NUMERO 57 SINTOMI LICEO COPERNICO · Di sentire nell’aria parole come “simulazioni”,...

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NUMERO 57 INTOMI S OTTOBRE 2016 LICEO COPERNICO PRATO Bistecca o fagioli? (ovvero:le proteine animali sono peggiori di quelle vegetali?) Vedi pag. 4 Musica è salvezza in adolescenza Vedi pag. 11 CRUCIVERBA E CRU- CIPUZZLE a pag. 21- 22 Parentesi goliardica Pag. 9 Allarme serie tv! Sono sempre di più i ra- gazzi attaccati allo scher- mo, che sia di una TV, un computer, un tablet o uno smartphone. Non importa dove, ciò che conta è non perdere lultimo episodio del Trono di SpadeContinua a pag. 11 Il concetto primo (di ultimo) The last firstè stato solo un giorno, ma costellato di tanti piccoli momenti me- morabili che un pospero di non dimenticare mai. Continua a pag. 13 Sintomi da primo giorno Eil mio momento, sono arrivato, potrà essere una prigione o una casa.Continua a pag. 14 Rime di chiusura Vedi pag 23 News dal Kope Sardegna. Anno 2016 Gli spettatori, dilettati dalla lite, ridono e sghignazzano di fronte all'ennesima vitti- ma dello spietato mostro chiamato "bullismo" Vedi pag. 5 Barzellette Fumetti Rebus Racconti e tanto al- tro ancora... Novità e rubriche sulla no- stra amatissima/ odiatissima scuola Pag. 6-8

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NUMERO 57

INTOMI S OTTOBRE 2016

LICEO COPERNICO

PRATO

Bistecca o fagioli?

(ovvero:le proteine animali sono peggiori di quelle vegetali?)

Vedi pag. 4

Musica è salvezza in adolescenza

Vedi pag. 11

CRUCIVERBA E CRU-

CIPUZZLE a pag. 21-

22

Parentesi goliardica

Pag. 9

Allarme serie tv!

Sono sempre di più i ra-

gazzi attaccati allo scher-

mo, che sia di una TV, un

computer, un tablet o uno

smartphone. Non importa

dove, ciò che conta è non

perdere l’ultimo episodio

del Trono di Spade…

Continua a pag. 11

Il concetto primo (di ultimo)

“The last first” è stato solo

un giorno, ma costellato di

tanti piccoli momenti me-

morabili che un po’ spero

di non dimenticare mai.

Continua a pag. 13

Sintomi da primo

giorno

“E’ il mio momento, sono arrivato, potrà essere una

prigione o una casa.”

Continua a pag. 14

Rime di chiusura

Vedi pag 23

News dal Kope

Sardegna. Anno 2016

Gli spettatori, dilettati dalla lite, ridono e sghignazzano di fronte all'ennesima vitti-

ma dello spietato mostro chiamato "bullismo"

Vedi pag. 5

Barzellette Fumetti Rebus

Racconti e tanto al-tro ancora...

Novità e rubriche sulla no-stra amatissima/

odiatissima scuola

Pag. 6-8

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Indice ULTIMO PRIMO EDITORIALE di Sara Bichicchi ........................................................................................................... 3 ATTUALITA’ - Bistecca o fagioli? (ovvero: le proteine animali sono peggiori di quelle vegetali?) di Irene Stroppa…...…4 - Sardegna. Anno 216 di Camilla Scaravaglione ……………………………….………………..………………………………...5 NEWS DAL KOPE - Riflessione sulle 3 giornate di orientamento per le classi quinte di Virginia Rindi……………….........................6

- Uno sguardo sull’ambiente .......................................................................................................................................................................7

- Il Kopeinforma di Giulia Frascarelli ............................................................................................................................. ........... - Storia di un ladro di cimose di Gaia Vaniglia Tomassoli .........................................................................................................8 - Satirolandia di Domiziana Sernesi ……………………………………………………………………………………………………. PARENTESI GOLIARDICA …….............................................................................................................................................................9

RUBRICHE SCIENZA: - Fatti poco noti sul fumo di Iman Seradouni ................................................................................................................................10

MUSICA: - Musica è salvezza in adolescenza di Gaia Vaniglia Tomassoli ...................................................................................11 SERIE TV: - Allarme serie tv! di Eleonora Taddei ………………………………………………………………………………………………. SPORT - Una giornata con i campioni di Alessia Cecconi ……………………………………………………………………………….12 QUATIDIANITA’ - Il concetto primo (di ultimo) di Isabella Giusti ………………………………………………………………………………..13 - Sintomi da primo giorno di Giovanni Tittocchia ……………………………………………………………………………..14 - Invidia di Gaia Vaniglia Tomassoli …………………………………………………………………………………………………. RICETTE - Strudel di Chiara Tognocchi …………………………………………………………………………………………………………...15 FACCIAMO UNA PAUSA: REBUS di Matteo Landi ………………………………………..……………………………….. L’ANGOLO DEI RACCONTI - Non avere un nome - Parte 1 di Beatrice Castaldo ........................................................................................................16 - Elena di Sandro Battaglia………………………………………………………………………………………………………………..17 VIGNETTISTICA - Il fumetto di Matilde Cerretani…………………………………………………………………………………………………..18-19 - Blanc il coniglio - episodio 1 di Federico Barsaglini …………………………………………………………………………20 ENIGMISTICA - IL CRUCIPUZZLE della prof.ssa Sabatini e la classe 5EL...................................................................................... ..........21 - CRUCIVERBA di Matteo Landi ............................................................................................................... .................................22

LE BARZELLETTE di Leonardo Tradii ............................................................................................................................. ......23 RIME DI CHIUSURA: Bar di Beatrice Castaldo …………………………………………………………………………………..

