Missioni OMI 04 2013 ridotto

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missioni Missione è… Incontro personale che salva Prezzo di copertina € 2,20 - aprile 2013 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012 Il volto giovane del carisma oblato 25° dell’MGC dossier Intervista a p. D’Amore sul Movimento Giovanile Costruire attualità Continua la riflessione a partire dall’Anno delle fede fatti Mons. Lorotheli e il 125° dell’evangelizzazione in Lesotho MISSIONI OMI RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA n. 04 APRILE 2013

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Missioni OMI aprile 2013

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Il volto giovanedel carisma oblato

25° dell’MGC

dossierIntervista a p. D’Amoresul Movimento Giovanile Costruire

attualitàContinua la riflessionea partire dall’Anno delle fede

fattiMons. Lorotheli e il 125° dell’evangelizzazionein Lesotho

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rivistamensiledi attualità missionaria

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sommarioDio, ipotesi possibile 06di Luigi Mariano Guzzo

Controtramonto 10di Thomas Harris

Notizie in diretta 22 dal mondo oblatoa cura di Elio Filardo OMI

Mgc news 25

Viaggiando con padre Pepe 30di Michele Palumbo

Lesotho, una chiesa vivace 34di Joaquín Martínez Vega OMI

Lettere al direttore 02

Storia di storie 13

Lettere dai missionari 37

Qui Uruguay, Qui Senegal 39

DOSSIER

14UNA FOTO

PERPENSARE

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attualità

news

fatti

missioni

MISSIONI OMIRivista mensile di attualitàAnno 20 n.4 aprile 2013

La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

EditorEProvincia d’Italia dei MissionariOblati di Maria ImmacolataVia Egiziaca a Pizzofalcone, 3080132 Napoli

rEdazionEVia dei Prefetti, 3400186 Romatel. 06 6880 3436fax 06 6880 [email protected]

dirEttorE rEsponsabilEPasquale Castrilli

rEdazionESalvo D’Orto, Elio Filardo,Gianluca Rizzaro, Adriano Titone

CollaboratoriNino Bucca, Claudio Carleo, Fabio Ciardi, Gennaro Cicchese, Angelica Ciccone, Luigi Mariano Guzzo, Thomas Harris,Sergio Natoli, Luca Polello, Claudia Sarubbo, Giovanni Varuni

progEtto grafiCoE rEalizzazionEElisabetta Delfini

stampaTipolitografia AbilgraphRoma

fotografiESi ringrazia Olycomwww.olycom.it

UffiCio abbonamEntiVia dei Prefetti, 34 - 00186 Romatel. 06 6880 3436 - fax 06 6880 [email protected]

Italia (annuale) 17 euroEstero (via aerea) 37 euroDi amicizia 35 euroSostenitore 65 euro

Da versare su cc p n. 777003 Home Banking: IBAN IT49D0760103200000000777003 intestato a:Missioni OMI - Rivistadei Missionari OMIvia Tuscolana, 73 - 00044 Frascati (Roma) Finito di stamparemarzo 2013Reg. trib. Roma n° 564/93Associata USPI e FESMI

www.missioniomi.itwww.facebook.com/missioniomi

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di Pasquale [email protected]

dossier

Il Movimento Giovanile Costruire festeggia il venticinquesimo. Ne parliamo con p. Antonio D’Amore OMI, assistente nazionale

MGCUn sogno lungo

venticinque anni

Un punto d’arri-vo significativo. Quali messaggi sono contenuti in questo anni-versario?Il venticinque-

simo dell’MGC è un traguardo im-portante! L’occasione offre numerosi spunti di riflessione. Anzitutto ci ri-badisce che il Movimento Costruire è un’opera di Dio. In contesti come i nostri, e per le realtà ecclesiali come l’MGC, è infatti difficile arrivare a questa meta quando si tratta di re-altà solamente umane. Questi ven-ticinque anni ci dicono che dietro e “sotto” il Movimento c’è una volontà di Dio e un progetto preciso, che sia-mo chiamati a leggere e a scoprire, scrutando la storia e il passato sen-

za scadere in un’autocelebrazione, ma per guardare al futuro. Venticin-que anni sono poi l’età in cui, con-venzionalmente, si diventa adulti. E questo, credo, è un ulteriore messag-gio: siamo un movimento missiona-rio maturo, chiamati a prendere in mano responsabilmente le realtà che la Chiesa, la società odierna, il cari-sma oblato, ci affidano. C’è poi una forte domanda di identità; non per-ché abbiamo dimenticato chi siamo, ma per capirlo maggiormente. Infi-ne, questo anniversario ci restituisce la dimensione più tipica dell’essere “movimento”: una forza dinamica, con una struttura necessaria, che viene dalla vita, portata avanti da Oblati, laici e giovani che in questi anni hanno saputo traghettare il Mo-vimento nelle sue varie fasi evitando

In questo mese di aprile è in programma un incontro nazionale del Movimento Giovanile Costruire per celebrare il venticinquesimo anniversario. L’incontro si svolgerà ad Ariccia (Roma) dal 26 al 28 aprile e vedrà la parteciperanno di giovani dai 18 anni in su, di

Oblati, consacrate e laici, provenienti da tutta Italia. In una lettera di aggiornamento, p. Antonio D’Amore e la Segreteria Nazionale del Movimento hanno descritto lo scopo di questo incontro: “Metterci davanti alla nostra storia con lo sguardo al futuro e capire, come Movimento, dove Dio ci vuole condurre. Si vuole che sia un’occasione in cui delle persone raccontino la propria esperienza - continua la comunicazione - in modo da guardare indietro per scoprire la nostra identità e ci forniscano così gli strumenti per guardare meglio al futuro e a come possiamo essere incisivi nelle realtà che ci circonda”. Durante l’incontro sarà allestita anche una sorta di galleria storica, “un percorso attraverso il materiale di questi venticinque anni, a mo’ di ‘museo’ (gadget, maglie storiche, musicassette, cartoline, adesivi, testi originali, ecc…)”. Ad ogni persona che lo percorrerà, verrà consegnato un frammento del logo MGC che sarà poi ricostruito come un mosaico.

