CORSO DI AUTOMAZIONE INDUSTRIALE PLC FEC 20 MODULO 3 Prof. Gatto Pasquale.
Modulo 1.2 Automazione degli impianti - unibo.it...Corso di Strumentazione e Automazione Industriale...
Transcript of Modulo 1.2 Automazione degli impianti - unibo.it...Corso di Strumentazione e Automazione Industriale...
Corso di Strumentazione e Automazione Industriale
Modulo 1.2
Automazione degli impianti
Prof. Ing. Cesare Saccani
Prof. Ing. Augusto Bianchini
Ing. Marco Pellegrini
Ing. Alessandro Guzzini
Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna
Automazione degli impianti: codice pneumatico
Agenda
Automazione degli impianti: codice elettrico
2/13
Automazione degli impianti: architettura di un sistema di misura e controllo
Il controllo e l’automazione di un impianto può essere schematizzato nello schema seguente
dove sono presenti gli elementi principali. L’elemento di misura E deve estrarre la minima
potenza possibile dal sistema per non alterarlo e pertanto, E non potrà comandare direttamente
un attuatore (il quale necessita di potenze maggiori).
Risulta dunque necessario introdurre un regolatore R che si interfaccia tra l’elemento sensibile
e l’attuatore. Per fornire potenza all’attuatore, R viene alimentato da un segnale di potenza.
E
Segnale di
potenza
I codici di trasmissione del segnale dal regolatore
all’attuatore possono essere suddivisi in:
1)Codice pneumatico
2)Codice elettrico analogico
3)Codice elettrico digitale
Automazione degli impianti: codice pneumatico
3/13
Il codice pneumatico
L’automazione pneumatica è nata nei paesi anglosassoni ed i segnali trasmessi mediante aria
compressa vengono misurati in libbre per pollice quadrato (PSI). I segnali pneumatici trasmessi
dal regolatore all’attuatore sono solitamente nell’intervallo di pressione compreso fra 3÷15 PSI
corrispondenti a circa 0,21÷1 bar. Conseguentemente, il segnale in ingresso al regolatore dovrà
avere una pressione superiore (20 PSI); nel caso particolare di presenza di più attuatori che
devono attuare in sequenza, le pressioni sono maggiori.
3-60 PSI
Automazione degli impianti: codice pneumatico
4/13
Il codice pneumaticoNel caso in cui le distanze fra elemento sensibile e regolatore dovessero aumentare, si deve interporre
un’altra interfaccia fra elemento sensibile e regolatore, ossia un trasmettitore, che è una sorta di regolatore
di pressione che restituisce rapidamente all’ingresso del regolatore il segnale presente all’uscita
dell’elemento sensibile.
Rispetto all’elemento sensibile che preleva potenza dal processo, tuttavia, il trasmettitore è alimentato con
aria compressa e dunque è possibile inviare velocemente il segnale senza alterare il sistema in quanto la
potenza del segnale di trasmissione è fornita dall’esterno.
Il segnale dal trasmettitore, inoltre, può essere inviato ad un registratore e ad un manometro che funge da
strumento indicatore.
Automazione degli impianti: codice pneumatico
5/13
Esempio: spinta necessaria per chiudere l’otturatore di una valvola pneumatica
Ipotizziamo un otturatore di 6’’ di diametro (DN 150).
Se a valvola chiusa si ha una differenza di pressione tra i due
ambienti a monte e valle della stessa pari a 10 bar, il fluido
esercita sull’otturatore una spinta pari a:
Ffluido =π d2
4∙ ∆p =
π 0,152
4∙ 106 = 17670 N ≃ 1800 kg
Considerando un coefficiente di sovraccarico dovuto alla
molla pari a 1,5 la spinta necessaria per tenere chiuso
l’otturatore sarà:
Fpneum = Ffluido ∙ c = 1800 ∙ 1,5 = 2700 kg
La pressione massima fornita dal regolatore, corrispondente
al segnale di 15 psi, è di circa 1bar (cioè 1kg/cm2 di spinta) e
pertanto servirebbe una membrana di diametro pari a :
Amembr =Fpneum
pmax=
2700
1= 2700 cm2
d =4 Amembr
π=
4 ∙ 3450
π= 59 cm
linea tratteggiata: installazione autoclavica.
Il flusso contribuisce alla chiusura
dell’otturatore ma si hanno problemi nella fase
di regolazione finale.
Per evitare un servomotore da 59 cm (ingombrante e costoso), conviene adottare un regolatore
che fornisca un segnale maggiore di 15 PSI oppure trim bilanciato, oppure a doppio seggio.
Automazione degli impianti: codice pneumatico
6/13
Consumo energetico derivante dalla regolazione di un impianto: aria compressa
L’aria compressa utilizzata per trasferire il segnale nel codice pneumatico deve essere prodotta
da un impianto di aria compressa dedicato (P&ID di figura) che è responsabile di un
assorbimento elettrico non trascurabile, funzione del rapporto di compressione e delle portate
elaborate.
Il calcolo dell’energia spesa per la produzione di aria compressa può essere effettuato mediante
l’equazione energetica del moto dei fluidi.
