Nunzio Incardona - L'elenchos del principio

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FACOLTA' DI LElTERE E FILOSOFIA ANNO lJJClillENICO , n L 1 · E L E N C H O S DEL P R I N C I P I O " * - * - * - TESTO REGISTRATO DALLE LEZIONI DEL CORSO DI FILOSOFIA TEORETICA TENUTO DAL PROF. NUNZIO INCAROON1 nell 1 fumo AccadeL4ico 197 3-194 A cura di E. CAR.L'.NUTA S. LO BUE - A. lvlUSCO ..... . ,. ROCCiùlO -:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-.:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:- o o o o Mauritius_in_libris

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«“Tempo e idea” è il titolo di un corso che Nunzio lncardona tenne alla Facoltà di Lettere e Filosofia, a Palermo, nel 1971/72, l'ultimo del suo insegnamento di Filosofia morale a Lettere. L'anno dopo, lncardona subentrò a Santino Caramella nell'insegnamento di Filosofia teoretica, che mantenne fino alla conclusione della sua attività didattica e accademica. Al corso inaugurale su “L’idea come sinossi tetica”, che voleva essere concettualmente la prosecuzione, sotto un diverso aspetto, di “Tempo e idea”, seguì nel 1973/74“L’ èlenchos del principio”. Quello scandito dai tre corsi di cui ho detto fu un momento di passaggio importante nella sua storia di studioso, che lasciò una traccia assai viva anche nella memoria di molti scolari, alcuni a quell'epoca ancora studenti altri, come me, giovani laureati appena avviati alla ricerca.» (Giuseppe Nicolaci)Faccio mie le parole di Ersilia Caramuta: “Se la riconoscenza è innanzitutto memoria, le stesse parole del mio maestro sono l'unico modo attraverso il quale mi ritengo capace di ricordarlo”. (Ersilia Caramuta)UNIVERSITA' DI PALERMOFACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIAAnno Accademico 1973-1974“L’èlenchos del principio”Testo registrato dalle lezioni del Corso di FILOSOFIA TEORETICAtenuto dal prof. Nunzio Incardona

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  • FACOLTA' DI LElTERE E FILOSOFIA

    ANNO lJJClillENICO

    ,

    n L 1 E L E N C H O S DEL P R I N C I P I O "

    * - * - * -

    TESTO REGISTRATO DALLE LEZIONI DEL CORSO DI FILOSOFIA TEORETICA TENUTO DAL

    PROF. NUNZIO INCAROON1 nell 1 fumo AccadeL4ico 197 3-194

    A cura di E. CAR.L'.NUTA S. LO BUE -A. lvlUSCO .....

    . ,. ROCCilO

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    o o o o

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  • . 1. .II.

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    I N I I C E

    Il dcto e 1 1 inizio~ L'essere inizi~to e la SU?posizione del pensare

    .III.- Origine e cou~isurazione . IV.- Il Quc.ntua originario e il Terzo escluso . V. - Lo definizione del Dato e une qundruplicczione del-

    l'essere . VI.- I 1 Penscre e lo inserzione f ondaraentnle

    png. 1

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    34

    45

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    84

    .VII.- La Divisione fonde.mente.le e il concepire originario " 102 .VIIIr ... Il Penser.e come stnto ; . 1etafisico e l'esposizione del

    n1edio , ,.. " 131

    . IX.- Il PrinciJio e il Pensare "150 . X. - La Divisione dell'intero e il cominciamento "170 . XI.- L'l Divisione del Princi?io e il rnodo fon

  • ERRATA CORRIGE

    1) p. 111 , riga 22 , leggasi adnaton

    2) P 128 , riga u, leggasi adnaton

    3) p. 132 , riga 1 , leggasi : "se stcsso,fra l'erigi re lasciata a s e l'essere lasciato a s6"

    4) P 179 , riga 25 , leggasi sophbs

    5) la p. 248 si trova sul retro dalla p. 245

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  • , I. - IL Df.i.TO E L'INIZIO.

    _,

    Il tera;:, di \~uel?t' .:,npq tema. che in ,qualche r.ieniere.: or3ani-.-, ;~ . ..,. ' i . . --- . - -. . .. . - :;.: . : .. :

    CaIUente collegato el terar: dell' a~!i9 scorso con cui fltato int_rodot--- ... .-.w- " ")

    to il problen.a che interesse i:t.m8rHento pre3iudi~iale del-di~orso, cio il momento dell 1 ide.2 corae.. sinossi tetica. Se 4uest 1 anno i~ pro-blema l'elericho~ del principio, lu. difficolt:ancorc maggiore, r>e~c.h, mentre dal ?\lnt.o di vista rlell.3. .. sinossi tetica; riticrunente

    .. :cio pregiudizia.l:,1ente i.1 discprso disponeva del dato, le conclusio~ ni del. d:lscorso che );isponeva 4el deto so11~ ,:cotlclusiot1! secondo le

    - quali ~ltrettsnto cx:itic&iilente si :. diroostrat~. ?he la :di.$p.oni~ilit 'del dato essc. stessa c.. sua vo.lt~- uns indisponibilit. In al.tri ter-'. mini, no.i abb;lruno .concluso secondo un punto .-di po.rte~Zl: che, visto ..

    . '

    retrosp.ettivrukEmte,_ ~u anche-- sei.ibr:.:re facile ~-pi"\ fcc,ilc, Oi,Ji.)Ure ... ...

    difficile oMeno dif~icile, in quanto .il di~corso che:criticarnente ''. ' .

    ~isponeva del suo d/~.t> ,fisiolo13ico dove criticamente si~ifica che il discorso co1;ancil:. in quanto ha ro.;_>porto senze 1i_udizio sul rap,_)or-t(), in (iUanto hc~ rC~)pOrto 3Ul possesso c!el rl.:.to che !Q f~ essere di .. scorso. D;;.: questo ;_Jounto di viste potrer1~.lO ci~re che l~ ques.tione .. si.. iJresenta cbbastc.n~~.' fa.ile,. ~io_ ts.le dc. t'J>tere:, fc..re presenta:rc il discorso, ne.l senso d.lla concl,Usione .che ha ~~to~ .~n qualc.he~.ms.niern, rispetto all' elenchos del principio, con Un2 diff:icolt min9re perch il discorso, ha :VUto disponibile il S\.W dato. e qui,:id:L

  • 2

    so che hc. co11i.e ini~io il diGporrc di ci che lo fc. essere. ?,~a c.nche in ~esti tcn11ini la questione non t

  • 3

    ?onc ln necessit~ di qLlll!sto !JlreSU??orre ci ohe lo fe.. nc..scere. -A ~lor~ .il discorso in (:;uanto discorso che ha come ogg~tto la si--~ssi te,~~ica _:un disco+so, visto oe1i, fapile cio(,, fpttibile c:ri.t;:i-. ~~11e~:~e_, .?crch.~ _.il-. d~sCOJ;'SO che condncia facillacnte in,quant~ il. -

    pu_o 1 ori~incie..re , gc..r.:.ntito d p~~,: .in_ c;ue s ti. -termini, l 'idee cos originaricrnente conce?i ta ,d~ Pl~t9~ ne. Non possic.mo ferE: qucst;c:me del r~10do attray.ersq cu; l':~~~?, ~ ... :c.:

    . que~to si3Ilifice dove_r essere s~curi che il:_ pens.iero lili~io, tan-. to. 1..rl.tico che il riflesoo di queste miticit c.l~l pensiero s~. h? 9el. fatto che nei dialoeJhi di Platone il mito ha una funzione. cli~bolica"." mente teore~i.ca: il ~:

  • tare, cio'5 un nc.scon.1cre (mitico in questo senso), la }rcsenza dcl pensiero che ~)rirne. di cic) che il pensiero accetta corne originato, talmente ori3inato che ?er ci ;m~ essere 1 1 inizio e 1 1 oreett del pensa.re stesso. Scrcbbe corne di.re che ~;letonicrncntc ll 1aito pi~) gros-so del pensiero il pensiero prirnc. dell'idea, in re.lt infatti pos-so ?ensare con Platone 1 1 idee. di tutto, ma posso enche pensare l* idee. di nulla in (tUe.nto platonicruacntc non 'msso Dcnsnr l'idea del ;"'lensie ...

    .. .. ~ ..... l"""

    ~o, perch se pensassi 1 1 ic\ea del pensiro .cre &~v~t.~~--. _, cio: cornei que:;ta capacit di ~')cnsarc non cvrci bisogno di ~Jcnscrc le idee.

    Il pensare in t:::uanto pensa.re dcl dato che l'idee , e non inte-ressa che si& .1 1 iqca. a ~questo.'ptlnto, ma interessa riuscire a coti~Tendere inqualche maniera cheensxc in quanto ?ensare dal dato signi-fica pensare in quento garantito do.11 1 orig'inato (e origirill.to sta a significare possesso dcll 1 origine),. il pensare che in c:.uanto garanti-to dal dato che esso pensl lo stesso pensa.re che j_)Oi conclUde in ms.niera .fraudolente in ~iucnto, secondo la sinossi tetica, conduce 'al-la :bancarotts. l'origine chr~ lo .fa .esscr; 'in questi termini, il pen- sarc, in quanto pens.!lre l'idea, non responsabile dell'idea, sic. pla:.. tonicmoonte sia criticmientc, ::>ercht responsabile -:-a questo suo rcl)-porto di irresonsc.bilit cn ci che lo. fa. essere; in ree.lt ill>n.;. siero, dal :punto di ~.rist~- dcl :pence.re 1 1 idea, . come: se fosse .:il pen-siero cattivo~ il pensiero ch . e.ccetta la cattivit 'di. s stes"so'-, ch. accetttl .cio la .prigionia -di sf:, perch/: accetta un modo ;li nascere 3ara.ntito! da. un es~ere nato che non il suo na.scere, perch :accett

  • ~65.-

    pensiero,ma questo essere l'erigine per s e indipendentemente dal pensiero un dipendentemente anch'esso, per il fatto c~e,se il pensare pu pensare questo, deve essere presente, ma presente in quelimodo per cui la sua presenza

    . , . ...>,........ . non-presenza in quanto i~6rigin~che ~erci nasce e perci nata.Da que~t punto di vista c.ono~~e~: 1 1 origine. sig~i f{'a capire cio p~ssedere il non com prendere, il non pote~e comprendere '1 origine, dove questo pOssedere 'il non potere c6mprendere i 1 ~rigine il posseso J'.li profono de il 1 origin; -ma a '.ql,le

    .. . . .. . .. . . sto punto tutto questo significa me~ei.'e in question~ neo solo !'-origine, .ma anche chi po~siede l'origine a questo modo1 questo si~nific~ porrein ~uestio~

    ; . ---~-t:.".

    originari.amante non. solo iorigine, ma' anche chi possiede:i:l}r.irigi~e, a:que~ta rm nier. Allora .il p~nsiero ''ome pensare garantito dall'nriginaJ:o, cio,:dall-~idea,

    t :

    il pensare c~e . .Precede' onme pensare cattivo per a;r:.che.

  • - 6 -

    I:J:~ p-ensare inizialmel'IUi p esser facili tlft0. nella sua di ff i col t iniziale dai fatto; cti:- esser~ il pensare che . 1;ale in' qanto accetta ... il dato, per qu.esta facilit iniziale si complica perch si Cl"JnclUde ~ nel_- dare ildato~. -e quindi. p6tt'i'nM .. dire cli~~f.t~ato vien chlamato

    n ' . . .. '. ' . .. 1. .. ... &-- .

    ad e;ss.sr: il-- principio del dare; non stiamo atcra dicendo niente di A

    originale r:i di teoretico ma: non siamo. livelfo .. teoretlc;;,' ben~l a ' livello pre~giudii:iala, pert:he sfamo nel momento nei quaie conia 99 il pensi~ro. in quanto -briginario 6ovesse' 'accettar'd.i. rimanere nelia

    .clausurahe gli fa'.c6moao, ma in qella cl~usura 6~e-per div~nta il nodo che il suo alnamism''gli: consente di trSbiiiire sempre .dietro se:: stsso. la qu-estine st i pre~e'lt allora in questi' terlJii' psr ~ui ,' - .: dal:o - chei.'J: 1 idea detrmina il dar';iaJinossi tetica, 1 1 idea .. come dato, di-veritarido la sinossi teti:ca ii 'dre, quei fere 'che anflie. grammati= _ calmante si capisce me~lio, perch~ crrie ~eii9eei3'eariamete 1 t~boli~ z.tone d~l dato; se 'dovessimo sta re 'rigoroamente ai c:fafo -dovremmo

    -fare un dtscorso diversa 'e dire cio: che, dal data deve andare all 1 in= dietro 8 non in avanti, ;ch dal dato, devo. andare ~alle spalle del dato stesso (grammaticalmente questn 'evidn:tei perch~ ~ ~ voce del Verbo drtJ, dunque prima CI fi Verbo 9 'poi Ci SOna fe SU8 VOCi,. dunque s 'io dico-~, ho ciettci'-~). storicamente 1a :fiosofia ~mt-ha insegnato il "co-ntrario, cio che devo essere c~pce. di pemeare il dare dopo' il: dato a qui'ndi ~tO. sostenendo che in questa maniera la filosofia legata- al dato e,sto accettando che flltW sii pu cpmirFCiare a pensare l?B nor' si T"art dl datb e tutt'e qestl> ;.on io sostengo ic:i1 f.ensl lo' sostiene la filosofia condizionata aDa su origine che storicamente il dato come 1da. Nemmn alilme-tt'er'e 11 dato come idea possibile, p-erch la':. =stes'"sa aminissione del dato 'dome data;aega se stesso se in realt. ta capc:fi t. di darmi il dElt'ei, ci~: se ho il date{ come principio, come ci c:tal quale posso fare comindia'e il :dare; la

    r

    filo@ll:lfia 8Bl suo senso -storicot flato nico, ~piata..Lco non secondo Pla= p : tontt bensl platonico second la Sinossi tetica, ' prospettiva di rave= sciamento del r-apporti rerch 'capacit .di. -rovesciamento dei rarriorti livell'O della genitura dei rapporti sfassi, in'. quanto ci che

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  • - 7 -

    insegna a l'uomo a rovesciraei rapporti ai quali l'uomo invece si llOf

    trova cpndannato per nascita; perch appunto per nascita mi trovo

    condannato ad essere figlio dei misi genitori, ma guai se non riesco

    a capire che, condannato a questo, questo non significa il principio

    di cib che devo pensare e di cib che devo fare. A livello di discorso

    filosofico sempre storico e platonico, il discorso ri"schia di essere

    gi inizielmente demoniaco "in senso laico, .perch il discorso ..

    attraverso. il quale l'uomo educato al rovesciamento della pro~ret=

    tiva di tutti i rap~orti se, dovendo cspire l'origine ~lla filosofia,

    devo capire che questa origine mi insegna che dal dato ~osso deteirmi=

    ~11 dare, quando invece il vivere mi ha insegnato che se il dato

    , ~lieh.prma del dato stato il dare.

