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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura 155 nuoVi orientamenti Per Gli imPianti Di melo scelta Del materiale ViVaistico Il continuo miglioramento delle tecniche vivaistiche nella moltiplicazione delle piante da frutto ha portato all’ottenimento di piante sempre più disposte ad una entrata in produzione precoce, con conseguente riduzione dei tempi di ammortamento del nuovo impianto. caratteristiche PreFerenZiali La parte apicale della pianta deve essere ben lignificata (gemma apicale ferma) Per le varietà standard, i rami anticipati devono avere una lunghezza di almeno 30 cm ed es- sere inseriti ad un’altezza minima da terra di 55 - 60 cm. L’angolo d’inserimento deve essere aperto e il diametro non superiore al 30 - 40% del fusto Per le varietà appartenenti al gruppo Spur è preferibile che i rami anticipati, se presenti, siano di lunghezza ridotta Apparato radicale sano (assenza di marciumi o tumori), opportunamente proporzionato alla parte aerea, con radici di piccolo diametro e senza ferite dovute all’espianto caratteristiche basilari Crescita eretta e lineare “Saldatura integra” all’innesto Assenza di sintomi di disidratazione (raggrinzimento) Assenza di danni meccanici dovuti all’estirpazione in vivaio Materiale non derivante da reinnesto di materiale non attecchito Materiale non derivante da stock invenduti nelle campagne precedenti (solo astoni) Materiale vivaistico uniforme Assenza di gravi ferite non cicatrizzate dovute a grandine e animali PrinciPali aVVersita’ che Possono colPire la Pianta in ViVaio Si consiglia di porre molta attenzione nella scelta del materiale vivaistico, pretendendo che non siano presenti patologie particolari, quali: Nectria galligena agente causale del cancro corticale del melo (colpisce fusto e rametti) Phytophthora cactorum agente causale di marciume del colletto – (colpisce il colletto delle piante) Zeuzera pyrina: rodilegno giallo (attacca il fusto e rami) cossus cossus: rodilegno rosso (attacca il fusto e rami) tumore batterico dei fruttiferi (colpisce le radici) cocciniglia di s. Jo(colpisce fusto, rametti e frutti) sesia (colpisce la parte bassa del fusto in corrispondenza del callo di innesto) Densita’ Dell’imPianto i portinnesti di riferimento sono quelli che meglio rappresentano le tipologie di maggiore e minore vigoria e per la loro scelta si rimanda al capitolo varietà e portainnesti consigliati. Nella scelta della distanza d’impianto si dovrà tenere conto della fertilità del terreno, dell’even- tuale situazione di reimpianto, dell’esistenza dell’impianto di irrigazione localizzata: tali fattori determinano una variazione del (+/-) 10% sulle distanze riportate in tabella.

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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nuoVi orientamenti Per Gli imPianti Di melo

scelta Del materiale ViVaisticoIl continuo miglioramento delle tecniche vivaistiche nella moltiplicazione delle piante da frutto ha portato all’ottenimento di piante sempre più disposte ad una entrata in produzione precoce, con conseguente riduzione dei tempi di ammortamento del nuovo impianto.

caratteristiche PreFerenZiali✓ La parte apicale della pianta deve essere ben lignificata (gemma apicale ferma)✓ Per le varietà standard, i rami anticipati devono avere una lunghezza di almeno 30 cm ed es-

sere inseriti ad un’altezza minima da terra di 55 - 60 cm. L’angolo d’inserimento deve essere aperto e il diametro non superiore al 30 - 40% del fusto

✓ Per le varietà appartenenti al gruppo Spur è preferibile che i rami anticipati, se presenti, siano di lunghezza ridotta

✓ Apparato radicale sano (assenza di marciumi o tumori), opportunamente proporzionato alla parte aerea, con radici di piccolo diametro e senza ferite dovute all’espianto

caratteristiche basilari✓ Crescita eretta e lineare✓ “Saldatura integra” all’innesto ✓ Assenza di sintomi di disidratazione (raggrinzimento)✓ Assenza di danni meccanici dovuti all’estirpazione in vivaio✓ Materiale non derivante da reinnesto di materiale non attecchito✓ Materiale non derivante da stock invenduti nelle campagne precedenti (solo astoni)✓ Materiale vivaistico uniforme✓ Assenza di gravi ferite non cicatrizzate dovute a grandine e animali

PrinciPali aVVersita’ che Possono colPire la Pianta in ViVaioSi consiglia di porre molta attenzione nella scelta del materiale vivaistico, pretendendo che non siano presenti patologie particolari, quali:✓ Nectria galligena agente causale del cancro corticale del melo (colpisce fusto e rametti)✓ Phytophthora cactorum agente causale di marciume del colletto – (colpisce il colletto delle piante)✓ Zeuzera pyrina: rodilegno giallo (attacca il fusto e rami)✓ cossus cossus: rodilegno rosso (attacca il fusto e rami)✓ tumore batterico dei fruttiferi (colpisce le radici)✓ cocciniglia di s. Josè (colpisce fusto, rametti e frutti)✓ sesia (colpisce la parte bassa del fusto in corrispondenza del callo di innesto)

Densita’ Dell’imPiantoi portinnesti di riferimento sono quelli che meglio rappresentano le tipologie di maggiore e minore vigoria e per la loro scelta si rimanda al capitolo varietà e portainnesti consigliati. Nella scelta della distanza d’impianto si dovrà tenere conto della fertilità del terreno, dell’even-tuale situazione di reimpianto, dell’esistenza dell’impianto di irrigazione localizzata: tali fattori determinano una variazione del (+/-) 10% sulle distanze riportate in tabella.

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tab. 1: combinazione varietà, portainnesto e relativo sesto d’impianto consigliato

Varieta’ Portainnesto sesto D’imPianto (m) n° piante/ha

Gala M 9 4 x 1 - 1.30 2500 - 1950

Golden Delicious M 9 4 x 1 - 1.30 2500 - 1950

Fuji M 9 4.20 x 1.20 - 1.50 2000 - 1600

Red Delicious (Standard)M 9 –

Supporter®4 Pi80*4 x 1 - 1.20 2500 - 2100

Red Delicious (Spur)M 26 - MM 106

Supporter®4 Pi80*3.80 x 0.8 - 1

4 x 1.23300 - 2650

2100

Braeburn M 9 4 x 1-1.3 2500 - 1950

Ambrosia M 9 4 x 1 - 1.20 2500 - 2100

Forme Di alleVamento e Potatura Del melocriteri Per la scelta Della Forma Di alleVamento✓ Deve esulare da canoni estetici e da tendenze del momento✓ Essere di facile esecuzione✓ Essere economica ✓ Consentire una buona penetrazione della luce✓ Essere predisposta a tutte le operazioni colturali ✓ Adattabile all’impianto antigrandine

La forma che tutt’ora meglio risponde, nella nostra re-altà, a questi requisiti sopra esposti prende ispirazione dal cosiddetto “solaxe” ideato dal ricercatore Jean Marie Lespinasse con alcuni adattamenti dettati da esigenze pratiche del nostro territorio e che chiameremo “solaxe modificato”. Questa forma ben si adatta a tutte le va-rietà standard (non alle Red delicious Spur e al gruppo Braeburn), l’unico suo limite risulta quello di non con-sentire il passaggio della macchina per il diradamento meccanico per il quale è preferibile orientarsi verso una forma di allevamento in parete, in alternativa, di appor-tare qualche modifica riducendo ad esempio le branche troppo vigorose verso l’interfila.

Fig. 1 Forma di allevamento “solaxe”

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concetti FonDamentali Per la conDuZione Della PiantaIn modo schematico sono di seguito descritti i punti essenziali per il controllo della fruttificazione evidenziati nella figura 1: 1. Favorire una ramificazione alta, evitando le strutture troppo basse, per assicurare un buon

sviluppo delle branche fruttifere. Ciò si ottiene eliminando gradualmente i rami bassi inizian-do dal momento dell’impianto

2. Piegare le branche fruttifere per anticipare l’induzione fiorale e favorire il rivestimento di fruttificazioni secondarie. Modulare il numero e l’intensità delle piegature in base alla vigoria della pianta.

3. Controllare lo sviluppo dell’albero e del suo equilibrio con la piegatura della cima e il mante-nimento della totalità della ramificazione

4. Sulle formazioni fruttifere: mantenere un certo numero dei brindilli dorsali con gemma apicale a fiore necessari per il ringiovanimento delle stesse (rinnovi)

5. Controllare la densità dei punti di fruttificazione attraverso l’eliminazione di parte delle gemme (extinction) cercando di distribuire in modo equilibrato il carico produttivo e la spinta vegeta-tiva

6. Privilegiare i punti di fruttificazione che si sviluppano nella parte periferica della ramificazione, eliminare gradualmente le formazioni fiorali poste nella parte interna della pianta (conduite centrifuge) mantenendo la complessità della branca

raccomanDaZioni all’imPiantorisPettare l’alteZZa Del Punto D’innestoDurante la messa a dimora degli astoni, è impor-tante rispettare un’altezza minima di 10 - 15 cm tra il suolo e il punto d’innesto, condizione impor-tante per la futura omogeneità del frutteto (fig. 2). Un punto d’innesto troppo basso può favorire nel corso degli anni l’affrancamento e il conse-guente aumento del vigore vegetativo, gravando sulla qualità della produzione futura. Al contrario un punto d’innesto troppo alto può provocare un blocco dell’accrescimento della pianta. In caso di reimpianto mantenere il punto d’innesto più pros-simo al terreno.

ePoca D’imPianto e leGature ai Fili Di sosteGnoQuando è possibile preferire la messa a dimora delle piante in autunno in modo da consentire un rapido sviluppo delle radici necessarie a sostenere e sostentare la parte epigea della pianta. Si raccomanda di garantire alle piante un adeguato apporto idrico in caso di periodi siccitosi se-guenti la realizzazione dell’impianto. è importante la legatura delle giovani piante per evitare che il vento le scuota troppo, penalizzando l’inizio dell’attività delle giovani radici.

Fig. 2 altezza corretta del punto d’innesto

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Gestione Dei rami anticiPatiDevono essere eliminati i rami anticipati troppo bassi (al di sotto del metro) e quelli di vigore uguale o superiore all’asse centrale (fig. 3 e 4). In situazioni di elevato vigore (gruppo Fuji), è con-sigliabile lasciare qualche ramo in più alla base allo scopo di meglio controllare la spinta vegetativa verso l’alto. Conservare gli anticipati aventi la stessa età dell’astone permette di ottenere una produzione di qualche chilogrammo di mele al 2° anno, ma spesso con la conseguenza di un futuro disequilibrio della pianta. In caso di piante deboli è preferibile eliminare qualche ramo praticando una spuntatura su quelli rimasti ad 1/3 della loro lunghezza.Tenendo conto delle principali varietà coltivate nel nostro are-ale, le forme di allevamento consigliate si possono ridurre alle seguenti:✓ Forma di allevamento “solaxe modificato”: asse verticale

con piegatura della cima. Sono comprese tutte le varietà di buona vigoria (Gala, Golden Delicious, Red Delicious Standard, Fuji,Braeburn ecc.)✓ Fuso - asse verticale (Red Delicious Spur)

Forma Di alleVamento“solaXe moDiFicato”: Golden delicious, Gala, red delicious standard, Fuji

Primi Due anni D’imPiantoFavorire lo sviluppo dell’asse centrale e piegare le brancheè importante che il primo anno non ci sia una produzione e che il secondo anno la pianta non venga sovraccaricata. Continuare la legatura dell’astone ai fili superiori, iniziata già dalle prime fasi d’impianto, e conservare le nuove ramificazioni eliminando quelle troppo vigorose o mal inserite. Piegare le ramificazioni al di sotto dell’orizzontale, circa 110° rispetto alla verticale, per anticipare l’induzione fiorale nella parte apicale del ramo. Su va-rietà Red Delicious standard (Jeromine in particolare), limitare l’angolo di apertura delle branche a 90°; valori maggiori determinerebbero un completo arresto dell’apice con eccessivo sviluppo di rami dorsali. La piegatura deve essere realizzata possibil-mente all’inizio dell’autunno o al più tardi in primavera, alla ripresa vegetativa, su branche che abbiano raggiunto una lunghezza superiore ai 60 cm o meglio quando la loro lunghezza abbia superato la metà della distanza che intercorre tra due piante. Evitare la piegatura delle branche lungo il filare, ma disporle verso l’esterno, tra i filari, per favorire una migliore penetrazione della

Fig. 3 astone completo di tutti i rami

Fig. 4 risultato ottenuto con l’elimina-zione dei rami anticipati bassi rami

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luce (fig. 5). Per dare alle branche il giusto angolo di curvatura si con-siglia l’utilizzo di un filo di ferro di 1,5 mm di diametro e di lunghezza variabile secondo l’esigenza oppure di un legaccio degradabile in breve tempo (nastro per pacchi). Di norma si consiglia di non piegare più di 3 o 4 ramificazioni per pianta, poiché la piegatura di tutte le branche pe-nalizzerebbe il volume produttivo dell’albero. Ovviamente più la pianta è vigorosa e più branche verranno piegate (fig. 6). Durante il periodo estivo (giugno-luglio) risulta molto efficace l’eliminazione di eventuali ricacci vegetativi che si sono formati sul dorso delle branche in corrispon-denza delle piegature. Ritardare questa operazione provoca degli squilibri vegetativi alla pianta, men-tre l’eliminazione in verde dei ricacci favorisce uno sviluppo più equilibra-to della ramificazione fruttifera (fig. 7). Gli eventuali ricacci formatisi in posizione laterale alla branca, se non troppo vigorosi, possono essere mantenuti per favorire la formazione di una ramificazione complessa.

3° anno Del Frutteto

Piegatura delle branche e della cimaSi continua con le operazioni di piegatura delle branche più vigorose. La piegatura della cima migliora l’equilibrio gene-rale dell’albero. Ecco perché quando la cima supera di circa 70 - 90 cm l’ultimo filo di sostegno, occorre piegarla con un arco ampio, evitando in modo assoluto piegature orizzontali (fig. 8). In alcune varietà non è sempre necessario forzare la piegatura poiché le cime piegano da sole con il peso dei frutti. è sempre importante l’eliminazione, durante il periodo estivo, degli eventuali ricacci vegetativi che si sono formati sul dorso delle branche in corrispondenza delle piegature.

