n° 2 - SETTEMBRE 2015...se di Gesù: “Dov'è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore”. La creta al...
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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 1
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n° 2 - SETTEMBRE 2015
2 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 3
S ettembre, insieme all'an-
no sociale, scolastico,
sportivo, lavorativo...
ricomincia per noi anche l'anno
parrocchiale. Quest'ultimo, pe-
rò, non è solo un periodo ciclico di impegni
ed eventi, è qualcosa di molto di più. Ha due
caratteristiche che lo rendono unico nel suo
genere. Prima di tutto è un periodo in cui più
degli eventi che vi si svolgono ha importan-
za il cammino che ognuno compie. Un cam-
mino interiore, spirituale, in cui si fanno dei
passi in avanti, si diventa più capaci di soli-
darietà, più umani, più simili a Cristo. Senza
questo cammino di ciascuno gli eventi par-
rocchiali diventerebbero delle vuote esterio-
rità. I primi cristiani, non a caso, chiamava-
no il cristianesimo con un nome molto bello:
“La Via”. Seconda caratteristica: questo
cammino personale è anche comunitario,
non si è soli, ma accanto ad altri fratelli e
sorelle, con i quali ci si sostiene a vicenda.
Per quanto mi riguarda sono certo che in
quest'anno faremo un bellissimo pezzo di
strada insieme e ognuno di noi sperimenterà
che cosa Dio è in grado di compiere nella
sua vita.
Per riuscire a realizzare meglio tutto questo
ho pensato a 9 punti da vivere. Voglio pro-
vare con tutti voi a metterli in pratica nel
corso di questo anno. Ripropongono sempli-
cemente l'eterno Abc del vangelo attualizza-
to alle caratteristiche della nostra parrocchia.
Li propongo a ogni membro della comunità
di San Francesco al Campo.
Padre Michele
9 punti per un anno di Padre Michele
1. Dà più importanza alle persone che alle cose da fare.
2. Quello che puoi fare tu, non attenderlo dagli altri.
3. Quello che desideri per te, desideralo per tutti. Fai qualcosa di concreto per chi non ha il
necessario per vivere dignitosamente.
4. Ama la borgata altrui come se fosse la tua.
5. Per chi è adulto: conosci e diventa amico di almeno un giovane. Per chi è giovane: co-
nosci e diventa amico di almeno un adulto.
6. Nelle tue preghiere ringrazia spesso Dio per il grande dono della nostra comunità par-
rocchiale, senza dimenticare di pregare per chi ti ha offeso, deluso o trattato ingiusta-
mente.
7. Cura il rapporto con una persona ammalata della nostra comunità e vai a trovarla spes-
so.
8. Quando ti trovi in disaccordo con le persone a te care, affronta soltanto il problema at-
tuale, senza tirare in ballo il passato. (È un principio del Dalai Lama ma va benissimo
anche per noi).
9. Non scoraggiarti mai quando ti sembra che qualcosa in parrocchia non vada bene, Dio
opera proprio attraverso le difficoltà. Inizia ad essere tu il cambiamento che vorresti ve-
dere nella comunità.
LA LETTERA DEL PARROCO
4 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
Prendo lo spunto per queste
righe dal titolo del libro di Ari-
stide Fumagalli (Queriniana,
2014, € 12,00) che tratta del
matrimonio in questo tempo di
trapasso culturale. Ma non intendo parlare di
questo argomento. D’altra parte il titolo è
preso da San Paolo nella seconda lettera ai
cristiani di Corinto: “Noi però abbiamo que-
sto tesoro in vasi di creta, affinché appaia
che questa straordinaria potenza appartiene
a Dio, e non viene da noi” (2 Cor
4,7), dove viene messo in eviden-
za che la potenza di Dio opera
attraverso la nostra fragilità. Vor-
rei soffermarmi sulle due parole:
tesoro e creta.
Un tesoro è qualcosa - oggetto,
persona, denaro - di una importanza eccezio-
nale. Chi ha o trova un tesoro lo difende con
ogni cura e attenzione: cerca il modo più si-
curo perché non possa essere sottratto e mette
in atto ogni iniziativa per non perderlo di
vista. Significativa è a questo riguardo la fra-
se di Gesù: “Dov'è il tuo tesoro, lì è il tuo
cuore”. La creta al contrario è un elemento
molto fragile, anche se può essere un oggetto
molto bello e prezioso: basta un piccolo urto
e può andare in frantumi.
Il tesoro - sia un oggetto, un bene economico
o una persona - normalmente lo cerchiamo
fuori di noi, attraverso molti modi, mettendo
in gioco anche l’azzardo, causa di rovine per-
sonali e familiari.
Credo, però, che bisognerebbe invertire la
ricerca, perché il più bello e più grande teso-
ro siamo noi stessi. Se questo è vero, allora
diventa necessario entrare in noi stessi, sca-
vare nel nostro intimo con conti-
nuità e con il coraggio della verità,
per trovarlo.
Cosa scopriremo? Scopriremo tan-
te fragilità a cui dovremo dare un
nome ben preciso, anche se ci co-
sta ammetterlo e prenderne co-
scienza. Contemporaneamente riusciremo a
mettere in evidenza le nostre positività, i doni
e le capacità, senza esagerarle. Ecco: unendo
nella verità il positivo e il negativo che c’è in
noi avremo trovato il nostro tesoro più pre-
zioso, che sarà sempre frammisto alla fragile
creta; saremo noi stessi, senza infingimenti,
senza nasconderci o esaltarci. Saremo un te-
soro prezioso per noi e per gli altri.
Il tesoro e la creta di Padre Giacomo
SPUNTI DI RIFLESSIONE
Alla ricerca di noi stessi
il più bello e
più grande
tesoro siamo
noi stessi
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Chi vuole può indirizzare le proprie doman-de a: Parrocchia San Francesco d’Assisi, via Roma 101, 10070 San Francesco al Campo (TO), oppure inviarle all’indirizzo e-mail: bollettinosanfrancesco@ gmail.com. Parroci di corsa Nelle parrocchie di oggi i parroci vivono di corsa perché devono seguire tante faccende burocratiche, amministrative e organizzati-ve. Alla fine resta loro pochissimo tempo da dedicare alle persone. È giusto che avvenga questo? (Domanda posta da varie persone) No, non è giusto. Il primo compito di un parroco è proprio quello di dedicarsi alle persone, non alla burocrazia e agli affari vari. Però non si deve neppure cadere nell'i-dealismo dimenticando la dimensione con-creta della vita. Anche un padre di famiglia, oltre a dedicarsi ai suoi figli, deve occuparsi della casa, dell'affitto e di tante questioni burocratiche. È necessario trovare l'equili-brio tra questi due aspetti, è qui il difficile! Inoltre credo di aver capito questo: per un parroco anche i momenti “burocratici” pos-sono diventare occasioni per dedicarsi alle persone perché il geometra, il rappresen-tante, il commercialista e tutti quelli con i quali si entra in contatto sono prima di tutto persone. Ogni occasione è buona per testi-moniare il vangelo.
Meglio ieri? Essere cristiani oggi è più difficile di ieri? (Un adulto della parrocchia) Mah! Bisognerebbe chiederlo a una perso-na che avesse almeno 200 anni... Se devo dire la mia penso di no. Anche in passato era impegnativo essere cristiani. “Chi vuole venire dietro a me rinneghi se stesso”, dice-va Gesù. Questo non è mai stato facile per nessuno né 100, né 1000 anni fa. Alcuni pensano che oggi sia più difficile, ma dimen-ticano che noi abbiamo anche molti vantag-gi, per esempio la fede non è più imposta dalla tradizione ma liberamente scelta quin-di meno “pesante”, la Chiesa è più miseri-cordiosa, la vita cristiana è più comunitaria di prima. I corpi risuscitati La risurrezione è anche fisica o solo dell'ani-ma? (Una bambina)
Pensa a Gesù Risorto, non era una specie di fantasma, ma aveva un corpo, mangiava, cucinava il pesce per gli apostoli... Guardan-do a lui si capisce che la risurrezione è an-che fisica. Il suo corpo però era anche tra-sformato rispetto a prima: entrava a porte chiuse, scompariva all'improvviso... La ma-teria del nostro corpo resterà ma verrà libe-rata da tutti i suoi limiti. Quindi è importan-te dare valore al proprio corpo, usarlo con amore e curare quello di chi soffre.
Visita il sito web dalle nostra parrocchia: https://parrocchiasanfrancesco.wordpress.com
Troverai notizie e informazioni sulle nostre attività e tutti i numeri del bollettino parrocchiale.
LETTERE AL PARROCO
6 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
Torino, 24 maggio 2015
Carissimo Padre Michele,
amici del Carmelo,
genitori della Scuola Materna
e carissimi amici di San Francesco al Campo,
vi scrivo per rispondere alle lettere e raccolte di firme che ho ricevuto, con la
richiesta di rivedere la dolorosa decisione di chiudere la comunità delle Suore che
sono tra voi.
