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26-085-A-10 Metodo Mézières Riassunto. - Elaborato a seguito di un’osservazione originale, in contraddizione con numerosi principi classici, sorprendente per diversi aspetti e con un’applicazione esigente, il metodo di ginnastica di Françoise Mézières può essere considerato un’analisi dei problemi di statica e delle loro conseguenze patologiche che conduce ad un trattamento posturale globale; questa via terapeutica tenta di ristabilire l’armonia e l’equilibrio dei segmenti vertebrali e periferici attraverso il recupero dell’estensibilità perduta dei gruppi muscolari ipertonici e più in particolare di quelli appartenenti alla catena muscolare posteriore, sia dal punto di vista anatomico (paravertebrali), sia da quello sinergico (diaframma, ileopsoas); contemporaneamente, viene garantito un rafforzamento dei gruppi muscolari ipotonici (cervicali anteriori, addominali, quadricipiti); questo lavoro è reso possibile dall’impiego di posture molto particolari e adeguate ad ogni situazione; finalmente libero dagli ostacoli che lo imbrigliano, lo scheletro può cos ritrovare la mobilità articolare necessaria per la locomozione, la gestualità, i movimenti della vita quotidiana, delle pratiche sportive e dell’attività professionale; viene favorito il ritorno alla libertà degli effettori dei grandi sistemi funzionali, cos come vengono rispettate le egemonie indispensabili all’integrità ed alla pienezza di tutto l’organismo, in particolare l’orizzontalità dello sguardo e dei canali semicircolari dell’orecchio interno, elementi primordiali che intervengono nell’equilibrio, nella valutazione delle distanze e dei suoni e che rappresentano le finalità della statica ideale. 9) 1999, Elsevier, Paris. ]M Cittone Introduzione Disconosciuto, spesso ridicolizzato, mutilato ed anche plagiato, il metodo Mézières è in realtà un modo globale di affrontare i problemi della statica e le loro conseguenze. Originale nei suoi stessi fondamenti, cos come nella sua pratica posturale, si fonda su basi scientifiche tanto anatomiche che biomeccaniche [7, " ID="I27.11.6">17, 181. Nato da un’osservazione i cui principi e le cui leggi sono stati dedotti ed enunciati, a tutt’oggi non è mai stato smentito. Di pratica difficile e complessa, cerca di comprendere l’individuo nella sua unità ed unicità. Maturato grazie ai numerosi professionisti che lo praticano da alcuni decenni, trova del tutto naturalmente un suo posto nella pratica quotidiana dei fisioterapisti desiderosi di offrire ai loro pazienti un trattamento essenziale che associ all’iniziale fase curativa un’autentica dimensione preventiva. Non è una filosofia, una sorta di approccio esoterico, ma al contrario un metodo I Jean-Marc Cittone: Masseur-kinésithérapeute, 15, avenue de Saxe, 69006 Lyon, France. pragmatico e un’arte di curare che permettono di ristabilire la forma sana (la quale, come ognuno sa, garantisce l’efficienza del sistema muscolotendineo- scheletrico) ; con il recupero progressivo dell’estensibilità muscolare, cerca di liberare il range articolare al fine di renderlo ottimale. È stato oggetto di numerose opere (2,19,20] e tesi mediche (1,4,9,10] che hanno avuto il merito di farlo conoscere. Osservazione principale Nel 1947 Fran~oise Mézières (fig 1), allora giovane fisioterapista, fa un’osservazione inattesa e originale: in una paziente che le era stata indirizzata per il trattamento di un’importante cifosi dorsale che giustificava l’uso costante di un corsetto, essa constata l’aumento della lordosi lombare ad ogni tentativo di raddrizzamento della regione dorsale mediante retropulsione passiva dei monconi delle spalle. Franqoise Mézières chiede alla paziente di effettuare una flessione delle anche e delle ginocchia per eliminare la lordosi lombare; il lavoro di raddrizzamento dorsale provoca allora un aumento della lordosi cervicale. Questa volta chiede la correzione della nuca per autoingrandimento attivo e arretramento del mento; la retropulsione delle spalle induce un blocco del torace in inspirazione. Fran~oise Mézières comprende allora che l’irrigidimento muscolare della paziente è tale che ogni segmento ha perduto la propria autonomia rispetto ai Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Cittone 1M. Metodo Mézières. Encycl Méd Chir (Elsevier, Paris), Medicina Riabilitativa, 26-085-A-7 1999, 7 p.

