Metastasio Caldara Achille in Sciro

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    ACHILLE IN SCIRO

    Dramma per musica.

    testi di

    Pietro Metastasiomusiche di

    Antonio Caldara

    Prima esecuzione: 13 febbraio 1736, Vienna.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Personaggi

    P E R S O N A G G I

    L ICOMEDE, re di Sciro .......... CONTRALTO

    ACHILLE in abito femminile, sotto nome diPirra, amante di Deidamia .......... SOPRANO

    DEIDAMIA figliuola di Licomede, amanted'Achille .......... SOPRANO

    ULISSE ambasciator de' Greci .......... CONTRALTO

    T EAGENE principe di Calcide, destinato sposoa Deidamia .......... SOPRANO

    NEARCO custode d'Achille .......... CONTRALTO

    ARCADE confidente d'Ulisse .......... BASSO

    La G LORIA .......... SOPRANO

    AMORE .......... SOPRANO

    Il T EMPO .......... TENORE

    Coro di Baccanti, di Cantori.Nella macchina coro de' Seguaci della Gloria, dell'Amore e del Tempo.

    Il luogo dell'azione è la reggia di Licomede, nell'isola di Sciro.

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    Dedica Achille in Sciro

    Dedica

    Dramma immaginato e disteso dall'autore nel prescritto termine di giorni diciotto, erappresentato, con musica del Caldara, in Vienna, la prima volta, nell'interno granteatro della cesarea corte, alla presenza degli augustissimi sovrani, il d ì 13 febbraio1736, per festeggiare le felicissime nozze delle altezze reali di Maria Teresa,arciduchessa d'Austria, poi imperatrice regina, e di Stefano Francesco, duca di Drena,granduca di Toscana e poi imperatore de' Romani.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Argomento

    Argomento

    È per antica fama assai noto che, bramosi di vendicar con la distruzione di Troia lacomune ingiuria sofferta nel rapimento d'Elena, unirono gi à le forze loro tutti iprincipi della Grecia. Intanto che la formidabile armata si raccogliea, cominci ò aspargersi fra le adunate schiere una predizione: «che mai non avrebbero espugnata lanemica citt à, se non conducevano a questa impresa il giovanetto Achille, figliuolo diTeti e di Peleo»; e prese a poco a poco tanto vigore questa credenza nell'animo de'superstiziosi guerrieri, che, ad onta de' loro duci, risolutamente negavano di partirsenza Achille. Seppelo Tetide; e, temendo della vita del figlio, se fosse trasportato fral'armi, stabil ì di nasconderlo alle ricerche de' Greci. Corse perci ò in Tessaglia, dovesotto la cura dell'antico Chirone educavasi Achille; e, trattolo seco, lo rivest ìnascostamente d'abiti femminili, consegnollo ad un suo confidente, imposegli che

    condur lo dovesse nell'isola di Sciro, sede reale di Licomede, e che ivi sotto nome diPirra, come propria sua figlia, celatamente lo custodisse. Esegu ì l'accorto servoesattamente il comando; and ò con s ì gran pegno in Sciro; cambi ò, per esser pi ùsconosciuto, il proprio vero nome in quel di Nearco; e s ì destramente s'introdusse inquella corte, che ottennero in breve onorato luogo, egli fra' ministri reali, e la mentitaPirra fra le ancelle della principessa Deidamia, figliuola di Licomede. Col favore dellefinte spoglie potendo Achille ammirar s ì dappresso gl'innumerabili pregi della bellaDeidamia, se ne invagh ì, non seppe nascondersi a lei: trov ò corrispondenza e siaccesero entrambi d'uno scambievole ardentissimo amore. Se ne avvide per tempo ilvigilante Nearco, ed, in vece d'opporsi a' loro nascenti affetti, us ò tutte le arti per

    fomentarli, promettendosi nell'innamorata principessa un soccorso a raffrenar leimpazienze d'Achille; il quale, non sapendo reprimere gl'impeti feroci dell'indole suabellicosa, sdegnava, come ceppi insoffribili, i molli femminili ornamenti, e, al balenard'una spada, al risonar d'una tromba o al solo udirne parlare, gi à tutto fuor di s é stesso,minacciava di palesarsi; e l'avrebbe anche fatto, se l'attenta Deidamia, timorosa diperderlo, non avesse proccurato di temperarlo. Or, mentre questa cura costava a leitanta pena, seppesi nell'armata de' Greci dove e in quale abito Achille si nascondeva,o dubitossene almeno. Si concluse perci ò fra questi d'inviare a Licomede un accortoambasciadore, il quale, col pretesto di chiedere a nome loro e navi e guerrieri perl'assedio troiano, procurasse accertarsi se col à fosse Achille, e seco per qualunquemezzo il conducesse. Fu destinato Ulisse, come il pi ù destro d'ogni altro, ad eseguir s ìgelosa commissione. Andovvi egli, ed approd ò su le marine di Sciro in un giornoappunto, in cui col à celebravansi le solenni feste di Bacco. La sorte gli offerse alprimo arrivo indizi bastanti onde incamminare le sue ricerche: se ne prevalse.Sospett ò che in Pirra si nascondesse Achille; invent ò prove per assicurarsene; fecenascere l'occasione di parlar seco, ad onta della gelosa custodia di Nearco e Deidamia;e, ponendo allora in uso tutta la sua artificiosa eloquenza, lo persuase a partirsi. Ne fuavvertita la principessa e corse ad impedirlo; onde ritrovossi Achille in crudelissimeangustie fra Deidamia ed Ulisse. Adoprava uno i pi ù acuti stimoli di gloria per trarloseco; impiegava l'altra le pi ù efficaci tenerezze d'amore per trattenerlo: ed egli,assalito in un tempo medesimo da due cos ì violente passioni, ondeggiava irresolutonel tormentoso contrasto. Ma il saggio re lo compose. Egli, di tutto, fra questi tumulti,informato, consente il richiesto eroe alle istanze d'Ulisse; concede la real principessa

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    Argomento Achille in Sciro

    alle domande d'Achille, e, prescrivendo a lui con qual prudente vicenda debbanosecondarsi fra loro le tenere cure e le guerriere fatiche, mette d'accordo nell'animo suocombattuto e la gloria e l'amore.Incontrasi questo fatto presso che in tutti gli antichi e moderni poeti; ma, essendo essitanto discordi fra loro nelle circostanze, noi, senz'attenerci pi ù all'uno che all'altro,

    abbiam tolto da ciascheduno ci ò che meglio alla condotta della nostra favola èconvenuto.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto primo

    AT T O P R I M O

    Scena prima Aspetto esteriore di magnifico tempio dedicato a Bacco, donde si scende

    per due spaziose scale. È il tempio circondato da portici, che, prolungandosi da entrambi i lati, formano una gran piazza. Fra le

    distanze delle colonne de' portici scopresi da un lato il bosco sacro alla deit à , dall'altro la marina di Sciro. La piazza è ripiena di Baccanti, che, celebrando le feste del loro nume, al suono di vari stromenti cantano il

    seguente coro.

    Preceduti e seguì ti da numeroso corteggio di nobili Donzelle, scender sivedono dal tempio ed avanzarsi a poco a poco Deidamia, ed Achille in

    abito femminile.

    TUTTO IL CORO Ah! di tue lodi al suono,padre Lieo, discendiah! le nostr'alme accendidel sacro tuo furor.

    PARTE DEL CORO O fonte de' diletti,o dolce oblio de' mali,per te d'esser mortalinoi ci scordiam talor.

    TUTTO IL CORO Ah! le nostr'alme accendidel sacro tuo furor.

    PARTE DEL CORO Per te, se in fredde venepigro ristagna e langue,bolle di nuovo il sangued'insolito calor.

    TUTTO IL CORO Ah! le nostr'alme accendidel sacro tuo furor.

    PARTE DEL CORO Chi te raccoglie in seno,esser non pu ò fallace:fai diventar veraceun labbro mentitor.

    TUTTO IL CORO Ah! le nostr'alme accendidel sacro tuo furor.

    PARTE DEL CORO Tu d ài coraggio al vile,rasciughi al mesto i pianti,

    discacci dagli amantil'incomodo rossor.

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    Atto primo Achille in Sciro

    TUTTO IL CORO O fonte de' diletti,o dolce oblio de' mali,accendi i nostri pettidel sacro tuo furor.

    Ad un improvviso suon di trombe, che odesi in lontano verso la marina,tace il Coro, s'interrompe il ballo e s'arrestan tutti in attitudine di timore,

    riguardando verso il mare.

    DEIDAMIA(ad Achille)

    Udisti?

    ACHILLE Udii.

    DEIDAMIA Chi temerario ardisceturbar col suon profanodell'orgie venerate il rito arcano?

    ACHILLE Non m'ingannai: lo strepito sonoroparte dal mar. Ma non saprei... Non veggoche vuol dir, chi lo move... Ah! principessa,eccone la cagion. Due navi, osserva,vengono a questo lido.

    DEIDAMIA Ahim è!

    ACHILLE Che temi?Son lungi ancor.

    Compariscono in lontananza due navi. Sentesi di nuovo il suono delletrombe suddette. Tutti partono fuggendo, toltone Achille e Deidamia.

    DEIDAMIA Fuggiam!

    ACHILLE Perch é?

    DEIDAMIA Non saiche d'infami piratitutto è infestato il mar? Cos ì rapitefur le figlie infelicial re d'Argo e di Tiro. Ignori forsela recente di Spartaperdita ingiuriosa? e che ne fremein van la Grecia, e che domanda invanol'infida sposa al predator troiano?Chi sa che ancora in quelleinsidiose navi... Oh d èi! vien meco.

    ACHILLE Di che temi, mia vita? Achille è teco.

    DEIDAMIA Taci.

    ACHILLE E se teco è Achille...