Leggendo i Vostri scritti ho appreso il grande apprezzamento verso la presenza
delle Suore, prima di tutto per loro stesse (come presenza di consacrate) e poi per il
servizio che hanno svolto con tanto amore fra i bimbi, le famiglie e gli anziani e sento
di dire il mio grazie per il bene che avete loro voluto e che continuate ad avere.
Ho appreso la vostra sofferenza nell'accogliere la decisione della Congre-
gazione. Ho intuito il grande desiderio che vorrebbe far sparire le difficoltà, perché
questa decisione non si realizzasse.
Voi mi avete parlato con tanto cuore, tanta sincerità e con tanta riconoscenza, al-
trettanto voglio fare io, comunicandovi la mia e nostra sofferenza, il mio e il nostro
grazie.
La situazione che stiamo vivendo nella nostra Famiglia Religiosa non è solo
nostra, ma di tante Famiglie Religiose e di tante realtà ecclesiali.
È un momento molto delicato, perché le forze fisiche vengono meno per
l'età ormai avanzata di tante sorelle, spesso ammalate, che non possono più portare
Ce lo spiega la Superiora Generale delle
Suore Carmelitane
UN LUNGO CAMMINO INSIEME
Perché andiamo via
Congregazione
SUORE CARMELITANE di S. TERESA di TORINO Corso A. Picco, 104 - Tel. 011 81.90.401 - Fax 011/81.90.141
10131 TORINO
L a S u p e r i o r a G e n e r a l e
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 7
il peso di un apostolato, e non ci sono nuove forze che possano prendere il loro
posto. Lasciare soltanto due Sorelle andrebbe contro il nostro carisma, che richiede
una vita comunitaria concreta, vissuta in comunità di almeno tre o quattro Suore.
Desidererei che quello che ho in cuore fosse accolto da voi, perché costa a me
e alla nostra Famiglia Religiosa privarvi di questa presenza che è tanto preziosa,
come voi stessi riconoscete.
Tutto questo, sono certa - come alcuni di voi hanno scritto e come ne sono
convinta - è guidato da una Provvidenza, che interpella la nostra fede e la nostra fi-
ducia nelle possibilità di Dio.
ci dice il Signore
Gesù (Gv. 14,1). E sono certa che se il Signore permette tutto questo, è segno della
fiducia che Lui ha nelle vostre possibilità perché, come laici impegnati, avete la ca-
pacità di assumere le responsabilità che le nostre Suore portavano avanti con tanto
cuore.
Forse è venuto il momento in cui il Signore vi chiede un “salto di qualità” come
cristiani impegnati a testimoniare la vostra fede e a portare avanti il cammino della
comunità cristiana.
La ricchezza di esperienze che la nostra Congregazione ha fatto con voi, sarà
sempre un faro che continuerà a illuminare il vostro e il nostro cammino, perché è
stato alimentato da un amore reciproco, fondato sulla Grazia del Signore.
Nuovamente accogliete la riconoscenza da parte mia e di ogni Sorella, unita alla
preghiera fiduciosa perché il Signore, che ci è Padre, illumini, fortifichi e tra-
sformi tutto con il suo Santo Spirito in “sorprese di grazie”.
Ci affidiamo anche alla Vergine Maria, che conosce i desideri e le attese del
nostro cuore, perché le possa presentare al suo Figlio e ci faccia dono di quella capa-
cità di fidarsi di Dio che ha dimostrato in tutte le stagioni della sua vita.
Con tanto affetto
8 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
Care suore,
che triste questo momento, scrivere nero su
bianco un messaggio per voi rende più certa
la vostra partenza e mi costringe a fermarmi
e a chiedermi: e adesso? Cosa succederà?
Da quando ci avete comunicato la notizia è
stato un susseguirsi di emozioni contrastanti.
Da subito lo sgomento, l'incredulità che un
allontanamento così dovesse coinvolgere
proprio noi-voi. Poi l'intervento di alcuni
gruppi della parrocchia per cercare di cam-
biare le cose o almeno farvi sentire l'affetto
che tutto il paese nutre per voi.
Risultato? Ancora una volta solo la Fede ci
può aiutare ad accettare un taglio così netto
e deciso. E voi, pur nella sofferenza lo dimo-
strate e lo ripetete: la volontà di Dio al di
sopra di tutto.
Mi hanno proposto di scrivervi una lettera in
qualità di “mamma della scuola materna”,
ma la verità è che prima di conoscervi in
veste di maestre, io ho apprezzato la vostra
presenza in innumerevoli attività parrocchia-
li: nella catechesi, nell'assistenza agli anzia-
ni e agli ammalati, alle persone sole, alle
famiglie in difficoltà.
E se penso alla sfera più personale ho condi-
viso con voi momenti fondamentali per me:
primo fra tutti il matrimonio … ma vi ricor-
date?
Con te suor Jeannette la scelta dei canti con
l'ormai famoso Alleluia malgascio in tuo
onore, la ricerca di una bomboniera che non
cadesse nel banale.
Con te suor Maria Grazia le chiacchierate in
saletta, i confronti e il dispiacere della tua
assenza perché in visita ai tuoi parenti lonta-
ni. Poi sono nati i bambini e ancora una vol-
ta avete vissuto con me questa gioia e da
ormai 5 anni ho condiviso con voi i dubbi di
una mamma alle prese con l'educazione dei
figli. Grazie perché i vostri inviti a parteci-
pare periodicamente ad alcuni incontri for-
mativi, mi hanno dato la possibilità di rice-
vere consigli, stimoli e di confrontarmi con
le altre famiglie.
Grazie a nome dei bambini!
Per la vostra energia, la vostra capacità di
mettervi sempre in gioco. Grazie per le vo-
stre premure e attenzioni verso i bambini un
po' più timidi che immancabilmente avete
saputo prendere sotto il vostro velo protetti-
vo proprio come qualche vostra consorella
aveva fatto con me.
Voglio concludere con una frase che è ripor-
tata sul PIANO DELL'OFFERTA FORMA-
TIVA della scuola materna tratta da un in-
tervento di Papa Francesco: “...I bambini
sono un segno della tenerezza di Dio. Quan-
do i bambini sono accolti, amati, custoditi,
tutelati ... la società migliora, il mondo è più
umano.”
Voi e le altre care suore che vi hanno affian-
cato o preceduto, avete saputo fare tutto que-
sto, quindi avete reso migliore tutta la nostra
Comunità e anche tutti i bambini che avete
visto passare nel vostro e nostro asilo.
Vi auguro di continuare a vivere la vostra
vocazione nei luoghi dove il Signore adesso
vi ritiene indispensabili.
Vi verremo sicuramente a trovare!
Vi abbraccio con affetto.
Suore, vi vogliamo bene! di Elisabetta
UN LUNGO CAMMINO INSIEME
Il saluto di una mamma
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 9
Da settembre sono in pensione le nostre care maestre: NERINA CHITTA-RO, LUCIANA MILANO, CLARA PIAZZA, ROSI TOGLIATTO.
Sono state per tutti noi un esempio di professionalità, impegno e passio-ne per l’insegnamento. Rivolgiamo loro il nostro grazie unitamente all’af-
fetto e alla riconoscenza di parecchie generazioni di genitori e allievi di San Francesco al Campo. Ringraziamo e salutiamo anche la Dirigente Scolastica RENATA CAMPINI, anch’essa neo pensionata.
Restiamo uniti nella preghiera
UN LUNGO CAMMINO INSIEME:
Il saluto delle insegnanti alle suore
Care suore, Per tanti anni abbiamo condiviso ogni giorno spazi, momenti gioiosi e preoccupazioni. La notizia del vostro trasferimento, seppur ventilata già da tempo, ci ha colte imprepara-te. La vostra presenza all ’interno della scuola è stata un punto di riferimento religioso per tutta la comunità e in particolare per i bambini che abbiamo educato e cresciuto insieme. Così come ci avete raccomandato cercheremo di continuare a trasmettere i valori di ispira-zione cristiana che abbiamo portato avanti in questi anni. Vi auguriamo tutto il bene per il futuro perché, anche se lontane, continuiate a vegliare su tutte noi con le vostre preghiere, consapevoli che noi faremo lo stesso per voi. Cogliamo l ’occasione per ringraziare anche tutte le suore della congregazione Carmelitana che hanno operato nella nostra scuola. Un sincero saluto Le insegnanti
SCUOLA PRIMARIA ITALO CALVINO:
In pensione quattro maestre “storiche” e la Preside
Grazie per la vostra dedizione!
