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    CarloNadalin2008

    | INDICE |

    Still-Life: Realt o Finzione? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4

    La Luce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12

    Diffusori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14

    Pannelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16

    Sostegni per Cuki . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18

    Piani di Appoggio & Sfondi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20

    Gli Accessori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22

    Realizzare un Limbo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28

    Realizzare un Effetto Pozza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30

    Realizzare una Retroilluminazione . . . . . . . . . . . . . . . . . .31

    La Tecnica del Vetro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34

    Il Flusso di Lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37

    La Post-Produzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .42

    Lo Still-Life nella Pratica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50

    Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .62

    |COP

    YRIGHT|Tutti i contenuti del presente volume sono di diritto esclusivo dellautore compresequindi immagini, testi, disegni e grafica di cui dispone gli originali. Ne vietata la

    riproduzione totale o parziale in qualunque modo e/o situazione salvo autorizzazionescritta da parte del detenente dei diritti.

    Tutti i marchi riprodotti nel presente volume sono solo a titolo esemplificativo;l'utilizzazione effettiva di ogni marchio diritto esclusivo dei soggetti aventi diritto.

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    In sostanza per avere il file definitivo sono serviti 13 scatti preventivamente pen-sati e successivamente montati insieme per mettere in evidenza ogni particolaredel soggetto e migliorarne il contesto in cui inserito. Di seguito troviamo tuttele foto che sono servite per arrivare alla versione definitiva del file.Quella mostrata a sinistra la cosiddetta immagine "base" ovvero quella dipartenza su cui si andranno poi a montare le successive immagini che chiame-remo "particolari in evidenza"Come si pu vedere in ciascuna immagine "particolare in evidenza" vienemesso in risalto appunto una determinata zona del soggetto per migliorarne laleggibilit, i riflessi, le ombre ecc Ottenute tutte le immagini che ci servono sipassa alla post-produzione per "montare" il tutto.

    Ricapitoliamo:La nostra immagine quindi Reale?No se per reale intendiamo un istantanea perch non si otterrebbe con ununico scatto un risultato uguale (simile magari s ma non con tutti quei dettaglimessi in evidenza senza che uno "disturbi" l'altro)La nostra immagine quindi Finta?No perch noi abbiamo montato insieme pi parti realmente fotografate. Tutti iriflessi, le luci, le ombre eccnon sono finte ma bens recuperate da pi scattireali.

    In definitiva la nostra immagine ritrae unaREALTACOSTRUITA.4MYSTILLMYLIFE

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    | STILL-LIFE: REALTA' O FINZIONE? |

    Lo Still-Life possiamo definirlo l'arte di "interpretare" tramite la fotografia una"realt" a volte "costruita".

    Ma perch doverla ricostruire quando invece la fotografia dovrebbe documen-tare quello che la realt di tutti i giorni? Perch interpretarla se la fotografiadeve essere oggettiva? La risposta pi ovvia di quanto si possa pensare: la siinterpreta/ricostruisce per renderla "migliore".

    Per spiegare meglio questo concetto guardiamo le due immagini qui sotto:ritraggono lo stesso soggetto ma sono estremamente differenti come aspettofinale. Se immaginiamo di sfogliare un cartaceo in cui viene pubblicizzata unamacchina da caff, quale delle due foto pi in linea con limmagine ci sarem-mo aspettati di trovare?

    Sicuramente tutti abbiamo optato per la foto di destra ma per quale motivo?Perch immaginandola di certo non ci aspetteremo di trovare il quadrante inombra, non ci aspetteremo di avere un beccuccio la cui tridimensionalit nonviene percepita, non ci aspetteremo di non riuscire a leggere la marca eccinsostanza l'immagine di destra migliore perch pi simile a quello che il con-cetto di macchina da caff impresso nella nostra mente.

    Ma cosa stato fatto sull'immagine?E' stato usato un programma di fotoritocco per stravolgere l'aspetto finale?

    Assolutamente no, la post-produzione deve aiutarci ad arrivare al risultato cheabbiamo in mente ma non deve essere lei a crearlo altrimenti sarebbeGraphicArt e non Fotografia.Infatti l'immagine di "arrivo" mostrata sopra non una post-produzione "pesan-te" fatta sull'immagine iniziale, i riflessi che sono stati messi in evidenza nonsono finti e quindi frutto di qualche filtro di photoshop o simili ma bens recupe-rati da pi scatti dello stesso soggetto e quindi sono REALI.

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    Analizzando il flusso di lavoro necessario per arrivare all'immagine finale moltevolte si sente dire: "col digitale ora tutto pi facile, ai tempi dell'analogico dicerto non si sarebbero fatti tutti questi passaggi, sarebbe bastato un solo scat-to!".Sbagliato!Per esperienza personale posso assicurare che l'approccio verso questi tipi discatti commerciali/pubblicitari non cambiato col tempo ma sono invece muta-ti i tempi di realizzazione e le persone che si occupano delle varie fasi di lavo-razione. Con l'analogico non era raro che i fotografi fornivano ai clienti i foto-color con tutti gli scatti necessari per arrivare ad un immagine simile a quellaappena visionata. Questi fotocolor venivano poi passati al fotolitista che li scan-sionava, li ritoccava, li montava insieme, li convertiva in quadricromia per lastampa off-set e li passava al grafico di turno per l'impaginazione finale.

    Venivano fatti dei cromalin per valutarne la fedelt cromatica, si facevano gliimpianti, si passava il tutto allo stampatore e si stampava. Col digitale i tempisi sono molto ristretti proprio perch si saltano le varie fasi di scansione e per-ch molte volte il lavoro di montaggio viene fatto dal fotografo stesso che forni-sce quindi al cliente direttamente la versione "montata".

    Ritornando al discorso di riprodurre in fotografia un oggetto che sia subito rico-nosciuto secondo gli "standard" comuni, pensiamo adesso ad un bel bicchieredi vino rosso. Quali delle due foto pi simile al bicchiere da noi immaginato?

    Ancora una volta l'immagine di destra quella che ha maggiori probabilit diessere ritenuta conforme ai nostri "standard" di bicchiere di vino, ma per qualemotivo?Per la pulizia generale della foto, per i riflessi controllati che, invece di distrarrecome nella prima foto, in questo caso aiutano a percepire la lucentezza e latrasparenza del bicchiere eccLe due foto sono state fatte a distanza di 5 minuti l'una dall'altra, ma cosa stato fatto per cambiarne cos drasticamente l'effetto finale?Semplicemente si montato un setadeguato.

    Anche quando si realizza un set ad hoc si "costruisce" l'immagine perch noinella realt di tutti i giorni non guardiamo un bicchiere di vino posto sotto unaluce diffusa da 2 metri di carta da lucido, non lo guardiamo posto davanti adun plexiglass retroilluminato e di certo non lo guardiamo appoggiato sopra adun altro bicchiere.La foto che ne risulta, nonostante sia stata effettuata inmaniera del tutto innaturale rispetto a come noi guarderemmo tale soggetto, cid la sensazione di essere vera, ci riconduce subito allo stereotipo di bicchieredi vino che ormai noi tutti abbiamo in mente vivendo in una societ molto piattenta ai particolari rispetto agli anni passati.

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    Bisogna per fare attenzione durante questo processo di interpretazione/rico-struzione a far rimanere la nostra immagine finale comunque fedeleallarealt.

    Alcuni esempi di errori comuni:- Metalli lucidi che non vengono percepiti come tali- Oggetti in vetro che sembrano sabbiati invece di essere lucenti- Riflessi non coerenti con quelli che si vedrebbero nella realt- Ombre che vanno nella direzione opposta rispetto a dove dovrebbero andare- Ecc..

    Se uno di questi elementi presente nell'immagine finale allora il nostro lavororisulter "incompleto" perch nonostante la foto possa essere piacevole allavista questa conterr al suo interno degli errori.errori che ad un occhio esper-to salteranno subito all'occhio!

    La foto a fianco un esempio di quanto scritto poco faesteticamente unafoto d'effetto ma al suo interno c' un errore.

