Numero 4 Gli Appunti Del Mister

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GLI APPUNTI DELMISTER  - Numero 4 

INDICE

 Articolo n°1 di Angelo IervolinoProgrammiamo la prossima stagione Esordienti

  Articolo n°2

di Jonathan ProiettoCoordinazione: una questione di cervello

  Articolo n°3

di Angelo IervolinoLa presa di posizione

  Articolo n°4

di Jonathan ProiettoArti inferiori: coscia e ginocchio

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Articolo n° 1 – Gli appunti del mister 

Programmiamo la prossima stagione Esordientidi Angelo Iervolino

La categoria esordienti è l’ultima fase del percorso formativo del settore nonagonistico. In questa categoria rientrano i ragazzi compresi tra i 11 e 13 anni, circa.Questa categoria solitamente è organizzata in tre sedute d’allenamento allasettimana, con un’occupazione dello spazio di una metà campo, per un tempo totaleintorno ai 90’-100’ .In questo periodo, i calciatori iniziano il proprio sviluppo fisico e sessuale.Durante gli anni di questa categoria, i giovani calciatori aumenteranno notevolmente illoro interesse alla materia calcio, predisponendosi ad esercitazioni specifiche eselettive. Anche se le esercitazioni saranno programmate in un numero consistente diripetizioni, i ragazzi si alleneranno con voglia e dedizione.I ragazzi, inizieranno ad aumentare le loro motivazioni e cercheranno giorno dopogiorno di migliorarsi e la competizione. Ovviamente anche se i ragazzi sono cosìpredisposti, la parte “gioco” dell’allenamento non può mancare all’interno dellaseduta. Ci troviamo pur sempre in una categoria dove i ragazzi devono ancoraapprendere i fondamenti e quello deve essere il nostro principale scopo.Uno spazio notevole, all’interno della programmazione è dato alle qualità coordinative,un aspetto che non si può assolutamente tralasciare.Dal punto di vista fisico, nella categoria Esordienti si noterà un divario da ragazzo aragazzo, dove alcuni saranno già sviluppati e altri presentano ancora caratteri dabambino.La crescita a quest’età è repentina, e si ha un aumento di statura molto veloce, conuna conseguente perdita di equilibrio e del controllo dei movimenti, e proprio perquesto non possiamo far mancare all’interno della seduta esercitazioni per le capacitàcoordinative.Noteremo un aumento delle capacità di velocità e rapidità ma un involuzione dellaflessibilità.La ricerca del proprio miglioramento, con l’assiduità degli allenamenti e la voglia diimparare, aumenta l’autostima di ogni singolo ragazzo.Ogni calciatore cerca di imitare il proprio campione preferito, aumentando la suavoglia di imparare. Per lui diventa importante far parte del gruppo, far parte di unasocietà calcistica, proprio come il suo campione.Ha inizio, proprio durante la categoria esordienti, lo sviluppo delle capacità di

collaborazione , di aiuto al compagno e del sacrificarsi.

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Programmazione: l’insieme delle decisioni e delle procedure che la Società el’allenatore concordano, elaborano e realizzano in riferimento agli obiettivi daraggiungere al fine di organizzare e pianificare la prossima stagione (macrociclo,mesociclo, microciclo, seduta)

La programmazione annuale di una squadra di calcio,di qualsiasi categoria, èfondamentale.Programmare ad inizio anno insieme alla società cosa ci prefissiamo e come vogliamoraggiungerlo , rende il nostro compito più lineare.Programmare nel minimo dettaglio ogni piccolo aspetto, può rendere il nostro lavoropiù redditizio e ricco di soddisfazioni.Nella programmazione, l’allenatore e la società devono prefissarsi gli obbiettivi che siandranno ad inseguire durante l’anno o durante il biennio della categoria.

Una volta fatto questo si andranno a scegliere i metodi e mezzi di lavoro con i qualicercheremo di raggiungere tale obbiettivo. I mezzi di lavoro per il nostro obbiettivonon sono altro che le esercitazioni, i test, che andremo a svolgere durante gliallenamenti per meglio arrivare allo scopo prefissato, i metodi invece sono lemetodologie con le quali utilizziamo i mezzi per arrivare al nostro obbiettivo.L’obbiettivo principale è senza dubbio la formazioni di giovani calciatori che saprannoutilizzare al meglio tutti i gesti tecnici e svolgere nel modo giusto i compiti del proprioruolo.Innanzitutto bisogna porsi gli obbiettivi da raggiungere con i ragazzi, dividendo gliobbiettivi fisici da quelli tecnico-tattici e da quelli caratteriali.

Obbiettivi fisici sono sicuramente:

•  Miglioramento di tutte le capacità coordinative, quali

o  Capacità di equilibrioo  Capacità di combinazione motoriao  Capacità di ritmizzazioneo  Capacità di orientamento spazio-temporaleo  Capacità di differenziazioneo  Capacità di reazione

•  Miglioramento dei gesti motori di base•  Miglioramento della flessibilità•  Miglioramento della capacità aerobica•  Miglioramento della forza esplosiva•  Miglioramento della forza veloce

Gli obbiettivi tecnico-tattici sono :

•  Miglioramento di tutti i gesti tecnici con le varie parti anatomiche del corpo e

nelle diverse situazioni di difficoltà•  Accurata occupazione degli spazi di gioco•  Rispettare il proprio ruolo

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•  Dare aiuto al compagno•  Migliorare i tempi di esecuzione•  Acquisizione dei principi base del gioco difensivo (temporeggiamento, marcatura

, posizione efficace del corpo)•  Acquisizione dei principi base del gioco offensivo (verticalizzare, possesso

palla,allargare il gioco)•  Principi del gioco a 9 e 11

Gli obbiettivi caratteriali e comportamentali sono:

•  Trovare sicurezza nelle proprie capacità•  Cooperazione con i compagni•  Competere per un obbiettivo•  Ricerca del miglioramentoUna organizzati tutti gli obiettivi, si passa allo sviluppo dei metodi e dei mezzi che ci

possono portare a tale scopo.I mezzi di lavoro sono altro che le esercitazioni, che andremo a svolgere durante gliallenamenti, i metodi invece sono le metodologie con le quali utilizziamo i mezzi perarrivare al nostro obbiettivo.Fatto questo l’allenatore organizzerà il lavoro annuale, scegliendo più o meno leesercitazioni da proporre e quindi insieme alla Società, una volta definito tutto questo,andremo a stipulare una sorta di lista dei materiali occorrenti al fine di poter svolgereal meglio le esercitazioni.

