In principio…. Dio creò ..il cielo e la terra Dio disse: “Sia la luce!” E la luce fu.
Maschio e femmina li creò. Amore e sessualità nella coppia di M.Tortalla e E. Oddone (estratto)
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Transcript of Maschio e femmina li creò. Amore e sessualità nella coppia di M.Tortalla e E. Oddone (estratto)
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Nella società attuale, diventare femmine e maschi è
molto più complesso rispetto al passato. La differenza
originaria fra il maschile e il femminile è innanzitutto
fisica ed esteriore, stabilita da una codificazione gene-
tica ineludibile. Tale diversità, poi, caratterizza anche
tutti gli aspetti interiori della persona, che si esprimo-
no nei comportamenti, nelle relazioni e nella sessua-
lità. Per scoprire questo “mistero” della condizione
umana e cristiana, gli autori propongono nel presente
volume un viaggio avventuroso e pieno di fascino. Ogni
tappa guarda alla bellezza della differenza maschio-
femmina, e la mette in relazione, volta per volta, con lo
sviluppo biologico, psicologico-relazionale e sessuale.
Questioni di FamigliaUna collana indispensabile sulle diverse questioni,
attuali e scottanti, che riguardano la famiglia, nata dalla collaborazione tra il Gruppo Editoriale San Paolo, l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della CEI e il Centro Internazionale Studi Famiglia (CISF) di Milano.
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Maschioe femminali creò
UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIAConferenza Episcopale Italiana
Questioni di FamigliaQuestioni di Famiglia
Amore e sessualità nella coppia
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MASCHIO E FEMMINA LI CREÒ
Amore e sessualità nella coppia
Michelangelo TortallaEnrica Oddone
MASCHIO E FEMMINA LI CREÒ
Amore e sessualità nella coppia
Michelangelo TortallaEnrica Oddone
© 2015 Edizioni San Paolo s.r.l.Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)www.edizionisanpaolo.itDistribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l.Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)
© 2015 Periodici San Paolo s.r.l.Via Giotto, 36 - 20145 Milanowww.famigliacristiana.it
Allegato a Famiglia Cristiana di questa settimanaDirettore responsabile: Antonio SciortinoSettimanale registrato presso il Tribunale di Alba il 7/9/1949 n. 5P.I. SPA - S.A.P. - D.L. 353/2003 L. 27/02/04 N. 46 - a.1 c.1 DCB/CN
Progetto grafico: Ink Graphics Communication, Milano
Tutti i diritti riservati.
Nessuna parte di questo volume potrà essere pubblicata, riprodotta,archiviata su supporto elettronico, né trasmessa con alcuna formao alcun mezzo meccanico o elettronico, né fotocopiata o registrata,o in altro modo divulgata, senza il permesso scritto della casa editrice.
ISBN 978-88-215-9662-9
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LA BELLEZZA, UN DONO D’AMORE
1. Un oltre dei gesti quotidiani
«Bello, stupendo, meraviglioso!». È l’esclamazio-ne che sorge spontanea di fronte a qualcosa che ci colpisce: è il sorriso di un bimbo con il suo sguardo profondo e luminoso; è la cornice di montagne che si osserva dalla cima di una vetta; è un regalo ina-spettato che supera le nostre attese. Qualsiasi evento che gradevolmente attira la nostra attenzione e sen-sibilità suscita in noi un’esclamazione di stupore e forse anche di gratitudine. Se il nostro sguardo non è distratto, quante cose belle ci passano ogni giorno vicino, ci attraggono, scuotono la monotonia dei gesti quotidiani.
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È bello e dà carica il pensare al fiore che sboccerà da quella piantina che è oggetto di tutte le mie cure nel gelido tempo invernale. Nello stesso tempo dà gioia vivere ogni attimo di quelle cure con amore e con passione. Come non pensare alle mille attenzioni di una mamma quando guarda e si china sul suo piccolo, ogni attimo, ogni giorno! Nel suo cuore ci sono mille attese e una pienezza di gioia nell’incontro dei loro sguardi. Se pensiamo alle nostre relazioni, ai legami di amicizia e di affetto, alle persone a cui vogliamo bene, dobbiamo certo anche riconoscere che non sem-pre tutto è facile. Anzi! Ci sono dei momenti magici in cui lo stupore fa sorgere spontaneo un sorriso di gratitudine perché il dono di quell’attimo, perché di un dono si tratta, giunge inaspettato, ci regala un senso di benessere. La bellezza, intesa come qualcosa che colpisce la nostra sensibilità, è un dono che rende tutto ciò che ci circonda più gradevole.
