Marxismo, marxismus, marxisme, marxism, karl marx, massimo morigi

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Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 1 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM Massimo Morigi Dialecticvs Nvncivs Il punto di vista del Repubblicanesimo Geopolitico attraverso i Quaderni del Carcere e Storia e Coscienza di Classe per il rovesciamento della gerarchia della spiegazione meccanicistico-causale e dialettico-conflittuale, per il rinnovamento degli studi marxiani e marxisti e per l’ Aufhebung della gramsciana e lukacsiana Filosofia della Praxis

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  1. 1. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 1 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM Massimo Morigi Dialecticvs Nvncivs Il punto di vista del Repubblicanesimo Geopolitico attraverso i Quaderni del Carcere e Storia e Coscienza di Classe per il rovesciamento della gerarchia della spiegazione meccanicistico-causale e dialettico-conflittuale, per il rinnovamento degli studi marxiani e marxisti e per l Aufhebung della gramsciana e lukacsiana Filosofia della Praxis
  2. 2. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 2 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM Il momento dialettico il superarsi proprio di tali determinazioni finite e il loro passare nelle determinazioni loro opposte. La dialettica viene usualmente considerata come unarte estrinseca che arbitrariamente porta confusione in concetti determinati e produce una semplice apparenza di contraddizioni in essi, in modo che non queste determinazioni, ma questapparenza sarebbe un nulla e lintellettivo invece sarebbe il vero. Spesso la dialettica anche nientaltro che una sorta di altalena soggettiva di ragionamenti che vanno su e gi e dove manca ogni contenuto effettivo e la nudit viene nascosta semplicemente dalla sottigliezza che produce un tale raziocinare. Nella sua determinatezza peculiare la dialettica piuttosto la natura propria, vera, delle determinazioni dellintelletto, delle cose e del finito in generale. La riflessione dapprima loltrepassare la determinazione isolata e il metterla in relazione; cos questa determinatezza viene messa in rapporto e, per il resto, viene conservata nella sua validit isolata. La dialettica invece questo immanente oltrepassare, in cui lunilateralit e la limitatezza delle determinazioni dellintelletto si espone per quello che , cio come la loro negazione. Ogni finito il superare se stesso. La dialettica quindi lanima motrice del procedere scientifico ed il principio mediante il quale soltanto il contenuto della scienza acquista un nesso immanente o una necessit, cos come in esso in generale si trova la vera elevazione, non estrinseca, al di l del finito. Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Enciclopedia delle Scienze Filosofiche in Compendio, 81
  3. 3. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 3 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM Dal punto di vista del Repubblicanesimo Geopolitico,1 oltre alla falsificazione di Marx, innumeri volte rappresentata da La Grassa in tutta la 1 Loccasione per lelaborazione di questo punto di vista, Dialecticvs Nvncivs, oltre che dai precedenti lavori sul Repubblicanesimo Geopolitico, nasce originariamente come commento di Massimo Morigi in data 16 luglio 2016 allintervista a Gianfranco La Grassa Intervista (teorica) a Gianfranco La Grassa (di F. Ravelli). Il commento allintervista agli URL http://www.conflittiestrategie.it/commento-di-massimo-morigi-allintervista-di-gianfranco-la- grassa-intervista-teorica-di-g-la-grassa-di-f-ravelli-pubblicata-su-conflitti-e-strategie; http://www.webcitation.org/6j4Ecswj9; http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fwww.conflittiestrategie.it%2Fcommento-di-massimo-morigi- allintervista-di-gianfranco-la-grassa-intervista-teorica-di-g-la-grassa-di-f-ravelli-pubblicata-su-conflitti-e- strategie&date=2016-07-17 ed presente pure come commento sulla pagina di presentazione dellintervista stessa caricata su Internet Archive allURL https://archive.org/details/IntervistateoricaAGianfrancoLaGrassaECommentoDiMassimoMorigi (lintervista poi scaricabile direttamente sempre su Internet Archive allURL https://ia601204.us.archive.org/32/items/IntervistateoricaAGianfrancoLaGrassaECommentoDiMassimoMorigi/Intervist ateoricaAG.LaGrassadiF.Ravelli.html). LIntervista (teorica) a Gianfranco La Grassa (di F. Ravelli) stata inizialmente pubblicata in data 15 luglio 2016 sul sito di Conflitti e Strategie e su questo sito allURL http://www.conflittiestrategie.it/intervista-teorica-a-g-la-grassa-di-f-ravelli e, vista la sua importanza si pure provveduto di caricarla, oltre presso i gi citati https://archive.org/details/IntervistateoricaAGianfrancoLaGrassaECommentoDiMassimoMorigi e https://ia801204.us.archive.org/32/items/IntervistateoricaAGianfrancoLaGrassaECommentoDiMassimoMorigi/Intervist ateoricaAG.LaGrassadiF.Ravelli.html, anche ricorrendo alla ridondanza di WebCite allURL http://www.webcitation.org/6jFLY1dNh. Si segnala anche che il Dialecticvs Nvncivs stato preceduto, oltre che da tutta la precedente elaborazione presente nel Web sul Repubblicanesimo Geopolitico, specificatamente da tre lavori: la Teoria della Distruzione del Valore. (Teoria Fondativa del Repubblicanesimo Geopolitico e per il Superamento/conservazione del Marxismo), Repubblicanesimo Geopolitico. Intervista al professor Massimo Morigi e Repubblicanesimo Geopolitico Anticipating Future Threats. Saggio sulla Moralit del Repubblicanesimo Geopolitico pi Breve Nota allIntervista del CSEPI a La Grassa (di Massimo Morigi). La Teoria della Distruzione del Valore, oltre che essere sparsa in vari luoghi del Web, recuperabile agli URL https://archive.org/details/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore;https://ia800501.us.archive.org/20/items/Marxis moTeoriaDellaDistruzioneDelValore/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore.pdf;http://www.webcitation.org/quer y?url=https%3A%2F%2Fia800501.us.archive.org%2F20%2Fitems%2FMarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore%2 FMarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore.pdf&date=2015-12-04 e http://www.webcitation.org/6dWOlPr8n. Lintervista sul Repubblicanesimo Geopolitico, curata da Giuseppe Germinario, oltre ad essere visionabile su Conflitti e Strategie e su YouTube, rispettivamente agli URL http://www.conflittiestrategie.it/repubblicanesimo-geopolitico- intervista-al-professor-massimo-morigi e https://www.youtube.com/watch?v=VeOUHYC8zq8, stata anche caricata su Internet Archive agli URL https://archive.org/details/RepubblicanesimoGeopoliticoIntervistaAlProfessorMassimoMorigi e https://ia600508.us.archive.org/8/items/RepubblicanesimoGeopoliticoIntervistaAlProfessorMassimoMorigi/Repubblica nesimoGeopoliticoIntervistaAlProfessorMassimoMorigi.mp4. Infine Repubblicanesimo Geopolitico Anticipating Future Threats. Saggio sulla Moralit del Repubblicanesimo Geopolitico pi Breve Nota allIntervista del CSEPI a La