Automazione degli impianti: codice pneumatico
7/13
Automazione degli impianti: codice pneumatico
Agenda
Automazione degli impianti: codice elettrico
8/13
Il codice elettrico analogico
Con la comunicazione mediante codice elettrico, all’uscita dei regolatori si utilizza un codice in
corrente o un codice in tensione: nel caso di codice in tensione l’intervallo di segnali che arriva
all’attuatore è 0-10 V, mentre nel caso di codice in corrente è 4-20 mA.
• Comunicazione in tensione: 0 - 10V
Quando la natura del segnale proveniente dallo strumento
di misura è in tensione, il regolatore utilizza un codice
elettrico in tensione, per evitare di introdurre errori a seguito
di passaggi di conversione.
È importante osservare che nel caso di comunicazione in
tensione si induce un errore sistematico (ineliminabile
perché è l’architettura del sistema che lo impone) variabile
ΔV. La caduta di tensione lungo i cavi è variabile perché
dipende dalla corrente che circola.
Questa, a sua volta è funzione della differenza di tensione
ai capi del circuito che è funzione del segnale ricevuto al
regolatore dall’elemento sensibile.
Automazione degli impianti: codice elettrico
𝟎 ± ∆𝑽𝟏𝟎 ± ∆𝑽′
R
0-10 V
Doppino
9/13
Il codice elettrico analogico
• Comunicazione in corrente: 4-20 mA
Nel caso di comunicazione in corrente, il regolatore trasmette all’attuatore un segnale in
corrente il cui valore è determinato dal segnale in ingresso al regolatore ed è controllato da un
amperometro di misura all’interno del regolatore.
Per ottenere questa corrente si dovrà spendere una certa potenza elettrica.
La scelta del valore minimo pari a 4 mA piuttosto che quello di 0 mA consente di non
confondere l’assenza di segnale (per esempio un danneggiamento) con il segnale di minimo.
R
Doppino
s
4 - 20 mA
Automazione degli impianti: codice elettrico
10/13
Il codice elettrico digitale.
A differenza del codice elettrico analogico, in cui il segnale assume un qualsiasi valore
all’interno dell’intervallo definito (in corrente o in tensione), il segnale digitale è un segnale in
tensione discreto che assume due valori, per esempio 0V e 5V.
La strumentazione analogica deve avere un convertitore A/D per le comunicazioni con un PLC o
un PC. Viceversa un PC o un PLC per comunicare con un attuatore analogico deve disporre di
un convertitore D/A.
I convertitori A/D e D/A sono caratterizzati da due parametri:
• Numero di campionamenti nell’unità di tempo. Definisce ogni quanto tempo vado a
campionare il segnale.
• Numero di bit. Rappresenta in quanti intervalli si va a suddividere il campo di variazione
massima della variabile.
Andando a campionare un segnale analogico si ottiene un segnale digitale caratterizzato da un
unico valore per ogni intervallo di campionamento.
Più frequentemente vado a campionare l’onda analogica, tanto maggiore è il numero di bit
utilizzato e tanto migliore sarà l’approssimazione dell’onda analogica con un’onda quadra.
Automazione degli impianti: codice elettrico
11/13
Esempio di conversione analogico - digitale
All’istante t=0 la funzione a gradini assume il valore della variabile analogica misurata (ipotizziamo un
segnale in tensione). Tale valore rimane costante per il tempo di campionamento. Al termine del tempo di
campionamento, la funzione a gradini assume il nuovo valore corrente della variabile analogica, che rimane
costante per il successivo tempo di campionamento, e così via.
Segnale analogico
Segnale a gradiniTempo di campionamento
Tempo
Ten
sio
ne
t=0
Automazione degli impianti: codice elettrico
12/13
Il codice elettrico digitale
La scelta della comunicazione digitale rispetto alla comunicazione analogica comporta alcuni
vantaggi fra cui:
• Non è influenzata dal rumore elettrico che nel caso analogico obbliga l’utilizzo di cavi armati
con conseguente aumento dei costi.
• Si può comunicare più di un’informazione dal singolo strumento; nel caso analogico è
necessario utilizzare un doppino diverso per ogni informazione ricevuta e inviata dallo
strumento alla sala comandi. In questo caso si ha una riduzione dei costi di cablatura.
• Un singolo doppino può trasferire più di un’informazione da più di uno strumento fra cui
anche lo stato dello strumento derivante da diagnostica.
• È una comunicazione bidirezionale. Posso ricevere informazioni dallo strumento, ma posso
anche inviare comandi allo strumento. Questa proprietà è di fondamentale importanza
laddove l’impianto si trovi in ambienti difficilmente raggiungibili o ad elevato rischio per
l’operatore.
Nonostante questi indubbi vantaggi, la comunicazione analogica è ancora molto utilizzata a
causa del costo maggiore degli strumenti digitali rispetto agli strumenti analogici.
Automazione degli impianti: codice elettrico
13/13
Corso di Strumentazione e Automazione Industriale
Modulo 1.2
Automazione degli impianti
Prof. Ing. Cesare Saccani
Prof. Ing. Augusto Bianchini
Ing. Marco Pellegrini
Ing. Alessandro Guzzini
Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna