Moneta Complementare - Massimo Amato & Luca Fantacci

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Come istituire una Moneta Complementare.

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  • Tutti i diritti riservati 2013, Pearson Italia, Milano-Torino

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  • Massimo Amato docente di Storiaeconomica e del pensiero economicoallUniversit Bocconi. autore di diversemonografie sul tema della moneta, delpensiero monetario e della riformamonetaria, tra cui Le radici di una fede, Perun storia del rapporto fra moneta e creditoi n Occidente (Bruno Mondadori, 2008) eLenigma della moneta e liniziodelleconomia (et al. Edizioni, 2010). Haredatto larticolo conomie per ilDictionnaire Heidegger (ditions du CERF,2013). Ha scritto, assieme a Luca Fantacci,due saggi sulla crisi in corso: Fine dellafinanza (Donzelli, 2009) e Salvare ilmercato dal capitalismo (Donzelli, 2012).

  • Con Fantacci collabora alla promozione disistemi di moneta complementare e finanzalocale.

    Luca Fantacci docente di Scenarieconomici internazionali e di Storia dellecrisi finanziarie allUniversit Bocconi. autore di una monografia sulla storia dellamoneta e del pensiero del denaro: Lamoneta. Storia di unistituzione mancata(Marsilio, 2005). Studioso del pensiero diKeynes, ne ha curato recentemente dueraccolte di scritti: Risparmio e investimento(Donzelli, 2010) e Eutopia. Proposte peruna moneta internazionale (et al. Edizioni,2011).

  • La moneta complementare un mezzo discambio, parallelo ma non alternativo aquello ufficiale, istituito dai membri di unacomunit con lesplicito obiettivo disostenere al proprio interno gli scambi, ilcredito e la fiducia reciproca.

    Mai come in questi anni emersa conchiarezza linsostenibilit dellattualesistema monetario. Da qui parte la nostrariflessione, che si concentra sullacomplementarit fra monete per uscired a l l a crisi. Esempi di monetecomplementari nella storia ce ne sono stati:

  • uno sguardo al passato ci offre pertantospunti importanti per affrontare il tema dellariforma del sistema monetario. Se guardiamoinvece al nostro presente, scopriamo che lemonete complementari oggi sono semprepi diffuse. Si tratta di esperienze assaivarie, che nascono da uno spirito diinnovazione la cui importanza non deveessere sottovalutata ma, piuttosto,adeguatamente studiata per potercomprendere come pu essere fatta unamoneta. Le monete complementari sono ingrado di rafforzare i rapporti sociali nellecomunit che le usano. Nel sostenere erafforzare il legame sociale, una monetalocale pu generare maggiore sviluppoeconomico, minore diseguaglianza, maggioreaccesso al credito e minore dipendenza da

  • reti puramente informali o familiari. Ma unamoneta complementare non buona solo invirt della sua esistenza. Per questo bisognaben identificare le caratteristichedesiderabili di un sistema di monetacomplementare e delineare come deveessere fatta una moneta. Prospettare unasoluzione locale ma non localistica a unacrisi generatasi sui mercati finanziariglobalizzati un atto propriamente politico.Per questo necessaria una riflessione, cheproponiamo in conclusione, sulla rilevanzapolitica di una moneta complementare benfatta.

  • Leconomia pu essere vista come uninsieme di rapporti di scambio tra creditori edebitori. Ognuno di noi pu rivestireentrambi questi ruoli allo stesso tempo.Grazie alla moneta questo intreccio direlazioni pu costantemente risolversi eriformularsi, attraverso il pagamento divecchi debiti e la contrazione di nuovi.

    Tuttavia, la moneta non sempre in gradodi svolgere adeguatamente la sua funzione.Ci emerge chiaramente nei periodi di crisicon il fenomeno del credit crunch: unacontrazione del credito alle imprese e allefamiglie. Durante il credit crunch la monetatende a essere tesaurizzata e sottratta allacircolazione, perch appare come la formapi sicura di detenzione della ricchezza,tanto per gli individui quanto per le banche,

  • che saranno disposte a separarsene solo incambio di un tasso di interesse un premioal rischio molto elevato.

    In questo modo, la detenzione di ricchezzain forma monetaria riduce la disponibilit dicredito a favore delle imprese, cheincontrano difficolt crescenti a produrre eriducono la loro attivit, quando addiritturano n falliscono. Il fallimento delle impreseaumenta la disoccupazione, la quale riducela domanda di beni e servizi nei confrontidelle imprese, che sono esposte ancora dipi al rischio di fallimento e quindi vengonofinanziate ancora meno dalle banche. Uncircolo vizioso con effetti devastanti per ilsistema produttivo e leconomia reale.

    questo il paradosso della crisi iniziatanel 2008 come crisi dei mercati finanziari,

  • ossia di quei mercati cui la teoria economicaaffiderebbe proprio il compito di fareincontrare risparmiatori e investitori,concedendo credito a chi lo richiedemeritoriamente. Questi mercati si sonoripresi e hanno ricominciato a fare affari, maleconomia reale piombata in un circolodepressivo dal quale si fa sempre pi faticaa vedere luscita, fintantoch i meccanismimonetari e creditizi resteranno gli stessi.

    In effetti, finora i tentativi di porrerimedio alla crisi non hanno minimamentemesso in discussione la struttura del sistemadella moneta e del credito. La risposta dellebanche centrali, in America come in Europa,si limitata ad aumentare lofferta di monetadiminuendo il costo del denaro.

    E tuttavia, a fronte di una incondizionata

  • disponibilit delle banche centrali a forniremoneta al sistema bancario e creditizio,questultimo continua a non prestare alleimprese. I 1.000 miliardi prestati da MarioDraghi alle banche commerciali tra la finedel 2011 e linizio del 2012 sono stati inlarga parte ridepositati presso la BCE,oppure sono stati usati per acquistare titolid e l debito pubblico, pi sicuri e piimmediatamente redditizi rispetto al prestitoa unimpresa. Il risultato dunque unasituazione in cui, a dispetto dellaumentodella quantit di moneta disponibile, essacontinua a non circolare nelleconomiareale.

    Questa divergenza fra linteresseindividuale a tesaurizzare la moneta elinteresse collettivo a vederla circolare

  • dipende dal modo in cui la nostra moneta concepita e messa in opera. Al di l deicomportamenti spesso riprovevoli di alcunioperatori economici, la radice della crisi nella moneta che essi si trovano a usare, enella logica di funzionamento che essaincarna e perpetua.

    Siamo in trappola, una trappola dellaliquidit che, a ogni tentativo di uscirne, ciinvischia ancora di pi. Perch? Forseperch la liquidit in s una trappola. come unesca che nasconde un amo il suotratto pi appetibile anche quello pidannoso. Questa appetibilit distruttiva darintracciarsi nella capacit della monetaquale la conosciamo, come diceva Keynesgi negli anni trenta riferendosi alla monetacapitalistica, di fungere da riserva di valore.