Stabiliti gli obbiettivi, non bisogna dimenticare alcune problematiche che è possibileche si verifichino durante l’anno:

•  Spesso il passaggio dal gioco con un numero di giocatori ad un altro può creareproblemi ai ragazzi

•  Le partite, prevedono molti cambi e la prestazione di ogni ragazzo può nonessere soddisfacente

•  I ragazzi cercano troppo l’imitazione•  Una disomogeneità fisica del gruppo

Organizzazione dei metodi,dei mezzi,delle attività.

Quando tutto è pronto, e si hanno idee su come andremo a lavorare durante l’anno,possiamo organizzare le attività, ossia cosa bisogna fare per raggiungere quelobbiettivo; i metodi ossia come proporre tale esercitazione per far si che vengaassimilata dai ragazzi ,e i mezzi ossia le esercitazioni da utilizzare durante le sedute.Ogni punto ha le sue peculiarità, ed ogni punto deve essere ben inquadrato all’internodella programmazione annuale.La programmazione dell’annata è pressoché divisa incirca tre macrocicli composti da 3-4 mesocicli.

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MACROCICLO MESOCICLO OBBIETTIVI

1 Agosto Valutazioni abilità tecnicheValutazione abilità motorieAttivazione dei gesti tecnici

1 Settembre Allenamento gesti tecniciSmarcamento

MarcamentoCollaborazione al compagnoCapacità coordinativeCapacità aerobica

1 Ottobre Potenziamento gesti tecniciSmarcamento finalizzatoTiroCapacità coordinativeFlessibilità - rapidità

1 Novembre Potenziamento gesti tecniciCollaborazione difensivaTemporeggiamentoCoperturaCapacità coordinativeForza veloce

2 Dicembre Potenziamento gesti tecniciRapidità di esecuzioneConclusioni a reteCapacità coordinative

Movimenti offensivi di base2 Gennaio Richiamo generale gesti tecnici

Capacità aerobica2 Febbraio Giochi di situazione

2 Marzo Potenziamento gesti tecniciRapiditàCollaborazione a 3Collaborazione a 2Capacità coordinative

3 Aprile Gesti tecnici in situazione

3 Maggio RapiditàSmarcamentoVelocitàMarcamentoCapacità coordinativeVelocità d'esecuzione

3 GiugnoAnalisi raggiungimentoobbiettivi

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 Obiettivi relativi alle capacità coordinative: come raggiungerli?

Le capacità coordinative sono un aspetto molto importante, che in tutte le seduted’allenamento deve essere richiamato.Un allenamento costante e mirato di tali capacità , può portare a miglioramenti visibilianche dopo breve periodo:

•  Capacità di orientamento spazio-temporale: è la capacità di definire e variare lapropria posizione in relazione alla spazio

•  Capacità di equilibrio: mantenere una condizione di stabilità•  Capacità di combinazione motoria: riuscire a combinare vari movimenti di parti

corporee diverse•  Capacità di differenziazione: capacità di modulare la forza a seconda

dell’esigenza•  Capacità di ritmizzazione : riuscire a dare un ordine preciso ai movimenti

corporei

Obiettivi relativi alle capacità condizionali: come raggiungerli?

Gli obbiettivi da porsi per le capacità condizionali sono sicuramente il miglioramento dialcuni aspetti molto importanti, per ognuno andremo a proporre delle esercitazionibase che migliorano tale aspetto :

•  Capacità aerobica: Esercitazioni varie a durata di tempo variabile seguita dauna fase di recupero, tutte sotto forma di gioco e a stretto contatto con la palla

•  Miglioramento della reattività e della flessibilità: Varie esercitazionipsicocinetiche, esercitazioni con segnali variabili

•  Forza veloce: Distanze superiori ai 10m, associate alla palla•  Miglioramento della forza esplosiva: saltelli a carico naturale, così da accoppiare

sia la parte coordinativa che i forza esplosiva

Obiettivi di tecnica individuale : come raggiungerli?

La tecnica individuale è la base del calcio e pertanto ha bisogno di un allenamentocostante e programmato.Nel mesociclo è obbligatorio inserire sedute incentrate sulla tecnica individuale, per ilperfezionamento e consolidamento di tutti i gesti tecnici:

•  Dominio della palla: saper ricevere e saperla portare.•  Passaggio: saper trasmettere la palla al volo e rasoterra con tutte le parti

anatomiche del piede e di contro balzo•  Calciare: saper calciare a volo, rasoterra, con palla in movimento e ferma,

saper calciare al volo equilibrio monopodalico o in equilibrio carente•  Colpo di testa: colpire la palla in torsione, in tuffo, all’indietro•  Contrastare: saper contrastare frontalmente, lateralmente, in ritardo

dall’avversario, scivolata.

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Tutti questi sono la base di aspetti più avanzati, e pertanto devono essere allenatiregolarmente.

Obiettivi di tattica individuale: come raggiungerli?

Come la tattica collettiva, anche la tattica individuale fa parte del bagaglio di ungiocatore completo.

•  Rispettare il proprio ruolo: mantenere la propria posizione e non invadere lospazio del compagno.

•  Dare aiuto al compagno: sovrapposizioni, 2c1, soluzione di passaggio su sponda, sono aspetti da allenare.

•  Migliorare i tempi di esecuzione: rapportare la propria posizione a al gesto daeseguire nel tempo giusto

•  Acquisizione dei principi base del gioco difensivo (temporeggiamento, marcatura, posizione efficace del corpo)

•  Acquisizione dei principi base del gioco offensivo (verticalizzare, possessopalla,allargare il gioco)

Obiettivi di tattica di squadra: come raggiungerli?

Rafforzare principi basilari sono alla base degli obbiettivi della tattica di squadra.•  Rafforzamento di dinamiche in situazione•  Movimenti senza palla per il gioco offensivo•  Collaborazione di reparto per il gioco difensivo•  Mantenere il possesso palla•  Profondità con squadra avversaria schierata in fase difensiva•  Situazioni per il gioco a 9 e 11.

