MISTERO MEDIEVALE - LIONBOR · -Porca miseria, gli angeli stanno in cielo! ... Il Santo Michè,...

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Lion Bor MISTERO MEDIEVALE Antefatto Mostra di libri antichi miniati e di oggetti di varia natura del mondo medievale. L’attenzione è attratta da un passo di uno di tali libri. Mistero medievale «Dalla congiunzione tra il Santo Michele Arcangelo e il Corpo Cattedratico della Curia Arcivescovile, nascerà un giorno il punto della discoverta dell’arcano canovaccio che lega i capisaldi del dominio delle mitre e delle spade e degli archibugi, passando per le tenebre che conservano. Ma lo passo sarà ritardato da errata convinzione, essendo più confacente alla discoverta il mondo archètipo delle acque». -Ha tutta l’aria di essere una profezia... -O una predizione... -Ma è come un rebus... Sembra che voglia dare delle indicazioni...quasi un segreto che non riesce a mantenere oltre la morte che prima o poi...l’aspetta. -Però, in quel segreto deve esserci qualcosa di importante...per cui... -Sì, quasi geloso di dover tramandare una eredità...senza che chi ne possa essere il destinatario ne carpisca tutta la consistenza...senza soffrire per ottenerlo. Gratis, insomma. -E allora, lui ha fatto una sciarada, una frase nascosta, una criptografia, un rebus... -Ci mette pure un canovaccio...e pure arcano... -Se è arcano, contiene un segreto, una soluzione nascosta... -Già, poiché il canovaccio è un traliccio di fili...una trama che lascia spazi...caselle... -Sì, come un cruciverba, le parole crociate, insomma. -Già, arcano... Parole nascoste nel cruciverba...un segreto... -Magari, inconfessabile...direttamente...per cui... -...quella indicibile confessione viene destinata a chi, un giorno, con spirito da detective indaga e... -...e se lo scopre prende pure il premio che da qualche parte è nascosto... ..-...nelle tenebre che conservano... Il tesoro nascosto sottoterra... -Ma che diavolo sarà questa congiunzione tra il Santo Michele Arcangelo e il corpo cattedratico della curia arcivescovile? -La congiunzione...ah, ah, ah, non è che ci fosse qualcosa di carnale tra qualcuno... -Qualche prete gay, ah, ah, ah... -Congiunzione...congiunzione...ma che c’entra il Santo Michele Arcangelo?... Ha avuto qualche visione, che diavolo c’entra un angelo? 1

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Lion Bor

MISTERO MEDIEVALE

Antefatto

Mostra di libri antichi miniati e di oggetti di varia natura del mondo medievale.

L’attenzione è attratta da un passo di uno di tali libri.

Mistero medievale

«Dalla congiunzione tra il Santo Michele Arcangelo e il Corpo Cattedratico della Curia

Arcivescovile, nascerà un giorno il punto della discoverta dell’arcano canovaccio che lega i

capisaldi del dominio delle mitre e delle spade e degli archibugi, passando per le tenebre che

conservano. Ma lo passo sarà ritardato da errata convinzione, essendo più confacente alla

discoverta il mondo archètipo delle acque».

-Ha tutta l’aria di essere una profezia...

-O una predizione...

-Ma è come un rebus... Sembra che voglia dare delle indicazioni...quasi un segreto che non riesce a

mantenere oltre la morte che prima o poi...l’aspetta.

-Però, in quel segreto deve esserci qualcosa di importante...per cui...

-Sì, quasi geloso di dover tramandare una eredità...senza che chi ne possa essere il destinatario ne

carpisca tutta la consistenza...senza soffrire per ottenerlo. Gratis, insomma.

-E allora, lui ha fatto una sciarada, una frase nascosta, una criptografia, un rebus...

-Ci mette pure un canovaccio...e pure arcano...

-Se è arcano, contiene un segreto, una soluzione nascosta...

-Già, poiché il canovaccio è un traliccio di fili...una trama che lascia spazi...caselle...

-Sì, come un cruciverba, le parole crociate, insomma.

-Già, arcano... Parole nascoste nel cruciverba...un segreto...

-Magari, inconfessabile...direttamente...per cui...

-...quella indicibile confessione viene destinata a chi, un giorno, con spirito da detective indaga e...

-...e se lo scopre prende pure il premio che da qualche parte è nascosto...

..-...nelle tenebre che conservano... Il tesoro nascosto sottoterra...

-Ma che diavolo sarà questa congiunzione tra il Santo Michele Arcangelo e il corpo cattedratico della curia

arcivescovile?

-La congiunzione...ah, ah, ah, non è che ci fosse qualcosa di carnale tra qualcuno...

-Qualche prete gay, ah, ah, ah...

-Congiunzione...congiunzione...ma che c’entra il Santo Michele Arcangelo?... Ha avuto qualche visione,

che diavolo c’entra un angelo?

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-C’entra, c’entra...

-Porca miseria, gli angeli stanno in cielo!

-Ma la congiunzione riguarda anche qualcosa di celeste, le costellazioni...

-Sì, e allora dovrebbe esserci una corrispondenza tra costellazioni, come il Santo Michè e il corpo

cattedratico.

-Quale costellazione si identifica nell’uno e quale nell’altro?

-Uhm, mi pare che, se andiamo a parare con le costellazioni, risulterà tutto campato per aria!

-Sì, infatti. E dopo che finiamo a guardare le stelle, come ci muoviamo in seguito?

-Con la slitta di Babbo Natale, ah, ah...

-Sì. Cielo, slitta, Via Lattea, latte versato, lacrime sul latte versato...

-Ma che fai, prendi per il culo?...

-No, devi dire: prendi per lo culo...

-Sì, perché dice che “lo passo sarà ritardato”...

-...perché sarà “più confacente alla discoverta, il mondo archetipo delle acque”...

-Come vedete, è inutile che ci imbarchiamo con il latte, quando si parla inequivocabilmente di acqua.

-Ma che cazzo c’entra l’archètipo?..

-Archètipo, composto da archè, principio, e typos, modello... Modello originale.

-Sì, come il peccato... Chissà che non c’entri il Santo Michè, per questo.

-Non credo che parlando di etimologie risolviamo niente di niente.

-Ma poi, il mondo archètipo delle acque, che è? il mondo primordiale dell’acqua o un luogo primordiale

fatto per l’acqua?

-Una brocca di argilla?

-Questo è davvero banale, stiamo finendo nel ludibrio.

-Ma ragazzi, non è che stiamo prendendo la cosa troppo sul serio? La sera è fredda, qui siamo al caldo,

un bel fuoco, cognac eccellente e bevute altrettanto eccellenti che ci lubrificano la gola e l’ugola, ma non

esageriamo, l’etilismo ci minaccia!

-Ma quella frase, chi l’ha scritta, e quando? O è una cosa aggiunta, un apocrifo, uno scherzo incluso nel

libro in una data successiva e, poi, di copista in copista...

-Se non riusciamo a decifrare la cosa, non possiamo nemmeno sapere se è un falso.

-Giusto! Allora, occorre decifrare la frase, sapere che cosa significa e che cosa sono le cose dette, come

sono correlate, dove si identificano, quali sono i luoghi e dove sono ubicati.

-Occorre analizzare. Le costellazioni, vedere le connessioni celesti, se ci sono, sennò passare ad altre

ipotesi.

-Sì, vedere se si tratta di connessioni filosofiche o reali, con luoghi, cose, posizioni.

-Si parla di capisaldi. Si tratta di cose o di spiriti?

-Spiriti? Nel senso di fantasmi?

-No, nel senso di cose non materiali, appartenenti al ragionamento o alla retorica del discorso.

-Mi sembra che l’acqua sia l’unica cosa di concreto che ci sia nella frase.

-Ma potrebbe avere il significato di qualcosa di fluido, che tende a disperdere...o a depistare.

-Ma è anche qualcosa che, in qualche modo, è l’opposto del cielo, dell’etere, dell’aereo, dell’impalpabile.

-Sì, può voler dire: non fidarti del cielo, delle costellazioni, ma stai con i piedi per terra... o meglio

nell’acqua.

-Sì, e il Santo Michele Arcangelo dove lo metti? In cielo, in terra, in acqua... È l’unica cosa di non concreto

che forse c’è.

-E l’arcano canovaccio, come e dove è ordito?

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-Deve essere la Sacra Sindone...

-Non dire stronzate, come al solito.

-Stronzata per stronzata, ve lo immaginate? Il Santo Michè, all’epoca, fa strage di preti corrotti e lo scriba è

costretto a far sparire le tracce, avvolgendoli nel canovaccio e buttandoli a mare, altrimenti accusano lui

della strage.

-Madonna, che palle! Non si riesce a ragionare seriamente.

-Ma tu, che cosa pensi, che sia serio che noi stiamo qui a discutere per ore su una cosa che, veramente

questo si può dire, non sta né in cielo né in terra? Che stiamo a ragionare su una stronzata di un libro del

quale non abbiamo guardato nemmeno l’esatta epoca?

-Sentite, il fatto che siamo qui delle ore a discutere, vuol dire che i nostri cervelli, in qualche modo, sono

stati solleticati da qualche cosa che noi abbiamo costruito essere eccitante. Altrimenti, cosa avremmo

fatto? Guardato la TV, per vedere, in quel solito schermo-oracolo, il vaticinante di turno che predice

catastrofi e fornisce ricette salvagente per cui, alla fine, ci credete pure.

-Siamo qui, comunque, a potere costruire un gioco campato in aria, per il quale facciamo finta di credere

vere certe cose inventate da noi, che siano la chiave che apre dei falsi segreti contenuti in quella frase. Ma

può darsi che, indagando su piste immaginarie, riusciamo a creare un percorso reale, duale e parallelo di

quello falso descritto, che produca la scoperta di fatti e cose comunque nascoste, grazie al nostro

immaginario creativo.

-Il nostro immaginario-collettivo creativo...

-L’ironia, come al solito...

-Bah, questa sera non concludiamo nulla.

-Ma non dobbiamo affatto concludere, perché non abbiamo nemmeno iniziato. Abbiamo solo sfrondato

qualcosa.

-L’unica cosa che sfronda, in questo momento, è il vento gelido che soffia fuori.

-Abbiamo solo sfrondato qualcosa. Bisogna fare un piano. Cominciare a esaminare tutto quello che

disordinatamente abbiamo cavato.

-Un piano su che cosa?

-Non lo so.

-Forse conviene iniziare da una cosa soltanto.

-Vedere se le costellazioni c’entrano.

-Inevitabilmente sconfineremo nell’astrologia.

-Certamente ci finiremo se la frase è soltanto simbolica e certamente ne usciremo se c’è sotto dell’altro.

-Certamente c’è un altro fatto. È passato tanto tempo dal momento in cui la frase è stata scritta. Colui che

scrisse forse si affidava a un giorno in cui qualcuno avrebbe iniziato a cercare, proprio sulla base del

messaggio.

-Allora, partiamo pure, partiamo quindi dagli astri.

-In astronomia si ha congiunzione quando due astri si trovano alla medesima longitudine.

-Ma quale astro o costellazione corrisponde all’Arcangelo e quale, e che cosa c’entra, al corpo

cattedratico?

-Forse non corrisponde proprio niente.

-Vuole dire qualcosa, ma depista.

-E poi, che ne sapeva di astri e se ne sapeva?

-Dovremmo saperne di più sul libro.

-Non esiste data sicura, e certamente, questo si sa, l’autore è ignoto.

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-Anche se la pagina non è stata aggiunta successivamente, come è probabile, poiché non vi era motivo di

introdurla in un posto qualsiasi, dobbiamo invece considerare che certamente fu introdotta

contestualmente alle trascrizioni, fatte in maniera che il messaggio esistesse e fosse in qualche modo

un’azione liberatoria per il frate, o chi realmente non sappiamo, ma che certamente fosse destinato a

essere letto il più tardi possibile e con la speranza che non avrebbe condotto alla rivelazione del mistero.

-Ragazzi, siamo stanchi e bevuti, anche se eccitati. Andiamo a dormire e, forse, riposando, domani ci

troveremo in una condizione più sobria e lucida per mandare a fare in culo tutte queste sciocchezze che

abbiamo congetturato.

-Congiunturato?

-Ma va fan...

-Tutti a nannaaaa! Santo Michè, archibugi e spade, tenebre delle acque archètipe, canovacci enigmistici,

discoverta di arcani cattedratici e mitre curiali!...

-Dopo questo, certamente, domani sarà un giorno normale.

L’indomani

-I discorsi e il cognac di ieri ci hanno fatto dimenticare di cenare.

-Vedo e sento un bell’apparato di stuzzicanti argomentazioni per il palato e l’olfatto che in questa tersa e

fredda giornata ben si dispongono nella cornice dei vetri appannati di questa immensa finestra. E, proprio,

non vedi nulla attraverso. Proprio come lo stato delle cose di ieri. Ci sono indicazioni, ma non traspare

niente.

-Stai, anche tu, ancora pensandoci? Ma guarda chi arriva...

-Sembra distrutto.

-Il troppo alcool.

-Sono prostrato.

-Ma va! Un buon caffè e una passeggiata ti rimette a posto.

-Debbo raccontarvi il sogno che ho fatto, anzi era piuttosto un incubo.

Un alato guerriero veniva giù dal cielo stellato e nero, brandendo una spada fiammeggiante da cui partì

come un fulmine folgorante che si infranse sulla cupola della cattedrale, trapassandola e, uscendo da

essa, proseguì la sua corsa velocissima fino ad abbattersi qui dove siamo noi, distruggendo la casa e

restandone solo polvere senza alcuna maceria e noi, spogliati di ogni cosa, ci trovammo a scavare

dappertutto, come cercando in più direzioni, sperando di trovare qualcosa.

- La cosa può avere un senso nell’ambito di quel minestrone di ieri notte, se continuiamo a persistere nelle

balle.

-Prepariamoci e usciamo.

-Ho paura di fare la doccia...

-Perché?

-Le acque mi perseguitano.

-Bah!

L’uscita

-Andiamo alla cattedrale!

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-Perché?

-Mah, partiamo dal tuo sogno; da qualche parte dobbiamo pure iniziare.

-Siccome la cosa è piuttosto fantasiosa, tanto vale che iniziamo da un sogno.

-Adesso dobbiamo pure salire per strade. Dopo ieri sarà una bella fatica.

-Eh, l’avventura comincia proprio in salita!

-Seguiremo la cinta muraria procedendo da sud verso nord lungo lo sviluppo longitudinale...

-Sappiamo che cosa è e dove andiamo!

-Certo, ma il nostro amico ospite è ancora digiuno di conoscenze della nostra città e, perciò, se

permettete, brevemente gli illustrerò dove andiamo a parare.

Stiamo costeggiando uno dei bordi fortificati di quel quartiere a forma di fuso detto Castello, che ha il suo

asse disposto secondo nord-sud, che è arroccato nel punto più alto della città da cui si domina tutto, sia da

un versante, da cui strapiomba la rocca e che stiamo percorrendo al di sotto, sia dall’altro, dal quale si

degrada meno a precipizio verso il basso, finendo al porto, agli stagni estesi e a tutto il resto. Ecco, in

questo fuso si controllava, al di fuori di esso, tutto ciò che ne era escluso e, al di dentro, tutto ciò che si

intramava dai capisaldi dei domini.

-Quindi, quei capisaldi sono lì?

-Sono tutti lì, gli uni contrapposti agli altri e disposti in punti cardinali e a distanze debite, come si dice, e

cioè né troppo separati né troppo vicini; quanto bastava per potersi osservare e controllare, mandare

messaggi rapidamente e riceverne la risposta altrettanto sollecitamente.

-Disposti come?

-A croce, come una croce cui manca un braccio. Archibugi a nord, mitre a sud, spade a ovest...

-E l’altro braccio?

-Forse fu tagliato o ne fu escluso perché non...allineato.

-Passiamo per la porta dei Leoni o per la torre di San Pancrazio?

-Facciamo Pancrazio.

- Ma non è che quel Michele sia, invece, Pancrazio?

-Ci vuoi depistare anche tu. Guardate là. Vedete quello? È il cosiddetto Bastione del Viceré.Vedete quello

stemma incastonato nella parete?

-Ma che, ti sei portato il binocolo?

-Può sempre servire. Vedete, c’è una specie di gallina in rilievo.

-Sì, è lo stemma del Viceré spagnolo Diego de Aragall...

-La gallina ha una zampa sollevata, dritta, a novanta gradi sull’altra.

-Il passo dell’oca...

-Precognitivo...

-Forse la zampa alzata indica un posto. O tutte e due, sotto e avanti.

-Il Bastione del Viceré sta proprio sotto il palazzo arcivescovile...

-Proseguiamo.

-La Torre potrebbe essere un ottimo punto di osservazione della città.

-No, mi pare che dobbiamo iniziare dal luogo del delitto più recente, il tuo sogno, che evidentemente è

connesso strettamente a quello originario.

-Sì, lo scenario è tutto fantastico e quindi mi pare giusto partire dal sogno.

-Andremo sul campanile della cattedrale.

-In questo giorno? Nessuno in giro, ora presta, la cattedrale sarà certo chiusa.

-Ci sarà pure un custode anziano e insonne il cui sonno sarà stato singhiozzoso...

-...aggravato dalla sbornia d’incenso del giorno prima...

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-Avrà preso l’alzata come una liberazione.

-Ma perché sul campanile?

-Beh, almeno lo scenario del sogno siamo in grado di riprodurlo fisicamente e osservarlo dal posto giusto.

-È il primo dato certo di partenza.

-Ma quello strale (che bella parola!) di fuoco, da dove proveniva?

-Dal cielo.

-Sì, ma tu osservavi, come esternamente alla scena. Che cosa vedevi sullo sfondo?

-Vedevo mare, profili di monti...Anzi, era un mare piatto, quasi una lamina, uno specchio, forse degli

stagni...

-La posizione sembra giusta.

-In che senso?

-Ora vedremo, siamo giunti.

-Guardate, la cattedrale è aperta.

-Si tratta di trovare il custode.

-Sarà lì.

-Avevi ragione, la sbornia d’incenso...

-Si sente ancora l’odore.

-È tutto buio.

-ll risparmio energetico...

-Eccolo.

-Si tratta di cominciare a corrompere. Sù con la colletta; sostanziosa, sennò non prende.

-Il gioco è fatto.

-Accidenti, ci ha aperto solo la porta.

-Non ci accompagna.

-Col freddo che fa...

-E poi, c’è la scala.

-Per fortuna.

-Sennò sarebbe un’impresa.

-Almeno questo sarà facile.

-È come una scalata, oggi.

-Che freddo.

-Vieni, ti stringo col mio ampio mantello di calore.

-Non fare esercizi di concupiscenza.

-Sono depistanti.

Sul campanile

-Ecco, dominiamo tutto.

-Il mare, gli stagni, i monti...Per ora torna tutto.

-Sennò saremmo in un’altra città.

-Sì, come dire, incominciamo con una cosa ovvia.

-Se non altro, non stiamo ancora sognando.

-Sì, non ho mai sentito tanto freddo in faccia, in sogno. Ergo, siamo svegli.

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-Osserviamo.

-Che bello!

-Bello cosa?

-Tutto.

-D’accordo, nessuno vede niente di rilevante. Ce ne possiamo andare.

-Un momento! Analizziamo almeno quello che vediamo.

-Mare, cielo, stagni, monti, case, chiese... Sant’Anna, la chiesa...

-E quella laggiù, in fondo alla via Azuni?

-È la chiesa di San Michele.

-Porca puttana! San Michele!

-”Dalla congiunzione fra il Santo Michele Arcangelo e il corpo cattedratico...”

-Ma sì, la congiunzione sta per: se tu congiungi Michele con cattidro, ottieni...

-Ottieni cosa?

-Ha ragione! Qui non ci facciamo più nulla. Andiamo a casa, nello studio.

-A far che?

-Ci occorre guardare la pianta della città.

-Calma, non facciamoci prendere dalla fregola. Che modo di scendere i gradini...

-Stiamo attenti, sennò continuiamo la puntata in ospedale.

-Ma sei impazzito, va bene andare in fretta, ma non vorrai farmi correre?

-No certo, ma sono ansioso di vedere.

-Non facciamo la stessa strada?

-No, tutta discesa, per la via del Fossario...

-In sintonia con le tenebre che conservano...

-Andiamo sul macabro...

-Non scendiamo dalle scale del Bastione di San Remy?

-È poco interessante. Seguiamo le mura, dalla Porta dei Leoni.

-Quel Bastione! Un mezzo scempio. Si è mangiato le antiche mura. Eppoi tutti quei gradini, non un

ascensore.

-Sì, adatto soprattutto per i disabili.

-Già, come fa un disabile?

-Beh, fa tutto il giro, dalla Torre Pancrazio, giù poi per via Fossario e ti fermi al bastione di Santa Catterina.

-Certo, corto e rapido.

-Quasi una maratona.

-Ma perché non un ascensore?.

-Perché sennò togli il piacere dell’ardimento dell’impresa e la fatica della scalata.

-In parete, bianca e alta.

-Ma poi, giunti in cima, la soddisfazione di ammirare il panorama alpino che si gode.

-Questo Bastione è la condanna per il torto subito dalle mura.

Rientro

- Ecco la mappa della città.

-Stendila sul tavolo. Dunque, San Michele, Cattedrale...

-Segna due bei punti rossi.

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-Una belle retta di “congiunzione”...

-E dopo?

-Boh?

-Prolunga la retta, a destra e a sinistra.

-Noi, dove siamo?

-Qui.

-Porca miseria!

-Minchia! Sì, la congiungente passa proprio su casa nostra....

-”Il punto della discoverta dell’arcano canovaccio”...

-Che strabiliante coincidenza.

-Porca oh!

-In tutte queste balle ci voleva ‘sta balla grossa come una bischera....

-Dobbiamo dire che il frate è stato sfortunato.

-Comincia grigia per lui.

-Se l’è voluto.

-Non trionfare ancora.

-Bella vittoria, ma non abbiamo ancora molto.

-Meglio di nulla.

-Se si tratta di fantasie, è proprio nulla.

-Ma nel mondo parallelo e duale può essere molto.

-E adesso?

-”...nascerà un giorno il punto della discoverta...” Questo è il punto, il punto siamo noi!

-E calmati, novello Archimede!

-Laddove il punto per sollevare l’universo si identifica con chi fa leva...

-Non rompere...

-Direi, comunque, che quasi mezza frase è fatta.

-Chi è a metà dell’opera è a un ben comincio!

-La nuova frase storica.

-Quasi duale!

-Ora, bisogna vedere che cazzo è ‘sto canovaccio che lega... Che cazzo lega?

-”I capisaldi del dominio delle mitre...”

-”...e delle spade...”

-”...e degli archibugi...”

-”...passando per le tenebre che conservano.”

-Pure!

-Come canovaccio lega, tenebra conserva!

-Mitra, spada e archibugio.

-Come oro, incenso e mirra!

-Da cui, con sapiente commistione, nasce la birra del mondo duale e parallelo!

-Mitra, spada e archibugio.

-L’oro è la spada, l’incenso è la mitra...

-...e l’archibugio è la mirra, usata come polvere da sparo.

-Chissà perché la mirra mi fa pensare alla marmellata.

-Sì, di mirto o di mirro.

-Ma se c’è l’oro, c’è anche il re mirra.

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-Certo è che, essendo la mirra una gommaresina africana, bel pasticcio ne esce usandola come polvere

da sparo!

-Appunto, una marmellata!

-Infatti, a causa della corta gittata, gli archibugi venivano usati nel medio evo, in pasticceria, per guarnire le

tartine. Una intera squadra e in poco tempo era tutto pronto.

-A quanto pare, è anche astringente.

-Sì, per evitare di cagare fuori troppo.

-Virgilio preferisce chiamarla murra.

-Non insistiamo oltre, sennò finisce per parlare di morra.

-Comunque, è chiaro, i capisaldi del dominio sono tre: San Michele, sede delle spade dei gesuiti, la

Cattedrale, sede delle mitre della Curia e poi...

-...l’esercito, gli archibugi.

-Sì, quindi l’Arsenale, sede degli archibugi.

-Che bel triangolo di potere!

-Gli uni contro gli altri armati.

-Bella connessione!

-Belle contrapposizioni!

-E un cruciverba-Sacra Sindone li lega!

-Stai dimenticando le tenebre che conservano.

-Questo fa paura!

-Il mondo dei morti?

-Tocchiamoci le palle.

-Ma tanto è tutto inutile, perché poi vi prende per il culo, che tutto sarà impedito da una errata convinzione.

-No, dice che “lo passo sarà ritardato... da errata convinzione”, non impedito!

-Che differenza fa? Se c’è una errata convinzione, tu credi che sia tutto vero e invece è tutto falso. E vai e

imbarcati...

-Imbarcarmi non so, ma certo è che c’è ancora il mondo delle acque.

- E, per giunta, archètipo.

-Questo archètipo mi sembra proprio l’acme della balla.

-L’acme della balla!! Suona perfettamente.

-Se sarà una balla, lo vedremo presto, e così il caso sarà chiuso e ce ne andremo al mare.

-Col freddo che fa...

-Certo, andremo nel mondo archètipoooo!

-Insomma, il canovaccio è una sorta di tessuto che collega quei cazzi di domini.

-Ovvio.

-Passando per le tenebre che conservano, per le tenebre, l’hai capitaaaa?

-Io ho paura...

-Vieni, ti proteggo...

-Sì, con il tuo mantello di concupiscenza...

-Vedendoti così indifesa e spoglia, cerco di risalire alle tue curve più vertiginose, partendo dai tuoi piedi per

giungere al tuo prezioso acme e proteggerlo...

-Ma guarda un po’, non perde occasione...

-Attento all’acme della punta del suo piede che per riflesso sussulto non vada a colpire il tuo acme più

basso.

-Balle per balle...

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-La legge del coglione!

-Non mi capite!

-Ma non è che “lo passo sarà ritardato” significhi, che so, uno ha un problema, una paralisi e quindi...

-Tocchiamoci...

-Insomma, questo è il dominio delle balle! Palle, mitre, spade e archibugi.

-Passando per le tenebre che le conservano.

-Il fondo dei pantaloni?

-Ma che palle!

-È un mistero.

-I misteri esistono quando non si fa niente per dissolverli o quando la propria limitazione conduce ad

arrendersi e a dire, appunto, che è un mistero. L’ammissione di una sconfitta, quindi: non resta che

arrendersi.

-Ma è indubbio che alcune cose costituiscono sistemi senza soluzione.

-Quale, per esempio?

-L’universo.

-Vedi, credo che su questo tema la si faccia troppo complicata. Come dire, lo si abborda non alla radice

ma nel bel mezzo di un marasma e non se ne cava buco perché la soluzione è inquinata da tutti gli effetti

collaterali che ormai gli stanno attorno. È come cercare un fiammifero, già acceso e ormai spento, nel buio

di una camera col pavimento nero.

Penso che l’universo possa essere regolato da una semplicissima legge, anzi da almeno due, tanto per

iniziare. Una legge, tipo quella di Boyle, sai, che conoscono tutti. Quella legge fondamentale dei gas

cosiddetti perfetti, secondo cui il prodotto della pressione per il volume è costante. Ma puoi pensarla anche

come che la pressione è proporzionale all’inverso del volume o alla sua contrazione. Come la legge di

Hooke, che regola l’elasticità dei materiali. Tanto lo tiri e tanto si allunga; oppure, tanto lo premi e tanto si

accorcia o si contrae.

-Ut tensio sic vis...

-Appunto.

-Ma che c’entra l’universo?

-C’entra. Se tu ammetti una tensione iniziale, uno sprigionamento di materia da un punto, questa si

diffonde nello spazio, o indefinitamente, fino a quando tutta la materia si disperderà in un volume infinito, e

allora hai una densità nulla e ciò significa di per se stesso l’annichilimento dell’universo; oppure puoi

pensare che, a un certo punto, la materia raggiunga una distanza limite e poi torni indietro. Come un

semplice elastico. Tu lo tendi fino a un certo punto e poi, se non lo vuoi rompere, lo lasci andare ed esso si

contrae verso il punto di partenza dove tu lo tieni fermo. Cioè, l’elastico tu lo carichi e poi lo scarichi e puoi

farlo quante volte vuoi.

-Questo sarebbe secondo la legge dell’elasticità. Ma, e la legge di Boyle che c’entra?

-C’entra, perché, se la materia si diffonde nello spazio, il volume cresce e puoi pensare che la pressione

diminuisca. Oppure che al crescere della distanza dal punto originario la pressione diminuisca. Allora puoi

pensare che la forza di allontanamento da tale punto per la distanza da esso sia costante. Perciò, devi

conoscere dove è quel punto e devi conoscere la costante universale. Cioè, insomma, devi lavorare per

ottenere quanto vale.

-Ma il problema è questo.

-Certo, però non puoi fermarti a queste mere e suggestive considerazioni. Devi andare a fare certe misure.

Tu ti trovi in un punto, nel nostro pianeta, cioè. Se ne consideri un altro a una certa distanza, devi sapere

se tu sei più lontano dal punto originario e l’altro, quindi, più vicino e se tu stai navigando, proiettato, più

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lento dell’altro. Se un segnale, sparato dal tuo punto verso il secondo, viaggi più veloce di un altro sparato

dal secondo verso di te. E devi cogliere le differenze. E questa è una misura che può portare a conoscere

la costante universale. Insomma, abbiamo due generi di cose: la pressione iniziale si riduce con la

distanza ma il loro prodotto rimane costante; la distanza aumenta e la materia rallenta e la forza di

richiamo al centro originario cresce. Quando la velocità di espulsione si annulla, il punto di materia si

ferma, il moto si inverte e la materia torna verso il punto iniziale.

-E poi?

-Eppoi, può collassare di nuovo tutta lì dentro e si concentra in un punto, che non ha dimensione, come

sai, però la sua densità diventa enorme, infinita, e si ha un altro modo possibile di annichilimento che,

però, come l’altro, è solo apparente perché può rimanifestarsi l’intero fenomeno di prima. Come quando

hai un mucchio di palle da biliardo riunite, in quel gioco americano molto noto, e tu gli spari una palla che

fa esplodere il mucchio con violenza e sparpaglia le bocce in tutte le direzioni con grande velocità.

-Ma allora, niente vieta che di questi punti possano essercene tanti... più universi, insomma.

-Certo, tutto è possibile.

-Ma allora, i fenomeni potrebbero compenetrarsi e ingarbugliare maledettamente le cose.

-Certo, ma potrebbe essere anche che le loro sfere di azione non interferiscano. Come delle bolle di

sapone, tante, un mucchio. Alcune possono urtarsi e, pensando che non scoppino, spostarsi

reciprocamente. Ma, poi, nessuna di esse dimentica di essere autonoma.

-Già...

-Sei perplesso, capisco. Ma non penserai proprio che con queste primissime cose che abbiamo ventilato,

noi abbiamo risolto il problema? Il problema vero è quello di soffermarsi a pensare, indugiare, discutere...e

non mollare mai.

-Bene! Muoviamoci da qualche parte, ora.

-Andiamo all’istituto di Architettura, ho sentito di alcune cose che vi stanno sotto.

-Andiamo.

Via Corte d’Appello

-Siamo nel cuore del Castello...

-Via Corte d’Appello. È un nome che incute una certa paura.

-Chissà quante pene comminate.

-Il Tribunale. E l’Inquisizione?

-Boh! Non ci fu, all’epoca, nessuna condanna al rogo o altra pena capitale, che si sappia. La condanna più

frequente era la confisca dei beni, spesso consistenti, con contorno di esilio perpetuo.

-Come dire, ti frego i soldi e poi ti tengo a debita distanza, a scanso di rivalse e di vendette.

-E con quali accuse erano perpetrati questi, chiamiamoli, giudizi e comminate tali condanne?

-L’accusa più frequente portata agli imputati era di avere un patto col diavolo e la confessione di tale

“crimine” era spesso estorta con la tortura.

-Le solite brave persone!

-Certo! Perché, non pensi che il metodo, ancorché crudele e devastante, non fosse, in ultima analisi, da

considerarsi un bene della Provvidenza voluto da Dio, nella sua infinita misericordia, al fine di riportare la

pecorella smarrita all’ovile sulle spalle del Buon Pastore?

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-Certo, mi immagino la pecorella insanguinata, stretta alle zampe in una morsa stritolante di un

energumeno con la divisa da Inquisitore!

-La cosa divertente, se così ci possiamo esprimere, intendo assurdamente comica, è che le confessioni

erano formalmente coincidenti, cioè erano strappate nella forma che l’Inquisitore voleva sentirsi dire, con le

stesse parole, insomma. L’unica variante era il nome che la vittima aveva attribuito al suo occasionale

diavolo. Sì, perché, buffo nel comico, a quanto pare era invalsa questa moda, un po' ironica, nel mondo

della stregoneria di allora.

-Ma quindi, da quello che capisco e posso arguire, la cosa poteva configurarsi come una caccia al soldo?!

-Certo, non è escluso, anzi è l’unica cosa seria che si può pensare, se non fosse tutto così tragicamente

improbo. Ma c’era un aspetto che aggiunge inquietudine a quegli eventi e produce sentimenti di condanna

per quei comportamenti. L’Inquisitore si serviva dei cosiddetti familiari, che non erano certo dei bravi figlioli

educati dal padre-inquisitore alla giustizia e al buon cuore. Questi stinchi di santo erano dei collaboratori di

giustizia inquisitoriale che erano, ma guarda un po’, bravi a fornire informazioni sui futuri capri espiatori e a

premurarsi nel prestarsi a favorirne la cattura.

-Ma quanta devozione!

-Oh, intendiamoci, gratuitamente! Completamente disinteressati e per il bene dell’umanità, affinché fosse

ricondotta a essere pia e rispettosa della religione. Un’unica cosa, come dire, un piccolo vantaggio, era

concesso a quelli, ma roba da poco: per eventuali reati da loro commessi, essi non ricadevano nella

giustizia civile ordinaria ma erano, invece, soggetti a quella dell’Inquisizione.

-Insomma, belle carogne! Ruffiani, delatori, sciacalli e tangentisti! Sì, perché non è difficile intuire delle

collusioni a fin di soldo.

-Già. Tra l’altro, in quell’epoca non vi era un grande benessere in giro e, quindi, gli obiettivi erano pochi e le

prede dovevano essere ghermite in modi sicuri e testimoniati. D’altra parte, forse, le presunte stregoneria e

magia erano lussi che potevano permettersi in pochi. C’è da aggiungere, a “vantaggio” dell’Inquisizione,

che, a un certo punto e in relazione alla prospettiva di scarsi guadagni, l’incarico di Inquisitore in Sardegna

non suscitava particolari entusiasmi, al punto da essere rifiutato, soprattutto perché gli indicati per tale

incarico avrebbero dovuto trasferirsi dalla “lontana” Spagna, se si comprende quanto più distante appaia

un paese quanto meno è, per certi aspetti, allettante.

-Che buio questo portico. Volte alte, a crociera. Dovevi sentirti piccolo.

-Chissà quali connessioni, anche qui.

-Ecco, entriamo nell’Aula grande.

-Si fa lezione.

-Sembra una conferenza.

-«...e così anche l’Anfiteatro romano, il Colosseo, è in uno stato totale di abbandono e predazione, è,

insomma, ridotto a un mezzo cesso...»

-O a un cesso intero.

-Se è un mezzo cesso, è come una sorta di mezzo servizio.

-Parliamo piano.

-«E allora? Occorre un piano di restauro. Ma il restauro non deve essere una mera operazione

conservativa e fatalmente oscurantista. Non dobbiamo creare un enorme, per quanto bello, soprammobile

da esibire agli ospiti. Per questo ci sono i facsimile che si vendono nelle bancarelle. Deve essere un

restauro che diventi un recupero totale e complessivo da restituire alla comunità, che diventi il tributo più

giusto e il compenso, seppure tardivo, per le fatiche e le morti patite dall’umanità per il soddisfacimento del

potere e della prepotenza. E questo discorso si estende, inevitabilmente, al vostro Anfiteatro, anch’esso

ridotto ai minimi termini nei secoli. Anche per questo, occorre un recupero e una ricostruzione integrale,

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che diventi un grande spazio fruibile continuamente. Insomma, signori, la ricostruzione fa recuperare un

credito all’umanità, l’uso continuo e sapiente produce un’amorevole conservazione del monumento e

induce testimonianze per chi ha sacrificato per la sua costruzione. L’uso parziale di una semi-cosa produce

semi-abbandono e mezza incuria. Ho concluso.»

-Quanti applausi.

-Senti, la musica...

-Deve essere un luminare per accompagnarlo con l’Ouverture Accademica di Brahms.

-Siamo qui per vedere quella galleria scoperta qualche anno fa. Dobbiamo controllare quanto è profonda,

che dimensioni ha e, poiché gli scavi si sono interrotti a un certo punto, formulare delle ipotesi di come

proseguirebbe, a che cosa può connettersi e il perché della sua esistenza.

-Andiamo, usciamo nel cortile. Ecco l’ingresso, scendiamo.

-Ragazzi, questa, finora, è la prima galleria che stiamo controllando. È interrotta. Non possiamo

proseguire.

-Individuiamone la direzione.

-Orienta la mappa in maniera esatta rispetto all’edificio.

-Ecco, siamo messi così. La galleria ha questa direzione.

-Dove sbuca?

-Sparata nella cattedrale.

-Ma dove sbucherà?

-In un posto segreto.

-Nascosto. Una cripta. La cripta!

-Mah, che io sappia la cripta non ha aperture.

-Solo sull’esterno, delle finestre. È uno dei pochi esempi di cripta che non è completamente sottoterra e

può guardare cielo e panorama.

-Ci deve essere un pezzo di parete che camuffa una porta, un passaggio.

-Là sono tutte tessere, formelle, come una tappezzeria di maiolica.

-Bisogna battere la parete, cercare il buco.

-Sì. Potrebbe essere, però, che sia stato chiuso e magari con un muro spesso.

-Un muro spesso ma pur sempre limitato.

-Basterà un ecografo o l’ultrasuono per scoprire la differenza tra il muro con il buco che sta dietro e le parti

adiacenti che saranno blocchi di terreno continui o di roccia.

-E poi?

-Poi, bisogna vedere quanto è lungo il buco, se si connette a questo troncone.

-E che cosa c’è dentro.

-Sì, e che fai, demolisci le tessere?

-E come, di nascosto? Come c’entri? Ti concedono il permesso? Scavi pure, prego!

-Potrebbe essere un muro mobile...

-Difficile.

-Potrebbe essere, soltanto, che non si abbia voluto più la connessione e, quindi, sia stato chiuso il buco e

così sia.

-E dentro non c’è assolutamente niente e così sia.

-L’unica cosa di coerente con il posto è questo così sia.

-Non possiamo contentarci di aver constatato questa connessione.

-È un po’ poco, controllare non guasta.

-Se guardi non guasta, se tocchi guasta.

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-E, tanto, non te lo lasciano guastare mica.

-Non ti lasciano toccare una mica.

-Anzi una minca.

-A proposito di minca, signori, non siamo nel medio evo.

-Cosa stai dicendo, che c’entra la minchia?

-Alla minchia si associa il pisciare.

-E allora?

-Il pisciare implica uno zampillo, un getto.

-Dove vuoi arrivare?

-Hai presente la sonda gastrica o quella che va al cuore?

-Ci stai prendendo per il culo?

-No, ha ragione, forse ho capito, continua.

-Io vi dico poco alla volta, voi spremetevi.

-Vuoi dire che facciamo un buco? Un buco piccolo, naturalmente.

-Un foro!

-Eppoi?

-Avanti!

-Ci infili la minca e pisci?

-Volgare!

-Ci infila un tubo e ci pompa acqua!

-Potrebbe essere così, ma non ti dice nulla.

-Aspetta, lui ha parlato di sonda...

-Le sonde, oggi, hanno le telecamere e sono così sofisticate che guardano anche nel buio del corpo

umano.

-Ci siamo. Facciamo un foro nella parete, infiliamo una sonda con telecamera e faro potente e guardiamo.

-Con molta luce e lo zoom, andiamo lontano.

-Sì, poi per misurare la lunghezza della galleria...

-Semplice, spariamo un segnale, quello va, trova alla fine l’ostacolo, rimbalza e torna.

-E dal tempo impiegato risaliamo alla lunghezza.

-Perfetto e semplice.

-E quasi indolore per la cripta.

-Ma quelli non ti fanno fare manco un foro!

-E allora bisogna farlo di straforo.

-No, extraforo.

-Vuol dire che il foro bisogna farlo fuori.

-All’esterno, nella parete rocciosa?

-Non resterebbe che...

-Questa è una stronzata. Soltanto se ci fossero dei lavori in corso sulla parete, si potrebbe andare sui

ponteggi.

-Ma poi, c’è il problema che la direzione del foro non coincida con quella della galleria.

-Vedresti, comunque , qualcosa.

-Un momento. Tu infili una sonda piegata e la direzione la cogli. È semplice.

-Il punto è che non ci sono lavori in corso e non ci sono ponteggi.

-Bah, il punto è un altro.

-Quale?

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-Cosa speri di trovare nella galleria?

-Se lo sapessi...

-Supponiamo niente, e allora?

-Allora, sappiamo solo che c’è il cunicolo che connette il potere dei giudici con quello della Curia.

-Per che cosa?

-Per esempio, per riunirsi in conciliaboli segreti. Perché, sennò, fare una galleria? Esci all’aperto in

carrozza e vai e tutti lo sanno, sia di notte che di giorno e più di giorno che di notte., Ma se non vuoi far

sapere, per evitare deduzioni connesse ad avvenimenti e situazioni successive a quell’incontro, esci dalla

porta di servizio e non ti fai vedere da nessuno. Oppure, fuggi da un posto attraverso un passaggio che

nessuno conosce e ti rifugi in un altro posto dove nessuno può toccarti.

-E che ce frega di tutto questo? Ma tu pensi che là dentro ci siano tracce o resti? Il passaggio, che prima

era tutto libero, è stato interrotto poi da detriti. È stato percorso in lungo e in largo per tanto tempo. Se

c’era qualcosa, di certo non c’è più.

-Sarebbe più facile rimuovere le macerie.

-Abbiamo visto che si possono fare tre cose, ma forse non possiamo attuarne alcuna.

-Le macerie non dovrebbero essere un problema. Si propone di ripulire l’ambiente, gratuitamente,

ventilando l’ipotesi di un’utilizzazione di uno spazio piuttosto consistente che, sistemato a dovere,

costituirebbe una dotazione molto interessante e importante per l’Università.

-Purché non finisca al di sotto di un’altra proprietà.

-Ma è piuttosto profondo.

-Il giorno che scavano per qualcosa, te li trovi in casa e... Oh! Buongiorno, come va? Che fate?

-Ma la prima parte dell’intervento non comporta niente che lo ostacoli.

-E dopo?

-Vedete, quando il percorso sarà libero, dovremo controllare se e in quale punto esistano altre

connessioni, gallerie, cunicoli, cisterne o altro.

-Che cosa ipotizzi?

-Che vi sia un sistema di connessioni sotterranee tra i punti strategici e di potere della città.

-Il famoso canovaccio...

-Sì.

-E le tenebre che conservano sono già la cripta, per esempio...

-Anche e, forse, non soltanto.

-E il mondo archetipo delle acque?

-Ci siamo di nuovo...

-Le cisterne che hai nominato poco fa.

-Ma guarda, in poco tempo vengono tante idee.

-Le cisterne potevano, quindi, raccogliere acque confluenti da un sistema di cunicoli e gallerie.

-Quelli servivano, quindi, anche per l’acqua o anche come passaggio.

-Le acque finiscono in cisterne o in pozzi.

-Se i cunicoli servivano anche per passare...

-Se l’acqua finisce alla cisterna, l’uomo che sostituisce l’acqua finisce anche lui alla cisterna.

-Che bella filastrocca!

-Ha ragione, la cisterna diventa la porta d’ingresso! Tu sei in un cortile, o in una cantina, appartato, scendi

in qualche modo nella cisterna o nel pozzo ed entri nei cunicoli. Semplice.

-E nessuno ti inseguirebbe perché, se si affaccia al pozzo, vede l’acqua.

-E come? E il passaggio non lo vede?

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-È difficile, perché se uno si affaccia vede lo specchio dell’acqua e subito si ritrae. Poi, il passaggio dalla

parete del pozzo al cunicolo non si vede, in quanto il pozzo è stato costruito con le pareti strombate, a

cono che va allargandosi dall’alto verso il basso o viceversa e il passaggio è coperto da una cornice di

pietra, come quella della parete conica del pozzo, che aggetta sulla parete stessa e copre la vista

dell’accesso al cunicolo. Poi, lo scuro fa il resto.

-Ma guarda dove va a rastrellare fantasie costui!

-Attenzione. Ma allora, se troviamo una di tali cisterne o pozzi, dico, fatte in quel modo, possiamo trovare

una di quelle connessioni che ci conduca nel tronco di galleria interrotto dalle macerie e inaccessibile da

dove siamo?

-All right baby! Of course!

-Bah, ora attacca a scoglionare perso.

-Ma per accedere ad uno di questi pozzi dobbiamo finire, quasi sicuramente, in casa d’altri e,

probabilmente, ci troviamo con le mani legate come per la cripta.

-Però, potrebbe essere più facile.

-Si sa che nella Piazza dell’Indipendenza c’era un pozzo, il pozzo di Santa Lucia, che era collegato a un

cunicolo che sfocia sulla muraglia sullo strapiombo, tra il Palazzo Regio e quello Arcivescovile. E c’era o

c’è un pozzo nel convento di Santa Lucia.

-In quel tratto ci possono essere diramazioni per dove immaginiamo debbano esserci altre gallerie.

-La rete dovrebbe essere molto vasta.

-Sennò, che razza di canovaccio è? Con un paio di fili?

-Ci risiamo, noi andiamo e chiediamo alle suore di entrare nel pozzo e, se non c’è, di ripristinarlo

sfondando il cortile, o chissà che cosa, e loro ci dicono: ma certo, prego si accomodi!

-Devi abbindolarle, fargli credere che da studi e ricerche fatte negli archivi si sono tratte indicazioni di un

certo tipo che fanno supporre che lì dentro, sottoterra, potrebbe esserci la salma mummificata e

conservata, in un prezioso sarcofago, di Santa Lucia o di una ritenuta tale. Insomma, quasi una copia della

Santa.

-Sì, un falso dichiarato...

-Ma che fantasia, porca oh!

-Se sommi quella insieme a una gran faccia da culo, può darsi che riesci a fregarle.

-Potremmo tentarci, al massimo ci divertiamo.

-Oppure, ti chiamano i carabinieri e finisci alla neuro.

-Potremmo dichiararci archeologi, dilettanti, per non insospettirle.

-Sì, ma devi pensare che non avranno tempo da perdere e non vorranno subbugli sul posto.

-L’unica speranza è che la cisterna ci sia.

-Sì, ma, metti, la cisterna è tappata nel passaggio e siamo allo stesso punto che per le macerie.

-Dobbiamo tentare.

-Oppure, dobbiamo trovare un altro cortile, un’altra casa, un’altra cantina che abbia la cisterna e noi

possiamo, magari, affittarla e procedere indisturbati.

-Questa sarebbe la soluzione più facile.

-Dobbiamo perlustrare in questo senso. Andiamo, iniziamo da qualche punto.

La Quadratura

-Da quale punto?

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-È un problema senza soluzione.

-Come la quadratura del cerchio.

-Come la quadratura del cerchio... La solita formula liquidatoria di un problema, quando non si riflette

abbastanza su di esso. Non vi è problema senza soluzione.

-Non mi dirai che conosci la soluzione, anche della quadratura?

-Posso provare a dartela.

-Scusate, ma io non conosco come è posto il problema.

-Devi costruire, con il solo ausilio della riga e del compasso, un quadrato che abbia la stessa area di un

circolo di diametro assegnato.

-Tutto qua?

-Sì, tutto qua, ma la soluzione non c’è, o non c’è una soluzione esatta.

-Anticamente, la lunghezza della circonferenza era ritenuta uguale a tre volte il diametro...Lo riporta la

Bibbia, nel libro dei Re.

-Se fosse così, il problema della quadratura sarebbe semplicissimo.

-Il solito concetto del numero tre, come simbolo di perfezione...

-Però, gli è andata male, non era tre, ma un po' di più: il famoso numero pi greco, π, che vale circa 3.14. Il

numero π è un numero cosiddetto trascendentale, o trascendente, ed è pari al numero tre, seguito, dopo la

virgola, da un numero infinito di cifre.

-Ma da dove proviene questo numero dispettoso cui hanno affibbiato l’attributo di trascendentale?

-Provo a spiegartelo.

-Sì, però in maniera semplice.

-Va bene. Prendete un cerchio. Tutti sapete costruire, internamente ad esso, un esagono regolare. Basta

prendere il raggio del cerchio e, con il compasso, lo riporti sei volte di seguito, uno appresso all’altro, sulla

circonferenza. È una delle costruzioni elementari che si imparano alla scuola media. Quindi, il perimetro di

questo esagono è sei volte il raggio del cerchio oppure tre volte il suo diametro. Si vede chiaramente, dalla

figura, che tale perimetro è inferiore alla lunghezza della circonferenza.

-Ma allora, ne viene fuori che la lunghezza della circonferenza non può essere tre volte il diametro...

-...come voleva la Bibbia!

-Certamente, e tutto questo, finora, è facile facile. Tornando all’esagono, si vede che è composto da sei

triangoli equilateri uguali, i cui lati convergenti nel centro del cerchio dividono l’angolo giro di 360 gradi in

sei parti uguali di 60 gradi ciascuna. Se, ora, costruisci l’esagono regolare circoscritto al cerchio e ne

misuri il perimetro, questo è lungo circa 3.46 volte il diametro.

-Quindi, la circonferenza è più lunga dell’esagono interno e più corta di quello esterno, parlando

approssimativamente.

-Esatto! Se, adesso, voi dividete ognuno di quei 6 angoli di 60 gradi in due parti uguali, ne ottenete 12 di

30 gradi ciascuno e potete costruire il dodecagono inscritto e quello circoscritto, che hanno lunghezze 3.1

e 3.2 volte il diametro, rispettivamente. Così facendo, il poligono interno ha aumentato la sua lunghezza e

quello esterno l’ha diminuita ed entrambi si sono adagiati meglio sulla circonferenza.

-Quindi, se si spinge la suddivisione degli angoli indefinitamente...

-...i lati si moltiplicano e i due poligoni tendono a identificarsi con la circonferenza ed entrambi ad averne la

stessa lunghezza. Ognuno di essi avrà una lunghezza π volte il diametro.

-E allora?

-Questo è un modo. Se andiamo un poco più nel complicato, verso la fine del 1600, il numero π fu

identificato da Leibniz essere 4 volte il valore della serie che porta il suo nome.

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-Questa non la capisco.

-È molto semplice: tu fai la somma

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19

111

113

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− + − + − + − +.....

eccetera eccetera. Il risultato, di questa somma di un numero infinito di termini, lo moltiplichi per 4 e ottieni

il numero π. Come vedete, dal numero 1 togliete sempre e successivamente un numero che è maggiore di

quello che gli aggiungete e, quindi, il risultato sarà un numero inferiore a 1. Ma devi sommare e sottrarre

infiniti numeri, come devi costruire poligoni regolari di infiniti lati. Capito cosa è la trascendenza?

-Come dire: vai con Dio!

-Più o meno.

-Sì, tu, ora, ci hai distratto, ma io non ho dimenticato il problema della quadratura di cui tu dici di avere la

soluzione.

-Volete che vi annoi ancora?

-E annoiaci!

-Chi si occupò, per primo, di questo problema?

-Il primo tentativo di quadratura del cerchio è contenuto nel Papiro di Rhind, del 2000 a.c., che è la più

antica opera matematica conosciuta. In essa, Ahmes, un prete egizio, fornisce la regola: togli un nono del

diametro, il quadrato della parte restante sarà uguale all’area del cerchio. Questa regola conduce a un

valore del numero π uguale a 3.16, che non è molto diverso dal 3.14 che oggi è considerato.

-Però, non male, per quella remota epoca!

-Ora, prendete un quadrato di lato a. Il suo perimetro vale 4a, quattro volte il lato. Il prodotto del perimetro

per il lato fa 4a2, cioè quattro volte la sua area. Prendete, adesso, un cerchio di diametro d. Il suo

perimetro vale πd, pi greco volte il diametro. Il prodotto del perimetro per il diametro ci dà πd2, e anche

questo è quattro volte l’area del cerchio, e cioè l’area del cerchio vale πd2/4, un quarto di pi greco volte il

quadrato del diametro. Adesso, fate il rapporto tra l’area del quadrato e quella del cerchio e ottenete che

(a/d)2=π/4, cioè il quadrato del rapporto tra il lato del quadrato e il diametro della cerchio vale un quarto del

numero pi greco, e cioè il valore della serie di Leibniz. Se prendiamo, per semplicità, il diametro del cerchio

da quadrare uguale a 1, per esempio 1 metro, allora avremo a2=π/4, cioè l’area del quadrato avente la

stessa area del cerchio vale un quarto del famoso numero pi greco.

-Fin qui, diciamo che ci siamo. E allora?

-Ma allora, potete scrivere la proporzione,

π4

1: :a a=

pi greco quarti sta ad a come a sta a 1. Vedete, a è medio proporzionale tra π/4 e 1. Semplice, no? Ma π/4

è la lunghezza di un arco di circonferenza che ha un raggio uguale a 1, cioè un raggio pari al diametro del

cerchio da quadrare, e che, precisamente, è l’arco relativo all’angolo di 45 gradi. Se sapessimo sviluppare

in linea retta, e in maniera esatta, un tale arco, il problema sarebbe risolto e nella maniera più elementare

e banale che possa esistere.

-Come?

-Beh, costruire un segmento che sia medio proporzionale di due segmenti assegnati è semplicissimo, è

un’altra di quelle semplici costruzioni imparate alla scuola media. Tu prendi due segmenti consecutivi in

linea retta, uno uguale allo sviluppo dell’arco π/4 e l’altro uguale 1. Ottieni un unico segmento che consideri

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come il diametro di un cerchio. Ne prendi il punto medio e questo sarà il suo centro e costruisci tale

cerchio. Poi, mandi la normale dal punto di separazione dei due segmenti di partenza, fino a incontrare la

circonferenza: il segmento compreso tra il punto di separazione detto e il punto ottenuto sulla

circonferenza è il lato di quadratura cercato.

-Ma tu non riesci a sviluppare esattamente l’arco di cerchio su una retta!

-No. Ma intendiamoci bene, prima. Tu non puoi sviluppare l’arco π/4 esattamente, come non puoi dividere,

numericamente ed esattamente, il numero π per quattro. Anzi, se vogliamo, la geometria ha un vantaggio

sull’aritmetica. Tu, una circonferenza di diametro 1, per esempio, e cioè lunga π, riesci a dividerla

esattamente in quattro, otto, dodici parti uguali, ma solo sotto forma di archi. Invece, il numero π non riesci,

aritmeticamente, a dividerlo esattamente nello stesso numero di parti uguali. È la distensione di un arco su

una linea retta che ha, geometricamente, gli stessi problemi della divisione numerica. Per questo, il

problema è impossibile o lo puoi risolvere soltanto approssimativamente, spingendo l’approssimazione

quanto più in avanti tu voglia.

-E come?

-Dividendo in innumerevoli parti uguali l’arco di cerchio e riportandole su una retta. Oppure, dividi,

successivamente e indefinitamente, per due l’arco di partenza π/4, e traccia, sempre successivamente e

indefinitamente e dallo stesso centro, un cerchio di raggio doppio del precedente. L’arco che, di volta in

volta, uno di tali cerchi individua sull’angolo dimezzato di turno, tende a diventare rettilineo e di lunghezza

pari a π/4. In pratica, dopo che ripeti l’operazione per tre volte, hai già ottenuto il risultato. Questo è,

ovviamente, approssimato, ma puoi spingere l’approssimazione quanto vuoi, spingendo quanto più oltre il

processo. Devi avere solo tempo, tanto tempo. Diventa esatto dopo infiniti processi. Ma questo, in pratica

non lo puoi fare indefinitamente e, allora, otterrai un segmento che non è esattamente coincidente con

quell’arco di cerchio, anche se lo è quasi.

-E allora, non c’è soluzione!

-Questa evidenza mostra, nella maniera più semplice, sorprendente e stupefacente, che il problema non

ha soluzione, cioè non ha una soluzione esatta immediata!

-E allora, perché dici che c’è la soluzione’

-Perché, appunto, non è perfettamente esatta, ma soltanto per una questione di tempo! È questo il punto,

dove, se ci si ferma la soluzione non c’è; ma non c’è, non perché non esiste, ma perché ci si ferma.

-Quindi, chi si ferma perde la soluzione.

-Esatto!

-Ma, in passato, sono stati fatti innumerevoli tentativi...

-Sì, tutti senza esito, per cui il problema è stato definito senza soluzione.

-Come dire, assiomaticamente...

-Sì, come dire, dato un problema, si assume la non risolvibilità... Anzi, ne è stata fornita una dimostrazione

piuttosto complessa...

-Ma come? Tu percorri una strada fino a un certo punto e devi giungere in un certo luogo che ritieni esista.

Percorri, da quel punto, innumerevoli sentieri e non giungi mai a quel luogo: allora, non esiste il luogo!

-Se tu sei in un’isola, ti muovi in lungo e in largo e poi finisci sempre al mare e non trovi mai quello che

cerchi: che fai?

-Non lo cerco più!