  • 100 euro restano per definizione 100 euroe pagano sempre un debito nominale di 100euro, mantengono cio invariato il loropotere liberatorio legale. Proprio il fattoche la moneta possa essere accantonataconservando il suo valore nominale fa s chequalunque aumento della quantit di monetapossa essere assorbito dalla tesaurizzazione,soprattutto quando il prezzo di ogni altraattivit, mobiliare o immobiliare, diminuisceo minaccia di diminuire. Ma in questo modola moneta, che nasce per rendere possibiligli scambi e le aperture di credito, di fattofinisce per impedirli. Si alimenta cos ilcircolo vizioso nel quale leconomia reale,quella degli scambi, degli investimenti, dellaproduzione e del lavoro, rischia di deperire.

    Diciamolo chiaramente: la crisi di

  • liquidit in cui ci troviamo in realt unacrisi della liquidit; cio la crisi di unsistema che nasconde, nella logica stessa delsuo funzionamento, le ragioni del propriofallimento. Non riconoscere questo trattofondamentale ci fa ricadere nella stranasituazione in cui un male, la crisi diliquidit, viene curato con lo stesso male,ossia con iniezioni di liquidit che nonfanno altro che indurre gli operatori delsistema a rinviare alle calende greche ognidecisione di spesa e di finanziamento.

    La crisi non un male congiunturale, mauna possibilit se non addirittura unanecessit intrinseca del sistema. Se si vuoleuscirne occorre che il male sia affrontatoalla radice. E se la radice del maleeconomico rappresentato dalla crisi la

  • moneta stessa quale noi la conosciamo,allora bene chiedersi se non si possaconcepire unaltra moneta.

    La riforma monetaria il passaggio dallamoneta quale la conosciamo alla monetaquale sarebbe bene che fosse. Le monetecomplementari possono contribuire allariforma monetaria. Esse diventano davverointeressanti da un punto di vista economico esociale se non si limitano acomplementare la moneta ufficiale, comeun utile orpello, ma se ambiscono a essereuna moneta differente. E, nella misura in cuila loro accettazione non pu che essere subase volontaria, le monete complementaridevono essere migliori della monetaufficiale, la cui validit oggi determinatadal corso forzoso sancito dalle autorit

  • pubbliche. C infatti un rischio spessosottovalutato dai fautori delle monetecomplementari: che siano costruite in modod a non essere migliori della monetaufficiale, e addirittura da essere peggiori diquestultima per esempio perch nereplicano, su una scala inadeguata e in modoincontrollato, le caratteristiche pipericolose e meno desiderabili.

    Daltro canto, il rischio che le monetecomplementari siano fatte male non deveindurre a pensare che sia meglio farne ameno. Vi un pregiudizio storico talmenteforte da avere assunto ormai la forma di undogma: quello per cui una moneta unicasarebbe di per s pi efficiente, e quindimigliore, di una pluralit di monete. lideache ha presieduto alla sostituzione della

  • pluralit delle monete europee con unamoneta unica, scartando laltra possibilit:quella di affiancare alle monete nazionaliuna moneta comune. Ma dobbiamochiederci: lunicit necessariamente unpregio della moneta? Ed sempre stataconsiderata tale? E, se no, con quali ragioni?

    La risposta della storia, e anchedelletnologia, chiara: la regola in ambitomonetario la pluralit e non lunicit.Leccezione rappresentata da una tendenzaalla uniformazione monetaria che inizia inEuropa nel XVII secolo e che coincide con

  • gli albori del capitalismo e, soprattutto, conla nascita dei mercati finanziari.

    Si pensa comunemente che lunicit dellamoneta sia richiesta dallintegrazione deimercati e che, viceversa, la pluralit dimonete sia causa di frammentazione e dichiusura. La storia della moneta mostra chenon cos. Il mito di unEuropaprecapitalistica dispersa in mille areemonetarie con ambizioni autarchiche ,appunto, un mito. Lintegrazione degli spazicommerciali europei e la crescita degliscambi precedono quella prima forma diunificazione monetaria rappresentata dalGold standard internazionale.

    Per mille anni lEuropa ha avuto unamoneta comune ma non unica, che haconvissuto con una pluralit di monete,

  • locali e specializzate, in un sistemamonetario che certo ha conosciuto difficolte disordini, ma che nondimeno merita ilnome di sistema: un intero compaginato inparti ben articolate fra loro.

    Un anno dopo aver unificato politicamentelEuropa cristiana, limperatore Carlomagnocrea una moneta di conto, la lira, che resteril punto di riferimento istituzionale fino alleriforme inglesi della fine del XVII secolo ealla loro estensione europea per operadellimperatore Napoleone, appunto milleanni dopo.

    La moneta comune europea istituita daCarlomagno una pura unit di conto. Essanon verr mai coniata. Coniate, e in misuracrescente dopo la ripresa economica del XIIIsecolo, saranno invece le monete metalliche,

  • dargento prima, doro e di rame (o dibiglione, una lega povera dargento) poi.

    Le monete coniate non servono tutte eindistintamente allo stesso scopo, e quindinon sono in concorrenza. Le monete doro edargento (le monete nobili) servono ilcommercio internazionale, mentre le monetedi rame e di biglione (la moneta piccola)servono gli scambi locali.

    Il primo economista moderno adaccorgersi della profonda intelligenza diquesto sistema il liberale Einaudi, cheparla con ammirazione del sistema dellamoneta immaginaria nel bel mezzo dellacrisi che ormai siamo soliti paragonare allanostra, ossia la crisi degli anni trenta.Einaudi apprezzer in particolare imeccanismi regolativi di questo sistema, che

  • non hanno nulla di arbitrario. Nulla di piarbitrario, quantomeno, delle leve che oggimanovrano i governatori delle banchecentrali (come, per esempio, il tasso disconto o le riserve obbligatorie). Qui ciinteressano tre effetti importanti dellaregolazione. In primo luogo, questo sistemamonetario consente una specializzazionedelle monete; in secondo luogo, impedisceche la moneta sia riserva di valore; in terzoluogo, consente il sorgere e il fiorire diistituzioni creditizie, soprattuttointernazionali, che per non prendono laforma di un mercato in cui la moneta siacomprata e venduta.

    Primo: il sistema della monetaimmaginaria distingueva moneta interna emoneta internazionale. Tale distinzione

  • cancellata nellOttocento con listituzionedel Gold standard internazionale, che fadelloro il controvalore unico di ognimoneta, in ogni paese. E anche oggi che lamoneta non pi convertibile in oro,continuiamo ad avere una moneta nazionale,il dollaro, che usata come monetainternazionale. Ci che resta perso, in ognicaso, una distinzione importante, giacchuna cosa la vita economica allinterno diuna comunit, nazionale o locale, eunaltra cosa il commercio internazionale.Tale differenza non implica unacontrapposizione n una gerarchia. Unaforma di vita economica e di scambio nonesclude laltra, n pi importantedellaltra. Anzi. Entrambe, se fioriscono, sirafforzano a vicenda. Sono complementari.

  • Tuttavia, leconomia interna e il commerciointernazionale rispondono a esigenze e aregole di funzionamento diverse e non difficile immaginare che a esigenze e regolediverse si debba rispondere con strumentidifferenziati.