    Analizzando i riflessi sul bicchiere notiamo che ci sono due sfumature cheaccentuano la rotondit del calice: una sulla faccia esterna (destra) e una sullafaccia interna (sinistra).Per dare maggior grafismo e continuit nei riflessi stato ricostruito un prolun-gamento anche nella parte "piena" del calice di uno dei due riflessi e per man-tenere la gradevole sfumatura che si era venuta a creare sul vino tale prolunga-

    mento stato fatto sul riflesso di sinistra. Ecco l'errore!Abbiamo detto che il riflesso di sinistra sulla faccia interna del calice e quindinella realt non pu prolungarsi visibilmente sulla parte piena perch sarebbenascosto dal vino. Dopo una breve analisi, per mantenere anche la sfumaturasul vino ma allo stesso tempo per creare un'immagine priva di errori interpreta-tivi, si optato per specchiare in post-produzione il liquido e prolungare nellaparte piena il riflesso di destra lasciando interrotto quello di sinistra.

    IMMAGINEERRATA IMMAGINECORRETTA

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    Analizziamo un'altra immagine: chiunque abbia fotografato delle posate si sarcertamente reso conto delle difficolt che si incontrano nel preparare un setadeguato; riflessi ingestibili, parti della stanza che si riflettono nel cucchiaio ecos via.La foto a fianco mostra invece un'immagine molto pulita, lineare nella composi-zione e delicata nella cromia, ma contiene un errore!Nel preparare un set ad hoc per gestire tutti i riflessi e i punti luce che si veniva-no a creare sulle parti lucide si perso di vista la resa fotografica del materialedel soggetto.Infatti le posate sono realizzate in acciaio lucido mentre in fotografia sembrache tale acciaio sia pi satinato/sabbiato. Se l'immagine fosse fine a se stessaquesto sarebbe un non problema perch l'esercizio della gestione dei riflessisarebbe stato superato ma, se al contrario l'immagine fosse stata realizzata perscopi commerciali allora l'immagine sarebbe da cestinare proprio per via delsenso errato che il materiale trasmette allo spettatore.

    Abbiamo visto nelle pagine precedenti cosa vuol dire realizzare foto di Still-Lifee le relative complicazioni. Il concetto pu sembrare un po' complicato daesprimere a parole ma, se riusciamo ad entrare nell'ottica di capire la differen-za tra un'istantanea ed una foto di Still allora non avremo pi limiti nel realizza-re (anche creativamente) foto di questo genere.Lo schema sotto riporta a grandi linee e schematicamente le differenze tra

    istantanee e foto di Still-Life:

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    lashMonotorcia: l'alternativa pi cara ma professionale che possiamo permet-terci. Negli ultimi anni i prezzi si sono abbassati tanto e attualmente si trovanokit di tutto rispetto completi di stativi, soft-box, borse, cavi sincro a prezzi ancoraaccettabil i anche dai fotoamatori. Sono modulabili e potremmo pensare diacquistare col tempo, spot, griglie a nido d'ape, parabole differenti, ombrelli echi pi ne a pi ne metta. Questi flash incorporano nella loro struttura tutte lefunzioni di cui dispongono per cui troveremo sul retro del prodotto le regolazio-ni applicabili tipo: potenza emanata, accensione lampada pilota, bip di prontoflash ecc.

    Un consiglio che mi sento di dare quello di iniziare con un solo punto luce(oppure due di cui uno dedicato solo al fondo) e modellare poi quest'ultima conpannelli riflettenti. Mettere 3 o pi punti luci a caso, vuol dire trovarsi a lavorarecon ombre e riflessi ingestibili e il rischio di ottenere una foto tecnicamentepiena di errori!

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    | LA LUCE |

    Qual la luce migliore in Still-Life?Partiamo dal presupposto che nella maggior parte delle situazioni necessariouna luce continua (o un flash con lampada pilota) per vedere in anteprima leluci, le ombre, i riflessi che si creano e via dicendocosa invece impossibilecon i flash a slitta.Questi ultimi sono molto compatti a volte anche abbastanza potenti ma proprioper via dei risultati imprevedibili che restituiscono non sono adatti per essereusati come luce principale che colpisce il soggetto, per possono tornare moltoutili come luci di riempimento/effetto per lo sfondo.

    A seconda dell'investimento che possiamo affrontare, ci sono 3 valide alternative:

    Faridacantiere: questo genere di luce continua ha potenze abbastanza elevatee si pu reperire presso i bricocenter pi famosi a cifre abbastanza abbordabili(spesso venduto anche con il suo stativo).Ovviamente come ogni cosa ha dei pro e dei contro: una luce ad incandescenza e quindi molto calda in termini di temperatura dicolore ma questo il minimo visto che col digitale si pu premisurare ilBilanciamento del Bianco.

    Emana tanto calore e quindi bisogna stare attenti a maneggiarlo e a ci che glimettiamo vicino per diffondere la luce, non modulabile (nel senso che nonpossiamo montargli accessori come parabole, alette taglialuce, softbox ecc)per il suo punto di forza rimane il prezzo.

    Lucifotografiche:o meglio quelli che nei cataloghi vengono definiti sistemi adilluminazione continua.Questi punti luce hanno spesso la possibilit di poter montare tutti quegliaccessori in grado di modificare la luce come ad esempio diffusori, bandiere,parabole, ombrelli eccIn commercio ne esistono di tutti i tipi, con lampade a luce fredda, con tempe-ratura colore day-light, lampade a fluorescenza, al quarzoinsomma si tratta

    di trovare solo il sistema pi idoneo alle nostre esigenze.L'unico inconveniente che ho riscontrato con questo sistema di illuminazione che a volte costringono a tempi un po' troppo lunghi (sempre a seconda dellapotenza della lampada) per poter utilizzare diaframmi chiusi.Con un oggetto statico non c' problema, ma se si vuole congelare un liquidoversato, a 1/800 sec. 100 iso con diaframma 16.bh utilizzando da solequeste luci l'immagine sar palesemente sottoesposta.

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    | DIFFUSORI PER LA LUCE |

    Rimanendo sempre in ambito amatoriale evitiamo di prendere in considerazio-ne windows-ligh, bank strip e cose di questo genere ma concentriamoci su coseun po' pi fattibili sia in termini economici che di spazio.

    Plexiglassbiancoopalino: questo lo si pu acquistare nei bricocenter pi grossio nelle fabbriche di materie plastiche. Uno dei vantaggi che offre che oltre adessere usato come diffusore pu servire come piano di appoggio o sfondo peruna retroilluminazione. E' venduto in vari spessori ma bisogna ricordare che pi spesso e pi tratterr la luce e meno sar "malleabile" ; si tratta quindi dicapire di cosa abbiamo bisogno. In linea di massima una lastra 50x70 spessa4 mm risulter rigida e quindi adatta per essere sostenuta in posizione verticaledavanti alla sorgente luminosa per ammorbidirne appunto il flusso di luce. Alcontrario una lastra 50x150 spessa 2 mm sar notevolmente pi flessibile eadatta a formare il classico "limbo" per evitare lo stacco tra piano di appog-gio/sfondo restando comunque adatta per una retroilluminazione.

    Polionda: anche questo reperibile neibricocenter ad un costo veramente irrisorio.Lo si pu trovare in tutte le dimensioni ecolori immaginabili ma, visto che lo

    useremo come diffusore, bene optare perquelli bianchi e quelli semitrasparenti.Nonostante siano venduti come bianchinon sono perfettamente neutri e introduconouna dominante di colore leggermente picaldabasta utilizzare un Bilanciamentodel Bianco premisurato e si risolve ilproblema. Hanno una superficie rigata equindi non sono adatti su oggettiriflettenti/lucidi proprio perch queste righesi vedrebbero nel soggetto.

    A LATO: IMMAGINE CHE MOSTRA I LIMITI DEL POLIONDA.LILLUMINAZIONE E GRADEVOLE MA LE RIGHE TRASMESSESUL SOGGETTO RISULTANO MOLTO FASTIDIOSE.

    Cartadalucidoinrotolo: questa molto simile all'Heavy Frost usato in ambitoprofessionale. Viene venduta in rotoli larghi 70/110 cm e lunghi 20 metri e la sipu recuperare nei colorifici professionali o in quelli di belle arti. Ha una superfi-cie neutra e uniforme, quindi diffonde la luce senza introdurre dominanti di colo-re o trame sul soggetto. Conviene poi, una volta acquistata, tagliare una striscialunga un paio di metri che ci permetter, in fase di realizzazione del set, di esseremolto pi liberi che non dover spostare tutto il rotolo con il relativo peso.