  4. 4. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 4 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM sua opera e ora per ultimo di nuovo molto opportunamente ripetuta nella Intervista (teorica) a Gianfranco La Grassa (di F. Ravelli), cio la nascita mai avvenuta della nuova classe al potere del lavoratore collettivo cooperativo associato, sulla quale ci soffermeremo fra poco, siamo di fronte a due ulteriori crampi del pensiero marxiano che, uniti alla falsificazione di cui sopra ci consentono davvero, alla luce dellimpostazione conflittuale-strategica lagrassiana, di compiere un passo decisivo per lo sviluppo delle scienze sociali e storiche che, non solo rivoluzionino gli attuali paradigmi teorici, ma anche possano dare linizio ad una reale prassi sociale anchessa rivoluzionaria rispetto agli stantii paradigmi politici democraticistici. Partiamo, molto semplicemente, dal passo fondamentale del Capitale dove Marx individua il carattere del tutto ideologico dellallora (e tuttora) imperante economia politica: Al possessore di denaro, che trova il mercato del lavoro come particolare reparto del mercato delle merci, non interessa affatto il problema del perch quel libero lavoratore gli compaia dinanzi nella sfera della circolazione. E a questo punto non interessa neanche a noi. Noi, dal punto di vista teorico, ci atteniamo al dato di fatto, come fa il possessore di denaro dal punto di vista pratico. Per una cosa evidente. La natura non produce da un lato possessori di denaro o di merci e dallaltro semplici possessori della propria forza lavorativa. Tale rapporto non risulta dalla storia naturale n da quella sociale ed Grassa (di Massimo Morigi), prima parte sotto laspetto di una morale pubblica dialettica e di una conseguente filosofia della prassi che trovi la sua raggiunta entelechia in una pienamente manifestata epifania strategica di un trittico sul Repubblicanesimo Geopolitico che comprende oltre il presente lavoro anche il di prossima pubblicazione Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico (cfr. in proposito la nota introduttiva di Repubblicanesimo Geopolitico Anticipating Future Threats), anchesso tramite motori di ricerca reperibile in vari luoghi del Web o pu essere direttamente visionabile e scaricabile ai seguenti URL https://archive.org/details/RepubblicanesimoGeopoliticoAnticipatingFutureThreatsDialogoSulla_297;https://ia801501.u s.archive.org/11/items/RepubblicanesimoGeopoliticoAnticipatingFutureThreatsDialogoSulla_297/RepubblicanesimoGe opoliticoAnticipatingFutureThreatsDialogoSullaMoralitaDelRepubblicanesimoGeopolitico.pdf;http://www.webcitation. org/6lXceRo2L;http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Farchive.org%2Fdetails%2FRepubblicanesim oGeopoliticoAnticipatingFutureThreatsDialogoSulla_297&date=2016-10-26; https://www.researchgate.net/publication/309427489_Repubblicanesimo_Geopolitico_Anticipating_Future_Threats_Di alogo_sulla_Moralita_del_Repubblicanesimo_Geopolitico_piu_Breve_Nota_all%27Intervista_del_CSEPI_a_La_Grass a_di_Massimo_Morigipdf: DOI: 10.13140/RG.2.2.11532.72320. Ultima notazione di bibliografia internettiana: prima dellimmissione nel Web iniziata il 25 dicembre 2016 tramite le piattaforme di conservazione e condivisione digitale (in particolare Internet Archive), il Dialecticvs Nvncivs stato pubblicato sul sito di geopolitica e di teoria politica marxista Italia e il Mondo. Gli URL presso Italia e il Mondo dove possibile prenderne visione e scaricarlo sono http://italiaeilmondo.com/2016/12/13/dialecticus-nuncius-di-massimo-morigi/ e http://italiaeilmondo.com/category/agora/, rispettivamente WebCite http://www.webcitation.org/6mn0wfXNh o http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fitaliaeilmondo.com%2F2016%2F12%2F13%2Fdialecticus- nuncius-di-massimo-morigi%2F&date=2016-12-15 e http://www.webcitation.org/6mn1dOsRD o http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fitaliaeilmondo.com%2Fcategory%2Fagora%2F&date=2016- 12-15. ( Ovviamente questa ultima notazione assente nel file del Dialecticvs visionabile presso Italia e il Mondo). RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM
  5. 5. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 5 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM esso non comune a tutti i periodi della storia. evidente come esso sia il risultato duno svolgimento storico precedente, il prodotto di molte rivoluzioni economiche, della caduta di una intera serie di pi vecchie formazioni della produzione sociale.2 Marx ci dice quindi, al contrario di quanto sostenevano gli economisti classici (e di quanto sostengono ancor oggi gli attuali economisti), che la storia e non la natura a produrre la societ dominata dal capitalismo e che, di conseguenza, le presunte leggi economiche non sono per niente naturali ma totalmente dovute allumana evoluzione storica. Questo totale cambio di paradigma segna ad un tempo la grandezza ed anche lenorme ed invalicabile limite di Marx (e di tutte le varie scuole di pensiero e di azione che da lui prenderanno origine). Detto in estrema sintesi: vero che la societ capitalistica e le presunte leggi delleconomia non hanno affatto lineluttabilit della natura ma sono di pura origine storico-sociale. Falso , come invece traspare chiaramente dal testo appena citato, che sussista una suddivisione reale fra natura e storia. Come ho gi affermato in altri luoghi, questa errata epistemologia lerrore pi grande di tutta la tradizione filosofica occidentale, alla quale, con risultati del tutto insoddisfacenti, cercarono di porre rimedio Hegel e Schelling e che, quindi, non si pu fare particolare biasimo a Marx per esservi ricaduto. Ma se non si pu certo biasimare in particolare Marx per questo errore, sul piano del giudizio storico sono del tutto da deprecare i problemi derivatine. La conseguenza, veramente nefasta, stata una visione terribilmente ristretta del metodo dialettico dove da una parte, cio nel cosiddetto Diamat sviluppo teorico finale delle cosiddette tre pseudoleggi dialettiche di Engels illustrate nella sua Dialettica della Natura e nellAnti- Dhring (conversione della quantit in qualit, compenetrazione degli opposti e negazione della negazione, tre leggi che sono la scimmiottatura della logica aristotelica) , la dialettica diventata una forma corrotta di pensiero positivistico e che, sulla linea dellineluttabilit di queste leggi pseudodialettiche engelsiane, ha smesso, appunto, di essere dialettica per trasformarsi in instrumentum regni dei regimi totalitari del socialismo reale; dallaltra parte, invece, cercando di preservare i limiti di libert e di creazione prassistica dellazione che dovrebbe consentire la dialettica stessa, si cercato di staccare la dialettica dalla comprensione dei fenomeni naturali, gravissima perdita gnoseologica il cui esempio pi famoso quello di Gyrgy Lukcs, dove in Storia e Coscienza di Classe afferma che Questa limitazione del metodo alla realt storico-sociale molto importante. I fraintendimenti che hanno origine dallesposizione engelsiana della dialettica poggiano essenzialmente sul fatto che Engels seguendo il falso esempio di Hegel 2 Karl Marx, Il Capitale, trad. it., Roma, Newton Compton, 1970, I, pp. 199-200.
