MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA Anno Accademico 2010/2011...
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MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA
Anno Accademico 2010/2011
Docente Patrizia [email protected]
LEZIONE 10:
• Siti e Parchi archeologici
• dal riconoscimento, alla tutela,
alla valorizzazione:
un esempio concreto
Comune di RomaSovraintendenza ai Beni Culturali
Breve storia
All'inizio degli anni
Venti, quando
doveva essere
individuato uno
spazio da destinare
ad aeroporto, la
scelta cadde sul
pianoro di
Centocelle, dove
venne realizzato il
primo aeroporto
d'Italia intitolato poi
a “Francesco
Baracca”.
ANNI ’60: IL
SISTEMA
DIREZIONALE
ORIENTALE
VINCOLO DEL 1992
Torre Spaccata
Centocelle ex aeroporto
1995-2000
PROGETTO DI INDAGINI ARCHEOLOGICHE
PRELIMINARI ALLA REALIZZAZIONE DEL
SISTEMA DIREZIONALE ORIENTALE
Gruppo di progettazione:
Piero Giusberti
Giovanni Caruso
Patrizia Gioia
Rita Volpe
VILLA
DELLA PISCINA
NECROPOLI
VILLA
cd. AD DUAS LAUROS
DEPOSITO
REPUBBLICANO
VILLA
DELLE TERME
DEPOSITO
CULTUALEVILLA
DI VIA LIZZANI
VILLA
DI VIA SOMMARIVA
VILLA
A 204
SITO
MEDIOEVALE
SITO
ENEOLITICO –
BRONZO ANTICOVILLA
DEL CASALE
STRUTTURE E SEPOLTURA
DI ETA’ REPUBBLICANA
Centocelle e
Torre Spaccata:
Le scoperte
PRESENZE AECHEOLOGICHE
A CENTOCELLE
1996: IL PARCO
I numerosi
ritrovamenti
effettuati hanno
confermato
l’importanza
storica dei luoghi,
affermata dal
vincolo
archeologico
apposto nel 1992.
Come
conseguenza il
Comune di Roma
bandì nel 1996 un
concorso
internazionale di
idee, per la
progettazione di
un grande parco di
circa 120 ettari.
1996
Il concorso, denominato
“100 Idee per Centocelle”,
vide la presentazione di 144
progetti da parte di studi di
tutto il mondo. Vincitore del
concorso, concluso nel
luglio del 1997, è risultato il
progetto “Centocelle
Forest”, redatto dallo studio
dell'architetto inglese Mark
M. Ruthven.
Il Progetto vincitore
Progetto vincitore di M. Ruthven
1999:
Campo nomadi di Via Casilina 700, accanto
agli scavi in corso della Villa della Piscina,
sgomberato nel 1999
Villa della PiscinaVilla c.d. “ad duas lauros”
Recinzione area militare
1999 - 2000:
IL PARCO:
LE PRIME
REALIZZAZIONI La recinzione del Parco
IL PARCO:
LE PRIME
REALIZZAZIONIVilla della Piscina
Villa c.d. “ad duas lauros”
Le recinzioni delle aree archeologiche
LE RECINZIONI
DELLE AREE
ARCHEOLOGICHE
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V I LLA
DELLA
PISCINA
2001
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PISCINA
2001
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V I LLA DELLA PISCINA2001
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OV I LLA DELLA PISCINA
2006
settembre
Nell’aprile 2004 il Servizio Giardini del Comune di Roma ha
iniziato i lavori sui primi 35 ettari del Parco di Centocelle,
realizzando operazioni di bonifica e drenaggio, reti fognarie,
irrigazioni, sentieri, sistemazione a verde, collocazione di panchine e
recinzione.
Il parco è stato inaugurato nel settembre del 2006
VERSO IL PARCO DI CENTOCELLE…
2006
settembre: inaugurazione di 33 ha di
parco
2006-2007
il parco viene frequentato
Piano particolareggiato del Parco
2006
Piano
Particolareggiato
del Parco di
Centocelle (Con
del. Del G.R.L. n°
676 del
20/10/2006)
2007:La valorizzazione delle ville di Centocelle viene
finanziata con la rimodulazione dei programmi per
Roma Capitale con 2.300.000 Euro (di cui 200.000
per l’anno 2008 e 2.100.000 per l’anno 2009). La
rimodulazione è richiesta in Consiglio Comunale
dai cittadini e dalle associazioni dei Municipi VI,
VII, VIII, X.