    L'idea come dato riesce ad essere l'inizio del dare,e cib signifiU;

    c~ che l'idea in quanto dato riesce a dare s come sinossi tetica; se

    dovessi~o quindi in un momento iniziale il discorso che riguarda

    1 1 elenchos del principio dovremmo poterlo _riassumere in questa manie=

    ra: abbiamo di fronte .una situazione paradossale. secondo la quale la . .

    filosofia, anch&nel moiento nel quale viene criticamente pensata e

    l"ft'Jn teoreticamente determinata, riesce ad essere perb la condizione

    se~ondo la quale si. rivesciano tutte le prospettive di rapporto alle

    q1J0.li noi esistenzialmente siamo abituati; per cui appunto da questo

    ~unto di vieta e in questo senso filosofico cib attraveBso cui il dato stesso che l'idea diventa, come mdea, sinossi tetica. A questo

    punto il dato in quanto dato cib dal quale ha inizio il dare, e quindi

    come se dovessimo pensare che il dato, com~ cib che nega la postici=

    pazione di cib che lo fa essere, riesce ?d essere il principio della

    anticipazione di cib che esso ; z non interessa che il dato sia

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  • - 8 -

    ' " il dato X o Y, cio ! 'idea in questo caso. platonica o ;invece il 't'O 0\1 ,.,, '" n 0\1 aristotelico' ma i.nteressa che' in quanto idea o in quanto 't .. ' .-v.,, ,. ,, ~ 0\1 sia il dato e sia il dato signifiea che ~ia cib su nui tutti sembra che siamo d'accordo perch tutti pensiamo. inizialmente che il discorso.lflossa cominciare solo se c' un punto da cui il discor= so s~a abilitato a ~ominciare, e questo, conc~ttulamente il dato;

    . . .

    che corrisponde a questa psicolo~ia abbastanza superficiale del disooDso filosofic 1 i dato, rigorosament. e tale secondo se stesso_! secondo cib che esso in quanto dato nega, anzi ;n quanto ~l negare la posticipazione di cib che lo fa essere, perch : ccime -se .. ~:.. ___ , il dato fosse la frontiera del suo stesso principio, la fto~tera di cib che lb fa essere. O~ questo ponto di vista la situaziona non.. semplice, ancl=le:. s_e sembra talmente pacifica p~r cui ogni filosofia sembra soddisfatta in quanto dispone del dato, O-dispone di un dato; posso pensare che il discorso pos~a funzionare storicamente cosi perch,in realt, il discorso staticamente_ fun~ione cosi, ma ee~noi

    -'t '.,j c 1;1rchiamo cj.i pensare il. _dato secondo se :stesso, il dato s.econdo se_

    s~esso significa soltan~ -ii. li~i t~ -(jj_~-c;15ci18" lo-ra-.. esseiier -sS-mti --~- -dobbiamo pensare r~gorosamente il dato, dobbiamo pensarlo talmente JlllB secondo se stesso, che il dato pensato secondo se stesso non mi fa pensare cibche lo fa essere dopo se stesso, dunque come se il dato rendesse impossibile a cib che lo fa essere, di andare oltre il datot Allora, se fra il dato eil suo pri~cipi~ s 1 un rapporto, evidentemente in questo rapporto il principio non veramente il principio, me ln questo rapporto il principio la fine, perch il

    .

    dato che consente al suo stesso inizio di rim~Dere bloccatp talmente per cui appunto il dato, essendo il dato, per cib l~inielo del dato, cib che .fa essere il dato, n~n mai di l dal dato stesso. In questi termini il discorso .. _si propone. allora in ma.niera non del tutto chiara, anche se sembra chiaro che quando noi pensiamo,avendo a disposizoone un dato,possiamo impiantare sul dato ogni filo~ofia; non cosl, perch appunto da questo punto di vista il dato nega il dato pensato rigore= samente secondo se stesso, essso il negare la posticipazione di cib che lo fa essere. Dunque potDEmmo diro che il dato in realt il negare la posticipaziono dell'inizio do! dato stesso, dunque il dato

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  • - 9 -

    la custodia del suo stesso principio,e se il dato la custodia del suo stesso principio, chiaro che noi dobbiamo chiederci a questo punto chi valga di pi fra im principio custodito dal dato,che per in quanto principio del dato ci che fa essere il dato,e il dato che fa la guardia al suo stesso prmncipio.Vale di pi il dato,perch vero che postb in essere non da s,diversamente non sarebbe il dato,ma vero ~nche che,incapace di s, capace, per mezzo di questa incapacit di se ste-ssG;dell 1altro;il dato incapace di s perch in quanto dato non : il dare s ma l'essere dato per, in quanto incapace .di s, capace dell'altro perbh capace di tenere fermo ci che lo fa essere. Se noi potessimo convine~rci su~ piano concreto che l'origine che fa esseere ciascuno.di ncri l'origine che noi teniamo sempre bloccata dentro di noi,perch l'origine che ci fa essere, per i'origine che li~itata da ci che~ essa stessa fa nascere , in quantq o~n

    ' mai oltre me, ma sempre in me; se noi potessimo convincerci di questo, chiaro che noi saremmo i padroni di ci che ci f~ essere, anche se quest:Q signifia che nof non riusciremmo, o non saremmo riusciti prima ad essere talmente padroni di noi da essere i padroni di ci che ci fa essere 9 Allora io chiedo chi sia pi potente, chi sia capace di fare nascere se slesso , __ ~P.P.':l.E~ .. eh.E, fatto nascere:, posto i~ essere, sia poi 6apace' di mantenere prigioniero nell'assere cha gli viene dato, l'essere che lo ha pest~ ~n essere. Il dato secondo so stesso, per la necessit di essere quello. che esso .. _, cio il dato, evidentemente il bisogno di tenere dentro di s ci6';i"cne, lof. ess!'e' matemende fermo in s. ci che lofa.essere, il dato come la inapacit che riguarda la sua origine, la incapacit che rigurdando la sua origine diventa capace perch la incapawit che tiene prigioniera la potenza di ci che lo fa essere.Da questo punto di vista il dato, pensato rigorosa~ente secondo se stesso, non il dato genericamente, solo il negare la posticipazione ~ell'inizio

    eh~ lo riguarda, e quindi il dato il limite del principio e, in quanto il dato i1 lim.:tiJe del principio, chiaro che il dato ha biso= gno di determinare questo rapporto in modo tale che il suo essere il

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  • - 10 -

    limite ~el principio sia un limite talmente capace del principio da non fare andare il principio oltre se stesso, perch se il dato non capace di limitare bene il suo principio, il principio l.o _abbandona ..J

    Se il dato non riesce cio a limitare ~igida~ente l'inizio, chiaro ,

  • 11

    dato; il princi?iO non guale, il principio senza qualit, il prin-ci~io senza ?ropriet di se stesso, il principio che non ha la ?ro-p~iet.) di sf~, perch2 il ~)rinci;>io che ha la propriE!t di ci che fa nascere non la pro~)riet di ci che esso stesso ,. 11v'l il principio che ha la pro?rict di ci che fc. nascer-e (e b~diano b.en~. discorsi c-

    . . . . . ' . : _._ :."'. -~ . ' . "; .. - . .

    str~tti co1ae tutti i' disc:or~i~ che bq.nno p~~ -una .lor.o. verifica comple- . -- - . :.:. ::..___ 1 :....::.:..._...:..._.;:,..

    tli in chfave esistenziale_;_ .. c;or.1 se doyessimo. dire: rioraboimii6: 11en-- . ---- ~ .... ~ ..... -. ...

    suto o siamo stati llbituati _e... pensa.re .::issnre il de,to, lo pu fare iuedicnte lo stesso dato perch lo pu0 oltrc?css-:.re ~oltc..nto in quanto lo ne3a, nin ne~nre il _d~:;.to significc nc-;are che sic. posaibilc nc~Brc le posticipnzione del principio del dl"'.to couc inizio. Dn questo punto

  • .. 12 ...

    trc1{1m& di~':pi lussico che sia disponibil

  • 13 : ....

    ' .

    -- .).

    il suo; cio il .. telilpo del.:pri.11;~ (; pr ii1t:to '.vcrs-0,-1 -Tcnde ~senzn t~~apo:_ I ..... . '. ; : :, .1 . . . ,. . '( . ~ . ; .. .. propr~o. l_a anticip.ozione perch 1e d ilti ~tempo non >suo . .:che , il :tempo

    .. ... -'. .. .: .. .;:: . . . : .. . . : . _; .. . . . ~ .. ' . \ . ~ . . . del. dopo,, e duncrue per questo. crisi, me. qust~: cr:i-si .:anche un giu ... :

    .". J .. : .'. ;:,, : .... (' ... -. ,. : ' ' I . ' . . ' ~ ... di~i.Q.perch un t~nere cssielil l'unce'l!&ltrc.fcio L'unico lllodo

    .. ..

    che ho attry.yerso il quale COnOSCO il rapporto tre. ln )0Sticipazj.one . .... .. -

    prima 9 l' anticipczi~n _dopo:. Alloro. :i.n qliesti-termini non debbo CQ~. struire.unc. filosofie. contro il'dllto O; o favor del dc.to, faa.si trQt:

    !.-: . t~t di intender~ tnnto' il d.:ito dc cnpire: che le/ filosof in contro () a .

    fu.vorc del datp. dentro il dnto stesso, i?erch6 cppunto tutto il- .dato ,.

    che posso pensnre tutto il dnto .i:he mi fn pensor conten1poranearaen-te l.~: su. fiLosofic. e ff... sue. o.ntifilosofia~ cio' il dnto che ~i fc. pesnre eont~1.1pornne~i1e:nte tuttc le .filosofia che posso pensnre secon-.

    - ,. : .... :. ..t, ..

    do .. il_dctC), 1 1'lc.. L!nche tuttt! ln filo'sofie. che 1 posso .. non pensar.e s~mpr~ .. .... . . ' \~ J: : i . .

    secondo il . ds.to; uttn lu filosoffil .. che posso pensnre seooodo il dnto r . tutte le filosofie ch sono nete dcl dato o dn un dnto perch s~~u-

    ,...1 '

    re, d~l. .9-i:to e ~c.rL-:ntitc dnl dnto, tutte. lo non ,.filosofia che ;posso. pen'!!"' . ' . ' ... :i., .. ... -

    snre secon:lo i;t dc.to stn neL flltto che fl dnto stesso pone in crisi . ., - , .

    uesto .~t::esso., _e, ~on pone: in crisi nel 'senso che non stato cnpace .. ! .. ;. ' .. .... _ _. . .

    di cost~ire filosofie veJ"e. (non c proble111L~ di filosofie vere. o ,;non . . .: .. \ ; .. : .f' .

    vere, c' problemn di filosofia o non), iuu. nel senso nel qucle il dc.-. ..... . .. ~ _.

    te;> in_ que,~_ti ten1ini,. nei' rai:.1ento .m~l qual-e fn ncscere lu filosofill, . ' . ' . . ~ ' . : . .

    lo stcs$o 1um.~nto nel quc..le: non 1.:::: fn nascere 'bensll. i.~:i- t'ie.ne fer.ma. . : .! . : .. ; . . "\ ~ :

    Potre1111i10 dire che il (fr.to couc ~.u. ... :" '\o se fosse una conti.nua.-inco.;:izion~.dgJ-la filosofin, un. incocto perenne ed coli1C se tutta' la .stor.ia d~i pep~

    . '. ''f ! ';"',

    siero fino e He.3el fosse 16. storin di cfllcisto incot.to, cio fosse. lq.,,. . .. .: ' .I ~ !

    . i . ;, -~ ... . . . \ . esposizione, i\ portnre .. fuori 16 forze. di qtie.sto incoc..to corn~ ~e fost: se cio il port~re fuo~i ln ricchezze. di questn povert:\; tutte .... le fi-losofi~ son'? Jc. ricchezze. di' ~qhestt. ?OVrt.~, di c.;uesta non ccpccit3

    .... .l.. .

    d~ filos9fi,..;_ che. -~l dnto int'~ifrsec.:facntc ; soltcnto ~parcb;~.; il dct_p~ G.econdo se stesso riesce tclerite ild :ssere -s~e'ondo 1 .se stesso da esse-

    . . .

    ..

    ,re ci che 2o~ticipcy.rim~ ci ch .. Qpticfpii-dopo;e se:il 'doto ,~'-iniz!o. Q.i qu9st~ re~d~re serizc ter11po proprio il posticipnre e l 'nnti-Ci?t'e, chi

  • perch non ;?U avere il te1upo biogrc.f :lco di colui che pensa per il fct-.. - -- . . " .

    to che il tempo biogrlfico dli. colui che.pensc_ic. ~ilosofil.U!)i)Crtien~ . - :. : :.: ..J. ' ' ' .

    clr'' esistenze.. di colui che vive e che vivel).do pensa filosofin,. neLlo . . : ' ; . .. . .