  6. 6. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 6 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM estende il metodo dialettico anche alla conoscenza della natura. Mentre nella conoscenza della natura non sono presenti le determinazioni decisive della dialettica: linterazione tra soggetto ed oggetto, lunit di teoria e praxis, la modificazione storica del sostrato delle categorie come base della loro modificazione nel pensiero, ecc. Purtroppo qui impossibile discutere di questi problemi in modo pi minuzioso.3 Altrove, sempre in Storia e Coscienza di 3 Gyrgy Lukcs, Storia e Coscienza di Classe, Milano, Sugar Editore. p. 6. In Codismo e Dialettica, concepito per rispondere alle accuse di chi aveva giudicato Storia e Coscienza di Classe di non essere opera marxista ma bens idealista, Lukcs comincia a rispondere a questi problemi davvero in modo pi minuzioso e, a proposito del problema dellapplicabilit nei vari campi del sapere e dellattivit umana del metodo dialettico, fornisce una regola veramente aurea che oggi anche fatta propria ma poco merito, un po di storia, di tragedie, di filosofia, di scienze biologiche, informatiche, fisiche, di epigenetica, di teoria del caos e di meccanica quantistica sono da allora passate sotto i ponti, discipline per una trattazione delle quali, sotto laspetto del loro decisivo apporto per una rifondazione della dialettica, il nunzio rimanda ancora a Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico, cit., di imminente pubblicazione dalla dialettica del Repubblicanesimo Geopolitico. Questa regola si esprime in questi termini: non che la spiegazione dialettica debba sostituire in toto la spiegazione meccanicistico-causale ma deve essere in testa, rispetto a quella meccanistico-causale, nella gerarchia della preferenza fra le due (e oltre sotto laspetto dellexplanandum per il quale deve occupare questo primo posto, dal punto di vista dellexplanans, cio della dialettica dellorigine del modello teorico stesso, occupa questo primato gerarchico perch 1) per quanto sia meccanico, un modello esplicativo esso come modello risale come genesi alla struttura dialettica della totalit, se no si in presenza, per la sua isolata e presunta autosufficienza, ad un principio teologico, valido unicamente in ragione di una cieca fede nello stesso e quindi 2) esso concretamente ed operativamente costituito da elementi del mondo anchessi rapportati empiricamente e dialetticamente con la totalit, se no si ricade in fattispecie religiose gi evidenziate in 1). Che poi non tutte le spiegazioni impiegate dalle scienze, allo stato attuale dello sviluppo delle conoscenze e del conseguente concreto sviluppo della dialettica della filosofia della praxis, non rispondano formalmente ad una legalit dialettica, poco importa. Quello che importa realmente essere consapevoli della necessit di questo rovesciamento nella gerarchia delle spiegazione e della dialetticit del reale, quella dialetticit che se assunta come forma mentis ed agendi la sola condizione necessaria e sufficiente per generare mutamenti autenticamente rivoluzionari e quindi veritativi: Nel materialismo dialettico il problema strutturale viene risolto storicamente (cio mostrando la genesi concreta, reale e storica della struttura data), e il problema storico viene risolto teoricamente (cio mostrando la legge che ha prodotto il contenuto concreto dato) [il Repubblicanesimo Geopolitico dice: cio mostrando che il principio dellazione/conflitto/dialettico/epressivo/strategico e non una galileana meccanica e predestinante legalit esemplata sul modello di presunte leggi di natura ad avere prodotto il contenuto concreto dato, ndr]. Ecco perch Marx, a proposito del susseguirsi delle categorie economiche, scrive: La loro successione determinata dalla relazione in cui esse si trovano luna con laltra nella moderna societ borghese, e questo esattamente linverso di quello che sembra essere il loro ordine naturale o di ci che corrisponde alla successione dello sviluppo storico. [ndr: Karl Marx, Per la Critica dellEconomia Politica, introduzione di Maurice Dobb, traduzione di Emma Cantimori Mezzomonti, Roma, Editori Riuniti, 1974, p. 196] Da ci comunque, cio dal fatto che il processo oggettivamente reale esso stesso dialettico e che lorigine reale e lintreccio della conoscenza che gli corrisponde adeguatamente siano essi stessi dialettici, non segue affatto che ogni conoscenza debba apparire nella forma di conoscenza del metodo dialettico [corsivo di Lukcs: nel Dialecticvs Nvncivs le evidenziazioni del testo delle citazioni, dove non di mia espressa autoattribuzione, sono di Lukcs]. Laffermazione del giovane Marx: La ragione sempre esistita ma non sempre in forma razionale [ ndr: lettera di Karl Marx ad Arnold Ruge scritta nel settembre 1843 da Kreuznach, in Arnold Ruge, Karl Marx, Annali franco-tedeschi, a cura di Gian Mario Bravo e traduzione di Anna Pegoraro Chiarloni e Raniero Panzieri, Milano Edizioni del Gallo, 1965, p.81] vale anche per la dialettica. Dipende dalla struttura economica della societ e dalla posizione di classe che il conoscente assume in essa, se fino e a che punto un rapporto oggettivamente dialettico assuma forma dialettica nel pensiero, se e fino a che punto gli uomini possano diventare coscienti del carattere dialettico del rapporto dato. In determinate circostanze pu accadere che esso non appaia affatto dal punto di vista del pensiero conoscitivo; oppure pu apparire sotto forma di contraddizione irrisolvibile, come antinomia; pu essere compreso adeguatamente sotto certi aspetti, senza che possa essere determinato correttamente il suo giusto posto nello sviluppo complessivo etc. Da quanto abbiamo detto finora chiaro che tali conoscenze possano comunque essere, almeno in parte, oggettivamente giuste. Ma solo quando lo sviluppo storico della societ progredito fino al punto che i problemi reali che stanno alla base di queste contraddizioni etc. sono storicamente risolti, oppure che la loro soluzione non lontana, solo allora pu essere trovata la conoscenza teoricamente giusta e dialettica. In altre parole: la soluzione, il superamento di una contraddizione dialettica viene prodotta dalla realt nel processo storico reale. Il pensiero pu, a certe condizioni, anticipare mentalmente questi
