MATTEO PORRU LA STORIA DI LILLYcon un cottage un pò antico, che ha una splendida veduta sull'oceano...

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DALLO SCRITTORE DI "THE MISSION" E "SENTIRAI LA MIA MANCANZA" MATTEO PORRU LA STORIA DI LILLY Romanzo

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DALLO SCRITTORE DI "THE MISSION" E "SENTIRAI LA MIA MANCANZA"

MATTEO PORRU

LA STORIA DI LILLY

Romanzo

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Per Alessia

Correzione bozze a cura di ALESSANDRA romito

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PREMESSA

Non esiste nessuna Lilly Salt. Questo personaggioè solo il frutto della mia immaginazione, che hovoluto condividere con voi lettori. Ho pensato cheognuno di noi ha un lato che non vuole far vedere,dei segreti, nascosti nei posti più svariati. E ilromanzo parla proprio di questo. Parla di quelloche vogliamo far vedere e di quello che vorremmorimanesse dietro la "maschera", delle tentazioni,delle confessioni, dell'amore e dei dubbi. Non so se sia mai esistita una persona come Lilly,non so neanche se qualcuno ha il suo carattere, lesue particolarità. State per leggere un romanzoinventato, ma leggetelo come se fosse vero, come seLilly, in realtà, fosse dentro di voi.

MATTEO PORRU

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I

Hollesley, Pound Street, 31, il vicolo che si apreda Stratford Street. Cinquecento metri di vialealberato (dove la mattina i raggi del sole filtranorendendo quella strada quasi magica) terminanocon un cottage un pò antico, che ha una splendidaveduta sull'oceano : casa Salt.13 Marzo 1954, ore 12, cielo sereno, con qualchenuvola dipinta sopra. Lindsey è in cucina, preparail pranzo in attesa che Robert torni da lavoro. Lilly è la, fra le margherite di quello splendidogiardino, distesa sul prato. Guarda le nuvole eassegna a ciascuna un nome "Bunny, Sunny,Timmy, Jonny..." Aveva un abito leggero. Stranoda dire (soprattutto in Inghilterra), ma quel Marzoera più caldo, molto più caldo del solito.La bambina si è alzata, insieme a qualche fogliache era rimasta attacata alla gonnellina, ed eraandata a prendere Billy, il suo violoncello. Erachiuso in uno sgabuzzino di legno che avevacostruito lei col padre quando aveva 7 anni. Amava suonare quel violoncello. Lindsey quandola figlia suonava, smetteva di fare qualunque cosae ascoltava...e ogni volta che l'archetto poggiavasu quelle corde emetteva un suono diverso, quasi

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paradisiaco. Pareva che suonasse per il mare, cheper qualche istante, cessava le onde. Quel giornoc'era una leggera brezza, che muoveva appena ibiondi capelli di Lilly. Una brezza che leaccarezzava le guance e amplificava leggermenteil suono del violoncello. Suonava ad occhi chiusi,come se volesse restare sola : lei e Billy.Tutto d'un tratto la bambina sentì una voce "Miscusi, signorina, avete visto mia figlia ?" "Non mipare, me la descriva" disse lei, che avevachiaramente riconosciuto la voce del padre"Vediamo...ha i capelli biondi ricci lunghi più omeno fino a qui, fino alla spalla, occhi verdi conqualche tratto giallo e...aspetti un attimo, lei èidentica !" "Davvero ? Come si chiama suafiglia ?" "Oh cielo, non ricordo ! Ehm...Karen ?""No !" disse la bambina "Julie ?" "No, andiamo,riprovi !" "Non è così facile, sono sicuro di avereun nome speciale per lei, ma non ricordo quale !""Potrebbe essere Milly ?" "Oh cielo, si ! Milly !Grazie infinite ! Come potrei ricompensarla ?""Anche con un bacio se vuole" I due scoppiaronoa ridere. Lindsey uscì e vedendo il marito (cherientrava solitamente un ora più tardi) disse "Chebello ! Hai fatto presto oggi ?" "Beh, non proprio"disse lui, che cercava di grattarsi la spalla sinistra

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con la mano destra. "In che senso ?" "E' un pòcomplicato da spiegare". Dopo qualche istante disilenzio esclamò "Su forza ! Andiamo amangiare ! Milly tesoro, metti a posto Billy e ciraggiungi ?" "Certo, arrivo !"Entrarono in casa. Sulla tavola erano già prontitre piatti di pasta al sugo belli caldi. I tre, dopoessersi seduti (com'era solito fare in casa Salt),pregarono. Subito dopo aver finito, Lilly siprecipitò letteralmente sul piatto di pasta. "Beh, buon appetito, cara !" disse Robert conl'acquolina in bocca "Ehm...grazie" risposeLindsey con tono fievole. Non toccò cibo."Lindsey cos'hai ?". La donna si alzò "Lilly,tesoro, puoi uscire un attimo ?" "Si chiama Milly"disse Robert "Vabbè è uguale papà !" "No, non èuguale, cara" "Lilly per cortesia..." "Si chiamaMilly porca puttana !" La bambina, spaventatadalla ferocia del padre, uscì fuori, ma si sedetteaccanto alle pareti della casa, per poter ascoltare.