Fig. 5 Visione dall’alto, orientamento delle branche fruttifere

Fig. 7 eliminazione in estate dei ricacci

Fig. 6 Piegatura delle branche

Fig. 8 Piegatura della cima

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4° anno Del FruttetoPiegatura branche e creazione del camino centrale e extinction1 (d)

Continuano le operazioni di piegatura delle branche più vigorose che non fletteranno a sufficienza sotto il peso dei frutti. è sempre importante, per mantenere l’equilibrio della pianta, l’eliminazione degli eventuali ricacci sul dorso delle branche e della cima. Un elemento molto importante della conduite centrifuge è la luce, fattore indispensabile che garantisce la perennità, l’autono-mia e la qualità dei punti di fruttificazione. Per questo motivo, durante il riposo vegetativo, si provvederà a cre-are un camino di luce nella parte centrale della pianta asportando le lamburde dell’asse centrale e quelle poste nei primi 15 - 20 cm dal punto d’inserzione delle branche con il tronco. Questa operazione, creando una zona senza vegetazione intorno al tronco, permet-te alla luce di penetrare anche nelle parti più basse ed interne della pianta (fig. 9).

Il 4° anno, secondo le varietà e se non ci sono stati pro-blemi durante la formazione delle piante, corrisponde al raggiungimento della piena produzione. L’assenza di tagli di ritorno sulla ramificazione porta all’“invecchia-mento” delle branche e all’aumento nel tempo del nume-ro di punti di fruttificazione (lamburde, brindilli ecc.). in questa fase diventa dunque importante intervenire sulla pianta per regolare il rapporto tra produzione e accrescimento ed evitare di incorrere in fenomeni di alternanza e comunque in produzioni eccessive che penalizzerebbero la qualità dei frutti. Per mantenere un buon equilibrio fisiologico della pianta non verranno effettuati dei tagli di rinnovo sulla ramificazione fruttifera; salvo naturalmente eliminare quelle formazioni fruttife-re ormai esaurite e procombenti (fig. 10). Prendendo in considerazione il comportamento naturale delle diverse varietà, s’interverrà, invece, con l’extinction artificiale che permette di controllare al meglio l’accrescimento ve-getativo e la densità dei punti di fruttificazione. In poche parole si effettuerà un diradamento degli organi frut-tiferi. Quest’operazione sarà realizzata manualmente solo sulle branche piegate sotto l’orizzontale e ben equi-librate, iniziando con l’eliminazione di tutte le lamburde più deboli e sistematicamente di tutte quelle che si sono sviluppate sotto la ramificazione, perché poco esposte alla luce e perché producono frutti di scarsa qualità. Nel caso non si volesse applicare questa 1��Eliminazione�artificiale�delle�lamburde.�Potatura�praticata�direttamente�sugli�organi�fruttiferi.�

Fig. 9 camino centrale

Fig. 10 esecuzione dell’extinction su branca

fruttifera

Fig. 11 Potatura di diradamento eseguita con forbici

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procedura si potrà praticare una potatura di diradamento con le forbici escludendo però quelle pneumatiche (fig. 11).

casi ParticolariJeromine (reD Delicious stanDarD)Il comportamento di questa varietà, al momento la più diffusa fra le Red Delicious Standard, può essere assimilato a quello di Gala e Golden, pertanto valgono le indicazioni fornite per questi gruppi varietali. Tuttavia tenendo conto della maggior sensibilità di questa varietà alla butteratura amara si raccomanda di limitare l’eccessiva pulizia di formazioni fruttifere come invece avviene per le altre varietà. Si sconsiglia inoltre di effettuare piegature dei rami troppo accentuate che condurrebbero al loro esaurimento. Sulle piante più vigorose sulle quali si dovranno asportare delle branche mal inserite o in numero eccessivo è consigliabile eliminarle mediante lo strappo (fig. 12), questa operazione va però evitata su piante deboli onde evitare eccessivi indebolimenti. Per quanto riguarda la gestione della cima continuare nella piegatura della stessa con lo scopo di mantenere l’equilibrio generale della pianta.

GruPPo FuJiLa gestione delle varietà appartenenti a questo gruppo è del tutto riconducibile a quanto riportato al paragrafo dedicato alla forma “solaxe modificato”. Vi sono poi una serie di accorgimenti che permettono di meglio gestire l’eccesso di vigoria caratterizzante questa cultivar, quali ad esempio:✓ Al momento dell’impianto mantenere il più possibile il portainnesto al di sopra del piano di

campagna✓ Mantenimento di branche un po’ più vigorose nella parte bassa della pianta per limitarne il

portamento acropeto ✓ Gestione oculata del carico produttivo in fase di allevamento: nelle piante con vigoria scarsa,

oltre al primo anno, eliminare altresì la produzione del secondo al fine di favorire la formazione di punti a frutto su legno di età diverse

✓ Concentrare le operazioni di potatura in prossimità della fioritura al fine di riconoscere facilmen-te le gemme fiorali e modulare di conseguenza l’intensità e le modalità degli interventi di taglio

✓ Mantenere il più possibile la complessità delle branche evitando tagli di ritorno che provo-

Fig. 12 risultato ottenuto con l’eliminazione di una grossa branca mediante la tecnica dello strappo

Fig. 13b raccorciamento su brin-dillo (dopo)

Fig. 13a raccorciamento su brin-dillo (prima)

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cherebbero riscoppi vegetativi importanti (fig. 14a – 14b)

✓ E’ possibile, anzi raccomandabi-le, applicare il diradamento mec-canico al fine di regolare il carico produttivo a partire dalla fase della fioritura.

✓ Eventuali raccorciamenti e tagli di semplificazione vanno eseguiti nel periodo estivo

✓ In caso d’impianti molto vigorosi è consigliabile eseguire il taglio radicale a giugno.

ambrosia*Nella fase di allevamento valgono le indicazioni riportate sopra per il “solaxe modificato” (fig. 15a – 15 b). Nella fase di produzione è fondamentale favorire l’esposizione dei frutti alla luce eliminando eventuali rami ombreggianti, risulta quindi necessario:✓ procedere con la formazione del camino centrale✓ distanziare opportunamente le branche di almeno 40 - 50 cm una dall’altra. Nel corso della potatura secca, in presenza di frutteti con un buon equilibrio vegeto – produttivo, è possibile eseguire tagli di ritorno su legno di due o più anni in prossimità di una lamburda. Tale operazione è da evitare nel caso d’impianti molto vigorosi dove si consiglia di mante-nere le branche lunghe; in quest’ul-timo caso, eventuali raccorciamenti sono da effettuarsi nel mese di giu-gno quando la risposta della pianta, in piena vegetazione, risulta con-trollata. Le operazioni di potatura verde sono da eseguirsi entro il mese di giugno onde evitare eventuali danni da colpo di sole.

GruPPo braeburnNella fase di allevamento, la procedura consigliata per il gruppo Gala e Golden può ritenersi vali-da anche per questo gruppo mentre la potatura di produzione dovrà essere attuata tenendo conto della elevata potenzialità produttiva anche sui rami di un anno. Per tale motivo la potatura di produzione dovrà essere attuata effettuando raccorciamenti su ramo di due anni su una gemma a fiore. Su piante in piena produzione si dovranno effettuare accorciamenti anche sui rami dell’anno al fine di ridurre l’elevato potenziale produttivo. In alternativa, nel caso si volesse effettuare la pra-

Fig. 14a Gestione di ramo produt-

tivo (dopo)

Fig. 15a Gestione di ramo produt-tivo (dopo)

Fig. 14a Gestione di ramo produt-tivo (prima)

Fig. 15a Gestione di ramo produt-tivo (prima)

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tica dell’extinction su questo gruppo varietale, si dovrà operare esclusivamente da inizio fioritura quando cioè sia ben definito il reale potenziale produttivo, diversamente si rischierà di lasciare un numero di gemme a fiore troppo elevato, in considerazione della difficoltà nel disporre di prodotti efficaci per il diradamento chimico.

Fuso: GruPPo reD Delicious sPurFase Di alleVamentoIn questa fase si devono eliminare le branche troppo vigorose che potrebbero concorrere con l’asse centrale della pianta e nel caso limite portarlo ad esaurimento. I rami anticipati non devono essere raccorciati e le piegature limitate al minimo al fine di evitare un esaurimento della parte apicale degli stessi. La cima non deve essere soggetta né a tagli di ritorno né a piegatura nel rispetto del portamento basipeto di questo gruppo. In caso di piante molto deboli con eccessiva presenza di gemme a fiore è indispensabile praticare un’energica loro asportazione mediante “extinction”.

Fase Di ProDuZioneContinuare il controllo e l’eventuale asportazione di branche troppo vigorose sia alla base della pianta (fig. 16a – 16b) ma in particolare di quelle concorrenti con la cima. In presenza di branche che non manifestano ancora segni di esaurimento è proponibile non intervenire lasciandole inte-gre ma semplificandone il carico di gemme praticando anche in questo caso “l’extinction”. Appena però le branche presentano segni di invecchiamento con formazione delle cosiddette “zampe di gallo” è possibile intervenire con accorcia-menti (fig. 17a – 17b). Questi tagli devono essere effettuati sempre in corrispondenza di lamburde e mai su brindilli i quali se stimolati diven-terebbero troppo vigorosi. Quando ci si trova di fronte a branche che sono state accorciate e dalle quali si sono sviluppati ricacci vigorosi si deve procedere con una piegatu-ra in modo da limitare la vigoria e favorire l’emissione di nuove gem-me a fiore sul ricaccio. Per quan-to riguarda la gestione della cima, tenendo sempre conto dell’anda-mento basipeto di questo gruppo, si deve agire effettuando dei tagli di semplificazione tralasciando le operazioni di piegatura.

Fig. 16b eliminazione di branche basali troppo vigorose (dopo)

Fig. 17b semplificazione di un ramo a zampe di gallo (dopo)

Fig. 16a eliminazione di branche basali troppo vigorose (prima)

Fig. 17a semplificazione di un ramo a zampe di gallo (prima)

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la Potatura nelsistema Di alleVamento“biasse” Del meloNegli ultimi anni gli impianti realizzati con asto-ni bi-cauli preformati (Bibaum ®) sono risultati in deciso aumento. Si tratta di un’innovazione vivaistica che permette di ottenere una forma in parete la cui gestione, in particolare per la fase di produzione pare essere molto sem-plificata. Dato il periodo relativamente breve d’introduzione nel nostro areale, non oltre a quattro anni, è al momento impossibile fornire indicazioni nel lungo periodo sulla validità di questa nuova forma di allevamento: tuttavia, le osservazioni di questi primi anni, ci consen-tono di delineare i seguenti punti fondamen-tali.

caratteristiche Dell’imPiantotab. 2: portainnesti e sesti d’impianto consigliati

Distanza fra le piante (m) Distanza tra le file (m) n° piante/ha

red spur e standard 1.20 3.7 2300

Gala 1.2 – 1.4 3.7 2300 - 1700

Fuji 1.4 – 1.5 4.0 1800 - 1700

Portainnesti consiGliatiPer tutte le varietà standard si consiglia di utilizzare i cloni del Gruppo M9. Per le spur l’MM 106 e M 26 NAK-T per la Jeromine.

Fase Di alleVamento1. devono essere eliminati i rami troppo vigorosi i quali ostacolerebbero eccessivamente lo svi-

luppo dell’asse e, nei casi estremi, ne determinerebbero il suo esaurimento: indicativamente vanno asportati quelli con calibro uguale o superiore del 50 % a quello dell’astone

2. la cima non deve essere spuntata ma lasciata libera di crescere fino al raggiungimento dell’ul-timo filo

3. man mano che la pianta cresce è necessario procedere con una legatura progressiva dei 2 assi ai fili di sostegno

4. non è necessaria la legatura dei rami in quanto quelli lasciati sono di piccolo calibro.

Fig. 18b Pianta corretta-mente potata

Fig. 18a Pianta da potare(red Delicious spur)

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Fase Di ProDuZione1. come nella fase di allevamento annualmente vanno eliminate le branche più grosse (fig. 19a

– 19b) in modo da favorire i brindilli presenti sull’asse i quali permettono di mantenere una forma in parete e garantire la produzione migliore. I tagli non devono essere eseguiti rasi ma è necessario mantenere uno sperone dal quale si svilupperà successivamente un nuovo getto di sostituzione a quello eliminato (fig. 20).

2. I rami produttivi in via di esaurimento vanno raccorciati di 1/3 della loro lunghezza effettuando un taglio su una gemma a fiore (fig. 21a – 21b): così facendo si rinvigorisce l’intera branca, evitandone l’esaurimento, e si mantiene inalterata la produttività della branca.

3. eventuali succhioni assurgenti presenti su branche di media vigoria vanno opportunamente eliminati (fig. 22).

4. in situazione di scarsa vigoria è consigliabile procedere all’eliminazione delle gemme (exctin-ction) che consente un irrobustimento dei rami esauriti e il mantenimento di una soddisfacente pezzatura dei frutti.

5. quando la pianta ha raggiunto l’ultimo filo, per evitare l’eventuale inserimento dell’apice della pianta stessa nella rete antigrandine, procedere con una cimatura estiva (metà giugno) a 20 cm sotto la rete stessa (fig. 23).

