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ANNO XV n. 1 Gennaio Febbraio 2017 Oggi più di ieri essere ortodontisti in SUSO ha un suo valore. Quarant’anni (1976/2016) di sindacato in un’esperienza unica di attività associativa/sindaca- le, con una storia di fermenti, idee, studio di fenomeni professionali in una so- cietà in evoluzione. Nel monitorare i cambiamenti di stile nella professione, nel prendere atto di una permuta a volte lenta, altre volte veloce, SUSO è stato un relatore puntuale sullo stato di salute della professione. Da sempre necessità primaria degli ortodontisti il conoscere il costo orario dell’attività. Di qui la valu- tazione del costo della professione ortodontica in un ambulatorio di dimensio- ni medie, quale oggetto di approfondimento del Centro studi sindacale SUSO. Analisi ottenuta scandagliando i parametri di costo: dall’auto, al materiale di consumo, alla formazione. Unica nel suo genere, l’Ortodonzia quale disciplina complessa, appare simile, per evoluzione di crescita, a quella pediatrica, con un taglio tuttavia “ortopedico” che si basa su una formazione solo in parte sfiorata dalla specializzazione. Nella prevenzione del contenzioso medico legale SUSO ha dimostrato una sensibilità unica nell’affiancamento all’iscritto. “Ortodonzia, Legge e Medicina Legale” è divenuto infatti un volume di consultazione abitua- le. La guida legale in SUSO è sempre stata una punta di diamante nella difesa dell’iscritto grazie ad una profonda preparazione professionale nella disciplina ortodontica. La presenza costante di esperti fiscali indirizzano inoltre il cammi- no del professionista nel ginepraio di leggi che rendono difficoltosa la pratica della professione. La copertura assicurativa professionale nel sindacato ha rag- giunto livelli di approfondimento tali, da rendere la polizza SUSO una “perla” tra quelle professionali, dal momento che presta grande attenzione anche alla ti- pologia del professionista, dal più giovane al dentista affermato. La consulenza del lavoro in tutte le sue accezioni si avvale infine di esperti sindacali in grado di indicare il contratto di lavoro più vantaggioso per il professionista. Quelli testè citati sono solo alcuni degli aspetti dell’essere soci SUSO. Dietro a questa sigla c’è l’intrinseco valore di uomini che dedicano volontariamente il loro tempo nel generare servizi, realizzare progetti per l’evolversi in positivo della professione ortodontica in un cambio passo che può incidere sul suo generale mutamento. In SUSO dove il socio, protagonista della professione, diventa autore del cam- biamento, tutto questo è considerato possibile. Pietro di Michele Presidente Nazionale SUSO Oggi più SUSO dopo quarant’anni In pieno corso la campagna pro bimbi terremotati by SUSO (il nuovo IBAN) Calmierare il contenzioso e risarcire il paziente: arriva la Legge Gelli/Bianco Odontoiatri medici e specialisti grazie ad AIFA e alla tossina botulinica 5 Levrini, in tema di sonno e dolore Interessante è la relazione tra i disturbi del sonno ed il dolore generato dalle disfunzioni della ATM e dal bruxismo. 7 Figlia e mamma, ortodontiste... “II giorno in cui mi laureai iniziai a lavorare con mia madre, ortodontista come me”... Il racconto di una giovane professionista. 8 Sicurezza sui luoghi di lavoro Qualunque azienda, anche in forma di ditta individuale e sebbene con solo un lavoratore, deve attuare quanto prescritto in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. 9 Nuova regolamentazione privacy Impone ai professionisti, singoli ed organiz- zati in forma societaria, nuovi adempimenti e misure di sicurezza per garantire l’ integrità e la riservatezza dei dati. 14 Parma capitale della Gnatologia Dal 19 al 20 maggio il XXX Congresso dell’AIG intende “costruire un ponte di comunicazione e scambio di conoscenze tra medici e tecnici”. 15 Ortopedia dentale? No, grazie Lefoulon per primo denominò “Orthodonsie” l’Ortopedia della bocca, un termine che ha avuto fortuna. LA LINGUA BATTE Continua la campagna del SUSO a favore dei bam- bini terremotati. In contrasto al venire meno della memoria (sempre in agguato nelle grandi tragedie, a mano che il tempo passa stendendo un velo di oblio sulle rovine), il SUSO e gli Ortodontisti italiani non dimenticano. Riproponiamo pertanto l’IBAN della Banca Carige in cui versare il proprio contri- buto in favore dei bambini terremotati, con l’av- vertenza che le prime cifre sono state cambiate a seguito dell’avvenuta fusione della Banca CARIGE con altro Istituto di credito. Una svolta tra due esigenze contrastante: da un lato attenuare la conflittualità “americana” che si stava instaurando nel nostro Paese, dall’altro risar- cire il paziente in un modo più efficace. A pag. 10 “l’esegesi” di Claudio Buccelli e Paola Frati ad una legge attesa da lungo tempo L’AIFA ha accolto l’invito di POIESIS e di SIMEO ad allargare l’utilizzo per scopi terapeutici della tos- sina botulinica agli odontoiatri, riconoscendone il ruolo medico specialistico. Antonio Cesta intervi- sta Ezio Costa, Presidente della POIESIS su questa importante autorizzazione. segue a pag. 10 segue a pag. 2 1 SUSO Sindacato Ortodonzia [email protected] Per informazioni e notizie www.suso.it ANNO XV n. 2 Marzo Aprile 2017 50 Crediti ECM in modalità FAD se ti associ o rinnovi l'iscrizione al SUSO Corso FAD La Responsabilità Odontoiatrica e i rapporti di attività professionale in Ortodonzia L’accesso al corso è consentito solo esclusivamente ai soci in regola con la quota associativa 2017. Per informazioni e iscrizioni inviare mail a: [email protected] NOVITÀ 2017 IN OMAGGIO

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ANNO XV n. 1 Gennaio Febbraio 2017

Oggi più di ieri essere ortodontisti in SUSO ha un suo valore. Quarant’anni (1976/2016) di sindacato in un’esperienza unica di attività associativa/sindaca-le, con una storia di fermenti, idee, studio di fenomeni professionali in una so-cietà in evoluzione. Nel monitorare i cambiamenti di stile nella professione, nel prendere atto di una permuta a volte lenta, altre volte veloce, SUSO è stato un relatore puntuale sullo stato di salute della professione. Da sempre necessità primaria degli ortodontisti il conoscere il costo orario dell’attività. Di qui la valu-tazione del costo della professione ortodontica in un ambulatorio di dimensio-ni medie, quale oggetto di approfondimento del Centro studi sindacale SUSO. Analisi ottenuta scandagliando i parametri di costo: dall’auto, al materiale di consumo, alla formazione. Unica nel suo genere, l’Ortodonzia quale disciplina complessa, appare simile, per evoluzione di crescita, a quella pediatrica, con un taglio tuttavia “ortopedico” che si basa su una formazione solo in parte sfiorata dalla specializzazione. Nella prevenzione del contenzioso medico legale SUSO ha dimostrato una sensibilità unica nell’affiancamento all’iscritto. “Ortodonzia, Legge e Medicina Legale” è divenuto infatti un volume di consultazione abitua-le. La guida legale in SUSO è sempre stata una punta di diamante nella difesa dell’iscritto grazie ad una profonda preparazione professionale nella disciplina

ortodontica. La presenza costante di esperti fiscali indirizzano inoltre il cammi-no del professionista nel ginepraio di leggi che rendono difficoltosa la pratica della professione. La copertura assicurativa professionale nel sindacato ha rag-giunto livelli di approfondimento tali, da rendere la polizza SUSO una “perla” tra quelle professionali, dal momento che presta grande attenzione anche alla ti-pologia del professionista, dal più giovane al dentista affermato. La consulenza del lavoro in tutte le sue accezioni si avvale infine di esperti sindacali in grado di indicare il contratto di lavoro più vantaggioso per il professionista. Quelli testè citati sono solo alcuni degli aspetti dell’essere soci SUSO. Dietro a questa sigla c’è l’intrinseco valore di uomini che dedicano volontariamente il loro tempo nel generare servizi, realizzare progetti per l’evolversi in positivo della professione ortodontica in un cambio passo che può incidere sul suo generale mutamento. In SUSO dove il socio, protagonista della professione, diventa autore del cam-biamento, tutto questo è considerato possibile.

Pietro di Michele Presidente Nazionale SUSO

Oggi più SUSO dopo quarant’anni In pieno corso la campagna pro bimbi terremotati by SUSO (il nuovo IBAN)

Calmierare il contenzioso e risarcire il paziente: arriva la Legge Gelli/Bianco

Odontoiatri medici e specialisti grazie ad AIFA e alla tossina botulinica

5 Levrini, in tema di sonno e dolore Interessante è la relazione tra i disturbi del sonno ed il dolore generato dalle disfunzioni della ATM e dal bruxismo.

7 Figlia e mamma, ortodontiste...“II giorno in cui mi laureai iniziai a lavorare con mia madre, ortodontista come me”...Il racconto di una giovane professionista.

8 Sicurezza sui luoghi di lavoro Qualunque azienda, anche in forma di ditta individuale e sebbene con solo un lavoratore, deve attuare quanto prescritto in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

9 Nuova regolamentazione privacy Impone ai professionisti, singoli ed organiz-zati in forma societaria, nuovi adempimenti e misure di sicurezza per garantire l’ integrità e la riservatezza dei dati.

14 Parma capitale della GnatologiaDal 19 al 20 maggio il XXX Congresso dell’AIG intende “costruire un ponte di comunicazione e scambio di conoscenze tra medici e tecnici”.

15 Ortopedia dentale? No, grazieLefoulon per primo denominò “Orthodonsie” l’Ortopedia della bocca, un termine che ha avuto fortuna.

LA LINGUA BATTE

Continua la campagna del SUSO a favore dei bam-bini terremotati. In contrasto al venire meno della memoria (sempre in agguato nelle grandi tragedie, a mano che il tempo passa stendendo un velo di oblio sulle rovine), il SUSO e gli Ortodontisti italiani non dimenticano. Riproponiamo pertanto l’IBAN della Banca Carige in cui versare il proprio contri-buto in favore dei bambini terremotati, con l’av-vertenza che le prime cifre sono state cambiate a seguito dell’avvenuta fusione della Banca CARIGE con altro Istituto di credito.

Una svolta tra due esigenze contrastante: da un lato attenuare la conflittualità “americana” che si stava instaurando nel nostro Paese, dall’altro risar-cire il paziente in un modo più efficace. A pag. 10 “l’esegesi” di Claudio Buccelli e Paola Frati ad una legge attesa da lungo tempo

L’AIFA ha accolto l’invito di POIESIS e di SIMEO ad allargare l’utilizzo per scopi terapeutici della tos-sina botulinica agli odontoiatri, riconoscendone il ruolo medico specialistico. Antonio Cesta intervi-sta Ezio Costa, Presidente della POIESIS su questa importante autorizzazione.

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SUSO Sindacato Ortodonzia

[email protected]

Per informazioni e notizie

www.suso.it

ANNO XV n. 2 Marzo Aprile 2017

50 Crediti ECM in modalità FAD se ti associ o rinnovi l'iscrizione al SUSO

Corso FADLa Responsabilità Odontoiatrica

e i rapporti di attività professionale in Ortodonzia

L’accesso al corso è consentito solo esclusivamente ai soci

in regola con la quota associativa 2017.

Per informazioni e iscrizioni inviare mail a:[email protected]

NOVITÀ 2017

IN OMAGGIO

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Come tutte le altre discipline mediche, Odontoiatria e Ortodonzia si nu-trono di innovazioni ed aggiornamenti e, in tal senso, l’evoluzione delle frontiere terapeutiche è una naturale conseguenza. L’utilizzo di nuove tecniche e strumenti risponde inoltre ai bisogni stessi dei pazienti, che si modificano ed evolvono col tempo. In tale ottica, da più di un de-cennio, nella routine operativa di molti odontoiatri s’inseriscono piani di trattamento personalizzati, integrati a tecniche di medicina del be-nessere ed estetica. La liceità dell’operato del laureato in Odontoiatria nel campo specifico della Medicina Estetica è stata ormai espressa in più sedi, ma restano per certi aspetti controverse modalità, dispositivi e farmaci che può utilizzare. Aspetti specifici esaminati da numerose società scientifiche e sigle sindacali odontoiatriche in occasione della Consensus Conference di Villafranca (Verona, 17 aprile 2015) organiz-zata da POIESIS. Nel documento conclusivo si manifestava il disaccordo con la posizione assunta nel 2014 dal CSS in cui l’area operativa e i far-maci utilizzabili dall’odontoiatra venivano limitati. La rilevanza delle due recenti Determine AIFA n. 241 e 414, pur non riferendosi ad indicazioni sull’utilizzo della tossina botulinica in ambito medico estetico, risiede nell’avvalorare il ruolo specialistico dell’Odontoiatra in ambito medico.

Prevedono infatti che, nel campo di com-petenza, l'Odontoiatra possa lecitamente utilizzare farmaci a base di neurotossina botulinica tipo A (Botox, Dysport, Xeomin) in patologie quali lo spasmo emifacciale e le distonie focali associate. Ad Ezio Costa, Pre-sidente di POIESIS e promotore, assieme a SIMEO, della richiesta all’AIFA, abbiamo chie-sto alcune considerazioni sulla notizia…

Meno di due anni fa sulle pagine di SUSOnews descrivevamo il docu-mento conclusivo della Consensus Conference organizzata da POIE-SIS e sottoscritto anche dal SUSO. In cosa si è impegnata la Società scientifica che presiedi da allora?L’impegno mio, del Direttivo, dei Soci attivi, dei Tutor è stato di creare cultura, interesse, condivisione su aspetti poco conosciuti della moder-na odontoiatria. Ci siamo sempre proposti come stimolo alla conoscen-

za, ideali partner alla formazione e promotori di novità. L’attenzione è sempre stata massima riguardo la sicurezza dei trattamenti, la qualità certificata dei materiali, perché nostro fine ultimo è la tutela del pazien-te. Quindi per noi prevenzione, sicurezza, qualità e armonia del risul-tato, rispetto della ricerca scientifica, sono i nostri propositi di lavoro.

Quali i punti salienti dell'autorizzazione AIFA?Ha accolto l’invito di SIMEO e POIESIS ad allargare l’utilizzo per scopi te-rapeutici della tossina botulinica agli odontoiatri, riconoscendone il ruolo medico specialistico. Si tratta di indicazioni già approvate per altri specia-listi, riguardanti gli spasmi emifacciali (per esempio post-paralitici o dopo conflitto neurovascolare) e le distonie facciali associate (per esempio ble-farospasmo). L’odontoiatra, in quanto medico, potrà così utilizzare un far-maco come la tossina botulinica nelle sue "aree di competenza facciali”. È un’approvazione epocale che chiude annosi dilemmi e polemiche e chia-risce finalmente le competenze mediche specialistiche degli odontoiatri.

Quando si parla di tossina botulinica, numerosi pensano quasi esclu-sivamente al suo utilizzo in ambito estetico. Quali invece le indicazio-ni terapeutiche nei distretti di competenza odontoiatrica già descrit-te nella letteratura scientifica?La tossina botulinica è un farmaco preziosissimo, al centro di ricerche

e sperimentazioni in tutto il mondo, per le sue note azioni terapeutiche negli spasmi e dolori muscolari. Centinaia di studi confermano risultati davvero incoraggianti nelle parafunzioni, contratture, iperplasie dei mu-scoli dell’ATM. Ogni spasmo, contrattura, asimmetria di movimento dei muscoli mimici e scheletrici facciali trova in questo farmaco un prezioso alleato nel riportare armonia all’azione muscolare. Sono certo quindi che il trattamento, per ora off-label, del bruxismo potrà diventare nel prossimo futuro una indicazione terapeutica per gli odontoiatri.

In quale misura questo provvedimento influenza l'evoluzione e l'im-magine professionale del medico odontoiatra?Questa autorizzazione lo pone nelle sue aree di competenza, al pari de-gli altri specialisti medici. Non vi sono più dubbi insomma sul suo ruolo e sulla possibilità di utilizzo di farmaci e presidi medici, secondo scienza e coscienza. Insomma, la legge 409/85 non voleva creare un medico di serie b, ma un super-specialista del viso e del sorriso.

