Notiziario enti locali agosto 2013

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Agosto 2013 Numero 21 - Anno II Notiziario Enti Locali della CGIL FP Piemonte N.E.L. Da diversi anni, da quando la BCE ha chiesto all’Italia un piano “lacrime e sangue” per evitare la fine della Grecia, i Governi che si sono succeduti annunciano riforme epocali per il bene del Paese. La premessa, da cui nasce la necessità di riformare lo Stato, non è quindi legata all’intenzione di migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini e di riformare le istituzioni che li rappresentano, ma dalla necessità di dare risposte all’europa, (volutamente con la “e” minuscola). Si ma a quale Europa? A quella delle banche, della finanza, dei capitali internazionali o all’Europa politica legittimamente eletta dai propri cittadini? A quella delle banche, della finanza, dei capitali internazionali: perchè a governare la nostra Comunità Europea non sono i politici, ma i banchieri. I sacrifici imposti ai Paesi sovrani della Comunità Economica Europea sono, quindi, da addebitare alle responsabilità della BCE? In parte ovviamente sì. La responsabilità più grande è però in capo alla politica e alle capacità - o incapacità - degli uomini e delle donne che oggi Governano l’Unione Europea. La politica ha abdicato al proprio ruolo di progettare e programmare, delegando la responsabilità delle scelte ai banchieri e alla finanza. L’incapacità da parte dei nostri governanti europei di produrre politiche economiche eque, di eguaglianza sociale, e di lavoro ha fatto si che i cittadini europei si siano disamorati dell’Europa e della sua Comunità. Il compito del Vecchio Continente avrebbe dovuto essere quello di avvicinare i popoli dei Paesi interessati, di estendere e ampliare le tutele sociali dei Paesi in cui sono minori, senza diminuire quelle dei Paesi con un welfare avanzato. La Riformare lo Stato politica avrebbe dovuto garantire una mobilità sociale elevata e occasioni di lavoro e di evoluzione del tenore di vita. Nulla di tutto ciò è accaduto, anzi. In tutti i Paesi europei stiamo assistendo a una diminuzione dei sistemi di welfare, a un aumento della disoccupazione, mai così alta da quando è stata costituita la UE, a una diminuzione del reddito delle famiglie e del loro potere di acquisto in favore di un irragionevole aumento del profitto e del capitale: in Italia il 10% delle famiglie più ricche detiene (dati Banca d’Italia) il 45,9% della ricchezza netta familiare totale, contro il 44,3% registrato nel 2008. Secondo la ricerca della Banca d’Italia e in termini reali, il reddito medio nel 2010 è inferiore del 2,4% rispetto a quello riscontrato nel 1991. Quindi, nella “crisi”, chi ci ha guadagnato sono coloro che già avevano capacità reddituali superiori agli altri cittadini. Le politiche fatte dal Governo nazionale hanno favorito chi già deteneva le ricchezze a scapito delle classi sociali meno abbienti. Per questi motivi non dobbiamo stupirci se una parte del Paese ritiene necessario abbandonare l’Europa. Semplicemente è difficile credere a un progetto che, a oggi, ha aumentato le diseguaglianze sociali, ha diminuito i diritti dei lavoratori, aumentando la disoccupazione e le capacità finanziarie delle banche. Se vogliamo che i cittadini si riconoscano nel progetto Europa, occorre che cambino le politiche economiche e sociali dei nostri governanti europei. È necessario che la politica riprenda le redini e costringa la BCE a fare un passo indietro. Per un Europa più giusta e solidale, per un’Italia migliore. Per il futuro delle nuove generazioni e per garantire le attuali generazioni. Cambiare si può e si deve. Supplemento di INFORMAcigielle Periodico della Funzione Pubblica CGIL Torino - Aut. Tribunale di Torino n. 3273 del 24/3/1983 La riforma dello Stato italiano nasce dalla necessità di dare risposte all’Europa. Ma a quale Europa? Quella delle banche, della finanza, dei capitali internazionali o a quella eletta legittimamente dai cittadini europei? di Luca Quagliotti, segretario regionale CGIL FP Piemonte Speciale Estate Un numero da spiaggia!!!

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Agosto 2013

Numero 21 - Anno I I

Notiziario Enti Locali

della CGIL FP Piemonte N. E . L .