10 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
Cari amici
Sanfrance-
schesi e cara
Comunità
cristiana
della Parrocchia di San Francesco d’Assisi
Siamo arrivati al giorno della nostra parten-
za da San Francesco al Campo, un giorno
che non volevamo arrivasse mai. Quante vol-
te sentire da voi queste tre semplici parole:
“le nostre suore!”, ci faceva sentire a casa,
in famiglia! Grazie del vostro grande e sin-
cero affetto! Oggi il Signore, che ci ha chia-
mato e ci ha portato fino a San Francesco al
Campo, ci chiama a seguirlo altrove. Sr. Ma-
ria Grazia continuerà a vivere con gioia e
disponibilità la sua missione in mezzo ai
bambini, in parrocchia e nella casa di riposo
estivo della nostra comunità di Civenna, in
provincia di Como. Sr. Marie Jeannette pro-
seguirà con tanta speranza e nuovo slancio il
suo cammino missionario nella comunità di
Mondovì, in provincia di Cuneo dove, oltre
alla sua nuova comunità, l’aspettano in Par-
rocchia con varie attività pastorali. Tanti di
voi pensavano che mai la nostra Congrega-
zione avrebbe lasciato San Francesco. Pur-
troppo la notizia, dopo la messa delle Palme
il 29 marzo 2015, ha capovolto questa cer-
tezza e ha deluso tutti noi. È stato davvero
un fulmine a ciel sereno, perché ci siamo
molto affezionati gli uni gli altri.
Dopo anni di esitazione da parte della no-
stra cara famiglia religiosa, è stato necessa-
rio decidere di chiudere definitivamente la
nostra piccola comunità di sole due suore a
S. Francesco al Campo. Parlando con la
Madre Generale abbiamo visto anche noi
che bisognava scegliere questa strada. Ci
dispiace molto perché sempre siamo state
affascinate dal vostro bel paese e dalle no-
stre diverse attività apostoliche: nella Scuola
dell’Infanzia, nella Parrocchia, pregare ogni
mese nella nostra bella cappellina con i due
gruppi di preghiera “amici del Carmelo”, la
gioia di visitare le persone sole, anziane o
ammalate, l’oratorio, l’aiuto, non solo mate-
riale, a tutte quelle persone che hanno avuto
bisogno di un conforto.
Così dinanzi a bisogni fondamentali della
nostra famiglia religiosa, con tanta soffe-
renza e tanto dispiacere, la Nostra Madre
Generale col suo Consiglio ha dovuto pren-
dere questa decisione, spostando anche
parecchie altre suore per sistemare le no-
stre 25 comunità in tutta Italia. Il vostro
affetto per la nostra Congregazione va fuori
misura, con le vostre 2000 firme, le lettere
private, il coraggio di incontrare, insieme al
Parroco, la Madre Generale a Torino, per
tenerci ancora tra voi. Siamo addirittura fi-
nite sui giornali! Certo, dopo novant’anni di
ininterrotta presenza e una lunga lista di suo-
re che sono passate in mezzo a voi, difficil-
mente riuscite ad accettare questa situazione.
In questi ultimi mesi ci avete fatto rivivere la
bontà e la generosità di tutte queste care
Vicini nella fede di suor Maria Grazia e di suor Jeannette
IL SALUTO DELLE NOSTRE SUORE:
Vi portiamo tutti nel nostro cuore
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 11
sorelle, rievocando i loro nomi, le loro atti-
vità, e soprattutto la loro presenza che era
ogni giorno un riferimento per voi. E nelle
vostre richieste è stata messa fortemente in
rilievo questa forma di apostolato: la presen-
za. Mancheranno le suore a San France-
sco? Il Signore provvederà sicuramente.
Intanto preghiamo per le famiglie. Da loro
sono stati aiutati i figli o le figlie a capire e
discernere con “tanta libertà”, nel profondo
del loro cuore la chiamata del Signore, per
una oppure l’altra strada vocazionale.
Lo Spirito soffia dove vuole
E non si può andare contro lo Spirito di Dio.
Quando uno non se lo aspetta Lui soffia dove
e come vuole. A volte soffia persino troppo
forte, come nel nostro caso, ed è capace di
sradicare anche le fondamenta più salde, più
sicure. Ma tranquillizziamoci! Cerchiamo
solo di restare disponibili e aperti a questo
santo soffio divino, perché sicuramente ci
libererà dalle nostre paure, dalle nostre delu-
sioni. Dopo questi ultimi mesi a San France-
sco, tristi nel sentire le tante vostre buone
ragioni, vogliamo condividere con voi una
delle nostre preghiere, fatta davanti a Gesù
nel Tabernacolo della nostra cappellina, sce-
gliendo un’immagine biblica: L’INVERNO,
che ci è servita molto per testimoniare con
gioia la fede in Gesù Risorto che sempre
cammina con noi.
L’immagine dell’inverno
“Ecco, l’inverno è passato ... I fiori sono
apparsi nei campi, il tempo del canto è tor-
nato ... e le viti in fiore spandono profumo”.
Questa immagine è parola di Dio che si tro-
va nel libro dei Cantici dei Cantici 2, 11.
12a.13b. Diventato preghiera, questo piccolo
brano biblico ci ha rincuorato tanto, nonostan-
te la nostra grande sofferenza nel lasciarvi:
andiamo via da San Francesco, come Congre-
gazione di Suore Carmelitane, e non ci torne-
remo più! Signore, che dolore! E prima di an-
darsene davvero via, che lungo inverno!
Quella notizia che vi abbiamo comunicato
domenica 29 marzo ha provocato un malesse-
re generale per voi e per noi.
Impensabile lasciare i nostri cari bambini
della Scuola dell’infanzia. Ci mancherà l’in-
segnamento della vita semplice e sincera di
questi piccoli, che alimentava ogni giorno il
nostro rapporto di vita filiale con Dio, nostro
Padre. Ci mancheranno la loro semplicità e
la loro spontaneità, la loro curiosità di im-
parare, il loro sorriso tanto schietto che
tutti i giorni ci rasserenava. Ci mancheranno
perfino i loro capriccetti che aspettavano
solo un cuore che li capisse e un affetto che
li guidasse. Ci mancherà l’osservare ogni
giorno la loro crescita sia fisica sia spirituale
e il rallegrarci per ogni loro progresso! Tut-
to, per noi suore, era una scuola da parte di
questi piccoli e un motivo di pregare tante
volte anche per loro. Grazie a voi cari bam-
bini delle Scuola dell’Infanzia di Borgata
Madonna e Capoluogo, passati e presenti,
che siete stati con le nostre prime suore e
con noi due in questi anni! Dio vi protegga
tutti nel vostro cammino! Non dimentichia-
mo, insieme a voi, le care maestre e tutto il
personale della Scuola, che ci hanno soste-
nuto e hanno condiviso con noi queste bel-
lissime esperienze. Insieme abbiamo cerca-
to di mettere in pratica queste parole di Ma-
dre Maria degli Angeli, nostra Fondatrice:
12 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
IL SALUTO DELLE NOSTRE SUORE:
Vi portiamo tutti nel nostro cuore
“Amate i bambini, trattateli bene e inse-
gnate loro il bene. Chissà che fra questi
piccoli non vi siano dei santi o reggitori
di popoli”?
Vogliamo anche ricordare, come ci insegna
Papa Francesco, le persone anziane, amma-
late, sole, con la loro voglia di essere com-
prese e di meritare affetto e compagnia. Ci
hanno trasmesso la loro saggezza, la loro
fede profonda e la loro ricca esperienza di
vita. I gruppi famiglia, che con tenacità hanno
sempre voluto essere testimoni dell’amore
fedele di Dio.
Poi i giovani della Parrocchia, l’Oratorio, il
futuro della Chiesa e della società, con la
loro voglia di fare e di sperimentare. Ci hanno
testimoniato come affrontare le scelte di vita,
con responsabilità, senza aver mai paura
della novità di Dio.
E portiamo nel cuore gli amici di casa, i due
gruppi di preghiera chiamati “amici del Car-
melo”, per la loro costanza mensile da più di
dieci anni nel pregare con noi, nella nostra
cappellina, sulle orme di S. Teresa. Poi c’è il
generoso piccolo gruppo delle donne, i due
gruppi dei ballerini, e tanta altra gente che ci
ha aiutato per le nostre tre missioni: Romania,
Centrafrica e Madagascar.
Ringraziamo le catechiste, per la fatica comu-
ne nel portare il Vangelo, le cantorie che so-
no sempre state disponibili anche per le no-
stre feste comunitarie, i gruppi degli anziani
che non ci dimenticavano mai. Ricordiamo
anche i sindaci succedutisi fino ad oggi, che
sempre ci hanno dato una mano come pote-
vano, e voi tutti che non abbiamo potuto qui
nominare. Vogliamo in ultimo ringraziare i
parroci passati e presenti di San Francesco al
Campo e in modo particolare Padre Michele,
P. Giacomo, P. Fabrizio e P. Paolo e la loro
comunità somasca.
