Note Working Papers - Mise · 2015. 12. 22. · JEL Classification: L43, L81, L94, D47. 1....

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Working Papers a cura della Segreteria Tecnica Note di discussione Working paper n. 1/2015

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    a cura della Segreteria Tecnica N

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    Working paper n. 1/2015

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    La serie presenta i risultati dell’attività di ricerca condotta nel Ministero, anche in collaborazione

    con studiosi ed esperti esterni, con l’obiettivo di contribuire al dibattito scientifico e in prospettiva

    di eventuali ulteriori analisi e approfondimenti.

    I lavori vengono proposti alla Segreteria Tecnica del Ministro dello Sviluppo Economico e

    successivamente sottoposti a peer review anonima.

    I temi e i contenuti metodologici riflettono esclusivamente l’interesse e le opinioni degli autori e

    non impegnano, in alcun modo, il Ministero dello Sviluppo Economico o il rispettivo ente di

    appartenenza.

    ISSN 2465-1877 Note di discussione [Online]

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    Concorrenza e innovazione nei mercati retail dell’energia elettrica

    Le prospettive dopo il Ddl Concorrenza 2015

    Carlo Stagnaro1

    Dicembre 2015

    ABSTRACT

    Il disegno di legge annuale per la concorrenza 2015 prevede il superamento

    della “maggior tutela” e la piena liberalizzazione dei prezzi retail dell’energia

    elettrica a partire dal 1 gennaio 2018. Questo passaggio è importante sia come

    elemento di coerenza col più generale disegno di mercato sia perché la piena

    apertura dei mercati retail in tutti gli Stati membri è funzionale all’integrazione

    dei mercati europei. La liberalizzazione dei mercati finali dell’energia

    rappresenta uno stimolo all’innovazione, sia dal lato della domanda sia dal lato

    dell’offerta. Questo paper presenta le ragioni teoriche e le evidenze empiriche a

    supporto del nesso tra la concorrenza e l’innovazione nei mercati retail

    dell’energia elettrica.

    Italy’s 2015 Annual Competition Law provides for phasing out electricity retail

    prices regulation, as well as the implementation of full retail liberalization,

    starting on January 1st, 2018. This is a significant reform not just for the sake

    of consistency with the broader market design for electricity. Indeed, retail

    liberalization is instrumental for the full integration of EU electricity market. In

    fact, the full opening of retail markets provides a great opportunity for

    innovation, both on the demand side and on the supply side. This paper

    investigates the theoretical reasons, and presents some empirical evidence, on

    the competition-innovation nexus in retail electricity markets.

    Keywords: competition; electricity; liberalization; regulation; deregulation; retail

    markets.

    JEL Classification: L43, L81, L94, D47.

    1. Introduzione

    Il disegno di legge annuale per la concorrenza, attualmente in discussione al Senato,

    prevede la piena liberalizzazione del mercato retail dell’energia elettrica. La scelta del

    Governo di superare il cosiddetto regime di maggior tutela non risponde solo alle

    raccomandazioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM 2014), né

    è una mera manifestazione di zelo nella compliance con le previsioni del pacchetto Energy

    Union promosso dalla Commissione europea (EC 2015a, 2015b). Si tratta, piuttosto, del

    1 Segreteria tecnica del Ministro dello Sviluppo economico. Contact info: [email protected]. Le opinioni espresse sono personali e non riflettono necessariamente quelle del Ministero dello Sviluppo economico. L’autore ringrazia due revisori anonimi per le loro osservazioni sulla prima bozza di questo paper.

    mailto:[email protected]

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    tassello conclusivo nel processo di apertura del mercato elettrico alla concorrenza, al fine di

    promuovere la pluralità delle offerte e la libertà del consumatore.

    Finora, molta della discussione si è concentrata sul tema dei prezzi: la deregolamentazione

    del mercato finale per individui e Pmi porterà a rincari o riduzioni del costo della bolletta

    (Aeegsi 2015a, Littlechild 2009, Nomisma Energia 2015, Ros 2015)? Rispondere alla

    domanda in modo secco è pressoché impossibile. Infatti si tratta di una questione parziale,

    che rischia di lasciare in ombra l’aspetto forse più rilevante tra gli effetti attesi della

    liberalizzazione: ossia l’enorme potenziale di innovazione che potrebbe aprirsi in un settore

    che, almeno dal punto di vista del rapporto tra il cliente e il suo fornitore, ancora risente

    dell’impostazione regolatoria (e della sottostante organizzazione industriale) prevalente

    durante l’epoca del monopolio pubblico. Il punto è che l’attuale disegno dei mercati retail in

    Italia ruota attorno alla maggior tutela, la quale a sua volta si fonda sul principio che

    l’oggetto della transazione commerciale sia il kWh “nudo”, cioè una commodity

    indifferenziata e priva di qualunque possibilità di differenziazione dell’offerta.

    La tesi che verrà qui sostenuta, al contrario, è che questo è vero solo in funzione

    dell’impostazione regolatoria prevalente: il superamento della maggior tutela può consentire

    un’evoluzione del mercato tale per cui la domanda “costa di più o di meno?” avrà senso

    solo se qualificata in relazione a una tipologia o a un livello del servizio che può essere

    customizzato virtualmente senza limiti, sul modello di quanto è accaduto nel settore della

    telefonia mobile (Stagnaro 2015).