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II

"Fate la carità, fate la carità al povero Louis !"diceva quello zingaro. Robin passeggiava con ariaindifferente. Aveva 11 anni, ma per la suastupidità ne dimostrava 2. Aveva una sola fortuna.Il padre era primo violoncello nell'orchestrasinfonica di Londra e faceva lezioni private,quindi oltre al salario mensile, portava via ai suoistudenti 50 sterline a lezione "Mattone dopomattone, verrà fuori il partenone" era il suo detto.Il ragazzo si dirigeva verso Upon-Avon Street,52, la casa della sua (se possiamo chiamarla così)fidanzata, Sarah Sharon. Salì le scale e suonò ilcampanello. Aprì la porta la ragazza stessa "Che vuoi ?""Cos'hai ?" "Non sono tenuta a dirtelo" "Ma cosastai dicendo tesoro mio ?" "Tesoro lo dici a quellaputtana di Juliè Nelson !" e la ragazza gli chiusela porta in faccia. "Sarah conto fino a tre ! Sesupero il tre me ne vado !" Cominciò "Uno...""Due..." "Tre..." e dopo un pò "Quattro..." Quando era ormai arrivato a 24, si allontanò,circondato dai gas di scarico delle macchine chegli passavano attorno.Non avendo nulla da fare, si avviò verso casa sua

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"Alleluia ! Tornato presto !" disse la madre.Robin non parlava, era tutto imbronciato. Avevagli zigomi arrossati, gli occhi lucidi e la giacca unpò sporca di ghiaia. Si tolse il cappotto e sidiresse in camera sua. Arrivato, si sdraiò sul letto.Dopo aver pianto (ma non tanto), chiuse a chiavela porta. La stanza sonora del padre era affiancoalla camera del ragazzo. In quel momento, ilpadre entrò, si sedette e prese il suo violoncello.Lo accordò, avendo cura di non danneggiarel'anima, allungò il puntale e prese l'archetto.Iniziò a suonare un pezzo che Robin aveva sentitotante volte, una canzone che suonava un piccologruppo locale, "Don't cry for her, guy !" Parevache le note del violoncello volassero insieme adalcuni uccelli sopra delle cascate. Robin chiusegli occhi e si lasciò guidare dalla musica. Quando il pezzo terminò, il padre iniziò a parlare"Io oggi riprendo le lezioni. Se vuoi puoi aiutarmia fare qualche cosa" "No grazie" "Robin io sotutto riguardo a Sarah" Ci fu un minuto disilenzio tombale "Non devi preoccuparti, sieteragazzi, la soluzione la troverete di sicuro epoi...Robin hai 13 anni ! Vivi la vita ! E ricordatiche la vita è fatta di esperienze...e che ogniesperienza è un mattone" "Mattone dopo

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mattone..." "verrà fuori il partenone" Dopoqualche minuto, il ragazzo aprì la porta e sidiresse giù dalla madre in cucina. "Posso aiutartia fare qualcosa ?" "Si Roby, ci sono delle caroteda pelare là, sul tavolo"

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III

La discussione continuava "Ecco allora dove eridomenica scorsa, puttana !" era solo una dellefrasi che facevano vibrare i vetri. Lilly era ferma,stesa a terra, impotente. Poteva solo ascoltare. Adun certo punto si sentì un gemito. Poi, un urlo : lavoce del padre "Cristo, cosa ho fatto ?". Labambina entrò in casa. La madre era distesa aterra, con un coltello piantato sulla gamba. Eraancora viva. Guardava la figlia con i suoi occhi diplatino : parlavano da soli. Robert era accasciatoa terra, immerso nelle sue stesse lacrime. Lapancia della madre smise di muoversi."Milly..." cercava di dire Robert alla figlia "Và asuonare..." la bambina restava ferma "Va asuonare, cazzo !". Lilly, spaventata, corse aprendere Billy. Suonò un pezzo di una malinconiastruggente. Finita l'esecuzione, appoggiòl'archetto e corse in casa. Suo padre non c'era più."Papà dove sei ?" urlava la bambina, che correvasu e giù per le scale. Era in bagno, stava facendouna doccia "E adesso ?" "Milly, tesoro mio, saitenere un segreto ?" "Certo" Robert, con quantavoce possibile, disse "Mi hanno licenziato. Lamamma la vedremo dentro una cassa di legno fra

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meno di un giorno. Non credo ci sarà un adesso,forse neanche un dopo, forse neanche un ora" Labambina, stremata, abbracciò il padre.Due giorni dopo, ai funerali della madre, Lillycambiò. Non era una bambina, neanche unavioloncellista, ma solo una figlia di nessuno. Daquella risata fatta qualche pomeriggio prima, labambina non ha più riso col padre. Da quellastraziante confessione nella doccia non gli ha piùparlato e, da quell'immagine della madre morta,non ha più preso un coltello in mano.Rimaneva un buco che nessuno poteva colmare.Lilly cambiò. Non era più Lillian, nè Milly,Lilly...era Lindsey, Lindsey Salt."Ti ho portato la colazione""Non ho fame, esci""Vabbè, te l'appoggio qui, sul tavolo""Tanto non mi verrà fame""Almeno un regalo posso fartelo ?""No""Invece sì. Ho trovato lavoro e ho contattato uninsegnante di violoncello. Inizierai domani""Davvero ? Ah, che lavoro hai trovato ?""Meccanico"