    . r stessoidcntico senso di! di.1nit 1 e di valore. secondo il qu.o.le il-. tem-

    ... . . .

    po di -colui. che invece di- occupre ln. y-ita. pensc.nd.o filosofi~_ -~a occu-po ro1.:pendosi le tcuini o costruire cnse o _.;i znpp~:.re terrn,. nllc. steso.:.i tii.hniert~ il tei.;tpof gli- t'!:pi_>artiene con le st~ssa misure e non p~9 .fcre

    I .'

    differerizat perch:~i dc questo punto di vistr. proprio la f,ilosofic.. scn-zc tcriipo 1che >stituisce il senso delln vern di~nit del1 1uorno_._in qucn-to mi -fc. capire che il tempo nttraverso il .qul1.le io viv~ l;.? mie occu-:x'.zioni, sinno quelle d~lln filosofir: cc;m1e pensare ln filosofia, sic-

    .' ! 1 ..

    no

  • 15

    'zio _9he: l.~ .. f_a -~~sere .possn essere dopo il dnto; s~r7b}?e- c

  • 15

    stesso non essere, del:::no.n esse~e del d"e..to; in, questi tercini cllorn il d.r,to il ne3are ln postiipc.zione pr'frnc, I!l dop'?, il dnto' anche l. possibilit dcll 'c.nticipo le"Sctc u.l fotto che il dnto. non rii!lcne

    \

    d

  • 17

    . rr.-- L'ESSERE INIZIATO E LA SUPI'OSIZIONE DEL PENME. '. . . .:. ' .

    Ii dc.to ~ '::econdo SE; stcsao 1:'.irnnne. ,c.l limite tr;:: L~ posticipn-Zione e ln c.nticipc.zione e dicenqo il dc,to .. secondo se stesso :come .S si presuppcinsse ch nel mor.1e~to stesso. nel qucle il dnto. viene e-

    . ~ .

    nuncicto co . 1e Gc il' dcto bloccnsse nelln sua. stesso inizinzione le ,:storir:Fnttro.verso 'in qcle il penscrc stnto posto nellu. condizione

    ... . . '. '

    di pens2re; il duto di ui stirano pcrl4nd9 .il doto che in qunlche I

    maniere penscto dn tutti noi come ci che ~pnsente nl pensnre:di pen-sare le filO'sofi.c, -' coffk se venisse esso stesso .pensato_ come ci che

    . a. sue volte" 1.s c'ondizion~, il prin~ipio, il princi?io i~ senso mate- ricle, temporale, il punto di.pcrtenzu~ il principio del pensc.re o il

    ..

    principio se.condo il qU.cle si fc. uno. filosofio.. o si sono fatte le fi-locofie~ ~ndo dico il .dato e qunndo, enunciando questo termine, enun-cio un tennine che dovrebbe fD.nni c..ndu.re nvnnti., in renlt lo .:stesso termine che enuncio ci dcl quclc noi dobbia.mo cercare.di det'cnninn-rc tutti i discorsi che si p0ssono fcre filosoficnmente, ;.:eon il prcsup-

    ~osto che in questo ci sic.. ll pcnsnrc, che il pensnre cio6.: sia tc.Lilen-tc orgcnicamcnte in ntto 4c potere essere pensato secondo il dnto fon-

    . _, -

    dmu.entnl'. Nel 't!omento nel quale noi ci stinm?: preoccupando di fonda-re, di detennincre il du.to, il dnto non che ci serv_..: per se stesso,

    . '

    mc.. ci serve secondo se stesso perch~ c:o~.1e.. s~ in qualche .maniere: noi supponessimo il datb stesso c6rr.e ci che serve perch dev-e gnrnntire

    .. r.. :

    che: il''pensre al \..~e.le sic.mo i1ltcre~s~ti si.n un pensorc e non un opi-na.re o un ,discorrer n. vuoto; ;.,e

  • 18

    ci n individu~re il dnto, diventn l'elmento di un discorso nel qunle il dato .-1-~clemeufu:~~r~~.i:L-vci\10 -crit~~ di'.uc.?'sti.000-:.:dove questo ctesoo stn ,e_;. si~nificnre che la. criticit di questo livello che viene cfotrinina.tc in senso. rndiccl~ destinctc. n snltc.re in quanto la radi-. Conc:: priin6 nel dnto stcss9, -perci :1p-

    ...

    punto tivello critic9, prc-3iudizic.lc. Il liv.;;llo critico dn questo ~Junto .i vista il pi~no nel qucle tutti 3li el~menti del discorso sono d6.ti come rn2tc~rL-: s'ttrc'::~verso le quale bisogno rendersi conto che i giudizi fntti' bono sempre 3iudizi nnticipnti, dunque sono sempre pro--giudizi che stt.:.rino pri1nn del moterinle del discorso nttraverso il quc-le si cc..pnci di dctcn11innrc il livello critico; allora, se il livel-lo critico c. questn mnnicrn necessario che riescn nd essere radi-ce.le, nd cndGre in rndice;.ed nndnre in radice significccondurre il dnto ad assere il' principio attraverso il qunle sc.ltn 1 1 onticipo dei '.jiudizi; bisogna frire in modo che i giudizi dei quali debbo essere co.-pace,come fllo'sofin, non siri.no gidizi che mi trovo anticpcti, non

    . siano pre-3iudizi, l'ilD.. sinno giudizi dei quali in tutte responsabilit possn dire e dnre il prinipio. Psicologicrunente come se dovessim0

    stcre c.ttenti a. cnp:i.re 'che e livello critico il discorso pi spino-so perchii il dato secondo se stesso. come. se fosse dirtto n dctenni-nnre 'il penscrc mc. c'i che ln quclche inani era suf>pone il pensare; cio noi; non possinmol penscre che il dnto sin: 1 1 inizio del pensare nd esempio plntonico se in qualche mnniern non supponic.rito che- il d:nto o l'inizio del" pensare cbbic nllc spnlle il pensa.re st

  • . '

    19' -

    nascosto del pen$p.re. consiste_ nel fntJ:o che le-_- difficolt che il pen-scre fc nascere sono le difficolt che riguardeno il pe~siir~

    ,Il .dcto, c. livello_ critico, se il'livellocrit:ico critico :l.ri quanto viene rn~icclizznto, -in-tento viene rndicelizzoto in qtinnto le:.

    ' ;. .

    rcdiCtJ.lit dcl livello cri,tico deve significere ln necessit do parte del livello critico di ~erd~r.~-~-lc suo. criticit; il t1101i1Cnto originario nel _quc.le il dato : possibi_le come .. elemento inizia.le del discorso cor-risponde e uel ~1,tOilleDt0 nel quale ln criticit del livell stn ti. si&!li-

    . . ' . - . . ~ ;

    ficr;rc une iniziclc nec?~?-it~rli perdere queste.- criticit in qucnto oc ln filosofie. filosofie- essr: non . criticc, il fcttostsso di ilen-scro une filosofia criticc st.::; :-u. si311ific&i.r~ :i..nvecc che siIL nnor.::'.

    ' . _,. ....

    nel IDOlilCnto nel t;UC);C ln fi_losofic.. pcnsc.t::i. C0111G criticc.' ln filosofie che nc1.:-:i e se stesse: ln cr.~ncit 3riginnrL:.: dci -pror>-ri giudizi, iri 0unn-to le filosofie che ser.lI'llci il sistemc~ dei pregiUdizi, per,' ln fi-losofia c01:ie sist?mn dci pregiudizi non invenzione storica d lll.psiis professi_onp.le; potrcbho--~s.s.cx. t

  • 20

    . -

    nel senso che il di.scorso filosofico poich t.1i wppcrtienc vive--anch'- .. esso L.-: fisilogic: elln nwenturn ulnnna;~neilc storin e la vive con (1lJellu che possiamo chia11orc il j>cpsus. prof~ssion~le ;. mn questo lnpsus professione.le non devo ripetrlo ner.meno subito dopo Annssifuondroi :cio c.ppenc. dopo l'origine in ~~nto questo lnpsU:s profes'sionelc "se e qual-

    ... .

    COSD. Che intcrc;ssposizione del pensare. Que-

    Mauritius_in_libris

  • 21

    sto sembra, n livello critico un circolo vi-~ioso e-"circolo vizioso vuol r;dire che~con ildntodi.I'nostro il ph~cf.ci~'mri c" p~n~~re_ giustifico il dct> ~d in conclus:.ne --:come sc

  • .. '

    eviderttc chJ f'unic~.-. ~-uestione, non ' di stare n ~npii:.e c~l~ mni dal pensnre hc snrebbe (Jcrtsabile come d~~iv~to ,.dnl dato na~~e. :!a -~':1:a yo.~,.tn itnvece il pensre stGsso 'coe suppos'to a. ci che lo .fn ~_ss~r;~, mn le qucstiune di cc.pire che cosd 316b~li~za dol dito 11 -pensa~~;, c:i che fc filosofico, a :liveilo; cr,itico, queste 'qusti~ne,. risiede nella

    . necciiisit di intende.te: .che cosn tre i due .. , t:ic i,l. d~to e' i pe~~y.~~ . ~..... . .. . . ." . . '

    cost:ittiisca une, sort[i di sistemo or3onico per cui gl()balraente p0ssp, ., . . . . . .... .i ..

    use.re questo rt.ipporto come qunich cos.'.1 dnl quale pu essere d_et.enni.- ~ o o i M o; :

    tinto un c.ltro rnpprto di 'b:raini che ta supposizione del pensare. ~j : , . , ~, ... ,..~ .. L:}

    Il problema consiste nell'intendere-che cosa, legnndo assieme il. . }

    dnto e' il pnsc.re1 ci che decide il legnre >assieme .. il pensar~ come supposizi~~c del pbnsnre rispetto nl dnto dc cui screbbe .il ~e~~a~e, nel i' intend~r ;ci~, che cose, 'lC:qc.ndo nssie1 .e il dnto e il pens~~e', . .

    . ci chci mt: do stringe c.d nccettc.re il penscre legnto n1ln suo stesse. suppusizion; 1~~ questi0ne vere, le. int;i~secit del rnpporto che le-.j.:i 'il pensdr 'til . suo :dct~ cio che cose rendo tnluA3'ote intr:lri'seco il rdppurto tre:. il dnto dcl perisc1re e il pcnsnrc stesso tnluientc intr:l.n-

    .. seco ques'i9. rnpporto do determincre, attraverso lo intrinsicit. di que-sto ro.ppore, il secondo rapporto che sembra il c0ntrari0 d~l pri1ao, per cui .riellc rnis~r ... , nelln qlfnle. ,il dnto_ e il pensore sono. int~insei~ riella 'stcssd' ident'icn raisur~ ci che', essi detenninano, intrinsecru112n-

    - .

    te nriche qkst0, "' "esntt~n~hte il lor.o contrario, perch il loro c~ntrar'io. signific.li il'..pensnre spustoto, la suppos,izione del pensare, il 'pensrc: che, bi~sogt1e. riccettare o che bisogn~ sie determinato, come qunl-che cose eh~ ' spostato rispetto a ci che il 'pensare rispetto n ci che' lo fc.:. esser~ in; quanto, nei 11io1nento nel q\lale" noi diciarou Ciel da-to il' "t>enscire,' rtello -stesso mo;nento dici.mS: anche uf..:.:i\iepu~'.iilne:.::def _ le c.bb:i.c.r11o' lh ~upposizione dl pnsar ci'.6 rii' intrlrisecit 'del rnppor-

    . '

    td che'lgn'ii pensare a.l'dat come ci c:ttr-:iversu lo quo.le intrinse..;. ci-t---ll::_pefist1r~ gnriintito dll ci ch lo fa~ssere ed 'il dato, fini-sce ~eti-e-sst'ej::'.esso---stG-sso, questn. intrinscit, la' intrins:-~it cio1f-di uno "spb~t~-o- ~1_;-.tyen~nie~~iri1n di questo stesso; in ~ltri tenni-

    Mauritius_in_libris

  • 23

    ni non posso ?Cnscrc intrinscccrJenteil. penscre determinato dnl dato che gli propri0, s~ questo .::.lV: stessn rnnnierc non significc lD: sup-p0sizivri(.; dcl panse.re, se qucst:; non significc. il pensare sposte,to pr:i.-

    . - r '--~- ..

    rr~ di ci che lo fc essere, s~ ~czto non significa il penscrc spostc-. to ~1ri1;12 di se steos,), S\.:! questo nCJn significei.,.che ~i .che costituisce

    ,

    L.) stesso dcl pensnre, e inizic.lmente senzc il medesimo. Tutti seppie.-. mo-' che grmmncticnLi1ent~ n_()~-- possiCJi.~?.-~:~:':e il raede sim0 se non abbiQWv detto prime lo ste.sso perch cppunto il 41ed~~ii110 suppo~- C:jiiaichc c:osn

    . . .. ~ , .

    ... che gi stcto detto priran; nel cc.so del pensnre nbbiamo invece L.) stesso senza il ruedesi1ao, perch in,reelt, se i~ discorso significn le intrinsecit del rcp~o-~~~, f;;_--"it'dato -~11 pensnr~-~ aa-cui drivei~ rebbe 1.-;. necessit di convincm;ci del fotto che ~ il dnto il pcnse-

    rc -questd significa .che nelle stessa. rnisux:-c intrinseco il rapporto trn il -.. dnto e il pensare, nello stessa misure invece nbbiaruo ln suppo

    .. .. ' . .' .

    sition del.p-cnsere, dunque ~bbinrno il pensar~ spostato primn di se stosso, in.qucnto il pensnre sarebbe il pensare che dol dnto e_ in questo senso il penscre _ prime, in quanto questo stesso d la. suppo;.. sizione dcl pensnre,, il .pcnsc.re spostato, MO il penscre spo.stuto .. pri-

    . . : . .