    Il paper è organizzato come segue. La seconda parte ricostruisce le ragioni teoriche e, dove

    disponibili, le evidenze empiriche sugli effetti della liberalizzazione dei mercati retail. La

    terza sezione si soffermerà in particolare sulla natura dell’innovazione che può emergere dal

    superamento delle regolamentazioni di prezzo nell’ambito del mercato elettrico. La quarta

    parte descrive l’attuale assetto del mercato elettrico retail in Italia, con particolare

    riferimento al ruolo e alle modalità di funzionamento della cosiddetta “maggior tutela”. La

    quinta parte guarderà invece alle evidenze sui comportamenti innovativi degli operatori, e

    cercherà di mostrare come già oggi siano in atto una serie di tentativi, relativamente di

    successo, di differenziare le offerte commerciali attraverso l’introduzione nel servizio di una

    serie di componenti aggiuntive. La sesta parte trarrà le conclusioni.

    Prima di procedere è, tuttavia, opportuna una precisazione. Quando si parla di innovazione,

    ci si riferisce quasi esclusivamente all’innovazione tecnologica: ossia allo sviluppo di

    tecnologie sempre più sofisticate. Il termine viene invece qui utilizzato in un senso molto

    più ampio, con riferimento anche all’innovazione commerciale, di processo, di marketing,

    ecc (North 1991). Seppure il kWh resterà sempre lo stesso, l’oggetto delle transazioni

    commerciali nel settore energetico può allargarsi in misura significativa e, di fatto, si sta già

    allargando. Di conseguenza, la liberalizzazione dei mercati retail è necessaria principalmente

    a stimolare la creatività dei fornitori dal lato dell’offerta, e la mobilità dei consumatori dal

    lato della domanda. La mobilità dei consumatori, a sua volta, non va intesa come mera

    attività di cambio del fornitore, quanto piuttosto come la capacità di individui e imprese di

    esprimere bisogni sempre più precisi e tailor-made, indirizzando, con le proprie scelte di

    consumo, le attività commerciali e di ricerca dei fornitori e dunque, in ultima analisi, le

    scelte strategiche dal lato dell’offerta. Come si cercherà di mostrare anche attraverso una

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    tassonomia delle offerte disponibili sul mercato libero in Italia, il tipo di innovazione a cui

    ci si riferisce – che ha certamente una componente di innovazione tecnologica legata in

    particolare ai servizi che possono derivare dall’installazione di smart grid e smart meter – ha

    principalmente a che fare con la definizione di un diverso perimetro del servizio. In

    particolare, più si allontanano dal framework kWh-prezzo, più i consumatori e le utility

    trovano nel servizio elettrico la fornitura di un bene complesso, che include componenti di

    servizio le più diverse, quali per esempio quelle assicurative (connesse al prezzo o a beni

    complementari alla fornitura elettrica), il bundling con servizi legati alle modalità di consumo

    (efficienza energetica e incentivi alla demand-side response), e in generale una diversa

    attenzione alla customer care (con l’introduzione di strumenti più diretti di comunicazione tra

    cliente e fornitore, specialmente online).

    2. Liberalizzazione e innovazione

    In letteratura è ben noto il nesso tra concorrenza e innovazione. In concorrenza perfetta, i

    ricavi marginali delle imprese che offrono un determinato prodotto sono pari ai rispettivi

    costi marginali. Di conseguenza, al margine, le imprese non ottengono profitti. Lo stimolo

    all’innovazione nasce appunto dalla ricerca del profitto: l’impresa che innova, riducendo i

    propri costi o introducendo nuovi prodotti sul mercato, per un certo periodo di tempo

    riesce a essere “monopolista” in un determinato segmento di mercato e, in tal modo,

    realizza dei profitti (Posner 1975, Tirole 1988).

    L’innovazione, in questo quadro teorico, avviene secondo un processo “schumpeteriano”

    di “distruzione creativa”, attraverso il quale l’impresa che innova agisce secondo uno o più

    dei seguenti cinque driver: a) introdurre un nuovo bene o servizio o aggiungere componenti

    a un bene o servizio esistente; b) introdurre nuovi processi produttivi; c) aprire nuovi

    mercati; d) scoprire nuove fonti di materie prime; e) adottare una diversa organizzazione

    industriale (Schumpeter 1934).

    L’evidenza empirica che si è accumulata nel tempo sembra confermare quanto la teoria

    predice, ossia che gli ambienti più competitivi tendono a stimolare l’innovazione (Nickell

    1996, Aghion et al. 2005, Acemoglu e Akgicit 2012). Gli studi empirici, pur raggiungendo

    generalmente risultati coerenti con le attese, hanno trovato relazioni molto diverse tra

    competizione e innovazione, anche in funzione della metodologia di analisi adottata.

    Questo dipende in misura non triviale dalla difficoltà nel misurare sia la variabile

    dipendente (l’innovazione) sia quella indipendente (la concorrenza) in contesti nei quali era

    ben difficile sostenere la necessaria assunzione che l’analisi si svolgesse “a parità di altri

    elementi”. Tutto ciò al netto del legame endogeno tra concorrenza e innovazione (Hall e

    Harhoff 2012).