venticinquesimoAd Ariccia si celebra il

ROSATO. La gioiadi impegnarsiper il Signore

Spontaneamente riaffiorano alla memoria volti incontrati, sensazioni provate e storie vissute. Lavorare per e con il Movimento Giovanile Costruire ha accompagnato i primi anni del mio ministero sacerdotale e riconosco di esserne debitore per la mia crescita umana e spirituale. Ringrazio tutti gli assistenti con i quali più a stretto contatto ho lavorato, ma soprattutto i giovani con i quali ho condiviso l’esperienza della formazione e della missione. Con gratitudine ed affetto volentieri faccio gli auguri al Movimento Costruire per questi primi venticinque anni di vita e chiedo al Signore che coloro che oggi ne fanno parte sperimentino la gioia di chi si compromette per Lui.

P. Gennaro Rosato OMIvicario provinciale della Provincia

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una foto per pensare

ApparenzaOltre i confini del reale,in uno specchio che ignora la storia,si cela

il confronto col limite,la mancanza del coraggio di abituarsi a se stessi.Ed un sorriso proietta sul volto un'esile traccia di sé.

foto Alessandro Milella, [email protected] Claudia Sarubbo, [email protected]

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Il volto giovanedel carisma oblato

25° dell’MGC

dossierIntervista a p. D’Amoresul Movimento Giovanile Costruire

attualitàContinua la riflessionea partire dall’Anno delle fede

fattiMons. Lorotheli e il 125° dell’evangelizzazionein Lesotho

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rivistamensiledi attualità missionaria

n. 04 aprile 2013

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Il venticinquesimo del Movimen-to Giovanile Costruire (MGC), che cade in questo 2013, riempie lo

sguardo di gratitudine e speranza. L’an-niversario del movimento di giovani nato in seno ai Missionari Oblati di Ma-ria Immacolata in Italia, racchiude in sé messaggi e contenuti ai quali dedichia-mo un ampio servizio su questo numero.Nel 1988, quando l’MGC muove-va i primi passi, c’era stata una buona convergenza tra le forze oblate in Ita-lia. Tutti sentivano questo movimento come un “figlio” che nasceva. Nel cor-so degli anni, numerosi sono stati i con-gressi, i viaggi missionari, le scuole di formazione, i campi estivi. Come anche nutrite sono state le vocazioni sia alla vita oblata, da religiosi, sacerdoti, laici sposati, sia in altre famiglie religiose.Alla conclusione dei lavori del Concilio Vaticano II, i padri conciliari si rivolse-ro ai giovani del mondo con queste pa-role: “la Chiesa vi guarda con fiducia e con amore. Essa possiede ciò che fa la forza o la bellezza dei giovani: la capa-cità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovarsi e di ripartire per nuove conquiste”. Po-tremmo rileggere la vita del movimen-to proprio attraverso questi elementi: l’entusiasmo, la festa e la gioia auten-tica, tratti tipicamente giovanili, che si

sono respirati nei congressi, nella parte-cipazione alle Giornate mondiali della gioventù e in tante altre occasioni. La generosità del donarsi senza riserve o calcoli, con l’offerta di tempo ed ener-gie per i progetti e le iniziative realizza-te, è stata presente in tanti. Come anche l’apertura verso nuovi lidi di evange-lizzazione, scaturita dalla comunione vissuta tra giovani e consacrati. Questo rapporto tra i ragazzi del Movimento Costruire e i Missionari Oblati di Maria Immacolata è stato fonte di idee, pro-getti e fecondità apostolica.In venticinque anni di vita il Movimen-to giovanile Costruire ha rappresentato una piattaforma di apostolato missiona-rio comune e condivisa, ampia e inin-terrotta. Lo ricordò in varie circostanze p. Wilhelm Steckling, allora superiore generale dei Missionari OMI, dicen-do che gli Oblati in Italia hanno fatto spesso da apripista nella congregazione per quanto riguarda l’impegno verso il mondo dei giovani e per la loro parteci-pazione al carisma demazenodiano.Auguri sinceri a tutti i giovani del-l’MGC, ai missionari oblati, alle consa-crate e ai laici adulti, impegnati, oggi e ieri, in questa significativa espressione del carisma oblato.Il vento soffia decisamente a favore dei giovani! n

Grazie ragazzi!di Pasquale Castrilli OMI

[email protected]

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lettereal direttore

Coerenza e umiltàCome giovane cattolica apostolica romana, ho accolto con docilità la decisione di papa Benedetto XVI. Ho avuto l’opportunità di accogliere personalmente le sue parole, sia nella sua visita qui in Brasile, come a Madrid e vedo che ancora oggi risuonano nel mio cuore, nei miei atteggiamenti e nella mia vita le parole pronunciate non solo a Pacaembu o nell’autodromo di Quatro Vientos a Madrid, ma anche le sue lettere apostoliche, le catechesi, ecc.Testimoniando ancora una volta coerenza e umiltà ci educa ad un atteggiamento da veri cristiani insegnandoci a conoscere gli interessi di Dio e difenderli sopra ogni cosa. E stato la necessaria transizione tra papa Giovanni Paolo II e il futuro della Chiesa aiutandoci a riaffermare ciò in cui crediamo.

