azioni non come involucro esornativo come vuoto gu-scio ma come riflesso diretto come prodotto e distillato concettuale di quelle azioni Soffermarsi o valutare di unrsquoopera letteraria la forma estetica equivale dunque a giudicare un vino dal disegno dellrsquoetichetta o dai cocci dellrsquoanfora che lrsquohanno contenuto laquoLe donne un porsquo civettuole cantano per il piacere di udire la propria bella voce sono lonta-nissime dai fatti li hanno dimenticatiraquo (Roussos) Il grande pericolo in cui versa la scrit-tura egrave quello di farsi incantare dalle parole Come lo scorpione accerchiato dalle fiamme se non trova via drsquouscita si uccide col proprio pungiglione cosigrave la scrittura puograve imbalsa-marsi nei propri estetismi e perdere il concreto riferimento coi fatti perdere in profondi-tagrave di significato in connotazioni quando cambiando le carte in tavola il rinvio al refe-rente egrave diventato orpello superfluo Diventa vuoto pupario lo laquoscheletro di una cicalaraquo laquoVersato da giovane negli studii matematici poi tutta la vita nersquo giuridici erudito delle lettere piugrave recondite non poteva il Delviniotti riguardare lrsquoarte dello scrivere come un piacente congegno di suoni vuotiraquo (Tommaseo)

Il grande paradosso della scrittura egrave la sua lotta in rincorsa col tempo per essere arti-stica e lo egrave quanto piugrave rinuncia a ciograve che per definizione o tradizione la renderebbe tale Esiste dunque una tensione intrinseca per emanciparsi dai modelli una energia interna (uno Streben faustiano) che la porta a rinnovarsi continuamente La scrittura diventa arti-stica quando egrave specchio dei tempi e dei fatti quando quei fatti vengon richiamati senza altre mediazioni percheacute largamente condivisi laquoIl verso stesso ersquo [Delvinotti] voleva ri-spondesse splendido al vero e sotto alla visione che viva gli rilucea nella mente voleva so-stanza di realtagraveraquo (Tommaseo)

Puograve allrsquooccasione usare degli ovvii espedienti ldquoartistico-letterarirdquo offerti dalla tradizio-ne dai ldquograndirdquo ma servendosene come di strumenti Lo scrittore da buon artigiano li useragrave non per sgrossare lrsquoidea ma come pomice sul marmo di una statua ormai ultimata

Abbiano incontrato tre parole tedesche (Sturm Drang e streben alle quali si puograve ben aggiungere Wirrwarr titolo di un dramma di Klinger ndash 1775 ndash e nome primitivo del mo-vimento questrsquoultimo esprime compiutamente il senso di frastornamento politico e cul-turale prima Rivoluzione francese ma soprattutto Genie prototipo ideale di uomo tra lrsquoeroico e il prometeico razionale ldquopru-denterdquo e al tempo stesso pieno di risorse versati-le nobile forte e non incline ai compromessi ma anche che si lascia guidare come un e-roe schilleriano dai propri sentimenti Sehnsucht come aspirazione insaziata e struggente verso il bello il tutto e lrsquoassoluto nostalgia di unrsquoarmonia perduta che perograve puograve essere ancora trovata in tracce nellrsquoattualitagrave e nel lavoro creativo qualitagrave che permettono di so-pravvivere fra tanta confusione) termini classici di facile inquadramento storico lettera-rio Wickelmann in quegli stessi anni fondava sulla statuaria greca lrsquoideale estetico attra-verso cui si esprime un nuovo sguardo sulla natura una nuova comprensione unitaria e ideale dellrsquoarmonia interna della natura Il pathos nostalgico del romanticismo tedesco delinea a ritroso unrsquoutopia politica che si egrave realizzata solo in Grecia ed illustrata giagrave nella

INTRODUZIONE

XIII

profezia che Tiresia annuncia a Ulisse E infine Wandererhellip e il ricordo riporta ricco bot-tino di titoli di personaggi di immagini di temi musicali

Inquadrati questi termini nel periodo in cui sono sorti e nei richiami che spontanea-mente suggeriscono spiegano la compresenza di romanticismo e classicismo I poeti ab-bandonate le imitazioni gli artifici i canoni letterari consacrati dalla tradizione e guidati dal proprio ldquogeniordquo coniugano senso e sentimento significato e impulso creativo sensi-bilitagrave (Empfindsamkeit) e energia vitale dilaceramento (Zerrissenheit) e armonia titani-smo e elevazione spirituale afflato entusiastico e demoniaco notturni e Inni al sole cre-ano e innovano lrsquoestetica letteraria ispirandosi ai poeti ldquoprimitivirdquo che col ldquogenio della linguardquo hanno espresso il ldquogenio di un popolordquo Omero Ossian Shakespeare La lingua non egrave solo convenzione ma espressione poetica e ldquovocabolario di istituzionirdquo sociali e proprio per mezzo della lingua del continuo comunicare un popolo giunge alla coscienza di seacute alla propria identitagrave storica a una visione e conoscenza del mondo Herder e Vico in modo indipendente uno dallrsquoaltro si incaricheranno di illustrare questa estetica nuova e dirompente12

Johann Heinrich Voszlig lavorograve alla traduzione dellrsquoOdissea dal 1781 fino alla sua morte (1826) rielaborandola continuamente mentre la filologia classica offriva agli studiosi edi-zioni critiche rigorose e affidabili giungevano anche nelle biblioteche universitarie italiane le edizioni stereotipe di Lipsia Il primo verso

Sage mir Muse die Taten des vielgewanderten Mannes

puograve avere come diretta illustrazione un quadro di Caspar David Friedrich Der Wanderer uumlber dem Nebelmeer (1818) o la Wanderer-Fantasie di Schubert (1822)

Lrsquoantica poesia greca egrave a tuttrsquooggi artistica percheacute quei fatti sono ancora condivisi dai

lettori sebbene con la traduzione si sia perso tutto dellrsquoin-volucro fonico e molto della dinamica sintattica delle ineffabili sfumature delle particelle dellrsquoarchitettura retorica in-terna Ma nulla a livello testuale Nulla di quanto riguarda la semantica letterale o meta-forica dellrsquoespressione Mutatis mutandis facendo cioegrave tara abbondante di quanto lrsquoattualitagrave la contemporaneitagrave a livello superficiale ci distinguono dallrsquoepoca eroica

Confrontando la traduzione di Delvinotti con quella di Pindemonte Francesco Orioli si proponeva di laquoriguardare quella nuova poesia non unicamente in se stessa ma in quello altresigrave chrsquoella suona al cuore e che allrsquoanima ragiona messa al paragone del divino origina-le di che assume ad esser copia o ritrattoraquo13

12 Basteranno due brevi citazioni di Goethe per confermare questa direzione interpretativa laquoWie glei-

ches Streben Held und Dichter bindetraquo (ldquoUn medesimo anelito unisce lrsquoeroe e il poetardquoTorquato Tasso atto I scena III) laquoEs irrt der Mensch solangrsquo er strebtraquo (ldquoErra lrsquouomo che anelardquo Faust Prologo in cielo) dove come in italiano errare puograve significare sia ldquovagabondarerdquo che ldquosbagliarerdquo die Irrfahrten des Odysseus sono tradizionalmente i ldquoviaggirdquo di Ulisse viaggi con continue correzioni di rotta con pericoli naufragi approdi sfortunati incontri con varie sfaccettature del sacro del divino dellrsquoextra- o sopra-umano

13 F Orioli Odissea drsquoOmero Nuova Traduzione in Versi Italiani laquoGazzetta Ioniaraquo n 671 (4 novem-

bre 1843) articolo riprodotto nel file 31 Delvinotti Pindemonte affrontati

INTRODUZIONE

XIV

Ed in sostanza pare proprio questa la differenza ldquoletterariardquo fra Delvinotti e Pinde-monte E dunque la leggibilitagrave la fluiditagrave della traduzione del Corcirese egrave tale percheacute na-sce dai fatti percheacute dietro quelle parole si riconoscono i fatti dietro lrsquoammanto della tra-duzione si riconosce il testo omerico cosigrave radicato esso stesso nei fatti che nemmeno lrsquoaura del mito dellrsquoepos nemmeno la forma ritmica hanno potuto sradicare dagli eventi narrati (non ha importanza a questo punto se effettivamente accaduti e reali o nellrsquoambito della finzione poetica funzionalmente ldquosimili al verordquo)

Dietro la narrazione epica non si deve dunque verificare il grado di verisimiglianza (la lontananza delle rotte percorse comportano costitutivamente un dubbio sulla veridicitagrave dei racconti che appunto verran detti Incredibilia) quanto il grado di vitalitagrave cioegrave di universa-litagrave Lrsquoopera letteraria va dunque oltre la veritagrave il mondo egrave vario e vasto

Lrsquoesperienza del viaggiatore va formando volta a volta una nuova identitagrave unrsquoidentitagrave in continuo divenire che gli permette di comprendere di piugrave un sapere scritto nella pro-pria carne nel proprio cuore (par coeur direbbero i Francesi) che perciograve egrave impossibile dimenticare Quanto lrsquoocchio umano della letteratura riesce a rendere vivi i fatti da cui nasce di tanto assicura la propria durata e sopravvivenza La classicitagrave egrave meno un fatto di convenzioni letterarie che di riconoscimento di contenuti vitali per la comunitagrave Quanto le parole sono vive tanto egrave salvo il loro autore la sua opera e la letteratura stessa E tanto egrave salva la bellezza interiore dellrsquoopera di cui lrsquoautore egrave ad un tempo schiavo e padrone

La traduzione di Delvinotti egrave dunque fedele (laquoRende lrsquoomerico con libertagrave fedelissimaraquo ndash Tommaseo) percheacute preserva il radicamento nei fatti dellrsquoopera letteraria Le parole ripla-smano le azioni nella nostra immaginazione quei fatti quel gusto ci vengono riproposti in un packaging lessicale e metrico di sicura vendibilitagrave

Ma non egrave questo che dobbiamo leggere e valutare A prima vista egrave questa ldquovetrinardquo che ci puograve maggiormente allettare ma qua e lagrave emer-

gono dei senhal che ci riportano alla concreta referenza (XV 664-666)

Telemaco farsquo cor piugrave regia stirpe Della tua non vrsquoha in Itaca qui fia Dominatrice libera per sempre

Appunto il tratto ideologico e ldquopoliticordquo cosigrave esplicito dietro le parole dominatrice libera

per sempre egrave la prova che la superficie formale dellrsquoespressione cede il passo al contenuto al radicamento extraletterario delle parole (si pensi alla parola servaggio ripetuta ben quattro volte e giagrave nellrsquoOde a Napoleone del 1809) a quella realtagrave esterna del vivere quotidiano che vissuta in prima persona e notomizzata dallrsquoesperienza informa di seacute anche lrsquoestetica si fa programma e manifesto orditura stessa della forma letteraria (laquoCerto egrave che il senso del Bel-lo vale a dire dellrsquoaltissimo vero meglio conciliasi con le sezioni anatomiche e corsquo computi algebrici che con le mercenarie esercitazioni forensiraquo Tommaseo)

E se riandiamo con la memoria o spolveriamo intonsi tomi ritroviamo accenti simili nel diciannovenne Foscolo dellrsquoOda a Bonaparte liberatore (1797)

Dove tu diva da lrsquoantica e forte

INTRODUZIONE

XV

Dominatrice libera del mondo Felice a lrsquoombra di tue sacre penne Dove fuggivi quando ferreo pondo Di dittatoria tirannia le tenne Umigravel la testa fra servaggio e morte

Lo stesso Tommaseo ci attesta che negli ultimi anni laquoil Delviniotti consentiva alle

speranze drsquoItalia e le fece soggetto ai suoi versiraquo e cita alcuni versi della tragedia Serse (i-spirata forse da alcuni versi dellrsquoOda foscoliana e lrsquoarmi del superbo Serse | Dai liberi di-sperse | Di civico valor fur monumento)

Maledetto il giorno In che giagrave Dario a propugnar togliea Ippia drsquoAtene libera tiranno

Nella parola tiranno si vede in filigrana la parola Liberatore La contrapposizione o so-

stituzione dei due termini era frequente negli anni dellrsquoapoteosi napoleonica Si veda ad esempio il ldquodramma di un atto solordquo I pittagorici di Paisiello su libretto di Vincenzo Monti (prima rappresentazione a Napoli il 19 marzo 1808 []) dove al tiranno Dionigi (Ferdinando IV di Borbone) si contrappone lrsquoeroe Archita (Napoleone) liberatore degli oppressi

La conoscenza egrave sinonimo di egemonia di potere legittimato percheacute strumento del viver civile e della libertagrave dei cittadini La conoscenza egrave sinonimo di libertagrave e quanto tormentato e ricorrente fosse in quegli anni questo binomio egrave testimoniato dal Caino di Byron Conoscenza e libertagrave non sembrano avere limiti verso lrsquoalto lrsquoOdissea ha conti-nuamente qualcosa da insegnarci non smetteremo mai di vagabondare e di imparare parrebbe perciograve conseguente concludere che non saremo mai completamente liberi Nel senso perograve che non finiremo mai di scoprire quanto possiamo essere uomini nellrsquoessere liberi

INTRODUZIONE

XVI

NOTA SULLA TRASCRIZIONE

Il testo a stampa presenta numerose imperfezioni tipografiche (lettere capovolte scambi uvn ac-centi gravi per acuti e viceversa parole con due accentihellip) varianti ortografiche punteggiatura sovrab-bondante Per facilitare la lettura il testo egrave stato modificato secondo le indicazioni che seguono Gli in-terventi correttivi si sono limitati a una ldquocosmesi ortograficardquo superficiale finalizzata a rendere piugrave age-vole la lettura Interventi piugrave consistenti (come ad esempio la restituzione dei nomi propri originali tal-volta alterati) avrebbe compromesso la metrica del verso Una lista degli interventi correttivi sono ripor-tati in appendice

Si egrave tolta la dieresi percheacute usata un modo spesso immotivata (riflueumlnte magiumlone giumlunta maestoumlso riuml-

volve) puograve indicare la presenza di un semplice accento (biumlga ucciumlse Ciumlrce estiumlngua rapiumlscami uniumlo) un passato remoto contratto (sfuggiumlro) per falsa etimologia (chiumloma) roteaumlndo gt roteando insidiumlando gt insidiando cereumlale gt cereale impetuumlosa gt impetuosa Laumlerte Laeumlrte gt Laerte viumlaggio viaumlggio gt viaggio affettuumloso affettuoumlso gt affettuoso

La j egrave stata mutata in i Si egrave aggiunto un accento circonflesso alla sillaba tonica dei passati remoti contratti anche per distin-

guerli dallrsquoinfinito o da altre forme omografe

ombrar ldquoombrarerdquo gt ombracircr ldquoombraronordquo libar ldquolibarerdquo gt libacircr ldquolibaronordquo amaro ldquoamarordquo gt amacircro ldquoamaronordquo fecircro ldquofecerordquo gt fegravero ldquofierordquo mandarti ldquomandartirdquo gt mandacircrti ldquoti mandaronordquo

Anche potegraveo ldquopoteacuterdquo cadegraveo ldquocadderdquo colpigraveo ldquocolpigraverdquo feacuteo ldquofecerdquo sfuggigraveo ldquosfuggigraverdquo

I nomi propri in ndasheo essendo a volte piani a volte sdruccioli sono sempre accentati per facilitare la lettura Idomenegraveo Prograveteo Eumegraveo Clitograveneo Ercegraveo Negraveleo Tegraveseo Pegraveleo

Il suffisso patronimico ndashide per le regole di accentuazione del greco era accentato sulla -i- percheacute

INTRODUZIONE

XVII

lrsquoultima sillaba era lunga (conteneva una -η-) essendo questa una ῐ (iota breve) nei prestiti latini e suc-cessivamente anche in italiano lrsquoaccento passava dalla penultima alla terzrsquoultima sillaba

Damastograveride Polittograveride Pisenograveride Testograveride Nestograveride Attograveride Onetograveride Naubogravelide Ilagravecide Andremogravenide Ormegravenide

Fatta salva come al solito la posizione in fine verso che fa pronunciare ad esempio Eacigravede invece di Eagravecide (in lat Aeăcĭdēs)

Riconoacutebbemi il rapido Eacigravede

Clitigravede invece di Cligravetide

Rivolto indi al suo fido laquoO mio Clitide

questrsquoultimo caso non ha corrispondente greco e mostra come tale posizione dissimuli con la metrica lrsquoambiguitagrave di pronuncia

Lrsquoopzione di accentare ldquoalla grecardquo o ldquoalla latinardquo egrave molto fluttuante si possono avere perciograve ndash accet-tabili entrambe ndash pronunce come Crogravenide o Cronigravede Bisogna inoltre tener conto che alcuni nomi pro-pri e aggettivi derivati proprio in questa posizione hanno un dittongo -εί- (anche -οί-) passando al la-tino il dittongo si muta in ī essendo in penultima sillaba lunga porteragrave lrsquoaccento accento che passeragrave poi anche in italiano Ἀτρείδης Atrīdēs Atride Βοηθοίδης ndash Boetide Εὐπειθίδης ndash Eupitide Νηλείδης Nēlīdēs Nelide Πολυθερσεΐδης ndash Politerside Πολυϕείδης ndash Polifide Πηλείδης Pēlīdēs Pelide Τυδείδης Tȳdīdēs Tidide Φιλοmicroηλείδης ndash Filomelide

Bisogna anche tener conto di alcuni patronimici per i quali non esiste corrispondente in greco e per i

quali non si possono applicare con certezza le regole accentuative neacute del greco neacute del latinoitaliano

Fronide Polibide Icagraveride Cligravetide Dogravelide Melanide e la parola macedonia (radice latina e suffisso greco) coniata da Pindemonte Satugravernide Fogravercide che

potrebbe somigliare a un patronimico in realtagrave egrave una trascrizione non accurata di Forcine o Forcino Per Alcide bisogna tener conto che il nome latino aveva una i lunga (Alcīdēs) Altro suffisso usato nella formazione di aggettivi patronimici egrave ndashiade si hanno solo le forme Doligraveade

(ma Doliagravede per metrica) Arcesigraveade e Polibiacuteade variante di Polibide

Negli imperfetti con caduta della -v- e nei condizionali contratti egrave sempre stato aggiunto un accento sulla penultima vocale cosigrave si posso distinguere immediatamente le rispettive forme verbali

adempia pres ~ adempigravea imperf

INTRODUZIONE

XVIII

riunigravea ldquoriunivardquo sarigravea ldquosarebberdquo cadrigravea ldquocadrebberdquo desigravea ldquodesiderardquo

Analogamente la forma dellrsquoimperfetto in ndashea-ean ma solo quando egrave seguito da clitici

chiedeala gt chiedeacuteala rompeansi gt rompeacuteansi rinchiudeansi gt rinchiudeacuteansi si sono accentate le forme verbali sdrucciole che terminano con clitici affreninsi gt affregraveninsi periangli gt perigraveangli spediami gt spedigraveami apresi gt agravepresi lanciatasi gt lanciagravetasi scopresi gt scogravepresi concedeacuteagli gt concedeacuteagli premeacuteale gt premeacuteale ma non le forme piane come diverronne

Nelle parole elise si egrave soppresso lrsquoapostrofo abitatorrsquo gt abitator corsierrsquo gt corsier si egrave inoltre evitato lrsquoapostrofo dopo d epentetica di solito inserita fra iato nedrsquoivi gt ned ivi nedrsquoei gt ned ei

Per lrsquouso di accenti graviacuti si egrave seguita la convenzione attuale perchegrave gt percheacute negrave gt neacute seacute stesso gt se stesso finchegrave gt fincheacute

Si sono mantenuti gli accenti ldquometricirdquo (specie in fine di verso) integravegre funegravebri penegravetra lugugravebre palpegravebre Nestograverre Oceagraveno (anche tronco Oceagraven) simigravele (anche tronco simigravel) i nomi propri recano accento solo quando son sdruccioli Penegravelope Telegravemaco Alcigravenoo Nausigravecaa

INTRODUZIONE

XIX

ma non Laodamante In alcuni casi alla pronuncia greca si egrave preferita quella di tradizione latino-italiana

Negraveleo (ma Nelegraveo in fine di verso) Orcogravemeno (non Orcomeacuteno)

I nomi tronchi di solito da sdruccioli divengono tronchi Agamegravennone gt Agamennoacuten

Si sono mantenute le grafie generalmente tollerate coscie per cosce saggie per sagge piaggie per piagge ecc

ma non Acquilone per Aquilone acquila per aquila

In tal senso si egrave mantenuto anche lrsquouso delle doppiescempie ove non compromettessero lrsquoimmediata comprensione

Si egrave uniformato lrsquouso dellrsquoapostrofo ersquol Eupitide gt e lrsquoEupitide

Da segnalare infine un uso particolare del punto interrogativo quando egrave usato nel discorso diretto solitamente egrave posto dopo lrsquoinciso che lrsquoaccompagna

Percheacute figlio accagioni una innocente Rispoacutesegli Euriclea Antigravenoo concitar ti potragrave a sdegno | Ciograve chrsquoio dirograve Telegravemaco riprese Nol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina

egrave stato modificato secondo lrsquouso attuale Percheacute figlio accagioni una innocente Rispoacutesegli Euriclea Antigravenoo concitar ti potragrave a sdegno | Ciograve chrsquoio dirograve ndash Telegravemaco riprese ndash Nol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina

ALLA DILETTA SUA MOGLIE DIAMANTINA COLPO

DELVINOTTI QUESTA VERSIONE POETICA DELLA ODISSEA DI

OMERO CONDOTTA A FINE TRA I SUOI CONFORTI E LE FELICI SUE

INSPIRAZIONI IN SEGNO DI GRATO ANIMO E DI IMMENSO AFFETTO IL

TRADUTTORE CONSACRA

1

OO DD II SS SS EE AA

LL II BB RR OO PP RR II MM OO

Adunanza dei Numi Esortazione di Minerva a Telegravemaco

DDIMMI lrsquoaccorto eroe Musa che tanto Errograve poicheacute le sacre a terra sparse Iligraveache mura che di molte genti Visitograve le cittagrave lrsquoindol conobbe Che sul pelago ancor patigrave nellrsquoalma 5 Immensi affanni onde raddurre in salvo Seacute medesmo esponendo i suoi compagni Ma i compagni bramograve raddurre invano Cheacute di lor nequitose opre pericircro Stolti che i sacri al Sol Iperione 10 Buoi divoracircro ed ei del redir loro Il digrave rapiva O Dea prole di Giove Parte a noi pure di siffatti eventi Donde ti egrave in grado piugrave ridir ti piaccia

α 11 Giagrave i guerrier tutti che sfuggicircr la fiera 15 Strage nersquo loro alberghi rientrati Dallrsquoarmi e rsquol mar posti erano in sicuro Un solo del ritorno e di sua donna Bramoso ratteneacuteasi in cave grotte Calipso orrevol Ninfa desiando 20 Pur chrsquoei lrsquoimpalmi Alfin volvendo gli anni Allor che il tempo dagli Degravei prefisso Pel suo ritorno in Igravetaca giungea Lagrave rsquove lrsquoeroe darsquo suoi fidi giovato Cansar giagrave non dovea nuovi conflitti 25

ODISSEA

2

Tutti gli Eterni di pietagrave fucircr toacutecchi Salvo Nettun che acceso in foco drsquoira Il divo Ulisse perseguigrave pur sempre Fincheacute ei presse del piegrave le patrie sponde

α 22 Ma lunge ito era appo gli Etigraveopi il Nume 30 Di remote contrade abitatori Gli Etigraveopi che del mondo ai confin posti Divigravedonsi in due genti egrave volta lrsquouna rsquoVe cade lrsquoaltra ove risurge il Sole Di pingui tori e drsquoagni a unrsquoecatombe 35 A desco assiso ivi gioigravea Nettuno Ma gli altri Eterni dellrsquoOligravempio Giove Nella reggia raccolti erano Intanto Membrograve il padre degli uomini e dersquo Numi Che dallrsquoAgamennogravenio inclito Oreste 40 Morto fu il bello Egisto e a dir si prese

α 32 laquoAccagiona il mortal sempre gli Eterni Originar da noi tutte sventure Dice mentrrsquoegli del destino in onta Colpa di sue follie soffre aspre doglie 45 Or Egisto cosigrave del grande Atride Malgrado al fato disposograve la donna Ed uccise lrsquoeroe reverso drsquoIgravelio Bencheacute conscio di sua terribil morte Predeacutettagli da noi che glrsquoinviammo 50 LrsquoArgicigraveda Mercurio ad assennarlo ldquoNon immolar lrsquoAtride e non ambire Di sua sposa la man cheacute a vendicarlo Oreste surgeragrave nellrsquoetagrave prima Come il punga desigraveo del suo retaggiordquo 55 Tal Mercurio gli aperse ottimo avviso Neacute rsquol cor gli persuase Or di sue colpe Accumulate ersquo pagograve un tratto il fioraquo

α 44 E Minerva laquoO Satugravernio o padre mio Re supremo dei Re meritamente 60 Giacque colui trafitto e cosigrave vada Qual osa di sigrave atroci atti bruttarsi Ma di cordoglio pel valente Ulisse Il core mi si strugge Ahi lasso ei lunge Darsquo suoi gran tempo in isola remota 65 Che siede in mezzo al mar pate aspre doglie Selvosa isola ovrsquoabita una Diva

LIBRO I

3

Figlia drsquoAtlante cui sta a cuore il Tutto Cui son noti del pelago gli abissi E che regge le altissime colonne 70 Su cui la Terra e rsquol Ciel vasto si folce La costui figlia misero e gemente Il si rattiene e con sorrise e dolci Parolette ingannevoli srsquoadopra Mogravelcerlo acciograve ponga Igravetaca in obbligraveo 75 Ma Ulisse brama pur scorgere il fumo Sbalzar dalla natigravea terra e morire Neacute rsquol cuor Oligravempio re ti si commuove Presso lrsquoAchegraveo navil nersquo campi drsquoIgravelio Grate drsquoUlisse non ti riuscicircro 80 Lrsquoostie votive Ah contra eroe sigrave pio Percheacute sei tanto corrucciato o Gioveraquo

α 63 laquoQual detto ti sfuggigrave figlia dal labbro ndash Lrsquoadunator dersquo nembi le rispose ndash Come porrograve in obbligraveo lrsquoinclito Ulisse 85 Che tutti in senno soverchiograve i mortali E glrsquoimmortali abitator del Cielo Sempre onorograve di sagrifici opigravemi Ma Nettun freme drsquoimplacabil ira Contra lrsquoeroe che lrsquoocchio unico estinse 90 Al divo Polifemo il piugrave gagliardo Drsquoinfra i Ciclopi tutti Al Dio la Ninfa Tooacutesa il partorigrave figlia di Forco Re dello steril mar cheacute lei Nettuno Comprimea nersquo segreti antri marini 95 Da indi in qua non ei percosse a morte Il divo Ulisse ma dal patrio lido Errar lungi lo sforza Or via noi tutti Consultiamo del modo ondrsquoei ritorni Lrsquoira Nettuno deporragrave cheacute a fronte 100 Star non potragrave di tutti i Numi ei soloraquo

α 80 laquoPadre mio Re dei Re ndash Palla soggiunse ndash Se drsquoUlisse il ritorno arsquo Numi egrave caro Mercurio messagger per noi drsquoOgige Allrsquoisola or srsquoinvii percheacute alla bella 105 Ninfa il voler dersquo Sempiterni intigravemi Che rieda Ulisse alla natigravea contrada A vie piugrave il figlio avvalorargli io stessa In Igravetaca discendo e forza in cuore

ODISSEA

4

Gli spirerograve ed ardir sigrave che i chiomati 110 Argivi convocando a parlamento Interdica lrsquoentrata arsquo Proci tutti Nel suo palagio ove per loro il sangue Dersquo greggi scorre e dersquo sgozzati armenti Di negri tauri dal flessibil piede 115 Appresso a Sparta il manderograve ed a Pilo Acciograve che del redir del caro padre Forse vegravengagli fatto udir novella E gran rinomo appo gli umani acquistiraquo

α 96 Detto i vaghi talar drsquoauro immortali 120 Sotto le piante adatta Ali son queste Con che lrsquoimmensa terra e rsquol mar trascorre Ratta volando col soffiar del vento La lunga indi pesante e poderosa Lancia acuta impugnograve che le falangi 125 Rovescia degli eroi sempre che a questa Figlia drsquoun forte Iddio vengano in ira Darsquo vertici drsquoOlimpo impetuosa In Igravetaca discese allrsquoatrio innanzi Del palagio drsquoUlisse in sulla soglia 130 Del cortil si piantograve le forme assunte Di Mente lo stranier duce dersquo Tafi Lrsquoasta in mano tenea Colagrave rinvenne Gli oltracotati Proci anzi alle porte A gettar dadi si prendean diletto 135 Dersquo buoi seggendo sui nudati velli Che ersquo medesmi sgozzacircr gli araldi ersquo lesti Valletti in questa arsquo loro uffici intenti Chi di Bacco spumante e di fresca onda Ricolma lrsquourne chi di perforate 140 Spugne le mense asterge e poacutenle innanzi E chi comparte le trinciate carni

α 113 Bello come un bel Dio di tutti il primo Avvisolla Telegravemaco mentrrsquoegli Sedea tra i Proci e rsquol cor gemeacuteagli in petto 145 Sorse in sua vision lo strenuo padre Qual srsquoei fatto da un canto impeto in fuga Tutti in sua reggia travolgesse i prenci E sigrave lrsquoonor ne racquistasse e rsquol regno Questo pensando in mezzo arsquo Proci scorse 150 Telegravemaco la Dea Srsquoavviograve diritto

LIBRO I

5

Al portico non senza ira che tanto Lasciato fosse lrsquoospite alla porta Le si accostando preacutesele la destra Ricevette la lancia e sigrave le disse 155

α 123 laquoOh salve ospite nostro appo noi liete Accoglienze trsquoavrai poscia di cibo Confortato sporrai tutto che bramiraquo

α 125 Ito innanzi il seguigravea Pagravellade Entrati Nellrsquoaula lrsquoasta ad unrsquoalta colonna 160 Telegravemaco appoggiograve lagrave rsquove altre molte Stavan del prode Ulisse in fila poste Entro nitida astiera indi Minerva A posarsi guidograve sopra un bel seggio Che drsquoun trapunto vel coprigrave sotteso 165 Stava ai piegrave della Diva uno sgabello Scanno elegante a seacute presso a lei pose In disparte dersquo Proci onde al frastuono Di quersquo protervi ove tra lor si stesse Non fastidisse lrsquoospite la mensa 170 E desiava ancor del padre assente Interrogarlo Ma giagrave presta ancella Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Lrsquoacqua alle man versava indi a lor stese Un liscio desco Candido vrsquoimpose 175 La veneranda dispensiera il pane Con varie e pronte dapi e quelle ancora Che tenea in serbo aggiugravensevi Lo scalco Carni di tutte sorti in sui taglieri Recava ed aurei nappi in che spumante 180 Bacco lrsquointento banditor mescea

α 144 Baldi i Proci vrsquoentracircr sui seggi ersquo troni Per ordine adagiacircrsi Acqua gli araldi Diecircro alle mani e di Cegraverere lrsquoalmo Don nersquo canestri accumulacircr le ancelle 185 Coronacircro di vin lrsquourne i donzelli E in colme tazze ministracircrlo in giro Steser la man sullrsquoimbandita mensa I Proci e poi che drsquoesca e di bevande Estinsero il desigraveo non altro in mente 190 Volgean che canti e danze adornamenti Drsquoogni convito Pose allor lrsquoaraldo Superba tra le man ceacutetera a Fegravemio

ODISSEA

6

Che per forza tra lor scioglieva il canto Tosto le corde ei ricercograve e preluse 195 A dolce melodia Piegato il capo Vegraver la diva il garzon chrsquoaltri non lrsquooda Queste le bisbigliograve note allrsquoorecchio

α 158 laquoConciteratti a sdegno ospite mio Ciograve che or dirograve Costoro agevolmente 200 Prendono in cura sol ceacutetera e canto Cheacute impuni a divorar fagravensi il retaggio Di lui le cui bianche ossa in sulla terra Putrefagravensi alla pioggia o lrsquoonda in fondo Volve del mar Se in Igravetaca reverso 205 Vedegravesserlo costoro oh come tutti Ben piugrave vorrigraveeno il piegrave veloce al corso Che drsquooro ir carchi e di superbe vesti Ma di morte crudel certo ei perigraveo Neacute speme fia piugrave in me se ancor qualcuno 210 Prometterammi il suo redir sicuro Cheacute del ritorno il digrave togravelsergli i Numi Or via ciograve dimmi e digravellomi sincero Chi Di qual gente e qual cittagrave Quai fucircro I maggior tuoi Su qual nave e con quali 215 Nocchieri e per qual modo or qua sersquo giunto Certo che a piedi in Igravetaca non viensi Dirsquo quel chrsquoio chiedo a Te percheacute il ben sappia Rispondi il veacuter Qua per la prima volta Trsquoadducesti o paterno ospite sei 220 Schiudea la reggia agli ospiti e benigno Vegraver gli umani era sempre il padre mioraquo

α 178 laquoTutto chiarirti or vorsquo ndash Palla rispose ndash A parte a parte Io Mente esser mi vanto Figlio del prode Anchigravealo ai Tafi impero 225 Regravemigi esperti Il bruno mar solcando Verso una gente di favella estrana Qua con la nave ed i compagni or giunsi A Tegravemesa me nrsquo vo recando quivi Ferro brunito a permutar con rame 230 Dalla cittagrave rimota assai nel porto Di Retro sotto il Negraveo selvoso a proda Sta la mia nave Da gran tempo i nostri Padri lrsquoun lrsquoaltro si accoglieano insieme Ospitalmente e tu il saprai se il vecchio 235

LIBRO I

7

Eroe Laerte a interrogar ti adduci Egrave fama che a Cittagrave non piugrave se nrsquo viene Ma che oppresso di guai viva nersquo campi Con attempata fante che il conforta Di cibo e di bevande allor chrsquoei riede 240 Dal fertile vigneto ove le membra Affaticate a gran stento si tragge Qua venni peroccheacute tra il popol suo Udigravea che il genitor fece ritorno Da cui lontano ancor tegravengonlo i Numi 245 Ma non isparve giagrave no dalla Terra Lrsquoinclito Ulisse Egrave vivo e sul mar vasto Egrave rattenuto in isola remota Gente crudel gente selvaggia e fiera A forza il si rattien forse captivo 250 Or tu il presagio che nel petto i Numi Spigraveranmi ascolta neacute fallace il credo Bencheacute neacute vate o dotto agraveugure io sia No gran tempo esular non dovragrave Ulisse Fosse ei di ceppi avvinto acuto ingegno 255 Troveragrave il modo del redir Ma schietto Dimmi sersquo tu figlio di Ulisse Certo Nel capo e nel fulgor dersquo tuoi begli occhi Lrsquoassembri al tutto Convenimmo spesso Con lui come or con Te pria che con gli altri 260 Prodi figli di Grecia ei navigasse Alla volta di Troia Or sin drsquoallora Ned egli vide me ned io piugrave il vidiraquo

α 213 Ed il garzon laquoOspite il veacuter sincero Risponderograve chrsquoio sia figlio di lui 265 Dice la madre altro non so neacute alcuno Per seacute medesmo il genitor conobbe Deh fossrsquoio nato drsquouom che la vecchiezza Colto nel mezzo a sue dovizie avesse Ma poicheacute tu rsquol mi chiedi egrave comun grido 270 Che il mortal piugrave infelice ingenerommiraquo

α 221 laquoNo voler degli Degravei non fu che oscuro ndash La Dea rispose dallrsquoazzurro sguardo ndash Icircsse allrsquoEtagrave piugrave tarde il tuo legnaggio Peroccheacute qual sersquo tu diegravedeti al mondo 275 Penegravelope Orsugrave il veacuter piagravecciati espormi Che banchetto che turba egrave questa E quale

ODISSEA

8

Uopo nrsquohai tu Forse di festa o nozze Non egrave certo non egrave mensa cotesta Che a carco sia di ognun dersquo convitati 280 Pagravermi che in tua magion per insultarti Pasteggino i superbi uom saggio tante Non senza fier disdegno onte vedrigravearaquo

α 230 Telegravemaco soggiunse laquoOspite mio Poicheacute il mi chiedi e di ciograve pur ti cale 285 Abbi che un tempo fu questa magione Ricca ed in pregio fincheacute ei qui si tenne Ma fermacircr altro i Numi il condannando Sparir nel mezzo dersquo mortali ignoto Neacute tanto rsquol piangerei se corsquo suoi prodi 290 Perigravea sottrsquoIgravelio o dersquo suoi fidi in braccio Tosto chrsquoei pose termine alla guerra Certo alzato gli arigraveeno i Dagravenai tutti Un monumento da cui grande al figlio Verrigravea nersquo tardi secoli la gloria 295 Or non senza ignominia il si ghermicircro Le Arpie non visto e inonorato sparve Ned altro mi lasciograve che affanni e pianto Neacute di lui solo il duol mrsquoange ben altri Infortuni darsquo Numi mi si ordicircro 300 Tutti i Proci che imperano Duligravechio Same e Zacinto drsquoalti boschi verde Quersquo che usurpacircr dellrsquoaspra Igravetaca il regno Anelano a impalmar la madre ed ella Neacute rifiutar neacute a fin trar puograve le nozze 305 Detestate ed ei intanto il mio retaggio Divorano disegravertanmi la casa Neacute guari andragrave che perderan me stessoraquo

α 252 laquoAhi ndash replicograve la diva in gran disdegno ndash Ben trsquoegrave mestier del troppo a lungo assente 310 Tuo genitor drsquoUlisse che le invitte Man sovra i Proci oltracotati avventi Se nersquo portici lagrave del suo palagio Drsquoimprovviso giungendo or si affacciasse Con elmo e scudo e con due lance tale 315 Qual io da prima alla mia mensa il vidi Vivandar lieto drsquoEfigravera tornato Dove albergograve presso il MermeridrsquoIlo Andograve a chiedergli ei lagrave velen mortale

LIBRO I

9

Per imbever le frecce e non lrsquoottenne 320 DrsquoIlo cheacute tema degli Eterni il prese Ben lo gli diede il padre mio cotanto Dismisurato affetto gli portava Oh se tal qui irrompesse Avrigravean costoro Ratto la morte e rsquol maritaggio amaro 325 Ma se venir dersquo Proci a vendicarsi Debba in sua reggia o no sulle ginocchia Sta degli Eterni Ad avvertir trsquoassenno Come tu quinci discacciar li possa Orsugrave al mio dir porgi lrsquoorecchio ed opra 330 Convoca i prodi Achivi a parlamento Dimani e rsquol tuo sermon converso a tutti Chiama gli Eterni in testimoni e arsquo Proci Spegravergersi ed ir arsquo tetti loro ingiungi Se di nozze il desigraveo punge la madre 335 Ritorni arsquo tetti del possente Icagraverio Quivi i parenti fermeran le nozze Con ricchi doni quanti mai srsquoaddice Chrsquoabbiano a seguitar figlia sigrave cara Piagravecemi un saggio ancor pogravergerti avviso 340 E tu rsquol ricetta in cor La miglior nave Di veacutenti eletti remator guernita Del padre varsquo da sigrave lunghi anni assente Novelle a procacciar sia che un mortale Le ti narri sia che la voce ascolti 345 DallrsquoOligravempio inviata arcana voce Che tutti ascosi eventi apre e disvela Varsquo prima a interrogar Negravestore a Pilo Indi appo il biondo Menelao in Isparta Che di tutti gli Achivi ultimo giunse 350 Se udrai che vive e che ritorna Ulisse Sostien bencheacute dolente un anno intero Ma srsquoodi chrsquoei perigrave ritorna e gli ergi Un sepolcro e magnifici i funegravebri Onor per Te come egrave ben degno ei srsquoabbia 355 Indi eleggi alla madre un altro sposo Adempiuti che avrai cotesti uffici Nellrsquoimo del tuo cor tieni consiglio Con te medesmo e ferma o con inganno Porre od a viva forza i Proci a morte 360 Cheacute dersquo giuochi lrsquoetagrave passograve neacute lice

ODISSEA

10

Pargoleggiar a Te che adulto sei Non odi tu qual gloria appo i mortali Oreste si acquistograve tosto chrsquoei spense Egisto traditore e parricida 365 Che il gran padre gli uccise Oh mio diletto Bello e grande ti veggio al par sii forte Acciograve lodato nellrsquoEtagrave future Il tuo nome risuoni Ecco al mio legno Riedo ed arsquo miei compagni a cui rsquol mio indugio 370 Torna omai grave Or di Te stesso a Te Caglia e del mio parlar trsquoassenna ed opraraquo

α 306 Ed il garzon prudente laquoAffettuose Ospite mio son le tue voci un padre Parla al figlio cosigrave neacute fia giammai 375 Chrsquoio le ponga in obbligraveo Ma or ti sofferma Bencheacute vogravelto al partir tanto che un bagno Grato ti porga allrsquoanima conforto Indi lieto addurrai sul tuo naviglio Eletto e prezioso un mio presente 380 Ricordo del mio amore e quale arsquo cari Ospiti suole un ospite offerirloraquo

α 314 laquoNon mi tardar la desiata via ndash Palla rispose ndash Accetterograve il bel dono Che a darmi il cuor trsquoinvoglia al mio ritorno 385 Ed arsquo miei tetti il porterograve tu allora Da me un altro otterrai non di Te indegnoraquo

α 319 Detto la Dea si dileguograve e veloce Via volando comrsquoaquila disparve Spirograve allrsquoeroe forza ed ardir piugrave viva 390 Destogravegli in cor lrsquoimmagine paterna Riscorso il tutto di stupor fu oppresso Cheacute del Dio si avvisograve Ratto lrsquoeroe Vegraver la schiera dersquo Proci il piegrave rivolse

α 325 Un vate insigne gigravea tra lor cantando 395 E tutti assisi gli porgeano orecchio Taciti attenti ridicea il funesto Ritorno degli Achei dallrsquoIgravelie piaggie Che irata a loro destinograve Minerva

α 328 Nelle stanze superne in petto accolse 400 Penegravelope il divin canto e per lrsquoalte Del palagio regal scale discese Sola non gigravea cheacute la seguigravean due ancelle

LIBRO I

11

Giunta presso i chiedenti in sulla soglia Della solida porta il piegrave ritenne 405 Quella gran donna di beltagrave un bel velo Che giugrave del capo le scendea ondeggiando Le adombrava le gote e tra le ancelle Conversa al vate sigrave dicea piangendo

α 337 laquoFegravemio altre molte sai gioconde istorie 410 Vaghezza dersquo mortali inclite gesta Dersquo Numi e degli eroi tema dersquo vati Canta di quelle alcuna or che beendo Stanno in silenzio ad ascoltarti i Proci Ma cessa omai questa canzon lugugravebre 415 Che mi trafigge il cor sempre chrsquoio lrsquooda Perograve che me vie piugrave che ogni altra opprime Disperato dolor Quanto desigraveo Mrsquoarde di riveder capo sigrave caro Dolce nella memoria egravemmi pur sempre 420 Quel prode la cui gloria alto si spande Nella Tessagravelica Egravellade ed in Argoraquo

α 345 laquoO madre mia ndash Telegravemaco rispose ndash A vate sigrave gentil percheacute contendi Chrsquoei pur ne alletti come il cor gli spira 425 Cagion dersquo nostri guai non son giagrave i vati Ma Giove che i suoi doni aglrsquoingegnosi Mortali come a grado gli egrave comparte Dunque a carco di Fegravemio appor non vuogravelsi Se il triste fato degli Argivi or canta 430 Quanto recente egrave piugrave tanto riesce Agli ascoltanti la canzon piugrave grata Ringagliardisci il cuore ogravedila o Madre Cheacute al solo Ulisse non frodograve il ritorno Troia ma al par di lui molti pericircro 435 Risali ad alto arsquo tuoi lavori intendi Alla spola al pennecchio e dellrsquoancelle Sullrsquousate opre vigilar ti piaccia La cura di parlar nelle adunanze Lascia agli uomini tutti e piugrave che ad altri 440 A me cui lrsquoimperar qui dentro spettaraquo

α 360 Ammirata Penegravelope rivolse Vegraver le superne stanze il piegrave guardando Del figlio in cuore gli assennati accenti Indi salita con le ancelle ad alto 445

ODISSEA

12

Ulisse il caro suo sposo piangea Fincheacute di un dolce sonno le palpegravebre Soavemente le gravograve Minerva

α 365 Romoreggiar in questa udigraveansi i Proci Per la sala oscurata accesi tutti 450 Dal desiderio di giacerle accanto Telegravemaco allor sorse e a dir si prese

α 368 laquoO della madre mia vagheggiatori Audaci e fieri orsugrave prendiam conforto Dallrsquoapprestata mensa e rsquol rumor cessi 455 Bello fia rsquol vate udir che glrsquoImmortali Cantando adegua Ma dimani allrsquoalba Tutti al foro trarremo ivi seggendo Con secura mi udrete alma intimarvi Che di qua disgombriate Ad altre mense 460 Volgeacutetevi ciascun nel proprio albergo Con alterni conviti il suo consumi Che se il retaggio piagravecevi drsquoun solo Impunemente disertar seguite Gli Eterni invocherograve percheacute lrsquoOligravempio 465 Vi dia dellrsquoopre guiderdon condegno Tal che qui scorra il vostro sangue inultoraquo

α 381 Tutti a quel franco dir morser le labbra Meravigliando e lrsquoEupigravetide laquoAh certo Tanta alterezza e rsquol ragionar sigrave ardito 470 Lo ti spiracircr nellrsquoanimo gli Eterni Regnar non mai concegravedati lrsquoOligravempio Igravetaca a cui rsquol natal sogravelo ti chiamaraquo

α 388 laquoAntigravenoo concitar ti potragrave a sdegno Ciograve chrsquoio dirograve ndash Telegravemaco riprese ndash 475 Se Giove il mi concede io di buon grado Lo scettro accetterograve Presso arsquo mortali Il credi tu don sigrave funesto Certo Regnar non egrave sventura ampia dovizia Nella magion di un Re tosto risplende 480 Piugrave che mai lo si onora Igravetaca molti Prenci di fresca e di matura etade Recepe in seacute potrigravea di lor qualcuno Poicheacute di vita il padre uscigraveo regnarla Ma dersquo miei tetti Re sarograve e dersquo servi 485 Che per me conquistograve lrsquoinclito Ulisseraquo

α 399 E rsquol Polibide laquoQual dersquo Greci fia

LIBRO I

13

DrsquoIgravetaca il Re nol so posa lrsquoevento Sul ginocchio dersquo Numi I tuoi tesori Possiedi e regna sulla tua magione 490 Ned uom (fincheacute abitata Igravetaca fia) A malgrado di te neacute mai per forza Rapigraverteli ardiragrave Ma da Te bramo Saper che buono sei chi egrave lo straniere Donde ei partigrave Onde lrsquoorigin ebbe 495 Di qual sangue qual terra Ad annunziarti Il ritorno del padre o qua se nrsquo venne A chieder ciograve che gli si dee Repente Senza patir che altri rsquol ravvisi sparve Neacute giagrave vile arsquo sembianti uom si parearaquo 500

α 412 E rsquol garzon saggio laquoMorta in me ogni speme Disperato egrave il redir del padre mio Eurigravemaco Se alcun fia che il mi annunzi Nol crederograve neacute feacute presto neacute calmi Dersquo vaticini che la madre chiede 505 Allrsquoindovin quando in sue stanze il chiama Ospite mio paterno egrave lo straniere Di Tafo Mente che del prode Anchiagravelo Vagraventasi figlio arsquo Tafi ersquo signoreggiaraquo

α 420 Tal diegrave risposta ma nel suo concetto 510 Della diva immortal feacutecesi accorto Nersquo diletti del canto e della danza A trastullarsi seguitacircro i Proci Fincheacute sorvenne lrsquoimbrunir del giorno A guida della notte Egravespero giunto 515 Star in feste li vide Allor ciascuno Ito arsquo suoi tetti diede gli occhi al sonno E Telegravemaco ancor lagrave rsquove construtta Nel bel recinto del cortil superbo Cospicua e vasta gli sorgea la stanza 520 Cercograve il riposo E gigravea con lrsquoalma intanto Agitando qua e lagrave molti disegni Al suo fianco portava accese faci La prudente Euriclea figliuola drsquoOpi Pisenograveride che giagrave un digrave col prezzo 525 Di veacutenti tori comperograve Laerte Quando la fresca etagrave piugrave la abbelligravea Al pari la onorograve nel suo palagio Drsquouna casta consorte neacute giammai

ODISSEA

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Lrsquoira temendo coniugal toccolla 530 Ella il cammin schiarando al giovinetto Egraveragli al fianco piugrave che ogni altra serva Lrsquoamograve cheacute lrsquoallevograve sin da bambino Costei la porta dellrsquoadorna stanza Aperse ed egli sovra il letto assiso 535 Svestigrave la molle tunica e alla saggia Donna la pose in man che ripiegolla Con arte la sospese alla caviglia Del traforato letto e di lagrave uscigraveo Trasse la porta per lrsquoanel drsquoargento 540 A seacute di retro indi tirograve la soga E la stanga abbassograve Lagrave sotto il molle Fior di lana il garzon lrsquointera notte In se medesmo tacito volgea Fornir la via che glrsquoindicograve Minerva 545

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LL II BB RR OO SS EE CC OO NN DD OO

Parlamento degli Itacesi Dipartenza di Telegravemaco

CCOME apparve nel Ciel rosea le dita La figlia del mattin surse di letto DrsquoUlisse il figlio caro e dersquo suoi panni Si rivestigrave sospese ad armacollo Lrsquoacuto brando sotto i piegrave adattossi 5 I leggiadri calzari e dalla stanza Ratto si dipartigrave sembiante a un Dio Tosto agli araldi di sonora voce Impose i ben chiomati a parlamento Argivi convocar che frettolosi 10 Accorsero Poicheacute si ragunacircro Sorvenne ei pur tra man tenendo unrsquoasta Di terso rame due veloci cani Gli osservavano i passi a lui drsquointorno Spargea celestial grazia Minerva 15 Mentre egli procedea le genti tutte Prese da meraviglia e da diletto Stavano a contemplarlo ei sul paterno Seggio che i vecchi cegravessergli si assise Primo Egizio parlograve curvato il dorso 20 Gli ebbe lrsquoetade e cose molte ei seppe Vegraver Igravelio navigograve col divo Ulisse Il diletto suo figlio il prode Antigravefo Che il Ciclope crudel nellrsquoantro uccise E di lui srsquoimbandigrave lrsquoultima cena 25 Tre figli ancor avea lo stuol dersquo Proci Eurigravenomo accresceva alla coltura Diecircr opra gli altri dersquo paterni campi Non mai pose in obbligraveo lrsquoassente figlio Quel doloroso drsquoalta angoscia oppresso 30 Con sospiri e con lagrime il richiama Neacute senza pianto allor cosigrave a dir tolse

β 25 laquoUdite tutto che spigraverami il cuore

ODISSEA

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Itacesi Non mai per noi si tenne Concilio neacute assemblea dal digrave che Ulisse 35 Veleggiava Chi dunque or qui ci aduna Qual cura arsquo garzon nostri ovvero a quelli Di piugrave matura etagrave lrsquoanimo or preme Dellrsquoarmata qualcun seppe il ritorno E ciograve che prima udigrave ridir desigravea 40 Od altro ci esporragrave che alla salute Pubblica giovi Ottimo il credo e spero Che da questa adunanza ei si avvantaggi Deh quanto volge in cor Giove gli adempiaraquo

β 35 Del presagio il garzon gioigrave neacute stette 45 Assiso piugrave cheacute drsquoarringare ardea Trasse nel mezzo e preso in man lo scettro Che il saggio araldo Pisenograver gli porse

β 40 laquoVeglio ndash disse ndash non egrave quinci lontano (Via via rsquol ravviserai) lrsquouom che questrsquooggi 50 Il popolo adunograve Son io cui grava Immenso affanno il cor Non del ritorno Dellrsquoarmata neacute drsquoaltro che al comune Util confaccia favellarvi or deggio Ma toccherograve un mio guaio ed una doppia 55 Sventura che piombograve sul tetto mio Il buon padre perdei che tra voi stessi Qual padre affettuoso un digrave regnava Or ecco altra piugrave grave che dallrsquoimo Sovvertiragrave tutti i miei stati e intero 60 Il mio retaggio struggeranne I Proci Figli di lor che qua possenti or sono Irrompendo impalmar la renitente Genitrice vorrigravean pur temon tutti Drsquoir ad Icagraverio acciograve la figlia ei doti 65 Per disposarla a quei che Ella desigravea Ma vengono al mio albergo e stagravenvi ognora Ad isgozzarmi i tori e le mie agnelle E le capre piugrave pingui a ricca mensa Alleacutegransi e tracannano a lor voglia 70 Impunemente il brun Liegraveo struggendo Tutto quanto il mio aver Ned havvi eroe Pari ad Ulisse che darsquo tetti nostri Tanto e sigrave fier disastro alfin respinga Debile e ignaro nel mestier dellrsquoarme 75

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Non basto a mrsquoaitar ben la costoro Baldanza conterrei ben forse un giorno Terribil diverrogravenne a costor tutti Se la forza in me par cresce allrsquoardire Oh Intollerandi eccessi In men che onesta 80 Guisa la magion mia giagrave giagrave ruina O cittadini drsquoIgravetaca vi prenda Di voi stessi vergogna ah sigrave fuggite Le rampogne dersquo popoli che intorno Abitan questi liti paventate 85 Lrsquoira dersquo Numi non su voi la pena Di misfatti sigrave orribili ricaggia LrsquoOligravempio e Temi implorerograve che aduna Le assemblee dersquo mortali e le disperde Reprimeteli amici e abbandonate 90 Me solo in preda al duol che mi trafigge Ove lrsquoottimo Ulisse il padre mio Avverso arsquo prodi Achei con danni ed onte Oppressi gli abbia e voi pur anco avversi Con danni ed onte a opprigravemermi accorrete 95 Eccitando costor Certo mi focircra Utile piugrave che voi gli arredi miei Voi consumaste i miei proventi e rsquol gregge Cheacute otterrei presto il debito ristoro Ridomandar per la cittagrave a ciascuno 100 Con gran ressa verrei le mie sostanze Fincheacute rese da voi foacutessermi tutte Ora senza compenso e senza speme Mi avventate nel cor fieri tormentiraquo

β 80 Irato disse e via gittograve lo scettro 105 Mescendo al sospirar dirotto il pianto A quella vista di pietagrave fu toacutecco Il popol tutto ed i medesmi Proci Taciti immoti stavano neacute alcuno Con detti acerbi saettarlo ardigravea 110 Antigravenoo solo si levograve e rispose

β 85 laquoAudace arringator giovine imbelle Telegravemaco percheacute ci oltraggi e un marchio Drsquoinfamia tenti imprigravemerci nel voacutelto Carco arsquo Proci non dar ma sigrave alla cara 115 Madre drsquoogni sottile arte maestra Giagrave scorso il terzo or vogravelgesi il quartrsquoanno

ODISSEA

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Che nel petto agli Achei lrsquoanimo elude Tutti pasce di speme a tutti invia Messi drsquoamor con tenere impromesse 120 Ma in mente altro rivolge Ed anche questo Inganno immaginograve Tela sottile Dismisurata oprando a noi sigrave disse ldquoGiovani che impalmar me desiate Poicheacute Ulisse perigrave deh le mie nozze 125 Dallrsquoaffrettar restagravetevi sin tanto Chrsquoio fornir possa per lrsquoeroe Laerte Questrsquoammanto funegravebre (e sigrave non vada Perduto il lavorigraveo delle mie fila) Quando a patir di morte i lunghi sonni 130 A seacute il trarragrave la dispietata Parca Non forse presso il popolo qualcuna Meco si adiri delle Achee se privo Giaccia sin drsquoun lenzuol colui che tante Ricchezze possedeardquo Subitamente 135 Questi detti trovacircr fede appo i nostri Animi generosi Ordigravea di giorno La gran tela e di faci allo splendore Di notte la stessea Sino al terzrsquoanno Stette cosigrave merceacute sue fraudi occulta 140 Eludendo gli Achei Ma come lrsquoOre Il quarto rimenacircr ne fece accorti Della frode unrsquoancella e quindi colta Nellrsquoatto fu Penegravelope da noi Che distessea la sua splendida tela 145 Coacutempierla allor dovette a suo malgrado Necessitagrave stringegravendola Ecco quanto Ti dichiarano i Proci onde tu rsquol sappia Ned alcun altro degli Achei lo ignori Via rimanda la madre e le prescrivi 150 Quei disposar che le disegna il padre O chi tra gli altri ella terragrave piugrave caro Ma se gran tempo ancor di Grecia i figli Affanneragrave pur di quersquo pregi usando Di che le fu sigrave liberal Minerva 155 Che la instruigravea nersquo bei lavori e dielle Acuto ingegno e scaltri accorgimenti Quai non udimmo noi darsquo maggior nostri Delle antiche di Grecia inclite donne

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Di ricche trecce e di beltagrave perfetta 160 Tiro Alcmena Micene a cui sigrave adorni Pensier non mai si aperser nella mente Come son quei di che Ella ognor srsquoinfiora Ma se dissi persiste a usarci inganni Non le succederan come si avvisa 165 Darsquo Proci tutti divorato e sperso Ti fia il retaggio e le ricchezze e il vitto FinchrsquoElla in petto ratterragrave il consiglio Che le posero i Numi A seacute gran fama Procacceragrave ma te faragrave dolente 170 Del van desigraveo del ben perduto Or noi Neacute porrem cura ad altro ned il piede Rimoverem da queste soglie se Ella Pria non disposa quel che piugrave le aggradaraquo

β 129 laquoNo ndash replicograve Telegravemaco ndash non mai 175 Da queste soglie mie caccerograve in bando Chi partorigravemmi e del suo sen mi crebbe O lontan viva il padre o non piugrave spiri Certo duro mi fia tornare a Icagraverio Sigrave ricca dote che tornar pur deggio 180 Ovrsquoio la madre al dipartir costringa Di gravi mali il padre e di piugrave gravi Mrsquoopprimerebbe un Dio da che scendendo Da questrsquoalbergo invocheragrave la Madre Le ultrici Erinni ed io alle genti tutte 185 Verrei in orror Ah no sigrave ria parola Non fia Proci da me proferta mai Se irati siete uscigravetemi di casa Igravetene ad altri deschi alternamente Lrsquoun lrsquoaltro inviti e lrsquoaver suo consumi 190 Ma se il retaggio divorar drsquoun solo Piagravecevi impunemente e voi seguite Invocherograve gli Eterni acciograve che Giove Vindice surga e qui caggiate inultiraquo

β 146 Detto due dalla cima ardua del monte 195 Aquile gli mandograve dersquo tuoni il Dio Tra lor vicine i tesi vanni immoti Con lo spiro volavano dersquo vegraventi Ma come fucircr dellrsquoassemblea sul mezzo Scuotendo i folti vanni roteando 200 E sul capo dersquo Proci il guardo affiso

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Morte a tutti auguracircro alfin con lrsquounghie Fendegravendosi ciascuna i fianchi e il collo Impeto fecircro a destra attraversate Le mura e la cittagrave si dileguacircro 205 A quella vista attoniti nellrsquoalma Agitavan qual mai coacutempiersi evento Futuro si dovea Tra loro il veglio Aliterse Mastograveride allor surse Che i coetanei suoi vincea nellrsquoarte 210 Di conoscer gli augugraveri e che del Fato I decreti chiarigravea benigno arsquo Greci Allrsquoadunanza si converse e disse

β 161 laquoUdigravetemi Itacesi e voi piugrave che altri Proci a cui profeteggio Unrsquoeminente 215 Ruina vi minaccia a lungo Ulisse Non rimarragrave darsquo suoi cari lontano Giagrave giagrave si appressa ed a voi tutti apporta Sterminio e morte neacute a voi soli molti DrsquoIgravetaca abitator con voi cadranno 220 Teniam dunque consiglio o cittadini Per reprimer costoro o da se stessi Affregraveninsi cheacute ciograve drsquoassai lor giova Ignaro no ma esperto agraveugure io sono Tutto che giagrave predissi avvenne quando 225 Per Igravelio con gli Achei sarpava Ulisse Molti gridai patiragrave affanni tutti Perderagrave i suoi compagni a tutti ignoto Faragrave ritorno nel vigesimrsquoanno Ecco or lrsquointero oracolo si adempieraquo 230

β 177 E rsquol Polibide Eurigravemaco laquoSu via Ricovra in tua magion lagrave profeteggia Vegliardo arsquo figli tuoi non forse alcuna Sventura un digrave gli opprima io vorsquo far chiari Assai meglio di Te cotesti augugraveri 235 Sotto i raggi del Sol per lrsquoaere immenso Molti e molti augei volano pur tutti Non danno indizio di futuri eventi Quinci lontan perigrave giagrave Ulisse Oh seco Morto fossi pur tu Cesserigravean tanti 240 Tuoi vaticini neacute aizzar torresti Di Telegravemaco lrsquoira in tua magione Pur lrsquoaspettando a pogravergerti alcun dono

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Questo io ti dico e fia Se tu drsquoantiche Scaltrezze esperto ad irritar persisti 245 Con fallaci parole il giovinetto Gli nocerai senza che i tuoi disegni Possa pel tuo predir porre ad effetto E noi veglio imporreacutemti una tal multa Che ti fia il sostenerla aspro tormento 250 Or vorsquo assennar Telegravemaco rimandi La madre a Icagraverio appresteran le nozze I parenti colagrave di molti e ricchi Doni la seguiran come si addice A tal figlia diletta Oh certo prima 255 Non ristaranno no di Grecia i figli Dallrsquoinchiesta ostinata alcun non havvi Che ci atterrisca bencheacute sigrave loquace Non lo stesso Telegravemaco neacute cura Prendiam giagrave noi del vaticinio o veglio 260 Che ad annunziar testeacute ti feacutesti indarno Anzi da noi maggiore odio trsquoacquisti Strutte figraveen le sostanze e lrsquoordin guasto Fincheacute arsquo Greci costei le nozze indugia Per la costei virtugrave con lunga attesa 265 Contenderemo neacute giagrave ad altre spose Aspirerem bencheacute di noi ben degneraquo

β 208 Ed il garzon laquoEurigravemaco e voi Proci Neacute porger prieghi piugrave neacute qui davanti Allrsquoadunanza ragionar mi udrete 270 Giagrave giagrave agli Eterni abitator del Cielo Arsquo Dagravenai tutti giagrave chiara egrave ogni cosa Un legno e veacutenti regravemigi sol chieggo Che mi aprano qua e lagrave lrsquoequoree vie A Sparta a Pilo dellrsquoassente padre 275 Per ritrar mi addurrograve sia chrsquouom me nrsquo parli O la voce di Giove oda che tutti Del futuro gli arcani apre e disvela Se udrograve chrsquoei vive e rediragrave quantunque Dolente un anno sosterrograve ma dove 280 Estinto sia tornato al natigraveo loco Glrsquoinnalzerograve un sepolcro e con funegravebre Pompa qual si convien fagravettogli onore Da me la madre accetteragrave uno sposoraquo

β 224 Tacque e si assise Tra gli Argivi surse 285

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Megraventore giagrave compagno al prode Ulisse A cui quando nel suo legno saligravea Commise di vegghiar sopra i suoi cari Drsquoobbedire a Laerte e guardar tutti Integri i beni suoi Con saggio avviso 290

β 229 laquoTutto che il cuore spigraverami deh udite Itacesi ndash sclamograve ndash Benigno e mite Scettrato Re no non piugrave sia ned alti Sensi volga nel cor ma crudel sempre Con ingiusti e feroci atti imperversi 295 Poicheacute tra i tanti popoli che resse DrsquoIgravetaca il Re qual padre affettuoso Uom non mi occorre piugrave che il si rammenti Neacute i Proci incolpo giagrave persquo violenti Atti che ognuno in sua vil alma ordisce 300 Cheacute la testa vi arrischiano struggendo Questa magion drsquoUlisse a cui disdetto Si credono il ritorno Or contro gli altri Del popolo mrsquoadiro Oh voi sedete Tutti muti Neacute pur drsquouna rampogna 305 Comprimete costor debili e pochi Bencheacute voi siate un popolo infinitoraquo

β 242 laquoOh che dirsquo tu ndash Leogravecrito rispose ndash Stolto e furente Megraventore esortando Il popolo a reprimerci Ben duro 310 Focircra a gran moltitudine assaltarci Lagrave nelle feste dersquo conviti accolti Anzi reverso qua lrsquoIgravetaco Ulisse Se bramasse scacciar dal suo palagio I fieri Proci banchettanti certo 315 Non giagrave la donna sua ne andrebbe allegra Bencheacute tanto il desii del suo ritorno Cadrigravea pur lagrave di men che onesta morte Se contro tanti ei combattesse a torto Quindi tu parli Or via popoli ognuno 320 Divigravedasi dagli altri ed alle usate Faccende omai ritorni i suoi paterni Ospiti antichi Megraventore Aliterse La costui dipartenza affretteranno Pur mi credrsquoio che lunga pezza assiso 325 Chieder farassi in Igravetaca novelle Neacute tal viaggio forniragrave giammairaquo

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β 257 Detto repente ruppe lrsquoadunanza Lrsquoun dallrsquoaltro divisi i cittadini Ciascun srsquoincasa nel regal palagio 330 Del divo Ulisse rientracircro i Proci

β 260 Ma solingo il garzone ito alla riva Le man lavograve nel pelago ondeggiante Ed a Minerva supplicograve laquoDeh mrsquoodi Dea che apparendo ier nel mio palagio 335 Per lo mar tenebroso ir mrsquoimponesti Del padre in traccia da gran tempo assente Contrasto fanno al tuo comandamento Piugrave che gli Argivi i Proci empi di cui Trapassa lrsquoarroganza ogni confineraquo 340

β 267 Sigrave disse orando Gli si fersquo drsquoappresso Pagravellade che la voce e le fattezze Assunte avea di Megraventore e gli disse

β 270 laquoNo non ti falliragrave neacute ardir neacute senno Drsquoora innanzi o Telegravemaco Se in vero 345 Ti stillograve in cor la sua virtude il padre Che quanto impreso avea quanto per fede Legagravevasi di far sempre compiea Il tuo viaggio no non andragrave a vograveto Ma se tu di Penegravelope e di Ulisse 350 Degno figlio non sei ciograve che ora brami Speme non ho che trarre a fine il possa Neacute giagrave trsquoammirerai del dubbiar mio Che pochi figli agguagravegliansi arsquo lor padri Peggiori i piugrave di rado alcuno avanza 355 I maggior suoi Ma come in Te neacute il senno Neacute lrsquoardir verragrave men se la saggezza Del tuo gran genitor non ti abbandona Consumerai credrsquoio siffatta impresa Dunque i disegni a vil prendi e le trame 360 Degli insensati Proci cheacute rubelli Alla ragion si rendono ed al giusto Neacute della Morte pur si fanno accorti Che sta lor presso neacute dellrsquoatra Parca Che perir li faragrave tutti in un giorno 365 Il viaggio che imprendere fermasti Piugrave non pate drsquoindugio Io tal drsquoUlisse Mi son compagno che veloce un legno Poacuterti vorsquo in punto e accompagnarti io stesso

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Ma tu riedi al palagio e lagrave ti mostra 370 Alla schiera dersquo Proci indi apparecchia La vettovaglia e la ripon nersquo vasi Nellrsquourne il buon Liegraveo la cereale Bianca polve dellrsquouom forza e midollo Nersquo densi otri rinserra Io vo a gran fretta 375 Raccocircr per la cittagrave presti arsquo tuoi cenni Volontari compagni Havvi non poche Nella dal mar cerchiata Igravetaca antiche Navi e novelle Eleggerograve tra queste Lrsquoottima e tosto drsquoogni attrezzo armata 380 Per noi verragrave sul vasto mar sospintaraquo

β 296 Palla cosigrave figlia di Giove Udita La voce della Dea piugrave non ristette Telegravemaco ma il piegrave celere mosse Angosciato nel cor verso la reggia 385 Rosolar verri ed iscuoiar capretti I fieri Proci nel cortil rinvenne Gli si fersquo incontro Antigravenoo e sogghignando Per mano il prese lo nomograve e gli disse

β 303 laquoO dicitor sublime o giovin prode 390 Piugrave non volgere in cor funeste cure In parole od in opre anzi con noi A vivandar comrsquoegrave tua usanza or vieni Tutto che ti fia drsquouopo appresteranno Nave ed esperti regravemigi gli Achei 395 Acciograve ratto varcar tu possa a Pilo Del chiaro genitor dietro alla famaraquo

β 309 Ed il garzon laquoNon piugrave con voi superbi Mio malgrado seder conviemmi a desco Neacute tranquillo allegrarmi Oh non vi basta 400 Le tante avermi o Proci alme ricchezze Divorate quandrsquoio mrsquoera fanciullo Ma or che grandeggiar giagrave mi vedete Che mi fo senno dellrsquoaltrui consiglio E che lrsquoalma nel sen creacutescermi sento 405 Scagliarvi tenterograve le Parche addosso O parta o qua tra il popolo rimanga Andrograve neacute vano fia il cammin su nave Da carco cheacute alcun legno io non possedo Neacute regravemigi sigrave par che a voi piugrave gioviraquo 410

β 321 Divelse e a seacute tirograve la mano in questa

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Dalla man drsquoAntigravenoo seguigraveano intanto A far lrsquoappresto del convito i Proci Trafiggendo il garzon di motti acerbi

β 325 Di quersquo protervi alcun laquoCerto ndash dicea ndash 415 Far di noi divisograve fervida strage Da Pilo condurragrave seco o da Sparta Vindici cheacute tal brama il cor gli strugge Od ito al pingue suol drsquoEfigravera un fiero Velen trarranne che da lui gettato 420 Nellrsquourne tutti ci trarragrave di vitaraquo

β 331 laquoChi sa ndash di quersquo superbi un altro aggiunse ndash Chrsquoegli errando sul mar darsquo suoi lontano Come Ulisse non pecircra Oh quanta allora Fatica sosterrem Sigrave gran retaggio 425 Partir dovremo e cedere alla madre Ed a colui che impalmeragrave la reggiaraquo

β 337 Nellrsquoalta intanto spaziosa sala Scese del padre dove lrsquooro e il rame Ammassati giacean lagrave ornate vesti 430 Chiuse nellrsquoarche e lagrave fragranti essenze Lagrave vrsquoeran di Liegraveo botti ricolme Vecchio puro licor nettareo al tutto In lungo presso il muro ordine poste Per Ulisse guardagravevansi ovrsquoei fesse 435 Patiti aspri travagli arsquo suoi ritorno Gran porta a doppie imposte intra seacute strette Tenacemente custodigravea lrsquoentrata Questi tesor digrave e notte vigilava Del PisenoridrsquoOpi la prudente 440 Figlia Euriclea Telegravemaco la chiama E dal petto volar fa questi accenti

β 349 laquoAttignere ti piaccia o mia nutrice Vin soave nellrsquourne e rsquol miglior sia Dopo quel che aspettando il divo Ulisse 445 Gli tieni in serbo se pur fia che sfugga Lrsquoinfelice alla Parca e arsquo suoi ritorni Dodici vasi mrsquoempi e li suggella Di polve cereal veacutenti mi versa Misure in ben chiusi otri Ma tu sola 450 Sagraveppilo e poacutemmi ciograve che dissi in punto Verrograve qui a sera e prenderograve tai cose Quando la madre risalita ad alto

ODISSEA

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Gli occhi al sonno daragrave Cheacute giagrave mi egrave tardo Pilo ed Isparta visitar se mai 455 Verrammi fatto udir qualche novella Sul bramato redir del padre mioraquo

β 361 Ululograve diegrave in gran pianto e sigrave rispose Lrsquoaffettuosa tenera Euriclea laquoPercheacute mai concepisti un tal disegno 460 O caro figliuol mio Percheacute sigrave vasta Terra percorrer vuoi Tu che pur sei Diletto unico figlio Ahi certo lunge Perigrave dal suol natigraveo fra genti estrane Lrsquoinclito Ulisse Come dipartito 465 Quinci ne sarai tu che i Proci crudi Insidiando ti trarran di vita E partiragravensi tutte le tue spoglie Deh qui rimanti e qui frarsquo tuoi trsquoassidi Non fa per te del mar voraginoso 470 Affrontati i perigli irne ramingoraquo

β 371 laquoFarsquo cor nutrice mia che non egrave senza Lo spiro drsquouno Iddio questo consiglio Ma giura che di ciograve non farai motto Alla diletta genitrice prima 475 Che sorga in Ciel la dodicesimrsquoalba Salvo che di vedermi ella desii O del mio dipartir voce le giunga Chrsquoio temo non la sua bella persona Dallrsquoostinato lagrimar si struggaraquo 480

β 377 Tacque e la vecchia il giuramento grande Giurograve dersquo Numi e poi che giurato ebbe Dallrsquourne rsquol vino attigravensegli e nersquo densi Otri la polve cereal versava Telegravemaco al palagio indi tornato 485 Tra la schiera avvolgeacutevasi dersquo Proci

β 382 Minerva intanto altro avvisograve vestite Le forme di Telegravemaco percorse In tutte parti la Cittagrave ed a quanti Le occorreano ingiungea che vegraver la sera 490 Sul veloce navil convengan tutti Indi al Fronide Noemoacuten richiese Un legno ed ei di buon grado il promise

β 388 Ascoso il Sol si ombracircr le vie Minerva Nel mare il pin lanciograve poacutestivi tutti 495

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Gli arnesi che un naviglio in seacute rinchiude A gran corso sospinto e nel confine Del porto si piantograve Drsquointorno a lei Ristrigravengonsi frequenti del viaggio I compagni e la Dea gli anima e incora 500

β 393 Ma giagrave la diva dallo sguardo azzurro Concepigravea nella mente altro disegno Giunta repente alla magion drsquoUlisse Con un dolce sopor che arsquo Proci infuse Sigrave li turbograve gli svigorigrave beenti 505 Che di lor man cascarono le coppe Non piugrave seggono a desco al proprio albergo Vagravessene ognun per la cittagrave cheacute grave Cadeva lor sulle palpegravebre il sonno Ma la forma ripresa e in un la voce 510 Di Megraventore la Dea fuor darsquo suoi ricchi Tetti il garzon chiamograve laquoSeggono al remo Telegravemaco i compagni lrsquoirrompente Tua venuta aspettando or via moviamo Ned altro al dipartir poacutengasi indugioraquo 515

β 405 Tacque e ratto il precesse il giovin lrsquoorma Pestagravevale Trovacircr giunti appo il legno I chiomati compagni in sulla riva Cui parlograve del garzon la sacra possa

β 410 laquoOr su per noi qui si trasporti amici 520 La vettovaglia che giagrave tutta accolta Sta nel palagio nulla sa la madre Nulla le ancelle fuori chrsquouna a cui Questo disegno mio non tenni ascosoraquo

β 413 Detto i compagni precorrea che lesti 525 Affollati il seguicircr Lrsquoanfore e gli otri Nellrsquoimpalcata nave deponendo Come drsquoUlisse il caro figlio impose Questi su vi saligravea ma il precedette Minerva che giagrave in poppa egraverasi assisa 530 Accanto ei le posograve Sciolte le funi Darsquo remiganti si occupacircro i banchi Destro a lor avviograve Pagravellade un vento Lrsquoimpetuoso Zegraveffiro che accorso Sul tenebroso mar lrsquoali battea 535 Telegravemaco eccitograve tosto i compagni A dar mano agli attrezzi e quersquo obbedicircro

ODISSEA

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Giagrave lrsquoabetino alzato albero in alto Entro il piantacircr la cava base al piede Di corda lrsquoannodacircr tirate in suso 540 Corsquo ben attorti cuoi le bianche vele Nel mezzo il vento le gonfiograve drsquointorno Rimormora lrsquoazzurra onda dirotta Dalla carena del fuggente legno Che via trascorre e rsquol mar vasto rinsolca 545 Poi che le sarte avvinser nel naviglio Di vin le tazze coronacircr libando Arsquo Sempiterni ma piugrave a Te possente Figlia di Giove dallrsquoeteree luci Trascorsi i flutti il pin la notte intera 550 Giunse con lrsquoalba del suo corso a riva

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LL II BB RR OO TT EE RR ZZ OO

Avvenimenti in Pilo

GGIAgrave surto il Sol dal fulgido Oceagraveno Al cielo dalla volta ampia di bronzo Saligravea recando arsquo Numi ed ai mortali Sullrsquoalma terra la diurna luce Quando a Pilo cittagrave forte e superba 5 Giunsero di Negraveleo Stavan le genti Quivi offrendo sul lido un sagrifizio Di tauri tutti negri al Re Nettuno Dai crini azzurri scotitor del mondo Nove erano le schiere in ogni schiera 10 Sedeano cinquecento e per ciascuna Nove buoi srsquoimmolacircr di cui gustate Le viscere ardean lrsquoanche a Enosigegraveo Entracircr diritto in questa gli Itacensi Nel porto ammainacircr le gonfie vele 15 A riva rilegacircro il pin veloce E gittacircrsi nel lido Preceduto Da Palla ei pur Telegravemaco discese A cui la Diva dallo sguardo azzurro Primiera dirizzograve queste parole 20

γ 14 laquoNed ombra pur di giovenil vergogna Telegravemaco or trsquoannoi giagrave rsquol mar solcasti Per udir qual contrada il padre asconda O rsquol fato a cui soggiacque Or su diritto Al bellicoso Negravestore trsquoavvia 25 Sigrave vedrem qual consiglio in sen rattenga Pregravegal del veacuter neacute mentiragrave cheacute somma Prudenza quellrsquoegregio animo annidaraquo

γ 21 laquoO Megraventore ndash soggiunse il giovin saggio ndash

ODISSEA

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Come lrsquoappresserograve Quai mover deggio 30 Salutevoli detti Ancor non sono Degli assennati ragionari esperto Neacute garzon verecondo agevolmente Interroga chi a lui drsquoetagrave sovrastaraquo

γ 25 E Minerva laquoNellrsquoanima tua stessa 35 Parte del tuo sermon tu rinverrai Suggeriratti il resto un qualche Iddio Cheacute non credrsquoio chrsquoabbi il natal sortito E rallevato sigravee malgrado arsquo Numiraquo

γ 29 Detto veloce il piegrave Pagravellade move 40 Ed il nobil garzon lrsquoorma le preme Quandrsquoecco fucircr nellrsquoassemblea rsquove assisi Stavano i Pili Trovacircr lagrave il Nelide Corsquo figli suoi mentre i compagni intorno Apprestavan la mensa altri le carni 45 Infiggea negli spiedi ed altri al fuoco Le maturava Tosto che adocchiati Ebbero i forestieri accorser tutti Strinser loro la destra e glrsquoinvitacircro Ad assigravedersi Primo a lor traea 50 Del re Nelide un figlio Pisistragraveto Ambi per man li prende appo la mensa In molli a si adagiar velli glrsquoinvita Di che il lito arenoso era coverto Tra il german Trasimegravede e rsquol padre suo 55 Dersquo precordi fumanti a lor fersquo parte Indi mescendo il vino in aurea tazza Propinava e movea queste parole A Palla figlia dellrsquoEgigraveoco Giove

γ 43 laquoImplora Ospite il Re dellrsquoOceagraveno 60 Peroccheacute giunto qui trsquoavvieni al tempo Del convito a lui sacro A fine tratti Come si addice i libamenti e i prieghi Porgi a questo garzon ricolmo il nappo Del soave licor sigrave chrsquoegli ancora 65 Adempia al rito cheacute pregar gli Eterni Ben credrsquoio chrsquoei vorragrave gli umani tutti Hanno mestier della celeste aigraveta Di te giovane piugrave drsquoetagrave egravemmi eguale Quindi pria porgo a te questrsquoaureo napporaquo 70

γ 51 Detto in man lo gli diegrave Gioigravea Minerva

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Che lrsquoeroe giusto e saggio a lei primrsquoabbia Dersquo libamenti il nappo aureo proferto Tosto molte Ella alzograve preci a Nettuno

γ 55 laquoOdi o tu che la terra intorno cingi 75 Nettun possente e non prendere a sdegno Di adempiere dersquo tuoi supplici rsquol voacuteto Gloria a Negravestore in prima ed arsquo suoi figli Concedi e graziosa indi mercede Dellrsquoinclita ecatombe arsquo Pili tutti 80 A Telegravemaco inoltre ed a me assenti In Igravetaca redir dopo che avremo Fornito ciograve per cui sul ratto legno A queste sacre a te sponde arrivammoraquo

γ 63 Sigrave disse orando indi libograve e la coppa 85 Gemina al buon Telegravemaco porgea Che del par supplicograve Come i donzelli Tolsero al fuoco le arrostite carni Le comparticircro arsquo convitati e questi Gustacircr le dapi della mensa illustre 90 Della fame e del ber spento il desigraveo Primo a dir tolse il Cavalier Nelide

γ 69 laquoInterrogare or gli ospiti si addice Che il cibo ha confortato O forestieri Chi siete onde venite e qual vi spinse 95 Bisogno a traversar lrsquoequoree vie Od ite a caso per lo mar raminghi Come pirati che la vita a rischio Pongon per depredar lrsquoestranee gentiraquo

γ 75 Di seacute fatto sicuro gli rispose 100 Il prudente garzon cheacute nuovo ardire Posto gli ebbe nellrsquoanimo Minerva Acciograve del padre assente al Re dimandi Ed a seacute gloria appo le genti acquisti

γ 79 laquoO Negravestore Nelide inclito vanto 105 Degli Argivi ti piacque interrogarne Chi siamo ed ecco a digraverloti son presto DrsquoIgravetaca che del Negraveio siede alle falde Or qua giungiam parlar drsquouna faccenda Privata non giagrave pubblica ti deggio 110 Vengo se aver possrsquoio qualche contezza Lrsquoampia del padre mio fama seguendo Del magnanimo Ulisse che giagrave teco

ODISSEA

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Combattendo comrsquoegrave pubblico grido LrsquoIgravelie mura atterrograve Dersquo guerrier tutti 115 Che corsquo Tegraveucri pugnar per noi si seppe Dove ciascun di ria morte cadeacuteo Ma di Saturno il figlio anche la morte Ci nasconde drsquoUlisse Alcun sinrsquoora Non ci chiarigrave dovrsquoei finigravea se giacque 120 Dersquo nemici per man sul continente O drsquoAnfitrite se rsquol domacircro i flutti A te dunque ricorro e le ginocchia Trsquoabbraccio percheacute a me del genitore Narri la morte dispietata (o lrsquoabbi 125 Con gli occhi propri vista o qualche errante Riferta lrsquoabbia a te) cheacute soprammodo Infelice la madre il partorigravea Neacute di farmi dolente alcun riguardo Ti prenda neacute pietagrave nulla ti tocchi 130 Ma quanto sai deh digravellomi te nrsquo prego Se di consiglio o drsquoopra a te promessa Ti giovograve il padre mio lrsquoegregio Ulisse Lagrave tra le Iligraveache genti ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste Ah questo 135 Rammegraventati ed il veacuter nudo mi svelaraquo

γ 102 laquoFiglio ndash rispose il Cavalier Nelide ndash Tu mi fai rammentar quanti infortuni Appo il nemico popolo patimmo Noi gagliardigravea dersquo Greci invitta prole 140 Sia che sul negro mar corsquo legni errando Di preda in traccia ci guidasse Achille Sia che di Prigraveamo Re sotto alla vasta Cittagrave per noi si combattesse dove Glrsquoincliti nostri eroi cadean trafitti 145 Lagrave giacque il Marzio Aiace e lagrave il Pelide Lagrave Pagravetroclo nel senno emolo arsquo Numi Lagrave il caro figliuol mio lrsquoesimio e forte Antigraveloco del par veloce al corso E prode battaglier ben altre molte 150 Disventure ci oppressero Chi mai Potrigravea tutte ridigravertele Se cinque E sei qui trsquoindugiassi anni chiedendo Quanti guai soffricircr lagrave drsquoEgravellade i prodi Fastidito al natigraveo suol rediresti 155

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Prima che a fin traessi il mio racconto Novrsquoanni interi macchinando offese Con tutti ingegni noi li circuimmo Allor Giove recograve lrsquoimpresa a fine Col divo Ulisse gareggiar di senno 160 Non volle alcun ligrave mai peroccheacute tutti Neglrsquoinventi e le astute arti vincea Col padre tuo Certo gli sei tu figlio Meraviglia mi assal mentrrsquoio ti guardo Cheacute simiglianti arsquo suoi sono i tuoi detti 165 Ned a quel dellrsquoeroe cosigrave conforme Creder potrigraveasi il dir drsquoun giovinetto Fincheacute si guerreggiograve lagrave non avemmo Neacute in parlamento mai ned in concilio Due diversi pareri Ulisse ed io 170 Ma unanimi aprivam quel saggio avviso Che degli Argivi a pro tornar dovea Lrsquoalta cittagrave di Prigraveamo rovesciata Quando le navi salivamo un Dio Disperse lrsquooste Achea da quel momento 175 Funesto in mente macchinograve il ritorno Agli Achivi lrsquoOligravempio cheacute non tutti Prudenti eran neacute giusti anzi un rio fato Molti colpigrave per la terribil ira Della possente Dea dal guardo azzurro 180 Inclita prole drsquoun possente Iddio Che fra gli Atridi aspra eccitograve contesa Convocacircr dissennati a parlamento Contro lrsquousanza a Sol caduto i Greci Che trasser di Liegraveo molto gravati 185 Ad ascoltar ciograve che sponean quersquo duci Menelao lagrave ingiungeva ai Dagravenai tutti A far sul dorso ampio del mar ritorno Ma forte disgradigrave quella proposta AllrsquoAtride maggior che fermo avea 190 Di rattener le schiere ed immolando Sacre ecatombe lrsquoira violenta Della diva placar stolto neacute vide Che drsquoallenirla si studiava indarno Cheacute di leggier non cagravengiasi la mente 195 DeglrsquoImmortali Mentre con alterni Acerbi detti altercano gli Atridi

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Surser levando alto rumor gli Achei Per contrario voler tra seacute divisi Pernottammo cosigrave gli uni agitando 200 Contro gli altri pensier tetri e funesti Cheacute Giove ci apprestava orridi guai Come lrsquoalba apparigrave nel mar le navi Varammo e molte sopra vrsquoimponemmo Dovizie e donne drsquoelegante cinto 205 Mezza lrsquooste restograve lagrave presso il duce Di genti Agamennoacuten lrsquoaltra ovrsquoio salsi Nersquo remi diegrave correvano veloci Le navi cheacute tranquille a noi davanti Lrsquoonde adeguograve del mar pescoso un Dio 210 A Tegravenedo approdati ostie votive Arsquo Numi offrimmo pur dersquo tetti nostri Desiderosi Ma non piacque a Giove Consentirci il redir che dispietato Fiera di nuovo la discordia accese 215 Cheacute Ulisse accorto e saggio Re ritorse Corsquo suoi compagni delle navi il corso Gratificar volendo al sommo Atride Ma io corsquo molti legni che seguicircrmi Fuggigravea presago dersquo disastri gravi 220 Che a nostro danno meditava un Nume Animando i compagni anchrsquoei fuggigravea Di Tidegraveo rsquol figlio bellicoso Tardo Il biondo Menelao ci aggiunse in Lesbo Che del viaggio faticoso e lungo 225 Consultavam se navigar di sopra A Chio petrosa Psirigravea costeggiando E lasciagravendola a manca o sotto Chio Veleggiar lungo il ventoso Mimante Giove pregammo drsquoun prodigio e rsquol Nume 230 Il ci mostrograve poi fendere nel mezzo Il pelago ove Eubegravea sorge crsquoindisse Per condugraverci in gran fretta a salvamento Prospero allor soffiograve vento stridente Da cui le navi oltra sospinte ratto 235 Le vie pescose percorreano tanto Che notturne sorgean sovra Geregravesto Molte colagrave a Nettuno anche di tori Misurato gran mar per noi fucircr arse

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Splendeva il quarto digrave quando i compagni 240 Del prorsquo Tidide ritornacircro in Argo Vegraver Pilo il corso io tenni e quel propizio Vento che un Nume crsquoinviograve da prima Non mai si estinse Di tal guisa o amato Figlio ignaro giunsrsquoio neacute degli Achei 245 Seppi quali campacircr quali pericircro Ciograve poi che accolto nersquo miei tetti udigravea Schietto come si addice or ti appaleso Egrave fama che ritorno ebber felice Gli esperti drsquoasta Tegravessali guerrieri 250 Che lrsquoinclito guidograve figlio drsquoAchille Lrsquoesimia prole di Peagravente ancora Filottete il sortigrave del par felice Tutti i compagni rimenava in Creta Che sfuggicircro alla guerra Idomenegraveo 255 Neacute rsquol mar alcun gli tranghiottigrave Giagrave udiste Bencheacute lontani voi medesmi come Agamennoacuten se nrsquo venne e come Egisto Ria morte gli tramograve Ma costui pure Condegna al suo fallir pena sostenne 260 Oh felice lrsquoeroe che un animoso Figlio dopo di seacute vindice lascia Tal si fu Oreste che traea dal vile Del suo gran padre ucciditor vendetta Tu pur diletto mio (cheacute bello e grande 265 Soprammodo ti veggio) al par sii prode Acciograve il tuo nome alle future genti Lodato di virtugrave splendida voliraquo

γ 201 laquoO Negravestore Nelide inclita luce Delle Argograveliche genti Oreste a pieno 270 Si vendicograve Celebreran gli Argivi Lrsquoalta sua gloria e voleragrave nel canto Delle future etagrave lrsquoinclito nome Ah percheacute forza tal non diemmi rsquol Cielo Da rintuzzar la detestata audacia 275 Dersquo Proci che tramando onte e delitti Mrsquooltraggian tanto Ma neacute al padre mio Ned attorsero a me destin sigrave lieto Gli Eterni or tutto sofferir mi egrave forzaraquo

γ 210 Ed il saggio Nelide laquoO mio diletto 280 (Mi rammenta il tuo dir le tue sventure)

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Udigravea che molti drsquoimpalmar bramosi A malgrado di Te la genitrice Ti entracircro in casa a opprimerti di guai Dimmi soggiaci senza far contrasto 285 O cedendo allrsquooracolo di un Nume Forse il popolo tutto odio ti porta Chi sa se arsquo tetti suoi reverso il padre Quersquo violenti non suggetti al fio Od ei pur solo ovver corsquo Dagravenai tutti 290 Se diligesse te Pagravellade come Lagrave nersquo campi di Troia il divo Ulisse Dove paticircr gli Achei cotanti affanni (No dersquo Numi favor sigrave manifesto Quale il mostrograve per quellrsquoeroe Minerva 295 Non vidi mai) certo se tanto affetto Ti portasse la Diva e tanta in petto Cura avesse di te giagrave i Proci tutti Posto le nozze avrebbero in obbligraveoraquo

γ 225 laquoO buon veglio ndash Telegravemaco riprese ndash 300 Non credo che tal detto unqua si adempia Trasmodato egrave il tuo dir stupor mi opprime Neacute speme egrave in me che questo accaggia ovrsquoanco Tal si fosse il voler dersquo Sempiterniraquo

γ 229 laquoDeh qual parola ti sfuggigrave dal labbro 305 ndash Lrsquointerrompendo ripigliograve Minerva ndash Quandrsquoa un Nume fia in grado agevolmente Porragrave in salvo il mortal bencheacute lontano Quanto a me torrei dopo acerbe doglie Ricovrar nersquo miei tetti e del ritorno 310 Scorgere il digrave che nel mio proprio albergo Perir come perigravea colpa drsquoEgisto E di sua donna il prode Agamennoacutene La morte sola che a nullrsquouomo perdona Distocircr non ponno da un diletto eroe 315 Gli stessi Eterni abitator del Cielo Quando di lunghi sonni apportatrice La dispietata Parca il si ghermigraveoraquo

γ 239 Ed il garzon laquoNon piugrave Megraventore mio Bencheacute ci opprima il duol di ciograve si parli 320 Gli egrave disdetto il ritorno i Sempiterni La morte e rsquol negro suo destin fermacircro Interrogare or vorsquo drsquoaltro il Nelide

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Che rsquol giusto cole e per lo senno avanza Gli altri su cui tre etagrave fama egrave che regni 325 Tal che allrsquoaspetto mi rassembra un Nume O Negravestore Nelide il veacuter mi narra Come perigrave lrsquoAtride ampio-regnante Agamennoacutene Menelao dovrsquoera Come il perfido Egisto una tal morte 330 Macchinograve chrsquouom di seacute tanto piugrave forte Trucidava Lontan forse era drsquoArgo Acaica Menelao Forse egli errava Fra estranee genti sigrave che la paura Scossa dal petto il traditor lrsquoucciseraquo 335

γ 253 laquoFiglio ndash il Nelide soggiungea ndash sincero Tutto il veacuter ti dirograve Ben ti sersquo apposto Ciograve stesso avvenne Se reverso drsquoIgravelio Sorpreso avesse il biondo Menelao Nel palagio drsquoAtride Egisto vivo 340 Conspersa la costui spoglia non focircra Pur drsquoun pugno di terra ma disteso Lungi dalla cittagrave sarigravea in un campo Pasto drsquoaugei di cani neacute Achea donna Sparso sovrrsquoesso avrigravea stilla di pianto 345 Tanto ria scelleraggine commise Lagrave sottrsquoIgravelio per noi molte battaglie Fornigravevansi ma queto egli nel fondo Del fertil Argo con soavi accenti Del grande Atride la moglier blandigravea 350 Dal turpe fallo rifuggigrave da prima La nobil Clitennestra cheacute nel petto Adorna di virtugrave lrsquoalma chiudea Stagravevale inoltre il chiaro vate accanto Cui diegrave rsquol carco in partendo il sommo Atride 355 Di servargli la sposa intemerata Ma quando Egisto dal destin dersquo Numi Irretito domagravevasi in deserta Isola il vate trasportato quivi Esca e strazio drsquoaugei lo abbandonava 360 Poscia da mutue brame ambi sospinti Lrsquoamante in sua magion lrsquoamata addusse Molte dersquo numi sui sacrati altari Anche di tori ardea molte votive Offerte e vesti ed oro vi sospese 365

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Poi che pose ad effetto il fier disegno Del che nulla speranza in cor nutrigravea Giagrave dipartiti drsquoIgravelio solcavamo Lo stesso mar lrsquoAtride ed io cheacute ognora Gli animi avemmo drsquoamistagrave congiunti 370 Ma come al Sugravenio divenimmo sacro Promontorio drsquoAtene ivi darsquo miti Strali di Febo il suo nocchier fu spento Che del corrente pin tenea rsquol governo LrsquoOnetograveride Fronte che vincea 375 Gli umani tutti dirigendo un legno Quando ruggigravea il furor delle tempeste Lagrave Menelao risteacute bencheacute bramoso Di fornire rsquol viaggio ed al compagno Onor fece drsquoesequie e di sepolcro 380 Ma quando il bruno ei pur mare solcando Corsquo suoi legni correva e giagrave allrsquoeccelso Capo della Malegravea faceacuteasi appresso Allor gli destinograve Giove rsquol viaggio Orrendo gli avventograve striduli vegraventi 385 Che in alto sollevacircr le tumidrsquoonde Tanto che si agguagliavano a montagne Lagrave disperse le navi e parte a Creta Alle correnti del Giagraverdano intorno Dove i Cidoni albergano sospinse 390 Liscia ed alta protegravendesi al confine Di Gogravertina sul mar fosco una rupe Lagrave cacciando i marosi Agraveustro di forza Del promontorio Festo al lato manco Piccola roccia li vi arresta e frange 395 Quivi lrsquoarmata urtograve campacircro a stento Gli uomini ma dal mar fiero cacciati Contro gli scogli si fiaccacircro i legni Pur cinque navi dallrsquoazzurra proda DrsquoEgitto in riva il vento e rsquol mar spingea 400 Mentre lagrave Menelao con queste errava Accumulando vettovaglie ed oro Tra genti di favella altra gli empiea Egisto la magion drsquoorribil lutto Trucidograve Agamennoacuten sottrsquoaspro giogo 405 Il popolo domograve per ben settrsquoanni Alla ricca Micene il freno impose

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Ma lrsquoottavo anno reduce drsquoAtene Sorvegravennegli funesto il divo Oreste Che quellrsquoinfame traditor spegnea 410 Che ucciso il genitore inclito gli ebbe Poscia che lrsquoimmolograve diede agli Argivi La cena sepolcral per lrsquoodiosa Madre e rsquol codardo parricida Egisto Il digrave medesmo Menelao sorgiunse 415 Adducendo con seacute tante ricchezze Di quante ne patigravean le navi rsquol pondo Ma tu mio caro non errar gran tempo Lungi dalle tue case abbandonando Le tue dovizie a quersquo ribaldi in preda 420 Che a partirle faragravensi a divorarle Tal che rsquol viaggio tornerigraveati vano Trsquoesorto nondimeno anzi ti stringo Di trovar Menelao che da straniere Genti guari non egrave si dipartigravea 425 Donde redir mai piugrave non avrigravea speme Chi trasviato da tempeste errasse Lagrave su quel vasto mar da cui nel giro Drsquoun anno non verrebbero gli augelli Perograve chrsquoegrave immenso orribile Or via dunque 430 Pagravertiti col tuo legno ersquo tuoi compagni Se il terrestre cammin piugrave ti talenta Egraveccoti presti il cocchio ed i corsieri Ecco i miei figli che ti stando accanto Ti guideranno alla divina Sparta 435 Cui regge il biondo Menelao Chiarirti Pregravegalo il veacuter neacute paventar drsquoinganno Cheacute il saggio re detesta ogni menzognaraquo

γ 329 Posto fine al suo dir tramontograve il Sole Sorgiunsero le tenebre laquoO buon veglio 440 Certo ndash Palla soggiunse ndash a dritto parli Or via dellrsquoostie tagraveglinsi le lingue Meacutescasi rsquol vino e fatti i libamenti A Nettuno non men che agli altri Eterni Cura prendiam che tempo egrave omai del sonno 445 Giagrave la gran luce ascoacutesesi nel buio Neacute si addice restar piugrave a lungo assisi Dersquo numi al sagrifizio uopo egrave ritrarciraquo

γ 337 Cosigrave Minerva e obbedigravean tutti lrsquoacqua

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Diecircro alle man gli araldi incoronacircro 450 Di spumante licor lrsquourne i donzelli Indi le tazze ministrate in giro Tutti quanti auguracircro In sulle fiamme Gittacircr le lingue i convitati e poscia Rizzatisi libacircr Poicheacute libacircro 455 E del vino gustacircro a pien talento Minerva e il bel Telegravemaco ritrarsi Al naviglio volean ma sigrave gli assalse Con gentile rampogna il Re Nelide

γ 346 laquoDeh tolga Giove e gli altri Sempiterni 460 Che da me dipartiti alla veloce Nave ir vi lasci quasi poverello Del tutto mi fossrsquoio che in sua magione Copia non ha di coltrici e di manti Sigrave che morbido letto a seacute medesmo 465 Ed agli ospiti suoi por non sia dato Ben io vesti possedo e coltri belle No me vivo non fia mai che si corchi Drsquoun eroe comrsquoegrave Ulisse il figlio caro Su di un palco di nave indi accorranno 470 Dopo me i figli miei gli ospiti tutti Che in queste nostre soglie si addurrannoraquo

γ 356 laquoSempre saggio favelli o veglio amato ndash Minerva ripigliograve ndash fia ed egrave ben degno Telegravemaco arsquo tuoi cenni obbediente 475 Te dunque ei segua ed appo te pernotti Io vo i compagni ad incorar nel legno Ad impartirvi gli ordini opportuni Maggior drsquoetagrave solo tra lor mi vanto Gli altri che ci seguicircr per mutuo affetto 480 Del par che questo giovin prode tutti Lieti di fresca gioventugrave se nrsquo vanno Io vo sul legno a stegravendermi dimani Sul far dellrsquoalba un debito mi reco A reclamar dai Cagraveuconi animosi 485 Neacute recente neacute lieve or tu che accogli Questo giovine eroe nel tuo palagio Da qualcun dersquo tuoi figli accompagnato Magravendalo con un cocchio e gli concedi Gagliardi e rapidissimi corsieriraquo 490

γ 371 Come ebbe detto ciograve la forma assunse

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Drsquoaquila e si levograve Pagravellade a volo Sbigotticircro gli astanti ed il vegliardo Che pur corsquo propri vide occhi rsquol portento Meravigliograve prese per mano in questa 495 Telegravemaco nomollo e sigrave gli disse

γ 376 laquoNon io mi penso no che ignavo e imbelle Mio diletto sarai quando gli Eterni In sigrave florida etagrave ti si fan guida Deglrsquoimmortali abitator drsquoOlimpo 500 Altri certo non fu che la Tritogravenia Figlia di Giove Pagravellade che tanto Fra le Argograveliche genti il tuo gran padre Sovra tutti onorograve Deh a noi propizia Regina alma sii tu splendida gloria 505 A me corsquo figli e con la veneranda Mia consorte concedi io vorsquo immolarti Giovenca che lo spazio appena corse Drsquoun anno solo drsquoampia fronte indogravema E chrsquouom giammai non sottopose al giogo 510 Questa ti vorsquo ferir poi che splendenti Ambe avragrave drsquooro le crescenti cornaraquo

γ 385 Sigrave disse orando e lrsquoudigrave Palla Il veglio Guidava intanto al suo regal palagio Generi e figli Giunti in su gli scanni 515 Tutti posacircr per ordine e sui troni Mescea il Re nella coppa a ciascheduno A mano a mano un dolce almo licore Che la custode nellrsquoundecimrsquoanno Dallrsquourna allora scoverchiata attinse 520 Comrsquoebbe empiuta Negravestore la tazza Libando i voacuteti alzograve supplici a Palla Inclita figlia dellrsquoEgigraveoco Giove

γ 395 Poicheacute libacircro ed a sua voglia ognuno Bevve arsquo lor tetti trassero a corcarsi 525 Volle il Re che drsquoUlisse il figlio amato Sotto il sonoro portico si giaccia In traforato letto a lui drsquoaccanto Posar fersquo rsquol bellicoso Pisistragraveto Duce di genti dersquo suoi figli rsquol solo 530 Che si vivesse ancor celibe vita Dellrsquoeccelso palagio entro segreta Stanza il Re ricovrograve quivi in sul letto

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Che la Regina gli apprestograve si giacque γ 404 Come rosea nel Ciel fulse lrsquoaurora 535

Negravestore surse Del palagio uscito Sui tersi si sedea candidi marmi Rilucenti drsquoessenze innanzi allrsquoalte Porte surgenti su cui giagrave si assise Negraveleo par nel consiglio arsquo Sempiterni 540 Ma domo dalla Parca ei giagrave di Pluto Nersquo soggiorni discese in su quersquo marmi Lo scettro in man sedeva allor Nestograverre Rocca dei Greci Congregati intorno Stagravevanli i figli di lor stanze usciti 545 Agravereto Stratigraveo Echegravefrone Persegraveo E rsquol divin Trasimegravede a cui per sesto Pisigravestrato si aggiunse a gara tutti Menacircro il bel Telegravemaco ed accanto Del padre il collocacircr che sigrave lor disse 550

γ 418 laquoFigli amati adempite il desir mio Subitamente acciograve tra i Numi in prima Propizia renda lrsquoAtenegravea Minerva Che a vil non ebbe di apparirmi innanzi Nel giocondo a Nettun sacro banchetto 555 Vada ai campi un di voi percheacute qui tragga Prestamente il bifolco la giovenca Del garzon prode al legno un altro voli E qui tutti conduca i suoi compagni Salvo due soli un altro alfine ingiunga 560 Allrsquoindustre Laerce a qui recarsi Percheacute le corna alla giovenca indori Voi altri qui restate ed alle ancelle Apprestar fate un splendido convito E sedili e spaccate arbori intorno 565 E del fonte apportar limpide linferaquo

γ 430 Tutti allrsquoopra si diecircr venne dal campo La giovenca sorgiunsero dal legno Del garzone magnanimo i compagni Venne il fabbro e lrsquoincude e le tenaci 570 Tanaglie ed il martel tra man tenea Armi dellrsquoarte con che lrsquoograver domava Assistitrice venne al sagrifizio Minerva stessa Diede rsquol Re il metallo Domo che lrsquoebbe ed assestato il fabbro 575 Della giovenca ne vestigrave le corna

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Acciograve veggia il bel don Palla e gioisca Guidavan Stratigraveo e rsquol nobile Echefroacutene Per le corna la vittima ed Aregraveto Dellrsquoaula uscito drsquouna man portava 580 Drsquoacqua in bacino cesellato a fiori Lrsquoorzo sacro dellrsquoaltra in bel canestro Stringendo in pugno acuta scure accanto Stava dellrsquoostia il forte Trasimegravede Presto a vibrar sulla cervice il colpo 585 Tenea Persegraveo la coppa in che raccocircrre Doveacuteasi rsquol sangue Diegrave principio al rito Il veglio bellicoso e la lustrale Acqua e rsquol sacro orzo sparse indi a Minerva Orando molto della testa i peli 590 Divelse allrsquoostia e li gettograve nel fuoco

γ 447 Poicheacute pregacircro e rsquol sacro orzo fu sparso Trasimegravede del Re prole gagliarda Accostossi e ferigrave del collo i nervi Le recise la scure e svigorita 595 La vittima cascograve Miste alle preci Diecircr alte grida le Nestograveree figlie Le nuore ed Euridice veneranda Donna del Re che tra le figlie prima Nacque a Climeacuten Di terra indi spirante 600 Sollevacircr la giovenca e la cervice Togravertale in su Pisigravestrato sgozzolla Poicheacute rsquol sangue sgorgograve che via dellrsquoossa La vital forza si fuggigrave smembracircrla Incontinente e come il rito ingiunge 605 Le cosce dispiccacircr di doppia falda Drsquoadipe le fasciacircro e ricopricircrle Di palpitanti brani In sulle schegge Abbrustoligraveale il vecchio e di vermiglio Licor le cospargea lesti donzelli 610 Teneano accanto a lui di cinque punte Gli spiedi in pugno Arse le cosce e fatto Dersquo precordi lrsquoassaggio il resto in pezzi Minuti infisso nersquo schidoni acuti Lo rivolser nel fuoco e lrsquoarrosticircro 615 Lrsquoultima figlia del Nelide intanto Policasta gentil condusse al bagno Telegravemaco e il lavograve drsquoessenze lrsquounse Ed il vestigrave di tunica e di manto

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Splendido come si scostograve dal bagno 620 Parve sembiante a un Dio Processe e al veglio Pastor di genti assigravesesi da canto

γ 470 Tolte le carni delle terga al fuoco Seggendo banchettacircr garzoni esperti Sursero ministrando in auree tazze 625 Generoso Liegraveo Poicheacute la brama Del ber delle vivande ebbon ripressa

γ 475 laquoFigli miei ndash soggiungea Negravestore ndash orvigravea Sotto il cocchio giungete i ben chiomati Corsieri e qui traeacuteteli onde ratto 630 Telegravemaco fornisca il suo viaggioraquo

γ 477 Tacque Al paterno cenno obbedienti Immantinente i corridor veloci Giunsero sotto il cocchio in cui di Bacco E di Cegraverere i doni e lrsquoalme dapi 635 Di che nugravetronsi i Re di Giove alunni La dispensiera vigile ponea Primo saligrave la biga risplendente Telegravemaco indi al fianco gli si assise Pisigravestrato di genti inclito duce 640 Chiuse in pugno ei le briglie e con la sferza I corsieri eccitograve che non restii Nella pianura volacircro lasciando Lrsquoalta cittagrave di Pilo Ambo i corsieri Tutto quel giorno fervidi e veloci 645 Squassacircro il giogo che giungeacuteali insieme

γ 487 Corcato il Sol ombragravevansi le vie Quando a Fere arrivacircro alla magione Di Digraveocle che Ortigraveloco produsse Germe del fiume Alfegraveo dove lrsquointera 650 Notte posacircr tranquilli e di Diogravecle Accettacircr indi gli ospitali doni

γ 491 Come rosea nel ciel brillograve lrsquoaurora Aggiogati i corsier darsquo risonanti Portici fuor sospinsero la biga 655 Pisigravestrato sforzolli e quei bramosi Volavano Gli eroi gigravean traversando Campi ove il don di Cegraverere biondeggia Tanto fu dersquo corsier lrsquoimpeto e rsquol volo Che del viaggio al termine arrivacircro 660 Quando caduto il Sol scendea la Notte A coprir di sue vaste ombre la Terra

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LL II BB RR OO QQ UU AA RR TT OO

Telegravemaco in Isparta

GGIUNTI amendue i garzon nella vallea Ursquo lrsquoampia Lacedegravemone si estolle Drizzacircrsi ai tetti dellrsquoillustre Atride Quivi il trovacircr con molti amici a desco Cheacute del figlio ad unrsquoora e della figlia 5 Le doppie festeggiar nozze godea Lrsquouna al figlio spedigravea del fiero Achille Cui darla un digrave sotto le Iligraveache mura Per fede si legograve tratto ad effetto Il maritaggio allor venigravea dai Numi 10 Menelao con i cocchi ed i corsieri Allrsquoinclita cittagrave condur la feacutea Lagrave rsquove Pirro sui Tegravessali regnava Di Sparta una fanciulla inclita prole DrsquoAlegravettore lrsquoAtride ancor unigravea 15 Al gagliardo suo figlio Megapegravente Che drsquoetagrave grave da una schiava ei srsquoebbe Perograve che i Numi ad Egravelena non diecircro Prole dopo lrsquoamabile Ermione Che a par dellrsquoaurea Vegravenere splendea 20

δ 15 Di tal guisa pel vasto eccelso albergo Gli amici ed i vicin di Menelao Rallegragravevansi a mensa a lor da canto Vate divino percotea la cetra Cantando due tra loro agili e presti 25 Saltator intonando una canzona Rotagravevansi nel mezzo allrsquoadunanza

δ 20 Nellrsquoatrio in questa del regal palagio Di Ulisse e di Nestograver glrsquoincliti figli

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Arrestacircro i corsier Processe e il primo 30 Gli adocchiograve Eteonegraveo vigile servo Del Re ed accorse a dar lrsquoannunzio al chiaro Pastor di genti stagravendogli al cospetto Con volubili voci a dir si prese

δ 26 laquoEcco due forestier coppia drsquoEroi 35 Prole rassembran del tonante Iddio Dimmi o diletto al Ciel Re Menelao Distaccar deggio i rapidi corsieri O altrove gli avviar sigrave che alcun altro Affettuoso a lor porga ricettoraquo 40

δ 30 Acceso in fuoco drsquoira gli rispose Il biondo Menelao laquoGiagrave tu non fosti Dissennato sin oggi o Boetide Ed or a guisa di fanciullo cianci Pur non senza aver pria molti ospitali 45 Pasti logri arsquo stranier qua ne venimmo Retribuir vuogravelsi ogni ben sigrave fia Che ci preservi nersquo venturi giorni Giove darsquo guai Su via sciogli i corsieri Qui a convitar con noi gli ospiti guidaraquo 50

δ 37 Dal palagio irrompendo Eteonegraveo I piugrave lesti conservi a seacute chiamava Ed a tutti imponea di seguitarlo Arsquo sudanti corsier tolsero il giogo Gli legacircro al presepe apportacircr loro 55 Vena a biancrsquoorzo mista ed appoggiacircro Il bel cocchio alla lucida parete Indi al palagio gli ospiti guidacircro Meravigliando rivolgeano intorno Le attonite pupille ambi gli eroi 60 Perograve che come il Sol splende o la Luna Cosigrave il palagio eccelso dellrsquoAtride Tutto raggiava di mirabil luce E come gli occhi a pien fecer contenti Sceser nersquo tersi bagni e dalle ancelle 65 Lavati unti drsquoessenze e di vellosi Manti e di molli tuniche coverti Appo lrsquoAtride collocacircrsi Accorse Lesta ancella e da un vaso aureo elegante Nellrsquoargenteo bacin lrsquoacqua versava 70 Liscio desco indi a lor stese su cui

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Pani e vivande in copia e quante in serbo Tenea la saggia dispensiera impose Carni di tutte sorta in sui taglieri Recograve lo scalco e tazze auree lor porse 75

δ 59 Stretta lrsquoAtride agli ospiti la destra laquoPasteggiate e allegragravetevi ndash lor disse ndash Indi da quali prodi originate Vorsquo interrogarvi No dersquo maggior vostri Non egrave la gloria estinta anzi mi penso 80 Che da scettrati re voi discendete Genti ignobili oscure altera prole Che a voi somigli generar non ponnoraquo

δ 65 Tacque ed a loro di sua mano offerse Il pingue tergo di arrostito bue 85 Che a grande onore gli era posto innanzi Steser le mani alle vivande apposte I giovani Ma poi chrsquoebbon di beva Ripresso e della fame ogni desigraveo Piegando il capo ondrsquoaltri a udir non lrsquoabbia 90 Telegravemaco al Nestograveride sigrave disse

δ 71 laquoPon mente o del cor mio dolce conforto Pisigravestrato Versquo tu come risplende Il rame in questa sala alta e sonora Come avorio ed elettro argento ed oro 95 Vibrin lucidi rai Tal mi credrsquoio Brilla di Giove Oligravempico la reggia Oh dovizia infinita Oh altera pompa Tutto chrsquoio veggio di stupor mi opprimeraquo

δ 76 Lrsquoudigrave lrsquoAtride e tosto laquoO figli amati 100 A nullo egrave dato gareggiar con Giove I cui palagi nellrsquoempiree sedi E glrsquoimmensi tesor durano eterni Quanto agli umani altri con me contende Di dovizie altri no Certo non senza 105 Patir gran mali ed ir gran tempo errando Sulle navi le addussi e al volger solo Dellrsquoottavo anno al suol natigraveo pervenni Vagando sempre Cipri e la Fenicia I Sidoni gli Egizi e gli Etiogravepi 110 Gli Erembi e Libia visitai lagrave dove Producon lrsquoagne nel girar drsquoun anno Tre figli e lrsquoagnellin cornuto nasce

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Quivi neacute il sir del campo neacute rsquol pastore Ha men le carni ed il rappreso latte 115 O delle presse mamme il dolce rio Che in qualunque stagion largo si emunge Mentrrsquoio qua e lagrave vagando raccogliea Dovizie immense ecco altri drsquoimprovviso Celatamente pel funesto inganno 120 Drsquoinfida moglie uccigravesemi il fratello Non viemmi quindi al cor gioia regnando Queste ricchezze E voi darsquo padri vostri Quali ne sigraveeno ciograve giagrave udito avrete Cheacute molti guai sostenni una magione 125 Ricca di gente e drsquoagi a terra sparsi Piacesse al Ciel che di tre parti lrsquouna Rimasta a me delle dovizie mie Qui albergassi e le dolci aure vitali Spirasser meco i prodi che nersquo vasti 130 Iligraveaci campi lungi drsquoArgo altrice Di fervidi destrieri allor pericircro Non senza molti gemiti e lamenti Tutti io li piango nellrsquointerne stanze Spesso ricovro e quivi or mi conforta 135 La dolcezza del pianto ed or mrsquoacqueto Cheacute del dirotto lagrimar la brama Sagraveziasi in breve indi rsquol vigor ripiglia Bencheacute dolente non mi affanno tanto Di tutti sigrave come di un sol che il sonno 140 Ed il cibo venir fammi in dispetto Quando il rammento cheacute tra i Dagravenai tutti Nullo del par fu prode e tollerante Come lrsquoinclito Ulisse Avemmo in fato Doglioso ersquo tragger guai viver io sempre 145 Vinto per sua cagion drsquoaspri tormenti Cheacute da gran tempo erra ei lontano e ignoro Se vive o se perigrave Lo piange intanto Drsquoetagrave grave Laerte e la prudente Penegravelope e Telegravemaco che in casa 150 Bambin lasciograve quandrsquoei si dipartigravearaquo

δ 113 Detto del caro genitor la brama Strinse il cuore al garzon Dalle palpegravebre Traboccagravevagli al suol pianto dirotto Del padre udendo alzograve il purpureo manto 155

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Drsquoambe le mani e gli occhi si coverse Menelao si fersquo accorto e due consigli Nellrsquoanimo agitava o consentire Chrsquoegli rsquol padre membrasse o interrogarlo E tutto che sapea chiarirgli a pieno 160

δ 120 Mentre in tali pensier lrsquoAtride ondeggia Dallrsquoodorata sua stanza superba Egravelena uscigravea che bella e maestosa Artegravemide parea dallrsquoarco drsquooro Adrasta le accostograve seggio elegante 165 Tappeto le recograve di lana molle Alcippe e Filograve un bel panier drsquoargento Che Egravelena si ebbe nellrsquoEgizia Tebe Dono drsquoAlcandra a Pogravelibo consorte Che gran dovizie in sua magion chiudea 170 Due tripodi allrsquoAtride e due gli diede Argentee conche e dieci aurei talenti Ma la consorte ad Egravelena porgea Bei doni a parte una conocchia drsquooro Ed un ritondo canestrin drsquoargento 175 Cui gli orli esterni fulgidrsquoor guernigravea Questo lrsquoancella Filograve le recava Ricolmo di gomitoli distesa Su vi sta la conocchia a cui srsquoavvolge Lana drsquointorno tinta di viola 180 Collocata in sul seggio in che sotteso Stagravevale arsquo piedi uno sgabello in questa Foggia si volse a interrogar lo sposo

δ 138 laquoSappiam Re Menelao da quai possenti Originar si vantano amendue 185 Questi gentili che appo noi recacircrsi Deh chi mrsquoinganna Od io mrsquoappongo al vero Certo il cuore a parlar mrsquoeccita e spira Ned uom neacute donna somigliar mai tanto Vidi arsquo suoi genitor (stupor mi opprime 190 Nel contemplarlo) come tien del voacutelto Questrsquoospite drsquoUlisse inclito al figlio A Telegravemaco suo che fanciulletto Lasciograve in casa lrsquoeroe quando per colpa Ahi Di me donna invereconda Voi 195 Sotto le Iligraveache mura o Dagravenae genti Unrsquoaudace rompeste orrida guerraraquo

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δ 147 E rsquol biondo Menelao laquoCiograve stesso or penso Donna come tu avvisi Ah sigrave drsquoUlisse Tali i piegrave le man tali e degli sguardi 200 Lrsquoanimoso vibrar tale il bel capo E la chioma di che sopra si adorna Ed or che rammentai gli aspri travagli Chrsquoei sostenne per me dal ciglio amare Sgorgagravevangli le lagrime e col manto 205 Porporino che alzograve le luci ascoseraquo

δ 155 E Pisigravestrato laquoAtride amor di Giove Duce di genti egrave veacuter questi egrave suo figlio Come appunto tu dirsquo ma verecondo Men che degno in suo cor tenne comparso 210 Pur dianzi al tuo cospetto favellarti Interrompendo Te di cui la voce Come quella di un Dio dentro ci suona Me qui rsquol Geregravenio cavalier spedigraveo Per egravessergli compagno alto lrsquoaccese 215 Di vederti la brama onde tu lrsquoabbia A giovare dellrsquoopra o del consiglio Molti ahi pate in sue case affanni e doglie Un giovinetto chrsquoabbia il padre assente Se di molti la possa nol sostegna 220 Condotto egrave a tal Telegravemaco remoto Il genitor non havvi chi lrsquoaigraveti A respinger da seacute tanta sventuraraquo

δ 168 laquoNumi ndash sclamograve lrsquoAtride ndash arsquo tetti miei Dunque se nrsquo venne il figlio di quel grande 225 Che mrsquoegrave sigrave caro e che giagrave tante e tante Rompea guerre per me Ben avea fermo Di accocircrlo con amore e di onorarlo Sovra tutti gli Achei se rsquol mar percorso Con le navi veloci ad amendue 230 Consentiva il redir lrsquoOnniveggente Per lui fondata una cittagrave e un palagio Construtto in Argo avrei percheacute adducesse I suoi tesor dalla natigravea contrada Ed il figlio e le genti ovver traslati 235 I cittadini avrei da una vicina Altra su cui lo scettro mio si stende Lagrave spesso insieme accolti e ognor vivendo Vita intera drsquoamore e di contento

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Nulla ci partirigravea fincheacute la negra 240 Nube mortal ci si avvolgesse intorno Ma il Nume a cui tal pace non talenta Non cessa perseguir quellrsquoinfelice Interdicendo a lui solo il ritornoraquo

δ 183 Destograve questo sermon nel cor di tutti 245 Di gemiti desigraveo piangea la bella Figlia del Sir drsquoOlimpo Egravelena Argiva Piangea col buon Telegravemaco lrsquoAtride Ned asciutte di pianto ebbe le ciglia Pisigravestrato che gigravea tra seacute membrando 250 Lrsquoincolpabile Antigraveloco cui pose DellrsquoAurora il figliuol inclito a morte Membrando il fratel suo tai detti sciolse

δ 190 laquoTe primo in senno tra i mortali esalta Atride il veglio Cavalier Nestograverre 255 Sempre che noi di Te nersquo tetti nostri Con alterno parlar facciam ricordo Oggi se lice mi seconda poco Tra le vivande lagrimar mrsquoaggrada Al sorgere del digrave non mi fia grave 260 Chi a morte corse piangere Sol questo Onore avanza arsquo miseri defunti Del tronco nostro crin lrsquoofferta e rsquol pianto Per le gote scorrente Anche a me spento Giacque il fratel sottrsquoIgravelio e srsquoegli fosse 265 Non tra i guerrieri lrsquoultimo tu rsquol sai Cheacute nol vidrsquoio ma egrave comun grido a tutti Prevaleva il mio Antigraveloco Nel campo Veloce al corso ed a piegrave fermo invittoraquo

δ 203 E lrsquoAtride laquoDicesti o figliuol mio 270 Tutto che dir tutto che far potrigravea Uom saggio e che drsquoetagrave molto trsquoavanzi Trsquoingenerograve padre assennato e scorti Sono i tuoi detti di leggier gli egregi Discendenti si accertano drsquoun prode 275 Cui delle nozze e del natale al giorno Fortunato il destin Giove attorcea Come egrave quel che al Nelide ora e per sempre Concesse drsquoinvecchiar nel suo palagio Mollemente e mirar figli prudenti 280 Non che nel palleggiare aste tremendi

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Cessiam dunque dal pianto e ridestiamo Del convito la gioia Orsugrave alle mani Linfe pure si versino Comparsa Telegravemaco nel Ciel la nova luce 285 Alternamente ragionar potremoraquo

δ 216 Detto alle man diegrave lrsquoacqua Asfalioacutene Del Re fido servente ed alle pronte Dapi steser le mani i convitati

δ 219 Ma nella mente drsquoEgravelena un novello 290 Sorse pensier nel vin gettograve un possente Farmaco che quetar fa il pianto e lrsquoira E dersquo mali con seacute porta lrsquoobbligraveo Chi rsquol si tranghiotte nel suo nappo infuso Non bagneragrave di lagrime le gote 295 Tutto quel giorno no se anco del padre E della genitrice orbo rimanga Non se il fratello o il suo figlio diletto Davanti a seacute con gli occhi propri veggia Dal ferro uccisi Tali e di sigrave alta 300 Virtute possedea farmachi insigni Del Tonante la figlia egravebbeli in dono DallrsquoEgizia Polidamna consorte Del Re Tooacutene ivi di molte piante Lrsquoalma terra produce altre salugravebri 305 Altre funeste ivi i mortali tutti Ciascuno avanza nelle mediche arti Peroccheacute egrave gente da Peoacuten discesa Gettato chrsquoebbe il farmaco nellrsquourna Che il vin si mesca impose indi soggiunse 310

δ 235 laquoAtride illustre e voi stirpe di prodi (Giove manda ad ognuno alternamente Il bene e rsquol mal chrsquoei puograve tutto che vuole) Or vivandate e qui prendete assisi Dal dolce alterno ragionar conforto 315 Che intempestivo il mio parlar non fia Certo neacute raccontar neacute qui potrei Ricordar pure tutte lrsquoardue pugne Dellrsquointrepido Ulisse or toccar solo Piagravecemi ciograve che ardigrave ciograve che a fin trasse 320 Appo i Tegraveucri quel forte ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste Un giorno Di sconce piaghe la persona offesa

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Vil tunica gettograve sopra le spalle E come schiavo penetrograve nellrsquoampia 325 Cittagrave nimica ognun sigrave travestito Un mendico il credea pur tal non mai Lungo le navi Argograveliche mostrosse Ignoto a tutti io sola il riconobbi Lrsquointerrogai quindrsquoio pur quellrsquoastuto 330 Sempre con lrsquoarti usate si schermigravea Ma come lrsquoaspersrsquoio di limpidrsquoonde E di licor lrsquounsi drsquouliva e rsquol cinsi Di vesti lrsquoaffidai col piugrave gran giuro Di non far manifesto arsquo Tegraveucri Ulisse 335 Pria che alle tende riparasse e arsquo legni Allor la mente degli Achei mrsquoaperse Trafitti poscia con acuta spada Molti nemici fersquo ritorno al campo Ed il modo chiarigrave chrsquoIgravelio ruigraveni 340 Empiean lrsquoaure di strida e drsquoululati LrsquoIgravelie donne ma dentro in me brillava Di gioia il cor cheacute di tornare ardea Al mio antico ricetto e la sventura Di che mi nocque Vegravenere piangea 345 Quando dalla natigravea terra diletta Strascinommi lontana e lrsquoinnocente Mia fanciulletta e rsquol talamo e rsquol consorte (Per altezza drsquoingegno e per leggiadra Nobil fierezza a nullrsquoaltro secondo) 350 Abbandonare ahi misera mi strinseraquo

δ 265 laquoTu retto parli ndash soggiungea lrsquoAtride ndash O donna mia Ben io di molti prodi Penetrai nella mente e nel consiglio Terre vaste percorsi e nondimeno 355 Non io con questi vidi occhi giammai Alma sigrave grande qual chiudeacuteala in petto Lrsquoinclito Ulisse Oh quanto oprograve e sostenne Nel piallato cavallo ove noi tutti Di Grecia i prodi sedevam bramosi 360 Pur di recare arsquo Trogravei sterminio e morte Ligrave sorvenisti e lo trsquoingiunse un Nume Che dar gloria arsquo Troian volgeva in mente Di beltagrave pari a un Dio premeacuteati lrsquoorma Deigravefobo Tre volte circuisti 365

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Il cavo agguato e rsquol brancicasti e i primi Chiamasti a nome degli Achei la voce Contraffacendo di lor donne Assisi Nel mezzo io Diomegravede e rsquol divo Ulisse La tua chiamata udimmo Io ed il Tidide 370 Sbalzar fuor volevamo impetuosi O dal chiuso alvo almen farti risposta Ma ci ripresse e ci contenne Ulisse Bencheacute bramosi Stavano in silenzio Tutti drsquoEgravellade i figli Agraventiclo solo 375 Risponderti volea ma con le forti Mani sigrave gli calcograve la bocca Ulisse Che salvograve gli Achei tutti e rsquol comprimea Fincheacute tratta di lagrave trsquoebbe Minervaraquo

δ 290 laquoCiograve vie piugrave mi tormenta inclito Atride 380 ndash Il garzon ripigliograve ndash Non senno accorto Non indomito ardir rincontro a fiera Morte schermo gli fucircr perir dovea Chiuso avesse nel petto un cor di ferro Ma deh a corcar ci manda onde soave 385 O Re discenda a confortarci il sonnoraquo

δ 296 Tacque e tosto lrsquoArgiva Egravelena impose Di por sotto la loggia alle captive Due letti e belle porporine coltri Gettarvi e su distendervi tappeti 390 E vesti altre vellose atte a coprirli Fuor del palagio colle faci in mano Uscicircr le ancelle e i letti apparecchiacircro Guida si fece agli ospiti lrsquoaraldo Ambo i giovani eroi cosigrave corcacircrsi 395 Lagrave nel regal vestibolo lrsquoAtride Si ritirograve del suo palagio eccelso Nella stanza piugrave interna e disvestita Del sinuoso peplo gli posava Oltre le belle bella Egravelena accanto 400

δ 306 Come rosea nel Ciel fulse lrsquoaurora Sorse lrsquoAtride rivestissi il brando Sospese ad armacollo ed i leggiadri Calzari sotto i piegrave nitidi avvinse Uscito della stanza a un Dio sembiante 405 Processe e del garzone al fianco assiso

δ 312 laquoQual uopo ndash disse ndash alla divina Sparta

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Generoso Telegravemaco ti addusse Sul dorso ampio del mar Pubblico affare O privata cagion Digravellomi schiettoraquo 410

δ 315 Ed il garzon laquoAtride amor di Giove Venni se aver da Te qualche contezza Potrograve intorno al destin del padre mio Mi si divoran le sostanze i colti Campi mi si disertano nemiche 415 Turbe mi si stipacircr nella magione Che ognor le greggi sgoacutezzanmi e gli armenti Turbe rotte allrsquooltraggio e alla nequizia Che ad impalmare anelano la madre A te dunque ricorro e le ginocchia 420 Trsquoabbraccio percheacute a me del genitore Narri la morte dispietata o lrsquoabbi Con gli occhi propri vista o qualche errante La ridicesse a Te cheacute soprammodo Infelice la madre il partorigravea 425 Neacute di farmi dolente alcun riguardo Ti prenda neacute pietagrave nulla ti tocchi Ma quanto sai deh digravellomi te nrsquo prego Se di consiglio e drsquoopra a te promessa Ti giovograve il padre mio lrsquoottimo Ulisse 430 Lagrave negli Iligraveaci campi ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste ah questo Rammegraventati ed il veacuter nudo mi svelaraquo

δ 332 laquoAhi ndash Corruccioso ripigliograve lrsquoAtride ndash Dunque vil branco di codardi agogna 435 Nel talamo giacer di quel possente Qual cerva che posti abbia i suoi cerbiatti Tenerelli lattanti drsquoun gagliardo Truculento leon nella caverna Gli erti gioghi percorre e a pascer scende 440 Nellrsquoerbose vallee quandrsquoecco riede La gran belva nellrsquoantro e giagrave di tutti Mena orribile strage in simil foggia Ulisse i Proci immoleragrave O gran padre Giove o Minerva o Apollo ah fate voi 445 Che tal ersquo sia qual giagrave fu un giorno quando Disfidato dal Re Filomelide Lagrave nella forte Lesbo a lottar sorse Impetuoso e lrsquoatterrograve festive

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Grida alzarono al Ciel tutti gli Achei 450 Oh tal sendo costoro egli affrontasse Ratta la morte avrigravean le nozze amare Quantrsquoa ciograve che mi chiedi e udir ti egrave tardo Schietto il dirograve neacute paventar drsquoinganno Neacute ascoso ti terrograve ciograve che il verace 455 Veglio marin mi fece manifesto

δ 351 Bencheacute della natigravea terra bramoso Me nellrsquoEgitto riteneano i Numi Peroccheacute di offerire avea negletto Sacre Ecatombe Non gli Eterni mai 460 Condonano lrsquoobbligraveo delle lor leggi Sorge nel mezzo al mar contra lrsquoEgitto Faro nomata unrsquoisola che tanto Dista dal lito quanto un giorno corre Legno veloce cui da poppa il vento 465 Stridulo spiri lagrave capace srsquoapre Un porto onde nel mar vagraveransi i legni Poi che bruna il nocchiere acqua vi attinse Lagrave veacutenti digrave mi ratteneano i Numi Neacute soffio di marina aura feconda 470 Comparir vidi mai guida alle navi Sul dorso ampio del mar Giagrave focircran tutte Le vivande consunte e dersquo compagni Languirebbon gli spirti ma una Diva Tocca il cor di pietagrave salute diemmi 475 Dellrsquoinclito Prograveteo marin vegliardo Lrsquoalma figlia Idotegravea Mrsquoincorograve quando Darsquo compagni lontan solingo errava Cheacute gettando nellrsquoonde i ricurvi ami Lrsquoisola tutti i digrave gigravean circuendo 480 Sigrave vorava lor viscere la fame

δ 370 ldquoForestiere ndash accostagravetasi mi disse ndash Stolto sersquo tu cotanto o sersquo deliro O ti piaci nellrsquoozio e negli affanni Che in questrsquoisola star trsquoindugi tanto 485 Senza trovare alcun rimedio e in questa Dersquo tuoi compagni il cor ti si consumardquo

δ 376 ldquoO Tu che sersquo certo una Dea ndash risposi ndash Il ti dirograve non giagrave di voler mio Qua mrsquoindugio ma certo avrograve del vasto 490 Cielo gli Eterni abitatori offesi

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Deh Dimmi tu (cheacute arsquo Numi egrave chiaro il tutto) Chi di lor qua rattiegravemmi e mi contende Per lo pescoso pelago il ritornordquo

δ 383 ldquoTutto che so vorsquo dirti o Forestiere 495 ndash Lrsquoalma Diva soggiunse ndash Usa qui spesso Verace marin veglio lrsquoimmortale Egizio Prograveteo che del mar conosce Tutti gli abissi ed egrave a Nettun ministro Fama il grida mio padre Ove tu possa 500 Indonnarti di lui stando in agguato Trsquoinsegneragrave le vie del tuo viaggio E quanto egrave lungo e come al natigraveo loco Per lo pescoso mar giunger ti egrave dato Diratti ancor se il brami o amor di Giove 505 Tutto che fausto o avverso in tua magione Sorvenne sin dal digrave che allontanato Per lungo aspro cammin tu ti sersquo messordquo

δ 395 ldquoO Dea ndash sclamai ndash tu stessa ora mrsquoinsegna Qual deggrsquoio porre insidia al divin veglio 510 Ondrsquoei non lrsquoantiveggia o la presenti E via tosto dilegraveguisi non fia Leve impresa a un mortal domare un Numerdquo

δ 399 E la Dea ldquoRagguagliarti o Forestiere Mi egrave tardo omai di ciograve chrsquoegravemmi palese 515 Come a mezzo del Ciel salito egrave il Sole Emerge il veritier Nume dallrsquoacque Allo spirar di Zegraveffiro che il cela Con lrsquoorror di che il mare allor srsquoimbruna Indi posa entro i cavi antri marini 520 Spesse drsquointorno a lui dormon le foche Razza natante di Alosigravedna bella Dallrsquoondeggiante mar surte lontano Spandon lrsquoamaro odor dersquo cupi abissi Colagrave ti guiderograve lagrave collocarti 525 Vorsquo acconciamente al comparir dellrsquoalba Tu dersquo compagni che ti son nersquo legni Tre con istudio eleggi i piugrave animosi Ecco le ascose e astute arti del veglio Novereragrave le foche a cinque a cinque 530 Affisagravendole tutte indi nel mezzo Si corcheragrave come pastor tra il gregge Vinto dal sonno appena esser vi caglia

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Forti ed arditi e lui che in tutte guise Srsquoagita si dibatte e sfuggir tenta 535 Configgete di forza Ei trasformarsi In tutto ciograve vorragrave che in terra ormeggia In acqua in fuoco che dal Ciel srsquoavventa E voi fermi vie piugrave lo costringete Ma quando interrogarti alfin gli piaccia 540 Ritornato alla forma in che dormigravea Dal fargli forza eroe cessa e rsquol vegliardo Sciolto il dimanda chi trarsquo Numi tanto Trsquoaffligge ed il ritorno ti contende E di qual guisa per lo mar pescoso 545 Redir ti egrave dato alla natigravea contradardquo

δ 425 Posto fine al suo dir nel mar ondoso Lrsquoalma Dea si attuffograve Vegraver le mie navi Schierate in su la sabbia io rsquol piegrave movea Molte lungo il cammin cure funeste 550 Mrsquooscuravano il cor Come pervenni Su la mia nave fu la cena in punto Sorgiunta lrsquoimmortal Notte in sul lito Al mormorar dei flutti ci addormimmo Ma come incolorograve di rose il cielo 555 La figlia del mattin lungo la riva Me nrsquo gigravea del vasto pelago non pochi Affettuosi al Ciel prieghi porgendo I tre in che posi ognor tutta fidanza Nellrsquoardue imprese mi pestavan lrsquoorma 560

δ 435 Dal sen dellrsquoalto sale in che srsquoimmerse Quattro Idotegravea recograve velli di Foche Dianzi scuoiate per lo astuto inganno Che al genitore ordigrave Lagrave nellrsquoarena Scavograve i covili e ci attendea seggendo 565 Ratto le ci appressammo uno appo lrsquoaltro Corcar ci feacuteo la Diva e un cuoio addosso A ciascuno gittograve Molesto e grave Lrsquoagguato ci tornograve cheacute ci affogava Di quelle in fondo al mar nutrite belve 570 Il pestilente lezzo Oh chi potrigravea Ad un mostro marin giacersi accanto Ma tal rimedio immaginograve la Diva Che a morte ci rapigrave stillograve a ciascuno Sotto le nari ambrosia che drsquointorno 575

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Diffuse alma fragranza e sigrave rsquol maligno Vapor disperse dellrsquoequoree belve Stemmo tutto il mattin quivi aspettando Con intrepido cor dallrsquoonde a schiere Accorsero le foche e a mano a mano 580 Tutte quante disteacutesersi sul lito Emerse il veglio in sul meriggio e pingui Trovograve le foche ne percorse il gregge Noverolle e tra lor contograve noi primi Neacute in cor gli srsquoingerigrave nullo sospetto 585 Del tramagravetogli inganno ondrsquoei pur giacque Con grida alte irrompemmo e gli avventammo Le braccia addosso Ma non pose il vecchio Lrsquoarti usate in obbligraveo giagrave giagrave diventa Di gran giubba leon cagravengiasi poscia 590 In drago ed in pantera e in verro enorme Or vogravelto in rio giugrave corre ed or verdeggia Drsquoalto-chiomata fronte albero eccelso Ma noi di fermo cor saldo il tenemmo Posto a sigrave fiere strette e illanguiditi 595 Sentendo il vecchio astuto in sen gli spirti Interrogommi ldquoQual dersquo Numi Atride Ti consigliograve di prendermi per forza Con questrsquoagguato Or via di che hai mestierirdquo

δ 465 ldquoTu rsquol sai vecchio ndash risposi ndash A che il mi chiedi Insidiando Sai che da gran tempo 601 Lrsquoisola tiemmi che trovar mi egrave tolto Alle sventure mie termine alcuno E che lo spirto in sen mi si consuma Deh dimmi adunque (tutto arsquo Numi egrave aperto) 605 Qual Dio rattiemmi e la via mi precide E mi toglie il ritorno E di qual guisa Il pescoso varcar pelago io possardquo

δ 472 ldquoAllrsquoOligravempio ndash rispose ndash e agli altri Eterni Trsquoera mestier pria di salir le navi 610 Ricchi offrir sagrifizi onde a gran fretta Redir sovra il mar bruno al patrio lido No non trsquoassente rivedere il fato Gli amici la tua reggia e rsquol natigraveo loco Se pria del fiume Egitto che da Giove 615 Origina non torni alla corrente Ad immolar sacre ecatombe ai Numi

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Abitatori dellrsquoempiree sedi Ersquo trsquoapriran la via che tanto bramirdquo

δ 481 Udito il veglio mi srsquoinfranse il core 620 Peroccheacute mrsquoingiungea solcar di nuovo Il tenebroso mar sino in Egitto Via lunga e perigliosa Nondimeno Il veglio interrogai ldquoTutto che imponi O veglio adempierograve Tu schietto or dimmi 625 Se con le navi ritornacircro illesi I Dagravenai tutti che lasciammo quando Negravestore ed io di Troia ci partimmo O se qualcun perigrave nella sua nave Di morte inopinata o tra le braccia 630 Dersquo cari suoi fin posto allrsquoardua guerrardquo

δ 492 ldquoPercheacute di questi eventi or tu mi chiedi Figlio drsquoAtregraveo Non fa per te il saperli Neacute penetrar la mente mia cheacute a lungo Non terrai mi credrsquoio le luci asciutte 635 Tosto che il tutto a pien ti fia palese Molti di lor pericircr molti campacircro Due soli Duci dersquo valenti Argivi Nel ritorno moricircro (a te son conti Quersquo che cadean pugnando) un altro ancora 640 Vive ma rsquol si ritiene circuita Dal vasto mar unrsquoisola nel grembo Perigrave corsquo legni di gran remi armati Aiace Prima lrsquoappressograve Nettuno Allrsquoenormi Giregravee rocce e darsquo flutti 645 Scampo gli diegrave certo schifato avrigravea La crudel Parca bencheacute a Palla in ira Se un motto non lanciava ebro drsquoorgoglio Che fatal gli tornograve ldquoSfuggir vorsquo ndash ei grida ndash In dispetto agli Degravei le tumidrsquoonderdquo 650 Come Nettun lrsquoudigrave menar tal vampo Diegrave di piglio con man forte al tridente Percosse la Giregravea roccia e da cima Al fondo la spaccograve parte ligrave stette Lrsquoaltra nel mar precipitograve (e fu questa 655 Su cui furendo pria sedeacuteasi Aiace) Travolto giugrave del mar nersquo cupi abissi Poi che la salsa ei bevve onda perigraveo Sfuggito avea nersquo legni suoi la morte

LIBRO IV

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Il tuo fratel cui pose Giuno in salvo 660 Ma come al capo eccelso di Malegravea Fu presso il rapigrave un turbine e rsquol sospinse Non senza molti gemiti e sospiri Lagrave nellrsquoestremitagrave della campagna Dove Tieste un tempo e dove allora 665 Teneva Egisto Tiestigraveade stanza Giagrave brillava felice in quel momento Agli occhi di Agamegravennone il ritorno Drizzacircro i Numi lo spirar del vento Tal che le navi in porto entracircr gioioso 670 Nella piaggia natigravea scese lrsquoAtride La toccograve la baciograve calde dagli occhi Gli traboccacircr le lagrime alla vista Sigrave dolce e cara della patria terra Ma da unrsquoalta vedetta il discoverse 675 Lrsquoesplorator che collocograve lassuso Il fraudolento Egisto e a cui promise Di due talenti drsquooro il guiderdone Stava ligrave un anno a guarda non lrsquoAtride Giunto celatamente ridestasse 680 Lrsquoindomita sua possa Accorse ratto Ad annunziar lrsquoevento al Re che unrsquoempia Sugravebita frode ordigrave Veacutenti nrsquoelesse Dersquo piugrave valenti migraveseli in agguato E in disparte ordinograve che srsquoimbandisca 685 Il convito Di cocchi e di cavalli Andograve con pompa ad incontrar lrsquoAtride Pur meditando orribili delitti Lrsquoeroe condusse del suo fato ignaro Ed accolto al convito ivi lrsquouccise 690 Come srsquoimmola nel presepe un bue Di tutti i prodi che seguicircr lrsquoAtride Nullo scampograve nullo di quersquo di Egisto Dersquo traditori corse e dersquo traditi Commisto il sangue e dilagograve la reggiardquo 695

δ 537 Udite queste voci il cuor nel petto Mi si schiantograve Prosteso in sulla sabbia Piangea neacute rsquol viver piugrave neacute piugrave del Sole Patigravea la luce Come alfin del pianto Sul terren voltolagravendomi fui sazio 700 Il marin veglio veritier soggiunse

ODISSEA

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δ 543 ldquoCessa da sigrave gran pianto e sigrave ostinato Atride omai peroccheacute alcun conforto Non rinverremo noi ma farsquo ogni prova Di redir presto alla natigravea contrada 705 Vivo Egisto potrai cocircrre se Oreste Ti antivenendo non lrsquouccise certo Al convito funegravebre assisterairdquo

δ 548 Bencheacute dolente al suon di queste voci Lrsquoaltero cor nel sen mi rifiorigravea 710 ldquoEgravemmi di lor ndash soggiunsi ndash il fato or chiaro Ma tu il terzo mi noma il qual se vive Dallrsquoalto mar immenso egrave circuito Deh tu rsquol mi dirsquo neacute del mio duol trsquoincrescardquo

δ 555 ldquoDi Laerte la prole il divo Ulisse 715 La cui magione in Igravetaca si estolle ndash Il vecchio ripigliograve ndash spargere il vidi Gran pianto lagrave in unrsquoisola drsquoappresso Alla Ninfa Calipso che in sue case Per forza il si ritien neacute alla natigravea 720 Contrada puograve redir cheacute di navigli Di regravemigi in difetto il vasto dorso Varcar non puograve del mar Quanto a te o divo Menelao no tu non avesti in fato Perir in Argo di cavalli altrice 725 Neacute potresti da morte essere aggiunto Trasporteragraventi nellrsquoElisio campo Colagrave ai confini della terra i Numi Sede di Radamagravento ove contenta Scorre allrsquouomo la vita ove non pioggia 730 Non neve mai neacute lungo verno regna Ma blando sempre una frescrsquoaura spira Zegraveffiro che srsquoinvia dallrsquoOceagraveno Gli umani a confortar peroccheacute sei Sposo drsquoEgravelena e genero di Gioverdquo 735

δ 570 Detto nellrsquoonde si attuffograve Processi Corsquo miei prodi compagni in vegraver le navi E di molti pensier mentre me nrsquo gigravea Oscuragravevanmi rsquol cor Giunto al navile Apprestammo la cena e come scese 740 Lrsquoimmortal Notte lungo il marin lido Al mormorar dersquo flutti ci addormimmo Quando la figlia del mattin rifulse

LIBRO IV

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Primamente nel mar sacro lanciammo Le navi alzammo gli alberi ed al vento 745 Dispiegammo le vele Indi i compagni In lungo sovra i banchi ordine assisi Percoteano corsquo remi il mar spumante Di bel nuovo drsquoEgitto in sulla foce Fiume che trae lrsquoorigine da Giove 750 Fermai le navi e degli Eterni lrsquoira Con perfette placai sacre ecatombe Ersi ad Agamegravennone indi un sepolcro Percheacute sua gloria eternamente splenda Fornito ciograve mi ravviai secondo 755 Diecircrmi il vento gli Degravei che prestamente Alla diletta mia terra mi addusse Ma tu nersquo tetti miei deh ti sofferma Telegravemaco fincheacute lrsquoundecimrsquoalba Riluca o la duodecima indi tutto 760 Ciograve che al tuo dipartir fa di mestieri Appresterograve porgendoti anche questi Magnifici presenti un elegante Cocchio con tre corsieri ed una tazza Effigiata acciograve che aglrsquoimmortali 765 Libando di digrave in digrave sempre nel core Viva serbi di me la rimembranzaraquo

δ 593 Ed il garzon laquoNon rattenermi Atride Gran tempo qui Deh come intero un anno Rimarrei presso Te senza che mai 770 Pungegravessemi il desir di mia magione Neacute dersquo miei genitor tanta nel cuore Udendo il tuo sermon viemmi dolcezza Ma dolenti oltremodo i miei compagni Stagravennosi lagrave nella divina Pilo 775 Pel mio ritardo adunque tu piugrave a lungo Non trattenermi Dersquo tuoi doni eletti Picciol arnese riterrograve soltanto Neacute ad Igravetaca i destrier per me figraveen tratti A te gli lascerograve decoro e pompa 780 Di queste piagge peroccheacute tu donno Sersquo di vasta contrada ove biondeggia Il presente di Cegraverere ove in copia Cresce il loto e la spelda ed il cipegravero E rsquol candidrsquoorzo che lontan si spande 785

ODISSEA

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Non giagrave vaste carriere e prati erbosi Stegravendersi nellrsquoalpestre Igravetaca vedi Di capre egrave altrice pur egravemmi piugrave cara Che se larga arsquo corsier desse pastura Tra le cinte dal mare isole nulla 790 Ricca egrave di campi atti a nutrir cavalli E men che tutte lrsquoaltre Igravetaca miaraquo

δ 609 Sorrise il forte Atride ed al garzone Stretta la destra lo nomograve e gli disse

δ 611 laquoChiaro mostra il tuo dir figlio diletto 795 Esser tu di buon sangue Or commutarti Piagravecemi i doni e mi fia agevol cosa Di quanto sta nersquo tetti miei riposto Ciograve che in pregio maggior ciograve chrsquoegrave piugrave bello Darti voglrsquoio unrsquourna effigiata 800 Argento tutta senoncheacute in su gli orli Oro lrsquoadorna egrave di Vulcan fattura Fegravedimo la mi diegrave re di Sidone Quandrsquoio reverso drsquoIgravelio ebbi ricetto Nel suo palagio or dagraverlati voglrsquoioraquo 805

δ 620 Tal fu lrsquoalterno ragionar dersquo prenci Del re felice alla magione intanto Accorrevano i servi Altri conduce Pecore pingui altri Liegraveo spumante Drsquoardire eccitatore le costor donne 810 Avvolte il crine drsquoondeggianti bende Candido pan recar faceano In questa Guisa il convito qui si apparecchiava

δ 625 Ma dellrsquoIgravetaco eroe raccolti i Proci Davanti alla magion prendean diletto 815 A lanciar dischi ed a vibrar quadrelli Sul terso pavimento ove pur dianzi Pompa feacutean drsquoinsolenza Ivi in disparte Antigravenoo srsquoera assiso e rsquol deiforme Eurigravemaco amendue capi dersquo Proci 820 Per natali ambo illustri e per coraggio Ed ecco a loro Noemoacuten Fronide Srsquoaccosta e move al primo este parole

δ 632 laquoPossiam o no saper Antigravenoo quando Redir potragrave Telegravemaco da Pilo 825 Ito egrave colagrave col legno mio or mi stringe Uopo di quello cheacute nersquo lati campi

LIBRO IV

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Tragettar vorsquo dellrsquoEgravelide ove sei E sei possedo giovani cavalle E muli vigorosi ancor non domi 830 Qui vorsquo trarne uno e sottoporlo al giogoraquo

δ 638 Attoniti lrsquoudicircr cheacute non a Pilo Cittade di Negraveleo ma il credean ito Pel gregge arsquo campi o dal pastor Eumegraveo

δ 641 E lrsquoEupigravetide Antigravenoo laquoIl veacuter dimmi 835 Quando si dipartigrave Chi lo seguigravea DeglrsquoItacesi giovani i piugrave illustri O mercenari e schiavi E tanto ancora Costui compiere ardigrave Schietto mi narra A parte a parte il tutto ondrsquoio rsquol mi sappia 840 Per forza a tuo dispetto ersquo ti rapigravea La nave o di buon grado gliela desti Quando con blandi accenti la ti chieseraquo

δ 648 laquoDi libero voler la gli diedrsquoio ndash Noemoacuten ripigliograve ndash chi mai ciograve stesso 845 Fatto del pari non avrebbe quando Uom drsquoalto affar dolente ripregando Chiedeacuteala Il niego era impossibil cosa Gioventugrave che tra il popolo primeggia Il seguitava Megraventore vidrsquoio 850 Mentrrsquoei saligravea qual condottier la nave O qualche Iddio che ne vestigrave la forma Stupor mi prende Megraventore qui scorsi Ieri sullrsquoalba e allor montava il legno Che vegraver Pilo arenosa alzograve le veleraquo 855

δ 657 Detto al paterno ostel fece ritorno Quersquo duo fieri allibicircro I Proci a un tempo Dismessi i giuochi assigravesersi dolente LrsquoEupigravetide Antigravenoo questo sermone Rivolse a tutti fervida trascorre 860 Il gonfio petto a intenebrargli lrsquoira E come fiamma gli scintillan gli occhi

δ 663 laquoNumi ndash sclamograve ndash ecco il disegno ardito Che volgeva giagrave in cor superbo or pose Telegravemaco ad effetto il suo viaggio 865 E per noi si dicea che non lrsquoimprende Giovine soro di noi tutti ad onta Getta un legno nel mar pagravertesi audace Di prode gioventugrave facendo eletta

ODISSEA

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Ma lui medesmo struggeragrave lrsquoOligravempio 870 Di forza anzi che a noi dannaggio apporti Orsugrave veacutenti compagni e un ratto legno Dagravetemi acciograve lrsquoapposti insidiando Nello stretto che parte Igravetaca e lrsquoaspra Same cosigrave correre il mare in traccia 875 Del genitor gli torneragrave funestoraquo Detto vie piugrave con plausi i Proci tutti Il concitacircr e surti incontinente Nella magion drsquoUlisse rientracircro

δ 675 Neacute giagrave gran pezzo dersquo partiti ignara 880 Che nellrsquoimo del cor volgeano i Proci Penegravelope si fu la fece accorta Medoacutente il banditor che la consulta Stando al di fuori del cortile udigravea Che nellrsquointerno ordigravean gli empi la trama 885 Precipitoso corse ad annunziarla Alla regina Ella che il vide appena Oltrepassar la soglia a dir si prese

δ 681 laquoA che i Proci superbi o banditore Mandacircrti A impor che cessino dallrsquoopre 890 Del divo Ulisse le captive e ad essi Apprestino il convito Ah non altrove Ambiscano le nozze e non piugrave mai Si adunin qui ma sia dersquo lor conviti Lrsquoultimo questo O Voi che in sigrave gran calca 895 Struggete il molto vitto e le ricchezze Di Telegravemaco mio non dunque udiste Nellrsquoetagrave giovenil darsquo padri vostri I modi che con lor tenne lrsquoeroe Ned atto ingiusto fece mai neacute acerbo 900 Presso il popolo suo detto proferse Pur dersquo scettrati Re tale egrave lrsquousanza Diliger gli uni abborrir gli altri Ulisse Uom non afflisse mai drsquoonta o drsquooltraggio Ma in queste detestate opere indegne 905 Tutta appar lrsquoalma vostra e come egrave spenta Drsquoogni antico favor la rimembranzaraquo

δ 696 Ed il saggio Medoacutente laquoAh piaccia ai Numi Che il maggior mal sia questo alma reigravena Altro piugrave grave e vie piugrave fiero i Proci 910 Volgono in mente e tu spegraverdilo o Giove

LIBRO IV

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Uccigravederti di ferro al suo ritorno Bramano il figlio che a ritrar del padre A Pilo e a Lacedegravemone si volseraquo

δ 703 A questi accenti le ginocchia e rsquol core 915 Tosto fiaccar Penegravelope si sente Lunga pezza ammutigrave pregni di pianto Le ringorgano gli occhi e la soave Languida voce sui labbri le spira

δ 706 Rotto al fine il silenzio laquoE percheacute Araldo 920 Ito egrave da me lontano il figliuol mio Nullrsquouopo giagrave stringeacutevalo le ratte Navi salir del pelago cavalli Con che varca il mortal lrsquoequoree vie Forse percheacute fermograve che appo le genti 925 Non rimanga di seacute ned anche il nomeraquo

δ 711 laquoNon so ndash rispose il banditor sagace ndash Se un Nume il vi sospinse o se affannoso Drsquoir a Pilo desigraveo lrsquoalma gli accese Sia per saper del padre suo il ritorno 930 Sia di qual fato vittima soggiacqueraquo

δ 715 Detto ciograve si diparte Un disperato Duolo che il cor fiedeacutevale e la mente Opprimeva Penegravelope che starsi Piugrave non sostenne sovra un seggio assisa 935 Bencheacute molti addobbagravesserle la stanza Sul nudo limitar la dolorosa Gettagravetasi mettea miseri lai Quante di fresca o di canuta etade Chiudea fanti la reggia a lei drsquointorno 940 Gemeano Alfine con pianto dirotto Rivolse a lor Penegravelope tai voci

δ 722 laquoDeh mie care ascoltagravetemi gli Eterni Me drsquoaffanni gravacircr piugrave che altra assai Compagna di mia etagrave che meco crebbe 945 Lrsquoottimo sposo mio perdetti in prima Cuor di Lion che fra le Dagravenae genti Del fior se nrsquo gigravea drsquoogni virtude adorno Quel prode la cui fama ampia echeggiava Per la Tessalica Egravellade ed in Argo 950 Ed ora il caro figlio inglorioso Le tempeste rapir fuor dersquo miersquo tetti Neacute del suo dipartir nulla sepprsquoio

ODISSEA

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Infelici di voi non fuvvi alcuna Cui venisse in pensier drsquoin su le piume 955 Scuotermi E vrsquoera pur noto lrsquoistante Chrsquoei la bruna a salir nave se nrsquo gigravea Ah se dellrsquoarduo calle in che si egrave messo Giungeacuteami voce bencheacute drsquoir bramoso Avvinto rimarrigravea tra le mie braccia 960 O me lasciava in queste soglie estinta Ma voli un servo ed a me Dogravelio chiami Lrsquoantico schiavo che giagrave il padre diemmi Quandrsquoio me nrsquo venni in Igravetaca e che or cura Dellrsquoarboroso mio giardin si prende 965 Tosto si rechi appo Laerte a lui Tutto che mrsquoange narri il veglio forse Qualche consiglio rinverragrave al cospetto Si recheragrave del popolo e dorrassi Di color che sua stirpe e del divino 970 Ulisse braman disterpar dallrsquoimoraquo

δ 742 laquoDonna mia ndash rispondea lrsquoaffettuosa Bagravelia Euriclea ndash o tu con dispietato Ferro mrsquouccida o lo star mi consenta In questa reggia il veacuter non ti fia ascoso 975 Tutto sepprsquoio quantrsquoordinograve gli porsi Prebenda e vin soave ma col giuro Grande mi strinse di non farti accorta Del suo partir che al dodicesmo giorno ldquoSalvo chrsquoElla trsquointerroghi ndash soggiunse ndash 980 O del mio dipartir srsquoabbia contezzardquo Tanto il prese timor non forse il pianto Alla tua gran beltagrave recasse oltraggio Or tu deh prendi un bagno e in bianca veste A sommo il tetto del palagio ascendi 985 Con le tue ancelle lagrave Minerva invoca Figlia di Giove Egigraveoco e lrsquoalma diva Da morte il guarderagrave ma dellrsquoafflitto Vecchio non inasprir vie piugrave il cordoglio Non credrsquoio no che abbian gli Eterni in ira 990 DrsquoArcegravesio il sangue sorverragrave di lui Da qualche parte un giorno il discendente Che di questi palagi alti e dersquo pingui Remoti campi suoi terragrave il governoraquo

δ 758 Con questi accenti le calmograve la doglia 995

LIBRO IV

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E rsquol pianto le ripresse Ella bagnossi Di bianche vesti si adornograve salita Ad alto con le ancelle il sacro farro Nel canestro depose e orograve a Minerva

δ 762 laquoIndomita di Giove inclita figlia 1000 Se rsquol sapiente Ulisse in sua magione Pingui drsquoagna o di toro anche mai trsquoarse Deh mi serba oggi o Dea la rimembranza Il caro figliuol mio guagraverdami e quinci Gli oltracotati e rei Proci discacciaraquo 1005

δ 767 Al fine del suo dir mise ella un pio Flebile grido e lrsquoocchi-glauca Diva Pieno il voacuteto le feacutea Le sale intanto Del palagio oscurato empieano i Proci Di tumulto ed alcun di quersquo superbi 1010

δ 770 laquoCerto ndash sclamograve ndash lrsquoambita alma regina Or ci appresta le nozze ignara al tutto Che a morte giagrave Telegravemaco se nrsquo correraquo

δ 772 Cosigrave costor ma ignari essi medesmi Eran di tutto che lor si apprestava 1015

δ 774 E lrsquoEupigravetide laquoAhi temerari or tutti Lrsquoarrogante parlar cessate un tratto Onde non giunga a penetrar ligrave dentro Su via sorgete taciti e rsquol consiglio Che per noi tutti si assentigrave or srsquoadempiaraquo 1020

δ 778 Tacque ed eletti veacutenti prodi al lito In fretta srsquoavviograve Varacircr nellrsquoalto Il pin veloce alzacircr lrsquoalbero i remi Assettacircr entro volgitoi di cuoio Tutto a modo adopracircro indi le bianche 1025 Vele apersero al vento Arditi servi Armi recacircro e nel mar alto il legno Fermacircr dal canto donde lrsquoAgraveustro spira Cenacircro ligrave pur Egravespero aspettando Che porga lor della partenza il segno 1030

δ 787 Ma la regina nellrsquoeccelse stanze Mesta giacea non cibo non bevanda Ricordograve mai nel cuore ansia volgea Se rsquol figlio esimio sfuggiragrave la morte O se cadragrave darsquo Proci empi trafitto 1035 Quante cose diverse in seacute rivolve Incappato Lion tra folta schiera

ODISSEA

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Di cacciator che con le tese reti Il circuendo lrsquoempion di paura Da tante acerbe cure combattuta 1040 Pur dolce scese a confortarla il sonno Stesa in sul letto le giunture tutte Le si sciolsero e tosto addormentosse

δ 795 Nella mente di Palla un pensier novo In questa balenograve Compose unrsquoombra 1045 Ad Iftigravema simigravel prole drsquoIcagraverio DrsquoEumelo sposa chrsquoebbe stanza in Fere DrsquoUlisse alla magion Palla lrsquoinvia Percheacute cessi od almen rattempri i lai I gemiti e i sospir della Regina 1050 Per lo pertugio del serrame entrata Le si librograve sul capo e sigrave le disse

δ 804 laquoDormi e rsquol tenero cor nel sen ti struggi Penegravelope Neacute gemiti neacute pianto Ti consenton gli Degravei reduce in breve 1055 Il tuo figlio accocircrrai cheacute drsquoalcun fallo Nol tengon no contaminato i Numiraquo

δ 808 E la Regina che soave dorme Del palagio dersquo sogni in sulle porte

δ 810 laquoA che mia suora qui venisti Prima 1060 Non lrsquousavi cheacute assai da lunge alberghi Or vuoi che il martigraver cessi e le infinite Doglie che il cor mi fiedono e la mente Quandrsquoio perdetti lrsquoottimo mio sposo Cuor di Lion che fra le Dagravenae genti 1065 Del fior se nrsquo gigravea drsquoogni virtude adorno Quel prode il cui gran nome alto echeggiava Per la Tessalica Egravellade ed in Argo Ed ecco il figliuol mio srsquoimbarca e parte Garzon di marzial fatica ignaro 1070 Neacute in adunanza popolar diserto Piugrave lui che lrsquoaltro piango impaurita Che alcun mal non lrsquoincolga appo le genti Che visita o nel mar Molti nemici Insidiando agognano immolarlo 1075 Pria chrsquoei ritorni alla natigravea contradaraquo

δ 824 laquoFarsquo cor ndash Lo spettro tenebroso aggiunse ndash Sgombra dal sen queste paure Il segue Compagna tal di sigrave fiera possanza

LIBRO IV

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Che ognun per seacute ne bramerigravea lrsquoaigraveta 1080 Palla Minerva che di Te pietosa Or queste a trsquoannunziar cose mrsquoinviaraquo

δ 835 Penegravelope gridograve laquoSe in veacuter sersquo Diva O se la voce di una Diva udisti Ahi del mio sposo misero mi parla 1085 Vive egli ancora Lrsquoalmo Sol si gode O lo scagliograve tra glrsquoinferi la Morteraquo

δ 835 laquoSrsquoei viva o no ndash rispose lrsquoesilrsquoombra ndash Dato non mrsquoegrave di farti manifesto Mal fa chi vani accenti allrsquoaura spanderaquo 1090

δ 838 Tacque e pel varco ondrsquoera entrata uscigraveo Mischiossi allrsquoaure e sparve Incontinente LrsquoIcagraveride destosse e rsquol cor gentile Di gaudio in petto rifiorir sentigravea Peroccheacute accorse nella fitta notte 1095 Svelato un sogno ad accertarle il vero

δ 842 Giagrave montati in sul legno igravevan solcando Lrsquoequoree strade i Proci atroce morte Macchinando a Telegravemaco Tra lrsquoaspra Same ed Igravetaca sorge in mezzo allrsquoonde 1100 Unrsquoisola scoscesa e non giagrave grande Asteri egrave detta drsquoambo i lati schiude Sicuri porti al valicar dei legni Quivi i Proci al garzon metteano agguato

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LL II BB RR OO QQ UU II NN TT OO

La Zattera drsquoUlisse

DDAL letto di Titoacuten surta lrsquoAurora Portava ai Numi ed arsquo mortali il giorno E giagrave tutti a concilio erano assisi Gli Eterni con in mezzo il Fulminante Di suprema possanza A lor Minerva 5 Noverava drsquoUlisse i molti affanni Revocandoli in mente cheacute non leve Cura la punse dellrsquoeroe dal tempo Che in sua magion la ninfa il si ritenne

ε 7 laquoO Giove ndash disse ndash e Voi tutti o beati 10 Degravei Sempiterni no benigno e mite Scettrato Re non sia piugrave mai ned alti Sensi volga nel cor ma crudel sempre Con iniqui e feroci atti imperversi Poicheacute nullo rammenta il divo Ulisse 15 Nullo fra i tanti popoli chrsquoei resse Qual padre affettuoso Ei gravi intanto Doglie pate nellrsquoisola ove giace Neghittoso languendo ove Calipso Per forza il tiene e rsquol ritornar gli egrave tolto 20 Non navi neacute compagni ha in sua baligravea Che rsquol carreggin sul dorso ampio del mare Ed ecco al caro figliuol suo che riede Alle sue case anegravelasi a dar morte Ei dietro al suon della paterna fama 25 Pilo ed Isparta a visitar si mosseraquo

ε 21 E rsquol Fulminante laquoO figlia mia qual detto Ti sfuggigrave dalle labbra Or tu medesma Non hai fermato giagrave che arsquo suoi reverso

LIBRO V

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Tragga Ulisse darsquo Proci aspra vendetta 30 Ma con vigile cura (e ben tu rsquol puoi) Telegravemaco al natigraveo lido rimena Illeso al tutto siccheacute al fin delusi A retroso il lor pin volgano i Prociraquo

ε 28 Tacque lrsquoOligravempio ed a Mercurio vogravelto 35 Prole sua cara laquoVarsquo ndash disse ndash Mercurio Chiaro tra i Numi e messagier mio fido Alla ninfa dal crin aureo e le annunzia Il mio fermo voler che rieda Ulisse Alla terra natigravea ma che non abbia 40 Darsquo Numi o darsquo mortali alcunrsquoaigraveta Vorsquo che patiti aspri travagli aggiunga Nel ventesimo digrave su travi avvinte Da saldi nodi in un la fertil Scherigravea Terra alma dersquo Feaci che al par quasi 45 Di noi gioconda vivono la vita Degno il terran drsquoonor siccome un Dio Condurragravenlo alla sua patria diletta Rame ed oro daragravengli e vesti in copia Maggior che addotto ersquo non avrigravea se drsquoIgravelio 50 Tornava illeso e della preda onusto Chrsquoivi sortigrave Perograve che in fato egli ebbe Di riveder gli amici ed agli eccelsi Suoi tetti e al suol natigraveo di ricondursiraquo

ε 43 AllrsquoArgicigraveda lrsquoobbedir giagrave egrave tardo 55 I leggiadri talari aurei immortali Sotto le piante adatta Ali son queste Con che lrsquoimmensa Terra e rsquol mar trascorre Veloce a par del vento Indi la verga Prese con che a suo grado il sonno infonde 60 Negli occhi dersquo mortali o li dissonna Volograve tra man con quella e di Piegraveria Varcati i gioghi dagli eterei campi Sul mar precipitograve Scorrea a fior drsquoonda A par del laro che persquo vasti golfi 65 Persegue i pesci e le folte ali bagna Nel salso mar Non altrimenti i flutti Sorvolava infiniti il divo Ermete Come fu alla remota isola tosto Uscigrave fuor del mar bruno e lungo il lito 70 Processe fincheacute giunse al vasto speco

ODISSEA

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Dove la Ninfa dal bel crine alberga Quivi il Dio la rinvenne Un foco grande Splende nel focolar lrsquoisola tutta Ridonda di fragranza che dal cedro 75 Dal tigraveo spezzati ed avvampanti esala Dolce cantando con gioconda voce Percorreva la Diva una gran tela Con aurea spola Ombragravevasi lo speco Da selva verde ognor drsquoalni e di pioppi 80 Di cipressi odoriferi Tra i folti Rami nidificavano gli augelli Dalle spase ali il gufo lo sparviere La garrula cornacchia che stridendo Del mar sui lidi vagolar si piace 85 Stendeacuteasi intorno allrsquoincavato speco Carca di grappi vite giovinetta Posti a distanza egual quattro bei fonti Limpidrsquoacque volvean vicini prima Scevrati indi scorreano in mille rivi 90 Lungo i margini lor verdeggian liete Praterie molli drsquoapio e di viole A tal vista anche un Dio meravigliando Di gioia sentirigravea lrsquoanimo empirsi Attonito risteacute Mercurio e poscia 95 Che tra seacute tutte cose a lodar ebbe Ratto al capace speco entro si mise Neacute come vide il messagier celeste Lrsquoinclita Dea Calipso il disconobbe Cheacute non egrave lrsquouno allrsquoaltro Nume ignoto 100 Bencheacute gli alberghi lor distin drsquoassai Neacute Mercurio trovograve dentro lrsquoeroe Gemea sul lito assiso e al par di prima Ligrave con pianti e sospir con doglie acerbe Struggeacuteasi lrsquoalma al mar voraginoso 105 Tenea fitto lo sguardo e lagrimava Posto che lrsquoebbe su lucente e miro Seggio lrsquoinclita diva interrogollo

ε 87 laquoPercheacute venisti a me pregiato e caro Nume dallrsquoaureo caducegraveo Mercurio 110 Non fu tua usanza giagrave di visitarmi Agraveprimi la tua mente il cor mi spira Se spetta a me di adempiere i tuoi voacuteti

LIBRO V

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E se adegravempierli pur possibil fia Or via mi segui allrsquoospital convitoraquo 115

ε 92 Detto la mensa appoacutesegli davanti Ricoverta drsquoambrosia e rsquol rubicondo Nettare gli versograve cigravebasi e bee LrsquoArgicigraveda Quandrsquoei lrsquoanimo sente Ristorato a suo grado a dir si prese 120

ε 97 laquoMrsquointerroghi percheacute qui mi condussi Tu Dea me Dio Candido il veacuter chiarirti Egraveccomi presto poicheacute tu rsquol mrsquoingiungi Qui lrsquoOligravempio mrsquoinvia contro mia voglia Chi percorrer da seacute vorrigravea mai tanta 125 Salsa acqua immensa Ligrave cittagrave non sorge Dove i mortali arsquo Numi offrano voacuteti Ed esimie ecatombe Or questa egrave mente Ferma di Giove cui non osa alcuno Neacute violar neacute preterir dersquo Numi 130 Dicrsquoei che tu ricetti un di quersquo prodi (E di tutti rsquol piugrave misero) che intorno Di Prigraveamo alla cittagrave pugnacircr novrsquoanni Poicheacute al decimo in fin la rovesciacircro Vegraver la terra natigravea drizzacircr le prode 135 Ma nel redir offesero Minerva Che i turbini sonanti e le vastrsquoonde Contra lor sollevograve Quivi drsquoUlisse Tutti pericircr gli intrepidi compagni Qua dal vento e dallrsquoonda ei fu sospinto 140 Questrsquoeroe congedar Giove trsquoingiunge Subitamente Chrsquoei non ebbe in fato Lunge darsquo suoi perir ma gli egrave destino Rivederli e agli aviti alti palagi Alla terra natigravea di far ritornoraquo 145

ε 116 Calipso inorridigrave laquoNumi crudeli Vinti piugrave chrsquoaltri da furor geloso Quanta invidia portate ad ogni Diva Che apertamente ad un mortal si unigraveo Poi che a diletto suo sposo il si elesse 150 Quando lrsquoAurora dalle rosee dita Orione rapigrave chiusi teneste Glrsquoinvidi spirti ed il rancor nel petto Fincheacute in Ortigravegia corsquo suoi miti strali Saettandolo Artegravemide lrsquouccise 155

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E quando solo dal suo cor sospinta Giasioacuten desiograve Cegraverere bionda Tal che il si strinse drsquoamoroso amplesso Lagrave nel maggese che tre volte avea Risolcato lrsquoaratro il Sir drsquoOlimpo 160 Non del successo ignaro Giasione Con la rovente folgore scoscese Del par mi contendete invidi Numi Chrsquoio possegga il mortal che or meco alberga Pur da me fu serbato allor che errava 165 A cavalcion della carena ei solo Posciacheacute il negro suo legno veloce Conquassato dal folgore e disperso Nel mezzo al negro mar gli ebbe il Tonante Io lrsquoaccolsi io rsquol nutriva io gli promisi 170 Di renderlo immortale e lieto a un tempo Drsquoeterna gioventugrave Ma se di Giove Tal egrave la mente cui non osa alcuno Neacute violar neacute preterir dersquo Numi Pagravertasi se quel Dio lrsquoingiunge e rsquol mare 175 Voraginoso a risolcar lo spinge Certo nol rimando io navi e compagni Non sono a me che per lo vasto dorso Il carreggin del mar Ma di consiglio Affettuosa il sovverrograve neacute occulto 180 Il modo gli terrograve con che gli egrave dato Alle piaggie natigravee tornar illesoraquo

ε 145 E lrsquoArgicigraveda laquoOr via cosigrave rsquol rimanda Pon mente allrsquoira dellrsquoOligravempio un giorno Tornar la ti potrigravea grave drsquoassairaquo 185

ε 147 Posto fine al suo dir subito sparve Verso lrsquoinclito Eroe la nobil Ninfa Mosse tosto che udigrave lrsquoalto di Giove Comandamento assiso in sulla sponda Del pelago il trovograve ligrave mai non ebbe 190 Gli occhi asciutti di lagrime struggea Il caro viver suo pur del ritorno Bramoso che non punto igraveva a talento Allrsquoorrevole Dea Tutte le notti A si giacer nel cavo speco astretto 195 Disvolea ciograve che pur volea la Ninfa E quando splende il Digrave seggente il trova

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Sulle rocce che ingombrano la sponda Lagrave con sospir con gemiti con doglie Roacutedesi lrsquoalma tacito ed immoto 200 Contempla il mar voraginoso e piagne

ε 159 Ma la Dea sorvenendo laquoOh sconsolato Deh non mi dar qui rsquon pianto e il viver caro Non consumarti affettuosa e presta A rimandarti di gran cor consento 205 Tronca su via le vive travi e larga Zattera con il ferro ti congegna Vrsquoinfiggendo alti palchi onde ti porti Sul tenebroso mar Limpide linfe Candidi pani e fervido Liegraveo 210 Che forza infonde e lrsquoanimo conforta Io stessa vrsquoimporrograve sigrave che la fame Da te lunge rispinga altre indossarti Vesti voglrsquoio destro spirarti un vento Che alla terra natigravea trsquoadduca illeso 215 Purcheacute tal sia il voler dersquo Sempiterni Numi del Ciel che in senno ed in possanza Me pur troppo soverchiano drsquoassairaquo

ε 171 Ulisse inorridigrave laquoCerto ndash rispose ndash Altro o Diva pensier tu volgi in mente 220 Non il congedo mio poicheacute mrsquoingiungi Affrontar su tal cimba il tempestoso Fiero abisso del mar che le veloci Vaste navi non varcano quantunque Del vento liete che a lor Giove spira 225 No non la salirograve contro tua voglia Se a me giurar o Dea prima non degni Col giuramento degli Degravei rsquol piugrave grande Che altro danno patir da te non deggiaraquo

ε 180 Sorrise lrsquoalma Diva e della destra 230 Il blandigrave e sigrave gli disse laquoAhi sconoscente Ben sersquo ricco di senno e ben si appare Quantrsquoegrave il sospetto che di me ti prese Siate voi dunque testimoni o Terra O Ciel superno e tu che ti rivolvi 235 Sotterra onda di Stige appo i beati Numi giuro il piugrave sacro e rsquol piugrave tremendo Che affligraveggerti non vorsquo drsquoaltra sventura Ma penso e dico ciograve che per me stessa

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Torrei se fossi a tali strette addotta 240 Sincera ho lrsquoalma ned in questo petto Cor di ferro si annida anzi rsquol mi sento Tenero ahi troppo e di pietade amicoraquo

ε 192 Detto ratta il precorse ed ei rsquol vestigio Della Ninfa seguigravea Giunti alla grotta 245 La Diva ed il mortal questi nel seggio Donde sorto Mercurio era adagiosse La Dea cibi e licor di chrsquouom si pasce Poacutesegli innanzi e gli si assise a fronte Nettare e ambrosia a lei porgean le ancelle 250 Stese le mani alle vivande e preso Della mensa diletto in questa guisa Diegrave principio al suo dir lrsquoinclita Ninfa

ε 203 laquoO diva prole di Laerte o insigne Per senno Ulisse or dunque in cuor del verno 255 Arsquo cari tetti e alla natigravea contrada Ir di subito vuoi Varsquo pur felice Ma se in tua mente balenasser quante Patir gragravevati il Fato acerbe doglie Pria di giunger colagrave qui rimarresti 260 Qui con meco a guardar queste mie case E saresti immortal bencheacute il cor trsquoarda Brama di riveder quella tua donna A cui sempre sospiri Io pur mi vanto Non di statura no neacute di fattezze 265 Esser da men di lei Certo arsquo mortali Donne neacute di beltagrave neacute di persona Con le immortali gareggiar si addiceraquo

ε 214 laquoNon corrucciarti meco orrevol Diva ndash Ulisse ripigliograve ndash conosco appieno 270 Che da meno di Te nel tuo cospetto Fia la saggia Penegravelope o si guardi Alla persona o alla beltagrave devota Essa alla Parca e Tu immortal ned ave In tua fresca beltagrave ragione il tempo 275 Pur questo vorsquo questo egrave il pensier che solo Stammi a tuttrsquoore nella mente infisso Che splenda il digrave che nel paterno tetto Rientrar mi faragrave Che se alcun Nume Pel negro a mrsquoinfestar mare si ostina 280 Sopporterograve cheacute contro alle sventure

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Intrepida nel petto alma rinserro Molti sul mar molti travagli in guerra Sostenni ai tanti aggiugravengasi questrsquounoraquo

ε 225 Caduto in questa il Sol scese la Notte 285 Processi in fondo alla capace grotta La Ninfa con lrsquoeroe lrsquouno appo lrsquoaltra Le soavi drsquoamor gioie gustacircro

ε 228 Apparsa del Mattin la rosea figlia Tunica e manto il Re vestigrave la Ninfa 290 Splendida di candor larga una gonna Sottile graziosa al fianco strinse Aureo cinto elegante in sulle chiome Ondeggiar fersquo un bel velo indi drsquoUlisse Ad apprestar la dipartenza attese 295 Scure di rame a doppio taglio grande Manesca gli porgea con un drsquoolivo Vago adatto manubrio a questa aggiunse Lucida unrsquoascia indi rsquol guidograve lagrave dove In sullrsquoestremitagrave dellrsquoisoletta 300 Alte piante crescean pioppi alni e abeti Che mettevano al Ciel la verde chioma Aride da gran tempo al Sol riarse Atte a via scivolar sul mare ondoso Lrsquoeccelse piante gli additograve la Diva 305 Ed il piede rivolse alla sua grotta

ε 243 Tronca gli alberi Ulisse e giagrave veloce Lrsquoopra che avea tra mano al suo fin corre Nrsquoabbatteacute veacutenti gli adeguograve col ferro Solerte li puligrave drizzolli a squadra 310 Recograve intanto la Dea succhi allrsquoeroe Ed ei forava e riunigravea le travi E di chiovi e drsquoincastri le stringea Quanto di nave ampia da carco allarga Mastro perito il fondo estesa tanto 315 Si fabbricograve la zattera lrsquoeroe Spesse travi su larghe assi stendendo Il tavolato alzograve Piantovvi inoltre Lrsquoalbero con lrsquoantenna ed il timone Construsse il circuigrave con lenti salci 320 Schermo allrsquoonda irrompente e gittograve in fondo Stipati acervi di spezzata selva Calipso esimia Dea recogravegli in questa

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Tele con chrsquoei mise le vele in punto Tirograve le antenne e vi legograve le sarte 325 La poggia e lrsquoorza In fin sottese al legno Forti leve nel mar vasto il sospinse

ε 262 Al quarto digrave tutto era in pronto il quinto Dallrsquoisoletta il congedograve la Diva Dopo che il cinse di odorate vesti 330 E che drsquoun bagno il confortograve Nel legno Otri due collocograve lrsquoun di vermiglio Bacco lrsquoaltro maggior di limpidrsquoonda La vettovaglia chiuse in un capace Zaino in che mise molte dapi elette 335 Mite e benigno in fin largigraveagli un vento Lieto a quel vento dispiegograve le vele Ed assiso al timon con arte Ulisse Dirigeacutevane il corso ned il sonno Le luci gli gravograve mentre mirava 340 Le Plegraveiadi ed il lento tramontante Booacutete e lrsquoOrsa pur nomata il Carro Che ligrave si gira e guarda in Orione Sola darsquo flutti dellrsquoOcegraveano intatta Questa varcando il mar lasciare a manca 345 Commigravesegli la Dea Ben dieci e sette Digrave navigograve quandrsquoecco il digrave vegnente Soacutersegli a fronte corsquo suoi monti ombrosi Dersquo Feaci la terra a cui giagrave egrave presso Pagraververgli come al guardo gli si offerse 350 Sul tenebroso mar quasi uno scudo

ε 282 Ma di Etiopia reduce Nettuno Sin dallrsquoalte di Sogravelima montagne Gettograve lunge lo sguardo e affigurollo Veleggiante sullrsquoonde acceso in ira 355 Squassograve il capo e tra seacute cosigrave a dir tolse

ε 286 laquoE che Dunque mutacircr consiglio i Numi Intorno a Ulisse mentrrsquoio feacutea soggiorno Tra gli Etiogravepi Ecco giagrave presso egrave giunto Dersquo Feaci alla terra ovrsquoebbe in sorte 360 Sfuggir lrsquoalte sventure ondrsquoegli egrave oppresso Pur di guai mi credrsquoio sazio fia primaraquo

ε 291 Detto afferrograve rsquol tridente adunograve i nembi Il mar turbograve Di tutte le tempeste Tutti i vegraventi eccitograve la terra e lrsquoonde 365

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Di nugoli coprigrave dal Ciel la Notte Precipitograve piombacircr quasi in un gruppo Con Egraveuro e Noto ad una rsquol violento Zegraveffiro e lrsquoAquiloacuten che drsquoalto spira Spazza i nembi e le vaste onde rivolve 370 Mancar sentissi le ginocchia e rsquol core Ulisse e alla sua grande alma gemendo

ε 299 laquoAhi misero ndash dicea ndash di me che fia Temo verace della Ninfa il detto Chrsquoio sosterrei nel mar gran doglie prima 375 Di redir arsquo miei lari or ciograve si adempie Oh di quai nubi rsquol ciel vasto inghirlanda Giove lrsquoonde turbograve di tutti i vegraventi Impeto fan sul mar fiere tempeste Certa e ria morte or tiemmi Oh fortunati 380 Tre volte e quattro i Dagravenai che agli Atridi Gratificando lagrave nersquo campi drsquoIgravelio Cadeano Deh percheacute non caddi anchrsquoio Quel digrave che i Tegraveucri al morto Achille intorno Tante ferrate in me lance avventacircro 385 Sortito avrei gli onor funegravebri a cielo Celebrato mia gloria arigraveen gli Achivi Or mi danna il Destino a ignobil morteraquo

ε 313 Tacque e dallrsquoalto ruinando unrsquoonda Orribilmente rigirograve la barca 390 E da quella lrsquoeroe lungi sospinse Via gettograve il tegravemo dersquo commisti vegraventi Lrsquoirrompente terribile procella Lrsquoalbero gli scoscese in mar lontano Vela ed antenna caddero gran tempo 395 Stette sommerso neacute darsquo tempestosi Flutti ratto emergea peroccheacute troppo Di Calipso il gravavano le vesti Sorse alfine dal mar molta salsa onda Vomitando che giugrave dal capo a rivi 400 Con lene sibilar gli discorrea Bencheacute rotto di stento ersquo giagrave non pose La zattera in obbligraveo ma sovra i flutti Lanciagravetosi ghermigravella indi nel mezzo Schivando il fin di morte vi si assise 405 Agitata qua e lagrave lrsquoalte correnti Del gran fiotto rapigravevanla A quel modo

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Che sovra un campo lrsquoAquiloacuten drsquoAutunno Sparpaglia un fascio drsquointrecciate spine Trabagravelzanla qua e lagrave sul mare i vegraventi 410 Or Noto contro a Bograverea la sospinge Che ben lungi lrsquoavventa Egraveuro or la cede A Zegraveffiro che fier lrsquourta e lrsquoincalza

ε 333 Vide lrsquoeroe diserto Ino Cadmegravea Dal candido talon che tra i mortali 415 Modulanti la voce un digrave nomosse Leucotogravee ed or nel pelago si gode Divini onori Di pietagrave il cor tocca Pel combattuto eroe da immensi affanni Qual mergo a volo si lanciograve dallrsquoonde 420 Sulla cimba si assise e sigrave gli disse

ε 339 laquoLasso percheacute di tanta e cosigrave atroce Ira teco si accese Enosigegraveo Tal che di questi mali ora ti opprime Pur non ti perderagrave comeccheacute il brami 425 Questo farsquo dunque cheacute di senno uscito Giagrave non mi sembri svegravestiti dersquo panni Dagrave dersquo vegraventi in baligravea lrsquoinfranto legno Drsquoambe man nuota e cerca il tuo ritorno Nersquo Feacesi liti ove il rifugio 430 Ti consente il destino Or tersquo drsquointorno Questo velo immortal trsquoavvolgi al petto Neacute tema di periglio abbi o di morte Tocca dalle tue man la piaggia appena Disleacutegalo e volgendo addietro il voacutelto 435 Lungi dal continente in mar lo gittaraquo

ε 351 Tacque ed il vel gli diegrave nel mare ondoso Qual mergo si tuffograve corse una bruna Onda e la bella Diva ricoverse Stette in forse lrsquoeroe nel tollerante 440 Alto suo cor proruppe indi gemendo

ε 356 laquoAhi lasso forse alcun deglrsquoimmortali Novo inganno mi trama or che mrsquoingiunge Tocircrmi di questo legno Intera fede Dargli or non vorsquo cheacute irsquo veggio in lontananza 445 La terra ove promesso egravemmi lo scampo A questo che il miglior partito estimo Mi appiglierograve sin che tra lor congiunte Resteranno le travi io qui rimango Tutti affanni patendo e quando i flutti 450

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Spezzato lo mi avran porrommi a nuoto Neacute mi occorre alla mente altro consiglioraquo

ε 365 Questo nellrsquoagitata alma ei volgendo Nettuno sollevograve tumida unrsquoonda Grave orribile enorme e la sospinse 455 Qual da turbo investito si disperde Di qua di lagrave drsquoaride paglie un mucchio Tal tutte andacircr le tavole disperse Sovra drsquoun trave lagravenciasi lrsquoeroe Svegravestesi i panni che gli diegrave Calipso 460 E di corsiere in guisa oltre il sospinge Sotteso al petto il vel le braccia aperse A capo chin precipitograve nellrsquoonde E di forza nuotograve Nettuno il vide E crollando la testa in suo cor disse 465

ε 377 laquoErra cosigrave nel mar molti or sostieni Aspri tormenti sin che a gente arrivi A Giove cara ma neacute lagrave mi penso Allegro andrai del tuo fallirraquo Ciograve detto Sferzograve i corsier dallrsquoondeggiante chioma 470 E difilato ecco perviene ad Egravega Dove lrsquoinclita sua reggia si estolle

ε 382 Pagravellade intanto dellrsquoEgigraveoco figlia Altro in cura prendea ripresse il soffio Dersquo vegraventi gli acquetograve sopilli tutti 475 Ma il rapido incitograve Bograverea ed i grossi Flutti nrsquoinfranse fincheacute il divo Ulisse Appo i Feaci naviganti illustri Morte schivata e le rie Parche arrivi

ε 388 Quivi due digrave quivi due notti errava 480 Trabalzato su enormi onde ed il core Ad ora ad or gli presagigravea la morte Ma come lrsquoalba dallrsquoaurate chiome Rimenograve il terzo digrave quetossi rsquol vento E tranquillo seren drsquointorno rise 485 Ulisse allor drsquoun alto flutto in cima Drizzograve lrsquoacume dellrsquointente luci Neacute lontana da seacute scorse la terra Quale egrave la gioia che nel core abbonda Dersquo figli (che scorgean giacer gran tempo 490 Colpa drsquoinfesto demone consunto Darsquo fiere doglie il genitor) nel giorno Che i Degravei benigni in sanitagrave il tornacircro

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Tal giubilo sentigrave nellrsquoalma Ulisse Della terra allrsquoaspetto e delle selve 495 Nuotava e drsquoambo i piegrave lrsquoonde percosse Acquistar contendea lrsquoopposta riva Come distograve quanto drsquouom vola un grido Ode immenso fragor cheacute le vastrsquoonde Eruttate dal mar contro lrsquoalpestre 500 Continente mugghiavano e di larghi Sprazzi di spuma ricoprigravean la sponda Non porto alcun schermo alle navi o seno Quivi apparigravea ma rocce ardue ed acute Protendegraventisi in mar scogli erti e massi 510 Mancar sentissi le ginocchia e rsquol core Ulisse e in suo gran cor dicea gemendo

ε 408 laquoAhi quando questa infin terra insperata Diemmi Giove a veder quando solcai Questrsquoabisso e qui giunsi ecco non veggio 510 Egresso alcun per me fuor da queste onde Rocce acute a rincontro impetuoso Rugge drsquointorno il flutto in suso corre Liscia rupe qui rsquol mare alto mi toglie Fermar le piante ed ischivar la morte 515 Temo se tento uscir che mi rapisca E contro a questa roccia erta mrsquoavventi Un fier maroso sigrave che a me ogni sforzo Torni vano o funesto E srsquoio nuotando Oltre mi spingo onde cercar tranquille 520 Piaggie od un porto temo che gemente Me nel pescoso mar non risospinga La tempesta rapace o alcun dersquo mostri Che molti nutre in sen lrsquoalta Anfitrite Contro di me non ecciti alcun Dio 525 Cheacute ben so qual rancor tiemmi Nettunoraquo

ε 424 Mentre questi pensier tra seacute volgea Allrsquoaspro lito enorme onda lrsquoimpulse Squarciata la persona ivi ed infrante Tutte avrigravea le ossa se allrsquoeroe benigna 530 Non srsquoinfondea nellrsquoanimo Minerva La rupe in che giagrave dava ad ambe mani Aggrappograve e stretto vi aderigrave gemendo Fincheacute tutta la vasta onda trascorse Di tal guisa campograve ma rifluendo 535 Precipitoso il fiotto il ripercosse

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Il divelse dal masso e in lontananza Nel mare il trabalzograve Siccome polpo Sterpato dal nativo antro non pochi Tragge lapilli nelle molte branche 540 Cosigrave drsquoUlisse dalle man gagliarde Disvelse il masso la squarciata pelle Giagrave rsquol vasto fiotto il tranghiottigravea giagrave spento Contra il fato ligrave focircra il doloroso Ma di acume di forza e di coraggio 545 Palla il rigagliardigrave Da un flutto emerso Di quersquo che con fragor rompeacuteansi al lito Nuotava e rsquol guardo tenea vogravelto a terra Se forse di scoprir venigraveagli fatto Qualche piaggia ricurva o qualche porto 550 Neacute risteacute dal nuotar sin che alla foce Drsquoun fiume dalle belle onde al fin giunse Ottimo il loco pagravervegli che scarco Drsquoalpestri rocce era darsquo vegraventi intatto Come il fiume avvisograve dal cor sigrave orava 555

ε 445 laquoNume qual che tu sigravee di sigrave bellrsquoonda Ogravedimi a Te che tanto desiai Sfuggendo allrsquoira di Nettun ricorro Arsquo celesti medesimi egrave venerando Uom che giunga ramingo e tal son io 560 Che alle dolci tue acque arsquo tuoi ginocchi Dopo patiti immensi affanni or vengo Miserere di me che giagrave vo altero Drsquoesser supplice tuo benigno Iddio

ε 451 Tacque e rsquol Nume lenigrave subito il corso 565 Lrsquoonde adeguograve diffuse anzi allrsquoeroe Dolce calma e del suo limpido fiume Alla foce il salvograve Piegograve lrsquoeroe Le ginocchia e mancar sentigrave le braccia Cheacute rsquol mar fragravensegli rsquol core il corpo tutto 570 Gonfiava e per la bocca e per le nari A gurgiti le amare onde versava Senza respir giaceva e senza voce Disvigorito tanta e cosigrave fiera Fatica il soverchiograve Ma come in petto 575 Gli spirti ridestacircrsegli il vel sciolto Della Diva rsquol gettograve lagrave dove al mare Amareggiando il fiume si devolve Addietro il riportograve della corrente

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La vasta onda veloce e in un momento 580 Tra le care sue mani Ino lrsquoaccolse Del fiume allontanatosi su molli Giunchi cascograve baciograve la terra e poscia Gemendo al suo gran cor cosigrave dicea

ε 465 laquoAhi Che piugrave soffrirograve Di me che fia 585 Se lungo il fiume questa fiera notte Vigilerograve la rigidrsquoaura e rsquol guazzo Fertile me giagrave stanco e illanguidito Struggeranno cheacute allrsquoora mattutina Spira del fiume lrsquoagghiacciata brezza 590 Se del colle arboroso ascendo in cima E mrsquoaddormento tra i piugrave folti arbusti (Quando il gel nol contenda e la stanchezza Che dolce il sonno mi ristauri) Ahi preda E pasto diventar temo di belveraquo 595

ε 474 Prepor fersquo stima lrsquoultimo partito Verso il bosco se nrsquo va che allrsquoacque accanto Su drsquoun poggio surgea sotto due ulivi Che congiunti crescean quivi srsquointerna Ma domestico lrsquoun lrsquoaltro oleastro 600 Non gagliardo soffiar drsquoumidi vegraventi Non di fervido Sol raggio non pioggia Dirotta tra di lor penetrograve mai Tanto crebbero densi ed intrecciati Sottentrovvi lrsquoeroe Ratto movendo 605 Le mani intorno un letto ampio vi pose Cheacute gran copia di fronde ivi era sparsa Tal che due ricoprire o tre potrigravea Uomini al furiar di crudel verno Esultograve a quella vista asserenosse 610 Il divo Ulisse si corcograve e di fronde Enorme addosso si tirograve un acervo Comrsquouom solingo in sul confin drsquoun campo Tizzo nasconde sotto rsquol cener bruno Per serbar vivo della fiamma il seme 615 Che drsquoaltronde raccendere gli egrave tolto Sigrave tra le fronde ei si celograve Minerva Dolce sonno gli infuse e le dilette Palpegravebre gli velograve percheacute repente Lrsquoaffaticato eroe posi e respiri 620

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LL II BB RR OO SS EE SS TT OO

Arrivo di Ulisse presso i Feaci

SSTANCO lrsquoinclito eroe di tanti affanni Quivi posava in fin dal sonno oppresso Ma dersquo Feaci vegraver la popolata Cittagrave Palla volograve Questi da prima I vasti drsquoIperegravea piani abitacircro 5 Appo i Ciclopi gente atroce e fiera Che di rapine gli affliggea e di lutti Percheacute di gagliardigravea li soverchiava Quindi a migrar di lagrave gli persuase Nausigravetoo a un Dio sembiante che in Ischerigravea 10 Darsquo mortali ingegnosi allor divisa Gli addusse e stanza qui a fermar locolli Drsquouna cittagrave construgravessevi la cerchia Magioni fabbricograve delubri eresse E le terre divise Ma giagrave domo 15 Dalla Parca funesta ito era a Pluto Regnava Alcigravenoo allor darsquo Numi stessi Nersquo provvidi consigli ammaestrato Scese Minerva nel costui palagio Cheacute drsquoUlisse il ritorno in cor volgea 20 Vegraver la stanza volograve dedagravelea in cui Giovinetta dormigravea che di fattezze Di statura alle Dive era sembiante Nausigravecaa figlia del Re illustre quivi Stavan di qua di lagrave presso alla porta 25 Le cui splendide imposte eran rinchiuse Due fresche ancelle che le Grazie stesse Di celeste beltagrave resero adorne Come drsquoauretta un alito penegravetra

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Nella stanza la Diva ed alle piume 30 Della fanciulla avvicinata assunse Il voacutelto della figlia di Dimagravente Nocchier insigne a lei cara oltremodo Uguale a lei drsquoetade e sigrave le dice

ζ 25 laquoNausigravecaa percheacute Te sigrave trascurata 35 La madre partorigrave Le vesti esimie Ti giacciono neglette ed il momento Giagrave giagrave si appressa di tue nozze in cui Sfoggiar degravei le piugrave belle e offrirne a quanti Ti seguiranno del tuo sposo ai tetti 40 Merceacute tai cure insigne appo i mortali Fama si acquista e alleacutegrasi col padre La veneranda genitrice Or dunque Moviam sullrsquoalba ad imbianchire i panni Teco allrsquoopra sarograve per trarla a fine 45 Subitamente cheacute restar gran pezza Vergine tu non degravei giagrave tutti a gara Del popolo Feace i piugrave onorati Tra cui rsquol natal tu stessa anco sortisti Trsquoambiscono Via dunque in sullrsquoaurora 50 Lrsquoinclito genitor trova e rsquol richiedi Ed impetra da lui le mule e rsquol carro Che i tuoi cinti eleganti ed i tuoi veli Ed i superbi tuoi manti trasporti Anzi che a piegrave drsquoir cosigrave a te si addice 55 Cheacute da cittagrave i lavacri assai distannoraquo

ζ 41 Come si tacque rivolograve allrsquoOlimpo Sede va grido degli Degravei tranquilla Cheacute neacute da vegraventi srsquoagita neacute aspersa Da pioggia egrave mai neacute mai turbo lrsquoassale 60 Di gelato vapor su vi si spande Serenitagrave cui nulla nube vela Ed in che lume candido discorre Quivi i Celesti in gaudio in gioia in festa Eternalmente vivono beati 65 Ligrave Palla rivolograve poicheacute fersquo lieta La donzella regal del suo consiglio

ζ 48 Comparsa appena sovra lrsquoaureo trono Destograve lrsquoAurora la gentil donzella Che del sogno stupigrave Con agil piede 70 La reggia attraversograve per darne parte

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Arsquo cari genitor nella lor stanza Amendue li trovograve La madre assisa Accanto al focolar con leste ancelle Dal pennecchio traea torcendo il fuso 75 Lane tinte di porpora marina Ma nel padre si avvenne allor che fuori Uscigravea per ir corsquo prigravencipi al concilio Lagrave rsquove i prodi Feaci lrsquoinvitacircro Nausigravecaa al genitor fagravettasi presso 80

ζ 57 laquoBabbo mio ndash gli dicea ndash non vuoi tu darmi Lrsquoeccelso carro di veloci ruote Acciograve le belle vesti al fiume lavi Che mi giaccion di polvere coverte Ben si conviene a Te che tra i piugrave illustri 85 Siedi a consulta aver nitide vesti Cinque in tua reggia son figli diletti Due fa lieti Imenegraveo celibi gli altri Vanno del fior di giovinezza adorni Questi con lini entrar vogliono in danza 90 Dalle lavande di recente giunti Tutte coteste cure ora son mieraquo

ζ 66 Qui tacque cheacute nomar giagrave non ardigraveo La vereconda le fiorenti nozze Al caro genitor ma quei che tutto 95 Il suo concetto penetrograve rispose

ζ 68 laquoNeacute le Mule ned altro o figlia mia Ti si contende Varsquo lrsquoalto impalcato Agile carro appresteragraventi i serviraquo

ζ 71 Gli ordini arsquo servi diegrave trassero presti 100 La rapida mular biga allesticircrla Miser sotto le mule e le aggiogacircro Dalla stanza recograve Nausigravecaa intanto Le belle vesti e sul pulito carro Le collocograve Dapi squisite e varie 105 Pose la genitrice in un canestro Ed in otre caprigno il vin le infuse Indi alla figlia che saligrave sul carro Diede in ampolla drsquoograver liquida oliva Percheacute profumi seacute con le donzelle 110 Che la seguigravean preso che avranno il bagno Tolta la sferza e le lucenti briglie Nausigravecaa flagellograve sospinse al corso

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Le mule alto rumor sotto i lor passi Irrompendo levacircr senza far sosta 115 Disteacutesersi e portacircr le vesti ad una Con la fanciulla neacute lei sola appresso Di conserto le gigravean non poche ancelle

ζ 85 Ratto giunser del fiume alle bellrsquoonde Arsquo marmorei lavacri ridondanti 120 Drsquoacqua limpida sigrave che drsquoin su i panni Le disperate macchie anco tergea Sciolser le mule e lungo il vorticoso Fiume cacciacircrle a pascer la dolce erba Tolti indi di lor man dal carro i panni 125 Li tuffacircr nella bruna onda ed in larghe Fosse le ricalcacircr con presto piede Spinte da ricrescente emolo ardore Detersi e mondi lungo il marin lido Lrsquouno appo lrsquoaltro steacuteserli ove il flutto 130 Le pietruzze puligravea Preso indi rsquol bagno Profumacircrsi drsquoessenze e lungo il margo Del fiume si cibacircr pur aspettando Che arsquo rai del Sol si asciughino le vesti Del cibo estinto il desiderio diecircrsi 135 Deposti i veli della palla al gioco Nausigravecaa bella dalle nivee braccia Tra di lor intonava una canzona Come Diana faretrata incede Nersquo gioghi del Tagraveigeto o in Erimanto 140 Quando i rapidi cervi ed i cinghiali Piagravecesi a saettar scheacuterzanle intorno Le ninfe agresti dellrsquoEgigraveoco prole Nova piograveverle in cor sente dolcezza Latoacutena cheacute del capo e della fronte 145 Alle sue ninfe lrsquoalma Dea sovrasta Di leggier lrsquoaffiguri bencheacute tutte Di celeste beltagrave splendano adorne Non altrimenti tra le vaghe ancelle Spiccar lrsquointatta vergine si scorge 150

ζ 110 Ma quando arsquo tetti suoi redir si accinse E le mule aggiogograve ripiegograve i manti Novo in mente pensier surse a Minerva Come deacutestisi Ulisse e come ei veggia La vergine darsquo begli occhi lucenti 155

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Che dersquo Feaci alla cittagrave lo scorga Nausigravecaa in quel momento ad unrsquoancella Scagliograve la palla che falligrave e del fiume Nersquo vortici cascograve misero tutte Un altissimo grido A quel rumore 160 Riscosso Ulisse ove giacea si assise Questi nel dubbio cor sensi volgendo

ζ 119 laquoAhi lasso fra qual gente in qual contrada Giunto in fine son io Cruda selvaggia Cui del giusto non caglia O degli estrani 165 Amica e di cui lrsquoalma i numi adora Giugravensemi un femminil grido allrsquoorecchio Forse di Ninfe che negli ardui gioghi Delle montagne albergano o dersquo fiumi Nelle correnti o nelle valli erbose 170 O drsquoappresso mi sta gente mortale Modulante la voce Or io medesmo Con gli occhi propri accerteronne il veroraquo

ζ 127 Ciograve detto uscigrave fuor degli arbusti Ulisse Con la gagliarda man dallrsquoalta selva 175 Schiantograve frondoso un ramo e delle membra La men che onesta nuditagrave coverse Trasse lrsquoeroe come Lion montano Che in sua forza fidato oltre si spinge Dalla pioggia e dal turbine percosso 180 Vibran gli occhi scintille impetuoso Sui tauri sulle pecore sui cervi Della foresta avvegraventasi e la fame Ad assaltar fin lo sospinge il gregge Penetrando lrsquoovil che lo rinserra 185 Tal veniva lrsquoeroe vegraver le fanciulle (Necessitagrave rsquol traea) quantunque nudo Sozzo di marin limo apparve a tutte Orribile qua lagrave per lrsquoalte rive Fuggivano Risteacute Nausigravecaa sola 190 Cui nellrsquoanimo ardir Minerva infuse E di temenza le francograve le membra Ferma di contra si piantograve e lrsquoattese Volgea tra seacute lrsquoeroe se le ginocchia Supplice le abbracciasse o se con blande 195 Voci pregarla di lontan dovesse Che la cittagrave gli mostri e che il sovvenga

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Pur drsquouna vesta In suo pensier prepose Questo consiglio cheacute temea col tocco Delle ginocchia concitarne lrsquoira 200 Con dolce e accorto dir quindi incomincia

ζ 149 laquoTe imploro alma Regina Ah di che nome Chiamar ti deggio Diva o mortal donna Se Diva sersquo che rsquol Cielo abiti immenso Allrsquoesimia beltade agli atti allrsquoalta 205 Maestagrave delle forme in tutto assembri Artegravemide di Giove inclita figlia E se tu delle donne una pur sei Che albergan sulla terra ah mille volte Il genitor la madre ersquo tuoi germani 210 Mille volte beati Oh quanta gioia Sempre la tua merceacute lor petti inonda Scorgendoti in sul fior di giovinezza Percorrer lieta delle danze i cori Ma sovra gli altri tutti oh se beato 215 Chi di presenti nuziali onusta Trsquoaddurragrave arsquo tetti suoi No tra i mortali Non vider gli occhi miei miracol tale Neacute in uom neacute in donna mai Nel rimirarti Riverenza e stupor tegravengonmi oppresso 220 Di Febo appo lrsquoaltar sigrave vidrsquoio in Delo Bel rampollo di Palma egravergersi allrsquoaura Chrsquoivi alla guida di non poche genti Pur mi condussi un digrave Fatal viaggio Donde giagrave originacircr mie disventure 225 Come alla vista della giovin palma Restai gran pezza di stupor compreso Percheacute pianta sigrave bella e maestosa Dal grembo della terra unqua non sorse Cosigrave Te donna attonito or contemplo 230 Meraviglia stupor tema rispetto Forza al mio dubbio cor fanno ad un tempo Sigrave che abbracciar non oso il tuo ginocchio Ma tu in me scorgi un misero cui fiede Lrsquoalma immenso dolor Dal tenebroso 235 Mar dopo dieci e dieci digrave pur ieri Sfuggigravea me i flutti prima e me i furenti Turbini dallrsquoOgigravegia isola lunge Sospinsero Qua alfin gittommi un Dio

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Forse a patir novelli guai cheacute stanchi 240 Non credo io no dal perseguirmi i Numi Deh pietagrave rsquol cor ti tocchi alma regina Pietagrave di me che dopo tanti affanni Te prima imploro non egrave in me degli altri Della cittagrave o dersquo campi abitatori 245 Nulla notizia Piagravecciati additarmi Il cammin che a cittagrave guida e un vil lino Dammi che al corpo lo mi getti intorno Se qui venendo alcun per le tue vesti Recasti invoglio Tutto che desii 250 Ti concedan gli Degravei sposo e famiglia In che faccian regnar di cari affetti Dolce concordia peroccheacute non havvi Prosperitagrave che agguagli il viver lieto Di marito e di donna ambo reggenti 255 Drsquounanime voler la propria casa Gli invidi si corrucciano van lieti Gli ottimi ma vie piugrave chrsquoaltri beati Drsquoamor concorde esultano i due sposiraquo