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    annelliArgentati: ad esempio i classici cukida cucina sono ottimi pannelli argentati eriflettono la luce in maniera pi diretta rispet-to alla diffusione ottenuta con il polistirolobianco. Anche in questo caso esistono incommercio diverse misure e quindi utileprocurarsi un po' di pannellini di variedimensioni. Ricordiamoci che fotografare unanello non richiede gli stessi pannelli chefotografare una valigia.

    PannelliDorati: un po' meno utilizzati inambito di Still-Life sono utili per restituire unaluce di riempimento e allo stesso tempo scal-dare l'atmosfera dell'immagine. Si trovanonei negozi di fotografia in diversi formati emisure ma in alternativa su oggetti di piccoledimensioni possiamo usare i classici sottotor-te ovvero quei piatti dorati in cartone dapasticceria.

    PannelliSunLite: ovvero dei pannelli a righeoro/argento. La luce che viene riflessa unmix tra quella ottenuta con un pannelloargentato ed uno dorato.

    SOPRA: LE FOTO MOSTRANO LO STESSO SOGGETTO RIPRESO SENZA E CON L'AGGIUNTA DI UN PANNELLOARGENTATO. COME SI PU NOTARE STATA AGGIUNTA UNA SFUMATURA DI LUCE SUL BECCUCCIO DELVAPORE CHE NE AUMENTA LA TRIDIMENSIONALIT E LA ROTONDIT OLTRE AD AVER SCHIARITO ANCHELAMANOPOLA SUPERIORE APRENDO LE OMBRE.

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    | PANNELLI NON RIFLETTENTI |

    Questi pannelli proprio perch devono trattenere la luce dovranno essere neri.Possiamo usare dei comuni cartoncini oppure foderare un lato di una lastra dipolistirolo con del velluto nero.

    Possono essere utilizzati come:- Bandiera: ovvero da inserire tra sorgenteluminosa e fotocamera in maniera da evitareriverbero nella foto.- CreareRiflessi: ovvero su oggetti lucidi comead esempio orologi in acciaio possono servireper creare dei riflessi scuri per accentuare,insieme a quelli chiari dati dalla luce, la lucidi-t del materiale.- Mascherare: ovvero da porre davanti allasorgente luminosa per modificarne la diffusio-ne. Un esempio tipico dato dalle foto dioggetti in vetro lucido; un diffusore "morbido"pu creare dei riflessi troppo sfumati sulsoggetto e questo col rischio di trasmetterel'idea di un materiale opaco, sabbiato. Invece mascherando a dovere la luce, si

    lascer comunque una sfumatura sul soggetto per entro bordi pi netti e unriflesso di questo tipo proprio tipico degli oggetti in vetro lucido.

    SOPRA: LA FOTO MOSTRA IL TIPICO RIFLESSO CHE SI VIENE A CREARE SU UNA BOTTIGLIA IN VETRO LUCIDO.IL RIFLESSO BIANCO DI SINISTRA DA UNA PARTE PI SFUMATO MENTRE DALL'ALTRO SI HA UNA TRANSIZIO-

    NE PI NETTA.

    | PANNELLI RIFLETTENTI |

    Polistirolo: bene acquistare lastre di polistirolo di varie misure oppure tagliar-ne alcune in maniera da avere pannelli pi o meno grandi a seconda dell'og-

    getto fotografato. Il costo di questo accessorio molto ridotto ed di facilereperibilit; sempre meglio optare per lastre con un certo spessore perchcos stanno in piedi da sole senza bisogno di ulteriori supporti. La luce cheriflette molto diffusa, delicata e morbida.

    CartaStagnola: utile quando si vuole ottenere un pannello argentato di gene-rose dimensioni. Siccome non esistono cuki 50x50cm possiamo rivestire unalastra di polistirolo, o simili, con della carta stagnola dalla parte satinata standobene attenti a non fargli fare pieghe.

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    | SOSTEGNI PER CUKI |

    Abbiamo visto nelle pagine precedenti limportanza di usare pannelli riflettentiper la buona riuscita di una foto ed in particolare i cuki, ovvero i classici coper-chi delle vaschette da cucina di color argento, sono ottimi strumenti dal costoirrisorio. Il problema per nasce dal poter orientare tali pannelli nella giustadirezione per poter indirazzare la luce su un particolare punto della scena.In commercio sono disponibil i diversi sistemi progettati apposta per sostenere ipannelli in posizione ma ad un costo abbastanza elevato per un uso amatoria-le. Una valida alternativa veloce da realizzare e dal costo contenuto potrebbeessere la seguente:

    BASE: realizzata in legno e se necessario piombata nella parte inferiore perdarle maggiore stabilit.

    BRACCI:possiamo utilizzare dei bracci snodati. Questi sono esteticamentemolto simili a quelli usati per idraulica per hanno la caratteristica di rimanerenella posizione in cui vengono lasciati (diciamo che sono malleabili). Ci sonodue alternative sui bracci da reperire; la prima acquistarli presso i negozi difotografia con la possibilit di avere su entrambi i lati i classici attacchi filettati,baster inserire sulla base un adattatore e poi si potranno avvitare. La seconda recuperarli da vecchi oggetti quali lampade o microfoni da banco. Se si opta

    per questa soluzione bisogner forare la base in legno con lo stesso diametrodei bracci e poi inserirli a pressione.

    MORSETTI: se abbiamo optato per dei bracci con attacchi filettati potremmoacquistare sempre presso i rivenditori di materiale fotografico degli appositimorsetti con lo stesso attacco; baster avvitare anche quest'ultimi sulla parte delbraccio opposta alla base e i nostri sostegni saranno completi. Se invece inostri bracci non dispongono di tale attacco possiamo acquistare dei morsetticomuni presso i bricocenter e affrancarli con del nastro isolante magari su unperno girevole che a sua volta si inserir all'estremit del braccio.

    Una volta completato il sostegno non dimentichiamoci di pitturarlo di neroopaco per evitare che eventuali parti cromate possano creare riflessi sull'ogget-to fotografato.

    Molto spesso, soprattutto allinizio, si tende a sottovalutare limportanza deipannelli argentati optando per una singola lastra in polistirolo perch pifacile da sostenere. Ricordiamoci che i cuki non devono sostituire il nostro poli-stirolo ma bens affiancarlo: la lastra avr il compito di schiarire le ombre ingenerale mentre i pannellini opportunamente orientati andratto a dare dei colpidi luce l dove serve per evidenziare meglio dei particolari del soggetto.

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    | PIANI DI APPOGGIO E SFONDI |

    Spesso gli sfondi, soprattutto le prime volte, vengono del tutto ignorati e nonpu esserci cosa peggiore. Lo sfondo fa parte della nostra foto e quindi meritatanta attenzione quanta ne dedichiamo al soggetto principale. Uno sfondo con-fuso, mal gestito pu distrarre l'attenzione, pu sopprimere il soggetto e di con-seguenza una foto che aveva potenzialit ne viene penalizzata.Cartoncini, lastre di alluminio, assi di legno laminate, plexiglass ma ancheporte, mensole, muri eccsono tutti accessori che possono essere usati comesfondi/piani di appoggio nelle nostre fotografie. Analizziamone qualcuno:

    Plexiglass:come accennato in precedenza una lastra di plexiglass bianco opali-no pu essere usata come diffusore ma anche come piano di appoggio; inquesto caso se illuminata uniformemente questa lastra proprio per la sua lucen-tezza creer un'immagine speculare del soggetto creando il classico riflessodell'oggetto.

    Cartoncini: questi sono adatti a soggetti di piccole/medie dimensioni masoprattutto dipende molto dall'angolazione da cui vogliamo scattare.Ci sono per dei pro e dei contro da tenere in cosiderazione:PRO: costo contenuto, variet di colori, dimensioni, trameCONTRO: sono delicati e bisogna prestare molta attenzione quando li si

    maneggia per evitare di far formare delle pieghe che inesorabilmente compari-ranno nella nostra immagine finale.