Come proseguirà l'azione scientifica e sindacale di POIESIS in tal senso?“Continuerà a lavorare: in termini formativi, per la diffusione di una buona medicina estetica che garantisca sicurezza agli operatori e ai cittadini, attraverso corsi dedicati, qualificati, agli odontoiatri; in termini assicurativi, per consentire ai colleghi odontoiatri l’esercizio della medi-cina estetica nella aree di competenza (terzo medio e inferiore) senza mansionari e senza limiti di utilizzo dei materiali oltre quelli di legge; in termini di tutela dei soci, attraverso collaborazioni con le Università che hanno istituito i Master in medicina estetica per gli odontoiatri e con le altre associazioni di odontoiatri presenti sul territorio italiano (UniCam, UniRoma2, Unige, UniCh, SIMEO, AIO, ANDI, SUSO, AIDI); a livello isti-tuzionale, in termini di studio, approfondimento e proposta, facendosi promotrice di incontri e convegni con rappresentanti istituzionali ed esperti della materia (come la Consensus Conference dell’aprile 2015).

Antonio Cesta

Segretario Nazionale SUSOPresidente Sezione SUSO Padova

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ANNO XV - N. 2 - 2017SUSO newsNotiziario d'Informazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia.

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Ezio Costa, Presidente di POIESIS: “L'Odontoiatra può utilizzare farmaci a base di neurotossina botulinica, perché è un medico”

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SCIENZA E TECNICA

L'importanza della terapia precoce atraumatica nel crossbite monolaterale posteriore

INTRODUZIONE Il cross bite monolaterale posteriore è una malocclusione molto diffusa, la cui prevalenza è riporta-ta in letteratura tra l’8 e il 22%. Si sviluppa prevalentemente nella dentatura decidua o mista interessando quindi i pazienti nel pri-missimo stadio di sviluppo e alterando la crescita fisiologica delle strutture cranio-facciali.

Questa malocclusione coinvolge tutte le componenti del sistema stomatognatico nelle tre dimen-sioni dello spazio ed è caratterizzata da un’asimmetria dentale, basale e funzionale. Intercettare un morso crociato ed intervenire il più precocemente possibile è quindi necessario per prevenire effetti negativi immediati e a lungo termine. L’apparecchiatura funzionalizzante rappresenta, nella terapia del morso crociato, uno strumento unico poiché permette, non solo la correzione dentale, ma, soprattutto, il recupero neuromuscolare della malocclusione, come dimostrato in letteratura internazionale. 2-10

Il morso crociato monolaterale è una malocclusione asimmetrica ingravescente, caratterizzata dall’inver-sione del normale rapporto delle cuspidi dei denti superiori con le cuspidi dei denti inferiori sul piano frontale, con occlusione verso il palato delle cuspidi vestibolari degli elementi mascellari rispetto alle cuspidi dei corrispondenti denti mandibolari (Figura 1).

Il crossbite coinvolge più spesso un solo lato dell’arcata (morso crociato monolaterale), ma può coinvol-gere anche entrambe le arcate (morso crociato bilaterale). Origina da una malocclusione dentale o sche-letrica o entrambe; nelle fasi iniziali, può determinare una dislocazione della mandibola che, perdurando nel tempo, diventerà irreversibile1-2.

Il crossbite può svilupparsi durante l’eruzione dei denti decidui e rendersi clinicamente evidente tra i 18 mesi e i 5 anni di età, ma può anche coinvolgere la dentatura permanente in stadi di sviluppo successivi. Interessa principalmente il bambino nella prima infanzia, nel periodo in cui si sviluppano tutte le com-ponenti del sistema stomatognatico e vengono messi a punto gli schemi motori neurologici, compresi quelli relativi alla masticazione3-4. Per questo motivo il morso crociato non rappresenta solo una pato-logia occlusale ma comporta anche un adattamento anomalo degli schemi motori del sistema nervoso centrale34. Poiché dal punto di vista dentale qualsiasi dente può essere coinvolto in un morso crociato sono presenti moltissime combinazioni; la classificazione dentale di questa malocclusione è complessa ma molto importante poiché a seconda dei settori dentali coinvolti mutano le alterazioni della funzione masticatoria e neuromuscolare e, di conseguenza, di crescita del bambino. Per questo presso l’Universi-tà di Torino, è stata messa a punto una classificazione dentale del morso crociato dividendolo in poste-riore e anteriore, monolaterale e bilaterale10. La prevalenza del morso crociato riportata in letteratura è compresa tra l’8% e il 22%6.

Secondo uno studio svolto presso l’Università di Torino su di un campione di 5300 soggetti di età com-pressa tra i 6 e i 16 anni portatori di malocclusione, il crossbite è stato riscontrato nel 19% dei pazienti. Metà dei soggetti presentava un morso crociato monolaterale posteriore, di cui il 51% a destra ed il 49% a sinistra; il 15% dei pazienti portatori di crossbite presentava invece un morso crociato monolaterale posteriore ed anteriore associati. Nel 65% dei casi di crossbite quindi la dentatura è coinvolta in modo gravemente asimmetrico. Dal punto di vista strutturale osseo il morso crociato può essere classificato in tre tipologie: posizionale (scivolamento della mandibola dal lato del crossbite in seguito ad un primo contatto instabile con mandibola centrata dento-alveolare (crescita disarmonica dell’osso alveolare con assenza di una posizione centrata di primo contatto), basale o scheletrico (crescita asimmetrica delle ossa basali). A causa dell’alterazione della funzione masticatoria, quindi, il morso crociato è una ma-locclusione ingravescente che si instaura durante l’età evolutiva determinando delle disarmonie ossee irreversibili a fine crescita. Le cause all’origine della malocclusione sono numerose ed articolate, sia ere-ditarie (ereditarietà di ipoplasia del mascellare superiore e dell’ipermandibulia) che congenite (agenesie dentarie, labio-palato schisi, alterazioni distrofiche, disturbi del metabolismo) e/o acquisite (infezioni o traumi dento-alveolari, estrazione o perdita precoce di uno o più denti); molta importanza nello sviluppo del morso crociato è inoltre attribuita alle alterazioni funzionali come la respirazione orale, l’ostruzione delle vie aeree superiori, la deglutizione atipica, la posizione posturale errata della lingua ed abitudini viziate (succhiamento del succhiotto oltre i 24 mesi, succhiamento del dito). Ulteriori ricerche sono ne-cessarie per approfondire le conoscenze del controllo motorio neurofisiologico e capire il ruolo dell’ere-ditarietà sul pattern masticatorio neurale nello sviluppo e nell’evoluzione del crossbite7.

Il crossbite è, quindi, una malocclusione complessa che partendo dai denti coinvolge tutte le componen-ti dell’apparato stomatognatico nelle tre dimensioni dello spazio. La caratteristica più evidente di questa malocclusione è l’asimmetria dentale, basale e funzionale. Per quanto riguarda la funzione sappiamo che il cross-bite causa nelle persone affette una risposta compensatoria del sistema nervoso centrale con modificazione del pattern masticatorio riscontrabile all’analisi dei cicli masticatori già nella prima infanzia. La presenza di un morso crociato monolaterale posteriore, infatti, è stata correlata in modo

altamente significativo allo sviluppo di cicli masticatori anomali, definiti cicli inversi, che si sviluppano durante la masticazione principalmente dal lato interessato della maloc-clusione; dal lato sano (senza morso crociato) il ciclo masticatorio mantiene un pattern fisiologico8-9. Il movimento mandibolare durante la masticazione dipende dal coordina-mento dei muscoli masticatori. Di conseguenza all’anomalia del pattern masticatorio si associa un’alterazione dell’attività muscolare. Nei pazienti con cross-bite unilaterale posteriore la coordinazione tra i muscoli masticatori del lato del cross e del lato sano è alterata; l’attività del massetere dal lato del morso incrociato è ridotta mentre il masse-tere dal lato sano è caratterizzato da una iperattività relativa.

L’asimmetria dentale e basale si accompagna quindi ad una asimmetria funzionale che coinvolge i muscoli masticatori al punto da determinare una significativa differenza anatomica di volume10-21.

Una funzione masticatoria così alterata, già nella prima infanzia, condiziona la crescita del bambino de-terminando un adattamento patologico di tutte le strutture alla malocclusione con effetti collaterali non limitati all’apparato stomatognatico ma che possono coinvolgere anche l’intero soma. La persistenza dell’inversione dei rapporti delle cuspidi dentali provoca, nel bambino ancora in crescita, uno sviluppo disarmonico delle ossa del cranio che determina, con il passare degli anni, la formazione di dissimmetrie scheletriche irreversibili apprezzabili nei tre piani dello spazio. Una delle strutture maggiormente inte-ressate da tale crescita asimmetrica compensatoria sono i condili, con ripercussioni sulla funzionalità dell’articolazione temporomandibolare (ATM)22. In presenza di dissimmetrie dentali e basali aumenta il rischio di sviluppare disfunzioni cranio mandibolari che implicano sintomatologie dolorose anche im-portanti23-26. Una precoce e atraumatica terapia ortognatodontica deve mirare non solo a correggere la malocclusione dentale ma soprattutto a ripristinare una corretta funzione masticatoria dalla quale dipende lo sviluppo armonico strutturale7. Questo può avvenire esclusivamente nel rispetto della fisiologia e della biologia del sistema, evitando qualsiasi tipo di traumatismo dentale e osseo. Sappiamo dalla letteratura che con l’utilizzo di apparec-chi ortodontici tradizionali, non si ottiene una riduzione significativa dei cicli inversi28-33 In particolare Throckomorton et al34 hanno analizzato i cicli masticatori in bambini trattati con l’espansione rapida del palato ma non hanno ottenuto la riduzione dei cicli inversi. Gli autori hanno ipotizzato che la persistenza della masticazione inversa dopo la correzione del crossbite monolaterale posteriore sia dovuta al fatto che questa malocclusione si sviluppa durante l’eruzione della dentizione primaria ed influenza l’impostazione e il divenire degli schemi motori a livello del “central pat-tern generator” sviluppando un tipo di masticazione inversa resistente al cambiamento.L’utilizzo di un’apparecchiatura funzionalizzante, caratterizzata da bites metallici in acciaio resiliente, da molle di espansione, bottone palatino e scudi vestibolari consente di ottenere non solo la correzione dentale ma soprattutto la correzione della masticazione inversa come ripetutamente dimostrato con significatività statistica molto elevata (Figura 4).4,5,8,10,35,36,37 Tra i più importanti elementi innovativi del “Function Generating Bite” (Figura 3), messo a punto presso l’Università di Torino, sono i bites metallici costituiti da uno speciale tipo di acciaio resiliente che, non si indenta (come la resina), ma si “imbutisce” alla pressione dei denti lasciando alla mandibola libertà di movimento durante qualsiasi fase della terapia, sia in fase iniziale che a malocclusione corretta, e preser-vando le cuspidi da precontatti dentali che inevitabilmente si creano durante lo spostamento ortodonti-co. L’apparecchio viene attivato dalla pressione esercitata dai muscoli masticatori sui bites e sugli scudi vestibolari durante la deglutizione. La forza è quindi fisiologica e si adatta al sistema stomatognatico del piccolo paziente evitando forze standardizzate e stabilite a priori. Tale forza determina in contempora-nea, l’attivazione della molla di espansione e la pressione sul bite creando una coppia di forze e, quindi, lo spostamento corporeo del dente10. Intercettare precocemente, quando possibile già nella prima infanzia, una malocclusione complessa come il morso crociato, responsabile di gravi dissimmetrie della funzione e della crescita del bambino è una importante responsabilità. Per tale motivo ogni atto terapeutico precoce deve avvenire nel rispetto della biologia e della fisiologia del sistema stomatognatico poiché, come sappiamo, qualsiasi terapia traumatica, soprattutto in fase precoce di sviluppo, ha delle conseguenze strutturali imprevedibili e im-prevenibili.

Bibliografia: http://www.comunicadhoc.it/files/doc/susonews1_17_bibliog_piancino.pdf

Il crossbite coinvolge più

spesso un sololato dell’arcata...

ma può coinvolgere entrambe le arcate

Figura 4

Figura 1a e 1b

Figura 3a e 3b

Maria Grazia Piancino

Laura di Benedetto Corrado de Biase Giada Matacena

Teresa Vallelonga

Università degli Studi di Torino - C.I.R. Dental School Prof. S. Carossa - SCU Ortognatodonzia Prof. E. Berutti

CICLI MASTICATORI CON CHIUSURA FISIOLOGICA

CICLI MASTICATORI CON CHIUSURA INVERSA DAL LATO CROSS

MASTICAZIONE LATO DEL CROSS

MASTICAZIONE LATO DESTRO

MASTICAZIONE LATO SANO

MASTICAZIONE LATO SINISTRO

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SCIENZA E TECNICA

Congresso ANTHEC: "Anche gli Ortodontisti

hanno bisogno di osso"…

Borsa di Studio assegnata a Roma a specializzanda di Ortognatodonzia

Sonno e dolore, per la prima volta in Italia

un Convegno sul temaIn occasione del Congresso ANTHEC su “La medicina rige-nerativa multidisciplinare: focus on growth factors” svoltosi a Torino sabato 25 febbraio presso l’Ordine dei Medici (Villa Raby) Dental Tribune Italy Daily ha pubblicato questo dialogo/intervista svoltosi tra Patrizia Biancucci, Specialista in Ortodonzia e Carmen Mortella-ro, Presidente dell’Associazione organizzatrice dell’evento.Biancucci - Per anni ho visto il collega Gabriele Greco nello studio di Barge fare prelievi e riempi-re provette. “Serve a rigenerare l’osso autologo dallo stesso paziente” spiegava. Per essere sincera, come ortodontista io non mi sono mai interessata più di tanto pensando che l’operazione riguardasse solo chi fa impianti".Mortellaro - Invece, non è proprio così. Nel titolo del Congresso c’è quasi tutta la storia delle tecniche rige-nerative. Definiamola intanto Medicina perché gli emo-componenti per uso non trasfusionale (growth factors) sono utilizzati in tutte le branche della medicina, in chi-rurgia, in odontoiatria e in medicina veterinaria. Dicesi medicina rigenerativa perché fornisce all’organismo gli elementi utili a una riparazione in vivo, attraverso la ricerca e il perfezionamento di sostituti e presìdi di estrazione autologa.

Con quale funzione?Sono in grado di stimolarne le capacità a rigenerarsi e a guarire sfruttando le possibilità autoriparatrici di cui è dotato autonomamente.

Credevo che ANTHEC fosse l’ennesima Società Scientifica confinata all’Odontoiatria. Invece… Non è nella mia natura rimanere confinata in ambiti che rischiano di essere autoreferenziali e per certi aspetti troppo settorializzati. Da parecchio tempo mi interesso di quella che ritengo una nuova filoso-fia di approccio alla malattia: la rigenerazione biolo-gica, da parte del corpo del paziente, del tessuto o dell'organo danneggiato, anziché la sua sostituzio-ne con una protesi o un trapianto.

Perché tanto interesse?Mi sono resa conto che questo nuovissimo settore delle biotecnologie rappresenta una rivoluzione e sta cambiando il volto alla Sanità. L’uso di molecole

solubili come i fattori di crescita apre la strada a nuove possibilità di cura per i pazienti e ad una mi-

gliore qualità della loro vita.

E qui interviene l’ANTHEC Per il suo carattere multidisciplinare l’Academy of Non Transfusional Hemo-Components (ANTHEC) rappresenta oggi un punto d’incontro per profes-sionisti di diversa formazione culturale ed esperien-za professionale, come biologi, medici, chirurghi, odontoiatri e veterinari…

Ma i growth factors non fanno venire in mente la Montalcini?Mi fai riflettere, anche se non sei l’unica ad avere idee poco chiare sull’argomento. In realtà l'utilizzo topico delle piastrine, accompagnate o no da matri-ce fibrinica, quali fonte di fattori di crescita (growth factors per l’appunto) nacque e si sviluppò nel 1998 quando Robert E. Marx, Chirurgo maxillofacciale americano, pubblicò i primi risultati sull'accelera-zione della crescita dell'osso mandibolare, ottenuta con l'aggiunta locale di concentrati piastrinici all' in-nesto di osso spugnoso.

Noi ortodontisti che spostiamo i denti nell’osso avremmo dovuto effettivamente rapportarci con la medicina rigenerativa. Quante volte nelle riabilita-zioni importanti il protesista ci chiede di portare un dente dove è funzionale al risultato e dove spesso il supporto osseo manca. Ricordo il nostro Maestro, Prof. Bracco, che ai tempi della specialità, ci parlava più di osso che di denti…

Hai pienamente ragione. Nell’evento il settore orto-dontico in effetti manca all’appello. Potrebbe esse-re l’occasione per sviluppare il binomio: meglio tardi che mai!