Fig. 20 sviluppo di un ramo pro-duttivo a seguito dell’eliminazio-ne totale di una branca lasciando uno sperone

Fig. 21b Gestione di un ramo pro-duttivo (dopo)

Fig. 19b eliminazione di branche vigorose (dopo)

Fig. 21a Gestione di un ramo pro-duttivo (prima)

Fig. 19a eliminazione di branche vigorose (prima)

Fig. 22 eliminazione di rami as-surgenti

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errori Da eVitareUna scorretta gestione della pianta durante i primi anni di allevamento può causare la formazione di branche troppo vigorose le quali, da un lato andrebbero a sottrarre linfa al resto della pianta e dall’altro ostacolerebbero la penetrazione della luce ai rami sottostanti, con la conseguenza di uno squilibrio generale della pianta che si manifesta con la mancanza di nuovi rami da utilizzare per sostituire quelli che andranno in esaurimento. Sia in allevamento sia nella fase di produzione sono da evitare raccorciamenti eccessivi (fig. 24) su branche vigorose in quanto causerebbero, a ripresa vegetativa avvenuta, l’emissione di getti vigorosi non produttivi; in questi casi è opportuno procedere all’eliminazione dell’intera branca come consigliato in precedenza.

tab 2: Pro e contro relativamente alla forma di allevamento “biasse”

PreGi limiti

✓ non sono necessarie legature nella fase di alle-vamento

✓ la vigoria delle piante risulta più contenuta rispet-to alla forma di allevamento ad un solo asse. Di conseguenza si ottiene:

• una miglior accessibilità nel meleto • una riduzione dei tempi necessari per le ope-

razioni di potatura • una migliore distribuzione dei prodotti nel

corso dell’esecuzione dei trattamenti✓ data la ripartizione della vigoria delle piante nei

2 assi tale forma di allevamento risulta partico-larmente interessante per alcune varietà quali quelle appartenenti al gruppo Fuji, notoriamente più vigorose.

✓ la colorazione dei frutti risulta favorita dalla mi-gliore esposizione alla luce

✓ risulta una forma idonea per l’esecuzione del diradamento meccanico

✓ nella fase di allevamento la produzione comples-siva risulta essere maggiore rispetto alla forma tradizionale.

✓ si ha una riduzione del numero degli stacchi nel corso delle operazioni di raccolta: già al primo passaggio risulta possibile asportare più del 60 % della produzione presente

✓ il costo da sostenere per la realizzazione di un nuovo meleto risulta superiore di circa il 20 % rispetto al classico impianto ad un solo asse, dato il maggior costo degli astoni bicauli. Anche se in parte compensata dalla minore densità d’impianto. Risulta inoltre necessario aumentare il numero di fili di ferro al fine di garantire un corretto sviluppo rettilineo degli assi

✓ il diradamento, in particolare quello chimico, gioca un ruolo fondamentale! Infatti, se il carico risulta troppo elevato si rischia di provocare il rapido esaurimento delle branche fruttifere. Si tenga presente che generalmente l’effetto del diradamento chimico risulta essere più accentuato.

✓ in terreni poveri o in caso di reimpianti le piante dovranno essere particolarmente seguite in quanto più esposte a rischio di deperimento

✓ su alcune varietà bicolori è stata osservata un’incidenza maggiore di danni da colpo di sole in quanto maggiore è l’esposizione dei frutti.

Fig. 24 Gestione errata di branche vigoroseFig. 23 corretta gestione della cima

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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Fig. 25 ambrosia doppio asse al primo anno prima della potatura

Fig. 26 ambrosia doppio asse al primo anno dopo la potatura

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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nuoVi orientamenti Per Gli imPianti Di Pero

caratteristiche PeDoloGiche iDoneeall’imPianto Del PeroAl momento della progettazione di un impianto di pero risulta necessario valutare con molta atten-zione le caratteristiche chimico - fisiche del terreno. Infatti, a differenza del melo, non tutti i terreni sono idonei ad accogliere questa specie e pertanto si rischia d’incorrere, già a partire dai primi anni, a una serie di problemi che condurranno al deperimento di numerose piante. Tra le caratte-ristiche fisiche la tessitura gioca un ruolo determinante: infatti, è necessario avere a disposizione suoli di medio impasto, evitando quelli troppo compatti o eccessivamente ricchi di scheletro. Un contenuto di almeno 1.6 – 1.8 % si sostanza organica rappresenta la premessa per assicurare un buon sviluppo delle giovani piante.

Forme Di alleVamento e Potatura Del PeroIl pero è una specie acrotona; produce molti succhioni e rami verticali.Le forme che meglio si addicono sono:✓ Palmetta✓ Fusetto✓ Doppio asse

PalmettaNella forma moderna di “palmetta semilibera” (fig.1), dopo aver im-postato il primo palco di branche, l’asse non viene più raccorciato lasciando che si rivesta di una serie di branchette laterali non troppo vigorose che verranno periodicamente rinnovate eccetto quelle che formeranno i palchi permanenti. La classica forma in parete va oggi interpretata per limitare al minimo la potatura di allevamento e quindi la fase improduttiva. Per impianti a palmetta si consiglia di utilizzare astoni di altezza non superiore a 110 cm i cui rami anticipati saranno raccorciati all’impianto. Per assicurare la formazione del primo palco di branche principali è conveniente raccorciare l’asse centrale all’al-tezza di 45 - 75 cm.Sesto d’impianto: 4.0 – 4.2 m x 1.5 – 2 m

FusettoIn questa forma di allevamento (fig. 2) la struttura principale è co-stituita da un asse centrale sul quale sono inserite 4 - 6 branche laterali inclinate di circa 75 – 80 gradi distanziate tra di loro di 50 – 60 cm. Per anticipare l’entrata in produzione e facilitare la formazione della pianta è consigliabile utilizzare astoni ben ramificati con 6 rami laterali o più aventi un angolo d’inserzione aperto, lignificati e di suf-ficiente sviluppo (25 - 50 cm) i quali saranno speronati all’impianto,

Fig. 1 Forma di allevamento a palmetta

Fig. 2 Forma di allevamento a fusetto

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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eccetto quelli a inserzione stretta e vigorosi che saranno “aperti” con tutti gli altri nel mese di maggio onde evitare l’emissione di ricacci dorsali. Sesto d’impianto: 3.8 – 4.2 m x 0.8 – 1 mUtilizzando astoni ben preparati la potatura del fusetto nei primi anni è limitata al minimo e la pianta può iniziare precocemente a differen-ziare gemme a fiore.

DoPPio asseQuesta forma di allevamento, come per il melo, è stata ideata per meglio controllare la vigoria delle piante attraverso la ripartizione della spinta vegetativa su 2 assi e per anticipare l’entrata in produ-zione. Gli astoni sul mercato sono già preparati e vengono commer-cializzati sotto il marchio registrato di bibaum ® (fig. 3).

Sesto d’impianto: 3.6 – 3.8 x 1 – 1.2 m

Potatura Di alleVamentoreGole GeneraliGià dai primi anni è importante privilegiare le formazioni alla base per mantenere anche nel futuro un buon rivestimento: si raccoman-da di evitare tagli rasi al tronco (salvo non si desideri l’emissione di nuovi germogli) lasciando sempre degli speroni (tagli a becco di luccio (fig. 4)) mantenendo un’opportuna distanza di 50 cm fra un ramo e l’altro. Nella parte alta non eseguire tagli a becco di luccio!Si riportano di seguito alcune indicazioni dei principali interventi da eseguire per i diversi sistemi d’impianto.

PalmettaPer la realizzazione della palmetta non è indispensabile utilizzare astoni ramificati (fig. 5). Con astoni di tipo “standard” conviene speronare i rami idonei alla formazione della struttu-ra. Per uniformare la “partenza” delle piante è necessario raccorciare l’asse centrale all’altezza di 50 - 70 cm al fine di assicurare uno sviluppo unifor-me della pianta e la corretta formazio-ne del primo palco di branche. (fig. 6). Al 2° e 3° anno si consiglia di allevare l’asse centrale a “tutta cima” senza più alcuna ribattitura.

Fig. 3 Forma di allevamento a biasse

Fig. 6 ribattitura dell’astone a 60 – 70 cm

Fig. 5 la forma di allevamento a palmetta in un giovane pereto

Fig. 4 taglio a becco di luccio (Foto Fondazione navarra)

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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Fusetto

Per la corretta impostazione di questa forma di allevamento è ne-cessario eliminare i rami laterali troppo sviluppati (diametro maggio-re di 1:2 rispetto al centrale), quelli con angolo d’inserzione stretto e quelli concorrenti della cima (fig. 7). Durante la fase di allevamento (dal II anno) è fondamentale mantenere sempre la cima della pianta “leggera”, eliminando eventuali rami laterali troppo vigorosi. I rami prescelti a formare le branche basali del fusetto possono essere raccorciati a 15 – 20 cm dall’apice per stimolarne la crescita (fig. 8).

DoPPio asseInnanzi tutto, procedere con l’eliminazione di eventuali rami in posi-zione di concorrenza con uno dei due assi. nel caso di piante che presentano una disformità tra i due assi si consiglia di raccor-ciare il più debole per stimolarne la crescita e favorire il ristabi-limento dell’equilibrio (fig. 9). Se nella parte bassa della pianta è presente qualche ramo laterale troppo vigoroso (diametro maggiore di 1/3 rispetto all’asse) procedere alla sua rimozione (fig. 10). Per stimolare la crescita dei rami laterali può essere utile eseguire un loro raccorciamento a 15 – 20 cm dall’apice. Si ricorda che, sia in allevamento sia nella fase di produzione, risulta molto importante procedere alla pulizia della parte interna degli assi al fine di non avere branche produttive nella zona d’ombra.

Fig. 7 eliminazione di un ramo concorrente con la cima

Fig. 8 raccorciamento dei rami prescelti al fine di stimolarne la crescita

Fig. 9 raccorciamento dell’as-se più debole

Fig. 10 eliminazione di rami troppo vigorosi

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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Potatura Di ProDuZione: criteri GeneraliDi fondamentale importanza, come già detto nella potatura di allevamento, è il manteni-mento dello sviluppo basipeto delle piante cercando di lasciare le branche fruttifere richia-mandole nella zona basale. E’ buona norma mantenere degli speroni nella zona medio bassa della pianta per favorire il rinnovo vegetativo. Questa pratica non è invece consigliata nella zona apicale della pianta dove i tagli saranno rasi al tronco onde evitare la formazione del così detto “cappello”.Nel pero, la produzione migliore si ottiene su rami di 3 e 4 anni. Questi rami, se ben gestiti at-traverso un opportuno diradamento delle gemme in eccesso, producono frutta di qualità, non vanno in alternanza e permettono di mantenere il giusto rapporto tra produzione e rinnovo vegetativo.

Per FaVorire leGno GioVane la Potatura Del Pero seGue uno schema ben Preciso

ramo di 1 annoI rami di un anno, di norma, sono improduttivi sulle varietà tardive. Essi differiscono nel comportamento fisiologico dal tipo di gemma apicale. Infatti, se quest’ultima è a fiore al 2° anno produrrà fiori/frutti nella parte più basale del ramo, diversamente, se è a legno, produrrà fiori/frutti nella parte più distale. Rami di un anno verticali, esili e lunghi anche 2 metri vanno eliminati. Risulta invece necessario conservare integri quelli di misura e diametro appropriati (50 - 100 cm) in quanto al 2° anno si curveranno, sotto il peso della stessa vegetazione, e si rivestiranno di lamburde fruttifere. Se ne-cessario, si può operare un leggero diradamento di questi rametti privilegiando quelli più prossimi al tronco.

ramo di 2 anni

Le lamburde di rivestimento sono, di norma, in eccesso; è necessario perciò accorciare il ramo (con un ritorno su una lamburda o brindillo) per avere una produzione di buona pezzatura. Il raccorciamento va fatto lasciando un nume-ro di gemme opportunamente proporzionate al calibro del ramo. Le lamburde più prossime al taglio daranno frutti di ottima qualità mentre si differenzieranno a fiore quelle più prossime all’inserzione del ramo, queste daranno frutti l’an-no successivo (fig. 11 - 12).

ramo di 3 anniQuesti rami (che in pratica sono branchette) hanno prodotto le lamburde vicine al taglio effettuato il secondo anno, mentre si sono differenziate lamburde a fiore nella parte più prossima all’inserzione: sulle branchette più deboli provvedere ad un taglio di ritorno per favorire il rinnovo vegetativo.

Fig. 11 taglio di raccorciamento su lam-burda

Fig. 12 risultato in estate del taglio su lamburda

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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ramo di 4 anniLa produzione di qualità si sposta sui prolungamenti più giovani, che si troveranno sempre più distanti dal tronco: è quindi necessaria l’asportazione del ramo lasciando uno sperone per il rin-novo. Su piante “invecchiate”, che presentano molte zampe di gallo è necessario procedere ad un drastico loro diradamento, eliminandone anche l’80 % o semplificandole.

reGole Di PotaturaDa quanto detto si possono ricavare schematicamente le seguenti regole:✓ più il ramo è vecchio più i tagli devono essere drastici: • il ramo di 1 anno si lascia intero • il ramo di 2 anni va cimato su una gemma a fiore • il ramo di 3 anni va raccorciato in maniera più drastica lasciando un rinnovo • dal quarto anno si dovrà stimolare la branca o con l’extinction o con una speronatura.✓ mantenere la vegetazione (e la produzione) più vicina al tronco: rami troppo lunghi creano

zone d’ombra in cui non si sviluppano buoni frutti. Con i tagli di ritorno è necessario privilegiare porzioni di ramo che portino rametti di 1 anno prossimi al tronco e lamburde nella parte distale. In mancanza di rametti prossimali si può speronare un ramo di 3 – 4 anni molto vicino al tronco per assicurare un buon rinnovo.

✓ evitare la formazione del “cappello” nella parte apicale✓ nel caso di formazioni più esaurite si dovrà praticare una potatura più energica. Alcuni

rami portano decine di fiori (soprattutto su Abate) che difficilmente possono allegare, per una buona produzione è necessario proporzionare il numero di gemme al calibro del ramo (3 – 5 gemme per un ramo debole, 8 – 10 per un ramo vigoroso)

Spesso sul pero non tutte le gemme sono fertili, conviene allora aspettare che le gemme siano “gonfie” prima di potare. Si può così capire se lasciare il ramo più o meno lungo, specialmente sulla varietà William.

Potatura Di ProDuZione sulle PrinciPaliVarietà Di Pero alleVate in Piemonteabate (esiGe un rinnoVo Di meDia intensità)A fronte di una fioritura abbondante sono noti i problemi legati all’allegagione dei frutticini di que-sta cultivar. Risulta necessario perciò eliminare più del 50 % delle gemme miste raccorciando tutti i rami di 2 - 3 anni, con ritorni e speronature che lascino solo 3 – 4 lamburde . Si diradano drasti-camente le zampe di gallo o si semplificano onde evitare produzioni di scarsa qualità. La pianta tende a spogliarsi nella parte bassa per cui si consiglia di non esitare a richiami su rami dell’anno.

conFerence (esiGe un rinnoVo Di meDia intensità)Produce soprattutto su legno di 3 anni. E’ fertilissima ma ha problemi di pezzatura, bisogna la-sciare poche gemme asportandone 1/3 di quelle presenti. E’ necessario un diradamento manuale dopo allegagione.