    Tessuti: presso i rivenditori fotografici si possono trovare tessuti di tutti i colori egrandezze ma a costi abbastanza alti. Una valida alternativa sono i tessutireperibili presso negozi di scampoli che, se ben forniti, ci procureranno anche iltubo in cartone per arrotolarli dopo l'uso. Questi sfondi, proprio per le lorogenerose dimensioni, ci possono venire in aiuto nelle seguenti circostanze:- fotografie di oggetti con dimensione medio/grande- creazione del classico limbo per evitare uno stacco visibile tra piano diappoggio e sfondo- realizzazione di effetti cromatici sullo sfondo senza che questi contaminano il

    soggetto principaleNegli ultimi anni sono apparsi sul mercato anche fondali automontati che, unavolta ripiegati occupano circa 1/3 della loro dimensione reale. Questi accessoririsultano molto facili e veloci da preparare e non si corre il rischio di avere pie-ghe visibili nell'inquadratura in quanto il tessuto rimane sempre in tensione gra-zie appunto al telaio di cui sono dotati.

    A LATO: UN ESEMPIO DI COME TENENDO IL FONDO A DISTANZA SI POSSONO CREARE GIOCHI DI LUCICOLORATI SENZA CHE QUESTO CONTAMINI IL SOGGETTO PRINCIPALE CONTINUANDO QUINDI AD ESSERERIPRODOTTO CON I SUOI COLORI REALI E PRIVO DI DOMINANTI.

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    Oggettitrasparenticontagliparticolari: brocche multisfaccettate, vasi, bicchieri,blocchi di vetro-cemento eccsono molto pratici per creare divertenti giochi diluce. Basta posizionare la sorgente luminosa dietro questi oggetti per modificar-ne lintensit e la direzione creando cos zone di chiaro/scuri molto particolari.

    GabbiediLuce: questi accessori sono veri e propri contenitori in cui inserirel'oggetto da fotografare. Sono realizzati in tessuto bianco con la funzione didiffondere la luce ed eliminare qualsiasi riflesso. Le immagini che ne risultanosono quindi molto descrittive ma abbastanza piatte perch prive di quei chia-ro/scuri che di solito rendono tridimensionale la foto. I risultati possono miglio-

    rare se inseriamo all'interno pannellini neri e argento con la funzione appuntodi creare riflessi l dove ce ne sia la necessit.Solitamente si usano per realizzare foto di prodotti da catalogo (quando lamole di lavoro alta e i tempi a disposizione ridotti) proprio per la velocit dicreazione del set e la "continuit" tra un scatto e l'altro.Negli ultimi anni questi accessori si sono evoluti fino a diventare dei veri e pro-pri "set" completi con la possibilit di simulare un tavolo luminoso usando unaluce dal basso ed eliminando quindi anche le ombre (oltre che hai riflessi) ecreando dentro la "gabbia" un limbo su cui appoggiare il soggetto.Con quest'ultimi quindi possibile ottenere immagini in cui il soggetto posa suun fondo bianco uniforme saltando quindi la fase di scontorno solitamenteeffettuata in post-produzione. In definitiva in commercio si possono trovare

    gabbie di luci pi o meno complesse, pi o meno grandi a seconda delledimensioni dell'oggetto da fotografare e di conseguenza anche il prezzo variamolto tra un modello e l'altro.

    A SINISTRA: QUESTA IMMAGINE STATA SCATTATA UTILIZZANDO UNA LUCE PER IL SOGGETTO PRINCIPALEED UNA PER IL FONDO DISTANTE POCO PI DI MEZZO METRO DAL SOGGETTO STESSO. LA LUCE CHE COL-PISCE IL FONDO CHE NELLA REALT ERA UN POLIONDA BIANCO, DATA DA UN FLASH A SLITTA MUNITO DIGELATINA COLORATA BLU E, TALE LUCE, STATA FILTRATA TRAMITE UNA BROCCA MULTISFACCETATA TRASPA-RENDE. DA NOTARE I CHIARO/SCURI CHE SI SONO VENUTI A CREARE AUTOMATICAMENTE SENZA BISOGNODI DOVER MANIPOLARE IL FONDO IN POST-PRODUZIONE.

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    AccessoriScenografici: questi accessori si possono reperire presso i rivenditoridi materiale fotografico o anche presso negozi specializzati in attrezzature sce-niche per teatro, cinema eccLa loro funzione quella di ricreare un determinato effetto con materiali "alter-nativi" ma che risultino comunque reali visionando l'immagine finale.Esistono accessori per ricreare praticamente di tutto; ghiaccio, brina, granita,ragnatele, nebbia, foschia, goccioline ecc.Bisogna per prestare molta attenzione alle istruzioni sui prodotti perch a voltequesti creano una patina appiccicosa sui soggetti molto difficile da rimuoveresenza ulteriori prodotti specifici e possiamo correre il rischio di rovinare logget-

    to fotografato cercando di rimuoverlo con metodi artigianali.Molte volte per sono proprio questi accessori a fare la differenza in una foto,aggiungono un particolare, simulano una realt pi costruitainsomma se vero che sono i particolari a fare la differenza questi accessori aiutano labuona riuscita di uno scatto.

    A DESTRA UN EFFETTO RAGNATELA OTTENUTO GRAZIE AD UNA BOMBOLETTA SPECIFICA. SENZA QUESTOACCESSORIO L'EFFETTO ANTICO RISULTAVA MOLTO MENO DI IMPATTO E NON SI POTEVA CERTO ASPETTARECHE TALI RAGNATELE SI FORMASSERO DA SOLE COL TEMPOCI SAREBBERO VOLUTI SECOLI!

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    | REALIZZARE DI UN LIMBO |

    Abbiamo visto in precedenza che certi scatti traggono beneficio se lo stacco trapiano di appoggio e sfondo non viene percepito. In sostanza bisogner utilizza-re un materiale malleabile come tessuti, cartoncini o lastre di plexiglass pocospesse ecc.ma comunque con dimensioni proporzionate al soggetto fotogra-fato, stenderlo in posizione orizzontale per ottenere il nostro piano di appoggioe invece di piegarlo a 90 gradi per ottenere il fondo, gli si far fare una piegacon una curvatura dolce e continua. Inoltre a seconda di come viene illuminatal'intera scena si otterranno effetti di luce differenti come mostrato dai disegniche seguono:

    StaccoNetto: questo schemacon relativa simulazione mostraquello che si ottiene non crean-do un limbo. Lo stacco tra pianodi appoggio e sfondo rappre-sentato in maniera netta ma nonper questo sbagliata; si trattasolo di decidere che effetto sivuole ottenere nella foto finale.

    CadenzadiLuce: realizzando unlimbo ed illuminando solo il sog-getto principale, nella foto finalesi avr dietro a quest'ultimo unacadenza di luce ovvero una deli-cata sfumatura da chiaro ascuro. Con questo sistema ilsoggetto viene messo in risaltoproprio per via dello stacco chec' tra l'illuminazione tra primopiano e sfondo.

    IlluminazioneCostante: se siaggiunge un secondo punto lucededicato alla parte di sfondo insecondo piano questo perder lasua cadenza di luce tornando adessere illuminato come il primopiano. Il risultato un soggettoche si staglia su un fondo unifor-me e privo di giunture (vedi fotonella pagina a fianco)

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    | REALIZZARE UNA RETROILLUMINAZIONE |

    La retroilluminazione una tecnica molto usata per fotografare tutti queglioggetti in materiale trasparente o semitrasparente come appunto bicchieri, bot-tiglie, liquidi ecc

    Esistono sostanzialmente due tipi di retroilluminazione come possiamo vederedallo schema allegato:-Diretta: ovvero quando la sorgente luminosa posta direttamente alle spalledel soggetto e dove quindi il fondo della foto sar anche il diffusore per ilnostro punto luce (plexiglass, carta da lucido ecc.)-Indiretta: ovvero quando la retroilluminazione ottenuta mediante l'uso di unpunto luce che colpisce lo sfondo e si riflette poi sul soggetto. In questo casoper bisogna "bandierare" la sorgente luminosa dedicata alla retroilluminazioneper evitare che parte della luce colpisca direttamente il soggetto creando rifles-si, riverbero ecc

    Il tipo di set da realizzare lo si sceglie di volta in volta in base al soggetto dafotografare e alle luci in nostro possesso tenendo per in considerazione che loschema per la retroilluminazione indiretta necessit di un punto luce dedicatoalla retroilluminazione abbastanza alto come potenza rispetto a quello dedicatoal soggetto.30

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    | REALIZZARE UN EFFETTO POZZA |

    L'effetto pozza sostanzialmente una sorta di "vignettatura" sull'immagine dovequindi ci sar una zona luminosa di forma circolare (o quasi) che via via che cisi avvicina ai bordi del fotogramma diventer sempre pi scura. Per ottenerequesto effetto bisogner che il nostro piano di appoggio sia lucido (plexiglassoppure utilizzando una lastra di vetro come descritto nei paragrafi precedenti)ed illuminarlo in maniera corretta. Proprio per via della lucentezza del piano diappoggio, si creer su quest'ultimo il riflesso del soggetto stesso.L'immagine che ne deriva elegante, sobria e neutra ed per questo motivoche l'effetto pozza si usa molto per le foto di gioielli o simili.

