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Abbiamo sottotitolato così questa terza edizione del lavoro di Elisabetta Vagaggini, per esprimere con orgoglio il senso di una lunga storia che dal passato si proietta nel futuro. Se valutiamo il decennio che ci separa dalla seconda edizione di questo volume (la prima stesura risale al 1996) e riflettiamo su quanto è stato fatto, ma anche sul lavoro in corso, il filo conduttore è senza dubbio la capacità di proporsi sempre, e a pieno titolo, come protagonisti nel cambiamento.

c’è futuronel nostro passato

Cooplat ha infatti saputo arricchire il solido patto intergenerazionale consolidato nel tempo, perché è stata capace di rendersi interprete del Cambiamen-to: ha dimostrato di sapersi rinnovare per cogliere le nuove opportunità di lavoro, finalizzandole alla crescita economica e sociale e ha confermato una capacità aziendale che emerge con chiarezza dal fatturato, dal numero di addetti e dalla sua politica finanziaria, basata su un’oculata programmazione degli obiettivi.

Oggi possiamo considerarci, a tutti gli effetti, un’im-presa cooperativa moderna e non sentiamo di rap-presentare un modello organizzativo e imprendi-

toriale antiquato in contrapposizione al sistema economico vigente. La partecipazione dei soci alle sorti dell’impresa collettiva e il conseguente senso di appartenenza, infatti, rendono la cooperativa un grande motore di produttività e di efficienza. La nostra sfida, oggi, è quella di dimostrare - nel-le scelte quotidiane - il valore del nostro percorso, dando valore al lavoro e considerando proprio il lavoro come cardine dell’identità cooperativa.

L’impresa cooperativa moderna ha subìto un pro-cesso di trasformazione e si è de-ideologizzata ri-spetto alla storia sviluppata nel secolo precedente. Continua però ad affermare, con tutta la sua forza,

Fabrizio Frizzi, Presidente Coooplat

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La nostra sfida, oggi, è quella di dimostrare - nelle scelte quotidiane - il valore del nostro percorso, dando valore al lavoro e considerando proprio il lavoro come cardine dell’identità cooperativa.

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i principi e i valori etici da cui ha avuto origine: solidarietà, emanci-pazione, intergenerazionalità, legalità e rispetto. Questi sono i fonda-menti della cooperativa, la cui forza e modernità spesso non vengono percepite appieno nella nostra società, mentre continuano a essere attuali e incisivi, anche più di quanto noi stessi siamo consapevoli.

Lavoro come antidoto all’illegalitàI processi di rinnovamento di cui abbiamo parlato difficilmente sal-gono agli onori della cronaca, mentre le inchieste per malaffare o corruzione (che vedono coinvolte anche le cooperative associate alle diverse centrali di rappresentanza oltre a quelle cosiddette “spurie”) tendono a gettare un’ombra sull’intera realtà cooperativa in una peri-colosa e improduttiva cultura del sospetto. In realtà la battaglia per la legalità è e sempre sarà una bandiera della cooperazione.

La reazione di Legacoop, di fronte ai cedimenti sul fronte della lega-lità di parte del mondo cooperativo, è stata sempre netta e immedia-ta. Senza ergersi a giudice di procedimenti giudiziari, che spettano unicamente alle autorità preposte, Legacoop ha assunto posizioni di condanna chiare e nette verso i dirigenti delle cooperative che han-no messo a rischio il lavoro dei soci e gettato un’immagine negati-va sull’intero mondo cooperativo. Un discredito generalizzato che alimenta quella retorica strumentale per cui la cooperazione è vista come corresponsabile del parassitismo, del clientelismo e delle ineffi-cienze ataviche che caratterizzano l’Italia; ed è magari anche luogo di sfruttamento.

La generalizzazione superficiale è pericolosa perché minaccia di scre-ditare un mondo imprenditoriale fatto di migliaia d’imprese, di milio-ni di soci, di patrimoni intergenerazionali accumulati in lunghi anni di lavoro svolto con competenza, serietà e abnegazione.

La cooperazione non deve essere percepita come un problema, ma deve essere considerata una vera e propria risorsa per far ripartire l’Italia, perché rappresenta un partner d’impresa più che affidabile per gli interlocutori istituzionali, economici, sociali e politici che chiedo-

La forza e modernità della cooperazione spesso non è percepita appieno nella nostra società, mentre i suoi valori continuano a essere attuali e incisivi, anche più di quanto noi stessi siamo consapevoli.