Lo stesso programma prevede il finanziamento di un
nuovo stralcio di Parco da parte de Servizio Giardini
(3 milioni di Euro circa).
2008 nuovo PRG
Parco di Centocelle
2008 settembre: il parco chiude. La guardiania notturna
era stata sospesa nel 2007 per mancanza di fondi
Stato delle recinzioni delle aree archeologiche
I pannelli didattici
2009l’11 Novembre viene
sgomberato il Campo
nomadi di Via Casilina
700 da poco risorto
sui luoghi del vecchio,
sempre nell’area
destinata a Parco
2009/10Il Municipio VII ha concluso il 15 dicembre i lavori di ripristino dei
danneggiamenti della parte di Parco realizzata nel 2006;
È in svolgimento in questi giorni lo sgombero, preannunciato, del
Campo nomadi di Via Casilina 900, la cui presenza nell’area del Parco
costituiva un serio problema per il proseguimento di qualsiasi lavoro
nell’area;
Con delibera del Consiglio Comunale n° 118 del 17 dicembre 2009,
riguardante le “Modifiche ed integrazioni al programma degli interventi
per Roma Capitale”, i progetti (verde e archeologia) sono stati
definanziati per un importo di oltre 5 milioni di Euro
MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA Anno Accademico 2010/2011
Docente Patrizia [email protected]
LEZIONE 10:
• L’archeologia sperimentale
come strumento di
comunicazione e valorizzazione
dei beni archeologici
Fasi costruttive di una capanna. Da Fidene. Una casa dell'Età del ferro, Roma 1999, p.22
John Coles, Archeologia sperimentale, Longanesi, Milano1973.
Cos'è l'Archeologia Sperimentale?
John Coles è uno degli esponenti di quella che in Inghilterra chiamano "archeologia sporca", in contrapposizione all'"archeologia pulita" classica, greco-romana, di impostazione storico-artistica. In questo libro illustra la tradizione di ricerca anglosassone, ancorata allo scavo preistorico e romano-britannico, nella quale l'acquisizione e la verifica del dato hanno importanza capitale per la ricostruzione di un passato privo di fonti scritte. Ma che cos'è l'"archeologia sperimentale"? È il tentativo di riprodurre attraverso gli esperimenti, nelle condizioni materiali e organizzative più vicine possibili a quelle antiche, strumenti, oggetti, edifici, e di riprodurre anche le circostanze nelle quali gli stessi beni si sono degradati o distrutti. L'incendio di una capanna preistorica ricostruita in Danimarca è uno degli esempi più spettacolari; la costruzione e il viaggio del Kon-Tiki è uno dei più noti. Tali esperimenti sono essenziali per comprendere lo sforzo dell'uomo primitivo alla ricerca della sopravvivenza, nel suo impatto con l'ambiente e nelle sue esigenze di trasformare tale ambiente. La realizzazione del più modesto degli utensili costa fatica, tempo, ingegno: l'innalzamento e la posa delle pietre di Stonehenge o dell'isola di Pasqua possono farci meravigliare; conoscere gli strumenti e i metodi con i quali tali pietre venivano tagliate nelle miniere, lavorate, trasportate ci fa riflettere profondamente sulla vita, l'impegno e la cultura delle genti primitive.
L'archeologia sperimentale è dunque una disciplina, complementare all'archeologia tradizionale, che indaga sulle tecnologie dell'uomo del passato avvalendosi del metodo sperimentale Galileiano:
• Osservazione del fenomeno
• Riproduzione dello stesso
• Studio delle leggi che lo governano.
1Studio ed analisi di: reperti archeologici, aspetti socio-economici e habitat relativi alla cultura in esame (osservazione del fenomeno).
Nella pratica dell’Archeologia Sperimentale questo significa:
2Ricostruzione delle opere materiali del passato, adottando le antiche tecniche e, a costruzione ultimata, esecuzione di prove di utilizzazione condotte nel modo e per gli scopi per cui fu realizzato l’oggetto in studio (riproduzione del fenomeno).