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26-085-A-10

Metodo Mézières

Riassunto. - Elaborato a seguito di un’osservazione originale, in contraddizione con numerosi principiclassici, sorprendente per diversi aspetti e con un’applicazione esigente, il metodo di ginnastica di FrançoiseMézières può essere considerato un’analisi dei problemi di statica e delle loro conseguenze patologiche checonduce ad un trattamento posturale globale; questa via terapeutica tenta di ristabilire l’armonia e

l’equilibrio dei segmenti vertebrali e periferici attraverso il recupero dell’estensibilità perduta dei gruppimuscolari ipertonici e più in particolare di quelli appartenenti alla catena muscolare posteriore, siadal punto di vista anatomico (paravertebrali), sia da quello sinergico (diaframma, ileopsoas);contemporaneamente, viene garantito un rafforzamento dei gruppi muscolari ipotonici (cervicali anteriori,addominali, quadricipiti); questo lavoro è reso possibile dall’impiego di posture molto particolari e adeguatead ogni situazione; finalmente libero dagli ostacoli che lo imbrigliano, lo scheletro può cos ritrovare lamobilità articolare necessaria per la locomozione, la gestualità, i movimenti della vita quotidiana, dellepratiche sportive e dell’attività professionale; viene favorito il ritorno alla libertà degli effettori dei grandisistemi funzionali, cos come vengono rispettate le egemonie indispensabili all’integrità ed alla pienezza ditutto l’organismo, in particolare l’orizzontalità dello sguardo e dei canali semicircolari dell’orecchio interno,elementi primordiali che intervengono nell’equilibrio, nella valutazione delle distanze e dei suoni e cherappresentano le finalità della statica ideale.9) 1999, Elsevier, Paris.

]M Cittone

Introduzione

Disconosciuto, spesso ridicolizzato,mutilato ed anche plagiato, il metodoMézières è in realtà un modo globale diaffrontare i problemi della statica e le loroconseguenze. Originale nei suoi stessi

fondamenti, cos come nella sua praticaposturale, si fonda su basi scientifichetanto anatomiche che biomeccaniche [7, " ID="I27.11.6">17, 181.Nato da un’osservazione i cui principi e le cuileggi sono stati dedotti ed enunciati, a

tutt’oggi non è mai stato smentito. Di praticadifficile e complessa, cerca di comprenderel’individuo nella sua unità ed unicità.Maturato grazie ai numerosi professionistiche lo praticano da alcuni decenni, trova deltutto naturalmente un suo posto nella praticaquotidiana dei fisioterapisti desiderosi dioffrire ai loro pazienti un trattamento

essenziale che associ all’iniziale fase curativaun’autentica dimensione preventiva. Non èuna filosofia, né una sorta di approccioesoterico, ma al contrario un metodo

I Jean-Marc Cittone: Masseur-kinésithérapeute, 15, avenue

de Saxe, 69006 Lyon, France.

pragmatico e un’arte di curare che

permettono di ristabilire la forma sana

(la quale, come ognuno sa, garantiscel’efficienza del sistema muscolotendineo-

scheletrico) ; con il recupero progressivodell’estensibilità muscolare, cerca di liberare

il range articolare al fine di renderlo ottimale.È stato oggetto di numerose opere (2,19,20] e tesimediche (1,4,9,10] che hanno avuto il merito difarlo conoscere.

Osservazione principale

Nel 1947 Fran~oise Mézières (fig 1), alloragiovane fisioterapista, fa un’osservazioneinattesa e originale: in una paziente che le erastata indirizzata per il trattamento di

un’importante cifosi dorsale che giustificaval’uso costante di un corsetto, essa constatal’aumento della lordosi lombare ad ognitentativo di raddrizzamento della regionedorsale mediante retropulsione passiva deimonconi delle spalle. Franqoise Mézièreschiede alla paziente di effettuare una

flessione delle anche e delle ginocchia pereliminare la lordosi lombare; il lavoro di

raddrizzamento dorsale provoca allora unaumento della lordosi cervicale. Questavolta chiede la correzione della nuca perautoingrandimento attivo e arretramentodel mento; la retropulsione delle spalleinduce un blocco del torace in inspirazione.Fran~oise Mézières comprende allora chel’irrigidimento muscolare della pazienteè tale che ogni segmento ha perdutola propria autonomia rispetto ai

Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Cittone 1M. Metodo Mézières. Encycl Méd Chir (Elsevier, Paris), Medicina Riabilitativa, 26-085-A-7 1999, 7 p.

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livelli adiacenti e che ogni sforzo dicorrezione locale si propaga all’insieme delsistema, provocando qua e là lordosi oaccorciamento. Da questa osservazione traele sue prime conclusioni.

Principi e leggi

CI SONO SOLO LORDOSI

La lordosi è responsabile della cifosi:

poiché la soppressione di una cifosi sitraduce in un aumento della lordosi

dovunque essa si trovi, la cifosi è possibilesolo al prezzo di una lordosi; la lordosi èall’origine della cifosi e non viceversa; èpertanto sulla lordosi che si deve agire percorreggere o sopprimere la cifosi, essendoquest’ultima nient’altro che il compensodella lordosi.