Núbia NascimentoS. Paolo, Brasile

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Un gesto modernoSono legato a Benedetto XVI, sono cresciuto nella fede sotto il suo pontificato. Questa è diventata matura negli ultimi otto anni e in quest’arco di tempo ho capito la mia vocazione cristiana. Il suo richiamo ad una fede coerente per contrastare il relativismo imperante è diventato, per me, motivo di seria riflessione. La chiarezza nello spiegare i contenuti della fede è stata strumento di crescita personale. In questo stato d’animo triste, si è accesa una scintilla. Un guizzo improvviso mi ha fatto capire la reale portata di questo evento. Mi sono chiesto “Cosa significano per me le dimissioni (che brutta parola) di Benedetto XVI?”. Mi piace credere che questo sia un gesto moderno. Di fronte a tutti quelli che lo hanno sempre etichettato come “tradizionalista”, di fronte al mondo intero ha detto che non ce la fa più. Ha mostrato al mondo la sua debolezza. Il papa è un uomo non un supereroe e come dice S. Paolo “quando sono debole è allora che sono forte” (2 Cor 12,9-10). Benedetto XVI ha avuto, la forza, l’umiltà e la grazia di riconoscere i propri limiti. Ci ha indicato una nuova via. Perché reputo questo

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un gesto moderno? Perché un papa ci ha mostrato che per guidare la Chiesa c’è bisogno di vigoria che in una persona anziana non sempre è presente. Ho capito che questo non è stato un abbandono. Sono sicuro che lo Spirito Santo ha per noi tante ricche sorprese. Lui ha molta più fantasia di noi e Benedetto XVI con la sua semplicità e con la preghiera ha saputo cogliere i segni dello Spirito e ha indicato alla Chiesa cattolica una via diversa.

Giovani VaruniRoma

Preti e avvocati… che c’azzecca?Sono stato sempre allergico alla professione degli avvocati e mai, mi pare, sono stato in un’aula di tribunale, e raramente in studi legali! Circa un anno fa mi è stato proposto da due sorelle di tentare una conciliazione tra loro e un fratello che aveva intentato causa a loro e alla mamma per questioni ereditarie. Ho suggerito anzitutto di pregare e di far celebrare delle messe in merito, ma anche di dare un modesto aiuto, in forma anonima, a lui, in quel momento in difficoltà economiche. Entrambe le cose sono state fatte. Mi ci sono voluti mesi per aiutare lui a tirar fuori

Un intervento per parlare dei bresciani entrati nell’istituto dei Missionari Oblati di Maria Immacolata per il servizio della missione.E se provassimo a considerare la generosità della diocesi di Brescia che si è espressa nel dono delle persone che si sono votate alla missione ad gentes di cui la diocesi si sente fiera? Credo che avremmo il potere di fare uscire dal silenzio la voce di quanti hanno annunciato la Parola di salvezza al mondo intero. Essendo anch’io uno di questi, bresciano di nascita e di formazione attraverso il seminario diocesano fino a 22 anni, Missionario Oblato di Maria Immacolata da 55 anni con 45 anni di missione all’estero, vorrei evocare quanti hanno seguito l’appello del Signore per servirlo nei fratelli.

Dei sedici oblati bresciani, sette vengono dal seminario diocesano tra il 1945 e il 1959, nove dalle parrocchie della diocesi tra il 1945 e il 1985. I “reclutati” dal seminario sono frutto dell’animazione vocazionale di p. Gaetano Liuzzo OMI, secondo le direttive delle Pontificie Opere Missionarie verso la fine della seconda guerra mondiale, quando i seminaristi che desideravano consacrarsi alle missioni, non avevano altra scelta che l’istituto missionario. Quelli che vengono dalle parrocchie della diocesi sono il frutto di un’animazione vocazionale legata alla missione parrocchiale.Il primo gruppo, cresciuto e formato in seminario, riconosce come pionieri i due di Rezzato: Pietro Bignami nel 1945 e Virgilio Bonatti nel 1948, che hanno praticamente vissuto la loro vita in missione presso gli Indiani del Manitoba in Canada: Bonatti deceduto nel 2006 dopo 50 anni di servizio missionario,

Per recuPerare il senso del donouna carrellata sui Missionari oblati di Maria immacolatadi origine brescianadi Enzo Abbatinali OMI

Sotto, da sinistra, p. Enzo Abbatinali OMI e fr. Silvio Bertolini OMI

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di Luigi Mariano [email protected]

attualità

Eclissi di Dio e nuova evangelizzazione. Il metodo scientifico fa i conti con il trascendente

Dio, ipotesipossibile

nella scienza e nella storia umana

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“L’umanità ha momentanea-mente perduto il suo Dio”. Teilhard De Chardin così

tenta di descrivere la grande chimera del tempo moderno: l’eclissi di Dio. Un’e-spressione - quest’ultima - che sta ad indicare “il tormentato rapporto della mo-dernità euroatlantica con Dio” (Scola) . La nuova evangelizzazione non può che fare i conti con questo mondo dentro il quale sembra non esserci più posto per un fon-damento trascendente. È il risultato del-la secolarizzazione che ha espugnato da ogni campo razionale l’idea di Dio. Per-ché pare che di Dio non ce ne sia proprio bisogno. Ed allora parlarne (e soprattutto, crederci) che senso ha?Se Nietzsche è arrivato al punto estre-mo del nichilismo - per il quale nulla ha fondamento - postulando in maniera netta la “morte di Dio”; se Auschwitz, Hiroshima e Nagasaki rappresenta-no i luoghi in cui il silenzio di Dio è stato maledettamente assordante… allora davvero Dio perde qualsivoglia diritto di cittadinanza nella nostra era. E quindi un’evangelizzazione del ter-zo millennio che non sciolga alla base questo nodo e non ridia a Dio la sua di-

gnità è destinata a fallire in un secolo - il nostro - in cui aumentano i sape-ri della scienza e le applicazioni della tecnica sull’uomo e sul cosmo.È vero - si potrebbe obiettare - che ri-spetto a Dio più che di conoscenza empirica si debba parlare di esperien-za. Meglio: di un’esperienza d’amore di per sé impossibile da cristallizzare negli angusti schemi dialettici di una argomentazione filosofica o tra le tesi di una dimostrazione scientifica. In ef-fetti pensare che la scienza possa arri-vare alla dimostrazione dell’esistenza di Dio - e di conseguenza ritenere che Dio non esiste finché non ne viene di-mostrata l’esistenza - è un grave errore. L’idea di Dio, che è l’essere completo per eccellenza, trascende finanche la stessa idea di scienza. “Dio, se fosse la Scienza a scoprirlo, non potrebbe es-sere che fatto di Scienza e basta. E se fosse la matematica ad arrivare al Te-orema di Dio, il Creatore del Mondo non potrebbe che essere fatto di Logi-ca Matematica e basta. In nessun caso Dio resterebbe quello che deve essere: Dio. E cioè tutto” (Zichichi). Ma se non è possibile provare scientifica-

