MODULO I Le figure di sistema e il management...
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MODULO I
Le figure di sistema e il
management diffuso parte prima
Luisa Anna Maria Giordani
Qualità e management
Le ricerche in campo internazionale, ed una crescente letteratura nel nostro paese hanno messo in evidenza che:
la qualità del management scolastico è un fattore determinante per il miglioramento degli apprendimenti degli studenti e può rappresentare un importante volano di sviluppo dei sistemi educativi.
Riferimenti:
Teddlie, Stringfield,1993
Scheerens, Bosker, 1997,
Barzanò e altri, 2002
Paletta, 2007
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DIRSCUOLA-Dirigere la Scuola dell'Autonomia
Condividere le scelte
Un modello organizzativo è costruito sulla base
di specifici profili gestionali, organizzativi e di leadership e mette luce su particolari
caratteristiche strutturali e modalità di
funzionamento delle scuole.
Un modello organizzativo della scuola può essere visto come l’associazione coerente di
più variabili di efficacia ,ovvero come la
combinazione di profili che insieme danno
senso alle scelte, alle attività, ai comportamenti ed ai risultati raggiungibili
dalle scuole.
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I modelli collegiali La scuola come comunità professionale trova fondamento negli studi sui modelli collegiali . I criteri per valutare l’ efficacia organizzativa sono:
un “produttivo clima di lavoro”
lo “sviluppo professionale dei docenti”
Il benessere degli individui entro l’organizzazione
il consenso e le relazioni collegiali
la motivazione e lo sviluppo delle risorse umane
la forte coesione interna
il rispetto e la fiducia tra i membri
Riferimenti :Campbell e Southworth, 1993
Fullan e Hargreaves, 1992
Ouchi, 1981
Levine e Lezotte, 1990
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Condividere il Progetto
Priorità, scelte, azioni di monitoraggio
costituiscono la ragion d’essere del
funzionamento di un’organizzazione
In tempi di cambiamento veloce, quel
che conta non è la quantità della
“materia prima”, ma la qualità, cioè
l’intelligenza incorporata nel
funzionamento.
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La Dichiarazione di Lubiana "Education for
Sustainable Democratic Societies”
«The Role of Teachers «(giugno 2010) Gli obiettivi comuni
per le azioni future nel campo della professionalità dei
docenti e della loro formazione vengono identificati nei
seguenti:
la promozione delle competenze trasversali richieste
affinché promuovano nella comunità degli studenti le
competenze necessarie a vivere in una società
democratica e inclusiva
l'incoraggiamento di capacità cooperative nella
comunità educativa, così che tutti i suoi attori siano
coinvolti in un approccio basato sulla condivisione di
responsabilità
il riconoscimento sociale della professione docente
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Nuove figure
“Nel rispetto del principio della libertà di
insegnamento e in connessione con
l'individuazione di nuove figure professionali del personale docente, ferma restando l'unicità della
funzione, ai capi d'istituto è conferita la qualifica
dirigenziale contestualmente all'acquisto della
personalità giuridica e dell'autonomia da parte
delle singole istituzioni scolastiche»
( comma 16 dell’art. 21 della Legge 59/1997)
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La storia italiana
• La scuola fu progettata e venne costruita nella prima metà del secolo scorso come un sistema governato dal centro.
• Unico soggetto decisionale era il Ministero che (almeno nelle intenzioni) disciplinava tutti gli aspetti del sistema: indirizzi di studio, piani orario, programmi di insegnamento, modalità di verifica, titoli di studio.
• Parte cospicua dell’accentramento normativo e decisionale riguardava anche l’organizzazione interna delle scuole, che era costantemente indirizzata attraverso lo strumento delle circolari ministeriali, numerose e dettagliate. Era consuetudine che per ogni anno scolastico ne venissero diramate parecchie centinaia.
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La scuola di ieri
Scuola di élite
Un modello costruito su un’offerta formativa unica ed eguale per tutti. Oggi anacronistico e inadeguato rispetto alla pluralità e varietà della domanda che chiede incroci di competenze fra di loro differenti e complementari
Caratterizzato da un’organizzazione di tipo piramidale, fondata su un preside, anello di congiunzione tra l’Amministrazione e la scuola, da un lato e su una platea indistinta di insegnanti tutti “alla pari” – fatta eccezione per la differenza delle competenze disciplinari nelle materie di insegnamento - dall’altro
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In quel contesto, agli insegnanti spettava un dovere ben preciso: quello di trasmettere i contenuti della propria materia secondo le istruzioni ricevute(programmi),senza preoccuparsi delle caratteristiche personali degli studenti e del progetto generale della scuola che era deciso dal Ministro.