    A LATO: LO SCHEMA MOSTRA UN POSSIBILESET PER LA REALIZZAZIONE DI UN EFFETTOPOZZA. DIFFUSORE POSIZIONATO ALLE SPALLEDEL SOGGETTO ED INCLINATO PER DIFFONDE-RE LA LUCE E SPECCHIARSI A SUA VOLTA SULPIANO DI APPOGGIO LUCIDO.

    SOTTO: LA FOTO STATA REALIZZATA CON LO SCHEMA DESCRITTO IN PRECEDENZA. TESSUTO NERO DI

    FONDO SU CUI STATA APPOGGIATA UNA LASTRA DI VETRO. PLEXIGLASS BIANCO OPALINO COME DIFFU-SORE POSTO ALLE SPALLE DEL SOGGETTO ED INCLINATO MENTRE SULLA PARTE OPPOSTA SONO STATI INSE-RITI 3 CUKI ARGENTATI PER RIFLETTERE LA LUCE SUL SOGGETTO EVIDENZIANDONE LA FORMA E LE VARIESFACCETTATURE DELLE PIETRE

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    Inoltre se prendiamo in esame il primo schema (retroilluminazione diretta) biso-gna tenere conto di due variabili:

    Ladistanza/potenzadelpuntolucerispettoallosfondo. Pi la sorgenteluminosa posta vicinoal fondo e pi ci saruna cadenza di luce per-cettibile. Al contrario

    maggiore la distanzatra questi due elementi eminore sar la sfumatu-ra percepita fino ad arri-vare al punto di avere ilsoggetto che si staglia suun fondo perfettamentebianco (vedi simulazioneriportata a lato)

    Lospessoreeilmaterialedelnostrosfondodiffusore.A parit di distanza trasfondo/luce il materiale e relativo spessore del nostro diffusore incidono sul tipodi retroilluminazione che caratterizza la foto. Un diffusore in plexiglass spesso 5mm ci restituir una retroilluminazione pi morbida e graduale nelle sfumaturein confronto ad un diffusore in carta da lucido che avr una cadenza di lucepi marcata.

    A LATO: IN QUESTO SCATTO STATO USATO COME SFONDO UNA LASTRA DI PLEXIGLASS BIANCO OPALINOSPESSA 4 MILLIMETRI RETROILLUMINATA DIRETTAMENTE POSIZIONANDO LA SORGENTE LUMINOSA ABBA-STANZA LONTANO DAL DIFFUSORE. IL RISULTATO UN SOGGETTO CHE SI STAGLIA SU UN FONDO UNIFOR-ME CHE, GRAZIE ALLA RETROILLUMINAZIONE METTE IN RISALTO ANCHE IL COLORE E LA TRASPARENZA DELLIQUIDO CONTENUTO NEL BICCHIERE.SE SI CI SOFFERMA AD ANALIZZARE IL BICCHIERE SI NOTA COME LA TECNICA DELLA RETROILLUMINAZIONEDA SOLA ELIMINA OGNI RIFLESSO SUL BICCHIERE. PER OTTENERE QUINDI DEI RIFLESSI CHE DIANO LA SEN-SAZIONE DI MAGGIOR "ROTONDIT" DEL SOGGETTO SI DEVE AFFIANCARE A QUESTA TECNICA UN SECON-DO PUNTO LUCE IN POSIZIONE LATERALE (O QUASI), OPPURE SCATTARE PI FOTO ALLO STESSO SOGGET-TO E MONTARE POI GLI SCATTI OTTENUTI IN POST-PRODUZIONE.

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    | IL FLUSSO DI LAVORO |

    Il workflow (ovvero il flusso di lavoro) inteso proprio come sequenza di proce-dure da mettere in pratica durante la realizzazione di un lavoro di fonda-mentale importanza per la buona riuscita del lavoro stesso.

    Cosa risponderemmo alla domanda:"qual la prima cosa che si deve fare per realizzare uno scatto di Still-Life? "

    Di istinto potremmo dire "montare il set".SBAGLIATO!

    La cosa fondamentale da fare prima di qualunque scatto analizzare il sog-getto. Pu sembrare banale, pu sembrare una perdita di tempo prendere inmano un oggetto ed analizzarlo guardandolo da pi punti di vista, ruotando-lo, toccando il materiale ecc.invece questo passaggio incide molto sullabuona riuscita o meno della nostra foto!Solo da un'analisi approfondita del nostro soggetto possiamo decidere sequesto trae beneficio da una luce dura o una morbida, da un punto di ripre-sa dall'alto, frontale o dal basso, da un accostamento cromatico o da unaltroinsomma il set si allestisce per rendere al meglio l'anima di quell'og-getto e, per capire qual l'anima del soggetto bisogna prima conoscerlo.

    Adesso si monta il set..SBAGLIATO!

    Dopo aver analizzato il soggetto bisogna decidere quale sar l'effetto finaledella nostra immagine, quali procedure seguire in fase di ripresa e post-pro-duzione per arrivare in maniera fluida all'immagine che ci siamo prefissati.Una volta che avremo la nostra "scaletta" dei passaggi da fare ben chiaranella nostra mente allora possiamo passare a cose pi concrete tipo montareil set, shotting, post-produzione e via dicendo.

    Ovviamente ogni singolo Still-Life avr un suo flusso di lavoro pi o menocomplesso a seconda dell'oggetto da fotografare;uno Still-Life derivato da un singolo scatto non avr lo stesso flusso di lavorodi uno Still-Life composto da 10 scatti, ma anche uno Still-Life composto da10 scatti su un singolo set avr un flusso di lavoro differente da uno realizza-to da "soli" 5 scatti ma su due set appositamente pensatiinsomma comesempre ci sono delle linee guida che si modificano a seconda delle esigenze!

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    Ritorniamo alla frase iniziale che faceva riferimento ad una somiglianza tra la"tecnica del vetro" ed una retroilluminazione simile a quella dei tavoli luminosi:se prendiamo come esempio la foto del rasoio appena visionata questa affer-mazione potrebbe trovare accoglimento. Lo stesso risultato, ovvero soggettosospeso su fondo bianco (o comunque neutro), si sarebbe potuto ottenere gra-zie ad una semplice retroilluminazione dal basso su una lastra di plexiglassbianco opalino.Ipotizziamo invece che il soggetto doveva essere ripreso su un fondo rosso.Se seguiamo la teoria del "tavolo luminoso", la cosa pi ovvia sarebbe stataapplicare un retino colorato (foglio adesivo sottile e trasparente) alla lastra di

    plexiglass. Adesso per sorge una complicazione:illuminando dal basso la lastra questa avrebbe sicuramente contaminato cro-maticamente almeno la base del nostro soggetto con il colore del retino colora-to (in questo caso il rosso) proprio perch il soggetto appoggiato sulla lastrastessa. Utilizzando invece la tecnica del vetro, soggetto e sfondo sono dispostisu due piani differenti e quindi possono essere gestiti con molta pi flessibilit.In sostanza noi possiamo stendere del tessuto rosso ed illuminarlo a piacimentosenza che questo contamini cromaticamente il nostro soggetto proprio perchdistante dal fondo e perch avr una sua illuminazione "dedicata".