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto primo

    DEIDAMIA (guardandosi intorno)Ah! taci: alcunopotrebbe udirti: e, se scoperto sei,son perduta, ti perdo. E che direbbeil genitor deluso? Una donzella

    sai che ti crede, e si compiace e ridedel nostro amor; ma che sar à se mai...(solo in pensarlo io moro),se mai scopre che in Pirra Achille adoro?

    ACHILLE Perdona, è vero.

    Scena seconda Nearco e detti.

    NEARCO (Ecco gli amanti.) E deggiosempre cos ì tremar per voi? Ve 'l dissipur mille volte: è troppo chiara ormaiquesta vostra imprudentecura di separarvisempre dalle compagne: ognun la vede,ne parla ognuno. Andate al re. Son tuttel'altre gi à nella reggia.

    ACHILLE

    (intento ad altro, nonl'ascolta)

    Il suon guerriero

    che da que' legni usc ì, d'armati e d'armimostra che vengan gravi.

    DEIDAMIA(piano a Nearco)

    Oh, come in voltogià tutto avvampa! Usar conviene ogni arteper trarlo altrove.

    NEARCO E non partite?

    ACHILLE Or ora,principessa, verr ò. Que' legni in portobramo veder.

    DEIDAMIA(turbata)

    Come! ch'io parta e lascite in periglio s ì grande? Ah! tu, lo vedo,ne saresti capace, e dal tuo coremisuri il mio. So gi à, crudele...

    ACHILLE Andiamo!Non ti sdegnar. Con un tuo sguardo iratomi fai morir.

    DEIDAMIA No, non è vero, ingrato!

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    Atto primo Achille in Sciro

    DEIDAMIA

    No, ingrato! amor non senti;o, se pur senti amor,perder non vuoi del cor

    per me la pace.Ami, se te 'l rammenti;

    e puoi senza penaramare e disamar,quando ti piace.

    Deidamia parte. Achille s'incammina appresso a Deidamia; ma, giuntoalla scena, si volge e s'arresta di nuovo a mirar le navi, gi à avvicinate atal segno, che su la sponda di una d'esse possa distinguersi un guerriero.

    Scena terza Nearco e di nuovo Achille.

    NEARCO (guardando il porto)Di pacifiche ulivehan le prore adornate! Amiche naviqueste dunque saran.

    ACHILLE (tornando indietro)Nearco, osserva

    come splende fra l'armiquel guerrier maestoso.

    NEARCO Ah! va': non licea te, che una donzellacomparisci alle spoglie, in questo locoscompagnata restar.

    ACHILLE (con sdegno)Ma non ti credeognuno il padre mio? Qual meravigliache appresso al genitor resti una figlia?

    NEARCO Si sdegner à Deidamia.

    ACHILLE È ver.(rimesso, parte, e poi si ferma)

    NEARCO (Che penaè il nascondere Achille!)

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto primo

    ACHILLE (considerando il guerriero che è sulla nave)Oh! se ancor ioquell'elmo luminosoin fronte avessi e quella spada al fianco...

    (torna risoluto)

    Nearco, io son già stancodi pi ù vedermi in questa gonna imbelle;

    e ormai...

    NEARCO Che dici? Oh stelle! E non rammentiquanto giova al tuo amor?

    ACHILLE S ì... ma...

    NEARCO Deh! parti.

    ACHILLE Lasciami un sol momentoa vagheggiar quell'armi.

    NEARCO (Ahim è!) S ì, restapur quanto vuoi; ma Deidamia intantosarà col tuo rival.

    ACHILLE(in atto feroce)

    Che?

    NEARCO Giunto or oraè di Calcide il prence; e Licomedevuol che la man di sposooggi porga alla figlia.

    ACHILLE

    Oh numi!NEARCO È vero

    che è tuo quel cor; ma, se il rivale accortopuò lusingarla inosservata e sola,chi sa, pensaci, Achille, ei te l'invola.

    ACHILLE

    Involarmi il mio tesoro!Ah! dov' è quest'alma ardita?Ha da togliermi la vitachi vuol togliermi il mio ben.

    M'avvilisce in queste spoglieil poter di due pupille;ma lo so ch'io sono Achille,e mi sento Achille in sen.

    (parte)

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    Atto primo Achille in Sciro

    Scena quarta Nearco e poi Ulisse ed Arcade delle navi.

    NEARCOChe difficile impresa,Tetide, m'imponesti! Ogni momentotemo scoperto Achille. È ver che Amorelo tiene a fren: ma, se una tromba ascolta,se rimira un guerrier, s'agita, avvampa,sdegna l'abito imbelle. Or che farebbe,se sapesse che Troiasenza lui non cadr à? che lui domandatutta la Grecia armata? Ah! tolga il cieloche alcuno in questo lidonon venga a ricercarlo... Oh d èi! m'inganno?

    NEARCO

    Ulisse! E qual cagionequi lo conduce? Ah! non a caso ei viene.Che far ò? Mi conosce,e nella reggia appuntodel genitor d'Achille. È ver che ormailungo tempo è trascorso. In ogni casonegher ò d'esser quello. Ol à! straniero,non osar d'inoltrartisenza dirmi chi sei. Questa è la legge:il mio re la prescrisse.

    ULISSE Si ubbidisca alla legge: io sono Ulisse.

    NEARCO Ulisse! I detti audaciscusa, eroe generoso. Al re me n' volocon s ì lieta novella.

    (vuol partire)

    ULISSE (considerandolo attentamente)Odi. E tu sei

    servo di Licomede?

    NEARCO Appunto.

    ULISSE Il nome.

    NEARCO Nearco.

    ULISSE Ove nascesti?

    NEARCO Nacqui in Corinto.

    ULISSE E da' paterni lidiperch é mai qui venisti?

    NEARCO Io venni... Oh dio.Signor, troppo m'arresti; e il re frattantonon sa chi giunse in porto.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto primo

    ULISSE Va dunque.

    NEARCO (Ah! ch'io fingea s' è quasi accorto.)(parte)

    Scena quintaUlisse ed Arcade.

    ULISSE Arcade, il ciel secondala nostra impresa.

    ARCADE Onde la speme?

    ULISSE Udisti?Rimirasti colui? Sappi che il vidi

    di Peleo in corte, ha gi à molt'anni. Ei finsepatria e nome con noi; ma gi à confusoera alle mie richieste. Ah! menzogneraforse non è la fama: in gonna avvoltoqui si nasconde Achille. Arcade, volasu l'orme di colui. Cerca, domandachi sia, come qui venne, ove dimora,se alcuno è seco. Ogni leggiero indiziopuò servirne di scorta.

    ARCADE Io vado.

    ULISSE Ascolta.Che d'Achille si cerchi,pensa a non dar sospetto ancor lontano.

    ARCADE A un tuo seguace un tal ricordo è vano.(parte)

    Scena sestaUlisse solo.

    ULISSE

    Già con prospero ventocomincio a navigar. Per altri forsequest'incontro felice,quel confuso parlar, quel dubbio voltopoco saria; ma per Ulisse è molto.

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    Atto primo Achille in Sciro

    ULISSE

    Fra l'ombre un lampo solobasta al nocchier sagace,che gi à ritrova il polo,

    già riconosce il mar.Al pellegrin ben spesso

    basta un vestigio impresso,perch é la via fallacenon l'abbia ad ingannar.

    (parte)

    Scena settima Appartamenti di Deidamia.

    Licomede e Deidamia.

    LICOMEDE Ma, se ancor no 'l vedesti, onde lo saiche piacerti non pu ò?

    DEIDAMIA Già molto intesiparlar di Teagene.

    LICOMEDE E vuoi di luisu la f é giudicar degli occhi altrui?Semplice! Va; m'attendinel giardino real; col à fra pococol tuo sposo verr ò.

    DEIDAMIA Già sposo!

    LICOMEDE Ei vennesu la mia f é: tutto è disposto.

    (partendo)

    DEIDAMIA Almeno...Padre... Ah! senti.

    LICOMEDE M'attendeil greco ambasciador. Pi ù non opporti:siegui il consiglio mio.

    DEIDAMIA Dunque un comandonon è questo, o signor.

    LICOMEDE Sempre a una figliacomanda il genitor, quando consiglia.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto primo

    LICOMEDE

    Alme incaute, che torbide ancoranon provaste l'umane vicende,ben lo veggo, vi spiace, v'offende

    il consiglio d'un labbro fedel.Confondete con l'utile il danno;

    chi vi regge credete tiranno;chi vi giova chiamate crudel.

    (parte)

    Scena ottava Deidamia, indi Achille.

    DEIDAMIA All'idol mio mancar di fede! Ah! primach'altro sposo...

    ACHILLE(con ironia sdegnosa)

    È permessoa Deidamia l'ingresso? Io non vorreiimportuno arrivar. Come! tu sola?Dov' è lo sposo? A tributarti affettiqui sperai ritrovarlo.

    DEIDAMIA E gi à sapesti...

    ACHILLE Tutto, ma non da te: prova sublimedella bella tua fede. A me, crudele!Celar s ì nero arcano? a me, che t'amopiù di me stesso? a me, che, in queste spoglieavvilito per te... Barbara!...

    DEIDAMIA Oh dio!Non m'affligger, ben mio: di queste nozzenulla seppi fin or. Poc'anzi il padrevenne a proporle. Istupidii, m'intesitutto il sangue gelar.

    ACHILLE Pur, che farai?DEIDAMIA Tutto, fuor che lasciarti. E prieghi e pianti

    a svolger Licomedepongansi in uso. Ei ceder à, se vuolesalvar la figlia; e, quando ancor non ceda,nulla speri ottener. Fu Achille il primoche amai finora, e voglioche sia l'ultimo Achille. Ah! mi vedraimorir, cor mio, pria che tradirti mai.

    ACHILLE Oh dolcissimi accenti! e qual mercedeposso renderti, o cara?