Príbor, 6 maggio 1856Londra, 23 settembre 1939Neurologo e psicoanalista austriaco,

fondatore della psicoanalisi, una delle principali correnti della moderna psicologia. Ha elaborato una teoria scientifica e filosofica, secondo la quale l’inconscio esercita influssi determinanti sul comportamento e sul pensiero umano, e sulle interazioni tra individui. Di formazione medica, tentò, pur con difficoltà, di stabilire correlazioni tra la sua visione

dell’inconscio e delle sue componenti, con le strutture fisiche del cervello e del corpo umano: queste speculazioni hanno trovato parziale conferma nella moderna neurologia e psichiatria. In

un primo momento si dedicò allo studio dell’ipnosi e dei suoi effetti nella cura di pazienti psicolabili, influenzato dagli studi di Josef Breuer sull’isteria. Sue anche le intuizioni che formano il nucleo della psicoanalisi: il metodo di indagine mediante l’analisi di associazioni libere, lapsus (da cui appunto il lapsus freudiano), atti involontari, atti mancati e l’interpretazione dei sogni, e concetti come la pulsione, le componenti dell’inconscio e della coscienza.Le idee di Freud e le sue teorie - viste con diffidenza negli ambienti della Vienna del XIX secolo - sono ancora oggi al centro di accesi dibattiti e discussioni, non solo in ambito medico - scientifico, ma anche accademico, letterario, filosofico e culturale in genere. La psicoanalisi in quanto teoria della mente e dell’inconscio è ancora abbastanza accettata mentre molti ne hanno messo però in discussione l’efficacia terapeutica.

FreudSigmund

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testo e foto di Thomas Harriswww.thomasharris.it

attualità

Ho sempre amato godermi il tramonto al mare passeggiando sul bagnasciuga, respirare l’odore del mare trasportato dal lieve maestrale, nella tranquillità di una giornata che sta per terminare. Il tramonto è un’emozione da vivere, ringraziando Dio di poter godere di uno spettacolo di colori e sfumature che ha del sovrannaturale. Proprio per questo motivo mi sono armato di reflex e umiltà cercando di trasmettere momenti legati al tramonto

Controtr amonto

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Controtr amonto

Winding. Una vela solitaria di un windsurf e il sole che sta per fare capolino. Corro per non perdere l’occasione, forse unica, per fare la fotografia che ho in mente: questa fotogra-fia. Arrivo nei pressi del surfista ed entro in acqua. Studio la traiettoria che la vela continua a percorrere per sfruttare il vento e mi muovo lentamente per cercare l’inquadratura. A pelo d’acqua scatto.

Walking. Il cielo è meraviglioso, sembra pennellato da Van Gogh. È come un sipario. Camminando noto tre persone nell’acqua, ognuna assorta in sé stessa, una corre felice, due cam-minano chine pensando a chissà cosa. Rifletto su quanto le persone possono essere distanti, seppur vicine. Penso a quanti pensieri “affidiamo” al mare: gioie, dolori, preoccupazioni, felicità.

Building. Una “metropoli” di castel-li di sabbia! L’architetto è un bambino di 8-9 anni che continua a scavare nella sabbia per crearne di nuovi o perfeziona-re quelli già costruiti. Neanche mi nota tanto è coinvolto in quello che sta facen-do. Mi domando cosa gli starà passando per la testa e sono felice di rispondermi da solo “niente, Si sta semplicemente di-vertendo… con poco!”

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di Pasquale [email protected]

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MGCUn sogno lungo

venticinque anni

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Il Movimento Giovanile Costruire festeggia il venticinquesimo. Ne parliamo con p. Antonio D’Amore OMI, assistente nazionale

Un punto d’arri-vo significativo. Quali messaggi sono contenuti in questo anni-versario?Il venticinque-

simo dell’MGC è un traguardo im-portante! L’occasione offre numerosi spunti di riflessione. Anzitutto ci ri-badisce che il Movimento Costruire è un’opera di Dio. In contesti come i nostri, e per le realtà ecclesiali come l’MGC, è infatti difficile arrivare a questa meta quando si tratta di re-altà solamente umane. Questi ven-ticinque anni ci dicono che dietro e “sotto” il Movimento c’è una volontà di Dio e un progetto preciso, che sia-mo chiamati a leggere e a scoprire, scrutando la storia e il passato sen-

za scadere in un’autocelebrazione, ma per guardare al futuro. Venticin-que anni sono poi l’età in cui, con-venzionalmente, si diventa adulti. E questo, credo, è un ulteriore messag-gio: siamo un movimento missiona-rio maturo, chiamati a prendere in mano responsabilmente le realtà che la Chiesa, la società odierna, il cari-sma oblato, ci affidano. C’è poi una forte domanda di identità; non per-ché abbiamo dimenticato chi siamo, ma per capirlo maggiormente. Infi-ne, questo anniversario ci restituisce la dimensione più tipica dell’essere “movimento”: una forza dinamica, con una struttura necessaria, che viene dalla vita, portata avanti da Oblati, laici e giovani che in questi anni hanno saputo traghettare il Mo-vimento nelle sue varie fasi evitando

In questo mese di aprile è in programma un incontro nazionale del Movimento Giovanile Costruire per celebrare il venticinquesimo anniversario. L’incontro si svolgerà ad Ariccia (Roma) dal 26 al 28 aprile e vedrà la parteciperanno di giovani dai 18 anni in su, di