  7. 7. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 7 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM processi, ma solo quando il loro superamento esiste oggettivamente nel processo storico effettivo come una reale tendenza di sviluppo (anche se magari come tendenza ancora immatura dal punto di vista della prassi). E se questo rapporto con il processo storico reale non divenuto pienamente cosciente, se quel problema dialettico non viene ricondotto al suo fondamento concreto e materiale, lanticipazione mentale deve necessariamente rimanere incastrata nellastrazione e nellidealismo (Hegel).: Gyrgy Lukcs, Codismo e Dialettica (titolo originale del manoscritto: Chvostismus und Dialektik), ed. it. Idem, Coscienza di Classe e Storia: Codismo e Dialettica, postfazione di Slavoj iek, Roma, Alegre, 2007, pp. 86-88. Purtroppo, la succitata regola doro non doveva risultare, evidentemente, di facile applicazione, perch costante in Codismo la tensione fra la piena applicazione della predetto ordine gerarchico fra i due tipi di spiegazione e un piegarsi agli idola fori della gnoseologia del tempo che, nonostante quanto avrebbe voluto una conseguente ed integrale applicazione della appena esposta filosofia della prassi, finiva con laccettare, de facto, una divisione di ambiti usando unarea semantica compatibile con la Weltanschauung conflittuale/strategica della dialettica del Repubblicanesimo Geopolitico, noi ancor meglio diremmo una divisione delle sfere dinfluenza fra spiegazione meccanicistica e spiegazione dialettica, con complementariamente inevitabile separazione ontologica fra societ e natura che da questa impostazione natural-meccanicistica consegue: Fino a che, tuttavia, non siamo in grado di mostrare in senso storico-genetico lorigine delle nostre conoscenze a partire dalla loro base materiale concreta cio non solo il fatto che esse siano, ma anche cosa e come come fece Marx per le nostre conoscenze storico-sociali, la nostra visuale sar manchevole di un importante e oggettivo momento della dialettica: la storia. Ribadisco che non mi passa affatto per la testa di negare che le scienze della natura comprendano elementi della visione storica, che in essi ci sono gli inizi (Kant-Laplace, Darwin etc.) di quella scienza unitaria della storia richiesta da Marx. Anche la conoscenza sociale premarxista conteneva elementi storici (Steuart, Hegel, gli storici francesi etc.) ma una conoscenza realmente e storicamente dialettica la si trova solo in Marx ed sorta come conoscenza dialettica del presente in quanto momento del processo complessivo. Nessuno vorr per sostenere che questi elementi storici si trovino al centro delle problematiche delle moderne scienze della natura o che proprio le scienze naturali pi sviluppate e che fanno da modello metodologico per le altre si occupino coscientemente di queste problematiche. Viste tali questioni, sarebbe necessario, da un lato, chiarire per quali epoche o periodi valgano determinate conoscenze, poich esse colgono col pensiero i loro rapporti specifici, storici, oggettivi e reali; dallaltro comprendere dialetticamente la genesi necessaria delle conoscenze a partire dallo stesso processo storico oggettivo e reale. (Per quanto concerne le conoscenze economiche si esprime chiaramente Engels). In che misura le conoscenze della natura possono essere trasformate in conoscenze storiche, ovvero, se si diano fatti materiali in natura che non mutano mai la loro struttura, oppure soltanto in periodi di tempo cos lunghi che essi non possono essere percepiti come mutamenti dalla conoscenza umana, non questione che possa essere trattata qui, poich anche laddove ci sembra che sviluppi storici sono avvenuti, il loro carattere storico pu ora essere affermato solo in misura molto limitata. Ci significa che noi siamo spinti fino a conoscere che la storia dellumanit deve essere preceduta da uno sviluppo storico oggettivo che copre un infinito lasso temporale, ma le fasi di passaggio tra questa storia e la nostra ci sono tuttavia note solo in piccola parte o, addirittura, per nulla. E ci non avviene perch materiali a disposizione oggi siano ancora insufficienti o a causa del temporaneo sottosviluppo dei nostri metodi di ricerca (molte scienze della natura surclassano le scienze della storia per quanto concerne la precisione [sottolineatura nostra ad evidenziare quanto anche in Lukcs agisse prepotentemente il pregiudizio di una maggiore scientificit delle cosiddette scienze della natura rispetto alle scienze sociali e storiche: per un definitivo e minuziosamente argomentato rigetto di questo fondamentale e fondante errore di tutta la tradizione filosofica della modernit occidentale, errore che non altro che il negativo fotografico dellaltro fondante e fondamentale errore di questa tradizione, cio lillusoria e fantasmatica separazione ontologica ed empirica fra natura e cultura, Dialecticvs Nvncivs rinvia per lennesima volta a Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico, cit., di prossima pubblicazione]) ; ci avviene perch la capacit di scoprire i fondamenti materiali della conoscenza e di derivare dialetticamente questultima dalla sua base materiale, non stata ancora prodotta dallo sviluppo oggettivo reale. Gli scienziati migliori si trovano perci dogmaticamente prigionieri, come ad es., Ricardo rispetto alla societ capitalistica (i peggiori sono divorati dallo scetticismo e possono essere qui considerati solo come sintomo di una crisi). Ci non impedisce loro affatto come mostra lesempio di Ricardo di raggiungere conoscenze oggettivamente valide, lo stesso Ricardo ne ebbe in alcuni campi. Ci che loro impossibile di chiarire le contraddizioni che sorgono dal materiale concreto e mostrarle come contraddizioni dialettiche, di mostrare i momenti singoli come momenti di un processo storico unitario e, come stato indicato prima, di ordinarli al tempo stesso teoricamente e storicamente in un contesto complessivo. Una tale storicizzazione delle scienze della natura, una crescente penetrazione nella loro origine (ad es., la consapevolezza del loro carattere geocentrico) le renderebbe tanto poco relativiste quanto lo sono diventate le scienze sociali come risultato della penetrazione marxista nella genesi reale della [sic] loro conoscenze. Tutto lopposto. : Ivi, pp. 96-97. sempre difficile discernere in un autore (come nella vita di tutti i giorni) quanto una scelta sia dettata da convinzione e quanto, invece, dalla preoccupazione molto concreta e realistica nel caso di Lukcs delle conseguenze personali e politiche del comportamento o del messaggio che si intende rendere pubblico. Le parole conclusive di Codismo appena citate, nel loro incerto e tortuoso procedere teorico, ci fanno propendere per la seconda ipotesi ma non nel senso di una egoistica tutela personale ma nel significato di un tentativo di tutela, anche se solo
  8. 8. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 8 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM difensivistico, della dialettica dalla deriva positivistica che poi avrebbe definitivamente preso la forma del Diamat staliniano: Per Engels, dunque, laver parzialmente omesso le mediazioni che gli hanno reso possibile la sua conoscenza dialettica e che appartengono oggettivamente a questa conoscenza, costituisce semplicemente un episodio. E se si trattasse solo di Engels, si potrebbe tranquillamente lasciare cadere la questione, oppure essa potrebbe essere una questione inessenziale da trattare in modo storico-filologico. Poich per queste lacune vengono ampliate entusiasticamente ed erette a Sistema del Marxismo allo scopo di liquidare la dialettica, allora bisogna sottolineare con forza questi aspetti. La tendenza di Deborin e Rudas evidente: essi vogliono usando le parole di Marx ed Engels fare del materialismo storico una scienza nel senso borghese, poich essi non possono rinunciare a ci che tiene in vita la societ borghese e la sua concezione della storia, n al carattere puramente spontaneo dellaccadere storico, perch essi [: periodo non completo perch la pubblicazione di Codismo si basata su un manoscritto mutilo di alcune pagine, ndr ]. : Ivi, p. 118. La realt teorica e politica era invece molto pi cruda e (in tutti i sensi) molto pi pericolosa di quella che in queste parole conclusive di Codismo Lukcs si sforzava di voler rappresentare. Labbandono e/o il depotenziamento della dialettica con la