Al 4° Congresso ANDI Roma Giovani dal titolo ''Implan-toprotesi: biomimetica ed ingegneria inversa’’ svolto-si il 18 Marzo all’NH Hotel Leonardo Da Vinci a Roma, la borsa di studio ANDI Roma Giovani “Per Andrea” 2017, del valore di 1000 euro, è sta-ta assegnata ad un poster dal titolo: ''Effetti del trattamento ortopedico-funzionale sulle di-mensioni sagittali faringee con disturbi respiratori del sonno e malocclusione di classe II'' Ne è autrice Elisabetta Cretella Lombardo, studentessa della Scuola di Specializzazione di Ortognatodonzia dell’Univer-sità “Tor Vergata'' diretta da Paola Cozza.Oltre al premio, il primo classificato ha ricevuto una targa come "miglior poster" e il suo elaborato scien-tifico verrà pubblicato su “Odontoiatria 33”. I primi tre classificati, inoltre, hanno ricevuto come benefit l’iscrizione gratuita ad ANDI Roma per il 2018 e la

possibilità di diventare relatori dei corsi dedicati alla sezione giovani, mentre il quarto e il quinto classificato potranno partecipare gratuitamente ad un corso ANDI Roma nel ca-lendario culturale 2018. A tutti, inoltre, è stata offerta, come premio aggiuntivo, la possibilità di partecipare ad un corso dell’American Heart Association per ottenere la certificazione internazionale BLSD.  Il risultato della valuta-zione dei poster si è ottenuto sommando gli esiti della vo-tazione on-line sul sito www.andiroma.it, di ogni singolo componente della Commis-sione di valutazione ANDI

Roma Giovani e per la prima volta, anche da una Società Scientifica, che quest’anno, data la tematica degli elaborati in concorso, è stata rappresentata dalla Società Italiana Odontoiatria Infantile (S.I.O.I). A consegnare il premio il Prof. Giuseppe Marzo, Se-gretario Scientifico S.I.O.I.

È ormai dimostrato come il dolore sia una delle più frequenti condi-zioni favorenti l'insonnia cronica, ma altrettanto noto è che un di-sturbo del sonno contribuisce significativamente ad amplificare sia il dolore percepito che il cor-relato vissuto emotivo. Indispen-sabile quindi non trascurare il trattamento di entrambe le con-dizioni, per un migliore risultato terapeutico. Venerdì 24 febbraio si è tenuto, per la prima volta in Italia, un convegno dedicato a "Sonno e dolore". Organizzato dal Dipartimento di Neurologia e Psichiatria e dal Dottorato in Tecnologie innovati-ve nelle malattie dello scheletro, della cute e del distretto oro-cra-nio-facciale della Sapienza di Roma in collaborazione con Assi-rem (Associazione no-profit che si occupa del sonno e dei suoi disturbi) ha visto la presenza dei principali esperti del settore tra i quali Giorgio Cruccu e Antonella Polimeni della Sapienza, Luigi Ferini-Strambi Presidente dell'As-sociazione mondiale di medicina del sonno, Raf-faele Ferri Presidente dell'Associazione Italiana di medicina del sonno.

Vediamo qui il commento di Luca Levrini.

Quando parliamo di sonno ed odontoiatria, vengono in mente le apnee notturne ostruttive, la respirazione orale ed il bruxismo. In realtà c’è un aspetto che merita altret-tanta attenzione nella sua correlazione: il dolore orale ed il sonno. Le relazioni possono essere molteplici ed incrociate: il dolore orale che porta a disturbi del sonno, oppure i disordini del sonno che contribuiscono al do-lore orale e per ultimo il fatto che interagiscono fra loro in modo da provocare un aumento di entrambi. Banal-mente, quanti pazienti giungono alla nostra attenzione dicendo che non sono riusciti a dormire tutta la notte per dolore ai denti?

In effetti è uno dei dolori orali che può interferire mag-giormente con il sonno. I pazienti con pulpiti acute o con parodontiti apicali riportano microrisvegli e mancanza di sonno dovuta al dolore; in particolare gli studi epi-

demiologici sostengono che il mal di denti lo influenza significativamente e negativamente. In pratica il tratta-mento di una lesione cariosa, in par-ticolare in pulpite, non solo toglie il dolore ma permette il ritorno ad un sonno corretto e di buona qualità. In-teressante è la relazione tra i disturbi del sonno ed il dolore generato dalle disfunzioni della ATM e dal bruxismo.

Quello dinamico (digrignamento) è già da considerarsi una patologia del sonno che però non influisce sulla sua qualità.

Discorso diverso per chi soffre di di-sturbi temporo-mandibolari poiché spesso la maggior parte ha disordi-ni del sonno come insonnia e apnea ostruttiva. Relativamente al tratta-mento ortodontico invece il dolore parodontale, dopo sollecitazione della forza ortodontica, sembra non avere troppe conseguenze.

Da non dimenticare i soggetti caratterizzati da sindrome della bocca urente. I disordini del sonno ed i microrisve-gli sono spesso riferiti dai soggetti con questa sindrome rispetto agli individui sani, anche se non sono apparen-temente collegati con il dolore da essa provocato. In-teressante perché spesso in questi soggetti una buona qualità del sonno allieva il dolore. In tale contesto gli effetti sul sonno dipendono dalla diagnosi del dolore orale e dal suo tipo di trattamento, tuttavia tali elemen-ti non sono sempre sufficienti per ristabilire un sonno normale. Gli odontoiatri devono quindi conoscerne i disturbi come insonnia, problemi respiratori, movimenti periodici degli arti e suggerire una valutazione speciali-stica neurologica al paziente, se necessario. Il suo ruolo dev’essere dunque, portare a considerare tali aspetti. Per questo motivo si è tenuto il convegno dedicato a "Sonno e dolore".

Patrizia BiancucciPresidente SUSO Torino

Consigliere Nazionale SUSO

Carmen Mortellaro Presidente ANTECH

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Luca Levrini

Sabrina Santaniello Pres. ANDI Roma e Elisabetta Cretella Lombardo

Il dolore è una delle più frequenti

condizioni favorenti l’insonnia.

Un disturbo del sonno peraltro

contribuisce ad amplificare sia il dolore percepito che il correlato vissuto emotivo.

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ATTUALITÀ

Intervista a Fausto Fiorile, Presidente AIOIl Sindacato e la via dell’Ortodonzia?

SUSONews gli ha posto alcune domande sul suo essere ortodontista e Presidente di un Sindacato Odontoiatrico

Non ritiene che la professione odontoiatrica per certi aspetti sia diversa da quella ortodontica?Come tutti sappiamo, con l’istituzione del Corso di Laurea in Odontoiatria nel 1980 e l’approvazione del-la Legge 409 nel 1985, quella del Dentista è diventata una professione autonoma rispetto a quella del Me-dico, potendo essere esercitata solo da Odontoiatri e/o Medici iscritti all’Albo degli Odontoiatri. L’Odonto-iatra è una branca della medicina molto particolare ri-spetto alle altre specialità, sia per la complessità degli aspetti organizzativi legati alla gestione di uno Studio odontoiatrico, sia per il fatto che nel corso degli ultimi anni la stessa disciplina odontoiatrica si è articolata in numerose sottobranche che hanno assunto il rango di vere e proprie superspecialità. Tra le specialità che presenta maggiori caratteristiche di autonomia c’è sicuramente l’Ortognatodonzia che ricordiamo, può essere esercitata in modo esclusivo all’interno di uno Studio, situazione pressoché impossibile invece per tutte le altre discipline odontoiatriche.

Data questa diversità,  non considera giusto, come ortodontista, che l'Ortodonzia abbia un suo sinda-cato di categoria? Nonostante la particolarità dell’Ortodonzia, l’Odon-toiatria deve continuare ad essere considerata un tutt’uno. Non penso sia né utile né opportuno per la professione, che gli interessi pur legittimi di una parte dei dentisti, in questo caso gli Ortodontisti, pos-sano essere considerati disgiunti rispetto a quelli di tutta la categoria. Ricordiamoci che la professione è unica ed i problemi del giovane Ortodontista che la-vora in consulenza non sono poi così diversi rispetto a quelli del giovane Conservatore o del giovane Pe-dodontista che presta la sua opera in più Studi. Detto questo, io penso che un sindacato generalista come l’AIO, con gli opportuni accordi, potrebbe tranquilla-

mente prendersi carico anche dei problemi specifici dello spe-cialista in Ortognatodonzia che fino ad oggi sono stati tutelati in modo particolare dal SUSO. In altre parole non penso che l’Or-todonzia debba avere un proprio sindacato di riferimento.

I consulenti ortodontici, per ar-rivare a fine del mese, devono avere oggi diverse collabora-zioni? È d’accordo?È vero. Anche a me è capitato frequentemente di parlare con giovani Ortodontisti che orga-nizzano la loro attività lavorativa attraverso consulenze svolte presso numerosi Studi, spesso addirittura con pochi pazienti affidati loro. Sono questi i casi in cui ci si trova a svolgere la profes-sione in modo frammentato e diseconomico disper-dendo molte delle energie professionali che invece sappiamo essere molto, molto preziose. L’attività odontoiatrica e ortodontica in particolare, è già di per sé molto faticosa, pensiamo a quanto può diventare stressante se dobbiamo spendere tempo nel traffico durante i trasferimenti da uno Studio all’altro. Pre-messo questo, quello che vorrei suggerire, soprattut-to ai giovani ortodontisti, è molto semplice. Non fate-vi ingannare da un pensiero frequente ma pericoloso che spesso passa per la testa di chi deve “arrivare a fine mese”; “…per il momento ho poco lavoro e quin-di accetto quel che arriva… anche le consulenze che provengono da Studi poco organizzati e con pochi pazienti... poi si vedrà...”. L’impostazione che volete dare alla vostra attività di consulenti la dovete pro-grammare fin da subito! Scegliete voi il Professionista

con il quale collaborare e fate in modo che non avvenga il contra-rio. Impegnatevi per far crescere le vostre competenze tecniche da un lato e le vostre capacità di ascolto e di comunicazione nel relazionarvi con empatia agli altri. In altre parole fate cresce-re la vostra professionalità! Non siate dispersivi, sceglietevi pochi studi possibilmente ben organiz-zati e mettete bene a fuoco gli obiettivi professionali che volete realizzare. Curate le relazioni con i vostri pazienti, con il titolare del-lo Studio ed i suoi collaboratori.

Rendetevi in poche parole insosti-tuibili! C’è molto spazio per chi ama la professione e non si risparmia nel profondere energia positiva in quello che fa; poco spazio invece per chi interpreta il lavoro come un “arrivare a fine giornata”.

Pur dedicato all'Ortodonzia, al Congresso AIO in programma a CHIA in Sardegna sono presenti sodalizi ortodontici come SIDO e ORTEC, ma non SUSO. C'è qualche ragione particolare per tale esclusione?L’Associazione Italiana Odontoiatri è un sindacato ol-tre che, per statuto, una Società scientifica che svolge anche attività formativa. Negli ultimi 3 anni AIO ha or-ganizzato oltre 500 Eventi accreditati ECM in tutt’Italia a cui hanno partecipato oltre 16.000 colleghi. In ra-gione di questa intensa attività formativa, con il Con-gresso Internazionale di Alghero del 2013, abbiamo intrapreso un percorso di collaborazione con alcune Società scientifiche tra cui la SIDO, la SIE, e la SIDOC, convinti che la sinergia tra un Sindacato che promuo-

ve da sempre la formazione professionale e le So-cietà scientifiche che svolgono attività di ricerca, sia la migliore formula per offrire il meglio dell’evidenza scientifica ai colleghi creando una grande opportuni-tà di crescita per la Professione. Con il Congresso di Chia, la collaborazione partita ad Alghero si è ulterior-mente intensificata non solo in ambito ortodontico, ma in merito a tutte le discipline. Il SUSO non è stato coinvolto nel programma scientifico semplicemente perché non è una società scientifica, ma un sinda-cato. Non c’è altra ragione. Contiamo invece e natu-ralmente sulla presenza istituzionale del SUSO nei momenti politici collaterali alle attività scientifiche.

Secondo lei esistono linee politiche condivise tra AIO e SUSO?Certamente esistono i presupposti per condividere molte azioni politiche utili alla professione! Nel corso degli anni le occasioni di confronto sui temi legati alla professione sono state numerose e con il Dr. Pietro di Michele c’è sempre stata convergenza in merito ai temi politici da affrontare. Il SUSO è un sindaca-to con obiettivi molto più focalizzati alla tutela degli specialisti in Ortognatodonzia che si dedicano in modo esclusivo o prevalente a tale disciplina; l’AIO ha invece obiettivi più ampi volti a difendere tutti gli Odontoiatri, indipendentemente dalla loro branca di specializzazione. Si tratta quindi di due Sindacati che nascono con presupposti diversi, ma che possono convergere le loro forze su alcuni obiettivi comuni. Si tratta di sedersi attorno ad un tavolo per identificare insieme alcune linee politiche sulle quali intraprende-re azioni concrete. Noi siamo disponibili.

SusoNews

Fausto Fiorile, Presidente AIO

SUSO Catania, Corso sulla diagnosi e terapia parodontale, Sabato 17 giugnoA Catania, grazie alla proficua collaborazione con il Coi-Aiog Cenacolo Odontostomatologico di Catania, presieduto dalla Dott.ssa Cannarozzo, il SUSO ha ria-perto le porte ed inaugura il suo programma culturale di incontri del 2017 il sabato 17 giugno, con un corso tenuto dal dott. Luigi Nibali, parodontologo catanese di fama internazionale, Professore presso Queen Mary University a Londra. La sede del corso sarà la prestigio-sa sala convegni del Museo Diocesano, presso la quale già a novembre il SUSO ed il cenacolo hanno tenuto il Traumatology Dental Day. Il consiglio direttivo della sede SUSO di Catania è stato rinnovato ed è costituito dalla Dott.ssa Maria Leonardi, Presidente, già consiglie-re nazionale SUSO dal 2014, il Dott. Edoardo Sicurezza, Segretario e la Dott.ssa Alice Cutrera, Tesoriere.

Maria Leonardi Presidente Sezione SUSO Catania Consigliere Nazionale SUSO

Diagnosi e terapia parodontaleper la formulazione di piani

di trattamento integrati per la salute oraleDott. Luigi Nibali DDS, MSc, PhD

Sabato 17 giugno 2017Museo Diocesano - Via Etnea, 8 - Catania

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Dott. Edoardo Sicurezza

Dott.ssa Alice Curtrera

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ATTUALITÀ

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Madre e figlia ortodontiste a confronto sulla professione

di ieri e di oggi

Impianti dentali a 1 euroAl peggio non c'è limite!

Ricordo bene quanto desideravo essere come mia mamma, lavorare con lei, diventare come lei. La passione con cui si dedicava a questa profes-sione e la continua disponibilità a mettersi in di-scussione, aggiornarsi, conoscere, mi ha natural-mente e inevitabilmente spinta ad amare questo lavoro. Il giorno stesso della mia laurea, ho inizia-to a lavorare fianco a fianco con lei. Entrambe ci occupiamo di ortodonzia e pedodonzia e sempre più spesso ci “scontriamo” col continuo evolversi della nostra professione. Di qui l’idea di una bre-ve intervista sulla “mia” e sulla “sua” Ortodonzia.

Come hai iniziato?Ieri (Maria Josè Ruggeri): Iniziai aprendo il mio piccolo studio a Pi-nerolo come dentista generico ma con il tempo mi sono focalizzata sulla cura dei bambini e dei ragazzi, perché pochi colleghi si occupavano dei bambini, per l’elevato dispendio di energie richiesto…Oggi (Benedetta Comba): Per me, invece, è andata diversamente: sono entrata a fare parte dello stu-dio di famiglia subito dopo la laurea, con pari diritti e doveri, ma anche grandi responsabilità. Ho potuto organizzarmi totalmente (o quasi) il

lavoro, ma anche le sfide di dover gestire altre per-sone come le assistenti, i consulenti e soprattutto i pazienti.