    Seconda caratteristica importante dellamoneta di Carlomagno che essa non riserva di valore. Le monete coniate sonovalutate in termini di moneta di conto, epoich questa valutazione pu cambiare neltempo, le monete coniate possono s essererisparmiate, ma non conservanoindefinitamente il loro potere liberatorio.Posso, certo, farmi una scorta di monetedoro, per far fronte alle incertezze delfuturo, ma non mi conviene accumularleindefinitamente, perch pi accumulo, pi

  • rischio di perdere. Nel momento in cuiriutilizzer la moneta, il suo potereliberatorio potr essere superiore, uguale oanche inferiore a quello che essa aveva nelmomento in cui lho risparmiata. Una monetache non sia riserva di valore una monetafatta per circolare: ecco un altro tratto che fortemente presente, quantomeno negli intentidei loro promotori, in pressoch tutti iprogetti di moneta complementare. Ed untratto che differenzia in modo netto la monetacomplementare dalla moneta ufficiale. Restada vedere grazie a quali meccanismi questoimpulso alla circolazione possa esseresostenuto.

    Terzo: una moneta che non sia riserva divalore impedisce la costituzione di unmercato della moneta, dove questa possa

  • essere scambiata contro un prezzo chiamatotasso dinteresse. Questo non impedisceaffatto la messa in opera di schemi dicredito. Soltanto, si tratter di un creditosenza interesse, come quello checaratterizza appunto la finanza dellEuropacristiana fino al XVIII secolo (e che oggipermane, non solo nella finanza islamica, maanche in pratiche moderne come il venturecapital). In questa sede parleremo inparticolare del credito in compensazione,giacch esso caratterizza un numerocrescente di esperimenti di monetacomplementare, sia globali sia locali.

    Sottrarre la moneta al mercato,togliendole il tratto della merce, nonsignifica tuttavia abolire il mercato dellemerci. Al contrario: significa fornire al

  • mercato delle merci una misura stabile,consentendo un calcolo economico capace diorientarsi sul lungo periodo. Il succo dellacritica di Keynes alla moneta come merce, eai mercati finanziari che ne sono laconseguenza necessaria, che la monetaquale la conosciamo induce gli operatorieconomici a comportamenti prociclici:proprio quando dovrebbe circolare di pi,per esempio in tempo di crisi di domanda edi credito, una moneta-merce rafforza lapropria tendenza a sottrarsi allacircolazione, alimentando cos la crisi. Il cheaccade anche, specularmente, quando lamoneta dovrebbe circolare di meno, cioquando aspettative positive non supportatedai fondamentali generano un rialzoincontrollato dei corsi che conduce

  • allinstabilit e alla crisi stessa come accaduto nella grande crisi globale del 2007e nelle centinaia di crisi finanziarie localiche lhanno preceduta.

    Viceversa, una moneta che non sia riservadi valore ha una naturale tendenza acircolare e a ridurre le oscillazioni cicliche,se non addirittura a rimuoverne le cause. una moneta anticiclica, o, meglio ancora, a-ciclica. Irving Fisher, economistaortodosso a cui la grande crisi fa venireuna crisi dogmatica, molto pi rara in tempia noi vicini, diverr negli anni trenta ilsostenitore di una moneta a decumulo, lostamp scrip, ispirato alle teoriedelleconomista tedesco Silvio Gesell, cheanche Keynes loder nella Teoria generale ,e precisamente per le virt di contrasto al

  • ciclo depressivo che una moneta fatta percircolare porta con s.

    Ma proprio durante la grande crisi deglianni trenta che la necessit economicaconduce a una vitalit monetaria con pochiprecedenti, cio alla nascita in vari paesi divalute di emergenza, o monetecomplementari, il cui obiettivo proprioquello di compensare la scarsit di monetasostenendo gli scambi e, con essi, lattiviteconomica a livello locale. Per scoraggiarelaccumulazione e la sottrazione di monetadalla circolazione, uno specifico tassodinteresse negativo (demurrage) era spessoapplicato per chi deteneva la moneta pertroppo tempo senza spenderla. Funzionava inquesto modo il Wra, moneta locale ideatada un imprenditore della citt tedesca di

  • Schwanenkirchen che, ispirandosi alle teoriedi Gesell, diede vita allaFreiwirtschaftsbewegung, ossia alMovimento del libero scambio.Nellottobre del 1931, il progetto fu chiusodimperio dalla Banca centrale tedesca.Destino analogo tocc alla moneta diemergenza della piccola cittadina austriacadi Wrgl, seguita da altre venti citt prima diessere resa illegale, o agli stessi stampscrips statunitensi, messi fuori legge dalNew Deal di Franklin Delano Roosevelt.

    Anche in tempi recenti, spinte dalla crisi, lemonete locali sono tornate a moltiplicarsi in

  • varie parti del mondo. Negli Stati Uniti, trail 2009 e il 2013, cos come nella Greciacolpita dalle politiche di austerit, sono sortinumerosi sistemi di moneta complementare.In Inghilterra nato nel 2012 il BristolPound, affiancatosi a monete preesistenticome la sterlina di Brixton e alle altremonete delle Transition Towns, che, nate inIrlanda e nel Regno Unito, ora hannoraggiunto circa quattrocento comunit nelmondo. In Francia ci sono almeno quindicimonete locali, fra cui il Sol-Violette aTolosa e lEuskal nei paesi baschi francesi.E la lista non affatto esaustiva. Sarebbetuttavia un errore pensare agli schemi dimoneta e di credito complementari comequalcosa di stravagante, lontano dalla nostraesperienza quotidiana.

  • Il pi comune di questi infattirappresentato dallemissione di buoni, gilargamente utilizzati da commercianti aldettaglio e supermercati sotto la forma, peresempio, di punti fedelt. I buoni sono uncredito che un commerciante decide diconcedere ai propri clienti, a condizione chee s s i spendano questo credito presso lostesso commerciante (o la stessa catena).Ricadono sotto questa categoria i programmifrequent flyer (o mille miglia), checonsistono nellaccumulazione di migliaaeree ogniqualvolta si viaggi con unadeterminata compagnia. Inizialmente ideaticome strumento di fidelizzazione, iprogrammi frequent flyer hanno raggiunto,secondo lEconomist, oltre 14.000miliardi di miglia accumulate nel mondo, per

  • un totale equivalente a circa 700 miliardi didollari.

    Gli schemi complementari di questogenere sono definiti schemi B2C(Business to Consumer) poich nasconodalliniziativa di imprese che decidono difornire ai propri clienti un servizio alloscopo di rivitalizzare gli scambi allinternodi una determinata comunit di utenti. Questisistemi non assumono, di norma, unacircolazione autonoma risolvendosi difatto, non diversamente da un sistema disconti, nellincentivazione dellacquisto dideterminati beni e servizi tra i partecipanti aun particolare circuito commerciale. Ancheper tale motivo, sistemi di questo tipo nonpossono essere considerati propriamentecome una forma di moneta.

