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MENSILE DELL’ASILO DEI NONNI S. Giovanni Paolo II - Coccolia Anno XI N° 11 Novembre 2019

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MENSILE DELL’ASILO DEI NONNI

S. Giovanni Paolo II - Coccolia

Anno XI N° 11

Novembre 2019

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Cooperativa Sociale a.r.l. - ONLUS

Benedetta Bianchi Porro

Sede: Coccolia (RA) Via Ravegnana 737

Presidente: Luisa Corazza

Vice-Presidente: Francesco Bruni

Consiglieri: Marina Cambiuzzi

Mariasilvia Monterastelli

Giuseppe Russo

“LA VOCE DEI NONNI”

Mensile dell’Asilo dei Nonni - S. Giovanni Paolo IICentro Diurno e Comunità Alloggio

Via Ravegnana, 737 | Coccolia (RA)Tel. 0544 569177 | Fax 0544 239947

e-mail: [email protected] site: www.asilodeinonni.eu

Direttore Responsabile

Giuseppe Russo

Redattori

Laura Bertoni

Luisa Corazza

Daniela Elleri

Clara Mughini

Daniela Ronconi

Giuseppe Russo

Alessandro Abiuso

Don Paolo Szymusiak

Pubbliche Relazioni

Luciana Guardigli

Stampa e Grafica

Tipografia GE.GRAF srlV.le 2 Agosto, 583 - Bertinoro (FC)

T. 0543 448038 - [email protected]

www.gegraf.it

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀa cura di LUISA CORAZZA

"Venite, adoriamo il Signore che viene per noi" 3

Riflessioni di fine anno con proponimenti 12

L’ANGOLO DELLE RIFLESSIONI

La regolare e gentile discesa della pioggia 14

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONIa cura di LAUBER

NUVEMBAR 2019 | Novembre 2019 16Racconti per grandi e piccini 18Il modo di dire del mese 19

L’ANGOLO DELLE NEWS

Nel Calendario romano ora anche Maria SS. di Loreto 2010 dicembre 21Strasburgo città simbolo della convivenza 22Lista “S” cosa è? 23A Milano i rangers della strada in azione 24

L’ANGOLO DELLE CURIOSITÀ

W o …la lingua del web 25L’Avvento nelle tradizioni 26

L’ANGOLO DELLA STORIA

9 novembre 1989 giù il muro di Berlino 28

L’ANGOLO DELLA SALUTE E DEL BENESSERE

Un caffè contro la demenza? 30

L’ANGOLO DELLA MEDICINA

Colesterolo "davvero cattivo" 31

FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

I compleanni 32Nonne al lavoro 34A scuola di mnemonica 36Fisioterapia di gruppo 37Gita a S. Giovanni Rotondo e S. Matteo in Lamis 38

L’angolo degli aforismi 39

L’angolo dell’umorismo 40

Mercatissimo 41

Pranzo di Natale 42

La posta del direttore 44

in questo numero

In copertina: Giotto, Visitazione (1306)

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L’1 dicembre è il primo giorno di Avvento ed è importante sapere che la sua doppia caratteri-stica nell’eucoligia è definita: venuta di Cristo nella carne e suo ritorno glorioso alla fine della Storia.Se percorriamo la sua Storia lungo il corso dei secoli ci rendiamo conto che essa conservò sempre i due grandi aspetti di preparazione alla nascita temporale di Cristo e di attesa del suo glorioso ritorno finale.L’orientamento dell’Avvento è escatologico come lo è l’intero ciclo natalizio.Per eucologia si intende lo studio sotto vari aspetti dogmatico, mistico, liturgico della preghiera ed è per questo che i testi liturgici, i

commenti dei Padri e Dottori della Chiesa evi-denziano sempre più l’orientamento escatolo-gico dell’Avvento e dell’intero ciclo natalizio. Le Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario affermano la doppia caratteristica:a) Preparazione alla solennità del Natale in cui

si ricorda la prima venuta dell’Emanuele, il Dio tra noi uomini;

b) Nello stesso tempo, è il periodo in cui at-traverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.

La preghiera delle celebrazioni domenicali e feriali sono uno intrecciarsi di temi frutto della

“Venite, adoriamo il Signore che viene per noi”

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

Papa Francesco bacia la statuadel Bambin Gesù a Betlemme

3NOVEMBRE | 2019

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meditazione sul senso della memoria liturgica del Natale e del valore della storia riletta alla luce dell’attesa di ciò che ne costituirà il com-pimento.Nella preghiera sono presenti espressioni che commentano il valore dell’evento dell’incarna-zione e altri aspetti dottrinali del mistero che viene celebrato.San Bernardo scrive che la Chiesa celebra l’Av-vento con tanta pietà perché esso nasconde un grande sacramento.Il sacramento dell’Avvento è il “sacramentum mysterium” di cui parla San Paolo nella lette-ra agli Efesini 1,9-10 “…facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevo-lenza che in Lui si era proposto, per il gover-no della pienezza dei tempi: ricondurre al Cri-sto, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra” ed è pure il mistero di tutta la liturgia che noi celebriamo fino a che il Signore verrà.Trovo estremamente confortante quanto i Padri nei loro sermoni di Natale ed Epifan ia celebra-no o esaltano cioè non solo il ricordo liturgico della prima venuta del Signore, ma parimenti il suo trionfo in cielo, preparazione alla seconda e gloriosa venuta.San Leone Magno nel II Sermone sull’Epifania scrive: “Noi entriamo già nella nostra eterna eredità… e Colui che i Magi venerarono nella culla, noi adoriamo come il Signore onnipo-tente del Cielo”.Il mistero della venuta del Signore che si legge negli antichi lezionari liturgici ha le caratteristi-che dell’annuncio, una promessa, una “venu-ta” regale e divina vissuta e celebrata in pro-spettiva parusiaca.Tanti di noi ricordano l’Invitatorio dell’Avven-to “Venite, adoriamo il Signore che viene per noi”. È il Re colui che aspettiamo!Invece nelle ultime settimane, diciamo “Il Si-gnore è vicino: venite, adoriamo”. È il Signore colui che deve venire!E alla Vigilia, pare che l’attesa escatologica sia affermata dall’annuncio “Oggi saprete che il Si-gnore viene: con il nuovo giorno vedrete la sua gloria” ma nella notte di Natale tutto cambia

difatti nell’Invitatorio, che canta l’umile nascita di Cristo “Cristo è nato per noi: venite adoria-mo” si prova come una specie di risveglio e si è introdotti a pensare che non si tratti più di una venuta gloriosa.L’Avvento è un tutt’uno con il Natale. La Chie-sa attende il Cristo Re che deve venire nella gloria a perfezionare il suo mistero di salvezza: così, scoccata la mezzanotte, essa celebra con solennità la sua nascita nell’umiltà della carne, pur mantenendo la visione escatologica del mistero di Cristo, che è inscindibile dalla pietà liturgica.Nel giorno dell’Epifania, si annunciano le fe-ste mobili che di anno in anno, confermano come la parusia sia sempre attesa in tutte le celebrazioni della storia della salvezza. Tiran-do le somme, comprendiamo come la Chiesa ci accompagna quale “madre e maestra” in un Avvento continuo, perenne. Allora noi cristiani siamo coloro che sono in continua attesa di Cristo.Durante il corso dell’Avvento la Chiesa ci acco-muna nelle pagine dell’ Antico Testamento, per leggere, cantare e pregare in unione al popolo di Dio (ebrei) ancora in attesa del Messia, ma con una differenza abissale: noi preghiamo te-nendo ben presente che Dio ha mandato suo figlio in mezzo a noi per salvarci.Se meditiamo del Vecchio Testamento l’attesa dei Patriarchi, dei Profeti e la speranza di Israe-le, comprendiamo che la loro attesa è prefigu-razione della nostra. Per noi Cristo è già nato e l’umanità ha visto la salvezza come è cantato nell’Antifona alla Comunione della III Messa di Natale “Tutti i popoli hanno veduto la salvezza del nostro Dio”.Ma il Regno di Dio non si è pienamente realiz-zato: il nostro definitivo incontro con Lui non è ancora avvenuto e noi siamo sempre in attesa di vederlo faccia faccia nella gloria.Ecco allora che la nostra attesa si riunisce a quella di Israele nella consapevolezza di pro-lungarla e di perfezionarla nella trepidazione nostra verso gli ultimi tempi del ritorno glorio-so di Cristo risorto.Infervorati come l’antico popolo di Dio, se-

4 LA VOCE DEI NONNI | 11

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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guendo le testimonianze della sua speranza, per noi molto più ricca ora, possiamo rivolger-ci a Cristo venturo dicendo: ”Il Cristo è ormai vicino, venite adoriamolo! Domani sarà tolta l’iniquità della terra e il Signore del mondo re-gnerà su di noi” (Antifona della Messa Vesperti-na, Vigilia di Natale).A scanso di equivoci sottolineo che non è una falsità scrivere questo: i due momenti sono successivi perché è la celebrazione di una stes-sa attesa, ma innalzata ad un grado più perfetto.Sappiamo che il Signore è veramente più vici-no anzi è in mezzo a noi, ma noi ancora non lo conosciamo; è presente ma è atteso;è già

trovato, eppure sempre lo cerchiamo (A No-cent. Contemplare la sua gloria… (Queriziana, pp 12-15).Egli dunque ci chiama, ci parla, ci spinge e ci attende a nuove e migliori mete e come dice la liturgia dell’Avvento “Andategli incontro. Sve-gliamoci dal sonno e andiamo più avanti”.Noi siamo in attesa del domani, domani lo ve-dremo, domani perché la vita fugge come om-bra; domani perché passa in fretta l’apparenza di questo mondo.Oggi dunque viviamo in attesa di questo do-mani e poiché il giorno si avvicina e lo sposo viene “andiamogli incontro”.

