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Rassegna Stampa
Mercoledì 16 novembre 2011
TREVISO
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 3
Mercoledì 16 novembre 2011
PROSECCO SUPERIORE: "I DATI SUI PESTICIDI SONO PUBBLICI"
Lo dice l’on. Andrea Zanoni, replicando al direttore del Consorzio di Tutela Giancarlo Vettorello
che contesta la loro pericolosità
PIEVE DI SOLIGO – Pericolosità dei pesticidi: l’on. Zanoni replica a Giancarlo Vettorello,
direttore del Consorzio di Tutela del Prosecco Conegliano Valdobbiadene Superiore. Vettorello a
mezzo stampa invitava l’europarlamentare dell’IdV a documentare la presunta pericolosità dei
pesticidi.
“Tengo a precisare – ha detto l’ambientalista Zanoni - che i dati in mio possesso non sono “nuovi”,
ma sono dati accessibili a chiunque ritenga utile conoscerli. A meno che non vi sia un preciso
interesse a nascondere determinate informazioni all'opinione pubblica per tutelare - anziché la
salute dei cittadini - il brand del prosecco Docg. Mi riferisco a studi presentati nel corso di convegni
pubblici e supportati da voci autorevoli del mondo scientifico, e non da cosiddetti ambientalisti
estremisti che creano allarmismi senza fondamento, come spesso si vuol far credere”.
L’esponente di Italia dei Valori, invita Vettorello a visionare le ricerche del prof. Morando Soffritti,
direttore scientifico del Centro ricerche per la prevenzione del cancro della Fondazione Ramazzini
di Bologna, e del prof. Alberto Mantovani dell’Istituto superiore di sanità – Dipartimento di
Tossicologia.
Entrambi gli studiosi sono infatti giunti a conclusioni simili riguardo agli effetti cancerogeni del
fungicida mancozeb. Si leggano inoltre le conclusioni della relazione “Effetti cronici non
cancerogeni e cancerogeni dei fitosanitari” del prof. Giuseppe Mastrangelo del Dipartimento di
Medicina Ambientale e Sanità Pubblica dell'Università di Padova, in cui l'esperto afferma che
«L’evidenza scientifica disponibile è sufficiente per suggerire (di) informare i lavoratori circa gli
effetti potenzialmente nocivi degli antiparassitari sulla salute».
A riprova della fondatezza della sue preoccupazioni per la salute dei cittadini, Zanoni fa presente
che recentemente è stato pubblicato lo studio “Progetto Ambiente e Tumori” a cura dell'Aiom,
Associazione italiana di oncologia medica, in cui è stata ribadita la correlazione fra l'esposizione ai
fitofarmaci e alcune gravi malattie.
“Le analisi, quindi, andrebbero effettuate – sottolinea Zanoni - non soltanto sui campioni delle uve
per indagare i residui di pesticidi, ma anche sulle urine degli abitanti della zona, e soprattutto su
quelle dei bambini, categoria maggiormente esposta al rischio di contaminazione da sostanze
tossiche. Infine, invito il direttore Vettorello e la cittadinanza tutta a partecipare all'incontro
pubblico “La viticoltura veneta tra produttività e ambiente”, che si terrà venerdì 25 novembre,
alle 20.15, a Villa dei Cedri a Valdobbiadene. Sarà la giusta sede per un dibattito costruttivo tra
istituzioni, produttori e società civile e per promuovere una viticoltura realmente sostenibile nella
Pedemontana.
