NOTE SUL TESTO DELLA « QUINTA CATILINARIA » E DELLA « RESPONSIO CATILINAE »: Piis Manibus Hygini...
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NOTE SUL TESTO DELLA «QUINTA CATILINARIA »E DELLA «RESPONSIO CATILINAE »: PiisManibus Hygini FunaioliAuthor(s): MARIA DE MARCOSource: Aevum, Anno 34, Fasc. 4 (LUGLIO-AGOSTO 1960), pp. 281-297Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20859337 .
Accessed: 14/06/2014 14:58
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MARIA DE MARCO
NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINTA CATILINARIA ? E DELLA cc RESPONSIO CATILINAE ?
Piis Manibus Hygini Funaioli
La presunta origine umanistica della cosiddetta Quinta Catilinaria e della relativa Responsio Catilinae^ sostenuta dal piu recente editore,
Mario Esposito \ fu confutata da A. Wilmart, fortunato scopritore dei
due testi in un codice francese del s. XII ex., il Reg. lat. 84 2. Quelle opere furono cosi fatte risalire indietro nel tempo e collocate tra i pro dotti delle scuole del s. XI-XII, legate alPambiente di Chartres 3.
Un rapido confronto fra Pedizione e R rivelo gia al Wilmart sensibili differenze 4, le quali aumentano notevolmente per importanza e per numero se si voglia approfondirne Pesame e condurlo in modo
sistematico.
Sia detto innanzi tutto che Pedizione delPEsposito non e altro che la trascrizione di un codice di Dublino 5; essa manca di un vero
apparato in quanto, in nota, compaiono solo le corrispondenti lezioni
del Rinkes 6
e quelle di un incunabolo sallustianio 7. L9editore, dun
que, che pure aveva notizia ? forse per via indiretta ? delPesistenza
1 M. Esposito, Textes et etudes de litterature ancienne et medievale9 I, Florence, 1921
/. Pastiches Ciceroniennes: La cinquieme Catilinafre et la Reponse de Catilina, pp. 1-7; p. 3.
L'editore corregge l'errore in cui era caduto il Rinkes che, precedendolo nel curare la stam
pa delle due orazioni, le aveva ritenute inedite: cfr. S. H. Rinkes, Disputatio de Oratione
Prima in Catilinam a Cicerone abiudicanda. Accedunt Duae Catilinariae Ineditae, Lugduni
Batavorum, 1856, p. XLIH; pp. 51-54; 55-58. (Questa edizione si basa sui codice di Leida,
Bibl. univ. B.P.L. 63, a. 1467). 2 Descritto da A. Wilmart, Codices Reginenses Latfad, I, In Bibliotheca Vaticana
MDCCCCXXXVII, pp. 184-186. Esso sara indicato con la sigla R; le correzioni, di mano
coeva, con r. 3 A. "Wilmart, Analecta Reginensia, in ?Studi e Testi?, 59, Citta del Vaticano,
MDCCCCXXXIII, p. 289. 4 Wilmart, op. cit., pp. 290 sg., e note.
5 Dublino, Trinity College, K. 4. 32 (Abbott 926), s. XV (= D). 6 Cfr. sopra, n. 1. La sigla R dell'Esposito e qui stata modificata, per chiarezza, in ri. 7
Esposito, op. cit., p. 1; p. 4. La sigla S usata dall'editore <e stata qui trasforma
ta in sa.
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282 M. DE MARCO
di altri undici manoscritti 8
e di una dozzina di edizioni a stampa corn
parse tra il 1475 e il 1590 9, ha ritenulo inutile collazionare tutto il materiale a lui noto
10 in quanto, dopo aver consultato due incunaboli
sostanzialmente uguali a D n, si e convinto che il testo tramandato da
quel codice, nonche dagli altri da cui avevano avuto origine le antiche
edizioni da lui preferite, fosse genuino o, per lo meno, piu vicino alPori
ginale di quello edito dal Rinkes 12. Da tale convinzione ? o pregiu dizio? ? egli e stato indotto a riprodurre D fedelmente, perfino nella grafia 13, evitando di correggerne le lezioni e rifiutando quindi di acco
gliere nel testo le varianti di sa, r/, che pure talvolta potevano miglio rarlo notevolmente. Un tale metodo non ha per6 dato buoni risultati, come dimostrano i pochi esempi che qui si riportano:
4,10. Qui ad honorem sibi per vos negatum... L'editore non ha creduto necessario ripristinare Popportuno iure
premesso a sibi da sa, rZ, ma omesso da D.
4,32. Accinctus gladio domos familiares circuit...
Prima di circuit tramandano nocte sa, rf, caduto in D.
5,2. ...nos ignaros somno et ventri deditos...
Non potevano sussistere dubbi fra ignaros di D e ignavos di sa, W,
eppure e stata accolta la lezione peggiore.
5,19. ...ruina quorum sibi daret assensum.
La lezione assensum di D, sa e stata a torto preferita ad ascensum
di r?, senza dubbio autentica.