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L’ULTIMO PRIMO EDITORIALE

Ultimo primo editoriale. Per me, almeno. Perché Sintomi continuerà sicuramente, deve continuare, an-che senza di me. E sì, alla fine ho solo altri sette/otto numeri da tirare fuori dalle fauci della Bestia (correzione per gli ignoranti: la stampante), poi la maturità. Già, citando spudoratamente una pagina Facebook, la maturità 2017 tocca a me. Ne farei a meno, sinceramente. Di sentire nell’aria parole come “simulazioni”, “prove”, “tesina”, di corre-re da una parte all’altra come una trottola e di scrivere di notte, per colpa di un tempo libero ridotto ai minimi storici, di avere la consapevolezza di dover, prima o poi, scegliere il mio futuro. Farei a meno, a dirla tutta, anche di andarmene dal Copernico. Strano, vero? Stranissimo. Eppure, questa scuola, che nel corso del tempo mi ha suscitato una quantità d’odio non trascurabile, alla fine è diventata un po’casa. Una casa in cui, dopo cinque anni, ancora mi oriento molto male, che mi mette spesso alla prova, che ha, come tutte, le sue pecche, ma che è stata un punto di riferimento. “Per cinque anni starò qui” ho pensato il primo giorno del primo anno, e ora il percorso è agli sgoccioli. Per fare un bilancio, però, ci saranno altri momenti più adatti. Nel primo editoriale, per tradizione, di solito si parla di Sintomi, si spiega il progetto, si fa proselitismo e così via. Si cerca, insomma, di tirare dentro gente nuova, di smuovere le coscienze puntando su ciò che questo giornalino ha di bello. Ecco, adesso io proverò ad attenermi a questa usanza, anche se spiegare che cos’è Sintomi alle 23.51, con una palpebra alzata e l’altra abbassata, non è il massimo. Per iniziare, niente discorsi filosofici: venti ragazzi. Ovvero, Sintomi è la sua redazione, che al momento è formata appunto da una ventina di studenti di tutte le classi. Sì, sono orgogliosa di dirlo (mi si riapre la palpebra abbassata), proprio di tutte le classi, dalla prima alla quinta. Una piccola classe eterogenea di compagni di scuola, di conoscenti, di amici. Amici, ovviamente, lo siamo diventati con il tempo. Dopo aver provato a rubare inchiostro da un paio di uffici, dopo aver strappato dalle fauci ingorde della Bestia decine di fogli, dopo aver maledetto questo o quel ritardatario che ci lasciava a secco di articoli. Dopo, pure, esserci guardati in faccia per chiederci a vicenda se ce l’avremmo fatta. Se il numero sarebbe piaciuto, se qualcuno avrebbe impiegato qualche minuto per leggere le nostre idee, se la nostra passione sarebbe stata sufficiente a mandare avanti la ba-racca. Tante piccole (dis)avventure che hanno unito la vecchia guardia di Sintomi e che nei prossimi an-ni certamente faranno altrettanto con la nuova. Se guardo la nuova redazione, mi sento vecchia. Molto vecchia, come se fossi qui da un’eternità. E mi sembra strano che io debba scrivere solo questa pagina. Non mancano gli articoli, anzi ne abbiamo quasi troppi per questo mese. Io, finora, non ho fatto niente. Non mi sono affannata, non ho minacciato nessu-no, non ho commissionato pezzi per coprire i buchi. Chi mi conosce, può capire in pieno l’assurdità di questa frase. Ma, d’altra parte, è giusto così, che siano loro, i più piccoli, a scrivere tanto e farsi conosce-re. Le 00.00. Ufficialmente, mancano sì e no 48 ore all’uscita del primo numero di Sintomi, e quello che i co-pernicani leggeranno aprendo la prima pagina saranno le mie farneticazioni da direttrice emozionata e allo stesso tempo studentessa che vuole disperatamente andare a dormire. Non male, come inizio. Mi prendo un caffè. Buon anno scolastico a tutti e in bocca al lupo a noi maturandi.

di Sara Bichicchi

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ATTUALITA’

Bistecca o fagioli?

In questo momento storico dove metà della popo-lazione mondiale soffre la fame e l’altra metà è in sovrappeso e soffre di malattie dovute alla cattiva nutrizione e si discute tanto su quali cibi siano buo-ni o cattivi, è importante prendere informazioni da fonti attendibili, come gli studi di fisiologia e nutri-zione umana, che negli ultimi quarant’anni che hanno permesso di capire molto della relazione fra i cibi e la salute dell’uomo. Per fortuna, il mondo di internet offre opportunità di trovare moltissime informazioni che possono aiutare chi cerca nozioni di tipo scientifico, su cui poi ciascuno può orientare le scelte alimentari. La strategia del fai da te o l’at-tingere da fonti non professionali può essere un grave errore, ma a volte neanche questo basta, per-ché bisogna tenere conto del tempo che passa e de-gli strumenti di studio che evolvono. In sintesi, può succedere anche che l’informazione trovata sia vec-chia ed ormai superata dai nuovi risultati scientifi-ci. Uno dei tanti esempi degli errori commessi per mezzo di indagini antiche e errori di calcolo è la fama di Braccio di Ferro, personaggio dei fumetti che mangiando spinaci diventava fortissimo. In ef-fetti nel 1870 un chimico tedesco valutò che gli spi-naci contengono molto ferro, ma sbagliò il valore dichiarando una quantità dieci volte maggiore a quella reale. Nel 1928 un fumettista americano sfruttò l’idea per creare un personaggio che fece aumentare il consumo medio di spinaci del 33% in un anno. Già nel 1937 si scoprì che i dati erano sba-gliati, ma solo recentemente è stato capito e dimo-strato che il ferro e tutti i sali minerali contenuti nei vegetali sono poco biodisponibili, cioè non ven-gono mai assorbiti completamente dall’intestino. Oggi gli studi hanno dimostrato che di tutto il ferro che mangiamo con gli spinaci, solo l’1,4% può esse-re assorbito dall’intestino. Un punto di riferimento di tipo scientifico, ma con articoli e spiegazioni chiare per i non addetti ai lavori, può essere il sito SINU (Società Italiana Di Nutrizione Umana). Que-sto sito raccoglie pubblicazioni e informazioni ri-guardo al rapporto tra alimenti e salute caratteri-stici della popolazione italiana ed è gestito da una società scientifica senza scopo di lucro che riunisce gli studiosi e gli esperti italiani legati al mondo del-la nutrizione. (http://www.sinu.it/html/cnt/home.asp).

Cercando qui informazioni sulla composizione de-gli alimenti, troviamo proprio la risposta scientifica alla domanda “Cos’è meglio tra legumi e carne per avere proteine?” nel sito si trovano addirittura del-le tabelle che servono per capire quali sono le so-stanze nutritive più importanti, suddivise per età,

sesso e livello di attività fisica. Dal sito: le sostanze nutritive che sono in comune ai derivati animali (carne) e ai legumi (es: fagioli, soia, lenticchie) sono soprattutto le proteine, im-portanti perché sono i "mattoni" del corpo, co-struendo e mantenendo la struttura degli organi e dei muscoli, governando il funzionamento del siste-ma ormonale, la trasmissione delle informazioni, l’immunità, ecc. Questi mattoni, chiamati aminoaci-di, non sono tutti uguali: le carni ne contengono alcuni definiti “essenziali”, cioè che l’uomo li può prendere solo da certi alimenti, non li può costrui-re né ottenere esclusivamente da alimenti vegetali come legumi, cereali o frutta. Mangiare questi “mattoni” è vitale per i bambini e gli adolescenti, mentre per gli adulti possono essere in gran parte sostituiti dalla unione degli aminoacidi presenti nei legumi e nei cereali. I legumi sono molto importan-ti perché contengono molti aminoacidi essenziali, anche se non tutti, mentre i cereali non ne conten-gono affatto. Un bambino, per crescere bene, neces-sita di circa 1 grammo di proteine per chilo di peso corporeo al giorno, soprattutto di quelle con ami-noacidi essenziali. Un adulto ne ha bisogno di quantità inferiori, circa 0,8 g per chilo di peso. Fon-damentale, per l’assunzione delle proteine, è quindi di scegliere bene, non esagerare in quantità e so-prattutto valutare la qualità igienica e nutritiva de-gli alimenti che le contengono, sia le carni che i ve-getali.