Oblati, consacrate e laici, provenienti da tutta Italia. In una lettera di aggiornamento, p. Antonio D’Amore e la Segreteria Nazionale del Movimento hanno descritto lo scopo di questo incontro: “Metterci davanti alla nostra storia con lo sguardo al futuro e capire, come Movimento, dove Dio ci vuole condurre. Si vuole che sia un’occasione in cui delle persone raccontino la propria esperienza - continua la comunicazione - in modo da guardare indietro per scoprire la nostra identità e ci forniscano così gli strumenti per guardare meglio al futuro e a come possiamo essere incisivi nelle realtà che ci circonda”. Durante l’incontro sarà allestita anche una sorta di galleria storica, “un percorso attraverso il materiale di questi venticinque anni, a mo’ di ‘museo’ (gadget, maglie storiche, musicassette, cartoline, adesivi, testi originali, ecc…)”. Ad ogni persona che lo percorrerà, verrà consegnato un frammento del logo MGC che sarà poi ricostruito come un mosaico.

venticinquesimoAd Ariccia si celebra il

ROSATO. La gioiadi impegnarsiper il Signore

Spontaneamente riaffiorano alla memoria volti incontrati, sensazioni provate e storie vissute. Lavorare per e con il Movimento Giovanile Costruire ha accompagnato i primi anni del mio ministero sacerdotale e riconosco di esserne debitore per la mia crescita umana e spirituale. Ringrazio tutti gli assistenti con i quali più a stretto contatto ho lavorato, ma soprattutto i giovani con i quali ho condiviso l’esperienza della formazione e della missione. Con gratitudine ed affetto volentieri faccio gli auguri al Movimento Costruire per questi primi venticinque anni di vita e chiedo al Signore che coloro che oggi ne fanno parte sperimentino la gioia di chi si compromette per Lui.

P. Gennaro Rosato OMIvicario provinciale della Provincia

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Dal 12 al 20 gennaio

2013 al Centro pastorale del Santuario Notre Dame

de Pontmain, p. Alfonso Bartolotta

OMI ha esposto 28 foto inedite sulla luce interna della basilica. Il titolo della mostra è stato “Ouvertures…”. Nel corso delle diverse visite a questo santuario (www.sanctuaire-pontmain.com) affidato agli Oblati p. Alfonso ha avuto modo di constatare che “è impossibile seguire tutti i giochi di luce che mettono

in evidenza le colonne e le arcate. La diffusione della luce e le tonalità dei colori cospargono l’interno ed il cuore di tutto il santuario variopinto. La molteplicità dei colori e l’intensità della luce aprono alla relazione tra l’umano ed il divino, l’umanità e la trascendenza. Sono affascinato - ha detto p. Alfonso - dal contrasto, dall’opposizione della luminosità del chiaro e dell’oscuro, l’uno fa risaltare la specificità e l’unicità dell’altro”.

Notizie in diretta dal mondo oblato

news

OuverturesFranciamessaggi

e notizie dalle missionia cura di Elio Filardo [email protected]

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La missione di Santa Clotilde, sul fiume Napo, nel vicariato di San

José del Amazonas si estende verso nord a 450 km dai confini con l’Equador

e a sud tocca la città di Iquitos.P. Roberto Carrasco e p. Edgar Nolazco sono

responsabili della parrocchia e della pastorale per gli indigeni. Il Centro sanitario S. Clotilde, fondato da p. Maurice Schroeder e attualmente diretto da un norbertino, p. McCarthy O., da circa trent’anni serve un centinaio di villaggi sparsi lungo il fiume.Questa vasta regione, considerata come “il

polmone della terra”, è l’ambiente vitale per migliaia di piccoli villaggi e comunità. Purtroppo oggi la gente deve far fronte alle sempre più numerose concessioni per lo sfruttamento del gas e del petrolio accordate dal governo: il 41% dell’Amazzonia peruviana è coperto da 52 concessioni. Nel 2003 era cinque volte di più rispetto alla superficie destinata a queste attività.La presenza della missione e del Centro sanitario, offrono uno spazio dove le comunità di indigeni e coloni possono riunirsi

per parlare delle sfide e delle opportunità attuali. La missione ed il Centro fanno parte della rete globale, un fattore indispensabile per proteggere i diritti umani, per salvaguardare l’ambiente e per promuovere uno sviluppo durevole ed appropriato.

(fonte: omiworld.org)

Scendono per la prima volta sotto le quattromila unità i Missionari

Oblati di Maria Immacolata. Al 25 gennaio 2013 erano esattamente 3990 così ripartiti: 856 in Africa, 471 in America latina, 763 in Asia-Oceania, 802 nell’America del Nord, 1060 in Europa.Le presenze più numerose per ciascun continente sono la Polonia in Europa

con 334 Oblati, il Congo in Africacon 160 Oblati, Haiti in America Latina con 139 Oblati, Sri Lanka in Asia-Oceania con 217 Oblati e il Canadacon 458 Oblati. La Congregazione conta anche un cardinale e 42 vescovi.I continenti che conta il maggior numero di seminaristi sono l’Africae l’Asia. Nell’anno 2012 sono deceduti in totale 103 Oblati.

Una presenzaoblata a Rio Napo

Perù

StatiStiche oblate

rio napo

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Sono state numerose e variegate le esperienze vissute dall’MGC fiorentino negli ultimi tempi. Da un lato la

programmazione della missione a Monsummano Terme (Pt), dall’altra la partecipazione alle tre-giorni di Marino e Vermicino, e l’ormai rodato “campeggione invernale”.Daniele racconta di come ha vissuto questo campo che si è svolta a Pergo (Ar) e ha visto la partecipazione di giovanissimi da otto diverse parrocchie, fra cui S. Mauro a Signa, la new entry di quest’anno: “Hanno partecipato ben 85 giovanissimi, fra cui Roberto, unico rappresentante della parrocchia di S. Mauro! Quest’anno abbiamo deciso di sviluppare i temi partendo dai programmi del Digitale Terrestre. Il programma scelto è stato Paint your Life (dipingi la tua vita), mentre la gioia è stato il principale contenuto trattato. Attraverso alcune dinamiche abbiamo spiegato ai giovanissimi che la gioia appartiene a ognuno di noi, anche quando siamo tristi e nel dolore. La gioia vera ci aiuta a dare il giusto valore alle cose e non come la gioia del mondo, che invece ci identifica per come ci vestiamo o per gli oggetti che possediamo. Essa è, quindi, equilibrio e non eccesso! Abbiamo poi spiegato gli eccessi della gioia: lo sballo, il godimento, la spensieratezza, l’euforia e il piacere, facendo capire ai giovanissimi che l’eccesso non porta a nulla di buono! I giovanissimi hanno vissuto questa esperienza con grande partecipazione. Nei gruppi di vita e all’incontro di comunione finale è emerso che la gioia non vuol dire solo essere felici, ma è qualcosa di più profondo”.

