Notiziario 08_2010

7
Le Voci di www.levocidiviapiave.com ( anche su facebook ) Notiziario promozionale del Gruppo di lavoro di via Piave Numero 8 - Maggio 2011 Via Piave vista da Floriana Faranda

description

Notiziario promozionale del Gruppo di lavoro di via Piave - Mestre (VE).

Transcript of Notiziario 08_2010

Page 1: Notiziario 08_2010

Le Voci diwww.levocidiviapiave.com (anche su facebook)

Notiziario promozionale del Gruppo di lavoro di via Piave

Numero 8 - Maggio 2011

Via Piave vista da Floriana Faranda

Page 2: Notiziario 08_2010

Pagina 3Pagina 2 Numero 8 - Maggio 2011 Le Voci di via Piave

Risposta ricevuta dal Vicesindaco di Venezia Prof . Simionato, che volentieri pubblichiamo.

Alle componenti e ai componenti del Gruppo di Lavoro di via Piave,

ho sempre pensato e continuo a pensare che il contributo dei cittadini attivi sia irrinunciabile se si vuole realizzare una democrazia in senso compiuto. Coerentemente a questo principio, sono convinto che il vostro impegno rappresenti una garanzia per la tenuta complessiva del composito tessuto sociale dell’area di via Piave. Conosco l’abnegazione e la generosità con la quale vi impegnate quotidianamente per rendere migliore il vostro quartiere e proprio per questo ho creduto che l’atto di indirizzo approvato dalla giunta comunale nel dicembre scorso, potesse realizzare le condizioni necessarie per valorizzare e integrare le competenze istituzionali con la responsabilità e l’impegno dei cittadini che hanno a cuore il loro ambiente di vita. Sono convinto che l’idea sia ancora valida e le vostre osservazioni critiche sono uno stimolo a riprendere l’azione con maggiore vigore. Tuttavia in questi mesi non siamo rimasti del tutto immobili, ma è stato avviato un lavoro di ricognizione che ha coinvolto tutte le direzioni individuate nell’atto di indirizzo. Forse non ci si è mossi con la tempestività e la convinzione che la situazione di via Piave meriterebbero e l’esempio che voi fate relativamente ai punti di erogazione di energia elettrica da installare nei giardini e in piazzetta San Francesco denuncia i limiti organizzativi della macchina comunale, ancora più inaccettabile perché riferiti a questioni che invece dovrebbero trovare facile accoglimento e concreta soluzione da parte degli uffici. Nella riunione che ho convocato la scorsa settimana, ho utilizzato proprio questo esempio per chiedere ai colleghi assessori e

ALL’AMMINISTRAZIONE INTERESSA ANCORA IL QUARTIERE PIAVE?

Lettera aperta al Comune di VeneziaI cittadini? Un esercito di infanti incapaci di arrangiarsi”. Con questa discutibile definizione di qual-che tempo fa, il prof. Cacciari ha forse inteso dire che i cittadini non dovrebbero limitarsi a protestare ed a chiedere per risolvere i problemi quotidiani del loro quartiere, ma devono attivarsi per cercare di risolverli, collaborando fattivamente alla loro soluzione. Se il significato è quello interpretato sopra, a prescindere dalla forma utilizzata per esprimerlo, l’affermazione può trovarci d’accordo; infatti il nostro Gruppo è nato proprio per segnalare i problemi del quartiere e lottare per il miglioramento della qualità della vita, in collaborazione con l’Amministrazione.Però perché i problemi vengano seriamente affrontati e, almeno in parte, risolti bisogna che il cittadino trovi una classe politica ed amministrativa disposta ad accettare la collaborazione e a renderla fattiva, emanando i provvedimenti di competenza.Purtroppo, contrariamente a quanto avvenuto in passato, nell’ultimo anno dobbiamo rilevare sorprendenti ma chiari segni di disinteresse di Comune e Municipalità nei confronti del nostro quartiere; numerosi argomenti – tra cui riportiamo quelli particolarmente significativi - ci hanno portato a queste conclusioni:

Atto di indirizzo della Giunta Comunale per la rigenerazione dell’area di via Piave. Pieno di buoni intenti, sarebbe di grande interesse se fosse confermata la volontà politica di attuarlo. Il Vicesindaco lo ha presentato (in maniera abbastanza sbrigativa visto il clima generale) durante una caotica assemblea del 3 dicembre scorso, dopo sei mesi risulta disatteso. Dei primi tre punti in Atto di Indirizzo, che prevedevano l’elaborazione di un programma integrato di rigenerazione urbana, con la partecipazione diretta della Municipalità di Mestre Carpenedo, degli abitanti dell’area Piave e dei soggetti pubblici e privati interessati, non c’è alcuna evidenza di attuazione. Per la verità, abbiamo avuto subito qualche dubbio vedendo che la competenza esecutiva sarebbe stata affidata ad una ingombrante struttura formata dalle diverse Direzioni appartenenti ai rispettivi assessorati e soggetti al Direttore Generale per le funzioni di coordinamento, il tutto senza alcuna presenza della classe politica. Guarda caso, passati cinque mesi, la montagna non ha partorito neanche il classico topolino. La Commissione attuatrice, presentata come un organismo coordinatore dei rapporti tra i cittadini e l’Amministrazione (Cacciari docet), ha fatto perdere ogni sua traccia. Il Gruppo, da parte sua, ha continuato ad impegnarsi

in un’intensa attività di stimolo e sollecitazione sulle tematiche affrontate dall’“Atto di indirizzo”, nello spirito teso alla risoluzione delle conflittualità in forme collaborative e di dialogo tra tutte le parti interessate, al di fuori e contro ogni intento speculativo e strumentale. Tutte le segnalazioni e i suggerimenti, le richieste di incontri e di apertura di tavoli di discussione e di proposta, presentati negli ultimi mesi e che si continuano a presentare a vari organi comunali, rimangono lettera morta, in alcuni casi nonostante il raggiungimento di precisi accordi verbali, e anche quando si toccano importanti e urgenti aspetti di convivenza sociale e di sicurezza.