conseguente deriva positivistica in Engels non era un episodio ma la sua vera nota di fondo (vedi Anti-Dhring e Dialettica della Natura, opere nelle quale vengono esplicitate, in una vera e propria inconsapevole parodia della logica aristotelica, le tre farlocche engelsiane leggi dialettiche: la legge della conversione della quantit in qualit, la legge della compenetrazione degli opposti, la legge della negazione della negazione) e Deborin e Rudas non intendevano affatto perpetuare culturalmente e socialmente la societ borghese ma criticando Storia e Coscienza di Classe (anche se la critica partiva dal corretto presupposto dellinsostenibile e niente affatto dialettica contraddittoriet dellimpostazione lukacsiana di una divisione fra societ e natura separazione, fra laltro, come abbiamo visto, molto opportunistica e alla quale nemmeno Lukcs, ad attenta analisi, mostra di credere dove per la natura non sarebbero valse le impostazioni dialettiche), agivano oggettivamente e con convinzione nel senso di creare s una dialettica unificata fra questi due ambiti ma una dialettica falsa e positivizzata alla Engels. Il senso profondo quindi della reazione di Lukcs, vero e proprio Defensor Dialecticae, era di creare una sorta di ridotta gnoseologica dove almeno l sarebbe valsa la vera dialettica. Evidenti ragioni storico-politiche del secolo della violenza e degli sterminii organizzati su base scientifica e dei totalitarismi prima ancora che ragioni teoriche, resero questa difesa impossibile. Compito di chiunque voglia lasciarsi benjaminiamente lo strazio novecentesco alle spalle non tanto proclamare vuoti slogan politici (oggi dopo la caduta dei regimi socialisti, totalmente di marca democratico-liberal-liberista) ma raccogliere quella bandiera dialettica che allinsegna di una vera filosofia della prassi possa costituire un reale progresso (per una volta sia consentito usare questo termine) rispetto agli immani lutti che non solo non ci siamo lasciati alle spalle ma che continuano non contrastati se non dalle vuote retoriche democraticistiche, una distrazione/distruzione di massa democraticistica vero frutto autentico e legittimo del secolo che ci ha lasciati poco pi di un decennio fa e che non contrastato continua nei suoi nefasti ma perci pure rivoluzionari effetti anche nel presente. (Per comprendere come un autore come Benjamin apparentemene cos poco politico e apparentemente cos distante e da Gyrgy Lukcs e da ogni possibile altra declinazione della filosofia della prassi fra poco, alla nota 8 ci occuperemo di quellaltro gigante della filosofia della prassi che va sotto il nome di Antono Gramsci ci possa venire in soccorso per superare e quindi recuperare la filosofia della prassi stessa e con ci a prenderci dal Novecento un dialettico e non postmoderno commiato da fine di tutte le metanarazioni e da fine liberal- liberista alla Fukuyama della storia, cfr. le Tesi di Filosofia della Storia, in particolare la tesi numero 1, con le figure simboliche del fantoccio in veste da turco, del nano gobbo nascosto sotto la scacchiera asso nel gioco degli scacchi e della teologia piccola e brutta ma indispensabile per far vincere sempre il fantoccio chiamato materialismo storico e la tesi numero 9 con lAngelus Novus di Klee, langelo della storia per Benjamin, al quale una tempesta che soffia dal paradiso, trascinandolo via contro la sua volont, gli fa sorvolare le rovine del progresso, volto fisso alle passate e presenti sciagure, spalle rivolte al futuro e, pertanto, drammaticamente senza apparente possibilit di rendere pensabile n un intervento immediato e nemmeno di guardare ed agire oltre l orizzonte degli eventi ma, per, traslucendo da questa allegoria unevidente fede soteriologica, noi diremmo un volont di riscruttura ab imis delle categorie del politico e della conoscenza che propria del Repubblicanesimo Geopolitico; una riscrittura ab imis che dovr avvalersi non solo dei poeticamente dialettici simboli benjaminiani ma anche di quelliperdecisionismo benjaminiano, che una delle pi potenti e veritative categorie del politico e del filosofico prodotte dal pensiero occidentale assai pi integrale del timido decisionismo schmittiano e che costituisce uno dei pi importanti pilastri per il superamento/conservazione della filosofia della prassi del Repubblicanesimo Geopolitico, e rimandiamo ancora alle prossime Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico per una pi approndita trattazione di questo fondamentale aspetto iperdecisionista e prassistico del pensiero benjaminiano , e di cui abbiamo gi scritto in Massimo Morigi, Walter Benjamin, Iperdecisionismo e Repubblicanesimo Geopolitico: lo Stato di Eccezione in cui Viviamo la Regola, in Il Senso della Repubblica nel XXI Secolo. Quaderni di Storia e Filosofia, anno VIII, n.2, febbraio 2015. Questo numero della rivista, oltre ad essere visionabile all URL presso il quale stato caricato dalleditore della rivista stessa, https://issuu.com/heos.it/docs/sr_febbraio_15, stato caricato anche dallo scrivente su Internet Archive agli URL https://archive.org/details/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopolitico e https://ia800504.us.archive.org/33/items/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopolitico/WalterBenja
  9. 9. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 9 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM Classe, Lukcs sembra arrivare quasi ad un passo dallo scioglimento del nodo gordiano fra storia e natura che lo ha bloccato nel passo appena citato. Ad un passo senza mai arrivarci e non ci vuole molta immaginazione per vedere dove poggiasse questa impossibilit di discutere di questi problemi in modo pi minuzioso: certamente non solo di natura teorica ma, soprattutto, di natura molto, molto pratica 4 Torniamo ora a Marx, quando afferma nella prefazione minIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopolitico.pdf e quindi su WebCite agli URL http://www.webcitation.org/6mudCd4pb e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia800504.us.archive.org%2F33%2Fitems%2FWalterBenjami nIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopolitico%2FWalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopolitic o.pdf&date=2016-12-20; inoltre larticolo, sempre dallo scrivente, stato anche caricato direttamente sempre su Internet Archive agli URL https://archive.org/details/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoMassimo e https://ia601501.us.archive.org/33/items/WalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoMassimo/Wa lterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoDiMassimoMorigi.2.pdf e quindi su WebCite agli URL http://www.webcitation.org/6mugMchmd e http://www.webcitation.org/query?url=https%3A%2F%2Fia601501.us.archive.org%2F33%2Fitems%2FWalterBenjami nIperdecisionismoERepubblicanesimoGeopoliticoMassimo%2FWalterBenjaminIperdecisionismoERepubblicanesimoG eopoliticoDiMassimoMorigi.2.pdf&date=2016-12-20). 