Come sono cambiate le normative di legge per aprire uno studio?Ieri. In teoria solo il medico o successivamente l’odontoiatra potevano aprire e gestire gli studi. L’abusivismo, però, era tollerato e quindi fuori con-trollo. Gli stessi pazienti non sapevano distingue-re un laureato in medicina e/o odontoiatria da un abusivo, che poteva offrire loro prestazioni a prez-zi bassi. Le normative per l’apertura di un nuovo studio erano certamente in numero inferiore, ma le successive norme hanno migliorato gli standard qualitativi, di lavoro e di ambiente.Oggi: Molte altre figure professionali non-odontoia-triche e gruppi di investimento hanno la possibilità di aprire e gestire cliniche. L’abusivismo non è total-mente scomparso, ma, nella maggior parte dei casi, mascherato. Per gli studi associati o mono-profes-sionali emergere dalla giungla di offerte diventa sempre più complesso. Le normative da rispettare sono infinite e mutevoli; dalle norme sulla sicurezza sul lavoro, a quelle sulla gestione del personale, per non parlare dei registri per qualunque cosa e degli aggiornamenti del personale. Tutte norme che di-straggono tempo ed energie dalla professione, ma aumentano gli standard qualitativi.

Come ti aggiorni?Ieri: I corsi erano più frequentemente su base regionale e nazionale con relatori di ambito uni-versitario. Si veniva a conoscenza dei singoli corsi attraverso la posta, se si era iscritti a qualche asso-ciazione o sindacato, o con il passa parola.Oggi: Il numero di corsi di aggiornamento è enor-me, l’offerta formativa spazia su molteplici argo-menti e offre relatori di fama nazionale ed inter-nazionale in location distribuite in ogni parte del mondo. Tutto questo è stimolante.

Quali e quanti protocolli segui?Ieri: I protocolli erano pochi e meno rigidi di ora. Si basavano sulla pratica clinica, esperienza e co-noscenza della medicina generale. La letteratura scientifica era meno accessibile e per lo più in for-mato cartaceo.Oggi: Cerco di attenermi a tutte le più recenti linee guida, basate sulla letteratura scientifica e sulla medicina dell’evidenza, senza dimenticare le precedenti.

Quanto le aziende influenzano la tua professione?Ieri: Poco, non erano molto presenti. I materiali erano coerenti con le conoscenze scientifiche dei tempi, ma certamente molte meno e difficilmente

reperibili, soprattutto se provenienti dall’estero.Oggi: La ricerca in campo odontoiatrico, grazie anche alle disponibilità economiche offerte dalle aziende, ha sviluppato nuovi materiali e tecniche. Quindi, le aziende, hanno certamente un “peso” importante, con tutti i pro ed i contro del caso.

Quanto influisce la tecnologia nella tua pratica quotidiana?Ieri: È diventata indispensabile. La cefalometria che facevamo a mano, oggi è computerizzata, mai avremmo pensato di fare un’impronta digitale da osservare al computer. Senza contare la difficoltà di raccolta dell’esiguo, ma necessario materiale fotografico: dalle foto su carta, di cui dovevi atten-dere lo sviluppo, per poi passare alle diapositive. Quante volte scoprivi solo tardivamente che erano troppo scure, troppo chiare, mosse! Sono stati fatti passi enormi negli ultimi anni dando la possibilità alla professione di estendere il trattamento tera-peutico non solo ai pazienti in età evolutiva, ma anche agli adulti. Oggi: La tecnologia è una componente essenzia-le per l’odontoiatra e l’ortodontista moderno. È possibile fare diagnosi più precise in ogni campo dell’ortodonzia con l’ausilio di apparecchiature ra-diografiche digitali, con la RNM, la tac cone beam. Possiamo sapere con precisione dove sono ubicati i canini inclusi, gli ottavi, le cisti ecc. Abbiamo note-voli possibilità di capire e di fare diagnosi. La tec-nologia ci ha permesso di registrare e di studiare i movimenti mandibolari e di interpretare più ap-profonditamente le patologie dell’ATM. In sintesi… è indispensabile!!

Quale peso hanno i media?Ieri: Fino a poco tempo fa la nostra pubblicità era il lavoro eseguito sul nostro paziente. Il passa parola di un paziente seguito secondo scienza, coscienza e perizia. Il rapporto fiduciario era alla base della relazione medico-paziente.Oggi: Negli ultimi anni, la liberalizzazione ha por-tato ad una corsa all’abbassamento di prezzi, ad una giungla di offerte sempre più lusinghiere di promesse di economicità e “ottima” qualità. Penso che i media moderni possano essere un’opportu-nità, ma che la loro regolamentazione e sorveglian-za non sia sempre chiara, in grado di garantire un servizio professionale per i pazienti. Chi sono i pazienti ortodontici?Ieri: Bambini e adolescenti.Oggi: Bambini, adolescenti, ma anche e sempre più spesso adulti. L’ortodonzia ha molto amplia-to gli ambiti di applicazione anche ai casi di adulti pre-protesici, disfunzionali, parodontali, pre-chi-rurgici, endodontici e conservativi. Cosa chiede il paziente ortodontico?Ieri: Cura della funzione e della malocclusione.Oggi: Estetica, rapidità del trattamento, efficacia ed efficienza, durata dei risultati nel tempo, migliora-mento della funzione masticatoria.

Com’è cambiato il rapporto medico/paziente?Ieri: Tutto si basava sulla completa fiducia nella professione medica e in chi la esercitava.Oggi: Probabilmente in molti casi la categoria ha abusato di questa fiducia e spesso i pazienti per esperienze pregresse sono diventati più diffidenti. Guadagnarla può diventare un secondo lavoro.

Quanto influisce la medicina difensiva sulla pro-fessione?Ieri: Erano rarissimi i casi di medicina difensiva, seppur sempre presenti.Oggi: Seguire i protocolli è la strada migliore per non incorrere in problematiche di tipo legale, sen-za dimenticare che al primo posto rimane il pa-ziente. È sempre la comunicazione professionale, attenta, puntuale e sincera il centro della profes-sione medica ed odontoiatrica.

a cura di Benedetta Comba

Giuseppe Renzo, Presiden-te  Nazionale CAO ha provo-catoriamente alzato bandiera bianca: finché non ci saranno novità legislative contro il Far West pubblicitario non interverrà su quest'ultimo attacco all'etica della professione. Il singolare gesto del combattivo rappresen-tante ordinistico prende spunto dell'ennesimo spot d'assalto in campo odontoiatrico: una cate-na lowcost milanese ha proposto al pubblico un impianto dentale completo di moncone e corona al prezzo di 1 (un) euro. In realtà se facciamo un'attenta analisi del testo pubblicitario, a fianco della cifra c'è un piccolo asterisco che riporta ad una clausola scritta in mi-nuscoli caratteri. L'impianto infatti costa un euro a condizione che si acquistino 6 corone in porcellana a 750 euro cadauna.  Pubblicità ingannevole. Negli spot pubblicitari del-le automobili il consumatore ha compreso che la presenza dell’asterisco automaticamente rende poco credibile il messaggio perché incompleto o addirittura falso. Oggi l'asterisco sbarca trionfante nelle vendite odontoiatriche, adescando pazienti fiduciosi, millantando subdola  effimera conve-nienza. Impianto a 1 euro. Poco importa come e dove, l'im-portante è inserirlo.

Ad un artigiano che doveva fis-sare in casa dei tasselli per ap-pendere quadri, alla richiesta di un preventivo mi ha risposto: "Innanzitutto mi faccia usare ma-teriale di buona qualità perché se un tassello si rompe poi è difficile toglierlo. Il prezzo dipende inoltre da dove vanno inseriti i tasselli: se nel legno o nel tufo posso usar-ne uno semplice e se la cava con pochi euro. Se sono mattoni forati devo usare quelli ad espansione, che sono più costosi. Se devo bucare un vetro spesso mi occorre una punta speciale che si consuma velocemente e andrà via parec-chio tempo, voglio 80 euro. Se

devo inserire il tassello in un marmo importante mi devo prendere tutta la giornata, comprare le pun-te adatte e lavorare con molta pazienza: mi dovrà dare 250 euro perché se il marmo si spacca glielo devo ripagare..."Sorge allora una domanda spontanea: le ossa del cranio e le loro strutture contigue sono materiali ancora più facili del tufo o del legno?

Gianvito Chiarello Consigliere Nazionale SUSO

Una catena lowcost milanese

ha proposto al pubblico un

impianto dentale completo di

moncone e corona al prezzo di 1 (un) euro

Questa notizia che riportiamo integralmente è stata scritta dal Consigliere SUSO Gianvito Chiarello e pubblicata da Dental Tribune Italy Daily il 31 marzo

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NORME E PRASSI

Qualunque azienda, anche in

forma di dittaindividuale,

sebbene con solo un lavoratore, ha l’obbligo di

attuare quando prescritto in materia di

sicurezza suiluoghi di lavoro

A decorrere dal 2017

è stato disposto l’obbligo,

di comunicare trimestralmente in via telematica all’Agenzia delle

Entrate i dati delle fatture emesse

e ricevute

Le regole della sicurezzaCosa fare per il nostro

ambulatorio?

“Per favore, datecitregua in materia legislativo fiscale"

Il Decreto 81/2008 ha ribadito che qualunque azienda, anche in forma di ditta individuale, seb-bene con solo un lavoratore, ha l’obbligo di attuare quanto pre-scritto in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Scopo di questo articolo è offrire ai lettori, in for-ma sintetica, una panoramica su tali obblighi.Va però fatta una doverosa premessa: cosa si intende per “lavoratore”? Nell’immaginario comune è la persona “assunta” con un contratto a tempo deter-minato o indeterminato. Ma la norma prevalica il senso comune. Il Testo Unico ha infatti esteso la definizione a “persona che, indi-pendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’orga-nizzazione di un datore di lavoro

pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi dome-stici e familiari.” (art. 2, comma 1, lettera a, D.lgs. 81/08). Da tale definizione si evince come anche gli stagisti, tirocinanti, addirittura volontari, vi rientrino e quindi debbano essere tutelati dal datore di lavoro rispet-to all’ambiente in cui operano e ai rischi derivanti dalla mansione svolta.Partendo quindi da questo principio, necessario per capire se la propria realtà comprende o meno dei “lavoratori”, passiamo ad elencare principali ob-blighi a cui il datore non può sottrarsi per tutelare la salute e sicurezza.1. Il documento di valutazione dei rischi (DVR)Ogni datore ha l’obbligo indelegabile di effettuare la valutazione dei rischi e di formalizzarla in un docu-mento dove vengano specificati, i criteri e gli stru-menti adottati per la valutazione, le azioni correttive per limitare l’esposizione ai rischi, il livello del rischio residuo a fronte di azioni correttive, la programma-zione delle future disposizioni per il miglioramento continuo delle condizioni di lavoro. 2. Individuazione e nomina delle figure della si-curezzaÈ necessario formare una squadra di persone pre-parate per aiutare il datore nello svolgimento del suo ruolo, dal punto di vista della valutazione dei ri-schi e per la verifica della messa in atto da parte dei lavoratori delle norme di sicurezza. Le figure della sicurezza sono:a. R.S.P.P. (Responsabile del Servizio di Prevenzio-ne e Protezione): ruolo che può essere svolto dal datore di lavoro stesso, da un lavoratore o da con-sulente esterno. b. R.L.S. (Rappresentante dei Lavoratori per la Si-curezza): sono i lavoratori che devono eleggere il proprio Rappresentante, che dovrà verificare che il datore metta in atto gli obblighi di legge e che i suoi colleghi siano tutelati. Tranne nei casi in cui sia obbligatorio avere un RLS interno, se nessuno vuole ricoprire tale ruolo, sarà necessario rivolgersi ad un RLS territoriale.

c. ADDETTO/I LOTTA ANTINCEN-DIO. Può anche essere il datore: è colui che coordina eventuali situazioni di emergenza e/o la necessità di evacuare la struttura. Se l’attività lavorativa consta di più sedi (per esempio due studi), sarà necessario nominare due addetti, uno per sede. d. ADDETTO/I PRIMO SOCCOR-SO. Anche in questo caso può essere il datore, tanto più se me-dico.e. Medico competente (se neces-sario). Qualora sia necessario atti-vare un protocollo di sorveglianza sanitaria, consistente in visite me-diche periodiche, dovrà essere appannaggio di un Medico spe-cializzato in Medicina del Lavoro, quale consulente esterno.3. Formazione obbligatoria Per tutte le figure prima elencate e per i lavoratori, a seconda del li-

vello di rischio, sarà necessario impartire adeguata formazione. La formazione è sancita dal Decreto e dai successivi Accordi Stato-Regione che ne hanno definito la durata e i termini di validazione e di ag-giornamento. Oltre alle figure di sui sopra anche tutti i lavoratori devono partecipare a specifici corsi di formazione.4.Dispositivi di protezione individuali (DPI) I dispositivi devono essere adeguati al rischio, ma anche al lavoratore che li indosserà, per esempio nella taglia. L’uso dei DPI, se messi a disposizione del lavoratore adeguatamente istruito, diventano obbligo imprescindibile: il lavoratore colto ad ope-rare senza DPI sarebbe passibile di lettera di richia-mo ufficiale.5.Certificati di conformità e verifiche periodiche (impianti elettrici, riscaldamento, macchine …)Tutte le attrezzature dello studio, gli impianti elet-trici e di condizionamento devono essere correlati da certificati di conformità forniti dalle case produt-trici o dagli istallatori. In quanto ambienti sanitari, gli studi odontoiatrici devono sottostare alla veri-fica annuale degli impianti elettrici, biennale della messa a terra e degli elettromedicali rispetto alla dispersione elettrica.6.Protocolli operativiDato l’obbligo di informare i lavoratori sulle proce-dure da mettere in atto per la sicurezza e il corretto svolgimento delle mansioni, è bene stilare alcuni protocolli operativi da far leggere e sottoscrivere. Per esempio, auspicabile avere un protocollo ri-spetto alle operazioni di sterilizzazione che, oltre a citare le varie fasi, ricordi quali DPI utilizzare e quali test periodici effettuare sulle attrezzature a verifica della validità del processo.7.Mezzi antincendio e primo soccorso Deve sempre essere presente in studio almeno un estintore (il numero può aumentare in base ai metri quadri e alla disposizione degli spazi) e una casset-ta del primo soccorso, dal contenuto prescritto da legge. Gli estintori devono poi essere verificati ogni 6 mesi da ditta specializzata, mentre deve essere tenuta sotto controllo la scadenza dei presidi pre-senti nella cassetta di primo soccorso.8.SegnaleticaLa segnaletica ha lo scopo di comunicare ai lavo-ratori e a tutti gli avventori dello studio le regole, le prescrizioni e i divieti. Obbligatorio avere cartelli che indichino le uscite di sicurezza, il divieto di fu-mare, la presenza di estintori, l’obbligo di utilizzo dei DPI, per esempio in zona sterilizzazione, le zone sottoposte a rischio radiazioni ionizzanti etc.

Gli adempimenti fiscali non fini-scono mai e vengono emanati continui aggiornamenti. Siamo arrivati in una situazione in cui la stessa Direttrice dell’Agenzia del-le Entrate Rossella Orlandi, inter-venuta a Roma ad una convegno organizzato dall’Università Luiss, così ha risposto a chi le chiedeva quale fosse il suo auspicio per il prossimo futuro: “Di urgenze ce ne sono sempre tantissime, ma forse la principale è quella di avere una tregua nella produzio-ne legislativa in materia fiscale e sfruttarla per una riorganizzazio-ne di tutte le norme che regolano il settore”.

Ma come fanno i contribuenti, e nello specifico gli odontoiatri, ad orientarsi in questo ginepraio di norme ed adempimenti da rispettare. Cerchia-mo, quindi, di fare un aggiornamento su quelli nuovi entrati in vigore quest’anno. A decorrere dal 2017, è stato disposto l’obbligo, di comunicare trimestralmente in via telematica all’Agenzia delle Entrate i dati delle fatture emesse e ricevute. Tali dati dovranno essere inviati in forma analitica per ogni singolo documento. I primi chiarimenti sulla trasmissione telematica dei dati sono stati resi noti con la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 1/E del 7 febbraio 2017.

Come già indicato in un precedente articolo, per ogni documento dovranno essere comunicate le seguenti informazioni:• i dati identificativi dei soggetti coinvolti nelle ope-razioni;• la data e il numero della fattura;• la base imponibile;• l’imposta;• la tipologia dell’operazione.

Per l’anno 2017 inizialmente era previsto che le nuove comunicazioni dovessero essere trasmesse entro il 25 luglio 2017 quelle relative al primo seme-stre ed entro l’ultimo giorno del secondo mese suc-cessivo al trimestre quelle relative al terzo e quarto trimestre. Con il Decreto Milleproroghe vengono modificati i termini, disponendo la trasmissione telematica entro il 18/09/2017 per i dati relativi ai primi due trimestri ed entro il 28/02/2018 per i dati relativi al terzo e quarto trimestre 2017.