Un problema apparentemente piccolo: la mancata installazione di un punto di erogazione di energia elettrica in due luoghi pubblici vitali come i giardini di via Piave e piazzetta San Francesco. Qualcuno che non ci conosce forse si domanderà perché diamo tanta importanza a queste centraline elettriche. Ebbene, come detto più volte, noi riteniamo che la città debba essere occupata, animata, e che alcuni spazi pubblici vadano riqualificati e ove possibile ampliati. Quelli menzionati sono gli unici luoghi, assieme al Centro Civico ed al giardino di via Sernaglia, in cui – come testimonia il sito internet del Gruppo - in questi ultimi anni si sono organizzate iniziative costruttive per la zona di via Piave (l’ultima in ordine di tempo ha visto partecipare a marzo una settantina di bambini al mercatino di piazzetta S. Francesco); in tali occasioni la corrente elettrica è sempre stata prestata da cittadini disponibili, abitanti nelle vicinanze. Ebbene, nonostante esplicite “dichiarazioni di intenti” in momenti pubblici (ad esempio durante l’assemblea del 3 dicembre scorso) e addirittura impegni indicati per iscritto da parte di esponenti politici, tali per cui ci si credeva vicini al risultato, nelle ultime settimane la Municipalità Mestre Carpenedo sembra avere accantonato il progetto accampando incomprensibili ragioni tecniche. Non è incoraggiante sapere che dal punto di vista micro-istituzionale non ci sia neppure la forza per ottenere un semplice accessorio che consenta al Gruppo e alle numerose altre associazioni ed entità del quartiere di proseguire sulla strada dell’impegno a favore della città.

Non vogliamo solo fare amare riflessioni ma vorrem-mo provare a fare un passo ulteriore e dire che bisogna costruire momenti di confronto autentici, non sporadiche assemblee che diventano delle artificiose vetrine utili ad una piuttosto che ad un’altra delle parti in gioco.

Bisogna individuare sistemi che ci consentano di contrattare con le istituzioni dei percorsi di coinvolgimento della cittadinanza sulla base di obiettivi condivisi e precisi, chiarendo sin da subito quali sono le reali possibilità dei cittadini di influire sulle decisioni da prendere, individuando sistemi di controllo trasparenti ed accessibili alla popolazione, riguardanti le azioni intraprese dagli addetti ai lavori.

ai direttori competenti una maggiore attenzione alle richieste dei cittadini che meritano risposte positive e rapide perché da esse dipendono miglioramenti anche sensibili, alla vita della collettività.Nel corso della stessa riunione ho richiamato tutti ad una maggiore attenzione agli obiettivi contenuti nell’atto di indirizzo e tra i propositi che ritengo prioritari, vi è anche un maggiore e più puntuale contatto tra i cittadini, gli amministratori e i tecnici comunali, condizione peraltro prevista esplicitamente nell’atto di indirizzo. Un impegno che a breve si concretizzerà in un primo, seppur tardivo, incontro tra i cittadini di via Piave e i rappresentanti dell’amministrazione. Tra le tante questioni sul tavolo, ho chiesto un maggiore impegno su alcune questioni sulle quali sarà necessario confrontarci: le residenze e i sovraffollamenti, la rivitalizzazione commerciale dell’area attraverso l’avvio di nuove attività mercatali da avviare sugli spazi pubblici (giardino di via Piave), una riflessione/proposta sulla futura riqualificazione degli spazi della stazione e più in generale delle ferrovie.Credo che sarete d’accordo nel riconoscere che i problemi di via Piave sono di natura complessa e che gli interventi necessari a risolverli fanno capo a istituzioni ed enti diversi che sono esattamente nelle situazione di difficoltà economica ed operativa che colpiscono anche il comune di Venezia. Lo stesso quadro normativo (per esempio quello che regolamenta le attività commerciali) a volte è insufficiente e ci consente scarsissimi spazi di manovra. Dico questo non con l’intenzione di attenuare le responsabilità dell’amministrazione comunale, ma perché ci sono situazione alle quali anche noi assistiamo con insofferenza dal momento che ci attenderemmo una diversa capacità di intervento. Anzi, proprio per questo vi confermo che per noi l’area di via Piave è strategica, che su questo punto non ci possono essere tentennamenti di sorta. Che quanto è nelle nostre possibilità va fatto fino in fondo con lo stesso slancio e lo stesso impegno che caratterizza per esempio la presenza degli operatori dell’Etam e l’azione della Polizia Municipale. In conclusione, mi auguro che il confronto tra i cittadini di via Piave e l’amministrazione comunale possa continuare, da qui alla conclusione di questo mandato amministrativo, in un rinnovato e puntuale impegno reciproco.

Sandro Simionato

Page 3: Notiziario 08_2010

Pagina 5Pagina 4 Numero 8 - Maggio 2011 Le Voci di via Piave

“Il cibo è cultura perché ha inventato e trasformato il mondo. È cultura quando si produce, quando si prepara, quando si consuma. È il frutto della nostra identità e uno strumento per esprimerla e comunicarla.”

