Numero 3 Gli Appunti Del Mister
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GLI APPUNTI DELMISTER - Numero 3
INDICE
Articolo n°1 di Angelo IervolinoLa difesa mista uomo-zona su calcio d’angolo
Articolo n°2
di Alessandro Gelmi
Quanti e quali tipi di prevenzione durante l’allenamento
Articolo n°3
di Angelo IervolinoAspetti da considerare nella strutturazione di un
microciclo
Articolo n°4
di Jonathan ProiettoMigliora la performance,previene gli infortuni:CORE
TRAINING
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Articolo n° 1 – Gli appunti del mister
La difesa mista uomo-zona su calcio d’angolo
di Angelo Iervolino
INTRODUZIONE
Se ci fermiamo a guardare con attenzione una partitadi calcio noteremo che molte reti sono siglate su pallainattiva o su azione seguente ad essa.Statistiche dicono che la percentuale di reti realizzatisu palla inattiva si aggira intorno al 30%.Il calcio di oggi è molto rapido, veloce, fisico, e proprioper questi motivi , e non solo, le situazioni che sivengono a creare all’interno di una partita sono molte.Se riuscissimo a sfruttare al meglio tali situazioni ,avremo buone possibilità di portare a casa la vittoria.Molte volte non ci si rende conto che quasi tutte leazioni sviluppate da palla inattiva, nascono da schemi
provati in allenamento: ogni squadra prova moltevolte le diverse situazioni appunto da volgere a propriofavore quel 30% di reti realizzate su palla inattiva.Ogni situazione da palla da fermo, prevedeun’organizzazione elevata da parte di tutta la squadra.Ogni giocatore in ogni situazione ha un propriocompito e ruolo da svolgere.
Nelle situazioni di palla inattiva non esistono piùcentrocampisti, in particolare riferimento ai calcid’angolo: se ci troviamo su calcio d’angolo a favoresaremo tutti attaccanti contro la difesa avversaria; seci troviamo su calcio d’angolo a sfavore saremo tuttidifensori contro l’attacco avversario.
Infatti, si è soliti pensare alle situazioni di pallainattiva solo dal punto di vista offensivo, senzapensare che la palla inattiva prevede anche una fasedifensiva. Organizzati bene in fase difensiva su palla
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inattiva, potremo abbassare la percentuale di retisegnate su palla da fermo.
PRINCIPI E ORGANIZZAZIONE SU CALCIO
D’ANGOLO
Ogni allenatore imposta la difesa su palla inattivacome meglio preferisce, senza però prescindere daalcuni principi comuni a tutti:
• Per eseguire al meglio la fase difensiva ognigiocatore deve sapere precisamente il proprio
ruolo e il proprio compito in una data situazione• Prima di mettere in pratica ciò che vogliamo è
opportuno spiegare teoricamente ad ognigiocatore come comportarsi in ogni situazionederivante da calcio d’angolo
• Chiedere al giocatore suoi eventualisuggerimenti su cui forse ha delle perplessità
• Tenere sempre alta l’attenzione• Spiegare tutto nei minimi particolari per rendere
ogni giocatore sicuro di se e invulnerabile allapressione
Su calcio d’angolo a sfavore ogni allenatore imposta lafase difensiva secondo i propri pensieri. C’è chi utilizza
una marcatura esclusivamente ad uomo, chi unamarcatura solamente a zona e chi attua una difesamista zona-uomo.Come per la scelta del tipo di difesa , anche perl’organizzazione della difesa mista ogni allenatoreimposta la difesa come meglio crede.Il principio generale però è sempre lo stesso: tutta lasquadra a difesa della porta.
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Molti allenatori , nella difesa mista zona-uomo,impostano otto marcatori a zona e due ad uomo sugliuomini più pericolosi, io sono solito mettere sei auomo e quattro a zona, dividendo l’area di rigore in seizone prestabilite dove si collocano gli uomini a zona.Fig.1.
Fig.1
Nella fig.2 si vede la disposizione dei della difesa acopertura della porta. I giocatori gialli sono quelli concompiti a zone, quelli blu sono giocatori che attuanouna marcatura a uomo.