-E allora, invece, immagina di spiccare il volo, attraverso il mare e finisci in un’altra terra, la Penisola, per

esempio, e trovi il luogo che cerchi, che è un luogo che quasi non esiste o è quasi falso.

-Stai menando per il culo?

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-No. Immagina che possano esistere delle operazioni geometriche, delle corrispondenze, secondo cui a un

segmento rettilineo corrisponda un segmento curvo: per esempio, l’arco π/4.

-Siamo, di nuovo, nella dualità che ci ha condotto a imbarcarci nella nostra pseudo-storia?

-Non proprio.

-Vai avanti..

-Ma non ci sono dei particolari segmenti, ottenibili con semplici costruzioni geometriche, che siano proprio

lunghi π/4?

-In maniera esatta no, molto prossimi sì.

-E quali sono?

-Ne conosco due e conducono, entrambi, all’identico risultato. Uno è un po’ più complicato dell’altro, e non

ve lo dico, l’altro è semplicissimo e dovremmo conoscerlo tutti e, invece, non accade proprio così. È la

radice quadrata della parte aurea del diametro del cerchio da quadrare, la sectio aurea dei latini, che era

detta anche proporzione divina.

-Perché?

-Perché gli attribuirono, nell’antichità, implicazioni mistiche e artistiche. Keplero vide nella sezione aurea

un’idea utilizzata dal Creatore per generare il simile dal simile.

-Boh? E l’arte?...

-Sotto l’aspetto artistico, si riteneva, per esempio, che un elemento a forma di rettangolo, i cui lati stiano

nel rapporto della sezione aurea, abbia una particolare bellezza...

-Addirittura!

-Ma quindi, la quadratura del cerchio può servirsi della costruzione della sezione aurea del diametro del

cerchio, per ottenere, in fretta, il più preciso risultato possibile?

-Certo! Considerate: se avessimo potuto ottenere la perfetta quadratura, servendoci della sezione aurea,

avremmo, sì, potuto sancire, definitivamente e assolutamente, la denominazione di proporzione divina a

essa attribuita!

-E invece, è andata male!

-Per un pelo!

-E come si costruisce la sezione aurea?

-Questo è semplicissimo e ve lo andate a guardare, non ne ho più voglia...

-E come fai a costruire la radice quadrata di un segmento?

-È semplicissimo: la radice quadrata di un numero è media proporzionale tra il numero stesso e l’unità...

-Alla fine, il problema è ancora aperto o socchiuso...

-Vedi? Ti fermi e perdi la soluzione!

-Perché?

-Perché un procedimento esatto c’è!

-Che imbroglio vuoi...

-Se tu descrivi un cerchio di diametro un quarto di quello da quadrare, utilizzando un compasso che lasci,

come traccia, un sottile filo adesivo e, poi, lo stacchi e lo distendi su una linea retta, hai ottenuto un

segmento di lunghezza π/4. Il problema, così, è risolto, esattamente e in tempo reale!

-Stai barando!

-Ho usato riga e compasso e, alla fine, vi fornisco un segmento che è il lato di quadratura. O no?

-Ci hai fregato!

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In una casa in affitto

-Meno male che prima di affittarla hai guardato se c’era il pozzo.

-Ma ci hai guardato dentro, prima?

-No.

-E perché?

-Perché non volevo mostrargli il mio interesse per i pozzi.

-E che gliene sarebbe fregato a lui?

-Chi è, a proposito?

-Un nobile, mezzo decaduto.

-Mica poi tanto...

-Gli hai preso tutta la palazzina?

-È molto malandata. Era contento di liberarsene in qualche modo. Non poteva imbarcarsi in spese di

restauro.

-Speriamo che non ci manchi il pavimento sotto i piedi.

-Beh, vediamo questo pozzo.

-È pieno d’acqua.

-Le piogge intense.

-Cominciamo. Non è strombato e non ha la cornice.

-E non c’è porta d’accesso a cunicoli.

-Sei un mezzo stronzo.

-Perché?

-Perché non hai guardato il pozzo, prima?

-Un pozzo così, che te serve?

-Si può essere più stronzi! Hai buttato i soldi. È un pozzo soldi a perdere. Andiamocene, il caso non mi

interessa più. È chiuso.

-Già.

-Accidenti.

-Ecco, state per andarvene...

-Perché, tu resti?

-State per andarvene e io vi dico: fermi. Attenti, il pozzo è in pietra e cilindrico, dapprincipio. Scende

cilindrico, poi c’è la cornice, poi si stromba e sotto la cornice c’è la porta, protetta alla vista dalla cornice

stessa. Il pozzo è pieno d’acqua, togli la quantità che non serve e tutto appare.

-Sì, adesso togliamo l’acqua a secchi e mestoli!

-No, con la pompa.

-E dove vai a prenderla?

-Eccola, c’è già.

-Ma allora, figlio di puttana, tu avevi già studiato tutto!

-Certo, il pozzo non l’ho guardato prima, quando c’era lui, ma poi sì.

-Ci hai fregato.

-Voi siete, a volte, un po’ rinunciatari. Sù, avanti, pompiamo l’acqua.

-È bello profondo, quanta acqua!

-Ecco...la cornice, è bella aggettante.

-Procediamo.

-Ecco, comincia a strombare...

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-Te possino...

-Stromba, stromba...

-Non si vede porta.

-Certo, ma ora viene il bello.

-Cioè?

-Ecco, ho preparato uno specchio legato a un cordino. Lo abbasso al punto giusto insieme con una

lampada. Accendi l’interruttore. Ecco, si vede qualcosa che sembra una porta.

-La miseria! Ma tu hai preparato la messinscena!

-Il problema, ora, è scendere.

-Vedete, penso che chi utilizzava quell’accesso dovesse essere calato in una tinozza nel pozzo. L’acqua

veniva prosciugata al livello giusto, in maniera che l’operazione fosse anche del tutto comoda. Ti calavano

e, poi, l’accesso era semplicissimo, come entrare in una stanza. Ora, noi abbiamo prosciugato già al livello

giusto. Si tratta di vedere come calarci. Guardate, sulle pareti esterne del pozzo vi sono quattro fori nella

pietra, ognuno a novanta gradi rispetto all’altro. Evidentemente, in origine vi era ancorato una specie di

trespolo che serviva per calare la tinozza. Come vedete, però, i fori sono stati già occupati dagli agganci

che ho fatto preparare per ancorarvi il trespolo in acciaio che è dentro quel magazzino.

-Ha già preparato tutto, ‘sto fio di...

-E la tinozza?

-Quella era già in dotazione...

-Come sarebbe?...

-Con la casa.

-Con la casa?

-Sì, in quello stesso magazzino, in un soppalco, coperta da un telo. Il padrone di casa mi ha pregato di non

usare, se possibile, il magazzino perché, con tutto lo spazio a disposizione, non era indispensabile,

essendo esso piuttosto malconcio e pieno di masserizie.

-E tu?

-E io? Per tutta risposta, è la prima cosa che sono andato a guardare.

-E il primo posto dove hai guardato è stato il soppalco.

-Proprio così, e vedendo la tinozza e la sua misura l’ho associata subito al pozzo, ho visto i fori e il resto ve

l’ho già detto.

-Dovevi fare il detective.

-Guarda, guarda, hai capito l’individuo?

-Sorpresi? Però, immaginate che noi ci caliamo e non troviamo niente.

-Non ci resta che calarci.

-Sì, montiamo il trespolo, poi argano e motore. Dapprima, due restano su a manovrare e due vengono

calati.

-E poi?

-Poi, uno dei due fa calare l’altro.

-Noi fissiamo la zattera agli anelli di ferro che certamente saranno giù, fissati nel muro, e poi il quarto

scende con una scala appoggiata al fondo della tinozza e alla parete del pozzo. Naturalmente, dopo che i

primi due avranno visto se c’è qualcosa di interessante.

Nel pozzo

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-Avanti, caliamoci noi due. Voi manovrate.

-Sembriamo due dell’Apollo. Allunaggio!

-Arrivati!

-Cosa vedete?, c’è la porta?

-No, non c’è porta ma c’è un accesso e ci sono quattro anelli di ferro alle pareti del pozzo.

-Fissiamo la zattera. Per fare prima, potete scendere entrambi con la scala. Mandala giù. Avanti, scendete.

-Le torce!

-Procediamo.

-Attenti, osservate.

-Cosa?

-In quel punto della parete.

-C’è come una parte staccata. Fai bene luce: La parete è conformata in maniera da creare una diversità.

-In che senso?

-Avviciniamoci. Guardate, c’è un passaggio sufficientemente largo.

-La sensazione era che non ci fosse niente di particolare.

-Penetriamo. Ho la sensazione...

-Cosa?

-Che razza di occhiali porti?

-Sono lenti sensibili all’infrarosso.

-E che te fai?

-Il solito eccentrico.

-Sì, ma mai a caso.

-Beh? E allora, qual’è la sensazione? Sentiamo sù, la nuova sparata.

-Mi sa che il dominio degli archibugi è lui.

-Noto come delle impercettibili variazioni di luce. Spegnete le torce. Ecco, si notano meglio, come degli

ondeggiamenti. Se mi volto indietro, si notano molto meno o niente quasi.

-Sono delle allucinazioni allo stato nascente.

-Eh già, vedremo.

-Con questo buio non vedremo un bel niente.

-Riaccendiamo e procediamo.

-Oh, una scala! Scavata nella pietra. Quasi circolare, una chiocciola piuttosto grande.

-Una cosa importante.

-Scendiamo, piano e zitti.

-Perché?

-La luce è aumentata appena un poco.

-Spegnete. Vedete? Un leggero chiarore.

-Lo vedi solo tu.

-Guardate anche voi.

-È vero. Come è possibile che, scendendo più sotto, aumenti la luce? Ci deve essere qualche apertura di

luce, un pozzo che comunica col cielo.

-Ma ti pare che chi ha fatto questa scala l’abbia fatta per andare poi a cercarsi una comunicazione col

cielo?

-Questa scala non finisce più.

-Il chiarore aumenta.

-Segno che la scala sta finendo.

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-Adesso, facciamo piano perché, fra poco, sentiremo anche delle voci.

-Questo sa già sempre tutto.

-Vedi, se uno ha costruito una scala così profonda è perché, se parla con qualcuno o grida o canta, non

vuole essere sentito in sommità.

-Passi parlare, passi gridare, ma che si vada giù anche per cantare, questo poi è pretendere troppo.

-Non ti sarai portato anche un microfono per rivelare le voci?!

-Ecco, sentite?

-No.

-Tacete, perfetto silenzio.

-Un leggero brusio.

-Sarà il rumore del traffico che penetra dal pozzo di luce.

-No, queste sono voci.

-Ha già stabilito così.

-Ho paura, stringimi.

-Sono senza manto di concupiscenza, questa volta.

-Non serve.

-Avete paura.

-Sono quasi cagato.

-Ho capito, volete tornarvene su.

-A me queste immersioni troppo profonde mi tolgono l’aria, come in apnea.

-Se volete, possiamo sederci un momento.

-Dove?

-Sui gradini, poltrone ancora non ne abbiamo portato.

-Beh, non possiamo alzare i tacchi proprio ora. Aspettatemi, continuo a scendere un po’. Venite, la scala

sta finendo, cè un lungo tratto dritto finale.

-La stretta si fa grande.

-È solo un po’ di fifa, di apprensione.

-Capite? Stiamo per scoprire una prima cosa importante.

-Lui l’ha detto.

-Mi sento come andando a rubare...

-E hai paura che ti prendano con le mani nel culo.

-Nel culo?

-Nel cul du sac.

-Il brusio si fa più intenso.

-Non è che ci sia un immenso covo di pipistrelli?

-Ma va! Alla luce?

-Guardate in fondo alla sala. C’è una parete, analoga a quella di sopra, che protegge un ingresso.

-E tu, guarda a destra, sulla parete c’è un accesso laterale.

-Prendiamo quello.

-Perché?

-Perché immagino che...

-Lui deve sempre supporre qualcosa.

-E credo che abbia ragione.

-Sì, se non altro evitiamo l’incontro frontale, non so se spiacevole per noi o per loro.

-Loro chi?

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-Quelli.

-Quelli chi? Non mi dirai che sai chi sono.

-Non so chi sono, o meglio, non lo so ancora oppure possono essere quelli di un certo tipo.

-Tipo che?

-Questa volta non mi sbilancio ancora, altrimenti scappate tutti.

-Sentite, sono tanti. Quelli ci fanno la festa.

-Sì, ci accolgono a braccia aperte e ci invitano al loro convivio, offrendoci vino, donne e canti.

-Quindi, si canta pure!

-Ci fanno cantare e poi ballare. Capito?

-E allora, poiché conosciamo, ormai, tutte le vicende successive e queste non sono a noi tutti giovevoli,

prendiamo i piedi e risaliamocene il più precipitosamente possibile.

-Ecco, lui dice così per indurci a dire: ma no, continuiamo...

-Tiriamo a sorte se andarcene o no.

-Ci fanno fuori, quelli!

-Beh, io incomincio a passare.

-Sì, ma la curiosità, a questo punto, è mortale.

-Ti seguiamo, seppure lasciando uno striscio di merda.

-Come le lumache...

-Questo passaggio non è molto comodo.

-Perché, se da giù ti scoprono, corrono per le scale e bloccarne l’uscita è un gioco.

-Un gioco per loro e la festa per noi.

-Guarda, guarda...

-Cosa?

-Il passaggio sfocia in una specie di coro, di balconata.

-C’è un parapetto.

-È anche traforato.

-Ma guarda, sono anche architetti, costoro.

-Stiamo bassi, carponi.

-Meno male che c’è il parapetto.

-Il traforo ci permetterà di guardare inosservati.

-Hai capito in corrispondenza di quale punto del Castello siamo?

-Non ne ho la minima idea e non è questo il momento o non ha molta importanza.

-Le voci si sentono benissimo, ora guardiamo.

-Quanta gente, sono tutti con saio e incappucciati.

-Siamo sempre in tempo per battercela.

-Incappucciati bianchi e incappucciati neri, che bella commistione.

-Ne faremo un caffellatte.

-Il cappuccino ce lo fanno loro.

-Io me lo sono già fatto addosso.

-Ci sono anche lampade elettriche e tanti ceri accesi.

-Dal profumo d’incenso al profumo di ceri.

-È da quelli che dipendeva l’ondeggiamento di luce rivelato dall’infrarosso.

-Lui non ne sbaglia mai una.

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-A me viene il sospetto che tutta questa storia l’abbia inscenata lui, pensandoci per tanto tempo e

architettandola a puntino perché poi, così mostrandocela, noi ci caschiamo come pere. Ma quanto tempo e

danaro ci hai dedicato?

-Beh, tutta questa storia è molto fantasiosa e ne valeva la pena.

-Ho capito, ora mi alzo e grido: basta così, finora è stato tutto molto perfetto e molto bene organizzato,

però l’abbiamo capito in tempo e siete rimasti fregati.

-Stai giù , fermo e zitto, stronzo! Ma che cazzo fai?

-Per un momento ci hai creduto, brutto stronzo sarai tu, cazzo di merda!

-Guardate, c’è un Cristo adagiato su quel bancone addobbato.

-Hum...

-Che cosa?

-Niente.

-Sentiamo cosa dicono.

-Fanno silenzio.

-Quello si accinge a parlare.

-«Cari fratelli...»

-Cominciamo male.

-«...siamo qui per commemorare quel giorno fatidico in cui, in epoca ormai remota, la rivalsa dei giusti

consacrati ha ristabilito le appartenenze dei retaggi conferiti alla dinastia degli eletti, predestinati dal volere

del Magnifico dell’Eterno.»

-Ci risiamo, una sparata di cazzate, una dietro l’altra.

-Quante più cazzate si mettono in fila, tanto più è dirompente e soggiogante l’effetto sull’uditorio.

-Una valanga di nulla stramazza tutti.

-«Il giorno che l’onta del sopruso delle prerogative, a noi conferite per suprema imposizione di Colui che

governa il Destino dell’Umano e sottratteci con blasfemo sterminio e persecuzione, fece nascere la nostra

resistenza dedicata e cripta, è ancora una volta richiamata alla memoria in maniera che sia una eterna

presenza che ci sproni a ristabilire la giustizia delle attribuzioni, per la gloria dell’Eterno Dispensatore di

Luce.»

-L’anima della balla!

-Mi scappa da ridere.

-Frenati.

-Se prima mi sono cagato, ora mi piscio dal ridere.

-Ma chi cazzo sono costoro?

-Deve essere una compagnia di teatranti buontemponi che si riunisce nel tempo libero. Sai, c’è chi si

traveste da donna e chi con saio e cappuccio.

-Ora cantano.

-Hai visto? Tutto torna, maledetto, l’ha azzeccata anche per il canto.

-A questo punto, il concetto dello scherzo torna imperioso.

-Lasciatemi ascoltare. Ma questo tipo di canto, toni alti, toni bassi, sincopi, arresti improvvisi, riprese

echeggianti e di nuovo stoppate brusche...Questa roba l’ho già sentita.

-Lui non si pronuncia ancora.

-La Confraternita deviata!

-Ha parlato.

-Ha sparato di nuovo, l’archibugio.

-Che cazzo vuoi dire?

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-Venite, appartiamoci in questa cavità.

-È come un vestibolo.

-Qui possiamo parlare liberamente, non uditi.

-Allora?

-Che cosa hai capito?

-Eh no, che cosa avete capito voi?

-Senti, sei tu che hai fatto la buttata...

-...o la battuta.

-Prima spari e poi nascondi l’archibugio.

-Mi avete rotto, con l’archibugio. Insomma, sì, io sparo ma voi avete le polveri bagnate.

-È stato il piscio per le risate mancate.

-Ma che cosa vuoi che diciamo? Quelli lì sono una serie di birilli in bianco e nero e uno di essi vomita un

sacco di stronzate e vuoi che facciamo l’analisi e l’interpretazione. Cosa vuoi che ti diciamo? Sono un

insieme di malati evasi dalla neurodeliri, che hanno deciso di mascherarsi e, poi, uno, a caso, fa l’apologia

della megazzata.

-E non strappa manco l’applauso.

-Eh, sì, la combriccola evade e viene qua, nel nero profondo, per fare la mascherata. Così, partono e

dicono: vediamo se c’è un buco sottoterra, ah, sì, eccolo, entrano, scendono...

È fatta. Tutto facile, come è stato per noi.

-Vuol dire che, nel mondo parallelo e duale, noi siamo l’omologo dei matti.

-Allora? Non ne esce proprio niente da voi. Ho, però, il sospetto che abbiate timore di esternare quello che

pensate e che penso anch’io, per cui proverò a farlo.

-Teniamoci stretti.

-Ho detto la Confraternita Deviata...

-Rieccolo.

-Avete notato la statua del Cristo?

-Anche quella mi sembra d’averla già vista.

-Avete presente l’Oratorio del Crocifisso, nella piazza San Giacomo?

-Aiuto.

-Quella è una copia del crocifisso autentico.

-E allora?

-Qui si rievoca un fattaccio, una sorta di guerra tra due fazioni: quella autorizzata e detentrice dei retaggi e

privilegi della confraternita e quella che ne ribaltò il possesso.

-Ma nella confraternita attuale i sai sono bianchi. Qui sono bianchi e neri. Perché?

-Perché qui si rievoca. Originariamente, probabilmente, la confraternita aveva il saio nero e gli oppositori

che li abbatterono poi, per contrapposizione, sostituirono il nero con il bianco.

-Roba da Guelfi e Ghibellini.

-E ora?

-E ora, questi sono gli eredi dei seguaci neri della contro-opposizione, che ancora sperano di sovvertire le

sorti delle cose, chissà da quanto tempo e per quanto tempo ancora.

-Finora, avranno impiegato il tempo per scavare tutta ‘sta roba.

-Una sorta di nostalgici, incalliti e guerriglieri.

-Se sono ancora qui, sono dei guerriglieri a vuoto.

-Ma, scusa, perché sarebbero in parte con saio bianco e in parte con saio nero?

-Beh...

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-Domanda insidiosa.

-Questa volta è fregato.

-Non ha risposte.

-Beh...Sono parte bianchi e parte neri perché..., vediamo..., sì, ci sono! Per rievocare la battaglia che

avvenne allora. Vedrete, tra poco ci sarà una simulazione.

-E, probabilmente, questo posto dove siamo noi diventerà parte del teatro della battaglia.

-Dobbiamo andarcene presto, almeno per il momento.

-Sì, e quando li ripeschiamo, poi?

-Guarda, vedi quella scritta oleografica che campeggia su quella parete di roccia? Quasi non si vede, tanto

è orpellata di decori criptanti. C’è scritto: Iovis Dies.

-Il giorno di Giove.

-Sì, è chiaro, vuol dire il Giovedì.

-Significherebbe il possibile giorno per i raduni.

-Un qualsiasi Giovedì li ritroveremo.

-Andiamocene, stanno iniziando le rievocazioni.

-A questo punto, mi piacerebbe vedere se se le danno di santa ragione.

-Botte da orbi.

-Urbi et orbi.

-Andiamocene, presto.

-Ma ho un dubbio.

-Quale?

-Se noi siamo pervenuti qui dentro attraverso il pozzo della casa in affitto, come mai...

-Già, come mai costoro si trovano qui?

-Hanno fatto lo stesso...

-Sì, lo stesso nostro percorso?

-E come? Partendo da casa, come dire, nostra?

-L’hanno fatto prima dell’affitto?

-Non è possibile, evidentemente.

-È semplice, c’è un altro accesso.

-E dove?

-È camuffato anche quello. Nella sala. E non ci abbiamo badato.

-E il nostro accesso, a cosa serve?

-Forse, uno è per entrare e l’altro per uscire.

-Ma allora, ce li ritroviamo tra poco in casa.

-Non credo. Prima, magari, era così. Insomma, in un’altra epoca. Oggi non più. O, forse, quando la casa è

disabitata.

-No, perché, altrimenti, i fori esterni nella muratura del pozzo non sarebbero stati vuoti.

-O ci entrava il nobile decaduto?

-È facile.

-E allora, lui come fa a entrarci, adesso?

-Forse si è rotto le scatole di appartenere a quella congrega di matti.

-Ma guarda un po’, non fai che scoprire associazioni segrete.

-Sì. Poi, gli appartenenti si considerano, sempre, eletti, prediletti e privilegiati.

-Già, il mondo ne è ormai pieno.

-Eppoi, vi è quasi una corsa all’appartenenza.

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-E nel momento in cui riescono nell’intento, allora acqua in bocca, comportamento e sussiego da eletti.

-E gli altri non lo sono e quindi sono inferiori e forse da snobbare.

-Questo avviene, spesso, perché la consapevolezza di non poter conquistare posizioni di prestigio e

preminenza, viene surrogata da questi aggiramenti. E il segreto conferisce, secondo loro, maggior valore a

questo tipo di consorterie, spesso ricercate con preghiere, implorazioni (“ti sarò eternamente

riconoscente...”) e promesse di favori. In fondo, sono modi e sistemi di non rendersi liberi. Esistono dei

vincoli forti e dei comportamenti reciproci di fedeltà e di obbligazione. Quindi, più cresce il numero di

questi, minore è il numero di persone libere e, cioè, diminuisce la libertà, aumenta il controllo e, prima o

poi, anche il sospetto reciproco. Si controllano, insomma, e si indagano. Se ne deduce che, essendo ormai

pochi coloro che non appartengono a tali consorterie, il numero delle persone libere è sempre minore.

Quindi, se ne deduce ancora che il gruppo delle persone libere diventa l’unica associazione palese di

eletti, laddove la libertà di pensiero diventa, veramente, l’unico bene prezioso di cui si è detentori e cui, pur

essendo essa a disposizione di tutti, non vi si accede perché, nel momento in cui l’accesso stesso diventa

esteso a tutti, non costituisce più oggetto e obbiettivo di elezione. E, allora, se ne prende il contrario e si

crede di appartenere alla ristretta cerchia degli eletti perché la segretezza impedisce di conoscere quanto

esteso sia il fenomeno e, quindi, di riversarsi nel diretto opposto.

-Con tutte queste argomentazioni, stiamo dimenticando quelli che sono qui vicino e che stanno per

muoversi.

-Sento rumor di bastoni.

-Incominciano a simulare le botte.

-O se le danno davvero.

-Sarebbe meglio e più salutare ...

-Andiamo.

-Guardate, ancora, in fondo alla parete della balconata, c’è un’altra rientranza.

-Sì, guardate, una scala a chiocciola che sale...

-Sarà per il Paradiso...

-Voi andate, io passerò da questa.

-E se ti incastri o ti incastrano da qualche parte?

-Se non riappaio dal pozzo tra un’ora, vuol dire che ho trovato qualcosa. Se non ricompaio al nostro

quartier generale dopo un giorno, venite a cercarmi.

-Che bella trovata! Come facciamo a esser sicuri, tra un’ora, che tutto è filato liscio?

-È un rischio che corro. Andate.

Il Pantheon dell’Eterno

-Ma dove son capitato? Se non son desto, questo è un sogno. E tu chi sei?

-La padrona di casa.

-Che splendore! Padrona di casa? Ma questo enorme spazio circolare...È quasi come il Pantheon. Ma qui

tutto è molto più chiaro, abbagliante di luce, di specchi, di lucido, splendente, riflettente. Quasi tutto bianco.

E quell’enorme lucerna circolare sopra di noi, con un cristallo talmente puro e nitido che sembra assente.

E il pavimento, lucido, a quadri bianchi e neri. Perché il nero?

-Rappresenta la trascendenza e il bianco il reale.

-Ma come? Avrei detto il contrario. Io ho sempre immaginato la trascendenza come un enorme spazio

azzurro, chiarissimo e luminoso. Quasi bianco.

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-Come un cielo del Tiepolo?

-No, no, pulito, senza nubi, senza niente, un vuoto molto rasserenante. La trascendenza e il reale... E

l’immaginario?

-L’immaginario occupa la discontinuità di transizione tra il trascendente e il reale, passando per

l’irrazionale.

-Spiegati.

-Vedi, i quadrati neri e i quadrati bianchi sembrano essere separati da una linea. Tu osservi il pavimento e

vedi delle linee di separazione. Almeno credi di vederle. Ma se guardi da sola una pianella nera o una

bianca, cioè la osservi fuori dal contesto, essa non ha un contorno distinto dall’elemento. Dopo il nero o

dopo il bianco c’è un vuoto. Quando tu accosti gli elementi, il vuoto è colmato dagli elementi accostati e la

linea di separazione non esiste, appartiene solamente all’immaginario che colma la transizione da un

contesto a un altro.

-Ho capito. O credo di aver capito. Quello che non ho capito è se la scelta del pavimento è conseguente a

queste argomentazioni o se le argomentazioni sono a giustificazione della scelta o se, addirittura, sono

state fornite come una didascalia allegata al materiale. Una sorta di libretto d’opera o di istruzioni per l’uso.

Però, debbo ammettere che il discorso non è così menato per le nubi. Il nero è l’opposto del bianco. Il

bianco è il reale, la presenza della luce. Il nero è l’anti-bianco, assenza del reale, trascendentale. E si

passa dal reale al trascendentale o viceversa attraverso l’immaginario. Accidenti, è quasi matematico o

matematico intero. E riecco che interviene il pi greco di cui parlavamo prima, insomma qualche tempo fa,

diciamo.

-Non capisco.

-Ah, scusa, tu non c’eri, ma vediamo se posso farti questo discorso. È facile facile. Vedi, il numero di

Nepero, che è un numero trascendentale o trascendente, può essere assemblato con l’altro numero

trascendentale, il pi greco o la pi greca. Questa storia del pi greco maschio o della pi greca femmina mi fa

pensare agli alberi da frutto. Gli alberi sono maschi e i frutti sono femmine. Quindi, arancio e arancia,

pesco e pesca, albicocco e albicocca, pero e pera, melo e mela...Eppoi, quando arrivi al fico, dovresti dire

la fica! E invece no. Hai solo e soltanto il fico. C’è stata la censura.

-Sei proprio matto. Come divaghi. Ma sarà per questa ragione che si usava rappresentare, in pittura, la

cosiddetta foglia di fico?

-Forse. La foglia di fico per coprire, invece che la foglia di fica, cioè una comune foglia per coprire la fica

agli sguardi golosamente concupiscenti. Poi, è anche tutto invertito. Le piante, che sono femmine, hanno

nomi maschili e i frutti, che sono maschi, hanno nomi al femminile.

-Torna al discorso!

-Dicevo, che può essere assemblato al pi greco usando come collante l’immaginario e questa fusione ti

produce il reale. Cioè, puoi saltare dalla pianella nera a quella bianca senza capire molto il perché. E,

forse, non ha importanza. Se tu passi, camminando, dal nero al bianco, che cosa è cambiato in te? Sì, tu

te ne accorgi, ma non ha una grande importanza. Però, c’è un’operazione di mezzo che non è un calcolo

ma è un’operazione funzionale di passaggio, intendo di oltrepassaggio, di uscita da un posto e di

introduzione in un altro. Adesso, vedendo questo bianco e questo nero, penso agli scacchi. Vi sono mosse

e spostamenti che appaiono, per così dire, normali. Ti sposti in linea retta, dritto o diagonale, alcune volte

puoi andare in un senso o nell’altro, con altri pezzi solo in un senso. Poi, c’è la mossa estrosa, eccentrica,

atipica, anormale: il cavallo non solo salta, ma anche storto!. Tu hai mai visto un cavallo vero saltare a

piego? Ma nemmeno uno storto, sciancato, può saltare così. Ecco, quella mossa è la fusione del

trascendente con l’immaginario che produce il reale. Non so se... Mi stai guardando tra l’incredulo e

l’incuriosito. Anche qui, vedi, l’incredulo manifesta una confusione nel pensiero che è concretizzata da

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un’espressione che è il corrispondente della fusione e l’incuriosito è l’espressione del reale che è correlata

a quella di prima, intraducibile e sconcertante come il salto del cavallo. Tornando al pi greco e al Nepero,

la fusione dei due con il veicolo dell’immaginario fornisce il reale. Ci siamo?

-Boh?

-Poi, tu pigi la polpetta dell’immaginario e del trascendentale e trasformi quella polpetta in reale e ciò che

era reale e uguagliava la polpetta astrusa diventa immaginario e astruso. Cioè, prima hai una cosa reale;

poi pigi la cosa stramba e diventa reale e quella reale diventa stramba. Come un gioco di prestigio.

-Tutto ciò sembra molto fastidioso.

-Appunto, e fa pure incazzare. Perché arrivi a mostrare che il pi greco, o il numero di Nepero, è

un’espressione immaginaria.

-Dici?

-È come quando un interprete traduce quello che dici. Tu dici una parola, e quello: “sbragnewsky”; e tu non

capisci che cazzo ha tradotto, ma non perché “sbragnewsky” non significa nulla, ma perché non sai come

si traduce, sai solo che si traduce. La tua parola è reale e concreta, ma la traduzione è la cosa più astrusa

dell’altro mondo. Sai solo che c’è.

-Già.

-Ma lo spostamento del cavallo può essere anche considerato come la somma geometrica di due

spostamenti, uno in una direzione e l’altro nella direzione ortogonale alla prima e il risultato è come se si

sia trattato di uno spostamento inclinato, come quando componi due forze.

-Mi scoppia la testa!

-È come la somma di due numeri irrazionali. La somma di due numeri irrazionali è un altro numero

irrazionale. Nel mondo degli scacchi, la radice di due più la radice di tre è uguale alla radice di cinque,

perché vale Pitagora. Capito? Cioè, devi fare una somma geometrica di due termini che sono ortogonali

fra loro. Ecco perché il salto del cavallo è, in un certo senso, irrazionale!

-Già. Ma nonostante ciò, il pavimento è sempre lì, bianco e nero ed è molto bello e ti assicuro che non

sento alcun disagio a passare dal bianco al nero.

-Ne sono sicuro.

-Ma chi era Nepero?

-Era un matematico scozzese del cinquecento, John Napier o Neper.

-E perché Nepero, allora?

-Perché, in quel tempo, assumevano un nome di battaglia in latino e lui prese il nome di Neperus, da cui

Nepero. Come, del resto, quell’altro matematico tedesco, Euler, che si pronuncia Oiler, il quale prese il

nome di Eulerus e quindi, per noi, Eulero.

-E che cosa fece di bello?

-Nepero? È quello che inventò i logaritmi. Logaritmo significa numero della ragione. Li descrisse nell’opera

intitolata “Mirifici Logarithmorum Canonis Descriptio”, cioè, Descrizione del meraviglioso canone dei

logaritmi.

Ma ora basta, torniamo a noi. Io sbuco quasi da sottoterra e mi ritrovo quasi in Paradiso. Ma dimmi un po’,

non è che tu sia il Magnifico dell’Eterno, Dispensatore di Luce, o la moglie o un suo parente, sai, quello di

cui alla confraternita deviata... Ho colto un sussulto nel tuo sguardo.

-Come sai..., cosa stai dicendo?

-Vedi, molto di recente mi sono imbattuto in una accozzaglia di scalmanati e nostalgici in saio bianconero,

agitati da uno Sparacazzìle. Ah, riecco il bianco e il nero, quasi una fissazione. Ma.., non è che ora mi

piombino qui per farsi una partita a scacchi o per, come dire, farsi una dama? Loro sono i pezzi... E i

giocatori? Uno sei tu. Non so se l’altro sono io o lo sparacazzìle o, forse, c’è un terzo che non è ancora

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apparso in tutta questa faccenda e non so se, apparendo, risolva qualcosa o complichi maledettamente le

cose.

Ma, insomma, chi diavolo sei?

-Chi diavolo sei tu!

-Il Diavolo, appunto, Lucifero, o un rompiscatole. Uno sbuca da sottoterra in questa potenziale maxi-alcova

e l’altro gli chiede chi sei. Un topo o un rompiscatole! Ma non capisci che se lo scenario è questo, sono io

che debbo chiedere chi sei e cosa fai qui?

-Sei sfacciato, intrigante, irridente, impertinente, arrogante e insolente. Eppure, mi attrai. Vuoi farti una

dama?

-Che gragnola di complimenti. Grazie! La partita non mi trova sconsenziente. Vorrei sapere qual’è la posta

o che cosa ci si rimette.

-La posta sono io, cioè l’avversario coincide con il premio, gli avversari sono due, quindi i premi sono due.

Dunque, non ci rimette nessuno o ciò che si perde appartiene al mondo dell’imprevedibile.

-Vuoi dire che c’è un trucco? Bene, il rischio vale la candela!

-La candela è la tua!

-Non ho dubbi. Vieni...Ti tolgo questo velo-vestito bianco e scopro questo meraviglioso corpo bianco,

slanciato e un po’ giunonico, coronato da queste chiome nerissime. Ferma! Mi inginocchio e comincio ad

accarezzare le tue gambe fino alle cosce imponenti e lisce che subito m’addrizzano possente e duro.

Ferma, che fai? Me lo riduci a piedistallo, spingendolo, non so se come un freno o un acceleratore!

-Calmati tu! Una partita non si svolge senza affrontare le difficoltà che deve avere.

-Cioè?

-La partita non è a senso unico, non vi è solo uno che fa le mosse. Le mosse si fanno in due. La soluzione

è unica, la vittoria o la sconfitta, che in questo caso coincidono.

-Beh, in questo caso, ritengo che le mosse dobbiamo deciderle prima e, mi pare, inventarle.

-Certo, ma non occorre inventarle, sono già predisposte.

-Allora, è un gioco che si ripete?

-Non proprio, ma ha le mosse precostituite.

-Vediamole.

-Ecco, seguimi. Disponiti su questa spalliera orizzontale, in legno.

-E perché? È pure curva.

-Diciamo, anatomica. È bella, arcuata e lucida. Sdraiati!

-Ma non debbo anch’io spogliarmi, prima?

-Tu insisti. La partita ha delle difficoltà!

-E allora?

-Allora, sdraiati vestito, distendi le braccia sopra la testa.

-Perché?

-I polsi vanno fissati e stretti a questo cappio e l’anello dell’altro estremo del cordino va infilato in questo

bastone che si proietta al di fuori della spalliera.

-Vuoi fare una cosa molto eccitante.

-Questo dipende dai giocatori.

-Ma io come faccio a spogliarmi, così sistemato?

-Questa è la prima difficoltà della partita. Dovrai riuscirci senza usare le mani.

-Ma non è possibile!

-Come? Tu dici che non è possibile? Dovrai ingegnarti. A ogni tuo parziale successo, corrisponderà una

complementare mossa del tuo avversario.

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-Accidenti, la spalliera è disposta anche in modo che il mio peso mi trascina verso i piedi e mi tende le

braccia.

-Ingegnati!

-Se mi agito troppo, perdo le forze.

-E perdi la partita.

-Ecco, devo riuscire a togliermi le scarpe. Basta premere i talloni sul legno e, con l’aiuto di una, sfilare

l’altra scarpa. Fatto una. E ora, è più facile la seconda.

-Bravo. A questa prima mossa corrisponde la mia. Salgo sulla spalliera e mi dispongo a quattro zampe

sopra di te, senza toccarti.

-Madonna! Comincio a crescere e ad andare in incandescenza. Posso cominciare a toccarti con i piedi?

-Certo.

-Allarga bene le cosce cosicché possa, col piede, sentire se ti stai bagnando di eccitazione nella ventresca

infernale.

-La ventresca infernale?!

-Sì, la figa, insomma, dove fa un caldo boia!

-Vai, vai! Stai attento, però, che il tuo gonfiore non ti impedisca di sfilarti i pantaloni.

-Porca miseria! Come faccio? Ho la cinta che mi stringe, non riuscirò a sfilarmeli. Però, aspetta. Ecco,

punto i calcagni sull’imbocco delle gambe dei pantaloni e tiro, tiro... Guadagno lunghezza! Ecco, si sta

sfilando, debbo stare attento a valicare il ponte del mio gonfiore senza danni. Accidenti, non credevo fosse

così difficile.

-Bravo, hai guadagnato posizioni e vantaggi.

-Sì, ora posso avere contatto gamba su gamba, coscia su coscia. Che drizza!

-Sì, hai una bella drizza. Lo slip sembra una tenda tesa. La successiva mossa è toglierlo.

-Ti frego io. Questo è facile. Ti sdrusci sul legno e lo arrotoli fino a quando si sfila.

-Sì, ma con la drizza non sarà facile.

-Mi aiuterai tu, alla fine, con i denti.

-Sì, posso farlo, ma sarà come introdurre una penalità, come perdere un pezzo importante al gioco... una

dama.

-Fammi uno sconto, facciamo una pedina solamente, altrimenti se perdo una dama, può essere che perda

la dama. As tu compris?

-Facciamo una pedina, per questa volta.

-Sù, afferra il torciglione con i denti e tira. Sù, tira di più. Stai flettendo la drizza paurosamente. Ecco,

uscito! Guarda come è ritornato, come una catapulta!

-Merita un bacio in-punta, lieve però.

-Cata-punta!... È quasi una tortura.

-Considerala come una parte della “penalità”, per l’aiuto ricevuto.

-Ma io ho finito lo spogliarello.

-Come? Resta la maglietta.

-Anche quella?

-Altrimenti, saremmo ad armi impari.

-Giusto. Procedo allo stesso modo che per lo slip. Ma dove me la mando la maglietta, in faccia?

-Oltre, oltre: Sulle braccia, fino ai polsi. Oltre non puoi.

-Ecco, ecco... Ce la faccio. Uffa!

-Bravissimo. Ecco, ora avanzo carponi sulla spalliera per pormi a tiro di drizza. Un bel rendez-vous, quasi

tra due navette.

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-Una spingarda drizza a dritta!

-In un mare di fuoco!

-Un bel naufragio! In mancanza di braccia, ti stringo forte con le gambe. Che carne delle tue labbra! Il mio

treno avanza tanto che potrei ritrovarmelo nella tua bocca.

-Il piacere monta e viene, viene...

-Viene, viene e sviene, sviene, sviene...

-Amen...

-Potremmo stare così in eterno...

-Come due amanti-di.

-Non è uno stato cui particolarmente ambisco.

-Andiamo a farci la doccia.

-Per te è facile, che hai le mani libere.

-Liberati anche tu.

-Come?

-Beh, uscire da quell’anello è facile.

-Mi devo tirare su, sollevarmi?

-A volte, sembra che ti piaccia che ti vengano suggerite le mosse, quando sai benissimo come fare. Non

hai che ruotarti e disporti a faccia in basso e tirarti su con l’aiuto dei piedi. Sù, così, aggrappati bene con le

gambe, sfila l’occhiello dal bastone e salta giù. Ora, è facile sfilarti il cappio dai polsi.

-Accidenti, che segno mi ha lasciato!

-Il segno che hai colto vale il segno che hai subìto.

-Lascia che ti tocchi, ora, con le mani, dappertutto. Sei bellissima, magnifica, eccitantissima. Tutto al

magnifico e al massimo.

-Andiamo.

-Non lasciarmi a mezz’asta... Cerco soddisfazione continua e prolungata.

-Sarebbe peggio. Devi dominarti, altrimenti ti avvilirai.

-Andiamo, entra!

-Ma questo è un ascensore, anche se bello, di cristallo, trasparente.

-È una doccia-ascensore. Sale e scende continuamente, finché i rubinetti non siano chiusi definitivamente.

-Sale? E dove ci porta?

-Più in alto. Faremo in modo che, finite le operazioni, ci fermiamo nel solarium, sui tetti.

-A prendere il sole?

-Ad asciugarci al sole.

-O ad amarci.

-O ad amarci, se così vogliamo.

-Entriamo?

-Entriamo e chiudiamo.

-Che getto di acqua, da tutte le direzioni... Ma come fa, mentre la cabina sale?

-Fai domande, sapendo le risposte. I tubi sono lunghi e flessibili e seguono l’ascensore, come

normalmente avviene per i suoi cavi elettrici.

-Quanta schiuma e vapore, non si vede quasi niente. Solo toccandoti, sento la tua presenza.

-Non riesci a dominare l’eccitazione. Penetrami, se vuoi. Accovacciamoci e incrociamoci. L’ascensore

arriva fin su e, come si blocca, ti asseconda nella spinta.

-Ora, ridiscende.

-E poi risale.

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-E ridiscende.

-E risale, e viene, viene...

-E viene, e viene, e sviene, sviene, sviene...

-Amen.

Nel solarium

-Dove andiamo, ora?

-Usciamo al sole, come previsto.

-Ah! Che bel solarium! Una terrazza coperta da vetrate sagomate a tetto e cristalline, come per il pantheon

di prima.

-Sì.

-Ma qui ci vedono tutti.

-No, siamo più in alto degli altri, eppoi i cristalli sono riflettenti, a specchio, all’esterno e trasparenti per chi

dall’interno guarda fuori.

-Che bello! C’è una luce leggermente cerugnola.

-Cerugnola?!

-Sì, è un modo carino di dire che il colore è leggermente ceruleo e allo stesso tempo riposante. Il calore

che ti investe sul corpo è, poi, carezzante e tonificante, come un massaggio. Insomma, è un massaggio

termico, ti va?

-Sì, è così. Rende.

-Dove ci sdraiamo?

-Ci sono le amache.

-Ah, sì! Belle. Sono dei teli trasparenti. Sì, senza maglie che ti lascino il segno. Mi bastano quelli ai polsi!

-Sì, teli trasparenti. Ti consentono di prendere il sole dappertutto. Il pavimento è bianco e la luce riflessa ti

abbronza tutto.

-Vuoi dire, anche il culo? Meno male che non è quello a scacchi, altrimenti te lo farebbe a pezze. Forse,

qualcuno potrebbe farmelo a pezzi, se mi sorprendesse qui. A proposito di scacchi e cruciverba, hai mai

sentito parlare di “arcano canovaccio”?

-Di cosa?

-Niente, pensavo... all’enigmistica, ma mi sembra di capire che non ne sei pratica. Ma guarda come sei

cupidicamente atteggiata! Sembra che traduca in immagine il mio desiderio. Sei una bella “stampante”.

-Che razza di termini vai coniando! E che razza di immagini! Io, molto meno complicatamente, vedo un

pescatore in continua attesa, senza lenza ma con la canna sempre tesa e drizza.

-Sai com’è, in questo momento non so dove metterla. Insomma, avrei qualche difficoltà a tenerla ferma,

nascosta. Sai, è come cercare di tenere sott’acqua la testa a un energumeno, spingendolo per il collo.

-Ma che razza di paragoni!

-Sì, diresti: paragoni del cazzo! Potremmo dire, d’ora in avanti, quando vuoi nascondere qualcosa che

tende a emergere con vigore, che stai...paragonando.

-Attento, arriva!

-Arriva chi?

-L’intruso che temevi!

-Come fai a saperlo?

-Quelle luci rivelatrici, sulla consolle!

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-C’è anche una consolle seminascosta. E allora?

-Bisogna che tu vada!

-E come? Devo andare giù a rivestirmi. Accompagnami.

-No, lui è già nel Pantheon!

-Porcaccia la miseria!

-Senti, ho capito che tu stai facendo una ricerca. Sai delle cose che io non dovrei sapere e che non puoi

farmi sapere e che ti hanno condotto qui attraverso strani meandri e strani incontri. Tu devi procedere in

questo strano percorso e, probabilmente, ti converrà continuare da questa parte.

-E che cos’è? Un sottotetto, anche questo rifinitissimo e lucente.

-Sembra. Continua fino in fondo e scendi la scala circolare in pietra rosa che troverai. Alla fine, sbucherai

in un altro pantheon!

-Ah sì? Ma tu non vieni con me? Non lasciarmi!

-Ci rivedremo!

-Davvero?

-Penso proprio di sì. Tutto questo strano mondo finirà, prima o poi. Tieni, infilati questo slip rosa!

-Rosa?

-Più tardi capirai perché.

-Più tardi? Uhm... Penso che sarà subito. Ciao! Verrò a riprenderti.

-Stai attento che potresti cambiare idea. Bye!

-Bye!

Nell’Empireo Rosa-Nero

-Bella stronzata ho fatto a lasciare gli altri e imbarcarmi in questa traversata in solitario. Vediamo questa

scala. Bella, in pietra rosa e ruvida, illuminata da un bagliore che proviene da sotto. Un altro Pantheon!

Questo è in marmi lucenti ma scuri, neri, azzurri...

pavimento incurvato, a conca, rosa bellissimo, disegnato a cerchi concentrici, anzi ovali. E anche qui una

bellissima donna, coperta da un velo rosa carico... Ah, come lo slip! Ma guarda, tutto studiato... Devo

ricominciare? E tu chi sei? Mi son la padrona di casa, che splendore, ma che enorme spazio... Va bene il

copione? O ce n’è un altro? Anzi provo a farne un altro! Aspetta. Ecco, vediamo... Questo enorme spazio,

splendente, terso ma scuro, mitigato dalla possente luce del rosa emanata di riflesso, penetrante da quella

gemma enorme di cristallo bianco che ci sovrasta e che conferisce a questo tempio una colorazione...

-...cerugnola!

-Come sai questo termine? L’ho coniato io, sai, poco fa, e non c’eri tu a sentirlo. Da dove sei sbucata? Hai

visto e udito quanto fatto e detto in precedenza?

-Non costruire enigmatici inutili canovacci!

-Di’ un po’, fattucchiera delle mie brame, mi sfotti a rotoli?

-Distenditi, qui sei nell’Empireo Rosa-Nero.

-Rieccoci! Devi essere tu la compare del Magnifico dell’Eterno.

-Compare?! Che brutta espressione. Ti pare confacente a questo Empireo?

-Rosa-Nero? Ma guarda, io sono solo in rosa!

-Ma il nero è dentro. E anch’io sono in rosa e il nero è dentro.

-Diamine! Adesso dobbiamo ricominciare a inventarci. Proviamo. Questa volta , il pavimento è rosa e

concavo e ad anelli ellittici. Perché?

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-Perché il nero è dentro! L’ho già detto. E, quindi, non si vede.

-Queste risposte sono un po’ più assurde di quelle che ho avuto nell’altro pantheon. Non capisco. Il tuo

nero, dietro la trasparenza del tuo rosa, si vede eccome!

-E il tuo nero, così come è posto il tuo rosa, non si vede ma sai che c’è.

-Questo è vero. Quel che conta è sapere che c’è e non ho dubbi. Sembra che questa consapevolezza

appiani le incertezze. Ma quale certezza può esserci sul nero di un pavimento che è rosa, anche se bello,

e, certo, il nero me lo disferebbe nella sua bellezza?

-Il nero non disfa, se interpretato dalla trasparenza.

-Senti, non arrivare, anche tu, a parlarmi di trascendenza! Ma vedo che hai scelto, invece, la via più chiara

della trasparenza.

-Sì, trasparenza attraverso la luce. Guarda!

-Accidenti! Il pavimento si illumina di luce interna che lo rende trasparente... Ecco, la luce aumenta e si

intravede il nero. Ma la trasparenza implicherebbe, questa volta, un colore chiaro, il bianco o il celeste.

-Il celeste del Tiepolo?

-Ma che siete? Donne fatte in serie? Ma che cosa intendete per Tiepolo, voi?

-Il Pittore!

-Ma conoscete solo quello?

-E ti pare poco?

-Questa volta, sono incappato peggio! Facciamo così. Chiedo anche a te di illuminarmi come hai fatto per il

pavimento. A proposito, il nero non è a scacchi, perché?

-Perché siamo in un dominio concavo ed ellittico. Vedi, anche le pareti sono cilindriche ma fanno parte di

un ellissoide, anzi un ovoide e l’ogiva terminale di colmo è costituita dalla gemma di cristallo bianco da cui

penetra la luce.

-Devo aspettarmi un ascensore a guscio, alla coque?

-Attento alle sorprese!

-Mi aggrappo al mio slip! Quindi, il posto è come un enorme uovo di pasqua, scocciato in sommità e con

gemma e a fondo rosa-nero trasparente. Ma il significato recondito qui non c’è? E il nero? Ancora non so

cos’è.

-È la struttura che sorregge l’uovo!

-Magari in acciaio inossidabile!

-Come fai a saperlo?

-Beh, quanto di meglio! È tutto così costoso ed elegante... Si sente quasi il profumo di evasione fiscale.

-Non sarai mica un infiltrato?

-Beh, infiltrato mi sento, eccome, da sottoterra, dalle fogne o quasi, ma non nel senso che intendi. D’altra

parte, debbo dire che in questi posti mostruosi vedo persone che hanno tutta l’aria di essere prigioniere o

volontarie in prigionia e, quindi, parlare di evasione parrebbe improprio o appropriato, rispettivamente.

-La nostra è una scelta volontaria. Ma perché mostruoso?

-Nel senso etimologico. Per i latini, monstrum era qualcosa di prodigioso, di portentoso e, quindi, di

insolito, con tutte le specificazioni che puoi attribuire a qualcosa che è insolito. Quindi, anche bellissimo,

raffinatissimo... Ma quale scelta volontaria? Per che cosa e per chi? Sai, quando vedi certe cose, ti passa

per la mente che c’è qualcosa, come dire, di “deviato”. Adesso non bersagliarmi, anche tu, con uno

sciorinio di insulti, per poi dirmi che ti intrigo, ti affascino, ti attraggo... Eccomi, questa volta sono

praticamente pronto, manca la spalliera, non c’è scacchiera e che cavolo vuoi inventare tu, donna di rosa

svestita?

-Bello, stronzo e presuntuoso!

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-Almeno gli insulti sono diversi da quelli precedentemente speditimi. Ma non facciamo i difficili o gli

schizzinosi. Prendiamo ciò che passa il pantheon! Tuttavia, m’aspetto la sorpresa sostitutiva della

spalliera, scacchiera a parte. Sù, sorprendimi, Rosabella delle trasparenze, Ficarosa delle mie brame!

-Ficcanaso dei miei coglioni!

-No! Devi dire della fica en rose! Comunque, io sono pronto, anche se ho già scritto due episodi con la

possibile mujer del Magnifico dell’Eterno!

-Non essere irriguardoso!

-Quasi blasfemo?

-E non è la mujer!

-I beg your pardon! E che cosa è? La segretaria? Però, smettiamola! Io aspetto cose spontanee, intendo

rivelazioni o, in mancanza, delle avance...

-Hai ragione, non amo irritarmi.

-Certo, giusto! Quando tutto è “normale” e ti asseconda, non ti fanno mancare nulla, in cambio di una

totale fedeltà e dedizione. Apparentemente, vivi serenamente, senza pensieri, svagata insomma. Ma se ti

azzardi ad andare contro le idee e le azioni di chi ti comanda, devi aspettarti un gran calcio in culo: le

ritorsioni. E allora, tu, per non perdere anche soltanto l’idea di un possibile privilegio, ti allinei, assecondi

senza intralciare, mantenendo chi ti condiziona e ti manovra nella convinzione che le sue azioni anti-etiche

siano degne di approvazione, anziché ritenerle riprovevoli. E la strategia per sostentare questa idea è

quella del ricatto, del rinfaccio e della ritorsione. Sei tu, in tutta questa faccenda, in tali condizioni?

-Sono sull’orlo o quasi fuori o quasi dentro, come preferisci.

-Devo andarmene.

-No, non ancora. Devo sorprenderti, no?

-Non vedo spalliera.

-Non occorre spalliera, ciò che segue fa parte dell’immaginario...

-Non ricominciamo con il pi greco...

-Intendo con il fantasioso, con l’esercizio dell’immaginazione...

-Oh! Via il rosa! La trasparenza diviene immagine completamente nitida e tangibile! Che bel biondo

sfrenato, su bianco con un po' di nero in basso, sulla cuspide della biforcazione delle gambe! Perché le

tieni così divaricate? Sembri l’esposizione della possanza universale dell’ipotesi del coito!

-Ora capirai perché!

-Sempre sibilline! Porca miseria, che male ho fatto per essere condannato a sentire profezie e

fattucchierate? Aiuto! Il pavimento ruota, mi squilibra... Accidenti, cado! La rotazione aumenta e mi

trascina!

-Ora cado anch’io. Lasciati trascinare al bordo.

-Questo è facile, tanto è liscio il pavimento. Accidenti come gira! Mi sbatte verso la parete!

-Afferrati alle maniglie di ottone che sono al bordo!

-Un’altra minchiata! Non c’è spalliera, ma la cosa comincia a essere equivalente.

-Ora ti raggiungo! Vedi, siamo come due esseri in orbita di congiungimento.

-Ma guarda cosa vanno a pensare! Siamo daccapo. Come faccio a togliermi il mio brandello rosa?

-Stai attento! Ora te lo afferro.

-Ma la forza ti spinge verso di me, non ce la farai!

-Stai attento! Ora la rotazione rallenta bruscamente e poi riaccelera, rallenta e riaccelera.

-Ma guarda! Questi ficaioli le pensano tutte. Sì, il rallentamento ti spinge verso il basso e tu me lo strappi.

Mamma, che forza! Mi hai quasi sbucciato. Solita catapulta!

-Attento, ora riaggancio!

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-Madonna! Anche qui sono a mani bloccate.

-C’è una variante. Quando saremo “complementarizzati”, potrai lasciare le maniglie.

-Ciò sta av-venendo!

-Serrami bene con le tue possenti cosce, intrecciandomi indissolubilmente.

-Ecco, siamo un unico groviglio.

-Puoi lasciare le maniglie!

-Le lascio!

-Attento, ora ricomincia l’accelero e il decelero!

-Una pompatura automatica!

-Il coito centrifugato!

-Quando veniamo, concludi con il solito amen!

-Quale amen?

-Quello di prima!

-Come?

-Allora non sei proprio una fotocopia dell’altra!

-Io me ne fotto dell’altra!

-Vedo, vedo... Nello spazio vero, una cosa così non sarebbe possibile.

-Amen, amen, amen...

-Amen, amen, amen...

-Attento, ora ci sarà una frenata brusca e una riaccelerazione altrettanto brusca. Tu tieniti alle maniglie

perché io verrò proiettata al centro della sala.

-Eccola! Che sturata! Roba da champagne! E che stirata alle mie braccia! Un’altra storia così e mi faccio

secco!

-Pro-secco! Rilassati! Non rialzarti subito.

-Mi gira tutto intorno. Mi rotolo verso di te e mi rilasso con la bocca nella tua cuspide. Poi, esploro con le

labbra il tuo ventre, per giungere ai promontori dell’incanto e della beatitudine. Quindi, ti inchiodo al

pavimento, puntandoti sulle tue labbra, mentre il rovo di fuoco si fa largo nella oscurità della tua ventresca

infernale. Oh! Quando pronuncio queste parole, avete, tutte, un sussulto che, questa volta, accelera la

progressione. Mi sembra come se la fusione sia come per la torta il lievito. L’una non viene se manca

l’altro.

-Che godimento prolungato! Non dissolverti.

-È un equilibrio instabile, roba da amen.

-E amen sia.

-Amen è.

-E contro-amen è...

-Dimmi un po’, quel piglianculo di Supereternit, come si chiama? Cosa fa?

-Non posso dirlo e non lo so.

-Come dire: lo so ma non te lo dico! Cosa è venuto a fare e cosa pensi stia facendo nel primo pantheon?

-Non so, perché io non sono là e ora, e abitualmente, sto qua.

-Bella scoperta! Non hai la minima idea di cosa stia facendo? Ma allora, qui non può venirci?

-Non è automatico che, entrando nel primo pantheon, venga poi nel secondo.

-E quando ci viene, per cosa è?

-Non posso dirlo e non lo so.

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-Adesso continuiamo come prima. Come dire: lo so e non te lo dico! E via di seguito, come prima. Senti, mi

pare giunto il momento di chiudere con questa avventura dei pantheon. È inutile pensare che vi sia, qui,

una doccia-ascensore: non la si vede.

-Bisogna rifare, all’opposto, il percorso che ti ha condotto qui.