Valutazioni iniziali e finali

Alla fine del percorso che è stato fatto, sarebbe opportuno che ogni allenatore compili

una scheda su ogni ragazzo annotando miglioramenti e peggioramenti.Alla fine del percorso andremo ad analizzare e a vedere se i ragazzi hanno:

•  Acquisito le nozioni base fondamentali dei gesti tecnici•  Appreso e immagazzinato molte delle esercitazioni proposte in modo da

ricordarle una volta che gli si ripropongono•  Migliorato le loro capacità coordinative•  Migliorato gli aspetti di tattica individuale e di squadra•  Migliorato il senso della competizione•  Migliorato la struttura fisica

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Articolo n° 2 – Gli appunti del mister 

Coordionazione: una questione di cervellodi Jonathan Proietto

Il sistema nervoso racchiude due componenti: il SNC e il SNP. Il primo comprendel’encefalo e il midollo spinale, mentre il sistema nervoso periferico è composto di dueapparati principali, l’apparato sensoriale e l’apparato motorio.L’apparato sensoriale provvede a far pervenire al sistema nervoso centraleinformazioni su quanto avviene all’interno dell’organismo e nell’ambiente esternocircostante. L’apparato motorio invia le informazioni dal sistema nervoso centrale allediverse parti dell’organismo.IL NEURONEcomprende tre distinte regioni:- il corpo celluare- i dendriti

- l’assoneIl corpo cellulare contiene il nucleo, e si irradiano i processi cellulari: l’assone e idendriti.

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La maggior parte dei neuroni è dotata, invece, di un solo assone, che è l’organotrasmittente del neurone e trasmette gli impulsi fuori dal corpo cellulare. La partefinale dell’assone si divide in numerose ramificazioni, le cui estremità sono dilatate aformare minuscoli bulbi, detti nodi sinaptici. A loro volta, questi nodi contengononumerose vescicole contenenti sostanze chimiche, i neurotrasmettitori, che vengono

adoperati per la comunicazione tra un neurone e l’altro.Un impulso nervoso è il segnala che passa da un neurone a quello successivo fino alraggiungere l’organo bersaglio, per esempio un gruppo di fibre muscolari, oppuretornare al sistema nervoso centrale.Il neurone possiede un’alta concentrazione di ioni potassio al suo interno e unaelevata concentrazione di ioni sodio al suo esterno. Lo squilibrio nel numero degli ioniall’interno e all’esterno della cellula determina il potenziale membrana rio di riposo. Insecondo luogo, il neurone possiede la cosiddetta pompa sodio-potassio, un enzima,che trasporta attivamente gli ioni di potassio e sodio per mantenere lo squilibrio tra idue lati della membrana.La velocità di trasmissione dell’impulso nervoso è determinato dalla dimensione del

neurone. Neuroni con diametro maggiore conducono l’impulso nervoso piùvelocemente rispetto ai neuroni con un diametro inferiore, perché i neuroni più grandipresentano minore resistenza al flusso di corrente locale.LA SINAPSIUna volta avviato il potenziale di azione, l’impulso nervoso viene trasmesso per tuttala lunghezza dell’assone, fino a raggiungere le terminazioni nervose. I neuronicomunicano tra loro attraverso le sinapsi, sito di trasmissione dell’impulso da unneurone all’altro.Una sinapsi tra due neuroni comprende:- le terminazioni nervose del neurone che trasporta l’impulso- i recettori posti sul secondo neurone

- lo spazio esistente tra queste strutture.Un impulso nervoso può essere trasmesso attraverso una sinapsi in una soladirezione: dalle terminazioni nervose del neurone presinaptico ai recettori postsinapticidel neurone postsinaptico, situati generalmente sui dentriti.Quando l’impulso raggiunge le terminazioni presinaptiche, le vescicole presinapticherispondono liberando le loro sostanze chimiche nella fessura sinaptica. Questineurotrasmettitori, diffondono attraverso la fessura sinaptica verso i recettoripostsinaptici del neurone.I neurotrasmettitori più importanti per la regolazione dell’esercizio fisico sonol’acetilcolina e la noradrenalina.L’APPARATO MOTORIOIl SNC trasmette informazioni alle varie parti del corpo attraverso l’apparato motorio,del sistema nervoso periferico. Un intricata rete di neuroni parte dall’encefalo e dalmidollo spinale, diretta in ogni parte del corpo, per fornire istruzioni dettagliate aimuscoli.Il sistema nervoso autonomo, controlla le funzioni interne involontarie dell’organismo.Alcune di queste funzioni assumono una particolare importanza per lo sport e perl’attività fisica, in particolare, la frequenza cardiaca, la circolazione sanguigna e larespirazione.Il sistema nervoso autonomo si distingue in due importanti aree: il sistema nervososimpatico e il sistema nervoso parasimpatico.Il sistema nervoso simpatico prepara l’organismo ad affrontare le difficoltà. Quandosiamo eccitati per qualche motivo, il sistema nervoso simpatico produce una massicciascarica che attraversa tutto il corpo, predisponendolo all’azione.Gli effetti degli stimoli simpatici, importanti per l’atleta sono:- aumento della FC

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- dilatazione dei vasi delle coronarie, che incrementa il flusso sanguigno verso ilmuscolo cardiaco per soddisfare il maggior fabbisogno- vasodilatazione periferica, che consente un maggior flusso sanguigno verso imuscoli scheletrici in attività- aumento dell’attività mentale, che permette una migliore percezione degli

stimoli sensoriali e una maggiore concentrazione sulla prestazione- rilascio di glucosio nel sangue , da parte del fegato come fonte energeticaQueste modificazioni fondamentali nelle funzioni corporee consentono di rendere piùagevole la risposta motoria.

Il sistema nervoso parasimpatico è il sistema cui è affidato la gestione dell’organismo;svolge un ruolo importante nell’esecuzione di processi quali la digestione e lasecrezione ghiandolare e la conservazione dell’energia. 

LA COORDINAZIONE: "Partiamo dalle catene muscolari"

Per tutti noi preparatori ateltici, l’obiettivo è quello di realizzare il migliore sviluppodella coordinazione intramuscolare ed intermuscolare, al fine di comprendere qualistrumenti di muscolazione siano più convenienti da utilizzare per usufruire deivantaggi che derivano dall’attività con i sovraccarichi, è necessario soffermarci edanalizzare come si sviluppa la meccanica muscolare durante l’azione di corsa.La corsa si attua alternando, per ogni arto, un’azione di volo e una di appogio-spinta.La prima si concretizza attraverso una catena cinetica aperta (con il piede sollevatodal suolo), la seconda si concretizza con una catena cinetica chiusa (con il piede acontatto con il terreno).Nella catena cinetica aperta, i punti d’inserzione muscolare si avvicinano, sui vari

segmenti dell’arto in volo.Per questo ultimo pensiero vi illustrerò solo l’azione di determinati muscoli chegiustificano questa mia argomentazione.