Fig.2
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In zona A è posizionato il numero 2 il quale agirà sullebattute sul primo palo, quindi dovrà essere abile adanticipare l’attaccante che attacca il primo palo erinviare di prima intenzione .In zona B è posizionato il numero 5. Questa è la zonapiù pericolosa dove la maggior parte dei calci d’angolo
vengono battuti. Il numero 5 dovrà avere riflessipronti e una buona intesa con il portiere che uscirà inpresa alta in questa zona.In zona C agisce il numero 3 pronto su un eventualebattuta rasoterra per uno schema e ad uscire inpressione in caso di riconquista avversaria a limitelaterale dell’area.
La zona D è presidiata dal numero 6 che dovrà avereottime doti fisiche e un buon colpo di testa perneutralizzare i corner battuti in questa zona, dove ,inoltre, sono spesso area di inserimenti da fuori areadegli avversari.La zona E è occupata dal giocatore numero 8 il qualeandrà in pressione sulle ribattute a limite dell’area e su
schemi che prevedono l’utilizzo di giocatori posti alimite dell’area.In zona F risiede il giocatore numero 10. Questo è ilgiocatore più lontano da l punto di battuta quindi conuna lettura della traiettoria più favorevole. Con lunghetraiettorie il suo compito e quello di neutralizzarle oprolungarle. Se superano anche lui va in pressione sul
limite laterale dell’area di rigore ( fig. 3 -4- 5- 6- 7- 8)
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Fig.3
Fig.4
Fig.5
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Fig. 6
Fig.7
Fig.8
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I giocatori 4-7-9-11 sono i giocatori con compito dimarcatura a uomo. Questi ovviamente seguono gliuomini più pericolosi, anche entrando nelle zone dicompetenza di altri compagni. Devono cercare diessere più efficaci possibili anche se non colpiscono ilpallone , l’importante è che evitino ai propri uomini di
colpire a rete. Solitamente questi uomini sono igiocatori che costituiscono la difesa, avendo maggioridoti di marcatura rispetto ad un attaccante
COMPORTAMENTI SULLE DIVERSE TRAIETTORIE
DI BATTUTA
Analizziamo i movimenti collettivi dei giocatori inmarcatura a zona nelle aree adiacenti alla posizione diarrivo della palla sulle diverse traiettorie di battuta .Se il calcio d’angolo è battuto forte e tagliato sul primopalo con traiettoria a rientrare, i giocatori 2-3-5accorciano verso il primo palo contemporaneamenteper occupare più spazio possibile all’attaccante, fig. 9
Fig.9
Se la traiettoria è sempre indirizzata sul primo palo maquesta volta ad uscire, interverranno i giocatori 3-5-6che prolungheranno la traiettoria fuori area , in questo
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caso il giocatore 8 dovrà essere pronto all’attacco allapalla, fig.10.
Fig.10
Se il calcio d’angolo è lento con una traiettoria aparabola, di facile preda del portiere i giocatori 2-3-5-6 formeranno un quadrato a protezione dell’uscita delportiere, fig.11.
Fig.11
Nel caso in cui il calcio d’angolo è frutto di uno schemache prevede il passaggio fuori area in posizionelaterale un giocatore, tutta la difesa saliràrepentinamente per stringere gli spazi e lasciare in
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fuori gioco gli attaccanti, e il giocatore 3 andrà inpressione al giocatore con l’aiuto di 8, fig.12.
Fig.12
Nel caso in cui il calcio d’angolo prevede semprel’utilizzo di un giocatore posto fuori area, ma stavoltain posizione centrale , tutta la difesa salirà e inpressione andrà il numero 8 posto quasi al limite
dell’area, fig.13.
Fig.13
Se la traiettoria del calcio d’angolo è lunga per servireun giocatore sul alto opposto dell’area di rigore, ilgiocatore adibito all’attacco di quest’ultimo è il numero
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10, e tutta la difesa cambierà la propria posizione delcorpo in direzione del giocatore opposto, fig.14.