5,35. Cur ille tuus exercitus, qui intra menia clausus est, non erumpit?
D ha omesso, prima di non erumpit, la determinazione di luogo, certamente essenziale (e presente in sa, ri) in Capitolium 14.
II testo, dunque, avrebbe potuto essere corretto in molti luoghi dalPeditore stesso con il solo sussidio del materiale a lui noto diret
tamente.
D'altra parte, poiche la sua emendazione diventa molto piu age
8 Esposito, op. cit., p. 3.
9 Ibid., p. 1.
10 Lo ha probabilmente dissuaso da un lavoro piu impegnativo il credere che le due
orazioni fossero prive di valore o di interesse. 11
Esposito, op. cit., p. 1. 12
L'opera del Rinkes non e soddisfacente per l'Esposito, che ritiene che il suo pre decessore abbia commesso errori anche nella lettura del codice (op. cit., pp. 1 sg.).
13 Come dichiara egli stesso [op. cit., p. 2, n. 2). 14 Cfr. Wilmart, op. cit., p. 290, n. 4.
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NOTE SUL TESTO DELL A (( QUINTA CATILINARIA )) ECC. 283
vole dopo la scoperta di /?, e opportuno procedere ad una collazione
completa, esaminando separatamente le due orazioni, composte, come
si vedra, con intendimenti ben diver si.
QUINTA CATILINARIA
L'orazione e stata costruita con una certa abilita, secondo lo schema
della retorica tradizionale. Si divide, infatti, nelle cinque parti, che essa
esige: Vexordium, costituito da un brevissimo preambolo; la narratio, in cui si traccia il ritratto di Catilina e se ne espone la funesta attivita; la confirmation in cui si ribadiscono i capi d'accusa; la confutatio, con
tenente una vibrata protesta contro l'insensibilita e Pignavia dei se
natori, nonche un'invettiva contro Catilina; la peroratio, con la richie
sta d'un voto che sancisca Pesilio del traditore.
L'autore ha per lo piu mano felice nei nessi che legano tra di loro le varie parti: attraverso di essi il discorso fluisce agevolmente nel suo logico svolgimento. L'unica eccezione e quella presentata dalla
confirmation nella quale si nota invece un brusco ritorno sugli argo menti precedentemente trattati. Qui Poratore, dopo essersi attribuito
il merito di avere trasformato le dicerie popolari in informazioni si
cure, mediante la concessione delPimpunita ai complici che svelassero
i particolari della congiura, riprende ad illustrare la scelleratezza e
Fimpudenza di Catilina; passa quindi a rimproverare ai senatori di non aver saputo reagire tempestivamente ed energicamente.
La ripresa del ritratto di Catilina, o meglio il completamento di
quello gia tratteggiato nella narratio, si puo ritenere fuori posto? Se
cio fosse, la conclusione del brano non coinciderebbe con precisione con
Pinizio della parte seguente, come in realta avviene. Di conseguenza, e possibile congetturare che il passo in questione, nel testo originale, fosse preceduto da una breve frase introduttiva, che aveva la funzione
di presentare la relazione delle confessioni rese dai complici stessi. Nel
testo edito il brano si presenta come segue 15.
cc Nam vestri consulis prouidentia 16, immo vestro decreto, scelerum
impunitas concessa est omnibus qui consilia patefecerunt. 17
Vigilat dies et noctes, cibum non nisi fame coactus appetit, iugu lis nostris intentus. De quibus oculorum ipsius feditas et maculata fa
des dubitare nos non patitur. Accinctus gladio domos familiares circuitt
15 Esposito, op. cit., pp. 4-5. La grafia ? quella usata dalFeditore.
16 Siamo nella parte centrale della confirmatio. 17
Qui dovrebbe essere inserita una frase come a quibus hec accepi, o altra del genere.
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284 M. DE MARCO
alloquitur singulos, hortatur multis racionibus; postulat ut sese ministro
vel dace potius ad libertatem, honores, diutias eos transire non pigeat. Ostendit ad hec gerenda tempus idoneum, suos fortes magnanimos, nos ignaros, somno et ventri deditos, et nobis cum diuiciis animum et
etatem consenescere, quasi patriam et rem publicam armis inuadere
esset fortasse timori nullus timidus. Hie laudat Marium Syllamque, cruentos Fenices felices indicat, quibuscum magnanimis consilia sua
communicare sors attulit 18.
Sed profecto, patres conscripti, si nos iudicat ignauos et negli
gentes Catilina non fallitur... ? 19.
La lacuna, se la congettura e probabile, risale ad un'epoca piut tosto antica; essa compare, infatti, non solo nel testo edito, ma anche
in /?, Tunico testimone del s. XII 20. Nonostante quest'omissione e
qualche altro errore, il testo presenta in questo antico codice tali carat
teristiche di superiorita, che vale la pena di metterle in evidenza: alcuni
passi molto oscuri, anche se non segnalati come tali dall'editore, risul
tano invece abbastanza chiari, ne mancano casi di espressioni mutile
che vengono completate felicemente, di parole convenzionali che acqui stano rilievo per proprieta di lingua, di lezioni errate che vengono so
stituite da altre assai piu. sicure.
