Medaglie - PATRIMONI D'ARTE

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www.patrimonidarte.com Strumenti della storia e simboli del potere N°5 | MARZO 2021 PATRIMONI D’ARTE CULTURA Medaglie

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Strumenti della storiae simboli del potere

N°5 | MARZO 2021

PATRIMONI D’ARTE

CULTURA

Medaglie

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PATRIMONI D’ARTE

UNA STORIA

MILLENARIA

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Medaglia: moneta antica o fuori corso

Con la parola medaglia si identifica un oggetto non destinato ad essere

usato come valore di scambio poiché mancante del valore facciale e soprattutto coniato ed emesso principalmente da privati, poche volte da stati, per celebrare o commemora-re particolari eventi o episodi importanti. La loro funzione principalmente celebrativa permette di realizzarle con di-mensioni più grandi rispet-to alle monete, con cui perciò non vanno confuse, e la loro circolazione è minore nonché i segni del tempo e dell’uso che potrebbero rovinarne l’aspet-to.

Il termine medaglia lo si ritrova per la pri-ma volta in volumi

toscani del XIII secolo, con il valore di moneta antica o moneta fuori corso. Per l’antiquario Enea Vico medaglia doveva essere una pa-rola che descriveva con più prestigio la mone-ta, anche se per alcuni quelle realizzate

in bronzo avevano il solo scopo di essere donate. Nonostante in latino non vi fosse un termine vero e proprio per definire le medag-lie, la loro diffusione ebbe inizio proprio in e- poca romana, utilizzate dagli Imperatori come mezzi di propaganda e diffusione di notizie su l’Impero.

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PisanelloUNO DEI PIÙ GRANDI MEDAGLISTI DI TUTTI I TEMPI,

FORSE IL MIGLIORE DI SEMPRE

ChiFu Pisanello, pseudoni-mo di Antonio di Puccio Pisano il primo nel Rina-scimento a reinventare la medaglia così come lo concepiamo ancora oggi: un ritratto sul rec-to e un’impresa simboli-ca, sul verso.Nel 1438 fonde il bron-zo per dar vita ad una medaglia dell’Impera-tore Giovanni VIII Pa-leologo che si trovava in Italia per una campagna in cui trovare alleati con-tro gli Ottomani. Era dal tempo dei romani che non compariva il vol-to di un personaggio pubblico su di un co-nio, tantoché il modello della rappresentazione è mutuato da quello im-periale, con l’uomo raf-figurato di profilo.

ComeMolti sono stati i signori delle corti italiane che han-no preso spunto dall’iniziativa di Pisanello e si sono fatti ritrarre in seguito su medaglie bronzee, tra i quali spiccano i nomi di Gianfrancesco e Ludovico Gonzaga, Sigismondo Pandolfo e Novello Malates-ta, Leonello d’Este ed Alfonso V d’Aragona. Queste medaglie presentano sul dritto il signore rappre-sentato di profilo mentre sul rovescio, e l’innovazi-one di Pisanello fu proprio questo, riprendere la classicità inserendo allegorie e figure fortemente simboliche, insieme a motti e decorazioni araldiche al fine di celebrare e rendere prestigio alla figura.

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La grandezza dell’opera era decisa in base all’impor-tanza della persona sopra raffigurata: circa 10 cm di diametro per quelle dei signori italiani, dell’impe- ratore Paleologo e del re Alfonso mentre quelle per- personaggi di corte minori e quelle per i grandi lette-rati sono tra i 6 gli 8 centi-metri circa.

Quelle per Leonello d’E-ste invece hanno una fog-gia eccezionalmente pic-cola. Tutta la produzione di Pisanello conta di pochi pezzi per medaglia; una lettera del 1448 composta da Leonello d’Este parla di solo due esemplari per la medaglia di Pier Candido Decembrio. Il numero per ogni opera si attesta sulle decine di copie che erano distribuite presso le altre corti e all’interno del pro-prio stato. LeParticolarità

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Medaglie come propaganda e

commemorazione

Modelli in cera e colate in bronzo

Pisano era innanzitutto un pittore e non un incisore, perciò iniziava la lavorazi-one dando vita a modelli in cera creando così dei rilievi sulla medaglia. Le medaglie quindi avevano origini dai modelli in cera che erano la base per gli stampi utiliz-zati per le colate in bronzo.

Abbandona quindi la co-niazione che verrà ripresa solamente secoli più tardi ricordando la tradizione ro-mana. Importante sottoli-neare come tutte le meda-glie prodotte da Pisanello presentassero impressa la sua firma OPVS PISANI PIC-TORIS.