La lordosi è responsabile della scoliosi: imuscoli spinali, estensori del rachide (oposteroflessori) sono anche rotatori e flessorilaterali; il loro accorciamento genera lascoliosi ed è «ammorbidendoli» (sic), ossiaallungandoli, che si possono correggere lerotazioni e flessioni laterali vertebrali; cos ,per Frangoise Mézières la differenza tra

atteggiamento scoliotico e scoliosi vera epropria non risiede che nella gravitàdell’irrigidimento dei muscoli posteriori; illoro comportamento e in particolare quellodel muscolo trasversospinale sembra esseregerarchizzato cronologicamente: con il suoirrigidimento, domina la posteroflessione,poi la lateroflessione, infine la rotazione; ilmeccanismo sarebbe lo stesso, cambierebbesolo l’intensità ~Z’~.

LA LORDOSI È UNA NECESSITÀ

Per la stazione eretta

Per essere confortevole ed economica intermini di energia, la stazione eretta

prolungata richiede un aumento della

superficie del poligono di appoggio affinchéil centro di gravità cada costantemente alsuo interno; è uno spostamento di masse(testa in avanti, dorso indietro, ventre inavanti) accompagnato da un divaricamentodei piedi, quello che permetterà questaricerca di equilibrio; invece di essere

combattuto il peso viene utilizzato, con unaumento della forza dei tiranti muscolari.Secondariamente a questo spostamento, imuscoli che sottendono le concavità

posteriori si accorciano, impadronendosidel «molle» che è stato loro conferito ~3. z’~.Partendo da uno stato di semplicecontrazione muscolare si giungerà, se lasituazione perdura, allo stato di contrattura,poi ancora a quello di retrazione: la perditadell’estensibilità passiva dei gruppimuscolari interessati ne sarà la

conseguenza.

. Per i movimenti di media e grandeampiezza degli artiI comportamenti biomeccanici dei cingoliscapolare e pelvico sono stati studiati

attentamente e tutti ne conoscono lediverse tappe; l’inclinazione vertebrale ola lordosi verranno prodotte tanto primaquanto più il sistema muscolare diventeràrigido (in termini di estensibilitàmuscolare) [1, 11, 241.

LA LORDOSI È MOBILE

Si sposta come «l’anello sul regolo» manmano che la si fa slittare dal segmento cheoccupa, e il cavo popliteo ripresenta unaterza lordosi.

LA ROTAZIONE INTERNA DELLE RADICIDEGLI ARTI PREDOMINA

Quando l’equilibrio delle tensioni agonisti-antagonisti viene infranto dall’eccesso ditono di un gruppo muscolare, questo vasempre a vantaggio dei rotatori interni. Aseguito di questa situazione, i segmentiintermedi e distali avranno risposte adatte,responsabili di patologie diverse.

IL BLOCCO DEL TORACEIN INSPIRAZIONE COESISTE

CON LA LORDOSI

Si traduce:

- a riposo, con il prolungamentodell’espirazione;- sotto sforzo, con la fissazione del torace ininspirazione accompagnata da contrazionedei muscoli inspiratori accessori (muscolisternocleidomastoidei e scaleni).

I MOVIMENTI E LE POSIZIONIDELLA TESTA SPIEGANO

LE DEFORMAZIONI DEL TORACE

In effetti, le rotazioni e le inclinazioni delcapo si propagano alla regione toracica, siaper il gioco delle faccette articolari che siembricano che per la messa in tensione deitessuti molli (dischi, capsule, legamenti esoprattutto muscoli profondi della catenaposteriore).

GLI ADDOMINALI SONO I TENSORIDELLA REGIONE TORACICA INFERIORE

La loro azione sulla colonna lombare, doveessi praticamente non si inseriscono, èindiretta e potentemente controbilanciatada quella della coppia diaframma-psoasche si inserisce sui corpi lombari superiori esui dischi, creando una sinergia fortementelordosizzante oppure che fissa una lordosi

preesistente.

OGNI COMPENSO DURANTEUNA CORREZIONE È DI TIPO LORDOTICO

La lordosi si definisce come uno stato diaccorciamento, per cui ogni avvicinamentodelle inserzioni sarà assimilato ad unalordosi e combattuto come tale.

La catena posteriore è un insieme unico intensione dall’occipitale fino ai talloni ed è

essenzialmente composta da muscoli

poliarticolari che si comportano come unsolo muscolo.

In effetti, a prescindere dalle altresistematizzazioni muscolari possibili, soloquesta doppia catena è costituita daelementi che si comportano come delle

maglie, libere a riposo e in grado di

provocare i movimenti dell’insieme sottotensione. Hanno, per la loro natura dimuscoli poliarticolari, la particolarità diaccavallarsi gli uni sugli altri, in modo taleche l’inserzione di origine di ciascunmuscolo che la compone avviene primadella terminazione del muscolo adiacente;da questa organizzazione anatomica derivala seguente legge: ogni azione localizzata inun punto qualunque della catena

posteriore (sia questa un allungamento o

un accorciamento) genera l’accorciamentodell’insieme della catena posteriore. Questiprincipi, enunciati in leggi (poichéimmutabili), si basano sull’anatomia e labiomeccanica, e il metodo che ne deriva,benché nato dall’osservazione (che d’altraparte sta all’origine della maggior partedelle scoperte), si fonda su basi scientificheincontestabili [13,19, 221.