4 Se non arriv mai a compiere questo passo, Lukcs, attraverso il magistero marxiano ed in asprissimo contrasto col revisionismo, comprese assai bene la falsa naturalit, la farlocca inevitabilit ed il presunto determinismo delle presunte leggi naturali delleconomia. Storia e Coscienza di Classe totalmente percorsa da questa consapevolezza prassistica e citando forse il pi efficace di uno dei suoi tanti passaggi in proposito, il presente Dialecticvs Nvncivs ribadisce con ancora maggiore energia e convinzione, se possibile, la ridicolaggine della credenza nellesistenza di leggi di natura economiche che non derivino dalle decisioni degli uomini (o, per meglio dire, da azioni/conflitti strategici che vengono compiuti pi o meno consapevolmente da agenti singoli o collettivi: per un primo approccio del Repubblicanesimo Geopolitico sulla problematica del conflitto strategico, cfr. Teoria della Distruzione del Valore agli URLhttps://archive.org/details/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore;https://ia800501.us.archive.org/20/items/M arxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore/MarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore.pdf;http://www.webcitation.org/ query?url=https%3A%2F%2Fia800501.us.archive.org%2F20%2Fitems%2FMarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValor e%2FMarxismoTeoriaDellaDistruzioneDelValore.pdf&date=2015-12-04;http://www.webcitation.org/6dWOlPr8n). Ovviamente, tutta la filosofia della praxis del discorso marxiano e lukacsiano deve essere riorientato smontando la controdialettica (e veramente oggettivamente controrivoluzionaria) divisione fra natura e cultura: Solo in questa coscienza [di classe, ndr] infatti viene in luce la profonda irrazionalit che sta in agguato dietro i sistemi razionalistici parziali della societ borghese e che si manifesta altrimenti in modo catastrofico, in eruzioni improvvise, e proprio per questo senza modificare alla superficie la forma e la connessione degli oggetti. Si pu senzaltro riconoscere questa situazione negli avvenimenti pi semplici della vita quotidiana. Il problema del tempo-lavoro che abbiamo considerato provvisoriamente, dal punto di vista delloperaio, come momento in cui nasce la sua coscienza in quanto coscienza della merce (quindi come coscienza del nucleo strutturale della societ borghese), mostra nellistante in cui essa sorge ed oltrepassa la mera immediatezza della situazione data, concentrato in un punto, il problema fondamentale della lotta di classe: il problema della violenza, come il punto in cui, in seguito al fallimento delle leggi eterne delleconomia politica, in seguito al loro dialettizzarsi, la decisione sul destino dello sviluppo viene necessariamente rimessa allattivit cosciente degli uomini. Marx sviluppa questa idea nel modo seguente. evidente: prescindendo dai limiti del tutto elastici, dalla stessa natura dello scambio delle merci non risulta nessun limite della giornata lavorativa, quindi nessun limite al plus-lavoro. Quando cerca di prolungare al massimo la giornata lavorativa fino al punto di giungere, se possibile, a raddoppiarla, il capitalista non fa altro che affermare il proprio diritto di compratore. Dallaltra parte, la natura specifica della merce venduta implica un limite del suo consumo da parte del compratore, e loperaio afferma il proprio diritto di venditore, quando vuole limitare la giornata lavorativa ad una grandezza normale determinata. Qui ha dunque luogo unantinomia: diritto contro diritto, entrambi consacrati dalla legge dello scambio delle merci. Fra diritti eguali decide la violenza. Cos nella storia della produzione capitalistica la regolazione della giornata lavorativa si presenta come lotta per i limiti della giornata lavorativa lotta tra il capitalista collettivo, cio la classe dei capitalisti, e loperaio collettivo, cio la classe operaia. [Karl Marx, Il Capitale, cit., p. 284]: Gyrgy Lukcs, Storia e Coscienza di Classe, cit., pp. 234-235.
  10. 10. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 10 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM alla prima edizione del Capitale con una evidente contraddizione (per niente dialettica) rispetto al passo sempre del Capitale appena citato: Una parola ad evitare possibili malintesi. Non ritraggo per niente le figure del capitalista e del proprietario fondiario in luce rosea. Ma qui si tratta delle persone solo in quanto sono la personificazione di categorie economiche, che rappresentano determinati rapporti e determinati interessi di classe. Il mio punto di vista che considera lo sviluppo della formazione economica della societ come processo di storia naturale, non pu assolutamente fare il singolo responsabile di rapporti da cui egli socialmente proviene, pure se soggettivamente possa innalzarsi al di sopra di essi.5 Qui la societ quindi per Marx assimilabile ad una sorta di processo naturale, gli uomini piuttosto che agire in esso sono agiti da forze che li sovrastano e la loro natura, insomma, quella del Gattungswesen, un ente naturale generico determinato dalle leggi e dalle forze che agiscono nella societ stessa.6 In questo passaggio si sviluppa s una linea di pensiero che unisce societ e natura ma una linea di pensiero similpositivistica, anticipatrice della Dialettica della Natura e dell Anti- Dhring di Engels prima e poi del Diamat di cui abbiamo gi detto. Veniamo ora ai nostri giorni. Il conflittualismo strategico di Gianfranco La Grassa nasce dopo la definitiva consunzione, filosofica prima che politica, di tutta la tradizione marxista che, se a livello storico-politico, crollata per la tragicomica inefficienza economica dei vari sistemi socialisti effettivamente storicamente realizzatisi unita alle lusinghe (totalmente) false del paese dei balocchi della forma di stato democratico-capitalistica, sul piano teorico e filosofico praticamente sin dal suo inizio aveva fatto bancarotta in ragione del suo economicismo, prendendo poi successivamente le forme ideologiche di una pseudodialettica di stato, il Diamat, che altro non era che una forma di positivismo degradato, di pratiche e modelli economici meno inefficienti di 5 Karl Marx, Il Capitale, cit., pp. 6-7. 6 Non la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma , al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. Ad un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della societ entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cio con i rapporti di propriet (che ne sono soltanto lespressione giuridica) dentro i quali tali forze per linnanzi serano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra unepoca di rivoluzione sociale. Con il cambiamento della base economica si sconvolge pi o meno rapidamente tutta la gigantesca sovrastruttura.: Karl Marx, Per la Critica dellEconomia Politica, cit., p.5: per i due maggiori interpreti del marxiano Gattungswesen come un ente generico che proprio in ragione di questa sua genericit non meccanicamente determinato dalla societ ma in questa consapevolmente, culturalmente e pubblicamente vi agisce in analogia allaristotelico Zoon Politikon e del marxismo come una teoria della libert in cui questa libert data dal rapporto dialettico delluomo con la storia e la societ, confronta, in particolare, Costanzo Preve e Giorgio Agamben e segnatamente: Costanzo Preve, LEguale Libert. Saggio sulla Natura Umana, Vangelista, Milano, 1994; Id., I Secoli Difficili. Introduzione al Pensiero Filosofico dellOttocento e del Novecento, Petite Plaisance, Pistoia, 1999; Id., Marx Inattuale. Eredit e Prospettiva, Bollati Boringhieri, Torino, 2004; Giorgio Agaben, Mezzi senza Fine. Note sulla Politica, Bollati Boringhieri, Torino, 1996; Id., La Comunit che Viene, Bollati Boringhieri, Torino, 2001.