(ovvero:le proteine animali sono peggiori di quelle vegetali?)

di Irene Stroppa

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Sardegna. Anno 2016.

di Camilla Scaravaglione Ottobre. Di fronte ad una scuola, con intorno un gran nume-ro di ragazzi che riprendono la scena con i loro te-lefoni, una ragazza, di forse 15 anni, prende a schiaffi una compagna di scuola, mentre nessuno fa niente, nessuno interviene. Gli spettatori, dilettati dalla lite, ridono e sghignaz-zano di fronte all'ennesima vittima dello spietato mostro chiamato "bullismo". L'ag-gressore insulta e accusa la sua vittima, alzando le mani e mostrando di avere il "coraggio" di affrontare uno scontro frontale. Botte, schiaffi, e ancora minacce "[...] Giuro che vengo sotto casa tua e ti ammazzo, ti am-mazzo nel vero senso della parola [...]" fino a che la vittima, dopo quasi tre mi-nuti di agonia, se ne va, seguita da risatine e schia-mazzi provenienti da tutto il gruppo che la insegue. La causa del pestaggio è forse una foto pubblicata sui social network, ma i dettagli restano, per ora, all'oscuro. Al giorno d'oggi di scene come questa se ne vedono tante: la violenza ingiustificata, la rabbia esplosiva, la prepotenza, le gerarchie sociali. Ci sono diversi tipi di bullismo a partire da quello fisico, tipico tra i maschi, a quello verbale composto prevalentemente da insulti, da quello più indiretto, più sottile, usato prevalentemente dalle ragazze, al cosiddetto "cyberbullismo". In questo caso, nel vi-deo, la violenza fisica e verbale è combinata con

quella morale, allo scopo di isolare la vittima, ferir-la nell'orgoglio e umiliarla. E' un tema delicato che oramai è entrato nell'ordinario e che non tocca più i cuori dei giovani di oggi; si sentono dire sempre le stesse cose, i soliti rimproveri, il solito moralismo. Ma la verità è che ognuno ha paura, infondo. Ogni

adolescente, a partire dal-le scuole medie, fa di tutto per non rimanere indie-tro, per cercarsi un grup-po, per essere qualcuno di importante semplicemen-te per paura. Un ragazzo o una ragazza che non ri-spetta gli "schemi" e che, soprattutto, non ha un ca-rattere forte, esuberante, solare ed estroverso, è sempre destinato a non

sentirsi "parte importante" e a dover riflettere e confrontarsi solo con se stesso. Allontanandosi un attimo, quindi, dal bullismo fisico e verbale, tenia-mo presente che ce n'è un altro, ancora più sottile, ancora più fine. Sarà anche la società che cambia, sarà anche l'evoluzione, saranno anche i nostri gio-vani irascibili ed egocentrici, ma, in ogni caso, ogni tipo di violenza è sinonimo di poca intelligenza.

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NEWS DAL KOPE

Riflessione sulle 3 giornate di orientamento per le classi quinte

Settembre 2016: il fatidico “ultimo primo giorno di scuola” è giunto alla velocità della luce, veloce co-me non mi sarei mai aspettata. Ho sempre guarda-to al primo giorno del quinto anno da liceale con un po' timore, come se fosse l'inizio di una fine: la fine della mia adolescenza, delle mattinate passate die-tro ai banchi, delle risate insieme agli amici e anche la fine della campanella che suona alle 8 in punto con tutta l'angoscia che questo comporta: eppure sono certa che guarderemo in-dietro a questi anni con no-stalgia e quando saremo noi ad accompagnare i no-stri figli a scuola, in una piovosa giornata di autun-no, ci mancheranno anche i momenti che adesso defi-niamo “spiacevoli”.

Sinceramente mi aspettavo un primo giorno più traumatico, invece con notevo-le sorpresa ho scoperto che, al posto delle regolari lezioni, nel Liceo erano stati organizzati tre giorni di orientamento universitario rivolto proprio a noi delle classi quinte. L'idea mi è subito piaciuta mol-to: siamo in una fase della nostra vita in cui non sappiamo ancora chi vogliamo diventare in futuro (un futuro, tra l'altro, non lontanissimo) ed un aiu-to da parte di qualcuno che ne sa di più non può che giovare. Nonostante il mio sogno sia quello di poter frequentare la facoltà di medicina, in questi primi tre giorni ho seguito molti forum: solamente uno di essi era relativo all'ambito medico-sanitario perché ho deciso di aprire la mia mente a nuovi orizzonti anziché fossilizzarmi su una sola possibi-lità. E così ho assistito a brevi spiegazioni della du-rata di una cinquantina di minuti ciascuna che spa-ziavano dall’ economia al marketing, dalla psicolo-gia ad agraria fino a professioni riguardanti l'ambi-to umanistico e giornalistico. Tutto ciò mi ha per-messo di avere una visione più ampia e completa di ciò che mi si sarebbe presentato al momento di scegliere un percorso di studi universitario. Questi tre giorni di orientamento sono stati molto profi-cui, non solamente perché sono venuta a contatto con una realtà diversa da quella dei giovani della

mia età e con un mondo che ancora considero più grande di me, ma anche perché sono riuscita a cambiare atteggiamento nei confronti di me stessa. La cosa che mi ha affascinato più di tutto il resto è stata la personalità ed il carattere di certi relatori, in particolar modo di quelli dell'ambito umanistico e giornalistico presenti l'ultimo giorno. Vedevo i

loro occhi brillare dalla passione per il lavoro che facevano grazie agli studi che avevano intrapreso, tanto che mi sono quasi commossa. Persone che non hanno guardato in faccia a nessuno, soprat-tutto alle difficoltà che si sono presentate loro du-rante il percorso di studi; persone che hanno fatto sforzi, rinunce e sacrifici per quello che era il loro

sogno: perché è vero, senza impegno non si arriva da nessuna parte, ma quando una disciplina, o qualsiasi altra cosa, ti appassiona, allora si è anche felici di fare sforzo e fatica. Sentir parlare questi ragazzi e ragazze delle loro esperienze mi ha rin-cuorata molto, devo ammetterlo. E allora ho deciso di non lasciarmi abbattere, e di pensare con la mia testa, finché ne avrò una, ascoltando sempre chi mi dà consigli per il mio bene e cercando di seguire ciò che mi rende felice, che si tratti di studi universitari o di qualsiasi altra ambizione che avrò nella mia vita, anche la più stupida e banale, ma che mi ap-passioni.

Per il momento la cosa migliore è quella di focaliz-

zare tutta la propria energia sul presente, per co-

struire pian piano il futuro, mattoncino per mat-

toncino, dandogli la forma che più desideriamo e

poi quello che verrà fuori, come diceva anche il

grande Battisti, “lo scopriremo solo vivendo”.

di Virginia Rindi

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Uno sguardo sull’ambiente

Il controllo classi di questo mese ha dato i seguenti risultati: Classi BUONE : 1EL – 4Fs con 12 / 13 4Ds – 4Es – 2AL – 2CL con 11 / 13 Classi DISCRETE: 5BL – 5EL – 5Gs - 3DL – 3Ds - 3Es –2Es - 1DL – 1Es con 10/13 3AL – 3As con 9 / 13 Classi PEGGIORI: 5Cs - 5Ds – 5Es – 4BL – 4CL – 4Gs – 3Gs -2DL - 2Cs con 4 / 13 Classi PESSIME : 1Cs - 1Gs con 2/13 5CL con 3 / 13 I punteggi vengono dati in base a vari fattori: -se le luci ed il pc sono spenti -se la classe è ordinata -se i banchi sono puliti e non incisi