Raffaello - Affresco del profeta Isaia (1512) G. Caliari - Profeti Ezechiele e Geremia (1833)

5NOVEMBRE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Mattia Preti - San Giovanni Battista (1660)

6 LA VOCE DEI NONNI | 11

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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L’Avvento per noi è una veglia e una sveglia perché ci aiuta a prendere coscienza che la vita ha un solo fine quello di camminare incontro a Cristo nostra speranza.La spiritualità espressa dai testi eucologici si presenta come autorevole proposta di atteg-giamenti evangelici che devono essere propri del “discepolo di colui che si prepara a rinnova-re nella fede l’incontro con Gesù Cristo, per cui l’eucologia del Messale Romano è propria-mente “cristologica”.In preparazione del Santo Natale la Chiesa ha scelto un grande profeta, anzi il più grande dei profeti, Isaia per guidarci con la sua paro-la nelle celebrazioni liturgiche. Il profeta è una persona che parla in nome di Dio e il suo mes-saggio è amore vivo. È importante anche per noi se lo sappiamo interpretare e applicare alla nostra realtà.I profeti sorsero soprattutto in tempi difficili di crisi. Usano molti simboli o metafore e scrivono con vari generi letterari: lettere, preghiere, inni, lamentazioni, predizioni sul futuro, racconti di vita e linguaggio apocalittico.Con coraggio trasmettono il loro messaggio che, essendo duro in particolare per i potenti e governanti del popolo, li mette spesso in dif-ficoltà.Dio dà forza ai profeti per comunicare al popo-lo la sua vicinanza e la sua protezione mentre lo incoraggia a vivere secondo il suo cuore.Le loro profezie esaltano:1) L’alleanza con Dio, la sua fedeltà e la neces-

sità di convertire il proprio comportamento in accordo con la legge;

2) denunciano l’infedeltà a Dio, la quale oltre ad offenderlo, ferisce le persone e distrug-ge il popolo attirando il castigo se manca la conversione;

3) spingono alla conversione e annunciano la speranza di una vita nuova, esortano ad ac-cogliere la misericordia di Dio e a ricambiare il suo amore.

Isaia con il suo libro tocca il cuore in profon-dità e con il suo linguaggio vivace e piacevole ci fa apprezzare la parola di Dio nelle diverse situazioni della vita.

Il libro di Isaia fu redatto da più scrittori con stili diversi, però conserva una profonda unità pur nelle sue tre suddivisioni scritte in tre diversi periodi storici.Questo libro è fortemente efficace nel far ec-cellere l’intenso legame teologico tra l’Antico testamento e il Vangelo (La buona notizia di Gesù) ed è per questo che viene letto con fre-quenza nella liturgia.Il primo Isaia dichiarò che Dio voleva che tutto il popolo confidasse soltanto in Lui. Oltre a de-nunciare l’ingiustizia e l’oppressione sui poveri suscitò la speranza annunciando la venuta di un re perfetto.Il secondo Isaia scritto durante l’esilio in Ba-bilonia, si ricollega al libro del primo Isaia per guidare e incoraggiare gli esuli in terra stranie-ra. Il suo messaggio generava la coscienza del peccato nazionale e diffondeva la speranza frutto della conversione.Tra le sue profezie ci sono i famosi poemi (Car-mi) del Servo del Signore e la promessa del ri-torno di Israele in patria.Il terzo Isaia scrisse in Gerusalemme durante la ricostruzione del tempio e della città. Consoli-dò la necessità di giustizia e di fedeltà di fron-te ad azioni ingiuste e alla fiacchezza religiosa, spalancò ideali universali in quest’epoca nella quale nasceva il giudaismo.Le sue ultime profezie annunciano un Israele perfetto “nuovi cieli e nuove terre” (Is.65,17): promessa che sarà ripetuta nell’Apocalisse (Ap.21).Nel primo Isaia 2,4 leggiamo “…spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci”.Nel secolo scorso questa profezia diede vita ad un movimento internazionale che è ancora im-portante.La profezia promuove la trasformazione del-la “violenza” in “non violenza” quale efficace arma per risolvere i conflitti. Nel 1959 duran-te l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite l’Unione Sovietica espresse l’idea del disarmo internazionale. Nel 1961 il presidente John F. Kennedy propose il disarmo come obiettivo del suo governo.

7NOVEMBRE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Ambedue i paesi dunque annunciarono un pia-no come il detto di Isaia “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri” (Is. 2,4).Ma come si arriverà a questo? Per mezzo di attività ed opere quali: una biblioteca specia-lizzata per la promozione della pace, l’uso di materiali militari per la ricerca spaziale e per l’arte, fondi destinati per l’acquisto delle armi dirottati verso lo sviluppo economico e la ri-strutturazione di edifici militari in abitazioni.Per alimentare dette attività bisognerebbe im-piegare i miliardi di dollari che ogni anno ven-gono spesi per gli armamenti per costruire scuole e ospedali in tutto il mondo, ricercare nuovi farmaci per le malattie, eliminare le care-stie, costruire case e centri sociali ecc.Ottima teoria che non trova concretizzazione perché le guerre divampano ancora, produco-no dolori, morti, violenze, distruzioni.Isaia in 5,2 parla delle cure tenere che Dio

ha con noi e del suo diritto a sperare che noi portiamo frutto… In tutta coscienza possia-mo rispondere che lo portiamo? Certamente lo hanno portato i santi, i testimoni della fede, della speranza, della carità ma noi…? Gesù riprende questo simbolo nel Vangelo di Giovanni, quando si definisce la vera vite e noi come i suoi tralci (Gv. 15,1). Un tralcio stac-cato dalla vite, non produce frutto perché è morto.Produrre buoni frutti significa unirsi a Lui con fede, con la preghiera e i sacramenti, special-mente l’Eucarestia.In Isaia 5,8 leggiamo ciò che provoca l’ira di Dio “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene. Questo lo constatiamo soprattut-to ai nostri giorni perché azioni criminali sono approvate dalla Legge quali aborto, eutanasia, suicidio assistito e chi non le condivide vie-ne tacciato di essere egoista e retrogrado. La

Chiesa della Natività

8 LA VOCE DEI NONNI | 11

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Aiutaci a scoprirlo e a seguirlo con entusia-smo. Gesù bambino nato a Betlemme Tu sei il figlio di Dio, il “Dio potente”. Grazie per es-serti fatto piccolo e per essere venuta tra noi. Gesù tu sei il “Principe della pace” fortifica le nostre speranze in questi tempi di conflitti e di guerre. Gesù consigliere mirabile, Dio poten-te, Principe della Pace aiutaci a saper costruire un mondo di giustizia e di amore dove prevalga la pace. Isaia 11. 2-8 leggiamo “Un germoglio spunterà dal tronco di Jesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici” Questa ouverture è per me la più bella in assoluto perché esprime l’esplo-sione della vita da un tronco apparentemente inutile e secco.Il profeta presenta, elenca i doni dello Spirito del Signore dati al Virgulto: sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza, conoscenza e timore del Signore. Doni questi necessari specialmente

Chiesa che difende la vita dal suo inizio fino alla fine è dileggiata e accusata di essere con-tro il progresso e la libertà.Le profezie 7,14 sono relative alla Vergine e al figlio che da Lei nascerà “Ecco la vergine con-cepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Ema-nuele. Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene”. Poi la profezia continua in 8.14 “Egli sarà insidia e pietra di ostacolo e scoglio d’inciampo…”In Isaia 9,1-6 si legge la bellissima profezia messianica “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una gran luce”: per noi cristiani questa luce è Gesù.Egli incarna le qualità che il nuovo re riceve e che nella messa di Natale vengono proclama-te ogni anno. Noi possiamo confermarle con questa preghiera:Gesù tu sei Consigliere mirabile Tu conosci il cammino della salvezza verso il regno di Dio.