Andrea Cuminatto

Paint your lifeFIRENZE

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mgc news

I ragazzi…Anche quest’anno dal 2 al 5 gennaio, si è svolta a una tre-giorni nazionale a Marino e, sebbene qualcuno partecipasse per la prima volta, alla fine era evidente come l’esperienza romana avesse lasciato il segno, per le tematiche trattate, i video e le attività, ma soprattutto per le esperienze ricevute in dono.«Questi tre giorni li ho vissuti con un po’ di stanchezza - racconta Giovanni - ma nonostante

tutto mi hanno saputo regalare tante emozioni belle e rivoluzionarie. A Marino ho riscoperto la bellezza di vivere nella pienezza e nella gioia di Dio. I temi affrontati erano molto belli e interessanti, in particolare il video del Circo della farfalla, che racconta la vita di un ragazzo senza arti e di come affronta e vince le sue difficoltà. Un altro fatto che porto dentro di me sono le esperienze dei ragazzi che vivono adesso al Centro giovanile, perché dal loro sguardo si poteva

notare che avevano trovato la felicità ed erano sereni con sé stessi”.Stefano aggiunge: «L’esperienza a Marino è stata nuova per me. Una volta entrati nella sede del Centro giovanile ho sentito un’atmosfera meravigliosa, che mi ha coinvolto. Una cosa bella delle tre-giorni è conoscere persone nuove provenienti da altre città e con loro vivere come se ci conoscessimo da tanto tempo. Mi è piaciuto tutto: i video, i giochi, ascoltare le esperienzedei ragazzi del Centro, camminare per le stradedi Roma per raggiungere S. Pietro… Mi piace molto l’MGC, perché mi aiuta a rafforzare il mio rapporto con Dio».

…le ragazzeParallelamente le ragazze vivevano la tre-giorni a Vermicino. È “il dono di essere donna” la perla che Alessia di Roma si porta a casa. «Sono partita per questa tre-giorni con tante paure. Pensavo che, a causa del mio carattere, mi sarei ritrovata da sola. La prima cosa che ho pensato vedendo le ragazze di tanti posti diversi è stata: che forza meravigliosa e incredibile che è la fede! Come è possibile che così tante persone corrano il rischio di mettersi in gioco, di allontanarsi dalle loro famiglie durante le vacanze, di condividere il loro essere, spinte dalla stessa fiamma? C’ero anche io, e anche io la sentivo questa fiamma! La sentivo forte come mai mi succede quando sto a casa. È la magia dell’MGC che non so come, ogni volta ci riesce. Si vedeva che in mezzo a noi c’era Dio. Ogni tema l’ho affrontato come un messaggio da vivere. Il dono di essere donna! Ci è stata fatta apprezzare l’essenza della nostra femminilità che probabilmente non avevo mai percepito a fondo.. Sono anche riuscita, grazie alla testimonianza di Annamaria, a capire come costruire un rapporto, come porre le radici per far sì che cresca in modo solido e verso Dio. L’Amore è il miglior modo di donarsi e, all’interno di una coppia, il modo migliore di farlo è condividere tutto». «Infatti - aggiunge Miriam - non è la coppia al centro di tutto, ma Dio al centro della coppia. Questo tema è per me molto attuale».

TRE-GIORNI NATALIZIE

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di Michele [email protected]

fatti

La saggezza di un sacerdote offre chiavi di letturaper comprendere la povertàin Messico

Viaggiando

La 15D è una delle arterie fondamentali che collega la capitale del Messico fino al roven-te confine con gli Stati Uniti. Per quanto sia

una strada a pedaggio non è inusuale imbattersi in pedoni, cavalli o asini che la percorrano in entram-bi i sensi. A bordo di una Chevrolet Cavalier azzur-ra, dal gusto vagamente vintage dei telefilm anni settanta, ci fermiamo ad un incrocio per comprare una busta di noccioline americane da un ambulan-te. Percorriamo la nostra strada in direzione nord, ma solo nel breve tratto da Tepic, capoluogo dello stato del Nayarit, alla provincia di Santiago Ixcu-intla. Qui, leggenda vuole, sia nata l’attuale civil-

con padre Pepe

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tà messicana; da qui, si pensa, siano partiti i primi aztechi alla conquista dell’intera penisola. Siede alla guida p. Hernandez Espinosa Josè de Jesù, cui l’indole messicana ha per fortuna abbreviato la prosopopea del nome in padre Pepe. Antropologo, docente universitario e insegnante al seminario di Tepic, padre Pepe è un prete dall’ap-prezzabile attitudine ad affrontare i problemi da un punto di vista squi-sitamente laico. Pochi, di quelli che ho conosciuto nella mia vita, vantano un’apertura mentale di tale ampiezza e una così instancabile volontà di rende-re il mondo migliore! File sterminate di contadini siedono in paziente attesa davanti l’ufficio della sua parrocchia per avere un colloquio, nella speranza di ottenere un piccolo aiuto. Per lo più chiedono un prestito per poter garan-tire un trattamento umano agli indios che prestano la loro manodopera come salariati. Nella maggior parte dei casi non è semplice. L’insana logica delle multinazionali sfrutta con tecniche ul-tramoderne i terreni, facendoli frutta-re dieci volte di più di quanto sarebbe