Le nuove comunicazioni sostituiscono l’obbligo di presentazione dello spesometro annuale, che co-munque deve essere trasmesso per il 2016 entro il 10 aprile 2017 per i contribuenti con liquidazione IVA mensile ed entro il 20 aprile 2017 per i contri-buenti con liquidazioni IVA trimestrale. Per l’anno

2016 (con riferimento al periodo di imposta 2015) gli odontoiatri erano esonerati dalla trasmissio-ne dei dati delle spese mediche già trasmessi al Sistema Tessera Sanitaria. Tale esonero non era stato riproposto per il 2017 e quindi in assenza di diverse indi-cazioni i dati delle spese mediche già trasmessi al Sistema Tessera Sanitaria nel 2017, dovevano es-sere nuovamente trasmessi con lo Spesometro.Con il comunicato stampa del 24 marzo 2017, l’Agenzia delle Entrate ha reso noto un provve-dimento che esclude dallo speso-metro riferito al 2016 tutti i dati già trasmessi al Sistema Tessera Sanitaria. Tuttavia, qualora risulti più agevole dal punto di vista in-formatico, è possibile comunque

inviare anche i dati già trasmessi al Sistema.

Sempre dal 2017 i soggetti passivi IVA devono co-municare trimestralmente i dati relativi alle liquida-zioni periodiche dell’IVA. Le comunicazioni devono essere effettuate entro l’ultimo giorno del secondo mese successivo al trimestre ad eccezione del se-condo trimestre che deve essere effettuato entro il 18 settembre 2017.

Da tale adempimento sono esonerati i soggetti passivi non obbligati alla presentazione della Di-chiarazione annuale IVA o all’effettuazione delle li-quidazioni periodiche. Per un odontoiatra è quindi sufficiente un acquisto di beni e servizi in reverse charge (sia acquisto intracomunitario, sia servizio ricevuto di manutenzione su immobile o servizio di pulizia) per rientrare tra i soggetti obbligati. In rela-zione agli acquisti intracomunitari di beni e servizi era stata inizialmente prevista l’abrogazione della trasmissione dei modelli INTRASTAT. Con il Decreto Milleproroghe tale adempimento è stato ripristina-to per il 2017.

Non sono passati ancora tre mesi dall’inizio dell’an-no e come si desume da quanto sopra riportato, c’è stata una continua emanazione di nuovi adem-pimenti e chiarimenti operativi. La speranza, che confidiamo non vana, può essere quindi solo quella anche auspicata della Direttrice dell’Agenzia delle Entrate di avere una tregua nella produzione legi-slativa in materia fiscale.

Maurizio Tonini Consulente Fiscale SUSO

Sara Luciani Consulente in materia

di sicurezza sul lavoroTitolare della Esselle Servizi snc

www.esselleservizi.it [email protected]

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NORME E PRASSI

“Sburocratizziamo l’ECM dandole una maggiore organicità”

Il sistema di aggiornamento delle professioni sanitarie ECM è vissuto dalle categorie interessate come uno strumento per realizzare una migliore pro-fessionalità nelle arti sanitarie, oppure come un ulteriore obbligo che appe-santisce la già difficile professione sia pubblica che privata?

Per rispondere a questa ed altre domande la Conferenza Stato Regioni ha dato il via libera all’unanimità al testo dell’Accordo che riordina «La forma-zione continua nel settore Salute» trasmesso il 2 Febbraio di quest'anno. Il provvedimento intende ristrutturare la Formazione Continua in Medicina con una sostanziale sburocratizzazione delle procedure apportando anche una maggiore organicità.

Tre sono gli obiettivi previsti: semplificare l'attività di professionisti e provi-der, rendere la stessa offerta formativa più mirata e adeguata a un'effettiva crescita professionale degli operatori sanitari e per ultimo, ma non meno importante, assicurare un uniforme miglioramento qualitativo, sia come con-tenuti sia come organizzazione, della formazione continua su tutto il territo-rio nazionale. Ci stiamo avviando verso una ripartizione delle competenze: la governance del sistema, con la determinazione degli standard minimi di qualità, sarà prerogativa della Commissione nazionale, che dovrà fissare le nuove regole nel «Manuale nazionale di accreditamento per l'erogazione di eventi Ecm», un documento a cui gli esperti stanno già lavorando e che sa-rebbe a buon punto. Saranno gli ordini, i collegi, le federazioni nazionali e le associazioni professionali che avranno il compito di vigilare sull’assolvimento degli obblighi formativi e ad attestare il numero di crediti effettivamente ma-turati e registrati. La Commissione nazionale si avvale dell’anagrafe nazionale Cogeaps per i professionisti sanitari che svolgono professioni sanitarie regolamentate ma non ordinate e non iscritti ad associazioni. L’attuazione amministrativa è in capo alle Regioni, che potranno individuare requisiti di accreditamen-to ulteriori purché «oggettivamente idonei a elevare la qualità dell'offerta formativa». Verranno attivati controlli atti alla verifica della trasparenza e indipendenza da interessi commerciali sia nei contenuti formativi che negli obiettivi didattici. È previsto un giro di vite sulla verifica qualitativa della forma-zione erogata dai provider. Saranno infatti eseguiti monitoraggi più stringenti post-accreditamento da parte dell'Osservatorio Nazionale, attraverso visite direttamente nel luogo di svolgimento dell'evento formativo. Organo ausiliare

della Commissione nazionale, l’Osservatorio Nazionale diventerà operativo vi-gilando sulla qualità dei contenuti, sulla gestione degli eventi formativi e sulla coerenza degli stessi che siano realizzati in sintonia con gli obiettivi formativi programmati.

Stop ai corsi scelti «a caso», solo per accumulare crediti. Sarà infatti il dossier formativo del medico, reso attivo in questo triennio, che fornirà l’espressione dell’aggiornamento, della coerenza della formazione rispetto «alla professio-ne, alla disciplina, alla specializzazione, al profilo delle competenze nell’eserci-zio professionale quotidiano. In questo modo il dossier rappresenta lo strumento che consente al profes-sionista sanitario di programmare e verificare il proprio percorso formativo alla luce del suo profilo professionale e della propria posizione «sia come singolo sia come soggetto che opera all’interno di gruppi professionali».

Marta Traversa

Legge Privacy e nuova normativa europea:

sei già in regola?

La nuova normativa europea in materia di privacy – emanata con il Regolamento Generale sulla protezione dei dati personali (GDPR) n. 679/2016 – abroga la Direttiva 95/46/C e si affianca, in Italia, al Codice privacy italiano (D.Lgs 19672003 c.d.).L’adeguamento e i nuovi adempimenti sono rivolti ad aziende della Pubblica Amministrazio-ne e professionisti in generale (quindi anche gli odontoiatri) obbligati a definire un nuovo asset-

to della “privacy” entro maggio 2018.

Per rispondere alle nuove esigenze normative occorre un differente “modello organizzativo” (Sistema di Gestione privacy o di “Data Pro-tection Compliance) sulla base di una prelimi-nare analisi dei rischi e un’autovalutazione per l’adozione delle migliori strategie a presidiare il trattamento dei dati.

Esempi del nuovo “modello”: ag-giornare i documenti, nominare il personale addetto, aggiornare informative e contratti, dotarsi di strumenti utili a valutare la propria accountability, dimo-strandolo all’Autorità Garante mediante misure tecnico orga-nizzative adeguate. La nuova regolamentazione della privacy impone pertanto ai professioni-sti singoli e organizzati in forma societaria, nuovi adempimenti (es. tenuta di un “Registro delle attività di trattamento”, revisione delle informati-ve privacy e formazione del personale dipenden-te che tratta dati personali) e specifiche misure di sicurezza (organizzative e tecniche, quali la pseu-donimizzazione o crittografia per garantire anche integrità e riservatezza dei dati), nonché l’introdu-zione di nuove figure soggettive e professionali per presidiare i processi organizzativi interni e garan-tire un corretto trattamento dei dati personali. In quest’ottica viene introdotto il Responsabile della Protezione dei Dati (RPD o DPO) - Data Protection Officer), responsabile della conformità e della cu-stodia dei dati, loro monitoraggio e attuazione dei diritti degli interessati. In base al Regolamento, tale figura può essere anche un esperto esterno (con contratto di servizi) alla struttura del Titolare/Re-sponsabile del trattamento e operare anche attra-verso un team di professionisti. Filo conduttore delle nuove disposizioni è una maggiore tutela per le persone, maggior protezio-ne dei dati personali, nuovi adempimenti (es: il “Re-gistro delle Attività di trattamento”) oltre a significa-tive sanzioni per chi violerà le prescrizioni: possono arrivare fino a 10 o 20 milioni di euro oppure al 2% o al 4% del fatturato totale mondiale annuo. Orga-ni preposti ai controlli, saranno l’Autorità Garante Privacy e la Guardia di Finanza.

Per evitare sanzioni ed essere conformi occorre quindi:- avviare un nuovo “modello or-ganizzativo”;- analizzare il livello di confor-mità interna (audit) e integrare la documentazione mediante il potenziamento dei contenuti dell’informativa, la definizione di idonee modalità di acquisizione e revoca del consenso, nonché l’obbligo di fornire la relativa pro-va (dimostrazione dell’acquisizio-ne del consenso)

- formare e sensibilizzare il personale dipendente;- implementare la compliance interna e adottare specifiche policy mediante:revisione dei regolamenti aziendali interni, ado-zione di un Registro delle attività di Trattamento, revisione e integrazione di tutti i contratti (corret-ta contrattualizzazione dei contratti con clausole privacy per la ripartizione delle responsabilità), re-alizzazione di una valutazione d’impatto sulla pro-tezione dei dati, adozione di una specifica “Data Retention Policy”, adozione di specifiche procedu-re per eventuali episodi di violazione di dati perso-nali (“data breach”);- designare un Responsabile della Protezione dei Dati (DPO)

Tutti i professionisti del settore sanitario dovran-no adeguarsi alle nuove disposizioni, non solo per evitare pesanti sanzioni (fino a 20milioni di euro) ma anche per essere più competitivi in un mercato unico digitale.

Alessandra Leone Vice presidente SUSO

Per rispondere alle nuove

esigenze occorre un differente

“modello organizzativo”

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NORME E PRASSI

Legge Gelli/Bianco: meno conflitti e risarcimenti più efficaci

all’insegna della qualità e sicurezza delle cure(Prima parte)

La Legge 24/2017, cosiddetta legge Gelli/Bianco, rappresen-ta un importante punto d’incontro fra la necessità di calmie-rare il contenzioso in ambito di responsabilità sanitaria da un lato e quello di garantire un sistema risarcitorio più effica-ce nei confronti del paziente. La ratio generale è comunque quella di implementare un sistema di qualità che ha come premessa la sicurezza delle cure considerata come elemen-to costitutivo del diritto alla salute, a garanzia in primo luogo del paziente stesso.

Un “articolo di principio”, che definisce la sicurezza delle cure come valore costituzionale, ritenendola parte integrante del diritto alla salute così come ricordato più volte dall’onorevo-le Gelli. La legge ha il pregio di affrontare il problema della responsabilità sanitaria, in maniera organica e completa, in-teressandosi del versante amministrativo, penale  e civile: la sicurezza delle cure e del rischio sanitario, l’importanza delle raccomandazioni contenute nelle linee guida e le buone pra-tiche, la responsabilità dell’esercente la professione sanitaria e della struttura sanitaria pubblica o privata, le modalità e le caratteristiche dei procedimenti giudiziari aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, gli obblighi di assicurazione e di forme alternative, l’importanza del ruolo della c.t.u. e della perizia.

Di grande rilievo la prima parte della legge, interamente dedicata all’implemen-tazione del rischio clinico, con l’istituzionalizzazione di un sistema operativo ben strutturato, volto da un lato alla prevenzione e gestione dell’errore e dall’altro alla rilevazione e “amministrazione” dei dati relativi al contenzioso. Gli articoli 2-5 prevedono come prima importante novità l’istituzione di nuovi organi:a) la figura del Garante del diritto alla salute (articolo 2), funzione che potrà essere affidata dalle Regioni all’Ufficio del Difensore civico. Esso potrà essere adito gratuitamente dai destinatari di prestazioni sanitarie per la segnalazione, anche anonima, di disfunzioni nel sistema dell’assistenza sanitaria e socio-sani-taria, agendo se necessario a tutela dell’interessato.b) l’istituzione in ogni Regione, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubbli-ca, del Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente, con il compito di raccogliere i dati regionali sui rischi ed eventi avversi e sul con-tenzioso . I dati raccolti devono poi essere trasmessi annualmente all’Osservato-rio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità così come previsto dal successivo articolo 3. L’osservatorio, ricevuti i dati, deve individuare le idonee misure per la prevenzione e gestione del rischio sanitario e il monitoraggio delle buone pratiche per la sicurezza delle cure, nonché per la formazione e aggiorna-mento del personale esercente le professioni sanitarie.c) Il successivo articolo 4 prevede l’obbligo di trasparenza delle prestazioni sa-nitarie erogate dalle strutture pubbliche e private nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali (d.lgs. n. 196/2003). La direzione sa-nitaria, su richiesta del paziente, deve fornire la documentazione sanitaria rapi-damente, da un minimo di 7 giorni ad un tempo maggiore solo però per ragioni chiare e ben esplicitate. Ancora più rilevante è l’obbligo per tutte le strutture sia pubbliche che private di pubblicare sul proprio sito Internet i dati relativi ai risar-cimenti erogati nell’ultimo quinquennio. Tale previsione costituisce una sorta di biglietto da visita per le strutture, assumendo un rilievo importante nella cono-scenza e nella valutazione della struttura da parte dell’utente. d) la parte dedicata al rischio clinico si chiude con una norma di passaggio fon-damentale come l’art. 5, interamente dedicata alle raccomandazioni contenute

nelle linee guida e alle buone pratiche mediche. La nuova legge richiede che tutti i professionisti sanitari si attengono ad en-trambe, con la necessità però di una loro contestualizzazione e da qui il loro carattere non vincolante. I passaggi fondamen-tali dell’articolo che racchiudono le maggiori novità sono: la loro operatività esclusivamente nell’ambito dell’imperizia (vedi successivo art. 6), il loro carattere non vincolante, la priorita-ria importanza delle linee guida rispetto alle buone pratiche, la necessità che siano elaborate da enti e istituzioni pubblici e privati nonché dalle società scientifiche e delle associazioni tec-nico scientifiche delle professioni sanitarie iscritte in apposito elenco istituito e regolamentato con decreto del Ministro del-la Salute (autorevolezza della fonte di provenienza), l’obbligo per l’Istituto superiore di sanità di pubblicare nel proprio sito internet le linee guida e gli aggiornamenti delle stesse indica-ti dal Snlg, previa verifica della conformità della metodologia adottata a standard definiti e resi pubblici dallo stesso Istituto, nonché della rilevanza delle evidenze scientifiche dichiarate a supporto delle raccomandazioni (l’importanza di un metodo verificabile).L’art. 5 è strettamente legato al successivo art. 6 che riforma la responsabilità professionale in ambito penalistico. Art. 6. Responsabilità penale del medico1. Dopo l’articolo 590 quinquies del codice penale è inserito il seguente: «Articolo 590 sexies. (Responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario). Se i fatti di cui agli articoli 589 e 590 sono commessi nell’esercizio della pro-fessione sanitaria, si applicano le pene ivi previste salvo quanto disposto dal secondo comma. Qualora l’evento si sia verifica-to a causa di imperizia, la punibilità è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto». La ratio che ha ispirato la legge di riforma è quella di depenalizzare la colpa sanitaria quando sussiste il rispetto della buona scienza rap-presentata dalle linee guida. Nel settore penalistico, si possono ripercorrere tre filoni principali giurisprudenziali che negli anni sono progressivamente mutati.Il primo, collocabile all’incirca fino alla fine degli anni ’80, aveva dato vita ad un orientamento piuttosto benevolo nei confron-ti dei sanitari che cagionavano per colpa eventi dannosi per il paziente. Trattandosi la professione medica di un mestiere particolarmente complicato e rischioso per riconoscere la sus-

sistenza della responsabilità doveva il professionista essere caduto in un errore grossolano e macroscopico, il cosiddetto errore inescusabile. La ratio di questo ragionamento poggiava sull’applicazione dell’art. 2236 cod. civ. anche in ambito penalistico, escludendo la responsabilità (come in civile) del prestatore d’opera solo per dolo o colpa grave, qualora la prestazione implichi la soluzione di pro-blemi tecnici di speciale difficoltà. Successivamente, tale orientamento fu superato da uno di contrario avviso che negò l’applicabilità della citata norma civile, se non nei casi di oggettiva speciale difficoltà, parametro da accertare in concreto caso per caso. Per il resto, ciò che si considerava rilevante per la determinazione della colpa penale era quanto disposto solo dall’art. 43 cod. pen., con la conseguenza che anche la colpa lieve poteva senz’altro assumere rilevanza criminale. Il terzo momento è rappresentato dall’intervento del legislatore con la cosiddetta legge Balduzzi (l. n. 189/2012) che segnò la terza stagione della responsabilità sanitaria. Tale legge richiedeva due requisiti per l’irrilevanza penale del fatto ille-cito colposo commesso dal medico. Da un lato, vi era il rispetto delle linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica, dall’altro lato l’assenza di colpa grave (art. 3, legge cit.). Tale articolo 3 ha dato vita ad una ricca produzione giurisprudenziale che ha sancito alcuni punti:a) le linee guida e le buone pratiche non hanno natura di norme cautelari, perché si tratta di direttive generali, istruzioni di massima, che vanno necessariamente applicate e modellate al caso concreto. Per conseguenza, il comportamento del medico può essere colposo anche ove perfettamente rispettoso delle suddette indicazioni scientifiche.b) la colpa, per operare l’esimente, deve essere lieve e non grave. In tal modo essa finisce per assumere “un duplice rilievo: per un verso è parametro per determina-re la gravità del fatto e dunque la misura della pena (art. 133 cod. pen.), per altro verso essa costituisce il discrimine tra rilevanza ed irrilevanza penale. Nell’opera-re tale discrimine occorre svolgere un giudizio basato sulle peculiarità del caso concreto (conoscenze scientifiche del tempo, caratteristiche dell’atto e dell’agente, grado di scostamento dallo standard del professionista modello, ecc.).”