I
Alcuni luoghi poco chiari migliorano sensibilmente nella lezione
che ne presenta R: bastino a dimostrarlo pochi esempi 21.
R
Ostendit ad haec gerenda tempus idoneum, suos fortes magnanimos, nos ignavos, somno et ventri dedi
tos, et nobis cum divitiis aetatem
et animum consenescere, qua re
patriam et rem publicam armis in
vadere esse fortassis timori timidis, nullis periculo 23.
(f. 27r, 6-12)
Es
Ostendit ad haec gerenda tempus
idoneum, suos fortes magnanimos, nos ignaros
22 sommo et ventri de
ditos, et nobis cum diuiciis animum et etatem consenescere quasi pa triam et rem publicam armis inua
dere esset fortasse timori nullus
timidus.
(p. 5,1-4)
18 Qui ha termine la confirmatio. 19 L'inizio della confutatio b ben legato alia parte precedents
20 Non si dimentichi che gli altri manoscritti appartengono tutti ai secoli XIV e XV. 21 L'edizione dell'Esposito sara indicata con la sigla Es. 22 Cfr. sopra, p. 282. 23
periculis R. Si noti la posizione chiastica delle ultime parole.
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NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINT A CATILINARIA )) ECC. 285
II brano, contenente alcune rivelazioni dei complici sui discorsi
pronunziati da Catilina per eccitare i congiurati alia temeraria impresa, e evidentemente intessuto di reminiscenze sallustiane 24; esso si con
clude con una frase priva di senso in ?5, ma non cosi in JF?, dove con
qua re (non quasi) viene introdotta la logica conseguenza della tesi
dimostrata.
R Es ...nostri consilii particeps, no- .., nostri consilii partecipes ut
lat et designat quemque uestrum notet et designet quemque nostrum
quemque videt rei publicae esse in- ad necem et rei publice cognoscat 25
tentum . intentus.
(f. 27r, 28-27v, 2) (p. 5,16-18)
Anche qui ci troviamo di fronte ad una frase conclusiva errata, di cui Peditore ha tentato di dare una giustificazione plausibile facendo ricorso ad un post-classico intentus, -us (
= intentio)i 26. Tale difficolta
non si presenta in R il cui testo e molto piu sicuro 27.
II
La possibility di completare alcune espressioni del testo edito era
gia sembrata al Wilmart una delle caratteristiche fondamentali di R 28. Chi voglia collazionare sistematicamente il codice si trover a, pero, di fronte ad altri brani, oltre quelli gia noti, le cui lacune, sebbene di minore estensione, sono anch'esse completate da R con esattezza.
R Es ...ad honorem iure sibi negatum ...ad honorem sibi per vos ne
viam parare cupit... gatum viam parare cupit...
(f. 26v, 2-3) (p. 4,10)
E9 piu che giusto, secondo Toratore, che Catilina non ottenga il
consolato: iure e percio elemento essenziale 29. Non altrettanto si puo dire di per vos, con cui vengono indicati gli oppositori; Pespressione manca in /?, ma si ricava facilmente dal contesto.
24 Sall., Cat., 2, 8: ...dediti ventri atque somno...; ibid., 20, 10: ...victoria in menu
nobis est. Viget aetas, animus valet; contra illis aunts atque divitiis omnia consenuerunt., etc. 25 In R, diversamente che in Es, nos e vos (come i rispettivi derivati) compaiono in
funzione dello spirito polemico di cui e pervaso il testo; l'oratore identifica se stesso
con l'assemblea o se ne separa, a seconda delle circostanze. 26
Es, p. 3. 27 Cfr. Cic, in Cat., I, 1, 2: ...notat et designat oculis ad caedem unum quemque
nostrum. 28
Wilmart, op. cit., p. 290. 29 jR non e il solo che conservi iure (cfr. sopra, p. 282).
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286 M. I>E MARCO
R
Postremo, dando et pollicendo sic inter se etiam fidos
30 effecerat
ut filii familiarum parentum iugu los, servi dominorum necem et do
morum incendia9 populi Romani
detrimental curarent.
(f. 26v, 12-16)
Es
Postremo, dando et pollicendo, sic eos et inter se effecerat ut filii
familias parentum iugulos, serui
dominorum necem, domorum in
cendia minarentur.
(p. 4,18-20)
L'espressione populi Romani detrimenta, tramandata da R, con
clude il brano in cui si descrive la delittuosa attivita dei congiurati, sottolineando la generale rovina che la rivoluzione avrebbe prodotto: la sua autenticita non dovrebbe essere posta in discussione. II testo
appare in R in una lezione migliore anche in altri particolari; si osservi la felice integrazione fidos, di derivazione sallustiana 31.