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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William (non esiGe un GranDe rinnoVo)Non ha problemi di allegagione ma produce poche gemme a fiore. A differenza della maggior par-te delle varietà, che producono essenzialmente su lamburde essa dà frutti anche su rami dell’an-no. Potatura più tardiva (verso fioritura) in modo da poter riconoscere agevolmente le gemme a frutto. Si tende a lasciare i rami lunghi in quanto la produzione è principalmente sulle gemme apicali senza però esagerare per non spostare tutta la produzione all’esterno.

Kaiser (non esiGe un GranDe rinnoVo)Potatura molto sporca: tagli di ritorno lunghi e diradamento branchette, mantenendo un buon numero di rami per il rinnovo.

taGlio raDicale Per il controllo Della ViGoriaQuesta pratica agronomica al momento risulta ancora in fase di messa a punto in quanto i risultati non sono sempre costanti. Dalle esperienze emiliane, che prevedono l’esecuzione a fine febbraio – marzo, è emerso che in alcuni casi si sono avuti buoni effetti con un ottimo contenimento della vigoria, in altri, si è arrivati addirittura al totale arresto dello sviluppo vegetativo delle piante con notevoli disagi anche produttivi anche negli anni successivi.

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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nuoVi orientamenti Per Gli imPianti Di Pescoscelta Del materiale ViVaisticole Possibilità che si PresentanoPer l’esecuZione Di un imPianto sono le seGuenti:

Gemma dormientePianta innestata in vivaio e successivamente trapiantata: è abba-stanza economica, ma si possono verificare degli insuccessi sia per le fallanze fisiologiche degli innesti, sia per la mancanza di tempesti-vità che si può verificare dalla fase di estirpo dal vivaio alla messa a dimora in campo a gemma già mossa.Periodo di messa a dimora consigliato: autunno al fine di garan-tire un miglior attecchimento

astoneè il sistema che più si va diffondendo sia per la praticità che per la veloce entrata in produzione, pur essendo questo il più costoso. In genere si tratta di astoni di 1 anno, ma non mancano i casi di piante innestate a primavera e quindi di 7 - 8 mesi i così detti astoncini che presentano caratteristiche migliori.

VasoUtilizzato per impianti eseguiti in stagione avanzata (maggio). In questo caso si richiede una buo-na cura delle piante con particolare attenzione al trasporto, inoltre è indispensabile disporre di un impianto d’irrigazione localizzata per impedire il collassamento delle piante.Fondamentale risulta la legatura della pianta ad un tutore quale una canna di bamboo a più altez-ze al fine di garantire una crescita corretta della freccia.

Forme Di alleVamento in Piemonteasse colonnaremateriale di partenza: preferibil-mente piante in vaso per la miglior disposizione dei rami anticipati, ma possono andare bene anche astoni e piante a gemma dormiente.

Rappresenta un’evoluzione del fuset-to dove la distanza tra le piante era di 2,5 m. Con l’asse colonnare si riduce la distanza a circa 1,5 m – 1,60 m a se-conda delle varietà. In questo modo la parte alta della pianta è mantenuta più aderente all’asse senza perdere in

Fig. 1 la forma ad ylongitudinale

Fig. 2a asse colonare che pre-senta branche eccessivamente vigorose

Fig. 2b risultato della potatura con eliminazione delle forma-zioni vigorose

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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produttività mentre le branche basali risultano più corte e aperte. Nella parte inferiore la produzione avviene su bran-chette fruttifere inseri te direttamente sulle branche. Dalle recenti osservazioni si ritiene importante formare, già dal primo anno, 2 - 3 piccole sottobranche nella parte basale della pianta, mediante legature o torsioni di rami anticipa-ti. Questo accorgimento ha lo scopo di formare da subi-to branche fruttifere “perenni” e di limitare la vigoria della specie che porta ad avere un rapido esaurimento delle for-mazioni fruttifere più vicine al suolo. altresì importante è l’eliminazione delle branche più vigorose, già a partire dal primo anno d’impianto, ed in particolare quelle poste nella parte alta della pianta, la cui presenza determinerebbe l’ombreggiamento e quindi la morte dei rami posti nella parte inferiore (fig. 2a, 2b). L’altezza definitiva si aggira su 3,5 m e si ottiene con un taglio di ritorno eseguito dalla fine del IV anno, comunque sempre sul legno di 2 anni (fig. 3); nel caso di alberi molto vigorosi il taglio può essere anticipato ad allegagione avvenuta (fine mag gio).

Forme a Due assi (y longitudinale – ad u con assi verticali)materiale di partenza: preferibilmente da gemma dormiente; si parte da una sola gemma il cui germoglio viene in seguito cimato praticando una “pinzatura” (effetto cydia molesta) in modo da favorire lo sviluppo di due gemme sottostanti che daranno origine alle due branche future.

L’utilizzo di entrambe le gemme innestate, in genere, determina un non uniforme sviluppo delle due branche. Nonostante questa difformità di vigoria tra i due assi non emergono particolari diffi-coltà di gestione e di produttività. Infatti, sia la Y sia la U ad oggi risultano le forme di allevamento più equilibrate la cui gestione risulta facilitata grazie alla costante presenza di branche fruttife-re produttive nella parte più bassa della pianta, meno soggetta al fenomeno dell’ombreggiamento che caratterizza, in molti casi, la forma di allevamento ad un solo asse. Inoltre, anche la gestione della cima risulta più agevole in quanto, grazie alla ripartizione della vigoria nei 2 assi, si riduce la possibilità di formazione del “cappello”, osservabile su varietà più vigorose allevate ad asse colonnare.

L’impostazione della forma ad U ad assi verticali è in generale quella della Y longitudinale; si dif-ferenzia però per l’andamento verticale e non obliquo delle due colonne (fig. 4). I pregi di questa forma sono la miglior intercettazione luminosa e il miglior utilizzo dello spazio disponibile per cia-scun asse. Come difetto si ricorda l’esecuzione un po’ complessa nei primi due anni d’impianto, compensata però da un alleggerimento delle operazioni negli anni successivi.

Fig. 3 corretta gestione della cima con taglio di semplificazione

Fig. 4 la forma ad u

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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Considerando che tale forma di allevamento riduce di circa il 50% della vigoria del singolo astone, si consiglia di valutare attentamente la varietà ed il portainnesto adeguato prima dell’esecuzione del frutteto: varietà troppo deboli su portainnesti altrettanto meno vigorosi porterebbero ad un insuccesso dell’intero impianto (Es. Alitop su Ishtara, Amiga su Ishtara, ecc)

Punti fondamentali:✓ Apertura delle due branche con fissaggio al I filo a 80 cm.✓ Eliminazione di eventuali sotto branche troppo vigorose.✓ Legatura della colonna al secondo filo, allo scopo di dare un andamento verticale e sostegno

all’asse ancora debole.

Forme consiGliate e relatiVi sesti D’imPiantiAll’atto della programmazione dell’impianto è necessario tenere conto della giusta combinazione portinnesto/varietà e della fertilità del terreno, pertanto la scelta della forma di allevamento da adottare sarà in funzione di tali caratteristiche.

tab. 1: combinazione vigoria - forma di allevamento

Piante ViGorose e assurGenti(big top, Diamond ray, nectareine,

nectariane magique, Vista rich, summer rich)

Forma a candelabro, o in terreni meno fertili, quella ad u o ipsilon (y)

PIANTE MEDIAMENTE VIGOROSE(Alitop, Gea, Orion, Sweet Red, Rome Star)

Forma ad U o Y in terreni meno fertiliad asse colonnare

PIANTE DEBOLI(Amiga, Nectaross)

Asse colonnare

tab. 2: Forme di allevamento attualmente consigliate per il pesco

Forma di allevamento Distanza fra piante (m) Distanza fra file (m) n° piante/ha

asse colonnare 1,5 – 1,6 4,30 – 4,50 1600 - 1400

U 2 – 2,20 4 – 4,30 1250 - 1050

Y 2 – 2,20 4 – 4,30 1250 - 1050

Candelabro 2,5 - 3 4 – 4,30 1000 - 780

e’ prevista in ogni caso la messa in opera di impalcature di sostegno, ridotte peraltro a 1 palo ogni 20 m e alla stesura di 2 o 3 fili metallici.Ciò comporta un aggravio dei costi iniziali di impianto, ampiamente compensati però dal succes-sivo contenimento dei costi di gestione. L’adozione dell’impalcatura si rende necessaria in quanto il precoce raggiungimento della forma definitiva fa sì che la pianta non sia in grado da sola di reggere il peso della produzione dei primi anni. Si sottolinea infine l’importanza della potatura verde, che con l’adozione di queste forme diventa una pratica essenziale, per favorire l’equilibrio vegetativo tra le parti della chioma ed evitare “l’impoverimento” eccessivo della parte inferiore della pianta.

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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la Potatura Del PescoIl pesco è una specie con portamento produttivo molto diverso dal melo (il pesco produce unica-mente sul legno di 1 anno) e pertanto i principi di potatura adottati ed ormai affermati nel melo non possono venire trasferiti in blocco su questa specie anche perché ciascuna varietà, o meglio ogni gruppo varietale, presenta una sua tipologia di fruttificazione.

Punti FonDamentali Per la Potatura✓ la forma di allevamento La forma adottata deve essere conseguente alla combinazione varietà/portainnesto e quindi

alla vigoria della pianta✓ tipologia varietale Come già è stato accennato, nel pesco, per ottenere una produzione adeguata sia dal punto

di vista quantitativo che qualitativo, è fondamentale rispettare le caratteristiche produttive di ciascuna varietà le quali, per semplifi-cazione sono state suddivise per gruppi (vedi tab. 2)

✓ operazioni in verde I passaggi in verde sono fondamentali, ed il primo deve essere ese-

guito nella prima metà di giugno asportando anche manualmente i succhioni dorsali sorti in seguito ai tagli invernali. In epoca ancora precoce, generalmente entro la metà di luglio, si dovrà ricorrere alle torsioni di quelle branche basali assurgenti che intendiamo mantenere (fig. 5): va da sé che nel caso vi siano in alternativa rami migliori di minor calibro è preferibile mantenerli ed asportare i più vigorosi. L’ultimo passaggio di potatura verde è infine rappre-sentato da quello di post raccolta di cui si è detto poco sopra.

corretta imPostaZione Della Pianta nella Fase Di alleVamentoCome noto, la selezione dei rami sin dalla fase dell’impianto risulta di fondamentale importanza. Indipendentemente dalla forma di allevamento scelta devono essere eliminati senza indugio i rami con angolo d’inserzione troppo stretto e quelli troppo vigorosi (come già detto prece-dentemente), in particolare nella parte alta della pianta: quest’ultima operazione è fondamen-tale se si vogliono evitare situazioni future di ombreggiamento con conseguente impoverimento della zona inferiore della pianta. Nelle forme a due assi (Y, U) deve essere mantenuto un certo numero di rami con diametro inferiore alla metà di quello del fusto i quali diventeranno le future sottobranche. Per meglio regolare il loro sviluppo si eviti il ricorso a distanziatori (troppo onerosi) mentre risulta molto efficace e di veloce esecuzione la pratica della torsione (mese di giugno) che porterà ad una attenuazione della loro vigoria. La “torsione” va effettuata su branche di piccolo diametro (facilmente modellabili), diversamente, se si tenterà di eseguire questa pratica su dia-metri grossi non si otterranno risultati interessanti.

la Potatura Di ProDuZione nei PrinciPali GruPPi VarietaliIl comportamento produttivo del pesco dipende dalla varietà considerata, così pure, la pezzatura dei frutti e la potenzialità produttiva differiscono fra le diverse varietà. Detto ciò, allo scopo di sem-plificare questo aspetto si sono riunite le varietà in 3 gruppi distinti: “Gruppo Rich”, “Gruppo Rome

Fig. 5 torsione estiva di un ramo vigoroso

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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Star” e “Nettarine”. Di seguito sono illustrati i passaggi fondamentali da realizzare in campo:

Gruppo rich (vedere tab. 3)Come indicato nella tabella 3 le diverse cultivar che rientrano in questo gruppo devono essere gestite con una “potatura corta” con la quale si vanno a selezionare i rami misti lunghi (60-100 cm). L’obiettivo è quello di mantenere il più possibile la produzione aderente all’asse centrale della pianta (fig. 6a - 6b).

Gruppo rome star (vedere tab. 3)Si tratta di una potatura meno energica rispetto alla precedente la quale si basa sul manteni-mento di 2 – 3 rami misti medi (30 – 50 cm) presenti su branchette di 2 anni. Come nel gruppo precedente devono essere eliminati tutti i brindilli e mazzetti di maggio presenti (fig. 7a - 7b).

nettarine (vedere tab. 3-4)In questo gruppo sono comprese quasi tutte le varietà di nettarine coltivate nel nostro areale pur con alcuni “distinguo” riportati nel paragrafo “Casi particolari”. Nella potatura di produzione delle nettarine vanno priviligiati i rami misti corti (brindilli) inseriti su branchette di 2 anni chiamate abitualmente “cravatte”. Quest’ultime vanno “richiamate” con opportuni tagli di ritorno e con uno

Fig. 6a esempio di potatura corta (Prima)

Fig. 6b esempio di potatura corta (Dopo)

Fig. 7a esempio di potatura di media intensità (Prima)

Fig. 7b esempio di potatura di media in-tensità (Dopo)

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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sfoltimento dei brindilli ormai esauriti, in particolare su big top e Diamond ray dove esistono problemi di pezzatura; dove questi non esistono (Venus, Nectaross, Caldesi ecc) è possibile mantenere delle branchette relativamente “più sporche” (fig. 8a - 8b).

casi particolariL’evoluzione varietale ha portato all’introduzione di nuove cultivar caratterizzate da elevati stan-dard qualitativi la cui “gestione” risulta più difficoltosa rispetto a varietà coltivate da tempo sul territorio piemontese. Un esempio che può essere utile ricordare risulta quello della cultivar Alitop le cui capacità produttive, analogamente a Big Top e Diamond Ray, sono eccellenti ma al tempo stesso vi è la necessità di gestire le branche produttive con rinnovi annuali dato il loro rapido esaurimento.