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I docenti
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La scuola di oggi
Non può adattarsi alla rigidità di programmi stabiliti dal centro del sistema e ad un’organizzazione del lavoro uniformemente precostituita
Contenuti e metodi sono frutto di un concorso di volontà al quale partecipano, oltre agli addetti ai lavori, anche i fruitori del servizio (studenti, famiglie) e gli stakeholder istituzionali e sociali (enti locali, imprese, etc.)
In questo ambito si afferma il tema del middle management, nato in ambito aziendale nel mondo anglosassone a partire dagli anni Sessanta e poi allargatosi alle pubbliche amministrazioni e, fra queste, alle scuole
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La scuola dell’autonomia
Non più luogo di trasmissione dei saperi riservati a
pochi
Servizio pubblico reso al cittadino (rendicontazione) Multiculturale e multietnica
Capace di fornire ai giovani opportunità per
realizzare il proprio progetto di vita
Adeguata alla velocità e alla crescita della conoscenza
deve adottare un nuovo modello organizzativo
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La leadership diffusa
Autonomia significa darsi i mezzi per conseguire i propri fini
Non esiste l’autonomia senza un sistema di strutture interne capace di darle vita e di sorreggerla
ll modello del management diffuso costituisce anche la risposta organizzativa all’evoluzione in corso nelle amministrazioni:
dal centralismo di tradizione napoleonica
al decentramento (sussidiarietà, coinvolgimento dei cittadini nella gestione dei servizi che li riguardano…)
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Diversificare e valorizzare
Dal modello di direzione monocratica al modello di direzione allargata (o leadership diffusa, o management diffuso o intermedio o middle management).
Non significa rinunciare alla responsabilità di direzione
Ma permette di:
valorizzare le figure di staff
tener conto delle differenze di
professionalità e di impegno lavorativo.
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Caratteristiche del middle managment
Centrato prevalentemente sul versante
della didattica e su quello organizzativo,
Di supporto al dirigente, nelle sue scelte
e nelle sue prerogative,
In possesso di comprovate competenze
e, nel quadro dell’unità di indirizzo del
dirigente, capace di assumersi compiti e
responsabilità.
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Questione di leadership
La leadership diffusa rafforzala leadership educativa
e il coordinamento delle azioni collettive
Il leader efficace è un leader visionario, che non
deve disporre solamente di capacità intellettuali,
ma deve saper creare risonanza, diffondere
emozioni e saperle gestire, creando senso di
appartenenza, contribuendo a costruire azioni
significative e coerenti (D.Goleman)
Il leader efficace alimenta “la visione della
prospettiva e il senso etico del servizio pubblico e
della professione docente”.( G. Moretti)
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Lo staff Emerge l’idea di uno “staff della dirigenza”, costituito
da persone che intrattengono con il DS rapporti di
collaborazione e vicinanza e che operano al suo
fianco come un centro di consulenza e di supporto
nelle decisioni ( come un tempo avveniva con il
Consiglio di presidenza, superato dai decreti
delegati)
Uno staff che supporti il dirigente, costituito da
persone che abbiano conoscenze specifiche e
competenze tecniche - formali, non formali e
informali - in una struttura articolata e
responsabilizzante
Che abbia una visione e obiettivi condivisi, in un’ottica di valorizzazione delle risorse umane, di
apprendimento organizzativo e diffusione
della leadership, attraverso azioni di empowerment
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Le parole chiave
cultura di rete
collaborazione
coordinamento
delega
sostegno professionale
condivisione
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La leadership diffusa
Efficacia dell’azione
Maggiore disponibilità di tempo
Lucidità per la visione strategica
Incremento della professionalità dei
collaboratori
Valorizzazione delle risorse individuali
Incremento della qualità
Il docente e la governance
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L’evoluzione storica
Consiglio di Presidenza ( Riforma Gentile 1923)
Istituzione Organi collegiali ( DPR 416/1974 confluito nel D.Lgs 297/1994)