AZIONE DEI MUSCOLI ISCHIOCRURALIEstendono: la coscia sul bacino e l’articolazione coxo-femorale ruota in senso orarioFlettono: la gamba sul femore e l’articolazione del ginocchio ruota in senso orario

AZIONE DEL MUSCOLO TRICIPITE SURALEFlette: la gamba sulla coscia; l’articolazione del ginocchio ruota in senso orarioFlette: il piede plantarmente; la caviglia ruota in senso orario.

AZIONE DEL MUSCOLO RETTO FEMORALEFlette: la coscia sul bacino; l’articolazione coxo-femorale ruota in senso antiorarioEstende: la gamba sulla coscia; l’articolazione del ginocchio ruota in senso antiorario.

Appena il piede dell’arto arretrato lascia il terreno, terminata la fase di spinta, imuscoli posteriori della coscia flettono il ginocchio mentre il quadricipite viene stiratoin maniera passiva. Allo stesso modo, qualche attimo prima dell’appoggio a terra del

piede avanzato, il retto femorale flette il femore sul bacino ed estende il ginocchio,determinando uno stiramento passivo dei muscoli posteriori della coscia.

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Questo fenomeno, come precedentemente trattato e specificato negli anni passati,nelle varie metodologie di allenamento, in cui alla tensione di un muscolo si associa ilrilassamento dell’antagonista, è indicato come: avvicendamento concorrente.Al termine quindi dell’azione di volo, la coordinazione intermuscolare fra quadricipite ebicipite femorale gioca un ruolo determinante nella causa di eventuali infortuni ai

muscoli posteriori della coscia. Se al momento del contatto al suolo dell’arto anterioreil bacino è arretrato rispetto alla verticale del punto di appoggio, il muscolo rettofemorale tarda a cedere per permettere il piegamento del ginocchio e ammortizzarel’impatto con il terreno. Di conseguenza il bacino rimane in antiversione e lostiramento eccessivo , con la contemporanea tensione in regime eccentrico del bicipitefemorale, può determinare il rischio di una lesione.Appare ovvio, che un,azione efficace dei muscoli biarticolari in fase di volo (catenacinetica aperta) comporta una coordinazione intermuscolare perfetta.A tale scopo conosciamo o prontamente introduciamo nei parametri di allenamento,esercitazioni più profique per velocizzare movimenti dell’arto in volo, quali adesempio:

- skip bassi- varie andatura quali calciata dietro o corsa balzata con susseguente flessioni oestensioni dell’arto anteriore.

- vari tipi di balzi.Personalmente introduco quasi spesso nei miei lavori durante il microciclo diallenamento, a scopo preventivo ma anche di messa in moto. Nel calcio spesso questesollecitazioni devono essere ricorrenti, guidono e mettono in atto quello che è l’azionesintetica che “riunisce” in senso coordinativo l’azione a ginocchia alte con la corsacalciata dietro ad esempio.Nella catena cinetica chiusa, l’attività neuromotoria cambia completamente cambiacompletamente, come sostenevano i precedenti studi e test scientifici effettuati nel

passato. Dal punto di vista coordinativo i muscoli retto-femorale, bicipite femorale esemimembranoso, si comportano in modo anomalo.Nella fase di appoggio infatti i muscoli posteriori della coscia non agiscono daantagonisti al quadricipite, come nella fase di volo in cui uno si contrae e l’altro sidecontrae, ma da sinergici, concorrendo, contraendosi attivamente, all’estensione delginocchio. Nella fase di spinta il fenomeno di cui parliamo si accentua.La contrazione contemporanea del quadricipite, dei muscoli ischiocrurali e del tricipitesurale, determina l’antiversione de baciono (che ruota in senso orario), l’estensionedel ginocchio (che ruota in senso antiorario) e la flessione plantare del piede, la cuicaviglia ruota in senso orario. Tale fenomeno venne indicatocome: avvicendamentocontrocorrente.

COORDINAZIONE: "I CAMBI DI DIREZIONE NE MIGLIORANO LACOMPRENSIONE"

A volte basta guardare una partita, un'azione o anche un gol. Utilizzare un foto-frame,un'acuta attenzione a come tutto avviene, e a volte sentiamo noi stessi su unadescrizione di un gol, come avviene la scena:- accorcia il passo- ottimo cambio di direzione- torsione del tronco e cambio passo

- a tu per tu col portiere piccoli passi e gol !

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"INSOMMA TUTTI ELEMENTI CHE SE ANALIZZATI PER BENE VANNO ARITROVARSI TUTTO ALLO STESSO PUNTO, GLI APPOGGI, IL GIUSTOEQUILIBRIO, IN GERGO, METTERSI BENE COL CORPO, E NON SOLO QUANDOSI DEVE CALCIARE IN PORTA, MA ANCHE IN UN'AZIONE DIFENSIVA, IN UNCONTRASTO. 

NELLA MATCH ANALISYS CHE EFFETTUO OGNI SETTIMANA, GRAZIEALL'AIUTO DELLA TELECAMERA E DEI SOFTWARE, SONO ANDATO ADANALIZZARE I CAMBI DI DIREZIONI EFFETTUATI IN UNA PARTITA DAI MIEIALLIEVI. IN MEDIA ? 1100 C.D.D. IN UNA PARTITA, DI 84 MINUTI DI MEDIAIN PARTITA"Ma quanto è importante la coordinazione in questo frangente?E' possibile allenarlo solo a secco o con palla?Se avete ancor più domande da fare, ancora meglio, ma io cerco sempre di prevenire,soprattutto in questo caso, sopratutto per lo svariato "mondo" di terreni di gioco chenel settore giovanile vai ad incontrare.Il cambio di direzione è un aspetto che reputo strettamente importante, poichè

l'utilizzazione ottimale dello spazio e del tempo può fare acquisire un vantaggiodecisivo sia al difensore, in un momento abbastanza critico della partita e siall'attaccante, per sfruttare a proprio favore un'indecisione del reparto difensivoavversario.Le esercitazioni sono svariate e comprendono sia un lavoro a secco che con palla, e iltutto è considerato un'attività funzionale, poichè, nel medesimo istante, sono coinvoltesia la tensione muscolare più utile a sviluppare un alto rendimento nel gesto tecnicospecifico, sia la resistenza necessaria a richiamarlo ogni qualvolta che le esigenzeambientali lo richiedono. Ovviamente un preparatore fisico, o un allenatore, con un pòdi occhio, nota e si accorge subito di quelli che sono i principali errori che avvengonoin dei cambi di direzioni, segnalarli e impartire le giuste esercitazioni per poter