Grotta di Betlemme

9NOVEMBRE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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per i re, governanti, i sacerdoti che guidavano i destini del popolo. Ma solo il “virgulto” li ebbe in pienezza fin dal momento della sua incar-nazione in Maria e li usò per il suo popolo.Lo Spirito Santo li dona anche a noi nel Batte-simo per renderci simili a Gesù, per fare di noi sacerdoti, profeti e re e condurre tutti a Dio. Nella Cresima lo stesso Spirito ci riempie dei suoi doni per farci essere testimoni di Gesù nella nostra vita.Veramente la voce di Isaia è come la “tromba” dell’Avvento, che ogni giorno suona per dirci “Il Signore aspetta per farvi grazia, per questo egli sorge per avere pietà di voi, perché un Dio giusto è il Signore: beati coloro che sperano in Lui!” (30.18).Un messaggio il suo che da tutti deve essere letto, meditato e attuato.A noi cosa raccomanda? La virtù indispensa-bile della speranza e ci incoraggia, e ci rende partecipi della sua meraviglia dinanzi alla visio-

ne dello splendore del Regno di Dio. Trasmet-tendo la gioia ci invoglia a cantare la salvezza, la giustizia e la pace. Ci educa a sentire Dio vi-cino a noi, ad annunziarlo e a viverlo con la parola e la testimonianza della vita.Per concludere cito il bellissimo Inno dell’Uffi-cio delle letture di Avvento sino al 16 dicembre:”Verbo, splendore del Padre, nella pienezza dei tempi tu sei disceso dal cielo, per redime-re il mondo. Il tuo Vangelo di pace ci liberi da ogni colpa, infonda luce alle menti, speranza ai nostri cuori. Quando verrai come giudice, fra gli splendori del cielo, accoglici alla tua destra nell’assemblea dei beati”

Amen

L’inno è molto esplicativo e richiede a chi lo re-cita una personale attualizzazione frutto di un discernimento equilibrato e sincero.Nell’Avvento pertanto ci riconosciamo biso-gnosi di incontrare Gesù, che è la nostra meta.

Panorama di Betlemme

10 LA VOCE DEI NONNI | 11

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Quindi siamo protesi al futuro dimentichi del passato come lo stesso S. Paolo scrive in Filip-pesi 3,8.12-14.Sempre S. Paolo confessa che per guadagnare Cristo ha lasciato ogni cosa, per lui spazzatura, e si sforza di correre per conquistarlo, perché anche lui è stato conquistato da Cristo.Questo tempo di Avvento va impiegato a ri-scoprire la forza di Dio che si rivela, che parla, che provoca, che viene, che scuote, che chia-ma e attrae a vivere in comunione con sé. Pro-cediamo giorno dopo giorno insieme agli altri, ai fratelli a riscoprire il fascino della sua presen-za e il bisogno che abbiamo di Lui per respirare, per vivere.Insomma per farla breve dobbiamo diventare persone che trattano il Signore da Signore, che vivono nella sua adorazione cioè mettendolo al primo posto. Come i pastori e i Magi pro-venienti dall’Oriente corriamo alla grotta per adoratlo in ginocchio profondamente grati a

Dio, nostro Padre, di averlo fatto incarnare per la nostra salvezza.Sì dobbiamo uscire dall’indifferenza verso di Lui e ancor peggio dal tacito silenzio nei suoi ri-guardi.Ascoltiamo s. Paolo che in Romani 13, 11-12 scrive: “È ormai tempo di svegliarci dal son-no, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avan-zata, il giorno è vicino. Gettiamo via, perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce”.Le opere delle tenebre sono le opere del no-stro io sempre pronto ad affermarsi costi quel che costi, quindi in questo periodo alleniamoci a mettergli le redini e a convogliarlo verso la grotta di Betlemme dove il Re dei re dorme in una mangiatoia per essere riscaldato dalla pa-glia. Diventiamo allora paglia per Lui e riscal-diamolo con il nostro io purificato.

Luisa

Betlemme - Chiesa del Campo dei Pastori

11NOVEMBRE | 2019

L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITÀ

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Si sta concludendo il 2019. Lo abbiamo vissuto con rassegnazione o con spirito intraprenden-te? Per il nuovo anno come intendiamo muo-verci?

Da parte mia un consiglio me lo dò e voglio condividerlo con voi: per il 2020 assumiamo il ruolo di contadini-agricoltori. Un ruolo nuovo che contesta il nostro però è necessario e cer-co di spiegarlo.

Cominciamo dal primo punto: il nostro mo-mento storico e culturale già da tempo ci ha or-dinato di fare o avere subito, dove ogni cosa si esaurisce in un attimo, dove ogni attesa produce insofferenza e come se non bastasse aggiunge sofferenza alla sofferenza. Ma, mia personale riflessione dovuta dall’esperienza, noi uomi-ni apparteniamo alla natura e all’universo e ci sono ritmi e tempi che non possiamo cambiare.

Sì, sì, è vero che il tempo aggiusta tutto, ma è altrettanto vero se non primario prendere atto e rendersi conto che noi e gli avvenimenti ab-biamo bisogno di tempo per “cambiare, adat-tarci, rinnovarci”.

Secondo Charles Boudelaire necessitiamo di usare tenacia e paziente attesa per raggiunge-re quel qualcosa che ci preme dentro. Ci vuo-le tempo… e il lavoro del contadino, al quale ci rapportiamo per migliorare la nostra qualità di vita, ha tre periodi suffragati da tre virtù: co-stanza, tenacia, attesa paziente.

Egli sa esattamente cosa deve fare in ogni pe-riodo dell’anno come lo dimostra il calendario annuale di frate Indovino. Conosce la terra, la ara, rivolta le zolle, sparge i semi con la semi-natrice, una volta a mano, ne raccoglie i frutti sotto il sole…

RIFLESSIONI DI FINE ANNO con proponimenti

12 LA VOCE DEI NONNI | 11

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La stessa costanza è il risultato di una esperien-za che educa a perseverare in un atteggiamen-to buono, faticare per raggiungere un obiettivo quindi ottenere la ricompensa come risultato.

Risultato che può essere abbondante o scarso ma questo è sempre positivo perché in quell’at-teggiamento c’è una esperienza che non ha a che fare con il risultato.

Anche noi cerchiamo di essere costanti nel bene come il contadino che sistema delle basi di ordine nella sua vita di lavoratore della terra e noi nella nostra vita spirituale. Come? Cono-scendone sempre meglio il ritmo e sincroniz-zandoci con essa.

Altra qualità che usa è la tenacia perché la terra esige molta forza e il contadino impegna tutte le sue energie. Comincia la giornata di matti-no e finisce tardi, non può nascondersi dietro a nessun dito e con tutti i tempi estirpa erbacce, dissoda terreni, concima, irriga, ecc. Ogni rac-colto richiede una diversa attenzione e lui sa come fare, quando fare, cosa fare.

Allora è comprensibile perché ci vuole la te-nacia a sostenerlo. Lo stesso vale per l’anima

nostra che ha bisogno di cure, cure giuste, ap-propriate nel tempo. Lo sappiamo fare o me-glio reputiamo importante farlo?

La terza fase è l’attesa paziente. Il contadino lascia che la foglia segua il suo corso naturale e non la tira con le mani perché cresca più in fretta. La sua attesa è paziente perché è stata preceduta da costanza e tenacia vissute con abbondanza per cui si affida al Cielo.

Così noi nella nostra vita spirituale dovremmo attendere pazientemente i risultati del nostro cammino spirituale ricordando però che il ri-sultato spetta a Dio: il seme germoglia indipen-dentemente dal nostro volere.

Il contadino che sa di aver fatto il suo dovere per la sua terra sta nella pace così noi cristiani dovremmo comportarci per la nostra anima e la ricompensa sarà data da Dio con abbondanti frutti spirituali alla anima fedele.

Buon fine e buon inizio 2020. È importante ri-conoscersi non solo un cumulo organizzato di cellule ma un essere persona che ha spirito e anima sempre in evoluzione verso l’infinito.

Luisa

13NOVEMBRE | 2019

RIFLESSIONI DI FINE ANNO

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La regolare e gentile discesa della pioggia da un cielo color cammello deposita acqua e sabbia sulla vetrata. Picchietta piano e scivola, riem-piendo col suo rumore liquido gli immensi spa-zi vuoti del collegio. In un angolo mobili rotti ed ammucchiati. Lungo le pareti una teoria di mosaici bianchi e neri, proiezione della mia esi-genza di volare. I lisci pavimenti di marmo ed i soffitti d' antico intonaco rivestiti, ogni tanto una ·lampada dimenticata. La vetrata rigata di pioggia distorce l'immagine del cortile.

L'abbraccio della solitudine mi conduce tra cantine e vecchie aule nella luce strana di que-sto pomeriggio di pioggia africana. Una volta avevo la luce elettrica, l'acqua corrente, il gas per cucinare ed il riscaldamento. Oggi imma-gino il mare, i suoi colori ed a casa non c'è piu nessuno, cosi come qui e per le strade .

Gli ultimi occhi che ho visto erano colmi di stupore, fissi verso il cielo blu. Pelle candida e fredda, capelli chiari e spettinati. All'intorno erba alta ed un esercito di sottili papaveri rossi, immobili. Il sudore sulla fronte, i vestiti che si bagnavano.

La bicicletta appoggiata a un pioppo dal sen-tire superiore, nella sua ieratica fissità. li ron-zio nero della morte appena sopraggiunta mi diede la certezza di aver vinto la partita della selezione, perdendo però tutto il resto.