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    Atto primo Achille in Sciro

    DEIDAMIA Eccola: io chiedo,se possibile è pur, che abbi pi ù curadi non scoprirti.

    ACHILLE E questa gonna è poco?

    DEIDAMIA Che val, se la smentisceogni tuo sguardo, ogni tuo moto? I passitroppo liberi son, troppo è sicuroquel tuo girar di ciglio. Ogni cagionebasta a farti sdegnar; n é femminilison poi gli sdegni tuoi. Che pi ù? Se vediun elmo, un'asta, o se parlar ne senti,già feroce diventi;escon dagli occhi tuoi lampi e faville:Pirra si perde e comparisce Achille.

    ACHILLE Ma il cambiar di naturaè impresa troppo dura.

    DEIDAMIA È dura impresaanche l'opporsi a un genitor. Poss'iodunque con questa scusaaccettar Teagene.

    ACHILLE Ah! no, mia vita:farò quanto m'imponi.

    DEIDAMIA Or lo prometti;

    ma poi...ACHILLE No: questa volta

    t'ubbidir ò. Terr ò gli sdegni a freno,non parler ò più d'armi; e de' tuoi cennise pi ù fedele esecutor non sono,corri in braccio al rival, ch'io ti perdono.

    ACHILLE

    S ì, ben mio: sar ò qual vuoi;lo prometto a que' bei raiche m'accendono d'amor.

    Scena nonaUlisse e detti.

    DEIDAMIA Taci: v' è chi ascolta.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto primo

    ACHILLE(ad Ulisse, pieno di

    sdegno)

    E tu chi sei,che temerario ardiscidi penetrar queste segrete soglie?Che vuoi? Parla! rispondi!O pentir ti far ò...

    DEIDAMIA Pirra!

    ULISSE (Che fierosembiante è quello!)

    DEIDAMIA(piano ad Achille)

    E la promessa?

    ACHILLE(ravvedendosi)

    È vero.

    ULISSE Non son di Licomedequeste le stanze?

    DEIDAMIA No.

    ULISSE Straniero errai:perdona.

    (vuol partire)

    DEIDAMIA Odi. E che bramidal re?

    ULISSE La Grecia chiededa lui navi e guerrieri, or che s'affrettad'unirsi armata alla comun vendetta.

    ACHILLE (Felice chi v'andr à!)

    DEIDAMIA (Tutto nel voltogià si cambi ò.)

    ULISSE S'apre al valore altruioggi una illustre via. Corrono a questaimpresa anche i pi ù vili.

    ACHILLE (E Achille resta!)

    DEIDAMIA (Periglioso discorso!) A Licomede,

    (ad Ulisse)stranier, quella è la via.(ad Achille)

    Sieguimi.

    ACHILLE (tornando indietro)Amico,

    dimmi: le greche navidove ad unirsi andranno?

    DEIDAMIA Pirra... ma...

    ACHILLE Già ti sieguo. (Oh amor tiranno!)(partono)

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    Atto primo Achille in Sciro

    Scena decimaUlisse e poi Arcade.

    ULISSEO il desio di trovarloper tutto me 'l dipinge, o Pirra è Achille.Peleo ne' suoi verdi anniquel volto avea: me ne rammento. E poiquel parlar... quegli sguardi... È ver; ma Ulissefidarsi ancor non d ée. Posso ingannarmi:e, quando ei sia, pria di parlar, bisognapiù cauto il tempo, il loco,le circostanze esaminar. Feliceè in suo cammin di radochi varca i fiumi e non ne tenta il guado.Tardi, fin che è maturo,il gran colpo a scoppiar, ma sia sicuro.

    ARCADE Ulisse!

    ULISSE Arcade! e in questestanze t'inoltri?

    ARCADE Entrar ti vidi, e vennisu l'orme tue.

    ULISSE Che raccogliesti intanto?

    ARCADE Poco, o signor. Sol che Nearco è giuntoin questa terra, or compie l'anno; ha secouna figlia gentil; mostra per essala real principessastraordinario amor.

    ULISSE Come si appella?

    ARCADE Pirra.

    ULISSE Pirra!

    ARCADE E per lei Nearco ha locofra' reali ministri.

    ULISSE E questo è poco?

    ARCADE Ma ci ò che giova?

    ULISSE Ah! mio fedel, facciamogran viaggio a momenti. Odi, e dirai...

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto primo

    Scena undicesima Nearco e detti.

    NEARCO Signor, vieni: che fai?T'attende il re.

    ULISSE Qual è il cammino?

    NEARCO È questo.

    ULISSE Ti sieguo: andiam.(ad Arcade)

    Non posso dirti il resto.(indi parte con Nearco)

    Scena dodicesima Arcade solo.

    ARCADE

    Chi pu ò d'Ulisse al paritutto veder? Ci ò che per gli altri è oscurochiaro è per lui. No, la natura o l'artel'egual mai non form ò. Dov' è chi sappia,com'ei, mostrar tutti gli affetti in voltosenz'averli nel cor? chi, fra gli accentifacili, ubbidientil'anime incatenar? chi ad ogni istantecambiar genio, tenor, lingua e sembiante?Io no 'l conosco ancor. D'Ulisse al fiancoogni giorno mi trovo,e ogni giorno al mio sguardo Ulisse è nuovo.

    ARCADE

    S ì varia in ciel talora,dopo l'estiva pioggia,l'iride si colora,quando ritorna il sol.

    Non cambia in altra foggiacolomba al sol le piume,se va cambiando lumementre rivolge il vol.

    (parte)

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  • 8/20/2019 Metastasio Caldara Achille in Sciro

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    Atto primo Achille in Sciro

    Scena tredicesima Deliziosa nella reggia di Licomede.

    Achille e Deidamia, poi Licomede e Teagene.

    DEIDAMIA No, Achille, io non mi fidodi tue promesse. A Teagene in faccianon saprai contenerti: il tuo caloreti scoprir à. Parti, se m'ami.

    ACHILLE Almenoqui tacito in dispartelascia ch'io vegga il mio rivale.

    DEIDAMIA Oh dio!T'esponi a gran periglio. Eccolo.

    ACHILLE (turbandosi)Ah! questo

    dunque è l'audace? E ho da soffrir?...

    DEIDAMIA No 'l dissi?Già ti trasporti.

    ACHILLE Un impeto primierofu questo: è già sedato. Or son sicuro.

    DEIDAMIA Tu parlerai.ACHILLE Non parler ò, te 'l giuro.

    (si ritira in disparte)

    LICOMEDE Amata figlia, ecco il tuo sposo; ed ecco,illustre Teagene,la sposa tua.

    ACHILLE (Qui tollerar conviene.)

    TEAGENE Chi ascolta, o principessa,ciò che de' pregi tuoi la fama dice,

    la crede adulatrice; e chi ti mira,la ritrova maligna. Io, che gi à sonotuo prigionier, t'offro quest'alma in dono.

    ACHILLE (Che temerario!)(considerando sdegnosamente Teagene s'avanza senza avvedersene)

    DEIDAMIA A cos ì alto segnonon giunge il merto mio: tanto esaltarlonon d éi... Pirra! che vuoi? Parti.

    (avvedendosi che Achille è già vicino a Teagene)

    ACHILLE Non parlo.(si ritra in disparte, come sopra)

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto primo

    DEIDAMIA (Dèi! qual timor m'assale?)

    TEAGENE Chi è mai questa donzella?

    LICOMEDE È il tuo rivale.

    DEIDAMIA (Son morta!)

    ACHILLE (Ah, mi conosce!)

    LICOMEDE È Pirra il soloamor di Deidamia. Altre non videpiù tenere compagne il mondo intero.

    DEIDAMIA (Ei parlava da scherzo, e disse il vero.)

    LICOMEDE Deidamia, or che ti sembradi s ì degno consorte?

    DEIDAMIA I pregi, o padre,

    ne ammiro, ne comprendo;ma...

    LICOMEDE Tu arrossisci! il tuo rossore intendo.LICOMEDE

    Intendo il tuo rossor;« Amo» vorresti dir:ma in faccia al genitorparlar non vuoi.

    Il farti pi ù soffrirsarebbe crudelt à:restino in libert àgli affetti tuoi.

    (parte)

    Scena quattordicesima Achille, Deidamia e Teagene.

    ACHILLE (Ah, se altre spoglie avessi!)

    TEAGENE Or che siam soli,principessa gentil, soffri ch'io spieghil'ardor di questo sen; soffri ch'io dica...

    DEIDAMIA Non parlarmi d'amor: ne son nemica.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto primo

    (nell'atto che Achille si rivolge per partire, incontra su la scena Deidamia, che gli dice sdegnata il verso suddettoe lo lascia confuso)

    ACHILLE (Misero! è ver, trascorsi.)

    TEAGENE Ascolta: io voglio,bella ninfa, ubbidirti; e per mercede

    bramo sol de' tuoi sdegnil'origine saper... Di'... Ma... Sospiri!Mi guardi! ti confondi!Qual cambiamento è il tuo? Parla! rispondi...

    ACHILLE

    Risponderti vorreima gela il labbro e tace:lo rese amor loquace,muto lo rende Amor:

    Amor, che a suo talentorende un imbelle audace,e abbatte in un momento,quando gli piace, un cor.

    (parte)

    Scena quindicesimaTeagene solo.

    T EAGENE

    Son fuor di me. Quanto son mai vezzosel'ire in quel volto! Ah! forse m'ama, e ch'iosiegua un'altra non soffre. E cos ì prestoè amante ed è gelosa? Una donzellaparlar cos ì! cos ì mostrarsi audace!Intenderla non so: so che mi piace.

    TEAGENE

    Chi mai vide altrove ancoracos ì amabile fierezza,che minaccia ed innamora,che diletta e fa tremar?

    Cinga il brando, ed abbia questal'asta in pugno e l'elmo in testa,e con Pallade in bellezzagià potrebbe contrastar.