    ,r.m di se' stesso; qucstu nppunto il pnradosso de~ln questione: ~ dover: fnre priIID.. lo stesso d_i se stesso, non posso fp.re lo questione

    del 'medesil.io, e non per rn~tiv~ gr,cmjmticc,li,. non perch ci cie,bbo pri-tf1c stabilire che cosn lo stesso che_ interessa il pensore, che costi

    ' , . .. ' . ! . :

    ci che il penanre .. in_ s, per cui po~ po.trei ?Orlare del medesimo 'non gi r-ispetto. nl Itiedesimo, ma del medesimo rispetto allo stesso:

    quindi rion p0trei .f:~re quostiJne del rnede$im se non la fa~e,~si dopo ..

    non gi dell 1 nver fctto questi0nedello stesso, ma c;iopo che l'essere ~ ''

    il pensar lo stesso di .$e-stesso significc il non p~tere fare.q00stio- ~ , t .

    ne di questo-; invece ques.t tipo a+ discorsq mi d l?l questione che - . _, ,_ ' .. .

    posso fare del- medesimo prb1~n d~ll, ~tc~so, il pensare spostc.to. primn .i. .:: .'. .

    di se 'stesso _Jl.QJl __ :il mcdcsimp, no.n, perch sia dopo se stesso, ma per-- ------------ ... . .). . .. ... . : ..

    che nori il 1edesimo prime di se _s~esso, il: eh~ significa_ he posso fare questione del p'ensnre _,

  • sunsibrie del loro leg.cu.ic ;:Ldnl . .dnto il .pcnsnt"e. nop ovvio. perch devo rendbrrril~ ~cbnto di che:. cose: ~iustifichi iL l.e.gru~, quello ~hc c;:J:iirurUJvo le:: globe:lit; il secondo tcnaine dclln question~, il fatto ~l-~!\.supp0sizLJne dl pensnre, nasce criticr.:u:aente .. sol-v perch nnsce legato cl-

    . li-i.intrinsecit delln prir.:iC questione.; l 'intercssc _della questi,one c0n-.,..

    si.sto rielln intrinsecit che circoln in r11e.zzo c. questi termini: dnto ... ~

    dnl dcto il pensc.re ho lri su;:>pusizione del pensare; interes_sn non gi l 'nnu.lisi dci tcnnini Ii.le. intcr.essc.. questa. sorte. di rapporto di intrin-secit per ln quclc, rn-:;ioncndo in un certo tli0do, mi con,rinco che, -t:o ae.l d.to 'il pnsnre 1 ho 1:: supposizione de! gensc.rc, il che .sm:eb-be c01.l dire: che c' un certo sisternn organico iniziale dal qUc.le il

    tennine~-di qiiesto stesso pc.re che sir.. le nego.zione di questo stesso, dcl dato il panse.re, ho le.supposizione dcl pcnsnre, dunque la conclu-sione di questo siste11m orgnnico. inizinle la sue stesse fine .. ln _ stes-sn costituzione di questo rt:;.)prto or3nnico inizinle con::isponde l'.1.llo. suD. fine; in cl tri termini cLh~ .1' inizio del pensare corrisponde ri.l suo termine, nel senso in cui, ci che inizic, fo. condnciarc il ?ensc;-r(:, conduce il penscrc stesso cmnincinto nl ten.1ine di questo stesso suo esscr inizicto: per questo ; cor,1e se noi C:.'.Tessimo che l'iniziare del pensare all'inizio non i;:u1i inizio.re, sempre un essere inizic-to. L' infzicire del penso,r non rani, attivo, non vercmien~c tropsiti-vo; non tc' .:iln iniziare che trcnsitn tc.llllente in se stess.~ e dc. se stes-so dn essere lo stesso pensiero ch2 questo trnnsitnre_di se ,stesso in se stesso non c', significc. che non posso nssumere ,c_he ~il pensc-re sin da ci che il pensare , :_:>erch lo stesso iniziare del pensare

    . : .... ~ -

    un '.essere inizinto; -couiQ dire che le llttivit del pe1'l~_are n livello ori~innrio ' il su ?tssiv, e che 1 ! iniziare del pensare cor.risponde

    n1l'esscr-~nizicto dunque non un vero-inizinre; originnriamente l'-inizinre del pensnre, se .un-. iniziare il penscre, il: pensare co-.ne essere iniziato, e questo significo dnl dato il pensare; mn ques!o contr6.ddctto dl. fntto che dc, questo, stesso obbirua;J la sui)p0sizione del pensc.re, ci che l 'c.ttivo risto.bil-ito do.l pc..ssivo; dnl pen~are come essere' inizieto, dunque dal pcssiy9 che serubrn rigunrdnre proprio-

    .. --------- - ---------

    Mauritius_in_libris

  • ... 25 ' -

    _;J

    mente il pen~are,. nbbinrno 1 ettivo ci.ove l 'c.ttiJo il) questo, __ coso signi-gicn ~e. ~upposizion'? .del .pensre;' me'~ se l'nttivo dai pas.siyo, ori-ginario.mente io non p~nsb, perch' s l'essere iniziC;to , ?i dhl qua-

    ' . .

    le deve essere det~P:~iinnto l 'inizinre, !' in:i.zinre n9n. p~ essere pi un inizi~re trens.itivo, bens deve essere un iniziare intransitivo, deve essere un iniziare che n0n trarisitn in nltro, ~he ~biUllle in s

    . In altri t.enrd.ni, l'unico trcnsitivo p0ssibi'ic_:_che p,osso co~Efpire a livello_ originario, :O.. quel livello nel quril il p~n~ere .questa que-. . . . . . ~- . . .

    stione, questo.trc.nsitivo che riglinrdn telmente il pensnredc esse-. . ; : .:. ..

    re questo transitiv::> rned.ir.nte il qucle 1 'cttivo dive!ltn p4~~iv9; e qut transitivo significn davvero dn questo punto di vistn concepire tnllnen-te l'essere conc(:!pito che rh.mne sol tonto l_esserc concepito e _JJer lo stesso essere concepito che n sua. voltn diventa .il .Pri~cipio di

    . ~ . _: .i.

    un concepire che do-..rrebbe essere :concepire dentro se stesso., cio con-. ._, ..

    cepire intr~nsitivo;- dall 1essere iniziato cL.l bisognerebbe ayerc un inizicrc che non sin un iniziare che trnns:i.tQ in cltro, ma sin un ini-

    !

    zie.re che ti::nnsiti soltnnto in se stesso,. che sin un i~iziare de~ qun-le cio non si p0tr rac.i dire, n:S cl principio n olle fine' il .suo

    ' . -~

    ~ssere iniziato; nllorc come se il pcnsdre stess0 reclomns.se origi-nnrim .. .cntc essendo di nun cssere perch co1ae se il pensare stesso, per necessi~.di quello che esso , conducesse l'essere che ~.cllr.i. ne-cessit i non essere, perch conle se lo stesso pensnre conducesse ln passivit qhe 10 rigunrdc c.d essere l'tniz:lo, cio i~_principi0 di

    _, ...

    una a.ttivit che ;dovrebbe es.sere tnhnente nttivit dn non poter:e esse-re ntt.ivit per s; mc. se il pEms.dre ondott,o n questo, chicro non gi che a qu~sto punto il pcnsnrb non pensa, benst e~~ il pensare. ,pen-

    ~ - _l

    sn non essendo, perch~ 'il nun essere del pen~are p~oprio .~a ~'*1 sup-. -

    posi~ione, la necessit dellc1 su...-:1_supposiz-ione, cio ln. S'l;lpposizione del pensore corrispunde elln necessit da parte.del pensare, es~endo, di non esse.ree questocorrispvnde c.llc. lc3ittimit critica di occupcr-

    . . """.

    sene .in sede filosofico.; quest rend.c 'lc3ittim0 che il discorso filo-sofico, inizialmente e pr ... ~iudlzinlraente, debba occuparsi di queste. questione,; perch ln questLn'i capitole, non fondranentnle, le que-

    Mauritius_in_libris

  • 26 ... ..

    stionc ori,g~n,cric. cio8 i?~'.J:'ch non lo_, question?, che :~igirg.;. il n0n ~9:~el?:. dcll 'essere mc lr.: ~stione c~e, rigurcjn il pensc.r~::che nttre.-ycrso :J.:}ess~re che ess9 si CG>Qd1,lce nl :nonJ~ssere.,. perch nppuntoln

    . . -. . - . ~ .

    suppost,zi9ne 4e1 penscre , essend0 il .. pe~snre, vermnente il .non pen-.... . . ' . " . --~. . .. -- . .. . . . .

    se.re. _qe l __ p_ensnre. I 1 peQscra per nascondere que s t~ suo es sel;"e cQ.~ ..es.-::;. ..... ' :. . . .... ; .

    s~ndo nun _'.~:9:ii..16 per nascondere di .ncn essere, __ tc.lmente p0ne di esse-re da _pen~,&rc sempre, dc csc.urirsi in tutte. le cose chec_pens.n, dn ns-

    .. ,,.

    s~ere di.essere tutto ci che pensn, per cui nun Cfr che penso C-?i rf~e penscre .eh~ decide il pensnre mc ci che penso che, de~idendo il pensnre in uestL tI1ani.erc e in questo ~-limite, in reclt nasconde che il penscre non , essendo

    . L'esercizio d~l pensare si pu dire che sembrn unn sortn di neces sit c~e .il pensc.re di ncscondcrc il suo y_izio orig_inario' e quindi per ese1uplificc.rc ai potrebbe dire che_. il penscre sin le virt1 del vi-

    . . . .

    zio; il pensore ~nteso nel senso ~elle-:--: UG_ -~ffettue.lit, del suo eser-cizio, il pensnre considero.to in ci che esso .in qunnto nppunt0 pensl".rc qu~lcoso.., il penscre consider.:i.to da. questo punto di vistn in rcclt corr~~{3onq

  • 27 ...

    doto in mcniera tele che da questo derivi la supposizione del pensare e individunre questo che ~' individuc.re questo .9!!!2, significn in-dividuare une posizione che cttende di essere detenninatn come posizio-ne; individuc.re ques:eo fil!!f! significa doverci renie.re contd del fntto che dipendentemente dn questo, cio il pensare legato nl dato in real-t il lego.re il penscre legato al dnto nl pensar~. legato. a .~se stesso,

    . ...... , _.. ; 1

    allora. si trc.tte:. di ~p~re non solo che da ques~o~ ci~_do\ .. pensnre legoto al doto, deriva il penscre legoto o se stesso, mo cdme questo stesso finisca per significare che dunque il penscre pu tollerare un iniziare solo o condizione che l'iniziare sin intr~nsitivo. Questa

    .. ln difficolt! che il penscre fc nascere dn se stesso, nel senso per cui il pensare nasce, , secondo questa stesse difficolt, dunque il pensnre secondo unn diffic0lt che facendolo nascere lo blocca Qd alloro. cmic se potcssi:tao dire che il pensare secondo una difficol-

    ,. ::

    t che, dnndo~li ori3ine, gli d e.nche ln fine; queste difficolt ri-gunrdc il pensere se~ond0 l'essenzn dcl pensnre, cio ri~dn il pen-

    s~re secondo il pensnre, non il pensare se~9~do ci che il pensnre , perch il pcnsnre che SE.condo ci che i pensnre , il pensnre se-condo i pensieri che lo stesso pensc.re , nel senso per cui secondo

    .:questi pensieri :!J. pensare cmne se fosse nellu stesso ter11p0 ci che .....

    :-~o,struisce gli strm~p,ti o.ttrnverso i quc.li si f~bbrica il '.;pensiero .. _ ..

    e nello stesso te1apo ci che con questi strumenti il pensiero fabbri-ca. E dubbic.ra riuscire n capire, di dover subito libernre ln questio-

    :. ne dc.l dissidio che si trcscino finO-"'C. Hegcl e ch un dissidio ele-rnenta.re, un dissidio O.i ci non si deve forc qusti0n il 4.issidi cio

    .,

    secondo !'1, c;unlc noi non possiamo pensnrc il pensnre come ci che de-ve essere ci che usn Jegli strumenti 103ici per pensare o costruire concetti 1.letcfisici o no9, perch, dal punto di visto della difficol-t che il pensnre , n,Jn possiar.:to ng~irnre lG questione attraverso i pensieri che il pensnre , in quc:nto il pensnre, per sue elementare necessit, i pensieri; in questi tenuini, quest~ stessa necessit che necessit eleL1entnrc del pensnre, in fondo significn che il pen-snre nellu stesso ,,,un1ent-.> nel qua.le fnbbrico. i suoi strumenti, fa.bbri-cnndo i suoi strumenti, pensn. Ne. lluestn non ln questione, e questo

    Mauritius_in_libris

  • cl~,--; d.cieriio per un ettimo, che non ha capito Hegel, qUand Hegel iriiP.inntb uy'' qilesti;one nei confronti delle logicn. elnssicntcggio delln questi0ne consisterebbe nella possf.bilit di man'!"

    i ture assieme i pezzi dcl ~1.1cgnzzino degli strumenti con i- pezzi dcl cos-r.10 metafisico, fncendv qcs'tione di questo stesso. E il discorso si ?U riproporre n Hegel oristotelicl!mcnte perch c0me se potessimo dire con Aristotele che tento vet'~ 10 tesi nristotelica. che Hegel per controbba.tte~lc le. deve USCrG; in nltri. tcn.aini, se noi pensiamo che clc..s~ice1~10nte logicc e me:fnfisicc non coincidono per cui questo significo. che nun c' il presuppusto 1:1etodico del discorso mete.fisico, se' nui a1cL3Ii1,3 che questo non perch conla se dovessimo sostenere

    . . .

    che c' in7ce une sorto. di presupposto nncorn pL) nssoluto, c' une sorte.. di rnomerito riel qur~le ci06 il r.ietodo ~i: rnctofisica, de. questo essere il rnet ..ilu gi ruetcfisicc. possibile sostenere che per questo

    ,.,

    logicc e metcfisicc. coincidono. sto sostenendo che lu questione che sto cercc.ndo di individunre non quello hegelic.nc') perche quello he-gelicnc , dn questo punto di viste, questione clernentnre in questi termini: il penscre h

  • 29

    fic61t che noi vedi.rano esercitcrsi n l.ivellv, appunto, dell'esercizio del penso.re e che ... uno. d~~:ficoit taL:oonte. semplice h~ .. se ln voglic-r.10 coinpl:i.cnre si smenti se~; ecco perch d0tcev0 che in renlt lo tesi di Hegel unn .riproposizione. dclln tesi -aristotelica nel. sen~o che,

    ~ ,. .

    hegelinn!l.mente, Coli.le se ovessi1110 bisogno, per non overe la distinzio- : I ~~ ' ~

    ne tr.E '1ogicn e m~tafisicc, di nvere uno distinzione v.ssolutc. do que--~.. ...... . .. -:- . - 1 . . . ; . . . ' ~ .

    stn -non' distinzione 't:ra loglcc e metcfisicn che , c.ppunto, il presup-, "':- I

    p0st0 deila unit delln logicn e delln ruetnfisicn; per cui in questo ~ . . ..

    senso Hegel ~Ji;J. c.ristotclico di Aristotele cd COlilC se noi legg~n-cfo .Ar:i.stotic lnsciassiru-J l 'Organon e.11 '0rganon e le. Iv;.etl'.fisica alle

    .. . ~ ~- ... I, .. l1~tafisicc, e le3gendo Hegel delle Scienza delln Logie~ noi non possin-. .

    n10 avere l 'Org.snon e la. Metcfisicn, mc c.bbier.u appunto le. Scienza del-.. I . . ~ ... . . -

    le Logicc", dun~ non c:.vremmo lo distinzione tra la logica e io meta-fisica o tre la. logie.~ e lu. scienzn radicale di se stesse.. Perch in

    - .