Una nuova vita
Apparentemente l’inverno è un tempo di
morte, ma sotto questa sterilità che può appa-
rire definitiva si nasconde una grande rivita-
lizzazione. E’ il tempo in cui la vegetazione
lavora in profondità e le radici sono molto
attive. San Paolo aggiungerebbe: “Tutte le
cose cooperano al bene per coloro che ama-
no Dio” (Rm. 8,2).
90 ANNI! Sono tanti, vero, per seminare?
Sicuramente faremo tutti fatica, chi parte e
chi resta, ma la novità di Dio, portata dal
soffio del suo Spirito, ci consolerà.
Però non dobbiamo rimpiangere ciò che non
tornerà più, ma aprirci all’amore e al proget-
to di Dio Padre. Noi suore siamo convinte di
essere state solo dei piccoli strumenti, non
sempre efficaci, nella Vigna del Signore.
Con la sua potatura saprà far fiorire di più il
suo disegno amoroso a San Francesco!
Che bello!
Concludiamo chiedendo perdono a tutti voi
per i nostri errori umani, difetti e sbagli che
potevano controtestimoniare il Vangelo o
ferire la vostra sensibilità.
Andando in ospedale a trovare don Giuseppe
Bonetto abbiamo avuto la gioia di ricevere la
sua benedizione sacerdotale. La chiediamo
anche a voi tutti, affinché viviamo sempre con
gioia e fede la chiamata del Signore. E non
dimenticateci nelle vostre preghiere, come
sicuramente faremo per voi! Grazie a tutti!
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 13
NELLE PROSSIME SETTIMANE LE ELEZIONI:
Si rinnovano CPP e CPAE
Il Codice di Diritto Canonico (rif. canoni 536 e 537), dispone che nelle parrocchie sia pre-
vista la presenza di due “consigli”: il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) ed il Consi-
glio per gli Affari Economici (CPAE).
Il CPP dovrebbe essere un po’ il cuore della Parrocchia. E’ l'organismo ecclesiale nel quale
i sacerdoti, i religiosi e i laici prestano il loro aiuto nel promuovere l'attività pastorale della
comunità parrocchiale. Esso consente, garantisce e promuove la corresponsabilità dei mem-
bri della parrocchia, sotto la guida del Parroco che fa le veci del Vescovo. Manifesta la
ricchezza e la varietà dei carismi esistenti nella parrocchia e contribuisce allo sviluppo della
comunione e della missione, dimensioni essenziali della vita ecclesiale.
I compiti del Consiglio pastorale parrocchiale sono:
studiare e approfondire, in spirito di comunione, tutto quanto riguarda la vita della par-
rocchia nei suoi diversi aspetti: evangelizzazione e catechesi, liturgia, carità; formazione
e promozione dei vari settori della pastorale speciale; presenza cristiana nel territorio;
individuare le esigenze pastorali prioritarie in ascolto di quanto lo Spirito vuole dalla sua
Chiesa nella situazione concreta;
elaborare un programma pastorale annuale, a partire dal programma diocesano e dagli
orientamenti zonali, e valorizzando persone e strutture della comunità;
verificare con scadenze periodiche l'attuazione del programma.
Il Consiglio pastorale parrocchiale deve risultare immagine della comunità parrocchiale: in
esso pertanto sono chiamati a far parte i rappresentanti di tutte le componenti ecclesiali pre-
senti nella parrocchia.
I consiglieri debbono:
essere in comunione con la Chiesa;
essere capaci di comprendere i problemi della comunità;
essere disponibili all'ascolto ed al servizio;
sentirsi impegnati a costruire la comunità nella carità e nella varietà dei carismi.
Sono membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale:
il Parroco e i sacerdoti addetti alla cura pastorale della parrocchia;
i rappresentanti delle comunità religiose presenti e operanti nel territorio parrocchiale;
i rappresentanti dei laici, eletti principalmente dalla comunità parrocchiale e in minor
misura nominati dal Parroco. segue a pag. 30 —>
Cos’è il Consiglio Pastorale Parrocchiale a cura della Redazione
14 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
Anche quest'anno l'Oratorio ha organizzato
il campo estivo per i ragazzi delle medie, dal
24 agosto al 28 agosto, ad Usseglio. Non
c'erano solo ragazzi di San Francesco ma
anche ospiti di altre parrocchie tra cui San
Maurizio e San Carlo!
Il tema dei Supereroi ha guidato questi 5
giorni che abbiamo trascorso insieme ai ra-
gazzi! Con i loro punti forti hanno saputo far
capire loro come sia importante avere delle
qualità speciali e saperle mettere a disposi-
zione degli altri.
Le parti del corpo dei Supereroi ci hanno
aiutato a recuperare la nostra umanità e il
nostro essere unici pezzo per pezzo, parte
per parte, imparando a dare con le proprie
mani, a camminare per raggiungere gli
obiettivi, a guardare anche ciò che alla realtà
non si mostra, a usare la parola per guarire e
non per ferire, a usare il cuore per amare.
Ciò significa essere come Gesù, che ha scel-
to di essere uomo e non supereroe, di mo-
strarsi e di soffrire come un uomo, anche se
mettendosi al servizio degli altri e facendo
grandi cose a volte ci sembra un supereroe.
Oggi più che mai bisognerebbe avere il co-
raggio di essere umani, e di credere negli
altri, avere fiducia in loro scegliere di fidarsi
e non giudicare mai dalle prime apparenze,
questo è il messaggio che abbiamo cercato
di lanciare ai ragazzi.
Ecco cosa dicono Arianna e Marta della loro
esperienza di quest'anno: “Gli animatori ci
hanno trasmesso tanto amore per farci senti-
re a nostro agio in questo campo medie
2015, ci siamo divertiti tutti veramente tan-
to. Questo campo ci ha insegnato che l'ami-
cizia è un dono fantastico e che i nostri so-
gni dobbiamo tenerceli stretti e non dobbia-
mo permettere a nessuno di “farceli scoppia-
re” come se fossero dei palloncini tutti ugua-
li e che non valgono niente. La parte che ci
ha colpito di più è il cuore, dobbiamo sem-
pre ricordarci di amare il prossimo anche
quando magari non ci fa comodo perché sia-
mo in un momento di difficoltà! Questo ci
hanno insegnato i nostri SuperAnimatori.”
Un ringraziamento speciale va poi a Padre
Michele e a David e Paulo, studenti soma-
schi, che, con la loro presenza e con i loro
interventi hanno reso più vicino Gesù, il ve-
ro grande protagonista di ogni campo; alle
bravissime cuoche Laura e Paola e a Seba-
stian, animatore e cuoco, che ogni giorno ci
hanno deliziato con le loro preparazioni!
Vi auguriamo che la luce che noi animatori
abbiamo visto nei vostri occhi possa risplen-
dere a lungo e che l’entusiasmo e la voglia
di partecipare aumentino sempre di più, vi
ringraziamo per ciò che ci avete lasciato co-
me singoli e come gruppo e speriamo che sia
stata un'esperienza che vi abbia fatto cresce-
re e capire che non c'è niente di meglio che
essere Umani!
Gli animatori
Manuale di istruzioni su come essere
“esseri umani” di Annamaria, Katia, Cecilia, Maddalena, Sebastian, Fabio, Mirko
CAMPO MEDIE 2015: Super...ma...umani
Credi negli esseri umani?
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 15
CAMPO MEDIE AGOSTO 2015
Usseglio (TO)
16 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
9 maggio 2015
23 maggio 2015
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 17
24 maggio 2015
10 maggio 2015
18 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
IL
MUSICAL
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 19
I commenti degli attori
MUSICAL:
Al debutto “Sette spose per sette fratelli”
Non c'è soddisfazione più grande che
regalare un sorriso alle persone.
Luca
Sono entrata a far parte del gruppo sole e
luna circa tre anni fa e fin da subito mi
sono sentita accolta e integrata.
Ho conosciuto persone con cui ho creato
amicizie e legami importanti.
In questi anni ci siamo impegnati molto
affinché lo spettacolo risultasse piacevo-
le e divertente per il pubblico.
Alessandra
Sembrava un'impresa davvero impossi-
bile, ma il 4 luglio, una volta sul palco,
ce l'abbiamo fatta. Come si suol dire:
l'unione fa la forza infatti per riuscire in
questa impresa la nostra compagnia si è
ulteriormente unita. Tra stoffe, torte fin-
te, vecchie pentole, balli e canzoni ognu-
no ha portato il musical a casa propria e
un po’ di casa propria al musical. Tutto
quello che il pubblico ha visto è sempli-
cemente autentico e spontaneo: quello
che sappiamo fare meglio è metterci in
gioco cosi come siamo.
Andrea e Laura
UNA BREVE INTERRUZIONE DELLE PROVE GENERALI
PER LA FOTO DI GRUPPO
20 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
TESTIMONIANZE
Felicita racconta ...