    SOTTO: UNA SIMULAZIONE CHE MOSTRA LA DIFFERENZA TRA LUSO DELLA TECNICA DEL VETRO ED UNARETROILLUMINAZIONE DAL BASSO

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    Schematicamente possiamo dire che le linee guida possono essere le seguenti eche, a seconda della foto da realizzare, si inserisco tra di esse altri passaggi:- Analisidelsoggetto- Prefissarsil'immaginefinaleerelativascalettadelleproceduredaseguireperarrivarci- Realizzazionedelset- Fasediripresa- SviluppodelfileRawottenutodallafotocameraPrendiamo come esempio l'immagine del bicchiere di vino bianco (vedi pag. 9)

    il suo workflow stato il seguente:- Analisidelsoggetto- Prefissarsil'immaginefinaleerelativascalettadelleproceduredaseguireperarrivarci- Realizzazionedelprimoset- Fasediripresa(primo scatto di ambientazione generale)- Realizzazione del secondo set- Fase di ripresa (secondo scatto da cui recuperare i riflessi per dare maggior

    rotondit al soggetto)- Sviluppodei2fileRawottenutidallafotocamera- Montaggio (necessario per fondere le due foto ed arrivare all'immagine finale)

    Come si pu vedere le linee guida evidenziate in neretto sono rimaste per sisono aggiunte delle variabili necessarie per arrivare al file finale. Queste varia-bili sono proprio quelle che noi dobbiamo individuare dalla nostra secondalinea guida ovvero "Prefissarsi l'immagine finale e relativa scaletta delle proce-dure da seguire per arrivarci"!

    Per estremizzare possiamo dire che molto pi semplice realizzare foto compo-ste da decine di scatti seguendo un flusso di lavoro corretto che non scattareuna semplice fotografia di Still-Life con flusso di lavoro sbagliato.

    Cerchiamo di spiegare quanto espresso in precedenza con delleimmagini (per maggiori informazioni sulla realizzazione di questa foto vedere

    la parte a fine volume relativa ai progetti)

    La foto a fianco uno Still composto da 8 scatti e 2 set.Il progetto prevedeva che nell'immagine finale il soggetto fosse in una posizioneal quanto "anomala", che vi fosse il suo riflesso sul piano di appoggio peraumentarne la credibilit e che, sempre sul piano di appoggio fossero vaporiz-zate delle goccioline per trasmettere "freschezza".

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    Le vaporizzo ancora? Fattibile, per cosi oltre a crearsi gocce sulla parte vuotase ne aggiungeranno altre sulla parte gi vaporizzata in precedenza e, in fasedi montaggio tutta la questione di mascheratura diviene estremamente com-plessa per arrivare ad un'immagine priva di giunture visibili o comunque congocce coincidenti. Quindi perch complicarsi la vita se seguendo un flusso dilavoro corretto tutte le problematiche vengono eliminate automaticamente?

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    Da che parte iniziare?Il soggetto non era in grado di stare in quella posizione senza un supporto e,tale supporto doveva essere anche abbastanza stabile per via della funzione diautospegnimento della macchina (non escludibile) che quindi prevedeva la suariaccensione ogni 5 minuti.

    Alla fine abbiamo optato per un supporto di "fortuna" derivato da un porta-biglietti da scrivania in gomma antiscivolo.

    Adesso sappiamo come sostenere il soggetto ma da quale foto/set iniziare perarrivare all'immagine finale?

    Di seguito vengono descritte le procedure seguite:- Analisi del soggetto- Prefissarsi l'immagine finale e relativa scaletta delle procedure da seguire per

    arrivarci- Realizzazione del primo set- Fase di ripresa (uno scatto del solo fondo ed uno con il soggetto per

    recuperarne il riflesso)- Realizzazione del secondo set (senza spostare il soggetto)- Fase di ripresa (vari scatti per mettere in evidenza tutti i particolari del soggetto)- Sviluppo di tutti i file Raw ottenuti dalla fotocamera- Eliminazione di imperfezioni da tutte le immagini ottenute dopo la conversione- Montaggio

    - Regolazioni fini sul file finale (livelli - curve - regolazioni cromatiche ecc..)Un flusso di lavoro di questo genere ha permesso di arrivare al file finale senzaintoppi ma fermiamoci a riflettere su cosa sarebbe potuto succedere se tale sca-letta fosse stata stesa in maniera non corretta.Le foto nella pagina a fianco mostrano la sequenza dei primi due scatti:Foto1: solo il fondo con goccioline vaporizzateFoto2:recupero riflesso (non sposteremo pi il soggetto fino a fine sessionecos le foto coincideranno nella fase di montaggio)

    Cos facendo abbiamo visto che tutti gli scatti successivi coincideranno in fasedi montaggio perch il soggetto non verr pi spostato e, il rialzo verr sostitui-to con le goccioline grazie alla parte di fondo ripresa dal primo scatto.

    Se fosse stato invertito l'ordine di scatto ovvero prima la foto del riflesso e poiquella del fondo, come sarebbero potute coincidere le foto successive?Bisognerebbe rimettere il soggetto nella stessa identica posizione e questo impossibile.E se le foto del fondo le si fa per ultime? Fattibile come ipotesi ma allora sisarebbero vaporizzare le goccioline con la macchina gi in posizione e, quan-do la si toglie per fare la foto al solo fondo cosa succede?Che sotto al rialzo le goccioline non ci sono e quindi cosa ce ne facciamo di unfondo con la parte che ci serve recuperare priva di gocce? Niente!

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    un'immagine finale scadente. Al contrario uno scatto ben riuscito in fase diripresa e con una buona conversione pu portare ad un'immagine finale tecni-camente perfetta. Col digitale possiamo affermare che la manipolazione delleimmagini entrata come passaggio fisso nel nostro flusso di lavoro ma checomunque sessione di shotting/post-produzione devono viaggiare sulla stessalunghezza d'onda e non essere considerati come elementi separati.Se si pianifica tutto a priori (vedi capitolo "il flusso di lavoro") allora si arriveral risultato finale senza problemi e, con una post-produzione mirata le possibili-t di fare "abuso" di questa tecnica saranno molto limitate.insomma bisognaagire con cognizione di causa e sapere sempre quello che si sta facendo senza

    perdere mai di vista il risultato finale che ci eravamo prefissati!

    Abbiamo visto quindi che la fase relativa alla post-produzione molto soggetti-va e varia anche a seconda del software usato. Per questi motivi mi limito aprendere in esame brevemente solo 3 funzioni (di photoshop) molto utili incampo di Still-Life ma che spesso vengono appena accennate o a volte del tuttotrascurate sui manuali che si trovano in commercio.

    [ SE VOLETE APPROFONDIRE TALI ARGOMENTI POSSO CONSIGLIARVI DI EVITARE L'ACQUISTO DI MANUALICHE TRATTANO UNA PANORAMICA GLOBALE DEL PROGRAMMA MA SCEGLIERE UN TESTO PI "EVOLUTO"CHE SPIEGA IN DETTAGLIO LE FUNZIONI SOTTO CITATE]

    MASCHERE DI LIVELLO LIVELLI DI REGOLAZIONE METODI DI FUSIONE

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    | LA POST-PRODUZIONE |

    Per post-produzione si intende la "manipolazione" delle foto che segue la fasedi ripresa. Prima di entrare nello specifico bene fare chiarezza sull'uso eabuso di questa tecnica perch con l'avvento del digitale si creata molta con-fusione in merito.

    Per schematizzare possiamo fare dei paragoni tra i formati di file odierni e icorrispettivi dell'analogico:File Raw = Negativo, Diapositiva o qualunque altro supporto che

    richiedeva uno sviluppoFile Jpg - Tiff = Polaroid

    In generale possiamo differenziare i vari programmi di elaborazione digitale indue macro-categorie:

    - Softwaredisviluppo/conversionedeifileRawdellefotocamere:- Capture NX- Lightroom- CameraRaw- Ecc

    - Softwaredimanipolazione veraepropriadeifileprecedentemente sviluppati/convertiti- Photoshop- PhotoPaint- Ecc

    Questultimi entrano a far parte del nostro workflow quando uno scatto dopoessere stato "sviluppato" necessita di ulteriori modifiche come ad esempio l'eli-minazione di imperfezioni, il montaggio di pi scatti ecc..Qui, al contrario dei precedenti software, la linea di confine tra realt e finzio-ne diventa molto pi sottile; facile farsi prendere la mano e lasciare nel filefinale tracce visibili della post-produzione attuata, inserire elementi non consonialla scena, realizzare palesi fotomontaggi ecc.... Se questo avviene allora sipu parlare di "abuso" o comunque post-produzione errata.