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 3
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 31
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 21
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 41
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 5
La maxifrode viaggia sui bancali
Azienda nasconde al Fisco 41 milioni e ne evade 8 di Iva: a processo il rappresentante legale e i tre
soci
Lina Paronetto
Una rete di aziende, reali e fittizie, specializzate nel commercio dei "pallets", i bancali in legno,
nell'arco di sei anni erano riuscite a nascondere al fisco 41 milioni di euro e a evadere l'Iva per altri
8 milioni. Al centro della frode, un'azienda storica di Zero Branco, la Olearia di Zero, che dal 1999
si occupa di acquisto, vendita e riparazione di pallets. Solo che il giro d'affari, secondo il nucleo di
Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Treviso, comandato dal tenente colonnello Massimo
Dell'Anna, era ormai quasi completamente alimentato dall'attività illecita messa in piedi dalla
società, che attraverso la costituzione di cosiddette "cartiere", cioè aziende esistenti solo sulla carta,
dal 2004 al 2010 ha annotato ed emesso fatture per operazioni inesistenti per un imponibile di
decine di milioni di euro. Un anno fa l'avvio delle indagini, che hanno portato alla denuncia di 29
soggetti. La frode fiscale è contestata a 25, tra cui il legale rappresentante dell'Olearia srl, per i quali
è già stato disposto il rinvio a giudizio. Altri tre trevigiani sono accusati invece di intermediazione
abusiva di manodopera, mentre un ultimo soggetto è stato denunciato per contraffazione e frode nel
commercio. Coinvolte 15 società italiane, dislocate tra Veneto, Lombardia, Toscana, Emilia
Romagna, Basilicata e Puglia, tre polacche e una ungherese. Tre i tipi di frode contestati dalle
Fiamme gialle: l'emissione di fatture con Iva sulla scorta di false dichiarazioni d'intento, che
permetteva alla società trevigiana di andare a credito dell'imposta che risultava corrisposta sugli
acquisti, senza che poi venisse effettivamente versata all'erario da chi vendeva; l'annotazione di
fatture con Iva a giustificazione dell'acquisto in nero da camionisti o imprenditori di bancali usati;
"frodi carosello" attraverso le società fittizie. «Il tutto permetteva all'azienda di essere più
concorrenziale sul mercato» ha spiegato il tenente colonnello Dell'Anna, aggiungendo che
l'indagine è partita da normali accertamenti e proseguita poi con l'incrocio di dati come nel caso dei
tracciati dei cronotachigrafi dei camion dell'Olearia, che non corrispondevano ai tragitti che i mezzi
risultavano aver compiuto sulla carta. I finanzieri hanno inoltre sottoposto a sequestro 3.795 bancali
in legno utilizzati per lo stoccaggio e la movimentazione merce, tutti con marchi Eur ed Epal
contraffatti, e 36 timbri a fuoco, anch'essi contraffatti. Si tratta dei marchi che garantiscono la tutela
igienico-sanitaria, ma soprattutto la sicurezza del prodotto.
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 16
CASALE SUL SILE
La festa del vino in pieno svolgimento
(N.D.) E' in pieno svolgimento a Lughignano di Casale sul Sile la 45 edizione della "Festa del
Vino" organizzata dal dinamico Gruppo San Martino. La manifestazione dedicata alla promozione
dei vini novelli proseguirà fino al 27 novembre con un ricco calendario di attrazioni
enogastronomiche, musicali e sportive.
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 17
LA MANIFESTAZIONE Anche Francesco Guidolin, castellano doc, tra i premiati
Radicchio sempre più d’Oro nella festa delle eccellenze
CASTELFRANCO - Una festa di eccellenze tra gusto, spettacolo, sport e cultura con il "Radicchio
d'Oro", la rassegna che si rinnova riunendo a Castelfranco nomi di prima grandezza in ogni ambito.
L'appuntamento, presentato alla Fiera di Roma, si terrà lunedì 21 novembre all'Hotel Fior, con la
conduzione di Giorgio Martino ed Elena Ossola, presentatrice televisiva, e, madrina, Miss Italia
2011 Stefania Bivone. Un premio nato nel 1999 come anteprima della rassegna gastronomica "Da
Novembre a Febbraio a tavola nei Ristoranti del Radicchio" del Consorzio Ristoranti del Radicchio,
e che ha assunto in questi anni prestigio e notorietà visti i personaggi finora omaggiati.
i Premiati. Si inizia con le "Segnalazioni dalla Terra Veneta" a Luigi Zecchin, industriale di
Vicenza nel settore dell'idraulica, e a Sergio Campana, fondatore dell'Aic, Associazione italiana
calciatori. Premio Dop alla tevigianità a Federico Tessari, già presidente della Camera di
Commercio, mentre per l'enogastronomia saranno premiati Carlo Cracco, ristoratore a Milano e
protagonista della serie Tv "Master Chef" sull'emittente Cielo. Per la sezione cultura ci sarà lo
scrittore Roberto Gervaso; per il costume Patrizia Mirigliani, patron di Miss Italia da sempre legata
al premio della città del Giorgione; quindi per lo spettacolo, teatro e cinema l'attrice Vanessa
Gravina, per la sezione musica e televisione, Paolo Limiti. Non mancherà il mondo dello sport con
Giorgia Bronzini (campionessa mondiale di ciclismo su strada), l'allenatore dell'Udinese, il
castellano Francesco Guidolin, con Antonio Di Natale, capocannoniere della serie A. Infine premio
speciale alle Frecce Tricolori che festeggiano i 50 anni della loro fondazione e i 150 anni dell'Unità
d'Italia.