    (parte)

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    Atto secondo Achille in Sciro

    AT T O S E C O N D O

    Scena prima Logge terrene adornate di statue rappresentanti varie imprese d'Ercole.

    Ulisse ed Arcade.

    ARCADE Tutto, come imponesti,signor, gi à preparai. Son pronti i donida presentarsi al re. Mischiai fra quelliil militare arneselucido e terso. I tuoi seguaci istrussi,che simular dovrannoil tumulto guerrier. Spiegami al fines ì confuso comando:tutto ci ò che ti giova? e dove? e quando?

    ULISSE Fra mille ninfe e milleper distinguere Achille.

    ARCADE E come?

    ULISSE Intornoa quell'elmo lucente, a quell'usbergolo vedrai vaneggiar. Ma, quando ascoltiil suon dell'armi, il generoso invitodelle trombe sonore, allor vedraiquel fuoco, a forza oppresso,scoppiar feroce e palesar s é stesso.

    ARCADE Di troppo ti lusinghi.

    ULISSE Io so d'Achillel'indole bellicosa; io so che all'armisi avvezz ò dalle fasce, e so che invanosi preme un violento

    genio natio, che diventò

    costume.Fra le sicure piume,salvo appena dal mar, giura il nocchierodi mai pi ù non partir: sente che l'ondegià di nuovo son chiare:abbandona le piume e corre al mare.

    ARCADE Hai pur tant'altri indizi.

    ULISSE Ogni altro indizio,solo, è dubbioso: a questa prova unito,certezza diverr à. Quella è la prova,

    Arcade, pi ù sicura,dove co' moti suoi parla natura.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto secondo

    ARCADE Ma se, come supponi,ama Deidamia, anche palese, a leitoglierlo non potrem.

    ULISSE Con l'arti occultepria s'astringa a scoprirsi; indi, scoperta,assalir ò quell'alma a forza aperta.Le addormentate allorafiamme d'onor gli dester ò nel seno:arrossir lo far ò.

    ARCADE S ì, ma non veggoagio a parlargli. È custodito in guisa...

    ULISSE L'occasion si attenda; e, se non giunge,nascer si faccia. Io tenter ò...

    ARCADE T'accheta:vien Pirra a noi. Parlale adesso.

    ULISSE Eh! lasciache venga per s é stessa. Ad altro intesomi finger ò. Tu destramente intantoosservane ogni moto.

    Scena seconda Achille in disparte e detti.

    ACHILLE (Ecco il guerrieroche la Grecia invi ò. Se la mia bellanon lo vietasse, oh qual diletto avreidi ragionar con lui! Muoverla ad ira,ch'io l'osservi, non d ée.)

    ULISSE(piano ad Arcade)

    Che fa?

    ARCADE(piano ad Ulisse)

    Ti mira.

    ULISSE Di questo albergo in veroogni arredo è real.

    (guardando le statue)

    Gli sculti marmisembran pieni di vita. Eccoti Alcideche l'idra abbatte. Ah! gli si vede in voltolo spirito guerrier. L'anima eccelsagli ha l'industre maestro in fronte accolta.

    (piano ad Arcade)

    Guarda se m'ode.

    ARCADE(piano ad Ulisse)

    Attentamente ascolta.

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    Atto secondo Achille in Sciro

    ULISSE Ecco quando dal suolosolleva Anteo per atterrarlo; e l'artequi super ò sé stessa. Oh, come accende,quando è s ì al vivo espresso,di virtude un esempio! Io gi à vorreiessere Alcide. Oh generoso, oh grande,oh magnanimo eroe! Vivr à il tuo nomemille secoli e mille.

    ACHILLE (Oh d èi, cos ì non si dir à d'Achille!)

    ULISSE(piano ad Arcade)

    Ed or?

    ARCADE(piano ad Ulisse)

    S'agita e parla.

    ULISSE (piano ad Arcade)Osserva adesso.

    (volgendosi ad altra parte)

    Che miro! Ecco l'istessoterror dell'Erimantoin gonna avvolto alla sua Iole accanto.Ah! l'artefice err ò. Mai non doveaa questa di vilt à memoria indegnaavvilir lo scarpello:qui Alcide fa piet à; non è più quello.

    ACHILLE (È vero, è vero. Oh mia vergogna estrema!)

    ULISSE(piano ad Arcade)

    Arcade, che ti par?

    ARCADE(piano ad Ulisse)

    Parmi che frema.

    ULISSE(piano ad Arcade)

    Dunque si assalga.(s'incammina verso Achille)

    ARCADE(piano ad Ulisse)

    (trattenendo Ulisse)

    Il re. Guarda che tuttoil disegno non scopra.

    ULISSE

    (piano ad Arcade)

    Ah! m'interrompe in sul finir dell'opra.

    Scena terza Licomede e detti.

    LICOMEDE Pirra, appunto ti bramo. Attendi, Ulisse.Vedi che il sol di gi à tramonta: onoriun ospite s ì grandele mense mie.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto secondo

    ULISSE Mi sar à legge il cenno,invittissimo re.

    (in atto di ritirarsi, si ferma per ascoltar quanto gli dice Licomede)

    LICOMEDE Le navi e l'armi,che a chieder mi venisti, al nuovo giornoradunate vedrai; vedrai di quantosuperai la richiesta, ed a qual segnogli amici onoro e un messaggier s ì degno.

    ULISSE Sempre eguale a s é stessoè del gran Licomedeil magnanimo cor. Da me saprannoi congiurati a dannodella Frigia infedel principi acheiquanto amico tu sei. N é lieve provane fian l'armi e le navi,che ti piacque apprestarmi.(Altro quindi io trarr ò che navi ed armi.)

    ULISSE

    Quando il soccorso apprendache dal tuo regno io guido,dovr à sul frigio lidoEttore impallidir.

    Più gli far à spaventoquesto soccorso solo,che cento insegne e cento,che ogni guerriero stuolo,che quante vele al ventoseppe la Grecia aprir.

    (parte con Arcade)

    Scena quarta Licomede, Achille e poi Nearco.

    LICOMEDE Vezzosa Pirra, il crederai? dipendeda te la pace mia.

    ACHILLE Perch é?

    LICOMEDE Se vuoiimpiegarti a mio pro, rendi feliceun grato re.

    ACHILLE Che far poss'io?

    LICOMEDE M'avveggoche a Deidamia spiaceunirsi a Teagene.

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  • 8/20/2019 Metastasio Caldara Achille in Sciro

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    Atto secondo Achille in Sciro

    ACHILLE(comincia a turbarsi)

    E ben?

    LICOMEDE Tu puoitutto sul cor di lei.

    ACHILLE Come! e vorrestida me...

    LICOMEDE S ì, che la sceltatu le insegnassi a rispettar d'un padre;che i merti del suo sposole facessi osservar; che amor per luile inspirassi nel seno, onde l'accolgacom' è il dover d'un'amorosa moglie.

    ACHILLE(con ira)

    Questo pur deggio a voi, misere spoglie!

    LICOMEDE Che dici?ACHILLE

    (reprimendosi a forza)E tu mi credi

    opportuno istromento... Ah! Licomede,mal mi conosci. Io!... Numi eterni, io!... Cercamezzo miglior.

    LICOMEDE Che ti sgomenta? È forseTeagene uno sposoche non meriti amor?

    ACHILLE (Mi perdo. Io sento.

    Che soffrir pi ù non posso.)LICOMEDE Al fin la figlia,

    dimmi, a qual altro maimeglio unir si potea?

    ACHILLE (Soffersi assai.)(risoluto)

    Signor...

    NEARCO Le regie mense,Licomede, son pronte.

    LICOMEDE Andiamo. Udisti,Pirra, i miei sensi: a te mi fido. Ah! siafrutto del tuo sudor la pace mia.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto secondo

    LICOMEDE

    Fa' che si spieghi almenoquell'alma contumace;se l'amor mio le piace,se vuol rigor da me.

    Di' che ho per lei nel senodi re, di padre il core:che appaghi il genitore,o che ubbidisca il re.

    (parte)

    Scena quinta Achille e Nearco.

    ACHILLE Non parlarmi, Nearco,più di riguardi: ho stabilito. Adessonon sperar di sedurmi. Andiamo.

    NEARCO E dove?

    ACHILLE A depor queste vesti. E che! degg'iopassar cos ì vilmentetutti gli anni migliori? E quanti oltraggiho da soffrir? Le mie minacce or veggoch'altri deride; ingiurioso impiegoor m'odo imporre; or negli esempi altruii falli miei rimproverar mi sento.Son stanco d'arrossirmi ogni momento.

    NEARCO Un rossor ti figuri...

    ACHILLE Ah! taci: assaiho tollerato i tuoivilissimi consigli. Altri ne intesidal tessalo maestro; e allor sapeavincer nel corso i venti,

    abbatter fiere e valicar torrenti.Ed ora... Ah! che direbbe,se in questa gonna effeminato e mollemi vedesse Chirone? Ove da luim'asconderei? Che replicar, se in voltorigido mi chiedesse: « Ov' è la spada,ove l'altr'armi, Achille? Ah! di mie scuoletu non serbi altro segnoche la cetra avvilita ad uso indegno. »

    NEARCO Basta, signor: pi ù non m'oppongo. Al fine

    son persuaso anch'io.

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    Atto secondo Achille in Sciro

    ACHILLE Ti par, Nearco,quest'ozio vergognosodegno di me?

    NEARCO No: lo conosco; è tempoche dal sonno ti desti,che ti svolga da questiimpacci femminili, e corra altrovea dar del tuo gran cor nobili prove.È ver che Deidamia,priva di te, non avr à pace, e forsene morr à di dolor; ma, quando ancoran'abbia a morir, non t'arrestar per lei:vagliono la sua vita i tuoi trofei.