Massimo Montanari

In epoca di globalizzazione, in una società dove una moltitudine di popoli provenienti da mondi diversi, con storie, culture diverse sono indotti a vivere gomito a gomito in un unico mondo, si pone ineluttabilmente l’imperativo di promuovere un’adeguata comunicazione interculturale che faccia emergere la comunanza da cui si origina la diversità. Una diversità enfatizzata e non compresa si trasforma in diffidenza e paura e porta ad offuscare la comunanza che di fatto esiste già. In altre parole l’irrompere della diversità ci rende più egoisti e meno umani.

A me pare che la cucina sia un formidabile mezzo per entrare in contatto con gli altri: molto più del linguaggio verbale essa si presta a mediare fra culture diverse facendo sì che i sistemi di cucina siano molto più inclini ad ogni sorta di invenzioni, incroci e contaminazioni.A questo scopo nasce il “progetto Cotto & crudo” che, partendo da tali premesse, si pone l’obiettivo di

Cotto & CrudoGIOCARE E SCOPRIRE COMUNANZE E DIFFERENZE

promuovere l’incontro e la conoscenza tra le culture favorendo atteggiamenti di apertura e valorizzazione reciproca, nonché la conoscenza di abitudini e tradizioni culinarie proprie della dimensione culturale dell’uomo.

Reza Rashidy

Nei dizionari di lingua italiana il significato di orto viene più o meno così descritto: “ piccolo appezzamento di terreno cintato, per lo più adiacente alla casa, nel quale si coltivano erbaggi e piante da frutto”. Viene quindi prefigurato come qualcosa, di proprio, per quanti vi abitano attorno. Perciò abbiamo chiamato orti quelle porzioni di terreno in piazzale Bainsizza e nel giardinetto di via Sernaglia, dove abbiamo messo a dimora alcune piantine aromatiche, affinché gli abitanti della zona le sentissero appunto: proprie.Sono state scelte queste essenze perché possano essere utilizzate per arricchire sapori culinari o profumare gli ambienti di quanti ne apprezzano le qualità.Esse richiedono però attenzione e cura costante nell’opera di estirpazione delle erbacce, concimazione, innaffiamento ecc. Questo compito lo abbiamo immaginato affidato ai cittadini del posto con l’intento di favorire il senso di riappropriazione, di almeno alcuni spazi cittadini, in controtendenza al sempre più diffuso sentimento di estraneità nella propria città. L’uso comune di

ORTI AI GIARDINI DI PIAZZALE BAINSIZZA E DI VIA SERNAGLIAovvero come attraverso la coltivazione delle piantine aromatiche si puo’: “coltivare la citta?”

queste aree, attraverso il giardinaggio, diventerà così occasione di incontro, di scambio e anche di divertimento, fra concittadini animati dalla stessa volontà di vivere il proprio quartiere. E’ questa una pratica molto radicata in molte città d’Europa così come la “cena di quartiere “, esperienza che abbiamo volentieri copiato e che tanto successo ha avuto l’estate scorsa in piazzetta S. Francesco. Questo tipo di iniziative, a molti, potranno sembrare ingenue se non inutili. Noi le proponiamo con convinzione perché crediamo nella cittadinanza attiva, elemento essenziale per una civile convivenza che si esprime attraverso ogni tipo di impegno: purché onesto, disinteressato e volto al bene comune. Siamo dunque già al secondo anno di esperienza “orti urbani” portata avanti però solo da alcuni cittadini del Gruppo di lavoro di via Piave. Ora è forse il caso di fare un altro passo avanti e pensare a un diretto coinvolgimento dei cittadini residenti nelle adiacenze dei due giardini. In particolare per piazzale Bainsizza, sarebbe un bel vedere gli abitanti delle case confinanti “scendere in campo” e “adottare” l’aiuola, per coltivarla, annaffiarla quando serve e

arricchirla di nuove essenze. Questo era e rimane l’obiettivo e per realizzarlo è fondamentale l’impegno diretto dei vicini. Qualora ciò non dovesse decollare ci parebbe improprio continuare l’esperienza con il solo contributo di alcuni volontari per lo più esterni all’area in questione. Ci diamo perciò tempo, fino alla fine dell’anno in corso e intanto ci piacerebbe capire cosa ne pensano i cittadini di questa proposta. A tal fine suggeriamo un sondaggio di opinioni tra gli

abitanti: è un’esperienza valida o è considerata inutile ?vi sono proposte migliorative o è meglio ritornare al preesistente? Qualcuno è disposto a collaborare, nell’opera di giardinaggio? Sostanzialmente, vi sono critiche, suggerimenti? Invitiamo i cittadini a pronunciarsi inviandoci una mail a [email protected], oppure telefonando al 328-8623273.

Fabrizio Preo

REFERENDUM POPOLARI DEL 12 E 13 GIUGNO 2011Il Gruppo di lavoro di via Piave ha sempre avuto - e molte volte ha manifestato - la convinzione che la piena cittadinanza si realizza, nelle forme possibili, attraverso la partecipazione diretta alla vita sociale e politica e inevitabilmente con la manifestazione della propria volontà di cittadini liberi e attivi. In coerenza con ciò, riteniamo doveroso dare una sintetica informazione sui prossimi imminenti appuntamenti referendari:1. Abrogazione della norma che prevede le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza

economica. Si tratta di consentire o non consentire l’affidamento a soggetti privati della gestione dei servizi pubblici locali (tra cui l’acqua), previsto dalla cosiddetta “legge Ronchi”;

2. Abrogazione parziale della norma che prevede la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Si tratta di mantenere o abolire la remunerazione fissa (7%) del capitale investito dai privati nella gestione dei servizi pubblici, come da comma 1 dell’art. 154 del “decreto ambientale” del 2006;

3. Abrogazione parziale della norma che prevede nuove centrali per la produzione di  energia  nucleare. Si tratta di mantenere o abolire una serie di articoli della legge 6 agosto 2008, n. 133, riguardanti la previsione di costruzione di nuove centrali nucleari in Italia;

4. Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale. Si fa riferimento all’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l’articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51.