    Hegel questo sic. ci deve essere une distinziun~ ~ncorn pi pe~ont~ di quelln nristotelicn, esplicite trn orgcnon e V..etofisicn, che vnle nei

    . . = . . ..

    confronti dello non distinzione tre. 103icn e metnfisico, perch appun-to in rac,lt la non distinzione tra logico. e metcfisicn in Hegel hc

    - .

    bisop,no di essere distintn dc~ ci che ln fa essere tale e questo signi-..

    ficc. riprodurre in m~niern pi'l re.dica.le le. distinzione: c.ristotclicc; .. .. . ~ .

    cio, .mentre nristotelicnmente le. distinzione vele per s{i e VGlcndo .. . - . . . . .r .... .. . ..

    per s es;;->~icitc, i~ Hegel ln distinzion~ non vcl~_per s e .~on va-lendo per s- !)er ci non distin..~ione. In Hege.l ln distinzione non

    ~ . . _, :

    vnle. per se stesse. perch.- Vc!:lle per ci che le fc essere ci che essn ' - ~.: ' ' ;: - ~. ~ p

    non , perch essc'J. non , o.ppunto,~ dis.tinzL)ne e dunque ln fn essere .. ' ~

    non distinzione e questo stesso distinto da quello che lu-stcssj He-0cl esplicitm.iente distingue quando, per fanai snpere dn che cosa co-ri:1incin ln Logica, costretto n distinguere teoreticamente: le divisio-

    - : . . , .1. .. - .. ; -

    ni che Hegel costretto nel anr.lettere e n concettunl.izzc.re prilao del I Libro, dunque ;yrL..m c,lcll '9ssere, le divi.~iofi che Hegei' costretto nd cmmettcre, pensandole, p~i1i1.: di ci che i?izi~ il pe1lsare sistemc..-:- _ tico, in reclt~ sono il presupposto delle. non disti1lzione successivn. Allorn, ~ questo punto di yistn, il discorso hcgelic~o pi pedante-

    '

    Mauritius_in_libris

  • 30

    mente cristot~lico, ritic~nente cristotelico perch pre-giudizial-raente aristotelico, in quanto le distinzione non le. disttilzione; tre. logica e metc.fisicc.., hlO distinzione frc: ci che non. fcL..essere queste distinzione e ci .. che stc. prir.1c t:ncorn di

  • 31

    ed corn se i-:i.JtcsS-imo dire che le. elementarit del pensare cossisp.Jn-d( nll.:i. sUc: interne cnpccit i pssere, nello stesso tempo, logica-~ mete.fisica, di essere, cio, ln identit d~lln logicc. e delln metc.fi-dicc; 2.1C: queste difficolt originnric del P.Cnsore che corrisponde, np-punto, nl suo esercizio, non la difficolt che r.iguardo_l'essenzn dcl pensc.rc, perch,~- le difficolt che ri:;ucrdo l 'essenzo del pensnre

    ~ ancore. ,pit greve, in

  • ~-

    32

    .... ......... :.'.

    : sel 7.ffi~pensic.rllo;- il nostro vivere in pi; Sigtli,.,ficr. CVviCi~r$t a.l. nostro .. . . - . . ' . ' - .... ::~ :-,;. : .~ -~ ' _.1. : '' . .

    teTmirte; gius.merite v:lvi61io pori pensando. ~ questo, diverslur_lente rinun-zicrcr!lri~G non elle vit..:-, u. :dli~ mcrteJ il~--.sU:i~tdio ~-~_fondo questo rubcre nlln~1aorte ch~;ivcrscr~nt~:-.-~a;ebbc. l~ l:;drn -d~i miei giorni. "1.ei; '~osto ~6n i.;j::pas:sb ?1~~li.~k -~d _ ,~iu-~to c~e-;si~Lcos7.,. e. non posso

    -: t - ,.~ :.:"" "' :- ... :.- "":" .~. ~ >.. - .. . -.:- . :?retcnderc di nott ssere "bUon maestro di filo~ofic. quando riesco ad ~essrl~-'cst fccilknte ~elvV:bier'e: e in vece .no~ ri~sco ad essc~e. nl-

    . : ....... -

    "', ... .. .r . : . ..::: . _-.: '-". . ." erttc.ntobtiv"i 111t:stru c.~i filosofia quando il iscorso_riguardn ii pen-~s&r&;.-~1cJci.cJ11 :.di c~~~- cbriii i :Ji.vi-e ~ivc s~cqndo se stesso e rauore ,. ~.... .... .. -.. ~ ... ,.... .~. : .. ': -~j ..:;_:: .---~ secondo ~11''sus~s'orrcre~- 1c~si

  • 33

    sto punto sicm0 convinti che il penscrc lc3nto cl suo doto per une intrinsecit di rapporto che si espri1.JC nellrr intrinsecit di rappor-to tre il pensare e _ln_. sue. suppusizione. L..'1 questione stc in questo _ ~ _.

    slitt~ento, per ore. non esprintlbile, dell'intrinseco, cio di ci che condanno il pens~re al doto, me ci che condonnn il pensare ol dato in renlt ci che condcnnc il pensare n se stesso; quindi quando di-cimo, dcto:-pqnsnre-supposizionc del pensare, dal dnto nl penso.re, dcl penscre elle suqposi_zionc del 2enscre, ci che interesso il teme. teo-retico lo circolazione dell'intrinseco: l'intrinseco circolo trn il dnto, trc:: il penso.re, tro. il pensc~rc e 1n' s\.lil stesst~;suppo'sizione ri~ moneno sei11pre lo stesso, cioci riuieneno ci che p.:Ji fc:: ess~re ,il pen-sare dnl dnto e dr: questo, .ancore.,. fo essere le. sup?0sizione del pcn-snre; c:lloro ci che teoreticrunente, deve. riuscire n pensa.re questo intrinseco chcuno e che circola,;~ cio qe~tD intrinseco che non n il P.ensnre n5 il dnto, -n il i)ensnre e lo sun supposi,zionc, n que-sto pi'" quello, mc ci c.ttrrverso il qunl. il pensa.re lcgc:.to c.l dr:.-to sigri:l:ficn il pensare lc3Gto c. se stcsso;;>er cui teoreticcr-aente non miintcresshche cose sin il .c.to che fn essere il pensare: pu _esse-re c;uc.lungu cose, cppunto perch8 teorcticaraente non inter.~_ssn i.~. che ~' perch il che cost. un discorso di post-critico, un disco~_so postpre3:ludizi6le ci0' tnle: pr cui nri1,u1 ho fotto _o dispongo di tut-ti.i g~\'.dizl che mi srvono,.perch& dopo dn ~sto si producono i con-cetti d:trAvr-sb i -quc.li._11es.o; e sto solo dicendo che dnlln logicn clossicn in poi in tanto posso conoscere perch8 .conosco per concetti, r.m in tonto sono scopoerto in questo perch i concetti sono legati

  • co non -~;i. trc.tt_o. di se.pere che cose penscrc, in qUlnto non c' il che coso. dcl penscrc. ;)c.l bL.Jcco heg~lla.no in poi le. filosofie. uto-picc, scnzc. ost'~ . in ce stcss_o_,_ . dun0ie, nddtritturn, uietopico,

    ..... :

    in quc.nto c~c. Hegel ~~ i.Joi sici110 uomini colt:f par sa.pere che 1e cose che SD)pinJu S.;)n.J og::;otto lcll.'2 sccltn e sono oggetto delle sceltct per-ch .. : fnticoso. xmsr::rc

    . _;. '""'::~~-r- ~.~:~.~-- - . .......... : .... - .... ...:..:..__ ... _ ... ____ ,. ,., ' . -------- -:. __ , ---:::. ... -- !ti:...: . : :-!: -. . ..... - - ......

    ~ ;:: ... ._~ ___ . .:_~::.d. - : .

    . III. ORIGINE E.CO~IISURAZIONE. - ... -.. :; ____ ,_ ....... : . .:'.....:

    I' f' ...... .

    "Il teni:: ch8 si ~.icev.:-~ teoretico rimnne l'intrinseco che _le-ga c.l pensnre e il penscre a. :se stesso, 1 1.intrinsE:co c:;oriie ci che ri-mnne lo stesso circolnno, "essendo dincmico tt"t; il; dato, il pens.nre e il pcnsc.re cdndotto o ridotto c.llc s"O.l stessa supposizione. ~tto quanto si pu pensnre Jel viluppo di queste quest~oni cib che .si pu penscrc soltnnto e fondf'li.entnlrnente in rapporto al cardine di questn stessn questione, cio nl fc.tto che; dnl dnto nl pensare e dn questo ci. che il pensr ... ru CO:1C la sue. stessa. supposizione rimane che questo stess0 .. si~nifict:. unn sJrtn di sister.ic. or,scnico di ro.pport~ trq. :i~. da-

    .... ~- ..

    to, il penscre f~ tro. il 1jcnscre e se stesso. I:n questi termini,. se possibile penso.re l'intrinscc0, pensnre l'intrinseco e questo livello

    .. . - . . J .I

    significa spusf2.re nncorn il discors~, in qun~to il cliscorso __ in qu...ril.-che iunnicrc 5i spostn-to per -il fa.tt

  • 35 ..

    ~ : .

    11 dnto verra11ente, ~dn ouesto ,unro di vistn, ?l.! essere i-'enso.to come ... 4 ' ' I Ji{'. ;

    ci che t~li:nente :intrc:nscerid~bilc dc. ::!-10~: ~otre 'l"JaL1etterc la truscen denzc n innnnzi n2.,cllG: spr.llC' di se stesso/ perch nttrc.vcrso il r.:.t> ..

    ; .. - . ,

    porto trn il dnto e .1.-1 pcnshr(l1 e tre~ il iJ.cnsl!re e S(.; stesso, 1 t i,ntrin-. . - ': . .

    seco significa. che il rnp?or~o no11 i:.posto .nel senso .per cui .ci,:, che - ., ' -".i\. .. . -~: -. ~ :- . . .

    1 1 intrin!leCO per cui lc:3.

    non posto, per 'ci, le3r;ndo il _?cns.:'.re ::,1 dl"'..to, le~G in vece il. pensa-re n se stesso. Per cui 11 rapporto tre. 11 dc.to e il pensare fino c.l

    . , i" rcpporto trn 'il penscre e se stesso il rr~f>porto non-?osto, non dun quc ln non-?osizione dcl rapporto,

  • - 33

    . ~- ~ ...

    sti tennini l'intrinseco quello che si pu chiomt1re il rcppor~o tal-11entc irwrentc r.l r

  • 37

    ch:::.p.en:s~ (Gentile); !'1 credere che 11 pertsa.rc spo.stat da ci-" che gli proprio 'COl'ite.,.spostc:mcnto finisct.l pere!~sef ci che. c'iccettn tutti

    . i pensieri,. tutti'.~.:l. concetti, ~un crdere ;:fd.cile prch""it 'pensare ic~tto falle. ~necessit-1. di CO~ceplrb ia sue .moollit ifi mariicir,:(:(~~lmO-

    . bile:, cio il pensnr non pu es.sere se noncome unn sortn di movimen-to deritrd se ~stesso cio ~qtl.e'iri~ s~pposizi:onc di '~e stess cll~ in renl;..

    't 16 biocct.i: .. nel fatt6:6tigin:~riU. sccornio il qucle il \,endr ::'iieces--sitto nd un 'infzim-~ che; pei es.sere dei- p''nstre 'd-ve ,,~.sse-f-~ \1e1i'o stes-so >tempo 'priricipio e-'-lc f:tne-; il 'pens't.~r; rtnscertd --d~il''c~sd~ "inizia-

    r. ,. ~ . ~ . . '. .--r J.r

    to~ co n~:scendo dc.l pcssivo, per 3ucdcgnnre 1 'cttivo ha bi.S"ogno di uti""'nttivo che rink.-i:gc .::ttivo" deni:'ro s ste~'iJ'6 e dunque 1 'att:.vo -J~ntro di-: S --s:!gniffc il principt che de,je 'c'oirt6it(f'sc non il principi COi:n-

    Mauritius_in_libris

  • 38

    1aisurnto e tutto il com;_:>i~nto che lo riguc.rdn non ; uic. che cosn com niisurr~, e stirnuo esercitnndo il tema degli spostcrnenti interni c.llo

    spostcxr;ento del penscre, perch stirnao dicendo che cose conw1isurz il ?ensnre, e non da che cosa, perch nn devo fnre questione su quale -si~ l'origine dcl ;_:>rincipio, r110. su questo pinno di questione. l questio-ne il soggetto che c0111nisurc il principio stesso, cio6 il soggetto nttraverso il qunle possibile che il principio sip. ridotto a quella suo. misure. che per c.nche il suo essere. Allora l'origine del prin-cipio non 1 1 origine quc~le che esse sia, e questo non per necessit del discorso teoretico del principio mc per necessit del livello cri-tico di un teme teoretico; in altri termini se riuscic.I!10 o ridurre le questione: dn ~ f2.!Q il principio, alla questione: che ~ commisu-!:_Q il principio, stiamo dicendo che l'origine del principio non . ci che pu diventnre tema. il discorso, perch in questi termini l'origi-ne non ; cio, dnl punto di vist.'.1 del principio, l'origii:ie come tnle non a se dcl punto di visto. del principio l'origine come tele non ,