La generalizzazione superfi-ciale è pericolosa perché mi-naccia di screditare un mondo imprenditoriale nel suo com-plesso.

La cooperazione deve essere considerata una vera e propria risorsa per far ripartire l’Italia

La reazione di Legacoop, di fronte ai cedimenti sul fronte della legalità di parte del mondo cooperativo, è stata sempre netta e immediata.

La battaglia per la legalità è e sempre sarà una bandiera della cooperazione.

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no al mondo del lavoro di svolgere il proprio ruolo con competenza e nel rispetto della legalità.

La proposta di legge contro le false cooperative, promossa dalle centrali del movimento coordinate sotto la bandiera dell’Alleanza delle Coope-rative Italiane, è stata in grado di raccogliere, nel corso del 2015, oltre centomila firme autenticate: un segno concreto della lotta alla crimina-lità organizzata e un confine netto tra giustizia e ingiustizia.

La crisi economica che ha segnato buona parte del decennio 2006-2016 ha indubbiamente fomentato la crescita dell’illegalità. Pur non sottovalutando il carattere quasi endogeno della criminalità organiz-zata in tanti settori dell’economia nazionale, non possiamo non stig-matizzare alcune normative (per esempio le gare al massimo ribasso) che stimolano nuove forme di illegalità e che si ripercuotono negati-vamente sui lavoratori ricattati con la precarietà e l’incertezza e priva-ti della sicurezza sul lavoro. Parliamo di condizioni di partecipazione che penalizzano proprio le imprese serie: le imprese che per onorare gli standard di qualità e di rispetto del lavoratore devono sostenere costi più alti di chi delinque.

Ne deriva dunque un peggioramento dei servizi, una maggiore insi-curezza nel sistema e ovviamente anche un lievitare dei costi per la collettività.

Dobbiamo essere consapevoli della realtà e promotori d’iniziative per la prevenzione e la denuncia di pericoli così rilevanti per la convi-venza civile: con la qualità del lavoro possiamo indebolire la cultura dell’illegalità e contrastare la diffusione della criminalità organizzata.

La crisi economica che ha segnato buona parte del decennio 2006-2016 ha indubbiamente fomentato la crescita dell’illegalità

Cooplat si muove da sempre in questo orizzonte e fa del contrasto all’illegalità una sua bandiera.

Con la qualità del lavoro possiamo indebolire la cultura dell’illegalità e contrastare la diffusione della criminalità organizzata.

La cooperazione continua a essere un partner d’impresa più che affidabile

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c’è futuro nel lavoroIl lavoro è cittadinanza, è integrazione, è espressione della capacità umana. Questo decennio ci ha mostrato che il futuro si può costruire solo nel lavoro qualificato, capace di affrontare la sfida del mercato.

Abbiamo ampliato e specializzato i nostri comparti storici

Nella Divisione Facility Management sono cresciute nuove leve di responsabili gestionali e di dirigenti cooperativi.

Divisione Ecologia è un settore in cui la cooperativa è cresciuta, ha acquisito un know-how importante, una qualità progettuale e gestio-nale di primo livello.

Per questo motivo abbiamo costruito e plasmato in questi anni una nuova organizzazione aziendale e una diversa programmazione delle priorità.

Abbiamo ampliato e specializzato i nostri comparti storici: il com-parto Igiene si è trasformato in Facility Management, al cui interno sono cresciute nuove leve di responsabili gestionali e di dirigenti co-operativi. Dal 2013 la cooperativa si è dotata di una nuova Divisione per Energia e Manutenzioni e ha incrementato l’offerta di qualità di servizi complessi e integrabili.

Da un’organizzazione territoriale, quasi federata, abbiamo costruito un’unica grande azienda, competitiva e in grado di soddisfare nuovi clienti anche in settori esigenti come quello della Moda. Siamo stati in grado di migliorare la produttività nel settore sanitario studiando e confrontando le modalità e i tempi di lavoro dei vari cantieri ospe-dalieri. Siamo riusciti, nonostante la spending review, ad affrontare i nuovi contratti a risultato senza svalutare il lavoro dei nostri ope-ratori. Ci siamo organizzati per affrontare da protagonisti il merca-to delle grandi centrali d’acquisto pubbliche, che hanno introdotto nuove piattaforme informatiche per concorrere e monitorare il servi-zio. Proseguiamo nell’opera di continuo rinnovamento della cultura aziendale, perché c’è futuro nel rinnovamento.

