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1. Se Kripke non fosse Kripke... Necessario a posteriori e uso attributivo dei nomi propri Andrea Strollo 2. Referenzialit dei nomi Secondo le tesi sostenute da Saul Kripke in Naming and Necessity, il riferimento dei nomi propri (e di altre classi di espressioni) non determinato dal loro eventuale contenuto descrittivo (senso). - Un nome proprio a non si riferisce ad a in virt di qualche descrizione o connotazione possibilmente associata ad a e attraverso cui il riferimento ci presentato.Chiamer questo fatto referenzialit dei nomi. 3. Rigidit dei nomi La referenzialit dei nomi fonda la loro rigidit: i nomi designano lo stesso riferimento in tutti i mondi possibili. - Siccome i nomi si riferiscono indipendentemente da connotazioni qualitative, essi continuano a riferirsi alle stesse cose in tutti i mondi, nonostante le propriet istanziate possano essere diverse. 4. Esempio Supponiamo che al nome Aristotele sia associata la descrizione il maestro di Alessandro Magno. Aristotele continuer a riferirsi ad Aristotele anche in quei mondi in cui il maestro di Alessandro Magno qualcun altro. Anzi, proprio grazie a questo fatto che possiamo ragionare controfattualmente ipotizzando se Aristotele non fosse stato il maestro di Alessandro Magno... 5. Identit necessarie e... Dalla rigidit dei nomi segue immediatamente la necessit delle identit (che coinvolgono nomi). - Se a e b sono nomi, essi designano lo stesso individuo in tutti i mondi, cosicch se a=b un'identit vera, vera in tutti i mondi possibili. - Usain Bolt Usain Bolt Questa identit non solo vera ma necessariamente vera. Ci sono sicuramente mondi in cui Bolt lento, ma in ogni mondo identico a Usain Bolt. 6. Identit necessarie e... K: Espero Fosforo - Espero e Fosforo sono due nomi (un po' desueti) del pianeta Venere. In origine Espero era usato come nome per indicare il pianeta pi luminoso della sera (la stella della sera) mentre Fosforo era usato come nome per il pianeta pi luminoso del mattino (la stella del mattino).- L'identit K vera, necessariamente vera e... 7. ...a posteriori! Secondo Kripke, l'identit Espero Fosforo vera a posteriori: - Inizialmente si pensava che il pianeta pi luminoso della sera e quello pi luminoso del mattino fossero due pianeti diversi. solo grazie ad indagini empiriche che si potuto stabilire che il pianeta in questione in realt sempre lo stesso e che Espero Fosforo.Dunque Espero Fosforo un esempio di verit stabilita a posteriori. Siccome, poi, tale identit necessariamente vera, segue che abbiamo un caso di verit sia necessaria che a posteriori! 8. Un'obiezione naturale Un'obiezione per naturale: se solo in seguito ad indagini empiriche che abbiamo scoperto che Espero Fosforo, possiamo immaginare che le cose sarebbero potute andar diversamente. - Il pianeta pi luminoso alla sera e quello pi luminoso al mattino sarebbero potuti ben esser due pianeti diversi. In questo caso la nostra indagine empirica avrebbe avuto esito diverso. Avremmo scoperto che Espero non Fosforo.Di conseguenza, K vera e a posteriori ma non affatto necessaria. 9. La replica di Kripke Questa obiezione naturale si basa, per Kripke, su una confusione. Quando noi immaginiamo una situazione in cui scopriamo che la stella della sera non la stella del mattino, noi non immaginiamo un mondo in cui scopriamo che Venere non Venere. Non immaginamo cio un mondo in cui l'identit falsa. Stiamo invece immaginando un mondo in cui fin dall'inizio c' un pianeta in pi, diverso da Venere e pi luminoso al mattino (per dire). 10. La replica di Kripke Le cose sarebbero certamente potute andare cos e un tale mondo senz'altro possibile. Per questo non un caso in cui Espero non Fosforo, ma un caso in cui Espero non un altro, inedito, pianeta. Espero Fosforo necessario esattamente come Venere Venere.Per Kripke, quindi, a noi sembra di concepire un caso in cui questa identit falsa ma in realt immaginiamo qualcos'altro. - Cercher ora di fornire una spiegazione delle intuizioni che motivano l'obiezione naturale, per poi rivoltare l'intera manovra contro Kripke stesso. 11. Eccezioni alla rigidit Per Kripke la rigida referenzialit dei nomi non una tesi assoluta ma solo valida nella maggior parte dei casi. Esistono infatti delle eccezioni. Kripke propone Jack lo squartatore. Questo nome si riferisce ad individui diversi in mondi diversi. - Ci non stupisce visto che in questo caso il nome funziona in modo simile ad una descrizione definita, qualcosa come: l'assassino seriale nella Londra di fine Ottocento.Ma ci sono esempi pi interessanti... 12. Usi attributivi dei nomi Immaginiamo di star spiegando a qualcuno il teorema di incompletezza dell'aritmetica e di dire: Ecco, qui Gdel usa la diagonalizzazione. - In questo caso Gdel, non usato in modo referenziale per parlare di un certo individuo, ma per parlare dell'autore dell'ingegnosa prova, chiunque egli sia.In questo caso vogliamo attribuire al riferimento una certa propriet e parlare di chiunque sia quell'individuo che la soddisfa. Chiamer questi casi usi attributivi dei nomi, contrapposti agli usi referenziali, pi comuni. 13. Donnellan La terminologia deriva esplicitamente da Donnellan, che ha proposto la distinzione a proposito dell'uso delle descrizioni definite. - Donnellan ha mostrato che generalmente le descrizioni definite hanno un uso attributivo (Russelliano) ma, a volte, sono usate in modo referenziale (alla Strawson).Qui la distinzione di Donnellan estesa ai nomi propri (Boer, Martinich). - Gli usi attributivi dei nomi sono sicuramente rari e gli esempi di Kripke confermano la loro eccezionalit. In certi contesti, per, la lettura attributiva emerge in modo sistematico. 14. Usi attributivi dei nomi Si consideri: Certo, Napoleone era Napoleone, ma Austerlitz stata anche questione di fortuna. - La prima occorrenza di Napoleone naturalmente letta in modo referenziale, mentre la seconda in modo attributivo per dire un eccezionale stratega. Non si vuole affermare una identit. Non si vuol dire che dal momento che Napoleone identico a s stesso, allora la battaglia di Austerlitz stata grandiosa. 15. Usi attributivi dei nomi Lo stesso fenomeno si verifica in casi come: - John Coltrane John Coltrane ma a volte preferisco ascoltare Eros Ramazotti. - Non ti paragonare a me! Io sono io, e tu sei tu!Oppure, coinvolgendo la negazione: - Oggi Maradona non Maradona, perde palla di continuo! - Non sei pi tu!In nessuno di questi casi stiamo asserendo semplici identit. Invece, in ogni caso sfruttiamo la lettura attributiva, caratterizzando un oggetto in qualche modo. 16. Il fenomeno diventa pi raffinato quando sono coinvolti nomi diversi dello stesso individuo: - Dal momento che Jorge Mario Bergoglio Francesco I, quando parla ex cathedra infallibile. - Jorge Mario Bergoglio e Francesco I sono due nomi della stessa persona. Ma, di nuovo, non l'identit che rende Francesco I infallibile! Si usa Francesco I per dire l'attuale papa Questa interpretazione resa possibile dal fatto che il nome Francesco I legato strettamente al ruolo del papa, a differenza di Jorge Mario Bergoglio . Se infatti scambiamo i nomi l'effetto diverso.Dunque se un certo oggetto ha nomi diversi, questi nomi possono dar luogo a letture attributive diverse. 