  11. 11. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 11 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM quelli del cosiddetto libero mercato capitalistico e, last but not the least, di una visione filosofica delluomo come Gattungswesen, un ente naturale generico completamente sottoposto alle determinazioni sociali, con la non irrilevante conseguenza che alla mitizzata classe operaia (mito che era una versione degradata del marxiano lavoratore collettivo cooperativo associato) veniva riservato un trattamento da Gattungswesen, appunto, mentre alla nomenklatura veniva, in pratica, violentemente concesso di elevarsi al di sopra di essa; realizzando cio nella prassi, a solo uso e consumo della burocratica classe dominante, un compiuto modello conflittuale-strategico, in cui il dominato era la tanto mitizzata (e presa per il fondelli) classe operaia- gattungswesen. Il conflittualismo strategico di Gianfranco La Grassa, portando esplicitamente il conflitto al centro dellinterpretazione della societ, mantiene e approfondisce la fondamentale critica marxiana sulla falsa naturalit delleconomia politica, chiude quindi definitivamente con tutta questa tradizione marxista economicistico-positivistica da una parte (diamat, altrimenti detto marxismo orientale) o dialettico-dimidiata dallaltra (il cosiddetto marxismo occidentale: uno dei massimi esempi di questa seconda immensamente pi feconda per per il futuro, nonostante le segnalate contraddizioni, della deriva diamattina quella avanzata da Gyrgy Lukcs in Storia e Coscienza di Classe) e per, per il completo sviluppo rivoluzionario del suo paradigma, per il Repubblicanesimo Geopolitico assolutamente necessario un dialettico riorientamento gestaltico sia della prassi del conflitto strategico che del suo stesso concetto.7 Questo riorientamento passa A) 7 Una interpretazione dialettica dimidiata quella di Lukcs e, allo stesso tempo, in contraddizione, con una precisa visione di quello in cui deve consistere il metodo dialettico. In vari luoghi successivi al passaggio citato alla nota 3, Storia e Coscienza di Classe mostra ad un tempo la natura totale e anticosale della dialettica che sembra gi una prefigurazione della consapevolezza dellintima natura dialettica del conflitto/scontro strategico che modella di continuo e trasforma la realt stessa unita, per, contraddittoriamente, ad una interpretazione del tutto cosale dello scontro sociale che inevitabilmente da questa dialettica avrebbe dovuto scaturire (contro una lettura mitologica ed ipostaticizzata delle due classi antagoniste capitalistica ed operaia, il conflittualismo strategico lagrassiano costituisce il primo indispensabile passo per questo riorientamento. Per il Dialecticvs Nvncivs e come si vedr poi pi per esteso nelle Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico, di prossima pubblicazione sar necessario poi riorientare a sua volta anche il conflittualismo strategico di La Grassa sulla falsariga dellabolizione della divisione fra natura e cultura): Ma anche in questo caso si deve sottolineare che la violenza, che appare come figura concreta dei limiti di irrazionalit del razionalismo capitalistico, del punto di intermittenza delle sue leggi, per la borghesia qualcosa di completamente diverso che per il proletariato. Per la borghesia, la violenza la continuazione immediata della sua vita quotidiana: essa non rappresenta dunque un problema nuovo: daltro lato, e proprio per questo, essa non capace di risolvere nemmeno una delle contraddizioni sociali che si autogenerano. Il suo intervento e la sua efficacia, la sua possibilit e la sua portata dipendono del resto dal grado in cui stata superata limmediatezza dellesistenza. Certo, la possibilit di questo oltrepassamento, quindi la estensione e la profondit della coscienza stessa, un prodotto della storia. Ma questo livello storicamente possibile non consiste qui nella continuazione graduale e rettilinea di ci che si trova gi nellimmediatezza (e delle sue leggi), ma nella consapevolezza, raggiunta attraverso molteplici mediazioni, sullintero della societ, nella chiara intenzione diretta alla realizzazione delle tendenze dialettiche dello sviluppo. E la serie delle mediazioni non pu concludersi nella contemplazione immediata ma deve dirigersi alla novit qualitativa che scaturisce dalla contraddizione dialettica: essa deve essere un movimento di mediazione tra il presente e il futuro. Tutto ci
  12. 12. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 12 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM presuppone ancora una volta che il rigido essere cosale degli oggetti dellaccadere sociale si scopra come mera parvenza, che la dialettica la quale rappresenta unautocontraddizione, unassurdit logica, finch si tratta del passaggio di una cosa ad unaltra, oppure di un concetto che ha la struttura di cosa ad un altro trovi la propria conferma in tutti gli oggetti e che le cose si mostrino perci come momenti che si risolvono nel processo. Siamo cos pervenuti al limite della dialettica antica, al punto che separa questa dialettica da quella del materialismo storico. (Hegel rappresenta il momento di transizione metodologica, in lui si trovano cio gli elementi di entrambe le concezioni in una funzione non interamente chiarita in rapporto al metodo). Infatti, la dialettica eleatica del movimento indica appunto le contraddizioni immanenti nel movimento in generale, ma essa lascia intatta la cosa che si muove. Sia che la freccia in volo si muova o si trovi in quiete allinterno del vortice dialettico essa resta nella sua oggettualit, come freccia, come cosa. Stando ad Eraclito, impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume: ma poich lo stesso eterno mutamento non diviene, ma , non produce nulla di qualitativamente nuovo, esso un divenire soltanto rispetto allessere rigido delle cose singole. [] In Marx, invece, il processo dialettico trasforma le forme di oggettualit degli oggetti in un processo, in un flusso. Nella riproduzione semplice del capitale appare in tutta la sua chiarezza questa sovversione delle forme di oggettualit che caratterizza in modo essenziale il processo. [] Non appena si abbandona quella realt immediata, che si presenta come gi definita, nasce cos linterrogativo: Un lavoratore in una fabbrica di cotone produce soltanto cotone? No, produce capitale. Produce i valori che serviranno di nuovo a comandare il suo lavoro, a creare, per suo mezzo, nuovi valori [Karl Marx, Lavoro Salariato e Capitale, Roma, Editori Riuniti, 1967, p. 51]: Gyrgy Lukcs, Storia e Coscienza di Classe, cit., pp. 235-238. Hegel stesso distingue tra dialettica meramente negativa e dialettica positiva, dove per dialettica positiva si deve intendere lemergere di un determinato contenuto, il venire alla luce di una totalit concreta. Ed in sede di esecuzione effettiva, anchegli percorre quasi sempre nello stesso modo la via che conduce dalle determinazioni della riflessione sino alla dialettica positiva, bench ad esempio, questultima venga direttamente esclusa dal suo concetto di natura come essere altro, come essere esterna a s stessa dellidea (e indubbiamente qui si potr trovare uno dei motivi metodologici delle costruzioni spesso forzate della sua filosofia della natura). Daltra parte, dal punto di vista storico, Hegel stesso vede chiaramente che la dialettica della natura dove, almeno al grado finora raggiunto, il soggetto non pu essere inserito nel processo dialettico non in grado di oltrepassare il piano di una dialettica del movimento che si presenta ad uno spettatore che non vi partecipa. Egli sottolinea, ad esempio, che le antinomie di Zenone si sono elevate sino allaltezza conoscitiva delle antinomie kantiane e che quindi non possibile qui procedere oltre. Con ci risulta la necessit della separazione metodologica della dialettica del movimento puramente oggettivo della natura dalla dialettica sociale, nella quale anche il soggetto inserito nellinterazione dialettica, la teoria e la praxis debbono entrare in un reciproco rapporto dialettico ecc. (Va da s che lo sviluppo della conoscenza della natura come forma sociale sottoposto alla dialettica del secondo tipo). Inoltre, sarebbe tuttavia