Dal XV secolo la rea- lizzazione di medaglie prese piede in tutte le corti europee e tra i collaboratori dei re-gnanti. Tra i medagli-sti celebri sono il Caradosso, Leone Leoni, Benvenuto Cel-lini e Conrad Bloc. Con il Cinquecento la lavorazione del-le medaglie subisce profondi cambiamen-ti e si passa così dalla medaglia fusa a quella battuta. La medaglia diventa così un modo per i personaggi im-portanti di traman-

dare la loro immagine anche grazie alla faci-lità di riproduzione di questi oggetti. Tra il XIX e il XX secolo le medaglie diventano poi importanti vettori per celebrare eventi di grande portata pub-blica e per il loro uso nella propaganda po-litica come nell’Impe-ro Napoleonico o nella Russia dei Soviet, ma anche come onorifi-cenze da consegnare a chi si è distinto per atti di coraggio o de-dizione ai valori della Patria.

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La MedagliaMiracolosa

Una giovane novizia e la Vergine Maria

La storia della medaglia miracolosa na-sce grazie alla figura di Caterina Labouré, divenuta Santa nel 1947 per volere di Papa Pio XII. La donna nasce in Francia il 2 mag-gio 1806 da una famiglia di contadini facol-tosi, e nonostante il dovere di prendersi cura della casa dopo la morte della madre la sua vera vocazione è sempre stata quella di prendere il velo, in contrasto anche con l’opinione paterna.Dopo alcuni anni trascorsi a lavorare pres-so la locanda del fratello trova accoglienza presso un ospizio delle Figlie della Carità e riesce finalmente ad ottenere il consen-so da parte del padre per poter entrare in seminario, cosa che fa il 21 aprile 1830 a Parigi, in Rue du Bac. Durante il suo peri-odo da novizia ha diverse visioni soprat-

tutto della Vergine Maria che il 18 luglio 1830 le appare nella cappella del convento indicandole che dovrà essere forte poiché a lei era stata assegnata una “missione”. Nello stesso anno la Madonna le appare nuovamente e questa volta la visione del-la Madonna è corredata da una precisa iconografia: la Vergine è infatti in piedi su un globo mentre raggi luminosi si dirama-no dalle sue dita. Nella visione Caterina riceve un disegno che dovrà replicare su di una medaglia, che messa al collo dei fedeli avrebbe portato loro le grazie più grandi, e le viene anche indicato dalla stessa Vergine la frase da inserire sulla medaglia: “O Ma-ria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”.

La donna non viene inizialmente presa sul serio e solo nel 1832 l’Arcivescovo le concede di poter co-niare la medaglia che riceve poi dal popolo l’appel-lativo di “miracolosa” per i numerosi miracoli avve-nuto grazie ad essa. Nel 1835 l’ormai Suor Caterina viene inviata all’ospizio di Enghien dove si occuperà di persone anziane indigenti tenendo sempre na-scoste le sue passate visioni fino ai suoi ultimi mesi di vita nei quali confessa alla sua superiora di essere proprio lei la veggente della medaglia.

1832: coniata la medaglia che il popolo chiamerà miracolosa

Ma cosa è rappresentato sulla medaglia Miracolosa?

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La medaglia è stata protagonista anche di una conversione che ha del miracoloso: il 20 gennaio del 1842 infatti l’ebreo agno-stico Alfonso Ratisbonne sta passeggian-do tra le vie di Roma quando viene colpito da una luce proveniente da una cappel-la della chiesa di S. Andrea delle Fratte. Entrando scorge sull’altare la figura della Vergine Maria e si rende conto che l’im-magine che sta vedendo è del tutto uguale a quella impressa sulla medaglia miracolo-sa che ha al collo, donata a lui da un amico di fede cattolica. Il Miracolo della visione porta Ratisbonne alla conversione e con-ferma le doti miracolose della medaglia.

Sul fronte vi è l’immagine della Vergine Maria che con i piedi preme una testa di serpente , riprendendo il passo bibli-co che parla dell’inimicizia tra la don-na e il serpente. Dalle mani di Maria si irradiano invece raggi di luce simbolo di grazia divina. Sempre sul dritto vi è apposta l’invocazione che la Madonna consegnò a Santa Caterina Labouré nella sua visione. Sul retro della medaglia invece vi sono la M di Maria che regge la Croce sim-bolo di Cristo, a sottolineare il legame materno e spirituale indissolubile che vi è tra Maria e suo Figlio Gesù Cri-

sto, solo tramite loro gli uomini pos-sono accedere alla Salvezza, con Maria testimone e partecipante diretta della sofferenza del proprio figlio morto in sacrificio per tutti noi uomini. Il Cuo-re con la corona di Spine rappresen-ta invece il Sacro Cuore di Gesù così come quello trafitto dalla spada indica il Cuore Immacolato della Vergine. In-fine, le 12 stelle sul rovescio stanno a simboleggiare le 12 tribù di Israele, ma anche i 12 apostoli e sono un richiamo ad uno dei più antichi appellativi del-la Vergine, quello di Maris Stella ossia Stella del Mare.

Ma cosa è rappresentato sulla medaglia Miracolosa?

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