Lo studio approfondito della muscolaturaposteriore e della sua intima

organizzazione, muscolo per muscolo,conferma l’osservazione principale. I

problemi di statica sono la traduzione di unaretrazione della doppia catena posteriorelaterovertebrale e degli arti. La nostra

muscolatura posteriore è sempre troppoforte, troppo tonica e non è giustificatoalcun esercizio volto a rafforzarla; laconfusione che fin troppo spesso porta aricercare la tonicità di questa zona provieneverosimilmente dal fatto che questo insiememuscolare, benché ipertonico, ha perduto lasua estensibilità e non può utilizzare la suaforza; quest’ultima non è scomparsa ma èdivenuta virtuale; nel momento in cui laflessibilità e l’elasticità del sistema verranno

recuperate, ossia quando il sistema sarànuovamente in grado di deformarsi,riapparirà la forza propria dei muscoli,senza necessità alcuna di lavoro di rinforzo.Inoltre questi muscoli, a causa della lorosituazione, essendo situati dietro l’asse diflessoestensione e al fine di prevenirel’incurvamento (deformazione, curvatura diuna parte lunga sotto l’effetto della

compressione che subisce alle estremità)assicurano anche l’irrigidimento e lacerchiatura tramite un fissaggio con tirantilongitudinali ed obliqui (l’azione dicerchiatura consiste nel consolidare un

sistema ausiliario con un’armatura circolareo elicoidale) delle parti dello scheletro (fig 2)(cf Anatomia e azione del muscolo

trasversospinale). Quanto più i muscolisaranno tonici, tanto più queste ultimeazioni saranno intense. Non siamo dunquedeboli nella nostra muscolatura posteriore,non più di quanto cediamo per «il peso deglianni», ma lo siamo per la forza propria deinostri muscoli (tutti conoscono l’azione delpeso sull’erezione del tronco e gli esercizi dimarcia con pesi sul capo).

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2 Deformazione di un solido in carico e sistemistabilizzatori.

A. Incurvamento.B. Cerchiatura.C. Serraggio.

Inoltre l’anatomia comparata, e in

particolare gli studi della motricità neirettili 111 e dello sviluppo motorio nelbambino 1191 tendono a confermare i

principi di Fran~oise Mézières. A partiredalla sua osservazione iniziale e dalle leggiche ne derivano, Fran~oise Mézières

immagina poco a poco un modo dilavorare originale e continuamenteadattato alla patologia del singolo caso.

Questo approccio metodico e globaleproduce risultati tali su pazienti spessorifiutati da altri terapisti che dal 1960 dàinizio ad un insegnamento ancora a livelloriservato in Vandea. In seguito all’interesseche suscita, cos come alle conferenzetenute qua e là, condotte nella forma piùelaborata di seminari che organizza nelsud-ovest della Francia con PhilippeSouchard (che dopo essere stato suo allievofonderà con lei una scuola che, nell’arco dipiù di dieci anni, formerà migliaia di

fisioterapisti), Frangoise Mézières codifica eaffina il proprio lavoro. Quanto a PhilippeSouchard, egli apporta gli elementiscientifici di spiegazione e giustificazione,attraverso opere che comportano una

scissione da Fran~oise Mézières all’inizio

degli anni ’80. Con la conoscenza

approfondita dell’anatomia che FrangoiseMézières aveva (è stata insegnante all’Ecolefran~aise d’orthopedie e massage [EFOM])e il rigoroso lavoro di spiegazionebiomeccanica di Philippe Souchard si è

imposta una realtà: la perdita diestensibilità della catena posteriore è

all’origine di tutte le nostre deformazioni;l’azione di restauro di questa estensibilitàperduta obbedisce ad alcune leggi: deveriguardare l’insieme del sistemamioscheletrico (globalità), va praticata permezzo di posture mantenute a lungo allequali si aggiungono tutte le tecnichesedative e lenificanti quali ponqages,massaggi, contrazione rilassamento, ecc.

Nel corso di queste posture l’elemento

respiratorio è onnipresente, sotto forma diuna successione regolare di espirazioni edinspirazioni caratteristiche. L’espirazione èlunga, lenta, prolungata; è attiva e forzatama senza apnea; viene fatta in generegonfiando il ventre al fine di accentuare

l’allungamento dei pilastri del diaframma(inserzioni lombari) e della parte contrattiledei muscoli digastrici (cupole); in alcunicasi determinati dallo stato degli

addominali, l’espirazione verrà fattaretraendo il ventre. Quanto all’inspirazione,essa è passiva, corta o normale, mai lunga,semplice ritorno elastico che segueall’espirazione forzata [13,20].