R Es
...nisi ab eiusdem sceleris con- ... nisi ab eisdem consciis scele
sciis mihi cognita patuissent... rum cognita patuissent...
(f. 26v, 21-22) (p. 10,25)
Cicerone rivendica a se il merito di avere scoperto la congiura: il
mihi che in R precede cognita non puo dunque essere trascurato.
R Es ...sceleris impunitas concessa est ...scelerum impunitas concessa
omnibus quicumque Catilinae con- est omnibus qui consilia patefece silia patefacerent. runt.
(f. 26v, 25-26) (p. 4,28)
R premette a consilia, opportunamente, Catilinae, elemento neces
sario per precisare Pautore dei piani scellerati; sostituisce inoltre alPin
determinato scelerum il preciso sceleris, a qui, molto felicemente, qui
cumque e, di conseguenza, a patefecerunt, proprio delPuso classico,
patefacerent. R Es
...si nos ignavos et negligentes ...si nos iudicat ignauos et negli iudicat Catilina, non fallitur cum gentes Catilina, non fallitur cum sit experientia certus. scit experientia.
(f. 27r, 15-16) (p. 5, 7-8)
30 filios R. 31
Sall., Cat., 14, 6: ...dum illos obnoxios fidosque sibi faceret...; ibid., 22, 2: ...quo inter se fidi magis forent..., etc.
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NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINTA CATILINARIA ? ECC. 287
R tramanda, alia fine della frase, certus, che e elemento essenziale, da unire a sit. La sua scomparsa ha determinato poi la trasformazione
dell'originariao sit 32
in scit.
R Es
Si enim vestram non novisset in- Si enim nostram non venisset in
curiam, proditor patriae33 non ve- curiam...
nisset in curiam.... (p. 5, 8-9)
(f. 27r, 17-18)
Come gia aveva osservato il Wilmart, il testo edito e mutilo (per
omoteleuto) di una espressione che ne compromette la chiarezza; R lo
completa.
R Es Vobiscum loqui non timet, quos Nobiscum loqui non timet; meam
iam morti decreverat; meam accu- accusationem... non timet.
sationem ...nihil timet. (p. 5,23-24)
(f. 27v, 8-10)
Anche la possibility di completare questa frase per merito di R era nota al Wilmart 34. Si osservi inoltre come vobiscum di R (del pari che vestram delTesempio precedente) sia piu rispondente alia situa
zione, in quanto l'oratore vuole mettere in luce il suo contrasto con
Tassemblea 3d.
R Es Cur ille tuus exercitus, qui in- Cur ille tuus exercitus, qui intra
tra moenia clausus est, in Capito- menia clausus est, non erumpit? tolium non erumpit? (p. 5, 35-36)
(f. 27v, 24-25)
Gia il Wilmart aveva segnalato questo caso, facendo presente che
R conserva la necessaria determinazione di luogo 36.
Ill
Non e certo pregio inferiore a quelli gia esaminati il fatto che R abbia conservato un testo esente da corruzione anche nei riguardi di
singole parole, che sembrano tramandate da esso nella loro genuinita
32 Sit e attestato anche da sa (Es, p. 5, n. 6). 33 In R si legge patrie, non patria, come scrive il Wilmart (op. cit., p. 290, n. 2). 34
Wilmart, op. cit., p. 290, n. 3. 35 Cfr. sopra, n. 25. 36
Wilmart, op. cit., p. 290, n. 4, e sopra, n. 14.
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288 m- de mabco
o in forma piu vicina alPoriginale di quanto lo siano le lezioni accettate dalPeditore. Si osservino percio alcuni degli esempi piu indicativi 37.
R Es Non amplius tempus otii, Patres Non est amplius tempus otii, Pa
Conscripti, non est locus amplius tres Conscripti. Non est amplius pietati. locus potestatum.
(f. 26r, 21-23) (p. 4,3-4)
Pietati e lezione da preferire, sia in correlazione a otii, sia perche potestatum non da un senso plausibile.
R Es ... et vires immensas suscipit38... ...ac vires maximas suscipit.
(f. 26r, 25) (p. 4,5) Immensas e piii preciso del banale maximas.
R Es
...postquam res suas et famam ...postquam omnes suos et fa
perniciose vivendo perdidit... mam viuendo perniciose perdidit...
(f. 26v, 5-6) (p. 4,11-12)
La lezione di R res suas e di chiara derivazione sallustiana 39.
R Es ...
quos ... servos noverat et fa- ... quos ... nouerat, seruosefwira
miliarum filios rerum novarum cu- familiares9 filios nouarum rerum
pidos... cupidos... (f. 26v, 8-9) (p. 4, 14-15)
Etiam familiares del testo edito non e altro che la corruzione di et familiarum
40 attestato da R.
R Es ...exulibus patriam 41, servis li- Exulibus patriam, seruis liber
bertatem, pauperibus opes, priva- tatem, pauperibus opes, priuatis tis honores, ingloriis gloriam, om- honores, singulis gloriam, omnibus
nibus omnia dare pollicitus. omnia dare pollicitus est.