    ~)er cui, nppunto, dcl punto di viste"~ del principio l'origine lo sue commisurazione, non posso chiedere qunle sin l'origine-del principio, non perch non devo porre doronnde, rnn perch selllllni dovr porre il )Or-re stesso e dunque non devo porre domande, mc non perch non devo por-re bens perch se qualcosn devo porre, devo porre proprio il porre, cio se c' posizione di qunlcosn dovr esserci posizione delln posi-zione. E' essenziale intendere che nnche a livello critico il proble-1nc non consiste nell'origine del principio, in quanto n livello criti-co l'origine del principio le sua cor~uisurnzione ed clloro devo chie-dere che cosn comnisura il principio, cio che cosa ci che fc d~ rcpporto nl principio rispetto Ql principio ~tesso dnl principio fino c..l colt!piraento del principio, e cio il penscre; dunque il pensnre ci .che nc.sce origincto dnl principio, qualunque esso sia, me in quan-to nasce originato dol principio ci che poi per rivclsn chiede di essere presente nllu. operazione fondCllllentcle del principio secondo la. qucle, c.ppunto, queste. stessa operazione corrisponde alla sua commisu-razione globale: il co1

  • 39

    pio, cio l'npodissi del principio nssolutn, e 1 1npodissi del prin-cfpio nssolutn-:essn~ perch~-il principio non dssoluto; l'npodissi

    ' .

    del principio ; senza re lezione, per ci .~ ns,9lut:;4, ' senza relazio-ne -~erch . senza rifer:finento, . mc senZC'' riferimhto perch come se fusse tutto il rcpporto che l 1podissi del principio pu 'essere e questo livello, ciod il suo essere c.ssoJ,'17 ... ]~~- q~f_~~ qu:i..ndiic l:egit.;.. timit c1ellr. richiestn che il pensere.- e!! _es~e:Qr~~nte a 'questa pernzione. Il nc.scere del pensllre dc:l~ cboct::tf.~i a;rf' p-Fincipio coinci-

    ~- ....... de c'on le presenze del penscre o.llc upernimn~ che fai' essere ii' prin-cipio;. cllorn Sil'.1..riio fenni .c::l punto in cui il pensare nelln.cstessc con-dizione 'per le c_!Ul!le non ' perch ln condizione per ln quale .;non' di essere dnl dato, per l~ stesse identi~l:unentc , in quanto il suo

    ~ i essere dcl dnto significG tento qucnto il suo essere le supposizio-ne di se stesso e ue'sto stesso' cignificc. le.. r'ichiestn necessric. che il pensl:re di essere presente n ~lla opernzione che pui il pcn.;.. se.re stesso CG essere; Cio(; il ?Gnsc..rc stesso queste opernzione che poi l'essere del princi;?io delle. suo origirlc, mn l'essere del prin- cip io dalla stin origine senzD. 1 1 orgine, perch 1 1 origine de 1 ?rinci-?io in questo. scfiso ln commisurd.z,ione dei.princlpio el corn;;>imento. Questn commisurnziorte del principio nll 'c.podissi, dnto che c~m1isu-

    rnzione del principio cll'u.pod.issi: in quc,.nto es.soluto.,; significn ncces-..

    Sl1rirn,iente, 1 1 ess~re senza relazione di tutto q\lesto cd unn bri~ine pur-ch sin, e{ sehzl riferiment~ di questo rm::.W:nr~ iel*,.r origin~-. ad tin fi-

    , . . .: e r ......... ~- = ~ .. : . ; , ne pur che sin. In questi termini il.pensare per lo stessa. cndizione

    . . . . . +. ~ . r:: ;.:>er la quale nori , identicrunente , e -fi!Miil""tv.:i;.l>i~ca che il pensc-4

    . .

    re totalizzato nelln: st'essc glob~:1i~sssblte2:"zb dell' ~ii)odis.:.. si del principio, per ui scrizc relizionc nll'oriJine e senza rife-rir.1ento nl fine. In ten~,ihi nnolitici, fenomenici come se noi doves-simo sforznrci di c

  • .. 40 ..

    so 1 perch6 se ln condizione per ln qucle il pensnre non 9 _~dcntic~-. : . .

    . <

    mente le stesse condizione per ln quQlc il ?ensare 1 nllorn come '' ;_

    se dovessirn..J cc.pire che il pensnrc non dispone nem'che del. temn dell 1-. .

    essere e del non esse're clzit dn questo punto di- viste il pens.o.re non pu disporre del' temn del! 'essere come ci nttrnverso il qucle pu pen-sare il dato. A questo livello nel qunlc il pensnre concepibile a questo m:Jdo 9 il ensare non disp0ne neu1ueno dell'essere per p0terc ~on-cepire il dnto 9 e non diS?~ r.l#Jessere non perch~ l'essere n~~--gl~- dnto 9 non perch l'essere non duto c_se stesso e nemmeno perc~6 l'essere non , perch anche se pensnssimo di potere dire che l'esse-

    . .

    re non questo significherebbe riconferranre l'esoere, in quonto n que-sto livello di questione dove il discorso nncorn condizionato dalla sun diloonsione criticn, cioe pregiudiziale, l 1essere ci che non p0s-so usnrc )er il pensare, a a livcllu 1.:>ui rndicnlmente teoretico nel qucle cio6 il discorso dovrebbe essere non pi~ il fondaraento o la fon-dnzione del ?rinci?io, Ll questo livello non dovr pi preoccupnnni se l'essere o non , ~on in rapporto cll'essere 1 mn in rapporto al,pen-sE".re, perch~ il livello critico delle. questione originnrin del prin-cit>io nttrl:l.verso il quale dovrernra convincerci che n l'essere , n..:~ l'essere non , perch il dato in quanto tale ci che non posso pen-so.re attraverso l'essere e neIIlti:eno ci che posso ne~nre nttrnverso l 1essere, perch~ se nego il dato cttroverso l 1essere, ne:3nre. il dnto

    . .

    c.ttrnverso l'essere n livello or:lginnrio significo soltcnto usare a~ questn negnziorie attraverso l'essere 1 per l'essere, contro l'essere, fino all'essere. Alloro in questi teruLini e livello vriginario, le que-

    . .. .;~ ~-

    stione cos. dr~sticc nei confronti dell'essere che l 1ess.ere non questione e, infc~tti, quc..ndo ho detto che l'essere ho detto che 11-Gsscre non q\.iestione; se penso l'essere lo penso secondo l'essere

    e questm signifin nffenunre l 1essere che secondo se stesso, mr. quan-do penso che l'essere , C01'le se pensnssi che t'essere non pu esse-re -questione, 111.c""':. questo significn che, teoreticar,1e_nte, l'essere do'7r essere condotto alln questione, evidentement.e rion dnll 'essere stesso, n secondo l'essere stesso, perch se l'essere governa, la qustione

    Mauritius_in_libris

  • 41

    che lo __ ri~dn qu,est9 da pa..rt~; dell 'ess~~e signific non fare questip- ' .. - ~ :_J ! ' .J . . -- . ; .: - ... . . .1.. -- .' .

    ne; questv do p.art~ d~l~_,e.sser~.,si:1nifico. 1 1,inibire ln questipne, e .. _- ________ ::~-:.:: . ..:..:.. ~ l ... , _,_._ - . .. ... ~ ..

    si po~rcbb~ dire c.J;le in fondo l'essere lo,. pi grosso :1-nibizio~e 9he . .., .- . -' . ... .' .J .; : - . _ ......... !.J ,,.j_

    il penscre nbbic sempre cvuto storiC'400nte .. ~~~ch. le inibizione. i:'.) . . . . . --- - . ' . . ': -' ...

    fc.cilf.:, le inibizione fondc.rilentcle, .in quon.to ci .che negato o .nf-, . ! . l ~ ..!. t . _' i : ,, .,

    fenLJc,to, cio: .,intJtJlogin o non ontologii significn l'alibi migliore per .l .

    non fcr.e questiqne.

    cip io

    sto e

    ..

    - .. -. ---- -----------

    :Q.cl pun_to di_ visto originario sccondp il. quel~ ~'origine del ?r~n-. ci seco~do il ~cl.~ ,l 'ori3ine ste~sp non , per cui per que-d

  • 42

    .,, . .L

    to 1 1 origine del ~Jrincipio e qu~sto sigrtlfic~ '.~'h' per questo il pen-scre nello stesso I110ment0 nel qu~le cper .quest non : essendo non

    ; . I . .. . ..

    , non essendo . Allorc.. ln condizione del p~nsnre sempre il coritrn-.-,- . . ..

    rio di se stessa.,. perch il penscre essendo non e n0n essendo ~ ed ;" . . :

    come se stessimw dicendo che 1 1 identit cl principio_ non ln .Pc.>sso pen-- .. ..' ... ~ .

    sere, mc nl ?rinciyio non posso nenm~no pensnre le contraddizione: nl-lorc nt A A, n;j A non A, in quanto nl principio; ci.; -~~llo sta-to originario del principio, 1 1 identico il contrcriu ,' per~h.6 l.n con-

    . -

    dizione del pensc.re il suo contrario, cio il contra.rio di se stes-se, il penscre attraverso il . c~Jnttnriu dell 1 :id~ntico e il pensare'

    '

    non attrcverso 1 1 icntico del contrario, d~nciue il pensnre ha l'iden-tit, I:n perde e ln rincquistn perch il pcnsnre - a.ttrc,verso il con-trcric dell 'ident1:co, dunque il ?cnsc~re riconquiste 1 1 iden.tico o.ttra.;. . -

    verso il c0ntrnrio, nic il pensnre tornc'.l n non essere ~ttrnverso l 'iden-. ,

    tico del contrnrio: nttrnversu il contrc.~iJ dell'identico, non et-.. ;

    tr~verso l'identico Jel contrc;.ri0; non vuol dire che riconquiste. di non essere nttrnverso .. 1 i'ic!enticu del contrnrio, io il pensnre qunn-do ; l~.5c.to direttrn:ncnte nl cntrcrio deli'essere e viceversn qucn-

    - ~ ."i .l .. -. ... . ; : ' d.0 nun , legnto nll 1essere del contrnrio. 'rri questi ten,1ini come se il pensc.rc nnscessc uctc.fisicnmentc sbn,slinto, perch c0uie se il pe!lscre, penscnd_o, non nvcsse mci di fronte 6. si ci che clsa., perch..::; ci che pensa sempre un mod0 nttrcverso il qUnle il pensnre torna

    !. , : ..

    nlle sue spr~lle e quindi corne se il pensore fosse condonnot0 rnetnfi-sicn.mente n dov~re essere lcgnt0 al contrnrio dell 1identico e cll 'iden:. tico dQl contre;rio, per cui come se il pensare no.;.n potesse uini pro-

    - .

    cedere in s~,nso. lineare' p~ogressivo e il pensnre . n livell.J speculati-vo non ?U es~ere line~~e, cio ~on progredisce; tnnto il pensare non

    . . - . ... ,,. . ' .. .

    i)rogrcdisce specula~ivcnente che speculntivamnte la questione pi for- 1'" ' r

    te d~l pcnsc.re quelln che noi potremmo avere pensato sempre conte ri-soltn nl P;rincipio, cio quella. del principio. Quitldi n A A~ n A non A, cio n nl principio l'identit, n al principio l~ con-

    trnddizion~, perch cl principiu, il pe~snre e il pensore non , in qunnto il pensc~e u.ttrcverso il contrerio.:dell 1ideritico e i'.'. pensare

    ~

    Mauritius_in_libris

  • 43

    n.Jn nttrnverso l'identico del contrcrio; nllorn come se il pensn-re continut'nente conquistc.ssee perdesse se stesso e cme se il prin-cipiol'.l principio non p0tesse e.vere una origine che n0n sin 1-'orlgi-ne che il principio interncinente e se stesso;' pensb.re che l 'identi-t: nl principio "(Aristotele), pensnre che la contraddizione al prin-cipio" (Hegel) significa. pensc.re in tutti e doo i .. cnsi che al principio

    .._., !. ' .... "

    il ?rlncipiohc ut.l'! origine che ?Oss0 pensare indipendentemente dnl ' . '

    princi?io e in questi tennini a~cb'tj~'rnjione Aristotele ed Hegel sa-rebbe la verit di Aristotele; -Hegel sarebbe la riconferme criticc. di

    .

    Aristotele perch, npp\lnto, ;>ensnr' al :irincir:>io 1 1 identi.t 0 ln con-... trnddizione significD. penscre che ,,JSSu pensnre l'ori3ine indipenden-temente dal principio,:"ed chio.ro che se posso 'penso.re l"'ori:~ine in-i?~mclcnter.1ente dclprincit>i c0Eie se iJotessi pensare lr.. relnziorie del principio all'origine c0me a.ventc un rcpp0rtu o come avente rnppor-

    . tu nd uh riferimento che stc o.ncorc 1)rililn del rapporto e della relazio-ne. In questi termini dovrcrm~o penscre e questo modo: inrenlt le re-lnzione tra il principio e l'origine hn un rc.ppurto per cui tutto que-sto hc. riferir.-iento e che cose. e tornerernmu nlln dor1tnndn ,~lobnle, miste-ri0sn, e quello che Hcgel ebbe il cornggiu di chinrncre il vuoto, l'es-sere guest0 vuoto, l'Anfnng, il cofiiincinrnento, e questo vuoto vuol di-re che se debbo pensare n questo modo, pensare a questo m

  • 44 -

    r n nc.sconderlo c.118. fine: .. : .tuttei le" filosofie che- 'classicamente si etincludon0 )lprendosi sono le fil;JSOfici che nnscono dcli 1 nssoluto psto nl princ.~;:>l'?1 L.1 es soluto .ehe. spimt~ ~lfn fine in quonto nnsoosto cl principio e vicever~n, s:f.gnificn riuscire c, penscire liorigfnTdivisn qil principio e chi, o. questo p.tinto' p'iti del i 1 asso1to hc~ di~itt~ df occupcre questo posto? quand:u dico lv &px~ d ll'. necessit d{ a3giungerc 6 -&Eof , qucndo rie;~~o cio: n d1re:-~tt "nl principio" significr~. che ho> tnli.1ente . il prin~ipio dn poterlo cl.ire c:rne r;ri~cipio, c.ilorc. p~i. lv &pxu mi:. d :ln necessit di n:ggiungere - Di, cio6 Dio figlio de11 uo1~~' cio6 nel 1aornento 'in cui '.l.'u:;1t1J.~cn '

    r ' .