Meccanismo di azione

Il meccanismo di azione delle postureprolungate sarebbe paragonabile al

«fluage» (rilassamento), nozione che

proviene dalla reologia, la cui definizioneesatta è: ramo della meccanica che studia i

rapporti tra la viscosità, la plasticità e

l’elasticità della materia e i comportamentidi questa sotto l’influenza di pressioni(fenomeni di scorrimento o fluage, reazionealle sollecitazioni, ecc). Questo metodo dideformazione a freddo viene utilizzatonell’industria dei grandi polimeri e in

particolare nella fabbricazione di fibretessili sintetiche.

La relazione che lega la forza di trazione alladurata dell’azione non è simmetrica: ladurata prevale sull’intensità; un effetto«memoria» dei tessuti impone un primorilassamento di grande importanza, irilassamenti successivi saranno sempre piùefficaci; il «rilassamento del muscolo», perlacerazione del tessuto connettivo,ristabilirebbe il numero dei sarcomeriiniziali (perduti) [9,19,23J.

Questa concezione del rilassamento,estrapolata al muscolo, non è accettata inmodo unanime poiché il muscolo non è unmateriale omogeneo; alcuni osservatori

sostengono che le posture provocherebberouna saturazione di stimoli nocicettivi che

«obbligherebbero» il muscolo a rilasciarsi.Le posture di trattamento, stabilite dopoesame, bilancio morfostatico e studiodinamico, hanno un effetto propriocettivo difacilitazione dei gruppi muscolari indebolitidalla forza degli antagonisti accorciati e

contemporaneamente un effetto diinibizione degli agonisti. E una tecnica

globale che associa contemporaneamente unlavoro statico (o moderatamente dinamico)eccentrico dei gruppi ipertonici, un lavorostatico (o moderatamente dinamico)concentrico dei gruppi ipotonici. Le posture,sempre delordosizzanti, sono praticate conun metodo di respirazione particolaredestinato ad ammorbidire il diaframma

(espirazione lunga, lenta e prolungata), euno sforzo di rotazione esterna delle radici

degli arti.

Catena posteriore

Dall’alto in basso comprende (fig 3):- i muscoli del collo, organizzati in quattropiani:- il piano profondo, che comprendesoprattutto i muscoli sottoccipitali: piccoloretto, grande retto, piccolo obliquo,

3 Catena posteriore: muscolatura vista da dietro.

grande obliquo, chiamati anchecibernetici del collo; occorre aggiungereil trasversospinale e gli intraspinosi;- il piano dei complessi che comprende,oltre il piccolo complesso e il grandecomplesso, il trasverso del collo e ilsacrolombare;- il piano dello splenio e dell’angolare;- il piano superficiale costituito dal

trapezio e dalla parte superiore dellosternocleidomastoideo;

- i muscoli posteriori del tronco,organizzati in tre gruppi:

- il gruppo posteriore:- piano degli spinosi: trasverso

spinoso, lungo dorsale, sacrolombare, epispinoso (i primi tre si uniscono e

formano la massa comune);- piano dei piccoli dentati posteriori;- piano del romboide;

- piano superficiale costituito dal

grande dorsale e dal trapezio;- il gruppo medio contiene il quadratodei lombi e gli intertrasversari;- il gruppo anteriore comprende imuscoli psoas e iliaco;

- i muscoli posteriori dell’arto superiore:

- tricipite per il braccio;

- due piani per l’avambraccio:- il piano profondo che comprendel’abduttore lungo del pollice, l’estensore breve del pollice, l’estensore lungodel pollice e l’estensore propriodell’indice;

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- il piano superficiale che comprendel’estensore comune delle dita, l’estensoreproprio del mignolo, l’estensore ulnaredel carpo e l’anconeo;

- i muscoli posteriori dell’arto inferiore:

- la regione del gluteo, organizzata intre piani:- piano profondo: piccolo gluteo e

muscoli pelvitrocanterici (piriformedel bacino, otturatore esterno,otturatore interno, gemello superiore,gemello inferiore, quadrato del

femore);- piano medio costituito dal medio

gluteo;- piano superficiale: grande gluteo etensore della fascia lata;

- i muscoli posteriori della coscia o

muscoli ischiocrurali: bicipite femorale,semimembranoso, semitendinoso;

- i muscoli posteriori della gamba:- piano profondo: popliteo, tibiale

posteriore, flessore lungo comune

delle dita, flessore lungo dell’alluce;- piano superficiale: muscolo tricipitesurale composto dai gemelli e dal

soleo; si inserisce per mezzo deltendine di Achille alla faccia posterioredel calcagno [18].

Osservazione: in questo insieme è

importante distinguere i muscoli lunghi esuperficiali, motori dei movimenti, anchedetti muscoli della dinamica o muscoli

conduttori, dai muscoli profondi, corti,cui spetta il controllo della postura,dell’adattamento e della fissazionearticolare.