D.lgs 297/1994 il Collegio elegge gli insegnanti , tra cui il Vicario , che coadiuvano l’attività del Preside ( art.7) ; il numero è determinato sulla base degli alunni iscritti
D.Lgs 59/1998 art 25 bis,c.5 disciplina la qualifica dirigenziale dei capi di istituto delle istituzioni scolastiche autonome sancisce che « nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative ed amministrative , il dirigente può anche avvalersi di docenti collaboratori da lui individuati, ai quali possono essere delegati specifici compiti»
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Parere n. 1021 del Consiglio di Stato, 26/07/2000
Possibilità di scelta dei collaboratori da parte del
Dirigente scolastico, visto il rapporto fiduciario del
rapporto tra delegante e delegato
CCNL 2002-2005 , art. 30 bis: limite di due docenti in
qualità di collaboratori retribuiti in sede di
contrattazione di istituto ( CCNL 2006-2009 art. 34)
l’art. 24 dell’ultimo Contratto Collettivo Nazionale del
Comparto Scuola del 2007 “a ricercare, in sede
contrattuale, in coerenza con lo sviluppo dei processi di
valutazione complessiva del Sistema Nazionale
d’Istruzione e con risorse specificamente destinate,
forme, modalità, procedure e strumenti
d’incentivazione e valorizzazione professionale e di
carriera degli insegnanti”.
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il combinato disposto della L. 4/2013 e
del D.Lgs. 13/2013 si possono di concerto
avviare buone pratiche di individuazione,
implementazione e riconoscimento di
quelle competenze trasversali (non
disciplinari) che concorrono alla
definizione di profili professionali
configurabili come top e middle
management scolastico a tutti gli effetti”.
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Figure apicali
I collaboratori del dirigente, scelti da lui personalmente
sulla base di un rapporto di fiducia (mentre un tempo
erano eletti dal Collegio dei docenti)
Le funzioni strumentali al POF (che potrebbero rappresentare la “linea intermedia” nella “struttura
organizzativa funzionale” teorizzata da H. Mintzberg),
individuate in coerenza con il piano dell’offerta
formativa
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L’autonomia Dpr 275/1999
I curricoli, il rovesciamento del sistema (v. Regolamento, in particolare l’art. 8)
Si sono molto ampliate le attività , diverse dall’insegnamento che le scuole sono chiamate a svolgere al proprio interno o in cooperazione con enti e soggetti esterni.
Tali attività sono coordinate dal dirigente della scuola ma svolte di fatto da un certo numero di docenti. Si tratta di insegnanti che – senza abbandonare la propria attività originaria – svolgono anche altri compiti all’interno della scuola o ne favoriscono la collaborazione esterna con altri soggetti.
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Da uniformità a diversificazione
Progressivo indebolimento del centralismo
ministeriale Più libertà agli insegnanti (contenuti e modalità di
insegnamento)
Gestione autonoma del bilancio e del personale
Autonomo piano dell’offerta formativa
Interazioni con gli EELL
Coinvolgimento degli stakeholders
Stimolo continuo al miglioramento
Da rigidità a progressiva flessibilità
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Le figure di sistema
il dirigente garantisce unitarietà, direzione e strategie ma oltre a ciò ha bisogno di:
nuclei di docenti con particolari responsabilità
su singole unità organizzative
docenti che presidiano snodi della struttura
docenti con competenze specifiche
(coordinamento “dipartimenti disciplinari”)
assicurate solo da esperti in particolari ambiti
maggiore investimento di tempo, intelligenze e
competenze
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Le figure intermedie
Costituiscono il motore del sistema
Sono indispensabili in una struttura complessa
Hanno funzioni di organizzazione, di coordinamento
e di progettazione
Favoriscono la collaborazione con altri soggetti
esterni Sviluppano nuove competenze
Agiscono da stimolo
Contribuiscono a migliorare la qualità del servizio
…ma oggi, in Italia, non sono riconosciute ;vengono retribuite con quanto deciso in contrattazione di
istituto.
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L’evoluzione necessaria
Ormai pare indispensabile e non più rinviabile una ridefinizione della funzione docente per passare da un ruolo ad un’unica dimensione ad un altro più sfaccettato e complesso.