17. La lettura attributiva dei nomi particolarmente forte quando facciamo ipotesi controfattuali - Se Clark Kent non fosse Superman, sarebbe solo un giornalista pasticcione.Secondo la lettura standard, questo condizionale sarebbe valutato vero perch l'antecendente sempre falso. Ma questo scorretto. Noi vogliamo considerare un mondo in cui Clark Kent s stesso ma non ha superpoteri.Nei ragionamenti controfattuali, inoltre, si rafforza il fatto che nomi diversi diano facilmente luogo a letture attributive diverse. 18. Una caratterizzazione informale Sintetizziamo i punti principali: 1. I nomi propri sono generalmente referenziali, ma a volte sono suscettibili di letture attributive. 2. L'interpretazione attributiva emerge in particolare quando un nome compare come secondo argomento di un'identit o negazione di identit. 3. Se un oggetto ha nomi diversi, questi possono rivelare letture attributive diverse in contesti diversi. 4. La lettura attributiva particolarmente forte nel caso di ipotesi controfattuali. importante notare come l'interpretazione attributiva sia solitamente del tutto automatica e naturale. 19. Torniamo ad Espero... Siccome Espero e Fosforo sono nomi, ci si pu aspettare una loro lettura attributiva nei contesti del tipo delineato sopra. La stessa identit K, Espero Fosforo, sembra prestarsi a una interpretazione attributiva, dal momento che: - coinvolge nomi, - coinvolge nomi diversi di uno stesso oggetto, che possono quindi rivelare letture attributive diverse, - oggetto di ipotesi controfattuali, che rafforzano la lettura attributiva. 20. Due letture Possiamo allora distinguere almeno due interpretazioni: - K-attr: Espero Fosforoattr dove Fosforo funziona in modo attributivo in accordo all'analisi precedente. - K-ref: Espero Fosfororef dove Fosforo referenziale in modo standard.In entrambe i casi Espero interpretato referenzialmente per parlare di un certo oggetto, Venere, indipendentemente da caratterizzazioni qualitative. 21. K-Attr K-attr asserisce qualcosa come: - Espero il pianeta pi luminoso del mattino K-attr : - vero - non necessario. In alcuni mondi Venere non visibile al mattino o scuro o... - a posteriori. L'indagine empirica necessaria per capire in quale mondo siamo e stabilire se Espero ha o no quella propriet. 22. Ancora sull'argomento ingenuo... Si noti che, nell'argomento ingenuo contro la necessit di K, l'interpretazione ingenua seguiva proprio K-attr. - Si immaginava un caso in cui Espero non fosse luminoso al mattino e qualche altro pianeta fosse tale. Ovvero si immaginava la falsit di K-attr. - Espero Fosforo, quindi, sembrava sia contingente che a posteriori proprio perch letto come K-attr.Siccome la lettura attributiva emerge con forza in ragionamenti controfattuali, non c' nulla di illegittimo nel ragionamento ingenuo. La lettura di K come K-attr conforme alla prassi usuale in casi simili. 23. ...e la replica di Kripke La replica kripkiana pu esser riformulata semplicemente cos: - a noi sembrava di star immaginando un caso in cui K-ref falso, ma in realt stavamo immaginando la falsit di K-attr. L'errore risiederebbe dunque nell'inferire la contingenza di K-ref dalla contingenza di K-attr. Ci che sta a cuore a Kripke, per, l'identit espressa da K-ref. Analizziamo dunque K-ref senza confoderlo con Kattr. 24. K-ref K-ref davvero ci che Kripke vorrebbe? Cio Necessario e a posteriori? Secondo la lettura referenziale, K-ref asserisce qualcosa come:- Questo oggetto, Espero, identico a questo oggetto, Fosfororef. K-ref vero. - anche necessariamente vero, visto che in ogni mondo Espero identico a s stesso. - NB: qui Fosforo ha una pura funzione referenziale per cui il riferimento non frutto di caratterizzazioni qualitative. In particolare, non stiamo ascrivendo la propriet di esser visibile al mattino, associata a Fosforoattr. 