  • Un altro tipo di circuito complementare quello che ha a che fare con i cosiddettiscambi C2C, ossia tra consumatore econsumatore. Si tratta di monete volte apermettere scambi tra singoli individui,come accade in molte comunit virtuali fenomeno cresciuto a dismisura con lasempre pi elevata penetrazione di internetnei paesi industrializzati, e che per questo harecentemente catturato lattenzione persinodella Banca centrale europea. Una monetavirtuale si caratterizza in base al suorapporto con la moneta ufficiale: pu essereuna moneta virtuale chiusa (ottenuta e spesasolo allinterno della comunit virtuale diriferimento, come nel caso del popolareWorld of Warcraft), una moneta virtuale aflusso unidirezionale (come i Wii Points

  • della Nintendo, che possono essereacquistati con moneta ufficiale ma nonpossono essere riconvertiti), o una monetavirtuale a flusso bidirezionale (come iLinden Dollars, la valuta del social networkSecond Life, che possono essere scambiatinuovamente in moneta ufficiale una voltaacquistati). Un esempio famoso in questoparticolare ambito il Bitcoin, una monetavirtuale peer-to-peer con un circolante che, adicembre 2012, equivaleva a 140 milioni didollari. I Bitcoin sono creati attraverso unalgoritmo informatico, possono essereacquistati con moneta ufficiale e possonoessere spesi per comprare servizi online ob e n i tangibili. Tuttavia, il loro utilizzoprevalente sembra essere per scopispeculativi, vista lelevata oscillazione del

  • loro controvalore in dollari.Fino a qui, abbiamo presentato esempi di

    sistemi complementari molto diversi traloro, ma accomunati da una finalitcommerciale. Non tuttavia sempre cos.Uno dei principali ibridi rappresentato inItalia dallArcipelago CEC (acronimo perSolidariet che cammina), presente nelpaese grazie a undici isole territoriali. GliCEC sono buoni sconto, per lo pi cartacei,ma ormai anche elettronici, spendibililocalmente presso gli aderentiallArcipelago, con un ancoraggio di 1 a 1con leuro. Gli associati si distinguono infruitori e accettatori, ossia rispettivamenteconsumatori (che vengono dotati di 100 C E C allatto di iscrizione) e imprese,commercianti o professionisti (che accettano

  • pagamenti in CEC per una percentuale chevaria dal 5 al 30%). Lobiettivo di CEC quello di legare a un determinato territorioparte della circolazione monetaria,favorendo i sistemi di scambio locali. conil simile scopo di sostenere singole comunitche Edgar Cahn concep nel 1986 il TimeDollar, un sistema di compensazionemultilaterale la cui unit di scambiofondamentale non denominata in relazionea una moneta esistente (come leuro) marispetto al tempo. I partecipanti al sistema,infatti, offrono parte del proprio tempo afavore di altri membri, dallaiuto nel fare laspesa alla cura degli anziani. Il tempo cosdedicato registrato in un sistema di debiti ecrediti spendibili nei confronti di altripartecipanti. Dallidea del professor Cahn,

  • le Banche del Tempo si sono moltiplicate inoltre ventisei paesi, specialmente nel settoredella cura della persona e degli anziani, esono oggi 276 nei soli Stati Uniti. Su lineemolto simili, nel 1995, la Sawayaka WelfareFoundation ha fondato in Giappone la FureaiKippu, moneta complementare elettronica lacui unit di conto sono le ore guadagnateprestando servizio a persone anziane incondizione di bisogno. Il credito temporalecos accumulato pu essere speso in cambiodi servizi presso strutture di cura aderenti alsistema, soprattutto per servizi non copertidal sistema sanitario nazionale.

    Esistono tuttavia anche sistemicomplementari volti a sostenereesclusivamente gli scambi tra imprese,riducendo il loro fabbisogno di liquidit e

  • quindi le necessit di rifinanziamento delcapitale circolante. Sono forme di relazionepi marcatamente economiche ma non perquesto meno cooperative. Lesempioprincipale certamente il corporate barter,termine con il quale si descrivono circuiticommerciali tra imprese che si scambianobeni e servizi attraverso un sistema di mutuocredito. Nel 2011, secondo la InternationalReciprocal Trade Association, oltre 400.000aziende in tutto il mondo hanno utilizzatoquesto sistema di scambi, guadagnando intotale circa 12 miliardi di dollari su unaproduzione che altrimenti avrebbero avutogrande difficolt a vendere. Il corporatebarter si fonda sulla nozione di camera dicompensazione, a cui si gi fattoriferimento e che, nel quinto paragrafo,

  • descriveremo nei suoi elementi essenziali.A funzionare secondo questo principio,

    nella pletora di monete create in rispostaalla Grande Depressione, la pi longeva enota certamente il WIR. Fondata nel 1934 aBasilea, in Svizzera, nel pieno della GrandeDepressione, la banca WIR cresciuta daisedici membri iniziali fino alle attuali62.000 piccole e medie imprese aderenti,con un utile di oltre 12 milioni di franchisvizzeri nel 2012 e attivit per oltre 4miliardi di franchi. Esistono due modi dicreare WIR: attraverso la vendita olacquisto di beni da parte delle impresepartecipanti, oppure attraverso lestensionedi credito a basso tasso di interesse da partedella WIR Bank. Oggi la cooperativamovimenta circa 1,5 miliardi di WIR lanno

  • (equivalenti a, ma non convertibili in,franchi svizzeri) e finanzia circa il 16%delle PMI svizzere. Gli scambi tra aderential sistema avvengono parte in franchi e partein WIR, per una quota variabile dal 30 al100%, con una piccola commissione su ognitransazione, utilizzata per coprire i normalicosti di gestione. Il WIR una monetapuramente contabile, generata e distrutta congli scambi, che non pu essere accumulataindefinitamente e che costituisce un buonesempio di moneta a-ciclica, cioindipendente dal mercato finanziario e dallefluttuazioni del ciclo economicointernazionale.

    In Italia, un sistema direttamente ispiratoal WIR Sardex, circuito di creditocommerciale nato nel gennaio 2010, cui

  • aderiscono oggi oltre 1300 imprese sarde.Quando unazienda entra a far parte delcircuito mette a garanzia un plafond di beni eservizi ricevendo in cambio un massimale dispesa (simile a un fido di cassa). Utilizzandotale linea di credito (a interesse zero),limpresa pu acquistare beni e servizi dallealtre aziende aderenti senza aver ancoraaccumulato il credito derivante dallevendite. Nei dodici mesi successivi,limpresa deve riuscire a rientrare delproprio debito vendendo nel circuito i propribeni o servizi, pena il pagamento in eurodella parte non compensata. Anche perSardex il cambio 1:1 con leuro e pi dellamet delle transazioni tra aderenti al sistema regolata in moneta complementare. Sardexha iniziato recentemente ad ampliare il

  • sistema dei pagamenti in modo tale da potercorrispondere parte dei salari in monetalocale e, allo stesso tempo, estendere aiconsumatori la possibilit di utilizzareSardex, dando vita a un sistema integrato tracittadini e imprese.