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"Sicuro di voler venire, Robin ? Poi ti annoi !Quella bambina un violoncello non l'avrà maivisto in vita sua !" "Ma sì, vengo" "Va bene, masappilo : Hollesley è lontana"

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"Mi raccomando, Milly !" "Mi chiamo Lindseypapà !" "Ok, Lindsey...sii educata e non faresubito un preludio di Bach o cose così,quell'uomo non sa che sei bravissima"Bussarono alla porta "Eccolo !" Robert si trovòdavanti un uomo alto circa un metro e settanta,con i capelli neri lunghi fino a metà collo"Buonasera maestro !" "Buonasera, signor Salt,mi sono permesso di portare con me mio figlioRobin" "Prego, entrate pure !" Il maestro siaccomodò sulla poltrona davanti al camino.Robert gli versò un bicchiere d'acqua"Lind...Lilly, scusi, sarà qui fra un attimo. E'andata a prendere il violoncello" "Sua figlia hagià iniziato a suonarlo ?" "Invero sì, è anchemolto brava !" "Lo dicono tutti i genitori ai figli""Si, ma lei è davvero bravissima !" "Se permette,signor Salt, sarò io a giudicare il grado diesperienza di sua figlia" Eccola lì, Lilly, con il

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suo violoncello. Quando entrò, salutò il maestro esi sedette su una sedia di legno, quella in cui disolito si sedeva Lindsey. Robin stava girovagandoper la casa. Alla vista di Lilly, la seguì. Il maestroiniziò "Dunque, come sai, il violoncello è uno..."Lilly non lo ascoltava "Ascolta mia cara, se miascolti continuiamo, sennò prendo armi e bagaglie me ne vado !" "Papà, l'archetto !" Robert avevagià capito tutto. La bambina suonò qualcosa diindescrivibile, uno di quei brani che durano dueminuti e mezzo e che ti lasciano a bocca aperta.Quelli che hanno pizzicato e strofinato. Alla finedell'esecuzione erano tutti a bocca aperta."Meno male che non aveva mai visto unvioloncello in vita sua !" disse sghignazzandoRobin. Il maestro non parlava. Poi, dopo qualcheminuto di silenzio disse "Bene, forse hai più tu dainsegnare a me !" Lui si alzò, prese il suovioloncello e, dopo averlo messo dentro lacusodia, salutò la bambina e Robert. Quest'ultimochiese al maestro "Quanto le devo ?" "La bravuradi sua figlia paga per lei" Si tolse il cappello e cisalutò "Vieni, Robin" "Aspetta pà !" Il ragazzovoleva conoscere Lilly "Ciao, io sono Robin !""Lindsey, piacere" "Ma non ti chiamavi Lilly ?""Si, lunga storia" "Complimenti, era davvero

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molto bella, straordinaria, oserei dire..." Ma inrealtà non si riferiva all'esecuzione, ma allabambina ! "Grazie, ma non è difficilissimoimparare, potresti farcela anche tu !" Robinarrossì. Il padre lo richiamò "Devo andare...apresto, Lindsey" disse con aria timida ma sicura.Dopo la partenza della macchina, la bambinasorrise "Non avevo mai visto un violoncello invita mia..."

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IV

La vita nei giorni seguenti continuò normalmente.Lilly, come al solito, tornava da scuola versomezzogiorno, con lo zaino pieno di libri. Robertera a casa ; la aspettava, con il pranzo appenacucinato. Robin ? Anche lui, come al solito.Tornava da scuola e la madre era lì, già seduta intavola, con le mani sporche di farina. Mangiava epoi si chiudeva in camera sua. Il ragazzo avevaun diario e ogni giorno scriveva una pagina

Caro amico mio,

Lo sai, da quando Sarah mi ha lasciato mirisento solo. E' terribile. Per una volta che eroriuscito a fidanzarmi...ora tornerò ad esserelo sfigato di sempre. Michael continuerà atirarmi palle di carta adosso, tutti avrannocompagnia di una ragazza e...io non piùE' inutile continuare a fare il figo, perchè nonlo sono più, forse non lo sono mai stato.Una settimana fa sono andato con mio padreda una ragazza che voleva (in teoria)imparare a suonare il violoncello. Quando ha

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preso l'archetto...Dio, non puoi capire chebella la musica ! E papà aveva detto chesicuramente non aveva mai visto unvioloncello in vita sua ! Sono scoppiato aridere ! Non so bene se si chiama Lilly,Lindsey...lo scoprirò senz'altro. E' bellissima.