    Aghion et al. (2014) hanno condotto una serie di esperimenti in laboratorio per valutare

    l’effetto della concorrenza sull’innovazione. Essi hanno trovato, tra l’altro, che l’aumento

    della competizione aumenta decisamente le spese in ricerca e sviluppo da parte delle

    imprese “neck and neck” (cioè quelle che, in un dato mercato, competono su livelli

    tecnologici simili), pur riducendo le spese in R&D da parte delle imprese che si trovano

    lontane dalla frontiera. Tuttavia, nell’aggregato, la concorrenza aumenta l’innovazione. Uno

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    dei risultati cruciali di questo paper – del resto intuitivo – è che l’effetto della competizione

    sull’innovazione è maggiore in quei settori dove le imprese rivali si trovano su un livello

    tecnologico simile, e dunque ricevono un forte incentivo a investire in innovazione

    incrementale (non solo, come detto, dal punto di vista della tecnologia in senso stretto, ma

    anche con riferimento ai processi produttivi, alle pratiche commerciali e organizzative,

    ecc.). Questo è proprio il caso dei mercati elettrici, dove difficilmente un operatore può

    avere un vantaggio tecnologico molto significativo, e stabile nel tempo, su tutti i suoi rivali.

    3. Innovazione e mercato elettrico

    A dispetto di quanto detto, i mercati elettrici non si sono storicamente caratterizzati per un

    elevato tasso di innovazione. Una possibile ragione di ciò è che tali mercati sono stati

    investiti fin dall’inizio da una fortissima regolamentazione, dovuta in parte ad alcune

    caratteristiche intrinseche (la presenza di un segmento in regime di monopolio naturale), in

    parte all’attività di lobbying degli operatori dominanti a favore della regolamentazione con

    l’obiettivo di erigere barriere all’ingresso per i potenziali concorrenti (Kiesling 2008). Tale

    regolamentazione ha toccato l’apice durante il lungo periodo del monopolio pubblico – che

    quasi ovunque, e certamente negli Stati membri dell’Unione europea – si è imposto come

    modello organizzativo dominante. Anche dopo, quando il monopolio è stato superato e i

    mercati sono stati parzialmente aperti, si è preservato il principio che i prezzi retail

    andassero in qualche modo regolati e che essi avessero la funzione di ribaltare a valle i costi

    di produzione. Laddove questo approccio permane, significative opportunità di creazione

    di valore vanno perse, in quanto – anziché veicolare informazioni relative alla scarsità

    relativa di un bene economico, quale che esso sia –finiscono per essere principalmente degli

    strumenti di traslazione di costi (Smith 2002).

    Vi sono due principali ragioni per cui la regolamentazione dei prezzi retail agisce da freno

    all’innovazione. La prima è che, de facto, essa aumenta i costi d’informazione per il cliente,

    disincentivandolo dalla ricerca non solo di offerte migliori, ma anche e soprattutto dalla

    ricerca di offerte commerciali diverse (Soares et al. 2012, Cooke 2011) in quanto essa

    contribuisce a rafforzare la convinzione che il servizio consista nella mera fornitura di

    energia elettrica (in quanto commodity indifferenziata) a condizioni date. La seconda ragione

    è che, in conseguenza della natura del servizio così definito, la regolamentazione tende –

    anche al di là delle sue intenzioni – a comprimere i margini degli operatori disincentivando

    l’ingresso di nuovi entranti. La compressione dei margini non è di per sé dovuta al fatto che

    la regolamentazione spinge i prezzi a un livello troppo basso (il che comunque, nel lungo

    termine, può rappresentare un problema in termini di efficienza dinamica del mercato),

    quanto piuttosto al fatto che gli operatori hanno scarso interesse a offrire, e i consumatori

    scarsa motivazione a domandare, servizi a più alto valore aggiunto (e ciò in considerazione

    di quanto appena detto in relazione all’aumento dei costi percepiti di search e di

    informazione) (Ahlert et al. 2014). In altri termini, si può sostenere che la price regulation a

    livello retail spinge gli operatori a concentrarsi sul margine intensivo, quando invece le

    maggiori opportunità – per loro stessi ma anche per i clienti – stanno nel margine estensivo

    del servizio, ossia nell’introduzione di servizi complementari e aggiuntivi rispetto a quello

    base.

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    Tuttavia, in alcuni contesti e in certi periodi la regolamentazione dei mercati retail si è

    alleggerita, e questo ha consentito l’emergere di offerte più complesse e diversificate,

    nell’ambito delle quali il prodotto venduto non era la mera fornitura di kWh a certe

    condizioni esogene (tipicamente fissate dalla regolazione), ma anche una serie di

    componenti aggiuntive di servizio. Tale differenziazione non investe solo la struttura del

    prezzo, quanto meno nei contesti nei quali è possibile passare a schemi di real-time pricing

    (Borenstein 2013, von der Fehr et al. 2005). Esse riguardano pure il contenuto stesso del

    servizio.