-se nel cestino rosso c’è la carta e nel nero l’indiffe-renziato, MA NON LA PLASTICA -se l’armadietto è ordinato. Il rappresentante di classe è anche il referente am-bientale che controlla lo stato generale della classe ed il rispetto delle regole ambientali: - non scrivere sui muri e sui banchi - non attaccare i cartelloni direttamente sul muro e usare solo lo scotch di carta - non fumare, NEMMENO NEL CORTILE (rischio di multa!) - tutto quello che è bottiglia, lattina, contenitore di plastica - va portato nel corridoio e messo nel bidone blu-nel cestino rosso ci va solo la carta pulita e periodi-camente va svuotato dalla classe nel contenitore giallo nel corridoio - lasciare l’aula pulita senza rifiuti

A breve verranno fatte delle imbiancature nella zo-na delle palestre e in alcune classi.

lI gruppo ambiente

Il Kopeinforma

di Giulia Frascarelli

-La nostra Sara Bichicchi, dell’attuale classe V A s, ha vinto il primo premio, nella sezione letteraria del terzo concorso indetto dall’Avis di Prato, con il racconto “Flusso continuo”. La premiazione si è te-nuta il 16 ottobre presso l’Auditorium della Came-ra di Commercio di Prato all’interno della festa del Donatore. -giorni fa si è tenuta un’apericena per raccogliere fondi per le popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia.L'evento è stato realizzato in collabo-razione con i Club Goliardici, le Associazioni Stu-dentesche e Culturali presenti sul territorio. Ha avuto un grande successo e si ringraziano tutti i partecipanti! -Per due giorni il Liceo Copernico e l'Istituto Dago-mari hanno ospitato la conferenza-spettacolo "l'Olocausto dimenticato" con Pino Petruzzelli (attore del Teatro Stabile di Genova), Luca Bravi (Università di Siena) ed Ernesto Grandini (Comunità sinti di Prato). E' stato l'avvio del pro-getto "Insieme. Dal Porrajmos alla strategia d'inclu-sione con rom e sinti" coordinato dal Copernico e che raccoglie la partecipazione di un totale di 5 isti-tuti superiori sul territorio nazionale. -Si comunica che nei giorni 26 e 27 ottobre, su ri-

chiesta dei rappresentanti degli studenti al Consi-glio di Istituto, è concessa l’assemblea degli studen-ti per discutere le candidatureal Parlamento degli studenti. (Per maggiori informazioni leggere la circolare 65). -il KOPE partecipa al concorso il “miglior videoclip” di promozione della mobilità sostenibile della pro-pria scuola. Il videoclip è stato curato dal prof. Claudio Puccetti e realizzato da alunni della 4FS (Bardelli Francesco, Berti Niccolò e Rosati Tomma-so). I videoclip delle scuole sono stati pubblicati su facebook(www.facebook.com/euromobilityassociazione).

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Storia di un ladro di Cimose

È l'angolo più lontano dalla finestra di una stanza ad ospitare i miei pensieri più chiusi del momento. Appoggio la testa sulla mano destra, il mio sguardo scruta l'infinità di quel po-co cielo triste, nascosto dietro le centinaia di fo-glie scure e sole che fru-sciano sui rami. Là fuori è tutto più sicuro per certe persone, per certe cose. Una donna parla della sua famiglia, si alza, dice che suo figlio è meno prepara-to della sorella, e risiede. Dietro di me tre ragazze, vicino a me, nessuna. Un flebile insetto passeggia sul mio banco: veloci e feroci sottili lamenti stri-minziti dallo struscio delle zampette. Un suono feli-

ce e spinto colma i silenzio tra una parola e l'altra della donna, che prende la giacca, e se ne va. Vedo anime correre, ridere, nutrirsi di felicità; eppure,

qualcosa di terribile è nell'aria. Si avvicina alla stanza, lo sento. "Ahh!" Un urlo viene cacciato dall'altra parte del muro. "No -silenzio- Non quella!". La voce della più piccola si fa sentire. L'a-nima scura evade con in mano la sua preda. Tiene stretta quella povera con quelle fredde dita, co-me se non ci fosse sangue, come se non ci fosse un cuore. La cer-tezza che questa storia non avrà

mai fine, la tristezza letta negli sguardi persi dei bambini a cui è stato sottratto un gioco, e la consa-pevolezza di essere i ladri che da sempre siamo.

di Gaia Vaniglia Tomassoli

Satirolandia

di Domiziana Sernesi

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PARENTESI GOLIARDICA

Le iscrizioni al g.c.K.T sono sempre

aperte, con un iniziando molto spe-

ciale...

“Tullio iniziando a vita dello g.c.K.T.”

Il g.c.K.T.

Inizia un altro anno goliardico per il

glorioso club della nostra scuola: le

TUBE

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RUBRICHE

SCIENZA

Fatti poco noti sul fumo

- 5 SIGARETTE INQUINANO QUANTO UNA LOCO-MOTIVA DIESEL! Un test effettuato dal Centro antifumo dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano ha trovato che ac-cendere il fumo di 5 sigarette inquina l'aria quanto un un locomotore per treni diesel, da 2.000 cavalli. Negli anni scorsi, con test analoghi, lo stesso grup-po aveva calcolato che una singola sigaretta inqui-na da 4 a 6 volte di più dello scarico di in tir e 3 vol-te in più di una moto Harley Davidson.

- ANCHE I MOZZICONI SONO VELENOSI. Per chi getta a terra le cicche di sigaretta, le nuove norme prevedono multe che vanno dal 30 a 300 euro. Questa cifra è giustificata sia dal fatto che un singolo mozzicone impiega 3-4 anni a degradarsi sia dalla quantità di sostanze tossiche e canceroge-ne contenute nelle cicche. -SMETTERE DI FUMARE FA CRESCERE IL SENO (E COSTA MENO DELLA PLASTICA). Le donne che smettono di fumare percepiscono, dopo qualche mese, un aumento del volume del se-

no. Sono state loro stesse a riferirlo ai medici dell'I-stituto Nazionale dei tumori di Milano, risponden-do a un questionario appositamente predisposto. I ricercatori ritengono che l'aumento di volume del seno sia dovuto al fatto che il fumo di sigaretta in-terferisce con il metabolismo degli ormoni sessuali femminili.

- IL FUMO PROVOCA UN INVECCHIAMENTO RAPI-DO. Che il fumo faccia venire le rughe non è una novità. Un paio di anni fa però un gruppo di chirurghi pla-stici dell'università di Cleveland (Usa) ha voluto capire quali sono i segni distintivi dell'invecchia-mento da sigarette, analizzando 79 coppie di ge-melli, nelle quali uno dei due fumava da almeno 5 anni e l'altro no. Fra i primi, l'ovale del volto mo-strava cedimenti molto più marcati, soprattutto sulle guance e sotto gli zigomi, le palpebre erano più cadenti e c'erano molte più rughe nella parte bassa del volto, fra naso e bocca e attorno alle lab-bra. A questo si aggiungeva un ingiallimento gene-rale della carnagione. Altri studi in passato hanno documentato che chi fuma ha anche capelli più spenti e radi, più acne e soffre più spesso di alitosi.

di Imane Seradouni

Fumatrice Non fumatrice

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Musica è salvezza in adolescenza