3
Rilevazione, analisi ed elaborazione di tutti i dati oggettivi e soggettivi emersi durante l'intero processo di ricostruzione e di utilizzazione (studio delle leggi che governano il fenomeno).
Il percorso illustrato, al di là delle difficoltà insite nel metodo stesso, parrebbe non presentare grandi problematiche od incertezze; però nella realtà applicativa queste sono molte e diffuse. Spesso, per i reperti oggetto di studio, non sono chiare le tecnologie e/o le metodologie impiegate nella realizzazione, o la funzione a cui erano destinati, o quali erano o dovevano essere le caratteristiche delle materie prime impiegate, o ancora non si conoscono quali e quanti erano gli utensili necessari ed utilizzati per la costruzione. Per superare queste difficoltà, è necessario formulare delle "ipotesi", che saranno sottoposte a verifica sperimentale e non potranno essere astratte fantasie ma supposizioni logiche e coerenti con la materia in studio.
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Quale ultimo atto, sarà attuato uno studio comparato sulle "tracce" di qualsiasi origine - lasciate o dalle metodologie o dagli strumenti utilizzati nella costruzione o dall'usura - presenti sul reperto e sulle "tracce" dell'oggetto sperimentalmente ricostruito.
L’analogia delle tracce confermerà (o no) con ragionevole certezza la rispondenza della sperimentazione condotta utilizzando, quale metodo complementare, il metodo deduttivo.
Si può affermare che attraverso un’accurata analisi tecnologica dei reperti archeologici e una rigorosa riproduzione sperimentale dei reperti è possibile ricostruire, un percorso tecnologico, rigorosamente scientifico, che consenta di analizzare e valutare oltre alle tecnologiestesse, tempi e difficoltà di costruzione, funzionalità, efficacia e durata del manufatti; efficienza delle materie prime impiegate.
L’Archeologia Sperimentale è una disciplina rigorosamente scientifica, condotta in stretta collaborazione tra:Archeologo ed ArcheologoSperimentalista.
La struttura della ricerca sperimentale si compone di un insieme articolato di fasi che costituiscono uno schema complesso ordinato in una successione di "passi"; non tutte le fasi sono pertinenza dell'Archeologia Sperimentale, ma, a seconda della disciplina, sono di competenza dell'Archeologo, del Paleontologo, dell'Archeologo Sperimentalista, del Geologo ecc. ecc.. Il macro schema indicato, implica necessariamente un "lavoro di gruppo" cioè l'aggregazione interattiva di più conoscenze volta al raggiungimento di un unico obiettivo. Il lavoro di gruppo, svolto in piena ed ampia collaborazione è sicuramente - senza tema di smentita - fra tutte le forma di operare, quella che da i migliori risultati.E’ doveroso ricordare come l'Archeologia Sperimentale sia in grado di fornire delle "risposte" molto importanti a quesiti ed ipotesi dell'Archeologia tradizionale, non avendo la presunzione dogmatica che queste possano essere le uniche possibili.
L'Archeologia Sperimentale, uno dei settori più recenti dello studio delle culture materiali del passato, è diventata presto oggetto di numerosi ed articolati interessi, ma anche di fraintendimenti: riprodurre e restituire alla loro dimensione operativa le tracce archeologiche è oggi un mezzo essenziale di verifica per gran parte delle ipotesi formulate sulle tecnologie antiche, ma, nel contempo, la capacità di ricostruire quelli che altrimenti si presentano come relitti del passato stimola curiosità in più direzioni, anche di là dai confini della ricerca archeologica.
Questa disciplina nasce, in ambiente anglosassone, per dare la possibilità ad alcuni archeologi di sottoporre a verifica le loro ipotesi spesso contrastanti con le etichette ergonomiche attribuite agli antichi manufatti. L’avvio dell’Archeologia Sperimentale è segnato, simbolicamente, da quando, nei primi decenni del XIX secolo, nelle isole britanniche, furono ritrovati dei corni di bronzo e questi, una volta ripuliti, furono suonati emettendo suoni udibili ad oltre 10 Km. di distanza.
Nella seconda metà del XX secolo si affermano, in diverse nazioni nord europee, diversi gruppi di ricerca sperimentale, fra tutti ricordiamo quello che diventerà uno dei riferimenti per il settore: il Centro di Ricerca Sperimentale di Lejre(Danimarca).