La legge ha il pregio di affrontare

il problema della responsabilitàsanitaria, in

maniera organica e completa,

interessandosi del versante

amministrativo, penale e civile

segue da pag. 1

In vista del referendum

aboliti i voucher.Cosa succederà

in futuro?

Avv. Marco LamaGiuslavorista

Il Decreto Legislativo 24 settembre 2016 n. 185, pubblicato sulla GU 07/10/2016 n. 235 ed entra-to in vigore l’ 8 ottobre 2016, introduceva corret-tivi ai decreti individuati e noti nel loro comples-so come Jobs Act. Tra tutte le modifiche, quelle attinenti al Decreto Legislativo n. 81 del 2015, hanno riguardato anche la stretta sull’utilizzo dei voucher nel lavoro accessorio, strumenti che come noto sono stati aboliti da un prov-vedimento del Governo in vista di un possibile referendum. Sull’avvenuta abolizione e sue con-seguenze giuridico pratiche pubblicheremo nel prossimo numero un ampio servizio del nostro consulente avv. Marco Lama.

La giurisprudenza prevalente riteneva poi che la legge Balduzzi prevedesse la scriminante del-la colpa lieve nei soli casi di imperizia, e non di negligenza o imprudenza. poichè le linee guida e le buone pratiche contengono esclusivamente regole di perizia. Di diverso avviso una recente sentenza della Corte di Cassazione che invece ri-conosce la scriminante per ogni forma di colpa, purché lieve. (imperizia, imprudenza, negligenza).La legge “Balduzzi” ormai sul punto abrogata è considerata superata e sostituita dall’art. 6 della legge n. 24. A fronte dell’abrogazione è inserito nel codice penale il nuovo articolo 590-sexies, ru-bricato “Responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario”. “Se i fatti di cui agli articoli 589 e 590 sono commessi nell’esercizio della professione sanitaria, si applicano le pene ivi previste salvo quanto disposto dal secondo com-ma. (comma 2) Qualora l’evento si sia verificato a causa di imperizia, la punibilità è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge  ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico – assistenziali, sempre che le rac-comandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concre-to”. Non si parla più di colpa grave ma rimane il limite della sola imperizia, si fa riferimento solo ai reati di omicidio e lesioni colpose e le linee guida devono essere “definite e pubblicate ai sensi di legge”, ed in particolare ai sensi dell’articolo 5 del-la legge in commento, già analizzato.

Direttivo SIOFClaudio Buccelli

Paola Frati

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NON SOLO ORTODONZIA

Elena Comino: "Reportage unforgettable" di un’ortodontista in Patagonia

Una giornata passata fra legature e brackets, la mano che viaggia sicura per modellare un'ansa o attivare un arco, le serate trascorse tra la valu-tazione di un angolo SpP-GoGn, un tracciato e la preparazione di un piatto gourmet per la cena che ti rimette in quadro dopo le solite corse ad osta-coli. Fin qui tutto normale, a parte la cena versione masterchef (o hell's kitchen, come sostiene suo marito!)… "Cucinare mi rilassa" dice Elena Comino, specialista in Ortodonzia, che alterna la propria attività da libera professionista al tutoraggio nel reparto di Ortognatodonzia della Dental School di Torino, Università dalla quale proviene. Minuta e tranquilla, Elena da Mondovì, provincia di Tori-no, piena Langa, sostiene che la cucina le tiene le mani e la testa piacevolmente impegnati, ma non al punto da non poter pensare anche ad altro. “Altro” che di solito riguarda i viaggi, esperienza di vita che la accompagna da sempre e che ora condivide con Ruben, il marito. "Da sempre incurio-sita dal mondo che ci circonda, sono una viaggiatrice onnivora – dice di sé - Mi piace New York ma prefe-risco i parchi americani del South West, l'Olf Faithful di Yellowstone a Manhattan, tanto per capirci". Non solo fornelli, dunque, ma per fantasticare anche i racconti della nonna 95enne, grande viaggiatrice che per anni aveva continuato a dirle di un viag-gio in Patagonia: “È stato indimenticabile, il più bel-lo della mia vita". Ed allora tra un risotto al Barolo e un filetto in crosta, Elena ha avuto buon gioco a convincere il marito e a progettare quello che non definisce il “viaggio della vita” solamente per-chè contano che sia il primo di una lunga serie. Dal progetto, alla realizzazione di un’avventura che ha consentito alla coppia di collezionare in tre settimane una tale esplosione di sensazioni, un impatto forte e coinvolgente con la Patagonia, da farli tornare distrutti, ma estremamente asso-lutamente “carichi”.

Da dove iniziamo, Elena?Io adoro gli animali e la vita e in questa occasione ne abbiamo fatto indigestione. La Patagonia è un mondo a parte, un luogo ancora selvatico, nono-stante il turismo sia ormai un elemento presen-te. Potrei cominciare dalle cascate di Iguazù, che in fotografia sono bellissime, ma dal vivo sono

splendide, terrificanti soprattutto se osservate da un gommone che ci naviga sotto. Un turbinio di acqua, vapore, nebbia indescrivibile e, come ov-vio, un tripudio di arcobaleni.

E poi?Poi la sbalorditiva Gola del Diavolo, voragine che accoglie le acque in un tale marasma di vapore e acqua nebulizzata da impedire di vederne il fondo. E se l'esperienza vi mette appetito, state attenti ai lemuri che qui la fanno da padroni, ladri incalliti in grado di ripulirvi da qualsiasi cosa abbia un aspetto anche lontanamente commestibile.

Ancora...Irripetibili le esperienze di Punta Loma, raggiunta con molta difficoltà ed invasa da branchi di leoni marini ammassati, stile gregge di pecore, di cui abbiamo potuto osservare in dettaglio persino i baffi. E poi Punta Tombo con i pinguini di Magella-no, tra i piedi, padroni di casa, in formato folla da stadio. In questo lembo di continente una fauna incredibile, una varietà di specie da capogiro, ad appagare vista e tutti gli altri sensi. Però...

Però? Non so come spiegarlo, potrebbe sembrare un po' supponente sostenere che davamo tutto questo per scontato. In fondo eravamo lì per gli animali e la natura e sapevamo cosa aspettarci, anche se non in tale misura. Sapevamo insom-ma dove andare, cosa cercare. Ma nulla, che si possa leggere o sentir raccontare, può rendere il rumore terrificante dei lastroni che staccandosi dal Ghiacciaio Perito Moreno vanno a schiantarsi nell’acqua. Nulla può descrivere la potenza so-lenne di quella natura, la distesa sconfinata dei tronchi morti della Terra del Fuoco che non si de-compongono a causa del freddo. Per non parlare del vento incessante, contorno perenne alle più bizzarre condizioni climatiche, in rapida succes-sione nel giro di poche ore.

Oltre alla meraviglia, quali stati d’animo? L’ansia che assale il viaggiatore non estremo, quando si percorrono centinaia di chilometri senza incontrare anima viva. Quando è in corso

Un solo nome, mille progetti:L'Orthofan laboratorio ortodontico nasce in Pro-vincia di Teramo nel gennaio del 1994 ed in po-chissimi anni, l'ascesa è stata così imponente da arrivare a produrre dispositivi ortodontici su mi-sura, in tutte le regioni d'Italia ed in alcuni paesi all'estero.

L'Odontotecnico Fabio Fantozzi, si è sempre occu-pato della ricerca, dello sviluppo e delle strategie di comunicazione e di marketing al punto tale da aver creato il primo blog ortodontotecnico all'indi-

rizzo www.fabiofantozzi.it dove vengono generati post professionali anche da clinici di fama, al fine di generare discussioni produttive e formative nel-la branca dell'ortodonzia.

Già da oltre sei anni, Orthofan utilizza tutte le nuo-ve tecnologie 3D, dalle macchine di prototipazione in HD ai softwares di set-up: siamo gli unici in Italia a possederne ben 4 per produrre aligners di cui vi parleremo di certo più avanti!Oltre questo, Orthofan ha generato un altro brand importantissimo di caratura Internazionale: Or-thofanPro. Si tratta di un marchio che introduce nel dentale italiano, paradenti professionali su misura per tutte le tipologie di sport, utilizzando sistemi unici al mondo come la stampa UV per la personalizzazione e la fibra di carbonio per il rin-forzo e la corretta distribuzione delle forze in caso di impatto.

Oltre questo, Fabio ha anche ideato italiatech.net, una rete d'impresa di 40 laboratori -20 che pro-ducono ortodonzia e 20 che producono protesi-, nata per distribuire dispositivi medici su misura

esclusivamente all'estero. Alla fiera IDS di Colo-nia, quest'anno è stato presentato ufficialmente il gruppo e numerosissimi distributori provenienti da tutto il mondo, hanno chiesto di voler collabo-rare con questo gruppo davvero innovativo.Cosa dire di più? Il futuro ormai è il presente e purtroppo, in questo settore, molti stanno invecchiando senza accor-gersi. Orthofan è orgoglioso di essere al passo con i tempi e di dare sostegno ai propri clienti odonto-iatri in materia di prodotti, formazione ed informa-zione: cosa volere di più?

L.D.B.Strategy of develop and research

in Orthofan Orthodontic lab

una roulette russa fra voi e l'auto e che si scioglie solo quando si arriva alla stazione di rifornimen-to successiva. Con l'incognita della disponibilità di carburante, tuttavia, che sembra preoccupare solo voi e non altre centinaia di persone in coda, magari dalla sera precedente. È l'ironia dei loca-li per la vostra ricerca di campo per il cellulare. È l’incertezza del bancomat, strumento che ha raggiunto anche questo lembo di civiltà. Ma una volta introdotta la “tarjeta”, non date troppo per scontato di poter ricevere il denaro.

E la gente? Il cibo?Nella Peninsula Valdes ha un suo fascino il rito

della degustazione al tramonto, del mate in fami-glia e con gli amici. È un infuso di erbe ricco di caffeina, dal sapore amaro non molto gradito a noi occidentali. Da queste parti si è soliti girare per le strade con termos per l'acqua calda e una tazza, una zucca svuotata, con una cannuccia di metallo speciale per filtrare il liquido. Un cenno a parte sulle difficili condizioni di vita, con i prezzi scritti a matita poiché in continuo cambiamento, giorno per giorno, causa inflazione.

Intervista a cura di Giulio Del Mastro

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Fabio Fantozzi ed il brand Orthofan: l'evoluzione prima del futuro!

ANNUNCIO PROMOZIONALE

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INCONTRI E CONGRESSI

Spring Meeting SIDO a Firenze

Al XXIV Collegio dei Docenti di Milano Ortognatodonzia alla ribalta in 4 Sessioni

“Disturbi respiratori e malocclusione in età evolutiva e a fine crescita”: un Convegno a Sondrio

Congresso SINET Napoli, Sabato 13 Maggio “Terapia e prognosi delle retrusioni mandibolari”

Incontro a Bolzano il 5 e 6 maggio “per far fiorire i sorrisi e gli orizzonti nel mondo sportivo”

“L’Ortodonzia cambia rapidamente e il successo della terapia spesso richiede a tutti noi di stare al passo con i tempi, seguendo suggerimenti clinici sempre più innovativi”, di qui la scelta dell’Inter-national Spring Meeting (svoltosi il 17 e 18 Marzo, presso il “Padiglione Cavaniglia” nella Fortezza da Basso di Firenze) di intitolare l’edizione 2017 con le “Top Clinical Tips” fornendo informazioni di livel-lo su temi (una mezza dozzina) di attualità dell’Or-todonzia clinica, scelti per essere caratterizzati da abilità diagnostica, pratica clinica collaudata e at-titudine tecnologica. “È stata un’occasione – dice Paola Cozza, Presidente SIDO organizzatrice, - per un confronto scientifico dove sapere ed espe-rienza rappresentano un terreno fertile, coltivare nuove idee e acquisire informazioni sulle ultime novità”. Ad implementare il valore dell’incontro di Firenze, tra apprezzati italiani, anche nomi stranieri di vaglia. Basterà citare Peter Ngan, ti-tolare della cattedra Branson-Maddrell alla West Virginia University, Direttore del Dipartimento di Ortodonzia della Facoltà di odontoiatria della stessa università, Jasmina Primozic, Premio Hou-ston Research Award dalla Società Europea di Or-todonzia, componente del Comitato di redazione dello European Journal of Orthodontics e Benedict Wilmes, Professore ordinario all’Università di Düsseldorf, revisore scientifico di molte riviste specialistiche e conferenziere in una cinquantina di Paesi. Tra i commenti dei partecipanti abbiamo raccolto quello della Scuola di Ortognatodonzia di Napoli (SON, Università della Campania), diretta da Letizia Perillo: “Due giorni intensivi e proficui, un perfetto mixing di cultura e socializzazione, un’occasione giusta per confrontarsi e crescere insieme” durante i quali la SON ha presentato il nuovo protocollo SEC III per la terapia delle III clas-si dento- scheletriche, suscitando molto interesse e domande dentro e fuori l’aula. Da ricordare an-che il premio “Best Poster Presentation” aggiudi-catosi per il poster realizzato da Fabrizia D’Apuzzo e Gianpaolo Cuccurullo, uno dei sette presentati nel complesso dalla Scuola.

In occasione dello Spring Meeting si è svolta anche a Firenze la riunione del Consiglio nazionale SUSO, il primo dopo il rinnovo delle cariche avvenuto a Torino. Un incontro “operativo e partecipativo”, durante il quale il Presidente Pietro di Michele ha sottolineato ancora una volta il valore di servizio e supporto alla professione svolto dal sindacato. “Più che un grande impegno, - ha ricordato – ne occorre un piccolo ma quotidiano, per dare valore aggiunto al ruolo del sindacato e diventare punti di riferimento per la professione”. Nel tracciare un nuovo percorso la parola d’ordine sindacale e pro-fessionale è sempre la stessa: il “cambio passo”. Nei successivi interventi sono emersi alcuni pun-ti “caldi” non solo dell’Ortodonzia, ma dell’Odon-toiatria italiana: la pubblicità sanitaria (Monica Castellano), il diverso “peso” (specie nel pubbli-co) tra laurea in Odontoiatria e Medicina (Maria Leonardi), promozione immagine e comunicazio-ne (Patrizia Biancucci), nuova polizza assicurativa (Gabriella Ceretti), qualificazione e certificazione professionale (Umberto Garagiola), programma-zione degli eventi sindacali (Antonio.Cesta), possi-bili modifiche dello Statuto (Willy Manuzzi).