(f. 26v, 10-13) (p. 4, 16-18) *
37 Questa caratteristica di R e molto spesso evidente nei passi presi in considera
zione per altri motivi: e che quindi non ripeteremo. 38 Scil. incendiunu 39
Sall., Cat., 5, 7: Agitabatur... animus ferox inopia rei familiaris...; ibid., 13, 5: ...eo profusius omnibus modis quaestui atque sumptui deditus erat.
40 Sa tramanda f am Hi as (Es, p. 4, n. 11). 41 papatriam R.
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NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINTA CATILINARIA )) ECC. 289
Ingloriis e in perfetta correlazione con gloriam, come lo sono le
altre categorie nei riguardi dei premi promessi.
R Es ...sibi erat impedimertto rei fa- ...sibi erat detrimento rei fami
miliaris inopia... 42
liaris inopia...
(f. 26v, 16-17) (p. 4,21)
Impedimento aderisce meglio alia situazione di quanto non faccia detrimento.
R Es .. .ut novae coniugis opibus frue-
.. .ut noue coniugis potiretur opi retur... bus...
(f. 26v, 18) (p. 4, 22)
Frueretur e piu preciso di potiretur.
R Es
...per me tamen in vestram au- ...per me tamen in vestram pre
dientiam 43
non venissent... sentiam non venissent...
(f. 26v, 20-21) (p. 4, 24)
Le voci relative ai moti rivoluzionari dovevano, piu che giungere
alia presenza dei senatori, essere da loro ascoltate: inoltre audientiam
di /? e certamente la lectio difficilior.
R Es ...cibum nisi fame coactus, iu- ...cibum non nisi fame coactus
gulis nostris intentus, non suscipit. appetit, iugulis nostris intentus.
(f. 26v, 27-28) (p. 4, 29-30)
R Es ...oculorum ipsius foeditas et ...oculorum ipsius feditas et
maculenta facies... maculata fades...
(f. 26v, 28-27r, 1) (p. 4, 30-31)
Maculenta 44 e senza dubbio preferibile, sia per il criterio della
lectio difficilior, sia perche piu rispondente alia descrizione sallustiana 45.
42 Cfr. sopra, n. 39. 43 obedientiam R audidientiam r 44 Da correggere in momenta? Anche in Virgilio {Aen., I, 173) si legge maculenta cor
pora nel senso di macie confecta; cfr. Thesaurus linguae latinae, s.v. 45
Sall., Cat., 15, 5: ...color exanguis, foedi oculi...
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290 M. DE MARCO
R Es Accinctus gladio domos
46 f avert- Accinctus gladio domos familia
tium sibi circuit node... res circuit...
(f. 27r, 2-3) (p. 4, 32)
Secondo la lezione di R, Catilina visita di notte le case dei suoi fautori; (non dei suoi famigliari); node e elemento essenziale 47.
R Es Hie laudat Marium Cinnamque.. Hie laudat Marium Syllamque...
(f. 27r, 12) (p. 5, 4-5)
In 7? si legge Cinnamque e non v9e dubbio che si tratti di una lezione genuina, di cui Syllamque rappresenta la corruzione; era pro
verbiale, come Pinimicizia tra Mario e Silla, l'identita di vedute che
legava intimamente Mario e Cinna.
R Es
...machinatur in dies... ut Roma Machinatur in dies... ut iubeat
suomet pereat gladio... Roma suomet pereat gladio...
(f. 27r, 25-26) (p. 5, 12-14)
R omette iubeat, che e elemento superfluo.
R Es ... ruina quorum sibi daret ascen- ... ruina quorum sibi daret assen
sum. sum.
(f. 27v, 3-4) (p. 5,19)
Ascensum di R esprime Tidea del desiderio di Catilina di dare la scalata al potere 48.
J? Es ...hos in nocte persequitur. ... bos in nocte prosequitur.
(f. 27v, 4-5) (p. 5, 20)
R Es Confidit enim in eloquentia sua, Confidit enim in eloquentia sua
qua partem civium detraxit in cla- que maximam partem ciuium de
46 domus R. 47 Cfr. sopra, p. 282. 48 Cfr. sopra, p. 282.
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NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINTA CATILINARIA )) ECC. 291
dem, qua sibi tot sceleratorum co
pias comparavit, qua mendacio ve
ritates et mendacia veritate deco
lor at.
(f. 27v, 12-16)
traxit in cladem, qui igitur scelera torum hominum tot copias com
parauit, qui mendacia veritate et
mendacio veritatem color at.
(p. 5, 26-29)
R corregge gli errori e le impropriety che si trovano nel testo edito.
R
Audietis eum, Patres Con
scripti, audietis eum? Tacetis?
proh pudor...
(f. 27v, 16-17)
R 0 Camilli! 0 Fabricii! vos uti
nam adessetis.
(f. 27v, 18-19)
Es Audietis eum, Patres Conscripti,
audietis eum. Tacetis; pro dolor!