    CC?isce l '~ssere. ~oncepito ciel principio riesce;:::;n conceyire .Dio:t .11c'.l

  • !~5

    . IV. - IL :QUAN'l'm~l ;ORlGINffilIO E IL TERZO ESCLUSO.-':.

    Il i.i-iod0 per evitare di C

  • se nl discorso mi 6nd~'{lil 1.cssO.ute..~zq._. q_~_lJ~.' qpqis.si, evide.ntemente . . .... --- ..... _. - ;,._---

    non significc nnsconderc ln dimensione religiosa dell'uomo nU essere pio; ln storiu del peniicro pi ..J meno renlizzntn o queste: mnnierc, :erchi0 quello stesso. cli rL11Cnere, .~enzn se stes-se., non solo nten, mc cnche e.filosoficc, csofi,cc,. ?erch .. ~ .. . ln, r;tnunzin '. se stesse~, iJerch6 come se rcgionnsse in qua,sti t..J'-:_rpdPi: tanto va-

    Mauritius_in_libris

  • - 47 -

    le ceree.re di non pensnre tcoreticcmcnte, cssoluta.mente, perch;:i l'uni-co rnodv che l 'u0m0 he.. di essere reli3i0so ., nc..to ateo,- di convertir-si c. Dio, m~ nttrc.verso une genitura di Dio che PU:'? .. -~.s-~e~e propriet clell 'uotIO per cui l 1uo2~10 '~tesso fr: ~a .Pcdre cl suo Dio; riuscire n pen-sa.re questo significc. vulersi cnricnre Ji un peso_ c..ncoro.pi pesnnte

    . ' . ~ . .

    per riuscire e ?ensc..rc perch .. come se le nasci to. de l..l 'assoluto, que 1-ln di. cui noi p~Jssiruo pn%'.lnrc, quella delle~ qucle noi dobbinnu riu-scire nd e.vere le propriet, il_ che riguardo le storie sic dell 'uoi:110 sic dc.3li uomini, mc. qw:in;do, mi convinco di quest8 devo essermi convin-to che nel pensc"re filosoficc:1ente il discorso rime.ne condcnnnto, nn-zi comincic~ in nnnierc tr:lrnente_ difficile che, nppunto, l'assoluto non n:i lll 1inizio, nrincipio e nll 'origi:w:ie e non potremmo neanche :;,Jensnre 1 1 ori- ;-;ine del ,principio, dnto che pens~re :l'origine dcl. principio si311ifi-. cn che l'origine del principio _ln stessa c011Tlltsurnzione del. princi-

    . .

    ;?io ;_;.l suo compimento, s~ noi co1nprendi~o questo chioro che a.bbic.-. .

    mo posto il problema, cio.c.bbiamo posto in crisi il pensare, perch.S il penso.re come se fosse c. questo punto unJ. sorto. di incrocio di' con-dizioni,_ nrultiple le qunli vivono solo perch il ~)ensc.re che le sostlc-ne . Per, il _sqstcnere dc parte d~l pensnre le condizioni multiple non

    ... _:

    significc le. nc.scitn u.ssolutn dcl pensare, .nnzi put) anche esse%'.e' che "

    il ?ensc;rc non nascei., non nel senso secondo. il qunle si pu_ pensare che il penscre non pensi_,. perch il pensare penso, in quonto ~roprio 1 1 e sercizLJ del pen~nre che ;>u fnni1i verificnra qll!a stu. cri.si origina-.: rin, dunque c~isi profonde. e profonda non perch: U-fficile nel senso

    Mauritius_in_libris

  • 48

    fonncle, ci o~ dfif ficile_. perch;.~ non si cc.pisce, difficile e ?rofondn perch.::; il m . .m ccpere del IJensr~ro in se stesso, cio8 il i)ensnre stes-so che corite se 11on .;hJtc.Gsc contenere se stess ck.to che il i,Otcrc contenere se stesso invece. i.1 .sostcnet:' le condizioni multi?lll, e le condizioni 1Hulti~Jlc sono ;i cttrc.vers le ;.1unli il pensare vive ln sue:. crisi, r.nzi direi, esercitr~ le suti origine, non esercite. se stes-so,. )erch esercit~. se stsso in quanto penso e, )ensnndo, ;iensD.re si-gnificc ?ensnrc quclunque cosa si ~cnsi indffiEcntemcnte rispetto cl pensnl!e. Il ;>ensere e qu.esto )unto in crisi c.ttrcverso il sostenere le condizioni r~rultiple, perchj le criGi del pensnre in fono signiflc.'.-. il fctto che il ?enscre riLtene diviso

  • 49

    lit del principio non pu significcre ci che il principio ~ come i tanti ele1~ent.i del principio mess.i:c.ssieme, tnn si30ific~._ ci che il principio coue ci che :l,1, pri.ncip_i9 _ rnes~o a.ssi~me con s6, e mc~so c.ssieme con S'.l i:;otrebbe essere sol!;:ont9 l' nssplutezzn del legcrae frn il suo inizio e le sun fine, s1= pqt_rebbe dire cllor. che dcl punto. di viste dell 'cssolutazzc, del le3cu1e t_rc. l'inizio e la ;fine,: tutto questo chinminmo principio. Mc noi non possiUllo continucre n dire dnl punto di vista di principio, perch6 que.stq intendere il~~ -principio G.en~ro se stesso n:on sianificn, fuJ;"se. che -dql.punto di viste di uno. sorte. diana-lisi dcl princi;_>i.o che. non :_:>oterc iJCnscre, dc.l punto di vista cio ~el principio secondo le stc.zioni di queste enclisi fino n .quel ?Un-to per cui sic.r.:to c.rrivcti a. dire che Jnl punto di viste dcll 1 inizio

    '. -~ .

    c.ss:ilutr.:r.-ientc vincolc.to u.llc sue fine, tutto quosto chiraaia.mo princi-.. )io, e -uesto. l'c.ssolutezzc. 1.~el vincolo dell'inizio ella fine, h~ -:,isoeno di cltro c.ncora prirn2 urnnte e dopo? Se rndicclizziruao la que-stione che dobJic1llo rr:.dicclizzcr_e tutto questo significp clove:re dis~:;0rr~ di qunlche o.ltro c.ncorc.. ~JrimL". cli questo, mentre si pensn quest:o e cncoru do0 che si ~x~nsn questo e se cost fosse n.:..i non lo potremIJO ;,:iensr:re: in nessunG rnc.nierc, in quc.nto per poterlq ensnre dovrerJmu. ave-re i)rim:: ;>ercorsq le tQp?e c.ttrc:ver~o le quel i -dovrei convinccn11i di che cost:;~ c' p'titnn, dopo e durcnte il princiyio, 1m c.nche se fosse .co-sl dovrei sempre ~convincenui che .dunque il .principio e alloro, ,lo pus~ so ~)ensnre; durique il ?Otere ?enscrc il principi le. stessn. inyensa bilit del. ~)rincipid., dcl ~)unto di vtstl' .. del P.rincipi9 il p9te;-e _t~Jensnre il ~)rincipici :. la sun stessll impensc..bilit. _:Dc~ punto di viste ~lel princii)io come inr._:>e.ns~bilit del vrincipio nerMr.ieno il pensare pub., essere cssunto cOL1G .le toto..lit c:ttrnvcrso le. quc.le e:ono tutte le que-stioni che lo rigu-::,rdnno, perchy (_l :)rincipio i ottrcverso cui mi. convinco dclln totc.lit che ln tot~lit dcl principio, mentre 1?r!11k2 il discorso rigue~dnvc In totnlit del pensnro, in quanto il penso.re

    ... . .. .

    posto in crisi ci che sostiene le sue condizioni Iirultip:J.e; in que-sto stesso senso dcl )UOto di .viste delle, totnlit del 'Pe.nsnre il t>en~ cc.re ci che c}i\ride l'origine e il principio, n.1L1 essendo lo stcto.

    - l,

    Mauritius_in_libris

  • ..

    ' -

    - 50 -

    delle divisione delle~ ori3ine e del principio ci nttrnvcrso il qua-le l'origine nvn , r.ll.-: le. con-n.1isurc.zione del princi;>io al ~uo compiwen-to talmente dn fnrc essere 1 1ori3inedentro il principio; nllorn, sarebbe il pensare il :.Jrinci:)io e sc.rabbe il :_Jensnre il principio di une. totnlit ch9 riguc:rdc il ;,Jensc..re tnll~iente: ck: fn.re essere. _lo stes-so penscre, esso stesso, il :._)rinci)i0 di um: tot~lit della divisiune che p~J ~i~.r.c. il ~'rinci?io e l'origine. Questo si verificn, qunno,

    I ..

    c:ttr~verso questo a tesso, )ensrmdo il }rincipio, invece pen~ri un' nl-tr2 to~nlit, pcrch6 iJenscrii quelle. totclit che l' nssolutezz,q. del vincoL.J dell' ~n;zio e:.l corx~imento dcll' inizio stesso e que~to. snrebbG il principiof_-_bT~6c-oe sc-c10v~~i:m.:- riuscire e pensare .il rappor~q trn il princi~::>io e il- pensc~rc dovendo ~livid~+.e. i~_princiI)io del pens::1-

    . . ... ..... . . ~ . , . -- .. .. .... . . ...... --'"

    re dnl pensc.rc stesso, n..)n .isp.:)ncndo n;::: dc-1 ~)rinci;,>io n6 dcl pensare, non dis;_)oncnrlo di c.lcuric. conc~.izione cttro.verso ln quel

  • 51

    f.J.lorG coi.ne se il rc.pporto tre. le due totclit foss~ il rapporto di une. transizione continue delle totc.lit .e s8 c.. s~, cio delle totali t doll~ totclit~ elle totclit; ?er cui delle due totc..lit lw t~rz2 totalit nc.scc cor.ie ci? che non tob::lit, in qucmto non total;l.t r.aeJicnte se stesse., mc. litecliente ci eh . n f.::. cc sere tci.le, mc sem?re in qucnto quello: che le fl: essere totclit, l' cltro, l' ~ltro che il tenninc- di- rt:;_:>iJOrto cli Ci c:-ie diveritc. totnlit; C;V"remi:U 10.lorn. ._, questo punto tre totqlit: due ~L1e sono e le. soximc .elle dlie che non ~- Questo significc che nn ~ p0ssibile, ell 10ri3ine, un qunptum in nessunc tidln:l.rc;. non p0ssi.bilc c.111 ori~ine l'uomu come nn:Lmml rez.10

    ~-- ~ :~ nn1c, n;Jn: possibile nll 'or13ine 11u01i:10 nlln 1.icniern socrntiet, nn

    . .'

    )ossibile nll 'ori1ine l ':'l:0m-..> elle ian!lier~- pr'.ngiactistn, non p0ssi- . bile a.ll 'ori3ine l 'u0ti.iU nlln'ltlcni,.erc. cosiddetta. metc,fisic6 1 ,t'Jer11.~ n0~ , ;>ossibile cll 1 origine u,n 9"ml:t;\:m1 in quento i.l C}l9:8,t.um or.i?,inat':iu ln-- som.m delle: due totalit cati&e ln nn totalit delle due che suIW-;-potrer.1mo dire r" questo punto che 'inizic..lluente ' un .-~19-: un qual, csn i tnlraent0 originnrio; fo[', r .. nche di tab1iente sussistente d! esse- ' r' unn sorte di qnntit ~J.isurnbilc, cor;1 .xinibilc, percepib~le e. i:Jer ., ,

    !l~ pensnbilc, c.1 un gunntur.1 tnlmcnte 0ri3innriu :per cui, l.'1 arigln~r.io: ssststente di questo quantum ci~ che rigucrdc il f>ensnr.e;. s0$trig0i che dal punto di Vistn del difscorso che obbio. COrue -tf~0--il_p~it\C.ii)i0 per l 'elenclios del principlv n ltvello critico., dunque :ao un,'purtto di :

    ' . ..:: . ; :~ ):, .. vista de'l discorso che non il discorso teoretico del prbte1i?~~ ~.nel

    . il. discorso criti_co-pre-3iudiziclc che bisogna fre ne.i cont;'~~,i_,,pel .. ?rincipi, dn questo stesso p1JfttO i Vista che p0t'rebbc esser._e ;_lq stes-so punto d'i.'':V:.i~tn che confcmnir--p-riicipio, secondo 11.Ql.f!lt\Jin, .r~ten-30 che proprio l 'nffennaziohe -del pr'inci:pio secondo il. q;n~~11._ ori-3innr1b che., rende criticamente impossibile il Q!!ootum -_,g~i,Ji~n~~~~;

    . p~oprio dcl punto di vistn critico di' un discorso intere.sstLto nl ;.Jrin-cii)io che deve pensnre che nli 'origine del diseorsu l'u01n.J non n qunlunque cusp che valga invece deltuomo secondo quelle qua.li-t di essere dell'uomo in quel r110ment0 che di occupare un p

  • s~ -

    potere -?ensnre.' L' c.ffenlrizione cri ti.cc pi ori;Sinc.r.in corrispqnd,e a .. -. e=stn ne3eziune: .. l~uomo non ,. e .. .icu l 'uonic., per ,Q~re .~ termin~, ,ot- 'I"!