    Praticamente come gi spiegato all'inizio del volume, lo still-life un'interpreta-zione della realt a volte costruita per essere migliore e, la post-produzione civiene in aiuto per raggiungere questo scopo ma non pu essere lei a creare dasola una buona fotografia.Possiamo estremizzare dicendo che 10 fotografie scadenti montate insiemedopo ore ed ore di post-produzione "pesante" porteranno come risultato

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    MascherediLivello:Ormai tutti conosciamo le funzionalit offerte dalla palette Livelli ovvero la pos-sibilit di gestire separatamente pi elementi nello stesso file. Ogni livello con-terr quindi un elemento (testo, immagini bitmap o immagini vettoriali) chepotr essere spostato, modificato, cancellato senza che tali modifiche influisca-no sugli elementi presenti negli altri livelli. Premendo il tasto evidenziato nell'im-magine a pagina 43 si crea sul livello attivo una "maschera di livello" di colorebianco. A prima vista non succede nulla proprio perch la maschera applicatarende il livello corrente visibile al 100% e quindi di per s non aggiunge o sot-trae niente al file finale. La cosa pi importante da ricordare che per modifi-

    care la maschera di livello necessario selezionarla cliccandoci sopra e nonselezionare il livello a cui collegata tale maschera (in caso contrario le modifi-che saranno applicate al livello e non alla sua maschera!).Quando si modifica una maschera di livello bisogna sapere che non esistono"colori" ma bens solo sfumature di grigio: il bianco rende visibile il livello a cui applicata la maschera, il nero lo nasconde, un grigio al 50% lo rende visibileappunto con un opacit del 50% e cos viaPrendiamo adesso un pennello e scegliamo il colore nero, clicchiamo sullamaschera di livello e cominciamo a pitturare di nero; cosa succede?Praticamente dove noi andiamo a pitturare si rende visibile il livello sottostante.Ma che fine fa la parte del livello corrente che non vediamo pi?Semplicemente viene nascosta!

    Questa la potenzialit delle maschere di livello cio rendere visibili pi omeno parti di un determinato livello senza per cancellare in maniera definitivale parti nascoste cos da poter sempre ripristinare le operazioni che abbiamofatto e senza perdere alcun dato da nessun livello.

    VEDIAMO COME UTILIZZARE LE MASCHERE DI LIVELLO IN STILL-LIFE COMPOSITI (IN QUESTO CASO DA DUESCATTI):- SI APRE IN PHOTOSHOP LIMMAGINE DI BASE OVVERO QUELLA SU CUI SI ANDRANNO A MONTARE I

    SUCCESSIVI SCATTI (FIGURA 1)- SI APRE LIMMAGINE DI RECUPERO DEL BECCUCCIO E LA SI INCOLLA SU UN NUOVO LIVELLO

    NELLIMMAGINE BASE (FIGURA 2: QUESTIMMAGINE DA SOLA SAREBBE INUTILIZZABILE PERCH ILPANNELLO RIFLETTENTE COPRE PARTE DEL SOGGETTO!)

    - SI CREA SU QUESTO LIVELLO UNA MASCHERA DI LIVELLO- SI COLORA DI NERO LA MASCHERA IN MODO DA NASCONDERE TUTTO IL SUO CONTENUTO- SI SCEGLIE UN PENNELLO MORBIDO E SELEZIONANDO IL COLORE BIANCO SI COMINCIA A DIPINGERE

    SULLA ZONA DEL BECCUCCIO DA FAR EMERGERE (FIGURA 3)- IL RISULTATO SAR COME MOSTRATO NELLA FIGURA 4 OVVERO LIMMAGINE BASE MA CON IL BECCUCCIO

    BEN ILLUMINATO SENZA CHE IL PANNELLO RIFLETTENTE SIA VISIBILE NELLA NOSTRA IMMAGINE!

    FIGURA 1: sopraFIGURA 2: sopra a destraFIGURA 3: sottoFIGURA 4: sotto a destra

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    LivellidiRegolazione:come possiamo vedere dall'immagine presente a pagina 43 anche i livelli diregolazione sono facilmente raggiungibili da un pulsante della palette "livelli".Si potr notare che tutte le modifiche applicabili sono una ripetizione di quelleche possiamo trovare sotto la voce del men "immagine >> regolazioni"; maallora che differenza c' tra una e l'altra?Praticamente se noi applichiamo una modica all'immagine (o ad un livello del-l'immagine) tale modifica sar permanente e non potremmo pi tornare indie-tro una volta chiuso e riaperto il file. Al contrario applicando dei livelli di rego-lazione si inserisco dei veri e propri "livelli" e quindi tutte le modifiche effettuate

    con questi strumenti sono del tutto reversibili e modificabili col tempo (a pattodi salvare il file con i livelli separati!).Inoltre vi la possibilit di creare a questi livelli le maschere oppure di modifi-carne l'opacit, di sceglierne il metodo di fusioneinsomma sono molto piversatili ed il "peso" che aggiungono al file finale relativamente irrisorio aconfronto di creare sempre "copie" di un livello da modificare!Poniamo il caso che durante la lavorazione di una foto ci venga richiesto dialterarne i colori per avere una dominante fredda sull'intera immagine. Se noiusiamo dei livelli di regolazione l'effetto "freddo" potr essere in futuro cancella-to, modificato, potr essere applicato solo su determinate zone (ad esempiosolo sui riflessi in basso) ecc senza mai andare a toccare l'immagine originale!

    A LATO: UNA SCHERMATA DELLA PALETTE LIVELLI DIPHOTOSHOP CHE MOSTRA IL LIVELLO DI REGOLAZIONEBILANCIAMENTO COLORE USATO PER ARRIVAREALLIMMAGINE FINALE MOSTRATA NELLA PAGINA A

    FIANCO

    Bisogna ricordare che ogni modifica fatta in post-produzione porta ad undegrado pi o meno evidente sulla foto finale e, avere a disposizione strumentiche modificano l'aspetto di una foto senza per alterare l'originale un grandevantaggio perch appunto in futuro tali modifiche potranno essere "rivalutate"senza dover per forza ripost-produrre l'intera foto da zero.

    All'inizio pu sembrare un procedimento pi lungo che non andando ad agiredirettamente sul livello selezionato ma, una volta presa conoscenza con le loropotenzialit, questi strumenti saranno considerati "d'obbligo" all'interno delnostro flusso di lavoro.

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    MetodidiFusione:Il metodo di fusione praticamente si basa su dei calcoli matematici fra il livelloselezionato e quelli sottostanti per modificare l'aspetto finale del file composito.

    Analizzarli tutti sarebbe impossibile per via delle innumerevoli varianti che sipossono venire a creare a seconda dei livelli da fondere!Queste funzionalit per sono molto importanti perch possono tornarci utiligi in fase di ripresa realizzando scatti dedicati apposta per essere "fusi" inmodo da ottenere il risultato che ci eravamo preposti.

    Analizziamo per esempio il metodo "moltiplica":spesso quando si realizzano Still-Life composti da pi scatti uno di questi sar

    dedicato all'ombra del soggetto per deciderne la diffusione, la direzione, la lun-ghezza ecc Bene, quasi sempre lo scatto per l'ombra viene realizzato appog-giando il soggetto su un fondo bianco anche se il fondo della foto era di tutt'al-tro colore; perch?Tale scatto non realizzato a caso ma bens tenendo conto della post-produzio-ne che si dovr fare successivamente per arrivare all'immagine composita e, sesi fotografa l'ombra su un fondo bianco e si user il metodo di fusione moltipli-ca tale fondo diventer trasparente lasciando visibile appunto solo l'ombra delsoggetto sul fondo originale della foto!

    CERCHIAMO DI SPIEGARE QUESTO CONCETTO CON DELLE IMMAGINI:

    FOTO 1: IMMAGINE CHE MOSTRA UN FILE COMPOSITO DI 12 SCATTI. LO SCATTO IRREALE E SEMBRA UNPALESE FOTOMONTAGGIO PROPRIO PER VIA DEL FATTO CHE IL SOGGETTO PRIVO DELLA SUA OMBRA.