(p. 5,29)
Es 0 Camilli! 0 Fabiil Vos utinam
essetis.
(p. 5, 31)
Gli appartenenti alia gens Fabricia, celebrati universalmente per
integrity di costumi e per valore guerriero, sono frequentemente ri
cordati insieme con i Camilli (o con i Curii) 4% non pero con i Fabii. Fabii del testo edito puo essere corruzione di Fabricii delPoriginale.
R Audire volunt ilium, qui expi
rantis filii preces audire noluit...
(f. 27, 19-21)
Es Audire vellent ilium, qui expi
rantis filii preces audire noluit...
(p. 5, 32)
L'indicativo e qui richiesto dal tono della requisitoria contro i
senatori indolenti.
Responsio Catilinae
Lo scopo fondamentale delPautodifesa di Catilina e di dimostrare che Paccusa di Cicerone e disonesta ed inutile. L'autore esprime tale
concetto dopo un'introduzione in cui, ad captandam benevolentiam,
sottolinea la sua inferiority rispetto alia valentia delPavversario 50
e
ribadisce piu oltre Pidea, dividendo cosi addirittura Porazione in due
49 De Vit, Totius Latinitatis onomasticon, s.v. 60
Es., p. 6, 35: ...earn (scil. sententiam aduersarii) inhonestam et inutilem fatebimini.
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292 M. DE MARCO
parti 51. La prima di esse risulta dedicata alia dimostrazione della diso nesta delPaccusa ciceroniana: Pawersario viene presentato come abi lissimo nel fare apparire colpevoli gli innocenti e meritevoli delPesilio i cittadini piu integri e nobili; la seconda serve poi a tentare di demo lire i capi d'accusa ed a considerare i tristi effetti delPeventuale espul sione di Catilina, che verrebbe condannato a cosi grave pena solo per
istigazione di Cicerone e non in base a provate accuse sulPesistenza e sulla portata del moto rivoluzionario.
Anche il testo di questa seconda orazione e senza dubbio conser vato da R in condizioni migliori che nel manoscritto su cui si fonda Pedizione. I risultati della collazione sistematica saranno qui presentati secondo il criterio gia seguito per la prima orazione.
I
R off re un aiuto efficace per migliorare il testo in alcune frasi, che guadagnano in chiarezza.
Es
Coniurationem namque indi
gnum facinus ostendere laborauit, cum an coniuratio facta sit ambi
gatur, et de ea quasi non sumptum
supplicium de qua nondum consti tutum est indicium clamat et dolet.
(p. 7, 18-22)
R ... coniurationem namque indi
gnum facinus ostendere labora vit 52. Cum autem coniuratio an
facta sit ambigatur et de ea [qua re] sumptum non esse supplicium, de qua nondum sit constitutum iu
dicium, clamet 53, delirat.
(f. 29r, 10-14) II testo non e molto sicuro neppure in /?, ma non e difficile emen
darlo. Delirat dovrebbe essere autentico, perche Catilina vuole presen tare Cicerone come un folle, che rimprovera alPassemblea di non avere
gia concluso con una condanna un processo non ancora istruito.
R Es Illud potius admonendum 54
pu- IUud michi potius adiuuandum to, nemini mirandum si solus om- puto neminem mirandum si solus nium Catilinae prolocutor appa- omnium Catilina prelocutor ap
ream. paret.
(f. 29v, 8-10) (p. 7, 38-40)
51 Es., p. 7, 11-12: ...qualiter sit inhonesta
inutilis attendite. 52 Scil. adversarius. 53 clamat R. 54 admouendum jR.
huius accusatio cognoscitis, nunc qualiter sit
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NOTE SUL TESTO DELL A ? QUINTA CATILINARIA )) ECC. 293
Catilina osserva con rincrescimento di essere l'unico difensore di se stesso, prolocutor, secondo la lezione di R 55.
II
/? non e di minore utilita nel completare il testo edito, che risulta mutilo di taluni elementi, tramandati invece fedelmente dal codice piu antico.
R
Si 56 quo igitur in 57 loco pro
dicendi inopia mea oratio 58
vacil
labit, vestri acuminis examine sup
pleatur. Vestrae namque pruden tiae et bonitatis est non falerata
verborum agmina, non canoras nu
gas, non 59
festivitatis et concinni
tatis splendentiam, sed pondus sententiae ad ipsum sagaci inda
gatione perscrutari et aequali lan ce trutinare.
(f. 28r, 27-28v, 5)
Es Si quo igitur in loco pro dicendi
inopia mea vacillabit oratio, non
illius falerata verborum agmina et
canoram festiuitatem atque concin
nitatis splendentiam sed pondus sententie ac ipsum sagaci indaga tione perscrutari et equali lance
trutinare debetis 60.
(p. 6, 28-32)
Gia il Wilmart osservava che debetis del testo edito e un'aggiunta posteriore necessaria per completare la frase, rimasta priva di elementi
essenziali61. La lezione di R e generalmente sicura; si noti in partico lare ad ipsum, di cui e palese corruzione ac ipsum.