ζ 186 laquoO forestier ned uom di senno uscito 260 Ned ignavo mi sembri ndash a lui rispose Nausigravecaa bella dalle nivee braccia ndash LrsquoOligravempio stesso a suo voler dispensa La fortuna arsquo mortali o buoni o rei Tutto che trsquoavviograve forza ti egrave quindi 265 Sopportarlo da forte Or che alla nostra Terra e cittagrave sersquo giunto neacute di vesti Difetto patirai neacute drsquoaltra aigraveta Cui dessi a forestier che accorse a noi Di remota contrada A Te la via 270 Additerograve della cittagrave ed il nome Dersquo popoli dirograve Tengono questa Cittagrave i Feaci ed il paese io nacqui Dal magnanimo Alcigravenoo a cui la somma Del poter ersquo commisero e la forzaraquo 275

ζ 198 Disse e allrsquoancelle dal bel crin rivolta laquoFermatevi ndash indicea ndash Percheacute alla vista Del forestier fuggite Oh rsquol vi credete Nemico Neacute tra vivi egrave neacute fia mai Uom che alla terra dersquo Feaci giunto 280 Osi guerra portar peroccheacute a noi

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Dismisurato amor portano i Numi In disparte abitiam nel mar ondoso Ultimi neacute con noi nullo srsquoimmischia Questrsquoinfelice che gran tempo errante 285 Sui flutti infin qua giunse or da noi vuogravelsi Soccorrere Gli estrani ed i mendichi Ci vengono da Giove esiguo dono Torna a lor caro Or via di cibo ancelle Lrsquoospite sovvenite e di bevande 290 Ma pria drsquoun bagno accanto al fiume ursquol vento Contro gli opposti schermi impeto perderaquo

ζ 211 Detto ristacircr le ancelle e rincoracircrsi Alternamente In parte al vento chiusa Condussero lrsquoeroe come prescrisse 295 Lrsquoalma figlia drsquoAlcigravenoo accanto a lui Le vesti collocacircr tunica e manto Rinchiusa indi gli diecircro in vasel drsquooro Liquida oliva e rsquol confortacircr del fiume Nelle pure a tuffarsi onde correnti 300

ζ 218 laquoDeh levagravetevi quinci o giovinette ndash Vogravelto alle ancelle rispondea lrsquoeroe ndash Finchrsquoio stesso dagli omeri deterga La salsa spuma ed ugravengami drsquoessenze Cheacute drsquooliva il licor sulla persona 305 Non mi scorse gran tempo Oh mai non fia Che nel vostro cospetto osi lavarmi Diviegravetami rsquol pudor sigrave disvestito Anzi a sigrave adorne giovani mostrarmiraquo

ζ 223 Le fanciulle arretracircrsi e riportacircro 310 Alla vergin quel detto ed ei col fiume Via tolse il limo che alle terga e arsquo lati Omeri gli si apprese indi la testa Dalla sozzura del mar fiero asterse Lavato ed unto srsquoindossograve quersquo panni 315 Che a lui lrsquointatta vergine largigraveo Giagrave Minerva di Giove inclita figlia Il fersquo apparir piugrave grande e maestoso Giugrave dal capo cader gli feacuteo la chioma In ondeggianti anella al fior sembiante 320 Giacintino Qual fabbro industre a cui Tutti dellrsquoarte disvelacircr gli arcani Il buon Vulcano e lrsquoAtenegravea Minerva

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Scorrer fa lrsquooro al fine argento intorno Sigrave che gli esce grazioso il lavorigraveo 325 Tal drsquoUlisse sugli omeri e sul capo Decoro e venustagrave Palla diffuse Ito in disparte ove piugrave sorge il lido Disfavillante di beltagrave e di grazia Lrsquoeroe si assise la regal donzella 330 Stupigrave e alle fanti dal bel crin sigrave disse

ζ 239 laquoUdigravetemi or che vrsquoapro il pensier mio Leggiadre ancelle No contra la mente Di tutti i Numi che in Olimpo han seggio Questo stranier non giunse alla contrada 335 Dersquo nobili Feaci Ei mrsquoebbe vista Drsquouomo ignobile prima ed or mrsquoassembra Un nume abitator del Ciel immenso Piaccia agli Eterni che tal fia colui Che nomerograve mio sposo Oh qui sua stanza 340 Fermasse e qui restar fosse contento Ancelle or via di cibo e di bevande Lrsquoospite a sovvenir tosto accorreteraquo

ζ 247 Udicircrla intente ed obbedicircr Accanto Dapi e beva gli apposero allor diessi 345 A dissetarsi a satollarsi Ulisse Voracemente peroccheacute gran tempo Il tormento patigrave drsquoavida fame

ζ 251 Qui ad altre cure la donzella attese Sul carro adorno le piegate vesti 350 Per ordine colloca aggioga al temo Le ratte mule di fortrsquounghia e sale Indi Ulisse al partir cosigrave rincora

ζ 255 laquoOr via legravevati su movi o straniere Vegraver la cittagrave Ti scorgerograve del saggio 355 Mio padre alla magione ove figraveen pagravermi I duci tutti dersquo Feaci accolti Ma poicheacute dissennato a me non sembri Pon mente a questo fincheacute i luoghi coacutelti Percorreremo pesterai veloce 360 Con le donzelle del mio cocchio il solco Io rsquol sentier segnerograve Ma giunti appresso Alla cittade scompagnarci egrave forza Alto muro lrsquoaccerchia e drsquoambo i lati Drsquoangusto ingresso un bel porto si schiude 365

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Cheacute un appo lrsquoaltro in fila i larghi legni Tirati in secco coprono la riva Di pietre svelte da profonde cave Lastricata egrave la piazza in mezzo a cui Superbo il tempio di Nettun si estolle 370 Lagrave srsquointende apprestar gomene e vele E gli altri arnesi delle navi brune Lagrave remi a ripulir cheacute giagrave i Feaci Non prendon cura drsquoarchi e di faretre Ma drsquoalberi di remi e drsquoalte navi 375 Su cui varcano lieti il mar spumante Darsquo motti amari di costor mi guardo Non alcun ci rampogni cheacute non pochi Insolentir tra il popolo son usi E se alcun dersquo piugrave tristi in noi srsquoavviene 380 ldquoChi egrave ndash forse diragrave ndash quel forestiere Drsquoaltere forme e di avvenente aspetto Che le vestigia di Nausigravecaa preme Dove il trovograve Certo esser dee lo sposo O dal suo legno qualche errante addusse 385 Qui pervenuto di lontan paese Cheacute nulla presso a noi gente dimora Od arsquo fervidi suoi voacuteti discese Di Cielo un Dio che riterragrave Ella sempre Gran loda le si dee se andando in volta 390 Questo trovograve sposo stranier cheacute i molti Feaci illustri che lrsquoambigraveano tutti Ebbe in dispetto la costei fierezzardquo Cosigrave la turba e focircrami vergogna Mi adirerei contro ad ogni altra io stessa 395 Che degli amati genitori in onta Sen gisse in compagnia drsquouomini prima Che delle nozze il digrave sacro le splenda Ospite senti dunque e questi detti Nel cor riposti impetrerai repente 400 Dal padre mio la scorta ed il ritorno Noi rinverrem per via lrsquoampio-fronzuto Bosco di pioppi allrsquoOcchi-glauca sacro Limpido fonte ivi discorre attorno Un bel prato si stende ivi rsquol podere 405 Ivi del padre mio lrsquoorto fiorisce Neacute distan piugrave dalla Cittagrave che il tratto

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Aereo chrsquoun gridar drsquouomo percorre Ivi trsquoassidi e sta fincheacute noi giunte Alla cittagrave saremo ed arsquo miei tetti 410 Quando riputerai che avrem giagrave tocche Le paterne mie soglie allor trsquoinurba Cerca del Re il palagio Agevolmente Lo si ravvisa esser potrigraveati scorta Anche un fanciullo No nulla altra sorge 415 Dersquo Feaci magion che quella adegui DrsquoAlcigravenoo Re lrsquoeroe che ingenerommi Come il palagio ed il cortil trsquoavranno Sottratto al guardo altrui di sala in sala Sino alla madre mia rapido varca 420 Siede davanti al foco al cui splendore Poggiata a una colonna ella ritorce Di stupenda beltagrave purpuree lane Siegravedonle retro le fantesche Quivi Dal medesmo splendore illuminato 425 Srsquoalza del caro genitore il trono In che siede e vivanda al par di un Dio Non arrestarti ligrave ma le man tese Tocca i ginocchi della madre mia Acciograve lieto tu veggia e prestamente 430 Splendere il digrave che alla natigravea contrada Per lontana che sia rimeneratti Se propizia arsquo tuoi preghi ella srsquoinchina Porta di riveder viva speranza Gli amici e di redire al natigraveo loco 435 Dove sorgono a Te gli aviti alberghiraquo

ζ 316 Tacque e toccograve della lucente sferza Le mule che lasciacircr subito a dietro Le correnti del fiume impetuose Si lanciarono al corso e con lrsquoalterno 440 Delle gambe agitar radean la terra Ma la donzella percheacute a piegrave seguirla Con Ulisse potegravesserla le ancelle La briglia ed il flagel reggea con arte Corcagravevasi giagrave rsquol Sol quando fucircr giunti 445 Al sacro di Minerva inclito bosco Ulisse ivi si assise e incontinente Cosigrave alla figlia dellrsquoOligravempio orava

ζ 324 laquoO prole invitta dellrsquoEgigraveoco padre

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Ogravedimi mrsquoodi alfin ora cheacute pieni 450 Non feacutesti i voacuteti miei quando travolto Dalla tempesta mrsquoaffliggea Nettuno Dammi che miti accogravelganmi i Feaci E che sentan pietagrave di mie sventureraquo

ζ 328 Sigrave disse orando e Pagravellade lrsquoudigravea 455 Ma non sostenne giagrave stargli a rincontro Visibilmente cheacute timor del grande Zio paterno la prese al cui corruccio Terribile fu segno il divo Ulisse Fincheacute presse del piegrave le patrie sponde 460

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LL II BB RR OO SS EE TT TT II MM OO

Arrivo drsquoUlisse presso ad Alcigravenoo

CCOSIgrave nel bosco orava il paziente Divo Ulisse a cittagrave portava intanto Delle mule il vigor lrsquoalta donzella Alle paterne giunta inclite case Sostograve nellrsquoatrio il carro a lei drsquointorno 5 Restrigravensersi leggiadri a par di stelle I germani dal temo altri disciolse Le mule altri portograve dentro le vesti Ella ad alto saligrave raccese il foco Eurimedusa unrsquoattempata fante 10 Che i larghi legni un digrave recacircr drsquoEpiro Tra molte scelta lrsquoebbe Alcigravenoo in dono Darsquo Feaci su cui stendea lo scettro E che al pari di un nume udigravean le genti Costei Nausigravecaa dalle nivee braccia 15 Rallevograve nella reggia ed ora il fuoco Le raccendeva e le imbandigravea la cena

η 14 Sorse in questa lrsquoeroe per avviarsi Vegraver la cittagrave di folta nebbia intorno Minerva cui diletto era il coverse 20 Onde qualcuno dersquo Feaci alteri Nol motteggi tra via ned il richiegga Dellrsquoesser suo Ma come il piegrave mettea Nellrsquoamabil cittagrave gli si fersquo incontro A giovinetta vergine sembiante 25 Che porti unrsquourna lrsquoocchi-glauca Diva Steacutettegli a fronte ed egli interrogolla

η 22 laquoVuorsquo tu figlia condurmi alla magione DrsquoAlcigravenoo regnator di queste genti

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Da remota contrada or qua vennrsquoio 30 Pellegrino infelice e non conobbi Neacute di questa cittagrave neacute dersquo cultori Dersquo vostri campi abitatore alcunoraquo

η 27 laquoIl tetto di che parli ospite padre Mostrar ti vorsquo ndash rispoacutesegli Minerva ndash 35 Cheacute il mio buon genitor drsquoallato alberga Cosigrave tacito varsquo neacute sguardo o voce Drizzar ad alcun mai Non egrave cortese Qui rsquol popolo agli estrani e non accoglie Con lieto viso chi drsquoaltronde approda 40 Posta fidanza nelle ratte navi Glrsquoimmensi flutti varcano tal possa Diegrave Nettuno arsquo Feaci i costor legni Volano come lrsquoali od il pensiereraquo

η 37 Detto processe rapida lrsquoeroe 45 Premeacuteale lrsquoorma Nullo deglrsquoillustri Navigator Feaci si fersquo accorto Mentrrsquoei fra loro la cittagrave percorre Cheacute Palla dal bel crin terribil Diva Nol consentigrave di folta nebbia intorno 50 Il ricoverse cheacute dar opra a quanto Recepe in seacute beltagrave Palla si piace Oppresso di stupor mirava Ulisse I porti i larghi legni e le gran piazze Le lunghe mure altissime afforzate 55 Di steccati spettacolo ammirando Ma giunti a casa il Re Palla soggiunse

η 48 laquoEgraveccoti la magione ospite padre Che a trsquoindicare mi chiedesti i prenci Di Giove alunni rinverrai ligrave accolti 60 A lieta mensa Trsquointrometti e nullo Timor ti turbi lrsquoanimo chrsquouom franco Lrsquoimpresa a cui dagrave man tragge a buon fine Bencheacute drsquoaltronde arrivi Alla Regina Drizza i tuoi prieghi pria noacutemasi Aregravete 65 Dagli avi stessi onde rsquol Re Alcigravenoo scese Originano entrambi Nausitograveo Nacque giagrave di Nettuno e Peribegravea Portento di beltade ultima figlia Del fior drsquoogni gagliardo Eurimedonte 70 Che arsquo superbi giganti un digrave imperava

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Ma seacute di vita con sue genti rie Rompendo guerre scellerate trasse Nettuno adunque a Peribegravea commisto Nrsquoebbe un figlio che un digrave resse i Feaci 75 Nausigravetoo generoso il qual produsse Alcigravenoo e Resenograver Ma questi privo Di viril prole fu da Febo Apollo Dal grandrsquoarco drsquoargento saettato Giovine sposo ancor nella sua reggia 80 Questa figlia lasciando unica Aregravete Alcigravenoo a moglie la menograve e la onora Sigrave che non altra donna in sulla terra Ora del pari onoacuterasi fra quante Al marito soggette accorte e saggie 85 Di lor famiglie tengono il governo Cosigrave di tutto cor tenuta egrave in pregio Darsquo cari figli dal Re Alcigravenoo stesso Dal popol tutto che qual Dea lrsquoadora E con plausi lrsquoaccoglie e fausti accenti 90 Quando della cittagrave calca le vie Neacute mai di senno e di bontagrave fu scarsa Ben corsquo propri pensier sagaci e giusti Spesso le varie ancor liti compone Se nellrsquoimo del cor lrsquoalma regina 95 Tocca fia di pietagrave porta speranza Di riveder gli amici ed allrsquoeccelse Redir tue case ed arsquo paterni tettiraquo

η 78 Comrsquoebbe detto ciograve sul mar la Diva Lanciagravetasi lasciograve le verdi piaggie 100 Dellrsquoamabile Scherigravea e sorvolando Maratona e le strade ampie drsquoAtene Nel forte albergo drsquoErettegraveo si addusse Ma del Re srsquoavviograve vegraver la superba Magion lrsquoeroe nel cor molte affannose 105 Cure agitando soffermossi prima Drsquooltrepassare della soglia il bronzo Peroccheacute come il Sol raggia o la Luna Cosigrave del Re splendea lrsquoalto palagio Dal fondo a cima di massiccio rame 110 Di qua di lagrave si ergeano le pareti Cui drsquointorno correa ceruleo fregio Porte drsquooro chiudean la magion forte

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Surgean dal bronzo della soglia in alto Gli stipiti drsquoargento a far sostegno 115 Allrsquoargenteo architrave e tutto drsquooro Splendea lrsquoanello Dallrsquoun canto e lrsquoaltro Stavan drsquoargento e drsquoograver cani formati Da Vulcan con divina arte immortali E da vecchiezza immuni onde rsquol palagio 120 Guardassero del Re Dal limitare Sino allrsquoestremitagrave dellrsquoampia sala Surgean lunghesso il muro affissi troni Di ben intesti pepli ricoverti Delle donne di Scherigravea opra leggiadra 125 Qui dersquo Feaci i prigravencipi seggendo Dapi e licor gustavan di che sempre Lrsquoalma copia li bea Qui di donzelli Stavan su ben torniti piedestalli I simulacri drsquoograver che accese in mano 130 Faci tenendo le notturne mense Dersquo prenci illuminavano Cinquanta Del Re nella magion servono ancelle Lrsquoune sotto il girar di presta mola Frangeano rsquol biondo gran lrsquoaltre seggendo 135 Tele ordivan sottili o torcean fusi Di tante mani il rapido agitarsi Parea sembiante al mobile fogliame Scosso dallrsquoaura drsquoun eccelso pioppo I lucidi splendean lini siccome 140 Trascorregravessevi su liquida oliva Quanto a regger sul mar legno veloce Tutte altre genti avanzano i Feaci Tanto vagliono a ordir splendide fila Le Feacesi cui nelle gentili 145 Arti nersquo vaghi lavorii ed in tutte Lrsquoopre drsquoingegno ammaestrograve Minerva Ma di lagrave dal cortil presso alle porte Grande un orto stendeacutevasi che ararlo Potrigravean due tori in quattro digrave da tutte 150 Parti murato Verdeggianti ed alte Lagrave fioriscon le piante il melagrano Il pero il melo di vermiglie poma Il dolce fico e di lucenti bacche Carco lrsquoulivo Non di questi mai 155

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A fallir viene od a mancare il frutto Ma verno e state egravevvi perenne blando Sempre vi spira Zegraveffiro al cui soffio Mentre vi spunta lrsquoun lrsquoaltro matura Lagrave sulla pera giovinetta invecchia 160 La pera il pomo appresso il pomo lrsquouva Accanto lrsquouva e rsquol fico al fico Quivi Mettea radici una profonda vigna Parte in vasta pianura egrave giagrave riarsa Arsquo rai del Sol dispicca altri darsquo tralci 165 Ricchi racemi altri del piegrave li calca Parte che innanzi sta drsquounrsquouva acerba Qua getta i fiori e lagrave tutta srsquoimbruna Ma nellrsquoestremitagrave del bel giardino Vestite miri ognor ben culte aiuole 170 Drsquoerba verde e di fior di color mille Sgorgan due fonti ligrave lrsquouno per tutto Il bel giardin dispegravergesi ma lrsquoaltro Sotto la soglia del cortil discorre Anzi allrsquoalto palagio i cittadini 175 Attignevano in questa Or tali fucircro Gli splendidi presenti che benigni Versacircr nella magion drsquoAlcigravenoo i Numi

η 133 Stette a tal vista tacito ed immoto Preso da meraviglia il divo Ulisse 180 Poi che tutto ammirograve varcograve repente La soglia e nel palagio alto si mise Trovograve a libar corsquo nappi ivi a Mercurio Di Scherigravea i duci ersquo condottieri a cui Gli ultimi offrigraveano sagrifizi quando 185 La rimembranza li pungea del sonno La sala Ulisse trapassograve involuto Dalla nebbia che folta gli diffuse Pagravellade intorno fincheacute presso giunse Ad Aregravete ed al Re Tese le palme 190 Le ginocchia abbracciograve della Regina Ed ecco dietro a lui la sacra nebbia Rovesciata dilegraveguasi Restacircro Allrsquoapparir che ei fersquo tutti in silenzio Attoniti rsquol guardando ed egli in atto 195 Supplice sciolse questi accenti laquoAregravete Del divo Resegravenore inclita prole

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Arsquo tuoi piedi me nrsquo vengo ed al tuo sposo Dopo molti patiti aspri travagli Vengo a cotesti convitati a cui 200 Concedano gli Degravei vita beata E che ognun trasferisca arsquo propri figli Le molte in sua magion chiuse ricchezze E rsquol guiderdon che rsquol popolo impartigravegli Deh piagravecciavi affrettar la mia partenza 205 Percheacute ratto al natigraveo loco ritorni Cheacute da gran tempo drsquoaspri affanni in preda Vivo da tutti i miei cari lontanoraquo

η 153 Disse ed al focolar ito si assise Sulla cenere Tutti ammutolicircro 210 Alfin ruppe rsquol silenzio il vecchio eroe Echenegraveo di maggior tempo degli altri Facondo dicitor che nella mente Fece tesoro di memorie antiche Tenero dellrsquoonor del natigraveo loco 215 Ad Alcigravenoo si volse e sigrave gli disse

η 159 laquoCerto bello non egrave neacute ti si addice Che accanto al focolar lrsquoospite sieda Sulla cenere qui ciascuno aspetta Il tuo comando e del parlar si affrena 220 Or via levalo su farsquo che si assida Drsquoargentee borchie sovra un seggio adorno Indi prescrivi ai banditor che i nappi Coronino di spume acciograve per noi Si libi al Folgorante che pur sempre 225 I venerandi supplici accompagna La dispensiera di serbate dapi Imbandisca indi allrsquoospite la cenaraquo

η 167 Stese drsquoAlcigravenoo Re la sacra possa Udito questo al degno eroe la destra 230 Dal focolare il sollevograve ed il pose Sovra lucido seggio rimovendo Laodamante intrepida sua prole Che sedeacutevagli accanto e che oltremodo Al paterno suo core era diletto 235 Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Tosto alle mani gli versograve lrsquoancella Limpide linfe e gli distese accanto Desco polito su cui bianchi pani

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E copia di riposte alme vivande 240 La veneranda dispensiera impose Dal cibo in questa e darsquo licor conforto A voglia sua prendeva Ulisse Allora Il forte Alcigravenoo al banditor impose

η 179 laquoPontogravenoo versa il fervido Liegraveo 245 Nellrsquourna e rsquol mesci nel palagio a tutti Acciograve per noi si libi al Fulminante Che i venerandi supplici accompagnaraquo

η 182 Detto il dolce licor Pontogravenoo mesce Cominciograve dalla destra a tutti quanti 250 Corsquo nappi in volta propinando gigravea Comrsquoebbero libato e che a sua voglia Bevve ciascuno il Re a parlar si prese

η 186 laquoPrigravencipi e capi dersquo Feaci udite Tutto che lrsquoalma in sen dirvi mi spira 255 Or che il pasto egrave fornito alle sue case Torni ognuno e riposi al novo Sole Schiera piugrave larga di vegliardi accolta Entro il palagio allrsquoospite iteriamo Liete oneste accoglienze e drsquoostie elette 260 Facciam solenne sagrifizio ai Numi Cura indi prenderem del suo ritorno Siccheacute senza fatica e senza affanno La merceacute nostra alla natigravea contrada Lieto e presto si adduca ancor che giaccia 265 Quinci remota In questo mezzo nullo Danno o rischio li noccia infin che ei prema Del piegrave le patrie sponde indi quel fato Sosterragrave che gli attorsero le gravi Parche quando la madre il partorigravea 270 Ma srsquoegli egrave Nume che dal Ciel discese Di nuovo degli Eterni alto consiglio Presagio egrave rsquol venir suo Che insino ad ora Ci si mostracircr palesi nelle sacre Immolate ecatombe ed appo noi 275 Sedeacuteansi a desco e stagravevanci drsquoaccanto Se lor solingo alcun Feace occorre Non si ascondono a lui cheacute aglrsquoimmortali Simiglianti siam noi come i Ciclopi Alla selvaggia stirpe dersquo gigantiraquo 280

η 207 laquoDrsquoaltro Alcigravenoo ti caglia ndash a lui rispose

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Lrsquoaccorto eroe ndash non io punto somiglio Neacute di statura no neacute di fattezze Ai Numi abitator del Cielo immenso Ma ai debili mortali Anzi a coloro 285 Che gemer sai piugrave di miseria in fondo Posso per doglie acerbe equipararmi Certo udresti da me mali piugrave gravi Dove io ti raccontassi ad uno ad uno Gli infortunii di che mi feacuteo dolente 290 Dersquo Celesti rsquol voler Ma non trsquoincresca Che il cibo al mio languir porga conforto Ancorcheacute il duol mi opprima Cheacute non havvi Pungol piugrave fier del ventre stimolato Dalla fame vorace la ti stringe 295 A rammentar a satisfar sue brame Bencheacute viva angosciato e bencheacute in lutto Abbi la sconsolata anima immersa Cosigrave me strugge rio dolor ma quella A mangiare ed a ber mrsquoeccita sempre 300 Non che a porre in obbligraveo quanto soffersi Deh vrsquoaffrettate al comparir dellrsquoalba Rimandar me infelice al suol natigraveo Me giagrave da tanti afflitto aspri tormenti Oh chrsquoio riveggia i miei paterni campi 305 I servi miei gli alti miei tetti e un tratto Questa chrsquoio spiro aura vital si estinguaraquo

η 226 Fremicircr tutti assentendo e confortando Alcigravenoo a sovvenir di buona scorta Lrsquoospite saggio che sigrave ben ragiona 310 Poicheacute libacircro ed a sua voglia ognuno Bevve se nrsquo gigrave a corcarsi al proprio albergo Restograve solo nellrsquoaula il divo Ulisse Ed Aregravete ed il Re sedeacuteangli accanto Gli arnesi intanto del regal convito 315 Rimossero le ancelle Aregravete bella Prima tra loro a dir si feacuteo cheacute rsquol manto Riconobbe e la tunica leggiadre Vesti che con le fanti Ella giagrave ordigraveo Volta allrsquoIgravetaco Re subito disse 320

η 237 laquoOspite prima interrogarti or bramo Chi sersquo tu Donde vieni E questi panni Chi li ti diegrave Non dicestugrave chrsquoerrante

LIBRO VII

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Pel mare arsquo nostri lidi ti adducestiraquo η 240 E rsquol divo Ulisse laquoNon agevol focircra 325

Raccontarti o Regina a parte a parte I mali di che affligravessermi gli Eterni Pur a ciograve che mrsquointerroghi rispondo Surge nel mezzo al mar quinci remota Lrsquoisola Ogigravegia ivi Calipso ha stanza 330 Del sommo Atlante lrsquoingannevol figlia Dallrsquoaureo crin terribil Dea con cui Nullo neacute nume neacute mortal si unigraveo Me qualche fera Deitagrave ligrave trasse Ondrsquoegravesserle infelice ospite solo 335 Poscia che il mio navil con la rovente Folgor percosse e conquassograve lrsquoOligravempio Nel tenebroso mar Quivi i miei prodi Tutti pericircr solrsquoio drsquoambe le braccia Mrsquoavvinghiando del legno alla carena 340 Errai per nove digrave ma nella buia Decima notte allrsquoisola di Ogigravegia Mi spinsero gli Eterni ove Calipso Bella e terribil diva abita lieta Mrsquoaccolse mi dilesse e mi nutrigravea 345 Dicendo pur di rendermi immortale E di vecchiezza in tutti i tempi immune Ma non mosse il mio cor neacute rsquol persuase Sette anni interi stetti ligrave pur sempre Quelle che diemmi in don vesti divine 350 Irrigando di lagrime Ma quando Lrsquoottavo anno si volse ad esser presto La Dea mrsquoingiunse a sugravebita partenza O di Giove al comando o di sua mente Si mutasse il consiglio accommiatommi 355 Su ben conteste travi e doni molti Diemmi candido pane e vin soave Di adorni mi vestigrave panni immortali E fersquo un destro spirare innocuo vento Per sette e dieci digrave corsquo ripercossi 360 Remi correva sullrsquoequoree vie Al nuovo Sol mi sorsero a rincontro Di questrsquoisola vostra i monti ombrosi A quella vista corsquo sussulti in petto Lieto il cor mi gioigrave Misero ancora 365

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Forza mi fu lottar con la sventura Che suscitommi incontra Enosigegraveo Incitograve i vegraventi mi fermograve ogni via Immenso il mare sollevograve Del fiotto Lrsquoimpeto non patigrave che me portasse 370 Gemebondo il mio legno Incontinente La tempesta il disperse io pur a nuoto Questo mar misurava fincheacute rsquol vento Sospigravensemi ed il mare ai vostri lidi Lagrave sendo presso ad afferrar la sponda 375 Franto a un gran sasso in disamabil sito Mrsquoavrigravea un maroso se non che rivolto Addietro rinuotai fincheacute ad un fiume Giunsi opportuno assai pagravervemi il loco Sgombro di rocce e pur dal vento indenne 380 Con me stesso mrsquoaffronto e giagrave la piaggia Premea ma caddi esanime Sorgiunta La queta notte sorsi e del bel fiume Sceso da Giove dipartito giacqui Sotto due folti arbusti e mi coversi 385 Drsquoun vasto acervo di cadute fronde Profondo sonno in sen mrsquoinfuse un Dio Lagrave tra le frondi ascoso ancorcheacute afflitto Tutta notte dormigravea dormiva allrsquoalba Neacute mi riscossi ancor sino al meriggio 390 Ma al declinar del Sole il dolce sonno Mi abbandonograve Quandrsquoecco in sulla riva Di tua figlia giocar vidrsquoio le ancelle E lei tra quelle Deitagrave mi parve Merceacute le chiesi ned in lei falligraveo 395 Pensier sagace a gran bontagrave congiunto Tal che indarno trovarlo altri si spera In sigrave florida etagrave cheacute ognor folleggia Dersquo giovani rsquol pensier Diemmi ella in copia Candido pan vin generoso e un bagno 400 Nel chiaro fiume a prender confortommi E queste vesti mi largigrave Quantunque Dolente il veacuter sincero ti narrairaquo

η 298 laquoOspite ndash il Re soggiunse ndash errava in questo La figlia mia perograve chrsquoElla medesma 405 Con le sue ancelle qui dovea condurti Cheacute prima accolse i tuoi supplici voacutetiraquo

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η 302 laquoEroe per tal cagion ndash soggiunse Ulisse ndash Non rampognarmi lrsquoottima fanciulla Di seguitarla ingiugravensemi Ella stessa 410 Con le fantesche pur mi guardai sempre Dallrsquoobbedirle vinto dal rispetto Che nel cor mi spirograve non che da tema Che me veggendo drsquoira trsquoaccendessi Peroccheacute noi mortali in sulla Terra 415 Preda dellrsquoombre siamo e del sospettoraquo

η 309 laquoNon chiudo o forestier nel petto unrsquoalma Che di leggier a stolta ira srsquoinfiammi ndash Alcigravenoo ripigliograve ndash vuogravelsi a tuttrsquoaltre Le sante drsquoonestagrave leacuteggi preporre 420 Deh piaccia a Giove sommo a Febo a Palla Chrsquouom tale qual sersquo tu che arsquo miei concordi Volge in mente i pensier mia figlia impalmi Mio genero si chiami e qui rimanga Un palagio e dovizie ampie otterresti 425 Piacendoti restar ma dersquo Feaci Nullo ti riterragrave contro tua voglia Cheacute tal proposto avrigravea Giove in dispetto Quanto al tuo dipartir tutto fia in punto Allrsquoindimani Ora che il sai trsquoacqueta 430 Vincer dal sonno lagravesciati e riposa Rotto indi fia corsquo remi il mar tranquillo Dai nocchier per condurti al suol natigraveo Od ovunque trsquoaggrada e fosse ancora Al di lagrave dellrsquoEubegravea che in lontananza 435 Grande dicon di noi quersquo di mie genti Che vigravederla quandrsquohanno ivi condotto Il biondo Radamagravento appresso a Tizio Della Terra figliuol Quel digrave medesmo Fornir senza fatica il gran viaggio 440 E fecero al natigraveo loco ritorno Vedrai tu stesso come son perfette Le mie navi ed i giovani possenti Corsquo remi a lanciar su lrsquoequoree spumeraquo

η 329 Detto esultograve lrsquoeroe gli occhi e le palme 445 Levando al Ciel laquoOh Giove padre ndash esclama ndash Tutto che disse farsquo che a pien mrsquoadempia Alcigravenoo Certo a lui sullrsquoalma Terra Gloria verragrave immortale ed a me fia Dato premer del piegrave le patrie riveraquo 450

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η 334 Queste alterne tra lor movean parole Ma la regina dalle nivee braccia Di por due letti comandograve allrsquoancelle Sotto la loggia e su belle gettarvi Coltrici porporine con distesi 455 Tappeti e molli tuniche vellose Acciograve si copra Fuor dellrsquoaula uscicircro Con faci in man le ancelle Poicheacute il denso Letto in gran fretta apparecchiacircr davanti Gli stettero dicendo laquoOspite sorgi 460 Presto egrave il morbido letto or varsquo e ti corcaraquo

η 343 Tacquero e parve dolce cosa a Ulisse Il sonno Di tal guisa il divo eroe Lagrave nel superbo traforato letto Sotto il sonante portico dormigravea 465 Nersquo penetrali del palagio eccelso Del par Alcigravenoo si corcograve ed Aregravete Sul letto che apprestograve giagravecquegli accanto

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LL II BB RR OO OO TT TT AA VV OO

Lotta drsquoUlisse contro i Feaci

CCOME apparve nel Ciel rosea le dita LrsquoAurora figlia del Mattin repente Di letto Alcigravenoo surse ed al par seco Lrsquoeversor di cittagrave lrsquoinclito Ulisse Alla guida dersquo figli e dellrsquoeroe 5 Mosse prima il Re forte al parlamento Convocato nel porto appo alle navi Come fucircr giunti uno appresso allrsquoaltro Tutti adagiacircrsi sui lucenti marmi Percorrea la cittagrave Pagravellade intanto 10 Del regio banditor le forme assunte Pur dellrsquoIgravetaco eroe volgendo in mente Il ritorno ciascun che per la via Le occorse ella eccitograve con questi accenti

θ 11 laquoSu su prigravencipi e duci igravetene al foro 15 Udrete qual si egrave lrsquoospite che dianzi Giunse errando pel mar drsquoAlcigravenoo ai tetti Bello e grande comrsquoegrave rassembra un Dioraquo

θ 15 Detto infiammograve gli animi tutti Empiecircrsi La vasta piazza ed i sedili a un tratto 20 Di congregate genti ognun contempla Attonito la prole di Laerte Cui sul capo e su gli omeri diffuse Divina grazia lrsquoAtenegravea Minerva E di statura e di vigore il crebbe 25 Percheacute grato arsquo Feaci e venerando Ma terribile un tempo ei si mostrasse E compiesse i certami ove chiamato Perigliarsi dovea corsquo piugrave gagliardi

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θ 24 Come accolti si fucircro e riuniti 30 Alcigravenoo gli arringograve con questi accenti laquoPrigravencipi dersquo Feaci e condottieri Quello che in seno il cor mi parla udite Questo ignoto stranier chrsquoerrando venne Arsquo tetti miei neacute so se dallrsquoEogravee 35 Genti ovver dallrsquoEspegraverie or ci fa ressa Di ricondurlo alla natigravea contrada E che fermiamo il suo ritorno implora Siamo or quai fummo e scogravertisi Arsquo miei tetti No non mai capitograve straniero alcuno 40 Che gran pezzo gemendo ivi aspettasse La stagion del partir Dunque su via Bruno nel vasto mar lagravencisi un legno Che ad ogni altro precorra e dersquo garzoni Cinquanta e due tra il popolo i piugrave destri 45 Si eleggano Poicheacute nersquo scarmi avvinti I remi avrete ite al palagio e tosto Mense apprestate splendide a cui tutti Interverrete Arsquo giovani ciograve ingiungo Ma voi prenci scettrati al mio palagio 50 Venite acciograve con accoglienze liete Per noi si onori lrsquoospite neacute alcuno Mi si rifiuti Il banditor mi chiami Demogravedoco il divin vate cui rsquol Nume Spira il canto soave ad allettarci 55 Dovunque a poetar lrsquoestro il sospingaraquo

θ 46 Detto precesse Il seguitacircro ad una Gli altri scettrati ed al cantor divino Drizzagravevasi lrsquoaraldo Al lido intanto I cinquanta avviacircrsi e due garzoni 60 Come imposto ebbe il Re Scesi alla piaggia Lanciacircr la nave sui marini abissi Lrsquoalbero alzacircro con le vele i remi Avvolser entro volgitoi di cuoio Disposer tutto a modo e dispiegacircro 65 Delle candide vele il seno al vento Di vegraver la parte donde lrsquoAgraveustro spira Nellrsquoalto mar sospinsero la nave Indi alla reggia il piegrave volsero in fretta Giagrave i portici i cortili e del palagio 70 Lrsquointerne stanze tutte empieano a un tratto

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Giovani e vegli congregati ad una Dodici agnelle il Re immolograve ben otto Verri dal bianco dente e due gran tori Dal vigoroso piegrave Nudacircr dersquo velli 75 Lrsquoostie poacuteserle a brani ed imbandicircro Splendida mensa Sorvenigravea lrsquoaraldo A guida del cantor caro alla Musa Che il ben col mal gli contemprograve degli occhi Il vedovograve ma gli largigrave rsquol bel dono 80 Del dolcissimo canto In su drsquoun seggio Il collocograve drsquoargentee borchie adorno Il banditor nel mezzo ai convitati E rsquol seggio a una colonna alta vi affisse Lrsquoarguta cetra indi a un caviglio appese 85 Sul capo al vate e come a staccar lrsquoabbia Drizzagravendogli la man feacutecelo accorto Elegante gli pose accanto un desco Con un paniere e di vin colmo un nappo Percheacute a suo grado di Liegraveo srsquoallegri 90 Come le mani sulle apposte dapi Ciascuno stese e del mangiar del bere Ebbe nel sen ripresso ogni desigraveo Eccitograve a celebrar la Musa il vate Le gesta degli eroi col nobil canto 95 Di cui la fama sino al Ciel saligraveo La contesa drsquoUlisse e del Pelide Che tra lor giagrave scoppiograve con detti acerbi Nel solenne agli Degravei sacro convito Il maggior degli Atridi in cor gioigravea 100 Che altercasser tra lor dei duci i primi Cheacute Febo lagrave nella divina Pito DrsquoIgravelio cosigrave rsquol cader gli profetava Quandrsquoei varcata la marmorea soglia Consultogravenne lrsquooracolo in quel punto 105 Principio avran gli affanni e le sventure Che sulle Frigie e sulle Dagravenae genti Come Giove fermograve ruineranno

θ 83 Questi i canti del vate inclito Ulisse Con le valide man preso il gran manto 110 Porporino la testa si coverse Ed ascose il bel voacutelto vergognando Versar dagli occhi anzi arsquo Feaci rsquol pianto

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Come tacque il divin vate lrsquoeroe Rasciutti i lumi si scoprigrave la testa 115 E di dolce licor ricolmo un nappo Libava arsquo Numi Quando poi le corde Ritoccava Demogravedoco e che i duci Rapiti al suon delle soavi note A ricantare gli porgean conforto 120 Nuovamente lrsquoeroe la testa ascosa Piangea celato a tutti Alcigravenoo solo Della grave sua angoscia alfin si avvide Cheacute sedutogli accanto i sospir gravi E rsquol doloroso gemito nrsquoudigravea 125 Arsquo convitati tosto ei si converse

θ 97 laquoPrigravencipi e duci udite omai del cibo Compartito egualmente e della lira Compagna dersquo conviti a pien gioimmo Usciamo or dunque a far nersquo giochi tutti 130 Prova di noi percheacute arsquo paterni tetti Reverso lo stranier narri arsquo suoi fidi Quanto al cesto alla lotta al salto al corso Superate per noi son lrsquoaltre gentiraquo

θ 104 Detto precesse e rsquol seguicircr gli altri Appesa 135 Alla caviglia la sonante cetra Prese indi rsquol banditor per mano il vate E fuori lo guidograve per quella via Che i giochi ad ammirar tennero i duci Ratto al foro pervennero seguiti 140 Da immensa moltitudine tra cui Per cimentarsi sursero non pochi Poderosi garzoni Acronegraveo sorse Nautegraveo Eretmegraveo Ocigravealo ed Elatregraveo Non che Primnegraveo Tooacutene Anabesinegraveo 145 Pontegraveo Anchigravealo levacircrsi ed Anfiagravelo Di Polinegraveo Tectogravenide germoglio Sorse Proregraveo ed Eurigravealo simigliante A Marte fiero struggitor di squadre Di corpo e di beltagrave primo fra tutti 150 Naubogravelide apparigravea dopo lrsquoadorno Laodamante drsquoalti pregi Quivi I tre figli del Re sorser del pari Laodamante ed Alio e rsquol deiforme Clitograveneo Tutti fecircrsi innanzi presti 155

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A gareggiar del ratto piegrave nel corso Della sbarra stendeacuteasi a lor davanti Un lungo spazio i garzon lesti a un tratto Avventacircrsi volarono ed un nembo Di densa polve sollevacircr dal campo 160 Clitograveneo gli altri soverchiograve cheacute quanto Avanzano le mule i lenti buoi Tirando a unrsquoora nel maggese il solco Tanto precorse gli emoli lrsquoeroe Ed il popol raggiunse Indi venuti 165 Allrsquoaspra lotta vincitor dersquo forti Eurigravealo fu nel salto agile e destro Prevalse a tutti Anfigravealo neacute sigrave lunge Niun il disco scagliograve come Elatregraveo Laodamante il real figlio esimio 170 Nel pugile ebbe il vanto Allor che tutti Preser diletto darsquo certami vogravelto Laodamante arsquo suoi compagni disse

θ 133 laquoInterroghiam su via lrsquoospite amici Se apprese se egli sa qualcun dersquo giuochi 175 Certo arsquo fianchi alle gambe ed alle braccia Chi gli pon mente ed al nervoso collo A vil nol prenderagrave cheacute vigor sommo Mostra e nobil natura ned i verdi Anni lrsquoabbandonacircr ma da non pochi 180 Travagli atrito egrave forse Cheacute non havvi Del pelago credrsquoio male piugrave grave Neacute che piugrave lrsquouom bencheacute robusto frangaraquo

θ 140 laquoBen detto ndash Eurigravealo ripigliograve ndash Tu stesso Or varsquo lrsquoassenna e rsquol provoca al cimentoraquo 185

θ 143 Come ciograve udigrave del Re lrsquoinclita prole Trasse nel mezzo ed laquoOrsugrave vien tu ancora Ottimo padre ndash digravessegli ndash nersquo giuochi A far prova di te se alcun ti egrave conto E ben mi penso che nessun tu ignori 190 No non fia chrsquouom gloria maggiore acquisti Che del piegrave si addestrando e della mano Vien dunque e ti cimenta e lrsquoatre cure Caccia in bando dal cor Al tuo viaggio Posto indugio fia breve al mar la nave 195 Ti si varograve giagrave i regravemigi son prestiraquo

θ 152 laquoPercheacute ingiugravengermi ciograve quasi a mio scherno

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Laodamante ndash rispondeacuteagli Ulisse ndash Affanni piugrave che giochi a me infelice Invadono il pensier cheacute tante doglie 200 Tanti travagli sino ad or sostenni Or qui siedo tra voi dal Re implorando Scorta e dal popol tutto al mio ritornoraquo

θ 158 Al cospetto di tutti Eurigravealo in questa Con tai detti lrsquoassalse laquoOh tu non sei 205 Sembiante ad uom nersquo molti ludi esperto Vaghezza degli eroi ma ben mrsquohai vista Di tal che seggia drsquoun navil sui banchi Capo di ciurma al traffico rivolta Che segna in mente il carco e con il vitto 210 Le rapite sostanze in cura prende Non arieggi tu punto un atletaraquo

θ 165 Lo guatograve bieco Ulisse e gli rispose laquoNon parli onesto ad uom protervo assembri Cosigrave va il Cielo non comparte a tutti 215 Gli amabili suoi doni neacute beltade Neacute ingegno neacute facondia Uno altrui cede In venustagrave ma con parole ornate Lrsquoabbella un Dio gode ciascun che il mira Securo in seacute favella e nersquo consessi 220 Con modestia soave ognor trionfa Quando per la cittagrave vagravessene tutti Lrsquoaffisan come un Dio lrsquoaltro in beltade Con gli Eterni gareggia nondimeno Grazia nel dir non gli si sparge intorno 225 Cosigrave tu sersquo beltagrave perfetta e tale Che miglior non potrigravea formarti un Nume Ma della mente sersquo avventato Lrsquoalma Mi conturbasti fieramente in petto Col tuo dir che trapassa ogni confine 230 Non son dersquo giochi qual tu cianci ignaro Anzi mi penso che tra i primi atleti Noverato giagrave fui quando fidanza Nellrsquoetagrave verde e in queste man ponea Me gli affanni or opprimono e le doglie 235 Cheacute durate ho fatiche aspre e travagli Or corsquo nemici combattendo ed ora I perigliosi flutti trascorrendo Pur mi cimenterograve cheacute il tuo mordace

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Sermon a tal risposta mi sospinseraquo 240 θ 186 Detto corsquo panni che vestigravea irrompendo

Diede lrsquoeroe di piglio a un disco grande E piugrave massiccio e piugrave drsquoassai pesante Di quel di che si valsero tra loro E rsquol rotograve lrsquoavventograve con la man forte 245 Diegrave fier sogravenito il sasso ed i Feaci Regravemigi esperti naviganti illustri Chinacircrsi a terra al transito del sasso Che tutti i segni sorvolograve fuggendo Velocemente dalla man gagliarda 250 Palla il segno piantograve comrsquoebbe assunta Drsquoun mortale la forma ed laquoAnche un cieco Potrigravea ndash gridograve ndash distinguere palpando Il tuo segno o stranier che non commisto Con gli altri sta ma sigrave di tutti egrave rsquol primo 255 Farsquo cor cheacute in questa prova alcun Feace Neacute vincer neacute raggiungerti potrigravearaquo

θ 199 LrsquoIgravetaco Re gioigrave cheacute a seacute benigno Vide un compagno surgere nel circo Con piugrave mite parlar quindi soggiunse 260

θ 202 laquoQuesto tiro attingete indi un piugrave grave Disco avventar o giovani mi penso Havvi cui basti il cor Venga ed in campo Si cimenti con me (cheacute troppo ad ira Mi concitaste) A perigliarsi meco 265 Al pugile alla lotta al corso or venga No dersquo Feaci non ricuso alcuno Laodamante tranne ospite mio Chi pugnar mai vorragrave col dolce amico Stolto ed inetto egrave lrsquouom che si presenta 270 Dersquo certami a contendere la palma A chi ospitale appo straniere genti Ospizio gli largigrave nogravece egli inoltre A seacute medesmo assai Ma quanto agli altri Non tengo a vile e non rifiuto alcuno 275 Ben di lor gagliardigravea vorsquo farmi esperto Al cospetto di tutti Imbelle affatto Qual che il certame sia non son tra i prodi Trattar ben so lo splendidrsquoarco e rsquol primo Saetterograve nellrsquooste avversa un forte 280 Bencheacute molti compagni a lato ei srsquoabbia

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Postisi in atto di vibrarmi rsquol dardo Me Filottete sol vincea dellrsquoarco Quando appo i Tegraveucri lo tendean gli Argivi Ben superar credrsquoio gli altri mortali 285 Cui rsquol biondo cereal frutto sostenta Pur a gara venir giagrave non vorrei Corsquo prischi eroi con Egravercole ed Eurito DrsquoEcagravelia il Re che di frecciar nellrsquoarte Gli Eterni stessi provocare osacircro 290 Cadde quindi repente il grande Eurito Ned a vecchiezza in sua magion pervenne Peroccheacute lui che allrsquoarco il disfidava Irato Apollo di sua man trafisse Col giavellotto poi colpisco un segno 295 Che altri non fiederagrave col dardo mai Del piegrave sol temo non alcun Feace Mi superi nel corso cheacute le molte Onde fecer di me crudel governo E rsquol cibo mi falligrave quando che il turbo 300 La nave mi sommerse e quindi or sento Affaticate sciocircrmisi le membraraquo

θ 234 Stavan tutti in silenzio Alcigravenoo solo Rispose laquoO forestier quel di che parli Increacutescerci non puograve feacutesti palese 305 La destrezza e la forza che non mai Si scompagnan da Te Giusta ira trsquoarse Contro costui che si levograve nel circo Ad oltraggiarti ma nessun mortale Disconosce il valor che in te srsquoannida 310

Nullo che sa ridir ciograve che la voce Della giustizia gli ragiona al core Or pon mente e mrsquoascolta accioccheacute quando A desco sederai nel tuo palagio Con la sposa e corsquo figli e della nostra 315 Virtugrave ti sovverrai narri a qualcuno Dersquo prodi che ti accerchiano quai fucircro Gli studi che nrsquoimpose il Fulminante Sin dalla prima origine degli avi Non del cesto aspiriamo e della lotta 320 Agli onor primi ma veloci al corso Siamo e nel destro navigar maestri Sempre i conviti a noi cari e la cetra

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La danza ed il mutar di vesti adorne Ed i lavacri tiepidi e gli amori 325 Su su Feaci danzatori egregi Movete lrsquoagil piegrave sigrave che arsquo suoi cari Reduce lo stranier narri in sue case Quanto al nautico studio ed alla corsa Al ballo e nella egregia arte dersquo carmi 330 Tutti di lunga man gli altri avanziamo Rechi al vate qualcun lrsquoarguta cetra Che in qualche parte del palagio or penderaquo

θ 256 Detto sorse lrsquoaraldo e vegraver la reggia La soave a portar cetra avviosse 335 Nove allora srsquoalzar capi preposti Del popol a dispor lrsquoordin dersquo giuochi Spianar ersquo rsquol circo e ne allargacircro il giro Tornograve lrsquoaraldo si accostograve e la lira A Demogravedoco porse che nel mezzo 340 Del circo si adagiograve Stagravevangli attorno Sul fior degli anni danzatori egregi Che percotean del piede agile il circo Gli sfolgorii dersquo piegrave tacito ammira Oppresso di stupor drsquoIgravetaca il rege 345

θ 266 Tocca dal vate la sonora cetra Dolce cantograve di Marte e di Ciprigna Adorna rsquol crin di serto aureo gli amori Ed il primo gioir loro nellrsquoalta Del Re Vulcano splendida magione 350 Celatamente Molti doni offerse Marte con che disonestograve del nume Ignipotente il letto A farlo accorto Lrsquoetereo Sol ratto venigravea che in grembo Uno dellrsquoaltro vigravedeli commisti 355 Lrsquoannunzio udito doloroso corse Vulcano alla fucina e in questo mezzo Nel profondo del cor cercograve un consiglio Per trar da quersquo nocenti aspra vendetta Piantograve sul ceppo enorme incude e diessi 360 Ad ordire lacciuoi che neacute spezzarsi Neacute sciocircr mai si potessero ma sempre Quivi stesser immoti Ordite chrsquoebbe Le insidie irato a Marte ir si affrettava Alla stanza superna dove molli 365

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Giacean le piume del giagrave caro letto Della lettiera arsquo piegrave sparse per tutto A cerchio i lacci e giugrave darsquo travi ancora Parecchi ne mandograve tenui del pari Che le fila drsquoaragna ed eran posti 370 Con magistero tal che niun ned anche Potrigravea lrsquoocchio drsquoun nume affigurarli Come gli ebbe disposti al letto intorno Drsquoir in Lenno cittagrave forte ed a lui Dellrsquoaltre assai diletta piugrave srsquoinfinse 375 Neacute giagrave con adombrati occhi esplorava Marte che drsquoaureo fren regge i destrieri Come si dipartigrave lrsquoinclito fabbro Alla costui magion corse veloce Pur di gioir di Vegravenere bramoso 380 Ritornata pur dianzi era la Diva Dal padre onnipossente ed in sua stanza In disparte posava eacutentravi Marte E streacutettala per man nomolla e disse

θ 292 laquoVien meco o bella dea su questo letto 385 Vien del tuo dolce amplesso a consolarmi Vulcan si dipartigrave vagravessene a Lenno Appo quersquo Sintii dal parlar selvaggioraquo

θ 295 Detto parve il giacer grato alla Diva Salser ambo le piume e si corcacircro 390 Ed ecco i lacci di Vulcan fattura Spargersi ed allacciar ambo gli amanti Sigrave che mover neacute sciocircr potean le membra Feacutecersi accorti al fin che eran precise Tutte per essi del fuggir le vie 395 Vulcano in questa appregravessasi reverso Pria drsquoir in Lenno cheacute dallrsquoalto il Sole Esplorator lrsquoevento gli chiarigraveo Difilosse arsquo suoi tetti rsquol doloroso Giunto alla soglia srsquoarrestograve ed acceso 400 Drsquoira selvaggia rsquol cor a esaudirlo Tutti invocava dellrsquoOlimpo i Numi

θ 306 laquoO Giove padre o Sempiterni tutti Deh venite a veder questrsquoopre turpi Intollerande Me dal piegrave distorto 405 Svergogna ognor la figlia del Tonante Vegravenere che drsquoamor tutta si strugge

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Del fiero Marte come quei chrsquoegrave bello Rapido al corso ed io son tardo e fiacco Accagionar di ciograve nullo pur vuogravelsi 410 Salvo i miei genitor Deh percheacute mai Queste spirar mi fecircro aure vitali Vedete lagrave come in amor congiunti Salsero il letto mio Tristezza e lutto A sigrave fiero spettacolo mrsquoopprime 415 Certo mi penso di tal guisa avvinti Star non vorrigravean ned anche un sol momento Bencheacute sigrave accesi lrsquoun dallrsquoaltro tosto Non vorranno mai piugrave dormir congiunti Ma questi inganni astuti e questi nodi 420 Stretti li riterranno infin che il padre Tornati mrsquoabbia tutti quanti i doni Chrsquoegli srsquoebbe da me quel digrave che questa Svergognata fanciulla a sposa diemmi Perfetta in vero egrave sua beltagrave pur mai 425 Le invereconde brame non affrenaraquo

θ 321 Tacque ed alla magion sul bronzo estrutta Congregacircrsi gli Degravei Nettun se nrsquo venne DellrsquoOrbe quassator venne Mercurio Soccorrevole Iddio Febo sorvenne 430 Re dallrsquoarco drsquoargento Vergognando Chiusa in sua stanza vi risteacute ogni Diva Ma drsquoogni ben larghi datori i Numi Nel portico arrestacircrsi E tra lor surse Immenso riso pur mirando lrsquoarte 435 Dellrsquoindustre Vulcano Ed al vicino Alcun converso in tal sentenza uscigraveo

θ 329 laquoOpra iniqua non mai prospera egrave vinto Lrsquoagile dal piugrave tardo Ecco or Vulcano Sigrave tardo Marte colse in fra gli Oligravempii 440 Velocissimo Iddio Quantunque zoppo Con lrsquoarte il soverchiograve tanto che a dritto Tocircr gli puograve degli adugravelteri la multaraquo

θ 333 Alternavan tai detti allor che Febo Vogravelto a Mercurio laquoO del Tonante figlio 445 Largitor drsquoogni ben vorrestugrave avvinto Da nodi sigrave tenaci in questo letto Alla bionda giacer Vegravenere accantoraquo

θ 338 laquoDeh ciograve pur fosse o re dallrsquoarco Apollo

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ndash Ripigliograve tosto il Messagger celeste ndash 450 E me tre volte tanti e vie piugrave forti Tengan legami drsquoogni parte avvinto E voi fitto in me solo abbiate il guardo O Numi o Dive tutte io nondimeno Allrsquoaurea giacerograve Vegravenere accantoraquo 455

θ 343 Mosser quersquo detti a novo riso i Numi Salvo Nettun che al Nume ignipotente Porger non mai cessograve fervide preci Che Marte liberasse e soggiungea laquoSciograveglilo degli Eterni alla presenza 460 Marte satisferagrave come tu ingiungi Quanto rsquol giusto domanda io rsquol ti promettoraquo

θ 350 laquoO della Terra scotitor ndash soggiunse Lrsquooffeso drsquoambo i piedi inclito Iddio ndash Mal ti si addice un tal comandamento 465 Trista egrave la securtagrave data persquo tristi Se Marte fugge e fragravencasi ad un tempo Del debito e dersquo lacci ondrsquoora egrave avvinto Potrograve forse dersquo numi anche al cospetto Costrigravengerti a servar ciograve che or promettiraquo 470

θ 354 laquoVulcan ndash soggiunse il magno Enosigegraveo ndash Se Marte fugge e rsquol debito non solve Mi ti lego per fede io di scontarloraquo E Vulcan laquoRifiutar la tua promessa Focircra men che decente e men che giustoraquo 475

θ 359 Sigrave dicendo spezzograve del Dio la forza Lrsquoaspra catena Come furon sciolti Via gli amanti fuggirono Gradivo Lagravenciasi in Tracia riparograve la Diva Del riso amica a Cipri ed entrograve in Pafo 480 Ove le egrave sacro verdeggiante un bosco Ed unrsquoara odorata ove le Grazie Le candide alla Dea membra lavacircro Indi sparser su lei divina essenza Che vie piugrave la beltagrave dersquo Numi infiora 485 Vesticircrla in fin drsquoun abito sigrave adorno Che a vederlo miracolo parea

θ 367 Cosigrave cantograve lrsquoinclito vate Ulisse Giubilando lrsquoudigravea del par che tutti I di Feacia naviganti illustri 490

θ 370 Ad Alio il Re ed a Laodamante

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A danzar soli nellrsquoarena ingiunse Cheacute niun con loro gareggiare ardigravea

θ 372 Dato di piglio ad una porporina Palla superba che lor feacutea lrsquoindustre 495 Pogravelibo su fino alle fosche nubi Curvato indietro un lrsquoavventava lrsquoaltro Spiccandosi dal suol drsquoun agil salto Agevolmente respingeacuteala prima Chrsquoei si avesse del piegrave tocco la terra 500 Lanciata a posta lor la palla ad alto Con alterne danzacircr volte e rivolte Sullrsquoalma terra i giovani nel circo Fremendo tripudiando plaudendo Levarono un rumor chrsquoigraveva alle stelle 505

θ 382 laquoO tra le genti tutte il piugrave famoso Alcigravenoo Re ndash soggiunse il divo Ulisse ndash Certo che a gran ragion mi promettesti Meravigliosi danzatori or ecco Con lrsquoalma oppressa di stupor gli ammiroraquo 510

θ 385 Giubilograve arsquo detti suoi la sacra possa DrsquoAlcigravenoo Re rivolto indi arsquo Feaci Celebri naviganti a dir si tolse

θ 387 laquoPrigravencipi dersquo Feaci e condottieri Udite oltre ogni dir pagravermi assennato 515 Il forestier Su via come si addice Drsquoospitali per noi doni si onori Tengon di questo popolo il governo Dodici capi illustri ed io tra loro Tredicesimo siedo Ognun di noi 520 Nitido manto e tunica e di schietto Oro un talento apporti ondrsquoor qui tutti Tra mano avendo lrsquoospite i presenti Esultante nellrsquoanimo srsquoavvigravei Alla cena imbandita Eurigravealo il plachi 525 Con detti amici ed un bel don cheacute a torto Con men che onesti detti lo trafisseraquo

θ 398 Assenticircr tutti ed a portare i doni Ciascuno il proprio banditor spedigravea

θ 400 Eurigravealo in questa laquoAlcigravenoo Re fra tutte 530 Queste genti il piugrave grande e rsquol piugrave possente Placherograve il forestier come tu imponi Questo brando drsquoacciar vorsquo dargli lrsquoelsa

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Drsquoargento splende e di pur morsquo tagliato Avorio la vagina intorno il cinge 535 Nol terragrave credo per ignobil donoraquo

θ 406 Detto la spada in man drsquoargentee borchie Pose drsquoUlisse e con parlar veloce

θ 408 laquoDeh salve ospite padre poicheacute grave Parola si proferse incontinente 540 Via sullrsquoale del turbine se nrsquo voli Cosigrave gli Eterni Degravei della tua donna Ti concedan lrsquoaspetto ed il ritorno Alla terra natigravea poi che gran tempo Lunge dai cari tuoi soffri pur tantoraquo 545

θ 412 laquoE tu pur salve amato Eurigravealo ndash ratto Rispoacutesegli lrsquoeroe ndash fauste gli Eterni Tutte cose concegravedanti ned uopo Stringer ti possa mai di questo brando Che a me con detti drsquoamistagrave porgestiraquo 550 Tacque e la spada agli omeri sospese

θ 417 Giagrave declinava il Sol quando fucircr posti Glrsquoincliti doni al divo Ulisse innanzi Dai banditor portati nella reggia Tolti li collocacircr drsquoAlcigravenoo i figli 555 Allrsquoorrevole lor madre davante Fagravettosi guida arsquo prenci il Re possente Tutti sovrrsquoalti seggi entrati appena Sedettero ed allor volta ad Aregravete La sacra possa del Re Alcigravenoo disse 560

θ 424 laquoDeh porta o donna mia lrsquoarca piugrave adorna E la piugrave bella in che stendere un manto Nitido ed una tunica ti piaccia Farsquo che di bronzo un vaso in sulla fiamma Srsquoimponga a intiepidir limpida linfa 565 Acciograve preso che avragrave lrsquoospite il bagno E visto in lungo posti ordine i doni Che qui recacircrgli dersquo Feaci i primi Piugrave gradisca il convito e piugrave soave Lrsquoinclito canto gli discenda al core 570 Io questa dar gli vorsquo mia coppa drsquooro Miracolo dellrsquoarte acciograve che sempre Ripensi a me quandrsquoei nel suo palagio Liberagrave al Fulminante e agli altri Eterniraquo

θ 433 Detto un largo treppiegrave porre in sul fuoco 575

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Aregravete tosto alle fantesche ingiunse Quelle posto il treppiede in su le brage Vrsquoinfuser lrsquoacqua e le raccolte schegge Vi acceser sotto circondacircr le vampe Del cavo rame i fianchi incontinente 580 E lrsquoonda ribolligrave Recava intanto Splendida unrsquoarca dallrsquointerne stanze Aregravete in che depose i ricchi doni Le vesti e lrsquoor che al forestier largicircro I Feacesi indi ella stessa un vago 585 Ammanto ed una tunica vi aggiunse Volgegravendosi allrsquoeroe con questi accenti

θ 443 laquoOr pon mente al coverchio e drsquoun tuo nodo Di subito il distringi acciograve per via Non trsquoincolga nel pin danno nel tempo 590 Che gli occhi a ti gravar scenderagrave il sonnoraquo

θ 446 Come ciograve udigrave ratto adattograve rsquol coverchio Il divo Ulisse e rsquol vario ed intricato Nodo formograve di cui gli pose in mente Il magistero la scaltrita Circe 595 E qui nel bagno a entrar la dispensiera Il confortava Giubilando ei scorse I tiepidi lavacri il cui ristoro Gli falligraveo sin dal digrave che dalle grotte Si partigrave di Calipso auri-chiomata 600 Dove drsquoagi andograve lieto al par drsquoun Nume Lavato ed unto di soavi essenze Come lrsquoebber le ancelle il rivesticircro Di tunica leggiadra e di bel manto Ed ei del bagno uscito a trovar mosse 605 I convitati a lieta mensa accolti Nausigravecaa adorna di beltagrave celeste Dellrsquoaula eccelsa ferma in sullrsquoentrata Gli occhi intende allrsquoeroe lrsquoammira e laquoSalve Ospite mio ndash dicea ndash giunto arsquo tuoi lari 610 Non obbliarmi da me prima avesti Ciograve che in sen ti serbograve vivi gli spirtiraquo

θ 463 E lrsquoIgravetaco sagace laquoInclita prole DrsquoAlcigravenoo illustre cosigrave a me lrsquoOligravempio Conceda il tetto avito e chrsquoio riveggia 615 Spuntare alfine il digrave del mio ritorno Comrsquoio sempre anche lagrave qual Diva sempre

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Trsquoonorerograve trsquoimplorerograve cheacute questa Aura chrsquoio spiro o vergine egrave tuo donoraquo

θ 469 Detto in bel seggio accanto al Re si assise 620 Giagrave compartigraveansi le vivande e rsquol dolce Licor mesceacuteasi nelle coppe In questa Lrsquoaraldo si accostograve per man guidando Lrsquoonorato da tutti amabil vate Lrsquoadagiograve in mezzo arsquo convitati ovrsquoalta 625 Colonna al tergo gli facea sostegno Dal dosso di un cinghial dispiccograve Ulisse Un brano intanto drsquoadipe fasciato E di cui parte anche restograve indi vogravelto Allrsquoaraldo laquoTersquo ndash disse ndash al vate il porta 630 Percheacute ei si pasca e chrsquoio li mando aggiungi Bencheacute dolente i piugrave cari saluti Degni di riverenza e di onor sono Piugrave che tutti i mortali i vati a cui Soavi melodie la Musa insegna 635 E nella schiera lor pone il suo amoreraquo Andograve col don lrsquoaraldo ed allrsquoeroe Demogravedoco il portograve che lieto il prese Steser in questa sullrsquoapposte dapi Le mani i convitati e poicheacute drsquoesca 640 Ebbono e di licor la brama estinta Drizzograve Ulisse al cantor cotesti accenti

θ 487 laquoCerto nella divina arte dersquo carmi Te fra i mortali tutti io tengo il primo Demogravedoco che Te una Musa figlia 645 Di Giove ammaestrava o Febo stesso Nobile vate Oh quanto il fato avverso Degli Argivi e le imprese ed i sofferti Guerrieri affanni e tutto chrsquoessi opracircro Mirabilmente canti Appunto come 650 Presente fossi o rsquol ti dicesser elli Or via deh segui e digredendo canta Il gran cavallo che drsquointeste travi Epegraveo scorto da Pagravellade construsse Mole che penetrar feacuteo nella rocca 655 Insidiando il divo Ulisse poscia Che gli ascose nel grembo inclita schiera Per cui Troia fu giagrave cacciata al fondo Se fil filo dirai siffatti eventi

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Attestare mrsquoudran gli umani tutti 660 Subitamente che benigno un Nume Cotesto trsquoinspirograve canto sublimeraquo

θ 499 Agitato da un Dio fersquo tosto il vate Risuonare i suoi canti e narrograve in prima Come gittato nelle tende il fuoco 665 Montacircro i legni e navigacircr gli Argivi Gli altri drsquointorno al valoroso Ulisse Sedean nel grembo del cavallo ascosi Tra il popolo dersquo Trogravei percheacute ersquo medesmi Allrsquoardua rocca in vetta il trascinacircro 670 La mole ivi torreggia assise intorno Incerti avvisi aprigravean le Iligraveache turbe Tre sentenze agitagravevansi od il cavo Legno spezzar col ferro o tratto ad alto Precipitarlo sullrsquoalpestri rocce 675 Od assentir che immane adornamento Quivi resti a placar lrsquoira dersquo Numi Questrsquoultima prevalse Igravelio ebbe in fato Dallrsquoimo ruinar quando in suo grembo Accolto avesse quel cavallo enorme 680 In che seggendo i piugrave valenti Argivi Porterebbero arsquo Trogravei sterminio e morte Cantograve indi rsquol vate che del cieco agguato Fuor gli Argivi versagravetisi lrsquoeccelsa Disertavan cittagrave che mentre gli altri 685 Prodi al suol lrsquoadeguavano giagrave Ulisse Qual Marte corse col minore Atride Di Deigravefobo ai tetti ove un orrendo Conflitto a sostener ebbe da cui Auspice Palla vincitor nrsquouscigraveo 690

θ 521 Questi del vate i canti Intenerito Struggeacuteasi Ulisse e giugrave dalle palpegravebre Scorrea le gote ad irrigargli rsquol pianto Qual donna piange il suo sposo diletto Che alla cittagrave davante e al popol cadde 695 Respingendo dai figli e dalla terra Natigravea lrsquoultimo giorno ella che il vede Palpitar moribondo ansia e gemente Sovra lui si abbandona al sen lo stringe Empiendo lrsquoaere drsquoululi e di strida 700 Mentre i nemici col calcio dellrsquoasta

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Percotegravendole gli omeri e le terga La traggono a patir travagli e strazio In dura schiavitugrave vie piugrave allor vinta Da immenso affanno sullrsquoemunte guance 705 Largo e dirotto le discorre il pianto Cosigrave Ulisse piangea Pur tenne ascose Le dolorose lagrime agli astanti Ned accorto si fersquo che Alcigravenoo solo Sedutogli drsquoappresso e che i sospiri 710 Gravi nrsquoudigravea perograve vogravelto arsquo Feaci

θ 536 laquoO prenci ndash disse ndash o condottier deh rsquol vate Sospenda il suono dellrsquoarguta cetra Cheacute gradito del par non giunge a tutti Dersquo suoi carmi rsquol tenor Sin dal momento 715 Che le mense levacircrsi e che agitato Demogravedoco da un Dio volar fersquo il carme Dal gemer non risteacute lrsquoospite mai Certo glrsquoinvase rsquol cor grave cordoglio Dunque rsquol vate desista acciograve che tutti 720 Diagravemci insieme al gioir lrsquoospite e noi Ecco ciograve che fia bello Egrave presta omai Pel venerando forestier la scorta Ersquo doni che gli offrimmo affettuosi Chi senso ha in core e fior di senno tiegravensi 725 Lrsquoospite e rsquol pellegrin come fratello Perograve tu ancora non celarmi ad arte Quel di che voglio interrogarti meglio Ti torneragrave chiarirmi il vero Or dimmi Di qual nome la madre e rsquol genitore 730 I cittadini ersquo tuoi vicin chiamacircrti Peroccheacute niun mortal codardo o prode Senza nome non vrsquoha ma darsquo suoi cari Parenti gli egrave nel digrave natale imposto Dimmi la tua contrada e la tua gente 735 E la cittagrave sigrave che colagrave diritto Ti porti il senno delle navi nostre Non di nocchier non uopo hanno di temo Al par degli altri di Feacia i legni Ma sanno appien la mente ed il consiglio 740 Dersquo mortali e conoscono di tutti I pingui campi e le cittagrave involuti Drsquoombra e di nubi varcano veloci

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Lrsquoondoso mar neacute di patir dannaggio Neacute tema di perir pregravendeli mai 745 Pur ecco ciograve che raccontar dal padre Nausigravetoo intesi un digrave che irato a noi Era Nettun percheacute senza alcun rischio Riconduciamo alla natigravea contrada Ogni mortale e soggiungea che un saldo 750 Legno dersquo nostri un digrave focircra disfatto Nel mare tenebroso al suo ritorno E che unrsquoalta montagna ruinando Struggeragrave la cittagrave Cosigrave rsquol buon veglio Ma sta del Dio in baligravea porre ad effetto 755 Questi disegni o preterirli Intanto Deh mi rispondi e rsquol veacuter nagraverrami aperto Dove errando sersquo ito e quali terre Visitasti e quai popoli e le ricche Popolate cittagrave lor mi descrivi 760 Dimmi se crudi fucircr selvaggi ingiusti Od ospitali e cari arsquo Sempiterni Dimmi alfin percheacute piangi e percheacute tanto Sin dallrsquoimo del cor gemi e sospiri Quando il fato infelice e le rie stragi 765 Dersquo Dagravenai degli Argivi e drsquoIgravelio ascolti Gli Eterni ordicircrlo e di cotanti Eroi Fermacircr le morti percheacute fosser tema Alle future etagrave drsquoutile canto O ti perigrave sotto le Iligraveache mura 770 Genero egregio o suocero congiunti Piugrave cari al nostro cor dopo coloro Del nostro sangue e della stirpe nostra O perir vedestugrave forse un valente Compagno affettuoso un tal compagno 775 Ricco di senno ad un fratel si agguagliaraquo

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LL II BB RR OO NN OO NN OO

Il Ciclope

laquoAALCIgraveNOO Re vie piugrave di tutti illustre Tra queste genti ndash replicava Ulisse ndash Bello egrave tal vate udir che ai numi assembra Cantando No proporsi un piugrave giocondo Fine lrsquouom non potrigravea del veder tutto 5 Un popolo in gran festa e in lungo assisi Ordine i convitati intorno a mense Ricche del Cereal dono e di dapi Ascoltar di gentil vate il concento Mentre il coppier dallrsquourne il vino attigne 10 E nrsquoempie i nappi che ministra in giro Ecco ciograve che oltre modo a me par bello Ma poicheacute tu saper desii le gravi Mie disventure rinnovar mi egrave forza I sospiri e le lagrime Qual prima 15 Qual poi qual raccontarti ultima deggio Che di guai molti oppregravessermi gli Eterni Prima il mio nome cheacute se al fier destino Sfuggirograve te vorsquo accocircrre ospite mio Quantunque abitator drsquouna contrada 20 Quinci remota Prole di Laerte Ulisse mi son io Per belliche arti A tutte genti in pregio e la cui gloria Sino al Ciel giagrave saligrave Lrsquooccidentale Igravetaca tengo ursquo rsquol Negraverito si estolle 25 Sul cui selvoso dorso unqua non tace Lo stormir delle frondi Ad essa intorno Giaccion una appo lrsquoaltra isole molte Duligravechio Same e Zacinto selvosa

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Fuori del suol marin non molto il lito 30 DrsquoIgravetaca surge che allrsquooccaso egrave volta (Vegraver lrsquoaurora ed il Sol mirano lrsquoaltre) Aspra egrave di rocce ma nutrice esimia Di forte gioventugrave neacute veder posso Della terra natigravea loco piugrave dolce 35 Calipso orrevol Dea me invan ritenne Nelle sue grotte vinta dal desigraveo Di fagravermisi consorte invan lrsquoastuta Circe che regna lagrave lrsquoisola Eegravea Me in suo palagio ritenea bramosa 40 Pur drsquoavermi a suo sposo cheacute non mai Hagravennomi rsquol cor qui dentro persuaso Tanto dolce egrave lrsquoamor del natigraveo loco E dersquo parenti ned un ricco albergo A confortar varragrave chi darsquo suoi cari 45 In terra estrania vigravevesi disgiunto Ma poicheacute tanto di saper trsquoaggrada Quel che lrsquoOligravempio Sir diemmi da Troia Doloroso ritorno io rsquol ti racconto

ι 39 Dipartiti di lagrave me rsquol vento spinse 50 Alle piagge dersquo Cigraveconi rimpetto DrsquoIgravesmaro alla cittagrave chrsquoio saccheggiai Posti col ferro gli abitanti a morte Giagrave le spose rapite e le dovizie Compartimmo del par tutta la preda 55 Qui gli esortai fuggir con piegrave veloce Ma gli stolti al mio dir non obbedicircro Quivi sul lito a tracannar si diecircro Gran copia di Liegraveo molte sgozzando Pecore e tori dal flessibil piede 60 In questo mezzo i Cigraveconi gridacircro Chrsquoeran molti e gagliardi e che piugrave addentro Albergavano Sperti eran costoro A pugnar su drsquoun carro ed al bisogno A fermo piede Mattutini accorsero 65 Quanti ha foglie ed ha fior la Primavera Ma di Giove il destin miseri in questa Addosso ci piombograve per disertarci Schierati anzi alle navi ci assaltacircro Con alterno vibrar di ferrate aste 70 Fincheacute la mattutina ora splendea

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E crebbe il sacro digrave far testa ardimmo Bencheacute fossero innumeri ma quando Dechinograve il Sole vegraver lrsquoOccaso e rsquol tempo Rimenograve che dal giogo i buoi si sciolgono 75 Tal fecircr impeto i Cigraveconi che in fuga Travolsero gli Achei Perdeacute ogni nave Sei valenti guerrier gli altri alla morte Non che di Giove al fier destin fuggimmo

ι 62 Tolti di lagrave ci rimbarcammo lieti 80 Per la schivata morte e mesti ad una Persquo cari nostri uccisi Neacute processe Col remigar veloce il navil mio Pria che fosser da noi per tre fiate Chiamati a nome i compagni infelici 85 Che morti fucircr dai Cigraveconi sul campo LrsquoEterno in questa adunator di nembi Boreal contro suscitogravenne un turbo Con terribil procella e drsquoatre nubi La terra a un tempo e rsquol pelago coverse 90 Notte dal Ciel precipitograve Di fianco Percossi i legni corrono e le vele Squarcia ed isbatte in tre pezzi ed in quattro Con rauchi stridi lrsquoimpeto del vento Impauriti le piegammo e ratto 95 Riparammo le navi al continente Ivi due notti ivi due digrave giacemmo Affaticati e rsquol duol rodeacuteaci rsquol core Ma come lrsquoalba dallrsquoaurate chiome Rimenograve rsquol terzo digrave le antenne alzate 100 Sparse le vele risalimmo i legni Cui rsquol vento ed i nocchier reggeano il corso Speme sorgeacuteami rsquon cor che alfin indenne Afferrar potessrsquoio le patrie sponde Se non che mentre la Malegravea girava 105 Bograverea e del mar le rapide correnti Di Cigravetera lontan mrsquohanno respinto

ι 82 Quivi per nove digrave contrari vegraventi Ne trabalzacircr sul mar pescoso Alfine Nel decimo approdammo alla contrada 110 Dersquo Lotogravefagi a cui florida pianta Fornisce il nutrimento Al lito scesi Acqua attignemmo e tosto appo le navi

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Pasteggiammo Di cibo e di bevande Confortati tra i miei scelti due prodi 115 Ed un araldo aggiuntovi per terzo Ad esplorar li mando a farmi conti Quai popoli colagrave nutre la terra Partiti corsquo Lotogravefagi affrontacircrsi Neacute questi arsquo prodi miei tramacircr la morte 120 Ma porser loro a savorare il loto Chi tra loro gustograve lrsquoesca soave Non le novelle riportar srsquoinvoglia Neacute redire vuol piugrave ma restar quivi Con quelle genti e per gustare il loto 125 Ponevan la natigravea terra in obbligraveo Ma io per forza comeccheacute piangenti Al navile li trassi e sotto i banchi Dersquo regravemigi gli avvinsi Agli altri indissi Sui ratti legni rimontar non forse 130 Gustato il loto da qualcun gli uscisse Di mente il suol natigraveo Quei salser tosto Ed in lungo sui banchi ordine assisi Battean corsquo remi il pelago spumante

ι 105 Di lagrave mesti sarpammo ed alla terra 135 Approdammo dersquo Cigraveclopi superbi Non da leggi infrenati Ogni fidanza Negli Eterni riposta ei di lor mano Ned arbor pongon mai neacute frangon zolla Inarata la terra e inseminata 140 Merceacute di Giove lrsquoopportuna pioggia Tutto produce orzo frumento e viti Carche di gran racemi onde si spreme Generoso licor Presso costoro Neacute si consulta in pubblica adunanza 145 Neacute vi srsquoordinan leggi In cave grotte Vivon dersquo monti sullrsquoeccelse cime Ciascun regge i suoi figli e la sua donna E farsi ligio altrui nullo consente

ι 116 Della terra dersquo Cigraveclopi in cospetto 150 Neacute vicina drsquoassai neacute lunge sorge Unrsquoisoletta col selvoso dorso Non poche schiere di silvestri capre Pascono quivi che travolte in fuga Non van da umano piegrave neacute vrsquoimprimrsquoorma 155

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Il cacciator che tante aspre fatiche Dura le selve percorrendo ersquo gioghi Neacute vi pasce il pastor greggia neacute solco Lrsquoaratore vi segna Orba drsquoumani Inseminata resta e inculta sempre 160 Neacute dagrave pastura che a belanti capre Poicheacute neacute nave di vermiglia proda Rinverresti appo i Ciclopi neacute fabbro Di larghi legni construttor con cui Alterni uffizi pregravestansi i mortali 165 Visitando cittagrave di estranie genti Tali i disegni son che il mar varcando Gli umani spesso pongono ad effetto Di tal guisa potrebbero i Ciclopi Popolar lrsquoisoletta e coltivarla 170 Ned isteril egrave giagrave ma tutto al tempo Produrrigravea ligrave del mar canuto in riva Drsquoerba lieti e di fior stegravendersi scorgi Irrigui prati neacute la vite mai Focircra di ricchi grappoli in difetto 175 Agevole al lavoro ad ogni autunno Folte del mietitor sotto la falce Lrsquoalte spighe cadrebbono cotanta Egrave della terra lrsquoubertagrave Capace Nellrsquoisoletta ancora agravepresi un porto 180 Dove non ti egrave mestier drsquoagravencora o fune Dove nullo ritegno i legni annoda Tocco il lito colagrave posan quieti Fincheacute brama il nocchier fino a che il vento Propizio spiri Lagrave del porto a capo 185 Limpida sotto un antro acqua discorre Drsquoalti frondosi pioppi incoronato Quivi approdammo per lrsquooscura notte Certo un Dio ne guidograve cheacute per noi nulla Si discerneva ombragravevasi di densa 190 Caligine il navil neacute risplendea Di Ciel la Luna tra le nubi ascosa Quivi alcuno neacute lrsquoisola neacute i vasti Flutti vide rotantisi in sul lido Che quando a proda giagrave corser le navi 195 Entrati appena raccogliam le vele Nel lito ci gettiam vinti dal sonno

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Aspettavamo il sorgere dellrsquoalba ι 152 ComrsquoElla apparve percorremmo intorno

Meravigliando lrsquoisola Le Ninfe 200 Prole di Giove dallrsquoalpestri cime Cacciacircro in basso le montane capre Acciograve il convito appregravestinsi i compagni Ratto dai legni i curvi archi ed i lunghi Giavellotti prendemmo ed in tre schiere 205 Divisi a saettarle impeto femmo Ricca in breve ci diegrave preda uno Iddio Dodici navi mi seguigravean ciascuna Nove capre sortigrave dieci a me solo Trascelsero Quel digrave fino a che il Sole 210 Dechinograve sedevamo a mensa lieta Di carni in copia e di licor soave Neacute rsquol vermiglio licor era per anche Esausto nel navil peroccheacute grande Copia nelle capaci urne attignemmo 215 Quel digrave che devastammo dersquo Cicograveni La sacrata cittagrave Gli occhi intendendo Alla terra dersquo Cigraveclopi vicina Il fumo vi scorgemmo e le lor voci Misto al belar drsquoagni e di capre udimmo 220 Ascoso il Sol sorgiunte le tenegravebre Ci gettammo sul lito e sorta lrsquoalba Tutti adunati i miei cosigrave a dir tolsi

ι 172 ldquoQui rimanete o miei fidi compagni Mentrrsquoio vo ad esplorar col legno mio 225 Qual gente egrave questa se oltraggiosa e fiera E del giusto nemica o se distende Soccorrevole destra ai pellegrini E con pia mente i sempiterni adorirdquo

ι 177 Ciograve detto salsi ed arsquo miei prodi ingiunsi 230 Di seguitarmi e sciocircr le funi Ratto Tutti nersquo banchi in lungo ordine assisi Il biancheggiante mar battean corsquo remi

ι 181 Tocco il lito giagrave prossimo vedemmo Eccelsa grotta nel confin del porto 235 Accanto al mar di lauri ombrata Quivi Cheta giaceva innumerabil greggia Di pecore e di capre il cortil vasto Chiudea un recinto drsquointerrate rocce

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Drsquoardui pini e di querce alto-chiomate 240 Drsquoaltitudine immensa ivi soggiorna Uom che a pascer menava in lontananza Le pecore solingo ersquo fuggigravea sempre Dersquo Ciclopi il consorzio e violenti Atti volgea nel cor Fier mostro immane 245 Non della stirpe sembra che si pasce Di polve cereal ma una selvosa Cima di monti altissimi che sola A quante intorno sorgono sovrasti

ι 193 Imposi allora arsquo miei fidi compagni 250 Di restar nella nave e di guardarla E dodici tra i miei prodi soltanto Trascelti chrsquoebbi mrsquoavviai recando Meco in otre caprin bruno e soave Licor che Maroacuten diemmi Evantiagravede 255 Sacerdote ad Apollo che le mura DrsquoIgravesmaro proteggea quindi noi vinti Da riverenza con la sposa e i figli Lrsquoavemmo in guardia lagrave nel bosco ombroso A Febo sacro ovrsquoei facea soggiorno 260 Di ricchi doni mi fersquo lieto diemmi Sette in vaghi lavor talenti drsquooro Diemmi unrsquourna drsquoargento indi mrsquoattinse In sei anfore e sei puro soave Generoso licor beva divina 265 Che neacute famiglio alcun neacute alcunrsquoancella Seppero mai fuorchrsquoegli la diletta Moglie e la sola dispensiera Quando Bevean di quel licor dolce e vermiglio Empiuto un nappo in veacutenti ersquo lrsquoinfondea 270 Metri di limpidrsquoacqua allor dallrsquourna Drsquoambrosia olezzo diffondeacuteasi intorno Tal che rsquol temprarsi era impossibil cosa Portai quindi rsquol grandrsquootre e di vivande Lo zaino ricolmai cheacute la mia fiera 275 Alma giagrave presentigravea di gir incontro Ad uom vestito drsquoindomabil forza Drsquoindole dispietata e che a vil prende Nel selvaggio suo cor le leggi e rsquol dritto

ι 215 Neacute guari andograve che divenimmo allrsquoantro 280 Neacute giagrave rsquol trovammo ligrave cheacute rsquol pingue gregge

LIBRO IX

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Aderbava Nellrsquoantro penetrati Giravamo il sorpreso occhio drsquointorno Le corbe gravi di rappreso latte Giagrave davan giugrave drsquoagnelli e di capretti 285 Piene le stalle ma tra lor disgiunti In diversi recinti i grandi prima Indi i mezzani alfine i morsquo pur nati I vasi in che mungea secchie catini Conche per entro il siere igravevano a nuoto 290 Qui corsquo prieghi invitagravevanmi i compagni Rapir del presso latte e via fuggendo Cacciar dai chiusi lor capretti ed agne Sino alla nave e fender le salse onde Pur (bencheacute rsquol meglio fosse) io non mrsquoarresi 295 Ma veder volli rsquol Ciclope e tentarlo Se di un dono ospital mrsquoera cortese Ben la costui presenza arsquo miei compagni Riuscir non dovea punto gradita

ι 231 Come racceso avemmo il foco arsquo Numi 300 Sagrificammo indi a cibar ne femmo Del presso latte lagrave nellrsquoantro assisi Lrsquoaspettavam fincheacute darsquo campi ei giunse Portando enorme sulle spalle un pondo Drsquoarida selva onde apprestarsi rsquol cibo 305 Fuor dellrsquoantro il buttograve Tal in caggendo Rumor levograve che in fondo alla caverna A racquattarci pavidi corremmo Nel vasto speco allor tutte ei le pingui Pecore che fermograve mugner sospinse 310 Lasciograve i maschi allrsquoentrata e fuor nellrsquoalto Cortile glrsquoirchi ed i montonrsquo restacircro Grave alta sollevograve roccia che smossa Veacutenti due non avrigravean validi carri Da quattro ruote e con tal pietra immensa 315 Fermograve lrsquoentrata del profondo speco Assiso a mugner con assidua cura Le agnelle diessi e le belanti capre Ed alle madri i parti indi sommise Rappreso chrsquoebbe la metagrave del latte 320 Entro canestri drsquointrecciati vinchi Il collocograve lrsquoaltra metagrave per beva Della cena il versograve Comrsquoebbe in fretta

ODISSEA

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Fin posto a siffattrsquoopre il foco accese Destagravetasi la fiamma una gran luce 325 Balenograve nel capace antro e ci scorse Quindi gridava ldquoO forestier chi siete Donde veniste per lrsquoequoree strade Trafficando tentate avvantaggiarvi Od ite a caso per lo mar raminghi 330 Come pirati che la vita a rischio Pongon per depredar lrsquoestranie gentirdquo

ι 256 Detto il cor ne srsquoinfranse al reboato Dellrsquoorribile voce ed allrsquoimmane Statura di quel mostro impauriti 335 Ma ripressi tal senso e gli risposi

ι 259 ldquoAchivi siam che drsquoIgravelio dipartiti Da tutti i vegraventi combattuti errammo Sul vasto mar e bencheacute cerca sempre La contrada natigravea qua disviati 340 Come lrsquoOligravempio decretograve giugnemmo Fummo (alteri nrsquoandiam) commilitoni Del grande Atride Agamennoacuten di cui Massima sotto rsquol Ciel vola or la gloria Ei che sigrave gran cittagrave distrusse e tanti 345 Popoli sconfiggea Volonterosi Vegniamo ad abbracciar le tue ginocchia Acciograve un don ospitale od un ristoro Concederne comrsquoegrave giusto ti piaccia Rispetta i Numi ottimo Sir deh pensa 350 Che tuoi supplici siam Vindice egrave Giove Degli estrani e degli ospiti ed al fianco Dersquo venerandi pellegrin si ponerdquo

ι 272 Tacqui e rsquol crudele soggiugnea ldquoStraniere Stolto sersquo o vieni di lontan paese 355 Che vuoi chrsquoio tema e riverisca i Numi Arsquo Ciclopi non cal neacute dellrsquoOligravempio Neacute di tutti gli Eterni assai piugrave forti Di lor siam noi neacute per sfuggire allrsquoira Di Giove fia chrsquoio Te od i tuoi risparmi 360 Ove talento del contrario mrsquoabbia Ma dimmi giunto qua dove lasciasti La ben construtta nave in sul confine DellrsquoIsola o vicin Parla ondrsquoio rsquol sappiardquo

ι 281 Di questa guisa favellograve il Ciclope 365

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Insidiando ed io del mondo esperto Penetrai la sua mente e alla mia volta Con parole ingannevoli risposi

ι 283 ldquoNettun battuta contro ad uno scoglio Ruppe la nave mia lagrave presso al monte 370 Che drsquoesta terra sul confin si estolle Qua lagrave sui flutti ne disperse il vento Gli avanzi ed io con questi miei compagni Da un dispietato fin campammo a stentordquo

ι 287 Non risponde il crudel ma impetuoso 375 Lagravenciasi e sovra i miei le branche avventa Due ad un tratto ghermigrave contra ad un sasso Quai cagnuoli sbattendoli le sparse Cervella ad irrigar correan lo spazzo Poste a brani le membra indi ancor vive 380 La cena srsquoimbandigrave non altrimenti Che montagraveno Lion le divorava Neacute di carni lasciograve neacute di precordi Neacute drsquoossa o di midolle alcun vestigio A sigrave fiero spettacolo le palme 385 Con angoscioso pianto a Giove alzammo Di speme usciti omai Poicheacute rsquol fier mostro Tutta srsquoebbe lrsquoenorme epa ricolma Drsquoumane carni e puro latte in copia Sovra vi tracannograve giaceva immenso 390 Tra le gregge nellrsquoantro Incontinente Nellrsquoaudace mio cor fermo appressarlo Tirar dal fianco lrsquoaffilata spada Ed al petto ferirlo ove si fascia La corata dal fegato e giagrave al ferro 395 La destra mi correa se non che un altro Avviso mi arrestograve Quivi noi pure Di crudel morte perivam cheacute indarno Con le braccia tocircr via tentato avremmo Lrsquoenorme roccia che il gigante impose 400 Al varco eccelso Sospirosi quindi Aspettavamo il sorger dellrsquoAurora

ι 307 Come raggiar nel Ciel cominciograve rsquol giorno Il foco raccendea mugnea le pingui Pecore a modo ed a ciascuna il parto 405 Sommettea Sciolto di tai cure in fretta Altri due nrsquoabbrancograve dilacerolli

ODISSEA

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E rsquol pranzo si apprestograve Fornito il pasto Le pecore cacciograve fuor dal vasto antro Rimovendo con man facile il masso 410 Dismisurato poscia il vi ripose Come imposto a faretra avrigravea rsquol coverchio Lungo in questa sonar facendo un fischio Condusse il gregge su per la montagna Raccolto in me dal cupo della mente 415 Chiamai tutti i pensier per vendicarmi Se a me tal vanto concedea Minerva Volsi e rivolsi piugrave partiti alfine Questo a cui mrsquoappigliai per miglior tenni Giaceva entro la stalla un verde enorme 420 Troncon drsquoulivo che rsquol gigante svelse Onde averlo tra mano inaridito Il comparammo ad albero di vasta Nave oneraria che da veacutenti remi Spinta lrsquoimmenso pelago travarca 425 Tanta la longitudine e tanta era Del troncon la grossezza Io ne recisi Tre cubiti ed arsquo miei quella recisa Parte imposi polir polita appena Nrsquoaguzzava la punta tra le vampe 430 Fulgide lrsquoindurava e sotto un mucchio Di fimo di che ingombro egraverane lrsquoantro Lrsquoascondea con gran cura A sorte quindi Tirar feci color che alzare il palo Ardirebber con me per conficcarlo 435 Del Ciclope nellrsquoocchio allorcheacute ei focircra Vinto dal sonno I quattro che sorticircro Gli avrei scelti io medesmo e rsquol quinto io fui Vespertino ei sorvenne e rimenato Darsquo paschi rsquol gregge dai lucenti velli 440 Tutto nella caverna ampia il sospinse Ned alcun fuor lasciograve sia che sospetto Il prendesse di noi sia che drsquoun nume Tal si fosse il voler Sollevograve in questa Lrsquoimmensa porta rilogolla e assiso 445 Capre belanti e pecore mugnea Rimesso ogni agnellin sotto la poppa Della sua mamma e ratto a fin condotte Lrsquoopre usitate due dersquo miei compagni

LIBRO IX

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Ghermigrave di nuovo e si apprestograve la cena 450 Mrsquoaccostai in quel momento e rsquon man tenendo Colma di bruno vin drsquoedra una coppa

ι 347 ldquoTersquo Ciclope ndash dissrsquoio ndash questo vin bevi Or che pasciuto sersquo drsquoumana carne Saprai cosigrave qual mi teneva in serbo 455 Licor nel legno mio te rsquol reco adesso Qual libamento non di speme uscito Che per me tocco di pietagrave arsquo miei tetti Rimandarmi vorrai ma rsquol tuo furore Intollerando ogni confin trapassa 460 Chi piugrave verragrave tra gli uomini infiniti A supplicarti nersquo venturi giorni Crudele Ahi quanto contro il giusto adoprirdquo

ι 353 Cosigrave dicea tolse ei la coppa e bevve Oltre modo gioigrave beendo il dolce 465 Licor soave e una seconda volta Con ressa me nrsquo chiedea vegraver me benigno ldquoVegraversami ancora cheacute mrsquoegrave tardo offrirti Ospital dono che trsquoallegri rsquol core Arsquo Ciclopi la terra alma produce 470 Feconde viti di racemi carche Che la pioggia di Giove educa e ingrossa Ma questrsquoalmo licor che tu mi porgi Certo egrave fiore di nettare e drsquoambrosiardquo

ι 360 Detto tre volte io gli mescea tre volte 475 Stolto Ei ne bevve a dismisura Quando Gli si avventograve al cervel del vino il fumo Queste gli dirizzai blande parole

ι 364 ldquoCiclope chiedi il nome mio mrsquoegrave tardo Digraverloti ma tu ancor lrsquoospital dono 480 Pogravergimi e ciograve che promettesti attiegravemmi Nessuno egrave rsquol nome mio me i genitori Gli amici tutti chiamano Nessunordquo

ι 368 Tacqui e rsquol crudel rispoacutesemi ldquoNessuno Divorerograve te lrsquoultimo pria gli altri 485 Questrsquoegrave il dono ospital che ti si serbardquo

ι 371 Detto supin cascograve la gran cervice Reclinata sullrsquoomero dal sonno Che tutto doma ciograve che spira vinto Fuor della strozza a gurgiti cacciava 490 Brani drsquoumana carne al vin commisti

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Che nellrsquoebbrezza sua grave recea Sotto le ardenti ceneri onde affochi Tosto il palo sospingo e col dir franco Rincoro i miei non forse impaurito 495 Qualcun nel fier periglio mrsquoabbandoni Ma come bencheacute verde era ligrave ligrave Per ardere qual bragia alto splendendo Dal foco il trassi ed i miei fidi in questa Mi si strinsero intorno ardire immenso 500 Inspiragravevami un Dio Giagrave giagrave afferrato Darsquo miei quel palo dallrsquoacuta punta Gliel conficcacircr nellrsquoocchio ed io di sopra Pontando rigiragravevalo In tal foggia Trave naval col trapano trivella 505 Un mastro a lui di sotto altri operai Di qua di lagrave tiran la soga ratto Vogravelvesi rsquol ferro neacute srsquoarresta mai Cosigrave per noi del Ciclope nellrsquoocchio Lrsquoacceso tronco aggigraverasi bollente 510 Scaturigravea rsquol sangue le palpegravebre e rsquol ciglio Struggea vapor focoso e la pupilla Dallrsquoalta fiamma nellrsquoime radici Rotta e consunta crepitar srsquoudigravea Qual se fabbro talora in gelidrsquoonda 515 Od ascia attuffi od una gran bipenne Con che al ferro dagrave forza e lo rattempra Stridir la srsquoode tal del tronco intorno Stridea lrsquoocchio del Ciclope che orrendi Mugravegghii ed urli mettea La roccia tutta 520 Ne rintonava Da terror conquisi Qua lagrave ci disperdemmo Ei dallrsquoocchiaia Disvelse il trave di sangue grondante E di sua man lungi da seacute avventollo Dalla rabbia sospinto e dal dolore 525 Chiamograve con grida altissime i Ciclopi Che abitavan ligrave presso in fondo agli antri Sui ventosi cacumi Udito il grido Da tutte parti accorsero ed al varco Della caverna soffermato il piede 530 Chiedeacuteangli la cagion che sigrave lrsquoaffanna

ι 403 ldquoQuale offesa sigrave grave o Polifemo Gridar ti feacutea cotanto in mezzo allrsquoombre

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Dellrsquoalma notte tal che dalle nostre Pupille il sonno giagrave cacciasti in bando 535 Via ti si tolse a mal tuo grado il gregge O per forza od inganno altri ti domardquo

ι 407 E del fondo dellrsquoantro il fier gigante ldquoNESSUNO amici mi domograve con fraude Non giagrave per forzardquo E subito i Ciclopi 540

ι 410 ldquoOr se NESSUN trsquooltraggia e solo vivi Impossibil ti fia sfuggire al morbo Che lrsquoOligravempio trsquoinvia ma ben al padre Al possente Nettuno alza i tuoi voacutetirdquo

ι 413 Detto si diparticircr rideacuteami rsquol core 545 Che il nome e rsquol senno mio gli avesse illusi Polifemo angosciato e doloroso Qua lagrave se nrsquo gigravea con le man brancolando Tanto che tolse dalla porta il masso Indi nel varco dello speco assiso 550 Tese le braccia per ghermir tra rsquol gregge Chi tentasse fuggir tanto ei di senno Teneacuteami uscito Io pur volgea nellrsquoalma Come i compagni e me sottrar da morte Molti consigli e molte frodi ordigravea 555 Cheacute in forse era la vita e nrsquoincalzava Alto periglio Ed ecco a qual partito Che tenni il piugrave assennato alfin mrsquoappiglio Pingui denso-velluti e belli e grandi Montoni carchi di unrsquooscura lana 560 Lrsquoantro chiudeva Io tacito gli avvinsi Corsquo flessibili vinchi su cui rsquol mostro Dotto in rie scelleraggini dormigravea Tre per volta ne avvinsi e quel di mezzo Un uom portava si tenean da lato 565 Gli altri due che dersquo miei feacutecersi schermo Da tre montoni ogni uom quindi era tratto Restagravetovi colagrave un ariete Fior dellrsquoarmento lo afferrai pel dosso Mi rivoltai sotto il velloso ventre 570 Ed avvolte alle man le dense lane Con intrepido cor mi vi sospesi Cosigrave non senza gemiti rsquol ritorno Aspettavam della divina Aurora

ι 437 Non appena brillograve che alla pastura 575

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Irrompevano i maschi e le non munte Femmine di belati empiean le stalle Cheacute di troppo sentigravean le mamme gravi Dellrsquoantro il Re da rie doglie trafitto Drsquoogni monton che gli sovrastava 580 Percorrea rsquol dorso neacute sospetto al folle Nellrsquoalma srsquoingerigrave che sotto ai petti Villosi i prodi miei pendeano avvinti Alfin varcograve la porta ultimo il grande Montone dersquo suoi velli e di me carco 585 Cui sorse in mente il provvido consiglio

ι 446 Polifemo il blandigrave poscia ldquoOh diletto Ariete percheacute dellrsquoantro or mrsquoesci Ultimo Non giagrave pria disgiunto usavi Dallrsquoagnelle restar primo di tutti 590 Brucavi dellrsquoerbetta i molli fiori Con lunghi passi e primo pur giungevi Alle correnti limpide dersquo fiumi Primo da sera rientrar nel chiuso Bramavi ed or di tutti ultimo sei 595 Sospiri lrsquoocchio del tuo Re Un codardo Mortal corsquo rei compagni il mi divelse Doma chrsquoei mrsquoebbe con il vin la mente NESSUN che mal potrigravea sottrarsi a morte Se come il martigraver mio senti del pari 600 Articolar potessi anche la voce E dirmi ovrsquoei dal mio furor si cela Qua lagrave dal teschio infranto le schizzate Cervella correrigravean lungo questrsquoantro Ed un conforto almen verrigraveami al core 605 Dagli atroci tormenti e dallo strazio Che mrsquoinferigrave quel misero Nessunordquo

ι 461 Detto lungi da seacute fuor della porta LrsquoAriete spingea Poicheacute distammo Dallrsquoantro alquanto e dal cortil repente 610 Me primo e tosto i miei compagni sciolsi Molte adipose pecore dai lunghi Passi ratto cacciammo a noi davanti Fincheacute al legno giungemmo I cari nostri Noi che a morte sfuggimmo accolser lieti 615 Ma per gli altri mettean miseri lai Io nol permisi giagrave corsquo sopracigli

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Accennando a ciascun disdico il pianto E lor comando di gettar nel legno Le molte agnelle dai superbi velli 620 Subitamente e fender le salse onde Ratto assisi sui banchi in ordinanza Ferigravean corsquo remi rsquol pelago spumante Distando quanto drsquouomo aggiunge un grido Queste al mostro drizzava agre rampogne 625

ι 475 ldquoNo non dovevi tu drsquouom senza schermo Divorar nellrsquooscuro antro i compagni A viva forza o Ciclope I tuoi falli Tirarti addosso ti dovean tal pena Crudel che non temesti entro il tuo speco 630 Gli ospiti trangugiar Perograve lrsquoOligravempio Plaudenti gli altri abitator del Cielo Trasser giusta di Te fiera vendettardquo

ι 480 Di questi detti al suon vie piugrave di rabbia Riarse il cor del Ciclope Divelse 635 Drsquoalto monte il cacume e lrsquoavventando Anzi alla proda lo gettograve del legno Lrsquoalpestre cima ruinando ad alto Il mare sollevograve dal rifluente Impetuoso fiotto a urtar la sponda 640 Giagrave giagrave rsquol legno correa Ma lungo lungo Afferrato da me subito un palo Mrsquoallontanai dal lito indi eccitava Accennando del capo i miei compagni A curvarsi sul remo ed il funesto 645 Rischio a fuggir Curvagravetisi sui remi Tutti di forza arrancano Poi quando Doppio tratto di mar lunge noi fummo Riparlar volli al Ciclope ma tutti Di qua di lagrave ristregravettimisi intorno 650 Tentavan con parole affettuose Dal mio proposto svolgermi i compagni

ι 494 ldquoAhi poco senno Percheacute vuoi lrsquouom crudo Nuovamente irritar Non ha un momento Chrsquoei questa roccia fulminograve per cui 655 La nave a terra risospinta tutti Ci tenemmo per morti Or se un tuo grido Se un detto udragrave certo una roccia enorme Avventeragrave che il capo a tutti e il legno

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Sfracelleragrave tal di sua destra egrave rsquol tirordquo 660 ι 500 I compagni cosigrave ma persuasa

Non fecircr lrsquoaltera anima mia Dallrsquoira Indomita sospinto a ridir tolsi

ι 502 ldquoCiclope se del turpe accecamento Dellrsquoocchio tuo qualcuno dersquo mortali 665 Trsquointerroga dirai mrsquoaccecograve Ulisse Lrsquoeversor di Cittagrave figlio a Laerte Il cui palagio in Igravetaca si estollerdquo

ι 506 Tacqui e rsquol mostro ululograve poscia ldquoOhimegrave ndash disse ndash gli antichi vaticini ecco mrsquohan colto 670 Qua vrsquoebbe un vate giagrave forte possente Il supremo degli agraveuguri Telegravemo Figliuol drsquoEurimo che appo noi rsquol velame Squarciando del futuro incanutigravea Ersquo presagigraveami ciograve che giagrave mrsquoavvenne 675 lsquoSpento lrsquoocchio ti fia per man drsquoUlissersquo Sempre quindi stimai chrsquouom bello e grande Drsquoimmensa invitta forza rivestito Appo me si addurrebbe e lrsquoaspettava Or me dellrsquoocchio vedovograve scarsrsquouomo 680 Debil pusillo poicheacute rsquol senno ei mrsquoebbe Nel vin sommerso Orsugrave ritorna Ulisse Ti porgerograve lrsquoospital dono e lieto Trsquoimplorerograve da Enosigegraveo rsquol ritorno Padre egravemmi e tiegravenlo a vanto ove gli piaccia 685 Solo mi saneragrave neacute mi fia drsquouopo O dersquo numi lrsquoaigraveta o dersquo mortalirdquo

ι 522 ldquoOh potessi io cosigrave ndash ratto soggiunsi ndash Spogliar Te della vita e nei funesti Travolgerti laggiugrave regni di Pluto 690 Come dellrsquoaccecato occhio ned anche Risanar ti potragrave Nettuno istessordquo

ι 526 Tacqui ed al Re Nettun cosigrave egli orava Tese le palme alla stellata volta

ι 528 ldquoRe dalla bruna chioma Enosigegraveo 695 Se tuo figliuol son io veracemente Se tu drsquoegravessermi padre altero vai Dammi che Ulisse di cittagrave eversore DrsquoIgravetaca abitator figlio a Laerte Arsquo suoi tetti redir non possa mai 700 Ma se gli amici riveder se al ricco

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Ostel suo ritornare in fato ei srsquoebbe Tardo e dolente arrivi in nave altrui Perduti pria tutti i compagni ed altro Non trovi in sua magion che affanni e piantordquo 705

ι 536 Nettun lrsquoesaudigravea Di maggior mole Unrsquoaltra sollevograve roccia il gigante La contorse nellrsquoaria e di gran forza La fulminograve Piombograve il catollo addietro Lrsquoazzurra poppa e del timon la punta 710 Rasentograve Sbalzograve rsquol mar turbato in suso Al rovinar del masso e la grossa onda Spinse la nave e lrsquoaccostograve alla riva Ma come alfin sorgemmo allrsquoisoletta Dove lrsquoaltre mie navi erano a proda 715 Trovammo i miei che assisi ad esse intorno Non senza pianto ci attendean mai sempre Giunti tirammo in secco il pin veloce Ci gittammo nel lido indi fuor tratto Del Ciclope lrsquoarmento il compartimmo 720 Sigrave che di parte egual ciascun fu lieto Partite lrsquoagne il superbo ariete Diecircro in disparte a me solo i miei Prodi Lungo il lito lrsquooffersi ostia allrsquoOligravempio Che drsquoatri nembi srsquoinvolgendo regna 725 Sovra tutti gli Eterni e lrsquoanche nrsquoarsi I sagrifizi ersquo non curograve cheacute in mente Tutte le navi ersquo miei cari compagni Giagrave perdere fermava Il giorno intero Sin che il Sol si corcograve sedemmo a mensa 730 Ricca di carni e di licor soave Ascoso il Sole e sorvenuto il buio Stesi nel lito ne srsquoinfuse il sonno Ma come rosea rsquon Ciel brillograve lrsquoAurora Eccitati i compagni a loro ingiunsi 735 Salir le navi e sciocircr le funi Ratto Si rimbarcacircr si assisero in sui banchi Percotendo corsquo remi il mare ondoso Cosigrave di lagrave ci allargavam felici Pel nostro scampo ma nel cor dolenti 740 Persquo cari nostri dal fier mostro uccisiraquo

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LL II BB RR OO DD EE CC II MM OO

Avvenimenti presso Egraveolo presso i Lestrigravegoni e presso Circe

GGIUGNEMMO nellrsquoEogravelia Isola quivi LrsquoIppogravetade abitava Egraveolo diletto Arsquo Sempiterni in isola natante Cui cinge un muro drsquoinfrangibil rame E liscia rupe le si leva intorno 5 Nagravecquergli in sua magion dodici figli Sei dellrsquoun sesso e sei dellrsquoaltro adorni Del fior di giovinezza Egraveolo congiunse In nodo marital germani e suore Sedean sempre elli al caro padre accanto 10 Ed allrsquoorrevol madre a mensa ricca Di elette dapi Mentre il giorno splende Lrsquoodorata magion risuona intorno Di dolci melodie scesa la notte Appo le caste mogli in sursquo tappeti 15 Sui ricchi letti lor dormigravean gli sposi Nella costor cittade entrati appena Arsquo tetti lor superbi divenimmo Intero un mese drsquoaccoglienze liete Cortese Egraveolo mi fu piaceacuteasi drsquoIgravelio 20 Del navil degli Achivi e del ritorno A parte a parte interrogarmi ed io Con somma cura gli narrava il tutto Ma come il chiesi del viaggio e ressa Gli feacutea di rimandarmi non restigraveo 25 Mi si mostrando mrsquoapprestograve il ritorno Di saldo cuoio presentommi un otre Di bue novenne in che glrsquoimpetuosi Vegraventi rinchiuse peroccheacute lrsquoOligravempio

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Dersquo vegraventi a dispensier sommo il prepose 30 Sigrave che a sua voglia ei li rattiene o spinge Con fil drsquoargento lucido nel fondo Del naviglio lrsquoeroe distrinse lrsquootre Acciograve ned esil pur nrsquoesca uno spiro Libero mi lasciograve Zegraveffiro a cui 35 Scorger le navi e noi medesmi indisse Ma indarno il commettea cheacute dersquo compagni Ne sospinse a perir dira follia

κ 28 Nove digrave senza sosta e nove notti Navigavam nel decimo mrsquoapparve 40 La patria terra e vedevam giagrave quelli Che arsquo fuochi accesi aggiragravevansi intorno Me stanco in questa il dolce sonno oppresse Cheacute della nave ognor ressi il governo Neacute drsquoaltri volli in man lasciarlo mai 45 Onde ratto afferrar le patrie sponde I compagni tra lor diceano intanto Chrsquoio recava arsquo miei tetti argento ed oro Del magnanimo Ippogravetade presenti Gli occhi affisando agli occhi del compagno 50 Ciascuno allora a favellar si prese

κ 38 ldquoNumi Quanto costui caro e in gran pregio Tiegravensi da ognun cui visita il paese Molti egli drsquoIgravelio depredato apporta Splendidi arredi or noi che la via stessa 55 Misurammo torniamo arsquo tetti nostri Con le man vogravete Ed ecco affettuoso Egraveolo gli porge questi doni or via Veggiamo alfin quantrsquooro e quantrsquoargento Questrsquootre nel capace alvo rinserrardquo 60

κ 46 Cosigrave dal mal voler vinti i compagni Sciolser lrsquootre scoppiacircro ad una i vegraventi Rapigrave i compagni dolorosi in pianto La sugravebita procella e trabalzolli Lungi dalla natigravea terra nellrsquoalto 65 Mi desto in questa e nella mia fierrsquoalma Volgea se giugrave nel pelago dal legno Precipitarmi e morire nellrsquoonde O soffrir muto e rimaner trarsquo vivi Soffersi ed aspettai nersquo panni involto 70 Mi corcai nella nave Il turbin fiero

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Respinse intanto nellrsquoEogravelia i legni Che di sospir empievano i compagni

κ 56 A terra scesi acqua attignemmo a desco Sedemmo appo rsquol navil Drsquoesca e di beva 75 Come avemmo il desigraveo nel sen ripresso Da un araldo seguito e da un compagno Allrsquoinclita magion drsquoEgraveolo mrsquoaddussi A convito sedea stagravevangli accanto La consorte ed i figli In sulla soglia 80 Della porta sedemmo Alto stupore I suoi figli colpigrave che interrogacircrci ldquoOnde Ulisse vien tu Qual mai trsquoincalza Demone avverso Noi con vigil cura Tutto al tuo dipartir disposto avemmo 85 Percheacute alla patria alle tue case e ovunque In grado trsquoera piugrave giunger potessirdquo

κ 68 ldquoDissennati compagni infausto un sonno Mrsquohanno condotto a tal ndash mesto risposi ndash Piagravecciavi confortarmi in baligravea vostra 90 Tutta amici omai sta la mia saluterdquo

κ 70 Spetrare a loro il cor tentai con queste Mansuete parole ersquo stetter muti Ma il corrucciato genitor rispose

κ 72 ldquoFuggi via da questrsquoisola repente 95 Pessimo dersquo mortali Ah no neacute accocircrre Ned uom tal che in orror egrave arsquo Sempiterni Rimandar mi convien Via ti dilegua Poicheacute lrsquoira del Ciel qua ti sospinserdquo

κ 76 Cosigrave dicendo me gravi-gemente 100 Dal regal suo palagio Egraveolo sbandigravea Dipartiti di lagrave navigammo oltre Disconsolati Giagrave rsquol vigor dersquo miei Pel doloroso remigar si affranse Colpa del nostro delirar giagrave spenta 105 Nel cor sentimmo del redir la speme

κ 80 Sei navigammo interi digrave giugnemmo Nel settimo di Lamo alla superba Lestrigonia cittagrave dallrsquoampie porte Quivi rsquol pastore che darsquo paschi riede 110 Chiama lrsquoaltro che lrsquoode e giagrave fuor esce Quivi uom che puograve vegghiar doppia mercede Tocca or guardando le mugghianti torme

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Or le candide agnelle cheacute son presso Della notte e del digrave quivi le vie 115 Ci accostammo ad un porto inclito intorno Eccelsa roccia drsquoambo i lati avanza Gli alpestri scogli con opposte fronti Protendegravendosi in mar non poco angusto Ne rendono lrsquoingresso ivi arrancando 120 I compagni vrsquoentracircr con lrsquoampie navi Attigue le legarono entro il vasto Giro del porto cheacute in suo letto sempre Senza la minimrsquoonda ivi rsquol mar giace E candido seren sempre vi regna 125 Sol io ritenni fuor la nave bruna E nel confin del porto ad una roccia Con le funi lrsquoavvinsi indi ad un aspro Scoglio asceso esplorai la terra intorno Non ligrave di bue lavor neacute drsquouom mrsquoapparve 130 Ma sol dal grembo della terra ad alto Vogravelversi vidi turbini di fumo Tosto fermai mandare i miei compagni A investigar qual era ivi la gente Che dei doni di Cegraverere si pasce 135 Scelti due prodi aggiugravensivi per terzo Un araldo con cui si accompagnacircro Movean per piana via servando il solco Dersquo carri che a cittagrave dagli ardui monti Devolvono la selva A lor occorse 140 Non lontano di lagrave lrsquoinclita figlia Del Lestrigravegone Antigravefate che al fonte DrsquoArtagravecia a tutti i cittadini schiuso Ad attigner le chiare onde scendea Drizzati a lei lrsquointerrogacircr chi fosse 145 Il Re della contrada e quai le genti A cui imperava Ed ella incontinente Il paterno additograve tetto superbo Poacutestovi rsquol piegrave trovacircr del Re la donna Qual vertice montano e inorridicircro 150 Vegraver la piazza si volse ella e drsquoun grido Antigravefate chiamava il formidato Marito suo che arsquo miei disegnograve tosto Morte crudel Sorgiunse e un mio compagno Ghermito il divorograve gli altri fuggicircro 155

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Precipitosi vegraver le navi In questa Tutta empiea la cittagrave di clamor alto Il Re come lrsquoudicircr di qua di lagrave A mille a mille i Lestrigravegoni accorsero Ned uomini parean no ma giganti 160 Giugrave dalle rocce alpestri enormi sassi Fulminarono tosto un rumor fiero Dal navil si levograve dersquo moribondi Gli ululi e lo stridor dersquo legni infranti Gli infilzacircro quai pesci e via portacircrli 165 A fiero pasto Mentre tal seguigravea Strage nel giro del capace porto Trassi il ferro dal fianco e del naviglio La gomena recisi A dar nersquo remi Subitamente arsquo miei compagni ingiunsi 170 Per cessar sigrave gran rischio Impauriti Al fiero aspetto del mortal periglio Tutti a gara arrancavano A grandrsquoagio Dersquo sconci massi rsquol ruinar fuggigraveo La nave mia nel pelago ma lrsquoaltre 175 Del vasto porto in sen tutte pericircro

κ 133 Di lagrave rivogavamo oltre dogliosi Quantunque in salvo per gli amici estinti In sullrsquoEegravea sorgemmo isola Quivi La bionda Circe orrevol Dea dal dolce 180 Canto soggiorna del sagace Eegraveta Suora germana ambo produsse il Sole Fonte di luce e Persa inclita figlia DellrsquoOcegraveano Taciti approdammo Lagrave rsquove capace un porto agravepresi certo 185 Un Nume ne scorgea Discesi a riva Due digrave e due notti ivi giacemmo a un tempo Stanchezza e doglia ci rodeano rsquol core Come lrsquoAurora il terzo digrave scorgea Drsquoun giavellotto armato e del mio brando 190 Ratto salgo dal legno a un arduo giogo Se forse drsquouom veacutedesi opra o la voce Nrsquoudissi Stando in sullrsquoalpestre cima Scorsi di Circe nel palagio ad alto Dallrsquoampia terra sollevarsi un fumo 195 Drsquoinfra i spessi querceti e la foresta Giagrave drsquoir fermava e di cercare donde

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Volveacuteasi rsquol fumo indi miglior consiglio Pagravervemi al lito rivolgendo i passi Di cibo arsquo miei porger conforto e poscia 200 Mandarne alcuni ad esplorar Distava Poco dal legno quando ad un dersquo Numi Di me solingo increbbe e in quella via Drsquoalte corna ramose un cervo enorme Pigravensemi innanzi giagrave dal Sol riarso 205 Uscendo fuori dersquo selvosi paschi Alle chiare del fiume onde scendea Lanciagravetovisi appena in sulla spina A mezzo il dorso il colpigravea sigrave che rsquol ferro Da parte a parte il trapassograve lugugravebre 210 Mise caggendo un gemito e spirograve Corsi e del piegrave rsquol calcando dalla piaga Ritrassi lrsquoasta e la deposi a terra Indi svelti con giunchi altri virgulti Gli attorsi gli avvinghiai tanto che lungo 215 Per ben sei spanne ne composi un fune Per istringere i piedi alla gran belva Passato allor tra le sue gambe il capo Verso il legno movea mrsquoappuntellando Della lancia sul calcio cheacute portarlo 220 Sovra una spalla o drsquouna mano sola Impossibil mi fu tanto era immenso Anzi al pin lo buttai poscia con blande Parole a inanimar tolsi i compagni

κ 174 ldquoDeh non uscite di speranza amici 225 Bencheacute dolenti peroccheacute non mai Discenderem di Pluto alla magione Prima del giorno che il destin prefisse Fincheacute drsquoesca abbiam copia e di Liegraveo Orsugrave non sigraveen per noi posti in obbligraveo 230 Neacute ci logri piugrave rsquol cor lrsquoavida famerdquo

κ 178 Tacqui e tutti obbedicircr Sursero e rsquol voacutelto Che avean per doglia nersquo lor manti ascoso Scopersero e stupicircr veggendo il cervo Dellrsquoinfecondo mar lungo la riva 235 Di sigrave gran mole egli era A quella vista Poscia che a pien gioicircro asserenati Lavar le mani ed apprestacircr la mensa Quel digrave sino che il Sol cadde sedemmo

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Carni in copia gustando e vin soave 240 Quando quellrsquoastro dechinograve e sorgiunte Fucircr le notturne tenebre in sul lito Del risonante mar ci colse il sonno Ma come rosea in ciel fulse lrsquoaurora Tutti adunati chrsquoebbi i miei sigrave dissi 245

κ 189 ldquoO miei compagni bencheacute afflitti udite Ignograverasi per noi dovrsquoegrave lrsquooccaso Dove lrsquoAurora donde rsquol Sole eterna Fonte di luce vagravessene sotterra Donde risurga Pur da noi si tenga 250 Consulta e tosto se trovar nrsquoegrave dato Qualche via di salute il che non pagravermi Peroccheacute asceso sovrrsquoalpestre scoglio Isola da mar vasto incoronata Vidi bassa giacer vegraver lo cui mezzo 255 A traverso i querceti e la foresta Volveacuteansi al Cielo turbini di fumordquo

κ 198 A questi accenti fragravengersi nel petto Senticircrsi rsquol core i crudi atti membracircro Del Lestrigravegone Antigravefate e la forza 260 Dismisurata del Ciclope orrendo Vorator dersquo mortali Ululi e strida Mettean non senza spargere gran pianto Ma che giovan le lagrime agli afflitti

κ 203 Gli divisi in due schiere a ciascheduna 265 Preposi un duce a guida era io dellrsquouna Eurigraveloco dellrsquoaltra Agitiam tosto Entro un elmo di rame ambe le sorti Quella del prode Eurigraveloco per prima Fuori balzograve Ratto egli entrograve in cammino 270 Premeacuteangli lrsquoorma ventidue compagni Piangendo Dietro lasciacircr noi che il lito Empievamo di gemiti Processi Trovacircro in ampia Valle in su drsquoun poggio Edificata con lucenti marmi 275 Di Circe la magione intorno a cui Stavan lupi montani e lion fulvi Chrsquoella medesma con funesta beva Mansuefece Neacute su i miei compagni Precipitacircrsi ma sullrsquoanche eretti 280 Scosser le lunghe code e li blandicircro

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Come rsquol signor che legravevasi da mensa Lusigravengasi darsquo cani a cui mai sempre Esca porge gradita in simil foggia I lupi dalle forti unghie ersquo lioni 285 Lusingavano i miei che impauriti Stavan dersquo mostri orrendi alla presenza Nellrsquoatrio della Dea dallrsquoauree chiome Soffermacircrsi e udicircr Circe che dentro Con dolcissima voce igraveva cantando 290 Mentre immensa intessea tela divina Quai di grazia splendenti e di beltade Dalla man delle Dive escono lrsquoopre Poligravete in questa lor dicea Poligravete Duce dersquo prodi a me piugrave chrsquoaltri caro 295 E che dersquo miei pensier sedeacuteasi in cima

κ 226 ldquoColei che dentro una gran tela ordisce Donna o diva la sia sigrave dolce canta Che il tetto srsquoempie drsquoarmonia celeste Su su amici vegraver lei moviam la vocerdquo 300

κ 229 Detto chiamacircrla ad alta voce ed Ella Schiuse le porte luminose accorse E dellrsquoentrar fersquo loro invito tutti Ahi stolti ad una la seguicircr Fuor solo Drsquoinganno in dubbio Eurigraveloco rimase 305 Introdotti che gli ebbe in su bei seggi Circe a seder li pose e lor versava Nel Pragravemnio vin trito rappreso latte Cereal polve e fresco megravel poi mise Maligravee nel pan funeste acciograve allrsquointutto 310 Pongano la natigravea terra in obbligraveo Come diegrave lor la beva e tracannacircrla Drsquouna verga percossi li rinchiuse Nersquo porcili Dersquo verri avean le teste Il grugnito le setole ed il corpo 315 Ma serbavan qual pria la mente integravegra Cosigrave gementi rinchiudeacuteansi Circe Dinanzi lor gittograve del cornio i frutti Della rover dellrsquoelce usato cibo Dersquo verri avvoltolagraventisi nel fango 320

κ 244 Lrsquoamaro ad annunziar fato dersquo nostri Ratto alla nave Eurigraveloco accorrea Ma bencheacute rsquol brami di formar parola

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Dato non gli egrave cotanto il cor gli fiede Disperato dolor Pregni di pianto 325 Ringorgagravevangli i lumi e la tristezza Lrsquoanima gli opprimea Ma come tutti Non senza ira e dolor lrsquointerrogammo Cosigrave dersquo nostri raccontograve lrsquoeccidio

κ 251 ldquoPercorremmo i querceti inclito Ulisse 330 Come indicesti ritrovammo a valle A sommo drsquoun bel colle edificata Con tersi marmi una magion superba Quivi gran tela ordigravea dolce cantando Non so se donna o Diva i miei compagni 335 Mandacircrle voce Accorse e le splendenti Porte varcando glrsquoinvitava tutti Dissennati seguicircrla io ligrave ristetti Cheacute in cor mi srsquoingerigrave tema drsquoinganno Tutti ad una disparvero neacute alcuno 340 Riapparigrave Gran pezzo ivi rimasi Con gli occhi intenti ad esplorar ma indarnordquo

κ 261 Tacque ed io ratto allrsquoomero sospesi La grande spada dallrsquoargentee borchie Non che lrsquoarco sonante indi glrsquoingiunsi 345 Ad irmi innanzi per la stessa via Ed ei drsquoambe le man strinse piangendo Le mie ginocchia e fersquo volar tai preghi

κ 266 ldquoNon trarmi lagrave per forza amor di Giove Ma star qua mi concedi ahi so pur troppo 350 Che tu stesso redir giagrave non potrai Ned i tuoi rimenar Con questi adunque Fugraveggasi e rsquol digrave funesto si allontanirdquo

κ 270 ldquoQui rimanti ndash risposi ndash in questa piaggia Eurigraveloco tu puoi nel legno accolto 355 Drsquoesca e di beva satollarti io solo Nrsquoandrograve necessitagrave fiera mi astringerdquo

κ 274 Detto la nave e rsquol mar lasciati a dietro Oltre mi spinsi Quando per le sacre Valli allrsquoalta di Circe incantatrice 360 Magion faceacuteami presso ecco Mercurio Dallrsquoaureo caduceo mi venne incontro Simigliante a garzon sul di cui labbro Spunti il bel fior di giovinezza adorno Di freschezza e di grazia Il nume amico 365

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La man mi prese e disse ldquoAh percheacute mai Misero movi rsquol piegrave per queste balze A caso e solo e non dersquo lochi esperto I compagni ti stan chiusi da Circe Come in cupe lategravebre i verri stanno 370 Venistugrave per redigravemerli Ned anche Potrai tu stesso ritornar mi penso Ma rimarrai colagrave dove son gli altri Pur mrsquoodi che francar ti vorsquo da guai E poacuterti in salvo Tersquo con questo miro 375 Farmaco al tetto trsquoaddurrai di Circe Neacute temer che dal capo non ti storni Il digrave funesto Or vorsquo tutti i perversi Disegni di costei farti palesi Mista ti appresteragrave beva in che un succo 380 Letal nellrsquoesca getteragrave lrsquoincanto Pur a vograveto le andragrave tal della pianta Salutar chrsquoio ti porgo egrave la virtute Drsquoogni cosa or trsquoassenno Allor che Circe Con la lunga ti avragrave verga percosso 385 Tratto dal fianco lrsquoaffilato brando Contrrsquoessa in atto di ferirla irrompi Tutta tremante allora a giacer seco Trsquoinviteragrave neacute ricusar tu degravei Drsquouna tal Diva il letto acciograve che i tuoi 390 Liberi e blanda teco sia ma prima Giurar dersquo Numi il gran giuro la stringi Che a te medesmo ordir nullrsquoaltro rio Vorragrave piugrave mai onde del ferro ignudo Non poi ti renda ignobile ed imbellerdquo 395

κ 302 Detto la pianta che da terra svelse Tra man poacutesemi il Nume e la natura Chiarigravemmi Nrsquoera la radice bruna Ma rsquol fiore di candor vinceva il latte Moli chiagravemanla i Degravei sterparla egrave duro 400 Allrsquouom ma tutto arsquo Sempiterni egrave dato

κ 307 Detto per la selvosa isola il Nume Legravevasi arsquo gioghi dellrsquoeccelso Olimpo Io vegraver Circe processi ed in andando Molti e vari pensier nel cor volvea 405 Giunto alle soglie della bella Diva Dallrsquoaureo crin mossi la voce udigravemmi

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Accorse tosto e le lucenti porte Schiudendo mrsquoinvitava io la seguigravea Dolente in core Giagrave intromesso appena 410 Mi collocograve sovra elegante seggio Drsquoargentee borchie ornato ed arsquo piegrave stava Lo sgabello sotteso In aureo nappo La beva preparommi in che rsquol funesto Farmaco a mio dannaggio ella vrsquoinfuse 415 La mi porse ed io bebbi e non soggiacqui Allrsquoincanto Percosso appena mrsquoebbe Della sua verga ldquoVa corsquo tuoi ndash mi disse ndash Nel fangoso porcile a voltolartirdquo

κ 321 Ratto dal fianco trassi fuor la spada 420 Contrrsquoessa mi scagliai quasi agognando Di piagarla Dagrave Circe un alto grido Lanciagravendosi sottentra al braccio alzato Strigravengemi le ginocchia e supplicando Con parole volubili soggiunge 425

κ 325 ldquoChi Di qual gente Qual cittagrave Qual padre Attonita rimango E che prendesti La beva e nulla in te poteacuteo lrsquoincanto Alcun altro mortal no tal maligravea Non mai sostenne o tranghiottita lrsquoabbia 430 O delibato pur nrsquoabbia una stilla Certo indomita in petto alma rinserri Sarestugrave forse quellrsquoaccorto Ulisse Che Mercurio ad ognor mi predicea Doversi addurre qui reduce drsquoIgravelio 435 Su drsquoun legno veloce Orsugrave rispingi Il brando alla vagina indi nel nostro Letto amendue saliti e insiem commisti Tanti di mutuo amor ci darem pegni Che uno dellrsquoaltro avragrave piena fidanzardquo 440

κ 336 ldquoO Circe ndash risposrsquoio ndash vuoi tu chrsquoio sia Mansueto vegraver te che in queste case I miei compagni trasmutasti in verri Vegraver te che ritenendomi ad inganno Mrsquoingiungi a penetrar nella tua stanza 445 A salir il tuo letto acciograve dellrsquoarmi Spogliato molle tu mi renda e imbelle No non mai Diva salirograve il tuo letto Se non mrsquoaffidi col terribil giuro

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Che altra insidia da Te temer non deggiordquo 450 κ 345 Dissi e la Dea giurograve Comrsquoebbe il rito

Compimento perfetto allor di Circe Il magnifico talamo saligravea Quattro intente arsquo suoi cenni accorte ninfe La servigravean nel palagio Eran di fonti 455 Di verdi boschi e di sacrati fiumi Che devogravelvonsi al pelago progenie Lrsquouna gettograve sui seggi porporini Tappeti a cui candido lin sottese Stendea lrsquoaltra anzi ai seggi argentee mense 460 Su di cui collocava aurei canestri Empiea la terza di licor soave Drsquoargento unrsquourna e lrsquoauree tazze in giro Compartiva recograve limpide linfe La quarta e sotto il treppiegrave vasto al fuoco 465 Acceso intiepidigravelle E come lrsquoonda Fremigrave nel bronzo splendido la ninfa Mi pose al bagno e dal treppiede attinto Il temperato rio soavemente Pel capo e per le spalle il mi diffuse 470 Fincheacute del duro affaticar mi scosse Dalle membra lrsquoaffanno Allor che mrsquoebbe Lavato ed unto di odorate essenze Mi rivestigrave di tunica e di manto Drsquoargentee borchie presentommi un seggio 475 Di mirando lavoro e sotto i piedi Lo sgabello mi pose Una fantesca In vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Limpidrsquoonda versagravevami sul desco La dispensiera il pan candido appose 480 E molte dapi che teneva in serbo La Dea mi disse ldquoCigravebatirdquo ma schivo Drsquoogni conforto io mi sedea pensoso Le patite sventure in cor volgendo Ed altre assai piugrave gravi presagigravea 485

κ 375 Circe immoto scorgendomi e restigraveo A stender mano sulle apposte dapi Vinto comrsquoera drsquoaspro duol si accosta E in rapide parole a dir si prende

κ 378 ldquoPercheacute Ulisse cosigrave del par chrsquouom muto 490 Seggendo il cor ti rodi neacute da questi

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Cibi neacute dai licor prendi conforto Sospetto forse di novello inganno Nel cor ti srsquoingerigrave Temi a gran torto Dopo chrsquoio trsquoaffidai col piugrave gran giurordquo 495

κ 382 ldquoO Circe ndash le risposi ndash uom giusto e pio Sosterrebbe gustar esca o bevande Pria chrsquoei vedesse i suoi fidi redenti Dunque se te il desigraveo punge che il cibo Mi ristori ed il ber sciograveglili ondrsquoio 500 Del dolce aspetto dersquo compagni amati Gli occhi bramosi miei faccia contentirdquo

κ 388 Circe a tai detti del palagio uscigraveo Con in mano la verga e del presepe Schiuse le porte i miei fuori sospinse 505 Che allrsquoaspetto parean verri novenni Mi stettero a rincontro a lor drsquoappresso Fattasi Circe percorreacuteane il branco E drsquoaltro unguento or questo or quello ugnea Lrsquoirte setole giugrave dalle lor membra 510 Cadevano di che col detestato Farmaco pria la Diva rivestilli Giagrave giagrave rifacircrsi umani e di piugrave fresca Etade e piugrave venusti e di piugrave grandi Forme alla vista mi apparicircr Conversi 515 Tutti in me riconoacutebbermi ciascuno Tra le mie braccia si gittograve Sigrave forte Di tenero compianto alzacircro un grido Che tutta intorno la magion drsquoun fiero Sogravenito rimbombograve Circe medesma 520 Tocca fu di pietagrave Ma lrsquoalma Diva Accostandosi a me sigrave mi dicea

κ 401 ldquoNobile prole di Laerte accorto E saggio Ulisse or tu ritorna al lido Tira la nave in secco e nersquo marini 525 Antri gli arnesi e le dovizie ascose Ratto a me riedi ersquo tuoi compagni adducirdquo

κ 406 Detto non chiusi a nobile fidanza Lrsquoaltera anima mia corsi alla piaggia Lagrave i miei fidi trovai che appo la nave 530 Dolorosi spargean pianto dirotto Come vitelle da macigravea ricinte Scorgendo al chiuso ritornar le madri

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Di fresca erba satolle in folla accorrono Ad incontrarle neacute vrsquoha intoppo o chiostra 535 Che le ritenga alle armentali torme Tutte attorno saltellano muggendo Cosigrave i compagni miei vigravestomi appena Mi si versacircro in lagrime drsquointorno Cheacute lor fu avviso in Igravetaca sassosa 540 Lagrave rsquove nacquero e crebbero esser giunti E dicevan piangendo ldquoInclito Ulisse Tanta per tuo ritorno al cor nrsquoabbonda Gioia che pari sentiremmo a stento Calcando il suol natigraveo Ma orsugrave rsquol funesto 545 Destin degli altri raccontar ti piacciardquo

κ 422 Ed io con blandi accenti ldquoIn secco prima Tiriam la nave ed ascondiam negli antri Gli arnesi tutti e le dovizie poscia Affrettagravetevi a gara e mi seguite 550 Acciograve di Circe lagrave nersquo sacri tetti Riveggiate i compagni a ber intesi A vivandar di copia alma beatirdquo

κ 428 Tacqui e tosto obbedicircro a ritenermi Tutti i compagni Eurigraveloco fu solo 555

κ 431 ldquoAhi miseri ndash gridograve ndash dove nrsquoandiamo Qual brama ora vi assal di novi guai Che alla magion di Circe ir vi sospinge Giagrave tutti in verri in lupi od in leoni Trasformeragrave sigrave che dovrem per forza 560 Lrsquoostel superbo a lei guardar Del pari Il Ciclope adoprograve quel digrave che i nostri Gli entracircr nella caverna accompagnando Lrsquoaudacissimo Ulisse e quegli ancora Per la costui follia corsero a morterdquo 565

κ 438 Cosigrave disse egli ed io volgea nellrsquoalma Se il grande acciar tratto dal fianco a terra Sbalzar dal busto gli facessi il capo Bencheacute affine a me prossimo ma tutti Di qua di lagrave con preghi affettuosi 570 Mi si strinsero intorno i miei compagni

κ 443 ldquoAmor di Giove se cosigrave ti egrave in grado A guardia del navil lasciam costui Ma tu di Circe guidane alla sacra Magione omairdquo Ciograve detto allontanacircrsi 575

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Dalla nave e dal mar Neacute giagrave sostenne Restar lo stesso Eurigraveloco ma ratto Lrsquoorme nostre calcograve tanto glrsquoincusse Il minaccevol mio piglio terrore

κ 449 In questo mezzo nersquo suoi tetti Circe 580 Cura degli altri miei fidi prendea Gli lavograve profumolli e di superbi Manti e di molli tuniche li cinse A desco tutti li trovammo Appena Lrsquoun lrsquoaltro riconoacutebbersi piagnendo 585 Raccontacircrsi i lor casi ed il palagio Risonava di gemiti e di lai Circe al mio fianco poacutestasi coteste Parole mrsquoindirizzava ldquoO di Laerte Prole ricco di senno inclito Ulisse 590 Allrsquoostinato lagrimar pon modo Anchrsquoio ben so quante nel mar pescoso Tolleraste sventure e quanto in terra Turbe ostili vi nocquero Ma or via Drsquoesca vi confortate e di Liegraveo 595 Fincheacute in petto lrsquoardir vi si ridesti Che inanimogravevvi il digrave che abbandonaste La nativa contrada Igravetaca alpestre Or costernati e languidi vi strugge La rimembranza degli aspri viaggi 600 Ned alla gioia il cor vi srsquoapre tanto Le disventure oppregravesservi ed i guairdquo

κ 466 Detto lrsquoaltero cor ne persuase Pel volger drsquoun intero anno ligrave stemmo Dapi e dolce licor gustando in copia 605 Ma come lrsquoanno si compigrave che in giro Volte fucircr le stagioni e che dai mesi Quersquo lunghi giorni al termine eran tratti Chiamagravetomi in disparte i fidi miei

κ 472 ldquoTempo egrave omai di membrar ndash digravessermi ndash Ulisse La contrada natigravea cheacute in fato avesti 611 La tua salvezza e rsquol ricondurti allrsquoalta Tua magione ed al suolo almo natigraveordquo

κ 475 Neacute lrsquoaltero mio cor fu giagrave restigraveo Di esaudirli Quando il Sol caduto 615 Sorvennero le tenebre i compagni Per le oscurate stanze si corcacircro

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Ma le ricche io salii stanze di Circe E le ginocchia in supplichevol atto Le abbracciava pregando A me cortese 620 Lrsquoorecchio intento giagrave porgea la Diva

κ 483 ldquoO Circe attiegravemmi la promessa al tetto Paterno mi rimanda egrave la mia brama Questa e dersquo prodi miei che il cor nel petto Mi struggono piagnendo a me drsquointorno 625 Sempre che tu da me movi in disparterdquo

κ 487 Rispoacutesemi la Diva ldquoO di Laerte Nobile figlio accorto inclito Ulisse Forza non ti si fa percheacute tu resti Nersquo tetti miei ma prima unrsquoaltra via 630 Fornir conviegraventi visitar le case Di Pluto e di Prosegraverpina e lo spirto Consultar del Teban vate Tiregravesia Cieco degli occhi di cui splende integravegra Lrsquointelligenza cheacute a lui sol tra morti 635 Prosegraverpina largigrave provvido senno A guisa drsquoombre gli altri errano intornordquo

κ 496 A questi accenti rsquol cor dentro sentigravea Spezzagravermisi drsquoangoscia in sulle piume Sedea piagnendo neacute patigravea giagrave lrsquoalma 640 Viver neacute rsquol raggio rimirar del Sole Alfin del lagrimar del voltolarmi Sazio risposi ldquoO Circe E chi fia mai Duce a tal via Finor con nave bruna Di Pluto alla magion nullo pervennerdquo 645

κ 503 ldquoNon ti caglia ndash la Dea ratto soggiunse ndash Del rettor del tuo pin le antenne alzate Spandi le vele candide e trsquoassidi Il guideragrave per Te di Bograverea rsquol soffio Attraversato lrsquoOcegraveano un porto 650 Angusto rinverrai lagrave rsquove alte selve Sorgon sacre a Prosegraverpina drsquoeccelsi Pioppi e di salci sperditor del frutto A quella riva che drsquointorno bagna LrsquoOcegravean vorticoso arresta il legno 655 E di Pluto nersquo regni atri penegravetra NellrsquoAcheronte lagrave sgorgan Cocigraveto Ramo di Stige e Periflegetonte Quivi srsquoalza una rupe ove i due fiumi

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Confondono le oscure acque sonanti 660 Ligrave giunto o prode come or io trsquoingiungo Scava una fossa che da tutte parti Un cubito si stenda A quella intorno Spargi le libagioni a onor dellrsquoombre Di latte misto al megravel di brun Liegraveo 665 Di chiara onda di fonte e poscia il tutto Di bianca cereal polve cospergi Implora inoltre i debili ed inani Capi dellrsquoombre e lor prometti quando Reduce trsquoaccorragrave la tua magione 670 Di percotere lor sterile vacca Il fior delle tue torme empiendo il rogo Drsquoofferte preziose e che in disparte Cadragrave per te ferito un ariete Di nerissimo vello ed il piugrave egregio 675 Al Teban vate solo Orato appena Alla sacra dersquo Mani inclita schiera Pecora negra ed un maschio agno immola Torcendo lor la fronte in vegraver lrsquooscuro Egraverebo ma tu rsquol guardo alle correnti 680 Tien del fiume rivolto e lagrave trsquoavvia Lrsquoalme dersquo trapassati ivi in gran calca Accorreranno Allora arsquo tuoi comanda Le dal ferro crudel vittime stese Nudar dersquo velli ed ardere implorando 685 Il fier Pluto e Prosegraverpina tremenda Indi lrsquoacuto acciar tratto dal fianco Siedi neacute consentir che le lievi ombre Si appropinquino al sangue anzi che trsquoabbia Tiregravesia ammaestrato A Te repente 690 Il vate si addurragrave duce di genti Contezza ersquo ti daragrave del tuo viaggio Del modo del cammin fincheacute tu faccia Pel mar pescoso in Igravetaca ritornordquo

κ 541 Comrsquoella tacque drsquoin sul trono drsquooro 695 Raggiograve lrsquoAurora Tunica e un bel manto Circe vestigravemmi a seacute ravvolse intorno Candida ampia sottil leggiadra veste Lavorigraveo delle Grazie al fianco strinse Aureo cinto elegante e sovra il capo 700 Fece un velo ondeggiar Ma in questo mezzo

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Io percorrea rsquol palagio e gigravea ciascuno Eccitando dersquo miei con blandi accenti

κ 548 ldquoDestagravetevi sfiorar non egrave piugrave tempo Il dolce sonno pagravertasi gli egrave questo 705 Lrsquoinsegnamento dellrsquoorrevol Circerdquo

κ 550 Ratto obbedicircr Pur no neacute di lagrave salvi Tutti i compagni ricondussi Vrsquoebbe Elpegravenore tra loro un giovinetto Neacute prode in guerra neacute di mente accorto 710 Che lagrave di Circe nelle sacre stanze Si divise dagli altri e mi dormigravea A sommo il tetto di fresca aura vago Onde temprare il fuoco di che tutte Il vin soverchio gli accendea le vene 715 Come il rumor come il tumulto udigraveo Si destograve drsquoimprovviso ed obliando Dar volta e giugrave per lrsquoalta scala scendere Mosse diritto e dallrsquoeccelso tetto Precipitograve le vertebre del collo 720 Fragravensersi e ruinograve lrsquoanima a Pluto

κ 561 Gli altri miei prodi sorvenuti ldquoForse Ir credete ndash lor dissi ndash arsquo tetti vostri Alla terra natigravea ma Circe un altro Cammin ne disegnograve che ai regni guida 725 Dellrsquoaustera Prosegraverpina e di Pluto Per quivi del Teban vate Tiregravesia Consultar lrsquoalmardquo A questi detti tanto Duol disperato il cor di tutti assalse Che seggendo per terra gemebondi 730 Sveglieacuteansi rsquol crin ma non per questo ai mesti Profitto alcun dai gemiti venigravea

κ 569 Mentre alla nave tendevano e al lito Tristi e piangenti giagrave legato avea Circe la bruna pecora e rsquol montone 735 Al negro legno Tacita Ella venne Di conserto con noi ma ci precorse Invisibile Or qual occhio mortale Scorgere puote o venga o vada un Nume Quando celato movere gli aggrada 740

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LL II BB RR OO UU NN DD EE CC II MM OO

Evocazione dellrsquoOmbre

GGIUNTI al lido varammo in mezzo allrsquoonde Prima la nave e lrsquoalbero vrsquoergemmo Indi sparse le vele ed imbarcate Lrsquoostie noi pur vrsquoentrammo sospirosi E versando gran pianto Incontinente 5 Circe dallrsquoaureo crin dal dolce canto Un vento ci mandograve compagno fido Che le vele gonfiograve spirando in poppa Al pin veloce dallrsquoazzurra proda Posti gli arnesi in ordine sedemmo 10 Cheacute il vento ed il nocchier reggeano il corso Tutto quel giorno con gonfiate vele Il mar varcammo fincheacute rsquol Sol caduto Tutte si ricopricircr drsquoombra le vie

λ 13 Del profondo Ocegravean giunse ai confini 15 La nave allor dove i Cimmegraveri albergano Di nebbia e di caligine involuti Non dersquo suoi raggi li rischiara mai Splendentissimo il Sol neacute quando poggia Alla stellante in cima eterea volta 20 Neacute quando vien dal Cielo in vegraver la Terra Precigravepite funesta eterna notte Su quella gente misera si stende Approdati varammo in secco il legno Le vittime sbarcammo e percorremmo 25 Le piaggie Oceanine fincheacute al loco Che Circe appunto nrsquoinsegnograve venimmo

λ 23 Diecircr di piglio alle sacre ostie votive Perimede ed Eurigraveloco dal fianco

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Trassrsquoio la spada e un cubito profonda 30 Da tutti i lati vi scavai la fossa Cui drsquointorno ad onor dersquo trapassati Primamente col megravel versava il latte Indi rsquol vin puro e la chiara onda e rsquol tutto Di bianca cereal polve aspergea 35 Molto arsquo levi indi orai capi dellrsquoombre Impromettendo che nel tetto mio Sterile a loro ferirei giovenca Fior dellrsquoarmento cumulando il rogo Drsquoofferte preziose e che in disparte 40 Al Teban vate solo immolerei Di nerissimo vello un ariete Il piugrave bel che nel mio gregge si pasca Drizzati chrsquoebbi i voacuteti e le preghiere Alla schiera dellrsquoombre afferrai lrsquoostie 45 Le sgozzai nella fossa ove fumante Lrsquoatro sangue sgorgograve Subitamente Lrsquoalme dersquo Mani dal piugrave cupo fondo Accorsero dellrsquoEgraverebo drsquointorno Spose mi si affollacircro e giovinetti 50 Per cui non arse drsquoImenegraveo la face Debili vecchi verginelle tenere Ploranti dersquo lor verdi anni il bel fiore Di recente caduto Apparicircr molti Guerrier drsquoasta trafitti e carchi drsquoarme 55 Insanguinate giagrave di qua di lagrave Accorrono si accalcano drsquointorno Alla fossa con alto ululo lrsquoombre Sigrave che pallida tema il cor mrsquoinvade Ratto arsquo compagni indissi che le stese 60 Vittime dal crudel ferro nudate Fosser darsquo velli ed arse alzando i voacuteti Al fier Pluto a Prosegraverpina tremenda Tratto lrsquoacuto brando ivi mrsquoassisi Neacute patigravea che le vane ombre dersquo morti 65 Si accostassero al sangue anzi che fosse Per me il vate Tiregravesia interrogato

λ 51 Ed ecco prima mi si offerse lrsquoombra DrsquoElpegravenore non anco in grembo allrsquoampia Terra riposto Lagrave di Circe al tetto 70 Abbandonammo la mortal sua spoglia

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Illacrimata ed insepulta astretti Da maggior cura Come rsquol vidi tocco Il cor drsquoalta pietagrave sigrave gli dicea

λ 57 ldquoCome scendesti Elpegravenore nellrsquoatra 75 Caligine Tu a piegrave giagrave precorresti Me che su nave celere venigraveardquo

λ 59 Non senza pianto e gemiti rispose ldquoAmor di Giove accorto inclito Ulisse Il fato rio drsquoun demone e rsquol soverchio 80 Bacco mi nocque giagrave corcato in cima Alla magion Circegravea non posi mente Di rivolgermi addietro e calar giuso Per lrsquoalta scala ma diritto mossi Sopra rsquol tetto e dallrsquoalto capovolto 85 Precipitai del collo infranti i nervi Lrsquoalma scese tra gli inferi Arsquo tuoi piedi Prostrato ecco trsquoimploro e persquo tuoi cari Di cui tanto lrsquoassenza ora ti grava Per la tua sposa e rsquol padre affettuoso 90 Che pargoletto trsquoallevograve pel figlio Unico che lasciasti in tua magione Pel diletto Telegravemaco sovviemmi Perograve chrsquoio so che lungi da queste atre Case di Pluto allrsquoisola drsquoEegravea 95 Ricondurrai la nave or quivi giunto Rammegraventati di me neacute al dipartirti Insepolto lasciarmi e illacrimato Tal che attiri su Te lrsquoira dersquo Numi Arsa con lrsquoarmi che vestigravea la spoglia 100 Agravelzami in riva al pelago ondeggiante Un monumento che allrsquoetagrave future Del fato rio drsquoun misero ragioni Questo voacuteto mrsquoadempi e sullrsquoavello Mrsquoinfiggi il remo che trattar solea 105 Mentre che al fianco dersquo compagni miei Le gioconde spirava aure vitalirdquo

λ 79 Ed io ldquoTutto farograve ciograve che desii Tutti figraveen pieni o misero i tuoi voacutetirdquo

λ 81 Tali alternando dolorosi accenti 110 Sedevamo da un lato irsquo tenea rsquol brando Prosteso sopra rsquol sangue e rsquol simulacro Narragravevami dallrsquoaltro i suoi martigraveri

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λ 84 Lrsquoalma sorvenne della madre mia DrsquoAutogravelico possente inclita prole 115 Anticlegravea che io lasciai trarsquo vivi quando Ad espugnar il sacro Igravelio movea Vigravedila e piansi e rsquol cor sentigraveami in seno Intenerirsi ma bencheacute dolente Non le permisi di appressarsi al sangue 120 Pria che Tiregravesia mi ammaestri In questa Con lrsquoaureo scettro in man lrsquoombra sorgiunse Del vate e riconoacutebbemi e sigrave disse

λ 92 ldquoPercheacute del Sol la luce abbandonata Venisti a visitar lrsquoombre o infelice 125 E lrsquoinamabil sede lor Su via Da questa fossa scogravestati e la spada Ritraggi acuta acciograve chrsquoio mi disseti Nel sangue e schietto trsquoappalesi rsquol verordquo

λ 97 Tacque ed io mrsquoarretrando alla vagina 130 Respinsi il brando Poi che di quel sangue Bevve soggiunse lrsquoincolpabil vate

λ 100 ldquoDolce brami rsquol ritorno inclito Ulisse Pur aspro un Dio il trsquoappresta Invan tu speri Celarti credo a Enosigegraveo che in cuore 135 Rancor ti tiene irato a Te che rsquol figlio Diletto gli accecasti Nondimeno Duri casi sofferti al natigraveo loco Perverrai se di te dersquo tuoi compagni Reprimere vorrai nel cor le brame 140 Quando del negro mar tolto alla furia Approderai col forte legno ai liti Dellrsquoisola Trinacria Ivi pascenti Le pingui agnelle rinverrete ersquo buoi Del Sol che tutto vede e tutto ascolta 145 Se illesi figraveen per te cura ti prenda Del ritorno cheacute dopo aspri travagli Tu premerai del piegrave le patrie sponde Guai se figraveen lesi Certa a Te alla nave Arsquo tuoi predigraveco lrsquoultima ruina 150 E se tu scampi rediresti a stento E tardo e senza alcun dersquo tuoi compagni Ed in nave straniera alle tue case Nuove colagrave trovando aspre sventure Turba orgogliosa che divora e strugge 155

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Il tuo retaggio e della tua divina Moglie alla destra corsquo presenti aspira Ma tu di tanto oltraggio al tuo ritorno Trarrai vendetta Poi che in tua magione Insidiando oppure a faccia aperta 160 Morti col fier tuo brando i Proci avrai Prendi un tornito remo ed altre terre Percorri fincheacute giunga ad una gente Che neacute conosca il mar neacute le vivande Di sal condisca neacute contezza alcuna 165 Abbia di nave di vermiglie gote Ovver di lati remi ale di nave Ecco un segno or ti porgo e la contrada Ascosa non ti fia quando al tuo incontro Un altro pellegrin venga e ti chiegga 170 Percheacute un vaglio sul forte omero porti Tu conficca nel suol tosto il tuo remo Ed ostie elette al Re Nettun ferisci Un toro ed un ariete ed un verro Indi fatto al natigraveo loco ritorno 175 Agli altri Eterni abitator drsquoOlimpo Giusta la lor possanza a mano a mano Offri sacre ecatombe A te dallrsquoonde Leve morte verragrave tal che da molle Vecchiezza alfin consunto i rai del Sole 180 Ti rapiragrave le genti a Te drsquointorno Vivran felici egraveccoti rsquol veacuter paleserdquo

λ 138 Ed io ldquoTiregravesia darsquo medesmi Eterni Certo questo egrave il destin che mi si attorse Or via sincero il veacuter mi esponi io veggio 185 Lrsquoombra materna che appo il sangue siede In silenzio e quantunque alla presenza Del figliuol suo drsquoun motto o drsquoun sol guardo Non il fa degno O Re dimmi in qual modo Potrigravea raffigurarmi rdquo Ed ei soggiunse 190

λ 146 ldquoPronta egrave la mia risposta e nella mente La ti porrograve qualunque spirto a cui Permetterai di appropinquarsi al sangue Il veacuter ti chiariragrave taciti allrsquoOrco Gli altri al tuo divietar si arretrerannordquo 195

λ 150 Poicheacute cotesti oracoli proferse Lrsquoombra del Re Tiregravesia alla magione

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Di Pluto rivolograve Ma ligrave stettrsquoio Fermo fincheacute sorgiunta il negro sangue Bevve la genitrice Incontinente 200 Mi riconobbe e pianse e queste alate Parole mi drizzava ldquoOh figliuol mio Percheacute ancor vivo sotto questrsquooscura Caligine scendesti Egrave forte assai A chi spira mirar queste contrade 205 Grandi fiumi correnti impetuose Uopo egrave varcar ma prima lrsquoOceagraveno Chrsquouom traversar non puograve se nol trasporta Ben salda nave O qua da Troia or giungi Poi che gran pezzo col tuo legno errasti 210 E corsquo tuoi prodi Non anco sersquo ito In Igravetaca Neacute ancor nel tuo palagio La consorte fedel tu rivedestirdquo

λ 163 ldquoNecessitagrave ndash risposi ndash o madre mia Tragravessemi a Dite a interrogar lo spirto 215 Del Tebano Tiregravesia Ancor non giunsi LrsquoAcaia ad appressar neacute per me tocche Fucircr nostre piaggie mai vo errando sempre Combattuto da rischi e da sventure Dal digrave che il divo Agamennoacuten seguigravea 220 A Troia di cavalli agili altrice Per combatter corsquo Tegraveucri Or deh ti piaccia Narrarmi rsquol veacuter qual rio destin ti oppresse Col sonno eterno della morte Lunga Infermitate O dersquo suoi miti strali 225 Ti assaltograve drsquoimprovviso e ti trafisse La faretrata Artegravemide Del padre Pagraverlami chrsquoio lasciava e del mio figlio Regnan miei stati o qualche eroe pensando Chrsquoio non ritorni piugrave giagrave giagrave gli usurpa 230 Dimmi qual egrave la mente ed il consiglio Della mia donna sta col figlio e tutte Le ricchezze mi guarda o rsquol piugrave prestante Dersquo prenci Argivi la menograve a consorterdquo

λ 180 Tacqui ed a me la veneranda madre 235 ldquoCostante e mesta in tua magion sta chiusa Penegravelope affannosi i digrave e le notti Sempre le si consumano nel pianto Niun trsquousurpograve lrsquoaver vigila queto

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Sui tuoi campi Telegravemaco e si asside 240 Al regno nato nersquo superbi prandi A cui tutti lo invitano Laerte Il padre tuo sta ligrave nella campagna Neacute a cittagrave volge il piegrave quivi non letti Non manti o strati o coltrici stupende 245 Ma nel verno sul cenere disteso Accanto al focolar dorme tra i servi In rozzi panni la persona avvolto Quando riede lrsquoestate o rsquol ricco autunno Qua lagrave sui mucchi di cadute frondi 250 Della piugrave fertil sua vigna gli umigraveli Letticciuoli si stendono ivi giace Travagliato e la tua sorte gemendo Vie piugrave rsquol duolo il tormenta Il preme inoltre Dura vecchiezza Anchrsquoio cosigrave da grave 255 Angoscia vinta al mio fato soggiacqui Neacute me la Dea dallrsquoinfallibilrsquoarco Di mite strale saettograve neacute lungo Morbo mrsquoinvase che con detestato Languir le membra consumando uccide 260 Ma la brama di Te ma lrsquoaffannosa Cura dersquo tuoi perigli e rsquol membrar quanto Amor sempre mrsquohai posto inclito Ulisse Troncacircr del caro viver mio lo stamerdquo

λ 204 Detto invano pensai stringermi al seno 265 Lrsquoombra materna mrsquoavventai tre volte Dal cor sospinto a pregravenderla e tre volte Dalle man mi sfuggigrave qual sogno od ombra

λ 209 Trafitto rsquol cor vie piugrave drsquoacuta doglia ldquoDeh percheacute madre mia ndash ratto soggiunsi ndash 270 A me che tanto ti desigraveo trsquoinvoli Deh ti ferma onde a Dite anco ne venga Dolcezza al cor dal comun pianto avvinti Tra care braccia Oh questa larva forse Prosegraverpina mandommi acciograve che rsquol fiero 275 Disperato mio duol vie piugrave si accrescardquo

λ 215 E quella veneranda ldquoAh figliuol mio Miserrimo vie piugrave drsquoogni mortale Non ti deluse no con vana imago Prosegraverpina di Giove inclita figlia 280 Posta agli umani egrave questa legge quando

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Escon di vita qua non carni ed ossa Congiugravengonsi darsquo nervi il tutto strugge Valida forza di avvampante fiamma Tosto che lrsquoossa candide abbandona 285 E via qual sogno voacutelasi lo spirto Ma or varsquo riedi alla luce e quanto udisti Fermato in mente alla tua donna il contardquo

λ 225 Cosigrave tra noi quando femminea schiera Consorti e figlie di famosi eroi 290 Accorse (da Prosegraverpina sospinta) A congregarsi al negro sangue intorno Volsi e rivolsi in cor comrsquoio poteva Interrogarle ad una ad una Alfine Il partito miglior pagravervemi questo 295 Tratta la spada non patigravea che a un tempo Beessero del sangue Alternamente Accostacircrsi e ciascuna al mio dimando Mi raccontava onde lrsquoorigin ebbe

λ 235 Prima si offerse a me la nobil Tiro 300 Che seacute dellrsquoincolpato Salmonegraveo Figlia diceva e di Cretegraveo consorte Che drsquoEgraveolo nacque Innamorograve costei Del divino Enipegraveo di tutti i fiumi Che le campagne irrigano il piugrave bello 305 Nelle correnti limpide del fiume Spesso a bagnarsi entrava Enosigegraveo Del vorticoso Iddio la forma assunta Corcossi alla sua foce il flutto azzurro Lrsquoattorneggiograve qual monte e in guisa drsquoarco 310 Curvatosi celograve nel vasto seno La donzella ed il nume che le sciolse La zona virginale ed un soave Sonno le infuse Poi che lrsquoamorosa Opra Nettun fornigrave per man la prese 315 Nomolla e sigrave le disse ldquoO donna mia Trsquoallegra del mio amor Non il suo giro Compiragrave lrsquoanno che due figli egregi Partorirai perograve che degli Eterni Infeconde non fucircr le nozze mai 320 Presa cura di lor Tu gli nutrisci Gli educa e cresci Or arsquo tuoi tetti riedi Contiegraventi e mai non mi nomar Per tanto

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Sappi chrsquoio per te sono Enosigegraveo Quassator della Terrardquo e sigrave dicendo 325 Nellrsquoondeggiante pelago si ascose

λ 254 Tiro al mondo giagrave diegrave Pegravelia e Nelegraveo Amendue Re ministri a Giove sommo Ricco di greggi nella vasta Iolco Stanza Pegravelia fermograve nellrsquoarenosa 330 Pilo Negraveleo stese lo scettro Tiro Delle donne reigravena a Cretegraveo diede Altra prole Fereacutete Esoacuten e rsquol prode Domator di corsieri Amitaoacutene

λ 260 Dopo Antigraveope vidrsquoio figlia drsquoAsogravepo 335 Che dalle braccia dellrsquoOligravempio avvinta Come vanto si diegrave menare i sonni Due figli partorigrave Zegraveto e Anfioacutene Primi costor fondacircro e drsquoalte torri Circuicircr Tebe dalle sette porte 340 Peroccheacute non potean la vasta Tebe Senza torri abitar bencheacute gagliardi

λ 266 DrsquoAnfitrioacuten la donna indi comparve Alcmena chrsquoebbe dal celeste amplesso Del Sir dersquo tuoni lrsquoanimoso Alcide 345 Cor di Leon Megagravera egraverale accanto Prole del fier Creonte e dellrsquoinvitto Per indomita forza Egravercole moglie

λ 271 Presentossi di Edipo anco la madre Epicagravesta gentil colpa di stolta 350 Mente in nefando error misera cadde E rsquol proprio figlio disposograve quel figlio Che il padre uccise Incontanente i Numi Arsquo mortali svelacircr lrsquoorrido incesto Molti ei nella cittade empia di Tebe 355 Guai sostenendo sui Cadmegravei regnava Pel funesto voler deglrsquoimmortali Ma Epicagravesta laggiugrave scese nellrsquoOrco Dalle valide porte ad alta trave Da disperato duol vinta sospese 360 Il fier nodo e perigrave lasciando a Edipo Tutti i tormenti di che rsquol fecer segno Le ultrici della madre orride Erinni

λ 281 Clori indi venne oltre le belle bella Della cui venustagrave preso Nelegraveo 365

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La ricolmograve di nuziali doni E disposolla Nacque ultima figlia AllrsquoIagraveside Anfioacuten che in Orcomegraveno Cittagrave dersquo Mini ebbe un digrave rsquol forte impero Clori col Re Negraveleo regnando in Pilo 370 Di tre figli magnanimi rsquol fersquo lieto Di Negravestore di Crogravemio e del possente Pericligravemene Indi lrsquoesimia Pero Maraviglia del mondo partorigravea Tutti gli eroi vicini ad impalmarla 375 Aspiravan ma rsquol padre non sostenne Concederla che a chi rapigravea dai campi Di Figravelace le indomite giovenche Dallrsquoampia fronte che il tremendo Ificle Riteneva a gran torto Un incolpato 380 Indovin solo menar via promise Le torme se non che drsquoun Nume rsquol fato Grave si attraversograve tal chrsquoei da agresti Pastor fu posto in ceppi Ma trascorsi I mesi i giorni e in seacute rivolto lrsquoanno 385 E lrsquoore alfin sorgiunte il forte Ificle Liberograve lrsquoindovin che tutti a lui Gli oracoli chiarigrave Cosigrave del sommo Re dellrsquoOlimpo srsquoadempigravea rsquol consiglio

λ 298 Ed ecco Leda a Tigravendaro consorte 390 Cui duo figli magnanimi produsse Cagravestore di cavalli domatore E rsquol prorsquo di cesti vibrator Polluce Lrsquoalma terra amendue vivi nel grembo Chiudeacuteali cheacute tra lrsquoombre anco gli onora 395 LrsquoOligravempio ciascun giorno alternamente Risorgono alla luce e giugrave nellrsquoOrco Ridiscendono al par degli Immortali Gloria amendue gli incliti eroi sorticircro

λ 305 Indi la donna drsquoAloegraveo comparve 400 Ifimedegravea che riamata amante Di Nettun si vantograve due figli nrsquoebbe Il cui viver fu breve Oto divino E lrsquoillustre Efialte Oltre ogni dire Grandi e belli la Terra alma nutrilli 405 Dopo lrsquoinclito Orioacuten Novenni appena Nove cubiti i corpi aveano in largo

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Trentasei drsquoaltitudine Costoro Minacciacircro gli Degravei lassugrave nellrsquoetra Di destarvi di guerra empia i tumulti 410 LrsquoOssa allrsquoOlimpo e sovra lrsquoOssa imporre Bramacircro il Pegravelio di boscaglie ombroso Onde il Cielo scalar Certo ad effetto Posto lrsquoimpresa avrigravean ringagliarditi Dalla perfetta etagrave ma gli immolava 415 Di Giove il figlio e di Latoacutena in prima Che i molli fiori sotto alle lor tempie Surgessero ad ornar le guance e rsquol mento

λ 321 Fedra indi e Procri e di Minograves prudente La bella figlia appagravervemi Arianna 420 Che Tegraveseo un digrave rapigravea per indi addurla Da Creta al sacro suol dellrsquoalma Atene Ma di lei non gioigrave cheacute da Diana Prima in Digravea morta fu lagrave dove tolse Bacco a far contra lei testimonianza 425

λ 326 Mera Climene e alfin la detestata Erifigravele arrivograve che dellrsquoamato Sposo alla vita aureo monil prepose Ma neacute dire potrei neacute nomar tutte Le apparse degli Eroi figlie e consorti 430 Che lrsquoalma notte prima non si consumi Ecco lrsquoora del sonno o qui od in nave Con i compagni arsquo Numi ed arsquo Feaci Tutta del mio redir lascio la curaraquo

λ 333 Lrsquoudicircr tutti in silenzio e per lrsquooscura 435 Sala sentigraveano in cor nova dolcezza Ma la Regina dalle nivee braccia laquoO Feacesi ndash a dir togliea ndash qual pagravervi Alla statura agli alti suoi sembianti Alle sagge parole il pellegrino 440 Ospite egrave mio pur ciascheduno or dee Rendergli onor perograve non vi affrettate Drsquoaccomiatar chi a fiere strette egrave posto Neacute vogliate di doni egravessergli scarsi Perograve che molte possedete in casa 445 La merceacute degli Degravei larghe dovizieraquo

λ 342 Ed il saggio Echeneo drsquoetagrave piugrave antica Degli altri tutti laquoCerto amici ndash esclama ndash Neacute lo scopo falligrave neacute avviso aperse

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Che dal costume nostro si diparta 450 Lrsquoassennata Regina alla sua voce Obbedigravescasi pur drsquoAlcigravenoo stesso Aspetterem lrsquoesempio ed il comandoraquo

λ 347 Ed il Re laquoCerto la costei parola Si adempiragrave fincheacute vivendo io regni 455 Sui Feacesi naviganti Or egli Bencheacute bramoso del ritorno indugi Fin lrsquoindimani in questo mezzo tutti Adunerograve i presenti il partir suo Cura egrave di tutti ma di me primiero 460 Cui regger questo popolo si spettaraquo

λ 354 E lrsquoItacense accorto laquoAlcigravenoo illustre Tra queste genti se restar qui intero Un anno mrsquoimporreste e in questo mezzo Scorta mrsquoapparecchiaste e doni eletti 465 Ciograve stesso io pur vorrograve cheacute al natigraveo loco Quanto piugrave tornerograve con le man piene Tanto vie piugrave drsquoonor degno e di affetto Mi terranno color che tra le mura DrsquoIgravetaca mia vedragravennomi reversoraquo 470

λ 362 Rispose il Re laquoVeggegravendoti non entra Nobile Ulisse in noi sospetto alcuno Che un fallace impostor tu sigravee quai molti Qua lagrave pasce la terra a ordire intesi Vaghe menzogne intorno a una contrada 475 Non vista da alcun mai ma in te lrsquoornata Parola in Te retto il pensiero abbonda Emolo ad un gentil vate le gravi Dagli Achei sostenute aspre sventure E le tue proprie ci narrasti Or via 480 Piagravecciati raccontarmi a parte a parte Se qualcuno dersquo tuoi prodi compagni Che ad Igravelio ti seguicircr vedesti e chrsquoivi Combattendo pericircr Lunga egrave la notte Dismisurata ned ancor qui egrave giunta 485 Lrsquoora del sonno Adunque i gloriosi Travagli tuoi mi narra Omai mrsquoegrave tardo Udir da te sigrave nove meraviglie Aspetterograve dellrsquoalba anche il ritorno Quando tu sosterrai contarmi tutti 490 Quersquo tanti che soffristi immensi affanniraquo

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λ 376 laquoHavvi o di queste genti inclito Sire ndash Ulisse ripigliograve ndash tempo dersquo lunghi Ragionari e dersquo sonni havvi anche un tempo Ma se ti punge rsquol cor desigraveo di udirmi 495 Non io ricuso altri narrarti ancora Casi piugrave gravi il rio fato dersquo miei Che da sezzo pericircr non che di quelli Che lagrave trovacircro nellrsquoIligraveache piaggie Scampo allrsquoacerba guerra indi al ritorno 500 Colpa drsquoiniqua femmina pericircro

λ 385 Poicheacute fucircr lrsquoombre delle donne illustri Dalla casta Prosegraverpina disperse Di Atride Agamennoacuten lrsquoalma sorvenne Sconsolata affollate a lui drsquointorno 505 Stavan lrsquoaltre di quersquo che pericircr seco Negli alberghi drsquoEgisto Il negro sangue Libato riconoacutebbemi e via via Diede in pianto dirotto In vegraver me stese Le mani pur di stringermi bramoso 510 Ma svigorito gli falligravea la lena Che le gagliarde un digrave membra gli resse Tocco il cor di pietagrave fuori dal petto Lagrimando volagravevanmi tai note

λ 397 ldquoO Re dersquo prodi Atride ahi qual destino 515 Corsquo lunghi ti vincea sonni di morte O ti domograve nel tuo navil Nettuno Eccitando il rio soffio impetuoso Dersquo turbini crudeli O gente ostile Trafiggeacutevati allor che depredavi 520 Torme di tauri e pingui gregge in terra O quando la Cittagrave lor combattendo Strascinavi le femmine captiverdquo

λ 404 E lrsquoombra ldquoO sapiente inclito Ulisse Neacute destando rsquol furor delle tempeste 525 Nettuno mi domograve neacute turba ostile Nogravecquemi in terra Egisto e la perversa Mia donna insidiando hagravennomi ucciso A desco in sua magione ersquo mrsquoinvitava Quivi comrsquoaltri nel presepe un bue 530 Mi trucidograve Cosigrave morii di morte Miserrima gli amici a me drsquointorno Quai verri si ammazzavano immolati

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Per nozze drsquoun possente od in banchetto A dispendio comune o in lauta mensa 535 Giagrave giagrave di molti eroi spesso alla strage Intervenisti o in singolar conflitto O nel tumulto di campal battaglia Ma di piugrave gravi gemiti angosciato Scempio veggendo sigrave crudel saresti 540 Cheacute allrsquourne intorno ed alle ricche mense Giacevamo distesi e rsquol sangue a rivi Tutto lo spazzo a dilagar correa Flebile il grido della Priamegraveia Cassandra mi ferigrave che a me drsquoaccanto 545 Dal geloso furor di Clitennestra Trucidata venigravea giagrave in sul morire Tentai drsquoambe le man di sollevarmi Ed il brando afferrar ma lrsquoimpudente Dileguossi neacute a me scendente a Pluto 550 Chiuder gli occhi sostenne neacute le labbra Comporre Ah no nulla havvi di piugrave orrendo Neacute di esecrabil piugrave di donna a cui Pullulan nella mente opre sigrave atroci Ahi qual delitto fier costei commise 555 Strage tramando a me che la condussi Vergine sposa Certo in cor mi sorse Speme di rientrar nersquo tetti miei Tra i cari figli e tra i miei servi accolto Con lieta fronte ma costei di tutte 560 Scelleranze maestra e se medesma Contaminograve drsquoeterno vitupero E quante al mondo nellrsquoetagrave piugrave tarde Donne verran cheacute dopo di costei Nulla otterragrave piugrave feacute quantunque degnardquo 565

λ 435 ldquoNumi ndash sclamai ndash quantrsquoodio ai discendenti DrsquoAtregraveo portograve fin da principio Giove Colpa di lor perfide spose Molti Per Egravelena perimmo e Clitennestra In tua assenza trsquoordigrave reti funesterdquo 570

λ 440 ldquoNeacute docil quindi ndash ei rispondea ndash di troppo Con la tua donna moacutestrati neacute rsquol tutto Disvelarle degravei tu parte le narra Parte ascosa terrai dersquo tuoi segreti Ma tu non dalla man della tua sposa 575

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Cadrai vittima Ulisse egrave paragone Di gran virtude egrave saggia ed egrave prudente LrsquoIcagraveride Penegravelope Nel tempo Che tutti in armi navigammo ad Igravelio Giovine sposa la lasciammo e un bimbo 580 Le pendea dalla poppa esile allora Ma che or la schiera dersquo valenti accresce Reduce il caro padre (oh se beato ) Fia che rsquol riveggia ed egli affettuoso Stringeragrave il genitor tra le sue braccia 585 Ma che sazi fessrsquoio gli occhi nel voacutelto Del figliuol mio di te mio dolce Oreste Lrsquoempia non consentigrave prima mrsquouccise Altro dirograve che tu profondamente Nel cor ti riporrai celato ignoto 590 Approdar ti conviene al patrio lito Cheacute non vrsquoha donna cui fidar ti deggia Deh ciograve pur dimmi e schiettamente Udisti Che spiri le vitali aure il mio figlio In Orcogravemeno in Pilo od in Isparta 595 Appresso a Menelao Cheacute in sulla terra Morte non colse giagrave lrsquoinclito Oresterdquo

λ 462 ldquoAtride ndash risposrsquoio ndash percheacute di questo Mrsquointerroghi Srsquoei viva o no mrsquoegrave ignoto Mal fa chi vani accenti allrsquoaura spanderdquo 600

λ 465 Cosigrave alternando mesti detti e largo Pianto versando ne stavam dolenti

λ 467 Lrsquoalma indi giunse del Pelide e quelle Di Pagravetroclo drsquoAntigraveloco e drsquoAiace Che gli altri Achei dopo lrsquoesimio Achille 605 Di persona vinceva e di sembiante Riconoacutebbemi il rapido Eacide E sospirando disse ldquoOh di Laerte Divina prole inclito Ulisse Ahi lasso Qual ponesti ad effetto arduo disegno 610 Della tua mente Come sostenesti Di scendere nersquo regni atri di Pluto Albergo drsquoombre che di senno mute Altro non son che vani apparimentirdquo

λ 477 ldquoOh gloria degli Achei Pelide Achille 615 A consultar lrsquoOracolo ndash risposi ndash Di Tiregravesia scesi io percheacute ei mrsquoassenni

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Come allrsquoaspra pervenga Igravetaca mia Non appressai lrsquoAcaia e non mai salsi La patria terra cheacute infortuni gravi 620 Me combattono ognor ma piugrave beato Uom Pelide di te non fu giammai Neacute fia Ti onoravam noi Dagravenai tutti Vivo al par degli Eterni ed or qui stando Regni possente imperador dellrsquoombre 625 No bencheacute morto non tristarti Achillerdquo

λ 487 Ed ei ldquoNon confortarmi inclito Ulisse Della morte cultor dersquo campi oscuro Torrei piugrave presto per merceacute uom tapino Servir scarso di vitto che su tutte 630 Regnar questrsquoombre Or del mio figlio illustre Pagraverlami tra le file antesignane Irrompe o no nelle battaglie il primo Dimmi se nulla risapesti mai Dellrsquoesimio Pelegraveo regna sui molti 635 Mirmigravedoni o da lor si prende a vile In Egravellade ed in Ftia poicheacute vecchiezza Braccia e piegrave gli fiaccograve Vindice farmi Sotto i raggi del Sol di lui mrsquoegrave tolto Cheacute piugrave non son qual mrsquoera un tempo in Igravelio 640 Quando immolava un popolo di prodi Propugnando gli Argivi Ah se un instante Tal fossi o padre mio Subitamente Sarei nella tua reggia e queste invitte Mani e questa mia forza impetuosa 645 Sentirebbon quersquo perfidi che osacircro Recarti offesa od usurparti rsquol regnordquo

λ 504 ldquoNulla di Pegraveleo so ma lrsquoalte gesta Di Neottogravelemo tuo sincere udrai Chrsquoio medesmo da Sciro in larga nave 650 Arsquo prodi Achivi rsquol ricondussi Quando A Troia intorno tenevam consulte Primo sempre arringograve neacute mai dal punto Deviograve Potevam soli mi penso Contendere con lui Negravestore ed io 655 Pugnando lagrave sotto le Iligraveache mura Confuso con i piugrave non volle ir mai Precorreacutevali tutti e di coraggio Ad alcun non cedea nellrsquoavvampante

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Battaglia molti trucidograve Ridirli 660 Neacute ti potrei nomar tutti gli eroi Che fagravettosi agli Achei schermo trafisse Bagravestiti questo che sotto il suo brando Il Telefigravede Eurigravepilo fu steso Molti dersquo suoi Cetegravei perigraveangli intorno 665 Iligraveache donne a disposar venuti Dersquo guerrieri il piugrave bello era lor duce Dopo il divino Megravennone Ma quando Salimmo nel cavallo opra drsquoEpegraveo Noi duci degli Achei (poicheacute a me solo 670 Drsquoaprire e di dischiudere commessa La cura fu del cieco agguato) gli altri Dersquo Dagravenai capi e condottier dal ciglio Tergeacutevansi le lagrime ed a tutti Tremavano le membra Ma non mai 675 Vidi il bel voacutelto suo discolorarsi Neacute dalle gote astergersi mai stilla Anzi gran ressa mi facea di scendere Giugrave dal cavallo e lrsquoelsa ad ora ad ora Stringea del brando o la ferrata lancia 680 Palleggiava drsquoardor drsquoimpeto acceso Di sterminare i Tegraveucri Alfin cacciata La superba cittagrave di Prigraveamo al fondo Ricco di preda e drsquoalto guiderdone Lieto in sua nave e incolume saligraveo 685 Non giavellotto lo colpigrave non lancia Da presso il ferigrave mai siccome incontra Che spesseggin le piaghe e le percosse Nelle battaglie lagrave rsquove Marte infuriardquo

λ 358 Allor drsquoAchille maestosa e grande 690 A lunghi passi attraversava lrsquoombra I prati drsquoAsfodegravelo ed esultava Che di seacute degno rsquol figlio inclito udigravea

λ 541 Altre davanti a me si presentacircro Ombre dolenti e tutte a parte a parte 695 Gli acerbi casi lor mi raccontacircro Lrsquoanima sol del Telamogravenio Aiace Stava in disparte irato a me che rsquol vinsi Appo le navi nella gran contesa Dellrsquoarmi del Pelide in mezzo poste 700 Fucircr dallrsquoorrevol madre e diecircr sentenza

LIBRO XI

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Dersquo Tegraveucri i figli e Palla Ah percheacute mai Nel certame fatal non mrsquointerdicircro La palma i Numi Ahi per quellrsquoarme or chiude La terra in sen sigrave gloriosa testa 705 Aiace che per forma e per imprese Terribili di guerra ai Dagravenai tutti Dopo lrsquoesimio Achille sovrastava

λ 552 Ed io con blandi accenti ldquoOh Aiace ndash esclamo ndash Dunque neacute morto vuoi porre in obbligraveo 710 Lrsquoira che trsquoarse contro me per lrsquoarmi Funeste I Numi poacuteserle agli Achivi Dannaggio grave poicheacute lor peristi Ferma torre di guerra Un gran compianto Al tuo cader levarono gli Achivi 715 Del par che per Achille neacute giagrave vuogravelsi Altri che Giove accagionar di tante Aspre sventure drsquoimplacabil odio Acceso ei perseguigrave dersquo prodi Achivi Lrsquoesercito e rsquol punigrave con la tua morte 720 Ma qui te nrsquo vieni e rsquol sermon nostro ascolta Inclito Re deh placa omai del fiero Magnanimo tuo cor lrsquoimpeto e lrsquoirardquo

λ 563 Non rispose ei con lrsquoaltre affollate ombre AllrsquoEgraverebo varcograve Lagrave nondimeno 725 Atteso avrei fincheacute egli ancor movesse Qualche parola a me quantunque irato Se non che di veder mrsquoarse il desigraveo Altri dersquo trapassati incliti spirti

λ 568 Quivi scorgea Minograves splendida prole 730 Di Giove Stretto in mano un aureo scettro Sedeva in trono e feacutea ragione allrsquoombre Parte rizzate in piegrave parte sedute Al Re drsquointorno oravano nellrsquoatra Magione di Plutoacuten dallrsquoampie porte 735

λ 572 Allrsquoimmenso Orioacuten ponea indi mente Che pei prati drsquoAsfodegravelo inseguigravea Le belve che sui monti ermi giagrave uccise Con la gagliarda man stringeva ancora Mazza di ferro drsquoinfrangibil tempra 740

λ 576 Ecco indi Tizio alunno della Terra Onnipotente nove al suol disteso Iugeri ingombra e due avvoltoi lrsquoun quinci

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E quindi lrsquoaltro gli faceano scempio Del fegato rinato intromettendo 745 Nersquo suoi precordi rsquol rostro neacute potea Discacciarli con man cheacute forza ei feacuteo A Latoacutena di Giove inclita sposa Mentre soletta un digrave lagrave per le amene Campagne Panopegravee volgeacuteasi a Pito 750

λ 582 E Tagraventalo vidi anco immenso affanno Il grava in piegrave stassi nel mezzo a un lago Lrsquoacqua il mento gli tocca e ben che sembri Drsquoaspra sete riarso il ber gli egrave tolto Cheacute quante volte a dissetarsi inchina 755 Le labbra tante via fugraveggesi lrsquoonda Tranghiottita da un baratro e del veglio Appare intorno ai piegrave sol bruna sabbia Che un Nume inaridigravea Piante superbe Piegati i rami gli piovean sul capo 760 Penzolanti le frutta il pero il melo Dalle lucide poma il melagrano Il dolce fico e rsquol verdeggiante ulivo Ma come il veglio a cocircrle in su levava Le braccia egraveccoti un vento impetuoso 765 Che arsquo tenebrosi nugoli le spinge

λ 593 Combattuto vidrsquoio drsquoaspri tormenti Sigravesifo che reggea drsquoambe le braccia Macigno enorme giagrave di tutta forza Con le mani e corsquo piegrave spingeacutealo in suso 770 Acciograve la vetta drsquoarduo monte acquisti Ma come sta per sormontarla occulto Poter superno lo respinge e rsquol masso Enorme a valle rotolon precipita Sigravesifo a stento in su rsquol ricaccia intanto 775 Dalle membra il sudor correacuteagli a rivi E del capo i vapor saligraveano ad alto Comrsquoonda di volante arida polve

λ 601 Comparve indi la possa alta drsquoAlcide Anzi lo spettro cheacute lrsquoeroe gioisce 780 Alla mensa dersquo Numi e rsquol fa beato Di maritale amplesso Ebe leggiadra Prole di Giove e di Giunone a cui Distringe il piede aureo coturno Orrendo Degli spirti risuona a lui drsquointorno 785

LIBRO XI

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Rumor come drsquoaugei travolti in fuga Dalla paura ed ei qual fosca notte Con lrsquoarco teso e col quadrel sul nervo Torvi di qua di lagrave volgea gli sguardi Qual chi di saettar sta in atto sempre 790 Sfolgoragravevagli al petto un bagravelteo drsquooro Formidabile in che effigiate Opre fucircr di stupendo magistero Orsi fieri cinghiali e lion truci Guerre battaglie e morti sanguinose 795 Lrsquoartefice che diede opra a cotesto Miracolo dellrsquoarte altro simigravele Porre ad effetto non potragrave giammai Guatommi Egravercole intento ed angosciato Riconoacutebbemi tosto e sigrave mi disse 800

λ 617 ldquoNobile di Laerte inclita prole Sagace Ulisse ahi misero te ancora Preme fato crudel qual io rsquol sostenni Sotto i raggi del Sol Figlio di Giove Infinite pativa aspre fatiche 805 A mortal che di me valea men tanto Forza mi fu obbedir costui mrsquoingiunse Dar mano a imprese oltre ogni creder forti Qua un tempo anco a rapir spedigraveami rsquol cane Trifauce cheacute avvisograve non io di questo 810 Correr potessi rischio altro piugrave grave Pur il mostro afferrato a viva forza Daglrsquoinferi il rapigravea guida arsquo miei passi Fecircrsi Mercurio e lrsquoocchiglauca Divardquo

λ 627 Detto nella magione atra di Pluto 815 Egravercole scese ed io restai ligrave fermo Non uscito di speme che alcun prode Delle trascorse etagrave vi sorvenisse Quersquo duo primieri eroi forse avrei scorto Che bramai tanto stirpe gloriosa 820 Degli Immortali Tesegraveo e Piritograveo Ma pria di offrirsi a me mi si stipacircro Popoli drsquoombre innumeri drsquointorno Con grida immense sugravebita mi scosse Paura non dallrsquoOrco mrsquoinviasse 825 Il mostro fier della Gorgogravenea testa La severa Prosegraverpina Ad un tratto

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Corsi alla nave ed arsquo compagni indissi Salirla e sciocircr le funi Incontinente Imbarcati si assisero sui banchi 830 Giagrave del fiume Ocegravean le rapide onde Attraversava il pin da remi prima Poscia dalla seconda aura sospinto

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LL II BB RR OO DD UU OO DD EE CC II MM OO

Le Sirene Scilla Cariddi I Buoi del Sole

PPOICHEacute lasciograve del gran fiume Oceagraveno La nave il corso rivolograve pel vasto Mar allrsquoisola Eegravea lagrave rsquove gli alberghi DellrsquoAurora e le danze e gli orti sono Del Sol Colagrave nellrsquoarenosa piaggia 5 Traemmo il legno e qua e lagrave corcati Aspettavamo il sorgere dellrsquoalba

μ 8 Ma quando apparve in Ciel rosea lrsquoAurora Parte dersquo miei spedigravea di Circe ai tetti A riportar drsquoElpegravenore la spoglia 10 Ratto abbattemmo gli alberi che intorno Ove piugrave sorge incoronacircr la riva E mesti e lagrimosi il seppellimmo Come la salma e lrsquoarmi ebbe il foco arse Posta la tomba e sopra egravertovi un cippo 15 Largo piantammo su la tomba un remo

μ 16 Compiuto il rito non ignara Circe Del redir nostro dallrsquoInferne case Adorna e bella subito se nrsquo venne Seguita dalle Ninfe apportatrici 20 Di pan di dapi rsquon copia e di vermiglio Generoso licor Stava nel mezzo Lrsquoinclita tra le Dive e sigrave dicea

μ 21 ldquoAhi Miseri di Pluto alla magione Vivi scendeste tal che due fiate 25 Morir vi egrave forza mentre una pur sola Trapassan gli altri Orsugrave drsquoesca e di beva Qua tutto rsquol digrave vi confortate allrsquoalba Rinavigate ma rsquol cammin vorsquo prima

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Mostrarvi e ciograve che vi egrave mestier chiarirvi 30 Acciograve non mai perfidia di consiglio Vrsquoempia in terra od in mar di lutto acerbordquo

μ 28 Di tal guisa la Dea ne persuase Lrsquointero digrave fin che splendeva il Sole Dapi elette gustammo e vin soave 35 Lrsquoimmensa luce ascosa e scese lrsquoombre Corcacircrsi i prodi miei lungo la nave Ma preacutesami la man Circe mi trasse Solo dagli altri ed a seder mrsquoingiunse Di contra mi si assise e interrogommi 40 Di tutte cose ragguagliai la Diva A mano a mano ed ella mi soggiunse

μ 37 ldquoTutto che mi narrasti inclito Ulisse Srsquoadempiragrave ma tu rsquol mio detto ascolta Che allrsquouopo il ti faragrave membrare un Dio 45 Alle Sirene perverrai da prima Cui tutti piace affascinar gli umani Giunti a lor presso Qual di senno uscito I concenti nrsquoudragrave non vedragrave mai Neacute la sposa neacute i figli a seacute dinanzi 50 Accorrere e gioir del suo ritorno Colcate le Sirene in verde prato Col dolcissimo canto il molceranno Enorme acervo drsquoinsepolto ossame Carni consunte e putrefatte pelli 55 Sorgon drsquointorno a lor Fuggi veloce Fuggi da quella piaggia e con molligraveta Cera lrsquoorecchio dersquo compagni tura Sigrave che altri non le ascolti Ove a te piaccia Il potrai tu ma allrsquoalber della nave 60 Leacuteghinti mani e piedi ed ivi carco Anco nrsquoandrai di novi lacci ondrsquoabbi Queto a gioir dellrsquoarmonia del canto Ove tu feacutessi lor priego o comando Di sciocircrti vieppiugrave allor tegravenganti avvinto 65

μ 55 Schifata darsquo nocchier lrsquoinfausta riva Tolto mrsquoegrave drsquoinsegnarti a parte a parte Qual cammin tener degravei ma tu consiglio Prendi dal tuo coraggio io drsquoamendue Parola ti terrograve Quivi eminenti 70 Srsquoergon due rupi a cui rugghiano i flutti

LIBRO XII

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Dellrsquoazzurra Anfitrite i Degravei beati Erranti le nomacircro Alcun augello Trasvolarle non sa non le colombe Che recano lrsquoambrosia arsquo Giove sommo 75 Ma rapita ad ognor ne vien qualcuna Dallrsquoardua cima della liscia pietra Unrsquoaltra allora ne produce il padre E di tal guisa il novero rintegravegra Qual nave ivi appressograve non ebbe scampo 80 Del mar i flutti e la vorace fiamma Delle tempeste via portano a un tempo Delle navi le tavole e le salme Dersquo naufraghi nocchier QuellrsquoArgo sola Cara a tutti gli Degravei trapassograve rsquol varco 85 Quando redigravea da Colco leve leve Lrsquoenormi rocce rasentograve cheacute Giuno Cui stava a cor Giasoacutene oltre la spinse

μ 73 Havvi colagrave due scogli un con lrsquoacuta Vetta il Ciel vasto aggiunge ed il circonda 90 Nube caliginosa che di lagrave Non dileguasi mai ned ivi mai O drsquoEstate o drsquoAutunno il Seren ride No niun mortal fossrsquoei di veacutenti armato Braccia e di veacutenti piegrave potrigravea lassuso 95 Neacute montar neacute discendere cotanto Liscia egrave la roccia ertissima Nel mezzo Agravepresi dello scoglio atra caverna AllrsquoOccidente e allrsquoOrco volta drizza Il naviglio colagrave nobile Ulisse 100 Neacute dalla nave sua giovin gagliardo Liberando dallrsquoarco una saetta La grotta colpiragrave Scilla ivi alberga Gravemente ringhiando al par di stormo Di cani giovinetti Atroce mostro 105 Niun di sua vista lieto andrigravea ned anco Assaltata da un Dio Dodici ha fiere Branche e sei colli di lunghezza enorme E su ciascuno orribile una testa Sorge in che appar di fitti acuti denti 110 Triplice il giro atro di morte albergo Dal mezzo in giugrave nellrsquoantro immersa sporge Fuor del terribil baratro le teste

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Qua lagrave bramosi intorno allrsquoerta rupe Gli sguardi volge e pesca e si divora 115 Delfini e lupi e le balene inghiotte Che nutre nel suo grembo a mille a mille La gemente Anfitrite Alcun nocchiere Menar vanto non puograve che Scilla illeso Abbia trascorso poicheacute con ciascuna 120 Orrida testa dagrave di piglio a un uomo Del fuggente naviglio e via se rsquol porta

μ 101 Dista di poco ed egrave piugrave basso lrsquoaltro Scoglio che saettar potresti Ulisse Ampio-fronzuto immenso ivi un selvaggio 125 Fico si spande sotto cui la fiera Cariddi lrsquoonda tenebrosa inghiotte Tre volte la rigetta e rsquol digrave tre volte Con terribile strepito lrsquoassorbe Neacute mentre ingoia il mar tu le ti appressa 130 Cheacute tocircrti al rischio fier nullo ned anche Nettun stesso potrigravea Dunque vicino Attiegraventi a Scilla e via ratto trascorri Mersquo ti fia desiar sei dersquo compagni Che tutti quanti pegraverdervi ad un tempordquo 135

μ 111 ldquoOrsugrave ndash risposi ndash il veacuter mi svela o Dea Se mrsquoegrave dato schivar la detestata Cariddi non deggrsquoio combatter Scilla Quando a struggere i miei compagni irromperdquo

μ 115 ldquoAhi misero ndash sclamograve ratto la Diva ndash 140 Giagrave di rischi di pugne e di travagli Avido sempre neacute agli Eterni stessi Cedere vorrai tu Non egrave alla morte Scilla soggetta ma immortal tremendo Fiero selvaggio e inespugnabil mostro 145 Schermo non vrsquoha ti fia il fuggir salute Ma se trsquoindugi e contro a Scilla trsquoarmi Temo che fuor lanciagravetasi purrsquoanche Tanti dersquo tuoi quanti ne ha capi inghiotta Ratto naviga quindi ed alto invoca 150 Cratagravei la madre che tal peste al mondo Partoriva costei sola puograve il mostro Frenar sigrave che non te prema ed incalzi

μ 127 Alfin della Trinacria isola ai liti Perverrai dove pascono del Sole 155

LIBRO XII

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Sette torme di buoi tante di greggi Dai bei lucidi velli Del par tutti Constano i branchi di cinquanta teste Neacute figlian mai neacute sceacutemansi A pastori Hanno due Dive dallrsquoaurate chiome 160 Faetusa e Lampegravezie inclita prole Che al Sole Iperioacutene partorigravea La divina Neegravera Amendue crebbe La madre e le mandograve da seacute remote Nella Trinacria dersquo paterni a guardia 165 Greggi e dersquo buoi dalle ritorte corna Se illesi andran per voi non fia delusa Del ritorno la speme e calcherete Patiti molti guai le patrie sponde Ma se offegravenderli ardite a te predigraveco 170 Alla nave ed arsquo tuoi sterminio e morte E se tu stesso dal periglio grave Trar ti potessi mai tardi ed oppresso Da fieri casi e perduti i compagni Alla terra natigravea far degravei ritornordquo 175

μ 142 Tacque e sul trono drsquoograver fulse lrsquoAurora Attraversando lrsquoisola se nrsquo gigravea Circe arsquo suoi tetti ed io rivolto rsquol passo Vegraver la nave a salire e sciocircr le funi Confortava i compagni Incontinente 180 Entracircr si collocarono sui banchi Ed in lungo seduto ordine tutti Feacutean corsquo remi percossi il mar spumante Giagrave retro al pin dallrsquoazzurrina proda Levossi un vento e ne gonfiograve le vele 185 Fido compagno che spedigraveane Circe Diva dallrsquoaureo crin dal dolce canto Ratto deposti entro la nave i remi Sedevamo cheacute il vento ed il nocchiere Dirigeacutevanle il corso Io bencheacute mesto 190 Drizzava arsquo prodi miei questo sermone

μ 154 ldquoBello amici non egrave che ad uno o due Sol noti sigraveen gli oracoli che Circe Inclita Dea mi disvelograve or vorsquo dunque Chiarirli acciograve se perirem sappiate 195 O se campato il rischio arsquo rei destini Fuggirem della morte In pria la voce

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Delle dive Sirene ed i fioriti Prati schivar ne indisse udirla solo Concesse a me ma allrsquoalber della nave 200 Mrsquoallaccerete sigrave chrsquoio resti immoto Ed anco lagrave stringetemi di funi Ove a sciocircrmi vi prieghi o vi comandi Vie piugrave tenaci mi doppiate i nodirdquo

μ 165 Mentre cosigrave gli assenno ecco sospinta 205 Da un innocente venticel la nave Delle Sirene ai liti sorge Un tratto Quetossi lrsquoaura per lrsquoaere diffusa Rise la calma e sopigrave lrsquoonde un Dio Sorsero i miei compagni ammainacircro 210 Le vele ripiegacircrle e dentro il cavo Legno le collocacircro indi seggendo Con gli abetini remi ripercossi Biancheggiare fan lrsquoonde In questo mezzo Con lrsquoaffilato rame una gran palla 215 Sminuzzava di cera la premea Con le valide man sigrave che repente Si scaldograve si ammolligrave cheacute irsquo vi mettea Non poca forza e drsquoalto saettava Gli acuti rai drsquoIperioacutene il figlio 220 Io di tutti i compagni a mano a mano Turai le orecchie Allrsquoalber della nave Quei mrsquoavvinser diritto e mi legacircro Le mani ersquo piedi e lagrave di nuovi lacci Pur mi gravacircro indi sui banchi assisi 225 Battean corsquo remi il pelago spumante Quando col ratto remigrar distammo Quanto aggiungere drsquouom potrebbe un grido Non isfuggigrave delle Sirene al guardo La nave che correa rasente al lito 230 Questo quindi sciogliean canto soave

μ 184 ldquoDeh vieni o gloria delle Dagravenae genti Inclito Ulisse qua sofferma il corso Della tua nave e nrsquoodi Alcun mortale Di qua non passa mai pria chrsquoegli ascolti 235 Del nostro labbro il dolcissimo canto Di che non pur si bea ma vie piugrave saggio Ritorna al suol natigraveo Tutto nrsquoegrave chiaro Quanto paticircr nersquo vasti Iligraveaci campi

LIBRO XII

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Per voler degli Degravei Tegraveucri ed Argivi 240 Neacute quanto avvien sullrsquoampia Terra altrice Drsquoinfiniti viventi a noi si asconderdquo

μ 192 Movean sigrave dolci note onde rsquol cor mio Drsquoudirle acceso pur corsquo sopracigli Accennando indiceva arsquo miei compagni 245 Di sciogliermi ma quei curvi sui remi Arrancavano Sursero di botto Perimegravede ed Eurigraveloco e di nuovi Lacci avvinto vie piugrave premeacuteanmi a gara Oltrepassate le fiorenti piaggie 250 Delle Sirene sigrave che neacute la voce Neacute il lusinghevol piugrave canto srsquoudigravea Ratto i miei fidi a seacute tolser la cera Con che lrsquoorecchie lor fermai dagli aspri Vincoli a me francarono le membra 255

μ 201 Come alquanto dallrsquoIsola distammo Vedea fumo e vaste onde e un fragor alto Gli orecchi mrsquointronava Impauriti Via dalle mani arsquo miei volano i remi Ne rimbombano i flutti immoto il legno 260 Risteacute cheacute alcuna man remo non pinse Di su di giugrave lo percorrea drizzando A ciascuno dersquo miei blande parole

μ 208 ldquoO miei fidi compagni A prova omai Sperti siam di sventure e non egrave questa 265 Che nrsquoincalza maggior che quando chiusi Ci ritenne del cupo antro nel fondo La gran forza del Ciclope pur quinci Col mio coraggio ed i consigli e rsquol senno Vi trassi e vi fia un digrave dolce il ricordo 270 Orsugrave fermi sui banchi alla mia voce Tutti obbedite Voi le rapidrsquoonde Percotete corsquo remi e forse Giove Nel fier periglio nrsquoapriragrave lo scampo A te nocchier impongo (e nella mente 275 Tu che reggi rsquol timon riposto il tieni) Fuori da questo fumo e da questrsquoonda Il naviglio dirigi e lrsquoocchio affisa A lrsquoaltra rupe se al tuo guardo sfugge Trarragrave la nave nersquo suoi gorghi e tutti 280 Precigravepiti cadremo nellrsquoabissordquo

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μ 222 Dissi e tutti obbedicircr se non che tacqui Immedicabil mal Scilla non forse Impauriti i miei fuggendo i banchi Della nave stipagravessersi nel fondo 285 Qui non curai di Circe il doloroso Divieto e mi vestii le splendidrsquoarmi Due giavellotti nelle man branditi Montai sul palco della proda estrema Quivi il primo apparir fermo aspettava 290 Della petrosa ed implacabil Scilla Voratrice dersquo miei Qua lagrave volgea Ma sempre indarno gli occhi affaticati Nersquo recessi dellrsquoantro nebuloso

μ 234 Nel varco angusto penetrammo intanto 295 Gemendo Scilla il destro lato infesta Il sinistro Cariddi che gli amari Flutti del mar terribilmente inghiotte Sempre che fuor rigegravettali siccome Paiuol cui sotto molto fuoco avvampi 300 Ferve turbata e mormora ed avventa Sullrsquoardue cime drsquoamendue le rupi I larghi sprazzi di stridente spuma Ma quando i flutti ringhiottigravea per entro Vorticosa bolligravea la rupe intorno 305 Terribile rimbomba e negra giuso Nellrsquoimo abisso scogravepresi lrsquoarena Discoloracircrsi i miei Mentre allo scoglio Affisi gli occhi paventiam la morte Ecco del legno mio sei dersquo compagni 310 Prodi e forti di man Scilla rapigravea Torsi il guardo alla nave e glrsquoinfelici Vedea sullrsquoonde sollevati in alto Springar le piante ed agitar le braccia Le dolenti nrsquoudigravea voci che a nome 315 Me per lrsquoultima volta igravevan chiamando Qual pescator che su sporgente masso Di lunga canna armatosi arsquo minuti Pesci apparecchia unrsquoingannevol esca Tuffando in mar di bue silvestre un corno 320 Ed ecco un preso in sullrsquoarena il getta Lagrave rsquove palpita e spira in simil foggia Levati in suso i miei vegraver la caverna

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Palpitavano Quivi al varco primo Scilla li divorograve Nel crudel spasmo 325 Mettean grida lugugravebri ed a me indarno Stendevano le braccia Ahi fiera vista Tal miserrimo caso infra i travagli Che nersquo flutti sostenni unqua non scersi

μ 260 Scilla sfuggita e lrsquoorrida Cariddi 330 Ecco drsquoun nume lrsquoisola beata Lagrave rsquove belle pascean dallrsquoampia fronte Giovenche e molte consacrate agnelle Al Sol che varca sfavillando il Cielo Solcava ancora il mar che giagrave i muggiti 335 Delle chiuse giovenche entro le stalle Misti al belato dersquo montoni udigravea Cagraveddemi allora nella mente il detto Del cieco Teban vate e dellrsquoEegravea Circe che innanzi a tutto mi assennacircro 340 LrsquoIsola bella oltrepassar del Sole Che gli umani conforta e racconsola Perograve mesto diceva ldquoO miei diletti Che tanti giagrave patiste affanni udite Accioccheacute di Tiregravesia e dellrsquoEegravea 345 Circe lrsquoarcano oracolo vi sveli Chrsquoio di gran cura questrsquoisola schivi Del Sol che gioia a tutto il mondo infonde Lagrave ne egrave forza patir ndash dicea ndash per certo Gli infortuni piugrave gravi Or voi la nave 350 Da piaggie sigrave funeste oltra spingeterdquo

μ 277 Dissi ed a tutti rsquol cor srsquoinfranse Acerbo Eurigraveloco mi feacutea questa rampogna

μ 279 ldquoAhi fiero Ulisse in Te dismisurato Vigore abbonda non fatica mai 355 Le membra ti fiaccograve tutto sei ferro Peroccheacute non consenti arsquo tuoi compagni Rotti dal faticar vinti dal sonno Di toccar terra e scendere sul lido Lagrave rsquove grata imbandir potrigravean la cena 360 Tutto invan giagrave giagrave errar tu ci comandi Nella rapida notte a vagar lunge Da questrsquoisola in mezzo al mar oscuro Pur sorgono tra lrsquoombre i procellosi Vegraventi a sperder le navi Or chi potrebbe 365

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A ria morte sfuggir se drsquoimprovviso Ad assaltarci la tempesta irrompe Del violento Zegraveffiro e di Noto Che il legno ad onta degli Eterni spezza Si obbedisca alla Notte e si apparecchi 370 Lungo il lito la cena Al digrave novello Rimbarcati nel mar vasto entreremordquo

μ 294 Tutti fremendo acconsenticircr Conobbi Chiaro allor che fermograve pegraverderci un Dio

μ 297 ldquoEurigraveloco ndash gridai ndash concordi tutti 375 Forza fate a me solo Or mi giurate Con sacro giuro almen che rinvenuta O torma o vasto gregge alcun di voi Con empio e folle ardir non vorrigravea mai Neacute giovenca immolar neacute pecorella 380 Ma starete contenti alle vivande Che a noi giagrave lrsquoimmortal Circe largigraveordquo

μ 303 Come imposi giuracircr Poscia che il giuro Ebbe da lor solenne compimento Fermacircr la nave in porto appo una fonte 385 Di chiare e dolci acque indi smontati Acconciamente apparecchiacircr la cena Ristorati di cibo e di bevande Membracircr piangendo i diletti compagni Che Scilla divorograve rapiti al legno 390 E piangevano ancor fincheacute soave Gravograve la stanca lor pupilla il sonno Giagrave giagrave del suo cammin correa la notte La terza parte e dechinavan gli astri Quando fiero eccitograve vento commisto 395 A turbinosa immensa pioggia il Nume Di nembi adunator la terra e lrsquoonde Di nugoli coverse e lrsquoatra Notte Di Ciel precipitograve Ma non appena LrsquoAurora incolorograve di rose il Cielo 400 Tirammo il legno entro capace speco Lagrave rsquove danzan le ninfe in lieti cori E che dersquo seggi lor candidi egrave adorno Adunati che fucircr sigrave gli assennava

μ 320 ldquoGiagrave ci abbonda nel legno esca e bevande 405 O miei compagni Delle torme adunque Astenghiagravemci onde alcun mal non ne incolga

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Peroccheacute le giovenche i monton pingui Pascon nersquo campi ad un terribil Dio Al Sol che tutto vede e tutto ascoltardquo 410

μ 324 Acquetacircrsi al mio dir quersquo generosi Lrsquoinfaticabil Agraveustro intero un mese Senza sosta spirograve neacute soffio sorse Di Noto ed Agraveustro in fuor Fincheacute il vermiglio Bacco ed il cereal don non falligravea 415 Degli armenti del Sol schivi non altro Desigraveo li punse che servar la vita Ma come nel naviglio ebber consunto Ogni alimento dal bisogno stretti Erravano a pigliar coi ricurvi ami 420 Augelli pesci o preda altra qualunque Lor venisse alle man cheacute violenta Rodendo gli struggea dentro la fame In questo mezzo io percorrea i recessi Dellrsquoisola ed orava acciograve alcun Nume 425 Mi dimostrasse del redir la via E giunto lungi darsquo compagni in parte Arsquo vegraventi chiusa mi lavai le palme Drizzando a tutti dellrsquoOlimpo i Numi Fervide preci ed ei sopra le ciglia 430 Dolce sparsermi il sonno Adunograve allora I miei compagni Eurigraveloco ed aperse Questo consiglio a lor empio e funesto