    In particolare, sono due i driver attuali di innovazione nei mercati elettrici: a) l’installazione

    di tecnologie smart per l’efficienza energetica; b) la diffusione di impianti per la generazione

    distribuita (o per lo stoccaggio domestico di energia) i quali richiedono un cambiamento

    profondo del rapporto tra il consumatore e il suo fornitore tradizionale. Un terzo driver,

    destinato ad acquisire un’importanza sempre più rilevante nel tempo, sta nella

    modernizzazione delle reti di distribuzione, con la crescente diffusione di smart grid e smart

    meter che permettono per un verso una sempre maggiore conoscibilità, da parte del

    consumatore, sui prezzi e i volumi di energia consumata, dall’altro una crescente flessibilità

    nell’impiego di appliances di consumo, accumulo e generazione diffusa (EC 2015c, Kiesling

    2010, 2015).

    In questo scenario, le regolamentazioni finalizzate o a determinare il prezzo, oppure a

    limitare la diversificazione dei prodotti offerti, rischiano di inibire l’innovazione e dunque

    non determinare i risultati sperati in termini di protezione del consumatore (Acer 2014,

    Cma 2015). Inoltre, nei mercati più liberalizzati si osserva generalmente – come la teoria

    suggerisce – una tendenza alla maggior diversificazione delle offerte, che consente ai

    consumatori non solo di risparmiare a parità di altri elementi, ma anche di individuare

    prodotti più adeguati alla loro specifica domanda di consumo (Acer 2014, Benedettini e

    Stagnaro 2015).Alcune evidenze descrittive sembrano confermare ulteriormente il nesso tra

    apertura dei mercati retail e diversificazione dell’offerta. La Figura 1 mette in relazione il

    grado di liberalizzazione misurato attraverso l’Indice di liberalizzazione dell’Istituto Bruno

    Leoni (Benedettini 2015) relativo al mercato elettrico, limitatamente ai soli mercati retail, col

    numero di offerte commerciali disponibili nella capitale di ciascuno Stato membro; la

    Figura 2 confronta l’Indice delle liberalizzazioni col numero di fornitori attivi nella capitale

    di ciascuno Stato membro. La fonte di questi dati è Acer (2013, 2014).

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    Figura 1. Grado di apertura del mercato elettrico retail vs. numero di offerte commerciali disponibili nella capitale di ciascuno Stato membro. Fonte: elaborazione su dati Benedettini (2015), Acer (2014). Nota: per ragioni di leggibilità sono stati eliminati dal grafico quattro outlier (Danimarca, Finlandia, Germania, Svezia).

    Figura 2. Grado di apertura del mercato elettrico retail vs. numero di fornitori attivi nella capitale di ciascuno Stato membro. Fonte: elaborazione su dati Benedettini (2015), Acer (2014). Nota: per ragioni di leggibilità sono stati eliminati dal grafico due outlier (Germania, Svezia).

    Anche dal punto di vista del dinamismo del mercato, la piena apertura dei mercati retail è

    associata a una maggiore opportunità di realizzare risparmi, come mostra la Figura 3, che

    mette in relazione l’Indice di liberalizzazione del mercato elettrico retail in alcuni Stati

    membri col risparmio che un consumatore residente nella città capitale può realizzare

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    passando dall’offerta standard dell’operatore incumbent a quella più conveniente dei

    concorrenti.2

    Figura 3. Grado di apertura del mercato elettrico retail vs. risparmio potenziale dallo switching nella capitale di ciascuno Stato membro. Fonte: elaborazione su dati Benedettini (2015), Acer (2013).

    4. Il servizio di maggior tutela

    In Italia, ogni consumatore è libero di scegliere il proprio fornitore di energia elettrica sin

    dal 1 luglio 2007, in ossequio a quanto previsto dal “Terzo Pacchetto Energia” emanato

    dalla Commissione europea (e in particolare dalla direttiva 2009/72/CE).

    Tuttavia la normativa di recepimento3 ha previsto, in via transitoria, il servizio di “maggior

    tutela”, riservato ai consumatori domestici e Pmi.4 Tale servizio “è prestato dall’impresa

    distributrice territorialmente competente, anche attraverso un’apposita società di vendita,

    denominata esercente la Maggior tutela, e la funzione di approvvigionamento dell’energia

    elettrica destinata ai clienti del servizio è svolta dalla società Acquirente unico” (Aeggsi

    2015b, §2.2). L’Autorità per l’energia stabilisce e aggiorna trimestralmente il prezzo

    applicabile ai clienti in maggior tutela. Tale prezzo incorpora due componenti: una (la

    componente relativa all’acquisto di energia all’ingrosso) riflette i costi di

    approvvigionamento di AU; l’altra (la componente relativa ai costi di commercializzazione

    dell’energia elettrica) “è determinata dall’Autorità sulla base dei costi che sosterrebbe un

    operatore del mercato”, quali, per esempio, i costi di acquisizione del cliente. In tal modo,

    secondo il regolatore, la maggior tutela si configura come un servizio di mercato che, se da

    2 Il coefficiente di correlazione tra le serie riportate nelle tre Figure è, in ciascun caso, pari a circa 0,31. Tenendo conto del limitato numero di osservazioni e dell’ovvia pluralità di variabili che influenzano i tre fenomeni osservati (numero delle offerte, numero dei supplier, potenziali risparmi dallo switching), ciò segnala comunque la presenza quanto meno di una relazione coerente con quanto la teoria lascia presumere. 3 Decreto legislativo 1 giugno 2011, n.93. 4 Per Pmi si intendono i clienti finali connessi in bassa tensione, con meno di 50 dipendenti e un fatturato o totale di bilancio non superiore a 10 milioni di euro / anno.