E’ un pomeriggio d’estate,
decidiamo di fare due passi
tra le campagne del nostro
paese. Abitualmente ci diri-
giamo verso il cimitero, sa-
liamo alla borgata Perrero
e proseguiamo per strada Militare. Alle pri-
me case della borgata, incontriamo Felicita
(abbiamo così scoperto il suo vero nome:
l’abbiamo sempre chiamata Felicina) che ci
invita a casa sua per chiacchierare un po’.
Sapete bene quali sono gli argomenti nei di-
scorsi di noi anziani: si elencano gli acciac-
chi o ci si abbandona ai ricordi.
Felicita si è lasciata trasportare dalla memo-
ria…
Il 27 gennaio compirò 90 anni, se Dio vorrà!
Sono nata in questa borgata a pochi passi da
dove abito ora, ultima di dieci figli. Due miei
fratelli morirono piccoli prima che io nasces-
si; allora mia mamma prese a balia due bam-
bini di Torino: la femmina si chiamava Feli-
cita, così quando nacqui la mamma mi chia-
mò Felicita, come quella bimba.
La mia era una famiglia contadina ed io, fin
da piccola, mi rendevo utile facendo piccoli
lavori sia in casa sia in campagna, anche
quando iniziai ad andare a scuola. Ho fre-
quentato i primi quattro anni delle elementari
alle scuole di borgata madonna nella pluri-
classe e la quinta al capoluogo. Ero una sco-
lara diligente e tranquilla, ma durante la quin-
ta ebbi un castigo. Durante una spiegazione
la mia compagna di banco Pierina mi distur-
bava ed io spazientita le dissi: “Smettila, Pie-
ro Gazzotti”. L’insegnante, che sentì, mi
mandò fuori della porta, punita perché avevo
perso di rispetto a Piero Gazzotti, noto fede-
rale fascista, associando con ironia il suo no-
me a quello della mia compagna noiosa. Era-
vamo nel ’37, in pieno regime fascista!
Dopo le elementari mi sarebbe piaciuto poter
continuare gli studi, ma mia mamma mi spie-
gò che siccome non aveva potuto far studiare
gli altri figli, per non far torti, anch’io avrei
dovuto lasciare la scuola.
Nel 1935 persi il papà e nel ’40, quando ave-
vo quattordici anni, anche la mia mamma.
Negli ultimi giorni di vita della mamma, or-
mai grave, andai a chiamare don Rossetti, il
cappellano dell’Assunta, perché le portasse i
conforti religiosi. Mi disse: “Vengo di sicuro
da tua mamma anche se penso che lei non
abbia bisogno di me!” Don Rossetti è stato
cappellano della Madonna per circa 50 anni,
fino alla morte e per noi della borgata è stato
un vero pastore di anime e uomo di grande
umanità. Visitava le famiglie, specialmente a
quelle più nel bisogno, sempre a piedi, con in
tasca sigari per gli anziani e nocciole per i
bambini. Alla fine del mese di maggio, ai
bambini che avevano partecipato alla funzio-
ni, offriva dolcetti e vin santo.
Nel ’40 era scoppiata la guerra, io continuavo
a lavorare in campagna con i miei fratelli e
sorelle, ma la vita non era più la stessa: paura
per i bombardamenti e angosce per i nostri
giovani al fronte.
Di questo periodo ho un ricordo vivissimo di
un episodio drammatico. Era l’ultimo anno di
guerra e c’era molta siccità. Per racimolare
un po’ d’erba cresciuta fra il granoturco
(allora non si usava il diserbante), con mio
fratello eravamo andati in un campo, verso
strada Militare. Ad un tratto sentiamo in vici-
nanza una scarica di arma da fuoco, presto
seguita da altre. Mio fratello mi dice “Mettiti
giù e non muoverti!” Io mi appiattisco tra le
zolle e rimango immobile: appena in tempo,
perché poco lontano da me vedo passare dei
partigiani in corsa verso il torrente Fisca,
inseguiti da repubblichini. A carponi raggiun-
Ricordi dei miei “primi” 90 anni Intervista di Valeria e Rino
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 21
go la bici, e lì vedo passare due uomini che
ne sorreggono un terzo, ferito e sanguinante.
Molto impressionata e spaventata, ritorno
verso casa facendo un lungo giro, per paura
di un brutto incontro. Ero pallida come un
cencio, le mie sorella mi chiesero il perché ed
io raccontai l’accaduto. Il pomeriggio andai a
raccogliere dei fichi da un mio cugino in via
San Carlo e seppi che l’avevo scampata bel-
la! Vicino alla nostra borgata c’era stato uno
scontro a fuoco fra partigiani e repubblichini
e un nostro vicino di casa era stato ucciso e
un altro, quello che avevo visto io, grave-
mente ferito. Mio cugino aveva assistito
all’accaduto; passava di lì con il carro e l’a-
vevano costretto a caricare il giovane morto e
a trasportarlo. Lungo il percorso, il destino
volle che incrociassero la mamma dell’ucci-
so. La donna, con una forza d’animo eccezio-
nale, non diede segno di riconoscere il figlio,
corse a casa a distruggere i documenti che
potevano essere compromettenti e coinvolge-
re altre persone, in caso di perquisizione: suo
figlio era un capo partigiano.
Durante la notte, temendo rappresaglie, molti
giovani si erano allontanati da casa e nascosti
in una località boschiva nei dintorni di Riva-
rossa, ma erano senza mangiare e bere. Allo-
ra io e un’altra donna, il mattino seguente,
dopo aver riempito due borse ciascuna con i
viveri che eravamo riusciti a recuperare, in
bici, con rastrello e tridente in spalla per far
credere che andassimo nei campi e le borse
appese al manubrio, raggiungemmo il na-
scondiglio dei fuggitivi. Fu un viaggio vera-
mente sofferto, pieno di paura e di ansia, ma
per fortuna andò bene.
Un altro episodio della guerra è impresso
nella mia memoria. Un giorno si presentaro-
no a casa due soldati tedeschi. Credevamo
che volessero requisirci le mucche, invece le
mucche ed i carri se li erano già procurati, ma
servivano loro persone che conducessero i
carri per trasportare munizioni dalla batteria
Aosta fino al Centro. Affinché non andasse
mio fratello che data l’età rischiava di essere
reclutato, mi offrii io, anche se avevo tanta
paura e non sapevo se me la sarei cavata a
guidare il carro trainato da mucche che non
mi erano familiari, ma tutto andò liscio.
A vent’anni andai a lavorare in fabbrica da
“Parato” però continuavo ad aiutare nel lavo-
ro dei campi e della stalla i miei fratelli. La
domenica ed i giorni festivi sospendevamo
ogni attività per partecipare alle funzioni reli-
giose nella cappella della Madonna, chiesa
che continuo a frequentare tutt’ora. La festa
più sentita era l’Assunta il 15 agosto e San
Rocco il 16 (come lo è ancora adesso) presie-
duta da don Rossetti, poi da don Bonetto e
attualmente da padre Michele. Vi partecipano
tutti i borghigiani e molta gente del paese, sia
alla messa solenne sia alla processione.
A ventotto anni mi sono sposata e sono anda-
ta a vivere a san Carlo dove gestivo un nego-
zietto di alimentari. Dopo 13 anni io e mio
marito siamo tornati in borgata Perrero in
questa casa, dove vivo ora. Purtroppo da di-
ciotto anni sono vedova, ma mio marito lo
sento sempre vicino e ringrazio il Signore di
avermelo fatto incontrare: era una persona
eccezionale, mi ha sempre voluto bene e ri-
spettata. Della mia famiglia di origine sono la
sola rimasta in vita, tutti i miei fratelli e so-
relle sono morti, ma anche se mi mancano
non mi sento sola perché sono circondata
dalle attenzioni e dall’affetto dei miei nipoti e
pronipoti.
PROCESSIONE DELL’ASSUNTA agosto 1975
22 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
AD APRILE CI HA LASCIATI
Arrivederci don Bonetto ...
Un grande amore per Maria di Noemi
Nel lontano luglio 1950, l’indimenticabile
Prevosto Don Pietro Allora sul bollettino
parrocchiale scriveva che al suo ingresso
nella “Chiesetta della Madonna” – all’inizio
di quello stesso mese – il nuovo cappellano
Don Giuseppe Bonetto si augurava di poter
spendere se stesso per il bene della popola-
zione della “sua” borgata e di tutto il paese
di San Francesco al Campo. Ricordi ancora
vivi nella memoria di chi quel giorno lo vis-
se in prima persona, come i piccoli elencati
in quello stesso articolo che diedero al cap-
pellano il benvenuto in rima.
Parlare di Don Bonetto e del suo ministero
durato ben sessantacinque anni è come riper-
correre le tappe di un capitolo di storia co-
munitaria suddiviso per decenni ed obiettivi.