Michele Miriade
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 22
MONTEBELLUNA
Piano neve: ore notturne affidate ai coldiretti
MONTEBELLUNA - (L.Bon) Contro la neve, il Comune chiama gli agricoltori: la giunta Favero ha
deciso ieri di mandare in pensione il piano neve dei predecessori ricorrendo agli agricoltori che
presteranno servizio notturno. Di giorno, invece, ci saranno gli operai del Comune e la Protezione
civile. «Abbiamo preso esempio - spiega l'assessore ai lavori pubblici Renato Rebellato - dal
Comune di Crocetta. Praticamente, la città è stata divisa in due porzioni, nord e sud: in ciascuna
delle aree abbiamo a disposizione 4 trattori di agricoltori che abbiamo contattato attraverso l'ufficio
Viabilità. Gli stessi metteranno in pista i propri mezzi, dotati di spargisale, in caso di necessità, di
notte, quando non c'è la copertura di operai del Comune (in servizio dalle 8 alle 18). In una fase di
ristrettezza economica riteniamo che si tratti della scelta più adeguata: paghiamo, infatti, solo in
caso di chiamata».
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 19
Mega impianto a biogas si allarga il "fronte del no"
In attesa dell'incontro pubblico organizzato dal Comune per venerdì sera, associazioni e gruppi della
Pedemontana ribadiscono il proprio dissenso all'impianto di biogas a Crespano, progetto che la
giunta non ostacola per la centrale da un megawatt di potenza. Sull'argomento si è già tenuta
un'assemblea pubblica con i comitati ambientalisti in fermento che spiegano il loro no condizionato.
«Non siamo contrari a un impianto in quanto tale, ma alle dimensioni spropositate dell'impianto
proposto, e alla sua ubicazione, in un territorio con ben altra vocazione. Èinaccettabile che due
società estranee al territorio (hanno sede a Milano e Roma) realizzino l'impianto qui con enormi
vantaggi economici, ma senza una garanzia rigorosa circa le ricadute sulla viabilità, la sicurezza, le
condizioni ambientali, urbanistiche e paesaggistiche di un territorio fragile e delicato. Non è
accettabile che si utilizzi mais proveniente da altri territori». Associazioni e comitati però, si
dichiarano disponibili a verificare la fattibilità di un impianto a bassa potenzialità gestito dagli
agricoltori locali; alimentato solo con liquame e deiezioni animali provenienti da Crespano; abbia
una potenzialità calibrata e ci sia un referendum popolare con coinvolta anche la comunità montana
del Grappa.
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 26
MARENO DI PIAVE
È morta Nadal, gestiva col marito l’agriturismo "Campeol"
MARENO DI PIAVE - Lutto in paese per la scomparsa di Assunta Nadal, aveva 63 anni. A
piangerla le due figlie con il marito Dino Campeol proprietario dell'omonimo agriturismo situato in
via Ungheresca a Mareno di Piave, noto in provincia per la cucina tipica. Con loro anche il fratello
di Assunta, Valerio Nadal, presidente del Condifesa Treviso, il Consorzio di difesa delle attività
agricole dalle avversità atmosferiche, e proprietario dell'omonima azienda agricola a Santa Lucia di
Piave. Colpita da un ictus che l'aveva segnata per anni, la scomparsa di Assunta Nadal a seguito
della lunga malattia, ha suscitato profondo cordoglio in paese dov'era molto conosciuta. Il funerale
verrà celebrato domani alle ore 15.30 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria del Piave a Mareno
di Piave. Alla funzione funebre prenderanno parte i familiari, con gli amici e i conoscenti che
desiderano onorare la sua memoria. In molti infatti, conoscevano la signora, sia alla luce dell'attività
di agriturismo che aveva avviato con il marito Dino Campeol che per l'impegno della famiglia nel
settore dell'agricoltura trevigiana.
er.be.