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    un lato garantisce tutela di prezzo ai consumatori, dall’altro non spiazza le offerte presenti

    sul libero mercato.

    Seppure formalmente la maggior tutela non sia assimilabile a un prezzo regolato, essa

    mantiene molti elementi sostanziali della regolamentazione di prezzo e rappresenta un

    significativo elemento di potenziale distorsione delle dinamiche competitive. In particolare,

    essa può avere un impatto negativo sia sui comportamenti degli operatori sul libero

    mercato, sia sulla propensione alla mobilità della domanda (Acer 2013, 2014).

    Per quanto riguarda il primo aspetto, la presenza di un prezzo di riferimento, che nei fatti

    copre una fetta maggioritaria della domanda nel segmento domestico e Pmi, potrebbe agire

    da focal point per gli operatori, facilitando comportamenti di collusione tacita. La presenza di

    una simile offerta contribuisce a dare al mercato elettrico retail una struttura del tipo leader-

    follower,5 la quale a sua volta può determinare incrementi dei prezzi (rispetto a uno scenario

    controfattuale) (Chen et al. 2006, Scherer e Ross 1990, Tirole 1988).

    Il secondo aspetto è, però, più rilevante nell’ottica dell’innovazione. La presenza di

    un’offerta in qualche modo percepita come “più sicura” in quanto “garantita” dal

    regolatore può infatti generare una sorta di feel-safe effect: il consumatore tende a non fidarsi

    delle offerte disponibili sul mercato e quindi a preferire lo status quo, anche in ragione dei

    costi percepiti di search e di informazione connessi all’esame delle offerte alternative. Il

    nome del servizio – “maggior tutela” – contribuisce ad accrescere ulteriormente tale

    percezione di protezione, e dunque sfiducia verso i fornitori sul mercato libero. In pratica,

    la configurazione della “tutela di prezzo” agisce come una sorta di nudging perverso che

    disincentiva il consumatore dalla ricerca di alternative più convenienti, data la sua

    disponibilità a pagare e le sue specifiche esigenze di servizio (Thaler e Sunstein 2008).

    In breve, quindi, si può sostenere che nei fatti la tutela di prezzo agisca come una forma di

    regolamentazione dei prezzi retail sui comportamenti degli operatori e dei consumatori

    (Agcm 2014, Pitruzzella 2015). Tale regolamentazione, a sua volta, rappresenta un implicito

    costo d’ingresso per gli operatori alternativi o, più propriamente, determina un incremento

    dei costi di transazione. A parità di altri elementi, questo contribuisce a ingessare la

    domanda e ridurre la propensione dei newcomer a entrare sul mercato e/o presentare offerte

    alternative e più diversificate di quanto già non facciano.

    A conferma di ciò, i tassi di switching nei paesi che mantengono forme di regolamentazione

    di prezzo sono significativamente inferiori rispetto ai paesi che hanno perseguito la piena

    liberalizzazione. Il tasso medio di switching tra gli Stati membri dell’Ue appartenenti al primo

    gruppo, nel 2013, è stato infatti pari al 4,67%, contro il 6% del secondo gruppo. Se

    depurato dal Portogallo (dove oltre un quarto dei consumatori hanno cambiato operatore

    nell’ultimo anno in virtù di una transizione al mercato che penalizza quanti rimangono

    all’interno delle tariffe regolate), il tasso medio di switching dei paesi del primo gruppo è

    ancora più basso, attorno al 2,6% (Figura 4).

    5 Tale struttura è confermata dall’ubiquità delle offerte che, sul libero mercato, assumono il prezzo di maggior tutela quale benchmark.

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    Figura 4. Tassi di switching nei paesi senza regolazione di prezzo (a sinistra) e con forme di regolamentazione di prezzo (a destra), e rispettive medie (linee rosse). Fonte: elaborazione su dati Eurostat, Benedettini (2015).

    L’introduzione di una tutela di prezzo, sul modello della nostra maggior tutela, produce un

    ulteriore problema, con effetti sia sulla percezione del servizio da parte del consumatore, sia

    sulla tipologia di offerta commerciale predisposta dal venditore. L’intero disegno

    regolatorio dei mercati retail, infatti, si basa sulla duplice assunzione che a) l’oggetto della

    transazione commerciale sia la mera consegna fisica di energia, e quindi di una commodity

    indifferenziata, a condizioni prefissata; e che pertanto b) l’unica variabile rilevante sia il

    prezzo del kWh. Questa duplice assunzione non fa i conti né con l’evoluzione del mercato,

    né con le scelte effettivamente praticate dai consumatori tanto sul mercato libero in Italia,

    quanto nei contesti nei quali ogni regolamentazione dei prezzi finali è stata rimossa.

    In particolare, “l’energia fisica è solo una parte del prodotto o servizio acquistato e

    consumato. Per i clienti, altre differenze significative riguardano la tipologia e il livello della

    tariffa, mezzi e tempi di pagamento, la qualità del servizio e ogni altro beneficio fornito (o

    non fornito), il servizio clienti, le attività di marketing, il rapporto di fiducia o meno nei

    confronti del rivenditore, e non ultimo la familiarità e l’evoluzione nel tempo della relazione

    tra venditore e cliente” (Littlechild et al. 2015).