La prima di queste tappe coincide con la
scelta pastorale che il giovane prete volle
privilegiare in quegli anni: l’attenzione per i
più piccoli. Non fu certo difficile incontrare
il favore dei superiori e del prevosto perché
il suo predecessore, Don Michele Rossetti,
aveva avviato il nuovo asilo nella Borgata
Madonna per consentire anche ai bimbi dei
territori adiacenti alla Cappella di poter rice-
vere un’adeguata formazione nei primi anni
dell’infanzia. Ed è così che presero forma,
con la nuova scuola, le prime recite, gli in-
contri di catechesi ed altre piccole espressio-
ni di partecipazione attiva dei fanciulli ai
momenti importanti della vita della comuni-
tà, come la presenza degli angioletti accanto
alle statue dell’Assunta e di San Rocco o la
presentazione dei bambini che avevano rice-
vuto la Prima Comunione durante la messa
domenicale successiva; oppure servizi più
impegnativi come quello dei chierichetti che
accompagnavano Don Bonetto nell’annuale
giro di benedizione delle famiglie.
Ma poi si sa, con la crescita cambiano anche
le esigenze ed il desiderio di divertirsi va di
pari passo con quello di realizzare qualche
piccolo sogno nel cassetto: grazie all’espe-
rienza che il neo-sacerdote aveva maturato a
Savigliano dove era stato vicecurato, con la
costituzione del “Villaggio R.I.G.” (Ragazzi
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 23
in Gamba), nacquero prima la
“Filodrammatica Promiscua” in concomitan-
za alla costruzione del salone-teatro annesso
all’asilo e l’ARDOR poi, con lo scopo di
dare alla gioventù locale la possibilità di
ritrovarsi insieme, considerata la dislocazio-
ne molto sparsa del territorio comunale. Don
Bonetto, che da sempre aveva avuto il calcio
nel sangue, si prodigò con ogni mezzo per
sensibilizzare e responsabilizzare i giocatori,
che poi allora erano anche dirigenti, ciascu-
no di se stesso con la propria mansione. Da
quel lontano 1958, i colori giallorossi
dell’Ardor e la volontà del suo Presidente
Onorario hanno vissuto in simbiosi, innamo-
rato com’era dello sport “fatto per bene”,
votato ad un fine educativo imprescindibile
anche ai giorni nostri: favorire l’aggregazio-
ne giovanile mantenendosi sani nel corpo e
nello spirito.
Ed infine l’obiettivo che viene per ultimo
solo perché sotteso a tutti gli altri, cioè l’a-
more filiale per la Madre di Dio. Sembra
quasi che ci sia un legame tra il “Sì” pronun-
ciato da Maria in giovanissima età e l’insi-
stenza di Don Bonetto nel trasmettere ai suoi
giovani l’alto valore del senso di responsabi-
lità, dai primi calci dati ad un pallone fino
alla scelta più radicale del matrimonio, affi-
dando di volta in volta il messaggio alle tan-
te coppie che ha accompagnato all’altare.
Don Bonetto e la Madonna, non soltanto a
voler ricordare il legame tra un prete e la sua
gente, quanto piuttosto la devozione mariana
che egli ha trasmesso ed incrementato du-
rante il suo apostolato. Sotto l’azzurro man-
to stellato con il quale si veste la statua du-
rante la festa dell’Assunta, nel corso degli
anni Don Bonetto ha riposto tutte le aspetta-
tive delle persone che si sono affidate alle
sue preghiere: dai piccoli della scuola mater-
na agli anziani ed ai malati che incontrava
al Fatebenefratelli di San Maurizio o durante
gli incontri del Centro Volontari della Soffe-
renza . Questo suo grande affetto per la Ma-
donna emergeva in particolar modo in due
periodi dell’anno: a maggio, con riflessioni
sulla vita di Maria che dispensava dopo la
recita del Rosario e ad agosto, durante le
omelie della Novena. Sì, perché alla festa
dell’Assunta ha sempre detto che bisognava
arrivarci ben preparati, sia mediante le pre-
ghiere, sia facendo bene le cose materiali, in
modo che quel giorno tutto concorresse
all’esaltazione della Beata Vergine Maria,
dai fiori al canto, dal servizio dei ministranti
alla priorata organizzata dalla Partita di San
Rocco. E guai a chi sottovalutava l’impegno
preso: con Don Bonetto era davvero un “Sì,
ci sono!” senza se e senza ma. Certamente
tra i suoi insegnamenti, anche quando inter-
vallati da forti rimproveri, ciò che ognuno di
noi porterà sempre con sé è l’attaccamento a
Maria che continuamente ci permette di av-
vicinarci a Dio nel profondo del nostro cuo-
re e di lodarlo in una “casa” a noi tutti molto
cara perché ci ha visto crescere e diventare
cristiani “adulti”; a volte anche inciampare
nelle battaglie della vita e soprattutto in quei
momenti ci ha fatto trovare per tanti lunghi
anni una persona pronta a tranquillizzarci
dicendoci semplicemente: “Non preoccupar-
ti, ci penserà la Madonna a sistemare tutto”.
Grazie Don Bonetto!
Alcuni dei suoi “non più” giovani
24 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
Perché hai deciso di partecipare alla gior-
nata in cui è venuto il Papa a Torino?
Giorgia: Era un mio desider io da molto
tempo vedere il Papa dal vivo e quando ho
saputo che veniva a Torino ho approfittato
della disponibilità della parrocchia e ci sono
andata.
Filippo: Volevo essere “vicino” ad una
grande personalità che sta compiendo grandi
opere per l’apertura della Chiesa.
Ad: Desideravo avere un’altra occasione per
vederlo, ascoltarlo e viverlo. Avevo già avu-
to la fortuna di fare questa esperienza a Ro-
ma: sentire la sua voce, l’intensità delle Sue
parole e vedere il Suo sorriso, sono stati per
me momenti indimenticabili.
Cosa ti è piaciuto di più di quello che hai
sentito?
Giorgia: Quando ci ha spiegato che l’a-
more è fatto di cose concrete, non solo di
parole vuote, e che non basta dire “amo il
mio prossimo” senza fare atti di bontà. Ha
detto anche a noi ragazzi di essere “casti”.
Ho capito è che l’amore vero è anche il ri-
spetto delle persone, senza usarle e approfit-
tarsene e facendo sacrifici per chi si ama.
Filippo: Mi è piaciuta molto la par te in
cui incitava la gioventù ad essere viva per-
ché non ci devono essere pensionati a
vent’anni.
Ad: Le parole di Papa Francesco sono sem-
pre semplici e molto efficaci. Spesso dà del-
le parole chiave che aiutano a memorizzare
e a rendere il suo discorso accessibile a tutti,
credenti e non credenti. In particolare ricor-
do che quel giorno ha sottolineato più volte
queste tre parole chiave: VITA, AMORE E
AMICIZIA, che devono farci da faro sul
nostro cammino. Altro punto fondamentale
al centro del dialogo con i giovani è stato
l’amore concreto e casto, con la dura ammo-
nizione verso l’ipocrisia di chi si dice cri-
stiano ma risponde solo alla legge del dena-
ro che sembra governare il mondo. Riflet-
tendo su queste parole e sulla società di og-
gi, è facile constatare quanto la voce del Pa-
pa sia l’unica diversa nel mondo!
Cosa ha di speciale questo Papa per te?
Giorgia: Papa Francesco è un Papa molto
moderno e simpatico, socievole e disponibi-
le verso tutti.
Filippo: Questo Papa per me è speciale. Si
interessa di tutte le fasce di età e si interessa
a tutto ciò che accade nel mondo.
Ad: Ha una par ticolare ed unica capacità:
comunicare non solo con le parole, ma an-
che con il suo sorriso, con il suo volto, con il
suo modo di essere. Il Papa ha parlato da-
vanti a più di centocinquantamila persone,
eppure so che parlava a me direttamente.
Papa Francesco è un Papa “pop” nel senso di
popolare agli occhi di tutti i fedeli, ma molto
rigido nel confronto delle regole. Una carat-
teristica che rende “il Papa venuto dalla fine
del mondo” stimato dalla gente comune che
gioisce ed applaude quando al termine delle
omelie chiede umilmente “pregate per me”.
Dici grazie al Papa perché….
Giorgia: Ringrazio il Papa per le belle
parole e per gli “insegnamenti” che ci ha
Hai lasciato un segno tra noi Intervista a Giorgia e Filippo Martino e ad un adulto a cura di Erika e Cinzia
Impressioni a confronto di ragazzi e adulti
PAPA FRANCESCO A TORINO
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 25
dato. Ci ha fatto capire l’importanza delle
cose vere, quelle che contano di più come
l’amore, l’amicizia e la vita: “Vivere non
vivacchiare”. Per quanto riguarda l’amicizia
ha detto che “siamo piccoli tralci uniti alla
vite che è Gesù”. Con questo ci ha voluto
dire che Gesù è il nostro primo amico e che
quando riceveremo lo Spirito Santo attraver-
so la Cresima porteremo dei frutti: saremo
più coraggiosi, più pazienti ed umili.