Se si è favorevoli all’abrogazione delle norme oggetto di referendum si deve votare “Sì”, se si è per il mantenimento delle attuali disposizioni di legge si deve votare “No”. I referendum non sono validi se non si raggiunge il quorum del 50% degli aventi diritto più uno.

Cotto & CrudoGIOCARE E SCOPRIRE COMUNANZE E DIFFERENZE

Cucine e ricettari a confronto4 workshop e convivio conclusivo riservati

a donne italiane e straniere

Ricette distanti geograficamente preparate con modalità di cottura e uso di spezie e aromi

differenti, ma con gli stessi ingredienti. I laboratori sono stati diretti da due esperte

cuoche coadiuvate da un coordinatore, si sono tenuti e/o si terranno martedì 19 aprile, martedì

3-17- 31 maggio all’Osteria La Vida Nova - Centro Culturale Candiani.

Il tutto è stato organizzato da “Socio Cultural Immigrant Forum” via Piave, 87/a- tel 339 1069496e dall’Associazione “Casa della Cultura Iraniana” sito

www.casadellaculturairaniana.com

Page 4: Notiziario 08_2010

Pagina 7Pagina 6 Numero 8 - Maggio 2011 Le Voci di via Piave

Rumori molesti, infiltrazioni, rispetto del regolamento condominiale, rispetto degli spazi comuni: questi possono essere alcuni dei problemi che ci si trova ad affrontare all’interno di un condominio o tra vicini di casa e che possono causare disagi, difficoltà, fino a sfociare in veri e propri conflitti. Con questo scopo nel 2000 nasce lo Sportello di Mediazione Abitativa,

gestito dalla Cooperativa Il Villaggio Globale, che storicamente si occupa nel territorio veneziano di servizi all’alloggio per persone in disagio abitativo e di mediazione dei conflitti.Lo Sportello, un servizio

gratuito per il cittadino, è stato attivato nell’ambito del Progetto FEI “Altrimenti nella Città”, di cui è capofila il Comune di Venezia- Servizio Immigrazione, ed è attivo da dicembre 2010.Come funziona? Chiunque può rivolgersi agli operatori dello Sportello, i quali raccolgono le segnalazioni di disagi e le problematiche ed ascoltano il cittadino. In seguito contattano l’altra parte coinvolta, in modo da poter raccogliere le informazioni in merito al problema segnalato da entrambi i punti di vista. Successivamente, se entrambi lo vogliono, propongono un incontro tra le due parti ed un mediatore, in modo da ricercare in quella sede un accordo che da un lato sia soddisfacente per entrambi e dall’altro eviti il più possibile l’acuirsi della situazione di difficoltà ed il ricorso alle vie legali. La prospettiva proposta è quella della mediazione, ovvero dell’intervento di una terza persona che aiuti a facilitare la comunicazione e la ricerca di soluzioni soddisfacenti.Lo sportello in alcuni casi ha carattere prettamente informativo e si appoggia per questione specifiche (servitù di passaggio, ripartizioni spese su usi esclusivi, ecc.) ad una consulenza legale.Lo Sportello al 31 marzo conta 30 interventi ed oltre una decina di richieste di informazioni su regolamenti e competenze condominiali a cui è stata data risposta telefonicamente o via mail. L’ambito delle controversie sottoposte all’attenzione dei mediatori è stato finora suddiviso tra spese condominiali/utenze, lavori su parti comuni, rumori molesti ed in generale l’uso degli spazi comuni.Per contatti e informazioni: Sportello di Mediazione Abitativa c/o Villa Querini, Via Verdi 36, aperto tutti i lunedì dalle 16.30 alle 19.30.Email [email protected]

PROBLEMI IN CONDOMINIO?È aperto in via Verdi lo Sportello di Mediazione Abitativa