    In sostanza, il presupposto dell’attuale regime di tutela è non tanto che il consumatore

    debba essere in qualche modo “protetto”, quanto piuttosto che egli debba essere “costretto

    a comprare” (e il venditore “costretto a vendere”) un prodotto indifferenziato e

    indifferenziabile. L’esperienza, anche italiana, suggerisce che il cambiamento sia già in atto,

    e ancor più lo sarà man mano che contatori e reti “smart” verranno installati, ampliando il

    patrimonio informativo a disposizione del cliente e mettendolo in condizione di effettuare

    una scelta più consapevole e articolata.

    Questo non significa, naturalmente, che la maggior tutela non abbia svolto un ruolo

    importante, prima nel determinare condizioni adeguate per la graduale transizione al

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    Ro

    man

    iaU

    ngh

    eri

    a

    %

    Tassi di switching e regolazione retail

  • Working paper n.1/2015

    12

    mercato, e poi garantendo protezione alle fasce deboli della società. Entrambe queste

    funzioni appaiono tuttavia superate, e oggi il mantenimento della maggior tutela nella sua

    attuale forma rischia di determinare più costi che benefici. Infatti, per quanto riguarda la

    transizione al mercato come strumento ordinario di approvvigionamento energetico, i

    consumatori – a dieci anni esatti dall’apertura dei mercati retail, nel luglio 2017 – sembrano

    sufficientemente maturi e pronti a occuparsi direttamente delle proprie forniture elettriche.

    Per quanto concerne invece la protezione dei ceti sociali inferiori, essa può essere più

    efficacemente raggiunta ricorrendo a politiche di welfare ad hoc, tali da non introdurre

    distorsioni nel meccanismo concorrenziale. In Italia, infatti, la protezione dei decili di

    reddito inferiori che si trovino in condizioni di povertà energetica (attuale o potenziale) è

    demandata a uno strumento preciso – il bonus elettrico e gas – il quale può certamente

    essere riformato e migliorato (come peraltro richiede lo stesso ddl concorrenza) ma che

    nondimeno rappresenta l’architrave degli interventi di sostegno al reddito (Faiella e

    Lavecchia 2014).

    5. Germogli d’innovazione

    A dispetto del probabile effetto di “ingessamento della domanda” derivante dall’attuale

    configurazione del servizio di maggior tutela, se ci si concentra sui clienti che sono passati

    al mercato libero (il 28% dei clienti domestici e il 43% dei clienti non domestici), si

    possono rilevare dei movimenti esattamente nella direzione prevista. In particolare, come

    emerge anche dal monitoraggio retail condotto dall’Autorità (Aeegsi 2015a) i consumatori

    più attivi – ossia quelli che scelgono direttamente un proprio fornitore – tendono a

    prediligere offerte caratterizzate dalla presenza di componenti aggiuntive, oltre alla mera

    fornitura dell’energia elettrica.

    Tali componenti aggiuntive possono riguardare le modalità commerciali dell’offerta (per

    esempio in relazione alla garanzia di prezzo bloccato, ossia una componente assicurativa

    contro il rischio prezzo), oppure servizi ulteriori (per esempio legati all’efficienza energetica

    o a varie forme di assicurazione). In quest’ultimo caso, paradossalmente, il cliente acquista

    non una mera fornitura di energia, quanto piuttosto gli strumenti e il know how per

    consumare meno energia. E’ evidente che, se si ritiene desiderabile e meritevole di essere

    incentivata questa tipologia di domanda, allora il modo in cui è disegnata la maggior tutela

    rappresenta un disincentivo implicito.

    La Tabella 1 in Appendice riporta i risultati di un’interrogazione sul “Trova Offerte”, il tool

    messo a disposizione dall’Autorità per l’energia per la comparazione delle offerte.

    Come si può vedere, gli operatori stanno già adottando strumenti per differenziare le

    proprie offerte, o dal punto di vista dell’offerta economica, o da quello della tipologia di

    relazione commerciale, o infine attraverso l’introduzione nel servizio di componenti

    aggiuntive. I consumatori hanno finora manifestato un forte interesse proprio per queste

    opzioni. La stessa indagine retail dell’Autorità per l’energia (Aeegsi 2015a) mette infatti in

    luce una prevalenza di adesioni a offerte che si discostano dalla maggior tutela proprio

  • Working paper n.1/2015

    13

    sotto il profilo del servizio, a riprova che essi sono consapevoli delle proprie scelte all’atto

    della sottoscrizione di un’offerta commerciale.6

    La Figura 5 raggruppa le offerte disponibili sul mercato libero: a) le offerte senza ulteriori

    componenti di servizio (tipicamente a sconto sulla maggior tutela); b) le offerte a prezzo

    bloccato; c) le offerte a prezzo variabile ma con ulteriori componenti di servizio (in realtà

    una sola tra quelle analizzate); d) le offerte a prezzo bloccato che includono ulteriori

    componenti di servizio (comprese le offerte dual fuel e quelle green).

    Figura 5. Confronto tra la spesa media annua attesa di un consumatore tipo per tipologia di offerta. Fonte:

    elaborazione su Tabella 1.