    . . . . ~ ' ., .. . . . .._.

    trnv0.is6; il qunle noi ?uss.lmn.Ldtre: nl 1J0st cieil ~uq'rno -~ll .che, .vo- . -: gl:Lrnoi invece ssi-bitlt~'-'c'r [email protected]:}:. :u~i;1ihcrh.i e. 'quast;;~r!~~p._ifi,cn che sc 1 n0i vo3liemv

    cc~)ir i1-?Tit'iip:.o. def.?ehsc,re-r il',pensore. s_tesso che ?-Jne in diffi-j1t 11- C"-J5':;.l )priiici?i0 .;i.e1 .pensnrc)'. in .~

  • '.'""" 53 ..

    pio e il pensare un princ-ipio, pu essere solo in quanto sin indcter-r:1innto. /Nendo cnriito questo~ pu essere che io capisca che certa sto-rin del pensiero e livel.lo _teoretico sia. la storia. del terzo incluso: Hegel sostiene che _l essere 1 'irnrnedicto indeten:dnato; il princiio + del p_ensare, secondo Rosai~~:'. 1 1 idee dell'essere in quanto in-

    detennincto, cio il ?rin~i?io che diventa. !:!!! ?rincipio tra il ?rinci-io e il ensnre come se- .fosse questo misterioso terzo incluso per cui il terzo incluso che diventa il principio del ?ensiero a certo livello critico-teoreticu. LG storin del pensiero significa che la sto-ria deve condurre od une. nascita cslicitn il terzo incluso, cio la

    storie del terzo incluso le stori.a della esclusione del terzo dalla sua stessn inclusi.Jne tra il principio e il pensare, allorc il terzo incluso finisce per essere ln stesse storie. nttra.verso la. quale pensa-re significn escludere il princii0 dalln inclusione che lo legn e che lo rende raitico trn il principio e il penscre. Qulndo diciarn.J, ellorn, che il principio el pensare ?er essere deve essere indeterraincto, non vero che intendie.rn pensare, cttrnverso questo, tutto ci che deve essere ~Jenscto dnl principio in poi, clicio:mo invece che per potere ~cnsare. devo pensare il :1,JrinciI)io dnl l'rincipio in gi-ti, cL.x1 1 'indete:rpina.to. non mi legn nl progresso del pensiero, i.in mi lega al suo regresso; 1 'indeterminato lYd fc regredire, e non solo rrd fn re1re-dire, mc mi blocca., perch l 'indeten11innto il lirui.te di qua. dol qua.-le ci che penso ln esplicitozi)ne dell~ nascit~ del princi?io, cio il principio noto e il ~ensnre il rendere esplicite questa nasci-ta, mn rendere esplicitn la nescitn del ?rincipio significa detennina re il principio, in quanto terzo incluso, corae escluso; significa cio detenJinarc la stessa esclusione del princ.ipio nei confronti delle sun

    inclusione. Mn se dob~-~QIDO penso.re che :pe;- l?~l:'l~are. :Ll_'rincipio bi so- -- .. A'

    gnc pen-56.re n ques~a. mcnierll per cui bisogne rendere il principio esclu-"':. . .....

    so, rendere il prinipio escluso vuol dire dividerlo dal principio e ' .

    - . - . - -~ ...

    dnl pensare, per cui lc:r filosofia n questo punto rimo.ne.,~-nel senso sto-'. l . ' ...

    rico, la. ricercn di ci. che deve re;33ere questo terzo escluso, questo terzo escluso che stato terzo incluso, in qunnto il principio a que-

    Mauritius_in_libris

  • St+ -

    sto punto non ;>u essere del penscr a.nche se poi il prihcipiv ;,_.)er IieZZO del quc.le penso che il pnsnre si mette in funzione,"''deve- inclu-dere quc.lc0sa o quc.lcun0 che lo gcra.ntisc~. Allora. il cjuerit1Jm ot-igin:::i-riv irnpossibilc nll 1 origine,- IC. mi rinc.nc- 0 sembrn che debba rir,i.c.ne-rc neccsso.ri0 iJerch,i 'senzn il GUa.ntur;1 ori_3innrio il principio come tr-zo escluso non sc.rcbbc e se il 1)rinci:tJio non fosse, non che non pen-serei,_ continuerei e:. pensnre, rnn nun snprei il pensare nell.'! sua nnsci-t.:.:, cLJ:5 non sere i le3nto c.llc nesci te esiJlicitn del' ?ensl'.':rc.

    Il quanbn11: ... )ri3incri0 inossibile Iiln rilllllne in qunnt:o neces-sit~ del terzo escluso che ci si~ quclcosc. o qunlcuno che sosten-~n q\.ie-sto .. terzo escluso; tre i due toturu cho sono il pensare e il principio un i_jrincipio co111e necessit di essere trn -l J.ue totalit la neces sit :_:cl qurmturn urip,inc..rL...> e quindi la esclusione del terzo, cotile --sclusione Jel terzo :lr.:,llc. sun inclusione fto. le due totclit, ln sclu-sione del terzo sicnificr:;. che le due t0tclit- non hanno unn sormna, k)er-ch~ le: loro so1a1-..c_ le. totc.lit che non , quindi si potrebbe dire che ck.l punt0 di viste. (cl ~)ensnre e dr,l punto di vista del (Jrincipio

    ~'ossibile ;:)ensnrc une -do di un -:Jrincik)io di essere nl principio di essere in qunntd ascltisu dal lr.. su.".', 'inclusione in ci che non lo fnrebb' essere cl principio; l~nico IH-.xlv nttreverso il gu.:i.lc un 2rinci2io in guanto ol 2rinc:lpio es soluto; cio6 l'unico modo ~Jer cui un principio in quclche rnoo: ?U essere mich 'esso c.ssolut

  • - 55 -

    tre.verso cui ilf>~inc~pio diven~c un ;>rincipio, per cui il divenire un pr~pc.ipio eone se sif3nifi~oss~ le necc~sit _i essere il princi-pio: essere il principio fin0 .. a_ divent~re: :!:!!! P!inc~;>.io significc ne3D.-re il ~)rincipio~ l 'e sserc del . .Princi;>io cor~le 11 ?rincipio, fino a di-vcnt.:.re ~sto stesso un p~iqcipio, _}~. ~ stesso che negare il ~rinci'._)LJ. llorc. il divenire del principio non _,, ill quanto divenire un rin-cipio il nun essere d~l ;l?:~~t1Cil.?,io, r110.. .. .il ~un (;Ssere. del ;:>rincipio tele in qucnto dall'e.s~~re che il pri~ipi,9 .che totc..lit-.rispet-to c.11 'esser~ che il 1)~nsnr,c eone totcli~~'. allurc. il cli~enire un princii_Ji0 il ne3r:rE;: :Jue totum .J il fo..re essere l'unico. gucnt.mt p0s-sibilc, nn in qucnto possibile pit1 Gll 'origine, ma in quanto inipossi-.

    biic cll'origine, 2erci ~0~sibile.dopo l'ori3ine, l'unico gunntum pos-sibile_ in questi. tenaini questo. quantum che un ?rincie!o esso tut-to conglobc.to com.e nev:rc il principio e il ?ensare, questo il -U-tum che pussicri.v chici:a.:::1re ~qssi'bile in qucnto non ~:11 ~origit;le, .nllra un_ qurmto ;>0ssibile in qunnt0 .non ella ori~ine significa le. trnnsczio-. ne del guc.ntum verso le. sue stessn c;uc.lit1 ciu il qunntum tr~nsit.n in un suo quale, in une. sue. gw:1lit che. i essere in gucnto, che cli essere non ci che esso , .cio.:~ non di essere .so3getto in nessuno.. 1.nwniera, lassibilc inqunnto non all'origine. Pos-

    .: - .. =::: . :s . . . . :-.... ~'---~~--~~ '.:-... ...:.. -- --... ~ t:--- ....... ~ ..... 1..::. ,. . . . .

    so dire. c. questo p~n~q che questc. .. le. priroo .e l 'ultiraa. pro~)osizione - - . ... . . ..

    -:folle. filosofirl che in questi stessi t;:ennini non , l'essere delln fi-losofie. e questo QUnto corrisponde nlL2 ~>-roposi~i9ne, tutta ln filoso-fie: che ?QSS. Q~nsnre questg, mc questa. roposizione cor.ie pr~mn e. ultL~1n, cor;.'le 2)'."incip.io e. fi:ne, quest.:.:. ~ro~Josizione cvne conglob01Ilento ei principi .l princi?io cj_ ;c.ttraverso la .q~.;J..,le ln filosofia. non , 1nc ?ro~:>.rio perch~ .ci r:ttrc.vcrso cui lei.: filosofie non ,. r>erch~ c.ttrr.verso il suo ste.sso. ess.ere, osizione r,ende non ess~nte :lu stes-se fil.0sofic; cio il gunntura possibile in. qunnto non a.1.1 ~ ori&ine l'unico Modo eh~ posso pens,re clelln filosofin 1'lei suu.i inizi e l'uni-co 111odo che ~)osso iXmsc.re d~ll2. filosof.ic ci suoi inizi significC; il .

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  • termine, ci nel quc.lc la filosofie ten:iinc. il condurre cd une fine, cio. nd un solo termine i suoi stessi principif. in qunnto il principio non 'perch~ del principio sono i princi?i, cio del principio sono zli inizi,.e stino pnrlcndo non del principio~ rnn di un&~iurnlizzazionc dei yrincipi, perch.2 il principio- tele ?er cui ogni rno111ento nel qunle viene penscto evocato detarm::l.ncto in ... qunlche m0d 'corne se si rompesse continuamente, in realt j..l pri!lcipio tutti :.:prinipi attrcverso i qunli il princi;_J.o non , rn.n c.llora l 1essere l princi-pio affidato ella continuit dei suoi principi, e si potrebbe dire

    che ln .continuit' de11li inizi del i)rincipio ci che ;>otremmo chinma-rc lastoricit delln storie che rigunrdn 'il ensiero, ln storie del pensiero. In .que.sti termini queste proposizione l'unico rnodo attra.-ve.rso.~il CJU'.le .. ln _filGsofill nn ,,.~ . .perch6. '.-questn:proposizione -- :'questo essere delle filosofi~ . .::cortglobcto rispetto nllc su.:;i stesse fine ?er mGzzo .ei suoi 'princi?i: il qutmtum :_Jossibile in quanto non cll 'origi-ne, l~. tJD.ssibilit del qucntum le:3cto cl suo pa.sscre nelle sua stes-se qu~lit, nllorLl. il qunn-tur.1.- ~):.J.Ssi.bile ne-lln misure. ne'11A_;quale j)Jssibilc, eppunto, che ,,11 qucntt.u-~1 ,trensitll.: .. nelln -sua qu&lit,:-tc. lrr

    sui~. quclit ci c..ttrcverso cui il quantum ?ossibile fino r.::lltr sue. quo.lit viene reso non essere dalle sue.. stesse qunlit, le qualit del qucntum di' essere rrll1 ori3ine; questo non principio, "questo prin-cipio c.griunto, l'c33iunzione del princi?i rilln qunlit del qunntum ci:; che p0tremmo dire il p0sitivo dlln filusofin, lr:. filOsofic si pone come queste n3giunzione, le filosofici.riesce in qunnt aggiunge non il ~)rinCit>iO, questo princ.ipio, le. filosofit'l nasce in qunnto il suo ncscere positivo, mn il suo essere positivo significn porre l'n3-3iunzione di questo principio nlln qualit del quantum. Il discorso e questo punto divento crucinle, perch:l sicr nell 1runbito delln rndi-cnlizznziune dello stesso discorso oltre le quale credo che non si ?OS-

    sn nndnre, oltre non davanti, mc c..ncore pi n fondo, perch6 sirano nel r.~0111ento nef cucle cme se ln filosofio fosse.. inibite dn se stesse..

    ..

    ad essere diverse, li filosofia non pu essere diversc.da questo che essa . Non sto sostenendo che questo filosofia, sto teorizzando ln

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    . fil~sofic. secondo le storicit. della sue. st~ssc di:rnension.e criti~.:i, qui11di ~e sto: ngn ci che potre1ur~10. chici1inre filosofla in sede pura-1"ente ~eoret:icc., i.~c ... sto cerc~ndo ~i ca.pire in eh~ ,modo ~ possibile pen-sc.r8 :l,n qucnt-.J .ci._ che i:J ;,:>enso str~to. pensato, mn sei:izn che il mio .

    . : . ... . '.

    pensc.re sil: stato in c,:uclch~ modo pcnsnto., cio6 la storicit del pen-- . . . - . . . ..

    siero non pu9 es~ere.ci che li111itr~ lo.stesso )ensare,.anche se, ci e- .: - - --- n: ..... _ - - . ;__ .:: ... ... ..:-......... ______ : .,. -~- __ ::_. :: ... .

    c:::t;trc"vcrs.:.i il qucle il ?Cnscrc suzsiste e vive lt .. sua stor~L:, . allora - . . . . .. - .

    ql.,lCndo dico eh~ .+c. filqs,.)fi4 _ l;lCSce . 0sitiv-cmente ~n qucnto ... il suo nc-sccre )usitivv cos,tituisc~ L::_ ~g~iunzi1.:>ne di .P~sto ?rincipio io sto dicenc~J eh~ Qgni ;il()sofic qu~stn ncscita i)qsi.tivc delln filosfin,

    -. . . . -~ . .

    :.;,gni filosofie .cm.est.:; pos.itivo delle. filosofie, cio6 il rintraccio " . . . . . -'. - ~. ' . . ' . . ' ...

    s;_Jeculctiv?,. f~losofi~ di UJilL: filC?sofia. non sta nel sa.pere. ri,re il. su0 ?rinci?io, i.nr. stq.:- nel. snperlei c2~ccttuc.lizznre secondo questo ter:-1.1ine di riferi1~iento~ qut_:l~,c;ue .sir .. il princi?io esso ci mediante il qu[:le le fiiosofia na.sce .::.iositiyaLJente, dic? po_?itivamente in qunn-

    . to l.'.: filusof;c nasce, in CNC.sti ten"1ini cr:l.~~ci, in CJUCnto pone l'c..3-3iunzione di questo. princi:;_Jio e .c;.uesto ~Jrincipio la sun stesso ?ro-i_Josizi.Jn~ iniziale, ci06 il suo porre sistemcp~cc.mente prinm di se stes-se. .ci_ che le. fc. essere, dunque no~ le. filosofia in quanto tnle, ma le stesse. filosofi2 in quc.nto re3iudizic.lmente ;>ensn.tc ci che non IJU nc.sccrc sc_9n .in qucnto prc:3iudizinln-.e_nte, nnsce ~erch nasce del-la SUC. stesse. prO?OSizionc inizicle, Jbn. ln prOj_).OSizione inizia.le he fc, nc.scerc le. filosofie. ci che ln filosofia ~,une prili.in i se stes-

    .. - . ' ..

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