μ 340 ldquoBencheacute dolenti udigravetemi o compagni Tutte gli umani miseri in odio hanno 435 Le morti ma non havvi altra piugrave orrenda Neacute peggior fato che il perir di fame Or su del Sol le piugrave belle giovenche Via meniamo ed offriagravemle in sagrifizio Agli Eterni del Cielo abitatori 440 Che se afferrar potrem drsquoIgravetaca il lido Alzeremo al sublime astro del giorno Ricco delugravebro in che di nobil pompa Molti porrem superbi adornamenti Ma se punto quel Dio per le giovenche 445 Dalla testa alta irato a sperder fermi ndash Neacute gli altri Numi fagravecciangli contrasto ndash La nave tocircrrograve prima in un momento Tranghiottir lrsquoonda e perdere lo spirto

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Che languir lentamente e in sigrave deserta 450 Isola stando struggermi di stentordquo

μ 352 Assenticircr gli altri Ratto le giovenche Dallrsquoampia fronte e dalle corna in arco Le piugrave belle del Sol che accanto al legno Pascevano cacciacircr le circuicircro 455 E colto pria drsquoalto-chiomata quercia Tenere fronde (cheacute di candidrsquoorzo Patigravean difetto) oracircr Orato appena Sgozzacircro lrsquoostie le nudacircr dersquo velli Ne inciser lrsquoanche le fasciacircr drsquoomento 460 A doppia falda e le copricircr di brani Palpitanti Ma esausto il vin mal ponno Libar sullrsquoolocausto onde i precordi Cosser tutti e irroracircr di limpidrsquoonda Poi che consunte fucircr le cosce e fatto 465 Delle viscere il saggio il resto in pezzi Troncacircr dellrsquoostia e infigravesserlo nersquo spiedi

μ 366 Allor dagli occhi miei fuggigrave repente Il dolce sonno ondrsquoio ratto mrsquoavvio Vegraver la rapida nave al mare in riva 470 Come fui presso mi si sparse intorno Il fragrante vapor del sagrifizio Sclamai quindi gemendo aglrsquoimmortali

μ 371 ldquoO Giove padre e voi altri beati Degravei Sempiterni certo a mio dannaggio 475 Mrsquoassopiste in crudel perfido sonno E qui restati i miei compagni intanto Contaminacircrsi di sigrave rio misfattordquo

μ 374 Lampegravezie in questa di un gran vel coperta Ad annunziare al Sol corse che noi 480 Le uccidemmo lrsquoarmento Irato il Nume Si converse agli Eterni e sigrave lor disse

μ 377 ldquoGiove padre e voi tutti o Sempiterni Punite voi del Laerzigraveade Ulisse I compagni audacissimi che han morte 485 Con sacrilega man le mie giovenche Di cui piaceacuteami tanto e quando al Cielo Saligravea stellato e quando giugrave dallrsquoalto Della volta celeste in vegraver la terra Drizzava il corso O pagraveghinmi costoro 490 Giusto compenso di cotanta strage

LIBRO XII

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O lagrave di Pluto al tenebroso regno Le squallidrsquoombre a illuminar discendordquo

μ 385 ldquoO Sol ndash rispose il Dio dersquo tuoni ndash splendi Arsquo Numi ed arsquo mortali in sulla Terra 495 Io drsquoun sol tocco della bianca folgore Ratto nel mezzo al mare tenebroso La nave lor diromperograverdquo Ciograve seppi Dalla bionda Calipso a cui Mercurio Come Ella un giorno mi narrograve il referse 500

μ 391 Reduce al legno a tutti alternamente Il fallo rimordea ma non pativa Rimedio il mal sgozzata era la torma Ed ecco lor mostrarono gli Eterni Strani prodigi le bovine pelli 505 Strisciavano drsquointorno agli schidoni Le rosolate e le sanguigne carni Mugghiavano e dersquo buoi parea rsquol muggito

μ 397 Pur concordi i compagni pasteggiacircro Del fiore dellrsquoarmento al Sol rapito 510 Per interi sei digrave Ma come in Cielo LrsquoOligravempio rimenograve la settimrsquoalba Cessograve rsquol turbo furente e la dirotta Pioggia Ci rimbarcammo e giagrave lrsquoantenna Alzata e sparse le candide vele 515 Fuggigravea la nave persquo cerulei campi

μ 403 Come distograve da noi lrsquoisola e niuna Delle terre apparigravea ma Cielo ed acqua DrsquoOlimpo il Sir sovra la nave un nembo Addensograve che il mar tutto intenebrava 520 Breve del pin fu il corso cheacute repente Precipitograve destograve negra tempesta Lo Zegraveffiro stridendo Allrsquoirrompente Buffo del vento amendue si spezzacircro Dellrsquoalbero le funi e giugrave riverso 525 Cadde gettando della nave in fondo Vele ed antenne Lrsquoalbero in caggendo Di vegraver la poppa al timonier la testa Con lrsquoossa fracassograve giugrave dalla poppa Qual palombaro ruinograve e lo spirto 530 Via dal corpo volograve Di Giove intanto Spesseggiavano i tuoni in sulla nave Il folgore scagliograve Dallrsquoigneo telo

ODISSEA

200

Percossa tutta rigirossi e un nembo La ravvolse di zolfo I miei giagrave scossi 535 Dal naviglio vagagravevangli drsquoattorno Trabalzati dal fiotto simiglianti A marine cornigraveci e sigrave a lor sempre Il giorno del redir rapiva un Dio

μ 420 Io percorreva il legno fincheacute un turbo 540 Disvegravelsegli dai fianchi la carena Che dal mar travolgeacutevasi Giagrave lrsquoonda Schianta lrsquoalber dallrsquoimo a cui ravvolta Sta lunga striscia di bovina pelle Lrsquoalber con essa alla carena strinsi 545 Tenacemente e sovrrsquoessi disteso Funesti vegraventi mi spingean sullrsquoonde Qui di piugrave imperversar con la tempesta Zegraveffiro cessa ed ecco Agraveustro sorviene Impetuoso a stringermi drsquoaffanno 550 Non forse la mortifera Cariddi Rimisurar mi spinga Trasportacircrmi Lrsquointera notte i flutti alzato il Sole Tra la roccia di Scilla e la vorago Mi trovai che del mar lrsquoonde tranghiotte 555 Io nellrsquoaria lanciagravetomi a quellrsquoalto Fico selvaggio mrsquoavvinghiai mrsquoinfissi Qual vipistrel ma di sostegno manco Neacute i piegrave fermar neacute alzar poteacuteami in suso Tanto distavan le radici e tanto 560 Lunghi alti immensi distendeacuteansi i rami Che in su lrsquoabisso protendeano lrsquoombra Tenace vrsquoaderigravea fincheacute gli avanzi Del mio naviglio rigettasse il mostro Alfin srsquoadempie il desir mio Nellrsquoora 565 Che il giudice dal foro si diparte Ed a cenar srsquoavvia poscia chrsquoegli ebbe Molte contese di garzoni sciolte Riapparicircr gli avanzi Incontinente Piombai nel mar con grave tonfo accanto 570 Ai lunghi travi e stesomi sovrrsquoessi Fatto remeggio delle man vogava Ma degli umani il padre e degli Degravei Divietograve a Scilla di adocchiarmi e quindi Sfuggir a morte orribile mrsquoavvenne 575

LIBRO XII

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Per nove interi digrave le tumidrsquoonde Mi trabalzar ma la decima notte Me guidacircro alla Ogigravegia isola i Numi Lagrave rsquove Calipso dal bel crine alberga Che benigna mrsquoaccolse e di conforto 580 Fugravemmi cortese Percheacute ciograve ti narro Cheacute tu non men che la tua casta donna Qui ier da me partitamente udiste Il giagrave detto ridir noia mi focircraraquo

202

LL II BB RR OO TT RR EE DD II CC EE SS II MM OO

Dipartenza drsquoUlisse dal paese dersquo Feaci e suo arrivo in Igravetaca

PPOSTO fine al suo dir nellrsquoaula ombrata Stavan tutti in silenzio e sentigravean dentro Sonar nova dolcezza Alfine il ruppe Alcigravenoo laquoPosciacheacute tu arsquo miei giungesti Sul rame estrutti eccelsi tetti Ulisse 5 Non mi penso che nove traversigravee Or che te nrsquo riedi arsquo tuoi ti agiteranno Comeccheacute molte pria giagrave tollerasti Volonteroso a voi tutti or mi volgo A voi che sempre convenite in questo 10 Palagio a ber dellrsquoonoranza il vino Udendo il vate giagrave lrsquoarca polita Le vesti chiude lrsquooro effigiato Non che ogni don che allrsquoospite recacircro Qui dersquo Feaci i capi or via drsquoun grande 15 Tripode il presentiam non che di unrsquourna Per testa congregati in adunanza Dal popolo otterremo indi rsquol compenso Non egual focircra a tanto pondo un soloraquo

ν 16 Plauso fecircro a quel detto indi a colcarsi 20 Tutti nersquo loro alberghi si avviacircro Come rosea nel Ciel fulse lrsquoAurora Vegraver la nave avacciagravevansi col bronzo Drsquouom forte adornamento Il Re medesmo Ito alla nave sotto i banchi rsquol mise 25 Non forse alcun dersquo regravemigi si offenda Quando daragrave nersquo remi Al real tetto Onde apprestar la cena igravevano i prenci

ν 24 Il Re forte immolograve per onorarli

LIBRO XIII

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Un tauro a Giove che di negri nembi 30 Srsquoavvolge e regge lrsquouniverso Incese Lrsquoanche giulivi celebracircro il prandio Dilettoso tra lor cantando gigravea Demogravedoco il divin vate in gran pregio Dalle genti tenuto Ma sovente 35 Al risplendente Sol volgea lo sguardo Pur aspettando chrsquoei tramonti Ulisse Cotanta del redir brama il pungea Quale a villano che cenar desigravea Poicheacute lrsquointero digrave sul terren duro 40 Tragravessergli i negri tori il forte aratro Giunge gradito il tramontar del Sole Cheacute al pasto della sera allor si avvia Bencheacute sotto tremar senta il ginocchio Dellrsquoostinato faticar giagrave stanco 45 Non altrimenti si rallegra Ulisse Cader veggendo in occidente il Sole Tosto arsquo Feaci nel remeggio insigni Drigravezzasi e piugrave che ad altri al Re favella

ν 38 laquoAlcigravenoo Re tra queste genti illustre 50 Compiuti i libamenti al natigraveo loco Rimandatemi illeso e rsquol Cielo sempre Vi guardi i voacuteti del mio cor son pieni La scorta ersquo cari doni E piaccia arsquo Numi Che mi tornino a pro che saggia e fida 55 Trovi nella magion la donna mia E giocondi di vita e di salute Gli amici E voi che tutti qui restate Le condotte da voi giovani spose Ed i figli godetevi gli Eterni 60 Drsquoogni prosperitagrave fagraveccianvi lieti Neacute vi turbi giammai pubblico dannoraquo

ν 47 Detto fecircr plauso tutti e ingiunser tosto Che il dipartir dellrsquoospite si affretti Il di cui ragionar sigrave acconcio uscigraveo 65

ν 49 Vogravelto allrsquoaraldo il Re laquoPontogravenoo ndash disse ndash Empi di Bacco unrsquourna e in giro il porgi Arsquo convitati acciograve libato arsquo Giove Lrsquoospite rimandiamo al suol natigraveoraquo

ν 53 Pontogravenoo mesce il fervido Liegraveo 70 Ed in giro il ministra i convitati

ODISSEA

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Tutti dai seggi lor libacircro ai Numi Del vasto cielo abitator Ma Ulisse Legravevasi e posta tra le man drsquoAregravete Gemina coppa questi accenti sciolse 75

ν 59 laquoFelice sempre vigravevimi o Regina Fincheacute la grave etagrave giunga e la morte Retaggio degli umani Ecco giagrave parto Ma tu al popolo ai figli al Re tuo sposo Cara e tenuta in pregio e in onor sommo 80 Vivi in questa magion sempre beataraquo

ν 63 Detto varcograve la soglia Alcigravenoo tosto Gli avviograve rsquol banditor che precedesse Vegraver la nave lrsquoeroe lungo la riva Tre ancelle Aregravete anco spediva lrsquouna 85 Nitido manto e tunica gli arreca Lrsquoaltra la ben fermata arca e la terza Candidi pani e vin dolce e vermiglio

ν 70 Giunti alla nave ratto i remiganti I doni tutti e le bevande e rsquol cibo 90 Poser del legno in fondo in sulla poppa Gli steser indi coltrici sottili E morbidi tappeti dove cheto Si addormisse lrsquoeroe salse ersquo medesmo Ed in silenzio si corcograve In sui banchi 95 Quersquo si assisero in ordine e disciolto Il fune pria dal perforato masso Impetuosi con la schiena in arco Squarciavan le spumanti onde corsquo remi Alto soave e simile alla morte 100 Scese allrsquoeroe sulle palpegravebre il sonno La nave si spiccograve come nel circo Quattro maschi destrier slagravenciansi a un tempo Dal flagello percossi e la testrsquoalta Percorrono lo spazio in un momento 105 Via la poppa del par vola cui dietro Dellrsquoagitato mar vaste ed oscure Correan lrsquoonde mugghiando Il pin fuggigravea Ratto e securo persquo cerulei campi Che non lrsquoavrebbe lo sparvier raggiunto 110 Degli augei velocissimo in tal guisa Slanciagravetasi fendea del mar le spume La nave che un eroe portava in grembo

LIBRO XIII

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Par nel consiglio ai Numi e che giagrave molte Doglie patigrave nellrsquoalma or dersquo guerrieri 115 Affrontando gli assalti or trascorrendo I flutti orrendi allor cheto ersquo dormigravea Posto tutto in obbligraveo ciograve che sofferse

ν 93 Quando comparve il fulgidissimrsquoastro Ad annunziar dellrsquoalba il roseo lume 120 Approdograve ai liti drsquoIgravetaca la nave

ν 96 Qui del veglio marin Forco si schiude Un porto che due rupi ardue e scoscese Dallrsquoun canto e dallrsquoaltro in mar protende Schermo al gran fiotto che darsquo rauchi vegraventi 125 Viene al di fuor del pelago sospinto Tal che le navi che son dentro accolte Drsquoogni vincolo sciolte immote stanno Lrsquoalta cima del porto srsquoincorona Da un verde ulivo di allungate fronde 130 Appo cui srsquoapre ombroso e vago un antro Alle Nagraveiadi sacro Anfore ed urne Colagrave di vivo sasso in che rsquol tesoro Delle pecchie biondeggia Ivi di marmo Lunghi telai ursquo manti porporini 135 Mirabili a veder tesson le Ninfe Ligrave con perenne mormorigraveo discorrono Chiare dolci acque Mettono allo speco Due porte lrsquouna a Bograverea volta egrave schiusa Allrsquouom lrsquoaltra vegraver Noto egrave piugrave divina 140 Mortal non mai la varca egrave via dersquo Numi

ν 113 In questo porto giagrave lor conto entracircro I Feaci lanciagravetosi in sul lito Entrograve fin mezza la carena il legno Con tal vigor darsquo regravemigi fu spinto 145 Gettagravetisi nel lido trasportacircro Sui bianchi lini e sulla bella coltre Lrsquoeroe fuor dalla nave e in sullrsquoarena Vinto dal sonno il posero indi tutti Trassero i doni che nel dipartirsi 150 Largicircr a Ulisse i nobili Feaci Darsquo Minerva inspirati e dellrsquoUlivo Li collocacircro arsquo piegrave fuor della via Non forse ivi sorgiunto un viandante Pria che lrsquoeroe si desti li rapisca 155

ODISSEA

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Drizzacircr indi al natigraveo loco la proda Ned in questa fucircr giagrave poste in obbligraveo Da Nettun le minaccie che un digrave contra Il divo Ulisse fulminograve in tal foggia Spiar quindi tentograve di Giove il senno 160

ν 128 laquoNo non terranno piugrave Giove gli Eterni Me drsquoonor degno quando neacute i mortali Neacute gli stessi Feaci in pregio mrsquohanno Della cui stirpe origine son io Il dicea pur testeacute che in sua magione 165 Ulisse nrsquoentrar dovea patendo Molti guai ma di perdere il ritorno Cagione non gli fui peroccheacute prima Drsquoun cenno del tuo capo il promettesti Ed ecco or vinto da profondo sonno 170 Con ratta nave il trasportacircr per lrsquoonde E rsquol deposero in Igravetaca i Feaci Drsquoimmensi doni giagrave rsquol colmacircr in bronzo In oro in copia e in ben tessute vesti Di tal tesoro in somma lrsquoarricchicircro 175 Qual di Troia recato ei non avrigravea Se con le spoglie che toccacircrgli in sorte Alla terra natigravea giugnesse illesoraquo

ν 139 laquoOh possente Nettun che dirsquo tu mai ndash Lrsquoadunator dersquo nembi gli rispose ndash 180 Non Te gli Degravei tengon a vil cheacute impresa Malagevole focircra ad un sigrave antico E poderoso Iddio recar oltraggio Ma dove un qualche mortal violento Disdegnasse onorarti in Te sta sempre 185 Trarne vendetta adempiere puoi dunque Tutto che brami e lrsquoanimo ti spiraraquo

ν 146 laquoTosto porrograve ad effetto il voler mio Come il consigli o Re delle tempeste Che assai ti tengo in pregio e assai mi guardo 190 Dal tuo corruccio Io dunque dersquo Feaci Lrsquoinclita nave che al natigraveo paese Trasportava giagrave Ulisse e chrsquoor dagrave volta Struggerograve nel mar alto e sigrave fia tolta Di ricondurre gli ospiti lrsquousanza 195 A quella gente Ascondere vorsquo inoltre La lor cittagrave dietro un eccelso monteraquo

LIBRO XIII

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ν 153 E rsquol Sir dersquo nembi laquoEgraveccoti ciograve che rsquol meglio Fratel mi sembra quando tutti accorsi Dalla cittagrave verranno i Feacesi 200 Veder la nave che a gran corso riede Ned assai distaragrave conversa in sasso Oggetto di stupor per Te diventi Tal che drsquoun monte la cittagrave si copraraquo

ν 159 Come udito ebbe ciograve volograve in Ischerigravea 205 Soggiorno dersquo Feaci Enosigegraveo Quivi fermossi ed ecco impetuosa Fender lrsquoonde la nave ed accostarsi Accorso il Nume trasmutolla in sasso Lrsquoabbarbicograve giugrave nel profondo in terra 210 Drsquoun sol tocco di palma e via disparve

ν 165 A tal vista con rapide parole I Feacesi naviganti illustri Favellavan tra loro ed al vicino Vogravelto ciascuno laquoOhimegrave chi la veloce 215 Nave inceppograve nel mar che rientrata Era giagrave in porto e che apparigravea giagrave tuttaraquo

ν 170 Cosigrave costor della cagione ignari Del portento sclamacircr Ma rsquol Re sigrave disse

ν 172 laquoAhi mrsquohanno aggiunto i vaticini antichi 220 Del padre mio Dir ersquo soleva infesto Esser arsquo noi Nettun cheacute arsquo viandanti Scorta ognora porgiam fida e secura E soggiungea che un digrave nelle fosche onde Struggeragrave dersquo Feaci rsquol piugrave bel legno 225 Al ritorno come abbia arsquo patrii liti Ricondotto un eroe che inoltre ei questa Cittade copririgravea drsquoalta montagna Cosigrave rsquol veglio diceva ed ora il tutto Ecco srsquoadempie Or via concordi tutti 230 Obbedite al mio dir Cessate omai Dal ricondur qual sigraveasi pellegrino Che appo noi si addurragrave dodici egregi Tori sagrifichiamo al Re dellrsquoonde Forse rsquol cor tocco di pietagrave non copra 235 Questa nostra cittagrave drsquoalta montagnaraquo

ν 184 Detto allibicircr le genti I tauri a un tratto Furono addotti I duci ersquo capi alzacircro Della Scherigravea pii voacuteti al Re Nettuno

ODISSEA

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Stando in piegrave ritti al sacro altare intorno 240 LrsquoIgravetaco Re scogravessesi allor giacente Lungo la riva del natigraveo paese Neacute la sua terra punto riconobbe Cheacute nrsquoera stato giagrave lunge gran tempo Pagravellade inoltre gli diffonde intorno 245 Nebbia divina acciograve rimanga ignoto Acciograve di tutte cose lrsquoammaestri Tal che la sposa i cittadin gli amici Nol ravvisino pria che i Proci iniqui Drsquoogni insolenza lor paghino rsquol fio 250 Perciograve gli oggetti sotto estrania forma Gli appaion tutti e le diritte strade Ersquo porti chiusi allrsquoimpeto dersquo vegraventi E lrsquoalte rupi e gli alberi frondosi Ratto surse e risteacute volse lo sguardo 255 Al natigraveo loco e pianse e drsquoamendue Le aperte palme percotendo lrsquoanca Queste parole di dolor proferse

ν 200 laquoAhi lasso fra qual gente in qual contrada Giunto infine son io Cruda selvaggia 260 E del giusto nemica o tal che stende Soccorrevole destra arsquo pellegrini E con pia mente i Sempiterni adora Dove deggrsquoio ripor tanta dovizia Dove io medesmo andrograve Deh percheacute mai 265 Non egrave rimasta ligrave presso i Feaci A che non giunsi appo altro Re possente Che me giovando di benigno ospizio Mi rimandasse alla mia patria Or ecco Neacute questi doni asconder so neacute preda 270 Vorsquo che drsquoaltri qui restino Non fucircro Non fucircr o sommi Degravei saggi neacute giusti Di Scherigravea i duci e condottier che in questa Estrania piaggia spigravensermi Per certo Me ricondurre in Igravetaca felice 275 Promisero ed or qui mrsquoabbandonacircro Deh lrsquoOligravempio punigravescali lrsquoOligravempio Dersquo supplici custode che gli umani Tutti contempla ed il nocente opprime Orsugrave vorsquo annoverar queste dovizie 280 Accertar vorsquo se nel capace legno

LIBRO XIII

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Nrsquoasportacircr parte i regravemigi fuggendoraquo ν 217 Detto contava i tripodi superbi

E lrsquourne e lrsquooro ersquo ben tessuti manti E nulla gli falligrave pur la natigravea 285 Terra bagna di lagrime e si vograveltola Del risonante mar lungo la piaggia Di querimonie empiegravendola e di lai Ed ecco presso farglisi Minerva Le forme assunte drsquoun caprar gentile 290 Tanto che appar figlio di Re leggiadra Veste drsquointorno agli omeri lrsquoavvolge A doppio giro sotto i molli piedi Avea calzari e nella destra un dardo Veggegravendolo esultograve mogravessegli incontro 295 Ulisse e gli drizzograve queste parole

ν 228 laquoO giovinetto che in questrsquoerma piaggia Mi ti affacci primiero io ti saluto Neacute tu mi trsquoappressar con mente avversa Queste dovizie segraverbami e me ancora 300 Benigno serba che Te al par drsquoun nume Imploro ed alle tue care ginocchia Vengo e le abbraccio supplice Deh dimmi Qual terra qual cittagrave qual gente egrave questa Sveacutelami nudo il veacuter qui mi son io 305 In qualche fortunata Isola O in spiaggia Di fertil terra che dal mar si bagnaraquo

ν 236 E lrsquoalma Diva dallo sguardo azzurro laquoOh sersquo tu stolto o di lontan paese Venisti o forestier che drsquoesta terra 310 Interrogarmi trsquoavvisasti Certo Ignobile non egrave conta egrave alle genti Che vegraver lrsquoAurora e rsquol Sol che vegraver lrsquoopposta Notte caliginosa hanno soggiorno Aspra di rocce neacute arsquo corsierrsquoamica 315 Pure steril non egrave bencheacute non vasta Qui rsquol gran e lrsquouva cresce in copia e sempre Qui la pioggia e rsquol vapor notturno cade E la feconda Qui di buoi di capre Ricchi paschi vi abbondano le selve 320 Verdegraveggianvi alte in che da vive fonti Scorrono mormorando acque perenni Perciograve anche a Troia che cotanto dista

ODISSEA

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Siccome egrave grido dallrsquoAcaiche rive Risuona o forestier drsquoIgravetaca il nomeraquo 325

ν 250 Lrsquoinclito eroe gioigrave godeacuteagli lrsquoalma Contemplando il natigraveo loco siccome Diceacuteagli Palla dellrsquoEgigraveoco prole Ripigliograve rsquol primo detto neacute gli calse Manifestargli rsquol veacuter cheacute gli usitati 330 Artifizi nel cor sempre volgea

ν 256 laquoDrsquoIgravetaca udigravea pur lagrave nellrsquoampia Creta Che remota nel mar domina e donde Qui con questa dovizia ora mrsquoaddussi Altrettanta lasciando arsquo figli miei 335 Fuggigravea di lagrave dopo che a morte misi Il diletto figliuol drsquoIdomenegraveo Orsigraveloco veloce che nersquo vasti Campi di Creta i piugrave sagaci e destri Cursor con lrsquoagil piegrave sempre vincea 340 Lrsquouccisi percheacute a me le Iligraveache spoglie Rapigravea per cui sigrave nersquo guerrieri assalti Che trascorrendo i flutti tempestosi Tante doglie sostenni e tanti affanni Ersquo mrsquoebbe in ira cheacute servir non volli 345 Sotto il padre di lui nersquo campi drsquoIgravelio Ma duce di guerrieri altri pugnai Gli posi agguato con un mio compagno E di lancia il trafissi appunto in quella Che dai campi redigravea Regnava il Cielo 350 Oscura notte ned alcun ci scorse Ned ei medesmo chi rsquol ferigravea conobbe Tanto di furto lo spogliai dellrsquoalma Steso che lrsquoebbi con lrsquoacuto ferro Ratto ad un legno di Fenici illustri 355 Mrsquoaddussi li pregai parte lor diedi Delle ricche mie spoglie e lor feacutei ressa Di pormi in Pilo o in Egravelide divina Dominio degli Epegravei Se non che svolti Fummo di lagrave dallrsquoimpeto del vento 360 A viva forza neacute lor cadde in mente Di farmi inganno Lunga pezza errando Qua notturni sorgemmo ed arrancando Entrammo in porto Neacute di alcun ristoro Ci calse comeccheacute da digiun lungo 365

LIBRO XIII

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Illanguiditi dalla nave scesi Tumultuando tosto ci corcammo Tutti sul lido quivi un dolce sonno Me affaticato invase Trasportacircro Quei dalla nave lor queste dovizie 370 Le poser sullrsquoarena accanto al loco Dovrsquoio giaceva Rimbarcacircrsi e ratto Alzacircr le vele in vegraver la popolata Sidone e mesto qui mrsquoabbandonacircroraquo

ν 287 Detto la diva dallo sguardo azzurro 375 Sorrise e lo blandigrave repente assunse Drsquouna gran donna di beltagrave perfetta Le maestose forme darsquo sembianti Parve drsquoogni gentile arte maestra E dal petto volar fersquo questi accenti 380

ν 291 laquoCerto destro ben focircra e ben sagace Chi te nellrsquoarti drsquoingannar vincesse Fosse egli un Nume Ahi tristo infingitore Di fallacie e di frodi avido sempre Non tu dovevi almen nel suol natigraveo 385 Cessar dai falsi e dagli obbliqui detti Che ti son cari dallrsquoetagrave piugrave verde Ma di ciograve basta poicheacute lrsquouno e lrsquoaltra Non siam di tai sottili arti digiuni Tu soverchi drsquoassai tutti i mortali 390 Di consiglio possente e di sermone Onorata son io fra tutti i Numi Per altezza di senno e per inventi Neacute tu ravvisi ancor Palla Minerva Figlia di Giove me che a tutti assisto 395 I tuoi travagli e che ti guardo sempre Me che arsquo Feaci giagrave sigrave accetto resi Vengo teco ad ordir oggi un consiglio A celar le dovizie che spirati Da me nel dipartirti essi ti diecircro 400 Ed anco ti dirograve quante in tua reggia Doglie il destino a tollerar ti danna Sograveffrile tu necessitagrave ti astringe Neacute ad uom neacute a donna neacute ad alcun insomma Appalesarti peroccheacute qui giungi 405 Qual fuggitivo Ma nel petto ascose Forza ti fia patir non poche angosce

ODISSEA

212

E comportar degli uomini lrsquooltraggioraquo ν 311 E rsquol sapiente Ulisse laquoA gran fatica

Te Dea ravvisar puograve mortal a cui 410 Tu trsquoappresenti bencheacute saggio tanto Ti trasmuti a tua posta Io so ben questo So che tu fausta ognor mi ti mostrasti Allor che drsquoIgravelio pugnavam nersquo campi Noi prole degli Achei Ma poicheacute lrsquoalta 415 Cittagrave di Prigraveamo noi cacciammo al fondo E rimbarcati ci disperse un Dio Non piugrave Te figlia del Tonante scorsi Entrarmi in nave per fugarmi i guai Trafitto sempre il cor drsquoaspri tormenti 420 Errai sin che mi liberacircro i Numi Vero egrave che dianzi tra i Feaci illustri Mrsquoincorograve la tua voce e tu medesma Per entro a lor cittagrave duce mi fosti Or io pel genitor Diva trsquoimploro 425 (Che non giagrave nellrsquoillustre Igravetaca mia Star mi credrsquoio ma in qualche piaggia estrana Credo che a scherno col tuo dir mi prenda Onde la mente illudermi) Deh parla Egrave questa la natal dolce mia terraraquo 430

ν 329 laquoAhi poca fede di sospetti egrave sempre ndash Pagravellade ripigliograve ndash nido il tuo core Ma che tu sersquo infelice ed io non posso Abbandonarti tal drsquoingegno acume Tal facondia tal senno in te risplende 435 Reduce appresso a tanti error chi mai Ratto alla sua magione ito non focircra A rivedere i figli e la consorte Ma tu nulla saper neacute chieder vuoi Prima che di Penegravelope non trsquoabbi 440 Certificato di colei che siede Nel tuo palagio ad aspettarti invano E mesti sempre i digrave meste le notti In sospiri ed in lagrime consuma Non mai dubbio in me sorse anzi per entro 445 Splendeacutevami il pensier che tu faresti Qua perduti i compagni arsquo tuoi ritorno Ma non volli a Nettun mover contrasto German del padre mio Nettun che in petto

LIBRO XIII

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Rancore acerbo contra te nutrigravea 450 Poicheacute il diletto suo figlio accecasti Su via farsquo cor Acciograve ti persuada Or io mostrar ti vorsquo drsquoIgravetaca il sito Ecco il porto di Fogravercide e lrsquoulivo Di lunghe frondi che gli sorge in cima 455 Quivi sacro alle Nagraveiadi ecco lrsquoantro Amabile profondo in quella vasta Grotta convessa tu medesmo spesso Molte sagrificavi allrsquoalme Ninfe Ecatombi perfette Ecco lagrave il monte 460 Negraverito che di selve alte srsquoinfrondaraquo

ν 352 Detto sgombrograve la nube e tutta intorno Lrsquoisola gli schiarigrave Giubilograve Ulisse La patria salutograve di caldi impresse Baci lrsquoalma sua terra e immantinente 465 Levograve le mani e orograve laquoNagraveiadi Ninfe Figlie di Giove omai del rivedervi Morta allrsquointutto in cor mrsquoera la speme Corsquo voacuteti piugrave efficaci or vi saluto Neacute di porgervi giagrave gli usati doni 470 Mi ristarograve se fausta mi concede La predatrice Dea figlia di Giove Di spirar le vitali aure e se rsquol caro Figlio di gloria e di valor mi bearaquo

ν 361 E Pagravellade laquoFarsquo cor neacute giagrave tai cure 475 Tugraverbinti lrsquoalma Orsugrave celiam nel fondo Subitamente dellrsquoimmensa grotta Queste dovizie acciograve te lrsquoabbi intatte Consulterem tra noi poscia del modo Conveniente a consumar lrsquoimpresaraquo 480

ν 366 Detto la Diva penetrograve nellrsquoantro Ed i recessi nrsquoesplorograve lrsquoeroe Ne seguigravea lrsquoorma e le venigravea portando Lrsquooro ed il bronzo indomito e le adorne Vesti di che i Feaci rsquol presentacircro 485 Tutto ei depose acconciamente chiuse Drsquoun macigno lrsquoentrata indi dellrsquoantro Pagravellade figlia dellrsquoEgigraveoco Giove

ν 372 Ambi seggendo a piegrave del sacro ulivo Ordigravean la morte degli audaci amanti 490 E Palla a raggionar tolse la prima

ν 375 laquoPon mente o di Laerte inclita prole

ODISSEA

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Sagace Ulisse come avventar degravei La forte man sui Proci inverecondi Che regnano i tuoi tetti oggi egrave rsquol terzrsquoanno 495 Agognando a impalmar tua nobil donna E delle nozze a vincerla corsquo doni Pur sempre ella in suo cor geme e sospira Il tuo ritorno posta a fiere strette Pasce tutti di speme e drsquoimpromesse 500 Manda messaggi con dolci parole A ciascuno ma in mente altro rivolveraquo

ν 382 laquoNumi ndash sclamograve lrsquoeroe ndash dunque del pari Che lrsquoAtride irsquo dovea nel mio palagio Di rio fato perir se tu o gran Diva 505 Chiarito a pieno non mrsquoavessi rsquol tutto Pogravergimi or via consiglio acciograve chrsquoio tragga Da costoro vendetta Oh stammi accanto E quellrsquoaudace in cor spirto mrsquoinfondi Che mrsquoaccendea quando per noi le mura 510 Splendide drsquoIgravelio a terra si adeguacircro Deh con lo stesso zelo a fianco stammi Glaucogravepide e terrograve fronte a trecento Guerrier con te Dea veneranda quando Mi porgerai con pronto animo aigravetaraquo 515

ν 392 laquoSempre teco starograve neacute al guardo mio Ascoso rimarrai ndash Palla soggiunse ndash Quando ad effetto condurrem lrsquoimpresa Non pochi vorator del tuo retaggio Imbratteran la terra ampia mi penso 520 Di sangue e di cervella Or io di forma Cosigrave ti cangerograve che alcun mortale Raffigurarti non potragrave cotesta Morbida pelle sullrsquoagili membra Arida e crespa renderograve dal capo 525 Via ti tocircrrograve la bionda chioma e tali Cenci ti vestirograve che qual ti veggia Inorridisca Gli occhi in che ora tanta Meravigliosa luce arde figraveen tutti Scabbiosi e foschi sigrave che un poverello 530 Sordido arsquo Proci alla tua donna al figlio Che qua lasciasti nellrsquoandar parrai Vanne prima ad Eumegraveo che trsquoama tanto E che i verri ti guarda ei del par ama Telegravemaco e la tua fida consorte 535

LIBRO XIII

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Vigile rsquol rinverrai sovra i tuoi branchi Che di Cograverace lagrave pascon al sasso Lungo la fonte drsquoAretugravesa quivi Dolci ghiande cibando e la bruna onda Beendo vie piugrave in lor lrsquoadipe cresce 540 Ivi rimanti e gli sedendo accanto Drsquoogni cosa il richiedi in questo mezzo A Sparta andrograve di belle donne adorna Ad affrettar del tuo figlio diletto La dipartenza Ulisse Ei lagrave se nrsquo gigraveo 545 A udir se voce della Fama voli Da cui sappia se spiri e dove seiraquo

ν 416 laquoDeh percheacute non lrsquohai tu ndash sclamava Ulisse ndash Ammaestrato poicheacute rsquol tutto sai Dovragrave egli pur sul vasto abisso errando 550 Tormenti aspri patir mentre ostil turba Tutte omai le sostanze gli divoraraquo

ν 420 laquoNon ti stringa di lui cura soverchia ndash La Dea soggiunse ndash Io stessa lrsquoinviai A Sparta percheacute nome inclito acquisti 555 Nullo affanno rsquol contrista ivi quieto Nella magion del biondo Atride assiso Vive drsquoagi beato e di delizie Vero egrave che i Proci in agil nave accolti Gli han posto agguato e bramano immolarlo 560 Anzi chrsquoei torni ma fia invan mi penso Prima in suo grembo chiuderagrave la Terra Qualcun dei vorator del tuo retaggioraquo

ν 429 Detto rsquol toccograve dellrsquoaurea verga a un tratto La fresca pelle sullrsquoagili membra 565 Inaridigraveo sparver le chiome bionde Di veglio rotto dallrsquoetade assunse La rugosa persona deformati Perdetter gli occhi la leggiadra luce In dosso li gettograve tunica e veste 570 Squarciate sozze e di mal fumo tinte Drsquoagile cervo gli ravvolse intorno Vello ampio dipelato ed un bastone Tra man gli pose Con attorto fune Lacera e vil bisaccia gli sospese 575 Ad armacollo Tal consiglio preso Si diparticircro alla divina Sparta Appo rsquol figlio drsquoUlisse ita egrave Minerva

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LL II BB RR OO XX II VV

Colloquio tra Ulisse ed Eumegraveo

DDAL porto allontanagravetosi giagrave entrava Per selve e gioghi il sentier aspro Ulisse Che Palla gli additograve per ir rsquove rsquol fido Vigilava pastor che dersquo famigli Compri dal divo eroe cura prendea 5

ξ 5 Assiso sotto rsquol portico il rinvenne Lagrave rsquove ad un colle solitario in vetta Lrsquoalte mura sorgean di un bello e vasto Tondo cortile E fu rsquol pastor medesmo Che persquo branchi suini il costruiva 10 Mentre stava il Re lungi e circuillo (Neacute dal veglio Laerte sovvenuto Neacute da Penelopegravea) di grosse pietre Travolte a stento e di pungente siepe Al di fuor conficcograve di qua di lagrave 15 Pali frequenti e lunghi che nel core Spaccograve del ceppo drsquoalta quercia bruna Dodici dentro alzograve contigue stalle Giaciglio arsquo verri in che cinquanta stese Madri feconde convolveacuteansi a terra 20 I maschi fuor in numero piugrave rari Pernottavan perograve che lrsquoempia turba Dersquo Proci divoragravevali e rsquol custode Mandare lor dovea lrsquoottimo sempre Trecento nondimeno ivi e sessanta 25 Noveragravevansi ancor Ligrave al par di fiere Quattro cani vegghiavano che il primo Nobil pastore di sua man nutrigravea Allor drsquointorno arsquo piedi ersquo si assestava

LIBRO XIV

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Calzari che tagliograve da un colorato 30 Cuoio di bue Tre dersquo garzoni intanto Correan qua e lagrave per adunare i branchi Spedigravea il quarto a Cittagrave con esso il verro Che a quersquo superbi tributar gli egrave forza Acciograve che offerto il sagrifizio sazia 35 Fesser del ventre lor lrsquoavida brama

ξ 29 Ed ecco i cani drsquoecheggiante grido Fagravensi accorti drsquoUlisse a cui latrando Contra si difilacircr Lrsquoaccorto eroe Srsquoassise ed il baston di man gli cadde 40 Quivi davanti alle sue proprie stalle Fiero strazio ersquo patigravea se non che ratto Lanciagravendosi varcograve lrsquoatrio il pastore Ed il cuoio bovin di man gli cadde Sgridando egli i mastini ed avventando 45 Spesse di qua di lagrave pietre fischianti Dispegraverseli ed al Re vogravelto sigrave disse

ξ 37 laquoPoco o veglio mancograve che in un momento Tu posto darsquo mastin non fossi a brani E lrsquoonta in me cadrebbe in me cui tanti 50 Affanni diecircro e disventure i Numi Digrave e notte rsquol signor mio nobile piango E questi allevo pingui verri ondrsquoaltri Li divori mentrrsquoei dal digiun vinto In remote cittagrave di gente in gente 55 Va ramingando ovrsquoei pur viva e rsquol raggio Miri del Sol Ma tu seacuteguimi o veglio Alla capanna mia drsquoesca e di beva Satollo a pien mi dirai donde sei E gli affanni ed i guai che tollerastiraquo 60

ξ 48 Detto il precorse e nellrsquoangusto albergo Lrsquointroducea qui di virgulti densi Sopra cui stese di selvaggia capra Pelle villosa il collocograve in un seggio Morbido e vasto Di Laerte rsquol figlio 65 Di accoglienze gioigravea sigrave oneste e liete laquoOspite mio ndash quindi sclamograve ndash lrsquoOligravempio E gli altri Sempiterni adegravempian sempre Quanto a cor piugrave ti sta poscia che tanto Benignamente tua merceacute mrsquoaccogliraquo 70

ξ 55 E tu cosigrave gli rispondesti Eumegraveo

ODISSEA

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laquoNon lice veglio a me prendere a vile Un pellegrino comeccheacute da ria Sorte fosse di te piugrave combattuto Cheacute gli stranieri ed i mendichi tutti 75 Vengon da Giove Affettuosa e cara Bencheacute debil ti fia lrsquoofferta nostra Tal dersquo servi egrave lrsquousanza in tema sempre Stanno se gioventugrave vi signoreggi Cheacute i Numi giagrave contesero il ritorno 80 A lui che mi dilesse e che mi avrebbe Magion dato e podere ed una sposa Ambita e tutto che signor benigno A chi rsquol servigrave con vivo zelo imparte E rsquol cui travaglio prosperar fersquo un Nume 85 Come prospera il mio Certo drsquoassai Giovato avrigraveami il Re se tra i suoi cari Incanutigravea ma ersquo giagrave perigrave Deh tutta Percheacute drsquoElegravena non perigrave la stirpe Che arsquo guerrier tanti le ginocchia sciolse 90 Colagrave di Troia equestre ito egrave nersquo campi Arsquo romper guerra arsquo Tegraveucri anco il Re mio Vindice dellrsquoonor drsquoAgamennoacuteneraquo

ξ 73 Ciograve detto alzograve la tunica e la strinse Col cinto e corse lagrave rsquove molti branchi 95 Rinchiusi eran dersquo verri a due di piglio Diede e sgozzolli sulle fiamme ardenti Glrsquoimpose e fatti a pezzi li confisse Negli schidoni Poi che fucircr le carni Arrostite le pose innanzi a Ulisse 100 Calde e fumanti negli spiedi poscia Di bianca cereal polve gli asperse Incoronata drsquoegravellera una tazza Drsquoalmo licor temprato gli si assise Di fronte e rsquol rincorograve con questi accenti 105

ξ 80 laquoPagravesciti o forestier di queste carni Di porcelletti che dersquo servi egrave rsquol cibo Quersquo saginati e di gran corpo vanno Le ingorde voglie a satollar dersquo Proci Cui non cal della ultrice ira dersquo numi 110 Neacute dan loco a pietagrave Pur gli atti iniqui Non amano gli Eterni alla giustizia Onor sol fanno e allrsquoopre oneste e pie

LIBRO XIV

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Quersquo medesmi ladron che estrania terra Devastano ove lor Giove pur dia 115 Tornar corsquo legni carchi al natigraveo loco Piombar segraventonsi in cor della tremenda Vendetta degli Degravei fiero sgomento Ma forse del mio Re qualche funesta Notizia ebbero i Proci o drsquoalcun Nume 120 La voce udicircr poicheacute della regina Non qual si addice aspirano alle nozze Neacute riedono arsquo lor tetti ma quieti Senza modo ad oltraggio e tutti a gara Lrsquoaltrui retaggio a divorar si fanno 125 Quante notti da Giove e quanti giorni Ne vengono non mai drsquouna o di due Vittime egregie si trovacircr contenti Beendo a dismisura esausto omai Gli hanno il dolce Liegraveo Certo il Re mio 130 Gran beni possedea nullo del bruno Continente neacute drsquoIgravetaca medesma Eroe neacute veacutenti riuniti ad una Altrettanti ebber mai piagravecemi il tutto Or divisarti Dodici in Epiro 135 Torme di buoi tante di greggi e tante Stalle di verri e paschi ampi di capre A guardia tutto di stranieri a prezzo E di pastor del Rege Undici inoltre Lagrave nellrsquoestremitagrave di questa terra 140 Larghi serragli vrsquoha di capre al cui Governo seggion vigili custodi Che recar ogni digrave deggiono arsquo Proci Qual bestia nel capril tengon piugrave bella Ed io stesso che guardo e intento serbo 145 Questi verri a lor sempre il fior ne invioraquo

ξ 109 Tacque ma Ulisse a trangugiar le carni A bere il vin si diede avido e muto Pur la strage dersquo Proci in cor volgendo Confortato di cibo Eumegraveo li porse 150 Colma la tazza in che egli ber solea Giubilando ei la prese e sigrave gli disse

ξ 115 laquoOspite chi fu lrsquouom ricco e possente Che ti ha compro del suo come narrasti E che periva per lrsquoonor pugnando 155

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DrsquoAgamennoacutene Digravellomi forsrsquoio Tal ei sendo il conobbi Il Fulminante E gli altri Eterni il sanno se annunziarti Possa che rsquol vidi peroccheacute per molte Contrade estrane ramingando andairaquo 160

ξ 121 Ed il pastor laquoBuon veglio alcuno errante Che giunga ad annunziar del Re il ritorno Neacute dalla donna sua neacute dal diletto Figlio arsquo suoi detti acquisteragrave mai fede Bramosi di ricetto i pellegrini 165 Mentiscono neacute dir vogliono il vero Ciascun di lor che in Igravetaca si addusse Come al cospetto fu della regina Illuderla tentograve con vani accenti Tutti accoglie benigna a parte a parte 170 Glrsquointerroga non senza giugrave del ciglio Versar copia di lagrime costume Di donna cui perigrave lunge lo sposo Foggeresti tu stesso o vecchio forse Qualche favola ove altri a te porgesse 175 Tunica e manto Ahi certo al Signor mio Dallrsquoossa giugrave divelsero la cute Cani ed augei veloci o in mar la spoglia Divoragraverongli i pesci e sotto un mucchio Di sabbia or lrsquoossa giacciono in sul lido 180 Di tal guisa perigrave ned altro a tutti I suoi fidi lasciograve che immenso affanno Ed a me piugrave cheacute sigrave benigno e mite Non troverograve signor dovunque io vada Non se del padre e della madre mia 185 Ricalcassi le soglie ovrsquoio giagrave nacqui Ovrsquoei medesmi cregravebbermi Neacute tanto Piango per lor bencheacute mrsquoarda il desigraveo Di rivederli nel natigraveo paese Quanto lrsquoassenza dellrsquoeroe mi accora 190 Nomar Ulisse paventosamente Bencheacute lontano appena ospite ardisco Tanto mi amograve tal di me cura ei prese Che dopo ancor chrsquoei si partigrave col nome Di fratello maggior pur sempre il chiamoraquo 195

ξ 148 laquoBencheacute trsquoostini incredulo ndash rispose Lrsquoinclito Ulisse ndash a dir chrsquoei non ritorna

LIBRO XIV

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Pur io ti giuro neacute giagrave parlo a caso Chrsquoei rediragrave Di cosigrave lieto annunzio Presta tiemmi la strenna incontinente 200 Che il piede ei metteragrave nel suo palagio Allora manto e tunica e superbe Vesti mi porgerai non io quantunque Igravenope prima nulla vorsquo Cheacute al pari Egravemmi nemico delle porte inferne 205 Colui che a povertagrave srsquoarrende e tenta Trar con detti fallaci altri in inganno Giove renda al mio dir testimonianza Sommo trarsquo Numi ed ottimo e questa anco Ospital mensa e dellrsquoesimio Ulisse 210 Il sacro focolare a cui me nrsquo venni Ciograve chrsquoio annunzio avverragrave Questrsquoanno istesso Qui Ulisse rediragrave verso la fine Di questo mese o dellrsquoaltro al principio Porragrave il piede in sua reggia E di chiunque 215 La consorte gli oltraggia e rsquol figlio illustre Fiera e condegna prenderagrave vendettaraquo

ξ 165 E tu gli rispondesti o saggio Eumegraveo laquoNeacute strenna dar di sigrave lieta novella Giammai veglio dovrograve neacute in sua magione 220 Fia che il Re piugrave ritorni Or tu quieto Bevi e drsquoaltro ragioacutenisi neacute in mente Mi rivoca mai piugrave queste sventure Cheacute mi si strugge il cor quandrsquoaltri il saggio Mio signor mi rammenta Anco da parte 225 Lasciamo i giuramenti Oh venga ei come Io la Regina e rsquol buon veglio Laerte E rsquol divino Telegravemaco bramiamo Or di questo del Re nobile figlio Digrave e notte sempre mi lamento e piango 230 Poicheacute crebber gli Eterni il giovinetto Come pianta gentil sorgeacuteami speme Che da men fra gli umani unqua non fosse Al caro padre in senno ed allrsquoaspetto Di ammiranda beltagrave ma gli distorse 235 Un nume od un mortal la retta mente Corse ei del padre a udir novelle a Pilo Ed ecco i Proci fieri al suo ritorno Tendono agguati percheacute lrsquoalta stirpe

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Del divo Arcegravesio senza onor di nome 240 In Igravetaca si estingua Or piugrave di questo Non si parli o chrsquoei pecircra o che alla morte Sfugga se Giove di sua destra il guardi Ma tu nagraverrami o veglio a parte a parte Le tue sventure e rsquol veacuter schietto mi svela 245 Chi sei tu Donde vieni E dove sono La patria i genitor Di su qual nave Giugnesti Quali fucircro e di qual gente I nocchier che menacircrti E di qual guisa Certo che a piedi in Igravetaca non viensiraquo 250

ξ 191 laquoTutto che chiedi a me veracemente ndash Lo scaltro Ulisse rispondea ndash vorsquo dirti Ma qui se un anno intero anco seggendo Con molte dapi e licor dolce queti Gustassimo rsquol convito e ogni altro intanto 255 Uscisse allrsquoopre usate io non potrei Gli affanni del mio cor tutti narrarti Che degli Eterni per voler sostenni

ξ 199 Nacqui e mi glorio nella vasta Creta Prole drsquouom opulente a cui molti altri 260 Partorigrave e crebbe figli in sua magione La legittima sposa in compra donna Me ingenerava e al par degli altri in pregio LrsquoIlagravecide Cagravestor mrsquoebbe da cui Originar mi vanto e che giagrave in Creta 265 Per fortuna ricchezze e figli illustri Qual Dio lo si onorava Ma nellrsquoatre Case di Pluto dalle Parche spinto Gettacircr le sorti i nobili suoi figli E rsquol retaggio divisero a me scarsa 270 Parte assegnacircro e un tetto Io nondimeno Di ricchi genitor menai consorte Merceacute rsquol mio ardir chrsquouom giagrave non era oscuro Neacute di battaglie disertor Or tutto Giagrave mi falligrave pur se alla paglia attendi 275 Ben della messe giudicar potrai Ma grave mi calcograve cruda sventura Forza e coraggio ed impeto tra lrsquoarmi Giagrave mrsquoinfuser nel cor Marte e Minerva Quandrsquoio posto lrsquoagguato allrsquoinimico 280 I piugrave forti eleggea no mortal rischio

LIBRO XIV

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Giammai non presentigrave lrsquoalto cor mio Ma con lrsquoasta slanciandomi stendea Qual fidato nersquo piegrave mi raffrontava Tal fui giagrave in guerra non rural fatica 285 Non domestiche cure a me fucircr care Che splendida allevar fanno la prole Ma remiganti navi aspre battaglie Acute lance e lucidi quadrelli Sempre dilessi bencheacute appaian cose 290 Tremende altrui Ecco di che mi piacqui Ecco ciograve che nel cor poacutesermi i Numi Cheacute a vari studi vogravelgesi rsquol desigraveo Dersquo mortali nel cor Prima che ad Igravelio Fesser passaggio della Grecia i figli 295 Nove fiate su veloci legni Duce fui dersquo guerrier cui sospingea Contra gente straniera ed ogni impresa Lieta mi succedea Trascelto il fiore Delle prede molte altre indi sortigravea 300 Cosigrave lo stato mio repente accrebbi E riguardato cittadin possente Tra i Cretesi divenni E quando Giove La detestata via schiuse che a molti Prodi guerrieri le ginocchia sciolse 305 Forza a me fecircro e al chiaro Idomenegraveo Di comandar le prode che alla volta Drizzagravevansi di Troia neacute giagrave vrsquoebbe Loco a rifiuto cheacute tonar lrsquoirato Grido si udigravea del popolo Pugnammo 310 Quivi noi prole degli Achei novrsquoanni E nel decimo alfin cacciata al fondo Di Prigraveamo la cittagrave ritornavamo Corsquo ratti legni alla natigravea contrada Ma ci disperse un Dio Me sventurato 315 A piugrave fiero destin Giove dannava Cheacute a mi goder un mese unico i figli Lrsquoalma consorte che menai pulcella Ersquo miei tesor stetti nersquo patri lari A navigar di poi lrsquoalma mi spinse 320 Con ben instrutte prode e con valenti Compagni vegraver lrsquoEgitto Io nove adunque Navigli corredava ed i miei prodi

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Accorsero Sei digrave vivandacircr lieti Ed io persquo sagrifizi e per le mense 325 Non poche porgea lor vittime elette Sorto il settimo digrave ci dipartimmo Dalle piagge di Creta e con un vento Boreal fido e puro agevolmente Qual per corrente gigravea lrsquoonde solcammo 330 Leso non fu alcun legno e noi seggendo Di vigor lieti e di salute andammo La rsquove rsquol vento ersquo nocchier drizzacircro il corso La foce al quinto digrave del fiume Egitto Dalle belle correnti alfin prendemmo 335 Quivi ordinai che molti dersquo miei prodi Stesser presso le navi a custodirle Gli altri spediva ad esplorar dallrsquoalto La contrada Se non che dallrsquoaudace Animo spinti e dal valor natigraveo 340 LrsquoEgizie saccheggiacircr fertili terre Le donne ersquo figli via menacircr captivi Gli agricoltori uccisero repente Per tutta la Cittagrave ne corse il grido In questa i cittadin surta lrsquoAurora 345 Accorsero di fanti e di cavalli Giagrave pieno egrave rsquol campo e del balen dellrsquoarmi Allora il Fulminante un tal desigraveo Di vil fuga nersquo petti arsquo nostri infuse Che tener fronte alcun piugrave non sostenne 350 Peroccheacute la sciagura ed il terrore Ovunque gli premea Molti drsquoacuto Acciar furono stesi e parte fucircro Strascinati a patir travagli o stento LrsquoOligravempio stesso questo allor nel petto 355 Consiglio mi spirograve Deh percheacute prima Non caddi e non compiea lagrave nellrsquoEgitto Il destin mio poicheacute drsquoaltra piugrave grave Sventura segno esser dovea Dal capo Lrsquoelmo a terra deposi dalle spalle 360 Lo scudo e lrsquoasta di mia man gettando Corsi al cocchio del Re subito incontro Gli baciai le ginocchia e gliele strinsi Tocco il cor di pietagrave poacutesemi in salvo Collocommi nel cocchio e al suo palagio 365

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Me piangente adducea Vero egrave che molte Ragravebide turbe con frassigravenee lance Agognavano uccigravedermi ma schermo Fugravemmi rsquol Re che lrsquoultrice ira temea Del gran Giove ospital cui le malvage 370 Opre piugrave chrsquoaltro mai sono in dispetto Settrsquoanni vissi lagrave molte raccolsi Ricchezze tutti mi colmacircr di doni Volgea lrsquoottavo ed egraveccoti un Fenice Gran fabbro di menzogne ivi comparve 375 Avido di guadagno aspre sventure Tirograve addosso arsquo mortali Ei con le usate Arti fallaci drsquoir mi persuase Seco in Fenicia ove tenea palagi E dovizie di Sol stetti ivi un giro 380 Ma quando i mesi e i digrave rivolti lrsquoore Succedendosi rsquol fin recacircr dellrsquoanno Novi rsquol Fenice meditando inventi Mrsquoimbarcograve per la Libia ondrsquoio con lui Del veloce navil vegghiassi al carco 385 Ma veacutendermi il fellon quivi a gran prezzo Disegnava Non senza alto sospetto Necessitagrave stringegravendomi rsquol seguigravea Da puro soffio boreal sospinto Nel mar tra Creta e Libia il pin correa 390 Ma lrsquoesizio a costor Giove fermava

ξ 301 Quando neacute Creta piugrave ned altra terra Ma Cielo ed acqua vedevam soltanto Il Satugravernio sul legno atra una nube Sospese sotto cui srsquoabbuiar lrsquoonde 395 Forte e spesso tonando in sulla nave La folgore scagliograve dallrsquoigneo telo Percossa rigiragravevasi avvampando I naviganti in mar precipitacircro Trabalzati dallrsquoonde al par di corvi 400 Al legno intorno erravano la speme Tolse lor tutta del redire un Dio Giove a me vinto da un immenso affanno Il lungo della nave albero pose Tra man percheacute fuggissi rsquol mortal rischio 405 Di forza lrsquoavvinchiai qua e lagrave sullrsquoonde Me lrsquoimpeto portograve dersquo fieri vegraventi

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Errai per nove digrave ma nella fosca Decima notte dersquo Tesprograveti al lido Enorme un flutto mi gittograve Mrsquoaccolse 410 Liberalmente il Re di quelle genti Lrsquoeroe Fedoacuten Trovommi rsquol figlio a caso Che affaticato e di freddo tremante Sullrsquoarena giacea Stesa la destra Mi sollevograve mi addusse al regal tetto 415 Tunica e vesti splendide mi porse

ξ 321 Quivi drsquoUlisse udigravea diceacuteami rsquol Rege Che lo accolse e rsquol dilesse allor chrsquoei gigravea Al natigraveo loco e mi mostrograve drsquoUlisse Le adunate ricchezze ivi deposte 420 Il rame lrsquooro e rsquol ferro effigiato Tanto che sostener drsquouna famiglia Per dieci etagrave potrigraveeno i discendenti Che a Dodona ei passograve percheacute la sacra Alti-chiomata quercia gli riveli 425 Lrsquooracolo di Giove se ridursi Dopo assenza sigrave lunga in Igravetaca abbia Palesemente o ignoto Indi libando Alla presenza mia nella sua reggia Giurava rsquol Re che in mar tratto era il legno 430 Ed i regravemigi presti a ricondurlo Alla terra natigravea Me accomiatava Prima Fedoacutene cheacute ivi a sorte un legno Di Tesprograveti nocchier drizzava il corso Vegraver Duligravechio di grano aureo ferace 435 Commise lor che me con vigil cura Al Re Acasto adducesser ma costoro Volgeano in mente un perfido consiglio Perchrsquoio cadessi di miseria al fondo Quando la nave ondigravevaga si spinse 440 Dalla terra lontan ratto mrsquoordicircro Il giorno del servaggio Disvesticircrmi Tunica e manto e questi che or tu vedi Miseri cenci mi gettacircro in dosso Nersquo culti campi drsquoIgravetaca felice 445 Giunti a sera legacircr tenacemente Me nella nave con attorta fune Indi scesi del mar lungo la riva Preser la cena Ma spezzommi un Dio

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Quersquo vincoli repente al capo intorno 450 Questi cenci mrsquoavvolsi e lungo il liscio Timon giugrave scivolai col petto steso Sullrsquoonde drsquoambe man sigrave remigai Che da loro lontan ratto mrsquoaddussi Giunto a riva ligrave salsi ove un querceto 455 Frondeggia e quatto quatto ivi mrsquoascosi Quei vagacircr sospirosi neacute scorgendo Traccia o indizio di me si rimbarcacircro Me di leggier ascosero gli Eterni Guidandomi drsquouom saggio allrsquoumil tetto 460 Perciograve in fato mrsquoebbrsquoio vivere ancoraraquo

ξ 360 E tal risposta tu gli feacutesti Eumegraveo laquoAhi degli ospiti tutti il piugrave infelice Quanto il cor mi commosse il tuo racconto Dersquo guai patiti e del tuo andar ramingo 465 Ma pagravermi che a ragion non persuaso Io sia di ciograve che tu narri drsquoUlisse Deh percheacute qual sersquo tu mentir ti ostini Io medesmo ben so quanto in odio hanno Del signor mio rsquol ritorno i numi tutti 470 Ben lo mi so poicheacute no nol domacircro Nersquo campi drsquoIgravelio o dersquo suoi fidi in braccio Posto chrsquoegli ebbe termine alla guerra Tutte alzato gli avrigravean le Dagravenae genti Superbo monumento onde verrigravea 475 Nersquo digrave venturi al figlio inclita gloria Ma lrsquoArpie il si rapicircro inonorato Da indi in qua vivo tra i branchi ascoso Ned a cittagrave me nrsquo vado se non quando Giunta da qualche banda una novella 480 La saggia a me Penegravelope il mrsquoingiunga Ristretti intorno allo stranier a gara Lrsquointerrogan cosigrave quersquo cui la lunga Assenza del mio Re rese dolenti Come color che lieti a un tempo e impuni 485 Le sostanze ne struggono Non io Neacute investigar mai piugrave neacute chieder amo Dal digrave che favellando mi deluse Un Etolo che reo dellrsquoaltrui sangue Poi che errando se nrsquo gigravea di piaggia in piaggia 490 Venne al mio albergo ed io lieto lrsquoaccolsi

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Costui dicea che a risarcir le navi Dalle tempeste conquassate il vide Appo rsquol Re Idomenegraveo nellrsquoampia Creta E soggiungea lrsquoestate over lrsquoautunno 495 Certo ritorneragrave con gran dovizia Rimenando i compagni incliti in guerra E tu buon veglio che tanto soffristi Poicheacute nersquo lari miei trsquoaddusse un Dio Neacute mentir neacute blandirmi ah non per questo 500 Fia che trsquoonori piugrave neacute che piugrave trsquoami Ma percheacute lrsquoospital Giove pavento E pietade nel cor per Te mi parlaraquo

ξ 390 laquoBen incredulo in petto animo chiudi ndash Ulisse ripigliograve ndash poicheacute a malgrado 505 Dersquo giuramenti miei feacute non mi presti Su via fermiamo un patto e di lassuso Gli Eterni dellrsquoOlimpo abitatori Fagravecciano ad amendue testimonianza Se ritorna il tuo Re qui nersquo suoi tetti 510 Tunica e manto vegravestimi e a Duligravechio Dove aspira il mio cor tosto mrsquoinvia Ma se comrsquoio rsquol trsquoannunzio egli non riede Eccita i servi che da unrsquoalta rupe Capovolto mi gettino sigrave chrsquoabbia 515 Sgomento rsquol poverel di farti ingannoraquo

ξ 401 laquoStranier ndash rispose il nobile pastore ndash Bella mrsquoacquisterei splendida lode Di gloria e di virtugrave non pur in questa Ma nellrsquoetagrave venture appo i mortali 520 Se accolto nel mio albergo e gli ospitali Doni a te compartiti io trsquouccidessi Togliendoti le dolci aure di vita Per indi a Giove in faccia alzar miei voacuteti Ma tempo egrave della cena or qui i compagni 525 Entrati appresterem desco giocondoraquo

ξ 409 Cosigrave tra lor dicendo ecco lrsquoarmento Accostarsi ersquo garzon che nellrsquousate Stalle il chiudean dersquo verri che stipati Corcagravevansi si alzava alto il grugnito 530 Vograveltosi in questa arsquo suoi compagni Eumegraveo

ξ 414 laquoDersquo verri a me lrsquoegregio immolerollo Gratificando lrsquoospite che giunse

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Di paese lontan gioviagravemci ancora Noi del convito noi che lungo affanno 535 Soffriam pascendo i branchi ed altri intanto Impune il nostro affaticar divoraraquo

ξ 418 Detto spezzograve drsquounrsquoaffilata scure Arido ceppo quei menacircro un pingue Verro quinquenne al focolar davanti 540 Il collocacircr neacute giagrave gli Eterni pose Il pastore in obbligraveo cheacute glrsquoirraggiava Lrsquoalma senno e pietagrave del capo i peli Di quella belva dalle bianche sanne Gettati al foco orava a tutti i Numi 545 Che Ulisse arsquo tetti suoi faccia ritorno Della spezzata quercia un ramo allora Alzograve appartato e tal percossa allrsquoostia Diegrave che la stese La sgozzacircro i servi La rosolacircr sparticircrla ed ei dai membri 550 Spiccati i crudi brani gli avvolgea Di doppio omento indi una parte al foco Gettograve di cereal polve cospersa Sminuzzograve il resto e dai pastor nersquo spiedi Infisso ed abbrostito acconciamente 555 Fu tolto al foco e posto in sulla mensa Eumegraveo che il giusto sempre onora e cole Surse e divise in sette parti il tutto Lrsquouna alle Ninfe e al gran figlio di Maia Divotamente lrsquoimplorando offerse 560 Lrsquoaltre porse a ciascun dersquo convitati Ma donava allrsquoEroe drsquoonore in segno Della sannuta vittima la schiena Esultograve il Rege e sigrave gli disse laquoEumegraveo Possa al par tu allrsquoOligravempio esser diletto 565 Qual tu il mi sei che a tal sendo condotto Di sigrave oneste accoglienze or mi consoliraquo

ξ 442 E tu sigrave rispondesti o saggio Eumegraveo laquoO degli ospiti esimio ecco ti ciba Di ciograve che ti egrave imbandito e ti ristora 570 Concede e toglie a suo volere il Nume Questi beni chrsquoei puograve tutto che vuoleraquo

ξ 446 Detto agli Eterni le primizie offerse Libograve il negro Liegraveo poscia ad Ulisse Eversor di Cittagrave porse la tazza 575

ODISSEA

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Questi alla porzion che gli si appose Sedeacuteo davanti e gigravea Mesagraveulio intanto Dispensando di Cegraverere i bei doni Mesagraveulio che ei del suo comprograve dai Tafi Assente il Re neacute da Penelopegravea 580 Neacute da Laerte sovvenuto In questa Steser le mani al cibo e come drsquoesca E di beva il desir fu in essi estinto Levograve Mesagraveulio il pane e quei satolli Affrettagraveronsi a dar le membra al sonno 585

ξ 457 Fredda sorgiunse e tenebrosa notte Senza sosta piovea Giove ed acquoso Zegraveffiro fier soffiava Ulisse allora Vogravelto agli ospiti suoi tentograve srsquoEumegraveo Svestito il suo mantel gliel desse o almeno 590 A ciograve far eccitasse altro pastore Poicheacute tanta di lui cura prendea

ξ 462 laquoEumegraveo deh mrsquoodi e voi tutti suoi fidi Dirograve forse parole ebbre drsquoorgoglio Cheacute rsquol vin folle mi sprona ei che sospinge 595 Uom saggio spesso a trasmodar cantando Al molle riso a spiccar salti e rsquol tragge A parlar ciograve chrsquoera a tacer piugrave bello Ma poicheacute a freno ritener non seppi La lingua nulla terrograve in petto Ahi dove 600 Fior di mia gioventugrave forza mia intera Dove nrsquoandaste In cor piugrave non vi sento Come nel digrave che sotto lrsquoIgravelie mura Posto avemmo un agguato A quellrsquoimpresa Fucircr duci Ulisse e Menelao ed il terzo 605 Come lor piacque io fui Giunti vicini Alla cittagrave ed al muro arduo per densi Virgulti penetrammo ad Igravelio intorno Tra i paludosi giunchi ivi appiattati Giacevam sotto lrsquoarmi algente e fiera 610 Col soffio Boreal notte sorvenne Cadea dallrsquoalto in dilatate falde Giugrave qual brina la neve i nostri scudi Gremigraveansi di cristallo Avvolti gli altri Nersquo manti e nelle tuniche tranquilli 615 Giacean sotto le targhe Ahi folle io solo Il mantello tra miei commilitoni

LIBRO XIV

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Lasciai partendo cheacute patir cotanto Rigido verno non temea mrsquoavviai Sol con la cinta tonaca e lo scudo 620 Due terzi della notte eran trascorsi E gli astri declinavano quandrsquoio Del gomito a tentar faceacuteami Ulisse Che stagravevami drsquoaccanto ed egli pronto Al sommesso mio dir porse lrsquoorecchio 625

ξ 486 ldquoSagace di Laerte inclito figlio Non piugrave trarsquo vivi rimarrograve me doma Il gel manto non ho qui mrsquoilludendo Con la tunica sola un Dio mi spinse Giagrave giagrave di scampo mrsquoegrave ogni via precisardquo 630

ξ 490 Tacqui ed ei concepigrave questo disegno Cheacute nellrsquoarmi era pronto e nel consiglio ldquoTaci ndash mi bisbigliograve ndash che alcun non trsquoodardquo Della palma e del gomito indi fatto Alla gota sostegno ldquoUdite amici 635 Divina vision che a me nel sonno Balenograve troppo dal navil distiamo Corra a dire qualcuno al sommo Atride Che di prodi un drappel ratto ne mandirdquo

ξ 499 Sigrave disse LrsquoAndremogravenide Toagravente 640 Surse repente e via gettando il manto Porporino lanciossi in vegraver le navi Ed io rsquol mrsquoavvolsi intorno e lieto giacqui Sin che sul trono drsquoograver lrsquoaurora apparve Oh se quel fior di gioventugrave se integravegro 645 Fosse in me quel vigor qualcun di voi Drsquoun manto qui mi fornirigravea giagrave vinto Da riverenza e dallrsquoamor che inspira Non ignobil guerrier ma questi cenci Lo sprezzo di costor tragravessermi addossoraquo 650

ξ 507 E tu cosigrave gli rispondesti Eumegraveo laquoCerto bella narrasti ed ingegnosa Favola o vecchio neacute trsquouscigrave del labbro Men che decente o vana altra parola Ma neacute di veste or patirai difetto 655 Neacute drsquoaltro che a stranier supplice occorra Ben sorto il digrave trsquoagiterai drsquointorno Questi poveri panni Abbiamo scarse Le vesti neacute di tunica potrebbe

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Alcun pastore a grado suo mutarsi 660 Giunto che fia drsquoUlisse il figlio amato Tunica manto ti donando e vesti Colagrave ti manderagrave dovrsquoir piugrave bramiraquo

ξ 518 Detto srsquoalzograve gli pose il letto accanto Al focolar e di montoni e capre 665 Gittograve su i velli in che lrsquoeroe colcosse Drsquoun folto ed ampio alfin manto il coverse Chrsquoegli in serbo tenea per farsi schermo Quando rigido verno incrudeligravea

ξ 523 Cosigrave ligrave giacque Ulisse ed i garzoni 670 Dormigraveangli accanto ma non giagrave ad Eumegraveo Lunge da branchi talentograve corcarsi Uscito fuor giagrave armagravevasi Gioigravea Ulisse in cor mirando con qual fede Dellrsquoassente suo Re lrsquoovil ei guarda 675 Prima ei sospese arsquo forti omeri intorno Lrsquoacuto brando indi vestissi un folto Manto che penetrar mal ponno i vegraventi Tolse di grande e pingue capra un vello Ed il braccio srsquoarmograve drsquouna ferrata 680 Lancia terror dersquo ladri e dersquo mastini Quindi a corcarsi andograve lagrave rsquove rsquol suino Armento sotto ad una cava rupe Chiusa al fier soffio drsquoAquiloacuten dormigravea

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LL II BB RR OO XX VV

Arrivo di Telegravemaco presso Eumegraveo

NNErsquo vasti campi si recograve di Sparta Minerva ad assennar drsquoUlisse il figlio Che di riegravedere egrave tempo e che ne affretti La dipartenza Il ritrovograve giacersi Nellrsquoatrio con Pisigravestrato giagrave vinto 5 Da giocondo sopor ma non il dolce Sonno a bear Telegravemaco scendea Cheacute nella queta notte il tenea desto Lrsquoaspra cura del padre Approssimollo Palla dallrsquoazzurrin guardo dicendo 10

ο 10 laquoNon ti srsquoaddice piugrave fuor dalla reggia O Telegravemaco errar neacute a quersquo superbi Le tue sostanze abbandonar non forse Divise le divorino e rsquol viaggio Vano ti torni Or via dunque lrsquoAtride 15 Bellicoso sollecita che ratto Ti rimandi onde lagrave nel tuo palagio Trovi lrsquoesimia genitrice a cui Forza giagrave fanno rsquol padre ed i fratelli Acciograve disposi Eurigravemaco che in ricchi 20 Doni ogni altro rival vince drsquoassai E che la dote splendida le accrebbe Bada che alcun tesor dalla magione A malgrado di Te non ti srsquoinvoli Sai drsquoogni donna rsquol cor del nuovo sposo 25 Avanzar sempre le dovizie intende Neacute dersquo primi suoi figli neacute del caro Consorte che impalmograve sendo pulcella E che morte rapigrave piugrave li rimembra

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Neacute le cal piugrave nomarli Appena giunto 30 Delle tue ancelle allrsquoottima commetti Le tue sostanze fincheacute al guardo innanzi Ti si ponga darsquo Numi egregia sposa Altro vorsquo dirti e tu nel cor lo imprimi Profondamente I piugrave valenti Proci 35 DrsquoIgravetaca tra lo stretto e dellrsquoalpestre Same in agguato stan pur agognando Drsquouccigravederti anzi che alla patria arrivi Ma non porranno ciograve pagravermi ad effetto Qualcuno ingoieragrave prima la terra 40 Dersquo fieri vorator di tue sostanze Non pertanto dallrsquoisole lontano Drizza la proda e naviga notturno Il Nume che di te cura e trsquoassiste Spirar faragrave per te propizio un vento 45 Tocco drsquoIgravetaca appena il primo lito I compagni a cittagrave manda e la nave Ma tu rsquol custode pria trova dersquo verri Cui diletto sei tanto ed appo lui Pernotta Ad annunziar indi alla saggia 50 Il manderai Penegravelope che spiri Queste dolci vitali aure e che illeso Dalle piaggie di Pilo a lei ritorniraquo

ο 43 Detto allrsquoOlimpo rivolograve col tocco Della punta del piegrave dal dolce sonno 55 Scosse il garzone del Nelide il figlio E laquoRisveacutegliati ndash disse ndash o Pisistragraveto Aggioga al cocchio i rapidi corsieri E senza piugrave indugiar mettiagravemci in viaraquo

ο 48 E rsquol giovane laquoBencheacute rsquol partir nrsquoegrave tardo 60 Pur non ci egrave dato carreggiar al buio Ratto fia lrsquoalba Qui rimanti adunque Fincheacute lrsquoAtride gli ospitali doni Ponga nel cocchio e con dolci parole Trsquoaccomiati Cheacute lrsquoospite con gioia 65 Rimembra chi gli diegrave pegni drsquoaffettoraquo

ο 56 Tacque e nel trono drsquoograver brillograve lrsquoAurora Dallato si levograve drsquoEgravelena bionda Ed arsquo giovani eroi venne lrsquoAtride Come accorto di lui si fersquo il diletto 70 Figlio drsquoUlisse in fretta unrsquoabbagliante

LIBRO XV

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Tunica si vestigrave gittograve sui forti Omeri un ampio manto e fuori uscito Gli si fece a ricontro e sigrave gli disse

ο 64 laquoInclito Atride amor di Giove or via 75 Rimagravendami al natigraveo loco giagrave mrsquoarde Avida brama dersquo paterni tettiraquo laquoNon piugrave te di partir impaziente Qui ratterrograve lunga stagion ndash rispose Il bellicoso Atride ndash egravemmi in dispetto 80 Chi di soverchio lrsquoospite blandisce E del par chi rsquol trascura in tutte cose Vuogravelsi modo servar Non ben si addice Respinger lo stranier che star desigravea Ned arrestarlo se a partir srsquoaffretta 85 Lrsquoospite accogli che a Te vien ma quando Ir brama lrsquoaccommiata Non pertanto Soffeacutermati finchrsquoio riponga i ricchi Alla presenza tua doni nel cocchio Ed ordini che qui nel mio palagio 90 Dove regna la copia alcun ristoro Ti apprestino le ancelle Onore e laude Verranne a me neacute a te disutil fia Pasteggiar meco prima che lrsquoimmensa Terra imprenda a percorrere Cheacute srsquoami 95 Per lrsquoEgravellade instradarti ed ire ad Argo Aggiogati i corsier posto al tuo fianco Alle cittagrave ti condurrograve soggiorno Drsquoincliti eroi Ospite alcun non fia Che senza farti onor non perograve trsquoaccomiati 100 Certo treppiegrave di bronzo o conca avrai O due appaiati muli od aurea tazzaraquo

ο 86 Ed il garzon laquoRe Menelao mrsquoegrave tardo Arsquo miei Stati redir di lagrave partendo A guardia del mio aver nullo lasciai 105 E temo di perir cercando il padre Temo che alcun dersquo miei tesor srsquoinvoliraquo

ο 92 Tosto impose lrsquoAtride alla consorte Non che alle ancelle che di dapi in copia Srsquoimbandisca il convito Eteonegraveo 110 Che ligrave presso dormigravea surto di letto Accorse Il Re di suscitar glrsquoingiunse Il foco e di abbrostir le carni ei pronto

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Al comando obbedigrave Discese intanto Nella stanza odorata rsquol biondo Atride 115 E non giagrave solo seco Egravelena scese E Megapegravente Entrati ove deposti Stanno i tesori gemina una coppa Il re tolse e levar drsquoargento unrsquourna Fersquo cenno al figlio Ma drsquoinnanzi allrsquoarche 120 Egravelena si fermograve dove rinchiusi Giaceano i pepli di lavor mirando Di sua man opra Uno venusto ed ampio Ricco di mille fregi e rsquol piugrave riposto E come stella fulgido ella scelse 125 Traversacircro la reggia ed al cospetto Di Telegravemaco giunti il Re dicea

ο 111 laquoCome brama il tuo cor cosigrave felice Ti consenta o Telegravemaco il ritorno Lrsquoaltitonante di Giunoacuten marito 130 Di tutti i doni che rsquol mio tetto chiude Dar ti vorsquo rsquol piugrave leggiadro e prezioso Crater di bellrsquointaglio argento egrave tutto Se non che lrsquoor sui labbri vi risplende Di Vulcan magistero Un digrave rsquol mi porse 135 Dersquo Sidoni rsquol gran Re Fegravedimo quando Me ritornante ricettograve in sua reggia Questrsquoegrave il dono ospital chrsquoor io vorsquo dartiraquo

ο 120 Tacque e gli offerse la ritonda coppa La sfolgorante ai piedi urna drsquoargento 140 Megapegravente gli pose Egravelena argiva Tra man tenendo il bel peplo di contra Stette nomograve il garzone e sigrave gli disse

ο 125 laquoQuesto dono ancor io figlio diletto Ti do contesto egrave di mia man lrsquoaccetta 145 DrsquoEgravelena per memoria onde si adorni Nel desiato digrave delle sue nozze La tua sposa appo Te lo guardi intanto La cara madre e tu con lieti auspici Allrsquoavita magion riedi feliceraquo 150

ο 130 Detto tra man gliel pose ed ei gioioso Lrsquoaccettograve Prese gli altri doni in questa Pisigravestrato ammirolli e nersquo riposti Del cocchio gli allogograve Poscia lrsquoAtride Nella reggia condusse ambo gli eroi 155

LIBRO XV

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Quivi nersquo troni assigravesersi Lrsquoancella Nellrsquoargenteo bacin da un vaso drsquooro Versograve lrsquoacqua alle mani indi un polito Desco vi stese in che candidi pani E molte dapi che teneva in serbo 160 La veneranda dispensiera impose Compartiva le carni Eteonegraveo Ma di Bacco mescea fervide spume DrsquoAtride il figlio Alle vivande apposte Steser le mani i convitati Quando 165 Del cibarsi e del ber si confortacircro Aggiogati i corsier montacircr lrsquoadorno Cocchio i garzoni e fuor dellrsquoatrio tosto Sospigravenserlo e del portico sonante LrsquoAtride igraveva con loro e nella destra 170 Aureo nappo tenea colmo di dolce Generoso Liegraveo percheacute in partendo Libassero fermossi anzi arsquo corsieri E propinando agli ospiti sigrave disse

ο 151 laquoO garzoni salvete ed al Nelide 175 Il medesmo per me voacuteto ridite Fugravemmi sempre qual padre affettuoso Dersquo popoli rsquol pastor fincheacute pugnammo Noi Dagravenae genti lagrave nersquo campi drsquoIgravelioraquo

ο 154 E lrsquoIgravetaco garzon laquoTutto che imponi 180 A Pilo giunti o Re noi ridiremo Oh potessrsquoio del par nel natigraveo loco Trovar Ulisse nersquo suoi tetti e dirgli Che del pieno tuo amor mi feacutesti degno Non che quanti mi desti incliti doniraquo 185

ο 160 Comrsquoei si tacque a destra gli sorvola Unrsquoaquila che avea con lrsquougne stretta Bianca e grande oca mansueto augello Che da un cortil rapigrave con alte grida Uomini e donne lrsquoinseguigravean ma quella 190 Vie piugrave a destra appressandosi arsquo garzoni Davanti ai corridor volava ad alto Allegracircrsi a tal vista ambo gli eroi Nel cor di tutti rifiorigrave la speme Ma Pisigravestrato il primo laquoO divo Atride 195 Deh pon mente se a noi questo portento O qualcun degli Eterni a te lrsquoinviaraquo

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ο 169 Riconcentrato in seacute dentro volgea Menelao la risposta Ed ecco Elegravena Antivenigravealo laquoUdite udite ndash esclama ndash 200 Gli oracoli che in cor spigraverami un Dio Che adempieragravensi pagravermi Or come questa Aquila dispiccagravetasi dal monte Ove nacque ove i suoi parti vivranno Lrsquooca nodrita nel cortil ghermigraveo 205 Cosigrave molte patite aspre sventure Dopo che molto errograve reduce Ulisse Trarragrave darsquo Proci in sua magion vendetta Giagrave le soglie ne varca agli empi tutti Ecco apparecchia giagrave sterminio e morteraquo 210

ο 179 laquoQuestrsquooracolo adempia il Fulminante Sposo di Giuno ndash lrsquoIgravetaco rispose ndash Trsquoimplorerograve colagrave come una Divaraquo Ed isferzograve i corsier che ratto i campi Attraversata la Cittagrave trascorrono 215 Squassando impetuosi rsquol giorno intero Sul collo il giogo che teneacuteali avvinti Corcato il Sol ombragravevansi le vie Quando a Fere arrivacircro alla magione Di Digraveocle che Ortigraveloco produsse 220 Germe del fiume Alfegraveo Quivi lrsquointera Notte posacircr tranquilli e di Dioacutecle Gli ospitali accettacircr nobili doni

ο 189 Ma come rosea in Ciel fulse lrsquoAurora Aggiogati i corsier montacircr lrsquoadorna 225 Biga e dellrsquoatrio fuori e del sonante Portico lrsquoagitavano sferzava Telegravemaco i destrier che agevolmente Via persquo campi volavano Repente Lrsquoalta cittagrave raggiunsero di Pilo 230

ο 194 E drsquoIgravetaca il garzon laquoVuorsquo tu per fede Legagravermiti di far pieno il mio detto Pisigravestrato Lrsquoamor dersquo padri antico Ir ci fa drsquoospital nodo superbi Amendue drsquounrsquoetagrave questo viaggio 235 Vie piugrave dersquo nostri cor lrsquo affetto accresce No non mrsquoallontanar figlio di Giove Dalla nave qui lagravesciami non forse A mal mio grado per vie piugrave blandirmi

LIBRO XV

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Me in suo palagio non rattenga il vecchio 240 Mentre redir di subito mrsquoegrave forzaraquo

ο 202 Detto tra seacute Pisigravestrato discorre Come a modo il desir gli adegravempia e questo Il partito miglior tenne drizzava Vegraver la nave e rsquol marin lito i corsieri 245 Depose indi i bei doni in sulla poppa Le vesti e lrsquoor di che rsquol fersquo lieto Atride Ed a partir Telegravemaco esortando

ο 209 laquoMonta ed arsquo tuoi precipitar glrsquoindugi Comanda pria che arsquo tetti miei ritorni 250 Ad annunziar questa novella al padre Cheacute ciograve mi sona in cor no quellrsquoaltera Anima il dipartir non ti consente Anzi in questa verragrave piaggia ei medesmo A farti ressa neacute senza i suoi doni 255 Partiresti perograve che al tuo rifiuto In foco drsquoira tu rsquol vedresti accesoraquo

ο 215 Detto i corsier dallrsquoondeggiante chioma Vegraver la cittagrave spinse dersquo Pili e tosto Arsquo suoi tetti pervenne In questa laquoAmici 260 ndash Telegravemaco ingiungea ndash del bruno legno Ordinate gli attrezzi e noi medesmi Montiagravemvi a risolcar lrsquoequoree vieraquo

ο 220 Obbedicircr tutti e assigravesersi sui banchi Come presto al partir tutto ei giagrave scorse 265 Orava ed alla poppa un sagrifizio A Palla offrigravea quandrsquoecco gli si appressa Un pellegrino di lontan paese Profugo drsquoArgo chrsquoivi un uom uccise Era indovino e della stirpe sceso 270 Di Melampo che un digrave soggiornograve in Pilo Madre di greggi oltre modo opulente Ivi abitava una magion superba Ad altre genti indi migrograve fuggendo La patria ed il terribile Nelegraveo 275 Degli umani rsquol piugrave illustre immensi beni Rapigravegli e un anno li ritenne intero Per forza Intanto drsquoaspri lacci avvinto Nellrsquoalbergo di Figravelace patigravea Melagravempo doglie rie per lrsquoalma figlia 280 Di Negraveleo e pel pensier folle che in mente

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Gli suscitograve lrsquoinesorata Erinni Ma la Parca ei sfuggigrave condusse a Pilo Da Figravelace le vacche alto-mugghianti Trasse vendetta dellrsquoindegno oltraggio 285 Di Negraveleo poderoso e del germano Alle case menograve lrsquoinclita sposa Appo altre genti indi si addusse ad Argo Altrice di corsier poicheacute ebbe in fato Abitar quivi e stendere lo scettro 290 Sui molti Argivi Eletta ivi una sposa Vi edificograve un palagio alto ersquo due prodi Magraventio e Antigravefate ingenerograve Di questi Il generoso Oiclegraveo nacque e drsquoOiclegraveo Il servator di popoli Anfiaragraveo 295 Lui che Febo oltremodo e Giove sommo Fecircr lieto giagrave di cure affettuose Pur di vecchiezza al limitar non giunse Sotto Tebe ei perigrave pel don funesto Che la moglie accettograve Nacquer di lui 300 Anfigraveloco e Alcmaoacuten Magraventio produsse Clito al giorno e Polifide LrsquoAurora Per la beltagrave di cui Clito era adorno Rapillo percheacute seggio abbia tra i Numi Febo rese lrsquoegregio Polifide 305 Agraveugure insigne e tra i mortali rsquol primo Poicheacute se nrsquo corse a morte Anfiaragraveo Irato al genitore in Iperesigravea Rifuggissi Polifide e rsquol futuro Ivi alle genti tutte predicea 310

ο 256 AllrsquoIgravetaco garzone il costui figlio Nomato Teocligravemene accostosse In quella che sullrsquoagile naviglio Libando orava e con alate voci

ο 260 laquoPoicheacute a compier ti trovo in questo loco 315 Rito sigrave pio deh ti scongiuro amico Per gli olocausti tuoi pel Dio che implori Per lo tuo capo ersquo tuoi fidi seguaci Il veacuter mi dirsquo nulla celar chi sei Qual popolo lasciasti A Te qual terra 320 Il natal diede ove i parenti sonoraquo

ο 265 Ed il garzon laquoNon ti fia rsquol vero ascoso In Igravetaca nacqui io mrsquoegrave padre Ulisse

LIBRO XV

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Od il fu Cheacute or crudel morte il rapigraveo Venni corsquo prodi miei su questa nave 325 Investigando il deplorabil fato Del genitor giagrave da gran tempo assenteraquo

ο 271 laquoDel par vorsquo errando ndash lrsquoagraveugure soggiunse ndash Lungi dal suol natigraveo chrsquouom della mia Tribugrave vi spensi ed ei lasciograve non pochi 330 Fratelli e amici nella fertil Argo Drsquoalta possanza sulle genti Achee Dalla costor vendetta e dalla morte Fuggo di gente in gente or mi sospinge Ramingo il mio destin Deh sul tuo legno 335 Piagravecciati ricovrarmi ecco trsquoimploro Nella mia fuga cheacute terror mrsquoinvade Di cader trucidato Udir giagrave pagravermi Lo scalpitar dersquo miei persecutoriraquo

ο 279 laquoNo dal mio legno in che salir tu brami 340 ndash Gridograve rsquol garzon ndash no non verrai repulso Seacuteguimi trsquoaccorrograve lieto e di quanto Sta in mio potere ti farograve contentoraquo

ο 282 Detto preacutesegli lrsquoasta e la depose Sulla corsigravea del legno rimontogravevvi 345 Poscia egli stesso e vi si assise in poppa E lrsquoagraveugure seder si fece accanto Sciolte le funi ei comandograve che posti Fosser gli attrezzi darsquo compagni in pronto Tutti accorsero a gara ad obbedirgli 350 Alzato lrsquoabetin albero in alto Entro il piantacircr la cava nicchia e al piede Di corda lrsquoannodacircr le bianche vele Spiegacircr che attorti cuoi tenean distese Lrsquoaltera Diva dallrsquoazzurro sguardo 355 Giugrave dallrsquoetra mandograve propizio un vento Impetuoso acciograve che ratto solchi Del pelago la salsa onda il naviglio Partiti rassentacircr Crune e le belle Di Cagravelcide correnti Il Sol repente 360 Tramontograve e drsquoombra si copricircr le vie Spinta dal vento che governa il Nume La nave costeggiograve di Fegravea le rive E passograve accanto ad Egravelide divina Dominio degli Epegravei Telegravemaco indi 365

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Drizzograve lagrave vegraver le alpestri Isole il corso Pensoso del suo scampo o della morte

ο 301 Ulisse in questo mezzo e rsquol divo Eumegraveo Sedeano a cena ed i pastor con loro Drsquoesca e di beva il desiderio estinto 370 Parlograve drsquoIgravetaca il Re tentando Eumegraveo A chiarir se di lui lrsquousata cura Prender anco volesse ondrsquoei rimanga Lagrave nella stalla od a Cittagrave mandarlo

ο 307 laquoEumegraveo deh mrsquoodi e voi tutti o Pastori 375 Dimani al primo albor desigraveo condurmi A mendicar per la cittagrave acciograve rsquol vitto Ned a Te logri piugrave neacute a tuoi compagni Piagravecciati quindi ammaestrarmi e guida Darmi sicura onde colagrave mi scorga 380 Vagando andrograve per la cittagrave siccome Necessitagrave mi stringe e forse alcuno Porgeragravemmi una ciotola ed un tozzo Andrograve drsquoUlisse ai tetti ed alla saggia Penegravelope darograve nuove di lui 385 Avvolgerommi tra i superbi Proci Che in tanta copia di vivande forse Largiragravennomi un pasto A me fia lieve Ratto e ben eseguir tutto che vonno Chrsquoio rsquol ti dirograve giagrave tu mrsquointendi ascolta 390 Io la merceacute del messaggiero Ermete Da cui si abbella dersquo mortali ogni opra Di grazia e di splendor tal son che niuno Nelle cure domestiche mrsquoavanza O se faccia mestier raccocircrre il foco 395 O legna aride fendere od in brani Porre e abbrostir le carni o mescer vino Servigi che il tapin presta al possenteraquo

ο 325 Irato a lui cosigrave rispondi Eumegraveo laquoAhi come tal pensier ti cadde in mente 400 Ospite mio Certo perir ligrave brami Se tra la turba entrar vuorsquo tu dersquo Proci La cui audacia giagrave e la violenza Montar del Ciel sino alla ferrea volta Non tali sono i servi lor ma vaghi 405 Donzelli adorni di leggiadre vesti Di cui le chiome nitide e rsquol bel viso

LIBRO XV

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Mandan profumo di odorate essenze Questi lor vanno ministrando in giro Mentre di pan di carni e di Liegraveo 410 Le magnifiche lor mense van carche Deh qui rimanti no la tua presenza Ned a me neacute arsquo pastor torna mai grave E quando rediragrave drsquoUlisse il caro Figlio ti largiragrave tunica e vesti 415 E lagrave ti manderagrave dovrsquoir aspiriraquo

ο 340 Il magnanimo Re laquoPossa tu a Giove Caro esser tanto quanto a me tu rsquol sei Nobile Eumegraveo tu che arsquo miei lunghi errori Aglrsquoinfortuni miei termine hai posto 420 Non vrsquoha del ramingar vita piugrave dura Cheacute qual va errando degli umani pate Non pur lo strazio drsquoesecrabil fame Ma danni mille ad una e martigraver mille Or poicheacute mi rattieni e vuoi che aspetti 425 Telegravemaco deh dimmi se la madre Se del divino Ulisse il genitore Che lasciograve di vecchiezza in su la soglia Quandrsquoei si dipartigrave vivano ancora Sotto i raggi del Sole o se giagrave spenti 430 Discesero nersquo regni atri di Plutoraquo

ο 351 E rsquol buon pastor laquoOspite rsquol vero udrai Vive Laerte ma digrave e notte implora Giove che in sua magion lrsquoalma gli sciolga Cheacute dolor disperato il cor gli preme 435 Pel figlio assente e per la saggia donna Di sua florida etagrave fida compagna Che morendo anzi tempo il diede in preda A precoce vecchiezza Ella giagrave oppressa Da immenso affanno che del figlio illustre 440 Le cagionograve la lunga lontananza Perigrave drsquoorrida morte Oh non mai pecircra Cosigrave qual mi dilesse e in queste soglie Cortese a larga man poacutersemi aigraveta Fincheacute visse bencheacute angosciata mrsquoera 445 Dolce udire i suoi detti e interrogarla Poicheacute ella mrsquoallevograve presso Ctimene Esimia figlia sua di pepli adorna Ultimo dersquo suoi parti ad un ci crebbe

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E quasi al par di lei teneacuteami in pregio 450 Ma come al fior cotanto desiato Di nostra etagrave fummo amendue lei sposa Fecero in Same ricevendo immensa Dovizia a me di tunica di manto E di vesti leggiadre e di calzari 455 Anticlegravea fece dono e in questi campi A porre stanza mi mandograve e di cuore Mi dilesse ognor piugrave Tutti or con lei Questi beni disparvero ma i Numi Prosperacircr la fatica a cui mi diedi 460 Mrsquoalimentai la merceacute loro e bebbi E rsquol verecondo poverel sovvenni Quantrsquoallrsquoalma Penegravelope mrsquoegrave tolto Ascoltar piugrave le sue dolci parole Ersquo bei fatti conoscerne cheacute grave 465 Sulla magion di lei piombograve sventura Turba ria di superbi e non pertanto Uopo grande hanno i servi di parlarle Drsquointerrogarla sopra ciograve chrsquoei denno Mangiar e bere e riportarne ai campi 470 Di che lrsquoanimo lor sempre si allegraraquo

ο 380 laquoNumi ndash lrsquoeroe sclamograve ndash Fanciullo ancora Errar forza ti fu pastore Eumegraveo Dalla patria lontano e darsquo parenti Ma il veacuter deh dimmi disertata venne 475 La cittagrave vasta in che la veneranda Madre abitava e rsquol genitore O colto Presso lrsquoagne od i buoi solo rapicircrti Sulle navi i pirati e trasferito DrsquoIgravetaca ai liti per condegno prezzo 480 Ti vendettero al Sir di queste caseraquo

ο 389 laquoPoicheacute tanto drsquoudire i casi nostri Ospite mio trsquoaggrada e tu rsquol mi chiedi ndash Rispoacutesegli rsquol pastor ndash tacito ascolta Rassereacutenati in voacutelto ed il vermiglio 485 Licor beendo stammi assiso al fianco Notti regnano immense or vuogravelsi il tempo Compartire tra rsquol sonno e tra la vegghia Se lrsquoaltrui ragionar caro ci torna Anzi lrsquoora non trsquoegrave drsquouopo corcarti 490 Noce il sonno soverchio Ove addormirsi

LIBRO XV

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Talentasse ad alcuno esca e in sullrsquoalba Confortato di cibo arsquo paschi segua Del Re gli armenti Ma noi qui seggendo Diagravemci al bere al mangiar dersquo gravi nostri 495 Infortuni lrsquoalterna rimembranza Al cor ne aggiungeragrave cheacute si piace anco Dersquo proprii affanni uom che sofferse molto E molto errograve Dirti i miei casi adunque Poicheacute rsquol mi chiedi e rsquol brami egraveccomi presto 500

ο 403 Sirigravea si noma unrsquoisola tu forse Parlar nrsquoudisti che al di lagrave drsquoOrtigravegia Giace ursquo del Sol si veggion le rivolte Vasta no ma felice armenti e greggi Pasce in copia di viti e in un dersquo campi 505 Di frutto cereal lieti egrave feconda Non mai le genti a tormentar penegravetra La Fame ligrave neacute morbo altro funesto Arsquo miseri mortali allor che aggiunta Hanno lrsquoestrema etagrave le umane schiatte 510 Sceso nella cittagrave Febo dal grande Arco drsquoargento e Artegravemide le spegne Sugravebito colpo dersquo lor miti strali Sorgon ligrave due cittagrave tra cui si parte La comune dovizia il padre mio 515 Ctegravesio Ormegravenide somigliante ai Numi Sullrsquouna e lrsquoaltra distendea lrsquoimpero

ο 415 Approdograve un digrave colagrave di naviganti Fenici giuntator nave che mille In seacute chiudea leggiadri adornamenti 520 In casa il padre mio Fenicia donna Fugravevvi allor bella e grande e nersquo piugrave industri Lavori esperta Seppero gli astuti Con lusinghe sedurla accanto al legno Mentre i lini astergea lrsquoun dersquo garzoni 525 Con lei si giacque e ne gioigrave maligravea Prepotente che il cor la mente invola Alle inaccorte femmine quantunque State pria di virtugrave fosser devote

ο 423 Chi fosse e donde indi le chiese ed Ella 530 Gli additograve la magion del padre mio

ο 425 ldquoVagraventomi nata ndash disse ndash ursquo rsquol rame abbonda In Sidone Aribante egrave rsquol padre mio

ODISSEA

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Ricco drsquoampia dovizia In quel momento Che darsquo campi redigravea Tafi ladroni 535 Mi rapicircro ed al Sir di quel palagio Vendeacutettermi neacute vil nrsquoebbero il prezzordquo

ο 430 Ed il garzon che giagravecquesi con lei Celatamente ldquoOr non vorrai seguirne Per lrsquoalta reggia riveder del padre 540 E della madre e lor medesmi Certo Son vivi e ciaschedun ricchi gli estimardquo

ο 434 ldquoOh sigrave ndash la donna ripigliograve ndash ciograve fia Se ricondurmi drsquoogni oltraggio immune Giurerete o nocchieri al tetto miordquo 545

ο 437 Tacque e tutti giuracircr comrsquoElla indisse Poicheacute tratto fu il giuro a compimento In questa guisa soggiungea la donna

ο 440 ldquoOr un alto silenzio alcun non osi O per via in me si avvenga o presso al fonte 550 Motto pur farmi non qualcun si avvisi Ir al palagio e farne il veglio accorto Che si apponendo al veacuter drsquoaspre catene Me stringerebbe e voi porrebbe a morte Poacutestivi in core i detti miei deh ratto 555 Vettovagliare piagravecciavi il naviglio Comrsquoei fia carco giugravengami lrsquoannunzio Chrsquoio meco ancora porterograve quantrsquooro Sotto alle man verrammi altra mercede Pel vostro uffizio rendervi mrsquoaggrada 560 Io rallevo al buon sire un fanciulletto Accorto e lesto sigrave che fuor mi segue Con piegrave veloce io rsquol condurrograve alla nave Sommo tesor vi frutteragrave ove a genti Drsquoaltre favelle veacutenderlo vi piacciardquo 565

ο 454 Detto fece al regal tetto ritorno Intero un anno ivi restacircr coloro Trafficando di merci il legno carco E giagrave presto a salpar per un messaggio Diecircr avviso alla donna In casa il padre 570 Lrsquoastuto si recograve con un monile Drsquoambra contesto e drsquoograver la madre mia Tra mano con le ancelle il rivolgea Tutte intente il guatavano non lieve Prezzo offerendo in questa alla Fenicia 575

LIBRO XV

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Donna ammiccograve il nocchier segretamente Fatto il segno tornograve tosto al naviglio Per man ella mi prese e del palagio La soglia oltrevarcograve nellrsquoatrio i nappi Trovograve e le mense che imbandiva il padre 580 A quelli che reggean seco la terra E che al concilio addugravessersi con lui Per convocare il popolo repente Rapigrave tre di quersquo nappi e in sen gli ascose Io dissennato le premea i vestigi 585 Tramontograve il Sole intanto e tutte drsquoombra Si coperser le vie veloci al porto Magnifico giungemmo ed alla nave Fenicia Ersquo srsquoimbarcacircr con lor fendemmo Lrsquoequoree strade Giove un vento amico 590 Nrsquoinvia navigavam senza far sosta Sei digrave Ma quando di Saturno il figlio La settimrsquoalba rimenograve Diana La donna saettograve che al legno in fondo Come trafitta folaga marina 595 Strepitando cascograve La costei salma Darsquo Fenici scagliagravevasi nellrsquoonde Di Foche esca e di pesci in cor dolente Abbandonato e solo ivi rimasi Dal vento e darsquo marosi indi sospinti 600 In Igravetaca ersquo approdacircr dove Laerte Parte spendendo del suo aver mi ha compro Questa terra cosigrave correacuteami agli occhiraquo

ο 485 Ed il nobile Eroe laquoMi commovesti Nel petto rsquol cor drsquoassai questi narrando 605 Immensi affanni che patisti Eumegraveo Ma rsquol bene al male seguitar fersquo almeno Giove per Te poicheacute dopo aspri guai Venisti arsquo tetti drsquoun signor benigno Che trsquoegrave largo di cibo e di bevande 610 Tu lieto vivi mentrrsquoio a lungo errando Drsquouna in altra cittagrave qui alfin pervenniraquo

ο 493 Tal di costoro era il colloquio poscia Iti a corcarsi il sonno lor fu breve Cheacute lrsquoAurora apparigrave nellrsquoaureo trono 615 Giagrave sorti a riva raccogliean le vele Di Telegravemaco i fidi incontinente

ODISSEA

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Lrsquoalbero declinacircr corsquo remi in porto Spinser la prora lrsquoagravencore gittacircro E di funi le avvinsero nel lido 620 Ersquo medesmi gettagravevansi allesticircro La cena e vi libacircr dolce Liegraveo Di dapi e di licor ripressa in core La brama a dir Telegravemaco si prese

ο 503 laquoVoi presso alla cittagrave guidate il legno 625 A visitar i campi ed i pastori Or io me nrsquo vo visti i lavori a sera Appo voi riederograve Dimani allrsquoalba Vrsquoimbandirograve in premio del viaggio Ricca di carni e di licor la mensaraquo 630

ο 508 E rsquol divo Teoclimeacuten laquoChe far deggrsquoio Dove dunque nrsquoandrograve figlio diletto Forse ai tetti drsquoalcun dersquo piugrave possenti DrsquoIgravetaca alpestre Od ir dovrograve diritto Alla tua madre ed al regal tuo albergoraquo 635

ο 512 E Telegravemaco laquoCerto in miglior tempo Al mio palagio trsquoaddurrei neacute punto Lagrave verresti in desigraveo drsquoospital dono Ma tal partito focircra a te medesmo Di presente funesto a me egrave pur forza 640 Non appressarti ned a te fia dato Penegravelope veder cheacute assai di rado Appar tra i Proci ma nellrsquoalte stanze Stassi in disparte ad oprar tele intesa Pur altro eroe trsquoindicherograve appo cui 645 Riparar ben potresti il Polibide Eurigravemaco che drsquoIgravetaca le genti Onoran tutte quante al par di un Nume Uom drsquoalto affar che alla consorte al trono Del padre mio vie piugrave che gli altri aspira 650 Ma tu chrsquoempi di Te lrsquoetere immenso Oligravempio Giove il sai se costor prima Dellrsquoambigraveto Imenegraveo figraveen posti a morteraquo

ο 525 Diceva ed ecco sorvolargli a destra Ratto nunzio drsquoApollo uno sparviere 655 Tenea stretta tra lrsquougne una colomba La dispennava e ne spargeva a terra Tra la nave e Telegravemaco le piume Preso il garzon per mano ecco in disparte

LIBRO XV

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Teocligravemene rsquol tragge e sigrave gli dice 660 ο 531 laquoNo non seguigrave senza il voler drsquoun Nume

A destra il volo dellrsquoaugel di contra Il vidi ed augurale il riconobbi Telegravemaco farsquo cor piugrave regia stirpe Della tua non vrsquoha in Igravetaca qui fia 665 Dominatrice libera per sempreraquo

ο 535 Ed il garzon laquoDeh voglia il Ciel che questa Tua parola srsquoadegravempia ospite mio Tantrsquoio ti largirograve pegni drsquoaffetto Che qual ti riscontrasse indi per certo 670 Compitamente ti terrigravea beatoraquo

ο 539 Rivolto indi al suo fido laquoO mio Clitide Piregraveo ndash diceva ndash tu che fra i compagni Che a Pilo mi seguicircr fosti ad ognora Presto arsquo miei cenni piagravecciati or condurmi 675 Lrsquoospite in tua magione e liete fargli Accoglienze ed onor finchrsquoio ritorniraquo

ο 544 E quel prode laquoO Telegravemaco ove ancora Star lunga pezza qui ti fosse in grado Avrograve dello stranier cura neacute fia 680 Chrsquoei drsquouffizio ospital viva in desigraveoraquo

ο 547 Detto salse il naviglio ed arsquo compagni Di sciocircr le funi e di montar ingiunse Srsquoimbarcacircr tutti e assigravesersi sui banchi I bei calzari sotto i piedi avvinse 685 Telegravemaco ed in man valida unrsquoasta Che prefissa di rame avea la punta Tolse dal palco della nave ad alto Vegraver la cittagrave i nocchier spinsero il legno Come drsquoUlisse il caro figlio impose 690 Ed ei con ratto piegrave si allontanava Sin che giunse alla stalla ove i suini Branchi si accovacciavano Sovrrsquoessi Arsquo suoi padroni affettuoso e mosso Da vivo zelo vigilava Eumegraveo 695

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LL II BB RR OO XX VV II

Riconoscimento di Telegravemaco e drsquoUlisse

RRACCESO rsquol foco allrsquoapparir dellrsquoalba Nellrsquoumil tetto Ulisse e rsquol chiaro Eumegraveo Leve pasto allesticircro ersquo congregati Verri avviacircr corsquo lor custodi ai campi Ma i cani latrator facean gran festa 5 A Telegravemaco intorno neacute al vegnente Abbaiavano Accorto rsquol divo Ulisse Feacutessi di quel blandir giagrave giagrave rsquol rumore Dersquo passi dellrsquoeroe vie piugrave crescea Perciograve converso al buon pastor laquoEumegraveo 10 Certo ndash disse ndash qui giunge un tuo compagno O conoscente non latrano i cani Ma tripudian giagrave nrsquoodo il calpestioraquo

π 11 Neacute fin pose al parlar che rsquol suo diletto Figlio apparve nellrsquoatrio A quella vista 15 Attonito rsquol pastor legravevasi i vasi In che rsquol vino mescea di man gli caddero Coacutersegli incontro gli baciograve la testa I begli occhi lucenti ambe le mani Affettuose lagrime spargendo 20 Come tenero padre al petto stringe Il caro figlio che tornograve da lungi Dopo assenza decenne unico figlio Che in tarda etagrave produsse e per cui tante Fiere angosce patigrave non altrimenti 25 Tutto intero ricinse e baciograve Eumegraveo Il bel garzon come se allora allora Fosse a morte sfuggito e lagrimando

π 23 laquoVenisti alfin o desiata e dolce

LIBRO XVI

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Luce degli occhi miei Di piugrave vederti 30 O Telegravemaco uscito era di speme Dal digrave che navigando ito sersquo a Pilo Piagravecciati o figlio entrar sigrave chrsquoio ti miri E mi consoli cheacute drsquoaltronde giunto Qui ratto vieni Pur di rado i campi 35 Visiti ed i pastor ma in cittagrave resti Lrsquoinfesta ad osservar turba dersquo Prociraquo

π 30 E rsquol garzon laquoQuesto fia nobile veglio Che qui per tua cagion vengo bramoso Di rivederti e da Te udir se in casa 40 Regravestami ancor la madre o se dersquo Proci Alcun la disposograve mentre nel letto Giagrave deserto drsquoUlisse le odiose Tele filando va sordida aracneraquo

π 36 laquoSta ndash ripigliava Eumegraveo ndash lagrave nel palagio 45 Constante in suo patir la genitrice Ed i mesti suoi Digrave le meste Notti Pur consuma nersquo gemiti e nel piantoraquo

π 40 Ciograve detto appena la ferrata lancia Riceveacute dal garzon che della soglia 50 Varcato il marmo entrograve Comrsquoei processe Surgeva il padre a cedergli lo scanno Ma rsquol giovinetto il divietograve dicendo

π 44 laquoOspite siedi qui nel nostro albergo Un altro seggio ne fia porto ed ecco 55 Il servo che giagrave a dagraverlomi srsquoaffrettaraquo

π 46 Diegrave volta Ulisse e risiedeacute stendea Molli rsquol pastor virgulti e di villosa Pelle li ricoprigravea lagrave rsquove rsquol diletto Figlio drsquoUlisse assigravesesi Giagrave Eumegraveo 60 Colmi i taglier dellrsquoabbrostite carni Che intatte ier lasciagravevansi recava Non che candidi pani nersquo canestri Accumulati ed in campestre vase Temprato il dolce vin con limpidrsquoonda 65 Di contra al Re si collocograve Giagrave tutti Stendean le mani alle imbandite dapi Drsquoesca e di beva il desiderio estinto Telegravemaco al pastor movea tai detti

π 57 laquoDonde buon veglio il forestier ti giunse 70 Come i nocchier ad Igravetaca il menacircro

ODISSEA

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Chi fucircr Cheacute certo a piegrave qua non si varcaraquo π 60 laquoFiglio ndash rispose Eumegraveo ndash nulla trsquoascondo

Vagraventasi nato ei lagrave nellrsquoampia Creta Gran tempo errando aver percorso ei dice 75 Molte cittagrave ciograve in fato ebbe da un Nume Giugrave da un naviglio di nocchier Tesprograveti Calagravetosi fuggiva e al mio tugurio Riparograve non ha guari Io rsquol ti rassegno Or adopra a tuo senno gloriarsi 80 Omai drsquoesser tuo supplice gli aggradaraquo

π 68 Lrsquointerruppe Telegravemaco laquoTal voce Certo in cor mi sonograve diletto Eumegraveo Dolorosa comrsquoio nel mio palagio Ricetterograve questrsquoospite Non viemmi 85 Fidanza dallrsquoetagrave che questo braccio Respinger vaglia chi lrsquoassalti rsquol primo Tra due opposti pensier la madre ondeggia O restar meco e regger la magione Onor facendo al marital suo letto 90 E servando sua fama o degli Achivi Impalmarne rsquol piugrave forte e che piugrave ricca Dote le largiragrave Ben dar voglrsquoio A questrsquoospite tuo tunica manto Vesti decenti ancipite una spada 95 E calzari e mandarlo ovrsquoir piugrave brama Cheacute se rsquol ritieni e prenderne vuoi cura Qui vesti manderograve con dapi varie Ondrsquoei non logri te neacute i tuoi compagni Ma non mai patirograve chrsquoei lagrave si rechi 100 Appo i rivali la costor baldanza Trapassa ogni confin Srsquoei fia oltraggiato Gran duol verrammi al cor Compier egrave duro Ad un sol bencheacute prode in mezzo arsquo molti Audace impresa ersquo figraveen sempre i piugrave fortiraquo 105

π 90 E lrsquointrepido Sir laquoGiustrsquoegrave chrsquoio ancora Mio diletto risponda ah certo in petto Scoppiami rsquol cor udendo i fieri oltraggi Che in tua magion commeacutettonsi darsquo Proci A mal tuo grado quando tal pur sei 110 Dimmi spontaneo cedi O rsquol popol tutto Nella cittagrave ti porta odio obbedendo Allrsquooracol drsquoun Nume O forse incolpi

LIBRO XVI

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I fratei Lo straniere anche in gran rischio Dalle lor nimistagrave vie piugrave srsquoincora 115 Percheacute con questo cor giovin non sono Al par di te Percheacute prole drsquoUlisse Non sono O lui medesmo ritornante Darsquo lunghi errori suoi (cheacute morta al tutto No la speme non egrave) Vorrei che tosto 120 Prode stranier la testa mrsquoabbattesse Se posto il piede nella reggia a tutti Costor non recherograve sterminio e morte E quando ancor solo sendrsquoio la folta Mi soverchiasse di gran cor torrei 125 Immolato perir nel mio palagio Pria che veder pur sempre opre sigrave turpi Oltraggiagravermisi gli ospiti sforzarsi Nelle regali mie stanze le ancelle Indegnamente e le vendemmie e rsquol vitto 130 Inghiottigravermisi a caso e rsquondarno e sempreraquo

π 112 Ed il garzon laquoOspite il tutto udrai Neacute me rsquol popolo ha in odio ned incolpo Di fratei nimistagrave che quando ferve Quanto il rischio egrave maggior tanto nel petto 135 Piugrave di baldanza allo straniere inspira Giove nascer non feacuteo nella mia stirpe Drsquoetagrave in etagrave che un figlio unico Arcegravesio Laerte solo ingenerava e questi Il solo Ulisse che me sol prodotto 140 Lasciograve in sua reggia neacute di me alcun srsquoebbe Conforto Perciograve ostil turba infinita Mrsquoinfesta la magione I duci tutti Che regnan le propinque isole intorno Duligravechio Same e Zacinto selvosa 145 Quersquo che rsquol dominio in Igravetaca usurpacircro Tutti impalmar agognano la madre E la magion disegravertanmi Non ella Osa le nozze ributtar funeste Neacute puograve trarle ad effetto i Proci intanto 150 Tutto il mio aver divorano e me stesso Trucideran Ma ciograve sulle ginocchia Posa dersquo Numi Or via diletto Eumegraveo Corri alla madre e dille che da Pilo Salvo le torno Io qui rimango e tu 155

ODISSEA

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A lei solo mrsquoannunzia indi qui riedi Neacute trsquooda alcuno degli Achei cheacute molti Insidiando por mi vonno a morteraquo

π 135 laquoBen mrsquoaccorgo di ciograve ndash soggiunse Eumegraveo ndash Parli a chi ben trsquointende Or tu rsquol veacuter dimmi 160 Annunziar non deggrsquoio per la via stessa Il tuo ritorno al misero Laerte Sin da quel digrave che si partiva Ulisse Mesto ei vivea pur sui lavor dersquo campi Invigilava e in sua magion corsquo servi 165 Come rsquol pungea rsquol desir prendeacuteasi rsquol cibo Or sin dal digrave chrsquoito sersquo a Pilo egrave fama Che ogni esca ogni bevanda abbia in dispetto Neacute che arsquo lavori guardi piugrave ma in pianto Segraveggia mettendo lai tal che dallrsquoossa 170 Lrsquoarida pelle tutta gli srsquoinformaraquo

π 146 Ed il saggio garzon laquoBen ciograve mrsquoegrave grave Pur quantunque pietagrave grande mrsquoaccori Senza nuove or si stia Se tutte cose Succedesser arsquo grado dersquo mortali 175 Del padre chiederei prima il ritorno Dato lrsquoannunzio riedi e non ti caglia Vagar nersquo campi od ir a lui ma solo Dirsquo alla madre chrsquoinvii la dispensiera Celatamente e presto al veglio ondrsquoElla 180 Gli sia del mio ritorno annunziatriceraquo

π 154 Detto eccitograve rsquol pastor che arsquo piegrave i giagrave tolti Calzari allaccia ed a cittagrave srsquoavvia Neacute mentre dalla stalla si diparte Sfugge allo sguardo di Minerva Eumegraveo 185 La forma assunta drsquoavvenente e grande Neglrsquoindustri lavor femmina instrutta Accostossi la Dea Di contra apparve Dellrsquoalbergo alla porta ovrsquoera Ulisse Neacute la vide il garzon cheacute non a tutti 190 Son gli Eterni visibili La vide Ulisse ed i mastin che non latracircro Ma con blando gannir corser tremanti Ad appiattarsi della stalla in fondo Corsquo sopracigli Ella accennograve srsquoavvide 195 LrsquoEroe giagrave lungi dallrsquoostel vegraver lrsquoalto Muro processe del cortile e innanzi

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A Minerva risteacute che sigrave gli disse π 167 laquoAmor di Giove accorto Ulisse or parla

Al figliuol tuo nulla tenergli ascoso 200 Macchinata per voi la morte arsquo Proci Ite allrsquoalta cittagrave con voi tra poco Sarograve cheacute di pugnar mrsquoarde la bramaraquo

π 172 Detto il toccograve dellrsquoaurea verga a un tratto Di tunica e di bel nitido manto 205 Il petto gli vestigrave ringiovenillo Il ringrandigrave gli rimbrunigrave rsquol sembiante Ferme le guance steacutesersi e di negri Peli gli si ombreggiograve drsquointorno rsquol mento Ciograve fatto sparve rientrograve lrsquoeroe 210 Attonito il garzon rivolse gli occhi Ad altra parte paventando un Dio Ed laquoOspite ndash sclamograve ndash quanto mutato Or sersquo da quel di prima Ecco altri panni Vesti ed altra mi appar la tua persona 215 Certo sersquo un Nume abitator del Cielo Propizio e pio deh mi ti mostra grate Cadragraventi per mia man vittime e doni Effigiati in or Deh ne risparmiaraquo

π 186 laquoNon son non son io giagrave ndash ripigliograve Ulisse ndash 220 Un immortal percheacute mrsquoagguagli ai Numi Il tuo padre son io per cui sospiri Per cui gran mali tollerando lrsquoonte Dersquo violenti sopportar trsquoegrave forzaraquo

π 190 Detto al sen lo si strinse e rsquol baciograve a terra 225 Giugrave dalle guance gli discorse il pianto Che in suo fermo voler sin qui represse Ma Telegravemaco (ancor non persuaso Che il caro genitor gli stesse innanzi)

π 194 laquoNo ndash replicava ndash no tu non sersquo Ulisse 230 Non sersquo tu rsquol padre mio mrsquoinganna un Nume Acciograve i sospiri creacutescanmi ed il pianto Mortal non ha che da se stesso vaglia Prodigi tali oprar salvo se un Nume Sorgiunga e vecchio o giovine rsquol trasformi 235 Rotto dagli anni in vili cenci avvolto Eri pur dianzi ed or somigli ai Numiraquo

π 201 E rsquol saggio eroe laquoTelegravemaco non lice Stagravendoti qui drsquoappresso il caro padre

ODISSEA

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Attonito mostrarti e stupefatto 240 Qui un altro Ulisse no non verragrave mai Ben io son desso che giagrave molti affanni Sostenni ed errai tanto e che or riveggio Dopo ventrsquoanni la natal mia terra Opra egrave cotesta della predatrice 245 Minerva che a suo grado (e puograve ella tutto) Trasmutarmi si piacque or qual tapino Or qual garzon di ricche vesti adorno Chrsquoegrave leve ai Numi abitator drsquoOlimpo Alzare un uom di gloria in sulle cime 250 O ruinarlo di miseria al fondoraquo

π 213 Tacque e si assise Dellrsquoamato padre Telegravemaco sul petto srsquoabbandona E dagrave in gran pianto Surse in amendue Di gemiti desigraveo metteano strida 255 Piugrave chrsquoaquile o sparvier dallrsquounghie adunche Cui villan duro abbia rapiti i parti Disadatti a trattar lrsquoaere con lrsquoali Cosigrave quersquo dolorosi in dolce pianto Struggeacuteansi e tra i sospir colti gli avrigravea 260 Il tramontar della diurna luce Se Telegravemaco a dir presto non era

π 222 laquoQual nave padre mio qua ti condusse Di qual gente i nocchier Che certo il piede Non ti trasse a calcar drsquoIgravetaca il lidoraquo 265

π 225 laquoNon ti fia ascoso il veacuter figlio diletto ndash Ulisse ripigliograve ndash Mi rimenacircro I Feaci sul mar incliti e presti Qualunque a ricondur che appo lor giunga Addormentato mi guidacircr con ratta 270 Nave per lrsquoonde e qua deposto mrsquohanno In bronzo in ricche vesti ed in moltrsquooro Splendidi doni mi largicircr che ascosi Per celeste voler degli antri in fondo Di questa piaggia Alfine or qua mrsquoaddussi 275 Da Palla ammaestrato acciograve tra noi Consultiam dellrsquoostil turba la strage Or via tutti gli novera ondrsquoio sappia Quanti e quai son costoro Indi agitando Nel fiero animo mio tutti i partiti 280 Vedrograve se noi due soli ad affrontarli

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Bastiamo o se mestier drsquoaltri ne fiaraquo π 240 laquoO padre mio ndash gridograve il garzon ndash lrsquoimmensa

Tua gloria sempre celebrar udigravea Tu sersquo prode di man saggio in consiglio 285 Ma dicesti ardua cosa oppresso tiemmi Alto stupor No contro molti e forti Due soli battagliar non potran mai Non dieci o veacutenti son ma vie piugrave molti I Proci ed ecco il novero or trsquoegrave aperto 290 Di Duligravechio venigravean con sei lor servi Cinquanta due giovani eletti Same Veacutenti e quattro avviograve prodi ben veacutenti Achiva gioventugrave mandograve Zacinto Igravetaca stessa dodici ne aggiunse 295 Dersquo piugrave valenti havvi con lor lrsquoaraldo Medoacutente e un divin vate e due periti Scalchi Se tutti gli affrontiam lagrave dentro Temo che amaro e grave non ti torni Trar da quersquo tanti oltraggiator vendetta 300 Deh pensa dunque o padre mio se trovi Chi ci porga con pronto animo aigravetaraquo

π 258 laquoRisponderograve ma tu pon mente e mrsquoodi ndash Ripigliava lrsquoeroe ndash Giudica dunque Se Minerva ci basti e rsquol suo gran padre 305 O se ci fia mestier chrsquoaltri nrsquoaigravetiraquo

π 262 Ed il saggio garzon laquoQuersquo che nomasti Proteggitor sono possenti Stanno Lassugrave nel Ciel sovrrsquoalte nubi assisi Dominator degli uomini e dersquo Numiraquo 310

π 266 laquoSta ben ndash rispose rsquol Re ndash Gran tempo lungi Non rimarranno no quersquo Sempiterni Nel terribil conflitto allor che dentro Arsquo tetti miei la gagliardigravea di Marte Tra i Proci e noi giudicheragrave Tu allrsquoalba 315 Penetra nel palagio e tra la schiera Di quersquo superbi avvolgiti Me poscia In forma di tapin vecchio mendico Nella cittagrave condurragrave Eumegraveo Se scorgi Lagrave nellrsquoalbergo mio fagravermisi oltraggio 320 Che il tuo tenero cor tolleri in pace Tutti glrsquoinsulti che patir mrsquoegrave forza E dove per li piegrave fuor del palagio

ODISSEA

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Strascinagravessermi ancora e di percosse Alla presenza tua feacutessermi segno 325 Reprimi lrsquoira Dal furore insano A desister gli esorta e con soavi Parole adopra di tornarli in calma Ma niun al tuo voler fia che si pieghi Peroccheacute a tutti rsquol fatal digrave sovrasta 330 Apri ad altro or la mente ed entro il ferma

π 282 Quando mi spireragrave lrsquoalto concetto Pagravellade ricca drsquoottimi consigli Trsquoaccennerograve del capo e tu quantrsquoarmi Giacciono in basso nel palagio tutte 335 Da te rimosse e trasportate in fondo Alla stanza superna ivi depoacutenle Che se drsquoarme rsquol desigraveo pugnesse i Proci E movegravesserti inchiesta e tu con queste Blande parole a illuderli trsquoadopra 340 ldquoLe sottrassi dal fumo cheacute non sono Fulgide piugrave come lasciolle il padre Quando a Troia se nrsquo gigraveo ma si oscuracircro Come fucircr tocche dal vapor del foco Mrsquoinfuse inoltre in cor questo sospetto 345 Giove non vinti da Liegraveo soverchio Appicchiate tra voi zuffa e lrsquoun lrsquoaltro Ferendo il sangue a deturpar trascorra Il convito e le nozze il ferro stesso Irrita lrsquouomo ed a seacute rsquol traggerdquo A noi 350 Due spade due lanciotti e da imbracciarsi Duo di selvaggio bue forti brocchieri Lascia a questi darem di piglio quando A battagliare irromperemo allora Merceacute a Minerva e al sapiente Giove 355 Figraveen resi i Proci attoniti ed imbelli Altro dirotti e tu nel cor lo imprimi Se figliuol mio sei tu se del mio sangue Sei veramente farsquo che alcun non oda Che Ulisse egrave qui non giagrave Laerte rsquol sappia 360 Ned Eumegraveo ned i servi neacute la stessa Penegravelope Noi due soli tu ed io Esplorerem dersquo servi e delle ancelle Lrsquoindole ed il contegno e sigrave vedremo Chi ci onora in suo cor chi di noi teme 365

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Chi a vil ne prende chi bencheacute sigravee degno Drsquoalta osservanza farti oltraggio ardiscaraquo

π 308 Ed il giovane illustre laquoO padre mio Conoscerai spero il mio cor neacute ignavo Ned insensato mi terrai ma questo 370 Partito util non pagravermi or teco il pensa Tentando i servi ad uno ad un dovresti Lungi nersquo campi errar gran tempo e indarno I Proci intanto senza sosta o modo Tranquilli in tua magion le tue sostanze 375 Divoreranno Ti conforto adunque Tra le ancelle osservar qual nrsquoave a scherno Qual sia innocente ma tentare i servi Percorrendo le stalle or non vorrei Meglio torna indugiar se ti diegrave Giove 380 Veracemente di vittoria un segnoraquo

π 321 Mentre alternan tra lor queste parole Giunse a cittagrave la nave che da Pilo Telegravemaco ersquo compagni radducea Del porto entrati nersquo capaci vadi 385 Tiracircro in secco il legno abili servi Rimossero gli attrezzi ersquo preziosi Doni alle case indi recacircr di Clito Poscia un araldo alla magion drsquoUlisse Spacciacircro ad annunziar alla sua donna 390 Che era rsquol figlio nersquo campi e chrsquoei prescrisse Drizzar vegraver la cittagrave del legno il corso Non forse in sua tremante alma lrsquoesimia Regina tristi ancor lagrime spanda Eumegraveo e lrsquoaraldo si scontracircr per via 395 La medesma novella ambi recando Posto il piegrave nella reggia il banditore Tra le ancelle gridograve laquoGiugravenseti rsquol caro Figlio o Reginaraquo Indi rsquol pastor accosto Di lei si pose e con sommessa voce 400 Spose ciograve che Telegravemaco glrsquoingiunse Quindi veloce srsquoavviando ai branchi Gli atrii lasciava e lrsquoalta reggia addietro

π 342 Ma costernati drsquoanimo e dolenti Uscigraveeno i Proci del regal palagio 405 Ed appo rsquol muro del cortil davanti Alle porte si assisero A dir primo

ODISSEA

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Il Polibide Eurigravemaco si feacuteo π 346 laquoCerto amici superba ed ardua impresa

Telegravemaco fornigrave questo viaggio 410 Pur dicevam ldquoNol compieragraverdquo Su via Lanciam la miglior nave ed i piugrave sperti Regravemigi congreghiam percheacute al piugrave presto A rincasarsi movano i compagniraquo

π 351 Cessograve appena dal dir che giagrave la nave 415 Rivolto al lido Anfigravenomo scorgea Nellrsquoalto porto entrar altri le vele Ripiega ed altri giugrave depone i remi Rise e laquoNon piugrave srsquoinvii messo niuno Egraveccoli in porto ndash esclama ndash O li fersquo accorti 420 Un Nume o trapassar videro il legno Ma di ghermirlo fatto lor non venneraquo

π 358 Sorsero e al lido srsquoavviacircr tirata La nave in secco trasportacircro i servi Gli attrezzi e lrsquoarmi A far consulta i Proci 425 Strigravensersi neacute assentir chrsquoaltri con loro Giovine o vecchio si sedesse Allora LrsquoEupigravetide Antigravenoo tra lor esclama

π 364 laquoOh come i Numi da sigrave fier periglio Liberacircro costui Lrsquointero giorno 430 Sedean le scolte sui ventosi gioghi Con veci alterne poi corcato il Sole Non passammo la notte in terra mai Ma navigando sul veloce legno Aspettavam lrsquoaurora insidiando 435 Per uccider Telegravemaco un Nume Che alla terra natigravea salvo il raddusse Ordiagravemgli or qui morte crudele e certa No sin chrsquoei vive non potrem lrsquoimpresa Che in mente rivogliam compier mi penso 440 Saggio diserto egli egrave neacute come un tempo Abbiam piugrave lrsquoaura popolar seconda Affrettagravetevi dunque anzi che egli abbia Convocati gli Achivi a parlamento Neacute pacato credrsquoio neacute mansueto 445 Si mostreragrave ma in foco drsquoira acceso Sorto in piegrave ci apporragrave tra rsquol popol tutto Che gli ordimmo crudel morte ma indarno Certo a cotanto rio dar non potranno Loda gli Achei ben crsquoimporran condegna 450

LIBRO XVI

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Pena cacciati dalla patria in bando Profughi andremo appo straniere genti Antivenirlo egrave drsquouopo e lagrave nersquo campi Lungi dalla cittagrave spegnerlo o quando Riederagrave Posseduto il suo retaggio 455 Il partirem tra noi soli egualmente Ed alla madre lascerem la reggia DrsquoUlisse ed a colui che fia lo sposo Che se questo mio dir non vi talenta Se volete chrsquoei viva che i paterni 460 Beni tutti possegga or via restiamo Dal divorar qui congregati tutte Le sue care sostanze in sua magione Ciascun corsquo doni suoi chiegga a consorte Penegravelope chi a lei dote piugrave ricca 465 Porge od il fato le presceglie impalmiraquo

π 393 Tacque neacute ruppe alcun lrsquoalto silenzio Anfigravenomo a parlar surse di Niso Arezigraveade regal prole ei mosse Capo dersquo Proci che dal frumentoso 470 Duligravechio uscicircr accetto alla regina Nrsquoera il sermon cheacute retta mente egli ebbe Affettuoso arsquo suoi converso ei disse

π 400 laquoQuanto a me certo non vorrograve compagni Telegravemaco trafitto egrave grave egrave indegno 475 La regia stirpe struggere ben vuogravelsi Prima dersquo Numi consultarne rsquol senno Ove rsquol dritto che origina da Giove Corsquo suoi decreti ciograve raffermi io stesso Con questa man vorsquo uccigravederlo e voi tutti 480 A far ciograve stesso incorerograve Se avversi Ce rsquol divietan gli Eterni a star vi esortoraquo

π 406 Piacque il sermon drsquoAnfigravenomo Repente Sursero e srsquoavviacircr verso la reggia Rientrati posacircr sui tersi seggi 485

π 409 Ma comparir drsquoinnanzi arsquo violenti Penegravelope fermograve Cheacute la tramata Morte darsquo Proci al suo figlio diletto Nella propria sua reggia Ella giagrave udigraveo Medoacutente il banditor la fece accorta 490 Cui non erano ascosi i rei disegni Lrsquoesimia donna traversograve veloce La sala con le ancelle e come giunse

ODISSEA

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Dinanzi ai pretendenti in sulla soglia Della porta risteacute drsquoun sottil velo 495 Adombrata le guance AllrsquoEupitigravede Rivograveltasi il garrigravea con questi accenti

π 418 laquoVil di misfatti artefice e di guai Antigravenoo scellerato e glrsquoItacensi Te fra i tuoi pari in senno ed in facondia 500 Tengono il primo Oh tal non fosti mai A Telegravemaco mio deh percheacute trami O perfido la morte e non ti tocca Pietade rsquol cor degli ospiti che guarda Giove dal Ciel Non egrave giagrave pio consiglio 505 Alterne stragi macchinar O forse Ignori tu che in questa reggia stessa Riparograve il padre tuo giagrave fuggitivo Lrsquoaspra temendo popolar vendetta Concitato srsquoavea lrsquoira di tutti 510 Percheacute i Tafi ladron seguendo nocque Arsquo Tesprograveti con lega a noi congiunti Giagrave struggeacuteansi drsquouccigravederlo e del petto Trargli rsquol cor e ingoiar le sue dovizie Ma sorse Ulisse rsquol divietograve Glrsquoirati 515 Quantunque ardenti di ferir contenne Tu lrsquoaver gli consumi o inverecondo La consorte ne ambisci il figlio uccidi Me drsquoaspro duol trafiggi Or via lrsquoingiungo Cessa e rsquol costor mal animo reprimiraquo 520

π 434 E rsquol Polibide laquoIcagraveride prudente Farsquo cor neacute cura tal trsquoagiti lrsquoalma Non egrave neacute vrsquoebbe ned alcun fia mai Che la man sul tuo figlio alzare ardisca Sin chrsquoio spiri e questi occhi apra alla luce 525 Questo dico neacute invan cheacute il costui sangue Ratto giugrave scorrerigravea per la mia lancia Fitto mrsquoegrave nel pensier come sovente Lrsquoeversor di Cittagrave lrsquoinclito Ulisse Sul ginocchio mrsquoaccolse ed abbrostite 530 Carni tra man porgeacuteami ed il vermiglio Bacco mrsquooffrigravea Non egravemmi altro mortale Caro al par di Telegravemaco non tema Morte darsquo Proci ei no ma se gli Eterni La fermasser lassugrave schermo non havviraquo 535

π 448 Dicea cosigrave per affidarla intanto

LIBRO XVI

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Volgeva del garzon lrsquoeccidio in mente Risalita alle sue splendide stanze Pianse Ella Ulisse il suo sposo diletto Fincheacute drsquoun dolce sonno le palpegravebre 540 Soavemente le gravograve Minerva

π 452 Eumegraveo srsquoaddusse allrsquoimbrunir del giorno Al rege ed a Telegravemaco che in pronto Miser la cena poi che molle ai Numi Verro sagrificacircr Se non che Palla 545 Fagravettasi presso al divo erse drsquoun tocco Della sua verga assumere gli feacuteo Di vegliardo la forma e dersquo suoi cenci Primi lo rivestigrave percheacute il pastore Vigravestol in faccia nol ravvisi e porti 550 Alla saggia Penegravelope lrsquoannunzio Mal guardando in suo cor lrsquoalto segreto

π 460 laquoRitorni Eumegraveo diletto ndash a dir primiero Telegravemaco si feacutea ndash Qual grido suona Per la cittagrave Gli oltracotati Proci 555 Ritornacircr dallrsquoagguato od ispiando Stanno ancora sul mare il mio ritornoraquo

π 464 E tu cosigrave gli rispondesti Eumegraveo laquoNeacute investigar neacute chiedere di questo Nel traversare la cittagrave mi calse 560 Ratto portar lrsquoavviso e qui redire Pungeacutevami desigraveo Bensigrave lrsquoaraldo Agile messaggier dersquo tuoi compagni Mrsquooccorse che di te primo alla madre La novella recograve Questo so ancora 565 Che rsquol vider gli occhi miei Distando poco Dalla Cittagrave lagrave dove sorge il colle Sacro a Mercurio vidi entrar nel porto Con molta gioventugrave legno veloce Drsquoaste ancipiti carco e di brocchieri 570 Dersquo Proci rsquol tenni ma nol so di fermoraquo La sacra possa del garzon sorrise Ed al padre ammiccograve cauto schivando Gli sguardi del pastor Fornita ogni opra E giagrave la mensa in punto pasteggiacircro 575 E dersquo cibi egualmente compartiti Tutti gioicircro Drsquoesca e di bevande Ripresso il desiderio si corcacircro Ersquo giocondi gustacircr doni del sonno

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LL II BB RR OO XX VV II II

Arrivo di Telegravemaco alla Cittagrave drsquoIgravetaca

GGIAgrave comparsa era in Ciel rosea le dita La figlia del Mattin quando avvincea Sotto le piante i bei calzar lrsquoamato Figlio drsquoUlisse alle sue mani adatta Tolse valida lancia e giagrave disposto 5 Drsquoir a cittagrave cosigrave al pastor dicea

ρ 6 laquoAd Igravetaca me nrsquo vo diletto Eumegraveo Acciograve la madre mi riveggia certo Non cesseragrave dal gemer doloroso Neacute dalle tristi lagrime se prima 10 Reduce non mrsquoiscorge Or tu ciograve adempi Guida a cittagrave questrsquoospite infelice Percheacute rsquol vitto srsquoaccatti a chi fia in grado Gli porgeragrave la ciotola ed il tozzo Tolto mrsquoegrave tutti sovvenir cheacute lrsquoalma 15 Combattuta sentrsquoio drsquoaspri tormenti Se monta in ira lrsquoospite piugrave grave Patiragrave la sventura uom franco e presto A dir la schietta veritagrave son ioraquo

ρ 16 laquoNed io giagrave bramo ndash rispondeacuteagli Ulisse ndash 20 Chrsquoaltri qui amico mi rattenga giova Piugrave che nersquo campi lrsquoaccattare il cibo Nella cittagrave ad un misero Chi vuole Mi sovverragrave cheacute star presso alle stalle E fornir tutto che mrsquoingiunge il sire 25 Contegravendemi lrsquoetagrave ma varsquo e mi fia Guida questrsquouom come imponesti tosto Che rsquol foco alquanto ed il calor del Sole Conforterammi Ho tristi panni e temo Non mi sia rsquol gelo mattutin funesto 30

LIBRO XVII

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Cheacute distar odo la cittagrave drsquoassairaquo ρ 26 Disse veloce uscigrave fuor della stalla

Telegravemaco ed il fato ultimo arsquo Proci Gigravea nella mente seminando Giunto Appo la reggia srsquoarrestograve ad unrsquoalta 35 Colonna appoggiograve lrsquoasta e oltrevarcato Di marmo il limitar nellrsquoaula entrava

ρ 31 La nutrice Euriclea che i seggi adorni Di velli ricoprigravea primiera il vide Piangendo accorse a lui diritto lrsquoaltre 40 Del Re fantesche tutte circuicircrlo Giagrave lrsquoabbracciano a gara e chi sul capo Chi baci sopra gli omeri gli imprime

ρ 36 Dalle stanze superne indi sorvenne A Diana ed alla bionda Citeregravea 45 Penegravelope sembiante al figlio amato Gettograve le braccia lagrimando intorno Baciogravegli rsquol capo ersquo begli occhi lucenti E gemendo movea preste parole

ρ 41 laquoVenisti o luce desiata e dolce 50 Telegravemaco Non piugrave di rivederti Sperai dal digrave che navigasti a Pilo Celatamente e contro il desir mio Del caro genitor dietro alla fama Deh tu mi narra omai ciograve che vedestiraquo 55

ρ 45 laquoNon provocarmi al pianto o Madre mia ndash Il garzon saggio rispondea ndash neacute troppo Mrsquoagita il cor nel petto or che da morte Dispietata campai ma preso un bagno Cingi nitide vesti e con le ancelle 60 Salita ad alto di ferir prometti Ecatombe solenni arsquo numi tutti Se Giove arsquo falli la vendetta adegua Alla piazza or me nrsquo vo per chiamar ivi Lrsquoospite che da Pilo mi seguigraveo 65 Io lo spediva corsquo miei prodi innanzi Dando carco a Piregraveo che in sua magione Il conducesse e in lieta guisa accolto Gli fesse onor sin chrsquoio qui mrsquoadducessiraquo

ρ 57 Tacque neacute via fuggigrave per lrsquoaure a volo 70 Di Telegravemaco il detto Il bagno prese Penegravelope vestigrave candidi panni Voacuteto feacuteo di offerire a tutti i Numi

ODISSEA

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Ecatombe solenni ove lrsquoOligravempio Condegna allrsquoopre la vendetta adegravempia 75

ρ 61 Con lrsquoasta in mano uscigraveo fuor del palagio Il giovine regal peacutestangli lrsquoorma Due ratti cani Pagravellade diffuse Sopra tutta la sua bella persona Celeste grazia e rsquol popolo giagrave accorso 80 Stupigravea veggendo incedere lrsquoeroe Gli alteri Proci il circuicircr con blande Parole si studiavano di accocircrlo Ma nellrsquoimo del cor gli ordigravean sventure Tolto alla turba si recograve ove stanno 85 Megraventore Agraventifo ed Aliterse antichi Paterni amici ivi si asside e quelli Di tutte cose interrogacircrlo Intanto Il forte agitator drsquoasta Piregraveo Che traversata la cittagrave guidava 90 Allrsquoadunanza il forestier sorgiunse Neacute dallrsquoospite suo risteacute lontano Telegravemaco ma presso gli si pose

ρ 74 Primo a dir fu Piregraveo laquoLe ancelle invia Telegravemaco al mio albergo acciograve ti mandi 95 I presenti che a Te porse lrsquoAtrideraquo

ρ 77 Ed il garzon laquoQuai figraveen gli eventi egrave ignoto Se i Proci a tradigion nellrsquoostel mio Mrsquouccideranno ed i tesor paterni Divideragravensi vorsquo che i don tu goda 100 Anzi che alcuno di costor ma srsquoio Strage ne menerograve tu alla magione Lieto li reca del tuo lieto amicoraquo

ρ 84 Posto fine al suo dir guidograve al palagio Lo straniero infelice Ivi deposte 105 Sui ricchi seggi le villose vesti Entracircr nel bagno e poi che astersi ed unti Fucircr dalle ancelle drsquoodorate essenze E di manti e di tuniche coperti Sui seggi collocacircrsi E qui lrsquoancella 110 Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Lrsquoacqua alle man versava indi lor stese Lucida mensa Candido vrsquoimpose La veneranda dispensiera il pane Con molte elette dapi e quelle inoltre 115 Che tenea in serbo Stagravevasi di fronte

LIBRO XVII

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La genitrice su drsquoun seggio accolta Non lungi dalla porta e gigravea torcendo Porporini bei velli Alle vivande Steser ambo le mani e poi chrsquoestinto 120 Ebber dei don di Cegraverere e di Bacco Il desiderio a dir prese la madre

ρ 101 laquoOr vo suso Telegravemaco a corcarmi Nel letto testimon dersquo miei sospiri E che dersquo pianti miei sempre srsquoasperge 125 Dal digrave che ad una con gli Atridi ad Igravelio Ulisse veleggiograve cheacute a te non piace Pria che addugravecansi qui gli iniqui Proci Aperto dirmi ciograve che del ritorno Del padre tuo presso altre genti udistiraquo 130

ρ 107 laquoTutto che so dirotti o Madre mia ndash Telegravemaco rispose ndash A Pilo andammo Presso il pastor di popoli Nestograverre Con lieto viso accogravelsemi in sua reggia Qual padre il figliuol suo che allrsquoimprovviso 135 Dopo lunga stagion drsquoaltronde arrivi Tal ei benigno ed i suoi figli illustri Mrsquoaccolsero Pur ei nulla del padre Diceacuteami cheacute se vive o se perigraveo Contezza alcun mortal non gli diegrave mai 140 Al prode Menelao quindi avviommi Con nobil cocchio e rapidi corsieri Egravelena Argiva vidi io lagrave per cui Tal degli Eterni era il voler cotante Disventure paticircr Tegraveucri ed Argivi 145 Tosto chiegravesemi rsquol Re qual uopo a Sparta Adduceacutevami ed io nulla gli ascosi

ρ 124 Ratto ei proruppe in questi accenti ldquoOh Numi Dunque vil branco di codardi agogna Nel talamo giacer di quel possente 150 Quai cerbiatti lattanti che nellrsquoantro Di fier lion ripone incauta cerva Indi per gioghi e per erbose valli Vagravessene a pasturar quandrsquoecco riede La belva al lustro e dispietata e turpe 155 Mena strage di tutti in simil foggia Ulisse i Proci immoleragrave O gran padre Giove o Minerva o Febo Ah fate voi Che tal ersquo sia qual fu giagrave un tempo quando

ODISSEA

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Disfidato dal prorsquo Filomelide 160 Lagrave sulla forte Lesbo a lottar sorse Impetuoso e lrsquoatterrograve festose Grida alzarono al Ciel tutti gli Argivi Oh Tal sendo costoro egli affrontasse Nozze avrebbono amare e morte pronta 165 Quanto a ciograve che mi chiedi e udir ti egrave tardo Schietto il dirograve neacute paventar drsquoinganno Neacute ascoso giagrave terrograve ciograve che rsquol verace Veglio marin mi fece manifesto Digravessemi che in solinga isola ei vide 170 Patire Ulisse aspro martigraver appresso Alla Ninfa Calipso che in sue case Per forza il si ritien ned al natigraveo Paese redir puograve Cheacute di navigli Di regravemigi in difetto il vasto dorso 175 Trascorrere non puograve del mar ondosordquo

ρ 147 Cosigrave rsquol pugnace Menelao Poi chrsquoebbi Fornito ciograve partii propizio rsquol vento Gli Eterni mrsquoinviacircr che mi raddusse Velocemente alla natigravea contradaraquo 180

ρ 150 Commosso rsquol cor addentro si sentigraveo A quersquo detti Penegravelope Ma in questa Sorse tra lor da un Nume esagitato Teocligravemene laquoO veneranda ndash esclama ndash Sposa drsquoUlisse Certo aperti e chiari 185 Non vide Atride no questi destini Tu pon mente al mio dir chrsquoor del futuro Squarciato rsquol velo trsquoappaleso il tutto Giove massimo Iddio renda al mio detto Testimonianza e questa ospital mensa 190 E rsquol sacro focolar a cui rifuggo Dellrsquointrepido Ulisse or mentre parlo Sta in disparte ei seduto in questa terra Od occulto aggirandosi raccerta I commessi delitti o nella mente 195 Semina arsquo Proci tutti orrida morte Tal fu lrsquoaugurio che seggendo io scersi Nella nave e che al tuo figlio chiarigravearaquo

ρ 162 laquoAh se questo tuo detto ospite mio Srsquoadempiragrave ndash Penegravelope soggiunse ndash 200 Del grato animo mio subito avresti Tai pegni che scontragravendoti ciascuno

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Compitamente ti terrigravea beatoraquo ρ 166 Questo lrsquoalterno ragionar tra loro

Ma dellrsquoIgravetaco eroe raccolti i Proci 205 Davanti alla magion prendean diletto A lanciar dischi ed a vibrar quadrella Lagrave sul vasto cortil dove pur dianzi Pompa feacutean drsquoinsolenza Ma sorgiunta Del pasto lrsquoora e addoacutettevi dai campi 210 Le vittime da lor che a tale incarco Eran preposti favellograve Medoacutente (Degli altri araldi era costui piugrave caro Arsquo Proci e sempre arsquo lor prandi assistea)

ρ 174 laquoO giovanetti A pien vi ricreaste 215 Nersquo giochi or nel palagio rientrati Per noi la cena appregravestisi cheacute grave Certo non egrave prender la cena in temporaquo

ρ 177 Detto sorsero pronti ed avviati Rientracircr nel palagio su i bei seggi 220 I manti lor deposero e sgozzacircro Grandi montoni e saginati verri Immolacircr pingui capre un bue di torma E fu posta la mensa Ulisse intanto Vegraver la cittagrave con il pastor movea 225

ρ 184 E questi laquoO forestier poicheacute oggi brami Ir a cittagrave come rsquol Signor lrsquoingiunse (Certo qui di lasciarti io preporrei Custode delle stalle ma pavento Chrsquoei non srsquoirriti meco e mi rampogni 230 Perograve che dersquo Signor gravi son lrsquoire) Mettiagravemci in via Passograve del digrave gran parte Ed a sera vie piugrave lrsquoaer si aggelaraquo

ρ 192 E lrsquoaccorto signor tosto rispose laquoBen mrsquoappongo al tuo dir ben ciograve che imponi 235 Nellrsquoanimo rivolsi anche assai prima Orsugrave moviam precedimi e se tieni Reciso un ramo dagravellomi a sostegno Dersquo passi miei perograve chrsquoesser dicesti Alpestre e sdrucciolevole la viaraquo 240

ρ 197 Detto gettava agli omeri drsquointorno Vil zaino in brani a torta corda appeso E rsquol baston che bramograve diegravedegli Eumegraveo Mossero entrambi a custodir le stalle Quivi i cani restacircro ed i pastori 245

ODISSEA

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Cosigrave a veglio mendico simigliante Di cenci avvolto e in sul baston sorretto Il Re a cittagrave guidagravevasi da Eumegraveo

ρ 204 Processer per sentier aspro e non lungi Dalla cittagrave pervennero alla fonte 250 Dalle bellrsquoonde drsquoartificio egregio Da cui tutti attigneano i cittadini Igravetaco giagrave Negraverito e Polittograverre La construicircr ergeacutevasi drsquointorno Drsquoalni cresciuti in mezzo allrsquoonde un bosco 255 Mormorando cadean le gelidrsquoacque Dallrsquoalto drsquouna roccia in su di cui Estolleacuteasi un altar sacro alle Ninfe Dove floridi serti rsquol viandante Alzando voacuteti allrsquoalme Ninfe offrigravea 260 Qui rsquol Dogravelide Melagravenzio in lor srsquoavvenne Conduceva le capre il fior del gregge Per la cena dersquo Proci e due il seguigraveeno Altri pastor Vederli ed assaltarli Con grida ed onte fu per esso un punto 265 Tal che drsquoUlisse rsquol cor tutto commosse

ρ 217 laquoOr sigrave egrave ben detto ldquoun tristo egrave scorta a un tristordquo Cheacute rsquol sigravemile al simigravel sempre srsquoaccograveppi Permette un Nume Oh dove dunque meni Stolto pastor questrsquoimportun mendico 270 Di mense vorator che ritto addosso A molte porte logreragrave le spalle Pel tozzo e non fia mai che nersquo certami O di tripode o drsquourne al pregio aspiri Che se rsquol mi dessi a custodir le stalle 275 A purgarmi rsquol cortile a recar frasca Arsquo miei capretti del mio sier beendo Colmo avrigravea presto e rilevato il fianco Ma dotto nel mal far schifa il travaglio Erra per la cittade ed accattando 280 Del ventre agogna satollar la rabbia Pur ciograve dichiaro ed avverragrave srsquoegli entra Nella magion del Re molti sgabelli Scagliati dalle man dersquo Proci intorno Voleranno al suo capo e darsquo suoi rotti 285 Fianchi nellrsquoaula rimbalzar vedragravensiraquo

ρ 233 Detto rsquol furente irrompe e nella coscia Diegravegli drsquoun calcio ma fuor della via

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Nol sospinse ei restograve saldo e inconcusso Qui rsquon seacute volgea srsquoei gli srsquoavventi addosso 290 E col baston lrsquouccida o se il sollevi E rsquol getti a terra e gli sfracelli rsquol capo Ripresse lrsquoira e tollerograve Ma bieco Vibrograve a Melagravenzio rsquol buon pastor dersquo verri Lo sguardo e forte il rimbrottograve indi orando 295 Ad alta voce sollevograve le palme

ρ 240 laquoNinfe Nagraveiadi Ninfe o voi leggiadra Prole di Giove se il mio re mai vrsquoarse Lombi di candidrsquoadipe coverti Drsquoagnelli e di capretti or questo voacuteto 300 Mrsquoadempite ritorni a noi quel grande E rsquol guidi un Nume Come allor fia tutto Quel tuo fasto disperso e la burbanza Con che nrsquooltraggi tu chrsquoerri pur sempre Per la cittade e per tua colpa intanto 305 Da pessimi pastor pegraverdesi rsquol greggeraquo

ρ 247 laquoOh Che mai latra ndash ripigliograve Melagravenzio ndash Questo sfacciato can mastro di frodi Ma ben io lrsquoaddurrograve su nave bruna Lungi da questo lido acciograve mi venga 310 Dalla vendita sua lucro non leve Cosigrave rsquol nume dal grande arco drsquoargento Telegravemaco saetti oggi in sue case O dersquo Proci per man caggia trafitto Come dal suol natigraveo lungi ad Ulisse 315 Del ritorno fu rsquol digrave tolto per sempreraquo

ρ 254 Detto si dipartigrave quersquo duo lasciando Che a passi lenti procedean veloce Alla magion del Re subito ei giunse Comrsquoegli entrograve sedeacutevasi tra i Proci 320 Ad Eurigravemaco in faccia a cui diletto Era drsquoassai Donzelli a ciograve preposti Parte gli poser delle carni innanzi Poacutersegli rsquol pan lrsquoantica dispensiera Ulisse ed il pastore al regio albergo 325 Appropinquati in questa srsquoarrestacircro Scorrea di cava cetra a lor drsquointorno Dolce armonia di Fegravemio egraverane rsquol canto Presa il Re allora del pastor la mano

ρ 264 laquoEumegraveo ndash soggiunse ndash certo rsquol maestoso 330 Palagio esser convien questo drsquoUlisse

ODISSEA

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Agevolmente ravvisar tra molti Lo si potrebbe cheacute lrsquoun palco allrsquoaltro Sovrasta di muraglie e di steccati Egrave munito il cortil doppie e ben forti 335 Sorgon le porte niuno a viva forza Sormontarlo potrigravea Mrsquoaccorgo inoltre Che vivandar colagrave denno ben molti Delle dapi lrsquoodor spagravergesi intorno Odo la cetra risonar che fecircro 340 Gioconda amica delle mense i Numiraquo

ρ 272 laquoTrsquoapponi al veacuter ndash soggiunse Eumegraveo ndash neacute mostri In tutte cose men sagace ingegno Su via pigliam partito o tu primiero Entra nel ricco albergo ed ivi arsquo Proci 345 Meacutesciti ed io qui stommi o se trsquoaggrada Restar ti antiverrograve neacute star piugrave a bada Non forse alcun veggegravendoti al di fuori Ti fieda o ti discacci a ciograve pon menteraquo

ρ 280 laquoNon piugrave ndash replicograve Ulisse ndash A dissennato 350 Uom non favelli Entra primiero ed io Qui rimarrograve Di doglie e di ferite Sperto son io qui dentro unrsquoalma chiudo Tollerante drsquoassai cheacute molti e gravi Infortuni tra lrsquoarmi e in mar sostenni 355 Questi a quersquo mali aggiugravengansi Non pate Contrasto il vorator ventre funesto Che di sigrave fieri guai le genti attrista Per cui srsquoarman le navi e nel mar alto Volano ad infestar piagge nemicheraquo 360

ρ 290 Queste tra lor movean parole quando La testa sollevograve gli orecchi tese Argo drsquoUlisse il can chrsquoivi giacea Giagrave rsquol nutrigrave di sua man lrsquoeroe medesmo Ma cocircrne frutto non poteacuteo cheacute prima 365 Alla volta del sacro Igravelio partigravea Giagrave un digrave rsquol guidograve contra silvestre capre E cervi e lepri gioventugrave animosa Ma lontano il Signor giacea or negletto Di buoi di muli lagrave nel molto fimo 370 Innanzi allrsquoalte porte accumulato Fincheacute darsquo servi si trasporti e sparga I vasti a fecondar campi drsquoUlisse Quivi coperto di rodenti zecche

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Corcato Argo si stava Incontinente 375 Fattosi accorto che lrsquoeroe gli egrave presso Scosse la coda ed abbassograve gli orecchi Ma trarsi a piegrave del Re forza non ebbe Ulisse il vide e vograveltosi allrsquoindietro Asterse il pianto ed il celograve ad Eumegraveo 380

ρ 305 Oppresso di stupor ratto soggiunse laquoVeggrsquoio diletto Eumegraveo steso nel fimo Can di rara beltagrave ma certo ignoro Se con tal forma fu rapido al corso O neghittoso come quei da mensa 385 Che in lor delizie nugravetronsi dai regiraquo

ρ 311 laquoAhi questo egrave rsquol cane ndash rispondesti Eumegraveo ndash Drsquoun eroe che perigrave quinci lontano Se tal fosse di corpo e tal negli atti Qual giagrave Ulisse il lasciograve mentrrsquoigraveva ad Igravelio 390

Stupor ti prenderigravea veggendo quanto Agile nrsquoera e forte Indarno sempre Fiera chrsquoegli adocchiograve fuggir nel cupo Della selva tentograve peroccheacute niuno Ormando rsquol vinse Da guai domo or langue 395 DrsquoIgravetaca lunge rsquol sir perigraveagli e pigre Non prendono di lui cura le ancelle Cheacute quando del padron lrsquoimpero cessa Gli uffizi lor tengono a vile i servi Dimezza la virtugrave Giove al mortale 400 Comrsquoei dal giorno del servaggio egrave coltoraquo

ρ 324 Detto entrograve nella reggia e verso i Proci Diritto srsquoavviograve Come Argo vide Lrsquoamato sir dopo dieci anni e dieci Al Destin della morte atra soggiacque 405

ρ 328 Telegravemaco primier fu che lrsquoentrata Del pastor avvisograve nel regio albergo Ratto drsquoun cenno a seacute rsquol chiamograve ed ei volse Lo sguardo intorno ed un giacente scanno Prese ove pria sedea lo scalco molte 410 Carni arsquo Proci partendo Al desco presso Di contra al giovin lo piantograve e si assise Una di dapi porzion lrsquoaraldo Recogravegli e tolto da un canestro il pane

ρ 336 Non guari andograve che Ulisse anco vrsquoentrava 415 In forma di tapin veglio mendico Avvolto in turpi cenci e sul nodoso

ODISSEA

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Baston sorretto Assiso in sulla soglia Frassigravenea della porta a un cipressino Stipite srsquoappoggiograve chrsquoabile mastro 420 A filo alzava e ripuligravea con arte Telegravemaco il pastor chiama e rsquol pan tutto Preso da un bel canestro e quante carni Capigraveangli tra le palme a dir si prese

ρ 345 laquoTersquo queste dapi al forestier le porgi 425 E gli comanda mendicar in giro Darsquo Proci cheacute rsquol pudor dicrsquoei non giova Ad uom che giace di miseria al fondoraquo

ρ 348 Ito il pastor disse allrsquoeroe laquoStraniere Ciograve ti manda Telegravemaco e trsquoingiunge 430 Da tutti i Proci di accattar in giro Cheacute al mendico il pudor dicrsquoei non giovaraquo

ρ 354 laquoOligravempio Re Deh fammi tra gli umani ndash Lrsquoeroe sclamograve ndash Telegravemaco beato Quantrsquoagita nel cor tutto gli adempiraquo 435

ρ 356 Ed ecco ad ambe man prendendo il tutto Sul turpe zaino innanzi arsquo piegrave rsquol si pose Cibagravevasi fincheacute di Fegravemio rsquol canto Nellrsquoaula risonograve ma come al pasto Diegrave fine anco il divin vate cessava 440 Alto rumor per entro allrsquoaula intanto Levagravevasi dai Proci Apparve allora Ad Ulisse Minerva ed esortollo Dai Proci rsquol vitto a mendicar ondrsquoegli Raccerti e scevri dal nocente il giusto 445 Bencheacute a morte sfuggir nullo pur deggia A destra srsquoavviograve nrsquoandograve alla cerca Stendendo a ognun la man come gran tempo Accostumato ad accattar si fosse Tocchi fucircr di pietade il sovvenicircro 450 E non senza stupor chiedean lrsquoun lrsquoaltro Chi fosse e donde il forestier A un tratto Srsquoalzograve il caprar Melagravenzio e sigrave rispose

ρ 370 laquoQuanto a costui mrsquoudite o dellrsquoesimia Regina amanti chrsquoio pur dianzi rsquol vidi 455 Dersquo verri rsquol guardian qui rsquol conducea Ma di qual gente vagraventisi lrsquoignororaquo

ρ 374 Antigravenoo in questa rimordea rsquol pastore laquoO troppo noto Eumegraveo percheacute guidasti A cittade costui Non abbiam forse 460

LIBRO XVII

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Erranti infesti mendicanti in copia Peste dersquo nostri deschi O nulla curi Che lrsquoaver del tuo Re qui si consumi Da tanta schiera che neacute so ben donde Questi ancora chiamastiraquo A cui rsquol pastore 465

ρ 381 laquoBencheacute prode sigravee tu non ben favelli Chi mai drsquoaltronde un forestiere invita Dove in arte non fosse ammaestrato Utile ai piugrave Come profeta o dotto Di morbi fugator o fabbro in legno 470 Od altissimo vate che nrsquoalletti Cantando Questi sulla terra immensa Illustri sono ed a seacute ognun li chiama Non lrsquoigravenope che viene a logorarti Se non che tu fra i Proci tutti acerbo 475 Corsquo servi del mio Re fosti mai sempre E via piugrave meco ma di ciograve non calmi Fincheacute lrsquoalma Regina e rsquol deiforme Telegravemaco vivragravennomi benigniraquo

ρ 393 E Telegravemaco laquoAcquegravetati ndash riprese ndash 480 Che piugrave lungo sermon non gli si addice Usanza egrave di costui con aspri detti Oltraggiarne e incitar gli altri allrsquooltraggioraquo Indi con ratte voci laquoAntigravenoo ndash disse ndash Cura di me prendi qual padre e ingiungi 485 Con acerrimo dir che quinci in bando Cagraveccisi lo stranier ciograve tolga un Dio Prendi e gli dagrave non io giagrave rsquol ti divieto Anzi rsquol ti chieggio neacute alla madre mia Neacute dar noia per ciograve potresti ai servi 490 Che in seacute rinchiude la magion drsquoUlisse Pur tal pensier non cape in Te cheacute brami Divorar sigrave ma non far parte altruiraquo

ρ 405 laquoDicitor insolente indomitrsquoalma ndash Antigravenoo ripigliograve ndash che dir osasti 495 Se i Proci tutti fegravessergli quel dono Chrsquoio gli riserbo certo per tre Lune Non porrigravea no su queste soglie rsquol piederaquo

ρ 409 Detto afferrograve con minaccevol atto Il sotteso sgabel su cui posava 500 Vivandando i piegrave molli Il sovvenicircro Tutti gli altri e gli empicircr di pan di carni Lo zaino tosto onde redir si mosse

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Verso la soglia per gustar dersquo Proci Le vivande ma presso allrsquoEupigravetide 505 Fermossi e gli drizzograve questo sermone

ρ 415 laquoPogravergimi o buono qualche don non sembri Lrsquoultimo no ma degli Achivi rsquol primo Anzi sei pari a Re quindi largirmi Piugrave chrsquoaltri ti srsquoaddice ed io per tutta 510 Lrsquoimmensa Terra spargerograve tue laudi Felice un tempo anchrsquoio ricco palagio Abitava e porgea spesso a un ramingo Qual fosse e di qual tempra il suo bisogno Tanto che a pieno lo rendea contento 515 Schiera di servi e gran dovizia e quanto Uom brama me nel novero avean posto Di lor che rsquol mondo avventurosi chiama Ma Giove che fermograve la mia rovina (Sagravessel egli rsquol percheacute) con vagabondi 520 Pirati lagrave in Egitto ir mi sospinse Lungo viaggio ovrsquoio perir dovea Nel fiume Egitto il mio navil fermai Quivi a restar nersquo legni ed a condurli Nel porto arsquo miei prodi compagni ingiunsi 525 Indi spedigraveali ad esplorar sui gioghi Onde contezza aver della contrada Questi cedendo al cieco impetuoso Furore ed allrsquoardir che glrsquoinvadea LrsquoEgizie saccheggiacircr belle campagne 530 Rapicircr donne ed infanti e trucidacircrli Il rumor che srsquoalzograve ratto pervenne Alla cittade Udito rsquol grido allrsquoalba Precipitacircro tutto il campo srsquoeacutempie Di cavalli accorrenti e di pedoni 535 Del baleno dellrsquoarmi In fuga vile Travolse i miei compagni il Fulminante Tal che alcun non osograve di tener fronte Cheacute ria sventura gli opprimea per tutto Molti dersquo nostri con il ferro acuto 540 Fucircr dal nemico uccisi e presi e tratti Gli altri a durar per forza aspre fatiche Me ad un ospite lor diecircro che in Cipro Scontracircr allrsquoIagraveside Demetoacutere Che regnava quellrsquoisola dondrsquoio 545 Qua da gran mali combattuto aggiunsi raquo

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ρ 445 laquoQual demone nrsquoaddusse or questa lue A turbarci rsquol convito ndash Antigravenoo grida ndash laquoLegravevati dal mio desco e ligrave nel mezzo Dellrsquoaula ti rimani o qui lrsquoamara 550 Cipro e lrsquoEgitto rinverrai di nuovo Accattone impudente e temerario Un dopo lrsquoaltro i Proci tenti ognuno Largo ti dagrave cheacute niun risparmio niuna Sente pietagrave chi lrsquoaltrui ben profonde 555 E larga innanzi a seacute copia ognor miraraquo

ρ 453 Arretrandosi Ulisse laquoOh Numi ndash esclama ndash A tal beltagrave non lrsquoanimo risponde Tu neacute di sale pur daresti un grano Al supplice venuto alle tue case 560 Tu che sprecando le dovizie altrui Siedi neacute degni di largirmi il tozzo Quandrsquoecco il desco che di dapi abbondaraquo

ρ 458 Vie piugrave drsquoAntigravenoo in core a questi detti Divampograve lrsquoira il guatograve bieco e disse 565 laquoGiagrave non credrsquoio che in ben da queste soglie Uscir potrai poi che oltraggiarmi ardisciraquo

ρ 462 Ghermito in questa lo sgabel lrsquoavventa Sigrave che a sommo colpigrave lrsquoomero destro DrsquoUlisse ersquo stette come rupe immoto 570 Neacute giagrave lo smosse la percossa muto Crollograve la testa e giugrave nel cor profonde Fondamenta gettava alla vendetta Ito alla soglia assigravesesi ed il colmo Zaino deposto si converse ai Proci 575

ρ 468 laquoO dellrsquoalma regina incliti amanti Udite tutto che spigraverami rsquol core Neacute si duol neacute rammagravercasi chi tocca Propugnando il suo aver qualche ferita Sia pel candido gregge o per lrsquoarmento 580 Ma offende Antigravenoo me percheacute crudele Fame sorgente drsquoaspri guai mrsquoopprime Oh se gli Eterni oh se le ultrici Erinni Proteggono il mendico anzi allrsquoImene Antigravenoo sia da morte orrida coltoraquo 585

ρ 477 E lrsquoEupigravetide laquoO forestier ti ciba Queto seggendo ed in silenzio o quinci Pagravertiti acciograve i garzon (poicheacute sigrave audace Farnetichi) non tragravegganti attraverso

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Questa reggia dal piede o dalla mano 590 Tutto dilacerato e posto a braniraquo Tacque ed i Proci tutti accesi in ira Fremigravean di quegli alteri alcun proruppe

ρ 483 laquoNo non a dritto Antigravenoo percotesti Lo straniero infelice Ahi sciagurato 595 Forsrsquoegli egrave un Nume che dal Ciel discese Drsquoospite in forma di lontana terra Percorron le cittagrave spesso gli Eterni Per cui tutto si compie e veggion chiara Dersquo mortai lrsquoinsolenza o lrsquoequitaderaquo 600

ρ 488 Antigravenoo a vil prese quel detto Intanto Per la percossa che sostenne il padre Telegravemaco gran doglia in cor sentigravea Ma dalle ciglia non cadeacuteali a terra Pur una stilla crollograve il capo e lrsquoalta 605 Strage dersquo Proci in mente rivolvea

ρ 492 Come udigrave del percosso in sua magione Penegravelope sclamograve tra le sue ancelle

ρ 494 laquoOh Te stesso cosigrave drsquoun dersquo suoi strali Apollo dal sonante arco saettiraquo 610

ρ 495 Ed Eurigravenome a lei laquoSe ciograve a seconda Dersquo nostri voacuteti andragrave niun di costoro Sullrsquoaureo trono rivedragrave lrsquoAuroraraquo

ρ 498 E la Regina laquoO mia Nutrice tutti Rotti al mal far gli abbomino ma tengo 615 LrsquoEupigravetide alla morte atra sembiante Vagava per la reggia un infelice Straniere a far la cerca inopia il preme Ciascun gli dagrave di qualche don gli egrave largo Drsquoun colpo di sgabel Antigravenoo solo 620 A sommo il fiede della destra spallaraquo

ρ 505 Cosigrave nella sua stanza infra le ancelle La regina parlograve forniva intanto Il suo pasto lrsquoeroe Tosto il custode Dersquo verri ella a seacute chiama e sigrave gli dice 625

ρ 508 laquoEumegraveo caro agli Degravei vanne ed ingiungi Al forestier che qui si adduca ondrsquoio E lrsquoaccolga e lrsquointerroghi srsquoegli ebbe Contezza mai del paziente Ulisse O se corsquo propri il vide occhi giammai 630 Par che molte cittagrave percorso egli abbiaraquo

ρ 513 laquoOh Se per Te guardassero alcun poco

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Il silenzio gli Achivi altere e grandi Cose narrar da lui Regina udresti Tal che verrigraveati al cor nova dolcezza 635 Tre digrave e tre notti nel mio albergo lrsquoebbi Cheacute appo me riparograve comrsquoei da un legno Sfuggigraveo ma trar non gli fu dato a fine La lunga istoria dersquo suoi tristi guai Come vate gentil che dagli Eterni 640 Ammaestrato risonar fa un dolce Canto al cor dersquo mortali ognuno il guata Meravigliando e con ardente affetto Il soave concento avido ascolta Del par ersquo mi beograve nellrsquoostel mio 645 Diceacuteami che paterno ospite egli era DrsquoUlisse che abitograve Creta ove nacque Minosse e che di ligrave da gente in gente Da disastro in disastro ognor travolto Qui a prostrarsi arsquo tuoi piegrave supplice ei venne 650 Affermograve chrsquoebbe udito appo i vicini Ricchi Tesprograveti chrsquoegli vive e molti Tesor ingenti al suo palagio adduceraquo

ρ 528 E la Regina laquoVarsquo chiagravemalo il guida Alla presenza mia vorsquo chrsquoei favelli 655 Gli altri sotto le logge o nella reggia Prendan diletto cheacute nel cor di tutti Letizia abbonda Restan le sostanze Nersquo lor palagi intatte il brun Liegraveo E di Cegraverere i doni ove si tragga 660 Dersquo servi rsquol vitto ed essi in queste soglie Tutti i giorni imperversano e di buoi Non che di pingui pecore e di agnelle A far macco si danno e pasteggiando Tracannan del piugrave puro impunemente 665 Sigrave che il tutto consugravemasi non havvi No non havvi un eroe pari ad Ulisse Che di questa magion respinger vaglia Lrsquoorribile sterminio Ah se mai riede Se mai calca del piegrave le patrie sponde 670 Tosto col figliuol suo darsquo quersquo feroci Oltraggiator trarragrave piena vendettaraquo

ρ 541 ComrsquoElla tacque sternutograve di forza Telegravemaco e fremigraveo la casa intorno Penegravelope sorrise incontinente 675

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laquoVarsquo ndash soggiunse ad Eumegraveo ndash qui lo straniere Alla presenza mia farsquo che si adduca Non vedestugrave che a tutto chrsquoio dicea Sternutograve rsquol figliuol mio Certo non dubbia Dersquo Proci tutti quanti egrave omai la morte 680 Niun alla Parca sfuggiragrave Or tu questo Odi e in tua mente ben addentro imprimi Se mrsquoaccerto che il veacuter dice egli in tutto Il vestirograve di tunica e di manto Sigrave che egli andragrave di vesti belle adornoraquo 685

ρ 551 Mosse il pastor e stagravendogli a rincontro laquoOspite padre ndash disse ndash la prudente Madre del buon Telegravemaco ti chiama Desigraveo le punge il cor drsquointerrogarti DrsquoUlisse bencheacute duol fiero lrsquoopprima 690 Se verace il tuo dir conosca a pieno Tunica e manto avrai di che bisogni Per la cittagrave poscia accattando il ventre Pascerai chi vorragrave largo ti fiaraquo

ρ 560 E rsquol paziente Ulisse laquoEumegraveo ndash riprese ndash 695 Sincero il veacuter udragrave da me la saggia Icagraveride ben so ben so di lui Cheacute pari sostenemmo aspra sventura Ma la turba dersquo Proci empia pavento Di cui gli atti oltraggiosi e violenti 700 Alla ferrea del Ciel volta salicircro Cheacute dianzi quando gigravea cheto per lrsquoaula E mrsquooffese colui di tal percossa Che diemmi acerbe doglie alcun non sorse Non Telegravemaco stesso a darmi aigraveta 705 Perciograve nelle sue stanze a star lrsquoesorta Bencheacute ansia tanto fincheacute il Sol srsquoasconda Del redir del marito indi mi chiegga Che innanzi al foco collocato mrsquoabbia Tengo laceri panni e tu rsquol ben sai 710 Cheacute implorato da me giagrave fosti rsquol primoraquo

ρ 574 Disse e rsquol pastor si dipartigrave Mentre egli Varcava il limitar laquoNol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina ndash E che mai pensa Il forestiere Da terror percosso 715 Qualcun paventa O vergognando forse Questo palagio attraversar non osa Pudor con povertagrave mal srsquoaccompagnaraquo

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ρ 579 Ma tu cosigrave le rispondesti Eumegraveo laquoParlograve assennato lo stranier comrsquoaltri 720 Che schifar dersquo superbi ami lrsquooltraggio Perciograve trsquoesorta che lrsquoaspetti tanto Che il Sol tramonti Cosigrave a Te regina Meglio rileveragrave tutta soletta Interrogarlo e udir ciograve che risponderaquo 725

ρ 585 Ed ella laquoQual chrsquoei sia certo non sembra Lrsquoospite dissennato cheacute non havvi Uomini al pari di costoro audaci Intenti sempre a macchinar delittiraquo Tacque e rsquol pastor poi che adempigrave rsquol messaggio 730 Tornograve fra i pretendenti ed allrsquoorecchio Del garzon bisbigliograve laquoVommi o diletto Gli armenti a custodir tuo vitto e mio Qui ad ogni cosa intendi Ma ti caglia Prima di Te starsquo sopra te pensoso 735 Non trsquoincolga alcun mal cheacute molti Achei Volgon tra seacute fieri disegni Oh prima Li distrugga e gli sperda il Fulminante Che divengano a noi cagion di luttoraquo

ρ 598 Ed il garzon laquoTutto che brami o padre 740 Srsquoadempieragrave tu preso rsquol cibo parti Dimani allrsquoalba riedi e qui rimena Le vittime di ciograve che a far qui resta A me la cura ed agli Eterni lasciaraquo

ρ 602 Tacque ed Eumegraveo sovra un tornito seggio 745 Si collocograve preso chrsquoegli ebbe il cibo Vegraver le frotte setose igraveva lasciando Addietro gli steccati e la magione Piena di commensali a cui fu dolce Il gioire del canto e della danza 750 Poi che la vespertina ora sorvenne

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LL II BB RR OO XX VV II II II

Combattimento tra Iro ed Ulisse

SSORGIUNSE in questa un pubblico indigente Chrsquoigraveva alla cerca in Igravetaca famoso Per lrsquoingordigia della gran ventraia Non drsquoesca sazia mai neacute di bevande Pur neacute forza neacute ardir ebbe ma corpo 5 Dismisurato Arnegraveo nel digrave che nacque La madre alma il nomograve ma i garzon tutti Iro cheacute ad annunziar lesto correa Tutto che da ciascun foacutesseglrsquoimposto Giunto scacciava dal suo tetto Ulisse 10 E con preste parole il rimordea

σ 10 laquoFuggi o vecchio dal portico o per forza Via ti trarrograve per un dersquo piegrave non vedi Di tutti lrsquoammiccar che a discacciarti Mrsquoingiungono pur me ritien vergogna 15 Legravevati od io con te vengo alle preseraquo

σ 14 Il guatograve bieco Ulisse e gli rispose laquoInfelice Non io ti feci oltraggio In atto o in voce neacute se alcun ti dona A larga man fia chrsquoio ti porti invidia 20 Questa soglia ci cape neacute lrsquoaltrui Bene increscer ti deve al par mendico Di me tu sembri pur largir ci ponno Molte dovizie nel futuro i Numi Ma provocarmi con le man ti guarda 25 Non forse acceso in ira io bencheacute vecchio Ed il petto trsquoinsanguini e le labbra Qui piugrave tranquillo rimarrei domane Cheacute alla magion del Laerzigraveade Ulisse

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Certo non potrestugrave far mai ritornoraquo 30 σ 25 laquoNumi ndash in fiero corruccio Iro soggiunse ndash

Piugrave corrono volubili e veloci Gli accenti a questo vorator che a vecchia Affumicata Ma con queste braccia Percossa tal gli vibrerograve che tutti 35 Dalle mascelle dischiantati i denti Pioveragravennogli a terra come a verro Chrsquoentrograve nel campo e devastograve le messi Orsugrave pregravenditi rsquol cinto e spettatori Figraveen della lotta questi eroi ma come 40 Terrai tu fronte ad uom drsquoetagrave piugrave verderaquo

σ 32 Cosigrave costor anzi allrsquoeccelse porte Sul liscio limitar con motti acerbi Infierivan LrsquoEupigravetide gagliardo Fagravettosi accorto dolcemente rise 45 Ed laquoAmici ndash sclamograve ndash non mai si vide Tal meraviglia Oh qual gioconda festa Piacque mandar a questi alberghi un Dio Contendono tra lor lrsquoospite ed Iro Tal che alla zuffa appregravestansi su via 50 Facciam che ratto vengano alle preseraquo

σ 40 Sorsero tutti alzacircr le risa e intorno Strigravensersi ai due pezzenti laquoUdite udite ndash LrsquoEupigravetide gridograve ndash Proci valenti Il parer mio se nrsquo giacciono in sul foco 55 Quersquo caprini ventrigli che ponemmo Pel pasto della sera e che di sangue E drsquoadipe giagrave empimmo Or qual dei due Vinceragrave o prevarragrave srsquoalzi e trascelga Sempre ei saragrave del nostro desco a parte 60 Ned altri ad accattar verragrave qui ammessoraquo

σ 50 Applaudon tutti Ma lrsquoeroe scaltrato laquoDuci ndash sclamograve ndash giusto non egrave che pugni Contra giovin gagliardo oppresso vecchio Daglrsquoinfortuni Pur fame crudele 65 Gravi a toccar ferite mi sospinge Ma deh tutti affidagravetemi con grande Giuro che niun di voi gratificando Iro a gran torto me di man robusta Percuoteragrave sigrave che costui mi calchiraquo 70

σ 58 Concordi tutti consenticircro e rsquol grande

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Fecircr sacramento alzossi allora il forte Telegravemaco e parlograve laquoStranier se lrsquoalma Se lrsquoaltero tuo cor trsquoeccita e spira A respinger costui movi e rsquol respingi 75 Ned alcun altro degli Achei paventa Chi rsquon te le mani avventeragrave con molti Forza gli fia pugnar Ospite mio Certo sersquo tu ciograve stesso approveranno Eurigravemaco e lrsquoEupigravetide amendue 80 Per senno e per valor prigravencipi illustriraquo

σ 66 Tutti acclamacircr spogravegliasi Ulisse e un cinto Forma dersquo panni suoi nervose e grandi Mostra le cosce i lati omeri rsquol petto E le braccia robuste Accorsa Palla 85 Dersquo popoli al pastor vie piugrave le membra Crebbe e ringagliardigrave restacircro i Proci Attoniti a tal vista ed uno allrsquoaltro

σ 73 laquoIro ndash dicean ndash morragrave si tirograve addosso Lrsquoinfortunio da seacute Versquo sotto i cenci 90 Qual mostra il veglio vigorigravea di membraraquo

σ 75 Ad Iro intanto fieramente in petto Agitagravevasi lrsquoalma Nondimeno Per forza i servi messogli rsquon sui lombi Un cinto il conduceano impaurito 95 Tremagravevangli le carni Antigravenoo irato Con questrsquoacerbo rampognar lrsquoassalse

σ 79 laquoOh percheacute vivi Oh non fostugrave mai nato Vile millantator che alla presenza Palpiti e tremi di costui giagrave carco 100 Drsquoanni e dai casi combattuto e domo Questo soggiungo e fia se da costui Tu sersquo abbattuto ed ei prevaglia tosto Ti butto sur un legno e lagrave ti mando Nel continente al fier principe Echegraveto 105 Sterminio di tutte umane genti Con dispietato acciar nari ed orecchi Ti mozzeragrave trsquoevireragrave e lrsquoevulse Crude tue membra daragrave pasto ai caniraquo

σ 88 Iro vie piugrave tremograve Tratto nel mezzo 110 Un contro lrsquoaltro alzacircr le braccia Stava Dubitante lrsquoeroe se tal percossa Gli vibreragrave chrsquoei caggia a terra e spiri

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O rsquol fieda di legger colpo e lo stenda Lrsquoira temprar fermograve sigrave chrsquoei rimanga 115 Vie piugrave ascoso agli Achivi Iro percosse Nel destro omero Ulisse e questi un colpo Nel collo gli avventograve sotto lrsquoorecchia Che dirugraveppegli lrsquoossa Il negro sangue Fuor della bocca a gurgiti gli scorse 120 Cascograve mugghiando nella polve i denti Rotti giugrave gli si sparsero e lo spazzo Forte corsquo piegrave springava A quella vista I Proci tutti con le alzate palme Morigraveeno delle risa Il vincitore 125 Ghermigravetolo drsquoun piegrave per lrsquoatrio fuore Sino al cortile e presso allrsquoalte porte Lo strascinograve Poscia addossollo al muro Ed un bastone in man poacutestogli disse

σ 105 laquoSiedi qui a discacciar mastini e ciacchi 130 Neacute codardo qual sei desigraveo ti punga Re degli ospiti farti e dersquo mendichi Acciograve mal non trsquoincolga altro piugrave graveraquo

σ 108 Detto il turpe gittograve sovra le spalle Rattoppato suo zaino ad unrsquoattorta 135 Striscia di cuoio appeso Indi alla soglia Tornato risedette I Proci intanto Dolce ridendo rientracircr nellrsquoaula E lrsquoeroe festeggiacircr con questi accenti

σ 112 laquoTutto che brami ed al tuo cor fia gioia 140 Conceda ospite a te Giove e la schiera Degli altri Eterni a te che a questo ghiotto Togliesti lrsquoaccattar per la cittade Peroccheacute rsquol trarrem lagrave ratto in Epiro A Egravecheto Re flagello dersquo mortaliraquo 145

σ 117 Gioiva Ulisse dellrsquoaugurio Innanzi Poacutesegli lrsquoEupigravetide enorme un ventre Pien drsquoadipe e di sangue In questa Anfigravenomo Dal canestro due pan tolti gli porse E propinograve con aureo nappo laquoOh salve 150 Ospite venerando almen trsquoarrida Prosperitagrave nersquo digrave futuri or certo Trsquoopprime il pondo drsquoinfiniti guairaquo

σ 124 Ed il sagace eroe laquoCerto uom prudente Anfigravenomo mi sembri e tal fu il padre 155

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Udigravea che Niso un prence era in Duligravechio Di gran rinomo ottimo e ricco Egrave fama Chrsquoegli trsquoingenerograve neacute tu per certo Dal sapiente sir punto traligni Quindrsquoio ti parlo e tu pon mente e mrsquoodi 160 Di quanto spira o serpe in su la terra Nulla havvi piugrave dellrsquouom misero e infermo Fincheacute lieto di prospere venture Glrsquoingagliardisce le ginocchia un Dio Non mai fa stima di patir disastri 165 Ma se gli Eterni rsquol travolgono in basso Ripugnando con forte alma il comporta Cheacute a seconda dersquo casi o lieti o rei Che Giove adduce egrave dersquo mortai la mente Felice anchrsquoio viver solea ma spinto 170 Darsquo prepotente ardir posta nel padre E nersquo fratelli miei tutta fidanza Molte pur troppo inique opre commisi Dunque niun mai sia ingiusto ed in silenzio Glrsquoimpartiti dal Ciel doni fruisca 175 Pur quanti nequitosi atti darsquo Proci Commeacutettonsi Devastan le ricchezze E la consorte oltraggiano drsquoun prode Che dal natigraveo paese e dagli amici Non rimarragrave credrsquoio molto lontano 180 Anzi qui presso Ma te possa un Dio Rimenar arsquo tuoi tetti onde non abbi A raffrontarti in lui comrsquoei sorgiunga A rivi il sangue scorreragrave nel giorno Che rientrato in sua magion verranne 185 Tra i Proci e lui lrsquoaspra tenzon decisaraquo

σ 151 Tacque e rsquol dolce licor libato bevve E di genti al pastor tornograve la coppa Costui dolente in cor per lrsquoaula gigravea Squassando il capo e presagigravea nellrsquoalma 190 Lrsquoeminente sventura Allrsquoatra Parca Non per questo sfuggigrave da Palla avvinto Anchrsquoei sotto le mani e la fierrsquoasta Steso fu da Telegravemaco Nel seggio Quindi si collocograve donde pria sorse 195

σ 158 Ma nellrsquoalma allrsquoIcagraveride prudente Spirograve il pensier di presentarsi arsquo Proci

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Lrsquoocchi-glauca Minerva acciograve piugrave allarghi La speme nersquo lor petti e piugrave che prima Orrevole si tenga ed in gran pregio 200 Dal consorte e dal figlio In questa un riso A fior di labbra rise indi chiamata Eurigravenome movea queste parole

σ 168 laquoNon piugrave sentito in pria viemmi un desigraveo Di mostrarmi arsquo rivali bencheacute al tutto 205 Gli abbomini Dar vorsquo un avviso al figlio Utile troppo corsquo superbi egli usa Blandi nel dir ma pessimi nellrsquoopreraquo

σ 169 laquoBen detto ndash ella rispose ndash Or varsquo ed assenna Il figliuol tuo Farsquo chrsquoegli sappia il tutto 210 Ma pria ti lava e cospergi le gote Drsquoessenze cheacute apparir non degravei col voacutelto Risolcato di lagrime mal focircra Mostrar che sempre e senza modo piangi Adorno ha rsquol figlio drsquoun bel fiore il mento 215 Qual giagrave tu oravi di vederlo ai Numiraquo

σ 177 laquoBencheacute buon zelo trsquoanimi non fia Eurigravenome che tu mi persuada A prender bagni a mrsquoabbellir drsquoessenze Gli Eterni dellrsquoOlimpo abitatori 220 Mi rapicircr la beltagrave sin da quel giorno Che il mio consorte veleggiograve per Igravelio Ma tu ingiungi ad Autogravenoe ad Ippodamia Che amendue mrsquoaccompagnino tra quelli (Il pudor me rsquol divieta) ir non vorsquo solaraquo 225

σ 185 Detto la vecchia uscigraveo fuor della stanza Ad avvisare ad affrettar le ancelle

σ 187 Nella mente di Palla un pensier novo In questa balenograve Placido sonno AllrsquoIcagraveride infuse che giacea 230 Stesa in sul letto dove le giunture Tutte le si disciolsero Mentrrsquoella Dorme celesti doni le largigravea Lrsquoinclita diva dal bel guardo azzurro Acciograve di sua beltagrave meravigliati 235 Via piugrave drsquoamor srsquoaccendano gli Achei Prima le guance le irrorograve con lrsquoalma Divina essenza onde srsquoabbella e splende Lrsquoinghirlandata Citeregravea di rose

ODISSEA

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Quando fassi a guidar lrsquoamabil coro 240 Delle Grazie Minerva indi le crebbe La sua bella persona e sigrave la rese Candida che lrsquoavorio al paragone Tagliato appena perderigravea Poi chrsquoebbe Compigraveto ciograve la diva inclita sparve 245

σ 198 Con alte voci strepitando accorsero Dalla stanza le ancelle il sopor dolce Via fuggigrave da Penegravelope Si asterse Drsquoambe le man le gote indi proruppe

σ 201 laquoLassa Qual molle sonno or con le brune 250 Ali sue mrsquoavvolgea Deh cosigrave dolce Morte la casta Artegravemide mrsquoinvii Or ora ondrsquoio non piugrave consumi in pianto La mia misera vita sospirando Lrsquoalto valor del mio sposo diletto 255 Di lui che tra gli Achivi era rsquol piugrave illustreraquo

σ 206 Tacque e dellrsquoalte sue stanze superbe Discese non giagrave sola la seguigraveeno Due ancelle Come giunse appo gli amanti Risteacute sul limitar lrsquoorrevol donna 260 Drsquoun vel ombrata lrsquouna e lrsquoaltra gota Tra amendue le sue donne A quella vista Fiaccar senticircro le ginocchia i Proci Rapiti accesi drsquoamorosa brama Tutti feacutean voacuteti di giacerle accanto 265 Ella al figlio diletto a dir si prese

σ 215 laquoTelegravemaco non piugrave neacute pensier fermo Neacute senno scorgo in te miglior drsquoassai Della tua fanciullezza era il consiglio Or che sersquo grande e dellrsquoetagrave in sul fiore 270 Ora che lo stranier dice in veggendo La tua statura e la beltagrave per certo Esser germoglio tu drsquoinclito eroe Neacute senno neacute pensier giusti dimostri Ahi qual fiero delitto or si commise 275 Patendo tu che lrsquoospite srsquooltraggi In sigrave rea guisa Or che di te fia detto Quando accolto in tua reggia un forestiere Grave sostiene oltraggio il carco e lrsquoonta Su te al cospetto delle genti caderaquo 280

σ 225 Ed il garzon laquoNon biasmo il tuo corruccio

LIBRO XVIII

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O Madre mia Nellrsquoimo cor pertanto Tutte cose comprendo e buone e rie (Cheacute fanciullo era pria) ma pur mrsquoegrave tolto Anchrsquooggi oprar ciograve che prudenza insegna 285 Oppresso di stupor veggrsquoio costoro Insidiando stagravermisi drsquoattorno Neacute trovo chi per me sorga e mrsquoaigraveti Quanto alla zuffa che appiccacircro insieme Lrsquoospite ed Iro in che prevalse rsquol primo 290 No dersquo Proci rsquol voler parte non vrsquoebbe Deh piaccia a Giove a Pagravellade ad Apollo Che costoro tentennino la testa Giagrave vinti e domi gli uni nel cortile Gli altri nellrsquoaula e che abbiano le membra 295 Rotte come quellrsquoIro che alla porta Dellrsquoatrio or siede a guisa di briaco Giagrave giagrave rsquol capo qua e lagrave piega neacute starsi Sui piedi puograve neacute a casa ove desigravea Redir cotanto egrave dispossato e guastoraquo 300

σ 243 Cosigrave rsquol figlio e la madre a cui converso Eurigravemaco drizzograve queste parole

σ 245 laquoOh se te per lrsquoIagravesio Argo gli Achivi Vista Icagraveride saggia avesser tutti Certo schiera di Proci assai piugrave folta 305 Qui sin dallrsquoalbeggiar terrigraveasi in festa Cheacute per beltagrave statura ed alto ingegno Tutte le donne di gran lunga avanziraquo

σ 250 E la regina laquoEurigravemaco per certo Ogni pregio ogni ben forme ed ingegno 310 Gli Eterni mi rapicircr quel digrave che ad Igravelio Veleggiacircro gli Achivi e rsquol mio consorte Con lor si dipartiva Ah se reverso Ulisse qui mia vita anco reggesse Maggior gloria e beltagrave mrsquoadornerebbe 315 Tristezza or mrsquoange di tante e sigrave gravi Sventure un Dio mrsquoopprime Allor chrsquoei mosse Abbandonando la natigravea contrada Preacutesami al carpo la man destra disse

σ 259 ldquoO donna non credrsquoio che i forti Achivi 320 Tutti da Troia rediranno illesi Fama pugnaci grida i Tegraveucri destri A trattar gli archi e saettar quadrelli

ODISSEA

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A premer fianchi di destrier veloci Drsquoun agil salto ad agitarli in campo 325 Tal che il destin di sanguinosa guerra Di repente decidono Quindrsquoio Se perdere o servar vorrammi un Dio Lagrave sottrsquoIgravelio non so Perograve qui tutto Pregravenditi in cura e verso il genitore 330 Verso la madre mia sempre comrsquooggi Ed ancor piugrave ti mostra affettuosa Fincheacute lunge sarograve Pur quando al figlio Vedrai rsquol mento fiorir qual piugrave trsquoaggrada Dispogravesati ed il tuo tetto abbandonardquo 335

σ 271 Tal ei parlograve giunto ne egrave rsquol tempo Appressa La Notte in che queste odiose nozze Me sconsolata a funestar verranno Cui lrsquoaura di ogni ben Giove rapigraveo Martigraver novo or mrsquoaffanna cheacute lrsquousanza 340 Antica or piugrave non guardano i miei Proci Color che a gara ambiscono la destra Drsquoillustre figlia drsquouom ricco e possente Adducon tori e pingui capre ondrsquoabbia Gli amici a convitar la desiata 345 Donna e le porgon preziosi doni Neacute impunemente struggono lrsquoaltruiraquo

σ 281 Lrsquoeroe gioigrave chrsquoella attraesse i doni Molcendo lrsquoalme lor con voci blande Mentre nellrsquoimo core altro volgea 350

σ 284 E lrsquoEupigravetide laquoIcagraveride prudente Quersquo doni che vorragrave ciascun dersquo Proci Offrirti accetta cheacute non focircra degno Far contrasto allrsquousanza e ricusarli Ma tien per fermo tu che niun di noi 355 Rediragrave arsquo tetti suoi neacute altrove andranne Pria che rsquol piugrave illustre degli Achei tu impalmiraquo

σ 290 Assenticircr tutti ed inviacircr gli araldi Persquo doni Addusse quel drsquoAntigravenoo un ricco Peplo grande di bei ricami adorno 360 Con dodici ardiglion di splendidrsquooro Nelle ritonde lor anella inserti Quel drsquoEurigravemaco apporta aureo monile Drsquoambra contesto e drsquoartifizio miro Tal che a pari del Sole arde e sfavilla 365

LIBRO XVIII

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Recacircro duo scudieri a Euridamante Orecchini a tre gocce opera insigne Donde piovea di rai grazia infinita Tornograve del Polittograveride Pisandro Con un vezzo il sergente adornamento 370 Drsquoineffabil vaghezza Ognuno in somma Squisito degli Achei recava il dono Ella beltagrave perfetta alle superne Stanze saliva e le pestavan lrsquoorma Corsquo presenti magnifici le ancelle 375

σ 304 Comrsquoella si partigrave conversi i Proci Allrsquoagil salto allrsquoarmonia gioconda Gioicircr fincheacute sorvenne Egravespero in Cielo Ma rsquol bruno sui godenti Egravespero surto Ratto per tutta illuminar la reggia 380 Tre bracieri si accesero ove dure Aride legna fesse allor gittacircro E di piugrave faci aggiugravenservi la fiamma Nutrigravean con veci alterne ivi la luce Del forte Ulisse le fantesche a cui 385 Drizzava quel magnanimo tai detti

σ 313 laquoServe del Re da sigrave gran tempo assente Risalite alle stanze ursquo la regina Venerevol srsquoaccoglie a lei drsquoattorno Sedete e confortagravetela rotando 390 I fusi o lane apparecchiando vivo Arsquo Proci tutti io manterrograve qui rsquol lume E se vorranno vigilar sin lrsquoalba Non io per vinto mi darograve cheacute al duro Faticare al vegghiar novo non sonoraquo 395

σ 320 A tal proposta si guatacircr ridendo Tutte le ancelle Ed ecco una Melagravento Guancia rosata che oltraggiarlo in turpe Guisa srsquoardiva Dogravelio ingenerolla Penegravelope allevolla e la dilesse 400 Qual propria figlia ed ornamenti e vezzi Di che era vaga sempre le largigravea Neacute mai per questo di lenir fersquo prova Melanto il duol che la regina opprime Di voluttagrave pur avida gittosse 405 Ad Eurigravemaco in braccio Ora costei Il re assaligrave con onte e con rimprocci

ODISSEA

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σ 327 laquoMiserando stranier vil insensato Ir non trsquoaggrada in qualche atra fucina O taverna a corcarti ma ti stai 410 Fra tutti questi eroi cianciando audace Senza che alcun timor trsquoagiti mai Sersquo tu briaco Od hai turbata sempre Cosigrave la mente e quindi allrsquoaura spandi Dissennate parole Esulti forse 415 Percheacute rsquol ramingo Iro atterrasti Ah bada Non tosto alcun drsquoIro miglior qui sorga Ad ispezzarti col vigor del braccio La testa e tutto del tuo sangue brutto Alfin da questa reggia ti discacciraquo 420

σ 337 La guatograve bieco Ulisse ed laquoImpudente ndash Gridograve ndash giagrave giagrave a ridir cotesti oltraggi A Telegravemaco vo percheacute qui ratto Tragga ed a brano a brano ti discerpiraquo

σ 340 Impaurite al suon di questi accenti 425 Correan qua lagrave per la magion disperse Le ancelle scosse da un orribil tremito Cheacute drsquoUlisse il parlar credean verace Ritto ei rimase accanto agli avvampanti Bracier gli occhi intendendo arsquo Proci tutti 430 E volgeva nel cor altro neacute indarno

σ 346 Ma restar dagli oltraggi dolorosi Arsquo Proci altier non consentigrave Minerva Acciograve vie piugrave il dolor penegravetri addentro Nellrsquoalma al divo eroe Primo rsquol rimorse 435 Il Polibide Eurigravemaco rivolto A provocar di quersquo superbi rsquol riso

σ 351 laquoUdite ciograve che rsquol cor mi spira amanti Dellrsquoinclita Penegravelope Costui Non venne no nella magion drsquoUlisse 440 Senza rsquol voler di un Dio Splendon del pari Le faci pagravermi e la sua testa certo Sovrrsquoessa un sol capello non ispuntaraquo

σ 356 Allrsquoeversor delle Cittagrave indi vogravelto laquoStranier ndash soggiunse ndash vorrestugrave servirmi 445 Se per merceacute condegna io trsquoinviassi Lagrave nellrsquoestremitagrave del poder mio A raccocircr sassi per macigravee a piantarvi Grandi alberi Perenne il vitto in copia

LIBRO XVIII

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Avresti e panni al dosso al piegrave calzari 450 Ma nel malvagio oprar dotto rifuggi Dalla fatica e mendicar trsquoaggrada Per dar pastura allrsquoavido tuo ventreraquo

σ 365 DrsquoIgravetaca il Re laquoSe in qualche erboso campo Di travaglio fra noi gara surgesse 455 Nersquo lunghi digrave di Primavera e armato Fossrsquoio di adunca falce e tu il pur fossi Sino al buio digiuni ambo giagrave focircra Tutta dal canto mio falciata lrsquoerba O se tauri a guidar ci desser forti 460 Fulvi di vasta mole e ben satolli Pari drsquoetagrave di forza rsquol cui vigore Integro fosse e ci si desse un campo Ampio di quattro iugeri ursquo la gleba Allrsquoaratro cedesse allor vedresti 465 Se tirar so lungo e profondo il solco O se da qualche parte oggi rsquol Satugravernio Terribil guerra qui accendesse e scudo E due lanciotti ed alle tempie adatto Di bronzo un elmo mrsquoavessi io commisto 470 Me vedrestugrave tra i primi combattenti Irrompere alle stragi e non piugrave carco Mi daresti drsquoinerte e di vorace Ma ti piaci oltraggiar percheacute inclemente E di cor duro uom drsquoalto affar trsquoestimi 475 Valente e grande percheacute in mezzo a pochi Men che prodi trsquoavvolgi Oh se qui giunge Ulisse se al natigraveo loco alfin riede Queste porte bencheacute vaste cotanto Strette parranno a te travolto in fuga 480 Fuor dalle soglie del regal palagioraquo

σ 387 Vie piugrave in suo cor furendo il guatograve bieco Eurigravemaco e gridograve laquoMisero Tosto Vorsquo disertarti Oh come audace parli Fra tanti eroi neacute mai nulla paventi 485 Sersquo tu briaco Od hai turbata sempre La mente e gracchi O trsquoinsanigrave la gioia Percheacute rsquol mendico e vil Iro atterrastiraquo

σ 394 Ghermigrave ciograve detto lo sgabel ma Ulisse Si ristrinse drsquoAnfigravenomo arsquo ginocchi 490 Ed al colpo sfuggigrave che in vece colse

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Nella destra il coppier la coppa in terra Con istrepito cadde ed il donzello Si riversograve gemendo nella polve Alto rumor nellrsquooscurata sala 495 Tra i Proci si levograve ciascun mirando Al suo vicin movea queste parole

σ 401 laquoDeh morto fosse pria che qua giungesse Il ramingo stranier tal rio tumulto Sorvenuto non focircra Or contendiamo 500 Per un tapin fuggisti omai per sempre O voluttagrave dersquo nostri lieti prandi Poi che lrsquoavviso dersquo peggior prevaleraquo

σ 405 E Telegravemaco laquoAhi miseri di fermo Voi delirate ecco a qual fiero estremo 505 Drsquoesca e di beva il trasmodar vi spinse Certo vrsquoinstiga un Dio Pur ben satolli Ite a corcarvi negli alberghi vostri Se ciograve vrsquoaggrada io non discaccio alcunoraquo

σ 410 Tutti col morso comprimendo il labbro 510 Arsquo franchi detti del garzon stupicircro Ma Anfigravenomo di Niso inclita prole Surto tra lor mosse tai detti laquoAmici A sigrave giusto parlar non sia chi tolga Con acerbe rampogne a far contrasto 515 Neacute lrsquoospite srsquooffenda o alcun dersquo servi Che in seacute recepe la magion drsquoUlisse Su via rsquol coppier ministri in volta i nappi E fatti i libamenti rientriamo Il riposo a gustar nersquo propri alberghi 520 Prender lasciam dellrsquoospite la cura A Telegravemaco al cui tetto srsquoaddusseraquo

σ 422 Piacque arsquo Proci rsquol consiglio Il Dulichiense Mulio araldo drsquoAnfigravenomo nellrsquourna Temprato il vin con sottil cura a tutti 525 Nersquo spumanti bicchier lo porse in giro Libato arsquo Numi rsquol vin dolce gustacircro Ma posto fine arsquo libamenti tutti Bebbero a pien talento indi a corcarsi Al proprio albergo ciaschedun movea 530

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LL II BB RR OO XX II XX

Colloquio di Ulisse e di Penegravelope il primo egrave riconosciuto dalla nutrice Euriclea

PPOICHEacute nellrsquoaula divisograve la strage Dersquo Proci con Minerva il divo Ulisse Converso al figlio ratto a dir si tolse

τ 4 laquoTelegravemaco forza egrave le bellicose Nostrrsquoarmi tutte trasportare ad alto 5 A prender securtagrave drsquoogni sospetto Lusingherai con blandi accenti i Proci Se averle in lor baligravea brameran elli Ed inchiesta faragravennoti rispondi laquoDal fumo le sottrassi cheacute sembianti 10 A quelle non son piugrave che lasciograve il padre Quando per Troia un giorno alzograve le vele Perdettero il fulgor discolorate Dal vapor della fiamma Ed anco questa Cura piugrave forte mi spirava un Dio 15 Non forse presi da Liegraveo soverchio Deacutestisi tra di voi fiera contesa Tal che lrsquoun lrsquoaltro a vi ferir sospinga E la mensa vrsquoinsanguini e le gare DellrsquoImenegraveo cheacute a seacute lo stesso ferro 20 Attira lrsquouomraquo Tacque ed al padre caro Telegravemaco obbedigrave ratto a seacute chiama La nutrice Euriclea laquoRinchiudi ndash aggiunse ndash Nelle stanze le ancelle o fedel bagravelia Tanto che ad alto le bellrsquoarmi apporti 25 Del padre che in sua assenza abbandonate Il fumo deturpograve Sendrsquoio fanciullo Lrsquoincauta mente non le prese in cura

ODISSEA

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Collocate or da me figraveeno lagrave dove Della fiamma il vapor non piugrave le attinga 30

τ 21 laquoVoglia rsquol Ciel ndash rispondea lrsquoaffettuosa ndash Che alfin ricco di senno e di consiglio Regga la tua magione e tutte serbi Le tue dovizie Orsugrave dimmi chi fia Che teco srsquoaccompagni e porti il lume 35 Peroccheacute non vuoi tu che alcunrsquoancella Ti vada innanzi ed il cammin ti schiariraquo

τ 26 E Telegravemaco laquoLrsquoospite non mai Inerte patirograve chrsquoei del mio staio Nugravetrisi comeccheacute da lunge arriviraquo 40

τ 29 Neacute giagrave indarno volacircr queste parole Del ben construtto gineceo le porte La nutrice fermograve Col rege rsquol figlio Impetuosi via portano gli elmi Gli scudi umbilicati e lrsquoaste acute 45 Precedeacutevali Palla di superna Luce raggiando a par di fulgidrsquooro Tutte intorno le stanze illuminava

τ 35 E Telegravemaco laquoO padre ah qual portento Le pareti i bei palchi e le abetine 50 Travi e queste colonne in suso spinte Qual fiamma viva sfolgorar veggrsquoio Qui dentro egrave un Nume abitator del Cieloraquo

τ 41 laquoTaci affrena il pensier neacute interrogarmi ndash Interrugraveppelo il re ndash questa egrave lrsquousanza 55 Degli Eterni che regnano lrsquoOlimpo Ma varsquo e ti corca omai chrsquoio qui rimango A raccertar delle fantesche i sensi E della madre mesta che vorrammi Partitamente far di tutto inchiestaraquo 60

τ 47 Tacque ed il figlio del palagio uscito Al chiaror delle faci si raccolse Lagrave nella stanza in che solea corcarsi E quivi srsquoaddormigravea pur desiando Che ratto sorga a risvegliarlo lrsquoalba 65 Ma nellrsquoaula restograve lrsquoinclito Ulisse Dersquo Proci a ordir con Pagravellade la strage

τ 53 Qui la regina di sue stanze uscigravea Ad Artegravemide pari o allrsquoaurea Vegravenere Lrsquousato seggio collocacircr le ancelle 70

LIBRO XIX

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Al foco appresso di commessi argenti Non che drsquoavori adorno alto lavoro Che lrsquoartefice Icmagravelio un digrave condusse Congiunto al seggio stagravevasi sotteso Elegante sgabel su cui gran vello 75 Stendeacutevasi Posava in questa sede Penegravelope Sorvennero le ancelle Dalle candide braccia e tolser via Pane in gran copia e deschi e tazze in cui Bevvero dianzi gli orgogliosi amanti 80 Gittacircr per terra dersquo bracieri rsquol foco Molta indi accumulacircr legna onde ratto Luce e tepor drsquointorno si diffuse

τ 65 A rimordere il re di nuovo sorse Melanto laquoO forestier di notte ancora 85 A dar noia trsquoavvolgi entro il palagio Le donne ad ispiar Via sciagurato Bagravestiti rsquol cibo che ingollasti o tosto Drsquoesto tizzo percosso uscirai fuoraraquo