Filippo: Grazie Papa Francesco perché
sei la persona giusta, la persona adatta a
quest’epoca piena di innovazioni e cambia-
menti soprattutto per noi giovani.
Ad: Lo r ingrazio perché con le Sue parole
e la Sua testimonianza ci mostra quanto è
grande Gesù e quanto ci ama. Ho un po’ la
sensazione che qualunque cosa dica, scriva o
faccia, profumi un po’ di Vangelo, un profu-
mo capace di abbracciare davvero tutti, cri-
stiani e non.
Il Papa ha chiesto ai giovani di essere casti,
è una richiesta molto forte?
Ad: Il Papa ai giovani ha detto: “Andate
controcorrente, siate casti”. Sicuramente
andare controcorrente non è facile, la castità
è una virtù “difficile” da vivere, ma come
dice Papa Francesco è la prova di un amore
genuino che sa darti la vita e che non usa
l’altro come semplice strumento di piacere.
Parole ancora una volta forti , dirette ed im-
popolari nella nostra società, ma che fanno
riflettere e cambiare le priorità della vita di
ciascuno di noi.
C'è una grande sfiducia nella vita, la violen-
za che vediamo ogni giorno, la mancanza di
lavoro, la droga … Sono tutti messaggi ne-
gativi, ma il Papa ci incoraggia. Cosa ne
pensi?
Ad: Le parole semplici, ma potenti di Pa-
pa Francesco interpellano davvero tutti e
l’accoglienza che ha ricevuto nella nostra
città, gioiosa, festosa, oceanica, è l’ennesima
conferma che il suo messaggio scuote le co-
scienze. Sul tema del lavoro, della centralità
della persona, ha richiamato concetti a cui
nessuno può sottrarsi, soprattutto chi svolge
un impegno pubblico sia esso credente o non
credente.
Le tre parole chiave del discorso del Papa
sono state: AMORE-VITA-AMICIZIA. Tre
parole che si incrociano e una spiega l'altra.
Una frase rivolta dal Papa ai giovani è la
sua esortazione a “Vivere, non vivacchia-
re!” Cosa ne pensi?
Il Papa ha detto ai giovani di “vivere e non
vivacchiare”, citando Pier Giorgio Frassati.
Penso sia un’esortazione importante, un’i-
niezione di ottimismo che non deve mai
mancare, soprattutto in questo momento dif-
ficile di crisi e incertezze. Se si sta fermi non
si vive la vita!
Il Papa ci chiama a dire no ad un'economia
di scarto, all'idolatria del denaro, alla cor-
ruzione... ci invita a seguire l'esempio di
Don Bosco che ha fatto tanto per i giovani.
Pensi sia facile nella società odierna?
Ad: Il Papa ha sottolineato più volte che il
lavoro non è necessario solo per l’economia,
ma per la persona umana, per la sua dignità,
per questo dice no all’idolatria del denaro,
dice no a chi si arricchisce senza curarsi dei
tanti che si impoveriscono. Per questo ci
esorta ad essere coraggiosi e creativi. Nella
società di oggi è molto difficile, ma il Papa
ci indica la strada: non essere ingenui, ma
andare contro a chi nelle pubblicità ci fa ve-
dere diamanti e poi … ci vende vetro!
26 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
Un film di Philippe de Chauveron. Con C.
Clavier, C. Lauby, A. Abittan, F. Chau, M.
Sadoun.
Genere: Commedia – Francia – durata 97'-
Febbraio 2015.
Trama:
Claude e Marie Verneuil sono una coppia
borghese, cattolica e gollista. Genitori di
quattro figlie, tre delle quali coniugate ri-
spettivamente con un ebreo, un arabo e un
asiatico, vivono nella loro bella proprietà in
provincia e pregano Dio di maritare la
quarta con un cristiano. La loro preghiera
viene esaudita. Euforici all'idea di celebrare
finalmente un matrimonio cattolico, ignora-
no che Charles, il futuro marito della figlia
minore, ha origini ivoriane. Tra provoca-
zioni, alterchi e vivaci scambi di vedute,
l'amore avrà naturalmente la meglio.
Nel 1967 in America usciva il film
di Stanley Kramer, Indovina chi
viene a cena?, una storia d'amore 'in
bianco e nero' (ma a colori) che sce-
glieva il registro della commedia
per parlare di un conflitto in quegli
anni tutt'altro che risibile: l'incrocio
sessuale delle razze. Se il padre
( Spencer Tracy) doveva lottare con
la propria coscienza e col medico
nero (Sidney Poitier), che chiedeva
consenso e benedizione per sposare
la sua Joanna, monsieur Verneuil ha
deposto le armi e accettato di buon
grado i matrimoni delle sue figlie
con l'altro, con gli altri. Il razzismo
ordinario che sta alla base del suc-
cesso della commedia multietnica di
Philippe de Chauveron. Non sposate
le mie figlie esibisce cliché e tabù e
sviluppa l'opinione rimarcata dal
personaggio di David Benichou, secondo
cui siamo tutti in fondo un po' razzisti.
Grande successo della stagione cinemato-
grafica francese appena trascorsa, Non spo-
sate le mie figlie ha raccolto applauso e
consenso anche fuori dai confini nazionali.
Lontano dalla temperata ironia di Indovina
chi viene a cena?, Non sposate le mie figlie
condivide generi a cui le due commedie
assicurano un normale statuto sociale e pro-
fessionale, ieri nel segno di un avvenuto
integrazionismo kennedyano, oggi in quello
dell'immigration choisie (l'immigrazione
selettiva e discriminatoria). Non sposate le
mie figlie alleggerisce con la risata l'inquie-
tudine e le contraddizioni che agitano la
società, 'celebrando' col matrimonio un sen-
timento di disagio condiviso.
Non sposate le mie figlie
a cura di Carlo
IL FILM
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 27
Letti per voi a cura di Barbara
Una spiritualità guidata dall'umiltà non porta una persona ad
abbassarsi. Chi scende nella propria realtà, nel buio della sua
ombra, chi viene in contatto con la sua umanità e “terrenità”,
sale a Dio. Paolo, in quanto fariseo, era il tipico rappresentante
di una spiritualità dall'alto. Ma sulla via di Damasco precipita a
terra... . I farisei non si accorgono che il perno di tutto lo zelo,
che dispiegano nell'osservare i precetti, non è Dio, ma se stessi.
Nel comportamento e nell'annuncio di Gesù incontriamo una
spiritualità dal basso. Gesù si rivolge di proposito ai pubblicani
e peccatori perché si accorge che essi sono aperti all'amore di Dio.
SPIRITUALITA' DAL BASSO di Anselm Grün, dottore in teologia e monaco
benedettino. Meinrad Dufner, artista e guida spirituale dell'Abbazia di Munsterschwar-
zach. Edizione Queriniana. € 9,00.
Si dona indipendentemente dalla risposta. Qui è l'amore, non il
calcolo: “io do perché tu dia ad altri”. La prima possibilità di
dono è la parola, credere negli altri. Il dono della vita, non è il
sacrificarsi, ma affermare la libertà, la giustizia, la speranza, la
condivisione, la solidarietà. Il male nasce nell'intimo e diventa
aggressività, violenza, odio, dominio. La sofferenza, la tristez-
za, l'indignazione e la collera, sono le conseguenze dell'offesa.
Per noi uomini non è facile coniugare giustizia e perdono. Il
perdono fa bene innanzitutto alla vittima, che esce da se stessa,
conosce la pace e la libertà. Ciascuno è debitore di ciascuno, e
questo richiede che io tolga la solitudine alla sofferenza dell'al-
tro, mettendomi accanto a lui, per combattere con lui contro il
male. DONO E PERDONO
di Enzo Bianchi. Edizione Einaudi -
Vele. € 10,00
La cosa peggiore non è cadere, bensì non rialzarsi e giacere
nella polvere. Soltanto chi desiste è sconfitto. Tutti gli altri
possono dirsi vittoriosi. Non conoscere la sconfitta né assapo-
rare la vittoria. Chi non conosce se stesso, spesso si ritrova in
una sensazione di vuoto. Eppure il vuoto non esiste. Non ten-
tare d'essere utile, sforzati d'essere te stesso..., trasformare il
grano in pane attraverso il lavoro, l'uva in vino attraverso l'im-
pegno e la pazienza, e la morte in vita attraverso la resurrezio-
ne dei sogni... IL MANOSCRITTO RITROVA-
TO AD ACCRA di Paulo Coelho. Edizione Bompiani. €
16,00
L’ANGOLO DEL LETTORE
28 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
DAI REGISTRI PARROCCHIALI
CHIARIGLIONE Alfredo con. Alice Maria, DELLACÁ Bruna, LU-
NARDI Antonio con. Tarsa Liliana, FORTUNA Marcello con. Pan-
chiella Cecilia, VALENZANO Carolina ved. Della Toffola Elio, Don
BONETTO Giuseppe, RAGLIA Margherita ved. Raglia Fiorentino,
BOSETTI Domenica con. Giacchetti Giuseppe, GRIGLIONE Ber-
nardo con. Camerlo Vittorina, PEROGLIO Maria Catterina con.