Non vogliamo parlare del mito della bellezza con-sumistica e adoratrice della perfezione e del possesso; non è di questa bellezza che si nutre il cuore dell’uo-mo e della donna, non è il mito della perfezione tec-
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nologica, pur nei molteplici aspetti positivi, che sazia l’anima delle persone.
Una canzone che ci piaceva canticchiare alcuni anni fa diceva così:
Sono strade sospese nell’aria,sono frutti di un altro sapore…sono voci canzoni e poesie,che tu senti se in te c’è il silenzio…
Esiste una bellezza altra, che non sbiadisce, una realtà bella nel cuore e nello spirito, una bellezza non visibile ma che scalda, affascina e dona gioia. Il nostro cuore è assetato di infinito e di bellezza. È il fascino del bello senza tempo: «Com’è stato bello poter stare un po’ insieme, rivederci!». È il dono del tempo dedi-cato, dell’amicizia, lasciarsi coinvolgere con gratuità e dedizione per qualcuno, per qualcosa. È donare senza aspettarsi niente in cambio.
La bellezza ha un qualcosa che va oltre la percezio-ne dei sensi, che pur essendone coinvolti, muovono emozioni e sentimenti. Ciò che si prova rimanda al
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mistero, rimanda a un oltre che sa di infinito, di gran-de. I bambini e gli adulti, i giovani e i vecchi, i ricchi e i poveri hanno tutti, pur se in misura diversa a seconda della sensibilità individuale, una sete nel cuore, una sete insaziabile che anela a tutto ciò che di bello la vita può donare, che va al di là delle cose materiali, se pur necessarie e spesso piacevoli. Perché siamo fatti per un respiro più grande, diremmo infinito, siamo fatti per l’eternità: questo è il senso del nostro viaggio fra i mille eventi della vita.
La nostalgia e l’ardente desiderio di restare nella bellissima esperienza vissuta sul monte Tabor fanno pronunciare a Pietro queste parole: «Signore, è bello per noi stare qui» (Mt 17,4). Il breve momento della Trasfigurazione è stato così intenso e ricco che Pietro esclama: «È bello!». E quella parola esprime in modo sintetico l’intensità e la gioia di quel momento.
In effetti, l’uomo e la donna sono continuamente attratti verso ciò che dà respiro all’anima e alla mente: l’arte, la musica, la poesia. Tutto ciò che è bene, una carezza, un gesto di bontà, l’aiuto a chi è nel biso-gno, emana una luce che irradia bellezza. A pensarci
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bene rimanda all’amore donato, all’amore pensato in grande che gode della gioia dell’amato. Nel cuore vi è il desiderio dell’Assoluto, dell’incontro con il Dio della vita in cui ogni perfezione trova origine, Egli è la Bellezza. La bellezza fa sorridere la vita e la rende più piacevole, più bella appunto.
La via della bellezza è via di libertà, di gratuità, di leggerezza di cammino all’insegna del fascino che attrae, facendo sì che l’uomo esca da se stesso, «per trovare se stesso»1.
2. Il suono della vita
Tutto il creato canta la bellezza, l’armonia, ma ancor di più la persona umana; Dio stesso fu pieno di stupore alla sua presenza: «Vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco che era molto buono» (Gen 1,31).
L’uomo che ha ricevuto la vita in dono, per por-tare nel mondo un pezzetto dell’amore di Dio, è un
1 I. Siviglia, «Fedeli tristi o cristiani contenti? Un annuncio di libertà», in S. Nicolli, E. e M. Tortalla (a cura di), Stili di vita della famiglia cristiana, Cantagalli, Siena 2009.
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essere armonioso, costituito dall’unità del suo Io, è una corporeità che manifesta un’interiorità. Ha bi-sogno di un cammino graduale e continuo che fa-vorisca la piena armonia di tutto il suo essere che è unità di spirito e di corpo, carico di affettività. La corporeità-sessualità ne caratterizza tutte le dimen-sioni: la persona entra nel mondo come femmina o come maschio.