Fig. 8a esempio di potatura “lunga” (Prima) Fig. 8b esempio di potatura “lunga” (Dopo)

Fig. 9a la potatura dell’alitop (Prima)

Fig. 9c Diradamento dei brindilli

Fig. 9b raccorciamento della branca

Fig. 9d risultato finale

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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tab. 3: Varietà più diffuse suddivise in gruppi per comportamento produttivo

GruPPo cultiVarrami

FruttiFeriinterVenti

Di PotaturaesemPioGraFico

Gruppo rich

- Rich Lady- Ruby Rich -Vista Rich - Summer Rich- Early Rich

Rami misti lunghi

(60 - 100 cm)

Potatura cortaEseguire un taglio di ritor-no sulle branchette di 2 anni lasciando 2 rami lun-ghi (60 – 100 cm) cercan-do di mantenere la produ-zione il più possibile vicino al tronco.Data l’elevata vigoria ed il portamento assurgente sono essenziali gli inter-venti dopo la raccolta (tagli di ritorno) e quelli in verde.

Gruppo rome star

- Diamond Princess- Rome Star- Elegant Lady- Red Moon - Summer Lady - Zee Lady - Sweet Red - Maria Bianca - Michelini- Rosa del West- Alipersiè- Alirosada- Alibianca

Rami misti medi

(30 - 60 cm)

Potatura di media intensità

Eseguire un taglio di ri-torno sulle branchette di 2 anni lasciando 3-4 rami misti medi.

nettarine

- Amiga- Caldesi 2000- Nectaross - Flavortop- Maria Aurelia - Max- Orion- Stark Redgold - Sweet Lady- Venus- Silver Giant- Magique- Alitop- Big Top- Diamond Ray- Nectariene- Nectariane

Rami misti corti e

mazzetti di maggio

Potatura “lunga”• Si selezionano le bran-

chette di 2 anni, cosidette “cravatte”, le quali vanno alleggerite dai brindilli in eccesso e eventualmen-te accorciate in funzione del loro grado di esauri-mento e dell’ottimale rin-novo vegetativo.

• Si asportano i rami misti vigorosi, lasciandone uno alla base per il rinnovo.

• Si eseguono tagli di ritor-no sulle branche di 3 - 4 anni, per diradare il nu-mero di branchette frutti-fere.

Tab. 3: Varietà più diffuse suddivise in gruppi per comportamento produttivo (E)

5

GRUPPO CULTIVAR RAMI FRUTTIFERI INTERVENTI DI POTATURA ESEMPIO GRAFICO

Gruppo Rich

- Rich Lady- Ruby Rich -Vista Rich - Summer Rich- Early Rich

Rami misti lunghi(60 - 100 cm)

Potatura cortaEseguire un taglio di ritorno sulle branchette di 2 anni lasciando 2 rami lunghi (60 – 100 cm) cercando di mantenere la produzione il più possibile vicino al tronco.Data l’elevata vigoria ed il portamento assurgente sono essenziali gli interventi dopo la raccolta (tagli di ritorno) e quelli in verde.

Gruppo Rome Star

- Diamond Princess

- Rome Star- Elegant Lady- Red Moon - Summer Lady - Zee Lady - Sweet Red - Maria Bianca - Michelini- Rosa del West- Alipersiè- Alirosada- Alibianca

Rami misti medi(30 - 60 cm)

Potatura di media intensità

Eseguire un taglio di ritorno sulle branchette di 2 anni lasciando 3-4 rami misti medi.

Nettarine

- Amiga- Caldesi 2000- Nectaross - Flavortop- Maria Aurelia - Max- Orion- Stark Redgold - Sweet Lady- Venus- Silver Giant- Magique- Alitop- Big Top- Diamond Ray- Nectariene- Nectariane

Rami misti corti e mazzetti di maggio

Potatura “lunga”• Si selezionano le branchette

di 2 anni, cosidette “cravatte”, le quali vanno alleggerite dai brindilli in eccesso e eventualmente accorciate in funzione del loro grado di esaurimento e dell’ottimale rinnovo vegetativo.

• Si asportano i rami misti vigorosi, lasciandone uno alla base per il rinnovo.

• Si eseguono tagli di ritorno sulle branche di 3 - 4 anni, per diradare il numero di branchette fruttifere.

Tab. 3: Varietà più diffuse suddivise in gruppi per comportamento produttivo (E)

5

GRUPPO CULTIVAR RAMI FRUTTIFERI INTERVENTI DI POTATURA ESEMPIO GRAFICO

Gruppo Rich

- Rich Lady- Ruby Rich -Vista Rich - Summer Rich- Early Rich

Rami misti lunghi(60 - 100 cm)

Potatura cortaEseguire un taglio di ritorno sulle branchette di 2 anni lasciando 2 rami lunghi (60 – 100 cm) cercando di mantenere la produzione il più possibile vicino al tronco.Data l’elevata vigoria ed il portamento assurgente sono essenziali gli interventi dopo la raccolta (tagli di ritorno) e quelli in verde.

Gruppo Rome Star

- Diamond Princess

- Rome Star- Elegant Lady- Red Moon - Summer Lady - Zee Lady - Sweet Red - Maria Bianca - Michelini- Rosa del West- Alipersiè- Alirosada- Alibianca

Rami misti medi(30 - 60 cm)

Potatura di media intensità

Eseguire un taglio di ritorno sulle branchette di 2 anni lasciando 3-4 rami misti medi.

Nettarine

- Amiga- Caldesi 2000- Nectaross - Flavortop- Maria Aurelia - Max- Orion- Stark Redgold - Sweet Lady- Venus- Silver Giant- Magique- Alitop- Big Top- Diamond Ray- Nectariene- Nectariane

Rami misti corti e mazzetti di maggio

Potatura “lunga”• Si selezionano le branchette

di 2 anni, cosidette “cravatte”, le quali vanno alleggerite dai brindilli in eccesso e eventualmente accorciate in funzione del loro grado di esaurimento e dell’ottimale rinnovo vegetativo.

• Si asportano i rami misti vigorosi, lasciandone uno alla base per il rinnovo.

• Si eseguono tagli di ritorno sulle branche di 3 - 4 anni, per diradare il numero di branchette fruttifere.

Tab. 3: Varietà più diffuse suddivise in gruppi per comportamento produttivo (E)

5

GRUPPO CULTIVAR RAMI FRUTTIFERI INTERVENTI DI POTATURA ESEMPIO GRAFICO

Gruppo Rich

- Rich Lady- Ruby Rich -Vista Rich - Summer Rich- Early Rich

Rami misti lunghi(60 - 100 cm)

Potatura cortaEseguire un taglio di ritorno sulle branchette di 2 anni lasciando 2 rami lunghi (60 – 100 cm) cercando di mantenere la produzione il più possibile vicino al tronco.Data l’elevata vigoria ed il portamento assurgente sono essenziali gli interventi dopo la raccolta (tagli di ritorno) e quelli in verde.

Gruppo Rome Star

- Diamond Princess

- Rome Star- Elegant Lady- Red Moon - Summer Lady - Zee Lady - Sweet Red - Maria Bianca - Michelini- Rosa del West- Alipersiè- Alirosada- Alibianca

Rami misti medi(30 - 60 cm)

Potatura di media intensità

Eseguire un taglio di ritorno sulle branchette di 2 anni lasciando 3-4 rami misti medi.

Nettarine

- Amiga- Caldesi 2000- Nectaross - Flavortop- Maria Aurelia - Max- Orion- Stark Redgold - Sweet Lady- Venus- Silver Giant- Magique- Alitop- Big Top- Diamond Ray- Nectariene- Nectariane

Rami misti corti e mazzetti di maggio

Potatura “lunga”• Si selezionano le branchette

di 2 anni, cosidette “cravatte”, le quali vanno alleggerite dai brindilli in eccesso e eventualmente accorciate in funzione del loro grado di esaurimento e dell’ottimale rinnovo vegetativo.

• Si asportano i rami misti vigorosi, lasciandone uno alla base per il rinnovo.

• Si eseguono tagli di ritorno sulle branche di 3 - 4 anni, per diradare il numero di branchette fruttifere.

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

181

tab. 4: Varietà più diffuse suddivise in gruppi per comportamento produttivo

Potatura di produzione del pesco

cultivar tipo Vigorerami fruttiferi su cui

indirizzare la produzioneosservazioni

amiga* nGMedio-scarso

Rami misti corti, brindilli, mazzetti di maggio

alitop* nGMedio-elevato

Rami misti corti, brindilli, mazzetti di maggio

Favorire il rinnovovegetativo nella parte

basale della pianta

big top® Zaitabo* nG ElevatoRami misti medi (40-80 cm),

brindilliGermogliamento e fioritura precoci

caldesi 2000*

superqueen® nb ElevatoRami misti corti, brindilli,

mazzetti di maggio –

Diamond ray* nG ElevatoRami misti medi (30-60 cm),

brindilli –

Flavortop nG ElevatoRami misti corti, brindilli,

mazzetti di maggio –

maria aurelia nG Elevato Mazzetti di maggio, brindilli –

max* nG ElevatoRami misti corti, brindilli,

mazzetti di maggio–

nectaross nG ScarsoRami misti corti, brindilli,

mazzetti di maggio–

orion* nG ElevatoRami misti corti, brindilli,

mazzetti di maggio–

stark redgold nGMedio-elevato

Rami misti corti, brindilli, mazzetti di maggio

magique® maillarmagique*

nb ElevatoRami misti corti, brindilli,

mazzetti di maggio–

silver Giant* nb ElevatoRami misti corti, brindilli,

mazzetti di maggio–

sweet lady* nG Medio Rami misti corti, brindilli –

sweet red* nG Medio Rami misti medi (30-60 cm) –

Venus* nG ElevatoRami misti corti, brindilli,

mazzetti di maggio–

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

182

Diamond Princess* PGMedio-Elevato

Rami misti medi (40-80 cm) –

early rich® Zairiala* PG Elevato Rami misti lunghi (80-100 cm)Favorire il rinnovo

vegetativo nella parte basale della pianta

red moon* PGMedio,

portamento aperto

Rami misti medi e lunghi (40-80 cm)

rich lady* PG ElevatoRami misti lunghi e medi

(60-100 cm)

Favorire il rinnovovegetativo nella parte

basale della pianta

rome star* PG MedioRami misti medi e lunghi

(40-80 cm)–

ruby rich® Zainoar* PG Elevato Rami misti lunghi (80-100 cm)Favorire il rinnovo

vegetativo nella parte basale della pianta

summer lady* PG MedioRami misti medi e lunghi

(40-80 cm)–

summer rich* PG Elevato Rami misti lunghi (80-100 cm)Favorire il rinnovo

vegetativo nella parte basale della pianta

Vista rich® Zainobe* PG Elevato Rami misti lunghi (80-100 cm)Favorire il rinnovo

vegetativo nella parte basale della pianta

Zee lady® Zaijula* PG MedioRami misti medi e lunghi

(40-80 cm)–

alipersiè* PbMedio-elevato

Rami misti medi (30-60 cm) –

alirosada* PbMedio-elevato

Rami misti medi (30-60 cm) –

aliblanca* PbMedio-elevato

Rami misti medi (30-60 cm) –

michelini PbMedio-elevato

Rami misti medi (30-60 cm) –

rosa del West* PbMedio-elevato

Rami misti medi (30-60 cm) –

Legenda® marchio registrato* protezione brevettualeNG: nettarina a polpa giallaNB: nettarina a polpa biancaPG: pesca a polpa giallaPB: pesca a polpa bianca

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

183

Fig. 10a Pianta di 3 anni prima della potatura Fig. 10b Pianta correttamente potata (Dopo)

Fig. 11 Pianta in allevamento correttamente potata

Di seguito si presentanotre foto relative a una corretta gestione di potatura secca invernale su pesco in produzione ed in allevamento.

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

184

nuoVi orientamenti Per Gli imPiantiDi susinoNell’ultimo decennio la superficie investita a susino in Piemonte è aumentata significativamente e ad oggi si contano circa 1000 ha. Le varietà appartenenti al gruppo europeo sono state progres-sivamente sostituite da quelle cino - giapponese, come l’ Angeleno, che ad oggi interessa più del 90% della superficie piemontese investita a susino.

Forme Di alleVamento e sesti D’imPiantoLa forma d’allevamento più comune in Piemonte è la palmetta libera (fig. 1). La vigoria elevata del susino ben si adatta a questa forma in parete che agevola le operazioni di diradamento, po-tatura verde, raccolta e, al tempo stesso, favorisce la colorazione dei frutti. Nei terreni meno fertili si sta affermando la forma ad asse colonnare che consente un infittimento dell’impianto (fig. 2).Il sesto d’impianto consigliato in Piemonte per la palmetta è di 4 - 4,3 m tra le file e 2,8 - 3 m tra le piante e per l’asse colonnare di 4.5 m x 1.5 m.

PalmettaliberaIl periodo di allevamento del susino è breve e nella maggior parte dei casi sono sufficienti 2-3 anni per avere una pianta in pie-na produzione.

Primo annoA seguito della messa a dimora, le giovani piante vengono lascia-te all’accrescimento libero solo garantendo loro il giusto apporto idrico. Nel corso della potatura secca del primo anno vanno eli-minati i rami troppo vigorosi con

Fig. 1 impianto di susino allevato a palmetta li-bera

Fig. 2 impianto di susino allevato ad asse colon-nare

Fig. 3b eliminazione di una branca mal inserita (dopo)

Fig. 3a eliminazione di una branca mal inserita (prima)

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

185

diametro superiore di 1/2 rispetto a quello del fusto, i rami mal inseriti (fig. 3) e quelli concorrenti con la cima. Considerata l’acrotonia del susino è necessario mantenere formazioni basali di cali-bro maggiore al fine di limitare la spinta vegetativa delle piante.