Mi chiamo Maddalena, sono la mamma di Lorenzo e insieme abbiamo partecipato a questo bel ciclo di incontri di confronto sulla genitorialità promossi dai Servizi Sociali Infanzia e Adolescenza della Municipali-tà di Mestre Carpenedo, dal Servizio Immigrazione, da Etam e dal Gruppo di Lavoro via Piave.Racconto volentieri l’esperienza che ho trovato interes-sante, stimolante e ben gestita.Dal 9 Marzo al 13 aprile ci siamo incontrati settimanal-mente il mercoledì pomeriggio per condividere pensieri, dubbi, difficoltà e risorse del nostro essere mamme e papà di bambini tra i 2 e i 5 anni. Siamo stati accolti in un bello spazio e guidati nelle discussioni da alcune educatrici e volontarie. Mentre i grandi chiacchieravano i bambini giocavano tra loro seguiti da alcune figure adulte di supporto. Essenziale è stato il contributo delle mediatrici culturali che hanno reso possibile il confronto anche con chi non conosce ancora così bene l’italiano per parlare di argomenti complessi e delicati che, come mamme e papà, ci siamo sentiti di affrontare. I genitori (soprattutto mamme a dire il vero… ma quan-to lavorano questi papà??!!) e i bambini che hanno aderito alla proposta abitano a Mestre ma non tutti sono nati qui. Io arrivo da poco lontano, sono nata e cresciuta a Ferrara, ma c’è chi ha fatto davvero molta strada arri-vando dall’Equador, dalla Nigeria, dall’Albania, dall’Iran, dallo Sri Lanka. Il percorso è iniziato dalle presentazioni e dall’ascolto dei bisogni e desideri che, come genitori, abbiamo espresso. Ci è stato chiesto di cosa avremmo voluto parlare, quali questioni ci stavano più a cuore o ci mettevano più in difficoltà, per muoversi su temi effettivamente sentiti come importanti dal gruppo. Gli incontri si sono svolti poi tematicamente: ogni giorno un argomento. Abbia-mo parlato di regole e limiti, di quali “no” dire e di come gestire le reazioni dei bimbi ai divieti; di paure che, se anche sono dei piccoli, tanto piccole poi non sono; di quando, quanto e come intervenire nei litigi tra bambini e di come relazionarci con altri adulti (maestre, nonni, amici..) sulle questioni educative che riguardano i nostri bambini; infine di cibo con l’aiuto di un’esperta che ci ha aiutati ad approfondire l’argomento dandoci qualche regola d’oro e rispondendo alle nostre domande.Ogni appuntamento iniziava con un gioco fatto tutti in-sieme che introduceva il tema del giorno (è stato bello e divertente disegnare, tagliare, correre, ascoltare fiabe…), poi bimbi e adulti si dedicavano a cose diverse per ritro-varsi in un grande girotondo finale con cui ci si salutava. Ho trovato questa modalità particolarmente piacevole perché richiama quell’idea di rituale che segna i passag-

MAMME E PAPÀ SI RACCONTANOMondi e modi diversi di crescere i bambini – racconto di un’esperienza

gi, che aiuta a cambiare contesto o registro che (secondo me, purtroppo) la società presa dalle sue corse vorticose sta perdendo. Quando ho visto la locandina che pubblicizzava il progetto “Mamme e papà si raccontano” ho immedia-tamente pensato di aderire perché in assoluto le occa-sioni di dialogo le vivo come una grande opportunità di crescita ma in particolare ero incuriosita dall’idea che il confronto avvenisse con persone provenienti anche da culture diverse dalla mia. Ora, tirando le somme, mi accorgo che gli incontri sono stati colorati da visi che mi somigliano meno di altri e da aneddoti che a volte lasciavano immaginare contesti lontani, diversi. Alla fine, ti rendi conto, siamo tutti mamme e papà con pensieri e preoccupazioni molto simili che, con le soggettive differenze, continuano a crescere e provano a diventare migliori con i propri figli. Maddalena Stefani

CORSI D’ITALIANOa cura del Gruppo di Lavoro di via Piave

Per il terzo anno gli incontri di studio della lingua italiana sono tenuti dalle volontarie del gruppo Piave in collaborazione con l’associazione bengalese “Socio Cultural Immigrant Journalist Forum” il cui presidente è Kamrul Syed . Abbiamo iniziato questa attività tenuta da volontarie nell’anno 2007 \2008 mossi dall’intenzione di dare occasione alle donne bengalesi, che tendono a vivere soprattutto in famiglia,  di socializzazione con i residenti nonchè di imparare i primi rudimenti della lingua italiana. Nel primo anno le donne iscritte erano molto poche, sei o sette e circa venti uomini. Negli anni il numero delle donne è cresciuto e in questo anno scolastico abbiamo avuto una frequenza media di circa 18 donne e 10 uomini. Ci siamo accorte che ciò che muove le donne a partecipare è il piacere di passare due ore insieme e il desiderio di acquisire le conoscenze linguistiche adatte a dialogare con le maestre dei figli piuttosto che  con il medico o con soggetti istituzionali. Il corso che chiuderemo nei primi giorni di giugno è iniziato nell’ottobre scorso e si è tenuto di martedì e giovedì dalle 9 alle 11 nella sala del Centro Civico di via Sernaglia.Le volontarie nel fare un bilancio dell’attività svolta sentono di potere affermare che  hanno avuto modo di arricchire le proprie conoscenze e la propria sensibilità. La nostra non è “una scuola”  tradizionale con testi e compiti a casa, ma piuttosto uno scambio diretto e trasversale tra chi riceve e chi dà, dove i ruoli a volte si invertono dando spazio di espressione a tutti i partecipanti in un ambiente di comunicazione che ha la fluidità necessaria a fare in modo che le timidezze si sciolgano e le amicizie si intreccino.

Elda, Emanuela, Luisa, Rita

MERCATINO DEL BARATTOin Piazzetta San Francesco il 25 giugno dalle ore 14.30

Page 5: Notiziario 08_2010

Pagina 9Pagina 8 Numero 8 - Maggio 2011 Le Voci di via Piave

Notiziario promozionale delGruppo di lavoro di via Piave

Notiziario realizzato in collaborazione con: l’Unità operativa ETAM-Animazione di Comunità e Territorio

(Servizio Promozione Inclusione Sociale) della Direzione Politiche Sociali, Partecipative e dell’Accoglienza.

Stampa a cura: CPM, viale Ancona - Mestre

In redazione: Italo Trentin, Maria Rita Bersanetti, Elda Scatto

Tamara Pozdnyakova, Palma Gasparrini, Fabrizio Preo, Luisa Cazzador, Paolo Grazioli, Franco Nube, Marco Mura,

Roberta Zanovello, Loris Trevisiol, Vilma Cappello.