Fig.14
Il giocatore 2 marca l’avversario nella propria zona dicompetenza, se questo scatta verso il battitore perricevere un passaggio corto , anche il 2 andrà nellasua direzione con il compagno numero 3 che accorcia
per intercettare un passaggio di ritorno al battitore,fig. 15.
Fig.15
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COMPORTAMENTO SU RIBATTUTA
Su traiettoria seguente ad una ribattuta al calciod’angolo valgono i principi visti in precedenza, con igiocatori ad uscire in pressione che sono
prevalentemente 3-8-10 a seconda ovviamente didove cade il pallone. Sulla ribattuta vale sempre ilprincipio palla in aria = palla coperta, quindi tutta ladifesa salirà in direzione della palla per chiudere glispazi creando un blocco difensivo, fino a che ilgiocatore avversario non ferma la palla, a quel puntoanche la difesa arresta la sua risalita (fig. 16-17-18). I
giocatori che formano l’ultima linea di difesa in fase dirisalita sono sempre 2 e 5.
Fig.16
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Fig.17
Fig.18
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Articolo n° 2 – Gli appunti del mister
Quanti e quali tipi di prevenzione durante
l’allenamento
di Alessandro Gelmi
PREMESSA: Come ampiamente risaputo il calcio èuno sport di contatto, nel quale le dinamiche che sicreano durante un’azione di gioco sono spessoincontrollate ed incontrollabili dai giocatori.
Molto spesso si subiscono degli infortuni, in partita cosicome in allenamento, che possono essere di varianatura:
- Traumatica, in conseguenza ad uno scontro digioco
- Muscolare, della quale fanno parte, anche se ladistinzione è utile più per una catalogazionepiuttosto che per una differenza “lesiva” dal
momento che il filo che divide questi infortuni èsottilissimo:o Contrattureo Stiramentio Strappi
- Infiammatoria dovuta ad un sovraccarico, allecondizioni di allenamento e di gioco ecc
- Articolare ad esempio distorsioni alle caviglie
e/o ginocchia- Posturale che può determinare a sua volta dolori
e/o scompensi muscolari.
Fatta questa brevissima distinzione risulta chiaro chemolti di questi infortuni non possono essere evitati oprevenuti ma, laddove è possibile ridurre il rischio, ègiusto ed opportuno intervenire per diminuire la
possibilità di incorrere in questi problemi checostringono i nostri giocatori ad assentarsi dal campoper uno periodo più o meno lungo, a secondadell’entità.
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A questo riguardo una possibile classificazione degliinfortuni, fatta a seconda dei giorni di riposo e dilavoro a parte, può essere:
- Lieve (fino a tre giorni)- Piccolo (da 4 a 7 giorni)- Moderato (da 8 a 25 giorni)- Importante (oltre i 25 giorni)
QUALI FORME DI PREVENZIONE: Le forme diprevenzione nel calcio sono molteplici, e si possonodividere a seconda della capacità da stimolare:
- COORDINAZIONE: Può, a mio parere, essereconsiderata forma di prevenzione posturale dalmomento che un giocatore coordinato, rispettoad uno che lo è meno, si muove meglio, con
maggior fluidità, maggior economicità e conminori scompensi muscolari che, nel tempopossono creare, come conseguenza di un erratomovimento, problematiche muscolo scheletrichelunghe e spesso difficili da risolvere;
- PROPRIOCEZIONE: Attraverso la precarietàdell’equilibrio, possibile in svariati modi (adocchi aperti, chiusi, con appoggio monopodalico,
con l’ausilio di attrezzature apposite cometavolette, bosu, pedane ecc) si vanno astimolare determinati recettori ed a prevenireproblemi di tipo articolare, in particolare percaviglie e ginocchia.
- RINFORZO ISOMETRICO ED ECCENTRICOARTI INFERIORI: Spesso quando si parla diforza si pensa a bilanceri, balzi, macchineisotoniche ecc ma se per forza consideriamo,giustamente, anche la sola tonificazione a cariconaturale, allora si possono prevenire deiproblemi di natura muscolare rinforzando inmaniera specifica i muscoli che spesso vengonomaggiormente trascurati, quali gli adduttori e gliischio crurali, che sono però fondamentali
nell’esecuzione dei movimenti specifici delcalciatore. Per questo vanno sempre rinforzati estimolati al fine di non creare le condizioni dirischio, classiche delle lesioni.