Succederà che dopo un certo tempo il nostro corpo e la nostra mente vorranno separarsi, le idee di uno non coincideranno con quelle dell'altra. Accadrà che penseremo di aver sempre ragione, che i nostri genitori faranno di tutto per ostacolarci quando in realtà vor-ranno solo il meglio per noi, che litigheremo per cavolate, che ri-marremo a letto fino alle tre del pomeriggio perche saremo stati fuori fino alle due di notte, che non sapremo chi dei nostri amici potrà essere considerato tale, che diremo di no alle uscite per-ché ci farà tremendamente fatica alzarci dal letto, che piangeremo per essere pieni di non sappiamo nemmeno noi co-sa,che ci prenderemo delle cotte assurde per per-sonaggi di serie Tv, che troveremo il primo amore, che partiranno voti dalle penne dei prof che nem-meno Nobita di Doraemon, che faremo scena muta ogni volta che non avremo studiato il giorno prima perché dovevamo pensare a come conquistare la persona da cui saremo ossessionati, che mangere-mo come maiali in calore perché penseremo che la nostra vita farà schifo, e che subito dopo ci sentire-mo in colpa per aver inghiottito così tante calorie

da sembrare balene che hanno appena estinto la specie dei plankton, ma soprattutto, sentiremo che la musica entrerà a far parte della nostra vita come nessun altro al mondo. Diventeremo ossessionati

da una canzone che ascolteremo in doccia, durante la cena, sul bus, e forse anche mentre dormiamo. Il discorso è che ognuno di noi si ri-specchia in una canzo-ne, in un testo, in un 'esperienza che il can-tante racconta. Ed è bel-lissimo sentirsi un po' meno soli ascoltando le

note scritte su un pentagramma che scorrono rit-micamente nella nostra testa. Secondo una ricerca condotta dalla BBC, gli adolescenti che non ascolta-no abitualmente musica ogni giorno, hanno il 67% di probabilità in più di cadere in depressione, ri-spetto a chi invece ha sempre le cuffiette incastona-te. Par non parlare poi delle numerose malattie che previene, come l'alzheimer. Credo che ogni adole-scente sia consapevole di come la musica possa aiutarci a combattere momenti difficili... attenzione però ad Adele!

MUSICA

Allarme serie tv!

SERIE TV

di Gaia Vaniglia Tomassoli

di Eleonora Taddei Mi rendo conto che quella delle serie tv sta diven-tando una vera e propria ma-nia. Sono sempre di più i ra-gazzi attaccati allo schermo, che sia di una TV, un compu-ter, un tablet o uno smartpho-ne. Non importa dove, ciò che conta è non perdere l’ultimo episodio del Trono di Spade. Inutile negare che io stessa faccio parte del gruppo di ado-lescenti “flippati” con le serie televisive. Per chi, come me, ne è appassionato, set-tembre è il mese più impegnativo. Dopo la pausa estiva tutte le serie di maggior successo riaprono i

battenti. E addirittura, per i più appassionati, quel-lo della lingua è uno scoglio ampiamente superabile dal momento che i sottotitoli , seppur a volte scomodi, per-mettono di rimanere in pari con le puntate. Se ancora non siete stati del tutto coinvolti dal mondo delle serie tv è perché evi-dentemente non avete mai seguito uno degli episodi del-

le serie tv migliori. In cima alla top 10 si piazzano a pari merito le serie “Breaking Bad” e “grey’s Anato-my” seguite a ruota da “trono di spade” e il glee

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SPORT

Una giornata con i campioni

Lunedì 10 ottobre 2016 gli studenti di molte scuole pratesi hanno partecipato a un incontro, tenutosi al teatro Metastasio, con alcuni sportivi sia pratesi che non. L'esibizione più importante è stata quella portata in scena da 4 ragazze della squadra nazio-nale di ginnastica ritmica, soprannominate "farfalle" in virtù dell'eleganza che contraddistin-gue le loro prove. Guidate dalla pratese Marta Pa-gnini, capitano del gruppo, hanno presentato uno splendido esercizio con i nastri. Successivamente

hanno raccontato dei grandi sacrifici fatti per rea-lizzare il loro sogno, della gioia per la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012, del ramma-rico per il quarto posto alle Olimpiadi di Rio 2016 (a un decimo dal terzo posto e a due decimi dal se-condo), del fatto che la loro carriera agonistica stia per giungere al termine ( a 25 anni si è considerati "vecchi" per una disciplina estremamente gravosa per il fisico e che richiede grande elasticità). Dopo di loro è intervenuto il grandissimo Jury Che-chi, campione olimpico nella ginnastica artistica ad Atlanta '96, con un esercizio praticamente perfetto

(dopo un infortunio che lo aveva costretto a saltare l'Olimpiade del '92 a Barcellona) e bronzo ad Atene 2004 (in seguito ad un altro infortunio prima delle Olimpiadi di Sydney 2000). "Il signore degli anelli" ha affermato che "se hai un obiettivo e conosci la strada per raggiungerlo, lo raggiungi" e che ha sempre ottenuto i suoi risultati in modo pulito: "meglio una sconfitta pulita che una vittoria spor-ca". Come nota a margine, Prato è risultata la terza pro-vincia italiana per numero di medaglie alle Olim-piadi di Rio 2016, grazie agli argenti di Rachele Bruni, Marco Innocenti e Chiara Tabani e al bronzo di Stefano Tempesti e perciò dobbiamo essere mol-to orgogliosi dei nostri atleti che tengono alta la bandiera della nostra città.

club americano più famoso del mondo. Come di-menticare poi un incredibile Benedict Cumber-butch, che con il suo cognome impronunciabile e il suo sguardo intrigante, ha portato “Sherlock” al successo; “the vampire diaries”, “Teen wolf” e “Pretty little liars” occupano rispettivamente la quinta, sesta e settima postazione. “Modern Fami-ly” si guadagna indubbiamente quattro stelline e mezzo su un massimo di 5. Dover piazzare “le rego-le del delitto perfetto” al nono posto mi spezza il cuore: l’interpretazione di Viola Davis la rende in realtà secondo me una delle migliori serie degli ul-timi anni, e lo stesso vale per “Dexter”. Vorrei poter

nominare “American Horror story, Quantico e Scrubs ma in una top 10 non ci possono stare più di 10 serie tv purtroppo! mi sento in dovere di infor-mare quelli ancora inesperti e i meno fortunati che non sono ancora pienamente entrati nell’ambiente, dell’esistenza di un’applicazione in grado di calco-lare il tempo passato guardando le serie televisive: Tv Show Time. dunque non ci sono più scuse per non appassionarsi: non c’è niente di meglio di un’o-retta di puro relax, con le vostre serie tv del cuore, sotto le coperte ora che “l’inverno sta arrivando”.

di Alessia Cecconi

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LA MATURITA’ MI COLORA ANCHE IL BUIO. DI NERO.

Il concetto primo (di ultimo)

di Isabella Giusti

QUOTIDIANITA’

(Introduzione: c’è una tecnica giornalistica che si chiama “coccodrillo”, ed è una cosa alquanto curio-sa, sconosciuta e intrigante. Consiste nel raccoglie-re notizie, informazioni e dati sulla vita e sulla mor-te di un personaggio famoso, prima che sia morto.

Un necrologio ante mortem. Non penso di voler replicare col mio lavoro di que-st’anno su Sintomi questa chicca giornalistica, ma ciò che ho scelto di fare per i miei ultimi sette arti-coli sul giornalino si ispira a ciò.)