Oggi ci troviamo di fronte a paesaggi e comunità che sono illeggibili nel loro sviluppo e nei loro cambiamenti. La non leggibilità del luogo in cui si abita provoca in molti disorientamento, confusione, solitudine. Strada di connessione tra il centro di Mestre e la stazione ferroviaria, negli ultimi anni, il quartiere di Via Piave sta vivendo un’importante crisi identitaria.Il momento forse ci coglie impreparati, noi pensiamo sia utile promuovere politiche di accoglienza e inclusione sociale anche attraverso percorsi artistici che possano diminuire la distanza tra le persone dovuta a diversità culturali, pregiudizi e stereotipi.

L’incontro con l’Altro e il territorio può essere quindi un connubio fondamentale per creare “nuovi mondi”.In questi anni con i cittadini abbiamo avviato laboratori di prossimità per diminuire la percezione di insicurezza, legittima, che molti avvertono.Abbiamo bisogno di percorsi comunitari che rinforzino l’esistenza etica e civile, abbiamo bisogno di reinventare il senso di appartenenza, dando spazio ai sogni, alle paure e alle ingiustizie. Per questo diventa importante mettere in movimento corpi, emozioni, pensieri, desideri e timori attraverso il teatro, la narrazione, il canto.Riteniamo di notevole rilevanza l’intreccio, lo scambio e la collaborazione tra il sapere sociale e quello artistico/culturale. L’importante collaborazione con la Fondazione Venezia ci ha permesso di realizzare due laboratori di teatro che si sono svolti presso la palestra “TerraMadre” di via Piave. “Un Corpo che ride” condotto da Silvia Gribaudi e Elisa Dal Corso e “Circolando” a cura di Pantakin. Esperienze

Volge al termine in questi giorni il laboratorio di circo teatro CIRCOLANDO organizzato dalla FONDAZIONE VENEZIA nell’ambito del progetto GIOVANI A TEATRO /ESPERIENZE 10/11.Ventidue ragazzi dagli otto ai dodici anni sono stati coinvolti dagli operatori di Pantakin.Per quindici incontri i ragazzi hanno lavorato assieme esplorando alcune tecniche del mondo circense, in particolare la giocoleria, arrivando a costruirsi da soli i propri attrezzi (palline) per giocolare. Parallelamente si è iniziato un viaggio verso il teatro utilizzando le tecniche del gioco e del mimo al quale abbiamo poi aggiunto un elemento principe dell’immaginario circense: il naso rosso del clown.Probabilmente nessuno dei ragazzi farà mai il giocoliere o il teatrante ma riteniamo che l’esperienza sia stata molto costruttiva, abbiamo infatti assistito ad una graduale crescita dei ragazzi ed ad un sempre maggior coinvolgimento emotivo e creativo. Ci siamo divertiti a vedere come un naso rosso, la maschera più piccola del teatro, possa diventare uno scudo per proteggerci dal mondo e uno strumento inusuale per farci leggere dagli altri, per mostrare parti di noi bambini che forse ancora non conosciamo.In questi ultimi incontri di maggio, proprio attorno al naso del clown stiamo lavorando e preparandoci alla nostra “invasione rossa”.Lunedì 30 maggio alle 16,30 per chiudere con un momento di incontro insieme agli allievi, gli insegnanti e i genitori, abbiamo ideato un esperimento, una performance: una piccola invasione di “nasi rossi” per le vie della zona stazione della città.Si tratterà di azioni guidate dagli insegnanti e di improvvisazioni che cercheranno di coinvolgere i passanti e gli abitanti del quartiere e soprattutto cercheranno di strappare loro…. un sorriso.Ai partecipanti un naso rosso assicurato, fino ad esaurimento delle scorte!

Emanuele PasqualiniCordinatore progetto CIRCOLANDO

PANTAKIN CIRCO TEATRO

ARRIVANO I NASI ROSSI...prepariamoci all’invasione.

partecipate da grandi e piccoli residenti nel quartiere. Più attori sociali hanno contribuito alla realizzazione, non ultima la scuola Cesare Battisti che ha messo a disposizione le aule del plesso scolastico. Realtà sociali che hanno saputo intrecciare le loro specificità con le esigenze del territorio.Queste iniziative, pensate e progettate insieme, sono momenti creativi fondamentali per l’espressione di idee che possono promuovere un clima che favorisca la convivenza sociale.

Roberta Zanovello(Etam-animazione di comunità e territorio)

Le Voci di

Dal sito www.levocidiviapiave.com

puoi avere maggiori informazioni

sull’attività del Gruppo,

puoi scaricare le foto e

leggere i precedenti numeri

del Notiziario.

Se vuoi comunicare con noi o scrivere una lettera

da pubblicare sul prossimo numero invia una mail a:

[email protected].

TRA PAURE E DESIDERIEsperienze di teatro nella comunità di via Piave.