Martinetto Giovanni, RAIMONDI Olindo con. Tasso Rita, GIAC-
CHETTI Giuseppe ved. Bosetti Domenica, ALBERTI Mirca con.
Debastiani Loris, PORASSO Teresa ved. Gallo Giovanni Battista,
REGALDO Matilde ved. Coriasco Lorenzo, GOBBO Giuseppe
con. Aimo Maria, SAMMARTANO Benedetta con. Cialona Vito,
MARTINETTO Vanni con. Colombatto Giovanna, PERRERO Giu-
seppe con. Ferrero Orsola, BAIMA POMA Caterina ved. Tresso
Ferdinando, MARCHINO Antonio, DEMARIA Battista ved. Micono
Giovanna, BELLA Nicodemo con. Gargiulo Immacolata
Aprile: CAPPUGI Diego, RESTAINO Chiara, MARTINETTO LOPEZ Noa
Maggio: BELLUCCI Beatrice, BONICATTO Laura, CENTRONE
Angelica, FASANO Riccardo, GANZAROLI Leonardo,
AGOSTINO Simone Antonino, Andrea
Giugno: TAURINO Alessandro, TAURINO Luca, CASTALDO
Alessio, RASCHILLÁ Gabriele, MORLINO Sara,
REGALDO Giulia, MISTO Viola, BORGOGNO Elisa
Luglio: DIAFERIA Marco, GOMBA Giosuè, PUGLIESE Beatrice
Agosto: CASARIN Riccardo
20 giugno: ORIGLIASSO Paolo e VERNETTO Veronica
27 giugno: MAZZONE Giuseppe e ALTIERI Stefania
4 luglio: PELLEGRINI Fabio e MOLLO Valeria
25 luglio: MERCURIO Luciano e FILOMENO Gloria
5 settembre: FOLLIS Riccardo e PERETTI Chiara
6 settembre: MORETTI Salvatore e CONTI Alessia
RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO
SPOSI IN CRISTO E NELLA CHIESA
ATTENDONO LA RESURREZIONE
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 29
Parrocchia San Francesco
d’Assisi Via Roma, 101
10070 San Francesco al
Campo tel. 011 9278342
In cammino verso la comunità
Periodico d’in-formazione del-la Comunità parrocchiale di San Francesco al Campo
settembre 2015
Sempre aperti a nuove collabo-razioni, vi invi-tiamo a scrivere commenti, sug-gerimenti, arti-coli, domande a:
bollettinosan-francesco@ gmail.com
STAMPATO IN PROPRIO IN NU-MERO LIMITATO DI COPIE
Il bollettino è distribuito gratuitamente a tutte le fa-miglie della Parrocchia.
SANTE MESSE feriale sabato e prefestivo
festivo
PARROCCHIA 17.00 ora solare * 18.00 ora legale *
18.00 8.30 - 11.00
CAPPELLA dell’Assunta 8.00 1° venerdì del mese 9.45
S. MAURIZIO Canavese 8.30 18.00 8.00-9.30-11.00
MALANGHERO 18.00 10.30, 18.00
ogni venerdì del mese S. Messa nella cappella delle Suore Carmelitane (Scuola dell’Infanzia)
in occasione di funerali non c’è la S. Messa feriale in Parrocchia
CONFESSIONI (in chiesa)
sabato dalle 16.30 alle 17.30
ADORAZIONE il giovedì, mezz’ora prima della S. Messa
GRUPPO di PREGHIERA
ogni secondo giovedì del mese alle 20.30 nella
cappella delle Suore Carmelitane (Scuola dell’In-
fanzia)
GRUPPO di PREGHIERA “AMICI DEL CARMELO”
ogni seconda domenica del mese alle ore 15.00
nella cappella delle Suore Carmelitane
PER AMMALATI
chiamare a qualunque ora ai numeri:
011 9278342 340 3939294
339 41 31 309 377 17 32 456
UFFICIO PARROCCHIALE (per intenzioni Sante Messe e certificati)
Segreteria Parrocchiale: lunedì, mercoledì, sabato 9.00 - 12.00 Padre Michele (parroco): colloqui e confessioni martedì 9.00 - 12.00 per battesimi, matrimoni … sabato 9.00 - 12.00 E’ possibile prendere appuntamento con il parroco
anche in altri orari, telefonare al n° 011 9278342 Padre Giacomo: giovedì e venerdì 9.00 - 12.00
CARITAS colloqui mercoledì 9.00 - 12.00 distribuzione mensile viveri sabato 10.30 - 12.00
Sacramento del BATTESIMO
La seconda domenica di ogni mese.
Prenotarsi in ufficio parrocchiale per gli incontri prebattesimali
Sacramento del MATRIMONIO
Incontri 2015
Prenotarsi almeno sei mesi prima in ufficio parrocchiale
GLI ORARI DELLA COMUNITA’
30 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
NELLE PROSSIME SETTIMANE LE ELEZIONII:
Si rinnovano CPP e CPAE
UN GRAZIE SINCERO
Desidero esprimere un grazie molto sentito a tutti coloro che, attraverso of-ferte personali e iniziative varie finalizzate allo scopo, stanno aiutando la par-
rocchia a restituire il finanziamento bancario ottenuto nel 2011 per pagare i lavori di ampliamento della scuola parrocchiale dell'infanzia sita in Borgata
Madonna.
Quest'anno la parrocchia ha rinegoziato il finanziamento ottenendo da parte
di Banca Prossima condizioni leggermente migliori rispetto al passato, per cui dal finanziamento precedente di circa 18.000 € all'anno siamo passati a circa
15.000 € annui. La restituzione durerà ancora per 7 anni, con una rata mensi-le di 1.245,01 €. Nonostante questo miglioramento la cifra mensile risulta
ugualmente molto impegnativa per la nostra parrocchia, per cui ringrazio an-ticipatamente di cuore chi continuerà a sostenerci in questo sforzo.
P. Michele
A breve le elezioni a cura della Redazione
Nella nostra diocesi di Torino CPP e CPAE tali organismi hanno iniziato ad essere presenti
a partire dal 1986, quando l’allora arcivescovo Anastasio Ballestrero ne promulgò gli statuti
ed i regolamenti.
Nella nostra parrocchia il CPP è presente ormai da quasi trent’anni (la prima elezione av-
venne il 2 marzo 1986 durante un ritiro all’asilo, essendo parroco don Osvaldo Maddaleno).
Nei prossimi mesi è previsto il rinnovo di questi due organismi, pertanto si svolgeranno le
elezioni del CPP (i componenti del CPAE sono invece nominati dal parroco).
Le elezioni si svolgeranno nel seguente modo:
Rappresentanti dei gruppi parrocchiali
I Gruppi parrocchiali si riuniscono ed eleggono i propri rappresentanti.
Altri rappresentanti della comunità parrocchiale
Domenica 27 settembre, i parrocchiani che abbiano compiuto i sedici anni, al termine
delle Messe festive, potranno designare fino a tre persone ritenute adatte ad essere candidate
per l’elezione nel CPP, scrivendone il nome su una scheda. Le persone che avranno ricevuto
il maggior numero di preferenze e che saranno disponibili ad accettare l’incarico saranno
inserite in una lista di candidati che sarà esposta nelle bacheche parrocchiali.
Domenica 18 ottobre con le stesse modalità sopra indicate si procederà all’elezione dei
rappresentanti, tracciando una croce vicino ai nomi prescelti. Risulteranno eletti i cinque
candidati che avranno ottenuto più voti.
Lo Statuto ed il Regolamento del Consiglio Pastorale Parrocchiale sono consultabili sul sito
Internet della Parrocchia.
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 31
di Reby
Trova le 9 differenze tra i due castelli di sabbia
CONCORSO
Questa foto è stata scattata qui a San
Francesco. Cos’è e dove si trova?
Inviateci la risposta all’indirizzo:
Per partecipare bisogna avere al mas-
simo 12 anni.
Tra chi manderà la risposta giusta sarà
estratto un premio speciale!
Nell’ultimo concorso ha risposto corretta-mente Samuel: bravissimo!
Un
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PER I PIU’ PICCOLI
GIOCHIAMO UN PO’
32 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015
“La mia missione è dire a
tutti che Dio è buono” Madre Maria degli Angeli
Fondatrice Suore Carmelitane Santa Teresa di Torino
Copertina a cura di Patrizia Pegoraro