τ 70 La guatograve bieco Ulisse e sigrave rispose 90 laquoMisera Percheacute sempre in gran corruccio Mrsquoinfesti Percheacute me vecchiezza oppresse E vili panni indosso e vo alla cerca Per la cittagrave Necessitagrave mrsquoastringe Tal egrave il destin di chi mendica ed erra 95 Noi pur fiorimmo un digrave ricca magione Abitava felice e (qual si fosse) Al pellegrin che a me si rivolgea Spesso di ciograve che bisognograve fui largo Servi innumeri mrsquoebbi e gli agi tutti 100 Di quersquo che in mezzo a gran copia vivendo Opulenti si chiamano Ma Giove Da tantrsquoaltezza mi travolse in basso Sagravessel egli rsquol percheacute Pon mente or dunque Giovinetta non forse ti si sperga 105 Questo fior di beltagrave che sigrave trsquoadorna E fra le tue conserve ir ti fa altera Paventa che lrsquoIcagraveride adirata Su te non infierisca o torni Ulisse Cheacute gran parte di speme anco nrsquoavanza 110 Ma srsquoei perigrave se disperar nrsquoegrave forza Emolo al padre la merceacute di Febo

ODISSEA

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Telegravemaco qui sta non piugrave fanciullo Cui celarsi qual femmina delinque In sua magion certo egrave impossibil cosaraquo 115

τ 89 Penegravelope lrsquoudiva e con acerbe Rampogne ad isgridar feacutessi lrsquoancella

τ 91 laquoAudace sopra ogni altra invereconda No non mrsquoegrave ascoso il tuo misfatto e rsquol degravei Scontar con la tua testa Oh ben sapevi 120 (Da me lrsquoudisti tu) chrsquoio pur volea Lrsquoospite interrogar nelle mie stanze Del mio consorte sul destin per cui Lrsquoangosciato mio cor tanto srsquoattristaraquo

τ 96 Detto conversa a Eurigravenome soggiunse 125 laquoReca uno scanno e su vi stendi un vello Eurigravenome seggendo a me favelli Lrsquoospite e mrsquooda interrogarlo or voglioraquo

τ 100 Ratto la dispensiera un elegante Seggio recava e rsquol ricoprigravea drsquoun vello 130 Vi si adagiograve lrsquoeroe cui sigrave favella Penegravelope laquoStraniere or io medesma Prima ti parlerograve Chi Di qual gente Di qual cittagrave Chi fucircro i maggior tuoi raquo

τ 106 laquoDonna ndash rispose rsquol sapiente Ulisse ndash 135 Uom no non havvi sullrsquoimmensa terra Chrsquoosi biasmarti sin al Ciel giagrave salse La gloria tua qual di Re saggio e pio Che sopra molte bellicose genti Stende lo scettro ed egrave sostegno al dritto 140 Ondeggian nelle fertili campagne Orzi e frumenti gragravevansi di frutta Gli alberi figlia vigoroso rsquol gregge Pescoso egrave rsquol mar e sotto rsquol regger equo Vivono sempre i popoli felici 145 Perograve drsquoaltro or mi chiedi in tua magione Non di mia stirpe e del natigraveo paese Cheacute drsquoaspre doglie mrsquoempiresti lrsquoalma Con la membranza delle mie sventure Dolente oltre ogni dir non mi si addice 150 Seggendo in casa altrui piangere ed alti Metter gemiti e lai non bene adopra Chi sempre a sparger lagrime si ostina Temo che contra me qualche tua ancella

LIBRO XIX

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Srsquoadiri od anco tu medesma e dica 155 ldquoEbbro costui qui rsquon lagrime si stemprardquoraquo

τ 123 E lrsquoinclita regina laquoOspite mio Certo il vigor dellrsquoalma e la beltade Gli Eterni mi rapicircr quel digrave che a Troia Navigacircro gli Argivi e con lor gigravea 160 Ulisse il mio consorte Oh se quel grande Reduce qui la mia vita reggesse Maggior la gloria mia focircra e piugrave bella Tristezza or mrsquoange di tante e sigrave gravi Sventure un Dio mrsquoopprime I duci tutti 165 Che regnan le propinque isole intorno Same Duligravechio e Zacinto arborosa Quersquo che rsquol dominio in Igravetaca usurpacircro Me ripugnante ambiscono a consorte E la magion disegravertanmi Non posso 170 Degli ospiti dersquo supplici e dersquo sacri Pubblici araldi prendere piugrave cura Ma Ulisse bramo e rsquol cor tenero in petto Mi si consuma Affrettan tuttavolta Costoro il maritaggio ed io nuove arti 175 Macchinando pur vo Spirommi un Dio Manto funebre ordir nelle mie stanze Grande oprando sottil dismisurata Tela e fra lor di subito dissrsquoio ldquoGiovani che impalmar me desiate 180 Poicheacute Ulisse perigrave deh le mie nozze Dallrsquoaffrettar restatevi sin chrsquoio Questo fornisca per lrsquoeroe Laerte Funebre ammanto (acciograve il mio fil non pecircra) Quando a patir di morte i lunghi sonni 185 A seacute rsquol trarragrave la dispietata Parca Peroccheacute delle Achee lrsquoira pavento Srsquouom che adunograve tante ricchezze privo Sin drsquoun lenzuolo sepolcral se nrsquo giacciaraquo Questi detti trovacircr fede nellrsquoalma 190 Degli alteri miei Proci Ordigravea di giorno La gran tela e di faci allo splendore Di notte la stessea Sino al terzrsquoanno Illudendo gli Achei mi tenni ascosa Ma quando rimenar lrsquoOre ed i Mesi 195 Il quartrsquoanno darsquo Proci allor sorgiunti

ODISSEA

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Nelle mie stanze colta fui (ria colpa Drsquoinvereconde e dispietate ancelle) Quei drsquoaspro minacciar feacutecermi segno Necessitagrave mi vi stringendo il manto 200 Al suo termine trassi Or piugrave le nozze Sfuggir non posso ned alcun mrsquooccorre Altro consiglio giagrave i parenti a quelle Drsquoinstigarmi non cessano Srsquoadira Contra i divorator del suo retaggio 205 Il figlio che i suoi danni a pien conosce Adulto omai prender ben puograve il governo Di sua magion Giove di gloria il colma Ma la tua stirpe or dimmi e rsquol natigraveo loco Cheacute dallrsquoantica favolosa quercia 210 O drsquoaspra rupe originar non degraveiraquo

τ 164 E rsquol re sagace laquoO veneranda sposa Del Laerzigraveade Ulisse a che non cessi Drsquointerrogarmi sul lignaggio mio Il ti dirograve bencheacute tu cresca i tanti 215 Affanni miei comrsquoegrave ragion che avvenga Ad uom che al par di me molti anni e molti Dalla terra natigravea vive lontano Che piugrave cittagrave percorse errando e sempre Tormenti aspri sostenne Tuttavolta 220 Poicheacute rsquol mi chiedi a digraverloti son presto

τ 172 Sorge in mezzo al mar bruno una gran terra Bella irrigua ferace in seacute recepe Immensa moltitudine di genti E novanta cittagrave Molte favelle 225 Miste sonan colagrave soacutenvi gli Achei I generosi autogravectoni Cretensi Soacutenvi i Cidoni e in tribugrave tre divisi I Dori ed i magnanimi Pelasgi Gnosso vasta cittagrave quivi si estolle 230 Regnata da Minograves che Giove sommo Drsquoogni novennio al volgere ponea Del suo colloquio a parte E fu Minosse Padre del padre mio del valoroso Deucalioacuten da cui nacqui io ed il Rege 235 Idomenegraveo che in sui rostrati legni Con gli Atridi attingea le Iligraveache sponde A me drsquoetagrave minor fu rsquol nome illustre

LIBRO XIX

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DrsquoEtone imposto Idomenegraveo fu rsquol primo E rsquol piugrave valente Vidrsquoio rsquon Creta Ulisse 240 E gli porgea doni ospitali Quivi Svolto dalle Malegravee quandrsquoigraveva ad Igravelio Impetuoso un vento lo sospinse SullrsquoAmniso fermosse appo la grotta DrsquoIlitigravea in dubbio e periglioso porto 245 In che dal turbo riparava a stento Giunto a cittagrave di subito richiese DrsquoIdomenegraveo che venerando e caro Ospite suo chiamograve Giagrave giagrave comparsa La decimrsquoera o lrsquoundicesimrsquoalba 250 Dopo che accolto sui capaci legni Le vele alzograve vegraverrsquoIgravelio Idomenegraveo Nel mio palagio lrsquoaddussi io Di liete Ospitali accoglienze onor gli feacutea Poicheacute drsquoagi lrsquoostel non mrsquoera scarso 255 E tenni modo ancor che il popol tutto A lui diede non men che arsquo suoi seguaci Cereal polve fervido Liegraveo Buoi da sgozzar sigrave che sbramacircrsi a pieno Dodici digrave restacircr gli Argivi in Creta 260 Cheacute feacutea lor forza il grave impetuoso Boreal vento tal che in sulla terra Regraveggersi in piegrave non perdonograve ad alcuno Certo un fier nume lrsquoeccitava Al fine Nel tredicesmo digrave cadde e le Argive 265 Prode correano persquo cerulei campiraquo

τ 203 Cosigrave dicea fingendo e cosigrave dava Del vero a molte favole lrsquoaspetto Pianse ella in ascoltando illanguidita Mancar sentissi Come neve sparsa 270 Da Zegraveffiro sui monti alti si solve Al tepido soffiar drsquoEgraveuro dallrsquoalto Corrono i rivi ad ingrossare i fiumi Tal di pianto inondagravevasi il bel viso Di lei gemente lrsquoamato consorte 275 Assiso ligrave al suo fianco Intenerito Al suon dersquo tristi lai della sua donna Ulisse addentro il cor sentigrave ma gli occhi Stagravevangli a par di corno o vuoi di ferro Nelle palpegravebre immoti artatamente 280

ODISSEA

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Reprimeva le lagrime Poicheacute ella Di querimonie e di pianti fu sazia

τ 215 laquoStranier ndash soggiunse ndash or vorsquo di te far prova Se corsquo suoi prodi tu come or lrsquoannunzi Ricettasti in tue case il mio consorte 285 Quai panni rivestigravea Chi fu egli stesso Quali i seguaci A parte a parte or dimmiraquo

τ 221 laquoDifficile mi fia digraverloti o donna ndash Ulisse ripigliograve ndash cheacute dieci e dieci Anni vogravelsersi giagrave dal digrave chrsquoei feacuteo 290 Dipartenza da Creta Nondimeno Tutto che in mente splegravendemi saprai Vestiva il divo Ulisse un porporino Largo manto villoso aureo fermaglio Lrsquounigravea con doppio anello nel dinanzi 295 Opra insigne adornagravevalo corsquo piedi Anterior ecco ghermiva un veltro Vaio cerbiatto chrsquoei spirante adocchia Stupigravean tutti che drsquoograver sendo amendue Lrsquoun guati lrsquoaltro e rsquol soffochi e che questi 300 Forte ambo i piedi per fuggir dibatta Indossar gli vidi anco unrsquoelegante Tunica molle sigrave qual di cipolla Arida spoglia e come il Sol splendente Molte donne ammiracircrla Or tu pon mente 305 Io non so se vestigraveala in sua magione O se qualcun che seco srsquoimbarcava O la gli diede un ospite cheacute a molti Diletto egli era e pochi rsquol fucircr del pari Tra i prodi Achei Perciograve di rame un brando 310 Doppio bel manto porporin adatta Tunica in don gli porsi ed onorato A mio poter al suo legno il seguigravea Araldo accompagnagravevalo che alquanto Drsquoetagrave rsquol vinceva ed ecco il ti dipingo 315 Crespo crin late spalle e cute bruna Avea nomossi Eurigravebate in gran pregio Fra tutti i prodi suoi teneacutealo Ulisse Cheacute ricca egli ebbe di saper la menteraquo

τ 249 Detto la brama vie piugrave in cor le crebbe 320 Di gemiti e di lai cheacute certi e gravi Glrsquoindizi esposti dallrsquoeroe conobbe

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Ma quando si sentigrave sazia di pianto A lui conversa disse laquoOspite mio Tu che nersquo tetti miei mrsquoeri pur dianzi 325 Soggetto di pietade or mi diventi Venerevol e caro chrsquoio medesma Le vesti li porgea di che tu parli Nel talamo piegate Ed io gli affissi Lo splendido fermaglio adornamento 330 Del suo bel manto Ahi misera non io Reduce alla natigravea dolce sua terra Novellamente lrsquoaccorrograve Ben crudo Destin salir gli feacuteo la larga nave Che allrsquoinfame esecrato Igravelio il traearaquo 335

τ 261 laquoOrrevole drsquoUlisse inclita donna Deh non piugrave consumar ndash lrsquoeroe soggiunse ndash La tua bella persona neacute tristarti Lrsquoalma piangendo il tuo consorte Certo Taccia darti non so ciascuna piange 340 Chi la condusse un digrave vergine sposa Ed a cui figli partorigrave Ben vuogravelsi Ulisse pianger piugrave che comrsquoegrave grido Arsquo Sempiterni assembra Or tu deh cessa Dal gemere e pon mente aperto e schietto 345 Tutto che udigravea del suo redir vorsquo esporti Egrave vivo Ulisse appo la ricca gente Sta dersquo vicin Tesprograveti e molti apporta Seco egregi tesor chrsquoei srsquoebbe in dono Dai popoli e darsquo Regi ma nellrsquoalto 350 Mare i prodi compagni ed il naviglio Perdette dipartegravendosi dai lidi Della Trinacria peroccheacute adiracircrsi Giove ed il Sole a cui del Re i compagni Sgozzacircr lrsquoarmento Il mar voraginoso 355 Gli ingoiograve tutti lui gettava solo Sulla carena della nave infranta Inverso rsquol continente appo i Feaci Gente che trae lrsquoorigine dai Numi Ersquo di cor come a un Dio feacutecergli onore 360 Di presenti rsquol colmacircro e in sua magione Incolume fermacircr di ricondurlo Certo qui focircra ei giagrave Se non che meglio Tornar gli parve di adunar dovizie

ODISSEA

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Percorrendo altre terre Il tuo consorte 365 Soverchia nersquo sottili accorgimenti I mortai tutti tal che niun ardisce Contender seco Dersquo Tesprograveti rsquol rege Fidoacuten mi raccontograve mentrrsquoei libava In sua magione e rsquol mi affermograve con giuro 370 Che varata la nave e chrsquoeran presti Color che denno al suol natigraveo raddugraverlo Fidoacuten me prima accomiatograve cheacute a sorte Drizzava un legno di Tesprograveti il corso Vegraver Duligravechio di grano aureo ferace 375 Ma le dovizie tutte ei pria mostrommi Adunate da Ulisse in sigrave gran copia Che sostener drsquouna famiglia intera Per dieci etagrave potrigraveeno i discendenti Tali son i tesor chrsquoei cumulava 380 Appo Fidoacuten che aggiunse ldquoIto a Dodona Egrave Ulisse per udir dalla divina Alti-chiomata quercia il gran consiglio DellrsquoOligravempio srsquoei dee dopo sigrave lunga Assenza ritornar al natigraveo loco 385 Palese od in segretordquo E dunque salvo Qui di certo ei verragrave No darsquo suoi cari Neacute dallrsquoamato suol patrio lontano Gran pezza ei rimarragrave Tutto che dissi Or col solenne sacramento affermo 390 Giove renda al mio dir testimonianza Sommo tra numi ed ottimo e drsquoUlisse Il sacro focolare a cui rifuggo Ciograve che dico avverragrave questrsquoanno Ulisse Rappariragrave in sua reggia o pria che spiri 395 Il mese o del vegnente al sorger primoraquo

τ 308 laquoOh srsquoadempia il tuo detto ospite mio ndash Penegravelope rispose ndash incontinente Di grato animo pegni e tanti doni Otterresti da me che te in veggendo 400 Ciascun beato ti terragrave Ma in petto Pagraverlami rsquol cor ciograve che pur troppo fia Neacute Ulisse riederagrave piugrave nersquo suoi tetti Neacute tu scorta otterrai peroccheacute quanti Qui usurpacircrsi baligravea non son qual era 405 (Oh rsquol fosse ancora) Ulisse ad accocircr presto

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A rimandar gli egregi ospiti sempre Ma voi donzelle lrsquoospite lavate E di coltri di manti e di tappeti Splendidi il letto gli ponete ondrsquoabbia 410 A goder drsquoun tepor dolce aspettando Che sopra il trono drsquoograver salga lrsquoAurora Comparsa appena prenda un bagno e voi Drsquoessenze il profumate acciograve chrsquoei segga Nellrsquoaula a desco del mio figlio accanto 415 Guai al crudel che lrsquooltraggiasse Certo Atto far non potragrave che a pro gli torni Ben fremiragrave ma indarno Oh come mai Sapresti ospite mio che allrsquoaltre donne Io per senno prevaglia e per consiglio 420 Mentre squallido avvolto in questi cenci Convivar ti lasciassi entro la reggia Breve la vita egrave degli umani uom crudo Che dispietati in cor sensi rivolve Maledetto egrave da tutti e fincheacute vive 425 Imprecar fiero lrsquoavvenir si sente Trapassa Il mondo legravevasi e lrsquoinfama Ma a qual si fregia di bontagrave ed aspira Allrsquoeccellenza drsquoatti egregi immensa Acquistan gloria gli ospiti dovunque 430 Tal chrsquoei nrsquoha loda di gentile spirtoraquo

τ 335 laquoVenerevol drsquoUlisse inclita donna ndash Ripigliava lrsquoeroe ndash manti e superbe Coltri in dispetto ebbrsquoio sin da quel giorno Che sovra rsquol pin di lunghi remi armato 435 Lasciai di Creta le nevose cime Mi corcherograve come usai prima quando Vigilando traea le intere notti Cheacute steso in letto vil ne passai molte Pur aspettando il comparir dellrsquoalba 440 Neacute mi talenta piugrave dersquo piedi rsquol bagno Neacute donna che ministri in questa reggia Il piegrave mi toccheragrave salvo che saggia Femmina antica sia che molte e molte Al par di me patite abbia sventure 445 Toccarmi a questa il piegrave non fia disdettoraquo

τ 349 E lrsquoIcagraveride saggia laquoOspite mio Niun pellegrino di lontan paese

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Piugrave saggio e caro capitograve qui mai Di te chrsquoesprimi con parola ornata 450 Tutto che rsquol senno ed il decoro ingiunge Vecchia posseggo di consigli eletti Che nutrigrave e crebbe e nelle braccia accolse Quellrsquoinfelice quando primamente La madre il partorigrave costei le piante 455 Ti laveragrave quantunque tragga a stento Lrsquoanelito Ma deh saggia Euriclea Legravevati su lrsquoospite bagna oppresso Drsquoanni al par del tuo Re tal forse egrave Ulisse Tale nersquo piedi e nelle man cheacute ratto 460 Uom combattuto da sventure invecchiaraquo

τ 361 La bagravelia rsquol voacutelto tra le man si ascose E versograve calde lagrime movendo Dolorose parole laquoAhi per te figlio Questa mia vita debile strascino 465 Piugrave che ad altri a te porta odio il Tonante A Te sigrave pio Non mai tanti alcun gli arse Lombi di pingui vittime neacute tante Ecatombe perfette alcun gli offerse Al par di te neacute orasti a lui che a queta 470 Giunger vecchiezza e crescer prode il figlio Pur del ritorno il digrave ti si rapigraveo Forse le donne di remote genti Oltraggiano lrsquoeroe quandrsquoei nersquo ricchi Tetti srsquoadduce come te oltraggiacircro 475 Tutte quante coteste invereconde Da cui lrsquoonte schifando e lrsquoinsolenza Rifiutasti il lavacro A me pertanto Non ripugnante tal uffizio impose LrsquoIcagraveride e vorsquo adegravempierlo non pure 480 A cagione di lei ma di te ancora Cheacute nellrsquoimo del cor ospite tutti Gli antichi affanni ridestar mi sento Pur odi un detto mio molti infelici Stranieri qui si addussero ma niuno 485 Per istatura o voce o portamento Sembiante al par di te pagravervemi a Ulisseraquo

τ 382 E quel sagace laquoO donna affermacircr quanti Ne videro amendue che grande corre Tra Ulisse e me rassomiglianza appunto 490

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Qual tu medesma accortamente or notiraquo τ 386 Prese allora Euriclea lucida conca

In che versograve molta freddrsquoacqua e poscia La bollente vrsquoinfuse Incontinente Lrsquoeroe che assiso al focolar sedea 495 Vegraver lrsquoombra si voltograve cheacute in cor sospetto Gli srsquoingerigrave non forse la nutrice Brancicandol la margine scoprisse E sigrave togliesse arsquo suoi disegni rsquol velo Fatta a lui presso come a lavar dessi 500 Al suo Re i piedi tosto riconobbe La ferita che un digrave col bianco dente Impregravessegli un cinghial lagrave sul Parnaso Quando a vedere andograve lrsquoavo materno Ed i suoi figli Autogravelico valente 505 Che gli umani vincea tutti nellrsquoarte Del rapir del giurar cheacute dersquo suoi doni Ermete lrsquoarricchigrave cui sempre ardea Cosce accette drsquoagnelli e di capretti Tal che pronto con lui si accompagnava 510 DrsquoIgravetaca a visitar le ricche genti Autogravelico recossi e nato dinanzi Quivi trovograve della sua figlia un figlio Questo pose Euriclea sulle ginocchia Care dellrsquoavo tosto che levate 515 Fucircr le mense e nomollo e sigrave gli disse

τ 403 laquoAutogravelico tu stesso or trova e imponi Al dolce nato di tua figlia un nome A lui che sempre desiasti tantoraquo

τ 405 E di subito il Re laquoGenero mio 520 E tu mia figlia il nome gli imponete Che or vi dirograve comrsquoio qui giungo irato A molti umani drsquoambo i sessi in terra Vorsquo che si nogravemi Ulisse Attinta appena La pubertagrave vorsquo che arsquo materni ei venga 525 Vasti palagi lagrave sovra il Parnaso Dove posseggo le dovizie mie Di cui fagravettagli parte alle paterne Case il rimanderograve colmo di gioiaraquo

τ 413 Ulisse indi partiva acciograve che lrsquoavo 530 La promessa per lui fatta eseguisse Dersquo magnifici doni E lrsquoavo ersquo figli

ODISSEA

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Lrsquoaccolser con amplessi e con parole Affettuose lrsquoavola Anfitegravea Streacutettolo al petto il capo gli baciava 535 Ersquo begli occhi lucenti Arsquo figli illustri Il Re la cena comandograve repente Menacircr un bue quinquenne lo sgozzacircro Lrsquoacconciacircro il partirono ed i brani Negli schidoni tutti a modo infissi 540 Maturarono al foco e comparticircrli Cosigrave lo intero digrave sino allrsquoOccaso Banchettacircro neacute alcuno in maggior copia Bramava il cibo Non appena il Sole Disparve e la notturna ombra sorvenne 545 Gustacircr corcati i doni almi del Sonno

τ 428 Allrsquoindimani come in Ciel comparve La figlia del mattin rosea le dita Corrono i cani alla gran caccia e vassi Corsquo figliuoli drsquoAutogravelico lrsquoeroe 550 Sul vestito di selve eccelso monte Salgono di Parnaso e tra quersquo gioghi In che i turbi imperversano trovacircrsi Giagrave le campagne il novo Sole indora Dal pacifico surto alto Oceagraveno 555 Mentre la caccia entro un vallon discende Ormando innanzi igravevano i cani e dietro I figliuoli drsquoAutogravelico ma Ulisse Palleggiando la lunga asta si tenne Appo lo stormo Lagrave dentro una folta 560 Macchia giacea un cinghial dismisurato Non gagliardo soffiar drsquoumidi vegraventi Non di fervido Sol raggio non pioggia Dirotta mai la penetrograve ben vrsquoera Quivi di frondi enorme effondimento 565 Al tumulto al rumore al calpestio Degli accorrenti cacciator dersquo cani Fuor del recesso la setosa belva Slagravenciasi arruffa della testa i peli Gli occhi in fiamma rivolve e lor di contra 570 Piagraventasi e guata In questa il primo Ulisse Irrompe alzata con man forte lrsquoasta Drsquouccigravederla bramoso Ma rsquol prevenne Il cinghiale e rsquol ferigrave con la gran sanna

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Drsquoun colpo obliquo in sul ginocchio molta 575 Carne squarciograve ma non aggiunse allrsquoosso Del garzon che il colpigrave nellrsquoomer destro Da parte a parte la splendida punta Dellrsquoasta il trapassograve cascograve mugghiando Nella polve e spirograve Ma intorno a lui 580 Accorsi affaccendacircrsi i cari figli DrsquoAutogravelico fasciagravetagli la piaga A modo gli arrestacircr con un incanto Il negro sangue e rsquol trasportacircr del padre Al palagio Poi chrsquoelli rsquol ritornacircro 585 In sanitagrave che di presenti insigni Il ricolmacircr contenti alla diletta Igravetaca tosto il rimandacircr contento Esultograve il genitor lrsquoorrevol madre Al suo ritorno e tosto interrogacircrlo 590 Di tutto che sendo lontan gli occorse Ma piugrave della ferita Ed ei narrava Partitamente lor comrsquoito a caccia Con i figli dellrsquoavo in sul Parnaso Un cinghiale rsquol piagograve dal niveo dente 595

τ 467 Quando la vecchia con le man inchine Questa margin toccograve la riconobbe Ed il piegrave che tenea ratto dimise Cascograve la gamba nella conca il rame Rimbonbogravenne travogravelsesi da un lato 600 Il vase e lrsquoacqua per lo spazzo corse Letizia e duol invasero ad un tempo Lrsquoanimo drsquoEuriclea le si empicircr gli occhi Di lagrime la sua languida voce Nellrsquouscir si fermograve Steacutesagli alfine 605 La destra al mento esclama laquoAh tu sersquo Ulisse Il caro figliuol mio neacute ravvisarti Fatto mi venne pria pria drsquoaver tocco Questa ferita da cui chiara viemmi Testimonianza che il mio Re tu seiraquo 610

τ 476 Detto gli occhi intendendo alla regina Dirle anelava che il consorte amato Stagravevale presso Ma bencheacute di contra Neacute vederlo potea neacute porvi mente Penegravelope cheacute rsquol cor Palla le svolse 615 In questa Ulisse lrsquoafferrograve alla gola

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Con la destra e con lrsquoaltra a seacute la trasse Dicendo laquoVuoi tu pegraverdermi o nutrice Pur tu medesma del tuo sen col latte Nudristi un giorno me che dopo tanti 620 Patiti affanni nel ventesimrsquoanno Ritorno al suol natigraveo Ma poicheacute accorta Di me ti feacutesti e che nellrsquoalma un Dio Il mio segreto ti depose taci Ned altri rsquol sappia qui Ciograve che or ti dico 625 Certo avverragrave se mai qualcun dersquo Numi Doma sotto il mio braccio i Proci alteri Non ti risparmierograve bencheacute mia bagravelia Quando a morte porrograve le tue conserveraquo

τ 491 Ed Euriclea laquoQual detto o figliuol mio 630 Fuor del labbro trsquouscigrave Costante invitta Chiudo qui dentro lrsquoanima e tu rsquol sai Al par drsquoalpestre rupe al par di ferro Mia fede egrave salda Or odi e rsquol ti rammenta Se di tua man gli oltracotati Proci 635 Auspice un Dio cadranno allor dirotti Qual delle schiave tue qui ti deturpa E qual fida se nrsquo vive ed innocenteraquo

τ 500 Ed Ulisse laquoPercheacute vuoi tu indicarle Questo allrsquouopo non fa Ben per me stesso 640 Osservarle e conoscerle deggrsquoio Star tu bada in silenzio ed il successo Dellrsquoimpresa commetti arsquo Sempiterniraquo

τ 503 Nuova acqua a riportar sparsa la prima Fuor la nutrice uscigrave Lavato ed unto 645 Chrsquoebbe drsquoessenze il Re questi raccosta Il seggio al foco a si scaldar le membra E corsquo cenci la margine ricopre

τ 508 Ripreso il ragionar dalla prudente Icagraveride soggiunse laquoOspite bramo 650 Ancor per poco interrogarti io stessa Ecco srsquoappressa del riposo il tempo Lrsquoora in che ognun bencheacute dolente egrave preso Dal dolce sonno Me pertanto opprime Drsquoaffanno immenso un Dio sin che rsquol digrave splende 655 Trista e gemente sopra i lavor miei E delle fanti vigilar mrsquoaggrada Scesa la notte che i mortali assonna

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Corcata piango cheacute da mille acute Cure qui dentro rsquol cor fieder mi sento 660 E come la fiorente Filomena Di Pagravendaro figliuola al sorger novo Della bella stagion dolce cantando Delle frondi piugrave dense allrsquoombra siede Quivi iterando va mesti concenti 665 Che allrsquoaura spande Iti piangendo il caro Figlio che a Zegraveto re partorigrave un tempo Iti che per error col ferro uccise Non altrimenti a me fra due contrari Sensi di qua di lagrave srsquoagita il core 670 O restar appo rsquol figlio ed il retaggio Serbargli intatto e con le mie sostanze Le serve e questo vasto alto palagio Rispettando ad un tempo e la mia fama E rsquol coniugal mio talamo o rsquol piugrave illustre 675 Degli Argivi seguir che di gran doni Di nozze onusta arsquo suoi tetti mrsquoadduca Sino a che rsquol figlio era fanciullo e soro Non consentigravea chrsquoaltri io impalmando questa Magion abbandonassi or chrsquoegli crebbe 680 Or che lrsquoetagrave di pubertade attinse Desigravea che mi diparta irato arsquo Proci Che lrsquoaver suo divorano Ma tu Deh mrsquoodi e questo mio sogno dichiara Veacutenti lagrave nel cortile oche nellrsquoacqua 685 Stemprato il gran pascevano non senza Qualche diletto io le osservava ed ecco Slanciagravetasi dal monte aquila grande Dal rostro adunco la cervice a tutte Frange e le spegne nel cortile in folla 690 Giacean sparsi gli augei lrsquoaquila intanto Battea per lo divino etere i vanni Io bencheacute in sogno piangeva ululava E le Achee dal bel crin stavan drsquoattorno A me che pur mettea miseri lai 695 Per lrsquooche mie che lrsquoaquila mrsquoancise Ma quella tosto rivolograve si assise Sopra il tetto sporgente ed assumendo Umana voce articolograve tai note

τ 546 ldquoFarsquo cor o figlia del possente Icagraverio 700

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Questo non vano fantasma di sogno Ma certa egrave vision di ciograve che fia Nellrsquooche i Proci in me chrsquoera pur dianzi Aquila or tu ravvisa il tuo consorte Che alfin qui giunto dispietata e turpe 705 Arsquo Proci tutti avventeragrave la morterdquo

τ 551 Posto fine arsquo suoi detti il dolce sonno Mrsquoabbandonograve Qua e lagrave per lo cortile Vogravelto lo sguardo bezzicar veggrsquoio Lrsquooche il grano nel truogolo qual primaraquo 710

τ 554 Ed il sagace eroe laquoNon vuogravelsi o donna Interpretar diversamente il sogno Poicheacute rsquol medesmo Ulisse ti chiarigraveo Come srsquoadempiragrave Certo lrsquoeccidio Appar dersquo Proci tutti quanti alcuno 715 Cansar la morte non potragrave neacute rsquol Fatoraquo

τ 559 E lrsquoIcagraveride saggia laquoOspite i sogni Scuri e fallaci son neacute giagrave lrsquoevento Allrsquoimpromessa lor sempre risponde Arsquo levi sogni schiugravedonsi due porte 720 Una egrave di corno eburna lrsquoaltra i vani Via dallrsquoavorio fuggono portando Parole infinite fuor del trasparente Corno irrompono i veri e chi gli scorge Non mai rimane in suo sperar deluso 725 Ma non credrsquoio che questo arcano sogno Mi derivi di lagrave che a me ed al figlio Grato focircra pur tanto Or questo imprimi Nella tua mente giagrave lrsquoinfausto giorno Sorvien che me dalla magion drsquoUlisse 730 Discacceragrave Qui proporrograve rsquol certame Delle dodici scuri che piantava Una dopo dellrsquoaltra Ulisse in fila Quai puntelli di nave ito indi lunge Liberava lo stral che drsquoun sol volo 735 Tutti quanti passava i ferri cerchi Tal conflitto porrograve se alcun dersquo Proci Tender potragrave con facil mano il grande Arco del Re sigrave che per tutte passi Le ferree scuri perforate il dardo 740 Lui seguirograve questa magion che un giorno Vergin sposa mrsquoaccolse abbandonando

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Magion di gran beltagrave drsquoagi superba Di cui viva terrograve la rimembranza Nellrsquoangosciato cor sin nersquo miei sogniraquo 745

τ 582 laquoVenerevol drsquoUlisse inclita donna No non piugrave differir questo certame Nel tuo palagio prima rsquol saggio Ulisse Qui rediragrave prima che il lucidrsquoarco Maneggiando costor tegravendanvi rsquol nervo 750 E col veloce stral passino rsquol ferroraquo

τ 588 E la regina laquoSe a vie piugrave allettarmi Qui trsquoassidessi ancora ospite mio Sulle palpegravebre non verrigraveami rsquol sonno Pur lrsquouom vegghiar sempre non puograve cheacute a tutto 755 Legge ordinacircr sullrsquoalma Terra i Numi Perciograve salita alle superne stanze Troverograve il letto a cui porto odio e chrsquoio Bagno sempre di lagrime dal giorno Che per lrsquoinfame detestabil Igravelio 760 Ulisse veleggiograve ligrave vo a corcarmi Tu in queste case sui distesi velli Trsquoadagia o dove ti fia posto un lettoraquo

τ 600 Detto alle sue montograve stanze superne E non giagrave sola cheacute non poche ancelle 765 Le premean lrsquoorma Come salse ad alto Piangeva Ulisse il suo sposo diletto Sin che i begli occhi alfin drsquoun dolce sonno Soavemente le gravograve Minerva

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LL II BB RR OO XX XX

Avvenimenti che precedono la strage dersquo Proci

NNELLrsquoATRIO del palagio ito a corcarsi Il divo eroe sotteacutesesi una dura Pelle di bue su vrsquoimponendo i velli Di molte agnelle che immolacircr gli Argivi Sdraiato appena Eurigravenome drsquoun manto 5 Il ricoverse Lagrave tra seacute vegghiando Dersquo pretendenti rivolgea lrsquoeccidio Le ancelle che a costor soleano prima Abbandonarsi del palagio uscite Eccitavano in seacute con risa alterne 10 Trasmodata allegrezza Il cor nel petto Drsquoira gli srsquoinfiammograve tra seacute agitava Od irrompendo uccigravederle o lasciarle Corsquo Proci a consumar lrsquoultimo fallo Ruggigraveali dentro rsquol cor E come quando 15 Gira arsquo cagnuoli suoi teneri intorno La madre e latra contra ad un ignoto Pur bramando combatterlo del pari Mal patendo sigrave turpi atti fremigravea Lrsquoalma in sen dellrsquoeroe Percosso rsquol petto 20 Rampognava il suo cor con questi accenti

υ 17 laquoRattegravemprati cuor mio giagrave tollerasti Mal peggiore quel digrave che il fier Ciclope Drsquoirrefrenabil forza i prodi amici Ti divorograve Tu rsquol sostenesti invitto 25 Fincheacute prudenza fuor della caverna Lagrave rsquove credesti giagrave perir ti trasseraquo

υ 22 Cosigrave lrsquoamato cor venigravea molcendo Che quasi avvinto i suoi moti ripresse

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Non sa posa ei trovar di qua di lagrave 30 Rivograveltasi Qual uom che un gran ventriglio Colmo di sangue e drsquoadipe rigiri Che al foco maturar presto desigravea Tal srsquoagita lrsquoeroe tra seacute volgendo Come i rei Proci del suo braccio opprima 35 Contra gran turba ei solo Ed ecco in forma Palla drsquouna mortal dal Ciel discende Gli si libra sul capo e sigrave gli dice

υ 33 laquoAh percheacute vegghii o degli umani tutti Il piugrave infelice Egrave questo il tuo palagio 40 Ed in questo palagio egrave la tua donna Ed il tuo figlio ed egli egrave tal che ognuno Drsquoegravessergli padre si terrigravea beatoraquo

υ 37 laquoCerto o Dea ndash ripigliograve lrsquoaccorto eroe ndash Tutto a modo dicesti nondimeno 45 Lrsquoalma nersquo miei pensier volge in qual guisa Assalterograve glrsquoinverecondi Proci Solo mentre color dentro arsquo miei tetti Affollati ognor sono E maggior cura Anco mi rode se per me figraveen morti 50 Col favor dellrsquoOligravempio e con il tuo Come potrograve al mortal rischio sottrarmi Piagravecciati al caso mio Diva por menteraquo

υ 44 laquoForsennato ndash gridograve Palla ndash taluno Ad uom srsquoaffida chrsquoegrave di seacute men degno 55 Ad un mortal che di consiglio egrave scarso Mentrrsquoio son Dea che in ogni tuo travaglio Sempre ti guardo Or trsquoappaleso il tutto Se circuigraveti da cinquanta schiere Drsquouomin parlanti fossimo bramosi 60 Col ferro a trucidarti incontinente Tu i greggi loro e dersquo lor buoi le torme Giagrave vincitor ti cacceresti innanzi Trsquoaddormi or dunque cheacute oltremodo egrave grave Tutta notte vegghiar lrsquoora egrave sorgiunta 65 In che gli affanni tuoi termine avrannoraquo

υ 54 Detto un dolce sopor sulle palpegravebre Versagravevagli Giagrave fatto avea ritorno Lrsquoalma Dea nellrsquoOlimpo quando rsquol sonno (Che tutte caccia lrsquoegre cure in bando 70 Solvendo i membri) dellrsquoeroe srsquoindonna

ODISSEA

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Ma di repente si destograve si assise Sopra il soffice letto e diegrave in gran pianto Lrsquoorrevol sua consorte e come sazia Del lungo lagrimar lrsquoalma sentigraveo 75 Ad Artegravemide alzograve questa preghiera

υ 61 laquoO venerabil Dea prole di Giove Deh vibra in questo petto un dersquo tuoi strali Ed ancigravedimi or ora o turbin fiero Rapigravescami per lrsquoaria e mi sommerga 80 DellrsquoOcegravean retrogrado nellrsquoonde Cosigrave preda giagrave fucircr delle tempeste Le Pandagraveridi a cui lrsquoira dersquo numi La genitrice feacutea morire e rsquol padre Nella magion paterna abbandonate 85 Orfanelle rimasero nutrigravelle Di dolce megravele di rappreso latte Di soave Liegraveo lrsquoalma Ciprigna Giuno diegrave lor di soverchiar nel senno Non che in beltagrave le donne tutte insigni 90 Forme di maestade Agravertemi e dotte Nersquo leggiadri lavor le feacuteo Minerva Come srsquoaddusse lagrave sul vasto Olimpo Vegravenere a dimandar floride nozze Per le care fanciulle al Sir dersquo tuoni 95 (Nume che tutto sa che dersquo mortali Gli eventi ottimi o rei volge e governa) Ecco rapicircr di subito le Arpie Quelle misere e diecircrle al fier servaggio Delle odiose Erinni Ah voi Celesti 100 Struggeacutetemi del pari o tu Diana Dallrsquoaureo crin mi fiedi acciograve riveggia Ulisse anco nersquo regni atri drsquoAverno Neacute drsquouom di lui minor lrsquoanimo allegri Sopportabile egrave rsquol mal quandrsquoaltri afflitto 105 Da grave affanno passa i giorni in pianto Pur che la notte il riconforti rsquol sonno Peroccheacute quando le pupille adombra Del ben del mal tutte membranze estingue Me con sogni bugiardi un nume avverso 110 Persegue Ed anco questa notte accanto Vedeacuteami un uom sembiante al mio consorte Tal qual era nel digrave che con lrsquoarmata

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Quinci si dipartigravea drsquoimmensa gioia Abbondagravevami rsquol cor cheacute non fallace 115 Sogno ma certa vision la tenniraquo

υ 91 Detto sul trono drsquoograver fulse lrsquoAurora Comrsquoei della consorte il lagrimoso Gemito udigrave stimograve chrsquoella per certo Affigurato lrsquoabbia e di giagrave al capo 120 Vedeacuterlasi credea Sorse ed il manto Non che i velli raccolti in che giacea Sopra una sedia pose nellrsquointerno Dellrsquoaula ma del bue fuor del palagio La pelle strascinograve poscia devota- 125 Mente a Giove le man rivolte orava

υ 98 laquoO Re dersquo Numi e voi tutti o Celesti Che me per terra e mar riconduceste Drsquoaffanni oppresso alla natigravea contrada Fate che alcun chrsquoentro il palagio egrave desto 130 Or mi dica un presagio e tu qualchrsquoaltro Portento o Giove moacutestrami dallrsquoetraraquo

υ 102 Sigrave disse orando e rsquol sapiente Iddio Forte tonograve di subito dallrsquoalto Splendido Olimpo drsquoauree nubi adorno 135 Ulisse giubilograve Quandrsquoecco manda Fausto presagio dallrsquoattigua stanza Femmina intesa a macinare rsquol grano Cheacute ligrave surgean dersquo popoli al pastore Le mole intorno a cui dodici donne 140 Travagliagravevansi intente convertendo In polve cereal frumenti ed orzi Dellrsquouom midollo Macinato rsquol grano Tutte lrsquoaltre assonnavano sol una Illanguidita nol tritograve repente 145 Fermograve il rotare della mola e questo Lieto presagio pel suo Re proferse

υ 112 laquoGiove padre che i Numi ed i mortali Reggi tonando tu forte dallrsquoalto Stellato Ciel cui nulla nube or vela 150 Certo a qualche mortal mostri un portento Deh rsquol voacuteto che ti porge unrsquoinfelice Benigno adempi assistano questrsquooggi Per questa estrema unica volta i Proci Nel palagio drsquoUlisse al desiato 155

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Convito essi che a me col doloroso Affaticare sciolser le ginocchia Acciograve la bianca polve a loro appresti Deh prendan questo digrave lrsquoultimo pastoraquo

υ 120 Esultograve del presagio il divo Ulisse 160 E del tuon dellrsquoOligravempio cheacute srsquoaffida Trar da nocenti alfin giusta vendetta

υ 122 Da tutte parti del palagio intanto Accorser lrsquoaltre ancelle e viva fiamma Nersquo focolari accesero Sembiante 165 Ad un bel Dio Telegravemaco di letto Surse dersquo panni rivestissi rsquol brando Sospese ad armacollo e sotto i piedi Nitidi si legograve vaghi calzari E strinse validrsquoasta alla cui punta 170 Rame acuto splendeva In sulla soglia Risteacute cheacute in Euriclea tosto srsquoavvenne

υ 129 laquoCara nutrice ndash disse ndash onor facesti Allrsquoospite di letto e di vivande Od a gran torto trascurato ei giacque 175 Bencheacute saggia egrave pur tal la madre mia Inavvertita uom men che degno accoglie E rsquol valente accomiata inonoratoraquo

υ 134 laquoPercheacute figlio accagioni una innocente ndash Rispoacutesegli Euriclea ndash Fervido Bacco 180 Lrsquoospite assiso a suo talento bebbe Ma drsquoesca non aver uopo rispose Alla regina che gli feacutea dimando Comrsquoei rsquol riposo rimembrava e rsquol sonno Ella ordinograve che gli sia posto un letto 185 Ma quei misero tanto e sconsolato Letto e tappeti rifiutograve corcosse Nellrsquoatrio su drsquoun cuoio aspro di tauro E su velli drsquoagnelle incontinente Noi di morbida coacuteltrice rsquol coprimmoraquo 190

υ 144 Tacque con lrsquoasta in man srsquoallontanava Dalla reggia Telegravemaco due veltri Dal piegrave veloce gli pestavan lrsquoorma Mentrrsquoei movea dersquo coturnati Achivi Verso rsquol foro la figlia veneranda 195 DrsquoOpi di Pisenograver laquoSu su ndash ingiungeva Alle fantesche ndash parte la magione

LIBRO XX

319

Spazzate ed innaffiate ersquo seggi adorni Coprite di tappeti porporini Parte astergete con forate spugne 200 Tutte le mense ripulite lrsquourne E le ritonde effigiate coppe Ite ad attinger voi lrsquoacqua dal fonte E qui tosto recagravetela Gran pezza A comparir non tarderanno i Proci 205 Tutti verranno allo spuntar dellrsquoalba Questo digrave a celebrar sacro a noi tuttiraquo

υ 157 Detto obbedicircr Veacutenti nrsquoandacircro al cupo Fonte dar opra srsquoaffrettaron le altre Entro il palagio arsquo consueti uffici 210 Vennero i servi degli Achivi e destri Spezzacircr di molta selva ritornacircro Dalla fonte le ancelle Eumegraveo sorvenne E tre ciacchi adducea fior dellrsquoarmento Che pasturar lasciograve nersquo bei cortili 215 Poi con mite parlar vogravelto ad Ulisse

υ 166 laquoStranier trsquohanno gli Achei qualche riguardo O ti prendono a vil siccome primaraquo

υ 168 Rispose il Re laquoPiaccia agli Eterni Eumegraveo Gli oltraggi vendicar di che i superbi 220 Oppresso mrsquohanno nellrsquoaltrui magione Senzrsquoombra di ritegno e di pudoreraquo

υ 172 Questi i colloqui lor quando Melagravenzio Giunse e del gregge le piugrave belle capre Cena dersquo Proci conducea seguito 225 Da due pastori Sotto rsquol risonante Portico le legacircr con nuove ei poscia Rampogne ad assaltar feacutecesi Ulisse

υ 178 laquoQui torni ancora ad infestare i duci Mendicando o stranier Ned esci mai 230 Certo credrsquoio che pria di separarci Un dellrsquoaltro le man convien che assaggi Perograve che petulante in queste soglie Trsquoostini sempre ad accattar pur molte Imbandigravesconsi mense appo gli Argiviraquo 235

υ 183 Restograve muto lrsquoeroe ma rsquol capo scosso Meditava tra seacute fiera vendetta

υ 185 Venne per terzo appo costor Filegravezio Arsquo pastori preposto una giovenca

ODISSEA

320

Sterile e seco pingui capre addusse 240 Navicellai pronti a varcar lo stretto Con ogni passeggier li traghettacircro Tosto che sotto il portico sonante Le vittime legograve fagravettosi accosto Al buon pastor dersquo verri interrogollo 245 laquoChi egrave questo stranier che arsquo tetti nostri Novellamente egrave giunto Di qual gente Originar si vanta E quali i padri Qual esser dice la natigravea contrada Misero Quanto rassomiglia in vista 250 Al nostro Re Certo proclivi i Numi A cacciar sono di miseria al fondo Gli umani erranti quando arsquo regi ancora Attogravercesi da lor sorte sigrave acerbaraquo Detto la man porgendoli soggiunse 255

υ 199 laquoDeh salve ospite padre almen trsquoarrida Prosperitagrave nersquo digrave vegnenti Or molte Trsquoopprimono sventure Oligravempio Sire No non havvi di te piugrave crudo Iddio Bencheacute tu stesso ingenerati gli abbia 260 Nulla pietagrave per gli uomini ti tocca Ma drsquoaffanni e di guai lor vita mesci Veggegravendoti sudai gli occhi di pianto Mi ringorgacircr cheacute rammentagraveimi Ulisse Anchrsquoei mi penso con tai cenci in dosso 265 Ramingando se nrsquo va di gente in gente Se spira altrove ersquo rai scorge del Sole Ma se giagrave morto giugrave tra lrsquoombre scese Lrsquoesimio Ulisse ahi lasso me non havvi A perdita sigrave ria ristauro alcuno 270 Nellrsquoetagrave mia piugrave verde ersquo mi prepose Delle sue torme di giuvenche a guardia Pascenti lagrave nersquo Cefalleni campi Or divennero innumeri neacute ad altri Crebbe lrsquoarmento sigrave dallrsquoampie fronti 275 Pur a condurlo qui forza mi fanno Stranieri e lo divorano giagrave rsquol figlio Nella propria magion tengono a vile Neacute temono lrsquoultrice ira dersquo Numi Tutti gran tempo agognano partirsi 280 Dellrsquoassente mio Sir lrsquoalte dovizie

LIBRO XX

321

Pur da pensier contrari egrave combattuto Lrsquoanimo mio per certo assai mal focircra Ir (vivo rsquol figlio) con gli armenti ad una Presso ad estranie genti ma piugrave duro 285 Egravemmi qui star aspri patendo oltraggi Dellrsquoaltrui torme a guardia Rifuggito Da gran tempo sarei presso alcun altro Magnanimo signor cheacute piugrave soffrire Sigrave fieri eccessi ella egrave impossibil cosa 290 Ma quel misero aspetto Oh chrsquoei ritorni Nel suo palagio e qui travolga in fuga Qui meni strage dellrsquoiniqua schieraraquo

υ 226 Rispose il Re laquoPastor poicheacute non sembri Ned ignavo neacute stolto anzi io medesmo 295 Ricco di senno il tuo pensier discerno Ogravedimi ed io con grande sacramento Il mio detto avvaloro il Fulminante Primo dersquo Numi in testimonio chiamo E questa ospital mensa e rsquol focolare 300 Del figlio di Laerte a cui me nrsquo venni Che sendo ancor qui tu rediragrave Ulisse E tu con gli occhi tuoi propri se rsquol vuoi Dersquo Proci usurpator vedrai lo scempioraquo

υ 235 Replicava rsquol pastor laquoGiove trsquoadempia 305 Ospite rsquol detto Qual egrave il mio coraggio Quanto rsquol vigor del braccio mio vedrestiraquo

υ 238 Del pari a tutti i Sempiterni orava Dersquo verri rsquol buon pastor che arsquo Lari suoi Ritorni alfin la prole di Laerte 310

υ 241 I Proci in questa lrsquoeccidio la morte Tramavan di Telegravemaco quandrsquoecco Alla sinistra lor srsquoalzograve repente Aquila alti-volante che tra lrsquougne Stretta teneva pavida colomba 315 Anfigravenomo gridograve laquoNon fia compagni Per noi posto ad effetto esto disegno La morte di Telegravemaco Via dunque Da lieta mensa tragraveggasi confortoraquo

υ 247 Piacque arsquo prenci il suo dir Nellrsquoaula entrati 320 Gettacircro i manti sopra i seggi e pingui Capre ed egregie pecore immolacircro Immolacircr anco i saginati ciacchi

ODISSEA

322

E lrsquoindogravema giovenca indi i precordi Al foco maturati comparticircro 325 Mesceano rsquol vin nellrsquourne Il buon Eumegraveo Dispensa i nappi e nersquo vaghi canestri Filegravezio il primo dersquo pastori apporta Lrsquoalmo dono di Cegraverere Melagravenzio Dolce Bacco versava I commensali 330 Steser le man sulle imbandite dapi

υ 257 Con accorto pensier drsquoUlisse rsquol figlio Seder fersquo presso alla marmorea soglia Nellrsquoaula il genitor poacutesegli innanzi Informe scanno e picciol desco quivi 335 Parte gli appose dersquo precordi e rsquol dolce Bacco mescendo in tazza drsquoograver soggiunse

υ 262 laquoTra i commensali ora trsquoassidi e beacutei Cheacute io te dallrsquoinsolenza e dalle mani Schermir varrograve dersquo Proci tutti quanti 340 Peroccheacute questo no non egrave giagrave albergo Pubblico ma drsquoUlisse il padre mio Sol per me lrsquoacquistograve Voi dunque o Proci Lingua e man raffrenate acciograve non sorga Cagion tra noi drsquoalterchi o di conflittoraquo 345

υ 268 A quel franco parlar compresser tutti Attoniti le labbra ed ammuticircro

υ 270 Ma lrsquoEupigravetide laquoBencheacute audace Achivi Di Telegravemaco il detto accocircrlo egrave forza Garrigravenne altier perograve che rsquol Folgorante 350 Il comun voacuteto non curograve altrimenti Questo canoro dicitor quieto Nel suo palagio rimarrigravea per sempreraquo

υ 275 Quersquo detti a vil Telegravemaco si tenne Per la cittade conduceano intanto 355 Lrsquoecatombe agli Degravei sacra gli araldi I ben chiomati Achei si radunacircro Nel bosco ombroso dellrsquoarciere Apollo

υ 279 Fecircr nel regal palagio i pretendenti Abrostire le carni e poi che tratte 360 Fucircr darsquo schidoni e compartite in giro Gioigravean del gran convito A Ulisse innanzi Posero i servi porzione uguale A quella che gli Achei duci sorticircro Come drsquoUlisse il caro figlio impose 365

LIBRO XX

323

υ 284 Ma Palla non soffrigrave che quersquo superbi Ristasser piugrave dal doloroso oltraggio Acciograve drsquoUlisse in cor vie piugrave penegravetri Lrsquoardor della vendetta Era tra loro Uom vago drsquoatti ingiusti e dispietati 370 (Ctesippo si nomograve Same abitava) Che posta fede nersquo tesor paterni Del Rege assente la consorte ambigravea Converso arsquo Proci ei favellograve laquoMrsquoudite Prenci non focircra neacute bello neacute giusto 375 Giuntar del garzon gli ospiti chiunque Fosse colui che in sua magion ricetta Orsugrave farli vorsquo anchrsquoio lrsquoospital dono Che offrir potragrave in mercede al bagnaiuolo O dellrsquoinclito Ulisse ad altro servoraquo 380

υ 299 Detto ghermigrave dal fondo drsquoun canestro Bovino piede che avventograve di forza Dechinograve rsquol capo alquanto e rsquol cansograve Ulisse E dallrsquoimo del cor sorrise un riso Allrsquointutto Sardonico colpigraveo 385 Del tauro rsquol piegrave lrsquoalta parete Tosto Con minaccevol piglio a lui si volse Telegravemaco e gridograve laquoCtesippo or godi Che lrsquoospite da seacute schermito srsquoabbia Perograve che questa in mezzo al cor trsquoavrei 390 Acutrsquoasta confitto e qui trsquoavrebbe Il padre in vece dellrsquoambite nozze Celebrate lrsquoesequie Alcuno adunque In questa magion mia piugrave non ardisca Mostrarmisi insolente or tutte cose 395 Conosco il ben e rsquol mal sino a questrsquooggi Sendo fanciullo vidi e sopportai Sgozzagravermisi gli armenti e depredarsi Di mie vendemmie e dersquo miei campi rsquol frutto Cheacute i molti mal reprimere puograve un solo 400 Ma cessate per Dio Neacute rsquol furor vostro Faccia mai piugrave di me strazio sigrave crudo Se col ferro agognate a trucidarmi Questrsquoio pur vorsquo questo mrsquoegrave a ben morire Che scorger sempre opre sigrave rie percossi 405 Gli ospiti strascinate oscenamente In questrsquoalbergo drsquoonestagrave le ancelleraquo

ODISSEA

324

υ 320 Tutti ammuticircro Alfin ruppe il silenzio Agelagraveo Damastograveride laquoNon vuogravelsi Con detti avversi e con rampogne amici 410 Infierir contra chi favella rsquol giusto Non piugrave srsquooltraggi lrsquoospite ned altri Che servo sia nella magion drsquoUlisse Telegravemaco e la madre avran da me Con parlar mansueto util consiglio 415 Che forse al core drsquoamendue fia grato Fincheacute in cor vi brillograve viva la speme Del ritorno drsquoUlisse a dritto i Proci Paticircr gli indugi e in sua magion restacircro (Cheacute il partito miglior certo questrsquoera 420 Se nersquo suoi tetti rientrato ei fosse) Or questo egrave chiaro che il redir gli egrave tolto Varsquo dunque e della madre al fianco assiso Dille ldquoEleggi a tuo sposo il piugrave valente Che di presenti splendidi trsquoonorirdquo 425 Acciograve lieto di Bacco e di vivande Tutti del padre tu possegga i beni Ed ella al tetto altrui passi e rsquol governiraquo

υ 339 Ed il garzon prudente laquoAh no Agelagraveo Per lrsquoOligravempio rsquol ti giuro e per gli affanni 430 Del padre mio chrsquoerra o perigrave lontano Dalla terra natigravea che della madre Non mrsquooppongo alle nozze anzi la esorto Ad impalmar chi piugrave le aggrada ed anco Molti presenti le offersrsquoio Ma temo 435 A mal suo grado di cacciarla in bando Con atroce parlar da queste soglie Empiezza sigrave crudel tolgano i Numiraquo

υ 345 Detto nersquo Proci suscitograve Minerva Immenso riso e feacutelli uscir di senno 440 Ma di gote straniere era quel riso Carni divoran e sanguinenti gli occhi Ringorgan lor di lagrime ed a tutti Lrsquoanimo presagigravea gemiti e lutto Agitato da un Dio qui sorge rsquol vate 445 Teocligravemeno e sigrave tra loro esclama

υ 351 laquoAh miseri qual fier caso vrsquoopprime Dal capo arsquo piedi drsquoatra notte unrsquoombra Vrsquoinvolve scoppian ululi le guance

LIBRO XX

325

Vrsquosrsquoirrigan di lagrime da queste 450 Pareti rsquol sangue e giagrave darsquo palchi stilla Ed ecco srsquoempie lrsquoatrio e lrsquoaula srsquoempie Di spettri che laggiugrave nel buio eterno Rovinano dellrsquoEgraverebo giagrave rsquol Sole Spento egrave nel Ciel turbo funesto irromperaquo 455

υ 358 Tutti alzacircro al suo dir beffarde risa Eurigravemaco gridograve laquoMatto egrave per certo Costui che or giunse di lontan paese Su su metteacutetel fuor da queste soglie Giovani acciograve che in piazza egli se nrsquo vada 460 Quando simile il digrave pargli alla Notteraquo

υ 363 Ed il vate divin laquoNon io ti chiesi Eurigravemaco una guida vigorosi Gli occhi gli orecchi i piegrave sento e nel petto Integra e ferma lrsquoanima rinserro 465 Forte di questrsquoaigraveta esco chrsquoio veggio Impeto contro voi far la Sventura A cui tocircrsi o fuggir no alcun di voi O Proci non potragrave cheacute nella reggia Del divo Ulisse gli ospiti oltraggiando 470 Opre ordite mai sempre inique ed empieraquo

υ 371 Detto uscigrave del palagio ed a Piregraveo Che lietamente lrsquoaccolgiea srsquoaddusse I Proci in questa attoniti lrsquoun lrsquoaltro Si riguardacircro gli ospiti irridendo 475 Del garzone ed alcun di quersquo superbi

υ 376 laquoTelegravemaco non havvi chi trsquoavanzi Nel ricettar malvagi ospiti oh quanto Questi cui dar favore alto ti piaci Mendico errante drsquoesca e di bevande 480 Avido sempre neacute drsquoindustri esperto Opere neacute di man gagliardo egrave peso Disutil della terra e lrsquoaltro sorge E profeteggia Ma tu mrsquoodi e ferma Ciograve che ti giova piugrave gettiagravemli in nave 485 Di molti banchi arsquo Sigraveculi mandati Non vil fia rsquol prezzo che fruttar ti dennoraquo

υ 384 Prese ei quersquo detti a vile e gli occhi al padre Taciturno intendea pur aspettando Lrsquoistante in che le man sui Proci avventi 490

υ 387 Ma la Regina posto un elegante

ODISSEA

326

Seggio nel gineceo rimpetto allrsquoaula Tutti dersquo prenci i ragionari udigravea E quei ridendo splendido e soave Convito apparecchiacircr cheacute a rivi scorse 495 Delle vittime rsquol sangue Tuttavolta Cena ingioconda piugrave non mai fu posta Di quella che imbandir loro eran presti Palla ed Ulisse peroccheacute i rivali A turpi atti dar man furono i primi 500

327

LL II BB RR OO XX XX II

Il Cimento dellrsquoArco

MMISE intanto la Dea dal guardo azzurro AllrsquoIcagraveride saggia entro la mente Di propor lrsquoarco ed il forbito acciaro Nellrsquoaula arsquo Proci giuochi onde principio Ebbe la strage Come su per lrsquoalta 5 Scala saligraveo Penegravelope una bella Curvata chiave prese a cui drsquoavorio Manubrio srsquoadattograve Nella piugrave interna Stanza processe ratto con le ancelle Lagrave rsquove i tesor del Re stagravevansi in serbo 10 Rame oro e ferro lavorato Quivi Posava anco il ritorto arco e rsquol turcasso Ricolmo di mortifere saette Doni offerti da un ospite ad Ulisse Dal divo Ifito Euritide cheacute in lui 15 Lagrave presso a Lacedegravemone srsquoavvenne Nella magion drsquoOrtigraveloco trovacircrsi In Messegravenia gli eroi se nrsquo venne Ulisse Ad esiger colagrave dal popol tutto Un debito in che entrograve verso di lui 20 Cheacute i Messeni rapicircr dagli Itacesi Campi sui larghi legni lor trecento Pecore ad una corsquo pastor Si mise Quindrsquoei per lunga via bencheacute in sul fiore Di gioventugrave cheacute il padre ed i vegliardi 25 Oratore il mandacircro E drsquoaltra parte Di dodici cavalle e di altrettante A lor sottese pazienti mule Che Igravefito giagrave perdeacuteo venigraveane in traccia

ODISSEA

328

Ma che fecircrsi cagion della sua morte 30 Giunto sendo appo il gran figlio di Giove Ad Alcide drsquoimprese inclite fabbro Questi che in sua magione accolto lrsquoebbe Ospite il trucidograve neacute degli Eterni Ahi folle paventograve la vindice ira 35 Neacute la mensa che apposta egravebbegli innanzi Lrsquoimmolograve poscia ei stesso e le cavalle Dalla forte unghia in sua magion ritenne Quando in traccia di lor se nrsquo giva Ifigraveto Srsquoincontrograve con Ulisse a cui diegrave lrsquoarco 40 Che il grande Egraveurito un digrave portograve e che al figlio Lasciograve in morendo nersquo suoi tetti eccelsi Drsquoun brando acuto e drsquouna validrsquoasta Ulisse rsquol ricambiograve pegno di cara Ospital amistagrave ma in mutuo desco 45 Un lrsquoaltro non accolse Egravercole innanzi Spense il divino Igravefito Allorcheacute Ulisse Partigravea sui bruni legni a romper guerra Non toglieacutevalo mai ma in sua magione Monumento dellrsquoospite diletto 50 Giaceacuteasi e solo in Igravetaca il tendea

φ 42 Come la donna di beltagrave pervenne Alla stanza riposta in sulla soglia Di quercia srsquoarrestograve che artier solerte Construsse a squadra e ripoligrave con arte 55 Vrsquoadattando gli stipiti sostegno Alle lucide porte Incontinente Liberograve dallrsquoanel lrsquoavvinta fune La chiave immise vogravelsela e le stanghe Dallrsquoimposte respinse che muggicircro 60 Come tauro pascente in prato erboso Tal mandando gran suon lrsquoeccelse porte Compulse dalla chiave spalancacircrsi Sul palco Ella saligrave lagrave rsquove nellrsquoarche Vesti giacean fragranti e teso rsquol braccio 65 Dalla cavicchia distaccograve il grandrsquoarco Col fulgido riservo in che si stava Quivi assisa il posograve sopra le care Sue ginocchia piangendo e dolorose Strida intanto mettea Poscia fuor lrsquoarco 70 Trasse dalla custodia Alfine sazia

LIBRO XXI

329

Di lagrimosi gemiti redigravea Nellrsquoaula dove i Proci erano accolti Tra man lrsquoarco tenendo e la faretra Pregna di strai funesti La seguigraveeno 75 Le fantesche con cesta in che rsquol forbito Ferro ed il rame risplendeano giuochi Con che il Re srsquoaddestrava Ai pretendenti Giunta presso risteacute lrsquoinclita donna Sul limitar del ben construtto albergo 80 Candido velo lrsquouna e lrsquoaltra gota Levemente le adombra In fra due fide Ancelle tosto a ragionar si feacuteo

φ 68 laquoDuci superbi o voi che in queste case Del troppo a lungo assente Re irrompeste 85 Avidi sempre drsquoesca e di bevande Neacute pretesto altro addurre a tanto rio Vrsquoegrave dato che il desir delle mie nozze Mrsquoudite ecco un certame e del certame Ad una il pregio Qui depongo il grande 90 Arco drsquoUlisse se con facil mano Qualcuno il tende e traversar drsquoun dardo Le dodici potragrave forate scuri Lui seguirograve questrsquoalma abbandonando Magion che me nersquo miei verdrsquoanni accolse 95 Magione di dovizia e di cui sempre Mi sovverrograve credrsquoio fin nersquo miei sogniraquo

φ 80 Detto ingiunse ad Eumegraveo di porre lrsquoarco Ed il ferro brunito ai pretendenti Piangendo il prese e rsquol collocograve nellrsquoaula 100 Come lrsquoarco del Re vide Filegravezio Proruppe ei pure in lagrime Ma irato Antigravenoo gli sgridograve con questi accenti

φ 85 laquoO stolti mandrian di cui la mente Oltra i confini drsquoun sol digrave non varca 105 Miseri a che piangete A che il cordoglio Ridestate nellrsquoanimo alla donna Affannata pur tanto poi che rsquol caro Suo consorte perdette O ligrave seggendo Pasteggiate in silenzio o fuori uscite 110 A tragger guai ma qui lrsquoarma lasciate Alla schiera dersquo Proci arduo cimento Peroccheacute non credrsquoio che agevolmente

ODISSEA

330

Tender questo fulgente arco potranno No fra tutti costor non havvi alcuno 115 Qual era Ulisse giagrave lrsquoeroe conobbi Ed anco in mente splegravendemi quantunque Fanciulletto fossrsquoio quando che il vidiraquo

φ 96 Cosigrave parlograve cheacute entrato era in ispeme Di tender solo il nervo e drsquouna freccia 120 Le ferree scuri attraversar Pur ebbe In fato di gustar primo lo strale Scoccato dallrsquoeroe cui fece oltraggio Dianzi nellrsquoaula e contro cui la turba Dersquo compagni eccitograve Qui rsquol garzon forte 125 laquoNumi per certo di Saturno rsquol figlio Il senno mi rapigrave La madre mia Bencheacute saggia seguir consente un altro Sposo questa magione abbandonando Ed io rido e la folle alma mrsquoesulta 130 Orsugrave Proci accorrete ad un certame Che drsquoalta donna vi daragrave lrsquoacquisto Cui non vanta lrsquoegual lrsquoAcaica Terra Non Micene non Argo e non la sacra Pilo neacute la stessa Igravetaca neacute rsquol bruno 135 Epiro e rsquol vi sapete uopo egravemmi forse Ridir le lodi della madre mia Nulla scusa aglrsquoindugi e niun intoppo Alla tesa dellrsquoarco e sigrave vedremo Lrsquoesperimento anchrsquoio farograve e se rsquol tendo 140 Se il mio stral passeragrave le ferree scuri No non vorragrave la venerevol madre Lasciar questa magione onde ir con altri E me dolente abbandonar mentrrsquoio Tal le parrograve da poter forse un giorno 145 Emular le paterne inclite gestaraquo

φ 118 Detto srsquoalzograve con impeto ed il manto Porporino dagli omeri e lrsquoacuto Brando giugrave pose Pria le ferree scuri Piantograve e scavando per ciascuna unrsquoalta 150 Buca drizzolle a squadra indi allrsquointorno La terra vi calcograve Stupigravean gli astanti Del modo acconcio ondrsquoei piantolle quando Tal giuoco prima non vidrsquoegli mai Ito alla soglia srsquoarrestograve e fersquo prova 155

LIBRO XXI

331

Di tender lrsquoarco Il palleggiograve tre volte Di gran forza traendolo tre volte Lrsquoimpeto gli falligrave bencheacute la speme Di trarre il nervo e traversar le scuri Morta non fosse in lui Ma giagrave giagrave al quarto 160 Forte conato alfin teso lrsquoavrigravea Se non che rsquol padre il divietograve drsquoun cenno Tal che la brama di che ardea ripresse

φ 131 laquoNumi gridograve il garzon forte non mai Altro sarograve chrsquouom debile ed ignavo 165 O giovin troppo ancor fatto non viemmi Di por fidanza sul vigor del braccio Tal chrsquoio ributti chi primier mrsquoassalga Orsugrave voi piugrave di me gagliardi tanto Tentate lrsquoarco e coacutempiasi rsquol certameraquo 170

φ 136 A terra lrsquoarme in questo dir depose Lrsquoappoggiando arsquo congiunti assi politi Dellrsquoalta porta dechinato il dardo Sulla fulgente estremitagrave dellrsquoarco A riseder tornograve donde pria sorse 175

φ 140 E lrsquoEupigravetide laquoAlzatevi compagni Per ordin tutti cominciando a destra Donde versa il coppier fervide spumeraquo

φ 143 Piacque rsquol detto LrsquoEnogravepide Leode Aruspice dersquo Proci agravelzasi rsquol primo 180 In disparte sedea sempre appo unrsquourna Magnifica ed ei solo ebbe in dispetto Colpe sigrave gravi e detestava i Proci Primo ei lrsquoarme e lo stral tolto processe Sulla soglia piantossi e tentograve lrsquoarco 185 Ma nol piegograve cheacute affaticate innanzi Le delicate e liscie man sentigraveo Perciograve laquoAmici ndash sclamograve ndash tender nol posso Altri rsquol prenda e sottentri ma questrsquoarco Non pochi illustri spoglieragrave di vita 190 Tuttavolta morir togravelgasi prima Che uscir di speme drsquoottener lrsquointento Per cui qui sempre ci aggiriam ma indarno So che alcuno di voi giagrave brama e spera Penegravelope impalmar donna drsquoUlisse 195 Ma fatto che abbia di sigrave forte arnese Esperimento certo unrsquoaltra Argiva

ODISSEA

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Di pepli adorna chiederagrave porgendo Nuziali presenti e la regina Di lui che le offriragrave dote piugrave ricca 200 E che il destino le addurragrave fia sposaraquo

φ 163 A terra lrsquoarco in questo dir depose Lrsquoappoggiando arsquo congiunti assi politi Lo strale dechinograve sulla fulgente Estremitagrave dellrsquoarco e risedegraveo 205

φ 167 Ma proruppe lrsquoEupigravetide laquoQual mai Parola grave e ria trsquouscigrave dal labbro Leode Drsquoira giagrave mrsquoaccesi udendo Che questrsquoarco il vigor torragrave e la vita Arsquo forti percheacute tu curvar nol puoi 210 No Te non procreograve la genitrice A trattar archi a saettar quadrella Ma ratto gli altri Proci rsquol tenderannoraquo

φ 175 E converso al caprar laquoMelagravenzio ndash ingiunse ndash Accendi nel palagio un vivo fuoco 215 Poacutenvi drsquoaccanto un seggio ampio coverto Drsquoun vello e grande dallrsquointerno apporta Ritonda massa drsquoadipe indurato Acciograve per noi srsquounga e si scaldi lrsquoarco E fatto rsquol saggio coacutempiasi rsquol certameraquo 220

φ 181 Melagravenzio divampar feacutea tosto il fuoco Gran seggio accanto poacutesevi drsquoun vello Il ricoverse e dallrsquointerne stanze Drsquoadipe sodo vi recograve gran massa Scaldacircro lrsquoarco i giovani e tentacircro 225 Nuovamente di flegravetterlo ma indarno Cheacute del braccio rsquol vigor venne lor manco Ma non ancora nellrsquoagon comparso LrsquoEupigravetide era e non il deiforme Eurigravemaco amendue fra i pretendenti 230 Per man gagliarda e per valore i primi

φ 188 Filegravezio in questa ed il pastor Eumegraveo Fuor del palagio di conserto uscicircro Indi rsquol medesmo eroe Tutti varcato Comrsquoebbero le porte ed il recinto 235 Del cortile drizzograve ratto ad entrambi Affettuose il Re queste parole

φ 193 laquoPastor dersquo verri e tu dersquo buoi custode Deggrsquoio farvi palese un mio segreto

LIBRO XXI

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O rsquol tacerograve Digraverlovi rsquol cor mrsquoistiga 240 A pro drsquoUlisse che fareste voi Se di repente qui srsquoappresentasse Rimenato da un Nume Arsquo Proci aigraveta Porgereste od a lui Digravetemi aperto Tutto che il core e lrsquoanimo vi spiraraquo 245

φ 200 laquoGiove sommo ndash sclamograve Filegravezio ndash Ah questo Voacuteto mrsquoadempi rieda alfin quel grande E rsquol vi rimeni un Dio Qual fia rsquol mio ardire Quale il vigor del braccio mio vedrestiraquo

φ 203 Del par a tutti i Numi orava Eumegraveo 250 Che arsquo cari tetti suoi ritorni Ulisse Fatto sicuro a pien della sincera Mente drsquoambo i pastor lrsquoeroe soggiunse

φ 207 laquoEgraveccomi io son quel desso io che patiti Immensi affanni dopo dieci e dieci 255 Anni ritorno alla natigravea contrada So che a voi soli tra miei servi giungo Desiderato cheacute non drsquoaltri udigravea Alzar preci perchrsquoio rieda arsquo miei tetti Quantrsquoio per voi porrograve ad effetto udite 260 Se mi concede un Dio gli oltracotati Proci domar ambo vorsquo farvi lieti Di spose di dovizie ed a me accanto Vorsquo case edificarvi A me sarete Gli amici fidi sempre ed i fratelli 265 Di Telegravemaco Orsugrave qui vrsquoaccostate Io tal vi mostrerograve dellrsquoesser mio Segno evidente che ciascun di voi Persuaso ne fia la cicatrice Che il colpo drsquoun cinghial di bianca sanna 270 Mrsquoimpresse il digrave che del Parnaso i gioghi Corsquo figliuoli drsquoAutogravelico saligravearaquo

φ 221 Detto rimosse i cenci e discoverse La margin larga Ambo affisacircrla e fatti Certi del veacuter piangendo a Ulisse intorno 275 Gettacircr le braccia strigravenserlo baciacircrgli E gli omeri e la testa Intenerito Del par ei lor baciograve le mani e rsquol capo E giagrave lasciati tramontando il Sole Gli avrebbe in pianto se lrsquoeroe medesmo 280 Con subito parlar non gli affrenava

ODISSEA

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φ 228 laquoAh restate darsquo gemiti e dal pianto Non forse alcuno del palagio uscito Fagravecciasi accorto e dentro il riferisca Un appo lrsquoaltro or noi non tutti ad una 285 Rientriam nella sala ed io pel primo Voi dopo e questo fia rsquol segnal che basti Non alcun patiragrave dersquo Proci alteri Che lrsquoarco mi si porga e la faretra Ma tu traversa lrsquoaula o divo Eumegraveo 290 E tra man poacutemmi lrsquoarme indi alle donne Impon che gli usci delle stanze loro Chiudano se qualcuna ode innalzarsi O gemiti o rumor darsquo miei recinti Non esca fuor ma tacita ivi stando 295 Al suo lavoro attenda A te accomando Prode Filegravezio di serrare a chiave Le porte del cortile e con tenaci Vincoli tosto ad afforzarle adopraraquo

φ 242 Detto rientra nel palagio e donde 300 Levossi risedette in picciol tempo Amendue i servi rientracircr drsquoUlisse

φ 245 Eurigravemaco tra man lrsquoarco volgendo Lo appressava al fulgor di fiamma viva Or da un canto or dallrsquoaltro Nondimeno 305 Tenderlo non poteacute Trasse egli in questa Dal magnanimo cor gravi sospiri E gridograve disdegnoso laquoAhi qual dolore Non per me stesso pur ma per voi tutti Neacute bencheacute mesto assai gemo cotanto 310 La morta speme delle nozze ambite (Cheacute giagrave di molte Achee non pur srsquoinfiora Igravetaca ma di Grecia ogni contrada) Quanto mrsquoattrista che se il divo Ulisse Ne vince in gagliardigravea sigrave che questrsquoarco 315 Tendere non ci egrave dato il nome nostro Soneragrave infame nellrsquoetagrave futureraquo

φ 256 laquoNo ciograve non fia ndash lrsquoEupigravetide rispose ndash Eurigravemaco e tu rsquol sai Dal popol tutto Or si festeggia rsquol digrave sacro ad Apollo 320 Chi lrsquoarco tenderagrave Qui rsquol deponiamo Tranquilli e qui lasciam fitte le scuri Peroccheacute niun credrsquoio che dal palagio

LIBRO XXI

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Del Laerzigraveade Ulisse osi rapirle Orsugrave porga il coppier le tazze in giro 325 E libato agli Eterni abbandoniamo Gli archi ricurvi Al sorgere dellrsquoalba Ingiungete a Melagravenzio che nrsquoadduca Da tutti i greggi suoi vittime elette Offerti i lombi al nume arcier questrsquoarco 330 Tegraventisi e tratto a fin venga il certameraquo

φ 269 Quel detto piacque Subito gli araldi Lrsquoacqua diecircro alle man di vin le coppe Coronacircro i donzelli e rsquol ministracircro Con lieti augugraveri arsquo pretendenti in giro 335 Come libacircro e tutti a lor talento Bebbero Ulisse rivolgendo in mente Gli usati accorgimenti a dir si prese

φ 275 laquoDate udienza a ciograve che rsquol cor mi spira Prenci che ambite lrsquoinclita regina 340 Eurigravemaco fra tutti e rsquol deiforme Antigravenoo priego che proferse questa Saggia sentenza posto giuso lrsquoarco Commettete lrsquoimpresa aglrsquoimmortali A chi gli aggrada piugrave domani un Nume 345 Forza maggiore infonderagrave Su via A me il grandrsquoarco cheacute al cospetto vostro Far vorsquo di queste mani esperimento Vedrograve cosigrave se in me rsquol vigore antico Nelle membra flessibili si serba 350 O se inopia e lrsquoerrar lo mi rapicircroraquo

φ 285 Detto avvampacircro di furore i Proci Non forse il risplendente arco ei tendesse

φ 287 LrsquoEupigravetide sgridollo laquoAhi miserando Degli ospiti Non cape in Te pur lrsquoombra 355 Di senno Dunque non tu sersquo contento Queto a desco seder con sigrave preclari Prenci senza patir drsquoesca difetto Non ti basta udir forse il sermon nostro Quando niun altro od ospite o mendico 360 Ode il nostro sermon Ma giagrave trsquooffende Il soave licor come a chi rsquol prende Avido ed il tracanna a dismisura Nocque rsquol vino del pari a Eurizioacutene Centauro di gran nome allor chrsquoei venne 365

ODISSEA

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Tra i Lagravepiti allrsquoostel di Piritograveo Ebro e furente quivi i piugrave nefandi Delitti commettea Vinti gli eroi Drsquoaspro dolor gli si avventacircro addosso Fuor delle logge strascinacircrlo e nari 370 Mozzacircrgli col crudel ferro ed orecchie Tal che rsquol centauro mal del corpo intero E della mente peggio allontanosse Sotto rsquol fier pondo della sua sventura Ecco donde la guerra origin ebbe 375 Tra Lagravepiti e Centauri Eurizioacutene Scontograve per primo il fio della sua ebbrezza Del par gravi infortuni or io trsquoannunzio Stranier se tenti di curvar questrsquoarco Neacute ti pensar che alcuno a propugnarti 380 Tra rsquol popol surga ratto in su drsquoun legno Al rege Egravecheto dersquo mortai flagello Mandereacutemti neacute ligrave troverai scampo Perciograve trsquoacqueta e del bicchier ti caglia Neacute far mai piugrave corsquo giovani contrastoraquo 385

φ 311 Ma lrsquoaccorta regina laquoAntigravenoo ndash disse ndash No lrsquooltraggiar non egrave bello neacute giusto Di Telegravemaco gli ospiti qualora Alcun ne venga in questa reggia accolto Pensi tu che se lrsquoospite riposta 390 Tutta fidanza sul vigor del braccio Giunga il grande a curvare arco drsquoUlisse Arsquo suoi tetti mrsquoadduca e mi disposi Ned ei medesmo osa sperarlo or dunque Niun di voi che qui sta seduto a desco 395 Tugraverbisi focircra ciograve men che decenteraquo

φ 320 E lrsquoEupigravetide laquoIcagraveride divina Certo non crediam noi chrsquoegli trsquoimpalmi Ciograve focircra indegno ma temiam lo scherno Sigrave degli Achei che delle Achee non forse 400 Di lor sorga il piugrave vile e gridi ldquoOh quanto Da meno dellrsquoeroe sono costoro Di cui sposar agognano la donna Nullo tender poteacuteo lo splendidrsquoarco Pure un errante poverel qui giunto 405 Agevolmente il tese e con il dardo Le ferree scuri attraversograverdquo Tal voce

LIBRO XXI

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Partorirebbe a noi vergogna eternaraquo φ 330 E la Regina laquoEurigravemaco a niun patto

Speri tra rsquol popol mai rendersi illustre 410 Chi la magione disonesta e strugge Drsquoottimo Sir percheacute dunque vrsquoaggrada Contaminarvi di sigrave turpi oltraggi Questrsquoospite di forme alte e di membra Sigrave ben complesso e che drsquoesimio padre 415 Originar si vanta abbia da voi Lo splendidissimrsquoarco e sigrave vedremo Quel chrsquoor dirograve fia pieno ovrsquoegli rsquol tenda Ove tal vanto gli conceda Apollo Di tunica e di clamide superbe 420 Vesti lrsquoammanterograve drsquoacuta lancia Terror dersquo ladri e dersquo mastin vo armarlo E drsquouna spada a doppio taglio inoltre Dono vorsquo fargli di calzari adorni Indi lrsquoavvierograve dovrsquoir gli egrave in gradoraquo 425

φ 343 E rsquol giovine prudente laquoO madre mia Quantrsquoallrsquoarco io qui sono rsquol piugrave possente Fra i Dagravenai tutti tal che sta in me solo Il darlo o rsquol rifiutarlo e non giagrave a questi Proci o tengan lrsquoalpestre Igravetaca o le altre 430 Isole presso allrsquoEgravelide feconda Altrice di corsier nullo dersquo Proci Farmi forza potragrave quandrsquoanco al tutto Donar questrsquoarco allrsquoospite mi piaccia Risali dunque alle tue stanze e intendi 435 Agli usati lavor la tela e rsquol fuso Ed alle ancelle impon che affrettin lrsquoopre Cura dellrsquoarco avran gli uomini tutti Ed io piugrave chrsquoaltri peroccheacute la somma Del poter nel palagio egrave tutta miaraquo 440

φ 354 Stupigrave la madre e messe in cor del figlio Le assennate parole ad alto salse Dalle ancelle seguita Ivi piangea Il diletto consorte fincheacute i lumi Drsquoun dolce sonno le gravograve Minerva 445

φ 359 Preso intanto da Eumegraveo lo splendidrsquoarco Portagravevalo allrsquoeroe giagrave i Proci tutti Tumultuavan nel palagio alcuno Di quersquo superbi giovani gridava

ODISSEA

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φ 362 laquoDove il grandrsquoarco vuoi portare o vile 450 Forsennato porcaio Appo i suini Branchi lontano da ogni uman soccorso Ratto dersquo cani diverrai pastura Che tu stesso nutristi ove nrsquoarrida Apollo e gli altri abitator del Cieloraquo 455

φ 366 Al tumulto al gridar di sigrave gran turba Impaurito Eumegraveo lrsquoarco depose Ma drsquoaltra parte con terribil grido Telegravemaco minaccia laquoOlagrave varsquo innanzi E porta lrsquoarco cheacute bentosto a tutti 460 Obbedir non dovrai trsquoaffretta o chrsquoio Ti caccerograve bencheacute garzone ai campi Con iscagliati sassi io cheacute di forza Ti soverchio drsquoassai Deh potessrsquoio Vincer del pari col vigor del braccio 465 I Proci tutti che qui sono Ratto Qualcun ne caccerei con sua vergogna Fuor dersquo miei tetti peroccheacute non altro Chrsquoonte e delitti macchinar qui sannoraquo

φ 376 Accolsero con gran risa quersquo detti 470 I Proci cui la grave ira cadeacuteo Tosto il pastor traversograve lrsquoaula e mise Tra le man dellrsquoeroe lo splendidrsquoarco Chiamata la nutrice indi le disse

φ 381 laquoTelegravemaco trsquoimpon saggia Euriclea 475 Chiuder della magion le salde porte Se qualche ancella o gemito o rumore Lagrave nersquo di lui recinti ode non esca Fuor mai ma cheta arsquo suoi lavori attendaraquo

φ 386 Neacute sparse allrsquoaura icircr queste voci Chiuse 480 La nutrice le porte ed irrompendo Fuor della reggia tacito Filegravezio Del munito cortil fermograve le porte Di biblo intesta per capace nave Giacea sotto la loggia enorme fune 485 Con chrsquoei le porte rilegograve indi feacuteo Nella sala ritorno e in su quel seggio Donde pria sorse risedette gli occhi Affisando in Ulisse il qual giagrave lrsquoarco Maneggiava esplorava e in tutte parti 490 Il rivolgea non forse agravebbiangli i tarli

LIBRO XXI

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Mentre era assente il Re lese le corna φ 396 Converso in questa alcun dersquo pretendenti

Al vicino dicea laquoCerto costui Conoscitor drsquoarchi egrave perito o tiene 495 Di somiglianti in sua magione o brama Foggiarne un altro ei pur Versquo come intento Di qua di lagrave partitamente il volge Questo ramingo artefice di colperaquo

φ 401 Ed un altro gridograve di quersquo superbi 500 laquoDel par gli torni in bene ogni desigraveo Comrsquoegrave veacuter chrsquoei potragrave tender questrsquoarcoraquo

φ 404 Cosigrave tra loro i Proci Ulisse intanto Come trattato ed osservato lrsquoebbe A parte a parte siccomrsquouom perito 505 Nel canto e nella lira agevolmente Tende volgendo il bigraveschero la corda Di ben torte di pecora minuge Che drsquoambo i lati della cetra avvinse Cosigrave con facil man curvograve il grandrsquoarco 510 Ulisse Allora con la destra il nervo Afferrando ne feacutea lrsquoesperimento Acuto suono esso mandograve sembiante Dellrsquoirondine al grido Immenso affanno Senticircro i Proci e scoloracircrsi Giove 515 (Fausto presagio) rimbombar fersquo rsquol tuono Lrsquoeroe gioigrave cheacute tal portento in chiaro Mise rsquol favor che rsquol figlio a lui porgea Del prudente Saturno Alato strale Prese che nudo si giacea sul desco 520 Chiudeva gli altri il concavo turcasso Che di corto assaggiar dovean gli Argivi Posto in cocca il quadrel tirograve a seacute il nervo Sul ginocchio piantatosi dallrsquoarco Lanciograve la ferrea punta che diritto 525 Tutte passograve le perforate scuri E veloce trascorse oltre lrsquoaringo

φ 424 In questa il Re laquoTelegravemaco mrsquoegrave avviso Che lrsquoospite seduto in tua magione Non trsquoegrave di scorno neacute fallito ho rsquol tiro 530 Neacute durai gran fatica a tender lrsquoarco Integro egrave rsquol vigor mio neacute certo a vile I Proci oltraggiator piugrave mi terranno

ODISSEA

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Or tempo egrave giagrave che della sera il desco Srsquoappresti lor fincheacute riluce il giorno 535 Indi piover nel cor novo diletto Sentiranno dal canto e dalla lira Di che ornati srsquoallegrano i convitiraquo Detto accennograve corsquo sopracigli cinse Telegravemaco la spada impugnograve lrsquoasta 540 E tutto chiuso nelle splendidrsquoarme Piantossi accanto del paterno seggio

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LL II BB RR OO XX XX II II

Strage dersquo Proci

SSPOGLIO dersquo cenci sulla vasta soglia Slanciagravetosi lrsquoeroe tra mani lrsquoarco Teneva e la faretra I ratti strali Ondrsquoera pregna ivi davante arsquo piedi Versograve ed arsquo Proci disse laquoEcco esta ldquoprova 5 Difficilerdquo egrave compiuta or un bersaglio Che di destra mortal non sentigrave rsquol colpo Tocircrrograve di mira ed il cocircrrograve se fia Che sigrave gran vanto mi conceda Apolloraquo

χ 8 Detto chrsquoebbe lrsquoeroe vibrograve un amaro 10 Quadrello in Antigravenoo che unrsquoaurea e bella Coppa a due orecchie sollevar dovea Con amendue le man giagrave lrsquoappressava Per bere il brun Liegraveo neacute gli agitava Pensier di morte lrsquoanimo chi mai 15 Pensato avrigravea che in mezzo a larga schiera Di convitati un sol bencheacute gagliardo Morte gli ordisse e rsquol negro ultimo Fato Pur lui prese di mira e rsquol colpigrave Ulisse Nella strozza fuor fuor pel delicato 20 Collo nrsquouscigrave la punta Ei da una parte Curvatosi cascograve di man la coppa Cagraveddegli grosso dalle nari un rio Di sangue gli sgorgograve da seacute respinse Calcitrando la mensa a terra sparte 25 Icircr le vivande ed i pani e le carni Insanguinacircrsi Giagrave nellrsquoaula i Proci DrsquoEupigravetide al cader tumultuacircro Darsquo lor seggi lanciagravetisi percorrono

ODISSEA

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Qua lagrave col guardo le pareti intorno 30 Non piugrave scudo non piugrave veggiono lancia Cui dar di piglio Con irati accenti A rimordere il Re gridavan tutti

χ 26 laquoCosigrave dunque o stranier segno arsquo tuoi strali Questi duci ponesti Ad altri giochi 35 Parte piugrave non avrai Giagrave giagrave trsquoincalza Morte certa e tremenda ecco il piugrave illustre DeglrsquoItacesi giovani uccidesti Perciograve qui gli avvoltoi divoreragraventiraquo Dicean cosigrave stimando ognun che a caso 40 Gli era uscito di man funesto il tiro Stolti Neacute srsquoaccorgean che aveano tutti Posto giagrave rsquol piede nei confin di morte Ma torvo li guatograve gridando Ulisse

χ 35 laquoAhi sozzi cani reputaste voi 45 Chrsquoio non tornassi mai dal popol Frigio E disertaste i tetti miei per forza Mi stupraste le ancelle ed aspiraste Me vivo ad impalmar la donna mia Neacute dersquo Numi che il Ciel regnano immenso 50 Timor vi prese neacute la vindice ira Provocar dersquo mortali unqua vi calse Or tutti ad una vrsquoirretigrave la morteraquo

χ 42 Allibicircr tutti vogravelti gli occhi intorno Cercan qua lagrave fuggir lrsquoeccidio atroce 55 Rispose solo Eurigravemaco laquoSe in vero LrsquoItacense tu sei reduce Ulisse A dritto parli peroccheacute gli Achivi Molte in questa magion molte nersquo campi Malvage opre commisero ma infine 60 Chi fu cagion di tanti mali egrave steso Antigravenoo promotor drsquoatti sigrave rei Non chrsquoei le nozze desiasse tanto Ma in cor volgea pensier che il Fulminante Gli disdisse regnar volea le genti 65 DrsquoIgravetaca e tocircrre al figliuol tuo la vita Insidiando Or ecco ei lagrave se nrsquo giace Ma Tu rsquol cor tocco di pietagrave risparmia Il popol tuo pubblica fia lrsquoammenda Chrsquoindi volonterosi trsquooffriremo 70 Quanto al vitto che qua ti fu consunto

LIBRO XXII

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Cedereacutemti ciascun ben veacutenti tori E bronzo ed or sin che rsquol tuo cor srsquoallegri Per certo prima lrsquoira tua fu giustaraquo

χ 60 Il guatograve bieco laquoEh no ndash replicograve Ulisse ndash 75 Eurigravemaco neacute se tutte le avite Dovizie e le tue proprie ed altre ancora Mrsquoabbandonassi non mai dalla strage Queste man riterrograve fincheacute voi tutti Per tanti oltraggi non suggetto al fio 80 Scegliete o di pugnar a fronte a fronte O via fuggire ondrsquoevitar la Parca Ma niun di voi mi penso al dispietato Ultimo fine troveragrave qui scamporaquo

χ 66 Detto il core senticircro e le ginocchia 85 Fiaccare i Proci Eurigravemaco di nuovo laquoCerto amici costui non mai le fiere Man riterragrave poicheacute lrsquoarco or ghermigraveo Splendido e la faretra a saettarne Tocircrragrave dal limitar fincheacute trafitti 90 Tutti ci stenda Orsugrave crsquoinfiammi rsquol core Bellicoso furor Strette le spade Scudo facciamo al dardeggiar funesto Con queste mense tutti di conserto Scagliagravemci addosso a lui se dalla soglia 95 Delle porte nrsquoegrave dato discacciarlo Corriam per la Cittagrave sugravebite grida Lrsquoempiano tutta sigrave vedrem costui Lrsquoultima volta disfrenar gli straliraquo

χ 79 Detto fersquo scintillar lrsquoacuta spada 100 Ferrea a due tagli e srsquoavventograve sovrrsquoesso Con orribile grido Ulisse in questa Vibrograve lo stral che lo colpigrave nel petto Sotto la poppa ed il quadrel veloce Gli penetrograve nel fegato giagrave rsquol brando 105 Dalla man gli cadeacute vertiginoso Si rigirograve diegrave drsquourto in sulla mensa E rinverso cascograve per terra sparte Icircr le dapi e la coppa ei della fronte Ferigrave lo spazzo srsquoangosciograve nellrsquoalma 110 Drsquoambe le piante calcitrando scosse Il seggio in cui dianzi posava alfine I torbidrsquoocchi al gran buio richiuse

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χ 89 Ma stretto il brando Anfigravenomo srsquoavventa Contra lrsquoeroe se mai dallrsquoalte porte 115 Vaglia in bando a cacciarlo Lrsquoantivenne Telegravemaco diretro infra le spalle La ferrea lancia gli piantograve che fuori Del petto riuscigrave Quei fragoroso Cadde e la terra con tutta la fronte 120 Percosse Di colagrave ratto si tolse Il garzon la lungrsquoasta abbandonando Dellrsquoucciso nel sen cheacute tema il prese Non forse alcuno degli Achivi irrompa Mentrrsquoei srsquoindugia a sconficcar la lunga 125 Asta e di punta con il brando il fieda O drsquoun fendente se chinato il trovi Corse veloce al genitor vicino Stette e con presto favellar soggiunse

χ 101 laquoOr or ti recherograve padre uno scudo 130 Due giavellotti alle tue tempie adatto Di saldo rame un elmo ed io pur lrsquoarme Vestirograve ed altre ne darograve a Filegravezio Altre ancora ad Eumegraveo sta bene armarciraquo

χ 105 E rsquol Re laquoVarsquo corri Fincheacute a mia difesa 135 Bastan gli strali non da queste porte Me rimovan gli Achei restando soloraquo

χ 108 Del caro padre al cenno ubbidiente Alla stanza il garzon corse ove lrsquoarmi Giaceano e quattro targhe otto lanciotti 140 E quattro elmi di rame irti drsquoequine Chiome prese e portograve subito al padre Che primo rivestigrave del marzio arnese La persona e del pari armati i servi Al prode accorto Re stettero allato 145

χ 116 Fincheacute bastacircro a propugnarlo i dardi Togliea la mira e sempre alcun dersquo Proci Nel palagio colpigravea tal che un sullrsquoaltro Stipati rovinavano Ma quando Al saettante Re fallicircr gli strali 150 Dechinograve lrsquoarco al fulgido parete E della porta lrsquoappoggiograve allrsquoimposta Gravograve drsquoun largo scudo indi le spalle A quattro doppi diede al capo un elmo Irto di equine setole su cui 155

LIBRO XXII

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Terribile la cresta igraveva ondeggiando Due munite drsquoacciar lance alfin prese

χ 126 Era nel saldo muro occulta porta Nel confin della reggia ultimo drsquoassi Ben congiunte construtta che mettea 160 In calle angusto e senza capo Ulisse Ad Eumegraveo comandograve che la guardasse Piantandovisi presso che di lagrave Ad un uomo per volta aprigraveasi rsquol varco Agelagraveo lrsquoadocchiograve si volse arsquo Proci 165 Ed a tutti dicea laquoNon havvi amici Chi sforzi quel segreto uscio e gridando Il popolo a rumor subito levi Saettarigravea costui lrsquoultima voltaraquo

χ 135 Ratto Melagravenzio laquoEllrsquoegrave impossibil cosa 170 O nobile Agelagraveo Troppo al cortile Le vaste porte son vicine e troppo Dellrsquoangiporto nrsquoegrave lrsquouscita angusta Uno solo di man prode noi tutti Di ligrave respingeragrave Ma che Dallrsquoalta 175 Stanza or vi porterograve lrsquoarmi in cui fucircro E non altrove mi credrsquoio da Ulisse E dal suo figlio intrepido riposteraquo

χ 142 Detto montograve su per la scala allrsquoalta Stanza del Re dodici targhe prese 180 Tante lance e di rame elmi altrettanti Irti drsquoequine setole e veloce Corse e li mise in man dersquo Proci Ulisse Fiaccar sentissi le ginocchia e rsquol core Scorgendoli vestir le sue stessrsquoarmi 185 E le lunghe aste palleggiar cheacute grave Malagevole assai tenne lrsquoimpresa

χ 150 Vogravelto quindi a Telegravemaco laquoPer certo Delle fantesche alcuna o vuoi Melagravenzio Questo ci suscitograve duro conflitto 190 Non drsquoaltri no tutta la colpa egrave miaraquo

χ 154 laquoO padre accagionare altri non vuogravelsi Lasciai socchiuso lrsquouscio e qualche destro Esplorator srsquoavvantaggiograve Ma vanne O buon Eumegraveo ferma la porta e cerca 195 Se drsquounrsquoancella opra egrave cotesta ovvero Come giagrave suspicai del Doliagravederaquo

ODISSEA

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χ 160 Movean tra lor queste parole ed ecco Redir Melagravenzio alla superna stanza Per le bellrsquoarmi Eumegraveo lrsquoadocchia e ratto 200 Ad Ulisse accostatosi dicea

χ 164 laquoO prole di Laerte inclita riede Quel perfido di cui giagrave suspicammo Dirsquo francamente ove a me fatto venga Di soverchiarlo uccigravederlo deggrsquoio 205 O rsquol ti trarrograve davante acciograve dersquo molti Misfatti chrsquoegli in tua magion commise Alfin qui paghi a Te medesmo il fioraquo

χ 170 E rsquol Re sagace laquoIo qui col figliuol mio I Proci conterrem bencheacute animosi 210 Voi Melagravenzio afferrate e gli stringendo Mani e piedi sul tergo nella stanza Gettatelo ben chiusa indi la porta E da voi cinto di tenaci nodi Tiragravetel su lungo unrsquoalta colonna 215 Ed alle travi il sospendete ondrsquoivi Ancor vivo patisca aspri tormentiraquo

χ 178 Detto lesti obbedicircr Saliti ad alto Da lui che cerca in quersquo recessi lrsquoarme Teneacuteansi dietro allrsquoalte imposte ascosi 220 Giagrave giagrave ersquo varcava il limitar portando Lucido elmetto in una man nellrsquoaltra Vetusto ampio brocchier di ruggin aspro Che del prode Laerte il giovanile Braccio sostenne un digrave Quivi gran tempo 225 Corsquo penzolanti rotti cuoi giacea Ed ecco ei vien subitamente addosso Gli si avventacircr con impeto i pastori E le man gli avvolgendo entro i capegli Dentro lo strascinarono gettacircrlo 230 A terra gemebondo e drsquoun funesto Nodo sul tergo e mani e piegrave avvinghiacircrgli Di gran forza stringegravendolo siccome Lrsquoinclita prole di Laerte indisse Alfin ricinto di doppia catena 235 Lungo unrsquoalta colonna il tirar suso Tanto che arsquo travi lrsquoebbero sospeso E tu con motti Eumegraveo lo rimordesti

χ 195 laquoCerto Melagravenzio or vegghierai la notte

LIBRO XXII

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Giacendo in questo tuo morbido letto 240 Qual ti si addice neacute dalle correnti DellrsquoOcegraveano usciragrave fuor lrsquoAurora In trono drsquoograver che tu non la riveggia Quando al palagio condurrai le pingui Capre onde arsquo Proci apparecchiar la mensaraquo 245

χ 200 Detto lrsquoabbandonograve sospeso e in fieri Legami avvinto Armagraveronsi i pastori Chiuser la porta splendida veloci Mossero vegraver lrsquoeroe sagace e forte E spiranti valor ligrave srsquoarrestacircro 250 Quattro gli eroi sul limitar son molti Nellrsquoaula ed animosi i combattenti

χ 205 Ma Palla figlia dellrsquoOligravempio assunta La sembianza di Megraventore e la voce Arsquo primi appropinquosse A quella vista 255 Esultando in suo cor gridava Ulisse

χ 208 laquoO Megraventore deh vieni in questa mischia A mrsquoaitar rammenta quanti dietti Pegni drsquoaffetto il tuo dolce compagno Cui sersquo uguale drsquoetagraveraquo Cosigrave dicea 260 Bencheacute in ispeme entrato che la fosse Minerva di conflitti eccitatrice Dallrsquoaltra parte con minacce e grida Fremigraveano i Proci A rimbrottar la Diva Agelagraveo Damastograveride fu rsquol primo 265

χ 213 laquoMegraventore attendi non con sue parole A propugnarlo contro i pretendenti Trsquoadeschi Ulisse Questo egrave il voler nostro Che fia pieno mi penso allor che avremo Il padre e rsquol figlio uccisi e tu pur anco 270 Morrai con lor tu che sigrave grande impresa In questa reggia consumar presumi Il fio ne pagherai con la tua testa Divelta che trsquoavrem lrsquoalma col ferro I beni che in tua casa e fuor possiedi 275 Del par che quei drsquoUlisse tutti ad una Gli spartirem neacute mai consentiremo Che dersquo tuoi figli o delle figlie alcuna Nersquo suoi tetti piugrave viva e cacceremo La tua casta moglier drsquoIgravetaca in bandoraquo 280

χ 224 Detto vie piugrave nel cor raccender lrsquoira

ODISSEA

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Palla sentigrave quindi allrsquoeroe conversa Con disdegnosi accenti rsquol rimordea

χ 226 laquoNon piugrave quella gran forza e quel coraggio Ulisse veggio in te qual giagrave brillava 285 Per ben nove anni senza sosta mai Quando pugnasti per la bella Elegravena Contra i Tegraveucri guerrier Lagrave in aspra guerra Tu feacutesti a molti eroi morder la polve Di Prigraveamo la cittagrave dallrsquoampie strade 290 Lagrave merceacute al senno tuo fu posta al fondo Or come giunto alle tue case e in mezzo Alle dovizie tue movi querele Disperate invilisci e tener fronte Arsquo rei persecutor della tua donna 295 Non osi tu Su via farsquo cor qui vieni Amico e stammi al fianco e vedrai come Nel mezzo a questa turba di furenti Nemici nostri il ben che da te srsquoebbe LrsquoAlcigravemide tuo Megraventore rimerti raquo 300

χ 236 Disse ned arrestograve della Vittoria Lrsquoincerto vol cheacute far esperimento Della forza pria volle e dellrsquoardire Cosigrave del genitor come del figlio Ratto quindi lanciagravetasi la Diva 305 Vegraver la splendida volta sopra un alto Trave in forma di rondine posava

χ 241 Concitavano intanto i Proci allrsquoarmi Agelagraveo Damastograveride Eurinogravemo Demoptogravelemo Anfimedoacuten Pisandro 310 Polittograveride e Pogravelibo animoso Tutti dersquo prodi rsquol fior tra gli spiranti Le vitali aure e che a schermir la vita Pugnavan lrsquoarco e le frequenti frecce Tutti gli altri avean giagrave trafitti e stesi 315

χ 248 Gridograve a tutti Agelagraveo laquoGiagrave giagrave le fiere Mani o compagni queteragrave costui Cheacute diegrave le reni Megraventore poicheacute ebbe Quersquo suoi vanti orgogliosi allrsquoaura sparsi I quattro che occupacircr le porte i primi 320 Tosto recederan Perciograve non tutti Lanciate i lunghi giavellotti a un tempo Su via sei soli volino e lrsquoOligravempio

LIBRO XXII

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Ne dia la gloria di colpire Ulisse Non ci caglia drsquoaltrui srsquoegli fia stesoraquo 325

χ 255 Bramosi tutti lrsquoaste fulminacircro Come fu imposto ma drsquoognuno il tiro Ir fersquo a vograveto Minerva Un lrsquoardua volta Percosse dellrsquoostel lrsquoaltro la porta La pesante di rame asta del terzo 330 Dal muro rimbalzograve Scansati i colpi laquoAmici ndash gridograve rsquol Re ndash lagrave nella turba Dersquo Proci a saettar vrsquoesorto anchrsquoio Chrsquooltre le offese che da lor patimmo Or agognan furendo ad immolarciraquo 335

χ 265 Tolta la mira di rincontro tutti Lrsquoaste acute avventacircr Ulisse uccise Demoptogravelemo il prorsquo suo figlio Euriade Eumegraveo trafisse Egravelato ed il custode Dersquo buoi Pisandro Al vasto pavimento 340 Tutti dieder di morso Nersquo recessi Dellrsquoaula gli altri arregravetransi fuggendo Ma Ulisse con i suoi prodi glrsquoincalza Disvelte chrsquoebbon dagli estinti lrsquoarme

χ 272 Lrsquoaste in questa lanciacircro impetuosi 345 Di nuovo i Proci disviograve gran parte Di quersquo colpi Minerva altri la volta Altri la porta valida investigraveo Del terzo lrsquoasta rimbalzograve dal muro Ma allrsquoIgravetaco garzon leve fiedea 350 Anfimedonte il polso disfiorando Con il rame la pelle e la lungrsquoasta Di Ctesippo ad Eumegraveo raso lo scudo La spalla gli scalfigrave volograve ben lunge Ed a terra cadette Al Re drsquointorno 355 Ristringegravendosi il figlio ed i pastori Fiedevan drsquoasta i Proci Atterrograve Ulisse Eversor di cittadi Euridamante Il figlio Anfimedonte Eumegraveo trafisse Pogravelibo colse nel petto Filegravezio 360 Ctesippo e altier di sua vittoria disse

χ 287 laquoPoliterside liberal drsquooltraggi Non ceder piugrave al furor che ti spirava Orgogliose parole il tuo sermone Dirigi arsquo Numi che arsquo mortali tutti 365

ODISSEA

350

Di possanza sovrastano Or accetta Questo dono ospital con che rimerto Il piegrave bovin che desti al divo Ulisse Quandrsquoei mendico in sua magion vagavaraquo

χ 292 Cosigrave dersquo tauri dalle torte corna 370 Il custode parlograve Ma in questa Ulisse Corse soprrsquoAgelagraveo con la lungrsquoasta Ed il piagograve nel mezzo allrsquoepa il telo Telegravemaco ficcograve di Leocrigraveto Che fuor dersquo reni riuscigrave boccone 375 Cascograve e la terra con tutta la fronte Percosse Allora dallrsquoeccelsa volta Alzograve Minerva lrsquoegida funesta Allibirono i Proci Un fier terrore Gli animi lor turbograve di qua di lagrave 380 Fuggigravean per lrsquoaula come di giovenche Torma che punga ed agiti rsquol furente Assillo nel redir di primavera Quando i giorni srsquoallungano Siccome Sparvier darsquo rostri e dagli adunchi artigli 385 Piomban darsquo monti sui minori augelli Che impauriti dalle basse valli Volano vegraver le nubi e quei repente Slanciagravetisi gli uccidono ned havvi Resistenza neacute fuga a tanta preda 390 Esultano gli astanti In simil foggia Tutti e quattro i guerrier sui pretendenti Srsquoavventano glrsquoincalzano gli fiedono Nellrsquoaula ovunque al suon delle percosse Teste echeggiava un fier gemito e tutto 395 Drsquoatro sangue ondeggiava il pavimento Leode arsquo piedi dellrsquoeroe gittosse E con ratto parlar merceacute chiedea

χ 312 laquoTrsquoabbraccio le ginocchia inclito Ulisse Deh riguarda il tuo supplice e ti spetra 400 Miserere di me Testimonianza Di tua reggia per me rendan le ancelle Srsquoio dissi o feci lor cosa pur mai Men che decente anzi a reprimer gli altri Rivolti a insolentir sempre accorrea 405 Retta non diecircrmi onde ritrar dallrsquoopre Scellerate le mani ed ebber quindi

LIBRO XXII

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Condegno guiderdon drsquoignobil morte Ma io che tra costor agraveugure fui Che parte nersquo lor falli unqua non ebbi 410 Qui con lor giacerograve Certo non fia Chi piugrave del suo ben far mercede impetriraquo

χ 320 Bieco Ulisse il guatograve laquoPoicheacute ndash rispose ndash Ti vanti di costoro agraveugure certo Spesso in questo palagio orasti arsquo Numi 415 Che da me fosse il digrave lunge respinto Del mio dolce ritorno e che te segua A te figli procrei la donna mia No da questa crudel morte non fuggiraquo

χ 326 Cosigrave dicendo con la man robusta 420 Diegrave di piglio alla spada che Agelagraveo In morendo gittograve nel mezzo al collo Tal colpo gli vibrograve che ancor parlante Mista alla polve rotolograve la testa

χ 330 Ma Fegravemio Terpigraveade inclito vate 425 Che tra i Proci per forza il canto sciolse Lrsquoatra Parca schivograve Tra man lrsquoarguta Cetra tenendo appo lrsquoocculta porta Stagravevasi e due pensier volgea nellrsquoalma Od uscir del palagio ed allrsquoaltare 430 Del grande Giove Ercegraveo sedersi dove Da Laerte e dal figlio arse giagrave fucircro Molte cosce di tauri ovver prostrato Stringer orando le ginocchia a Ulisse Pensa e ripensa alfin miglior partito 435 Gettarsi arsquo piedi dellrsquoeroe gli parve Tra unrsquourna e un seggio che splendeva adorno Drsquoargentee borchie lrsquoincavata cetra Depose e corse e rsquol supplicava laquoUlisse Le ginocchia trsquoabbraccio in me benigno 440 Abbi riguardo e vigravencati pietade A te ancora dorragrave se un Vate uccidi Che arsquo Numi canta ed arsquo mortali Io fui Di me stesso maestro unico mille Tempre diverse drsquoarmonia gioconda 445 Mi seminograve nellrsquointelletto un Dio Dato mrsquoegrave qual tu fossi un dersquo Celesti Celebrarti cantando Or dunque in core Reprimi rsquol fier desigraveo di trucidarmi

ODISSEA

352

Certo diratti il tuo figlio diletto 450 Telegravemaco che non di voler mio Non mai da ingordo desiar sospinto Venni a cantar dersquo pretendenti al desco Molti e possenti tragravessermi per forzaraquo

χ 354 Telegravemaco lrsquoudigrave subito al padre 455 Non discosto drsquoassai laquoFerma ndash gridava ndash Deh non uccider no questrsquoinnocente Anco Medoacutente conserviam che sempre In cura mrsquoebbe dallrsquoetagrave mia prima Filegravezio forse uccigraveselo od Eumegraveo 460 O tu stesso srsquoei qui trsquooccorse quando Come turbine o padre impeto feacutestiraquo

χ 361 Lrsquoudigrave rsquol saggio Medoacutente impaurito Sotto un trono giacea nel cuoio avvolto Di bue di fresco ucciso onde la Parca 465 Tenebrosa schivar Da sotto rsquol seggio Ratto srsquoalzograve gittograve la pelle e strette Del garzon le ginocchia il supplicava

χ 367 laquoEgraveccomi qua sospendi i colpi o caro E parla al genitor che non mi fieda 470 Or chrsquoegli infuria contra i Proci Ahi folli Che le dovizie sue qui divoracircro Ned a renderti onor si volser mairaquo

χ 372 Sorridendo lrsquoeroe laquoFarsquo cor ndash soggiunse ndash Telegravemaco trsquoegrave schermo ed ei ti serva 475 Acciograve rsquol senta nellrsquoanimo ed il narri Quanto allrsquoiniquo oprar virtugrave prevaglia Or tu e rsquol gran vate del palagio usciti Fuor dalla strage nel cortil sedete Finchrsquoio qui compia ciograve chrsquoa far mrsquoavanzaraquo 480

χ 378 Usciti appo lrsquoaltar di Giove assisi Attoniti qua e lagrave volgean lo sguardo Sul vasto campo di sigrave fiera strage

χ 381 Tutti i recessi del palagio intanto Col guardo Ulisse percorrea non forse 485 Vivo dersquo Proci alcun sottratto srsquoabbia Ma nel sangue li vide e nella polve Tutti distesi Come in curvo lido Tiran su i pescator dal mar ondoso Con vasta rete a molte maglie i pesci 490 Tutti anelano sparsi in sullrsquoarena

LIBRO XXII

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Lrsquoonde marine ma con gli avvampanti Raggi la vita lor rapigraveo giagrave rsquol Sole Un sullrsquoaltro cosigrave giaceano i Proci

χ 390 Ulisse allor laquoTelegravemaco mi chiama 495 La nutrice Euriclea ciograve che fermai Nel mio pensier vorsquo dirleraquo Obbediente Bussograve allrsquouscio Telegravemaco e le disse

χ 395 laquoO donna antica a vigilar preposta Sopra le ancelle vien che a seacute trsquoappella 500 Qualche cosa per dirti il padre mioraquo

χ 398 Tacque neacute sparse icircr le parole al vento Schiusa la porta delle ricche stanze Ratto accorse e rsquol garzon la precedea

χ 401 Nel mezzo dersquo cadaveri trafitti 505 Trovograve lrsquoeroe cruento e polveroso Come lion che divorograve pur dianzi Toro silvestre lrsquouna e lrsquoaltra guancia E tutto quanto il petto e rsquol ceffo e lrsquougne Groacutendangli sangue ahi quantrsquoegrave in vista orrendo 510 Cosigrave nersquo piedi e delle man nei dossi Contaminato appar lrsquoinclito Ulisse Visti appena gli uccisi e rsquol sangue immenso Mise un forte Euriclea grido di gioia Maravigliata di sigrave grande impresa 510 Ma lrsquoeroe lrsquointerruppe e la ripresse Bencheacute bramosa indi arsquo parlar si tolse

χ 411 laquoGodi nellrsquoimo cor donna ma in voci Non proromper di gaudio empiezza focircra Vampo menar sulla trafitta gente 520 La giustizia dersquo Numi ed i costoro Delitti li domacircr non dersquo mortali Onoracircro alcun mai tristo o buon fosse Che appo lor srsquoadducea quindi pericircro Colpa di lor follia drsquoignobil morte 525 Ma delle serve or dimmi in questa reggia Qual tiemmi a vil qual si serbograve innocenteraquo

χ 419 E la nutrice affettuosa laquoO figlio Schietto il veacuter ti dirograve Chiude il palagio Cinquanta donne che per me giagrave fucircro 530 Ammaestrate a lavorii diversi A carminar le lane ad oprar tele Non che a patire il flebile servaggio Dodici di costor rotte ad ogni atto

ODISSEA

354

Drsquoinverecondia ned a me portacircro 535 Neacute alla stessa Penegravelope rispetto Quanto al tuo figlio di recente assunto Tra gli adulti non mai la genitrice Baligravea gli consentigrave sopra le ancelle Ma che piugrave sto salgo alle stanze adorne 540 Ad annunziarti alla tua donna a cui Gravograve di sonno le pupille un Numeraquo

χ 431 laquoNo non destarla ndash rispondeacuteale Ulisse ndash Ma dirsquo alle donne che qui vengan quante Di laidrsquoopre sin qui contaminacircrsiraquo 545

χ 433 Ita la vecchia alle fantesche indisse Ed esortolle al Re di appresentarsi E Telegravemaco in questa ed i pastori A seacute chiamograve e lor disse laquoOr cominciate A portar via i cadaveri alle donne 550 Ingiungete che i bei troni e le mense Tergon con lrsquoacqua e le forate spugne Rimessa la magion tutta in assetto Traete fuor le ancelle e poste in mezzo Tra la torretta e rsquol muro del cortile 555 Tutte con lunghi ed affilati brandi Fiedeacutetele sin che sceme dallrsquoalma Di Vegravenere i piacer che giagrave di furto Gustar corsquo Proci pongano in obbligraveoraquo

χ 446 Tacque ed ecco venir le donne tutte 560 Affollate mettendo alti lamenti Non senza pianto Trasportacircr da prima Alternamente sostenendo rsquol carco Dersquo trafitti le salme e le stipacircro Sotto alla loggia del cortil superbo 565 Instava e feacutea lor forza il Re medesmo Sigrave che gli estinti a trasportar le strinse Necessitagrave Poscia i bei seggi i deschi Tergean con lrsquoonda drsquoimbevute spugne Telegravemaco ersquo pastor corsquo rastri intanto 570 Spazzacircro del palagio il pavimento E le donne recacircr fuor delle porte La raccolta bruttura Acconcio il tutto Nella magion ei trasser le fantesche Tra la torre e rsquol recinto ed in sigrave angusto 575 Spazio le rinserracircr che nersquo lor petti Tutta speranza di fuggir morigraveo

LIBRO XXII

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χ 461 E rsquol garzon saggio laquoCon orrevol morte Non tocircrrograve lrsquoalma no da queste donne Che a me sul capo ed alla madre mia 580 Versacircr oltraggi e giacquero corsquo Prociraquo

χ 465 Detto ravvolse un canape di nave Drsquoazzurra proda ad unrsquoalta colonna Con lrsquoun dersquo capi gettograve lrsquoaltro intorno Alla picciola torre e sigrave rsquol tese alto 585 Chrsquoesse del piede non toccacircr la terra Come torde talor dallrsquoali spase O colombe srsquoimpligravecan nelle reti Tese nel bosco mentre al nido volano Tal che trovan nersquo lacci orrido letto 590 Cosigrave le ancelle con le teste in fila Con fiero nodo intorno al collo avvinte Perigravean miseramente i piedi alquanto Con tremito agitacircro e non fu molto

χ 474 Trasser indi i pastor fuor nel cortile 595 Melagravenzio cui con dispietato acciaro Troncar nari ed orecchie lrsquoeviracircro Buttar le evulse palpitanti membra Crudrsquoesca ai cani da cieca ira vinti I piegrave le man mozzagraverongli Con pura 600 Onda i piedi e le man poscia lavati Tornacircro al Re cheacute lrsquoopra era compiuta

χ 480 Alla cara nutrice allor converso Disse lrsquoeroe laquoPogravertami o vecchia il zolfo Salutifero e rsquol fuoco acciograve rsquol palagio 605 Vapori A venir qui con le sue donne Penegravelope conforta a un tempo ingiungi Qui di recarsi a tutte lrsquoaltre ancelleraquo

χ 485 laquoSi tutto a modo figliuol mio dicesti ndash Rispoacutesegli Euriclea ndash Giagrave giagrave mrsquoegrave tardo 610 Un manto ed una tunica recarti Acciograve piugrave non ti mostri in tua magione I lati omeri avvolto in questi cenci Cheacute focircra indegnoraquo laquoA me qui apporta in prima Lo zolfo e rsquol fuocoraquo replicograve lrsquoeroe 615

χ 492 Neacute tardograve ad obbidir lrsquoaffettuosa Nutrice ratto portograve rsquol foco e rsquol zolfo Ulisse lrsquoaula e lrsquoatrio ed il palagio A pieno vaporograve Salita ad alto Percorrea intanto le regali stanze 620

ODISSEA

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La nutrice Euriclea chiamando a nome Ed affrettando a comparir le ancelle Con faci in man discesero ed intorno Si sparsero ad Ulisse il salutacircro Gli si gettacircro con le braccia al collo 625 Il capo gli baciarono e le spalle Stringegravendogli le man Sentigrave lrsquoeroe Dolce un desir di pianto e di sospiri Cheacute tutte in suo pensier le riconobbe

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LL II BB RR OO XX XX II II II

Penegravelope riconosce Ulisse

NNELLrsquoALTE stanze giubilando salse La vecchia ad annunziar alla regina Che lrsquoamato consorte era in sua reggia Rinvigorite le ginocchia ratti I piegrave movea Le si chinando allora 5 Sul capo alto sonar fersquo questi accenti

ψ 5 laquoRisveacutegliati mia figlia e corsquo propri occhi Vien vieni a rimirar ciograve che pur sempre Bramasti Ulisse ritornograve qui dopo Anni tanti redigrave Trucidograve i Proci 10 Lutto di sua magion di sue ricchezze Divoratori ed al suo nato infestiraquo

ψ 10 E Penegravelope laquoO mia cara nutrice Gli Eterni trsquoinsanicircr che a lor talento Fan del piugrave saggio un folle e lrsquoinsensato 15 Assennano per certo ersquo ti rapicircro La mente che finor serbasti integravegra Percheacute me che pur son misera tanto Con mendaci novelle in gioco prendi E dal sonno mi scuoti che soave 20 Mrsquoera intorno diffuso e ricoprigravea Le mie care palpegravebre Io no non mai Sigrave forte mrsquoaddormigravea dal digrave che Ulisse Veleggiograve pel nefando Igravelio funesto Or via discendi e riedi onde movesti 25 Cheacute se qualche altra delle donne mie Desta mrsquoavesse per udir tai fole Ratto lrsquoavrei non senza irati accenti Rimandata ma or te lrsquoetagrave sovvenneraquo

ODISSEA

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ψ 25 laquoNon di te prendo gioco o figlia mia 30 ndash La vecchia rispondea ndash Ritornograve Ulisse Veracemente egrave qui comrsquoio rsquol trsquoannunzio Gli egrave lrsquoospite che tutti in sua magione Oltraggiacircro Il sapea da lunga pezza Telegravemaco ma saggio occulti ei tenne 35 I disegni del padre acciograve traesse Darsquo Proci violenti aspra vendettaraquo

ψ 32 Esultograve la regina e fuor di letto Lanciagravetasi abbracciolla laquoO mia Nutrice ndash Prorompea lagrimando ndash il veacuter mi narra 40 Srsquoei come affermi arsquo suoi tetti se nrsquo venne Come solo poteacute sui Proci infami Avventare le man quandrsquoessi in folla Stavano sempre entro il palagio accoltiraquo

ψ 39 laquoNed il vidi neacute rsquol so dersquo morituri 45 Udigravea soltanto il gemito noi tutte Nel fondo assise delle stanze e chiuse Da salde imposte giagrave colpigravea rsquol terrore Fincheacute sorgiunse il figliuol tuo che a nome Del padre mi chiamograve Trovai lrsquoeroe 50 Ritto lagrave tra i cadaveri che stesi Drsquointorno a lui sul duro pavimento Giacean gli uni sugli altri oh come lieta Nrsquoandresti tu mirando il tuo consorte A guisa di Lion tutto coverto 55 Di polvere e di sangue Or del cortile Sotto i portici stanno ammonticchiate Dersquo trafitti le spoglie Acceso un fuoco Grande or col zolfo a vaporar srsquoadopra La superba magione ed ei medesmo 60 A chiamarti or mrsquoinvia Vien dunque e dopo Affanni tanti ambo a letizia il core Schiudete il tuo desir lungo srsquoadempie Vivo egrave lrsquoeroe tra i lari suoi qua trova Te con il figlio e qua darsquo nequitosi 65 Proci tutti alfin trasse aspra vendettaraquo

ψ 58 laquoMia diletta Euriclea Rattempra i vanti Di trasmodata gioia Ah ben sai quanto Focircra a ciascun gradito il suo ritorno E sopra tutti a me del par che al figlio 70 Procreato da noi ma ciograve che annunzi

LIBRO XXIII

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Vero non egrave certo qualcun dersquo Numi Irato per li tanti e cosigrave fieri Oltraggi ed opre inique lor gli uccise Non mai fecer onore a niun mortale 75 Malvagio o buon che a lor venisse quindi Tristi sendo perirono Ma Ulisse Perdette lungi dallrsquoAcaica terra La speme del redir perdeacute se stessoraquo

ψ 69 E la nutrice laquoO figlia mia qual detto 80 Di bocca ti fuggigrave Sta in sua magione Al focolar si asside il tuo consorte E trsquoostini a ridir chrsquoei piugrave non torna Ahi poca fede Ma piugrave certa prova Dar ancora ti vorsquo la cicatrice 85 Che il bianco dente drsquoun cinghial glrsquoimpresse Quando i piegrave gli lavai la riconobbi E giagrave un grido mettea per farti accorta Ma quel mastro di tutti accorgimenti Mrsquoafferrando la bocca il mi contese 90 Vien dunque ed io per fede mi ti lego E mi commetto a Te se ti deludo Tu di morte miserrima mrsquoancidiraquo

ψ 80 laquoCara nutrice Bencheacute saggia tanto Ti fia duro scrutar dersquo Sempiterni 95 Numi lrsquoalto consiglio Tuttavolta Appo rsquol figlio rechiagravemci acciograve chrsquoio vegga Stesi i Proci nel sangue e chi gli ucciseraquo

ψ 85 Detto scendea dallrsquoalta stanza e in core Agitando venigravea srsquoella in disparte 100 Interrogato avrebbe il suo diletto Consorte o se appressandolo baciato Gli avrigravea la testa e streacutettegli le mani Varcata chrsquoebbe la marmorea soglia Nellrsquoaula entrograve Si assise a lui di contra 105 Presso allrsquoaltra parete che dal foco Srsquoilluminava Ed ei gli sguardi a terra Sedea poggiato ad unrsquoalta colonna Pur aspettando se la donna illustre Che rsquol pur vedea corsquo propri occhi qualcuno 110 Motto gli fesse Ma la stette a lungo Tacita oppressa di stupore in voacutelto Ora lo affisa e ravvisarlo estima

ODISSEA

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Or avvolto in quersquo cenci il disconosce ψ 96 Telegravemaco proruppe laquoO madre mia 115

O drsquoanimo crudel madre infelice Percheacute dal genitor sigrave trsquoallontani Ed ora che ti siedi al suo cospetto Cheacute non gli parli Cheacute di lui non prendi Notizia intera No nullrsquoaltra focircra 120 Muta drsquoaffetto sigrave da restar lungi Dal suo consorte che sofferti molti Guai le giungesse nel ventesimrsquoanno Nella terra natigravea ma tu nel petto Vie piugrave duro che selce il cor rinserriraquo 125

ψ 104 E quella saggia laquoLrsquoalma mia nel petto Figliuol mio stupefeacutecesi neacute motto Egravemmi dato di far neacute interrogarlo Ned affisarlo pur Se veramente Ulisse egli egrave che in sua magion ritorna 130 Certo tra noi potrem meglio drsquoassai Riconoscerci tali hagravennovi segni Noti a noi solo a tutti gli altri ascosiraquo

ψ 111 Sorrise Ulisse e vogravelto al figlio laquoOr lascia Telegravemaco ndash dissrsquoei ndash la genitrice 135 A sua posta tentarmi in queste soglie Ratto srsquoaccerteragrave dellrsquoesser mio Piugrave pienamente Ma percheacute or mi scorge Sordido e in questi abbietti panni avvolto A vile tiemmi e dir non osa ldquoegrave dessordquo 140 Ma il partito cui giova or appigliarci Consultiam noi Qual tra sue genti uccise Un uomo solo che non molti addietro Vindici a seacute lasciograve fugge e abbandona I congiunti la patria or noi che spenti 145 DrsquoIgravetaca abbiamo i giovani piugrave illustri Schermo della cittagrave che far dobbiamo Por mente al caso e provveder trsquoassennoraquo

ψ 123 laquoTu stesso a ciograve provvedi o padre mio ndash Rispose rsquol garzon saggio ndash il tuo consiglio 150 Comrsquoegrave pubblico grido ottimo surge Ned havvi altro mortal che teco ardisca Contender di prudenza Ove ti piaccia Pronto ti seguirograve neacute rsquol mio coraggio Manco verragrave mi penso fincheacute integravegre 155

LIBRO XXIII

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Serberograve le mie forzeraquo E quel sagace laquoQuesto partito piugrave giovevol pagravermi Preso un bagno abbigliagravetevi e drsquoelette Vesti le ancelle srsquoornino indi rsquol vate Divino tocca la soave cetra 160 Nersquo giocondi ad entrar balli nrsquoinviti Acciograve che fuor lrsquoudendo ciascun creda Celebrarsi le nozze o che per via Passi o vicino alberghi E cosigrave rsquol grido Per la cittagrave non fia che si diffonda 165 Della strage dersquo Proci che noi prima Giunti non siamo lagrave nellrsquoarborosa Nostra campagna ove porremo in opra Ciograve che util piugrave nrsquoinspireragrave lrsquoOligravempioraquo

ψ 141 Detto presti obbedicircr Giagrave preso il bagno 170 Rivesticircrsi le tuniche le donne Spiegacircr dersquo manti la leggiadra pompa Ed il vate divin tocca la cetra Destograve in tutti rsquol desigraveo di dolci tempre E dersquo balli giocondi Al calpestio 175 Degli uomini danzanti e delle donne Adorne i fianchi drsquoelegante cinto Tutta echeggiava lrsquoalta reggia intorno E tal che udigravea di fuor laquoCerto lrsquoambita Regina tanto alcun dersquo pretendenti 180 Perfida disposograve cheacute non sostenne Servar lrsquoampia magion sino al ritorno Di lui che la menograve vergine sposaraquo Cosigrave dicendo del successo ignaro Male al veacuter srsquoapponeva In questo mezzo 185 Eurigravenome lavograve drsquoessenze asperse E di tunica cinse e drsquoun bel manto Lrsquoinclito Eroe Ma di gioconda luce Di beltade adornagravevagli rsquol sembiante Lrsquoocchi-glauca Minerva Allontanosse 190 Dal bagno pari a un Dio quivi si assise Di rincontro alla moglie onde era sorto E laquoTroppo altera ndash disse ndash A te gli Eterni Posero piugrave che allrsquoaltre donne in seno Impenetrabil cor certo non altra 195 Starigravea con sigrave ostinato animo lungi Dal suo consorte che sofferte molte

ODISSEA

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Sventure alfin dopo dieci anni e dieci A lei tornasse ed alla patria Terra Orsugrave nutrice poacutemmi un letto ovrsquoio 200 Mi corchi have costei lrsquoalma di ferroraquo

ψ 173 LrsquoIcagraveride rispose laquoO generoso Neacute tu mrsquoincolpa di superbo spirto Ned io ti prendo a vil ma di soverchio Lrsquoammirazione in me non mai si leva 205 Ben rammento qual eri allor che sopra La nave tua di lunghi remi armata Ti dipartisti drsquoIgravetaca Orsugrave vanne Gli appresta il letto soffice Euriclea Che della stanza marital egrave fuora 210 E che egli un giorno di sua man construsse Lagrave velli e manti e coltrici superbe Stegravendivi acciograve che rsquol sonno il riconfortiraquo

ψ 181 Disse e con questo volle ultimo segno Farsi al tutto del suo sposo sicura 215

ψ 183 Corrucciato lrsquoEroe laquoDonna ndash soggiunse ndash Questa parola mi trafisse rsquol core Chi mi traspose il letto Ad uom sagace Duro ciograve focircra trasmutarlo solo A suo grado potrigravea qui giunto un Nume 220 Uom vivo no bencheacute in sul fior degli anni Perograve che in esso drsquoarte havvi gran segno Chrsquoio rsquol feci neacute la mano altro vi pose Lagrave nel recinto del cortil crescea Florido ulivo drsquoallungate frondi 225 Largo il troncon a guisa di colonna Alto ergeacutevasi allrsquoaura A quello intorno Pietra a pietra congiunta edificai La maritale stanza drsquoun bel tetto La protessi e ben salde adatte porte 230 Vrsquoimposi Poscia la frondosa chioma Dellrsquoulivo segata il troncon presso Tagliava alla radice e rsquol ripoligravea Col ferro artatamente e dirizzato A squadra e perforato in tutte parti 235 Col succhio il feci al talamo sostegno Cosigrave construssi il letto e lrsquoadornai Lrsquoincrostando di lamine drsquoargento Drsquoavorio e drsquooro alfin di porporine

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Bovine pelli il ricingeva egrave questo 240 Il grave indizio che del veacuter trsquoaccerta Non so donna perograve se mi si serba Intero il letto o se qualcun succiso Dellrsquoulivo il troncon di lagrave il rimosseraquo

ψ 205 Detto mancar Penegravelope sentigraveo 245 Le ginocchia ed il cor cheacute certi i segni Di chrsquoei le diegrave contezza riconobbe Corse diritto lagrimando ed ambe Al collo intorno gli gettograve le braccia E la testa baciagravendogli proruppe 250

ψ 209 laquoNon farmi no del tuo cruccio dolente Ulisse tu che in tutte cose avanzi Di prudenza i mortali avversi i Numi Drsquoaffanni ci opprimendo e di sventure Nrsquoinvidiacircro star nersquo lieti giorni 255 Di giovinezza uno appo lrsquoaltro e insieme Por nella soglia di vecchiezza il piede Ma tu non trsquoadirar neacute appormi a colpa Se visto appena non ti corsi in braccio Sempre lrsquoanima mia nel caro petto 260 Inorridigravea non forse con fallaci Detti qua giunto un forestier mrsquoilluda Cheacute volgon molti in cor malvage frodi Neacute giagrave prole di Giove Egravelena Argiva Saregravebbesi in amor congiunta mai 265 Con lo stranier dove temuto avesse Che dellrsquoEgravellade i figli bellicosi Lrsquoavrigravean di nuovo rimenata in Argo A consumar fallo sigrave turpe certo Un nume la incitograve cheacute nella mente 270 Prima non disegnograve di sua follia Il successo funesto onde il duol nostro Originograve Ma poi che or certi segni Tu della stanza nuzial mi desti Che niun mortal fuor che noi due vedemmo 275 E poi lrsquounica Attograveride che il padre Diemmi quandrsquoio qua venni e che ognor guarda Del nostro saldo talamo le porte Mi feacutesti lrsquoalma al tutto persuasa Che dubbia dellrsquoaltrui fede ognor mrsquoebbiraquo 280

ψ 231 A questi detti Ulisse intenerito

ODISSEA

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Di gemere il desir vie piugrave sentigravea Piangea stringendo al petto la prudente Casta sua donna Come appar la piaggia Grata arsquo natanti cui Nettuno il legno 285 Corsquo turbini e con vaste onde diruppe Pochi scampati al mare e di rappresa Schiuma coperti spigravengonsi alla riva Ed esultanti del campato rischio Saglion la terra cosigrave lieta affisa 290 Penegravelope il consorte neacute staccargli Potea dal collo mai le nivee braccia Certo gli avrebbe ancor trovati in pianto LrsquoAurora se non che di Palla in mente Novo concetto balenograve Contenne 295 Del suo corso nel fin la Notte e in grembo Fermograve dellrsquoOcegravean sullrsquoaureo trono La rosea Diva neacute i corsier veloci Giunger le consentigrave Lampo e Fetonte Che lrsquoalma luce apportano arsquo mortali 300

ψ 247 E rsquol sapiente Ulisse laquoO donna mia Non di tutti i travagli al fin giugnemmo Aspra regravestane ancor fatica immensa Chrsquoio fornir deggio al tutto In quella guisa Che il mi predisse di Tiregravesia lrsquoOmbra 305 Quel digrave che sceso al regno atro di Pluto Del redir dersquo compagni e di me stesso La interrogava Or tu ne vien nrsquoinvita O Penegravelope il letto dove accolti Largo ne fia di sue dolcezze il sonnoraquo 310

ψ 256 E la regina laquoQuesto ti fia presto Al tuo primo desir peroccheacute arsquo tuoi Splendidi tetti rimenacircrti i Numi Ma poicheacute la rimembri ed a te un Dio La rivelograve dirsquo qual durar trsquoegrave forza 315 Aspra nova fatica E poi che deggio Non ignorarla un digrave certo mi penso Peggio non fia per me saperla or oraraquo

ψ 263 laquoNobil donna infelice ah percheacute mai Questa fervida brama in te srsquoaccese 320 Quersquo presagi dirograve ma neacute tu lieta Nrsquoandrai ned io ne sentirograve contento Ir da Cittagrave in Cittagrave lrsquoombra mrsquoingiunse

LIBRO XXIII

365

Tra man tenendo ben tornito un remo Tanto che presso a nuova gente arrivi 325 Che neacute conosca il mar neacute le vivande Di sal condisca neacute di navi srsquoabbia Dallrsquoalte poppe colorate in rosso Contezza alcuna neacute dersquo lunghi remi Ale al vol dersquo navigli E certo un segno 330 Chrsquoio celar non ti vorsquo Tiregravesia diemmi Quando verragrave al mio occorso un pellegrino Chiedendomi percheacute mi porti un vaglio Sullrsquoomero superbo ldquoallor ndash soggiunse ndash Conficca in terra il remo a Re Nettuno 335 Ferisci elette vittime un cinghiale Un toro ed un ariete indi fatto Ritorno alla natigravea terra offrir degravei Agli Eterni del Cielo abitatori Giusto la lor possanza a mano a mano 340 Sacre ecatombe Sorverragrave dallrsquoonde Mite e lenta ad estinguermi la morte Quando la piena etagrave mrsquoavragrave consunto E felici vedrograve le genti intorno Tutto chrsquoio dico ndash aggiunse ndash adempierassirdquoraquo 345

ψ 285 laquoPoicheacute affidacircrti di miglior vecchiezza ndash Rispondea la magnanima ndash gli Eterni Ben ne giova sperar che di queste anco Future angosce trionfar potrairaquo

ψ 288 Eurigravenome frattanto e la nutrice 350 Il letto nuzial con molli ammanti Metteano in punto delle faci al lume Assettato che lrsquoebbono in gran fretta Tornograve al palagio e si corcograve Euriclea Eurigravenome del talamo custode 355 Con face in mano precedea gli sposi Avviati a corcarsi e come gli ebbe Condotti ritirosse amendue lieti Compieano i riti dellrsquoantico letto

ψ 297 Telegravemaco frattanto ersquo duo pastori 360 Cessare il piegrave fecircr dalle danze e rsquol fecircro Alle donne cessar corcati poscia Nellrsquoaula oscura al sonno abbandonacircrsi

ψ 300 Poi che gustacircr la tanto desiata Amorosa dolcezza degli alterni 365

ODISSEA

366

Ragionari prendean novo conforto Quanto la donna di virtugrave sostenne Nel suo palagio ridicea veggendo Lrsquoinfesta schiera imperversar dersquo Proci Che sotto il velo dellrsquoambite nozze 370 Molte pecore pingui e molti buoi Sgozzacircro e molti dogli di Liegraveo Esauricircr Dallrsquoaltra parte Ulisse Quanti fersquo sopportar mali agli umani E quanti ei stesso ne patigrave narrava 375 Piaceacutevasi di udirlo Ella neacute rsquol sonno Le palpebre le chiuse anzi che tutte Divisasse lrsquoeroe le sue vicende

ψ 310 A dir incominciograve comrsquoei da prima I Cigraveconi domograve comrsquoei pervenne 380 Dersquo Lotogravefagi allrsquoubertosa terra Quanto patigrave dal Ciclope spietato Che i prodi suoi compagni divorava E chrsquoegli vendicograve come pervenne Ad Egraveolo che del par benignamente 385 Lo accolse e rsquol rimandograve pur non ancora Concedeacuteagli rsquol Destin drsquoimprimer lrsquoorma Nel suol natigraveo donde rsquol rapigrave di nuovo Sospiroso e gemente la tempesta Che nel pescoso mar lo risospinse 390 Come arrivograve soggiunse alla Cittade Dersquo Lestrigravegoni dalle larghe porte Dove i suoi prodi tutti ed i navigli Pericircr fuor chrsquouno in chrsquoei solo fuggigraveo Gli astuti inganni raccontograve e glrsquoincanti 395 Di Circe e come sopra salda nave Nel vasto regno di Plutoacuten discese Per consultar del vate sommo lrsquoombra Del Tebano Tiregravesia e che lagrave vide Tutti i valenti suoi commilitoni 400 Ed Anticlegravea che rsquol partorigrave ed il crebbe Aggiunse chrsquoegli udigraveo delle Sirene La dolce melodia che appo le rocce Erranti navigograve fra la tremenda Cariddi e Scilla da cui niun mortale 405 Illeso unqua campograve che i buoi del Sole Darsquo compagni immolacircrsi e che la nave

LIBRO XXIII

367

Con lrsquoavvampante folgore scoscese LrsquoOligravempio altifremente ad una tutti Gli pericircro i compagni ed egli solo 410 Lrsquoira evitograve dellrsquoefferate Parche Afferrando allrsquoOgigravegia Isola in cui Calipso in cave grotte il si ritenne Ninfa che desiava egravessergli sposa Che non pure il nutrigrave ma eterni giorni 415 Glrsquoimprometteva di vecchiezza immuni Pur non mai gli piegograve nel petto il core Alfin contograve che molti guai sofferti Arsquo Feaci giugnea che al par di un Nume Dal cor imo onoracircrlo e sopra un legno 420 Il rimandacircro al natigraveo loco larghi Vegraver lui di rame drsquoograver di ricchi ammanti Proferigravea questo detto ultimo quando Scioglitor delle membra e drsquoogni cura Disperditore il sonno almo lrsquoinvase 425

ψ 344 Pagravellade intanto dal bel guardo azzurro Altro in mente volgea come fersquo stima Che dellrsquoamplesso dellrsquoamata donna Abbastanza ersquo gioigrave non che del sonno A levarsi eccitograve dallrsquoOceagraveno 430 La figlia del mattin sul trono drsquooro Per ricondurre agli uomini la luce Dal soffice srsquoalzograve letto ad un tempo Ulisse ed a Penegravelope converso

ψ 350 laquoGiagrave di molti travagli amata donna 435 Sazi fummo amendue tu rsquol doloroso Mio ritorno gemendo ed io cui Giove E gli altri Eterni ritenean lontano Dalla natigravea contrada combattuto Da mille e mille affanni Or che amendue 440 Lrsquoamabil nostro talamo trovammo Qua su tutto il mio aver vigila ed io Quanto arsquo greggi darsquo rei Proci consunti Molti ne prederograve molti altri figraveeno Porti a me dagli Achei fincheacute a pien mrsquoabbia 445 Tutte empiute le stalle Allrsquoarborosa Mia campagna or me nrsquo vo veder mrsquoegrave tardo Lrsquoottimo padre mio che per me tanti Mette gemiti e lai Quanto a te donna

ODISSEA

368

Bencheacute saggia ecco ciograve che trsquoaccomando 450 Ratto al surger del Sole andragrave la fama Per la cittagrave dersquo Proci che qui uccisi Tu ad alto sali con le ancelle e siedi Neacute sguardo o detto ad alcun volger mairaquo

ψ 366 Tacque e vestigrave le splendidrsquoarme e rsquol figlio 455 Destato ed i pastori a tutti ingiunse Di dar di piglio al bellicoso arnese Obbedicircro srsquoarmar Le porte schiuse Uscicircro Ulisse precedeacuteali Sparso Era giagrave rsquol lume in sulla terra intorno 460 Palla di folta nebbia li ricinge E fuor della Cittagrave ratto glrsquoinvia

NORMALIZZAZIONI

Normalizzazioni ortografiche Il testo cosigrave come appare a stampa contiene numerose

imperfezioni cui si egrave cercato di ovviare per rendere la lettura piugrave agevole

In successione si danno ndeg verso forma corretta ] forma del testo a stampa

Libro I 1o Iperione ] Iperiumlone 16 rientrati ] riumlentrati 20 desiando ] desiumlando 57 Nel cor ] Negrave rsquol cor 80 riuscicircro ] riumlusciro 92 Ciclopi ] Cigraveclopi 128 impetuosa ] impetuumlosa 146 vision ] visiumlon 171 desiava ] desiumlava 225 Anchigravealo ] Anchigravelao 293 alzato ] alzata 302 Zacinto ] Zagravecinto accento secondo la pronuncia

greca e neogreca 346 inviata ] inviumlata 376 obbligraveo ] oblio 380 prezioso ] preziumloso 383 desiata ] desiumlata 403 gigravea ] giagrave (ma traduce ἕποντο ldquoandavanordquo) 431 riesce ] riumlesce 448 Soavemente ] Soaumlvemente 508 Anchigravealo ] Anchigravelao Libro II 15 celestial ] celestiumlal 76 aitar ] aiumltar 110 saettarlo ] saeumlttarlo 116 maestra ] maeumlstra 124 desiate ] desiumlate 127 Laerte ] Laeumlrte 157 scaltri ] scultri 193 fanciulletto ] fanciulleto 200 roteando ] roteaumlndo 224 agraveugure ] augravegure 231 Polibide ] Polibigraveade 241 aizzar ] aiumlzzar 289 Laerte ] Laeumlrte 327 viaggio ] viumlaggio 331 rientracircro ] riumlentragravero 349 viaggio ] viumlaggio 366 viaggio ] viumlaggio 369 Poacuterti ] Por ti 373 cereale ] cereumlale 412 Antigravenoo ] Antinograveo 419 drsquoEfigravera ] drsquoEgravefira 428 spaziosa ] spaziumlosa 444 soave ] soumlave 449 cereal ] cereumlal 484 cereal ] ceumlreal 492 Noemoacuten ] Nemeograven 504 viaggio ] viumlaggio 530 precorrea ] percorrea

538 avviograve ] avviumlograve 539 impetuoso ] impetuumloso Libro III 4 diurna ] diumlurna 13 Enosigegraveo ] Enossigeo 15 ammainacircr ] ammaiumlnar 37 Suggeriratti ] Sugeriratti 65 soave ] soaumlve 68 aigraveta ] aiumlta 79 graziosa ] graziumlosa 108 Negraveio ] Neacuteo 122 Anfitrite ] Amfitrite 158 circuimmo ] circuiumlmmo 195 Cheacute di leggier ] Chi di leggier 225 viaggio ] viumlaggio 236 percorreano ] percoreano 255 sfuggicircro ] sfuggiumlro dieresi impropria 259 Agamennoacuten ] Agammenograven 266 soprammodo ] sopramodo 278 Ned ] Med 289 violenti ] viumlolenti 324 avanza ] avvanza 335 uccise ] ucciumlse dieresi impropria 346 scelleraggine ] scelleragine 352 Clitemnestra ] Clitennestra 379 viaggio ] viumlaggio 384 viaggio ] viumlaggio 389 Giagraverdano ] Giardagraveno 413 odiosa ] odiumlosa 418 errar ] erran 422 viaggio ] viumlaggio 427 trasviato ] trasviumlato 438 Cheacute ] Che 475 obbediente ] obbediumlente 461 Laerte ] Laerce 529 Pisistragraveto ] Pisitragraveto 546 Agravereto ] Areacuteto Stratigraveo ] Strazio 561 Laerce ] Laumlerte 584 Trasimegravede ] Trasigravemede (impossibile per il metro) 586 Persegraveo ] Peacuterseo raccocircrre ] racorre 593 Trasimegravede ] Trasigravemede 614 schidoni ] schidioni 616 Nelide ] Neacutelide 631 viaggio ] viumlaggio 638 biga ] biumlga dieresi impropria 643 volacircro ] volano 649 Di Digraveocle ] Diumlogravecle Ortigraveloco ] Orsiacuteloco 651 di Dioacutecle ] Diumloacutecle (ma lo spostamento drsquoaccento egrave

dovuto a ragioni metriche) (correggo come in XV 224) 657 gigravean ] giagraven 660 viaggio ] viumlaggio Libro IV 29 Ermioacutene ] Ermiumlone 34 si ] sigrave 37 Menelao ] Meneacutelao 39 avviar ] avviumlar 40 Affettuoso ] Afettuumloso

NORMALIZZAZIONI

43 Boetide ] Beotigravete 56 Vena a biancrsquoorzo ] Vena e biancrsquoorzo 142 cheacute ] che 145 Doglioso ersquo tragger guai ] Doglioso egrave tragger guai

(ldquoDoglioso eglihellip viver iordquo) 167 Filograve ] Filo 174 conocchia ]canocchia 180 viola ] viumlola 193 fanciulletto ] fanciulleto 222 aigraveti ] aiumlti 287 Asfalioacutene ] Asfaliumlone 316 che ] chegrave 340 ruigraveni ] ruiumlni 365 Deigravefobo ] Deiumlfobo circuisti ] circuiumlsti 371 impetuosi ] impetuumlosi 380 Ciograve vie piugrave ] Ciograve via piugrave 399 sinuoso ] sinuumloso 449 Impetuoso ] Impetuumloso 476 Prograveteo ] Proteacuteo 502 viaggio ] viumlaggio 601 Insidiando ] Insidiumlando 641 circuita ] circuiumlta 661 Malegravea ] Mallea 704 farsquo ] fa 713 circuito ] circuiumlto 721 cheacute ] che 735 Egravelena ] drsquoEacuteleacutena 753 Agamegravennone ] Agamenoacutene 755 ravviai ] ravviumlai 764 Cocchio ] Cocchigraveo 765 Effigiata ] Effigiumlata 766 di digrave in digrave ] di diuml in digrave 800 effigiata ] effigiumlata 809 Liegraveo ] Liumleo 819 deiforme ] deiumlforme 822 Noemoacuten ] Nemegraveon 827 cheacute ] che 828 Egravelide ] Egravellide 832 cheacute ] che 835 Eupigravetide ] Eupitiumlde 845 Noemoacuten ] Nemegraveon 857 allibicircro ] allibbiro 859 Antigravenoo ] Antinoacuteo 865 viaggio ] viumlaggio 874 insidiando ] insidiumlando 879 rientracircro ] riumlentraro 894 adunin ] addunin 818 soave ] soaumlve 949 echeggiava ] eccheggiava 951 inglorioso ] ingloriumloso 972 affettuosa ] affettuumlosa 977 soave ] soumlave 1001 sapiente ] sapiumlente 1039 circuendo ] circuumlendo 1058 soave ] soaumlve 1067 echeggiava ] eccheggiava 1070 marzial ] marziumlal 1072 impaurita ] impauumlrita 1075 Insidiando ] Insidiumlando 1080 aigraveta ] aiumlta 1101 scoscesa ] scosesa Libro V

10 beati ] beumlati 17 affettuoso ] affetuumloso 45 Feaci ] Feaumlci 61 dissonna ] disonna 92 viole ] viumlole 108 interrogollo ] interogollo 130 violar ] viumlolar 137 turbini ] turbigraveni 149 unigraveo ] uniumlo 152 Orione ] Oriumloacutene 155 Saettandolo ] Saeumlttandolo 157 Giasioacuten ] Giasiumloacuten desiograve ] desiumlograve 161 Giasione ] Giasiumlogravene 174 violar ] viumlolar 179 carreggin ] carregin 180 Affettuosa ] Affettuumlosa 183 E lrsquoArgicigraveda ] E rsquol Argicida 210 Liegraveo ] Liumleacuteo 236 beati ] beumlati 244 precorse ] percorse 254 Laerte ] Laumlerte 269 lrsquoAquiloacuten ] lrsquoAcquilon 279 Rientrar ] Riumlentrar 292 graziosa ] graziumlosa 302 chioma ] chiumloma (dieresi ldquoimpossibilerdquo in quanto chioma

deriva da clomula metatesi di comula diminutivo di coma)

303 riarse ] riumlarse 310 drizzolli ] drizzoli 315 Piantovvi ] Piantovi 342 Booacutete ] Bograveote Carro ] carro 344 Ocegraveano ] Oceaacuteno 343 Orione ] Oriumlone 349 Feaci ] Feumlaci 368 violento ] viumlolento 369 lrsquoAquiloacuten ] lrsquoAcquiloacuten 390 rigirograve ] riggirograve 394 scoscese ] scosese 408 lrsquoAquiloacuten ] lrsquoAcquilon 423 Enosigegraveo ] Enossigeo 426 cheacute ] che 445 cheacute ] che 500 Eruttate ] Erruttate 511 sentissi ] sentisi 531 Cheacute ] Che 548 Aggrappograve ] Agrappograve 550 coraggio ] corraggio 362 desiai ] desiumlai 553 pagravervegli ] parvergli 595 lrsquoagghiacciata ] lrsquoaghiacciata 605 oleastro ] oleumlastro 610 Sottentrovvi ] Sottentrovi 614 furiar ] furiumlar Libro VI 3 Feaci ] Feumlagraveci 9 persuase ] persuumlase 18 provvidi ] providi 39 offrirne ] offrime 48 Feace ] Feumlace 59 Cheacute ] Che 64 gioia ] giaia

NORMALIZZAZIONI

75 pennecchio ] penecchio 79 Feaci ] Feumlaci 80 Naisigravecaa ] Nausicaa 120 lavacri ] lavacrigrave 137 Nausigravecaa ] Nausicagravea 139 Diana ] Diumlana 140 Erimanto ] Eurimanto 142 saettar ] saumlettar 143 Egigraveoco ] Egiograveco 156 Feaci ] Feumlaci 178 Lion ] Liumlon 216 nuziali ] nuziumlali 224 viaggio ] viumlaggio 228 maestosa ] maumlestosa 258 beati ] beumlati 262 Nausigravecaa ] Nausicaacutea 268 aigraveta ] aiumlta 273 Feaci ] Feumlaci paese ] paumlese 280 Feaci ] Feumlaci 291 ursquol vento ] ugraversquol vento ldquodove il ventordquo 306 mi scorse ] mrsquoiscorse 318 maestoso ] maeumlstoso 325 grazioso ] graziumloso 336 Feaci ] Feaumlci 346 satollarsi ] sattollarsi 373 cheacute ] che Feaci ] Feaumlci 383 Nausigravecaa ] Nausicagravea 392 Feaci ] Feaumlci 408 Aereo ] Aeumlreo 416 Feaci ] Feaumlci 436 impetuose ] impetuumlose Libro VII 1 paziente ] paziumlente 4 giunta ] giumlunta (dieresi impropria percheacute su diacritico

grafico) 13 Feaci ] Feaumlci 18 avviarsi ] avviumlarsi 21 Feaci ] Feaumlci 22 richiegga ] richieggia 27 interrogolla ] interogolla 43 Feaci ] Feumlaci 47 Feaci ] Feaumlci 66 cheacute ] che 72 seacute ] sersquo 75 Feaci ] Feumlaci 76 Nausigravetoo ] Nausitoacuteo 84 saettato ] saeumlttato 120 vecchiezza ] vechiezza 126 Feaci ] Feumlaci 141 Trascorregravessevi ] Trascoressevi 143 Feaci ] Feumlaci 145 Feacesi ] Feumlacesi 146 nersquo ] negrave 164 riarsa ] riumlarsa 201 beata ] beumlata 233 Laodamante ] Laoumldamante intrepida ] intrepido 244 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 254 Feaci ] Feaumlci 277 Feagravece ] Feaumlce 278 cheacute ] che

281 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 287 acerbe ] accerbe 309 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 354 al comando ] il comando 357 soave ] soaumlve 367 suscitommi ] suscittommi Enosigegraveo ] Enossigeo 375 afferrar ] afferar 419 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 426 Feaci ] Feaumlci 439 Terra ] terra 440 viaggio ] viumlaggio Libro VIII 22 Laerte ] Laeumlrte 30 riuniti ] riumluniti 32 Feaci ] Feumlaci 35 Eogravee ] Eoumle 53 si ] mi 55 soave ] soumlave 56 poetar ] poeumltar 60 avviacircrsi ] avviumlarsi 90 Liegraveo ] Liumleacuteo 102 Cheacute ] Che 108 ruineranno ] ruiumlneranno 119 soavi ] soaumlvi 124 Cheacute ] Che 144 Nautegraveo ] Naute Eretmegraveo ] Ereacutetme Ocigravealo ] Ociagravelo 145 Tograveo ] Tooacutene Anabesinegraveo ] Anabesigraveno 146 Anchigravealo ] Anchilao Anfigravealo ] Anfiaacutelo 147 Tectogravenide ] Testoride 152 Laodamante ] Laumlodamante 154 deiforme ] deiumlforme 161 Clitograveneo ] Clitoneacuteo uniformando come al v 155 (che ha

perograve Clitoacuteneo con accento acuto) 168 Anfigravealo ] Amfiaacutelo 170 Laodamante ] Laoumldamante 178 cheacute ] che 194 viaggio ] viumlaggio 198 Laodamante ] Laoumldamante 212 arieggi ] ariumleggi 219 Lrsquoabbella ] Lrsquoabella 221 soave ] soaumlve 239 cheacute ] che 243 massiccio ] massicio 246 Feaci ] Feaumlci 256 Feace ] Feaumlce 267 Feaci ] Feaumlci 268 Laodamante ] Laoumldamante 280 Saetterograve ] Saeumlttero 286 cereal ] cereumlal 297 Feace ] Feaumlce 313 accioccheacute ] acciochegrave 326 Feaci ] Feaumlci 335 soave ] soumlave avviosse ] avviumlosse 367 arsquo piegrave ] a piegrave 392 allacciar ] allaciar 397 cheacute ] che 405 dal piegrave distorto ] dai piegrave distorto

NORMALIZZAZIONI

430 Soccorrevole ] Soccorevole 450 Messagger ] Mesagger 490 Feacia ] Feaumlcia 491 Laodamante ] Laumlomedonte 512 Feaci ] Feaumlci 514 Feaci ] Feaumlci 524 srsquoavvigravei ] srsquoavii 564 Farsquo ] Fa 568 soave ] soaumlve 581 E lrsquoonda ] E rsquol onda 585 Feacesi ] Feaumlcesi 592 adattograve ] addattograve 602 soavi ] soumlavi 635 soavi ] soaumlvi 656 Insidiando ] Insidiumlando 663 Agitato ] Agitaio 683 agguato ] agguanto 688 Deigravefobo ] Deiumlfobo 711 Feaci ] Feaumlci 739 Feacia ] Feaumlcia 775 affettuoso ] affettuumloso Libro IX 1 vie piugrave ] via piugrave 14 rinnovar ] rinovar 21 Laerte ] Laumlerte 29 Zacinto ] Zagravecinto 88 Boreal ] Boreumlal 122 soave ] soaumlve 183 quieti ] quiumleti 189 cheacute ] che 199 percorremmo ] percoremmo 206 saettagraverle ] saeumlttarle 208 Dodici ] Dodigraveci 228 Soccorrevole ] Soccorevole 237 innumerabil ] inumerabil 244 violenti ] viumlolenti 247 Cereal ] Cereumlal 254 soave ] soumlave 264 soave ] soaumlve 281 cheacute ] che 284 rappreso ] rappresso 289 catini ] cattini 290 igravevano ] invano 299 Riuscir ] Riumluscir 308 racquattarci ] raquatarci 333 reboato ] reboumlato 335 impauriti ] impauumlriti 343 Agamennoacuten ] Agamenon 366 Insidiando ] Insidiumlando 375 impetuoso ] impetuumloso 376 Lagravenciasi ] Lanciumlasi 381 srsquombandigrave ] srsquoimbadigrave 382 Lion ] Liumlon 452 una coppa ] un coppa 456 adesso ] addesso 466 soave ] soaumlve 502 acuta ] accuta 504 rigiragravevalo ] riggiravalo 541 Cheacute ] Che 547 Polifemo ] Polifeno 568 ariete ] ariumlete 580 lasciammo ] lasciamo 586 provvido ] provido

588 Ariete ] Ariumlete 594 rientrar ] riumlentrar 644 Accennando ] Accenando 609 Ariete ] Ariumlete 615 sfuggimmo ] sfugimmo 618 Accennando ] Accenando 620 cheacute ] che 624 si prese ] sigrave prese 638 ruinando ] ruiumlnando 639 rifluente ] riflueumlnte 640 Impetuoso ] Impetuumloso 651 affettuose ] affettuumlose 661 persuasa ] persuaumlsa 667 Laerte ] Laeumlrte 687 aigraveta ] aiumlta 722 ariete ] ariumlete 727 cheacute ] che Libro X 24 viaggio ] viumlaggio 28 impetuosi ] impetuumlosi 43 sonno ] sono 49 presenti ] presentigrave 94 corrucciato ] corruciato 169 gomena ] gomona 174 ruinar ] ruumlinar 184 Ocegraveano ] Oceagraveno 190 giavellotto ] giavelloto 205 riarso ] riumlarso 229 Lieo ] Liumlegraveo 240 soave ] soaumlve 269 Eurigraveloco ] Antiloco 279 Mansuefece ] Mansuumlefece 286 impauriti ] impaumluriti 312 tracannacircrla ] traccannarla 328 lrsquointerrogammo ] lrsquointerogammo 330 Percorremmo ] Percoremmo 337 necessitagrave ] neccessitagrave 341 Riapparigrave ] Riumlaparigrave 378 vorsquo ] vuorsquo 404 Circe ] Ciumlrce dieresi impropria 410 intromesso ] intrommesso 415 dannaggio ] danaggio 416 La mi porse ] Lagrave mi porse 423 braccio ] hraccio 442 Mansueto ] Mansuumleto 462 soave ] soaumlve 469 soavemente ] soumlavemente 423 Laerte ] Laeumlrte 532 vitelle ] vitele 550 Affrettagravetevi ] Affretatevi 553 beati ] beumlati 570 affettuosi ] affettuumlosi 589 Laerte ] Laeumlrte 595 Liegraveo ] Liumleo 600 viaggi ] viumlaggi 603 persuase ] persuumlase 620 abbracciava ] abbraciava 627 Laerte ] Laeumlrte 636 provvido ] provido 645 magion ] ragion 650 Ocegraveano ] Oceagraveno 655 Ocegravean ] Oceacutean 665 Liegraveo ] Liumleo

NORMALIZZAZIONI

667 cereal ] cereumlal 673 preziose ] preziumlose 674 ariete ] ariumlete 691 addurragrave ] adduragrave 692 viaggio ] viumlaggio 717 drsquoimprovviso ] drsquoimproviso 737 precorse ] percorse Libro XI 15 Ocegravean ] Oceacuteaumln 25 percorremmo ] percoremmo 29 Perimede ] Palameacutede 40 preziose ] preziumlose 42 Ariete ] Ariumlete 90 affettuoso ] affettuoumlso 160 Insidiando ] Insidiumlando 163 Percorri ] Precorri 214 Necessitagrave ] Neccessitagrave 216 Tiregravesia ] Tigraveresia 219 Combattuto ] Combattutto 220 Agamennoacuten ] Agameacutenon 242 Laerte ] Laeumlerte 249 autunno ] autuno 252 Letticciuoli ] Letticiuoli 279 imago ] immago 297 Beessero ] Beesero 332 reigravena ] reiumlna 337 menare ] menava laquosi vantava drsquoaver dormito tra le

braccia di Zeusraquo (Calzecchi Onesti) 338 Anfioacutene ] Amfione (come al v 368) 368 Iagraveside Anfioacuten ] Jasida Anfiumlon 372 Crogravemio ] Cronio 420 Arianna ] Ariumlana 423 cheacute ] cheacute Diana ] Diumlana 426 Mera ] Mera 456 Feacesi ] Feaumlcesi 465 apparecchiaste ] apparechiaste 470 vedragravennomi ] vedranomi 473 sigravee ] siegrave 486 gloriosi ] gloriumlosi 496 Non ] Nou 500 allrsquoacerba ] allrsquoaccerba 518 Impetuoso ] impetuoumlso 520 Trafiggeacutevati ] Trrffigevati 524 sapiente ] sapiumlente 528 hagravennomi ] hanommi 544 Priamegraveia ] Priumlameia 558 rientrar ] riumlentrar 556 Strage ] Srage 561 maestra ] maeumlstra 578 Penegravelope ] Peacutenelope 608 Laerte ] Laeumlrte 619 Acaia ] Achaia 621 beato ] beaumlto 632 antesignane ] Antesignane 645 impetuosa ] impetuumlosa 690 maestosa ] maeumlstosa 705 gloriosa ] gloriumlosa 727 parola ] parole 736 Orioacuten ] Oriumlograven 737 Asfodegravelo ] Asfogravedelo 754 riarso ] riumlarso 765 impetuoso ] impetuumloso

781 beato ] beumlato 784 coturno ] cotturno 790 saettar ] saeumlttar 792 effigiate ] effiggiate 794 lion ] liumlon 801 Laerte ] Laeumlrte 820 gloriosa ] gloriumlosa 823 innumeri ] inumeri 825 mrsquoinviasse ] mrsquoinviumlasse 831 Ocegravean ] Oceacutean Libro XII sottititolo Cariddi ] Caridi 1 Oceagraveno ] Oceacuteano (per metrica) 13 seppellimmo ] sepelimmo 29 vorsquo ] vuorsquo 33 persuase ] persuumlase 35 soave ] soaumlve 40 interrogommi ] interogommi 51 Accorrere ] Acorrere 72 beati ] beumlati 87 cheacute ] che 102 saetta ] saeumltta 118 Anfitrigravete ] Amfitrigravete 124 saettar ] saeumlttar 131 Cheacute ] Che 134 desiar ] desiumlar 161 Faetusa ] Faeumltusa 162 Iperioacutene ] Iperiumlone 179 e scior ] a scior 193 sigraveen ] siegraven 194 vorsquo ] vuorsquo 210 ammainacircro ] ammaiumlnaro 219 saettava ] saeumlttava 220 Iperioacutene ] Iperiumlore 231 soave ] soaumlve 232 Dagravenae ] Danai 262 percorrea ] percorea 288 giavellotti ] giavelotti 345 Accioccheacute di Tiresia ] Acciochegrave di Teresia 375 Eurigraveloco ] Euripilo 379 vorrigravea ] vorrai 387 apparecchiacircr ] apparechiar 407 alcun ] alcnn 408 Peroccheacute ] Perochegrave 415 cereal ] cereumlal 422 violenta ] vioumllenta 455 circuicircro ] circuiumlro 476 beati ] beumlati 529 fracassograve ] fraceassograve 532 Spesseggiavano ] Spessegiavano 539 redir ] reddir 550 Impetuoso ] Impetuumloso 569 Riapparicircr ] Riumlaparir 574 adocchiarmi ] addochiarmi 582 Cheacute ] Che Libro XIII 13 effigiato ] effigiumlato 15 Feaci ] Feaumlci 21 avviacircro ] avviumlaro 48 Feaci ] Feaumlci

NORMALIZZAZIONI

66 Pontogravenoo ] Pantonoacuteo 70 Pontogravenoo ] Pantoacutenoo Liegraveo ] Liumleacuteo 82 Alcigravenoo ] Alcinograveo 98 Impetuosi ] Impetuumlosi 100 soave ] soaumlve 103 destrier ] destier 104 percossi ] percosi 106 cui ] eui 107 ed ] cd 113 portava ] porteva 115 patigrave ] paticirc 135 telai ] tellai 143 Feaci ] Feaumlci 151 Feaci ] Feaumlci 154 viandante ] viaumlndante 160 Spiar ] Spiaumlr 163 Feaci ] Feaumlci 166 nrsquoentrar ] neumlntrar 172 Feaci ] Feeumlci 175 lrsquoarricchiro ] lrsquoarrichiro 184 violento ] viumlolento 191 Feaci ] Feaumlci 194 Struggerograve ] Struggerrograve 192 paese ] paeumlse 200 Feacesi ] Feagravecesi 202 conversa ] convesa 206 Feaci ] Feaumlci 207 impetuosa ] impetuumlosa 213 Feacesi ] Feaumlcesi 216 rientrata ] riumlentrata 222 cheacute ] che viandanti ] viumlandanti 225 Feaci ] Feaumlci 244 Cheacute ] che 249 ravvisino ] ravisino 254 E lrsquoalte ] E rsquol alte 262 Soccorrevole ] Soccorevole 266 Feaci ] Feaumlci 270 neacute ] nagrave 309 paese ] paeumlse 215 Ohimegrave ] Oimegrave 324 Acaiche ] Achaiche 340 con lrsquoagil piegrave ] con rsquol agil piersquo 359 svolti ] svoltigrave 361 cadde ] cade 378 maestose ] maeumlstose 379 maestra ] maeumlstra 403 necessitagrave ] neccessitagrave 416 cacciammo ] cacciamo 422 Feaci ] Feaumlci 436 Reduce ] Redduce 454 Fogravercide ] Forcine 465 immantinente ] imantinente 515 aigraveta ] aiumlta 530 Scabbiosi ] Schabbiosi 556 quieto ] quiumleto 558 beato ] beumlato Libro XIV 9 e fu ] ersquo fu 10 suini ] suiumlni 12 Laerte ] Laeumlrte 37 drsquoecheggiante ] drsquoeccheggiante

47 Dispegraverseli ] Disperserli 62 Lrsquointroducea ] Lrsquointroducca 65 Laerte ] Laeumlrte 76 affettuosa ] affettuoumlsa 89 drsquoEgravelena ] drsquoEleacutena 93 Agamennoacutene ] Agamenogravene 107 porcelletti ] porcelleti 109 satollar ] sattolar 123 quieti ] quiumleti 133 riuniti ] riumluniti 156 DrsquoAgamennoacutene ] DrsquoAgamenoacutene 183 cheacute ] che 189 paese ] paumlese 209 Sommo ] Somme 213 rediragrave ] reddiragrave 215 chiunque ] chiuumlnque 218 Eumegraveo ] Eureacuteo 221 quieto ] quiumleto 224 Cheacute ] Che 227 Laerte ] Laeumlrte 228 bramiamo ] bramiumlamo 241 estingua ] estiumlngua dieresi impropria 263 in pregio ] in pregia 315 un Dio ] nn Dio 329 Boreal ] Boreumlal 267 frassigravenee ] frasinee 293 Cheacute ] Che 330 gigravea ] giugrave 359 esser ] osser 367 frassigravenee ] frasinee 378 persuase ] persuumlase 388 Necessitagrave ] Neccessitagrave 389 boreal ] boreaumll 421 effigiato ] effigiumlato 433 cheacute ] che 459 di leggier ] di legger 466 persuaso ] persuumlaso 485 impuni ] impunigrave 506 giuramenti ] ginramenti 514 unrsquoalta ] unrsquoaltra 532 egregio ] egegigraveo 534 paese ] paeumlse 540 Verro ] Vero 570 imbandito ] imbadito 576 porzion ] porzigraveon 579 Mesagraveulio ] Mesaugravelio forse per Mesauumllio o per conservare

lrsquoaccento come nella corrispondete parola greca Μεσαύλιος

595 Cheacute ] Che 617 commilitoni ] comilitoni 626 Laerte ] Laeumlrte 636 vision ] visiumlon 639 drappel ] drapel 640 Toagravente ] Toaumlnte 655 difetto ] diffetto 673 Gioigravea ] Gioia 682 suino ] suiumlno 684 Aquiloacuten ] Acquilon Libro XV 7 bear ] beaumlr 8 Cheacute ] Che 14 viaggio ] viaumlggio 29 li rimembra ] le rimembra

NORMALIZZAZIONI

53 ritorni ] ritornigrave 60 nrsquoegrave ] ne egrave 68 Dallato ] Drsquoallato 78 impaziente ] impaziumlente 95 Cheacute ] Che 113 abbrostir ] abrostir 132 prezioso ] preziumloso 147 desiato ] desiaumlato 162 Eteonegraveo ] Eteacuteoneo 172 Liegraveo ] Liumleo 177 affettuoso ] affettuumloso 216 impetuosi ] impetuoumlsi 220 Digraveocle ] Dioumlcle Ortigraveloco ] Orsiloco 222 Dioacutecle ]Dioumlcle (lo spostamento drsquoaccento egrave dovuto a

ragioni metriche) 235 viaggio ] viumlaggio 256 perograve che ] perograve chegrave 268 paese ] paeumlse 277 li ritenne ] lo ritenne (Mentre Melampo era a Filaca ndash

prigioniero di Filace dopo il tentativo di furto delle vacche sventato dal cane insonne ndash Neleo gli sequestrograve i beni per un anno)

293 Antigravefate ] Antifagravete 297 giagrave ] gigravea affettuose ] affettuumlose 301 Anfigraveloco ] Anfilograveco Alcmeoacuten ] Alcmeou 308 Iperesigravea ] Ipeacuteresia 309 Rifuggissi Polifide ] Rifugissi Piligravefide 342 trsquoaccorrograve ] trsquoaccorograve 345 rimontogravevvi ] rimontovi 357 Impetuoso ] Impetuumloso 378 logri | logrigrave 383 Porgeragravemmi ] Porgerami 386 Avvolgerommi ] Avvolgeromi 388 Largiragravennomi ] Largiraacutenomi 397 abbrostir ] abrostir 403 violenza ] vioumllenza 420 Non vrsquoha ] Non rsquov ha 439 oppressa ] appressa 451 desiato ] desiumlato 447 Ctigravemene ] Climegravene 506 cereal ] cereaumll 513 Sugravebito ] Subigraveto egrave aggettivo di colpo 533 padre ] pudre 537 Vendeacutettermi ] Vendetermi 553 si apponendo ] sigrave apponendo 593 Diana ] diaumlna 594 saettograve ] saeumlttograve 600 vento ] veuto 601 Laerte ] Laeumlerte 629 viaggio ] viaumlggio 646 Polibide ] Politide 653 Imenegraveo ] Imegraveneo 664 farsquo ] fa 671 beato ] beumlato 692 suini ] suiumlni 693 accovacciavano ] accovaciavano 694 affettuoso ] affettuoumlso Libro XVI 4 avviar ] avviaumlr 20 Affettuose ] affettuumlose

43 odiose ] odiumlose 44 sordida ] sordigraveda 49 lancia ] lancigravea 61 abbrostite ] abrostite 80 gloriarsi ] gloriumlarsi 115 vie piugrave ] vi egrave piugrave 139 Laerte ] Laeumlrte 143 magione ] magiumlone dieresi impropria oltre che essere

contraria allrsquoetimologia (la i egrave diacritico per la pronuncia palatale di g) la dieresi renderebbe il verso dodecasillabo

158 Insidiando ] Insidiumlando 179 Dirsquo ] Digrave 182 arsquo piegrave ] a piegrave 190 cheacute ] che 210 rientrograve ] rieumlntrograve 219 Effigiati ] Effigiaumlti 224 violenti ] vioumllenti 228 persuaso ] persuaumlso 240 sdrucciolevole ] sdruciolevole 242 desso ] drsquoesso 251 ruinarlo ] ruiumlnarlo 261 diurna ] diuumlrna 268 Feaci ] Feaumlci 292 due ] dne 298 affrontiam ] affromtiam 306 nrsquoaigraveti ] nrsquoaiumlti 321 tuo ] tno 327 soavi ] soaumlvi 346 Liegraveo ] Liumlegraveo 347 Appicchiate ] Appichiate 355 sapiente ] sapieumlnte 360 Laerte ] Laeumlrte 387 preziosi ] preziumlosi 402 srsquoavviando ] srsquoavviaumlndo 406 muro ] mnro 408 Polibide ] Polimigravede 428 Antigravenoo ] Antinoacuteo 435 Insidiando ] Insidiaumlndo 437 raddusse ] radusse 445 mansueto ] mansuumleto 469 Arezigraveade ] Areziumlagravede 473 Affettuoso ] Affettuumloso 478 uscir ] nscir 485 Rietrati ] Rieumlntrati 486 violenti ] viumlolenti 519 duol ] drsquouol 521 Polibide ] Poligravebide 525 cheacute ] che 530 abbrostite ] abrostite 541 Soavemente ] Soaumlvemente 556 ispiando ] ispiumlando Libro XVII 13 accatti ] accalti 41 circuicircrlo ] circuiumlrlo 45 Diana ] Diumlana 50 desiata ] desiumlata 75 Condegna ] Condegua 86 Agraventifo ] Antigravefo 113 mensa ] meusa 139 perigraveo ] perioacute 141 avviommi ] avvioumlmmi 159 quando ] quanpo 162 Impetuoso ] Impetuumloso

NORMALIZZAZIONI

174 Paese ] Paeumlse 179 mrsquoinviacircr ] mrsquoinviaumlr 184 Teocligravemene ] Teoumlclimegravene 210 addoacutettevi ] adottevi 215 ricreaste ] ricreaumlste 216 rientrati ] rieumlntrati 219 avviati ] avviaumlti 220 Rientracircr ] Rieumlntrar 233 lrsquoaer ] lrsquoaeumlr ndash aggela ] agela 253 Negraverito e Polittograverre ] Nerigraveto Polittoacutere ndash per analogia con

Nestograverre e Ettograverre La pronuncia ldquocorrettardquo sarebbe Poligravettore che perograve egrave impossibile per motivi metrici In Pindemonte laquoItaco prima | Poi Nerito e Polittore Rotondo | hellipraquo Cfr Iliade 24 397 Poligravetore (Monti) Poligravectore (Calzecchi Onesti)

259 viandante ] viaumlndante 261 Melagravenzio ] Melancio 263 seguigraveeno ] seguieacuteno lo spostamento dellrsquoaccento egrave

indifferente ai fini metrici le vocali uie costituiscono la 10ordf ldquosillabardquo

267 Or sigrave egrave ben detto ] Or si egrave ben detto 313 saetti ] saeumltti 326 Appropinquati ] Approquinquati 330 maestoso ] maestoumlso dieresi impropria forse per maeumlstoso 391 ti prenderigravea ] di prenderia 413 porzion ] porzioumln 434 beato ] beaumlto 445 Raccerti ] Racerti 456 guardian ] guardiaumln 463 Che lrsquoaver ] Che rsquol aver 468 ammaestrato ] ammaeumlstrato 478 deiforme ] deiumlforme 486 E lrsquoEupigravetide ] E rsquol Eupitigravede 495 Antigravenoo ] Antinograveo 522 viaggio ] viumlaggio 528 impetuoso ] impetuumloso 544 Iaside ] Iaumlsigravede 610 saetti ] saeumltti 629 paziente ] paziumlente 641 Ammaestrato ] Ammaeumlstrato 644 soave ] soaumlve 695 paziente ] paziumlente 698 Cheacute ] che 700 violenti ] vioumllenti 705 aigraveta ] aiumlta 708 redir ] reddir 712 dipartigrave ] diparti Libro XVIII 84 cosce ] coscie 95 impaurito ] impauumlrito 99 millantator ] milantator 106 Sterminio ] Sterminior 138 rientracircr ] riumlentrar 144 di leggier ] di legger 145 Egravecheto ] Echegraveto 147 Eupigravetide ] Eupitigravede 154 Certo ] eerto 159 sapiente ] sapiumlente 175 fruisca ] fruiumlsca 179 paese ] paeumlse 185 rientrato ] rieumlntrato 210 Farsquo ] Fa 218 persuada ] persuumlada

223 Autogravenoe ] Antigravenoe Ippodamia ] Ippodagravemia 288 mrsquoaigraveti ] mrsquoaiumlti 303 lrsquoIasio ] lrsquoIaumlsio 323 saettar ] saeumlttar 337 odiose ] odiumlose 345 desiata ] desiaumlta 346 preziosi ] preziumlosi 351 Eupigravetide ] Eupitigravede 381 bracieri ] braccieri 388 ursquo la regina ] ugrave la regina 446 trsquoinviassi ] trsquoinviumlassi 461 satolli ] sattolli 464 ursquo la gleba ] ugrave la gleba 490 Anfigravenomo ] Anfinoacutemo 507 satolli ] sattolli 519 rientriamo ] rieumlntriamo Libro XIX 8 averle ] averli 16 Liegraveo soverchio ] Liumleacuteo sorvechio 31 lrsquoaffettuosa ] lrsquoaffettuumlosa 44 Impetuosi ] Impetuumlosi 55 Interrugraveppelo ] Interrupelo 64 desiando ] desiumlando 87 ispiar ] ispiumlar 93 vo ] vorsquo 110 Cheacute ] Che 127 Eirigravenome ] Eurinograveme 131 sigrave favella ] si favella 135 sapiente ] sapiumlente 157 E lrsquoinclita ] E rsquol inclita 180 desiate ] desiumlate 183 Laerte ] Laeumlrte 219 percorse ] precorse 244 Amniso ] Amnisio 248 Idomenegraveo ] Idomeacuteneo 258 Cereal ] Cereumlal Liegraveo ] Lieumlo 261 Cheacute ] Che impetuoso ] impetuumloso 262 Boreal ] Boreumlal 289 cheacute ] che 297 Anterior ] Anterioumlr 335 traea ] traeumla 373 Fidoacuten ] Fedoacuten cheacute ] che 401 beato ] beumlato 403 perocchheacute ] perogravecche 424 rivolve ] riumlvolve dieresi impropria 439 Cheacute ] che 448 paese ] paeumlse 467 sigrave pio Non ] sigrave pio l Non 479 ripugnante ] rimpugnante 487 al par di te pagravervemi ] al par di parvemi 497 nutrice ] nutrigraveee 505 Autogravelico ] Antiloco 506 vincea ] sincea 507 cheacute ] che 509 cosce ] coscie 512 Autogravelico ] Antiloco 517 Autogravelico ] Antiloco 519 desiati ] desiaumlti 525 arsquo materni ] a materni

NORMALIZZAZIONI

534 Affettuose ] Affettuoumlse 550 Autogravelico ] Antiloco 558 Autogravelico ] Antiacuteloco 575 obliquo ] obbliquo 581 affaccendacircrsi ] affacendarsi 582 Autogravelico ] antiloco 582 DrsquoAntigraveloco ] Drsquoantiloco 615 cheacute ] che 647 si scaldar ] sigrave scaldar 691 aquila ] acquila 706 avventeragrave ] avventerograve 717 E lrsquoIcagraveride ] E rsquol Icaride 723 infinite ] infinte 752 distesi ] distessi 755 cheacute ] che 762 distesi ] distessi 764 superne ] superbe 769 Soavemente ] Soaumlvemente Libro XX 5 Eurigravenome ] Eurinoacuteme 19 sigrave turpi ] si turpi 32 riggiri ] rigiri 59 circuigraveti ] circuiumlti 64 cheacute ] che 80 Rapigravescami ] Rapiumlscami dieresi impropria 88 soave Liegraveo ] soaumlve Liumleumlo 91 maestade ] maeumlstade 116 vision ] visiumlon 130 Fate ] Fatte 139 Cheacute ] Che 142 cereal ] Cereaumll 155 desiato ] desiumlato 172 cheacute ] che 196 Pisenograver ] Pisinor probabilemnte per la pronuncia

neogrca della eta 202 effigiate ] effigiumlate 210 consueti ] consuumleti 272 giovenche ] giuvenche 273 Cefalleni ] Cefaleni 274 innumeri ] inumeri 289 che ] cheacute 301 Laerte ] Laeumlrte 310 Laerte ] Laeumlrte 323 saginati ] sagginati 328 Filegravezio ] Filenzio 348 Ma lrsquoEupigravetide ] Ma rsquol Eupitigravede 352 quieto ] quieumlto 363 porzione ] porziumlone 371 Ctesippo ] Ctisigraveppo forse per la pronuncia neogreca

(ldquoirdquo) della eta in Ktecircsipprsquo dellrsquooriginale 375 neacute ] no 376 chiunque ] chiuumlnque 409 Damastograveride ] Demastograveride 421 rientrato ] riumlentrato 446 Teocligravemeno ] Teoclimeacuteno 458 paese ] paeumlse 469 cheacute ] che 484 profeteggia ] profetteggia 494 soave ] soaumlve 495 cheacute ] che Libro XXI

10 Lagrave rsquove ] Lagrave rsquov egrave 17 Ortigraveloco ] Orsiloco 28 pazienti ] paziumlenti 32 fabbro ] faacutebro 64 lagrave rsquove ] la rsquove 66 distaccograve ] distacograve 75 seguigraveeno ] seguieacuteno 104 mandrian ] mandriumlan 122 primo ] prima ndash aderendo alla lettera (protos) e alla

successione degli avvenimenti con significativa contrapposizione con solo di due versi prima

133 Acaica ] Accaica 157 traendolo ] traeumlndolo 178 coppier ] copier 179 Enogravepide ] Enoacutepide 186 cheacute ] che 208 Leode ] Leoumlde 212 saettar ] saeumlttar 229 deiforme ] deiumlforme 243 aigraveta ] aiumlta 247 adempi ] adempigrave 258 cheacute ] che 261 oltracotati ] oltracolati 268 ciascun ] ciaseun 272 Autogravelico ] Antigraveloco 287 questo ] questa 300 rientra ] rieumlntra 302 rientrar ] rieumlntrar 304 appressava ] appresava 325 coppier ] copier 341 deiforme ] deiumlforme 344 Commettete ] Comettete 346 Su via ] Sn via 362 soave ] soaumlve 364 Eurizioacutene ] Eurizioumlne 374 Sotto ] Satto 376 Eirizioacutene ] Eurizioumlne 382 Egravecheto ] Echeacuteto 383 neacute ligrave ] negrave li 384 trsquoacqueta ] trsquoaqueta del biccher ] del bicchier bicchier 425 lrsquoavvierograve ] lrsquoavvieumlrograve 437 affrettin ] affretin 451 suini ] suiumlni 457 Impaurito ] Impauumlrito 462 caccerograve ] cacerograve 463 cheacute ] che 467 caccerei ] canerei 489 affisando ] affissando Libro XXII 11 Antigravenoo ] Antinoacuteo 14 Liegraveo ] Liumleo 23 cagraveddegli ] cagravedegli 54 Allibicircr ] Allibbir 58 A dritto ] Arsquo dritto 67 Insidiando ] Insidiumlando 75 Eh no ] E no 89 saettarne ] saumlettarne 91 crsquoinfiammi ] crsquoinfiami 97 sugravebite ] subiumlte ad indicare forse uno spostamento drsquoaccento

subigravete 107 rigirograve ] riggirograve

NORMALIZZAZIONI

113 richiuse ] rinchiuse 119 riuscigrave ] riuumlscigrave 131 giavellotti ] giavelotti 138 ubbidiente ] ubbidiumlente 150 saettante ] saeumlttante 169 Saettarigravea ] Saeumlttaria 197 Doliagravede ] Doligraveaumlde 202 inclita ] inclitagrave 207 magion ] magior 224 Laerte ] Laeumlrte 234 Laerte ] Laeumlrte 258 mrsquoaitar ] mrsquoaiumltar 265 Damastograveride ] Damastoacuteride 284 coraggio ] corraggio 296 farsquo cor ] far cor 300 Alcigravemide ] Alcimiacutede 302 cheacute ] che 309 Damastograveride ] Damastoride 310 Demoptogravelemo ] Deoptoleacutemeo 311 Pogravelibo ] Poligravebo 322 giavellotti ] giavelotti 333 saettar ] saeumlttar 338 Demoptogravelemo ] Deoumlptolemo Euriade ] Euniacuteade 345 impetuosi ] impetuumlosi 351 Anfimedonte ] Anfidamante 355 cadette ] caddette 360 Filezio ] Filenzio 370 torte ] torta 374 Leocrigraveto ] Leoumlcrito 379 Allibirono ] Allibbirono 383 Assillo ] Assilo 395 echeggiava ] eccheggiava 397 Leode ] Leoumlde 425 Terpigraveade ] Terpiumlade 432 Laerte ] Laeumlrte 444 maestro ] maeumlstro 452 desiar ] desiumlar 486 sottratto ] sottrato 491 sullrsquoarena ] sullrsquoerena 497 Obbediente ] Obbediumlente 506 cruento ] crueumlnto 511 lrsquointerruppe ] lrsquointeruppe 513 imo cor ] imo eor 528 affettuosa ] affettuoumlsa 544 Ma dirsquo ] Ma digrave 554 Traete ] Traeumlte 561 lamenti ] lammenti 567 trasportar ] traportar 569 drsquoimbevute ] drsquoimbevnte 602 cheacute ] che 613 cenci ] cencigrave 629 Cheacute ] Che Libro XXIII 12 suo nato ] suol nato 20 soave ] soaumlve 26 Cheacute ] Che 36 traesse ] traeumlsse 57 ammonticchiate ] ammontichiate 65 nequitosi ] uequitosi 71 Procreato ] Procreumlato 112 oppressa ] oppessa 113 affisa ] affissa

140 egrave desso ] egrave drsquoesso 160 soave ] soaumlve 178 echeggiava ] ecchegiava 201 have ] ave 209 soffice ] saffice 250 baciagravendogli ] bacciandogli 270 cheacute ] che 274 nuzial ] nuziumlal 276 Attograveride ] Astoride 297 Ocegravean ]Oceagraven 301 sapiente ] sapigraveente forse per sapiumlente 319 infelice ] infelise 326 neacute ] uegrave 337 ariete ] ariumlete 349 trionfar ] triumlonfar 351 nuzial ] nuziumlal 357 Avviati ] Avviumlati 364 desiata ] desiumlata 368 ridicea ] ridigravecea 373 Esauricircr ] Esauumlririr 377 palpebre ] palpegravebre 391 Cittade ] Cittate 400 commilitoni ] comilitoni 418 sofferti ] tofferti 423 questo ] queste 431 mattin ] matin 444 figraveeno ] fieacuteno Libro XXIV 8 vipistrelli ] vispistrelli 14 Ocegravean ] oceaacuten 19 Pelide ] Feligravede 28 Achille ] Atride 43 deiforme ] deiumlforme 54 Trasportata ] Traportata 65 navi ] nave 76 soavi ] soaumlvi 116 Guerriera ] Gnerriera 121 soprammodo ] sopramodo 135 Anfimedonte ] Anfidamante 137 E lrsquoAtride ] E rsquol Atride Anfimedonte ] Anfidamante 147 femmine ] femine 157 glorioso ] gloriumloso 170 desiate ] desiumlate 173 Laerte ] Laeumlrte 186 fucircro ] foro 194 Neacute so ] Ne so 209 Malmenato ] Malmennato 211 paziente ] paziumlente 233 saettograve ] saeumlttograve 235 ammonticchiati ] ammontichiati 242 Echeggiavano ] Eccheggiavano 252 Laerte ] Laeumlrte 273 Laerte ] Laeumlrte 308 redigravea ] reddia 346 Laerte ] Laeumlrte 347 Arcesigraveade ] Arcesiagravede 370 paese ] paeumlse 376 Penegravelope ] Peneloacutepe 391 Epegraverito ] Egraveperito 428 Autogravelico ] Antiloco 456 Cefellegraveni ] Cefaleni 462 Laerte ] Laeumlrte

NORMALIZZAZIONI

467 Laerte ] Laeumlrte 471 maestoso ] maeumlstoso 477 Laerte ] Laeumlrte 480 Cefalleni ] Cefaleni Nerigraveco ] Nerigraveco 490 sorvenigravea ] sorvennigravea 493 affettuose ] affettuoumlse 518 le mani ] lc mani 520 diecircro ] digraveero 534 Eupite ] Eacuteupigravete 538 macchinograve ] machinograve 542 Cefalleni ] Cefaleni 554 poeta ] poeumlta 568 allibicircr ] allibbir 581 redir ] reddir 593 Eupite ] Eacuteupigravete 595 redir ] reddir 644 Laerte ] Laeumlrte 648 Arcesiagravede ] Arcesiaumlde 653 Laerte ] Laeumlrte 655 Eupite ] Eacuteupigravete 663 redigravea ] reddigravea 667 Allibicircr ] Allibbir 670 sursquo fuggenti ] su fuggenti 673 aquila ] acquila 677 Laerte ] Laeumlrte

Page 3: OMERO, Odissea. Traduzione di Niccolò Delvinotti (Corfù, 1843) · TRADUZIONE DI NICCOLÒ DELVINOTTI CORCIRESE Introduzione di Tzortzis Ikonomou A cura di Vittorio Volpi Iseo : In

OO DD II SS SS EE AA

DD II OO MM EE RR OO

TRADUZIONE DI

NICCOLOgrave DELVINOTTI CORCIRESE

Introduzione di Tzortzis Ikonomou

A cura di Vittorio Volpi

Iseo In Fonte 2005

INTRODUZIONE

III

INTRODUZIONE A NICCOLOgrave DELVINIOTTI

di Tzortzis Ikonomou LrsquoItalia e le Isole Ionie tra queste due terre crsquoegrave un collegamento di storia e di cultura

che parte dal tredicesimo secolo con la conquista delle isole da parte della Serenissima con il tempo queste isole assunsero unrsquoidentitagrave particolare che vide la lingua italiana coe-sistere con la greca Oggi ricordiamo queste isole nellrsquoambito della storia della letteratura italiana per sottolineare le origini greche di Ugo Foscolo ma in questo modo trascuriamo una cultura che per secoli ha prodotto uomini di lettere significativi e opere importanti Tra i primi Niccolograve Delviniotti1 la cui vita egrave legata con lrsquoisola nativa di Corfugrave e con lrsquoItalia dove studiograve fece amicizia con molti isolani presenti in Italia intorno al 1800 co-me Andrea Mustoxidi Mario Pieri Spiridione Petrettini ed altri gli scritti che gli dedicograve Niccolograve Tommaseo sollevarono lrsquointeresse di Carducci per lo scrittore di Corfugrave

La vita Nicolaos Baptistiades Delviniottis nacque a Corfugrave il 27 giugno 1777 da Giovanni Bat-

tista e Angelica Panagiotou Lessi La famiglia originaria di Delvini in Epiro da tempo si era trasferita a Corfugrave Dopo i primi studi a Corfugrave si trasferigrave nel 1796 in Italia e iniziograve gli studi giuridici presso lrsquoUniversitagrave di Padova ebbe la fortuna di incontrare letterati note-voli dellrsquoepoca come Cesarotti Bettinelli e Niccolini che lo aiutarono e stimolarono nel 1799 ebbe lrsquoincarico di segretario presso il governatore di Mantova il Generale Miollis2 e in quellrsquoufficio rimase fino al 1801 quando si dimise e si iscrisse allrsquoUniversitagrave di Pavia per concludere gli studi di giurisprudenza Le ragioni per cui lavorograve con i francesi furono

1 La grafia del nome oscilla fra Delviniotti e Delvinotti la prima forma egrave solitamente usata in Grecia la

seconda in pubblicazioni italiane Sul frontespizio dellrsquoedizione dellrsquoOdissea egrave usata la seconda forma 2 Sextius Alexandre Franccedilois de Miollis (Aix-en-Provence 1759-1828) generale francese Dopo la con-

quista di Mantova nel 1797 venne nominato governatore di Mantova due volte (1797-1802 e 1805-1809) conquistograve la Toscana nel 1799 e Roma nel 1808 e ne divenne governatore fino al 1814 dopo i Cento giorni si ritirograve a vita privata

INTRODUZIONE

IV

tanto politiche quanto economiche con lo stipendio poteacute dedicarsi ai suoi studi Si lau-reograve a Pavia nel giugno del 1805

Delviniotti era legato alla sua patria Come scrive Tommaseo ldquoamava Niccolograve questo verde dorso di terra sporgente dallrsquoonde sul quale egli nacque chrsquoegrave come il sorriso della Grecia allrsquoItaliardquo

Tornograve frequentemente nellrsquoisola ma la sua intenzione era di seguire lrsquoesempio di molti connazionali e rimanere in Italia tuttavia durante un viaggio a Corfugrave nel luglio 1805 incontrograve lrsquoamico della gioventugrave Giovanni Capodistria il quale Segretario delle Isole Ionie aveva la responsabilitagrave di rivederne la legislazione Capodistria gli offrigrave un posto di collaboratore Delviniotti accettograve e intraprese cosigrave una lunga carriera che lo costrinse a rinunciare alla vita di letterato in Italia quale conduceva lrsquoamico Mario Pieri

Nel 1809 fu eletto responsabile della pubblica accusa in Corfugrave e lrsquoanno successivo Giudice al Tribunale di prima istanza La carriera continuograve anche dopo il cambio di po-tere quando ai Francesi subentrarono i Britannici Sotto le autoritagrave britanniche ebbe altre cariche nellrsquoamministrazione della giustizia delle Isole Ionie fino a diventare Giudice della Corte Suprema nel 1834 due anni dopo andograve in pensione ma continuograve ad occuparsi della cosa pubblica

Egrave giudicato favorevolmente da Tommaseo per la sua capacitagrave di occuparsi del bene comune Tommaseo lo prende come esempio di buona condotta di un magistrato

Mandatogli allorcheacute egli era giudice presidente nellrsquoisola di Cefalonia un collega chrsquoersquo

reputava non atto allrsquouffizio il Delviniotti voltosi alla coscienza dellrsquouomo pregograve si fa-cesse giudice delle proprie forze egli stesso giudice piugrave veggente e severo che altrui provvedesse accortamente al decoro del nome proprio facesse in maniera che la gente domandi perchegrave assunto a quello non moltiplicasse gli esempii drsquouomini giudicati dalla indignazione pubblica ancor piugrave duramente del merito ma porgesse lrsquoesempio nuovo di modestia coraggiosa e di leale astinenza

Delviniotti aveva un grande interesse per lo sviluppo scolastico delle isole Ionie per-

cheacute sentiva il bisogno di educare i giovani della sua terra nel 1807 si era costituita lrsquoAccademia Ionia e divenne professore di diritto civile e penale AllrsquoAccademia copriro-no cattedre parecchi amici di Delviniotti che come lui avevano studiato in Italia Nel 1841 fu assunto come professore di diritto penale presso lrsquoUniversitagrave di Corfugrave che era sta-ta fondata da lord Guilford

Nella sua politica Delviniotti fu sempre a favore della repubblica e delle idee della Ri-voluzione francese Le ragioni sono due ed egrave ancora Tommaseo a indicarle era speranza di molti greci che con lrsquoarrivo dellrsquoesercito francese la Grecia si sarebbe liberata del dominio ottomano Non sono pochi i poeti che dedicarono a Napoleone poesie e libri in quegli an-ni Per Delviniotti lrsquoarrivo dei francesi portava inoltre una legislazione moderna

Come scrive Tommaseo

Una ragione moveva inoltre il giovane Delviniotti a lodare il governo napoleonico la piugrave severa forma data alla giustizia pubblica e il cessare di quersquo giudizi venali che

INTRODUZIONE

V

disonoravano taluno dersquo magistrati veneti nersquo gradi minori Cotesto doveva piacere ad uomo amante del retto3

In questo ambito egrave da considerare anche la critica di Delviniotti al regime veneziano

nelle Isole Ionie Secondo lo storiografo Vrokinis Delviniotti fu eletto membro dellrsquoAteneo Veneto

del Regio Ateneo Italiano a Firenze insieme con Capodistria fece parte dellrsquoAccademia di Pisa4

Nel 1815 sposograve Anastasia Adamantina Kolpou La morte lo colse il 12 settembre 1850 Le opere La vera passione di Delviniotti fu la poesia Per tutti i suoi connazionali la persona di

Ugo Foscolo egrave un riferimento vitale lrsquoappartenenza alla stessa cultura del poeta di Zante porta il giovane aspirante poeta ad ammirare le opere e ad ispirarvisi per la propria pro-duzione letteraria Tommaseo nel suo saggio Della civiltagrave italiana nelle isole Ionie e di Niccolograve Delviniotti5 offre alcune prove della sua lingua poetica la tendenza neoclassica egrave evidente ma anche ovvia per il giovane greco Nei primi anni del suo soggiorno in Italia grazie ai contatti con i maggiori letterati dellrsquoepoca fu naturale per Delviniotti come per gli altri suoi connazionali scrivere poesie La sede naturale fu la casa di Isabella Albrizzi-Teotochi le cui riunioni letterarie sono riportate soprattutto nellrsquoauto-biografia6 di Mario Pieri

La prima e unica raccolta di Poesie esce nel 1809 a Corfugrave ed egrave dedicata a Julien Bessiegrave-res7 Commissario Generale di Corfugrave La dedica del libro e le dediche delle singole can-zoni mostrano la devozione di Delviniotti verso Napoleone la sua piugrave grande speranza era che la Grecia con lrsquoaiuto dellrsquoesercito imperiale francese avrebbe raggiunto la libertagrave

Il libro contiene quattro poesie in quartine e 18 sonetti la prima poesia egrave dedicata Al-la Poesia tra le altre una egrave dedicata a Napoleone una a Julien Bessiegraveres e una lrsquoIstro do-

3 Niccolograve Tommaseo Il secondo esilio Milano Sanvito 1862 p 397 4 Λαυρέντιος Βροκίνης Βιογραφικά Σχεδάρια τῶν ἐν τοῖς γράμμασιν ὠραίαις τέχναις καὶ ἄλλοις κλάδοις τοῦ κοινωνικού βίου ∆ιαλαμψάντων Κερκυραίων tomo I Corfugrave Koraes 1877 p 115

5 ldquoDella civiltagrave italiana nelle isole Ionie e di Niccolograve Delviniottirdquo in Archivio Storico Italiano Nuova Serie 2 1855 tomo secondo parte 1 pp 65-88 poi nel Dizionario drsquoEstetica del 1860 pp 98-105 nel Secondo Esilio pp 378-435 e nel Dizionario Estetico 4 ed 1867 pp 298-328

6 Mario Pieri Vita scritta da lui medesimo libri sei in Opere di Mario Pieri Corcirese voll I e II Firenze Le Monnier 1850

7 Julien Bessiegraveres nato a Gramot in Languedoc il 1777 morto a Parigi 1840 Seguigrave Napoleone in Egit-to e fu preso prigioniero e portato a Ioannina Nel 1805 fu nominato Console Generale del ldquoColpo [gol-fo] Adriaticordquo e nel 1807 Commissario Generale di Corfugrave fino al 1810 quando divenne governatore di Navarra Dopo la caduta di Napoleone non ebbe incarichi importanti

INTRODUZIONE

VI

mato a suo cugino Jean Baptiste Bessiegraveres duca drsquoIstria La forma metrica preferita egrave lrsquoode saffica

Lrsquounica testimonianza contemporanea che abbiamo proviene dalle Memorie di Mario Pieri che il 9 novembre 1810 scrive

Verso la fine del pranzo venne da noi Rosini ed il Ciampi Con questrsquoultimo e con

lrsquoamica andammo a camminar la cittagrave dellrsquoArno settentrionale Camminando egli ci disse come lrsquoamico mio Corcirese Niccolograve Delviniotti ha mandato tempo fa allrsquoAccademia di Livorno un suo libretto di Poesie per essere giudicato Furono destina-ti a questo giudizio esso il Ciampi il Professore Padre Pagnini ed il Professore Carmi-gnani e conclusero in iscritto che lrsquoautore avea di molta fantasia e di bei concetti ma che peccava spesso e soverchio di oscuritagrave e mancava del tutto in fatto di stile e di lin-gua Ciograve mi ricordograve le quistioni che io feci piugrave volte con Delviniotti essendo sempre stato il mio sistema ed il mio sentimento su lrsquoarte di scrivere e di verseggiare opposto al suo giaccheacute io credo chrsquoegli scriva cosigrave piugrave per falso sistema chrsquoegli srsquoegrave sposato che per incapacitagrave di far meglio e diversamente8

Puograve sembrare strano che Sebastiano Ciampi desse un giudizio cosigrave negativo della poe-

sia di Delviniotti nello stesso anno in cui fu eletto allrsquoAccademia di Pisa di cui lo stesso Ciampi era segretario Nella sua autobiografia Pieri non fa nessun riferimento alle Poesie di Delviniotti ed egrave chiaro che quando scriveva nel 1842-43 non gli sembrava interessante commentarle

Delviniotti pubblicograve la maggior parte delle sue poesie nelle riviste corciresi la Gazzet-ta Ionia il Monitore Ionio la Gazzetta degli Stati uniti delle Isole Ionie Alcuni titoli rive-lano ancora una volta la sua tendenza repubblicana nel 1811 pubblicograve un Inno Pindarico per la nascita del figlio dellrsquoImperatore Napoleone sopranominato Re di Roma nel 1813 lrsquoOde nella festa del giorno onomastico e lrsquoanniversario della nascita di Napoleone Imperatore Al-tre poesie sono dedicate ad onorare illustri corciresi gli Sciolti alla spoglia mortale di Laz-zaro de Mordo Israelita dottore in Medicina (1823) il Sonetto in morte del dotto ed integer-rimo Giudice Pasqual Carruso (1847)

Le due opere piugrave impegnative sono due Visioni in terzine per commemorare due a-mici morti il cugino Demetrio Macrigrave e lrsquoamico letterato Niccolograve Mavromati In queste si evidenzia la sua dipendenza dalla lingua letteraria italiana (Petrarca Foscolo Parini)

Per anni lavorograve alla traduzione di Quinto Smirneo ma anche se molti letterati come Monti Lamberti e Mustoxidi la giudicarono positivamente non la volle pubblicare Sol-tanto il primo libro uscigrave nel Poligrafo di Milano con la cura di Mustoxidi

Niccolograve Delviniotti lasciograve alcune opere inedite che alla fine del diciannovesimo seco-lo erano ancora proprietagrave del figlio Diomede Tra queste crsquoegrave un saggio chiamato Discorsi sopra la Filologia e poesie intitolate Ode Pindarica allrsquoamor Patrio Ode allrsquoItalia e La-mento alla morte dellrsquoindimenticabile Conte Giovanni Capodistria Anche le tragedie Serse e Ifigenia non furono mai pubblicate9

8 Mario Pieri Memorie I a cura di Roberta Masini Roma Bulzoni 2003 p 316 9 Βροκίνης op cit p 121

INTRODUZIONE

VII

Per completezza di informazione ed utilitagrave per il lettore si aggiunge la scheda biografica di Girolamo Dandolo (La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi ultimi cinquantrsquoanni Studii storici Venezia corsquo tipi di Pietro Naratovich 1857 p 337-338)

laquoDelviniotti Nicolograve nacque il 27 giugno 1777 a Corfugrave da una famiglia divenuta greca per non mai

interrotta piugrave che secolare dimora in quella cittagrave Era ancor fanciullo quando la sorte orbavalo del padre e dovette alle affettuose cure materne la letteraria instituzione col maggior fratello Spiridione ricevuta in Italia e la laurea in diritto conseguita a Pavia Dettograve prose e versi italiani certamente notevoli per una tal quale sua propria originalitagrave ma troppo lontani da quella eleganza di stile e proprietagrave di vocaboli per cui vanno invece ammirati i suoi connazionali e contemporanei il Foscolo il Pieri ed il Mustoxidi tutto-ra vivente Tanto perograve non vuolsi accagionarne il giudizio quanto il troppo fervido ingegno dello scrit-tore che male avrebbe potuto tollerare la paziente opera della lima e forse ancor piugrave lrsquoavviamento non buono dato arsquo suoi studii dal Cesarotti e dal Bettinelli uomini lrsquoun piugrave che lrsquoaltro per sapere eminenti ma che per avversione ai pedanti cosigrave eransi dilungati dagli esempii dersquo buoni maestri che certo non a-vrebbero potuto proporre i loro scritti a modello di ottimo gusto Ad ogni modo le cose fino allora con-segnate ai torchi e lrsquoopera con Giovanni Capodistria avuta nella riforma delle leggi jonie gli valsero lrsquoonore di essere con lui ascritto nel 1810 allrsquoaccademia di Pisa Dotato di caldi e nobili spiriti serbograve tutta la vita sempre uguale lrsquoaffetto alla patria ma bencheacute nessuno gli andasse innanzi negli ufficii della giusti-zia adempiuti fino allo scrupolo nellrsquoesercizio delle affidategli magistrature sconobbe i diritti della e-stinta Repubblica di Venezia alla riconoscenza di queglrsquoisolani e solo percheacute esigeva da essi quella obbe-dienza che suole ogni principe da chi gli egrave suddito esigere non temegrave di qualificare tirannide esosa un Governo alla cui liberalitagrave chi si facesse con mente sgombra da prevenzione a stenebrare le origini degli avvenimenti volentieri confesserebbe col Tommaseo e col Mustoxidi or or rammentato dovere la Gre-cia moderna la odierna sua civiltagrave e indipendenza Questo medesimo affetto colpa la contratta [338] abi-tudine di mirare costantemente le cose da una sola faccia il condusse altresigrave a plaudire fino alla nausea il governo napoleonico parendogli quasi che la semplicitagrave e speditezza degli interni ordinamenti ed il ri-spetto alle forme giuridiche nelle controversie di privato diritto fossero anticipata caparra di quella poli-tica rigenerazione del popolo greco che non ebbe mai parte neppure ai sogni dellrsquouomo a cui porgeva cosigrave senzrsquoavvedersene glrsquoincensi dellrsquoadulazione Allo stesso modo celebrato avea prima lrsquoapparire della bandiera democratica di Francia e quello dei Russi neacute di minor lode piugrave tardi fu largo al sopravvenir degli Inglesi nella protezione e nello Statuto dei quali ebbe fede fino allrsquoanno 1830 Giunto allora al li-mitare della vecchiezza si avvide di avere fino a quel digrave trascorsa la vita di delirio in delirio e pose freno ad una lode che il giudizio imparziale della storia diragrave forse tanto immeritata quanto lrsquoatroce sua bile contro ogni veneziana memoria Non per questo si fersquo muta la sua Musa ma solo cangiograve tema arsquo suoi carmi Morigrave il 12 settembre 1850 Se meno bollente animo avesse il Delviniotti da natura sortito per cui meno prontamente avesse obbedito aglrsquoimpeti di una prima impressione onde gli accadde cosigrave di soven-te scambiare le speranze coi fatti avrebbe lasciata assai miglior fama e come scrittore e come uomo poli-ticoraquo (Ringrazio Filippo Maria Pontani della Scuola Normale Superiore di Pisa per avermi segnalato questa pagina e fornito indicazioni orientative preziose e puntuali ndashVV)