Ti tengo aggiornatoRobin

Quella giornata era diventata nuvolosa, ma nonpioveva ancora. Le nuvole giocavano adacchiapparello, si muovevano velocissime.In casa Salt c'era un silenzio quasi tombale. Lillyera in camera sua, guardava dalla finestra ilcortile. Chissà cosa immaginava, io non lo so, mala vedevo, piangeva...beh, più o meno. Le lacrimesfioravano il suo viso, ma nessun gemito, nulla,dico, nulla ! Pareva un pianto in silenzio. Robert leggeva il giornale. Nella cronacatrionfava l'agghiacciante titolo

UCCIDE LA MOGLIE DAVANTI ALLA FIGLIARobert Salt uccide la moglie dopo una lite. Il giudice "Almeno 20 anni"

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Dopo aver letto l'articolo con le lacrime agliocchi, Robert prese un fiammifero e bruciò lapagina "Milly non deve sapere nulla" diceva frasè e sè.

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V

"Papà, ma perchè devo andare dalla nonna aLondra ?" diceva stordita Lilly al padre. Non èfacile inventarsi una scusa in questi casi "Hotrovato lavoro in Francia, amore mio. Tempo...""Tempo ?" "Insomma, fra qualche..." "Su, fraqualche ? Mese ?" "Ehm, no" "Anno ?" "Invero..." Lilly era confusa "Suvvia, amore mio,andiamo : nonna Margaret ci sta aspettando !" Il viaggio, lungo e faticoso, finì alle 8 di sera. Londra, Rosberg Street, 63. Ore 20 : 54 "Ecco latua nuova casa, tesoro" Robert suonò ilcampanello e corse via, lasciando la bambina soladavanti al portone "Papà !" gridava Lilly. Il padretornò indietro, accarezzò il viso della bambina ele disse "Non temere Milly, andrà tutto bene.Tornerò presto" e le baciò la fronte. Poi tirò fuoridalla tasca un orologio da polso. Lo diede a Lilly"Ogni volta che guarderai quest'orologio, guardabene l'ora, e ricordati che tuo padre era quidavanti a te e che andava tutto bene" "Papà, hopaura" "Non devi averne, amore" "Ok, va bene"La baciò un' ultima volta. Andando via a passolento disse fra sè e sè "Addio, principessa"La porta della casa si aprì di botto. Una signora di

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70 anni (decennio più, decennio meno) con unavestaglia rosa-magnolia e la cuffia da sonno dissea Lilly "Sei tu mia nipote ?" "In vero..." rispose labambina "Suvvia, entra, c'è freddo qui fuori"Lilly entrò e appoggiò le borse vicino alla portad'ingresso "Vieni con me, cara" la bambina seguìla nonna al piano superiore, dove un mobile dilegno e un materasso con due coperte sopradelimitavano la 'camera da letto' "Accomodati,cara" Lilly si guardò intorno "Starò bene qui,grazie, nonna Margaret" "Prego Lilly, cara. Haifame ?" "In vero, un languorino !" "Vieni giù, hopronto per te un coperto !" "Bene !""Minestra di verdure..." "Suvvia, l'ho fatta io !"Sul piatto galleggiavano trionfanti due carote e unbroccolo "Domani, signorina, vai a scuola !""Dove ?" "Qui, a Londra !" "E...Hollisley ?""Chissà se ci tornerai..." "Certo ! Papà mi hapromesso che tornerà" Margaret guardò constupore la bambina "Certo...che sciocca ! Perchènon...andiamo a letto ? Domani sveglia alle 6 !""Alle 6 ? Io di solito mi alzavo alle 7" "Qui tialzerai alle 6. Ora và a letto, MARCH !" Labambina, un pò demoralizzata, andò in camera"Ah, se senti dei rumori durante la notte, forsesono alcuni topi ; buonanotte !" "Buonanotte,

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nonna Margaret !" La signora chiuse la portadella camera.La notte per Lilly non fu semplice.Si addormentò e risvegliò più volte, ma non presemai sonno completamente. Quando forse si stavaper addormentare davvero erano le 5 : 59.A due isolati di distanza, Robin dormivaprofondamente. Suo padre, al contrario, era giàsveglio : doveva prepararsi per un concerto dimattina presto a Chicago. Sorto il sole, Lilly,come faceva solitamente, fece colazione con tè,biscotti allo zenzero e un sorso di spremutad'arancia...più o meno. Diciamo che non c'era tèe...i biscotti neppure...c'era solo la spremuta.Dopo averla bevuta, una lavata veloce di denti,viso mani e piedi, e già era fuori di casa.Alla King Alfred school si respirava un'ariadiversa da Hollisley. Tutti gli studentisembravano usciti dalla lavatrice. Perfetti :pettinati con la riga a sinistra, abito in giacca ecravatta per gli uomini e per le donne uniformescolastica e gonna rigorosamente lunga. Lillyentrò e chiese alla reception "Scusi, sono nuova,dove devo andare ?" "Come ti chiami ?" disse lasignora in tono glaciale "Nome completo o no ?""Dimmi il tuo nome peste, non quello che vorrestiavere !" "Lillian Mae Salt" "Ah, eccoti, 4C,