Page 6: Notiziario 08_2010

Pagina 11Pagina 10 Numero 8 - Maggio 2011 Le Voci di via Piave

Come si fa a scrivere di una cosa così angosciante come quella degli sbarchi di migliaia di disperati da una parte all’altra di questo tormentato mondo in un giornalino di quartiere dalle pretese limitate come il nostro? Come si fa, d’altra parte, a scrivere delle cose che succedono nel proprio territorio accantonando completamente ciò che ci circonda ed emerge quotidianamente alla ribalta dai diversi contenitori di notizie?Nella notte fra il 5 e il 6 aprile si è rovesciato uno dei barconi che cercavano di raggiungere le coste italiane, aveva a bordo 250 persone, tra cui molti bambini. Queste persone scappavano dalla Libia ma provenivano dalla Somalia, dall’Eritrea, dal Ciad, dall’Etiopia, qualcuno li considera “popoli di nessuno”, tanto che il nostro Presidente del Consiglio ha, all’indomani della tragedia, erroneamente presentato le condoglianze al governo tunisino.Da quella notte il pensiero di tutte le vittime dei mutamenti che stanno avvenendo nei paesi che si affacciano nel mediterraneo mi induce a tentare di scrivere qualche riga per provare a riconoscere un senso alla loro morte, dando voce alle emozioni di dolore che ne derivano.Quando le informazioni che ci giungono dai luoghi di sciagura sono così tante e così strazianti le emozioni che suscitano non sono sostenibili e vengono facilmente rimosse. Attraverso gli organi di stampa si è trovato lo stratagemma di attenuare il dolore e darvi una parvenza di partecipazione attiva attraverso le sottoscrizioni, le donazioni e via dicendo. In realtà questa forma di solidarietà vale soprattutto per le calamità naturali nei luoghi più diversi del mondo, anche i più lontani, se l’attenzione dei mass media è rivolta verso di essi, vale per la ricerca sulle malattie diffuse. Sostanzialmente vale rispetto ad avvenimenti che polarizzano la nostra attenzione e che abbiano una certa organizzazione mediatica che consenta queste forme di solidarietà a distanza (per quanto queste abbiano una ben limitata concreta utilità). Non vale per la gran parte delle vittime di catastrofi causate dall’uomo verso i propri simili, non vale per le persone che finiscono in fondo al mare alla cieca e disperata ricerca di un futuro che in quel momento non hanno. In queste situazioni riemergono in modo evidente le paure ancestrali del genere umano, l’istinto di sopravvivenza che espone alla morte e lo fa sia nella ricerca disperata di un posto per sé - all’interno del

LA SPERANZA IN FONDO AL MARE

Ai bambini, alle donne ed agli uomini affondati con i barconi nel Mediterraneo

barcone, nelle terre sconosciute dei nuovi mondi, tra le fila di persone in coda per un certificato, un permesso, un tozzo di pane - sia anche nella difesa del proprio spazio dall’arrivo degli altri. E non vi è alcun merito, né alcun demerito nell’essere dall’una o dall’altra parte. E’ solo per casi di opposta sorte che ci possiamo trovare ad affannarci per campare, oppure, a costruire fortezze per continuare ad esistere nel lusso e nel benessere o semplicemente nella consolidata consuetudine quotidiana. In tutto questo la politica annaspa, improvvisa e così, se ci proviamo a far caso, ci appare ancora più stonato sentir parlare di campi da golf e di casinò o di case acquistate a costi spropositati per dimostrare di sentirsi più vicini alle traversie degli abitanti dell’isola di Lampedusa che osserva impotente e sbalordita gli sbarchi continui di uomini, donne e bambini. Charlotte Phillips, del Segretariato internazionale di Amnesty International, il 30 marzo 2011 dichiarava: “la gestione fallimentare della situazione creatasi a Lampedusa nelle scorse settimane ha determinato una crisi umanitaria che poteva e doveva essere evitata ... migliaia di cittadini stranieri sono stati abbandonati sull’isola, nonostante provenissero da paesi colpiti dalla povertà, dalla guerra o in piena crisi politica”. La Phillips ha aggiunto che il numero di arrivi1 a Lampedusa è “poco rilevante se paragonato al flusso di circa 400.000 persone che in queste settimane hanno cercato rifugio nei paesi confinanti con la Libia, come Tunisia ed Egitto”. Certo anche qui, come in Europa, più che valere la logica della distribuzione mirata dell’emigrazione (in modo da consentire un’accoglienza dignitosa), vale la regola della vicinanza geografica, principale ed ineluttabile elemento di migrazione spontanea. Ma questa, dicevamo, è politica, passibile di ulteriori precisazioni.Ciò che rimane sono le morti di gente senza nome e senza patria sprofondate negli abissi del Mediterraneo. La speranza è che il mare custodisca a lungo il loro ricordo nella mente di qualche loro caro, magari più fortunato.

Loris Trevisiol

1 -(In Italia 25.800 gli arrivi dall’inizio dell’anno - dati Ministero degli Interni forniti i primi giorni di aprile)

IL NOSTRO NOTIZIARIO “LE VOCI DI VIA PIAVE” E “VIVERE MARGHERA” SI SONO GEMELLATI

Riceviamo dagli amici di “Vivere Marghera” la seguente presentazione che pubblichiamo con piacere

E’ il momento di presentare un altro giornale di quartiere: “Vivere Marghera”, con il quale ci siamo simbolicamente “gemellati”. Lo abbiamo fatto perché ci siamo identificati entrambi nel mondo del “giornalismo dei cittadini”, niente di cui montarsi la testa, semplicemente la voglia di contare nel luogo in cui si vive, di esserci attraverso cose semplici che lascino però un segno positivo. Le diverse formule adottate da ciascuna redazione per affrontare le problematiche del proprio territorio creano poi le singole specificità, di cui ciascuna realtà si sente orgogliosa. Riceviamo dalla redazione di “Vivere Marghera” la seguente presentazione che abbiamo il piacere di pubblicare.