    FOTO 2: IN FASE DI RIPRESA SI ERA FATTO UNO SCATTO APPOSTA PER LOMBRA POSIZIONANDO IL SOGGET-TO SU UN PIANO DI APPOGGIO BIANCO.

    FOTO 3: SI REGOLANO I LIVELLI PER AVERE IL BIANCO DEL PIANO DI APPOGGIO BRUCIATO, SI COPIA LAFOTO NEL FILE COMPOSITO VISTO NELLA FOTO 1. SI IMPOSTA IL METODO DI FUSIONE MOLTIPLICA, SIAPPLICA UNA MASCHERA DI LIVELLO DI COLORE NERO PER NASCONDERE TUTTO IL CONTENUTO DEL LIVEL-LO STESSO. CON UN PENNELLO BIANCO MORBIDO PITTURIAMO SULLA MASCHERA DI LIVELLO PER FAREMERGERE SOLO LA PARTE RELATIVA ALLOMBRA.

    FOTO 4: QUESTA LA VERSIONE DEFINITIVA DOPO AVER MONTATO ANCHE LOMBRA REALE SUL SOGGET-TO. LA FOTO ACQUISTA MOLTA PI CREDIBILIT E PERDE LEFFETTO DI PALESE FOTOMONTAGGIO CHE ERAPRESENTE NELLA FOTO 1.

    FIGURA 1: sopraFIGURA 2: sopra a destraFIGURA 3: sottoFIGURA 4: sotto a destra

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    | LO STILL-LIFE NELLA PRATICA |

    Abbiamo analizzato nei capitoli precedenti tutto ci che serve sapere per inizia-re a realizzare foto di Still-Life. Vediamo insieme qualche esempio pratico ana-lizzando tutti i passaggi necessari per arrivare all'immagine finale:

    >>FASHIONSHOESQuesta immagine il risultato di un solo scatto e l'impatto finale che dovrebbe

    attirare l'attenzione dello spettatore stato costruito quindi in fase di ripresagrazie ad un set allestito ad hoc. La scelta di usare un fondo scuro come il sog-getto non stata causale ma bens l'intera immagine si basa proprio sul fatto diriuscire a fare emergere, grazie ad un'illuminazione adeguata, il soggetto prin-cipale dal fondo. Inoltre stato inserito anche un gioco di colori sullo sfondo(che non contamina i colori reali del soggetto) per riprodurre ancora di pi ilconcetto di "femminilit" del soggetto.Il set era cos composto:- velluto nero di fondo- flash a slitta puntato sullo sfondo con gelatina colorata fucsia- lastra di vetro sorretta da due supporti a circa 2 metri dal fondo- luce a destra diffusa da un polionda e bandierata con cartoncino nero

    - luce a sinistra diffusa da un polionda e bandierata con cartoncino nero- fotocamera su trepiede con flash a slitta montato

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    ad eliminare la retroilluminazione ed anche il diffusore laterale per avere unaluce pi dura e creare di conseguenza un ombra pi delineata. E' stato lasciatoinvece il polistirolo a sinistra per sfumare l'ombra man mano che questa siallontanava dalla base del soggetto.

    SOTTO: LIMMAGINE DERIVATA DAL SECONDO SET DA CUI RECUPEREREMO IN POST-PRODUZIONE SOLOLOMBRA DEL SOGGETTO.

    Una volta eseguito anche lo scatto per lombra si passa alla post-produzione perfondere le tre foto mettendo in pratica quanto scritto nel capitolo dedicatoappunto allelaborazione delle immagini ovvero: maschere di livello, metodi difusione e livelli di regolazione.Come ultimo passaggio si fatto un leggero crop sul file finale.

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    Da notare che il fondo di quest'immagine non uniforme ma bens a unacadenza di luce verso i bordi ottenuta grazie alla retroilluminazione effettuatacon un flash a slitta posto vicino al diffusore. Essendo il bicchiere rialzato dalpiano di appoggio si era creato il problema di ricostruire la parte di fondonascosta da tale rialzo. Usare il timbro clone o simili in post-produzione?Possibile ma molto laborosio come lavoro proprio per via della sfumatura circo-lare che caratterizza il fondo originale. Alla fine si optato per due scatti dafondere insieme: il primo che ritrae il soggetto vero e proprio mentre il secondo stato effettuato togliendo il soggetto dall'inquadratura e fotografando con lemedesime impostazioni il solo fondo. In questa maniera sovrapponendo le due

    immagini, in post-produzione stato facile recuperare il fondo nascosto dalrialzo con la sfumatura di luce che realmente si sarebbe vista dietro a tale rialzo.

    SOTTO: I DUE SCATTI OTTENUTI DAL PRIMO SET

    Una volta ottenuti i due scatti per ritrarre il soggetto bisogna per realizzarne unterzo dedicato all'ombra altrimenti sembrer che il nostro bicchiere di vino fluttuinell'aria con il palese effetto di un semplice fotomontaggio Si riposizionato ilbicchiere di vino pi o meno nella posizione precedente ma questa volta appog-giato sul piano di appoggio (cartoncino bianco) e si abbassato il punto diripresa tanto quanto era l'altezza del supporto. Successivamente si provveduto

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    >> EQUILIBRIOTECNOLOGICOQuest'immagine nasce come ipotetica pagina pubblicitaria e, in questi casi,bisogna tenere conto oltre che del risultato finale della foto anche degli spaziche ci devono essere per inserire testi, loghi, titoli, trafiletti e quant'altro.Il risultato finale doveva avere queste caratteristiche:1) descrittiva del prodotto2) dinamica3) fresca4) hi-tech

    Per iniziare si montato il primo set su cui sono state eseguite due foto; unaper il fondo da recuperare ed una per il riflesso (per vedere le immagini risul-tanti da questo set fare riferimento a pagina 41).Il set era cos composto:- fotocamera su trepiedi- lastra di alluminio come piano di appoggio- luce alle spalle del soggetto- carta da lucido usata come dif fusore

    Per aumentare la sensazione di freschezza e di tecnologia, una volta mon-tato il primo set si provveduto a vaporizzare delle goccioline dacqua sulpiano di appoggio e a starare appositamente il bilanciamento del bianco perottenere una dominante di colore fredda nelle immagini

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    | RINGRAZIAMENTI |

    Volevo concludere il seguente documento ringraziando coloro che mi hannosempre appoggiato nelle mie scelte, che mi hanno invogliato a migliorare gior-no dopo giorno e che mi hanno supportato in quella che la mia passione perla fotografia in generale e non solo quella di Still-Life.In particolar modo un sentito grazie a:

    LudovicoFoss:professionista del settore la cui fama ormai lo precede. A luiun grazie per i consigli ma soprattutto per la disponibilit e per il tempo che mi

    ha dedicato fino ad oggi.

    AndreaCorbellini:fotografo professionista del milanese, a lui un grazie per tuttii pomeriggi passati insieme nel suo studio per commentare le mie foto o sem-plicemente per bere un caff parlando del pi e del meno.

    SabrinaGallina: la mia ragazza che mi sopporta quando passiamo i pomeriggiin casa per realizzare nuovi Still-Life e per essere stata in passato la pannelli-na ovvero colei che teneva in mano i pannelli riflettenti quando ancora nonavevo un supporto adeguato per tali accessori.

    KatiaNadalin: mia sorella per lasciarmi smontare lintero salotto di casa quan-do devo trasformarlo nel mio studio fotografico e per essere la filtrina ovverocolei laquale mi passa tutti i filtri necessari durante le mie sedute in outdoor.

    LamiaFamiglia:per non avermi mai fatto mancare niente e per la pazienzache hanno nellascoltarmi quando descrivo loro il perch dei miei scatti e tuttele procedure necessarie per arrivare al file definitivo.

    Nital&relativoStaffWeb:per lo spazio gratuito che mette a disposizione deisuoi utenti per un confronto diretto ma pur sempre controllato da Moderatoriimparziali e preparati.

    UtentidelForumNital: con i quali possibile scambiarsi idee, opinioni, tecni-che per migliorarsi professionalmente o semplicemente spendere due parole tra

    amici.

    TuttiVoi...che siete arrivati a leggere fino a qua!

    Un saluto

    Carlo Nadalin