25. A posteriori? K-ref a posteriori? In un certo senso s. - necessaria l'esperienza per determinare a cosa i nomi Espero e Fosforo si riferiscono, ed necessaria l'esperienza per scoprire che si riferiscono alla stessa cosa. L'aspetto suscettibile di scoperta che entrambe i nomi hanno lo stesso riferimento.Ci che scopriamo il fatto meta-linguistico: K-meta: Espero e Fosforo hanno lo stesso riferimento. Da K-meta (e da altre premesse) inferiamo K-ref. 26. Se volessimo considerare K-ref a posteriori perch inferito da una premessa a posteriori dovremmo considerare K-meta a posteriori. Ma le scoperte metalinguistiche non possono contare come genuinamente empiriche. - Se cos fosse perderemmo la distinzione a prioriaposteriori, visto che ogni enunciato sarebbe a posteriori. Anche nessuno scapolo sposato sarebbe a posteriori, visto che apprendiamo il significato delle parole per esperienza. - Anche una semplice identit come Venere Venere sarebbe a posteriori. Perch solo per esperienza sappiamo di non star parlando di due pianeti diversi ma omonimi. K-ref dunque necessariamente vero e a priori. 27. Un'altra obiezione naturale Eppure l'impressione che l'identit espressa da Espero Fosforo sia informativa in modo genuino e non si riduca a una semplice faccenda metalinguistica forte. - K-ref (e non K-meta) stato scoperto grazie ad indagini astronomiche! una intuizione simile, probabilmente, che spinge Kripke a sostenere che sia genuinamente a posteriori. Questa impressione legittima ma sbagliata. 28. Tu quoque! Il ragionamento di Kripke sembra poggiare sullo stesso tipo di confusione di cui eravamo vittima noi considerando la contingenza di K. - Quando immaginavamo una situazione in cui Espero non Fosforo, consideravamo un caso in cui Espero non luminoso al mattino, interpretando naturalemente Fosforo in modo attributivo. K-ref poteva sembrar contingente solo perch al suo posto esaminavamo K-attr. 29. Analogamente, K-ref sembra genuinanemente a posteriori perch al suo posto consideriamo K-attr: - a Kripke sembra di star immaginando un caso in cui scopriamo che Espero Fosfororef ma in realt sta immaginando qualcosa di completamente diverso. Sta immaginando che grazie ad indagini empiriche scopriamo che Espero anche luminoso al mattino. - Questo sicuramente un fatto suscettibile di scoperta empirica ma ci che K-attr, e non K-ref, esprime. 30. Conclusione Kripke vuol mostare che Espero Fosforo necessario e a posteriori. Per farlo per confonde due letture non equivalenti. - per la necessit si concentra su K-ref; - per la a posteriorit si concentra su K-attr. K-ref per non a posteriori esattamente per lo stesso motivo per cui K-attr non necessario. Dunque non c' un'unica lettura che faccia tutto il lavoro che Kripke vorrebbe.Siccome il presente argomento potrebbe essere facilmente esteso a casi analoghi, le identit coinvolgenti nomi non sono esempi autentici di verit necessarie a posteriori. 31. Bibliografia Boer, S.: 1978 - Attributive names, Notre Dame Journal of Formal Logic XIX; Donnellan K. S.: 1966 - Reference and Definite Descriptions, Philosophical Review, LXXV; Kripke, S.: 1980 - Naming and Necessity, Harvard University Press; Marconi, D.: 1997 - Lexical Competence, MIT Press. Martinich, A.: 1977 - The attributive use of proper names, Analysis, XXXVII; Soames, S.: 2002 - Beyond Rigidity: The Unfinished Semantic Agenda of 'Naming and Necessity', Oxford University Press; 2003 - Philosophical Analysis in the Twentieth Century, Volumes I and II, Princeton University Press;