-Come dire: se la prima tappa è il secondo pantheon, poi la scala rosa, il sottotetto, la terrazza coperta,

l’ascensore e il primo pantheon. È così?

-Sì.

-Allora? Per Uscire?

-Per uscire, non puoi fare il percorso inverso perché incontreresti...come l’hai chiamato?...il Super-coso, e

allora...

-E allora, mi lascio a immaginare, in quanto non mi dispiacerebbe...

-Non fare stupidaggini. L’unico modo per filarsela è l’imbuto a chiocciola.

-L’imbuto a chiocciola? Un’altra menata del buco?

-No. È un percorso rapido e liscio. Si esce veloci ma l’atterraggio è morbido.

-Ma di che cosa si tratta?

-È come le montagne russe in tubo. Anzi, meglio: immagina una pista da bob al chiuso, in un tubo, però

liscio e tranquillo.

-E perché questo percorso?

-È come un’uscita di emergenza, sai, quando devi scappare o andare di fretta senza essere visto.

-Ma dimmi un po’, questo posto è stato visto o visitato da molti?

-No.

-E di emergenze?

-La tua è la prima.

-Ma allora, le emergenze sono solo tue.

-L’emergenza è una possibilità e questa è la prima, ma per te.

-Allora, andiamo?

-Vai tu!

-Come, al nudo?

-Posso ridarti lo slip!

-Sì e, per giunta, rosa. Te lo immagini uno che viene sturato a champagne dal tubo a chiocciola e chi lo

vede a slip rosa penserà che è un nuovo modo di sbattere fuori l’amante.

-Mi spiace, la scelta è unica.

-Sì, ma possiamo andarcene insieme.

-Già, uno esce a slip rosa, seguito da una rosa-trasparente al volo.

-Proprio non vieni?

-Sono già venuta due volte, con te.

-Non giocare! Rinunci a non venire?

-Sì, non posso.

-Non posso. Una risposta che non contiene nulla. Immagino quanto credibile possa riuscire il mio racconto,

senza alcun testimone.

-Mi vuoi soltanto per testimonio? E pensi che presentandoci insieme così o non così, il racconto sia più

credibile?

-Non mi interesserebbe oltre, a questo punto.

-E tu fermeresti la ricerca a questo punto?

-Che sai della mia ricerca?

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-Si vede, tu hai l’aspetto, parli, ti atteggi, ragioni come uno che cerca qualcosa sempre, non importa cosa.

Sei uno che non smette mai di pensare.

-Forse, quando non ti rimane altro. Ma voi, tu e lei, mi avete dolcemente distolto e volto altrove il mio

pensare. Mi avete portato nel vostro meraviglioso mondo prigioniero. Sarà questa la dualità? Non ti

aspetteresti mai che qualcuno si rivelasse, improvvisamente, e ti dicesse: sì, la dualità è questa.

-Sarebbe bello, ma ho l’impressione, se ho capito cosa significa dualità, che questo mondo sia più

realistico di quello che pensi. Bene, ora vai.

-Ci rivedremo?

-Penso proprio di sì.

-Uhm! È la seconda promessa del genere. Ora mi imbuco. Ma senti, questo lungo percorso a striscio mi

incendierà le palle.

-No, scenderai insieme con un getto d’acqua, servirà a lubrificare il tubo e a raffreddare la pelle.

-E le palle... Quasi una vaselina. Vado. Bye!

-Bye!

-Via, l’idronauta parte! Porca miseria, è come finire in un tubo di cesso con percorso tortuoso. Atterraggio!

Guarda, guarda...i miei vestiti. La Giunone bruna è stata abile a dissimulare. È dalla nostra parte. Ma

guarda che parentesi strana. Tutto sembra allontanarci e depistarci dall’indagine ma, forse, è il mondo

parallelo che sta in una similitudine con quello impossibile o, più semplicemente, soltanto immaginario. Ehi,

Fatarosa del tubo! Mi senti da questo condotto di posta idraulica?

-Sì, lontano, ma ti sento. Ciao! In bocca al lupo!

-In bocca al tubo... Salutami la Biancafata delle mie brame! Ciao, Fatarosa delle mie seconde brame!

In bocca al lupo... E questa sarebbe un’espressione bene augurante? In bocca al lupo... Un bel soggiorno

in un posto suggestivo e con le pareti a spigoli vivi... Insomma, come dire, vai a fan culo...

E l’altra espressione: In culo alla balena... Là, forse, l’ambiente è un po’ più tenero...almeno all’inizio. Poi, o

entri o ti sturano fuori, in compagnia dei signori escrementi.

Che cosa c’entra, poi, il lupo in tali faccende? E la balena? Figurati, con le dimensioni che ha, è anche

completamente fuori tema. Capirei se si dicesse: abbi un culo grande come una balena. Beh, allora, un

augurio come questo ti crea un’euforia particolare di partenza. L’idea di poter avere un culo di quella

enormità ti fa affrontare ogni ostacolo con grande determinazione. Oppure: ammazza il lupo! Ma che me

ne frega del lupo? Fosse una fiera (che termine!) di rango, ne varrebbe la pena. Anche in tale caso, ne

nascerebbe un orgoglio guerresco che ti fa vincere ogni avversità immaginabile per te.

E allora, in mancanza di tutto questo: auguri!

Sta già imbrunendo, sono quasi al limite di tempo perché scatti l’allarme al quartier generale. Bisogna che

rientri.

Rientro

-Oh! Rieccolo, riapparso!

-Ma guarda, stava per scattare l’allarme, qui.

-Sei piuttosto malconcio, bagnato, sporco e sdrucito.

-O sdrusciato?

-Che cosa ti è successo?

-Emani un odore che è quasi una commistione di puzzo e profumo. Anzi, più di un profumo. Almeno due,

direi.

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-Che fiuto! La tua appartenenza al nostro gruppo deve essere stata sostitutiva di un segugio, di cui

abbiamo fatto a meno per ragioni pratiche.

-Non fare lo stronzo! Ma guardalo! Puzza, profumi, quell’aria semidistrutta... Devi aver avuto degli scontri

molto devastanti e...mungenti.

-Gli hanno impartito l’estre’munzione.

-Sembri un ostrica senza frutto. Sì, proprio munto, succhiato...slurpato, se così possiamo dire per rendere

il concetto! Hai avuto qualche incidente di percorso?

-Sì, diciamo..degli incontri inaspettati.

-Incontri e scontri?

-Mah, vedi, considerando le risultanze complessive, direi una cosa intermedia, semidevastante, se posso

essere sincero. In altre circostanze potrebbe considerarsi piacevole e fantastica, ma...sono un po’ confuso,

mi sembra di avere sognato...

-Ti hanno bastonato, quelli lì?

-Non so, non credo, non ne sono sicuro.

-Non menarti nel vago!

-Senti, dimmi un po’, ne è valsa la pena?

-Domanda imbarazzante...

-Posso considerarmi come un sostituto da rimandare in avanscoperta?

-È sconsigliabile, perché se incappi in colui in cui non incappai io, mica ti ritrovi munto e slurpato, come

dice lei, con profonde venature di gelosia e invidia.

-L’invidia mettitela in culo!

-Perché solo l’invidia?

-Tutt’e due!

-Calmati, finirai per saltarmi addosso!

-Addosso ti sono già saltati o saltate!

-E dalli! Queste semi-scenate di gelosia sono inconcepibili e immeritate. Devo avere sognato. Prima

devono avermi colpito o forse, è più probabile,...mandato in sonno... con qualche profumo strano e, poi,

devo avere sognato a lungo e in maniera tormentosa. Sai, quei sogni che durano a lungo e ti sfiniscono nel

sogno stesso e, quando ti svegli, lo sfinimento è concreto e tangibile. Devono avermi buttato in un cunicolo

della spazzatura, alla fine.

-L’unica cosa sensata che abbiano fatto!

-Ma dopo questi sogni, uno si sveglia anche profumato?

-Mi tratti come un colpevole senza possibilità di redenzione!

-Non mi commuovi! Le balle che inventa sono al pari delle dissertazioni varie che ci impartisce di

frequente!

-E voi, che cosa avete fatto...nel frattempo?

-Abbiamo pulito la casa e stirato la roba, attendendo il tuo rientro, sapendo che eri da lavare e da

cambiare, stronzo!

-Ah, vedo che siete tutti e tre coalizzati contro di me! Anzi, incazzati.

-Insomma, tu ti sei fatto la vacanza, come dire, di “sogno” e noi qui ad aspettare, in apprensione e

trepidazione, il ritorno dell’eroe! E allora, che fai, tu, nel frattempo? Inganni il tempo, senza occupazioni

impegnative che, invece, richiedono attenzione e concentrazione, e fai le faccende di casa, appunto! Roba

rilassante.

-Ironia e sarcasmo, e basta! Avete, per caso, preparato anche qualcosa da mangiare?

-Da mangiare?!

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-Afrodisia, ambrosia e theobroma. Tutta roba da dei!

-Non aggiungo più niente. Sentite, ora riposiamoci tutti. Domani saremo a menti fresche e ricominceremo

da dove ci siamo lasciati alcune ore fa.

-Hai visto? Un colpo di spugna e via!

-Sì, del resto è un sogno! Non vale la pena di discuterci.

-Vai, vai! Lavati e dormi, che la cosa, per quanto mi riguarda, è chiusa così.

-Se deve lavarsi, la spugna ci vuole, eccome!

-Non fatevi prendere da decisioni affrettate. Andate a dormire, siete stanchi e domani avrete la mente più

fresca e soprattutto sarete più sereni...

-Ma guarda che faccia da culo! E ripete le stesse cose. Sembra un disco disfatto. Lui, ora, dispensa

consigli e sollecitudini. La mente fresca dovrai averla tu, domani! Buonanotte e all’inferno!

-Minchia! Buonanotte. È meglio battere in ritirata.

In avanscoperta

-Buongiorno!

-Già in piedi? Che ore sono?

-Mezzogiorno.

-Così tardi?

-E che hai combinato?

-Sono andato in avanscoperta.

-In avanscopata? E che cosa hai scopato?

-Che cosa hai scoperto? Riferisci.

-Sembra che ci sia un passaggio, nella via del Fossario, che porta all’interno della cattedrale.

-Un passaggio sotterraneo?

-No, c’è un portoncino in legno verniciato, un po’ malandato per la verità, sulla via del Fossario, nel tratto di

vicolo cieco che sfocia nell’ingresso laterale del duomo. Infatti, all’interno di esso, sulla destra, entrando da

quell’ingresso, c’è una porta che non si nota immediatamente, in quanto risulta in parte quasi schermata

dalla bussola in legno e un po’ perché è a filo della parete e, inoltre, non appare essere di alcuna

importanza architettonica. Un volgare portoncino in legno, con soprastante lunotto semicircolare vetrato,

serratura Yale e due volgari maniglie.

-C’è, quindi, un passaggio o un ambiente al di là della muratura in pietra che fiancheggia il vicolo e che, in

qualche modo, appartiene anche all’architettura della cattedrale?

-Già. Poi, un altro dettaglio che pare importante.

-Quale?

-C’è uno scavo in atto, sul bordo che fiancheggia il lato frontale della cappella gotica che ti si para davanti

quando entri dall’ingresso laterale destro. C’è una scaletta che ti porta sotto il pavimento della chiesa, per

più di due metri con un primo tratto di rampa, che è quello che si scorge osservando da dietro la transenna

di protezione dello scavo, poi, la scala prosegue ancora virando, parrebbe, a novanta gradi e, quindi,

sembra che conduca sotto il transetto, ma piuttosto distante dalla zona corrispondente all’altare maggiore

e cioè della parte di cripta a esso sottostante.

-Nuove zone sotterranee che vengono messe in luce, quindi.

-Probabile.

-Zone in ombra messe in luce!

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-Il primo nodo che permette di allacciarci ai cunicoli e alle gallerie più consistenti che già conosciamo.

-Quel passaggio dentro il muro della via Fossario potrebbe essere quello «per le tenebre che conservano».

-Forse.

-Lo vedremo.

-Vedremo cosa? Non penserai d’introdurti?!

-Finora, abbiamo fatto di peggio.

-E come pensi di entrare?

-Dalla porta malandata sulla via Fossario. Dobbiamo rispettare la frase misteriosa, non vi pare? Eppoi, se

entrassimo dalla porta all’interno della cattedrale, sarebbe per poi uscirne al di fuori. Noi vogliamo entrarci,

per visitare con comodo il sottoterra. Non vi pare?

-E se ci fosse il custode che gironzola?

-Bisogna scegliere un giorno, anzi una notte, a lui sconsigliabile e a noi propizia.

-Che vuol dire? Il giorno del compleanno?

-Un giorno, anzi una notte, tale che lui ben si guardi dall’accedere alla chiesa.

-Ho capito, vuol dire una notte da spaghetto, grande temporale con lampi e tuoni.

-Per esempio. O certamente. Tanto, per noi, giorno o notte sottoterra, è lo stesso, dobbiamo farci luce

comunque. In ogni caso, però, meglio non avere gente tra i piedi e, quindi, meglio la notte e, se di

tregenda, meglio.

-Meglio un corno!

-Lo immaginavo, la fifa è già tanta che non occorre ingigantirla con scenari da brivido.

-Ma, dovremo scassinare il portoncino?

-Portiamoci un bel mazzo di chiavi e un passe-partout.

-Sentite, la casa corrispondente al portoncino verniciato potrebbe essere, in tutto o in parte, disabitata.

-Perché?

-Perché al primo piano, al di sopra di quello terreno, vi è una finestra che appare sempre aperta e piuttosto

sgangherata; il che fa presumere che, almeno in tale piano, sia disabitata.

-Devi pur sempre accedervi.

-Dalla finestra, appunto.

-Forse sarà più facile dalla porta.

-Credo anch’io, dobbiamo evitare operazioni da sbarco con il maltempo: è troppo scivoloso!

Appostàti

-Piove a dirotto.

-Schianto di folgori...

-...e strepito di tuoni.

-Il rumore è piuttosto uno strepito di tamburi seguito da rimbombi di timpani bassi. Una bella musica

orchestrata e diretta dal Magnifico dell’Eterno!

-Il Magnifico dell’Eterno sarà al caldo e in piacevoli bevute.

-Il vento spazza la pioggia e produce come veli d’onda sottili sul selciato di pietra.

-È bellissimo! E lo scenario è quasi a-temporale!

-La battuta, questa volta è pertinente.

-Dobbiamo scendere. Abbiamo tutti l’impermeabile nero?

-Sì. Andiamo, svelti e in fretta!

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-Piove a dirotto, di collo andiamo a rotto!

-Sempre stronzate! Una battuta passabile e...poi si rovina!

-Siamo arrivati. C’è nessuno, intorno e in alto?

-Sembra di no.

Dentro la cattedrale

-Vediamo la porta. Accidenti, è stata già aperta, è praticamente socchiusa.

-E ci sono le chiavi appese alla toppa, all’interno.

-Come mai? Entriamo.

-Stiamo attenti, vuol dire che il custode è in giro.

-C’è un corridoio buio. Il portoncino sulla chiesa è socchiuso anch’esso e traspare luce.

-Che trappola è questa?.

-Che ore sono?

-Che c’entra l’ora, adesso? Mezzanotte meno un quarto:

-L’ora è mezzanotte!

-Che diavolo vai dicendo, vuoi metterci spago?

-Diavolo di un sacrista, sto’ fio d’una puttana di custode!...Mi tocca sempre lavorare di fantasia e incappo

sempre nella vostra diffidenza.

-C’è poco da scherzare, stiamo entrando in casa d’altri.

-Stiamo andando in chiesa, diciamo, da una porta di servizio, perché quelle abituali erano state, ma guarda

un po', anticipatamente chiuse a causa del temporale che ha fatto allontanare i turisti, i quali, ancorchè

numerosi e attardantisi la sera, hanno preferito tornarsene in albergo.

-Sentite, o entriamo o ce ne andiamo!

-Entriamo.

-No, voglio sapere qual’è il lavoro di fantasia, questa volta.

-Semplice, forse. Il sacrista o il guardiano, che probabilmente sono la stessa cosa, aspetta l’amante o

un’amante, a mezzanotte. Per rendere le cose facili, lui apre il portoncino esterno sul vicolo, passando da

questo corridoio, dopo avere aperto il portoncino interno, lasciando quest’ultimo aperto o socchiuso per

non doverlo aprire un’altra volta, quando la donna sarà arrivata e si sarà accomodata, si fa per dire, nella

stamberga del piano superiore, dove ci sarà un letto che non sarà certo un esempio di ordine e pulizia.

-Dà, addirittura, i dettagli di scene e scenari non ancora verificatisi e accertati.

-Di più, avrà lasciato le chiavi appese anche alla serratura della porta interna.

-Per non faticare troppo...

-Prima e dopo...

-Certamente. Bene! Ora, rapidi dentro la chiesa e subito allo scavo della scaletta, senza rumore o

rovesciare transenne o cose!

-Eccoci. Ha lasciato sufficienti luci accese per illuminarsi i percorsi e per non suscitare sospetti

dall’esterno.

-Presto, spostiamo la transenna dalla scala!

-Si odono dei passi.

-È lui che va!

-Tu, perché rimani in cima?

-Voglio vedere.

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-Mi avvicino anch’io.

-Silenzio!. Parliamo piano, anzi, ora tacciamo.

-Puntualissimo, anzi, un po’ in anticipo.

-Non resiste. Dovrà anche prepararsi lo scenario.

-Sì, champagne alla donna!

-Sì: vuoi bere un drink, darling?

-Ma, è un prete!

-Oppure, il sagrestano travestito da prete.

-E perché?

-Sarà un mitomane, uno di quelli che amano travestirsi. Sai, un po’ come coloro che amano indossare

divise militari, non avendo mai coronato un tale sogno, e pavoneggiarsi allo specchio, magari brandendo

spade o sciabole, con la fascia azzurra che gli attraversa il petto, medaglie, mostrine e gradi sulla giubba,

berretto bianco con visiera e stemmi dorati con aquila, prove di saluto e cipiglio da generale, sbattimento di

tacchi, che però dovrebbero fare i soldati da lui comandati, prove sonore di inno nazionale e marce militari

per caricarsi di emozioni forti, il profilo del viso che si atteggia all’importanza della sua investitura...

-Devi continuare ancora? Ho chiesto, perché?

-Provavo a darti una motivazione. Oppure, più semplicemente, i suoi abiti puzzavano o erano bagnati o,

comunque, non all’altezza dell’evento e, allora, diciamo, li ha presi in prestito dalla sacristia.

-E ha lasciato i suo lì?

-Credo proprio di sì, con i documenti, ritengo, perché, come sai, in certe occasioni non sono richiesti e,

comunque, lui si trova in casa e l’ospite non è un poliziotto che lo vuole multare.

-Boh! Come divaghi, sempre!

-Può anche essere che lui si spacci per prete, per essere più credibile e attraente.

-Vuoi dire che l’avventura, per lei, acquista toni più eccitanti, in relazione al personaggio, per gli aspetti

dissacranti e trasgressivi insieme?

-Sì, e lui può esercitare, in contropartita, pressioni ricattatorie su di lei, sia materialmente che

moralmente:«Altrimenti, ti sputtano e ti condanno al fuoco eterno!...».

-E lei non potrebbe fare e dirgli altrettanto?

-Sì, ma è lei che è andata a casa sua, si fa per dire.

-Questo non cambia nulla.

-Certo, ma forse conta qualche cosa.

-Dov’è, ora?

-È andato! Aspettami un attimo.

-Ma che fai, lo segui?

-Vado a chiudergli le porte con le chiavi e poi gliele facciamo trovare appese a qualche statua atteggiata in

tono minaccioso, se esiste.

-Ma sei impazzito?

-No, voglio creare un po’ di bordello. Immagina, la mattina. Il primo prete che dovrà fare messa, non trova

aperto e, poiché non c’è campanello, torna a casa a cercare le sue chiavi. Poi, apre e non trova il custode.

-Ah, ah! Trova i suoi abiti, il suo involucro vuoto. E il prete dirà:«Ma che è, si è sgonfiato o è evaporato o

l’hanno rapito nudo?».

-Non sa come fare. Pensa di chiamare qualcuno in aiuto per cercarlo. Poi, sente bussare, quello, alle

porte. Ma lui non ha le chiavi. Va a prenderle. Torna. Apre il portoncino della chiesa e trova lui

incazzato:«Ma chi mi ha rubato le chiavi?». E si vede le chiavi proprio di fronte, sull’altare che fronteggia la

porta:«Ma chi le ha appese lì?». «Tu, e poi la porta l’ha chiusa il vento!». «Il vento? Dentro la chiesa?

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Eppoi, la porta chiusa a chiave?» «Si sarà data anche un giro!». «Un giro? Ma ne aveva due! Eppoi, le

chiavi sono balzate e si sono appese lì, da sole?» «Tutto è possibile. Le vie del Signore...».

-Sei proprio matto. Comunque, la cosa sarà molto divertente. In più, immagina, la donna deve andare

presto al lavoro e rimane bloccata!

-Oppure, salta dalla finestra sgangherata.

-Può darsi che vi siano ambienti accessibili al piano terra e, allora, si libereranno molto presto entrambi

uscendo dalle finestre.

-Sono sbarrate da inferriate.

-Comunque, non potrà preparare la messa in tempo!

-Ora, andiamo e raggiungiamo gli altri:

-Finalmente! Pensavamo foste stati bloccati.

-Volevo aggiungere: come si giustificherà il sacrista per i vestiti indossati?

-Semplice, dirà che si era bagnato...e, inoltre, dovrà stare attento a non fare accedere il prete al piano

superiore, per evitare scomuniche!

-Di che cosa state parlando?

-Del sacrista travestito da prete che andava all’appuntamento...

-E chi vi dice che non sia un prete, invece?

-Beh, noi abbiamo immaginato in quell’altro modo...

-...per non essere troppo irriguardosi.

-Io stavo per addormentarmi, qui sotto!

-Vedremo, dopo, chi è veramente!

-Non vorrai mica andare a cercarti grane?!

-Beh, voi, in qualche modo, vi siete divertiti congetturando, noi faremo altrettanto constatando.

-Ora, procediamo.

-Questo cunicolo è stretto e un po’ tortuoso.

-Per impedire che crolli tutto ciò che gli sta addosso.

-Termina in questa parete di tufo.

-Prova lo spessore con l’ultrasuono.

-Vediamo. Sembra un metro o poco più.

-Punta bene la luce!

-Sembrerebbe un muro fatto a secco e trattato in maniera che non si vedano troppo le connessioni tra i

blocchi, in modo che appaia come naturale.

-E come?

-Con un impasto di tufo sfarinato e mischiato con un po’ di colla, poi inumidito e spalmato sulla superficie

della chiusura.

-Sarà facile, quindi, demolirlo, almeno in parte.

-C’era, quindi, un passaggio che è stato chiuso.

-Si collega certamente alle gallerie già viste e percorse.

-Facciamo un foro!

-Sarebbe troppo lungo. Conviene rientrare.

-Eppoi, scoprirebbero i collegamenti,

-Faremo, in un altro momento, la prova di comunicazione tra i cunicoli. Alcuni staranno qui e gli altri

busseranno sul muro, dall’altra parte. Oppure, faremo un foro con un trapano a partire dall’altra parte.

-Andiamo a trovare l’amico Casanova?

-È un’idea, sennò rimaniamo a bocca asciutta, dopo tutto questo stress.

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-Siete impazziti?

-No. Hanno ragione. Abbiamo l’impermeabile nero, il cappuccio è grande, facciamoci i fori e

affondiamocelo bene in testa.

-Bravo. Agli ombrelli innestiamo dei pezzi di tubo in punta. Sembreranno fucili spianati, tenuti coperti dai

pastrani, con la sola bocca affiorante e il gesto minaccioso che li sorregge.

-Andiamo.

-Siete matti, io vi aspetto qua, anzi fuori, vado in macchina. A me le chiavi.

-Va bene, approssimati a noi e stai pronta ad accendere il motore per la fuga precipitosa.

-Bello, comincia a piacermi, la cosa!

-Pazzi! L’ho già detto, da legare!

-Suona la tromba, in caso di emergenza!

-Senti, piuttosto, come fai a lasciargli le chiavi all’interno della chiesa, dopo avere chiuso le porte a chiave?

Noi non possiamo uscire dai portoni.

-Questa è bella! A meno che uno di noi non resti dentro. Dovremmo contentarci di chiudere soltanto la

porta interna.

-E le chiavi?

-Allora, chiudiamo anche la porta esterna e le chiavi...

-Che ne fai?

-O le buttiamo o le lasciamo appese fuori.

-Sù, andiamocene!

-Ma, e il Casanova?

-Siamo persone serie, non avrai creduto che noi, veramente...

-Siamo gentiluomini!

-Senti?

-Cosa?

«Ah, ah, ah...»

-Stanno venendo!

-Andiamocene o faremo brutti incontri!

Di nuovo a casa

-Facciamo un po’ il punto. Abbiamo individuato una serie di percorsi sotterranei, alcuni dei quali sono noti

e, in alcuni punti, interrotti. Le interruzioni costituiscono, di fatto, degli sbarramenti, degli impedimenti a

vedere e controllare cosa ci sta oltre. Altri sono accessibili in maniera totalmente diversa e sconosciuta. Ci

sono, poi, dei convegni di persone che non si palesano, coperte o mascherate. Associazioni segrete,

insomma.

-Segrete? Magari sono iscritte come normali associazioni, secondo le leggi sulla trasparenza.

-Trasparenza? Non mi risulta niente di quel tipo. La trasparenza, poi, può essere a senso unico, come

attraverso quei vetri da cui tu vedi se sei posto da un lato e niente dall’altro, perché l’altra faccia è trattata a

specchio. Come dire: noi eravamo riuniti lì e lo sapevamo e, se volevate, potevate guardarci. Ma non

c’erano accessi palesi al luogo, perché potessero essere visti.

-C’è ancora da decifrare che cosa significhi «le tenebre che conservano».

-I cunicoli e le gallerie devono portarci in luoghi di sepoltura. Devono collegarsi, per esempio, alla cripta

della cattedrale oppure, o anche, passare sotto la via Fossario, condurci a valle, verso zone che furono

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cimiteriali. Potrebbe essere San Domenico, San Giacomo, San Lucifero, San Saturnino...o da qualche

altra parte. Può darsi che, allora, fossero dei passaggi obbligati che, ti piacesse o no, dovevi attraversare o

toccare tangenzialmente.

-Nella chiesa di San Cesello, si sa che esisteva una botola che portava a un sotterraneo che, si dice,

conducesse fino alla chiesa di San Saturnino.

-È un sotterraneo che si ritiene sia stato un acquedotto del periodo romano...

-Ma non ha collegamenti con il Castello!

-Non lo sappiamo. Difficilmente, penso ne abbia.

-Controlleremo quando, in possesso di ulteriori indicazioni, faremo un esteso giro di ricognizione, per

completare, almeno in parte, un quadro che, attualmente, è molto frammentario.

-Sentite, qui bisogna, a mio parere, suscitare qualche sussulto, un’azione provocatoria, insomma, capace

di produrre un qualche scossone o allarme in chi conduce certi giochi non del tutto chiari, per ora. Ad

esempio, individuiamo gli accessi esterni dei luoghi...delle vacche.

-Delle vacche?

-Sì, dove ti hanno munto! E, poi, suoniamo e diciamo che c’è un telegramma per...

-...Rosabianca e Biancafata delle Brame...

-...da parte del Magnifico dell’Eterno...

-...in data...Iovis dies...

-Che ne sapete di Biancafata delle brame?...E l’altra non è Rosabianca ma Fatarosa...Io non vi ho parlato

di questi nomi!

-Eri lì, nel sogno, che deliravi: Biancafata di qua, Rosabianca di là...

-Ficarosa...

-...delle brame di qui, delle brame di là...

-Mi spiate nel sonno, ora!

-Beh, dobbiamo divertirci pure noi, non ti pare?

-Al diavolo! Ma guardali...E accompagnano lo sfottimento con graziosi gesti ondeggianti delle braccia e

delle mani, accennando passi di danza...

-Allora, a seconda di chi risponda al citofono, la cosa può causargli un deglutimento da fargli sparire il

pomo d’Adamo, per sempre.

-E dove se lo ritrova, nel naso o nello stomaco?

-Poi, gli succederà una curiosità enorme. Penserà: qui, i casi sono due, o è un affiliato impazzito che

rompe segreti e coglioni, e rischia di mandare tutto a puttane, o è un trucco della polizia...

-...o un tradimento delle tue odalische! Rosabianca e Biancafica...Sì, delle brame e delle munzioni.

-Più munzioni infliggi, e meno munizioni ti rimangono!

-Il nostro esercito si scompone e va in disfatta...

-Ma quale esercito! Non siamo nemmeno un drappello!

-Occorre sapere chi sta dietro le odalische.

-Tu, di sicuro, ci sei già stato, di dietro e davanti!

-E tu, per controllare l’attendibilità delle mie fonti, cioè di ciò che vi ho riferito, vorresti andare a controllare

di persona e, magari, riprodurre fedelmente i “fenomeni”, per verificarne la validità.

-Dimmi un po’, quel ficaiolo che non hai incontrato o su cui non ti sei imbattuto, o sbattuto, non è che fosse

il Supercazzo di cui al Magnifico dell’Eterno?

-In effetti, lui è comparso, ma io non l’ho visto, un certo qual tempo dopo che io ho salito la scala nascosta

nella roccia. Le manifestazioni delle “rimembranze” devono essere durate a lungo.

-Certo, almeno quanto le tue avventure! Deve essere stato qualcosa di molto circostanziato...

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-Abbastanza, grazie! Circostanziato e specializzato e, se posso aggiungere, fatto da persone competenti.

-Non ho dubbi.

-Ti riferisci alle rimembranze o alle avventure?

-Sempre di “membranze” si tratta!

-Membranze e munzioni...

-Invidia e gelosia, lo ripeto! Siete tutti indispettiti e dispiaciuti, o delusi, che non siate stati voi a essere

coinvolti nella...”ressa”.

-Noi siamo stati depistati dalla...”rissa” incipiente!

-Però, debbo dire che se tutti noi fossimo saliti per quella scala, le cose sarebbero andate in altro modo.

-Per verificare, non resta che ripetere l’incursione.

-Può essere un’idea.

-Ma, quelli, non hanno telefono laggiù o lassù, cosicché li avvisiamo?

-Quelli comunicano col telefonino oppure...

-Potrebbe essere che usino i colombi.

-Dobbiamo controllare se comunicano attraverso Internet.

-Vediamo. Dobbiamo individuare il codice di entrata.

-Un bel rebus. Suggerite.

-Supercazzo.

-Biancarosa.

-Ficarosa.

-E dalli! Comunque, un’idea me la date. Sono tutti termini che vengono fuori da questa vicenda. Altri sono,

Magnifico dell’Eterno, Dispensatore di Luce e...Iovis dies. Ecco, proviamo Iovis dies...Non funziona.

-Seleziona! Entra con Iovis...

-Non funziona.

-Non devi entrare con Iovis ma con Iuppiter; Iovis è il genitivo...

-Risponde, ma vuole almeno due parole.

-Prova, Iovis populus oppure Iovis adepti o che altro...

-Il primo lo rifiuta, il secondo...dice di perfezionare l’ordine...

-Insisto, la parola è Iuppiter.

-Bisogna affiancargli un termine opportuno...

-Sì, un termine che eviti ai non adepti di inserirsi.

-Quindi, un termine che escluda i “falsari”.

-Giusto.

-Vero!

-Hai detto vero? Vero, nel senso di giusto?

-Vero, nel senso di verus, il contrario di falso, insomma...

-Quindi, Verus Iuppiter...

-Proviamo...Funziona!...

-Cosa dice?

-Apri la nuova porta!

-È gente che non si fida! C’è una serie di parole chiave, prima che si dischiudano le porte...

-Andiamo coerenti. Digita: Iovis ianua...

-Iovis ianua...Non funziona!

-Non può essere la Porta di Giove, Giove abita nell’Olimpo!

-Quindi, Olympi Ianua...

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-O.K., funziona!

-Funziona...Dice: digita la data...

-La data...Non funziona!

-Deve essere una data fissa, altrimenti non può funzionare ogni volta che cambia il giorno in cui accedi al

sito.

-Giusto!

-Allora, se la data è unica, ancora coerentemente, questa volta è: Iovis dies.

-Iovis dies, questa volta funziona. Chiede: che cosa mangi?

-Qui, ci sono a colpo sicuro: THEOBROMA! La vostra fantasia ha avuto un premio. Si apre un grande

uscio, un portone!

-Tutta roba sofisticata e ben studiata.

-Ti introduce veloce, a imbuto e precipizio...

-...Un profondo vortice...

-Un buco nero...

-Un mezzo video-game o una mezza realtà virtuale.

-Chiede: cosa vuoi?

-Provocalo: Sparacazzìle!

-Sparacazzìle. Risponde: non fare il blasfemo.

-Correggi.

-Digli: conoscenza e dominio.

-Risponde: con chi vuoi parlare?

-Provocalo: con Sparacazzìle!

-CON SPARACAZZILE. Uh! Che terremoto video-virtuale! Risponde: dovresti essere incenerito!

-Correggi: con il Magnifico dell’Eterno.

-Dice: impossibile, devi passare per i Mediatori del Celeste Ignoto!

-E chi cazzo sono?

-Sono i nomi dell’elenco che andiamo cercando.

-Detta: e dove li trovo?

-E DOVE LI TROVO? Risponde: devi cercarli nell’ARCANO CANOVACCIO!

-Porca..! Ma che cazzo ne sa, costui, dell’arcano canovaccio?

-La cosa si mette sporca.

-E strizzosa.

-Ci stiamo sintonizzando in maniera losca e da cagarsi sotto.

-Può essere una coincidenza.

-Chiedigli i nomi, insisti.

-Digli che sei...digli un nome.

-E se ci sono coincidenze, allora sparagli Biancarosa o Ficabianca.

-Proviamo: io sono Biancafata...

-Non risponde. Muto.

-Riprova: I am Biancafata.

-Appare una figura sorridente...

-«Benvenuto nell’Harem del Celeste Ignoto!»

-Bella faccia da ruffiano! Ridi, ridi, che te la mettiamo nel culo!

-Non si capisce se il Celeste Ignoto è un luogo o una persona

-VOGLIO COMUNICARE CON IL CELESTE IGNOTO!

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-«Il Celeste Ignoto si identifica nel luogo dove risiede».

-DOVE?

-«Nell’Arcano Canovaccio!»

-DOVE, ESATTAMENTE?

-«Sotto il Banco dalle Canne Lunghe!».

-CHE CAZZO È?

-«Domanda per cui non esiste risposta».

-Correggo: COME SI RAGGIUNGE?

-«Dalla Sala delle Celebrazioni».

-Deve essere là dove eravamo tutti, prima.

-Oppure, è un luogo che ha un nome convenzionale.

-Ci sono altri collegamenti che non conosciamo.

-Insisti!

-CHI DEBBO CERCARE?

-«Il Guardiano dell’Harem!».

-COME SI CHIAMA?

-«Non è dato sapere».

-PERCHÉ?

-«Perché non sei adepto».

-CHI È IL CAPO DEGLI ADEPTI?

-«Il Celeste Ignoto».

-Siamo daccapo!

-Bisogna intrappolarlo, imbrigliarlo, affinché risponda.

-METTIMI IN CONTATTO CON LUI!

-«Perché?».

-DEBBO LASCIARGLI UN MESSAGGIO:

-«Di che tipo?».

-DA PARTE DEL MAGNIFICO DELL’ETERNO.

-«Il Magnifico si scomoda? Apriamogli tutte le porte. Collegamento diretto con il Celeste Ignoto: Parla!».

-CONVOCAZIONE DELLA PIRAMIDE DELL’ETERNO PER LO IOVIS DIES VENTURO AL PANTHEON

DELL’ETERNO, SOPRA IL CANOVACCIO ARCANO.

-Ma che, stai inventando tutto?

-Sì, tanto quelli devono essere abituati a linguaggi ermetici ed esoterici e, più ermetici ed esoterici sono,

più si sentono esaltati ed eletti, nel senso che chi capisce vince e gli altri si perdono perché non giungono

al convegno e vengono scartati o declassati.

-Ma guarda quante palle!

-Qui bisogna sballare. O si sballa o non si rosica.

-La balla delle balle!

-Che è, ‘sto Pantheon dell’Eterno?

-Lo vedrai, forse.

-«Messaggio trasmesso»

-DAMMI L’ELENCO DEGLI ADEPTI CUI HAI TRASMESSO IL MESSAGGIO!

-«Non è consentito!»

-PERCHÉ?

-«Perché non sei adepto».

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-Continua con la solita trafila! Non riusciamo a sbottonarlo più di tanto.

-QUI IL CELESTE IGNOTO, PASSAMI IL MAGNIFICO DELL’ETERNO CHE DEVO RESTITUIRGLI

RISPOSTA!

-«Da parte di chi?»

-DA PARTE DEGLI ADEPTI.

-«Magnifico dell’Eterno in linea»

-DICHIARATI: NOME, COGNOME ETC.

-«Tu sei matto, chi ti ha infiltrato?».

-QUI LA BANCA DATI DI SAIO-NERO!

-«Istituzione a noi ignota!».

-NON ESSERNE COSÌ SICURO!

-«Non ci rimane che chiudere!».

-VAI A FAN CULO!.

-«Espressione non contemplata»

-Mandiamolo in corto circuito!

-Come?

-Così: VOGLIO PARLARE CON IL CELESTE IGNOTO!

-«Che cosa?»

-CON IL CELESTE IGNOTO.

-«Chi lo vuole?».

-IL CELESTE IGNOTO

-«Lasciati pure un messaggio»

-QUI IL MAGNIFICO DELL’ETERNO: RIDEFINIZIONE DELLE GENERALITÀ PER OGNI ADEPTO.

TRASMETTERE I DATI PRIMA DEL PROSSIMO IOVIS DIES. CHIAVE DI ACCESSO: HENRY

PURCELL, “THE FUNERAL OF QUEEN MARY”-FOSSARIO STREET”.

-Ma che razza di cazzate vai facendo?

-«Messaggio trasmesso al Celeste Ignoto dal Celeste Ignoto al suo indirizzo».

-DIMMI IL MIO INDIRIZZO, PLEASE...

-«Pantheon dell’Eterno, come tu sai, essendo il tuo proprio indirizzo.»

-O.K., HO VOLUTO METTERTI ALLA PROVA, FEDELE GUARDIANO DELL’HAREM, CHE COINCIDE,

QUEST’ULTIMO, CON IL PANTHEON DELL’ETERNO.

-«No! Con il Rosa Pantheon, come tu sai. Grazie della fiducia.»

-Chiudiamo, per ora.

-Hai capito? Rosa Pantheon, deve essere la casa, si fa per dire, di Ficarosa.

-E, quindi, quella di Biancafica sarà il Bianco Pantheon, immagino.

-Non raccolgo.

-Sentite, mi è balenata un’idea. L’arcano canovaccio non è soltanto il tessuto di gallerie e cunicoli che

stiamo esplorando, ma anche l’Internet. Anch’esso è una rete in cui puoi nascondere o inserire tutto quello

che vuoi.

-Sì, esso può essere usato per far contenere un sacco di segreti.

-Ma allora, l’arcano canovaccio non è uno solo.

-Che ne sapeva, lo scriba, di Internet?

-Vale sempre la dualità o giù di lì.

-Stiamo andando in parallelo sui due percorsi, questa volta.

-Entrambi reali, però.

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-Bisogna, ora, aprire subito un nostro sito in Internet, per ricevere i primi nomi dell’elenco, prima che si

accorgano del bidone.

-Se ne accorgeranno, se quelli spediti per posta ritorneranno al mittente per l’inesistenza del destinatario.

Capito? Destinatario inesistente o ignoto.

-Dobbiamo provvedervi.

-Come? Affitti un’altra casa nella via Fossario?

-No! Bisogna disporre un falso recapito.

-Che vuoi dire?

-Basta un vecchio portoncino e una cassetta per lettere.

-Non capisco.

-Prendiamo un vecchio portoncino, leggero, possibilmente. Lo inchiavardiamo a una parete nel tratto

iniziale, al coperto, della via Fossario. Nessuno ci baderà troppo. Simuleremo, così, l’ingresso a

un’inesistente casa. Il portone sarà completo di serratura e sarà chiuso a chiave. Poi, appenderemo, ben

salda, una cassetta metallica per lettere con scritto: Mister Henry Purcell. Se volessimo, potremmo anche

incollare il numero civico al muro.

-E un campanello finto!

-Ma che bella roba!

-Bisogna azzardare. Dobbiamo giocare sulla sorpresa. Dopo un certo periodo, breve immagino, di

credulità, cominceranno a porsi qualche domanda e scopriranno tutto. Andranno all’indirizzo segnalato,

cercheranno di sfondare o forzare la porta...

-...e sbatteranno, come si dice, la faccia al muro.

-Lo smacco sarà ancora più cocente.

-E dentro la cassetta lasceremo, precedentemente, si fa per dire, un bel messaggio che reciti, più o meno,

così: Benvenuti al Muro dell’Impenetrabile. Suonare tre volte. Se non si apre, accedere dal retro. Henry

Purcell.

-Pensi che vadano a cercarlo, il retro?

-Potremmo aggiungere, nel messaggio: P.S.: Per accedere dal retro occorre procedere dallo strapiombo,

mediante scalata. Rivolgersi, per guide alpine, al Club delle Aquile, presso Henry Purcell, via del Fossario.

-Come dire, alla beffa aggiungi lo sberleffo.

Alcuni giorni dopo

-Ecco le prime lettere con le generalità e i pseudonimi degli adepti, nonché la qualifica e, in particolare, se

appartiene alla Piramide. Gli arrivi giornalieri sono tanti che occorre prelevarli continuamente dalla

cassetta, altrimenti si riempie a tal punto da non poterne contenere oltre.

-Ma guarda, quanta gente. C’è mezza città.

-E che nomi!

-Nessuna sorpresa. Intendo, non c’è di che essere sorpresi. È una corsa all’elezione.

-E tale corsa è direttamente proporzionale alla mancanza di qualità.

-E tuttavia, è un ottimo sistema per incassare ricchezze, per accrescere la potenza della casta.

-E chi meno vale, più è costretto a pagare per non esserne defenestrato o travolto.

-Ecco, sentite. Ora divideremo queste persone in due blocchi. Al primo gruppo invieremo una lettera di

convocazione per lo Iovis dies e richiederemo di cambiare foggia e colore del saio, in quanto esistono degli

infiltrati che si intende smascherare, i quali, essendo venuti a conoscenza del tipo di abbigliamento che

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normalmente viene usato, interverranno essi stessi alla cerimonia vestiti in quel modo. Il secondo gruppo

riceverà la convocazione, segnalandogli che ci saranno degli infiltrati, i quali, non conoscendo il tipo di

indumento indossato dagli adepti, interverranno con costumi atipici che saranno facilmente riconoscibili e

che non sono altro che quelli da noi prescritti al primo gruppo. Ognuno di quelli, di entrambi i gruppi,

crederà, quindi, di avere un infiltrato davanti o vicino a sé.

-Non conosciamo, però, con che tipo di lettera vengono, normalmente, inviati i messaggi, la qualità della

carta, l’intestazione dei fogli e altro.

-Ne manderemo uno nostro, con una intestazione inventata ad hoc, segnalando che le modalità

complessive della convocazione sono state adattate alla eccezionalità della circostanza, essendo gli

infiltrati venuti, probabilmente, in possesso della carta intestata originale. Le modalità, insomma, saranno

di emergenza, volutamente falsate e non rispondenti alla consuetudine. A ciascuno verrà consigliato di

stare calmo e controllato, fino a quando non saranno impartiti ordini dagli altoparlanti che sono installati

nella sala. La parola d’ordine sarà: azione! Inoltre, tutti i componenti della Piramide saranno dello stesso

colore, in maniera da poterli convocare prima di mettere gli uni contro gli altri. Insomma, il grosso si

sterminerà da sé stesso e, gli altri, i piramidali, li strapazzeremo altrove e con altri modi. La convocazione

sarà fatta per una particolare ricorrenza e cioè per il trecentesimo dalla morte di Henry Purcell e la dedica

scritta sarà: HENRY PURCELL’S DAY, Leitmotiv: “Music for the funeral of Queen Mary”.

-In tema con le solite tenebre...

-Dovremo fare un lungo lavoro.

-Non sarà il caso di spedire l’avviso a tutti.

-Non sapremmo poi, dove metterli.

-E sarebbe anche troppo casino.

-Sentite, dovremmo procurarci ogni indizio e tutte le testimonianze possibili che concernono i luoghi che

stiamo perlustrando. Mi riferisco anche all’ esistenza di persone che siano in possesso di conoscenze

molto profonde, in tutti i sensi, dei luoghi, per avervi abitato a lungo e per aver avuto l’opportunità e la

combinazione di essersi imbattuti in circostanze singolari.

-Da dove incominciamo?

-Ancora dalle tenebre che conservano.

-I posti individuabili in esse possono essere tanti.

-Sarà la chiesa del Santo Sepolcro?

-Che aveva un cimitero, proprio sulla attuale piazzetta a essa antistante.

-Nei pressi vi è anche una cisterna, all’interno di un locale che era adibito a negozio fino a non molto

tempo fa.

-Dove, esattamente?

-Nel portico di Sant’Antonio.

-Ah, ecco, quello piuttosto buio...

-Sì, scalcinato sulle pareti...

-...e odorante, spesso, di latrina.

-Sì, un mezzo cesso, tutto sommato, se pensiamo alla centralità del posto, per dirla in maniera enfatica, e

a chi è dedicato.

-Il patrono delle bestie! Mi pare consono.

-Andiamo a vedere, sbrighiamoci.

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In luoghi delle tenebre

-Ecco, questo è il portico.

-Bell’odore! Pardon, grand’olezzo!

-Gran puzzo!

-Basta, mi state influenzando!

-Questo era il negozio.

-È chiuso da un pezzo.

-E qui, più avanti...Osservate questa targa!

-Qui risiede la confraternita della Vergine d’Itria.

-Che faceva?

-Dipendeva dai Frati Agostiniani, con i quali ebbe una disputa per l’uso di campana.

-Campana?!

-Sì, gli Agostiniani si opponevano a che fosse concessa alla confraternita la campana nel loro oratorio, che

era, per giunta, contiguo alla chiesa di Sant’Agostino.

-Altro motivo di insopportazione.

-All’anima, che contesa! E che successe?

-Successe che, alla fine, nottetempo, i confratelli costruirono l’arco campanario e, poi, non ci fu verso di

farlo abbattere.

-Ci fu una sorta di condono edilizio...

-Quando si dice che, anche negli ordini monastici, avvenivano lotte per il mantenimento di privilegi, ritenuti

esclusivi , che arrivavano perfino al “diritto di campana”!

-Scendiamo questa rampa di scale che conduce dal portico alla chiesa del Santo Sepolcro.

-Sembra che ci sia una sequenza, una catena continua di collegamento: la cisterna, la confraternita, il

Sepolcro...

-Il mondo archètipo delle acque, le tenebre che conservano...

-Questa chiesa apparteneva, un tempo, ai Templari.

-Anche qui, loro? Ecco il perché del nome!

-Accidenti, bell’altra genia!

-Se ci imbattiamo in loro, è finita, non si capirà più nulla!

-Già, ma, per fortuna, non si intersecano con i nostri percorsi. Poi, la chiesa venne presa in consegna dalla

confraternita del SS. Crocifisso e dell’Orazione della Morte.

-Sempre in tema...

-Quindi, abbiamo due confraternite quasi contigue.

-Quell’ultimo titolo è molto allegro.

-Entriamo.

-Guardate quell’iscrizione.

-...fundada esta Santa Compañia lo premier d’Abril 1564.

-Procediamo.

-Non si nota, per ora, alcun particolare che faccia intravedere la possibilità di esistenza di passaggi

camuffati che connettano i luoghi visti poco fa.

-Occorrerà tornare, con più calma, per esplorarli meglio.

-Dobbiamo procurare di entrare nel negozio, per controllare la cisterna.

-Un altro affitto?

-Per ora, torniamo al quartier generale.

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-Prendiamo di nuovo il portico?

-No, saliamo a destra.

-Che profumo di pasticceria!

-Meno male che prevale su quello del piscio, di cui a quell’angolo, sulla sinistra, che spesso diventa, a

quanto si vede, posto di “sollievo”.

-O posta per equini...

-Non sapevo vi fosse un pasticciere, in questo vicolo.

-No, sono i sotterranei del Cafè Royal, che, però, ha l’ingresso sulla strada di sopra.

-Andiamo a goderci un po' di ristoro.

-Entriamo.

-Il salotto è in fondo.

-Che bella vetrata!

-E che bella vista!

-Anche se un po’, come dire, frastagliata e tormentata...

-Sì, ancora molto sfascio e molta incuria nelle case e sui tetti.

-E quell’archetto con la campana?

-Anche qui controversie per diritto di campana?

-Dove c’è campana c’è confraternita...

-È la torretta campanaria della chiesa del Sepolcro, anzi, è una doppia torretta.

-Doppia campana!

-Che fu assunta dalla Confraternita della Morte, però.

-Sì, ma non penserai, davvero, che dove c’è campana c’è confraternita? Non ne caveresti piedi...

-Da che?

-Da ciò che cerchiamo, che non sappiamo esattamente cosa sia.

-Molto confortante!

-Che posto tranquillo.., rilassante...

-Siamo in un cuore della città antica della quale non conosciamo tutto quello che sta al di sotto e tutto ciò

che vi succede.

-Ma che vuoi che possa succedere? Tra l’altro, se non stai attento a trattenertici troppo, rischi di essere

imbottigliato durante qualche lavoro stradale.

-Vi sono delle interruzioni, in parte dovute ad accessi preclusi o avulsi e in parte a vere e proprie occlusioni

introdotte nel tempo, sia per incuria che per ignoranza.

-Dobbiamo recuperare cultura e conoscenza.

-Già, c’è un inestimabile patrimonio nascosto insieme ai suoi segreti, forse mai completamente svelabili.

-Come potrebbe proseguire il collegamento di cui parlavamo?

-Forse al di sotto del Reale Monastero delle Monache Cappuccine...

-...fondato nel lontano 1703...

-Lo stesso anno che, in Inghilterra, segnò la fine dei grandi concerti in onore di Santa Cecilia...

-Ancora?! Credo che non abbia alcuna rilevanza.

-Oppure, potrebbe finire sotto la Porta dei Leoni...

-Sono emersi, durante dei lavori stradali, degli archi di pietra al di sotto della Porta...

-Potrebbe essere un antico percorso che prosegua sotto la Porta dell’Aquila congiungendosi con le gallerie

situate più in alto.

-È là sotto che deve esserci la confluenza per accogliere gli arrivi importanti al Palazzo.

-Dobbiamo riuscire a saperne di più.

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-Possiamo incominciare dalla testa o dalla coda.

-Incominciamo dalla testa, e cioè dal Castello. Potremmo andare a reperire notizie sui luoghi, ricercando

anziani personaggi, testimoni di accadimenti, che siano a conoscenza di fatti particolari che si ricolleghino,

in parte, a queste faccende.

Da un personaggio dei luoghi

-Sapete, per diverse ragioni, io passo molto del mio tempo a casa e, parte di esso, osservando dalle

finestre: o da quelle che ricevono generosamente i continui e ripetitivi atti di ogni giorno, in quel monotono

scenario che vedete, ma che allo stesso tempo può diventare teatro di eccitanti momenti per i

fuoriprogramma che vi accadono, che hanno a volte aspetti di segretezza o di malcelata clandestinità;

oppure, da quelle che ti spalancano a una sterminata visione di cielo, mare, case e strapiombi che

terminano sulle strade, dove le macchine disegnano silenziosi percorsi di semovenze, arrampicandosi fino

a questa piazza dove io attendo il loro eventuale comparire, spostandomi da un versante all’altro della

casa e aspettando, con una certa apprensione, il loro apparire, che è quasi un incedere, e con una certa

delusione, quando non compaiono. Come quando un investigatore, convinto di una certa pista, non vede

verificarsi quanto si aspetterebbe.

-Capisco. E che cosa, e in quali circostanze, avete notato scene per le quali siete stato colto da una

speciale curiosità ed eccitazione, al punto che, per non avere il sospetto di essere scorto, essendo in voi

sorto il convincimento che ciò che vedevate non doveva essere visto o doveva evitarsi di essere visto, od

osservarsi con discrezione, spegneste le luci della casa, se era, come penso, di pomeriggio avanzato o

quasi sera o addirittura notte, per avere la certezza di una sicura o comunque tranquilla, senza eccessiva

eccitazione, osservazione di scene e scenari? Sì, un discreto ma interessato curiosare, intendo.

-Debbo dire che le emozioni che suscitano in me certi accadimenti, ripagano in buona parte questa quasi

volontaria prigionia che io mi infliggo, alla quale, le umane esibizioni che da qui si colgono, mi vincolano in

misura maggiore del desiderio di andare a riconquistare la libertà, se così posso dire.

Ma tutto ciò non produce in me rammarico, per come mi conduco o induce tristezza. Anzi, mi sento, in

qualche modo, il prezioso testimone di eventi importanti, uno scrigno di informazioni, se posso, per un

momento, avere una orgogliosa presunzione.

-Ma certo. E dite, fateci partecipi di uno, tra i tanti, di questi curiosi o inquietanti episodi, singolare o

frequente che esso possa essere.

-Singolare non so, frequente, in un certo senso, sì. Intendo, non ogni giorno e nemmeno ogni settimana.

Ogni tanto, forse, ma regolarmente. Sì, c’è quasi una regola, una periodicità del succedere di tale fatto.

-Quale?

-Niente di allarmante o sconcertante, comunque. A una cert’ora, abbastanza tarda ma non

eccessivamente, incominciano ad arrivare macchine di un certo prestigio che si fermano all’altezza di quel

palazzo, vedete, e da cui scendono persone in abito scuro, da cerimonia sembra, con scarpe in vernice e

cappello, alcuni in bombetta, altri in cilindro corto.

-Ma, da questa distanza, cogliete tutti questi dettagli?

-Certi a occhio, sì, per altri mi servo di questo ottimo binocolo, guardate...

-Accidenti...

-Strepitoso.

-Sembra di osservare da una lente di ingrandimento o al microscopio.

-Si può controllare la qualità dei bottoni...

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-...o se ne manca qualcuno.

-E annotate tutto, anche le targhe?

-Sì, ho qui quasi dei volumi in cui annoto tutto: cose, impressioni...Alcune macchine fermano in

corrispondenza di un portone, altre sostano a un ingresso più oltre. Poi, alla fine degli incontri, sembra che

se ne vadano da altre uscite, disposte sull’altro fronte del palazzo che da qui non si scorge.

-Da che cosa lo arguite?

-Dal fatto che le macchine arrivano e passano sull’altro fronte.

-Quindi, due ingressi, almeno, e due uscite.

-Avete mai notato che quelli vi entrassero e, poi, non vi uscissero più o, meglio, voi non ce la faceste ad

aspettarne l’uscita per il lungo attendere?

-Sì, ogni tanto, anche questo con regolarità, succede. Ma che volete, di interessante, oltre questi arrivi e

partenze continui, che valga la pena di attendere oltre un certo tempo, non succede, almeno al di fuori,

intendo.

-Siete a conoscenza che, in quell’edificio, vi siano pozzi, cisterne, cavità, cunicoli, gallerie o cose simili?

-In questo quartiere esistono molte delle cose che avete elencato. Io ho avuto, tante volte, l’occasione di

imbattermi in esse, effettuando riparazioni e interventi connessi al lavoro che facevo e che ancora,

saltuariamente, faccio.

-E, particolarmente in quel palazzo, avete mai avuto l’opportunità di accedervi e di introdurvi nelle parti più

segrete e impenetrabili?

-Proprio in quello e, per la verità, in alcuni altri, ho notato che non ti lasciavano andare o penetrare oltre

certi limiti e mai in certi ambienti e, in particolare, in alcuni molto profondi, nei sotterranei che esistono in

questi edifici. Sembra, insomma, che certe parti vengano precluse e protette con molta vigilanza e

prudenza. Intendiamoci, non solo sotterranei. Una volta, intravidi da una porta molto imponente e pesante

che era socchiusa, forse per lo stesso fatto di essere pesante, insomma non ce la fecero a chiuderla

totalmente quando mi avvicinai ad essa, intravidi un ambiente che ritenni dovesse essere molto ampio e

suggestivo, qualcosa, si intuiva per quel po’ che riuscii a vedere, di mai visto, uno spazio alto e imponente

e finemente decorato e arredato. La porta fu finita di essere chiusa, accompagnata da un rumore di un

timbro pari alla maestosità della porta stessa e alla finezza della sua lavorazione e dell’intaglio del legno.

Ma il suo colore era chiarissimo, bianco lucido e splendente, laccato insomma, anche se l’ampia

anticamera in cui mi trovavo era alquanto in ombra. Ma anche la sala che intravidi sprigionava una

luminosità prorompente, tale che ebbi la sensazione che uscisse dal pertugio un flusso di luce al tempo

stesso rinfrescante e inebriante.

-Vedeste qualcuno all’interno della sala?

-No.

-Quale luogo particolare vi ricordò la intravisione di quello spazio?

-Mah, non saprei. Forse il Pantheon, ma questo qui era tutta un’altra luminosità. Sembrava come quando

si apre lo spioncino di un altoforno dal quale trabocca quasi un fiotto di luce accecante.

-E non coglieste nient’altro?

-Un profumo, intenso e raffinato.

-Come quello di una donna, intende?

-Esattamente. E, anche se non vedi chi è, ti aspetti che debba essere di una donna avvenente, destinata a

travolgerti.

-Appunto!

-Appunto cosa?

-Aih, aih! Le rimembranze!

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-Ma andate...Costoro si lasciano subito suggestionare da descrizioni di questo tipo, si immaginano subito

di essere quei protagonisti che debbano recitare un primario ruolo “complementare”.

-My name is Biancarosa...

-Chi sarebbe, Biancarosa?

-Loro confondono con Biancaneve...E, naturalmente, voi avete annotato nei vostri volumi anche tutte

queste, come dire, profondità e visioni.

-Sì. Vedete, ecco uno dei volumi che ho compilato nel tempo.

-Perdinci, grande e spesso!

-Questi sono una fonte inesauribile di informazioni e curiosità.

-Tipo di macchina, colore, targhe, numero degli occupanti, modo di vestire, con bastone o senza, con

autista, naturalmente...

-Addirittura questa aveva le gomme lisce...

-Potenza del binocolo!

-Un po’, come dire, trasandato, il possessore di quell’auto!

-Ecco, basterebbe sapere quali sono i palazzi in cui gli fu vietato l’accesso ai posti segreti, per cercare di

tracciare un tessuto secondario che da quei luoghi si collegano a quelli principali, da noi finora conosciuti e

visitati.

-Ci vorrà del tempo, a voi, per scorrere questi libri e dovrete annoiarvi alquanto.

-Nessuna noia. La curiosità nostra per certe cose è al pari della vostra, per ciò che osservate da qua.

-Potremmo, se lei lo volesse, organizzare una specie di meeting culinario, per inframmezzare la

consultazione con il piacere di cucinare qualcosa di stuzzicante e per conversare anche di queste arcane

curiosità e, perché no, contemplare la magnifica vista che da qui si gode.

-Mi sembra un’ottima idea. Accetto molto volentieri e sono lieto di avervi come ospiti ulteriormente e a

partire da questo stesso momento.

Inoltre, avrò modo di aggiungere ai miei volumi un consistente numero di pagine scritte, ricette culinarie

che sperimenteremo, comprese. Venite, spostiamoci.

-Ah, che bella cucina! Ampia, lunga...

-Un bel tavolo lungo, in legno duro.

-Begli spessori, un bell’aspetto di solidità.

-Deve essere così, bello e robusto, per sopportare pazientemente la molestia di coloro che si azzardano a

preparare pietanze, tormentandolo con il tagliuzzare dei coltelli, che lo bacchettano e torturano

continuamente, come farebbe un picchio, battitura di pestelli più o meno pesanti, spargimento di olio o

altro...Un continuo infierire.

-Vedo che trattate il vostro tavolo quasi come una persona umana, che, per essere con voi estremamente

paziente, deve essere trattato e conservato con amorevole cura.

-Sì, il tavolo è, forse, l’elemento fondamentale della cucina, poi vengono i fornelli, il forno, il camino e tutto

ciò che serve per conservare utensili, spezie, provviste e...naturalmente il frigorifero e l’acqua. Eppoi, una

bella cantina e dispensa per conservare bene certe cose e certo vino.

-Deve essere fresca, ombrosa e molto pulita.

-Ah, avete anche il camino e il forno rustico.

-Siete in uno dei punti più alti della città e, in questo ambiente, sembra di essere in campagna con tutti i

profumi e i sapori che si possono avere lì.

-Sì, e ci sono, appunto, anche i sapori. In questa piccola serra coltivo le varie erbe, che non possono

mancare in una cucina che si rispetti, come si dice. Crescono molto bene, forse per l’aria che respirano e

...le cose che vedono.

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-Anche loro, trattate come fedeli...animali domestici.

-Sì, qualche volta penso che gli faccia bene parlargli quando le curo. In realtà, è un pretesto per

immaginare di conversare con qualcuno.

-Vedete, noi siamo venuti a conoscenza di questo signore e di questo posto e abbiamo scoperto che

possiede un concentrato di cose importanti, utili, amene, attraenti e quant’altro possiamo dire. E abbiamo

conosciuto una persona affascinante e intrigante di cui dobbiamo scoprire ancora tanto o lui vorrà

manifestarci tante altre cose. Ma costui l’abbiamo scoperto perché l’abbiamo cercato, non perché lui è

andato sui tetti a sbandierarsi e a gridare: badate che sono bello! Nessuno ci crederebbe, così. Ma ci

credono altri, quando debbono reciprocamente proclamarsi importanti, perché loro si servono, intendo si

mostrano reciprocamente servi, e sono utili scambievolmente,

-Sono come le nuove conoscenze: se non le cerchi, non le trovi.

-O se non cerchi, come stiamo facendo noi, non scovi.

-Scovare è bello!

-Attenzione, fermiamolo in tempo, sennò comincia a sporcare!

Il segreto del camino

-Questo camino è enorme.

-C’è un motivo.

-Preparate dei banchetti?

-No. Venite, voglio mostrarvi un segreto. Penso che a voi possa rivelarlo, sembrate persone affidabili e

discrete.

-Che cosa, mai?

-Da dove arriva la Befana?!...

-Che fa, toglie le pianelle dal basamento del camino?

-I mattoni refrattari sono semplicemente adagiati sul fondo, nel centro del camino, e sono costretti a star

fermi da tutti gli altri che, invece, sono fissati con la malta.

-E allora?

-Allora, guardate, io li tolgo...

-Cosa c’è, un coperchio?

-Il portello di una botola.

-Piuttosto grande...

-Sì, vedete, nasconde una scala a chiocciola in pietra, stretta ma sufficientemente comoda per scendere

senza fatica o evitare acrobazie di vario genere. Seguitemi.

-Ma, dove conduce?

-Questo è un grosso camino in muratura di mattoni che è camuffato nel resto dell’edificio, in maniera che

non se ne intuisce l’esistenza da nessuna parte e nemmeno battendo sul muro, perché questo è piuttosto

spesso cosicché cela la presenza della cavità. La scala stessa, poi, contrastando sulle murature, riduce la

sonorità del camino. Ogni tanto, c’è una fessura molto sottile nella parete che si affaccia sullo strapiombo,

cosicché entra un po’ d’aria e un po’ di luce ed è quasi come uno spioncino, per quello che può essere

utile.

-Dove andiamo a finire?

-Sottoterra, abbastanza in profondità, e finiamo in un camminamento autonomo che non ha collegamenti

visibili con altri esistenti, se non che ha, ogni tanto, dei tronchi stretti trasversali che permettono di vedere

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gli altri dall’alto, da ristrette aperture nella roccia, che sono in posizioni occultate, da non scorgersi

immediatamente, anche per le condizioni di luce in cui si trovano.

-Insomma, dei posti nascosti, per spiare dei posti occulti.

-Praticamente.

-Oppure, mentre si depista il nemico, mandando alcuni come esca in gallerie più facilmente accessibili, altri

se la svignano, passando per più segreti passaggi.

-Cominciano a essere troppi, questi passaggi?

-Non direi, perché quando uno di essi è interrotto, un altro permette di proseguire l’inoltrarsi da altra parte.

-Ma che cosa andate cercando?

-Bella domanda e nessuna risposta che possa dirsi seria. Andiamo cercando niente o quello che ti si

manifesta. Tu cerchi o immagini di cercare cose che non esistono e ne trovi altre che non sapevi, o non

aspettavi, che esistessero, ma che sono, come dire, complementari o analogiche di quelle che non

esistono, ma puoi pensare, immaginarti, che esistano.

-Insomma, vorreste trovare certe cose che è difficile pensare che possano esistere e vi accontentate di

quelle in cui vi imbattete, ma che non avreste pensato che potessero esistere: avreste preferito non trovare

niente.

-Da un certo punto di vista, sì, per altri aspetti invece, ti tiene sveglio e attivo. Ti innesca adrenalina.

-Bene, procediamo nel senso opposto a quello percorso nel precedente tragitto.

-Fai bene luce.

-Sembra che siamo sbucati in un vecchio e ampio pozzo.

-Deve essere il pozzo di San Pancrazio.

-Attenti, passiamogli a bada, perché è profondissimo, come si sa.

-Da qui vi sono, ora, due diramazioni principali.

-Stando all’orientamento, una va verso la Torre e l’Arsenale.

-E l’altra?

-Forse verso Corte d’Appello.

-C’è anche un altro pozzo da quella parte, più all’indietro, quello di Santa Lucia.

-Prendiamo la prima via, Pancrazio-Arsenale.

-E Pancrazio sia.

-Stiamo scendendo in profondità.

-Una diramazione che portasse acqua, in passato...

-Alle cisterne dell’Arsenale?

-Sì, ve ne sono alcune...

-Ricordate le antiche mura che furono portate alla luce durante la costruzione della Cittadella?

-E la rampa che portava sotto, al ricovero dei cannoni?

-C’è da rilevare che l’ingresso alla Cittadella, e cioè all’antico Arsenale, è posto in un punto

eccessivamente alto rispetto alla Porta della Torre.

-Il rilevato era naturale o artefatto?

-Quelle vecchie mura fanno pensare che, nel passato, vi fosse qualche cosa a un livello più basso di quello

attuale.

-Ci deve essere anche qualche galleria o cunicolo che dall’Arsenale porta verso valle.

-Spostamenti segreti di truppe...

-Traduzione di prigionieri dalle antiche carceri...

-Fughe precipitose...

-Vediamo quali sorprese ci sono riservate.

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-Si odono voci lontane, più avanti.

-Si sentono passi, da dietro.

-Siamo fregati da ogni parte.

-Rifugiamoci in questi passaggi laterali!

-Dove condurranno?

-Devono essere condotti per le celle dei carcerati.

-Da quella parte si sale. Ci sono dei pertugi, delle finestrelle tonde che guardano nella galleria.

-Chi arriva?

-Molta gente. Sembrano vestiti in pompa magna.

-Lasciami guardare. Sembrano vestiti da preti. Vedo porpore, tonache nere, gialle, strane mitre e pastorali.

Sembra la sfilata di un clero atipico.

-Una riunione generale.

-Discendiamo nuovamente in basso.

-No aspetta. Potrebbero arrivare altri.

-Ne arriveranno, ne arriveranno!

-Perché?

-Perché non saranno solo preti.

-Nonsolopreti.

-Ci saranno militari, ma saranno, naturalmente, dei paramilitari, allo stesso modo che quelli sembrano

para-preti. Ci saranno para-giudici, forse, e così via.

-Paratoga...

-Eppoi, di nuovo gli incappucciati bianchi e neri.

-Forse.

-Ma, allora, ci sarà anche il Magnifico dell’Eterno.

-Può darsi, incappucciato anche lui o mascherato.

-Con tonaca e cappuccio speciale, regale.

-Può darsi che il tutto sia concepito per camuffare, come una festa in maschera.

-Ci deve essere un ambiente molto vasto per contenerli.

-Dovremmo finire molto sotto, allora, altrimenti non è concepibile un tale spazio senza che crolli ciò che lo

sovrasta.

-Deve esserci una spessa cupola di roccia.

-Se sono presenti tutti i ceti e tutte le categorie, finirà che costituiranno una seconda società, chiamiamola

civile, sotterranea e segreta, con tutte le implicazioni e i problemi di quella, cosiddetta, alla luce del sole.

-Sì, fino a quando non ci saranno le fughe di coloro che andranno a costituire una ulteriore società che

finirà ancora più sottoterra o riaffiorerà alla luce e così via. Si formerà, cioè, un tessuto indefinito di società

sopra e sotto, dentro e fuori, al buio e alla luce.

-Intendi fino a quando le infinite società verranno a essere costituite soltanto da singole persone che poi

sentiranno il bisogno di riunirsi per formare, di nuovo, delle società?

-Andiamo.

-Ma, che cosa ti sei portato appresso? Una valigia? Devi partire?

-Dobbiamo preparargli una sorpresa!

-Intendi un brutto scherzo?

-Cosa contiene?

-Ve lo dico adesso?

-Sì.

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-Amplificatore, altoparlanti, batterie e delle registrazioni. Un sistemino che ha una bella potenza.

-Vuoi scuoterli?

-Sì, scosse e tremiti.

-Scosse? Intendi terremoti?

-Potremmo simularli!

-E i tremiti?

-Beh, quelli dovrebbero venire a loro, ma possiamo indurli con delle forti vibrazioni.

-Guardate queste tubazioni. Ce ne sono di grosse e di meno grosse.

-Impianti d’acqua, anche per spegnere incendi.

-Dobbiamo vedere dove va a finire.

-Lasciamo completare l’arrivo dei convenuti.

-Guarda che mascherata militare.

-In costumi d’epoca.

-Dal medioevo ai sardo-piemontesi.

-E moschetti, archibugi...

-Perfino colubrine.

-Che razza di minchiate!

-Direi di tornare in sommità. È molto tardi per avventurarsi oltre, in questo momento.

Nel posto di trasmissione

-Venite, vi conduco ancora più in alto di quanto io stia, abitualmente.

-E dove?

-Nel sottotetto. Ho degli ambienti attrezzati. C’è una piccola specola e una radio trasmittente-ricevente e

altre cose.

-Siete anche radioamatore?

-Già. Anche con questo mezzo si esplorano scenari vasti e pieni di curiosità.

-E di enigmi?

-Anche qui, c’è, talvolta, qualcosa del genere.

-Avete mai captato qualche dialogo misterioso che poteste connettere a quelle cose di cui abbiamo parlato

prima e che ci avete descritto? Intendo che, quasi inevitabilmente, abbiate associato a quelle scene e

quelle situazioni?

-Sì, qualche volta. E parlavano riferendosi, ritengo, a una persona o più di una, denominandola con un

termine tra il misterioso e l’enigmatico. Sembrava un nome in codice, quasi.

-E ricordate quali erano le parole strane?

-Sì, ho annotato anche quelle, ovviamente. Era...vediamo il volume che tengo qui delle, come dire,

“intercettazioni”. Ecco...vediamo..., sì: MALEFICO GENEDILTRON.

-Uhm! Mi suona strano e, allo stesso tempo, non mi suona nuovo.

-Roba da fantacosmica o da fantacomica!

-Per me è semplice!

-Per lui, certe volte, è tutto molto semplice.

-Ma è semplice! È un anagramma!

-Un anagramma? Già...

-Ha ragione! Dunque...dunque...

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-Non ci arrivate subito, anche se dovreste, invece, arrivarvi fulmineamente. E, allora, ve lo dico io:

Magni...Magni...

-Magnifico dell’Eterno!

-Scusate, io non capisco o, meglio, non so delle cose che voi sapete.

-È un “signore” cui piace clandestinità, misteriosità e cose affini a quelle.

-Possiamo fare una trasmissione?

-Certo, accomodatevi.

-Qui SPUTTANÌK, chiama MALEFICO GENEDILTRON dalla costellazione MINO del TAURO!

-«Qui MALEFICO GENEDILTRON, cosa volete? Passo.»

-Qui SPUTTANÌK che comunica quanto segue: trasmetti al MALEFICO GENEDILTRON che tutti sanno,

ormai, che è il MAGNIFICO dell’ETERNO. Passo.

-«Chi cazzo sei, maledetto? Passo.»

-Uno dello SPUTTANÌK che trasmette sputtanamenti dal profondo spazio, costellazione MINO del TAURO.

Passo e chiudo.

-E ora, bisognerebbe mandare ulteriore bordata con Internet o con Cosmonet.

-Venite, abbiamo anche quella possibilità.

-Chiamata a GENEDILTRON!

-«Codice incompleto!»

-Chiamo MALEFICO GENEDILTRON!

-«Chi lo chiama?»

-Cosmical Network o COSMONET!

-«Da dove?»

-Da costellazione MINO del TAURO!

-«Nella persona di chi?»

-È lo SPUTTANÌK che è in linea!

-«Cosa volete?»

-Si comanda al summenzionato GENEDILTRON di trasformare il suo nome in quello più attendibile di

MAGNIFICO dell’ETERNO!

-«Ma chi cazzo sei, maledetto?»

-Maledetto? Espressione già sentita via etere. Espressione obsoleta in costellazione MINO del TAURO.

Attenzione! Il predigitato comunicato-comando è stato diffuso su tutte le linee più importanti della nazione.

Salvatevi, se potete! Laudetur Magnificus Aeternitatis!

-«Maledetti figli di puttana!»

-Che maniere! Bye, bye, my GENED!

-Cosa pensi che faccia, ora?

-Se la svignerà o avviserà gli altri?

-Non gli crederanno perché sono già stati messi sull’avviso con i comunicati inviati da noi in precedenza.

-Saranno tutti molto sospettosi.

-Bene, ora dobbiamo capire che cosa significhi il convenire di tutti quei personaggi in abito da cerimonia.

-Intanto, tutti e soltanto uomini?

-Aspettate! Giusto sospetto. Perché solo uomini?

-Certo, perché Non è detto che cilindri e bombette significhino inequivocabilmente maschi.

-Le riunioni di soli maschi sono, preferibilmente, di tipo esclusivo e per certi scopi, dai quali le donne sono

tenute in disparte.

-Non sempre roba limpida.

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-Lei, che ha documentato anche con fotografie...Vogliamo analizzarle più dettagliatamente e

approfonditamente?

-Sì, dobbiamo effettuare degli ingrandimenti per cogliere differenze.

-Andiamo nella camera oscura.

In camera oscura

-Ecco, osserviamo questa foto ingrandita. Questa sagoma di persona è, come dire “sospetta”. Osservate

la forma del culo e la zona del petto. Vi sono delle prominenze inusuali per un uomo.

-Bah, certi culi d’uomo hanno certe prominenze!

-E guardate anche quell’altra figura, ha sembianze analoghe.

-Insomma, le donne sono vestite come gli uomini.

-Ma hanno lo smoking nero, anche loro?

-Ci sono dei mantelli o delle mantelle che coprono.

-Può darsi che...

-Si vedono mantelli più corti e più lunghi, quasi fino ai piedi. Questa differenza è importante e rivelante.

-Qui si intravede un gambale di pantaloni che sembra bianco.

-Il bianco e il nero persistono...

-Se c’è nero di smoking per le donne, questo non è sicuro, ma il bianco lo sembra proprio.

-Con il bianco si può andare!

-Dove?

-Costoro, tutti là dentro, ve lo immaginate? Direi che starebbero un po’ stretti.

-Perché?

-Quante macchine arrivano in una sola sera?

-Decine. Da due a quattro persone per macchina.

-Numero pari. Un uomo e una donna, due dame e due fanti. Ci siamo!

-Ci siamo cosa?

-Sembra la prova che vi siano anche dame.

-Perché pensi che stiano stretti?

-Così, a occhio e croce. Ma il discorso è un altro.

-E cioè?

-Se c’è qualcosa di strano nelle loro attività, quell’edificio è soltanto una porta d’ingresso.

-A che cosa?

-Ha ragione. Da lì si accede ai sotterranei e poi si va da qualche altra parte, dove se si accedesse

direttamente e in quelle fogge vistose, verrebbero notati e, alla lunga, uscirebbero soffiate dall’interno o

spiate dall’esterno.

-Bravo! Sennò, che servono ‘sti cunicoli e ‘ste gallerie?

-Certo, con tutta quella gente da ospitare e servire, ci devono essere dei traffici intensi, inevitabilmente,

che non possono passare inosservati.

-Le macchine si fermano in corrispondenza di due ingressi. Quindi, può voler dire che, per agevolare

l’ingresso ai sotterranei, ci siano due accessi ad essi, almeno.

-Due pozzi?

-Due pozzi, due cisterne o delle comode scale circolari, ricavate in essi, che abbiano dimensioni adeguate,

per essere stato possibile introdurle e costruirle.

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-Ecco perché, spesso, lui non vedeva uscire alcuno o si stancava di attenderne l’uscita.

-Sì, entravano per passare altrove!

-E, al ritorno, fanno il percorso inverso ed escono all’aperto da altre porte, forse per questioni di semplici

sensi di circolazione del traffico o perché la strada del rientro è opposta a quella dell’andata.

-Ma c’è un altro aspetto importante. I palazzi in cui avvengono queste manovre possono essere più di uno.

-E quindi, esistono delle gallerie di raccordo a un’unica che costituisce il percorso principale.

-E che cosa andranno a fare?

-Immagino, come sempre, l’utile e il dilettevole. A incontrarsi, a discutere, trattare affari, forse brigare

contro alcuni, divertirsi, mangiare, giocare, suonare, ballare; tutte le solite cose che ritrovi in ogni luogo

-E niente di diverso?

-Lestofanterie? Forse, quelle sono cose pure normali.

-E cose mai viste?

-Quelle, forse, non ci saranno, oppure saranno le modalità delle cose solite a essere inusitate e ingigantite.

-O forse, le cose mai viste gliele faremo vedere noi?

-Noi?! Perché? Intendete ficcarvi in altre beghe ad alto rischio?

-Dovremmo avere in pugno la situazione, essere in grado di condurre il gioco, dopo aver posto dei granelli

nei loro ingranaggi di comando. Bene, ora voi procederete verso valle, passando dalla scala del camino,

fino a quando ci incontreremo in qualche punto.

-In qualche punto?! E quale?

-Ci sarà pure una confluenza!

-E tu, dove vai?

-Io vado a pescare quelle due Fate.

-Non basteranno. Saremo, con il signore, quattro uomini e tre donne.

-Ma io, non è necessario che venga...

-Lei è importantissimo. Dovrà guidarli nei meandri e, poi, è un’ottima occasione per uscire a svagarsi: cose

nuove ed eccezionali, sorprendenti e inaspettate,

-Ma, e la quarta dama?

-Verrà fuori. Se manca, dovrà venire fuori, anche perché sento che ne manca almeno una. Il conto non

torna.

-Quale conto?

-È come una sensazione...

-Una cosa! Secondo le statistiche emerse dai suoi rilevamenti, quando sarà il prossimo incontro-raduno?

-Ritengo, tra qualche giorno.

-Teniamoci tutti pronti, allora.

-Andate a procurarvi gli abbigliamenti necessari e più appropriati. Direi che debbano avere qualcosa di

singolare, estroso e incuriosente.

-E cioè?

-Boh, non so, fate voi. Ci terremo in contatto.

-E tu?

-Io vado a sistemare accoglienze e a preparare un intervento-irruzione molto inusitato e sconcertante.

-Soltanto?...

-Attento alle nuove munzioni...

-Sempre sospettosi e invidiosi...

-Ma va...

-Bye!

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-Bye...Bye...Vai, vai..

Ritorno al Rosa Pantheon

-Rieccomi, my darling! Che fai? Sei molto acrobatica! Salto, afferrare la sbarra e presa strozzante al mio

collo con le gambe e le cosce. Le mie labbra e il mio naso sono a tu per tu con l’ingresso del tuo paradiso.

Che profumo sconvolgente! Che contatto umido fra labbra di diversi pianeti! Il profumo penetra nel mio

labirinto e mette tutto il mio corpo in emergenza. È il caso di dire: “caution”!

-Ti mantengo così per il tempo necessario alla propagazione del tuo stato di “all’erta”. Ti piace, così e per

sempre?

-Così, in eterno. La mia erta è pronta, sono in piedi ed eretto!

-Ora, tienimi bene ai fianchi che io lascio la sbarra e lentamente divincolo il tuo collo e scendo ad altra

sbarra.

-Scivola lenta, tieniti stretta con le gambe alla mia schiena e infilati come vuoi e quanto vuoi.

-Sono a metà. Tienimi ferma in questa posizione, ché voglio sentire i fremiti sulla tua pelle e nei tuoi

muscoli.

-Ora , ti ballo come un sacco che si agita quando qualcosa non vuole entrarci perché troppo giusto.

-Metafora un po’ rozza e indelicata, anche se suggerita dalla circostanza. Stai diventando scivoloso di

sudore. Laudetur Magnificus Aeternitatis!

-Amen. Ma come sei venuta a sapere di questa espressione?

-Io son venuta e basta. Internet!

-Oh, ma brava, fai da ricevente o da assistente ai messaggi!

-Interaeternet!

-Spiritosa! Cosa è, la video-informatica del Paradiso?

-Ora mi sguscio...Dovrai tornare molto spesso, qui da me.

-Con le dovute accortezze, ci puoi contare, per l’eterno!

-Ora, devi trasferirti. Mi piacerebbe che restassi a lungo con me.

-Non immagini quanto io lo vorrei. Ma se rimango, tutto il processo potrebbe interrompersi e forse svanire

per sempre e, quindi, anche tu.

-Perché?

-Perché, essendo tutto questo pseudo cripto-dramma fondato su fantasie e sogni e su cose che sanno di

irreale e paradossale, potremmo correre il rischio che tutto si interrompa. E sarebbe un vero peccato.

Immagino che in questo siamo d’accordo entrambi.

-Per l’eternità!

-Ora devo andare dalla tua “consorte”.

-Io non divido sorte con nessuno.

-Ma non avete ragione di essere rivali e separate, perché la condivisione di una condizione, per molti versi

coincidente, può essere a entrambe utile e, in futuro, come penso, determinante per la vostra, come dire,

liberazione.

-Noi siamo libere.

-In questi serragli non si può essere o credere di essere libere.

-Poi, in fondo, non siamo nemiche, non abbiamo motivi per esserlo, in quanto siamo, per così dire,

separate in casa. Abbiamo due contee distinte e separate.

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-Certo, non avete alcun motivo di inimicizia. Siete due regine bellissime. Da sole costituite un mazzo di

carte preziosissimo. Siete due carte di una pregevolissima fattura, elaborate da un artigiano abilissimo e

fantasioso, di grosso spessore che da sole fate il mazzo e da sole bastate per giocare. Ne lanci una e fai

scopa con l’altra. Lanci l’altra e fai scopa con la prima. Vinci sempre e sei solo tu che vinci.

-E i giocatori, sono uno solo?

-Sì, il giocatore è uno solo. L’altro è come se fosse le due carte.

-Ho capito, non è, come si potrebbe pensare, che vi è un giocatore scemo che gioca da solo e con solo

due carte. Sono lieta di essere una delle due carte!

-E io sono lieto di praticare frequentemente questo gioco che può apparire strano ma, invece, è

eccitantissimo e per il quale ogni nuova volta è piena di fantasiose escogitazioni.

Senti, debbo trasferirmi di sotto...

-Al Pantheon dell’Eterno?

-Già, sai tutto.

-Sì.

-Ma vorrei che venissi anche tu e, poi, torneremo qui per sistemare alcune cose.

-Alcune cose?! Per che cosa?

-Diciamo, per preparare una specie di festa, quasi una festa d’addio, come per quando uno va o viene

mandato in pensione. Una bella accoglienza, come si dice.

-Andiamo, voglio avere questo incontro.

-Siete due dame uguali...

-Per essere carte, siamo senza cavallo.

-Ma lì c’è una grande scacchiera, roba per gente o cose in grandezza naturale. Immagino che debbano

esserci anche i pezzi degli scacchi. Che fai, cosa indossi?

-L’acconciatura adatta a questo incontro.

-Bellissimo mantello rosa trasparente, leggero e setoso, quasi una nebbia...Con tre fiori sui tre punti

cardinali...est, ovest e sud...

-Il nord è la bocca...

-Quello è il punto cardinale che è esso stesso un fiore, è il fiore per definizione, che non cessa di muoversi,

schiudersi, emanare profumo e che...non appassisce in fretta. Sento una forza che mi inchioda qui e

desidero andare sotto questa tenda e mordere quel...melafiore...

-Andiamo, non puoi trattenerti troppo.

-Perché?

-Sento che c’è qualcosa nell’aria...Ho notato nervosismo, in giro.

-Da parte di chi? Del Magni-Fico?

-Sì.

-Senti un po’, ma costui, quando si fa vivo, lo vedi in faccia?

-Ha sempre almeno una maschera sottile sugli occhi, color oro.

-Ma guarda un po’! Deve essere gente un po’ malata.

-È gente che vive nella doppiezza. Fuori è una cosa e qui vive un sogno impossibile di grandezza e di

dominio, andando a cercare non si capisce che cosa.

-Dominio su altri, possesso di ricchezza, presunzione di eccellenza...

-Sì, tante cose insieme.

-E voi siete tanti begli oggetti mobili che si addicono a tanto contesto.

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-Già. Ma non sanno quali giudici spietati e osservatori delle loro debolezze e cialtronerie hanno intorno.

Loro credono che siamo innocue e devote e non sanno che, a lungo andare, siamo la loro autodistruzione,

la distruzione che essi, da soli, si procurano, intendo.

-Credo che sia proprio così e, oggi, questo convincimento, che in precedenza non avevo considerato di

costruirmi, appare non solo possibile ma prossimamente certo. Ma dimmi un po’, costui ha anche delle

manie, ama i travestimenti eleganti, certe uniformi o paramenti, messinscena, pavoneggiamenti e cose

simili?

-Sì, ha un guardaroba fornitissimo di costumi e acconciature che prova, indossa ed esibisce,

contemplandosi e atteggiandosi nella grande Sala degli Specchi, dove lui si ammira e, le numerose

immagini che gli restituiscono i molti specchi, gli appaiono come un corteo o un esercito a lui fedele e

sottomesso, cui impartire ordini, sapendo di essere obbedito. Lui grida un’esortazione o un incitamento,

solleva imperioso un braccio, brandendo un pugnale o una spada, o solleva entrambe le braccia come

evocando qualche prodigio, che puntualmente non avviene, e tutti gli astanti, e cioè le immagini, lo imitano

e lo assecondano, e ciò, per lui, è, nell’illusione, di somma soddisfazione. E la cosa lo eccita, esalta ed

entusiasma al punto che niente altro lo interessa, nemmeno noi e per fortuna, e il tempo che qui trascorre

gli scivola veloce, producendogli, alla fine, una grande spossatezza.

-Ma non farà soltanto queste cose?!

-No, consulta messaggi, impartisce ordini e disposizioni, per telefono e per video...

-E riceve persone?

-Sì, ma questo in grande segreto. Nessuna di noi deve riceverle o assistere ai colloqui. Non possiamo

vederle in faccia.

-Ma voi, certamente, avrete trasgredito la rigorosa consegna...

-Quando mai non sarebbe possibile, per due come noi, per giunta!

-Mi pare inevitabile. E che cosa avete carpito?

-Tutte persone mascherate. Maschera sottile al volto. Presenze eleganti e profumo di denari.

-Re o fanti di denari?

-Ritengo che, rispetto a lui, non potessero essere ammessi che dei fanti. Dei re, avrebbero innescato

guerre, inevitabilmente. Lui non tollera confronti inter pares, vuole solo sudditi e servi.

-Ma se non ricevete voi gli ospiti, chi li riceve? Lui in persona?

-Il Custode dell’Harem.

-E chi è?

-Una specie di factotum e di guardapalle.

-Sì, chi guarda le palle è un mago-fattuchiero. Magari d’oro, le palle. E che cosa custodisce?

-Tutto. E dovrebbe custodire anche noi. Ma non ce la fa.

-In che senso?

-Nel senso che non ce la fa. È occupato a prendere continuamente calci nelle palle.

-E perché?

-Perché è anche l’ultimo dei sudditi, oltre che il custode di tutto e la guardia delle palle. Quindi, è il più

servo di tutti e, come tale, è anche il più disprezzato, ma a lui conviene così.

-È anche tonto? È anche eunuco?

-Proporzionale al peso, e, chi prende calci nelle palle, alla fine...

-...lo diventa anche se non lo è. Posso vedere il suo, come dire, guardaroba?

-Vieni, guarda che roba!

-Uh! Veste solo oro e bianco, bianco e oro. Mantelli, tonache, acconciature di capelli e copricapo con fogge

strepitose. Devono incutere grande rispetto e deferenza...

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-Sì, questi requisiti sono considerati da lui indispensabili e irrinunciabili.

-Accidenti, anche paramenti sacri! Ecchè, si veste anche da archimandrita o da archiepiscopo? Guarda,

guarda...Questa è la fedele riproduzione della pianeta custodita dall’Arciconfraternita dei Santi Giorgio e

Caterina dei Genovesi! Si potrebbe definire la Pianeta Aurea, per colore, bellezza e preziosità. Vi sono

raffigurati i santi Giorgio e Caterina, lei con una specie di mandola, ma che non ne ha la forma, essendo

piatta e con tre ponticelli sulle corde, e lui che domina, e quasi lo cavalca, il drago, con tanto di scudo,

corazza e lancia.

-Un po’ buffo, però.

-Eppoi, lo stemma della Repubblica di Genova...Bene, bene! Scarpe in oro, spade, lance, pugnali...Un

sacco di roba da brandire. Roba da mitomani, appunto. Immagino che registri, anche, queste sceneggiate.

-Sì, in video e in voce. Ma la cosa più noiosa e insostenibile, è quando riproduce queste cose, per

riammirarsi e risentirsi. Alla fine, quasi si sente uno degli astanti...

-...E nel momento in cui si scopre nei panni del suddito, si sveglia dal torpore indottosi e, ridiventato

consapevole, si incazza per essersi, per un momento, creduto un servo.

-Sì, è proprio così. Scendiamo, ora.

-Con l’ascensore delle bolle di sapone?

-Con le bolle di sapone.

Nel Bianco Pantheon

-Ecco il Bianco Pantheon!

-Il Pantheon dell’Eterno! L’Empireo dell’Eterno.

-Oh, attacca una musica imponente e maestosa.

-La conosci?

-Sì. Che strane ricorrenze e coincidenze. È Henry Purcell. A questo punto, dovrei dire, è il solito Henry

Purcell. È l’Ode on St. Cecilia’s Day, Sinfonia. Deve apparire qualcosa di prodigioso?

-Sì, eccola, in tutta la sua possanza e splendore, Biancafata!

-Che meraviglia stupefacente! Che apparato strepitoso! Che cosa indossa? Non si può parlare di un

costume, perché la sua bianca nudità prorompente è, come dire, soltanto incoronata dagli indumenti che

porta che, più che indumenti, sono decorazioni esaltanti la sua fascinosa bellezza, al punto che mi sento

attratto da una forza di una entità cosmica, come da un buco nero, da cui la sua stessa luce, intendo di lei,

non possa più uscirne.

-Calmati! Guardala bene, osservala. È tutto bianco su di lei. Quella sorta di criniere sul dorso delle gambe,

che partono dalle caviglie e sono tenute alle gambe e alle cosce da giarrettiere bianche, Si uniscono al

culo, da cui si sprigiona come un velo conico di sottili fili bianchi, quasi una coda stravagante, a creare

come uno spruzzo d’acqua sottile e bianco, che fa da sfondo a lei stessa. Le criniere proseguono sulle

spalle e si uniscono alla testa per sprigionare una stella di raggi bianchi e splendenti che sono come una

ruota di pavone adagiantesi sul nero delle suo chiome.

-Il culo! Il quinto punto cardinale! Ora sono come paralizzato.

-Sciogliti!

-E le scarpe, bianche e lucide...

-Sono di pelle di coccodrillo, verniciate di bianco, appunto.

-Coccodrillo? Bell’animale! Tenero e garbato, Quando ti prende, ti inghiotte senza masticare.

-I naturalisti e gli ecologisti, se le vedessero, rimarrebbero, invece inorriditi.

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-Per il coccodrillo? Proprio no, non dovrebbero. È un animale assassino, non proprio incline a dispiacersi,

lacrime a parte. Infido, ti aspetta acquattato e, poi, la povera gazzella si trova nella sua bocca che non è

proprio il regno delle delizie. Commette tanti crimini che, per questi stessi, è un ricercato. Vogliono,

insomma fargli la pelle. I poliziotti avrebbero voluto catturarlo ma lui, all’arresto, si è opposto, avendo

preferito una morte onorevole in una sparatoria.

-Non potrebbero tenerli in uno zoo?

-Peggio che mai, quello è un ergastolo per animali, meglio morire in duello. Duello, si fa per dire. Uno si

offre alle canne e l’altro gli spara e il risultato lo vedi ai piedi di Biancafata.

-Avvicinatevi!

-Ci chiama! Che fai, mi sospingi?

-Ti chiudiamo come perle in una valva.

-Una specie di sandwich? Mi serrate con le vostre braccia per salutarvi e baciarvi e io mi sento sprovvisto

a dover cogliere due perle con una fava, al contatto delle vostre estasianti epidermidi.

-Finalmente sei giunto!

-Io vengo, per cercare e scoprire delle cose e trovo subito quanto di più distogliente possa accadermi.

-Allora, prima voglio assecondarti. Cosa cerchi o cosa vorresti vedere?

-Cerco di capire. Esistono, qui, per questa grande scacchiera, anche i pezzi? Il cavallo, il re?...

-Esistono, in formato naturale. Ecco, li chiamo!

-Li chiami? Col telecomando?! Questa è bella! Accidenti, un cavallo nero! Su scacco bianco, quindi! E

quello bianco...

-Sù, montiamo!

-Montiamo?

-Non temere, non hanno il dorso soltanto in duro legno, ma sono confezionati e rivestiti con spessori di

materie elastiche e comode al contatto col corpo e poi hanno tutte le parti molleggiate.

-Un vero capolavoro tecnologico. Vedo che è atteggiato già per il salto sbieco. Immagino che possa anche

saltare, se calchi un altro bottone del telecomando.

-Certo, ecco!

-Accidenti, che slancio!

-Tieniti stretto a me!

-Non me lo faccio ripetere. Che atterraggio morbido! Forza Fatarosa, salta anche tu sull’altro cavallo! Ora,

ci incontriamo e ci fronteggiamo. Le due regine di coppa e spada con il re del re-tro!

-Retro, retrò, come posso ti aiuterò!

-Che bella filastrocca! A proposito, e il re?

-Ora lo chiamo, eccolo!

-Lo immaginavo, effigiato e foggiato come quel cretino di guarda-specchi! Tutto oro e merletti, quel saio-

doro!

-Lo sterminiamo?

-Forza, saltiamogli sopra e sfasciamolo!

-E uno!

-E due!

-Ridotto in mille pezzi!

-Poltiglia dorata!

-Ora, chiamiamo i pedoni a far pulizia!

-Arrivate a questo?

-Purtroppo no. Ma mettendo in funzione i potenti aspiratori, sì. Guarda!

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-Uh, che vento terribile! E ora? Fatarosa, sali anche tu sul nostro cavallo, è così spazioso e imponente che

ci ospita tutti e tre. Roba da Bartolomeo Colleoni!

-Eccomi! E ora, che facciamo?

-Penso che abbraccerò la fede musulmana, per avervi entrambe come mogli.

-Giriamo un po’ in tondo, in questa bella architettura.

-Sì, proprio bella, riposante. Ti fa dimenticare la realtà e il resto del mondo.

-Sentite, attacchiamo telecamere e musica, quella di prima, e improvvisiamo un gioco, una parodia molto

esasperata degli scacchi. Ecco, la musica maestosa mentre percorriamo in tondo la sala. Io indosso un

abito essenziale del Magni-Fico e attendo lo sterminio da parte dei due cavalli da voi montati. Semplice

maschera d’oro, per non farmi riconoscere troppo in fretta...che, insieme a un reggipalle d’oro, forma una

parure alla grande, altrimenti mi sento troppo nudo.

-A noi, invece, due lance lunghe e d’oro.

-Ci avviciniamo a te, costringendoti ad arretrare prima di essere picato.

-O con-ficato!

-Mah, allora facciamo una specie di corrida de oro e voi siete due pica-d’or, o fica-d’or? Aspettate, prendo

una muleta d’oro!

-No, tu non sei il mata-d’or, ma il t-oro!

-Cambiamo tutto! Il matador coincide con il toro, sono un tutt’uno, insomma!

-Un tut-toro, ma non è tut-toro quello che luce! E le corna?

-E la coda che dovremo mozzarti alla fine?

- Montèra con corna d’oro e muleta con spada. Tutto d’oro!

-E la coda?

-Una ruota di pavone dorata nel quinto punto cardinale!

-Sembri un satiro. Che passi di danza, regali!

-Sù, prendilo, bloccalo!

-Costringilo in fondo!

-Come corre!

-Alla fine, ti stancherai!

-Accidenti, scappa al centro!

-Hai movimenti rapidissimi, avresti dovuto fare il ballerino!

-Ti bloccheremo chiamando tutti i pezzi!

-Mamma, che esercito! Manca il re, però! Accidenti, gli alfieri mi hanno bloccato. Che braccia ferree, mi

stritolano!

-Eccoti in trappola! Spostalo al centro e, tutti gli altri, fuori!

-Trafiggiamolo!

-Uh! Come pungono queste lance!

-Togligli cappello, coda e tutto!

-Che faccia farà il Papa-Fico, vedendo tutto ciò?

-Andrà a gonfie vele! Un Eolo infuriato!

-Facciamo la scena finale. Sud contro sud con Biancafata...

-...e nord o sud contro quinto cardinale per Fatarosa!

-Una nuova rosa dei venti...

-Laudetur...

-...Magnificus Aeternitatis!

-Nunc et semper...Amen...

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-Usque ad aeternum...

-Cosa ne pensate?

-Un incazzo talmente folle che esploderà in mille pezzi, anche lui.

-Sì, ma direi di completare la scena nella Sala degli Specchi.

-Certo. Peccato, però, che non possiamo portare i cavalli su per le scale.

-Ma nell’ascensore sì, uno alla volta.

-Bella idea, forza!

Nella Sala degli Specchi

-Eccoci!

-Sù con la musica, vai col Purcell:”The Fife and all the Harmony of War”...

-”In vain attempt the Passions to alarm, Which thy commanding Sounds compose and charm”.

-”Il piffero e tutte le armonie di guerra invano tentano di allarmare le passioni, che i tuoi suoni imperiosi

placano e incantano”.

-Guarda, sembriamo migliaia!

-Una intera cavalleria!

-Spade e lance in alto!

-E grida di guerra!

-Alla faccia del Fico!

-Magni-Fico, a fan culo!

-A fan culooo!

-Bene, la cosa è fatta!

-Aspettiamoci una catastrofe d’ira.

-Non penso che guarderà subito la videocassetta.

-Meglio! Che cosa è la prima cosa che fa quando arriva?

-Sente la segreteria telefonica.

-Deprimente...Allora, gli facciamo trovare un messaggio.

-Sì. «Magni-Fico, ti ho mandato una videocassetta che vorrai osservare con comodo...meglio quando sei

iperteso, per calmarti..., quasi una tisana.»

-Ma dove si imbuca una cassetta, qui?

-In un’apposita fessura. Quella viene aspirata pneumaticamente.

-Oh, ma guarda! La Bocca di leone, uguale a quella che vi è nel Palazzo Ducale, a Venezia. Ed è,

naturalmente, d’oro.

-Che cos’è?

-Serviva a imbucare le denuncie contro gli evasori fiscali.

-Ah! Non si ponevano molti scrupoli, allora...

-...ai tempi della Serenissima...

-...per beccare i furbi del momento!

-Già.

-Guarda l’iscrizione, sotto la bocca. «DENONTIE SECRETE CONTRO CHI OCCULTERÀ GRATIE ET

OFFICII O COLLUDERÀ PER NASCONDER LA VERA RENDITA DI ESSI.»

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-Le tasse, allora, erano considerate indispensabili per mantenere in vita il proprio prestigio e la

considerazione delle altre potenze vicine e lontane. Molto bene organizzato, l’individuo. Però, così vedrà

subito tutto e, forse, non avremo tempo sufficiente.

-Non tornerà così presto.

-E ora?

-Mi sento come stregato e bloccato, al punto che questi posti li sento profondamente miei e non me ne

andrei più via. Ecco come rendono prigionieri! Ho, poi, come una sensazione...

-Cosa?

-Sento come se il “planetarium” manchi di un corpo celeste, di importanza uguale a questi due e che, a

ogni pianeta dovendo corrispondere una cosa celeste, una dama come voi, intendo, in questi luoghi segreti

esista ancora qualcosa di nascosto con molta attenzione e scaltrezza che anche voi mai abbiate visto.

-Qui è una catena di segreti e di cose nascoste.

-Basta frugare a fondo e qualcosa si scova o si dischiude.

-Non avete alcun sospetto, in proposito?

-Un sospetto mi è balenato più volte.

-Anche a me.

-E quando?

-Quando fa le sue sparate audio-video-specchio...

-...e quando le riascolta...

-E qual’è l’elemento del sospetto?

-Declama l’Empireo degli Azzurri!

-E che è?

-Non so, ma quando, prima, parlavi di celeste, ho pensato all’azzurro.

-Anch’io, e in quel momento ho pensato...

-Anch’io...

-Abbiamo pensato...

-Siete in perfetta sintonia.

-Abbiamo pensato che esista un altro Pantheon.

-La Sala degli Azzurri. Questa espressione ho anche sentito gridare da lui.

-Anch’io, molte volte, ora che rammento.

-Deve essere la perla azzurra di questo firmamento. E dovrà pure esserci, per deduzione, una dama

azzurra.

-Ficablu.

-Blufica.

-Fatablu o Fataceleste o Fatazzurra.

-Forse, Fatazzurra.

-È più coerente.

-Il problema è dove andiamo a scovare questo mondo azzurro.

-Sarà il mare, forse è un panfilo.

-Non sarebbe esclusa una cosa del genere. Ma deve essere qui e molto vicino.

-Con la mania della tecnologia e dei computer, ci sarà pure qualche congegno celato per aprirci qualche

porta nascosta.

-Come avremmo fatto, noi, per renderlo introvabile?

-Una combinazione di cassaforte!

-Non si vedono in giro manopole per cose del genere.

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-Un sistema a orologeria!

-Una bomba?...Finta?

-No, una specie di timer cui dettare, al momento desiderato, una particolare ora-chiave che apra il posto

segreto.

-Non c’è niente di simile, in giro.

-Strano, guardate il salottino del telefono. Tutto azzurro e oro, pavimento in moquette color oro, pareti

azzurre e decori in oro, poltroncina in oro e azzurro e...guardate questa bellissima pendola in oro e bianco.

-Tutti i colori del Magno. Bianco, oro, cui si aggiunge l’azzurro.

-L’azzurro è il colore del segreto.

-Al punto che non lo associa all’oro e al bianco.

-Eppure, sento che questa saletta è come il vestibolo di un nuovo paradiso.

-L’oro e l’ora...

-Della pendola.

-Proviamo ad aprirla.

-Impossibile. È completamente sigillata.

-Non esiste nulla di visibile che possa pensarsi essere il sistema per aprirla.

-Non è possibile! Una pendola non è come un uovo che, se vuoi aprirlo, devi romperlo per forza.

-Scocciarlo!

-Guarda che non ci sia una fessura dove possa infilarsi una tessera magnetica per...

-Niente, assolutamente.

-Sfasciamola!

-No, rischiamo di non trovare più nulla.

-Il telefono!

-Il telefono cosa?

-Sollevalo!

-È solo un telefono.

-Andiamocene, abbiamo solo fantasticato l’esistenza della Sala degli Azzurri.

-Ma il nome è così bello che varrebbe la pena insistere per trovarla.

-Sarebbe come dire che, in quanto capaci di pensarla, essa esiste?

-Riepiloghiamo ciò che abbiamo pensato finora.

-Sì, dunque: cassaforte, combinazione, bomba, orologeria, timer, ora-chiave, pendola, telefono.

-Per la combinazione ci vogliono dei numeri...

-I numeri sono nella pendola...

-...e sul telefono.

-Sul telefono, sul telefono...nella pendola...ora-chiave...combinazione...

-Sto pensando...

-Anch’io sto pensando che...

-Tutti stiamo pensando la stessa cosa?

-Sì, tutti!

-Sì, la combinazione si digita al telefono!

-E quali, i numeri?

-Quelli dell’ora-chiave!

-E a chi serve l’ora-chiave?

-Al Ficodoro, per aprirsi l’Azzurro Pantheon.

-Il Ficodoro è l’uomo in oro.

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-Sì, in ORO.

-ORO e ORA!

-ORO è la parola-chiave!

-Collegata con l’ORA, cioè con la pendola!

-E il numero-chiave sarà...

-Tredici, sedici, tredici...

-I numeri corrispondenti alle posizioni alfabetiche delle lettere O-R-O.

-Digita!

-Guarda le lancette della pendola, si muovono: XIII-XVI-XIII.

-Sono connesse al meccanismo della combinazione.

-Comandano un meccanismo elettromagnetico.

-Aiuto, la saletta ruota e apre un ingresso.

-La parete mancante della saletta viene chiusa nella rotazione e ne scopre un’altra che è l’ingresso

segreto.

-C’è un breve corridoio che precede ciò che cerchiamo.

-Viene illuminato automaticamente.

La Sala degli Azzurri

-L’accesso alla sala non esiste...

-Calca quel bottone su quella tastiera.

-Scorre una parete cilindrica...

-Si apre una meraviglia!

-La Sala degli azzurri!

-Pareti in cristallo...con infiniti toni di azzurro, dal più chiaro celeste, quasi bianco, al più profondo blu, tra il

viola intenso e scuro e il nero.

-Guardate la volta, è un insieme di prismi di cristallo appesi, diversamente sporgenti, che si spingono verso

il basso, anch’essi di mille toni di azzurro.

-E la volta è una grande cuspide che sostiene questi quasi-cristalli giganti.

-E il pavimento è a forma poligonale, anch’esso bianco-celeste, celeste più o meno sfumato.

-È un paradiso.

-Un paradiso senza anime...

-O senza angeli...

-Aspettate, dovrà pure sbucare la terza Fata.

-Attenzione...

-Attenzione cosa?

-Scenderà dal cielo o sbucherà da sotto?

-Guardate sul pavimento, ci sono delle piccole zone circolari contornate da un anello blu.

Sono tre circoli disposti a triangolo e un altro centrale.

-Aspettavano noi, allora.

-Disponiamoci su di essi.

-Tu, in quello centrale.

-Il terzo, del triangolo, sarà occupato dopo.

-Embé?

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-Aiuto, mi hanno ingabbiato!

-Cosa è successo?

-Sono stato imprigionato da un tubo di cristallo sbucato da sotto il pavimento! Non posso più uscirne.

Cos’è, ora, questo soffio possente sotto il mio culo?

-Si forma come una grossa bolla che ti avviluppa e contiene!

-Attento! Sparisce il cristallo, così come era emerso.

-Sei rimasto intrappolato nella bolla!

-È resistente e trasparente.

-Ci sentiamo di meno, tra noi.

-Uh! Si può rotolare senza pericolo che scoppi.

-Per stare in equilibrio, occorre che ti disponga come l’uomo di Leonardo!

-Aiuto! Che fate, vi divertite a rotolarmi?

-Come rotoli!

-Vogliamo vedere se rimbalzi come una palla!

-Uh, urto sulla parete!

-Uh, come rimbalza!

-Che razza di gioco di balle! Volete stancarmi?

-Guardate, aumenta la luce! Diventa fortissima.

-Che messinscena! Come risplendono i cristalli!

-Si prepara l’evento.

-L’evento?

-Guardate in alto! Dai prismi blu scende una bolla celeste e trasparente, sostenuta da una rete bianca.

-Una sorta di sacco per bocce.

-C’è dentro la terza Dama.

-Fatazzurra! Le bolle, la teoria della pluralità degli universi!

-Si sgancia sopra di noi.

-La rete è stata mollata. Libera la bolla e intrappola l’altra.

-Urto morbido ed elastico.

-Guarda come rimbalza e rotola su sé stessa.

-Roba da rimescolare il cervello.

-Guarda, con un pugnale lacera la sfera e ne esce!

-Ma che fa? Mi spinge e mi fa rotolareee!...Ma che fai, giochi a bocce sulle mie spalle o sulle mie sbolle?

-Lo intrappola nella rete.

-Riunisce i capi della rete e poi lo aggancia.

-Viene tirata su.

-Sembra una mongolfiera rovesciata.

-Aiuto, mi porta in alto tra i prismi blu!

-Guarda, i prismi sparano come dei laser blu che rompono la sfera.

-Resta appeso alla rete.

-Ridiscende.

-Che razza di scherzo è, questo?

-Guarda, rispunta il tubo di cristallo.

-Si forma una bolla blu...

-...con dentro la dama blu.

-Sparisce il tubo.

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-Spingiamola.

-Non sembra a disagio.

-È abituata al gioco.

-Vieni dentro anche tu!

-Ha aperto bocca...

-E come faccio?

-Entra dal punto di chiusura della bolla! È di una sostanza che si può penetrare senza che la bolla si

sgonfi. Man mano che entri, si richiude il foro.

-Provo! È vero! Bello! Sono dentro. Ma allora, è possibile la compenetrazione degli universi!

-In due, possiamo migliorare la nostra stabilità all’interno della bolla, intrecciandoci in maniera da realizzare

come una raggiera con gambe e braccia.

-Lasciami riprendere un po'. Ma guarda un po’ che bella Ficazzurra!

-Mi chiamo Fatazzurra!

-Questo l’avevamo intuito.

-E come?

-Perché tutto quello che pensiamo, abbiamo visto che, puntualmente, accade.

Dialogo sull’Universo

-Che cosa è questa storia degli universi?

-Capita a proposito, la domanda, visto che sono, o siamo, qui dentro. L’universo può essere pensato come

una bolla di sapone...

-Ma, nelle bolle di sapone, l’acqua saponata, la materia, è tutta concentrata in quella pellicola

estremamente sottile che è il suo guscio sferico e, dentro, vi è aria, più o meno calda, che la fa galleggiare.

-Molto perspicace, brava! Ora, quando la materia si sprigiona, quella che è uscita per prima si trova più

distante dal centro originario che non quella fuoruscita successivamente. Ne consegue che l’universo

potrebbe essere soltanto una corona sferica, per quanto di spessore molto elevato, ma molto piccolo, se

paragonato al raggio della sfera, come questa in cui siamo noi, ora, dentro, e che tu non possa osservare

se non dentro quell’ambito periferico. Cioè, non puoi travalicare quel guscio, perché la forza gravitazionale

ha una direzione preferenziale di azione che è sulla superficie sferica, ciò che impedisce anche alla luce,

ad esempio, di fuoriuscire da quella corona sferica, niente potendo uscire all’esterno o penetrare all’interno

del “vuoto” della sfera. Tu puoi avvicinarti al centro della bolla soltanto se questa si contrae quando la

pressione al suo interno si riduca.

-Ma come?! Ma allora, è come quando io sto dentro queste bolle e tu hai voglia di voler entrare...Bussi, ma

nessuno ti apre e io non ti posso dare la mano da dentro.

-Bussi all’uscio e non si apre il guscio!...Sì, tutte le interazioni avverrebbero nell’ambito di quel guscio

sottile e periferico e, allora, tu potresti percorrere l’intero universo, partendo dal punto in cui stai e ritornare

al punto stesso, circumnavigando il globo dell’universo. Tu non puoi fuoriuscire dal guscio o perforarlo

verso l’interno. Insomma, è come una sfera di cristallo alla quale sei costretto a rimanere attaccato.

-O sfera, sfera,

sento un impulso dentro,

ma son costretta al centro

a far la prigioniera

E sarebbe sempre cosi?

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-No. Potrebbe succedere che la materia, situata in quella periferia, si addensi, in quanto la bolla si

contragga, fino a quando tutto si riduca a poche isole ad alto contenuto di materia e, infine, per esempio, a

due sole o a quatto o più che si attrarrebbero fortemente, andando a collassarsi reciprocamente e, in quel

momento, si riduce tutto a un punto, oppure, queste biglie, urtandosi, ripeteranno lo sfascio iniziale.

-Come nel biliardo!

-Come nel biliardo. E l’immagine del biliardo è suggestiva perché, quando una palla ne colpisce un gruppo,

esse schizzano via e, molte o tutte, possono avere subìto un colpo a “effetto”, per cui ruoteranno anche

attorno al proprio asse.

-Come le galassie?

-Sì, più o meno. Sai, quell’effetto che chiamano spin e che conferisce rotazione. Come quando calci un

pallone dandogli l’effetto...

-Lo spin? E che cazzo è?

-Dall’inglese. È l’abbreviazione di “spinning moment”, che vuol dire momento ruotante, cioè che genera

rotazione.

-Mi spieghi una cosa e ne viene fuori un’altra...E momento, che significa, attimo?

-No! Questo è dal latino, deriva da movimentum, che vuol dire movimento. Capisci, col tempo si sono

mangiati la vi ed è diventato momentum.

-Ho capito. Forse, a furia di parlare in fretta in latino, di certe parole troppo lunghe, uno se ne mangiava

qualcosa. Immagina, sermoni e preghiere troppo lunghe e da ripetere frequentemente. Il recitante, per noia

o perché gli scappava la pipì, era portato a ripeterle in fretta, per abbreviare i tempi dell’esasperazione

connessa a quella noia, al punto che tante parole sono giunte a noi storpiate e mutilate. Hai visto, però, lo

spin! E lo spinello...e lo spinnaker?

-Lo spinello non c’entra niente con lo spin. Era una sigaretta confezionata, nelle carceri, con poco tabacco

e, quindi, sottile come uno spillo o come una spina. E anche lo spinnaker non c’entra niente con lo spin

perché è una vela e si chiama così non si sa bene perché.

Ma le bolle di sapone, quando le espello dalla cannuccia, rimangono librate per aria e, se esplodono, si

forma una goccia. In realtà, esse implodono, cercano di ritornare alla situazione originaria. Raffreddandosi

l’aria interna alla bolla, la bolla si contrae, cioè la materia tenta di addensarsi superficialmente e la

superficie risulta compressa ed essendo molo sottile si instabilizza e collassa. Se tu gonfi un palloncino di

gomma e poi lo buchi, esso si affloscia, si riduce, implode.

-Vai avanti.

-Se tu, invece, ipotizzi che il volume dell’universo, supposto sferico, aumenti proporzionalmente al tempo,

cioè che in ogni secondo aumenti sempre della stessa quantità, avrai che il raggio di questa sfera non

aumenta, invece, nello stesso modo proporzionale. Cioè, se il volume raddoppia, il raggio della sfera

dell’universo non raddoppia ma diventa soltanto il 26 percento in più. La velocità di allontanamento, la

velocità di fuga dal punto originario, si riduce col tempo, cioè il raggio della sfera aumenta con una velocità

che diventa sempre più bassa. Con una tale ipotesi, se, per esempio, potesse essere pensabile che nel

primo secondo dell’universo la velocità di espansione sia stata pari a quella della luce...

-Fiat lux et lux fuit...

-Forse! Dicevo, pari a quella della luce, e cioè che nel primo secondo il raggio della sfera dell’universo sia

stato di 300000 chilometri, allora tu otterresti che la prima costante universale che figura nella legge di

proporzionalità, tra volume dell’universo e tempo, varrebbe circa cento milioni di miliardi di miliardi di metri

cubi al secondo. Troveresti, poi, che il prodotto del quadrato del raggio della sfera dell’universo per la

velocità di fuga è costante e che vale nove milioni di miliardi di miliardi di metri cubi al secondo, che non è

altro che il valore della velocità di espansione del volume divisa per quattro volte il numero pi greco?

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-Ma, a parte i numeri, l’universo, quindi, si espanderebbe indefinitamente, pur riducendosi la velocità di

fuga dal centro originario?

-Purtroppo, o non purtroppo, perché per noi, intendo per me e per voi e per tutti, il fatto sarebbe del tutto

irrilevante. Quando l’espansione rallentasse al punto di fermarsi quasi, il raggio dell’universo sarebbe

immenso.

-Ma allora, le bolle di sapone? Tu soffi e gonfi e puoi farle esplodere, ma se cessi di soffiare, la bolla

rientra tutta nella cannuccia e questo gioco lo puoi ripetere quanto vuoi. Se le fai esplodere, che fine fa

l’universo quando si espande senza fine?

-O quando spari con un fucile da caccia. I pallini si diffondono dal centro della bocca della canna,

irradiandosi e formando una rosa, una nuvola, che man mano si riduce di densità al crescere della

distanza e i pallini risiedono in uno strato sferico il cui spessore va riducendosi col tempo e con la distanza

dal punto originario. Così l’acqua saponata esce dal cannello...

- Che fai, mi baci...e mi penetri?

-Ci stiamo stancando con queste dissertazioni estenuanti e piene di imperfezioni. Cerco di essere più

convincente e penetrante...Rilassiamoci...

-E poi?...

-Forma la bolla e questa cresce di raggio al crescere della pressione prodotta dal soffiare. Tutta la materia

è contenuta nello strato sottilissimo della superficie della sfera e più il raggio cresce e più si riduce la

densità di tale velo e il suo spessore.

-E l’universo?

-Tutta la materia è nell’involucro esterno di una sfera e tutto avviene in quello spessore che è molto piccolo

se paragonato al raggio della sfera, ma è grandissimo in assoluto. Pensa, una bolla di sapone che abbia

un diametro di 10 centimetri e uno spessore di un decimo di millimetro: lo spessore sarebbe un millesimo

del diametro. Se pensi a un diametro dell’universo che abbia, per esempio, un miliardo di anni luce, ne

verrebbe fuori uno spessore del guscio della sfera di circa dieci miliardi di chilometri. E sarebbe un

universo, una sfera, con una curvatura ridottissima: quasi piatto. E niente può uscire all’esterno della sfera,

di quello che è contenuto in quella pellicola e niente può entrare all’interno della sfera, che provenga da

quello straterello. E ogni forza e fenomeno che interessa la materia si esplica in quell’ambito, in quello

spessore. E allora, ogni punto di quella superficie sferica può pensarsi essere al centro dell’universo. La

superficie sferica gode di questa proprietà che sancisce la par condicio nell’universo. Ognuno può pensare

di esserne al centro! E non è, quindi, vero che, quando tu osservi quanto sta attorno a te, devi domandarti

se tu sia più vicino al centro dell’universo o più distante da esso di altri punti. I percorsi e le distanze puoi

valutarle soltanto percorrendo linee curve che giacciono sulla sfera universale. E quando riesci a cogliere

l’immagine che tu ritieni essere proveniente da una nuova stella scoperta, o di una nebulosa, essa

proviene da una zona lontana che non misuri radialmente, ma la sua luce ha percorso e percorre la

superficie sferica, nel cui ambito è costretta a stare dalle forze universali.

-E quindi, in teoria, tu potresti coglierne la luce dopo che questa si sia fatte alcune circumnavigazioni del

globo universale?

-Ritengo di sì.

-E allora, certe distanze, ritenute determinate, potrebbero ricevere la sorpresa di essere modificate?

-Perché no?

-Cioè, sarebbe come quando tu avvolgi il filo di un gomitolo di lana? Devi aspettare che il filo passi proprio

in un determinato punto?

-Forse sì.

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-E quindi, tu potresti dire, soltanto, quanto tempo è distante da noi una stella, non quanto effettivamente

dista?

-Certo! Dopo quanto tempo ne hai visto la luce e, quindi, può essere più vicina di quanto creda. A cosa

pensi?

-Che avevano, allora, ragione gli antichi a considerare la Terra al centro dell’universo...

-In un certo senso sì, nel senso che ho detto prima, anche se la consideravano piatta, come un disco.

-Vuoi farmi capire meglio la questione della curvatura, dell’universo molto piatto?

-Certo. La Terra, per esempio, è un granellino, una pallina infinitesima rispetto alla sfera del cosmo, che ha

un diametro di miliardi di anni luce. Quindi, la Terra ha la sua superficie molto più incurvata di quella

dell’universo. Eppure, se tu ti trovi all’interno di un lago salato o in mezzo al mare, vedi una enorme distesa

piatta che termina all’orizzonte che riesci a cogliere con lo sguardo. E purtuttavia, non è piatta, è curva.

Trasporta il concetto nella sfera del cosmo e vedrai intorno a te una enorme tavola piatta che si estende in

tutte le direzioni senza fine, e l’orizzonte è a distanza infinita.

-Ho quasi compreso. Una lastra infinita e, a paragone, sottilissima e dove ogni suo punto è al centro. Una

lastra policentrica...Quindi, geometricamente, è un insieme di centri.

-Una lastra di ghiaccio dove noi siamo dei pesci che non possono affiorare perché non c’è alcun buco che

lo permette. La gravitazione non è diretta verso il centro della sfera universale ma esclusivamente

all’interno della lastra e poiché il suo spessore è molto piccolo rispetto al raggio dell’universo è come se

fosse diretta tangenzialmente alla sfera e cioè secondo la giacitura della lastra.

-Ma se l’universo è sostanzialmente una lastra, se vi fossero più universi, essi non potrebbero attraversarsi

e perciò...

-...potrebbero non essere infiniti o non poterlo diventare e, quindi, possono essere molto estesi ma non

infiniti. Oppure...non è possibile la pluralità degli universi.

-E se si toccano due bolle-lastre? Si rompono?

-Già...Comincerebbe l’implosine, la riduzione, il rientro, la contrazione, il...back bang...?

-Ma...che fai? Stai facendo prove di avvolgimento sul mio culo?

-Sì, magari dopo quelle di gonfiaggio...per bocca. In verità, mi ponevo il problema se l’universo potesse

avere una forma non esattamente sferica. Quindi, polisferica o un insieme di sfere e semisfere

compenetrate...insomma, conformate come una donna formosa...

-Che pezzo di merda!

...Ma, la bolla dell’universo, come viene gonfiata? dal centro della sfera o da un punto, come se fosse il

cannello o la bocca che soffia sul cewing-gum?

-Dovrebbe essere dal centro. Ma tu, hai mai visto gonfiare un pallone da calcio o un palloncino di gomma,

che non fosse dall’esterno?

-No. Ma tu puoi prendere una compressa sferica di aspirina effervescente, sospenderla in mezzo a un

ampio bacile di vetro pieno di acqua o al centro di un’enorme stanza con le pareti trasparenti, anch’essa

piena d’acqua, e, allora, osserverai una proiezione cosmica di materia che dal centro si irradia verso

l’esterno.

-Brava, molto bella idea! Certo, e avrai una simulazione della nascita di un universo particolare. Ora,

considerato che hai acceso le micce, prova a pensare a un’altra simulazione, ancora più azzardata. Fai

esplodere una carica potentissima, in una zona dello spazio molto libera da materia e osserva la

deflagrazione, istante per istante, filmandola a velocità vertiginosa e, così, potrai analizzare i primi

brevissimi istanti e la velocità di irradiazione, vedere dove si dispone la maggior parte della materia, quanto

sarà spessa la calotta più densa di materia e osserva tutte quelle cose che sono necessarie per ipotizzare

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un modello dell’universo e per vedere che cosa esso lascia di immutato durante tutto il processo di

deflagrazione, qual’è il marchio, l’etichetta, che rimane sempre uguale nel tempo.

-Il marchio DOC, il codice genetico dell’universo, o quello fiscale, e quali i cromosomi che lo trasportano. I

cosmosomi...

-Sì, molte cose insieme, le costanti o la costante universale.

-Ma con queste esplosioni si inquina lo spazio e, forse, anche le prove.

-Fare questa affermazione significherebbe non avere idea di quanto immenso sia l’universo e quanto

inquinato sia da tante altre cose molto più micidiali di quelle esplosioni.

-E le galassie? Cosa sono, che fanno?

-Sono come piccoli grumi di schiuma che galleggiano sulla superficie delle bolle, è normale. Poi, esse si

allontanano progressivamente tra loro perché quando si gonfia la bolla essa si espande e la pellicola

esterna si dilata producendo il distanziamento dei punti e delle isole giacenti su di essa.

-Ma, alla fine, che succederà’?

-Alla fine, o verso la fine, lo spessore di questa superficie risulterà molto sottile e tutto galleggerà su un

velo molto sottile.

-E allora, il velo si romperà?

-Il velo, o si rompe, e non so che cosa possa succedere, oppure si contrae e, come si contrae, il raggio

della sfera si riduce e tutto torna indietro verso il centro originario, come se stessi rivedendo un film al

contrario, e tutto ritorna in un punto. Oppure, si addensano isole di materia in alcune zone della superficie

e, infine, si ridurranno a due sole che, attraendosi follemente, andranno a compenetrarsi e, probabilmente,

si sfascerà di nuovo tutto.

-Come nel biliardo! Ecco, avviene il finimondo, la fine del mondo! La fine del mondo non è, quindi, la fine

del tutto, l’annullamento, ma è il riinizio di tutto quel casino in cui noi, attualmente, ci troviamo immersi. È

l’inizio del mondo, avviene un principimondo!

-Può essere. Brava Fatazzurra! Ora basta, ci siamo riempiti la testa di bolle e biglie che abbiamo il cervello

gasato al punto che rischia di scoppiare. Guarda quelle due! Ci guardano stupite e attonite.

-Avranno pensato quanto matti debbano essere quei due, dentro una palla, che discutono di cose quasi

serie.

-Già, in una palla, il contenuto coincide con una palla!

-E ora, ditemi chi siete e cosa volete! Come avete fatto ad accedere in questo tempio e senza consenso?

-Cara ragazza, il posto è molto bello ed elegante, molto raffinato, ma da qui a farlo passare per un tempio

ne corre, anche se, debbo dire, forse è una cosa molto più affascinante e disorientante. Certo non è un

piccolo appartamento in un grande condominio...

-Non chiamarmi ragazza!

-E come dovrei chiamarti?

-Sono la Regina degli Azzurri!

-Uh! E quanto tempo ha impiegato, Colui, per fartelo imparare a memoria, per essere in grado di ripeterlo

e, soprattutto, per convincerti di esserlo? Poi, immagino che non siamo tutti estranei, qui. Non conosci le

tue consorti?

-Non le conosco!

-Non le conosci ma le hai già viste!

-Non credo!

-Io penso di sì. Comunque, sono stato accompagnato da loro. Sono qui per smontare completamente la

sala. Dobbiamo fare un trasloco. Occorrerà un certo tempo, perché qui ci sono impianti, meccanismi

speciali e tante cose, e perciò dovrò servirmi di un esercito di specialisti.

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-Ma che dici, cosa volete fare?! Fatemi vedere l’autorizzazione del...

-Del Magni-Fico?

-Non osare chiamarlo così!

-Beh, sai, vedi, lui è stato..., come dire, diciamo impedito, anche se temporaneamente, immagino.

-Cosa gli è accaduto?

-Nulla, nulla! Calmati, stavo scherzando, non dobbiamo smontare nulla.

-E quei cavalli?

-Non hai mai visto questi cavalli?

-Sì, li ho già visti!

-Non preoccuparti, abbiamo sperimentato che sono molto comodi e divertenti. Vedremo come impiegarli

qui. Ci sono, ho capito!. Questo deve essere il luogo di riunione della Piramide. Il tetto a cuspide, che si

prolunga, con le stesse inclinazioni, a diventare pareti della sala, i cristalli terminanti a punta, gli ottaedri

che sono due piramidi contrapposte...Loro che vestono con cappucci a punta...Saranno pure puntuali,

immagino...Ma io giro con le parole intorno a non so che cosa e, in realtà, aspetto di risvegliarmi dallo

stupore e dall’emozione che ho avuto vedendoti. E tu, immagino, avresti voluto che io manifestassi

meraviglia per te, più di quel che ho fatto, invece che, parlando d’altro, indurti la convinzione che fossi

rimasto indifferente al tuo fascino, che è pari a quello delle tue, disconosciute, consorti.

-Non si direbbe, visti i precedenti, al punto che fai finta di ignorare d’avermi scopata, quasi

inavvertitamente. Sono imbarazzata e senza risposta. L’agitazione e lo spavento per la vostra irruzione sta

svanendo, ma rimane sorprendente e inspiegabile come siate riusciti a penetrare qui dentro. Nessuno

conosce la combinazione.

-Ma, sai, in questa specie di universo, tutto appare, spesso, consequenziale e come guidato. A ogni pezzo

se ne accosta un altro che deve combaciargli perfettamente e, allora, è come una caccia al tesoro, devi

risolvere qualche rebus e qualche indovinello.

-Siete degli investigatori?

-Così conciati?! Potrebbe essere una nuova idea! Mah, in un certo senso, lo siamo o lo sono, in quanto ti

ingegni a scoprire. Se, poi, ciò che scopri induce dubbi e sospetti, allora indaghi. Se ciò che indaghi

produce certe scoperte, allora perquisisci o vai a frugare. E così via, fino a che tu giungi qui, di fronte a

questa silhouette azzurra, quasi una mannequin, da cui emerge, bianco, soltanto il viso e le mani, da

questa tuta quasi trasparente. Il nuovo look della Moda! Sai ballare?

Ballando col Purcell

-E la musica?

-Henry Purcell, of course.

-E che cosa puoi suonare che sia passabile di ballo?

-”Wondrous Machine”, Macchina meravigliosa, meraviglioso strumento: È chiara l’allusione? Per te,

naturalmente! È quasi una danza russa, con molta fantasia estrapolatoria. Non possiamo suonare altro,

perché non possiamo uscire fuori tema, sennò si sfasciano anche i cavalli.

-Perché, i cavalli?

-Si sfascia tutto, insomma, e quindi anche i cavalli, anzi, loro per primi. Si sfasciano come il re.

-Il re è morto?

-Quale re? Intendiamo il re degli scacchi. Sù, balliamo tutti. Iniziamo molto disinvolti, con movimenti corti e

con smosse del corpo rapide e con molta ironia degli atteggiamenti. Movimenti uguali per tutti.

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Acceleriamo! E ora, via con i passi rapidi delle danze russe, quasi seduti sulle gambe. Ora giriamo in tondo

più distesi e rilassandoci. Di nuovo come all’inizio, ora, e così via! Sù, sfrenatezza e gioia! Stop!

-La musica si è fermata e voi due vi ritrovate con i volti uno sull’altro.

-Le luci si abbassano...Uno spot vi illumina soltanto i volti:

-Brilla il tuo oro...

-E il tuo blu lo smorza un po’...

-Che brave scenografe, le tue amiche!

-Interrompo la scena, spegnendola con il contatto delle nostre labbra, premendo leggermente il tuo

velluto...

-Stop, fine della prova!

-Breve intervallo, prima della prossima ripresa!

-State registrando tutto?

-Certo, queste sono cose molto piacevoli da rivedersi, che non quelle che si svolgono di consueto qui e di

cui, sono certo, ci parlerai fra poco, se tu lo desideri. E ora, di nuovo “Fife and Harmony of War”, a tutto

volume! Incedere solenne, tutti a cavallo, con lance in alto! Ogni tanto qualche mossetta ironica, quasi

smorfiante.

-Senso di conquista e di dominio!

-Le lance, infine, conficcate a terra, come segno di possesso.

-Tutti segnali schianta-Fico!

-Non ho visto tanti matti tutti in una volta e da tempo immemorabile!

-È una questione di contagio.

-Da una condizione di semiprigionia vigilata, al sapore della libertà e alla dissacrazione di pseudo-valori.

-Senti, ma che cosa c’entra ‘sto Henry Purcell in tutto questo contesto o casino che dir si voglia?

-Vedi, tutta questa storia è iniziata nel trecentesimo anno dalla morte di Purcell, che avenne un giorno

prima del giorno di Santa Cecilia, e cioè il 21 Novembre 1695, essendo il giorno di Santa Cecilia il 22

Novembre..

-E che c’entra, Santa Cecilia?

-Vedi, in Inghilterra, per venti anni, a partire dal 1683, ella veniva festeggiata, nel giorno dell’anniversario,

con un grandioso concerto, dai “gentlemen lovers of music” e dai “professors and masters of arts”. Purcell,

che era celebrato come l’Orfeo Britannico, scrisse un’Ode sul giorno di Santa Cecilia, di cui hai sentito

alcuni brani. Tutto questo casino, come dici tu, risente di coincidenze, richiami e ricorrenze di tanti aspetti

che concorrono e convergono tutti, a comporsi in un’unica entità che è la storia stessa di cui siamo

protagonisti e della quale Purcell e Santa Cecilia sono due aspetti.

-È come l’universo, tutto è esploso prima e poi riconverge nell’ovetto originario.

-E brava, suggestiva cosa ancora ci proponi!

Purcell! Ha scritto anche un’opera intitolata “The Fairy Queen”, la Regina delle Fate. E io sono qui, in

presenza di tre fate che sono tutte e tre regine. Quale delle tre è la regina delle fate, se sono tutte e tre

regine e fate insieme? Ho capito, siete una trinità, forse. Quanto alle regine e alle carte, ora il problema è

un po’ più complesso, nel gioco. Ora, lanci una carta e con quale delle rimanenti due fai scopa? Oppure,

fai scopa con una, e l’altra?

-L’altra rimane sul tavolo e, poiché è l’ultima carta del mazzo, prendi anche quella!

-Già, semplice, fin troppo semplice. Ma le regine, nel mazzo, sono quattro!

-Sì, ma nel mazzo completo! Il mazzo, qui, ha solo tre carte.

-Ma prima ne aveva due e ora sono tre. Non potrebbero essere, allora, quattro?

-No! Oppure, semplicemente, non so, o forse manca la quarta, già... la Regina delle Fate!

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-E ora, abbiamo bisogno di qualche notizia particolare, di qualche dettaglio.

-E cioè?

-Mi riferisco a quegli, incontri frequenti e rituali, che vengono tenuti in quel bellissimo palazzo che, visto

dall’esterno, apparentemente non suggerisce alcunchè, se non di abbandono e rovina progressiva, ma

dentro, come tu sai, essendo tu stessa frequentatrice immancabile e inescludibile, vi è un alto valore

aggiunto, direbbero gli economisti, tutto è molto prezioso e di valore.

-Come fai a sapere queste cose?

-Per la teoria delle arguizioni.

-Non hai presente tube e bombette?

-Mantelli e mantelle?

-Frac e smoking?

-Bianchi e neri?

-Oro e azzurri?

-Maschere e mascherine?

-Rolls Roice e Limousine?

-Ma guarda che bastardi...anzi, più bastarde che bastardi!

-Per essere bastarde, siamo in tre, in questo maniero!

-Bastardi e testardi!

Rovistando alla ricerca di indizi

-E allora, che cosa volete vedere?

-Come si svolgono, diciamo, le feste.

-Feste, fasti e fate!

-Olé, ti piace la sequenza?

-Sì, è molto convincente. Mi convince al punto da mostrarvi tutto quello che vorreste. Seguitemi in

quest’altra sala.

-Più piccola e raccolta.

-Guardate! La riproduzione dello stemma del viceré Diego de Aragall. In oro, bianco e celeste. Perché?

-È molto semplice. Vedi la zampetta sollevata della gallina? La abbassi e si apre un segreto.

-Come dire: i colori non c’entrano, ma il movimento sì!

-Hai visto? Allora, non indicava una direzione, ma era soltanto una volgare levetta, quasi una lancetta

d’orologio!

-E infatti, non sai che è il gallo a dare la sveglia?

-Non è che suona pure un carillon, con musica di Purcell?

-E brava! Contiene un sacco di cosucce, vediamo!

-Album di fotografie. Ecco il luogo delle feste e i festaioli.

-Smoking neri e bianchi e uno celeste.

-Questo è della Regina degli Azzurri.

-Tutti a volto coperto.

-Benissimo.

-Sono maschere di tipo veneziano, bautte, o quelle della Sartiglia, quella che porta il cavaliere che

chiamano su Componidori.

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-Entrambe suscitano diverse sensazioni, di spietatezza mortale l’una e di ingenuo stupore l’altra ed

entrambe di mistero e di indeterminatezza...

-...una suspence protratta nel tempo che ti blocca in un’attesa di prodigi.

-Maschere, siamo al livello di un ridotto!

-Ridotto? Che vuol dire?

-Deriva dal latino “reducere”, condurre indietro, e il ridotto è un luogo dove ci si riduce, ci si reca.

-Quindi, quando si dice, “a qual punto ti sei ridotto”...

-...vuol dire, a quale basso ti sei recato, in quale fogna ti sei cacciato. Ma il mio richiamo si riferiva alle

case da gioco che introdussero i veneziani nel 1700, che fungevano da luoghi di appuntamento di gente di

ogni età. Aristocratici e patrizie solevano confondersi tra cortigiane gli uni e tra avventurieri le altre e tutti

tenevano a celare la loro identità dietro una maschera.

-Ha un senso, quindi, anche se fortuito, la presenza della bautta che, altrimenti, sarebbe, almeno in un tale

contesto, fuori luogo.

-È un’allusione che, oggettivamente, si coglie.

-Dunque...bautte bianche , nere, celesti e...indovinate un po’...

-Oro!

-Roba da eterni!

-Oh, una sala da gioco!

-Ed è molto grande, pare.

-Là se sbracano sghei!

-Che vuol dire?

-È un modo colorito per dire che girano tanti soldi, al punto che, intascandone tanti si finisce per...rompersi

le brache.

-Che razza di roba contorta!

-È commisurata ai complicati sistemi di segretezza che stiamo scoprendo.

-Non c’è altro?

-Sì, c’è altro, vi sono altre sale meravigliose che non possono essere fotografate.

-E perché? Manco dal Magno?

-No, è uno dei suoi divieti:

-Questa, poi...

-Guarda, guarda...

-Sembrano antichi documenti.

-Forse sono delle copie.

-Copie molto ben fatte.

-Devono aver avuto in prestito gli originali per un certo tempo, per riprodurli così perfettamente ad arte.

-Che roba è?

-Sono documenti che riguardano la costituzione di diverse confraternite e altre cose.

-Leggi!

-”Sumario de las indulgencias, y gracias apostolicas, concedidas, y comunicadas a la cofradia del Santo

Monte de la Piedad de Caller”.

-E poi?

-Un altro. “Libro delas constituciones della venerable Cofadria dela Santissima Virgen de la Consolacion

fundada y eregida enella villa de Musey...año 1696”.

-Trecento anni fa.

-Un anno dopo la morte di Purcell.

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-Non penso che vi sia connessione.

-Non possiamo esserne certi.

-Vai avanti!

-Questo non si legge bene. È l’atto dell’arciconfraternita del SS. Crocifisso. Eppoi, quella del SS. Crocifisso

dell’Orazione o della Morte.

-C’è anche un elenco di confraternite: confadria de Nuestra Señora de los Angeles, de las llagas de Iesu

Christo, de San Ephis ..., de Nuestra Señora de Itria, de la muerte e de san Sepulcro...e altre. In parte

esistenti e in parte abolite.

-Quante sono?

-Tante!

-E chi sa quanti adepti!

-Tanti!

-Che se ne fa di questi documenti?

-Una mania collezionista?

-Anche, forse, non so. Ma ho l’impressione che abbia un disegno, farneticante e irraggiungibile, oltreché

velleitario.

-Quale?

-Forse, l’unione di tutte le confraternite.

-E perché?

-Molti adepti in molte confraternite fanno moltissimi adepti in un’unica confraternita.

-Per che cosa?

-Molti adepti, grande sostegno, anche molto danaro. Origine di potenza. Sparpagliati e sguinzagliati

dappertutto e utili per ogni cosa e causa. Poter dire: ormai, abbiamo tutto sotto controllo!

-È un’impresa ardua e velleitaria.

-Ci sta provando con tutti i mezzi.

-E i risultati sono evidenti, per tutto ciò che abbiamo visto.

-Ma allora, lui istiga e fomenta, in quelle radunate dello Iovis dies!

-Iovis dies?

-Voi non avete mai assistito ai suoi proclami dal vivo?

-No, mai.

-E in sceneggiata?

-Non accenna esplicitamente all’unione delle confraternite.

-No, ma allude a qualcosa di identificabile nell’oggetto.

-Ora, dobbiamo prepararci tutti per la festa.

-Non è possibile. Io non posso intervenire senza l’Eterno.

-Come lo chiami scherzosamente?

-Fichetto.

-Fichetto o Ficchetto?

-Senti, il Magnifico non interverrà, io sostituirò lui.

-Non ti sarà possibile accedere, se ti riconosceranno i giannizzeri.

-Noi arriveremo mascherati e in pompa magna eppoi saremo a cavallo,

-A cavallo?!

-Sì, porteremo con noi quattro cavalli.

-Roba di grande cilindrata, quasi una limousine!

-Perchè quattro? Non bastano due?

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-No, i passeggeri sono più di quattro, anzi, per la precisione, non possono essere che otto. Quattro dame e

quattro cavalieri.

-E gli altri tre cavalieri?

-Ci aspettano al varco!

-Al varco?

-Sì, ci aspettano a qualche varco là sotto.

-Ma perché quattro cavalieri, non sono tre le dame?

- I tre cavalieri che ci aspettano hanno una “prigioniera”.

-Una prigioniera? Ma che stai architettando?

-Non è una Fata, come voi. È, come possiamo dire? È un’inviata speciale.

-Una giornalista? Qui finisce tutto a puttane!

-No, no! È una dama molto speciale, interessante, intendo, che è stata inviata per completare le quattro

coppie. Sai, il numero di mogli ammesse dalla religione mussulmana è quattro.

-Ma che cavolo vai dicendo?

-Capisco che tu voglia essere la moglie esclusiva, ma così facendo commetterei una ingiustizia enorme.

Nei miei confronti, intendo.

-Vai a farti fottere!

-No, no! La cosa è più seria di quanto tu possa credere. La teoria delle quattro mogli non è mica così

campata per aria, come si potrebbe pensare a prima vista. Una non esclude le altre, anzi sono

intercambiabili e la loro successione, ancorché frenetica, per dare la sensazione di una costante presenza

di ognuna e sostanzialmente per una persistenza che sia prova di un insieme di quattro unicità...Sì,

insomma, siete come le quattro stagioni che non sono disunibili, in quanto insieme formano l’entità

indivisibile, e consistente di parti inseparabili, che è l’anno. Capito? Le stagioni sono come consustanziali

all’anno. Ne togli una, e l’anno non è più tale. È quasi un concetto come quello di trinità. Chissà come

sarebbe contento Vivaldi!

-Vivaldi?

-Sì, the Deep Purple Man, quello delle “Quattro Stagioni”, roba da Venezia! Venezia, bautte, qualcosa in

tema con qualcosa del tema dominante:

-Sei proprio matto! Se sei capace di ripetere esattamente tutto quello che hai snocciolato, sono disposta a

crederti pure!

-Sì, ecco! La teoria delle quattro mogli non è mica così campata...

-No, basta, ci credo!

-Certo. Si potrebbe andare avanti con le metafore. Per esempio: non tanto i quattro dell’Orsa Maggiore, in

quanto l’orsa è una femmina e anche bestia, per giunta, poiché sarebbero quattro maschi a essere i mariti

di una sola moglie e allora bisognerebbe fondare una nuova religione; ma quanto, invece, quattro con

timoniere, senza nessuna allusione a timoni ma a una guida illuminata, non tanto da stelle, altrimenti

torniamo all’Orsa, che però... Senti, tutto sommato, il timone c’entra eccome!

-Vai a farti fottere! Roba da fucilazione...

-Questo linguaggio e turpiloquio, modello maschile, in bocca a voi donne, lo trovo improprio. Voi che volete

distinguervi dal maschio al quale, spesso, siete in contrapposizione, vi smentite quando adottate le loro

stesse espressioni, cioè quelle da loro coniate, ad hoc per ogni circostanza. Sarà il caso di mettere, una

buona volta, un po’ d’ordine in questo settore così importante della nostra esistenza e della società che

viene così spesso trafficato nell’intera giornata e vita di ogni individuo.

-Ma perché non c’è stato ancora un serio esame della faccenda? Per pigrizia o perché, in definitiva, è quel

linguaggio più forte e confacente e convincente?

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-Oppure, c’è un desiderio di identificazione nel maschio per poterlo, almeno per una volta, sopraffare o

trasferirgli la presunta debolezza associata alla femminilità, affinché la cosa sia più facile?

-Allora, mettiamoci un po’ di impegno e cerchiamo di confezionare le prime espressioni chiave che siano

quelle più autentiche, oppositive e alternative di quelle più frequentemente usate dal maschio e che

abbiano la stessa efficacia, aggressività persuasiva e offensività penetrante.

Sì, perché, per esempio, l’asprezza di certi vocaboli, come cazzo, cioè quelli contenenti la zeta, oppure la

parola coglione, pronunciata con forte incidenza prolungata sulla sillaba co, come quella di coccio, hanno

un forte effetto su chi la riceve.

E allora, belle ficuzze, che cosa si potrebbe dire in contrapposizione a cazzo, incazzo, incazzato pazzo e

così via?

-Boh? Per esempio: figazza, sfigazzo, sfigatata pazza...

-Banali, ma avrebbero, almeno, il conforto della zeta.

-E al posto di: ne ho i coglioni pieni?

-Ne ho la figa ributtante, anche se è un’espressione troppo aulica e, magari, pure sguaiata.

-Oppure: mi scoppiano le ovaie, che potrebbe esprimere molto bene un’ossessione.

-Oppure: mi straripa la figa o ne ho i tuorli pieni, breve elegante e anche efficace o, ancora, non rompermi i

tuorli oppure mi scoppiano i tuorli.

-Sì, la questione dei tuorli, ancorché impropria, perché i loro contenitori sono le ovaie, è accettabile,

tuttavia la brevità della parola e la presenza di quelle due vocali e della erre dà efficacia quanto la parola

cazzo, per altri versi pronunciata, anche se c’è un minore impatto: è meno granitico l’urto. In fondo, tuorlo è

quasi musicale, anche se poi la parola scoppiano ne rende più rude l’impatto.

Vedete, le espressioni finora coniate non sono mica male; abbastanza interessanti ed efficaci, direi.

Invece, direi che l’espressione vai a farti fottere è a carattere di universalità, adattabile a ogni caso, come,

del resto, figlio di puttana, che però meriterebbe di essere sostituito con figlio di magnaccia, che, pur

essendo un nome “al femminile”, ben si addice al caso.

-E l’espressione, che cazzo vuoi?, come potrebbe essere surrogata?

-Ad esempio, con, che sfiga cerchi?, che ha il vantaggio dell’allusione alla iella che è un elemento che

genera scoraggiamento e induce il destinatario dell’insulto a desistere dal portare certi attacchi.

-Sì, è un deterrente efficace, verrebbe interpretato come un potenziale lancio di malocchio.

-E, va a fan culo?

-Ah, no! Anche quello è universale, coniato con criteri di equanimità e giustizia, roba salomonica...

-O sodomonica...

-...quel che si dice una formulazione illuminata, senza propensioni e cedimenti, a tutela della pluralità delle

tendenze. Capito? Fatto per evitare i cortei di protesta.

La parola stronzo ha, poi, un carattere così universale ed espressivo che si è, invece, stranamente sentito

il bisogno di farne addirittura la riduzione al femminile.

E cosi via...Contentiamoci di queste primizie.

C’è un problema, ora!

-Quale?

-I cavalli potrebbero non passare attraverso le gallerie, perché troppo alti.

-Nessuna preoccupazione, sono pieghevoli, si accovacciano e si distendono al punto che il loro ingombro

in altezza si riduce di molto.

-E per trascinarli, così sistemati?

-Dovremo usare dei carrelli.

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-Sentite, care odalische dalle belle spaccuzze, andiamo a farci una passeggiata per il Castello, anzi,

daremo un’occhiata nel duomo.

-Vestiti così?

-Ne varrebbe la pena, per vedere lo stupore della gente e di quanto gli occhi uscirebbero dalle orbite.

- Come tanti orologi a cucù. Poi, tutte quelle palline salterebbero fuori e comincerebbero a rotolare veloci

verso di noi. Un mare di pupille che vogliono la vostra pelle!

-E noi, correndo per non esserne investiti e per non schiacciarle, altrimenti chissà quale vendemmia!

-Saremo vestiti molto semplicemente. Non dobbiamo dare nell’occhio, per stare nella metafora, per

quanto, con voi a spasso, sia una cosa piuttosto difficile da evitare. Poi, tre tutte insieme, non saranno

evitabili le distrazioni.

-Fingeremo di essere modelle di un sarto famoso.

-Vestiamoci di conseguenza.

-Prepariamoci.

-Tre tailleur leggeri, setosi e leggermente diafani. Albicocca, rosa profondo e turchino:

-Sì, a tutta trasparenza!

-Albicocca? Non dovrebbe essere bianco?

-Potrebbero scambiarla per una sposa e noi non vogliamo attirare troppi curiosi.

-Accessori nella stessa tinta, con contrasti di tono di colore e trucco analogo.

-Tu, in completo grigio fumo, con venature azzurre e bianche, panciotto azzurro brillante, con disegni in

diversi toni di grigio e venature in oro.

-Da dove si esce da questo, come dire,...bordello?

-Dalla scala principale.

-E dalla porta principale?

-No. C’è una variante di valico.

-Dobbiamo sormontare qualcosa?

-No, sbucheremo in un cortile, che poi è un chiostro e, quindi, da un’uscita laterale poco appariscente.

-Il chiostro di Santa Croce? O il cortile dell’Istituto di Architettura?

-È lo stesso. Silenzio, non devono scorgerci.

-Quante erbacce.

-E quale abbandono.

-Santa Croce a ovest e abbiamo le spade, Cattidro a sud e son le mitre, archibugi a nord, nella Cittadella

Militare e abbiamo il triangolo dei poteri. E a est chi ci sbattiamo?

-Forse il chiostro o la chiesa di San Domenico o quella di San Cesello o tutte e due insieme, tra loro

collegate.

-Perchè, poi, San Domenico? È fuori dal triangolo ed è a valle, completamente fuori dalla rocca, molto fuori

e forse anche poco coerente.

-Ma è per questo! È l’elemento non allineato, può essere l’antagonista velleitario e stravagante che rompe i

coglioni al triangolo. Extra-vagante, come una cometa che viaggia nel cosmo, passa e poi chissà quando

ripassa. Vedi, se tu cerchi di combattere il sopruso, quello cioè che, sovvertendo le leggi, tende a far

passare l’illegalità per costume consolidato, allora tu sei un ribelle o un eccentrico, E allora, si spendono i

commenti mordaci in cricche di prepotenti, improvvisate sui piazzali o nei corridoi, per avallare il

malcostume con la maldicenza sarcastica. Poi, però, se tutto a un tratto ti trovi inquisito, allora cerchi

consenso, chiamando gli scampati, invocando una sanatoria per quel che vuole essere spacciato per

legalità o, comunque, si cerca di accomunare tutti a quel malcostume, dicendo che era un fenomeno

diffuso e generalizzato.

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-Ma questa gente non capisce che il ribelle o l’eccentrico è una persona geniale, e cioè che è uno che fa

cose fuori del comune, fuori della consuetudine?

-Vedo che cominci a penetrare certe cose e a condividere certi sentimenti.

-E allora?

-E allora, non resta che fare come Mozart. Esercitare l’ingegno per batterli.

-Mozart?! E perché?

-Vedi, lui era un ribelle, non tollerava i soprusi dell’arcivescovo Colloredo, da cui dipendeva, il quale, a un

certo punto, lo fece buttare fuori a calci da un servo, e, allora, scriveva musica bellissima, spesso con

quell’altro geniale personaggio di Lorenzo da Ponte...

-Niente di meglio per far imbestialire coloro che vogliono annientarti isolandoti o confinandoti.

-Capisci? Egli portava gli attacchi in musica, sia perché era musica meravigliosa, sia perché in essa erano

appena velati gli attacchi stessi.

-E come?

-Pensa alle “Nozze di Figaro”, quando musica “Se vuol ballare, signor contino, il chitarrino le suonerò”,

oppure “se vuol venire alla mia scuola, la capriola le insegnerò”.

-Un modo come un altro di dire: ti faccio un culo così...

-Sì, quel concetto che, con un segno molto efficace, viene espresso conformando a cerchio il pollice e

l’indice delle due mani, rafforzandolo con una mossa oscillatoria corta e rapida, a mo’ di frenata brusca.

-Insomma, quindi, per battere la gente che fa solo porcherie e, in sostanza non fa niente, o facendo

porcherie cerca di procacciarsi lustro e considerazione, che altrimenti non riuscirebbe a ottenere,

menandosene addirittura vanto, basta fare cose originali che durano.

-Certo, loro passano e queste restano. La merda viene lavata dalla pioggia, il granito dura di più.

-Ma, in che modo si possono rompere i coglioni a un triangolo?

-In tanti modi. Lui rappresenta una stabilità perfetta o almeno si crede che possa averla. Ma ha delle

debolezze, è come un tavolo a tre gambe: è stabile ma non come uno a quattro.

-Che cosa gli rompe le balle?

-Se lui rimane intoccato e intoccabile, appare come un ente assoluto e inavvicinabile, con i suoi presunti

attributi di perfezione, e tanto più o peggio se equilatero: tre lati, tre angoli, tre vertici, tre mediane,

tre...tre...tre...Il triangolo della divinità, la trinità e tutte le palle di questo mondo. Ecco, non devi rompere

queste palle, questo equilibrio, questa perfezione, in verità poca e misera, se proprio dovesse essere tutto

lì.

-E allora?

-E allora, le palle gliele rompi cavandogli tutto quello che gli si può cavare, con i teoremi, per esempio. E

gliele rompi con Pitagora, Euclide e compagni. Interviene la potenza della ragione, l’elemento filosofico, a

disfare quella staticità perversa, voluta dai detentori del potere immobilizzante delle trinità geometriche fine

a sé stesse, come le frasi vacue, quelle sparate e quei luoghi comuni che non significano niente e che

vengono formulati per suscitare perplessità, sconcerto ed esitazione negli astanti e, in definitiva,

sottomissione e assenso.

-E allora?

-E allora, San Domenico, ciò che stava lì, intendo, poteva rappresentare quell’elemento di disturbo,

predicante l’onestà e richiamante a un governo illuminato.

-Ma allora, non c’è la possibilità che il triangolo si estendesse a un quadrilatero?

-Non certo con Domenico.

-E in che considerazione sarebbe tenuto un tale eccentrico?

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-In nessun modo. Come un punto eccentrico, appunto, e cioè fuori del triangolo e, in pratica, gli chiudevi le

porte in faccia.

-Le porte?

-Sì, proprio le porte, intendo le porte delle mura, non potendo accedere, quindi, al Castello e a qualsiasi

cosa vi fosse di interessante per lui.

-Però, da un punto esterno, tu puoi mandargli dei “dardi”, delle rette, lo puoi imbrigliare...

-In pratica, puoi assediarlo, ma non era quello il caso e l’attaccante più confacente e appropriato.

-Ma allora, non esisteva e non esiste l’interlocutore?

-Ma c’è anche l’altro punto esterno, completamente esterno: è San Michele! Quello sì che è un punto da

dove potevano partire gli strali e le rette verso il triangolo. Sono partiti anche in quel sogno e hanno

combinato un fracasso!

-Quale sogno?

-Tu non c’eri. Il legame può essere con Santa Croce da cui, probabilmente, è stato emanato.

-E il quinto punto cardinale, il culo della faccenda, qual’è?

-La Torre del Leone, o dell’Aquila, forse, e lo vedremo.

-Andiamo verso il sole della piazza.

-Che cielo sereno!

-Roba da Tiepolo?

-No, sereno-trascendenza, senza nubi.

-Quasi una previsione meteorologica.

-Cominciano ad avvicinarsi i curiosi!

Nel Duomo

-Siamo dentro.

-Procediamo verso l’altare maggiore.

-Saliamo i gradini

-Oh! Sentite, attacca l’organo! Johan Sebastian Bach, Concerto BWV 594, primo tempo, allegro.

-Sfilata di moda nel nome di Bach!

-Incedere solenne sulla scala!

-Varianti con giri di ballo!

-Forse, l’organista ci ha scorto!

-Da qui osserviamo quasi tutto.

-E siamo pure osservati.

-Si illuminano fortemente tutte le volte e ogni angolo della chiesa!

-L’organista sta dirigendo la messinscena.

-Guardate, in fondo, sopra il portone centrale di ingresso, sta scritto: In Honorem Beatae Caeciliae Virginis

et Martiris. Le connessioni e le ricorrenze si moltiplicano.

-Ma tutto il duomo parla di questa santa cui è dedicato. Guarda, l’altare in argento dove ella è raffigurata,

nel paliotto.

-E sulla volta del coro, la Gloria!

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Antonio Caboni. “La Gloria di Santa Cecilia”, (1841), Volta della Cattedrale, Cagliari.

Purcell a parte, c’è un qualche collegamento tra ciò che si manifesta

è tale che gli accordi d’intreccio esigono e

uonerò quella musica perché richiami la Cattedra; tu

ossario

ntelligente, ha capito la nostra provocazione e, forse, è andato oltre.

ma penso che egli sappia molte cose su di noi.

ancora una cappella a lei dedicata, con un dipinto che la raffigura con il suo sposo Valeriano e

appena sposato e, poi, l’abbiano fatto fuori...

ne, poi, la patrona della musica.

-Ricordate? L’Ode di Santa Cecilia, quella musica che ha annunciato la magnificenza di Biancafata?

Perché proprio quella musica? Henry

in certi luoghi e ciò che risiede e permane qui dentro ed

implicano simbologie di richiamo, musica-pittura, evocazione-dedicazione.

-Cioè?

-I rapporti sono tali che hanno bisogno di essere suggellati e coltivati con simbolismi e manifestazioni che

richiamino la solidità di accordi sussistenti: io s

suonerai Purcell, “Il Funerale della Regina Mary”, perché richiami la cripta della Cattedra o il F

delle vie traverse.

-E Bach, che c’entra?

-Quell’organista è i

-Oltre dove?

-Lui sa molto di più di quel che noi non sappiamo egli sappia.

-Questa è bella! Come dire, non so chi sia lui,

-Quasi. Scendiamo!

-Guarda,

con l’angelo che li incorona con due serti.

-Ma, se aveva uno sposo, come faceva a essere vergine?

-Boh?

-A meno che non fosse promesso sposo o

-...o fatta fuori lei.

-Se è martire...

-Sciocco ignorante, ma ci sei andato vicino!

-Tu conosci la storia, Biancafata?

-Cecilia, con l’aiuto di Sant’Urbano, convertì il marito Valeriano al cristianesimo e visse insieme con lui in

castità.

-All’anima! E poi?

-La leggenda racconta che, durante la persecuzione iniziata da Marco Aurelio, fu rinchiusa dai soldati nel

calidarium del bagno della sua casa in Trastevere per soffocarla con i vapori caldi...

-Ma...

-Resistette per tre giorni cantando gli inni per i quali diven

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-E come andò a finire la faccenda?

ulteriormente l’esecuzione. La

così ed ella sopravvisse ancora tre giorni e poi morì, il 22 novembre dell’anno 230.

ssere interessante sapere che cosa scrisse.

arda...Il Santo Michele che stermina gli angeli ribelli!

a un fulmine che brandisce con la destra.

a guarda un po’, quasi come in quel sogno! E ritornano le coincidenze!

l sogno non era il mio...Il Santo Miché era anche qui dentro! Con quegli angeli, oramai cornuti, che

una scena buffa, con il Miché in posa poco attendibile e

arbre! Ma allora, anche qui abbiamo una imposizione tangibile di

sta

abarde e ogni accessorio d’epoca...

io tieni? Chi ti ha istruito, per esprimerti come un volgare vigile del traffico? Il posto

tali che queste espressioni profferite dalla tua

o il loro dovere. Voi avete tralasciato di annunciarmi, in quanto

el Magnifico dell’Eterno!

e seguito di Dame e Cavalieri!

le dame del Magnifico e ai loro Cavalieri!»

me et cetera... Così va bene.

trebbero insospettirsi e rischiamo di farci scoprire.

-Tentarono,quindi, di decapitarla ma per tre volte resistette ai colpi.

-E allora?

-In una tale circostanza, la legge romana impediva di proseguire

abbandonarono

-C’è ancora qualcosaltro da aggiungere?

-Una curiosità: il Marchese de Sade, durante il suo soggiorno a Roma nel 1775, affidò al suo diario di

viaggio le sue impressioni sulla storia di Cecilia.

-Chi l’avrebbe mai detto...

-Potrebbe e

-Andiamo.

-E questo, che cos’è? Guarda, gu

-H

-M

-Quale sogno?

-I

precipitano a fondo in su. Tutto sommato, è

piuttosto retorica. Un bel pastiche de m

simboli e figure che richiamano la statuizione di patti e accordi tra i poteri che sono in causa in que

faccenda.

-E nei vari pantheon, sono presenti circostanze iconografiche e rituali che alludano al Michele?

-Da qualche parte le troveremo!

Sotto il Palazzo

-Attenti, stiamo per imbatterci nei giannizzeri!

-Ma guardali, energumeni in costume!

-In costume e con armatura! Guarda, guarda...Archibugi, spade, al

-«Alt, stop

-Che razza di linguagg

in cui ti trovi e la statura delle persone che apostrofi sono

bocca mal si addicono alle nostre auguste orecchie!

-«Chi siete?»

-Che insolente! Non hai occhi per vedere e mente per riconoscere chi precediamo?

-Lasciate! Linguaggio a parte, costoro fann

distolti dalle espressioni poco appropriate di costoro.

-Annunciamo l’arrivo d

-Lode a lui e onore al suo venerabil

-Evviva!

-«Lode al Magnifico!»

-Ecco, finalmente, delle espressioni confacenti e adeguate!

-«Onore al

-Onore alle Da

-Non farti sentire con tali espressioni, po

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-«Magnifico, in quale sala volete ritirarvi?»

-In quella più grande...per aver modo di esercitare i cavalli del mio seguito. Oggi, dovrà svolgersi il Palio

Allora..., la Sala di San Marco!»

ì, in effetti è la più grande, mentre la seconda...

a, è la Sala delle Gondole, mentre la terza è quella dei Vetri.»

ravo, è importante conoscere queste cose. Ecco, vedete, siamo riusciti a farcele dire da loro, senza

trate. Riveriamo il Magnifico e il suo seguito!»

nto.

di San Marco

ione, in scala ridotta, di quelle della Basilica di San Marco a Venezia. Che c’entra

essere qualcosa di più profondo.

arà per il Tiepolo? Il Ritratto di donna con domino e tricorno.

-Tricorno?

-Domino?

-Sì, il tricorno è un cappello a tre punte e il domino è una cappa con cappuccio, specialmente in seta, di

colore nero, che si indossava a carnevale. È il francese domino, che indicava una veste ecclesiastica con

cappuccio. Si riteneva che il termine derivasse dall’espressione Benedicamus domino, che significa

Benediciamo il Signore.

-E il gioco del domino che c’entra con tutto ciò?

-C’entra, c’entra...Il rovescio dei pezzi del domino ha lo stesso colore nero della veste che porta lo stesso

nome.

della Pianeta Aurea!

-S

-«La seconda, in grandezz

-B

problemi.

-«Seguiteci!»

-Andiamo, con tutto il nostro convoglio.

-«Ecco, en

-Riposo, riposo...

-Non fare il fesso, rischiamo lo sputtaname

Nella Sala

-Eccoci.

-Che magnificenza stupefacente!

-Le volte sono la riproduz

Venezia?

-Sarà per il casinò?

-Ci deve

-S

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Gianbattista Tiepolo: Ritratto di giovane donna con domino e tricorno. The

ro, reale e trascendente...I segni bianchi dei numeri disposti in diagonale

...Però manca il salto e mancano i cavalli...

n trance?

ico comando?

alla purezza di queste forme sferiche...interconnesse.

lore dell’oro sull’intera sala, viene come mitigato dalla particolarità

to, quasi sospeso, su questo colonnato perimetrale quadrato...

e colonne, distanziate dalle pareti e poggianti su un pavimento bianchissimo, come le

lori delle cupole.

an Marco vi è una cappella in cui, un tempo, trovava ospitalità la

li?

sto rompiscatole!

sti richiami veneziani in queste sale?

.

ando al maniacale!

National Gallery, Washington.

Anche lì, vedete, bianco e ne

come nella scacchiera...Accosti i pezzi di dritto e di sbieco

-Stai parlando come i

-Sarà che vogliono prendere come modello simbolico e ideologico la potenza della Serenissima, sui mari e

sulla terra?

-Un’idea di dominio, di riunione sotto un un

-Domino e dominio...

-L’unificazione di tutte le confraternite?

-Per certo o forse, non sappiamo. Ma, ora, osserviamo questo splendore!

-Prevalente presenza di oro...Le cinque cupole e tutto questo ritmo di bagliori...

-...scandito d

-Il rischio di una certa oppressione del co

che questo universo-firmamento è libra

-...fatto di esilissim

pareti e le colonne stesse...

-...che le riflette, come farebbe una laguna o uno stagno...

-...tingendosi d’oro e degli altri co

-Sarà perché nella Basilica di S

confraternita, per soli uomini, detta dei Masco

-Non corriamo troppo di fantasia!

-Il dominio dei masculi sulle femmule!

-Fermatemi ‘

-Perché, allora, que

-Perché sono belli..

-Oppure, hanno intessuto una corrispondenza tra il quartiere del Castello e il sestiere omonimo di Venezia.

-Aih, aih! Stiamo and

-Anche lì c’è l’Arsenale, come da noi, e...

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Page 98: MISTERO MEDIEVALE - LIONBOR · -Porca miseria, gli angeli stanno in cielo! ... Il Santo Michè, all’epoca, fa strage di preti corrotti e lo scriba è costretto a far sparire le

-...e poi c’è il Campo della Confraternita...

-...e il Leone di San Marco e la nostra Porta dei Leoni, da cui si accede al Castello...

rre della Leona! Il leone e la leona...un matrimonio!

connessioni e

o di corrispondenze?

ando in un Mistero Medievale.

ogno, in una notte.

il Sogno...

mer Night’s Dream”, Sogno di una notte di mezza estate.

entata da questo personaggio e debbo

o spesso, in maniere e atteggiamenti piuttosto buffi. Per stare nel nostro

Michele ha tutta l’aria di eseguire

emonio rachitichello che egli sovrasta con la sua lancia,

, così come, altrettanto frequentemente, con la spada. In un altro caso, ma

quando si stura la colonna

,

tutta la dignità che, allora, gli competeva.

andare a Lorenzo Lotto per vederlo descritto con le sue fattezze da angelo. Ma anche

ediamo il suo splendore. È piuttosto un giovincello impaurito che precipita sospinto da Michele

bastonate.

moci impazzire, se c’è connessione verrà fuori!

-...e il bastione e la to

-E c’è qualcos’altro di apprezzabile sul piano della stravaganza e delle disinvolte

congetture?

-Che io sappia...c’è il Campo San Lio...

-Lio?! Questo nome non mi è nuovo...

-Tagliamo corto!

-E Purcell? Che ruolo fondamentale gioca, alla fine, in tutto questo univers

-Purcell sta a Vivaldi, come Santa Cecilia sta a San Marco?

-E San Marco sta a Cattedrale?

-Su questo, non c’è quasi dubbio!

-Ma perché Vivaldi e San Marco e non altri?

-Perché nell’opera di Purcell “The Fairy Queen”, ci sono le quattro Stagioni, così come esse vi sono nel

“Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione” di Vivaldi.

-Tutto qua?

-Forse non basta?

-Mi aspetto di più.

-E oltre le quattro Stagioni, ci sono, nel resto dell’opera, quattro figure allegoriche: la Notte, il Mistero, il

Segreto e il Sonno.

-Sono le corrispondenti delle quattro Stagioni?

-Boh! Vediamo. Sul Mistero non ci sono dubbi: stiamo navig

-Il Segreto, pure, non ci piove, ce n’è tutta una serie.

-La Notte, il Sonno?

-Non possiamo dire altro, per ora, se non che c’è stato un sonno e un s

-La Notte, il Sonno e

-”La Regina delle Fate” è una libera adattazione, fatta da un anonimo soggettista, del testo di Shakespeare

“A Midsum

-Dove vogliamo arrivare?

-E San Michele? In che rapporto sta con Santa Cecilia e con San Marco?

-San Michele Arcangelo! La nostra iconografia è abbastanza frequ

dire che è rappresentato, molt

ambito, in un dipinto conservato nella nostra Pinacoteca Nazionale, il

un colpo eccentrico al biliardo, su quel bistrattato d

con cui spesso è raffigurato

questo è in un retablo che non sta nella nostra città, sembra che...Hai mai visto

montante di un cesso? Ecco sembra che faccia quello, con la sua solita lancia e sul solito povero diavolo

sempre striminzito e rachitico. Eppoi, il massimo dell’abilità, tiene anche una bilancia con l’altra mano.

-Perché sempre quel rachitichello? In fondo era Lucifero, con

-Eh, già! Dobbiamo

lì, non ne v

che con la sua spada sembra volerlo prendere a

-Non faccia

-Titania, la Regina delle Fate! Manca Titania all’appello, la Serenissima!

-Non farti illusioni.

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-Ti manca un elemento importante da inserire nel puzzle, non è vero?

-Purcell and puzzle!

-Devi controllare la sua biografia e i titoli di tutte le sue opere. Forse questo ti potrà suggerire una pista da

a aurea...Quest’ultima non la conosco.

a si collega?

sa?

ph Haydn, detta dell’Orologio?

cose molto distanti. Se c’è una connessione, deve esserci con le solite cose già viste.

cifre-chiave ci hanno aperto la Sala degli Azzurri, così, può darsi che questa sonata sia la

edere a qualcosa di molto importante.

se digitassimo al telefono il numero dell’ora esatta, potremmo ottenere che

io.

161, senti l’ora esatta al telefono e basta.

e: digiti le cifre di O-R-A, e cioè, 13-16-1.

? E sono precedute dal numero 13, il numero della fortuna,

è

gono, che rappresenta la fortezza, il

oli, quattro lati e

rlare.

una grossa sparata. Ma ne ho fatte tante finora, che se,

c’è ancora un conto in sospeso tra Purcell e noi: non dimentichiamo “The Fairy Queen”, la

seguire.

-Venite, controlliamo nell’enciclopedia della musica.

-Guarda, guarda! Ha composto “The Golden Sonata”, la Sonata Aurea!

-L’oro è un elemento dominante da queste parti e in questa storia.

-Geld und Gold, danaro e oro!

-Già. La sezione aurea, la sonat

-Che cosa può svelare? Con che cos

-E l’ora, c’entra anch’es

-L’ora della pendola? La sinfonia di Franz Jose

-Mi sembrano due

-Come le

musica-chiave per acc

-Alla Serenissima?

-E allora?

-Noi abbiamo digitato al telefono le cifre-chiave!

-E allora?

-E allora, per esempio e forse,

suoni la sinfonia dell’Orolog

-Supposto che esista questa corrispondenza, che numero dovresti digitare per sentire la Golden Sonata?

-Scusate, se digiti il

-E allora?

-E allora, è molto più semplic

-E vedi che le ultime tre cifre fanno 161

composto da 1 e 3. Il numero 1 rappresenta l’assoluto, la potenza, il dominatore, il Magnifico; il numero 3

il numero della perfezione. Sommando 1 e 3, ottieni il 4, numero tetra

presidio, l’equidistanza, e quindi la mediazione, il quadrato, quattro vertici e quattro ang

quattro semi-diagonali uguali...

-Quattro stagioni, quattro allegorie...

-Dovresti fare il mago.

-E per la Golden? Dovresti digitare tante cifre?

-È un problema!

-Sapete?

-Aiuto, una sparata?

-Lascialo pa

-No, ha ragione, sto per fare una sparata, forse

ogni volta, mi fossi frenato, dopo averle pensate, non sarei giunto a questo punto!

-E spara, allora, archibugio!

-Che ne sai tu dell’archibugio?

-Noi siamo fate e tu lo sai!