INTRODUZIONE

VIII

DELLO SCRIVERE E DEL TRADURRE LrsquoODISSEA di Vittorio Volpi

Il disegno di Delvinotti offrendo al pubblico una nuova traduzione dellrsquoOdissea egrave di

fornire allrsquoItalia e allrsquoEuropa del suo tempo cosigrave piena di fermenti uno sguardo alla si-tuazione della Grecia che da poco si era liberata dal giogo turco richiamando lrsquoattenzione alla diretta e continua filiazione letteraria dellrsquoEptaneso dalla tradizione ita-liana Si trattava anche di restituire alla Grecia la sua cultura letteraria in esilio tempora-neo presso universitagrave biblioteche e tipografie europee dopo tre secoli di turcocrazia

NellrsquoOde a Napoleone (1809) mette in bocca alla Settinsulare Mio fia grida drsquoAlcinoo il bel soglio Mie le vaghe Isolette che Epiro Ratto ad esso congiunte vedragrave hellip Darsquo suoi Prodi per mano guidate Arti-belle tornate tornate

Anticipava forse il progetto mazziniano e lincolniano di un Adriatico ldquolago italianordquo dal punto di vista geopolitico percheacute giagrave culturale disegno che peraltro ma in modi af-fatto diversi ripristinava la situazione prenapoleonica

Sceglie lrsquoOdissea come mito di riscatto di ritorno in patria dove il novello Ulisse egrave il letterato illuministicamente ganglio vitale della societagrave ldquopadre affettuosordquo del popolo che governa che guida la Patria lo Stato con saggezza e giustizia Ben possono adattarsi alla biografia di Delvinotti alcuni versi del libro VII (parla Alcinoo re di Scheria-Corfugrave)

giusta ira trsquoarse Contro costui che si levograve nel circo Ad oltraggiarti ma nessun mortale Disconosce il valor che in te srsquoannida Nullo che sa ridir ciograve che la voce

INTRODUZIONE

IX

Della giustizia gli ragiona al core

Delvinotti in questrsquoottica puograve essere dunque considerato un letterato che mette a protocollo la propria odissea alla ricerca della patria letteraria teso foscolianamente a ri-disegnare il ruolo della letteratura nel vivo della societagrave innervandola di uno ldquostilerdquo fatto di tensioni di bellezza classica rivisitata e reinventata

La traduzione esce nel 1943 laquoDalla tipografia del Governoraquo Sfogliando la Ἰονική Βι-βλιογραφία di Thomas I Papadopoulos ( Athena 1998) si ha modo di vedere come que-sta fosse la piugrave attiva se non lrsquounica tipografia in Corfugrave e forse di tutto lrsquoEptaneso Pub-blicava atti ufficiali del Governo tra cui la Gazzetta degli Stati Uniti delle Isole Ionie Av-visi Notificazioni in greco (ἐν τῇ Τυπογραφίᾳ τῆς Κυβερνήσεως) in italiano o inglese (Government Printing-Office) ma spesso anche bilingui o trilingui Per lrsquoincarico rico-perto e per la notorietagrave di cui godeva non doveva esser stato difficile per Delvinotti far pubblicare presso questa tipografia la propria traduzione Gli articoli di Francesco Orioli e di E Tipaldo [qui riprodotti nel file 31 Delvinotti Pindemonte affrontati] accennano alla pubblicazione in fascicoli Anzi E Tipaldo riprende dal Gondoliere il programma di sot-toscrizione dello stesso Delvinotti10 Si presume che la pubblicazione abbia avuto termine

10

Non pare inutile per comoditagrave del Lettore riprodurlo anche qui laquoErsquo pare che Omero intendesse cantare le glorie principalmente del paese Jonio quando nellrsquoIliade piugrave che la selvaggia ira e lrsquoimpetuoso valore del Tessalo Achille magnificava il senno lrsquointrepidezza e gli accorgimenti dellrsquoItacense Ulisse quandonellrsquoOdissea le pellegrinazioni meravigliose di questi sceglieva a illustre argomento del Poema e la giusta vendetta che dalla schiera scellerata dersquo Proci ei ne trasse Neacute diverso appare il suo intendimen-to lagrave dove egli celebra il bel cielo la bella terra di Scheria le ospitali virtugrave la perizia nella navigazione e nelle arti e le sue saggie istituzioni politiche e ciograve pure ebbe in mira quando forse nella persona del Cantore Demodoco seacute stesso descrive rallegrator di regj conviti colla letizia del verso

Era egli cittadino nostro o Cefaleno od Itacense datosi a viaggiare per le greche contrade ed a ri-cordare arsquo connazionali suoi la grandezza dersquo Numi ed i vanti degli avi Questo io non oserograve di afferma-re ben certo egrave che a noi Joni egrave permesso di andare orgogliosi di questa prima e somma rivelazione della Elenica Musa che insegnograve al mondo a che per potenza di nobile poesia lice salire

Tale egli essendo sembra non isconvenire ad un Jonio rallevato nelle Itale scuole e grato a quel ral-levamento il tentare di dare una nuova traduzione in versi sciolti dellrsquoOdissea non giagrave per entrare in ardita gara con i traduttori che il precedettero ma percheacute or nellrsquouna or nellrsquoaltra si scorgono almeno adombrati i tanti e sigrave luminosi pregi che nel divino poema risplendono

Lrsquoopera saragrave distribuita in quaderni dodici di numero conterragrave ciascuno due canti Cosigrave verragrave fatto al traduttore di giovarsi degli ammaestramenti dersquo dotti e del sentimento delle persone gentili per poter di mano in mano correggerli

Il prezzo saragrave di scellini uno per quaderno da essere pagato successivamente quando il quaderno si consegneragrave La carta saragrave sopraffina fiumana ed i caratteri saranno come in questrsquoavviso

Il testo che si seguitograve nella traduzione egrave quello di Lipsia 1759-64-65 con le note del Clarke e dellrsquoErnesti illustrato vie piugrave dagli scolii greci raccolti nellrsquoedizione del Crusio e pubblicati in Atene lrsquoanno 1841raquo

La descrizione completa dellrsquoedizione utilizzata egrave la seguente Ὁμήρου ἅπαντα ie Homeri Opera omnia ex recensione et cum notis Samuelis Clarkii Accessit varietas lectionis edd veterum cura Jo Au-gusti Ernesti qui et suas notas adspersit Lipsiae Impensis G Theophili Georgii Impressit Vdalr Chri-stianvs Saalbach 1759-64 in greco e latino Lrsquoedizione ateniese degli scolii egrave la seguente Σχόλια εἰς τήν

INTRODUZIONE

X

nel corso del 1843 la tiratura deve essere stata estremamente limitata e la circolazione ri-stretta alla cerchia degli amici greci e italiani

Il volume egrave consultabile presso la Biblioteca pubblica di Corfugrave la Biblioteca della A-nagnostikeacute Etairigravea di Corfugrave la Biblioteca Gennadios di Atene quella Universitaria di Sa-lonicco presso lrsquoArchivio Storico-Letterario di Manou Charitagravekou (ELIA) di Atene e al-tre poche di eruditi greci (Damaskinos Corfugrave Teotochi Corfugrave Spirou Lovegraverdou Kefi-siagrave) In Italia la traduzione egrave consultabile presso la Biblioteca Angelica (senza note tipo-grafiche ma Corfugrave Dalla Tipografia del Governo 1843) presso la Biblioteca Marciana di Venezia e la Bibl Centrale dei Frati Minori di Roma

La copia pervenutaci alle mani e acquistata a Pisa doveva probabilmente appartenere a uno degli amici dellrsquoAccademia pisana

Un recente romanzo11 presenta un Ulisse che scrive per averla vissuta la propria ldquoo-

disseardquo per poi consegnarla a Demodoco sapendo che la cambieragrave (laquoFate sempre cosigrave voihellip Addioraquo) Egrave un Ulisse diviso fra il destino che ha avuto in retaggio e la propria liber-tagrave ma solo percheacute ha seguito il proprio destino solitario nella vastitagrave del mare giunge a sentire il ldquopolsordquo il palpito della libertagrave Il suo destino egrave quello di andare andare via da dove da chi Non esiste risposta Forse da se stesso dalle laquoardenti inquietudiniraquo che lo fanno sentire fuori posto ovunque alla ricerca continua di un altrove che non puograve esiste-re se non proviene dallrsquointimo Comprende perciograve che il seguire il proprio destino vivere come giorno per giorno gli egrave dato faragrave di lui come di ogni altro uomo un eroe O vice-versa che faragrave di lui come di ogni ldquoeroerdquo un comune e semplice uomo

In questa inedita versione Ulisse scrive Scrive percheacute la riconquista della lingua egrave al tempo stesso approdo alla patria e riassunzione della propria antica identitagrave Egrave vero lrsquoUlisse ritornato in patria egrave ora inscindibile da quello che ideograve il cavallo di Troia che ac-cecograve il ciclope che scese allrsquoAde Quegli ldquoanni di vagabondaggiordquo sono scritti sulla sua pelle sul suo volto sono esperienze di vita che consolidano la primitiva identitagrave quegli anni sono stati perciograve anche ldquoanni di apprendistatordquo

La gestazione della poesia si puograve paragonare a un percorso ascetico attraverso il quale lingua e pensiero vengono riscaldati messi in movimento purificati nel crogiolo delle emozioni vissute nella realtagrave rimeditate re-fuse e rivissute nel momento ispirato della scrittura momento che egrave anche urgenza necessitagrave eacutelan Drang Diventa la presa di co-scienza di una nuova identitagrave si cambia pelle e su questa come su una pergamena si consegna il miracolo della parola che puograve ambire ai vertici dellrsquoarte

Ed egrave proprio nellrsquoAscetica che Nikos Kazantzakis descrive la metamorfosi individuale e collettiva che si realizza con la parola poetica parola che viene creata ex novo nellrsquoatto di invenzione e che egrave creatrice di nuovi sensi e significati negli ascoltatori come un seme caduto in fertile zolla

τοῦ Ὁμήρου Ὀδύσσειαν Ἐκ τῆς ἐκδώσεως τοῦ D[etlev] Car[olus] Uil[ielmus] Baumgarten-Crusius Νῦν τὸ πρώτον ἐκδ ὑπὸ Κωνσταντίνου Γκαρπόλα Ἐν Ἀθηναῖς Γκαρπόλας 1841

11 Tassos ROUSSOS Ho Odysseas Athina Ekdosis Kastanioti 1996

INTRODUZIONE

XI

Siamo una umile lettera una sillaba una parola resa dalla gigantesca Odissea Siamo immersi in un immenso canto e brilliamo come brillano le umili conchiglie fino a che sono immerse nel mare

Qual egrave il nostro dovere Sollevare il capo per un attimo fino a che reggono le nostre viscere e respirare il can-

to drsquooltremare Adunare le avventure dare un senso al viaggio lottare senza tregua con gli uomini

con gli degravei e gli animali e lentamente pazientemente edificare nella nostra mente ndash midollo del nostro midollo ndash Itaca

Come unrsquoisola lentamente con lotta tremenda si leveragrave dallrsquooceano dellrsquoinesistente lrsquoopera dellrsquouomo

Scrivere egrave perciograve lottare contro la burrasca (Sturm) dei venti di Eolo salvarsi dal nau-

fragio nel mar delle parole per mezzo delle parole mantenersi a galla col velo leggero di Leucotea Scrivere egrave mettersi in viaggio per mare affrontandone i pericoli con la destrez-za di provetto marinaio Lo scrittore deve salvare se stesso dallrsquoazzardo che lo ha spinto di necessitagrave ad affrontare i pericoli della parola e salvando se stesso salva anche la parola stessa lo scrivere Lo scrittore mette a repentaglio se stesso con la propria scrittura Un rischio capitale che dispiega in continuazione ma solo questo rischio gli conferisce iden-titagrave e lo conferma come tale lo fanno certo sin dallrsquoinizio dellrsquoarrivo in porto e del rico-noscimento Puntuale una coincidenza gioca in greco moderno con la parola anagnorizo che vale tanto ldquoriconoscererdquo quanto ldquoleggererdquo

Per questo fincheacute viaggia Ulisse non puograve essere altri che ldquoNessunordquo o meglio Per-sonne accogliendo il gioco di parole permesso dal francese o forse anche Persona gio-cando questa volta col latino dunque forse solo una maschera di provvisoria identitagrave La richiesta di Polifemo non egrave altro che lrsquoeco di una domanda che proviene dal profondo forse fin dalla lontana infanzia che di continuo si ripropone Ha dunque ancora ragione Kazantzakis (altro massimo esempio di Ulisside) quando dice che le grandi domande dellrsquouomo (ldquoChi siamo donde veniamo dove andiamordquo) non sono in fondo che inter-rogativi da adolescente

Lo scrittore non si propone programmaticamente di partire alla ricerca di ricchezze o nuove conoscenze gli basta partire pur senza meta pur senza via (se non quella piugrave in sa-lita se non quella che conduce alla terra piugrave lontana alla terra incognita delle antiche mappe hic sunt leones) Navigare nel pelago aperto e incerto del vocabolario frastornarsi coi mille incontri tentazioni paure sviamenti ed ldquoerrorirdquo solo allora ldquoperduti tutti i compagnirdquo porteragrave a compimento lrsquoopera intrapresa dandole una forma sapendo nello stesso tempo che essa stessa egrave diventata intrinsecamente geneticamente unrsquoodissea

E cosigrave lrsquoopera letteraria non puograve che nascere dai fatti dal vivere e dal fare (pograveiesis) dalla vita vissuta dal travaglio (biografico e creativo) sopportato durante la sua genesi non tanto come testimonianza di quei fatti ma come occasione motivo abbrivo kairos e periculum che dal proprio interno generano e danno sviluppo alla scrittura intesa come percorso paral-lelo di parole e di azioni

La caccia al cinghiale sul monte Parnaso egrave unrsquoaltra metafora della ldquocaccia alla parolardquo dei pericoli effettivi che devono essere affrontati Il giovane Odisseo ha con seacute solo una

INTRODUZIONE

XII

lancia deve agire con tempestivitagrave abilitagrave e coraggio Supereragrave la prova la caccia egrave il banco di prova della maturitagrave La cicatrice riportata saragrave il ldquodocumento drsquoidentitagraverdquo il di-ploma dellrsquoesame superato

Le parole richiamano sigrave quelle azioni non come involucro esornativo come vuoto gu-scio ma come riflesso diretto come prodotto e distillato concettuale di quelle azioni Soffermarsi o valutare di unrsquoopera letteraria la forma estetica equivale dunque a giudicare un vino dal disegno dellrsquoetichetta o dai cocci dellrsquoanfora che lrsquohanno contenuto laquoLe donne un porsquo civettuole cantano per il piacere di udire la propria bella voce sono lonta-nissime dai fatti li hanno dimenticatiraquo (Roussos) Il grande pericolo in cui versa la scrit-tura egrave quello di farsi incantare dalle parole Come lo scorpione accerchiato dalle fiamme se non trova via drsquouscita si uccide col proprio pungiglione cosigrave la scrittura puograve imbalsa-marsi nei propri estetismi e perdere il concreto riferimento coi fatti perdere in profondi-tagrave di significato in connotazioni quando cambiando le carte in tavola il rinvio al refe-rente egrave diventato orpello superfluo Diventa vuoto pupario lo laquoscheletro di una cicalaraquo laquoVersato da giovane negli studii matematici poi tutta la vita nersquo giuridici erudito delle lettere piugrave recondite non poteva il Delviniotti riguardare lrsquoarte dello scrivere come un piacente congegno di suoni vuotiraquo (Tommaseo)

Il grande paradosso della scrittura egrave la sua lotta in rincorsa col tempo per essere arti-stica e lo egrave quanto piugrave rinuncia a ciograve che per definizione o tradizione la renderebbe tale Esiste dunque una tensione intrinseca per emanciparsi dai modelli una energia interna (uno Streben faustiano) che la porta a rinnovarsi continuamente La scrittura diventa arti-stica quando egrave specchio dei tempi e dei fatti quando quei fatti vengon richiamati senza altre mediazioni percheacute largamente condivisi laquoIl verso stesso ersquo [Delvinotti] voleva ri-spondesse splendido al vero e sotto alla visione che viva gli rilucea nella mente voleva so-stanza di realtagraveraquo (Tommaseo)

Puograve allrsquooccasione usare degli ovvii espedienti ldquoartistico-letterarirdquo offerti dalla tradizio-ne dai ldquograndirdquo ma servendosene come di strumenti Lo scrittore da buon artigiano li useragrave non per sgrossare lrsquoidea ma come pomice sul marmo di una statua ormai ultimata

Abbiano incontrato tre parole tedesche (Sturm Drang e streben alle quali si puograve ben aggiungere Wirrwarr titolo di un dramma di Klinger ndash 1775 ndash e nome primitivo del mo-vimento questrsquoultimo esprime compiutamente il senso di frastornamento politico e cul-turale prima Rivoluzione francese ma soprattutto Genie prototipo ideale di uomo tra lrsquoeroico e il prometeico razionale ldquopru-denterdquo e al tempo stesso pieno di risorse versati-le nobile forte e non incline ai compromessi ma anche che si lascia guidare come un e-roe schilleriano dai propri sentimenti Sehnsucht come aspirazione insaziata e struggente verso il bello il tutto e lrsquoassoluto nostalgia di unrsquoarmonia perduta che perograve puograve essere ancora trovata in tracce nellrsquoattualitagrave e nel lavoro creativo qualitagrave che permettono di so-pravvivere fra tanta confusione) termini classici di facile inquadramento storico lettera-rio Wickelmann in quegli stessi anni fondava sulla statuaria greca lrsquoideale estetico attra-verso cui si esprime un nuovo sguardo sulla natura una nuova comprensione unitaria e ideale dellrsquoarmonia interna della natura Il pathos nostalgico del romanticismo tedesco delinea a ritroso unrsquoutopia politica che si egrave realizzata solo in Grecia ed illustrata giagrave nella

INTRODUZIONE

XIII

profezia che Tiresia annuncia a Ulisse E infine Wandererhellip e il ricordo riporta ricco bot-tino di titoli di personaggi di immagini di temi musicali

Inquadrati questi termini nel periodo in cui sono sorti e nei richiami che spontanea-mente suggeriscono spiegano la compresenza di romanticismo e classicismo I poeti ab-bandonate le imitazioni gli artifici i canoni letterari consacrati dalla tradizione e guidati dal proprio ldquogeniordquo coniugano senso e sentimento significato e impulso creativo sensi-bilitagrave (Empfindsamkeit) e energia vitale dilaceramento (Zerrissenheit) e armonia titani-smo e elevazione spirituale afflato entusiastico e demoniaco notturni e Inni al sole cre-ano e innovano lrsquoestetica letteraria ispirandosi ai poeti ldquoprimitivirdquo che col ldquogenio della linguardquo hanno espresso il ldquogenio di un popolordquo Omero Ossian Shakespeare La lingua non egrave solo convenzione ma espressione poetica e ldquovocabolario di istituzionirdquo sociali e proprio per mezzo della lingua del continuo comunicare un popolo giunge alla coscienza di seacute alla propria identitagrave storica a una visione e conoscenza del mondo Herder e Vico in modo indipendente uno dallrsquoaltro si incaricheranno di illustrare questa estetica nuova e dirompente12

Johann Heinrich Voszlig lavorograve alla traduzione dellrsquoOdissea dal 1781 fino alla sua morte (1826) rielaborandola continuamente mentre la filologia classica offriva agli studiosi edi-zioni critiche rigorose e affidabili giungevano anche nelle biblioteche universitarie italiane le edizioni stereotipe di Lipsia Il primo verso

Sage mir Muse die Taten des vielgewanderten Mannes

puograve avere come diretta illustrazione un quadro di Caspar David Friedrich Der Wanderer uumlber dem Nebelmeer (1818) o la Wanderer-Fantasie di Schubert (1822)

Lrsquoantica poesia greca egrave a tuttrsquooggi artistica percheacute quei fatti sono ancora condivisi dai

lettori sebbene con la traduzione si sia perso tutto dellrsquoin-volucro fonico e molto della dinamica sintattica delle ineffabili sfumature delle particelle dellrsquoarchitettura retorica in-terna Ma nulla a livello testuale Nulla di quanto riguarda la semantica letterale o meta-forica dellrsquoespressione Mutatis mutandis facendo cioegrave tara abbondante di quanto lrsquoattualitagrave la contemporaneitagrave a livello superficiale ci distinguono dallrsquoepoca eroica

Confrontando la traduzione di Delvinotti con quella di Pindemonte Francesco Orioli si proponeva di laquoriguardare quella nuova poesia non unicamente in se stessa ma in quello altresigrave chrsquoella suona al cuore e che allrsquoanima ragiona messa al paragone del divino origina-le di che assume ad esser copia o ritrattoraquo13

12 Basteranno due brevi citazioni di Goethe per confermare questa direzione interpretativa laquoWie glei-

ches Streben Held und Dichter bindetraquo (ldquoUn medesimo anelito unisce lrsquoeroe e il poetardquoTorquato Tasso atto I scena III) laquoEs irrt der Mensch solangrsquo er strebtraquo (ldquoErra lrsquouomo che anelardquo Faust Prologo in cielo) dove come in italiano errare puograve significare sia ldquovagabondarerdquo che ldquosbagliarerdquo die Irrfahrten des Odysseus sono tradizionalmente i ldquoviaggirdquo di Ulisse viaggi con continue correzioni di rotta con pericoli naufragi approdi sfortunati incontri con varie sfaccettature del sacro del divino dellrsquoextra- o sopra-umano

13 F Orioli Odissea drsquoOmero Nuova Traduzione in Versi Italiani laquoGazzetta Ioniaraquo n 671 (4 novem-

bre 1843) articolo riprodotto nel file 31 Delvinotti Pindemonte affrontati

INTRODUZIONE

XIV

Ed in sostanza pare proprio questa la differenza ldquoletterariardquo fra Delvinotti e Pinde-monte E dunque la leggibilitagrave la fluiditagrave della traduzione del Corcirese egrave tale percheacute na-sce dai fatti percheacute dietro quelle parole si riconoscono i fatti dietro lrsquoammanto della tra-duzione si riconosce il testo omerico cosigrave radicato esso stesso nei fatti che nemmeno lrsquoaura del mito dellrsquoepos nemmeno la forma ritmica hanno potuto sradicare dagli eventi narrati (non ha importanza a questo punto se effettivamente accaduti e reali o nellrsquoambito della finzione poetica funzionalmente ldquosimili al verordquo)

Dietro la narrazione epica non si deve dunque verificare il grado di verisimiglianza (la lontananza delle rotte percorse comportano costitutivamente un dubbio sulla veridicitagrave dei racconti che appunto verran detti Incredibilia) quanto il grado di vitalitagrave cioegrave di universa-litagrave Lrsquoopera letteraria va dunque oltre la veritagrave il mondo egrave vario e vasto

Lrsquoesperienza del viaggiatore va formando volta a volta una nuova identitagrave unrsquoidentitagrave in continuo divenire che gli permette di comprendere di piugrave un sapere scritto nella pro-pria carne nel proprio cuore (par coeur direbbero i Francesi) che perciograve egrave impossibile dimenticare Quanto lrsquoocchio umano della letteratura riesce a rendere vivi i fatti da cui nasce di tanto assicura la propria durata e sopravvivenza La classicitagrave egrave meno un fatto di convenzioni letterarie che di riconoscimento di contenuti vitali per la comunitagrave Quanto le parole sono vive tanto egrave salvo il loro autore la sua opera e la letteratura stessa E tanto egrave salva la bellezza interiore dellrsquoopera di cui lrsquoautore egrave ad un tempo schiavo e padrone

La traduzione di Delvinotti egrave dunque fedele (laquoRende lrsquoomerico con libertagrave fedelissimaraquo ndash Tommaseo) percheacute preserva il radicamento nei fatti dellrsquoopera letteraria Le parole ripla-smano le azioni nella nostra immaginazione quei fatti quel gusto ci vengono riproposti in un packaging lessicale e metrico di sicura vendibilitagrave

Ma non egrave questo che dobbiamo leggere e valutare A prima vista egrave questa ldquovetrinardquo che ci puograve maggiormente allettare ma qua e lagrave emer-

gono dei senhal che ci riportano alla concreta referenza (XV 664-666)

Telemaco farsquo cor piugrave regia stirpe Della tua non vrsquoha in Itaca qui fia Dominatrice libera per sempre

Appunto il tratto ideologico e ldquopoliticordquo cosigrave esplicito dietro le parole dominatrice libera

per sempre egrave la prova che la superficie formale dellrsquoespressione cede il passo al contenuto al radicamento extraletterario delle parole (si pensi alla parola servaggio ripetuta ben quattro volte e giagrave nellrsquoOde a Napoleone del 1809) a quella realtagrave esterna del vivere quotidiano che vissuta in prima persona e notomizzata dallrsquoesperienza informa di seacute anche lrsquoestetica si fa programma e manifesto orditura stessa della forma letteraria (laquoCerto egrave che il senso del Bel-lo vale a dire dellrsquoaltissimo vero meglio conciliasi con le sezioni anatomiche e corsquo computi algebrici che con le mercenarie esercitazioni forensiraquo Tommaseo)

E se riandiamo con la memoria o spolveriamo intonsi tomi ritroviamo accenti simili nel diciannovenne Foscolo dellrsquoOda a Bonaparte liberatore (1797)

Dove tu diva da lrsquoantica e forte

INTRODUZIONE

XV

Dominatrice libera del mondo Felice a lrsquoombra di tue sacre penne Dove fuggivi quando ferreo pondo Di dittatoria tirannia le tenne Umigravel la testa fra servaggio e morte

Lo stesso Tommaseo ci attesta che negli ultimi anni laquoil Delviniotti consentiva alle

speranze drsquoItalia e le fece soggetto ai suoi versiraquo e cita alcuni versi della tragedia Serse (i-spirata forse da alcuni versi dellrsquoOda foscoliana e lrsquoarmi del superbo Serse | Dai liberi di-sperse | Di civico valor fur monumento)

Maledetto il giorno In che giagrave Dario a propugnar togliea Ippia drsquoAtene libera tiranno

Nella parola tiranno si vede in filigrana la parola Liberatore La contrapposizione o so-

stituzione dei due termini era frequente negli anni dellrsquoapoteosi napoleonica Si veda ad esempio il ldquodramma di un atto solordquo I pittagorici di Paisiello su libretto di Vincenzo Monti (prima rappresentazione a Napoli il 19 marzo 1808 []) dove al tiranno Dionigi (Ferdinando IV di Borbone) si contrappone lrsquoeroe Archita (Napoleone) liberatore degli oppressi

La conoscenza egrave sinonimo di egemonia di potere legittimato percheacute strumento del viver civile e della libertagrave dei cittadini La conoscenza egrave sinonimo di libertagrave e quanto tormentato e ricorrente fosse in quegli anni questo binomio egrave testimoniato dal Caino di Byron Conoscenza e libertagrave non sembrano avere limiti verso lrsquoalto lrsquoOdissea ha conti-nuamente qualcosa da insegnarci non smetteremo mai di vagabondare e di imparare parrebbe perciograve conseguente concludere che non saremo mai completamente liberi Nel senso perograve che non finiremo mai di scoprire quanto possiamo essere uomini nellrsquoessere liberi

INTRODUZIONE

XVI

NOTA SULLA TRASCRIZIONE

Il testo a stampa presenta numerose imperfezioni tipografiche (lettere capovolte scambi uvn ac-centi gravi per acuti e viceversa parole con due accentihellip) varianti ortografiche punteggiatura sovrab-bondante Per facilitare la lettura il testo egrave stato modificato secondo le indicazioni che seguono Gli in-terventi correttivi si sono limitati a una ldquocosmesi ortograficardquo superficiale finalizzata a rendere piugrave age-vole la lettura Interventi piugrave consistenti (come ad esempio la restituzione dei nomi propri originali tal-volta alterati) avrebbe compromesso la metrica del verso Una lista degli interventi correttivi sono ripor-tati in appendice

Si egrave tolta la dieresi percheacute usata un modo spesso immotivata (riflueumlnte magiumlone giumlunta maestoumlso riuml-

volve) puograve indicare la presenza di un semplice accento (biumlga ucciumlse Ciumlrce estiumlngua rapiumlscami uniumlo) un passato remoto contratto (sfuggiumlro) per falsa etimologia (chiumloma) roteaumlndo gt roteando insidiumlando gt insidiando cereumlale gt cereale impetuumlosa gt impetuosa Laumlerte Laeumlrte gt Laerte viumlaggio viaumlggio gt viaggio affettuumloso affettuoumlso gt affettuoso

La j egrave stata mutata in i Si egrave aggiunto un accento circonflesso alla sillaba tonica dei passati remoti contratti anche per distin-

guerli dallrsquoinfinito o da altre forme omografe

ombrar ldquoombrarerdquo gt ombracircr ldquoombraronordquo libar ldquolibarerdquo gt libacircr ldquolibaronordquo amaro ldquoamarordquo gt amacircro ldquoamaronordquo fecircro ldquofecerordquo gt fegravero ldquofierordquo mandarti ldquomandartirdquo gt mandacircrti ldquoti mandaronordquo

Anche potegraveo ldquopoteacuterdquo cadegraveo ldquocadderdquo colpigraveo ldquocolpigraverdquo feacuteo ldquofecerdquo sfuggigraveo ldquosfuggigraverdquo

I nomi propri in ndasheo essendo a volte piani a volte sdruccioli sono sempre accentati per facilitare la lettura Idomenegraveo Prograveteo Eumegraveo Clitograveneo Ercegraveo Negraveleo Tegraveseo Pegraveleo

Il suffisso patronimico ndashide per le regole di accentuazione del greco era accentato sulla -i- percheacute

INTRODUZIONE

XVII

lrsquoultima sillaba era lunga (conteneva una -η-) essendo questa una ῐ (iota breve) nei prestiti latini e suc-cessivamente anche in italiano lrsquoaccento passava dalla penultima alla terzrsquoultima sillaba

Damastograveride Polittograveride Pisenograveride Testograveride Nestograveride Attograveride Onetograveride Naubogravelide Ilagravecide Andremogravenide Ormegravenide

Fatta salva come al solito la posizione in fine verso che fa pronunciare ad esempio Eacigravede invece di Eagravecide (in lat Aeăcĭdēs)

Riconoacutebbemi il rapido Eacigravede

Clitigravede invece di Cligravetide

Rivolto indi al suo fido laquoO mio Clitide

questrsquoultimo caso non ha corrispondente greco e mostra come tale posizione dissimuli con la metrica lrsquoambiguitagrave di pronuncia

Lrsquoopzione di accentare ldquoalla grecardquo o ldquoalla latinardquo egrave molto fluttuante si possono avere perciograve ndash accet-tabili entrambe ndash pronunce come Crogravenide o Cronigravede Bisogna inoltre tener conto che alcuni nomi pro-pri e aggettivi derivati proprio in questa posizione hanno un dittongo -εί- (anche -οί-) passando al la-tino il dittongo si muta in ī essendo in penultima sillaba lunga porteragrave lrsquoaccento accento che passeragrave poi anche in italiano Ἀτρείδης Atrīdēs Atride Βοηθοίδης ndash Boetide Εὐπειθίδης ndash Eupitide Νηλείδης Nēlīdēs Nelide Πολυθερσεΐδης ndash Politerside Πολυϕείδης ndash Polifide Πηλείδης Pēlīdēs Pelide Τυδείδης Tȳdīdēs Tidide Φιλοmicroηλείδης ndash Filomelide

Bisogna anche tener conto di alcuni patronimici per i quali non esiste corrispondente in greco e per i

quali non si possono applicare con certezza le regole accentuative neacute del greco neacute del latinoitaliano

Fronide Polibide Icagraveride Cligravetide Dogravelide Melanide e la parola macedonia (radice latina e suffisso greco) coniata da Pindemonte Satugravernide Fogravercide che

potrebbe somigliare a un patronimico in realtagrave egrave una trascrizione non accurata di Forcine o Forcino Per Alcide bisogna tener conto che il nome latino aveva una i lunga (Alcīdēs) Altro suffisso usato nella formazione di aggettivi patronimici egrave ndashiade si hanno solo le forme Doligraveade

(ma Doliagravede per metrica) Arcesigraveade e Polibiacuteade variante di Polibide

Negli imperfetti con caduta della -v- e nei condizionali contratti egrave sempre stato aggiunto un accento sulla penultima vocale cosigrave si posso distinguere immediatamente le rispettive forme verbali

adempia pres ~ adempigravea imperf

INTRODUZIONE

XVIII

riunigravea ldquoriunivardquo sarigravea ldquosarebberdquo cadrigravea ldquocadrebberdquo desigravea ldquodesiderardquo

Analogamente la forma dellrsquoimperfetto in ndashea-ean ma solo quando egrave seguito da clitici

chiedeala gt chiedeacuteala rompeansi gt rompeacuteansi rinchiudeansi gt rinchiudeacuteansi si sono accentate le forme verbali sdrucciole che terminano con clitici affreninsi gt affregraveninsi periangli gt perigraveangli spediami gt spedigraveami apresi gt agravepresi lanciatasi gt lanciagravetasi scopresi gt scogravepresi concedeacuteagli gt concedeacuteagli premeacuteale gt premeacuteale ma non le forme piane come diverronne

Nelle parole elise si egrave soppresso lrsquoapostrofo abitatorrsquo gt abitator corsierrsquo gt corsier si egrave inoltre evitato lrsquoapostrofo dopo d epentetica di solito inserita fra iato nedrsquoivi gt ned ivi nedrsquoei gt ned ei

Per lrsquouso di accenti graviacuti si egrave seguita la convenzione attuale perchegrave gt percheacute negrave gt neacute seacute stesso gt se stesso finchegrave gt fincheacute

Si sono mantenuti gli accenti ldquometricirdquo (specie in fine di verso) integravegre funegravebri penegravetra lugugravebre palpegravebre Nestograverre Oceagraveno (anche tronco Oceagraven) simigravele (anche tronco simigravel) i nomi propri recano accento solo quando son sdruccioli Penegravelope Telegravemaco Alcigravenoo Nausigravecaa

INTRODUZIONE

XIX

ma non Laodamante In alcuni casi alla pronuncia greca si egrave preferita quella di tradizione latino-italiana

Negraveleo (ma Nelegraveo in fine di verso) Orcogravemeno (non Orcomeacuteno)

I nomi tronchi di solito da sdruccioli divengono tronchi Agamegravennone gt Agamennoacuten

Si sono mantenute le grafie generalmente tollerate coscie per cosce saggie per sagge piaggie per piagge ecc

ma non Acquilone per Aquilone acquila per aquila

In tal senso si egrave mantenuto anche lrsquouso delle doppiescempie ove non compromettessero lrsquoimmediata comprensione

Si egrave uniformato lrsquouso dellrsquoapostrofo ersquol Eupitide gt e lrsquoEupitide

Da segnalare infine un uso particolare del punto interrogativo quando egrave usato nel discorso diretto solitamente egrave posto dopo lrsquoinciso che lrsquoaccompagna

Percheacute figlio accagioni una innocente Rispoacutesegli Euriclea Antigravenoo concitar ti potragrave a sdegno | Ciograve chrsquoio dirograve Telegravemaco riprese Nol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina

egrave stato modificato secondo lrsquouso attuale Percheacute figlio accagioni una innocente Rispoacutesegli Euriclea Antigravenoo concitar ti potragrave a sdegno | Ciograve chrsquoio dirograve ndash Telegravemaco riprese ndash Nol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina

ALLA DILETTA SUA MOGLIE DIAMANTINA COLPO

DELVINOTTI QUESTA VERSIONE POETICA DELLA ODISSEA DI

OMERO CONDOTTA A FINE TRA I SUOI CONFORTI E LE FELICI SUE

INSPIRAZIONI IN SEGNO DI GRATO ANIMO E DI IMMENSO AFFETTO IL

TRADUTTORE CONSACRA

1

OO DD II SS SS EE AA

LL II BB RR OO PP RR II MM OO

Adunanza dei Numi Esortazione di Minerva a Telegravemaco

DDIMMI lrsquoaccorto eroe Musa che tanto Errograve poicheacute le sacre a terra sparse Iligraveache mura che di molte genti Visitograve le cittagrave lrsquoindol conobbe Che sul pelago ancor patigrave nellrsquoalma 5 Immensi affanni onde raddurre in salvo Seacute medesmo esponendo i suoi compagni Ma i compagni bramograve raddurre invano Cheacute di lor nequitose opre pericircro Stolti che i sacri al Sol Iperione 10 Buoi divoracircro ed ei del redir loro Il digrave rapiva O Dea prole di Giove Parte a noi pure di siffatti eventi Donde ti egrave in grado piugrave ridir ti piaccia

α 11 Giagrave i guerrier tutti che sfuggicircr la fiera 15 Strage nersquo loro alberghi rientrati Dallrsquoarmi e rsquol mar posti erano in sicuro Un solo del ritorno e di sua donna Bramoso ratteneacuteasi in cave grotte Calipso orrevol Ninfa desiando 20 Pur chrsquoei lrsquoimpalmi Alfin volvendo gli anni Allor che il tempo dagli Degravei prefisso Pel suo ritorno in Igravetaca giungea Lagrave rsquove lrsquoeroe darsquo suoi fidi giovato Cansar giagrave non dovea nuovi conflitti 25

ODISSEA

2

Tutti gli Eterni di pietagrave fucircr toacutecchi Salvo Nettun che acceso in foco drsquoira Il divo Ulisse perseguigrave pur sempre Fincheacute ei presse del piegrave le patrie sponde

α 22 Ma lunge ito era appo gli Etigraveopi il Nume 30 Di remote contrade abitatori Gli Etigraveopi che del mondo ai confin posti Divigravedonsi in due genti egrave volta lrsquouna rsquoVe cade lrsquoaltra ove risurge il Sole Di pingui tori e drsquoagni a unrsquoecatombe 35 A desco assiso ivi gioigravea Nettuno Ma gli altri Eterni dellrsquoOligravempio Giove Nella reggia raccolti erano Intanto Membrograve il padre degli uomini e dersquo Numi Che dallrsquoAgamennogravenio inclito Oreste 40 Morto fu il bello Egisto e a dir si prese

α 32 laquoAccagiona il mortal sempre gli Eterni Originar da noi tutte sventure Dice mentrrsquoegli del destino in onta Colpa di sue follie soffre aspre doglie 45 Or Egisto cosigrave del grande Atride Malgrado al fato disposograve la donna Ed uccise lrsquoeroe reverso drsquoIgravelio Bencheacute conscio di sua terribil morte Predeacutettagli da noi che glrsquoinviammo 50 LrsquoArgicigraveda Mercurio ad assennarlo ldquoNon immolar lrsquoAtride e non ambire Di sua sposa la man cheacute a vendicarlo Oreste surgeragrave nellrsquoetagrave prima Come il punga desigraveo del suo retaggiordquo 55 Tal Mercurio gli aperse ottimo avviso Neacute rsquol cor gli persuase Or di sue colpe Accumulate ersquo pagograve un tratto il fioraquo

α 44 E Minerva laquoO Satugravernio o padre mio Re supremo dei Re meritamente 60 Giacque colui trafitto e cosigrave vada Qual osa di sigrave atroci atti bruttarsi Ma di cordoglio pel valente Ulisse Il core mi si strugge Ahi lasso ei lunge Darsquo suoi gran tempo in isola remota 65 Che siede in mezzo al mar pate aspre doglie Selvosa isola ovrsquoabita una Diva

LIBRO I

3

Figlia drsquoAtlante cui sta a cuore il Tutto Cui son noti del pelago gli abissi E che regge le altissime colonne 70 Su cui la Terra e rsquol Ciel vasto si folce La costui figlia misero e gemente Il si rattiene e con sorrise e dolci Parolette ingannevoli srsquoadopra Mogravelcerlo acciograve ponga Igravetaca in obbligraveo 75 Ma Ulisse brama pur scorgere il fumo Sbalzar dalla natigravea terra e morire Neacute rsquol cuor Oligravempio re ti si commuove Presso lrsquoAchegraveo navil nersquo campi drsquoIgravelio Grate drsquoUlisse non ti riuscicircro 80 Lrsquoostie votive Ah contra eroe sigrave pio Percheacute sei tanto corrucciato o Gioveraquo

α 63 laquoQual detto ti sfuggigrave figlia dal labbro ndash Lrsquoadunator dersquo nembi le rispose ndash Come porrograve in obbligraveo lrsquoinclito Ulisse 85 Che tutti in senno soverchiograve i mortali E glrsquoimmortali abitator del Cielo Sempre onorograve di sagrifici opigravemi Ma Nettun freme drsquoimplacabil ira Contra lrsquoeroe che lrsquoocchio unico estinse 90 Al divo Polifemo il piugrave gagliardo Drsquoinfra i Ciclopi tutti Al Dio la Ninfa Tooacutesa il partorigrave figlia di Forco Re dello steril mar cheacute lei Nettuno Comprimea nersquo segreti antri marini 95 Da indi in qua non ei percosse a morte Il divo Ulisse ma dal patrio lido Errar lungi lo sforza Or via noi tutti Consultiamo del modo ondrsquoei ritorni Lrsquoira Nettuno deporragrave cheacute a fronte 100 Star non potragrave di tutti i Numi ei soloraquo

α 80 laquoPadre mio Re dei Re ndash Palla soggiunse ndash Se drsquoUlisse il ritorno arsquo Numi egrave caro Mercurio messagger per noi drsquoOgige Allrsquoisola or srsquoinvii percheacute alla bella 105 Ninfa il voler dersquo Sempiterni intigravemi Che rieda Ulisse alla natigravea contrada A vie piugrave il figlio avvalorargli io stessa In Igravetaca discendo e forza in cuore

ODISSEA

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Gli spirerograve ed ardir sigrave che i chiomati 110 Argivi convocando a parlamento Interdica lrsquoentrata arsquo Proci tutti Nel suo palagio ove per loro il sangue Dersquo greggi scorre e dersquo sgozzati armenti Di negri tauri dal flessibil piede 115 Appresso a Sparta il manderograve ed a Pilo Acciograve che del redir del caro padre Forse vegravengagli fatto udir novella E gran rinomo appo gli umani acquistiraquo

α 96 Detto i vaghi talar drsquoauro immortali 120 Sotto le piante adatta Ali son queste Con che lrsquoimmensa terra e rsquol mar trascorre Ratta volando col soffiar del vento La lunga indi pesante e poderosa Lancia acuta impugnograve che le falangi 125 Rovescia degli eroi sempre che a questa Figlia drsquoun forte Iddio vengano in ira Darsquo vertici drsquoOlimpo impetuosa In Igravetaca discese allrsquoatrio innanzi Del palagio drsquoUlisse in sulla soglia 130 Del cortil si piantograve le forme assunte Di Mente lo stranier duce dersquo Tafi Lrsquoasta in mano tenea Colagrave rinvenne Gli oltracotati Proci anzi alle porte A gettar dadi si prendean diletto 135 Dersquo buoi seggendo sui nudati velli Che ersquo medesmi sgozzacircr gli araldi ersquo lesti Valletti in questa arsquo loro uffici intenti Chi di Bacco spumante e di fresca onda Ricolma lrsquourne chi di perforate 140 Spugne le mense asterge e poacutenle innanzi E chi comparte le trinciate carni

α 113 Bello come un bel Dio di tutti il primo Avvisolla Telegravemaco mentrrsquoegli Sedea tra i Proci e rsquol cor gemeacuteagli in petto 145 Sorse in sua vision lo strenuo padre Qual srsquoei fatto da un canto impeto in fuga Tutti in sua reggia travolgesse i prenci E sigrave lrsquoonor ne racquistasse e rsquol regno Questo pensando in mezzo arsquo Proci scorse 150 Telegravemaco la Dea Srsquoavviograve diritto

LIBRO I

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Al portico non senza ira che tanto Lasciato fosse lrsquoospite alla porta Le si accostando preacutesele la destra Ricevette la lancia e sigrave le disse 155

α 123 laquoOh salve ospite nostro appo noi liete Accoglienze trsquoavrai poscia di cibo Confortato sporrai tutto che bramiraquo

α 125 Ito innanzi il seguigravea Pagravellade Entrati Nellrsquoaula lrsquoasta ad unrsquoalta colonna 160 Telegravemaco appoggiograve lagrave rsquove altre molte Stavan del prode Ulisse in fila poste Entro nitida astiera indi Minerva A posarsi guidograve sopra un bel seggio Che drsquoun trapunto vel coprigrave sotteso 165 Stava ai piegrave della Diva uno sgabello Scanno elegante a seacute presso a lei pose In disparte dersquo Proci onde al frastuono Di quersquo protervi ove tra lor si stesse Non fastidisse lrsquoospite la mensa 170 E desiava ancor del padre assente Interrogarlo Ma giagrave presta ancella Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Lrsquoacqua alle man versava indi a lor stese Un liscio desco Candido vrsquoimpose 175 La veneranda dispensiera il pane Con varie e pronte dapi e quelle ancora Che tenea in serbo aggiugravensevi Lo scalco Carni di tutte sorti in sui taglieri Recava ed aurei nappi in che spumante 180 Bacco lrsquointento banditor mescea

α 144 Baldi i Proci vrsquoentracircr sui seggi ersquo troni Per ordine adagiacircrsi Acqua gli araldi Diecircro alle mani e di Cegraverere lrsquoalmo Don nersquo canestri accumulacircr le ancelle 185 Coronacircro di vin lrsquourne i donzelli E in colme tazze ministracircrlo in giro Steser la man sullrsquoimbandita mensa I Proci e poi che drsquoesca e di bevande Estinsero il desigraveo non altro in mente 190 Volgean che canti e danze adornamenti Drsquoogni convito Pose allor lrsquoaraldo Superba tra le man ceacutetera a Fegravemio

ODISSEA

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Che per forza tra lor scioglieva il canto Tosto le corde ei ricercograve e preluse 195 A dolce melodia Piegato il capo Vegraver la diva il garzon chrsquoaltri non lrsquooda Queste le bisbigliograve note allrsquoorecchio

α 158 laquoConciteratti a sdegno ospite mio Ciograve che or dirograve Costoro agevolmente 200 Prendono in cura sol ceacutetera e canto Cheacute impuni a divorar fagravensi il retaggio Di lui le cui bianche ossa in sulla terra Putrefagravensi alla pioggia o lrsquoonda in fondo Volve del mar Se in Igravetaca reverso 205 Vedegravesserlo costoro oh come tutti Ben piugrave vorrigraveeno il piegrave veloce al corso Che drsquooro ir carchi e di superbe vesti Ma di morte crudel certo ei perigraveo Neacute speme fia piugrave in me se ancor qualcuno 210 Prometterammi il suo redir sicuro Cheacute del ritorno il digrave togravelsergli i Numi Or via ciograve dimmi e digravellomi sincero Chi Di qual gente e qual cittagrave Quai fucircro I maggior tuoi Su qual nave e con quali 215 Nocchieri e per qual modo or qua sersquo giunto Certo che a piedi in Igravetaca non viensi Dirsquo quel chrsquoio chiedo a Te percheacute il ben sappia Rispondi il veacuter Qua per la prima volta Trsquoadducesti o paterno ospite sei 220 Schiudea la reggia agli ospiti e benigno Vegraver gli umani era sempre il padre mioraquo

α 178 laquoTutto chiarirti or vorsquo ndash Palla rispose ndash A parte a parte Io Mente esser mi vanto Figlio del prode Anchigravealo ai Tafi impero 225 Regravemigi esperti Il bruno mar solcando Verso una gente di favella estrana Qua con la nave ed i compagni or giunsi A Tegravemesa me nrsquo vo recando quivi Ferro brunito a permutar con rame 230 Dalla cittagrave rimota assai nel porto Di Retro sotto il Negraveo selvoso a proda Sta la mia nave Da gran tempo i nostri Padri lrsquoun lrsquoaltro si accoglieano insieme Ospitalmente e tu il saprai se il vecchio 235

LIBRO I

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Eroe Laerte a interrogar ti adduci Egrave fama che a Cittagrave non piugrave se nrsquo viene Ma che oppresso di guai viva nersquo campi Con attempata fante che il conforta Di cibo e di bevande allor chrsquoei riede 240 Dal fertile vigneto ove le membra Affaticate a gran stento si tragge Qua venni peroccheacute tra il popol suo Udigravea che il genitor fece ritorno Da cui lontano ancor tegravengonlo i Numi 245 Ma non isparve giagrave no dalla Terra Lrsquoinclito Ulisse Egrave vivo e sul mar vasto Egrave rattenuto in isola remota Gente crudel gente selvaggia e fiera A forza il si rattien forse captivo 250 Or tu il presagio che nel petto i Numi Spigraveranmi ascolta neacute fallace il credo Bencheacute neacute vate o dotto agraveugure io sia No gran tempo esular non dovragrave Ulisse Fosse ei di ceppi avvinto acuto ingegno 255 Troveragrave il modo del redir Ma schietto Dimmi sersquo tu figlio di Ulisse Certo Nel capo e nel fulgor dersquo tuoi begli occhi Lrsquoassembri al tutto Convenimmo spesso Con lui come or con Te pria che con gli altri 260 Prodi figli di Grecia ei navigasse Alla volta di Troia Or sin drsquoallora Ned egli vide me ned io piugrave il vidiraquo

α 213 Ed il garzon laquoOspite il veacuter sincero Risponderograve chrsquoio sia figlio di lui 265 Dice la madre altro non so neacute alcuno Per seacute medesmo il genitor conobbe Deh fossrsquoio nato drsquouom che la vecchiezza Colto nel mezzo a sue dovizie avesse Ma poicheacute tu rsquol mi chiedi egrave comun grido 270 Che il mortal piugrave infelice ingenerommiraquo

α 221 laquoNo voler degli Degravei non fu che oscuro ndash La Dea rispose dallrsquoazzurro sguardo ndash Icircsse allrsquoEtagrave piugrave tarde il tuo legnaggio Peroccheacute qual sersquo tu diegravedeti al mondo 275 Penegravelope Orsugrave il veacuter piagravecciati espormi Che banchetto che turba egrave questa E quale

ODISSEA

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Uopo nrsquohai tu Forse di festa o nozze Non egrave certo non egrave mensa cotesta Che a carco sia di ognun dersquo convitati 280 Pagravermi che in tua magion per insultarti Pasteggino i superbi uom saggio tante Non senza fier disdegno onte vedrigravearaquo

α 230 Telegravemaco soggiunse laquoOspite mio Poicheacute il mi chiedi e di ciograve pur ti cale 285 Abbi che un tempo fu questa magione Ricca ed in pregio fincheacute ei qui si tenne Ma fermacircr altro i Numi il condannando Sparir nel mezzo dersquo mortali ignoto Neacute tanto rsquol piangerei se corsquo suoi prodi 290 Perigravea sottrsquoIgravelio o dersquo suoi fidi in braccio Tosto chrsquoei pose termine alla guerra Certo alzato gli arigraveeno i Dagravenai tutti Un monumento da cui grande al figlio Verrigravea nersquo tardi secoli la gloria 295 Or non senza ignominia il si ghermicircro Le Arpie non visto e inonorato sparve Ned altro mi lasciograve che affanni e pianto Neacute di lui solo il duol mrsquoange ben altri Infortuni darsquo Numi mi si ordicircro 300 Tutti i Proci che imperano Duligravechio Same e Zacinto drsquoalti boschi verde Quersquo che usurpacircr dellrsquoaspra Igravetaca il regno Anelano a impalmar la madre ed ella Neacute rifiutar neacute a fin trar puograve le nozze 305 Detestate ed ei intanto il mio retaggio Divorano disegravertanmi la casa Neacute guari andragrave che perderan me stessoraquo

α 252 laquoAhi ndash replicograve la diva in gran disdegno ndash Ben trsquoegrave mestier del troppo a lungo assente 310 Tuo genitor drsquoUlisse che le invitte Man sovra i Proci oltracotati avventi Se nersquo portici lagrave del suo palagio Drsquoimprovviso giungendo or si affacciasse Con elmo e scudo e con due lance tale 315 Qual io da prima alla mia mensa il vidi Vivandar lieto drsquoEfigravera tornato Dove albergograve presso il MermeridrsquoIlo Andograve a chiedergli ei lagrave velen mortale

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Per imbever le frecce e non lrsquoottenne 320 DrsquoIlo cheacute tema degli Eterni il prese Ben lo gli diede il padre mio cotanto Dismisurato affetto gli portava Oh se tal qui irrompesse Avrigravean costoro Ratto la morte e rsquol maritaggio amaro 325 Ma se venir dersquo Proci a vendicarsi Debba in sua reggia o no sulle ginocchia Sta degli Eterni Ad avvertir trsquoassenno Come tu quinci discacciar li possa Orsugrave al mio dir porgi lrsquoorecchio ed opra 330 Convoca i prodi Achivi a parlamento Dimani e rsquol tuo sermon converso a tutti Chiama gli Eterni in testimoni e arsquo Proci Spegravergersi ed ir arsquo tetti loro ingiungi Se di nozze il desigraveo punge la madre 335 Ritorni arsquo tetti del possente Icagraverio Quivi i parenti fermeran le nozze Con ricchi doni quanti mai srsquoaddice Chrsquoabbiano a seguitar figlia sigrave cara Piagravecemi un saggio ancor pogravergerti avviso 340 E tu rsquol ricetta in cor La miglior nave Di veacutenti eletti remator guernita Del padre varsquo da sigrave lunghi anni assente Novelle a procacciar sia che un mortale Le ti narri sia che la voce ascolti 345 DallrsquoOligravempio inviata arcana voce Che tutti ascosi eventi apre e disvela Varsquo prima a interrogar Negravestore a Pilo Indi appo il biondo Menelao in Isparta Che di tutti gli Achivi ultimo giunse 350 Se udrai che vive e che ritorna Ulisse Sostien bencheacute dolente un anno intero Ma srsquoodi chrsquoei perigrave ritorna e gli ergi Un sepolcro e magnifici i funegravebri Onor per Te come egrave ben degno ei srsquoabbia 355 Indi eleggi alla madre un altro sposo Adempiuti che avrai cotesti uffici Nellrsquoimo del tuo cor tieni consiglio Con te medesmo e ferma o con inganno Porre od a viva forza i Proci a morte 360 Cheacute dersquo giuochi lrsquoetagrave passograve neacute lice

ODISSEA

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Pargoleggiar a Te che adulto sei Non odi tu qual gloria appo i mortali Oreste si acquistograve tosto chrsquoei spense Egisto traditore e parricida 365 Che il gran padre gli uccise Oh mio diletto Bello e grande ti veggio al par sii forte Acciograve lodato nellrsquoEtagrave future Il tuo nome risuoni Ecco al mio legno Riedo ed arsquo miei compagni a cui rsquol mio indugio 370 Torna omai grave Or di Te stesso a Te Caglia e del mio parlar trsquoassenna ed opraraquo

α 306 Ed il garzon prudente laquoAffettuose Ospite mio son le tue voci un padre Parla al figlio cosigrave neacute fia giammai 375 Chrsquoio le ponga in obbligraveo Ma or ti sofferma Bencheacute vogravelto al partir tanto che un bagno Grato ti porga allrsquoanima conforto Indi lieto addurrai sul tuo naviglio Eletto e prezioso un mio presente 380 Ricordo del mio amore e quale arsquo cari Ospiti suole un ospite offerirloraquo

α 314 laquoNon mi tardar la desiata via ndash Palla rispose ndash Accetterograve il bel dono Che a darmi il cuor trsquoinvoglia al mio ritorno 385 Ed arsquo miei tetti il porterograve tu allora Da me un altro otterrai non di Te indegnoraquo

α 319 Detto la Dea si dileguograve e veloce Via volando comrsquoaquila disparve Spirograve allrsquoeroe forza ed ardir piugrave viva 390 Destogravegli in cor lrsquoimmagine paterna Riscorso il tutto di stupor fu oppresso Cheacute del Dio si avvisograve Ratto lrsquoeroe Vegraver la schiera dersquo Proci il piegrave rivolse

α 325 Un vate insigne gigravea tra lor cantando 395 E tutti assisi gli porgeano orecchio Taciti attenti ridicea il funesto Ritorno degli Achei dallrsquoIgravelie piaggie Che irata a loro destinograve Minerva

α 328 Nelle stanze superne in petto accolse 400 Penegravelope il divin canto e per lrsquoalte Del palagio regal scale discese Sola non gigravea cheacute la seguigravean due ancelle

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Giunta presso i chiedenti in sulla soglia Della solida porta il piegrave ritenne 405 Quella gran donna di beltagrave un bel velo Che giugrave del capo le scendea ondeggiando Le adombrava le gote e tra le ancelle Conversa al vate sigrave dicea piangendo

α 337 laquoFegravemio altre molte sai gioconde istorie 410 Vaghezza dersquo mortali inclite gesta Dersquo Numi e degli eroi tema dersquo vati Canta di quelle alcuna or che beendo Stanno in silenzio ad ascoltarti i Proci Ma cessa omai questa canzon lugugravebre 415 Che mi trafigge il cor sempre chrsquoio lrsquooda Perograve che me vie piugrave che ogni altra opprime Disperato dolor Quanto desigraveo Mrsquoarde di riveder capo sigrave caro Dolce nella memoria egravemmi pur sempre 420 Quel prode la cui gloria alto si spande Nella Tessagravelica Egravellade ed in Argoraquo

α 345 laquoO madre mia ndash Telegravemaco rispose ndash A vate sigrave gentil percheacute contendi Chrsquoei pur ne alletti come il cor gli spira 425 Cagion dersquo nostri guai non son giagrave i vati Ma Giove che i suoi doni aglrsquoingegnosi Mortali come a grado gli egrave comparte Dunque a carco di Fegravemio appor non vuogravelsi Se il triste fato degli Argivi or canta 430 Quanto recente egrave piugrave tanto riesce Agli ascoltanti la canzon piugrave grata Ringagliardisci il cuore ogravedila o Madre Cheacute al solo Ulisse non frodograve il ritorno Troia ma al par di lui molti pericircro 435 Risali ad alto arsquo tuoi lavori intendi Alla spola al pennecchio e dellrsquoancelle Sullrsquousate opre vigilar ti piaccia La cura di parlar nelle adunanze Lascia agli uomini tutti e piugrave che ad altri 440 A me cui lrsquoimperar qui dentro spettaraquo

α 360 Ammirata Penegravelope rivolse Vegraver le superne stanze il piegrave guardando Del figlio in cuore gli assennati accenti Indi salita con le ancelle ad alto 445

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Ulisse il caro suo sposo piangea Fincheacute di un dolce sonno le palpegravebre Soavemente le gravograve Minerva

α 365 Romoreggiar in questa udigraveansi i Proci Per la sala oscurata accesi tutti 450 Dal desiderio di giacerle accanto Telegravemaco allor sorse e a dir si prese

α 368 laquoO della madre mia vagheggiatori Audaci e fieri orsugrave prendiam conforto Dallrsquoapprestata mensa e rsquol rumor cessi 455 Bello fia rsquol vate udir che glrsquoImmortali Cantando adegua Ma dimani allrsquoalba Tutti al foro trarremo ivi seggendo Con secura mi udrete alma intimarvi Che di qua disgombriate Ad altre mense 460 Volgeacutetevi ciascun nel proprio albergo Con alterni conviti il suo consumi Che se il retaggio piagravecevi drsquoun solo Impunemente disertar seguite Gli Eterni invocherograve percheacute lrsquoOligravempio 465 Vi dia dellrsquoopre guiderdon condegno Tal che qui scorra il vostro sangue inultoraquo

α 381 Tutti a quel franco dir morser le labbra Meravigliando e lrsquoEupigravetide laquoAh certo Tanta alterezza e rsquol ragionar sigrave ardito 470 Lo ti spiracircr nellrsquoanimo gli Eterni Regnar non mai concegravedati lrsquoOligravempio Igravetaca a cui rsquol natal sogravelo ti chiamaraquo

α 388 laquoAntigravenoo concitar ti potragrave a sdegno Ciograve chrsquoio dirograve ndash Telegravemaco riprese ndash 475 Se Giove il mi concede io di buon grado Lo scettro accetterograve Presso arsquo mortali Il credi tu don sigrave funesto Certo Regnar non egrave sventura ampia dovizia Nella magion di un Re tosto risplende 480 Piugrave che mai lo si onora Igravetaca molti Prenci di fresca e di matura etade Recepe in seacute potrigravea di lor qualcuno Poicheacute di vita il padre uscigraveo regnarla Ma dersquo miei tetti Re sarograve e dersquo servi 485 Che per me conquistograve lrsquoinclito Ulisseraquo

α 399 E rsquol Polibide laquoQual dersquo Greci fia

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DrsquoIgravetaca il Re nol so posa lrsquoevento Sul ginocchio dersquo Numi I tuoi tesori Possiedi e regna sulla tua magione 490 Ned uom (fincheacute abitata Igravetaca fia) A malgrado di te neacute mai per forza Rapigraverteli ardiragrave Ma da Te bramo Saper che buono sei chi egrave lo straniere Donde ei partigrave Onde lrsquoorigin ebbe 495 Di qual sangue qual terra Ad annunziarti Il ritorno del padre o qua se nrsquo venne A chieder ciograve che gli si dee Repente Senza patir che altri rsquol ravvisi sparve Neacute giagrave vile arsquo sembianti uom si parearaquo 500

α 412 E rsquol garzon saggio laquoMorta in me ogni speme Disperato egrave il redir del padre mio Eurigravemaco Se alcun fia che il mi annunzi Nol crederograve neacute feacute presto neacute calmi Dersquo vaticini che la madre chiede 505 Allrsquoindovin quando in sue stanze il chiama Ospite mio paterno egrave lo straniere Di Tafo Mente che del prode Anchiagravelo Vagraventasi figlio arsquo Tafi ersquo signoreggiaraquo

α 420 Tal diegrave risposta ma nel suo concetto 510 Della diva immortal feacutecesi accorto Nersquo diletti del canto e della danza A trastullarsi seguitacircro i Proci Fincheacute sorvenne lrsquoimbrunir del giorno A guida della notte Egravespero giunto 515 Star in feste li vide Allor ciascuno Ito arsquo suoi tetti diede gli occhi al sonno E Telegravemaco ancor lagrave rsquove construtta Nel bel recinto del cortil superbo Cospicua e vasta gli sorgea la stanza 520 Cercograve il riposo E gigravea con lrsquoalma intanto Agitando qua e lagrave molti disegni Al suo fianco portava accese faci La prudente Euriclea figliuola drsquoOpi Pisenograveride che giagrave un digrave col prezzo 525 Di veacutenti tori comperograve Laerte Quando la fresca etagrave piugrave la abbelligravea Al pari la onorograve nel suo palagio Drsquouna casta consorte neacute giammai

ODISSEA

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Lrsquoira temendo coniugal toccolla 530 Ella il cammin schiarando al giovinetto Egraveragli al fianco piugrave che ogni altra serva Lrsquoamograve cheacute lrsquoallevograve sin da bambino Costei la porta dellrsquoadorna stanza Aperse ed egli sovra il letto assiso 535 Svestigrave la molle tunica e alla saggia Donna la pose in man che ripiegolla Con arte la sospese alla caviglia Del traforato letto e di lagrave uscigraveo Trasse la porta per lrsquoanel drsquoargento 540 A seacute di retro indi tirograve la soga E la stanga abbassograve Lagrave sotto il molle Fior di lana il garzon lrsquointera notte In se medesmo tacito volgea Fornir la via che glrsquoindicograve Minerva 545

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LL II BB RR OO SS EE CC OO NN DD OO

Parlamento degli Itacesi Dipartenza di Telegravemaco

CCOME apparve nel Ciel rosea le dita La figlia del mattin surse di letto DrsquoUlisse il figlio caro e dersquo suoi panni Si rivestigrave sospese ad armacollo Lrsquoacuto brando sotto i piegrave adattossi 5 I leggiadri calzari e dalla stanza Ratto si dipartigrave sembiante a un Dio Tosto agli araldi di sonora voce Impose i ben chiomati a parlamento Argivi convocar che frettolosi 10 Accorsero Poicheacute si ragunacircro Sorvenne ei pur tra man tenendo unrsquoasta Di terso rame due veloci cani Gli osservavano i passi a lui drsquointorno Spargea celestial grazia Minerva 15 Mentre egli procedea le genti tutte Prese da meraviglia e da diletto Stavano a contemplarlo ei sul paterno Seggio che i vecchi cegravessergli si assise Primo Egizio parlograve curvato il dorso 20 Gli ebbe lrsquoetade e cose molte ei seppe Vegraver Igravelio navigograve col divo Ulisse Il diletto suo figlio il prode Antigravefo Che il Ciclope crudel nellrsquoantro uccise E di lui srsquoimbandigrave lrsquoultima cena 25 Tre figli ancor avea lo stuol dersquo Proci Eurigravenomo accresceva alla coltura Diecircr opra gli altri dersquo paterni campi Non mai pose in obbligraveo lrsquoassente figlio Quel doloroso drsquoalta angoscia oppresso 30 Con sospiri e con lagrime il richiama Neacute senza pianto allor cosigrave a dir tolse

β 25 laquoUdite tutto che spigraverami il cuore

ODISSEA

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Itacesi Non mai per noi si tenne Concilio neacute assemblea dal digrave che Ulisse 35 Veleggiava Chi dunque or qui ci aduna Qual cura arsquo garzon nostri ovvero a quelli Di piugrave matura etagrave lrsquoanimo or preme Dellrsquoarmata qualcun seppe il ritorno E ciograve che prima udigrave ridir desigravea 40 Od altro ci esporragrave che alla salute Pubblica giovi Ottimo il credo e spero Che da questa adunanza ei si avvantaggi Deh quanto volge in cor Giove gli adempiaraquo

β 35 Del presagio il garzon gioigrave neacute stette 45 Assiso piugrave cheacute drsquoarringare ardea Trasse nel mezzo e preso in man lo scettro Che il saggio araldo Pisenograver gli porse

β 40 laquoVeglio ndash disse ndash non egrave quinci lontano (Via via rsquol ravviserai) lrsquouom che questrsquooggi 50 Il popolo adunograve Son io cui grava Immenso affanno il cor Non del ritorno Dellrsquoarmata neacute drsquoaltro che al comune Util confaccia favellarvi or deggio Ma toccherograve un mio guaio ed una doppia 55 Sventura che piombograve sul tetto mio Il buon padre perdei che tra voi stessi Qual padre affettuoso un digrave regnava Or ecco altra piugrave grave che dallrsquoimo Sovvertiragrave tutti i miei stati e intero 60 Il mio retaggio struggeranne I Proci Figli di lor che qua possenti or sono Irrompendo impalmar la renitente Genitrice vorrigravean pur temon tutti Drsquoir ad Icagraverio acciograve la figlia ei doti 65 Per disposarla a quei che Ella desigravea Ma vengono al mio albergo e stagravenvi ognora Ad isgozzarmi i tori e le mie agnelle E le capre piugrave pingui a ricca mensa Alleacutegransi e tracannano a lor voglia 70 Impunemente il brun Liegraveo struggendo Tutto quanto il mio aver Ned havvi eroe Pari ad Ulisse che darsquo tetti nostri Tanto e sigrave fier disastro alfin respinga Debile e ignaro nel mestier dellrsquoarme 75

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Non basto a mrsquoaitar ben la costoro Baldanza conterrei ben forse un giorno Terribil diverrogravenne a costor tutti Se la forza in me par cresce allrsquoardire Oh Intollerandi eccessi In men che onesta 80 Guisa la magion mia giagrave giagrave ruina O cittadini drsquoIgravetaca vi prenda Di voi stessi vergogna ah sigrave fuggite Le rampogne dersquo popoli che intorno Abitan questi liti paventate 85 Lrsquoira dersquo Numi non su voi la pena Di misfatti sigrave orribili ricaggia LrsquoOligravempio e Temi implorerograve che aduna Le assemblee dersquo mortali e le disperde Reprimeteli amici e abbandonate 90 Me solo in preda al duol che mi trafigge Ove lrsquoottimo Ulisse il padre mio Avverso arsquo prodi Achei con danni ed onte Oppressi gli abbia e voi pur anco avversi Con danni ed onte a opprigravemermi accorrete 95 Eccitando costor Certo mi focircra Utile piugrave che voi gli arredi miei Voi consumaste i miei proventi e rsquol gregge Cheacute otterrei presto il debito ristoro Ridomandar per la cittagrave a ciascuno 100 Con gran ressa verrei le mie sostanze Fincheacute rese da voi foacutessermi tutte Ora senza compenso e senza speme Mi avventate nel cor fieri tormentiraquo

β 80 Irato disse e via gittograve lo scettro 105 Mescendo al sospirar dirotto il pianto A quella vista di pietagrave fu toacutecco Il popol tutto ed i medesmi Proci Taciti immoti stavano neacute alcuno Con detti acerbi saettarlo ardigravea 110 Antigravenoo solo si levograve e rispose

β 85 laquoAudace arringator giovine imbelle Telegravemaco percheacute ci oltraggi e un marchio Drsquoinfamia tenti imprigravemerci nel voacutelto Carco arsquo Proci non dar ma sigrave alla cara 115 Madre drsquoogni sottile arte maestra Giagrave scorso il terzo or vogravelgesi il quartrsquoanno

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Che nel petto agli Achei lrsquoanimo elude Tutti pasce di speme a tutti invia Messi drsquoamor con tenere impromesse 120 Ma in mente altro rivolge Ed anche questo Inganno immaginograve Tela sottile Dismisurata oprando a noi sigrave disse ldquoGiovani che impalmar me desiate Poicheacute Ulisse perigrave deh le mie nozze 125 Dallrsquoaffrettar restagravetevi sin tanto Chrsquoio fornir possa per lrsquoeroe Laerte Questrsquoammanto funegravebre (e sigrave non vada Perduto il lavorigraveo delle mie fila) Quando a patir di morte i lunghi sonni 130 A seacute il trarragrave la dispietata Parca Non forse presso il popolo qualcuna Meco si adiri delle Achee se privo Giaccia sin drsquoun lenzuol colui che tante Ricchezze possedeardquo Subitamente 135 Questi detti trovacircr fede appo i nostri Animi generosi Ordigravea di giorno La gran tela e di faci allo splendore Di notte la stessea Sino al terzrsquoanno Stette cosigrave merceacute sue fraudi occulta 140 Eludendo gli Achei Ma come lrsquoOre Il quarto rimenacircr ne fece accorti Della frode unrsquoancella e quindi colta Nellrsquoatto fu Penegravelope da noi Che distessea la sua splendida tela 145 Coacutempierla allor dovette a suo malgrado Necessitagrave stringegravendola Ecco quanto Ti dichiarano i Proci onde tu rsquol sappia Ned alcun altro degli Achei lo ignori Via rimanda la madre e le prescrivi 150 Quei disposar che le disegna il padre O chi tra gli altri ella terragrave piugrave caro Ma se gran tempo ancor di Grecia i figli Affanneragrave pur di quersquo pregi usando Di che le fu sigrave liberal Minerva 155 Che la instruigravea nersquo bei lavori e dielle Acuto ingegno e scaltri accorgimenti Quai non udimmo noi darsquo maggior nostri Delle antiche di Grecia inclite donne

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Di ricche trecce e di beltagrave perfetta 160 Tiro Alcmena Micene a cui sigrave adorni Pensier non mai si aperser nella mente Come son quei di che Ella ognor srsquoinfiora Ma se dissi persiste a usarci inganni Non le succederan come si avvisa 165 Darsquo Proci tutti divorato e sperso Ti fia il retaggio e le ricchezze e il vitto FinchrsquoElla in petto ratterragrave il consiglio Che le posero i Numi A seacute gran fama Procacceragrave ma te faragrave dolente 170 Del van desigraveo del ben perduto Or noi Neacute porrem cura ad altro ned il piede Rimoverem da queste soglie se Ella Pria non disposa quel che piugrave le aggradaraquo

β 129 laquoNo ndash replicograve Telegravemaco ndash non mai 175 Da queste soglie mie caccerograve in bando Chi partorigravemmi e del suo sen mi crebbe O lontan viva il padre o non piugrave spiri Certo duro mi fia tornare a Icagraverio Sigrave ricca dote che tornar pur deggio 180 Ovrsquoio la madre al dipartir costringa Di gravi mali il padre e di piugrave gravi Mrsquoopprimerebbe un Dio da che scendendo Da questrsquoalbergo invocheragrave la Madre Le ultrici Erinni ed io alle genti tutte 185 Verrei in orror Ah no sigrave ria parola Non fia Proci da me proferta mai Se irati siete uscigravetemi di casa Igravetene ad altri deschi alternamente Lrsquoun lrsquoaltro inviti e lrsquoaver suo consumi 190 Ma se il retaggio divorar drsquoun solo Piagravecevi impunemente e voi seguite Invocherograve gli Eterni acciograve che Giove Vindice surga e qui caggiate inultiraquo

β 146 Detto due dalla cima ardua del monte 195 Aquile gli mandograve dersquo tuoni il Dio Tra lor vicine i tesi vanni immoti Con lo spiro volavano dersquo vegraventi Ma come fucircr dellrsquoassemblea sul mezzo Scuotendo i folti vanni roteando 200 E sul capo dersquo Proci il guardo affiso

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Morte a tutti auguracircro alfin con lrsquounghie Fendegravendosi ciascuna i fianchi e il collo Impeto fecircro a destra attraversate Le mura e la cittagrave si dileguacircro 205 A quella vista attoniti nellrsquoalma Agitavan qual mai coacutempiersi evento Futuro si dovea Tra loro il veglio Aliterse Mastograveride allor surse Che i coetanei suoi vincea nellrsquoarte 210 Di conoscer gli augugraveri e che del Fato I decreti chiarigravea benigno arsquo Greci Allrsquoadunanza si converse e disse

β 161 laquoUdigravetemi Itacesi e voi piugrave che altri Proci a cui profeteggio Unrsquoeminente 215 Ruina vi minaccia a lungo Ulisse Non rimarragrave darsquo suoi cari lontano Giagrave giagrave si appressa ed a voi tutti apporta Sterminio e morte neacute a voi soli molti DrsquoIgravetaca abitator con voi cadranno 220 Teniam dunque consiglio o cittadini Per reprimer costoro o da se stessi Affregraveninsi cheacute ciograve drsquoassai lor giova Ignaro no ma esperto agraveugure io sono Tutto che giagrave predissi avvenne quando 225 Per Igravelio con gli Achei sarpava Ulisse Molti gridai patiragrave affanni tutti Perderagrave i suoi compagni a tutti ignoto Faragrave ritorno nel vigesimrsquoanno Ecco or lrsquointero oracolo si adempieraquo 230

β 177 E rsquol Polibide Eurigravemaco laquoSu via Ricovra in tua magion lagrave profeteggia Vegliardo arsquo figli tuoi non forse alcuna Sventura un digrave gli opprima io vorsquo far chiari Assai meglio di Te cotesti augugraveri 235 Sotto i raggi del Sol per lrsquoaere immenso Molti e molti augei volano pur tutti Non danno indizio di futuri eventi Quinci lontan perigrave giagrave Ulisse Oh seco Morto fossi pur tu Cesserigravean tanti 240 Tuoi vaticini neacute aizzar torresti Di Telegravemaco lrsquoira in tua magione Pur lrsquoaspettando a pogravergerti alcun dono

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Questo io ti dico e fia Se tu drsquoantiche Scaltrezze esperto ad irritar persisti 245 Con fallaci parole il giovinetto Gli nocerai senza che i tuoi disegni Possa pel tuo predir porre ad effetto E noi veglio imporreacutemti una tal multa Che ti fia il sostenerla aspro tormento 250 Or vorsquo assennar Telegravemaco rimandi La madre a Icagraverio appresteran le nozze I parenti colagrave di molti e ricchi Doni la seguiran come si addice A tal figlia diletta Oh certo prima 255 Non ristaranno no di Grecia i figli Dallrsquoinchiesta ostinata alcun non havvi Che ci atterrisca bencheacute sigrave loquace Non lo stesso Telegravemaco neacute cura Prendiam giagrave noi del vaticinio o veglio 260 Che ad annunziar testeacute ti feacutesti indarno Anzi da noi maggiore odio trsquoacquisti Strutte figraveen le sostanze e lrsquoordin guasto Fincheacute arsquo Greci costei le nozze indugia Per la costei virtugrave con lunga attesa 265 Contenderemo neacute giagrave ad altre spose Aspirerem bencheacute di noi ben degneraquo

β 208 Ed il garzon laquoEurigravemaco e voi Proci Neacute porger prieghi piugrave neacute qui davanti Allrsquoadunanza ragionar mi udrete 270 Giagrave giagrave agli Eterni abitator del Cielo Arsquo Dagravenai tutti giagrave chiara egrave ogni cosa Un legno e veacutenti regravemigi sol chieggo Che mi aprano qua e lagrave lrsquoequoree vie A Sparta a Pilo dellrsquoassente padre 275 Per ritrar mi addurrograve sia chrsquouom me nrsquo parli O la voce di Giove oda che tutti Del futuro gli arcani apre e disvela Se udrograve chrsquoei vive e rediragrave quantunque Dolente un anno sosterrograve ma dove 280 Estinto sia tornato al natigraveo loco Glrsquoinnalzerograve un sepolcro e con funegravebre Pompa qual si convien fagravettogli onore Da me la madre accetteragrave uno sposoraquo

β 224 Tacque e si assise Tra gli Argivi surse 285

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Megraventore giagrave compagno al prode Ulisse A cui quando nel suo legno saligravea Commise di vegghiar sopra i suoi cari Drsquoobbedire a Laerte e guardar tutti Integri i beni suoi Con saggio avviso 290

β 229 laquoTutto che il cuore spigraverami deh udite Itacesi ndash sclamograve ndash Benigno e mite Scettrato Re no non piugrave sia ned alti Sensi volga nel cor ma crudel sempre Con ingiusti e feroci atti imperversi 295 Poicheacute tra i tanti popoli che resse DrsquoIgravetaca il Re qual padre affettuoso Uom non mi occorre piugrave che il si rammenti Neacute i Proci incolpo giagrave persquo violenti Atti che ognuno in sua vil alma ordisce 300 Cheacute la testa vi arrischiano struggendo Questa magion drsquoUlisse a cui disdetto Si credono il ritorno Or contro gli altri Del popolo mrsquoadiro Oh voi sedete Tutti muti Neacute pur drsquouna rampogna 305 Comprimete costor debili e pochi Bencheacute voi siate un popolo infinitoraquo

β 242 laquoOh che dirsquo tu ndash Leogravecrito rispose ndash Stolto e furente Megraventore esortando Il popolo a reprimerci Ben duro 310 Focircra a gran moltitudine assaltarci Lagrave nelle feste dersquo conviti accolti Anzi reverso qua lrsquoIgravetaco Ulisse Se bramasse scacciar dal suo palagio I fieri Proci banchettanti certo 315 Non giagrave la donna sua ne andrebbe allegra Bencheacute tanto il desii del suo ritorno Cadrigravea pur lagrave di men che onesta morte Se contro tanti ei combattesse a torto Quindi tu parli Or via popoli ognuno 320 Divigravedasi dagli altri ed alle usate Faccende omai ritorni i suoi paterni Ospiti antichi Megraventore Aliterse La costui dipartenza affretteranno Pur mi credrsquoio che lunga pezza assiso 325 Chieder farassi in Igravetaca novelle Neacute tal viaggio forniragrave giammairaquo

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β 257 Detto repente ruppe lrsquoadunanza Lrsquoun dallrsquoaltro divisi i cittadini Ciascun srsquoincasa nel regal palagio 330 Del divo Ulisse rientracircro i Proci

β 260 Ma solingo il garzone ito alla riva Le man lavograve nel pelago ondeggiante Ed a Minerva supplicograve laquoDeh mrsquoodi Dea che apparendo ier nel mio palagio 335 Per lo mar tenebroso ir mrsquoimponesti Del padre in traccia da gran tempo assente Contrasto fanno al tuo comandamento Piugrave che gli Argivi i Proci empi di cui Trapassa lrsquoarroganza ogni confineraquo 340

β 267 Sigrave disse orando Gli si fersquo drsquoappresso Pagravellade che la voce e le fattezze Assunte avea di Megraventore e gli disse

β 270 laquoNo non ti falliragrave neacute ardir neacute senno Drsquoora innanzi o Telegravemaco Se in vero 345 Ti stillograve in cor la sua virtude il padre Che quanto impreso avea quanto per fede Legagravevasi di far sempre compiea Il tuo viaggio no non andragrave a vograveto Ma se tu di Penegravelope e di Ulisse 350 Degno figlio non sei ciograve che ora brami Speme non ho che trarre a fine il possa Neacute giagrave trsquoammirerai del dubbiar mio Che pochi figli agguagravegliansi arsquo lor padri Peggiori i piugrave di rado alcuno avanza 355 I maggior suoi Ma come in Te neacute il senno Neacute lrsquoardir verragrave men se la saggezza Del tuo gran genitor non ti abbandona Consumerai credrsquoio siffatta impresa Dunque i disegni a vil prendi e le trame 360 Degli insensati Proci cheacute rubelli Alla ragion si rendono ed al giusto Neacute della Morte pur si fanno accorti Che sta lor presso neacute dellrsquoatra Parca Che perir li faragrave tutti in un giorno 365 Il viaggio che imprendere fermasti Piugrave non pate drsquoindugio Io tal drsquoUlisse Mi son compagno che veloce un legno Poacuterti vorsquo in punto e accompagnarti io stesso

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Ma tu riedi al palagio e lagrave ti mostra 370 Alla schiera dersquo Proci indi apparecchia La vettovaglia e la ripon nersquo vasi Nellrsquourne il buon Liegraveo la cereale Bianca polve dellrsquouom forza e midollo Nersquo densi otri rinserra Io vo a gran fretta 375 Raccocircr per la cittagrave presti arsquo tuoi cenni Volontari compagni Havvi non poche Nella dal mar cerchiata Igravetaca antiche Navi e novelle Eleggerograve tra queste Lrsquoottima e tosto drsquoogni attrezzo armata 380 Per noi verragrave sul vasto mar sospintaraquo

β 296 Palla cosigrave figlia di Giove Udita La voce della Dea piugrave non ristette Telegravemaco ma il piegrave celere mosse Angosciato nel cor verso la reggia 385 Rosolar verri ed iscuoiar capretti I fieri Proci nel cortil rinvenne Gli si fersquo incontro Antigravenoo e sogghignando Per mano il prese lo nomograve e gli disse

β 303 laquoO dicitor sublime o giovin prode 390 Piugrave non volgere in cor funeste cure In parole od in opre anzi con noi A vivandar comrsquoegrave tua usanza or vieni Tutto che ti fia drsquouopo appresteranno Nave ed esperti regravemigi gli Achei 395 Acciograve ratto varcar tu possa a Pilo Del chiaro genitor dietro alla famaraquo

β 309 Ed il garzon laquoNon piugrave con voi superbi Mio malgrado seder conviemmi a desco Neacute tranquillo allegrarmi Oh non vi basta 400 Le tante avermi o Proci alme ricchezze Divorate quandrsquoio mrsquoera fanciullo Ma or che grandeggiar giagrave mi vedete Che mi fo senno dellrsquoaltrui consiglio E che lrsquoalma nel sen creacutescermi sento 405 Scagliarvi tenterograve le Parche addosso O parta o qua tra il popolo rimanga Andrograve neacute vano fia il cammin su nave Da carco cheacute alcun legno io non possedo Neacute regravemigi sigrave par che a voi piugrave gioviraquo 410

β 321 Divelse e a seacute tirograve la mano in questa

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Dalla man drsquoAntigravenoo seguigraveano intanto A far lrsquoappresto del convito i Proci Trafiggendo il garzon di motti acerbi

β 325 Di quersquo protervi alcun laquoCerto ndash dicea ndash 415 Far di noi divisograve fervida strage Da Pilo condurragrave seco o da Sparta Vindici cheacute tal brama il cor gli strugge Od ito al pingue suol drsquoEfigravera un fiero Velen trarranne che da lui gettato 420 Nellrsquourne tutti ci trarragrave di vitaraquo

β 331 laquoChi sa ndash di quersquo superbi un altro aggiunse ndash Chrsquoegli errando sul mar darsquo suoi lontano Come Ulisse non pecircra Oh quanta allora Fatica sosterrem Sigrave gran retaggio 425 Partir dovremo e cedere alla madre Ed a colui che impalmeragrave la reggiaraquo

β 337 Nellrsquoalta intanto spaziosa sala Scese del padre dove lrsquooro e il rame Ammassati giacean lagrave ornate vesti 430 Chiuse nellrsquoarche e lagrave fragranti essenze Lagrave vrsquoeran di Liegraveo botti ricolme Vecchio puro licor nettareo al tutto In lungo presso il muro ordine poste Per Ulisse guardagravevansi ovrsquoei fesse 435 Patiti aspri travagli arsquo suoi ritorno Gran porta a doppie imposte intra seacute strette Tenacemente custodigravea lrsquoentrata Questi tesor digrave e notte vigilava Del PisenoridrsquoOpi la prudente 440 Figlia Euriclea Telegravemaco la chiama E dal petto volar fa questi accenti

β 349 laquoAttignere ti piaccia o mia nutrice Vin soave nellrsquourne e rsquol miglior sia Dopo quel che aspettando il divo Ulisse 445 Gli tieni in serbo se pur fia che sfugga Lrsquoinfelice alla Parca e arsquo suoi ritorni Dodici vasi mrsquoempi e li suggella Di polve cereal veacutenti mi versa Misure in ben chiusi otri Ma tu sola 450 Sagraveppilo e poacutemmi ciograve che dissi in punto Verrograve qui a sera e prenderograve tai cose Quando la madre risalita ad alto

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Gli occhi al sonno daragrave Cheacute giagrave mi egrave tardo Pilo ed Isparta visitar se mai 455 Verrammi fatto udir qualche novella Sul bramato redir del padre mioraquo

β 361 Ululograve diegrave in gran pianto e sigrave rispose Lrsquoaffettuosa tenera Euriclea laquoPercheacute mai concepisti un tal disegno 460 O caro figliuol mio Percheacute sigrave vasta Terra percorrer vuoi Tu che pur sei Diletto unico figlio Ahi certo lunge Perigrave dal suol natigraveo fra genti estrane Lrsquoinclito Ulisse Come dipartito 465 Quinci ne sarai tu che i Proci crudi Insidiando ti trarran di vita E partiragravensi tutte le tue spoglie Deh qui rimanti e qui frarsquo tuoi trsquoassidi Non fa per te del mar voraginoso 470 Affrontati i perigli irne ramingoraquo

β 371 laquoFarsquo cor nutrice mia che non egrave senza Lo spiro drsquouno Iddio questo consiglio Ma giura che di ciograve non farai motto Alla diletta genitrice prima 475 Che sorga in Ciel la dodicesimrsquoalba Salvo che di vedermi ella desii O del mio dipartir voce le giunga Chrsquoio temo non la sua bella persona Dallrsquoostinato lagrimar si struggaraquo 480

β 377 Tacque e la vecchia il giuramento grande Giurograve dersquo Numi e poi che giurato ebbe Dallrsquourne rsquol vino attigravensegli e nersquo densi Otri la polve cereal versava Telegravemaco al palagio indi tornato 485 Tra la schiera avvolgeacutevasi dersquo Proci

β 382 Minerva intanto altro avvisograve vestite Le forme di Telegravemaco percorse In tutte parti la Cittagrave ed a quanti Le occorreano ingiungea che vegraver la sera 490 Sul veloce navil convengan tutti Indi al Fronide Noemoacuten richiese Un legno ed ei di buon grado il promise

β 388 Ascoso il Sol si ombracircr le vie Minerva Nel mare il pin lanciograve poacutestivi tutti 495

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Gli arnesi che un naviglio in seacute rinchiude A gran corso sospinto e nel confine Del porto si piantograve Drsquointorno a lei Ristrigravengonsi frequenti del viaggio I compagni e la Dea gli anima e incora 500

β 393 Ma giagrave la diva dallo sguardo azzurro Concepigravea nella mente altro disegno Giunta repente alla magion drsquoUlisse Con un dolce sopor che arsquo Proci infuse Sigrave li turbograve gli svigorigrave beenti 505 Che di lor man cascarono le coppe Non piugrave seggono a desco al proprio albergo Vagravessene ognun per la cittagrave cheacute grave Cadeva lor sulle palpegravebre il sonno Ma la forma ripresa e in un la voce 510 Di Megraventore la Dea fuor darsquo suoi ricchi Tetti il garzon chiamograve laquoSeggono al remo Telegravemaco i compagni lrsquoirrompente Tua venuta aspettando or via moviamo Ned altro al dipartir poacutengasi indugioraquo 515

β 405 Tacque e ratto il precesse il giovin lrsquoorma Pestagravevale Trovacircr giunti appo il legno I chiomati compagni in sulla riva Cui parlograve del garzon la sacra possa

β 410 laquoOr su per noi qui si trasporti amici 520 La vettovaglia che giagrave tutta accolta Sta nel palagio nulla sa la madre Nulla le ancelle fuori chrsquouna a cui Questo disegno mio non tenni ascosoraquo

β 413 Detto i compagni precorrea che lesti 525 Affollati il seguicircr Lrsquoanfore e gli otri Nellrsquoimpalcata nave deponendo Come drsquoUlisse il caro figlio impose Questi su vi saligravea ma il precedette Minerva che giagrave in poppa egraverasi assisa 530 Accanto ei le posograve Sciolte le funi Darsquo remiganti si occupacircro i banchi Destro a lor avviograve Pagravellade un vento Lrsquoimpetuoso Zegraveffiro che accorso Sul tenebroso mar lrsquoali battea 535 Telegravemaco eccitograve tosto i compagni A dar mano agli attrezzi e quersquo obbedicircro

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Giagrave lrsquoabetino alzato albero in alto Entro il piantacircr la cava base al piede Di corda lrsquoannodacircr tirate in suso 540 Corsquo ben attorti cuoi le bianche vele Nel mezzo il vento le gonfiograve drsquointorno Rimormora lrsquoazzurra onda dirotta Dalla carena del fuggente legno Che via trascorre e rsquol mar vasto rinsolca 545 Poi che le sarte avvinser nel naviglio Di vin le tazze coronacircr libando Arsquo Sempiterni ma piugrave a Te possente Figlia di Giove dallrsquoeteree luci Trascorsi i flutti il pin la notte intera 550 Giunse con lrsquoalba del suo corso a riva

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LL II BB RR OO TT EE RR ZZ OO

Avvenimenti in Pilo

GGIAgrave surto il Sol dal fulgido Oceagraveno Al cielo dalla volta ampia di bronzo Saligravea recando arsquo Numi ed ai mortali Sullrsquoalma terra la diurna luce Quando a Pilo cittagrave forte e superba 5 Giunsero di Negraveleo Stavan le genti Quivi offrendo sul lido un sagrifizio Di tauri tutti negri al Re Nettuno Dai crini azzurri scotitor del mondo Nove erano le schiere in ogni schiera 10 Sedeano cinquecento e per ciascuna Nove buoi srsquoimmolacircr di cui gustate Le viscere ardean lrsquoanche a Enosigegraveo Entracircr diritto in questa gli Itacensi Nel porto ammainacircr le gonfie vele 15 A riva rilegacircro il pin veloce E gittacircrsi nel lido Preceduto Da Palla ei pur Telegravemaco discese A cui la Diva dallo sguardo azzurro Primiera dirizzograve queste parole 20

γ 14 laquoNed ombra pur di giovenil vergogna Telegravemaco or trsquoannoi giagrave rsquol mar solcasti Per udir qual contrada il padre asconda O rsquol fato a cui soggiacque Or su diritto Al bellicoso Negravestore trsquoavvia 25 Sigrave vedrem qual consiglio in sen rattenga Pregravegal del veacuter neacute mentiragrave cheacute somma Prudenza quellrsquoegregio animo annidaraquo

γ 21 laquoO Megraventore ndash soggiunse il giovin saggio ndash

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Come lrsquoappresserograve Quai mover deggio 30 Salutevoli detti Ancor non sono Degli assennati ragionari esperto Neacute garzon verecondo agevolmente Interroga chi a lui drsquoetagrave sovrastaraquo

γ 25 E Minerva laquoNellrsquoanima tua stessa 35 Parte del tuo sermon tu rinverrai Suggeriratti il resto un qualche Iddio Cheacute non credrsquoio chrsquoabbi il natal sortito E rallevato sigravee malgrado arsquo Numiraquo

γ 29 Detto veloce il piegrave Pagravellade move 40 Ed il nobil garzon lrsquoorma le preme Quandrsquoecco fucircr nellrsquoassemblea rsquove assisi Stavano i Pili Trovacircr lagrave il Nelide Corsquo figli suoi mentre i compagni intorno Apprestavan la mensa altri le carni 45 Infiggea negli spiedi ed altri al fuoco Le maturava Tosto che adocchiati Ebbero i forestieri accorser tutti Strinser loro la destra e glrsquoinvitacircro Ad assigravedersi Primo a lor traea 50 Del re Nelide un figlio Pisistragraveto Ambi per man li prende appo la mensa In molli a si adagiar velli glrsquoinvita Di che il lito arenoso era coverto Tra il german Trasimegravede e rsquol padre suo 55 Dersquo precordi fumanti a lor fersquo parte Indi mescendo il vino in aurea tazza Propinava e movea queste parole A Palla figlia dellrsquoEgigraveoco Giove

γ 43 laquoImplora Ospite il Re dellrsquoOceagraveno 60 Peroccheacute giunto qui trsquoavvieni al tempo Del convito a lui sacro A fine tratti Come si addice i libamenti e i prieghi Porgi a questo garzon ricolmo il nappo Del soave licor sigrave chrsquoegli ancora 65 Adempia al rito cheacute pregar gli Eterni Ben credrsquoio chrsquoei vorragrave gli umani tutti Hanno mestier della celeste aigraveta Di te giovane piugrave drsquoetagrave egravemmi eguale Quindi pria porgo a te questrsquoaureo napporaquo 70

γ 51 Detto in man lo gli diegrave Gioigravea Minerva

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Che lrsquoeroe giusto e saggio a lei primrsquoabbia Dersquo libamenti il nappo aureo proferto Tosto molte Ella alzograve preci a Nettuno

γ 55 laquoOdi o tu che la terra intorno cingi 75 Nettun possente e non prendere a sdegno Di adempiere dersquo tuoi supplici rsquol voacuteto Gloria a Negravestore in prima ed arsquo suoi figli Concedi e graziosa indi mercede Dellrsquoinclita ecatombe arsquo Pili tutti 80 A Telegravemaco inoltre ed a me assenti In Igravetaca redir dopo che avremo Fornito ciograve per cui sul ratto legno A queste sacre a te sponde arrivammoraquo

γ 63 Sigrave disse orando indi libograve e la coppa 85 Gemina al buon Telegravemaco porgea Che del par supplicograve Come i donzelli Tolsero al fuoco le arrostite carni Le comparticircro arsquo convitati e questi Gustacircr le dapi della mensa illustre 90 Della fame e del ber spento il desigraveo Primo a dir tolse il Cavalier Nelide

γ 69 laquoInterrogare or gli ospiti si addice Che il cibo ha confortato O forestieri Chi siete onde venite e qual vi spinse 95 Bisogno a traversar lrsquoequoree vie Od ite a caso per lo mar raminghi Come pirati che la vita a rischio Pongon per depredar lrsquoestranee gentiraquo

γ 75 Di seacute fatto sicuro gli rispose 100 Il prudente garzon cheacute nuovo ardire Posto gli ebbe nellrsquoanimo Minerva Acciograve del padre assente al Re dimandi Ed a seacute gloria appo le genti acquisti

γ 79 laquoO Negravestore Nelide inclito vanto 105 Degli Argivi ti piacque interrogarne Chi siamo ed ecco a digraverloti son presto DrsquoIgravetaca che del Negraveio siede alle falde Or qua giungiam parlar drsquouna faccenda Privata non giagrave pubblica ti deggio 110 Vengo se aver possrsquoio qualche contezza Lrsquoampia del padre mio fama seguendo Del magnanimo Ulisse che giagrave teco

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Combattendo comrsquoegrave pubblico grido LrsquoIgravelie mura atterrograve Dersquo guerrier tutti 115 Che corsquo Tegraveucri pugnar per noi si seppe Dove ciascun di ria morte cadeacuteo Ma di Saturno il figlio anche la morte Ci nasconde drsquoUlisse Alcun sinrsquoora Non ci chiarigrave dovrsquoei finigravea se giacque 120 Dersquo nemici per man sul continente O drsquoAnfitrite se rsquol domacircro i flutti A te dunque ricorro e le ginocchia Trsquoabbraccio percheacute a me del genitore Narri la morte dispietata (o lrsquoabbi 125 Con gli occhi propri vista o qualche errante Riferta lrsquoabbia a te) cheacute soprammodo Infelice la madre il partorigravea Neacute di farmi dolente alcun riguardo Ti prenda neacute pietagrave nulla ti tocchi 130 Ma quanto sai deh digravellomi te nrsquo prego Se di consiglio o drsquoopra a te promessa Ti giovograve il padre mio lrsquoegregio Ulisse Lagrave tra le Iligraveache genti ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste Ah questo 135 Rammegraventati ed il veacuter nudo mi svelaraquo

γ 102 laquoFiglio ndash rispose il Cavalier Nelide ndash Tu mi fai rammentar quanti infortuni Appo il nemico popolo patimmo Noi gagliardigravea dersquo Greci invitta prole 140 Sia che sul negro mar corsquo legni errando Di preda in traccia ci guidasse Achille Sia che di Prigraveamo Re sotto alla vasta Cittagrave per noi si combattesse dove Glrsquoincliti nostri eroi cadean trafitti 145 Lagrave giacque il Marzio Aiace e lagrave il Pelide Lagrave Pagravetroclo nel senno emolo arsquo Numi Lagrave il caro figliuol mio lrsquoesimio e forte Antigraveloco del par veloce al corso E prode battaglier ben altre molte 150 Disventure ci oppressero Chi mai Potrigravea tutte ridigravertele Se cinque E sei qui trsquoindugiassi anni chiedendo Quanti guai soffricircr lagrave drsquoEgravellade i prodi Fastidito al natigraveo suol rediresti 155

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Prima che a fin traessi il mio racconto Novrsquoanni interi macchinando offese Con tutti ingegni noi li circuimmo Allor Giove recograve lrsquoimpresa a fine Col divo Ulisse gareggiar di senno 160 Non volle alcun ligrave mai peroccheacute tutti Neglrsquoinventi e le astute arti vincea Col padre tuo Certo gli sei tu figlio Meraviglia mi assal mentrrsquoio ti guardo Cheacute simiglianti arsquo suoi sono i tuoi detti 165 Ned a quel dellrsquoeroe cosigrave conforme Creder potrigraveasi il dir drsquoun giovinetto Fincheacute si guerreggiograve lagrave non avemmo Neacute in parlamento mai ned in concilio Due diversi pareri Ulisse ed io 170 Ma unanimi aprivam quel saggio avviso Che degli Argivi a pro tornar dovea Lrsquoalta cittagrave di Prigraveamo rovesciata Quando le navi salivamo un Dio Disperse lrsquooste Achea da quel momento 175 Funesto in mente macchinograve il ritorno Agli Achivi lrsquoOligravempio cheacute non tutti Prudenti eran neacute giusti anzi un rio fato Molti colpigrave per la terribil ira Della possente Dea dal guardo azzurro 180 Inclita prole drsquoun possente Iddio Che fra gli Atridi aspra eccitograve contesa Convocacircr dissennati a parlamento Contro lrsquousanza a Sol caduto i Greci Che trasser di Liegraveo molto gravati 185 Ad ascoltar ciograve che sponean quersquo duci Menelao lagrave ingiungeva ai Dagravenai tutti A far sul dorso ampio del mar ritorno Ma forte disgradigrave quella proposta AllrsquoAtride maggior che fermo avea 190 Di rattener le schiere ed immolando Sacre ecatombe lrsquoira violenta Della diva placar stolto neacute vide Che drsquoallenirla si studiava indarno Cheacute di leggier non cagravengiasi la mente 195 DeglrsquoImmortali Mentre con alterni Acerbi detti altercano gli Atridi

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Surser levando alto rumor gli Achei Per contrario voler tra seacute divisi Pernottammo cosigrave gli uni agitando 200 Contro gli altri pensier tetri e funesti Cheacute Giove ci apprestava orridi guai Come lrsquoalba apparigrave nel mar le navi Varammo e molte sopra vrsquoimponemmo Dovizie e donne drsquoelegante cinto 205 Mezza lrsquooste restograve lagrave presso il duce Di genti Agamennoacuten lrsquoaltra ovrsquoio salsi Nersquo remi diegrave correvano veloci Le navi cheacute tranquille a noi davanti Lrsquoonde adeguograve del mar pescoso un Dio 210 A Tegravenedo approdati ostie votive Arsquo Numi offrimmo pur dersquo tetti nostri Desiderosi Ma non piacque a Giove Consentirci il redir che dispietato Fiera di nuovo la discordia accese 215 Cheacute Ulisse accorto e saggio Re ritorse Corsquo suoi compagni delle navi il corso Gratificar volendo al sommo Atride Ma io corsquo molti legni che seguicircrmi Fuggigravea presago dersquo disastri gravi 220 Che a nostro danno meditava un Nume Animando i compagni anchrsquoei fuggigravea Di Tidegraveo rsquol figlio bellicoso Tardo Il biondo Menelao ci aggiunse in Lesbo Che del viaggio faticoso e lungo 225 Consultavam se navigar di sopra A Chio petrosa Psirigravea costeggiando E lasciagravendola a manca o sotto Chio Veleggiar lungo il ventoso Mimante Giove pregammo drsquoun prodigio e rsquol Nume 230 Il ci mostrograve poi fendere nel mezzo Il pelago ove Eubegravea sorge crsquoindisse Per condugraverci in gran fretta a salvamento Prospero allor soffiograve vento stridente Da cui le navi oltra sospinte ratto 235 Le vie pescose percorreano tanto Che notturne sorgean sovra Geregravesto Molte colagrave a Nettuno anche di tori Misurato gran mar per noi fucircr arse

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Splendeva il quarto digrave quando i compagni 240 Del prorsquo Tidide ritornacircro in Argo Vegraver Pilo il corso io tenni e quel propizio Vento che un Nume crsquoinviograve da prima Non mai si estinse Di tal guisa o amato Figlio ignaro giunsrsquoio neacute degli Achei 245 Seppi quali campacircr quali pericircro Ciograve poi che accolto nersquo miei tetti udigravea Schietto come si addice or ti appaleso Egrave fama che ritorno ebber felice Gli esperti drsquoasta Tegravessali guerrieri 250 Che lrsquoinclito guidograve figlio drsquoAchille Lrsquoesimia prole di Peagravente ancora Filottete il sortigrave del par felice Tutti i compagni rimenava in Creta Che sfuggicircro alla guerra Idomenegraveo 255 Neacute rsquol mar alcun gli tranghiottigrave Giagrave udiste Bencheacute lontani voi medesmi come Agamennoacuten se nrsquo venne e come Egisto Ria morte gli tramograve Ma costui pure Condegna al suo fallir pena sostenne 260 Oh felice lrsquoeroe che un animoso Figlio dopo di seacute vindice lascia Tal si fu Oreste che traea dal vile Del suo gran padre ucciditor vendetta Tu pur diletto mio (cheacute bello e grande 265 Soprammodo ti veggio) al par sii prode Acciograve il tuo nome alle future genti Lodato di virtugrave splendida voliraquo

γ 201 laquoO Negravestore Nelide inclita luce Delle Argograveliche genti Oreste a pieno 270 Si vendicograve Celebreran gli Argivi Lrsquoalta sua gloria e voleragrave nel canto Delle future etagrave lrsquoinclito nome Ah percheacute forza tal non diemmi rsquol Cielo Da rintuzzar la detestata audacia 275 Dersquo Proci che tramando onte e delitti Mrsquooltraggian tanto Ma neacute al padre mio Ned attorsero a me destin sigrave lieto Gli Eterni or tutto sofferir mi egrave forzaraquo

γ 210 Ed il saggio Nelide laquoO mio diletto 280 (Mi rammenta il tuo dir le tue sventure)

ODISSEA

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Udigravea che molti drsquoimpalmar bramosi A malgrado di Te la genitrice Ti entracircro in casa a opprimerti di guai Dimmi soggiaci senza far contrasto 285 O cedendo allrsquooracolo di un Nume Forse il popolo tutto odio ti porta Chi sa se arsquo tetti suoi reverso il padre Quersquo violenti non suggetti al fio Od ei pur solo ovver corsquo Dagravenai tutti 290 Se diligesse te Pagravellade come Lagrave nersquo campi di Troia il divo Ulisse Dove paticircr gli Achei cotanti affanni (No dersquo Numi favor sigrave manifesto Quale il mostrograve per quellrsquoeroe Minerva 295 Non vidi mai) certo se tanto affetto Ti portasse la Diva e tanta in petto Cura avesse di te giagrave i Proci tutti Posto le nozze avrebbero in obbligraveoraquo

γ 225 laquoO buon veglio ndash Telegravemaco riprese ndash 300 Non credo che tal detto unqua si adempia Trasmodato egrave il tuo dir stupor mi opprime Neacute speme egrave in me che questo accaggia ovrsquoanco Tal si fosse il voler dersquo Sempiterniraquo

γ 229 laquoDeh qual parola ti sfuggigrave dal labbro 305 ndash Lrsquointerrompendo ripigliograve Minerva ndash Quandrsquoa un Nume fia in grado agevolmente Porragrave in salvo il mortal bencheacute lontano Quanto a me torrei dopo acerbe doglie Ricovrar nersquo miei tetti e del ritorno 310 Scorgere il digrave che nel mio proprio albergo Perir come perigravea colpa drsquoEgisto E di sua donna il prode Agamennoacutene La morte sola che a nullrsquouomo perdona Distocircr non ponno da un diletto eroe 315 Gli stessi Eterni abitator del Cielo Quando di lunghi sonni apportatrice La dispietata Parca il si ghermigraveoraquo

γ 239 Ed il garzon laquoNon piugrave Megraventore mio Bencheacute ci opprima il duol di ciograve si parli 320 Gli egrave disdetto il ritorno i Sempiterni La morte e rsquol negro suo destin fermacircro Interrogare or vorsquo drsquoaltro il Nelide

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Che rsquol giusto cole e per lo senno avanza Gli altri su cui tre etagrave fama egrave che regni 325 Tal che allrsquoaspetto mi rassembra un Nume O Negravestore Nelide il veacuter mi narra Come perigrave lrsquoAtride ampio-regnante Agamennoacutene Menelao dovrsquoera Come il perfido Egisto una tal morte 330 Macchinograve chrsquouom di seacute tanto piugrave forte Trucidava Lontan forse era drsquoArgo Acaica Menelao Forse egli errava Fra estranee genti sigrave che la paura Scossa dal petto il traditor lrsquoucciseraquo 335

γ 253 laquoFiglio ndash il Nelide soggiungea ndash sincero Tutto il veacuter ti dirograve Ben ti sersquo apposto Ciograve stesso avvenne Se reverso drsquoIgravelio Sorpreso avesse il biondo Menelao Nel palagio drsquoAtride Egisto vivo 340 Conspersa la costui spoglia non focircra Pur drsquoun pugno di terra ma disteso Lungi dalla cittagrave sarigravea in un campo Pasto drsquoaugei di cani neacute Achea donna Sparso sovrrsquoesso avrigravea stilla di pianto 345 Tanto ria scelleraggine commise Lagrave sottrsquoIgravelio per noi molte battaglie Fornigravevansi ma queto egli nel fondo Del fertil Argo con soavi accenti Del grande Atride la moglier blandigravea 350 Dal turpe fallo rifuggigrave da prima La nobil Clitennestra cheacute nel petto Adorna di virtugrave lrsquoalma chiudea Stagravevale inoltre il chiaro vate accanto Cui diegrave rsquol carco in partendo il sommo Atride 355 Di servargli la sposa intemerata Ma quando Egisto dal destin dersquo Numi Irretito domagravevasi in deserta Isola il vate trasportato quivi Esca e strazio drsquoaugei lo abbandonava 360 Poscia da mutue brame ambi sospinti Lrsquoamante in sua magion lrsquoamata addusse Molte dersquo numi sui sacrati altari Anche di tori ardea molte votive Offerte e vesti ed oro vi sospese 365

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Poi che pose ad effetto il fier disegno Del che nulla speranza in cor nutrigravea Giagrave dipartiti drsquoIgravelio solcavamo Lo stesso mar lrsquoAtride ed io cheacute ognora Gli animi avemmo drsquoamistagrave congiunti 370 Ma come al Sugravenio divenimmo sacro Promontorio drsquoAtene ivi darsquo miti Strali di Febo il suo nocchier fu spento Che del corrente pin tenea rsquol governo LrsquoOnetograveride Fronte che vincea 375 Gli umani tutti dirigendo un legno Quando ruggigravea il furor delle tempeste Lagrave Menelao risteacute bencheacute bramoso Di fornire rsquol viaggio ed al compagno Onor fece drsquoesequie e di sepolcro 380 Ma quando il bruno ei pur mare solcando Corsquo suoi legni correva e giagrave allrsquoeccelso Capo della Malegravea faceacuteasi appresso Allor gli destinograve Giove rsquol viaggio Orrendo gli avventograve striduli vegraventi 385 Che in alto sollevacircr le tumidrsquoonde Tanto che si agguagliavano a montagne Lagrave disperse le navi e parte a Creta Alle correnti del Giagraverdano intorno Dove i Cidoni albergano sospinse 390 Liscia ed alta protegravendesi al confine Di Gogravertina sul mar fosco una rupe Lagrave cacciando i marosi Agraveustro di forza Del promontorio Festo al lato manco Piccola roccia li vi arresta e frange 395 Quivi lrsquoarmata urtograve campacircro a stento Gli uomini ma dal mar fiero cacciati Contro gli scogli si fiaccacircro i legni Pur cinque navi dallrsquoazzurra proda DrsquoEgitto in riva il vento e rsquol mar spingea 400 Mentre lagrave Menelao con queste errava Accumulando vettovaglie ed oro Tra genti di favella altra gli empiea Egisto la magion drsquoorribil lutto Trucidograve Agamennoacuten sottrsquoaspro giogo 405 Il popolo domograve per ben settrsquoanni Alla ricca Micene il freno impose

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Ma lrsquoottavo anno reduce drsquoAtene Sorvegravennegli funesto il divo Oreste Che quellrsquoinfame traditor spegnea 410 Che ucciso il genitore inclito gli ebbe Poscia che lrsquoimmolograve diede agli Argivi La cena sepolcral per lrsquoodiosa Madre e rsquol codardo parricida Egisto Il digrave medesmo Menelao sorgiunse 415 Adducendo con seacute tante ricchezze Di quante ne patigravean le navi rsquol pondo Ma tu mio caro non errar gran tempo Lungi dalle tue case abbandonando Le tue dovizie a quersquo ribaldi in preda 420 Che a partirle faragravensi a divorarle Tal che rsquol viaggio tornerigraveati vano Trsquoesorto nondimeno anzi ti stringo Di trovar Menelao che da straniere Genti guari non egrave si dipartigravea 425 Donde redir mai piugrave non avrigravea speme Chi trasviato da tempeste errasse Lagrave su quel vasto mar da cui nel giro Drsquoun anno non verrebbero gli augelli Perograve chrsquoegrave immenso orribile Or via dunque 430 Pagravertiti col tuo legno ersquo tuoi compagni Se il terrestre cammin piugrave ti talenta Egraveccoti presti il cocchio ed i corsieri Ecco i miei figli che ti stando accanto Ti guideranno alla divina Sparta 435 Cui regge il biondo Menelao Chiarirti Pregravegalo il veacuter neacute paventar drsquoinganno Cheacute il saggio re detesta ogni menzognaraquo

γ 329 Posto fine al suo dir tramontograve il Sole Sorgiunsero le tenebre laquoO buon veglio 440 Certo ndash Palla soggiunse ndash a dritto parli Or via dellrsquoostie tagraveglinsi le lingue Meacutescasi rsquol vino e fatti i libamenti A Nettuno non men che agli altri Eterni Cura prendiam che tempo egrave omai del sonno 445 Giagrave la gran luce ascoacutesesi nel buio Neacute si addice restar piugrave a lungo assisi Dersquo numi al sagrifizio uopo egrave ritrarciraquo

γ 337 Cosigrave Minerva e obbedigravean tutti lrsquoacqua

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Diecircro alle man gli araldi incoronacircro 450 Di spumante licor lrsquourne i donzelli Indi le tazze ministrate in giro Tutti quanti auguracircro In sulle fiamme Gittacircr le lingue i convitati e poscia Rizzatisi libacircr Poicheacute libacircro 455 E del vino gustacircro a pien talento Minerva e il bel Telegravemaco ritrarsi Al naviglio volean ma sigrave gli assalse Con gentile rampogna il Re Nelide

γ 346 laquoDeh tolga Giove e gli altri Sempiterni 460 Che da me dipartiti alla veloce Nave ir vi lasci quasi poverello Del tutto mi fossrsquoio che in sua magione Copia non ha di coltrici e di manti Sigrave che morbido letto a seacute medesmo 465 Ed agli ospiti suoi por non sia dato Ben io vesti possedo e coltri belle No me vivo non fia mai che si corchi Drsquoun eroe comrsquoegrave Ulisse il figlio caro Su di un palco di nave indi accorranno 470 Dopo me i figli miei gli ospiti tutti Che in queste nostre soglie si addurrannoraquo

γ 356 laquoSempre saggio favelli o veglio amato ndash Minerva ripigliograve ndash fia ed egrave ben degno Telegravemaco arsquo tuoi cenni obbediente 475 Te dunque ei segua ed appo te pernotti Io vo i compagni ad incorar nel legno Ad impartirvi gli ordini opportuni Maggior drsquoetagrave solo tra lor mi vanto Gli altri che ci seguicircr per mutuo affetto 480 Del par che questo giovin prode tutti Lieti di fresca gioventugrave se nrsquo vanno Io vo sul legno a stegravendermi dimani Sul far dellrsquoalba un debito mi reco A reclamar dai Cagraveuconi animosi 485 Neacute recente neacute lieve or tu che accogli Questo giovine eroe nel tuo palagio Da qualcun dersquo tuoi figli accompagnato Magravendalo con un cocchio e gli concedi Gagliardi e rapidissimi corsieriraquo 490

γ 371 Come ebbe detto ciograve la forma assunse

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Drsquoaquila e si levograve Pagravellade a volo Sbigotticircro gli astanti ed il vegliardo Che pur corsquo propri vide occhi rsquol portento Meravigliograve prese per mano in questa 495 Telegravemaco nomollo e sigrave gli disse

γ 376 laquoNon io mi penso no che ignavo e imbelle Mio diletto sarai quando gli Eterni In sigrave florida etagrave ti si fan guida Deglrsquoimmortali abitator drsquoOlimpo 500 Altri certo non fu che la Tritogravenia Figlia di Giove Pagravellade che tanto Fra le Argograveliche genti il tuo gran padre Sovra tutti onorograve Deh a noi propizia Regina alma sii tu splendida gloria 505 A me corsquo figli e con la veneranda Mia consorte concedi io vorsquo immolarti Giovenca che lo spazio appena corse Drsquoun anno solo drsquoampia fronte indogravema E chrsquouom giammai non sottopose al giogo 510 Questa ti vorsquo ferir poi che splendenti Ambe avragrave drsquooro le crescenti cornaraquo

γ 385 Sigrave disse orando e lrsquoudigrave Palla Il veglio Guidava intanto al suo regal palagio Generi e figli Giunti in su gli scanni 515 Tutti posacircr per ordine e sui troni Mescea il Re nella coppa a ciascheduno A mano a mano un dolce almo licore Che la custode nellrsquoundecimrsquoanno Dallrsquourna allora scoverchiata attinse 520 Comrsquoebbe empiuta Negravestore la tazza Libando i voacuteti alzograve supplici a Palla Inclita figlia dellrsquoEgigraveoco Giove

γ 395 Poicheacute libacircro ed a sua voglia ognuno Bevve arsquo lor tetti trassero a corcarsi 525 Volle il Re che drsquoUlisse il figlio amato Sotto il sonoro portico si giaccia In traforato letto a lui drsquoaccanto Posar fersquo rsquol bellicoso Pisistragraveto Duce di genti dersquo suoi figli rsquol solo 530 Che si vivesse ancor celibe vita Dellrsquoeccelso palagio entro segreta Stanza il Re ricovrograve quivi in sul letto

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Che la Regina gli apprestograve si giacque γ 404 Come rosea nel Ciel fulse lrsquoaurora 535

Negravestore surse Del palagio uscito Sui tersi si sedea candidi marmi Rilucenti drsquoessenze innanzi allrsquoalte Porte surgenti su cui giagrave si assise Negraveleo par nel consiglio arsquo Sempiterni 540 Ma domo dalla Parca ei giagrave di Pluto Nersquo soggiorni discese in su quersquo marmi Lo scettro in man sedeva allor Nestograverre Rocca dei Greci Congregati intorno Stagravevanli i figli di lor stanze usciti 545 Agravereto Stratigraveo Echegravefrone Persegraveo E rsquol divin Trasimegravede a cui per sesto Pisigravestrato si aggiunse a gara tutti Menacircro il bel Telegravemaco ed accanto Del padre il collocacircr che sigrave lor disse 550

γ 418 laquoFigli amati adempite il desir mio Subitamente acciograve tra i Numi in prima Propizia renda lrsquoAtenegravea Minerva Che a vil non ebbe di apparirmi innanzi Nel giocondo a Nettun sacro banchetto 555 Vada ai campi un di voi percheacute qui tragga Prestamente il bifolco la giovenca Del garzon prode al legno un altro voli E qui tutti conduca i suoi compagni Salvo due soli un altro alfine ingiunga 560 Allrsquoindustre Laerce a qui recarsi Percheacute le corna alla giovenca indori Voi altri qui restate ed alle ancelle Apprestar fate un splendido convito E sedili e spaccate arbori intorno 565 E del fonte apportar limpide linferaquo

γ 430 Tutti allrsquoopra si diecircr venne dal campo La giovenca sorgiunsero dal legno Del garzone magnanimo i compagni Venne il fabbro e lrsquoincude e le tenaci 570 Tanaglie ed il martel tra man tenea Armi dellrsquoarte con che lrsquoograver domava Assistitrice venne al sagrifizio Minerva stessa Diede rsquol Re il metallo Domo che lrsquoebbe ed assestato il fabbro 575 Della giovenca ne vestigrave le corna

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Acciograve veggia il bel don Palla e gioisca Guidavan Stratigraveo e rsquol nobile Echefroacutene Per le corna la vittima ed Aregraveto Dellrsquoaula uscito drsquouna man portava 580 Drsquoacqua in bacino cesellato a fiori Lrsquoorzo sacro dellrsquoaltra in bel canestro Stringendo in pugno acuta scure accanto Stava dellrsquoostia il forte Trasimegravede Presto a vibrar sulla cervice il colpo 585 Tenea Persegraveo la coppa in che raccocircrre Doveacuteasi rsquol sangue Diegrave principio al rito Il veglio bellicoso e la lustrale Acqua e rsquol sacro orzo sparse indi a Minerva Orando molto della testa i peli 590 Divelse allrsquoostia e li gettograve nel fuoco

γ 447 Poicheacute pregacircro e rsquol sacro orzo fu sparso Trasimegravede del Re prole gagliarda Accostossi e ferigrave del collo i nervi Le recise la scure e svigorita 595 La vittima cascograve Miste alle preci Diecircr alte grida le Nestograveree figlie Le nuore ed Euridice veneranda Donna del Re che tra le figlie prima Nacque a Climeacuten Di terra indi spirante 600 Sollevacircr la giovenca e la cervice Togravertale in su Pisigravestrato sgozzolla Poicheacute rsquol sangue sgorgograve che via dellrsquoossa La vital forza si fuggigrave smembracircrla Incontinente e come il rito ingiunge 605 Le cosce dispiccacircr di doppia falda Drsquoadipe le fasciacircro e ricopricircrle Di palpitanti brani In sulle schegge Abbrustoligraveale il vecchio e di vermiglio Licor le cospargea lesti donzelli 610 Teneano accanto a lui di cinque punte Gli spiedi in pugno Arse le cosce e fatto Dersquo precordi lrsquoassaggio il resto in pezzi Minuti infisso nersquo schidoni acuti Lo rivolser nel fuoco e lrsquoarrosticircro 615 Lrsquoultima figlia del Nelide intanto Policasta gentil condusse al bagno Telegravemaco e il lavograve drsquoessenze lrsquounse Ed il vestigrave di tunica e di manto

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Splendido come si scostograve dal bagno 620 Parve sembiante a un Dio Processe e al veglio Pastor di genti assigravesesi da canto

γ 470 Tolte le carni delle terga al fuoco Seggendo banchettacircr garzoni esperti Sursero ministrando in auree tazze 625 Generoso Liegraveo Poicheacute la brama Del ber delle vivande ebbon ripressa

γ 475 laquoFigli miei ndash soggiungea Negravestore ndash orvigravea Sotto il cocchio giungete i ben chiomati Corsieri e qui traeacuteteli onde ratto 630 Telegravemaco fornisca il suo viaggioraquo

γ 477 Tacque Al paterno cenno obbedienti Immantinente i corridor veloci Giunsero sotto il cocchio in cui di Bacco E di Cegraverere i doni e lrsquoalme dapi 635 Di che nugravetronsi i Re di Giove alunni La dispensiera vigile ponea Primo saligrave la biga risplendente Telegravemaco indi al fianco gli si assise Pisigravestrato di genti inclito duce 640 Chiuse in pugno ei le briglie e con la sferza I corsieri eccitograve che non restii Nella pianura volacircro lasciando Lrsquoalta cittagrave di Pilo Ambo i corsieri Tutto quel giorno fervidi e veloci 645 Squassacircro il giogo che giungeacuteali insieme

γ 487 Corcato il Sol ombragravevansi le vie Quando a Fere arrivacircro alla magione Di Digraveocle che Ortigraveloco produsse Germe del fiume Alfegraveo dove lrsquointera 650 Notte posacircr tranquilli e di Diogravecle Accettacircr indi gli ospitali doni

γ 491 Come rosea nel ciel brillograve lrsquoaurora Aggiogati i corsier darsquo risonanti Portici fuor sospinsero la biga 655 Pisigravestrato sforzolli e quei bramosi Volavano Gli eroi gigravean traversando Campi ove il don di Cegraverere biondeggia Tanto fu dersquo corsier lrsquoimpeto e rsquol volo Che del viaggio al termine arrivacircro 660 Quando caduto il Sol scendea la Notte A coprir di sue vaste ombre la Terra

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LL II BB RR OO QQ UU AA RR TT OO

Telegravemaco in Isparta

GGIUNTI amendue i garzon nella vallea Ursquo lrsquoampia Lacedegravemone si estolle Drizzacircrsi ai tetti dellrsquoillustre Atride Quivi il trovacircr con molti amici a desco Cheacute del figlio ad unrsquoora e della figlia 5 Le doppie festeggiar nozze godea Lrsquouna al figlio spedigravea del fiero Achille Cui darla un digrave sotto le Iligraveache mura Per fede si legograve tratto ad effetto Il maritaggio allor venigravea dai Numi 10 Menelao con i cocchi ed i corsieri Allrsquoinclita cittagrave condur la feacutea Lagrave rsquove Pirro sui Tegravessali regnava Di Sparta una fanciulla inclita prole DrsquoAlegravettore lrsquoAtride ancor unigravea 15 Al gagliardo suo figlio Megapegravente Che drsquoetagrave grave da una schiava ei srsquoebbe Perograve che i Numi ad Egravelena non diecircro Prole dopo lrsquoamabile Ermione Che a par dellrsquoaurea Vegravenere splendea 20

δ 15 Di tal guisa pel vasto eccelso albergo Gli amici ed i vicin di Menelao Rallegragravevansi a mensa a lor da canto Vate divino percotea la cetra Cantando due tra loro agili e presti 25 Saltator intonando una canzona Rotagravevansi nel mezzo allrsquoadunanza

δ 20 Nellrsquoatrio in questa del regal palagio Di Ulisse e di Nestograver glrsquoincliti figli

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Arrestacircro i corsier Processe e il primo 30 Gli adocchiograve Eteonegraveo vigile servo Del Re ed accorse a dar lrsquoannunzio al chiaro Pastor di genti stagravendogli al cospetto Con volubili voci a dir si prese

δ 26 laquoEcco due forestier coppia drsquoEroi 35 Prole rassembran del tonante Iddio Dimmi o diletto al Ciel Re Menelao Distaccar deggio i rapidi corsieri O altrove gli avviar sigrave che alcun altro Affettuoso a lor porga ricettoraquo 40

δ 30 Acceso in fuoco drsquoira gli rispose Il biondo Menelao laquoGiagrave tu non fosti Dissennato sin oggi o Boetide Ed or a guisa di fanciullo cianci Pur non senza aver pria molti ospitali 45 Pasti logri arsquo stranier qua ne venimmo Retribuir vuogravelsi ogni ben sigrave fia Che ci preservi nersquo venturi giorni Giove darsquo guai Su via sciogli i corsieri Qui a convitar con noi gli ospiti guidaraquo 50

δ 37 Dal palagio irrompendo Eteonegraveo I piugrave lesti conservi a seacute chiamava Ed a tutti imponea di seguitarlo Arsquo sudanti corsier tolsero il giogo Gli legacircro al presepe apportacircr loro 55 Vena a biancrsquoorzo mista ed appoggiacircro Il bel cocchio alla lucida parete Indi al palagio gli ospiti guidacircro Meravigliando rivolgeano intorno Le attonite pupille ambi gli eroi 60 Perograve che come il Sol splende o la Luna Cosigrave il palagio eccelso dellrsquoAtride Tutto raggiava di mirabil luce E come gli occhi a pien fecer contenti Sceser nersquo tersi bagni e dalle ancelle 65 Lavati unti drsquoessenze e di vellosi Manti e di molli tuniche coverti Appo lrsquoAtride collocacircrsi Accorse Lesta ancella e da un vaso aureo elegante Nellrsquoargenteo bacin lrsquoacqua versava 70 Liscio desco indi a lor stese su cui

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Pani e vivande in copia e quante in serbo Tenea la saggia dispensiera impose Carni di tutte sorta in sui taglieri Recograve lo scalco e tazze auree lor porse 75

δ 59 Stretta lrsquoAtride agli ospiti la destra laquoPasteggiate e allegragravetevi ndash lor disse ndash Indi da quali prodi originate Vorsquo interrogarvi No dersquo maggior vostri Non egrave la gloria estinta anzi mi penso 80 Che da scettrati re voi discendete Genti ignobili oscure altera prole Che a voi somigli generar non ponnoraquo

δ 65 Tacque ed a loro di sua mano offerse Il pingue tergo di arrostito bue 85 Che a grande onore gli era posto innanzi Steser le mani alle vivande apposte I giovani Ma poi chrsquoebbon di beva Ripresso e della fame ogni desigraveo Piegando il capo ondrsquoaltri a udir non lrsquoabbia 90 Telegravemaco al Nestograveride sigrave disse

δ 71 laquoPon mente o del cor mio dolce conforto Pisigravestrato Versquo tu come risplende Il rame in questa sala alta e sonora Come avorio ed elettro argento ed oro 95 Vibrin lucidi rai Tal mi credrsquoio Brilla di Giove Oligravempico la reggia Oh dovizia infinita Oh altera pompa Tutto chrsquoio veggio di stupor mi opprimeraquo

δ 76 Lrsquoudigrave lrsquoAtride e tosto laquoO figli amati 100 A nullo egrave dato gareggiar con Giove I cui palagi nellrsquoempiree sedi E glrsquoimmensi tesor durano eterni Quanto agli umani altri con me contende Di dovizie altri no Certo non senza 105 Patir gran mali ed ir gran tempo errando Sulle navi le addussi e al volger solo Dellrsquoottavo anno al suol natigraveo pervenni Vagando sempre Cipri e la Fenicia I Sidoni gli Egizi e gli Etiogravepi 110 Gli Erembi e Libia visitai lagrave dove Producon lrsquoagne nel girar drsquoun anno Tre figli e lrsquoagnellin cornuto nasce

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Quivi neacute il sir del campo neacute rsquol pastore Ha men le carni ed il rappreso latte 115 O delle presse mamme il dolce rio Che in qualunque stagion largo si emunge Mentrrsquoio qua e lagrave vagando raccogliea Dovizie immense ecco altri drsquoimprovviso Celatamente pel funesto inganno 120 Drsquoinfida moglie uccigravesemi il fratello Non viemmi quindi al cor gioia regnando Queste ricchezze E voi darsquo padri vostri Quali ne sigraveeno ciograve giagrave udito avrete Cheacute molti guai sostenni una magione 125 Ricca di gente e drsquoagi a terra sparsi Piacesse al Ciel che di tre parti lrsquouna Rimasta a me delle dovizie mie Qui albergassi e le dolci aure vitali Spirasser meco i prodi che nersquo vasti 130 Iligraveaci campi lungi drsquoArgo altrice Di fervidi destrieri allor pericircro Non senza molti gemiti e lamenti Tutti io li piango nellrsquointerne stanze Spesso ricovro e quivi or mi conforta 135 La dolcezza del pianto ed or mrsquoacqueto Cheacute del dirotto lagrimar la brama Sagraveziasi in breve indi rsquol vigor ripiglia Bencheacute dolente non mi affanno tanto Di tutti sigrave come di un sol che il sonno 140 Ed il cibo venir fammi in dispetto Quando il rammento cheacute tra i Dagravenai tutti Nullo del par fu prode e tollerante Come lrsquoinclito Ulisse Avemmo in fato Doglioso ersquo tragger guai viver io sempre 145 Vinto per sua cagion drsquoaspri tormenti Cheacute da gran tempo erra ei lontano e ignoro Se vive o se perigrave Lo piange intanto Drsquoetagrave grave Laerte e la prudente Penegravelope e Telegravemaco che in casa 150 Bambin lasciograve quandrsquoei si dipartigravearaquo

δ 113 Detto del caro genitor la brama Strinse il cuore al garzon Dalle palpegravebre Traboccagravevagli al suol pianto dirotto Del padre udendo alzograve il purpureo manto 155

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Drsquoambe le mani e gli occhi si coverse Menelao si fersquo accorto e due consigli Nellrsquoanimo agitava o consentire Chrsquoegli rsquol padre membrasse o interrogarlo E tutto che sapea chiarirgli a pieno 160

δ 120 Mentre in tali pensier lrsquoAtride ondeggia Dallrsquoodorata sua stanza superba Egravelena uscigravea che bella e maestosa Artegravemide parea dallrsquoarco drsquooro Adrasta le accostograve seggio elegante 165 Tappeto le recograve di lana molle Alcippe e Filograve un bel panier drsquoargento Che Egravelena si ebbe nellrsquoEgizia Tebe Dono drsquoAlcandra a Pogravelibo consorte Che gran dovizie in sua magion chiudea 170 Due tripodi allrsquoAtride e due gli diede Argentee conche e dieci aurei talenti Ma la consorte ad Egravelena porgea Bei doni a parte una conocchia drsquooro Ed un ritondo canestrin drsquoargento 175 Cui gli orli esterni fulgidrsquoor guernigravea Questo lrsquoancella Filograve le recava Ricolmo di gomitoli distesa Su vi sta la conocchia a cui srsquoavvolge Lana drsquointorno tinta di viola 180 Collocata in sul seggio in che sotteso Stagravevale arsquo piedi uno sgabello in questa Foggia si volse a interrogar lo sposo

δ 138 laquoSappiam Re Menelao da quai possenti Originar si vantano amendue 185 Questi gentili che appo noi recacircrsi Deh chi mrsquoinganna Od io mrsquoappongo al vero Certo il cuore a parlar mrsquoeccita e spira Ned uom neacute donna somigliar mai tanto Vidi arsquo suoi genitor (stupor mi opprime 190 Nel contemplarlo) come tien del voacutelto Questrsquoospite drsquoUlisse inclito al figlio A Telegravemaco suo che fanciulletto Lasciograve in casa lrsquoeroe quando per colpa Ahi Di me donna invereconda Voi 195 Sotto le Iligraveache mura o Dagravenae genti Unrsquoaudace rompeste orrida guerraraquo

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δ 147 E rsquol biondo Menelao laquoCiograve stesso or penso Donna come tu avvisi Ah sigrave drsquoUlisse Tali i piegrave le man tali e degli sguardi 200 Lrsquoanimoso vibrar tale il bel capo E la chioma di che sopra si adorna Ed or che rammentai gli aspri travagli Chrsquoei sostenne per me dal ciglio amare Sgorgagravevangli le lagrime e col manto 205 Porporino che alzograve le luci ascoseraquo

δ 155 E Pisigravestrato laquoAtride amor di Giove Duce di genti egrave veacuter questi egrave suo figlio Come appunto tu dirsquo ma verecondo Men che degno in suo cor tenne comparso 210 Pur dianzi al tuo cospetto favellarti Interrompendo Te di cui la voce Come quella di un Dio dentro ci suona Me qui rsquol Geregravenio cavalier spedigraveo Per egravessergli compagno alto lrsquoaccese 215 Di vederti la brama onde tu lrsquoabbia A giovare dellrsquoopra o del consiglio Molti ahi pate in sue case affanni e doglie Un giovinetto chrsquoabbia il padre assente Se di molti la possa nol sostegna 220 Condotto egrave a tal Telegravemaco remoto Il genitor non havvi chi lrsquoaigraveti A respinger da seacute tanta sventuraraquo

δ 168 laquoNumi ndash sclamograve lrsquoAtride ndash arsquo tetti miei Dunque se nrsquo venne il figlio di quel grande 225 Che mrsquoegrave sigrave caro e che giagrave tante e tante Rompea guerre per me Ben avea fermo Di accocircrlo con amore e di onorarlo Sovra tutti gli Achei se rsquol mar percorso Con le navi veloci ad amendue 230 Consentiva il redir lrsquoOnniveggente Per lui fondata una cittagrave e un palagio Construtto in Argo avrei percheacute adducesse I suoi tesor dalla natigravea contrada Ed il figlio e le genti ovver traslati 235 I cittadini avrei da una vicina Altra su cui lo scettro mio si stende Lagrave spesso insieme accolti e ognor vivendo Vita intera drsquoamore e di contento

LIBRO IV

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Nulla ci partirigravea fincheacute la negra 240 Nube mortal ci si avvolgesse intorno Ma il Nume a cui tal pace non talenta Non cessa perseguir quellrsquoinfelice Interdicendo a lui solo il ritornoraquo

δ 183 Destograve questo sermon nel cor di tutti 245 Di gemiti desigraveo piangea la bella Figlia del Sir drsquoOlimpo Egravelena Argiva Piangea col buon Telegravemaco lrsquoAtride Ned asciutte di pianto ebbe le ciglia Pisigravestrato che gigravea tra seacute membrando 250 Lrsquoincolpabile Antigraveloco cui pose DellrsquoAurora il figliuol inclito a morte Membrando il fratel suo tai detti sciolse

δ 190 laquoTe primo in senno tra i mortali esalta Atride il veglio Cavalier Nestograverre 255 Sempre che noi di Te nersquo tetti nostri Con alterno parlar facciam ricordo Oggi se lice mi seconda poco Tra le vivande lagrimar mrsquoaggrada Al sorgere del digrave non mi fia grave 260 Chi a morte corse piangere Sol questo Onore avanza arsquo miseri defunti Del tronco nostro crin lrsquoofferta e rsquol pianto Per le gote scorrente Anche a me spento Giacque il fratel sottrsquoIgravelio e srsquoegli fosse 265 Non tra i guerrieri lrsquoultimo tu rsquol sai Cheacute nol vidrsquoio ma egrave comun grido a tutti Prevaleva il mio Antigraveloco Nel campo Veloce al corso ed a piegrave fermo invittoraquo

δ 203 E lrsquoAtride laquoDicesti o figliuol mio 270 Tutto che dir tutto che far potrigravea Uom saggio e che drsquoetagrave molto trsquoavanzi Trsquoingenerograve padre assennato e scorti Sono i tuoi detti di leggier gli egregi Discendenti si accertano drsquoun prode 275 Cui delle nozze e del natale al giorno Fortunato il destin Giove attorcea Come egrave quel che al Nelide ora e per sempre Concesse drsquoinvecchiar nel suo palagio Mollemente e mirar figli prudenti 280 Non che nel palleggiare aste tremendi

ODISSEA

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Cessiam dunque dal pianto e ridestiamo Del convito la gioia Orsugrave alle mani Linfe pure si versino Comparsa Telegravemaco nel Ciel la nova luce 285 Alternamente ragionar potremoraquo

δ 216 Detto alle man diegrave lrsquoacqua Asfalioacutene Del Re fido servente ed alle pronte Dapi steser le mani i convitati

δ 219 Ma nella mente drsquoEgravelena un novello 290 Sorse pensier nel vin gettograve un possente Farmaco che quetar fa il pianto e lrsquoira E dersquo mali con seacute porta lrsquoobbligraveo Chi rsquol si tranghiotte nel suo nappo infuso Non bagneragrave di lagrime le gote 295 Tutto quel giorno no se anco del padre E della genitrice orbo rimanga Non se il fratello o il suo figlio diletto Davanti a seacute con gli occhi propri veggia Dal ferro uccisi Tali e di sigrave alta 300 Virtute possedea farmachi insigni Del Tonante la figlia egravebbeli in dono DallrsquoEgizia Polidamna consorte Del Re Tooacutene ivi di molte piante Lrsquoalma terra produce altre salugravebri 305 Altre funeste ivi i mortali tutti Ciascuno avanza nelle mediche arti Peroccheacute egrave gente da Peoacuten discesa Gettato chrsquoebbe il farmaco nellrsquourna Che il vin si mesca impose indi soggiunse 310

δ 235 laquoAtride illustre e voi stirpe di prodi (Giove manda ad ognuno alternamente Il bene e rsquol mal chrsquoei puograve tutto che vuole) Or vivandate e qui prendete assisi Dal dolce alterno ragionar conforto 315 Che intempestivo il mio parlar non fia Certo neacute raccontar neacute qui potrei Ricordar pure tutte lrsquoardue pugne Dellrsquointrepido Ulisse or toccar solo Piagravecemi ciograve che ardigrave ciograve che a fin trasse 320 Appo i Tegraveucri quel forte ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste Un giorno Di sconce piaghe la persona offesa

LIBRO IV

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Vil tunica gettograve sopra le spalle E come schiavo penetrograve nellrsquoampia 325 Cittagrave nimica ognun sigrave travestito Un mendico il credea pur tal non mai Lungo le navi Argograveliche mostrosse Ignoto a tutti io sola il riconobbi Lrsquointerrogai quindrsquoio pur quellrsquoastuto 330 Sempre con lrsquoarti usate si schermigravea Ma come lrsquoaspersrsquoio di limpidrsquoonde E di licor lrsquounsi drsquouliva e rsquol cinsi Di vesti lrsquoaffidai col piugrave gran giuro Di non far manifesto arsquo Tegraveucri Ulisse 335 Pria che alle tende riparasse e arsquo legni Allor la mente degli Achei mrsquoaperse Trafitti poscia con acuta spada Molti nemici fersquo ritorno al campo Ed il modo chiarigrave chrsquoIgravelio ruigraveni 340 Empiean lrsquoaure di strida e drsquoululati LrsquoIgravelie donne ma dentro in me brillava Di gioia il cor cheacute di tornare ardea Al mio antico ricetto e la sventura Di che mi nocque Vegravenere piangea 345 Quando dalla natigravea terra diletta Strascinommi lontana e lrsquoinnocente Mia fanciulletta e rsquol talamo e rsquol consorte (Per altezza drsquoingegno e per leggiadra Nobil fierezza a nullrsquoaltro secondo) 350 Abbandonare ahi misera mi strinseraquo

δ 265 laquoTu retto parli ndash soggiungea lrsquoAtride ndash O donna mia Ben io di molti prodi Penetrai nella mente e nel consiglio Terre vaste percorsi e nondimeno 355 Non io con questi vidi occhi giammai Alma sigrave grande qual chiudeacuteala in petto Lrsquoinclito Ulisse Oh quanto oprograve e sostenne Nel piallato cavallo ove noi tutti Di Grecia i prodi sedevam bramosi 360 Pur di recare arsquo Trogravei sterminio e morte Ligrave sorvenisti e lo trsquoingiunse un Nume Che dar gloria arsquo Troian volgeva in mente Di beltagrave pari a un Dio premeacuteati lrsquoorma Deigravefobo Tre volte circuisti 365

ODISSEA

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Il cavo agguato e rsquol brancicasti e i primi Chiamasti a nome degli Achei la voce Contraffacendo di lor donne Assisi Nel mezzo io Diomegravede e rsquol divo Ulisse La tua chiamata udimmo Io ed il Tidide 370 Sbalzar fuor volevamo impetuosi O dal chiuso alvo almen farti risposta Ma ci ripresse e ci contenne Ulisse Bencheacute bramosi Stavano in silenzio Tutti drsquoEgravellade i figli Agraventiclo solo 375 Risponderti volea ma con le forti Mani sigrave gli calcograve la bocca Ulisse Che salvograve gli Achei tutti e rsquol comprimea Fincheacute tratta di lagrave trsquoebbe Minervaraquo

δ 290 laquoCiograve vie piugrave mi tormenta inclito Atride 380 ndash Il garzon ripigliograve ndash Non senno accorto Non indomito ardir rincontro a fiera Morte schermo gli fucircr perir dovea Chiuso avesse nel petto un cor di ferro Ma deh a corcar ci manda onde soave 385 O Re discenda a confortarci il sonnoraquo

δ 296 Tacque e tosto lrsquoArgiva Egravelena impose Di por sotto la loggia alle captive Due letti e belle porporine coltri Gettarvi e su distendervi tappeti 390 E vesti altre vellose atte a coprirli Fuor del palagio colle faci in mano Uscicircr le ancelle e i letti apparecchiacircro Guida si fece agli ospiti lrsquoaraldo Ambo i giovani eroi cosigrave corcacircrsi 395 Lagrave nel regal vestibolo lrsquoAtride Si ritirograve del suo palagio eccelso Nella stanza piugrave interna e disvestita Del sinuoso peplo gli posava Oltre le belle bella Egravelena accanto 400

δ 306 Come rosea nel Ciel fulse lrsquoaurora Sorse lrsquoAtride rivestissi il brando Sospese ad armacollo ed i leggiadri Calzari sotto i piegrave nitidi avvinse Uscito della stanza a un Dio sembiante 405 Processe e del garzone al fianco assiso

δ 312 laquoQual uopo ndash disse ndash alla divina Sparta

LIBRO IV

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Generoso Telegravemaco ti addusse Sul dorso ampio del mar Pubblico affare O privata cagion Digravellomi schiettoraquo 410

δ 315 Ed il garzon laquoAtride amor di Giove Venni se aver da Te qualche contezza Potrograve intorno al destin del padre mio Mi si divoran le sostanze i colti Campi mi si disertano nemiche 415 Turbe mi si stipacircr nella magione Che ognor le greggi sgoacutezzanmi e gli armenti Turbe rotte allrsquooltraggio e alla nequizia Che ad impalmare anelano la madre A te dunque ricorro e le ginocchia 420 Trsquoabbraccio percheacute a me del genitore Narri la morte dispietata o lrsquoabbi Con gli occhi propri vista o qualche errante La ridicesse a Te cheacute soprammodo Infelice la madre il partorigravea 425 Neacute di farmi dolente alcun riguardo Ti prenda neacute pietagrave nulla ti tocchi Ma quanto sai deh digravellomi te nrsquo prego Se di consiglio e drsquoopra a te promessa Ti giovograve il padre mio lrsquoottimo Ulisse 430 Lagrave negli Iligraveaci campi ove cotante Sventure o Dagravenai tolleraste ah questo Rammegraventati ed il veacuter nudo mi svelaraquo

δ 332 laquoAhi ndash Corruccioso ripigliograve lrsquoAtride ndash Dunque vil branco di codardi agogna 435 Nel talamo giacer di quel possente Qual cerva che posti abbia i suoi cerbiatti Tenerelli lattanti drsquoun gagliardo Truculento leon nella caverna Gli erti gioghi percorre e a pascer scende 440 Nellrsquoerbose vallee quandrsquoecco riede La gran belva nellrsquoantro e giagrave di tutti Mena orribile strage in simil foggia Ulisse i Proci immoleragrave O gran padre Giove o Minerva o Apollo ah fate voi 445 Che tal ersquo sia qual giagrave fu un giorno quando Disfidato dal Re Filomelide Lagrave nella forte Lesbo a lottar sorse Impetuoso e lrsquoatterrograve festive

ODISSEA

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Grida alzarono al Ciel tutti gli Achei 450 Oh tal sendo costoro egli affrontasse Ratta la morte avrigravean le nozze amare Quantrsquoa ciograve che mi chiedi e udir ti egrave tardo Schietto il dirograve neacute paventar drsquoinganno Neacute ascoso ti terrograve ciograve che il verace 455 Veglio marin mi fece manifesto

δ 351 Bencheacute della natigravea terra bramoso Me nellrsquoEgitto riteneano i Numi Peroccheacute di offerire avea negletto Sacre Ecatombe Non gli Eterni mai 460 Condonano lrsquoobbligraveo delle lor leggi Sorge nel mezzo al mar contra lrsquoEgitto Faro nomata unrsquoisola che tanto Dista dal lito quanto un giorno corre Legno veloce cui da poppa il vento 465 Stridulo spiri lagrave capace srsquoapre Un porto onde nel mar vagraveransi i legni Poi che bruna il nocchiere acqua vi attinse Lagrave veacutenti digrave mi ratteneano i Numi Neacute soffio di marina aura feconda 470 Comparir vidi mai guida alle navi Sul dorso ampio del mar Giagrave focircran tutte Le vivande consunte e dersquo compagni Languirebbon gli spirti ma una Diva Tocca il cor di pietagrave salute diemmi 475 Dellrsquoinclito Prograveteo marin vegliardo Lrsquoalma figlia Idotegravea Mrsquoincorograve quando Darsquo compagni lontan solingo errava Cheacute gettando nellrsquoonde i ricurvi ami Lrsquoisola tutti i digrave gigravean circuendo 480 Sigrave vorava lor viscere la fame

δ 370 ldquoForestiere ndash accostagravetasi mi disse ndash Stolto sersquo tu cotanto o sersquo deliro O ti piaci nellrsquoozio e negli affanni Che in questrsquoisola star trsquoindugi tanto 485 Senza trovare alcun rimedio e in questa Dersquo tuoi compagni il cor ti si consumardquo

δ 376 ldquoO Tu che sersquo certo una Dea ndash risposi ndash Il ti dirograve non giagrave di voler mio Qua mrsquoindugio ma certo avrograve del vasto 490 Cielo gli Eterni abitatori offesi

LIBRO IV

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Deh Dimmi tu (cheacute arsquo Numi egrave chiaro il tutto) Chi di lor qua rattiegravemmi e mi contende Per lo pescoso pelago il ritornordquo

δ 383 ldquoTutto che so vorsquo dirti o Forestiere 495 ndash Lrsquoalma Diva soggiunse ndash Usa qui spesso Verace marin veglio lrsquoimmortale Egizio Prograveteo che del mar conosce Tutti gli abissi ed egrave a Nettun ministro Fama il grida mio padre Ove tu possa 500 Indonnarti di lui stando in agguato Trsquoinsegneragrave le vie del tuo viaggio E quanto egrave lungo e come al natigraveo loco Per lo pescoso mar giunger ti egrave dato Diratti ancor se il brami o amor di Giove 505 Tutto che fausto o avverso in tua magione Sorvenne sin dal digrave che allontanato Per lungo aspro cammin tu ti sersquo messordquo

δ 395 ldquoO Dea ndash sclamai ndash tu stessa ora mrsquoinsegna Qual deggrsquoio porre insidia al divin veglio 510 Ondrsquoei non lrsquoantiveggia o la presenti E via tosto dilegraveguisi non fia Leve impresa a un mortal domare un Numerdquo

δ 399 E la Dea ldquoRagguagliarti o Forestiere Mi egrave tardo omai di ciograve chrsquoegravemmi palese 515 Come a mezzo del Ciel salito egrave il Sole Emerge il veritier Nume dallrsquoacque Allo spirar di Zegraveffiro che il cela Con lrsquoorror di che il mare allor srsquoimbruna Indi posa entro i cavi antri marini 520 Spesse drsquointorno a lui dormon le foche Razza natante di Alosigravedna bella Dallrsquoondeggiante mar surte lontano Spandon lrsquoamaro odor dersquo cupi abissi Colagrave ti guiderograve lagrave collocarti 525 Vorsquo acconciamente al comparir dellrsquoalba Tu dersquo compagni che ti son nersquo legni Tre con istudio eleggi i piugrave animosi Ecco le ascose e astute arti del veglio Novereragrave le foche a cinque a cinque 530 Affisagravendole tutte indi nel mezzo Si corcheragrave come pastor tra il gregge Vinto dal sonno appena esser vi caglia

ODISSEA

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Forti ed arditi e lui che in tutte guise Srsquoagita si dibatte e sfuggir tenta 535 Configgete di forza Ei trasformarsi In tutto ciograve vorragrave che in terra ormeggia In acqua in fuoco che dal Ciel srsquoavventa E voi fermi vie piugrave lo costringete Ma quando interrogarti alfin gli piaccia 540 Ritornato alla forma in che dormigravea Dal fargli forza eroe cessa e rsquol vegliardo Sciolto il dimanda chi trarsquo Numi tanto Trsquoaffligge ed il ritorno ti contende E di qual guisa per lo mar pescoso 545 Redir ti egrave dato alla natigravea contradardquo

δ 425 Posto fine al suo dir nel mar ondoso Lrsquoalma Dea si attuffograve Vegraver le mie navi Schierate in su la sabbia io rsquol piegrave movea Molte lungo il cammin cure funeste 550 Mrsquooscuravano il cor Come pervenni Su la mia nave fu la cena in punto Sorgiunta lrsquoimmortal Notte in sul lito Al mormorar dei flutti ci addormimmo Ma come incolorograve di rose il cielo 555 La figlia del mattin lungo la riva Me nrsquo gigravea del vasto pelago non pochi Affettuosi al Ciel prieghi porgendo I tre in che posi ognor tutta fidanza Nellrsquoardue imprese mi pestavan lrsquoorma 560

δ 435 Dal sen dellrsquoalto sale in che srsquoimmerse Quattro Idotegravea recograve velli di Foche Dianzi scuoiate per lo astuto inganno Che al genitore ordigrave Lagrave nellrsquoarena Scavograve i covili e ci attendea seggendo 565 Ratto le ci appressammo uno appo lrsquoaltro Corcar ci feacuteo la Diva e un cuoio addosso A ciascuno gittograve Molesto e grave Lrsquoagguato ci tornograve cheacute ci affogava Di quelle in fondo al mar nutrite belve 570 Il pestilente lezzo Oh chi potrigravea Ad un mostro marin giacersi accanto Ma tal rimedio immaginograve la Diva Che a morte ci rapigrave stillograve a ciascuno Sotto le nari ambrosia che drsquointorno 575

LIBRO IV

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Diffuse alma fragranza e sigrave rsquol maligno Vapor disperse dellrsquoequoree belve Stemmo tutto il mattin quivi aspettando Con intrepido cor dallrsquoonde a schiere Accorsero le foche e a mano a mano 580 Tutte quante disteacutesersi sul lito Emerse il veglio in sul meriggio e pingui Trovograve le foche ne percorse il gregge Noverolle e tra lor contograve noi primi Neacute in cor gli srsquoingerigrave nullo sospetto 585 Del tramagravetogli inganno ondrsquoei pur giacque Con grida alte irrompemmo e gli avventammo Le braccia addosso Ma non pose il vecchio Lrsquoarti usate in obbligraveo giagrave giagrave diventa Di gran giubba leon cagravengiasi poscia 590 In drago ed in pantera e in verro enorme Or vogravelto in rio giugrave corre ed or verdeggia Drsquoalto-chiomata fronte albero eccelso Ma noi di fermo cor saldo il tenemmo Posto a sigrave fiere strette e illanguiditi 595 Sentendo il vecchio astuto in sen gli spirti Interrogommi ldquoQual dersquo Numi Atride Ti consigliograve di prendermi per forza Con questrsquoagguato Or via di che hai mestierirdquo

δ 465 ldquoTu rsquol sai vecchio ndash risposi ndash A che il mi chiedi Insidiando Sai che da gran tempo 601 Lrsquoisola tiemmi che trovar mi egrave tolto Alle sventure mie termine alcuno E che lo spirto in sen mi si consuma Deh dimmi adunque (tutto arsquo Numi egrave aperto) 605 Qual Dio rattiemmi e la via mi precide E mi toglie il ritorno E di qual guisa Il pescoso varcar pelago io possardquo

δ 472 ldquoAllrsquoOligravempio ndash rispose ndash e agli altri Eterni Trsquoera mestier pria di salir le navi 610 Ricchi offrir sagrifizi onde a gran fretta Redir sovra il mar bruno al patrio lido No non trsquoassente rivedere il fato Gli amici la tua reggia e rsquol natigraveo loco Se pria del fiume Egitto che da Giove 615 Origina non torni alla corrente Ad immolar sacre ecatombe ai Numi

ODISSEA

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Abitatori dellrsquoempiree sedi Ersquo trsquoapriran la via che tanto bramirdquo

δ 481 Udito il veglio mi srsquoinfranse il core 620 Peroccheacute mrsquoingiungea solcar di nuovo Il tenebroso mar sino in Egitto Via lunga e perigliosa Nondimeno Il veglio interrogai ldquoTutto che imponi O veglio adempierograve Tu schietto or dimmi 625 Se con le navi ritornacircro illesi I Dagravenai tutti che lasciammo quando Negravestore ed io di Troia ci partimmo O se qualcun perigrave nella sua nave Di morte inopinata o tra le braccia 630 Dersquo cari suoi fin posto allrsquoardua guerrardquo

δ 492 ldquoPercheacute di questi eventi or tu mi chiedi Figlio drsquoAtregraveo Non fa per te il saperli Neacute penetrar la mente mia cheacute a lungo Non terrai mi credrsquoio le luci asciutte 635 Tosto che il tutto a pien ti fia palese Molti di lor pericircr molti campacircro Due soli Duci dersquo valenti Argivi Nel ritorno moricircro (a te son conti Quersquo che cadean pugnando) un altro ancora 640 Vive ma rsquol si ritiene circuita Dal vasto mar unrsquoisola nel grembo Perigrave corsquo legni di gran remi armati Aiace Prima lrsquoappressograve Nettuno Allrsquoenormi Giregravee rocce e darsquo flutti 645 Scampo gli diegrave certo schifato avrigravea La crudel Parca bencheacute a Palla in ira Se un motto non lanciava ebro drsquoorgoglio Che fatal gli tornograve ldquoSfuggir vorsquo ndash ei grida ndash In dispetto agli Degravei le tumidrsquoonderdquo 650 Come Nettun lrsquoudigrave menar tal vampo Diegrave di piglio con man forte al tridente Percosse la Giregravea roccia e da cima Al fondo la spaccograve parte ligrave stette Lrsquoaltra nel mar precipitograve (e fu questa 655 Su cui furendo pria sedeacuteasi Aiace) Travolto giugrave del mar nersquo cupi abissi Poi che la salsa ei bevve onda perigraveo Sfuggito avea nersquo legni suoi la morte

LIBRO IV

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Il tuo fratel cui pose Giuno in salvo 660 Ma come al capo eccelso di Malegravea Fu presso il rapigrave un turbine e rsquol sospinse Non senza molti gemiti e sospiri Lagrave nellrsquoestremitagrave della campagna Dove Tieste un tempo e dove allora 665 Teneva Egisto Tiestigraveade stanza Giagrave brillava felice in quel momento Agli occhi di Agamegravennone il ritorno Drizzacircro i Numi lo spirar del vento Tal che le navi in porto entracircr gioioso 670 Nella piaggia natigravea scese lrsquoAtride La toccograve la baciograve calde dagli occhi Gli traboccacircr le lagrime alla vista Sigrave dolce e cara della patria terra Ma da unrsquoalta vedetta il discoverse 675 Lrsquoesplorator che collocograve lassuso Il fraudolento Egisto e a cui promise Di due talenti drsquooro il guiderdone Stava ligrave un anno a guarda non lrsquoAtride Giunto celatamente ridestasse 680 Lrsquoindomita sua possa Accorse ratto Ad annunziar lrsquoevento al Re che unrsquoempia Sugravebita frode ordigrave Veacutenti nrsquoelesse Dersquo piugrave valenti migraveseli in agguato E in disparte ordinograve che srsquoimbandisca 685 Il convito Di cocchi e di cavalli Andograve con pompa ad incontrar lrsquoAtride Pur meditando orribili delitti Lrsquoeroe condusse del suo fato ignaro Ed accolto al convito ivi lrsquouccise 690 Come srsquoimmola nel presepe un bue Di tutti i prodi che seguicircr lrsquoAtride Nullo scampograve nullo di quersquo di Egisto Dersquo traditori corse e dersquo traditi Commisto il sangue e dilagograve la reggiardquo 695

δ 537 Udite queste voci il cuor nel petto Mi si schiantograve Prosteso in sulla sabbia Piangea neacute rsquol viver piugrave neacute piugrave del Sole Patigravea la luce Come alfin del pianto Sul terren voltolagravendomi fui sazio 700 Il marin veglio veritier soggiunse

ODISSEA

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δ 543 ldquoCessa da sigrave gran pianto e sigrave ostinato Atride omai peroccheacute alcun conforto Non rinverremo noi ma farsquo ogni prova Di redir presto alla natigravea contrada 705 Vivo Egisto potrai cocircrre se Oreste Ti antivenendo non lrsquouccise certo Al convito funegravebre assisterairdquo

δ 548 Bencheacute dolente al suon di queste voci Lrsquoaltero cor nel sen mi rifiorigravea 710 ldquoEgravemmi di lor ndash soggiunsi ndash il fato or chiaro Ma tu il terzo mi noma il qual se vive Dallrsquoalto mar immenso egrave circuito Deh tu rsquol mi dirsquo neacute del mio duol trsquoincrescardquo

δ 555 ldquoDi Laerte la prole il divo Ulisse 715 La cui magione in Igravetaca si estolle ndash Il vecchio ripigliograve ndash spargere il vidi Gran pianto lagrave in unrsquoisola drsquoappresso Alla Ninfa Calipso che in sue case Per forza il si ritien neacute alla natigravea 720 Contrada puograve redir cheacute di navigli Di regravemigi in difetto il vasto dorso Varcar non puograve del mar Quanto a te o divo Menelao no tu non avesti in fato Perir in Argo di cavalli altrice 725 Neacute potresti da morte essere aggiunto Trasporteragraventi nellrsquoElisio campo Colagrave ai confini della terra i Numi Sede di Radamagravento ove contenta Scorre allrsquouomo la vita ove non pioggia 730 Non neve mai neacute lungo verno regna Ma blando sempre una frescrsquoaura spira Zegraveffiro che srsquoinvia dallrsquoOceagraveno Gli umani a confortar peroccheacute sei Sposo drsquoEgravelena e genero di Gioverdquo 735

δ 570 Detto nellrsquoonde si attuffograve Processi Corsquo miei prodi compagni in vegraver le navi E di molti pensier mentre me nrsquo gigravea Oscuragravevanmi rsquol cor Giunto al navile Apprestammo la cena e come scese 740 Lrsquoimmortal Notte lungo il marin lido Al mormorar dersquo flutti ci addormimmo Quando la figlia del mattin rifulse

LIBRO IV

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Primamente nel mar sacro lanciammo Le navi alzammo gli alberi ed al vento 745 Dispiegammo le vele Indi i compagni In lungo sovra i banchi ordine assisi Percoteano corsquo remi il mar spumante Di bel nuovo drsquoEgitto in sulla foce Fiume che trae lrsquoorigine da Giove 750 Fermai le navi e degli Eterni lrsquoira Con perfette placai sacre ecatombe Ersi ad Agamegravennone indi un sepolcro Percheacute sua gloria eternamente splenda Fornito ciograve mi ravviai secondo 755 Diecircrmi il vento gli Degravei che prestamente Alla diletta mia terra mi addusse Ma tu nersquo tetti miei deh ti sofferma Telegravemaco fincheacute lrsquoundecimrsquoalba Riluca o la duodecima indi tutto 760 Ciograve che al tuo dipartir fa di mestieri Appresterograve porgendoti anche questi Magnifici presenti un elegante Cocchio con tre corsieri ed una tazza Effigiata acciograve che aglrsquoimmortali 765 Libando di digrave in digrave sempre nel core Viva serbi di me la rimembranzaraquo

δ 593 Ed il garzon laquoNon rattenermi Atride Gran tempo qui Deh come intero un anno Rimarrei presso Te senza che mai 770 Pungegravessemi il desir di mia magione Neacute dersquo miei genitor tanta nel cuore Udendo il tuo sermon viemmi dolcezza Ma dolenti oltremodo i miei compagni Stagravennosi lagrave nella divina Pilo 775 Pel mio ritardo adunque tu piugrave a lungo Non trattenermi Dersquo tuoi doni eletti Picciol arnese riterrograve soltanto Neacute ad Igravetaca i destrier per me figraveen tratti A te gli lascerograve decoro e pompa 780 Di queste piagge peroccheacute tu donno Sersquo di vasta contrada ove biondeggia Il presente di Cegraverere ove in copia Cresce il loto e la spelda ed il cipegravero E rsquol candidrsquoorzo che lontan si spande 785

ODISSEA

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Non giagrave vaste carriere e prati erbosi Stegravendersi nellrsquoalpestre Igravetaca vedi Di capre egrave altrice pur egravemmi piugrave cara Che se larga arsquo corsier desse pastura Tra le cinte dal mare isole nulla 790 Ricca egrave di campi atti a nutrir cavalli E men che tutte lrsquoaltre Igravetaca miaraquo

δ 609 Sorrise il forte Atride ed al garzone Stretta la destra lo nomograve e gli disse

δ 611 laquoChiaro mostra il tuo dir figlio diletto 795 Esser tu di buon sangue Or commutarti Piagravecemi i doni e mi fia agevol cosa Di quanto sta nersquo tetti miei riposto Ciograve che in pregio maggior ciograve chrsquoegrave piugrave bello Darti voglrsquoio unrsquourna effigiata 800 Argento tutta senoncheacute in su gli orli Oro lrsquoadorna egrave di Vulcan fattura Fegravedimo la mi diegrave re di Sidone Quandrsquoio reverso drsquoIgravelio ebbi ricetto Nel suo palagio or dagraverlati voglrsquoioraquo 805

δ 620 Tal fu lrsquoalterno ragionar dersquo prenci Del re felice alla magione intanto Accorrevano i servi Altri conduce Pecore pingui altri Liegraveo spumante Drsquoardire eccitatore le costor donne 810 Avvolte il crine drsquoondeggianti bende Candido pan recar faceano In questa Guisa il convito qui si apparecchiava

δ 625 Ma dellrsquoIgravetaco eroe raccolti i Proci Davanti alla magion prendean diletto 815 A lanciar dischi ed a vibrar quadrelli Sul terso pavimento ove pur dianzi Pompa feacutean drsquoinsolenza Ivi in disparte Antigravenoo srsquoera assiso e rsquol deiforme Eurigravemaco amendue capi dersquo Proci 820 Per natali ambo illustri e per coraggio Ed ecco a loro Noemoacuten Fronide Srsquoaccosta e move al primo este parole

δ 632 laquoPossiam o no saper Antigravenoo quando Redir potragrave Telegravemaco da Pilo 825 Ito egrave colagrave col legno mio or mi stringe Uopo di quello cheacute nersquo lati campi

LIBRO IV

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Tragettar vorsquo dellrsquoEgravelide ove sei E sei possedo giovani cavalle E muli vigorosi ancor non domi 830 Qui vorsquo trarne uno e sottoporlo al giogoraquo

δ 638 Attoniti lrsquoudicircr cheacute non a Pilo Cittade di Negraveleo ma il credean ito Pel gregge arsquo campi o dal pastor Eumegraveo

δ 641 E lrsquoEupigravetide Antigravenoo laquoIl veacuter dimmi 835 Quando si dipartigrave Chi lo seguigravea DeglrsquoItacesi giovani i piugrave illustri O mercenari e schiavi E tanto ancora Costui compiere ardigrave Schietto mi narra A parte a parte il tutto ondrsquoio rsquol mi sappia 840 Per forza a tuo dispetto ersquo ti rapigravea La nave o di buon grado gliela desti Quando con blandi accenti la ti chieseraquo

δ 648 laquoDi libero voler la gli diedrsquoio ndash Noemoacuten ripigliograve ndash chi mai ciograve stesso 845 Fatto del pari non avrebbe quando Uom drsquoalto affar dolente ripregando Chiedeacuteala Il niego era impossibil cosa Gioventugrave che tra il popolo primeggia Il seguitava Megraventore vidrsquoio 850 Mentrrsquoei saligravea qual condottier la nave O qualche Iddio che ne vestigrave la forma Stupor mi prende Megraventore qui scorsi Ieri sullrsquoalba e allor montava il legno Che vegraver Pilo arenosa alzograve le veleraquo 855

δ 657 Detto al paterno ostel fece ritorno Quersquo duo fieri allibicircro I Proci a un tempo Dismessi i giuochi assigravesersi dolente LrsquoEupigravetide Antigravenoo questo sermone Rivolse a tutti fervida trascorre 860 Il gonfio petto a intenebrargli lrsquoira E come fiamma gli scintillan gli occhi

δ 663 laquoNumi ndash sclamograve ndash ecco il disegno ardito Che volgeva giagrave in cor superbo or pose Telegravemaco ad effetto il suo viaggio 865 E per noi si dicea che non lrsquoimprende Giovine soro di noi tutti ad onta Getta un legno nel mar pagravertesi audace Di prode gioventugrave facendo eletta

ODISSEA

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Ma lui medesmo struggeragrave lrsquoOligravempio 870 Di forza anzi che a noi dannaggio apporti Orsugrave veacutenti compagni e un ratto legno Dagravetemi acciograve lrsquoapposti insidiando Nello stretto che parte Igravetaca e lrsquoaspra Same cosigrave correre il mare in traccia 875 Del genitor gli torneragrave funestoraquo Detto vie piugrave con plausi i Proci tutti Il concitacircr e surti incontinente Nella magion drsquoUlisse rientracircro

δ 675 Neacute giagrave gran pezzo dersquo partiti ignara 880 Che nellrsquoimo del cor volgeano i Proci Penegravelope si fu la fece accorta Medoacutente il banditor che la consulta Stando al di fuori del cortile udigravea Che nellrsquointerno ordigravean gli empi la trama 885 Precipitoso corse ad annunziarla Alla regina Ella che il vide appena Oltrepassar la soglia a dir si prese

δ 681 laquoA che i Proci superbi o banditore Mandacircrti A impor che cessino dallrsquoopre 890 Del divo Ulisse le captive e ad essi Apprestino il convito Ah non altrove Ambiscano le nozze e non piugrave mai Si adunin qui ma sia dersquo lor conviti Lrsquoultimo questo O Voi che in sigrave gran calca 895 Struggete il molto vitto e le ricchezze Di Telegravemaco mio non dunque udiste Nellrsquoetagrave giovenil darsquo padri vostri I modi che con lor tenne lrsquoeroe Ned atto ingiusto fece mai neacute acerbo 900 Presso il popolo suo detto proferse Pur dersquo scettrati Re tale egrave lrsquousanza Diliger gli uni abborrir gli altri Ulisse Uom non afflisse mai drsquoonta o drsquooltraggio Ma in queste detestate opere indegne 905 Tutta appar lrsquoalma vostra e come egrave spenta Drsquoogni antico favor la rimembranzaraquo

δ 696 Ed il saggio Medoacutente laquoAh piaccia ai Numi Che il maggior mal sia questo alma reigravena Altro piugrave grave e vie piugrave fiero i Proci 910 Volgono in mente e tu spegraverdilo o Giove

LIBRO IV

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Uccigravederti di ferro al suo ritorno Bramano il figlio che a ritrar del padre A Pilo e a Lacedegravemone si volseraquo

δ 703 A questi accenti le ginocchia e rsquol core 915 Tosto fiaccar Penegravelope si sente Lunga pezza ammutigrave pregni di pianto Le ringorgano gli occhi e la soave Languida voce sui labbri le spira

δ 706 Rotto al fine il silenzio laquoE percheacute Araldo 920 Ito egrave da me lontano il figliuol mio Nullrsquouopo giagrave stringeacutevalo le ratte Navi salir del pelago cavalli Con che varca il mortal lrsquoequoree vie Forse percheacute fermograve che appo le genti 925 Non rimanga di seacute ned anche il nomeraquo

δ 711 laquoNon so ndash rispose il banditor sagace ndash Se un Nume il vi sospinse o se affannoso Drsquoir a Pilo desigraveo lrsquoalma gli accese Sia per saper del padre suo il ritorno 930 Sia di qual fato vittima soggiacqueraquo

δ 715 Detto ciograve si diparte Un disperato Duolo che il cor fiedeacutevale e la mente Opprimeva Penegravelope che starsi Piugrave non sostenne sovra un seggio assisa 935 Bencheacute molti addobbagravesserle la stanza Sul nudo limitar la dolorosa Gettagravetasi mettea miseri lai Quante di fresca o di canuta etade Chiudea fanti la reggia a lei drsquointorno 940 Gemeano Alfine con pianto dirotto Rivolse a lor Penegravelope tai voci

δ 722 laquoDeh mie care ascoltagravetemi gli Eterni Me drsquoaffanni gravacircr piugrave che altra assai Compagna di mia etagrave che meco crebbe 945 Lrsquoottimo sposo mio perdetti in prima Cuor di Lion che fra le Dagravenae genti Del fior se nrsquo gigravea drsquoogni virtude adorno Quel prode la cui fama ampia echeggiava Per la Tessalica Egravellade ed in Argo 950 Ed ora il caro figlio inglorioso Le tempeste rapir fuor dersquo miersquo tetti Neacute del suo dipartir nulla sepprsquoio

ODISSEA

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Infelici di voi non fuvvi alcuna Cui venisse in pensier drsquoin su le piume 955 Scuotermi E vrsquoera pur noto lrsquoistante Chrsquoei la bruna a salir nave se nrsquo gigravea Ah se dellrsquoarduo calle in che si egrave messo Giungeacuteami voce bencheacute drsquoir bramoso Avvinto rimarrigravea tra le mie braccia 960 O me lasciava in queste soglie estinta Ma voli un servo ed a me Dogravelio chiami Lrsquoantico schiavo che giagrave il padre diemmi Quandrsquoio me nrsquo venni in Igravetaca e che or cura Dellrsquoarboroso mio giardin si prende 965 Tosto si rechi appo Laerte a lui Tutto che mrsquoange narri il veglio forse Qualche consiglio rinverragrave al cospetto Si recheragrave del popolo e dorrassi Di color che sua stirpe e del divino 970 Ulisse braman disterpar dallrsquoimoraquo

δ 742 laquoDonna mia ndash rispondea lrsquoaffettuosa Bagravelia Euriclea ndash o tu con dispietato Ferro mrsquouccida o lo star mi consenta In questa reggia il veacuter non ti fia ascoso 975 Tutto sepprsquoio quantrsquoordinograve gli porsi Prebenda e vin soave ma col giuro Grande mi strinse di non farti accorta Del suo partir che al dodicesmo giorno ldquoSalvo chrsquoElla trsquointerroghi ndash soggiunse ndash 980 O del mio dipartir srsquoabbia contezzardquo Tanto il prese timor non forse il pianto Alla tua gran beltagrave recasse oltraggio Or tu deh prendi un bagno e in bianca veste A sommo il tetto del palagio ascendi 985 Con le tue ancelle lagrave Minerva invoca Figlia di Giove Egigraveoco e lrsquoalma diva Da morte il guarderagrave ma dellrsquoafflitto Vecchio non inasprir vie piugrave il cordoglio Non credrsquoio no che abbian gli Eterni in ira 990 DrsquoArcegravesio il sangue sorverragrave di lui Da qualche parte un giorno il discendente Che di questi palagi alti e dersquo pingui Remoti campi suoi terragrave il governoraquo

δ 758 Con questi accenti le calmograve la doglia 995

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E rsquol pianto le ripresse Ella bagnossi Di bianche vesti si adornograve salita Ad alto con le ancelle il sacro farro Nel canestro depose e orograve a Minerva

δ 762 laquoIndomita di Giove inclita figlia 1000 Se rsquol sapiente Ulisse in sua magione Pingui drsquoagna o di toro anche mai trsquoarse Deh mi serba oggi o Dea la rimembranza Il caro figliuol mio guagraverdami e quinci Gli oltracotati e rei Proci discacciaraquo 1005

δ 767 Al fine del suo dir mise ella un pio Flebile grido e lrsquoocchi-glauca Diva Pieno il voacuteto le feacutea Le sale intanto Del palagio oscurato empieano i Proci Di tumulto ed alcun di quersquo superbi 1010

δ 770 laquoCerto ndash sclamograve ndash lrsquoambita alma regina Or ci appresta le nozze ignara al tutto Che a morte giagrave Telegravemaco se nrsquo correraquo

δ 772 Cosigrave costor ma ignari essi medesmi Eran di tutto che lor si apprestava 1015

δ 774 E lrsquoEupigravetide laquoAhi temerari or tutti Lrsquoarrogante parlar cessate un tratto Onde non giunga a penetrar ligrave dentro Su via sorgete taciti e rsquol consiglio Che per noi tutti si assentigrave or srsquoadempiaraquo 1020

δ 778 Tacque ed eletti veacutenti prodi al lito In fretta srsquoavviograve Varacircr nellrsquoalto Il pin veloce alzacircr lrsquoalbero i remi Assettacircr entro volgitoi di cuoio Tutto a modo adopracircro indi le bianche 1025 Vele apersero al vento Arditi servi Armi recacircro e nel mar alto il legno Fermacircr dal canto donde lrsquoAgraveustro spira Cenacircro ligrave pur Egravespero aspettando Che porga lor della partenza il segno 1030

δ 787 Ma la regina nellrsquoeccelse stanze Mesta giacea non cibo non bevanda Ricordograve mai nel cuore ansia volgea Se rsquol figlio esimio sfuggiragrave la morte O se cadragrave darsquo Proci empi trafitto 1035 Quante cose diverse in seacute rivolve Incappato Lion tra folta schiera

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Di cacciator che con le tese reti Il circuendo lrsquoempion di paura Da tante acerbe cure combattuta 1040 Pur dolce scese a confortarla il sonno Stesa in sul letto le giunture tutte Le si sciolsero e tosto addormentosse

δ 795 Nella mente di Palla un pensier novo In questa balenograve Compose unrsquoombra 1045 Ad Iftigravema simigravel prole drsquoIcagraverio DrsquoEumelo sposa chrsquoebbe stanza in Fere DrsquoUlisse alla magion Palla lrsquoinvia Percheacute cessi od almen rattempri i lai I gemiti e i sospir della Regina 1050 Per lo pertugio del serrame entrata Le si librograve sul capo e sigrave le disse

δ 804 laquoDormi e rsquol tenero cor nel sen ti struggi Penegravelope Neacute gemiti neacute pianto Ti consenton gli Degravei reduce in breve 1055 Il tuo figlio accocircrrai cheacute drsquoalcun fallo Nol tengon no contaminato i Numiraquo

δ 808 E la Regina che soave dorme Del palagio dersquo sogni in sulle porte

δ 810 laquoA che mia suora qui venisti Prima 1060 Non lrsquousavi cheacute assai da lunge alberghi Or vuoi che il martigraver cessi e le infinite Doglie che il cor mi fiedono e la mente Quandrsquoio perdetti lrsquoottimo mio sposo Cuor di Lion che fra le Dagravenae genti 1065 Del fior se nrsquo gigravea drsquoogni virtude adorno Quel prode il cui gran nome alto echeggiava Per la Tessalica Egravellade ed in Argo Ed ecco il figliuol mio srsquoimbarca e parte Garzon di marzial fatica ignaro 1070 Neacute in adunanza popolar diserto Piugrave lui che lrsquoaltro piango impaurita Che alcun mal non lrsquoincolga appo le genti Che visita o nel mar Molti nemici Insidiando agognano immolarlo 1075 Pria chrsquoei ritorni alla natigravea contradaraquo

δ 824 laquoFarsquo cor ndash Lo spettro tenebroso aggiunse ndash Sgombra dal sen queste paure Il segue Compagna tal di sigrave fiera possanza

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Che ognun per seacute ne bramerigravea lrsquoaigraveta 1080 Palla Minerva che di Te pietosa Or queste a trsquoannunziar cose mrsquoinviaraquo

δ 835 Penegravelope gridograve laquoSe in veacuter sersquo Diva O se la voce di una Diva udisti Ahi del mio sposo misero mi parla 1085 Vive egli ancora Lrsquoalmo Sol si gode O lo scagliograve tra glrsquoinferi la Morteraquo

δ 835 laquoSrsquoei viva o no ndash rispose lrsquoesilrsquoombra ndash Dato non mrsquoegrave di farti manifesto Mal fa chi vani accenti allrsquoaura spanderaquo 1090

δ 838 Tacque e pel varco ondrsquoera entrata uscigraveo Mischiossi allrsquoaure e sparve Incontinente LrsquoIcagraveride destosse e rsquol cor gentile Di gaudio in petto rifiorir sentigravea Peroccheacute accorse nella fitta notte 1095 Svelato un sogno ad accertarle il vero

δ 842 Giagrave montati in sul legno igravevan solcando Lrsquoequoree strade i Proci atroce morte Macchinando a Telegravemaco Tra lrsquoaspra Same ed Igravetaca sorge in mezzo allrsquoonde 1100 Unrsquoisola scoscesa e non giagrave grande Asteri egrave detta drsquoambo i lati schiude Sicuri porti al valicar dei legni Quivi i Proci al garzon metteano agguato

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LL II BB RR OO QQ UU II NN TT OO

La Zattera drsquoUlisse

DDAL letto di Titoacuten surta lrsquoAurora Portava ai Numi ed arsquo mortali il giorno E giagrave tutti a concilio erano assisi Gli Eterni con in mezzo il Fulminante Di suprema possanza A lor Minerva 5 Noverava drsquoUlisse i molti affanni Revocandoli in mente cheacute non leve Cura la punse dellrsquoeroe dal tempo Che in sua magion la ninfa il si ritenne

ε 7 laquoO Giove ndash disse ndash e Voi tutti o beati 10 Degravei Sempiterni no benigno e mite Scettrato Re non sia piugrave mai ned alti Sensi volga nel cor ma crudel sempre Con iniqui e feroci atti imperversi Poicheacute nullo rammenta il divo Ulisse 15 Nullo fra i tanti popoli chrsquoei resse Qual padre affettuoso Ei gravi intanto Doglie pate nellrsquoisola ove giace Neghittoso languendo ove Calipso Per forza il tiene e rsquol ritornar gli egrave tolto 20 Non navi neacute compagni ha in sua baligravea Che rsquol carreggin sul dorso ampio del mare Ed ecco al caro figliuol suo che riede Alle sue case anegravelasi a dar morte Ei dietro al suon della paterna fama 25 Pilo ed Isparta a visitar si mosseraquo

ε 21 E rsquol Fulminante laquoO figlia mia qual detto Ti sfuggigrave dalle labbra Or tu medesma Non hai fermato giagrave che arsquo suoi reverso

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Tragga Ulisse darsquo Proci aspra vendetta 30 Ma con vigile cura (e ben tu rsquol puoi) Telegravemaco al natigraveo lido rimena Illeso al tutto siccheacute al fin delusi A retroso il lor pin volgano i Prociraquo

ε 28 Tacque lrsquoOligravempio ed a Mercurio vogravelto 35 Prole sua cara laquoVarsquo ndash disse ndash Mercurio Chiaro tra i Numi e messagier mio fido Alla ninfa dal crin aureo e le annunzia Il mio fermo voler che rieda Ulisse Alla terra natigravea ma che non abbia 40 Darsquo Numi o darsquo mortali alcunrsquoaigraveta Vorsquo che patiti aspri travagli aggiunga Nel ventesimo digrave su travi avvinte Da saldi nodi in un la fertil Scherigravea Terra alma dersquo Feaci che al par quasi 45 Di noi gioconda vivono la vita Degno il terran drsquoonor siccome un Dio Condurragravenlo alla sua patria diletta Rame ed oro daragravengli e vesti in copia Maggior che addotto ersquo non avrigravea se drsquoIgravelio 50 Tornava illeso e della preda onusto Chrsquoivi sortigrave Perograve che in fato egli ebbe Di riveder gli amici ed agli eccelsi Suoi tetti e al suol natigraveo di ricondursiraquo

ε 43 AllrsquoArgicigraveda lrsquoobbedir giagrave egrave tardo 55 I leggiadri talari aurei immortali Sotto le piante adatta Ali son queste Con che lrsquoimmensa Terra e rsquol mar trascorre Veloce a par del vento Indi la verga Prese con che a suo grado il sonno infonde 60 Negli occhi dersquo mortali o li dissonna Volograve tra man con quella e di Piegraveria Varcati i gioghi dagli eterei campi Sul mar precipitograve Scorrea a fior drsquoonda A par del laro che persquo vasti golfi 65 Persegue i pesci e le folte ali bagna Nel salso mar Non altrimenti i flutti Sorvolava infiniti il divo Ermete Come fu alla remota isola tosto Uscigrave fuor del mar bruno e lungo il lito 70 Processe fincheacute giunse al vasto speco

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Dove la Ninfa dal bel crine alberga Quivi il Dio la rinvenne Un foco grande Splende nel focolar lrsquoisola tutta Ridonda di fragranza che dal cedro 75 Dal tigraveo spezzati ed avvampanti esala Dolce cantando con gioconda voce Percorreva la Diva una gran tela Con aurea spola Ombragravevasi lo speco Da selva verde ognor drsquoalni e di pioppi 80 Di cipressi odoriferi Tra i folti Rami nidificavano gli augelli Dalle spase ali il gufo lo sparviere La garrula cornacchia che stridendo Del mar sui lidi vagolar si piace 85 Stendeacuteasi intorno allrsquoincavato speco Carca di grappi vite giovinetta Posti a distanza egual quattro bei fonti Limpidrsquoacque volvean vicini prima Scevrati indi scorreano in mille rivi 90 Lungo i margini lor verdeggian liete Praterie molli drsquoapio e di viole A tal vista anche un Dio meravigliando Di gioia sentirigravea lrsquoanimo empirsi Attonito risteacute Mercurio e poscia 95 Che tra seacute tutte cose a lodar ebbe Ratto al capace speco entro si mise Neacute come vide il messagier celeste Lrsquoinclita Dea Calipso il disconobbe Cheacute non egrave lrsquouno allrsquoaltro Nume ignoto 100 Bencheacute gli alberghi lor distin drsquoassai Neacute Mercurio trovograve dentro lrsquoeroe Gemea sul lito assiso e al par di prima Ligrave con pianti e sospir con doglie acerbe Struggeacuteasi lrsquoalma al mar voraginoso 105 Tenea fitto lo sguardo e lagrimava Posto che lrsquoebbe su lucente e miro Seggio lrsquoinclita diva interrogollo

ε 87 laquoPercheacute venisti a me pregiato e caro Nume dallrsquoaureo caducegraveo Mercurio 110 Non fu tua usanza giagrave di visitarmi Agraveprimi la tua mente il cor mi spira Se spetta a me di adempiere i tuoi voacuteti

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E se adegravempierli pur possibil fia Or via mi segui allrsquoospital convitoraquo 115

ε 92 Detto la mensa appoacutesegli davanti Ricoverta drsquoambrosia e rsquol rubicondo Nettare gli versograve cigravebasi e bee LrsquoArgicigraveda Quandrsquoei lrsquoanimo sente Ristorato a suo grado a dir si prese 120

ε 97 laquoMrsquointerroghi percheacute qui mi condussi Tu Dea me Dio Candido il veacuter chiarirti Egraveccomi presto poicheacute tu rsquol mrsquoingiungi Qui lrsquoOligravempio mrsquoinvia contro mia voglia Chi percorrer da seacute vorrigravea mai tanta 125 Salsa acqua immensa Ligrave cittagrave non sorge Dove i mortali arsquo Numi offrano voacuteti Ed esimie ecatombe Or questa egrave mente Ferma di Giove cui non osa alcuno Neacute violar neacute preterir dersquo Numi 130 Dicrsquoei che tu ricetti un di quersquo prodi (E di tutti rsquol piugrave misero) che intorno Di Prigraveamo alla cittagrave pugnacircr novrsquoanni Poicheacute al decimo in fin la rovesciacircro Vegraver la terra natigravea drizzacircr le prode 135 Ma nel redir offesero Minerva Che i turbini sonanti e le vastrsquoonde Contra lor sollevograve Quivi drsquoUlisse Tutti pericircr gli intrepidi compagni Qua dal vento e dallrsquoonda ei fu sospinto 140 Questrsquoeroe congedar Giove trsquoingiunge Subitamente Chrsquoei non ebbe in fato Lunge darsquo suoi perir ma gli egrave destino Rivederli e agli aviti alti palagi Alla terra natigravea di far ritornoraquo 145

ε 116 Calipso inorridigrave laquoNumi crudeli Vinti piugrave chrsquoaltri da furor geloso Quanta invidia portate ad ogni Diva Che apertamente ad un mortal si unigraveo Poi che a diletto suo sposo il si elesse 150 Quando lrsquoAurora dalle rosee dita Orione rapigrave chiusi teneste Glrsquoinvidi spirti ed il rancor nel petto Fincheacute in Ortigravegia corsquo suoi miti strali Saettandolo Artegravemide lrsquouccise 155

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E quando solo dal suo cor sospinta Giasioacuten desiograve Cegraverere bionda Tal che il si strinse drsquoamoroso amplesso Lagrave nel maggese che tre volte avea Risolcato lrsquoaratro il Sir drsquoOlimpo 160 Non del successo ignaro Giasione Con la rovente folgore scoscese Del par mi contendete invidi Numi Chrsquoio possegga il mortal che or meco alberga Pur da me fu serbato allor che errava 165 A cavalcion della carena ei solo Posciacheacute il negro suo legno veloce Conquassato dal folgore e disperso Nel mezzo al negro mar gli ebbe il Tonante Io lrsquoaccolsi io rsquol nutriva io gli promisi 170 Di renderlo immortale e lieto a un tempo Drsquoeterna gioventugrave Ma se di Giove Tal egrave la mente cui non osa alcuno Neacute violar neacute preterir dersquo Numi Pagravertasi se quel Dio lrsquoingiunge e rsquol mare 175 Voraginoso a risolcar lo spinge Certo nol rimando io navi e compagni Non sono a me che per lo vasto dorso Il carreggin del mar Ma di consiglio Affettuosa il sovverrograve neacute occulto 180 Il modo gli terrograve con che gli egrave dato Alle piaggie natigravee tornar illesoraquo

ε 145 E lrsquoArgicigraveda laquoOr via cosigrave rsquol rimanda Pon mente allrsquoira dellrsquoOligravempio un giorno Tornar la ti potrigravea grave drsquoassairaquo 185

ε 147 Posto fine al suo dir subito sparve Verso lrsquoinclito Eroe la nobil Ninfa Mosse tosto che udigrave lrsquoalto di Giove Comandamento assiso in sulla sponda Del pelago il trovograve ligrave mai non ebbe 190 Gli occhi asciutti di lagrime struggea Il caro viver suo pur del ritorno Bramoso che non punto igraveva a talento Allrsquoorrevole Dea Tutte le notti A si giacer nel cavo speco astretto 195 Disvolea ciograve che pur volea la Ninfa E quando splende il Digrave seggente il trova

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Sulle rocce che ingombrano la sponda Lagrave con sospir con gemiti con doglie Roacutedesi lrsquoalma tacito ed immoto 200 Contempla il mar voraginoso e piagne

ε 159 Ma la Dea sorvenendo laquoOh sconsolato Deh non mi dar qui rsquon pianto e il viver caro Non consumarti affettuosa e presta A rimandarti di gran cor consento 205 Tronca su via le vive travi e larga Zattera con il ferro ti congegna Vrsquoinfiggendo alti palchi onde ti porti Sul tenebroso mar Limpide linfe Candidi pani e fervido Liegraveo 210 Che forza infonde e lrsquoanimo conforta Io stessa vrsquoimporrograve sigrave che la fame Da te lunge rispinga altre indossarti Vesti voglrsquoio destro spirarti un vento Che alla terra natigravea trsquoadduca illeso 215 Purcheacute tal sia il voler dersquo Sempiterni Numi del Ciel che in senno ed in possanza Me pur troppo soverchiano drsquoassairaquo

ε 171 Ulisse inorridigrave laquoCerto ndash rispose ndash Altro o Diva pensier tu volgi in mente 220 Non il congedo mio poicheacute mrsquoingiungi Affrontar su tal cimba il tempestoso Fiero abisso del mar che le veloci Vaste navi non varcano quantunque Del vento liete che a lor Giove spira 225 No non la salirograve contro tua voglia Se a me giurar o Dea prima non degni Col giuramento degli Degravei rsquol piugrave grande Che altro danno patir da te non deggiaraquo

ε 180 Sorrise lrsquoalma Diva e della destra 230 Il blandigrave e sigrave gli disse laquoAhi sconoscente Ben sersquo ricco di senno e ben si appare Quantrsquoegrave il sospetto che di me ti prese Siate voi dunque testimoni o Terra O Ciel superno e tu che ti rivolvi 235 Sotterra onda di Stige appo i beati Numi giuro il piugrave sacro e rsquol piugrave tremendo Che affligraveggerti non vorsquo drsquoaltra sventura Ma penso e dico ciograve che per me stessa

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Torrei se fossi a tali strette addotta 240 Sincera ho lrsquoalma ned in questo petto Cor di ferro si annida anzi rsquol mi sento Tenero ahi troppo e di pietade amicoraquo

ε 192 Detto ratta il precorse ed ei rsquol vestigio Della Ninfa seguigravea Giunti alla grotta 245 La Diva ed il mortal questi nel seggio Donde sorto Mercurio era adagiosse La Dea cibi e licor di chrsquouom si pasce Poacutesegli innanzi e gli si assise a fronte Nettare e ambrosia a lei porgean le ancelle 250 Stese le mani alle vivande e preso Della mensa diletto in questa guisa Diegrave principio al suo dir lrsquoinclita Ninfa

ε 203 laquoO diva prole di Laerte o insigne Per senno Ulisse or dunque in cuor del verno 255 Arsquo cari tetti e alla natigravea contrada Ir di subito vuoi Varsquo pur felice Ma se in tua mente balenasser quante Patir gragravevati il Fato acerbe doglie Pria di giunger colagrave qui rimarresti 260 Qui con meco a guardar queste mie case E saresti immortal bencheacute il cor trsquoarda Brama di riveder quella tua donna A cui sempre sospiri Io pur mi vanto Non di statura no neacute di fattezze 265 Esser da men di lei Certo arsquo mortali Donne neacute di beltagrave neacute di persona Con le immortali gareggiar si addiceraquo

ε 214 laquoNon corrucciarti meco orrevol Diva ndash Ulisse ripigliograve ndash conosco appieno 270 Che da meno di Te nel tuo cospetto Fia la saggia Penegravelope o si guardi Alla persona o alla beltagrave devota Essa alla Parca e Tu immortal ned ave In tua fresca beltagrave ragione il tempo 275 Pur questo vorsquo questo egrave il pensier che solo Stammi a tuttrsquoore nella mente infisso Che splenda il digrave che nel paterno tetto Rientrar mi faragrave Che se alcun Nume Pel negro a mrsquoinfestar mare si ostina 280 Sopporterograve cheacute contro alle sventure

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Intrepida nel petto alma rinserro Molti sul mar molti travagli in guerra Sostenni ai tanti aggiugravengasi questrsquounoraquo

ε 225 Caduto in questa il Sol scese la Notte 285 Processi in fondo alla capace grotta La Ninfa con lrsquoeroe lrsquouno appo lrsquoaltra Le soavi drsquoamor gioie gustacircro

ε 228 Apparsa del Mattin la rosea figlia Tunica e manto il Re vestigrave la Ninfa 290 Splendida di candor larga una gonna Sottile graziosa al fianco strinse Aureo cinto elegante in sulle chiome Ondeggiar fersquo un bel velo indi drsquoUlisse Ad apprestar la dipartenza attese 295 Scure di rame a doppio taglio grande Manesca gli porgea con un drsquoolivo Vago adatto manubrio a questa aggiunse Lucida unrsquoascia indi rsquol guidograve lagrave dove In sullrsquoestremitagrave dellrsquoisoletta 300 Alte piante crescean pioppi alni e abeti Che mettevano al Ciel la verde chioma Aride da gran tempo al Sol riarse Atte a via scivolar sul mare ondoso Lrsquoeccelse piante gli additograve la Diva 305 Ed il piede rivolse alla sua grotta

ε 243 Tronca gli alberi Ulisse e giagrave veloce Lrsquoopra che avea tra mano al suo fin corre Nrsquoabbatteacute veacutenti gli adeguograve col ferro Solerte li puligrave drizzolli a squadra 310 Recograve intanto la Dea succhi allrsquoeroe Ed ei forava e riunigravea le travi E di chiovi e drsquoincastri le stringea Quanto di nave ampia da carco allarga Mastro perito il fondo estesa tanto 315 Si fabbricograve la zattera lrsquoeroe Spesse travi su larghe assi stendendo Il tavolato alzograve Piantovvi inoltre Lrsquoalbero con lrsquoantenna ed il timone Construsse il circuigrave con lenti salci 320 Schermo allrsquoonda irrompente e gittograve in fondo Stipati acervi di spezzata selva Calipso esimia Dea recogravegli in questa

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Tele con chrsquoei mise le vele in punto Tirograve le antenne e vi legograve le sarte 325 La poggia e lrsquoorza In fin sottese al legno Forti leve nel mar vasto il sospinse

ε 262 Al quarto digrave tutto era in pronto il quinto Dallrsquoisoletta il congedograve la Diva Dopo che il cinse di odorate vesti 330 E che drsquoun bagno il confortograve Nel legno Otri due collocograve lrsquoun di vermiglio Bacco lrsquoaltro maggior di limpidrsquoonda La vettovaglia chiuse in un capace Zaino in che mise molte dapi elette 335 Mite e benigno in fin largigraveagli un vento Lieto a quel vento dispiegograve le vele Ed assiso al timon con arte Ulisse Dirigeacutevane il corso ned il sonno Le luci gli gravograve mentre mirava 340 Le Plegraveiadi ed il lento tramontante Booacutete e lrsquoOrsa pur nomata il Carro Che ligrave si gira e guarda in Orione Sola darsquo flutti dellrsquoOcegraveano intatta Questa varcando il mar lasciare a manca 345 Commigravesegli la Dea Ben dieci e sette Digrave navigograve quandrsquoecco il digrave vegnente Soacutersegli a fronte corsquo suoi monti ombrosi Dersquo Feaci la terra a cui giagrave egrave presso Pagraververgli come al guardo gli si offerse 350 Sul tenebroso mar quasi uno scudo

ε 282 Ma di Etiopia reduce Nettuno Sin dallrsquoalte di Sogravelima montagne Gettograve lunge lo sguardo e affigurollo Veleggiante sullrsquoonde acceso in ira 355 Squassograve il capo e tra seacute cosigrave a dir tolse

ε 286 laquoE che Dunque mutacircr consiglio i Numi Intorno a Ulisse mentrrsquoio feacutea soggiorno Tra gli Etiogravepi Ecco giagrave presso egrave giunto Dersquo Feaci alla terra ovrsquoebbe in sorte 360 Sfuggir lrsquoalte sventure ondrsquoegli egrave oppresso Pur di guai mi credrsquoio sazio fia primaraquo

ε 291 Detto afferrograve rsquol tridente adunograve i nembi Il mar turbograve Di tutte le tempeste Tutti i vegraventi eccitograve la terra e lrsquoonde 365

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Di nugoli coprigrave dal Ciel la Notte Precipitograve piombacircr quasi in un gruppo Con Egraveuro e Noto ad una rsquol violento Zegraveffiro e lrsquoAquiloacuten che drsquoalto spira Spazza i nembi e le vaste onde rivolve 370 Mancar sentissi le ginocchia e rsquol core Ulisse e alla sua grande alma gemendo

ε 299 laquoAhi misero ndash dicea ndash di me che fia Temo verace della Ninfa il detto Chrsquoio sosterrei nel mar gran doglie prima 375 Di redir arsquo miei lari or ciograve si adempie Oh di quai nubi rsquol ciel vasto inghirlanda Giove lrsquoonde turbograve di tutti i vegraventi Impeto fan sul mar fiere tempeste Certa e ria morte or tiemmi Oh fortunati 380 Tre volte e quattro i Dagravenai che agli Atridi Gratificando lagrave nersquo campi drsquoIgravelio Cadeano Deh percheacute non caddi anchrsquoio Quel digrave che i Tegraveucri al morto Achille intorno Tante ferrate in me lance avventacircro 385 Sortito avrei gli onor funegravebri a cielo Celebrato mia gloria arigraveen gli Achivi Or mi danna il Destino a ignobil morteraquo

ε 313 Tacque e dallrsquoalto ruinando unrsquoonda Orribilmente rigirograve la barca 390 E da quella lrsquoeroe lungi sospinse Via gettograve il tegravemo dersquo commisti vegraventi Lrsquoirrompente terribile procella Lrsquoalbero gli scoscese in mar lontano Vela ed antenna caddero gran tempo 395 Stette sommerso neacute darsquo tempestosi Flutti ratto emergea peroccheacute troppo Di Calipso il gravavano le vesti Sorse alfine dal mar molta salsa onda Vomitando che giugrave dal capo a rivi 400 Con lene sibilar gli discorrea Bencheacute rotto di stento ersquo giagrave non pose La zattera in obbligraveo ma sovra i flutti Lanciagravetosi ghermigravella indi nel mezzo Schivando il fin di morte vi si assise 405 Agitata qua e lagrave lrsquoalte correnti Del gran fiotto rapigravevanla A quel modo

ODISSEA

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Che sovra un campo lrsquoAquiloacuten drsquoAutunno Sparpaglia un fascio drsquointrecciate spine Trabagravelzanla qua e lagrave sul mare i vegraventi 410 Or Noto contro a Bograverea la sospinge Che ben lungi lrsquoavventa Egraveuro or la cede A Zegraveffiro che fier lrsquourta e lrsquoincalza

ε 333 Vide lrsquoeroe diserto Ino Cadmegravea Dal candido talon che tra i mortali 415 Modulanti la voce un digrave nomosse Leucotogravee ed or nel pelago si gode Divini onori Di pietagrave il cor tocca Pel combattuto eroe da immensi affanni Qual mergo a volo si lanciograve dallrsquoonde 420 Sulla cimba si assise e sigrave gli disse

ε 339 laquoLasso percheacute di tanta e cosigrave atroce Ira teco si accese Enosigegraveo Tal che di questi mali ora ti opprime Pur non ti perderagrave comeccheacute il brami 425 Questo farsquo dunque cheacute di senno uscito Giagrave non mi sembri svegravestiti dersquo panni Dagrave dersquo vegraventi in baligravea lrsquoinfranto legno Drsquoambe man nuota e cerca il tuo ritorno Nersquo Feacesi liti ove il rifugio 430 Ti consente il destino Or tersquo drsquointorno Questo velo immortal trsquoavvolgi al petto Neacute tema di periglio abbi o di morte Tocca dalle tue man la piaggia appena Disleacutegalo e volgendo addietro il voacutelto 435 Lungi dal continente in mar lo gittaraquo

ε 351 Tacque ed il vel gli diegrave nel mare ondoso Qual mergo si tuffograve corse una bruna Onda e la bella Diva ricoverse Stette in forse lrsquoeroe nel tollerante 440 Alto suo cor proruppe indi gemendo

ε 356 laquoAhi lasso forse alcun deglrsquoimmortali Novo inganno mi trama or che mrsquoingiunge Tocircrmi di questo legno Intera fede Dargli or non vorsquo cheacute irsquo veggio in lontananza 445 La terra ove promesso egravemmi lo scampo A questo che il miglior partito estimo Mi appiglierograve sin che tra lor congiunte Resteranno le travi io qui rimango Tutti affanni patendo e quando i flutti 450

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Spezzato lo mi avran porrommi a nuoto Neacute mi occorre alla mente altro consiglioraquo

ε 365 Questo nellrsquoagitata alma ei volgendo Nettuno sollevograve tumida unrsquoonda Grave orribile enorme e la sospinse 455 Qual da turbo investito si disperde Di qua di lagrave drsquoaride paglie un mucchio Tal tutte andacircr le tavole disperse Sovra drsquoun trave lagravenciasi lrsquoeroe Svegravestesi i panni che gli diegrave Calipso 460 E di corsiere in guisa oltre il sospinge Sotteso al petto il vel le braccia aperse A capo chin precipitograve nellrsquoonde E di forza nuotograve Nettuno il vide E crollando la testa in suo cor disse 465

ε 377 laquoErra cosigrave nel mar molti or sostieni Aspri tormenti sin che a gente arrivi A Giove cara ma neacute lagrave mi penso Allegro andrai del tuo fallirraquo Ciograve detto Sferzograve i corsier dallrsquoondeggiante chioma 470 E difilato ecco perviene ad Egravega Dove lrsquoinclita sua reggia si estolle

ε 382 Pagravellade intanto dellrsquoEgigraveoco figlia Altro in cura prendea ripresse il soffio Dersquo vegraventi gli acquetograve sopilli tutti 475 Ma il rapido incitograve Bograverea ed i grossi Flutti nrsquoinfranse fincheacute il divo Ulisse Appo i Feaci naviganti illustri Morte schivata e le rie Parche arrivi

ε 388 Quivi due digrave quivi due notti errava 480 Trabalzato su enormi onde ed il core Ad ora ad or gli presagigravea la morte Ma come lrsquoalba dallrsquoaurate chiome Rimenograve il terzo digrave quetossi rsquol vento E tranquillo seren drsquointorno rise 485 Ulisse allor drsquoun alto flutto in cima Drizzograve lrsquoacume dellrsquointente luci Neacute lontana da seacute scorse la terra Quale egrave la gioia che nel core abbonda Dersquo figli (che scorgean giacer gran tempo 490 Colpa drsquoinfesto demone consunto Darsquo fiere doglie il genitor) nel giorno Che i Degravei benigni in sanitagrave il tornacircro

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Tal giubilo sentigrave nellrsquoalma Ulisse Della terra allrsquoaspetto e delle selve 495 Nuotava e drsquoambo i piegrave lrsquoonde percosse Acquistar contendea lrsquoopposta riva Come distograve quanto drsquouom vola un grido Ode immenso fragor cheacute le vastrsquoonde Eruttate dal mar contro lrsquoalpestre 500 Continente mugghiavano e di larghi Sprazzi di spuma ricoprigravean la sponda Non porto alcun schermo alle navi o seno Quivi apparigravea ma rocce ardue ed acute Protendegraventisi in mar scogli erti e massi 510 Mancar sentissi le ginocchia e rsquol core Ulisse e in suo gran cor dicea gemendo

ε 408 laquoAhi quando questa infin terra insperata Diemmi Giove a veder quando solcai Questrsquoabisso e qui giunsi ecco non veggio 510 Egresso alcun per me fuor da queste onde Rocce acute a rincontro impetuoso Rugge drsquointorno il flutto in suso corre Liscia rupe qui rsquol mare alto mi toglie Fermar le piante ed ischivar la morte 515 Temo se tento uscir che mi rapisca E contro a questa roccia erta mrsquoavventi Un fier maroso sigrave che a me ogni sforzo Torni vano o funesto E srsquoio nuotando Oltre mi spingo onde cercar tranquille 520 Piaggie od un porto temo che gemente Me nel pescoso mar non risospinga La tempesta rapace o alcun dersquo mostri Che molti nutre in sen lrsquoalta Anfitrite Contro di me non ecciti alcun Dio 525 Cheacute ben so qual rancor tiemmi Nettunoraquo

ε 424 Mentre questi pensier tra seacute volgea Allrsquoaspro lito enorme onda lrsquoimpulse Squarciata la persona ivi ed infrante Tutte avrigravea le ossa se allrsquoeroe benigna 530 Non srsquoinfondea nellrsquoanimo Minerva La rupe in che giagrave dava ad ambe mani Aggrappograve e stretto vi aderigrave gemendo Fincheacute tutta la vasta onda trascorse Di tal guisa campograve ma rifluendo 535 Precipitoso il fiotto il ripercosse

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Il divelse dal masso e in lontananza Nel mare il trabalzograve Siccome polpo Sterpato dal nativo antro non pochi Tragge lapilli nelle molte branche 540 Cosigrave drsquoUlisse dalle man gagliarde Disvelse il masso la squarciata pelle Giagrave rsquol vasto fiotto il tranghiottigravea giagrave spento Contra il fato ligrave focircra il doloroso Ma di acume di forza e di coraggio 545 Palla il rigagliardigrave Da un flutto emerso Di quersquo che con fragor rompeacuteansi al lito Nuotava e rsquol guardo tenea vogravelto a terra Se forse di scoprir venigraveagli fatto Qualche piaggia ricurva o qualche porto 550 Neacute risteacute dal nuotar sin che alla foce Drsquoun fiume dalle belle onde al fin giunse Ottimo il loco pagravervegli che scarco Drsquoalpestri rocce era darsquo vegraventi intatto Come il fiume avvisograve dal cor sigrave orava 555

ε 445 laquoNume qual che tu sigravee di sigrave bellrsquoonda Ogravedimi a Te che tanto desiai Sfuggendo allrsquoira di Nettun ricorro Arsquo celesti medesimi egrave venerando Uom che giunga ramingo e tal son io 560 Che alle dolci tue acque arsquo tuoi ginocchi Dopo patiti immensi affanni or vengo Miserere di me che giagrave vo altero Drsquoesser supplice tuo benigno Iddio

ε 451 Tacque e rsquol Nume lenigrave subito il corso 565 Lrsquoonde adeguograve diffuse anzi allrsquoeroe Dolce calma e del suo limpido fiume Alla foce il salvograve Piegograve lrsquoeroe Le ginocchia e mancar sentigrave le braccia Cheacute rsquol mar fragravensegli rsquol core il corpo tutto 570 Gonfiava e per la bocca e per le nari A gurgiti le amare onde versava Senza respir giaceva e senza voce Disvigorito tanta e cosigrave fiera Fatica il soverchiograve Ma come in petto 575 Gli spirti ridestacircrsegli il vel sciolto Della Diva rsquol gettograve lagrave dove al mare Amareggiando il fiume si devolve Addietro il riportograve della corrente

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La vasta onda veloce e in un momento 580 Tra le care sue mani Ino lrsquoaccolse Del fiume allontanatosi su molli Giunchi cascograve baciograve la terra e poscia Gemendo al suo gran cor cosigrave dicea

ε 465 laquoAhi Che piugrave soffrirograve Di me che fia 585 Se lungo il fiume questa fiera notte Vigilerograve la rigidrsquoaura e rsquol guazzo Fertile me giagrave stanco e illanguidito Struggeranno cheacute allrsquoora mattutina Spira del fiume lrsquoagghiacciata brezza 590 Se del colle arboroso ascendo in cima E mrsquoaddormento tra i piugrave folti arbusti (Quando il gel nol contenda e la stanchezza Che dolce il sonno mi ristauri) Ahi preda E pasto diventar temo di belveraquo 595

ε 474 Prepor fersquo stima lrsquoultimo partito Verso il bosco se nrsquo va che allrsquoacque accanto Su drsquoun poggio surgea sotto due ulivi Che congiunti crescean quivi srsquointerna Ma domestico lrsquoun lrsquoaltro oleastro 600 Non gagliardo soffiar drsquoumidi vegraventi Non di fervido Sol raggio non pioggia Dirotta tra di lor penetrograve mai Tanto crebbero densi ed intrecciati Sottentrovvi lrsquoeroe Ratto movendo 605 Le mani intorno un letto ampio vi pose Cheacute gran copia di fronde ivi era sparsa Tal che due ricoprire o tre potrigravea Uomini al furiar di crudel verno Esultograve a quella vista asserenosse 610 Il divo Ulisse si corcograve e di fronde Enorme addosso si tirograve un acervo Comrsquouom solingo in sul confin drsquoun campo Tizzo nasconde sotto rsquol cener bruno Per serbar vivo della fiamma il seme 615 Che drsquoaltronde raccendere gli egrave tolto Sigrave tra le fronde ei si celograve Minerva Dolce sonno gli infuse e le dilette Palpegravebre gli velograve percheacute repente Lrsquoaffaticato eroe posi e respiri 620

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LL II BB RR OO SS EE SS TT OO

Arrivo di Ulisse presso i Feaci

SSTANCO lrsquoinclito eroe di tanti affanni Quivi posava in fin dal sonno oppresso Ma dersquo Feaci vegraver la popolata Cittagrave Palla volograve Questi da prima I vasti drsquoIperegravea piani abitacircro 5 Appo i Ciclopi gente atroce e fiera Che di rapine gli affliggea e di lutti Percheacute di gagliardigravea li soverchiava Quindi a migrar di lagrave gli persuase Nausigravetoo a un Dio sembiante che in Ischerigravea 10 Darsquo mortali ingegnosi allor divisa Gli addusse e stanza qui a fermar locolli Drsquouna cittagrave construgravessevi la cerchia Magioni fabbricograve delubri eresse E le terre divise Ma giagrave domo 15 Dalla Parca funesta ito era a Pluto Regnava Alcigravenoo allor darsquo Numi stessi Nersquo provvidi consigli ammaestrato Scese Minerva nel costui palagio Cheacute drsquoUlisse il ritorno in cor volgea 20 Vegraver la stanza volograve dedagravelea in cui Giovinetta dormigravea che di fattezze Di statura alle Dive era sembiante Nausigravecaa figlia del Re illustre quivi Stavan di qua di lagrave presso alla porta 25 Le cui splendide imposte eran rinchiuse Due fresche ancelle che le Grazie stesse Di celeste beltagrave resero adorne Come drsquoauretta un alito penegravetra

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Nella stanza la Diva ed alle piume 30 Della fanciulla avvicinata assunse Il voacutelto della figlia di Dimagravente Nocchier insigne a lei cara oltremodo Uguale a lei drsquoetade e sigrave le dice

ζ 25 laquoNausigravecaa percheacute Te sigrave trascurata 35 La madre partorigrave Le vesti esimie Ti giacciono neglette ed il momento Giagrave giagrave si appressa di tue nozze in cui Sfoggiar degravei le piugrave belle e offrirne a quanti Ti seguiranno del tuo sposo ai tetti 40 Merceacute tai cure insigne appo i mortali Fama si acquista e alleacutegrasi col padre La veneranda genitrice Or dunque Moviam sullrsquoalba ad imbianchire i panni Teco allrsquoopra sarograve per trarla a fine 45 Subitamente cheacute restar gran pezza Vergine tu non degravei giagrave tutti a gara Del popolo Feace i piugrave onorati Tra cui rsquol natal tu stessa anco sortisti Trsquoambiscono Via dunque in sullrsquoaurora 50 Lrsquoinclito genitor trova e rsquol richiedi Ed impetra da lui le mule e rsquol carro Che i tuoi cinti eleganti ed i tuoi veli Ed i superbi tuoi manti trasporti Anzi che a piegrave drsquoir cosigrave a te si addice 55 Cheacute da cittagrave i lavacri assai distannoraquo

ζ 41 Come si tacque rivolograve allrsquoOlimpo Sede va grido degli Degravei tranquilla Cheacute neacute da vegraventi srsquoagita neacute aspersa Da pioggia egrave mai neacute mai turbo lrsquoassale 60 Di gelato vapor su vi si spande Serenitagrave cui nulla nube vela Ed in che lume candido discorre Quivi i Celesti in gaudio in gioia in festa Eternalmente vivono beati 65 Ligrave Palla rivolograve poicheacute fersquo lieta La donzella regal del suo consiglio

ζ 48 Comparsa appena sovra lrsquoaureo trono Destograve lrsquoAurora la gentil donzella Che del sogno stupigrave Con agil piede 70 La reggia attraversograve per darne parte

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Arsquo cari genitor nella lor stanza Amendue li trovograve La madre assisa Accanto al focolar con leste ancelle Dal pennecchio traea torcendo il fuso 75 Lane tinte di porpora marina Ma nel padre si avvenne allor che fuori Uscigravea per ir corsquo prigravencipi al concilio Lagrave rsquove i prodi Feaci lrsquoinvitacircro Nausigravecaa al genitor fagravettasi presso 80

ζ 57 laquoBabbo mio ndash gli dicea ndash non vuoi tu darmi Lrsquoeccelso carro di veloci ruote Acciograve le belle vesti al fiume lavi Che mi giaccion di polvere coverte Ben si conviene a Te che tra i piugrave illustri 85 Siedi a consulta aver nitide vesti Cinque in tua reggia son figli diletti Due fa lieti Imenegraveo celibi gli altri Vanno del fior di giovinezza adorni Questi con lini entrar vogliono in danza 90 Dalle lavande di recente giunti Tutte coteste cure ora son mieraquo

ζ 66 Qui tacque cheacute nomar giagrave non ardigraveo La vereconda le fiorenti nozze Al caro genitor ma quei che tutto 95 Il suo concetto penetrograve rispose

ζ 68 laquoNeacute le Mule ned altro o figlia mia Ti si contende Varsquo lrsquoalto impalcato Agile carro appresteragraventi i serviraquo

ζ 71 Gli ordini arsquo servi diegrave trassero presti 100 La rapida mular biga allesticircrla Miser sotto le mule e le aggiogacircro Dalla stanza recograve Nausigravecaa intanto Le belle vesti e sul pulito carro Le collocograve Dapi squisite e varie 105 Pose la genitrice in un canestro Ed in otre caprigno il vin le infuse Indi alla figlia che saligrave sul carro Diede in ampolla drsquoograver liquida oliva Percheacute profumi seacute con le donzelle 110 Che la seguigravean preso che avranno il bagno Tolta la sferza e le lucenti briglie Nausigravecaa flagellograve sospinse al corso

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Le mule alto rumor sotto i lor passi Irrompendo levacircr senza far sosta 115 Disteacutesersi e portacircr le vesti ad una Con la fanciulla neacute lei sola appresso Di conserto le gigravean non poche ancelle

ζ 85 Ratto giunser del fiume alle bellrsquoonde Arsquo marmorei lavacri ridondanti 120 Drsquoacqua limpida sigrave che drsquoin su i panni Le disperate macchie anco tergea Sciolser le mule e lungo il vorticoso Fiume cacciacircrle a pascer la dolce erba Tolti indi di lor man dal carro i panni 125 Li tuffacircr nella bruna onda ed in larghe Fosse le ricalcacircr con presto piede Spinte da ricrescente emolo ardore Detersi e mondi lungo il marin lido Lrsquouno appo lrsquoaltro steacuteserli ove il flutto 130 Le pietruzze puligravea Preso indi rsquol bagno Profumacircrsi drsquoessenze e lungo il margo Del fiume si cibacircr pur aspettando Che arsquo rai del Sol si asciughino le vesti Del cibo estinto il desiderio diecircrsi 135 Deposti i veli della palla al gioco Nausigravecaa bella dalle nivee braccia Tra di lor intonava una canzona Come Diana faretrata incede Nersquo gioghi del Tagraveigeto o in Erimanto 140 Quando i rapidi cervi ed i cinghiali Piagravecesi a saettar scheacuterzanle intorno Le ninfe agresti dellrsquoEgigraveoco prole Nova piograveverle in cor sente dolcezza Latoacutena cheacute del capo e della fronte 145 Alle sue ninfe lrsquoalma Dea sovrasta Di leggier lrsquoaffiguri bencheacute tutte Di celeste beltagrave splendano adorne Non altrimenti tra le vaghe ancelle Spiccar lrsquointatta vergine si scorge 150

ζ 110 Ma quando arsquo tetti suoi redir si accinse E le mule aggiogograve ripiegograve i manti Novo in mente pensier surse a Minerva Come deacutestisi Ulisse e come ei veggia La vergine darsquo begli occhi lucenti 155

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Che dersquo Feaci alla cittagrave lo scorga Nausigravecaa in quel momento ad unrsquoancella Scagliograve la palla che falligrave e del fiume Nersquo vortici cascograve misero tutte Un altissimo grido A quel rumore 160 Riscosso Ulisse ove giacea si assise Questi nel dubbio cor sensi volgendo

ζ 119 laquoAhi lasso fra qual gente in qual contrada Giunto in fine son io Cruda selvaggia Cui del giusto non caglia O degli estrani 165 Amica e di cui lrsquoalma i numi adora Giugravensemi un femminil grido allrsquoorecchio Forse di Ninfe che negli ardui gioghi Delle montagne albergano o dersquo fiumi Nelle correnti o nelle valli erbose 170 O drsquoappresso mi sta gente mortale Modulante la voce Or io medesmo Con gli occhi propri accerteronne il veroraquo

ζ 127 Ciograve detto uscigrave fuor degli arbusti Ulisse Con la gagliarda man dallrsquoalta selva 175 Schiantograve frondoso un ramo e delle membra La men che onesta nuditagrave coverse Trasse lrsquoeroe come Lion montano Che in sua forza fidato oltre si spinge Dalla pioggia e dal turbine percosso 180 Vibran gli occhi scintille impetuoso Sui tauri sulle pecore sui cervi Della foresta avvegraventasi e la fame Ad assaltar fin lo sospinge il gregge Penetrando lrsquoovil che lo rinserra 185 Tal veniva lrsquoeroe vegraver le fanciulle (Necessitagrave rsquol traea) quantunque nudo Sozzo di marin limo apparve a tutte Orribile qua lagrave per lrsquoalte rive Fuggivano Risteacute Nausigravecaa sola 190 Cui nellrsquoanimo ardir Minerva infuse E di temenza le francograve le membra Ferma di contra si piantograve e lrsquoattese Volgea tra seacute lrsquoeroe se le ginocchia Supplice le abbracciasse o se con blande 195 Voci pregarla di lontan dovesse Che la cittagrave gli mostri e che il sovvenga

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Pur drsquouna vesta In suo pensier prepose Questo consiglio cheacute temea col tocco Delle ginocchia concitarne lrsquoira 200 Con dolce e accorto dir quindi incomincia

ζ 149 laquoTe imploro alma Regina Ah di che nome Chiamar ti deggio Diva o mortal donna Se Diva sersquo che rsquol Cielo abiti immenso Allrsquoesimia beltade agli atti allrsquoalta 205 Maestagrave delle forme in tutto assembri Artegravemide di Giove inclita figlia E se tu delle donne una pur sei Che albergan sulla terra ah mille volte Il genitor la madre ersquo tuoi germani 210 Mille volte beati Oh quanta gioia Sempre la tua merceacute lor petti inonda Scorgendoti in sul fior di giovinezza Percorrer lieta delle danze i cori Ma sovra gli altri tutti oh se beato 215 Chi di presenti nuziali onusta Trsquoaddurragrave arsquo tetti suoi No tra i mortali Non vider gli occhi miei miracol tale Neacute in uom neacute in donna mai Nel rimirarti Riverenza e stupor tegravengonmi oppresso 220 Di Febo appo lrsquoaltar sigrave vidrsquoio in Delo Bel rampollo di Palma egravergersi allrsquoaura Chrsquoivi alla guida di non poche genti Pur mi condussi un digrave Fatal viaggio Donde giagrave originacircr mie disventure 225 Come alla vista della giovin palma Restai gran pezza di stupor compreso Percheacute pianta sigrave bella e maestosa Dal grembo della terra unqua non sorse Cosigrave Te donna attonito or contemplo 230 Meraviglia stupor tema rispetto Forza al mio dubbio cor fanno ad un tempo Sigrave che abbracciar non oso il tuo ginocchio Ma tu in me scorgi un misero cui fiede Lrsquoalma immenso dolor Dal tenebroso 235 Mar dopo dieci e dieci digrave pur ieri Sfuggigravea me i flutti prima e me i furenti Turbini dallrsquoOgigravegia isola lunge Sospinsero Qua alfin gittommi un Dio

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Forse a patir novelli guai cheacute stanchi 240 Non credo io no dal perseguirmi i Numi Deh pietagrave rsquol cor ti tocchi alma regina Pietagrave di me che dopo tanti affanni Te prima imploro non egrave in me degli altri Della cittagrave o dersquo campi abitatori 245 Nulla notizia Piagravecciati additarmi Il cammin che a cittagrave guida e un vil lino Dammi che al corpo lo mi getti intorno Se qui venendo alcun per le tue vesti Recasti invoglio Tutto che desii 250 Ti concedan gli Degravei sposo e famiglia In che faccian regnar di cari affetti Dolce concordia peroccheacute non havvi Prosperitagrave che agguagli il viver lieto Di marito e di donna ambo reggenti 255 Drsquounanime voler la propria casa Gli invidi si corrucciano van lieti Gli ottimi ma vie piugrave chrsquoaltri beati Drsquoamor concorde esultano i due sposiraquo

ζ 186 laquoO forestier ned uom di senno uscito 260 Ned ignavo mi sembri ndash a lui rispose Nausigravecaa bella dalle nivee braccia ndash LrsquoOligravempio stesso a suo voler dispensa La fortuna arsquo mortali o buoni o rei Tutto che trsquoavviograve forza ti egrave quindi 265 Sopportarlo da forte Or che alla nostra Terra e cittagrave sersquo giunto neacute di vesti Difetto patirai neacute drsquoaltra aigraveta Cui dessi a forestier che accorse a noi Di remota contrada A Te la via 270 Additerograve della cittagrave ed il nome Dersquo popoli dirograve Tengono questa Cittagrave i Feaci ed il paese io nacqui Dal magnanimo Alcigravenoo a cui la somma Del poter ersquo commisero e la forzaraquo 275

ζ 198 Disse e allrsquoancelle dal bel crin rivolta laquoFermatevi ndash indicea ndash Percheacute alla vista Del forestier fuggite Oh rsquol vi credete Nemico Neacute tra vivi egrave neacute fia mai Uom che alla terra dersquo Feaci giunto 280 Osi guerra portar peroccheacute a noi

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Dismisurato amor portano i Numi In disparte abitiam nel mar ondoso Ultimi neacute con noi nullo srsquoimmischia Questrsquoinfelice che gran tempo errante 285 Sui flutti infin qua giunse or da noi vuogravelsi Soccorrere Gli estrani ed i mendichi Ci vengono da Giove esiguo dono Torna a lor caro Or via di cibo ancelle Lrsquoospite sovvenite e di bevande 290 Ma pria drsquoun bagno accanto al fiume ursquol vento Contro gli opposti schermi impeto perderaquo

ζ 211 Detto ristacircr le ancelle e rincoracircrsi Alternamente In parte al vento chiusa Condussero lrsquoeroe come prescrisse 295 Lrsquoalma figlia drsquoAlcigravenoo accanto a lui Le vesti collocacircr tunica e manto Rinchiusa indi gli diecircro in vasel drsquooro Liquida oliva e rsquol confortacircr del fiume Nelle pure a tuffarsi onde correnti 300

ζ 218 laquoDeh levagravetevi quinci o giovinette ndash Vogravelto alle ancelle rispondea lrsquoeroe ndash Finchrsquoio stesso dagli omeri deterga La salsa spuma ed ugravengami drsquoessenze Cheacute drsquooliva il licor sulla persona 305 Non mi scorse gran tempo Oh mai non fia Che nel vostro cospetto osi lavarmi Diviegravetami rsquol pudor sigrave disvestito Anzi a sigrave adorne giovani mostrarmiraquo

ζ 223 Le fanciulle arretracircrsi e riportacircro 310 Alla vergin quel detto ed ei col fiume Via tolse il limo che alle terga e arsquo lati Omeri gli si apprese indi la testa Dalla sozzura del mar fiero asterse Lavato ed unto srsquoindossograve quersquo panni 315 Che a lui lrsquointatta vergine largigraveo Giagrave Minerva di Giove inclita figlia Il fersquo apparir piugrave grande e maestoso Giugrave dal capo cader gli feacuteo la chioma In ondeggianti anella al fior sembiante 320 Giacintino Qual fabbro industre a cui Tutti dellrsquoarte disvelacircr gli arcani Il buon Vulcano e lrsquoAtenegravea Minerva

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Scorrer fa lrsquooro al fine argento intorno Sigrave che gli esce grazioso il lavorigraveo 325 Tal drsquoUlisse sugli omeri e sul capo Decoro e venustagrave Palla diffuse Ito in disparte ove piugrave sorge il lido Disfavillante di beltagrave e di grazia Lrsquoeroe si assise la regal donzella 330 Stupigrave e alle fanti dal bel crin sigrave disse

ζ 239 laquoUdigravetemi or che vrsquoapro il pensier mio Leggiadre ancelle No contra la mente Di tutti i Numi che in Olimpo han seggio Questo stranier non giunse alla contrada 335 Dersquo nobili Feaci Ei mrsquoebbe vista Drsquouomo ignobile prima ed or mrsquoassembra Un nume abitator del Ciel immenso Piaccia agli Eterni che tal fia colui Che nomerograve mio sposo Oh qui sua stanza 340 Fermasse e qui restar fosse contento Ancelle or via di cibo e di bevande Lrsquoospite a sovvenir tosto accorreteraquo

ζ 247 Udicircrla intente ed obbedicircr Accanto Dapi e beva gli apposero allor diessi 345 A dissetarsi a satollarsi Ulisse Voracemente peroccheacute gran tempo Il tormento patigrave drsquoavida fame

ζ 251 Qui ad altre cure la donzella attese Sul carro adorno le piegate vesti 350 Per ordine colloca aggioga al temo Le ratte mule di fortrsquounghia e sale Indi Ulisse al partir cosigrave rincora

ζ 255 laquoOr via legravevati su movi o straniere Vegraver la cittagrave Ti scorgerograve del saggio 355 Mio padre alla magione ove figraveen pagravermi I duci tutti dersquo Feaci accolti Ma poicheacute dissennato a me non sembri Pon mente a questo fincheacute i luoghi coacutelti Percorreremo pesterai veloce 360 Con le donzelle del mio cocchio il solco Io rsquol sentier segnerograve Ma giunti appresso Alla cittade scompagnarci egrave forza Alto muro lrsquoaccerchia e drsquoambo i lati Drsquoangusto ingresso un bel porto si schiude 365

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Cheacute un appo lrsquoaltro in fila i larghi legni Tirati in secco coprono la riva Di pietre svelte da profonde cave Lastricata egrave la piazza in mezzo a cui Superbo il tempio di Nettun si estolle 370 Lagrave srsquointende apprestar gomene e vele E gli altri arnesi delle navi brune Lagrave remi a ripulir cheacute giagrave i Feaci Non prendon cura drsquoarchi e di faretre Ma drsquoalberi di remi e drsquoalte navi 375 Su cui varcano lieti il mar spumante Darsquo motti amari di costor mi guardo Non alcun ci rampogni cheacute non pochi Insolentir tra il popolo son usi E se alcun dersquo piugrave tristi in noi srsquoavviene 380 ldquoChi egrave ndash forse diragrave ndash quel forestiere Drsquoaltere forme e di avvenente aspetto Che le vestigia di Nausigravecaa preme Dove il trovograve Certo esser dee lo sposo O dal suo legno qualche errante addusse 385 Qui pervenuto di lontan paese Cheacute nulla presso a noi gente dimora Od arsquo fervidi suoi voacuteti discese Di Cielo un Dio che riterragrave Ella sempre Gran loda le si dee se andando in volta 390 Questo trovograve sposo stranier cheacute i molti Feaci illustri che lrsquoambigraveano tutti Ebbe in dispetto la costei fierezzardquo Cosigrave la turba e focircrami vergogna Mi adirerei contro ad ogni altra io stessa 395 Che degli amati genitori in onta Sen gisse in compagnia drsquouomini prima Che delle nozze il digrave sacro le splenda Ospite senti dunque e questi detti Nel cor riposti impetrerai repente 400 Dal padre mio la scorta ed il ritorno Noi rinverrem per via lrsquoampio-fronzuto Bosco di pioppi allrsquoOcchi-glauca sacro Limpido fonte ivi discorre attorno Un bel prato si stende ivi rsquol podere 405 Ivi del padre mio lrsquoorto fiorisce Neacute distan piugrave dalla Cittagrave che il tratto

LIBRO VI

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Aereo chrsquoun gridar drsquouomo percorre Ivi trsquoassidi e sta fincheacute noi giunte Alla cittagrave saremo ed arsquo miei tetti 410 Quando riputerai che avrem giagrave tocche Le paterne mie soglie allor trsquoinurba Cerca del Re il palagio Agevolmente Lo si ravvisa esser potrigraveati scorta Anche un fanciullo No nulla altra sorge 415 Dersquo Feaci magion che quella adegui DrsquoAlcigravenoo Re lrsquoeroe che ingenerommi Come il palagio ed il cortil trsquoavranno Sottratto al guardo altrui di sala in sala Sino alla madre mia rapido varca 420 Siede davanti al foco al cui splendore Poggiata a una colonna ella ritorce Di stupenda beltagrave purpuree lane Siegravedonle retro le fantesche Quivi Dal medesmo splendore illuminato 425 Srsquoalza del caro genitore il trono In che siede e vivanda al par di un Dio Non arrestarti ligrave ma le man tese Tocca i ginocchi della madre mia Acciograve lieto tu veggia e prestamente 430 Splendere il digrave che alla natigravea contrada Per lontana che sia rimeneratti Se propizia arsquo tuoi preghi ella srsquoinchina Porta di riveder viva speranza Gli amici e di redire al natigraveo loco 435 Dove sorgono a Te gli aviti alberghiraquo

ζ 316 Tacque e toccograve della lucente sferza Le mule che lasciacircr subito a dietro Le correnti del fiume impetuose Si lanciarono al corso e con lrsquoalterno 440 Delle gambe agitar radean la terra Ma la donzella percheacute a piegrave seguirla Con Ulisse potegravesserla le ancelle La briglia ed il flagel reggea con arte Corcagravevasi giagrave rsquol Sol quando fucircr giunti 445 Al sacro di Minerva inclito bosco Ulisse ivi si assise e incontinente Cosigrave alla figlia dellrsquoOligravempio orava

ζ 324 laquoO prole invitta dellrsquoEgigraveoco padre

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Ogravedimi mrsquoodi alfin ora cheacute pieni 450 Non feacutesti i voacuteti miei quando travolto Dalla tempesta mrsquoaffliggea Nettuno Dammi che miti accogravelganmi i Feaci E che sentan pietagrave di mie sventureraquo

ζ 328 Sigrave disse orando e Pagravellade lrsquoudigravea 455 Ma non sostenne giagrave stargli a rincontro Visibilmente cheacute timor del grande Zio paterno la prese al cui corruccio Terribile fu segno il divo Ulisse Fincheacute presse del piegrave le patrie sponde 460

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LL II BB RR OO SS EE TT TT II MM OO

Arrivo drsquoUlisse presso ad Alcigravenoo

CCOSIgrave nel bosco orava il paziente Divo Ulisse a cittagrave portava intanto Delle mule il vigor lrsquoalta donzella Alle paterne giunta inclite case Sostograve nellrsquoatrio il carro a lei drsquointorno 5 Restrigravensersi leggiadri a par di stelle I germani dal temo altri disciolse Le mule altri portograve dentro le vesti Ella ad alto saligrave raccese il foco Eurimedusa unrsquoattempata fante 10 Che i larghi legni un digrave recacircr drsquoEpiro Tra molte scelta lrsquoebbe Alcigravenoo in dono Darsquo Feaci su cui stendea lo scettro E che al pari di un nume udigravean le genti Costei Nausigravecaa dalle nivee braccia 15 Rallevograve nella reggia ed ora il fuoco Le raccendeva e le imbandigravea la cena

η 14 Sorse in questa lrsquoeroe per avviarsi Vegraver la cittagrave di folta nebbia intorno Minerva cui diletto era il coverse 20 Onde qualcuno dersquo Feaci alteri Nol motteggi tra via ned il richiegga Dellrsquoesser suo Ma come il piegrave mettea Nellrsquoamabil cittagrave gli si fersquo incontro A giovinetta vergine sembiante 25 Che porti unrsquourna lrsquoocchi-glauca Diva Steacutettegli a fronte ed egli interrogolla

η 22 laquoVuorsquo tu figlia condurmi alla magione DrsquoAlcigravenoo regnator di queste genti

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Da remota contrada or qua vennrsquoio 30 Pellegrino infelice e non conobbi Neacute di questa cittagrave neacute dersquo cultori Dersquo vostri campi abitatore alcunoraquo

η 27 laquoIl tetto di che parli ospite padre Mostrar ti vorsquo ndash rispoacutesegli Minerva ndash 35 Cheacute il mio buon genitor drsquoallato alberga Cosigrave tacito varsquo neacute sguardo o voce Drizzar ad alcun mai Non egrave cortese Qui rsquol popolo agli estrani e non accoglie Con lieto viso chi drsquoaltronde approda 40 Posta fidanza nelle ratte navi Glrsquoimmensi flutti varcano tal possa Diegrave Nettuno arsquo Feaci i costor legni Volano come lrsquoali od il pensiereraquo

η 37 Detto processe rapida lrsquoeroe 45 Premeacuteale lrsquoorma Nullo deglrsquoillustri Navigator Feaci si fersquo accorto Mentrrsquoei fra loro la cittagrave percorre Cheacute Palla dal bel crin terribil Diva Nol consentigrave di folta nebbia intorno 50 Il ricoverse cheacute dar opra a quanto Recepe in seacute beltagrave Palla si piace Oppresso di stupor mirava Ulisse I porti i larghi legni e le gran piazze Le lunghe mure altissime afforzate 55 Di steccati spettacolo ammirando Ma giunti a casa il Re Palla soggiunse

η 48 laquoEgraveccoti la magione ospite padre Che a trsquoindicare mi chiedesti i prenci Di Giove alunni rinverrai ligrave accolti 60 A lieta mensa Trsquointrometti e nullo Timor ti turbi lrsquoanimo chrsquouom franco Lrsquoimpresa a cui dagrave man tragge a buon fine Bencheacute drsquoaltronde arrivi Alla Regina Drizza i tuoi prieghi pria noacutemasi Aregravete 65 Dagli avi stessi onde rsquol Re Alcigravenoo scese Originano entrambi Nausitograveo Nacque giagrave di Nettuno e Peribegravea Portento di beltade ultima figlia Del fior drsquoogni gagliardo Eurimedonte 70 Che arsquo superbi giganti un digrave imperava

LIBRO VII

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Ma seacute di vita con sue genti rie Rompendo guerre scellerate trasse Nettuno adunque a Peribegravea commisto Nrsquoebbe un figlio che un digrave resse i Feaci 75 Nausigravetoo generoso il qual produsse Alcigravenoo e Resenograver Ma questi privo Di viril prole fu da Febo Apollo Dal grandrsquoarco drsquoargento saettato Giovine sposo ancor nella sua reggia 80 Questa figlia lasciando unica Aregravete Alcigravenoo a moglie la menograve e la onora Sigrave che non altra donna in sulla terra Ora del pari onoacuterasi fra quante Al marito soggette accorte e saggie 85 Di lor famiglie tengono il governo Cosigrave di tutto cor tenuta egrave in pregio Darsquo cari figli dal Re Alcigravenoo stesso Dal popol tutto che qual Dea lrsquoadora E con plausi lrsquoaccoglie e fausti accenti 90 Quando della cittagrave calca le vie Neacute mai di senno e di bontagrave fu scarsa Ben corsquo propri pensier sagaci e giusti Spesso le varie ancor liti compone Se nellrsquoimo del cor lrsquoalma regina 95 Tocca fia di pietagrave porta speranza Di riveder gli amici ed allrsquoeccelse Redir tue case ed arsquo paterni tettiraquo

η 78 Comrsquoebbe detto ciograve sul mar la Diva Lanciagravetasi lasciograve le verdi piaggie 100 Dellrsquoamabile Scherigravea e sorvolando Maratona e le strade ampie drsquoAtene Nel forte albergo drsquoErettegraveo si addusse Ma del Re srsquoavviograve vegraver la superba Magion lrsquoeroe nel cor molte affannose 105 Cure agitando soffermossi prima Drsquooltrepassare della soglia il bronzo Peroccheacute come il Sol raggia o la Luna Cosigrave del Re splendea lrsquoalto palagio Dal fondo a cima di massiccio rame 110 Di qua di lagrave si ergeano le pareti Cui drsquointorno correa ceruleo fregio Porte drsquooro chiudean la magion forte

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Surgean dal bronzo della soglia in alto Gli stipiti drsquoargento a far sostegno 115 Allrsquoargenteo architrave e tutto drsquooro Splendea lrsquoanello Dallrsquoun canto e lrsquoaltro Stavan drsquoargento e drsquoograver cani formati Da Vulcan con divina arte immortali E da vecchiezza immuni onde rsquol palagio 120 Guardassero del Re Dal limitare Sino allrsquoestremitagrave dellrsquoampia sala Surgean lunghesso il muro affissi troni Di ben intesti pepli ricoverti Delle donne di Scherigravea opra leggiadra 125 Qui dersquo Feaci i prigravencipi seggendo Dapi e licor gustavan di che sempre Lrsquoalma copia li bea Qui di donzelli Stavan su ben torniti piedestalli I simulacri drsquoograver che accese in mano 130 Faci tenendo le notturne mense Dersquo prenci illuminavano Cinquanta Del Re nella magion servono ancelle Lrsquoune sotto il girar di presta mola Frangeano rsquol biondo gran lrsquoaltre seggendo 135 Tele ordivan sottili o torcean fusi Di tante mani il rapido agitarsi Parea sembiante al mobile fogliame Scosso dallrsquoaura drsquoun eccelso pioppo I lucidi splendean lini siccome 140 Trascorregravessevi su liquida oliva Quanto a regger sul mar legno veloce Tutte altre genti avanzano i Feaci Tanto vagliono a ordir splendide fila Le Feacesi cui nelle gentili 145 Arti nersquo vaghi lavorii ed in tutte Lrsquoopre drsquoingegno ammaestrograve Minerva Ma di lagrave dal cortil presso alle porte Grande un orto stendeacutevasi che ararlo Potrigravean due tori in quattro digrave da tutte 150 Parti murato Verdeggianti ed alte Lagrave fioriscon le piante il melagrano Il pero il melo di vermiglie poma Il dolce fico e di lucenti bacche Carco lrsquoulivo Non di questi mai 155

LIBRO VII

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A fallir viene od a mancare il frutto Ma verno e state egravevvi perenne blando Sempre vi spira Zegraveffiro al cui soffio Mentre vi spunta lrsquoun lrsquoaltro matura Lagrave sulla pera giovinetta invecchia 160 La pera il pomo appresso il pomo lrsquouva Accanto lrsquouva e rsquol fico al fico Quivi Mettea radici una profonda vigna Parte in vasta pianura egrave giagrave riarsa Arsquo rai del Sol dispicca altri darsquo tralci 165 Ricchi racemi altri del piegrave li calca Parte che innanzi sta drsquounrsquouva acerba Qua getta i fiori e lagrave tutta srsquoimbruna Ma nellrsquoestremitagrave del bel giardino Vestite miri ognor ben culte aiuole 170 Drsquoerba verde e di fior di color mille Sgorgan due fonti ligrave lrsquouno per tutto Il bel giardin dispegravergesi ma lrsquoaltro Sotto la soglia del cortil discorre Anzi allrsquoalto palagio i cittadini 175 Attignevano in questa Or tali fucircro Gli splendidi presenti che benigni Versacircr nella magion drsquoAlcigravenoo i Numi

η 133 Stette a tal vista tacito ed immoto Preso da meraviglia il divo Ulisse 180 Poi che tutto ammirograve varcograve repente La soglia e nel palagio alto si mise Trovograve a libar corsquo nappi ivi a Mercurio Di Scherigravea i duci ersquo condottieri a cui Gli ultimi offrigraveano sagrifizi quando 185 La rimembranza li pungea del sonno La sala Ulisse trapassograve involuto Dalla nebbia che folta gli diffuse Pagravellade intorno fincheacute presso giunse Ad Aregravete ed al Re Tese le palme 190 Le ginocchia abbracciograve della Regina Ed ecco dietro a lui la sacra nebbia Rovesciata dilegraveguasi Restacircro Allrsquoapparir che ei fersquo tutti in silenzio Attoniti rsquol guardando ed egli in atto 195 Supplice sciolse questi accenti laquoAregravete Del divo Resegravenore inclita prole

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Arsquo tuoi piedi me nrsquo vengo ed al tuo sposo Dopo molti patiti aspri travagli Vengo a cotesti convitati a cui 200 Concedano gli Degravei vita beata E che ognun trasferisca arsquo propri figli Le molte in sua magion chiuse ricchezze E rsquol guiderdon che rsquol popolo impartigravegli Deh piagravecciavi affrettar la mia partenza 205 Percheacute ratto al natigraveo loco ritorni Cheacute da gran tempo drsquoaspri affanni in preda Vivo da tutti i miei cari lontanoraquo

η 153 Disse ed al focolar ito si assise Sulla cenere Tutti ammutolicircro 210 Alfin ruppe rsquol silenzio il vecchio eroe Echenegraveo di maggior tempo degli altri Facondo dicitor che nella mente Fece tesoro di memorie antiche Tenero dellrsquoonor del natigraveo loco 215 Ad Alcigravenoo si volse e sigrave gli disse

η 159 laquoCerto bello non egrave neacute ti si addice Che accanto al focolar lrsquoospite sieda Sulla cenere qui ciascuno aspetta Il tuo comando e del parlar si affrena 220 Or via levalo su farsquo che si assida Drsquoargentee borchie sovra un seggio adorno Indi prescrivi ai banditor che i nappi Coronino di spume acciograve per noi Si libi al Folgorante che pur sempre 225 I venerandi supplici accompagna La dispensiera di serbate dapi Imbandisca indi allrsquoospite la cenaraquo

η 167 Stese drsquoAlcigravenoo Re la sacra possa Udito questo al degno eroe la destra 230 Dal focolare il sollevograve ed il pose Sovra lucido seggio rimovendo Laodamante intrepida sua prole Che sedeacutevagli accanto e che oltremodo Al paterno suo core era diletto 235 Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Tosto alle mani gli versograve lrsquoancella Limpide linfe e gli distese accanto Desco polito su cui bianchi pani

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E copia di riposte alme vivande 240 La veneranda dispensiera impose Dal cibo in questa e darsquo licor conforto A voglia sua prendeva Ulisse Allora Il forte Alcigravenoo al banditor impose

η 179 laquoPontogravenoo versa il fervido Liegraveo 245 Nellrsquourna e rsquol mesci nel palagio a tutti Acciograve per noi si libi al Fulminante Che i venerandi supplici accompagnaraquo

η 182 Detto il dolce licor Pontogravenoo mesce Cominciograve dalla destra a tutti quanti 250 Corsquo nappi in volta propinando gigravea Comrsquoebbero libato e che a sua voglia Bevve ciascuno il Re a parlar si prese

η 186 laquoPrigravencipi e capi dersquo Feaci udite Tutto che lrsquoalma in sen dirvi mi spira 255 Or che il pasto egrave fornito alle sue case Torni ognuno e riposi al novo Sole Schiera piugrave larga di vegliardi accolta Entro il palagio allrsquoospite iteriamo Liete oneste accoglienze e drsquoostie elette 260 Facciam solenne sagrifizio ai Numi Cura indi prenderem del suo ritorno Siccheacute senza fatica e senza affanno La merceacute nostra alla natigravea contrada Lieto e presto si adduca ancor che giaccia 265 Quinci remota In questo mezzo nullo Danno o rischio li noccia infin che ei prema Del piegrave le patrie sponde indi quel fato Sosterragrave che gli attorsero le gravi Parche quando la madre il partorigravea 270 Ma srsquoegli egrave Nume che dal Ciel discese Di nuovo degli Eterni alto consiglio Presagio egrave rsquol venir suo Che insino ad ora Ci si mostracircr palesi nelle sacre Immolate ecatombe ed appo noi 275 Sedeacuteansi a desco e stagravevanci drsquoaccanto Se lor solingo alcun Feace occorre Non si ascondono a lui cheacute aglrsquoimmortali Simiglianti siam noi come i Ciclopi Alla selvaggia stirpe dersquo gigantiraquo 280

η 207 laquoDrsquoaltro Alcigravenoo ti caglia ndash a lui rispose

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Lrsquoaccorto eroe ndash non io punto somiglio Neacute di statura no neacute di fattezze Ai Numi abitator del Cielo immenso Ma ai debili mortali Anzi a coloro 285 Che gemer sai piugrave di miseria in fondo Posso per doglie acerbe equipararmi Certo udresti da me mali piugrave gravi Dove io ti raccontassi ad uno ad uno Gli infortunii di che mi feacuteo dolente 290 Dersquo Celesti rsquol voler Ma non trsquoincresca Che il cibo al mio languir porga conforto Ancorcheacute il duol mi opprima Cheacute non havvi Pungol piugrave fier del ventre stimolato Dalla fame vorace la ti stringe 295 A rammentar a satisfar sue brame Bencheacute viva angosciato e bencheacute in lutto Abbi la sconsolata anima immersa Cosigrave me strugge rio dolor ma quella A mangiare ed a ber mrsquoeccita sempre 300 Non che a porre in obbligraveo quanto soffersi Deh vrsquoaffrettate al comparir dellrsquoalba Rimandar me infelice al suol natigraveo Me giagrave da tanti afflitto aspri tormenti Oh chrsquoio riveggia i miei paterni campi 305 I servi miei gli alti miei tetti e un tratto Questa chrsquoio spiro aura vital si estinguaraquo

η 226 Fremicircr tutti assentendo e confortando Alcigravenoo a sovvenir di buona scorta Lrsquoospite saggio che sigrave ben ragiona 310 Poicheacute libacircro ed a sua voglia ognuno Bevve se nrsquo gigrave a corcarsi al proprio albergo Restograve solo nellrsquoaula il divo Ulisse Ed Aregravete ed il Re sedeacuteangli accanto Gli arnesi intanto del regal convito 315 Rimossero le ancelle Aregravete bella Prima tra loro a dir si feacuteo cheacute rsquol manto Riconobbe e la tunica leggiadre Vesti che con le fanti Ella giagrave ordigraveo Volta allrsquoIgravetaco Re subito disse 320

η 237 laquoOspite prima interrogarti or bramo Chi sersquo tu Donde vieni E questi panni Chi li ti diegrave Non dicestugrave chrsquoerrante

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Pel mare arsquo nostri lidi ti adducestiraquo η 240 E rsquol divo Ulisse laquoNon agevol focircra 325

Raccontarti o Regina a parte a parte I mali di che affligravessermi gli Eterni Pur a ciograve che mrsquointerroghi rispondo Surge nel mezzo al mar quinci remota Lrsquoisola Ogigravegia ivi Calipso ha stanza 330 Del sommo Atlante lrsquoingannevol figlia Dallrsquoaureo crin terribil Dea con cui Nullo neacute nume neacute mortal si unigraveo Me qualche fera Deitagrave ligrave trasse Ondrsquoegravesserle infelice ospite solo 335 Poscia che il mio navil con la rovente Folgor percosse e conquassograve lrsquoOligravempio Nel tenebroso mar Quivi i miei prodi Tutti pericircr solrsquoio drsquoambe le braccia Mrsquoavvinghiando del legno alla carena 340 Errai per nove digrave ma nella buia Decima notte allrsquoisola di Ogigravegia Mi spinsero gli Eterni ove Calipso Bella e terribil diva abita lieta Mrsquoaccolse mi dilesse e mi nutrigravea 345 Dicendo pur di rendermi immortale E di vecchiezza in tutti i tempi immune Ma non mosse il mio cor neacute rsquol persuase Sette anni interi stetti ligrave pur sempre Quelle che diemmi in don vesti divine 350 Irrigando di lagrime Ma quando Lrsquoottavo anno si volse ad esser presto La Dea mrsquoingiunse a sugravebita partenza O di Giove al comando o di sua mente Si mutasse il consiglio accommiatommi 355 Su ben conteste travi e doni molti Diemmi candido pane e vin soave Di adorni mi vestigrave panni immortali E fersquo un destro spirare innocuo vento Per sette e dieci digrave corsquo ripercossi 360 Remi correva sullrsquoequoree vie Al nuovo Sol mi sorsero a rincontro Di questrsquoisola vostra i monti ombrosi A quella vista corsquo sussulti in petto Lieto il cor mi gioigrave Misero ancora 365

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Forza mi fu lottar con la sventura Che suscitommi incontra Enosigegraveo Incitograve i vegraventi mi fermograve ogni via Immenso il mare sollevograve Del fiotto Lrsquoimpeto non patigrave che me portasse 370 Gemebondo il mio legno Incontinente La tempesta il disperse io pur a nuoto Questo mar misurava fincheacute rsquol vento Sospigravensemi ed il mare ai vostri lidi Lagrave sendo presso ad afferrar la sponda 375 Franto a un gran sasso in disamabil sito Mrsquoavrigravea un maroso se non che rivolto Addietro rinuotai fincheacute ad un fiume Giunsi opportuno assai pagravervemi il loco Sgombro di rocce e pur dal vento indenne 380 Con me stesso mrsquoaffronto e giagrave la piaggia Premea ma caddi esanime Sorgiunta La queta notte sorsi e del bel fiume Sceso da Giove dipartito giacqui Sotto due folti arbusti e mi coversi 385 Drsquoun vasto acervo di cadute fronde Profondo sonno in sen mrsquoinfuse un Dio Lagrave tra le frondi ascoso ancorcheacute afflitto Tutta notte dormigravea dormiva allrsquoalba Neacute mi riscossi ancor sino al meriggio 390 Ma al declinar del Sole il dolce sonno Mi abbandonograve Quandrsquoecco in sulla riva Di tua figlia giocar vidrsquoio le ancelle E lei tra quelle Deitagrave mi parve Merceacute le chiesi ned in lei falligraveo 395 Pensier sagace a gran bontagrave congiunto Tal che indarno trovarlo altri si spera In sigrave florida etagrave cheacute ognor folleggia Dersquo giovani rsquol pensier Diemmi ella in copia Candido pan vin generoso e un bagno 400 Nel chiaro fiume a prender confortommi E queste vesti mi largigrave Quantunque Dolente il veacuter sincero ti narrairaquo

η 298 laquoOspite ndash il Re soggiunse ndash errava in questo La figlia mia perograve chrsquoElla medesma 405 Con le sue ancelle qui dovea condurti Cheacute prima accolse i tuoi supplici voacutetiraquo

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η 302 laquoEroe per tal cagion ndash soggiunse Ulisse ndash Non rampognarmi lrsquoottima fanciulla Di seguitarla ingiugravensemi Ella stessa 410 Con le fantesche pur mi guardai sempre Dallrsquoobbedirle vinto dal rispetto Che nel cor mi spirograve non che da tema Che me veggendo drsquoira trsquoaccendessi Peroccheacute noi mortali in sulla Terra 415 Preda dellrsquoombre siamo e del sospettoraquo

η 309 laquoNon chiudo o forestier nel petto unrsquoalma Che di leggier a stolta ira srsquoinfiammi ndash Alcigravenoo ripigliograve ndash vuogravelsi a tuttrsquoaltre Le sante drsquoonestagrave leacuteggi preporre 420 Deh piaccia a Giove sommo a Febo a Palla Chrsquouom tale qual sersquo tu che arsquo miei concordi Volge in mente i pensier mia figlia impalmi Mio genero si chiami e qui rimanga Un palagio e dovizie ampie otterresti 425 Piacendoti restar ma dersquo Feaci Nullo ti riterragrave contro tua voglia Cheacute tal proposto avrigravea Giove in dispetto Quanto al tuo dipartir tutto fia in punto Allrsquoindimani Ora che il sai trsquoacqueta 430 Vincer dal sonno lagravesciati e riposa Rotto indi fia corsquo remi il mar tranquillo Dai nocchier per condurti al suol natigraveo Od ovunque trsquoaggrada e fosse ancora Al di lagrave dellrsquoEubegravea che in lontananza 435 Grande dicon di noi quersquo di mie genti Che vigravederla quandrsquohanno ivi condotto Il biondo Radamagravento appresso a Tizio Della Terra figliuol Quel digrave medesmo Fornir senza fatica il gran viaggio 440 E fecero al natigraveo loco ritorno Vedrai tu stesso come son perfette Le mie navi ed i giovani possenti Corsquo remi a lanciar su lrsquoequoree spumeraquo

η 329 Detto esultograve lrsquoeroe gli occhi e le palme 445 Levando al Ciel laquoOh Giove padre ndash esclama ndash Tutto che disse farsquo che a pien mrsquoadempia Alcigravenoo Certo a lui sullrsquoalma Terra Gloria verragrave immortale ed a me fia Dato premer del piegrave le patrie riveraquo 450

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η 334 Queste alterne tra lor movean parole Ma la regina dalle nivee braccia Di por due letti comandograve allrsquoancelle Sotto la loggia e su belle gettarvi Coltrici porporine con distesi 455 Tappeti e molli tuniche vellose Acciograve si copra Fuor dellrsquoaula uscicircro Con faci in man le ancelle Poicheacute il denso Letto in gran fretta apparecchiacircr davanti Gli stettero dicendo laquoOspite sorgi 460 Presto egrave il morbido letto or varsquo e ti corcaraquo

η 343 Tacquero e parve dolce cosa a Ulisse Il sonno Di tal guisa il divo eroe Lagrave nel superbo traforato letto Sotto il sonante portico dormigravea 465 Nersquo penetrali del palagio eccelso Del par Alcigravenoo si corcograve ed Aregravete Sul letto che apprestograve giagravecquegli accanto

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LL II BB RR OO OO TT TT AA VV OO

Lotta drsquoUlisse contro i Feaci

CCOME apparve nel Ciel rosea le dita LrsquoAurora figlia del Mattin repente Di letto Alcigravenoo surse ed al par seco Lrsquoeversor di cittagrave lrsquoinclito Ulisse Alla guida dersquo figli e dellrsquoeroe 5 Mosse prima il Re forte al parlamento Convocato nel porto appo alle navi Come fucircr giunti uno appresso allrsquoaltro Tutti adagiacircrsi sui lucenti marmi Percorrea la cittagrave Pagravellade intanto 10 Del regio banditor le forme assunte Pur dellrsquoIgravetaco eroe volgendo in mente Il ritorno ciascun che per la via Le occorse ella eccitograve con questi accenti

θ 11 laquoSu su prigravencipi e duci igravetene al foro 15 Udrete qual si egrave lrsquoospite che dianzi Giunse errando pel mar drsquoAlcigravenoo ai tetti Bello e grande comrsquoegrave rassembra un Dioraquo

θ 15 Detto infiammograve gli animi tutti Empiecircrsi La vasta piazza ed i sedili a un tratto 20 Di congregate genti ognun contempla Attonito la prole di Laerte Cui sul capo e su gli omeri diffuse Divina grazia lrsquoAtenegravea Minerva E di statura e di vigore il crebbe 25 Percheacute grato arsquo Feaci e venerando Ma terribile un tempo ei si mostrasse E compiesse i certami ove chiamato Perigliarsi dovea corsquo piugrave gagliardi

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θ 24 Come accolti si fucircro e riuniti 30 Alcigravenoo gli arringograve con questi accenti laquoPrigravencipi dersquo Feaci e condottieri Quello che in seno il cor mi parla udite Questo ignoto stranier chrsquoerrando venne Arsquo tetti miei neacute so se dallrsquoEogravee 35 Genti ovver dallrsquoEspegraverie or ci fa ressa Di ricondurlo alla natigravea contrada E che fermiamo il suo ritorno implora Siamo or quai fummo e scogravertisi Arsquo miei tetti No non mai capitograve straniero alcuno 40 Che gran pezzo gemendo ivi aspettasse La stagion del partir Dunque su via Bruno nel vasto mar lagravencisi un legno Che ad ogni altro precorra e dersquo garzoni Cinquanta e due tra il popolo i piugrave destri 45 Si eleggano Poicheacute nersquo scarmi avvinti I remi avrete ite al palagio e tosto Mense apprestate splendide a cui tutti Interverrete Arsquo giovani ciograve ingiungo Ma voi prenci scettrati al mio palagio 50 Venite acciograve con accoglienze liete Per noi si onori lrsquoospite neacute alcuno Mi si rifiuti Il banditor mi chiami Demogravedoco il divin vate cui rsquol Nume Spira il canto soave ad allettarci 55 Dovunque a poetar lrsquoestro il sospingaraquo

θ 46 Detto precesse Il seguitacircro ad una Gli altri scettrati ed al cantor divino Drizzagravevasi lrsquoaraldo Al lido intanto I cinquanta avviacircrsi e due garzoni 60 Come imposto ebbe il Re Scesi alla piaggia Lanciacircr la nave sui marini abissi Lrsquoalbero alzacircro con le vele i remi Avvolser entro volgitoi di cuoio Disposer tutto a modo e dispiegacircro 65 Delle candide vele il seno al vento Di vegraver la parte donde lrsquoAgraveustro spira Nellrsquoalto mar sospinsero la nave Indi alla reggia il piegrave volsero in fretta Giagrave i portici i cortili e del palagio 70 Lrsquointerne stanze tutte empieano a un tratto

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Giovani e vegli congregati ad una Dodici agnelle il Re immolograve ben otto Verri dal bianco dente e due gran tori Dal vigoroso piegrave Nudacircr dersquo velli 75 Lrsquoostie poacuteserle a brani ed imbandicircro Splendida mensa Sorvenigravea lrsquoaraldo A guida del cantor caro alla Musa Che il ben col mal gli contemprograve degli occhi Il vedovograve ma gli largigrave rsquol bel dono 80 Del dolcissimo canto In su drsquoun seggio Il collocograve drsquoargentee borchie adorno Il banditor nel mezzo ai convitati E rsquol seggio a una colonna alta vi affisse Lrsquoarguta cetra indi a un caviglio appese 85 Sul capo al vate e come a staccar lrsquoabbia Drizzagravendogli la man feacutecelo accorto Elegante gli pose accanto un desco Con un paniere e di vin colmo un nappo Percheacute a suo grado di Liegraveo srsquoallegri 90 Come le mani sulle apposte dapi Ciascuno stese e del mangiar del bere Ebbe nel sen ripresso ogni desigraveo Eccitograve a celebrar la Musa il vate Le gesta degli eroi col nobil canto 95 Di cui la fama sino al Ciel saligraveo La contesa drsquoUlisse e del Pelide Che tra lor giagrave scoppiograve con detti acerbi Nel solenne agli Degravei sacro convito Il maggior degli Atridi in cor gioigravea 100 Che altercasser tra lor dei duci i primi Cheacute Febo lagrave nella divina Pito DrsquoIgravelio cosigrave rsquol cader gli profetava Quandrsquoei varcata la marmorea soglia Consultogravenne lrsquooracolo in quel punto 105 Principio avran gli affanni e le sventure Che sulle Frigie e sulle Dagravenae genti Come Giove fermograve ruineranno

θ 83 Questi i canti del vate inclito Ulisse Con le valide man preso il gran manto 110 Porporino la testa si coverse Ed ascose il bel voacutelto vergognando Versar dagli occhi anzi arsquo Feaci rsquol pianto

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Come tacque il divin vate lrsquoeroe Rasciutti i lumi si scoprigrave la testa 115 E di dolce licor ricolmo un nappo Libava arsquo Numi Quando poi le corde Ritoccava Demogravedoco e che i duci Rapiti al suon delle soavi note A ricantare gli porgean conforto 120 Nuovamente lrsquoeroe la testa ascosa Piangea celato a tutti Alcigravenoo solo Della grave sua angoscia alfin si avvide Cheacute sedutogli accanto i sospir gravi E rsquol doloroso gemito nrsquoudigravea 125 Arsquo convitati tosto ei si converse

θ 97 laquoPrigravencipi e duci udite omai del cibo Compartito egualmente e della lira Compagna dersquo conviti a pien gioimmo Usciamo or dunque a far nersquo giochi tutti 130 Prova di noi percheacute arsquo paterni tetti Reverso lo stranier narri arsquo suoi fidi Quanto al cesto alla lotta al salto al corso Superate per noi son lrsquoaltre gentiraquo

θ 104 Detto precesse e rsquol seguicircr gli altri Appesa 135 Alla caviglia la sonante cetra Prese indi rsquol banditor per mano il vate E fuori lo guidograve per quella via Che i giochi ad ammirar tennero i duci Ratto al foro pervennero seguiti 140 Da immensa moltitudine tra cui Per cimentarsi sursero non pochi Poderosi garzoni Acronegraveo sorse Nautegraveo Eretmegraveo Ocigravealo ed Elatregraveo Non che Primnegraveo Tooacutene Anabesinegraveo 145 Pontegraveo Anchigravealo levacircrsi ed Anfiagravelo Di Polinegraveo Tectogravenide germoglio Sorse Proregraveo ed Eurigravealo simigliante A Marte fiero struggitor di squadre Di corpo e di beltagrave primo fra tutti 150 Naubogravelide apparigravea dopo lrsquoadorno Laodamante drsquoalti pregi Quivi I tre figli del Re sorser del pari Laodamante ed Alio e rsquol deiforme Clitograveneo Tutti fecircrsi innanzi presti 155

LIBRO VIII

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A gareggiar del ratto piegrave nel corso Della sbarra stendeacuteasi a lor davanti Un lungo spazio i garzon lesti a un tratto Avventacircrsi volarono ed un nembo Di densa polve sollevacircr dal campo 160 Clitograveneo gli altri soverchiograve cheacute quanto Avanzano le mule i lenti buoi Tirando a unrsquoora nel maggese il solco Tanto precorse gli emoli lrsquoeroe Ed il popol raggiunse Indi venuti 165 Allrsquoaspra lotta vincitor dersquo forti Eurigravealo fu nel salto agile e destro Prevalse a tutti Anfigravealo neacute sigrave lunge Niun il disco scagliograve come Elatregraveo Laodamante il real figlio esimio 170 Nel pugile ebbe il vanto Allor che tutti Preser diletto darsquo certami vogravelto Laodamante arsquo suoi compagni disse

θ 133 laquoInterroghiam su via lrsquoospite amici Se apprese se egli sa qualcun dersquo giuochi 175 Certo arsquo fianchi alle gambe ed alle braccia Chi gli pon mente ed al nervoso collo A vil nol prenderagrave cheacute vigor sommo Mostra e nobil natura ned i verdi Anni lrsquoabbandonacircr ma da non pochi 180 Travagli atrito egrave forse Cheacute non havvi Del pelago credrsquoio male piugrave grave Neacute che piugrave lrsquouom bencheacute robusto frangaraquo

θ 140 laquoBen detto ndash Eurigravealo ripigliograve ndash Tu stesso Or varsquo lrsquoassenna e rsquol provoca al cimentoraquo 185

θ 143 Come ciograve udigrave del Re lrsquoinclita prole Trasse nel mezzo ed laquoOrsugrave vien tu ancora Ottimo padre ndash digravessegli ndash nersquo giuochi A far prova di te se alcun ti egrave conto E ben mi penso che nessun tu ignori 190 No non fia chrsquouom gloria maggiore acquisti Che del piegrave si addestrando e della mano Vien dunque e ti cimenta e lrsquoatre cure Caccia in bando dal cor Al tuo viaggio Posto indugio fia breve al mar la nave 195 Ti si varograve giagrave i regravemigi son prestiraquo

θ 152 laquoPercheacute ingiugravengermi ciograve quasi a mio scherno

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Laodamante ndash rispondeacuteagli Ulisse ndash Affanni piugrave che giochi a me infelice Invadono il pensier cheacute tante doglie 200 Tanti travagli sino ad or sostenni Or qui siedo tra voi dal Re implorando Scorta e dal popol tutto al mio ritornoraquo

θ 158 Al cospetto di tutti Eurigravealo in questa Con tai detti lrsquoassalse laquoOh tu non sei 205 Sembiante ad uom nersquo molti ludi esperto Vaghezza degli eroi ma ben mrsquohai vista Di tal che seggia drsquoun navil sui banchi Capo di ciurma al traffico rivolta Che segna in mente il carco e con il vitto 210 Le rapite sostanze in cura prende Non arieggi tu punto un atletaraquo

θ 165 Lo guatograve bieco Ulisse e gli rispose laquoNon parli onesto ad uom protervo assembri Cosigrave va il Cielo non comparte a tutti 215 Gli amabili suoi doni neacute beltade Neacute ingegno neacute facondia Uno altrui cede In venustagrave ma con parole ornate Lrsquoabbella un Dio gode ciascun che il mira Securo in seacute favella e nersquo consessi 220 Con modestia soave ognor trionfa Quando per la cittagrave vagravessene tutti Lrsquoaffisan come un Dio lrsquoaltro in beltade Con gli Eterni gareggia nondimeno Grazia nel dir non gli si sparge intorno 225 Cosigrave tu sersquo beltagrave perfetta e tale Che miglior non potrigravea formarti un Nume Ma della mente sersquo avventato Lrsquoalma Mi conturbasti fieramente in petto Col tuo dir che trapassa ogni confine 230 Non son dersquo giochi qual tu cianci ignaro Anzi mi penso che tra i primi atleti Noverato giagrave fui quando fidanza Nellrsquoetagrave verde e in queste man ponea Me gli affanni or opprimono e le doglie 235 Cheacute durate ho fatiche aspre e travagli Or corsquo nemici combattendo ed ora I perigliosi flutti trascorrendo Pur mi cimenterograve cheacute il tuo mordace

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Sermon a tal risposta mi sospinseraquo 240 θ 186 Detto corsquo panni che vestigravea irrompendo

Diede lrsquoeroe di piglio a un disco grande E piugrave massiccio e piugrave drsquoassai pesante Di quel di che si valsero tra loro E rsquol rotograve lrsquoavventograve con la man forte 245 Diegrave fier sogravenito il sasso ed i Feaci Regravemigi esperti naviganti illustri Chinacircrsi a terra al transito del sasso Che tutti i segni sorvolograve fuggendo Velocemente dalla man gagliarda 250 Palla il segno piantograve comrsquoebbe assunta Drsquoun mortale la forma ed laquoAnche un cieco Potrigravea ndash gridograve ndash distinguere palpando Il tuo segno o stranier che non commisto Con gli altri sta ma sigrave di tutti egrave rsquol primo 255 Farsquo cor cheacute in questa prova alcun Feace Neacute vincer neacute raggiungerti potrigravearaquo

θ 199 LrsquoIgravetaco Re gioigrave cheacute a seacute benigno Vide un compagno surgere nel circo Con piugrave mite parlar quindi soggiunse 260

θ 202 laquoQuesto tiro attingete indi un piugrave grave Disco avventar o giovani mi penso Havvi cui basti il cor Venga ed in campo Si cimenti con me (cheacute troppo ad ira Mi concitaste) A perigliarsi meco 265 Al pugile alla lotta al corso or venga No dersquo Feaci non ricuso alcuno Laodamante tranne ospite mio Chi pugnar mai vorragrave col dolce amico Stolto ed inetto egrave lrsquouom che si presenta 270 Dersquo certami a contendere la palma A chi ospitale appo straniere genti Ospizio gli largigrave nogravece egli inoltre A seacute medesmo assai Ma quanto agli altri Non tengo a vile e non rifiuto alcuno 275 Ben di lor gagliardigravea vorsquo farmi esperto Al cospetto di tutti Imbelle affatto Qual che il certame sia non son tra i prodi Trattar ben so lo splendidrsquoarco e rsquol primo Saetterograve nellrsquooste avversa un forte 280 Bencheacute molti compagni a lato ei srsquoabbia

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Postisi in atto di vibrarmi rsquol dardo Me Filottete sol vincea dellrsquoarco Quando appo i Tegraveucri lo tendean gli Argivi Ben superar credrsquoio gli altri mortali 285 Cui rsquol biondo cereal frutto sostenta Pur a gara venir giagrave non vorrei Corsquo prischi eroi con Egravercole ed Eurito DrsquoEcagravelia il Re che di frecciar nellrsquoarte Gli Eterni stessi provocare osacircro 290 Cadde quindi repente il grande Eurito Ned a vecchiezza in sua magion pervenne Peroccheacute lui che allrsquoarco il disfidava Irato Apollo di sua man trafisse Col giavellotto poi colpisco un segno 295 Che altri non fiederagrave col dardo mai Del piegrave sol temo non alcun Feace Mi superi nel corso cheacute le molte Onde fecer di me crudel governo E rsquol cibo mi falligrave quando che il turbo 300 La nave mi sommerse e quindi or sento Affaticate sciocircrmisi le membraraquo

θ 234 Stavan tutti in silenzio Alcigravenoo solo Rispose laquoO forestier quel di che parli Increacutescerci non puograve feacutesti palese 305 La destrezza e la forza che non mai Si scompagnan da Te Giusta ira trsquoarse Contro costui che si levograve nel circo Ad oltraggiarti ma nessun mortale Disconosce il valor che in te srsquoannida 310

Nullo che sa ridir ciograve che la voce Della giustizia gli ragiona al core Or pon mente e mrsquoascolta accioccheacute quando A desco sederai nel tuo palagio Con la sposa e corsquo figli e della nostra 315 Virtugrave ti sovverrai narri a qualcuno Dersquo prodi che ti accerchiano quai fucircro Gli studi che nrsquoimpose il Fulminante Sin dalla prima origine degli avi Non del cesto aspiriamo e della lotta 320 Agli onor primi ma veloci al corso Siamo e nel destro navigar maestri Sempre i conviti a noi cari e la cetra

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La danza ed il mutar di vesti adorne Ed i lavacri tiepidi e gli amori 325 Su su Feaci danzatori egregi Movete lrsquoagil piegrave sigrave che arsquo suoi cari Reduce lo stranier narri in sue case Quanto al nautico studio ed alla corsa Al ballo e nella egregia arte dersquo carmi 330 Tutti di lunga man gli altri avanziamo Rechi al vate qualcun lrsquoarguta cetra Che in qualche parte del palagio or penderaquo

θ 256 Detto sorse lrsquoaraldo e vegraver la reggia La soave a portar cetra avviosse 335 Nove allora srsquoalzar capi preposti Del popol a dispor lrsquoordin dersquo giuochi Spianar ersquo rsquol circo e ne allargacircro il giro Tornograve lrsquoaraldo si accostograve e la lira A Demogravedoco porse che nel mezzo 340 Del circo si adagiograve Stagravevangli attorno Sul fior degli anni danzatori egregi Che percotean del piede agile il circo Gli sfolgorii dersquo piegrave tacito ammira Oppresso di stupor drsquoIgravetaca il rege 345

θ 266 Tocca dal vate la sonora cetra Dolce cantograve di Marte e di Ciprigna Adorna rsquol crin di serto aureo gli amori Ed il primo gioir loro nellrsquoalta Del Re Vulcano splendida magione 350 Celatamente Molti doni offerse Marte con che disonestograve del nume Ignipotente il letto A farlo accorto Lrsquoetereo Sol ratto venigravea che in grembo Uno dellrsquoaltro vigravedeli commisti 355 Lrsquoannunzio udito doloroso corse Vulcano alla fucina e in questo mezzo Nel profondo del cor cercograve un consiglio Per trar da quersquo nocenti aspra vendetta Piantograve sul ceppo enorme incude e diessi 360 Ad ordire lacciuoi che neacute spezzarsi Neacute sciocircr mai si potessero ma sempre Quivi stesser immoti Ordite chrsquoebbe Le insidie irato a Marte ir si affrettava Alla stanza superna dove molli 365

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Giacean le piume del giagrave caro letto Della lettiera arsquo piegrave sparse per tutto A cerchio i lacci e giugrave darsquo travi ancora Parecchi ne mandograve tenui del pari Che le fila drsquoaragna ed eran posti 370 Con magistero tal che niun ned anche Potrigravea lrsquoocchio drsquoun nume affigurarli Come gli ebbe disposti al letto intorno Drsquoir in Lenno cittagrave forte ed a lui Dellrsquoaltre assai diletta piugrave srsquoinfinse 375 Neacute giagrave con adombrati occhi esplorava Marte che drsquoaureo fren regge i destrieri Come si dipartigrave lrsquoinclito fabbro Alla costui magion corse veloce Pur di gioir di Vegravenere bramoso 380 Ritornata pur dianzi era la Diva Dal padre onnipossente ed in sua stanza In disparte posava eacutentravi Marte E streacutettala per man nomolla e disse

θ 292 laquoVien meco o bella dea su questo letto 385 Vien del tuo dolce amplesso a consolarmi Vulcan si dipartigrave vagravessene a Lenno Appo quersquo Sintii dal parlar selvaggioraquo

θ 295 Detto parve il giacer grato alla Diva Salser ambo le piume e si corcacircro 390 Ed ecco i lacci di Vulcan fattura Spargersi ed allacciar ambo gli amanti Sigrave che mover neacute sciocircr potean le membra Feacutecersi accorti al fin che eran precise Tutte per essi del fuggir le vie 395 Vulcano in questa appregravessasi reverso Pria drsquoir in Lenno cheacute dallrsquoalto il Sole Esplorator lrsquoevento gli chiarigraveo Difilosse arsquo suoi tetti rsquol doloroso Giunto alla soglia srsquoarrestograve ed acceso 400 Drsquoira selvaggia rsquol cor a esaudirlo Tutti invocava dellrsquoOlimpo i Numi

θ 306 laquoO Giove padre o Sempiterni tutti Deh venite a veder questrsquoopre turpi Intollerande Me dal piegrave distorto 405 Svergogna ognor la figlia del Tonante Vegravenere che drsquoamor tutta si strugge

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Del fiero Marte come quei chrsquoegrave bello Rapido al corso ed io son tardo e fiacco Accagionar di ciograve nullo pur vuogravelsi 410 Salvo i miei genitor Deh percheacute mai Queste spirar mi fecircro aure vitali Vedete lagrave come in amor congiunti Salsero il letto mio Tristezza e lutto A sigrave fiero spettacolo mrsquoopprime 415 Certo mi penso di tal guisa avvinti Star non vorrigravean ned anche un sol momento Bencheacute sigrave accesi lrsquoun dallrsquoaltro tosto Non vorranno mai piugrave dormir congiunti Ma questi inganni astuti e questi nodi 420 Stretti li riterranno infin che il padre Tornati mrsquoabbia tutti quanti i doni Chrsquoegli srsquoebbe da me quel digrave che questa Svergognata fanciulla a sposa diemmi Perfetta in vero egrave sua beltagrave pur mai 425 Le invereconde brame non affrenaraquo

θ 321 Tacque ed alla magion sul bronzo estrutta Congregacircrsi gli Degravei Nettun se nrsquo venne DellrsquoOrbe quassator venne Mercurio Soccorrevole Iddio Febo sorvenne 430 Re dallrsquoarco drsquoargento Vergognando Chiusa in sua stanza vi risteacute ogni Diva Ma drsquoogni ben larghi datori i Numi Nel portico arrestacircrsi E tra lor surse Immenso riso pur mirando lrsquoarte 435 Dellrsquoindustre Vulcano Ed al vicino Alcun converso in tal sentenza uscigraveo

θ 329 laquoOpra iniqua non mai prospera egrave vinto Lrsquoagile dal piugrave tardo Ecco or Vulcano Sigrave tardo Marte colse in fra gli Oligravempii 440 Velocissimo Iddio Quantunque zoppo Con lrsquoarte il soverchiograve tanto che a dritto Tocircr gli puograve degli adugravelteri la multaraquo

θ 333 Alternavan tai detti allor che Febo Vogravelto a Mercurio laquoO del Tonante figlio 445 Largitor drsquoogni ben vorrestugrave avvinto Da nodi sigrave tenaci in questo letto Alla bionda giacer Vegravenere accantoraquo

θ 338 laquoDeh ciograve pur fosse o re dallrsquoarco Apollo

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ndash Ripigliograve tosto il Messagger celeste ndash 450 E me tre volte tanti e vie piugrave forti Tengan legami drsquoogni parte avvinto E voi fitto in me solo abbiate il guardo O Numi o Dive tutte io nondimeno Allrsquoaurea giacerograve Vegravenere accantoraquo 455

θ 343 Mosser quersquo detti a novo riso i Numi Salvo Nettun che al Nume ignipotente Porger non mai cessograve fervide preci Che Marte liberasse e soggiungea laquoSciograveglilo degli Eterni alla presenza 460 Marte satisferagrave come tu ingiungi Quanto rsquol giusto domanda io rsquol ti promettoraquo

θ 350 laquoO della Terra scotitor ndash soggiunse Lrsquooffeso drsquoambo i piedi inclito Iddio ndash Mal ti si addice un tal comandamento 465 Trista egrave la securtagrave data persquo tristi Se Marte fugge e fragravencasi ad un tempo Del debito e dersquo lacci ondrsquoora egrave avvinto Potrograve forse dersquo numi anche al cospetto Costrigravengerti a servar ciograve che or promettiraquo 470

θ 354 laquoVulcan ndash soggiunse il magno Enosigegraveo ndash Se Marte fugge e rsquol debito non solve Mi ti lego per fede io di scontarloraquo E Vulcan laquoRifiutar la tua promessa Focircra men che decente e men che giustoraquo 475

θ 359 Sigrave dicendo spezzograve del Dio la forza Lrsquoaspra catena Come furon sciolti Via gli amanti fuggirono Gradivo Lagravenciasi in Tracia riparograve la Diva Del riso amica a Cipri ed entrograve in Pafo 480 Ove le egrave sacro verdeggiante un bosco Ed unrsquoara odorata ove le Grazie Le candide alla Dea membra lavacircro Indi sparser su lei divina essenza Che vie piugrave la beltagrave dersquo Numi infiora 485 Vesticircrla in fin drsquoun abito sigrave adorno Che a vederlo miracolo parea

θ 367 Cosigrave cantograve lrsquoinclito vate Ulisse Giubilando lrsquoudigravea del par che tutti I di Feacia naviganti illustri 490

θ 370 Ad Alio il Re ed a Laodamante

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A danzar soli nellrsquoarena ingiunse Cheacute niun con loro gareggiare ardigravea

θ 372 Dato di piglio ad una porporina Palla superba che lor feacutea lrsquoindustre 495 Pogravelibo su fino alle fosche nubi Curvato indietro un lrsquoavventava lrsquoaltro Spiccandosi dal suol drsquoun agil salto Agevolmente respingeacuteala prima Chrsquoei si avesse del piegrave tocco la terra 500 Lanciata a posta lor la palla ad alto Con alterne danzacircr volte e rivolte Sullrsquoalma terra i giovani nel circo Fremendo tripudiando plaudendo Levarono un rumor chrsquoigraveva alle stelle 505

θ 382 laquoO tra le genti tutte il piugrave famoso Alcigravenoo Re ndash soggiunse il divo Ulisse ndash Certo che a gran ragion mi promettesti Meravigliosi danzatori or ecco Con lrsquoalma oppressa di stupor gli ammiroraquo 510

θ 385 Giubilograve arsquo detti suoi la sacra possa DrsquoAlcigravenoo Re rivolto indi arsquo Feaci Celebri naviganti a dir si tolse

θ 387 laquoPrigravencipi dersquo Feaci e condottieri Udite oltre ogni dir pagravermi assennato 515 Il forestier Su via come si addice Drsquoospitali per noi doni si onori Tengon di questo popolo il governo Dodici capi illustri ed io tra loro Tredicesimo siedo Ognun di noi 520 Nitido manto e tunica e di schietto Oro un talento apporti ondrsquoor qui tutti Tra mano avendo lrsquoospite i presenti Esultante nellrsquoanimo srsquoavvigravei Alla cena imbandita Eurigravealo il plachi 525 Con detti amici ed un bel don cheacute a torto Con men che onesti detti lo trafisseraquo

θ 398 Assenticircr tutti ed a portare i doni Ciascuno il proprio banditor spedigravea

θ 400 Eurigravealo in questa laquoAlcigravenoo Re fra tutte 530 Queste genti il piugrave grande e rsquol piugrave possente Placherograve il forestier come tu imponi Questo brando drsquoacciar vorsquo dargli lrsquoelsa

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Drsquoargento splende e di pur morsquo tagliato Avorio la vagina intorno il cinge 535 Nol terragrave credo per ignobil donoraquo

θ 406 Detto la spada in man drsquoargentee borchie Pose drsquoUlisse e con parlar veloce

θ 408 laquoDeh salve ospite padre poicheacute grave Parola si proferse incontinente 540 Via sullrsquoale del turbine se nrsquo voli Cosigrave gli Eterni Degravei della tua donna Ti concedan lrsquoaspetto ed il ritorno Alla terra natigravea poi che gran tempo Lunge dai cari tuoi soffri pur tantoraquo 545

θ 412 laquoE tu pur salve amato Eurigravealo ndash ratto Rispoacutesegli lrsquoeroe ndash fauste gli Eterni Tutte cose concegravedanti ned uopo Stringer ti possa mai di questo brando Che a me con detti drsquoamistagrave porgestiraquo 550 Tacque e la spada agli omeri sospese

θ 417 Giagrave declinava il Sol quando fucircr posti Glrsquoincliti doni al divo Ulisse innanzi Dai banditor portati nella reggia Tolti li collocacircr drsquoAlcigravenoo i figli 555 Allrsquoorrevole lor madre davante Fagravettosi guida arsquo prenci il Re possente Tutti sovrrsquoalti seggi entrati appena Sedettero ed allor volta ad Aregravete La sacra possa del Re Alcigravenoo disse 560

θ 424 laquoDeh porta o donna mia lrsquoarca piugrave adorna E la piugrave bella in che stendere un manto Nitido ed una tunica ti piaccia Farsquo che di bronzo un vaso in sulla fiamma Srsquoimponga a intiepidir limpida linfa 565 Acciograve preso che avragrave lrsquoospite il bagno E visto in lungo posti ordine i doni Che qui recacircrgli dersquo Feaci i primi Piugrave gradisca il convito e piugrave soave Lrsquoinclito canto gli discenda al core 570 Io questa dar gli vorsquo mia coppa drsquooro Miracolo dellrsquoarte acciograve che sempre Ripensi a me quandrsquoei nel suo palagio Liberagrave al Fulminante e agli altri Eterniraquo

θ 433 Detto un largo treppiegrave porre in sul fuoco 575

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Aregravete tosto alle fantesche ingiunse Quelle posto il treppiede in su le brage Vrsquoinfuser lrsquoacqua e le raccolte schegge Vi acceser sotto circondacircr le vampe Del cavo rame i fianchi incontinente 580 E lrsquoonda ribolligrave Recava intanto Splendida unrsquoarca dallrsquointerne stanze Aregravete in che depose i ricchi doni Le vesti e lrsquoor che al forestier largicircro I Feacesi indi ella stessa un vago 585 Ammanto ed una tunica vi aggiunse Volgegravendosi allrsquoeroe con questi accenti

θ 443 laquoOr pon mente al coverchio e drsquoun tuo nodo Di subito il distringi acciograve per via Non trsquoincolga nel pin danno nel tempo 590 Che gli occhi a ti gravar scenderagrave il sonnoraquo

θ 446 Come ciograve udigrave ratto adattograve rsquol coverchio Il divo Ulisse e rsquol vario ed intricato Nodo formograve di cui gli pose in mente Il magistero la scaltrita Circe 595 E qui nel bagno a entrar la dispensiera Il confortava Giubilando ei scorse I tiepidi lavacri il cui ristoro Gli falligraveo sin dal digrave che dalle grotte Si partigrave di Calipso auri-chiomata 600 Dove drsquoagi andograve lieto al par drsquoun Nume Lavato ed unto di soavi essenze Come lrsquoebber le ancelle il rivesticircro Di tunica leggiadra e di bel manto Ed ei del bagno uscito a trovar mosse 605 I convitati a lieta mensa accolti Nausigravecaa adorna di beltagrave celeste Dellrsquoaula eccelsa ferma in sullrsquoentrata Gli occhi intende allrsquoeroe lrsquoammira e laquoSalve Ospite mio ndash dicea ndash giunto arsquo tuoi lari 610 Non obbliarmi da me prima avesti Ciograve che in sen ti serbograve vivi gli spirtiraquo

θ 463 E lrsquoIgravetaco sagace laquoInclita prole DrsquoAlcigravenoo illustre cosigrave a me lrsquoOligravempio Conceda il tetto avito e chrsquoio riveggia 615 Spuntare alfine il digrave del mio ritorno Comrsquoio sempre anche lagrave qual Diva sempre

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Trsquoonorerograve trsquoimplorerograve cheacute questa Aura chrsquoio spiro o vergine egrave tuo donoraquo

θ 469 Detto in bel seggio accanto al Re si assise 620 Giagrave compartigraveansi le vivande e rsquol dolce Licor mesceacuteasi nelle coppe In questa Lrsquoaraldo si accostograve per man guidando Lrsquoonorato da tutti amabil vate Lrsquoadagiograve in mezzo arsquo convitati ovrsquoalta 625 Colonna al tergo gli facea sostegno Dal dosso di un cinghial dispiccograve Ulisse Un brano intanto drsquoadipe fasciato E di cui parte anche restograve indi vogravelto Allrsquoaraldo laquoTersquo ndash disse ndash al vate il porta 630 Percheacute ei si pasca e chrsquoio li mando aggiungi Bencheacute dolente i piugrave cari saluti Degni di riverenza e di onor sono Piugrave che tutti i mortali i vati a cui Soavi melodie la Musa insegna 635 E nella schiera lor pone il suo amoreraquo Andograve col don lrsquoaraldo ed allrsquoeroe Demogravedoco il portograve che lieto il prese Steser in questa sullrsquoapposte dapi Le mani i convitati e poicheacute drsquoesca 640 Ebbono e di licor la brama estinta Drizzograve Ulisse al cantor cotesti accenti

θ 487 laquoCerto nella divina arte dersquo carmi Te fra i mortali tutti io tengo il primo Demogravedoco che Te una Musa figlia 645 Di Giove ammaestrava o Febo stesso Nobile vate Oh quanto il fato avverso Degli Argivi e le imprese ed i sofferti Guerrieri affanni e tutto chrsquoessi opracircro Mirabilmente canti Appunto come 650 Presente fossi o rsquol ti dicesser elli Or via deh segui e digredendo canta Il gran cavallo che drsquointeste travi Epegraveo scorto da Pagravellade construsse Mole che penetrar feacuteo nella rocca 655 Insidiando il divo Ulisse poscia Che gli ascose nel grembo inclita schiera Per cui Troia fu giagrave cacciata al fondo Se fil filo dirai siffatti eventi

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Attestare mrsquoudran gli umani tutti 660 Subitamente che benigno un Nume Cotesto trsquoinspirograve canto sublimeraquo

θ 499 Agitato da un Dio fersquo tosto il vate Risuonare i suoi canti e narrograve in prima Come gittato nelle tende il fuoco 665 Montacircro i legni e navigacircr gli Argivi Gli altri drsquointorno al valoroso Ulisse Sedean nel grembo del cavallo ascosi Tra il popolo dersquo Trogravei percheacute ersquo medesmi Allrsquoardua rocca in vetta il trascinacircro 670 La mole ivi torreggia assise intorno Incerti avvisi aprigravean le Iligraveache turbe Tre sentenze agitagravevansi od il cavo Legno spezzar col ferro o tratto ad alto Precipitarlo sullrsquoalpestri rocce 675 Od assentir che immane adornamento Quivi resti a placar lrsquoira dersquo Numi Questrsquoultima prevalse Igravelio ebbe in fato Dallrsquoimo ruinar quando in suo grembo Accolto avesse quel cavallo enorme 680 In che seggendo i piugrave valenti Argivi Porterebbero arsquo Trogravei sterminio e morte Cantograve indi rsquol vate che del cieco agguato Fuor gli Argivi versagravetisi lrsquoeccelsa Disertavan cittagrave che mentre gli altri 685 Prodi al suol lrsquoadeguavano giagrave Ulisse Qual Marte corse col minore Atride Di Deigravefobo ai tetti ove un orrendo Conflitto a sostener ebbe da cui Auspice Palla vincitor nrsquouscigraveo 690

θ 521 Questi del vate i canti Intenerito Struggeacuteasi Ulisse e giugrave dalle palpegravebre Scorrea le gote ad irrigargli rsquol pianto Qual donna piange il suo sposo diletto Che alla cittagrave davante e al popol cadde 695 Respingendo dai figli e dalla terra Natigravea lrsquoultimo giorno ella che il vede Palpitar moribondo ansia e gemente Sovra lui si abbandona al sen lo stringe Empiendo lrsquoaere drsquoululi e di strida 700 Mentre i nemici col calcio dellrsquoasta

ODISSEA

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Percotegravendole gli omeri e le terga La traggono a patir travagli e strazio In dura schiavitugrave vie piugrave allor vinta Da immenso affanno sullrsquoemunte guance 705 Largo e dirotto le discorre il pianto Cosigrave Ulisse piangea Pur tenne ascose Le dolorose lagrime agli astanti Ned accorto si fersquo che Alcigravenoo solo Sedutogli drsquoappresso e che i sospiri 710 Gravi nrsquoudigravea perograve vogravelto arsquo Feaci

θ 536 laquoO prenci ndash disse ndash o condottier deh rsquol vate Sospenda il suono dellrsquoarguta cetra Cheacute gradito del par non giunge a tutti Dersquo suoi carmi rsquol tenor Sin dal momento 715 Che le mense levacircrsi e che agitato Demogravedoco da un Dio volar fersquo il carme Dal gemer non risteacute lrsquoospite mai Certo glrsquoinvase rsquol cor grave cordoglio Dunque rsquol vate desista acciograve che tutti 720 Diagravemci insieme al gioir lrsquoospite e noi Ecco ciograve che fia bello Egrave presta omai Pel venerando forestier la scorta Ersquo doni che gli offrimmo affettuosi Chi senso ha in core e fior di senno tiegravensi 725 Lrsquoospite e rsquol pellegrin come fratello Perograve tu ancora non celarmi ad arte Quel di che voglio interrogarti meglio Ti torneragrave chiarirmi il vero Or dimmi Di qual nome la madre e rsquol genitore 730 I cittadini ersquo tuoi vicin chiamacircrti Peroccheacute niun mortal codardo o prode Senza nome non vrsquoha ma darsquo suoi cari Parenti gli egrave nel digrave natale imposto Dimmi la tua contrada e la tua gente 735 E la cittagrave sigrave che colagrave diritto Ti porti il senno delle navi nostre Non di nocchier non uopo hanno di temo Al par degli altri di Feacia i legni Ma sanno appien la mente ed il consiglio 740 Dersquo mortali e conoscono di tutti I pingui campi e le cittagrave involuti Drsquoombra e di nubi varcano veloci

LIBRO VIII

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Lrsquoondoso mar neacute di patir dannaggio Neacute tema di perir pregravendeli mai 745 Pur ecco ciograve che raccontar dal padre Nausigravetoo intesi un digrave che irato a noi Era Nettun percheacute senza alcun rischio Riconduciamo alla natigravea contrada Ogni mortale e soggiungea che un saldo 750 Legno dersquo nostri un digrave focircra disfatto Nel mare tenebroso al suo ritorno E che unrsquoalta montagna ruinando Struggeragrave la cittagrave Cosigrave rsquol buon veglio Ma sta del Dio in baligravea porre ad effetto 755 Questi disegni o preterirli Intanto Deh mi rispondi e rsquol veacuter nagraverrami aperto Dove errando sersquo ito e quali terre Visitasti e quai popoli e le ricche Popolate cittagrave lor mi descrivi 760 Dimmi se crudi fucircr selvaggi ingiusti Od ospitali e cari arsquo Sempiterni Dimmi alfin percheacute piangi e percheacute tanto Sin dallrsquoimo del cor gemi e sospiri Quando il fato infelice e le rie stragi 765 Dersquo Dagravenai degli Argivi e drsquoIgravelio ascolti Gli Eterni ordicircrlo e di cotanti Eroi Fermacircr le morti percheacute fosser tema Alle future etagrave drsquoutile canto O ti perigrave sotto le Iligraveache mura 770 Genero egregio o suocero congiunti Piugrave cari al nostro cor dopo coloro Del nostro sangue e della stirpe nostra O perir vedestugrave forse un valente Compagno affettuoso un tal compagno 775 Ricco di senno ad un fratel si agguagliaraquo

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LL II BB RR OO NN OO NN OO

Il Ciclope

laquoAALCIgraveNOO Re vie piugrave di tutti illustre Tra queste genti ndash replicava Ulisse ndash Bello egrave tal vate udir che ai numi assembra Cantando No proporsi un piugrave giocondo Fine lrsquouom non potrigravea del veder tutto 5 Un popolo in gran festa e in lungo assisi Ordine i convitati intorno a mense Ricche del Cereal dono e di dapi Ascoltar di gentil vate il concento Mentre il coppier dallrsquourne il vino attigne 10 E nrsquoempie i nappi che ministra in giro Ecco ciograve che oltre modo a me par bello Ma poicheacute tu saper desii le gravi Mie disventure rinnovar mi egrave forza I sospiri e le lagrime Qual prima 15 Qual poi qual raccontarti ultima deggio Che di guai molti oppregravessermi gli Eterni Prima il mio nome cheacute se al fier destino Sfuggirograve te vorsquo accocircrre ospite mio Quantunque abitator drsquouna contrada 20 Quinci remota Prole di Laerte Ulisse mi son io Per belliche arti A tutte genti in pregio e la cui gloria Sino al Ciel giagrave saligrave Lrsquooccidentale Igravetaca tengo ursquo rsquol Negraverito si estolle 25 Sul cui selvoso dorso unqua non tace Lo stormir delle frondi Ad essa intorno Giaccion una appo lrsquoaltra isole molte Duligravechio Same e Zacinto selvosa

LIBRO IX

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Fuori del suol marin non molto il lito 30 DrsquoIgravetaca surge che allrsquooccaso egrave volta (Vegraver lrsquoaurora ed il Sol mirano lrsquoaltre) Aspra egrave di rocce ma nutrice esimia Di forte gioventugrave neacute veder posso Della terra natigravea loco piugrave dolce 35 Calipso orrevol Dea me invan ritenne Nelle sue grotte vinta dal desigraveo Di fagravermisi consorte invan lrsquoastuta Circe che regna lagrave lrsquoisola Eegravea Me in suo palagio ritenea bramosa 40 Pur drsquoavermi a suo sposo cheacute non mai Hagravennomi rsquol cor qui dentro persuaso Tanto dolce egrave lrsquoamor del natigraveo loco E dersquo parenti ned un ricco albergo A confortar varragrave chi darsquo suoi cari 45 In terra estrania vigravevesi disgiunto Ma poicheacute tanto di saper trsquoaggrada Quel che lrsquoOligravempio Sir diemmi da Troia Doloroso ritorno io rsquol ti racconto

ι 39 Dipartiti di lagrave me rsquol vento spinse 50 Alle piagge dersquo Cigraveconi rimpetto DrsquoIgravesmaro alla cittagrave chrsquoio saccheggiai Posti col ferro gli abitanti a morte Giagrave le spose rapite e le dovizie Compartimmo del par tutta la preda 55 Qui gli esortai fuggir con piegrave veloce Ma gli stolti al mio dir non obbedicircro Quivi sul lito a tracannar si diecircro Gran copia di Liegraveo molte sgozzando Pecore e tori dal flessibil piede 60 In questo mezzo i Cigraveconi gridacircro Chrsquoeran molti e gagliardi e che piugrave addentro Albergavano Sperti eran costoro A pugnar su drsquoun carro ed al bisogno A fermo piede Mattutini accorsero 65 Quanti ha foglie ed ha fior la Primavera Ma di Giove il destin miseri in questa Addosso ci piombograve per disertarci Schierati anzi alle navi ci assaltacircro Con alterno vibrar di ferrate aste 70 Fincheacute la mattutina ora splendea

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E crebbe il sacro digrave far testa ardimmo Bencheacute fossero innumeri ma quando Dechinograve il Sole vegraver lrsquoOccaso e rsquol tempo Rimenograve che dal giogo i buoi si sciolgono 75 Tal fecircr impeto i Cigraveconi che in fuga Travolsero gli Achei Perdeacute ogni nave Sei valenti guerrier gli altri alla morte Non che di Giove al fier destin fuggimmo

ι 62 Tolti di lagrave ci rimbarcammo lieti 80 Per la schivata morte e mesti ad una Persquo cari nostri uccisi Neacute processe Col remigar veloce il navil mio Pria che fosser da noi per tre fiate Chiamati a nome i compagni infelici 85 Che morti fucircr dai Cigraveconi sul campo LrsquoEterno in questa adunator di nembi Boreal contro suscitogravenne un turbo Con terribil procella e drsquoatre nubi La terra a un tempo e rsquol pelago coverse 90 Notte dal Ciel precipitograve Di fianco Percossi i legni corrono e le vele Squarcia ed isbatte in tre pezzi ed in quattro Con rauchi stridi lrsquoimpeto del vento Impauriti le piegammo e ratto 95 Riparammo le navi al continente Ivi due notti ivi due digrave giacemmo Affaticati e rsquol duol rodeacuteaci rsquol core Ma come lrsquoalba dallrsquoaurate chiome Rimenograve rsquol terzo digrave le antenne alzate 100 Sparse le vele risalimmo i legni Cui rsquol vento ed i nocchier reggeano il corso Speme sorgeacuteami rsquon cor che alfin indenne Afferrar potessrsquoio le patrie sponde Se non che mentre la Malegravea girava 105 Bograverea e del mar le rapide correnti Di Cigravetera lontan mrsquohanno respinto

ι 82 Quivi per nove digrave contrari vegraventi Ne trabalzacircr sul mar pescoso Alfine Nel decimo approdammo alla contrada 110 Dersquo Lotogravefagi a cui florida pianta Fornisce il nutrimento Al lito scesi Acqua attignemmo e tosto appo le navi

LIBRO IX

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Pasteggiammo Di cibo e di bevande Confortati tra i miei scelti due prodi 115 Ed un araldo aggiuntovi per terzo Ad esplorar li mando a farmi conti Quai popoli colagrave nutre la terra Partiti corsquo Lotogravefagi affrontacircrsi Neacute questi arsquo prodi miei tramacircr la morte 120 Ma porser loro a savorare il loto Chi tra loro gustograve lrsquoesca soave Non le novelle riportar srsquoinvoglia Neacute redire vuol piugrave ma restar quivi Con quelle genti e per gustare il loto 125 Ponevan la natigravea terra in obbligraveo Ma io per forza comeccheacute piangenti Al navile li trassi e sotto i banchi Dersquo regravemigi gli avvinsi Agli altri indissi Sui ratti legni rimontar non forse 130 Gustato il loto da qualcun gli uscisse Di mente il suol natigraveo Quei salser tosto Ed in lungo sui banchi ordine assisi Battean corsquo remi il pelago spumante

ι 105 Di lagrave mesti sarpammo ed alla terra 135 Approdammo dersquo Cigraveclopi superbi Non da leggi infrenati Ogni fidanza Negli Eterni riposta ei di lor mano Ned arbor pongon mai neacute frangon zolla Inarata la terra e inseminata 140 Merceacute di Giove lrsquoopportuna pioggia Tutto produce orzo frumento e viti Carche di gran racemi onde si spreme Generoso licor Presso costoro Neacute si consulta in pubblica adunanza 145 Neacute vi srsquoordinan leggi In cave grotte Vivon dersquo monti sullrsquoeccelse cime Ciascun regge i suoi figli e la sua donna E farsi ligio altrui nullo consente

ι 116 Della terra dersquo Cigraveclopi in cospetto 150 Neacute vicina drsquoassai neacute lunge sorge Unrsquoisoletta col selvoso dorso Non poche schiere di silvestri capre Pascono quivi che travolte in fuga Non van da umano piegrave neacute vrsquoimprimrsquoorma 155

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Il cacciator che tante aspre fatiche Dura le selve percorrendo ersquo gioghi Neacute vi pasce il pastor greggia neacute solco Lrsquoaratore vi segna Orba drsquoumani Inseminata resta e inculta sempre 160 Neacute dagrave pastura che a belanti capre Poicheacute neacute nave di vermiglia proda Rinverresti appo i Ciclopi neacute fabbro Di larghi legni construttor con cui Alterni uffizi pregravestansi i mortali 165 Visitando cittagrave di estranie genti Tali i disegni son che il mar varcando Gli umani spesso pongono ad effetto Di tal guisa potrebbero i Ciclopi Popolar lrsquoisoletta e coltivarla 170 Ned isteril egrave giagrave ma tutto al tempo Produrrigravea ligrave del mar canuto in riva Drsquoerba lieti e di fior stegravendersi scorgi Irrigui prati neacute la vite mai Focircra di ricchi grappoli in difetto 175 Agevole al lavoro ad ogni autunno Folte del mietitor sotto la falce Lrsquoalte spighe cadrebbono cotanta Egrave della terra lrsquoubertagrave Capace Nellrsquoisoletta ancora agravepresi un porto 180 Dove non ti egrave mestier drsquoagravencora o fune Dove nullo ritegno i legni annoda Tocco il lito colagrave posan quieti Fincheacute brama il nocchier fino a che il vento Propizio spiri Lagrave del porto a capo 185 Limpida sotto un antro acqua discorre Drsquoalti frondosi pioppi incoronato Quivi approdammo per lrsquooscura notte Certo un Dio ne guidograve cheacute per noi nulla Si discerneva ombragravevasi di densa 190 Caligine il navil neacute risplendea Di Ciel la Luna tra le nubi ascosa Quivi alcuno neacute lrsquoisola neacute i vasti Flutti vide rotantisi in sul lido Che quando a proda giagrave corser le navi 195 Entrati appena raccogliam le vele Nel lito ci gettiam vinti dal sonno

LIBRO IX

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Aspettavamo il sorgere dellrsquoalba ι 152 ComrsquoElla apparve percorremmo intorno

Meravigliando lrsquoisola Le Ninfe 200 Prole di Giove dallrsquoalpestri cime Cacciacircro in basso le montane capre Acciograve il convito appregravestinsi i compagni Ratto dai legni i curvi archi ed i lunghi Giavellotti prendemmo ed in tre schiere 205 Divisi a saettarle impeto femmo Ricca in breve ci diegrave preda uno Iddio Dodici navi mi seguigravean ciascuna Nove capre sortigrave dieci a me solo Trascelsero Quel digrave fino a che il Sole 210 Dechinograve sedevamo a mensa lieta Di carni in copia e di licor soave Neacute rsquol vermiglio licor era per anche Esausto nel navil peroccheacute grande Copia nelle capaci urne attignemmo 215 Quel digrave che devastammo dersquo Cicograveni La sacrata cittagrave Gli occhi intendendo Alla terra dersquo Cigraveclopi vicina Il fumo vi scorgemmo e le lor voci Misto al belar drsquoagni e di capre udimmo 220 Ascoso il Sol sorgiunte le tenegravebre Ci gettammo sul lito e sorta lrsquoalba Tutti adunati i miei cosigrave a dir tolsi

ι 172 ldquoQui rimanete o miei fidi compagni Mentrrsquoio vo ad esplorar col legno mio 225 Qual gente egrave questa se oltraggiosa e fiera E del giusto nemica o se distende Soccorrevole destra ai pellegrini E con pia mente i sempiterni adorirdquo

ι 177 Ciograve detto salsi ed arsquo miei prodi ingiunsi 230 Di seguitarmi e sciocircr le funi Ratto Tutti nersquo banchi in lungo ordine assisi Il biancheggiante mar battean corsquo remi

ι 181 Tocco il lito giagrave prossimo vedemmo Eccelsa grotta nel confin del porto 235 Accanto al mar di lauri ombrata Quivi Cheta giaceva innumerabil greggia Di pecore e di capre il cortil vasto Chiudea un recinto drsquointerrate rocce

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Drsquoardui pini e di querce alto-chiomate 240 Drsquoaltitudine immensa ivi soggiorna Uom che a pascer menava in lontananza Le pecore solingo ersquo fuggigravea sempre Dersquo Ciclopi il consorzio e violenti Atti volgea nel cor Fier mostro immane 245 Non della stirpe sembra che si pasce Di polve cereal ma una selvosa Cima di monti altissimi che sola A quante intorno sorgono sovrasti

ι 193 Imposi allora arsquo miei fidi compagni 250 Di restar nella nave e di guardarla E dodici tra i miei prodi soltanto Trascelti chrsquoebbi mrsquoavviai recando Meco in otre caprin bruno e soave Licor che Maroacuten diemmi Evantiagravede 255 Sacerdote ad Apollo che le mura DrsquoIgravesmaro proteggea quindi noi vinti Da riverenza con la sposa e i figli Lrsquoavemmo in guardia lagrave nel bosco ombroso A Febo sacro ovrsquoei facea soggiorno 260 Di ricchi doni mi fersquo lieto diemmi Sette in vaghi lavor talenti drsquooro Diemmi unrsquourna drsquoargento indi mrsquoattinse In sei anfore e sei puro soave Generoso licor beva divina 265 Che neacute famiglio alcun neacute alcunrsquoancella Seppero mai fuorchrsquoegli la diletta Moglie e la sola dispensiera Quando Bevean di quel licor dolce e vermiglio Empiuto un nappo in veacutenti ersquo lrsquoinfondea 270 Metri di limpidrsquoacqua allor dallrsquourna Drsquoambrosia olezzo diffondeacuteasi intorno Tal che rsquol temprarsi era impossibil cosa Portai quindi rsquol grandrsquootre e di vivande Lo zaino ricolmai cheacute la mia fiera 275 Alma giagrave presentigravea di gir incontro Ad uom vestito drsquoindomabil forza Drsquoindole dispietata e che a vil prende Nel selvaggio suo cor le leggi e rsquol dritto

ι 215 Neacute guari andograve che divenimmo allrsquoantro 280 Neacute giagrave rsquol trovammo ligrave cheacute rsquol pingue gregge

LIBRO IX

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Aderbava Nellrsquoantro penetrati Giravamo il sorpreso occhio drsquointorno Le corbe gravi di rappreso latte Giagrave davan giugrave drsquoagnelli e di capretti 285 Piene le stalle ma tra lor disgiunti In diversi recinti i grandi prima Indi i mezzani alfine i morsquo pur nati I vasi in che mungea secchie catini Conche per entro il siere igravevano a nuoto 290 Qui corsquo prieghi invitagravevanmi i compagni Rapir del presso latte e via fuggendo Cacciar dai chiusi lor capretti ed agne Sino alla nave e fender le salse onde Pur (bencheacute rsquol meglio fosse) io non mrsquoarresi 295 Ma veder volli rsquol Ciclope e tentarlo Se di un dono ospital mrsquoera cortese Ben la costui presenza arsquo miei compagni Riuscir non dovea punto gradita

ι 231 Come racceso avemmo il foco arsquo Numi 300 Sagrificammo indi a cibar ne femmo Del presso latte lagrave nellrsquoantro assisi Lrsquoaspettavam fincheacute darsquo campi ei giunse Portando enorme sulle spalle un pondo Drsquoarida selva onde apprestarsi rsquol cibo 305 Fuor dellrsquoantro il buttograve Tal in caggendo Rumor levograve che in fondo alla caverna A racquattarci pavidi corremmo Nel vasto speco allor tutte ei le pingui Pecore che fermograve mugner sospinse 310 Lasciograve i maschi allrsquoentrata e fuor nellrsquoalto Cortile glrsquoirchi ed i montonrsquo restacircro Grave alta sollevograve roccia che smossa Veacutenti due non avrigravean validi carri Da quattro ruote e con tal pietra immensa 315 Fermograve lrsquoentrata del profondo speco Assiso a mugner con assidua cura Le agnelle diessi e le belanti capre Ed alle madri i parti indi sommise Rappreso chrsquoebbe la metagrave del latte 320 Entro canestri drsquointrecciati vinchi Il collocograve lrsquoaltra metagrave per beva Della cena il versograve Comrsquoebbe in fretta

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Fin posto a siffattrsquoopre il foco accese Destagravetasi la fiamma una gran luce 325 Balenograve nel capace antro e ci scorse Quindi gridava ldquoO forestier chi siete Donde veniste per lrsquoequoree strade Trafficando tentate avvantaggiarvi Od ite a caso per lo mar raminghi 330 Come pirati che la vita a rischio Pongon per depredar lrsquoestranie gentirdquo

ι 256 Detto il cor ne srsquoinfranse al reboato Dellrsquoorribile voce ed allrsquoimmane Statura di quel mostro impauriti 335 Ma ripressi tal senso e gli risposi

ι 259 ldquoAchivi siam che drsquoIgravelio dipartiti Da tutti i vegraventi combattuti errammo Sul vasto mar e bencheacute cerca sempre La contrada natigravea qua disviati 340 Come lrsquoOligravempio decretograve giugnemmo Fummo (alteri nrsquoandiam) commilitoni Del grande Atride Agamennoacuten di cui Massima sotto rsquol Ciel vola or la gloria Ei che sigrave gran cittagrave distrusse e tanti 345 Popoli sconfiggea Volonterosi Vegniamo ad abbracciar le tue ginocchia Acciograve un don ospitale od un ristoro Concederne comrsquoegrave giusto ti piaccia Rispetta i Numi ottimo Sir deh pensa 350 Che tuoi supplici siam Vindice egrave Giove Degli estrani e degli ospiti ed al fianco Dersquo venerandi pellegrin si ponerdquo

ι 272 Tacqui e rsquol crudele soggiugnea ldquoStraniere Stolto sersquo o vieni di lontan paese 355 Che vuoi chrsquoio tema e riverisca i Numi Arsquo Ciclopi non cal neacute dellrsquoOligravempio Neacute di tutti gli Eterni assai piugrave forti Di lor siam noi neacute per sfuggire allrsquoira Di Giove fia chrsquoio Te od i tuoi risparmi 360 Ove talento del contrario mrsquoabbia Ma dimmi giunto qua dove lasciasti La ben construtta nave in sul confine DellrsquoIsola o vicin Parla ondrsquoio rsquol sappiardquo

ι 281 Di questa guisa favellograve il Ciclope 365

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Insidiando ed io del mondo esperto Penetrai la sua mente e alla mia volta Con parole ingannevoli risposi

ι 283 ldquoNettun battuta contro ad uno scoglio Ruppe la nave mia lagrave presso al monte 370 Che drsquoesta terra sul confin si estolle Qua lagrave sui flutti ne disperse il vento Gli avanzi ed io con questi miei compagni Da un dispietato fin campammo a stentordquo

ι 287 Non risponde il crudel ma impetuoso 375 Lagravenciasi e sovra i miei le branche avventa Due ad un tratto ghermigrave contra ad un sasso Quai cagnuoli sbattendoli le sparse Cervella ad irrigar correan lo spazzo Poste a brani le membra indi ancor vive 380 La cena srsquoimbandigrave non altrimenti Che montagraveno Lion le divorava Neacute di carni lasciograve neacute di precordi Neacute drsquoossa o di midolle alcun vestigio A sigrave fiero spettacolo le palme 385 Con angoscioso pianto a Giove alzammo Di speme usciti omai Poicheacute rsquol fier mostro Tutta srsquoebbe lrsquoenorme epa ricolma Drsquoumane carni e puro latte in copia Sovra vi tracannograve giaceva immenso 390 Tra le gregge nellrsquoantro Incontinente Nellrsquoaudace mio cor fermo appressarlo Tirar dal fianco lrsquoaffilata spada Ed al petto ferirlo ove si fascia La corata dal fegato e giagrave al ferro 395 La destra mi correa se non che un altro Avviso mi arrestograve Quivi noi pure Di crudel morte perivam cheacute indarno Con le braccia tocircr via tentato avremmo Lrsquoenorme roccia che il gigante impose 400 Al varco eccelso Sospirosi quindi Aspettavamo il sorger dellrsquoAurora

ι 307 Come raggiar nel Ciel cominciograve rsquol giorno Il foco raccendea mugnea le pingui Pecore a modo ed a ciascuna il parto 405 Sommettea Sciolto di tai cure in fretta Altri due nrsquoabbrancograve dilacerolli

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E rsquol pranzo si apprestograve Fornito il pasto Le pecore cacciograve fuor dal vasto antro Rimovendo con man facile il masso 410 Dismisurato poscia il vi ripose Come imposto a faretra avrigravea rsquol coverchio Lungo in questa sonar facendo un fischio Condusse il gregge su per la montagna Raccolto in me dal cupo della mente 415 Chiamai tutti i pensier per vendicarmi Se a me tal vanto concedea Minerva Volsi e rivolsi piugrave partiti alfine Questo a cui mrsquoappigliai per miglior tenni Giaceva entro la stalla un verde enorme 420 Troncon drsquoulivo che rsquol gigante svelse Onde averlo tra mano inaridito Il comparammo ad albero di vasta Nave oneraria che da veacutenti remi Spinta lrsquoimmenso pelago travarca 425 Tanta la longitudine e tanta era Del troncon la grossezza Io ne recisi Tre cubiti ed arsquo miei quella recisa Parte imposi polir polita appena Nrsquoaguzzava la punta tra le vampe 430 Fulgide lrsquoindurava e sotto un mucchio Di fimo di che ingombro egraverane lrsquoantro Lrsquoascondea con gran cura A sorte quindi Tirar feci color che alzare il palo Ardirebber con me per conficcarlo 435 Del Ciclope nellrsquoocchio allorcheacute ei focircra Vinto dal sonno I quattro che sorticircro Gli avrei scelti io medesmo e rsquol quinto io fui Vespertino ei sorvenne e rimenato Darsquo paschi rsquol gregge dai lucenti velli 440 Tutto nella caverna ampia il sospinse Ned alcun fuor lasciograve sia che sospetto Il prendesse di noi sia che drsquoun nume Tal si fosse il voler Sollevograve in questa Lrsquoimmensa porta rilogolla e assiso 445 Capre belanti e pecore mugnea Rimesso ogni agnellin sotto la poppa Della sua mamma e ratto a fin condotte Lrsquoopre usitate due dersquo miei compagni

LIBRO IX

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Ghermigrave di nuovo e si apprestograve la cena 450 Mrsquoaccostai in quel momento e rsquon man tenendo Colma di bruno vin drsquoedra una coppa

ι 347 ldquoTersquo Ciclope ndash dissrsquoio ndash questo vin bevi Or che pasciuto sersquo drsquoumana carne Saprai cosigrave qual mi teneva in serbo 455 Licor nel legno mio te rsquol reco adesso Qual libamento non di speme uscito Che per me tocco di pietagrave arsquo miei tetti Rimandarmi vorrai ma rsquol tuo furore Intollerando ogni confin trapassa 460 Chi piugrave verragrave tra gli uomini infiniti A supplicarti nersquo venturi giorni Crudele Ahi quanto contro il giusto adoprirdquo

ι 353 Cosigrave dicea tolse ei la coppa e bevve Oltre modo gioigrave beendo il dolce 465 Licor soave e una seconda volta Con ressa me nrsquo chiedea vegraver me benigno ldquoVegraversami ancora cheacute mrsquoegrave tardo offrirti Ospital dono che trsquoallegri rsquol core Arsquo Ciclopi la terra alma produce 470 Feconde viti di racemi carche Che la pioggia di Giove educa e ingrossa Ma questrsquoalmo licor che tu mi porgi Certo egrave fiore di nettare e drsquoambrosiardquo

ι 360 Detto tre volte io gli mescea tre volte 475 Stolto Ei ne bevve a dismisura Quando Gli si avventograve al cervel del vino il fumo Queste gli dirizzai blande parole

ι 364 ldquoCiclope chiedi il nome mio mrsquoegrave tardo Digraverloti ma tu ancor lrsquoospital dono 480 Pogravergimi e ciograve che promettesti attiegravemmi Nessuno egrave rsquol nome mio me i genitori Gli amici tutti chiamano Nessunordquo

ι 368 Tacqui e rsquol crudel rispoacutesemi ldquoNessuno Divorerograve te lrsquoultimo pria gli altri 485 Questrsquoegrave il dono ospital che ti si serbardquo

ι 371 Detto supin cascograve la gran cervice Reclinata sullrsquoomero dal sonno Che tutto doma ciograve che spira vinto Fuor della strozza a gurgiti cacciava 490 Brani drsquoumana carne al vin commisti

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Che nellrsquoebbrezza sua grave recea Sotto le ardenti ceneri onde affochi Tosto il palo sospingo e col dir franco Rincoro i miei non forse impaurito 495 Qualcun nel fier periglio mrsquoabbandoni Ma come bencheacute verde era ligrave ligrave Per ardere qual bragia alto splendendo Dal foco il trassi ed i miei fidi in questa Mi si strinsero intorno ardire immenso 500 Inspiragravevami un Dio Giagrave giagrave afferrato Darsquo miei quel palo dallrsquoacuta punta Gliel conficcacircr nellrsquoocchio ed io di sopra Pontando rigiragravevalo In tal foggia Trave naval col trapano trivella 505 Un mastro a lui di sotto altri operai Di qua di lagrave tiran la soga ratto Vogravelvesi rsquol ferro neacute srsquoarresta mai Cosigrave per noi del Ciclope nellrsquoocchio Lrsquoacceso tronco aggigraverasi bollente 510 Scaturigravea rsquol sangue le palpegravebre e rsquol ciglio Struggea vapor focoso e la pupilla Dallrsquoalta fiamma nellrsquoime radici Rotta e consunta crepitar srsquoudigravea Qual se fabbro talora in gelidrsquoonda 515 Od ascia attuffi od una gran bipenne Con che al ferro dagrave forza e lo rattempra Stridir la srsquoode tal del tronco intorno Stridea lrsquoocchio del Ciclope che orrendi Mugravegghii ed urli mettea La roccia tutta 520 Ne rintonava Da terror conquisi Qua lagrave ci disperdemmo Ei dallrsquoocchiaia Disvelse il trave di sangue grondante E di sua man lungi da seacute avventollo Dalla rabbia sospinto e dal dolore 525 Chiamograve con grida altissime i Ciclopi Che abitavan ligrave presso in fondo agli antri Sui ventosi cacumi Udito il grido Da tutte parti accorsero ed al varco Della caverna soffermato il piede 530 Chiedeacuteangli la cagion che sigrave lrsquoaffanna

ι 403 ldquoQuale offesa sigrave grave o Polifemo Gridar ti feacutea cotanto in mezzo allrsquoombre

LIBRO IX

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Dellrsquoalma notte tal che dalle nostre Pupille il sonno giagrave cacciasti in bando 535 Via ti si tolse a mal tuo grado il gregge O per forza od inganno altri ti domardquo

ι 407 E del fondo dellrsquoantro il fier gigante ldquoNESSUNO amici mi domograve con fraude Non giagrave per forzardquo E subito i Ciclopi 540

ι 410 ldquoOr se NESSUN trsquooltraggia e solo vivi Impossibil ti fia sfuggire al morbo Che lrsquoOligravempio trsquoinvia ma ben al padre Al possente Nettuno alza i tuoi voacutetirdquo

ι 413 Detto si diparticircr rideacuteami rsquol core 545 Che il nome e rsquol senno mio gli avesse illusi Polifemo angosciato e doloroso Qua lagrave se nrsquo gigravea con le man brancolando Tanto che tolse dalla porta il masso Indi nel varco dello speco assiso 550 Tese le braccia per ghermir tra rsquol gregge Chi tentasse fuggir tanto ei di senno Teneacuteami uscito Io pur volgea nellrsquoalma Come i compagni e me sottrar da morte Molti consigli e molte frodi ordigravea 555 Cheacute in forse era la vita e nrsquoincalzava Alto periglio Ed ecco a qual partito Che tenni il piugrave assennato alfin mrsquoappiglio Pingui denso-velluti e belli e grandi Montoni carchi di unrsquooscura lana 560 Lrsquoantro chiudeva Io tacito gli avvinsi Corsquo flessibili vinchi su cui rsquol mostro Dotto in rie scelleraggini dormigravea Tre per volta ne avvinsi e quel di mezzo Un uom portava si tenean da lato 565 Gli altri due che dersquo miei feacutecersi schermo Da tre montoni ogni uom quindi era tratto Restagravetovi colagrave un ariete Fior dellrsquoarmento lo afferrai pel dosso Mi rivoltai sotto il velloso ventre 570 Ed avvolte alle man le dense lane Con intrepido cor mi vi sospesi Cosigrave non senza gemiti rsquol ritorno Aspettavam della divina Aurora

ι 437 Non appena brillograve che alla pastura 575

ODISSEA

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Irrompevano i maschi e le non munte Femmine di belati empiean le stalle Cheacute di troppo sentigravean le mamme gravi Dellrsquoantro il Re da rie doglie trafitto Drsquoogni monton che gli sovrastava 580 Percorrea rsquol dorso neacute sospetto al folle Nellrsquoalma srsquoingerigrave che sotto ai petti Villosi i prodi miei pendeano avvinti Alfin varcograve la porta ultimo il grande Montone dersquo suoi velli e di me carco 585 Cui sorse in mente il provvido consiglio

ι 446 Polifemo il blandigrave poscia ldquoOh diletto Ariete percheacute dellrsquoantro or mrsquoesci Ultimo Non giagrave pria disgiunto usavi Dallrsquoagnelle restar primo di tutti 590 Brucavi dellrsquoerbetta i molli fiori Con lunghi passi e primo pur giungevi Alle correnti limpide dersquo fiumi Primo da sera rientrar nel chiuso Bramavi ed or di tutti ultimo sei 595 Sospiri lrsquoocchio del tuo Re Un codardo Mortal corsquo rei compagni il mi divelse Doma chrsquoei mrsquoebbe con il vin la mente NESSUN che mal potrigravea sottrarsi a morte Se come il martigraver mio senti del pari 600 Articolar potessi anche la voce E dirmi ovrsquoei dal mio furor si cela Qua lagrave dal teschio infranto le schizzate Cervella correrigravean lungo questrsquoantro Ed un conforto almen verrigraveami al core 605 Dagli atroci tormenti e dallo strazio Che mrsquoinferigrave quel misero Nessunordquo

ι 461 Detto lungi da seacute fuor della porta LrsquoAriete spingea Poicheacute distammo Dallrsquoantro alquanto e dal cortil repente 610 Me primo e tosto i miei compagni sciolsi Molte adipose pecore dai lunghi Passi ratto cacciammo a noi davanti Fincheacute al legno giungemmo I cari nostri Noi che a morte sfuggimmo accolser lieti 615 Ma per gli altri mettean miseri lai Io nol permisi giagrave corsquo sopracigli

LIBRO IX

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Accennando a ciascun disdico il pianto E lor comando di gettar nel legno Le molte agnelle dai superbi velli 620 Subitamente e fender le salse onde Ratto assisi sui banchi in ordinanza Ferigravean corsquo remi rsquol pelago spumante Distando quanto drsquouomo aggiunge un grido Queste al mostro drizzava agre rampogne 625

ι 475 ldquoNo non dovevi tu drsquouom senza schermo Divorar nellrsquooscuro antro i compagni A viva forza o Ciclope I tuoi falli Tirarti addosso ti dovean tal pena Crudel che non temesti entro il tuo speco 630 Gli ospiti trangugiar Perograve lrsquoOligravempio Plaudenti gli altri abitator del Cielo Trasser giusta di Te fiera vendettardquo

ι 480 Di questi detti al suon vie piugrave di rabbia Riarse il cor del Ciclope Divelse 635 Drsquoalto monte il cacume e lrsquoavventando Anzi alla proda lo gettograve del legno Lrsquoalpestre cima ruinando ad alto Il mare sollevograve dal rifluente Impetuoso fiotto a urtar la sponda 640 Giagrave giagrave rsquol legno correa Ma lungo lungo Afferrato da me subito un palo Mrsquoallontanai dal lito indi eccitava Accennando del capo i miei compagni A curvarsi sul remo ed il funesto 645 Rischio a fuggir Curvagravetisi sui remi Tutti di forza arrancano Poi quando Doppio tratto di mar lunge noi fummo Riparlar volli al Ciclope ma tutti Di qua di lagrave ristregravettimisi intorno 650 Tentavan con parole affettuose Dal mio proposto svolgermi i compagni

ι 494 ldquoAhi poco senno Percheacute vuoi lrsquouom crudo Nuovamente irritar Non ha un momento Chrsquoei questa roccia fulminograve per cui 655 La nave a terra risospinta tutti Ci tenemmo per morti Or se un tuo grido Se un detto udragrave certo una roccia enorme Avventeragrave che il capo a tutti e il legno

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Sfracelleragrave tal di sua destra egrave rsquol tirordquo 660 ι 500 I compagni cosigrave ma persuasa

Non fecircr lrsquoaltera anima mia Dallrsquoira Indomita sospinto a ridir tolsi

ι 502 ldquoCiclope se del turpe accecamento Dellrsquoocchio tuo qualcuno dersquo mortali 665 Trsquointerroga dirai mrsquoaccecograve Ulisse Lrsquoeversor di Cittagrave figlio a Laerte Il cui palagio in Igravetaca si estollerdquo

ι 506 Tacqui e rsquol mostro ululograve poscia ldquoOhimegrave ndash disse ndash gli antichi vaticini ecco mrsquohan colto 670 Qua vrsquoebbe un vate giagrave forte possente Il supremo degli agraveuguri Telegravemo Figliuol drsquoEurimo che appo noi rsquol velame Squarciando del futuro incanutigravea Ersquo presagigraveami ciograve che giagrave mrsquoavvenne 675 lsquoSpento lrsquoocchio ti fia per man drsquoUlissersquo Sempre quindi stimai chrsquouom bello e grande Drsquoimmensa invitta forza rivestito Appo me si addurrebbe e lrsquoaspettava Or me dellrsquoocchio vedovograve scarsrsquouomo 680 Debil pusillo poicheacute rsquol senno ei mrsquoebbe Nel vin sommerso Orsugrave ritorna Ulisse Ti porgerograve lrsquoospital dono e lieto Trsquoimplorerograve da Enosigegraveo rsquol ritorno Padre egravemmi e tiegravenlo a vanto ove gli piaccia 685 Solo mi saneragrave neacute mi fia drsquouopo O dersquo numi lrsquoaigraveta o dersquo mortalirdquo

ι 522 ldquoOh potessi io cosigrave ndash ratto soggiunsi ndash Spogliar Te della vita e nei funesti Travolgerti laggiugrave regni di Pluto 690 Come dellrsquoaccecato occhio ned anche Risanar ti potragrave Nettuno istessordquo

ι 526 Tacqui ed al Re Nettun cosigrave egli orava Tese le palme alla stellata volta

ι 528 ldquoRe dalla bruna chioma Enosigegraveo 695 Se tuo figliuol son io veracemente Se tu drsquoegravessermi padre altero vai Dammi che Ulisse di cittagrave eversore DrsquoIgravetaca abitator figlio a Laerte Arsquo suoi tetti redir non possa mai 700 Ma se gli amici riveder se al ricco

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Ostel suo ritornare in fato ei srsquoebbe Tardo e dolente arrivi in nave altrui Perduti pria tutti i compagni ed altro Non trovi in sua magion che affanni e piantordquo 705

ι 536 Nettun lrsquoesaudigravea Di maggior mole Unrsquoaltra sollevograve roccia il gigante La contorse nellrsquoaria e di gran forza La fulminograve Piombograve il catollo addietro Lrsquoazzurra poppa e del timon la punta 710 Rasentograve Sbalzograve rsquol mar turbato in suso Al rovinar del masso e la grossa onda Spinse la nave e lrsquoaccostograve alla riva Ma come alfin sorgemmo allrsquoisoletta Dove lrsquoaltre mie navi erano a proda 715 Trovammo i miei che assisi ad esse intorno Non senza pianto ci attendean mai sempre Giunti tirammo in secco il pin veloce Ci gittammo nel lido indi fuor tratto Del Ciclope lrsquoarmento il compartimmo 720 Sigrave che di parte egual ciascun fu lieto Partite lrsquoagne il superbo ariete Diecircro in disparte a me solo i miei Prodi Lungo il lito lrsquooffersi ostia allrsquoOligravempio Che drsquoatri nembi srsquoinvolgendo regna 725 Sovra tutti gli Eterni e lrsquoanche nrsquoarsi I sagrifizi ersquo non curograve cheacute in mente Tutte le navi ersquo miei cari compagni Giagrave perdere fermava Il giorno intero Sin che il Sol si corcograve sedemmo a mensa 730 Ricca di carni e di licor soave Ascoso il Sole e sorvenuto il buio Stesi nel lito ne srsquoinfuse il sonno Ma come rosea rsquon Ciel brillograve lrsquoAurora Eccitati i compagni a loro ingiunsi 735 Salir le navi e sciocircr le funi Ratto Si rimbarcacircr si assisero in sui banchi Percotendo corsquo remi il mare ondoso Cosigrave di lagrave ci allargavam felici Pel nostro scampo ma nel cor dolenti 740 Persquo cari nostri dal fier mostro uccisiraquo

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LL II BB RR OO DD EE CC II MM OO

Avvenimenti presso Egraveolo presso i Lestrigravegoni e presso Circe

GGIUGNEMMO nellrsquoEogravelia Isola quivi LrsquoIppogravetade abitava Egraveolo diletto Arsquo Sempiterni in isola natante Cui cinge un muro drsquoinfrangibil rame E liscia rupe le si leva intorno 5 Nagravecquergli in sua magion dodici figli Sei dellrsquoun sesso e sei dellrsquoaltro adorni Del fior di giovinezza Egraveolo congiunse In nodo marital germani e suore Sedean sempre elli al caro padre accanto 10 Ed allrsquoorrevol madre a mensa ricca Di elette dapi Mentre il giorno splende Lrsquoodorata magion risuona intorno Di dolci melodie scesa la notte Appo le caste mogli in sursquo tappeti 15 Sui ricchi letti lor dormigravean gli sposi Nella costor cittade entrati appena Arsquo tetti lor superbi divenimmo Intero un mese drsquoaccoglienze liete Cortese Egraveolo mi fu piaceacuteasi drsquoIgravelio 20 Del navil degli Achivi e del ritorno A parte a parte interrogarmi ed io Con somma cura gli narrava il tutto Ma come il chiesi del viaggio e ressa Gli feacutea di rimandarmi non restigraveo 25 Mi si mostrando mrsquoapprestograve il ritorno Di saldo cuoio presentommi un otre Di bue novenne in che glrsquoimpetuosi Vegraventi rinchiuse peroccheacute lrsquoOligravempio

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Dersquo vegraventi a dispensier sommo il prepose 30 Sigrave che a sua voglia ei li rattiene o spinge Con fil drsquoargento lucido nel fondo Del naviglio lrsquoeroe distrinse lrsquootre Acciograve ned esil pur nrsquoesca uno spiro Libero mi lasciograve Zegraveffiro a cui 35 Scorger le navi e noi medesmi indisse Ma indarno il commettea cheacute dersquo compagni Ne sospinse a perir dira follia

κ 28 Nove digrave senza sosta e nove notti Navigavam nel decimo mrsquoapparve 40 La patria terra e vedevam giagrave quelli Che arsquo fuochi accesi aggiragravevansi intorno Me stanco in questa il dolce sonno oppresse Cheacute della nave ognor ressi il governo Neacute drsquoaltri volli in man lasciarlo mai 45 Onde ratto afferrar le patrie sponde I compagni tra lor diceano intanto Chrsquoio recava arsquo miei tetti argento ed oro Del magnanimo Ippogravetade presenti Gli occhi affisando agli occhi del compagno 50 Ciascuno allora a favellar si prese

κ 38 ldquoNumi Quanto costui caro e in gran pregio Tiegravensi da ognun cui visita il paese Molti egli drsquoIgravelio depredato apporta Splendidi arredi or noi che la via stessa 55 Misurammo torniamo arsquo tetti nostri Con le man vogravete Ed ecco affettuoso Egraveolo gli porge questi doni or via Veggiamo alfin quantrsquooro e quantrsquoargento Questrsquootre nel capace alvo rinserrardquo 60

κ 46 Cosigrave dal mal voler vinti i compagni Sciolser lrsquootre scoppiacircro ad una i vegraventi Rapigrave i compagni dolorosi in pianto La sugravebita procella e trabalzolli Lungi dalla natigravea terra nellrsquoalto 65 Mi desto in questa e nella mia fierrsquoalma Volgea se giugrave nel pelago dal legno Precipitarmi e morire nellrsquoonde O soffrir muto e rimaner trarsquo vivi Soffersi ed aspettai nersquo panni involto 70 Mi corcai nella nave Il turbin fiero

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Respinse intanto nellrsquoEogravelia i legni Che di sospir empievano i compagni

κ 56 A terra scesi acqua attignemmo a desco Sedemmo appo rsquol navil Drsquoesca e di beva 75 Come avemmo il desigraveo nel sen ripresso Da un araldo seguito e da un compagno Allrsquoinclita magion drsquoEgraveolo mrsquoaddussi A convito sedea stagravevangli accanto La consorte ed i figli In sulla soglia 80 Della porta sedemmo Alto stupore I suoi figli colpigrave che interrogacircrci ldquoOnde Ulisse vien tu Qual mai trsquoincalza Demone avverso Noi con vigil cura Tutto al tuo dipartir disposto avemmo 85 Percheacute alla patria alle tue case e ovunque In grado trsquoera piugrave giunger potessirdquo

κ 68 ldquoDissennati compagni infausto un sonno Mrsquohanno condotto a tal ndash mesto risposi ndash Piagravecciavi confortarmi in baligravea vostra 90 Tutta amici omai sta la mia saluterdquo

κ 70 Spetrare a loro il cor tentai con queste Mansuete parole ersquo stetter muti Ma il corrucciato genitor rispose

κ 72 ldquoFuggi via da questrsquoisola repente 95 Pessimo dersquo mortali Ah no neacute accocircrre Ned uom tal che in orror egrave arsquo Sempiterni Rimandar mi convien Via ti dilegua Poicheacute lrsquoira del Ciel qua ti sospinserdquo

κ 76 Cosigrave dicendo me gravi-gemente 100 Dal regal suo palagio Egraveolo sbandigravea Dipartiti di lagrave navigammo oltre Disconsolati Giagrave rsquol vigor dersquo miei Pel doloroso remigar si affranse Colpa del nostro delirar giagrave spenta 105 Nel cor sentimmo del redir la speme

κ 80 Sei navigammo interi digrave giugnemmo Nel settimo di Lamo alla superba Lestrigonia cittagrave dallrsquoampie porte Quivi rsquol pastore che darsquo paschi riede 110 Chiama lrsquoaltro che lrsquoode e giagrave fuor esce Quivi uom che puograve vegghiar doppia mercede Tocca or guardando le mugghianti torme

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Or le candide agnelle cheacute son presso Della notte e del digrave quivi le vie 115 Ci accostammo ad un porto inclito intorno Eccelsa roccia drsquoambo i lati avanza Gli alpestri scogli con opposte fronti Protendegravendosi in mar non poco angusto Ne rendono lrsquoingresso ivi arrancando 120 I compagni vrsquoentracircr con lrsquoampie navi Attigue le legarono entro il vasto Giro del porto cheacute in suo letto sempre Senza la minimrsquoonda ivi rsquol mar giace E candido seren sempre vi regna 125 Sol io ritenni fuor la nave bruna E nel confin del porto ad una roccia Con le funi lrsquoavvinsi indi ad un aspro Scoglio asceso esplorai la terra intorno Non ligrave di bue lavor neacute drsquouom mrsquoapparve 130 Ma sol dal grembo della terra ad alto Vogravelversi vidi turbini di fumo Tosto fermai mandare i miei compagni A investigar qual era ivi la gente Che dei doni di Cegraverere si pasce 135 Scelti due prodi aggiugravensivi per terzo Un araldo con cui si accompagnacircro Movean per piana via servando il solco Dersquo carri che a cittagrave dagli ardui monti Devolvono la selva A lor occorse 140 Non lontano di lagrave lrsquoinclita figlia Del Lestrigravegone Antigravefate che al fonte DrsquoArtagravecia a tutti i cittadini schiuso Ad attigner le chiare onde scendea Drizzati a lei lrsquointerrogacircr chi fosse 145 Il Re della contrada e quai le genti A cui imperava Ed ella incontinente Il paterno additograve tetto superbo Poacutestovi rsquol piegrave trovacircr del Re la donna Qual vertice montano e inorridicircro 150 Vegraver la piazza si volse ella e drsquoun grido Antigravefate chiamava il formidato Marito suo che arsquo miei disegnograve tosto Morte crudel Sorgiunse e un mio compagno Ghermito il divorograve gli altri fuggicircro 155

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Precipitosi vegraver le navi In questa Tutta empiea la cittagrave di clamor alto Il Re come lrsquoudicircr di qua di lagrave A mille a mille i Lestrigravegoni accorsero Ned uomini parean no ma giganti 160 Giugrave dalle rocce alpestri enormi sassi Fulminarono tosto un rumor fiero Dal navil si levograve dersquo moribondi Gli ululi e lo stridor dersquo legni infranti Gli infilzacircro quai pesci e via portacircrli 165 A fiero pasto Mentre tal seguigravea Strage nel giro del capace porto Trassi il ferro dal fianco e del naviglio La gomena recisi A dar nersquo remi Subitamente arsquo miei compagni ingiunsi 170 Per cessar sigrave gran rischio Impauriti Al fiero aspetto del mortal periglio Tutti a gara arrancavano A grandrsquoagio Dersquo sconci massi rsquol ruinar fuggigraveo La nave mia nel pelago ma lrsquoaltre 175 Del vasto porto in sen tutte pericircro

κ 133 Di lagrave rivogavamo oltre dogliosi Quantunque in salvo per gli amici estinti In sullrsquoEegravea sorgemmo isola Quivi La bionda Circe orrevol Dea dal dolce 180 Canto soggiorna del sagace Eegraveta Suora germana ambo produsse il Sole Fonte di luce e Persa inclita figlia DellrsquoOcegraveano Taciti approdammo Lagrave rsquove capace un porto agravepresi certo 185 Un Nume ne scorgea Discesi a riva Due digrave e due notti ivi giacemmo a un tempo Stanchezza e doglia ci rodeano rsquol core Come lrsquoAurora il terzo digrave scorgea Drsquoun giavellotto armato e del mio brando 190 Ratto salgo dal legno a un arduo giogo Se forse drsquouom veacutedesi opra o la voce Nrsquoudissi Stando in sullrsquoalpestre cima Scorsi di Circe nel palagio ad alto Dallrsquoampia terra sollevarsi un fumo 195 Drsquoinfra i spessi querceti e la foresta Giagrave drsquoir fermava e di cercare donde

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Volveacuteasi rsquol fumo indi miglior consiglio Pagravervemi al lito rivolgendo i passi Di cibo arsquo miei porger conforto e poscia 200 Mandarne alcuni ad esplorar Distava Poco dal legno quando ad un dersquo Numi Di me solingo increbbe e in quella via Drsquoalte corna ramose un cervo enorme Pigravensemi innanzi giagrave dal Sol riarso 205 Uscendo fuori dersquo selvosi paschi Alle chiare del fiume onde scendea Lanciagravetovisi appena in sulla spina A mezzo il dorso il colpigravea sigrave che rsquol ferro Da parte a parte il trapassograve lugugravebre 210 Mise caggendo un gemito e spirograve Corsi e del piegrave rsquol calcando dalla piaga Ritrassi lrsquoasta e la deposi a terra Indi svelti con giunchi altri virgulti Gli attorsi gli avvinghiai tanto che lungo 215 Per ben sei spanne ne composi un fune Per istringere i piedi alla gran belva Passato allor tra le sue gambe il capo Verso il legno movea mrsquoappuntellando Della lancia sul calcio cheacute portarlo 220 Sovra una spalla o drsquouna mano sola Impossibil mi fu tanto era immenso Anzi al pin lo buttai poscia con blande Parole a inanimar tolsi i compagni

κ 174 ldquoDeh non uscite di speranza amici 225 Bencheacute dolenti peroccheacute non mai Discenderem di Pluto alla magione Prima del giorno che il destin prefisse Fincheacute drsquoesca abbiam copia e di Liegraveo Orsugrave non sigraveen per noi posti in obbligraveo 230 Neacute ci logri piugrave rsquol cor lrsquoavida famerdquo

κ 178 Tacqui e tutti obbedicircr Sursero e rsquol voacutelto Che avean per doglia nersquo lor manti ascoso Scopersero e stupicircr veggendo il cervo Dellrsquoinfecondo mar lungo la riva 235 Di sigrave gran mole egli era A quella vista Poscia che a pien gioicircro asserenati Lavar le mani ed apprestacircr la mensa Quel digrave sino che il Sol cadde sedemmo

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Carni in copia gustando e vin soave 240 Quando quellrsquoastro dechinograve e sorgiunte Fucircr le notturne tenebre in sul lito Del risonante mar ci colse il sonno Ma come rosea in ciel fulse lrsquoaurora Tutti adunati chrsquoebbi i miei sigrave dissi 245

κ 189 ldquoO miei compagni bencheacute afflitti udite Ignograverasi per noi dovrsquoegrave lrsquooccaso Dove lrsquoAurora donde rsquol Sole eterna Fonte di luce vagravessene sotterra Donde risurga Pur da noi si tenga 250 Consulta e tosto se trovar nrsquoegrave dato Qualche via di salute il che non pagravermi Peroccheacute asceso sovrrsquoalpestre scoglio Isola da mar vasto incoronata Vidi bassa giacer vegraver lo cui mezzo 255 A traverso i querceti e la foresta Volveacuteansi al Cielo turbini di fumordquo

κ 198 A questi accenti fragravengersi nel petto Senticircrsi rsquol core i crudi atti membracircro Del Lestrigravegone Antigravefate e la forza 260 Dismisurata del Ciclope orrendo Vorator dersquo mortali Ululi e strida Mettean non senza spargere gran pianto Ma che giovan le lagrime agli afflitti

κ 203 Gli divisi in due schiere a ciascheduna 265 Preposi un duce a guida era io dellrsquouna Eurigraveloco dellrsquoaltra Agitiam tosto Entro un elmo di rame ambe le sorti Quella del prode Eurigraveloco per prima Fuori balzograve Ratto egli entrograve in cammino 270 Premeacuteangli lrsquoorma ventidue compagni Piangendo Dietro lasciacircr noi che il lito Empievamo di gemiti Processi Trovacircro in ampia Valle in su drsquoun poggio Edificata con lucenti marmi 275 Di Circe la magione intorno a cui Stavan lupi montani e lion fulvi Chrsquoella medesma con funesta beva Mansuefece Neacute su i miei compagni Precipitacircrsi ma sullrsquoanche eretti 280 Scosser le lunghe code e li blandicircro

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Come rsquol signor che legravevasi da mensa Lusigravengasi darsquo cani a cui mai sempre Esca porge gradita in simil foggia I lupi dalle forti unghie ersquo lioni 285 Lusingavano i miei che impauriti Stavan dersquo mostri orrendi alla presenza Nellrsquoatrio della Dea dallrsquoauree chiome Soffermacircrsi e udicircr Circe che dentro Con dolcissima voce igraveva cantando 290 Mentre immensa intessea tela divina Quai di grazia splendenti e di beltade Dalla man delle Dive escono lrsquoopre Poligravete in questa lor dicea Poligravete Duce dersquo prodi a me piugrave chrsquoaltri caro 295 E che dersquo miei pensier sedeacuteasi in cima

κ 226 ldquoColei che dentro una gran tela ordisce Donna o diva la sia sigrave dolce canta Che il tetto srsquoempie drsquoarmonia celeste Su su amici vegraver lei moviam la vocerdquo 300

κ 229 Detto chiamacircrla ad alta voce ed Ella Schiuse le porte luminose accorse E dellrsquoentrar fersquo loro invito tutti Ahi stolti ad una la seguicircr Fuor solo Drsquoinganno in dubbio Eurigraveloco rimase 305 Introdotti che gli ebbe in su bei seggi Circe a seder li pose e lor versava Nel Pragravemnio vin trito rappreso latte Cereal polve e fresco megravel poi mise Maligravee nel pan funeste acciograve allrsquointutto 310 Pongano la natigravea terra in obbligraveo Come diegrave lor la beva e tracannacircrla Drsquouna verga percossi li rinchiuse Nersquo porcili Dersquo verri avean le teste Il grugnito le setole ed il corpo 315 Ma serbavan qual pria la mente integravegra Cosigrave gementi rinchiudeacuteansi Circe Dinanzi lor gittograve del cornio i frutti Della rover dellrsquoelce usato cibo Dersquo verri avvoltolagraventisi nel fango 320

κ 244 Lrsquoamaro ad annunziar fato dersquo nostri Ratto alla nave Eurigraveloco accorrea Ma bencheacute rsquol brami di formar parola

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Dato non gli egrave cotanto il cor gli fiede Disperato dolor Pregni di pianto 325 Ringorgagravevangli i lumi e la tristezza Lrsquoanima gli opprimea Ma come tutti Non senza ira e dolor lrsquointerrogammo Cosigrave dersquo nostri raccontograve lrsquoeccidio

κ 251 ldquoPercorremmo i querceti inclito Ulisse 330 Come indicesti ritrovammo a valle A sommo drsquoun bel colle edificata Con tersi marmi una magion superba Quivi gran tela ordigravea dolce cantando Non so se donna o Diva i miei compagni 335 Mandacircrle voce Accorse e le splendenti Porte varcando glrsquoinvitava tutti Dissennati seguicircrla io ligrave ristetti Cheacute in cor mi srsquoingerigrave tema drsquoinganno Tutti ad una disparvero neacute alcuno 340 Riapparigrave Gran pezzo ivi rimasi Con gli occhi intenti ad esplorar ma indarnordquo

κ 261 Tacque ed io ratto allrsquoomero sospesi La grande spada dallrsquoargentee borchie Non che lrsquoarco sonante indi glrsquoingiunsi 345 Ad irmi innanzi per la stessa via Ed ei drsquoambe le man strinse piangendo Le mie ginocchia e fersquo volar tai preghi

κ 266 ldquoNon trarmi lagrave per forza amor di Giove Ma star qua mi concedi ahi so pur troppo 350 Che tu stesso redir giagrave non potrai Ned i tuoi rimenar Con questi adunque Fugraveggasi e rsquol digrave funesto si allontanirdquo

κ 270 ldquoQui rimanti ndash risposi ndash in questa piaggia Eurigraveloco tu puoi nel legno accolto 355 Drsquoesca e di beva satollarti io solo Nrsquoandrograve necessitagrave fiera mi astringerdquo

κ 274 Detto la nave e rsquol mar lasciati a dietro Oltre mi spinsi Quando per le sacre Valli allrsquoalta di Circe incantatrice 360 Magion faceacuteami presso ecco Mercurio Dallrsquoaureo caduceo mi venne incontro Simigliante a garzon sul di cui labbro Spunti il bel fior di giovinezza adorno Di freschezza e di grazia Il nume amico 365

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La man mi prese e disse ldquoAh percheacute mai Misero movi rsquol piegrave per queste balze A caso e solo e non dersquo lochi esperto I compagni ti stan chiusi da Circe Come in cupe lategravebre i verri stanno 370 Venistugrave per redigravemerli Ned anche Potrai tu stesso ritornar mi penso Ma rimarrai colagrave dove son gli altri Pur mrsquoodi che francar ti vorsquo da guai E poacuterti in salvo Tersquo con questo miro 375 Farmaco al tetto trsquoaddurrai di Circe Neacute temer che dal capo non ti storni Il digrave funesto Or vorsquo tutti i perversi Disegni di costei farti palesi Mista ti appresteragrave beva in che un succo 380 Letal nellrsquoesca getteragrave lrsquoincanto Pur a vograveto le andragrave tal della pianta Salutar chrsquoio ti porgo egrave la virtute Drsquoogni cosa or trsquoassenno Allor che Circe Con la lunga ti avragrave verga percosso 385 Tratto dal fianco lrsquoaffilato brando Contrrsquoessa in atto di ferirla irrompi Tutta tremante allora a giacer seco Trsquoinviteragrave neacute ricusar tu degravei Drsquouna tal Diva il letto acciograve che i tuoi 390 Liberi e blanda teco sia ma prima Giurar dersquo Numi il gran giuro la stringi Che a te medesmo ordir nullrsquoaltro rio Vorragrave piugrave mai onde del ferro ignudo Non poi ti renda ignobile ed imbellerdquo 395

κ 302 Detto la pianta che da terra svelse Tra man poacutesemi il Nume e la natura Chiarigravemmi Nrsquoera la radice bruna Ma rsquol fiore di candor vinceva il latte Moli chiagravemanla i Degravei sterparla egrave duro 400 Allrsquouom ma tutto arsquo Sempiterni egrave dato

κ 307 Detto per la selvosa isola il Nume Legravevasi arsquo gioghi dellrsquoeccelso Olimpo Io vegraver Circe processi ed in andando Molti e vari pensier nel cor volvea 405 Giunto alle soglie della bella Diva Dallrsquoaureo crin mossi la voce udigravemmi

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Accorse tosto e le lucenti porte Schiudendo mrsquoinvitava io la seguigravea Dolente in core Giagrave intromesso appena 410 Mi collocograve sovra elegante seggio Drsquoargentee borchie ornato ed arsquo piegrave stava Lo sgabello sotteso In aureo nappo La beva preparommi in che rsquol funesto Farmaco a mio dannaggio ella vrsquoinfuse 415 La mi porse ed io bebbi e non soggiacqui Allrsquoincanto Percosso appena mrsquoebbe Della sua verga ldquoVa corsquo tuoi ndash mi disse ndash Nel fangoso porcile a voltolartirdquo

κ 321 Ratto dal fianco trassi fuor la spada 420 Contrrsquoessa mi scagliai quasi agognando Di piagarla Dagrave Circe un alto grido Lanciagravendosi sottentra al braccio alzato Strigravengemi le ginocchia e supplicando Con parole volubili soggiunge 425

κ 325 ldquoChi Di qual gente Qual cittagrave Qual padre Attonita rimango E che prendesti La beva e nulla in te poteacuteo lrsquoincanto Alcun altro mortal no tal maligravea Non mai sostenne o tranghiottita lrsquoabbia 430 O delibato pur nrsquoabbia una stilla Certo indomita in petto alma rinserri Sarestugrave forse quellrsquoaccorto Ulisse Che Mercurio ad ognor mi predicea Doversi addurre qui reduce drsquoIgravelio 435 Su drsquoun legno veloce Orsugrave rispingi Il brando alla vagina indi nel nostro Letto amendue saliti e insiem commisti Tanti di mutuo amor ci darem pegni Che uno dellrsquoaltro avragrave piena fidanzardquo 440

κ 336 ldquoO Circe ndash risposrsquoio ndash vuoi tu chrsquoio sia Mansueto vegraver te che in queste case I miei compagni trasmutasti in verri Vegraver te che ritenendomi ad inganno Mrsquoingiungi a penetrar nella tua stanza 445 A salir il tuo letto acciograve dellrsquoarmi Spogliato molle tu mi renda e imbelle No non mai Diva salirograve il tuo letto Se non mrsquoaffidi col terribil giuro

LIBRO X

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Che altra insidia da Te temer non deggiordquo 450 κ 345 Dissi e la Dea giurograve Comrsquoebbe il rito

Compimento perfetto allor di Circe Il magnifico talamo saligravea Quattro intente arsquo suoi cenni accorte ninfe La servigravean nel palagio Eran di fonti 455 Di verdi boschi e di sacrati fiumi Che devogravelvonsi al pelago progenie Lrsquouna gettograve sui seggi porporini Tappeti a cui candido lin sottese Stendea lrsquoaltra anzi ai seggi argentee mense 460 Su di cui collocava aurei canestri Empiea la terza di licor soave Drsquoargento unrsquourna e lrsquoauree tazze in giro Compartiva recograve limpide linfe La quarta e sotto il treppiegrave vasto al fuoco 465 Acceso intiepidigravelle E come lrsquoonda Fremigrave nel bronzo splendido la ninfa Mi pose al bagno e dal treppiede attinto Il temperato rio soavemente Pel capo e per le spalle il mi diffuse 470 Fincheacute del duro affaticar mi scosse Dalle membra lrsquoaffanno Allor che mrsquoebbe Lavato ed unto di odorate essenze Mi rivestigrave di tunica e di manto Drsquoargentee borchie presentommi un seggio 475 Di mirando lavoro e sotto i piedi Lo sgabello mi pose Una fantesca In vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Limpidrsquoonda versagravevami sul desco La dispensiera il pan candido appose 480 E molte dapi che teneva in serbo La Dea mi disse ldquoCigravebatirdquo ma schivo Drsquoogni conforto io mi sedea pensoso Le patite sventure in cor volgendo Ed altre assai piugrave gravi presagigravea 485

κ 375 Circe immoto scorgendomi e restigraveo A stender mano sulle apposte dapi Vinto comrsquoera drsquoaspro duol si accosta E in rapide parole a dir si prende

κ 378 ldquoPercheacute Ulisse cosigrave del par chrsquouom muto 490 Seggendo il cor ti rodi neacute da questi

ODISSEA

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Cibi neacute dai licor prendi conforto Sospetto forse di novello inganno Nel cor ti srsquoingerigrave Temi a gran torto Dopo chrsquoio trsquoaffidai col piugrave gran giurordquo 495

κ 382 ldquoO Circe ndash le risposi ndash uom giusto e pio Sosterrebbe gustar esca o bevande Pria chrsquoei vedesse i suoi fidi redenti Dunque se te il desigraveo punge che il cibo Mi ristori ed il ber sciograveglili ondrsquoio 500 Del dolce aspetto dersquo compagni amati Gli occhi bramosi miei faccia contentirdquo

κ 388 Circe a tai detti del palagio uscigraveo Con in mano la verga e del presepe Schiuse le porte i miei fuori sospinse 505 Che allrsquoaspetto parean verri novenni Mi stettero a rincontro a lor drsquoappresso Fattasi Circe percorreacuteane il branco E drsquoaltro unguento or questo or quello ugnea Lrsquoirte setole giugrave dalle lor membra 510 Cadevano di che col detestato Farmaco pria la Diva rivestilli Giagrave giagrave rifacircrsi umani e di piugrave fresca Etade e piugrave venusti e di piugrave grandi Forme alla vista mi apparicircr Conversi 515 Tutti in me riconoacutebbermi ciascuno Tra le mie braccia si gittograve Sigrave forte Di tenero compianto alzacircro un grido Che tutta intorno la magion drsquoun fiero Sogravenito rimbombograve Circe medesma 520 Tocca fu di pietagrave Ma lrsquoalma Diva Accostandosi a me sigrave mi dicea

κ 401 ldquoNobile prole di Laerte accorto E saggio Ulisse or tu ritorna al lido Tira la nave in secco e nersquo marini 525 Antri gli arnesi e le dovizie ascose Ratto a me riedi ersquo tuoi compagni adducirdquo

κ 406 Detto non chiusi a nobile fidanza Lrsquoaltera anima mia corsi alla piaggia Lagrave i miei fidi trovai che appo la nave 530 Dolorosi spargean pianto dirotto Come vitelle da macigravea ricinte Scorgendo al chiuso ritornar le madri

LIBRO X

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Di fresca erba satolle in folla accorrono Ad incontrarle neacute vrsquoha intoppo o chiostra 535 Che le ritenga alle armentali torme Tutte attorno saltellano muggendo Cosigrave i compagni miei vigravestomi appena Mi si versacircro in lagrime drsquointorno Cheacute lor fu avviso in Igravetaca sassosa 540 Lagrave rsquove nacquero e crebbero esser giunti E dicevan piangendo ldquoInclito Ulisse Tanta per tuo ritorno al cor nrsquoabbonda Gioia che pari sentiremmo a stento Calcando il suol natigraveo Ma orsugrave rsquol funesto 545 Destin degli altri raccontar ti piacciardquo

κ 422 Ed io con blandi accenti ldquoIn secco prima Tiriam la nave ed ascondiam negli antri Gli arnesi tutti e le dovizie poscia Affrettagravetevi a gara e mi seguite 550 Acciograve di Circe lagrave nersquo sacri tetti Riveggiate i compagni a ber intesi A vivandar di copia alma beatirdquo

κ 428 Tacqui e tosto obbedicircro a ritenermi Tutti i compagni Eurigraveloco fu solo 555

κ 431 ldquoAhi miseri ndash gridograve ndash dove nrsquoandiamo Qual brama ora vi assal di novi guai Che alla magion di Circe ir vi sospinge Giagrave tutti in verri in lupi od in leoni Trasformeragrave sigrave che dovrem per forza 560 Lrsquoostel superbo a lei guardar Del pari Il Ciclope adoprograve quel digrave che i nostri Gli entracircr nella caverna accompagnando Lrsquoaudacissimo Ulisse e quegli ancora Per la costui follia corsero a morterdquo 565

κ 438 Cosigrave disse egli ed io volgea nellrsquoalma Se il grande acciar tratto dal fianco a terra Sbalzar dal busto gli facessi il capo Bencheacute affine a me prossimo ma tutti Di qua di lagrave con preghi affettuosi 570 Mi si strinsero intorno i miei compagni

κ 443 ldquoAmor di Giove se cosigrave ti egrave in grado A guardia del navil lasciam costui Ma tu di Circe guidane alla sacra Magione omairdquo Ciograve detto allontanacircrsi 575

ODISSEA

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Dalla nave e dal mar Neacute giagrave sostenne Restar lo stesso Eurigraveloco ma ratto Lrsquoorme nostre calcograve tanto glrsquoincusse Il minaccevol mio piglio terrore

κ 449 In questo mezzo nersquo suoi tetti Circe 580 Cura degli altri miei fidi prendea Gli lavograve profumolli e di superbi Manti e di molli tuniche li cinse A desco tutti li trovammo Appena Lrsquoun lrsquoaltro riconoacutebbersi piagnendo 585 Raccontacircrsi i lor casi ed il palagio Risonava di gemiti e di lai Circe al mio fianco poacutestasi coteste Parole mrsquoindirizzava ldquoO di Laerte Prole ricco di senno inclito Ulisse 590 Allrsquoostinato lagrimar pon modo Anchrsquoio ben so quante nel mar pescoso Tolleraste sventure e quanto in terra Turbe ostili vi nocquero Ma or via Drsquoesca vi confortate e di Liegraveo 595 Fincheacute in petto lrsquoardir vi si ridesti Che inanimogravevvi il digrave che abbandonaste La nativa contrada Igravetaca alpestre Or costernati e languidi vi strugge La rimembranza degli aspri viaggi 600 Ned alla gioia il cor vi srsquoapre tanto Le disventure oppregravesservi ed i guairdquo

κ 466 Detto lrsquoaltero cor ne persuase Pel volger drsquoun intero anno ligrave stemmo Dapi e dolce licor gustando in copia 605 Ma come lrsquoanno si compigrave che in giro Volte fucircr le stagioni e che dai mesi Quersquo lunghi giorni al termine eran tratti Chiamagravetomi in disparte i fidi miei

κ 472 ldquoTempo egrave omai di membrar ndash digravessermi ndash Ulisse La contrada natigravea cheacute in fato avesti 611 La tua salvezza e rsquol ricondurti allrsquoalta Tua magione ed al suolo almo natigraveordquo

κ 475 Neacute lrsquoaltero mio cor fu giagrave restigraveo Di esaudirli Quando il Sol caduto 615 Sorvennero le tenebre i compagni Per le oscurate stanze si corcacircro

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Ma le ricche io salii stanze di Circe E le ginocchia in supplichevol atto Le abbracciava pregando A me cortese 620 Lrsquoorecchio intento giagrave porgea la Diva

κ 483 ldquoO Circe attiegravemmi la promessa al tetto Paterno mi rimanda egrave la mia brama Questa e dersquo prodi miei che il cor nel petto Mi struggono piagnendo a me drsquointorno 625 Sempre che tu da me movi in disparterdquo

κ 487 Rispoacutesemi la Diva ldquoO di Laerte Nobile figlio accorto inclito Ulisse Forza non ti si fa percheacute tu resti Nersquo tetti miei ma prima unrsquoaltra via 630 Fornir conviegraventi visitar le case Di Pluto e di Prosegraverpina e lo spirto Consultar del Teban vate Tiregravesia Cieco degli occhi di cui splende integravegra Lrsquointelligenza cheacute a lui sol tra morti 635 Prosegraverpina largigrave provvido senno A guisa drsquoombre gli altri errano intornordquo

κ 496 A questi accenti rsquol cor dentro sentigravea Spezzagravermisi drsquoangoscia in sulle piume Sedea piagnendo neacute patigravea giagrave lrsquoalma 640 Viver neacute rsquol raggio rimirar del Sole Alfin del lagrimar del voltolarmi Sazio risposi ldquoO Circe E chi fia mai Duce a tal via Finor con nave bruna Di Pluto alla magion nullo pervennerdquo 645

κ 503 ldquoNon ti caglia ndash la Dea ratto soggiunse ndash Del rettor del tuo pin le antenne alzate Spandi le vele candide e trsquoassidi Il guideragrave per Te di Bograverea rsquol soffio Attraversato lrsquoOcegraveano un porto 650 Angusto rinverrai lagrave rsquove alte selve Sorgon sacre a Prosegraverpina drsquoeccelsi Pioppi e di salci sperditor del frutto A quella riva che drsquointorno bagna LrsquoOcegravean vorticoso arresta il legno 655 E di Pluto nersquo regni atri penegravetra NellrsquoAcheronte lagrave sgorgan Cocigraveto Ramo di Stige e Periflegetonte Quivi srsquoalza una rupe ove i due fiumi

ODISSEA

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Confondono le oscure acque sonanti 660 Ligrave giunto o prode come or io trsquoingiungo Scava una fossa che da tutte parti Un cubito si stenda A quella intorno Spargi le libagioni a onor dellrsquoombre Di latte misto al megravel di brun Liegraveo 665 Di chiara onda di fonte e poscia il tutto Di bianca cereal polve cospergi Implora inoltre i debili ed inani Capi dellrsquoombre e lor prometti quando Reduce trsquoaccorragrave la tua magione 670 Di percotere lor sterile vacca Il fior delle tue torme empiendo il rogo Drsquoofferte preziose e che in disparte Cadragrave per te ferito un ariete Di nerissimo vello ed il piugrave egregio 675 Al Teban vate solo Orato appena Alla sacra dersquo Mani inclita schiera Pecora negra ed un maschio agno immola Torcendo lor la fronte in vegraver lrsquooscuro Egraverebo ma tu rsquol guardo alle correnti 680 Tien del fiume rivolto e lagrave trsquoavvia Lrsquoalme dersquo trapassati ivi in gran calca Accorreranno Allora arsquo tuoi comanda Le dal ferro crudel vittime stese Nudar dersquo velli ed ardere implorando 685 Il fier Pluto e Prosegraverpina tremenda Indi lrsquoacuto acciar tratto dal fianco Siedi neacute consentir che le lievi ombre Si appropinquino al sangue anzi che trsquoabbia Tiregravesia ammaestrato A Te repente 690 Il vate si addurragrave duce di genti Contezza ersquo ti daragrave del tuo viaggio Del modo del cammin fincheacute tu faccia Pel mar pescoso in Igravetaca ritornordquo

κ 541 Comrsquoella tacque drsquoin sul trono drsquooro 695 Raggiograve lrsquoAurora Tunica e un bel manto Circe vestigravemmi a seacute ravvolse intorno Candida ampia sottil leggiadra veste Lavorigraveo delle Grazie al fianco strinse Aureo cinto elegante e sovra il capo 700 Fece un velo ondeggiar Ma in questo mezzo

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Io percorrea rsquol palagio e gigravea ciascuno Eccitando dersquo miei con blandi accenti

κ 548 ldquoDestagravetevi sfiorar non egrave piugrave tempo Il dolce sonno pagravertasi gli egrave questo 705 Lrsquoinsegnamento dellrsquoorrevol Circerdquo

κ 550 Ratto obbedicircr Pur no neacute di lagrave salvi Tutti i compagni ricondussi Vrsquoebbe Elpegravenore tra loro un giovinetto Neacute prode in guerra neacute di mente accorto 710 Che lagrave di Circe nelle sacre stanze Si divise dagli altri e mi dormigravea A sommo il tetto di fresca aura vago Onde temprare il fuoco di che tutte Il vin soverchio gli accendea le vene 715 Come il rumor come il tumulto udigraveo Si destograve drsquoimprovviso ed obliando Dar volta e giugrave per lrsquoalta scala scendere Mosse diritto e dallrsquoeccelso tetto Precipitograve le vertebre del collo 720 Fragravensersi e ruinograve lrsquoanima a Pluto

κ 561 Gli altri miei prodi sorvenuti ldquoForse Ir credete ndash lor dissi ndash arsquo tetti vostri Alla terra natigravea ma Circe un altro Cammin ne disegnograve che ai regni guida 725 Dellrsquoaustera Prosegraverpina e di Pluto Per quivi del Teban vate Tiregravesia Consultar lrsquoalmardquo A questi detti tanto Duol disperato il cor di tutti assalse Che seggendo per terra gemebondi 730 Sveglieacuteansi rsquol crin ma non per questo ai mesti Profitto alcun dai gemiti venigravea

κ 569 Mentre alla nave tendevano e al lito Tristi e piangenti giagrave legato avea Circe la bruna pecora e rsquol montone 735 Al negro legno Tacita Ella venne Di conserto con noi ma ci precorse Invisibile Or qual occhio mortale Scorgere puote o venga o vada un Nume Quando celato movere gli aggrada 740

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LL II BB RR OO UU NN DD EE CC II MM OO

Evocazione dellrsquoOmbre

GGIUNTI al lido varammo in mezzo allrsquoonde Prima la nave e lrsquoalbero vrsquoergemmo Indi sparse le vele ed imbarcate Lrsquoostie noi pur vrsquoentrammo sospirosi E versando gran pianto Incontinente 5 Circe dallrsquoaureo crin dal dolce canto Un vento ci mandograve compagno fido Che le vele gonfiograve spirando in poppa Al pin veloce dallrsquoazzurra proda Posti gli arnesi in ordine sedemmo 10 Cheacute il vento ed il nocchier reggeano il corso Tutto quel giorno con gonfiate vele Il mar varcammo fincheacute rsquol Sol caduto Tutte si ricopricircr drsquoombra le vie

λ 13 Del profondo Ocegravean giunse ai confini 15 La nave allor dove i Cimmegraveri albergano Di nebbia e di caligine involuti Non dersquo suoi raggi li rischiara mai Splendentissimo il Sol neacute quando poggia Alla stellante in cima eterea volta 20 Neacute quando vien dal Cielo in vegraver la Terra Precigravepite funesta eterna notte Su quella gente misera si stende Approdati varammo in secco il legno Le vittime sbarcammo e percorremmo 25 Le piaggie Oceanine fincheacute al loco Che Circe appunto nrsquoinsegnograve venimmo

λ 23 Diecircr di piglio alle sacre ostie votive Perimede ed Eurigraveloco dal fianco

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Trassrsquoio la spada e un cubito profonda 30 Da tutti i lati vi scavai la fossa Cui drsquointorno ad onor dersquo trapassati Primamente col megravel versava il latte Indi rsquol vin puro e la chiara onda e rsquol tutto Di bianca cereal polve aspergea 35 Molto arsquo levi indi orai capi dellrsquoombre Impromettendo che nel tetto mio Sterile a loro ferirei giovenca Fior dellrsquoarmento cumulando il rogo Drsquoofferte preziose e che in disparte 40 Al Teban vate solo immolerei Di nerissimo vello un ariete Il piugrave bel che nel mio gregge si pasca Drizzati chrsquoebbi i voacuteti e le preghiere Alla schiera dellrsquoombre afferrai lrsquoostie 45 Le sgozzai nella fossa ove fumante Lrsquoatro sangue sgorgograve Subitamente Lrsquoalme dersquo Mani dal piugrave cupo fondo Accorsero dellrsquoEgraverebo drsquointorno Spose mi si affollacircro e giovinetti 50 Per cui non arse drsquoImenegraveo la face Debili vecchi verginelle tenere Ploranti dersquo lor verdi anni il bel fiore Di recente caduto Apparicircr molti Guerrier drsquoasta trafitti e carchi drsquoarme 55 Insanguinate giagrave di qua di lagrave Accorrono si accalcano drsquointorno Alla fossa con alto ululo lrsquoombre Sigrave che pallida tema il cor mrsquoinvade Ratto arsquo compagni indissi che le stese 60 Vittime dal crudel ferro nudate Fosser darsquo velli ed arse alzando i voacuteti Al fier Pluto a Prosegraverpina tremenda Tratto lrsquoacuto brando ivi mrsquoassisi Neacute patigravea che le vane ombre dersquo morti 65 Si accostassero al sangue anzi che fosse Per me il vate Tiregravesia interrogato

λ 51 Ed ecco prima mi si offerse lrsquoombra DrsquoElpegravenore non anco in grembo allrsquoampia Terra riposto Lagrave di Circe al tetto 70 Abbandonammo la mortal sua spoglia

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Illacrimata ed insepulta astretti Da maggior cura Come rsquol vidi tocco Il cor drsquoalta pietagrave sigrave gli dicea

λ 57 ldquoCome scendesti Elpegravenore nellrsquoatra 75 Caligine Tu a piegrave giagrave precorresti Me che su nave celere venigraveardquo

λ 59 Non senza pianto e gemiti rispose ldquoAmor di Giove accorto inclito Ulisse Il fato rio drsquoun demone e rsquol soverchio 80 Bacco mi nocque giagrave corcato in cima Alla magion Circegravea non posi mente Di rivolgermi addietro e calar giuso Per lrsquoalta scala ma diritto mossi Sopra rsquol tetto e dallrsquoalto capovolto 85 Precipitai del collo infranti i nervi Lrsquoalma scese tra gli inferi Arsquo tuoi piedi Prostrato ecco trsquoimploro e persquo tuoi cari Di cui tanto lrsquoassenza ora ti grava Per la tua sposa e rsquol padre affettuoso 90 Che pargoletto trsquoallevograve pel figlio Unico che lasciasti in tua magione Pel diletto Telegravemaco sovviemmi Perograve chrsquoio so che lungi da queste atre Case di Pluto allrsquoisola drsquoEegravea 95 Ricondurrai la nave or quivi giunto Rammegraventati di me neacute al dipartirti Insepolto lasciarmi e illacrimato Tal che attiri su Te lrsquoira dersquo Numi Arsa con lrsquoarmi che vestigravea la spoglia 100 Agravelzami in riva al pelago ondeggiante Un monumento che allrsquoetagrave future Del fato rio drsquoun misero ragioni Questo voacuteto mrsquoadempi e sullrsquoavello Mrsquoinfiggi il remo che trattar solea 105 Mentre che al fianco dersquo compagni miei Le gioconde spirava aure vitalirdquo

λ 79 Ed io ldquoTutto farograve ciograve che desii Tutti figraveen pieni o misero i tuoi voacutetirdquo

λ 81 Tali alternando dolorosi accenti 110 Sedevamo da un lato irsquo tenea rsquol brando Prosteso sopra rsquol sangue e rsquol simulacro Narragravevami dallrsquoaltro i suoi martigraveri

LIBRO XI

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λ 84 Lrsquoalma sorvenne della madre mia DrsquoAutogravelico possente inclita prole 115 Anticlegravea che io lasciai trarsquo vivi quando Ad espugnar il sacro Igravelio movea Vigravedila e piansi e rsquol cor sentigraveami in seno Intenerirsi ma bencheacute dolente Non le permisi di appressarsi al sangue 120 Pria che Tiregravesia mi ammaestri In questa Con lrsquoaureo scettro in man lrsquoombra sorgiunse Del vate e riconoacutebbemi e sigrave disse

λ 92 ldquoPercheacute del Sol la luce abbandonata Venisti a visitar lrsquoombre o infelice 125 E lrsquoinamabil sede lor Su via Da questa fossa scogravestati e la spada Ritraggi acuta acciograve chrsquoio mi disseti Nel sangue e schietto trsquoappalesi rsquol verordquo

λ 97 Tacque ed io mrsquoarretrando alla vagina 130 Respinsi il brando Poi che di quel sangue Bevve soggiunse lrsquoincolpabil vate

λ 100 ldquoDolce brami rsquol ritorno inclito Ulisse Pur aspro un Dio il trsquoappresta Invan tu speri Celarti credo a Enosigegraveo che in cuore 135 Rancor ti tiene irato a Te che rsquol figlio Diletto gli accecasti Nondimeno Duri casi sofferti al natigraveo loco Perverrai se di te dersquo tuoi compagni Reprimere vorrai nel cor le brame 140 Quando del negro mar tolto alla furia Approderai col forte legno ai liti Dellrsquoisola Trinacria Ivi pascenti Le pingui agnelle rinverrete ersquo buoi Del Sol che tutto vede e tutto ascolta 145 Se illesi figraveen per te cura ti prenda Del ritorno cheacute dopo aspri travagli Tu premerai del piegrave le patrie sponde Guai se figraveen lesi Certa a Te alla nave Arsquo tuoi predigraveco lrsquoultima ruina 150 E se tu scampi rediresti a stento E tardo e senza alcun dersquo tuoi compagni Ed in nave straniera alle tue case Nuove colagrave trovando aspre sventure Turba orgogliosa che divora e strugge 155

ODISSEA

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Il tuo retaggio e della tua divina Moglie alla destra corsquo presenti aspira Ma tu di tanto oltraggio al tuo ritorno Trarrai vendetta Poi che in tua magione Insidiando oppure a faccia aperta 160 Morti col fier tuo brando i Proci avrai Prendi un tornito remo ed altre terre Percorri fincheacute giunga ad una gente Che neacute conosca il mar neacute le vivande Di sal condisca neacute contezza alcuna 165 Abbia di nave di vermiglie gote Ovver di lati remi ale di nave Ecco un segno or ti porgo e la contrada Ascosa non ti fia quando al tuo incontro Un altro pellegrin venga e ti chiegga 170 Percheacute un vaglio sul forte omero porti Tu conficca nel suol tosto il tuo remo Ed ostie elette al Re Nettun ferisci Un toro ed un ariete ed un verro Indi fatto al natigraveo loco ritorno 175 Agli altri Eterni abitator drsquoOlimpo Giusta la lor possanza a mano a mano Offri sacre ecatombe A te dallrsquoonde Leve morte verragrave tal che da molle Vecchiezza alfin consunto i rai del Sole 180 Ti rapiragrave le genti a Te drsquointorno Vivran felici egraveccoti rsquol veacuter paleserdquo

λ 138 Ed io ldquoTiregravesia darsquo medesmi Eterni Certo questo egrave il destin che mi si attorse Or via sincero il veacuter mi esponi io veggio 185 Lrsquoombra materna che appo il sangue siede In silenzio e quantunque alla presenza Del figliuol suo drsquoun motto o drsquoun sol guardo Non il fa degno O Re dimmi in qual modo Potrigravea raffigurarmi rdquo Ed ei soggiunse 190

λ 146 ldquoPronta egrave la mia risposta e nella mente La ti porrograve qualunque spirto a cui Permetterai di appropinquarsi al sangue Il veacuter ti chiariragrave taciti allrsquoOrco Gli altri al tuo divietar si arretrerannordquo 195

λ 150 Poicheacute cotesti oracoli proferse Lrsquoombra del Re Tiregravesia alla magione

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Di Pluto rivolograve Ma ligrave stettrsquoio Fermo fincheacute sorgiunta il negro sangue Bevve la genitrice Incontinente 200 Mi riconobbe e pianse e queste alate Parole mi drizzava ldquoOh figliuol mio Percheacute ancor vivo sotto questrsquooscura Caligine scendesti Egrave forte assai A chi spira mirar queste contrade 205 Grandi fiumi correnti impetuose Uopo egrave varcar ma prima lrsquoOceagraveno Chrsquouom traversar non puograve se nol trasporta Ben salda nave O qua da Troia or giungi Poi che gran pezzo col tuo legno errasti 210 E corsquo tuoi prodi Non anco sersquo ito In Igravetaca Neacute ancor nel tuo palagio La consorte fedel tu rivedestirdquo

λ 163 ldquoNecessitagrave ndash risposi ndash o madre mia Tragravessemi a Dite a interrogar lo spirto 215 Del Tebano Tiregravesia Ancor non giunsi LrsquoAcaia ad appressar neacute per me tocche Fucircr nostre piaggie mai vo errando sempre Combattuto da rischi e da sventure Dal digrave che il divo Agamennoacuten seguigravea 220 A Troia di cavalli agili altrice Per combatter corsquo Tegraveucri Or deh ti piaccia Narrarmi rsquol veacuter qual rio destin ti oppresse Col sonno eterno della morte Lunga Infermitate O dersquo suoi miti strali 225 Ti assaltograve drsquoimprovviso e ti trafisse La faretrata Artegravemide Del padre Pagraverlami chrsquoio lasciava e del mio figlio Regnan miei stati o qualche eroe pensando Chrsquoio non ritorni piugrave giagrave giagrave gli usurpa 230 Dimmi qual egrave la mente ed il consiglio Della mia donna sta col figlio e tutte Le ricchezze mi guarda o rsquol piugrave prestante Dersquo prenci Argivi la menograve a consorterdquo

λ 180 Tacqui ed a me la veneranda madre 235 ldquoCostante e mesta in tua magion sta chiusa Penegravelope affannosi i digrave e le notti Sempre le si consumano nel pianto Niun trsquousurpograve lrsquoaver vigila queto

ODISSEA

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Sui tuoi campi Telegravemaco e si asside 240 Al regno nato nersquo superbi prandi A cui tutti lo invitano Laerte Il padre tuo sta ligrave nella campagna Neacute a cittagrave volge il piegrave quivi non letti Non manti o strati o coltrici stupende 245 Ma nel verno sul cenere disteso Accanto al focolar dorme tra i servi In rozzi panni la persona avvolto Quando riede lrsquoestate o rsquol ricco autunno Qua lagrave sui mucchi di cadute frondi 250 Della piugrave fertil sua vigna gli umigraveli Letticciuoli si stendono ivi giace Travagliato e la tua sorte gemendo Vie piugrave rsquol duolo il tormenta Il preme inoltre Dura vecchiezza Anchrsquoio cosigrave da grave 255 Angoscia vinta al mio fato soggiacqui Neacute me la Dea dallrsquoinfallibilrsquoarco Di mite strale saettograve neacute lungo Morbo mrsquoinvase che con detestato Languir le membra consumando uccide 260 Ma la brama di Te ma lrsquoaffannosa Cura dersquo tuoi perigli e rsquol membrar quanto Amor sempre mrsquohai posto inclito Ulisse Troncacircr del caro viver mio lo stamerdquo

λ 204 Detto invano pensai stringermi al seno 265 Lrsquoombra materna mrsquoavventai tre volte Dal cor sospinto a pregravenderla e tre volte Dalle man mi sfuggigrave qual sogno od ombra

λ 209 Trafitto rsquol cor vie piugrave drsquoacuta doglia ldquoDeh percheacute madre mia ndash ratto soggiunsi ndash 270 A me che tanto ti desigraveo trsquoinvoli Deh ti ferma onde a Dite anco ne venga Dolcezza al cor dal comun pianto avvinti Tra care braccia Oh questa larva forse Prosegraverpina mandommi acciograve che rsquol fiero 275 Disperato mio duol vie piugrave si accrescardquo

λ 215 E quella veneranda ldquoAh figliuol mio Miserrimo vie piugrave drsquoogni mortale Non ti deluse no con vana imago Prosegraverpina di Giove inclita figlia 280 Posta agli umani egrave questa legge quando

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Escon di vita qua non carni ed ossa Congiugravengonsi darsquo nervi il tutto strugge Valida forza di avvampante fiamma Tosto che lrsquoossa candide abbandona 285 E via qual sogno voacutelasi lo spirto Ma or varsquo riedi alla luce e quanto udisti Fermato in mente alla tua donna il contardquo

λ 225 Cosigrave tra noi quando femminea schiera Consorti e figlie di famosi eroi 290 Accorse (da Prosegraverpina sospinta) A congregarsi al negro sangue intorno Volsi e rivolsi in cor comrsquoio poteva Interrogarle ad una ad una Alfine Il partito miglior pagravervemi questo 295 Tratta la spada non patigravea che a un tempo Beessero del sangue Alternamente Accostacircrsi e ciascuna al mio dimando Mi raccontava onde lrsquoorigin ebbe

λ 235 Prima si offerse a me la nobil Tiro 300 Che seacute dellrsquoincolpato Salmonegraveo Figlia diceva e di Cretegraveo consorte Che drsquoEgraveolo nacque Innamorograve costei Del divino Enipegraveo di tutti i fiumi Che le campagne irrigano il piugrave bello 305 Nelle correnti limpide del fiume Spesso a bagnarsi entrava Enosigegraveo Del vorticoso Iddio la forma assunta Corcossi alla sua foce il flutto azzurro Lrsquoattorneggiograve qual monte e in guisa drsquoarco 310 Curvatosi celograve nel vasto seno La donzella ed il nume che le sciolse La zona virginale ed un soave Sonno le infuse Poi che lrsquoamorosa Opra Nettun fornigrave per man la prese 315 Nomolla e sigrave le disse ldquoO donna mia Trsquoallegra del mio amor Non il suo giro Compiragrave lrsquoanno che due figli egregi Partorirai perograve che degli Eterni Infeconde non fucircr le nozze mai 320 Presa cura di lor Tu gli nutrisci Gli educa e cresci Or arsquo tuoi tetti riedi Contiegraventi e mai non mi nomar Per tanto

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Sappi chrsquoio per te sono Enosigegraveo Quassator della Terrardquo e sigrave dicendo 325 Nellrsquoondeggiante pelago si ascose

λ 254 Tiro al mondo giagrave diegrave Pegravelia e Nelegraveo Amendue Re ministri a Giove sommo Ricco di greggi nella vasta Iolco Stanza Pegravelia fermograve nellrsquoarenosa 330 Pilo Negraveleo stese lo scettro Tiro Delle donne reigravena a Cretegraveo diede Altra prole Fereacutete Esoacuten e rsquol prode Domator di corsieri Amitaoacutene

λ 260 Dopo Antigraveope vidrsquoio figlia drsquoAsogravepo 335 Che dalle braccia dellrsquoOligravempio avvinta Come vanto si diegrave menare i sonni Due figli partorigrave Zegraveto e Anfioacutene Primi costor fondacircro e drsquoalte torri Circuicircr Tebe dalle sette porte 340 Peroccheacute non potean la vasta Tebe Senza torri abitar bencheacute gagliardi

λ 266 DrsquoAnfitrioacuten la donna indi comparve Alcmena chrsquoebbe dal celeste amplesso Del Sir dersquo tuoni lrsquoanimoso Alcide 345 Cor di Leon Megagravera egraverale accanto Prole del fier Creonte e dellrsquoinvitto Per indomita forza Egravercole moglie

λ 271 Presentossi di Edipo anco la madre Epicagravesta gentil colpa di stolta 350 Mente in nefando error misera cadde E rsquol proprio figlio disposograve quel figlio Che il padre uccise Incontanente i Numi Arsquo mortali svelacircr lrsquoorrido incesto Molti ei nella cittade empia di Tebe 355 Guai sostenendo sui Cadmegravei regnava Pel funesto voler deglrsquoimmortali Ma Epicagravesta laggiugrave scese nellrsquoOrco Dalle valide porte ad alta trave Da disperato duol vinta sospese 360 Il fier nodo e perigrave lasciando a Edipo Tutti i tormenti di che rsquol fecer segno Le ultrici della madre orride Erinni

λ 281 Clori indi venne oltre le belle bella Della cui venustagrave preso Nelegraveo 365

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La ricolmograve di nuziali doni E disposolla Nacque ultima figlia AllrsquoIagraveside Anfioacuten che in Orcomegraveno Cittagrave dersquo Mini ebbe un digrave rsquol forte impero Clori col Re Negraveleo regnando in Pilo 370 Di tre figli magnanimi rsquol fersquo lieto Di Negravestore di Crogravemio e del possente Pericligravemene Indi lrsquoesimia Pero Maraviglia del mondo partorigravea Tutti gli eroi vicini ad impalmarla 375 Aspiravan ma rsquol padre non sostenne Concederla che a chi rapigravea dai campi Di Figravelace le indomite giovenche Dallrsquoampia fronte che il tremendo Ificle Riteneva a gran torto Un incolpato 380 Indovin solo menar via promise Le torme se non che drsquoun Nume rsquol fato Grave si attraversograve tal chrsquoei da agresti Pastor fu posto in ceppi Ma trascorsi I mesi i giorni e in seacute rivolto lrsquoanno 385 E lrsquoore alfin sorgiunte il forte Ificle Liberograve lrsquoindovin che tutti a lui Gli oracoli chiarigrave Cosigrave del sommo Re dellrsquoOlimpo srsquoadempigravea rsquol consiglio

λ 298 Ed ecco Leda a Tigravendaro consorte 390 Cui duo figli magnanimi produsse Cagravestore di cavalli domatore E rsquol prorsquo di cesti vibrator Polluce Lrsquoalma terra amendue vivi nel grembo Chiudeacuteali cheacute tra lrsquoombre anco gli onora 395 LrsquoOligravempio ciascun giorno alternamente Risorgono alla luce e giugrave nellrsquoOrco Ridiscendono al par degli Immortali Gloria amendue gli incliti eroi sorticircro

λ 305 Indi la donna drsquoAloegraveo comparve 400 Ifimedegravea che riamata amante Di Nettun si vantograve due figli nrsquoebbe Il cui viver fu breve Oto divino E lrsquoillustre Efialte Oltre ogni dire Grandi e belli la Terra alma nutrilli 405 Dopo lrsquoinclito Orioacuten Novenni appena Nove cubiti i corpi aveano in largo

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Trentasei drsquoaltitudine Costoro Minacciacircro gli Degravei lassugrave nellrsquoetra Di destarvi di guerra empia i tumulti 410 LrsquoOssa allrsquoOlimpo e sovra lrsquoOssa imporre Bramacircro il Pegravelio di boscaglie ombroso Onde il Cielo scalar Certo ad effetto Posto lrsquoimpresa avrigravean ringagliarditi Dalla perfetta etagrave ma gli immolava 415 Di Giove il figlio e di Latoacutena in prima Che i molli fiori sotto alle lor tempie Surgessero ad ornar le guance e rsquol mento

λ 321 Fedra indi e Procri e di Minograves prudente La bella figlia appagravervemi Arianna 420 Che Tegraveseo un digrave rapigravea per indi addurla Da Creta al sacro suol dellrsquoalma Atene Ma di lei non gioigrave cheacute da Diana Prima in Digravea morta fu lagrave dove tolse Bacco a far contra lei testimonianza 425

λ 326 Mera Climene e alfin la detestata Erifigravele arrivograve che dellrsquoamato Sposo alla vita aureo monil prepose Ma neacute dire potrei neacute nomar tutte Le apparse degli Eroi figlie e consorti 430 Che lrsquoalma notte prima non si consumi Ecco lrsquoora del sonno o qui od in nave Con i compagni arsquo Numi ed arsquo Feaci Tutta del mio redir lascio la curaraquo

λ 333 Lrsquoudicircr tutti in silenzio e per lrsquooscura 435 Sala sentigraveano in cor nova dolcezza Ma la Regina dalle nivee braccia laquoO Feacesi ndash a dir togliea ndash qual pagravervi Alla statura agli alti suoi sembianti Alle sagge parole il pellegrino 440 Ospite egrave mio pur ciascheduno or dee Rendergli onor perograve non vi affrettate Drsquoaccomiatar chi a fiere strette egrave posto Neacute vogliate di doni egravessergli scarsi Perograve che molte possedete in casa 445 La merceacute degli Degravei larghe dovizieraquo

λ 342 Ed il saggio Echeneo drsquoetagrave piugrave antica Degli altri tutti laquoCerto amici ndash esclama ndash Neacute lo scopo falligrave neacute avviso aperse

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Che dal costume nostro si diparta 450 Lrsquoassennata Regina alla sua voce Obbedigravescasi pur drsquoAlcigravenoo stesso Aspetterem lrsquoesempio ed il comandoraquo

λ 347 Ed il Re laquoCerto la costei parola Si adempiragrave fincheacute vivendo io regni 455 Sui Feacesi naviganti Or egli Bencheacute bramoso del ritorno indugi Fin lrsquoindimani in questo mezzo tutti Adunerograve i presenti il partir suo Cura egrave di tutti ma di me primiero 460 Cui regger questo popolo si spettaraquo

λ 354 E lrsquoItacense accorto laquoAlcigravenoo illustre Tra queste genti se restar qui intero Un anno mrsquoimporreste e in questo mezzo Scorta mrsquoapparecchiaste e doni eletti 465 Ciograve stesso io pur vorrograve cheacute al natigraveo loco Quanto piugrave tornerograve con le man piene Tanto vie piugrave drsquoonor degno e di affetto Mi terranno color che tra le mura DrsquoIgravetaca mia vedragravennomi reversoraquo 470

λ 362 Rispose il Re laquoVeggegravendoti non entra Nobile Ulisse in noi sospetto alcuno Che un fallace impostor tu sigravee quai molti Qua lagrave pasce la terra a ordire intesi Vaghe menzogne intorno a una contrada 475 Non vista da alcun mai ma in te lrsquoornata Parola in Te retto il pensiero abbonda Emolo ad un gentil vate le gravi Dagli Achei sostenute aspre sventure E le tue proprie ci narrasti Or via 480 Piagravecciati raccontarmi a parte a parte Se qualcuno dersquo tuoi prodi compagni Che ad Igravelio ti seguicircr vedesti e chrsquoivi Combattendo pericircr Lunga egrave la notte Dismisurata ned ancor qui egrave giunta 485 Lrsquoora del sonno Adunque i gloriosi Travagli tuoi mi narra Omai mrsquoegrave tardo Udir da te sigrave nove meraviglie Aspetterograve dellrsquoalba anche il ritorno Quando tu sosterrai contarmi tutti 490 Quersquo tanti che soffristi immensi affanniraquo

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λ 376 laquoHavvi o di queste genti inclito Sire ndash Ulisse ripigliograve ndash tempo dersquo lunghi Ragionari e dersquo sonni havvi anche un tempo Ma se ti punge rsquol cor desigraveo di udirmi 495 Non io ricuso altri narrarti ancora Casi piugrave gravi il rio fato dersquo miei Che da sezzo pericircr non che di quelli Che lagrave trovacircro nellrsquoIligraveache piaggie Scampo allrsquoacerba guerra indi al ritorno 500 Colpa drsquoiniqua femmina pericircro

λ 385 Poicheacute fucircr lrsquoombre delle donne illustri Dalla casta Prosegraverpina disperse Di Atride Agamennoacuten lrsquoalma sorvenne Sconsolata affollate a lui drsquointorno 505 Stavan lrsquoaltre di quersquo che pericircr seco Negli alberghi drsquoEgisto Il negro sangue Libato riconoacutebbemi e via via Diede in pianto dirotto In vegraver me stese Le mani pur di stringermi bramoso 510 Ma svigorito gli falligravea la lena Che le gagliarde un digrave membra gli resse Tocco il cor di pietagrave fuori dal petto Lagrimando volagravevanmi tai note

λ 397 ldquoO Re dersquo prodi Atride ahi qual destino 515 Corsquo lunghi ti vincea sonni di morte O ti domograve nel tuo navil Nettuno Eccitando il rio soffio impetuoso Dersquo turbini crudeli O gente ostile Trafiggeacutevati allor che depredavi 520 Torme di tauri e pingui gregge in terra O quando la Cittagrave lor combattendo Strascinavi le femmine captiverdquo

λ 404 E lrsquoombra ldquoO sapiente inclito Ulisse Neacute destando rsquol furor delle tempeste 525 Nettuno mi domograve neacute turba ostile Nogravecquemi in terra Egisto e la perversa Mia donna insidiando hagravennomi ucciso A desco in sua magione ersquo mrsquoinvitava Quivi comrsquoaltri nel presepe un bue 530 Mi trucidograve Cosigrave morii di morte Miserrima gli amici a me drsquointorno Quai verri si ammazzavano immolati

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Per nozze drsquoun possente od in banchetto A dispendio comune o in lauta mensa 535 Giagrave giagrave di molti eroi spesso alla strage Intervenisti o in singolar conflitto O nel tumulto di campal battaglia Ma di piugrave gravi gemiti angosciato Scempio veggendo sigrave crudel saresti 540 Cheacute allrsquourne intorno ed alle ricche mense Giacevamo distesi e rsquol sangue a rivi Tutto lo spazzo a dilagar correa Flebile il grido della Priamegraveia Cassandra mi ferigrave che a me drsquoaccanto 545 Dal geloso furor di Clitennestra Trucidata venigravea giagrave in sul morire Tentai drsquoambe le man di sollevarmi Ed il brando afferrar ma lrsquoimpudente Dileguossi neacute a me scendente a Pluto 550 Chiuder gli occhi sostenne neacute le labbra Comporre Ah no nulla havvi di piugrave orrendo Neacute di esecrabil piugrave di donna a cui Pullulan nella mente opre sigrave atroci Ahi qual delitto fier costei commise 555 Strage tramando a me che la condussi Vergine sposa Certo in cor mi sorse Speme di rientrar nersquo tetti miei Tra i cari figli e tra i miei servi accolto Con lieta fronte ma costei di tutte 560 Scelleranze maestra e se medesma Contaminograve drsquoeterno vitupero E quante al mondo nellrsquoetagrave piugrave tarde Donne verran cheacute dopo di costei Nulla otterragrave piugrave feacute quantunque degnardquo 565

λ 435 ldquoNumi ndash sclamai ndash quantrsquoodio ai discendenti DrsquoAtregraveo portograve fin da principio Giove Colpa di lor perfide spose Molti Per Egravelena perimmo e Clitennestra In tua assenza trsquoordigrave reti funesterdquo 570

λ 440 ldquoNeacute docil quindi ndash ei rispondea ndash di troppo Con la tua donna moacutestrati neacute rsquol tutto Disvelarle degravei tu parte le narra Parte ascosa terrai dersquo tuoi segreti Ma tu non dalla man della tua sposa 575

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Cadrai vittima Ulisse egrave paragone Di gran virtude egrave saggia ed egrave prudente LrsquoIcagraveride Penegravelope Nel tempo Che tutti in armi navigammo ad Igravelio Giovine sposa la lasciammo e un bimbo 580 Le pendea dalla poppa esile allora Ma che or la schiera dersquo valenti accresce Reduce il caro padre (oh se beato ) Fia che rsquol riveggia ed egli affettuoso Stringeragrave il genitor tra le sue braccia 585 Ma che sazi fessrsquoio gli occhi nel voacutelto Del figliuol mio di te mio dolce Oreste Lrsquoempia non consentigrave prima mrsquouccise Altro dirograve che tu profondamente Nel cor ti riporrai celato ignoto 590 Approdar ti conviene al patrio lito Cheacute non vrsquoha donna cui fidar ti deggia Deh ciograve pur dimmi e schiettamente Udisti Che spiri le vitali aure il mio figlio In Orcogravemeno in Pilo od in Isparta 595 Appresso a Menelao Cheacute in sulla terra Morte non colse giagrave lrsquoinclito Oresterdquo

λ 462 ldquoAtride ndash risposrsquoio ndash percheacute di questo Mrsquointerroghi Srsquoei viva o no mrsquoegrave ignoto Mal fa chi vani accenti allrsquoaura spanderdquo 600

λ 465 Cosigrave alternando mesti detti e largo Pianto versando ne stavam dolenti

λ 467 Lrsquoalma indi giunse del Pelide e quelle Di Pagravetroclo drsquoAntigraveloco e drsquoAiace Che gli altri Achei dopo lrsquoesimio Achille 605 Di persona vinceva e di sembiante Riconoacutebbemi il rapido Eacide E sospirando disse ldquoOh di Laerte Divina prole inclito Ulisse Ahi lasso Qual ponesti ad effetto arduo disegno 610 Della tua mente Come sostenesti Di scendere nersquo regni atri di Pluto Albergo drsquoombre che di senno mute Altro non son che vani apparimentirdquo

λ 477 ldquoOh gloria degli Achei Pelide Achille 615 A consultar lrsquoOracolo ndash risposi ndash Di Tiregravesia scesi io percheacute ei mrsquoassenni

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Come allrsquoaspra pervenga Igravetaca mia Non appressai lrsquoAcaia e non mai salsi La patria terra cheacute infortuni gravi 620 Me combattono ognor ma piugrave beato Uom Pelide di te non fu giammai Neacute fia Ti onoravam noi Dagravenai tutti Vivo al par degli Eterni ed or qui stando Regni possente imperador dellrsquoombre 625 No bencheacute morto non tristarti Achillerdquo

λ 487 Ed ei ldquoNon confortarmi inclito Ulisse Della morte cultor dersquo campi oscuro Torrei piugrave presto per merceacute uom tapino Servir scarso di vitto che su tutte 630 Regnar questrsquoombre Or del mio figlio illustre Pagraverlami tra le file antesignane Irrompe o no nelle battaglie il primo Dimmi se nulla risapesti mai Dellrsquoesimio Pelegraveo regna sui molti 635 Mirmigravedoni o da lor si prende a vile In Egravellade ed in Ftia poicheacute vecchiezza Braccia e piegrave gli fiaccograve Vindice farmi Sotto i raggi del Sol di lui mrsquoegrave tolto Cheacute piugrave non son qual mrsquoera un tempo in Igravelio 640 Quando immolava un popolo di prodi Propugnando gli Argivi Ah se un instante Tal fossi o padre mio Subitamente Sarei nella tua reggia e queste invitte Mani e questa mia forza impetuosa 645 Sentirebbon quersquo perfidi che osacircro Recarti offesa od usurparti rsquol regnordquo

λ 504 ldquoNulla di Pegraveleo so ma lrsquoalte gesta Di Neottogravelemo tuo sincere udrai Chrsquoio medesmo da Sciro in larga nave 650 Arsquo prodi Achivi rsquol ricondussi Quando A Troia intorno tenevam consulte Primo sempre arringograve neacute mai dal punto Deviograve Potevam soli mi penso Contendere con lui Negravestore ed io 655 Pugnando lagrave sotto le Iligraveache mura Confuso con i piugrave non volle ir mai Precorreacutevali tutti e di coraggio Ad alcun non cedea nellrsquoavvampante

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Battaglia molti trucidograve Ridirli 660 Neacute ti potrei nomar tutti gli eroi Che fagravettosi agli Achei schermo trafisse Bagravestiti questo che sotto il suo brando Il Telefigravede Eurigravepilo fu steso Molti dersquo suoi Cetegravei perigraveangli intorno 665 Iligraveache donne a disposar venuti Dersquo guerrieri il piugrave bello era lor duce Dopo il divino Megravennone Ma quando Salimmo nel cavallo opra drsquoEpegraveo Noi duci degli Achei (poicheacute a me solo 670 Drsquoaprire e di dischiudere commessa La cura fu del cieco agguato) gli altri Dersquo Dagravenai capi e condottier dal ciglio Tergeacutevansi le lagrime ed a tutti Tremavano le membra Ma non mai 675 Vidi il bel voacutelto suo discolorarsi Neacute dalle gote astergersi mai stilla Anzi gran ressa mi facea di scendere Giugrave dal cavallo e lrsquoelsa ad ora ad ora Stringea del brando o la ferrata lancia 680 Palleggiava drsquoardor drsquoimpeto acceso Di sterminare i Tegraveucri Alfin cacciata La superba cittagrave di Prigraveamo al fondo Ricco di preda e drsquoalto guiderdone Lieto in sua nave e incolume saligraveo 685 Non giavellotto lo colpigrave non lancia Da presso il ferigrave mai siccome incontra Che spesseggin le piaghe e le percosse Nelle battaglie lagrave rsquove Marte infuriardquo

λ 358 Allor drsquoAchille maestosa e grande 690 A lunghi passi attraversava lrsquoombra I prati drsquoAsfodegravelo ed esultava Che di seacute degno rsquol figlio inclito udigravea

λ 541 Altre davanti a me si presentacircro Ombre dolenti e tutte a parte a parte 695 Gli acerbi casi lor mi raccontacircro Lrsquoanima sol del Telamogravenio Aiace Stava in disparte irato a me che rsquol vinsi Appo le navi nella gran contesa Dellrsquoarmi del Pelide in mezzo poste 700 Fucircr dallrsquoorrevol madre e diecircr sentenza

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Dersquo Tegraveucri i figli e Palla Ah percheacute mai Nel certame fatal non mrsquointerdicircro La palma i Numi Ahi per quellrsquoarme or chiude La terra in sen sigrave gloriosa testa 705 Aiace che per forma e per imprese Terribili di guerra ai Dagravenai tutti Dopo lrsquoesimio Achille sovrastava

λ 552 Ed io con blandi accenti ldquoOh Aiace ndash esclamo ndash Dunque neacute morto vuoi porre in obbligraveo 710 Lrsquoira che trsquoarse contro me per lrsquoarmi Funeste I Numi poacuteserle agli Achivi Dannaggio grave poicheacute lor peristi Ferma torre di guerra Un gran compianto Al tuo cader levarono gli Achivi 715 Del par che per Achille neacute giagrave vuogravelsi Altri che Giove accagionar di tante Aspre sventure drsquoimplacabil odio Acceso ei perseguigrave dersquo prodi Achivi Lrsquoesercito e rsquol punigrave con la tua morte 720 Ma qui te nrsquo vieni e rsquol sermon nostro ascolta Inclito Re deh placa omai del fiero Magnanimo tuo cor lrsquoimpeto e lrsquoirardquo

λ 563 Non rispose ei con lrsquoaltre affollate ombre AllrsquoEgraverebo varcograve Lagrave nondimeno 725 Atteso avrei fincheacute egli ancor movesse Qualche parola a me quantunque irato Se non che di veder mrsquoarse il desigraveo Altri dersquo trapassati incliti spirti

λ 568 Quivi scorgea Minograves splendida prole 730 Di Giove Stretto in mano un aureo scettro Sedeva in trono e feacutea ragione allrsquoombre Parte rizzate in piegrave parte sedute Al Re drsquointorno oravano nellrsquoatra Magione di Plutoacuten dallrsquoampie porte 735

λ 572 Allrsquoimmenso Orioacuten ponea indi mente Che pei prati drsquoAsfodegravelo inseguigravea Le belve che sui monti ermi giagrave uccise Con la gagliarda man stringeva ancora Mazza di ferro drsquoinfrangibil tempra 740

λ 576 Ecco indi Tizio alunno della Terra Onnipotente nove al suol disteso Iugeri ingombra e due avvoltoi lrsquoun quinci

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E quindi lrsquoaltro gli faceano scempio Del fegato rinato intromettendo 745 Nersquo suoi precordi rsquol rostro neacute potea Discacciarli con man cheacute forza ei feacuteo A Latoacutena di Giove inclita sposa Mentre soletta un digrave lagrave per le amene Campagne Panopegravee volgeacuteasi a Pito 750

λ 582 E Tagraventalo vidi anco immenso affanno Il grava in piegrave stassi nel mezzo a un lago Lrsquoacqua il mento gli tocca e ben che sembri Drsquoaspra sete riarso il ber gli egrave tolto Cheacute quante volte a dissetarsi inchina 755 Le labbra tante via fugraveggesi lrsquoonda Tranghiottita da un baratro e del veglio Appare intorno ai piegrave sol bruna sabbia Che un Nume inaridigravea Piante superbe Piegati i rami gli piovean sul capo 760 Penzolanti le frutta il pero il melo Dalle lucide poma il melagrano Il dolce fico e rsquol verdeggiante ulivo Ma come il veglio a cocircrle in su levava Le braccia egraveccoti un vento impetuoso 765 Che arsquo tenebrosi nugoli le spinge

λ 593 Combattuto vidrsquoio drsquoaspri tormenti Sigravesifo che reggea drsquoambe le braccia Macigno enorme giagrave di tutta forza Con le mani e corsquo piegrave spingeacutealo in suso 770 Acciograve la vetta drsquoarduo monte acquisti Ma come sta per sormontarla occulto Poter superno lo respinge e rsquol masso Enorme a valle rotolon precipita Sigravesifo a stento in su rsquol ricaccia intanto 775 Dalle membra il sudor correacuteagli a rivi E del capo i vapor saligraveano ad alto Comrsquoonda di volante arida polve

λ 601 Comparve indi la possa alta drsquoAlcide Anzi lo spettro cheacute lrsquoeroe gioisce 780 Alla mensa dersquo Numi e rsquol fa beato Di maritale amplesso Ebe leggiadra Prole di Giove e di Giunone a cui Distringe il piede aureo coturno Orrendo Degli spirti risuona a lui drsquointorno 785

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Rumor come drsquoaugei travolti in fuga Dalla paura ed ei qual fosca notte Con lrsquoarco teso e col quadrel sul nervo Torvi di qua di lagrave volgea gli sguardi Qual chi di saettar sta in atto sempre 790 Sfolgoragravevagli al petto un bagravelteo drsquooro Formidabile in che effigiate Opre fucircr di stupendo magistero Orsi fieri cinghiali e lion truci Guerre battaglie e morti sanguinose 795 Lrsquoartefice che diede opra a cotesto Miracolo dellrsquoarte altro simigravele Porre ad effetto non potragrave giammai Guatommi Egravercole intento ed angosciato Riconoacutebbemi tosto e sigrave mi disse 800

λ 617 ldquoNobile di Laerte inclita prole Sagace Ulisse ahi misero te ancora Preme fato crudel qual io rsquol sostenni Sotto i raggi del Sol Figlio di Giove Infinite pativa aspre fatiche 805 A mortal che di me valea men tanto Forza mi fu obbedir costui mrsquoingiunse Dar mano a imprese oltre ogni creder forti Qua un tempo anco a rapir spedigraveami rsquol cane Trifauce cheacute avvisograve non io di questo 810 Correr potessi rischio altro piugrave grave Pur il mostro afferrato a viva forza Daglrsquoinferi il rapigravea guida arsquo miei passi Fecircrsi Mercurio e lrsquoocchiglauca Divardquo

λ 627 Detto nella magione atra di Pluto 815 Egravercole scese ed io restai ligrave fermo Non uscito di speme che alcun prode Delle trascorse etagrave vi sorvenisse Quersquo duo primieri eroi forse avrei scorto Che bramai tanto stirpe gloriosa 820 Degli Immortali Tesegraveo e Piritograveo Ma pria di offrirsi a me mi si stipacircro Popoli drsquoombre innumeri drsquointorno Con grida immense sugravebita mi scosse Paura non dallrsquoOrco mrsquoinviasse 825 Il mostro fier della Gorgogravenea testa La severa Prosegraverpina Ad un tratto

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Corsi alla nave ed arsquo compagni indissi Salirla e sciocircr le funi Incontinente Imbarcati si assisero sui banchi 830 Giagrave del fiume Ocegravean le rapide onde Attraversava il pin da remi prima Poscia dalla seconda aura sospinto

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LL II BB RR OO DD UU OO DD EE CC II MM OO

Le Sirene Scilla Cariddi I Buoi del Sole

PPOICHEacute lasciograve del gran fiume Oceagraveno La nave il corso rivolograve pel vasto Mar allrsquoisola Eegravea lagrave rsquove gli alberghi DellrsquoAurora e le danze e gli orti sono Del Sol Colagrave nellrsquoarenosa piaggia 5 Traemmo il legno e qua e lagrave corcati Aspettavamo il sorgere dellrsquoalba

μ 8 Ma quando apparve in Ciel rosea lrsquoAurora Parte dersquo miei spedigravea di Circe ai tetti A riportar drsquoElpegravenore la spoglia 10 Ratto abbattemmo gli alberi che intorno Ove piugrave sorge incoronacircr la riva E mesti e lagrimosi il seppellimmo Come la salma e lrsquoarmi ebbe il foco arse Posta la tomba e sopra egravertovi un cippo 15 Largo piantammo su la tomba un remo

μ 16 Compiuto il rito non ignara Circe Del redir nostro dallrsquoInferne case Adorna e bella subito se nrsquo venne Seguita dalle Ninfe apportatrici 20 Di pan di dapi rsquon copia e di vermiglio Generoso licor Stava nel mezzo Lrsquoinclita tra le Dive e sigrave dicea

μ 21 ldquoAhi Miseri di Pluto alla magione Vivi scendeste tal che due fiate 25 Morir vi egrave forza mentre una pur sola Trapassan gli altri Orsugrave drsquoesca e di beva Qua tutto rsquol digrave vi confortate allrsquoalba Rinavigate ma rsquol cammin vorsquo prima

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Mostrarvi e ciograve che vi egrave mestier chiarirvi 30 Acciograve non mai perfidia di consiglio Vrsquoempia in terra od in mar di lutto acerbordquo

μ 28 Di tal guisa la Dea ne persuase Lrsquointero digrave fin che splendeva il Sole Dapi elette gustammo e vin soave 35 Lrsquoimmensa luce ascosa e scese lrsquoombre Corcacircrsi i prodi miei lungo la nave Ma preacutesami la man Circe mi trasse Solo dagli altri ed a seder mrsquoingiunse Di contra mi si assise e interrogommi 40 Di tutte cose ragguagliai la Diva A mano a mano ed ella mi soggiunse

μ 37 ldquoTutto che mi narrasti inclito Ulisse Srsquoadempiragrave ma tu rsquol mio detto ascolta Che allrsquouopo il ti faragrave membrare un Dio 45 Alle Sirene perverrai da prima Cui tutti piace affascinar gli umani Giunti a lor presso Qual di senno uscito I concenti nrsquoudragrave non vedragrave mai Neacute la sposa neacute i figli a seacute dinanzi 50 Accorrere e gioir del suo ritorno Colcate le Sirene in verde prato Col dolcissimo canto il molceranno Enorme acervo drsquoinsepolto ossame Carni consunte e putrefatte pelli 55 Sorgon drsquointorno a lor Fuggi veloce Fuggi da quella piaggia e con molligraveta Cera lrsquoorecchio dersquo compagni tura Sigrave che altri non le ascolti Ove a te piaccia Il potrai tu ma allrsquoalber della nave 60 Leacuteghinti mani e piedi ed ivi carco Anco nrsquoandrai di novi lacci ondrsquoabbi Queto a gioir dellrsquoarmonia del canto Ove tu feacutessi lor priego o comando Di sciocircrti vieppiugrave allor tegravenganti avvinto 65

μ 55 Schifata darsquo nocchier lrsquoinfausta riva Tolto mrsquoegrave drsquoinsegnarti a parte a parte Qual cammin tener degravei ma tu consiglio Prendi dal tuo coraggio io drsquoamendue Parola ti terrograve Quivi eminenti 70 Srsquoergon due rupi a cui rugghiano i flutti

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Dellrsquoazzurra Anfitrite i Degravei beati Erranti le nomacircro Alcun augello Trasvolarle non sa non le colombe Che recano lrsquoambrosia arsquo Giove sommo 75 Ma rapita ad ognor ne vien qualcuna Dallrsquoardua cima della liscia pietra Unrsquoaltra allora ne produce il padre E di tal guisa il novero rintegravegra Qual nave ivi appressograve non ebbe scampo 80 Del mar i flutti e la vorace fiamma Delle tempeste via portano a un tempo Delle navi le tavole e le salme Dersquo naufraghi nocchier QuellrsquoArgo sola Cara a tutti gli Degravei trapassograve rsquol varco 85 Quando redigravea da Colco leve leve Lrsquoenormi rocce rasentograve cheacute Giuno Cui stava a cor Giasoacutene oltre la spinse

μ 73 Havvi colagrave due scogli un con lrsquoacuta Vetta il Ciel vasto aggiunge ed il circonda 90 Nube caliginosa che di lagrave Non dileguasi mai ned ivi mai O drsquoEstate o drsquoAutunno il Seren ride No niun mortal fossrsquoei di veacutenti armato Braccia e di veacutenti piegrave potrigravea lassuso 95 Neacute montar neacute discendere cotanto Liscia egrave la roccia ertissima Nel mezzo Agravepresi dello scoglio atra caverna AllrsquoOccidente e allrsquoOrco volta drizza Il naviglio colagrave nobile Ulisse 100 Neacute dalla nave sua giovin gagliardo Liberando dallrsquoarco una saetta La grotta colpiragrave Scilla ivi alberga Gravemente ringhiando al par di stormo Di cani giovinetti Atroce mostro 105 Niun di sua vista lieto andrigravea ned anco Assaltata da un Dio Dodici ha fiere Branche e sei colli di lunghezza enorme E su ciascuno orribile una testa Sorge in che appar di fitti acuti denti 110 Triplice il giro atro di morte albergo Dal mezzo in giugrave nellrsquoantro immersa sporge Fuor del terribil baratro le teste

ODISSEA

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Qua lagrave bramosi intorno allrsquoerta rupe Gli sguardi volge e pesca e si divora 115 Delfini e lupi e le balene inghiotte Che nutre nel suo grembo a mille a mille La gemente Anfitrite Alcun nocchiere Menar vanto non puograve che Scilla illeso Abbia trascorso poicheacute con ciascuna 120 Orrida testa dagrave di piglio a un uomo Del fuggente naviglio e via se rsquol porta

μ 101 Dista di poco ed egrave piugrave basso lrsquoaltro Scoglio che saettar potresti Ulisse Ampio-fronzuto immenso ivi un selvaggio 125 Fico si spande sotto cui la fiera Cariddi lrsquoonda tenebrosa inghiotte Tre volte la rigetta e rsquol digrave tre volte Con terribile strepito lrsquoassorbe Neacute mentre ingoia il mar tu le ti appressa 130 Cheacute tocircrti al rischio fier nullo ned anche Nettun stesso potrigravea Dunque vicino Attiegraventi a Scilla e via ratto trascorri Mersquo ti fia desiar sei dersquo compagni Che tutti quanti pegraverdervi ad un tempordquo 135

μ 111 ldquoOrsugrave ndash risposi ndash il veacuter mi svela o Dea Se mrsquoegrave dato schivar la detestata Cariddi non deggrsquoio combatter Scilla Quando a struggere i miei compagni irromperdquo

μ 115 ldquoAhi misero ndash sclamograve ratto la Diva ndash 140 Giagrave di rischi di pugne e di travagli Avido sempre neacute agli Eterni stessi Cedere vorrai tu Non egrave alla morte Scilla soggetta ma immortal tremendo Fiero selvaggio e inespugnabil mostro 145 Schermo non vrsquoha ti fia il fuggir salute Ma se trsquoindugi e contro a Scilla trsquoarmi Temo che fuor lanciagravetasi purrsquoanche Tanti dersquo tuoi quanti ne ha capi inghiotta Ratto naviga quindi ed alto invoca 150 Cratagravei la madre che tal peste al mondo Partoriva costei sola puograve il mostro Frenar sigrave che non te prema ed incalzi

μ 127 Alfin della Trinacria isola ai liti Perverrai dove pascono del Sole 155

LIBRO XII

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Sette torme di buoi tante di greggi Dai bei lucidi velli Del par tutti Constano i branchi di cinquanta teste Neacute figlian mai neacute sceacutemansi A pastori Hanno due Dive dallrsquoaurate chiome 160 Faetusa e Lampegravezie inclita prole Che al Sole Iperioacutene partorigravea La divina Neegravera Amendue crebbe La madre e le mandograve da seacute remote Nella Trinacria dersquo paterni a guardia 165 Greggi e dersquo buoi dalle ritorte corna Se illesi andran per voi non fia delusa Del ritorno la speme e calcherete Patiti molti guai le patrie sponde Ma se offegravenderli ardite a te predigraveco 170 Alla nave ed arsquo tuoi sterminio e morte E se tu stesso dal periglio grave Trar ti potessi mai tardi ed oppresso Da fieri casi e perduti i compagni Alla terra natigravea far degravei ritornordquo 175

μ 142 Tacque e sul trono drsquoograver fulse lrsquoAurora Attraversando lrsquoisola se nrsquo gigravea Circe arsquo suoi tetti ed io rivolto rsquol passo Vegraver la nave a salire e sciocircr le funi Confortava i compagni Incontinente 180 Entracircr si collocarono sui banchi Ed in lungo seduto ordine tutti Feacutean corsquo remi percossi il mar spumante Giagrave retro al pin dallrsquoazzurrina proda Levossi un vento e ne gonfiograve le vele 185 Fido compagno che spedigraveane Circe Diva dallrsquoaureo crin dal dolce canto Ratto deposti entro la nave i remi Sedevamo cheacute il vento ed il nocchiere Dirigeacutevanle il corso Io bencheacute mesto 190 Drizzava arsquo prodi miei questo sermone

μ 154 ldquoBello amici non egrave che ad uno o due Sol noti sigraveen gli oracoli che Circe Inclita Dea mi disvelograve or vorsquo dunque Chiarirli acciograve se perirem sappiate 195 O se campato il rischio arsquo rei destini Fuggirem della morte In pria la voce

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Delle dive Sirene ed i fioriti Prati schivar ne indisse udirla solo Concesse a me ma allrsquoalber della nave 200 Mrsquoallaccerete sigrave chrsquoio resti immoto Ed anco lagrave stringetemi di funi Ove a sciocircrmi vi prieghi o vi comandi Vie piugrave tenaci mi doppiate i nodirdquo

μ 165 Mentre cosigrave gli assenno ecco sospinta 205 Da un innocente venticel la nave Delle Sirene ai liti sorge Un tratto Quetossi lrsquoaura per lrsquoaere diffusa Rise la calma e sopigrave lrsquoonde un Dio Sorsero i miei compagni ammainacircro 210 Le vele ripiegacircrle e dentro il cavo Legno le collocacircro indi seggendo Con gli abetini remi ripercossi Biancheggiare fan lrsquoonde In questo mezzo Con lrsquoaffilato rame una gran palla 215 Sminuzzava di cera la premea Con le valide man sigrave che repente Si scaldograve si ammolligrave cheacute irsquo vi mettea Non poca forza e drsquoalto saettava Gli acuti rai drsquoIperioacutene il figlio 220 Io di tutti i compagni a mano a mano Turai le orecchie Allrsquoalber della nave Quei mrsquoavvinser diritto e mi legacircro Le mani ersquo piedi e lagrave di nuovi lacci Pur mi gravacircro indi sui banchi assisi 225 Battean corsquo remi il pelago spumante Quando col ratto remigrar distammo Quanto aggiungere drsquouom potrebbe un grido Non isfuggigrave delle Sirene al guardo La nave che correa rasente al lito 230 Questo quindi sciogliean canto soave

μ 184 ldquoDeh vieni o gloria delle Dagravenae genti Inclito Ulisse qua sofferma il corso Della tua nave e nrsquoodi Alcun mortale Di qua non passa mai pria chrsquoegli ascolti 235 Del nostro labbro il dolcissimo canto Di che non pur si bea ma vie piugrave saggio Ritorna al suol natigraveo Tutto nrsquoegrave chiaro Quanto paticircr nersquo vasti Iligraveaci campi

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Per voler degli Degravei Tegraveucri ed Argivi 240 Neacute quanto avvien sullrsquoampia Terra altrice Drsquoinfiniti viventi a noi si asconderdquo

μ 192 Movean sigrave dolci note onde rsquol cor mio Drsquoudirle acceso pur corsquo sopracigli Accennando indiceva arsquo miei compagni 245 Di sciogliermi ma quei curvi sui remi Arrancavano Sursero di botto Perimegravede ed Eurigraveloco e di nuovi Lacci avvinto vie piugrave premeacuteanmi a gara Oltrepassate le fiorenti piaggie 250 Delle Sirene sigrave che neacute la voce Neacute il lusinghevol piugrave canto srsquoudigravea Ratto i miei fidi a seacute tolser la cera Con che lrsquoorecchie lor fermai dagli aspri Vincoli a me francarono le membra 255

μ 201 Come alquanto dallrsquoIsola distammo Vedea fumo e vaste onde e un fragor alto Gli orecchi mrsquointronava Impauriti Via dalle mani arsquo miei volano i remi Ne rimbombano i flutti immoto il legno 260 Risteacute cheacute alcuna man remo non pinse Di su di giugrave lo percorrea drizzando A ciascuno dersquo miei blande parole

μ 208 ldquoO miei fidi compagni A prova omai Sperti siam di sventure e non egrave questa 265 Che nrsquoincalza maggior che quando chiusi Ci ritenne del cupo antro nel fondo La gran forza del Ciclope pur quinci Col mio coraggio ed i consigli e rsquol senno Vi trassi e vi fia un digrave dolce il ricordo 270 Orsugrave fermi sui banchi alla mia voce Tutti obbedite Voi le rapidrsquoonde Percotete corsquo remi e forse Giove Nel fier periglio nrsquoapriragrave lo scampo A te nocchier impongo (e nella mente 275 Tu che reggi rsquol timon riposto il tieni) Fuori da questo fumo e da questrsquoonda Il naviglio dirigi e lrsquoocchio affisa A lrsquoaltra rupe se al tuo guardo sfugge Trarragrave la nave nersquo suoi gorghi e tutti 280 Precigravepiti cadremo nellrsquoabissordquo

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μ 222 Dissi e tutti obbedicircr se non che tacqui Immedicabil mal Scilla non forse Impauriti i miei fuggendo i banchi Della nave stipagravessersi nel fondo 285 Qui non curai di Circe il doloroso Divieto e mi vestii le splendidrsquoarmi Due giavellotti nelle man branditi Montai sul palco della proda estrema Quivi il primo apparir fermo aspettava 290 Della petrosa ed implacabil Scilla Voratrice dersquo miei Qua lagrave volgea Ma sempre indarno gli occhi affaticati Nersquo recessi dellrsquoantro nebuloso

μ 234 Nel varco angusto penetrammo intanto 295 Gemendo Scilla il destro lato infesta Il sinistro Cariddi che gli amari Flutti del mar terribilmente inghiotte Sempre che fuor rigegravettali siccome Paiuol cui sotto molto fuoco avvampi 300 Ferve turbata e mormora ed avventa Sullrsquoardue cime drsquoamendue le rupi I larghi sprazzi di stridente spuma Ma quando i flutti ringhiottigravea per entro Vorticosa bolligravea la rupe intorno 305 Terribile rimbomba e negra giuso Nellrsquoimo abisso scogravepresi lrsquoarena Discoloracircrsi i miei Mentre allo scoglio Affisi gli occhi paventiam la morte Ecco del legno mio sei dersquo compagni 310 Prodi e forti di man Scilla rapigravea Torsi il guardo alla nave e glrsquoinfelici Vedea sullrsquoonde sollevati in alto Springar le piante ed agitar le braccia Le dolenti nrsquoudigravea voci che a nome 315 Me per lrsquoultima volta igravevan chiamando Qual pescator che su sporgente masso Di lunga canna armatosi arsquo minuti Pesci apparecchia unrsquoingannevol esca Tuffando in mar di bue silvestre un corno 320 Ed ecco un preso in sullrsquoarena il getta Lagrave rsquove palpita e spira in simil foggia Levati in suso i miei vegraver la caverna

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Palpitavano Quivi al varco primo Scilla li divorograve Nel crudel spasmo 325 Mettean grida lugugravebri ed a me indarno Stendevano le braccia Ahi fiera vista Tal miserrimo caso infra i travagli Che nersquo flutti sostenni unqua non scersi

μ 260 Scilla sfuggita e lrsquoorrida Cariddi 330 Ecco drsquoun nume lrsquoisola beata Lagrave rsquove belle pascean dallrsquoampia fronte Giovenche e molte consacrate agnelle Al Sol che varca sfavillando il Cielo Solcava ancora il mar che giagrave i muggiti 335 Delle chiuse giovenche entro le stalle Misti al belato dersquo montoni udigravea Cagraveddemi allora nella mente il detto Del cieco Teban vate e dellrsquoEegravea Circe che innanzi a tutto mi assennacircro 340 LrsquoIsola bella oltrepassar del Sole Che gli umani conforta e racconsola Perograve mesto diceva ldquoO miei diletti Che tanti giagrave patiste affanni udite Accioccheacute di Tiregravesia e dellrsquoEegravea 345 Circe lrsquoarcano oracolo vi sveli Chrsquoio di gran cura questrsquoisola schivi Del Sol che gioia a tutto il mondo infonde Lagrave ne egrave forza patir ndash dicea ndash per certo Gli infortuni piugrave gravi Or voi la nave 350 Da piaggie sigrave funeste oltra spingeterdquo

μ 277 Dissi ed a tutti rsquol cor srsquoinfranse Acerbo Eurigraveloco mi feacutea questa rampogna

μ 279 ldquoAhi fiero Ulisse in Te dismisurato Vigore abbonda non fatica mai 355 Le membra ti fiaccograve tutto sei ferro Peroccheacute non consenti arsquo tuoi compagni Rotti dal faticar vinti dal sonno Di toccar terra e scendere sul lido Lagrave rsquove grata imbandir potrigravean la cena 360 Tutto invan giagrave giagrave errar tu ci comandi Nella rapida notte a vagar lunge Da questrsquoisola in mezzo al mar oscuro Pur sorgono tra lrsquoombre i procellosi Vegraventi a sperder le navi Or chi potrebbe 365

ODISSEA

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A ria morte sfuggir se drsquoimprovviso Ad assaltarci la tempesta irrompe Del violento Zegraveffiro e di Noto Che il legno ad onta degli Eterni spezza Si obbedisca alla Notte e si apparecchi 370 Lungo il lito la cena Al digrave novello Rimbarcati nel mar vasto entreremordquo

μ 294 Tutti fremendo acconsenticircr Conobbi Chiaro allor che fermograve pegraverderci un Dio

μ 297 ldquoEurigraveloco ndash gridai ndash concordi tutti 375 Forza fate a me solo Or mi giurate Con sacro giuro almen che rinvenuta O torma o vasto gregge alcun di voi Con empio e folle ardir non vorrigravea mai Neacute giovenca immolar neacute pecorella 380 Ma starete contenti alle vivande Che a noi giagrave lrsquoimmortal Circe largigraveordquo

μ 303 Come imposi giuracircr Poscia che il giuro Ebbe da lor solenne compimento Fermacircr la nave in porto appo una fonte 385 Di chiare e dolci acque indi smontati Acconciamente apparecchiacircr la cena Ristorati di cibo e di bevande Membracircr piangendo i diletti compagni Che Scilla divorograve rapiti al legno 390 E piangevano ancor fincheacute soave Gravograve la stanca lor pupilla il sonno Giagrave giagrave del suo cammin correa la notte La terza parte e dechinavan gli astri Quando fiero eccitograve vento commisto 395 A turbinosa immensa pioggia il Nume Di nembi adunator la terra e lrsquoonde Di nugoli coverse e lrsquoatra Notte Di Ciel precipitograve Ma non appena LrsquoAurora incolorograve di rose il Cielo 400 Tirammo il legno entro capace speco Lagrave rsquove danzan le ninfe in lieti cori E che dersquo seggi lor candidi egrave adorno Adunati che fucircr sigrave gli assennava

μ 320 ldquoGiagrave ci abbonda nel legno esca e bevande 405 O miei compagni Delle torme adunque Astenghiagravemci onde alcun mal non ne incolga

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Peroccheacute le giovenche i monton pingui Pascon nersquo campi ad un terribil Dio Al Sol che tutto vede e tutto ascoltardquo 410

μ 324 Acquetacircrsi al mio dir quersquo generosi Lrsquoinfaticabil Agraveustro intero un mese Senza sosta spirograve neacute soffio sorse Di Noto ed Agraveustro in fuor Fincheacute il vermiglio Bacco ed il cereal don non falligravea 415 Degli armenti del Sol schivi non altro Desigraveo li punse che servar la vita Ma come nel naviglio ebber consunto Ogni alimento dal bisogno stretti Erravano a pigliar coi ricurvi ami 420 Augelli pesci o preda altra qualunque Lor venisse alle man cheacute violenta Rodendo gli struggea dentro la fame In questo mezzo io percorrea i recessi Dellrsquoisola ed orava acciograve alcun Nume 425 Mi dimostrasse del redir la via E giunto lungi darsquo compagni in parte Arsquo vegraventi chiusa mi lavai le palme Drizzando a tutti dellrsquoOlimpo i Numi Fervide preci ed ei sopra le ciglia 430 Dolce sparsermi il sonno Adunograve allora I miei compagni Eurigraveloco ed aperse Questo consiglio a lor empio e funesto

μ 340 ldquoBencheacute dolenti udigravetemi o compagni Tutte gli umani miseri in odio hanno 435 Le morti ma non havvi altra piugrave orrenda Neacute peggior fato che il perir di fame Or su del Sol le piugrave belle giovenche Via meniamo ed offriagravemle in sagrifizio Agli Eterni del Cielo abitatori 440 Che se afferrar potrem drsquoIgravetaca il lido Alzeremo al sublime astro del giorno Ricco delugravebro in che di nobil pompa Molti porrem superbi adornamenti Ma se punto quel Dio per le giovenche 445 Dalla testa alta irato a sperder fermi ndash Neacute gli altri Numi fagravecciangli contrasto ndash La nave tocircrrograve prima in un momento Tranghiottir lrsquoonda e perdere lo spirto

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Che languir lentamente e in sigrave deserta 450 Isola stando struggermi di stentordquo

μ 352 Assenticircr gli altri Ratto le giovenche Dallrsquoampia fronte e dalle corna in arco Le piugrave belle del Sol che accanto al legno Pascevano cacciacircr le circuicircro 455 E colto pria drsquoalto-chiomata quercia Tenere fronde (cheacute di candidrsquoorzo Patigravean difetto) oracircr Orato appena Sgozzacircro lrsquoostie le nudacircr dersquo velli Ne inciser lrsquoanche le fasciacircr drsquoomento 460 A doppia falda e le copricircr di brani Palpitanti Ma esausto il vin mal ponno Libar sullrsquoolocausto onde i precordi Cosser tutti e irroracircr di limpidrsquoonda Poi che consunte fucircr le cosce e fatto 465 Delle viscere il saggio il resto in pezzi Troncacircr dellrsquoostia e infigravesserlo nersquo spiedi

μ 366 Allor dagli occhi miei fuggigrave repente Il dolce sonno ondrsquoio ratto mrsquoavvio Vegraver la rapida nave al mare in riva 470 Come fui presso mi si sparse intorno Il fragrante vapor del sagrifizio Sclamai quindi gemendo aglrsquoimmortali

μ 371 ldquoO Giove padre e voi altri beati Degravei Sempiterni certo a mio dannaggio 475 Mrsquoassopiste in crudel perfido sonno E qui restati i miei compagni intanto Contaminacircrsi di sigrave rio misfattordquo

μ 374 Lampegravezie in questa di un gran vel coperta Ad annunziare al Sol corse che noi 480 Le uccidemmo lrsquoarmento Irato il Nume Si converse agli Eterni e sigrave lor disse

μ 377 ldquoGiove padre e voi tutti o Sempiterni Punite voi del Laerzigraveade Ulisse I compagni audacissimi che han morte 485 Con sacrilega man le mie giovenche Di cui piaceacuteami tanto e quando al Cielo Saligravea stellato e quando giugrave dallrsquoalto Della volta celeste in vegraver la terra Drizzava il corso O pagraveghinmi costoro 490 Giusto compenso di cotanta strage

LIBRO XII

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O lagrave di Pluto al tenebroso regno Le squallidrsquoombre a illuminar discendordquo

μ 385 ldquoO Sol ndash rispose il Dio dersquo tuoni ndash splendi Arsquo Numi ed arsquo mortali in sulla Terra 495 Io drsquoun sol tocco della bianca folgore Ratto nel mezzo al mare tenebroso La nave lor diromperograverdquo Ciograve seppi Dalla bionda Calipso a cui Mercurio Come Ella un giorno mi narrograve il referse 500

μ 391 Reduce al legno a tutti alternamente Il fallo rimordea ma non pativa Rimedio il mal sgozzata era la torma Ed ecco lor mostrarono gli Eterni Strani prodigi le bovine pelli 505 Strisciavano drsquointorno agli schidoni Le rosolate e le sanguigne carni Mugghiavano e dersquo buoi parea rsquol muggito

μ 397 Pur concordi i compagni pasteggiacircro Del fiore dellrsquoarmento al Sol rapito 510 Per interi sei digrave Ma come in Cielo LrsquoOligravempio rimenograve la settimrsquoalba Cessograve rsquol turbo furente e la dirotta Pioggia Ci rimbarcammo e giagrave lrsquoantenna Alzata e sparse le candide vele 515 Fuggigravea la nave persquo cerulei campi

μ 403 Come distograve da noi lrsquoisola e niuna Delle terre apparigravea ma Cielo ed acqua DrsquoOlimpo il Sir sovra la nave un nembo Addensograve che il mar tutto intenebrava 520 Breve del pin fu il corso cheacute repente Precipitograve destograve negra tempesta Lo Zegraveffiro stridendo Allrsquoirrompente Buffo del vento amendue si spezzacircro Dellrsquoalbero le funi e giugrave riverso 525 Cadde gettando della nave in fondo Vele ed antenne Lrsquoalbero in caggendo Di vegraver la poppa al timonier la testa Con lrsquoossa fracassograve giugrave dalla poppa Qual palombaro ruinograve e lo spirto 530 Via dal corpo volograve Di Giove intanto Spesseggiavano i tuoni in sulla nave Il folgore scagliograve Dallrsquoigneo telo

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Percossa tutta rigirossi e un nembo La ravvolse di zolfo I miei giagrave scossi 535 Dal naviglio vagagravevangli drsquoattorno Trabalzati dal fiotto simiglianti A marine cornigraveci e sigrave a lor sempre Il giorno del redir rapiva un Dio

μ 420 Io percorreva il legno fincheacute un turbo 540 Disvegravelsegli dai fianchi la carena Che dal mar travolgeacutevasi Giagrave lrsquoonda Schianta lrsquoalber dallrsquoimo a cui ravvolta Sta lunga striscia di bovina pelle Lrsquoalber con essa alla carena strinsi 545 Tenacemente e sovrrsquoessi disteso Funesti vegraventi mi spingean sullrsquoonde Qui di piugrave imperversar con la tempesta Zegraveffiro cessa ed ecco Agraveustro sorviene Impetuoso a stringermi drsquoaffanno 550 Non forse la mortifera Cariddi Rimisurar mi spinga Trasportacircrmi Lrsquointera notte i flutti alzato il Sole Tra la roccia di Scilla e la vorago Mi trovai che del mar lrsquoonde tranghiotte 555 Io nellrsquoaria lanciagravetomi a quellrsquoalto Fico selvaggio mrsquoavvinghiai mrsquoinfissi Qual vipistrel ma di sostegno manco Neacute i piegrave fermar neacute alzar poteacuteami in suso Tanto distavan le radici e tanto 560 Lunghi alti immensi distendeacuteansi i rami Che in su lrsquoabisso protendeano lrsquoombra Tenace vrsquoaderigravea fincheacute gli avanzi Del mio naviglio rigettasse il mostro Alfin srsquoadempie il desir mio Nellrsquoora 565 Che il giudice dal foro si diparte Ed a cenar srsquoavvia poscia chrsquoegli ebbe Molte contese di garzoni sciolte Riapparicircr gli avanzi Incontinente Piombai nel mar con grave tonfo accanto 570 Ai lunghi travi e stesomi sovrrsquoessi Fatto remeggio delle man vogava Ma degli umani il padre e degli Degravei Divietograve a Scilla di adocchiarmi e quindi Sfuggir a morte orribile mrsquoavvenne 575

LIBRO XII

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Per nove interi digrave le tumidrsquoonde Mi trabalzar ma la decima notte Me guidacircro alla Ogigravegia isola i Numi Lagrave rsquove Calipso dal bel crine alberga Che benigna mrsquoaccolse e di conforto 580 Fugravemmi cortese Percheacute ciograve ti narro Cheacute tu non men che la tua casta donna Qui ier da me partitamente udiste Il giagrave detto ridir noia mi focircraraquo

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LL II BB RR OO TT RR EE DD II CC EE SS II MM OO

Dipartenza drsquoUlisse dal paese dersquo Feaci e suo arrivo in Igravetaca

PPOSTO fine al suo dir nellrsquoaula ombrata Stavan tutti in silenzio e sentigravean dentro Sonar nova dolcezza Alfine il ruppe Alcigravenoo laquoPosciacheacute tu arsquo miei giungesti Sul rame estrutti eccelsi tetti Ulisse 5 Non mi penso che nove traversigravee Or che te nrsquo riedi arsquo tuoi ti agiteranno Comeccheacute molte pria giagrave tollerasti Volonteroso a voi tutti or mi volgo A voi che sempre convenite in questo 10 Palagio a ber dellrsquoonoranza il vino Udendo il vate giagrave lrsquoarca polita Le vesti chiude lrsquooro effigiato Non che ogni don che allrsquoospite recacircro Qui dersquo Feaci i capi or via drsquoun grande 15 Tripode il presentiam non che di unrsquourna Per testa congregati in adunanza Dal popolo otterremo indi rsquol compenso Non egual focircra a tanto pondo un soloraquo

ν 16 Plauso fecircro a quel detto indi a colcarsi 20 Tutti nersquo loro alberghi si avviacircro Come rosea nel Ciel fulse lrsquoAurora Vegraver la nave avacciagravevansi col bronzo Drsquouom forte adornamento Il Re medesmo Ito alla nave sotto i banchi rsquol mise 25 Non forse alcun dersquo regravemigi si offenda Quando daragrave nersquo remi Al real tetto Onde apprestar la cena igravevano i prenci

ν 24 Il Re forte immolograve per onorarli

LIBRO XIII

203

Un tauro a Giove che di negri nembi 30 Srsquoavvolge e regge lrsquouniverso Incese Lrsquoanche giulivi celebracircro il prandio Dilettoso tra lor cantando gigravea Demogravedoco il divin vate in gran pregio Dalle genti tenuto Ma sovente 35 Al risplendente Sol volgea lo sguardo Pur aspettando chrsquoei tramonti Ulisse Cotanta del redir brama il pungea Quale a villano che cenar desigravea Poicheacute lrsquointero digrave sul terren duro 40 Tragravessergli i negri tori il forte aratro Giunge gradito il tramontar del Sole Cheacute al pasto della sera allor si avvia Bencheacute sotto tremar senta il ginocchio Dellrsquoostinato faticar giagrave stanco 45 Non altrimenti si rallegra Ulisse Cader veggendo in occidente il Sole Tosto arsquo Feaci nel remeggio insigni Drigravezzasi e piugrave che ad altri al Re favella

ν 38 laquoAlcigravenoo Re tra queste genti illustre 50 Compiuti i libamenti al natigraveo loco Rimandatemi illeso e rsquol Cielo sempre Vi guardi i voacuteti del mio cor son pieni La scorta ersquo cari doni E piaccia arsquo Numi Che mi tornino a pro che saggia e fida 55 Trovi nella magion la donna mia E giocondi di vita e di salute Gli amici E voi che tutti qui restate Le condotte da voi giovani spose Ed i figli godetevi gli Eterni 60 Drsquoogni prosperitagrave fagraveccianvi lieti Neacute vi turbi giammai pubblico dannoraquo

ν 47 Detto fecircr plauso tutti e ingiunser tosto Che il dipartir dellrsquoospite si affretti Il di cui ragionar sigrave acconcio uscigraveo 65

ν 49 Vogravelto allrsquoaraldo il Re laquoPontogravenoo ndash disse ndash Empi di Bacco unrsquourna e in giro il porgi Arsquo convitati acciograve libato arsquo Giove Lrsquoospite rimandiamo al suol natigraveoraquo

ν 53 Pontogravenoo mesce il fervido Liegraveo 70 Ed in giro il ministra i convitati

ODISSEA

204

Tutti dai seggi lor libacircro ai Numi Del vasto cielo abitator Ma Ulisse Legravevasi e posta tra le man drsquoAregravete Gemina coppa questi accenti sciolse 75

ν 59 laquoFelice sempre vigravevimi o Regina Fincheacute la grave etagrave giunga e la morte Retaggio degli umani Ecco giagrave parto Ma tu al popolo ai figli al Re tuo sposo Cara e tenuta in pregio e in onor sommo 80 Vivi in questa magion sempre beataraquo

ν 63 Detto varcograve la soglia Alcigravenoo tosto Gli avviograve rsquol banditor che precedesse Vegraver la nave lrsquoeroe lungo la riva Tre ancelle Aregravete anco spediva lrsquouna 85 Nitido manto e tunica gli arreca Lrsquoaltra la ben fermata arca e la terza Candidi pani e vin dolce e vermiglio

ν 70 Giunti alla nave ratto i remiganti I doni tutti e le bevande e rsquol cibo 90 Poser del legno in fondo in sulla poppa Gli steser indi coltrici sottili E morbidi tappeti dove cheto Si addormisse lrsquoeroe salse ersquo medesmo Ed in silenzio si corcograve In sui banchi 95 Quersquo si assisero in ordine e disciolto Il fune pria dal perforato masso Impetuosi con la schiena in arco Squarciavan le spumanti onde corsquo remi Alto soave e simile alla morte 100 Scese allrsquoeroe sulle palpegravebre il sonno La nave si spiccograve come nel circo Quattro maschi destrier slagravenciansi a un tempo Dal flagello percossi e la testrsquoalta Percorrono lo spazio in un momento 105 Via la poppa del par vola cui dietro Dellrsquoagitato mar vaste ed oscure Correan lrsquoonde mugghiando Il pin fuggigravea Ratto e securo persquo cerulei campi Che non lrsquoavrebbe lo sparvier raggiunto 110 Degli augei velocissimo in tal guisa Slanciagravetasi fendea del mar le spume La nave che un eroe portava in grembo

LIBRO XIII

205

Par nel consiglio ai Numi e che giagrave molte Doglie patigrave nellrsquoalma or dersquo guerrieri 115 Affrontando gli assalti or trascorrendo I flutti orrendi allor cheto ersquo dormigravea Posto tutto in obbligraveo ciograve che sofferse

ν 93 Quando comparve il fulgidissimrsquoastro Ad annunziar dellrsquoalba il roseo lume 120 Approdograve ai liti drsquoIgravetaca la nave

ν 96 Qui del veglio marin Forco si schiude Un porto che due rupi ardue e scoscese Dallrsquoun canto e dallrsquoaltro in mar protende Schermo al gran fiotto che darsquo rauchi vegraventi 125 Viene al di fuor del pelago sospinto Tal che le navi che son dentro accolte Drsquoogni vincolo sciolte immote stanno Lrsquoalta cima del porto srsquoincorona Da un verde ulivo di allungate fronde 130 Appo cui srsquoapre ombroso e vago un antro Alle Nagraveiadi sacro Anfore ed urne Colagrave di vivo sasso in che rsquol tesoro Delle pecchie biondeggia Ivi di marmo Lunghi telai ursquo manti porporini 135 Mirabili a veder tesson le Ninfe Ligrave con perenne mormorigraveo discorrono Chiare dolci acque Mettono allo speco Due porte lrsquouna a Bograverea volta egrave schiusa Allrsquouom lrsquoaltra vegraver Noto egrave piugrave divina 140 Mortal non mai la varca egrave via dersquo Numi

ν 113 In questo porto giagrave lor conto entracircro I Feaci lanciagravetosi in sul lito Entrograve fin mezza la carena il legno Con tal vigor darsquo regravemigi fu spinto 145 Gettagravetisi nel lido trasportacircro Sui bianchi lini e sulla bella coltre Lrsquoeroe fuor dalla nave e in sullrsquoarena Vinto dal sonno il posero indi tutti Trassero i doni che nel dipartirsi 150 Largicircr a Ulisse i nobili Feaci Darsquo Minerva inspirati e dellrsquoUlivo Li collocacircro arsquo piegrave fuor della via Non forse ivi sorgiunto un viandante Pria che lrsquoeroe si desti li rapisca 155

ODISSEA

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Drizzacircr indi al natigraveo loco la proda Ned in questa fucircr giagrave poste in obbligraveo Da Nettun le minaccie che un digrave contra Il divo Ulisse fulminograve in tal foggia Spiar quindi tentograve di Giove il senno 160

ν 128 laquoNo non terranno piugrave Giove gli Eterni Me drsquoonor degno quando neacute i mortali Neacute gli stessi Feaci in pregio mrsquohanno Della cui stirpe origine son io Il dicea pur testeacute che in sua magione 165 Ulisse nrsquoentrar dovea patendo Molti guai ma di perdere il ritorno Cagione non gli fui peroccheacute prima Drsquoun cenno del tuo capo il promettesti Ed ecco or vinto da profondo sonno 170 Con ratta nave il trasportacircr per lrsquoonde E rsquol deposero in Igravetaca i Feaci Drsquoimmensi doni giagrave rsquol colmacircr in bronzo In oro in copia e in ben tessute vesti Di tal tesoro in somma lrsquoarricchicircro 175 Qual di Troia recato ei non avrigravea Se con le spoglie che toccacircrgli in sorte Alla terra natigravea giugnesse illesoraquo

ν 139 laquoOh possente Nettun che dirsquo tu mai ndash Lrsquoadunator dersquo nembi gli rispose ndash 180 Non Te gli Degravei tengon a vil cheacute impresa Malagevole focircra ad un sigrave antico E poderoso Iddio recar oltraggio Ma dove un qualche mortal violento Disdegnasse onorarti in Te sta sempre 185 Trarne vendetta adempiere puoi dunque Tutto che brami e lrsquoanimo ti spiraraquo

ν 146 laquoTosto porrograve ad effetto il voler mio Come il consigli o Re delle tempeste Che assai ti tengo in pregio e assai mi guardo 190 Dal tuo corruccio Io dunque dersquo Feaci Lrsquoinclita nave che al natigraveo paese Trasportava giagrave Ulisse e chrsquoor dagrave volta Struggerograve nel mar alto e sigrave fia tolta Di ricondurre gli ospiti lrsquousanza 195 A quella gente Ascondere vorsquo inoltre La lor cittagrave dietro un eccelso monteraquo

LIBRO XIII

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ν 153 E rsquol Sir dersquo nembi laquoEgraveccoti ciograve che rsquol meglio Fratel mi sembra quando tutti accorsi Dalla cittagrave verranno i Feacesi 200 Veder la nave che a gran corso riede Ned assai distaragrave conversa in sasso Oggetto di stupor per Te diventi Tal che drsquoun monte la cittagrave si copraraquo

ν 159 Come udito ebbe ciograve volograve in Ischerigravea 205 Soggiorno dersquo Feaci Enosigegraveo Quivi fermossi ed ecco impetuosa Fender lrsquoonde la nave ed accostarsi Accorso il Nume trasmutolla in sasso Lrsquoabbarbicograve giugrave nel profondo in terra 210 Drsquoun sol tocco di palma e via disparve

ν 165 A tal vista con rapide parole I Feacesi naviganti illustri Favellavan tra loro ed al vicino Vogravelto ciascuno laquoOhimegrave chi la veloce 215 Nave inceppograve nel mar che rientrata Era giagrave in porto e che apparigravea giagrave tuttaraquo

ν 170 Cosigrave costor della cagione ignari Del portento sclamacircr Ma rsquol Re sigrave disse

ν 172 laquoAhi mrsquohanno aggiunto i vaticini antichi 220 Del padre mio Dir ersquo soleva infesto Esser arsquo noi Nettun cheacute arsquo viandanti Scorta ognora porgiam fida e secura E soggiungea che un digrave nelle fosche onde Struggeragrave dersquo Feaci rsquol piugrave bel legno 225 Al ritorno come abbia arsquo patrii liti Ricondotto un eroe che inoltre ei questa Cittade copririgravea drsquoalta montagna Cosigrave rsquol veglio diceva ed ora il tutto Ecco srsquoadempie Or via concordi tutti 230 Obbedite al mio dir Cessate omai Dal ricondur qual sigraveasi pellegrino Che appo noi si addurragrave dodici egregi Tori sagrifichiamo al Re dellrsquoonde Forse rsquol cor tocco di pietagrave non copra 235 Questa nostra cittagrave drsquoalta montagnaraquo

ν 184 Detto allibicircr le genti I tauri a un tratto Furono addotti I duci ersquo capi alzacircro Della Scherigravea pii voacuteti al Re Nettuno

ODISSEA

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Stando in piegrave ritti al sacro altare intorno 240 LrsquoIgravetaco Re scogravessesi allor giacente Lungo la riva del natigraveo paese Neacute la sua terra punto riconobbe Cheacute nrsquoera stato giagrave lunge gran tempo Pagravellade inoltre gli diffonde intorno 245 Nebbia divina acciograve rimanga ignoto Acciograve di tutte cose lrsquoammaestri Tal che la sposa i cittadin gli amici Nol ravvisino pria che i Proci iniqui Drsquoogni insolenza lor paghino rsquol fio 250 Perciograve gli oggetti sotto estrania forma Gli appaion tutti e le diritte strade Ersquo porti chiusi allrsquoimpeto dersquo vegraventi E lrsquoalte rupi e gli alberi frondosi Ratto surse e risteacute volse lo sguardo 255 Al natigraveo loco e pianse e drsquoamendue Le aperte palme percotendo lrsquoanca Queste parole di dolor proferse

ν 200 laquoAhi lasso fra qual gente in qual contrada Giunto infine son io Cruda selvaggia 260 E del giusto nemica o tal che stende Soccorrevole destra arsquo pellegrini E con pia mente i Sempiterni adora Dove deggrsquoio ripor tanta dovizia Dove io medesmo andrograve Deh percheacute mai 265 Non egrave rimasta ligrave presso i Feaci A che non giunsi appo altro Re possente Che me giovando di benigno ospizio Mi rimandasse alla mia patria Or ecco Neacute questi doni asconder so neacute preda 270 Vorsquo che drsquoaltri qui restino Non fucircro Non fucircr o sommi Degravei saggi neacute giusti Di Scherigravea i duci e condottier che in questa Estrania piaggia spigravensermi Per certo Me ricondurre in Igravetaca felice 275 Promisero ed or qui mrsquoabbandonacircro Deh lrsquoOligravempio punigravescali lrsquoOligravempio Dersquo supplici custode che gli umani Tutti contempla ed il nocente opprime Orsugrave vorsquo annoverar queste dovizie 280 Accertar vorsquo se nel capace legno

LIBRO XIII

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Nrsquoasportacircr parte i regravemigi fuggendoraquo ν 217 Detto contava i tripodi superbi

E lrsquourne e lrsquooro ersquo ben tessuti manti E nulla gli falligrave pur la natigravea 285 Terra bagna di lagrime e si vograveltola Del risonante mar lungo la piaggia Di querimonie empiegravendola e di lai Ed ecco presso farglisi Minerva Le forme assunte drsquoun caprar gentile 290 Tanto che appar figlio di Re leggiadra Veste drsquointorno agli omeri lrsquoavvolge A doppio giro sotto i molli piedi Avea calzari e nella destra un dardo Veggegravendolo esultograve mogravessegli incontro 295 Ulisse e gli drizzograve queste parole

ν 228 laquoO giovinetto che in questrsquoerma piaggia Mi ti affacci primiero io ti saluto Neacute tu mi trsquoappressar con mente avversa Queste dovizie segraverbami e me ancora 300 Benigno serba che Te al par drsquoun nume Imploro ed alle tue care ginocchia Vengo e le abbraccio supplice Deh dimmi Qual terra qual cittagrave qual gente egrave questa Sveacutelami nudo il veacuter qui mi son io 305 In qualche fortunata Isola O in spiaggia Di fertil terra che dal mar si bagnaraquo

ν 236 E lrsquoalma Diva dallo sguardo azzurro laquoOh sersquo tu stolto o di lontan paese Venisti o forestier che drsquoesta terra 310 Interrogarmi trsquoavvisasti Certo Ignobile non egrave conta egrave alle genti Che vegraver lrsquoAurora e rsquol Sol che vegraver lrsquoopposta Notte caliginosa hanno soggiorno Aspra di rocce neacute arsquo corsierrsquoamica 315 Pure steril non egrave bencheacute non vasta Qui rsquol gran e lrsquouva cresce in copia e sempre Qui la pioggia e rsquol vapor notturno cade E la feconda Qui di buoi di capre Ricchi paschi vi abbondano le selve 320 Verdegraveggianvi alte in che da vive fonti Scorrono mormorando acque perenni Perciograve anche a Troia che cotanto dista

ODISSEA

210

Siccome egrave grido dallrsquoAcaiche rive Risuona o forestier drsquoIgravetaca il nomeraquo 325

ν 250 Lrsquoinclito eroe gioigrave godeacuteagli lrsquoalma Contemplando il natigraveo loco siccome Diceacuteagli Palla dellrsquoEgigraveoco prole Ripigliograve rsquol primo detto neacute gli calse Manifestargli rsquol veacuter cheacute gli usitati 330 Artifizi nel cor sempre volgea

ν 256 laquoDrsquoIgravetaca udigravea pur lagrave nellrsquoampia Creta Che remota nel mar domina e donde Qui con questa dovizia ora mrsquoaddussi Altrettanta lasciando arsquo figli miei 335 Fuggigravea di lagrave dopo che a morte misi Il diletto figliuol drsquoIdomenegraveo Orsigraveloco veloce che nersquo vasti Campi di Creta i piugrave sagaci e destri Cursor con lrsquoagil piegrave sempre vincea 340 Lrsquouccisi percheacute a me le Iligraveache spoglie Rapigravea per cui sigrave nersquo guerrieri assalti Che trascorrendo i flutti tempestosi Tante doglie sostenni e tanti affanni Ersquo mrsquoebbe in ira cheacute servir non volli 345 Sotto il padre di lui nersquo campi drsquoIgravelio Ma duce di guerrieri altri pugnai Gli posi agguato con un mio compagno E di lancia il trafissi appunto in quella Che dai campi redigravea Regnava il Cielo 350 Oscura notte ned alcun ci scorse Ned ei medesmo chi rsquol ferigravea conobbe Tanto di furto lo spogliai dellrsquoalma Steso che lrsquoebbi con lrsquoacuto ferro Ratto ad un legno di Fenici illustri 355 Mrsquoaddussi li pregai parte lor diedi Delle ricche mie spoglie e lor feacutei ressa Di pormi in Pilo o in Egravelide divina Dominio degli Epegravei Se non che svolti Fummo di lagrave dallrsquoimpeto del vento 360 A viva forza neacute lor cadde in mente Di farmi inganno Lunga pezza errando Qua notturni sorgemmo ed arrancando Entrammo in porto Neacute di alcun ristoro Ci calse comeccheacute da digiun lungo 365

LIBRO XIII

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Illanguiditi dalla nave scesi Tumultuando tosto ci corcammo Tutti sul lido quivi un dolce sonno Me affaticato invase Trasportacircro Quei dalla nave lor queste dovizie 370 Le poser sullrsquoarena accanto al loco Dovrsquoio giaceva Rimbarcacircrsi e ratto Alzacircr le vele in vegraver la popolata Sidone e mesto qui mrsquoabbandonacircroraquo

ν 287 Detto la diva dallo sguardo azzurro 375 Sorrise e lo blandigrave repente assunse Drsquouna gran donna di beltagrave perfetta Le maestose forme darsquo sembianti Parve drsquoogni gentile arte maestra E dal petto volar fersquo questi accenti 380

ν 291 laquoCerto destro ben focircra e ben sagace Chi te nellrsquoarti drsquoingannar vincesse Fosse egli un Nume Ahi tristo infingitore Di fallacie e di frodi avido sempre Non tu dovevi almen nel suol natigraveo 385 Cessar dai falsi e dagli obbliqui detti Che ti son cari dallrsquoetagrave piugrave verde Ma di ciograve basta poicheacute lrsquouno e lrsquoaltra Non siam di tai sottili arti digiuni Tu soverchi drsquoassai tutti i mortali 390 Di consiglio possente e di sermone Onorata son io fra tutti i Numi Per altezza di senno e per inventi Neacute tu ravvisi ancor Palla Minerva Figlia di Giove me che a tutti assisto 395 I tuoi travagli e che ti guardo sempre Me che arsquo Feaci giagrave sigrave accetto resi Vengo teco ad ordir oggi un consiglio A celar le dovizie che spirati Da me nel dipartirti essi ti diecircro 400 Ed anco ti dirograve quante in tua reggia Doglie il destino a tollerar ti danna Sograveffrile tu necessitagrave ti astringe Neacute ad uom neacute a donna neacute ad alcun insomma Appalesarti peroccheacute qui giungi 405 Qual fuggitivo Ma nel petto ascose Forza ti fia patir non poche angosce

ODISSEA

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E comportar degli uomini lrsquooltraggioraquo ν 311 E rsquol sapiente Ulisse laquoA gran fatica

Te Dea ravvisar puograve mortal a cui 410 Tu trsquoappresenti bencheacute saggio tanto Ti trasmuti a tua posta Io so ben questo So che tu fausta ognor mi ti mostrasti Allor che drsquoIgravelio pugnavam nersquo campi Noi prole degli Achei Ma poicheacute lrsquoalta 415 Cittagrave di Prigraveamo noi cacciammo al fondo E rimbarcati ci disperse un Dio Non piugrave Te figlia del Tonante scorsi Entrarmi in nave per fugarmi i guai Trafitto sempre il cor drsquoaspri tormenti 420 Errai sin che mi liberacircro i Numi Vero egrave che dianzi tra i Feaci illustri Mrsquoincorograve la tua voce e tu medesma Per entro a lor cittagrave duce mi fosti Or io pel genitor Diva trsquoimploro 425 (Che non giagrave nellrsquoillustre Igravetaca mia Star mi credrsquoio ma in qualche piaggia estrana Credo che a scherno col tuo dir mi prenda Onde la mente illudermi) Deh parla Egrave questa la natal dolce mia terraraquo 430

ν 329 laquoAhi poca fede di sospetti egrave sempre ndash Pagravellade ripigliograve ndash nido il tuo core Ma che tu sersquo infelice ed io non posso Abbandonarti tal drsquoingegno acume Tal facondia tal senno in te risplende 435 Reduce appresso a tanti error chi mai Ratto alla sua magione ito non focircra A rivedere i figli e la consorte Ma tu nulla saper neacute chieder vuoi Prima che di Penegravelope non trsquoabbi 440 Certificato di colei che siede Nel tuo palagio ad aspettarti invano E mesti sempre i digrave meste le notti In sospiri ed in lagrime consuma Non mai dubbio in me sorse anzi per entro 445 Splendeacutevami il pensier che tu faresti Qua perduti i compagni arsquo tuoi ritorno Ma non volli a Nettun mover contrasto German del padre mio Nettun che in petto

LIBRO XIII

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Rancore acerbo contra te nutrigravea 450 Poicheacute il diletto suo figlio accecasti Su via farsquo cor Acciograve ti persuada Or io mostrar ti vorsquo drsquoIgravetaca il sito Ecco il porto di Fogravercide e lrsquoulivo Di lunghe frondi che gli sorge in cima 455 Quivi sacro alle Nagraveiadi ecco lrsquoantro Amabile profondo in quella vasta Grotta convessa tu medesmo spesso Molte sagrificavi allrsquoalme Ninfe Ecatombi perfette Ecco lagrave il monte 460 Negraverito che di selve alte srsquoinfrondaraquo

ν 352 Detto sgombrograve la nube e tutta intorno Lrsquoisola gli schiarigrave Giubilograve Ulisse La patria salutograve di caldi impresse Baci lrsquoalma sua terra e immantinente 465 Levograve le mani e orograve laquoNagraveiadi Ninfe Figlie di Giove omai del rivedervi Morta allrsquointutto in cor mrsquoera la speme Corsquo voacuteti piugrave efficaci or vi saluto Neacute di porgervi giagrave gli usati doni 470 Mi ristarograve se fausta mi concede La predatrice Dea figlia di Giove Di spirar le vitali aure e se rsquol caro Figlio di gloria e di valor mi bearaquo

ν 361 E Pagravellade laquoFarsquo cor neacute giagrave tai cure 475 Tugraverbinti lrsquoalma Orsugrave celiam nel fondo Subitamente dellrsquoimmensa grotta Queste dovizie acciograve te lrsquoabbi intatte Consulterem tra noi poscia del modo Conveniente a consumar lrsquoimpresaraquo 480

ν 366 Detto la Diva penetrograve nellrsquoantro Ed i recessi nrsquoesplorograve lrsquoeroe Ne seguigravea lrsquoorma e le venigravea portando Lrsquooro ed il bronzo indomito e le adorne Vesti di che i Feaci rsquol presentacircro 485 Tutto ei depose acconciamente chiuse Drsquoun macigno lrsquoentrata indi dellrsquoantro Pagravellade figlia dellrsquoEgigraveoco Giove

ν 372 Ambi seggendo a piegrave del sacro ulivo Ordigravean la morte degli audaci amanti 490 E Palla a raggionar tolse la prima

ν 375 laquoPon mente o di Laerte inclita prole

ODISSEA

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Sagace Ulisse come avventar degravei La forte man sui Proci inverecondi Che regnano i tuoi tetti oggi egrave rsquol terzrsquoanno 495 Agognando a impalmar tua nobil donna E delle nozze a vincerla corsquo doni Pur sempre ella in suo cor geme e sospira Il tuo ritorno posta a fiere strette Pasce tutti di speme e drsquoimpromesse 500 Manda messaggi con dolci parole A ciascuno ma in mente altro rivolveraquo

ν 382 laquoNumi ndash sclamograve lrsquoeroe ndash dunque del pari Che lrsquoAtride irsquo dovea nel mio palagio Di rio fato perir se tu o gran Diva 505 Chiarito a pieno non mrsquoavessi rsquol tutto Pogravergimi or via consiglio acciograve chrsquoio tragga Da costoro vendetta Oh stammi accanto E quellrsquoaudace in cor spirto mrsquoinfondi Che mrsquoaccendea quando per noi le mura 510 Splendide drsquoIgravelio a terra si adeguacircro Deh con lo stesso zelo a fianco stammi Glaucogravepide e terrograve fronte a trecento Guerrier con te Dea veneranda quando Mi porgerai con pronto animo aigravetaraquo 515

ν 392 laquoSempre teco starograve neacute al guardo mio Ascoso rimarrai ndash Palla soggiunse ndash Quando ad effetto condurrem lrsquoimpresa Non pochi vorator del tuo retaggio Imbratteran la terra ampia mi penso 520 Di sangue e di cervella Or io di forma Cosigrave ti cangerograve che alcun mortale Raffigurarti non potragrave cotesta Morbida pelle sullrsquoagili membra Arida e crespa renderograve dal capo 525 Via ti tocircrrograve la bionda chioma e tali Cenci ti vestirograve che qual ti veggia Inorridisca Gli occhi in che ora tanta Meravigliosa luce arde figraveen tutti Scabbiosi e foschi sigrave che un poverello 530 Sordido arsquo Proci alla tua donna al figlio Che qua lasciasti nellrsquoandar parrai Vanne prima ad Eumegraveo che trsquoama tanto E che i verri ti guarda ei del par ama Telegravemaco e la tua fida consorte 535

LIBRO XIII

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Vigile rsquol rinverrai sovra i tuoi branchi Che di Cograverace lagrave pascon al sasso Lungo la fonte drsquoAretugravesa quivi Dolci ghiande cibando e la bruna onda Beendo vie piugrave in lor lrsquoadipe cresce 540 Ivi rimanti e gli sedendo accanto Drsquoogni cosa il richiedi in questo mezzo A Sparta andrograve di belle donne adorna Ad affrettar del tuo figlio diletto La dipartenza Ulisse Ei lagrave se nrsquo gigraveo 545 A udir se voce della Fama voli Da cui sappia se spiri e dove seiraquo

ν 416 laquoDeh percheacute non lrsquohai tu ndash sclamava Ulisse ndash Ammaestrato poicheacute rsquol tutto sai Dovragrave egli pur sul vasto abisso errando 550 Tormenti aspri patir mentre ostil turba Tutte omai le sostanze gli divoraraquo

ν 420 laquoNon ti stringa di lui cura soverchia ndash La Dea soggiunse ndash Io stessa lrsquoinviai A Sparta percheacute nome inclito acquisti 555 Nullo affanno rsquol contrista ivi quieto Nella magion del biondo Atride assiso Vive drsquoagi beato e di delizie Vero egrave che i Proci in agil nave accolti Gli han posto agguato e bramano immolarlo 560 Anzi chrsquoei torni ma fia invan mi penso Prima in suo grembo chiuderagrave la Terra Qualcun dei vorator del tuo retaggioraquo

ν 429 Detto rsquol toccograve dellrsquoaurea verga a un tratto La fresca pelle sullrsquoagili membra 565 Inaridigraveo sparver le chiome bionde Di veglio rotto dallrsquoetade assunse La rugosa persona deformati Perdetter gli occhi la leggiadra luce In dosso li gettograve tunica e veste 570 Squarciate sozze e di mal fumo tinte Drsquoagile cervo gli ravvolse intorno Vello ampio dipelato ed un bastone Tra man gli pose Con attorto fune Lacera e vil bisaccia gli sospese 575 Ad armacollo Tal consiglio preso Si diparticircro alla divina Sparta Appo rsquol figlio drsquoUlisse ita egrave Minerva

216

LL II BB RR OO XX II VV

Colloquio tra Ulisse ed Eumegraveo

DDAL porto allontanagravetosi giagrave entrava Per selve e gioghi il sentier aspro Ulisse Che Palla gli additograve per ir rsquove rsquol fido Vigilava pastor che dersquo famigli Compri dal divo eroe cura prendea 5

ξ 5 Assiso sotto rsquol portico il rinvenne Lagrave rsquove ad un colle solitario in vetta Lrsquoalte mura sorgean di un bello e vasto Tondo cortile E fu rsquol pastor medesmo Che persquo branchi suini il costruiva 10 Mentre stava il Re lungi e circuillo (Neacute dal veglio Laerte sovvenuto Neacute da Penelopegravea) di grosse pietre Travolte a stento e di pungente siepe Al di fuor conficcograve di qua di lagrave 15 Pali frequenti e lunghi che nel core Spaccograve del ceppo drsquoalta quercia bruna Dodici dentro alzograve contigue stalle Giaciglio arsquo verri in che cinquanta stese Madri feconde convolveacuteansi a terra 20 I maschi fuor in numero piugrave rari Pernottavan perograve che lrsquoempia turba Dersquo Proci divoragravevali e rsquol custode Mandare lor dovea lrsquoottimo sempre Trecento nondimeno ivi e sessanta 25 Noveragravevansi ancor Ligrave al par di fiere Quattro cani vegghiavano che il primo Nobil pastore di sua man nutrigravea Allor drsquointorno arsquo piedi ersquo si assestava

LIBRO XIV

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Calzari che tagliograve da un colorato 30 Cuoio di bue Tre dersquo garzoni intanto Correan qua e lagrave per adunare i branchi Spedigravea il quarto a Cittagrave con esso il verro Che a quersquo superbi tributar gli egrave forza Acciograve che offerto il sagrifizio sazia 35 Fesser del ventre lor lrsquoavida brama

ξ 29 Ed ecco i cani drsquoecheggiante grido Fagravensi accorti drsquoUlisse a cui latrando Contra si difilacircr Lrsquoaccorto eroe Srsquoassise ed il baston di man gli cadde 40 Quivi davanti alle sue proprie stalle Fiero strazio ersquo patigravea se non che ratto Lanciagravendosi varcograve lrsquoatrio il pastore Ed il cuoio bovin di man gli cadde Sgridando egli i mastini ed avventando 45 Spesse di qua di lagrave pietre fischianti Dispegraverseli ed al Re vogravelto sigrave disse

ξ 37 laquoPoco o veglio mancograve che in un momento Tu posto darsquo mastin non fossi a brani E lrsquoonta in me cadrebbe in me cui tanti 50 Affanni diecircro e disventure i Numi Digrave e notte rsquol signor mio nobile piango E questi allevo pingui verri ondrsquoaltri Li divori mentrrsquoei dal digiun vinto In remote cittagrave di gente in gente 55 Va ramingando ovrsquoei pur viva e rsquol raggio Miri del Sol Ma tu seacuteguimi o veglio Alla capanna mia drsquoesca e di beva Satollo a pien mi dirai donde sei E gli affanni ed i guai che tollerastiraquo 60

ξ 48 Detto il precorse e nellrsquoangusto albergo Lrsquointroducea qui di virgulti densi Sopra cui stese di selvaggia capra Pelle villosa il collocograve in un seggio Morbido e vasto Di Laerte rsquol figlio 65 Di accoglienze gioigravea sigrave oneste e liete laquoOspite mio ndash quindi sclamograve ndash lrsquoOligravempio E gli altri Sempiterni adegravempian sempre Quanto a cor piugrave ti sta poscia che tanto Benignamente tua merceacute mrsquoaccogliraquo 70

ξ 55 E tu cosigrave gli rispondesti Eumegraveo

ODISSEA

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laquoNon lice veglio a me prendere a vile Un pellegrino comeccheacute da ria Sorte fosse di te piugrave combattuto Cheacute gli stranieri ed i mendichi tutti 75 Vengon da Giove Affettuosa e cara Bencheacute debil ti fia lrsquoofferta nostra Tal dersquo servi egrave lrsquousanza in tema sempre Stanno se gioventugrave vi signoreggi Cheacute i Numi giagrave contesero il ritorno 80 A lui che mi dilesse e che mi avrebbe Magion dato e podere ed una sposa Ambita e tutto che signor benigno A chi rsquol servigrave con vivo zelo imparte E rsquol cui travaglio prosperar fersquo un Nume 85 Come prospera il mio Certo drsquoassai Giovato avrigraveami il Re se tra i suoi cari Incanutigravea ma ersquo giagrave perigrave Deh tutta Percheacute drsquoElegravena non perigrave la stirpe Che arsquo guerrier tanti le ginocchia sciolse 90 Colagrave di Troia equestre ito egrave nersquo campi Arsquo romper guerra arsquo Tegraveucri anco il Re mio Vindice dellrsquoonor drsquoAgamennoacuteneraquo

ξ 73 Ciograve detto alzograve la tunica e la strinse Col cinto e corse lagrave rsquove molti branchi 95 Rinchiusi eran dersquo verri a due di piglio Diede e sgozzolli sulle fiamme ardenti Glrsquoimpose e fatti a pezzi li confisse Negli schidoni Poi che fucircr le carni Arrostite le pose innanzi a Ulisse 100 Calde e fumanti negli spiedi poscia Di bianca cereal polve gli asperse Incoronata drsquoegravellera una tazza Drsquoalmo licor temprato gli si assise Di fronte e rsquol rincorograve con questi accenti 105

ξ 80 laquoPagravesciti o forestier di queste carni Di porcelletti che dersquo servi egrave rsquol cibo Quersquo saginati e di gran corpo vanno Le ingorde voglie a satollar dersquo Proci Cui non cal della ultrice ira dersquo numi 110 Neacute dan loco a pietagrave Pur gli atti iniqui Non amano gli Eterni alla giustizia Onor sol fanno e allrsquoopre oneste e pie

LIBRO XIV

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Quersquo medesmi ladron che estrania terra Devastano ove lor Giove pur dia 115 Tornar corsquo legni carchi al natigraveo loco Piombar segraventonsi in cor della tremenda Vendetta degli Degravei fiero sgomento Ma forse del mio Re qualche funesta Notizia ebbero i Proci o drsquoalcun Nume 120 La voce udicircr poicheacute della regina Non qual si addice aspirano alle nozze Neacute riedono arsquo lor tetti ma quieti Senza modo ad oltraggio e tutti a gara Lrsquoaltrui retaggio a divorar si fanno 125 Quante notti da Giove e quanti giorni Ne vengono non mai drsquouna o di due Vittime egregie si trovacircr contenti Beendo a dismisura esausto omai Gli hanno il dolce Liegraveo Certo il Re mio 130 Gran beni possedea nullo del bruno Continente neacute drsquoIgravetaca medesma Eroe neacute veacutenti riuniti ad una Altrettanti ebber mai piagravecemi il tutto Or divisarti Dodici in Epiro 135 Torme di buoi tante di greggi e tante Stalle di verri e paschi ampi di capre A guardia tutto di stranieri a prezzo E di pastor del Rege Undici inoltre Lagrave nellrsquoestremitagrave di questa terra 140 Larghi serragli vrsquoha di capre al cui Governo seggion vigili custodi Che recar ogni digrave deggiono arsquo Proci Qual bestia nel capril tengon piugrave bella Ed io stesso che guardo e intento serbo 145 Questi verri a lor sempre il fior ne invioraquo

ξ 109 Tacque ma Ulisse a trangugiar le carni A bere il vin si diede avido e muto Pur la strage dersquo Proci in cor volgendo Confortato di cibo Eumegraveo li porse 150 Colma la tazza in che egli ber solea Giubilando ei la prese e sigrave gli disse

ξ 115 laquoOspite chi fu lrsquouom ricco e possente Che ti ha compro del suo come narrasti E che periva per lrsquoonor pugnando 155

ODISSEA

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DrsquoAgamennoacutene Digravellomi forsrsquoio Tal ei sendo il conobbi Il Fulminante E gli altri Eterni il sanno se annunziarti Possa che rsquol vidi peroccheacute per molte Contrade estrane ramingando andairaquo 160

ξ 121 Ed il pastor laquoBuon veglio alcuno errante Che giunga ad annunziar del Re il ritorno Neacute dalla donna sua neacute dal diletto Figlio arsquo suoi detti acquisteragrave mai fede Bramosi di ricetto i pellegrini 165 Mentiscono neacute dir vogliono il vero Ciascun di lor che in Igravetaca si addusse Come al cospetto fu della regina Illuderla tentograve con vani accenti Tutti accoglie benigna a parte a parte 170 Glrsquointerroga non senza giugrave del ciglio Versar copia di lagrime costume Di donna cui perigrave lunge lo sposo Foggeresti tu stesso o vecchio forse Qualche favola ove altri a te porgesse 175 Tunica e manto Ahi certo al Signor mio Dallrsquoossa giugrave divelsero la cute Cani ed augei veloci o in mar la spoglia Divoragraverongli i pesci e sotto un mucchio Di sabbia or lrsquoossa giacciono in sul lido 180 Di tal guisa perigrave ned altro a tutti I suoi fidi lasciograve che immenso affanno Ed a me piugrave cheacute sigrave benigno e mite Non troverograve signor dovunque io vada Non se del padre e della madre mia 185 Ricalcassi le soglie ovrsquoio giagrave nacqui Ovrsquoei medesmi cregravebbermi Neacute tanto Piango per lor bencheacute mrsquoarda il desigraveo Di rivederli nel natigraveo paese Quanto lrsquoassenza dellrsquoeroe mi accora 190 Nomar Ulisse paventosamente Bencheacute lontano appena ospite ardisco Tanto mi amograve tal di me cura ei prese Che dopo ancor chrsquoei si partigrave col nome Di fratello maggior pur sempre il chiamoraquo 195

ξ 148 laquoBencheacute trsquoostini incredulo ndash rispose Lrsquoinclito Ulisse ndash a dir chrsquoei non ritorna

LIBRO XIV

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Pur io ti giuro neacute giagrave parlo a caso Chrsquoei rediragrave Di cosigrave lieto annunzio Presta tiemmi la strenna incontinente 200 Che il piede ei metteragrave nel suo palagio Allora manto e tunica e superbe Vesti mi porgerai non io quantunque Igravenope prima nulla vorsquo Cheacute al pari Egravemmi nemico delle porte inferne 205 Colui che a povertagrave srsquoarrende e tenta Trar con detti fallaci altri in inganno Giove renda al mio dir testimonianza Sommo trarsquo Numi ed ottimo e questa anco Ospital mensa e dellrsquoesimio Ulisse 210 Il sacro focolare a cui me nrsquo venni Ciograve chrsquoio annunzio avverragrave Questrsquoanno istesso Qui Ulisse rediragrave verso la fine Di questo mese o dellrsquoaltro al principio Porragrave il piede in sua reggia E di chiunque 215 La consorte gli oltraggia e rsquol figlio illustre Fiera e condegna prenderagrave vendettaraquo

ξ 165 E tu gli rispondesti o saggio Eumegraveo laquoNeacute strenna dar di sigrave lieta novella Giammai veglio dovrograve neacute in sua magione 220 Fia che il Re piugrave ritorni Or tu quieto Bevi e drsquoaltro ragioacutenisi neacute in mente Mi rivoca mai piugrave queste sventure Cheacute mi si strugge il cor quandrsquoaltri il saggio Mio signor mi rammenta Anco da parte 225 Lasciamo i giuramenti Oh venga ei come Io la Regina e rsquol buon veglio Laerte E rsquol divino Telegravemaco bramiamo Or di questo del Re nobile figlio Digrave e notte sempre mi lamento e piango 230 Poicheacute crebber gli Eterni il giovinetto Come pianta gentil sorgeacuteami speme Che da men fra gli umani unqua non fosse Al caro padre in senno ed allrsquoaspetto Di ammiranda beltagrave ma gli distorse 235 Un nume od un mortal la retta mente Corse ei del padre a udir novelle a Pilo Ed ecco i Proci fieri al suo ritorno Tendono agguati percheacute lrsquoalta stirpe

ODISSEA

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Del divo Arcegravesio senza onor di nome 240 In Igravetaca si estingua Or piugrave di questo Non si parli o chrsquoei pecircra o che alla morte Sfugga se Giove di sua destra il guardi Ma tu nagraverrami o veglio a parte a parte Le tue sventure e rsquol veacuter schietto mi svela 245 Chi sei tu Donde vieni E dove sono La patria i genitor Di su qual nave Giugnesti Quali fucircro e di qual gente I nocchier che menacircrti E di qual guisa Certo che a piedi in Igravetaca non viensiraquo 250

ξ 191 laquoTutto che chiedi a me veracemente ndash Lo scaltro Ulisse rispondea ndash vorsquo dirti Ma qui se un anno intero anco seggendo Con molte dapi e licor dolce queti Gustassimo rsquol convito e ogni altro intanto 255 Uscisse allrsquoopre usate io non potrei Gli affanni del mio cor tutti narrarti Che degli Eterni per voler sostenni

ξ 199 Nacqui e mi glorio nella vasta Creta Prole drsquouom opulente a cui molti altri 260 Partorigrave e crebbe figli in sua magione La legittima sposa in compra donna Me ingenerava e al par degli altri in pregio LrsquoIlagravecide Cagravestor mrsquoebbe da cui Originar mi vanto e che giagrave in Creta 265 Per fortuna ricchezze e figli illustri Qual Dio lo si onorava Ma nellrsquoatre Case di Pluto dalle Parche spinto Gettacircr le sorti i nobili suoi figli E rsquol retaggio divisero a me scarsa 270 Parte assegnacircro e un tetto Io nondimeno Di ricchi genitor menai consorte Merceacute rsquol mio ardir chrsquouom giagrave non era oscuro Neacute di battaglie disertor Or tutto Giagrave mi falligrave pur se alla paglia attendi 275 Ben della messe giudicar potrai Ma grave mi calcograve cruda sventura Forza e coraggio ed impeto tra lrsquoarmi Giagrave mrsquoinfuser nel cor Marte e Minerva Quandrsquoio posto lrsquoagguato allrsquoinimico 280 I piugrave forti eleggea no mortal rischio

LIBRO XIV

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Giammai non presentigrave lrsquoalto cor mio Ma con lrsquoasta slanciandomi stendea Qual fidato nersquo piegrave mi raffrontava Tal fui giagrave in guerra non rural fatica 285 Non domestiche cure a me fucircr care Che splendida allevar fanno la prole Ma remiganti navi aspre battaglie Acute lance e lucidi quadrelli Sempre dilessi bencheacute appaian cose 290 Tremende altrui Ecco di che mi piacqui Ecco ciograve che nel cor poacutesermi i Numi Cheacute a vari studi vogravelgesi rsquol desigraveo Dersquo mortali nel cor Prima che ad Igravelio Fesser passaggio della Grecia i figli 295 Nove fiate su veloci legni Duce fui dersquo guerrier cui sospingea Contra gente straniera ed ogni impresa Lieta mi succedea Trascelto il fiore Delle prede molte altre indi sortigravea 300 Cosigrave lo stato mio repente accrebbi E riguardato cittadin possente Tra i Cretesi divenni E quando Giove La detestata via schiuse che a molti Prodi guerrieri le ginocchia sciolse 305 Forza a me fecircro e al chiaro Idomenegraveo Di comandar le prode che alla volta Drizzagravevansi di Troia neacute giagrave vrsquoebbe Loco a rifiuto cheacute tonar lrsquoirato Grido si udigravea del popolo Pugnammo 310 Quivi noi prole degli Achei novrsquoanni E nel decimo alfin cacciata al fondo Di Prigraveamo la cittagrave ritornavamo Corsquo ratti legni alla natigravea contrada Ma ci disperse un Dio Me sventurato 315 A piugrave fiero destin Giove dannava Cheacute a mi goder un mese unico i figli Lrsquoalma consorte che menai pulcella Ersquo miei tesor stetti nersquo patri lari A navigar di poi lrsquoalma mi spinse 320 Con ben instrutte prode e con valenti Compagni vegraver lrsquoEgitto Io nove adunque Navigli corredava ed i miei prodi

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Accorsero Sei digrave vivandacircr lieti Ed io persquo sagrifizi e per le mense 325 Non poche porgea lor vittime elette Sorto il settimo digrave ci dipartimmo Dalle piagge di Creta e con un vento Boreal fido e puro agevolmente Qual per corrente gigravea lrsquoonde solcammo 330 Leso non fu alcun legno e noi seggendo Di vigor lieti e di salute andammo La rsquove rsquol vento ersquo nocchier drizzacircro il corso La foce al quinto digrave del fiume Egitto Dalle belle correnti alfin prendemmo 335 Quivi ordinai che molti dersquo miei prodi Stesser presso le navi a custodirle Gli altri spediva ad esplorar dallrsquoalto La contrada Se non che dallrsquoaudace Animo spinti e dal valor natigraveo 340 LrsquoEgizie saccheggiacircr fertili terre Le donne ersquo figli via menacircr captivi Gli agricoltori uccisero repente Per tutta la Cittagrave ne corse il grido In questa i cittadin surta lrsquoAurora 345 Accorsero di fanti e di cavalli Giagrave pieno egrave rsquol campo e del balen dellrsquoarmi Allora il Fulminante un tal desigraveo Di vil fuga nersquo petti arsquo nostri infuse Che tener fronte alcun piugrave non sostenne 350 Peroccheacute la sciagura ed il terrore Ovunque gli premea Molti drsquoacuto Acciar furono stesi e parte fucircro Strascinati a patir travagli o stento LrsquoOligravempio stesso questo allor nel petto 355 Consiglio mi spirograve Deh percheacute prima Non caddi e non compiea lagrave nellrsquoEgitto Il destin mio poicheacute drsquoaltra piugrave grave Sventura segno esser dovea Dal capo Lrsquoelmo a terra deposi dalle spalle 360 Lo scudo e lrsquoasta di mia man gettando Corsi al cocchio del Re subito incontro Gli baciai le ginocchia e gliele strinsi Tocco il cor di pietagrave poacutesemi in salvo Collocommi nel cocchio e al suo palagio 365

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Me piangente adducea Vero egrave che molte Ragravebide turbe con frassigravenee lance Agognavano uccigravedermi ma schermo Fugravemmi rsquol Re che lrsquoultrice ira temea Del gran Giove ospital cui le malvage 370 Opre piugrave chrsquoaltro mai sono in dispetto Settrsquoanni vissi lagrave molte raccolsi Ricchezze tutti mi colmacircr di doni Volgea lrsquoottavo ed egraveccoti un Fenice Gran fabbro di menzogne ivi comparve 375 Avido di guadagno aspre sventure Tirograve addosso arsquo mortali Ei con le usate Arti fallaci drsquoir mi persuase Seco in Fenicia ove tenea palagi E dovizie di Sol stetti ivi un giro 380 Ma quando i mesi e i digrave rivolti lrsquoore Succedendosi rsquol fin recacircr dellrsquoanno Novi rsquol Fenice meditando inventi Mrsquoimbarcograve per la Libia ondrsquoio con lui Del veloce navil vegghiassi al carco 385 Ma veacutendermi il fellon quivi a gran prezzo Disegnava Non senza alto sospetto Necessitagrave stringegravendomi rsquol seguigravea Da puro soffio boreal sospinto Nel mar tra Creta e Libia il pin correa 390 Ma lrsquoesizio a costor Giove fermava

ξ 301 Quando neacute Creta piugrave ned altra terra Ma Cielo ed acqua vedevam soltanto Il Satugravernio sul legno atra una nube Sospese sotto cui srsquoabbuiar lrsquoonde 395 Forte e spesso tonando in sulla nave La folgore scagliograve dallrsquoigneo telo Percossa rigiragravevasi avvampando I naviganti in mar precipitacircro Trabalzati dallrsquoonde al par di corvi 400 Al legno intorno erravano la speme Tolse lor tutta del redire un Dio Giove a me vinto da un immenso affanno Il lungo della nave albero pose Tra man percheacute fuggissi rsquol mortal rischio 405 Di forza lrsquoavvinchiai qua e lagrave sullrsquoonde Me lrsquoimpeto portograve dersquo fieri vegraventi

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Errai per nove digrave ma nella fosca Decima notte dersquo Tesprograveti al lido Enorme un flutto mi gittograve Mrsquoaccolse 410 Liberalmente il Re di quelle genti Lrsquoeroe Fedoacuten Trovommi rsquol figlio a caso Che affaticato e di freddo tremante Sullrsquoarena giacea Stesa la destra Mi sollevograve mi addusse al regal tetto 415 Tunica e vesti splendide mi porse

ξ 321 Quivi drsquoUlisse udigravea diceacuteami rsquol Rege Che lo accolse e rsquol dilesse allor chrsquoei gigravea Al natigraveo loco e mi mostrograve drsquoUlisse Le adunate ricchezze ivi deposte 420 Il rame lrsquooro e rsquol ferro effigiato Tanto che sostener drsquouna famiglia Per dieci etagrave potrigraveeno i discendenti Che a Dodona ei passograve percheacute la sacra Alti-chiomata quercia gli riveli 425 Lrsquooracolo di Giove se ridursi Dopo assenza sigrave lunga in Igravetaca abbia Palesemente o ignoto Indi libando Alla presenza mia nella sua reggia Giurava rsquol Re che in mar tratto era il legno 430 Ed i regravemigi presti a ricondurlo Alla terra natigravea Me accomiatava Prima Fedoacutene cheacute ivi a sorte un legno Di Tesprograveti nocchier drizzava il corso Vegraver Duligravechio di grano aureo ferace 435 Commise lor che me con vigil cura Al Re Acasto adducesser ma costoro Volgeano in mente un perfido consiglio Perchrsquoio cadessi di miseria al fondo Quando la nave ondigravevaga si spinse 440 Dalla terra lontan ratto mrsquoordicircro Il giorno del servaggio Disvesticircrmi Tunica e manto e questi che or tu vedi Miseri cenci mi gettacircro in dosso Nersquo culti campi drsquoIgravetaca felice 445 Giunti a sera legacircr tenacemente Me nella nave con attorta fune Indi scesi del mar lungo la riva Preser la cena Ma spezzommi un Dio

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Quersquo vincoli repente al capo intorno 450 Questi cenci mrsquoavvolsi e lungo il liscio Timon giugrave scivolai col petto steso Sullrsquoonde drsquoambe man sigrave remigai Che da loro lontan ratto mrsquoaddussi Giunto a riva ligrave salsi ove un querceto 455 Frondeggia e quatto quatto ivi mrsquoascosi Quei vagacircr sospirosi neacute scorgendo Traccia o indizio di me si rimbarcacircro Me di leggier ascosero gli Eterni Guidandomi drsquouom saggio allrsquoumil tetto 460 Perciograve in fato mrsquoebbrsquoio vivere ancoraraquo

ξ 360 E tal risposta tu gli feacutesti Eumegraveo laquoAhi degli ospiti tutti il piugrave infelice Quanto il cor mi commosse il tuo racconto Dersquo guai patiti e del tuo andar ramingo 465 Ma pagravermi che a ragion non persuaso Io sia di ciograve che tu narri drsquoUlisse Deh percheacute qual sersquo tu mentir ti ostini Io medesmo ben so quanto in odio hanno Del signor mio rsquol ritorno i numi tutti 470 Ben lo mi so poicheacute no nol domacircro Nersquo campi drsquoIgravelio o dersquo suoi fidi in braccio Posto chrsquoegli ebbe termine alla guerra Tutte alzato gli avrigravean le Dagravenae genti Superbo monumento onde verrigravea 475 Nersquo digrave venturi al figlio inclita gloria Ma lrsquoArpie il si rapicircro inonorato Da indi in qua vivo tra i branchi ascoso Ned a cittagrave me nrsquo vado se non quando Giunta da qualche banda una novella 480 La saggia a me Penegravelope il mrsquoingiunga Ristretti intorno allo stranier a gara Lrsquointerrogan cosigrave quersquo cui la lunga Assenza del mio Re rese dolenti Come color che lieti a un tempo e impuni 485 Le sostanze ne struggono Non io Neacute investigar mai piugrave neacute chieder amo Dal digrave che favellando mi deluse Un Etolo che reo dellrsquoaltrui sangue Poi che errando se nrsquo gigravea di piaggia in piaggia 490 Venne al mio albergo ed io lieto lrsquoaccolsi

ODISSEA

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Costui dicea che a risarcir le navi Dalle tempeste conquassate il vide Appo rsquol Re Idomenegraveo nellrsquoampia Creta E soggiungea lrsquoestate over lrsquoautunno 495 Certo ritorneragrave con gran dovizia Rimenando i compagni incliti in guerra E tu buon veglio che tanto soffristi Poicheacute nersquo lari miei trsquoaddusse un Dio Neacute mentir neacute blandirmi ah non per questo 500 Fia che trsquoonori piugrave neacute che piugrave trsquoami Ma percheacute lrsquoospital Giove pavento E pietade nel cor per Te mi parlaraquo

ξ 390 laquoBen incredulo in petto animo chiudi ndash Ulisse ripigliograve ndash poicheacute a malgrado 505 Dersquo giuramenti miei feacute non mi presti Su via fermiamo un patto e di lassuso Gli Eterni dellrsquoOlimpo abitatori Fagravecciano ad amendue testimonianza Se ritorna il tuo Re qui nersquo suoi tetti 510 Tunica e manto vegravestimi e a Duligravechio Dove aspira il mio cor tosto mrsquoinvia Ma se comrsquoio rsquol trsquoannunzio egli non riede Eccita i servi che da unrsquoalta rupe Capovolto mi gettino sigrave chrsquoabbia 515 Sgomento rsquol poverel di farti ingannoraquo

ξ 401 laquoStranier ndash rispose il nobile pastore ndash Bella mrsquoacquisterei splendida lode Di gloria e di virtugrave non pur in questa Ma nellrsquoetagrave venture appo i mortali 520 Se accolto nel mio albergo e gli ospitali Doni a te compartiti io trsquouccidessi Togliendoti le dolci aure di vita Per indi a Giove in faccia alzar miei voacuteti Ma tempo egrave della cena or qui i compagni 525 Entrati appresterem desco giocondoraquo

ξ 409 Cosigrave tra lor dicendo ecco lrsquoarmento Accostarsi ersquo garzon che nellrsquousate Stalle il chiudean dersquo verri che stipati Corcagravevansi si alzava alto il grugnito 530 Vograveltosi in questa arsquo suoi compagni Eumegraveo

ξ 414 laquoDersquo verri a me lrsquoegregio immolerollo Gratificando lrsquoospite che giunse

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Di paese lontan gioviagravemci ancora Noi del convito noi che lungo affanno 535 Soffriam pascendo i branchi ed altri intanto Impune il nostro affaticar divoraraquo

ξ 418 Detto spezzograve drsquounrsquoaffilata scure Arido ceppo quei menacircro un pingue Verro quinquenne al focolar davanti 540 Il collocacircr neacute giagrave gli Eterni pose Il pastore in obbligraveo cheacute glrsquoirraggiava Lrsquoalma senno e pietagrave del capo i peli Di quella belva dalle bianche sanne Gettati al foco orava a tutti i Numi 545 Che Ulisse arsquo tetti suoi faccia ritorno Della spezzata quercia un ramo allora Alzograve appartato e tal percossa allrsquoostia Diegrave che la stese La sgozzacircro i servi La rosolacircr sparticircrla ed ei dai membri 550 Spiccati i crudi brani gli avvolgea Di doppio omento indi una parte al foco Gettograve di cereal polve cospersa Sminuzzograve il resto e dai pastor nersquo spiedi Infisso ed abbrostito acconciamente 555 Fu tolto al foco e posto in sulla mensa Eumegraveo che il giusto sempre onora e cole Surse e divise in sette parti il tutto Lrsquouna alle Ninfe e al gran figlio di Maia Divotamente lrsquoimplorando offerse 560 Lrsquoaltre porse a ciascun dersquo convitati Ma donava allrsquoEroe drsquoonore in segno Della sannuta vittima la schiena Esultograve il Rege e sigrave gli disse laquoEumegraveo Possa al par tu allrsquoOligravempio esser diletto 565 Qual tu il mi sei che a tal sendo condotto Di sigrave oneste accoglienze or mi consoliraquo

ξ 442 E tu sigrave rispondesti o saggio Eumegraveo laquoO degli ospiti esimio ecco ti ciba Di ciograve che ti egrave imbandito e ti ristora 570 Concede e toglie a suo volere il Nume Questi beni chrsquoei puograve tutto che vuoleraquo

ξ 446 Detto agli Eterni le primizie offerse Libograve il negro Liegraveo poscia ad Ulisse Eversor di Cittagrave porse la tazza 575

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Questi alla porzion che gli si appose Sedeacuteo davanti e gigravea Mesagraveulio intanto Dispensando di Cegraverere i bei doni Mesagraveulio che ei del suo comprograve dai Tafi Assente il Re neacute da Penelopegravea 580 Neacute da Laerte sovvenuto In questa Steser le mani al cibo e come drsquoesca E di beva il desir fu in essi estinto Levograve Mesagraveulio il pane e quei satolli Affrettagraveronsi a dar le membra al sonno 585

ξ 457 Fredda sorgiunse e tenebrosa notte Senza sosta piovea Giove ed acquoso Zegraveffiro fier soffiava Ulisse allora Vogravelto agli ospiti suoi tentograve srsquoEumegraveo Svestito il suo mantel gliel desse o almeno 590 A ciograve far eccitasse altro pastore Poicheacute tanta di lui cura prendea

ξ 462 laquoEumegraveo deh mrsquoodi e voi tutti suoi fidi Dirograve forse parole ebbre drsquoorgoglio Cheacute rsquol vin folle mi sprona ei che sospinge 595 Uom saggio spesso a trasmodar cantando Al molle riso a spiccar salti e rsquol tragge A parlar ciograve chrsquoera a tacer piugrave bello Ma poicheacute a freno ritener non seppi La lingua nulla terrograve in petto Ahi dove 600 Fior di mia gioventugrave forza mia intera Dove nrsquoandaste In cor piugrave non vi sento Come nel digrave che sotto lrsquoIgravelie mura Posto avemmo un agguato A quellrsquoimpresa Fucircr duci Ulisse e Menelao ed il terzo 605 Come lor piacque io fui Giunti vicini Alla cittagrave ed al muro arduo per densi Virgulti penetrammo ad Igravelio intorno Tra i paludosi giunchi ivi appiattati Giacevam sotto lrsquoarmi algente e fiera 610 Col soffio Boreal notte sorvenne Cadea dallrsquoalto in dilatate falde Giugrave qual brina la neve i nostri scudi Gremigraveansi di cristallo Avvolti gli altri Nersquo manti e nelle tuniche tranquilli 615 Giacean sotto le targhe Ahi folle io solo Il mantello tra miei commilitoni

LIBRO XIV

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Lasciai partendo cheacute patir cotanto Rigido verno non temea mrsquoavviai Sol con la cinta tonaca e lo scudo 620 Due terzi della notte eran trascorsi E gli astri declinavano quandrsquoio Del gomito a tentar faceacuteami Ulisse Che stagravevami drsquoaccanto ed egli pronto Al sommesso mio dir porse lrsquoorecchio 625

ξ 486 ldquoSagace di Laerte inclito figlio Non piugrave trarsquo vivi rimarrograve me doma Il gel manto non ho qui mrsquoilludendo Con la tunica sola un Dio mi spinse Giagrave giagrave di scampo mrsquoegrave ogni via precisardquo 630

ξ 490 Tacqui ed ei concepigrave questo disegno Cheacute nellrsquoarmi era pronto e nel consiglio ldquoTaci ndash mi bisbigliograve ndash che alcun non trsquoodardquo Della palma e del gomito indi fatto Alla gota sostegno ldquoUdite amici 635 Divina vision che a me nel sonno Balenograve troppo dal navil distiamo Corra a dire qualcuno al sommo Atride Che di prodi un drappel ratto ne mandirdquo

ξ 499 Sigrave disse LrsquoAndremogravenide Toagravente 640 Surse repente e via gettando il manto Porporino lanciossi in vegraver le navi Ed io rsquol mrsquoavvolsi intorno e lieto giacqui Sin che sul trono drsquoograver lrsquoaurora apparve Oh se quel fior di gioventugrave se integravegro 645 Fosse in me quel vigor qualcun di voi Drsquoun manto qui mi fornirigravea giagrave vinto Da riverenza e dallrsquoamor che inspira Non ignobil guerrier ma questi cenci Lo sprezzo di costor tragravessermi addossoraquo 650

ξ 507 E tu cosigrave gli rispondesti Eumegraveo laquoCerto bella narrasti ed ingegnosa Favola o vecchio neacute trsquouscigrave del labbro Men che decente o vana altra parola Ma neacute di veste or patirai difetto 655 Neacute drsquoaltro che a stranier supplice occorra Ben sorto il digrave trsquoagiterai drsquointorno Questi poveri panni Abbiamo scarse Le vesti neacute di tunica potrebbe

ODISSEA

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Alcun pastore a grado suo mutarsi 660 Giunto che fia drsquoUlisse il figlio amato Tunica manto ti donando e vesti Colagrave ti manderagrave dovrsquoir piugrave bramiraquo

ξ 518 Detto srsquoalzograve gli pose il letto accanto Al focolar e di montoni e capre 665 Gittograve su i velli in che lrsquoeroe colcosse Drsquoun folto ed ampio alfin manto il coverse Chrsquoegli in serbo tenea per farsi schermo Quando rigido verno incrudeligravea

ξ 523 Cosigrave ligrave giacque Ulisse ed i garzoni 670 Dormigraveangli accanto ma non giagrave ad Eumegraveo Lunge da branchi talentograve corcarsi Uscito fuor giagrave armagravevasi Gioigravea Ulisse in cor mirando con qual fede Dellrsquoassente suo Re lrsquoovil ei guarda 675 Prima ei sospese arsquo forti omeri intorno Lrsquoacuto brando indi vestissi un folto Manto che penetrar mal ponno i vegraventi Tolse di grande e pingue capra un vello Ed il braccio srsquoarmograve drsquouna ferrata 680 Lancia terror dersquo ladri e dersquo mastini Quindi a corcarsi andograve lagrave rsquove rsquol suino Armento sotto ad una cava rupe Chiusa al fier soffio drsquoAquiloacuten dormigravea

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LL II BB RR OO XX VV

Arrivo di Telegravemaco presso Eumegraveo

NNErsquo vasti campi si recograve di Sparta Minerva ad assennar drsquoUlisse il figlio Che di riegravedere egrave tempo e che ne affretti La dipartenza Il ritrovograve giacersi Nellrsquoatrio con Pisigravestrato giagrave vinto 5 Da giocondo sopor ma non il dolce Sonno a bear Telegravemaco scendea Cheacute nella queta notte il tenea desto Lrsquoaspra cura del padre Approssimollo Palla dallrsquoazzurrin guardo dicendo 10

ο 10 laquoNon ti srsquoaddice piugrave fuor dalla reggia O Telegravemaco errar neacute a quersquo superbi Le tue sostanze abbandonar non forse Divise le divorino e rsquol viaggio Vano ti torni Or via dunque lrsquoAtride 15 Bellicoso sollecita che ratto Ti rimandi onde lagrave nel tuo palagio Trovi lrsquoesimia genitrice a cui Forza giagrave fanno rsquol padre ed i fratelli Acciograve disposi Eurigravemaco che in ricchi 20 Doni ogni altro rival vince drsquoassai E che la dote splendida le accrebbe Bada che alcun tesor dalla magione A malgrado di Te non ti srsquoinvoli Sai drsquoogni donna rsquol cor del nuovo sposo 25 Avanzar sempre le dovizie intende Neacute dersquo primi suoi figli neacute del caro Consorte che impalmograve sendo pulcella E che morte rapigrave piugrave li rimembra

ODISSEA

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Neacute le cal piugrave nomarli Appena giunto 30 Delle tue ancelle allrsquoottima commetti Le tue sostanze fincheacute al guardo innanzi Ti si ponga darsquo Numi egregia sposa Altro vorsquo dirti e tu nel cor lo imprimi Profondamente I piugrave valenti Proci 35 DrsquoIgravetaca tra lo stretto e dellrsquoalpestre Same in agguato stan pur agognando Drsquouccigravederti anzi che alla patria arrivi Ma non porranno ciograve pagravermi ad effetto Qualcuno ingoieragrave prima la terra 40 Dersquo fieri vorator di tue sostanze Non pertanto dallrsquoisole lontano Drizza la proda e naviga notturno Il Nume che di te cura e trsquoassiste Spirar faragrave per te propizio un vento 45 Tocco drsquoIgravetaca appena il primo lito I compagni a cittagrave manda e la nave Ma tu rsquol custode pria trova dersquo verri Cui diletto sei tanto ed appo lui Pernotta Ad annunziar indi alla saggia 50 Il manderai Penegravelope che spiri Queste dolci vitali aure e che illeso Dalle piaggie di Pilo a lei ritorniraquo

ο 43 Detto allrsquoOlimpo rivolograve col tocco Della punta del piegrave dal dolce sonno 55 Scosse il garzone del Nelide il figlio E laquoRisveacutegliati ndash disse ndash o Pisistragraveto Aggioga al cocchio i rapidi corsieri E senza piugrave indugiar mettiagravemci in viaraquo

ο 48 E rsquol giovane laquoBencheacute rsquol partir nrsquoegrave tardo 60 Pur non ci egrave dato carreggiar al buio Ratto fia lrsquoalba Qui rimanti adunque Fincheacute lrsquoAtride gli ospitali doni Ponga nel cocchio e con dolci parole Trsquoaccomiati Cheacute lrsquoospite con gioia 65 Rimembra chi gli diegrave pegni drsquoaffettoraquo

ο 56 Tacque e nel trono drsquoograver brillograve lrsquoAurora Dallato si levograve drsquoEgravelena bionda Ed arsquo giovani eroi venne lrsquoAtride Come accorto di lui si fersquo il diletto 70 Figlio drsquoUlisse in fretta unrsquoabbagliante

LIBRO XV

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Tunica si vestigrave gittograve sui forti Omeri un ampio manto e fuori uscito Gli si fece a ricontro e sigrave gli disse

ο 64 laquoInclito Atride amor di Giove or via 75 Rimagravendami al natigraveo loco giagrave mrsquoarde Avida brama dersquo paterni tettiraquo laquoNon piugrave te di partir impaziente Qui ratterrograve lunga stagion ndash rispose Il bellicoso Atride ndash egravemmi in dispetto 80 Chi di soverchio lrsquoospite blandisce E del par chi rsquol trascura in tutte cose Vuogravelsi modo servar Non ben si addice Respinger lo stranier che star desigravea Ned arrestarlo se a partir srsquoaffretta 85 Lrsquoospite accogli che a Te vien ma quando Ir brama lrsquoaccommiata Non pertanto Soffeacutermati finchrsquoio riponga i ricchi Alla presenza tua doni nel cocchio Ed ordini che qui nel mio palagio 90 Dove regna la copia alcun ristoro Ti apprestino le ancelle Onore e laude Verranne a me neacute a te disutil fia Pasteggiar meco prima che lrsquoimmensa Terra imprenda a percorrere Cheacute srsquoami 95 Per lrsquoEgravellade instradarti ed ire ad Argo Aggiogati i corsier posto al tuo fianco Alle cittagrave ti condurrograve soggiorno Drsquoincliti eroi Ospite alcun non fia Che senza farti onor non perograve trsquoaccomiati 100 Certo treppiegrave di bronzo o conca avrai O due appaiati muli od aurea tazzaraquo

ο 86 Ed il garzon laquoRe Menelao mrsquoegrave tardo Arsquo miei Stati redir di lagrave partendo A guardia del mio aver nullo lasciai 105 E temo di perir cercando il padre Temo che alcun dersquo miei tesor srsquoinvoliraquo

ο 92 Tosto impose lrsquoAtride alla consorte Non che alle ancelle che di dapi in copia Srsquoimbandisca il convito Eteonegraveo 110 Che ligrave presso dormigravea surto di letto Accorse Il Re di suscitar glrsquoingiunse Il foco e di abbrostir le carni ei pronto

ODISSEA

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Al comando obbedigrave Discese intanto Nella stanza odorata rsquol biondo Atride 115 E non giagrave solo seco Egravelena scese E Megapegravente Entrati ove deposti Stanno i tesori gemina una coppa Il re tolse e levar drsquoargento unrsquourna Fersquo cenno al figlio Ma drsquoinnanzi allrsquoarche 120 Egravelena si fermograve dove rinchiusi Giaceano i pepli di lavor mirando Di sua man opra Uno venusto ed ampio Ricco di mille fregi e rsquol piugrave riposto E come stella fulgido ella scelse 125 Traversacircro la reggia ed al cospetto Di Telegravemaco giunti il Re dicea

ο 111 laquoCome brama il tuo cor cosigrave felice Ti consenta o Telegravemaco il ritorno Lrsquoaltitonante di Giunoacuten marito 130 Di tutti i doni che rsquol mio tetto chiude Dar ti vorsquo rsquol piugrave leggiadro e prezioso Crater di bellrsquointaglio argento egrave tutto Se non che lrsquoor sui labbri vi risplende Di Vulcan magistero Un digrave rsquol mi porse 135 Dersquo Sidoni rsquol gran Re Fegravedimo quando Me ritornante ricettograve in sua reggia Questrsquoegrave il dono ospital chrsquoor io vorsquo dartiraquo

ο 120 Tacque e gli offerse la ritonda coppa La sfolgorante ai piedi urna drsquoargento 140 Megapegravente gli pose Egravelena argiva Tra man tenendo il bel peplo di contra Stette nomograve il garzone e sigrave gli disse

ο 125 laquoQuesto dono ancor io figlio diletto Ti do contesto egrave di mia man lrsquoaccetta 145 DrsquoEgravelena per memoria onde si adorni Nel desiato digrave delle sue nozze La tua sposa appo Te lo guardi intanto La cara madre e tu con lieti auspici Allrsquoavita magion riedi feliceraquo 150

ο 130 Detto tra man gliel pose ed ei gioioso Lrsquoaccettograve Prese gli altri doni in questa Pisigravestrato ammirolli e nersquo riposti Del cocchio gli allogograve Poscia lrsquoAtride Nella reggia condusse ambo gli eroi 155

LIBRO XV

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Quivi nersquo troni assigravesersi Lrsquoancella Nellrsquoargenteo bacin da un vaso drsquooro Versograve lrsquoacqua alle mani indi un polito Desco vi stese in che candidi pani E molte dapi che teneva in serbo 160 La veneranda dispensiera impose Compartiva le carni Eteonegraveo Ma di Bacco mescea fervide spume DrsquoAtride il figlio Alle vivande apposte Steser le mani i convitati Quando 165 Del cibarsi e del ber si confortacircro Aggiogati i corsier montacircr lrsquoadorno Cocchio i garzoni e fuor dellrsquoatrio tosto Sospigravenserlo e del portico sonante LrsquoAtride igraveva con loro e nella destra 170 Aureo nappo tenea colmo di dolce Generoso Liegraveo percheacute in partendo Libassero fermossi anzi arsquo corsieri E propinando agli ospiti sigrave disse

ο 151 laquoO garzoni salvete ed al Nelide 175 Il medesmo per me voacuteto ridite Fugravemmi sempre qual padre affettuoso Dersquo popoli rsquol pastor fincheacute pugnammo Noi Dagravenae genti lagrave nersquo campi drsquoIgravelioraquo

ο 154 E lrsquoIgravetaco garzon laquoTutto che imponi 180 A Pilo giunti o Re noi ridiremo Oh potessrsquoio del par nel natigraveo loco Trovar Ulisse nersquo suoi tetti e dirgli Che del pieno tuo amor mi feacutesti degno Non che quanti mi desti incliti doniraquo 185

ο 160 Comrsquoei si tacque a destra gli sorvola Unrsquoaquila che avea con lrsquougne stretta Bianca e grande oca mansueto augello Che da un cortil rapigrave con alte grida Uomini e donne lrsquoinseguigravean ma quella 190 Vie piugrave a destra appressandosi arsquo garzoni Davanti ai corridor volava ad alto Allegracircrsi a tal vista ambo gli eroi Nel cor di tutti rifiorigrave la speme Ma Pisigravestrato il primo laquoO divo Atride 195 Deh pon mente se a noi questo portento O qualcun degli Eterni a te lrsquoinviaraquo

ODISSEA

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ο 169 Riconcentrato in seacute dentro volgea Menelao la risposta Ed ecco Elegravena Antivenigravealo laquoUdite udite ndash esclama ndash 200 Gli oracoli che in cor spigraverami un Dio Che adempieragravensi pagravermi Or come questa Aquila dispiccagravetasi dal monte Ove nacque ove i suoi parti vivranno Lrsquooca nodrita nel cortil ghermigraveo 205 Cosigrave molte patite aspre sventure Dopo che molto errograve reduce Ulisse Trarragrave darsquo Proci in sua magion vendetta Giagrave le soglie ne varca agli empi tutti Ecco apparecchia giagrave sterminio e morteraquo 210

ο 179 laquoQuestrsquooracolo adempia il Fulminante Sposo di Giuno ndash lrsquoIgravetaco rispose ndash Trsquoimplorerograve colagrave come una Divaraquo Ed isferzograve i corsier che ratto i campi Attraversata la Cittagrave trascorrono 215 Squassando impetuosi rsquol giorno intero Sul collo il giogo che teneacuteali avvinti Corcato il Sol ombragravevansi le vie Quando a Fere arrivacircro alla magione Di Digraveocle che Ortigraveloco produsse 220 Germe del fiume Alfegraveo Quivi lrsquointera Notte posacircr tranquilli e di Dioacutecle Gli ospitali accettacircr nobili doni

ο 189 Ma come rosea in Ciel fulse lrsquoAurora Aggiogati i corsier montacircr lrsquoadorna 225 Biga e dellrsquoatrio fuori e del sonante Portico lrsquoagitavano sferzava Telegravemaco i destrier che agevolmente Via persquo campi volavano Repente Lrsquoalta cittagrave raggiunsero di Pilo 230

ο 194 E drsquoIgravetaca il garzon laquoVuorsquo tu per fede Legagravermiti di far pieno il mio detto Pisigravestrato Lrsquoamor dersquo padri antico Ir ci fa drsquoospital nodo superbi Amendue drsquounrsquoetagrave questo viaggio 235 Vie piugrave dersquo nostri cor lrsquo affetto accresce No non mrsquoallontanar figlio di Giove Dalla nave qui lagravesciami non forse A mal mio grado per vie piugrave blandirmi

LIBRO XV

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Me in suo palagio non rattenga il vecchio 240 Mentre redir di subito mrsquoegrave forzaraquo

ο 202 Detto tra seacute Pisigravestrato discorre Come a modo il desir gli adegravempia e questo Il partito miglior tenne drizzava Vegraver la nave e rsquol marin lito i corsieri 245 Depose indi i bei doni in sulla poppa Le vesti e lrsquoor di che rsquol fersquo lieto Atride Ed a partir Telegravemaco esortando

ο 209 laquoMonta ed arsquo tuoi precipitar glrsquoindugi Comanda pria che arsquo tetti miei ritorni 250 Ad annunziar questa novella al padre Cheacute ciograve mi sona in cor no quellrsquoaltera Anima il dipartir non ti consente Anzi in questa verragrave piaggia ei medesmo A farti ressa neacute senza i suoi doni 255 Partiresti perograve che al tuo rifiuto In foco drsquoira tu rsquol vedresti accesoraquo

ο 215 Detto i corsier dallrsquoondeggiante chioma Vegraver la cittagrave spinse dersquo Pili e tosto Arsquo suoi tetti pervenne In questa laquoAmici 260 ndash Telegravemaco ingiungea ndash del bruno legno Ordinate gli attrezzi e noi medesmi Montiagravemvi a risolcar lrsquoequoree vieraquo

ο 220 Obbedicircr tutti e assigravesersi sui banchi Come presto al partir tutto ei giagrave scorse 265 Orava ed alla poppa un sagrifizio A Palla offrigravea quandrsquoecco gli si appressa Un pellegrino di lontan paese Profugo drsquoArgo chrsquoivi un uom uccise Era indovino e della stirpe sceso 270 Di Melampo che un digrave soggiornograve in Pilo Madre di greggi oltre modo opulente Ivi abitava una magion superba Ad altre genti indi migrograve fuggendo La patria ed il terribile Nelegraveo 275 Degli umani rsquol piugrave illustre immensi beni Rapigravegli e un anno li ritenne intero Per forza Intanto drsquoaspri lacci avvinto Nellrsquoalbergo di Figravelace patigravea Melagravempo doglie rie per lrsquoalma figlia 280 Di Negraveleo e pel pensier folle che in mente

ODISSEA

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Gli suscitograve lrsquoinesorata Erinni Ma la Parca ei sfuggigrave condusse a Pilo Da Figravelace le vacche alto-mugghianti Trasse vendetta dellrsquoindegno oltraggio 285 Di Negraveleo poderoso e del germano Alle case menograve lrsquoinclita sposa Appo altre genti indi si addusse ad Argo Altrice di corsier poicheacute ebbe in fato Abitar quivi e stendere lo scettro 290 Sui molti Argivi Eletta ivi una sposa Vi edificograve un palagio alto ersquo due prodi Magraventio e Antigravefate ingenerograve Di questi Il generoso Oiclegraveo nacque e drsquoOiclegraveo Il servator di popoli Anfiaragraveo 295 Lui che Febo oltremodo e Giove sommo Fecircr lieto giagrave di cure affettuose Pur di vecchiezza al limitar non giunse Sotto Tebe ei perigrave pel don funesto Che la moglie accettograve Nacquer di lui 300 Anfigraveloco e Alcmaoacuten Magraventio produsse Clito al giorno e Polifide LrsquoAurora Per la beltagrave di cui Clito era adorno Rapillo percheacute seggio abbia tra i Numi Febo rese lrsquoegregio Polifide 305 Agraveugure insigne e tra i mortali rsquol primo Poicheacute se nrsquo corse a morte Anfiaragraveo Irato al genitore in Iperesigravea Rifuggissi Polifide e rsquol futuro Ivi alle genti tutte predicea 310

ο 256 AllrsquoIgravetaco garzone il costui figlio Nomato Teocligravemene accostosse In quella che sullrsquoagile naviglio Libando orava e con alate voci

ο 260 laquoPoicheacute a compier ti trovo in questo loco 315 Rito sigrave pio deh ti scongiuro amico Per gli olocausti tuoi pel Dio che implori Per lo tuo capo ersquo tuoi fidi seguaci Il veacuter mi dirsquo nulla celar chi sei Qual popolo lasciasti A Te qual terra 320 Il natal diede ove i parenti sonoraquo

ο 265 Ed il garzon laquoNon ti fia rsquol vero ascoso In Igravetaca nacqui io mrsquoegrave padre Ulisse

LIBRO XV

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Od il fu Cheacute or crudel morte il rapigraveo Venni corsquo prodi miei su questa nave 325 Investigando il deplorabil fato Del genitor giagrave da gran tempo assenteraquo

ο 271 laquoDel par vorsquo errando ndash lrsquoagraveugure soggiunse ndash Lungi dal suol natigraveo chrsquouom della mia Tribugrave vi spensi ed ei lasciograve non pochi 330 Fratelli e amici nella fertil Argo Drsquoalta possanza sulle genti Achee Dalla costor vendetta e dalla morte Fuggo di gente in gente or mi sospinge Ramingo il mio destin Deh sul tuo legno 335 Piagravecciati ricovrarmi ecco trsquoimploro Nella mia fuga cheacute terror mrsquoinvade Di cader trucidato Udir giagrave pagravermi Lo scalpitar dersquo miei persecutoriraquo

ο 279 laquoNo dal mio legno in che salir tu brami 340 ndash Gridograve rsquol garzon ndash no non verrai repulso Seacuteguimi trsquoaccorrograve lieto e di quanto Sta in mio potere ti farograve contentoraquo

ο 282 Detto preacutesegli lrsquoasta e la depose Sulla corsigravea del legno rimontogravevvi 345 Poscia egli stesso e vi si assise in poppa E lrsquoagraveugure seder si fece accanto Sciolte le funi ei comandograve che posti Fosser gli attrezzi darsquo compagni in pronto Tutti accorsero a gara ad obbedirgli 350 Alzato lrsquoabetin albero in alto Entro il piantacircr la cava nicchia e al piede Di corda lrsquoannodacircr le bianche vele Spiegacircr che attorti cuoi tenean distese Lrsquoaltera Diva dallrsquoazzurro sguardo 355 Giugrave dallrsquoetra mandograve propizio un vento Impetuoso acciograve che ratto solchi Del pelago la salsa onda il naviglio Partiti rassentacircr Crune e le belle Di Cagravelcide correnti Il Sol repente 360 Tramontograve e drsquoombra si copricircr le vie Spinta dal vento che governa il Nume La nave costeggiograve di Fegravea le rive E passograve accanto ad Egravelide divina Dominio degli Epegravei Telegravemaco indi 365

ODISSEA

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Drizzograve lagrave vegraver le alpestri Isole il corso Pensoso del suo scampo o della morte

ο 301 Ulisse in questo mezzo e rsquol divo Eumegraveo Sedeano a cena ed i pastor con loro Drsquoesca e di beva il desiderio estinto 370 Parlograve drsquoIgravetaca il Re tentando Eumegraveo A chiarir se di lui lrsquousata cura Prender anco volesse ondrsquoei rimanga Lagrave nella stalla od a Cittagrave mandarlo

ο 307 laquoEumegraveo deh mrsquoodi e voi tutti o Pastori 375 Dimani al primo albor desigraveo condurmi A mendicar per la cittagrave acciograve rsquol vitto Ned a Te logri piugrave neacute a tuoi compagni Piagravecciati quindi ammaestrarmi e guida Darmi sicura onde colagrave mi scorga 380 Vagando andrograve per la cittagrave siccome Necessitagrave mi stringe e forse alcuno Porgeragravemmi una ciotola ed un tozzo Andrograve drsquoUlisse ai tetti ed alla saggia Penegravelope darograve nuove di lui 385 Avvolgerommi tra i superbi Proci Che in tanta copia di vivande forse Largiragravennomi un pasto A me fia lieve Ratto e ben eseguir tutto che vonno Chrsquoio rsquol ti dirograve giagrave tu mrsquointendi ascolta 390 Io la merceacute del messaggiero Ermete Da cui si abbella dersquo mortali ogni opra Di grazia e di splendor tal son che niuno Nelle cure domestiche mrsquoavanza O se faccia mestier raccocircrre il foco 395 O legna aride fendere od in brani Porre e abbrostir le carni o mescer vino Servigi che il tapin presta al possenteraquo

ο 325 Irato a lui cosigrave rispondi Eumegraveo laquoAhi come tal pensier ti cadde in mente 400 Ospite mio Certo perir ligrave brami Se tra la turba entrar vuorsquo tu dersquo Proci La cui audacia giagrave e la violenza Montar del Ciel sino alla ferrea volta Non tali sono i servi lor ma vaghi 405 Donzelli adorni di leggiadre vesti Di cui le chiome nitide e rsquol bel viso

LIBRO XV

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Mandan profumo di odorate essenze Questi lor vanno ministrando in giro Mentre di pan di carni e di Liegraveo 410 Le magnifiche lor mense van carche Deh qui rimanti no la tua presenza Ned a me neacute arsquo pastor torna mai grave E quando rediragrave drsquoUlisse il caro Figlio ti largiragrave tunica e vesti 415 E lagrave ti manderagrave dovrsquoir aspiriraquo

ο 340 Il magnanimo Re laquoPossa tu a Giove Caro esser tanto quanto a me tu rsquol sei Nobile Eumegraveo tu che arsquo miei lunghi errori Aglrsquoinfortuni miei termine hai posto 420 Non vrsquoha del ramingar vita piugrave dura Cheacute qual va errando degli umani pate Non pur lo strazio drsquoesecrabil fame Ma danni mille ad una e martigraver mille Or poicheacute mi rattieni e vuoi che aspetti 425 Telegravemaco deh dimmi se la madre Se del divino Ulisse il genitore Che lasciograve di vecchiezza in su la soglia Quandrsquoei si dipartigrave vivano ancora Sotto i raggi del Sole o se giagrave spenti 430 Discesero nersquo regni atri di Plutoraquo

ο 351 E rsquol buon pastor laquoOspite rsquol vero udrai Vive Laerte ma digrave e notte implora Giove che in sua magion lrsquoalma gli sciolga Cheacute dolor disperato il cor gli preme 435 Pel figlio assente e per la saggia donna Di sua florida etagrave fida compagna Che morendo anzi tempo il diede in preda A precoce vecchiezza Ella giagrave oppressa Da immenso affanno che del figlio illustre 440 Le cagionograve la lunga lontananza Perigrave drsquoorrida morte Oh non mai pecircra Cosigrave qual mi dilesse e in queste soglie Cortese a larga man poacutersemi aigraveta Fincheacute visse bencheacute angosciata mrsquoera 445 Dolce udire i suoi detti e interrogarla Poicheacute ella mrsquoallevograve presso Ctimene Esimia figlia sua di pepli adorna Ultimo dersquo suoi parti ad un ci crebbe

ODISSEA

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E quasi al par di lei teneacuteami in pregio 450 Ma come al fior cotanto desiato Di nostra etagrave fummo amendue lei sposa Fecero in Same ricevendo immensa Dovizia a me di tunica di manto E di vesti leggiadre e di calzari 455 Anticlegravea fece dono e in questi campi A porre stanza mi mandograve e di cuore Mi dilesse ognor piugrave Tutti or con lei Questi beni disparvero ma i Numi Prosperacircr la fatica a cui mi diedi 460 Mrsquoalimentai la merceacute loro e bebbi E rsquol verecondo poverel sovvenni Quantrsquoallrsquoalma Penegravelope mrsquoegrave tolto Ascoltar piugrave le sue dolci parole Ersquo bei fatti conoscerne cheacute grave 465 Sulla magion di lei piombograve sventura Turba ria di superbi e non pertanto Uopo grande hanno i servi di parlarle Drsquointerrogarla sopra ciograve chrsquoei denno Mangiar e bere e riportarne ai campi 470 Di che lrsquoanimo lor sempre si allegraraquo

ο 380 laquoNumi ndash lrsquoeroe sclamograve ndash Fanciullo ancora Errar forza ti fu pastore Eumegraveo Dalla patria lontano e darsquo parenti Ma il veacuter deh dimmi disertata venne 475 La cittagrave vasta in che la veneranda Madre abitava e rsquol genitore O colto Presso lrsquoagne od i buoi solo rapicircrti Sulle navi i pirati e trasferito DrsquoIgravetaca ai liti per condegno prezzo 480 Ti vendettero al Sir di queste caseraquo

ο 389 laquoPoicheacute tanto drsquoudire i casi nostri Ospite mio trsquoaggrada e tu rsquol mi chiedi ndash Rispoacutesegli rsquol pastor ndash tacito ascolta Rassereacutenati in voacutelto ed il vermiglio 485 Licor beendo stammi assiso al fianco Notti regnano immense or vuogravelsi il tempo Compartire tra rsquol sonno e tra la vegghia Se lrsquoaltrui ragionar caro ci torna Anzi lrsquoora non trsquoegrave drsquouopo corcarti 490 Noce il sonno soverchio Ove addormirsi

LIBRO XV

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Talentasse ad alcuno esca e in sullrsquoalba Confortato di cibo arsquo paschi segua Del Re gli armenti Ma noi qui seggendo Diagravemci al bere al mangiar dersquo gravi nostri 495 Infortuni lrsquoalterna rimembranza Al cor ne aggiungeragrave cheacute si piace anco Dersquo proprii affanni uom che sofferse molto E molto errograve Dirti i miei casi adunque Poicheacute rsquol mi chiedi e rsquol brami egraveccomi presto 500

ο 403 Sirigravea si noma unrsquoisola tu forse Parlar nrsquoudisti che al di lagrave drsquoOrtigravegia Giace ursquo del Sol si veggion le rivolte Vasta no ma felice armenti e greggi Pasce in copia di viti e in un dersquo campi 505 Di frutto cereal lieti egrave feconda Non mai le genti a tormentar penegravetra La Fame ligrave neacute morbo altro funesto Arsquo miseri mortali allor che aggiunta Hanno lrsquoestrema etagrave le umane schiatte 510 Sceso nella cittagrave Febo dal grande Arco drsquoargento e Artegravemide le spegne Sugravebito colpo dersquo lor miti strali Sorgon ligrave due cittagrave tra cui si parte La comune dovizia il padre mio 515 Ctegravesio Ormegravenide somigliante ai Numi Sullrsquouna e lrsquoaltra distendea lrsquoimpero

ο 415 Approdograve un digrave colagrave di naviganti Fenici giuntator nave che mille In seacute chiudea leggiadri adornamenti 520 In casa il padre mio Fenicia donna Fugravevvi allor bella e grande e nersquo piugrave industri Lavori esperta Seppero gli astuti Con lusinghe sedurla accanto al legno Mentre i lini astergea lrsquoun dersquo garzoni 525 Con lei si giacque e ne gioigrave maligravea Prepotente che il cor la mente invola Alle inaccorte femmine quantunque State pria di virtugrave fosser devote

ο 423 Chi fosse e donde indi le chiese ed Ella 530 Gli additograve la magion del padre mio

ο 425 ldquoVagraventomi nata ndash disse ndash ursquo rsquol rame abbonda In Sidone Aribante egrave rsquol padre mio

ODISSEA

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Ricco drsquoampia dovizia In quel momento Che darsquo campi redigravea Tafi ladroni 535 Mi rapicircro ed al Sir di quel palagio Vendeacutettermi neacute vil nrsquoebbero il prezzordquo

ο 430 Ed il garzon che giagravecquesi con lei Celatamente ldquoOr non vorrai seguirne Per lrsquoalta reggia riveder del padre 540 E della madre e lor medesmi Certo Son vivi e ciaschedun ricchi gli estimardquo

ο 434 ldquoOh sigrave ndash la donna ripigliograve ndash ciograve fia Se ricondurmi drsquoogni oltraggio immune Giurerete o nocchieri al tetto miordquo 545

ο 437 Tacque e tutti giuracircr comrsquoElla indisse Poicheacute tratto fu il giuro a compimento In questa guisa soggiungea la donna

ο 440 ldquoOr un alto silenzio alcun non osi O per via in me si avvenga o presso al fonte 550 Motto pur farmi non qualcun si avvisi Ir al palagio e farne il veglio accorto Che si apponendo al veacuter drsquoaspre catene Me stringerebbe e voi porrebbe a morte Poacutestivi in core i detti miei deh ratto 555 Vettovagliare piagravecciavi il naviglio Comrsquoei fia carco giugravengami lrsquoannunzio Chrsquoio meco ancora porterograve quantrsquooro Sotto alle man verrammi altra mercede Pel vostro uffizio rendervi mrsquoaggrada 560 Io rallevo al buon sire un fanciulletto Accorto e lesto sigrave che fuor mi segue Con piegrave veloce io rsquol condurrograve alla nave Sommo tesor vi frutteragrave ove a genti Drsquoaltre favelle veacutenderlo vi piacciardquo 565

ο 454 Detto fece al regal tetto ritorno Intero un anno ivi restacircr coloro Trafficando di merci il legno carco E giagrave presto a salpar per un messaggio Diecircr avviso alla donna In casa il padre 570 Lrsquoastuto si recograve con un monile Drsquoambra contesto e drsquoograver la madre mia Tra mano con le ancelle il rivolgea Tutte intente il guatavano non lieve Prezzo offerendo in questa alla Fenicia 575

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Donna ammiccograve il nocchier segretamente Fatto il segno tornograve tosto al naviglio Per man ella mi prese e del palagio La soglia oltrevarcograve nellrsquoatrio i nappi Trovograve e le mense che imbandiva il padre 580 A quelli che reggean seco la terra E che al concilio addugravessersi con lui Per convocare il popolo repente Rapigrave tre di quersquo nappi e in sen gli ascose Io dissennato le premea i vestigi 585 Tramontograve il Sole intanto e tutte drsquoombra Si coperser le vie veloci al porto Magnifico giungemmo ed alla nave Fenicia Ersquo srsquoimbarcacircr con lor fendemmo Lrsquoequoree strade Giove un vento amico 590 Nrsquoinvia navigavam senza far sosta Sei digrave Ma quando di Saturno il figlio La settimrsquoalba rimenograve Diana La donna saettograve che al legno in fondo Come trafitta folaga marina 595 Strepitando cascograve La costei salma Darsquo Fenici scagliagravevasi nellrsquoonde Di Foche esca e di pesci in cor dolente Abbandonato e solo ivi rimasi Dal vento e darsquo marosi indi sospinti 600 In Igravetaca ersquo approdacircr dove Laerte Parte spendendo del suo aver mi ha compro Questa terra cosigrave correacuteami agli occhiraquo

ο 485 Ed il nobile Eroe laquoMi commovesti Nel petto rsquol cor drsquoassai questi narrando 605 Immensi affanni che patisti Eumegraveo Ma rsquol bene al male seguitar fersquo almeno Giove per Te poicheacute dopo aspri guai Venisti arsquo tetti drsquoun signor benigno Che trsquoegrave largo di cibo e di bevande 610 Tu lieto vivi mentrrsquoio a lungo errando Drsquouna in altra cittagrave qui alfin pervenniraquo

ο 493 Tal di costoro era il colloquio poscia Iti a corcarsi il sonno lor fu breve Cheacute lrsquoAurora apparigrave nellrsquoaureo trono 615 Giagrave sorti a riva raccogliean le vele Di Telegravemaco i fidi incontinente

ODISSEA

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Lrsquoalbero declinacircr corsquo remi in porto Spinser la prora lrsquoagravencore gittacircro E di funi le avvinsero nel lido 620 Ersquo medesmi gettagravevansi allesticircro La cena e vi libacircr dolce Liegraveo Di dapi e di licor ripressa in core La brama a dir Telegravemaco si prese

ο 503 laquoVoi presso alla cittagrave guidate il legno 625 A visitar i campi ed i pastori Or io me nrsquo vo visti i lavori a sera Appo voi riederograve Dimani allrsquoalba Vrsquoimbandirograve in premio del viaggio Ricca di carni e di licor la mensaraquo 630

ο 508 E rsquol divo Teoclimeacuten laquoChe far deggrsquoio Dove dunque nrsquoandrograve figlio diletto Forse ai tetti drsquoalcun dersquo piugrave possenti DrsquoIgravetaca alpestre Od ir dovrograve diritto Alla tua madre ed al regal tuo albergoraquo 635

ο 512 E Telegravemaco laquoCerto in miglior tempo Al mio palagio trsquoaddurrei neacute punto Lagrave verresti in desigraveo drsquoospital dono Ma tal partito focircra a te medesmo Di presente funesto a me egrave pur forza 640 Non appressarti ned a te fia dato Penegravelope veder cheacute assai di rado Appar tra i Proci ma nellrsquoalte stanze Stassi in disparte ad oprar tele intesa Pur altro eroe trsquoindicherograve appo cui 645 Riparar ben potresti il Polibide Eurigravemaco che drsquoIgravetaca le genti Onoran tutte quante al par di un Nume Uom drsquoalto affar che alla consorte al trono Del padre mio vie piugrave che gli altri aspira 650 Ma tu chrsquoempi di Te lrsquoetere immenso Oligravempio Giove il sai se costor prima Dellrsquoambigraveto Imenegraveo figraveen posti a morteraquo

ο 525 Diceva ed ecco sorvolargli a destra Ratto nunzio drsquoApollo uno sparviere 655 Tenea stretta tra lrsquougne una colomba La dispennava e ne spargeva a terra Tra la nave e Telegravemaco le piume Preso il garzon per mano ecco in disparte

LIBRO XV

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Teocligravemene rsquol tragge e sigrave gli dice 660 ο 531 laquoNo non seguigrave senza il voler drsquoun Nume

A destra il volo dellrsquoaugel di contra Il vidi ed augurale il riconobbi Telegravemaco farsquo cor piugrave regia stirpe Della tua non vrsquoha in Igravetaca qui fia 665 Dominatrice libera per sempreraquo

ο 535 Ed il garzon laquoDeh voglia il Ciel che questa Tua parola srsquoadegravempia ospite mio Tantrsquoio ti largirograve pegni drsquoaffetto Che qual ti riscontrasse indi per certo 670 Compitamente ti terrigravea beatoraquo

ο 539 Rivolto indi al suo fido laquoO mio Clitide Piregraveo ndash diceva ndash tu che fra i compagni Che a Pilo mi seguicircr fosti ad ognora Presto arsquo miei cenni piagravecciati or condurmi 675 Lrsquoospite in tua magione e liete fargli Accoglienze ed onor finchrsquoio ritorniraquo

ο 544 E quel prode laquoO Telegravemaco ove ancora Star lunga pezza qui ti fosse in grado Avrograve dello stranier cura neacute fia 680 Chrsquoei drsquouffizio ospital viva in desigraveoraquo

ο 547 Detto salse il naviglio ed arsquo compagni Di sciocircr le funi e di montar ingiunse Srsquoimbarcacircr tutti e assigravesersi sui banchi I bei calzari sotto i piedi avvinse 685 Telegravemaco ed in man valida unrsquoasta Che prefissa di rame avea la punta Tolse dal palco della nave ad alto Vegraver la cittagrave i nocchier spinsero il legno Come drsquoUlisse il caro figlio impose 690 Ed ei con ratto piegrave si allontanava Sin che giunse alla stalla ove i suini Branchi si accovacciavano Sovrrsquoessi Arsquo suoi padroni affettuoso e mosso Da vivo zelo vigilava Eumegraveo 695

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LL II BB RR OO XX VV II

Riconoscimento di Telegravemaco e drsquoUlisse

RRACCESO rsquol foco allrsquoapparir dellrsquoalba Nellrsquoumil tetto Ulisse e rsquol chiaro Eumegraveo Leve pasto allesticircro ersquo congregati Verri avviacircr corsquo lor custodi ai campi Ma i cani latrator facean gran festa 5 A Telegravemaco intorno neacute al vegnente Abbaiavano Accorto rsquol divo Ulisse Feacutessi di quel blandir giagrave giagrave rsquol rumore Dersquo passi dellrsquoeroe vie piugrave crescea Perciograve converso al buon pastor laquoEumegraveo 10 Certo ndash disse ndash qui giunge un tuo compagno O conoscente non latrano i cani Ma tripudian giagrave nrsquoodo il calpestioraquo

π 11 Neacute fin pose al parlar che rsquol suo diletto Figlio apparve nellrsquoatrio A quella vista 15 Attonito rsquol pastor legravevasi i vasi In che rsquol vino mescea di man gli caddero Coacutersegli incontro gli baciograve la testa I begli occhi lucenti ambe le mani Affettuose lagrime spargendo 20 Come tenero padre al petto stringe Il caro figlio che tornograve da lungi Dopo assenza decenne unico figlio Che in tarda etagrave produsse e per cui tante Fiere angosce patigrave non altrimenti 25 Tutto intero ricinse e baciograve Eumegraveo Il bel garzon come se allora allora Fosse a morte sfuggito e lagrimando

π 23 laquoVenisti alfin o desiata e dolce

LIBRO XVI

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Luce degli occhi miei Di piugrave vederti 30 O Telegravemaco uscito era di speme Dal digrave che navigando ito sersquo a Pilo Piagravecciati o figlio entrar sigrave chrsquoio ti miri E mi consoli cheacute drsquoaltronde giunto Qui ratto vieni Pur di rado i campi 35 Visiti ed i pastor ma in cittagrave resti Lrsquoinfesta ad osservar turba dersquo Prociraquo

π 30 E rsquol garzon laquoQuesto fia nobile veglio Che qui per tua cagion vengo bramoso Di rivederti e da Te udir se in casa 40 Regravestami ancor la madre o se dersquo Proci Alcun la disposograve mentre nel letto Giagrave deserto drsquoUlisse le odiose Tele filando va sordida aracneraquo

π 36 laquoSta ndash ripigliava Eumegraveo ndash lagrave nel palagio 45 Constante in suo patir la genitrice Ed i mesti suoi Digrave le meste Notti Pur consuma nersquo gemiti e nel piantoraquo

π 40 Ciograve detto appena la ferrata lancia Riceveacute dal garzon che della soglia 50 Varcato il marmo entrograve Comrsquoei processe Surgeva il padre a cedergli lo scanno Ma rsquol giovinetto il divietograve dicendo

π 44 laquoOspite siedi qui nel nostro albergo Un altro seggio ne fia porto ed ecco 55 Il servo che giagrave a dagraverlomi srsquoaffrettaraquo

π 46 Diegrave volta Ulisse e risiedeacute stendea Molli rsquol pastor virgulti e di villosa Pelle li ricoprigravea lagrave rsquove rsquol diletto Figlio drsquoUlisse assigravesesi Giagrave Eumegraveo 60 Colmi i taglier dellrsquoabbrostite carni Che intatte ier lasciagravevansi recava Non che candidi pani nersquo canestri Accumulati ed in campestre vase Temprato il dolce vin con limpidrsquoonda 65 Di contra al Re si collocograve Giagrave tutti Stendean le mani alle imbandite dapi Drsquoesca e di beva il desiderio estinto Telegravemaco al pastor movea tai detti

π 57 laquoDonde buon veglio il forestier ti giunse 70 Come i nocchier ad Igravetaca il menacircro

ODISSEA

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Chi fucircr Cheacute certo a piegrave qua non si varcaraquo π 60 laquoFiglio ndash rispose Eumegraveo ndash nulla trsquoascondo

Vagraventasi nato ei lagrave nellrsquoampia Creta Gran tempo errando aver percorso ei dice 75 Molte cittagrave ciograve in fato ebbe da un Nume Giugrave da un naviglio di nocchier Tesprograveti Calagravetosi fuggiva e al mio tugurio Riparograve non ha guari Io rsquol ti rassegno Or adopra a tuo senno gloriarsi 80 Omai drsquoesser tuo supplice gli aggradaraquo

π 68 Lrsquointerruppe Telegravemaco laquoTal voce Certo in cor mi sonograve diletto Eumegraveo Dolorosa comrsquoio nel mio palagio Ricetterograve questrsquoospite Non viemmi 85 Fidanza dallrsquoetagrave che questo braccio Respinger vaglia chi lrsquoassalti rsquol primo Tra due opposti pensier la madre ondeggia O restar meco e regger la magione Onor facendo al marital suo letto 90 E servando sua fama o degli Achivi Impalmarne rsquol piugrave forte e che piugrave ricca Dote le largiragrave Ben dar voglrsquoio A questrsquoospite tuo tunica manto Vesti decenti ancipite una spada 95 E calzari e mandarlo ovrsquoir piugrave brama Cheacute se rsquol ritieni e prenderne vuoi cura Qui vesti manderograve con dapi varie Ondrsquoei non logri te neacute i tuoi compagni Ma non mai patirograve chrsquoei lagrave si rechi 100 Appo i rivali la costor baldanza Trapassa ogni confin Srsquoei fia oltraggiato Gran duol verrammi al cor Compier egrave duro Ad un sol bencheacute prode in mezzo arsquo molti Audace impresa ersquo figraveen sempre i piugrave fortiraquo 105

π 90 E lrsquointrepido Sir laquoGiustrsquoegrave chrsquoio ancora Mio diletto risponda ah certo in petto Scoppiami rsquol cor udendo i fieri oltraggi Che in tua magion commeacutettonsi darsquo Proci A mal tuo grado quando tal pur sei 110 Dimmi spontaneo cedi O rsquol popol tutto Nella cittagrave ti porta odio obbedendo Allrsquooracol drsquoun Nume O forse incolpi

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I fratei Lo straniere anche in gran rischio Dalle lor nimistagrave vie piugrave srsquoincora 115 Percheacute con questo cor giovin non sono Al par di te Percheacute prole drsquoUlisse Non sono O lui medesmo ritornante Darsquo lunghi errori suoi (cheacute morta al tutto No la speme non egrave) Vorrei che tosto 120 Prode stranier la testa mrsquoabbattesse Se posto il piede nella reggia a tutti Costor non recherograve sterminio e morte E quando ancor solo sendrsquoio la folta Mi soverchiasse di gran cor torrei 125 Immolato perir nel mio palagio Pria che veder pur sempre opre sigrave turpi Oltraggiagravermisi gli ospiti sforzarsi Nelle regali mie stanze le ancelle Indegnamente e le vendemmie e rsquol vitto 130 Inghiottigravermisi a caso e rsquondarno e sempreraquo

π 112 Ed il garzon laquoOspite il tutto udrai Neacute me rsquol popolo ha in odio ned incolpo Di fratei nimistagrave che quando ferve Quanto il rischio egrave maggior tanto nel petto 135 Piugrave di baldanza allo straniere inspira Giove nascer non feacuteo nella mia stirpe Drsquoetagrave in etagrave che un figlio unico Arcegravesio Laerte solo ingenerava e questi Il solo Ulisse che me sol prodotto 140 Lasciograve in sua reggia neacute di me alcun srsquoebbe Conforto Perciograve ostil turba infinita Mrsquoinfesta la magione I duci tutti Che regnan le propinque isole intorno Duligravechio Same e Zacinto selvosa 145 Quersquo che rsquol dominio in Igravetaca usurpacircro Tutti impalmar agognano la madre E la magion disegravertanmi Non ella Osa le nozze ributtar funeste Neacute puograve trarle ad effetto i Proci intanto 150 Tutto il mio aver divorano e me stesso Trucideran Ma ciograve sulle ginocchia Posa dersquo Numi Or via diletto Eumegraveo Corri alla madre e dille che da Pilo Salvo le torno Io qui rimango e tu 155

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A lei solo mrsquoannunzia indi qui riedi Neacute trsquooda alcuno degli Achei cheacute molti Insidiando por mi vonno a morteraquo

π 135 laquoBen mrsquoaccorgo di ciograve ndash soggiunse Eumegraveo ndash Parli a chi ben trsquointende Or tu rsquol veacuter dimmi 160 Annunziar non deggrsquoio per la via stessa Il tuo ritorno al misero Laerte Sin da quel digrave che si partiva Ulisse Mesto ei vivea pur sui lavor dersquo campi Invigilava e in sua magion corsquo servi 165 Come rsquol pungea rsquol desir prendeacuteasi rsquol cibo Or sin dal digrave chrsquoito sersquo a Pilo egrave fama Che ogni esca ogni bevanda abbia in dispetto Neacute che arsquo lavori guardi piugrave ma in pianto Segraveggia mettendo lai tal che dallrsquoossa 170 Lrsquoarida pelle tutta gli srsquoinformaraquo

π 146 Ed il saggio garzon laquoBen ciograve mrsquoegrave grave Pur quantunque pietagrave grande mrsquoaccori Senza nuove or si stia Se tutte cose Succedesser arsquo grado dersquo mortali 175 Del padre chiederei prima il ritorno Dato lrsquoannunzio riedi e non ti caglia Vagar nersquo campi od ir a lui ma solo Dirsquo alla madre chrsquoinvii la dispensiera Celatamente e presto al veglio ondrsquoElla 180 Gli sia del mio ritorno annunziatriceraquo

π 154 Detto eccitograve rsquol pastor che arsquo piegrave i giagrave tolti Calzari allaccia ed a cittagrave srsquoavvia Neacute mentre dalla stalla si diparte Sfugge allo sguardo di Minerva Eumegraveo 185 La forma assunta drsquoavvenente e grande Neglrsquoindustri lavor femmina instrutta Accostossi la Dea Di contra apparve Dellrsquoalbergo alla porta ovrsquoera Ulisse Neacute la vide il garzon cheacute non a tutti 190 Son gli Eterni visibili La vide Ulisse ed i mastin che non latracircro Ma con blando gannir corser tremanti Ad appiattarsi della stalla in fondo Corsquo sopracigli Ella accennograve srsquoavvide 195 LrsquoEroe giagrave lungi dallrsquoostel vegraver lrsquoalto Muro processe del cortile e innanzi

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A Minerva risteacute che sigrave gli disse π 167 laquoAmor di Giove accorto Ulisse or parla

Al figliuol tuo nulla tenergli ascoso 200 Macchinata per voi la morte arsquo Proci Ite allrsquoalta cittagrave con voi tra poco Sarograve cheacute di pugnar mrsquoarde la bramaraquo

π 172 Detto il toccograve dellrsquoaurea verga a un tratto Di tunica e di bel nitido manto 205 Il petto gli vestigrave ringiovenillo Il ringrandigrave gli rimbrunigrave rsquol sembiante Ferme le guance steacutesersi e di negri Peli gli si ombreggiograve drsquointorno rsquol mento Ciograve fatto sparve rientrograve lrsquoeroe 210 Attonito il garzon rivolse gli occhi Ad altra parte paventando un Dio Ed laquoOspite ndash sclamograve ndash quanto mutato Or sersquo da quel di prima Ecco altri panni Vesti ed altra mi appar la tua persona 215 Certo sersquo un Nume abitator del Cielo Propizio e pio deh mi ti mostra grate Cadragraventi per mia man vittime e doni Effigiati in or Deh ne risparmiaraquo

π 186 laquoNon son non son io giagrave ndash ripigliograve Ulisse ndash 220 Un immortal percheacute mrsquoagguagli ai Numi Il tuo padre son io per cui sospiri Per cui gran mali tollerando lrsquoonte Dersquo violenti sopportar trsquoegrave forzaraquo

π 190 Detto al sen lo si strinse e rsquol baciograve a terra 225 Giugrave dalle guance gli discorse il pianto Che in suo fermo voler sin qui represse Ma Telegravemaco (ancor non persuaso Che il caro genitor gli stesse innanzi)

π 194 laquoNo ndash replicava ndash no tu non sersquo Ulisse 230 Non sersquo tu rsquol padre mio mrsquoinganna un Nume Acciograve i sospiri creacutescanmi ed il pianto Mortal non ha che da se stesso vaglia Prodigi tali oprar salvo se un Nume Sorgiunga e vecchio o giovine rsquol trasformi 235 Rotto dagli anni in vili cenci avvolto Eri pur dianzi ed or somigli ai Numiraquo

π 201 E rsquol saggio eroe laquoTelegravemaco non lice Stagravendoti qui drsquoappresso il caro padre

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Attonito mostrarti e stupefatto 240 Qui un altro Ulisse no non verragrave mai Ben io son desso che giagrave molti affanni Sostenni ed errai tanto e che or riveggio Dopo ventrsquoanni la natal mia terra Opra egrave cotesta della predatrice 245 Minerva che a suo grado (e puograve ella tutto) Trasmutarmi si piacque or qual tapino Or qual garzon di ricche vesti adorno Chrsquoegrave leve ai Numi abitator drsquoOlimpo Alzare un uom di gloria in sulle cime 250 O ruinarlo di miseria al fondoraquo

π 213 Tacque e si assise Dellrsquoamato padre Telegravemaco sul petto srsquoabbandona E dagrave in gran pianto Surse in amendue Di gemiti desigraveo metteano strida 255 Piugrave chrsquoaquile o sparvier dallrsquounghie adunche Cui villan duro abbia rapiti i parti Disadatti a trattar lrsquoaere con lrsquoali Cosigrave quersquo dolorosi in dolce pianto Struggeacuteansi e tra i sospir colti gli avrigravea 260 Il tramontar della diurna luce Se Telegravemaco a dir presto non era

π 222 laquoQual nave padre mio qua ti condusse Di qual gente i nocchier Che certo il piede Non ti trasse a calcar drsquoIgravetaca il lidoraquo 265

π 225 laquoNon ti fia ascoso il veacuter figlio diletto ndash Ulisse ripigliograve ndash Mi rimenacircro I Feaci sul mar incliti e presti Qualunque a ricondur che appo lor giunga Addormentato mi guidacircr con ratta 270 Nave per lrsquoonde e qua deposto mrsquohanno In bronzo in ricche vesti ed in moltrsquooro Splendidi doni mi largicircr che ascosi Per celeste voler degli antri in fondo Di questa piaggia Alfine or qua mrsquoaddussi 275 Da Palla ammaestrato acciograve tra noi Consultiam dellrsquoostil turba la strage Or via tutti gli novera ondrsquoio sappia Quanti e quai son costoro Indi agitando Nel fiero animo mio tutti i partiti 280 Vedrograve se noi due soli ad affrontarli

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Bastiamo o se mestier drsquoaltri ne fiaraquo π 240 laquoO padre mio ndash gridograve il garzon ndash lrsquoimmensa

Tua gloria sempre celebrar udigravea Tu sersquo prode di man saggio in consiglio 285 Ma dicesti ardua cosa oppresso tiemmi Alto stupor No contro molti e forti Due soli battagliar non potran mai Non dieci o veacutenti son ma vie piugrave molti I Proci ed ecco il novero or trsquoegrave aperto 290 Di Duligravechio venigravean con sei lor servi Cinquanta due giovani eletti Same Veacutenti e quattro avviograve prodi ben veacutenti Achiva gioventugrave mandograve Zacinto Igravetaca stessa dodici ne aggiunse 295 Dersquo piugrave valenti havvi con lor lrsquoaraldo Medoacutente e un divin vate e due periti Scalchi Se tutti gli affrontiam lagrave dentro Temo che amaro e grave non ti torni Trar da quersquo tanti oltraggiator vendetta 300 Deh pensa dunque o padre mio se trovi Chi ci porga con pronto animo aigravetaraquo

π 258 laquoRisponderograve ma tu pon mente e mrsquoodi ndash Ripigliava lrsquoeroe ndash Giudica dunque Se Minerva ci basti e rsquol suo gran padre 305 O se ci fia mestier chrsquoaltri nrsquoaigravetiraquo

π 262 Ed il saggio garzon laquoQuersquo che nomasti Proteggitor sono possenti Stanno Lassugrave nel Ciel sovrrsquoalte nubi assisi Dominator degli uomini e dersquo Numiraquo 310

π 266 laquoSta ben ndash rispose rsquol Re ndash Gran tempo lungi Non rimarranno no quersquo Sempiterni Nel terribil conflitto allor che dentro Arsquo tetti miei la gagliardigravea di Marte Tra i Proci e noi giudicheragrave Tu allrsquoalba 315 Penetra nel palagio e tra la schiera Di quersquo superbi avvolgiti Me poscia In forma di tapin vecchio mendico Nella cittagrave condurragrave Eumegraveo Se scorgi Lagrave nellrsquoalbergo mio fagravermisi oltraggio 320 Che il tuo tenero cor tolleri in pace Tutti glrsquoinsulti che patir mrsquoegrave forza E dove per li piegrave fuor del palagio

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Strascinagravessermi ancora e di percosse Alla presenza tua feacutessermi segno 325 Reprimi lrsquoira Dal furore insano A desister gli esorta e con soavi Parole adopra di tornarli in calma Ma niun al tuo voler fia che si pieghi Peroccheacute a tutti rsquol fatal digrave sovrasta 330 Apri ad altro or la mente ed entro il ferma

π 282 Quando mi spireragrave lrsquoalto concetto Pagravellade ricca drsquoottimi consigli Trsquoaccennerograve del capo e tu quantrsquoarmi Giacciono in basso nel palagio tutte 335 Da te rimosse e trasportate in fondo Alla stanza superna ivi depoacutenle Che se drsquoarme rsquol desigraveo pugnesse i Proci E movegravesserti inchiesta e tu con queste Blande parole a illuderli trsquoadopra 340 ldquoLe sottrassi dal fumo cheacute non sono Fulgide piugrave come lasciolle il padre Quando a Troia se nrsquo gigraveo ma si oscuracircro Come fucircr tocche dal vapor del foco Mrsquoinfuse inoltre in cor questo sospetto 345 Giove non vinti da Liegraveo soverchio Appicchiate tra voi zuffa e lrsquoun lrsquoaltro Ferendo il sangue a deturpar trascorra Il convito e le nozze il ferro stesso Irrita lrsquouomo ed a seacute rsquol traggerdquo A noi 350 Due spade due lanciotti e da imbracciarsi Duo di selvaggio bue forti brocchieri Lascia a questi darem di piglio quando A battagliare irromperemo allora Merceacute a Minerva e al sapiente Giove 355 Figraveen resi i Proci attoniti ed imbelli Altro dirotti e tu nel cor lo imprimi Se figliuol mio sei tu se del mio sangue Sei veramente farsquo che alcun non oda Che Ulisse egrave qui non giagrave Laerte rsquol sappia 360 Ned Eumegraveo ned i servi neacute la stessa Penegravelope Noi due soli tu ed io Esplorerem dersquo servi e delle ancelle Lrsquoindole ed il contegno e sigrave vedremo Chi ci onora in suo cor chi di noi teme 365

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Chi a vil ne prende chi bencheacute sigravee degno Drsquoalta osservanza farti oltraggio ardiscaraquo

π 308 Ed il giovane illustre laquoO padre mio Conoscerai spero il mio cor neacute ignavo Ned insensato mi terrai ma questo 370 Partito util non pagravermi or teco il pensa Tentando i servi ad uno ad un dovresti Lungi nersquo campi errar gran tempo e indarno I Proci intanto senza sosta o modo Tranquilli in tua magion le tue sostanze 375 Divoreranno Ti conforto adunque Tra le ancelle osservar qual nrsquoave a scherno Qual sia innocente ma tentare i servi Percorrendo le stalle or non vorrei Meglio torna indugiar se ti diegrave Giove 380 Veracemente di vittoria un segnoraquo

π 321 Mentre alternan tra lor queste parole Giunse a cittagrave la nave che da Pilo Telegravemaco ersquo compagni radducea Del porto entrati nersquo capaci vadi 385 Tiracircro in secco il legno abili servi Rimossero gli attrezzi ersquo preziosi Doni alle case indi recacircr di Clito Poscia un araldo alla magion drsquoUlisse Spacciacircro ad annunziar alla sua donna 390 Che era rsquol figlio nersquo campi e chrsquoei prescrisse Drizzar vegraver la cittagrave del legno il corso Non forse in sua tremante alma lrsquoesimia Regina tristi ancor lagrime spanda Eumegraveo e lrsquoaraldo si scontracircr per via 395 La medesma novella ambi recando Posto il piegrave nella reggia il banditore Tra le ancelle gridograve laquoGiugravenseti rsquol caro Figlio o Reginaraquo Indi rsquol pastor accosto Di lei si pose e con sommessa voce 400 Spose ciograve che Telegravemaco glrsquoingiunse Quindi veloce srsquoavviando ai branchi Gli atrii lasciava e lrsquoalta reggia addietro

π 342 Ma costernati drsquoanimo e dolenti Uscigraveeno i Proci del regal palagio 405 Ed appo rsquol muro del cortil davanti Alle porte si assisero A dir primo

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Il Polibide Eurigravemaco si feacuteo π 346 laquoCerto amici superba ed ardua impresa

Telegravemaco fornigrave questo viaggio 410 Pur dicevam ldquoNol compieragraverdquo Su via Lanciam la miglior nave ed i piugrave sperti Regravemigi congreghiam percheacute al piugrave presto A rincasarsi movano i compagniraquo

π 351 Cessograve appena dal dir che giagrave la nave 415 Rivolto al lido Anfigravenomo scorgea Nellrsquoalto porto entrar altri le vele Ripiega ed altri giugrave depone i remi Rise e laquoNon piugrave srsquoinvii messo niuno Egraveccoli in porto ndash esclama ndash O li fersquo accorti 420 Un Nume o trapassar videro il legno Ma di ghermirlo fatto lor non venneraquo

π 358 Sorsero e al lido srsquoavviacircr tirata La nave in secco trasportacircro i servi Gli attrezzi e lrsquoarmi A far consulta i Proci 425 Strigravensersi neacute assentir chrsquoaltri con loro Giovine o vecchio si sedesse Allora LrsquoEupigravetide Antigravenoo tra lor esclama

π 364 laquoOh come i Numi da sigrave fier periglio Liberacircro costui Lrsquointero giorno 430 Sedean le scolte sui ventosi gioghi Con veci alterne poi corcato il Sole Non passammo la notte in terra mai Ma navigando sul veloce legno Aspettavam lrsquoaurora insidiando 435 Per uccider Telegravemaco un Nume Che alla terra natigravea salvo il raddusse Ordiagravemgli or qui morte crudele e certa No sin chrsquoei vive non potrem lrsquoimpresa Che in mente rivogliam compier mi penso 440 Saggio diserto egli egrave neacute come un tempo Abbiam piugrave lrsquoaura popolar seconda Affrettagravetevi dunque anzi che egli abbia Convocati gli Achivi a parlamento Neacute pacato credrsquoio neacute mansueto 445 Si mostreragrave ma in foco drsquoira acceso Sorto in piegrave ci apporragrave tra rsquol popol tutto Che gli ordimmo crudel morte ma indarno Certo a cotanto rio dar non potranno Loda gli Achei ben crsquoimporran condegna 450

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Pena cacciati dalla patria in bando Profughi andremo appo straniere genti Antivenirlo egrave drsquouopo e lagrave nersquo campi Lungi dalla cittagrave spegnerlo o quando Riederagrave Posseduto il suo retaggio 455 Il partirem tra noi soli egualmente Ed alla madre lascerem la reggia DrsquoUlisse ed a colui che fia lo sposo Che se questo mio dir non vi talenta Se volete chrsquoei viva che i paterni 460 Beni tutti possegga or via restiamo Dal divorar qui congregati tutte Le sue care sostanze in sua magione Ciascun corsquo doni suoi chiegga a consorte Penegravelope chi a lei dote piugrave ricca 465 Porge od il fato le presceglie impalmiraquo

π 393 Tacque neacute ruppe alcun lrsquoalto silenzio Anfigravenomo a parlar surse di Niso Arezigraveade regal prole ei mosse Capo dersquo Proci che dal frumentoso 470 Duligravechio uscicircr accetto alla regina Nrsquoera il sermon cheacute retta mente egli ebbe Affettuoso arsquo suoi converso ei disse

π 400 laquoQuanto a me certo non vorrograve compagni Telegravemaco trafitto egrave grave egrave indegno 475 La regia stirpe struggere ben vuogravelsi Prima dersquo Numi consultarne rsquol senno Ove rsquol dritto che origina da Giove Corsquo suoi decreti ciograve raffermi io stesso Con questa man vorsquo uccigravederlo e voi tutti 480 A far ciograve stesso incorerograve Se avversi Ce rsquol divietan gli Eterni a star vi esortoraquo

π 406 Piacque il sermon drsquoAnfigravenomo Repente Sursero e srsquoavviacircr verso la reggia Rientrati posacircr sui tersi seggi 485

π 409 Ma comparir drsquoinnanzi arsquo violenti Penegravelope fermograve Cheacute la tramata Morte darsquo Proci al suo figlio diletto Nella propria sua reggia Ella giagrave udigraveo Medoacutente il banditor la fece accorta 490 Cui non erano ascosi i rei disegni Lrsquoesimia donna traversograve veloce La sala con le ancelle e come giunse

ODISSEA

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Dinanzi ai pretendenti in sulla soglia Della porta risteacute drsquoun sottil velo 495 Adombrata le guance AllrsquoEupitigravede Rivograveltasi il garrigravea con questi accenti

π 418 laquoVil di misfatti artefice e di guai Antigravenoo scellerato e glrsquoItacensi Te fra i tuoi pari in senno ed in facondia 500 Tengono il primo Oh tal non fosti mai A Telegravemaco mio deh percheacute trami O perfido la morte e non ti tocca Pietade rsquol cor degli ospiti che guarda Giove dal Ciel Non egrave giagrave pio consiglio 505 Alterne stragi macchinar O forse Ignori tu che in questa reggia stessa Riparograve il padre tuo giagrave fuggitivo Lrsquoaspra temendo popolar vendetta Concitato srsquoavea lrsquoira di tutti 510 Percheacute i Tafi ladron seguendo nocque Arsquo Tesprograveti con lega a noi congiunti Giagrave struggeacuteansi drsquouccigravederlo e del petto Trargli rsquol cor e ingoiar le sue dovizie Ma sorse Ulisse rsquol divietograve Glrsquoirati 515 Quantunque ardenti di ferir contenne Tu lrsquoaver gli consumi o inverecondo La consorte ne ambisci il figlio uccidi Me drsquoaspro duol trafiggi Or via lrsquoingiungo Cessa e rsquol costor mal animo reprimiraquo 520

π 434 E rsquol Polibide laquoIcagraveride prudente Farsquo cor neacute cura tal trsquoagiti lrsquoalma Non egrave neacute vrsquoebbe ned alcun fia mai Che la man sul tuo figlio alzare ardisca Sin chrsquoio spiri e questi occhi apra alla luce 525 Questo dico neacute invan cheacute il costui sangue Ratto giugrave scorrerigravea per la mia lancia Fitto mrsquoegrave nel pensier come sovente Lrsquoeversor di Cittagrave lrsquoinclito Ulisse Sul ginocchio mrsquoaccolse ed abbrostite 530 Carni tra man porgeacuteami ed il vermiglio Bacco mrsquooffrigravea Non egravemmi altro mortale Caro al par di Telegravemaco non tema Morte darsquo Proci ei no ma se gli Eterni La fermasser lassugrave schermo non havviraquo 535

π 448 Dicea cosigrave per affidarla intanto

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Volgeva del garzon lrsquoeccidio in mente Risalita alle sue splendide stanze Pianse Ella Ulisse il suo sposo diletto Fincheacute drsquoun dolce sonno le palpegravebre 540 Soavemente le gravograve Minerva

π 452 Eumegraveo srsquoaddusse allrsquoimbrunir del giorno Al rege ed a Telegravemaco che in pronto Miser la cena poi che molle ai Numi Verro sagrificacircr Se non che Palla 545 Fagravettasi presso al divo erse drsquoun tocco Della sua verga assumere gli feacuteo Di vegliardo la forma e dersquo suoi cenci Primi lo rivestigrave percheacute il pastore Vigravestol in faccia nol ravvisi e porti 550 Alla saggia Penegravelope lrsquoannunzio Mal guardando in suo cor lrsquoalto segreto

π 460 laquoRitorni Eumegraveo diletto ndash a dir primiero Telegravemaco si feacutea ndash Qual grido suona Per la cittagrave Gli oltracotati Proci 555 Ritornacircr dallrsquoagguato od ispiando Stanno ancora sul mare il mio ritornoraquo

π 464 E tu cosigrave gli rispondesti Eumegraveo laquoNeacute investigar neacute chiedere di questo Nel traversare la cittagrave mi calse 560 Ratto portar lrsquoavviso e qui redire Pungeacutevami desigraveo Bensigrave lrsquoaraldo Agile messaggier dersquo tuoi compagni Mrsquooccorse che di te primo alla madre La novella recograve Questo so ancora 565 Che rsquol vider gli occhi miei Distando poco Dalla Cittagrave lagrave dove sorge il colle Sacro a Mercurio vidi entrar nel porto Con molta gioventugrave legno veloce Drsquoaste ancipiti carco e di brocchieri 570 Dersquo Proci rsquol tenni ma nol so di fermoraquo La sacra possa del garzon sorrise Ed al padre ammiccograve cauto schivando Gli sguardi del pastor Fornita ogni opra E giagrave la mensa in punto pasteggiacircro 575 E dersquo cibi egualmente compartiti Tutti gioicircro Drsquoesca e di bevande Ripresso il desiderio si corcacircro Ersquo giocondi gustacircr doni del sonno

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LL II BB RR OO XX VV II II

Arrivo di Telegravemaco alla Cittagrave drsquoIgravetaca

GGIAgrave comparsa era in Ciel rosea le dita La figlia del Mattin quando avvincea Sotto le piante i bei calzar lrsquoamato Figlio drsquoUlisse alle sue mani adatta Tolse valida lancia e giagrave disposto 5 Drsquoir a cittagrave cosigrave al pastor dicea

ρ 6 laquoAd Igravetaca me nrsquo vo diletto Eumegraveo Acciograve la madre mi riveggia certo Non cesseragrave dal gemer doloroso Neacute dalle tristi lagrime se prima 10 Reduce non mrsquoiscorge Or tu ciograve adempi Guida a cittagrave questrsquoospite infelice Percheacute rsquol vitto srsquoaccatti a chi fia in grado Gli porgeragrave la ciotola ed il tozzo Tolto mrsquoegrave tutti sovvenir cheacute lrsquoalma 15 Combattuta sentrsquoio drsquoaspri tormenti Se monta in ira lrsquoospite piugrave grave Patiragrave la sventura uom franco e presto A dir la schietta veritagrave son ioraquo

ρ 16 laquoNed io giagrave bramo ndash rispondeacuteagli Ulisse ndash 20 Chrsquoaltri qui amico mi rattenga giova Piugrave che nersquo campi lrsquoaccattare il cibo Nella cittagrave ad un misero Chi vuole Mi sovverragrave cheacute star presso alle stalle E fornir tutto che mrsquoingiunge il sire 25 Contegravendemi lrsquoetagrave ma varsquo e mi fia Guida questrsquouom come imponesti tosto Che rsquol foco alquanto ed il calor del Sole Conforterammi Ho tristi panni e temo Non mi sia rsquol gelo mattutin funesto 30

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Cheacute distar odo la cittagrave drsquoassairaquo ρ 26 Disse veloce uscigrave fuor della stalla

Telegravemaco ed il fato ultimo arsquo Proci Gigravea nella mente seminando Giunto Appo la reggia srsquoarrestograve ad unrsquoalta 35 Colonna appoggiograve lrsquoasta e oltrevarcato Di marmo il limitar nellrsquoaula entrava

ρ 31 La nutrice Euriclea che i seggi adorni Di velli ricoprigravea primiera il vide Piangendo accorse a lui diritto lrsquoaltre 40 Del Re fantesche tutte circuicircrlo Giagrave lrsquoabbracciano a gara e chi sul capo Chi baci sopra gli omeri gli imprime

ρ 36 Dalle stanze superne indi sorvenne A Diana ed alla bionda Citeregravea 45 Penegravelope sembiante al figlio amato Gettograve le braccia lagrimando intorno Baciogravegli rsquol capo ersquo begli occhi lucenti E gemendo movea preste parole

ρ 41 laquoVenisti o luce desiata e dolce 50 Telegravemaco Non piugrave di rivederti Sperai dal digrave che navigasti a Pilo Celatamente e contro il desir mio Del caro genitor dietro alla fama Deh tu mi narra omai ciograve che vedestiraquo 55

ρ 45 laquoNon provocarmi al pianto o Madre mia ndash Il garzon saggio rispondea ndash neacute troppo Mrsquoagita il cor nel petto or che da morte Dispietata campai ma preso un bagno Cingi nitide vesti e con le ancelle 60 Salita ad alto di ferir prometti Ecatombe solenni arsquo numi tutti Se Giove arsquo falli la vendetta adegua Alla piazza or me nrsquo vo per chiamar ivi Lrsquoospite che da Pilo mi seguigraveo 65 Io lo spediva corsquo miei prodi innanzi Dando carco a Piregraveo che in sua magione Il conducesse e in lieta guisa accolto Gli fesse onor sin chrsquoio qui mrsquoadducessiraquo

ρ 57 Tacque neacute via fuggigrave per lrsquoaure a volo 70 Di Telegravemaco il detto Il bagno prese Penegravelope vestigrave candidi panni Voacuteto feacuteo di offerire a tutti i Numi

ODISSEA

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Ecatombe solenni ove lrsquoOligravempio Condegna allrsquoopre la vendetta adegravempia 75

ρ 61 Con lrsquoasta in mano uscigraveo fuor del palagio Il giovine regal peacutestangli lrsquoorma Due ratti cani Pagravellade diffuse Sopra tutta la sua bella persona Celeste grazia e rsquol popolo giagrave accorso 80 Stupigravea veggendo incedere lrsquoeroe Gli alteri Proci il circuicircr con blande Parole si studiavano di accocircrlo Ma nellrsquoimo del cor gli ordigravean sventure Tolto alla turba si recograve ove stanno 85 Megraventore Agraventifo ed Aliterse antichi Paterni amici ivi si asside e quelli Di tutte cose interrogacircrlo Intanto Il forte agitator drsquoasta Piregraveo Che traversata la cittagrave guidava 90 Allrsquoadunanza il forestier sorgiunse Neacute dallrsquoospite suo risteacute lontano Telegravemaco ma presso gli si pose

ρ 74 Primo a dir fu Piregraveo laquoLe ancelle invia Telegravemaco al mio albergo acciograve ti mandi 95 I presenti che a Te porse lrsquoAtrideraquo

ρ 77 Ed il garzon laquoQuai figraveen gli eventi egrave ignoto Se i Proci a tradigion nellrsquoostel mio Mrsquouccideranno ed i tesor paterni Divideragravensi vorsquo che i don tu goda 100 Anzi che alcuno di costor ma srsquoio Strage ne menerograve tu alla magione Lieto li reca del tuo lieto amicoraquo

ρ 84 Posto fine al suo dir guidograve al palagio Lo straniero infelice Ivi deposte 105 Sui ricchi seggi le villose vesti Entracircr nel bagno e poi che astersi ed unti Fucircr dalle ancelle drsquoodorate essenze E di manti e di tuniche coperti Sui seggi collocacircrsi E qui lrsquoancella 110 Da un vaso drsquooro nel bacil drsquoargento Lrsquoacqua alle man versava indi lor stese Lucida mensa Candido vrsquoimpose La veneranda dispensiera il pane Con molte elette dapi e quelle inoltre 115 Che tenea in serbo Stagravevasi di fronte

LIBRO XVII

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La genitrice su drsquoun seggio accolta Non lungi dalla porta e gigravea torcendo Porporini bei velli Alle vivande Steser ambo le mani e poi chrsquoestinto 120 Ebber dei don di Cegraverere e di Bacco Il desiderio a dir prese la madre

ρ 101 laquoOr vo suso Telegravemaco a corcarmi Nel letto testimon dersquo miei sospiri E che dersquo pianti miei sempre srsquoasperge 125 Dal digrave che ad una con gli Atridi ad Igravelio Ulisse veleggiograve cheacute a te non piace Pria che addugravecansi qui gli iniqui Proci Aperto dirmi ciograve che del ritorno Del padre tuo presso altre genti udistiraquo 130

ρ 107 laquoTutto che so dirotti o Madre mia ndash Telegravemaco rispose ndash A Pilo andammo Presso il pastor di popoli Nestograverre Con lieto viso accogravelsemi in sua reggia Qual padre il figliuol suo che allrsquoimprovviso 135 Dopo lunga stagion drsquoaltronde arrivi Tal ei benigno ed i suoi figli illustri Mrsquoaccolsero Pur ei nulla del padre Diceacuteami cheacute se vive o se perigraveo Contezza alcun mortal non gli diegrave mai 140 Al prode Menelao quindi avviommi Con nobil cocchio e rapidi corsieri Egravelena Argiva vidi io lagrave per cui Tal degli Eterni era il voler cotante Disventure paticircr Tegraveucri ed Argivi 145 Tosto chiegravesemi rsquol Re qual uopo a Sparta Adduceacutevami ed io nulla gli ascosi

ρ 124 Ratto ei proruppe in questi accenti ldquoOh Numi Dunque vil branco di codardi agogna Nel talamo giacer di quel possente 150 Quai cerbiatti lattanti che nellrsquoantro Di fier lion ripone incauta cerva Indi per gioghi e per erbose valli Vagravessene a pasturar quandrsquoecco riede La belva al lustro e dispietata e turpe 155 Mena strage di tutti in simil foggia Ulisse i Proci immoleragrave O gran padre Giove o Minerva o Febo Ah fate voi Che tal ersquo sia qual fu giagrave un tempo quando

ODISSEA

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Disfidato dal prorsquo Filomelide 160 Lagrave sulla forte Lesbo a lottar sorse Impetuoso e lrsquoatterrograve festose Grida alzarono al Ciel tutti gli Argivi Oh Tal sendo costoro egli affrontasse Nozze avrebbono amare e morte pronta 165 Quanto a ciograve che mi chiedi e udir ti egrave tardo Schietto il dirograve neacute paventar drsquoinganno Neacute ascoso giagrave terrograve ciograve che rsquol verace Veglio marin mi fece manifesto Digravessemi che in solinga isola ei vide 170 Patire Ulisse aspro martigraver appresso Alla Ninfa Calipso che in sue case Per forza il si ritien ned al natigraveo Paese redir puograve Cheacute di navigli Di regravemigi in difetto il vasto dorso 175 Trascorrere non puograve del mar ondosordquo

ρ 147 Cosigrave rsquol pugnace Menelao Poi chrsquoebbi Fornito ciograve partii propizio rsquol vento Gli Eterni mrsquoinviacircr che mi raddusse Velocemente alla natigravea contradaraquo 180

ρ 150 Commosso rsquol cor addentro si sentigraveo A quersquo detti Penegravelope Ma in questa Sorse tra lor da un Nume esagitato Teocligravemene laquoO veneranda ndash esclama ndash Sposa drsquoUlisse Certo aperti e chiari 185 Non vide Atride no questi destini Tu pon mente al mio dir chrsquoor del futuro Squarciato rsquol velo trsquoappaleso il tutto Giove massimo Iddio renda al mio detto Testimonianza e questa ospital mensa 190 E rsquol sacro focolar a cui rifuggo Dellrsquointrepido Ulisse or mentre parlo Sta in disparte ei seduto in questa terra Od occulto aggirandosi raccerta I commessi delitti o nella mente 195 Semina arsquo Proci tutti orrida morte Tal fu lrsquoaugurio che seggendo io scersi Nella nave e che al tuo figlio chiarigravearaquo

ρ 162 laquoAh se questo tuo detto ospite mio Srsquoadempiragrave ndash Penegravelope soggiunse ndash 200 Del grato animo mio subito avresti Tai pegni che scontragravendoti ciascuno

LIBRO XVII

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Compitamente ti terrigravea beatoraquo ρ 166 Questo lrsquoalterno ragionar tra loro

Ma dellrsquoIgravetaco eroe raccolti i Proci 205 Davanti alla magion prendean diletto A lanciar dischi ed a vibrar quadrella Lagrave sul vasto cortil dove pur dianzi Pompa feacutean drsquoinsolenza Ma sorgiunta Del pasto lrsquoora e addoacutettevi dai campi 210 Le vittime da lor che a tale incarco Eran preposti favellograve Medoacutente (Degli altri araldi era costui piugrave caro Arsquo Proci e sempre arsquo lor prandi assistea)

ρ 174 laquoO giovanetti A pien vi ricreaste 215 Nersquo giochi or nel palagio rientrati Per noi la cena appregravestisi cheacute grave Certo non egrave prender la cena in temporaquo

ρ 177 Detto sorsero pronti ed avviati Rientracircr nel palagio su i bei seggi 220 I manti lor deposero e sgozzacircro Grandi montoni e saginati verri Immolacircr pingui capre un bue di torma E fu posta la mensa Ulisse intanto Vegraver la cittagrave con il pastor movea 225

ρ 184 E questi laquoO forestier poicheacute oggi brami Ir a cittagrave come rsquol Signor lrsquoingiunse (Certo qui di lasciarti io preporrei Custode delle stalle ma pavento Chrsquoei non srsquoirriti meco e mi rampogni 230 Perograve che dersquo Signor gravi son lrsquoire) Mettiagravemci in via Passograve del digrave gran parte Ed a sera vie piugrave lrsquoaer si aggelaraquo

ρ 192 E lrsquoaccorto signor tosto rispose laquoBen mrsquoappongo al tuo dir ben ciograve che imponi 235 Nellrsquoanimo rivolsi anche assai prima Orsugrave moviam precedimi e se tieni Reciso un ramo dagravellomi a sostegno Dersquo passi miei perograve chrsquoesser dicesti Alpestre e sdrucciolevole la viaraquo 240

ρ 197 Detto gettava agli omeri drsquointorno Vil zaino in brani a torta corda appeso E rsquol baston che bramograve diegravedegli Eumegraveo Mossero entrambi a custodir le stalle Quivi i cani restacircro ed i pastori 245

ODISSEA

270

Cosigrave a veglio mendico simigliante Di cenci avvolto e in sul baston sorretto Il Re a cittagrave guidagravevasi da Eumegraveo

ρ 204 Processer per sentier aspro e non lungi Dalla cittagrave pervennero alla fonte 250 Dalle bellrsquoonde drsquoartificio egregio Da cui tutti attigneano i cittadini Igravetaco giagrave Negraverito e Polittograverre La construicircr ergeacutevasi drsquointorno Drsquoalni cresciuti in mezzo allrsquoonde un bosco 255 Mormorando cadean le gelidrsquoacque Dallrsquoalto drsquouna roccia in su di cui Estolleacuteasi un altar sacro alle Ninfe Dove floridi serti rsquol viandante Alzando voacuteti allrsquoalme Ninfe offrigravea 260 Qui rsquol Dogravelide Melagravenzio in lor srsquoavvenne Conduceva le capre il fior del gregge Per la cena dersquo Proci e due il seguigraveeno Altri pastor Vederli ed assaltarli Con grida ed onte fu per esso un punto 265 Tal che drsquoUlisse rsquol cor tutto commosse

ρ 217 laquoOr sigrave egrave ben detto ldquoun tristo egrave scorta a un tristordquo Cheacute rsquol sigravemile al simigravel sempre srsquoaccograveppi Permette un Nume Oh dove dunque meni Stolto pastor questrsquoimportun mendico 270 Di mense vorator che ritto addosso A molte porte logreragrave le spalle Pel tozzo e non fia mai che nersquo certami O di tripode o drsquourne al pregio aspiri Che se rsquol mi dessi a custodir le stalle 275 A purgarmi rsquol cortile a recar frasca Arsquo miei capretti del mio sier beendo Colmo avrigravea presto e rilevato il fianco Ma dotto nel mal far schifa il travaglio Erra per la cittade ed accattando 280 Del ventre agogna satollar la rabbia Pur ciograve dichiaro ed avverragrave srsquoegli entra Nella magion del Re molti sgabelli Scagliati dalle man dersquo Proci intorno Voleranno al suo capo e darsquo suoi rotti 285 Fianchi nellrsquoaula rimbalzar vedragravensiraquo

ρ 233 Detto rsquol furente irrompe e nella coscia Diegravegli drsquoun calcio ma fuor della via

LIBRO XVII

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Nol sospinse ei restograve saldo e inconcusso Qui rsquon seacute volgea srsquoei gli srsquoavventi addosso 290 E col baston lrsquouccida o se il sollevi E rsquol getti a terra e gli sfracelli rsquol capo Ripresse lrsquoira e tollerograve Ma bieco Vibrograve a Melagravenzio rsquol buon pastor dersquo verri Lo sguardo e forte il rimbrottograve indi orando 295 Ad alta voce sollevograve le palme

ρ 240 laquoNinfe Nagraveiadi Ninfe o voi leggiadra Prole di Giove se il mio re mai vrsquoarse Lombi di candidrsquoadipe coverti Drsquoagnelli e di capretti or questo voacuteto 300 Mrsquoadempite ritorni a noi quel grande E rsquol guidi un Nume Come allor fia tutto Quel tuo fasto disperso e la burbanza Con che nrsquooltraggi tu chrsquoerri pur sempre Per la cittade e per tua colpa intanto 305 Da pessimi pastor pegraverdesi rsquol greggeraquo

ρ 247 laquoOh Che mai latra ndash ripigliograve Melagravenzio ndash Questo sfacciato can mastro di frodi Ma ben io lrsquoaddurrograve su nave bruna Lungi da questo lido acciograve mi venga 310 Dalla vendita sua lucro non leve Cosigrave rsquol nume dal grande arco drsquoargento Telegravemaco saetti oggi in sue case O dersquo Proci per man caggia trafitto Come dal suol natigraveo lungi ad Ulisse 315 Del ritorno fu rsquol digrave tolto per sempreraquo

ρ 254 Detto si dipartigrave quersquo duo lasciando Che a passi lenti procedean veloce Alla magion del Re subito ei giunse Comrsquoegli entrograve sedeacutevasi tra i Proci 320 Ad Eurigravemaco in faccia a cui diletto Era drsquoassai Donzelli a ciograve preposti Parte gli poser delle carni innanzi Poacutersegli rsquol pan lrsquoantica dispensiera Ulisse ed il pastore al regio albergo 325 Appropinquati in questa srsquoarrestacircro Scorrea di cava cetra a lor drsquointorno Dolce armonia di Fegravemio egraverane rsquol canto Presa il Re allora del pastor la mano

ρ 264 laquoEumegraveo ndash soggiunse ndash certo rsquol maestoso 330 Palagio esser convien questo drsquoUlisse

ODISSEA

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Agevolmente ravvisar tra molti Lo si potrebbe cheacute lrsquoun palco allrsquoaltro Sovrasta di muraglie e di steccati Egrave munito il cortil doppie e ben forti 335 Sorgon le porte niuno a viva forza Sormontarlo potrigravea Mrsquoaccorgo inoltre Che vivandar colagrave denno ben molti Delle dapi lrsquoodor spagravergesi intorno Odo la cetra risonar che fecircro 340 Gioconda amica delle mense i Numiraquo

ρ 272 laquoTrsquoapponi al veacuter ndash soggiunse Eumegraveo ndash neacute mostri In tutte cose men sagace ingegno Su via pigliam partito o tu primiero Entra nel ricco albergo ed ivi arsquo Proci 345 Meacutesciti ed io qui stommi o se trsquoaggrada Restar ti antiverrograve neacute star piugrave a bada Non forse alcun veggegravendoti al di fuori Ti fieda o ti discacci a ciograve pon menteraquo

ρ 280 laquoNon piugrave ndash replicograve Ulisse ndash A dissennato 350 Uom non favelli Entra primiero ed io Qui rimarrograve Di doglie e di ferite Sperto son io qui dentro unrsquoalma chiudo Tollerante drsquoassai cheacute molti e gravi Infortuni tra lrsquoarmi e in mar sostenni 355 Questi a quersquo mali aggiugravengansi Non pate Contrasto il vorator ventre funesto Che di sigrave fieri guai le genti attrista Per cui srsquoarman le navi e nel mar alto Volano ad infestar piagge nemicheraquo 360

ρ 290 Queste tra lor movean parole quando La testa sollevograve gli orecchi tese Argo drsquoUlisse il can chrsquoivi giacea Giagrave rsquol nutrigrave di sua man lrsquoeroe medesmo Ma cocircrne frutto non poteacuteo cheacute prima 365 Alla volta del sacro Igravelio partigravea Giagrave un digrave rsquol guidograve contra silvestre capre E cervi e lepri gioventugrave animosa Ma lontano il Signor giacea or negletto Di buoi di muli lagrave nel molto fimo 370 Innanzi allrsquoalte porte accumulato Fincheacute darsquo servi si trasporti e sparga I vasti a fecondar campi drsquoUlisse Quivi coperto di rodenti zecche

LIBRO XVII

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Corcato Argo si stava Incontinente 375 Fattosi accorto che lrsquoeroe gli egrave presso Scosse la coda ed abbassograve gli orecchi Ma trarsi a piegrave del Re forza non ebbe Ulisse il vide e vograveltosi allrsquoindietro Asterse il pianto ed il celograve ad Eumegraveo 380

ρ 305 Oppresso di stupor ratto soggiunse laquoVeggrsquoio diletto Eumegraveo steso nel fimo Can di rara beltagrave ma certo ignoro Se con tal forma fu rapido al corso O neghittoso come quei da mensa 385 Che in lor delizie nugravetronsi dai regiraquo

ρ 311 laquoAhi questo egrave rsquol cane ndash rispondesti Eumegraveo ndash Drsquoun eroe che perigrave quinci lontano Se tal fosse di corpo e tal negli atti Qual giagrave Ulisse il lasciograve mentrrsquoigraveva ad Igravelio 390

Stupor ti prenderigravea veggendo quanto Agile nrsquoera e forte Indarno sempre Fiera chrsquoegli adocchiograve fuggir nel cupo Della selva tentograve peroccheacute niuno Ormando rsquol vinse Da guai domo or langue 395 DrsquoIgravetaca lunge rsquol sir perigraveagli e pigre Non prendono di lui cura le ancelle Cheacute quando del padron lrsquoimpero cessa Gli uffizi lor tengono a vile i servi Dimezza la virtugrave Giove al mortale 400 Comrsquoei dal giorno del servaggio egrave coltoraquo

ρ 324 Detto entrograve nella reggia e verso i Proci Diritto srsquoavviograve Come Argo vide Lrsquoamato sir dopo dieci anni e dieci Al Destin della morte atra soggiacque 405

ρ 328 Telegravemaco primier fu che lrsquoentrata Del pastor avvisograve nel regio albergo Ratto drsquoun cenno a seacute rsquol chiamograve ed ei volse Lo sguardo intorno ed un giacente scanno Prese ove pria sedea lo scalco molte 410 Carni arsquo Proci partendo Al desco presso Di contra al giovin lo piantograve e si assise Una di dapi porzion lrsquoaraldo Recogravegli e tolto da un canestro il pane

ρ 336 Non guari andograve che Ulisse anco vrsquoentrava 415 In forma di tapin veglio mendico Avvolto in turpi cenci e sul nodoso

ODISSEA

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Baston sorretto Assiso in sulla soglia Frassigravenea della porta a un cipressino Stipite srsquoappoggiograve chrsquoabile mastro 420 A filo alzava e ripuligravea con arte Telegravemaco il pastor chiama e rsquol pan tutto Preso da un bel canestro e quante carni Capigraveangli tra le palme a dir si prese

ρ 345 laquoTersquo queste dapi al forestier le porgi 425 E gli comanda mendicar in giro Darsquo Proci cheacute rsquol pudor dicrsquoei non giova Ad uom che giace di miseria al fondoraquo

ρ 348 Ito il pastor disse allrsquoeroe laquoStraniere Ciograve ti manda Telegravemaco e trsquoingiunge 430 Da tutti i Proci di accattar in giro Cheacute al mendico il pudor dicrsquoei non giovaraquo

ρ 354 laquoOligravempio Re Deh fammi tra gli umani ndash Lrsquoeroe sclamograve ndash Telegravemaco beato Quantrsquoagita nel cor tutto gli adempiraquo 435

ρ 356 Ed ecco ad ambe man prendendo il tutto Sul turpe zaino innanzi arsquo piegrave rsquol si pose Cibagravevasi fincheacute di Fegravemio rsquol canto Nellrsquoaula risonograve ma come al pasto Diegrave fine anco il divin vate cessava 440 Alto rumor per entro allrsquoaula intanto Levagravevasi dai Proci Apparve allora Ad Ulisse Minerva ed esortollo Dai Proci rsquol vitto a mendicar ondrsquoegli Raccerti e scevri dal nocente il giusto 445 Bencheacute a morte sfuggir nullo pur deggia A destra srsquoavviograve nrsquoandograve alla cerca Stendendo a ognun la man come gran tempo Accostumato ad accattar si fosse Tocchi fucircr di pietade il sovvenicircro 450 E non senza stupor chiedean lrsquoun lrsquoaltro Chi fosse e donde il forestier A un tratto Srsquoalzograve il caprar Melagravenzio e sigrave rispose

ρ 370 laquoQuanto a costui mrsquoudite o dellrsquoesimia Regina amanti chrsquoio pur dianzi rsquol vidi 455 Dersquo verri rsquol guardian qui rsquol conducea Ma di qual gente vagraventisi lrsquoignororaquo

ρ 374 Antigravenoo in questa rimordea rsquol pastore laquoO troppo noto Eumegraveo percheacute guidasti A cittade costui Non abbiam forse 460

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Erranti infesti mendicanti in copia Peste dersquo nostri deschi O nulla curi Che lrsquoaver del tuo Re qui si consumi Da tanta schiera che neacute so ben donde Questi ancora chiamastiraquo A cui rsquol pastore 465

ρ 381 laquoBencheacute prode sigravee tu non ben favelli Chi mai drsquoaltronde un forestiere invita Dove in arte non fosse ammaestrato Utile ai piugrave Come profeta o dotto Di morbi fugator o fabbro in legno 470 Od altissimo vate che nrsquoalletti Cantando Questi sulla terra immensa Illustri sono ed a seacute ognun li chiama Non lrsquoigravenope che viene a logorarti Se non che tu fra i Proci tutti acerbo 475 Corsquo servi del mio Re fosti mai sempre E via piugrave meco ma di ciograve non calmi Fincheacute lrsquoalma Regina e rsquol deiforme Telegravemaco vivragravennomi benigniraquo

ρ 393 E Telegravemaco laquoAcquegravetati ndash riprese ndash 480 Che piugrave lungo sermon non gli si addice Usanza egrave di costui con aspri detti Oltraggiarne e incitar gli altri allrsquooltraggioraquo Indi con ratte voci laquoAntigravenoo ndash disse ndash Cura di me prendi qual padre e ingiungi 485 Con acerrimo dir che quinci in bando Cagraveccisi lo stranier ciograve tolga un Dio Prendi e gli dagrave non io giagrave rsquol ti divieto Anzi rsquol ti chieggio neacute alla madre mia Neacute dar noia per ciograve potresti ai servi 490 Che in seacute rinchiude la magion drsquoUlisse Pur tal pensier non cape in Te cheacute brami Divorar sigrave ma non far parte altruiraquo

ρ 405 laquoDicitor insolente indomitrsquoalma ndash Antigravenoo ripigliograve ndash che dir osasti 495 Se i Proci tutti fegravessergli quel dono Chrsquoio gli riserbo certo per tre Lune Non porrigravea no su queste soglie rsquol piederaquo

ρ 409 Detto afferrograve con minaccevol atto Il sotteso sgabel su cui posava 500 Vivandando i piegrave molli Il sovvenicircro Tutti gli altri e gli empicircr di pan di carni Lo zaino tosto onde redir si mosse

ODISSEA

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Verso la soglia per gustar dersquo Proci Le vivande ma presso allrsquoEupigravetide 505 Fermossi e gli drizzograve questo sermone

ρ 415 laquoPogravergimi o buono qualche don non sembri Lrsquoultimo no ma degli Achivi rsquol primo Anzi sei pari a Re quindi largirmi Piugrave chrsquoaltri ti srsquoaddice ed io per tutta 510 Lrsquoimmensa Terra spargerograve tue laudi Felice un tempo anchrsquoio ricco palagio Abitava e porgea spesso a un ramingo Qual fosse e di qual tempra il suo bisogno Tanto che a pieno lo rendea contento 515 Schiera di servi e gran dovizia e quanto Uom brama me nel novero avean posto Di lor che rsquol mondo avventurosi chiama Ma Giove che fermograve la mia rovina (Sagravessel egli rsquol percheacute) con vagabondi 520 Pirati lagrave in Egitto ir mi sospinse Lungo viaggio ovrsquoio perir dovea Nel fiume Egitto il mio navil fermai Quivi a restar nersquo legni ed a condurli Nel porto arsquo miei prodi compagni ingiunsi 525 Indi spedigraveali ad esplorar sui gioghi Onde contezza aver della contrada Questi cedendo al cieco impetuoso Furore ed allrsquoardir che glrsquoinvadea LrsquoEgizie saccheggiacircr belle campagne 530 Rapicircr donne ed infanti e trucidacircrli Il rumor che srsquoalzograve ratto pervenne Alla cittade Udito rsquol grido allrsquoalba Precipitacircro tutto il campo srsquoeacutempie Di cavalli accorrenti e di pedoni 535 Del baleno dellrsquoarmi In fuga vile Travolse i miei compagni il Fulminante Tal che alcun non osograve di tener fronte Cheacute ria sventura gli opprimea per tutto Molti dersquo nostri con il ferro acuto 540 Fucircr dal nemico uccisi e presi e tratti Gli altri a durar per forza aspre fatiche Me ad un ospite lor diecircro che in Cipro Scontracircr allrsquoIagraveside Demetoacutere Che regnava quellrsquoisola dondrsquoio 545 Qua da gran mali combattuto aggiunsi raquo

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ρ 445 laquoQual demone nrsquoaddusse or questa lue A turbarci rsquol convito ndash Antigravenoo grida ndash laquoLegravevati dal mio desco e ligrave nel mezzo Dellrsquoaula ti rimani o qui lrsquoamara 550 Cipro e lrsquoEgitto rinverrai di nuovo Accattone impudente e temerario Un dopo lrsquoaltro i Proci tenti ognuno Largo ti dagrave cheacute niun risparmio niuna Sente pietagrave chi lrsquoaltrui ben profonde 555 E larga innanzi a seacute copia ognor miraraquo

ρ 453 Arretrandosi Ulisse laquoOh Numi ndash esclama ndash A tal beltagrave non lrsquoanimo risponde Tu neacute di sale pur daresti un grano Al supplice venuto alle tue case 560 Tu che sprecando le dovizie altrui Siedi neacute degni di largirmi il tozzo Quandrsquoecco il desco che di dapi abbondaraquo

ρ 458 Vie piugrave drsquoAntigravenoo in core a questi detti Divampograve lrsquoira il guatograve bieco e disse 565 laquoGiagrave non credrsquoio che in ben da queste soglie Uscir potrai poi che oltraggiarmi ardisciraquo

ρ 462 Ghermito in questa lo sgabel lrsquoavventa Sigrave che a sommo colpigrave lrsquoomero destro DrsquoUlisse ersquo stette come rupe immoto 570 Neacute giagrave lo smosse la percossa muto Crollograve la testa e giugrave nel cor profonde Fondamenta gettava alla vendetta Ito alla soglia assigravesesi ed il colmo Zaino deposto si converse ai Proci 575

ρ 468 laquoO dellrsquoalma regina incliti amanti Udite tutto che spigraverami rsquol core Neacute si duol neacute rammagravercasi chi tocca Propugnando il suo aver qualche ferita Sia pel candido gregge o per lrsquoarmento 580 Ma offende Antigravenoo me percheacute crudele Fame sorgente drsquoaspri guai mrsquoopprime Oh se gli Eterni oh se le ultrici Erinni Proteggono il mendico anzi allrsquoImene Antigravenoo sia da morte orrida coltoraquo 585

ρ 477 E lrsquoEupigravetide laquoO forestier ti ciba Queto seggendo ed in silenzio o quinci Pagravertiti acciograve i garzon (poicheacute sigrave audace Farnetichi) non tragravegganti attraverso

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Questa reggia dal piede o dalla mano 590 Tutto dilacerato e posto a braniraquo Tacque ed i Proci tutti accesi in ira Fremigravean di quegli alteri alcun proruppe

ρ 483 laquoNo non a dritto Antigravenoo percotesti Lo straniero infelice Ahi sciagurato 595 Forsrsquoegli egrave un Nume che dal Ciel discese Drsquoospite in forma di lontana terra Percorron le cittagrave spesso gli Eterni Per cui tutto si compie e veggion chiara Dersquo mortai lrsquoinsolenza o lrsquoequitaderaquo 600

ρ 488 Antigravenoo a vil prese quel detto Intanto Per la percossa che sostenne il padre Telegravemaco gran doglia in cor sentigravea Ma dalle ciglia non cadeacuteali a terra Pur una stilla crollograve il capo e lrsquoalta 605 Strage dersquo Proci in mente rivolvea

ρ 492 Come udigrave del percosso in sua magione Penegravelope sclamograve tra le sue ancelle

ρ 494 laquoOh Te stesso cosigrave drsquoun dersquo suoi strali Apollo dal sonante arco saettiraquo 610

ρ 495 Ed Eurigravenome a lei laquoSe ciograve a seconda Dersquo nostri voacuteti andragrave niun di costoro Sullrsquoaureo trono rivedragrave lrsquoAuroraraquo

ρ 498 E la Regina laquoO mia Nutrice tutti Rotti al mal far gli abbomino ma tengo 615 LrsquoEupigravetide alla morte atra sembiante Vagava per la reggia un infelice Straniere a far la cerca inopia il preme Ciascun gli dagrave di qualche don gli egrave largo Drsquoun colpo di sgabel Antigravenoo solo 620 A sommo il fiede della destra spallaraquo

ρ 505 Cosigrave nella sua stanza infra le ancelle La regina parlograve forniva intanto Il suo pasto lrsquoeroe Tosto il custode Dersquo verri ella a seacute chiama e sigrave gli dice 625

ρ 508 laquoEumegraveo caro agli Degravei vanne ed ingiungi Al forestier che qui si adduca ondrsquoio E lrsquoaccolga e lrsquointerroghi srsquoegli ebbe Contezza mai del paziente Ulisse O se corsquo propri il vide occhi giammai 630 Par che molte cittagrave percorso egli abbiaraquo

ρ 513 laquoOh Se per Te guardassero alcun poco

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Il silenzio gli Achivi altere e grandi Cose narrar da lui Regina udresti Tal che verrigraveati al cor nova dolcezza 635 Tre digrave e tre notti nel mio albergo lrsquoebbi Cheacute appo me riparograve comrsquoei da un legno Sfuggigraveo ma trar non gli fu dato a fine La lunga istoria dersquo suoi tristi guai Come vate gentil che dagli Eterni 640 Ammaestrato risonar fa un dolce Canto al cor dersquo mortali ognuno il guata Meravigliando e con ardente affetto Il soave concento avido ascolta Del par ersquo mi beograve nellrsquoostel mio 645 Diceacuteami che paterno ospite egli era DrsquoUlisse che abitograve Creta ove nacque Minosse e che di ligrave da gente in gente Da disastro in disastro ognor travolto Qui a prostrarsi arsquo tuoi piegrave supplice ei venne 650 Affermograve chrsquoebbe udito appo i vicini Ricchi Tesprograveti chrsquoegli vive e molti Tesor ingenti al suo palagio adduceraquo

ρ 528 E la Regina laquoVarsquo chiagravemalo il guida Alla presenza mia vorsquo chrsquoei favelli 655 Gli altri sotto le logge o nella reggia Prendan diletto cheacute nel cor di tutti Letizia abbonda Restan le sostanze Nersquo lor palagi intatte il brun Liegraveo E di Cegraverere i doni ove si tragga 660 Dersquo servi rsquol vitto ed essi in queste soglie Tutti i giorni imperversano e di buoi Non che di pingui pecore e di agnelle A far macco si danno e pasteggiando Tracannan del piugrave puro impunemente 665 Sigrave che il tutto consugravemasi non havvi No non havvi un eroe pari ad Ulisse Che di questa magion respinger vaglia Lrsquoorribile sterminio Ah se mai riede Se mai calca del piegrave le patrie sponde 670 Tosto col figliuol suo darsquo quersquo feroci Oltraggiator trarragrave piena vendettaraquo

ρ 541 ComrsquoElla tacque sternutograve di forza Telegravemaco e fremigraveo la casa intorno Penegravelope sorrise incontinente 675

ODISSEA

280

laquoVarsquo ndash soggiunse ad Eumegraveo ndash qui lo straniere Alla presenza mia farsquo che si adduca Non vedestugrave che a tutto chrsquoio dicea Sternutograve rsquol figliuol mio Certo non dubbia Dersquo Proci tutti quanti egrave omai la morte 680 Niun alla Parca sfuggiragrave Or tu questo Odi e in tua mente ben addentro imprimi Se mrsquoaccerto che il veacuter dice egli in tutto Il vestirograve di tunica e di manto Sigrave che egli andragrave di vesti belle adornoraquo 685

ρ 551 Mosse il pastor e stagravendogli a rincontro laquoOspite padre ndash disse ndash la prudente Madre del buon Telegravemaco ti chiama Desigraveo le punge il cor drsquointerrogarti DrsquoUlisse bencheacute duol fiero lrsquoopprima 690 Se verace il tuo dir conosca a pieno Tunica e manto avrai di che bisogni Per la cittagrave poscia accattando il ventre Pascerai chi vorragrave largo ti fiaraquo

ρ 560 E rsquol paziente Ulisse laquoEumegraveo ndash riprese ndash 695 Sincero il veacuter udragrave da me la saggia Icagraveride ben so ben so di lui Cheacute pari sostenemmo aspra sventura Ma la turba dersquo Proci empia pavento Di cui gli atti oltraggiosi e violenti 700 Alla ferrea del Ciel volta salicircro Cheacute dianzi quando gigravea cheto per lrsquoaula E mrsquooffese colui di tal percossa Che diemmi acerbe doglie alcun non sorse Non Telegravemaco stesso a darmi aigraveta 705 Perciograve nelle sue stanze a star lrsquoesorta Bencheacute ansia tanto fincheacute il Sol srsquoasconda Del redir del marito indi mi chiegga Che innanzi al foco collocato mrsquoabbia Tengo laceri panni e tu rsquol ben sai 710 Cheacute implorato da me giagrave fosti rsquol primoraquo

ρ 574 Disse e rsquol pastor si dipartigrave Mentre egli Varcava il limitar laquoNol guidi Eumegraveo ndash Prorompea la regina ndash E che mai pensa Il forestiere Da terror percosso 715 Qualcun paventa O vergognando forse Questo palagio attraversar non osa Pudor con povertagrave mal srsquoaccompagnaraquo

LIBRO XVII

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ρ 579 Ma tu cosigrave le rispondesti Eumegraveo laquoParlograve assennato lo stranier comrsquoaltri 720 Che schifar dersquo superbi ami lrsquooltraggio Perciograve trsquoesorta che lrsquoaspetti tanto Che il Sol tramonti Cosigrave a Te regina Meglio rileveragrave tutta soletta Interrogarlo e udir ciograve che risponderaquo 725

ρ 585 Ed ella laquoQual chrsquoei sia certo non sembra Lrsquoospite dissennato cheacute non havvi Uomini al pari di costoro audaci Intenti sempre a macchinar delittiraquo Tacque e rsquol pastor poi che adempigrave rsquol messaggio 730 Tornograve fra i pretendenti ed allrsquoorecchio Del garzon bisbigliograve laquoVommi o diletto Gli armenti a custodir tuo vitto e mio Qui ad ogni cosa intendi Ma ti caglia Prima di Te starsquo sopra te pensoso 735 Non trsquoincolga alcun mal cheacute molti Achei Volgon tra seacute fieri disegni Oh prima Li distrugga e gli sperda il Fulminante Che divengano a noi cagion di luttoraquo

ρ 598 Ed il garzon laquoTutto che brami o padre 740 Srsquoadempieragrave tu preso rsquol cibo parti Dimani allrsquoalba riedi e qui rimena Le vittime di ciograve che a far qui resta A me la cura ed agli Eterni lasciaraquo

ρ 602 Tacque ed Eumegraveo sovra un tornito seggio 745 Si collocograve preso chrsquoegli ebbe il cibo Vegraver le frotte setose igraveva lasciando Addietro gli steccati e la magione Piena di commensali a cui fu dolce Il gioire del canto e della danza 750 Poi che la vespertina ora sorvenne

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LL II BB RR OO XX VV II II II

Combattimento tra Iro ed Ulisse

SSORGIUNSE in questa un pubblico indigente Chrsquoigraveva alla cerca in Igravetaca famoso Per lrsquoingordigia della gran ventraia Non drsquoesca sazia mai neacute di bevande Pur neacute forza neacute ardir ebbe ma corpo 5 Dismisurato Arnegraveo nel digrave che nacque La madre alma il nomograve ma i garzon tutti Iro cheacute ad annunziar lesto correa Tutto che da ciascun foacutesseglrsquoimposto Giunto scacciava dal suo tetto Ulisse 10 E con preste parole il rimordea

σ 10 laquoFuggi o vecchio dal portico o per forza Via ti trarrograve per un dersquo piegrave non vedi Di tutti lrsquoammiccar che a discacciarti Mrsquoingiungono pur me ritien vergogna 15 Legravevati od io con te vengo alle preseraquo

σ 14 Il guatograve bieco Ulisse e gli rispose laquoInfelice Non io ti feci oltraggio In atto o in voce neacute se alcun ti dona A larga man fia chrsquoio ti porti invidia 20 Questa soglia ci cape neacute lrsquoaltrui Bene increscer ti deve al par mendico Di me tu sembri pur largir ci ponno Molte dovizie nel futuro i Numi Ma provocarmi con le man ti guarda 25 Non forse acceso in ira io bencheacute vecchio Ed il petto trsquoinsanguini e le labbra Qui piugrave tranquillo rimarrei domane Cheacute alla magion del Laerzigraveade Ulisse

LIBRO XVIII

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Certo non potrestugrave far mai ritornoraquo 30 σ 25 laquoNumi ndash in fiero corruccio Iro soggiunse ndash

Piugrave corrono volubili e veloci Gli accenti a questo vorator che a vecchia Affumicata Ma con queste braccia Percossa tal gli vibrerograve che tutti 35 Dalle mascelle dischiantati i denti Pioveragravennogli a terra come a verro Chrsquoentrograve nel campo e devastograve le messi Orsugrave pregravenditi rsquol cinto e spettatori Figraveen della lotta questi eroi ma come 40 Terrai tu fronte ad uom drsquoetagrave piugrave verderaquo

σ 32 Cosigrave costor anzi allrsquoeccelse porte Sul liscio limitar con motti acerbi Infierivan LrsquoEupigravetide gagliardo Fagravettosi accorto dolcemente rise 45 Ed laquoAmici ndash sclamograve ndash non mai si vide Tal meraviglia Oh qual gioconda festa Piacque mandar a questi alberghi un Dio Contendono tra lor lrsquoospite ed Iro Tal che alla zuffa appregravestansi su via 50 Facciam che ratto vengano alle preseraquo

σ 40 Sorsero tutti alzacircr le risa e intorno Strigravensersi ai due pezzenti laquoUdite udite ndash LrsquoEupigravetide gridograve ndash Proci valenti Il parer mio se nrsquo giacciono in sul foco 55 Quersquo caprini ventrigli che ponemmo Pel pasto della sera e che di sangue E drsquoadipe giagrave empimmo Or qual dei due Vinceragrave o prevarragrave srsquoalzi e trascelga Sempre ei saragrave del nostro desco a parte 60 Ned altri ad accattar verragrave qui ammessoraquo

σ 50 Applaudon tutti Ma lrsquoeroe scaltrato laquoDuci ndash sclamograve ndash giusto non egrave che pugni Contra giovin gagliardo oppresso vecchio Daglrsquoinfortuni Pur fame crudele 65 Gravi a toccar ferite mi sospinge Ma deh tutti affidagravetemi con grande Giuro che niun di voi gratificando Iro a gran torto me di man robusta Percuoteragrave sigrave che costui mi calchiraquo 70

σ 58 Concordi tutti consenticircro e rsquol grande

ODISSEA

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Fecircr sacramento alzossi allora il forte Telegravemaco e parlograve laquoStranier se lrsquoalma Se lrsquoaltero tuo cor trsquoeccita e spira A respinger costui movi e rsquol respingi 75 Ned alcun altro degli Achei paventa Chi rsquon te le mani avventeragrave con molti Forza gli fia pugnar Ospite mio Certo sersquo tu ciograve stesso approveranno Eurigravemaco e lrsquoEupigravetide amendue 80 Per senno e per valor prigravencipi illustriraquo

σ 66 Tutti acclamacircr spogravegliasi Ulisse e un cinto Forma dersquo panni suoi nervose e grandi Mostra le cosce i lati omeri rsquol petto E le braccia robuste Accorsa Palla 85 Dersquo popoli al pastor vie piugrave le membra Crebbe e ringagliardigrave restacircro i Proci Attoniti a tal vista ed uno allrsquoaltro

σ 73 laquoIro ndash dicean ndash morragrave si tirograve addosso Lrsquoinfortunio da seacute Versquo sotto i cenci 90 Qual mostra il veglio vigorigravea di membraraquo

σ 75 Ad Iro intanto fieramente in petto Agitagravevasi lrsquoalma Nondimeno Per forza i servi messogli rsquon sui lombi Un cinto il conduceano impaurito 95 Tremagravevangli le carni Antigravenoo irato Con questrsquoacerbo rampognar lrsquoassalse

σ 79 laquoOh percheacute vivi Oh non fostugrave mai nato Vile millantator che alla presenza Palpiti e tremi di costui giagrave carco 100 Drsquoanni e dai casi combattuto e domo Questo soggiungo e fia se da costui Tu sersquo abbattuto ed ei prevaglia tosto Ti butto sur un legno e lagrave ti mando Nel continente al fier principe Echegraveto 105 Sterminio di tutte umane genti Con dispietato acciar nari ed orecchi Ti mozzeragrave trsquoevireragrave e lrsquoevulse Crude tue membra daragrave pasto ai caniraquo

σ 88 Iro vie piugrave tremograve Tratto nel mezzo 110 Un contro lrsquoaltro alzacircr le braccia Stava Dubitante lrsquoeroe se tal percossa Gli vibreragrave chrsquoei caggia a terra e spiri

LIBRO XVIII

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O rsquol fieda di legger colpo e lo stenda Lrsquoira temprar fermograve sigrave chrsquoei rimanga 115 Vie piugrave ascoso agli Achivi Iro percosse Nel destro omero Ulisse e questi un colpo Nel collo gli avventograve sotto lrsquoorecchia Che dirugraveppegli lrsquoossa Il negro sangue Fuor della bocca a gurgiti gli scorse 120 Cascograve mugghiando nella polve i denti Rotti giugrave gli si sparsero e lo spazzo Forte corsquo piegrave springava A quella vista I Proci tutti con le alzate palme Morigraveeno delle risa Il vincitore 125 Ghermigravetolo drsquoun piegrave per lrsquoatrio fuore Sino al cortile e presso allrsquoalte porte Lo strascinograve Poscia addossollo al muro Ed un bastone in man poacutestogli disse

σ 105 laquoSiedi qui a discacciar mastini e ciacchi 130 Neacute codardo qual sei desigraveo ti punga Re degli ospiti farti e dersquo mendichi Acciograve mal non trsquoincolga altro piugrave graveraquo

σ 108 Detto il turpe gittograve sovra le spalle Rattoppato suo zaino ad unrsquoattorta 135 Striscia di cuoio appeso Indi alla soglia Tornato risedette I Proci intanto Dolce ridendo rientracircr nellrsquoaula E lrsquoeroe festeggiacircr con questi accenti

σ 112 laquoTutto che brami ed al tuo cor fia gioia 140 Conceda ospite a te Giove e la schiera Degli altri Eterni a te che a questo ghiotto Togliesti lrsquoaccattar per la cittade Peroccheacute rsquol trarrem lagrave ratto in Epiro A Egravecheto Re flagello dersquo mortaliraquo 145

σ 117 Gioiva Ulisse dellrsquoaugurio Innanzi Poacutesegli lrsquoEupigravetide enorme un ventre Pien drsquoadipe e di sangue In questa Anfigravenomo Dal canestro due pan tolti gli porse E propinograve con aureo nappo laquoOh salve 150 Ospite venerando almen trsquoarrida Prosperitagrave nersquo digrave futuri or certo Trsquoopprime il pondo drsquoinfiniti guairaquo

σ 124 Ed il sagace eroe laquoCerto uom prudente Anfigravenomo mi sembri e tal fu il padre 155

ODISSEA

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Udigravea che Niso un prence era in Duligravechio Di gran rinomo ottimo e ricco Egrave fama Chrsquoegli trsquoingenerograve neacute tu per certo Dal sapiente sir punto traligni Quindrsquoio ti parlo e tu pon mente e mrsquoodi 160 Di quanto spira o serpe in su la terra Nulla havvi piugrave dellrsquouom misero e infermo Fincheacute lieto di prospere venture Glrsquoingagliardisce le ginocchia un Dio Non mai fa stima di patir disastri 165 Ma se gli Eterni rsquol travolgono in basso Ripugnando con forte alma il comporta Cheacute a seconda dersquo casi o lieti o rei Che Giove adduce egrave dersquo mortai la mente Felice anchrsquoio viver solea ma spinto 170 Darsquo prepotente ardir posta nel padre E nersquo fratelli miei tutta fidanza Molte pur troppo inique opre commisi Dunque niun mai sia ingiusto ed in silenzio Glrsquoimpartiti dal Ciel doni fruisca 175 Pur quanti nequitosi atti darsquo Proci Commeacutettonsi Devastan le ricchezze E la consorte oltraggiano drsquoun prode Che dal natigraveo paese e dagli amici Non rimarragrave credrsquoio molto lontano 180 Anzi qui presso Ma te possa un Dio Rimenar arsquo tuoi tetti onde non abbi A raffrontarti in lui comrsquoei sorgiunga A rivi il sangue scorreragrave nel giorno Che rientrato in sua magion verranne 185 Tra i Proci e lui lrsquoaspra tenzon decisaraquo

σ 151 Tacque e rsquol dolce licor libato bevve E di genti al pastor tornograve la coppa Costui dolente in cor per lrsquoaula gigravea Squassando il capo e presagigravea nellrsquoalma 190 Lrsquoeminente sventura Allrsquoatra Parca Non per questo sfuggigrave da Palla avvinto Anchrsquoei sotto le mani e la fierrsquoasta Steso fu da Telegravemaco Nel seggio Quindi si collocograve donde pria sorse 195

σ 158 Ma nellrsquoalma allrsquoIcagraveride prudente Spirograve il pensier di presentarsi arsquo Proci

LIBRO XVIII

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Lrsquoocchi-glauca Minerva acciograve piugrave allarghi La speme nersquo lor petti e piugrave che prima Orrevole si tenga ed in gran pregio 200 Dal consorte e dal figlio In questa un riso A fior di labbra rise indi chiamata Eurigravenome movea queste parole

σ 168 laquoNon piugrave sentito in pria viemmi un desigraveo Di mostrarmi arsquo rivali bencheacute al tutto 205 Gli abbomini Dar vorsquo un avviso al figlio Utile troppo corsquo superbi egli usa Blandi nel dir ma pessimi nellrsquoopreraquo

σ 169 laquoBen detto ndash ella rispose ndash Or varsquo ed assenna Il figliuol tuo Farsquo chrsquoegli sappia il tutto 210 Ma pria ti lava e cospergi le gote Drsquoessenze cheacute apparir non degravei col voacutelto Risolcato di lagrime mal focircra Mostrar che sempre e senza modo piangi Adorno ha rsquol figlio drsquoun bel fiore il mento 215 Qual giagrave tu oravi di vederlo ai Numiraquo

σ 177 laquoBencheacute buon zelo trsquoanimi non fia Eurigravenome che tu mi persuada A prender bagni a mrsquoabbellir drsquoessenze Gli Eterni dellrsquoOlimpo abitatori 220 Mi rapicircr la beltagrave sin da quel giorno Che il mio consorte veleggiograve per Igravelio Ma tu ingiungi ad Autogravenoe ad Ippodamia Che amendue mrsquoaccompagnino tra quelli (Il pudor me rsquol divieta) ir non vorsquo solaraquo 225

σ 185 Detto la vecchia uscigraveo fuor della stanza Ad avvisare ad affrettar le ancelle

σ 187 Nella mente di Palla un pensier novo In questa balenograve Placido sonno AllrsquoIcagraveride infuse che giacea 230 Stesa in sul letto dove le giunture Tutte le si disciolsero Mentrrsquoella Dorme celesti doni le largigravea Lrsquoinclita diva dal bel guardo azzurro Acciograve di sua beltagrave meravigliati 235 Via piugrave drsquoamor srsquoaccendano gli Achei Prima le guance le irrorograve con lrsquoalma Divina essenza onde srsquoabbella e splende Lrsquoinghirlandata Citeregravea di rose

ODISSEA

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Quando fassi a guidar lrsquoamabil coro 240 Delle Grazie Minerva indi le crebbe La sua bella persona e sigrave la rese Candida che lrsquoavorio al paragone Tagliato appena perderigravea Poi chrsquoebbe Compigraveto ciograve la diva inclita sparve 245

σ 198 Con alte voci strepitando accorsero Dalla stanza le ancelle il sopor dolce Via fuggigrave da Penegravelope Si asterse Drsquoambe le man le gote indi proruppe

σ 201 laquoLassa Qual molle sonno or con le brune 250 Ali sue mrsquoavvolgea Deh cosigrave dolce Morte la casta Artegravemide mrsquoinvii Or ora ondrsquoio non piugrave consumi in pianto La mia misera vita sospirando Lrsquoalto valor del mio sposo diletto 255 Di lui che tra gli Achivi era rsquol piugrave illustreraquo

σ 206 Tacque e dellrsquoalte sue stanze superbe Discese non giagrave sola la seguigraveeno Due ancelle Come giunse appo gli amanti Risteacute sul limitar lrsquoorrevol donna 260 Drsquoun vel ombrata lrsquouna e lrsquoaltra gota Tra amendue le sue donne A quella vista Fiaccar senticircro le ginocchia i Proci Rapiti accesi drsquoamorosa brama Tutti feacutean voacuteti di giacerle accanto 265 Ella al figlio diletto a dir si prese

σ 215 laquoTelegravemaco non piugrave neacute pensier fermo Neacute senno scorgo in te miglior drsquoassai Della tua fanciullezza era il consiglio Or che sersquo grande e dellrsquoetagrave in sul fiore 270 Ora che lo stranier dice in veggendo La tua statura e la beltagrave per certo Esser germoglio tu drsquoinclito eroe Neacute senno neacute pensier giusti dimostri Ahi qual fiero delitto or si commise 275 Patendo tu che lrsquoospite srsquooltraggi In sigrave rea guisa Or che di te fia detto Quando accolto in tua reggia un forestiere Grave sostiene oltraggio il carco e lrsquoonta Su te al cospetto delle genti caderaquo 280

σ 225 Ed il garzon laquoNon biasmo il tuo corruccio

LIBRO XVIII

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O Madre mia Nellrsquoimo cor pertanto Tutte cose comprendo e buone e rie (Cheacute fanciullo era pria) ma pur mrsquoegrave tolto Anchrsquooggi oprar ciograve che prudenza insegna 285 Oppresso di stupor veggrsquoio costoro Insidiando stagravermisi drsquoattorno Neacute trovo chi per me sorga e mrsquoaigraveti Quanto alla zuffa che appiccacircro insieme Lrsquoospite ed Iro in che prevalse rsquol primo 290 No dersquo Proci rsquol voler parte non vrsquoebbe Deh piaccia a Giove a Pagravellade ad Apollo Che costoro tentennino la testa Giagrave vinti e domi gli uni nel cortile Gli altri nellrsquoaula e che abbiano le membra 295 Rotte come quellrsquoIro che alla porta Dellrsquoatrio or siede a guisa di briaco Giagrave giagrave rsquol capo qua e lagrave piega neacute starsi Sui piedi puograve neacute a casa ove desigravea Redir cotanto egrave dispossato e guastoraquo 300

σ 243 Cosigrave rsquol figlio e la madre a cui converso Eurigravemaco drizzograve queste parole