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seguimi" La bidella portò la bambina in unaclasse in fondo al corridoio principale, sulladestra "Signora Grace, c'è quella nuova" "Lafaccia entrare pure !" disse l'insegnante. Lillyentrò nella classe. Ci saranno stati 20 ragazzi"Scusi, ma non dovremmo essere tutte fem...""Senti bella, non so se andavi nelle scuole tipoHollisley, quelle schifose, putride...bleah, fermeall'età dei Romani "In vero, io vengo daHollisley" L'insegnante degluttì, sospirò, poi sialzò e disse alla bambina "Senti cara, qui ormainon ci sono distinzioni fra maschi e femmine,chiaro ?" "Va bene" "Ora vieni che ti presento allaclasse..." Le due andarono davanti alla cattedra"Ragazzi, vi voglio presentare la vostra..." In quelmomento un ragazzo entrò sudato e abbastanzaaffaticato dalla porta "Scusi il ritardo !" esclamòcon tutto il poco fiato che aveva. Lilly lo guardòbene : era Robin ! "Robin !" esclamò Lilly"Lindsey !" esclamò lui col sorriso "Che ci..." "Lechiacchere dopo ! Weldon, seduto ! Dicevo, lei èLillian Mae Salt, e da oggi sarà la vostracompagna di classe. Prego cara, siedi accanto aHans" "Chi è Hans ?" "Ich !" disse un ragazzo infondo all'aula "Ok..." disse lei"Incominciamobene Lilly..." diceva fra sè e sè

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VI

La prima giornata di scuola non era andata poicosì male, se la paragoniamo a quella di Heisha,una nuova dell'altro corso, che era stata presa ingiro per la sua religione. Un giorno come i tantiche seguirono, dai più noiosi ai più divertenti. Maquella monotonia cambiò esattamente un annodopo dall'inizio della nostra storia, il 13 Marzo1955. Erano le 3 dopo mezzogiorno. Lilly stavafacendo i compiti. La aiutava nonna Margaret.Certo, molte cose che la bambina scriveva eranosbagliate e nonna Margaret cercava di dirglielo,ma lei insisteva dicendo che lei le sapeva fare,quelle cose. La nonna, saggia qual'era, aveva unbuon metodo per far fronte all' "invicibilità" diLilly. Aspettava che lei le chiedesse scusa e poi, esolo allora, la bambina ammetteva di aversbagliato e correggeva gli esercizi. Ma torniamo anoi e alla storia di Lilly. Poco dopo le 15qualcuno suonò insistentemente il campanello.Nonna Margaret corse ad aprire "Arrivo,adagio !" diceva lei mentre si dirigeva verso laporta. La aprì, guardò il viso della persona che eraalla porta e...BUM ! La richiuse subito. NonnaMargaret sudava. Aveva paura ? Se sì, di cosa ?

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Non le ci volle molto, a Lilly dico, per capire chela nonna era non spaventata, ma terrorizzata.Soprattutto sentendo queste parole, Lilly capì cheil problema, anzi, l'uomo, non era nuovo in casaMargaret. La nonna, passandosi un fazzolettosopra la fronte, diceva "No, non può essere lui !" Quell'uomo continuava a suonare il campanello"Lillian, vai in camera tua !" La bambina,spaventata, si ranicchiò sui gradini. La nonna aprìla porta "Ciao, Thomas" "Ciao, mamma" "Cisiamo ?" disse Margaret "In vero, credo di sì !"disse lui "Vieni, entra !". Un uomo di 50 anni, piùo meno, con in mano una valigia di fortuna, entròin casa debole e affannato. Nonna Margaret gliportò da bere. Parlarono a bassa voce, Lilly potèsenire solo alcune parole "Come facciamo adesso| Non lo deve sapere nessuno |" Lilly, scendendolentamente le scale per sentire qualcosa in più,inciampò. Poi guardò la nonna e "Thomas" edisse con voce debole "Cosa succede ? Perchèquest'uomo ti ha chiamato mamma ?" "Saimantenere un segreto ?" disse Thomas "Sì"rispose Lilly. I tre si sedettero e nonna Margaretiniziò a parlare "Avevo 21 anni. Era l'estate del1902. Conobbi un ragazzo, John. Dio, cara nonpuoi capire quanto fosse attraente...lui si

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innamorò di me, ed io mi innamorai di lui,follemente. Durante i primi giorni d'agostoabbiamo fatto l'amore. E dopo poco sono rimastaincinta di Thomas. Quando lo dissi a John...nonho mai dimenticato il suo sguardo. Era pallido edagitato. Da quel giorno non ho saputo più nientedi lui. Restava il fatto più importante però : eroincinta ! E non potevo permettermi di cresceremio figlio, non con la mia condizione economica.Ma l'ho partorito e poi l'ho lasciato in unorfanatrofio, dicendo che, al compimento dei 18anni, sarebbe potuto tornare da me. E così èsuccesso. E Thomas è cresciuto con me, inPolonia" "Perchè in polonia ?" "Mio padre erapolacco e mia madre è morta mentre ero ingravidanza. Allora siamo andati in Polonia.Eravamo ebrei, e Hitler ha distrutto tutta lanostra famiglia, qualche decennio dopo. Allorasiamo andati a Londra. Io sono salita su unanave, lui cercava di salire sopra un'altraimbarcazione e fu costretto ad uccidere pertrovare un posto. Prima di salpare, dalle due navici siamo detti che, se lui fosse finito nei guai,sarebbe potuto venire da me. Arrivati a Londra,si diceva che il traghetto accanto a noi fosseaffondato. E pensai di aver perso mio figlio.