naturale, per esportare poi i prodot-ti nei paesi ricchi, dove i clienti sono capaci di maggiori esborsi. Alla lun-ga impoveriscono la terra, la gente, il Paese e, non da ultima, la cultura. Le grandi multinazionali mandano sicari a compiere lo sporco lavoro di minac-ciare i proprietari, costringerli a ven-dere, causare danni chimici ai raccolti o, nella migliore delle ipotesi, aspetta-no il giusto momento per presentare la propria offerta criminale. Una sta-gione troppo piovosa o più secca del previsto, basta a spingere i contadini sul baratro della miseria. Il finestrino lato guida semi aperto, padre Pepe mi

racconta tutto questo a voce alta e le sue parole sembrano lottare, contro il rumore del vento e del motore, il pro-prio diritto di essere ascoltate. Allo stesso modo tali tristi ingiustizie, con-sumate sotto gli occhi di tutti, gridano il proprio sdegno contro l’indifferenza imperante. Una polvere fine si manife-sta in un fastidio costante nelle narici. Temperatura esterna: 34 gradi e siamo ancora a metà febbraio… Nei campi il vento scompone le chiome delle conta-dine in una sorta di rude carezza… «C’è differenza tra povertà e mise-ria», racconta padre Pepe dopo alcuni minuti di viaggio trascorsi in relativo

Una instancabile volontà

di rendere il mondo migliore

Nella pagina accanto,l’autore dell’articolo.In alto, la Chevroletdi padre Pepee i lustrascarpenel centro di Tepic

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Mons. Lorotheli OMI parla in occasione del 150° anniversario dell’evangelizzazione del Lesotho: “Siamo passati dall’essere un Paese di missione ad inviare missionari ad extra”

di Joaquín Martínez Vega [email protected]

fatti

LesothoMons. Gerard T. Lorotheli OMI, arcivescovo di Mase-

ru e presidente della Conferenza episcopale del Leso-tho ha partecipato al Sinodo dei vescovi sulla Nuova

evangelizzazione svoltosi a Roma lo scorso ottobre. Ci parla del-la chiesa in questa piccola nazione dell’Africa australe, in occa-sione dell’anno giubilare. Il Lesotho è un enclave all’interno del territorio del Sud Africa. Ha poco più di due milioni di abitanti, in gran parte cristiani, suddivisi al 50% tra protestanti e cattoli-ci. Questi ultimi sono distribuiti in quattro diocesi.

Nel 2012 avete festeggiato un anniversario importante in Lesotho...Davvero importante e gioioso. Si tratta di un evento di grande ri-levanza nella chiesa nel nostro Paese: il 150 ° anniversario della prima evangelizzazione.

Come è cominciata?I primi missionari ad arrivare nel mio Paese sono stati tre Oblati francesi: mons. Allard, vicario apostolico del Natal (Sud Afri-ca), p. Joseph Gerard e fratello Pierre Bernard, i quali, dopo dieci anni di missione sterile tra gli zulu refrattari, decisero di passare in Lesotho. Correva l’anno 1862. Protestanti, evangeli-

una chiesa vivace

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Lesotho ci, e francesi erano arrivati trent’anni prima.

Tra questi tre pionieri, uno già gode della gloria degli altari.Sì, p. Gérard è stato beatificato da Gio-vanni Paolo II a Maseru il 15 settembre 1988, durante il suo viaggio apostolico nel Paese. Il beato Giuseppe Gérard è l’Apostolo del Lesotho. È molto amato e venerato, non solo in Lesotho, ma in tutta l’Africa del Sud. Il giorno della sua festa arrivano alla chiesa cattedrale di Roma (Lesotho), dove il suo corpo ripo-sa, pellegrini provenienti da Botswana, Sudafrica... Per i fedeli basuto non c’è alcuna distinzione tra beatificazione e canonizzazione. Per loro tata (padre) Gérard è il loro santo e basta.

C’è un altro mosuto, il primo Oblato aborigeno, che ho avuto il piacere di conoscere, che è anche molto popolare.Sì è mons. Manuel Mabathoana, pri-mo vescovo di colore dell’Africa au-strale. Si parla molto di lui, perché fu il primo vescovo nativo. È stato prima nella diocesi di Leribe e poi a Maseru. È stato il primo arcivescovo della mia diocesi. Nacque a Roma, non la capita-le d’Italia, ma Roma del Lesotho, che fu la prima sede dell’attuale diocesi di

Maseru, e perciò mantiene la concat-tedrale. Mons. Mabathoana è molto amato e venerato.

Ho sentito che volete canonizzarlo...Vogliamo introdurre la causa per met-tere in evidenza il 150° anniversario. Preghiamo anche perché, se possibile, p. Gérard sia canonizzato. C’è anche una vedova, molto venerata dal popo-lo, Ma (mamma) Gabrielle. Vorremmo che fosse ufficialmente riconosciuta la sua santità. Stiamo raccogliendo dati e testimonianze per scrivere la sua bio-grafia per questo scopo. C’è una memo-ria viva e molta devozione tra i fedeli.

Come ti senti come vescovo e oblato?Sono molto contento della mia voca-zione. Mi pesa la responsabilità di ve-scovo, ma sono molto felice della mia vocazione oblata. Grazie a Dio tutta la formazione che ho ricevuto dal novi-ziato è stata una base molto solida per la mia vita. Non solo sono felice, sono entusiasta della mia vocazione.

Come oblato, al termine del prima formazione, sei tornato nel tuo Paese di origine. Ma le cose sono cambiate, perché mi pare che ora ci sono oblati basutos che sono inviati all’estero.