Si consiglia inoltre d’iniziare a selezionare le branche fruttifere migliori e di legarle sui fili di fer-ro di sostegno (fig. 4) in modo da formare la prima impalcatura della palmetta. Le branche sele-zionate devono essere distan-ziate tra di loro di 50 – 60 cm al fine di consentirne un corretto sviluppo.

seconDo annoContinuare con la selezione delle branche migliori da impalcare per concludere/completare la struttura a palmetta. Si consiglia inoltre di eliminare i succhioni (fig. 5) oppure di legarli nel caso vi siano spazi da riempire. Le formazioni che si sviluppano in direzione dell’interfila, non idonei al mantenimento della forma in parete, sono da eliminare. Al termine della potatura invernale del 2° anno, dopo aver eseguito le opportune legature dei rami ai fili di sostegno, la pianta risulta pressoché impostata. Al 3° anno la produzione risulta già significativa, pertanto, le operazioni di potatura saranno riferibili ai criteri descritti nel paragrafo successivo.

la PotaturaDi ProDuZioneLa produzione migliore nel susi-no si ha sul legno di 2 e 3 anni. Raggiunta la fase di piena pro-duzione la selezione di queste formazioni è fondamentale in quanto costituiscono la base produttiva annuale. Il susino è caratterizzato da un rapido esaurimento dei rami fruttiferi a causa della loro elevata fertilità. Pertanto, sono necessari opportuni racconciamenti sul legno di 2 – 3 anni (fig. 6) per stimolare un corretto rinnovo vegetativo e l’eliminazione delle branche che ombreggiano le formazioni pro-duttive. Sono da mantenere le formazioni dell’anno correttamente inserite in quanto daranno la produzione nell’anno a seguire. Continuare con l’eliminazione dei succhioni non idonei e proce-dere alla pulizia delle branche rimuovendo i rami mal inseriti, quelli in ombra e quelli sviluppati in direzione dell’interfila (fig. 7).

Fig. 5 eliminazione di un succhione (prima e dopo)

Fig. 4: Piegatura e legatura di una branca fruttifera sui fili di sostegno (impianto alla 1° foglia). a destra il risultato finale dell’operazione.

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

186

la Potatura VerDe

Quando è stata raggiunta la fase di produzione oltre alla potatura secca è necessario eseguire uno o due passaggi estivi. L’elimina-zione dei succhioni e dei rami ve-getativi in eccesso risulta fonda-mentale al fine favorire l’ingresso della luce nella chioma e di conse-guenza migliorare la colorazione dei frutti.

asse colonnareNell’ultimo quinquennio in Piemonte sono stati realizzati susineti (cv Angeleno) con sesto d’im-pianto ridotto (4.5 m x 1.5 m) con un aumento significativo del numero di piante a ettaro. Rispetto agli impianti tradizionali questi non sono più allevati in parete bensì in volume a fusetto. Sia la potatura sia la conduzione delle piante differisce ampiamente da quanto descritto per gli impianti tradizionali. Su susineti fitti è stata ideata, ad opera di un tecnico dell’Emilia Romagna (D. Abeti) una particolare tipo di potatura per consentire la gestione del volume vegetativo che le piante sviluppano. Infatti, data la nota vigoria del susino, l’infittimento delle piante può dare origine a diffi-coltà di maturazione del legno e di colorazione dei frutti. Sulla base di quanto osservato in campo e data l’elevata vigoria del susino, si consiglia di realizzare impianti fitti esclusivamente su terreni a media - bassa fertilità, in quanto diversamente sarebbero ingestibili!

Questa nuoVa tiPoloGia D’imPianti Presenta VantaGGi e sVantaGGi comeinDicato nella seGuente tabella:

VantaGGi sVantaGGi

L’entrata in produzione avviene prima rispetto ad un impianto tradizionale

Il susino presenta una vigoria molto elevata e l’infittimento richiede una gestione agronomica molto attenta.

La resa produttiva è aumentata: in piena pro-duzione si raccolgono più di 50 t/ha, in alcune

annate si possono raggiungere 60 t/ha

I susineti fitti necessitano di una potatura particolare (me-todo Abeti) che prevede interventi mirati in determinati periodi dell’anno. La mancata esecuzione di uno solo

di questi passaggi può alterare l’equilibriovegeto produttivo delle piante.

Dato il sesto d’impianto più stretto la resa pro-duttiva risulta quasi inalterata anche in caso di

fallanze dovute ad attacchi di fitoplasmi (ESFY) e cancro batterico delle drupacee (batteriosi).

La presenza di numerosi punti a fiore, in caso di alle-gagione favorevole, porta ad avere un carico produttivo

molto importante: il numero di ore necessarie per il diradamento manuale risulta superiore rispetto ad un

impianto tradizionale.

Fig. 6 raccorciamento su legno di 2 anni (prima e dopo)

Fig. 7 eliminazione di una branca sviluppatasi in direzione dell’interfila (prima e dopo)

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

187

la Potatura in Fase Di alleVamento (asse colonnare)

Primo anno

Le giovani piante vengono messe a dimora generalmente in prima-vera nel mese di marzo. Appena attecchite, fine aprile – inizio mag-gio, è necessario procedere al raccorciamento dei rami presenti a circa 20 cm dal fusto. Da que-sti tagli si dipartiranno 2 – 3 nuo-vi getti che saranno nuovamente raccorciati di 20 cm nel mese di giugno. Successivamente, se la pianta manifesterà una spinta ve-getativa importante sarà necessa-rio procedere ad un nuovo raccor-ciamento in luglio, diversamente, si andrà alla potatura secca. in inverno si procederà con la selezione delle branche migliori e al raccorciamento dei rami man-tenuti più vigorosi (fig. 8). Le formazioni meno vigorose (brindilli) non devono essere raccorciati. Come per gli impianti tradizionali, è necessario eliminare i rami mal inseriti e quelli concorrenti con la cima.

seconDo annoLa potatura di allevamento al se-condo anno risulta meno impe-gnativa rispetto al primo e dovrà essere realizzata in 2 particolari momenti. Il primo intervento, pre-visto per il mese di maggio, pre-vede il raccorciamento dei rami sviluppatesi dai tagli invernali a 20 cm dai tagli stessi. Il secondo in-tervento, realizzato in luglio, con-sisterà in una nuova ribattitura dei ricacci originatesi dal precedente taglio (fig. 10). La potatura sec-ca del secondo anno è analoga a quanto descritto in precedenza per il primo anno. In caso di formazioni vigorose, anche nella parte alta della pianta, è consigliabile procedere al loro raccorciamento al fine di favorire il necessario rinnovo vegetativo.

Fig. 11 Pianta al secondo anno correttamente potata

Fig. 10 esempio di raccorcia-mento estivo su pianta in alleva-mento

Fig. 8 esempio di raccorciamento invernale

Fig. 9 raccorciamento di branche vigorose e mantenimento di brindilli

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

188

la Potatura Di ProDuZione (asse colonnare)Al terzo anno la pianta risulta ormai in piena produzione. il passaggio essenziale risulta quello in verde eseguito a giugno dove an-dranno raccorciati a 20 cm i ricacci vege-tativi dell’anno (fig. 12): la realizzazione di questo intervento è basilare! Potatura invernale: la pianta correttamente allevata presenta ormai formazioni “perenni” nelle quali sono inserite i rami produttivi (2 - 3 anni) e i rinnovi dell’anno. Gl’interventi di po-tatura consisteranno nel raccorciamento dei rami esauriti, l’eliminazione dei succhioni mal inseriti e il mantenimento dei rinnovi dell’anno meglio posizionati; quest’ultimi rappresentano la base produttiva per i successivi anni.

Fig. 12 raccorciamento estivo su pianta in produzione

Fig. 13 raccorciamento di branca in via d’esaurimento per garantire il corretto rinnovo vegetativo F

Fig. 14 raccorciamento di branca in via d’esaurimento e mantenimento delle formazione fruttifere

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

189

Fig. 15 a sinistra pianta da potare, a destra pianta correttamente potata

Gestione Della cima: data la forte acrotonia del susino questa parte della pianta dovrà essere gestita al meglio onde evitare l’inserimento della vegetazione nella rete antigrandine. Per-tanto, ogni inverno sarà necessario procedere ad una cimatura eseguita 30 – 40 cm al di sotto del filo di colmo in corrispondenza di 2 – 3 formazioni produttive.

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

190

nuoVi orientamenti Per Gli imPiantiDi albicoccole Forme D’alleVamentoIn Piemonte le forme di allevamento consigliate sono le seguenti: Forme in volume:✓ il vaso ritardato ✓ il vaso tradizionaleForme in parete:✓ la palmetta libera✓ la palmetta a U✓ l’asse colonnare

Fase Di alleVamentoA seguito della messa a dimora delle piante, gli interventi da realiz-zare sono mirati a formare nel più breve tempo possibile la struttu-ra della pianta. E’ importante ricordare che per un buon successo del nuovo impianto, a causa dell’elevata sensibilità alla batteriosi, il terreno dovrà essere fertile, a tessitura medio - fine, ben dotato di sostanza organica (1.5 – 2 %) e di elementi minerali, con ph presso-ché neutro. In caso di reimpianto occorre migliorare la struttura del terreno apportando adeguate quantità di sostanza organica (letame, compost).

L’albicocco è una specie caratterizzata da elevato vigore vegetativo che necessita di una gestione oculata in modo particolare “in ver-de” dove le operazioni di potatura hanno lo scopo di:✓ Rallentare l’attività vegetativa✓ Governare e orientare al meglio l’accrescimento✓ Favorire il massimo rivestimento delle branche che si andranno a formare ✓ Favorire una precoce entrata in produzione✓ Evitare tagli invernali che favorirebbero penetrazioni della batte-

riosi

Vaso ritarDatoLe distanze consigliate sono 4.5 - 5 m tra le file e 3 - 4 m sulla fila a seconda del terreno e della varietà. In caso di reimpianto si consiglia un sesto d’impianto più stretto.

1° anno

Con la messa a dimora di un astone non ribattuto (fig. 1) e ben ramificato, gli interventi consisteranno nella pulizia dell’astone da eventuali grossi rami nella posizione alta, da eventuali rami rotti,

Fig. 1 astone non ribattuto

Fig. 2 astone ribattuto

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

191

dall’asportazione dei rami al di sotto dei 60 - 70 cm e da una cimatura apicale dell’astone. Con la messa a dimora di un astone che viene ribattuto a 60 cm (fig. 2) si dovrà aver cura di allevare una sola freccia in modo da favorire uno sviluppo armonico delle brachette basali che si forme-ranno dall’astone; in entrambe le possibilità la freccia centrale dovrà essere cimata almeno 2 - 3 volte nell’estate per dare maggior forza ai rami basali scelti e da mantenere. Durante l’estate eventuali cacciate vigorose o mal inserite, andranno gestite con torsioni oppure eliminate. Nes-sun intervento nel periodo invernale.

2° annoA fine maggio - inizio giugno si procederà con una cima-tura della freccia centrale al fine di favorire lo sviluppo in volume (fig. 3) e si asporteranno eventuali succhioni mal inseriti sul dorso sull’asse centrale. Quelli ben inseriti e vi-gorosi, potranno essere piegati mediante torsione o anche spuntati a 20 - 30 cm al fine di favorirne il rivestimento. Sulla parte apicale delle branche non sarà lasciata pro-duzione per facilitarne l’accrescimento. Durante l’estate si continuerà ad eliminare eventuali concorrenti alle frecce delle branche prescelte. Nessun intervento nel periodo in-vernale.

3°- 4° annoIn maggio – inizio giugno si avrà cura di continuare l’allevamento delle branche principali favo-rendo il germoglio migliore e si procederà come sopra, eliminando i getti nuovi troppo vigorosi, piegando mediante torsione gli altri rami oppure spuntandoli sempre a 20 - 30 cm. L’eventuale produzione dovrà essere pressoché eliminata nelle parti apicali delle branche per evitare piega-ture che possano pregiudicare l’esaurimento della branca stessa. A settembre del 3° anno, si può procedere ad una prima spuntatura dell’asse centrale e le branche principali potranno essere raccorciate purché si raccorci su legno vecchio. Nel settembre del 4° anno si procederà all’aspor-tazione definitiva dell’astone centrale. Arrivati a questo punto, la pianta risulterà completamente formata e ben rivestita con 3 - 4 branche principali rivestite a loro volta di sottobranche e rami misti. Nessun intervento nel periodo invernale.

Vaso traDiZionaleLe distanze consigliate sono 4.5 - 5 m tra le file e 3 - 4 m sulla fila a seconda del terreno e della varietà. In caso di reimpianto si consiglia un sesto d’impianto più stretto.

1° annoPer questa forma di allevamento si parte dall’astone ribattuto. Nell’anno d’impianto, dopo circa 1 mese dalla ripresa vegetativa è necessario scegliere 3 - 4 germogli che formeranno le future branche produttive. Ogni altra cacciata dal tronco andrà prontamente eliminata per non creare concorrenze. Raggiunti circa i 40 cm di lunghezza gli apici dei germogli andranno raccorciati per favorire l’emissione di nuovi germogli costituenti le future sottobranche (fig. 4). Sarà partico-

Fig. 3 sviluppo di nuovi germogli a segui-to della cimatura dell’asse centrale

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

192

larmente importante mantenere sempre un germoglio forte come prolungamento della branca; per favorire una migliore angolazione e impostazione delle branche è consigliabile accompagnare la cre-scita di queste mediante un tutoraggio con canne di bambù inclina-te con l’angolo voluto. A settembre le branche prescelte verranno spuntate di 1/4 della lunghezza per favorire l’arresto vegetativo, la maturazione del legno ed evitare successive rotture causate della neve. Nessun intervento nel periodo invernale. Nel caso si mettano a dimora piante in vaso, si potrà effettuare la spuntatura della frec-cia già durante l’estate all’altezza desiderata, per stimolare l’emis-sione di germogli che potranno essere usate per formare le future branche produttive. 2°- 3°- 4° annoNel periodo primaverile, è necessario procedere all’eliminazione dei rami concorrenti le branche prescelte eliminando qualsiasi concor-renza al loro prolungamento. I rami laterali potranno essere piegati mediante torsioni, oppure spuntati per contenere lo sviluppo e fa-vorire l’emissione di brindilli atti a mantenere un ottimo equilibrio vegeto - produttivo. Le branche principali non dovranno mai subire piegamenti per non comprometterne lo sviluppo. Alla 4° foglia, in settembre, si potranno spuntare le branche principali all’altezza de-finitiva.