Le nuvole veleggiano verso sud-est e torna il sole in una camicia di azzurro poggiata su uno scintillante arcobaleno. Si alza un vento caldo e le vecchie bandiere di fianco alla imponente statua alata garriscono di un immotivato orgo-glio, memori forse del passato.

L’ANGOLO DELLE RIFLESSIONI

La regolare e gentile

DISCESA DELLA PIOGGIA

14 LA VOCE DEI NONNI | 11

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L’ANGOLO DELLE RIFLESSIONI

Seduto sui gradini dell'ingresso faccio scorre-re lo sguardo sui luoghi della mia infanzia e di tutto il resto. Vedo me stesso correre inseguito notte e giorno. Correre da matti, senza sosta. Correre da paure ed imbarazzi, da terrore e pa-ranoia, da ossessioni e manie. Oppure godere delle scoperte, dell'incanto, della curiosità, del-la condivisione, dei brividi, delle lacrime e delle risate.

Ora sono padrone dei pioppi e dei prati, dei fiu-mi e dei viali, delle ville e dei palazzi, delle piaz-ze e dei vicoli.

Ora arringo folle silenziose, strillo il mio essere o tesso immensi bozzoli di silenzio da cui filo parole scritte su km di carta. Per un pubblico silenzioso e trasparente, adorante pur nell'ec-cessiva compostezza.

Ricordo femmine lontane ed il loro piacere,

o forse il mio, non sono poi tanto certo, cosi come non lo sono dei sapori, dei suoni, del passato che potrebbe essere solo frutto del mio vaneggiare, della follia o della natura di questa solitudine.

Tra mille vortici di mal di testa mi aggrappo al ricordo di una vecchia canzone che fa "Bella la vita, che se ne va…" e ricordo quegli occhi vuoti tra i papaveri, finestra sull' ultimo simula-cro di vita ch'ebbi modo di incontrare. Chissà se come me ci sono altri e dove. Impossibile sapere.

Scende la sera, sospiro, dirigendomi verso il corridoio ed accendendo il fuoco per scaldare un cibo in scatola. Le ombre inghiottono i con-torni del mio mondo. Non ho paura, non più. Scivolo nella notte.

Alessandro Abiuso

15NOVEMBRE | 2019

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NUVEMBAR 2019Novembre 2019

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

Ottobre ha tenuto lontano l’autunno fino agli ultimi giorni, poi l’apparizione di trasparen-ti nebbie improvvise, di pioggerelle svogliate sul far della sera, di folate delicate di vento che hanno cominciato a denudare gli alberi del via-le e hanno coperto i prati e i giardini di foglie stanche ci hanno convinto che la lunga estate ci stava lasciando. L’anno sta invecchiando.

AUTUNNO

Il cielo ride un suo riso turchinobenché senta l’inverno assai vicino.Il bosco scherza con le foglie giallebenché l’inverno senta ormai alle spalle.Ciancia il ruscel col rispecchiato cielo,benché senta nell’onda il primo gelo;è sorto a piè di un pioppo ossuto e lungoun fiore strano, un fiore a ombrello: un fungo.

M. Moretti

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È tempo di caccia, di vino nuovo, di castagne. Le rondini se ne vanno, volano a lungo qua e là facendo ampi cerchi nel cielo, quasi per cerca-re la via e salutare il vecchio nido, poi scompa-iono nell’aria.

Vien l’autunno sospirando,sospirando alla tua porta,sai tu dirmi che ti porta?Qualche bacca porporina,nidi vuoti, rame spoglie,e tre gocciole di brina,e un pugnel di morte foglie.

Angiolo Silvio Novaro

Sembra novembre un mese triste , ma intanto comincia con una festa, quella di tutti i santi ed è giorno di pronostici: se e dè di Sent e’ sol ui sta e sarà bon l’inveran cl’avnirà, se e’ piov dala matena la sarà granda la paciarenacioè:se il giorno dei Santi il sole splenderà un buon inverno ci sarà,se piove dalla mattina saranno piogge e brina.

Novembre è mese di fiere importanti:

A CIVITELLA c’è la fiera dei SANTI con casta-gne, funghi, pere volpine, formaggi, ricotte e salamini profumatissimi.

A DOVADOLA ci sono due fiere del tartufo.

A Sant’Arcangelo, quando arriva l’11 il giorno di San Martino c’è la FESTA DEI BECCHI (famo-sissima e antica). È la festa dei cornuti e viene da lontano e si chiama così forse perché nel giorno di San Martino c’era un gran mercato di bestie con le corna: mucche, buoi, vitelli , caprette. Era considerato l’inizio dell’anno agri-colo: il capodanno dell’agricoltore e c’era vo-glia di ridere e scherzare.

Par San Marten ogni most l’è ven.Per san Martino ogni mosto è vino. Per San Marten nespul e bon ven.Per San Martino nespole e buon vino.

San Marten e’ prutez i bech, che i sia rech o puret.San Martino protegge i becchi, non importa che siano ricchi o poveretti.

Nessuna classe sociale è indenne dalle corna, ma per fortuna chi le ha spesso non lo sa, co-munque… È MEGLIO FARLE CHE PORTARLE. Par San Marten zira zira tot i bech i va ala firaPer San Martino gira gira tutti i becchi vanno alla fiera.

Il 25 è il giorno di SANTA CATERINA protettri-ce delle belle spose e gli uomini attenti e in-namorati regalano alle proprie donne torroni e fischietti di zucchero rossi a forma di galletti.Par Santa Catarena o che piov o che brena o che fa la paciarena.Per Santa Caterina o che piove o che brina o che fa la “la paciarina”. (Fango)

Per santa caterina la neve in collina.

FOGLIE GIALLE

Ma dove ve ne andate povere foglie giallecome tante farfalle spensierate?Venite da lontano o da vicino? Da un bosco o da un giardino?E non sentite la malinconia del vento stesso che vi porta via?

Trilussa

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

17NOVEMBRE | 2019

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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RACCONTI PER GRANDI E PICCINIIl 13 novembre è il Giorno della Gentilezza

GENTILEZZA vuol dire attenzione, rispetto ver-so il prossimo, cortesia dei piccoli gesti, pa-zienza cura e ascolto dei bisogni altrui.

Filastrocca delle parole gentiliLe parole gentili non pesan tanti chili,è contento chi le ascolta,vuol sentirle un’altra volta,SCUSA, GRAZIE, PER PIACEREson parole assai leggere,son belle ed importanti,fan felici tutti quanti.

Platone diceva: "Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla.Sii gentile. Sempre."

QUI SI RACCONTA DI BOTTONI…

A Sant’Arcangelo di Romagna c’è IL MUSEO DEL BOTTONE: ogni bottone parla di sé e sa raccontare storie. Ma quale interesse può suscitare un bottone se non nel momento in cui uno si stacca o, peg-gio si perde e tu devi andare a cercarne uno uguale o che almeno assomigli agli altri con cui possa fare famiglia nella maglia o nella camicia o nel cappotto? Guardando bottoni con occhi curiosi si possono scoprire storie interessanti. Ad un uomo francese del 1200 il BOTTONE serviva per fissare piume, pizzi e veli all’abito elegante.I BOTTONI sono stati il segno della ricchezza sui mantelli dei re e delle regine. I re incarica-vano i loro orefici di fiducia per la creazione di BOTTONI GIOIELLO e mandavano i loro fun-zionari a curiosare nelle gioiellerie per copiare dei modelli. Per acquistarne di madreperla prendevano ap-puntamento con i mercanti più rinomati e li in-contravano con le borse piene di monete. Francesco 1° ordinò ai suoi sarti di cucire 13600

bottoni d’oro su un vestito di velluto nero; il Re Sole pretendeva che sopra i propri bottoni ci fossero dipinti a mano, naturalmente, fiori in-setti, paesaggi, scene d’amore. Sempre in Francia, quando morì la regina, En-rico terzo si fece fare più di duecento bottoni in argento a forma di teschio per attaccarli ad ogni suo abito per segnalare il suo lutto. Un BOTTONE può raccontare quanti soldi hai, chi sei, a che famiglia o corpo militare appar-tieni, ma anche quali sono le tue passioni. Per esempio c’è al museo un bottone con la testa di lupo. È pitturato a mano, come occhi ha due strass di vetro azzurro: è stato creato per cele-brare la pubblicazione del libro Zanna Bianca nel 1906. Zanna Bianca racconta di un lupo speciale, non pericoloso, amico dell’uomo : questo bottone acquista valore perché ha una storia, una mo-tivazione, vuole celebrare qualcosa di impor-tante. Ogni bottone porta con sé emozioni, racconti, ricordi: basta saper vedere l’intenzione che c’è dentro fin dalla sua origine.