colmare questo debito funzionale.- errore dettato una cattiva frenata da piccoli passi- errore dettato da uno stop brutale e scoordinato a piedi paralleli.Gli appoggi dunque, rientrano in una fase di importanza primaria, garantire al nostrosistema nervoso e muscolare, un'armonia raffinata di collaborazione, che solo continuie sostenute esercitazioni mirate a questo scopo, possono dare. Tutto quello che portaa scarsa capacità di appoggi e coordinazione, porta disequilibrio, e l'equilibrio precarionel calcio, significa perdita di tempo. Ecco perchè secondo il sottoscritto, è importantefar rientrare nei nostri microcicli e mesocicli, lavori intensi di Core Stability e CoreTraining, valutare sempre e metabolizzare possibili risultati positivi.Nei lavori con palla, è possibile istruire i nostri allievi allenando più componenti:

qualità aerobiche , con partitine a pressione, campi stretti e specificità tecniche (ex.passaggio avanti passaggio dietro, o gol a meta con scambio obbligatorio), unatelecamera, un software per guardare la cinetica del movimento biomeccanico, e ilgioco è fatto! Prima di questo però attuatevi una raccolta dati, nulla è indispensabilese non si ha un valore su cui basarsi!

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Articolo n° 3 – Gli appunti del mister

La presa di posizione

di Angelo IervolinoLa presa di posizione ,o riposizionamento, è l’azione del singolo o di un collettivo, di riprendere la

posizione migliore per proteggere la propria porta in un arco di tempo più veloce possibile.

L’azione del singolo giocatore è quella di interporre più velocemente possibile, in caso di perdita

del pallone, il proprio corpo tra la palla e la propria porta, al fine di disturbare o interrompere

l’azione dell’avversario.

L’azione collettiva della presa di posizione prevede il riposizionamento di più giocatori , in modo da

diminuire gli spazi e creare un’efficiente azione difensiva.

La presa di posizione è un’azione che si svolge sia in transizione da fase offensiva a difensiva, sia intransizione da fase difensiva ad offensiva.

Per attuare al meglio entrambe le transizioni bisognerebbe:

•  Coprire razionalmente tutti gli spazi;

•  Ridurre al minimo lo sforzo fisico, con un’appropriata tattica di gioco;

•  Riuscire ad eseguire al meglio la circolazione di palla;

•  Occupare gli spazi tra i reparti avversari.

Un’azione singola di presa di posizione prevede una distanza di marcatura non troppo vicina in

modo da rallentare l’azione dell’avversario, permettere ad un compagno di venire in aiuto ed

evitare di farsi dribblare troppo facilmente, mantenendo sempre la copertura per la parte centrale

del campo e indirizzare l’avversario verso l’esterno.

Un’azione collettiva di riposizionamento prevede tre step di azione in un movimento coordinato e

rapido di presa di posizione da parte di ogni singolo giocatore.

Il primo step è cercare di ritardare l’attacco dell’avversario in modo di permettere a tutta la

squadra di riprendere le proprie posizioni. Il secondo step prevede l’intercettamento della palla o il

disturdo nella manovra avversaria. Il terzo step prevede la vera e propria azione di riconquista

della palla.

Per una buona presa di posizione è importante che il giocatore riesca ad adattarsi velocemente ad

ogni singola azione e cambio di posizione della palla.

Organizzazioni difensive.

Marcatura ad uomo.

Per marcatura ad uomo si intende:

1.  Avere un uomo da marcare e posizionarsi tra lui e la porta;

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2.  Seguire l’avversario in tutti i suoi spostamenti;

3.  Rispettare delle determinate distanze dall’avversario.

La marcatura ad uomo può essere:

•  Di controllo: nella situazione in cui il pallone è distante e il marcatore controlla l’avversario;

•  Di copertura: un difensore è in copertura ad un compagno pronto ad intervenire in caso di

bisogno;

•  Integrale: il marcatore segue le azione dell’avversario e lo contrasta in ogni azione;

•  Di sdoppiamento: un difensore è posto dietro al compagno in marcatura e se superato

interviene, a sua volta il difensore superato va in copertura al compagno.

Alcuni principi di marcatura da parte del difensore.

1.  Non bisogna essere lontani più di un braccio dall’avversario, in modo da sentire il contatto

con esso e non perderlo mai di vista. Stare lontani un braccio non solo ci permette di

sentirlo vicino ma anche di non dargli la possibilità di appoggiarsi a noi e fare perno per

superarci;

2.  In generale, ma questo dipende dalle disposizioni dell’allenatore, cercare di portare

l’avversario sull’esterno;

3.  Non stare mai con i piedi piatti, ma con il piede interno più avanti;

4.  Avere le braccia leggermente aperte per avere più equilibrio ma anche per impedire

all’avversario di andare via;

5.  Scegliere bene il tempo d’anticipo e soprattutto il lato giusto.

Marcatura a zona

Un’ organizzazione del gioco a zona prevede la copertura di una determinata zona del campo da

parte di ciascun giocatore a prescindere dal modulo adottato.

In fase di non possesso ogni giocatore dovrà andare a contrastare esclusivamente nella sua zona di

competenza e cercare di coprire quelle adiacenti.

Giocando a zona si ha il vantaggio di giocare nella zona del campo più congeniale ad ogni

giocatore, a uomo questo non può succedere visto che bisogna seguire l’avversario da marcare in

tutte le zone del campo.

Per quanto riguarda il dispendio fisico, si può tranquillamente dire che i carichi sono distribuiti

equamente e vi è una partecipazione più attiva da parte di ogni giocatore alla fase di gioco.

Al fine di ottenere i migliori risultati ogni giocatore dovrà sapere quali aspetti, fase di gioco hanno

la priorità su altre. In una marcatura a zona la prima a cosa a cui bisogna far riferimento è la

posizione della palla; la seconda cosa è il rapportarsi con i compagni sia del proprio reparto che

degli altri reparti e infine guardare agli avversari.

La squadra esplicherà al meglio i concetti della zona solo se riuscirà a muoversi con i tempi giusti in

base alla posizione della palla, dei compagni e degli avversari sempre mantenendo le giustedistanze tra i reparti e i ruoli.

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La squadra dovrà riuscire a marcare il più vicino possibile gli avversari più vicini alla propria

posizione, a controllare le loro traiettorie e quelle di passaggio di quelli più lontani e riuscire a

creare superiorità numerica sulla palla.

Per fare questo bisogna che la squadra sia preparata ad agire, a cambiare risposta ad ogni

situazione di gioco, e per fare questo bisogna allenare le varie situazioni in allenamento.