    ACHILLE Morir! Dunque tu credi

    che non abbia costanzadi vedersi lasciar?

    NEARCO Costanza! E comepotrebbe averne una donzella amante,che perda il solo oggettodella sua tenerezza, il sol conforto,l'unica sua speranza?

    ACHILLE Oh d èi!

    NEARCO Non saiche, se ti scosti maida' suoi sguardi un momento, è già smarrita,non ha riposo, a ciaschedun ti chiede,ti vuol da tutti? E in questo punto istessocome credi che stia? Gi à non ha pace,già dubbiosa e tremante...

    ACHILLE Andiamo!

    NEARCO E seipronto a partir?

    ACHILLE No: ritorniamo a lei.ACHILLE

    Potria fra tante penelasciar l'amato benechi un cor di tigre avesse.Né basterebbe ancor;

    ché quel pietoso affetto,che a me si desta in petto,senton le tigri istesse,quando le accende Amor.

    (parte)

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto secondo

    Scena sesta Nearco solo.

    NEARCO

    Oh incredibile, oh stranomiracolo d'amor! Si muova all'ira,è terribile Achille: arte non giova,forza non basta a raffrenarlo: andrebbenudo in mezzo agl'incendi, andrebbe soload affrontar mille nemici e mille.Pensi a Deidamia, è mansueto Achille.

    NEARCO

    Cos ì leon feroceche sdegna i lacci e freme,

    al cenno d'una voceperde l'usato ardir,

    ed a tal segno obliala ferit à natia,che quella man che temeva placido a lambir.

    (parte)

    Scena settimaGran sala illuminata in tempo di notte, corrispondente a diversi

    appartamenti, parimente illuminati. Tavola nel mezzo, credenze all'intorno; logge nell'alto, ripiene di Musici e Spettatori.

    Licomede, Teagene, Ulisse e Deidamia, seduti a mensa; Arcade in piedi accanto ad Ulisse; Achille in piedi accanto a Deidamia; e per tutto

    Cavalieri, Damigelle e Paggi.

    CORO

    Lungi lungi fuggite fuggite,cure ingrate, molesti pensieri;no, non lice del giorno feliceche un istante si venga a turbar.

    Dolci affetti, diletti sinceriporga Amore, ministri la pace,e da' moti di gioia veracelieta ogni alma si senta agitar.

    Continua nella pagina seguente.

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    Atto secondo Achille in Sciro

    CORO Lungi lungi fuggite fuggite,cure ingrate, molesti pensieri;no, non lice del giorno feliceche un istante si venga a turbar.

    LICOMEDE Fumin le tazze intornodi cretense liquor.

    DEIDAMIA Pirra, lo sai:se di tua man non viene,l'ambrosia degli d èivil bevanda parrebbe a' labbri miei.

    ACHILLE Ubbidisco. Ah! da questaubbidienza miavedi se fido sia di Pirra il core.

    TEAGENE (guardando Deidamia ed Achille)(Che strano affetto!)

    ACHILLE (nell'andar a prender la tazza)(Oh tirannia d'Amore!)

    LICOMEDE(ad Ulisse)

    Quando da' greci lidi i vostri legnil'àncora scioglieranno?

    ULISSE Al mio ritorno.

    TEAGENE Son gi à tutti raccolti?

    ULISSE Altro non mancache il soccorso di Sciro.

    LICOMEDE Oh, qual mi togliespettacolo sublimela mia canuta et à!

    (un paggio porge la tazza ad Achille: egli, nel prenderla, resta attonito ad ascoltare il discorso artificioso diUlisse)

    ULISSE (Non si trascuril'opportuno momento.) È di te degna,gran re, la brama. Ove mirar pi ù maitant'armi, tanti duci,tante squadre guerriere,tende, navi, cavalli, aste e bandiere?Tutta Europa v'accorre. Omai son vuotele selve e le citt à. Da' padri istessi,da' vecchi padri invidiata e spinta,la giovent ù protervacorre all'armi fremendo. (Arcade, osserva.)

    DEIDAMIA Pirra!

    ACHILLE È ver.(si riscuote, prende la tazza, s'incammina, poi torna a fermarsi)

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto secondo

    ULISSE Chi d'onoresente stimoli in sen, chi sa che siadesio di gloria, or non rimane. Appenarestano, e quasi a forza,le vergini, le spose; e alcun, che duranecessit à trattien, col ciel s'adira,come tutti gli d èi l'abbiano in ira.

    DEIDAMIA Ma Pirra!

    ACHILLE Eccomi.(va co' la tazza a Deidamia)

    DEIDAMIA (piano ad Achille, nel prendere la tazza)Ingrato!

    Questi di poco amor segni non sono?

    ACHILLE Non ti sdegnar, bell'idol mio: perdono!

    LICOMEDE Olà! rechisi a Pirral'usata cetra. A lei, Deidamia, imponiche alle corde sonorela voce unisca e la maestra mano:tutto far à per te.

    DEIDAMIA Pirra, se m'ami,seconda il genitore.

    ACHILLE Tu il vuoi? Si faccia. (Oh tirannia d'Amore!)

    Un Paggio gli presenta la cetra: Altri pongono un sedile da un de' lati avista della mensa.

    TEAGENE (Tanto amor non comprendo.)

    ULISSE(piano ad Arcade)

    Arcade, adesso è tempo: intendi?

    ARCADE(piano ad Ulisse)

    Intendo.(parte)

    ACHILLE(canta accompagnandosi con la lira)

    Se un core annodi,se un'alma accendi,che non pretendi,tiranno Amor?

    Vuoi che al poteredelle tue frodiceda il sapere,ceda il valor.

    CORO Se un core annodi,se un'alma accendi,

    che non pretendi,tiranno Amor?

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    Atto secondo Achille in Sciro

    ACHILLE

    Se in bianche piumede' numi il numecanori accentispieg ò talor;

    se fra gli armentimugg ì negletto,fu solo effettodel tuo rigor.

    CORO Se un core annodi,se un'alma accendi,che non pretendi,tiranno Amor?

    ACHILLE

    De' tuoi seguacise a far si viene,sempre in tormentosi trova un cor;

    e vuoi che bacile sue catene,che sia contentodel suo dolor.

    CORO Se un core annodi,

    se un'alma accendi,che non pretendi,tiranno Amor?

    Al comparir dei doni portati da' Seguaci di Ulisse s'interrompe il cantod'Achille.

    LICOMEDE Questi chi son?

    ULISSE Son miei seguaci; e al piedeportan di Licomedequesti, per cenno mio, piccioli doni,che d'Itaca recai. Lo stile usatod'ospite non ingratogiusto è che siegua anch'io. Se troppo osai,il costume m'assolva.

    LICOMEDE Eccede i segnis ì generosa cura.

    ACHILLE (Oh ciel, che miro!)(avvedendosi d'un'armatura, che venne fra' doni)

    LICOMEDE (ammirando le vesti)

    Mai non si tinse in Tiroporpora pi ù vivace.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto secondo

    TEAGENE (ammirando i vasi)Altri finora

    sculti vasi io non vididi magistero egual.

    DEIDAMIA (ammirando le gemme)

    L'eoa marinanon ha lucide gemme al par di quelle.

    ACHILLE Ah, chi vide finora armi pi ù belle!(si leva, per andare a veder pi ù da vicino le armi)

    DEIDAMIA Pirra, che fai? Ritornaagl'interrotti carmi.

    ACHILLE (Che tormento crudele!)(torna a sedere)

    VOCI

    (di dentro)

    All'armi! all'armi!

    S'ode strepito d'armi e di stromenti militari. Tutti si levano spaventati:solo Achille resta, sedendo in atto feroce.

    LICOMEDE Qual tumulto è mai questo?

    ARCADE (esce simulando spavento)Ah! corri Ulisse,corri l'impeto insanode' tuoi seguaci a raffrenar.

    ULISSE (fingendo esser sorpreso)

    Che avvenne?ARCADE Non so per qual cagion fra lor s'accese

    e i custodi realiferoce pugna. Ah! qui vedrai fra pocolampeggiar mille spade.

    DEIDAMIA Aita, o numi!Dove corro a celarmi?

    (parte intimorita)

    TEAGENE Fermati, principessa.(parte seguendola)

    VOCI(di dentro)

    All'armi! all'armi!

    S'ode strepito d'armi. Licomede, snudando la spada, corre al tumulto.Fugge ognuno. Ulisse si ritira in disparte con Arcade per osservare

    Achille, che si leva, gi à invaso d'estro guerriero.

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    Atto secondo Achille in Sciro

    Scena ottava Achille, ed Ulisse con Arcade in disparte.

    ACHILLEOve son? che ascoltai? Mi sento in frontele chiome sollevar! Qual nebbia i lumioffuscando mi va? Che fiamma è questa,onde sento avvamparmi?Ah! frenar non mi posso: all'armi! All'armi!

    (s'incammina furioso, e poi si ferma, avvedendosi d'avere in mano la cetra)

    ULISSE(piano ad Arcade)

    Guardalo.

    ACHILLE E questa cetradunque è l'arme d'Achille? Ah! no; la sortealtre n'offre, e pi ù degne. A terra, a terra,vile stromento!

    (getta la cetra e va all'armi, portate co' doni di Ulisse)

    All'onorato incarcodello scudo pesantetorni il braccio avvilito:

    (imbraccia lo scudo)

    in questa manolampeggi il ferro.

    (impugna la spada)

    Ah! ricomincio adessoa ravvisar me stesso. Ah, fossi a frontea mille squadre e mille!

    ULISSE E qual sar à, se non è questo, Achille?(palesandosi)

    ACHILLE Numi! Ulisse, che dici?