DIAFRAMMA

Muscolo conosciutissimo per la sua azionenella respirazione di cui è il motore

principale, è anche uno dei più importanti perla statica. Con la sua innervazione essointeressa la regione cervicale (nervo frenicoC3) e dipende dallo stato di questa. Con la suaazione sull’effettore toracico influenza il

cingolo scapolare, le coste e lo sterno, dunquela regione dorsale. Con i suoi pilastriinfluenza la regione lombare alta e i dischi, econ le sue inserzioni, intrecciate con quelledello psoas, fissa la lordosi. Il lavoro atto aristabilire la sua elasticità e a fargli «allentare»la lordosi sarà dunque un lavoro in

espirazione (con i lombi fissi), che soloallontanando il centro frenico (parte noncontrattile del diaframma costituita dalla

giustapposizione dei tendini centrali deimuscoli digastrici) dalle inserzioni periferichepermetterà il ritorno ad un’estensibilità idealedella parte contrattile e poi un rilassamentodella regione lombare [20].

ILEOPSOAS

È costituito da due capi:- il capo psoas, teso dalla superficieanteriore dei primi quattro corpi vertebralial piccolo trocantere;- il capo iliaco, che va dalla fossa iliacainterna al piccolo trocantere.Il primo, poliarticolare, flessore del femoresul tronco se le inserzioni lombari sono

fisse, rotatore e lateroflessore vertebrale seil punto fisso è femorale, viene spessoconsiderato come rotatore esterno; ora

l’asse di movimento del femore nellastazione eretta e nella marcia è situatoall’interno del piccolo trocantere e fa delmuscolo psoas un rotatore interno in

sinergia con una parte degli adduttori.Il secondo, monoarticolare, assicura lastabilità dell’osso iliaco ~19~.

QUADRATO DEI LOMBI

Muscolo medio appartenente al gruppomedio dei muscoli della regione posterioredel tronco, esso è situato davanti aglispinosi dai quali è separato dall’aponeurosidel trasverso: è teso dall’ultima costa allacresta iliaca e si inserisce anche allasommità delle apofisi traverse dellevertebre lombari.

Elevatore dell’emibacino o abbassatoredella dodicesima costa, a seconda del

punto fisso, è soprattutto lateroflessoredella regione lombare; da questo punto divista è dunque sinergico e complementaredegli spinosi.

Principi generali

Il concetto di globalità rinvia ai concetti diunità ed unicità, i soli in grado di soddisfarele esigenze dei medici olisti e di proporre unmetodo terapeutico atto a favorire un

ritorno all’equilibrio usando le facoltàomeostatiche di tutto l’organismo vivente;in quest’ottica, bisogna accettare l’idea che èla forma a governare la funzione e non ilcontrario; conseguentemente, il lavoro daeffettuare dovrà mirare ad un costante

miglioramento della forma, della quale lastatua greca è il canone, ed avvicinarsi allaforma perfetta che risponde al numero

d’oro, caro a Leonardo da Vinci; pertanto èattraverso il recupero della forma sana chela funzione viene ristabilita.

Franqoise Mézière ha avuto ben prestol’intuizione che esisteva, in seno

all’organismo ed alla base dei nostri

comportamenti di compenso, un motoreinconscio ed automatico da lei chiamatoriflesso antalgico a priori, distinto dalriflesso antalgico a posteriori che è ben

noto; questo riflesso antalgico a priori èstato il tema di una tesi di medicina [4],autentico lavoro scientifico di

giustificazione di questa intuizione. Ildottor Jean-Luc Gérard ha usato per i suoistudi le nozioni sviluppate dal dottorHenri Laborit, e in particolare il concetto diinibizione dell’azione ~e~ 11~. Questo concettodi riflesso antalgico a priori potrebbeessere accostato alla teoria psicoterapicachiamata terapia primale da Arthur Janov,e questa analogia permetterebbe diaffermare che il metodo Mézières è la

«psicanalisi del corpo» [6]; molto spesso,durante il lavoro posturale, compaionodolori intensi, ansiogeni, sconosciuti al

soggetto, il cui approccio sedativo fa

riemergere un avvenimento dimenticato,rimosso, sempre di vecchia data, carico diemozione, la cui rivelazione placa lasofferenza fisica e morale; senza dubbio sitratta della causa principale la quale, pereffetto di una lunga serie di compensidivenuti ciascuno a sua volta causa di altri

compensi, giungerà all’ultimo compensoche non si è potuto instaurare, per difettodell’estensibilità muscolare; Fran~oiseMézières tradusse questi fenomenidicendo: «La causa non è mai là dove simanifesta» ~5~.

Le posture sono messe in atto in modo daimpedire qualsiasi fuga o compenso allenecessarie messe in tensione; sono perdefinizione il contrario dell’habitus del

soggetto e dunque difficili, faticose e

persino dolorose in un primo tempo.Questo lavoro esigente richiede volontà daparte dei due protagonisti: il paziente e ilsuo fisioterapista.Franqoise Mézières ha dimostrato chetutte le posture efficaci passanoobbligatoriamente dall’allineamento inuno stesso piano di tre livelli, che sono:l’occipite, la scapola, il sacro.

Principi del trattamento

Nato da un’osservazione, questo metodo eil lavoro che ne deriva impongono unalettura costante del corpo e dei suoi

comportamenti; ogni seduta comincia conun esame dettagliato e completo.