Dal 6 all'8 aprile si sono svolte le tre giornate del XXIV Collegio dei docenti di Odontoiatria, un Con-gresso che ha visto la presenza di tutte le Università Italiane e loro docenti nelle discipline odontoiatri-che. Nei due giorni di Congresso si è anche svolto il XXII Simposio delle Scuole di Specializzazione di Ortognatodonzia. Inaugurato da Ersilia Barbato, Professore Ordinario e Presidente del CLOPD del-la Sapienza e da Paola Cozza, Ordinario a Tor Ver-gata nonché Presidente SIDO, il Simposio è stato suddiviso in 4 sessioni: Indicazione ed efficacia del trattamento ortopedico funzionale, Ricerca Pre-mio Tiziano Baccetti, Finalizzazione ortodontica ed implicazioni gnatologiche, ed infine Ancoraggi extraorali in supporto al trattamento ortodontico. Introdotta dalla prolusione di Paola Gandini (che ha fatto una disamina sulla reale efficacia della terapia ortodontica funzionale) nella prima Sessione, dedi-cata alla terapia funzionale, un particolare interesse è stato rivolto al trattamento no compliance delle seconde classi scheletriche ed a quello precoce

delle III classi scheletriche. I diversi casi clinici sono stati presentati e commentati da studenti delle relative Scuole di specializzazione. Nella Sessione clinica nuovi protocolli di trattamento e dispositivi funzionali sono stati descritti ed infine commentati dai docenti di Ortodonzia e studenti specializzandi presenti in aula. L’Odontoiatria digitale quale meto-do diagnostico e di raccolta dati, è stato il comune dominatore della Sessione ricerca. Si sono alterna-te diverse indagini sull’utilizzo delle miniviti ortodon-tiche e implicazioni parodontali da trattamento or-todontico. L’ultima parte del sabato è stata dedicata alla presentazione di diverse strategie di ancoraggio in supporto al trattamento biomeccanico e a quello ortopedico funzionale, oltre alle relative implicazioni gnatologiche.

Gaetano Illuzzi

Terapia e prognosi delle retrusioni mandibolari. All’insegna di questo tema la Società italiana di Te-rapia non estrattiva (SINET) presieduta da Adolfo Ferro tiene il 13 maggio a Napoli il suo XIV Con-gresso nazionale: un’intera giornata con numero-si interventi di tutto rilievo. Apre la serie Raffaele Schiavoni con i riflessi clinici della crescita mandibo-lare seguito dall’intervento (ore 11) di Roberto Deli, Cattedra alla Facoltà di Medicina della Cattolica di Roma, il quale parla delle ricerche di Petrovic e la terapia delle Cl. II. Sugli attivatori e le controversie in grado di suscitare si intrattiene Birte Melsen (ore 12) per lasciar spazio nel primo pomeriggio all’evi-denza del trattamento delle retrusioni mandibolari (a cura di Roberto Martina). Di taglio decisamente chirurgico gli interventi successivi: Lorenzo Trevisiol si sofferma sulle tre fasi della diagnosi, pianificazio-ne e trattamento, mentre Aldo Bruno Giannì sul controllo della dimensione scheletrica nelle II classi chirurgiche. Concludono Luigi Califano focalizzan-do gli “oucomes” delle vie aeree nelle retrognazie mandibolari chirurgiche ed il pubblico che certa-mente sarà sollecitato a proporre domande, dato l’interesse degli argomenti affrontati.

Decisamente polivalente il Congresso SIOS (So-cietà Italiana di Odontostomatologia dello sport), undicesima edizione riferendosi infatti, non solo al paradenti, questo sconosciuto, ma anche ad un altro illustre uscito antecedente nell’ambito di un più ampio quadro tra sport, trauma e prevenzione. L’incontro in programma a Bolzano il 5 e 6 mag-gio intende far fiorire sorrisi e orizzonti del mon-do sportivo, coinvolgendo sia coloro che praticano lo sport (atleti) che il mondo che vi ruota attorno (organizzatori, società sportive, manager assicura-zioni, promotori di eventi, giornalisti, sistema sanita-rio) ecc. Obiettivo? Realizzare un progetto comune di prevenzione e miglioramento della salute orale dello sportivo, perché solamente così si potrà ga-rantire una miglior prestazione dell’atleta e aggre-gazione in tutto il mondo sportivo. Solo in questo modo si potrà garantire una miglior prestazione e aggregazione. Volendo continuare ad essere (la SIOS) ossia un punto di riferimento ed anello di congiunzione, “per allargare i sorrisi e gli orizzonti del mondo dello sport”.Per info: Segreteria organizzativa: Roberto Bec-cari, Viviana Conci [email protected] Per programma e scheda iscrizione: www.sios.it

Organizzato a Sondrio dalla locale Sezione SUSO e dall’Azienda Ospedaliera Valtellina si tiene il 6 maggio un convegno su “I disturbi respiratori e la malocclu-sione in età evolutiva e a fine crescita” per sensibi-lizzare varie specialità al trattamento interdisciplinare del problema. Apre Giampietro Farronato, Ordinario di Ortognatodonzia a Milano, con “Funzione respira-toria e malocclusione. Il ruolo dell’ortognatodontista nel trattamento dei disturbi del respiro” cui segue la relazione su “La sindrome della apnee ostruttive del sonno (OSAS): metodiche diagnostiche e trattamen-to ortognatodontico” a cura di Umberto Garagiola, Cattedra di Ortognatodonzia a Milano. È poi la volta degli otorinolaringoiatri: Pasquale Capaccio, Associa-to all’Università di Milano, spiega il ruolo della sua di-sciplina nel trattamento dei disordini respiratori delle alte vie. Conclude Pietro di Michele, Direttore del re-parto Odontostomatologia di Modena illustrando le linee guida ministeriali ed i livelli essenziali di assisten-za riguardanti le OSAS.

Lorenzo CigniPresidente Sezione SUSO Sondrio

Info ed iscrizioni (gratuite) tramite https://formazione.asst-val.it.Ufficio Formazione tel. 0342 521006email: [email protected]

Per info e iscrizioni: Segreteria Organizzativa: Media Congress srl Tel +390817616181 www.mediacongress.it - [email protected]

Un momento del Congresso

L’incontro del Direttivo SUSO

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA

UFFICIO FORMAZIONE ASST Valtellina ed Alto Lario

tel 0342-521006 0342-808323 Fax 0342-521123 E-mail [email protected]

MODALITA’ DI ISCRIZIONE

DIPENDENTI ASST VALTELLINA E ALTO

LARIO DIRIGENTI iscrizione on-line accedendo al Portale

della Formazione: https://formazione.asst-val.it COMPARTO iscrizioni tramite Ufficio Infermieristico

di riferimento

PERSONALE ESTERNO Iscrizione on–line tramite Portale della

Formazione: https://formazione.asst-val.it

L’iscrizione è gratuita ed è preferibile effettuarla entro il 3 maggio 2017

CONVEGNO ACCREDITATO ECM/CPD

crediti formativi 3,5

I disturbi respiratori

e la malocclusione in età

evolutiva ed a fine crescita

6 MAGGIO 2017

CREDITO VALTELLINESE SONDRIO

SALA VITALI

Via delle Pergole,10

RESPONSABILE SCIENTIFICO Dott. Lorenzo Cigni

Dirigente Medico Odontoiatra

RELATORI Prof. Giampietro Farronato Ordinario di Ortognatodonzia Università di Milano Presidente Corso di Laurea in Odontoiatria e protesi dentaria

Prof. Umberto Garagiola Ricercatore Ortognatodonzia Università Milano

Prof. Pasquale Capaccio Associato Cattedra Otorinolaringoiatria Università Milano

Dott. Lorenzo Grillo Della Berta Dirigente Medico Otorinolaringoiatria ASST Valtellina ed Alto Lario

Dott. Elio Narducci Dirigente Medico Otorinolaringoiatria ASST Valtellina ed Alto Lario

Dott. Gabriele Redaelli Dirigente Medico Otorinolaringoiatria ASST Valtellina ed Alto Lario

Dott. Pietro Di Michele Direttore Odontostomatologia UOC AUSL Modena

L’EVENTO E’ APERTO ALLE SEGUENTI

PROFESSIONI SANITARIE:

Odontoiatri - Medici Chirurghi -

Pediatri - Specialisti in Otorinolaringoiatria -

Specialisti in Chirurgia Maxillofacciale -

Logopedisti - Infermieri

Per un massimo di 70 partecipanti

3,5 crediti formativi

Con il patrocinio di :

Ordine dei Medici di Sondrio

SUSO (Sindacato Unitario Specialisti in Ortognatodonzia)

SIDOP (Società Italiana di Ortodonzia Prechirurgica

SIO CMF (Soc.It. Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo-facciale)

Con il contributo incondizionato di:

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INCONTRI E CONGRESSI

Al XXX Congresso Nazionale AIG la Gnatologia clinica dalla teoria alla pratica negli studi

A Rimini il XXIV Congresso Nazionale Ortec "Teamwork in Orthodontics"

Salerno: l’attualità degli attivatori nelle terapie non estrattive al Congresso Nazionale dell’AIFO

Congresso SUSO a Rubano (Pd) 27 MaggioOrtodontista e paziente: la comunicazione requisito essenziale per allearsi nella terapia

Tra gli eventi di rilievo per il mondo dell’ortodonzia, il XXX Congresso Na-zionale organizzato dall’Associazione Italiana Gnatologia (AIG) in program-ma a Parma dal 19 al 20 maggio è fo-calizzato sulla Gnatologia clinica, “per costruire un ponte di comunicazione e scambio di conoscenze tra medici e tecnici”. Due giorni per rispondere al quesito: Quali i parametri da seguire per una giusta riabilitazione occlusale? Previsti interventi di relatori di vaglia, tra cui Sandro Palla, professore emeri-to dell’Università di Zurigo oltre a varie tavole rotonde con partecipanti di prestigio.Il Congresso riporta la gnatologia clinica al cen-tro delle discipline odontoiatriche presentandosi come momento di incontro tra le figure del me-dico e del tecnico: un’unione necessaria nel pro-cesso di riabilitazione occlusale.Nelle due giornate, i partecipanti verranno invita-ti dal Direttivo ad affrontare approfondimenti più pratici oltre le metodiche e le terminologie per ar-rivare di comune accordo a conclusioni pratiche. Unione e comunione di aspetti teorico-pratici. In questo l’evento invita i relatori a focalizzarsi sul quesito base del Congresso, ma anche a scindere

scienza e credenze popolari, argomen-to che Palla affronterà nel pomeriggio della prima giornata. Incentrati invece sulla protesi, gli interventi del sabato mattina di Sandro Pradella e Claudio Nannini, mentre Costanza Micarelli e Stefan Schunke illustraranno la loro flow chart di lavoro. A conferma di un’u-nione sinergica possibile e necessaria tra le figure cliniche coinvolte nella ri-abilitazione occlusale la seconda parte dell’ultima giornata verrà animata dal socio fondatore Claus Avril, l’ortodon-tista Dario D’Alessio ed il tecnico Luca

Vailati. Puntualizza Francesco Ravasini, segretario nazionale AIG “Vorremmo tracciare una strada che semplifichi ed avvicini tutti i colleghi alla gnatologia – dice - perché noi siamo “gnatologi tutti i giorni La nostra disciplina non è una setta per pochi eletti: es-sere gnatologi altro non vuole dire che essere medici, odontoiatri che curano le patologie del cavo orale ri-spettando i parametri occlusali. È quello che tutti noi, con grande scrupolo proviamo a fare”.

Info segreteria AIG:Info e iscrizioni: [email protected] - www.aignatologia.it

In uno scenario di sinergia ed innovazione, l’OR-TEC (Associazione Tecnici Ortodontisti Italiani) si prepara per l’ottava volta all’incontro culturale annuale di inizio estate (8/10 giugno) nella sede dello storico Savoia Hotel di Rimini. L’evento “Te-amwork in Orthodontics” si propone come mo-mento di crescita e condivisione.  La vera festa dell’ORTEC è la consolidata sede e la recente sto-ria dei convegni: vi prenderanno parte relatori di alto profilo, cuore pulsante di tre giornate, ricche di contenuti e eventi conviviali oltrechè di aggre-gazione personale.Come sempre, il Convegno si pone l’obiettivo di elevare il livello culturale del comparto  tecnico/ortodontico italiano, con uno spirito sinergico nei confronti della componente clinica di riferimento. Non a caso il Convegno è patrocinato dal SUSO, con cui lavora in stretto spirito di collaborazione. I lavori cominceranno giovedì 8 giugno, con l’in-tervento di Eric JW Liou (Taiwan), relatore di fama mondiale per il contributo alla ricerca scientifica in Ortodonzia tra cui un innovativo protocollo cli-nico per l’avanzamento del mascellare superiore in seguito alla disgiunzione palatina. La sua relazione “Gestione dei pazienti di III cl. dall’adolescente all’adulto: Ortodonzia - Ortope-dia mascellare - Ortognatodonzia” sarà dunque un momento in cui più discipline si uniranno nella valutazione e organizzazione nella persona-lizzazione di trattamento delle terze classi sche-letriche, mentre con ORTEC Running avrà inizio venerdì, una breve maratona non competitiva di circa 45/60 minuti che dal Bagno “Dolce vita” proseguirà per il lungomare. Alla sua 2° edizione, dopo la numerosa partecipazione dello scorso anno, vuol rappresentare un momento di aggre-gazione per i soci in occasione dell’appuntamen-to congressuale.Tra i relatori che daranno lustro al convegno, an-che Maria Grazia Piancino, Ricercatore e Profes-sore aggregato della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Torino, dedita attualmente allo studio dei cicli masticatori e dei movimenti funzionali dell’apparato stomatognati-co nel bambino e nell’adulto. Di recente acquisi-zione è anche lo studio della risonanza magneti-

ca funzionale per l’individuazione dell’attivazione delle aree cerebrali durante la masticazione. Nella sala adiacente il Congresso, è stata orga-nizzata una sessione dedicata ai poster tecnici, esposizione proposta solo al Convegno di Rimini, nuovo modo di comunicare che permette ai soci straordinari di contribuire in modo attivo alle pre-sentazioni culturali dell’Associazione. Ogni anno vengono esaminati vari dispositivi ed altrettante tecniche di costruzione. Al Convegno prevista inoltre la presenza di rappresentative aziende del panorama ortodontico Italiano, che a loro volta grazie ai work shop formativi contribuiranno ad arricchire la proposta formativa. Sabato 10 William J. Clark, ortodontista scozzese conosciuto per lo sviluppo dell’apparecchio Twin Block, dopo 10 anni torna a presentare ai Soci ORTEC la sua filosofia: un dispositivo funzionale per la correzione delle malocclusioni di 2° clas-se, creato nel 1977 in Scozia e sempre più uti-lizzato. Clark che nel 2004 ha sviluppato anche l’apparecchio invisibile TransForce, parlerà dei nuovi orizzonti dell’Ortodonzia. Tra i momenti di convivialità ed amicizia, giovedì sera cena per tutti i partecipanti all’Osteria La Sangiovesa, nel borgo collinare di S. Arcangelo di Romagna, mentre il ve-nerdì è previsto un aperitivo presso l’Embassy, lo storico locale riminese di felliniana memoria. Dice Roberto Giammarini, attuale Presidente ORTEC, sodalizio che nel 2018 compirà il mezzo secolo di vita: “Sicuramente le prospettive della professio-ne ci vedranno impegnati in una crescita sempre maggiore del know how tecnologico, specie digi-tal, in un’ottica comunque votata alla qualità dei dispositivi forniti ed integrata magari con servizi di valore e sviluppo.”

Chiara Pergolizzi

Per info e iscrizioni: www.ortec.it E-mail: [email protected]: 075 50 55 033

Il 19 e 20 maggio si svol-gerà a Salerno il Con-gresso Nazionale AIFO sull’attualità dell’utilizzo degli attivatori nelle te-rapie non estrattive. Nel presentare il Congresso il Presidente Luigi Scotti sottolinea come intesi in senso ampio come apparecchi ortopedi-ci-funzionali gli attivatori hanno rappresentato per molti decenni la risposta ortopedica alle tera-pie ortodontiche ed attraverso di essi si è cercato (spesso riuscendo) di risolvere il rapporto spazia-le tra i due mascellari. Storicamente nascono come ausili terapeutici per la cura delle malocclusioni di Classe Secon-da, prima divisione, per favorire l’avanzamento della mandibola con il presupposto di stimolar-ne la crescita. La letteratura è ricca di studi sia a favore che contro l’ipotesi di azione di crescita mandibolare indotta dall’utilizzo di questi appa-recchi. Molti autorevoli Autori hanno promosso il loro particolare tipo di apparecchio inventato e costruito sulla base di ipotesi teoriche ed i cui ri-sultati clinici sono stati spesso oggetto di critiche più o meno velate.