Fonte: Il fatto Quotidiano (liberamente tratto)

ANCORA FATTI

Entra nel parco della Reggia di Caserta con l’auto e si fa il bagno nella fontana di Adone e Venere tutto nudo. Nessuno lo ferma. Lo ha fatto per dimostrare che il parco non è tutelato, mancano del tutto i controlli.A luglio vestito da senatore dell’antica Roma la stessa persona si era immersa nella fontana di Trevi per protestare a favore dei commercianti campani vittime della malavita organizzata. Continuano le manifestazioni per salvare dall’inquinamento l’ambiente in cui viviamo. Si progettano piste ciclabili: stanno tornando di moda le biciclette. Molti turisti desiderano farsi foto ricordo davanti a monumenti o a templi. In una città del Nepal hanno inventato una nuo-va figura : lo spaventatore di piccioni. Nel mo-mento della foto lo spaventatore, dietro ricom-

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L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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pensa, entra in azione affinché le foto davanti ad un famoso tempio abbiano come sfondo una scia di uccelli in volo. Pare che molti siano i turisti che si avvalgono di questa nuova moda. Potrà essere catalogato nei “nuovi mestieri” an-che in Italia LO SPAVENTATORE DI PICCIONI

MODI DI DIRE DEL MESE

Antiga pio’ de brudet!Antica più del brodetto

Il termine ANTIGA era di solito riferito ad una donna che non si era mai mostrata esuberan-te, poco formosa, insipida nella conversazione, rassegnata.L’antiga quindi è piatta di forme come l’essa de furmai come l’asse in cui si metteva a matura-re il formaggio cioè senza un seno prosperoso, eternamente triste e anche un po’ scontrosa e per questo perciò appariva vecchia anzitem-po, anche nel modo di vestire sempre scuro e spesso col fazzoletto in testa. Piò antiga de brudett vuol dire un po’ tutto questo, perché il brodetto nel ravennate cir-condato da valli e da lagune era il piatto di pe-sce più comune e tradizionale. Pio’ antiga ad galla placidia l’imperatrice figlia di Teodosio il cui nome non può essere dimen-ticato perché legato al suo meraviglioso MAU-SOLEO. Prova della sua popolarità sono anche le leg-gende fiorite intorno al suo nome. Dunque si dice che un giorno l’imperatrice col suo seguito si recò nelle vicine colline, splendi-de di vigneti; le fu offerto in un bicchiere di le-gno un vino del colore dell’ambra e dolce come il nettare "Sei da berti in oro", disse la donna e il nome BERTINORO rimase alla piccola collina ancor oggi famosa per la sua ALBANA. Ritornando a Ravenna col suo seguito che for-se aveva bevuto un po’ troppo, ebbe una disav-ventura: il cocchio si rovesciò e l’imperatrice andò a gambe all’aria e la località, seconda la leggenda ebbe nome da questo capitombolo: GAMBELLARA.

Ed infine avendo promesso in voto per uno scampato naufragio di edificare cento pie-vi (famose sono le pievi del ravennate alcune delle quali hanno ancora oggi come nome il numero progressivo: Pieve quinta, Pieve Sesti-na), quando ebbe raggiunto il numero, disse: compiamo, cioè finiamo e sorse così la pieve di Campiano.

Fonte: Par mod d’un dì - Modi di dire romagnoli di Umberto Foschi Longo editore (liberamente tratto)

Fiore di crisantemo morbido e biancode "La Voce dei Nonni" non son mai stanco,lo vedo ogni mese con piacere,mi rallegra, mi informa, mi aiuta a ricordare.

Cari amici ricordate di….non sprecare lacrime nuove per vecchi dolori e che se vuoi vivere e star bene prendi il mon-do come viene.

SalutiLauber

19NOVEMBRE | 2019

L’ANGOLO DEL DIALETTO E DELLE TRADIZIONI

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Papa Francesco il 31 ottobre ha autorizzato il Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, cardinale Rober-to Sarah, a pubblicare il decreto che iscrive nel Calendario romano generale la memoria del-la Beata Vergine di Loreto come facoltativa.

Ma c’è di più l’1 novembre alle 11 sul sagrato della Basilica della Santa Casa di Loreto alla presenza di Mons. Krzysztof, è stato ufficial-mente proclamato il Giubileo lauretano che sarà aperto solennemente l’8 dicembre pros-simo. Sarà dedicato a Maria regina e porta del Cielo (Maria Regina et ianua Coeli).

Il delegato pontificio Dal Cin Fabio ha comuni-cato che i due avvenimenti aiuteranno special-mente le famiglie, i giovani, i religiosi ad imitare le virtù di Maria che Dante definì nel suo poema “Madre figlia del tuo figlio” perché pur avendo-lo portato in seno, fu la sua perfetta discepola. Ma c’è dell’altro che dobbiamo tenere presente ossia che Maria SS., concependo Gesù il Capo della Chiesa accolse anche noi con sé perciò è nostra Madre e dobbiamo stare alla sua sequela ed imitare le sue virtù.

Luisa

Nel Calendario romano ora anche

MARIA SS. DI LORETO

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CRONACA: UN PO’ DI STORIA DEL SANTUARIO

Sin dal Medioevo, così si ricorda nel Decreto della Congregazione per il culto divino e la di-sciplina dei Sacramenti, “la venerazione”, per la Casa di Loreto ha dato origine al Santuario ancora oggi frequentato da migliaia di fedeli pellegrini che vi accedono per fortificarsi nel-la propria fede “al Verbo di Dio fatto carne per noi”.

È uno dei santuari “strettamente vincolato” alla Santa Sede Apostolica “rappresentata da un arcivescovo delegato pontificio”. Un san-tuario che ospitando la Santa Casa, è stato vi-sitato da santi e beati che hanno risposto alla propria vocazione davanti all’effige della Ma-dre del redentore e della Chiesa. E ancor più migliaia di malati hanno”invocato consolazioni nella sofferenza” e “il popolo di Dio ha iniziato a lodare e a supplicare Santa Maria con le Litanie lauretane che si recitano alla fine del rosario.

L’ANGOLO DELLE NEWS

10 DICEMBREL’ANGOLO DELLE NEWS

Dopo due giorni dall’apertura del Giubileo lauretano le Chiese di tutto il mondo potran-no fare memoria della Beata Vergine di Lore-to ora inserita nel Calendario romano e unirsi alla preghiera di Loreto. Il Giubileo lauretano si chiuderà il 10 dicembre 2020.Ma non è finita. In questo giorno si festeggiano i cento anni della proclamazione della Madonna di Loreto patrona degli Aviatori e dei viaggia-tori in aereo perché stando alle cronache del

tempo la Santa Casa fu trasportata dalla Terra Santa a Loreto dagli angeli in volo.Fu il papa Benedetto XV che il 24 marzo 1920, Vigilia dell’Annunciazione a Maria rese pubbli-co il decreto di proclamazione a Patrona degli Aviatori e dei Viaggiatori.L’8 dicembre pertanto a Loreto sarà presente l’Aeronautica militare con i suoi massimi vertici.

Ch.L.

21NOVEMBRE | 2019

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È capoluogo dell’Alsazia e la si conosce per la sua storia che la vide teatro del conflitto tra Francia e Germania dal 1870 al 1871.

Oggi è una città importante nella storia dell’Eu-ropa perché è simbolo della convivenza delle nazioni. In essa ha sede l’Europarlamento co-stituito dai rappresentanti scelti dagli eletto-ri dell’Unione Europea. Mentre prima il fiume Reno che attraversava la città era un confine tra gli stati accanto e quindi separazione, oggi si è trasformato in “punto di contatto fra le culture”.

Qui si discutono i grossi problemi che scotta-no e che animano un Paese ed il verdetto che viene emesso dà i binari per un corretto com-portamento etico morale espresso dai principi per l’inclusione, l’integrazione, l’accoglienza, la solidarietà.

Ch. C

STRASBURGOcittà simbolo della convivenza

L’ANGOLO DELLE NEWS

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Nasce in Francia, vive in Francia e ha lo scopo di preservare lo Stato.

È la lista o l’elenco che la polizia francese custo-disce di tutte le persone considerate pericolose per la sicurezza dello Stato. Oggi come oggi ce ne sono più di 20.000. Di queste 12.000 legate in vario modo all’estremismo islamico. Quan-do succede un evento o un fatto increscioso ad opera di un individuo sentiamo il commen-to del reporter che afferma che il soggetto in questione era conosciuto alla polizia ecc.

Non tutti sono indagati e non tutti sono sot-toposti a sorveglianza e lo si deduce dai fatti dolorosi che si registrano: i provvedimenti ven-gono decisi caso per caso in base ai criteri degli inquirenti. A volte viene da commentare la po-lizia potrebbe essere più accorta.

Nella lista figurano inoltre tifosi violenti, attivisti politici, teste calde coinvolte in manifestazioni ecc.

Ch.C

LISTA “S”cosa è?