Il comparto Ambiente si chiama oggi Divisione Ecologia: è un settore in cui la cooperativa è cresciuta, ha acquisito un know-how impor-tante, una qualità progettuale e gestionale di primo livello. La forza di Cooplat in Sardegna e Piemonte e la sua presenza nel Lazio sono conferme e conquiste di questo decennio, frutto di una strategica in-dustrializzazione dei processi produttivi. La stabilità del comparto, la sua affidabilità gestionale e il contributo positivo al conto economico dell’azienda sono definitivamente acquisiti. Cooplat è parte della com-pagine riunita in SEI Toscana risultata aggiudicataria della gestione dell’ATO Toscana Sud, che comprende le province di Arezzo, Siena,

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Dobbiamo dare valore al lavoro, considerare il lavoro un riferimento ontologico dell’identità cooperativa.

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Grosseto e i comuni della Val di Cornia: una concessione ventennale che consentirà programmazione, stabilità e certezza del rapporto tra investimenti e ricavi; un posizionamento che offre opportunità di cre-scita programmata e sostenibile, in particolare sul territorio toscano.

Abbiamo conquistato un equilibrio importante tra i nostri settori di attività. Abbiamo avviato un ripensamento delle nostre procedure produttive e amministrative sfruttando opportunamente le tecnolo-gie informatiche. Proprio queste ultime rappresentano uno strumen-to importante per misurare competenza e flessibilità, una misura che sarà la cifra della qualità della nostra offerta.

Ci siamo preoccupati della sicurezza sul lavoro con risultati di cui an-diamo fieri. Dal 2007 l’indice di frequenza degli infortuni, ma anche quello di gravità, è sceso e si è mantenuto ben al di sotto della media nazionale. Continuiamo a investire in migliaia di ore di formazione, a partire dalle cruciali problematiche della sicurezza sul lavoro per innalzare il livello generale dei nostri operatori. Dopo aver riorga-nizzato l’ufficio di prevenzione e protezione abbiamo proseguito con l’acquisizione di certificazioni per i sistemi di gestione e la loro in-tegrazione. Siamo orgogliosi del prestigioso “Merit Award” ricevuto nel 2014 da SGS: si tratta di un certificato di eccellenza riservato alle aziende che si contraddistinguono per l’efficacia dell’applicazione dei sistemi di gestione della qualità, dell’ambiente, della salute e sicurezza dei lavoratori e della responsabilità sociale d’impresa.

Abbiamo scelto di conformarci ai sistemi di certificazioni per ottenere un vantaggio competitivo nelle gare e per qualificare la nostra offerta, ma queste procedure ci hanno spronato, soprattutto, a migliorare noi stessi e la nostra organizzazione aziendale. Questo è un impegno che vogliamo rinnovare continuamente.

L’obiettivo di una società cooperativa di lavoro è “fornire beni, ser-vizi, occasioni di lavoro direttamente ai membri dell’organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero sul mercato” (vedi La società cooperativa. Profili giuridici ed economico-aziendali, a cura di Bagnoli, Bitossi, Manetti, 2014). Le condizioni economiche dettate dalla crisi hanno abbassato la soglia di riferimento dello stan-dard generale della qualità del lavoro. Abbiamo detto della concor-renza ai confini dell’illegalità che abbiamo dovuto fronteggiare e dei rischi che un sistema corre là dove il lavoro nero è utilizzato con l’uni-co scopo di accaparrarsi un utile al netto di tributi, contributi e costi di gestione del personale. Essere riusciti, in questo periodo, a rispetta-re pienamente la legge e a garantire un regolare rapporto contrattuale

Abbiamo conquistato un equilibrio importante tra i nostri settori di attività.

Le condizioni economiche dettate dalla crisi hanno abbassato la soglia di riferimento dello standard generale della qualità del lavoro.