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 27
FARRA DI SOLIGO Sono entrati sfondando la porta con il piccone. Un altro colpo in una casa
Rubano nella sua villa: sfida i ladriUn 82enne di Collagù ha esposto un cartello "augurando a quei malviventi ogni bene"
Gli hanno sfondato la porta con il piccone e dopo hanno razziato la sua casa di campagna. Il
proprietario, come per sfida, gli ha lanciato una sfida: «E adesso che avere rubato e fatto un bel po’
di danni anche qui, siete contenti? Cosa avete ottenuto? Cosa pensavate di trovare? Vi auguro ogni
bene (soprattutto un bel cagotto... per non dire altro).
L’intraprendente anziano ha pensato così d’esporre bene in vista, nel pilastro del cancello
d’ingresso sulla strada, quella scritta su un cartello rivolto agli autori del vile gesto. È uno dei tanti
derubati che in queste ultime settimane hanno avuto la visita dei ladri, a Farra di Soligo. Si chiama
Luigi Busetti e ha 82enne. Abita nella frazione di Soligo. Fin da bambino si reca nelle colline del
Collagù a coltivare i vigneti e a raccogliere la legna nel bosco. Qui aveva anche un piccolo
fabbricato con gli attrezzi agricoli. E l’abitazione per i fine settimana, ristrutturata alcuni anni con
grande sacrifici e ora utilizzata anche dai figli e dai nipoti.
La casa è stata presa di mira dai malviventi, i quali dopo aver scardinato la porta, distruggendola
forse con un piccone, si sono così introdotti all’interno, rubando la televisione, i ferri del “Cavedon”
nel caminetto, diverse bottiglie di vino, alcune pentole di rame. E anche tutti gli attrezzi agricoli. Si
sono portati via anche oggetti antichi e particolari per il valore affettivo inestimabile.
Luigi spera che il suo cartello venga letto non solo dai ladri - lui non esclude che possano vivere
nella zona -, ma anche dai numerosi turisti. Sono davvero in tanti durante le belle giornate del fine
settimana a salire a Collagù. È una zona immersa tra pregiati vigneti di vino prosecco, case, chiese e
castelli antichi, con panorami mozzafiato, in modo che si rendano conto della malvagità di alcune
persone.
I malviventi non hanno neppure risparmiato - sempre a Collagù - l’abitazione di Gian Luigi
Fongi, che da diversi anni possiede un bellissimo rustico ristrutturato e reso abitabile, per godersi
nei fine settimana o nei periodi di ferie la tranquillità e i paesaggi quasi fatati delle colline solighesi.
I ladri, poichè durante la settimana la casa è disabitata, hanno sfondato la porta d’ingresso e hanno
portato via anche diversi salami, soppresse, formaggi e bottiglie di vino pregiato.
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 29
LA CURIOSITÀ
Un gregge di 500 animali da San Lorenzo a Serravalle
VITTORIO VENETO - (la) San Lorenzo e Serravalle «invase» dalle pecore. Un gregge di circa 500
animali è transitato ieri mattina nelle due zone della città, suscitando sorpresa in residenti e passanti.
Aperto e chiuso dai pastori con i loro inseparabili cani, il gregge - che comprendeva anche una
mezza dozzina di asini - è sceso da San Lorenzo poco prima delle 8 occupando interamente la sede
stradale, parzialmente riasfaltata durante l'estate. Poi, una volta arrivato nel centro storico di
Serravalle, è stato il momento della meritata sosta nel verde dell'area Borca, dove le pecore hanno
potuto brucare catturando la curiosità dei passanti in via Petrarca e Antonello da Serravalle, alcuni
dei quali si sono fermati a fotografare la scena, insolita ma fino a un certo punto visto che anche in
primavera il gregge transitò per San Lorenzo al punto che alcuni residenti hanno riconosciuto e
salutato i pastori, dal caratteristico accento veneto.
Inevitabile qualche disagio per il traffico, ma alla Polizia Locale non sono arrivate particolari
segnalazioni.
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 34
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 19
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 1
Mercoledì 16 novembre 2011, pag.