    ULISSE Anima grande,prole de' numi, invitto Achille, al finelascia che al sen ti stringa. Eh! non è tempodi finger pi ù. S ì, tu la speme sei,tu l'onor della Grecia,

    tu dell'Asia il terror. Perch é reprimigl'impeti generosidel magnanimo cor? Son di te degni:secondali, signor. Lo so, lo veggo,raffrenar non ti puoi. Vieni: io ti guidoalle palme, a' trofei. La Grecia armatanon aspetta che te. L'Asia nemicanon trema che al tuo nome. Andiam!

    ACHILLE(risoluto)

    S ì, vengo.Guidami dove vuoi... Ma...

    (si ferma)

    ULISSE Che t'arresta?

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  • 8/20/2019 Metastasio Caldara Achille in Sciro

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto secondo

    ACHILLE E Deidamia?

    ULISSE E Deidamia un giornoritornar ti vedr à cinto d'allorie pi ù degno d'amore.

    ACHILLE E intanto...ULISSE E intanto

    che d'incendio di guerratutta avvampa la terra, a tutti ascoso,qui languir tu vorresti in vil riposo?Diria l'et à futura:« Di Dardano le mura

    Diomede espugn ò ; d'Ettore ottennele spoglie Idomeneo; di Priamo il tronomiser tutto in faville

    Stenelo, Aiace... E che faceva Achille? Achille, in gonna avvolto,traea, misto e sepolto

    fra le ancelle di Sciro, i giorni sui,dormendo al suon delle fatiche altrui. »Ah! non sia ver. Destati al fine; emendail grave error: pi ù non soffrir che alcunoti miri in queste spoglie. Ah, se vedessiquale oggetto di risocon que' fregi è un guerriero! In questo scudo

    lo puoi veder. Guardati, Achille.(gli leva lo scudo)Dimmi:

    ti riconosci?(presentandogli lo scudo)

    ACHILLE (lacerando le vesti)Oh vergognosi, oh indegni

    impacci del valor, come finoratollerar vi potei? Guidami, Ulisse,l'armi a vestir. Fra questi ceppi avvintopiù non farmi penar.

    ULISSE Sieguimi. (Ho vinto.)(s'incamminano)

    Scena nona Nearco e detti.

    NEARCO Pirra, Pirra, ove corri?

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    Atto secondo Achille in Sciro

    ACHILLE(rivolgendosi con

    isdegno)

    Anima vile!Quel vergognoso nomepiù non t'esca da' labbri: i miei rossorinon farmi rammentar.

    (partendo)

    NEARCO Senti: tu parti?E la tua principessa?

    ACHILLE(rivolgendosi)

    A lei dirai...

    ULISSE Achille, andiam!

    NEARCO Che posso dirle mai?

    ACHILLE

    Dille che si consoli;dille che m'ami; e dilleche part ì fido Achille,che fido torner à.

    Che a' suoi begli occhi solivuò che il mio cor si stempre;che l'idol mio fu sempre,che l'idol mio sar à.

    (parte con Ulisse ed Arcade)

    Scena decima Nearco, poi Deidamia.

    NEARCO Eterni d èi, qual fulmine improvvisostrugge ogni mia speranza! Ove m'ascondo,se parte Achille? e chi di Teti all'iram'involer à? Tanti sudori, oh stelle!Tant'arte, tanta cura...

    DEIDAMIA Ov' è, Nearco,il mio tesoro?

    NEARCO Ah! principessa, Achillenon è più tuo.

    DEIDAMIA Che!

    NEARCO T'abbandona.

    DEIDAMIA I tuoivani sospetti io gi à conosco. Ognoracos ì mi torni a dir.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto secondo

    NEARCO Volesse il cieloch'or m'ingannassi. Ah! l'ha scoperto Ulisse,l'ha sedotto, il rapisce.

    DEIDAMIA E tu, Nearco,cos ì partir lo lasci? Ah, corri! ah, vola!...Misera me! Senti. Son morta! Ah, troppo,troppo il colpo è inumano!Che fai? non parti?

    NEARCO Io partir ò, ma invano.(parte)

    Scena undicesima Deidamia poi Teagene.

    DEIDAMIA Achille m'abbandona!Mi lascia Achille! E sar à vero? E come,come pot é l'ingratopensarlo solo e non morir! Son questele promesse di fede?Le proteste d'amor? Cos ì... Ma, intantoch'io mi struggo in querele,l'empio scioglie le vele. Andiam: si tentidi trattenerlo. Il mio dolor capace

    di riguardi or non è. Vadasi; e, quandoné pur questo mi giovi, almen sul lidospirar mi vegga, e parta poi l'infido.

    TEAGENE Amata principessa.

    DEIDAMIA(con impazienza)

    (Oh me infelice!Che inciampo è questo!)

    TEAGENE Io del tuo cor vorreiintender meglio...

    DEIDAMIA Or non è tempo.(in atto di partire)

    TEAGENE (seguendola)Ascolta.

    DEIDAMIA Non posso.

    TEAGENE Un solo istante.

    DEIDAMIA(impaziente)

    Oh numi!

    TEAGENE Al finemia sposa al nuovo giorno...

    DEIDAMIA Ma, per piet à, non mi venir d'intorno!

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  • 8/20/2019 Metastasio Caldara Achille in Sciro

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    Atto secondo Achille in Sciro

    DEIDAMIA

    Non vedi, tiranno,ch'io moro d'affanno;che bramo che in pacemi lasci morir?

    Che ho l'alma s ì oppressa,che tutto mi spiace,che quasi me stessanon posso soffrir?

    (parte)

    Scena dodicesima

    Teagene solo.T EAGENE

    Ma chi spiegar potrebbestravaganze s ì nuove? A che mi parlaDeidamia cos ì? Delira o cercadi farmi delirar? Sogno? son desto?Dove son mai? Che laberinto è questo!

    TEAGENE

    Disse il ver? parl ò per gioco?Mi confondo a' detti suie comincio a poco a pocodi me stesso a dubitar.

    Pianger fanno i pianti altrui,sospirar gli altrui sospiri;ben potrian gli altrui deliriinsegnarmi a delirar.

    (parte)

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  • 8/20/2019 Metastasio Caldara Achille in Sciro

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto terzo

    AT T O T E R Z O

    Scena prima Portici della reggia corrispondenti al mare. Navi poco lontane dalla

    riva.Ulisse, ed Achille in abito militare.

    ULISSE Achille, or ti conosco. Oh, quanta partedel maestoso tuo real sembiantedefraudavan le vesti! Ecco il guerriero,ecco l'eroe. Ringiovanita al sole

    esce cos ì

    la nuova serpe; e sembra,mentre s'annoda e scioglie,che altera sia delle cambiate spoglie.

    ACHILLE S ì, tua merc é, gran duce, io torno in vita,respiro al fin; ma, qual da' lacci appenadisciolto prigionier, dubito ancoradella mia libert à: l'ombre ho su gli occhidel racchiuso soggiorno;mi sento il suon delle catene intorno.

    ULISSE (guardando intorno)

    (Ed Arcade non vien!)ACHILLE Son queste, Ulisse,

    le navi tue?

    ULISSE S ì; né superbe menoandran del peso lor, che quella d'Argogià del suo non and ò. Compensa assaidi tanti eroi lo stuoloe i tesori di Frisso Achille solo.

    ACHILLE Dunque, che pi ù si tarda?

    ULISSE Olà! nocchieri,appressatevi a terra.

    (guardando intorno)

    (E pur non miroArcade ancora.)

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    Atto terzo Achille in Sciro

    ACHILLE Ah, perch é mai le spondedel nemico Scamandroqueste non son! Come s'emendi Achille,là si vedr à. Canceller à le indegnemacchie del nome mio di questa frontel'onorato sudor; gli ozi di Sciroscuser à questa spada; e forse tantooccuper ò la famaco' novelli trofei,che parlar non potr à de' falli miei.

    ULISSE Oh sensi! oh voci! oh pentimento! oh ardoridegni d'Achille! E si volea di tantofraudar la terra? E si sper ò di Scironell'angusto recintocelar furto s ì grande? Oh troppo ingiusta,troppo timida madre! E non prevideche a celar tanto fuocoogni arte è vana, ogni ritegno è poco?

    ULISSE

    Del terreno nel concavo senovasto incendio se bolle ristretto,a dispetto del carcere indegnocon pi ù sdegno gran strada si fa.

    Fugge allora; ma, intanto che fugge,crolla, abbatte, sovverte, distruggepiani, monti, foreste e citt à.

    ACHILLE Ecco i legni alla sponda:Ulisse, io ti precedo.

    (s'incammina al mare)

    Scena seconda Arcade frettoloso e detti.

    ULISSE Arcade, oh quantotardi a venir!

    ARCADE Partiam, signor, t'affretta;non ci arrestiam.

    ULISSE Che mai t'avvenne?

    ARCADE Andiamo:tutto saprai.

    ULISSE Ma con un cenno almeno...

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto terzo

    ARCADE(piano ad Ulisse)

    Oh numi! ebbra d'amor, cieca di sdegno,Deidamia ci siegue. Io non poteipiù trattenerla, e la prevenni.

    ULISSE Ah! questofiero assalto s'eviti.

    ACHILLE (tornando impaziente dalla riva del mare)Or che si attende?

    ULISSE Eccomi.

    ACHILLE S ì turbato,Arcade? Che recasti?

    ARCADE Nulla.

    ULISSE Partiam.

    ACHILLE(ad Arcade)

    Ma che vuol dir quel tantovolgerti indietro e rimirar? Che temi?Parla.

    ULISSE (Oh stelle!)

    ARCADE Signor... temo... potrebbeil re saper la nostrapartenza inaspettata,ed a forza impedirla.

    ACHILLE A forza? Io sonodunque suo prigionier; dunque pretende...

    ULISSE No; ma è saggio consigliofuggir gl'inciampi.

    (vuol prenderlo per mano)

    ACHILLE (scostandosi)A me fuggir!

    ULISSE Tronchiamole inutili dimore. Al mare, al mare,or che l'onde ha tranquille.