Non esiste in nessun sistema organizzato una professionalità che non preveda la differenziazione e la possibilità di riconoscimento di meriti individuali che dia accesso ad una “carriera”.
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Punti chiave
Valutazione Naturalmente una valutazione che non abbia la finalità di sanzionare, ma di promuovere il riconoscimento del valore individuale.
Oggetto della valutazione dovrebbe essere la qualità della prestazione didattica, ma anche la formazione certificata.
Secondo le modalità in uso in molti paesi OCSE, si pensa prevalentemente ad una valutazione che intervenga a domanda degli interessati ed il cui esito dipenda da una serie di apporti professionali differenti.
Il riconoscimento professionale
30 Valorizzare la funzione
Riconoscimento del merito. Naturalmente da collegarsi alla valutazione e tradursi in benefici sia economici che di status;
Carriera strutturata. Prevedere un percorso professionale articolato in una progressione che non dipenda solo più dall’anzianità di servizio ma che sia sottoposta a verifiche. Una proposta ragionevole potrebbe contemplare la costituzione di tre livelli (modello francese): quello d’ingresso, uno intermedio e uno di eccellenza (senior). Ai due livelli superiori si dovrebbe accedere solo per merito comparativo, previa valutazione e a numero chiuso.
Dirigenti e docenti
Uno status professionale adeguato. Le funzioni intermedie di organizzazione della didattica a garanzia del migliore funzionamento della scuola dovrebbero essere riservate ai docenti che abbiano volontariamente scelto di mettersi in gioco e di farsi valutare, oltre ad aver dimostrato di possedere le competenze necessarie. Una volta acquisito, lo status e i relativi benefici economici dovrebbero essere permanenti;
Un caso a sé riguarda i docenti che aspirano a diventare i primi collaboratori del dirigente, quelli incaricati di sostituirlo in caso di assenza.
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Raccomandazioni europee
Progressione professionale e carriera dei
docenti:
assente in Italia, dove l’avanzamento avviene solo per anzianità
suggerimento di introdurre meccanismi di valutazione e premiali tali da rimotivare gli insegnanti meritevoli: incrementi di stipendio e progressione di carriera
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Ambiti possibili
La progettazione della didattica generale, di quella disciplinare, delle prove di valutazione per gli alunni; l’elaborazione di progetti generali di attività; la partecipazione a progetti regionali ed europei;
L’organizzazione di settori di attività: la predisposizione dell’orario delle lezioni, le modalità di utilizzo delle aule speciali e dei laboratori; la preparazione di visite e viaggi di istruzione; la programmazione di stage e tirocini; l’impostazione dell’alternanza scuola-lavoro; il lavoro nei dipartimenti disciplinari;
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Ambiti possibili/2
Il monitoraggio in itinere,autovalutazione
di istituto; documentazione delle attività
L’orientamento rapporti con il territorio
In generale: tutte le funzioni relative alla
vita della scuola autonoma diverse da
quelle dell’insegnare la propria materia nel
rapporto con gli alunni e con le classi.
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Alcuni esempi
Possibili aree organizzative
Il Comitato (tecnico) scientifico,le strutture dipartimentali, l’innovazione didattica
La comunicazione istituzionale interna ed esterna, la comunicazione (rapporto con organi di stampa, media, giornale studenti, rassegna della scuola….), il sito web, la didattica a distanza;
Lo sviluppo delle attività interculturali, all’interno della quale chiamare ad operare un Coordinatore degli scambi e un Referente per l’inserimento degli alunni stranieri;
L’ area per le didattiche speciali, affidata ad un Referente dei bisogni educativi speciali
L’area della valutazione, cui affidare, attraverso la nomina di appositi responsabili, il Progetto di autoanalisi d’Istituto
L’area dei rapporti col territorio o con le reti di scuole, che non può non essere assunta sotto la responsabilità diretta del preside con l’ausilio di eventuali suoi collaboratori.
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La strategia del ragno
Appare ineludibile per il dirigente
costruire un funzionigramma che sia l’immagine della scuola e ne rappresenti compiti e funzioni (la ragnatela)
nei suoi snodi collocare i docenti ai quali affidare un incarico di presidio e di coordinamento.
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Fine Prima Parte
Bibliografia e approfondimenti
disponibili sulla piattaforma
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Luisa Anna Maria Giordani
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