Soggetto in piedi di fronteSe ne deve ricavare un’impressione generaledi armonia, di simmetria dei tratti e dei

volumi; con i piedi uniti da un’estremitàall’altra, le dita sono distese senza allucevalgo, né quinto varo; i bordi interni edesterni sono rettilinei ma divergenti dadietro in avanti e le dita devono essere postenel prolungamento del loro rispettivometatarso; i tendini degli estensori non sonovisibili e le dita non presentano alcunadeformazione, né ad «artiglio» né a

«martello»; la proiezione ortogonale deimalleoli viene fatta al suolo, da una parte edall’altra del tallone e ad uguale distanza daquest’ultimo; gli arti inferiori sono allineati epresentano quattro punti di contatto: ai

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malleoli, ai vertici dei polpacci, ai condili enella parte alta delle cosce. Il bacino si

presenta di fronte, le creste iliache sono allastessa altezza, cos come le spine iliacheanteriori e superiori; l’ombelico è centrato egli orli sottocostali non sono sporgenti; nonvi sono «ailerons» di Sigaud; il torace èarmonioso e le coste non sono sporgenti inalcuna parte; i capezzoli sono simmetrici e leclavicole, identiche, presentano la stessa

posizione obliqua e lo stesso rilievo; learticolazioni sternoclaveari sono simili, coscome le articolazioni acromioclaveari chenon devono essere appuntite; lamuscolatura anteriore del collo è appenavisibile sotto la pelle ed i fasci superiori deitrapezi presentano la stessa sagoma; le

spalle non sono ruotate e i solchi

deltoideopettorali sono simili; gli arti

superiori sono distesi, i gomiti in lieveflessione e le mani in posizione neutra; latesta è dritta, disimpegnata dal collo e dallespalle, e la linea degli occhi assicural’orizzontalità dello sguardo.

E Soggetto in piedi di schienaI piedi non sono né in varo, né in valgo; itendini di Achille, verticali, sono sporgentie risalgono fino al terzo medio, dove

appare la sagoma dei muscoli gemelli; ivolumi dei muscoli ischiocrurali sono

uguali e le pliche glutee sono simmetriche;le masse dei glutei, distese, presentano lastessa sagoma, le fossette di Michaelis sono

equivalenti; la lordosi lombare, moderata,guarda indietro e in basso e risale fino aD12-Ll, la regione dorsale, normalmenteconvessa, lascia appena intuire le scapoleche non sono staccate a livello del lorobordo spinale né a livello della punta esono equidistanti rispetto alla linea

spinale; gli spazi toracobrachiali sono

simmetrici in tutti i punti, essendo gliavambracci e le mani naturalmente a

contatto con la sommità delle cosce.

E Soggetto in piedi di profiloGli arti inferiori sono rettilinei e non

presentano né recurvato né flesso delle

ginocchia; la regione toracica risponde adun’esigenza: obliqua in basso e in avanti,dallo sterno fino alla punta del capezzolo(la parte più sporgente del corpo), verticalee rettilinea fino al pube. Il braccio siinscrive tra il terzo medio e il terzo

posteriore dello spessore del tronco; latesta non è proiettata in avanti e la lordosicervicale, lunga e moderata, guardaindietro e verso l’alto.

o Soggetto in flessione anterioredel tronco

L’estensione delle ginocchia non è

richiesta, ma le mani sono distese al suolodavanti ai piedi, le dita dirette in avanti; latesta è pendente e la convessità del

rachide, armoniosa e totale, lascia apparirele apofisi spinose la cui successione è

regolare; questa posizione permette anchedi valutare le influenze provenienti dalbasso (muscoli ischiocrurali) e dall’alto

(massa comune); in un secondo tempo,l’allontanamento delle mani dai piedi,provocando la chiusura dell’angolotibiotarsico, permette di valutarel’estensibilità del tricipite surale.

Soggetto in decubitoIl soggetto è allungato naturalmente, senzaparticolari correzioni; si valuta ilcollocamento dei suoi segmenti, testa,bacino ed arti, l’importanza delle lordosicervicale e lombare, le eventuali differenzedi lunghezza degli arti inferiori, la libertàdel diaframma.

Per il lavoro propriamente detto, sirimanda al paragrafo «Applicazioni».

Indicazioni

Sono tutti i problemi di statica e le loroconseguenze, dolorose o indolenti:- in ortopedia;- in reumatologia (sotto riserva dellecontroindicazioni enunciate di seguito);- in traumatologia (salvo nell’immediatopostoperatorio);- in cinesiterapia dello sport e in

particolare negli eccessi di muscolatura;- gli squilibri neurovegetativi che hannoprovocato per via riflessa una graveperturbazione della statica;

- alcuni problemi digestivi o cardiaci

legati alla disfunzione del diaframma;- la maggior parte dei problemi respiratoridi origine meccanica;- i problemi circolatori di origine meccanicao neurovegetativa, le disfunzioni della sferaurogenitale del postpartum;- alcuni problemi neurologici e le loro

conseguenze sulla statica " ID="I31.105.4">[4].