-E, a proposito,

Regina delle Fate.

-E allora?

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-Dobbiamo ancora trovarla!

-Ci sono da controllare ancora tante cose.

-Certo, dobbiamo analizzare il testo di questa opera, perché ci possa dare qualche nuovo suggerimento.

ara di buono il signore?

occiolo dalla strozza!

i suggerisce, per assonanza, le gondole.

entare! La Sala delle Gondole, di cui sappiamo già il nome

dove dovremo

tto le volte auree di San Marco?

go, quando con la fantasia si rischia di uscir fuori per la tangente!

rdiamoci della “Regina delle fate”!

, poi, che la Sala dei Vetri e, forse, sarà solo lì che si troverà la connessione.

tto una dissertazione sulla quadratura...

re che c’è una corrispondenza con Venezia, così come il cerchio con il

e un ruolo occasionale.

i là?

enni qui.

ove tira a parare?

del genere oppure è un avvenimento ricorrente.

alio, con questi cavalli?

o sono soltanto quattro, due bianchi

varne di più nella scacchiera?

-Che ne so! Io non ho partecipato ai giochi!

-Ma torniamo alla tua sparata. Che cosa ci sp

-Bah, mi rendo conto che è una mezza stronzata, ma non posso tenermela nella strozza.

-Stronza e strozza, sarà una mezza strozzata!

-Strozza, bel termine, molto efficace!

-E sputa il n

-Ecco, Golden m

-Meno male che non sono le vongole!

-La Golden...e le gondole...Ma guarda un po’!

-Eh, ce n’è voluto!

-Tutto qui?

-Ci aspettavamo qualcosa di più sconvolgente!

-Beh, la cosa non è così menata per aria. Elem

ma che non abbiamo visto.

-E quindi, la Sala di San Marco è il Golden, la sala dell’oro, e la Sala delle Gondole è quella

armeggiare per poi andare ad ascoltare la Golden Sonata di nuovo nella Sala di San Marco.

-Allucinante...

-Dovremo armeggiare od ormeggiare?

-Stiamo ancora giocando con le assonanze?

-Tutto è lecito, ormai, e in questo caso mi sembra perfettamente pertinente.

-Quindi, ormeggia la gondola e sentirai la Golden so

-Boh?

-Ormeggio la Golden e sbarco a San Marco!

-Lo scioglilingua suo è d’obbli

-No, no! Andiamo spediti per questa direzione e, poi, rico

-Beh, non resta altro

-Tuttavia...

-Tuttavia cosa?

-Non mi quadra ancora la storia di Venezia.

-Tu ci hai già fa

-Spero che non voglia insinua

quadrato.

-Ma se non quadra, vuol dire che Venezia non ha ch

-Saremo, prima o poi, costretti a trasferirc

-Per ora, contentiamoci di rimanere ind

-Senti un po’, quella storia del Palio, di cui hai accennato ai giannizzeri, d

-Ho fatto solo una buttade. Loro non hanno fatto una piega, non un cenno di stupore o di perplessità.

Segno che ci deve essere stato qualche precedente

-Spiegami un po', però: faresti un P

-Beh, intanto non mi sentirei obbligato a mantenere la promessa, anche perché nessuno è informato di ciò.

Poi, spazio per correre molti cavalli non ne esiste. I cavalli che abbiam

e due neri. Volevi tro

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-Non avrai pensato che si trattasse di cavalli di una speciale scuderia molto fornita?

-Avrei preferito delle Ferrari!

-Troveremo qualcosa di simile nella Sala delle Gondole!

-Sì, roba da sprint!

-Comunque, qualora facessimo il Palio, sarebbe a più riprese: una specie di torneo eliminatorio.

ere quella

lo l’unione auspicata di tutte le confraternite!

sfascio e la rissa riporterebbero tutto allo stato primitivo e cioè alla normalità,

rebbe l’Asso Pigliainculo!

iamo a saperne di più e, poi, con l’azione combinata, qui e nella sala dello

rodurremo quello scompiglio riproduttore della normalità.

cerca di creare un nuovo universo da una molteplicità di mondi, cioè cerca di

di realizzare un ordine perfetto e ubbidiente...

ipristinare un disordine che diventa sinonimo di armonia.

oduce l’inizio di altre aggregazioni.

di nulla!

un unico potere immobilizzante e, poi...

do esplode tutta l’energia liberatoria, si forma la presunta armonia dell’universo...

fa sul dispotismo del buco nero!

o il concetto, un po’ a ciascuno,...democraticamente. Certo è che, se

utte queste cose, ci sarebbe da arrossire per un mese!

se fosse a chi la sballa più grossa...Ma tu avresti mai pensato che ci saremmo trovati

e neri, col problema del salto sbieco e della trascendenza

e, appunto, siamo qui. Occorre procedere. Prossima

arrendendo...

.

uova idea?

zo, la Regina di Denari!

-Suona la Golden e sbuca Dorafata!

-E i nomi delle contrade?

-Quelli debbono essere proposti, obbligatoriamente, al momento! Una potrebbe ess

dell’Ochetta...

-Una dell’Orologio o dell’Ora...

-E dell’Oro...

-Eppoi, Santa Cecilia, San Michele, Golden Fairy...

-E quelle con i nomi delle confraternite...

-Già, allora, con quelle, botte da orbi!

-Sì, così andrebbe a fan cu

-Certo! Paradossalmente, lo

ognuno al posto suo e a fan culo l’Asso Pigliatutto.

-Divente

-Quindi, forse ci siamo. Riusc

Iovis Dies, p

-Dal caos, l’ordine.

-Insomma, quel Fico-Matto

aggregare immaginando

-...e tu, con azioni scompiglianti, cerchi di r

-Anche l’universo, nel momento in cui si disaggrega, pr

-Sì, quando tutto è aggregato, non ve

-Tutto è sotto

-...e poi, quan

-...la democrazia della materia...

-...che trion

-Meno male che vi siete divis

dovessimo risentirci, dicendo t

-Sì, sembra come

qui, con questi cavalli tecnologici bianchi

attraverso l’immaginario?

-Come? Che farneticanze!

-Uh! Diamoci una calmata e non dimentichiamo ch

mossa!

-Ecco, vi state

-Non direi.

-Mi riferisco alla Regina delle Fate

-Hai qualche n

-Era troppo tempo zitto!

-Sì, Titania è il Golden, la Regina d’Oro...

-Già, la quarta regina del maz

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-O Fatadoro!

-Goldenfairy!

cipale delle quattro allegorie?

istero.

il Sonno.

no?

ina Mary!

ando i campioni delle minchiate!

ro è il Mistero. Ma allora, Fatazzurra è il Segreto. L’azzurro è il colore del Segreto, come

iancafata e Fatarosa sono le altre due!

vicine tra loro, lo erano e lo sono come il Sonno e il Sogno che, se non

e della notte...

iamo essere soltanto la Primavera...

sono d’accordo in pieno! Avete i colori della primavera e dell’estate! Ecco, Sogno di una

! Siete il mio sogno di mezz’estate!

estate...

. L’invidia consuma!

aremmo invidiosi perché dobbiamo sostenere e aspettare uno che si fa li cazzi propri,

no io, aspetta pazientemente il tuo turno della fortuna.

Invece di fantasticare, entriamo nella Sala delle Gondole.

zeri.

-Lei coincide con la prin

-E quale?

-Beh, la principale è il Mistero!

-Con lei scoviamo il mistero?

-Quale mistero?

-Se è un mistero, non puoi chiedere quale.

-Scova il Segreto e arrivi al M

-Devi passare per la Notte e

-La Notte coincide con le tenebre che conserva

-Già, forse.

-E il Sonno?

- Beh, è facile questo! Il Sonno eterno...

-Il Funerale della Reg

-La Regina?

-Il Mistero è la Regina d’Oro!

-Certo che stiamo divent

-Ma è tutto così seducente...

-La Regina d’O

dicemmo.

-Diceste chi, quando?

-Tu non c’eri!

-E quindi, B

-Già e siccome erano molto

bastasse, si addicono alla Notte.

-Ma che dite, noi non abbiamo affatto il color

-...e nemmeno del Sonno...

-E che colore ha il Sonno?

-Noi poss

-...e l’Estate.

-Su questa scelta,

Notte d’Estate

-O dell’intera

-Sempre velenoso

-Sì, noi s

fottendosene degli altri!

-Caro mio, l’eletto, in questo momento, so

-Eletto, a letto!

-Ecco, l’Arciere di Fuoco con le sue scoccate!

-E tu, esperto di faretre...

-Ma che aspettiamo?

-Da dove?

-Chiediamolo ai gianniz

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-No, ci deve essere un passaggio particolare e riservato che essi sanno che noi dobbiamo conoscere. Se

no.

uesta volta non ci sono state difficoltà.

azione subacquea...

co... i colori delle Fate!

l gruppo delle campane di San Marco!...

.

e!

mo un po’.

n?

d’oro!

campana d’oro ed emette suoni d’oro.

ampana suona...

ull’acqua.

ultimo atto...

gnitudine e possanza.

ì, con tutta l’alta definizione delle forme di cui era maestro!

-”Giunone che versa i suoi doni a Venezia”!

esti di veli di trame d’oro...

-...e cimiero d’oro con chiom

ltro che Giunone! Questa è Venere!

glielo domandassimo, si insospettirebbero.

-Beh, siamo qui, guardiamoci intor

-Eccolo, è una semplice porta, anche se dorata. Q

-Strano!

-È chiusa a chiave.

-C’è una tastiera.

-Digita!

-Che cosa?

-Prova: 13-16-1.

-Si apre!

-C’è una grande piscina...

-Che magica illumin

-Con tutti quei toni di azzurro, oro, rosa e bian

-Guardate, la riproduzione de

-Sopra un ponte d’oro...

-...alla veneziana...

-Sono completamente d’oro!

-Facciamole suonare

-No, non tocchiamol

-Perché?

-Abbiamo già digitato il numero-chiave. Aspettia

-Vuoi dire che è un gran carillo

-No, bisogna salire sul ponte e fare un rintocco...

-E come lo sai?

-...e, poi, vanno da sole.

-Che deliziosi suoni.

-La sonata delle campane

-Doppiamente, suoni la

-Suoni le golden e suona la golden.

-E, come la c

-...appare la gondola s

-E chi c’è dentro?

-Non può esserci che Goldenfairy, Fatadoro.

-Nel trionfo delle note d’oro.

-Ecco ora, la musica di Fairy Queen, atto quarto...

-Siamo, quindi, al pen

-Eccola, si distende in piedi, in tutta la sua ma

-Roba da Tiepolo...

-...o da Veronese.

-S

-V

a d’oro, quasi una corona.

-A

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-E senti, che musica seducente e che melodia cantata da soavissima voce.

polo...

Henry.

ggio invadente chiamato Henry...

ante che essa produce.

oba da Tiepolo!

usica per creare una intensa atmosfera.

calici a complicare le cose?

-Ti rapisce e ti trasporta in alto...

-Tra le nubi del Tie

-Nella trascendenza...

-Ma questa è l’aria cantata, proprio da Venere, nel “King Arthur”!

-Di Purcell?

-Sì, del solito

-Un persona

-Aria, è il termine giusto per questo effetto sublim

-Ti trasporta sulle nubi. R

-È una musica che invade, una delle più belle melodie da lui scritte e mai scritte.

- E che c’entra Artù?

-Non ci metteranno in mezzo il Sacro Graal?

-Non credo. È solo una m

-Non bastasse la pianeta aurea, non si metteranno anche i

Paolo Veronese. ”Giunone versa i suoi doni a Venez

ia”

royes nel Perceval, Giuseppe di Arimatea, dopo

il sangue di Cristo in una teca, il Santo Graal appunto, e lo avrebbe

rancia.

-Ci manca la Tavola Rotonda, poi!

-Che era il Graal?

-Secondo la tradizione medievale seguita da Chrétien de T

la crocifissione, avrebbe raccolto

trasportato, in seguito, in F

-Addirittura!

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-Chi siete?

-Oh! Si è manifestata, finalmente! Non lo vedi?

ifico di zecca! Hai proprio az-zecca-to! Il mio predecessore è stato

di Purcell e sotto gli auspici dei Santi Michele, Marco e Cecilia e di tutto il resto, fate o

odoro.

re poteri passando sopra ogni cosa, allo stesso modo a

l’aspetti”?

o le tre tue fate. E tu, sei la loro regina?

nsiderata regina.

oco proponi di fare?

metafore, costumi...c’è un

to per condurre una regia su un tema appropriato. Potrebbe essere il gioco del Palio,

ie care regine, fate e consorti. E vieni anche tu.

dovremmo fare il bagno? Che bel modo di escluderci.

a una specie di magma di cristallo colorato, molto particolarmente modellato

n complicato labirinto.

unirci insieme

oro?! Chi ha fatto l’uovo? Della gallina d’oro? Il solito galletto d’Aragall?

-Sei il nuovo Magnifico?

-Sì, sono il nuovo Magnifico! Magn

destituito, per volere

regine comprese, che, ti assicuro, non è cosa da poco! Il mio nome è, ora, Golden Magnificent o,

abbreviato, Magn

-Che buffo, sembra la marca di un panettone! Come mai?

-Perché, così come uno si arroga il diritto di acquisi

un altro è concesso, con gli stessi metodi, di toglierglieli.

-La legge del “chi la fa

-Qualcosa del genere.

-Stai scherzando?

-Nella stessa misura che tutta questa storia è paragonabile a uno scherzo. E tu, sei scherzosa?

-Io sono ridente come il sole!

-E anche splendente...

-E sfolgorante...

-...seducente...

-...soggiogante!

-Hai sentito? Queste son

-Ognuna di noi può essere co

-Infatti, siete le quattro regine del mazzo di carte più prezioso del mondo. Ora, esso è, finalmente,

completo.

-E quale gi

-C’è l’imbarazzo della scelta. Ci sono scenari, personaggi, allusioni, allegorie,

grande appara

potreste essere in palio...

-Venite, m

-E noi?

-Voi attendete qui, potete fare il bagno in piscina, se volete.

-Il bagno? Noi

-Di liquidarci...

-Dove vuoi portarmi?

-Seguimi, faremo un gioco.

-Un gioco? Di nuovo? E dove?

Nel labirinto di cristallo

-Vi è qui una sala, occupata d

per formare u

-La Sala dei Vetri?

-Così la chiamano. Noi regine ci disperdiamo lì dentro e tu dovrai ritrovarci, una per una, e ri

nel guscio d’oro.

-Nel guscio d’

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-Non allarmarti, non vi è niente di cui insospettirsi.

enti! Che diavolo c’entra il

e Lucifero? E io dovrei fare la parte del secondo?

uo nome folgorante di luce. Eppoi,

distrutto. Egli si ribella, invenzione fin troppo facile e scontata, e quello gli manda Michele, per

rea quello, e finisce

un vizio di fondo. Poi, il primo paga subito e il conto

vece, la dura a lungo e non finisce mai.

e all’invenzione di storie di proibizioni e di trasgressioni, per farne

ioni devastanti, al punto da generare sensi di colpa e condizionamenti tali da poter essere

intera.

una bella rivincita, a meno che...

he?

he non ci fosse stata un’informazione sbagliata, strumentale...falsa, insomma.

ello Michele-Lucifero vinse Lucifero e poi, per nascondere la brutta figura del superagnolo,

, Titania, Goldenfairy e Lucifero...

io? Che si associa a Fatadoro?

iorgio e il Drago. ‘Sto drago è fisso!

lche Michele?

ia di fondare cose segrete per combattere fantasmi o conquistare cose inesistenti...

efinito, che dovrebbe venire alla fine dei tempi.

di fornire predizioni.

pprossimazione di qualche ora, soltanto.

to un dolce e ansioso cercare.

lcemente incurvate e tortuose, con anse e cavità molto anatomiche.

-Un labirinto! Masse semitrasparenti, ombre che intravedi guizzanti e sfugg

labirinto? Il Diavolo?

Non è che si prepara lo scontro simulato tra Michele

Lucifero... Fa pensare a qualcosa di maestosamente prodigioso, con il s

lo hanno

spedirlo all’inferno! Ma solo roba imperfetta crea costui? Sembra un vizio costitutivo. C

all’inferno, crea quell’altro e finisce male pure lui. C’è

pare chiuso e al caldo; l’altro, in

-C’era negli antichi una strana vocazion

seguire ritors

gestiti a fini di dominio.

-Sì, sono storie strumentali.

Per caso, sono andato a curiosare in una enciclopedia. E sapete che cosa ho constatato? Al Michele era

dedicato un modesto tassello all’interno di una pagina e a Lucifero più di una

-E allora?

-Beh, per uno che fu liquidato in malo modo, è

-A meno c

-A meno c

-E cioè?

-E cioè, nel du

fu fornito un comunicato stampa completamente opposto alla verità e...

-E Lucifero?

-E Lucifero fu ugualmente spedito...all’Inferno dalle alte sfere.

-Smettila con le solite fantasie mischiate alle frottole esistenti e di per sé bastevoli.

-Lucifero, è anche il nome del pianeta Venere, quando si vede prima del sorgere del sole.

-Il più bello degli angeli viene associato alla più bella delle donne: Venere

Lucifero sono

-Nell’Apocalisse si riferisce della lotta di Michele contro il Dragone, Lucifero.

-L’iconografia...San G

-E io dovrei imbattermi in qua

-I Cavalieri dell’Apocalisse...

-Chi erano?

-Una società segreta, fondata a Roma nel 1693, per combattere l’Anticristo.

-La man

-Tutte date intorno a quella della morte di Purcell!

-È una fissa!

-E ‘sto Anticristo chi era?

-Un personaggio, non meglio d

-Ah! Un modo molto preciso

-Sì, con un’a

-Ora vieni, non preoccuparti! Sarà soltan

-Dolce?

-Le pareti sono do

-Ah, ecco perché ansioso. Non è molto confortante.

106

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-Che cosa vorresti, altrimenti?

è più semplice che doverti sconvolgere inseguendovi?

convolgerti?

pre affannante! Ma poi, perché cercare per ritrovarsi, quando siamo già insieme?

i già sapere che certe cose hanno le loro difficoltà per ottenerle.

la sai!

ma, anche se molto seducente, non hai azzeccato.

allora, se vorrai che te lo riveli, dovrai penare nel labirinto!

e entrate? Quella non è una porta ma è

a disposta su una parete verticale.

si insinua. Ehi! Dove siete? Siete talmente guizzanti che sembra che qualcosa vi

.

ate nelle anse!

glio di cristallo in cui scorgi tanti passaggi più o meno angusti, incurvati; fori, condotti

che formano vortici o che si rialzano come flutti che

cciosa. È pieno di incavi, cucce e alcove, quasi di

e sembrava...Se è tutto così, non sarà facile...I passaggi sono angusti

entarti!

dell’uovo d’oro!

a non c’entra!

re Fate!

-Perché non entriamo tenuti per mano?

-Hai paura?

-No, ma non

-Sei a questo punto, da s

-Un inseguimento è sem

-Tu dovrest

-E tu che ne sai?

-Noi siamo quattro, ma siamo una cosa sola.

-L’anno?

-L’anno?!

-Ah, questa non

-La so, cosa?

-Tu dici che sai, perché sei una cosa sola con loro e non sai delle Quattro Stagioni e dell’anno?

-Alludi alla Primavera del Botticelli?

-Non è del tutto fuori tema

-Tu credi che non lo sappia? Bene,

-Accidenti, bella vendetta! Permalosa e scorbutica! Ma da dov

quasi una botola da camera iperbaric

-È un uscio!

-Ma guarda, qui ci

risucchi e inghiotta

-Siamo inoltr

-Già, anse. È un grovi

orizzontali che hanno la forma di un’ansa di un fiume,

ti vengono incontro. Una risacca trasparente e mina

menta.

Se mi sdraio... non è così duro com

e scomodamente difficili ma sono lisci. Non ti feriscono...anzi, quasi ti carezzano...mi sto

rilassando...anche troppo.

-Attento a non addorm

-Il bello nel bosco di vetro!

-Altrimenti?

-Altrimenti, non ci peschi e non ne esci!

-Il pesce mi sento io, in questo torrente da risalire.

-Sei un salmone!

-Ma non risalgo per deporre le uova! Vado alla ricerca

-La gallina dalle uova d’oro?

-No, il Gallo d’oro, semmai. Ma che c’entra Rimsky?

-Chi è Rimsky?

-Korsakoff!

-La Russi

-Una volta c’è entrata!

-Quando?

-Lo sanno le tue t

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-Non sono mie, siamo nostre! Dunque, sei il Gallo d’oro, the Golden Cockerel! Hai scelto tu, il gioco!

ock! Il Gallo delle Fate!

iverso non è una bolla ovoidale!

uscio ed esci dall’uscio!

larghi e facili, finalmente. Ma dove siete? Rispondete!

bocca!

colte! Dove andiamo a finire?

iete su una gondola di cristallo?!

sali con cautela e spostati lentamente verso il posto vuoto di prua. Come vi arrivi, acquattati sul

gondola, sbilanciandosi in avanti, scivolerà velocemente su questa pista e si spingerà nel

ta volta! Ma io non voglio allontanarmi troppo da questo

uovo.Vi giungeremo presto e vedrai come.

iasmante e divertente.

”?

o dominare tutto il mondo cripto.

rtiene al mondo cripto? Aiuto, precipitiamo! Giriamo a chiocciola, le spire si

o e si inclinano a precipizio, è come un vortice da cui vieni risucchiato sempre più velocemente!

ettiamo in dirittura di arresto, si sale in rettilineo, per frenarci! Non c’è da essere tanto entusiasti.

uovo d’oro!

formato da quattro deliziose carte? Vuoi

-Quale gioco?

-The Golden Cock, The Fairy C

-Quale gioco?

-La ricerca dell’al-cova d’oro!

-Il posto dove si cova l’amore? Non vorrete chiudermi in un uovo, questa volta? Quello non rotola così

facilmente, come una palla. L’un

-Secondo come soffi, sì!

-Entri nel g

-Non fate le sibille! Semmai, entro dall’uscio e vado nel guscio!

-Ma, al ritorno, i termini si invertono!

-I percorsi si fanno più

-Entra dal g’uscio!

-Un altro, quale?

-Siamo qui!

-Sembra una bocca!

-Infatti, uscio deriva dal latino os, che vuol dire

-Ma guarda un po’, che

-Stai attento!

-S

-Attento,

fondo perché la

profondo della terra.

-Accidenti, ancora il bob, in gondola, almeno, ques

posto. E poi, dov’è l’uovo?

-L’uscio e l’

-Debbo avere paura? Sembra quasi una minaccia.

-No, no, sarà molto entus

-Ma passeremo sotto il ”banco dalle canne lunghe

-Non so di che cosa parli, ma da lì possiam

-E come sai che appa

restringon

-Stiamo arrivando!

-Evviva!

-Ci m

Dove si ferma?

-Nell’

-Mi sento un tuorlo frullato.

-E noi, come lumache senza chiocciola.

-Quattro lumache e un guscio!

-E tu, che cosa sei?

-Io sono un che le lumache le mangia...

-Non eravamo le regine di quel singolare e prezioso mazzo,

relegarci al rango di lumache?

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-Il mazzo d’oro! Certo che no. Poi, lumache, dopo questa discesa folle?! Sarebbe improprio. Semmai,

ì. Poi, la parte di Lucifero non è tua?

mazzo in un guscio fanno un Coquer di Queen e

eo e fiammeggiante.

to senso, a ritroso.

ti e, ormai, familiari.

lema però.

iamo per entrare dal Portone dell’Eccelso!

inventi?

ire diavolo...

e Trappole?

qui deve scontrarsi o vedersela con il Guardiano.

da Michele...

lcuno nei panni di Lucifero, si scatenerebbe in lui un furore ancestrale, con tutte le

i, è stato proprio indottrinato e allenato a far da mastino, in modo che a certe apparizioni

lucifere...

-Non proprio del tutto, ma, in parte, s

-E questo sarebbe un alc-uovo? Io sarei il tuorlo e voi l’albume?

-L’alcova alla coque.

-Come dire, l’alcova al guscio? Le quattro regine del

quattro regine, agitate in un guscio, fanno un Queen coquetail.

-Dobbiamo farci un mix regale? Un Queendrink?

-Certo, e anche qui, se manca un componente, il drink non è più quello, come, se manca una stagione,

non hai più l’anno...Hai visto, che lo sapevo?

-Non ci voleva molto!

Scontro con il Guardiano dell’Harem

-E ora?

-Che ti aspetti?

-Un consolante riposo...aur

-Certamente, non resta, ormai, che Goldenfairy...

-C’è un grande ostacolo da superare...

-Ancora?!

-Abbiamo fatto un percorso tortuoso e, in un cer

-Ritroso? In che senso?

-Siamo tornati in posti che hai già visto e visitato.

-Almeno sono consue

-C’è un prob

-Quale?

-Questa volta c’è il Guardiano dell’Harem.

-Quello che prende i calci nelle palle? Il servo dei servi?

-Sì.

-Stiamo per entrare, di nuovo, nel Bianco Pantheon?

-Sì.

-Non riconosco, però, i luoghi.

-Tu ci sei pervenuto da un’altra parte; noi st

-Un’altra menata! Che diavolo

-Sì, è proprio il caso di d

-Ohé! Non sarà il Portone dell

-Chi entra da

-Egli ti appare vestito

-Ho capito! È una simbologia tangibile, dunque! I richiami reciproci...E io dovrei fare il Lucifero?!

-Dovrai vestirti, prima.

-Se egli vedesse qua

conseguenze che puoi immaginarti.

-Dannazione! Mi avete preso sul serio, con il discorso su Lucifero?

Costui, quind

corrispondano delle reazioni automatiche e inevitabili.

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Ma guarda un po’. Lucifero..., la luce dell’intelligenza contro la forza bruta del sopruso che tenta di

confinare la scienza..., vista come minaccia al potere assoluto e interpretata come superbia

llezza della mente, che conduce alla calunnia e alla delazione per sconfiggere il

cipitandola nell’inferno dell’ignoranza! È una questione di potere, quindi...E allora,

precostituita e assiomatica...e quando senti nominare, con tutta l’enfasi di

ompagna, il Santo Michele Arcangelo, si resta quasi soggiogati e pieni di meraviglia...

ali, immense e protettive, e quella spada pronta a ferire e infierire. Ma quando,

della sua devastante incursione, e cioè Lucifero, ti chiedi che diavolo, pardon mi è

, abbia potuto fare costui.

ni?

nco, sterminatore, soltanto, di tenebre e ignoranza, portatore di luce e di

di rango, lo trasformano in Satana e

luce a...Principe delle Tenebre.

e passaggi intermedi. Si era fatto troppo luminoso e,

ti di essersi messa un’insidia al primato da sé stessi, d’averlo portato a contendere con

principe...

do che uno dei cori degli angeli è proprio quello dei Principati...

osso di grado...

esto individuo, armato del suo probabile sturacessi.

anto ho capito è un energumeno.

vestibolo, ti prepariamo noi.

one del guerriero...

..

Achille!

chille verso quel Michele dell’Harem da rispedire al mittente! Datemi una

o sgonfiare, mantenendolo a distanza!

ne!

i la luce accecante che esce dall’altoforno...

tta.

ai primi del 1696, per mantenere nella pittura quella

nella musica.

...

no...

e...

ribelle...L’invidia della be

primato della ragione pre

nasce e ne consegue una logica

sostegno che l’acc

Arcangelo! Immagini due

poi, pensi all’obbiettivo

scappato

-E lui, come lo immagi

-Bello, folgorante di oro e bia

conoscenza, di scienza e di bellezza, antesignano di Venere e di Minerva...

-Cazzo! Sei bravo a sparar di balla! Eppoi, considera: nel passaggio

da sinonimo di

-Già, un declassamento senza tanti complimenti

forse, si sono accor

il fattore della luce...

-Il fiat lux?

-Eh sì!

-Però, gli hanno affibbiato il titolo di

-...dimentican

-Cioè, senza accorgersene, l’hanno prom

-Ora, affrontiamo qu

Dovrò vestirmi in maniera confacente...Da qu

-Vieni nel

-Non esploratemi troppo, con le carezze...

-La vestizi

-Sì, tutto oro e fiamme!

-Come un guerriero Acheo.

-Tutto d’oro!

-Sembri un

-Sono Lucifero, con tutta l’ira di A

spada lunga e a punta per poterl

-Apriamo il porto

-Ecco, comincia a veders

Ecco, di nuovo, il pavimento del reale e del trascendente...Il trionfo del Tiepolo...

-Il Tiepolo?

-Goldenfairy, solo tu non sai del Tiepolo? Dove termina Purcell inizia Tiepolo. È una staffe

-Stai farneticando?

-Alla fine del 1695 muore Purcell e nasce Tiepolo

grandezza trionfante espressa

-Smettila con le balle

-...e preparati a ballare!

-Entriamo. Non vedo nessu

-Certo, lui dev

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-...discendere dal cielo.

.

el travestimento gonfiati con gas leggeri per renderlo più agile nei movimenti e per

ina addosso.

ri metallici, scudo, lancia...

po’ fuori dalle sue abitudini.

musica, quando discende.

te Calvo”.

rni.

are scacco al matto!

tena la sarabanda!

tile!

n riesce a mantenersi in posizione e ruota attorno alla sospensione.

rogressivamente, percorrendo un cerchio sempre minore e poi...

zi.

voi?

-Siete proprio sicure?

-Sì, sì...

-...discende dall’alto!

-Già, il Portone dell’Eccelso..

-Ha le ali e parte d

sopportare meglio tutto quell’armamentario che si trasc

-E che cosa?

-Corazza al petto, calza

-È proprio matto...

-Sì, è un tassello di un pazzol...

-Non appare...Come mai?

-Starà dormendo. L’ora è un

-Suonagli il campanello tremendo!

-Tremendo?

-Sì, ha un suono forte ed elettrizzante...

-Gli dà la scarica...

-O, forse, sta armeggiando agli altoparlanti?

-Perché?

-Si fa accompagnare dalla

-E cosa?

-”Una notte sul mon

-Di Modest Mussorgsky.

-In tema con le solite tenebre e con gli infe

-È matto!

-Tu dovrai d

-Ecco, si sca

-La baraonda...

-Eccolo, il supervola

-Guarda, no

-Inizia un volteggio continuo, percorre un ampio circolo...

-Poi, vedrai, rallenterà p

-...piomberà giù come un falco...

-...proteggendosi con il suo scudo e la lunga lancia.

-Entra un cavallo telematico...

-L’ha chiamato lui...

-Ma non erano soltanto quattro i cavalli degli scacchi?

-Ci sono i pezzi di riserva.

-Tanti pez

-Pezzi di merda!

-Avete il telecomando, anche

-Certo. Ora chiamiamone un altro.

-Il cavallo bianco e oro!

-Il Destriero della Vendetta!

-Ancora menate...

111

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Lo monto e attendo l’atterraggio dell’Aliante di Fuoco!

avallo, lui spicca subito un balzo sull’avversario.

roverà la mia punta.

u balza contemporaneamente e cozzagli contro!

-Buona idea! Eccolo, vado! Maledetto giannizzero, sei un bell’energumeno, alto, robusto ma con l’aria un

po’ tonta che cerchi di dissimulare con tutte quelle piume!

-«Ti disferò in mille pezzi!».

-Per ora, contentati di vedere sgonfiati i tuoi salvagente...

-«Maledetto! Ho perso il gas...».

-Pallone sgonfiato, controlla le tue scoregge! Hai aumentato di peso, dovrai metterti a dieta!

-«Posso distruggerti ugualmente!».

-Attento, il tuo cavallo perde potenza, non può decollare come prima! E allora, decollo io più in alto e

stramazzo su di te! Forza, Pegaso senz’ali!

-Gli ha distrutto il cavallo!

-Come il re...

-«Chi diavolo sei?».

-Sono Lucifero, capace di mandarti al diavolo!

-«Il Magnifico dell’Eterno ti distruggerà!»

-Quanti sproloqui per impressionare! Il Magnifico sono io, servo infedele e ...ribelle; sono Lucifero il

agnifico!

-...prima di essere...

..spedito al tuo...

..inferno!

dell’Empireo! Tutte e quattro insieme! Non potevano stare unite, dovevano vivere

eparate! Sacrilegio!».

ra...Costui è fuori...

l’Anno Aureo dell’Era degli Sconvolgimenti e del Caos che ripristina l’Ordine di cui è sinonimo!

auspici di Venere

ntità esterne; di tre Grazie alla quarta, con Venere e Cupido

o a ragionare a fondo!

-Attento, come piomba sul c

-T

-T

M

-Prostrati...

-.

-.

-«Le quattro regine

s

-Addirittura! E, magari, in clausu

Questo è

-Si sta sbilanciando ancora in ardite cazzate...

-E l’unitarietà e la solidità di questo Anno è stabilita dalla ri-unione di queste quattro Regine dell’Immenso

che sono state mantenute esiliate con la tua complicità lecchina!

Sono le Quattro Stagioni dell’Anno Aureo, solidarizzate da Lucifero il Magnifico, sotto gli

e Amore!

-La Primavera del Botticelli!

-L’allegoria della Primavera!

-Sì, ma non è la Primavera! Rappresenta la ricomposizione dell’Anno Aureo, con il ricongiungimento di tre

Regine alla quarta, che viene trattenuta da e

testimoni che hanno guidato le vicende e i percorsi seguiti dal Gold Lucifero!

-Brave, state imparand

-Che ne facciamo di questo uccello sgonfiato?

-Restituiamolo al secolo...

112

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Sandro Botticelli (1445-1510, Firenze). “La Primavera”, Tempera su pannello, 203x314 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Trulli dell’Insano

.

hm...

re le labbra sul tuo volto ed esplorarlo..., percorrerlo senza opposizione o rifiuto...Vado a

to...Trattieniti a lungo che voglio disfarmi nella tenerezza di queste

filo la maglietta lentamente e si interpone alle

alla parete...Voglio passeggiare le mie mani sulla tua pelle e

corpo...

..e la cintura è un vincolo che imprigiona l’altra metà nobile del corpo. La

nuove dune, desiderose di eccitazione...Liberami anche dalle mie

I

-Sei bellissima e affascinante

-U

-Questa piccola smorfia di incredulità e disappunto è disarmante per me. Infrange l’entusiasmo e

scoraggia il corteggiamento. È come quando un vetro si incrina...Beh, facciamo un cristallo. Perde quella

bellezza e trasparenza che gli provengono dallo spessore, dal colore e dalla levigatezza degli spigoli.

Improvvisamente subentra la delusione. Diventa opaco e rugoso, pungente e fastidioso.

-Stavi esagerando...

-Goldenfairy, colgo sul tuo volto un leggero pallore di sconvolgimento...

-Sono in uno stato di debolezza cedevole...Sto per andare alla tua mercé...

-Posso poggia

posarmi sull’umore della prima beatitudine...

-È quasi un comandamen

morbide...premiture...

-Mi accarezzi, cercando di penetrare con le mani sotto...Mi s

nostre bocche per brevi attimi...

-Tieni le braccia sollevate e appoggiate

sentire dossi e anfratti del tuo

-Vuoi andare oltre, in basso.

libero...e tu, sfilami il resto lentamente, per non turbare la dolcezza di questo sapore...

-Le mie mani corrono su queste

prigioni...

-Ti sfilo prima il corpetto d’oro. Tieni le braccia dietro la schiena e lascialo scivolare a terra...Apro

lentamente il gonnellino d’oro...Sembra lunghissimo, il percorso della slitta...

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-È scivolato giù...

-Scivola giù anche il triangolo...Mani in alto...Ti sottraggo il resto al busto...

ine dove s’intana il tuo

a eco.

altre?

a Terra?

altre...

ies

per considerare insieme con voi tutti alcune decisioni importanti da prendere. Ognuno di

o una comunicazione personalizzata e sapete che cosa intendo. Vedo che vi siete, per così

confrontarvi, per uno scambio di idee,

lori, indumenti e quant’altro,

e la comprensione di quanto sto per annunciarvi, e che aspettate con ansia, mentre invito i

uesto.

iù. La Piramide è una cosa troppo grande, troppo estesa. Dobbiamo contrarla, ridurla a una

nel ragionamento?

tto ciò va bene, molto bene...»

AZIONE!

prendendosi a botte! Non era previsto che oggi ci fosse

ero limitato di adepti, avendo ritenuto opportuno fare queste prove a tappe e turni per questioni

ione è troppo realistica: si danno delle botte molto concrete e le urla sono

rebbero tenersi con un costume unico.

ei due che abbiamo visto?»

-La scelta è lasciata a loro, dovranno mettersi d’accordo e, certamente, lo faranno.

-Mi arrendo al tuo contatto...

-C’est magnifique...Il liscio delle tue gambe, dell’interno delle tue cosce, fino all’ingu

vulcano...Il culo, il ventre, i trulli dell’insano...Divarica, che ti sigillo la seconda bocca...

-Zittiscimi dal tuo minareto...

-Sentirai la mi

-Vieni...

-Vengo...

-Non ci lascerai, per

-Io possiedo l’Universo; vuoi che desideri l

-Questa è una dichiarazione d’amore di profondità infinita...

Chiamiamo le

-Ora debbo andare a incontrare una falange di menacazzi...Voi raggiungete gli altri che abbiamo lasciato e

dimenticato e incominciate ad allestire i preparativi del palio al Palazzo del Casinò. Bye!

-Torna presto. Bye!

Nella sala dello Iovis D

-Vi ho convocati

voi ha ricevut

dire, schierati con uno schema ordinato e omogeneo, quanto ad abbigliamento, e voi sapete quanto

l’ordine sia importante nei nostri comportamenti per, come dire,

spero proficuo e risolvente...definitivo. Sì, credo che questa distinzione per co

faciliti anch

membri della Cuspide, distinti da voi anche per la divisa, a ritirarsi con me.

-«Cuspide?!»

-Sì, Cuspide. Il nuovo nome del vertice sarà q

-«Ma non era la Piramide?»

-Era e non è p

punta piccola ma penetrante! Mi seguite

-«Certo, tu

-«...e tanto più se ci siamo anche noi...»

-E ora, confratelli,

Andiamo, voi venite con me!

-«Ma che cosa succede? Si stanno affrontando e

lo Iovis Dies con le rimembranze!»

-Rimembranze no, ma rimostranze sì. Non preoccupatevi, oggi è stata indetta una giornata di allenamento

per un num

di funzionalità. Forse, la simulaz

eccessivamente eccitate. Spero che non si guastino gli abiti da cerimonia che servono per le prossime

manifestazioni che dov

-«E quale sarà d

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Ritengo che useranno quello dei due che rimarrà meno...consunto nella esercitazione che si sta tenendo.

Spero che la troppa foga non produca, come dire, dei danneggiamenti nel fisico e, in particolare, al volto.

Non è il Bianco Pantheon, il Pantheon dell’Eterno, la sede istituzionale e

particolare. Sento come un desiderio di raccoglimento, cosa forse

rocurarci rilassamento,

trollo...

o!

i sembra di salire su una

le grandi corti d’Europa si sarebbero sognate.

tendo frequentemente con espressioni e termini a voi inconsueti che ci

ico e cioè io...of course...

, intendo io, dove c’è il Rosa Pan.

hezza che si manifesta in fastidio quando c’è da pronunciare

o di frequente.

i frequente nella Sala degli Specchi e, vi assicuro, non è una cosa molto

Noi intendevamo riposarsi...»

olete riposarvi? Forse, ne avrete un’occasione tra poco. Vediamo, ora, dove si è cacciato quel menafave

Menafave?!»

zi che va a caccia di Luciferi, con le sue esibizioni scenografiche, paraleonardesche e

che, con contorno di penne, scoregge e sturacessi.

lo è il nostro Custode, anzi il vostro, delle segrete cose, insomma.»

rem del Celeste Ignoto e del Rosa Pantheon o dell’Empireo Rosa-Nero. E

ngiolo, il più brillante, estroso e (come al solito)

-«Al volto?!»

-Intendo, ai più testardi, capite? Ci sono sempre quelli che vi portano troppa convinzione e, spesso e

inevitabilmente, si fanno del male. Ma non preoccupatevi, sono anche molto bene equipaggiati, quanto a

mezzi di soccorso.

Ora, direi di spostarci al Rosa Pantheon.

-«Al Rosa Pantheon? Come mai?

consueta ?»

-Sì, ma oggi è un giorno che sento come

a me non abituale, piuttosto che quel frenetico muoversi e cercare, non si sa che cosa, che a lungo andare

stanca. E, allora, vorrei che tutti noi facessimo un percorso meditativo per p

raccoglimento e autocon

-«Andiamo con il goldenbob?»

-Certo, con il bobbor

-«Il bobboro?!»

-Sì, il bob d’oro.

-«Saliamo!»

-Ah! Ogniqualvolta rivedo questo arnese, foggiato come una limousine, m

carrozza d’oro che

Che percorso silenzioso e dolce...Eccoci arrivati. Prendiamo l’ascensiaureo...

-«Cosa?!»

-L’ascensore aureo...

-«Ah, ecco...Magnifico, vi state ripe

procurano un momentaneo spiazzamento.»

-Ecco, qui siamo giunti, ovviamente, al Bianco Pantheon, come fece giorni fa...

-«Fece chi?»

-Lui, il Magnif

-«Certo!»

-Eppoi, salì sopra

-«Il Rosa Pan?!»

-Lasciatemi abbreviare, ho una certa stanc

parole troppo lunghe che si ripeton

-«Magnifico, lei è stanco...dovrebbe riguardarsi!»

-Riguardarmi?! Lo faccio d

rilassante.

-V

del giannizzero alato.

-Sì, quel menacaz

michelarcangioles

-«Ma, Magnifico, quel

-Sì, il Custode Guardiano dell’Ha

io, il Magnifico, Lucifero, e cioè un arcangelo, un supera

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eccentrico e stravagante, dovrei avere un custode?! Un angelo custode?! Custodire le mie cose segrete da

un angelo custode?! Gli angeli custodi sono per le segrete!

-«Siete molto contrariato, oggi...»

oreggiato tu di recente dal ventre dei tuoi gonfiori inutili!

urore di quell’imbranato. Anzi, sbracato.

e?»

cose che conoscete.

mai corso il Palio, voi? Con i cavalli tecnologici e dal salto sbieco?

cervello se non di

ntari teorie sulla trascendenza e sull’immaginario come

mo stati tenuti in disparte da certi seminari di aggiornamento culturale.»

e a maggior ragione,

enso che non sappiate del Tiepolo e, figuriamoci, di Purcell!

Purcell?!»

ell?»

n inventore...

apiamo sempre di meno.»

do i tacchi?

maschere nella sala del casinò?

biamo convocato soltanto una parte di essi nella Sala dello Iovis Dies, e quelli si

o soliti fare per ingannare il tempo o

o che andranno a curarsi e a dormire, fino almeno a domani.

-Michele Giannizzero, alato e sgonfiato, vieni fuori!

-«Chi sei, maledetto spreca-fiato?»

-Il fiato l’hai rum

Sentite, voi, rimanete qui a fronteggiare il f

-«E voi, dove andat

-Ci rivedremo, forse, al Golden Circus per il Palio della Pianeta Aurea.

-«Golden Circus?!»

-«Pianeta Aurea?!»

-Sì, sì, sono tutti sinonimi di

-«Palio?!»

-Non avete

-«Salto sbieco?!»

-A volte penso che mi sono contornato da fantocci che, in quanto tali, non possiedono

segatura, che non conoscono le più eleme

elemento di passaggio tra il reale e il trascendente.

-«Siamo disorientati e costernati.»

-«Forse, sia

-Di fatto! Uhm...Questo termine non mi è nuovo...Beh, certo, immagino di sì e, quindi

p

-«Chi è Purc

-U

-«Di che cosa?»

-Della luce...Insieme con il Tiepolo, però...

-«Ne c

-Bene! Occupatevi del Giannizzero, io me ne vado.

-«Riveriamo il Magnifico!»

-Laudetur...

Al Palazzo del Casinò

-Rientra Achille...

-L’Acheo d’oro...

-Quello del tallone...

-Quello che va alzan

-Come mai tutte queste

-Perché, ricordiamolo, ab

sono sistemati tra di loro, e i restanti sono venuti qui, come son

divertirsi.

- E che cosa pensi che stiano facendo gli altri, ora?

-Staranno leccandosi le ferite. Pens

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-Oltre, oltre...

-E qui come proseguiamo...le cerimonie?

che scompare, lasciandoci come baccalà appesi, alla ricomparsa appare come...distratto.

lo dice? “Ma che fiordo di ghiaccio”, con una vocetta accompagnata da smorfie e

erdere, non vedi che sta pensando?

tano e invisibile, quasi trascendentale...

nel reale, tra le cose e le persone, ma nessuno la vede.

zzontali che si vedono alla televisione, quando la trasmissione è

ove osservi, le linee di disturbo le ricevi o no.

e

lla torre.

atorio. C’è di tutto: radio, computer, televisione, cannocchiali, binocoli, telescopio. Non manca

enti di osservazione, controllo e comunicazione.

le finestre?

!

di!

nfilo, secondo quanto ipotizzato in precedenza e...

esserci almeno un panfilo che entri nel pseudo

nco, gigantesco e slanciato insieme!

gero.

sione per il gioco...Li vedremo qui, presto.

ensi avviene...

questo coso puntato là e che cosa stiamo a fare noi qui?

o a fare niente LÀ, QUI, LÀ, debbono incontrarsi per formare...

enta un’aquila? Un’effigie, una scultura, un dipinto, uno

?

!

-Lui sarà stanco...

-Ogni volta

-Doppia razione di mungitura...

-Sono e rimango imperturbabile...

-Ma che fiordo di ghiaccio!

-Hai visto come

mossette.

-Lascialo p

-Sì, ha gli occhi che guardano un orizzonte lon

-Un tale orizzonte, ha una linea immaginaria?

-Sì, nel senso che la pensi e la proietti

-Ma, allora, sono come quelle righe ori

difettosa?

-In parte, perché, a seconda del luogo d

Nella torr

-Siamo ne

-È un osserv

nulla.

-Tutti gli strum

-Che cosa si vede dal

-Tutto, o quasi

-Quel cannocchiale è puntato verso il mare.

-Il mare..., l’Azzurro, quin

-E quindi, il pa

-...per la teoria delle arguizioni e delle coincidenze, deve

cripto-dramma che è tutta questa storia o tutte queste storie.

-Guardate! È puntato su quel panfilo lungo, bia

-Quante luci! Lo rendono più bianco, splendente e leg

-Roba da Lucifero.

-Devono essere Arabi!

-Così, proprio di sicuro?

-Soldi, affari, traffici, pas

-Per la teoria del ciò che p

-Perché, se no, che cosa ci fa

-E che cosa stanno a fare loro là?

-Cose che non stann

-L’AQUILA?

-C’è, qui o nel palazzo, qualcosa che rappres

stemma

-Qui c’era la Torre dell’Aquila, un tempo

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-Sopra il portico detto delle Grazie, che ora sostiene il palazzo.

siete voi e l’Aquila sono io, che vi sovrasta e domina!

io, siamo la combinazione antitetica a quella vincente. Le grazie sono tre, guardate il

almeno.

tro mogli musulmane!

o di andare a farti?

nde da bordo...

o tipi di macchina frequentemente utilizzati per gli affari

llora.

qualcosa di meglio, in questo momento, dove possano recarsi?

impieghino ad arrivare qui?

viali..., poi sotto Pancrazio...e, quindi, giù per la Cattedra, Fossario, fino a qui.

, non più di dieci minuti.

nno passare, anche loro, per i sotterranei!

ccorrerà, allora, almeno mezz’ora.

facciamo?

?

se...

erpreti?

he il Magno conosca lingue?

ate, c’è ancora del movimento a bordo!

arcando un’altra macchina!

ve essere più importante della prima.

portar messaggi e mercanzie!

-Le Grazie

-Ma va a farti...

-Non c’è dubb

Botticelli!

-Sì, ma c’è anche una quarta Dama,

-Certo! Alludeva alle quat

-Bah! Dove ha dett

-Silenzio! Qualcosa sce

-Perché? Se non fai silenzio, la gente non riesce a scendere o non riesci a guardare, vedere?

-Sarà una limousine o una mercedes...

-Perché?

-Per le solite teorie e, poi, perché, per gli Arabi, son

correnti.

-È una limousine...

-Bianca?

-Sì, bianca.

-Che ore sono?

-Mezzanotte.

-Arrivano qui, a

-Che ne sai?

-E dove vuoi che vadano? Esiste

-Quanto tempo manca?

-A che cosa?

-Quanto tempo pensate che

-Dunque, dalla Darsena..., i

Tra una cosa e l’altra

-Ma dovra

-Già, giusto, certo! O

-E ora? Che

-Dobbiamo andare ad accoglierli?

-E che lingua usiamo

-Quelli parlano...arabo...

-Non siamone troppo sicuri.

-Dovremo arrangiarci con l’ingle

-Avranno int

-Penso di sì, vuoi c

-Osserv

-Cioè?

-Stanno sb

-Questa de

-Perché?

-Perché la prima va ad aprire la strada e a

-Mercanzie?!

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-Pensate che si possa sbarcare da un panfilo, a mezzanotte, venire qui senza qualcosa di importante o

a portare e mostrare?

acchine?

orsi.

vano qualcosa di strano, l’altro viene avvisato rapidamente per telefono e ha il tempo

esclusivo.

. Nessuna ipotesi?

menti non avrebbe parlato.

sia qualcosa attinente il disegno velleitario e farneticante...

aternita deviata?

, sì, sempre!

!

eib, gold und geld!

orteranno casse d’oro?

di dame?

interessante d

-Perché due m

-Per non esp

-E per quale ragione?

-Se ti controllano e tro

di cambiare strada o di tornarsene a bordo.

-Traffici illeciti?

-Forse, o qualcosa di più importante ed

-Ho capito

-Non facciamone, questa volta. Lo vedremo presto.

-Però, lui un’idea se l’è fatta, altri

-Penso che ritenga che

-Della confr

-Eh, sì, chiediglielo e ti dirà di sì!

-Mi dirai di sì?

-Per farti contenta

-Per farmi contenta o perché sì?

-Perché...sei contenta

-Come dire, per farmi...sì?

-Esatto, per dirti contenta.

-Di che macchina si tratta?

-Di una limousine...

-Colore?

-Oro pallido...fuori.

-E dentro?

-Sto cercando...Oro, celeste e bianco.

-Aria condizionata?

-Il cannocchiale non è nella condizione...

-Ci sono anche arabesse?

-Sì, almeno due, molto belle...

-Arabelle...

-Cucite o scucite?

-Cioè?

-Velo o non velo?

-Veleno...

-Veleno?!

-Vele...no.

-E allora, possono non essere arabelle...

-Arabelle false, roba da commedia.

-W

-P

-O di danari?

-O

-O di guai?

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-Insomma, la prima macchina è un apripista e la seconda...

a di impegnativo, impiegheranno del tempo.

n la mania del tecnologico e del sofisticato, abbiano dei sistemi di

e spostamento adeguati.

re per andare sotto, pista veloce per gli spostamenti da un punto all’altro in sotterraneo o

...o sul bob.

risorse potenziali?

ziali?

ale ha un doppio significato. Quando una cosa la vuoi fare tu, allora è una cosa che in

a solita utopia. Non ci sono i mezzi e, poi, la gente non capirebbe.

fare loro, allora è una buona idea. Ma dobbiamo aspettare sempre uno che venga da

naro. E allora, trovi l’opportunista che sale su quel treno in corsa e gli

’appoggio possibile, disinteressatamente però, perché quel che conta è

eva, per renderlo felice...

e incredibili!

noi non abbiamo ancora frugato abbastanza per sapere dove si trova la

li accompagnatori di questi luoghi che ancora non conoscono i cambiamenti in corso.

hé unica. Unica e probabilmente

osa che, se la fai mancare, succede uno scompiglio, uno sconquasso, mette tutti in

o, non sanno come fare, dove girarsi, si disperano, non gli resta che pregare. Ma che cosa hanno

uccederà un gran caos o non succederà niente, rimarranno esterrefatti e bloccati,

sembra quasi una limousine.

es, laudetur Magnificus Aeternitatis!

-...è lo sciatore vero.

-Se trasportano qualcos

-Comincio a sospettare che costoro, co

trasmissione

-E cioè?

-Ascenso

ascensori su percorso inclinato.

-Sarà di nuovo il bob?

-E quindi?

-E quindi, probabilmente, l’Arabo e le sue mogli potrebbero arrivare in trono d’oro su slitta

-Che cosa vengono a fare?

-Affari, progetti...

-Un altro assalto alle nostre

-Risorse poten

-Il termine potenzi

teoria sarebbe possibile ma, in fondo, è l

Quando la vogliono

fuori, per farci scoprire le cose?

Capito? Uno che ha idee e cioè il da

fa credere che gli sta dando tutto l

appagarlo in questo piccolo desiderio che av

È come un gioco: lui si diverte un mondo...Ma che uomo straordinario! Il mondo non finisce mai di stupirti.

-Ma smettila, stai sempre fantasticando vicende immaginarie

-Staremo a vedere. Ora trasferiamoci nei sotterranei, dovremo dirottare i passeggeri del primo convoglio.

-Per quello che hai detto prima,

stazione di arrivo delle slitte-ascensore.

-Ci saranno anche g

-Sì, sono questi che dobbiamo dirottare, ma, poi, ci saranno gli altri, più importanti, che scorteranno il

convoglio.

-Hai capito? Lui intende esclusivo, una cosa esclusiva. Esclusiva nonc

indispensabile. Una c

panic

combinato...Che cosa sono andati a pensare...Ma sarà proprio quello? Non resta che aspettare. L’hanno

fatta grossa...S

impotenti. Avranno voglia di piangere...

La Teca delle Teche

-Ecco, arriva il primo convoglio.

-Una slitta d’oro che

-Con giannizzeri adeguati alla situazione.

-«Lode al Magnifico!».

-Y

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-«Come?».

Ah!».

o e cristallo.

i giorni alla Festa...

he sfila in processione.

altra, che è come l’ombra per una persona, perde significato e importanza, è

re che se manca quella vera, non potendone sussistere l’ombra, la copia perde le credenziali che il

oprio così! E lo è a tal punto che colui che riuscisse a riconsegnarla ai legittimi detentori

re a Capo della confraternita.

be la riunione con tutte le altre che già domina.

o vero, cioè l’ex Magnifico e, quindi, quello falso, ormai possiamo dirlo, quando apparirà qui, che

nco e al Rosa Pantheon e cadrà nella trappola del Giannizzero.

dettagli.

gna percorrere le Regine, prima.

il fiele...

r eliminare il Mag, in quanto presunto traditore e golpista, al fine di impadronirsi del potere.

amoci di organizzare il Palio.

-Aeternitatis!

-Avete il cargo DOC? La Teca delle Teche?

-«Sì, Magnifico. Dove la depositiamo?».

-Di che cosa si tratta? Tu lo sai già?

-Lo so ma non ne sono sicuro. L’ho immaginato, come sempre. Vediamo che diavolo è.

-Una teca di or

-Ma che diavolo è?

-Sono matti...Questa, poi...

-Che cosa è?

-Non è possibile!

-Il simulacro del Santo Patrono, Efisio...

-Quello autentico.

-Mancano poch

-Bello scompiglio provocheranno...

-Hanno, però, la statua di riserva.

-Che, poi, è quella c

-Ma se manca quella vera, l’

come un liquore senza bottiglia...da solo...librato per aria...

-Vuoi di

modello originale le conferisce?

-Lo stato d’animo che si genera è tale che l’altra diventa inefficace in quanto ridotta a non-ombra.

-State menando...

-No, no, è pr

acquisterebbe un credito smisurato che gli conferirebbe il privilegio di assurge

-E lui, poi, ne procurereb

-Senti, il Magnifico...

-Io?

-No, quell

cosa faremo?

-L’ex-Magno non apparirà qui, penso.

-Perché?

-Andrà, prima di venire qui, al Bia

-Cosa stai dicendo?

-Voi non conoscete tutti i

-Certo, biso

-Riemerge

Il travestito da Michele avrà messo in difficoltà la Cuspide e li avrà messi in rotta oppure si è accordato con

quelli pe

Il Palio della Pianeta Aurea

-E ora, preoccupi

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Signori, è indetto il Palio della Pianeta Aurea!

voi si chiederanno che cosa esso sia.

E i cavalli, vi chiedereste, da dove li prendiamo? I cavalli sono robotici.

a Aurea. Che cosa è la pianeta? Sapete che cosa è un pianeta? È un

Un ronzatore! Un curioso che ti sorveglia costantemente, sempre in

un investigatore. La pianeta, per come è confezionata, anch’essa ha la capacità di

o!

»

n po’, dobbiamo traslare di nuovo tutta la baraccata dei cavalli oltre quella di questa folla di

possiamo metterli in difficoltà con il Palio. Voi restate qui, frugate dappertutto e custodite

el Santo. Poi, studieremo il modo di riconsegnarla senza suscitare grandi clamori. Io e le Fate

rasferendo anche i cavalli. Lì ritroveremo il Pegaso d’oro.

Lucifero.

o precederli.

ateci alla Linea Limousine e montatevi i cavalli!

nifico! Vi è il Saturno di cristallo che è più capiente, per il caso vostro.»

di coloro che rimangono qui e aspettano il mio

r...»

sis...

loce, silenzioso...

anoramico...a parte i luoghi.

Alcuni o molti di

Tutti sanno che cosa è un Palio.

-«Robotici?!»

-Sì, e occorre, forse, una perizia maggiore nel cavalcarli che non per i cavalli normali.