L’ANGOLO DELLE NEWS L’ANGOLO DELLE NEWS

23NOVEMBRE | 2019

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Certo che è una bella pensata per la dignità di chi vive per strada, non ha abitazione fissa, ha tante difficoltà ed è costretto a vivere come gatti randagi qua e là dormendo dove capita.Ma c’è chi nel 2016 ha pensato di valorizzare le loro conoscenze ambientali con la proposta di una serie di visite guidate alla città che gli stessi milanesi conoscono poco o disconoscono ad-dirittura. Il primo gruppo di “rangers” scopritori - guide, per chiamarli all’americana, ha avuto inizio nel Centro diurno “La Piazzetta”, gestito dalla Caritas.L’iniziativa in breve ha raggiunto il successo al punto che da un solo gruppo ne è sorto un altro e gli appuntamenti si sono moltiplicati. I soci da sei sono diventati una quindicina. Le visite sono concentrate al venerdì, sabato, domenica ma su richiesta anche durante la settimana. Come si muovono gli interessati all’esplorazione ur-bana? Con mezzi pubblici, autobus, tram, me-tropolitana e a piedi.I rangers o “gatti sapienti” guidano il gruppo, ognuno è preparato su un particolare argo-mento l’arte, la storia, la viabilità e sono pronti

ad intervenire quando è necessario. Tutti stu-diano e si preparano agli incontri. Sulle guide ufficiali i loro molto percorsi alternativi non ap-paiono. Stanno anche preparando il sito che uf-ficialmente sarà visitabile in gennaio. Ora come ora le proposte di questa unica realtà in Italia si possono trovare su facebook “gatti spiazzati”.

L.C.

UN PO’ DI DATI

A Milano 2600 senza dimora, 580 di essi dor-mono all’aperto e altri in strutture di accoglien-za. Ma chi sono questi clochard? Persone che hanno perduto il lavoro, gente separata o affet-ta da qualche malattia…..Doloroso sapere che in Italia, secondo l’ultimo ISTAT, risultano ben 50mila i senza tetto ma l’indagine è parziale perché non tutti i Comuni l’hanno condotta. La maggior parte sono uo-mini 85,7%, stranieri il 58,2%, con meno di 54 anni il 75,8%.

Ch.Z.

A Milano i rangers della strada in azione L’ANGOLO DELLE NEWS

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L’ANGOLO DELLE NEWS

W o …la lingua del webL’ANGOLO DELLE CURIOSITÀ

Questo è un nuovo italiano affermano gli stu-diosi che ha numerose differenze rispetto a quello imparato a scuola o stampato nei libri. Molte regole della grammatica vengono tra-sgredite ma in compenso si può ricorrere ad una serie di libertà che in classe non sono per-messe. Altre presenze mute incontriamo nei tanti punti esclamativi !!!! o interrogativi ???? in numero anche di 5 o 6.La Accademia della Crusca interpellata in pro-posito ha negato che la lingua del web ucci-da la lingua italiana. Anzi ha avuto il merito di far tornare a scrivere persone che al massimo avrebbero compilato la lista della spesa.Vediamo un po’ altre novità web:, buongiornis-simo, spammare, deriva dall’inglese spam che significa la diffusione di un gran numero di messaggi indesiderati. Secondo la Crusca sul web la frase media nel mondo online è formata da 10 parole e i nuovi scrittori sono semianalfa-beti o analfabeti di ritorno per cui conoscendo pochissimo italiano, commettono gravi errori.Allora che dire? Scrivete pure sul web ma leg-gete leggete senza stancarvi.

LC.Z

Gli italiani sono i lettori meno interessati a leg-gere e lo dimostra la graduatoria della scala di ricerca che li vede collocati agli ultimi gradini.Consoliamoci: risulta invece che sono diventati un “popolo di neoscriventi” impegnati a scrive-re si WhatsApp, su Facebook, nelle varie chat, nelle mail, su Twtter. C’è notevole differenza tra l’italiano scritto che la scuola insegna e che si trova nei libri o nei giornali e quello scritto su internet e sui social network. La lingua online è affine quella parlata pur essendo scritta. Una lingua “da bar”, farcita con abbondanza di paro-le inglesi come cool (carino, di moda), di h che mancano dove dovrebbero esserci, di faccine che si trovano ovunque. Le faccine si chiama-no emoji hanno un ruolo rilevante perché non vediamo le espressioni del volto o i gesti di chi scrive sulla tastiera perciò si distribuiscono: un sorriso, un occhiolino, una lacrima.Altro aiuto sono le abbreviazioni: xkè = perché; cmq = comunque; “6” usato come voce del verbo essere; dll = della; ok = occhey; nuuuuu = no; hol per riprodurre una risata rumoro-sa; pome = pomeriggio; un po’ si scrive senza apostrofo un po.

25NOVEMBRE | 2019

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L’Avvento viene vissuto in quasi tutti i Paesi con nomi diversi ed è una vera e propria miniera quasi senza fondo: mercatini, dolci caratteri-stici, musiche tipiche pubblicità di panettoni, addobbi, luci ecc…

I simboli del Natale trasformano le città di tutto il mondo in un scintillio che riempie di calo-re e colore le strade, le case, i palazzi. Il cuore ascolta la memoria che ci ricorda l’umile scena della nascita di un bimbo Gesù venuto al mon-do per fare di tutti i popoli della terra “un uni-co popolo che si riconosce figlio di Dio e suo fratello nella carne.

Luci e luminare quindi che sembrano contrad-dire l’umiltà della sua nascita ma che in realtà ci aiutano a cogliere il senso della Natività se impariamo ad individuare l’origine, la radice alla quale si ispirano.

In tutto questo si è aiutati dalla bellissima Li-turgia che fino al 25 dicembre propone una lunga serie di racconti biblici che in controlu-ce esprimono quasi la volontà di rendere più splendente la venuta al mondo del Figlio di Dio. I testi scelti ci aiutano a considerare l’evidente contrasto tra eventi miracolosi, già predetti fin dai tempi più antichi, e richiami all’umiltà dei protagonisti della storia di Gesù.

I profeti avevano annunciato la nascita di un bambino, che sarebbe stato re; la sua nascita avviene di notte in una stalla, ma nel cielo una stella segnala al mondo la mangiatoia in cui è adagiato;una luce abbagliante nel cielo sveglia i pastori e li sollecita ad andare a trovare quel bambino… Dunque la liturgia ci aiuta a cogliere con la bellezza dei suoi gesti le caratteristiche nelle celebrazioni di questi giorni: potenza e

L’AVVENTOnelle tradizioni

L’ANGOLO DELLE CURIOSITÀ

26 LA VOCE DEI NONNI | 11

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L’ANGOLO DELLE CURIOSITÀ

umiltà, antichità e novità, compresi gli stessi simboli commerciali.

Ogni domenica la liturgia ha un tema spirituale diverso, e nella corona tipica esposta in chiesa e nelle casa si accende una candela che simbo-leggia i personaggi che hanno parlato di Gesù e che gli sono stati vicini e che nel contempo rappresentano i sentimenti che lo hanno pre-ceduto.

Le celebrazioni nelle chiese ortodosse iniziano il 15 novembre, con la festa della natività.

In Austria , a Salisburgo lo si vive a tema musi-cale perché la città è il cuore della musica.

In Germania tutte le famiglie accendono una candela e a tavola portano lo Stollen un tipico dolce ricco di burro, frutta secca e canditi.

A Monaco di Baviera abbondano i mercatini mentre sullo sfondo troneggiano le montagne innevate. Nell’aria intensi profumi di spezie e fiori.

In Croazia si inizia a festeggiarlo il 25 novem-bre, giorno in cui si ricorda Santa Caterina. Fa-moso è quello di Zagabria che espone le sue casette in legno,mentre per le strade si vendo-no caldarroste e brulé. Il 24 dicembre Vigilia di Natale vengono appesi ai fili delle bancarelle i corpi essiccati dei merluzzi che costituiscono il pasto tipico della Vigilia presso la popolazione.

In Ungheria ogni mattina su un pannello che riporta il mese di dicembre si apre una caselli-na che ne rappresenta il giorno. Si va a Messa all’alba se la famiglia è religiosa.

Nelle Filippine il sabato prima della vigilia nella città di Ferdinando si tiene il festival delle Lan-terne giganti. Una volta erano solo di carta e il loro diametro misurava sui 60 centimetri. Oggi si costruiscono con i più diversi materiali e pos-sono raggiungere i 6 metri di larghezza. Sono illuminate all’interno con lampadine elettriche che brillano e creano i motivi caleidoscopici.

Nella Piazza del Castello di Gavle, Svezia, dal 1966, viene costruita una Capra Yule alta 13 metri. Purtroppo gli spettatori hanno creato l’usanza di bruciare la Capra e fino ad ora è sta-ta bruciata 29 volte, l’ultima nel 2016.

Secondo la tradizione austriaca san Nicola o Nicolò premia i bambini buoni il 6 dicembre portando doni la notte, mentre un mostruoso essere Krampus vaga per le vie austriache per spaventare i bambini e per punire i più discoli.

In Islanda nei 13 giorni che precedono il Natale, per le strade girano 13 personaggi simpatico chiamati Jolasveinar vestiti con il costume tra-dizionale islandese, fanno visita nelle 13 notti che precedono il Natale.