Controindicazioni i

ASSOLUTE

- I primi 3 mesi di gravidanza:rischio di aborto spontaneo derivante

dall’iperpressione addominale e daglieffetti potenti sulla statica pelvica e sul

perineo prodotti dalle posture.- Stati infettivi ed infiammatori acuti.

- Sindromi tumorali.

- Malattie degenerative del muscolo.- Stati psicotici.

RELATIVE

Sono i limiti legati alla mancanza dimotivazione e dunque di partecipazionedel soggetto.

4 Decubito.

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6

5 Posizione seduta.

Applicazioni

Dal momento che ogni trattamento è

individuale, è difficile codificare una

seduta il cui svolgimento sarà un

adeguamento ed un insieme di rispostederivanti dall’esame del soggetto e dal suocomportamento durante le fasi posturali;inoltre, il termine di metodo si applicapoco a questo lavoro: Fran~oise Mézièresstessa lo contestava (preferiva parlare diun insieme di chiavi), eppure è possibileestrapolare delle linee guida di un

trattamento e precisarle.Ogni seduta è una successione di posturepersonalizzate destinate alla messa intensione rigorosa e prolungata dei gruppimuscolari considerati responsabili delle

lordosi, delle rotazioni interne, del bloccodel torace in inspirazione.Queste posture sono praticate su un

tappeto o un dispositivo adeguato (tavoloregolabile per la posizione degli artiinferiori e braccioli allungabili, ripiano tipoBobath, podio) a cominciare dalle posizionidi partenza che sono: decubito supino (ilpiù spesso gambe a squadra) (fig 4), sedutaa squadra (fig 5, 6), in piedi contro unpiano verticale. Sono frequenti alcunevarianti: in piedi senza appoggio, inflessione anteriore (fig 7), in appoggiofrontale (fig 8), in spaccata, in decubitolaterale.

Il ritmo delle sedute è generalmentesettimanale, raramente è più frequente,talvolta è bimensile.

La durata delle sedute, estremamente

variabile, dipende da una molteplicità difattori ma non dovrebbe essere inferioreal tempo necessario all’esame dettagliatodel soggetto, alla messa in atto dellediverse posture ed alle fasi di riposoindispensabili; cos alcune sedute possonodurare un’ora e mezza.

Il numero di sedute non dovrebbe maiessere inferiore a 20 se non 30, ma al di làdel numero di sedute è la durata di

svolgimento del trattamento che va tenutain conto.

Reazioni passeggere

Durano generalmente 48 ore e sono di duetipi:- meccanico: indolenzimento, crampi,ricomparsa dei vecchi dolori, comparsa didolori sconosciuti al soggetto (cherimandano ad un riflesso antalgico a

priori);- neurovegetativo: freddo, fame, sete,sonno, riso, pianto, tosse, tremito,vertigine.

Risultati

Sono di una regolarità costante a diversecondizioni:

- l’indicazione deve essere buona e la

diagnosi precisa;

- il trattamento sufficientemente lungo eprotratto nel tempo;

- la partecipazione del soggettoacquisita.

A questo prezzo, e in funzione dellaflessibilità muscolare ottenuta, si assiste al

placarsi dei dolori e/o alla modificazionelenta della statica nel senso del recuperodell’armonia ricercata; questi risultati si

ottengono solo progressivamente come intutti i trattamenti di tipo causale; al recuperodella forma sana segue un notevole aumentodella coscienza del corpo, un rinnovatointeresse del paziente verso un’igiene di vitadimenticata, un rilassamento generale e unlento riequilibrio delle funzioni

neurovegetative (1). ’.

Complementarietà

Franqoise Mézières non aveva paroletroppo dure verso coloro che praticanoquello che lei chiamava «trenino»,associando il «vagone» del metodoMézières alle altre tecniche.

Se è evidente che la complementarietà delmetodo Mézières è inconciliabile con le

terapie i cui principi sono agli antipodi,nulla si oppone ad alcune coterapie, semprebenefiche per il paziente: omeopatia edagopuntura, terapia manuale, podologia,posturologia, cinesiologia, riflessoterapiacutanea, ma anche rilassamento, sofrologia,psicoterapie.

Fondato su principi semplici nati daun’osservazione di grandissima finezza e

confermato dall’anatomia e dalla biomeccanica,il metodo posturale globale di Fran~oiseMézières è di una ricchezza infinita, tanto perl’analisi che permette di compiere, quanto peri risultati che ottiene. Rappresentaun’autentica rivoluzione nell’arte manuale dicurare e coloro che lo praticano, i medici chelo consigliano e lo prescrivono e gliinnumerevoli pazienti che ne beneficiano, nesono i migliori garanti.

6 Posizione seduta (variante).

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7

7 Postura di esame, ditrattamento, in flessioneanteriore.

8 Appoggio frontale.

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