Quest’organizzazione tattica ovviamente prevede degli accorgimenti da fare su alcune situazioni a

squadra schierata in fase di non possesso.

Quindi ,in una difesa a zona è importante che si verifichino alcune condizioni:

•  squadra corta;

•  effettuazione dell’elastico;

•  equilibrio tra reparti;

•  applicazione del fuorigioco;

•  effettuazione di giuste diagonali;

•  che si raddoppino le marcature quando opportuno;

•  giusta scelta di tempo e movimenti dei reparti;

•  massima attenzione nei cambi di gioco;

•  massima concentrazione.

 Alcune posizionamenti della difesa nelle diverse situazioni .

La presa di posizione non è da intendersi solamente come riposizionamento in caso dovessimo

trovarci scoperti o mal posizionati su perdita di palla. Per presa di posizione bisogna anche

intendere scegliere la giusta posizione nelle determinate situazioni.

Come difesa a zona, ogni allenatore sceglierà se posizionare la propria linea difensiva su due o tre

linee, rispettando comunque i principi della marcatura a zona, validi anche solo semplicemente

per appunto trovare la giusta posizione nelle diverse situazioni di gioco.

Fig. 1

Nella fig.1 è rappresentata la disposizione della difesa su attacco centrale, disposizione

denominata a piramide. Questa disposizione prevede l’attacco al portatore di un difensore con la

conseguente variazione di posizione (presa di posizione) degli altri difensori che compongono la

linea.

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Fig.2

Nella fig.2 è rappresentato lo sgancio del difensore centrale in attacco all’avversario in fascia ,

quando il difensore esterno viene superato. Questo a sua volta prendere posizione nella parte

centrale della difesa, ruolo occupato dal giocatore ora in attacco.

Fig.3

Nella fig.3 è raffigurato il movimento del difensore centrale in marcatura alla punta, che

accompagna il suo movimento verso l’esterno per ricevere il passaggio del compagno.

Anche nelle situazioni di palla coperta e scoperta bisogna prendere posizione sul avversario in

possesso.

Innanzitutto ,con Palla coperta si intende che il giocatore avversario non ha libertà di movimento in avanti e

quindi libertà di passaggio in avanzamento.

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Con palla scoperta si intende che il giocatore avversario ha libertà di movimento e passaggio in avanti.

Con palla scoperta la difesa indietreggia a protezione della porta stringendosi, con palla coperta la linea sale

in ampiezza Fig. 4.

Fig.4

Quando il possessore di palla è spalla alla porta ci troviamo in una situazione di palla coperta , la

difesa salirà fino allo stop dell’avversario fronte alla porta, prendendo posizione in ampiezza.

Al contrario quando il possessore di palla è fronte alla porta con con tempo di passaggio, la difesaindietreggerà stringendo a difesa della porta , Fig. 5 - 6

Fig. 5

Fig.6

Ricordiamoci di osservare anche la posizione del corpo: i due centrali nelle due fasi si guarderanno

a vicenda , e i rispetti difensori esterno guarderanno loro per il loro movimento, Fig.7

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Fig. 7

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Articolo n° 4 – Gli appunti del mister 

Arti inferiori: coscia e ginocchiodi Jonathan Proietto

Pillole di Anatomia : "I MUSCOLI POSTERIORI DELLA COSCIA"

•  muscolo bicipite femorale,•  il semitendinoso,•  il semimembranoso.

Muscolo bicipite femorale. Occupa le regioni posteriore e laterale della coscia eorigina con due capi.Il capo lungo nasce dalla parte superiore della tuberositàischiatica;il capo breve dal terzo medio del labbro laterale della linea aspra del femoree dal setto intermuscolare laterale. I due capi convergono in un tendine comune cheva ad inserirsi sulla testa della fibula e sul condilo laterale della tibia. Posteriormente èin rapporto in alto con il grande gluteo e quindi con la fascia femorale; anteriormentecorrisponde ai muscoli grande adduttore, semimembranoso e vasto laterale. In basso

costituisce il limite superoesterno della fossa poplitea. Agisce flettendo la gamba edestendendo la coscia. Ha inoltre un’azione di extrarotazione della gamba.Muscolo semitendinoso. è un muscolo situato superficialmente nella parteposteromediale della coscia; è carnoso nella porzione superiore, tendineo in quellainferiore. Origina in alto dalla tuberosità ischiatica e discende verticalmente fino allaparte media della coscia, dove continua in un lungo tendine che concorre allacostituzione della zampa d’oca, inserendosi nella parte superiore della faccia medialedella tibia. Posteriormente è in rapporto, in alto, con il muscolo grande gluteo e quindicon la fascia femorale; anteriormente corrisponde ai muscoli grande adduttore esemimembranoso. Insieme al tendine del muscolo semimembranoso costituisce il

limite superointerno della fossa poplitea. Agisce flettendo e ruotando all’interno lagamba ed estendendo la coscia.

Muscolo semimembranoso. Situato profondamente al semitendinoso, è cosí dettoperchè costituito, nel suo terzo superiore, da una larga lamina tendinea. Origina inalto dalla tuberosità ischiatica, scende verticalmente fino all’altezza dell’interlineaarticolare del ginocchio, dove il suo tendine si divide in tre fasci, di cui uno

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discendente va a terminare sulla parte posteriore del condilo mediale della tibia, unoricorrente risale verso il condilo laterale del femore formando legamento popliteoobliquo dell’articolazione del ginocchio, e uno anteriore, o tendine riflesso, terminasulla parte anteriore del condilo mediale della tibia. Superficialmente, il muscolosemimembranoso corrisponde ai muscoli grande gluteo, semitendinoso e al capo lungodel bicipite; anteriormente è in rapporto con i muscoli quadrato del femore e grandeadduttore. Ha le stesse azioni del muscolo semitendinoso.La fascia della coscia, o fascia femorale o fascia lata. Riveste a guisa dimanicotto i muscoli superficiali della coscia. In alto la fascia si fissa in avanti al

legamento inguinale, al corpo del pube e alla branca ischiopubica, in dietro elateralmente continua senza interruzione con la fascia glutea, in basso si fissa sullafibula, sui due condili della tibia, sulla faccia anteriore della patella e continua poi nellafascia della gamba. è particolare la situazione dei muscoli sartorio e tensore dellafascia lata, i quali sono compresi in uno sdoppiamento della fascia lata.