Ogni sera della festa di Yule i bambini mettono le scarpe più belle sulla finestra perché un di-verso Jolasveinar le riempia di doni ai bambini buoni. Ai discoli vengono date patate marce.

I personaggi hanno il nome che richiama il tipo di problema che possono causare. Ad esempio: Skyrgamur, goloso di formaggi, Kertasnikur co-lui che ruba le candele ecc.

In Norvegia la Vigilia di Natale le persone na-scondono le scope migliori per evitare che vengano rubate. E’ il retaggio di una credenza antica che credeva che le streghe o gli spiri-ti maligni uscissero allo scoperto per cercare scope da cavalcare.

Ch.L.

27NOVEMBRE | 2019

L’ANGOLO DELLE CURIOSITÀ

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La nostra epoca si è specializzata nel costrui-re muri di separazione tra uno stato e l’altro. Il guaio è che se ne stanno costruendo ancora. Papa Francesco invece è dell’avviso contrario, riconosce la necessità si costruire ponti che uniscono, che affratellano.

Ricordo il Muro di Berlino costruito nel 1961 quale conseguenza e all’indomani della 2° guerra mondiale provocata dal nazismo di Hi-thler che portò distruzione e morte non solo in Europa ma in tutto il mondo perché impegnò nella lotta Stati extra Europei.

Furono due Stati in particolare Stati Uniti e Unione Sovietica a sconfiggerlo. Così furono disegnate “due sfere di influenze” in Europa, la parte occidentale faceva riferimento agli USA e quella più ad est all’URSS.

Non sfociò mai in una guerra vera e propria

perché rimase “Guerra fredda”, come fu chia-

mata per mezzo secolo fino al 1989. Già nel

1963 J.F.Kennedy protestò contro la divisione

tra le due Germanie pronunciando davanti al

Muro la famosa frase “Anch’io sono di Berlino”.

Purtroppo il Muro divise il territorio ma non

spense nei cuori il desiderio di libertà.

Lo confermarono i tentativi di fuga numerosi,

rischiosi da parte di tanti. Ben 200 persone fu-

rono uccise mentre cercavano di passare dalla

parte occidentale.

Il Muro era il simbolo di una dittatura, molti si

impegnarono a sfidarlo. Un contributo parti-

colare secondo gli storici fu dato da G.Paolo

II, il Papa venuto dalla Polonia. Era stato eletto

9 NOVEMBRE 1989giù il muro di Berlino

L’ANGOLO DELLA STORIA

28 LA VOCE DEI NONNI | 11

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nel 1978. Era un cardinale che ben conosceva la durezza del sistema comunista. Eletto papa cominciò a compiere gesti molto significativi.

Tornò in Polonia in una visita che scosse di commozione la sua terra ancora perseguitata per il suo essere cristiana, e continuò ad ap-poggiare le rivendicazioni di Solidarnosc, sin-dacato che si ispirava proprio all’insegnamento di Wojtyla.

Il Muro era lungo 160 Kilometri e attraversava la città di Berlino.

Prima del 9 novembre 1989 il Governo della Repubblica Democratica, ormai in difficoltà, aveva annunciato una legge che avrebbe per-messo di attraversare liberamente il confine.

Riccardo Ehrman, oggi novantenne ed allora giornalista, alla notizia chiese a Gunter Scha-bonst se fossero sicuri di non aver commes-so un errore varando la legge. Ricevette una risposta molto netta e decisa “Nessun errore”.

Difatti… ironia della presunzione, il Muro cadde di Berlino dopo 28 anni, cadde a poco dopo.

L.C.

L’ANGOLO DELLA STORIA

29NOVEMBRE | 2019

L’ANGOLO DELLA STORIA

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Ha azione potentissima, selezionata tra migliaia molecole

Il caffè un potenziale alleato contro la demen-za? E’ possibile visto che la caffeina è risulta-ta capace di potenziare l’attività di un enzima protettivo per il cervello, chiamato ‘NMNAT2’ e solo di recente scoperto come un’arma mole-colare importante contro la formazione di ag-gregati tossici nelle cellule nervose.Lo rivela una ricerca condotta presso l’Indiana University e pubblicata sulla rivista Scientific Reports.Solo di recente in un lavoro pubblicato sulla ri-vista Plos Biology sono stati scoperti gli effetti protettivi di NMNAT2 contro l’Alzheimer. Inol-tre un altro studio pubblicato sulla rivista The Journals of Gerontology, Series A: Biological Sciences and Medical Sciences, dimostrava che consumare abitualmente caffè o altre be-

vande contenenti caffeina protegge dalla de-menza.In questo nuovo studio gli esperti USA hanno testato quasi 2000 molecole attive, tra cui la caffeina, per selezionare quelle con un ruolo nell’aumentare la produzione di NMNAT2. Di tutte le molecole testate, la caffeina è risul-tata il più potente attivatore della produzio-ne di NMNAT2. Testata su topolini a rischio di demenza perché geneticamente incapaci di produrre quantità idonee di NMNAT2, la caf-feina ha riportato il cervello degli animali a una quantità normale di enzima. Lo studio apre la strada a nuove possibilità te-rapeutiche basate appunto sulla caffeina e su composti affini (altre 23 molecole tra tutte quelle studiate hanno dimostrato una sia pur minore efficacia nell’aumentare la produzione dell’enzima protettivo).

Fonte: ANSA.it

UN CAFFÈ CONTRO LA DEMENZA?Caffeina aziona enzima difensivo

L’ANGOLO DELLA SALUTE E BENESSERE

30 LA VOCE DEI NONNI | 11

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L’ANGOLO DELLA SALUTE E BENESSERE

Nuovo indicatore di rischi per la salute

È la sottoclasse B dell’LDL , utile per le diagnosi cardiovascolariL’LDL, il "colesterolo cattivo", non è il solo ele-mento da controllare per capire se si è a ri-schio di infarti o malattie coronariche. C’è un indicatore migliore ed è un particolare tipo di LDL, una sottoclasse di lipoproteine a bas-sa densità. Questo colesterolo "davvero cat-tivo" riesce a predire molto meglio gli even-tuali problemi all’apparato cardiovascolare più del dato della semplice presenza dell’LDL È quanto emerge da uno studio dell’Università dell’Ohio che afferma come, delle tre sottoclas-si che compongono l’LDL, solo uno causa danni significativi. “I nostri studi possono spiegare per-ché una correlazione del colesterolo” cattivo “totale con un rischio di infarto è scarsa e peri-

colosamente fuorviante, ed è sbagliata per i tre quarti delle volte”, ha detto Tadeusz Malinski, ricercatore che ha condotto l’analisi che precisa come le linee guida dovrebbero analizzare i va-lori della sottoclasse B dell’LDL quando si trova a comporre più del 50% del totale del coleste-rolo cattivo. Secondo gli studiosi, la sottoclasse B dell’LDL è risultata essere la più dannosa per la funzione endoteliale (il tessuto che compone i vasi sanguigni e il cuore) e può contribuire allo sviluppo dell’aterosclerosi. Dunque, stando alla ricerca pubblicata sull’In-ternational Journal of Nanomedicine, non è la quantità totale di colesterolo LDL che si ha, ma piuttosto la concentrazione della sottoclasse B in relazione alle altre due (la sottoclasse A e la sottoclasse I) che dovrebbe essere utilizzata per diagnosticare l’aterosclerosi e il rischi o di infarto.

Fonte: ANSA.

COLESTEROLO"davvero cattivo"

L’ANGOLO DELLA MEDICINA

31NOVEMBRE | 2019

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

I COMPLEANNITanti auguri alle nostre carissime nonne Concetta, Venere e Edvige che hanno festeggiato il loro compleanno in novembre.

CONCETTA

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

VENERE

EDVIGE

33NOVEMBRE | 2019

GALLERIA FOTOGRAFICA

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

NONNE AL LAVOROSi avvicina la festività più attesa dell’anno e fervono i preparativi per la preparazione del-la coreografia per il tradizionale pranzo e gli addobbi natalizi. I nostri nonni, come sempre, collaborano con tanta gioia ed impegno con la

RAA Mariasilvia e, come ogni anno, preparano anche regalini e gadgets che si possono acqui-stare al “Mercatino natalizio dei Nonni”.Le foto che seguono testimoniano l’impegno e la dedizione da loro profusi.

34 LA VOCE DEI NONNI | 11

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

35NOVEMBRE | 2019

FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

A SCUOLA DI MNEMONICATra le tante attività che si praticano all’Asilo dei Nonni, la più importante, e molto seguita dai nostri nonni, è la “mnemotecnica”, una pratica volta a sollecitare ed aiutare la memoria che, con l’età, tende ad affievolirsi sempre più.

Una delle nostre OSS, Francesca, è molto bra-va nel coinvolgere i nostri nonni allo scopo di potenziare ed agevolare la loro capacità di ri-cordare. La foto che segue è stata scattata la scorsa settimana.