Palmetta liberaLe distanze consigliate sono 4.5 m tra le file e 3 - 4 m sulla fila a seconda del terreno e della varietà.

1° anno Si può partire con un astone intero o ribattuto. Il consiglio è di tenere l’astone intero leggermente spuntato. Si dovrà avere cura di alle-vare 3 frecce che costituiranno l’impalcatura principale meglio se aiutate con apposti tutori fissati ai fili di sostegno. Durante l’estate è necessario eliminare eventuali germogli vigorosi con-correnti con le branche prescelte. I germogli poco vigo-rosi andranno gestiti mediante torsione oppure spuntati a 20 -30 cm in maggio – giugno (fig. 5), per favorire il rivestimento di rami misti (fig. 6 - 7). Nessun intervento invernale.

2° annoA metà - fine maggio si interverrà una prima volta per eliminare eventuali germogli concorrenti con le bran-

Fig. 5 esito finale di spuntatura

Fig. 7 Palmetta impalcata al 1° anno in estate

Fig. 6 Palmetta al 1° anno cor-rettamente impalcata

Fig. 4 esito della spuntatura primaverile

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chette principali (meglio mediante strappo essendo erbacei), si piegheranno quelli posti lateralmente alle branche principali raccor-ciandoli di 20 cm. Tale operazione consentirà lo sviluppo di nuovi germogli che saranno produttivi l’anno successivo. In luglio si in-terverrà una seconda volta per eliminare o raccorciare i germogli che eventualmente fossero stati dimenticati la volta precedente o sviluppatisi in modo eccessivo (fig. 8). Non lasciare concorrenti alla punta delle branche.

3°- 4° annoUna volta raggiunta l’altezza voluta delle branche, la punta dovrà essere gestita mantenendo rami misti non vigorosi i quali garan-tiranno l’equilibrio vegetativo necessario. Non devono essere ef-fettuate spuntature di alcun genere. Si interverrà generalmente in maggio per eliminare gli eventuali germogli formatisi sul dorso dei ramei e quelli troppo vigorosi (possibilmente con lo strappo). Altri germogli potranno essere piegati mediante torsione per por-tarli in posizione orizzontale. In agosto - settembre si interverrà per deviare le cime delle branche su legno di 2 - 3 anni e raccorciare i rami troppo lunghi verso l’interfila, che hanno prodotto.

Palmetta a u - asse colonnareSono state introdotte di recente, come su pesco, nuove forme di allevamento che rispondano all’esigenza di anticipare l’entrata in produzione e ammortizzare nel più breve possibile i costi d’impianto. Si tratta delle forme a palmetta libera a U (fig. 10) e dell’asse colonnare. Va subito precisato che tali forme richiedono un attenta conduzione onde evitare l’ingestibilità dell’impianto. Esse permettono un infittimento dei sesti d’impianto ma esigono più cure ed attenzione soprattut-to in “verde” dove sono necessari passaggi mirati per il controllo del volume vegetativo. Sono par-ticolarmente indicate per varietà autofertili e/o comunque produttive. Se ben gestite sono adatte al diradamento meccanico con la macchina “Darwin”. Rimandando al capitolo del pesco per la

Fig. 8 eliminazione di succhio-ni all’interno della palmetta

Fig. 9 Potatura di una pianta a palmetta (Prima e Dopo) Fig. 10 Pianta allevata a u

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gestione iniziale dell’impianto, si vuole sottolineare qui l’importanza di reperire materiale vivaistico di calibro uniforme e sanitariamente certificato, innestato alto (>70 cm) (fig. 11) con chioma equilibrata. Le distanze d’impianto consigliate per la U sono di m 2,5 tra le pian-te e 4,5 m tra le file. Per l’asse colonnare 1,5 m tra le piante e 4.30 tra le file.

Potatura Di ProDuZioneLa potatura di produzione consiste per lo più nell’effettuare tagli di ritorno eseguiti sulle branche principali e secondarie, e sullo sfol-timento dei rami misti di un anno. Questi ultimi non andranno mai raccorciati bensì, o lasciati interi, o eliminati. Qualsiasi ramo o bran-ca posizionato verticalmente tende a svilupparsi in modo eccessivo e a produrre poco; sarà quindi nostra cura evitare queste situazioni adottando al meglio la potatura verde primaverile, con piegature dei rami o asportazione totale quando non si può fare altrimenti, per rispettare sem-pre e comunque la forma della pianta e il suo naturale equilibrio mantenendo legno fruttifero di piccolo diametro, ben distanziato, con la parte alta della pianta generalmente più stretta rispetto alla parte bassa (fig. 12). Il periodo più opportuno per la potatura di produzione risulta essere la tarda estate (fine agosto-settembre), con un intervento di sfoltimento della parte alta ed esecuzione di eventuali grossi tagli. Essa fa-vorirà una buona cicatrizzazione dei tagli e lignificazione del legno posto nella parte medio bassa, con un migliora-mento dello stato sanitario della pianta e una migliore fio-ritura nella primavera successiva. Un secondo intervento verrà eseguito in prossimità della fioritura o anche dopo, per diradare dardi e rami misti in sovra numero in base alla carica produttiva.

DiraDamento Dei FruttiLa regolazione del carico sulla pianta è di fondamentale importanza per la qualità dei frutti. Dopo la potatura, che costituisce la prima regolazione del carico produttivo dell’albero, il diradamento dei frutti è l’altra operazione fondamentale ed indispensabile per ottenere un prodotto di ottima qualità organolettica e commerciale. Un razionale diradamento inoltre agevola le operazioni di raccolta grazie alla maggior uniformità di colore e di pezzatura dei frutti (fig. 13). Per ottenere un vantaggio sulla pezzatura, le operazioni di diradamento vanno eseguite prima che la drupa inter-na indurisca. La determinazione del giusto carico è frutto dell’esperienza di un buon frutticoltore e della giusta conoscenza del suo impianto e del destinatario del suo prodotto. Bisogna diradare in funzione del tipo di ramo e in maniera differenziata in funzione del diametro: più severo sui rami piccoli e alle estremità dei rami lunghi. Per ottenere il max beneficio in termini di pezzatura,

Fig. 11 Pianta innestata alta

Fig. 12 impianto in produzione alla 3° foglia

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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Fig. 13 esito di un buon diradamento manuale

il diradamento dei fiori è la tecnica che meglio risponde all’obiettivo. La sperimentazione CReSO sta portando avanti prove con la macchina diradante “Darwin” e al momento i primi dati, seppur incoraggianti, necessita-no di ulteriore verifiche e conferme.

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

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nuoVi orientamenti Per Gli imPiantiDi actiniDiala Potatura e la conDuZione Del KiWi alla luce Del Fenomeno Della batteriosi (Psa)L’actinidia, coltivata in Piemonte da circa un trentennio non ha subito sostanziali modifiche nel sistema di conduzione tant’è che l’unica variazione significativa nella potatura è stata attuata agli inizi degli anni ’90 con l’applicazione e con successive sue modifiche, della cosiddetta potatura Peyracchia (vedi capitolo nelle “Linee tecniche 2009”) della quale saranno riportati in questo ca-pitolo i punti fondamentali. Dal 2010, con una repentinità del tutto inattesa, si è dovuto prendere atto della diffusione della batteriosi da Pseudomonas syringae pv. actinidiae, e di conseguenza anche le pratiche colturali, in particolare la potatura e alcuni accorgimenti da adottare nella for-mazione della pianta, dovranno essere opportunamente adottati per limitare il più possibile la diffusione del patogeno.

Punti FonDamentali Per una corretta

conDuZione Della Piantamantenimento di un giusto equilibrio vegeto - produttivoQuesta situazione si raggiunge gestendo in modo corretto la fertilizzazione (vedi capitolo “la fertilizzazione dei frutti-feri”) e l’irrigazione (vedi capitolo “l’irrigazione in frutticol-tura”). Tali attenzioni risultano essere tanto più importanti anche in considerazione delle misure preventive contro la batteriosi: a tale proposito si raccomanda di contenere l’apporto di concimi azotati a livelli minimi, integrando in situazioni di carenza, con apporti di calcio.

cordoni centrali ben distintiGeneralmente sono due, uno per parte; recentemente si tende ad allevarne uno solo, riducendo le distanze in modo da eliminare ogni cimatura iniziale con minor rischio di insediamento di patogeni, (vedi apposito para-grafo)

adeguato numero di branchettesemipermanentiVanno rinnovate periodicamente. (fig. 1)

rinnovo vegetativoSi ottiene lasciando fino al 30 - 40% di rami medio-lunghi (fig. 2a – 2b)

Fig. 1 corretto rinnovo delle branchette

Fig. 2a Pianta prima della potatura

Fig. 2b Pianta dopo la potatura

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carico di gemme adeguatoEs. con sesto d’impianto di 4,5 x 4,5 m:✓ Zone a rischio di gelo senza antibrina: 550 - 600 gemme per pian-

ta (120 - 130 gemme x m lineare)✓ Zone normali: 400 - 450 gemme per pianta (100 - 110 gemme x

m lineare)

Potatura di produzione invernaleRami da lasciare:

✓ Rami spur✓ Rami medi✓ Rami lunghi (solo se maturi e con gemma apicale): è consigliabile

l’asportazione delle prime due gemme apicali.

rami da eliminare:✓ Succhioni

legatura

Consiste nel disporre i rami legandoli sui fili laterali della pergola, evitando sovrapposizioni e creazione di zone d’ombra (fig. 3).

Potatura verde: indispensabile!✓ Pre - fiorale: eliminazione di tutti i succhioni assurgenti.

✓ Post - fiorale:✓ Estiva: Selezione dei rami da rinnovo ed eliminazione dei germogli vegetativi fuori della per-

gola. E’ possibile effettuare delle torsioni per indebolire i rami assurgenti.

Nota bene: non si devono eliminare tutti i rami vegetativi, bensì ne vanno lasciati un certo numero (specie su piante da meristema) per mantenere un giusto rinnovo.imPortante: Evitare di effettuare spuntature dei rami fruttiferi.

tiPi Di ramiAffinché risulti più agevole la comprensione di questo nuo-vo approccio alla tecnica di potatura tornerà certo d’utilità prendere in considerazione i tipi di rami che si possono trovare e la loro utilizzazione.

ramo “spur”Piccolo ramo di 1 anno di circa 10 cm, con 1 – 2 - 3 gem-me a fiore vicine fra loro (fig. 4 - 5); in taluni casi le sue gemme al primo anno originano un altro ramo vegetativo. Si forma da gemme avventizie situate sul cordone centra-le o su legno di 2 - 3 anni, oppure da gemme stipulari, in seguito a tagli invernali o estivi.

Fig. 4 ramo spur

Fig. 5 ramo spur con produzione

Fig. 3 legatura dei rami laterali

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In passato trascurati o addirittura eliminati, oggi vengono tenuti nella massima considerazione per la buona qualità dei frutti prodotti e per rappresentare la base di rinnovo delle branchette. Tuttavia in condizioni particolari possono andare incontro a disseccamento. Per ridurre tale rischio è necessario favorire la loro maturazione attraverso idonee operazioni di potatura estiva.

rami fruttiferiSono rami caratterizzati da gemme ascellari e da una doppia gemma ascellare terminale (fig. 6); a seconda della loro lunghezza e vigore si distinguono in:Ramo corto (20 - 30 cm)Ramo medio (40 - 50 cm)Ramo lungo (1 - 2 m)Prendono generalmente origine dal cordone (fig. 7) o in seguito a tagli di grosse branche.Sono rami da tenere in considerazione nella potatura “Peyracchia”, in particolare i rami corti e medi, in quanto dotati di buona fertilità (i frutti migliori si ottengono dalle gemme apicali), ma nel complesso mantengono lungo tutto l’asse del ramo un buon livello qua-litativo. Per ricavarne la massima efficienza evitarne il raccorciamento durante la potatura estiva.Ramo vegetativo (d) Il succhione (fig. 8) è un ramo vigoroso con lunghezza di 2 o più metri e porta 15 - 20 gemme molto distanziate e depresse. NON TERMINA con la gemma apicale, quindi è soggetto a continua crescita. Si origina dal cordone o su rami di 1 o più anni, in seguito a tagli drastici.e’ un ramo non idoneo alla produzione, in quanto solo le gemme mediane sono fruttifere; i frutti che ne derivano non sono comunque sempre di buona qualità; in presenza di altre formazioni legnose, dunque, va eliminato, o meglio non si devono creare le condizioni che ne favoriscono la formazione.

esecuZione PraticaLa potatura con il metodo “Peyracchia” pone a pari livello d’impor-tanza la potatura verde ed invernale in quanto entrambe si pongono l’obbiettivo di migliorare l’intercettazione luminosa e l’ombreggia-mento della chioma.

Potatura Pre - FioraleIn questa fase più che di potatura vera e propria, si tratta di elimi-nare i succhioni originati dai tagli inverna li o da piegature e che, se lasciati, ostacolerebbero il movimento naturale del polline. Il taglio deve essere raso. Dunque un’operazione semplice ma di grande efficacia. Va ricordato che si deve evitare la cimatura dei germogli

Fig. 6 ramo fruttifero corto

Fig. 7 ramo fruttifero originato da cordone

Fig. 8 succhione su pianta giovane

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allo scopo di favorire il loro naturale arresto. Anche in questo caso vanno evitate le spuntature o raccorciamenti dei germogli anche se, come a volte accade, possono aver originato qualche frutto dalle gemme basali.

Potatura Post – FioraleConsiste essenzialmente nell’asportazione dei succhioni che si sono ulteriormente formati dopo il passaggio pre-fiorale. Se sono presenti dei succhioni sul cordone centrale, è consigliabile comun-que mantenerli, effettuando una torsione che ne riduca la crescita e ne favorisca la maturazione.