Da diversi anni, da quando la BCE ha chiesto all’Italia un piano “lacrime e sangue” per evitare la fine della Grecia, i Governi che si sono succeduti annunciano riforme epocali per il bene del Paese. La premessa, da cui nasce la necessità di riformare lo Stato, non è quindi legata all’intenzione di migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini e di riformare le istituzioni che li rappresentano, ma dalla necessità di dare risposte all’europa, (volutamente con la “e” minuscola). Si ma a quale Europa? A quella delle banche, della finanza, dei capitali internazionali o all’Europa politica legittimamente eletta dai propri cittadini? A quella delle banche, della finanza, dei capitali internazionali: perchè a governare la nostra Comunità Europea non sono i politici, ma i banchieri. I sacrifici imposti ai Paesi sovrani della Comunità Economica Europea sono, quindi, da addebitare alle responsabilità della BCE? In parte ovviamente sì. La responsabilità più grande è però in capo alla politica e alle capacità - o incapacità - degli uomini e delle donne che oggi Governano l’Unione

Europea.

La politica ha abdicato al proprio ruolo di progettare e programmare, delegando la responsabilità delle scelte ai banchieri e alla finanza. L’incapacità da parte dei nostri governanti europei di produrre politiche economiche eque, di eguaglianza sociale, e di lavoro ha fatto si che i cittadini europei si siano disamorati dell’Europa e della sua Comunità. Il compito del Vecchio Continente avrebbe dovuto essere quello di avvicinare i popoli dei Paesi interessati, di estendere e ampliare le tutele sociali dei Paesi in cui sono minori, senza diminuire quelle dei Paesi con un welfare avanzato. La

Riformare lo Stato

politica avrebbe dovuto garantire una mobilità sociale elevata e occasioni di lavoro e di evoluzione del tenore di vita. Nulla di tutto ciò è accaduto, anzi.

In tutti i Paesi europei stiamo assistendo a una diminuzione dei sistemi di welfare, a un aumento della disoccupazione, mai così alta da quando è stata costituita la UE, a una diminuzione del reddito delle famiglie e del loro potere di acquisto in favore di un irragionevole aumento del profitto e del capitale: in Italia il 10% delle famiglie più ricche detiene (dati Banca d’Italia) il 45,9% della ricchezza netta familiare totale, contro il 44,3% registrato nel 2008. Secondo la ricerca della Banca d’Italia e in termini reali, il reddito medio nel 2010 è inferiore del 2,4% rispetto a quello riscontrato nel 1991. Quindi, nella “crisi”, chi ci ha guadagnato sono coloro che già avevano capacità reddituali superiori agli altri cittadini. Le politiche fatte dal Governo nazionale hanno favorito chi già deteneva le ricchezze a scapito delle classi sociali meno abbienti.

Per questi motivi non dobbiamo stupirci se una parte del Paese ritiene necessario abbandonare l’Europa. Semplicemente è difficile credere a un progetto che, a oggi, ha aumentato le diseguaglianze sociali, ha diminuito i diritti dei lavoratori, aumentando la disoccupazione e le capacità finanziarie delle banche. Se vogliamo che i cittadini si riconoscano nel progetto Europa, occorre che cambino le politiche economiche e sociali dei nostri governanti europei. È necessario che la politica riprenda le redini e costringa la BCE a fare un passo indietro. Per un Europa più giusta e solidale, per un’Italia migliore. Per il futuro delle nuove generazioni e per garantire le attuali generazioni. Cambiare si può e si deve.

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La riforma dello Stato italiano nasce dalla necessità di dare risposte all’Europa. Ma a quale Europa? Quella delle banche, della finanza, dei capitali internazionali o a quella eletta legittimamente dai cittadini europei?

di Luca Quagliotti, segretario regionale CGIL FP Piemonte

Speciale Estate

Un numeroda spiaggia!!!

Pagina 2

A Sor Silvio piccoletto,

l’onestà gli fa difetto.

E subire una condanna,

lui si incazza e poi ti inganna.

Tutti i giudici corrotti,

lo dice anche a Jerry Scotti.

La Cassazione non lo ha assolto

ed è stato così… coinvolto.

Questa volta è andata male,

lo scrive anche il Giornale.

Non ha compreso il reato,

ha frodato sol lo Stato.

4 anni gli han confermato,

con l’indulto già approvato,

ben 3 anni ha già scontato.

Dal carcere si è salvato,

lo han subito precisato.

Ai servizi sociali è destinato:

“Ma come?!?”, ha tuonato.

“Le Olgiatine ho già salvato”.

Quante donne ha già assistito!,

tutte giovani senza marito.

E a quanti amici ha elargito,

un “contribuito” garantito?

Fede, Mora e la Minetti,

suoi amici prediletti.

Che serate, che passioni,

alla faccia dei pirloni

che pagando le tasse

anche per te,

ti han garantito una vita da Re.

Cavaliere però ora ci ascolti,

“i maroni c’è li ha rotti”!!

A Sor Silvio...

Rimeestive...

Pagina 3

Lesson number 1

Un corvo se ne stava appollaiato sui rami di un

albero e non faceva nulla tutto il giorno.

Un coniglietto, passando lì per caso, vide il corvo

e gli chiese: “Posso stare anche io seduto qui a

fare niente tutto il giorno?”

“Certo perché no?”, rispose il Corvo.

E il coniglietto si sedette comodo alla base

dell’albero, sotto il corvo, a riposarsi.

All’improvviso arrivò una volpe, saltò sul

coniglietto e se lo mangiò.

Lezione di carriera: Per stare seduto a fare

niente tutto il giorno, devi essere seduto molto,

molto in alto!

Lesson number 2

Un pulcino caduto dall’albero, tutto infreddolito,

finì su una strada di passaggio di altri animali.

Sopraggiunse un elefante che vedendolo così

piccino e quasi assiderato gli defecò addosso. Il

pulcino ripresosi da un primo momento di paura

si sentì subito meglio per il calore.

Dopo poco, passo un gatto che vide il pulcino lo

sollevò, lo pulì e se lo mangiò.

Lezione di carriera: Non sempre chi ti

riempie di merda è un tuo nemico, non sempre

chi ti toglie dalla merda è un tuo amico

Lezioni di carriera a cura di Paki

Impariamo

qualcosa...

Pagina 4

Lei sa chi sono io (!)Un uomo che viaggiava su una mongolfi era vide una signora in bicicletta ed essendosi perso per via delle correnti, decise di scendere per chiedere informazioni.

L’uomo: “Scusi signora, potrebbe mica dirmi dove mi trovo?”.

La signora: “Certo, lei si trova a 45°4’41”16 N di Latidudine, 07°40’33”96 e Longitudine e 45,0781; 7,6761 gradi decimali”.

L’uomo guardò perplesso la signora e le disse: “Scommetto che sono in grado di dire dove lavora…”.

E lei rispose: “Mi dica!”.

Il signore: “Lei è un dipendente dell’uffi cio tecnico della Provincia”.

La signora: “Come ha fatto a indovinare?”.

L’uomo: “Semplice, mi ha dato molte informazioni tecniche, ma assolutamente inutili. E io continuo a non sapere dove sono”.

La signora lo guardò e di rimando gli disse:” Anch’io so che mestiere fa lei!”.

E lui: “Ah si?!? Mi dica…”

La signora: “Lei è un parlamentare che prima appoggiava il Governo Monti e ora appoggia il Governo Letta”.

E lui: “Come ha fatto ad indovinare?”

La signora: “Semplice. Viaggia su un pallone gonfi ato, si è perso, e non sa come fare a ritrovare la strada ma, adesso, la colpa è mia!!!”

Incontri

d’estate...

Pagina 5

Vacanze precarie

1. Se pensi di non poter

andare in ferie perché

hai un contratto a tempo

determinato, pensa a

quando sarai disoccupato.

2. Preventivare un budget

non serve: potrai spendere

meno sempre e tutto

costerà sempre di più.

3. Le gite fuori porta non

sono ferie estive.

4. Ricorda che in Piemonte

la montagna puoi vederla

anche con il binocolo.

5. Se lavori con un contratto

atipico, non sai nemmeno

di cosa stiamo parlando!

Pagina 6

Le nostre sediALESSANDRIA

Via Cavour, 27

Tel. 0131 308212/219

Fax 0131 254689

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