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Allora ho cercato di dimenticare quella vita e misono sposata con tuo nonno William. Poi,qualche anno dopo il matrimonio, è nata tuamadre. Ma perchè sei venuto qui ?" "Hannoaperto il testamento di quello che sarebbe miopadre" "E allora ?" "Non si è risposato. Non haavuto figli e non aveva fratelli nè cugini. Haintestato tutto a tua figlia" "Perchè non a me ?""Forse pensava che...insomma...fossi morta ?""Ma Lindsey anche se potesse, è morta, quindi..."I due guardarono Lilly "Io ?" disse la bambina.Robert annuì "E cosa c'è in questo testamento ?""Niente, Lilly" disse Thomas "Niente ?!"risposero confuse Margaret e Lilly "Niente..."disse lui nuovamente "Niente tranne..." e aprì lavaligia che aveva con sè "questo""Un biglietto ?" disse Lilly stupita "Aprilo" Loaprì. Gli occhi di Lilly diventarono di ghiaccio.La bambina passò il biglietto alla nonna "BILLY.Chi è Billy ?" "Il mio...violoncello" Thomasscoppiò a ridere, poi la sua espressione divennepiù seria e decisa. Degluttì, si alzò in piedi e disse"John era un liutaio"

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VII

Era un segreto, quello di Billy, non lo dovevasapere nessun altro, neanche Robin. Proprio lui,qualche giorno dopo ciò che era successo, comeal solito timido e insicuro, su certe cose, chiese aLilly "Lillian, ti va di uscire questo pomeriggioper prendere un gelato ?" Era un pò uncontrosenso, di marzo, ma Lilly accettò. Che poipomeriggio era un parolone, diciamo che siincontrarono alle 19. Si sedettero su una panca dilegno in un parco vicino scuola "L'hai maifatto ?" "cosa ?" "di mangiare un gelato dimarzo ?" "In vero, no..." "Lilly, è da un pò che tidevo dire una cosa..." "Cosa ? Dai forza !" "Lilly,sono...ecco...io...beh, mi sono innamorato di te" Idue diventarono rossi a vicenda "L'hai maidato ?" "Che cosa ?" "Un bacio, dico" "Beh..." Esi baciarono, per un istante, ma sì, si baciarono,ne sono sicuro. Poi Lilly salutò, gli sorrise e se neandò...a Robin rimaneva ancora da finire unapallina al cioccolato. I giorni successivi a scuolafurono meravigliosi, per entrambi, e ai compagninon ci volle molto per capire che erano"fidanzati", Lilly e Robin. Basta pensare chequest'ultimo passava sistematicamente sotto casa

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della ex e urlava "Ho trovato una migliore di te,tiè !" Tornava a casa felice, come se non fossemai stato stanco. Anche la mamma di Robin erafelice per lui, il padre non commentò. Alfred eramolto silenzioso in quel periodo, non parlavaquasi mai col figlio. Tornava dal teatro e andavaad esercitarsi...e non faceva più la musica di untempo. Pareva agitato, chissà...

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VIII

Nei due mesi successivi la vita non era poi cosìtanto tranquilla. Lilly era l'unica a cui nonimportava più di tanto di quello che stavaavvenendo. Lei pensava solo a Robin. Nonna Margaret vedeva la situazione sempre piùgrigia, come Thomas, del resto. Una voltarimasero svegli fino all'una parlando del da farsi,ma nessuno dei due riusciva a capire la veraimportanza (il ruolo) del violoncello di Lilly. Dormirci su era perfettamente inutile, chi avrebbetrovato una soluzione ? Ma scommetto che adessoche ho citato Billy, una domanda vi è venuta inmente : Lilly ha continuato le lezioni perperfezionarsi col violoncello ? Ebbene, cari miei,Alfred le aveva sospese, per "MOTIVI PRIVATI"di cui anche la moglie era all'oscuro. Il primovioloncello dell'orchestra di Londra era cambiato,lo dicevano tutti, suo figlio compreso. Litigavasempre con Robin, e un giorno erano arrivati adun punto abbastanza critico "Mi vergogno diessere tuo padre ! Da oggi quella ragazzina, Lilly,non la vedrai mai più !" Robin aveva nella manodestra un coltello da pane e lo puntò addosso alpadre "Se fai un passo ti ammazzo !" "Ma lo vedi

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come sei ridotto, pezzo di cretino ? Mi staiminacciando di uccidermi ! Dai, ora..." degluttì,spaventato "troviamo una soluzione, va bene ?Cos'abbiamo sempre detto ? Mattone dopomattone ?" "Verrà fuori un gran coglione !" "Vabene, va bene, hai vinto ! Ma adesso butta a terrail coltello !" Lo fece. Robin odiava suo padre.Più volte il ragazzo chiese, con l'autorizzazionedella madre, di andare a dormire a casa di Lilly.E Robin la sentiva, la mancanza del padre, forsepiù di ogni altra cosa.