Abbiamo conseguito nel 2014 il prestigioso “Merit Award”, il Certificato dell’Eccellenza per l’applicazione dei sistemi di gestione

Abbiamo scelto di conformarci ai sistemi di certificazioni per migliorare noi stessi e la nostra organizzazione aziendale

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significa aver offerto le migliori condizioni presenti sul mercato. Così come ci sembra straordinario aver promosso, in queste condizioni, la crescita di un management a costi contenuti ma ad alta qualità profes-sionale. È il lavoro che genera lavoro e contemporaneamente assicura benessere alla collettività. Dare valore al lavoro è il nostro obiettivo quotidiano, perché noi sappiamo che nel lavoro c’è futuro.

Dare valore al lavoro è il nostro obiettivo quotidiano, perché noi sappiamo che nel lavoro c’è futuro.

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Cooplat nasce nel 1946 dall’iniziativa di nove ex partigiani, già mano-vali di una ditta che aveva svolto le pulizie delle carrozze ferroviarie alla stazione di Firenze Santa Maria Novella fino ai bombardamenti che nel 1944 l’avevano distrutta. Essi, riunendosi in cooperativa, sep-pero riprendersi il lavoro acquisendo la commessa. Come racconta con precisione Elisabetta Vagaggini nelle pagine che seguono, citando un protagonista dell’epoca, “si facevano le stesse cose di prima ma senza padroni, sentendosi autonomi e liberi”

Sorvolando a volo d’uccello la storia della cooperativa possiamo veramente affermare che la solidarietà è stata la ragione di tanta longevità.

c’è futuronella solidarietà

Non è un caso che l’identità dei fondatori provenisse dall’espe-rienza della Resistenza, dall’intraprendenza e dalla capacità di organizzarsi per la conquista della propria libertà. Erano le basi di quella coesione sociale che avrebbe poi connotato, ciascuna in modo peculiare, tante comunità del territorio nazionale, in primis quelle toscane.

Sorvolando a volo d’uccello la storia della cooperativa possiamo vera-mente affermare che la solidarietà è stata la ragione di tanta longevità. Valga su tutto l’esempio dell’alluvione di Firenze. La cooperativa aveva perso la mono-commessa con le Ferrovie nel 1965 ed era a rischio di chiusura. La disponibilità data alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, prima per pulire gli ambienti alluvionati e poi per cimentarsi col restauro del libro, fu l’occasione di una vera e propria rinascita. Dalla solidarietà nacque ancora una volta un nuovo lavoro e un’espe-rienza di cui non possiamo che essere orgogliosi.

Il Laboratorio di Restauro del Libro, che sarebbe diventato nel 1976 parte integrante della Nazionale di Firenze (qualificandosi come il più importante del mondo), è un altro motivo di orgoglio per Cooplat. In quell’occasione la cooperativa mostrò non solo la solidarietà tra coloro che avevano resistito a quel che pareva l’ineluttabile destino di chiudere

Dalla solidarietà ancora una volta nacque un nuovo lavoro, una nuova opportunità

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La solidarietà è un tratto distintivo della cooperazione.

La solidarietà si esprime facendo bene il proprio lavoro insieme agli altri.

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le attività, ma anche la solidarietà concreta e fattiva verso la comunità. Nel farsi “Angeli del fango” e nel divenire “Angeli del libro” i soci dimo-strarono l’utilità economica e sociale dell’impresa cooperativa, capace di esprimere responsabilità sociale e di affermare valori etici.

La solidarietà è un tratto distintivo della cooperazione. Nella storia di Co-oplat si ritrova anche nella sua espansione territoriale degli anni ‘70 e ‘80, nell’impegno per l’integrazione dei cittadini immigrati della prima onda-ta degli anni Novanta, fino a diventare il laboratorio di integrazione che oggi tutti noi conosciamo. Una generosità espressa più volte anche in oc-casione di calamità naturali, come fu ad esempio il terremoto in Irpinia.