    (lo prende per mano e seco s'incammina)

    Scena terza Deidamia e detti.

    DEIDAMIA Achille, ah! dove vai? Fermati, Achille!(Achille si rivolge, vede Deidamia, e s'arrestano entrambi guardandosi attentamente senza parlare)

    ULISSE (Or s ì ch'io mi sgomento!)(avendo lasciato Achille)

    ARCADE(E la gloria e l'amore ecco a cimento.)

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  • 8/20/2019 Metastasio Caldara Achille in Sciro

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    Atto terzo Achille in Sciro

    DEIDAMIA Barbaro! è dunque vero?(con passione, ma senza sdegno)

    Dunque lasciar mi vuoi?

    ULISSE(piano ad Achille)

    Se a lei rispondi,sei vinto.

    ACHILLE(ad Ulisse)

    Tacer ò.

    DEIDAMIA Questa, o crudele,questa bella mercedeserbavi a tanto amore? Alma s ì atrocecelò quel dolce aspetto? Andate adesso,credule amanti! alle promesse altruidate pur f é! Quel traditor poc'anzimi giurava costanza: in un momentotutto pose in oblio;parte, mi lascia, e senza dirmi addio.

    ACHILLE Ah!

    ARCADE (Non resiste.)

    DEIDAMIA E qual cagion ti resemio nemico in un punto? Io che ti feci?Misera me! di qual delitto è penaquest'odio tuo?

    ACHILLE No, principessa...

    ULISSE Achille!ACHILLE

    (ad Ulisse)Due soli accenti.

    ULISSE (Ahim è!)

    ACHILLE No, principessa,non son, qual tu mi chiami,traditore o nemico. Eterna fedegiurai: la serber ò. Legge d'onoremi toglie a te; ma torner ò più degno

    de' cari affetti tuoi. S'io parto e taccio,odio non è né sdegno,ma timore e piet à: piet à del tuotroppo vivo dolor; tema del miovalor poco sicuro. Uno previdi;non mi fidai dell'altro. Io so che m'ami,cara, pi ù di te stessa; io sento...

    ULISSE Achille!

    ACHILLE Eccomi!

    ARCADE (E pur non viene.)

    ACHILLE Io sento in petto...

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto terzo

    DEIDAMIA Non pi ù: troppo, lo veggo,troppo trascorsi. Al grande amor perdonai miei trasporti. È ver: s é stesso Achilledeve alla Grecia, al mondoed alle glorie sue. Va; non pretendod'interromperne il corso: avrai seguacigli affetti, i voti miei. Ma, gi à ch'io deggiorestar senza di te, sia meno atroce,sia men s ùbito il colpo. Abbia la miavacillante virt ù tempo a raccorrele forze sue. Chiedo un sol giorno; e poivattene in pace. Ah! non si niega a' reitanto spazio a morir; temer degg'ioch'abbia a negarsi a me?

    ARCADE (Se un giorno ottiene,tutto otterr à.)

    DEIDAMIA Pensi? non parli? e fissetieni le luci al suol?

    ACHILLE(ad Ulisse, quasi con

    timore)

    Che dici, Ulisse?

    ULISSE Che, signor di te stesso,puoi partir, puoi restar; che a me non licepremer pi ù questo suolo;che a venir ti risolva, o parto solo.

    ACHILLE (Che angustia!)

    DEIDAMIA E ben, rispondi.

    ACHILLE Io resterei,ma... udisti?

    ULISSE E ben, risolvi.

    ACHILLE Io verrei teco,ma...

    (accennandogli Deidamia)

    vedi?DEIDAMIA Eh! gi à comprendo:

    già di partir scegliesti.Va, ingrato! Addio!

    (mostrando partire)

    ACHILLE (seguendola)Ferma, Deidamia!

    ULISSE Intendo:hai la dimora eletta.Resta, imbelle! io ti lascio.

    (mostrando partire)

    ACHILLE Ulisse, aspetta!

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  • 8/20/2019 Metastasio Caldara Achille in Sciro

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    Atto terzo Achille in Sciro

    DEIDAMIA Che vuoi?

    ULISSE Che brami?

    ACHILLE (a Deidamia)A compiacerti... (Oh stelle!

    È debolezza.) (ad Ulisse)

    A seguitarti (Oh numi!È crudelt à.) S ì, ma la gloria esige...No, l'amor mio non soffre... Oh gloria! oh amore!

    ARCADE (È dubbio ancor chi vincer à quel core.)

    DEIDAMIA E ben, giacch é ti costas ì picciola piet à pena s ì grande,più non la chiedo. Or da te voglio un donoche è più degno di te. Parti; ma prima

    quel glorioso acciaroimmergi in questo sen. L'opra pietosagiova ad entrambi. Ad avvezzarti, Achille,tu cominci alle stragi; io fuggo almenoun pi ù lungo morir. Tu lieto vaisenza aver chi t'arresti; io son contentache quella destra amata,arbitra di mia sortese vita mi nieg ò, mi dia la morte.

    (piange)

    ARCADE (Io cederei.)DEIDAMIA L'ultimo dono...

    ACHILLE Ah! taci;ah! non pianger, mia vita. Ulisse, ormail'opporsi è tirannia.

    ULISSE Lo veggo.

    ACHILLE Al finenon chiede che un sol giorno. Un giorno soloben puoi donarmi.

    ULISSE Oh! questo no. Me n' vadod'Achille a' duci argivile glorie a raccontar. Da me saprannoqual nobile sudor le macchie indegnelavi del nome suo; quai scuse illustrifa degli ozi di Scirogià la tua spada; e di qual serie augustava per te di trofei la fama onusta.

    ACHILLE Ma valor non si perde...

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto terzo

    ULISSE Eh! di valorepiù non parlar. Spoglia quell'armi; a Pirranon sarian che d'impaccio.

    (ai detti mordaci di Ulisse, Achille si turba, s'accende e sdegnasi per gradi)ULISSE

    Olà! rendetela gonna al nostro eroe. Riposi ormai,ché sotto l'elmo ha gi à sudato assai.

    ARCADE (Vuol destarlo, e lo punge.)

    ACHILLE(ad Ulisse)

    Io Pirra! Oh d èi!La gonna a me!

    ULISSE No? D'animo viriledesti gran prova in ver. Non sei capacedi vincere un affetto.

    ACHILLE(risoluto)

    Ah! meglio imparaa conoscere Achille. Andiam!

    DEIDAMIA Mi lasci?

    ACHILLE S ì!

    DEIDAMIA Come!

    ACHILLE All'onor mioè funesto il restar; Deidamia, addio.

    Achille parte risoluto ed ascende il ponte della nave, dove poi s'arresta.

    Ulisse ed Arcade il van seguendo: Deidamia rimane alcun tempoimmobile.

    ARCADE (Sent ì lo sprone.)

    ULISSE (E pur non son sicuro.)

    DEIDAMIA Ah, perfido! ah, spergiuro!Barbaro! traditor! Parti? E son questigli ultimi tuoi congedi? Ove s'intesetirannia pi ù crudel? Va, scellerato!Va pur, fuggi da me: l'ira de' numi

    non fuggirai. Se v' è giustizia in cielo,se v' è piet à, congiureranno a garatutti, tutti a punirti. Ombra seguace,presente ovunque sei,vedr ò le mie vendette. Io gi à le godoimmaginando; i fulmini ti veggogià balenar d'intorno!... Ah! no, fermate,vindici d èi. Di tanto error se alcunoforza è che paghi il fio,risparmiate quel cor; ferite il mio.

    Continua nella pagina seguente.

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    Atto terzo Achille in Sciro

    DEIDAMIA S'egli ha un'alma s ì fiera,s'ei non è più qual era, io son qual fui:per lui vivea; voglio morir per lui.

    (sviene sopra un sasso)

    ACHILLE(ad Ulisse)

    Lasciami!

    ULISSE Dove corri?

    ACHILLE A Deidamia in aiuto.

    ULISSE Ah! dunque...

    ACHILLE E sperich'io l'abbandoni in questo stato?

    ULISSE È questadi valore una prova.

    ACHILLE(sdegnoso) Eh! tu pretendiprove di crudelt à, non di valore.Scostati, Ulisse!

    (si fa strada con impeto e corre a Deidamia)

    ARCADE (Ha trionfato Amore.)

    ACHILLE Principessa! ben mio! sentimi! Oh numi!L'infelice non ode. Apri le luci,guardami: Achille è teco.

    ULISSE Arcade, il tempodi sperar pi ù vittoria ora non parmi.Cediamo il campo: adopreremo altr'armi.

    (parte con Arcade, non veduto da Achille)

    Scena quarta Achille, Deidamia, poi Nearco.

    DEIDAMIA Ahim è!

    ACHILLE Lode agli d èi,comincia a respirar. No, mia speranza,Achille non part ì.

    DEIDAMIA Sei tu? m'inganno?Che vuoi?

    ACHILLE Pace, cor mio.

    DEIDAMIA Potesti, ingrato,negarmi un giorno solo! Ed or...

    ACHILLE Non fui

    io che m'opposi; eccoti il reo... Ma... come!Non veggo Ulisse! Ah! mi lasci ò...

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  • 8/20/2019 Metastasio Caldara Achille in Sciro

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto terzo

    NEARCO Se cerchid'Ulisse, ei corre al re: dal re ti vuole,or che scoperto sei.

    DEIDAMIA (s'alza da sedere)Questa sventura

    sol mancava fra tante. Ecco paleseal padre il nostro arcano.

    NEARCO Infino ad oranascosto non gli fu. Gi à Teagenecerc ò de' tuoi trasporti,ritrov ò la cagione: al re se n' corse,ed ancora è con lui.