Voglio sapere perchè la gente dice che èfelice se in realtà non lo è. Voglio saperloNon riesco ad avere più la concezione deltempo e dello spazio, non so più chi sono.Potrei essere il primo uomo per stradache suona la fisarmonica, che trascorreseduto la giornata, schiacciando quei tastineri e bianchi. Chissà cosa potrebbepensare quel poveretto, che sta lì solo perguadagnare qualche soldo per sfamare isuoi figli o sua moglie. E poi la gente lovede come un'estraneo, un uomo diverso,

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di una razza di scarto. E lui, che sa questecose, non parla. Suona e basta. E forse unpò ha ragione il bambino che si avvicina egli chiede "Sei povero ?" E passa legiornate, imperterrito ; suonare...suonaree suonare...e quella tiritera che vaavanti..fino a quando non arrivaqualcuno che gli tira palline di carta perfarlo andare via. E quel poveretto, a cuimagari avevano dato anche qualchesoldo, per commiserazione...ecco, caroamico mio, io mi sento come lui.

Gli pesava, certo, a chi non peserebbe ? Ma luifaceva finta di niente e si godeva le cose belle cheaveva, prima fra tutte, Lilly.Nessuno lo sapeva, che tutto sarebbe cambiato ilgiorno dopo, un qualcosa di inaspettato, di noncalcolato, che conta poco se non niente, ma checambiò radicalmente la nostra storia.

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IX

Mattino presto. Nonna Margaret va a prendere ilgiornale. Leggendo, trova uno strano articolo apagina 18, il quale cita :

HOLLISLEYAMANDA NEY E' MORTA

rimane nel cuore di tutti la giornalista scom-parsa ieri notte. La scrittrice abitava nella stes-sa via in cui, quasi due anni fa, Robert Salt uc-

cise la moglie. La 94enne ha lasciato solo un brevetestamento in cui lascia tutti i suoi averi ai figli

Danno il triste annuncio i figli Margheritha, Sarah,Prince, Mathew e Jhonan. I funerali si terranno domani

alla chiesa di St. Remy alle 16 : 30. Messa aperta

"Sarebbe doveroso andarci, non credi Lilly ?" "Invero, la conoscevo bene, la chiamavo Zia amy...sidai, andiamo, ma ad una condizione" "Sarebbe ?""Posso prendere Billy ?" La nonna ci pensòqualche minuto poi disse "Va bene" "Possoinvitare anche Robin ?" "Robin ? Invitarlo perassistere ad un funerale ?" "Almeno sto insieme alui, tanto la sua mamma dice di sì e lui sta con me!" "Va bene...cosa ti devo dire..."

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Il giorno dopo Margaret, Thomas, Lilly e Robinpartirono per Hollisley. I due bambini non volleroassistere alla cerimonia : Lillian portò il suo"fidanzatino" a casa sua, o meglio, quella che eracasa sua. Riconobbe tutto, ma non andò mai incucina. Intanto, la messa era terminata, eMargaret e Thomas si avviavano verso PoundStreet. La bambina era lì dove l'avevamo vista perla prima volta, fra le margherite del giardino,seduta vicino a Thomas...e Billy. Erano ormai lesei dopo mezzogiorno, e, prima di partire, iquattro si riunirono in sala per decidere il da farsi.Poi una domanda, fra i tanti silenzi di quelmomento, un quesito secco, di Thomas "Perchèl'hai chiamato Billy ?" "Il mio violoncello ?"Thomas annuì "Il nome è inciso sul manico" I duesi guardarono "Vallo a prendere". La bambinacorse nello sgabuzzino. Appoggiarono ilvioloncello a terra. In effetti, era evidentel'incisione del nome sul manico "Ricordi dove haivisto questo strumento per la prima volta ?""Credo nello sgabuzzino, sopra la scatola nera""Scatola nera ?" "Si, non l'ha mai aperta" Labambina smise di parlare, poi sussurrò "Nessuno"Thomas corse a prenderla : era leggerissima. Laportò in salotto e la aprì, davanti a tutti.

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All'interno c'era solo una lettera che portava cometitolo "La Verità". Thomas degluttì e, con un pò dipaura, iniziò a leggerla

Cari amici, gente che verrà,se siete arrivati a leggere questa lettera, avrete sicuramente decifrato il codice del violoncello. Ora è arrivato il momento che tanto avete aspettato, il momento della verità, quella che io non ho mai detto. Billy fu il violoncello di mio figlio, Alfred Weldon. Lo usava per esercitarsi, ma poi, col passare degli anni, si perfezionò, e il vecchio violoncello rimase in una stanza per tanto tempo. Negli ultimi anni, il rimpianto di essere scappato come un codardo, lasciando una donna (Margaret) incinta, mi chiuse nella mia solitudine, dopo la morte di Alexia, mia moglie. Così ho organizzato questa "caccia al tesoro" per