Questa solidarietà ci ha portato ad avviare nel dicembre 2013, su sol-lecitazione del Comitato soci di Firenze, una significativa collabora-zione con Artemisia onlus, associazione fiorentina e riferimento della rete nazionale antiviolenza, impegnata ormai da più di 20 anni nel contrasto e nella prevenzione della violenza di genere e sui minori. Una collaborazione che si è tradotta in un’Intesa, siglata nel giugno 2014, volta a favorire l’inserimento lavorativo in Cooplat di donne vit-time di soprusi, protette dall’anonimato, perché a rischio femminici-dio. L’iniziativa è partita dal presupposto che il lavoro è un’arma con-tro la violenza e uno strumento per riacquistare autonomia e dignità. Sappiamo che anche solo la possibilità di ritrovare un’occupazione of-fre speranza a chi ha subito brutalità e maltrattamenti fino a rischiare la propria vita e quella dei propri figli: la speranza di poter ritrovare un nuovo equilibrio e una nuova consapevolezza di sé. Faremo vivere questa speranza anche nel futuro, proponendo che si formi una rete di aziende, mutualistiche o lucrative che siano, alleate nella lotta al fem-minicidio e concretamente impegnate per affrontare la brutale realtà che si nasconde nelle pieghe della quotidianità.

Fare buona impresa e buona cooperazione sono oggi un tratto distin-tivo di Cooplat: dare valore al lavoro, condividerlo e proporlo come risposta al bisogno generale è affermare solidarietà, perché la solida-rietà si esprime facendo bene il proprio lavoro insieme agli altri.

È per noi un piacere citare Papa Francesco, che ha rilanciato il lavoro come fonte di energia dell’essere umano, per un nuovo umanesimo chiamato a unire tante culture diverse: “Se manca il lavoro viene ferita la dignità delle persone. [...] Il lavoro riguarda direttamente la persona, la sua vita, la sua libertà e la sua felicità. [...] Il valore primario del la-voro è il bene della persona umana, perché la realizza come tale, con le sue attitudini e le sue capacità intellettive, creative e manuali”.

La solidarietà si esprime attivamente facendo bene il proprio lavoro insieme agli altri.

La solidarietà è un tratto distintivo di Cooplat

La solidarietà ci ha portato ad avviare una significativa collaborazione con Artemi-sia onlus

Il lavoro è un’arma contro la violenza e uno strumento per riacquistare autonomia e dignità.

Nella storia di Cooplat si ritrova anche l’impegno per l’integrazione dei cittadini immigrati della prima ondata degli anni Novanta, fino a diventare il laboratorio di integrazione che oggi tutti noi conosciamo

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La partecipazione è l’essenza di un’impresa che nasce (e si co-stituisce giuridicamente) su basi collettive. La cooperativa è qualcosa che si fa insieme, è l’espressione di un agire collettivo e di un’identità che si ridefinisce nel tempo in relazione a va-lori e principi di riferimento che ne qualificano la missione.

c’è futuro nella partecipazione

Oggi in Cooplat i soci hanno molteplici occasioni di confronto

In questa dinamica si esprime la proprietà collettiva dei soci.

Per praticare e affermare trasparenza, si svolgono nel corso dell’anno incontri di informazione con i soci

Le esigenze di un mercato agguerrito come quello odierno non hanno impedito lo sviluppo di un sistema di partecipazione e di controllo dei soci. È un sistema che va ricordato con orgoglio perché si tratta di un riferimento rassicurante nella costruzione di un nuovo futuro.

Oggi in Cooplat i soci hanno molteplici occasioni di confronto, non legate solo alle scadenze istituzionali e formali di approvazione del bi-lancio, dove conta la singola persona e non il valore delle quote versa-te. Da tempo diamo spazio a questa parte della vita della cooperativa presentando il bilancio in assemblee separate prima della definitiva ra-tifica, che avviene nell’Assemblea Generale dei Delegati, integrata alla presentazione del Bilancio Sociale. In queste assemblee oltre all’appro-vazione del bilancio di esercizio e alla discussione sulle prospettive nei vari territori o nei diversi settori di attività, si provvede all’elezione di una Commissione di Garanzia che è responsabile del rispetto dei crite-ri condivisi per l’elezione del Consiglio di Amministrazione. In questa dinamica si esprime la proprietà collettiva dei soci.

La cooperativa ha ritenuto tuttavia che questa procedura non fosse suf-ficiente. Per offrire ulteriori occasioni di partecipazione, confronto e controllo dell’andamento gestionale e della situazione patrimoniale, per praticare e affermare trasparenza, si svolgono nel corso dell’anno alcuni incontri di informazione con i soci stessi. Momenti costruiti in relazio-ne alle organizzazioni dei Comitati Soci, anch’essi eletti sulla base di un regolamento in occasione delle Assemblee formali di Bilancio.