Grazie per questa domanda, perché vorrei dire che attualmente ci sono al-cuni che sono stati inviati in missione “ad extra” e questo dimostra la vitali-tà della chiesa in Lesotho. Dai frutti si riconosce l’albero. Si può dire che la chiesa del Lesotho è veramente mis-sionaria: è una chiesa che ha ricevu-to missionari, e che ora è in grado di inviare missionari ovunque la chiesa universale necessita  . Tra quelli che sono stati inviati in altri Paesi, voglio sottolineare coloro che sono andati in Canada. Attualmente i canadesi non inviano missionari in Lesotho, ma ri-cevono missionari dal Lesotho! Siamo un Paese che non ha bisogno di missio-nari da fuori, ma che li invia. La sfida ora è come mandare questi evangeliz-zatori in tutto il mondo.

Quali i problemi della chiesa in Le-sotho?Il problema che abbiamo non è voca-zionale, come in Europa. Non manca-no le vocazioni, sia alla vita religiosa maschile che femminile, sia al sacer-dozio. Ciò di cui abbiamo bisogno è avere buoni formatori. La formazio-ne è il problema. Dal momento che ci sono molte vocazioni, ci sono congre-gazioni che arrivano in Lesotho in cer-

Il Regno del Lesotho (Muso oa Lesotho in sesoto, Kingdom of Lesotho in

inglese, in passato noto anche come Basotholand o Basutoland) è uno stato dell’Africa del Sud, membro del

Commonwealth delle nazioni. È una enclave all’interno del territorio della Repubblica

del Sudafrica ed è pertanto uno stato senza sbocco al mare.Il nome Lesotho è costruito (secondo uno schema tipico delle lingue bantu) dal prefisso le - anteposto alla radice sotho,

e significa “la terra del popolo che parla sotho”; l’etnia principale del paese è quella Basotho o Basuto(ba-sotho, “coloro che parlano sotho”).Circa il 40% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno.

LingueLe lingue ufficiali sono il sesoto e l’inglese. Abbastanza comuni sono anche lo zulu e l’afrikaans.

ReLigioniProtestanti 42%, cattolici 38%, animisti 15%, musulmani 5%.

in pilloleLesotho

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lettere dai missionari

Il Centro missionario diocesano ha proposto un cammino verso la celebrazione della giornata della Santa infanzia. Ci siamo rivolti ai ragazzi del catechismo per coinvolgere in questo itinerario anche i loro familiari e i catechisti. Ecco l’itinerario proposto. Ottobre : preghiamo per le Missioni; Novembre: conosciamo le Missioni; Dicembre: condividiamo per le Missioni; Natale: seminatori di Stelle; 6 Gennaio 2013: celebrazione diocesana della Santa Infanzia.La celebrazione ha visto la partecipazione di una bella parte della diocesi. La sala era piena. Dopo

l’accoglienza e i canti è iniziata la testimonianza di p. Aldo dei Cappuccini che ha operato per cinque anni nel Ciad. Era parroco di una parrocchia grandissima. Ci ha detto che la prima emergenza che ha affrontato è stata la scuola. L’altra emergenza, la sanità. Nel suo dispensario sono riusciti ad aiutare molti malati. Dopo un canto, l’Associazione Onlus “Oltre la vita” ha presentato le belle opere che sono riusciti a realizzare nel Burundi..Il direttore del CMD ha quindi portato il saluto del vescovo. Dopo un canto e la proclamazione del vangelo p. Paolo missionario degli Oblati

di Maria Immacolata, nativo e missionario a Kiev, in Ucraina, dà la sua testimonianza. Ci parla della fede della mamma che lo portava in chiesa; siccome la strada era lunga a volte doveva portarlo sulle spalle e, per evitare rappresaglie della polizia, lo nascondeva in una sporta. All’età di sedici anni fu preso dalla polizia in una chiesa e per punirlo gli hanno sequestrato il giubbotto, così è dovuto tornare a casa con un freddo di -30 gradi e ha avuto il congelamento della pelle e la perdita dell’udito. Ancora oggi lotta con le conseguenza di quel gran freddo. Ci ha ricordato quanto diceva da piccolo: “da grande voglio diventare Papa, almeno per un giorno, per santificare mia madre”.Al termine i catechisti hanno riconsegnato ai ragazzi i loro salvadanai e in processione sono venuti, come i Magi, a deporli ai piedi di Gesù Bambino; dopo averlo baciato ricevevano due stelle, una per loro e l’altra da attaccare ad un giovane o un adulto in sala. E’ stato un pomeriggio che ha coinvolto i presenti; nei volti si vedeva la gioia di ritrovare lo slancio missionario.

P. Celeste Cerronidirettore del CMD Isernia

missioniomi

P. Paolo e p. Aniello alla celebrazione

diocesana per i bambini a Isernia

Giornata missionariadei ragazzi a Isernia

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Ragazzi8-15 luglioCampo estivo giovanissimi a Vallada agordina (Bl)Per informazioni:p. Carmine Marrone OMI [email protected]

1 -13 agostoEsperienza di discernimento e servizio per ragazzi dai 18 anni in su a Marino e LourdesLa comunità di Marino è sempre disponibile ad accogliere giovani, singoli o gruppi. Non esitate a contattare la comunità.Missionari Oblati di Maria ImmacolataCentro Giovanile e Noviziato Corso Vittoria Colonna 15800047 Marino (RM), tel. 06 9387300www.omimarino.itPer informazioni:p. Luca Mancini OMI [email protected]

estate giovani 2013 con i MissionaRi oMi

Ragazze30 luglio - 5 agostoCampo giovanissime a Gesso (Me)Per informazioni:p. Francesco Lugarà OMI [email protected]. Francesco Volpintesta OMI [email protected]

Ragazzi e ragazze18 - 28 luglioGiornata Mondiale della Gioventù ad Aparecida e Rio de Janeiro (Brasile)Per informazioni:p. Carmine Marrone OMI [email protected]. Francesco Lugarà OMI [email protected]

12 - 18 agostoIncontro internazionale sul carisma oblato a Aix-en-Provence (Francia)Per informazioni:P. Antonio D’Amore [email protected]

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Missionari oMiVia Egiziaca a Pizzofalcone, 3080132 napolitel. 081 7645199

MissionioMiwww.facebook.com/missioniomiwww.missioniomi.itwww.omi.it

lE nostrE coMunità,

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