    DEIDAMIA Misera! oh d èi,che fia di me! Se m'abbandoni, Achille,

    a chi ricorrer ò?ACHILLE Ch'io t'abbandoni

    in periglio s ì grande! Ah! no: sarebbefra le imprese d'Achillela prima una vilt à. Vivi sicura:lascia pur di tua sorte a me la cura.

    ACHILLE

    Tornate serenibegli astri d'Amore:la speme balenifra il vostro dolore:se mesti girate,mi fate morir.

    O dio! lo sapete,voi soli al mio core,voi date e toglietela forza e l'ardir.

    (parte)

    Scena quinta Deidamia e Nearco.

    DEIDAMIA Nearco, io tremo: ah! mi consola.

    NEARCO E comeconsolarti poss'io, se son pi ù oppresso,più confuso di te?

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto terzo

    Scena settima Reggia.

    Licomede, Achille, Teagene, con numeroso Corteggio.

    ACHILLE Né di risposta ancoraLicomede mi degna?

    TEAGENE È troppo ormai,gran re, lungo il silenzio. I prieghi miei,le richieste d'Achillesoddisfa al fin. Che ti sospende? È forsela f é che a me donasti? Ah! non son iotanto incognito a me, che oppormi ardiscaa s ì grande imeneo. So quanto il mondo

    debba quindi aspettar; veggo che in cielosi prepar ò: tante vicende insiemenon tesse mai senza mistero il fato.Che sdegnar ti potria? L'amor? Ma quandofu colpa in cor gentileun innocente amor? L'inganno? È Tetila rea: gi à fu punita. Ella in tal guisacelare ad ogni ciglioil figlio volle, e fe' palese il figlio.Oh, come al nodo illustre

    la terra esulterà, che mai non videtanto valor, tanta bellezza e tante

    virtudi unir! Qual di tai sposi il cielocura non prender à, se ne derival'uno e l'altro egualmente! E quai nipotiattenderne dovrai, se tutti eroifuron gli avi d'Achille e gli avi tuoi!

    ACHILLE (Chi mai sperato avrebbein Teagene il mio sostegno!)

    LICOMEDE Achille,

    s ì grande questo nomesuona nell'alma mia, che usurpa il locoa tutt'altro pensier. Che dir poss'iodell'imeneo richiesto? Il generosoTeagene l'applaude, il ciel lo vuole,tu lo domandi: io lo consento. Ammiros ì strani eventi; e, rispettoso, in lorodel consiglio immortal gli ordini adoro.

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    Atto terzo Achille in Sciro

    ACHILLE Ah, Licomede!... Ah, Teagene!... Andatela mia sposa, il mio bene,custodi, ad affrettar.

    (a Teagene)

    Principe, oh quanto,

    quanto ti deggio mai! Padre, signore,come a s ì caro donograto potr ò mostrarmi?

    LICOMEDE A Licomedel'esser padre a tal figlio è gran mercede.

    LICOMEDE

    Or che mio figlio sei,sfido il destin nemico;sento degli anni mieiil peso alleggerir.

    Cos ì chi a tronco anticoflorido ramo innesta,nella natia forestalo vede rifiorir.

    Scena ottavaUlisse, poi Deidamia, e detti; indi tutti.

    ACHILLE Ah! vieni, Ulisse. I miei felici eventisapesti forse?

    ULISSE Assai diversa curaqui mi conduce. Eccelso re, convieneche, deposto ogni velo, al fin t'espongadella Grecia il voler. Sappi...

    LICOMEDE Già tuttomi è noto: a parte a parte alle richiesterisponder ò.

    ACHILLE (incontrandola)Mia cara sposa, al fine

    giungesti pur. Non te 'l diss'io? La sortenon cambi ò di sembianza?

    DEIDAMIA (inginocchiandosi)A' piedi tuoi,

    mio re, mio genitor...

    LICOMEDE Sorgi.(Deidamia si alza)

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  • 8/20/2019 Metastasio Caldara Achille in Sciro

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto terzo

    LICOMEDE È soverchiociò che dir mi vorresti. Io gi à de' fatitutto l'ordine intendo. Una gran litecompor bisogna; a me s'aspetta: udite.Tutto del cor d'Achillel'impero ad usurpar pugnano a garae la gloria e l'amor. Questo capacesol di teneri affetti, e quella il vuoletutto sdegni guerrieri. Ingiusti entrambi,chiedon soverchio. E che sarebbe, Ulisse,il nostro eroe, se respirasse ognoraira e furor? Qual diverrebbe, o figlia,se languir si vedessesempre in cure d'amor? Dove lo chiamala tromba eccitatrice,

    vada, ma sposo tuo. Ti torni al fianco,ma cinto di trofei. Co' suoi riposidel sudor si ristori,e col sudore i suoi riposi onori.

    ACHILLE Sposa, Ulisse, che dite?

    DEIDAMIA Alle paternegiuste leggi m'accheto.

    ULISSE Lieta il saggio decretoammirer à la Grecia.

    ACHILLE Or non mi restache desiar.

    LICOMEDE Gl'illustri sposi uniscail bramato da lor laccio tenace;e la gloria e l'amor tornino in pace.

    CORO

    Ecco, felici amanti,ecco Imeneo gi à scende:

    già la sua face accende,spiega il purpureo vel.

    Ecco a recar se n' vienele amabili catenea voi, per man de' numi,già fabbricate in ciel.

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    Atto terzo Achille in Sciro

    Mentre cantasi il coro che precede, scender à dall'alto denso globo dinuvole, che prima ingombrer à , dilatandosi, gran parte della reggia, e

    scoprir à poi agli spettatori il luminoso tempio della Gloria, tuttoadornato de' simulacri di coloro ch'ella rese immortali. Si vedranno in

    aria innanzi al tempio medesimo la Gloria, Amore ed il Tempo, ed in sitomen sollevato numerose schiere di lor Seguaci.

    La Gloria, Amore, ed il Tempo.

    GLORIA E quale a me vi guida,rivali d èi, nuova cagione? Amore,che a sedurmi i seguacisempre pens ò; l'invido Tempo, intesoad oscurarmi ognor, come in un puntocambia costume, e l'uno e l'altro amicoorma in volto non ha dell'odio antico!

    TEMPO Non v' è più sdegno in cielo.

    AMORE A' numi ancoraquesta lucida auroramessaggiera è di pace. Oggi dell'Istrosu la sponda real l'anime augustedi Teresa e Francescostringe nodo immortale. Opra è d'Amorela fiamma lor; ma di s ì bella fiamma

    deggio i principii a te. Bastar poteaquella sola a destarla, onde son cinte,maestosa belt à; ma trarla io vollida fonti pi ù sublimi. Agli alti sposile scambievoli esposiproprie glorie ed avite, e le comunivive brame d'onor. L'anime grandisi ammiraro a vicenda, e s é ciascunanell'altra ravvis ò. Le rese amantital somiglianza. Indi in entrambe Amorefu cagione ed effetto; in quella guisache il moto, ond'arde e splendeface a face congiunta, acquista e rende.Ah! mentre il fuoco mio,se alimento ha da te, tanto prevale,tuo seguace son io, non tuo rivale.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Atto terzo

    TEMPO Né me, d èa degli eroi,tuo nemico chiamar. Come oscurartidopo un tale imeneo? Su' grandi esempie di Carlo e d'Elisa i regi sposiformar s é stessi. Or che gli accoppia il cielopropagheran ne' figlile cesaree virt ù. Qual ombra opporrea tanto lume? Ah! non lo bramo: alteroson d'esser vinto. A' secoli venturidian nome i grandi credi. Io della loroinestinguibil lodefarò tesoro e ne sar ò custode.

    GLORIA Giunse dunque una volta il d ì felice,di cui tanto nel cielosi ragion ò? che le speranze accogliedi tanti regni, e che precorso arrivada tanti voti? Oh lieto d ì! Corriamo,amici d èi, della festiva reggiaad accrescer la pompa. Unir convienea pro de' chiari spositutte le nostre cure.

    AMORE Al nobil fuoco,che in lor destai, somministrar vogl'iosempre nuovo alimento.

    TEMPOIo de' lor annilunghissimo e tranquillo

    il corso regger ò.

    AMORE Per me d'eroiil talamo realesarà fecondo.

    TEMPO Io serber ò gli esempidegli atavi remotiai pi ù tardi nipoti.

    GLORIA Io fui di quelli,io di questi sar ò compagna e duce:tutti i lor nomi io vestir ò di luce.

    TUTTI TRE

    Tutti venite, o d èi,il nodo a celebrar,i dolci ad affrettarbramati istanti.

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    P. Metastasio / A. Caldara, 1736 Indice

    I N D I C E

    Personaggi...............................................3

    Dedica.....................................................4

    Argomento..............................................5

    Atto primo...............................................7Scena prima........................................7Scena seconda....................................9Scena terza.......................................10Scena quarta.....................................12Scena quinta.....................................13Scena sesta.......................................13Scena settima....................................14

    Scena ottava.....................................15Scena nona.......................................16Scena decima....................................18Scena undicesima.............................19Scena dodicesima.............................19Scena tredicesima.............................20Scena quattordicesima......................21Scena quindicesima..........................23

    Atto secondo.........................................24

    Scena prima......................................24Scena seconda..................................25Scena terza.......................................26Scena quarta.....................................27Scena quinta.....................................29Scena sesta.......................................31Scena settima....................................31Scena ottava.....................................36Scena nona.......................................37Scena decima....................................38Scena undicesima.............................39Scena dodicesima.............................40

    Atto terzo..............................................41Scena prima......................................41Scena seconda..................................42Scena terza.......................................43Scena quarta.....................................48Scena quinta.....................................49Scena sesta.......................................50Scena settima....................................51Scena ottava.....................................52

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    Brani significativi Achille in Sciro

    B R A N I S I G N I F I C A T I V I

    Del sen gli ardori (Deidamia) ..................................................................................... 22

    Fa' che si spieghi almeno (Licomede) ........................................................................ 29