    Sistemi integrati sono alla base dei LETS,circuiti di scambio locali ideati alliniziodegli anni ottanta da Michael Linton per ilsostegno di comunit economicamentedepresse e oggi diffusi in tutto il mondo,soprattutto in area anglosassone. Grazie allaloro capacit di rafforzare il tessuto localedegli scambi, le monete complementari sonospesso viste nellottica di strategie disviluppo a livello regionale. il caso delChiemgauer, la prima moneta regionaletedesca, lanciata nel 2003 in Baviera, cui

  • aderiscono oltre 600 fornitori di merci eservizi, 2388 consumatori e 220organizzazioni non profit. Un Chiemgauerpu essere acquistato con un euro e, ogni tremesi, perde il 2% del suo valore. Inoltre, sela quantit acquistata non viene spesa entroun anno, i suoi detentori sono posti di frontealla scelta tra la totale perdita di valoredella somma in chiemgauer e la possibilitdi riconvertire tale somma in euro dietro ilpagamento di una tassa del 5% sul valoretotale. In questo modo, chi decida diacquistare lequivalente di 100 euro dichiemgauer finisce per avere, nel caso in cuidecida di accumularli e riconvertirli allafine dellanno, solamente 86 euro. Il 40%della tassa di riconversione va a coprire lespese sostenute dallassociazione e il

  • restante 60% a beneficio di una delleorganizzazioni locali di utilit pubblica (entisociali, culturali ecc.) incluse nel circuito. Ilportatore di biglietti che cambia ichiemgauer decide sulla destinazione di talecifra in euro. In questo modo, gli utenti sonoincentivati alla spesa e, quando non lo fanno,finiscono comunque per sostenere lacomunit locale attraverso il finanziamentodi associazioni non profit sul territorio.

    Lo stato attuale delle conoscenze nonconsente di stabilire in termini esatti ilnumero dei sistemi di moneta complementare

  • oggi attivi, ma ci fornisce lindicazione diuna certa variet di schemi, che poggia suuno spirito spontaneo dinnovazioneistituzionale. Una spontaneit che spesso s ta ta sacrificata in nome di istanze diaccentramento, e che invece andrebbesalvaguardata, incoraggiata eopportunamente indirizzata, per evitare cherisulti inadeguata rispetto alle stesseesigenze di sostegno delleconomia a cuivorrebbe rispondere.

    Infatti, sono innumerevoli gli esperimentiche non sono sopravvissuti alla prova deltempo, mentre quelli che sopravvivono lofanno spesso proprio perch nonraggiungono una massa critica tale darenderli rilevanti in termini macroeconomici.La moneta complementare, dunque, non va

  • semplicemente fatta: bisogna anche saperlafare bene. Per questo motivo opportunoaffiancare, alla rassegna delle principaliesperienze di moneta complementare,unanalisi delle caratteristiche che possonoservire per descriverle, per distinguerle eper valutarne il funzionamento.

    I.Spazio. Perch vi sia propriamente unamoneta, occorre che sia chiaramente definitoil suo ambito di circolazione. Le monetecomplementari sono generalmentecaratterizzate da un ambito di circolazionediverso, e quasi sempre pi circoscritto,rispetto alle monete ufficiali. La restrizione spesso di carattere territoriale. Si ha unarestrizione territoriale nel caso delle monetecomplementari conosciute anche comemonete locali o comunitarie. Si tratta di

  • monete concepite per circolare allinterno diuna comunit di scambi, secondo confini chespesso riflettono lidentit storica di unapopolazione o di un territorio. il casod e l l e monedas provinciales argentine odella moneta di Bali. Tuttavia, lo spazio diriferimento di una moneta non da intendersinecessariamente in termini geografici. Peresempio, numerosi esperimenti recenti hannocome ambito di circolazione internet oqualche suo nodo (i gi citati Bitcoin o ilRipple Monetary System). Si parla, anche inquesto caso, di community currencies, conriferimento per a una comunit virtuale.

    II. Scopo. Un altro criterio di restrizionedel potere liberatorio di una moneta non ha ache fare con larea in cui pu essereutilizzata, bens con gli scopi per i quali pu

  • essere spesa. Si ha, allora, una restrizionefunzionale. Nel caso di Bartercard, ilcircuito di scambi non ha confini geografici,essendo esteso su scala globale, ma limitato alle piccole e medie imprese cheaderiscono al circuito e che utilizzano questomezzo di pagamento per le rispettiveforniture internazionali. Daltro canto,ciascuna forma di moneta complementare normalmente concepita, emessa eamministrata per soddisfare uno o pi scopi,per i quali la moneta ufficiale risultiq ua nt i t a t i v a me nt e insufficiente ofunzionalmente inadeguata. Esistono monetecomplementari a servizio del marketing(punti fragola Esselunga), del welfare (buoniscuola, voucher sociali), dello sviluppolocale (Brixton Pound, Sol-Violette),

  • dellambiente (come lEdogawatt, basatonella citt giapponese di Edogawa, o il MaiaMaia Emissions Reduction Currency System,i cui partecipanti guadagnano monetapiantando alberi per ridurre il diossido dicarbonio nellatmosfera) ecc.

    III. Supporto materiale. Lo sviluppo dinuove tecnologie offre talvolta loccasioneper cambiamenti istituzionali, anche se nonsempre consapevoli. Oggi, molte monetecomplementari nascono come monetevirtuali, in uno spazio, come quello dellarete, poco permeabile alle regolamentazioni.La maggior parte delle monete locali,invece, utilizza banconote cartacee, solor ecentemente affiancate da supportitelematici. Tuttavia, una nuova tecnologianon significa necessariamente una nuova

  • moneta: non c una differenza sostanzialefra una scorta di gettoni e una tesseratelefonica. N garantito che una nuovamoneta, solo in virt di uninnovazionetecnologica, sia una buona moneta. Numerosicommentatori, per esempio, hannosottolineato e criticato la natura speculativadel Bitcoin, il cui valore raddoppiato inpochi mesi per poi dimezzarsi di nuovoaltrettanto rapidamente.

    IV. Modalit demissione. Lemissione dimonete complementari pu avvenire secondotre differenti modalit, in analogia conquanto accade per le monete ufficiali. Sipossono avere monete dotate di copertura(backed currencies), monete senza coperturaemesse da unautorit centrale (fiatcurrencies) e monete scritturali di tipo

  • bancario emesse contestualmente alloscambio (mutual credit currencies ). Nelprimo caso, lemissione di moneta avvienesulla base di riserve poste a garanzia. Inmolti casi, la legge a imporrelaccantonamento di riserve in valuta legale.In altri casi, la copertura pu esserecostituita da beni, come i metalli preziosi. Lacopertura pu essere anche costituita da unpaniere pi ampio di beni, per esempio damaterie prime molto importanti nelcommercio globale, in modo da offrire unmezzo di pagamento il pi possibile stabileper i regolamenti internazionali: laproposta formulata da Keynes negli annitrenta e ripresa recentemente da BernardLietaer, uno degli esponenti di spicco delmovimento internazionale delle monete

  • complementari. Altre forme monetarie sonosenza copertura. Si pu parlare, in questocaso, di monete complementari fiduciarienello stesso modo in cui si parla di monetafiduciaria per la moneta emessa dalle banchecentrali, la fiat money appunto. il caso dialcuni tipi di monete complementari, virtuali(come il Bitcoin) e reali (come lo CEC).Una terza modalit di emissione, adottata peralcuni tipi di monete complementari, assimilabile alla creazione di monetascritturale da parte delle banche. In questocaso, la moneta creata da una camera dicompensazione allatto di ogni transazionecon cui sono simultaneamente registrati undebito in capo allacquirente e unequivalente credito in capo al venditore. Idebiti e i crediti, pur essendo generati da

  • rapporti di scambio bilaterali, sono registratipresso un sistema centralizzato (la banca o ilclearing center) come debiti o crediti neiconfronti dellinsieme dei partecipanti.Questo principio adottato da numerosisistemi di monete complementari, anchemolto diversi fra loro, dai LETS aBartercard, passando per le Banche delTempo. Tutti questi sistemi sono accomunatidal fatto che la moneta creata incorrispondenza di uno scambio (sia esso dibeni, di servizi o di tempo).