Potatura estiVaLa potatura di questo periodo assume importanza ancora maggiore rispetto al metodo tradizio-nale. Infatti risulta fondamentale l’operazione di eliminazione dei succhioni o di rami vigorosi che ombreggiano il cordone. La loro presenza infatti oltre ad ostacolare nuovi ricacci dal cordone stesso, impedirebbe la maturazione del le gno dei rami corti e spur i quali, come si è detto, assu-mono grande importanza in questo tipo di potatura. Va ricordato che nel taglio di agosto deve essere lasciato un buon numero di “rami lunghi” o, in loro assenza, di qualche succhione per il rinnovo delle branchette (su di esso si potrà praticare una torsione allo scopo di controllarne il vigore). I tagli vanno fatti sempre rasi per evitare il disseccamento dell’eventuale moncone o l’emissione di succhioni inutilizzabili.

Potatura inVernaleInnanzitutto si deve abbandonare la consuetudine abbastanza diffusa che consiste nell’accor-ciamento dei rami dopo la raccolta. Tale operazione, infatti, potrebbe privare la pianta di quelle formazioni legnose utili per questo tipo di potatura e provocherebbe l’errata cimatura di rami con gemma apicale a frutto, i quali invece dovranno essere lasciati integri. La potatura consiste nell’eli-minazione di rami troppo vigorosi e di quelli che, con la loro disposizione, ombreg gerebbero il cor-done. Se si dovesse comunque mantenere qualche ramo vigoroso (ramo lungo) per assicurare un certo rinnovo, è necessario conservare i rami misti che già hanno prodotto e che costituiscono il suo prolungamento natu rale; tuttalpiù questi ultimi potranno essere raccorciati.

rami Da utiliZZare

spur Piccoli medi lunghi succhioni

si si si si: solo alcuni per la ricostituzione delle branchette no

Come avviene nella potatura tradizionale, si provvederà alla legatura dei rami al filo, disponen-doli uno ad uno, dando loro uno spazio di 20 - 30 cm. Tale operazione consentirà di mantenere più branchette senza sovrapposizione, rendendo più agevole l’impollinazione. La piegatura può essere attuata solo in casi eccezionali (fase di riconversione), ed ovviamente solo per i rami più vigorosi.

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imPortanteDiraDamentoE’ ormai una pratica indispensabile il diradamento manua-le che consiste nel passaggio in genere post fiorale per eliminare i tripli e comunque conservando un numero ade-guato di frutti (3 - 4) per gemma, negli ultimi anni è stato osservato che i migliori risultati si ottengono effettuando quest’operazione in pre-fioritura (fig. 9 - 10). Da segnala-re è la possibilità, ancora in corso di valutazione presso il CReSO, dell’utilizzo di un prodotto fitoregolatore a base di NAA in grado di eliminare precocemente i fiori laterali.

rinnoVoPer evitare un invecchiamento della pianta occorre man-tenere un rinnovo costante tutti gli anni, avendo cura di eliminare alcune branchette di 3 - 4 anni a favore di rami lunghi; le branchette devono essere eliminate con taglio raso vicino al cordone. Se nello sviluppo della branchetta si trovano dei rami spur, il taglio può essere effettuato in corrispondenza di questi. Effettuare la disinfezione dei ta-gli con paste cicatrizzanti.

calcolo Delle GemmePer evitare spiacevoli sorprese finali procedere, dopo la potatura delle prime piante, al conteggio delle gemme rimaste. Verranno lasciate, come nella norma, 100 gemme per m lineare corrispon-denti a 450 per pianta (sesto 4,5 x 4,5 m); considerando uria fertilità delle gemme del 50% e con una produzione di 3 frutti per gemma, la produzione risulterà essere di 70 - 80 kg per pianta, pari a 290 q/ha. Produzioni superiori e dunque numero di gemme più grande possono essere pregiu-dizievoli di una pezzatura soddisfacente.

Potatura Delle Piante staminiFere (maschi)Anche la potatura delle piante maschili deve essere modificata con operazioni più razionali, ten-denti cioè al raggiungi mento di un buon equilibrio della pianta: infatti si procederà cercando di portare la struttura su due cordoni ben sviluppati, evitando i raccorciamenti dei rami, bensì la-sciando una certa quantità di rami misti su legno, cioè di 1 o 2 anni, in modo da consentire uno sviluppo della pianta più equilibrato a beneficio dell’impollinazione ed eliminando i succhioni. Per quanto riguarda la potatura verde essa dovrà essere attuata con le stesse modalità indicate per le piante femminili.

alleVamento Di un solo corDoneRecentemente in alcuni impianti si tende ad allevare un solo cordone per pianta. La distanza fra le piante può in questo caso venir ridotta a 4 metri o nel caso di piante da meristema a 3.5 metri. Questo sistema che si ottiene lasciando sviluppare il futuro cordone verso l’alto (fig. 11) è soste-nuto da una canna di 4 metri e a fine stagione viene piegato in modo permanente sul filo centra-

Fig. 9 bottoni fiorali tripli

Fig. 10 conseguenze di un mancato dira-damento dei frutti laterali

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le (fig. 12), evita di effettuare qualche taglio che come è provabile risultano essere poi fra i responsabili della carie del legno.

actiniDieti alleVati a“PerGoletta alta”Questa tipologia d’impianto è stata ideata per limitare il danno derivante dalle gelate primaverili nelle zone storica-mente più fredde. Aumentando l’altezza delle piante e di tutta la struttura impiantistica dai classici 1, 80 – 2,0 m a 3 - 3,3 m si è riusciti a ridurre il problema del gelo in quanto, come è noto, specie nelle gelate tardive per irraggiamento, il freddo colpisce la parte medio bassa della pianta rispar-miando quella superiore (fig. 13). Dalle osservazioni fatte su impianti di 5 – 6 anni è emerso che mantenere tralci di lunghezza di circa 1,5 m, oltre ad aumentare il carico pro-duttivo, infonde alla pianta un maggior equilibrio rispetto alla classica pergoletta che si concretizza in una ridotta emissione di ricacci estivi con conseguente semplificazio-ne di tutta la gestione dell’impianto. La resa produttiva ri-sulta superiore al classico impianto a pergoletta bassa di un 15 - 20 %; va però tenuto in debito conto la necessità di ricorrere, per tutte le operazioni, al carro raccolta, anche se il suo utilizzo viene comunque ormai dato per scontato nella potatura invernale anche negli impianti tradizionali.

caratteristiche Dell’imPiantosesto d’impianto)Distanza tra le file pari a 4,5 metri e tra le piante 3,7 - 4 metri con una densità media di 600 piante /ha.

rapporto piante maschili/femminili

1 a 4 poste nel sesto d’impianto. Sono altresì possibili al-tre soluzioni del tipo 1 pianta maschile ogni 4 posta in coppia alla femminile ad un solo cordone, oppure 1 pianta maschile ogni 2 fuori sesto ma col senso del cordone perpendicolare al filare.

PalificazioneE’ necessaria una struttura robusta in grado di sopportare il carico dell’impianto e l’eventuale azione del vento. la sezione dei pali in cemento deve essere non inferiore agli 8 x 8 cm con una lunghezza complessiva di 4 metri e la loro disposizione è prevista, come per gli impianti tradizionali, in mezzo ad ogni pianta. Su ciascun palo viene inoltre sistemata una traversa di 1,8 m atta a sostenere i due fili laterali: la lunghezza della traversa non deve mai scendere sotto 1,5 m in quanto le operazioni di raccolta diventerebbero difficoltose per l’insufficiente disposizione di spazio per il raccoglitore.

Fig. 11 allevamento ad un solo cordone: sviluppo del futuro cordone verso l’alto

Fig. 12 allevamento ad un solo cordone: piegatura del cordone sul filo centrale

Fig. 13 impianto a pergoletta alta

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Gestione nella Fase Di alleVamentoimpianto e gestione al primo anno

Per una rapida formazione dei cordoni già al primo anno, si dovranno preferire piante di 2 anni impiantate a radice nuda in primavera. Appena messe a dimora, ad inizio aprile, dovranno essere ribattute ad altezza petto d’uomo (1,5 m) e successivamente, nel mese di luglio cimate ulterior-mente a 20 - 30 cm sotto il filo centrale. In seguito a questo secondo taglio si svilupperanno 2 getti i quali rappresenteranno i futuri 2 cordoni. Durante l’inverno si procederà con la legatura sul filo centrale di questi e con eliminazioni di tutti i rami anticipati presenti. la doppia ribattuta dell’astone risulta essenziale per rinforzare l’apparato radicale e favorire il miglior svilup-po della pianta.

Gestione al secondo annoLa conduzione al secondo anno d’impianto è finalizzata al miglior sviluppo dei 2 cordoni. Tutte le branche che partono da questi il cui diametro è inferiore al 30 % dei 2 cordoni, dovranno essere mantenuti e allevati nel corso della stagione in modo che si arrivi alla loro legatura sui fili esterni. Con questo tipo di gestione si giungerà alla potatura a secco con una pianta già organizzata sulla quale si dovranno eliminare i rami più vigorosi concorrenti dei cordoni principali.

Fase Di ProDuZioneGestione al terzo anno (d)L’impianto al terzo anno di età risulta produttivo anche se la piena produzione si raggiungerà poi al successivo quarto anno. In seguito alla potatura a secco del secondo anno si procederà con la legatura di tutti rami sui fili esterni (fig. 14), operazione che necessita di almeno 50 ore/etta-ro. Nel corso della stagione vegetativa non s’interverrà più con la potatura estiva se non con un passaggio prima dello stacco dei frutti al fine di consentire il passaggio del carro raccolta. Come già avviene negli impianti tradizionali, risul-ta di fondamentale importanza l’asportazione, attraverso lo strappo, dei germogli vegetativi (succhioni) prima della fioritura, operazione questa che dovrà essere eseguita na-turalmente con il carro raccolta a cui seguirà un eventuale passaggio dopo fioritura.

Potatura invernale (d)Nel corso di questa si andranno ad eliminare tutti i rami che sono stati produttivi (fig. 15) lasciando le branche dell’anno che manifestano una buona lignificazione e al-meno 15 gemme.

Gestione dal quarto anno in poirima della ripresa vegetativa dovrà essere realizzata la legatura dei tralci sui fili esterni, operazione che favorirà la circolazione del polline e la fase della fecondazione in quanto con branche opportunamente distribuite sui fili

Fig. 14 legatura dei tralci sul filo esterno

Fig. 15 eliminazione di una branca troppo vigorosa

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esterni si eviterà la sovrapposizione dei fiori. Al fine di garantire un corretto equilibrio vege-to – produttivo, sarà necessario aumentare gli interventi di “potatura verde”: se al terzo anno successivamente al passaggio pre-fio-rale non era più necessario effettuare ulteriori passaggi estivi ad eccezione del passaggio meccanico prima della raccolta dal quarto in poi si dovrà prevedere, oltre all’intervento pri-ma della fioritura, almeno un intervento post – fiorale (inizio – metà luglio) avente lo scopo di rimuovere i succhioni sviluppatosi dai cordo-ni. Potatura a secco: valgono le considerazioni fatte per il terzo anno: l’obiettivo consiste nel selezionare 20 – 25 rami dell’anno ben lignificati e eliminare le formazioni troppo vigorose (fig. 16) che si dipartono dal cordone.

misure Di PreVenZione Da aDottare neGli imPianti Di actiniDieti al Fine Di eVitare la DiFFusione Di PsaPartendo dal presupposto che l’insediamento del PSA nella pianta trae origine innanzitutto attra-verso vie d’ingresso sia naturali (stomi, lenticelle ecc) sia indotte (potature, grandine, gelo) si do-vrà agire in modo da contenere il più possibile la presenza di queste vie d’ingresso o comunque di mantenerle con sistemi di cui si dirà nel capitolo “la batteriosi dell’actinidia”.

FertiliZZaZioneSi parte dal presupposto che una pianta eccessivamente “nutrita” con azoto, assuma una più elevata sensibilità al patogeno in quanto presenterebbe tessuti più teneri e più ospitali al PSA. Attenzione quindi ai quantitativi consigliati che orientativamente per l’azoto non devono superare le 100 unità/ha. E’ tutt’ora in corso di valutazione il ruolo del calcio ed eventualmente di altri meso – microelementi sul conferimento di maggior resistenze della pianta al batterio: infatti, per quanto riguarda il calcio, un suo giusto apporto dovrebbe, attraverso l’ispessimento delle parete cellulari, frapporre un ostacolo al patogeno. E’ invece sempre indicato un equilibrato apporto si sostanza organica attraverso il letame.

irriGaZioneSul ruolo svolto dall’irrigazione sulla predisposizione al patogeno non esistono evidenze; certo è che un impiego eccessivo di acqua, specie nella fase di massimo accrescimento vegetativo risul-ta comunque negativo in quanto stimola ulteriormente la pianta all’emissione di nuove formazioni che richiedono poi altri passaggi di potatura verde.

PotaturaIl taglio che si pratica sulla pianta, sia a secco sia in verde, costituisce un’importante via di pe-netrazione del batterio all’interno della pianta. Essendo la potatura una pratica imprescindibile,

Fig. 16 esito della potatura di produzione

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Forme Di alleVamento e tecniche Di Potatura

questa dovrà essere effettuata possibilmente nei periodi di minor aggressività del batterio (clima asciutto e/o caldo) e sempre seguita da opportuni interventi e con coperture localizzate sui tagli più importanti.

corretta Gestione Dei resiDui Di PotaturaNegli appezzamenti in cui vi è presenza di piante infette da PSA si raccomanda di gestire il ma-teriale potato solo con la sua bruciatura (consentita da apposite deroghe comunali) od evitare assolutamente la trinciatura che diffonderebbe il patogeno in tutto il frutteto.

imPollinaZionePur essendo ancora in discussione il ruolo svolto dal polline nella diffusione del PSA è comunque raccomandabile, anche secondo le linee tecniche della Nuova Zelanda, prestare la massima attenzione nell’utilizzo del materiale nel corso dell’impollinazione assistita. Meglio ricorrere a polline raccolto da piante ritenute sane piuttosto che ricorrere a materiale di provenienza incerta.