Il capolavoro di tutto il creato è lui “uomo”, lei “donna”, ed entrambi sono immagine di Dio; en-trambi parlano della bontà di Dio, del Suo amore. Se approfondiamo la conoscenza delle leggi che rego-lano il corpo umano, cresce in noi la meraviglia e lo stupore per l’armonia e la perfezione di straordinari e complessi meccanismi e correlazioni. Un individuo è formato da un mosaico di organi e tessuti, costituito da parecchie decine di migliaia di miliardi di cellule, suddivise in poco più di un centinaio di famiglie. Come tutti sappiamo, le informazioni per arrivare a questo meraviglioso mosaico sono contenute nel DNA. Da quando J.D. Watson e E.H. Crick, nel 1953, hanno scoperto che il DNA aveva una struttura
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a doppia elica tantissimi scienziati hanno cercato di capire meglio questa struttura e perché è fatta così.
Nel nucleo di ogni cellula umana ci sono circa due metri di DNA, contenuti in uno spazio di poche de-cine di millesimi di millimetro. Per molto tempo si è pensato che la struttura del nostro genoma, l’insieme dei geni portati dai cromosomi in un individuo, fatto di miriadi di anse e ripiegamenti, servisse sostanzial-mente per guadagnare dello spazio. Recentemente un’équipe di scienziati italiani, in collaborazione con alcuni americani, ha fatto una scoperta che ha del sen-sazionale. Ha scoperto che i ripiegamenti del DNA so-no dinamici nell’assemblarsi e dis-assemblarsi, e que-sto loro muoversi in continuazione viene trasmesso alle strutture della cellula fino a creare una vibrazione sulla superficie della stessa. Questo fatto produce dei suoni che sono in qualche modo “specifici” per quello che la cellula sta operando in quel preciso momento. Si ipotizza che il suono potrebbe impartire dei compiti ben precisi a ogni singola cellula. I ricercatori sono riusciti a registrare questi suoni e affermano che sono udibili dall’orecchio umano. Questa sorta di musica
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proveniente dai movimenti del DNA è stata chiamata suono della vita.
Non poteva essere diverso! La vita che canta il suo esistere. La donna e l’uomo sono consapevolmente o meno in ricerca del senso del loro vivere. La capacità che ha l’uomo di pensare, di volere, di lavorare, di progredire, di amare, di coinvolgere la sua interiorità nel dono di sé, lo chiama a comunicare, a interagire, a esprimere la sua singolarità e originalità, a cercare uno scopo da perseguire che appaghi la sua anima. In tutti i tempi, anche oggi, pur avvolti dal disincanto e dalla frammentazione del vivere, portiamo nel cuore la nostalgia della bellezza, di qualcosa che va al di là, una sete insaziabile come un’attesa nuziale.
La bellezza è l’espressione visibile del bene. È la bellezza di fronte alla quale l’animo avverte una certa elevazione al di sopra del piacere sensibile (I. Kant). Non è solo piacere esteriore, ma è ciò che suscita il benessere dell’anima: splendore, fascino, innamora-mento, entusiasmo. È ciò che l’amore scopre nella persona amata, una spinta verso un progetto futuro carico di promesse. Tutto è donato e da quel dono
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all’origine della vita scaturisce un compito affidato con amore e fiducia alla libertà di ciascuno. Vi è una chiamata personale unica e irripetibile, perché ogni essere umano è originale, non esiste la fotocopia! È nato per amare, in modo esclusivo, come solo quella persona singola riuscirà e saprà fare con le doti perso-nali ricevute, solo così potrà irradiare la bellezza di un cuore ricco di amore, che dona con gioia ed entusia-smo, che rapisce il cuore, che parla con la sua vita di Dio2. «Quanto belli sono i piedi di coloro che portano il buon annuncio» (Rm 10,15). Ciascuno di noi è alla ricerca della propria completezza e fecondità, è alla ricerca della pienezza della vita, della felicità.
2 C.M. Martini, Quale bellezza salverà il mondo?, Lettera Pastorale 1999-2000.
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