36 LA VOCE DEI NONNI | 11

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

FISIOTERAPIA DI GRUPPOAll’Asilo dei Nonni il servizio di Fisioterapia , il cui scopo è di mantenere e migliorare il grado di autonomia degli anziani attraverso la pratica di riabilitazione individuale e/o di gruppo, è affidato a Stefano, un fisioterapista di provata esperienza. Durante l’attività di fisioterapia vengono proposti esercizi finalizzati al rinforzo della muscolatura, al miglioramento della mobilità articolare e del-la coordinazione. Fare attività fisica per l’anzia-no significa camminare, movimento dolce, fare piccoli esercizi assistiti di equilibrio, esercizi con l’uso di adeguati ausili.

Qui di seguito alcune delle attività svolte:• Riabilitazione adeguata alla patologia specifica dell’ospite• Deambulazione assistita

• Addestramento all’uso degli ausili• Mobilizzazione articolare• Insegnamento di posture corrette• Ginnastica di gruppo (un vero e proprio mo-mento di attività fisica e di socializzazione).

Dopo un’accurata fase conoscitiva dell’ospite, il fisioterapista, confrontandosi con gli altri opera-tori del Centro (I.P. e OSS) definisce un program-ma riabilitativo individualizzato, improntato al miglioramento delle capacità residue dell’ospite, sempre nel rispetto delle sue esigenze, dei suoi tempi e del suo profilo caratteriale. Nel caso in cui un ospite abbia subito un trauma, un’operazione chirurgica o presenti patologie in fase acuta, l’intervento del fisioterapista è indivi-duale.

37NOVEMBRE | 2019

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FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

GITA A S. GIOVANNI ROTONDOE S. MATTEO IN LAMISIl 1° novembre, accompagnate dalla RAA Mariasilvia e dalla Presidente Luisa Corazza, alcune nostre nonne hanno partecipato al pellegrinaggio alla Basilica di San Padre Pio da Pietralcina e a San Mauro in Lamis, alla Grotta di San Michele Arcangelo. Di seguito le foto ricordo di questa bella gita.

38 LA VOCE DEI NONNI | 11

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L’ANGOLO DEGLI

AFORISMI

È un vero peccato che impariamo le lezioni

della vita solo quando non ci servono più.

Oscar Wilde

Rallenta e goditi la vita. Non è solo il paesaggio

che perdi, andando troppo veloce. Perdi anche

il senso di dove stai andando e perché.

E. Cantor

Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare

e motivi per rimanere.

Dalai Lama

Un fatto è la cosa più cocciuta del mondo.

Michail Bulgakov

La vita è come una bilancia: da una parte vi è

la ragione, dall'altra il cuore. Sta a noi cercare

di non perdere l'equilibrio.

Gabriele Martufi

Tutta la vertità, tutta la delizia, tutta la bellezza

della vita è composta d'ombra e di luce.

Lev Tolstoj

La vita è un viaggio

e chi viaggia vive due volte.

Umar Khayyam

Il tempo per leggere, come il tempo per amare,

dilata il tempo per vivere.

Daniel Pennac

Chi non ha mai frettatrova il tempo per tutto

Mikhail Bulgakov

l’aforisma del mese

FOTOCRONACA DELLE ATTIVITÀ DEL CENTRO

39NOVEMBRE | 2019

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L’ANGOLO DELL’

UMORISMO

QUAL’ È IL COLMO… …per un paracadutista?- Cadere dalle nuvole!…per un Testimone di Geova?- Andare in vacanza a Cattolica!…per Babbo Natale?- Avere un figlio che si chiama Pasquale!…per l’inventore della biro?- Rimetterci le penne!

CHE DIFFERENZA C’È……fra una pulce e un elefante ? - Si vede subito che l'elefante è grigio!!!

“Giannino, preferiresti avere un fratellino o una sorellina?” “Mamma, se posso scegliere un regalo io preferirei la bicicletta! ”

Tra amiche:"Finalmente sono riuscita a togliere a mio marito il vizio di mangiarsi le unghie!” “E come hai fatto?" "Gli ho nascosto la dentiera!”

Poco prima del matrimonio, un papà va dal fidanzato della figlia: "Ragazzo, tu sarai in grado di mantenere una famiglia?” "Ma certo!” "Ottimo, figliolo! Siamo in nove!”

“Papà, è vero che le bestie cambiano la pelliccia ogni anno?”“Zitto, Marco, non farti sentire dalla mamma!"

40 LA VOCE DEI NONNI | 11

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Mercatissimo di Beneficenza

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si terrà il7 dicembre 20197 dicembre 2019 dalle 8,00 alle 18,30

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ASILO DEI NONNI - S.GIOVANNI PAOLO II

Sabato 14 dicembre 2019 ore 12.30

201 9

Pranzodi Natale

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ASILO DEI NONNI - S.GIOVANNI PAOLO II

Sabato 14 dicembre 2019 ore 12.30

Menù Parmigiana di melanzane

* * *Cappelletti in brodo di cappone

* * *Polpettone con puré di patate

* * *Salsiccia arrosto con “spaghetti" di verdure

* * *Tiramisù con Pandoro e Strufuli

* * *

Vino * Spumante * Liquori

Intrattenimento musicale:

Trio di Violini Vlad Iftode

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LA POSTA DEL DIRETTORE

Carissimi lettrici e lettori,

Natale bussa alla porta e noi dell’Asilo dei Non-ni ci apprestiamo a festeggiarlo come ormai da anni con il tradizionale “Pranzo di Natale” che quest’anno avrà luogo sabato 14 dicembre e che si avvarrà ancora una volta dell’intratteni-mento musicale dell’eccezionale trio di violini di Vlad Iftode.

Natale è un giorno speciale, un giorno in cui noi tutti siamo invitati ad aprire il nostro cuore ai fratelli, a perdonare le offese ricevute trasfor-mando il risentimento in perdono.

Il Signore ci chiede di accoglierLo nelle persone che Lui ci fa incontrare e ci invita a tendere la mano a chi ci sta accanto e a condividere con i fratelli bisognosi le loro aspettative ed i loro bisogni.

Il “Pranzo di Natale” all’Asilo dei Nonni, riflet-te appieno il vero significato di questa festività che, da sempre, crea quella magica atmosfera di pace, fratellanza, bisogno di donare e di do-narsi all’altro che si trova in difficoltà; bisogno di esternare sentimenti di pace e di amore per tanto tempo posti in letargo a causa di insana-bili dissidi che dividono le famiglie provocando rancore e odio.

Vi attendo numerosi a festeggiare questo San-to Natale assieme ai nostri nonni e a ricevere il Bambino Gesù che bussa alla nostra porta e ci invita ad accoglierLo!

Un affettuoso abbraccio,Giuseppe Russo

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Sull’Argine destro del fiume Montone (linea di confine tra la provincia di Ravenna e quella di Forlì), nel cuore rurale della Romagna, da oltre 200 anni sorge l’antica Trattoria da Luciano.

Un tempo osteria di passaggio e luogo di ristoro frequentata da viandanti e birocciai, grazie alla sapiente conduzione famigliare di padre Luciano, madre Mina e le figlie Nadia e Sandra, la trattoria da Luciano è oggi punto di riferimento per tutti gli amanti della miglior cucina della tradizione romagnola.

Unica quanto rara, custode di sapori autentici ormai dimenticati e di una saggia esperienza, la cucina propone i piatti della tradizione con un pizzico di genuina creatività: la sfoglia per la preparazione della pasta si tira ancora a mano e i sughi si preparano con ore ed ore di paziente lavorazione, con materie prime freschissime, pro-venienti esclusivamente dal bacino locale.

La verde campagna antistante, l’orto con le verdure, il pollaio all’aperto, le caprette, le oche e i pulcini sono la cornice di questo angolo di Romagna dove si respira quella famigliarità che fa sentire ogni ospite come a casa propria.

Così, come per incanto, ad ogni piatto ritroverai gli antichi sapori di una volta. Quelli della tua infanzia, quando la nonna in cucina tirava la sfoglia con uova di giornata.

Scritto da MARIO...un Cliente della Trattoria da Luciano

Trattoria da“Luciano”

Via Fiume Montone, 1 - Ponte Vico - 48026 Russi (RA)Tel./Fax 0544 58 13 14 - Cell. trattoria 340 72 42 771 (dalle 9,00 alle 20,00)

www.trattoriadaluciano.it

• uscita da Ravenna seguire indicazioni Russ-Prada

• da Faenza per Prada (via Provinciale)

• da Forlì per Villafranca (via Lughese) prodeguire fino alla Trattoria

N.B. per i satellitari NON seguire via Montone 1

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Vini DOC, DOCG, classici della RomagnaChardonnay, Sauvignon bianco e Cabernet

Az. Agr. Colombina di Garofoli LucianoVia Trò Meldola, 1541 • 47032 Loc. Fratta Terme • Bertinoro (FC)

tel./fax +39 0543 460658 • mail: [email protected] • www.colombina.it

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Centro Diurno Assistenziale e Comunità Alloggio

ASILO DEI NONNIS. GIOVANNI PAOLO IIVia Ravegnana, 737 - COCCOLIA (RA)Tel. 0544 569177 - Fax 0544 239947

e-mail: [email protected] site: www.asilodeinonni.eu