- CORE STABILTY: rinforzare il core èun’ulteriore forma di prevenzione dal momento
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che una buona tonicità di questi muscoli dastabilità alla colonna vertebrale e riduce iproblemi alla schiena.Spesso un errore comune e da evitare è quellodi rinforzare eccessivamente la pareteaddominale, trascurando la muscolatura dorsalee lombare, creando così uno squilibrio di forza
tra parte anteriore e posteriore, il quale inducedolori e scompensi muscolo-scheletrici.- IL RISPETTO DEI PRINCIPI: aggiungo e
concludo la classificazione con questo piccoloparagrafo in cui personalmente credo esottolineo il fatto che tutte le precedenti righesono inutili se alla base di quanto dettoprecedentemente non c’è il rispetto dei principi
metodologici, fondamentali per avere unariduzione di tutti i problemi legati agli infortuni. Per questo è fondamentale curare al meglio:
o il riscaldamento, che varia a secondadelle condizioni climatiche ed ambientali;
o L’abbigliamento dei calciatore;o L’intensità dei carichi, i quali variano:
a seconda del giorno della
settimana; a seconda del momento all’interno
della singola seduta;o la progressività del carico dei giocatori
che rientrano da precedenti infortuni;o la fase di defaticamento, molto
importante per ripristinare più possibile iparametri fisiologici e la muscolatura
maggiormente sollecitata durantel’allenamento.
QUANDO PREVENIRE:- ALL’INTERNO DELLA SEDUTA.
o Escludendo da questo paragrafo, perchéscontato, il momento in cui inserire ilriscaldamento, le esercitazioni di tipopreventivo è meglio proporle in unacondizione di non eccessivo affaticamentomuscolare e di non eccessiva stanchezzaorganica. Questo per avere una luciditàed una “brillantezza psico-fisica” che
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permetta ai giocatori di eseguire leproposte con la giusta intensità psico-fisica. E’ ovvio che spesso si possono attuaredelle forme di prevenzione comeriscaldamento vero e proprio (andaturecoordinative, mobilità articolare eseguita
in forma dinamica, eccetera). - NELL’ARCO DELLA SETTIMANA
o Mentre la coordinazione e la mobilitàarticolare possono essere inseriteindistintamente ed inquantificabilmente(con una percentuale di intervento chevaria a seconda della categoria in cui silavora, ma comunque con l’idea che più la
propongo e meglio è), la propriocettiva, ilrinforzo in forma isometrica ed eccentricadella muscolatura degli arti inferiori e lacore stability possono essere stimolateuna volta in settimana (in una settimanatipo composta da 3 allenamenti), megliose nell’allenamento centrale per una seriedi condizioni:
- spesso si ha maggior tempo adisposizione (non si parla né della partitatrascorsa, né di quella che verrà)- la partita precedente è stata
muscolarmente ed organicamenterecuperata.
- A PARTIRE DA QUALE CATEGORIA:o A questo riguardo è ovvio che il tipo di
prevenzione da fare, e quindi la proposta,deve essere fatto nel rispetto delle fasisensibili del bambino/ragazzo erispettando le esigenze (psicofisiche) chel’età biologica ed anagrafica richiede. Per questo se si parla di coordinazione èopportuno iniziare dalle categorie dellascuola calcio, attraverso forme di giocoche richiedano l’esecuzione degli schemimotori, la capacità di ritmo, dicoordinazione spazio-temporale, didifferenziazione ecc.