σ 245 laquoOh se te per lrsquoIagravesio Argo gli Achivi Vista Icagraveride saggia avesser tutti Certo schiera di Proci assai piugrave folta 305 Qui sin dallrsquoalbeggiar terrigraveasi in festa Cheacute per beltagrave statura ed alto ingegno Tutte le donne di gran lunga avanziraquo

σ 250 E la regina laquoEurigravemaco per certo Ogni pregio ogni ben forme ed ingegno 310 Gli Eterni mi rapicircr quel digrave che ad Igravelio Veleggiacircro gli Achivi e rsquol mio consorte Con lor si dipartiva Ah se reverso Ulisse qui mia vita anco reggesse Maggior gloria e beltagrave mrsquoadornerebbe 315 Tristezza or mrsquoange di tante e sigrave gravi Sventure un Dio mrsquoopprime Allor chrsquoei mosse Abbandonando la natigravea contrada Preacutesami al carpo la man destra disse

σ 259 ldquoO donna non credrsquoio che i forti Achivi 320 Tutti da Troia rediranno illesi Fama pugnaci grida i Tegraveucri destri A trattar gli archi e saettar quadrelli

ODISSEA

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A premer fianchi di destrier veloci Drsquoun agil salto ad agitarli in campo 325 Tal che il destin di sanguinosa guerra Di repente decidono Quindrsquoio Se perdere o servar vorrammi un Dio Lagrave sottrsquoIgravelio non so Perograve qui tutto Pregravenditi in cura e verso il genitore 330 Verso la madre mia sempre comrsquooggi Ed ancor piugrave ti mostra affettuosa Fincheacute lunge sarograve Pur quando al figlio Vedrai rsquol mento fiorir qual piugrave trsquoaggrada Dispogravesati ed il tuo tetto abbandonardquo 335

σ 271 Tal ei parlograve giunto ne egrave rsquol tempo Appressa La Notte in che queste odiose nozze Me sconsolata a funestar verranno Cui lrsquoaura di ogni ben Giove rapigraveo Martigraver novo or mrsquoaffanna cheacute lrsquousanza 340 Antica or piugrave non guardano i miei Proci Color che a gara ambiscono la destra Drsquoillustre figlia drsquouom ricco e possente Adducon tori e pingui capre ondrsquoabbia Gli amici a convitar la desiata 345 Donna e le porgon preziosi doni Neacute impunemente struggono lrsquoaltruiraquo

σ 281 Lrsquoeroe gioigrave chrsquoella attraesse i doni Molcendo lrsquoalme lor con voci blande Mentre nellrsquoimo core altro volgea 350

σ 284 E lrsquoEupigravetide laquoIcagraveride prudente Quersquo doni che vorragrave ciascun dersquo Proci Offrirti accetta cheacute non focircra degno Far contrasto allrsquousanza e ricusarli Ma tien per fermo tu che niun di noi 355 Rediragrave arsquo tetti suoi neacute altrove andranne Pria che rsquol piugrave illustre degli Achei tu impalmiraquo

σ 290 Assenticircr tutti ed inviacircr gli araldi Persquo doni Addusse quel drsquoAntigravenoo un ricco Peplo grande di bei ricami adorno 360 Con dodici ardiglion di splendidrsquooro Nelle ritonde lor anella inserti Quel drsquoEurigravemaco apporta aureo monile Drsquoambra contesto e drsquoartifizio miro Tal che a pari del Sole arde e sfavilla 365

LIBRO XVIII

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Recacircro duo scudieri a Euridamante Orecchini a tre gocce opera insigne Donde piovea di rai grazia infinita Tornograve del Polittograveride Pisandro Con un vezzo il sergente adornamento 370 Drsquoineffabil vaghezza Ognuno in somma Squisito degli Achei recava il dono Ella beltagrave perfetta alle superne Stanze saliva e le pestavan lrsquoorma Corsquo presenti magnifici le ancelle 375

σ 304 Comrsquoella si partigrave conversi i Proci Allrsquoagil salto allrsquoarmonia gioconda Gioicircr fincheacute sorvenne Egravespero in Cielo Ma rsquol bruno sui godenti Egravespero surto Ratto per tutta illuminar la reggia 380 Tre bracieri si accesero ove dure Aride legna fesse allor gittacircro E di piugrave faci aggiugravenservi la fiamma Nutrigravean con veci alterne ivi la luce Del forte Ulisse le fantesche a cui 385 Drizzava quel magnanimo tai detti

σ 313 laquoServe del Re da sigrave gran tempo assente Risalite alle stanze ursquo la regina Venerevol srsquoaccoglie a lei drsquoattorno Sedete e confortagravetela rotando 390 I fusi o lane apparecchiando vivo Arsquo Proci tutti io manterrograve qui rsquol lume E se vorranno vigilar sin lrsquoalba Non io per vinto mi darograve cheacute al duro Faticare al vegghiar novo non sonoraquo 395

σ 320 A tal proposta si guatacircr ridendo Tutte le ancelle Ed ecco una Melagravento Guancia rosata che oltraggiarlo in turpe Guisa srsquoardiva Dogravelio ingenerolla Penegravelope allevolla e la dilesse 400 Qual propria figlia ed ornamenti e vezzi Di che era vaga sempre le largigravea Neacute mai per questo di lenir fersquo prova Melanto il duol che la regina opprime Di voluttagrave pur avida gittosse 405 Ad Eurigravemaco in braccio Ora costei Il re assaligrave con onte e con rimprocci

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σ 327 laquoMiserando stranier vil insensato Ir non trsquoaggrada in qualche atra fucina O taverna a corcarti ma ti stai 410 Fra tutti questi eroi cianciando audace Senza che alcun timor trsquoagiti mai Sersquo tu briaco Od hai turbata sempre Cosigrave la mente e quindi allrsquoaura spandi Dissennate parole Esulti forse 415 Percheacute rsquol ramingo Iro atterrasti Ah bada Non tosto alcun drsquoIro miglior qui sorga Ad ispezzarti col vigor del braccio La testa e tutto del tuo sangue brutto Alfin da questa reggia ti discacciraquo 420

σ 337 La guatograve bieco Ulisse ed laquoImpudente ndash Gridograve ndash giagrave giagrave a ridir cotesti oltraggi A Telegravemaco vo percheacute qui ratto Tragga ed a brano a brano ti discerpiraquo

σ 340 Impaurite al suon di questi accenti 425 Correan qua lagrave per la magion disperse Le ancelle scosse da un orribil tremito Cheacute drsquoUlisse il parlar credean verace Ritto ei rimase accanto agli avvampanti Bracier gli occhi intendendo arsquo Proci tutti 430 E volgeva nel cor altro neacute indarno

σ 346 Ma restar dagli oltraggi dolorosi Arsquo Proci altier non consentigrave Minerva Acciograve vie piugrave il dolor penegravetri addentro Nellrsquoalma al divo eroe Primo rsquol rimorse 435 Il Polibide Eurigravemaco rivolto A provocar di quersquo superbi rsquol riso

σ 351 laquoUdite ciograve che rsquol cor mi spira amanti Dellrsquoinclita Penegravelope Costui Non venne no nella magion drsquoUlisse 440 Senza rsquol voler di un Dio Splendon del pari Le faci pagravermi e la sua testa certo Sovrrsquoessa un sol capello non ispuntaraquo

σ 356 Allrsquoeversor delle Cittagrave indi vogravelto laquoStranier ndash soggiunse ndash vorrestugrave servirmi 445 Se per merceacute condegna io trsquoinviassi Lagrave nellrsquoestremitagrave del poder mio A raccocircr sassi per macigravee a piantarvi Grandi alberi Perenne il vitto in copia

LIBRO XVIII

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Avresti e panni al dosso al piegrave calzari 450 Ma nel malvagio oprar dotto rifuggi Dalla fatica e mendicar trsquoaggrada Per dar pastura allrsquoavido tuo ventreraquo

σ 365 DrsquoIgravetaca il Re laquoSe in qualche erboso campo Di travaglio fra noi gara surgesse 455 Nersquo lunghi digrave di Primavera e armato Fossrsquoio di adunca falce e tu il pur fossi Sino al buio digiuni ambo giagrave focircra Tutta dal canto mio falciata lrsquoerba O se tauri a guidar ci desser forti 460 Fulvi di vasta mole e ben satolli Pari drsquoetagrave di forza rsquol cui vigore Integro fosse e ci si desse un campo Ampio di quattro iugeri ursquo la gleba Allrsquoaratro cedesse allor vedresti 465 Se tirar so lungo e profondo il solco O se da qualche parte oggi rsquol Satugravernio Terribil guerra qui accendesse e scudo E due lanciotti ed alle tempie adatto Di bronzo un elmo mrsquoavessi io commisto 470 Me vedrestugrave tra i primi combattenti Irrompere alle stragi e non piugrave carco Mi daresti drsquoinerte e di vorace Ma ti piaci oltraggiar percheacute inclemente E di cor duro uom drsquoalto affar trsquoestimi 475 Valente e grande percheacute in mezzo a pochi Men che prodi trsquoavvolgi Oh se qui giunge Ulisse se al natigraveo loco alfin riede Queste porte bencheacute vaste cotanto Strette parranno a te travolto in fuga 480 Fuor dalle soglie del regal palagioraquo

σ 387 Vie piugrave in suo cor furendo il guatograve bieco Eurigravemaco e gridograve laquoMisero Tosto Vorsquo disertarti Oh come audace parli Fra tanti eroi neacute mai nulla paventi 485 Sersquo tu briaco Od hai turbata sempre La mente e gracchi O trsquoinsanigrave la gioia Percheacute rsquol mendico e vil Iro atterrastiraquo

σ 394 Ghermigrave ciograve detto lo sgabel ma Ulisse Si ristrinse drsquoAnfigravenomo arsquo ginocchi 490 Ed al colpo sfuggigrave che in vece colse

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Nella destra il coppier la coppa in terra Con istrepito cadde ed il donzello Si riversograve gemendo nella polve Alto rumor nellrsquooscurata sala 495 Tra i Proci si levograve ciascun mirando Al suo vicin movea queste parole

σ 401 laquoDeh morto fosse pria che qua giungesse Il ramingo stranier tal rio tumulto Sorvenuto non focircra Or contendiamo 500 Per un tapin fuggisti omai per sempre O voluttagrave dersquo nostri lieti prandi Poi che lrsquoavviso dersquo peggior prevaleraquo

σ 405 E Telegravemaco laquoAhi miseri di fermo Voi delirate ecco a qual fiero estremo 505 Drsquoesca e di beva il trasmodar vi spinse Certo vrsquoinstiga un Dio Pur ben satolli Ite a corcarvi negli alberghi vostri Se ciograve vrsquoaggrada io non discaccio alcunoraquo

σ 410 Tutti col morso comprimendo il labbro 510 Arsquo franchi detti del garzon stupicircro Ma Anfigravenomo di Niso inclita prole Surto tra lor mosse tai detti laquoAmici A sigrave giusto parlar non sia chi tolga Con acerbe rampogne a far contrasto 515 Neacute lrsquoospite srsquooffenda o alcun dersquo servi Che in seacute recepe la magion drsquoUlisse Su via rsquol coppier ministri in volta i nappi E fatti i libamenti rientriamo Il riposo a gustar nersquo propri alberghi 520 Prender lasciam dellrsquoospite la cura A Telegravemaco al cui tetto srsquoaddusseraquo

σ 422 Piacque arsquo Proci rsquol consiglio Il Dulichiense Mulio araldo drsquoAnfigravenomo nellrsquourna Temprato il vin con sottil cura a tutti 525 Nersquo spumanti bicchier lo porse in giro Libato arsquo Numi rsquol vin dolce gustacircro Ma posto fine arsquo libamenti tutti Bebbero a pien talento indi a corcarsi Al proprio albergo ciaschedun movea 530

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LL II BB RR OO XX II XX

Colloquio di Ulisse e di Penegravelope il primo egrave riconosciuto dalla nutrice Euriclea

PPOICHEacute nellrsquoaula divisograve la strage Dersquo Proci con Minerva il divo Ulisse Converso al figlio ratto a dir si tolse

τ 4 laquoTelegravemaco forza egrave le bellicose Nostrrsquoarmi tutte trasportare ad alto 5 A prender securtagrave drsquoogni sospetto Lusingherai con blandi accenti i Proci Se averle in lor baligravea brameran elli Ed inchiesta faragravennoti rispondi laquoDal fumo le sottrassi cheacute sembianti 10 A quelle non son piugrave che lasciograve il padre Quando per Troia un giorno alzograve le vele Perdettero il fulgor discolorate Dal vapor della fiamma Ed anco questa Cura piugrave forte mi spirava un Dio 15 Non forse presi da Liegraveo soverchio Deacutestisi tra di voi fiera contesa Tal che lrsquoun lrsquoaltro a vi ferir sospinga E la mensa vrsquoinsanguini e le gare DellrsquoImenegraveo cheacute a seacute lo stesso ferro 20 Attira lrsquouomraquo Tacque ed al padre caro Telegravemaco obbedigrave ratto a seacute chiama La nutrice Euriclea laquoRinchiudi ndash aggiunse ndash Nelle stanze le ancelle o fedel bagravelia Tanto che ad alto le bellrsquoarmi apporti 25 Del padre che in sua assenza abbandonate Il fumo deturpograve Sendrsquoio fanciullo Lrsquoincauta mente non le prese in cura

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Collocate or da me figraveeno lagrave dove Della fiamma il vapor non piugrave le attinga 30

τ 21 laquoVoglia rsquol Ciel ndash rispondea lrsquoaffettuosa ndash Che alfin ricco di senno e di consiglio Regga la tua magione e tutte serbi Le tue dovizie Orsugrave dimmi chi fia Che teco srsquoaccompagni e porti il lume 35 Peroccheacute non vuoi tu che alcunrsquoancella Ti vada innanzi ed il cammin ti schiariraquo

τ 26 E Telegravemaco laquoLrsquoospite non mai Inerte patirograve chrsquoei del mio staio Nugravetrisi comeccheacute da lunge arriviraquo 40

τ 29 Neacute giagrave indarno volacircr queste parole Del ben construtto gineceo le porte La nutrice fermograve Col rege rsquol figlio Impetuosi via portano gli elmi Gli scudi umbilicati e lrsquoaste acute 45 Precedeacutevali Palla di superna Luce raggiando a par di fulgidrsquooro Tutte intorno le stanze illuminava

τ 35 E Telegravemaco laquoO padre ah qual portento Le pareti i bei palchi e le abetine 50 Travi e queste colonne in suso spinte Qual fiamma viva sfolgorar veggrsquoio Qui dentro egrave un Nume abitator del Cieloraquo

τ 41 laquoTaci affrena il pensier neacute interrogarmi ndash Interrugraveppelo il re ndash questa egrave lrsquousanza 55 Degli Eterni che regnano lrsquoOlimpo Ma varsquo e ti corca omai chrsquoio qui rimango A raccertar delle fantesche i sensi E della madre mesta che vorrammi Partitamente far di tutto inchiestaraquo 60

τ 47 Tacque ed il figlio del palagio uscito Al chiaror delle faci si raccolse Lagrave nella stanza in che solea corcarsi E quivi srsquoaddormigravea pur desiando Che ratto sorga a risvegliarlo lrsquoalba 65 Ma nellrsquoaula restograve lrsquoinclito Ulisse Dersquo Proci a ordir con Pagravellade la strage

τ 53 Qui la regina di sue stanze uscigravea Ad Artegravemide pari o allrsquoaurea Vegravenere Lrsquousato seggio collocacircr le ancelle 70

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Al foco appresso di commessi argenti Non che drsquoavori adorno alto lavoro Che lrsquoartefice Icmagravelio un digrave condusse Congiunto al seggio stagravevasi sotteso Elegante sgabel su cui gran vello 75 Stendeacutevasi Posava in questa sede Penegravelope Sorvennero le ancelle Dalle candide braccia e tolser via Pane in gran copia e deschi e tazze in cui Bevvero dianzi gli orgogliosi amanti 80 Gittacircr per terra dersquo bracieri rsquol foco Molta indi accumulacircr legna onde ratto Luce e tepor drsquointorno si diffuse

τ 65 A rimordere il re di nuovo sorse Melanto laquoO forestier di notte ancora 85 A dar noia trsquoavvolgi entro il palagio Le donne ad ispiar Via sciagurato Bagravestiti rsquol cibo che ingollasti o tosto Drsquoesto tizzo percosso uscirai fuoraraquo

τ 70 La guatograve bieco Ulisse e sigrave rispose 90 laquoMisera Percheacute sempre in gran corruccio Mrsquoinfesti Percheacute me vecchiezza oppresse E vili panni indosso e vo alla cerca Per la cittagrave Necessitagrave mrsquoastringe Tal egrave il destin di chi mendica ed erra 95 Noi pur fiorimmo un digrave ricca magione Abitava felice e (qual si fosse) Al pellegrin che a me si rivolgea Spesso di ciograve che bisognograve fui largo Servi innumeri mrsquoebbi e gli agi tutti 100 Di quersquo che in mezzo a gran copia vivendo Opulenti si chiamano Ma Giove Da tantrsquoaltezza mi travolse in basso Sagravessel egli rsquol percheacute Pon mente or dunque Giovinetta non forse ti si sperga 105 Questo fior di beltagrave che sigrave trsquoadorna E fra le tue conserve ir ti fa altera Paventa che lrsquoIcagraveride adirata Su te non infierisca o torni Ulisse Cheacute gran parte di speme anco nrsquoavanza 110 Ma srsquoei perigrave se disperar nrsquoegrave forza Emolo al padre la merceacute di Febo

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Telegravemaco qui sta non piugrave fanciullo Cui celarsi qual femmina delinque In sua magion certo egrave impossibil cosaraquo 115

τ 89 Penegravelope lrsquoudiva e con acerbe Rampogne ad isgridar feacutessi lrsquoancella

τ 91 laquoAudace sopra ogni altra invereconda No non mrsquoegrave ascoso il tuo misfatto e rsquol degravei Scontar con la tua testa Oh ben sapevi 120 (Da me lrsquoudisti tu) chrsquoio pur volea Lrsquoospite interrogar nelle mie stanze Del mio consorte sul destin per cui Lrsquoangosciato mio cor tanto srsquoattristaraquo

τ 96 Detto conversa a Eurigravenome soggiunse 125 laquoReca uno scanno e su vi stendi un vello Eurigravenome seggendo a me favelli Lrsquoospite e mrsquooda interrogarlo or voglioraquo

τ 100 Ratto la dispensiera un elegante Seggio recava e rsquol ricoprigravea drsquoun vello 130 Vi si adagiograve lrsquoeroe cui sigrave favella Penegravelope laquoStraniere or io medesma Prima ti parlerograve Chi Di qual gente Di qual cittagrave Chi fucircro i maggior tuoi raquo

τ 106 laquoDonna ndash rispose rsquol sapiente Ulisse ndash 135 Uom no non havvi sullrsquoimmensa terra Chrsquoosi biasmarti sin al Ciel giagrave salse La gloria tua qual di Re saggio e pio Che sopra molte bellicose genti Stende lo scettro ed egrave sostegno al dritto 140 Ondeggian nelle fertili campagne Orzi e frumenti gragravevansi di frutta Gli alberi figlia vigoroso rsquol gregge Pescoso egrave rsquol mar e sotto rsquol regger equo Vivono sempre i popoli felici 145 Perograve drsquoaltro or mi chiedi in tua magione Non di mia stirpe e del natigraveo paese Cheacute drsquoaspre doglie mrsquoempiresti lrsquoalma Con la membranza delle mie sventure Dolente oltre ogni dir non mi si addice 150 Seggendo in casa altrui piangere ed alti Metter gemiti e lai non bene adopra Chi sempre a sparger lagrime si ostina Temo che contra me qualche tua ancella

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Srsquoadiri od anco tu medesma e dica 155 ldquoEbbro costui qui rsquon lagrime si stemprardquoraquo

τ 123 E lrsquoinclita regina laquoOspite mio Certo il vigor dellrsquoalma e la beltade Gli Eterni mi rapicircr quel digrave che a Troia Navigacircro gli Argivi e con lor gigravea 160 Ulisse il mio consorte Oh se quel grande Reduce qui la mia vita reggesse Maggior la gloria mia focircra e piugrave bella Tristezza or mrsquoange di tante e sigrave gravi Sventure un Dio mrsquoopprime I duci tutti 165 Che regnan le propinque isole intorno Same Duligravechio e Zacinto arborosa Quersquo che rsquol dominio in Igravetaca usurpacircro Me ripugnante ambiscono a consorte E la magion disegravertanmi Non posso 170 Degli ospiti dersquo supplici e dersquo sacri Pubblici araldi prendere piugrave cura Ma Ulisse bramo e rsquol cor tenero in petto Mi si consuma Affrettan tuttavolta Costoro il maritaggio ed io nuove arti 175 Macchinando pur vo Spirommi un Dio Manto funebre ordir nelle mie stanze Grande oprando sottil dismisurata Tela e fra lor di subito dissrsquoio ldquoGiovani che impalmar me desiate 180 Poicheacute Ulisse perigrave deh le mie nozze Dallrsquoaffrettar restatevi sin chrsquoio Questo fornisca per lrsquoeroe Laerte Funebre ammanto (acciograve il mio fil non pecircra) Quando a patir di morte i lunghi sonni 185 A seacute rsquol trarragrave la dispietata Parca Peroccheacute delle Achee lrsquoira pavento Srsquouom che adunograve tante ricchezze privo Sin drsquoun lenzuolo sepolcral se nrsquo giacciaraquo Questi detti trovacircr fede nellrsquoalma 190 Degli alteri miei Proci Ordigravea di giorno La gran tela e di faci allo splendore Di notte la stessea Sino al terzrsquoanno Illudendo gli Achei mi tenni ascosa Ma quando rimenar lrsquoOre ed i Mesi 195 Il quartrsquoanno darsquo Proci allor sorgiunti

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Nelle mie stanze colta fui (ria colpa Drsquoinvereconde e dispietate ancelle) Quei drsquoaspro minacciar feacutecermi segno Necessitagrave mi vi stringendo il manto 200 Al suo termine trassi Or piugrave le nozze Sfuggir non posso ned alcun mrsquooccorre Altro consiglio giagrave i parenti a quelle Drsquoinstigarmi non cessano Srsquoadira Contra i divorator del suo retaggio 205 Il figlio che i suoi danni a pien conosce Adulto omai prender ben puograve il governo Di sua magion Giove di gloria il colma Ma la tua stirpe or dimmi e rsquol natigraveo loco Cheacute dallrsquoantica favolosa quercia 210 O drsquoaspra rupe originar non degraveiraquo

τ 164 E rsquol re sagace laquoO veneranda sposa Del Laerzigraveade Ulisse a che non cessi Drsquointerrogarmi sul lignaggio mio Il ti dirograve bencheacute tu cresca i tanti 215 Affanni miei comrsquoegrave ragion che avvenga Ad uom che al par di me molti anni e molti Dalla terra natigravea vive lontano Che piugrave cittagrave percorse errando e sempre Tormenti aspri sostenne Tuttavolta 220 Poicheacute rsquol mi chiedi a digraverloti son presto

τ 172 Sorge in mezzo al mar bruno una gran terra Bella irrigua ferace in seacute recepe Immensa moltitudine di genti E novanta cittagrave Molte favelle 225 Miste sonan colagrave soacutenvi gli Achei I generosi autogravectoni Cretensi Soacutenvi i Cidoni e in tribugrave tre divisi I Dori ed i magnanimi Pelasgi Gnosso vasta cittagrave quivi si estolle 230 Regnata da Minograves che Giove sommo Drsquoogni novennio al volgere ponea Del suo colloquio a parte E fu Minosse Padre del padre mio del valoroso Deucalioacuten da cui nacqui io ed il Rege 235 Idomenegraveo che in sui rostrati legni Con gli Atridi attingea le Iligraveache sponde A me drsquoetagrave minor fu rsquol nome illustre

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DrsquoEtone imposto Idomenegraveo fu rsquol primo E rsquol piugrave valente Vidrsquoio rsquon Creta Ulisse 240 E gli porgea doni ospitali Quivi Svolto dalle Malegravee quandrsquoigraveva ad Igravelio Impetuoso un vento lo sospinse SullrsquoAmniso fermosse appo la grotta DrsquoIlitigravea in dubbio e periglioso porto 245 In che dal turbo riparava a stento Giunto a cittagrave di subito richiese DrsquoIdomenegraveo che venerando e caro Ospite suo chiamograve Giagrave giagrave comparsa La decimrsquoera o lrsquoundicesimrsquoalba 250 Dopo che accolto sui capaci legni Le vele alzograve vegraverrsquoIgravelio Idomenegraveo Nel mio palagio lrsquoaddussi io Di liete Ospitali accoglienze onor gli feacutea Poicheacute drsquoagi lrsquoostel non mrsquoera scarso 255 E tenni modo ancor che il popol tutto A lui diede non men che arsquo suoi seguaci Cereal polve fervido Liegraveo Buoi da sgozzar sigrave che sbramacircrsi a pieno Dodici digrave restacircr gli Argivi in Creta 260 Cheacute feacutea lor forza il grave impetuoso Boreal vento tal che in sulla terra Regraveggersi in piegrave non perdonograve ad alcuno Certo un fier nume lrsquoeccitava Al fine Nel tredicesmo digrave cadde e le Argive 265 Prode correano persquo cerulei campiraquo

τ 203 Cosigrave dicea fingendo e cosigrave dava Del vero a molte favole lrsquoaspetto Pianse ella in ascoltando illanguidita Mancar sentissi Come neve sparsa 270 Da Zegraveffiro sui monti alti si solve Al tepido soffiar drsquoEgraveuro dallrsquoalto Corrono i rivi ad ingrossare i fiumi Tal di pianto inondagravevasi il bel viso Di lei gemente lrsquoamato consorte 275 Assiso ligrave al suo fianco Intenerito Al suon dersquo tristi lai della sua donna Ulisse addentro il cor sentigrave ma gli occhi Stagravevangli a par di corno o vuoi di ferro Nelle palpegravebre immoti artatamente 280

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Reprimeva le lagrime Poicheacute ella Di querimonie e di pianti fu sazia

τ 215 laquoStranier ndash soggiunse ndash or vorsquo di te far prova Se corsquo suoi prodi tu come or lrsquoannunzi Ricettasti in tue case il mio consorte 285 Quai panni rivestigravea Chi fu egli stesso Quali i seguaci A parte a parte or dimmiraquo

τ 221 laquoDifficile mi fia digraverloti o donna ndash Ulisse ripigliograve ndash cheacute dieci e dieci Anni vogravelsersi giagrave dal digrave chrsquoei feacuteo 290 Dipartenza da Creta Nondimeno Tutto che in mente splegravendemi saprai Vestiva il divo Ulisse un porporino Largo manto villoso aureo fermaglio Lrsquounigravea con doppio anello nel dinanzi 295 Opra insigne adornagravevalo corsquo piedi Anterior ecco ghermiva un veltro Vaio cerbiatto chrsquoei spirante adocchia Stupigravean tutti che drsquoograver sendo amendue Lrsquoun guati lrsquoaltro e rsquol soffochi e che questi 300 Forte ambo i piedi per fuggir dibatta Indossar gli vidi anco unrsquoelegante Tunica molle sigrave qual di cipolla Arida spoglia e come il Sol splendente Molte donne ammiracircrla Or tu pon mente 305 Io non so se vestigraveala in sua magione O se qualcun che seco srsquoimbarcava O la gli diede un ospite cheacute a molti Diletto egli era e pochi rsquol fucircr del pari Tra i prodi Achei Perciograve di rame un brando 310 Doppio bel manto porporin adatta Tunica in don gli porsi ed onorato A mio poter al suo legno il seguigravea Araldo accompagnagravevalo che alquanto Drsquoetagrave rsquol vinceva ed ecco il ti dipingo 315 Crespo crin late spalle e cute bruna Avea nomossi Eurigravebate in gran pregio Fra tutti i prodi suoi teneacutealo Ulisse Cheacute ricca egli ebbe di saper la menteraquo

τ 249 Detto la brama vie piugrave in cor le crebbe 320 Di gemiti e di lai cheacute certi e gravi Glrsquoindizi esposti dallrsquoeroe conobbe

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Ma quando si sentigrave sazia di pianto A lui conversa disse laquoOspite mio Tu che nersquo tetti miei mrsquoeri pur dianzi 325 Soggetto di pietade or mi diventi Venerevol e caro chrsquoio medesma Le vesti li porgea di che tu parli Nel talamo piegate Ed io gli affissi Lo splendido fermaglio adornamento 330 Del suo bel manto Ahi misera non io Reduce alla natigravea dolce sua terra Novellamente lrsquoaccorrograve Ben crudo Destin salir gli feacuteo la larga nave Che allrsquoinfame esecrato Igravelio il traearaquo 335

τ 261 laquoOrrevole drsquoUlisse inclita donna Deh non piugrave consumar ndash lrsquoeroe soggiunse ndash La tua bella persona neacute tristarti Lrsquoalma piangendo il tuo consorte Certo Taccia darti non so ciascuna piange 340 Chi la condusse un digrave vergine sposa Ed a cui figli partorigrave Ben vuogravelsi Ulisse pianger piugrave che comrsquoegrave grido Arsquo Sempiterni assembra Or tu deh cessa Dal gemere e pon mente aperto e schietto 345 Tutto che udigravea del suo redir vorsquo esporti Egrave vivo Ulisse appo la ricca gente Sta dersquo vicin Tesprograveti e molti apporta Seco egregi tesor chrsquoei srsquoebbe in dono Dai popoli e darsquo Regi ma nellrsquoalto 350 Mare i prodi compagni ed il naviglio Perdette dipartegravendosi dai lidi Della Trinacria peroccheacute adiracircrsi Giove ed il Sole a cui del Re i compagni Sgozzacircr lrsquoarmento Il mar voraginoso 355 Gli ingoiograve tutti lui gettava solo Sulla carena della nave infranta Inverso rsquol continente appo i Feaci Gente che trae lrsquoorigine dai Numi Ersquo di cor come a un Dio feacutecergli onore 360 Di presenti rsquol colmacircro e in sua magione Incolume fermacircr di ricondurlo Certo qui focircra ei giagrave Se non che meglio Tornar gli parve di adunar dovizie

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Percorrendo altre terre Il tuo consorte 365 Soverchia nersquo sottili accorgimenti I mortai tutti tal che niun ardisce Contender seco Dersquo Tesprograveti rsquol rege Fidoacuten mi raccontograve mentrrsquoei libava In sua magione e rsquol mi affermograve con giuro 370 Che varata la nave e chrsquoeran presti Color che denno al suol natigraveo raddugraverlo Fidoacuten me prima accomiatograve cheacute a sorte Drizzava un legno di Tesprograveti il corso Vegraver Duligravechio di grano aureo ferace 375 Ma le dovizie tutte ei pria mostrommi Adunate da Ulisse in sigrave gran copia Che sostener drsquouna famiglia intera Per dieci etagrave potrigraveeno i discendenti Tali son i tesor chrsquoei cumulava 380 Appo Fidoacuten che aggiunse ldquoIto a Dodona Egrave Ulisse per udir dalla divina Alti-chiomata quercia il gran consiglio DellrsquoOligravempio srsquoei dee dopo sigrave lunga Assenza ritornar al natigraveo loco 385 Palese od in segretordquo E dunque salvo Qui di certo ei verragrave No darsquo suoi cari Neacute dallrsquoamato suol patrio lontano Gran pezza ei rimarragrave Tutto che dissi Or col solenne sacramento affermo 390 Giove renda al mio dir testimonianza Sommo tra numi ed ottimo e drsquoUlisse Il sacro focolare a cui rifuggo Ciograve che dico avverragrave questrsquoanno Ulisse Rappariragrave in sua reggia o pria che spiri 395 Il mese o del vegnente al sorger primoraquo

τ 308 laquoOh srsquoadempia il tuo detto ospite mio ndash Penegravelope rispose ndash incontinente Di grato animo pegni e tanti doni Otterresti da me che te in veggendo 400 Ciascun beato ti terragrave Ma in petto Pagraverlami rsquol cor ciograve che pur troppo fia Neacute Ulisse riederagrave piugrave nersquo suoi tetti Neacute tu scorta otterrai peroccheacute quanti Qui usurpacircrsi baligravea non son qual era 405 (Oh rsquol fosse ancora) Ulisse ad accocircr presto

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A rimandar gli egregi ospiti sempre Ma voi donzelle lrsquoospite lavate E di coltri di manti e di tappeti Splendidi il letto gli ponete ondrsquoabbia 410 A goder drsquoun tepor dolce aspettando Che sopra il trono drsquoograver salga lrsquoAurora Comparsa appena prenda un bagno e voi Drsquoessenze il profumate acciograve chrsquoei segga Nellrsquoaula a desco del mio figlio accanto 415 Guai al crudel che lrsquooltraggiasse Certo Atto far non potragrave che a pro gli torni Ben fremiragrave ma indarno Oh come mai Sapresti ospite mio che allrsquoaltre donne Io per senno prevaglia e per consiglio 420 Mentre squallido avvolto in questi cenci Convivar ti lasciassi entro la reggia Breve la vita egrave degli umani uom crudo Che dispietati in cor sensi rivolve Maledetto egrave da tutti e fincheacute vive 425 Imprecar fiero lrsquoavvenir si sente Trapassa Il mondo legravevasi e lrsquoinfama Ma a qual si fregia di bontagrave ed aspira Allrsquoeccellenza drsquoatti egregi immensa Acquistan gloria gli ospiti dovunque 430 Tal chrsquoei nrsquoha loda di gentile spirtoraquo

τ 335 laquoVenerevol drsquoUlisse inclita donna ndash Ripigliava lrsquoeroe ndash manti e superbe Coltri in dispetto ebbrsquoio sin da quel giorno Che sovra rsquol pin di lunghi remi armato 435 Lasciai di Creta le nevose cime Mi corcherograve come usai prima quando Vigilando traea le intere notti Cheacute steso in letto vil ne passai molte Pur aspettando il comparir dellrsquoalba 440 Neacute mi talenta piugrave dersquo piedi rsquol bagno Neacute donna che ministri in questa reggia Il piegrave mi toccheragrave salvo che saggia Femmina antica sia che molte e molte Al par di me patite abbia sventure 445 Toccarmi a questa il piegrave non fia disdettoraquo

τ 349 E lrsquoIcagraveride saggia laquoOspite mio Niun pellegrino di lontan paese

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Piugrave saggio e caro capitograve qui mai Di te chrsquoesprimi con parola ornata 450 Tutto che rsquol senno ed il decoro ingiunge Vecchia posseggo di consigli eletti Che nutrigrave e crebbe e nelle braccia accolse Quellrsquoinfelice quando primamente La madre il partorigrave costei le piante 455 Ti laveragrave quantunque tragga a stento Lrsquoanelito Ma deh saggia Euriclea Legravevati su lrsquoospite bagna oppresso Drsquoanni al par del tuo Re tal forse egrave Ulisse Tale nersquo piedi e nelle man cheacute ratto 460 Uom combattuto da sventure invecchiaraquo

τ 361 La bagravelia rsquol voacutelto tra le man si ascose E versograve calde lagrime movendo Dolorose parole laquoAhi per te figlio Questa mia vita debile strascino 465 Piugrave che ad altri a te porta odio il Tonante A Te sigrave pio Non mai tanti alcun gli arse Lombi di pingui vittime neacute tante Ecatombe perfette alcun gli offerse Al par di te neacute orasti a lui che a queta 470 Giunger vecchiezza e crescer prode il figlio Pur del ritorno il digrave ti si rapigraveo Forse le donne di remote genti Oltraggiano lrsquoeroe quandrsquoei nersquo ricchi Tetti srsquoadduce come te oltraggiacircro 475 Tutte quante coteste invereconde Da cui lrsquoonte schifando e lrsquoinsolenza Rifiutasti il lavacro A me pertanto Non ripugnante tal uffizio impose LrsquoIcagraveride e vorsquo adegravempierlo non pure 480 A cagione di lei ma di te ancora Cheacute nellrsquoimo del cor ospite tutti Gli antichi affanni ridestar mi sento Pur odi un detto mio molti infelici Stranieri qui si addussero ma niuno 485 Per istatura o voce o portamento Sembiante al par di te pagravervemi a Ulisseraquo

τ 382 E quel sagace laquoO donna affermacircr quanti Ne videro amendue che grande corre Tra Ulisse e me rassomiglianza appunto 490

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Qual tu medesma accortamente or notiraquo τ 386 Prese allora Euriclea lucida conca

In che versograve molta freddrsquoacqua e poscia La bollente vrsquoinfuse Incontinente Lrsquoeroe che assiso al focolar sedea 495 Vegraver lrsquoombra si voltograve cheacute in cor sospetto Gli srsquoingerigrave non forse la nutrice Brancicandol la margine scoprisse E sigrave togliesse arsquo suoi disegni rsquol velo Fatta a lui presso come a lavar dessi 500 Al suo Re i piedi tosto riconobbe La ferita che un digrave col bianco dente Impregravessegli un cinghial lagrave sul Parnaso Quando a vedere andograve lrsquoavo materno Ed i suoi figli Autogravelico valente 505 Che gli umani vincea tutti nellrsquoarte Del rapir del giurar cheacute dersquo suoi doni Ermete lrsquoarricchigrave cui sempre ardea Cosce accette drsquoagnelli e di capretti Tal che pronto con lui si accompagnava 510 DrsquoIgravetaca a visitar le ricche genti Autogravelico recossi e nato dinanzi Quivi trovograve della sua figlia un figlio Questo pose Euriclea sulle ginocchia Care dellrsquoavo tosto che levate 515 Fucircr le mense e nomollo e sigrave gli disse

τ 403 laquoAutogravelico tu stesso or trova e imponi Al dolce nato di tua figlia un nome A lui che sempre desiasti tantoraquo

τ 405 E di subito il Re laquoGenero mio 520 E tu mia figlia il nome gli imponete Che or vi dirograve comrsquoio qui giungo irato A molti umani drsquoambo i sessi in terra Vorsquo che si nogravemi Ulisse Attinta appena La pubertagrave vorsquo che arsquo materni ei venga 525 Vasti palagi lagrave sovra il Parnaso Dove posseggo le dovizie mie Di cui fagravettagli parte alle paterne Case il rimanderograve colmo di gioiaraquo

τ 413 Ulisse indi partiva acciograve che lrsquoavo 530 La promessa per lui fatta eseguisse Dersquo magnifici doni E lrsquoavo ersquo figli

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Lrsquoaccolser con amplessi e con parole Affettuose lrsquoavola Anfitegravea Streacutettolo al petto il capo gli baciava 535 Ersquo begli occhi lucenti Arsquo figli illustri Il Re la cena comandograve repente Menacircr un bue quinquenne lo sgozzacircro Lrsquoacconciacircro il partirono ed i brani Negli schidoni tutti a modo infissi 540 Maturarono al foco e comparticircrli Cosigrave lo intero digrave sino allrsquoOccaso Banchettacircro neacute alcuno in maggior copia Bramava il cibo Non appena il Sole Disparve e la notturna ombra sorvenne 545 Gustacircr corcati i doni almi del Sonno

τ 428 Allrsquoindimani come in Ciel comparve La figlia del mattin rosea le dita Corrono i cani alla gran caccia e vassi Corsquo figliuoli drsquoAutogravelico lrsquoeroe 550 Sul vestito di selve eccelso monte Salgono di Parnaso e tra quersquo gioghi In che i turbi imperversano trovacircrsi Giagrave le campagne il novo Sole indora Dal pacifico surto alto Oceagraveno 555 Mentre la caccia entro un vallon discende Ormando innanzi igravevano i cani e dietro I figliuoli drsquoAutogravelico ma Ulisse Palleggiando la lunga asta si tenne Appo lo stormo Lagrave dentro una folta 560 Macchia giacea un cinghial dismisurato Non gagliardo soffiar drsquoumidi vegraventi Non di fervido Sol raggio non pioggia Dirotta mai la penetrograve ben vrsquoera Quivi di frondi enorme effondimento 565 Al tumulto al rumore al calpestio Degli accorrenti cacciator dersquo cani Fuor del recesso la setosa belva Slagravenciasi arruffa della testa i peli Gli occhi in fiamma rivolve e lor di contra 570 Piagraventasi e guata In questa il primo Ulisse Irrompe alzata con man forte lrsquoasta Drsquouccigravederla bramoso Ma rsquol prevenne Il cinghiale e rsquol ferigrave con la gran sanna

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Drsquoun colpo obliquo in sul ginocchio molta 575 Carne squarciograve ma non aggiunse allrsquoosso Del garzon che il colpigrave nellrsquoomer destro Da parte a parte la splendida punta Dellrsquoasta il trapassograve cascograve mugghiando Nella polve e spirograve Ma intorno a lui 580 Accorsi affaccendacircrsi i cari figli DrsquoAutogravelico fasciagravetagli la piaga A modo gli arrestacircr con un incanto Il negro sangue e rsquol trasportacircr del padre Al palagio Poi chrsquoelli rsquol ritornacircro 585 In sanitagrave che di presenti insigni Il ricolmacircr contenti alla diletta Igravetaca tosto il rimandacircr contento Esultograve il genitor lrsquoorrevol madre Al suo ritorno e tosto interrogacircrlo 590 Di tutto che sendo lontan gli occorse Ma piugrave della ferita Ed ei narrava Partitamente lor comrsquoito a caccia Con i figli dellrsquoavo in sul Parnaso Un cinghiale rsquol piagograve dal niveo dente 595

τ 467 Quando la vecchia con le man inchine Questa margin toccograve la riconobbe Ed il piegrave che tenea ratto dimise Cascograve la gamba nella conca il rame Rimbonbogravenne travogravelsesi da un lato 600 Il vase e lrsquoacqua per lo spazzo corse Letizia e duol invasero ad un tempo Lrsquoanimo drsquoEuriclea le si empicircr gli occhi Di lagrime la sua languida voce Nellrsquouscir si fermograve Steacutesagli alfine 605 La destra al mento esclama laquoAh tu sersquo Ulisse Il caro figliuol mio neacute ravvisarti Fatto mi venne pria pria drsquoaver tocco Questa ferita da cui chiara viemmi Testimonianza che il mio Re tu seiraquo 610

τ 476 Detto gli occhi intendendo alla regina Dirle anelava che il consorte amato Stagravevale presso Ma bencheacute di contra Neacute vederlo potea neacute porvi mente Penegravelope cheacute rsquol cor Palla le svolse 615 In questa Ulisse lrsquoafferrograve alla gola

ODISSEA

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Con la destra e con lrsquoaltra a seacute la trasse Dicendo laquoVuoi tu pegraverdermi o nutrice Pur tu medesma del tuo sen col latte Nudristi un giorno me che dopo tanti 620 Patiti affanni nel ventesimrsquoanno Ritorno al suol natigraveo Ma poicheacute accorta Di me ti feacutesti e che nellrsquoalma un Dio Il mio segreto ti depose taci Ned altri rsquol sappia qui Ciograve che or ti dico 625 Certo avverragrave se mai qualcun dersquo Numi Doma sotto il mio braccio i Proci alteri Non ti risparmierograve bencheacute mia bagravelia Quando a morte porrograve le tue conserveraquo

τ 491 Ed Euriclea laquoQual detto o figliuol mio 630 Fuor del labbro trsquouscigrave Costante invitta Chiudo qui dentro lrsquoanima e tu rsquol sai Al par drsquoalpestre rupe al par di ferro Mia fede egrave salda Or odi e rsquol ti rammenta Se di tua man gli oltracotati Proci 635 Auspice un Dio cadranno allor dirotti Qual delle schiave tue qui ti deturpa E qual fida se nrsquo vive ed innocenteraquo

τ 500 Ed Ulisse laquoPercheacute vuoi tu indicarle Questo allrsquouopo non fa Ben per me stesso 640 Osservarle e conoscerle deggrsquoio Star tu bada in silenzio ed il successo Dellrsquoimpresa commetti arsquo Sempiterniraquo

τ 503 Nuova acqua a riportar sparsa la prima Fuor la nutrice uscigrave Lavato ed unto 645 Chrsquoebbe drsquoessenze il Re questi raccosta Il seggio al foco a si scaldar le membra E corsquo cenci la margine ricopre

τ 508 Ripreso il ragionar dalla prudente Icagraveride soggiunse laquoOspite bramo 650 Ancor per poco interrogarti io stessa Ecco srsquoappressa del riposo il tempo Lrsquoora in che ognun bencheacute dolente egrave preso Dal dolce sonno Me pertanto opprime Drsquoaffanno immenso un Dio sin che rsquol digrave splende 655 Trista e gemente sopra i lavor miei E delle fanti vigilar mrsquoaggrada Scesa la notte che i mortali assonna

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Corcata piango cheacute da mille acute Cure qui dentro rsquol cor fieder mi sento 660 E come la fiorente Filomena Di Pagravendaro figliuola al sorger novo Della bella stagion dolce cantando Delle frondi piugrave dense allrsquoombra siede Quivi iterando va mesti concenti 665 Che allrsquoaura spande Iti piangendo il caro Figlio che a Zegraveto re partorigrave un tempo Iti che per error col ferro uccise Non altrimenti a me fra due contrari Sensi di qua di lagrave srsquoagita il core 670 O restar appo rsquol figlio ed il retaggio Serbargli intatto e con le mie sostanze Le serve e questo vasto alto palagio Rispettando ad un tempo e la mia fama E rsquol coniugal mio talamo o rsquol piugrave illustre 675 Degli Argivi seguir che di gran doni Di nozze onusta arsquo suoi tetti mrsquoadduca Sino a che rsquol figlio era fanciullo e soro Non consentigravea chrsquoaltri io impalmando questa Magion abbandonassi or chrsquoegli crebbe 680 Or che lrsquoetagrave di pubertade attinse Desigravea che mi diparta irato arsquo Proci Che lrsquoaver suo divorano Ma tu Deh mrsquoodi e questo mio sogno dichiara Veacutenti lagrave nel cortile oche nellrsquoacqua 685 Stemprato il gran pascevano non senza Qualche diletto io le osservava ed ecco Slanciagravetasi dal monte aquila grande Dal rostro adunco la cervice a tutte Frange e le spegne nel cortile in folla 690 Giacean sparsi gli augei lrsquoaquila intanto Battea per lo divino etere i vanni Io bencheacute in sogno piangeva ululava E le Achee dal bel crin stavan drsquoattorno A me che pur mettea miseri lai 695 Per lrsquooche mie che lrsquoaquila mrsquoancise Ma quella tosto rivolograve si assise Sopra il tetto sporgente ed assumendo Umana voce articolograve tai note

τ 546 ldquoFarsquo cor o figlia del possente Icagraverio 700

ODISSEA

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Questo non vano fantasma di sogno Ma certa egrave vision di ciograve che fia Nellrsquooche i Proci in me chrsquoera pur dianzi Aquila or tu ravvisa il tuo consorte Che alfin qui giunto dispietata e turpe 705 Arsquo Proci tutti avventeragrave la morterdquo

τ 551 Posto fine arsquo suoi detti il dolce sonno Mrsquoabbandonograve Qua e lagrave per lo cortile Vogravelto lo sguardo bezzicar veggrsquoio Lrsquooche il grano nel truogolo qual primaraquo 710

τ 554 Ed il sagace eroe laquoNon vuogravelsi o donna Interpretar diversamente il sogno Poicheacute rsquol medesmo Ulisse ti chiarigraveo Come srsquoadempiragrave Certo lrsquoeccidio Appar dersquo Proci tutti quanti alcuno 715 Cansar la morte non potragrave neacute rsquol Fatoraquo

τ 559 E lrsquoIcagraveride saggia laquoOspite i sogni Scuri e fallaci son neacute giagrave lrsquoevento Allrsquoimpromessa lor sempre risponde Arsquo levi sogni schiugravedonsi due porte 720 Una egrave di corno eburna lrsquoaltra i vani Via dallrsquoavorio fuggono portando Parole infinite fuor del trasparente Corno irrompono i veri e chi gli scorge Non mai rimane in suo sperar deluso 725 Ma non credrsquoio che questo arcano sogno Mi derivi di lagrave che a me ed al figlio Grato focircra pur tanto Or questo imprimi Nella tua mente giagrave lrsquoinfausto giorno Sorvien che me dalla magion drsquoUlisse 730 Discacceragrave Qui proporrograve rsquol certame Delle dodici scuri che piantava Una dopo dellrsquoaltra Ulisse in fila Quai puntelli di nave ito indi lunge Liberava lo stral che drsquoun sol volo 735 Tutti quanti passava i ferri cerchi Tal conflitto porrograve se alcun dersquo Proci Tender potragrave con facil mano il grande Arco del Re sigrave che per tutte passi Le ferree scuri perforate il dardo 740 Lui seguirograve questa magion che un giorno Vergin sposa mrsquoaccolse abbandonando

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Magion di gran beltagrave drsquoagi superba Di cui viva terrograve la rimembranza Nellrsquoangosciato cor sin nersquo miei sogniraquo 745

τ 582 laquoVenerevol drsquoUlisse inclita donna No non piugrave differir questo certame Nel tuo palagio prima rsquol saggio Ulisse Qui rediragrave prima che il lucidrsquoarco Maneggiando costor tegravendanvi rsquol nervo 750 E col veloce stral passino rsquol ferroraquo

τ 588 E la regina laquoSe a vie piugrave allettarmi Qui trsquoassidessi ancora ospite mio Sulle palpegravebre non verrigraveami rsquol sonno Pur lrsquouom vegghiar sempre non puograve cheacute a tutto 755 Legge ordinacircr sullrsquoalma Terra i Numi Perciograve salita alle superne stanze Troverograve il letto a cui porto odio e chrsquoio Bagno sempre di lagrime dal giorno Che per lrsquoinfame detestabil Igravelio 760 Ulisse veleggiograve ligrave vo a corcarmi Tu in queste case sui distesi velli Trsquoadagia o dove ti fia posto un lettoraquo

τ 600 Detto alle sue montograve stanze superne E non giagrave sola cheacute non poche ancelle 765 Le premean lrsquoorma Come salse ad alto Piangeva Ulisse il suo sposo diletto Sin che i begli occhi alfin drsquoun dolce sonno Soavemente le gravograve Minerva

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LL II BB RR OO XX XX

Avvenimenti che precedono la strage dersquo Proci

NNELLrsquoATRIO del palagio ito a corcarsi Il divo eroe sotteacutesesi una dura Pelle di bue su vrsquoimponendo i velli Di molte agnelle che immolacircr gli Argivi Sdraiato appena Eurigravenome drsquoun manto 5 Il ricoverse Lagrave tra seacute vegghiando Dersquo pretendenti rivolgea lrsquoeccidio Le ancelle che a costor soleano prima Abbandonarsi del palagio uscite Eccitavano in seacute con risa alterne 10 Trasmodata allegrezza Il cor nel petto Drsquoira gli srsquoinfiammograve tra seacute agitava Od irrompendo uccigravederle o lasciarle Corsquo Proci a consumar lrsquoultimo fallo Ruggigraveali dentro rsquol cor E come quando 15 Gira arsquo cagnuoli suoi teneri intorno La madre e latra contra ad un ignoto Pur bramando combatterlo del pari Mal patendo sigrave turpi atti fremigravea Lrsquoalma in sen dellrsquoeroe Percosso rsquol petto 20 Rampognava il suo cor con questi accenti

υ 17 laquoRattegravemprati cuor mio giagrave tollerasti Mal peggiore quel digrave che il fier Ciclope Drsquoirrefrenabil forza i prodi amici Ti divorograve Tu rsquol sostenesti invitto 25 Fincheacute prudenza fuor della caverna Lagrave rsquove credesti giagrave perir ti trasseraquo

υ 22 Cosigrave lrsquoamato cor venigravea molcendo Che quasi avvinto i suoi moti ripresse

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Non sa posa ei trovar di qua di lagrave 30 Rivograveltasi Qual uom che un gran ventriglio Colmo di sangue e drsquoadipe rigiri Che al foco maturar presto desigravea Tal srsquoagita lrsquoeroe tra seacute volgendo Come i rei Proci del suo braccio opprima 35 Contra gran turba ei solo Ed ecco in forma Palla drsquouna mortal dal Ciel discende Gli si libra sul capo e sigrave gli dice

υ 33 laquoAh percheacute vegghii o degli umani tutti Il piugrave infelice Egrave questo il tuo palagio 40 Ed in questo palagio egrave la tua donna Ed il tuo figlio ed egli egrave tal che ognuno Drsquoegravessergli padre si terrigravea beatoraquo

υ 37 laquoCerto o Dea ndash ripigliograve lrsquoaccorto eroe ndash Tutto a modo dicesti nondimeno 45 Lrsquoalma nersquo miei pensier volge in qual guisa Assalterograve glrsquoinverecondi Proci Solo mentre color dentro arsquo miei tetti Affollati ognor sono E maggior cura Anco mi rode se per me figraveen morti 50 Col favor dellrsquoOligravempio e con il tuo Come potrograve al mortal rischio sottrarmi Piagravecciati al caso mio Diva por menteraquo

υ 44 laquoForsennato ndash gridograve Palla ndash taluno Ad uom srsquoaffida chrsquoegrave di seacute men degno 55 Ad un mortal che di consiglio egrave scarso Mentrrsquoio son Dea che in ogni tuo travaglio Sempre ti guardo Or trsquoappaleso il tutto Se circuigraveti da cinquanta schiere Drsquouomin parlanti fossimo bramosi 60 Col ferro a trucidarti incontinente Tu i greggi loro e dersquo lor buoi le torme Giagrave vincitor ti cacceresti innanzi Trsquoaddormi or dunque cheacute oltremodo egrave grave Tutta notte vegghiar lrsquoora egrave sorgiunta 65 In che gli affanni tuoi termine avrannoraquo

υ 54 Detto un dolce sopor sulle palpegravebre Versagravevagli Giagrave fatto avea ritorno Lrsquoalma Dea nellrsquoOlimpo quando rsquol sonno (Che tutte caccia lrsquoegre cure in bando 70 Solvendo i membri) dellrsquoeroe srsquoindonna

ODISSEA

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Ma di repente si destograve si assise Sopra il soffice letto e diegrave in gran pianto Lrsquoorrevol sua consorte e come sazia Del lungo lagrimar lrsquoalma sentigraveo 75 Ad Artegravemide alzograve questa preghiera

υ 61 laquoO venerabil Dea prole di Giove Deh vibra in questo petto un dersquo tuoi strali Ed ancigravedimi or ora o turbin fiero Rapigravescami per lrsquoaria e mi sommerga 80 DellrsquoOcegravean retrogrado nellrsquoonde Cosigrave preda giagrave fucircr delle tempeste Le Pandagraveridi a cui lrsquoira dersquo numi La genitrice feacutea morire e rsquol padre Nella magion paterna abbandonate 85 Orfanelle rimasero nutrigravelle Di dolce megravele di rappreso latte Di soave Liegraveo lrsquoalma Ciprigna Giuno diegrave lor di soverchiar nel senno Non che in beltagrave le donne tutte insigni 90 Forme di maestade Agravertemi e dotte Nersquo leggiadri lavor le feacuteo Minerva Come srsquoaddusse lagrave sul vasto Olimpo Vegravenere a dimandar floride nozze Per le care fanciulle al Sir dersquo tuoni 95 (Nume che tutto sa che dersquo mortali Gli eventi ottimi o rei volge e governa) Ecco rapicircr di subito le Arpie Quelle misere e diecircrle al fier servaggio Delle odiose Erinni Ah voi Celesti 100 Struggeacutetemi del pari o tu Diana Dallrsquoaureo crin mi fiedi acciograve riveggia Ulisse anco nersquo regni atri drsquoAverno Neacute drsquouom di lui minor lrsquoanimo allegri Sopportabile egrave rsquol mal quandrsquoaltri afflitto 105 Da grave affanno passa i giorni in pianto Pur che la notte il riconforti rsquol sonno Peroccheacute quando le pupille adombra Del ben del mal tutte membranze estingue Me con sogni bugiardi un nume avverso 110 Persegue Ed anco questa notte accanto Vedeacuteami un uom sembiante al mio consorte Tal qual era nel digrave che con lrsquoarmata

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Quinci si dipartigravea drsquoimmensa gioia Abbondagravevami rsquol cor cheacute non fallace 115 Sogno ma certa vision la tenniraquo

υ 91 Detto sul trono drsquoograver fulse lrsquoAurora Comrsquoei della consorte il lagrimoso Gemito udigrave stimograve chrsquoella per certo Affigurato lrsquoabbia e di giagrave al capo 120 Vedeacuterlasi credea Sorse ed il manto Non che i velli raccolti in che giacea Sopra una sedia pose nellrsquointerno Dellrsquoaula ma del bue fuor del palagio La pelle strascinograve poscia devota- 125 Mente a Giove le man rivolte orava

υ 98 laquoO Re dersquo Numi e voi tutti o Celesti Che me per terra e mar riconduceste Drsquoaffanni oppresso alla natigravea contrada Fate che alcun chrsquoentro il palagio egrave desto 130 Or mi dica un presagio e tu qualchrsquoaltro Portento o Giove moacutestrami dallrsquoetraraquo

υ 102 Sigrave disse orando e rsquol sapiente Iddio Forte tonograve di subito dallrsquoalto Splendido Olimpo drsquoauree nubi adorno 135 Ulisse giubilograve Quandrsquoecco manda Fausto presagio dallrsquoattigua stanza Femmina intesa a macinare rsquol grano Cheacute ligrave surgean dersquo popoli al pastore Le mole intorno a cui dodici donne 140 Travagliagravevansi intente convertendo In polve cereal frumenti ed orzi Dellrsquouom midollo Macinato rsquol grano Tutte lrsquoaltre assonnavano sol una Illanguidita nol tritograve repente 145 Fermograve il rotare della mola e questo Lieto presagio pel suo Re proferse

υ 112 laquoGiove padre che i Numi ed i mortali Reggi tonando tu forte dallrsquoalto Stellato Ciel cui nulla nube or vela 150 Certo a qualche mortal mostri un portento Deh rsquol voacuteto che ti porge unrsquoinfelice Benigno adempi assistano questrsquooggi Per questa estrema unica volta i Proci Nel palagio drsquoUlisse al desiato 155

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Convito essi che a me col doloroso Affaticare sciolser le ginocchia Acciograve la bianca polve a loro appresti Deh prendan questo digrave lrsquoultimo pastoraquo

υ 120 Esultograve del presagio il divo Ulisse 160 E del tuon dellrsquoOligravempio cheacute srsquoaffida Trar da nocenti alfin giusta vendetta

υ 122 Da tutte parti del palagio intanto Accorser lrsquoaltre ancelle e viva fiamma Nersquo focolari accesero Sembiante 165 Ad un bel Dio Telegravemaco di letto Surse dersquo panni rivestissi rsquol brando Sospese ad armacollo e sotto i piedi Nitidi si legograve vaghi calzari E strinse validrsquoasta alla cui punta 170 Rame acuto splendeva In sulla soglia Risteacute cheacute in Euriclea tosto srsquoavvenne

υ 129 laquoCara nutrice ndash disse ndash onor facesti Allrsquoospite di letto e di vivande Od a gran torto trascurato ei giacque 175 Bencheacute saggia egrave pur tal la madre mia Inavvertita uom men che degno accoglie E rsquol valente accomiata inonoratoraquo

υ 134 laquoPercheacute figlio accagioni una innocente ndash Rispoacutesegli Euriclea ndash Fervido Bacco 180 Lrsquoospite assiso a suo talento bebbe Ma drsquoesca non aver uopo rispose Alla regina che gli feacutea dimando Comrsquoei rsquol riposo rimembrava e rsquol sonno Ella ordinograve che gli sia posto un letto 185 Ma quei misero tanto e sconsolato Letto e tappeti rifiutograve corcosse Nellrsquoatrio su drsquoun cuoio aspro di tauro E su velli drsquoagnelle incontinente Noi di morbida coacuteltrice rsquol coprimmoraquo 190

υ 144 Tacque con lrsquoasta in man srsquoallontanava Dalla reggia Telegravemaco due veltri Dal piegrave veloce gli pestavan lrsquoorma Mentrrsquoei movea dersquo coturnati Achivi Verso rsquol foro la figlia veneranda 195 DrsquoOpi di Pisenograver laquoSu su ndash ingiungeva Alle fantesche ndash parte la magione

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Spazzate ed innaffiate ersquo seggi adorni Coprite di tappeti porporini Parte astergete con forate spugne 200 Tutte le mense ripulite lrsquourne E le ritonde effigiate coppe Ite ad attinger voi lrsquoacqua dal fonte E qui tosto recagravetela Gran pezza A comparir non tarderanno i Proci 205 Tutti verranno allo spuntar dellrsquoalba Questo digrave a celebrar sacro a noi tuttiraquo

υ 157 Detto obbedicircr Veacutenti nrsquoandacircro al cupo Fonte dar opra srsquoaffrettaron le altre Entro il palagio arsquo consueti uffici 210 Vennero i servi degli Achivi e destri Spezzacircr di molta selva ritornacircro Dalla fonte le ancelle Eumegraveo sorvenne E tre ciacchi adducea fior dellrsquoarmento Che pasturar lasciograve nersquo bei cortili 215 Poi con mite parlar vogravelto ad Ulisse

υ 166 laquoStranier trsquohanno gli Achei qualche riguardo O ti prendono a vil siccome primaraquo

υ 168 Rispose il Re laquoPiaccia agli Eterni Eumegraveo Gli oltraggi vendicar di che i superbi 220 Oppresso mrsquohanno nellrsquoaltrui magione Senzrsquoombra di ritegno e di pudoreraquo

υ 172 Questi i colloqui lor quando Melagravenzio Giunse e del gregge le piugrave belle capre Cena dersquo Proci conducea seguito 225 Da due pastori Sotto rsquol risonante Portico le legacircr con nuove ei poscia Rampogne ad assaltar feacutecesi Ulisse

υ 178 laquoQui torni ancora ad infestare i duci Mendicando o stranier Ned esci mai 230 Certo credrsquoio che pria di separarci Un dellrsquoaltro le man convien che assaggi Perograve che petulante in queste soglie Trsquoostini sempre ad accattar pur molte Imbandigravesconsi mense appo gli Argiviraquo 235

υ 183 Restograve muto lrsquoeroe ma rsquol capo scosso Meditava tra seacute fiera vendetta

υ 185 Venne per terzo appo costor Filegravezio Arsquo pastori preposto una giovenca

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Sterile e seco pingui capre addusse 240 Navicellai pronti a varcar lo stretto Con ogni passeggier li traghettacircro Tosto che sotto il portico sonante Le vittime legograve fagravettosi accosto Al buon pastor dersquo verri interrogollo 245 laquoChi egrave questo stranier che arsquo tetti nostri Novellamente egrave giunto Di qual gente Originar si vanta E quali i padri Qual esser dice la natigravea contrada Misero Quanto rassomiglia in vista 250 Al nostro Re Certo proclivi i Numi A cacciar sono di miseria al fondo Gli umani erranti quando arsquo regi ancora Attogravercesi da lor sorte sigrave acerbaraquo Detto la man porgendoli soggiunse 255

υ 199 laquoDeh salve ospite padre almen trsquoarrida Prosperitagrave nersquo digrave vegnenti Or molte Trsquoopprimono sventure Oligravempio Sire No non havvi di te piugrave crudo Iddio Bencheacute tu stesso ingenerati gli abbia 260 Nulla pietagrave per gli uomini ti tocca Ma drsquoaffanni e di guai lor vita mesci Veggegravendoti sudai gli occhi di pianto Mi ringorgacircr cheacute rammentagraveimi Ulisse Anchrsquoei mi penso con tai cenci in dosso 265 Ramingando se nrsquo va di gente in gente Se spira altrove ersquo rai scorge del Sole Ma se giagrave morto giugrave tra lrsquoombre scese Lrsquoesimio Ulisse ahi lasso me non havvi A perdita sigrave ria ristauro alcuno 270 Nellrsquoetagrave mia piugrave verde ersquo mi prepose Delle sue torme di giuvenche a guardia Pascenti lagrave nersquo Cefalleni campi Or divennero innumeri neacute ad altri Crebbe lrsquoarmento sigrave dallrsquoampie fronti 275 Pur a condurlo qui forza mi fanno Stranieri e lo divorano giagrave rsquol figlio Nella propria magion tengono a vile Neacute temono lrsquoultrice ira dersquo Numi Tutti gran tempo agognano partirsi 280 Dellrsquoassente mio Sir lrsquoalte dovizie

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Pur da pensier contrari egrave combattuto Lrsquoanimo mio per certo assai mal focircra Ir (vivo rsquol figlio) con gli armenti ad una Presso ad estranie genti ma piugrave duro 285 Egravemmi qui star aspri patendo oltraggi Dellrsquoaltrui torme a guardia Rifuggito Da gran tempo sarei presso alcun altro Magnanimo signor cheacute piugrave soffrire Sigrave fieri eccessi ella egrave impossibil cosa 290 Ma quel misero aspetto Oh chrsquoei ritorni Nel suo palagio e qui travolga in fuga Qui meni strage dellrsquoiniqua schieraraquo

υ 226 Rispose il Re laquoPastor poicheacute non sembri Ned ignavo neacute stolto anzi io medesmo 295 Ricco di senno il tuo pensier discerno Ogravedimi ed io con grande sacramento Il mio detto avvaloro il Fulminante Primo dersquo Numi in testimonio chiamo E questa ospital mensa e rsquol focolare 300 Del figlio di Laerte a cui me nrsquo venni Che sendo ancor qui tu rediragrave Ulisse E tu con gli occhi tuoi propri se rsquol vuoi Dersquo Proci usurpator vedrai lo scempioraquo

υ 235 Replicava rsquol pastor laquoGiove trsquoadempia 305 Ospite rsquol detto Qual egrave il mio coraggio Quanto rsquol vigor del braccio mio vedrestiraquo

υ 238 Del pari a tutti i Sempiterni orava Dersquo verri rsquol buon pastor che arsquo Lari suoi Ritorni alfin la prole di Laerte 310

υ 241 I Proci in questa lrsquoeccidio la morte Tramavan di Telegravemaco quandrsquoecco Alla sinistra lor srsquoalzograve repente Aquila alti-volante che tra lrsquougne Stretta teneva pavida colomba 315 Anfigravenomo gridograve laquoNon fia compagni Per noi posto ad effetto esto disegno La morte di Telegravemaco Via dunque Da lieta mensa tragraveggasi confortoraquo

υ 247 Piacque arsquo prenci il suo dir Nellrsquoaula entrati 320 Gettacircro i manti sopra i seggi e pingui Capre ed egregie pecore immolacircro Immolacircr anco i saginati ciacchi

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E lrsquoindogravema giovenca indi i precordi Al foco maturati comparticircro 325 Mesceano rsquol vin nellrsquourne Il buon Eumegraveo Dispensa i nappi e nersquo vaghi canestri Filegravezio il primo dersquo pastori apporta Lrsquoalmo dono di Cegraverere Melagravenzio Dolce Bacco versava I commensali 330 Steser le man sulle imbandite dapi

υ 257 Con accorto pensier drsquoUlisse rsquol figlio Seder fersquo presso alla marmorea soglia Nellrsquoaula il genitor poacutesegli innanzi Informe scanno e picciol desco quivi 335 Parte gli appose dersquo precordi e rsquol dolce Bacco mescendo in tazza drsquoograver soggiunse

υ 262 laquoTra i commensali ora trsquoassidi e beacutei Cheacute io te dallrsquoinsolenza e dalle mani Schermir varrograve dersquo Proci tutti quanti 340 Peroccheacute questo no non egrave giagrave albergo Pubblico ma drsquoUlisse il padre mio Sol per me lrsquoacquistograve Voi dunque o Proci Lingua e man raffrenate acciograve non sorga Cagion tra noi drsquoalterchi o di conflittoraquo 345

υ 268 A quel franco parlar compresser tutti Attoniti le labbra ed ammuticircro

υ 270 Ma lrsquoEupigravetide laquoBencheacute audace Achivi Di Telegravemaco il detto accocircrlo egrave forza Garrigravenne altier perograve che rsquol Folgorante 350 Il comun voacuteto non curograve altrimenti Questo canoro dicitor quieto Nel suo palagio rimarrigravea per sempreraquo

υ 275 Quersquo detti a vil Telegravemaco si tenne Per la cittade conduceano intanto 355 Lrsquoecatombe agli Degravei sacra gli araldi I ben chiomati Achei si radunacircro Nel bosco ombroso dellrsquoarciere Apollo

υ 279 Fecircr nel regal palagio i pretendenti Abrostire le carni e poi che tratte 360 Fucircr darsquo schidoni e compartite in giro Gioigravean del gran convito A Ulisse innanzi Posero i servi porzione uguale A quella che gli Achei duci sorticircro Come drsquoUlisse il caro figlio impose 365

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υ 284 Ma Palla non soffrigrave che quersquo superbi Ristasser piugrave dal doloroso oltraggio Acciograve drsquoUlisse in cor vie piugrave penegravetri Lrsquoardor della vendetta Era tra loro Uom vago drsquoatti ingiusti e dispietati 370 (Ctesippo si nomograve Same abitava) Che posta fede nersquo tesor paterni Del Rege assente la consorte ambigravea Converso arsquo Proci ei favellograve laquoMrsquoudite Prenci non focircra neacute bello neacute giusto 375 Giuntar del garzon gli ospiti chiunque Fosse colui che in sua magion ricetta Orsugrave farli vorsquo anchrsquoio lrsquoospital dono Che offrir potragrave in mercede al bagnaiuolo O dellrsquoinclito Ulisse ad altro servoraquo 380

υ 299 Detto ghermigrave dal fondo drsquoun canestro Bovino piede che avventograve di forza Dechinograve rsquol capo alquanto e rsquol cansograve Ulisse E dallrsquoimo del cor sorrise un riso Allrsquointutto Sardonico colpigraveo 385 Del tauro rsquol piegrave lrsquoalta parete Tosto Con minaccevol piglio a lui si volse Telegravemaco e gridograve laquoCtesippo or godi Che lrsquoospite da seacute schermito srsquoabbia Perograve che questa in mezzo al cor trsquoavrei 390 Acutrsquoasta confitto e qui trsquoavrebbe Il padre in vece dellrsquoambite nozze Celebrate lrsquoesequie Alcuno adunque In questa magion mia piugrave non ardisca Mostrarmisi insolente or tutte cose 395 Conosco il ben e rsquol mal sino a questrsquooggi Sendo fanciullo vidi e sopportai Sgozzagravermisi gli armenti e depredarsi Di mie vendemmie e dersquo miei campi rsquol frutto Cheacute i molti mal reprimere puograve un solo 400 Ma cessate per Dio Neacute rsquol furor vostro Faccia mai piugrave di me strazio sigrave crudo Se col ferro agognate a trucidarmi Questrsquoio pur vorsquo questo mrsquoegrave a ben morire Che scorger sempre opre sigrave rie percossi 405 Gli ospiti strascinate oscenamente In questrsquoalbergo drsquoonestagrave le ancelleraquo

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υ 320 Tutti ammuticircro Alfin ruppe il silenzio Agelagraveo Damastograveride laquoNon vuogravelsi Con detti avversi e con rampogne amici 410 Infierir contra chi favella rsquol giusto Non piugrave srsquooltraggi lrsquoospite ned altri Che servo sia nella magion drsquoUlisse Telegravemaco e la madre avran da me Con parlar mansueto util consiglio 415 Che forse al core drsquoamendue fia grato Fincheacute in cor vi brillograve viva la speme Del ritorno drsquoUlisse a dritto i Proci Paticircr gli indugi e in sua magion restacircro (Cheacute il partito miglior certo questrsquoera 420 Se nersquo suoi tetti rientrato ei fosse) Or questo egrave chiaro che il redir gli egrave tolto Varsquo dunque e della madre al fianco assiso Dille ldquoEleggi a tuo sposo il piugrave valente Che di presenti splendidi trsquoonorirdquo 425 Acciograve lieto di Bacco e di vivande Tutti del padre tu possegga i beni Ed ella al tetto altrui passi e rsquol governiraquo

υ 339 Ed il garzon prudente laquoAh no Agelagraveo Per lrsquoOligravempio rsquol ti giuro e per gli affanni 430 Del padre mio chrsquoerra o perigrave lontano Dalla terra natigravea che della madre Non mrsquooppongo alle nozze anzi la esorto Ad impalmar chi piugrave le aggrada ed anco Molti presenti le offersrsquoio Ma temo 435 A mal suo grado di cacciarla in bando Con atroce parlar da queste soglie Empiezza sigrave crudel tolgano i Numiraquo

υ 345 Detto nersquo Proci suscitograve Minerva Immenso riso e feacutelli uscir di senno 440 Ma di gote straniere era quel riso Carni divoran e sanguinenti gli occhi Ringorgan lor di lagrime ed a tutti Lrsquoanimo presagigravea gemiti e lutto Agitato da un Dio qui sorge rsquol vate 445 Teocligravemeno e sigrave tra loro esclama

υ 351 laquoAh miseri qual fier caso vrsquoopprime Dal capo arsquo piedi drsquoatra notte unrsquoombra Vrsquoinvolve scoppian ululi le guance

LIBRO XX

325

Vrsquosrsquoirrigan di lagrime da queste 450 Pareti rsquol sangue e giagrave darsquo palchi stilla Ed ecco srsquoempie lrsquoatrio e lrsquoaula srsquoempie Di spettri che laggiugrave nel buio eterno Rovinano dellrsquoEgraverebo giagrave rsquol Sole Spento egrave nel Ciel turbo funesto irromperaquo 455

υ 358 Tutti alzacircro al suo dir beffarde risa Eurigravemaco gridograve laquoMatto egrave per certo Costui che or giunse di lontan paese Su su metteacutetel fuor da queste soglie Giovani acciograve che in piazza egli se nrsquo vada 460 Quando simile il digrave pargli alla Notteraquo

υ 363 Ed il vate divin laquoNon io ti chiesi Eurigravemaco una guida vigorosi Gli occhi gli orecchi i piegrave sento e nel petto Integra e ferma lrsquoanima rinserro 465 Forte di questrsquoaigraveta esco chrsquoio veggio Impeto contro voi far la Sventura A cui tocircrsi o fuggir no alcun di voi O Proci non potragrave cheacute nella reggia Del divo Ulisse gli ospiti oltraggiando 470 Opre ordite mai sempre inique ed empieraquo

υ 371 Detto uscigrave del palagio ed a Piregraveo Che lietamente lrsquoaccolgiea srsquoaddusse I Proci in questa attoniti lrsquoun lrsquoaltro Si riguardacircro gli ospiti irridendo 475 Del garzone ed alcun di quersquo superbi

υ 376 laquoTelegravemaco non havvi chi trsquoavanzi Nel ricettar malvagi ospiti oh quanto Questi cui dar favore alto ti piaci Mendico errante drsquoesca e di bevande 480 Avido sempre neacute drsquoindustri esperto Opere neacute di man gagliardo egrave peso Disutil della terra e lrsquoaltro sorge E profeteggia Ma tu mrsquoodi e ferma Ciograve che ti giova piugrave gettiagravemli in nave 485 Di molti banchi arsquo Sigraveculi mandati Non vil fia rsquol prezzo che fruttar ti dennoraquo

υ 384 Prese ei quersquo detti a vile e gli occhi al padre Taciturno intendea pur aspettando Lrsquoistante in che le man sui Proci avventi 490

υ 387 Ma la Regina posto un elegante

ODISSEA

326

Seggio nel gineceo rimpetto allrsquoaula Tutti dersquo prenci i ragionari udigravea E quei ridendo splendido e soave Convito apparecchiacircr cheacute a rivi scorse 495 Delle vittime rsquol sangue Tuttavolta Cena ingioconda piugrave non mai fu posta Di quella che imbandir loro eran presti Palla ed Ulisse peroccheacute i rivali A turpi atti dar man furono i primi 500

327

LL II BB RR OO XX XX II

Il Cimento dellrsquoArco

MMISE intanto la Dea dal guardo azzurro AllrsquoIcagraveride saggia entro la mente Di propor lrsquoarco ed il forbito acciaro Nellrsquoaula arsquo Proci giuochi onde principio Ebbe la strage Come su per lrsquoalta 5 Scala saligraveo Penegravelope una bella Curvata chiave prese a cui drsquoavorio Manubrio srsquoadattograve Nella piugrave interna Stanza processe ratto con le ancelle Lagrave rsquove i tesor del Re stagravevansi in serbo 10 Rame oro e ferro lavorato Quivi Posava anco il ritorto arco e rsquol turcasso Ricolmo di mortifere saette Doni offerti da un ospite ad Ulisse Dal divo Ifito Euritide cheacute in lui 15 Lagrave presso a Lacedegravemone srsquoavvenne Nella magion drsquoOrtigraveloco trovacircrsi In Messegravenia gli eroi se nrsquo venne Ulisse Ad esiger colagrave dal popol tutto Un debito in che entrograve verso di lui 20 Cheacute i Messeni rapicircr dagli Itacesi Campi sui larghi legni lor trecento Pecore ad una corsquo pastor Si mise Quindrsquoei per lunga via bencheacute in sul fiore Di gioventugrave cheacute il padre ed i vegliardi 25 Oratore il mandacircro E drsquoaltra parte Di dodici cavalle e di altrettante A lor sottese pazienti mule Che Igravefito giagrave perdeacuteo venigraveane in traccia

ODISSEA

328

Ma che fecircrsi cagion della sua morte 30 Giunto sendo appo il gran figlio di Giove Ad Alcide drsquoimprese inclite fabbro Questi che in sua magione accolto lrsquoebbe Ospite il trucidograve neacute degli Eterni Ahi folle paventograve la vindice ira 35 Neacute la mensa che apposta egravebbegli innanzi Lrsquoimmolograve poscia ei stesso e le cavalle Dalla forte unghia in sua magion ritenne Quando in traccia di lor se nrsquo giva Ifigraveto Srsquoincontrograve con Ulisse a cui diegrave lrsquoarco 40 Che il grande Egraveurito un digrave portograve e che al figlio Lasciograve in morendo nersquo suoi tetti eccelsi Drsquoun brando acuto e drsquouna validrsquoasta Ulisse rsquol ricambiograve pegno di cara Ospital amistagrave ma in mutuo desco 45 Un lrsquoaltro non accolse Egravercole innanzi Spense il divino Igravefito Allorcheacute Ulisse Partigravea sui bruni legni a romper guerra Non toglieacutevalo mai ma in sua magione Monumento dellrsquoospite diletto 50 Giaceacuteasi e solo in Igravetaca il tendea

φ 42 Come la donna di beltagrave pervenne Alla stanza riposta in sulla soglia Di quercia srsquoarrestograve che artier solerte Construsse a squadra e ripoligrave con arte 55 Vrsquoadattando gli stipiti sostegno Alle lucide porte Incontinente Liberograve dallrsquoanel lrsquoavvinta fune La chiave immise vogravelsela e le stanghe Dallrsquoimposte respinse che muggicircro 60 Come tauro pascente in prato erboso Tal mandando gran suon lrsquoeccelse porte Compulse dalla chiave spalancacircrsi Sul palco Ella saligrave lagrave rsquove nellrsquoarche Vesti giacean fragranti e teso rsquol braccio 65 Dalla cavicchia distaccograve il grandrsquoarco Col fulgido riservo in che si stava Quivi assisa il posograve sopra le care Sue ginocchia piangendo e dolorose Strida intanto mettea Poscia fuor lrsquoarco 70 Trasse dalla custodia Alfine sazia

LIBRO XXI

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Di lagrimosi gemiti redigravea Nellrsquoaula dove i Proci erano accolti Tra man lrsquoarco tenendo e la faretra Pregna di strai funesti La seguigraveeno 75 Le fantesche con cesta in che rsquol forbito Ferro ed il rame risplendeano giuochi Con che il Re srsquoaddestrava Ai pretendenti Giunta presso risteacute lrsquoinclita donna Sul limitar del ben construtto albergo 80 Candido velo lrsquouna e lrsquoaltra gota Levemente le adombra In fra due fide Ancelle tosto a ragionar si feacuteo

φ 68 laquoDuci superbi o voi che in queste case Del troppo a lungo assente Re irrompeste 85 Avidi sempre drsquoesca e di bevande Neacute pretesto altro addurre a tanto rio Vrsquoegrave dato che il desir delle mie nozze Mrsquoudite ecco un certame e del certame Ad una il pregio Qui depongo il grande 90 Arco drsquoUlisse se con facil mano Qualcuno il tende e traversar drsquoun dardo Le dodici potragrave forate scuri Lui seguirograve questrsquoalma abbandonando Magion che me nersquo miei verdrsquoanni accolse 95 Magione di dovizia e di cui sempre Mi sovverrograve credrsquoio fin nersquo miei sogniraquo

φ 80 Detto ingiunse ad Eumegraveo di porre lrsquoarco Ed il ferro brunito ai pretendenti Piangendo il prese e rsquol collocograve nellrsquoaula 100 Come lrsquoarco del Re vide Filegravezio Proruppe ei pure in lagrime Ma irato Antigravenoo gli sgridograve con questi accenti

φ 85 laquoO stolti mandrian di cui la mente Oltra i confini drsquoun sol digrave non varca 105 Miseri a che piangete A che il cordoglio Ridestate nellrsquoanimo alla donna Affannata pur tanto poi che rsquol caro Suo consorte perdette O ligrave seggendo Pasteggiate in silenzio o fuori uscite 110 A tragger guai ma qui lrsquoarma lasciate Alla schiera dersquo Proci arduo cimento Peroccheacute non credrsquoio che agevolmente

ODISSEA

330

Tender questo fulgente arco potranno No fra tutti costor non havvi alcuno 115 Qual era Ulisse giagrave lrsquoeroe conobbi Ed anco in mente splegravendemi quantunque Fanciulletto fossrsquoio quando che il vidiraquo

φ 96 Cosigrave parlograve cheacute entrato era in ispeme Di tender solo il nervo e drsquouna freccia 120 Le ferree scuri attraversar Pur ebbe In fato di gustar primo lo strale Scoccato dallrsquoeroe cui fece oltraggio Dianzi nellrsquoaula e contro cui la turba Dersquo compagni eccitograve Qui rsquol garzon forte 125 laquoNumi per certo di Saturno rsquol figlio Il senno mi rapigrave La madre mia Bencheacute saggia seguir consente un altro Sposo questa magione abbandonando Ed io rido e la folle alma mrsquoesulta 130 Orsugrave Proci accorrete ad un certame Che drsquoalta donna vi daragrave lrsquoacquisto Cui non vanta lrsquoegual lrsquoAcaica Terra Non Micene non Argo e non la sacra Pilo neacute la stessa Igravetaca neacute rsquol bruno 135 Epiro e rsquol vi sapete uopo egravemmi forse Ridir le lodi della madre mia Nulla scusa aglrsquoindugi e niun intoppo Alla tesa dellrsquoarco e sigrave vedremo Lrsquoesperimento anchrsquoio farograve e se rsquol tendo 140 Se il mio stral passeragrave le ferree scuri No non vorragrave la venerevol madre Lasciar questa magione onde ir con altri E me dolente abbandonar mentrrsquoio Tal le parrograve da poter forse un giorno 145 Emular le paterne inclite gestaraquo

φ 118 Detto srsquoalzograve con impeto ed il manto Porporino dagli omeri e lrsquoacuto Brando giugrave pose Pria le ferree scuri Piantograve e scavando per ciascuna unrsquoalta 150 Buca drizzolle a squadra indi allrsquointorno La terra vi calcograve Stupigravean gli astanti Del modo acconcio ondrsquoei piantolle quando Tal giuoco prima non vidrsquoegli mai Ito alla soglia srsquoarrestograve e fersquo prova 155

LIBRO XXI

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Di tender lrsquoarco Il palleggiograve tre volte Di gran forza traendolo tre volte Lrsquoimpeto gli falligrave bencheacute la speme Di trarre il nervo e traversar le scuri Morta non fosse in lui Ma giagrave giagrave al quarto 160 Forte conato alfin teso lrsquoavrigravea Se non che rsquol padre il divietograve drsquoun cenno Tal che la brama di che ardea ripresse

φ 131 laquoNumi gridograve il garzon forte non mai Altro sarograve chrsquouom debile ed ignavo 165 O giovin troppo ancor fatto non viemmi Di por fidanza sul vigor del braccio Tal chrsquoio ributti chi primier mrsquoassalga Orsugrave voi piugrave di me gagliardi tanto Tentate lrsquoarco e coacutempiasi rsquol certameraquo 170

φ 136 A terra lrsquoarme in questo dir depose Lrsquoappoggiando arsquo congiunti assi politi Dellrsquoalta porta dechinato il dardo Sulla fulgente estremitagrave dellrsquoarco A riseder tornograve donde pria sorse 175

φ 140 E lrsquoEupigravetide laquoAlzatevi compagni Per ordin tutti cominciando a destra Donde versa il coppier fervide spumeraquo

φ 143 Piacque rsquol detto LrsquoEnogravepide Leode Aruspice dersquo Proci agravelzasi rsquol primo 180 In disparte sedea sempre appo unrsquourna Magnifica ed ei solo ebbe in dispetto Colpe sigrave gravi e detestava i Proci Primo ei lrsquoarme e lo stral tolto processe Sulla soglia piantossi e tentograve lrsquoarco 185 Ma nol piegograve cheacute affaticate innanzi Le delicate e liscie man sentigraveo Perciograve laquoAmici ndash sclamograve ndash tender nol posso Altri rsquol prenda e sottentri ma questrsquoarco Non pochi illustri spoglieragrave di vita 190 Tuttavolta morir togravelgasi prima Che uscir di speme drsquoottener lrsquointento Per cui qui sempre ci aggiriam ma indarno So che alcuno di voi giagrave brama e spera Penegravelope impalmar donna drsquoUlisse 195 Ma fatto che abbia di sigrave forte arnese Esperimento certo unrsquoaltra Argiva

ODISSEA

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Di pepli adorna chiederagrave porgendo Nuziali presenti e la regina Di lui che le offriragrave dote piugrave ricca 200 E che il destino le addurragrave fia sposaraquo

φ 163 A terra lrsquoarco in questo dir depose Lrsquoappoggiando arsquo congiunti assi politi Lo strale dechinograve sulla fulgente Estremitagrave dellrsquoarco e risedegraveo 205

φ 167 Ma proruppe lrsquoEupigravetide laquoQual mai Parola grave e ria trsquouscigrave dal labbro Leode Drsquoira giagrave mrsquoaccesi udendo Che questrsquoarco il vigor torragrave e la vita Arsquo forti percheacute tu curvar nol puoi 210 No Te non procreograve la genitrice A trattar archi a saettar quadrella Ma ratto gli altri Proci rsquol tenderannoraquo

φ 175 E converso al caprar laquoMelagravenzio ndash ingiunse ndash Accendi nel palagio un vivo fuoco 215 Poacutenvi drsquoaccanto un seggio ampio coverto Drsquoun vello e grande dallrsquointerno apporta Ritonda massa drsquoadipe indurato Acciograve per noi srsquounga e si scaldi lrsquoarco E fatto rsquol saggio coacutempiasi rsquol certameraquo 220

φ 181 Melagravenzio divampar feacutea tosto il fuoco Gran seggio accanto poacutesevi drsquoun vello Il ricoverse e dallrsquointerne stanze Drsquoadipe sodo vi recograve gran massa Scaldacircro lrsquoarco i giovani e tentacircro 225 Nuovamente di flegravetterlo ma indarno Cheacute del braccio rsquol vigor venne lor manco Ma non ancora nellrsquoagon comparso LrsquoEupigravetide era e non il deiforme Eurigravemaco amendue fra i pretendenti 230 Per man gagliarda e per valore i primi

φ 188 Filegravezio in questa ed il pastor Eumegraveo Fuor del palagio di conserto uscicircro Indi rsquol medesmo eroe Tutti varcato Comrsquoebbero le porte ed il recinto 235 Del cortile drizzograve ratto ad entrambi Affettuose il Re queste parole

φ 193 laquoPastor dersquo verri e tu dersquo buoi custode Deggrsquoio farvi palese un mio segreto

LIBRO XXI

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O rsquol tacerograve Digraverlovi rsquol cor mrsquoistiga 240 A pro drsquoUlisse che fareste voi Se di repente qui srsquoappresentasse Rimenato da un Nume Arsquo Proci aigraveta Porgereste od a lui Digravetemi aperto Tutto che il core e lrsquoanimo vi spiraraquo 245

φ 200 laquoGiove sommo ndash sclamograve Filegravezio ndash Ah questo Voacuteto mrsquoadempi rieda alfin quel grande E rsquol vi rimeni un Dio Qual fia rsquol mio ardire Quale il vigor del braccio mio vedrestiraquo

φ 203 Del par a tutti i Numi orava Eumegraveo 250 Che arsquo cari tetti suoi ritorni Ulisse Fatto sicuro a pien della sincera Mente drsquoambo i pastor lrsquoeroe soggiunse

φ 207 laquoEgraveccomi io son quel desso io che patiti Immensi affanni dopo dieci e dieci 255 Anni ritorno alla natigravea contrada So che a voi soli tra miei servi giungo Desiderato cheacute non drsquoaltri udigravea Alzar preci perchrsquoio rieda arsquo miei tetti Quantrsquoio per voi porrograve ad effetto udite 260 Se mi concede un Dio gli oltracotati Proci domar ambo vorsquo farvi lieti Di spose di dovizie ed a me accanto Vorsquo case edificarvi A me sarete Gli amici fidi sempre ed i fratelli 265 Di Telegravemaco Orsugrave qui vrsquoaccostate Io tal vi mostrerograve dellrsquoesser mio Segno evidente che ciascun di voi Persuaso ne fia la cicatrice Che il colpo drsquoun cinghial di bianca sanna 270 Mrsquoimpresse il digrave che del Parnaso i gioghi Corsquo figliuoli drsquoAutogravelico saligravearaquo

φ 221 Detto rimosse i cenci e discoverse La margin larga Ambo affisacircrla e fatti Certi del veacuter piangendo a Ulisse intorno 275 Gettacircr le braccia strigravenserlo baciacircrgli E gli omeri e la testa Intenerito Del par ei lor baciograve le mani e rsquol capo E giagrave lasciati tramontando il Sole Gli avrebbe in pianto se lrsquoeroe medesmo 280 Con subito parlar non gli affrenava

ODISSEA

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φ 228 laquoAh restate darsquo gemiti e dal pianto Non forse alcuno del palagio uscito Fagravecciasi accorto e dentro il riferisca Un appo lrsquoaltro or noi non tutti ad una 285 Rientriam nella sala ed io pel primo Voi dopo e questo fia rsquol segnal che basti Non alcun patiragrave dersquo Proci alteri Che lrsquoarco mi si porga e la faretra Ma tu traversa lrsquoaula o divo Eumegraveo 290 E tra man poacutemmi lrsquoarme indi alle donne Impon che gli usci delle stanze loro Chiudano se qualcuna ode innalzarsi O gemiti o rumor darsquo miei recinti Non esca fuor ma tacita ivi stando 295 Al suo lavoro attenda A te accomando Prode Filegravezio di serrare a chiave Le porte del cortile e con tenaci Vincoli tosto ad afforzarle adopraraquo

φ 242 Detto rientra nel palagio e donde 300 Levossi risedette in picciol tempo Amendue i servi rientracircr drsquoUlisse

φ 245 Eurigravemaco tra man lrsquoarco volgendo Lo appressava al fulgor di fiamma viva Or da un canto or dallrsquoaltro Nondimeno 305 Tenderlo non poteacute Trasse egli in questa Dal magnanimo cor gravi sospiri E gridograve disdegnoso laquoAhi qual dolore Non per me stesso pur ma per voi tutti Neacute bencheacute mesto assai gemo cotanto 310 La morta speme delle nozze ambite (Cheacute giagrave di molte Achee non pur srsquoinfiora Igravetaca ma di Grecia ogni contrada) Quanto mrsquoattrista che se il divo Ulisse Ne vince in gagliardigravea sigrave che questrsquoarco 315 Tendere non ci egrave dato il nome nostro Soneragrave infame nellrsquoetagrave futureraquo

φ 256 laquoNo ciograve non fia ndash lrsquoEupigravetide rispose ndash Eurigravemaco e tu rsquol sai Dal popol tutto Or si festeggia rsquol digrave sacro ad Apollo 320 Chi lrsquoarco tenderagrave Qui rsquol deponiamo Tranquilli e qui lasciam fitte le scuri Peroccheacute niun credrsquoio che dal palagio

LIBRO XXI

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Del Laerzigraveade Ulisse osi rapirle Orsugrave porga il coppier le tazze in giro 325 E libato agli Eterni abbandoniamo Gli archi ricurvi Al sorgere dellrsquoalba Ingiungete a Melagravenzio che nrsquoadduca Da tutti i greggi suoi vittime elette Offerti i lombi al nume arcier questrsquoarco 330 Tegraventisi e tratto a fin venga il certameraquo

φ 269 Quel detto piacque Subito gli araldi Lrsquoacqua diecircro alle man di vin le coppe Coronacircro i donzelli e rsquol ministracircro Con lieti augugraveri arsquo pretendenti in giro 335 Come libacircro e tutti a lor talento Bebbero Ulisse rivolgendo in mente Gli usati accorgimenti a dir si prese

φ 275 laquoDate udienza a ciograve che rsquol cor mi spira Prenci che ambite lrsquoinclita regina 340 Eurigravemaco fra tutti e rsquol deiforme Antigravenoo priego che proferse questa Saggia sentenza posto giuso lrsquoarco Commettete lrsquoimpresa aglrsquoimmortali A chi gli aggrada piugrave domani un Nume 345 Forza maggiore infonderagrave Su via A me il grandrsquoarco cheacute al cospetto vostro Far vorsquo di queste mani esperimento Vedrograve cosigrave se in me rsquol vigore antico Nelle membra flessibili si serba 350 O se inopia e lrsquoerrar lo mi rapicircroraquo

φ 285 Detto avvampacircro di furore i Proci Non forse il risplendente arco ei tendesse

φ 287 LrsquoEupigravetide sgridollo laquoAhi miserando Degli ospiti Non cape in Te pur lrsquoombra 355 Di senno Dunque non tu sersquo contento Queto a desco seder con sigrave preclari Prenci senza patir drsquoesca difetto Non ti basta udir forse il sermon nostro Quando niun altro od ospite o mendico 360 Ode il nostro sermon Ma giagrave trsquooffende Il soave licor come a chi rsquol prende Avido ed il tracanna a dismisura Nocque rsquol vino del pari a Eurizioacutene Centauro di gran nome allor chrsquoei venne 365

ODISSEA

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Tra i Lagravepiti allrsquoostel di Piritograveo Ebro e furente quivi i piugrave nefandi Delitti commettea Vinti gli eroi Drsquoaspro dolor gli si avventacircro addosso Fuor delle logge strascinacircrlo e nari 370 Mozzacircrgli col crudel ferro ed orecchie Tal che rsquol centauro mal del corpo intero E della mente peggio allontanosse Sotto rsquol fier pondo della sua sventura Ecco donde la guerra origin ebbe 375 Tra Lagravepiti e Centauri Eurizioacutene Scontograve per primo il fio della sua ebbrezza Del par gravi infortuni or io trsquoannunzio Stranier se tenti di curvar questrsquoarco Neacute ti pensar che alcuno a propugnarti 380 Tra rsquol popol surga ratto in su drsquoun legno Al rege Egravecheto dersquo mortai flagello Mandereacutemti neacute ligrave troverai scampo Perciograve trsquoacqueta e del bicchier ti caglia Neacute far mai piugrave corsquo giovani contrastoraquo 385

φ 311 Ma lrsquoaccorta regina laquoAntigravenoo ndash disse ndash No lrsquooltraggiar non egrave bello neacute giusto Di Telegravemaco gli ospiti qualora Alcun ne venga in questa reggia accolto Pensi tu che se lrsquoospite riposta 390 Tutta fidanza sul vigor del braccio Giunga il grande a curvare arco drsquoUlisse Arsquo suoi tetti mrsquoadduca e mi disposi Ned ei medesmo osa sperarlo or dunque Niun di voi che qui sta seduto a desco 395 Tugraverbisi focircra ciograve men che decenteraquo

φ 320 E lrsquoEupigravetide laquoIcagraveride divina Certo non crediam noi chrsquoegli trsquoimpalmi Ciograve focircra indegno ma temiam lo scherno Sigrave degli Achei che delle Achee non forse 400 Di lor sorga il piugrave vile e gridi ldquoOh quanto Da meno dellrsquoeroe sono costoro Di cui sposar agognano la donna Nullo tender poteacuteo lo splendidrsquoarco Pure un errante poverel qui giunto 405 Agevolmente il tese e con il dardo Le ferree scuri attraversograverdquo Tal voce

LIBRO XXI

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Partorirebbe a noi vergogna eternaraquo φ 330 E la Regina laquoEurigravemaco a niun patto

Speri tra rsquol popol mai rendersi illustre 410 Chi la magione disonesta e strugge Drsquoottimo Sir percheacute dunque vrsquoaggrada Contaminarvi di sigrave turpi oltraggi Questrsquoospite di forme alte e di membra Sigrave ben complesso e che drsquoesimio padre 415 Originar si vanta abbia da voi Lo splendidissimrsquoarco e sigrave vedremo Quel chrsquoor dirograve fia pieno ovrsquoegli rsquol tenda Ove tal vanto gli conceda Apollo Di tunica e di clamide superbe 420 Vesti lrsquoammanterograve drsquoacuta lancia Terror dersquo ladri e dersquo mastin vo armarlo E drsquouna spada a doppio taglio inoltre Dono vorsquo fargli di calzari adorni Indi lrsquoavvierograve dovrsquoir gli egrave in gradoraquo 425

φ 343 E rsquol giovine prudente laquoO madre mia Quantrsquoallrsquoarco io qui sono rsquol piugrave possente Fra i Dagravenai tutti tal che sta in me solo Il darlo o rsquol rifiutarlo e non giagrave a questi Proci o tengan lrsquoalpestre Igravetaca o le altre 430 Isole presso allrsquoEgravelide feconda Altrice di corsier nullo dersquo Proci Farmi forza potragrave quandrsquoanco al tutto Donar questrsquoarco allrsquoospite mi piaccia Risali dunque alle tue stanze e intendi 435 Agli usati lavor la tela e rsquol fuso Ed alle ancelle impon che affrettin lrsquoopre Cura dellrsquoarco avran gli uomini tutti Ed io piugrave chrsquoaltri peroccheacute la somma Del poter nel palagio egrave tutta miaraquo 440

φ 354 Stupigrave la madre e messe in cor del figlio Le assennate parole ad alto salse Dalle ancelle seguita Ivi piangea Il diletto consorte fincheacute i lumi Drsquoun dolce sonno le gravograve Minerva 445

φ 359 Preso intanto da Eumegraveo lo splendidrsquoarco Portagravevalo allrsquoeroe giagrave i Proci tutti Tumultuavan nel palagio alcuno Di quersquo superbi giovani gridava

ODISSEA

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φ 362 laquoDove il grandrsquoarco vuoi portare o vile 450 Forsennato porcaio Appo i suini Branchi lontano da ogni uman soccorso Ratto dersquo cani diverrai pastura Che tu stesso nutristi ove nrsquoarrida Apollo e gli altri abitator del Cieloraquo 455

φ 366 Al tumulto al gridar di sigrave gran turba Impaurito Eumegraveo lrsquoarco depose Ma drsquoaltra parte con terribil grido Telegravemaco minaccia laquoOlagrave varsquo innanzi E porta lrsquoarco cheacute bentosto a tutti 460 Obbedir non dovrai trsquoaffretta o chrsquoio Ti caccerograve bencheacute garzone ai campi Con iscagliati sassi io cheacute di forza Ti soverchio drsquoassai Deh potessrsquoio Vincer del pari col vigor del braccio 465 I Proci tutti che qui sono Ratto Qualcun ne caccerei con sua vergogna Fuor dersquo miei tetti peroccheacute non altro Chrsquoonte e delitti macchinar qui sannoraquo

φ 376 Accolsero con gran risa quersquo detti 470 I Proci cui la grave ira cadeacuteo Tosto il pastor traversograve lrsquoaula e mise Tra le man dellrsquoeroe lo splendidrsquoarco Chiamata la nutrice indi le disse

φ 381 laquoTelegravemaco trsquoimpon saggia Euriclea 475 Chiuder della magion le salde porte Se qualche ancella o gemito o rumore Lagrave nersquo di lui recinti ode non esca Fuor mai ma cheta arsquo suoi lavori attendaraquo

φ 386 Neacute sparse allrsquoaura icircr queste voci Chiuse 480 La nutrice le porte ed irrompendo Fuor della reggia tacito Filegravezio Del munito cortil fermograve le porte Di biblo intesta per capace nave Giacea sotto la loggia enorme fune 485 Con chrsquoei le porte rilegograve indi feacuteo Nella sala ritorno e in su quel seggio Donde pria sorse risedette gli occhi Affisando in Ulisse il qual giagrave lrsquoarco Maneggiava esplorava e in tutte parti 490 Il rivolgea non forse agravebbiangli i tarli

LIBRO XXI

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Mentre era assente il Re lese le corna φ 396 Converso in questa alcun dersquo pretendenti

Al vicino dicea laquoCerto costui Conoscitor drsquoarchi egrave perito o tiene 495 Di somiglianti in sua magione o brama Foggiarne un altro ei pur Versquo come intento Di qua di lagrave partitamente il volge Questo ramingo artefice di colperaquo

φ 401 Ed un altro gridograve di quersquo superbi 500 laquoDel par gli torni in bene ogni desigraveo Comrsquoegrave veacuter chrsquoei potragrave tender questrsquoarcoraquo

φ 404 Cosigrave tra loro i Proci Ulisse intanto Come trattato ed osservato lrsquoebbe A parte a parte siccomrsquouom perito 505 Nel canto e nella lira agevolmente Tende volgendo il bigraveschero la corda Di ben torte di pecora minuge Che drsquoambo i lati della cetra avvinse Cosigrave con facil man curvograve il grandrsquoarco 510 Ulisse Allora con la destra il nervo Afferrando ne feacutea lrsquoesperimento Acuto suono esso mandograve sembiante Dellrsquoirondine al grido Immenso affanno Senticircro i Proci e scoloracircrsi Giove 515 (Fausto presagio) rimbombar fersquo rsquol tuono Lrsquoeroe gioigrave cheacute tal portento in chiaro Mise rsquol favor che rsquol figlio a lui porgea Del prudente Saturno Alato strale Prese che nudo si giacea sul desco 520 Chiudeva gli altri il concavo turcasso Che di corto assaggiar dovean gli Argivi Posto in cocca il quadrel tirograve a seacute il nervo Sul ginocchio piantatosi dallrsquoarco Lanciograve la ferrea punta che diritto 525 Tutte passograve le perforate scuri E veloce trascorse oltre lrsquoaringo

φ 424 In questa il Re laquoTelegravemaco mrsquoegrave avviso Che lrsquoospite seduto in tua magione Non trsquoegrave di scorno neacute fallito ho rsquol tiro 530 Neacute durai gran fatica a tender lrsquoarco Integro egrave rsquol vigor mio neacute certo a vile I Proci oltraggiator piugrave mi terranno

ODISSEA

340

Or tempo egrave giagrave che della sera il desco Srsquoappresti lor fincheacute riluce il giorno 535 Indi piover nel cor novo diletto Sentiranno dal canto e dalla lira Di che ornati srsquoallegrano i convitiraquo Detto accennograve corsquo sopracigli cinse Telegravemaco la spada impugnograve lrsquoasta 540 E tutto chiuso nelle splendidrsquoarme Piantossi accanto del paterno seggio

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LL II BB RR OO XX XX II II

Strage dersquo Proci

SSPOGLIO dersquo cenci sulla vasta soglia Slanciagravetosi lrsquoeroe tra mani lrsquoarco Teneva e la faretra I ratti strali Ondrsquoera pregna ivi davante arsquo piedi Versograve ed arsquo Proci disse laquoEcco esta ldquoprova 5 Difficilerdquo egrave compiuta or un bersaglio Che di destra mortal non sentigrave rsquol colpo Tocircrrograve di mira ed il cocircrrograve se fia Che sigrave gran vanto mi conceda Apolloraquo

χ 8 Detto chrsquoebbe lrsquoeroe vibrograve un amaro 10 Quadrello in Antigravenoo che unrsquoaurea e bella Coppa a due orecchie sollevar dovea Con amendue le man giagrave lrsquoappressava Per bere il brun Liegraveo neacute gli agitava Pensier di morte lrsquoanimo chi mai 15 Pensato avrigravea che in mezzo a larga schiera Di convitati un sol bencheacute gagliardo Morte gli ordisse e rsquol negro ultimo Fato Pur lui prese di mira e rsquol colpigrave Ulisse Nella strozza fuor fuor pel delicato 20 Collo nrsquouscigrave la punta Ei da una parte Curvatosi cascograve di man la coppa Cagraveddegli grosso dalle nari un rio Di sangue gli sgorgograve da seacute respinse Calcitrando la mensa a terra sparte 25 Icircr le vivande ed i pani e le carni Insanguinacircrsi Giagrave nellrsquoaula i Proci DrsquoEupigravetide al cader tumultuacircro Darsquo lor seggi lanciagravetisi percorrono

ODISSEA

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Qua lagrave col guardo le pareti intorno 30 Non piugrave scudo non piugrave veggiono lancia Cui dar di piglio Con irati accenti A rimordere il Re gridavan tutti

χ 26 laquoCosigrave dunque o stranier segno arsquo tuoi strali Questi duci ponesti Ad altri giochi 35 Parte piugrave non avrai Giagrave giagrave trsquoincalza Morte certa e tremenda ecco il piugrave illustre DeglrsquoItacesi giovani uccidesti Perciograve qui gli avvoltoi divoreragraventiraquo Dicean cosigrave stimando ognun che a caso 40 Gli era uscito di man funesto il tiro Stolti Neacute srsquoaccorgean che aveano tutti Posto giagrave rsquol piede nei confin di morte Ma torvo li guatograve gridando Ulisse

χ 35 laquoAhi sozzi cani reputaste voi 45 Chrsquoio non tornassi mai dal popol Frigio E disertaste i tetti miei per forza Mi stupraste le ancelle ed aspiraste Me vivo ad impalmar la donna mia Neacute dersquo Numi che il Ciel regnano immenso 50 Timor vi prese neacute la vindice ira Provocar dersquo mortali unqua vi calse Or tutti ad una vrsquoirretigrave la morteraquo

χ 42 Allibicircr tutti vogravelti gli occhi intorno Cercan qua lagrave fuggir lrsquoeccidio atroce 55 Rispose solo Eurigravemaco laquoSe in vero LrsquoItacense tu sei reduce Ulisse A dritto parli peroccheacute gli Achivi Molte in questa magion molte nersquo campi Malvage opre commisero ma infine 60 Chi fu cagion di tanti mali egrave steso Antigravenoo promotor drsquoatti sigrave rei Non chrsquoei le nozze desiasse tanto Ma in cor volgea pensier che il Fulminante Gli disdisse regnar volea le genti 65 DrsquoIgravetaca e tocircrre al figliuol tuo la vita Insidiando Or ecco ei lagrave se nrsquo giace Ma Tu rsquol cor tocco di pietagrave risparmia Il popol tuo pubblica fia lrsquoammenda Chrsquoindi volonterosi trsquooffriremo 70 Quanto al vitto che qua ti fu consunto

LIBRO XXII

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Cedereacutemti ciascun ben veacutenti tori E bronzo ed or sin che rsquol tuo cor srsquoallegri Per certo prima lrsquoira tua fu giustaraquo

χ 60 Il guatograve bieco laquoEh no ndash replicograve Ulisse ndash 75 Eurigravemaco neacute se tutte le avite Dovizie e le tue proprie ed altre ancora Mrsquoabbandonassi non mai dalla strage Queste man riterrograve fincheacute voi tutti Per tanti oltraggi non suggetto al fio 80 Scegliete o di pugnar a fronte a fronte O via fuggire ondrsquoevitar la Parca Ma niun di voi mi penso al dispietato Ultimo fine troveragrave qui scamporaquo

χ 66 Detto il core senticircro e le ginocchia 85 Fiaccare i Proci Eurigravemaco di nuovo laquoCerto amici costui non mai le fiere Man riterragrave poicheacute lrsquoarco or ghermigraveo Splendido e la faretra a saettarne Tocircrragrave dal limitar fincheacute trafitti 90 Tutti ci stenda Orsugrave crsquoinfiammi rsquol core Bellicoso furor Strette le spade Scudo facciamo al dardeggiar funesto Con queste mense tutti di conserto Scagliagravemci addosso a lui se dalla soglia 95 Delle porte nrsquoegrave dato discacciarlo Corriam per la Cittagrave sugravebite grida Lrsquoempiano tutta sigrave vedrem costui Lrsquoultima volta disfrenar gli straliraquo

χ 79 Detto fersquo scintillar lrsquoacuta spada 100 Ferrea a due tagli e srsquoavventograve sovrrsquoesso Con orribile grido Ulisse in questa Vibrograve lo stral che lo colpigrave nel petto Sotto la poppa ed il quadrel veloce Gli penetrograve nel fegato giagrave rsquol brando 105 Dalla man gli cadeacute vertiginoso Si rigirograve diegrave drsquourto in sulla mensa E rinverso cascograve per terra sparte Icircr le dapi e la coppa ei della fronte Ferigrave lo spazzo srsquoangosciograve nellrsquoalma 110 Drsquoambe le piante calcitrando scosse Il seggio in cui dianzi posava alfine I torbidrsquoocchi al gran buio richiuse

ODISSEA

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χ 89 Ma stretto il brando Anfigravenomo srsquoavventa Contra lrsquoeroe se mai dallrsquoalte porte 115 Vaglia in bando a cacciarlo Lrsquoantivenne Telegravemaco diretro infra le spalle La ferrea lancia gli piantograve che fuori Del petto riuscigrave Quei fragoroso Cadde e la terra con tutta la fronte 120 Percosse Di colagrave ratto si tolse Il garzon la lungrsquoasta abbandonando Dellrsquoucciso nel sen cheacute tema il prese Non forse alcuno degli Achivi irrompa Mentrrsquoei srsquoindugia a sconficcar la lunga 125 Asta e di punta con il brando il fieda O drsquoun fendente se chinato il trovi Corse veloce al genitor vicino Stette e con presto favellar soggiunse

χ 101 laquoOr or ti recherograve padre uno scudo 130 Due giavellotti alle tue tempie adatto Di saldo rame un elmo ed io pur lrsquoarme Vestirograve ed altre ne darograve a Filegravezio Altre ancora ad Eumegraveo sta bene armarciraquo

χ 105 E rsquol Re laquoVarsquo corri Fincheacute a mia difesa 135 Bastan gli strali non da queste porte Me rimovan gli Achei restando soloraquo

χ 108 Del caro padre al cenno ubbidiente Alla stanza il garzon corse ove lrsquoarmi Giaceano e quattro targhe otto lanciotti 140 E quattro elmi di rame irti drsquoequine Chiome prese e portograve subito al padre Che primo rivestigrave del marzio arnese La persona e del pari armati i servi Al prode accorto Re stettero allato 145

χ 116 Fincheacute bastacircro a propugnarlo i dardi Togliea la mira e sempre alcun dersquo Proci Nel palagio colpigravea tal che un sullrsquoaltro Stipati rovinavano Ma quando Al saettante Re fallicircr gli strali 150 Dechinograve lrsquoarco al fulgido parete E della porta lrsquoappoggiograve allrsquoimposta Gravograve drsquoun largo scudo indi le spalle A quattro doppi diede al capo un elmo Irto di equine setole su cui 155

LIBRO XXII

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Terribile la cresta igraveva ondeggiando Due munite drsquoacciar lance alfin prese

χ 126 Era nel saldo muro occulta porta Nel confin della reggia ultimo drsquoassi Ben congiunte construtta che mettea 160 In calle angusto e senza capo Ulisse Ad Eumegraveo comandograve che la guardasse Piantandovisi presso che di lagrave Ad un uomo per volta aprigraveasi rsquol varco Agelagraveo lrsquoadocchiograve si volse arsquo Proci 165 Ed a tutti dicea laquoNon havvi amici Chi sforzi quel segreto uscio e gridando Il popolo a rumor subito levi Saettarigravea costui lrsquoultima voltaraquo

χ 135 Ratto Melagravenzio laquoEllrsquoegrave impossibil cosa 170 O nobile Agelagraveo Troppo al cortile Le vaste porte son vicine e troppo Dellrsquoangiporto nrsquoegrave lrsquouscita angusta Uno solo di man prode noi tutti Di ligrave respingeragrave Ma che Dallrsquoalta 175 Stanza or vi porterograve lrsquoarmi in cui fucircro E non altrove mi credrsquoio da Ulisse E dal suo figlio intrepido riposteraquo

χ 142 Detto montograve su per la scala allrsquoalta Stanza del Re dodici targhe prese 180 Tante lance e di rame elmi altrettanti Irti drsquoequine setole e veloce Corse e li mise in man dersquo Proci Ulisse Fiaccar sentissi le ginocchia e rsquol core Scorgendoli vestir le sue stessrsquoarmi 185 E le lunghe aste palleggiar cheacute grave Malagevole assai tenne lrsquoimpresa

χ 150 Vogravelto quindi a Telegravemaco laquoPer certo Delle fantesche alcuna o vuoi Melagravenzio Questo ci suscitograve duro conflitto 190 Non drsquoaltri no tutta la colpa egrave miaraquo

χ 154 laquoO padre accagionare altri non vuogravelsi Lasciai socchiuso lrsquouscio e qualche destro Esplorator srsquoavvantaggiograve Ma vanne O buon Eumegraveo ferma la porta e cerca 195 Se drsquounrsquoancella opra egrave cotesta ovvero Come giagrave suspicai del Doliagravederaquo

ODISSEA

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χ 160 Movean tra lor queste parole ed ecco Redir Melagravenzio alla superna stanza Per le bellrsquoarmi Eumegraveo lrsquoadocchia e ratto 200 Ad Ulisse accostatosi dicea

χ 164 laquoO prole di Laerte inclita riede Quel perfido di cui giagrave suspicammo Dirsquo francamente ove a me fatto venga Di soverchiarlo uccigravederlo deggrsquoio 205 O rsquol ti trarrograve davante acciograve dersquo molti Misfatti chrsquoegli in tua magion commise Alfin qui paghi a Te medesmo il fioraquo

χ 170 E rsquol Re sagace laquoIo qui col figliuol mio I Proci conterrem bencheacute animosi 210 Voi Melagravenzio afferrate e gli stringendo Mani e piedi sul tergo nella stanza Gettatelo ben chiusa indi la porta E da voi cinto di tenaci nodi Tiragravetel su lungo unrsquoalta colonna 215 Ed alle travi il sospendete ondrsquoivi Ancor vivo patisca aspri tormentiraquo

χ 178 Detto lesti obbedicircr Saliti ad alto Da lui che cerca in quersquo recessi lrsquoarme Teneacuteansi dietro allrsquoalte imposte ascosi 220 Giagrave giagrave ersquo varcava il limitar portando Lucido elmetto in una man nellrsquoaltra Vetusto ampio brocchier di ruggin aspro Che del prode Laerte il giovanile Braccio sostenne un digrave Quivi gran tempo 225 Corsquo penzolanti rotti cuoi giacea Ed ecco ei vien subitamente addosso Gli si avventacircr con impeto i pastori E le man gli avvolgendo entro i capegli Dentro lo strascinarono gettacircrlo 230 A terra gemebondo e drsquoun funesto Nodo sul tergo e mani e piegrave avvinghiacircrgli Di gran forza stringegravendolo siccome Lrsquoinclita prole di Laerte indisse Alfin ricinto di doppia catena 235 Lungo unrsquoalta colonna il tirar suso Tanto che arsquo travi lrsquoebbero sospeso E tu con motti Eumegraveo lo rimordesti

χ 195 laquoCerto Melagravenzio or vegghierai la notte

LIBRO XXII

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Giacendo in questo tuo morbido letto 240 Qual ti si addice neacute dalle correnti DellrsquoOcegraveano usciragrave fuor lrsquoAurora In trono drsquoograver che tu non la riveggia Quando al palagio condurrai le pingui Capre onde arsquo Proci apparecchiar la mensaraquo 245

χ 200 Detto lrsquoabbandonograve sospeso e in fieri Legami avvinto Armagraveronsi i pastori Chiuser la porta splendida veloci Mossero vegraver lrsquoeroe sagace e forte E spiranti valor ligrave srsquoarrestacircro 250 Quattro gli eroi sul limitar son molti Nellrsquoaula ed animosi i combattenti

χ 205 Ma Palla figlia dellrsquoOligravempio assunta La sembianza di Megraventore e la voce Arsquo primi appropinquosse A quella vista 255 Esultando in suo cor gridava Ulisse

χ 208 laquoO Megraventore deh vieni in questa mischia A mrsquoaitar rammenta quanti dietti Pegni drsquoaffetto il tuo dolce compagno Cui sersquo uguale drsquoetagraveraquo Cosigrave dicea 260 Bencheacute in ispeme entrato che la fosse Minerva di conflitti eccitatrice Dallrsquoaltra parte con minacce e grida Fremigraveano i Proci A rimbrottar la Diva Agelagraveo Damastograveride fu rsquol primo 265

χ 213 laquoMegraventore attendi non con sue parole A propugnarlo contro i pretendenti Trsquoadeschi Ulisse Questo egrave il voler nostro Che fia pieno mi penso allor che avremo Il padre e rsquol figlio uccisi e tu pur anco 270 Morrai con lor tu che sigrave grande impresa In questa reggia consumar presumi Il fio ne pagherai con la tua testa Divelta che trsquoavrem lrsquoalma col ferro I beni che in tua casa e fuor possiedi 275 Del par che quei drsquoUlisse tutti ad una Gli spartirem neacute mai consentiremo Che dersquo tuoi figli o delle figlie alcuna Nersquo suoi tetti piugrave viva e cacceremo La tua casta moglier drsquoIgravetaca in bandoraquo 280

χ 224 Detto vie piugrave nel cor raccender lrsquoira

ODISSEA

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Palla sentigrave quindi allrsquoeroe conversa Con disdegnosi accenti rsquol rimordea

χ 226 laquoNon piugrave quella gran forza e quel coraggio Ulisse veggio in te qual giagrave brillava 285 Per ben nove anni senza sosta mai Quando pugnasti per la bella Elegravena Contra i Tegraveucri guerrier Lagrave in aspra guerra Tu feacutesti a molti eroi morder la polve Di Prigraveamo la cittagrave dallrsquoampie strade 290 Lagrave merceacute al senno tuo fu posta al fondo Or come giunto alle tue case e in mezzo Alle dovizie tue movi querele Disperate invilisci e tener fronte Arsquo rei persecutor della tua donna 295 Non osi tu Su via farsquo cor qui vieni Amico e stammi al fianco e vedrai come Nel mezzo a questa turba di furenti Nemici nostri il ben che da te srsquoebbe LrsquoAlcigravemide tuo Megraventore rimerti raquo 300

χ 236 Disse ned arrestograve della Vittoria Lrsquoincerto vol cheacute far esperimento Della forza pria volle e dellrsquoardire Cosigrave del genitor come del figlio Ratto quindi lanciagravetasi la Diva 305 Vegraver la splendida volta sopra un alto Trave in forma di rondine posava

χ 241 Concitavano intanto i Proci allrsquoarmi Agelagraveo Damastograveride Eurinogravemo Demoptogravelemo Anfimedoacuten Pisandro 310 Polittograveride e Pogravelibo animoso Tutti dersquo prodi rsquol fior tra gli spiranti Le vitali aure e che a schermir la vita Pugnavan lrsquoarco e le frequenti frecce Tutti gli altri avean giagrave trafitti e stesi 315

χ 248 Gridograve a tutti Agelagraveo laquoGiagrave giagrave le fiere Mani o compagni queteragrave costui Cheacute diegrave le reni Megraventore poicheacute ebbe Quersquo suoi vanti orgogliosi allrsquoaura sparsi I quattro che occupacircr le porte i primi 320 Tosto recederan Perciograve non tutti Lanciate i lunghi giavellotti a un tempo Su via sei soli volino e lrsquoOligravempio

LIBRO XXII

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Ne dia la gloria di colpire Ulisse Non ci caglia drsquoaltrui srsquoegli fia stesoraquo 325

χ 255 Bramosi tutti lrsquoaste fulminacircro Come fu imposto ma drsquoognuno il tiro Ir fersquo a vograveto Minerva Un lrsquoardua volta Percosse dellrsquoostel lrsquoaltro la porta La pesante di rame asta del terzo 330 Dal muro rimbalzograve Scansati i colpi laquoAmici ndash gridograve rsquol Re ndash lagrave nella turba Dersquo Proci a saettar vrsquoesorto anchrsquoio Chrsquooltre le offese che da lor patimmo Or agognan furendo ad immolarciraquo 335

χ 265 Tolta la mira di rincontro tutti Lrsquoaste acute avventacircr Ulisse uccise Demoptogravelemo il prorsquo suo figlio Euriade Eumegraveo trafisse Egravelato ed il custode Dersquo buoi Pisandro Al vasto pavimento 340 Tutti dieder di morso Nersquo recessi Dellrsquoaula gli altri arregravetransi fuggendo Ma Ulisse con i suoi prodi glrsquoincalza Disvelte chrsquoebbon dagli estinti lrsquoarme

χ 272 Lrsquoaste in questa lanciacircro impetuosi 345 Di nuovo i Proci disviograve gran parte Di quersquo colpi Minerva altri la volta Altri la porta valida investigraveo Del terzo lrsquoasta rimbalzograve dal muro Ma allrsquoIgravetaco garzon leve fiedea 350 Anfimedonte il polso disfiorando Con il rame la pelle e la lungrsquoasta Di Ctesippo ad Eumegraveo raso lo scudo La spalla gli scalfigrave volograve ben lunge Ed a terra cadette Al Re drsquointorno 355 Ristringegravendosi il figlio ed i pastori Fiedevan drsquoasta i Proci Atterrograve Ulisse Eversor di cittadi Euridamante Il figlio Anfimedonte Eumegraveo trafisse Pogravelibo colse nel petto Filegravezio 360 Ctesippo e altier di sua vittoria disse

χ 287 laquoPoliterside liberal drsquooltraggi Non ceder piugrave al furor che ti spirava Orgogliose parole il tuo sermone Dirigi arsquo Numi che arsquo mortali tutti 365

ODISSEA

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Di possanza sovrastano Or accetta Questo dono ospital con che rimerto Il piegrave bovin che desti al divo Ulisse Quandrsquoei mendico in sua magion vagavaraquo

χ 292 Cosigrave dersquo tauri dalle torte corna 370 Il custode parlograve Ma in questa Ulisse Corse soprrsquoAgelagraveo con la lungrsquoasta Ed il piagograve nel mezzo allrsquoepa il telo Telegravemaco ficcograve di Leocrigraveto Che fuor dersquo reni riuscigrave boccone 375 Cascograve e la terra con tutta la fronte Percosse Allora dallrsquoeccelsa volta Alzograve Minerva lrsquoegida funesta Allibirono i Proci Un fier terrore Gli animi lor turbograve di qua di lagrave 380 Fuggigravean per lrsquoaula come di giovenche Torma che punga ed agiti rsquol furente Assillo nel redir di primavera Quando i giorni srsquoallungano Siccome Sparvier darsquo rostri e dagli adunchi artigli 385 Piomban darsquo monti sui minori augelli Che impauriti dalle basse valli Volano vegraver le nubi e quei repente Slanciagravetisi gli uccidono ned havvi Resistenza neacute fuga a tanta preda 390 Esultano gli astanti In simil foggia Tutti e quattro i guerrier sui pretendenti Srsquoavventano glrsquoincalzano gli fiedono Nellrsquoaula ovunque al suon delle percosse Teste echeggiava un fier gemito e tutto 395 Drsquoatro sangue ondeggiava il pavimento Leode arsquo piedi dellrsquoeroe gittosse E con ratto parlar merceacute chiedea

χ 312 laquoTrsquoabbraccio le ginocchia inclito Ulisse Deh riguarda il tuo supplice e ti spetra 400 Miserere di me Testimonianza Di tua reggia per me rendan le ancelle Srsquoio dissi o feci lor cosa pur mai Men che decente anzi a reprimer gli altri Rivolti a insolentir sempre accorrea 405 Retta non diecircrmi onde ritrar dallrsquoopre Scellerate le mani ed ebber quindi

LIBRO XXII

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Condegno guiderdon drsquoignobil morte Ma io che tra costor agraveugure fui Che parte nersquo lor falli unqua non ebbi 410 Qui con lor giacerograve Certo non fia Chi piugrave del suo ben far mercede impetriraquo

χ 320 Bieco Ulisse il guatograve laquoPoicheacute ndash rispose ndash Ti vanti di costoro agraveugure certo Spesso in questo palagio orasti arsquo Numi 415 Che da me fosse il digrave lunge respinto Del mio dolce ritorno e che te segua A te figli procrei la donna mia No da questa crudel morte non fuggiraquo

χ 326 Cosigrave dicendo con la man robusta 420 Diegrave di piglio alla spada che Agelagraveo In morendo gittograve nel mezzo al collo Tal colpo gli vibrograve che ancor parlante Mista alla polve rotolograve la testa

χ 330 Ma Fegravemio Terpigraveade inclito vate 425 Che tra i Proci per forza il canto sciolse Lrsquoatra Parca schivograve Tra man lrsquoarguta Cetra tenendo appo lrsquoocculta porta Stagravevasi e due pensier volgea nellrsquoalma Od uscir del palagio ed allrsquoaltare 430 Del grande Giove Ercegraveo sedersi dove Da Laerte e dal figlio arse giagrave fucircro Molte cosce di tauri ovver prostrato Stringer orando le ginocchia a Ulisse Pensa e ripensa alfin miglior partito 435 Gettarsi arsquo piedi dellrsquoeroe gli parve Tra unrsquourna e un seggio che splendeva adorno Drsquoargentee borchie lrsquoincavata cetra Depose e corse e rsquol supplicava laquoUlisse Le ginocchia trsquoabbraccio in me benigno 440 Abbi riguardo e vigravencati pietade A te ancora dorragrave se un Vate uccidi Che arsquo Numi canta ed arsquo mortali Io fui Di me stesso maestro unico mille Tempre diverse drsquoarmonia gioconda 445 Mi seminograve nellrsquointelletto un Dio Dato mrsquoegrave qual tu fossi un dersquo Celesti Celebrarti cantando Or dunque in core Reprimi rsquol fier desigraveo di trucidarmi

ODISSEA

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Certo diratti il tuo figlio diletto 450 Telegravemaco che non di voler mio Non mai da ingordo desiar sospinto Venni a cantar dersquo pretendenti al desco Molti e possenti tragravessermi per forzaraquo

χ 354 Telegravemaco lrsquoudigrave subito al padre 455 Non discosto drsquoassai laquoFerma ndash gridava ndash Deh non uccider no questrsquoinnocente Anco Medoacutente conserviam che sempre In cura mrsquoebbe dallrsquoetagrave mia prima Filegravezio forse uccigraveselo od Eumegraveo 460 O tu stesso srsquoei qui trsquooccorse quando Come turbine o padre impeto feacutestiraquo

χ 361 Lrsquoudigrave rsquol saggio Medoacutente impaurito Sotto un trono giacea nel cuoio avvolto Di bue di fresco ucciso onde la Parca 465 Tenebrosa schivar Da sotto rsquol seggio Ratto srsquoalzograve gittograve la pelle e strette Del garzon le ginocchia il supplicava

χ 367 laquoEgraveccomi qua sospendi i colpi o caro E parla al genitor che non mi fieda 470 Or chrsquoegli infuria contra i Proci Ahi folli Che le dovizie sue qui divoracircro Ned a renderti onor si volser mairaquo

χ 372 Sorridendo lrsquoeroe laquoFarsquo cor ndash soggiunse ndash Telegravemaco trsquoegrave schermo ed ei ti serva 475 Acciograve rsquol senta nellrsquoanimo ed il narri Quanto allrsquoiniquo oprar virtugrave prevaglia Or tu e rsquol gran vate del palagio usciti Fuor dalla strage nel cortil sedete Finchrsquoio qui compia ciograve chrsquoa far mrsquoavanzaraquo 480

χ 378 Usciti appo lrsquoaltar di Giove assisi Attoniti qua e lagrave volgean lo sguardo Sul vasto campo di sigrave fiera strage

χ 381 Tutti i recessi del palagio intanto Col guardo Ulisse percorrea non forse 485 Vivo dersquo Proci alcun sottratto srsquoabbia Ma nel sangue li vide e nella polve Tutti distesi Come in curvo lido Tiran su i pescator dal mar ondoso Con vasta rete a molte maglie i pesci 490 Tutti anelano sparsi in sullrsquoarena

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Lrsquoonde marine ma con gli avvampanti Raggi la vita lor rapigraveo giagrave rsquol Sole Un sullrsquoaltro cosigrave giaceano i Proci

χ 390 Ulisse allor laquoTelegravemaco mi chiama 495 La nutrice Euriclea ciograve che fermai Nel mio pensier vorsquo dirleraquo Obbediente Bussograve allrsquouscio Telegravemaco e le disse

χ 395 laquoO donna antica a vigilar preposta Sopra le ancelle vien che a seacute trsquoappella 500 Qualche cosa per dirti il padre mioraquo

χ 398 Tacque neacute sparse icircr le parole al vento Schiusa la porta delle ricche stanze Ratto accorse e rsquol garzon la precedea

χ 401 Nel mezzo dersquo cadaveri trafitti 505 Trovograve lrsquoeroe cruento e polveroso Come lion che divorograve pur dianzi Toro silvestre lrsquouna e lrsquoaltra guancia E tutto quanto il petto e rsquol ceffo e lrsquougne Groacutendangli sangue ahi quantrsquoegrave in vista orrendo 510 Cosigrave nersquo piedi e delle man nei dossi Contaminato appar lrsquoinclito Ulisse Visti appena gli uccisi e rsquol sangue immenso Mise un forte Euriclea grido di gioia Maravigliata di sigrave grande impresa 510 Ma lrsquoeroe lrsquointerruppe e la ripresse Bencheacute bramosa indi arsquo parlar si tolse

χ 411 laquoGodi nellrsquoimo cor donna ma in voci Non proromper di gaudio empiezza focircra Vampo menar sulla trafitta gente 520 La giustizia dersquo Numi ed i costoro Delitti li domacircr non dersquo mortali Onoracircro alcun mai tristo o buon fosse Che appo lor srsquoadducea quindi pericircro Colpa di lor follia drsquoignobil morte 525 Ma delle serve or dimmi in questa reggia Qual tiemmi a vil qual si serbograve innocenteraquo

χ 419 E la nutrice affettuosa laquoO figlio Schietto il veacuter ti dirograve Chiude il palagio Cinquanta donne che per me giagrave fucircro 530 Ammaestrate a lavorii diversi A carminar le lane ad oprar tele Non che a patire il flebile servaggio Dodici di costor rotte ad ogni atto

ODISSEA

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Drsquoinverecondia ned a me portacircro 535 Neacute alla stessa Penegravelope rispetto Quanto al tuo figlio di recente assunto Tra gli adulti non mai la genitrice Baligravea gli consentigrave sopra le ancelle Ma che piugrave sto salgo alle stanze adorne 540 Ad annunziarti alla tua donna a cui Gravograve di sonno le pupille un Numeraquo

χ 431 laquoNo non destarla ndash rispondeacuteale Ulisse ndash Ma dirsquo alle donne che qui vengan quante Di laidrsquoopre sin qui contaminacircrsiraquo 545

χ 433 Ita la vecchia alle fantesche indisse Ed esortolle al Re di appresentarsi E Telegravemaco in questa ed i pastori A seacute chiamograve e lor disse laquoOr cominciate A portar via i cadaveri alle donne 550 Ingiungete che i bei troni e le mense Tergon con lrsquoacqua e le forate spugne Rimessa la magion tutta in assetto Traete fuor le ancelle e poste in mezzo Tra la torretta e rsquol muro del cortile 555 Tutte con lunghi ed affilati brandi Fiedeacutetele sin che sceme dallrsquoalma Di Vegravenere i piacer che giagrave di furto Gustar corsquo Proci pongano in obbligraveoraquo

χ 446 Tacque ed ecco venir le donne tutte 560 Affollate mettendo alti lamenti Non senza pianto Trasportacircr da prima Alternamente sostenendo rsquol carco Dersquo trafitti le salme e le stipacircro Sotto alla loggia del cortil superbo 565 Instava e feacutea lor forza il Re medesmo Sigrave che gli estinti a trasportar le strinse Necessitagrave Poscia i bei seggi i deschi Tergean con lrsquoonda drsquoimbevute spugne Telegravemaco ersquo pastor corsquo rastri intanto 570 Spazzacircro del palagio il pavimento E le donne recacircr fuor delle porte La raccolta bruttura Acconcio il tutto Nella magion ei trasser le fantesche Tra la torre e rsquol recinto ed in sigrave angusto 575 Spazio le rinserracircr che nersquo lor petti Tutta speranza di fuggir morigraveo

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χ 461 E rsquol garzon saggio laquoCon orrevol morte Non tocircrrograve lrsquoalma no da queste donne Che a me sul capo ed alla madre mia 580 Versacircr oltraggi e giacquero corsquo Prociraquo

χ 465 Detto ravvolse un canape di nave Drsquoazzurra proda ad unrsquoalta colonna Con lrsquoun dersquo capi gettograve lrsquoaltro intorno Alla picciola torre e sigrave rsquol tese alto 585 Chrsquoesse del piede non toccacircr la terra Come torde talor dallrsquoali spase O colombe srsquoimpligravecan nelle reti Tese nel bosco mentre al nido volano Tal che trovan nersquo lacci orrido letto 590 Cosigrave le ancelle con le teste in fila Con fiero nodo intorno al collo avvinte Perigravean miseramente i piedi alquanto Con tremito agitacircro e non fu molto

χ 474 Trasser indi i pastor fuor nel cortile 595 Melagravenzio cui con dispietato acciaro Troncar nari ed orecchie lrsquoeviracircro Buttar le evulse palpitanti membra Crudrsquoesca ai cani da cieca ira vinti I piegrave le man mozzagraverongli Con pura 600 Onda i piedi e le man poscia lavati Tornacircro al Re cheacute lrsquoopra era compiuta

χ 480 Alla cara nutrice allor converso Disse lrsquoeroe laquoPogravertami o vecchia il zolfo Salutifero e rsquol fuoco acciograve rsquol palagio 605 Vapori A venir qui con le sue donne Penegravelope conforta a un tempo ingiungi Qui di recarsi a tutte lrsquoaltre ancelleraquo

χ 485 laquoSi tutto a modo figliuol mio dicesti ndash Rispoacutesegli Euriclea ndash Giagrave giagrave mrsquoegrave tardo 610 Un manto ed una tunica recarti Acciograve piugrave non ti mostri in tua magione I lati omeri avvolto in questi cenci Cheacute focircra indegnoraquo laquoA me qui apporta in prima Lo zolfo e rsquol fuocoraquo replicograve lrsquoeroe 615

χ 492 Neacute tardograve ad obbidir lrsquoaffettuosa Nutrice ratto portograve rsquol foco e rsquol zolfo Ulisse lrsquoaula e lrsquoatrio ed il palagio A pieno vaporograve Salita ad alto Percorrea intanto le regali stanze 620

ODISSEA

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La nutrice Euriclea chiamando a nome Ed affrettando a comparir le ancelle Con faci in man discesero ed intorno Si sparsero ad Ulisse il salutacircro Gli si gettacircro con le braccia al collo 625 Il capo gli baciarono e le spalle Stringegravendogli le man Sentigrave lrsquoeroe Dolce un desir di pianto e di sospiri Cheacute tutte in suo pensier le riconobbe

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LL II BB RR OO XX XX II II II

Penegravelope riconosce Ulisse

NNELLrsquoALTE stanze giubilando salse La vecchia ad annunziar alla regina Che lrsquoamato consorte era in sua reggia Rinvigorite le ginocchia ratti I piegrave movea Le si chinando allora 5 Sul capo alto sonar fersquo questi accenti

ψ 5 laquoRisveacutegliati mia figlia e corsquo propri occhi Vien vieni a rimirar ciograve che pur sempre Bramasti Ulisse ritornograve qui dopo Anni tanti redigrave Trucidograve i Proci 10 Lutto di sua magion di sue ricchezze Divoratori ed al suo nato infestiraquo

ψ 10 E Penegravelope laquoO mia cara nutrice Gli Eterni trsquoinsanicircr che a lor talento Fan del piugrave saggio un folle e lrsquoinsensato 15 Assennano per certo ersquo ti rapicircro La mente che finor serbasti integravegra Percheacute me che pur son misera tanto Con mendaci novelle in gioco prendi E dal sonno mi scuoti che soave 20 Mrsquoera intorno diffuso e ricoprigravea Le mie care palpegravebre Io no non mai Sigrave forte mrsquoaddormigravea dal digrave che Ulisse Veleggiograve pel nefando Igravelio funesto Or via discendi e riedi onde movesti 25 Cheacute se qualche altra delle donne mie Desta mrsquoavesse per udir tai fole Ratto lrsquoavrei non senza irati accenti Rimandata ma or te lrsquoetagrave sovvenneraquo

ODISSEA

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ψ 25 laquoNon di te prendo gioco o figlia mia 30 ndash La vecchia rispondea ndash Ritornograve Ulisse Veracemente egrave qui comrsquoio rsquol trsquoannunzio Gli egrave lrsquoospite che tutti in sua magione Oltraggiacircro Il sapea da lunga pezza Telegravemaco ma saggio occulti ei tenne 35 I disegni del padre acciograve traesse Darsquo Proci violenti aspra vendettaraquo

ψ 32 Esultograve la regina e fuor di letto Lanciagravetasi abbracciolla laquoO mia Nutrice ndash Prorompea lagrimando ndash il veacuter mi narra 40 Srsquoei come affermi arsquo suoi tetti se nrsquo venne Come solo poteacute sui Proci infami Avventare le man quandrsquoessi in folla Stavano sempre entro il palagio accoltiraquo

ψ 39 laquoNed il vidi neacute rsquol so dersquo morituri 45 Udigravea soltanto il gemito noi tutte Nel fondo assise delle stanze e chiuse Da salde imposte giagrave colpigravea rsquol terrore Fincheacute sorgiunse il figliuol tuo che a nome Del padre mi chiamograve Trovai lrsquoeroe 50 Ritto lagrave tra i cadaveri che stesi Drsquointorno a lui sul duro pavimento Giacean gli uni sugli altri oh come lieta Nrsquoandresti tu mirando il tuo consorte A guisa di Lion tutto coverto 55 Di polvere e di sangue Or del cortile Sotto i portici stanno ammonticchiate Dersquo trafitti le spoglie Acceso un fuoco Grande or col zolfo a vaporar srsquoadopra La superba magione ed ei medesmo 60 A chiamarti or mrsquoinvia Vien dunque e dopo Affanni tanti ambo a letizia il core Schiudete il tuo desir lungo srsquoadempie Vivo egrave lrsquoeroe tra i lari suoi qua trova Te con il figlio e qua darsquo nequitosi 65 Proci tutti alfin trasse aspra vendettaraquo

ψ 58 laquoMia diletta Euriclea Rattempra i vanti Di trasmodata gioia Ah ben sai quanto Focircra a ciascun gradito il suo ritorno E sopra tutti a me del par che al figlio 70 Procreato da noi ma ciograve che annunzi

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Vero non egrave certo qualcun dersquo Numi Irato per li tanti e cosigrave fieri Oltraggi ed opre inique lor gli uccise Non mai fecer onore a niun mortale 75 Malvagio o buon che a lor venisse quindi Tristi sendo perirono Ma Ulisse Perdette lungi dallrsquoAcaica terra La speme del redir perdeacute se stessoraquo

ψ 69 E la nutrice laquoO figlia mia qual detto 80 Di bocca ti fuggigrave Sta in sua magione Al focolar si asside il tuo consorte E trsquoostini a ridir chrsquoei piugrave non torna Ahi poca fede Ma piugrave certa prova Dar ancora ti vorsquo la cicatrice 85 Che il bianco dente drsquoun cinghial glrsquoimpresse Quando i piegrave gli lavai la riconobbi E giagrave un grido mettea per farti accorta Ma quel mastro di tutti accorgimenti Mrsquoafferrando la bocca il mi contese 90 Vien dunque ed io per fede mi ti lego E mi commetto a Te se ti deludo Tu di morte miserrima mrsquoancidiraquo

ψ 80 laquoCara nutrice Bencheacute saggia tanto Ti fia duro scrutar dersquo Sempiterni 95 Numi lrsquoalto consiglio Tuttavolta Appo rsquol figlio rechiagravemci acciograve chrsquoio vegga Stesi i Proci nel sangue e chi gli ucciseraquo

ψ 85 Detto scendea dallrsquoalta stanza e in core Agitando venigravea srsquoella in disparte 100 Interrogato avrebbe il suo diletto Consorte o se appressandolo baciato Gli avrigravea la testa e streacutettegli le mani Varcata chrsquoebbe la marmorea soglia Nellrsquoaula entrograve Si assise a lui di contra 105 Presso allrsquoaltra parete che dal foco Srsquoilluminava Ed ei gli sguardi a terra Sedea poggiato ad unrsquoalta colonna Pur aspettando se la donna illustre Che rsquol pur vedea corsquo propri occhi qualcuno 110 Motto gli fesse Ma la stette a lungo Tacita oppressa di stupore in voacutelto Ora lo affisa e ravvisarlo estima

ODISSEA

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Or avvolto in quersquo cenci il disconosce ψ 96 Telegravemaco proruppe laquoO madre mia 115

O drsquoanimo crudel madre infelice Percheacute dal genitor sigrave trsquoallontani Ed ora che ti siedi al suo cospetto Cheacute non gli parli Cheacute di lui non prendi Notizia intera No nullrsquoaltra focircra 120 Muta drsquoaffetto sigrave da restar lungi Dal suo consorte che sofferti molti Guai le giungesse nel ventesimrsquoanno Nella terra natigravea ma tu nel petto Vie piugrave duro che selce il cor rinserriraquo 125

ψ 104 E quella saggia laquoLrsquoalma mia nel petto Figliuol mio stupefeacutecesi neacute motto Egravemmi dato di far neacute interrogarlo Ned affisarlo pur Se veramente Ulisse egli egrave che in sua magion ritorna 130 Certo tra noi potrem meglio drsquoassai Riconoscerci tali hagravennovi segni Noti a noi solo a tutti gli altri ascosiraquo

ψ 111 Sorrise Ulisse e vogravelto al figlio laquoOr lascia Telegravemaco ndash dissrsquoei ndash la genitrice 135 A sua posta tentarmi in queste soglie Ratto srsquoaccerteragrave dellrsquoesser mio Piugrave pienamente Ma percheacute or mi scorge Sordido e in questi abbietti panni avvolto A vile tiemmi e dir non osa ldquoegrave dessordquo 140 Ma il partito cui giova or appigliarci Consultiam noi Qual tra sue genti uccise Un uomo solo che non molti addietro Vindici a seacute lasciograve fugge e abbandona I congiunti la patria or noi che spenti 145 DrsquoIgravetaca abbiamo i giovani piugrave illustri Schermo della cittagrave che far dobbiamo Por mente al caso e provveder trsquoassennoraquo

ψ 123 laquoTu stesso a ciograve provvedi o padre mio ndash Rispose rsquol garzon saggio ndash il tuo consiglio 150 Comrsquoegrave pubblico grido ottimo surge Ned havvi altro mortal che teco ardisca Contender di prudenza Ove ti piaccia Pronto ti seguirograve neacute rsquol mio coraggio Manco verragrave mi penso fincheacute integravegre 155

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Serberograve le mie forzeraquo E quel sagace laquoQuesto partito piugrave giovevol pagravermi Preso un bagno abbigliagravetevi e drsquoelette Vesti le ancelle srsquoornino indi rsquol vate Divino tocca la soave cetra 160 Nersquo giocondi ad entrar balli nrsquoinviti Acciograve che fuor lrsquoudendo ciascun creda Celebrarsi le nozze o che per via Passi o vicino alberghi E cosigrave rsquol grido Per la cittagrave non fia che si diffonda 165 Della strage dersquo Proci che noi prima Giunti non siamo lagrave nellrsquoarborosa Nostra campagna ove porremo in opra Ciograve che util piugrave nrsquoinspireragrave lrsquoOligravempioraquo

ψ 141 Detto presti obbedicircr Giagrave preso il bagno 170 Rivesticircrsi le tuniche le donne Spiegacircr dersquo manti la leggiadra pompa Ed il vate divin tocca la cetra Destograve in tutti rsquol desigraveo di dolci tempre E dersquo balli giocondi Al calpestio 175 Degli uomini danzanti e delle donne Adorne i fianchi drsquoelegante cinto Tutta echeggiava lrsquoalta reggia intorno E tal che udigravea di fuor laquoCerto lrsquoambita Regina tanto alcun dersquo pretendenti 180 Perfida disposograve cheacute non sostenne Servar lrsquoampia magion sino al ritorno Di lui che la menograve vergine sposaraquo Cosigrave dicendo del successo ignaro Male al veacuter srsquoapponeva In questo mezzo 185 Eurigravenome lavograve drsquoessenze asperse E di tunica cinse e drsquoun bel manto Lrsquoinclito Eroe Ma di gioconda luce Di beltade adornagravevagli rsquol sembiante Lrsquoocchi-glauca Minerva Allontanosse 190 Dal bagno pari a un Dio quivi si assise Di rincontro alla moglie onde era sorto E laquoTroppo altera ndash disse ndash A te gli Eterni Posero piugrave che allrsquoaltre donne in seno Impenetrabil cor certo non altra 195 Starigravea con sigrave ostinato animo lungi Dal suo consorte che sofferte molte

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Sventure alfin dopo dieci anni e dieci A lei tornasse ed alla patria Terra Orsugrave nutrice poacutemmi un letto ovrsquoio 200 Mi corchi have costei lrsquoalma di ferroraquo

ψ 173 LrsquoIcagraveride rispose laquoO generoso Neacute tu mrsquoincolpa di superbo spirto Ned io ti prendo a vil ma di soverchio Lrsquoammirazione in me non mai si leva 205 Ben rammento qual eri allor che sopra La nave tua di lunghi remi armata Ti dipartisti drsquoIgravetaca Orsugrave vanne Gli appresta il letto soffice Euriclea Che della stanza marital egrave fuora 210 E che egli un giorno di sua man construsse Lagrave velli e manti e coltrici superbe Stegravendivi acciograve che rsquol sonno il riconfortiraquo

ψ 181 Disse e con questo volle ultimo segno Farsi al tutto del suo sposo sicura 215

ψ 183 Corrucciato lrsquoEroe laquoDonna ndash soggiunse ndash Questa parola mi trafisse rsquol core Chi mi traspose il letto Ad uom sagace Duro ciograve focircra trasmutarlo solo A suo grado potrigravea qui giunto un Nume 220 Uom vivo no bencheacute in sul fior degli anni Perograve che in esso drsquoarte havvi gran segno Chrsquoio rsquol feci neacute la mano altro vi pose Lagrave nel recinto del cortil crescea Florido ulivo drsquoallungate frondi 225 Largo il troncon a guisa di colonna Alto ergeacutevasi allrsquoaura A quello intorno Pietra a pietra congiunta edificai La maritale stanza drsquoun bel tetto La protessi e ben salde adatte porte 230 Vrsquoimposi Poscia la frondosa chioma Dellrsquoulivo segata il troncon presso Tagliava alla radice e rsquol ripoligravea Col ferro artatamente e dirizzato A squadra e perforato in tutte parti 235 Col succhio il feci al talamo sostegno Cosigrave construssi il letto e lrsquoadornai Lrsquoincrostando di lamine drsquoargento Drsquoavorio e drsquooro alfin di porporine

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Bovine pelli il ricingeva egrave questo 240 Il grave indizio che del veacuter trsquoaccerta Non so donna perograve se mi si serba Intero il letto o se qualcun succiso Dellrsquoulivo il troncon di lagrave il rimosseraquo

ψ 205 Detto mancar Penegravelope sentigraveo 245 Le ginocchia ed il cor cheacute certi i segni Di chrsquoei le diegrave contezza riconobbe Corse diritto lagrimando ed ambe Al collo intorno gli gettograve le braccia E la testa baciagravendogli proruppe 250

ψ 209 laquoNon farmi no del tuo cruccio dolente Ulisse tu che in tutte cose avanzi Di prudenza i mortali avversi i Numi Drsquoaffanni ci opprimendo e di sventure Nrsquoinvidiacircro star nersquo lieti giorni 255 Di giovinezza uno appo lrsquoaltro e insieme Por nella soglia di vecchiezza il piede Ma tu non trsquoadirar neacute appormi a colpa Se visto appena non ti corsi in braccio Sempre lrsquoanima mia nel caro petto 260 Inorridigravea non forse con fallaci Detti qua giunto un forestier mrsquoilluda Cheacute volgon molti in cor malvage frodi Neacute giagrave prole di Giove Egravelena Argiva Saregravebbesi in amor congiunta mai 265 Con lo stranier dove temuto avesse Che dellrsquoEgravellade i figli bellicosi Lrsquoavrigravean di nuovo rimenata in Argo A consumar fallo sigrave turpe certo Un nume la incitograve cheacute nella mente 270 Prima non disegnograve di sua follia Il successo funesto onde il duol nostro Originograve Ma poi che or certi segni Tu della stanza nuzial mi desti Che niun mortal fuor che noi due vedemmo 275 E poi lrsquounica Attograveride che il padre Diemmi quandrsquoio qua venni e che ognor guarda Del nostro saldo talamo le porte Mi feacutesti lrsquoalma al tutto persuasa Che dubbia dellrsquoaltrui fede ognor mrsquoebbiraquo 280

ψ 231 A questi detti Ulisse intenerito

ODISSEA

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Di gemere il desir vie piugrave sentigravea Piangea stringendo al petto la prudente Casta sua donna Come appar la piaggia Grata arsquo natanti cui Nettuno il legno 285 Corsquo turbini e con vaste onde diruppe Pochi scampati al mare e di rappresa Schiuma coperti spigravengonsi alla riva Ed esultanti del campato rischio Saglion la terra cosigrave lieta affisa 290 Penegravelope il consorte neacute staccargli Potea dal collo mai le nivee braccia Certo gli avrebbe ancor trovati in pianto LrsquoAurora se non che di Palla in mente Novo concetto balenograve Contenne 295 Del suo corso nel fin la Notte e in grembo Fermograve dellrsquoOcegravean sullrsquoaureo trono La rosea Diva neacute i corsier veloci Giunger le consentigrave Lampo e Fetonte Che lrsquoalma luce apportano arsquo mortali 300

ψ 247 E rsquol sapiente Ulisse laquoO donna mia Non di tutti i travagli al fin giugnemmo Aspra regravestane ancor fatica immensa Chrsquoio fornir deggio al tutto In quella guisa Che il mi predisse di Tiregravesia lrsquoOmbra 305 Quel digrave che sceso al regno atro di Pluto Del redir dersquo compagni e di me stesso La interrogava Or tu ne vien nrsquoinvita O Penegravelope il letto dove accolti Largo ne fia di sue dolcezze il sonnoraquo 310

ψ 256 E la regina laquoQuesto ti fia presto Al tuo primo desir peroccheacute arsquo tuoi Splendidi tetti rimenacircrti i Numi Ma poicheacute la rimembri ed a te un Dio La rivelograve dirsquo qual durar trsquoegrave forza 315 Aspra nova fatica E poi che deggio Non ignorarla un digrave certo mi penso Peggio non fia per me saperla or oraraquo

ψ 263 laquoNobil donna infelice ah percheacute mai Questa fervida brama in te srsquoaccese 320 Quersquo presagi dirograve ma neacute tu lieta Nrsquoandrai ned io ne sentirograve contento Ir da Cittagrave in Cittagrave lrsquoombra mrsquoingiunse

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Tra man tenendo ben tornito un remo Tanto che presso a nuova gente arrivi 325 Che neacute conosca il mar neacute le vivande Di sal condisca neacute di navi srsquoabbia Dallrsquoalte poppe colorate in rosso Contezza alcuna neacute dersquo lunghi remi Ale al vol dersquo navigli E certo un segno 330 Chrsquoio celar non ti vorsquo Tiregravesia diemmi Quando verragrave al mio occorso un pellegrino Chiedendomi percheacute mi porti un vaglio Sullrsquoomero superbo ldquoallor ndash soggiunse ndash Conficca in terra il remo a Re Nettuno 335 Ferisci elette vittime un cinghiale Un toro ed un ariete indi fatto Ritorno alla natigravea terra offrir degravei Agli Eterni del Cielo abitatori Giusto la lor possanza a mano a mano 340 Sacre ecatombe Sorverragrave dallrsquoonde Mite e lenta ad estinguermi la morte Quando la piena etagrave mrsquoavragrave consunto E felici vedrograve le genti intorno Tutto chrsquoio dico ndash aggiunse ndash adempierassirdquoraquo 345

ψ 285 laquoPoicheacute affidacircrti di miglior vecchiezza ndash Rispondea la magnanima ndash gli Eterni Ben ne giova sperar che di queste anco Future angosce trionfar potrairaquo

ψ 288 Eurigravenome frattanto e la nutrice 350 Il letto nuzial con molli ammanti Metteano in punto delle faci al lume Assettato che lrsquoebbono in gran fretta Tornograve al palagio e si corcograve Euriclea Eurigravenome del talamo custode 355 Con face in mano precedea gli sposi Avviati a corcarsi e come gli ebbe Condotti ritirosse amendue lieti Compieano i riti dellrsquoantico letto

ψ 297 Telegravemaco frattanto ersquo duo pastori 360 Cessare il piegrave fecircr dalle danze e rsquol fecircro Alle donne cessar corcati poscia Nellrsquoaula oscura al sonno abbandonacircrsi

ψ 300 Poi che gustacircr la tanto desiata Amorosa dolcezza degli alterni 365

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Ragionari prendean novo conforto Quanto la donna di virtugrave sostenne Nel suo palagio ridicea veggendo Lrsquoinfesta schiera imperversar dersquo Proci Che sotto il velo dellrsquoambite nozze 370 Molte pecore pingui e molti buoi Sgozzacircro e molti dogli di Liegraveo Esauricircr Dallrsquoaltra parte Ulisse Quanti fersquo sopportar mali agli umani E quanti ei stesso ne patigrave narrava 375 Piaceacutevasi di udirlo Ella neacute rsquol sonno Le palpebre le chiuse anzi che tutte Divisasse lrsquoeroe le sue vicende

ψ 310 A dir incominciograve comrsquoei da prima I Cigraveconi domograve comrsquoei pervenne 380 Dersquo Lotogravefagi allrsquoubertosa terra Quanto patigrave dal Ciclope spietato Che i prodi suoi compagni divorava E chrsquoegli vendicograve come pervenne Ad Egraveolo che del par benignamente 385 Lo accolse e rsquol rimandograve pur non ancora Concedeacuteagli rsquol Destin drsquoimprimer lrsquoorma Nel suol natigraveo donde rsquol rapigrave di nuovo Sospiroso e gemente la tempesta Che nel pescoso mar lo risospinse 390 Come arrivograve soggiunse alla Cittade Dersquo Lestrigravegoni dalle larghe porte Dove i suoi prodi tutti ed i navigli Pericircr fuor chrsquouno in chrsquoei solo fuggigraveo Gli astuti inganni raccontograve e glrsquoincanti 395 Di Circe e come sopra salda nave Nel vasto regno di Plutoacuten discese Per consultar del vate sommo lrsquoombra Del Tebano Tiregravesia e che lagrave vide Tutti i valenti suoi commilitoni 400 Ed Anticlegravea che rsquol partorigrave ed il crebbe Aggiunse chrsquoegli udigraveo delle Sirene La dolce melodia che appo le rocce Erranti navigograve fra la tremenda Cariddi e Scilla da cui niun mortale 405 Illeso unqua campograve che i buoi del Sole Darsquo compagni immolacircrsi e che la nave

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Con lrsquoavvampante folgore scoscese LrsquoOligravempio altifremente ad una tutti Gli pericircro i compagni ed egli solo 410 Lrsquoira evitograve dellrsquoefferate Parche Afferrando allrsquoOgigravegia Isola in cui Calipso in cave grotte il si ritenne Ninfa che desiava egravessergli sposa Che non pure il nutrigrave ma eterni giorni 415 Glrsquoimprometteva di vecchiezza immuni Pur non mai gli piegograve nel petto il core Alfin contograve che molti guai sofferti Arsquo Feaci giugnea che al par di un Nume Dal cor imo onoracircrlo e sopra un legno 420 Il rimandacircro al natigraveo loco larghi Vegraver lui di rame drsquoograver di ricchi ammanti Proferigravea questo detto ultimo quando Scioglitor delle membra e drsquoogni cura Disperditore il sonno almo lrsquoinvase 425

ψ 344 Pagravellade intanto dal bel guardo azzurro Altro in mente volgea come fersquo stima Che dellrsquoamplesso dellrsquoamata donna Abbastanza ersquo gioigrave non che del sonno A levarsi eccitograve dallrsquoOceagraveno 430 La figlia del mattin sul trono drsquooro Per ricondurre agli uomini la luce Dal soffice srsquoalzograve letto ad un tempo Ulisse ed a Penegravelope converso

ψ 350 laquoGiagrave di molti travagli amata donna 435 Sazi fummo amendue tu rsquol doloroso Mio ritorno gemendo ed io cui Giove E gli altri Eterni ritenean lontano Dalla natigravea contrada combattuto Da mille e mille affanni Or che amendue 440 Lrsquoamabil nostro talamo trovammo Qua su tutto il mio aver vigila ed io Quanto arsquo greggi darsquo rei Proci consunti Molti ne prederograve molti altri figraveeno Porti a me dagli Achei fincheacute a pien mrsquoabbia 445 Tutte empiute le stalle Allrsquoarborosa Mia campagna or me nrsquo vo veder mrsquoegrave tardo Lrsquoottimo padre mio che per me tanti Mette gemiti e lai Quanto a te donna

ODISSEA

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Bencheacute saggia ecco ciograve che trsquoaccomando 450 Ratto al surger del Sole andragrave la fama Per la cittagrave dersquo Proci che qui uccisi Tu ad alto sali con le ancelle e siedi Neacute sguardo o detto ad alcun volger mairaquo

ψ 366 Tacque e vestigrave le splendidrsquoarme e rsquol figlio 455 Destato ed i pastori a tutti ingiunse Di dar di piglio al bellicoso arnese Obbedicircro srsquoarmar Le porte schiuse Uscicircro Ulisse precedeacuteali Sparso Era giagrave rsquol lume in sulla terra intorno 460 Palla di folta nebbia li ricinge E fuor della Cittagrave ratto glrsquoinvia

NORMALIZZAZIONI

Normalizzazioni ortografiche Il testo cosigrave come appare a stampa contiene numerose

imperfezioni cui si egrave cercato di ovviare per rendere la lettura piugrave agevole

In successione si danno ndeg verso forma corretta ] forma del testo a stampa

Libro I 1o Iperione ] Iperiumlone 16 rientrati ] riumlentrati 20 desiando ] desiumlando 57 Nel cor ] Negrave rsquol cor 80 riuscicircro ] riumlusciro 92 Ciclopi ] Cigraveclopi 128 impetuosa ] impetuumlosa 146 vision ] visiumlon 171 desiava ] desiumlava 225 Anchigravealo ] Anchigravelao 293 alzato ] alzata 302 Zacinto ] Zagravecinto accento secondo la pronuncia

greca e neogreca 346 inviata ] inviumlata 376 obbligraveo ] oblio 380 prezioso ] preziumloso 383 desiata ] desiumlata 403 gigravea ] giagrave (ma traduce ἕποντο ldquoandavanordquo) 431 riesce ] riumlesce 448 Soavemente ] Soaumlvemente 508 Anchigravealo ] Anchigravelao Libro II 15 celestial ] celestiumlal 76 aitar ] aiumltar 110 saettarlo ] saeumlttarlo 116 maestra ] maeumlstra 124 desiate ] desiumlate 127 Laerte ] Laeumlrte 157 scaltri ] scultri 193 fanciulletto ] fanciulleto 200 roteando ] roteaumlndo 224 agraveugure ] augravegure 231 Polibide ] Polibigraveade 241 aizzar ] aiumlzzar 289 Laerte ] Laeumlrte 327 viaggio ] viumlaggio 331 rientracircro ] riumlentragravero 349 viaggio ] viumlaggio 366 viaggio ] viumlaggio 369 Poacuterti ] Por ti 373 cereale ] cereumlale 412 Antigravenoo ] Antinograveo 419 drsquoEfigravera ] drsquoEgravefira 428 spaziosa ] spaziumlosa 444 soave ] soumlave 449 cereal ] cereumlal 484 cereal ] ceumlreal 492 Noemoacuten ] Nemeograven 504 viaggio ] viumlaggio 530 precorrea ] percorrea

538 avviograve ] avviumlograve 539 impetuoso ] impetuumloso Libro III 4 diurna ] diumlurna 13 Enosigegraveo ] Enossigeo 15 ammainacircr ] ammaiumlnar 37 Suggeriratti ] Sugeriratti 65 soave ] soaumlve 68 aigraveta ] aiumlta 79 graziosa ] graziumlosa 108 Negraveio ] Neacuteo 122 Anfitrite ] Amfitrite 158 circuimmo ] circuiumlmmo 195 Cheacute di leggier ] Chi di leggier 225 viaggio ] viumlaggio 236 percorreano ] percoreano 255 sfuggicircro ] sfuggiumlro dieresi impropria 259 Agamennoacuten ] Agammenograven 266 soprammodo ] sopramodo 278 Ned ] Med 289 violenti ] viumlolenti 324 avanza ] avvanza 335 uccise ] ucciumlse dieresi impropria 346 scelleraggine ] scelleragine 352 Clitemnestra ] Clitennestra 379 viaggio ] viumlaggio 384 viaggio ] viumlaggio 389 Giagraverdano ] Giardagraveno 413 odiosa ] odiumlosa 418 errar ] erran 422 viaggio ] viumlaggio 427 trasviato ] trasviumlato 438 Cheacute ] Che 475 obbediente ] obbediumlente 461 Laerte ] Laerce 529 Pisistragraveto ] Pisitragraveto 546 Agravereto ] Areacuteto Stratigraveo ] Strazio 561 Laerce ] Laumlerte 584 Trasimegravede ] Trasigravemede (impossibile per il metro) 586 Persegraveo ] Peacuterseo raccocircrre ] racorre 593 Trasimegravede ] Trasigravemede 614 schidoni ] schidioni 616 Nelide ] Neacutelide 631 viaggio ] viumlaggio 638 biga ] biumlga dieresi impropria 643 volacircro ] volano 649 Di Digraveocle ] Diumlogravecle Ortigraveloco ] Orsiacuteloco 651 di Dioacutecle ] Diumloacutecle (ma lo spostamento drsquoaccento egrave

dovuto a ragioni metriche) (correggo come in XV 224) 657 gigravean ] giagraven 660 viaggio ] viumlaggio Libro IV 29 Ermioacutene ] Ermiumlone 34 si ] sigrave 37 Menelao ] Meneacutelao 39 avviar ] avviumlar 40 Affettuoso ] Afettuumloso

NORMALIZZAZIONI

43 Boetide ] Beotigravete 56 Vena a biancrsquoorzo ] Vena e biancrsquoorzo 142 cheacute ] che 145 Doglioso ersquo tragger guai ] Doglioso egrave tragger guai

(ldquoDoglioso eglihellip viver iordquo) 167 Filograve ] Filo 174 conocchia ]canocchia 180 viola ] viumlola 193 fanciulletto ] fanciulleto 222 aigraveti ] aiumlti 287 Asfalioacutene ] Asfaliumlone 316 che ] chegrave 340 ruigraveni ] ruiumlni 365 Deigravefobo ] Deiumlfobo circuisti ] circuiumlsti 371 impetuosi ] impetuumlosi 380 Ciograve vie piugrave ] Ciograve via piugrave 399 sinuoso ] sinuumloso 449 Impetuoso ] Impetuumloso 476 Prograveteo ] Proteacuteo 502 viaggio ] viumlaggio 601 Insidiando ] Insidiumlando 641 circuita ] circuiumlta 661 Malegravea ] Mallea 704 farsquo ] fa 713 circuito ] circuiumlto 721 cheacute ] che 735 Egravelena ] drsquoEacuteleacutena 753 Agamegravennone ] Agamenoacutene 755 ravviai ] ravviumlai 764 Cocchio ] Cocchigraveo 765 Effigiata ] Effigiumlata 766 di digrave in digrave ] di diuml in digrave 800 effigiata ] effigiumlata 809 Liegraveo ] Liumleo 819 deiforme ] deiumlforme 822 Noemoacuten ] Nemegraveon 827 cheacute ] che 828 Egravelide ] Egravellide 832 cheacute ] che 835 Eupigravetide ] Eupitiumlde 845 Noemoacuten ] Nemegraveon 857 allibicircro ] allibbiro 859 Antigravenoo ] Antinoacuteo 865 viaggio ] viumlaggio 874 insidiando ] insidiumlando 879 rientracircro ] riumlentraro 894 adunin ] addunin 818 soave ] soaumlve 949 echeggiava ] eccheggiava 951 inglorioso ] ingloriumloso 972 affettuosa ] affettuumlosa 977 soave ] soumlave 1001 sapiente ] sapiumlente 1039 circuendo ] circuumlendo 1058 soave ] soaumlve 1067 echeggiava ] eccheggiava 1070 marzial ] marziumlal 1072 impaurita ] impauumlrita 1075 Insidiando ] Insidiumlando 1080 aigraveta ] aiumlta 1101 scoscesa ] scosesa Libro V

10 beati ] beumlati 17 affettuoso ] affetuumloso 45 Feaci ] Feaumlci 61 dissonna ] disonna 92 viole ] viumlole 108 interrogollo ] interogollo 130 violar ] viumlolar 137 turbini ] turbigraveni 149 unigraveo ] uniumlo 152 Orione ] Oriumloacutene 155 Saettandolo ] Saeumlttandolo 157 Giasioacuten ] Giasiumloacuten desiograve ] desiumlograve 161 Giasione ] Giasiumlogravene 174 violar ] viumlolar 179 carreggin ] carregin 180 Affettuosa ] Affettuumlosa 183 E lrsquoArgicigraveda ] E rsquol Argicida 210 Liegraveo ] Liumleacuteo 236 beati ] beumlati 244 precorse ] percorse 254 Laerte ] Laumlerte 269 lrsquoAquiloacuten ] lrsquoAcquilon 279 Rientrar ] Riumlentrar 292 graziosa ] graziumlosa 302 chioma ] chiumloma (dieresi ldquoimpossibilerdquo in quanto chioma

deriva da clomula metatesi di comula diminutivo di coma)

303 riarse ] riumlarse 310 drizzolli ] drizzoli 315 Piantovvi ] Piantovi 342 Booacutete ] Bograveote Carro ] carro 344 Ocegraveano ] Oceaacuteno 343 Orione ] Oriumlone 349 Feaci ] Feumlaci 368 violento ] viumlolento 369 lrsquoAquiloacuten ] lrsquoAcquiloacuten 390 rigirograve ] riggirograve 394 scoscese ] scosese 408 lrsquoAquiloacuten ] lrsquoAcquilon 423 Enosigegraveo ] Enossigeo 426 cheacute ] che 445 cheacute ] che 500 Eruttate ] Erruttate 511 sentissi ] sentisi 531 Cheacute ] Che 548 Aggrappograve ] Agrappograve 550 coraggio ] corraggio 362 desiai ] desiumlai 553 pagravervegli ] parvergli 595 lrsquoagghiacciata ] lrsquoaghiacciata 605 oleastro ] oleumlastro 610 Sottentrovvi ] Sottentrovi 614 furiar ] furiumlar Libro VI 3 Feaci ] Feumlagraveci 9 persuase ] persuumlase 18 provvidi ] providi 39 offrirne ] offrime 48 Feace ] Feumlace 59 Cheacute ] Che 64 gioia ] giaia

NORMALIZZAZIONI

75 pennecchio ] penecchio 79 Feaci ] Feumlaci 80 Naisigravecaa ] Nausicaa 120 lavacri ] lavacrigrave 137 Nausigravecaa ] Nausicagravea 139 Diana ] Diumlana 140 Erimanto ] Eurimanto 142 saettar ] saumlettar 143 Egigraveoco ] Egiograveco 156 Feaci ] Feumlaci 178 Lion ] Liumlon 216 nuziali ] nuziumlali 224 viaggio ] viumlaggio 228 maestosa ] maumlestosa 258 beati ] beumlati 262 Nausigravecaa ] Nausicaacutea 268 aigraveta ] aiumlta 273 Feaci ] Feumlaci paese ] paumlese 280 Feaci ] Feumlaci 291 ursquol vento ] ugraversquol vento ldquodove il ventordquo 306 mi scorse ] mrsquoiscorse 318 maestoso ] maeumlstoso 325 grazioso ] graziumloso 336 Feaci ] Feaumlci 346 satollarsi ] sattollarsi 373 cheacute ] che Feaci ] Feaumlci 383 Nausigravecaa ] Nausicagravea 392 Feaci ] Feaumlci 408 Aereo ] Aeumlreo 416 Feaci ] Feaumlci 436 impetuose ] impetuumlose Libro VII 1 paziente ] paziumlente 4 giunta ] giumlunta (dieresi impropria percheacute su diacritico

grafico) 13 Feaci ] Feaumlci 18 avviarsi ] avviumlarsi 21 Feaci ] Feaumlci 22 richiegga ] richieggia 27 interrogolla ] interogolla 43 Feaci ] Feumlaci 47 Feaci ] Feaumlci 66 cheacute ] che 72 seacute ] sersquo 75 Feaci ] Feumlaci 76 Nausigravetoo ] Nausitoacuteo 84 saettato ] saeumlttato 120 vecchiezza ] vechiezza 126 Feaci ] Feumlaci 141 Trascorregravessevi ] Trascoressevi 143 Feaci ] Feumlaci 145 Feacesi ] Feumlacesi 146 nersquo ] negrave 164 riarsa ] riumlarsa 201 beata ] beumlata 233 Laodamante ] Laoumldamante intrepida ] intrepido 244 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 254 Feaci ] Feaumlci 277 Feagravece ] Feaumlce 278 cheacute ] che

281 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 287 acerbe ] accerbe 309 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 354 al comando ] il comando 357 soave ] soaumlve 367 suscitommi ] suscittommi Enosigegraveo ] Enossigeo 375 afferrar ] afferar 419 Alcigravenoo ] Alcinoacuteo 426 Feaci ] Feaumlci 439 Terra ] terra 440 viaggio ] viumlaggio Libro VIII 22 Laerte ] Laeumlrte 30 riuniti ] riumluniti 32 Feaci ] Feumlaci 35 Eogravee ] Eoumle 53 si ] mi 55 soave ] soumlave 56 poetar ] poeumltar 60 avviacircrsi ] avviumlarsi 90 Liegraveo ] Liumleacuteo 102 Cheacute ] Che 108 ruineranno ] ruiumlneranno 119 soavi ] soaumlvi 124 Cheacute ] Che 144 Nautegraveo ] Naute Eretmegraveo ] Ereacutetme Ocigravealo ] Ociagravelo 145 Tograveo ] Tooacutene Anabesinegraveo ] Anabesigraveno 146 Anchigravealo ] Anchilao Anfigravealo ] Anfiaacutelo 147 Tectogravenide ] Testoride 152 Laodamante ] Laumlodamante 154 deiforme ] deiumlforme 161 Clitograveneo ] Clitoneacuteo uniformando come al v 155 (che ha

perograve Clitoacuteneo con accento acuto) 168 Anfigravealo ] Amfiaacutelo 170 Laodamante ] Laoumldamante 178 cheacute ] che 194 viaggio ] viumlaggio 198 Laodamante ] Laoumldamante 212 arieggi ] ariumleggi 219 Lrsquoabbella ] Lrsquoabella 221 soave ] soaumlve 239 cheacute ] che 243 massiccio ] massicio 246 Feaci ] Feaumlci 256 Feace ] Feaumlce 267 Feaci ] Feaumlci 268 Laodamante ] Laoumldamante 280 Saetterograve ] Saeumlttero 286 cereal ] cereumlal 297 Feace ] Feaumlce 313 accioccheacute ] acciochegrave 326 Feaci ] Feaumlci 335 soave ] soumlave avviosse ] avviumlosse 367 arsquo piegrave ] a piegrave 392 allacciar ] allaciar 397 cheacute ] che 405 dal piegrave distorto ] dai piegrave distorto

NORMALIZZAZIONI

430 Soccorrevole ] Soccorevole 450 Messagger ] Mesagger 490 Feacia ] Feaumlcia 491 Laodamante ] Laumlomedonte 512 Feaci ] Feaumlci 514 Feaci ] Feaumlci 524 srsquoavvigravei ] srsquoavii 564 Farsquo ] Fa 568 soave ] soaumlve 581 E lrsquoonda ] E rsquol onda 585 Feacesi ] Feaumlcesi 592 adattograve ] addattograve 602 soavi ] soumlavi 635 soavi ] soaumlvi 656 Insidiando ] Insidiumlando 663 Agitato ] Agitaio 683 agguato ] agguanto 688 Deigravefobo ] Deiumlfobo 711 Feaci ] Feaumlci 739 Feacia ] Feaumlcia 775 affettuoso ] affettuumloso Libro IX 1 vie piugrave ] via piugrave 14 rinnovar ] rinovar 21 Laerte ] Laumlerte 29 Zacinto ] Zagravecinto 88 Boreal ] Boreumlal 122 soave ] soaumlve 183 quieti ] quiumleti 189 cheacute ] che 199 percorremmo ] percoremmo 206 saettagraverle ] saeumlttarle 208 Dodici ] Dodigraveci 228 Soccorrevole ] Soccorevole 237 innumerabil ] inumerabil 244 violenti ] viumlolenti 247 Cereal ] Cereumlal 254 soave ] soumlave 264 soave ] soaumlve 281 cheacute ] che 284 rappreso ] rappresso 289 catini ] cattini 290 igravevano ] invano 299 Riuscir ] Riumluscir 308 racquattarci ] raquatarci 333 reboato ] reboumlato 335 impauriti ] impauumlriti 343 Agamennoacuten ] Agamenon 366 Insidiando ] Insidiumlando 375 impetuoso ] impetuumloso 376 Lagravenciasi ] Lanciumlasi 381 srsquombandigrave ] srsquoimbadigrave 382 Lion ] Liumlon 452 una coppa ] un coppa 456 adesso ] addesso 466 soave ] soaumlve 502 acuta ] accuta 504 rigiragravevalo ] riggiravalo 541 Cheacute ] Che 547 Polifemo ] Polifeno 568 ariete ] ariumlete 580 lasciammo ] lasciamo 586 provvido ] provido

588 Ariete ] Ariumlete 594 rientrar ] riumlentrar 644 Accennando ] Accenando 609 Ariete ] Ariumlete 615 sfuggimmo ] sfugimmo 618 Accennando ] Accenando 620 cheacute ] che 624 si prese ] sigrave prese 638 ruinando ] ruiumlnando 639 rifluente ] riflueumlnte 640 Impetuoso ] Impetuumloso 651 affettuose ] affettuumlose 661 persuasa ] persuaumlsa 667 Laerte ] Laeumlrte 687 aigraveta ] aiumlta 722 ariete ] ariumlete 727 cheacute ] che Libro X 24 viaggio ] viumlaggio 28 impetuosi ] impetuumlosi 43 sonno ] sono 49 presenti ] presentigrave 94 corrucciato ] corruciato 169 gomena ] gomona 174 ruinar ] ruumlinar 184 Ocegraveano ] Oceagraveno 190 giavellotto ] giavelloto 205 riarso ] riumlarso 229 Lieo ] Liumlegraveo 240 soave ] soaumlve 269 Eurigraveloco ] Antiloco 279 Mansuefece ] Mansuumlefece 286 impauriti ] impaumluriti 312 tracannacircrla ] traccannarla 328 lrsquointerrogammo ] lrsquointerogammo 330 Percorremmo ] Percoremmo 337 necessitagrave ] neccessitagrave 341 Riapparigrave ] Riumlaparigrave 378 vorsquo ] vuorsquo 404 Circe ] Ciumlrce dieresi impropria 410 intromesso ] intrommesso 415 dannaggio ] danaggio 416 La mi porse ] Lagrave mi porse 423 braccio ] hraccio 442 Mansueto ] Mansuumleto 462 soave ] soaumlve 469 soavemente ] soumlavemente 423 Laerte ] Laeumlrte 532 vitelle ] vitele 550 Affrettagravetevi ] Affretatevi 553 beati ] beumlati 570 affettuosi ] affettuumlosi 589 Laerte ] Laeumlrte 595 Liegraveo ] Liumleo 600 viaggi ] viumlaggi 603 persuase ] persuumlase 620 abbracciava ] abbraciava 627 Laerte ] Laeumlrte 636 provvido ] provido 645 magion ] ragion 650 Ocegraveano ] Oceagraveno 655 Ocegravean ] Oceacutean 665 Liegraveo ] Liumleo

NORMALIZZAZIONI

667 cereal ] cereumlal 673 preziose ] preziumlose 674 ariete ] ariumlete 691 addurragrave ] adduragrave 692 viaggio ] viumlaggio 717 drsquoimprovviso ] drsquoimproviso 737 precorse ] percorse Libro XI 15 Ocegravean ] Oceacuteaumln 25 percorremmo ] percoremmo 29 Perimede ] Palameacutede 40 preziose ] preziumlose 42 Ariete ] Ariumlete 90 affettuoso ] affettuoumlso 160 Insidiando ] Insidiumlando 163 Percorri ] Precorri 214 Necessitagrave ] Neccessitagrave 216 Tiregravesia ] Tigraveresia 219 Combattuto ] Combattutto 220 Agamennoacuten ] Agameacutenon 242 Laerte ] Laeumlerte 249 autunno ] autuno 252 Letticciuoli ] Letticiuoli 279 imago ] immago 297 Beessero ] Beesero 332 reigravena ] reiumlna 337 menare ] menava laquosi vantava drsquoaver dormito tra le

braccia di Zeusraquo (Calzecchi Onesti) 338 Anfioacutene ] Amfione (come al v 368) 368 Iagraveside Anfioacuten ] Jasida Anfiumlon 372 Crogravemio ] Cronio 420 Arianna ] Ariumlana 423 cheacute ] cheacute Diana ] Diumlana 426 Mera ] Mera 456 Feacesi ] Feaumlcesi 465 apparecchiaste ] apparechiaste 470 vedragravennomi ] vedranomi 473 sigravee ] siegrave 486 gloriosi ] gloriumlosi 496 Non ] Nou 500 allrsquoacerba ] allrsquoaccerba 518 Impetuoso ] impetuoumlso 520 Trafiggeacutevati ] Trrffigevati 524 sapiente ] sapiumlente 528 hagravennomi ] hanommi 544 Priamegraveia ] Priumlameia 558 rientrar ] riumlentrar 556 Strage ] Srage 561 maestra ] maeumlstra 578 Penegravelope ] Peacutenelope 608 Laerte ] Laeumlrte 619 Acaia ] Achaia 621 beato ] beaumlto 632 antesignane ] Antesignane 645 impetuosa ] impetuumlosa 690 maestosa ] maeumlstosa 705 gloriosa ] gloriumlosa 727 parola ] parole 736 Orioacuten ] Oriumlograven 737 Asfodegravelo ] Asfogravedelo 754 riarso ] riumlarso 765 impetuoso ] impetuumloso

781 beato ] beumlato 784 coturno ] cotturno 790 saettar ] saeumlttar 792 effigiate ] effiggiate 794 lion ] liumlon 801 Laerte ] Laeumlrte 820 gloriosa ] gloriumlosa 823 innumeri ] inumeri 825 mrsquoinviasse ] mrsquoinviumlasse 831 Ocegravean ] Oceacutean Libro XII sottititolo Cariddi ] Caridi 1 Oceagraveno ] Oceacuteano (per metrica) 13 seppellimmo ] sepelimmo 29 vorsquo ] vuorsquo 33 persuase ] persuumlase 35 soave ] soaumlve 40 interrogommi ] interogommi 51 Accorrere ] Acorrere 72 beati ] beumlati 87 cheacute ] che 102 saetta ] saeumltta 118 Anfitrigravete ] Amfitrigravete 124 saettar ] saeumlttar 131 Cheacute ] Che 134 desiar ] desiumlar 161 Faetusa ] Faeumltusa 162 Iperioacutene ] Iperiumlone 179 e scior ] a scior 193 sigraveen ] siegraven 194 vorsquo ] vuorsquo 210 ammainacircro ] ammaiumlnaro 219 saettava ] saeumlttava 220 Iperioacutene ] Iperiumlore 231 soave ] soaumlve 232 Dagravenae ] Danai 262 percorrea ] percorea 288 giavellotti ] giavelotti 345 Accioccheacute di Tiresia ] Acciochegrave di Teresia 375 Eurigraveloco ] Euripilo 379 vorrigravea ] vorrai 387 apparecchiacircr ] apparechiar 407 alcun ] alcnn 408 Peroccheacute ] Perochegrave 415 cereal ] cereumlal 422 violenta ] vioumllenta 455 circuicircro ] circuiumlro 476 beati ] beumlati 529 fracassograve ] fraceassograve 532 Spesseggiavano ] Spessegiavano 539 redir ] reddir 550 Impetuoso ] Impetuumloso 569 Riapparicircr ] Riumlaparir 574 adocchiarmi ] addochiarmi 582 Cheacute ] Che Libro XIII 13 effigiato ] effigiumlato 15 Feaci ] Feaumlci 21 avviacircro ] avviumlaro 48 Feaci ] Feaumlci

NORMALIZZAZIONI

66 Pontogravenoo ] Pantonoacuteo 70 Pontogravenoo ] Pantoacutenoo Liegraveo ] Liumleacuteo 82 Alcigravenoo ] Alcinograveo 98 Impetuosi ] Impetuumlosi 100 soave ] soaumlve 103 destrier ] destier 104 percossi ] percosi 106 cui ] eui 107 ed ] cd 113 portava ] porteva 115 patigrave ] paticirc 135 telai ] tellai 143 Feaci ] Feaumlci 151 Feaci ] Feaumlci 154 viandante ] viaumlndante 160 Spiar ] Spiaumlr 163 Feaci ] Feaumlci 166 nrsquoentrar ] neumlntrar 172 Feaci ] Feeumlci 175 lrsquoarricchiro ] lrsquoarrichiro 184 violento ] viumlolento 191 Feaci ] Feaumlci 194 Struggerograve ] Struggerrograve 192 paese ] paeumlse 200 Feacesi ] Feagravecesi 202 conversa ] convesa 206 Feaci ] Feaumlci 207 impetuosa ] impetuumlosa 213 Feacesi ] Feaumlcesi 216 rientrata ] riumlentrata 222 cheacute ] che viandanti ] viumlandanti 225 Feaci ] Feaumlci 244 Cheacute ] che 249 ravvisino ] ravisino 254 E lrsquoalte ] E rsquol alte 262 Soccorrevole ] Soccorevole 266 Feaci ] Feaumlci 270 neacute ] nagrave 309 paese ] paeumlse 215 Ohimegrave ] Oimegrave 324 Acaiche ] Achaiche 340 con lrsquoagil piegrave ] con rsquol agil piersquo 359 svolti ] svoltigrave 361 cadde ] cade 378 maestose ] maeumlstose 379 maestra ] maeumlstra 403 necessitagrave ] neccessitagrave 416 cacciammo ] cacciamo 422 Feaci ] Feaumlci 436 Reduce ] Redduce 454 Fogravercide ] Forcine 465 immantinente ] imantinente 515 aigraveta ] aiumlta 530 Scabbiosi ] Schabbiosi 556 quieto ] quiumleto 558 beato ] beumlato Libro XIV 9 e fu ] ersquo fu 10 suini ] suiumlni 12 Laerte ] Laeumlrte 37 drsquoecheggiante ] drsquoeccheggiante

47 Dispegraverseli ] Disperserli 62 Lrsquointroducea ] Lrsquointroducca 65 Laerte ] Laeumlrte 76 affettuosa ] affettuoumlsa 89 drsquoEgravelena ] drsquoEleacutena 93 Agamennoacutene ] Agamenogravene 107 porcelletti ] porcelleti 109 satollar ] sattolar 123 quieti ] quiumleti 133 riuniti ] riumluniti 156 DrsquoAgamennoacutene ] DrsquoAgamenoacutene 183 cheacute ] che 189 paese ] paumlese 209 Sommo ] Somme 213 rediragrave ] reddiragrave 215 chiunque ] chiuumlnque 218 Eumegraveo ] Eureacuteo 221 quieto ] quiumleto 224 Cheacute ] Che 227 Laerte ] Laeumlrte 228 bramiamo ] bramiumlamo 241 estingua ] estiumlngua dieresi impropria 263 in pregio ] in pregia 315 un Dio ] nn Dio 329 Boreal ] Boreumlal 267 frassigravenee ] frasinee 293 Cheacute ] Che 330 gigravea ] giugrave 359 esser ] osser 367 frassigravenee ] frasinee 378 persuase ] persuumlase 388 Necessitagrave ] Neccessitagrave 389 boreal ] boreaumll 421 effigiato ] effigiumlato 433 cheacute ] che 459 di leggier ] di legger 466 persuaso ] persuumlaso 485 impuni ] impunigrave 506 giuramenti ] ginramenti 514 unrsquoalta ] unrsquoaltra 532 egregio ] egegigraveo 534 paese ] paeumlse 540 Verro ] Vero 570 imbandito ] imbadito 576 porzion ] porzigraveon 579 Mesagraveulio ] Mesaugravelio forse per Mesauumllio o per conservare

lrsquoaccento come nella corrispondete parola greca Μεσαύλιος

595 Cheacute ] Che 617 commilitoni ] comilitoni 626 Laerte ] Laeumlrte 636 vision ] visiumlon 639 drappel ] drapel 640 Toagravente ] Toaumlnte 655 difetto ] diffetto 673 Gioigravea ] Gioia 682 suino ] suiumlno 684 Aquiloacuten ] Acquilon Libro XV 7 bear ] beaumlr 8 Cheacute ] Che 14 viaggio ] viaumlggio 29 li rimembra ] le rimembra

NORMALIZZAZIONI

53 ritorni ] ritornigrave 60 nrsquoegrave ] ne egrave 68 Dallato ] Drsquoallato 78 impaziente ] impaziumlente 95 Cheacute ] Che 113 abbrostir ] abrostir 132 prezioso ] preziumloso 147 desiato ] desiaumlato 162 Eteonegraveo ] Eteacuteoneo 172 Liegraveo ] Liumleo 177 affettuoso ] affettuumloso 216 impetuosi ] impetuoumlsi 220 Digraveocle ] Dioumlcle Ortigraveloco ] Orsiloco 222 Dioacutecle ]Dioumlcle (lo spostamento drsquoaccento egrave dovuto a

ragioni metriche) 235 viaggio ] viumlaggio 256 perograve che ] perograve chegrave 268 paese ] paeumlse 277 li ritenne ] lo ritenne (Mentre Melampo era a Filaca ndash

prigioniero di Filace dopo il tentativo di furto delle vacche sventato dal cane insonne ndash Neleo gli sequestrograve i beni per un anno)

293 Antigravefate ] Antifagravete 297 giagrave ] gigravea affettuose ] affettuumlose 301 Anfigraveloco ] Anfilograveco Alcmeoacuten ] Alcmeou 308 Iperesigravea ] Ipeacuteresia 309 Rifuggissi Polifide ] Rifugissi Piligravefide 342 trsquoaccorrograve ] trsquoaccorograve 345 rimontogravevvi ] rimontovi 357 Impetuoso ] Impetuumloso 378 logri | logrigrave 383 Porgeragravemmi ] Porgerami 386 Avvolgerommi ] Avvolgeromi 388 Largiragravennomi ] Largiraacutenomi 397 abbrostir ] abrostir 403 violenza ] vioumllenza 420 Non vrsquoha ] Non rsquov ha 439 oppressa ] appressa 451 desiato ] desiumlato 447 Ctigravemene ] Climegravene 506 cereal ] cereaumll 513 Sugravebito ] Subigraveto egrave aggettivo di colpo 533 padre ] pudre 537 Vendeacutettermi ] Vendetermi 553 si apponendo ] sigrave apponendo 593 Diana ] diaumlna 594 saettograve ] saeumlttograve 600 vento ] veuto 601 Laerte ] Laeumlerte 629 viaggio ] viaumlggio 646 Polibide ] Politide 653 Imenegraveo ] Imegraveneo 664 farsquo ] fa 671 beato ] beumlato 692 suini ] suiumlni 693 accovacciavano ] accovaciavano 694 affettuoso ] affettuoumlso Libro XVI 4 avviar ] avviaumlr 20 Affettuose ] affettuumlose

43 odiose ] odiumlose 44 sordida ] sordigraveda 49 lancia ] lancigravea 61 abbrostite ] abrostite 80 gloriarsi ] gloriumlarsi 115 vie piugrave ] vi egrave piugrave 139 Laerte ] Laeumlrte 143 magione ] magiumlone dieresi impropria oltre che essere

contraria allrsquoetimologia (la i egrave diacritico per la pronuncia palatale di g) la dieresi renderebbe il verso dodecasillabo

158 Insidiando ] Insidiumlando 179 Dirsquo ] Digrave 182 arsquo piegrave ] a piegrave 190 cheacute ] che 210 rientrograve ] rieumlntrograve 219 Effigiati ] Effigiaumlti 224 violenti ] vioumllenti 228 persuaso ] persuaumlso 240 sdrucciolevole ] sdruciolevole 242 desso ] drsquoesso 251 ruinarlo ] ruiumlnarlo 261 diurna ] diuumlrna 268 Feaci ] Feaumlci 292 due ] dne 298 affrontiam ] affromtiam 306 nrsquoaigraveti ] nrsquoaiumlti 321 tuo ] tno 327 soavi ] soaumlvi 346 Liegraveo ] Liumlegraveo 347 Appicchiate ] Appichiate 355 sapiente ] sapieumlnte 360 Laerte ] Laeumlrte 387 preziosi ] preziumlosi 402 srsquoavviando ] srsquoavviaumlndo 406 muro ] mnro 408 Polibide ] Polimigravede 428 Antigravenoo ] Antinoacuteo 435 Insidiando ] Insidiaumlndo 437 raddusse ] radusse 445 mansueto ] mansuumleto 469 Arezigraveade ] Areziumlagravede 473 Affettuoso ] Affettuumloso 478 uscir ] nscir 485 Rietrati ] Rieumlntrati 486 violenti ] viumlolenti 519 duol ] drsquouol 521 Polibide ] Poligravebide 525 cheacute ] che 530 abbrostite ] abrostite 541 Soavemente ] Soaumlvemente 556 ispiando ] ispiumlando Libro XVII 13 accatti ] accalti 41 circuicircrlo ] circuiumlrlo 45 Diana ] Diumlana 50 desiata ] desiumlata 75 Condegna ] Condegua 86 Agraventifo ] Antigravefo 113 mensa ] meusa 139 perigraveo ] perioacute 141 avviommi ] avvioumlmmi 159 quando ] quanpo 162 Impetuoso ] Impetuumloso

NORMALIZZAZIONI

174 Paese ] Paeumlse 179 mrsquoinviacircr ] mrsquoinviaumlr 184 Teocligravemene ] Teoumlclimegravene 210 addoacutettevi ] adottevi 215 ricreaste ] ricreaumlste 216 rientrati ] rieumlntrati 219 avviati ] avviaumlti 220 Rientracircr ] Rieumlntrar 233 lrsquoaer ] lrsquoaeumlr ndash aggela ] agela 253 Negraverito e Polittograverre ] Nerigraveto Polittoacutere ndash per analogia con

Nestograverre e Ettograverre La pronuncia ldquocorrettardquo sarebbe Poligravettore che perograve egrave impossibile per motivi metrici In Pindemonte laquoItaco prima | Poi Nerito e Polittore Rotondo | hellipraquo Cfr Iliade 24 397 Poligravetore (Monti) Poligravectore (Calzecchi Onesti)

259 viandante ] viaumlndante 261 Melagravenzio ] Melancio 263 seguigraveeno ] seguieacuteno lo spostamento dellrsquoaccento egrave

indifferente ai fini metrici le vocali uie costituiscono la 10ordf ldquosillabardquo

267 Or sigrave egrave ben detto ] Or si egrave ben detto 313 saetti ] saeumltti 326 Appropinquati ] Approquinquati 330 maestoso ] maestoumlso dieresi impropria forse per maeumlstoso 391 ti prenderigravea ] di prenderia 413 porzion ] porzioumln 434 beato ] beaumlto 445 Raccerti ] Racerti 456 guardian ] guardiaumln 463 Che lrsquoaver ] Che rsquol aver 468 ammaestrato ] ammaeumlstrato 478 deiforme ] deiumlforme 486 E lrsquoEupigravetide ] E rsquol Eupitigravede 495 Antigravenoo ] Antinograveo 522 viaggio ] viumlaggio 528 impetuoso ] impetuumloso 544 Iaside ] Iaumlsigravede 610 saetti ] saeumltti 629 paziente ] paziumlente 641 Ammaestrato ] Ammaeumlstrato 644 soave ] soaumlve 695 paziente ] paziumlente 698 Cheacute ] che 700 violenti ] vioumllenti 705 aigraveta ] aiumlta 708 redir ] reddir 712 dipartigrave ] diparti Libro XVIII 84 cosce ] coscie 95 impaurito ] impauumlrito 99 millantator ] milantator 106 Sterminio ] Sterminior 138 rientracircr ] riumlentrar 144 di leggier ] di legger 145 Egravecheto ] Echegraveto 147 Eupigravetide ] Eupitigravede 154 Certo ] eerto 159 sapiente ] sapiumlente 175 fruisca ] fruiumlsca 179 paese ] paeumlse 185 rientrato ] rieumlntrato 210 Farsquo ] Fa 218 persuada ] persuumlada

223 Autogravenoe ] Antigravenoe Ippodamia ] Ippodagravemia 288 mrsquoaigraveti ] mrsquoaiumlti 303 lrsquoIasio ] lrsquoIaumlsio 323 saettar ] saeumlttar 337 odiose ] odiumlose 345 desiata ] desiaumlta 346 preziosi ] preziumlosi 351 Eupigravetide ] Eupitigravede 381 bracieri ] braccieri 388 ursquo la regina ] ugrave la regina 446 trsquoinviassi ] trsquoinviumlassi 461 satolli ] sattolli 464 ursquo la gleba ] ugrave la gleba 490 Anfigravenomo ] Anfinoacutemo 507 satolli ] sattolli 519 rientriamo ] rieumlntriamo Libro XIX 8 averle ] averli 16 Liegraveo soverchio ] Liumleacuteo sorvechio 31 lrsquoaffettuosa ] lrsquoaffettuumlosa 44 Impetuosi ] Impetuumlosi 55 Interrugraveppelo ] Interrupelo 64 desiando ] desiumlando 87 ispiar ] ispiumlar 93 vo ] vorsquo 110 Cheacute ] Che 127 Eirigravenome ] Eurinograveme 131 sigrave favella ] si favella 135 sapiente ] sapiumlente 157 E lrsquoinclita ] E rsquol inclita 180 desiate ] desiumlate 183 Laerte ] Laeumlrte 219 percorse ] precorse 244 Amniso ] Amnisio 248 Idomenegraveo ] Idomeacuteneo 258 Cereal ] Cereumlal Liegraveo ] Lieumlo 261 Cheacute ] Che impetuoso ] impetuumloso 262 Boreal ] Boreumlal 289 cheacute ] che 297 Anterior ] Anterioumlr 335 traea ] traeumla 373 Fidoacuten ] Fedoacuten cheacute ] che 401 beato ] beumlato 403 perocchheacute ] perogravecche 424 rivolve ] riumlvolve dieresi impropria 439 Cheacute ] che 448 paese ] paeumlse 467 sigrave pio Non ] sigrave pio l Non 479 ripugnante ] rimpugnante 487 al par di te pagravervemi ] al par di parvemi 497 nutrice ] nutrigraveee 505 Autogravelico ] Antiloco 506 vincea ] sincea 507 cheacute ] che 509 cosce ] coscie 512 Autogravelico ] Antiloco 517 Autogravelico ] Antiloco 519 desiati ] desiaumlti 525 arsquo materni ] a materni

NORMALIZZAZIONI

534 Affettuose ] Affettuoumlse 550 Autogravelico ] Antiloco 558 Autogravelico ] Antiacuteloco 575 obliquo ] obbliquo 581 affaccendacircrsi ] affacendarsi 582 Autogravelico ] antiloco 582 DrsquoAntigraveloco ] Drsquoantiloco 615 cheacute ] che 647 si scaldar ] sigrave scaldar 691 aquila ] acquila 706 avventeragrave ] avventerograve 717 E lrsquoIcagraveride ] E rsquol Icaride 723 infinite ] infinte 752 distesi ] distessi 755 cheacute ] che 762 distesi ] distessi 764 superne ] superbe 769 Soavemente ] Soaumlvemente Libro XX 5 Eurigravenome ] Eurinoacuteme 19 sigrave turpi ] si turpi 32 riggiri ] rigiri 59 circuigraveti ] circuiumlti 64 cheacute ] che 80 Rapigravescami ] Rapiumlscami dieresi impropria 88 soave Liegraveo ] soaumlve Liumleumlo 91 maestade ] maeumlstade 116 vision ] visiumlon 130 Fate ] Fatte 139 Cheacute ] Che 142 cereal ] Cereaumll 155 desiato ] desiumlato 172 cheacute ] che 196 Pisenograver ] Pisinor probabilemnte per la pronuncia

neogrca della eta 202 effigiate ] effigiumlate 210 consueti ] consuumleti 272 giovenche ] giuvenche 273 Cefalleni ] Cefaleni 274 innumeri ] inumeri 289 che ] cheacute 301 Laerte ] Laeumlrte 310 Laerte ] Laeumlrte 323 saginati ] sagginati 328 Filegravezio ] Filenzio 348 Ma lrsquoEupigravetide ] Ma rsquol Eupitigravede 352 quieto ] quieumlto 363 porzione ] porziumlone 371 Ctesippo ] Ctisigraveppo forse per la pronuncia neogreca

(ldquoirdquo) della eta in Ktecircsipprsquo dellrsquooriginale 375 neacute ] no 376 chiunque ] chiuumlnque 409 Damastograveride ] Demastograveride 421 rientrato ] riumlentrato 446 Teocligravemeno ] Teoclimeacuteno 458 paese ] paeumlse 469 cheacute ] che 484 profeteggia ] profetteggia 494 soave ] soaumlve 495 cheacute ] che Libro XXI

10 Lagrave rsquove ] Lagrave rsquov egrave 17 Ortigraveloco ] Orsiloco 28 pazienti ] paziumlenti 32 fabbro ] faacutebro 64 lagrave rsquove ] la rsquove 66 distaccograve ] distacograve 75 seguigraveeno ] seguieacuteno 104 mandrian ] mandriumlan 122 primo ] prima ndash aderendo alla lettera (protos) e alla

successione degli avvenimenti con significativa contrapposizione con solo di due versi prima

133 Acaica ] Accaica 157 traendolo ] traeumlndolo 178 coppier ] copier 179 Enogravepide ] Enoacutepide 186 cheacute ] che 208 Leode ] Leoumlde 212 saettar ] saeumlttar 229 deiforme ] deiumlforme 243 aigraveta ] aiumlta 247 adempi ] adempigrave 258 cheacute ] che 261 oltracotati ] oltracolati 268 ciascun ] ciaseun 272 Autogravelico ] Antigraveloco 287 questo ] questa 300 rientra ] rieumlntra 302 rientrar ] rieumlntrar 304 appressava ] appresava 325 coppier ] copier 341 deiforme ] deiumlforme 344 Commettete ] Comettete 346 Su via ] Sn via 362 soave ] soaumlve 364 Eurizioacutene ] Eurizioumlne 374 Sotto ] Satto 376 Eirizioacutene ] Eurizioumlne 382 Egravecheto ] Echeacuteto 383 neacute ligrave ] negrave li 384 trsquoacqueta ] trsquoaqueta del biccher ] del bicchier bicchier 425 lrsquoavvierograve ] lrsquoavvieumlrograve 437 affrettin ] affretin 451 suini ] suiumlni 457 Impaurito ] Impauumlrito 462 caccerograve ] cacerograve 463 cheacute ] che 467 caccerei ] canerei 489 affisando ] affissando Libro XXII 11 Antigravenoo ] Antinoacuteo 14 Liegraveo ] Liumleo 23 cagraveddegli ] cagravedegli 54 Allibicircr ] Allibbir 58 A dritto ] Arsquo dritto 67 Insidiando ] Insidiumlando 75 Eh no ] E no 89 saettarne ] saumlettarne 91 crsquoinfiammi ] crsquoinfiami 97 sugravebite ] subiumlte ad indicare forse uno spostamento drsquoaccento

subigravete 107 rigirograve ] riggirograve

NORMALIZZAZIONI

113 richiuse ] rinchiuse 119 riuscigrave ] riuumlscigrave 131 giavellotti ] giavelotti 138 ubbidiente ] ubbidiumlente 150 saettante ] saeumlttante 169 Saettarigravea ] Saeumlttaria 197 Doliagravede ] Doligraveaumlde 202 inclita ] inclitagrave 207 magion ] magior 224 Laerte ] Laeumlrte 234 Laerte ] Laeumlrte 258 mrsquoaitar ] mrsquoaiumltar 265 Damastograveride ] Damastoacuteride 284 coraggio ] corraggio 296 farsquo cor ] far cor 300 Alcigravemide ] Alcimiacutede 302 cheacute ] che 309 Damastograveride ] Damastoride 310 Demoptogravelemo ] Deoptoleacutemeo 311 Pogravelibo ] Poligravebo 322 giavellotti ] giavelotti 333 saettar ] saeumlttar 338 Demoptogravelemo ] Deoumlptolemo Euriade ] Euniacuteade 345 impetuosi ] impetuumlosi 351 Anfimedonte ] Anfidamante 355 cadette ] caddette 360 Filezio ] Filenzio 370 torte ] torta 374 Leocrigraveto ] Leoumlcrito 379 Allibirono ] Allibbirono 383 Assillo ] Assilo 395 echeggiava ] eccheggiava 397 Leode ] Leoumlde 425 Terpigraveade ] Terpiumlade 432 Laerte ] Laeumlrte 444 maestro ] maeumlstro 452 desiar ] desiumlar 486 sottratto ] sottrato 491 sullrsquoarena ] sullrsquoerena 497 Obbediente ] Obbediumlente 506 cruento ] crueumlnto 511 lrsquointerruppe ] lrsquointeruppe 513 imo cor ] imo eor 528 affettuosa ] affettuoumlsa 544 Ma dirsquo ] Ma digrave 554 Traete ] Traeumlte 561 lamenti ] lammenti 567 trasportar ] traportar 569 drsquoimbevute ] drsquoimbevnte 602 cheacute ] che 613 cenci ] cencigrave 629 Cheacute ] Che Libro XXIII 12 suo nato ] suol nato 20 soave ] soaumlve 26 Cheacute ] Che 36 traesse ] traeumlsse 57 ammonticchiate ] ammontichiate 65 nequitosi ] uequitosi 71 Procreato ] Procreumlato 112 oppressa ] oppessa 113 affisa ] affissa

140 egrave desso ] egrave drsquoesso 160 soave ] soaumlve 178 echeggiava ] ecchegiava 201 have ] ave 209 soffice ] saffice 250 baciagravendogli ] bacciandogli 270 cheacute ] che 274 nuzial ] nuziumlal 276 Attograveride ] Astoride 297 Ocegravean ]Oceagraven 301 sapiente ] sapigraveente forse per sapiumlente 319 infelice ] infelise 326 neacute ] uegrave 337 ariete ] ariumlete 349 trionfar ] triumlonfar 351 nuzial ] nuziumlal 357 Avviati ] Avviumlati 364 desiata ] desiumlata 368 ridicea ] ridigravecea 373 Esauricircr ] Esauumlririr 377 palpebre ] palpegravebre 391 Cittade ] Cittate 400 commilitoni ] comilitoni 418 sofferti ] tofferti 423 questo ] queste 431 mattin ] matin 444 figraveeno ] fieacuteno Libro XXIV 8 vipistrelli ] vispistrelli 14 Ocegravean ] oceaacuten 19 Pelide ] Feligravede 28 Achille ] Atride 43 deiforme ] deiumlforme 54 Trasportata ] Traportata 65 navi ] nave 76 soavi ] soaumlvi 116 Guerriera ] Gnerriera 121 soprammodo ] sopramodo 135 Anfimedonte ] Anfidamante 137 E lrsquoAtride ] E rsquol Atride Anfimedonte ] Anfidamante 147 femmine ] femine 157 glorioso ] gloriumloso 170 desiate ] desiumlate 173 Laerte ] Laeumlrte 186 fucircro ] foro 194 Neacute so ] Ne so 209 Malmenato ] Malmennato 211 paziente ] paziumlente 233 saettograve ] saeumlttograve 235 ammonticchiati ] ammontichiati 242 Echeggiavano ] Eccheggiavano 252 Laerte ] Laeumlrte 273 Laerte ] Laeumlrte 308 redigravea ] reddia 346 Laerte ] Laeumlrte 347 Arcesigraveade ] Arcesiagravede 370 paese ] paeumlse 376 Penegravelope ] Peneloacutepe 391 Epegraverito ] Egraveperito 428 Autogravelico ] Antiloco 456 Cefellegraveni ] Cefaleni 462 Laerte ] Laeumlrte

NORMALIZZAZIONI

467 Laerte ] Laeumlrte 471 maestoso ] maeumlstoso 477 Laerte ] Laeumlrte 480 Cefalleni ] Cefaleni Nerigraveco ] Nerigraveco 490 sorvenigravea ] sorvennigravea 493 affettuose ] affettuoumlse 518 le mani ] lc mani 520 diecircro ] digraveero 534 Eupite ] Eacuteupigravete 538 macchinograve ] machinograve 542 Cefalleni ] Cefaleni 554 poeta ] poeumlta 568 allibicircr ] allibbir 581 redir ] reddir 593 Eupite ] Eacuteupigravete 595 redir ] reddir 644 Laerte ] Laeumlrte 648 Arcesiagravede ] Arcesiaumlde 653 Laerte ] Laeumlrte 655 Eupite ] Eacuteupigravete 663 redigravea ] reddigravea 667 Allibicircr ] Allibbir 670 sursquo fuggenti ] su fuggenti 673 aquila ] acquila 677 Laerte ] Laeumlrte

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