Come in ogni attività umana anche per l'Archeologia Sperimentale esiste un lato oscuro, rappresentato dalle "false sperimentazioni" o dalla "falsa archeologia sperimentale"; cioè la produzione di: oggetti, utensili o strutture, realizzati senza il rispetto del rigore scientifico e delle norme che regolano l'Archeologia Sperimentale.
Queste “inadempienze” portano alla realizzazione di simulazioni che, nella migliore delle ipotesi, saranno similari al modello archeologico esclusivamente nell’aspetto esteriore.Questi falsi, spacciati come riproduzioni sperimentali, non portano alcun contributo allo studio dell'Archeologia e concorrono unicamente a creare discredito e ad
inquinare le conoscenze raggiunte.
In futuro infatti potrà essere impossibile distinguere un oggetto falso da uno vero, qualora gli oggetti non siano associati ad un contesto archeologico
L’archeologia Sperimentale, che è prima di tutto un metodo di indagine scientifica, basata su principi osservativi e metodi di ricerca replicabili, è anche una potente forma di museologia: allestire ricostruzioni sul passato e far rivivere scenari tangibili permette una più facile comprensione dei contesti archeologici, un modo affascinante per valorizzare e rendere fruibile il nostro Patrimonio. Infine è didattica e pedagogia dell'archeologia, un mezzo potenzialmente formidabile grazie al suo aspetto spettacolare che rapidamente attecchisce, stimola e desta interesse, soprattutto tra i giovani.
Il potenziale divulgativo dell’archeologia sperimentale
Comunicazione
Comunicare significa mettere in comune il proprio sapere, cioè trasmetterlo mettendosiin relazione con gli altri e quindi effettuare un trasferimento di informazioni.
“Qualcuno comunica qualcosa a qualcun altro”
La tendenza della comunicazione oggi è sempre meno indirizzata all’uso della sola parola scritta.
La comunicazione visiva e quella che coinvolge anche altri sensi è fondamentale
La grande potenzialità comunicativa dell'Archeologia Sperimentale è racchiusa nelle dimostrazioni pratiche (sperimentazioni dedicate alla divulgazione) che, contenendo elementi di immediatezza, semplicità, linearità e completezza di contenuti permettono una facile e rapida comprensione da parte di chi osserva.
L'interesse creatosi intorno all’aspetto divulgativo, ha dato origine a centri che si collocano in posizione intermedia tra la ricerca e la divulgazione, basandosi quasi esclusivamente sulla didattica; senza sminuire la validità di queste attività, occorre ribadire che l'Archeologia Sperimentale e una disciplina fondata su precise regole e norme di carattere scientifico.
La riproduzione delle terramare di Montale (MO)
Come abbiamo visto, grande è l’esperienza in questa direzione soprattutto nei parchi archeologici francesi e nordeuropei, ma ora anche in Italia cominciano a nascere i primi esempi concreti, disegnando così u n a n u o v a d i m e n s i o n e n e l c o m u n i c a r e i c o n t e n u t i d e l l ’a r c h e o l o g i a .
Casa protostorica di Fidene (Roma): ricostruzione
•Lo scavo archeologico•le tecnologie del fuoco•La scheggiatura della pietra•L’utilizzo delle armi da caccia•La macellazione della carne•La levigatura della pietra Lavorazione
dell’osso e del corno •Ceramica•Fusione e lavorazione dei metalli•Riproduzioni artistiche •Il cordame•Tecniche costruttive•Giochi•Tessitura•Affresco•Mosaico•Stucco
I campi applicativi sono vastissimi e vari tipi di laboratorio possone essere realizzati:
•Lo scavo archeologico
•le tecnologie del fuoco
•La scheggiatura della pietra
•Armi da caccia
•Macellazione della carne
•La levigatura della pietra •Lavorazione dell’osso e del corno
Ceramica
•Fusione e lavorazione dei metalli
•Riproduzioni artistiche
Il cordame
•Tecniche costruttive
Tessitura •Giochi
•Affresco•Mosaico•Stucco
MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA Anno Accademico 2010/2011
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LEZIONE 10:
• L’archeologia sperimentale
come strumento di
comunicazione e valorizzazione
dei beni archeologici