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La propriocezione, intesa come lavoro diequilibrio, essendo questo una dellecategorie facenti parte dellacoordinazione, la si può stimolare fin daipulcini – esordienti, attraverso larichiesta, in forma ludica, di diversecondizioni di equilibrio; salendo di
categoria lo scopo delle proposte devediventare via via sempre di più quello distimolare la propriocezione attraversoesercitazioni che richiedano un appoggioin equilibrio precario per più secondi.La prevenzione di tipo muscolare, intesasia come rinforzo che comemobilizzazione articolare può essere
invece introdotta a partire dagli esordienti(mobilità) – giovanissimi (mobilità etonificazione), purchè prima di averecome obiettivo la prevenzione fine a séstessa ci sia lo scopo di insegnare ainostri giocatori la giusta postura ebiomeccanica degli esercizi proposti.Questo al fine di permettere loro una
corretta esecuzione, fondamentale perottenere i benefici sperati.Nonostante rientri nella categoria dirinforzo muscolare, la core stability,richiedendo essa una precisione diesecuzione notevole e, di conseguenza,una maggior difficoltà di apprendimento,dev’essere introdotta gradualmente
attraverso brevi tempi di lavoro e curandomolto attentamente la meccanica deigiocatori. Consigliato quindi attendere dipiù rispetto alle altre forme diprevenzione muscolare.
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Articolo n° 3 – Gli appunti del mister
Aspetti da considerare nella strutturazione di un
microciclo
di Angelo Iervolino
1. INTRODUZIONE
Il presente articolo figura la strutturazione di unmicrociclo per una squadra dilettante cheipoteticamente partecipa al campionato di 1°categoria, nel mese di novembre.Il microciclo sarà strutturato in tre sedute , conprogrammazione di gara di campionato la Domenica.
Il microciclo sarà così suddiviso:Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mattino riposo riposo riposo riposo riposo riposoPomeriggio Seduta1
Seduta 2 Seduta3
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2. CONTESTO
Il microciclo che andremo a sviluppare è inserito nelmesociclo di Novembre , con obbiettivo principale daperseguire durante la settimana il miglioramento dellaresistenza lattacida.
Nel mese di Novembre il campionato si può ritenereiniziato da circa un mese.Il microciclo che andremo ad analizzare si collocaall’inizio del mesociclo di Novembre, anche per megliorispettare il principio della progressività.La squadra milita nel campionato di 1a Categoria .
Molte volte in questo campionato bisogna sopperire acarenze tecniche o logistici ( dovuti a vari fattori comeil livello tecnico dei giocatori non omogeneo, ai pochiallenamenti che si fanno, al comunque livello dilettantecon la conseguente partecipazione agli allenamenti daparte dei giocatori dopo una giornata di lavoro, ecc)con organizzazione tattica e buone capacità
condizionali.
Il sistema di gioco scelto da adottare è il 4-4-2 . Nelleesercitazioni tattiche o di capacità condizionali cheprevedono l’utilizzo della palla , si cercherà di farriferimento a tale sistema di gioco per meglio allenaree sfruttare i tempi in relazione alla nostra
organizzazione di gioco.
3. I PRINCIPI DELL’ALLENAMENTO
In questo capitolo andremo ad analizzare i vari principifondamentali dell’allenamento. Principi a nostro mododi vedere essenziali per la buona riuscita e ilmiglioramento dell’atleta e del collettivo.
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3.2 LA SUPERCOMPENSAZIONE
L’aumento delle prestazioni dell’atleta ha come basefondamentale l’adattamento dei vari sistemidell’organismo.
L’adattamento è la forma di difesa che l’organismoattiva contro le maggiori richieste di carico fisicorispetto alle sue basi fisiologiche.In generale l’organismo si difende quando vienesottoposto a particolari sforzi diversi dal normale; perrendere queste difese adattamenti alla sforzo, si deveprocurare stato di disagio, ovvero fatica.
Uno sforzo intenso provoca nell’atleta consumo dellesue riserve energetiche con conseguente accumulo disostanze di rifiuto.Solitamente , dopo il carico di allenamento, segue unafase di recupero e proprio in questa fase di recuperol’organismo non solo rigenera le riserve bruciate mane produce un piccolo surplus (supercompensazione).