    Se per un verso si osserva una larga prevalenza di queste ultime (il 53% del totale), dall’altro

    è del tutto evidente che esse soltanto si collocano al di sopra del benchmark della maggior

    tutela. In altri termini, è vero che molti clienti sul mercato libero pagano “di più” rispetto ai

    6 I Grafici 4.7 e 4.8 del rapporto di monitoraggio mettono a confronto la spesa media per la componente energia sul mercato libero con quella in maggior tutela. Da tali grafici sembra emergere una maggiore onerosità delle offerte sul mercato libero. Per il modo in cui sono costruiti, essi rischiano però di scontare un eccesso di aggregazione che può rendere la comparazione meno informativa di quanto possa apparire a prima vista, come del resto è esplicitamente riconosciuto dal testo di accompagnamento. Tra l’altro, poiché vi è qualche evidenza sul fatto che i clienti a più basso reddito tendono a restare in maggior tutela, il dato “di cassa” sugli ammontari fatturati risente dell’erogazione del bonus. Inoltre, proprio in virtù di quanto detto, poiché i clienti sul libero tendono a prediligere contratti “complessi”, le grandezze confrontate non sono perfettamente omogenee: da un lato l’oggetto della transazione è il mero kWh, dall’altro è il kWh più una molteplicità di servizi aggiuntivi.

  • Working paper n.1/2015

    14

    clienti in maggior tutela: ma è ugualmente vero che essi comprano, o consumano, di più (non

    nel senso della quantità di energia, ma nel senso della tipologia di servizio offerto). Chi

    vuole risparmiare, può farlo semplicemente scegliendo offerte che abbiano come unico

    contenuto il kWh e non anche elementi addizionali.

    L’elevato tasso di switching tra i consumatori che sono già usciti dalla maggior tutela fornisce

    ulteriore evidenza a supporto di ciò. Nel 2013, circa il 5,6% dei clienti sono entrati o usciti

    dal servizio di maggior tutela, mentre il 4,8% dei clienti totali hanno cambiato fornitore sul

    mercato libero. Tali passaggi all’interno del mercato libero rappresentano circa il 43% del

    totale dei passaggi domestici: in altri termini, il 19,7% dei clienti sul mercato libero hanno

    rinegoziato la propria posizione. Ciò è coerente con uno scenario di forte engagement da

    parte di quanti hanno “compiuto il passo” verso un mondo di offerte plurali.

    6. Conclusioni

    In conclusione, il superamento della maggior tutela non risponde solo a un’esigenza di

    coerenza nel disegno di mercato a livello nazionale e di piena integrazione dei mercati a

    livello europeo. Esso pone anche le premesse per uno sviluppo del mercato nella direzione

    di una differenziazione dei prodotti offerti e di una maggiore innovazione non solo

    tecnologica ma anche commerciale e organizzativa. Peraltro proprio l’innovazione

    commerciale e organizzativa è, a livello aggregato, uno dei principali motori della

    produttività (North 1990).

    Già oggi sul mercato libero si assiste a tale processo di diversificazione, che prevede la

    presenza nelle offerte di una serie di componenti aggiuntive sia legate al prezzo (per

    esempio con la garanzia di prezzi bloccati o con forme di copertura contro gli aumenti oltre

    una certa soglia) sia legate alla natura del servizio offerto (con elementi connessi

    all’efficienza energetica, alla qualità del servizio clienti, alla presenza di vari tipi di polizza

    assicurativa, ecc.). Tuttavia le potenzialità di questo fenomeno sono limitate proprio dalla

    configurazione della maggior tutela, che rischia di ridurre la propensione alla mobilità dei

    clienti.

    L’evidenza internazionale – inclusa l’evidenza descrittiva raccolta in questo paper – sembra

    suggerire che l’eliminazione di forme di regolazione dei prezzi o di standardizzazione

    dell’offerta si traduce proprio in una maggiore consapevolezza e in comportamenti più

    attivi da parte dei consumatori. Da ultimo, la presenza di un benchmark di prezzo applicabile

    a una vasta maggioranza dei clienti può agire da focal point per le offerte commerciali e,

    dunque, facilitare strategie di collusione tacita da parte delle società di vendita. In sostanza,

    la regolamentazione di prezzo (incluse forme di soft regulation quale può essere considerata la

    maggior tutela) agisce da costo all’entrata sul mercato per i nuovi operatori, e contribuisce

    ad aumentare i costi di transazione rendendo il costo dell’informazione superiore e la

    mobilità della domanda inferiore, a parità di altre condizioni. La ragione di questo

    fenomeno è principalmente che strumenti di policy quali la maggior tutela definiscono un

    perimetro del servizio elettrico ancorato al mero scambio prezzo vs kWh consumato,

    enfatizzando la ricerca di margine intensivo da parte degli operatori, e scoraggiando invece

  • Working paper n.1/2015

    15

    l’introduzione di componenti di servizio aggiuntive, a più alto valore aggiunto, che possono

    spostare la bilancia verso la ricerca di margine estensivo.

    Il disegno di legge annuale per la concorrenza 2015, attraverso una serie di vincoli e

    garanzie, disegna un percorso di graduale superamento della maggior tutela e appare quindi

    coerente sia con gli obiettivi di attivazione della domanda, sia con quelli di promozione

    dell’efficienza energetica, sia, infine, con la più generale strategia europea di realizzazione di

    un unico mercato interno a livello non solo wholesale ma anche retail.