    V. Unit di conto . Si ha propriamenteemissione di moneta solo quando sia definitoil rapporto fra un mezzo di scambio(comunque sia fatto) e ununit di conto. Lapeculiare unit di conto adottata costituisce,dunque, un ulteriore criterio di

  • differenziazione. Gran parte delle monetec o mp l e me n t a r i esistenti, ancorchdenominate in unit di conto differenti, hannoun ancoraggio fisso alla moneta ufficiale, dinorma secondo una parit di 1 a 1. I circuitiche hanno per oggetto lo scambio di serviziadottano spesso, come unit di riferimento,lora di lavoro: il caso, gi visto, delleBanche del Tempo e dei Time Dollars. GliIthaca Hours, invece, hanno un controvaloredi 10 dollari, idealmente corrispondente alsalario orario, ma che resta fisso. Nei casi incui i circuiti di scambio si estendano oltre iconfi ni di unarea valutaria, si rendeopportuno il riferimento a unit di contodiverse dalle monete nazionali. Si puricorrere, allora, a uno standardinternazionale, costituito da un paniere di

  • valute, da un paniere di merci ampiamentecontrattate sui mercati globali (il progettoTerra) o da singole merci universalmenteapprezzate, quali tipicamente i metallipreziosi come loro (e-gold). Una ulteriorepossibilit che una nuova moneta siimponga come standard autonomo, senzaalcun rapporto fisso con merci o con altremonete (Bitcoin).

    VI. Convertibilit (valore esterno). Neisistemi concepiti come circuiti chiusi, lemonete complementari non hanno alcunvalore esterno: o perch esplicitamenteprevisto che, uscendo dal circuito, unpartecipante rinunci a ogni credito maturato,o perch non prevista la possibilit ditrasferire una posta attiva allesterno delcircuito, convertendo la moneta

  • complementare in moneta ufficiale. IlSardex, per esempio, una valutainconvertibile, cos come doveva essere ilBancor nella proposta di Keynes a BrettonWoods. Allestremo opposto, si hannosistemi strutturalmente aperti, in cui lacomunicazione con il circuito della monetaufficiale avviene alla fine di ogni ciclo dellamone ta complementare: il caso, peresempio, dei buoni pasto. In tutti gli altricasi, in cui la conversione non n esclusan imposta a priori dalle logiche difunzionamento del sistema, essa apparesemplicemente come possibilit, accordataai detentori di moneta complementare, adeterminate condizioni. Di norma, lariconversione in valuta ufficiale avviene a untasso scontato, ovvero con una perdita, in

  • maniera da scoraggiare luscita dal circuitorispetto allentrata (come per ilChiemgauer). Per mantenere in circolazioneuna moneta complementare, una comunit discambi dovr saper offrire sufficienti motivie occasioni per utilizzarla al suo interno,piuttosto che garantire la possibilit diriconvertirla allesterno.

    VII. Accumulabilit (valore nel tempo).La riconversione in moneta ufficialecostituisce un modo per non utilizzare unam o n e t a complementare, ovvero perutilizzarla a fini diversi da quelli in vista deiquali stata concepita e messa in atto. Unaltro modo costituito dallaccumulazione.Alcune monete complementari possonoessere accumulate indefinitamente, senzaalcun limite di tempo o di importo. Si pu

  • creare, in tal modo, uningente, e in qualchemisura pericolosa, riserva di liquidit,talvolta, come nel caso delle miglia, anchesuperiore agli sbocchi che si possanointravedere per essa in qualunque futuroragionevolmente prossimo. Alcuni sistemi dimoneta complementare sono gi andatiincontro alla bancarotta a causa diuneccessiva esposizione (si vedano, peresempio, i due casi di monete elettronichecircolanti su internet, beenz e netcentives).P e r scongiurare simili cataclismi, lamaggioranza dei sistemi di scambiocomplementari prevede una limitazione allapossibilit di accumulare la moneta, ovveroalla possibilit di detenerla come riserva divalore. La limitazione pi ovvia consistenellimposizione di una data di scadenza. I

  • sistemi di scambio locali, promossi dallasociet civile, invece, adottano sempre pidi frequente una forma pi raffinata dilimitazione dellaccumulabilit dellamoneta, solitamente indicata con il nome didecumulo (demurrage, in inglese) che,come gi visto, pu essere assimilato a untasso di interesse negativo sugli accumuli.Esistono diverse forme di decumulo,secondo la destinazione dellimportostornato, il quale pu essere: 1. cancellato,come ipotizzato in un progetto di riforma diuna moneta ufficiale, il dollaro, da uneconomista della Federal Reserve Bank diRichmond; 2. trasferito ad altri enti, comecontributo per il finanziamento di spesedinteresse collettivo. Il trasferimentopotrebbe essere a favore dellente gestore

  • del sistema (come nel caso della monetavirtuale Freicoin), oppure di organizzazioninon profit. Ponendo un limite alla facolt diaccumulazione, il decumulo reimmette lamoneta nella circolazione, contribuendo achiudere il circuito.

    I criteri di classificazione elaborati cipermettono ora di identificare gli elementiche permettono a una moneta complementaredi essere migliore della moneta alla quale siaggiunge, sia perch svolge meglio le stessefunzioni della moneta ufficiale, sia perchsvolge funzioni che questultima non riesce a

  • svolgere. Questi stessi criteri consentonoperaltro di affermare che alcune forme dimoneta complementare non sono affattodesiderabili e che, anzi, possono creare piproblemi di quelli che si propongono dirisolvere. Abbiamo tutti gli elementi perelaborare un modello di articolazione di talicaratteristiche.

    Il modello prevede un circuito locale dicompensazione di crediti basato su unamoneta locale elettronica (non cartacea),complementare alla moneta ufficiale (nonsostitutiva), ancorata alla moneta ufficialecon cambio 1:1 (non convertibile in monetaufficiale), non inflazionistica, non soggettaai vincoli del sistema monetario efinanziario ufficiali ma al tempo stessoconforme ai vincoli derivanti dal monopolio

  • di emissione della banca centrale.Lo scopo del modello di delineare un

    sistema monetario complementareterritoriale, che sostenga gli scambi e laproduzione locale e che agevoli lincontrot r a bisogni insoddisfatti e risorseinutilizzate, evitando che lincontro fradomanda potenziale e offerta potenziale nonavvenga semplicemente per una mancanza didenaro. opportuno che il circuito siaesteso a ogni categoria di attori locali(imprese, lavoratori, enti pubblici) e che lamoneta complementare sia gravata da untasso di decumulo, che ne garantisca lacircolazione.

    Un circuito di compensazione presupponeunentit terza che permetta e registri gliscambi economici facendosene garante,

  • fungendo da camera di compensazione. Laregistrazione di tali scambi avviene permezzo della moneta complementareelettronica, che si configura dunque comepura unit di conto (ossia come monetascritturale di tipo bancario).