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 12 edizione di PADOVA
Dietrofront, la docg degli Euganei è salvaL’allarme l’avevano dato la scorsa settimana, attraverso il nostro giornale, i viticoltori padovani. Gli
stessi che adesso possono tirare un sospiro: l’allargamento dell’area vocata al vitigno del Moscato
Giallo resterà quella tradizionale, i Colli Euganei. La Regione ha, saggiamente, deciso un poderoso
dietrofront, rispetto a quel decreto inopinatamente licenziato qualche mese fa, che avrebbe
autorizzato una totale deregulation, con i vitigni Moscati allevati ovunque. Il tutto proprio adesso,
quando il Fior d’Arancio (ricavato proprio dal Moscato Giallo) ha appena conquistato faticosamente
la sua docg, la denominazione di origine controllata e garantita.
Adesso, quindi, con un nuovo decreto del responsabile della Direzione competitività sistemi
agroalimentari della Regione, è stata ripristinata la classificazione delle varietà di viti di uva da vino
ammesse alla coltivazione nelle sette Province del Veneto. «Non un semplice atto burocratico –
sottolinea l’assessore all’agricoltura Franco Manzato – perché con questo provvedimento viene fatta
una sorta di mappatura ordinata, con la quale vengono specificate le tipologie di uva da vino delle
quali si autorizza la coltivazione in ogni provincia, con l’obiettivo di assicurare ad un tempo
innovazione e tutela delle tradizioni per quanto riguarda la produzione di vini di qualità del
Veneto».
«A questo riguardo – precisa Manzato – voglio sottolineare i confini di coltivazione della varietà
Moscato giallo, che riguarda le province di Padova, Vicenza e Verona. In questi territori provinciali
il vitigno ha storicamente trovato uno dei suoi ambienti di coltivazione ideale. In provincia di
Padova il Moscato Giallo è diventato un "must", che si è guadagnato dalla vendemmia dello scorso
anno, meritoriamente, la docg come "Colli Euganei Fior d’Arancio". Nell’areale euganeo questa
varietà presente da secoli ha conosciuto un crescente sviluppo soprattutto negli ultimi due decenni e
viene coltivata su superfici individuate in zone particolari, destinate ad ottenere una tipologia di
vino pressoché unica».
«Poiché vogliamo caratterizzare in misura sempre maggiore le nostre produzioni tipiche e
difenderle da possibili imitazioni – conclude Manzato – come Regione abbiamo ritenuto
indispensabile confermare le attuali limitazioni e salvaguardare i prodotti autoctoni». Per i
viticoltori padovani, una battaglia vinta.
Mercoledì 16 novembre 2011, pag. 12 edizione di PADOVALE REAZIONI
«Tutto bene, ma la vicendapuzza di manovrine politiche»
«Ringrazio chi ha provveduto al cambiamento del decreto: credo sia stata resa giustizia ad un
territorio che lo ha valorizzato e tutelato. Ma continuo a rimanere perplesso per la facilità con cui
prima è stato fatto un provvedimento e poi modificato. Non mi interessano i processi sommari –
spiega Marco Calaon, presidente di Coldiretti Padova - ma questo operare sa da accordi di
mestieranti della politica con certa economia».
«Il Moscato giallo grazie al nuovo decreto regionale ha la sua area di coltivazione. Una
precisazione che doveva già essere sottointesa – aggiunge Daniele Toniolo, presidente di Cia Veneto
– visto che il Moscato Fior d’Arancio si fregia del “blasone” docg da un anno. Invece questo caso
evidenzia che i poteri forti sono sempre in agguato e trovano spazio nelle logiche del sottobosco
politico».
«Pur essendo un numero esiguo, quello dei 150 ettari tuttora a dimora del Fior d’Arancio –
spiega infine Antonio Dal Santo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Colli Euganei – la
nostra struttura si è attivata per ottenere dal ministero dell’Agricoltura la docg, riconoscimento che
ha esaltato il lavoro dei viticoltori padovani ai quali si è aperta una nuova opportunità per rimanere
sul mercato evidenziando la produzione di un’area caratteristica ad alta vocazione viticola. Da
secoli il vitigno autoctono appartiene a questi luoghi – conclude Dal Santo - e il legame è
imprescindibile. Come ente di controllo non vorremmo più trovarci in situazioni simili: ogni nostro
sforzo sarà diretto in questa direzione».