“The last first” è stato solo un giorno, ma costellato di tanti piccoli momenti memorabili che un po’ spe-ro di non dimenticare mai. Una di quelle cose che come ogni anno si ripete, è quella voglia irrefrenabile di entrare a scuola per primi, correre a perdifiato per i corridoi, saltare i gradini a quattro a quattro e raggiunge-re la classe per accaparrarsi i posti migliori: per inciso, da tre anni il mio golden desk è l’ultimo in fondo, addossato al muro, che abbinato alla perso-na giusta, è divenuto nel corso del tempo un piccolo baluardo di gioia e familiarità. Il primo giorno di quinta liceo è come te lo eri iniziato ad im-maginare diversi mesi prima: i professori entrano in classe e con fare casual lasciano cadere sulle nostre spalle ancora leggere una miriade di parole chiavi quali maturità, studio, terza prova, esame, tracce, tesina, seconda prova, tipologia a, tipologia b, simulazione, università, scelte, studio, disperazione, suicidio, panico, quinta liceo studen-te fatti coraggio e similari. Tutti quegli sconosciuti concetti che avevi relegato nella cartelletta “futuro lontano” quando eri entrato al Kope e che adesso sei costretto a riesumare. I professori potrebbero anche evitare di subissarci subito, immediatamente e continuativamente di tali funesti presagi, ma sarebbe inutile. Tali parole sono ormai inculcate nelle menti di noi maturandi – che ansia – e contaminano ogni singolo pensiero: non puoi più crogiolarti all’idea dei tre mesi caldi che giungeranno, non hai la sicurezza matematica che la vita continuerà a scorrere uguale, ed entran-do in aula ogni giorno non potrai più guardarti in giro e pensare “ho ancora tanto, tanto tempo da

passare fra queste quattro mura”. La mia testa non si è ancora abituata all’idea. Sul primo compito di matematica dell’anno stavo anco-ra scrivendo “4Ds” e ho dovuto fare uno sgorbio incredibile per cancellarlo perché niente-

bianchetto-in-terza-prova-è-vietato e piazzarci un bel 5, e allora l’ansia sa-le. E continua a salire, sì, perché dopo un mese e mezzo di scuola non solo ti ritrovi più incastrato del solito fra compiti ed interrogazioni, ma non hai più neanche la tanto amata scusa “c’erano altre tre materie da prepara-re” che hai usato per sgamare metà orario negli anni precedenti: è infini-tamente triste e deprimente infatti sentirsi rispondere “e quando dovrai prepararne dieci, a maggio?”. (Tale velata accusa di nullafacenza diventa comunque presto noiosa, anche se, ahinoi, quanto mai veritiera).

E insomma, è in questo clima molto gioioso e ame-no e per nulla ansiogeno (ehm ehm) che inizi a va-lutare in modo totalmente nuovo il concetto di ulti-mo. Quest’ultimo che aleggia nell’aria della classe, durante le spiegazioni, mentre ti accingi per l’ulti-ma volta a scrivere una scemenza nel foglio per le elezioni del consiglio di classe, mentre percorri i corridoi o voli al bar al cambio dell’ora, mentre ascolti annoiato una lezione che non puoi semplice-mente dimenticare, quando scoppi a ridere per una qualsivoglia battuta di un compagno di classe, o di un professore, e pensi, ultimo. To be continued. Ps: non è intenzione dell’autrice far nascere ansia ai lettori di Sintomi, è solo che insomma, mal comu-ne mezzo gaudio. Invoco umilmente perdono, ma lo ammetto, è divertente…

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Sintomi da primo giorno

di Giovanni Tittocchia

“E’ il mio momento, sono arrivato, potrà essere una prigione o una casa. Cinque anni, cinque giorni a settimana.” Sussurrai tra me e me varcando quella porta. “Ce l’abbiamo fatta.” Dissi a Fi-lippo. “Oggi inizia la tortura” mi rispose ironicamente lui accen-nando un sorriso. Mi sentivo piccolo, come tutti gli anni, avendo un anno in meno sapevo che non sarebbe stato facile, ma ero lì. Salendo le scale mi sentivo come un gatto in un frullatore, sempre più teso. I miei amici gridavano, tutti felici. “Ci siamo meritati di essere qui” sentii dire. Entrammo per ultimi, le prime, alle nove. Assaporai il primo giorno passo dopo passo. Arrivai a metà della scalinata e mi mancò il fiato, vagai dietro tutti i miei compagni di classe per l’ul-tima decina di scalini come un viandante in un vil-laggio sconosciuto. Curioso ma anche spaventato dai pericoli che quel villaggio e questa scuola

avrebbero potuto nascondere. All’esterno mantenni una calma apparente, ma non dentro, il cuore mi batté forte, respirai male, per un secondo persi la cognizione del tempo. Tutti i miei

compagni erano due tre metri avanti, fui colto dallo spavento, la paura di non essere all’altezza. “Filo, passeremo i prossimi cinque anni insieme” gli sussurrai rag-giungendolo. Mi abbracciò Sorrise chiudendo gli occhi come fa sempre. Io mi rallegrai, mi sentii consolato, l’uragano dentro di me si placò. Con passo svelto raggiungemmo la vetta della fila formata dai nostri compagni, “Dobbiamo prendere i posti in fondo.” Pensammo con-

temporaneamente. Ci guardammo e appena entrati in classe ci lanciammo in ultima fila come due proiettili sparati a raffica dalla stessa pistola, uno dietro l'altro. La paura si trasformò in adrenalina. L’uragano in un mare calmo.

Invidia

di Gaia Vaniglia Tomassoli

E' incredibile come veniamo condizionati dai pen-sieri della società: Se sei grasso, sei una lurida palla di lardo che nes-suno considererà mai, ma se sei magro, sei un ba-stone di scopa che comun-que nessuno considererà. Se sei intelligente, sei un Secchione asociale che ha un solo migliore amico chiamato "Libro" e sei stu-pido, non gliene frega a nessuno, tanto sei stupido. Se segui la moda, sei un superficiale che prima o poi diventerà un barbone per i soldi spesi in negozi costosissimi di alta moda, ma se non segui le ten-denze, sei comunque un barbone. Se mangi troppo, sei un imbuto obeso e ingordo per McDonald, e se mangi troppo poco, sei un ano-ressico che non diventerà mai modello di Hollister.

Se hai tanti amici, sei un opportunista famoso che prima o poi fallirà diventando nessuno, ma se ne hai pochi sei un asociale disgraziato che rimarrà solo a vita.

Se sei acido, ti odiano tutti perché nessuno ti soppor-ta , ma se sei dolce comun-que non ti sopportano per-ché tanto fingi e in fondo sanno tutti che sei acido. Se hai i risvoltini, hai l'ac-qua in casa, però se non li hai, sei uno sfigato a vita. Se ti piace qualcuno, non

sarai mai alla sua altezza, e se non ti piace, ti dicono che è quello giusto per te. Potrei continuare all'infinito per ogni singola pagi-na di Sintomi, però poi magari dico che non mi pia-ce la gente, e loro dicono che invece mi piace, e no insomma, troppa importanza, visto che poi dicono

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che potrei vantarmene... insomma Copernicani, fate quello che volete, tanto le persone vi criticheranno sempre qualsiasi cosa voi facciate. Chi li chiama

"Punti di vista", ma io preferisco chiamarli "punti di invidia".