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Questo circuito è la garanzia del controllo da parte dei soci ed è una sal-vaguardia per la vitalità dell’impresa. Una buona cooperazione, consa-pevole di agire in un determinato contesto, produce buona impresa. La qualità del lavoro sta in questo binomio inscindibile e nel suo equilibrio.

Si leggono notizie di imprese di tipo lucrativo che propongono ai lavo-ratori dipendenti (non sempre insieme a loro) piani o progetti di wel-fare aziendale. In tanti casi, ci preme ribadirlo, si tratta di benefit che noi abbiamo previsto da anni nel nostro Regolamento Interno. Sono le borse di studio per i figli meritevoli dei soci, il sostegno economico per i matrimoni, ma anche un supporto nelle difficoltà provocate da un lutto. Nell’ottica mutualistica di una cooperativa c’è anche questo e noi non lo abbiamo mai considerato un aspetto di secondaria impor-tanza. Anzi, il nostro obiettivo è quello di aggiornare continuamente il regolamento stesso rispetto ai cambiamenti della struttura sociale per dare risposte nuove ed efficaci ai bisogni emergenti.

Nel conto economico deve vivere lo scopo mutualistico, nella buona impresa cresce la buona cooperazione, nella valorizzazione del lavoro si favorisce e si rende credibile e fattiva la partecipazione, perché c’è futuro nella cooperazione.

Nel conto economico deve vivere lo scopo mutualistico, nella buona impresa cresce la buona cooperazione, nella valorizzazione del lavoro si favorisce e si rende credibile e fattiva la partecipazione, perché c’è futuro nella cooperazione.

Questo circuito è la garanzia del controllo da parte dei soci ed è una salvaguardia per la vitalità dell’impresa

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La cooperativa è qualcosa che si fa insieme, è l’espressione di un agire collettivo e di un’identità che si ridefinisce nel tempo in relazione a valori e principi di riferimento che ne qualificano la missione.

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c’è futuronella cooperazione“C’è futuro nella cooperazione” è il motto con cui abbiamo scelto di celebrare il nostro settantesimo. Questa frase non esprime solo un semplice auspicio, ma una profonda convinzione. Crediamo infatti che la continua innovazio-ne di un’organizzazione – flessibile per scelta, solidale per natura, competi-tiva per qualità e orgogliosa della propria libertà – debba rappresentare un valore aggiunto sia per l’economia che per la dinamica sociale.

Nella crisi abbiamo dimostrato che la forma dell’im-presa cooperativa può svolgere un ruolo trainante, perché può creare energia capace di vincere le sfide del futuro.

Tutto il mondo dell’impresa della cosiddetta econo-mia sociale è chiamato a impegnarsi per aumentare l’efficienza e la trasparenza, al fine di promuovere una nuova e più attuale coesione sociale. La durezza delle condizioni economiche e finanziarie del perio-do storico attuale ha operato una selezione naturale anche nel mondo cooperativo dove tuttavia si apro-no nuove porte alla speranza.

È il caso delle aziende in default finanziario che, rilevate dalle maestranze organizzate in forma co-operativa, hanno mostrato la capacità di rilanciare e in alcuni casi perfino di migliorare la qualità e la quantità delle produzioni. Un’operazione resa pos-sibile grazie ai sacrifici e alla volontà dei lavoratori, ma anche grazie al fondo di Legacoop cui tutti gli anni destiniamo una parte dell’utile.

Nell’ultimo decennio abbiamo intrapreso un cam-

biamento di passo e di mentalità che ci consente di presentarci oggi come un’impresa moderna in gra-do di scommettere sul futuro e capace di coltivare la speranza di agire ogni giorno per far crescere e migliorare il nostro Paese.

Ogni volta che perseguiamo la strada del cambia-mento veniamo gratificati dai risultati d’esercizio, che da qualche anno sono in lieve ma costante crescita. Sono risultati positivi e si rivelano ancora più soddisfacenti perché raggiunti in condizioni di mercato molto complesse.

Siamo ottimisti per volontà: sappiamo di aver im-boccato (bene) la strada dell’innovazione e siamo certi che nella trasformazione dinamica della nostra operatività e del nostro approccio ai mercati siano nati i germogli del futuro della nostra cooperativa.

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