Monastero Benedettino Di Santeramo in Colle (1970-2010)

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MONASTERO BENEDETTINO DI SANTERAMO IN COLLE: DOCUMENTI DELL’AGONIA. (1970 - 2010) Siamo nel 1970! Allora era ancora possibile entrare nel Monastero e darci un’occhiata. L’articolo del giornalista Gianni Plantamura è un primo grido d’allarme che, purtroppo, resterà inascoltato.

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L'agonia di un monumento.

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MONASTERO BENEDETTINO

DI SANTERAMO IN COLLE: DOCUMENTI DELL’AGONIA.

(1970 - 2010)

Siamo nel 1970! Allora era ancora possibile entrare nel Monastero

e darci un’occhiata. L’articolo del giornalista Gianni Plantamura è un primo grido d’allarme che, purtroppo, resterà inascoltato.

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Siamo nel 1993! Trascorsi ben 23 anni, ancora un intervento dello stesso giornalista,

pubblicato sulla rivista locale “PARTECIPARE”. Ancora un grido che i notabili, i politici e i cittadini tutti, lasceranno che svanisca nel deserto delle coscienze addormentate. La verità è lampante: quel “rudere” (nel

frattempo l’ingresso è stato murato) non interessa a nessuno.

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Siamo nel 2010, praticamente oggi, e la redazione di “PARTECIPARE”, a distanza di quasi mezzo secolo dal primo articolo di Plantamura, ripercorre questo capitolo

doloroso (per pochissimi). Un abbandono così stolido di quelli che si sogliono definire “beni culturali”,

beni storico-architettonici, è una vergogna per tutti! Stiamo prolungando vigliaccamente un’agonia perché

nessuno ha il coraggio del colpo di grazia! Recentemente, del resto, è scomparso uno degli ultimi

orti-giardini storici di Santeramo, quello della famiglia dei Giandomenico, posto dietro il Convento e che dava respiro a quell’antica rovina (un pezzo di terra che, in passato, ha dato alla luce certi vasi molto, molto antichi…). Qualcuno sperava in un bel parco urbano che avrebbe valorizzato la

zona originaria di Santeramo… Speranze vane, e vanificate da un modernissimo palazzo residenziale che ha

cancellato la stessa memoria di un giardino storico (a vocazione archeologica).

Ennesima occasione sprecata per un paese che, negli ultimi quarant’anni, è diventato sempre più povero di

bellezze storiche e naturali.

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Questa foto, scattata il 24 luglio del 2010, è il ritratto impietoso dell’estremo degrado in costruzione attuale. Si intravede il muro del Convento (siamo

alle spalle), assediato da ferraglie “moderne”, cancellate, impalcature, residui edilizi, etc. Dell’orto-giardino dei Giandomenico è rimasto un

misero triangolo asfittico dove sopravvive, ultima sentinella del passato, un alberello di nespole del Giappone. Onore e gloria all’alberello, testimone dell’indifferenza devastante degli uomini che osano definirsi “cittadini”!

Vandali, barbari, altro che cittadini…

C’è ancora una speranza? E’ ancora possibile qualcosa? La redazione di “PARTECIPARE” è fiduciosa… Noi sappiamo che ciò che rimane è

soltanto la spoglia di un fotogramma lapidario. Qualunque intervento non potrà mai restituire quello che è stato cancellato.

(Michele Passalacqua, settembre 2010)