RICETTE

Strudel

di Chiara Tognocchi

Ingredienti: - Pasta sfoglia - 800 grammi di mele - 50 grammi di burro - 50 grammi di zucchero - un bicchiere di marmellata d’arancia - 50 grammi di uvetta - 50 grammi di noci - Tuorlo d’uovo - Pane grattato Esecuzione: Preparare la sfoglia e in una terrina mettere le mele affettate sottili, il burro fuso, lo zucchero, la mar-mellata, le noci e l’uvetta. Amalgamare e versare sulla sfoglia che va arrotolata e posta sulla placca del forno imburrata. Spennellare lo strudel con il tuorlo d’uovo e cospargere con il pan grattato. Infornare il tutto a temperatura moderata per circa 45 minuti/1 ora.

Facciamo una pausa…

REBUS

di Matteo Landi

Frase di amore

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L’ANGOLO DEI RACCONTI

Non avere un nome - Parte uno

di Beatrice Castaldo

Non potevo crederci. Non era accaduto veramente,

solo un semplice incubo, dal quale faticavo a de-

starmi. Un buio che mi avvolgeva e spaventava, il

silenzio rotto solamente dallo sgocciolio di una la-

crima sulla terra bruciata, arida, morta; niente di

più.

Non potevo certo rendermi conto di aver fatto una

cosa del genere, di aver sconvolto, deluso, turbato,

confuso la mia unica ragione di vita; per farla mori-

re, improvvisamente.

L'unico scopo della mia vita era proteggerla.

Nella missione io servivo a questo.

Partimmo all'alba, in una limpida mattina inverna-

le; mille colori accesi giocavano sopra le nostre te-

ste, nel cielo, spensieratamente, insieme al cinguet-

tio degli uccelli.

Eravamo tre ad accompagnarla: io, un topolino, che

compiva il viaggio riposto in una borsa che portavo

a tracolla, con il muso che spuntava fuori dalla cer-

niera aperta, e un cane, uno splendido labrador dal

manto bianco.

Eravamo tutti lì per lei.

Lei... una splendida bambina dai capelli castano

chiaro raccolti in una treccia, che scendeva dolce-

mente su una spalla da una cuffia viola legata sotto

il mento; la pelle pallida e lentigginosa e il corpo

mingherlino la facevano apparire fisicamente de-

bole; ma quelle gote rosse, quegli occhi pieni di vita

e quella bocca sempre sorridente mostravano il

suo carattere forte e combattivo.

Era una bambina estremamente quieta e silenziosa,

parte di lei che adoravo, giacché, in quei tempi, il

silenzio era quasi una vergogna; ma lei non l'ha

mai ritenuto tale.

Quando nacqui, dalle mani di un abile costruttore

che mi aveva fatto fin troppo simile agli umani,

avevo ricevuto un ordine. Un ordine che prevedeva

che avrei eseguito altri ordini.

Il primo comando che ricevetti fu di accompagnare

la figlia del mio costruttore, la bambina dalla cuffia

viola, per un viaggio, dando, se necessario, la mia

vita per preservare la sua incolumità. Non mi fu

mai detto il nome della bambina. Non era impor-

tante che lo sapessi.

Insomma, quella mattina partimmo. La bambina

abbracciò dolcemente suo padre. Inspirò profonda-

mente come se dovesse, dalla gelida aria invernale,

trarre coraggio e cominciò lentamente a cammina-

re, tacendo. Noi la seguivamo tenendoci a breve

distanza.

La strada che ci accingevamo a intraprendere era

oscura e lugubre, nonostante il chiarore del cielo e i

colori dell'alba. Ecco che, poco dopo la partenza, ci

inoltrammo in una fittissima ma ampia foresta,

troppo ampia per essere aggirata: una selva spa-

ventosa, infestata da Ombre.

Le Ombre erano creature malvagie; il creatore me

ne aveva parlato, prima di partire: creature da evi-

tare, che s'impossessavano dell'anima degli umani

e ne traevano nutrimento. Questo era il principale

pericolo dal quale avrei dovuto proteggere la bam-

bina; non essendo umano non avevo un'anima, non

rischiavo.

La bambina alzò la testa girando su se stessa: solo

foglie, non uno spiraglio di luce. Ansimava, l'aria

era opprimente, pesante; un leggero capogiro, cad-

de a terra. Le tremavano le gambe; cercò di rialzar-

si, ma barcollante venne aiutata dal labrador, che le

si avvicinò dolcemente accostandosi al suo braccio.

Lei allora sorrise e, stringendolo forte, riuscì ad al-

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zarsi per sedersi sull'alta radice sporgente di un albero. Il topo schizzò fuori dalla borsa e si arrampicò su una roccia molto alta, dalla quale controllare la si-tuazione circostante. Mentre il cane leccava delica-tamente il piccolo graffio formatosi sul ginocchio della bambina e il topo faceva da sentinella, io mi sedetti accanto a lei. Solo accanto a lei, senza dire o fare nulla. Ero in attesa, un'attesa che mi sfiniva. Di che cosa? Non lo sapevo, forse di probabili minacce o di rivedere un bel colorito roseo sul viso della bambina. Si girò verso di me e mi guardò con occhi rassicu-ranti. Mi sentii subito meglio. Improvvisamente le sue labbra rosse si schiusero: ne fuoriuscì la più bella voce bianca mai sentita e pronunciò una frase semplice come lei, sorridendo e socchiudendo gli occhi. “Come ti chiami? Sei carino”. Mi sentii sollevato, elevato ad una dimensione superiore, senza alcun motivo particolare, per quelle poche parole. Mi sentivo ciò che non ero: vivo. “Non ho un nome” risposi, un po' spiazzato dalla domanda. “Che bello. Ciao Nonhounnome. Hai paura?”... Che domanda era? “Cos'è la paura?”. Non la conoscevo. “Uhm...E' quando ti senti che non riesci a respira-

re... quando...” intravidi un luccichio negli occhi. “...Quando fa male il cuore e non puoi muoverti, an-che se vorresti scappare, e ti viene da piangere. Non ho un nome, hai paura?” A questo punto una lacrima le solcò la guancia, non turbandole però il sorriso. “E tu?” le chiesi. “Stai piangendo...”. Non capivo be-ne il linguaggio del corpo umano, ma sapevo che quando uscivano delle gocce dagli occhi l'umano stava piangendo. Il cane poggiò la testa sulle ginoc-chia della bimba, che lo accarezzò, per lungo tem-po, tacendo. Il topo non si distraeva invece dalla sua postazione e dal suo compito. Dopo un silenzio che mi sembrò infinito, con voce fioca rispose:”Un po'. Ho paura di non arrivare, e di non poter quindi tornare. Mi dirigo verso la Luce, ma sono contrastata da tante Ombre.” Si asciugò la lacrima con un bordo della manica blu. “Sto facen-do la bambina... papà mi ha detto di non piangere e di essere forte. Scusa.” “Non vedo cosa ci sia di male. Sono solo lacrime; tu sei una bambina, devi comportarti come ti senti”. Lei seguì il mio consiglio, mi abbracciò tremando e versò alcune lacrime. Sentii qualcosa alla cassa to-racica, qualcosa faceva male, proprio lì in mezzo. Mi venne il primo dubbio: sapevo di essere stato progettato senz'anima... Ma, da qualche parte, ave-vo un cuore?