    Immaginiamo, per iniziare, che ogniimpresa che aderisce al circuito apra unconto corrente in moneta locale presso lacamera di compensazione, che registraqualsiasi transazione denominata in monetalocale. Ogni transazione pu costituire unapercentuale variabile del singolo scambio ea ogni impresa aderente data la possibilitdi decidere tale percentuale. Ogniqualvoltaunimpresa compie un acquisto o una venditadi beni e servizi nel circuito locale, lacamera di compensazione registra un saldo

  • di debito o di credito sul conto correntedellimpresa. Limpresa che vende, a partireda una transazione bilaterale conlacquirente, gode di un creditomultilaterale in moneta locale. Essa quindinon deve attendere che il proprio partnercommerciale estingua il suo debito, ma puspendere immediatamente il proprio creditoverso qualunque altra impresa nel circuito.Specularmente, limpresa debitrice dovronorare il suo debito non pagandolo inmoneta ufficiale, ma vendendo i beni oservizi che produce a una terza impresa in unmomento successivo.

    In questo modo, ciascun conto correntepu ritornare periodicamente a unasituazione di equilibrio (saldo zero), ossia auna situazione in cui limpresa in questione

  • ha ceduto beni e servizi per un valore pari aquel l i acquistati. Se crediti e debiti sicompensano per tutte le imprese, leffettomacroeconomico del circuito di sostenerela domanda locale senza aumento dellaquantit di moneta o della spesa pubblicalocale, ma solo grazie a un aumento degliscambi e della velocit di circolazione dellamoneta. per questo che un circuitocreditizio di compensazione siffatto non inflazionistico.

    Per evitare che il circuito producainflazione devono essere fissati precisimassimali sugli squilibri di conto corrente(in proporzione al valore degli scambi diciascuna impresa nelleconomia locale) edevono essere applicati tassi dinteresse nonsolo sui saldi di debito ma anche,

  • simmetricamente, sui saldi di credito (tassidi decumulo).

    Daltro canto, bisogna garantire che icreditori possano facilmente spendere, inmodo che i massimali e i tassi di decumulonon risultino troppo onerosi. In lineagenerale, maggiore il numero di impreselocali coinvolte nel circuito, maggiore laprobabilit che unimpresa possa spendere ipropri crediti per acquistare beni e servizi disuo interesse. Per questo bisogna fareattenzione al network di relazioni chedetermina il tessuto economico locale: cideve essere un certo grado di dipendenzareciproca tra le imprese partecipanti, e ilcircuito deve comprendere non solo interefiliere produttive ma anche i consumatori deiprodotti finiti. Fin dallinizio, anche con

  • poche imprese, lequilibrio deve esserepossibile e il circuito deve crescerearmonicamente: ogni impresa che entra devepoter trovare il proprio equilibrio, mentre alcontempo facilita il raggiungimentodellequilibrio delle imprese gi aderenti.

    Quindi, se da un lato non si deveestendere il circuito a un bacino dimpreseindiscriminato, daltro lato opportunoconcedere alle imprese unampia variet dispesa. Anche perch, come abbiamo gidetto, nel circuito i saldi attivi denominati inmoneta locale non sono convertibili inmoneta ufficiale, sono gravati da un tassonegativo e, qualora unimpresa decidesse diuscire dal circuito, perderebbe ogni dirittosu quegli attivi. Lunico criterio sensato diutilizzo degli attivi delle imprese la loro

  • spendita.Dunque, coinvolgendo anche i lavoratori

    nel circuito nel quadro di unacontrattazione di secondo livello anche leimprese che vendono ma non riescono adacquistare da altre imprese avrebbero un usocerto per i loro saldi attivi in moneta localeche per di pi tornerebbe a loro vantaggio:u n salario in moneta locale si traduceintegralmente in domanda per prodotti locali,consentendo lingresso anche alle impreseche acquistano da altre imprese ma chevendono ai privati beni di consumo. In talmodo, il circuito creditizio locale fraimprese si estenderebbe fino a diventare uncircuito monetario a sostegno delleconomialocale nel suo insieme.

    Perch, per, i lavoratori dovrebbero

  • accettare di prender parte al nuovo circuitocreditizio locale? La risposta immediata che le imprese, pur di accedere al circuito,potrebbero essere disposte a corrispondereai propri dipendenti parte dei benefici che nederivano (riduzione degli oneri finanziari eincremento del fatturato). Oggetto dicontrattazione per i lavoratori sarebbe cosla possibilit di avere una remunerazioneintegrativa. Ai lavoratori potrebbero essereofferte diverse opzioni sulla denominazionedella quota integrativa del salario. Se peresempio il salario base di 70 euro, illavoratore potrebbe avere lopzione framantenere la quota integrativa interamente inmoneta ufficiale (70 euro + 30 euro = 100euro) e ottenere una parte in euro e una partein moneta locale per un importo complessivo

  • maggiore (70 euro + 40 moneta locale,equivalenti a 110 euro). Grazie alladenominazione in moneta locale il salariorisulterebbe cos maggiorato in termini dip o t e r e dacquisto, ma senza aggraviofinanziario per le imprese, cherisparmierebbero sulla cassa in euro perquella parte di salario che pagano in monetalocale. Senza contare il fatto che, nel medioe lungo periodo, un sistema produttivo localesostenuto da una domanda pi forte, e indefinitiva pi sano grazie alla monetacomplementare, non pu che aumentare leopportunit di occupazione a favore deilavoratori.

    Qualora agli individui fosseconcretamente offerto un paniere di beni eservi zi utile e vario, anche attraverso

  • lofferta di servizi pubblici da parte dellapubblica amministrazione, verosimile chela remunerazione integrativa in monetalocale sarebbe interamente utilizzata per lespese mensili ordinarie. Ci non toglie chesarebbe bene applicare il decumulo anche aisaldi degli individui. Un individuo con unsaldo attivo alla fine del mese potrebbeavere il proprio conto decurtato di una bassapercentuale (l1%, per esempio). Questasomma non gli sarebbe per semplicementetolta, ma verrebbe stornata su un altro conto,sempre intestato a lui, ma con una diversadestinazione. Egli avrebbe la facolt didecidere dove donare lammontare relativoa tale percentuale allinterno di una rosa diassociazioni del terzo settore locale, chec o s entrerebbe a far parte del circuito,

  • dandogli un significato sociale econtribuendo allo stesso tempo al suofunzionamento.

    In questo modo, a livello aggregato non cisarebbe alcuna perdita di potere dacquisto.Le associazioni del terzo settorefungerebbero da spenditori di ultimaistanza del denaro non speso dai privati,aumentando cos la sua velocit dicircolazione. Daltro canto, lo stessoindividuo, che ha dovuto pagare il decumulo,potrebbe beneficiare dellazione di qualcheorganizzazione non profit locale che eglistesso ha contribuito a finanziare.

    Imprese, lavoratori, pubblicaamministrazione e organizzazioni non profitsono gli attori di un sistema locale di denarolegato esclusivamente allo scambio di beni

  • e servizi e al dono: uno spazio condiviso checerca la sua perpetuazione nello scambio dibeni e servizi effettivi e nonnellaccumulazione di denaro. Il denaro pagail lavoro, di lavoratori e imprenditori, e nonuna rendita finanziaria. La moneta creata edistrutta dal ritmo degli scambi commercialie, quando non riesce ad assolverecompiutamente questo compito, viene donataa chi lavora a servizio esclusivo dellacomunit, le organizzazioni non profit.