R Es Absit Scipionis indoles luculen- Absit Scipionis indoles luculen
ta; assit balatronis soboles lutulen- ta. Quid si Scipio... ta 62. Quid si Scipio... (p. 7, 5-6)
(f. 28v, 21-23)
La frase si trova alia fine di una serie di dicola che, ispirati ad una
55 L'editore sottolinea l'appartenenza di prelocutor al latino medioevale (Es., p. 7, n. 7). 56 II passo h stato edito dal Wilmart (op. cit., p. 290) con la riproduzione esatta della
grafia di R. 57 In e stato aggiunto dal Wilmart (op. cit., p. 290, n. 5). 58 Oratio h correzione del Wilmart per racio di R (op. cit., p. 290, n. 6). 59 Non <e integrazione del Wilmart (op. cit., p. 290, n. 8). 60 L'editore ha segnalato l'appartenenza alia lingua del M. Evo di due vocaboli,
splendentia e trutinare (Es, p. 6, n. 11; 12). 61
Wilmart, op. cit., p. 290, n. 10. 62 luculenta R.
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294 m. de marco
idea presente nelVInvectiva in Ciceronem 63> sono imperniati sulPas
surdita di una eventuale condanna alPesilio inflitta a Catilina: do
vrebbe uscire dalla citta il civis e restarci Yinquilinus, andare in esilio un Romano e rimanere in patria un Arpinate, vivere fuori di Roma un illustre discendente di Scipione e dominare in essa un uomo di oscuri
natali. II testo prosegue con la ripresa absit Scipionis indoles luculenta, che ribadisce Pidea gia in altro modo espressa, senza pero esaurirsi in
un unico membro: quello antitetico, in perfetta corrispondenza con i
casi precedenti, e stato conservato felicemente da jR, la cui lezione
balatronis e sufficiente a togliere qualsiasi dubbio sull9autenticita 64.
R Es ... quia ignoti, noti, cives, pere- Quia ignoti, noti, ciues, peregri
grini, nobiles et ignobiles domum ni9 nobiles domum eius frequen eius frequentant... tant...
(f. 29r, 22-23) (p. 7, 29-30)
In R segue a nobiles un termine antitetico, come nei membri che
precedono, et ignobiles.
R
Quod si ab hominibus amari, frequentari, visitari, deduci9 redu
civ consuli 65, id demum coniura tionem vocamus, iam Cato quoque, Lelius 66, Scipio, quivis praeterea liberalis et dapsilis
67 coniurationis
accersitur 68. Quibus hie omnibus ve
69 cognoscitur ignorata proprie
tas? has tamen suspiciones refelle re volui. Nam Mud quod...
(f. 29r, 26-29v, 5)
Es
Quod si ab hominibus amari, frequentari, consuli, visitari, co
niurationem vocamus, iam Catili
na, item Lelius et Scipio, preterea liberales et dapsiles coniurationi
accrescunt. Quod vero de filii ne
ce...
(p. 1, 32-35)
E9 evidente Papporto di R alPemendazione del testo con la con
servazione non solo di elementi essenziali poi scomparsi, ma anche di
63 1, 1: ...quasi unus reliquus e familia viri clarissimi, Scipionis Africani, ac non reper
ticius, accitus ac paulo ante insitus huic urbi civis; 3, 4: ...homo novus Arpinas...; 4, 7:
...Romule Arpinas...; cfr. anche Sall. Cat., 31, 7: ...M. Tullius, inquilinus civis urbis Romae. 64 La frase e caduta per omoteleuto. 65 11 Wilmart, che ha pubblicato il brano (op. cit., p. 290), ritiene che consuli non
esista nel testo edito; in realta non si tratta di un'omissione, ma di uno spostamento. 66 lesius R (Wilmart, op. cit., p. 290, n. 12). 67 et h aggiunto dal Wilmart, cui si deve anche la correzione in dapsilis di dapsibilis tramandato da R (op. cit., p. 290, n. 13). 68 II Wilmart scrive accerditur (op. cit., p. 290, n. 14), ma in R si legge accersitur.
69 omnisue R (Wilmart, op. cit., p. 290, n. 15).
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NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINT A CATILINARIA ? ECC. 295
lezioni originarie, come Cato invece di Catilina 70
e, meglio ancora, coniurationis accersitur 71.
Finalmente, sara qui da ricordare che che Torazione in jR continua con una conclusione, edita dal Wilmart 72, il quale ritiene che la diffi colta delPinterpretazione ne abbia determinato la scomparsa.
Ill Non sara inopportuno passare in rassegna alcune varianti, limi
tate a singole parole, di /?, che risultano preferibili alle corrispondenti del testo edito.
R Es ... quae sit praesentis actionis ... que sit presentis auctoris con
controver sia... trover sia...