Elena

di Sandro Battaglia

La sua attenzione vacilla, prova a seguire la sua le-

zione, ma spesso divaga con lo sguardo.

Scrive qualche ap-

punto mentre si mor-

de il labbro inferiore.

Si sfiora i capelli che

ricadono ordinata-

mente sulle spalle.

Ispeziona attenta-

mente le sue limatis-

sime unghie alla ri-

cerca di un’improbabile imperfezione o sbavatura.

Disdegna Federico che le rivolge parole un po’

troppo canzonatorie. Trattiene uno sbadiglio e an-

nuisce con lo sguardo alla professoressa che le ri-

volge un’occhiata, quasi per nascondere la stan-

chezza del venerdì all’ultima ora e, forse, anche il

disinteresse. Guarda avanti, senza espressione, con

le labbra serrate. Volge lievemente un sorriso a

Ivan che le aveva sussurrato

qualche stupida parola, la sua

espressione si trasforma al

quasi disprezzo, a un’ilare iro-

nia: le labbra si inarcano crean-

dolo delle piccole fossette sulle

guance, scoprendo i denti bian-

chissimi, le se illuminano i suoi

castanissimi occhi, perfetta-

mente contornati da un leggero trucco. Si passa ve-

locemente la mano sui numerosi braccialetti, men-

tre si scambia qualche sorriso malizioso con Dilet-

ta, al limite della genialità.

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IL FUMETTO

di Matilde Cerretani

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Blanc Il Coniglio - Episodio 1

di Federico Barsaglini

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CRUCIPUZZLE

A cura della prof.ssa Sabatini e della classe 5EL

1. Allegria 11. Casa 21. Materie 31. Scale

2. Ansia 12. Chiacchiere 22. Nomi 32. Segreteria

3. Appello 13. Classi 23. Orario 33. Sveglia

4. Attesa 14. Compagni 24. Ordine 34. Volti

5. Autobus pieno 15. Corse 25. Panini 35. Zaini

6. Baci 16. Curiosità 26. Pausa

7. Bagni 17. Custodi 27. Piani

8. Banchi 18. File 28. Preside

9. Campanella 19. Gioia 29. Professori nuovi

10. Cancello 20. Libri nuovi 30. Saluti

Il primo giorno di scuola

P P O L C A M P A N E L L A I

O R A R I O L L E C N A C E C

E E O U D B M A T E R I E D A

R S L F T I R P U R I N G A B

E I A I E O N I A O C O I L A

I D M S F S B E N G M S V L I

H E R O A A S U Z U N I O E R

C O N L N C T O S A O I L G E

C C U C A U L T R P I V T R T

A T H L P S P A E I I N I I E

I I E A P T A I S S N E I A R

H A U R E O N E A S A U N S G

C S T U L D I A I O I G O O E

A D I A L I N R A I L G E V S

C U R I O S I T A E P I A N I

Soluzione:

All’inizio...

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IL CRUCIVERBA

di Matteo Landi

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ORIZZONTALI:

1. Veicolo a due ruote

12. In nessun caso

13. Plurale di erario

14. Prima persona plurale

16. Reddito di un titolo di credito

18. Indumento simile a una giacca

21. Comandi

22. Una branca della politica

24. Vaccino

25. Tipo di tessuto

26. Organisation Armee Secret

27. Mammiferi carnivori

28. Vento della valle del Rodano

29. Massa compatta di roccia

30. Mare italiano

32. Scarsa conoscenza pratica

35. Appellativo di prete

36. Quadro

37. Scorre durante la vita

38. Appezzamento di terra da coltivare

39. Si ricava dalle zanne degli elefanti

VERTICALI:

1. Coloro che si trovano in stato di mora

2. Regolano la moda

3. Tessere

4. Fratello di Abele

5, Contrario di vellutati

6. Central Intelligence Agency

9. Ritmo monotono

11. Regione turca

12. Forno casalingo più usato

15. Noto palmipede

17. Lago del nord America

18. Coperta pesante

19. Fase del giorno

20. Cortile della fattoria

22. Malinconici, amareggiati

23. Comune in Svizzera

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25. Manifestazione dove si espongono prodotti

28. Alimento prodotto dalle Alpi

29. Partito popolare europeo

31. Lettera dell’alfabeto greco

32. Nome maschile

33. Voce del verbo stare

34. Imperatore russo

LE BARZELLETTE

di Leonardo Tradii

- Gesù chiede ai discepoli di portargli qualche droga per divertirsi un po'. Pietro torna per primo e di-ce: "io ho portato Ashish!" Paolo, invece: "Io ho portato della Coca!" Luca: "io invece dell'oppio puro!" e Giuda: "io ho raccontato tutto agli sbirri!"

- Perché Dio ci ha fatto con un mento solo? Perchè non poteva fa-re altri-menti

- "l'hai mai vista la moglie di Bocelli?" "no" "infatti, neanche lui!"

- Due matti in un manicomio stanno passeggiando attorno alla piscina. Improvvisamente uno si butta in acqua e non vuole tor-nare su, allora l'altro si butta e lo salva. Il direttore, informatosi dei fatti, decide di rilasciare il matto che ha fatto il salvataggio, ritenendo che sia ormai sano di mente e decide di fargli visita ma mentre sta andando in camera sua gli riferiscono che il matto salvato si è sui-cidato impiccandosi. Così quando si presenta dal matto salvatore gli fa le condoglianze e lui: "ma no, non si preoccupi diret-tore, è tutto ok...l'ho appeso io così s'asciugava!".

- Un pedofilo adesca un bambino e lo porta a giro tutto il giorno, la sera decide di portarlo in un bosco, il bambino dice al pedofilo:"signore il bosco di notte fa tanta paura", il pedofilo risponde:"non dirlo a me che devo tornare da solo".

Rime di chiusura

BAR di Beatrice Castaldo

Sedie vuote e luci spente.

Nella sera fredda e bagnata Il silenzio e il tepore

Mi avvolgono impetuosamente.

Resto solo io, con gli occhi aperti.

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Come sempre l’appuntamento mensile con Sintomi non è mancato, grazie a

tutti coloro che hanno contribuito! Per suggerimenti, critiche, commenti o

quant’altro scrivete alla mail della direzione o su Facebook alle direttrici o alla

pagina del giornale. A presto con il numero di novembre!

Referente: Prof. Claudio Puccetti

Direzione:

Sara Bichicchi 5As

Isabella Giusti 5Ds

Hanno contribuito: Alessia Cecconi 5Cs

Beatrice Castaldo 3Gs

Camilla Scaravaglione 4Bs

Chiara Tognocchi 5Gs

Domiziana Sernesi 4Cl

Eleonora Taddei 4Gs

Federico Barsaglini 4Ds

Gaia Vaniglia Tomassoli 2Dl

Giovanni Tittocchia 1Es

Giulia Frascarelli 3Ds

Iman Seradouni 4Es

Irene Stroppa 4Cl

Leonardo Tradii 5Bs

Matilde Cerretani 2Bl

Matteo Landi 4Bs

Sandro Battaglia 2Hs

Virginia Rindi 5Al

Il g.c.K.T

Il gruppo ambiente

La professoressa Sabatini e la classe 5El

[email protected]

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