Pillole di Anatomia: " I MUSCOLI DELLA COSCIA"

Muscolo tensore della fascia lata. È un fusiforme che si trova superficialmente,nella regione superolaterale della coscia. Origina dall’estremità anteriore del labbroesterno della cresta iliaca, dalla spina iliaca anteriore superiore e dalla sottostanteincisura, dalla faccia superficiale del muscolo medio gluteo e dalla fascia che loricopre. I suoi fasci si dirigono in basso, proseguono in un lungo tendine che percorretutta la coscia, per inserirsi poi al condilo laterale della tibia. Nel suo tragitto, iltendine d’inserzione si fonde con la fascia femorale o fascia lata, formando labenderella o tratto ileotibiale.Il ventre muscolare è posto lateralmente al sartorio e davanti al muscolo medio

gluteo; in superficie esso è in rapporto con lo strato sottocutaneo, profondamente coni muscoli medio gluteo e vasto laterale. Con la sua azione tende la fascia lata e abducela coscia; essendo un muscolo biarticolare ha anche un’azione di estensione dellagamba sulla coscia.Muscolo sartorio. Occupa una posizione superficiale e si presenta come un muscoloallungato e nastriforme, che attraversa obliquamente la faccia anteriore della coscia,dall’alto in basso e dall’esterno all’interno. Origina dalla spina iliaca anteriore superioree dalla parte piú alta dell’incisura sottostante e, attraversata la faccia anteriore dellacoscia, giunge in basso, sul lato mediale del ginocchio, dove termina inserendosiall’estremità superiore della faccia mediale della tibia. L’inserzione avviene tramite untendine slargato che prende il nome di zampa d’oca. La sua faccia anteriore è

superficiale; con quella profonda esso incrocia il retto del femore e l’ileopsoas.Incrociando il muscolo adduttore lungo, chiude in basso il triangolo femorale (diScarpa). Prima di raggiungere la regione del ginocchio il sartorio ricopre il canale degliadduttori.

Muscolo quadricipite femorale. è il piú voluminoso muscolo della regione anterioredella coscia e risulta formato da quattro capi:

•  il retto del femore,•  il vasto mediale,•  il vasto laterale,•  il vasto intermedio,

che si raccolgono in un unico tendine terminale.Il retto del femore origina dalla spina iliaca anteriore inferiore con un tendine direttoe dalla porzione piú alta del contorno dell’acetabolo nonché dalla capsuladell’articolazione coxofemorale con un tendine riflesso.Il vasto mediale origina dal labbro mediale della linea aspra e dalla linea rugosa cheunisce questa al collo del femore.

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Il vasto laterale origina dalla faccia laterale e dal margine anteriore del grandetrocantere, dalla metá superiore del labbro laterale della linea aspra del femore e dalsuo ramo che va al grande trocantere.Il vasto intermedio, posto profondamente tra il vasto laterale e quello mediale, originadal labbro laterale della linea aspra e dai 3/4 superiori delle facce anteriore e lateraledel femore.Muscolo gracile. Appiattito e nastriforme, occupa il lato mediale della coscia. Originadalla faccia anteriore della branca ischiopubica, nei pressi della sinfisi, donde si portaverticalmente per inserirsi nella parte superiore della faccia mediale della tibia. Il suotendine concorre a formare la zampa d’oca. Superficialmente il muscolo gracile è

ricoperto dalla fascia femorale mentre, profondamente, corrisponde ai muscoliadduttori grande e lungo, al condilo mediale del femore e al condilo mediale dellatibia. Il muscolo gracile, con la sua azione adduce la coscia, flette e ruotamedialmente la gamba.Muscolo pettineo. è situato nella parte superomediale della coscia. Origina daltubercolo pubico, dalla faccia anteriore del ramo superiore del pube, dalla crestapettinea, dal legamento pubofemorale e dalla fascia che lo ricopre. I suoi fasci sidirigono lateralmente e in basso per inserirsi sulla linea pettinea del femore.Superficialmente il pettineo, rivestito dalla fascia pettinea, corrisponde al triangolofemorale; profondamente è in rapporto con la capsula dell’articolazione coxofemorale

e con i muscoli adduttore breve e otturatorio esterno. Il pettineo adduce, flette eruota all’esterno la coscia.Muscolo adduttore lungo. è un muscolo piatto di forma triangolare. Origina dallafaccia anteriore del ramo superiore del pube; i suoi fasci si portano in basso, in dietroe lateralmente e vanno ad inserirsi al terzo medio del ramo mediale della linea aspradel femore. La sua faccia superficiale è rivestita dalla fascia femorale e ,in basso, è inrapporto con il sartorio e il vasto mediale. Profondamente corrisponde agli adduttoribreve e grande. Adduce e ruota all’esterno la coscia.Muscolo adduttore breve. Di forma triangolare, è posto profondamenteall’adduttore lungo e superficialmente al grande adduttore. Origina dalla porzione

mediale della faccia anteriore del ramo superiore del pube e dalla porzione superioredella faccia anteriore della branca ischiopubica. Si porta in basso, in dietro elateralmente per inserirsi al terzo superiore del labbro mediale della linea aspra delfemore. Adduce e ruota all’esterno la coscia.Muscolo grande adduttore. Situato piú profondamente rispetto agli adduttori lungoe breve, è un muscolo piatto e triangolare, il cui apice volge verso l’ischio e la cui baseoccupa tutta l’altezza della linea aspra del femore. Origina dalla faccia anteriore dellabranca ischiopubica e dalla tuberosità ischiatica. Si dirige in dietro, in basso elateralmente e, giunto al margine posteriore del femore, termina inserendosi sullabbro mediale della linea aspra, fino all’altezza del tubercolo del grande adduttore,che si trova al di sopra dell’epicondilo mediale. La porzione superiore del muscologrande adduttore, viene anche descritta come muscolo adduttore minimo. Lasuperficie anteriore del muscolo è in rapporto con gli adduttori lungo e breve e con ilsartorio; inferiormente delimita, insieme al vasto mediale, il canale degli adduttori. Lafaccia posteriore corrisponde ai muscoli bicipite, semitendinoso e semimembranoso.Contraendosi, adduce e ruota all’interno la coscia.

Pillole di anatomia: " IL GINOCCHIO: BIOMECCANICA, LEGAMENTI EMUSCOLI IN FUNZIONE"

L’articolazione del ginocchio, sia da un punto di vista puramente biomeccanico chefunzionale è, in sé, piuttosto complessa. La sua posizione intermedia nel contesto

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anatomico dell’arto inferiore, richiede infatti sia una stabilità ottimale, in modo tale dapoter agevolmente trasmettere le cospicue sollecitazioni funzionali provenienti amonte dell’articolazione dell’anca, ma anche una soddisfacente mobilità consona allanostra deambulazione bi podalica.