    Un tale sistema porterebbe benefici pertutti gli attori economici partecipanti alcircuito locale di compensazione.Particolarmente importante per le impresesarebbe la possibilit di finanziare il propriocapitale circolante senza dover ricorrere alsistema bancario, cio a un prezzo

  • favorevole. Infatti, a differenza di unabanca, una camera di compensazione nondeve far pagare ai propri debitori il costoper la raccolta del denaro sul mercato. In talmodo, una buona parte della domanda dicredito riguardante il capitale circolantedelle imprese locali sarebbe soddisfattadalla moneta complementare. Le banchetradizionali potrebbero dunque concentrarsisu altre componenti della domanda dicredito, come quella riguardante gliinvestimenti di medio-lungo termine. Ilrisultato sarebbe che le fasi negative delciclo economico verrebbero contrastate piefficacemente.

    In secondo luogo, per il semplice fatto diaderire al sistema, unimpresa aumenter laprobabilit che i propri prodotti siano scelti

  • dagli altri aderenti. Lapertura di un canaledi pagamento meno costoso rafforzerebbedunque i rapporti fra le imprese locali efavorirebbe il progressivo allargamento delcircuito. Daltro canto, leffetto del sistemadescritto sarebbe un aumento della domandaaggregata allinterno del circuito ossia unamaggiore facilit di smaltire la capacitproduttiva in eccesso da parte delle imprese,i n particolare nel momento in cui parte deisalari viene pagata in valuta locale.

    Maggiore domanda per le imprese,maggiore occupazione e salari pi elevatiper i lavoratori, senza lo spettrodellinflazione ecco gli effetti di unamoneta complementare ben regolamentata edi dimensioni adeguate.

  • La moneta complementare che abbiamoappena descritto nasce da un pattoterritoriale fra produttori, lavoratori eimprese, non solo nel suo funzionamento magi nella sua costruzione, giacch implicauna disponibilit alla collaborazione fra leparti coinvolte. Perch questa monetafunzioni , lavoratori e imprese devonosapersi parlare.

    La moneta come la conosciamo, proprioperch riserva di valore, induce, che lo sivoglia o no, a privilegiare un altro redditoche, a differenza del compenso dellavoratore e del profitto dellimpresa, non

  • un reddito da lavoro: la rendita, ossia quelreddito che deriva non dal fatto di lavorarema di possedere denaro.

    Il salvataggio dei mercati finanziari si fatto rapidamente, e a scapito delleconomiareale. La rendita finanziaria si ripresa edesercita una pressione sui profitti e suisalari. Le politiche di aggiustamento chefinora sono state decise e applicate hannoavuto un effetto depressivo sugli scambi, laproduzione e gli investimenti, e dunqueanche sulloccupazione.

    Ora si comincia da pi parti a dire, anchein Europa, che lausterit non paga e chebisogna riattivare la crescita. Certo, macome, e soprattutto quale crescita?Dobbiamo riattivare schemi di spesapubblica? Ma con quali soldi, se non con

  • quelli che in questo momento i mercatifinanziari non sono disposti a prestare?

    Riattivare leconomia reale richiede lamessa a punto di strumenti finanziari emonetari diversi dagli strumenti quali noi liconosciamo. Richiede una moneta e unafinanza migliori e pi desiderabili. Schemiterritoriali di compensazione, basati su unamoneta complementare di conto, possonoessere una delle soluzioni.

    Affinch rappresentino davvero unapossibile soluzione e non un ulterioreproblema, occorre che le monetecomplementari siano ben fatte. In unepocacome la nostra, in cui la moneta non ha unvalore intrinseco essendo cartacea oaddirittura elettronica, fin troppo facilepensare di poterne creare a volont per

  • risolvere ogni problema e per rispondere aogni esigenza: disoccupazione, finanzepubbliche, investimenti produttivi, sviluppolocale, risanamento ambientale, operebenefiche una tentazione a cui hannoceduto con particolare autoindulgenza lebanche centrali da quando scoppiata lacrisi, triplicando la quantit di moneta edobbiamo solo sperare che non producainflazione prima ancora di avere favorito unaripresa.

    Tanto pi pericolosa la tentazionequando la prerogativa delle banche centrali rivendicata localmente da un sistema dimoneta locale che pretende di creare monetadal nulla, al di fuori da ogni mandatopubblico e da ogni controllo. Il rischio chefunzioni, almeno inizialmente. Finch cresce

  • il numero degli utenti di una monetacomplementare, tale crescita pu mascherareil fatto che ne stata emessa troppa. unrischio che riguarda in maniera evidente isistemi d i fiat money, ma da cui non sonoesenti i sistemi di mutual credit. In entrambii casi, se il sistema non viene gestito inmani e r a prudente, possibile che aipartecipanti sia concessa troppa moneta otroppo credito in relazione alla possibilit dispenderla.

    Se anche inizialmente tale eccesso punon costituire un problema, poich compensato dalla crescita del circuito, primao poi inevitabilmente produrr unasvalutazione della moneta locale. Anche se animato dalle migliori intenzioni, un sistemache stabile soltanto se cresce assomiglia

  • pi a una catena di santAntonio che a unostrumento per rendere leconomia pi giustae sostenibile. Si finirebbero per innescaredinamiche simili a quelle del sistemafinanziario tradizionale, proprio laddove cisi propone di offrire unalternativa radicale.

    Per evitarlo, occorre riconoscere che lamoneta, anche la moneta complementare, hauna dimensione pubblica: un bene comune.Per questo, opportuno che la sua emissionee la sua circolazione siano soggette alcontrollo delle autorit preposte asalvaguardare laffidabilit del sistemamonetario e creditizio. Ma, cosa ancor piimportante, opportuno che la monetacomplementare non sia gestita secondologiche puramente commerciali, ma siaaffidata a un processo di costruzione e di

  • gestione collettivo che coinvolga il pipossibile tutti gli stakeholder: imprese,lavoratori, cittadini, amministrazionipubbliche, organizzazioni del terzo settore. Eche li coinvolga non solo nella fase diutilizzo e nella governance del sistema, maanche e soprattutto nella fase di costruzione.La cooperazione inizia quando ci si mettedavvero a parlare.

    La moneta e il credito locali costituisconostrumenti importanti per ridefinire a livellolocale il patto sociale sia fra le componentiproduttive, sia fra leconomia di scambio equella economia del dono che reggesilenziosamente ogni vera economia discambio, quando questultima non rinneghi lasua provenienza da una comunit.

    Non si tratta della panacea di tutti i mali,

  • ma certo dellinizio di una ricostruzionedelleconomia, in vista di un rapporto pidegno fra denaro e lavoro. Una monetaflessibile per un lavoro degno la migliorerisposta alla (sempre pi inutile) richiesta diuna (infinita?) flessibilit del lavoro in nomedella difesa, tanto dogmatica quantoautodistruttiva, della rendita.

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    CopertinaexlibrisFrontespizioCopyGli autoriLa moneta complementare ...0. La moneta complementare in breve1. Complementarit fra monete per uscire dalla crisi1. Complementarit fra monete per uscire dalla crisi3. Monete complementari oggi4. Come pu essere fatta una moneta complementare5. Come deve essere fatta una moneta complementare6. Conclusioni. La rilevanza politica di una moneta complementare ben fattaBibliografiaSitografia