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farvi scoprire la verità. Ho fatto un sacco di cazzate nella mia vita, che ho cercato di nascondere, di cancellarle per sempre. Ma fui io stesso a far vedere i miei peccati, le sciocchezze che ho commesso. Ho smesso di fare il liutaio da qualche anno, e Billy fu la mia prima creazione. Avevo paura che Margaret potesse morire per la mia sciocchezza, così ho intestato tutto ad un parente, la figlia, mi dissi in mente, se quella gravidanza fosse finita bene. E nel dubbio che scrivo queste ultime righe, riassumendovi questastrana avventura : ho avuto due figli, di cui una illegittima e uno legittimo. A quest'ultimo ho dato il nome di Alfred. E nel dubbio, immerso nelquesito che mi pongo, ovvero se qualcuno mai nel mondo saprà quello che sono stato, pongo fine a questa lettera dicendo semplicemente che

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questa che avete appena letto è la confessione di un uomo che Dio mi ha fatto scrivere per purificarmi dalle pene degli inferi

In fedeJohn Lee Weldon

"Ecco qua" disse una voce dal fondo della porta.Era Alfred "Ecco la verità" "Fermi tutti ! Quindiio e Lilly dovremmo tecnicamente essere..." "Unaspecie di cugini, Rob" disse Lilly a Robin. Icinque scoppiarono a ridere, solo nonna Margaretiniziò a piangere, poi disse fra sè e sè "Ecco tuopadre, Lindsey !" Le due famiglie si avviarono aLondra, col sorriso stampato in fronte

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X

Dieci anni dopo l'inizio di questa avventrura,erano cambiate tante cose, e anche le persone.Nonna Margaret si è spenta in casa nell'invernodel 1964, fra le due foto di Lindsey e John. Aveva88 anni. Alfred si era dimesso dall'incarico diprimo violoncello e aveva aperto una liuteria incentro Londra, l'aveva chiamata "LA FAMIGLIADI BILLY"Lilly e Robin, ormai rispettivamente di 19 e 21anni, se la spassavano, come due ragazziinnamorati. In quegli anni, grazie a qualche soldoracimolato in passato, riuscirono ad andare in variposti, fra cui Italia, Francia e Grecia. Erano unacosa sola.La casa di Hollisley tecnicamente apparteneva alpadre Lilly, ma effettivamente era abitata da Lillye Robin. Nessuno sà che fine abbia fatto Robert.Un anno dopo, i due si sposarono a Parigi, nellaallora famossissima cattedrale di Notre-Dame.Non credereste alla mia parola se vi dicessi cheuna delle testimoni era Sarah Shanon ! La luna dimiele la passarono in Spagna. Lì Lillian rimaseincinta di un bambino, che ovviamente si sarebbepoi chiamato Billy. Tornarono ad Hollisley solo

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nel 1966. Proprio lì, proprio ad Hollesley, PoundStreet, 31, il vicolo che si apre da Stratford Street.Cinquecento metri di viale alberato (dove lamattina i raggi del sole filtrano rendendo quellastrada quasi magica) terminano con un cottage unpò antico, che ha una splendida vedutasull'oceano : casa Salt.13 Marzo 1966, ore 12, cielo sereno, con qualchenuvola dipinta sopra. Lillian è fuori, staaspettando il marito. Una macchina gira dalvicolo e si dirige verso la casa. Lilly avanza lungola strada. La macchina accellera. E' veloce.

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CONCLUSIONE

Il romanzo finisce con un grande colpo di scena, dicerto quello che non era nel programma. Eppure,questo romanzo ha un importante significato. Laverità viene sempre a galla, in qualche modo, lebugie hanno le gambe corte, in pratica, tutti i nodivengono al pettine. Ma anche se il capello èannodato, dopo averlo superato, la strada è dinuovo spianata. Non siate timidi, mai, non abbiatepaura di dire la verità. Lo so che ognuno di noi hadei segreti, chi li vuole far scoprire, chi no, masappiate che un segreto viene fuori, sempre. Nonso se vi sia piaciuto il romanzo, oppure se abbiategià terminato la lettura, vi chiedo solo di pensare laprossima volta che nascondete qualcosa. Perchènascondere non vuol dire eliminare, ma mettereun orologio. E quando scatterà l'ora x, la veritàverrà a galla. Sempre e comunque, per quanto siatebravi. Noi non siamo padroni di noi stessi,cerchiamo solo di controllarci, ma ognuno di noi sache ci può riuscire. Non mi resta che salutarvi, vifaccio lasciare questa pagina, con la convinzioneche, forse, solo per una volta, anche se non la sivuol dire, la verità siamo noi. Noi siamo la nostraverità. Perchè un finto è un altro. Siate voi stessisempre. Come ? Semplice. Il primo passo è vostro

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A proposito, chi poteva guidare quella macchina senon Robert ? Vent'anni erano passati ormai.Sembra strano però che un padre che chiamava lafiglia Milly possa addirittura investirla. Ma io midomando, voi l'avreste riconosciuta dietro il vetrodi una macchina vostra figlia, venti anni più tardi ?Chissà se lui l'ha pensato...e chissà se lei, Lilly, inquell'istante in cui è corsa verso la macchina, l'hariconosciuto, il padre...con dubbi come questi sipotrebbe sfamare un'orda di giornalisti, comesuccesse. Chi non resiste alla tentazione discoprire?