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    Appendice

    N. offerta

    Mono o bioraria

    Tipologia di offerta

    Sconti Spesa annua stimata [euro]

    Eventuali componenti aggiuntive di servizio Perm. Temp.

    Maggior tutela

    Bio 494,50

    Maggior tutela

    Mono 494,60

    1 Bio Variabile -55,44 439,06

    2 Mono Variabile -55,47 439,13

    3 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 442,01

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Area web riservata

    4 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 442,42

    Prezzo bloccato

    Area web riservata

    5 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 443,73

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Area web riservata

    Offerta dual fuel

    6 Mono /

    Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 449,64

    Prezzo bloccato

    Area web riservata

    Servizio alert su offerte più convenienti

  • Working paper n.1/2015

    18

    Adesione a programma fidelizzazione

    7 Mono /

    Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 450,26

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta dual fuel

    8 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 455,88

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    9 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 457,88

    Prezzo componente energia bloccato

    Offerta online

    10 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 459,21

    Prezzo componente energia bloccato

    Offerta online

    11 Bloccato per

    almeno 1 anno 462,01

    Prezzo bloccato

    Offerta online

    Area web riservata

    Include assicurazione piccoli guasti

    12 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 466,75

    Prezzo bloccato

    Offerta online

    Adesione a programma fidelizzazione

    13 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 466,75

    Prezzo bloccato

    Offerta online

    Adesione a programma fidelizzazione

    14 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 467,07

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Area web riservata

    15 Mono Variabile -21,87 474,16

    Offerta online

    Adesione programma fidelizzazione

    Area web riservata

    16 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 475,59

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta dual fuel

    Area web riservata

    Offerta online

    17 Bio Variabile -16,63 479,03 Offerta online

    18 Mono Variabile -16,64 479,12 Offerta online

    19 Mono /

    Bio Variabile -15,19 479,31

    Offerta online

    Offerta dual fuel

    20 Bio Variabile -11,09 484,57 Offerta online

    21 Mono Variabile -11,09 484,67 Offerta online

    22 Bio Variabile -9,24 485,26

    23 Mono Variabile -9,24 485,35

    24 Bloccato per

    almeno 1 anno 493,87

    Prezzo bloccato componente energia per 1 anno

    Prezzo a sconto su MT dal 2^ anno

  • Working paper n.1/2015

    19

    Adesione a programma fidelizzazione

    25 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 494,50

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Offerta dual fuel

    26 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 506,72

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Area web riservata

    27 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno -16,74 507,84

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Offerta green

    28 Mono /

    Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 510,85

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Adesione programma fidelizzazione

    29 Mono /

    Bio Bloccato per

    almeno 1 anno -18,16 511,55

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Partecipazione a programma charity

    30 Mono /

    Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 515,01

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta green

    Offerta online

    Area web riservata

    31 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 515,01

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Area web riservata

    Omaggio kit efficienza energetica

    32 Mono /

    Bio Bloccato per

    almeno 1 anno -16,50 520,19

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta dual fuel

    Offerta online

    Area web riservata

    Include assicurazione piccoli guasti

    33 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 520,94

    Prezzo bloccato componente energia

    Adesione programma fidelizzazione

    Offerta dual fuel

    Offerta online

    34 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno -19,20 522,97

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Partecipazione a programma charity

    35 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno -11,30 525,52

    Prezzo bloccato componente energia

  • Working paper n.1/2015

    20

    Sconto ulteriore per Rid

    Offerta online

    Offerta dual fuel

    36 Mono /

    Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 530,02

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Servizio premium – assistenza impianti per clienti dual fuel

    37 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno -20,03 532,12

    Prezzo bloccato componente energia

    Partecipazione a programma charity

    38 Variabile 532,12

    Prevede cap a prezzo componente energia

    Sconto per Rid

    Offerta online

    Offerta dual fuel

    39 Mono /

    Bio Bloccato per

    almeno 1 anno -9,18 537,12

    Prezzo bloccato componente energia

    Partecipazione a programma charity

    Offerta dual fuel

    Offerta green

    40 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno -21,07 534,54

    Prezzo bloccato componente energia

    Partecipazione a programma charity

    41 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 552,15

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Area web riservata

    Offerta green

    42 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 552,15

    Offerta online

    Area web riservata

    Riservata a over 65

    Include polizza salute

    43 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 552,88

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta green

    Offerta online

    Area web riservata

    44 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 560,52

    Prezzo bloccato componente energia

    Rimborso bollette per disoccupazione o infortunio

    Include assicurazione piccoli guasti

    45 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 562,12

    Prezzo bloccato componente energia

    Adesione programma fidelizzazione

    Offerta dual fuel

    Offerta online

  • Working paper n.1/2015

    21

    46 Bio Bloccato per

    almeno 1 anno 564,60

    Prezzo bloccato componente energia

    Offerta online

    Area web riservata

    Offerta green

    47 Mono Bloccato per

    almeno 1 anno 609,61

    Prezzo bloccato

    Offerta online

    Tabella 1. Prospetto delle offerte disponibili, e relativa stima di spesa annua rispetto alla spesa stimata per

    un cliente in maggior tutela, per un cliente domestico residente a Roma con consumi pari a circa 2.700

    kWh annui e potenza disponibile pari a 3 kW. Fonte: interrogazione sul Trova Offerte del 25 novembre

    2015.