L’incontro promosso dall’ AIFO si propone di fare il punto sulla attuale validità clinica di tali dispo-sitivi utilizzati in base ad una attenta valutazione diagnostica verso la scelta di terapie non estrat-tive nella pianificazione delle quali gli attivatori trovano l’indicazione del loro utilizzo. Ne verranno presentati vari tipi, chiarendone le caratteristiche concettuali e mostrando i ri-sultati clinici ottenuti attraverso l’utilizzo, in un confronto che esuli dalle difese campanilistiche e verso l’incremento della conoscenza teorica e, soprattutto, clinica. Il programma delle giornate congressuali si svolgerà nel confronto clinico e scientifico degli ausili terapeutici utilizzati dai vari relatori, come riportato di seguito:

Venerdi 19 maggio 2017 8.30 – 9 Registrazione9. – 9.30 Presentazione dell’incontro Dr. Luigi Scotti 9.30 – 11 “Il regolatore di funzione di Fran-kel ed il Twin Blok di McNamara: esperienze cliniche”. Dott.ssa Bar-bara Monaco 11. – 11.30 Pausa

11.30 – 13 “Valutazione extraorale del rapporto mandibolo-cranico nell’applicazione dell’attivato-re” Dr. Stefano Frediani 13 –14 Pausa pranzo 14. – 15.30 “ La riprogrammazione motoria in ortodonzia funzionale” Dr. Stefano Corti 15.30 – 16 Pausa 16 – 17.30 “L’attivatore di Andresen-Bondi: il suo ruolo nella pianificazione terapeutica in ottica funzionale” Dr. Luigi Scotti17.30 – 18 Discussione Sabato 20 maggio 2016 9. –16 Presentazione di casi clinici – DiscussioneDopo il Congresso di Salerno, l’AIFO tornerà a Firenze il 10 e 11 Novembre 2017 per affronta-re un’altra tematica che mette a confronto varie scuole di pensiero ortodontiche su “il recupero di spazio”. Verranno presentati tutti gli ausili te-rapeutici utilizzati in ottica funzionale, dove sulla base di una diagnosi unica ed individuale si elimi-nano le possibilità estrattive al fine di ripristinare una occlusione fisiologica. Nell’ottica di unifor-marsi a livello diagnostico, la giornata del saba-to mattina sarà improntata sullo sviluppo di un linguaggio comune, mentre ad anticipare il Con-gresso di Firenze ci sarà un corso precongressua-le organizzato dall’AIFO sull’Attivatore del Prof. M. Bondi, tema svolto e presentato a Salerno.Info: [email protected]

Felice TartaglioneSegretario AIFO

“Il ruolo della comunicazione, stru-mento essenziale per lo sviluppo dell'alleanza terapeutica”.  Su que-sto tema fondamentale è in pro-gramma il 27 maggio a Rubano (PD) un incontro assieme ai componenti del Consiglio Direttivo della Sezione Provinciale SUSO di Padova.

Per fornire al paziente la possibilità di compiere una scelta consapevole in merito alla terapia proposta, l’in-contro darà infatti ampio spazio a relazioni che enfatizzeranno come il concetto di consenso non possa prescindere da un'approfondita in-formazione.

Cardini del concetto di alleanza terapeutica sono infatti l’esplicita condivisione di obiettivi da parte del medico e del paziente, la chiara definizione di compiti reciproci all'inizio del trattamento e il costituirsi di un legame di fiducia e rispetto.

Nell’incontro verranno altresì analizzate diffusa-mente le tecniche di coaching, programmazione

neurolinguistica e di psicologia po-sitiva che possono aiutare il profes-sionista ed il suo team ad avere una comunicazione efficace ed un rap-porto empatico con i pazienti.

Il contesto dove si svolge l’incontro è quello gradevole del Parco Etno-grafico di Rubano: una giornata di formazione ed aggiornamento  per-metterà agli Odontoiatri, agli Orto-dontisti ed al loro team di affinare conoscenze e competenze utili per comunicare e condividere i percorsi terapeutici con i pazienti.

Antonio CestaSegretario Nazionale SUSO

Presidente della Sezione di Padova

Per info e iscrizioni: EMMEDUE GROUP Dott. Marta Traversa: CELL. 3661736627 e-mail: [email protected] www.corsiecm.emmeduegroup.it

Dr. Francesco Ravasini

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VARIE

La sera del 12 luglio 1960 il Dottor Gino

Morelli, dentista di Pisa, venne

fermato mentre stava per salire

al piano superiore del Circolo del

Tennis di Castiglioncello...

Il parigino Jacques Lefoulon

"lo specialista che corresse le malocclusioni"

Ex libris: due novità Edra su “Terapie Ortodontiche”

e su “Trattamenti ortodontici complessi”

Negli anni miracolosi del boom italiano

la vendetta dei dentisti sui divi del cinema

Scarse sono le notizie riguar-danti la giovi-nezza di Jacques Lefoulon, nato a Parigi nel 1798, il quale afferma di aver effettuato la sua preparazio-ne come autodi-datta, basandosi sullo studio dei testi di vari Autori, (Bourdet, Delabarre, Fox, Maury). Iniziò la professione di odontoiatra a Parigi, dedican-dosi principlamente all’Ortopedia dentale, che per primo denominò “Orthodonsie”, definendola “quella parte di arte dentaria che si occupa delle deformità congenite o accidentali della bocca”, quindi “la spe-cialità che corregge le malocclusioni”. Fu, in effetti, tra i pionieri di questa branca odontoiatrica descri-vendo, fra i primi, l’atresia dei mascellari e la possibi-lità di correggerla mediante appositi apparecchi che ne praticavano l’estensione. Nel 1839 iniziò a pub-blicare a Parigi, sulla “Gazette des Hospitaux” una serie di articoli riguardanti la pratica da lui definita “una nuova specialità”; nel 1841 diede alle stampe il “Noveau Traitè théorique et pratique de l’art du dentiste“ , la sua opera più importante, dove espose diverse nuove teorie. Avverso all’avulsione dentaria a scopo correttivo, ritenendola una mutilazione, sostenne che anche le ossa mascellari durante lo sviluppo aumentano come tutte le altre del corpo umano, per cui anche i denti sovraffollati, prima o poi, trovano lo spazio per allinearsi. Si mostrò favo-revole invece alla cosiddetta “forza eccentrica” con-sistente nel praticare quotidianamente l’espansio-ne del mascellare superiore. Introduceva le dita in bocca al bambino a livello dei processi alveolari pa-latini, esercitando appunto una forza di tipo eccen-trico. Fu sostenitore di una banda d’oro, da fissarsi

su un dente sano, che dove-va servire quale punto d’appoggio per fili d’argento da utilizzare per i raddrizzamenti dentali. Affermò, fra l’altro, che le ir-

regolarità dentarie sono correlate alle anomalie fonetiche e di pronuncia, dove l’azione della lingua determina lo spostamento in avanti degli incisivi su-periori.Nel 1859 pubblicò un altro trattato, da considerarsi fra i più completi dedicati solo all’Ortodonzia: “Des deviations de dents et de l’orthopédie dentaire. Des soins de donner aux enfants à l’époque de la seconde dentition“, in cui vengono rielaborate le te-orie già esposte, corredate da numerosa casistica clinica. Da un punto di vista odontoiatrico generale fu contrario all’utilizzo dell’amalgama di Regnart e di Taveau, che iniziava allora ad affermarsi, soste-nendo che provocava gravi gengiviti. Affermò quin-di di preferire l’oro come materiale da otturazione, seguendo un personale metodo di orificazione, descritto nel trattato “Notice sur la carie dentaire et sur l’emploi d’une pate alumineuse étheré“ e, pubblicato nel 1834. Si oppose decisamente ad un’altra pratica, allora molto in voga: il reimpianto o trapianto di dente umano, ritenendola immorale, pericolosa per la possibilità di infezione ed inutile in quanto destinata a fallimento nel giro di pochi anni. Morì a Parigi nel 1867.

Stavolta parliamo di libri. Sabato 6 maggio con gli auspici dell’ ANDI Sezione Provinciale di Alessandria e Asti, il Prof. Mauro La Luce tiene all’Hotel al Mulino (San Michele di Alessandria) un incontro aperto a tutti gli esercenti la professione su “Il metodo e la soluzione: i tempi e gli strumenti della nuova ortodon-zia” durante il quale presenta il suo ultimo libro “Terapie Ortodontiche” edito da Edra-Masson.

Di una nuova pubblicazione ortodonti-ca (ancora a cura della Edra) intitolata "I trattamenti ortodontici complessi" si parla anche in un’intervista a firma di Adelmo Calatroni pubblicata sul web il 12 aprile. Intervistata è Giovanna Garat-tini, docente di Ortodonzia all’Università di Milano, che ha curato l’edizione ita-liana del libro, uscito a suo tempo con successo a firma Ravindra Nanda e Flavio Andreas Uribe, dove si parla di possibili opzioni di trattamen-to evidenziando i pro e i contro di ciascuna in modo da illustrare il processo diagnostico e terapeutico

alla base delle singole scelte. Alla richiesta dell’intervistatore su quale sia l'importanza e la ragion d'essere del libro e sul perché si sia resa necessa-ria una seconda edizione, la Garattini, dopo aver premesso che la disciplina ortodontica è in rapida evoluzione e che sempre più persone, soprattutto adulti, richiedono trattamenti ortodon-tici per migliorare l'estetica del proprio sorriso. Osserva che “di pari passo si as-siste ad un incremento di casi comples-si, che richiedono particolare prepara-zione. Le malocclusioni sono di tanti tipi e le condizioni dento-parodontali dei pazienti le più varie.

Gli autori nel volume – dice la Garattini - han voluto toccare le situazioni clini-che più frequenti nella pratica clinica quotidiana, fornendo una traccia per un approccio corretto. La ricerca clinica

in ambito ortodontico ha messo a punto metodiche innovative che consentono di poter trattare sempre più situazioni cliniche con successo e con la riduzio-ne dei tempi terapeutici.”

La sera del 12 luglio 1960 il Dot-tor Gino Morelli, dentista di Pisa, venne fermato mentre stava per salire al piano superiore del Circo-lo del Tennis di Castiglioncello. Il gestore, Marcello Bartoletti, gli dis-se che non c'era posto. Forse era vero, forse no. Quella sera apriva “Il Fazzoletto”, minuscolo night club a ridosso dei campi da tennis in ter-ra rossa, a cui il gestore concedeva l'accesso soltanto se eri un divo del cinema oppure un nobile.Qui venivano Vittorio Gassman, le gemelle Kessler con Enrico Maria Salerno e Umberto Orsini, qualche volta pure Indro Montanelli. Veniva anche Alberto Sordi, ma andava a letto presto. Dopo l'epoca dei mac-chiaioli toscani, “Il Fazzoletto” segnò

più di ogni altra cosa gli anni '60 della Toscana da spiaggia. La ci-fra del locale consisteva nel tirar tardi la notte, quando si chiudeva il tutto con lo spaghetto aglio e olio d'ordinanza che già all'epoca faceva molto glamour pur non impegnando. Era un locale an-gusto, illuminato dalle candele infilate in vecchi candelabri men-tre su tutto il soffitto e le pareti tremolavano decine di fazzoletti colorati stile Nepal o Alice nel Paese delle meraviglie. I bassi ta-volini e le panche in legno grezzo erano separate tra di loro grazie alle spalliere appartenute ai vec-chi letti della nonna che piaceva-no tanto a Guido Gozzano ed al repertorio poetico delle cose di

pessimo gusto, la musica affidata ad un vecchio gi-radischi a puntina che strusciava le note. Un ambiente tutto sommato freak a cui tutti però avrebbero voluto accedere come in un tempio per soli iniziati. Vietato ai dentisti “Il Fazzoletto” si trova-va sotto l'ombra di pini marittimi folti come criniere di cavalli ed era circondato dalle ville di grandi attori, da Sordi a Mastroianni.Erano gli anni miracolosi del boom italiano (legge-te “Vola Colomba” di Gian Franco Venè, perdinci!). A Castiglioncello, lungo la Via Aurelia, girarono il film “Il sorpasso” con un torreggiante Vittorio Gassman su di un umbratile Jean Louis Trintignant. I tornanti e il mare sono sempre quelli di allora ma nel 1970 “Il Fazzoletto” è bruciato. Ora, sopra il tennis c'è una terrazza accessibile a chiunque. Le ville di Alberto Sordi e Mastroianni sono state invece acquistate da... due dentisti. Magari non avranno mai conosciu-to il dottor Gino Morelli ma il tempo, si sa, è galan-tuomo e i dentisti hanno finito per prendere posses-so dei luoghi in cui ad uno di loro era stato detto no. Come dire: chi la dura la vince.

Alberto Pezzini

Damaso CaprioglioPaolo Zampetti

SUSO Sindacato Ortodonzia

[email protected]

Per informazioni e notizie

www.suso.it

Page 16: Oggi più SUSO dopo quarant’anni 2017/suso_2017_02.pdfLa tossina botulinica è un farmaco preziosissimo, al centro di ricerche e sperimentazioni in tutto il mondo, per le sue note

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LA FINESTRA SUL LABORATORIO

Hyrax HybridEASY DRIVER SYSTEM

L’articolo che segue descrive il completo flusso di lavoro della co-struzione di un Hyrax Hybrid con sistema (Easy Driver).Negli ultimi tempi si è intensificata la richiesta di questo tipo di Medi-cal Device con ancoraggio ibrido ovvero mini-impianti palatini “Pa-latal Tads” e bande in questo caso (3D Custom made).Il tutto ha inizio con la ricezione delle impronte (in questo caso con scanner intraorale Trios 3 Pod co-lor) da parte del clinico. Ricevute le scansioni intraorali e le indica-zioni cliniche sul tipo di dispositi-vo da realizzare procediamo alla realizzazione dei modelli di studio virtuali Fig.1-2 e successivamente associamo alla scansione intraora-le le immagini DICOM.

Per questo tipo di lavorazione specifica che prevede la realizzazione della DIMA di trasferimento guidata dei Tads Palatini e nello stesso momento la realizza-zione del dispositivo (All in one) è molto importante la programmazione 3D dei Tads nei siti palatini, per

questo tipo di lavorazione si utilizza un programma specifico (DDS Pro) che permette di realizzare la so-vrapposizione degli stl e le DICOM di posizionare in maniera precisa e calibrata gli impianti e di realizza-re una DIMA di trasferimento che permetterà al clinico durante l’in-serimento sul paziente dei Tads di replicare esattamente la posizione programmata virtualmente Fig.3-4 e inserire successivamente il Di-spositivo Medico Hyrax realizzato precedentemente in laboratorio in una unica seduta, è molto impor-tante sottolineare che il progetto viene inviato al clinico che ha la possibilità, utilizzando il medesimo software di convalidare il tutto e che da quel momento non è più

possibile per il Tecnico apportare modifiche alla pro-grammazione virtuale.

Convalidato il progetto viene realizzata in solido la DIMA di trasferimento e il modello 3D con annessi analoghi nella esatta posizione della programmazio-ne virtuale. A questo punto realizziamo con disegno Cad le bande che porteranno parte dell’Hyrax che verranno successivamente prodotte in Laser Melting di uno spessore di 0,5mm. Fig. 5-6-7-8-9. Complete-remo il dispositivo modellando la vite dell’espansore (in questo caso Forestandental 10mm) facendo mol-ta attenzione a rimuovere i braccetti anteriori perché quest’ultima verra saldata direttamente al laser ai Beneplate di collegamento dei Tads palatini e alle bande custum.

Prima di consegnare il dispositivo finito avremo cura di controllare il fit di inserimento delle bande e dei Tads facendo molta attenzione che una volta posi-zionato le viti di collegamento dei Tads si possano serrare correttamente senza nessuna tensione.

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Negli ultimi tempi si è intensificata

la richiesta di questo tipo di Medical Device con ancoraggio ibrido ovvero mini-impianti

palatini...

Fig. 1-2 Impronte Intraorali e DICOM file

Fig. 3-4 Programmazione virtuale posizionamento Tads

Fig. 5-6-7-8-9 DIMA, Hyrax Hybrid, immagini nel cavo orale e lastre di controllo

Immagini intraorali cortesemente concesse dallaDr. Karin Becktor Libera Professionista Copenaghen

[email protected]@ortodonziaestense.it

Sdt. Stefano NegriniOrdinario Ortec

Dr. Karin Binner Becktor DDS, Ph.D. Angle Society of Europe

Conclusioni

Crediamo che questi tipi di dispositivi stiano cambiando radical-mente il nostro modo di lavorare e che diano il giusto bilanciamen-to tra programmazione virtuale, uso di sistemi CAD_CAM, proget-tualità e manualità.