Tuttavia nel ginocchio, a differenza di quanto invece sia riscontrabile in altrearticolazioni, come ad esempio quella del gomito, la stabilità dei segmenti ossei non ègarantita da una notevole congruenza dei capi articolari.

L’articolazione femore-tibiale è costituita dai due condili femorali, laterale e mediale,

che presentano una forma convessa, e dalle due facce tibiali.

Il legamento crociato anteriore (LCA) ha origine dalla zona pre-spinale del trattotibiale e raggiunge, con un tragitto obliquo diretto verso l’alto, la zona più alta eposteriore della faccia mediale del condilo laterale del femore.

Da un punto di vista anatomico è costituito da due fasci: il fascio antero-mediale, cherisulta maggiormente lungo e voluminoso ed è a stretto contatto con il legamentocrociato posteriore (LCP), ed il fascio postero-laterale, di dimensioni minori, che risultaquasi completamente coperto dal fascio antero-mediale.

Per ben capire la funzione del LCA occorre descrivere brevemente il meccanismo dibase intercorrente tra la tibia ed il femore. Il movimento tra tibia e femore è unacombinazione di rotolamento e scivolamento, e risulta un meccanismo piuttostocomplesso, che viene appunto realizzato grazie alla presenza del LCA e del LCP.Durante la flessione del ginocchio è l’ LCA che determina il passaggio del meccanismodi rotolamento a quello di scivolamento, mentre nella fase di estensione è LCP chedetermina la cinematica inversa.

In realtà il movimento è di tipo tridimensionale e contestualmente al movimento diflesso-estensione si verificano dei movimenti di rotazione.

Durante la flessione si verifica una intrarotazione della tibia, mentre durantel’estensione la tibia viene extra ruotata.

Se invece consideriamo il femore fisso e la tibia mobile (ossia una catena cineticaaperta), durante la flessione, che viene determinata dalla contrazione degli ischio-crurali, avremmo un impegno del LCP, mentre durante l’estensione, provocata dallacontrazione del quadricipite, il lavoro sarà a carico del LCA.

Considerazione finale, visto sul piano sagittale, il LCA ed il LCP stabilizzanol’articolazione del ginocchio in senso antero-posteriore: in particolare il LCA si opponealle eccessive traslazioni anteriore della tibia ed alle trazioni posteriori del femore sullatibia, mentre il LCP contiene le eccessive traslazioni posteriori della tibia rispetto alfemore.

Il muscolo estensore del ginocchio è il quadricipite femorale che prende origine conquattro capi (il muscolo retto del femore, il muscolo vasto mediale, il muscolo vasto

intermedio ed il muscolo vasto lateraleQuesti si fondono distalmente in un tendine comune inserito sulla patella. Mediante illegamento della patella e i retina coli patellari, il muscolo si inserisce inoltre sullatuberosità della tibia. E’ innervato dal nervo femorale e la sua contrazione provocal’estensione della gamba sulla coscia e la flessione della coscia sul bacio.

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Dei quattro capi solamente il retto femorale è un muscolo bi articolare.

I muscoli flessori della coscia invece sono gli ischio crurali (bicipite femorale,semitendinoso e semimebranoso), il muscolo sartorio ed il muscolo gracile (cheinsieme al semitendinoso formano la cosiddetta zampa d’oca il popliteo e i gemelli,anche se questi ultimi dovrebbero essere a rigore considerati come degli estensoridella caviglia, più che dei veri e propri flessori dell’articolazione del ginocchio.Analizzando:

- BICIPITE FEMORALE: Prende inserzione sulla testa della fibula, sul

condilo laterale della tibia e sul legamento fibulare collaterale. E’ un flessore

della gamba rispetto alla coscia ed estensore di quest’ultima rispetto al

bacino. 

- IL SEMITENDINOSO: Prende origine dalla tuberosità dell’ischio. E’

responsabile della flessione della gamba in corrispondenza del ginocchio e

dell’estensione della coscia in corrispondenza dell’anca 

- IL SEMIMEBRANOSO: Nasce dalla tuberosità ischiatica e termina con un

tendine piuttosto complesso che si divide in tre componenti, cosa importante,

agisce sia sulla gamba che sulla coscia, flettendo e ruotando medialmente la

prima, estendendo e ruotando, sempre medialmente, la seconda. 

- IL SARTORIO: E’ innervato dal nervo femorale e con la sua contrazione

provoca flessione, abduzione e rotazione laterale della coscia, inoltre è attivo

sulla gamba, provocandone la flessione e la rotazione mediale. 

- IL GRACILE: E’ innervato dal nervo otturatorio, è un adduttore della

coscia ed inoltre flette l’articolazione dell’anca e quella del ginocchio. 

- IL POPLITEO: Ruota internamente la gamba a ginocchio flesso 

- I GEMELLI: E’ responsabile dei movimenti di flessione plantare del piede

e di flessione della gamba

Nell’ambito della traumatologia sportiva, le lesioni del ginocchio, rappresentanoinsieme circa il 15% della totalità dei traumi sportivi.

Nell’ambito delle lesioni acute, il fatto di poter stabilire una diagnosi precisa,un’adeguata diagnosi differenziale, costituisce una fattore d’importanza fondamentale.

Ad una precisa diagnosi debbono poi seguire il trattamento iniziale, le eventualiindicazioni per una consulenza di tipo specialistico, il trattamento definitivo, ed infinequello riabilitativo. Le lesioni acute del ginocchio, possono interessare i capi osseiarticolari, i menischi, i legamenti, la rotula e le strutture tendinee.

AL MOMENTO DELLA LESIONE..

 “ Al momento della lesione dell’LCA sono comparse (nella norma) sensazioni 

specifiche: una sensazione di schiocco o di rottura all’interno dell’articolazione del ginocchio, associato ad un cedimento e ad una difficoltà di deambulazione.” 

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LA DIAGNOSI

La diagnosi del danno legamentoso avviene essenzialmente attraverso due tipid’indagine:

- Valutazione clinica

- Indagine strumentale

Nella prima, l’operatore clinica l’operatore cerca di stabilire l’entità della lassitàlegamentosa sia in senso anteriore-posteriore, attraverso il Lachman test ed il test delcassetto anteriore, sia in senso rotatorio, grazie al jerk test ed la pivot shift test. Laconferma della lesione del LCA avviene solitamente grazie all’analisi strumentale chesi basa soprattutto sulla RM.

I trattamenti della lesione possono essere di due tipi: conservativo e chirurgico.