-«E la pianeta, che c’entra

-Il Palio è fatto in omaggio alla Pianet

corpo che gira intorno a un altro.

mezzo ai piedi, quasi

potere essere girata attorno al collo; è una cosa che ti prende in giro...ti circuisce...ti adula...

-«Una burla?»

-Beh, non proprio, ma può esserlo.

Ora, trasferiamoci all’Empireo Rosa-Ner

-«E dove risiede?

-Non è dato sapere dettagli!

-Ma dimmi u

matti?

-Sì, perché laggiù

la teca d

andremo su con la Linea Limousine t

-Il Pegaso?!

-Sì, il Pegaso senz’ali, bianco e oro, il Golden Horse, il destriero di

-Non sarai tu, il matto?

-Presto! si sono già avviati tutti.

-Come si spostano, loro?

-A piedi.

-Allora possiam

-Giannizzeri, scort

-«Giannizzeri, a noi?»

-«Non contraddirlo, altrimenti...»

-«Sentite, Mag

-Bene! Carichiamo tutto!

-Andiamo!

-«E noi?»

-Ritiratevi alle vostre mansioni e tenetevi a disposizione

rientro.

-«Laudetu

-Che cosa?!

-«Riveriamo il Magnifico...»

-Laudetur, laudetur...

-De profundis...

-Via, propulsione!

-De propul

-Bellissimo, ve

-Un vettore in cristallo, molto p

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-Luminoso, comodo, pieno di agiatezze e di preziosità. Poltrone in pelle bianca, aria condizionata...

he porti al Duomo...

ci Fate. Non essendo il Mag mai stato vostro compagno, non ritenete che esista una donna di

sfera dei misteri.

fera, la mistìfera...

a di un planetario?

are, però...

nella volta celeste...

ndere a calci i pianeti...

sto giusto nel planetario.

ia...

zione tra il Santo Michele...”

are un’occhiata al Chiostro...

tanti il chiostro?

zze dell’interno. Nel corpo stampato di qualche stampa o manoscritto?

hai

e disordine e in questo...

re a cercare cose che depistano, come sempre.

uguale a quell’altra corretta e...

-Roba da alta Ferrovia...

-Stiamo incrociando delle traverse...

-Una sembra c

-L’altra al Chiostro...

-Ne terremo conto quando vorremo creare scompigli e provocare interruzioni nei collegamenti.

Sentite, dol

rango cui fosse riservato il privilegio di essere la sua sovrana?

-Questo fa parte della

-La mistèsfera...

-L’emisfero e la mist-s

-Mystifier...

-Vuoi dire che dovremmo andare alla ricerc

-E lo sferistèrio?

-Che è?

-Un posto dove si gioca al pallone...

-Ah! Element

-Nel planetario le sfere o le palle sono infisse

-Sarebbe allora un planetario dove si gioca a pre

-...e vince chi riesce a collocarli al po

-Un planetarium foggiato a puzzle?

-Che bei giochi di fantas

-Il Chiostro...

-Il chiostro cosa?

-”Dalla congiun

Dobbiamo d

-In-chiostro?

-In-chiostrare...Una stamperia?

-Vuoi dire negli edifici delimi

-Nelle segrete

-Che cosa speri di trovare in quell’abbandono fatiscente?

-Nulla in particolare...È curiosità maniacale...Tu pensi una cosa e vai a vedere per il solo fatto che l’

pensata.

-E che cosa hai pensato?

-Boh, niente...proprio niente.

-Tu pensi di trovarti in mezzo a tanto abbandono

-...trovare qualcosa...

-...una cosa importante.

-Quella...

-Quella che?

-Quella uguale a quella falsa!

-”Quella uguale a quella falsa...”

E cioè un’altra falsità, quindi, come dire, anda

-Può essere, però, che trovi la cosa

-...resa falsa.

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-Già: Una correzione può rendere una cosa vera, più giusta intendo, o falsa, e cioè puoi trovare quella

ezione che invece di mantenerla giusta e veritiera la rende falsa e deviante.

ra può servire per andare a capire le ragioni della falsità in cui siamo capitati. Il testo

o falso...

stro...

Troppo semplice!

re quello corretto?

o in cantina...

tta...un caffè...

ktail...

cova l’ovo...

ce lo zabaione che contiene la correzione del testo o, meglio, il testo originale poi

erlo falso.

o...

bottiglia di zabaione!

lese...del valore di venti scellini.

ul rovescio...

bono rispettare un certo ordine

vo docet!

ngono le monete d’oro?

lioni!

crigno, un cestino o una bottiglia?

cosa senza quella corr

-E allora?

-E allora, la cosa ve

vero di quell

-Inchiostro in chio

-Pergamene e chine!

-E dove trovare questa correzione?

-Voi direste, in un libro...

-Trattandosi di un testo...

-...dove vuoi trova

-In cucina, per esempio...

-Sei matto?

-Un cibo, una bevanda corre

-Allora, potrebbe essere nel libro delle ricette...

-...o tra le prescrizioni dei coc

-Cocktail... Ne abbiamo già parlato...

-...a proposito di uova.

-Quindi, lo zabaione...

-La Sovrana...Che sta sopra...

-Sopra cosa?

-Le uova...

-La Sovrana

-La Sovrana custodis

corretto per rend

-Sei matt

-Sarebbe come poter pensare che il testo corretto sia descritto...nell’etichetta di una

-Attente, però! Perché la Sovrana era anche un’antica moneta d’oro ing

-L’oro di Purcell!

-Goldenmoney! La Sovrana cova monete d’oro, uova a disco...

-No! La Sovrana è la Maga del Magno che cova le uova d’oro per custodire lo zabaione del testo corretto!

-L’iscrizione è sopra una moneta, s

-Oppure su una serie di monete...

-...che deb

-..e forse si trovano in posti differenti...

-...e, trovatane una, questa fornisce le indicazioni per scovare le altre.

-Attenti, poi: sc-ovare! O

-Dobiamob scovare il Gallo che fa le monete d’oro?!

-O le uova che conte

-Dobloni, galeoni, galli, gondole...

-...e cog

-Il doblone vale doppio...

-I coglioni, appunto...

-Dobbiamo cercare uno s

-Un cesto d’uova...

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-In-cesto...

-Speriamo di no.

ogio!

lso!

saranno?

la tessitura di cose pazzesche!

bbiamo inventarci ‘sto Palio per ‘sta masnada di imbecilli da sputtanare.

i incorporati nel dorso del destriero, gli impartirà gli ordini che riterrà opportuni

gano circolarmente sui diversi ordini di circonferenze descritte sul pavimento.

, sembrate e siete i Cavalieri del Giro Tondo!

rete tra poco. L’essenza del Palio è: si salvi chi può!

à un esercizio di alta abilità, quello di mantenersi in sella e in piedi, e lo vedrete da voi

zo! Aziona la rotazione.

»

e il giro...

dove ci sono anche le maniglie di ottone che

stordimento.

-E perché, poi, nel chiostro?

-Trattandosi di predizioni, come per Cagliostro...

-Cagliostro in Chiostro!

-Perfetto! Come un orologio!

-Cock and clock!

-Quasi un ritmo nuovo...

-Cock around the clock!

-Il gallo intorno all’orol

-Oppure, cock around the cloister, il gallo attorno al chiostro...

-Ancora il galletto d’Aragall!

-Le monete...false, con l’effigie di Aragall!

-Aragall! Allora è lui il responsabile del fa

-La solita pendola e i soliti trucchi...

-E trabochetti, ce ne

-Che bel

-Il famoso pazzol!

-Vedremo.

-Stiamo rallentando.

-Siamo arrivati.

-E ora?

-E ora, do

Eccoci radunati...Molti ma non tutti. I migliori, gli eletti...i predestinati...

In che cosa consiste questo Palio?

Ecco, introduciamo i cavalli robotici che abbiamo nella rimessa.

Ognuno, usando i comand

per cercare di mantenersi in sella.

I cavalieri si dispon

-«E voi?»

-Io starò al centro, con il mio Pegaso d’oro.

Sole e pianeti, pianeti e satelliti...Ecco

-«Ci prendete in giro?»

-No, in giro ci and

-«Che volete dire?»

-Intendo che sar

stessi.

Fatarosa, via con il primo giro di bal

-«Aiuto, la pista gira!

-Sì, vi prendet

-«La velocità aumenta!»

-«Ci sbilancia!»

-«Ci rovescia!»

-Sì, vi rovescia e vi scaraventa contro la parete

contribuiscono alla vostra distruzione e

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-Guarda come si fracassano i cavalli!

ovimento.

Pegaso!

reti e le maniglie!

mortiti.

a che si risveglino dallo stordimento.

rli uno per uno è piuttosto faticoso.

ti gli altri pezzi degli scacchi.

pra col telecomando.

ella cloaca-bob.

poi?

che dal punto di arrivo se la dovranno dare a gambe.

e la immaginate tutta questa gente in costumi e cappucci, malconcia e con contorno di detriti cibernetici,

no risalire la chiocciola ...

dell’itinerario del Segreto. Dove e quale credete voi possa

terno, ogniqualvolta arrivasse all’Empireo.

tivo per andare al Chiostro.

di prima.

perdiamo altro tempo...

l dilemma.

ero?

facile: nero!

in pietra nera...

.

do...

vedere che troveremo Michele e allora...

n grande pozzo.

profondità rispetto alla sommità.

.

-E lui, essendo al centro non risente quasi del m

-Guarda, si accovaccia, divaricando, trasversalmente al corpo, le gambe di

-Per rimanere più stabile e non venire proiettato via.

-Che botte di testa contro le pa

-Sono tutti tra

-Presto, ora dobbiamo eliminare tutta questa spazzatura prim

-E come fare? Trasporta

-Lo faremo fare a tut

-Chiamiamoli di so

-E dove mettiamo...la spazzatura?

-N

-E

-E poi, ritengo

-V

che si trattenga lì?

-Non possono nemme

-Andiamocene, dobbiamo trovare l’inizio

essere?

-Probabilmente là dove sbucava l’E

-Allora, non sarà difficile trovarlo.

-In fondo, ci occorre un percorso alterna

-Quella traversa

-Ci deve essere qualcosa di più suggestivamente misterioso.

-Che cosa pensi?

-Andiamo, scendiamo al Bianco Pantheon.

Ecco, di nuovo, il pavimento dell’oblio e dell’insano...

-No, no, non

-Ecco, due portoni: uno bianco e uno nero.

-Naturalmente...

-L’emblema de

-Bianco o n

-Non prendiamo il

-Scala a chiocciola

-...e pareti bianche.

-Scendiamo.

-Scenderà all’inferno..

-Da Lucifero?

-Lucifero sta scenden

-Allora, vuoi

-...sarà svelato finalmente il Mistero...

-...dell’affaire Dragon.

-Siamo arrivati all’imbocco di u

-È il pozzo di San Pancrazio, a una certa

-C’è una grande scala a chiocciola che lo segue nel suo sprofondare

126

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-Sembrano gironi d’Inferno...

cendiamo.

, ci sono delle uscite laterali a profondità diverse.

li ingressi ai gironi...

.

quella verso il Chiostro.

quella giusta.

e ancora...

cio.

ma è chiuso.

o perché, avendo ceduto a causa della sua pesantezza, è a contatto con il pavimento.

egno che è stata utilizzata

punto per fare leva per aprirlo.

ono tutti?

a stanza.

.

a sezione dei libri antichi, pergamene e manoscritti.

-S

-Guardate

-G

-Prendiamone una

-C’è una galleria.

-La direzione sembra

Al Chiostro

-Sì, sembra

-Si scend

-Siamo finiti in un sotterraneo dell’edifi

-Dobbiamo risalire.

-Sembra tutto chiuso ed escluso.

-C’è un portone soltanto,

-Sì, ma per fortuna non pare a chiave.

-Non si muove.

-È soltanto bloccat

-Aggiungi, poi, l’effetto di polvere e detriti...

-Prendiamo quella sbarra che termina con l’estremo piatto.

-Fate luce. Osservate, l’estremità non è arrugginita come il resto della sbarra, s

di recente.

-Guardate, l’intaccatura sul portone. È stata infilata in questo

-Proviamo anche noi.

-Che sforzo...

-Si apre...

-Che rumoraccio.

-Possono sentirci.

-Siamo nelle cantine più profonde.

-Procediamo.

-Risaliamo al cielo...

-De profundis...

-Già, dal profondo...

-Tutto tace.

-Non vive nessuno in questo posto o dorm

-Entriamo in quest

-Sembra lo studio del priore

-Le pareti sono foderate da biblioteche.

-Guardiamo nell

L’Eresia

127

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-Quanta polvere.

-C’è, però, questo settore..., un blocco di libri che appare con i dorsi più lucidi, come se vengano consultati

' a ciascuno.

di interessante?

dal Paradiso Terrestre in seguito alla

Eva e, cosa inimmaginabile anche per quei tempi, si innamorò di lei, al punto da vietare ad

compagna. Ma Adamo l’aveva già

cacciò via insieme con Eva.

n se ne accorgeva lui...

un’altra, anche molto più bella?

po’ venuto il complesso

dire.

sono state sempre le stesse. Vedi Paride, rapisce Elena al potente

incazzi pure, fa un gran casino di guerra, trascinando alla morte Achei e

si è innamorato, gli frega la

ndo nel contempo il tifo di tutti, Dei compresi, con favorevoli e contrari, fifty fifty.

...

, duelli,

più frequentemente.

-Consultiamoli, un po

-Hai trovato niente

-Guarda, guarda...

-Cosa?

-L’Eresia...

-Quale?

-L’eresia di costui che si firma Ilaròs.

-Che cosa dice di bello?

-Cerco di tradurre. Costui spiega la cacciata di Adamo ed Eva

trasgressione di Adamo.

-Di Adamo?! Ah sì? Ribalta i ruoli, allora!

-Un femminista ante litteram.

-E per che cosa?

-Dio creò

Adamo, per il quale ella era stata, invece, creata, di prenderla quale

posseduta e Lui, accortosene, si incendiò d’ira e lo

-Certo, se no

-Ma non se ne poteva fare

-Sai, con i precedenti che aveva avuto con Lucifero e soci, forse gli era un

dell’errore e quindi...

-...sbaglia di qua, sbaglia di là...

-...la reputazione che egli aveva presso di sé, l’autoreputazione intendo, poteva andare a farsi bene

-Sempre questioni di donne...

-Ma è, in fondo, quell’essenziale ingrediente, quel malessere stimolatore che fa muovere il mondo.

-Che lo rende movimentato, vuoi dire?

-Sì, perché, mutatis mutandis, le cose

di turno, Menelao, il quale, si

Controachei, per colpa del solito coglione del momento che, vedi perché

donna, scatena

-Come una partita di calcio importante...

-L’incontro clou...

-Praticamente, un derby

-Forse, meglio, una partita di football americano, con schieramenti, falangi, tattiche, battaglie

sfondamenti...

-...stratagemmi...

-E poi, è rimasto anche fregato!

-Sì, il solito pugno di mosche.

-Gran casino e sfacelo per nulla...

-...una volta che entra in azione lo stratega...

-Non c’è scampo...

-Chissà chi è matto qui, se sono io, voi o Ilaròs.

-Ma chi era costui?

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-Boh, mai sentito!

-Sarà un falso nei falsi?

-È un mezzo greco o tutto greco.

-Un greco ortodosso?

-Un infiltrato da queste parti?! Mi pare eccessivo.

-Un viandante di passaggio...

-...che fu ospitato qui, chissà quando...

-...ed ebbe l’avventatezza di sbilanciarsi in ardite argomentazioni.

-Sì, certo, ecco, e allora gli fu suggerito, subdolamente, di mettere per iscritto tali intuizioni teologiche e...

le affinché fosse certo che l’autore di tali teorie fosse proprio lui, onde evitare un indebito

to di tali idee da parte di altri studiosi della materia che, come lui avrebbe dovuto certamente

o le orecchie da postazioni nascoste, il

da sé stesso, la sua condanna?

o...

iù a lungo possibile...

va

tando come è andata?

elta...

sa, sembra una caccia alla volpe, ma al contrario.

ale furbo è la volpe. In questo caso, invece, i furbi erano i cacciatori che

odo.

rovero e, alla peggio, qualche calcio nel culo ben dato?

a in gioco la sindrome del passaggio alla Storia! Quegli scalzacani sentivano il prurito

ne che provocava in loro la suggestiva idea di rimanere famosi nella Storia delle Religioni, e

el secolo, quella laica, un pericoloso

zza della credulità...Costruita con un culto alienatorio della propria razionalità,

propria ragione...

argomenti imbriglianti e avviluppanti che

parte della ragione...

inunciabili di autoconvincimento...

-...di firmar

appropriamen

sapere, erano sempre pronti in agguato per carpirne, drizzand

pensiero.

-Vuoi dire che intesero incastrarlo?

-Firmando pure,

-Può darsi.

-E lui, se ne accorse?

-Sempre stando nel campo delle supposizioni, lui se ne accorse e cercò scampo.

-Ma gli altri, per così dire, lo braccaron

-...e lui cercò di sfuggirli, il p

-...nascondendosi nei dedali sotterranei e negli edifici che li collegavano, ritardandone la cattura...

-...e concedendosi, nelle pause, di scrivere dei messaggi che servissero, in futuro, da denuncia dei suoi

persecutori, e poi carnefici, lasciando quei comunicati nei diversi posti che, suo malgrado, ave

frequentato nella sua affannosa fuga.

-Stiamo inven

-Non abbiamo molta sc

-Così come descrivi la co

-Al contrario?!

-Sì, perché, normalmente, l’anim

volevano sistemare quel personaggio scom

-Ma perché farlo fuori?

-Non bastavano dei sonori richiami di rimp

-Eh beh, qui entr

dell’eccitazio

forse della Civiltà, per avere consegnato alla giustizia del clero e d

propalatore di eresie, salvando alle fondamenta la millenaria e munita fortezza della credulità umana.

-Addirittura. Munita forte

intendo quella di colui che esegue la propria autodistruzione?

-Con un costante addestramento a conseguire lo sconvolgimento della

-Ostacolare la razionalità, impedendosene la sua invasione con

fronteggino l’assalimento della mente da

-Come continue e perseveranti prove di finzione...

-Prove irr

-E che cosa avrebbe potuto scrivere in quei messaggi lasciati lungo il percorso di fuga?

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-L’evolversi degli eventi e la rivelazione dei malvagi propositi di quella masnada di segugi, pervasi da

pretestuose idee integraliste.

-Ma lui, queste perfide intenzioni, come faceva a conoscerle, intendo le precise intenzioni?

-Perché lui aveva recepito bene il concetto di spia, che osserva inosservata da posti nascosti per carpire le

idee. E allora, nei momenti in cui egli riteneva che i suoi inseguitori potessero concedersi una pausa, ecco

a notizie delle loro intenzioni sul suo destino.

ertutto, a puntate.

erbali!

!

sso da nessuna parte.

ro alla tentazione di sfogare la loro esasperazione, acuita anche dalle

fanatismo, sottraendolo alla giustizia canonica e facendosela da

azione, il pensiero di aver fatto cosa giusta e sacrosanta per la loro Chiesa?

dove l’avranno fatto scomparire?

profondo del pozzo.

Oltre cento metri di profondità!

osa

nza essere osservato...

roblema sarà stato quello di andare a rintracciare ogni indizio della sua testimonianza e insieme

ome lui aveva pensato di muoversi e di agire e,

o recuperato ogni indizio che fosse a loro incolpazione.

mo qualcosa.

ente.

ione, ma c’è un legittimo sospetto.

è in tanti a fare una malefatta, talvolta o spesso non si è completamente tutti d’accordo o,

arà macerato dal rimorso e roso dal tormento nell’oscurità della sua cella e, dopo un

nata in lui l’idea di un ravvedimento che possa averlo indotto a scrivere la

ne fosse venuto a conoscenza a ripercorrere il tragitto della

che lui si precipitava a spiarli e, in tali frangenti, assumev

-E allora?

-Falla breve!

-E allora, seminò il suo reportage un po’ dapp

-Finché lo presero...

-Ma se lo processarono e condannarono, dovranno pure risultare da qualche parte i v

-È qua il punto

-Quale punto?

-Vuoi dire che non esiste niente da nessuna parte?

-Certamente, non esiste riferito un tale fatto e un tale proce

-E allora, che cosa vai a elucubrare?

-Si fecero giustizia da soli!

-Vuoi dire che non resistette

prolungate e affannose ricerche, e il loro

soli e portandosi, a giustific

-E il cadavere, come e

-Nel pozzo.

-Nel pozzo dei gironi?

-Nel girone degli eretici!

-E cioè, quale?

-Il buco più

-Proprio lì?

-È chiara, adesso, l’importanza strategica di tutti questi canali sotterranei? Se vuoi fare una c

indisturbato e se

-Vai col pozzo...

-...e amen.

-E allora, però, dovettero eliminare ogni traccia del delitto, io credo!

-Certo! Il p

della loro colpevolezza.

-E quindi, mettendosi nei suoi panni, avranno ricostruito c

perciò, avrann

-Ma allora, è inutile che noi siamo qui e che cerchia

-Sì, non troveremo esattamente ni

-Forse avete rag

-Quale?

-Quando si

perlomeno, qualcuno, anche nel segreto del suo intimo, si sarà dissociato da quegli atteggiamenti e da

quelle carognate e si s

lungo pianto di pentimento, sarà

frase apocrifa e che però costringesse chi

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fuga, lungo il quale avrebbe lasciato indicazioni e documenti che, in maniera potremmo dire duale,

permettessero di ricostruire l’atto accusatorio verso i suoi carnefici, i quali ne avevano abolito l’esistenza.

bilità di pentiti.

loro errore.

amente conclamatosi.

ua denuncia sulle sovrane che dobbiamo rintracciare.

a...

esto.

ranno andate certamente disperse.

si posto, avranno attratto l’attenzione e la cupidigia di qualcuno che...

arà appropriato e...

o in mano...

forse, sono conservate in qualche museo.

i devono essere correlati all’origine della sua caduta in disgrazia.

re infiniti tentativi per rinvenire

guito nell’Eresia.

sul caso Eden.

se contentato di Michele e di Lucifero, trattandosi di argomento analogo,

to che si trovino nel recinto del Castello e nelle

iungibili attraverso cunicoli!

-Insomma, non tennero conto della possi

-Già, fu il

-Si fidarono troppo del loro integralismo mutu

-Avrà cercato di non riprendere il discorso...

-...per non rischiare di fare la stessa brutta fine.

-Quindi, il pentito ha scritto la s

-È un’ipotesi.

-Già, era un miniatore...

-Sarà stato capace di incidere in molto piccolo su una monet

-Era, anche, un modo molto abile di nascondere un t

-Ma le monete sa

-Lasciate in qualsia

-...se ne s

-...chissà dove saranno andate a finire...

-...di bottega in bottega...

-...di man

-Magari sono riaffiorate addirittura in Grecia...

-...e, chissà,

-Chissà, poi, scritte in quale lingua...

-Magari in greco...

-Oppure...

-Oppure?

-Oppure, ed è la cosa più ovvia, lui le avrà nascoste in posti inimmaginabili ma pur sempre intelligenti.

-Che vuoi dire?

-I nascondigl

-Vuoi dire al suo Eva-pensiero?

-Certo, se no dove vai a cercare? Ti muovi a tentoni, a caso, e devi fa

qualcosa.

-E dove avrà riposto le sue monete?

-In luoghi opportuni dell’itinerario di fuga del perseguitato.

-Opportuni?!

-Coerenti, cioè, con il percorso se

-E che cosa dovremmo seguire?

-L’iconografia?

-Non ci sono riferimenti pittorici sufficienti

-E allora?

-Potremmo vedere se si fos

intendo di cacciate...

-Lì possiamo guazzarci meglio.

-Del resto, Lui non subì miglior trattamento.

-Dobbiamo considerare retabli e dipinti su quell’argomen

immediate vicinanze.

-Sì, ma ragg

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-Giusto!

-E poi, non dimentichiamo la Pianeta Aurea.

-Sì, essendovi rappresentato San Giorgio contro il Drago, il richiamo a Michele e Lucifero è evidente.

onata in quel girocollo.

.

e il Mag abbia fatto gli stessi nostri ragionamenti?

a intramata nell’originale e,

cenza, l’ha disinserita dal prototipo e l’ha occultata nella copia.

ro, se ne sarà tornato per i fatti suoi e, forse, ne avrà dimenticato anche

rfettamente!

...

copo della Confraternita deviata sia quello di conservare il segreto

a corrente. Non si vuole ripescare quell’eresia, praticamente

, al punto che non figura da nessuna parte.

rire un dibattito imbarazzante, se mai ci fu in passato, a parte

a Ilaròs e la cricca di dannati. Non si vuole correre alcun rischio.

o questo patrimonio...

za.

greti sono custoditi qui. Ne esiste copia?

eramente disponibile?

rebbe a conoscenza.

...

fraternita deviata che aveva anche

e interesse, di riunire sotto un’unica guida tutte le confraternite a fine

-Una delle monete potrebbe essere finita incast

-In quello vero o nella copia?

-Guarderemo prima nella copia

-E come sarebbe finita lì?

-Pensi ch

-E, poi, abbia chiamato Sovrana la sua compagna?

-Ipotesi ardita...

-È più semplice...

-E cioè?

-Chi ha riprodotto la Pianeta Aurea, avuta in prestito, ha scoperto la monet

ritenendo che nessuno ne fosse a conos

-E poi?

-E poi, quello, finito il suo lavo

l’esistenza.

-Oppure, avrà copiato anche quella, pe

-Ah, certo, tutto così facile

-Sic et simpliciter...

-Amen.

-Ma allora, può essere che lo s

dell’assassinio di Ilaròs.

-E perché?

-È semplice. Per la salvaguardia della dottrin

ignota o totalmente dimenticata

-Non si fa un servizio alla Storia...

-Non si vogliono introdurre turbamenti o riap

quello che ci sarà stato tr

-E allora, i detentori e conservatori del segreto hanno costruito tutt

-In autonomia o in concessione?

-Ma allora, le connessioni...Vivranno tutti nell’incertezza e nella diffiden

-Inevitabilmente, saranno fiorite minacce, ricatti...

-Qualcuno chiuderà un occhio, purché...

-Sì, però i testi se

-Intanto ce la portiamo via...

-Possibile che sia stata così lib

-D’altra parte, stilarne più copie aumenta il pericolo di fuga di notizie!

-Allora, questo è un segreto che si tramanda solamente qui dentro.

-E allora la Confraternita non ne sa

-Ci saranno state delle confidenze

-E quindi?

-E quindi, la proposta avanzata di custodire il segreto, istituendo la Con

il secondo fine, ma quello di maggior

di potere.

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-Con favori ed elargizioni come contropartita...

ssolubili.

duto tutto in maniera differente.

cortesi dei suoi colleghi, si nasconde e piomba su di loro come un falco

imento e si ravvede.

di cui andiamo in cerca, compreso quello principale che tu hai letto in

o, nel quale ha introdotto la pagina fasulla con la famosa frase.

re più facile.

e.

norme quadro circolare.

ne parlavano in passato.

niversità che non fu adottato per l’opposizione della fazione avversa e

stemma.

ntro e in alto...

a di stelle d’argento...

ea della Sapienza.

sicci...

e bianco-turchina in diversi toni...

lce di luna argentea.

a sotto la veste che è conclusa dalla luna.

tto, nascosto anche lui...

ggiamento non simmetrici, sguardo al cielo.

, tempestata di

anti, che lo sovrasta.

wn...

nti su un mare blu e fondo rosso con strisce in oro.

centrale, simbolo del potere del Papa, in oro, tempestata di pietre preziose

remità

croce, entrambi in oro.

e figurano sull’attuale simbolo dell’Università.

bitat ecclesiam.

me, una lampada?

-...e legami di obbligazione indi

-Si sono incatenati a vicenda.

-Sentite: potrebbe essere acca

-E cioè?

-Ilaròs, accortosi delle intenzioni

nei momenti in cui ognuno di essi è solo e li stermina uno per uno gettandoli nel profondo pozzo.

-E quindi, semmai, dopo, avviene il pent

-E scrive tutti i possibili messaggi

quel libro antic

-Allora, tutto potrebbe esse

-E i cadaveri?

-In fondo al pozzo, comunqu

-Venite qui, in questa grande sala. Guardate: un e

-Ah, eccolo;

-Che cosa rappresenta?

-Era il probabile logo, stemma, dell’U

sostenitrice di un altro che poi, in seguito, divenne quello che è ora l’attuale

-La Madonna al ce

-...con coron

-Dodici stelle...

-Sostituisce Minerva, la d

-Ha capelli castano-ros

-...e la vest

-...e, al di sotto, una fa

-Al posto del serpente...

-Non affiorano i piedi d

-Il serpente sarà so

-Mani giunte, forma e atte

-Alla sua destra, uno stemma con croce rossa centrale, i Quattro Mori e una corona d’oro

pietre azzurre e di diam

-Goldencro

-A sinistra, un altro stemma con due torri emerge

-Altra corona che lo sovrasta.

-Al di sotto della Madonna, tiàra

e ai suoi lati due mitre bianche attraversate una da un pastorale e l’altra da un bastone con l’est

foggiata a

-E poi, tre grandi lettere: L, H, E.

-Che significano?

-Sono le stesse lettere ch

-Le iniziali delle parole di una frase?

-Luciferus habitat ecclesiam...

-Se ti sentono ti sterminano.

-Allora, lux ha

-E cioè un lu

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-Va meglio, ma non ci serve.

-Forse, Ilaròs, trovandosi di fronte a questo documento, può aver tratto ispirazione da queste tre lettere per

re all’interno di quelle o combinandole, di volta in volta ha individuato dei

ezzo.

...

rna, lobby...

la cattedrale.

sa, per uno che scappa.

onnesso a un fonte battesimale? Il battistero?

ù facile e accessibile.

che per estensione potrebbe essere, ancora una volta, la pianeta.

n può essere. E nemmeno laguna.

scondiglio e le pareti la cosa più accessibile per scrivere.

.

zzo in pietra nel cortile dell’Università che richiama il

obazie avrebbe fatto costui? È più facile il pozzo di San Pancrazio.

tta.

lie vuote di una cucina o di una cantina...

lcun sospetto né attraggono l’attenzione.

on insospettire.

indicare dei luoghi molto precisi.

-Oppure, inserendo altre lette

termini corrispondenti ad altrettanti siti.

-Non è facile, con la H in m

-Elle come

-Lucifero, luce

-La lucerna di qualche chiesa...

-...o quella del

-Un po' acrobatica la co

-Lavacro...

-E quindi, c

-È già molto pi

-Labaro,

-O uno stemma...

-Labirinto...

-No! Il labirinto di cristallo no

-Ne sei stato sconvolto?

-Ci rinuncio volentieri.

-Lapide...

-Da tenere presente.

-Latèbra: profondità segreta.

-Siamo già in fondo...

-Forse, nel pozzo.

-Sì, incisioni sulle pareti.

-Del resto, era anche un buon na

-Come per i carcerati.

-Laurea...

-All’Università: laurea, lapide, lavacro, latebra..

Potrebbe essere il posto nascosto nel profondo del po

lavacro in un fonte battesimale.

-Ma che razza di maratone e acr

-Liquore!

-La famosa etichetta! E, come etichetta.

-Liquore habet etiche

-Sì, sì, molto autentico...

-È così semplice che pare impossibile.

-Sì, attacca il messaggio su vecchie bottig

-...che non destano a

-Logaritmo...

-Neperus?

-Scritto in un libro di matematica...

-Come una formula, per n

-Se complichiamo, poi per decifrare...

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-Siamo ancora alla L. E la H?

-Potrebbe essere, il tutto, L’ACCAdEmia?

ante.

-Harem...

-Ma smettila!

, Henry Purcell!

nche lui col Purcell? Andiamo...

crum.

a eresia, in latino é scritto con la H: haeresim.

-E pe

che cosa risolve o indica?

n c’entra nulla con Adamo.

to come lui.

ato di mettere qualcosa là...

zzo di pietra del cortile.

carta che scolpire una

l’Università fu fondata nel 1626, per ricadere poi in pieno Purcell.

onata!

erchiamo.

a’s Day.

iata, di Henry Purcell.

.

lle parole...

esto di un canto...

-Arditamente stravag

-E chi lo sa?

-I quattro Mori potrebbero essere le quattro More, le quattro mogli musulmane.

-Henry

-A

-Hidalgo...

-España. olé!

-E la E?

-Ti perdi in un mare di parole!

-Non ci resta che puntare secco: Eresia!

-Eresia Habitat Lava

-M

rché avrebbe dovuto pensare in latino?

-Potrebbe essere: Lucifero Habitat in Eresia. Oppure, Lucifero, Harem, Eresia.

-E

-Lui dell’Harem non ne sapeva niente. L’eresia era la sua, e Lucifero no

-Ma fu caccia

-Ma se quello è il logo dell’Università...

-...può darsi che abbia pens

-...nel po

-È possibile, perché il collegamento sotterraneo può essere molto diretto e facile.

-E il pozzo un ottimo nascondiglio provvisorio.

-Quindi ha scritto qualcosa su qualche lapide!

-Quindi, L’ACCAdEmia non è così campato per aria.

-E non trascuriamo, però, l’etichetta sulle bottiglie, perché è più facile scrivere sulla

lapide o grattare su una parete.

-E nemmeno Henry Purcell. Che ne so? Un vecchio spartito conservato da qualche parte. Non

dimentichiamo che

-La Golden S

-Credo, però, che tutto ciò che abbiamo analizzato converga su un unico punto.

-Ci sono qui dei grandi cassetti pieni di pergamene, manoscritti e antichi documenti.

-È qui che troveremo ciò che c

-Ecco, uno spartito!

-Ode on St. Cecili

-È una copia riprodotta manualmente.

-E c’è la firma, anch’essa cop

-Svolazzante e inclinata

-Guardate! Vi sono inserite de

-...che vogliono apparire essere il t

-...ma sono delle indicazioni.

-Cerco di tradurre...

135

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«Passando per il cammino sotterraneo che unisce la Cattedrale al palazzo dei seguaci di

e hanno il Santo Michele per patrono, troverai le rivelazioni che cerchi all’interno

di pozzi e cisterne.»

anovaccio, il mondo archètipo delle acque.

testo esplicito di quello criptico scritto nella pagina miniata di quel testo antico, non si sa

tico.

agione, L come leggi e HE come Henry! Leggi Henry!

luoghi troverai i nomi dei miei potenziali assassini, essi stessi diventati

loro mani alzate armate di pugnale.»

imitandone la scrittura e

accidentalmente quella frase in quel libro.

uò essere, per caso, qualsiasi, ma gli effetti indotti sono molto

Tu leggi un libro, ti freghi ‘na mela o ti prendi la tua Eva e poi son cazzi.

truisci dei stranissimi, banali, incredibili castelli e questi sono veri perché esistono da sempre,

amenti degli assiomi sono stati tramandati, perché così ci hanno sempre insegnato da

mai riflettuto su ciò che racchiudono queste due parole? Una imposizione data alla

ettere discussione. Così sia, e non farti occorrere alla mente ragionamenti.

ero che sgombra le nebbie e le ottenebrazioni...

!

.

mo arrivare alla fine della faccenda?

Gesù ch

-Ecco, i domini, il c

-Questo è il

quanto auten

-O aut-àntico, si potrebbe dire.

-Allora avevo r

C’è ancora scritto:

« In quei

assassinati per mia mano per fermare, io stesso, le

Quindi, l’idea balzana della strage non era poi così campata per aria...

-La strage?!

-Sì. Tempo fa, formulammo, scherzosamente, un’ipotesi paradossale e azzardata, e però questo scritto,

per altri versi, la conferma.

-E poi?

-Poi, lui avrà inserito in un testo antico la famosa pagina con la frase misteriosa,

rilegandola al volume che poi è finito in esposizione.

-E tu ti sei trovato in tutto questo guazzabuglio per aver letto

-Avete visto? Il peccato originale p

complicati.

E tu cos

perché gli insegn

piccoli e così via.

-O così sia.

-Così sia?! Già. Avete

propria mente, senza amm

Scacciali al primo insorgere...

-Come il demonio...

-Come Lucifero...

-Come Lucif

-Ottenebrazioni, che parola

-E ora, che facciamo?

-Andiamo in fondo al pozzo?

-Vuoi dire in fondo alla faccenda?

-Le scale non arrivano fino in fondo al pozzo

-Quindi, se ti precipitano non ti trovano più.

-Le scale non arrivano al fondo del pozzo...Quindi non potre

-E quindi alla soluzione completa del mistero?

-Forse...

136

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-E la Sovrana?

-Forse non esiste.

-E se esiste, dove può nascondersi?

-Sarà prigioniera?

-Nella torre?

-Pancrazio?

-Una moneta incastonata nella pietra?

-O nei legni?

-Non poniamoci inutili tormenti. Noi non dobbiamo cercare nessuno né cercare nascondigli.

ivato il momento dell’inversione.

er prodigio o per caso, trovavi. Ora dovrà venirti tutto incontro...

olitario che va risolvendosi, le ultime carte accelerano la vittoria?

ndo cerchi con fatica, le opposizioni e gli intralci sono tanti. Se tralasci e mostri

disinteresse, intervengono le stesse forze avverse elargendoti facilitazioni e soluzioni, certe

sso effetto di un intralcio. Una specie di dualità inversa...

n volere una cosa e lui te la dà credendo di darti un fastidio?

esso modo di quando tu vuoi una cosa e lui non te la dà.

uesta è un’altra delle tue fantasie che speri che si avveri!

, quindi, ricadi nello stesso errore.

ove?

sala attrezzata a questo scopo!

rci?

ffriranno?

e.

questo regno occulto, per manifestarti la loro obbediente

Eterno...

trasferire su di me gli attributi del Malefico Genediltron?

-Sì, per...riflessione. E chi sarebbe costui?

mai portato a spasso per l’Etere?

-No, ma adesso ci porterai

che cerchiamo?

te, ci sarà un ascensore da qualche parte.

e, più semplicemente, in alto.

-Tutto a un tratto ti fermi.

-Ti sei arreso?

-Ne ho le scatole piene. È arr

-E cioè?

-Prima supponevi, fantasticavi, cercavi e, p

-Come quando facendo un s

-Non so, ma qua

indifferenza e

che abbiano lo ste

-Cioè, tu mostri di no

-Sì, allo st

-Q

-E

-Andiamo.

-D

-Al Planetarium.

-Quale planetarium?

-Ci sarà pure una grande

-Per far piacere a te?

-E che cosa vuoi trova

-Quali...facilitazioni ti o

-Non ci resta che attenderci lo stupore per le sorpres

-Ti verranno incontro tutte le odalische di

devozione.

-Al Magnifico dell’

-...che regna nell’Iperuranio degli Abissi e dei Gironi...

-...Narciso dei Millespecchi...

-Stai cercando di

-A voi, non vi ha

tu nelle profondità del cosmo...

-Dove pensi che sia l’ingresso

-Negli abissi dei gironi, non vi pare?

-Risposta appropriata e pertinente.

-Forse, più semplicemen

-E dovremo andar

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-Se tutto, ora, si riduce a queste semplificazioni, non vale più la pena. Manca l’eccitazione.

sa molto gradevole. Non essere pessimista.

llora.

e ci sta attorno, pensi di trovare un gradevole e confortevole

parti?

mo...

da queste muffe.

cale...

fino alla fine delle scale.

ferica.

a loro come in un puzzle.

-Loquebar de Testimoniis tuis in conspectu Regum.

...

-Ma sarà certamente una co

-Prendiamo questo ascensore, a

-Ma con tutta questa merda stantia ch

ascensore da queste

-Cerchiamo, cerchia

-Bisogna salire, elevarci...

-Sì, leviamoci

-Ecco, vedete, belle s

-Faremo a meno dell’ascensore.

-Andiamo in alto,

-Ecco, una porta cerulea...

-Codice segreto?

-ARAGALL!

-Al primo colpo?

-Dritto al bersaglio!

-Si apre.

Nel Planetarium

-Una grande volta s

-Ma non ci sono stelle.

-Il cielo non è azzurro...

-...ma è di un bianco intensissimo e luminosissimo...

-Il colore della luce...

-Mancano le stelle...

-...ma c’è una serie innumerevole di stemmi, scudi.

-Sono incastonati tr

-Tutte le famiglie di tutte le dominazioni...

-...e tutti i poteri.

-Due delfini e un gabbiano e un castello con un leone.

-Un braccio armato di spada, due leoni, due cannoni e una corona...

-Due iscrizioni:

Domat Omnia Virtus...

A dirlo è facile.

-Retorica ne trovi dovunque.

-La croce dell’Ordine Mauriziano

-E lassù, al culmine della volta, il solito galletto d’Aragall.

-Prendi il telecomando.

-Puntalo e spara.

-Che cosa succederà?

-Usciranno monete d’oro...

-... come da una slot-machine.

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-Usciranno, quindi, le famose sovrane?

di cui soffre di morbosa gelosia per spingerlo a rischiare

lo ricognitorio nel pozzo dei gironi?

r quello che vede che per quello che sente.

e cosa nascondi in quei segreti posti da cui sei sbucato?

he possa servirti!»

sive. E dovresti metterti una mutanda in testa per essere più convincente! Beh? Sei rimasto

ttenti, scappa!

-Si è dileguato da dove è comparso.

-È stato prudente, questa volta.

i ha dato l’impressione che non si aspettasse la nostra presenza qui dentro.

-Allora, av

hissà che cosa armeggiava.

entite... La musica dell’Ingresso di Apollo dell’atto quarto della Regina delle Fate.

ra del Botticelli!

-Uscirà la Sovrana.

-Spara e vediamo!

-Accidenti, sparisce l’illuminazione...

-Si attenua...

-...e diventa azzurro.

-Si apre una porta che è celata nella parete.

-Esce qualcuno.

-Maledizione, di nuovo il Michelazzero!

-Il Michelazzero?!

-Il Michele Giannizzero!

-Ma tu, maledetto sgonfio e stronfio, sei custode da tutte le parti?

-Non ne hai abbastanza di prendere botte?

-«Maledetto Lucifero e maledette troie!»

-Stai attento che finirai tra i porci!

-Invece di restituirsi al secolo è finito al clero.

-Perché è stato così incauto?

-Deve esserci qualcosa di molto allettante per lui o

ulteriori deflazioni.

-Che cosa nascondi? Perché non ti fai un vo

-«Quello è il posto a te adatto, Lucifero!»

-Hai la solita lancia sturacessi. Si infrangerà sul diamante del mio corpo!

-A tanto non credevamo arrivassi!

-Il diamante del suo corpo...

-Immagine di vigoria e di cristallina trasparenza e splendore...

-Roba da Luciferi!

-Non so se il Michelazzero si spaventi più pe

-Parla! Ch

-«Non uscirà nulla dalla mia bocca c

-Dalla tua bocca non possono che uscire scoregge e quelle servono a te stesso per enunciare le tue

capacità esclu

interdetto per la rabbia che ti monta o stai pensando di chiedere pietà strisciando, come ti si addice e sei

avvezzo, ai nostri piedi?

-A

-M

eva in programma qualcosa.

-C

-S

-Guardate, un carro bianco e oro tirato da quattro cavalli.

-I soliti cavalli robotici degli scacchi!

-Anche quelli, bianchi e oro!

-Apollo, il corrispondente di Lucifero, della Primave

-No, quello è, o sarebbe, Mercurio!

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-Ma che c’entra Mercurio? È Apollo, non può essere che Apollo!

-Sì, un Apollo un po’ svagato.

-Ha sulla testa un serto che sembra di alloro, la pianta a lui sacra. Non può essere che Apollo.

-E la Sovrana sarebbe quella che Zefiro non si sa bene se trattenga o sospinga?

uasi che stia per

adere in avanti.

-Beh, se è per questo, debbo aggiungere che nella composizione c’è qualcosa che, a un primo sguardo,

sembrerebbe non convincere. Non so, Venere sembra un po’ Madonna senza Bambino che fa una mezza

riverenza ed è un po’ per i fatti suoi, anche se pare che guardi Flora di sottecchi e un po’ ironica.

-Facciamo il punto. Apollo è il Sole, il dio della luce e quindi Lucifero, le tre Grazie sono Biancarosa,

Fatarosa e Fatazzurra. Flora, a mio avviso, è piuttosto Venere e quindi Titania, ovverosia Goldenfairy.

Zefiro, al di là del nome aereo e leggiadro, lo individuerei nel Michelazzero che tratteneva segregata la

Sovrana, un po’ malconcia per l’appunto, e che tra poco sarà costretto a liberare.

-Attenzione! Sovrana o Regina è la stessa cosa...

-Quindi sarebbe Fairy Queen, o meno pretenziosamente Queenfairy, Fataregina.

-E quella che sarebbe Venere nel quadro?

-Come ho detto, sembra una Madonna senza Bambino...

-A meno che il bambino non le sia volato via trasformandosi in Cupido che, subito discoletto, si è

appropriato di arco e frecce. Apollo è anche il dio protettore degli arcieri...

-L’ipotesi è molto azzardata e dissacrante ma non abbiamo niente di meglio, per il momento.

-No! Le hanno sfilato l’arco del violoncello. Osservate, è come se le avessero tolto lo strumento...

-Come fai ad affermare ciò?

-Se ricordate il dipinto del Domenichino...

-Quale?

la

propria testa.

-Potrebbe essere Santa Cecilia, per come appare

sfilato la bacchetta di direttore dalla mano...

-Quella è la ninfa Clori.

-Debbo dire che ha un aspetto un po’ malconcio e l’aria non certo allegra. Sembra q

c

-Quello che sta al Louvre, a Parigi.

-Brava! Ha ragione. Là la Santa suona lo strumento e un putto le tiene aperto il libro degli spartiti sopra

con il braccio atteggiato che sembra che le abbiano

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Domenichino (1581, Bologna, 1641 Napoli). Santa Cecilia, Olio su tela, Museo del Louvre, Parigi.

eziano Saraceni, quello che sta alla Galleria d’Arte Antica in Roma? Lì Santa Cecilia,

una grossa mandola, è assistita da un angelo dalle ali enormi che le sta indicando con una

tura e, con l’altra mano impugna un

to dietro le corde.

uò essere Lucifero...

fa ha pensato di dedicarsi alle belle arti in incognito, identificandosi con

?

-E il dipinto del ven

che imbraccia

mano lo strumento mentre lei lo asseconda controllandone l’accorda

contrabbasso che ha l’arco infila

-Quindi, il vizio di sottrarre strumenti ed archi...

-Ma, quindi, Cupido non è altro che un angelo che trasforma il suo archetto in arco.

-E l’angelo p

-Eh sì, dopo la cacciata apocri

Apollo musagete.

-L’Apollangelo...E tu, Luciapollo, hai presente qualche superbo quadro in cui sei raffigurato

-Questo lo so io! C’è un dipinto di Andrea Sacchi, pittore cinquecentesco, conservato al

Carlo Saraceni (1579-1620, Venezia). Santa Cecilia e l’Angelo, Olio su tela 172x139 cm, Galleria Nazionale d’Arte

Antica, Roma.

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Andrea Sacchi. “Marcantonio Pasquilini incoronato da Apollo”, Metropolitan Museum, New York.

intitolato Marcantonio Pasquilini incoronato da Apollo, in cui il bel

vvero superbo e, guardando il dipinto, si rimane incerti a decidere se Apollo è colui che

un passaggio di consegne tra detentori della beltà?

o il Marcantonio si riteneva al pari di Apollo, e il dipinto lo dichiara

e lui stesso pensò di suggerire l’argomento al Maestro o il Maestro pensò bene di proporre

tamento.

ura di troppo sul lato destro del dipinto.

rasforma in arciere, volando al di sopra della sua testa e verso

e scomparire in tutte le circostanze...

i Mercurio che, invece, è il protettore del ladronaggio.

e la sua freccia al centro del cerchio che formano le braccia inanellate delle

ad altro, alle piante...È un po’ per i cazzi suoi.

tensioni verso nessuno...

nte di tutto, anche di Clori, che quasi le frana

l’impressione quasi di essere una

perturbabile, ieratica e quasi indifferente, per fuoriuscire poi dallo schermo.

Metropolitan Museum di New York,

Marcantonio è da

incorona o quello che viene incoronato.

-Incoronato come?

-Con un serto di alloro.

-Come dire che vi è

-Sembra proprio così o perlomen

palesemente,

un tale adeguato accos

-E il quadro com’è?

-Eccellente e maestoso, anche se forse c’è una fig

-Non divaghiamo troppo.

-Ecco, quindi, il putto le ruba l’arco e si t

Apollo.

-Non fa una piega.

-E il Violon?

-Qualcosa viene fatta pur sempr

-Vuoi che anche lì non si rubi?

-No, altrimenti si tratterebbe d

-Cupido sembra intento a mirar

tre Grazie.

-E Mercurio?...Pardon, Apollo.

-Non si capisce. Sembra intento

-Non c’è una centralità nella composizione, una convergenza di

-Anche Flora sembra che se ne vada a spasso, incura

addosso, e pare uscire dal quadro verso gli spettatori. Dà

indossatrice...che incede im

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-Roba da fashion.

-Fashion Flower...Fior di Moda...

-Eppure, è tutto così meravigliosamente bello e armonioso...

ea un equilibrio armonico!

storo tutte queste ricchezze che appaiono in questi sotterranei del Mistero?

onte di prodigi, nascosti e portentosi.

ebre che conservano...

io.

mento dei ruoli

cacciata gli aveva sottratto.

fatto che volesse riconquistare la custodia delle Muse, in quanto Apollo che,

abile, è anche dio della musica e della poesia.

n poco con la biga?

i.

a tastiera nel cruscotto.

limpo!

rta scorrevole, come quella di un grande emporio.

a?

-Certo, il Caos, sinonimo d’Ordine!

-L’apparente disordine che cr

-Da dove cavano co

-Sembra esserci una f

-Da queste ten

-Quale bellezza conservano!

-Andiamo a vedere questo cocch

-Che cosa voleva farne?

-Voleva correre e basta.

-La corsa delle bighe!

-Una sola biga.

-Bìgamono!

-Voleva sentirsi Apollo, e cioè Lucifero, per riappropriarsi di quel dominio che il ribalta

prodotto dal ridimensionamento storico della favola della

-Addirittura!

-E quindi riteneva di identificarsi in lui guidando il cocchio d’oro?

-Si accingeva a far le prove?

-Già, e non trascuriamo il

aspetto non trascur

-Perché non ci svaghiamo u

-Bigalloniamo?

-Facciamoci una promenade.

-Montiamo tutti.

-Speriamo che non si sfond

-È molto robusta.

-Calca il comando sull

-Go! A tutta velocità con lo spider dell’O

-Attenzione, andiamo a sbattere sulla parete.

-No, come si avvicina si apre una po

Al Palazzo Reale

-Imbocchiamo un lungo e largo corridoio buio.

-Si accendono le lampade, come passiamo.

-È pieno di sensori.

-Conduce ai condotti sotterranei.

-Ci conduce dalla Sovran

-La Sovrana sta sul trono.

-E il trono dove sarebbe?

-Il trono ce l’ha il re.

-Trono e Dominazione...

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-Allora, finiremo nei sotterranei del palazzo del Re.

ucifero-Apollo...

..

do un grande evento.

a di Mussorgsky nuovamente, questa volta...

e porta di Kiev...

ucchio di enormi uova d’oro.

...

e, chi l’ha mai vista?

escriverne l’immaginario.

atto...

mantenerci in ballo ancora.

ucifero,

e regine del Mazzo d’oro, che altri chiamano Muse! Non è stato necessario il canto del gallo

zzo di carte, vattelo a spiegare.

-Il Palazzo Reale.

-La direzione sembra verso quello.

-Eccoci arrivati.

-Un enorme portone laccato di bianco...

-...con le maniglie e i picchiotti d’oro.

-Il portone della Sovrana.

-Vai e aprilo, ora...

-Ci vuole la solita parola chiave...

-...o musica.

-La musica di prima...

-...imponente e trionfale...

-...che annuncia l’Ingresso di L

-...e delle sue Grazie e di Venere.

-La musica del trionfo e della liberazione.

-Batti semplicemente.

-...come se stessi annuncian

-Si apre senza un cigolio e con maestoso silenzio...

-È tutto un bianco abbagliante.

-La music

-La grand

-Quadri di un’esposizione...

-Un enorme sala...

-...con un immenso m

-La Gallina dalle uova d’oro

-C’è adagiata sopra di esse una...Che cosa c’è più di Venere?

-Una donna bellissima, credo. Vener

-Sono stati sprecati parole e dipinti per d

-Questa si vede, eccome!

-Dorme o pensa?

-Silenzio, suona l’apertura del quarto

-Speravamo fosse l’ultimo...

-Vogliono

-Musica solenne e fastosa...

-Colpi di timpano...

-...e suoni di trombe.

-Si risveglia...

-Sta per dischiuder bocca...

-Dischiuder bocca...Che poeta!

-Aiutami a sollevarmi, Apollo!

-Sai che sono Apollo?! Sono molto compiaciuto. Ben risvegliata all’alba del tuo Sole! Sono L

protettore dell

per risvegliare la Gallina, nemmeno il Galletto d’Aragall!

-Alba del tuo sole...Il Mazzo d’Oro?!

-Sì, tu sei la quinta regina, un fatto molto strano per un ma

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-Potrei essere un’altra figura...Diana, per esempio.

-Un’ulteriore figura di donna? Diana? Mi va a quel biondo, sono anche protettore di arcieri e cacciatori. Sì,

Diana cacciatrice, non di galline, quel mestiere lo lasciamo alle volpi.

.o un Jolly.

un po’ matta...

i dentro?

dia tra Apollo e Michelarcangiolo?

mi tiene qui dentro. Diciamo...mi custodisce.

nia dorata...

mente a recitare l’Apocalisse ma, regolarmente, ogni volta, quando parla del duello

ele e ciò lo esaspera, sconforta e sfinisce.

dai racconti apocrifi tramandati, magari, dai successori dei conoscitori

e c’entrano?

che ti stupisce, vero?

, come dire, curvo, costituito da

i vuol dire muoversi e camminare con modalità differenti

iegate nello spazio cosiddetto normale.

o con le minchiate di sapore pseudofilosofico!

erò. Mi sento come navigando nel mare in tempesta del tuo spazio curvo. Queste

sercitano un potere massaggiante.

o?

da fachiro in tono minore. Queste cuspidi arrotondate sono più sopportabili dei

hiodi. Senti, quanti passi del tuo spazio debbo fare per raggiungere il tuo regno?

osa intendi per regno?

de per regno, nello spazio delle uova?

ualcosa che è inserita, comunque, nel mondo delle rotondità.

rspicace! Alludi a qualcosa che si intana tra le rotondità, appunto?

ai sai bene, nulla si ottiene senza meritare.

mo con prove e trappole! Tutte uguali. “Niente si conquista senza soffrire...” “Bisogna

meritare ciò che si desidera...”

er sorto ed eretto!

-Potrei essere la Matta..

-Forse sei

-...o stai barando.

-Chi ti trattiene qu

-Un travestito, un Apollo con le ali.

-Una cosa interme

-E che cosa sei obbligata a fare?

-Praticamente, la Vestale.

-Ma tu, sei la sovrana del Michelazzero?

-Che cosa hai detto?

-La sovrana dell’Apollangelo, intendo.

-Lo comando e lo domino, ma lui

-Nel senso che ti tiene prigioniera?

-Una prigio

-Ma lui, che cosa fa?

-Si ingegna disperata

con il Dragone, sbaglia e confonde Lucifero con Mich

-Eh sì, è la confusione indotta in lui

dell’eresia di Ilaròs. E le uova, ch

-È una cosa

-Fino a un certo punto. Ne ho visto e sentito delle belle...e delle balle.

-Perché le uova, allora?

-Rappresentano uno spazio al quale non siete abituati. Uno spazio

elementi ovoidali sui quali camminare o muovers

da quelle imp

-Non ricominciam

-Avvicinati!

-Ci provo. Hai ragione, p

uova sono dure ma e

-Fisioterapic

-Quasi...È un esercizio

c

-C

-Che cosa si inten

-Q

-Ma guardala, che pe

-Certo, ma come tu orm

-Non ricomincia

-Dobbiamo andarcene, sta per sorgere il sole!

-Il Sole sono io e credo bene di ess

-Prendimi in braccio.

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-Come se fossi una sposa?

-Come si prende in braccio una regina, una fata, una donna, una sposa.

altro potete suggerire voi tre?

camminando sulle uova?

re.

vo il camminare in piedi ...equivale a spostarsi sdraiati trascinandosi sulle punte

a mi prendi in braccio?

e mescola le carte a modo suo?

! Mi distendo come nube al sole...

tarti dovrai come remare.

le onde!

olta verso l’alto.

mmerge...

invece di vederne il fondo vedo il cielo. Tocco la nube con un dito...

cui raggio penetra nel mio Cielo attraverso le nubi.

no una barca rovesciata...Sei un oceano in tempesta...

mondo reale. Ora avviene il capovolgimento

in piedi, io e tu in braccio a me.

raccio una sposa...

ta a me, aggrappata in maniera che non ti posso sfuggire...

trazione.

azzo d’Oro, come lo chiami tu, allora lei,

regolare e Lui, e cioè tu in questo momento, si recherà alla

rà sul pavimento formato dalle schiene di tutti i sudditi prostrati a

stiti con tonache d’oro.

ta di Conversi di nuovo conio...Eviterò di calpestargli il culo...

-Che cosa

-Musa...

-Grazia...

-Come potrei farcela

-Non c’è paura di romperle.

-Temo di scivola

-Anche questa è una prova.