Vivere Marghera, periodico di Marghera e dintorni, vuole essere uno strumento attraverso il quale tante persone che nella vita non vivono con il mestiere di giornalista vogliono raccontare il proprio territorio e le trasformazioni che lo riguardano. Vogliamo che le persone non siano passive e non subiscano l’iniziativa altrui ma facciano sentire anche con il nostro foglio la loro voce.È indubbio che la vocazione di Marghera sia stata quella industriale, ma ora vogliamo far emergere il disastro dell’inquinamento ancora tutto presente ma anche il fitto tessuto di relazioni che la città ha e sa esprimere in una miriade di associazioni, gruppi spontanei che non ha eguali nelle altre municipalità di Venezia. Vogliamo che la città riprenda dignità, lavoro e voglia di stare assieme.Piantare un albero vuol dire vederlo crescere dopo tanti anni. Ecco cosa abbiamo fatto, siamo partiti da un”fare” piantando alberi in un terreno marginale e inquinato, perché riteniamo che semplici gesti sono indispensabili e che ognuno ha una precisa responsabilità sulle orme che lascia.Da questo seme è nata l’idea di fare nascere un giornale, sbocciata soprattutto dalla voglia di affermare che Marghera non è solo la sua zona industriale ma anche qualcos’altro: una città nella quale si possono trovare ancora forti forme di aggregazione, come ad esempio succede al mercato del sabato mattina. Siamo auto editati e completamente autofinanziati, è importante sottolinearlo.

Le rubriche del giornale sono venute naturalmente, da sé, come se stessimo parlando con amici e conoscenti. Per cui sollecitiamo nell’editoriale a pensare al lavoro in termini attivi, invitiamo anche a reinventarsi il lavoro senza aspettare che siano “altri” a darlo. Una parola al giorno vuole sciogliere il significato di sigle a volte enigmatiche e incomprensibili (PAT, PUM, GAS ); mentre Qui non c’è mai stato Hemingway cerca la notizia positiva.Ci sono poi le interviste alle associazioni, ai gruppi informali e alla municipalità; la rubrica sulla moda etica e sui viaggi; la ricetta del mese perché l’attenzione alla cucina di famiglia è importante; Voglia di raccontare perché c’è ancora forte la necessità di dire cosa è stata e come è stata vissuta la Marghera industriale attraverso le narrazioni individuali e private.Poi ci sono le notizie dalle zolle, Orti di città, porta le riflessioni dagli orti di Marghera, non come fenomeno di una moda recente di recupero della manualità e dell’autoproduzione dei terrazzi e degli orti di famiglia ma soprattutto come prosecuzione di quella che è stata un’altra utopia di inizio del secolo scorso: la città giardino. Una realtà che è stata realizzata nella zona centrale di Marghera dove è possibile ancora vedere e studiare lo sviluppo di una città orizzontale, la Città Giardino, in netto contrasto con le nuove proposte di città verticale, sviluppata soprattutto in altezza, metri e metri che ci chiudono la vista e rendono più inquieti i nostri quartieri.

La redazione di Vivere Marghera

Mail: [email protected] Cell 3311030819

Sito internet www.viveremarghera.it

Page 7: Notiziario 08_2010

Pagina 12 Numero 8 - Maggio 2011

Ci chiediamo da più parti quale sia l’atto d’indirizzo dell’amministrazione sui posteggi a pagamento per le famose righe blu. Questo modo di regolare i parcheggi in città doveva servire a mettere più ordine nelle strade e nello stesso tempo a garantire a chi non ha un garage un posto macchina sicuro nella sua zona pagando l’abbonamento annuale (nelle assemblee in Via Piave questo ci è stato detto).Ci illudiamo che esista un piano dei parcheggi. Forse è per questo che non ci sappiamo spiegare come mai se i cittadini di una certa zona urlano le righe blu si tolgono. Perché dobbiamo pagare i parcheggi nella nostra zona mentre in altre no? Dobbiamo organizzarci anche noi nella zona Piave e urlare più forte? Perché questa amministrazione non si impegna in un percorso spiegando le motivazioni e costruendo insieme una proposta uguale per tutta la città?Fare una guerra tra cittadini classificandosi cittadini di serie A e cittadini di serie B non è certo ciò che una amministrazione democratica deve favorire.Riflettiamo! A noi preme che i diritti e doveri siano eguali per tutti; è una minima cosa ma non passa inosservata.La democrazia si costruisce anche così. Lettera firmata

LETTERE ALLA REDAZIONELe famose righe blu.

Anche quest’anno, vista la grande partecipazione dell’anno scorso, stiamo organizzando la cena di quartiere. Pensiamo che questo possa diventare un appuntamento annuale, così come avviene in tante città europee.L’appuntamento è sempre in Piazzetta San Francesco sabato 18 giugno, le modalità di partecipazione saranno identiche: noi metteremo i tavoli, le sedie, le caraffe d’acqua ed il resto… arriverà.E’ bello per una sera ritrovarsi tutti insieme, sedersi agli stessi tavoli, sentirsi cittadini di questo territorio, identificare persone che vediamo spesso passarci vicino ma che non conosciamo direttamente e scoprire che non siamo poi così diversi, scoprire che la diversità che caratterizza questa via ci può anche arricchire.Vi aspettiamo in tanti per passare assieme una bella serata!

CENA DI QUARTIEREArriva giugno!!! Vieni a cena con noi, porta qualcosa!

30171 MESTRE VENEZIAVia Salettol, 8Tel. 041 591415/418 Fax 041 929829E-mail: [email protected] da lunedì al venerdì 9.00/11.30 15.30/17.30

ALTRE SEDI DECENTRATE

Viale San Marcoc/o Centro Civico XXV AprileTel. 041 5313818- mercoledì e venerdi 9.00/12.00

CarpenedoVia Ligabue, 1Tel. 041 5342312- lunedì, martedì, mercoledì e venerdi 9.00/11.00

Ringraziamo lo SPI che ha contribuito economicamenteall’uscita di questo numero