(f. 28r, 9) (p. 6, 14) Si tratta di una controversia giuridica; actionis di jR e evidente
mente la lezione autentica.
jR Es ... qui magis in dolosis fraudu- ... qui magis in dolosis fraudu
lentisque versutiis quam in aequi- lentis versutisque rebus quam in tate et ratione confidit. communi etate confidit.
(f. 28r, 13-15) (p. 6, 17) II testo edito e corrotto; in communi etate non da senso.
R Es ... ne plus hodie valeat palliata ... ne hodie plus valeat polita et
et erudita calliditas quam nuda et erudita calliditas quam nuda et vul
vulgaris simplicitas... garis simplicitas... (f. 28, 23-25) (p. 6, 26) Palliata in evidente contrapposizione a nuda e la lezione origi 73
naria .
R Es Exeat hinc Scipionis generosa Exeat hinic Scipionis nobilis pro
propago et regnet istic natus de pago et regnet illic natus de pau
paupere pago 74. pere pago.
(f. 28v, 20-21) (p. 7, 5-6)
70 Catone e ricordato insieme con Lelio e Scipione come cittadino illustre, superiore ad ogni sospetto, il che non si pu6 dire di Catilina.
71 La corrispondente lezione del testo edito non da senso. 72
Wilmart, op. cit., p. 291. 73 Palliata e inoltre lectio difficilior rispctto a polita. 74 Si noti l'assonanza propago-pago. Nella frase che segue l'autore ricorre alia stessa
preziosita (cfr. sopra, n. 64).
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296 M. DE MARCO
II testo edito e banale; quello di R assai piu precise
R Es ... vos ibi nepotes meos morari ... vos me ibi morari non sinitis.
non sinitis? (p. 7, 10) (f. 28v, 28)
La frase appartiene al discorso immaginario di Scipione, che si
lamenterebbe, secondo la fantasia di Catilina, che uno dei suoi discen
denti sia trattato come un comune cittadino, o addirittura peggio, per
gli intrighi di Cicerone. L'ingratitudine dei Romani consiste percio non
nelPimpedire il soggiorno in patria di Scipione stesso (me, come vuole il testo edito), ma dei suoi discendenti, nepotes meos9 come si legge in R.
R Es ... vobis ipsis mortale odium... ... vobis ipsis immortale odium...
conflabitis. conflabitis.
(f. 29r, 5-6) (p. 7, 15)
Immortale sembra essere corruzione di mortale.
R Es ... incredibile est ut sine ratio- ... incredibile est ut sine ratione
num patfocinio deleatur. patrocinium deleatur.
(f. 29v, 5-6) (p. 7, 36)
La frase si riferisce alPaccusa delPassassinio del figlio, che Cati
lina respinge senza ricorrere a discussioni, tanto egli la ritiene assurda!
I pregi di R sono, come si e potuto osservare, di grande rilievo.
Per darne pero un giudizio imparziale bisognera aggiungere che esso
non e del tutto esente da errori e che in taluni casi le sue varianti
danno luogo a perplessita. Bastano qui pochi cenni e qualche esempio, perche una piu ampia trattazione si potra solo dare dopo aver proce duto a collazionare R con altri codici 75.
R Es ... qui avorum famam depecu- ... qui aliorum famam depecu
lans, urbes quoque pessumdare lans, urbes quoque mendacio pes mendacio consuevit. sundare consueuit.
(f. 28r, 20-22) (p. 6, 23-24)
75 Mi sia concesso rimandare ad altri lavori, di prossima pubblicazione, che serviranno a preparare l'edizione delle orazioni pseudo-ciceroniane, da me curata per il Centro di
Studi Ciceroniani.
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NOTE SUL TESTO DELLA (( QUINTA CATILINARIA ? ECC. 297
Aliorum del testo edito sembra autentico, perche trova riscontro
in un'espressione pseudo-ciceroniana 76.
R Es ... cuius maiores earn fundave- ... cuius maiores earn fundaue
re, condidere, ab hostibus prote- re, construxere, et ab hostibus
xere... pr otexer e...
(f. 28v, 10-11) (p. 6, 36-37)
Construxere del testo edito e senza dubbio preferibile a condidere
di R.
La tradizione manoscritta della Quinta Catilinaria e della Respon sio Catilinae e dunque rappresentata da un unico codice del sec. XII ex.,
J?, e da un gruppo di codici appartenenti ai secoli XIV e XV, tra cui e compreso D, scelto dall'Esposito per la sua edizione. La lettura dei
passi esaminiati induce a supporre che non si tratti di una tradizione
unit aria, ma di due rami, il piu antico discendente dal testo originale, il piu recente derivante da una rielaborazione posteriore. Tale conclu
sione deve per altro considerarsi provvisoria, perche si potra giungere a risultati sicuri solo dopo avere esaminato tutte le testimonianze
a noi pervenute.
76 Rhet. Her., IV, 39, 51:... aliorum famam depeculans... II testo non e di Cicerone
per noi, ma l'autore non aveva dubbi in merito.
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