Quindi il concetto principale alla base delmiglioramento della prestazione fisica è laricostruzione delle riserve energetiche in quantitàmaggiore. Tutto questo è base per il principio dellaprogressività.C’è da ricordare che lo stato di supercompensazione èmolto labile e per questo se non viene periodicamente
allenato, stimolato, (principio di frequenza) tende aperdere ciò che ha guadagnato, questo non solo separliamo di un lungo stop dagli allenamenti ma anchese c’è troppa distanza tra una seduta e l’altra.Infine c’è da dire che la velocità di adattamento allosforzo varia in funzione dell’età e al grado dipreparazione dell’atleta: atleti più giovani hanno unarisposta adattativa più veloce degli atleti adulti.
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Grafico del principio della supercompensazione
3.2 PRINCIPIO DELLA PROGRESSIVITA’
Uno stimolo poco intenso non ha effetti visibili e tendea perdere il suo effetto allenante.Alla base del miglioramento della prestazione fisica c’èla proposizione di stimoli man mano più intensi inmodo da provocare nell’organismo adattamenti a livelli
più elevati –Ovviamente è indubbio che l’aumento dei carichi dilavoro deve essere proposto per gradi, perché sel’organismo improvvisamente viene sottoposto ad unostimolo troppo elevato, anziché super compensareavrà un effetto contrario e una conseguentediminuzione della capacità di prestazione.
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3.3 PRINCIPIO DELLA FREQUENZA
Alla base del miglioramento fisico, ad anche tecnico,c’è la continuità. Per provocare adattamenti gli stimolidevono essere continui e non distanti tra loro.
Se lo stimolo è assente i miglioramenti tendono adannullarsi , perdendo tutto il lavoro fatto inprecedenza.Parlando in un discorso generale c’è bisogno che lesedute di allenamento , anche per i giovani, non sianotroppo lontane tra loro e quindi avere una frequenzaalmeno
tri-settimanale.È fondamentale ricordare che gli adattamentiregrediscono rapidamente se non continuamentesollecitati: gli adattamenti alla resistenza regredisconomolto prima di quelli della forza e le capacità tecnicherestano inalterate più a lungo.
3.4 PRINCIPIO DELLA SPECIFICITA’
Come si può evincere stesso dalla definizione ,dobbiamo allenare la nostra squadra in funzione diquello che farà la domenica. In altre parole, abbiamo
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già detto che la nostra squadra deve faredell’organizzazione di gioco e della buona capacitàfisica il suo punto di forza e proprio per questodobbiamo allenarla nello specifico in tal senso, nonpossiamo perdere tempo con esercitazioni di caratteregenerale.
Nel nostro microciclo si è cercato di seguireminuziosamente tale principio sia dalla fase inizialesino alla fase finale della seduta.
3.5 PRINCIPIO DELLA VARIABILITA’
Variare le proprie esercitazioni è un ottimo metodo per
rendere l’allenamento piacevole e allo stesso tempofruttuoso. Fare sempre le stesse esercitazioni porteràall’inevitabile perdita di voglia da parte dei giocatori.Cambiare i mezzi di allenamento sapendo gli obbiettiviche stiamo inseguendo è uno dei principi fondamentalidell’allenamento.
4. LA RESISTENZA LATTACIDA
La resistenza lattacida è definita come la capacità diresistere a un lavoro sotto accumulo di acido lattico, che si accumula nel muscolo quando si eseguonoattività ad alta intensità protratte oltre il tempo
di 6-8 secondi , entro i quali l’energia vieneinvece fornita dal meccanismo anaerobico alattacido.Può essere anche definita come la capacità dicompiere sprint sotto accumulo di lattato senza averesignificative perdite di accelerazione.
Si allena con attività ad alta intensità con tempi direcupero intorno ai 2/3 del recupero completo. Sipossono proporre:
• esercitazioni con sprint (massima velocità) sui10-20-30 m , per una distanza totale che va dai
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300 m ai 450 m, e allora si parla piùprecisamente di resistenza alla velocità , chepuò essere vista come un particolare caso diresistenza lattacida
• esercitazioni con distanze più lunghe (30-40-50-60-80-100m ) eseguite circa 170-180
pulsazioni per minuto, per una distanzacomplessiva di circa 1000m ovviamentefrazionati e intervallati da recupero, traripetizioni e serie, incompleto . Per nonprotrarsi troppo nel recupero o per non ripartiredopo aver recuperato troppo poco , si ripartequando il battito è sceso a circa 120-125
pulsazioni per minuto.
Nel nostro microciclo abbiamo scelto di allenare talecapacità, nella seduta di martedi ,e proporre piccoleesercitazioni tattiche allenanti anche il mercoledi ,studi hanno evidenziato che il lavoro a bassa intensità,comunque può favorire l’assorbimento dell’acido
lattico. Il martedì perché cronologicamente è il giornopiù distante dalla partita successiva . In generalel’assorbimento dell’acido lattico avviene in circa 40-50minuti e proprio per questo è da sfatare il mitodell’acido lattico nelle gambe il giorno successivo cheprovoca dolore. Il dolore è provocato da microfratturedelle fibre muscolari, assolutamente normali dopo il
lavoro di resistenza lattacida.
Uno dei metodi usati per l’allenamento della resistenzalattacida è l’interval training che segue delle linee baseche sono:
D Distanza da percorrereT Tempo di percorrenzaR RipetizioniI Intervallo tra le ripetizioniA Attività di recupero tra le ripetizion
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Articolo n° 4 – Gli appunti del mister
Migliora la performance,previene gli
infortuni:CORE TRAINING
di Jonathan Proietto
CORE TRAINING: "Migliora la performance,
previene gli infortuni"
Essendo il calcio uno sport situazionale nel quale siritrovano movimenti rapidi, esplosivi, cambi didirezione repentini, accelerazioni fulminee edecelerazioni altrettanto rapide, il calciatore deveessere allenato come una unica grande entità. È ilCore training, inteso come complesso delle attivitàallenanti il Core, la base fondante di un nuovo modo diorganizzare l'allenamento che ha acquisitorecentemente una grande importanza nei piani dicondizionamento fisico-tecnico nelle più importantirealtà calcistiche in tutto il mondo. Il Core include
"tutti i muscoli compresi fra spalle e pelvi e cheagiscono per il trasferimento di forza dalla colonna alleestremità ovvero consentono il collegamento reciprocofra tratto assile e tratti appendicolari". Laprogrammazione dell'allenamento basata sul Coretraining deve quindi contenere una combinazione diforza, flessibilità e controllo i cui obiettivi sono ilmiglioramento dell'elasticità muscolare e della mobilità
articolare, lo sviluppo della forza, l'incremento dellaresistenza, il miglioramento dell'equilibrio e delleabilità motorie, l'adattamento neurale, ilmiglioramento della capacità di concentrazione eautovalutazione.Da ciò si evince che il calciatore deve essere allenatocome una unica grande entità anche perchè il cervelloumano riconosce il movimento nel suo insieme e non
per l'azione isolata di un singolo muscolo.Al di là delle definizioni tecniche il Core Training aprele porte a un nuovo concetto di allenamento fisico nelgioco del calcio, predisponendo il corpo a svolgere piùefficacemente le attività motorie attraverso esercizi
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che integrano forza e resistenza muscolareprovocando e stimolando la capacità di risposta delcorpo agli stimoli esterni anche utilizzando attrezzi chesollecitino l'equilibrio e le capacità coordinative.
Core Ability: "PROGRAMMAZIONE ADEGUATA
PER L'ATTIVAZIONE MUSCOLARE"
Abbiamo ormai metabolizzato che la Core Stability oendurance è la capacità di stabilizzare la colonnavertebrale come risultato dell’attività muscolarementre la Core Strength è l’abilità dei muscoli perprodurre potenza attraverso la forza contrattile e la
pressione intra-addominale.Spesso ci capita in ambito calcistico e anche in fase diriatletizzazione di accostare alla parola Core duetermini simili ma sui quali occorre operare una nettadistinzione: Stability (endurance) e Strengh. Stabilitàe forza rappresentano il rovescio della stessa medagliama è importante non confonderli tra loro. Possederebuoni livelli di forza e stabilità sia per svolgere lecomuni attività quotidiane sia nella prestazionesportiva.L’aumento dei livelli qualitativi e quantitatividi tali parametri permette sicuramente di migliorare laperformance calcistica. Questa caratteristica che tieneconto del miglioramento di entrambi i parametri èdefinibile con il termine Core Ability.Lo studio che ha portato all’ispirazione ed allacreazione di un sistema per la Core Stability èimpostato su dei blocchi di esercizi, da cui ne nasce ilCore Training che inizia da isolate attivazioni dellamuscolatura profonda all’utilizzo di pesi su superficiirregolari, tenendo conto del differente ruolofunzionale dei muscoli coinvolti.Le linee guida del “progetto” utilizzato per lariatletizzazione attraverso la Core l’ho utilizzato in
questo modo:- utilizzando esercizi mirati e ad effetto multiplo peraver la massima probabilità di raggiungere tutti gliobiettivi preposti.- utilizzando solamente attrezzi solitamente facilmenteaccessibili a tutti senza che si rendano necessarie
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apparecchiature speciali, così da facilitare esecuzionifrequenti ed in ogni circostanza;- utilizzando un insegnamento teorico pratico, dellamassima incisività, della tecnica, così da facilitarne unapprendimento consapevole ed una possibileautovalutazione.
CORE STABILITY: "L'allenamento propriocettivonel calcio, importante perche?"
In questi anni di operato nella preparazione fisica alcalcio e nel recupero di atleti infortunati, mi sonosempre chiesto: "L'allenamento propriocettivo sigiustifica e si utilizza solo per prevenire potenzialitraumi articolari e muscolari, oppure torna utilie un
training mirato al miglioramento della forza reattivadei muscoli degli arti inferiori?"In effetti, c'è da dire che, lo schema utilizzato ecostruito un programma graduale sulla Core Stability equindi sulla propriocezione, fa notare l'attenzione neiconfronti degli aspetti preventivi e riabilitativi,successivamente finalizzati alla riduzionedell'instabilità funzionale dell'articolazione stessa.
Tuttavia il nostro compito (da preparatore fisici) èquello di orientare la propria attenzione nei confrontidell'opportunità di migliorare la propriocezione in vistadell'evoluzione delle componenti di forza reattiva deimuscoli complessi gamba-piede.Sono molteplici, se ci fate caso, le componenti cheinteragiscono nel sistema di controllo della postura:tra questi, oltre i sistemi sensoriali, la coordinazioneintermuscolare ed intersegmentaria, si deve tenerpresente anche la forza reattiva delle componentimuscolari interessate all'appoggio ed alla propulsionenel passo e nella corsa, per adattarsi immediamenteall'ambiente entro cui si evolve un'azione di giocomagari.Ecco perchè, un lavoro ben integrato dei muscoliintrinseci ed estrinseci del piede, costituisce ilpresupposto sia per l'efficacia e l'utilità delleinformazioni di tipo afferente, sia per l'efficacia dellafunzione motoria.
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PROPIOCETTIVA: "Un buon allenamento ne
riduce i traumi"
La scienza e lo studio sull'allenamento ha orientatosempre l'attenzione nei riguardi delle componenti
propriocettive e dell'influenza di queste, sia sullaprestazione di routine (postura eretta), sia suprestazioni agonistiche di elevata qualificazione,(stacco monopodalico e successivo cambio didirezione). L'introduzione di nuovi sistemi divalutazione delle gestione del disequilibrio haconfermato come quest'ultimo sia influenzato in mododeterminante dalla consapevolezza delle informazioni
propriocettive in ingresso.L'insorgenza, durante o dopo di un trauma distorsivo ècausa di deficit propriocettivi capaci di innescare unprocesso in cui l'instabilità funzionale conseguentecomporta recidive sulla stessa struttura anatomicofunzionale.Risale quindi in cattedra tutto quello che riguarda, iruoli che svolgono: i fusi neuromuscolari, organitendinei del golgi e le altre terminazioni libere).Una carta che possiamo giocare a nostro favore, è ilcontinuo monitoraggio (che ho appreso nella miabreve esperienza al Milan-Lab), del nostro atleta sottoil punto di vista dell'esecuzione del gesto, sia tecnicoche atletico. Un esperimento che io stesso ho iniziatoda quest'anno e che spero possa restituirmi i risultatiche mi sono prefissato.