-Però...nello spazio cur

delle uova. Mi distendo orizzontale.

-E in che manier

-Equivale, nel mondo curvo, a distenderti sopra di me.

-Care compagne, costui è uno ch

-L’universo curvo l’hai inventato tu...

-E sia, vengo sul tuo splendore

-E ora?

-Ti senti immobilizzato? Per spos

-Certo! Con le braccia spingo facendo leva sulle uova.

-Le uova son

-E in questo universo la barra è riv

-E io sono il mare dove s’i

-E io sono capovolto e

-Tu sei il Sole il

-Le nubi tonde e lisce...Tu sei l’onda e io so

-Voga, voga!

-Io, di certo, sospingo...Stiamo raggiungendo il confine con il

della realtà...e ci ritroviamo

-Non esattamente come si prende in b

-Diciamo che sei abbraccia

-Praticamente, inchiodata...Venite, andiamo nel vestibolo.

-Per fare che cosa?

-Per vestirci tutti d’oro.

-Perché?

-Per andare al Casino d’Oro.

-Casino d’Oro?!

-Sì, è giunto il giorno della Pros

-Spiegati meglio.

-Quando il Magnifico dell’Eterno...

-Vuoi dire Lucifero? Lucifero il Magnifico?

-Sì. Quando l’Eterno viene a svincolare la Regina eccedente del M

e cioè io, insieme con le Quattro del mazzo

Sala d’Oro delle adunanze e passegge

terra e ve

-Una cosa molto preziosa...Una sor

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-Perché?

-Perché è il posto dove il Sole proprio non va a battere...

o?

sottomissione e di devozione assoluta.

no e da quelle deduci quali sono gli umori, le intenzioni, i

he, sotto sotto, ti mandano.

nza. E...nessuna ribellione?

Luce!

o e curato.

e meno pendente.

ontra anima viva.

re?

un gran chiasso...

?

rfettamente d’accordo. Faremo omaggio al mondo archetipo delle acque.

nte e assordante.

re per sentirci.

-Perché un tale rit

-È un atto di

-Ed è piacevole quella promenade?

-Sì, molto eccitante e istruttiva.

-Istruttiva?

-Certo, perché senti le diverse reazioni di ognu

risentimenti e...le maledizioni c

-Immagino che occorra una grande esperie

-Mai. È connaturato in loro: strisciare e servire...

-E leccare?

-Qualcuno lo fa.

-Lecca il pavimento?

-Lecca quello che può.

-Sono dei letterati...

-Letterati?!

-Sì, esperti in lingua...

Il lago frizzante

-Bene, caliamo giù!

-Sul cocchio di Apollo!

-Giù di corsa...

-...lasciamo una scia di

-Questo è un nuovo percorso, ampi

-È più profondo

-Si corre ch’è una bellezza!

-Non si inc

-Rallenta...

-Perché?

-Fermiamoci...Udite questo rumo

-Sembra come

-Rumore d’acqua...

-Come un fiume in piena...

-Qui in fondo

-Proseguiamo o prendiamo la traversa?

-Siamo tutte curiose...

-...e desiderose di fare un bagno...

-...sotterraneo.

-Certo! Pe

-Procediamo con circospezione.

-Il rumore si fa pote

-Dovremo grida

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-Siamo giunti!

-Un’enorme grotta con un lago!

-Guarda quegli enormi getti da quei grossi doccioni sulle pareti!

su tutto il contorno!

o!

satura!

gio di gruppo!

frizzante!

mo attenti alle sorprese!

o controllare la biga!

trasformabile! Fuoriescono pinne e ali ai cavalli e al carro per poter galleggiare! Il

tore in coda!

aremo, Muse e Apollo, corsari nel ribollire di questa tempesta di schiuma!

emi la ricomparsa del Michelazzero?

o; uno così non sa nuotare!

ome naviga bene!

iamoci carezzare!

anto Michele, Corpo Cattedratico, Curia...Mondo archetipo delle acque...

l’acqua? Mondo dell’acqua...

itore..., non ci piove...

e, non contiene acqua...

, quindi.

a chiesa, del Duomo...Ha la forma di una conca...

os, che vuol dire arco, volta...Ilaròs era greco...

lla zona del tempio?

, la H dello Stemma significa hapsis?

della chiesa...

e della Chiesa di san Lucifero....

già stato risolto con Henry Purcell!

ono fornire una molteplicità di chiavi di lettura. Le interconnessioni...

.

re che conservano...

-Che forza!

-E le cascate

-L’acqua ribolle nel lag

-Che effervescenza!

-Che ga

-Una vasca per idromassag

-Faremo una grande ammucchiata

-Un altro congegno tecnologico...Stia

-Spogliamoci e tuffiamoci!

-Aspettate, vogli

-Vuoi tuffarti con i cavalli?

-Guardate, il cocchio è

carro possiede anche un elica con mo

-Anfibio della Vendetta!

-Bene, evviva, tuffa tutto dentro!

-S

-T

-N

-C

-Tuffiamoci in acqua e lasc

-S

In che rapporto sta la Cattedra con

-Un conten

-Se non ci piov

-Certo...

-Un potenziale contenitore

-Allude per sviare?

-Una conca, un catino...

-L’abside, alfine!

-L’abside?!

-L’abside di un

Dal greco hapsis, hapsid

-Quindi, qualche suggerimento ulteriore possiamo pensare che ci venga fornito da que

-Ma allora

-Luciferus, Hapsis, Ecclesia...

-Lucifero cerchi nell’abside

-Ma può voler dire: Absid

-Ma il caso è

-Sì, ma quelle lettere poss

-Ma allora, non è un caso che siamo finiti in questo lago

-Passando per le teneb

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-Tutto compreso..., possiamo pensare ad un percorso che ci conduca al catino passando per le sepolture

o un’occhiata.

ostruito per occultare quel passaggio.

e.

ul cruscotto.

calchi e fuoriesce un getto di ossigeno che gasa l’acqua al punto che diventa

cendono luci al nostro passaggio.

i, c’è un muro di tufo dietro!

drale, al livello della cripta più profonda.

ai detriti.

.

e magari...visto che siamo nell’acqua...

-Vuoi dire che dobbiamo tentare un percorso bagnato, magari subacqueo?

-Già, l’elica della biga serve anche per viaggiare nell’apnea.

-Tuffiamoci sotto e diam

-C’è un condotto sommerso!

-Questo apparato acqueo è stato c

-Prepariamoci per l’immersione.

-Senza maschere e respiratori?

-Il tragitto sarà brev

-Guarda s

-C’è un tasto con scritto ossigeno.

-A che serve?

-Lo vedremo sotto. Lo

inalabile.

-Via, allora, immersione e a tutta birra!

-Ce l’abbiamo fatta.

-Siamo affiorati in un corridoio.

-Via col carro!

-Ricominciamo a calcare sensori. Si ac

-C’è un grosso portone, laggiù.

-Apriamolo.

-Qui non c’è tastiera per digitare codici.

-È piuttosto arrugginito...

-Accident

-Il famoso passo sbarrato.

-Quale?

-Sotto la catte

-Come facciamo?

-Demoliamolo!

-E come? Non abbiamo attrezzi.

-Mandiamogli addosso i cavalli della biga!

-Si sfascerà tutto.

-No, il muro è stato costruito con blocchi di tufo disposti a secco.

-Via, allora!

-Retromarcia rapida!

-Decollo con spunto alla massima potenza!

-Parte!

-S’infrange...Che sfacelo!

-Liberiamo il passaggio d

-Non vorrai entrare con il cocchio?!

-La scala che incontreremo è troppo stretta.

-E dove porta?

-Proprio nel transetto del Duomo

-Ci scopriranno subito.

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-No, non dimentichiamo che è notte.

-Ma non stava facendo giorno?

-No, mancano ancora alcune ore. Entriamo. Lucifero e le cinque fate...

ietra per risalire...

o al ritorno.

e?

a, in corrispondenza dell’abside che manca o che dovrebbe esserci..

a di nuovo?

fa la ronda...

anca per l’insonnia di cui soffre.

mente d’oro...Che faceste nel Bianco Pantheon?

a scacchi.

mano strategie, trappole, tattiche diversive, stratagemmi, insidie, incursioni...

...

..

tanta dedicazione...

Riaffiorando nel Duomo

-Una scala in p

-Saliamo.

-E il cocchio?

-Lo riprendiam

-Ecco, stiamo affiorando.

-Ci sono luci, lasciate accese, a sufficienza.

-Se non bastano, ne accenderemo delle altre.

-Lucifero sei tu e basti da solo...

-Dove andiamo?

-Nell’absid

-Ma abside non ce n’è.

-Direi nella cript

-Perché?

-Perché il punto al di sotto è certamente più antico...e poi è nella zona cimiteriale che materializza le

tenebre che conservano.

-Ridiscendiamo, allora!

-Aspettate...

-C’è qualcos

-Mi sto domandando perché hanno lasciato tante luci.

-Sarà per il custode...

-...che ogni tanto

-...o inganna il tempo del risveglio...

-...che gli m

-Sono sorpreso. Vi siete ripartito il pensiero in parti uguali. Manca la parte della Matta.

Tu sei la Matta d’oro, la Matador! Ecco come ti riunisci al concetto di quel gioco che facemmo nel

Pantheon dell’Eterno!

-Il Matto sei tu, non necessaria

-Una particolare partita

-Gli scacchi...Esercitano sempre uno strano fascino...

-Sì...Richia

-Trame e intrighi...

-Duelli...

-Ma anche dedizione e fedeltà al re...

-E alle Regine

-Fino a soccombere.

-Questo lo escluderei...Non arrivo a

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-E nel momento in cui ti trovi protagonista diretto, personaggio attore, nei panni del pezzo, senti una

e è la fattura dei pezzi, tanto più intrigante ne diventa il fascino e un rapimento

itano le carte...

zzi fatti di Regine soltanto...

è stato sperimentato recentemente con molto successo...

elusioni.

re che alla preziosità del disegno e della raffinatezza del dorso, deve corrispondere altrettanta

finatezza sulla faccia di qualsiasi carta, da quella di minore valore, come punteggio, a quella

i dire che il fascino indotto dalla pregevolezza del dorso può trasformarsi in delusione

aneta piccolo, a due facce, come le medaglie. Affinché tale mondo sia fascinoso,

rato con cura, perizia e arte. Bei disegni, begli intrecci, bei colori...

?

centomila color rosa con l’effigie di una donna.

nte. Un’opera d’arte.

prodotte in milioni di copie perché tutti ne abbiano godimento.

quasi tutte perdute.

re, se osserviamo le carte con il dovuto distacco, non sono che mondi molto ristretti e insignificanti.

na piccola superficie, uno spessore molto sottile...

Non è come un libro, intendi?

ha contenuto è meno spesso di una carta.

ssore.

ssione più tangibile di una cosa che non ha volume, acquista

fattura.

che il disegno, la sua espressione, deve alludere perché possa indurre attrazione.

Ecco, deve possedere magnetismo che è l’equivalente dell’allusione.

tu ti orientassi secondo l’asse magnetico terrestre diventeresti fortemente allusivo?

in voi attualmente. L’allusione è implicita nel

mo e a essa consegue l’attrazione.

agnetismo?

o con le carte, intendi? Molti sono banali, altri strategici.

o fatti per trascorrere il tempo. Li fai uno dietro l’altro sperando nella riuscita. Non c’è niente che

quella permane

eccitazione o una euforia particolare.

-E quanto più pregevol

estatico ti pervade.

-Analogo fascino eserc

-In particolare i ma

-Questo

-Ti senti attratto in maniera ipnotica dalla loro fattura.

-Sì. E non devono causarti d

-Come?

-Voglio di

preziosità e raf

di massimo.

-Insomma, vuo

profonda quando la carta venga voltata?

-Sì. La carta è un pi

attraente e stregante, deve essere lavo

-Come una pregevole banconota

-Esatto, come una pregevole banconota. Il biglietto da

Ricordate?

-Sì, bellissimo e affascina

-Sì, di quelle che vengono

-E poi...vanno

-Non sanno quanto possiedono....

-E che cosa perdono...

-Eppu

U

-Senza corpo, senza volume...

-

-Forse. Ma anche quello, se non

-Già, è il contenuto che fa lo spe

-Ed ecco che una carta, che è l’espre

spessore in virtù del pregio della

-Sì, ma an

-Indurre...Attrazione...

-Quindi, se

-No, acquisterei un forte magnetismo, quale quello che induco

magnetis

-L’allusione è il duale del m

-Se ti garba...

-Che cosa ne pensi delle carte?

-Dei giochi che si fann

-E i solitari?

-Quelli son

implichi abilità. Ti mantiene l’eccitazione che si genera quando sei vicina alla vittoria e poi

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per inerzia, anche se non riesci, ed è quella che ti spinge a non desistere. È un ottimo esercizio per

camente la frequenza del successo. Certi solitari riescono una volta ogni 40-50 volte e

lo anche dopo 100 volte.

anto accade e allora puoi misurare il tempo...in

ia è minore se, ritornando per un momento al discorso delle carte, queste ti incantano con la

agini avventure affascinanti e misteriose insinuandoti tra gli intrecci delle

mo degli sguardi delle figure...

se sono Dame...

namico del gioco delle carte e degli scacchi insieme.

degli intrecci e delle trame, dei colori e dei bagliori

carte e poi le movenze, le astuzie, le incursioni e gli assalti, il controllo delle paure con il

a lungo...

tro.

egno.

importanti, si radunano qui?

riunione decisiva.

?

pettabile...specie per fare discorsi riservati e per i quali occorre poi molta discrezione.

anche loro.

oro!

io e nascondiamolo.

stabilire statisti

qualche volta puoi attender

-Noioso?

-Abbastanza, ma lo diventa meno quando sai ogni qu

solitari riusciti.

-Certo, e la no

loro bellezza mentre attendi e imm

figurazioni e l’enigmatis

-...specie

-...Regine...

-...o Fate...

-Torniamo al punto. Qual’è il pezzo mancante del pensiero?

-Dobbiamo fare una corrida?

-Con il custode?

-Ecco, la corrida è l’equivalente di

-Perché?

-Perché lì si concretizzano la bellezza delle figurazioni,

presenti nelle

coraggio, gli scatti incontrollati dell’aggressività...

-Potresti continuare

-Pensiamo al da farsi.

-Queste luci possono voler dire che ci sarà un incon

-Con chi?

-Intendo un conv

-Dello stesso tipo dei conversi?

-Mentre quelli sono al Casino d’oro, altri, i più

-Certo!

-Certo?! E perché?

-Può esserci una

-Perché?

-Per prendere il potere rimasto incerto.

-E perché proprio qui

-Un posto insos

-Attenzione, arrivano!

-Nascondiamoci.

-Dove?

-Ridiscendiamo nel sotterraneo da cui siamo emersi.

-Si dirigono qui

-Chi sono?

-Non so.

-Come sono?

-Saiodoro e cappucci d’

-Cappucciori!

-Presto, torniamo al cocch

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-Eccoli che arrivano.

-Prendono quell’apertura nella roccia.

ne oro e bianco...

lasciamo perdere?

sario.

hele

precipizio...

o...

no dal Castello...

castello?

e dualità.

emo l’occorrenza di elementi che contribuiscano a...far luce.

ettiamo un momento propizio.

l portone laggiù in fondo.

o?

o, quindi avrà considerato

-Seguiamoli con circospezione.

-Sta sopraggiungendo la solita limousi

-Si intravede un interminabile corridoio.

-Una pista molto lunga...

-Sono partiti molto veloci.

-Seguiamoli!

-E il Casino d’Oro, lo

-Vi andremo dopo, se sarà mai neces

-Via!

Verso il castello di Mic

-Si scende quasi a

-Ora, un lungo tratto rettiline

-Stiamo andando lonta

-Dal Castello ad altro

-E cioè?

-A un vero castello...

-Spiegati.

-Se andiamo a un castello non ce n’è che uno...ammissibile.

-Quale?

-Ho capito: San Michele!

-Non poteva essere che il Michele!

-Potrebbe essere San Lucifero? La chiesa intendo..

-È da tutt’altra parte.

-Lì andremo per soddisfare la teoria delle contrapposizioni o quella dell

-Perché?

-Perché così facendo faciliter

-Rallentiamo, altrimenti andiamo a tallonarli.

-Ora si risale.

-I conti sembrano tornare.

-Fermiamoci a debita distanza, parcheggiamo e asp

-Che bagliori accecanti da que

-Bagliori di fuoco.

-Un inferno?

-Il regno di Michele Giannizzer

-Ma guarda, guarda...

-Cosa?

-Il complesso del cacciato...

-Cacciato?!

-Fatasovrana, tu hai detto che lui, recitando l’Apocalisse, si confonde con Lucifer

e confuso che il suo regno è l’Inferno e avrà pensato giusto di aspirare a qualcosa di simile e che il suo

capo supremo glielo avrebbe concesso, anche come luogo di ritirata oltreché di ritiro.

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-Perché mi chiami Fatasovrana?

-Non so ancora il tuo giusto nome e pensavo che, avendo noi identificato te nella moneta che cercavamo,

la Sovrana appunto, tu potessi chiamarti così oppure...

-Moneyfairy!

-Ah sì? Proprio così? Moneyfairy, Fatamoneta, del denaro... Sei custode, o eri, dei conti in banca?

-Anche dei forzieri.

-Che noi non abbiamo visto.

-Siamo stati costretti ad andarcene troppo in fretta.

-E dove erano?

sorprese...

poliovale...

...di un mondo duale...

... Quindi, bianco, rosa, azzurro, oro e denaro. La luce, la trasparenza, il segreto, il comando e

la corruzione, quest’ultimo?

o ti scaricano tutti subito.

un enorme catino rosso fatto di fasce concentriche che sprofondano ripidamente

side che cercavamo o che non trovavamo era questa!

sconcertante.

ella maestosità!

-Erano le uova!

-Accidenti! La cosa è elementare.

-Certo! Dentro le uova ci sono le

-Le uova d’oro... Avresti dovuto chiamarti Kovanchina...

-Una sorta di cassaforte

-Poliovalente...

-Una banca alla coque...

-Direi che, data la pluralità delle uova, si tratti di un sistema di cassette di sicurezza

-Del mondo curvo...

-Mondovale...

-Nello spazio curvo le monete sono uova.

-Ma guarda

il danaro. Simbolo del

-Della potenza. Tu comandi ma se non hai la potenza del danar

-Ti...liquidano.

-Avviciniamoci al portone e osserviamo ciò che accade al di dentro da queste finestre disposte sul

contorno esterno del Forno di Fuoco.

-Osservate! Sembra

verso un’arena ampia.

-Il catino... L’abside... Ma allora l’ab

-Un’abside rosso fuoco...

-L’abside infernale...

-E, nell’arena, i cappucciori...

-Tanti tori mancati da matare...

-Sentite...I canti del Venerdì Santo...

-Si stanno consolando o cercando di rinfrancarsi...

-Facciamo un’entrata strepitosa e

-Sì, via le tenebre e forza con la luce!

-Sì il massimo del trionfo e d

-Sì, a tutto Purcell!

-Entriamo lanciati col carro di Febo!

-Per la tangente al primo anello!

-Via con la musica trionfale dell’ingresso di Apollo!

-Stupore e meraviglia!

-Genuflessi tutti, anche voi!

-Sono ammutoliti!

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-«Il Magnifico dell’Eterno!»

-«Le cinque Regine!»

-«Manca la Sesta!»

-La Sesta?! Come sarebbe?

-È una sorpresa anche per noi.

-Le Regine, quindi, sono sei... Ma certo, come le ore sul quadrante dell’orologio o della pendola. L’esagono

è la forma perfetta per loro... La sua lunghezza è esattamente tre volte il diametro del cerchio che lo

circonda...

-Non cominciare con le cabale...

-A proposito di cabale, avete presente la parola ABRACADABRA?

Questa parola veniva scritta più volte su righe, una sottostante all’altra, con una lettera in meno ogni volta,

a cominciare dall’ultima. In tal modo viene a formarsi un triangolo di parole che tu ti aspetteresti essere

equilatero e invece è soltanto isoscele, con la base uguale all’altezza.

-Ti sembra il momento di fare certe considerazioni?

-Bisogna sistemare costoro.

he troneggia nel triangolo eccentrico, quello che rifugge la perfezione

leno! L’Isoscele dell’Eterno... Angoli alla base differenti da sessanta

nvece, valere... Non lo sapete... Avete passato il vostro tempo

a della Verità e di accedere all’Empireo del Dominio della Conoscenza! E allora, i

sessantatré... È un angolo la cui tangente trigonometrica vale

ondo numero perfetto dopo il 3... E l’angolo al vertice è poco più di 53 gradi, dieci in

e vale quattro terzi, che non dà un numero esatto,

la ti e le due vocali con la e. Vi vedo tutti stupiti e istupiditi.

hezza con la Cabala, che è lo strumento fondamentale per capirci, per intenderci.

grave colpa che vi portate addosso, dovrete risolvere il Triangolo di Genediltron,

Aragall!

-Ci penso subito. Ecco, cominciamo con una scarrozzata stupefacente. Accelera il carro sul girone

esterno, libera i fuochi del cocchio! Il cuoco cucina il cocchio! Sù, ripetete con me in coro!

-Il cuoco cucina il cocchio!

-Anche voi, stupefatti cappucciori, ripetete in coro!

-«Il cuoco cucina il cocchio!»

-Che stupidi coglioni. Sono capaci di ripetere le più grandi minchiate perché non sanno essere liberi.

Hanno bisogno di sentirsi sempre proni e genuflessi, anche a costo di rimetterci la dignità. Ma quando

deciderete di essere uomini?

Avanti, tutti a terra proni! Proni e dominazioni! Ora seduti a terra! Il culo passa dall’alto al basso! Il cuoco

cucina il cocchio! Vi chiederete che cosa significhino queste parole. Sono le parole chiave per accedere

all’Empireo degli Imbecilli... Il cuoco gira il mestolo nella pentola, così come il cocchio gira nel catino... Il

cuoco cucina, così come il cocchio vi... Cosa? Nessuno lo sa? Ma si può sapere come impiegate il vostro

tempo? Non fate ricerche? Aspettate l’Eterno che vi illumini? E allora, ascoltate!

ABRACADABRA! La parola c

dell’equilatero e la sconcezza dello sca

gradi... Immaginatevi quanto possano, i

trascurando la ricerc

gradi sono, invece,...un pochino di più di

esattamente 2, il sec

meno di quello di prima, mentre questa volta la tangent

mentre il suo inverso vale 0.75, esattamente, e i due numeri 3 e 4 forniscono come somma il sette, che si

ottiene dalla somma sostituendo la emme con

Non avete dimestic

Capito?

E allora, per espiare la

attraverso l’Anagramma dell’Etere, facendo riferimento alla Costellazione di

-«Non ne ho capito ‘na mazza!»

-Ingegnati, ingegnati... La Cabala, l’Oroscopo, l’Algoritmo, l’Astrologia, le Effemeridi e i Tarocchi!

-«Sempre di meno...»

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-L’Oroscopo...Questo è l’anno di Venere, e cioè di Lucifero, che è il nome che prende Venere al mattino,

nebre onde portare

rta dell’arcano canovaccio...passando per le tenebre che conservano.

inanti!»

Venere, che

che voi vedete qui con il Sole Apollo Lucifero...

rmetico...»

in analogia, si potrebbe azzardare

ale notturno simile al barbagianni o alla civetta! Non vi pare?

prio...Sono più che altro delle infermiere che svolgono il turno pomeridiano...

darme?

l Celeste Ignoto?»

nto sé stesso e le sue vestigia trasandate!

tta.

messo in rutto...

ancora risposte a quei quesiti che allora

do di fornire spiegazioni convincenti. E ricadete nel medesimo errore

i, a distanza di tanto tempo, la situazione possa essere cambiata e, pertanto, possa

più illuminato di altri e di quanto potesse esserlo prima, magari anche coperto in volto e

hé non induca delusioni premature al solo vederlo in volto, o lui parimenti deludersi

unque non distinguibile tra le tante,

dervi sui grandi problemi del mondo e della conoscenza. Avete timore che lui,

medesimo scetticismo, spesso accompagnato

e fu la molla che vi spinse allora a rifuggire dai ciarlatani di turno e dagli imbonitori alla

e, sareste assaliti da vergognoso

iare, così come siete ammucchiati o radunati, a un tegame di pomodori al

per buon gusto, magari con costumi dorati e pretenziosi,

eno avvilenti queste manifestazioni di sudditanza alle quali cedete, sperando che possano

mentre alla sera diventa Vespero... L’Amore s’incontra con la Luce, che dissolve le te

alla discove

Nessun palpito... Solo stupore...

Amore e Luce... Le due parole si uniscono e si anagrammano producendo Mela e Cuore. Cuore è il

corrispondente di Amore e Mela di Luce, che richiama Lucifero, la Ribellione, Adamo, Eva e, alfine, Ilaròs.

-«Ilaròs?!»

-Ancora ignoranza...

-«Dispensaci conoscenze con i tuoi insegnamenti illum

-Illuminanti... Vorreste che vi parli di astri, quindi... Del Sole Lucifero e di Venere, il maggior astro dei

Maya, della sua Superiore Congiunzione con il Sole, delle cinque ripetizioni del ciclo di

equivalgono a otto anni, e cioè delle cinque Regine

-«Che cosa dice?»

-«Sempre più e

-Sapete cosa sono le Effemeridi?

-«Delle suore di clausura?...»

-«Una particolare categoria di lavoratrici domestiche?...»

-Certo! E perché no? Siamo aperti a tutte le interpretazioni. Procedendo

che almanacco sia un anim

-«Abbiamo la strana sensazione di avere sbagliato...»

-No, non pro

-«Ci sta prendendo per il culo?»

-Per il culo vi prendono loro, con le siringhe...

Dov’è il vostro Gen

-«Quale gendarme?»

-Michele Giannizzero, il vostro volatile pneumatico!

-«Il Custode dell’Harem de

-Lui, ora, custodisce solta

-«È stato declassato?»

-Diciamo...degassato e messo in ro

-Grazie al degassamento,

-Perché siete qui? Dopo trenta, quarant’anni o forse più, attendete

vi ponevate, ai quali nessuno fu in gra

pensando che ogg

esistere qualcuno,

non riconoscibile, affinc

alla vostra vista che quindi mantenete ugualmente nascosta, e com

finalmente capace di persua

scoprendosi, si manifesti a voi, perché sareste assaliti dal

da dispregio, ch

ricerca di protagonismo e di platea plaudente. Certi che, se ciò accadess

rossore che vi farebbe assomigl

fuoco per prepararne la salsa. Quindi, vi celate

per rendere m

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procurarvi un ritorno esauriente o che l’eccitazione di un’attesa impossibile e mal riposta valga l’umiliazione

del prezzo che pagate.

-«Tu che ci guidi e comandi stai disprezzando il nostro prestigioso e potente sodalizio al punto che ti

essenziale e con una semplice e sottile maschera al volto, senza i paramenti e

oniale e dai rituali!»

intrecciano nell’arcano

he Apollo, Sole Lucifero, manifesti tutto il suo splendore schermando la

nifica emanazione? Una contraddizione inaccettabile! Alloro e luce sono i miei attributi!

rdandovi da distanza ravvicinata. Eppoi, i paramenti sono pesanti e ingombranti e servono

se più importanti, mentre i cerimoniali e i rituali servono a

ioni di un prestigiatore sottraggono l’attenzione da certi punti per

osservate, per non essere, insomma,

e essere una donna fittizia...

per duale intendiamo contrario e opposto, che poi si tratterebbe di dualismo e non di dualità,

di una donna.

nale, scontato e anche disgustoso.

orre, nel suo proprio mondo spazio-temporale,

l mondo fisico nel quale noi ci troviamo a ipotizzarne un altro.

troppo, altrimenti se ne

nto più assurdo e paradossale pensi che possa essere.

a dell’estasi, là dove si è al di fuori della mente, nell’insania.

re costruita in due maniere una duale dell’altra, e precisamente o con

ere pensato come un insieme continuo di punti, i quali realizzano

di rette, che separano due spazi, uno bianco

sterno che è colorato dall’intreccio di quelle innumerevoli tangenti.

e hanno un foglio di supporto bianco al quale sono

universo delle tangenti al cerchio.

te, puoi invertire i termini e i colori.

manifesti vestito in maniera

i drappi del Carisma e della Predilezione che sono richiesti dal cerim

-Le cose cambiano e procedono, si disfano e si ricuciono, nuove trame si

canovaccio... D’altra parte, vuoi c

sua stessa mag

Come farei a illuminarvi dall’interno di un cappuccio attraverso gli occhi che affiorano? Semmai, potrei

ipnotizzarvi gua

unicamente a distogliere l’attenzione dalle co

distrarre le menti, così come le gesticolaz

indirizzarla in altri affinché certe carenze e limitazioni passino in

sottoposti a verifiche. Diventa improponibile un avvicinamento con intento chiarificatore. Si rimane, quindi,

titubanti e impacciati, timorosi di manifestarsi e allora i paludamenti ti vengono in soccorso per nascondere

la tua imbarazzata impotenza.

-E ora? Che cosa ci resta da cercare?

-La Sesta Regina, la Dama mancante...

-Siamo in Scacco...

-Ma potrebb

-Una donna duale...

-E che cosa è una donna nel mondo duale e parallelo?

-Vedete, se

dite pure voi che cosa è il duale

-Non sapremmo...

-Non potrebbe essere il complementare...

-...dell’oggetto-donna?

-Sarebbe, forse, anche troppo facile, ba

Ma è il duale e parallelo, quindi è un elemento che sc

sovrapponendosi ma non compenetrando i

-Vuoi dire che è una cosa che se ne sta per conto proprio senza rompere

accorgono?

-Bah, forse è proprio così; tanto più banale qua

-Forse appartiene alla sfer

-E allora?

-In matematica, una figura può esse

rette o con punti. Un cerchio può ess

quella linea curva chiusa e sono equidistanti dal centro. Ma può anche essere considerato come l’insieme

delle sue tangenti, quello che viene denominato un inviluppo

interno e uno scuro e

-Bianco, scuro... Bianco, nero... Che cosa vuol dire?

-Prendi un foglio nero o colorato, di quelli trasparenti ch

aderenti. Ritagliane un disco. La parte scura che rimane è l’

-Sono tante, infinite, che fanno uno spazio scuro?

-Esatto. Naturalmen

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-Dualmente...

-Se vuoi... In realtà, però, non può essere completamente scuro... C’è una zona scura e una in penombra

erso l’esterno.

ngono costruite con fili o bacchette sottili o con

ci! “Ma che barbaro appetito...”

e il posto più adatto per cucinare!

lla brace...

...Come possiamo penetrarci?

le della sesta mancante...

lmente?

ui da noi la corrispondente Serenissima Regina del Mare?

uogo dell’Estasi?

della tempesta...

.

do del reale e del trascendente?

i!

lori composti a scacchiera!

citante!

ordinato, a scacchiera, del reale e del trascendente, in parti uguali

tiamo facendo una grande confusione.

-Ma c’era anche l’immaginario e il salto sbieco, quello del cavallo...

che lo diventa sempre di più quanto più vai v

-Certo, è chiaro... Sto pensando a quelle architetture che ve

steli di vimini con i quali si realizzano superfici, volte, poltrone, cestini...

-Sono le superfici rigate...

-Ah! Rigate e rigatoni, maccheroni e spaghetti, timballi e pastic

-Che fame!

-Il cocchio non cucina un cacchio!

-Il catino di fuoco! Questo dovrebbe esser

-O per scottarsi...

-Potremmo cadere ne

-Hai detto il mondo dell’estasi

-Dobbiamo allestirlo noi?

-Ce n’è uno già pronto?

-In che cosa si identifica?

-L’anagramma di estasi è sestia...

-In pratica, come sesta...

-Cioè, estasi sarebbe una specie di dua

-C’entrano i sestieri, eventua

-Quindi, Venezia?

-La Serenissima?

-La Regina del Mare?

-E qual’è q

-Qual’è il l

-Non certo il mare che può essere il luogo

-Temp-estasi...

-E-stàsi, al di fuori della stasi, quindi movimento, agitazione, tempesta...

-State calme...Non inventiamo.

-Sovrapponendosi ma non compenetrandosi...

-Tangente...

-Trascendente...

-Ecco, se volessimo fare un paragone per esemplificare la Dualità, ecco, il duale di tangente potrebbe

essere il trascendente

-Quindi, la Dualità attiene il mon

-Il bianco e il nero, ricordi?

-Sì, reale e trascendente... Ma implicava la disposizione a scacch

-Quindi, il bianco e il nero hanno il duale negli stessi co

-Sconvolgente quanto ec

-Come l’estasi.

-Oppure, la dualità è un miscuglio

praticamente.

-Ma se è sia l’uno che l’altro, è un’ambiguità?

-S

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-Già... E ora che ci penso più attentamente, quando il cavallo fa il suo salto a piego va a finire su uno

cacco di colore opposto a quello di partenza e quando ripete il salto ritorna al primo colore. Ecco, quindi, il

ente e immaginario insieme con una commistione ambigua di bianco e nero...

on ha il colore di uno dei componenti di partenza.

n altro gioco in ballo che non abbiamo visto ancora?

?

tortuosi e intralci?

?

el trascendente con l’immaginario non forniva il reale?

uando muovi il cavallo!

a vicenda dobbiamo muovere il cavallo...

al nero, continuamente...

degli scacchi.

o.

tto scoprire tante cose.

ascendente che producono il reale che è il

ato sfasciato e non conteneva niente al suo interno.

si muove coerentemente è l’alfiere.

ere?

reale o una finzione.

, un simulacro molto ben acconciato da sembrare vero, anche se

di apparente, immobile?

regine.

ortarcene una appresso insieme al cocchio.

o Pantheon?

s

miscuglio di reale, trascend

-Un bel cocktail che sfocia nella dualità.

-Il cocktail n

-Appartiene a un altro mondo...

-...duale...

-Gli scacchi sono il duale di un gioco...

-Vuoi dire che c’è u

-E quale

-Una specie di gioco dell’oca?

-Segnato da percorsi

-Un gioco reale, trascendente o immaginario

-Ma la fusione d

-Sì, con certi comandi opportuni, però.

-E come si passa dal reale al duale giocando a scacchi?

-Non c’è dubbio: q

-Ma allora, per cavalcare quest

-Sì, dal bianco

-Noi abbiamo cavalcato i cavalli

-Sia il bianco che il ner

-E li abbiamo pure portati a spasso

-O loro hanno portato a spasso noi.

-E ci hanno fa

-Ecco, quelle cose sono la fusione dell’immaginario e del tr

corrispondente duale dell’effettiva realtà da cui proveniamo.

-E Pegaso volante?

-Vuoi dire l’Aliante di Fuoco? Quello è and

-L’unico pezzo che

-Certo, sempre in diagonale e sempre sullo stesso colore.

-Quindi, la sesta regina, la duale delle cinque regine, che siete voi, appartiene al mondo degli scacchi!

-È un gioco, allora.

-No, è la regina degli scacchi!

-E dove la vai a prend

-Da nessuna parte, è un pezzo di un gioco.

-Ma se è un gioco, non per questo è ir

-Ma allora, chi è la sesta regina?

-Potrebbe essere un fantoccio

impenetrabile, incomunicabile e quin

-Abbiamo tralasciato di controllare i pezzi delle

-Dovevamo p

-Ma il cocchio l’ha allestito Michelazzero.

-Dobbiamo ritornare al Bianc

-Il luogo dell’estasi?

-Certamente lo è stato.

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-Il bianco, il nero e il cavallo degli scacchi sono gli ingredienti che favoriscono l’estasi o la dualità, mentre la

ulacro...

fago...

uasi una mummia...

rafugato per qualche ragione.

.

sepolto.

la Dualità in quanto commistione equilibrata del Bianco e del Nero.

inconsapevoli e devote di preziosi reperti?

te che li avevano in custodia e indurle allo scioglimento per accoglierle

mpireo.

per via sotterranea, il percorso è interrotto.

iedi, dall’esterno, in superficie.

e.

portante l’Empireo.

egnale di dominio verso i proni!

che, eppure tenuemente trasparenti.

uo telecomando?

tangente è quell’elemento che trascende il punto interpretando la dualità.

-Prima hai parlato di un sim

-Potrebbe essere che la regina degli scacchi contenga un simulacro.

-Quasi come un sarco

-...che contenga q

-...o un simulacro, appunto.

-Una statua, quindi!

-D’altra parte, il simulacro di Efisio era stato t

-E magari per nasconderlo in qualche pezzo degli scacchi

-E dove?

-Nel Re!

-No, il Re l’abbiamo distrutto, ricordate?

-Allora, può essere l’Alfiere o la Torre.

-Si imprigiona uno nella torre per lasciarlo morire e poi per conservarlo

-In quella Bianca o in quella Nera?

-In tutte e due, come vuole

-Aspettate... Avranno occultato qualche altro importante simulacro trafugato in precedenza?

-E noi eravamo custodi

-Per mettere in crisi le confraterni

sotto altro comando.

-Torniamo al Bianco E

-Non ci trasferiamo a San Lucifero e San Saturno?

-Non siamo collegati

-Possiamo andarci a p

-Per non vedere nulla?

-Ma a San Saturno c’è l’absid

-Per ora è più im

-Fai retromarcia e parti.

-Impeto e fulgore come s

Ritorno al Bianco Pantheon

-Eccoci di nuovo al luogo.

-Prendiamo l’ascensore per entrare nell’arena a scacchi.

-Ci siamo..

-Lo splendore è sempre quello.

-Immutato.

-Le pareti così lucide e bian

-Mi viene un’idea.

-Parla.

-Aveva questo posto un s

-Sì, lo porto. Eccolo.

-Ci sono lettere invece che numeri sui tasti.

-Premine uno.

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-Vediamo... La D come donna, la R come regina e la F come fata.

hermi televisivi giganti su elementi delle pareti traslucide.

re del mazzo di carte.

!

na mancante, c’è il funerale e quindi le tenebre che

chi è la sesta mancante o la Regina Mary?

ica in quanto Arte, che

Santa Cecilia.

el Botticelli e nella Primavera...

e saremmo arrivati ad una conclusione...estrema?

e sparisce o tramonta...

e Apollo...

rapporto stanno con Mary?

Darkness Fairy.

macabro.

Musica, Carte, Regine, Corrida, Scacchi...

e la Corrida...

la Corrida?

tto e l’altra vuoi che venga scoperta o ritrovata, in quanto è mancante, che cosa

e fare?

Cavallo e dobbiamo simulare di nuovo la Corrida?

ancora con sfrenatezza e umorismo.

è tu, Lucifero; c’era la musica di Purcell, c’erano i Cavalli e c’era il Re.

o i Cavalli, Purcell può essere suonato ancora...

-Si accendono degli sc

-Appaiono figure.

-Sì, figu

-Una regina

-E nell’altro il dorso della carta.

-La Sesta mancante?

-The Funeral of Queen Mary, il Funerale della Regina Mary!

-Già, in questo c’è quasi tutto: c’è Purcell, c’è la regi

conservano.

-Non è possibile! È tutto dentro il titolo di un’opera di Purcell?

-Ma, materialmente,

-A questo punto, penso che sia la stessa musica del brano di Purcell o la Mus

coincide con Apollo o con

-Apollo-Lucifero...

-Non ricominciamo a invischiarci n

-Se la sesta mancante fosse quel brano di Purcell, staremmo freschi, anzi ben freschi in quanto proprio

all’ombra, nel profondo conservante delle tenebre...

-Vuoi dire ch

-Facciamo le corna?

-Le corna? La corrida! La regina della corrida!

-Sì, la muleta...Non corriamo troppo.

-Mancante...Che viene meno, ch

-La luna, la regina delle stelle...

-Tramonta la Luna e sorg

-E le carte, in che

-Maryfairy...

-La Regina delle Tenebre... Darkness Quenn,

-Non invadiamo il

-C’è un lungo circuito: Apollo, Cecilia, Purcell,

-Il Re è stato distrutto dal Cavallo durant

-In che rapporto sta la Regina mancante con gli Scacchi e

-Se l’uno è stato distru

logicamente si dev

-Occorre ancora il

-E a suon di Purcell?

-E quale brano?

-Non ne ho la più pallida idea. Dovremmo lasciarci andare

-Qui gli schermi ci mostrano le Carte.

-E qui sono conservati i pezzi degli scacchi.

-La volta scorsa non ho notato la presenza delle Regine.

-C’eravamo noi...

-Questo è incontestabilmente vero.

-C’era Apollo, e cio

-Adesso c’è Lucifero, ci sono le Carte, ci son

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-Quale è l’equazione da applicare per scovare l’incognita mancante?

quale è il gioco o la simulazione che produca la sua ricomparsa?

ni?

...

o...

va ricomposta...

?

cinque Regine

la quinta Regina se esiste anche un Asso.

apere il duale di musica o della Musica.

..

on la Spagna...

Il duale della corrida è un ballo, per esempio il flamenco. Al torero corrisponde il ballerino e al

zza.

letamento del soggetto stesso che è la danza e, quindi, il danzatore

cutore è il resto dei protagonisti del

i, nel nostro caso.

te da gioco, però.

uccello dalle ali di fiamma.

il fatto che il danzatore torea, diciamo, con l’uccello...

-Vuoi dire

-Sì. È ancora la Corrida?

-Beh, direi che sarebbe opportuno cambiare soggetto, anche per rifuggire dalla monotonia.

-E che cosa propo

-Il gioco delle Carte, ovviamente.

-Dobbiamo vestirci da Regine?

-Da Regine e da Re.

-Queste figure compaiono sia nelle carte che negli Scacchi!

-E anche il Cavallo.

-È la Dualità, allora...

-E il duale della Corrida e del Toro?

-Il Toro è Apollo o Lucifero...

-E la Corrida?

-Problema imbarazzante...

-L’incognita mancante

-Allora il Re venne distrutt

-E ora, invece, la Regina

-Con quale gioco duale

-Il gioco, lo abbiamo già detto, è quello delle Carte. Si tratta di ipotizzare quale gioco.

-Che gioco vuoi fare? Qui abbiamo un Re e

-Non possiamo fare nemmeno una scopa...

-Due Regine si prendono le altre due...

-...e il Re restante prende

-Asso a parte, e la Sesta?

-E il duale di Purcell?

-Apollo.

-E del brano di Purcell?

-Prima bisogna s

-Se al gioco del toro corrisponde quello delle carte.

-Forse è il Flamenco o il Fandango.

-Abbiamo comunque a che fare c

-Aragona e Aragall...

-Ci sono!

toro...

-E al toro?

-Non mi sovviene, ciò mi imbara

-Beh, non può che essere il comp

affronta la danza stessa, che sarebbe il duale del toro, oppure l’interlo

ballo e cioè il corpo delle danzatric

-Vestite da car

-D’altra parte, flamenco significa fenicottero e deriva, forse, da fiamma:

-Il fenicottero rosa!

-Sembrerebbe coerente con

-Una visione edonistica...

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-Di autocompiacimento...

-Come innarcisito di sé stesso...

do solleva le braccia arcuandole in parte, come pure le mani, che emergono dai bordi

cia candida e impizzata, sta imitando il fenicottero?

e tutte le armonie di guerra invano tentano di allarmare le passioni...”

de on St. Cecilia’s Day?

mento e il battere di tacchi.

nto celebre quanto il Minuetto.

ni... Poco frequentato.

de mancanza. Di uno che ha scritto quasi 500 opere dovrai pure andare a cimentarti lo spirito di

modo, certi quintetti di Schubert, il quale, forse, sarà andato, con tanta

notte.

e un fandango.

he sia un altro e facciamo fandango?

ralleli ma che non si intrecciano?

mosse degli Scacchi fingendo che si tratti di una Corrida.

usica a tutto volume. Chiama i cavalli!

enso, il toro fa delle mosse imprevedibili, degli scarti improvvisi e repentini, che

paragonate al salto sbieco del cavallo...

ione della Sesta Mancante.

olta tutti i pezzi!

-Ma allora, quan

svolazzanti della cami

-Non lo so.

-”Il piffero

-E il corrispondente dell’O

-La musica di accompagna

-E quale musica, questa volta?

-Una della stessa epoca di Purcell?

-Non necessariamente.

-E quale autore?

-Autori di flamenco...

-Non ne conosco...o non me ne sovvengono.

-O di fandango...

-Ah, sì...Quello celeberrimo di Boccherini...

-Altretta

-Il famoso Quintetto per chitarra e archi, terzo tempo.

-Fuego e castagnette.

-Roba da Madrid.

-Vi visse a lungo.

-Boccheri

-Una gran

ricerca per cavarne, fosse anche una sola, tante delizie.

-Conosci qualcos’altro di ugualmente pregevole?

-Un altro quintetto per chitarra ed archi: La Ritirata di Madrid, quarto tempo. Un brano quasi epico, allo

stesso tempo maestoso e pieno di patos e di malinconia, che descrive qualcosa di inesorabile che scende,

come la notte. Mi evoca, in qualche

modestia e serietà, a curiosare in quel Maestro.

-La ritirata di che?

-La chiamata a raccolta dei militari, la

-Che ne direste di sovvertire tutto?

-Intendi?

-Danzare la Ritirata com

-La musica segue il suo tempo e noi immaginiamo c

-Praticamente...

-Seguiamo percorsi pa

-Vestiti come per una corrida?

-No, vestiti da Carte da gioco che fanno le

-Via! Grande liberazione, m

-Accidenti, ora che ci p

possono essere

-Tutto ciò è una monumentale evocaz

-Chiama a racc

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-Accidenti, arrivano e, guardate, sono tutti addobbati con i colori delle carte, quelli delle figure, davanti, e,

i.

tica.

, come un esercito.

la luce del tuo fandango!

.

...

ante.

go...

di sarcofago in legno dorato, disposto in piedi.

sa carta-regina.

hai quel presentimento?

o del baule...

inuita e la quinta eccedente equivalgono alla sesta?

herzare?

vrà aprirsi da solo o non aprirsi.

sette veli per farla uscire.

sei...

ica come i cavalli.

vevamo montarli, per guidarli e farli saltare.

ta? Da che parte la prendiamo?

mano o le offrirei il braccio.

alle spalle, i disegni del dorso.

-Sapevano già tutto?

-Come lo hanno saputo?

-Sono rituali automatic

-Come sarebbe?

-Quando imbrocchi la formula giusta, si innesca automaticamente il programma. Roba telema

-Avanzano a file serrate

-Sono come esaltati al suono di questa musica.

-Avanti Lucifero, brilla

-Ora aprono un varco..

-...come per fare largo

-...alla sesta manc

-Fan largo al Fan dan

-Guardate, avanza una sorta

-E con le ruote.

-Fuori è effigiato come una prezio

-E dentro, sarà la regina degli scacchi?

-Non credo...Ho l’impressione...

-Anche tu

-Quale?

-Che sia vuoto?

-La sesta mancante...all’intern

-È vuoto in quanto mancante?

-Non resta che vedere aprendolo.

-Ma la settima dim

-Hai ancora voglia di sc

-Lo apriamo?

-Dopo tutta questa messa in scena, do

-Dovrai fargli il fandango dei

-Dovrebbero bastare

-No, cinque, perché il sesto non ce l’hai, manca.

-Non riducetemi in mutande...

-Apriamolo.

-Non c’è toppa.

-Con il telecomando.

-Proviamo: R come Regina.

-Si apre.

-La regina degli scacchi!

-Ciò è abbastanza giusto.

-Speriamo che non sia una matrioska.

-Sembra tecnolog

-I cavalli do

-E ques

-Se fossi in te, la prenderei per

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-Molto elementare e naturale. Posso portarla anche a cavallo o sul cocchio.

hiude la bocca e

mpassionevole.

r saperlo.

perdo reputazione. Anzi, guadagno esperienza. Ti bacio, regina del duale. Che tenera

No, è un abbraccio. Ma sei tutta morbida... Sono entrato nel mondo duale,

e nel suo anti-mondo, e cioè nel reale, è duro, anche se tecnologicamente ha le

. Sei promossa. Adesso, che fai? Vuoi ballare?

a sorta di valzer molto spericolato.

ro è lei e tu il toreador, con il tuo estoque e le tue veroniche.

ndo a fan-culo.

ungo tutta la sala.

pello...

o che per te sia giunto il momento di parlarmi...

immi, chi sei?

ucifero il Magnifico, protettore della Scienza e delle Arti, nemico del sopruso, della prepotenza e

ell’imposizione.

ei solo... magnifico.

i contenti di poco...

uanto basta...

-Muoviti, non essere impacciato!

-È la prima volta che prendo per mano un manichino.

-Bella!

-Che perfezione, sembra vera. Una dama vera travestita da scacco. Ha una tuta totale, che le investe

anche il capo, color domino, decorata con motivi floreali multicolori. Muove gli occhi, disc

sorride. Lì dentro c’è qualcuna che si beffa di noi, maliziosamente ironica e co

-C’è un modo pe

-Quale?

-Baciala!

-Baciarla? Questo coso? Anche se divinamente bello... Beh, da divino a divino, in quanto Febo... Posso

provare. Non

collisione. Aiuto, mi afferra!

dove è morbido ciò ch

sembianze del tenero? Non parli?

-Per tutta risposta gli ha di nuovo tappato la bocca.

-Però, ti muovi...

-Apre anche la bocca, per baciarti...

-I movimenti fondamentali li conosci..

-Sta riprendendo confidenza con l’altro mondo...

-Ballala col Fandango!

-Avanti! Sei espertissima. Leggera e... travolgente.

-Balla un

-Volteggi avvolgenti...

-Ora il to

-Le veroniche, eccole, lo stocco è pronto!

-Girano sempre più forte.

-Sono un unico vortice.

-Un super spin!

-Il fandango sta anda

-Si svincola...

-Danza rapidamente l

-Sembra impartire ordini a tutti i pezzi.

-Guardate, si allineano come un drap

-...e, al suono della Ritirata, si defilano.

-E ora, si riavvicina a lui rapidamente...

-Gli balza addosso...

-Lo serra in un abbraccio simbiotico...

-Che simpatica affettuosa creatura! Immagin

-Certo. D

-L

d

-S

-T

-Q

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-Come in farmacia...

noi, stiamo a guardare?

erriamoli in un circolo stringente.

e Donne della Primavera si sono riunite e strette in maniera inseparabile intorno ad Apollo.

era quella corrispondente al dipinto del

nta.

-No, sono Fataregina.

-La Regina delle Fate?

mazzo...

Re e, dualmente, le Carte si uniscono al mazzo in

azzo, il Mazzo è composto soltanto da sei Regine.

ne... Ma, allora... Io

ovrei essere una entità fittizia mentre voi, in quanto Regine...

u sei, in quanto duale, vero e, ti assicuro, molto vivace.

veroniche e per lo stocco.

ei stoccante...

ndo finirà questa storia?

come?

finirà.

come l’universo. Si crede di sapere come iniziò, ma non quando o esattamente quando, e nessuno sa

ezioni e previsioni che non potranno essere controllate e verificate, e

to e poi muore in maniera

-E

-S

-Un nuovo gruppo delle Grazie.

-L

-Certo, giusto! Avremmo dovuto capirlo subito. La sesta mancante

Botticelli.

-Quella che veniva non si sa se trattenuta o sospi

-Sì, la ninfa Clori, trattenuta da Zefiro.

-Già, Zefiro, uno che soffia...

-Certo, il Michelazzero, il pallone sgonfiato delle sue scoregge.

-Il solito maniaco delle prigioni altrui.

-Ti chiami Clori?

-No, la Fata delle Regine delle Carte.

-Quindi, la Fata del Mazzo!

-Del Mazzo Aureo...

-Certo che, a stare lì dentro, ti sei fatta un

-Ora è tutto chiaro, non era Venere del dipinto ma Clori.

-Ecco, le Regine del Mazzo sono riunite insieme con il

questa maniera circuente.

-Sbagli! Le Regine si riuniscono nel M

-Tu non sei il Re, tu sei il Mazzo stesso.

-Quindi, io dovrei fare il Mazzo a voi... Con tutto il mio cuore e con tutta la dedizio

d

-T

-Sì, lo posso testimoniare: per le sue

-S

-Grazie...

Finale

-Qua

-E

-Non sappiamo. Sappiamo come e quando è iniziata ma non come e quando

È

come e quando finirà. Chiunque può argomentare su di esso quanto e come vuole, ma non si possono

fare che ipotesi e supposizioni, proi

ciò tantomeno in anticipo, e tantomeno ancora saremo in grado di riprodurre il fenomeno.

-Possiamo pensare che possa finire in maniera simmetrica a quella iniziale?

-O forse duale?

-Sarà come un’ellisse?

-E cioè?

-È partito da zero e fortemente impennato, raggiunge un massimo addolci

simmetrica.

-Come una mezza ellisse?

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-Sì, come una mezza.

-E allora, se ci fermassimo a questo punto, potremmo dire che la storia si ferma qui?

-E se decidessimo di procedere, potremmo pensare come continuerebbe e come si evolverebbe?

-No, perché si evolve come procede e la previsione coincide con il controllo del procedere, con l’assistere

agli avvenimenti e cioè con la constatazione e la consapevolezza di ciò che accade o dell’attuale.

-E in maniera duale, cosa sarebbe?

-Non saprei. Forse, in altro luogo, un’altra vicenda...

-Con altre, differenti da noi?

-Siete insostituibili, non esiste il vostro duale. Il vostro duale si identifica nella coincidenza e nella identicità.

-E ora?

-Sei bellissima e affascinante.

-Uhm...

-Questa smorfia di perplessità, incredulità e disappunto è disarmante per me. Infrange l’entusiasmo e

scoraggia il corteggiamento. È come quando un vetro viene incrinato... beh, facciamo un cristallo; perde

quella bellezza e quella trasparenza che gli provengono dallo spessore, dal colore e dagli spigoli

carezzevoli. Improvvisamente, subentra la delusione: diventa opaco e rugoso, pungente e fastidioso, e

suscita avversione.

-Queste parole le abbiamo già sentite...

-Stavi esagerando...

-Il sole esalta i tuoi colori e la tua espressività e, proiettandoli in questo azzurro che oggi distende e

apparecchia di carezzevoli brezze...

-Ti stai evaporando in inauditi apprezzamenti.

-È l’effetto del rientro, del recupero... E ora, al suono della variazione più esaltante della Ritirata, andiamo

incontro a questo cielo e a questo mare, entrambi azzurri e uguali che l’orizzonte svanisce nel confronto.

-E lo rende come l’universo, dove ogni punto può esserne considerato il centro...

-...laddove il mare diventa il duale del cielo.

-Amen.

Composizioni musicali citate nel testo

Johannes Brahms, (1833 ;1897). Ouverture Accademica (p. 13).

Henry Purcell (1659;1695):

The Funeral of Queen Mary (p. 55, 57, 97, 166).

Ode on St. Cecilia’s Day: Sinfonia (p. 73, 140): The fife and all the harmony of war (p. 76, 87); Wondrous

machine (p. 87). RSI/rete2, Amadeus, DDD, AM 073-2.

The Fairy Queen (p. 88, 101, 103): Ingresso di Apollo, Atto IV, (p. 144, 121). Archiv Produktion, Polydor

International GmbH, Hamburg, DDD 419221-2.

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Page 168: MISTERO MEDIEVALE - LIONBOR · -Porca miseria, gli angeli stanno in cielo! ... Il Santo Michè, all’epoca, fa strage di preti corrotti e lo scriba è costretto a far sparire le

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The Golden Sonata (p. 102). Chandos Records LTD, Colchester, England, Chandos Digital, Chan 8763.

King Arthur (p. 107): Atto V, Ritornello (Venus). ERATO, DDD 4509-98535-2.

Wolfgang Amadeus Mozart, (1759;1691). Le Nozze di Figaro :Se vuol ballare signor contino. (p.95).

Antonio Vivaldi, (1675;1741). Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione (p. 77, 101).

Le Quattro Stagioni (p. 92).

Johann Sebastian Bach, (1685;1750). Concerto per organo BWV 594, primo movimento, allegro. (p. 96).

Amadeus, Archiv produktion, 437614-2.

Franz Joseph Haydn, (1732;1809). Sinfonia dell’Orologio (p. 102).

Rimsky Korsakoff, (1844;1908). Il Gallo d’oro (p.111).

Modest Mussorgsky, (1839;1881). Quadri di un’esposizione: La grande porta di Kiev (p.149).

Una notte sul monte Calvo (p. 115).

Luigi Boccherini, (1740;1805). Quintetto per chitarra, 2 violini, viola e violoncello No. 9, G 453:

La Ritirata di Madrid, (p. 168). Deutsche Grammophon-Amadeus AM 045, 439261-2.

Opere pittoriche citate nel testo

Antonio Caboni. “La Gloria di Santa Cecilia”, Volta della Cattedrale, Cagliari (p. 97).

Giambattista Tiepolo. “Ritratto di donna con domino e tricorno”, The National Gallery, Washington, (p.

99).

“San Michele Arcangelo”, Retablo, Pinacoteca Nazionale, Cagliari (p. 101).

Paolo Veronese. ”Giunone versa i suoi doni a Venezia (p. 107), Palazzo Ducale, Sala del Consiglio dei

Dieci.

Sandro Botticelli. “La Primavera”, Galleria degli Uffizi, Firenze, (p. 111, 117).

Domenichino. (1581, Bologna, 1641 Napoli). Santa Cecilia, Olio su tela, Museo del Louvre, Parigi (p.

145).

Andrea Sacchi. “Marcantonio Pasquilini incoronato da Apollo”, Metropolitan Museum, New York, (p. 146).

Carlo Saraceni. “Santa Cecilia”. Galleria d’Arte Antica, Roma (p. 146).