assolutamente necessario per la concreta costruzione del metodo dialettico illustrare concretamente i diversi tipi di dialettica. In tal caso, le distinzioni hegeliane di dialettica positiva e negativa cos come quelle relative ai livelli dellintuizione, della rappresentazione e del concetto (senza che ci si debba necessariamente attenere a questa terminologia) caratterizzerebbero soltanto alcuni tipi di differenze. Per gli altri, nelle opere economiche di Marx si trova un ricco materiale per unanalisi strutturale chiaramente elaborata. In ogni caso, una tipologia di queste forme dialettiche, sia pure presentata con pochi cenni, andrebbe ampiamente oltre i limiti di questo lavoro. : Ivi, pp. 272-273. Prima Lukcs afferma la necessit della separazione fra la dialettica della natura e la dialettica sociale improntata alla filosofia della praxis e poi, sentendo tutta la debolezza di questo ragionamento, rimanda la precisazione del suo pensiero ad un ulteriore lavoro. Conscio quindi della fragilit di tutto il suo ragionamento e conscio che se si vuole dare una chance al proletariato assolutamente indispensabile fuoruscire integralmente dal vecchio materialismo meccanicista immediatamente dopo avere affermato che laffrontare la questione della separazione fra dialettica della natura e quella sociale sarebbe andare oltre i limiti di questo lavoro, riprende il ragionamento sminuendo limportanza della predetta distinzione dialettica e insistendo sullimportanza del processo di reificazione che, secondo Lukcs, avrebbe un intimo legame diretto con la dialettica della natura: Ma ancora pi importante di queste distinzioni metodologiche il fatto che anche quegli oggetti che si trovano manifestamente al centro del processo dialettico, possono rendere esplicita la loro forma reificata solo in un lungo e difficile processo. In un processo, nel quale la presa del potere del proletariato e la stessa organizzazione socialista dello Stato e delleconomia rappresentano soltanto tappe, certo molto importanti, ma non il punto di arrivo. Sembra anzi che il periodo in cui il capitalismo entra in una crisi decisiva abbia la tendenza ad accrescere ancor pi la reificazione, a spingerla ai suoi estremi. Allincirca nel senso in cui Lassalle scriveva a Marx: Il vecchio Hegel soleva dire: immediatamente prima del sorgere di qualche cosa di qualitativamente nuovo, il vecchio stato qualitativo si raccoglie nella sua essenza originaria puramente generale, nella sua totalit semplice, superando ancora una volta e riprendendo in s tutte le sue marcate differenze e le sue peculiarit che esso aveva posto quando era ancora vitale. Daltro lato, ha ragione anche Bucharin quando osserva che nellepoca della dissoluzione del capitalismo le categorie feticistiche falliscono, ed necessario risalire alla forma naturale che si trova alla loro base. Questi due modi di vedere sono contraddittori solo in apparenza. O pi esattamente: il segno che contraddistingue la societ borghese al suo tramonto proprio questa contraddizione: da un lato, il crescente svuotamento delle forme della reificazione si potrebbe dire, il lacerarsi della loro crosta per via del loro vuoto interno , la loro crescente incapacit
  13. 13. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 13 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM attraverso un deciso abbandono della mainstream impostazione della cultura occidentale che vede una suddivisione fra storia e natura (o cultura e natura: sotto questo punto di vista, lannullamento cio dellantidialettico discrimine fra di comprendere i fenomeni, sia pure nella loro singolarit e secondo modi calcolistici-riflessivi; dallaltro la loro crescita quantitativa, il loro vuoto diffondersi estensivamente sullintera superficie dei fenomeni. E con il crescente acuirsi di questo contrasto, aumenta per il proletariato sia la possibilit di sostituire i propri contenuti positivi a veli svuotati e lacerati, sia il pericolo almeno temporaneo di soggiacere ideologicamente a queste vuote ed esautorate forme della cultura borghese. In rapporto alla coscienza del proletariato, non vi automatismo di sviluppo. Per il proletariato quanto mai vero che la trasformazione e la liberazione pu essere solo opera della sua azione, che leducatore stesso deve essere educato: cosa che il vecchio materialismo meccanicistico-intuitivo non riusc a comprendere. Lo sviluppo economico oggettivo ha potuto soltanto creare la posizione che il proletariato occupa nel processo di produzione e dalla quale viene determinato il suo punto di vista; esso pu solo far s che la trasformazione della societ diventi per il proletariato possibile e necessaria. Ma questa trasformazione pu essere operata soltanto dalla libera azione del proletariato stesso.: Ivi, pp. 273-274. Lukcs era completamente nel giusto nel dire che le forme feticistiche e reificate abbiano un intimo legame con la dialettica della natura (volendo, per, cos suggerire un legame errato della filosofia della praxis con la filosofia della natura, attraverso cio il negativo, o meglio, la negazione della filosofia della praxis stessa, la reificazione e le forme di feticismo appunto; reificazione che, invece, non che una delle manifestazioni della dialettica del confronto/scontro strategico, che a sua volta non che la traduzione in atto concreto della filosofia della prassi, consapevoli o no che di questa Weltanschauung/Forma mentis/Forma mundi siano gli attori alfa-strategici o omega-strategici, per i quali cfr. Teoria della Distruzione del Valore, cit. del confronto/scontro strategico stesso), era per completamente in errore, ma questo lerrore che attraversa praticamente tutte le varie scuole marxiste, pensando che le forme feticistiche e la reificazione possano e debbano essere superate nella rivoluzione prossima ventura in cui il proletariato avrebbe dovuto essere la classe universale che avrebbe dissolto queste forme alienanti. Alla base di questo errore sta, lo ripetiamo, lartificiale suddivisione marxiana (ma non di origine marxiana, non ci stancheremo mai di ripetere) fra natura e cultura, uno scenario artificiale nel quale il capitalismo frutto di una cattiva cultura umana avrebbe imposto agli uomini delle scelte del tutto innaturali, scelte innaturali alle quali sarebbe stato compito del proletariato, la classe universale ed erede della filosofia classica tedesca, porre rimedio. In realt, questa suddivisione fra natura e cultura del tutto innaturale; in realt lalienazione/reificazione/feticismo non , di per s, un fatto negativo, ma rappresenta il fondamentale momento di trasformazione dialettico-strategica del soggetto per venire incontro e incorporare loggetto che inizialmente gli si pone di fronte: insomma, lalienazione/reificazione/forme di feticismo non che lo sviluppo concreto del processo dellAufhebung; infine, in questo processo dialettico-strategico di superamento/conservazione del soggetto nelloggetto e viceversa, credere che il proletariato, nelle condizioni storiche di allora, fosse lunica classe in grado di interpretarlo e di dargli compiuta espressione stato il pi grande errore del marxismo essendo il processo dialettico-strategico un processo giusto lattualismo di Giovanni Gentile cognitivo/attivo/creativo, un processo che pu essere s guidato da una classe storicamente non mai stato guidato, ma semmai solo innescato, dalle classi subalterne ma per questo non si pu certo affermare che, in un futuro totalmente imprevedibile dal punto di vista di una conseguente antideterministica filosofia della prassi, le classi subalterne, proprio per la natura dialettica e pantocratrice di questo processo, non possano farlo proprio e recitarvi una parte da protagoniste: la dittatura del proletariato altro non che lingenua espressione utopico-mitologica di una potenzialit reale della dialettica del confronto/scontro strategico ma che attraversa tutte le classi e categorie della societ. E volendo far s che questo processo alienanante/reificante di trasformazione dialettica attraversi in senso rivoluzionario tutti gli strati della societ, rende il Repubblicanesimo Geopolitico lerede diretto anche se sotto linsegna dell Aufhebung, del suo, cio, superamento/conservazione nel quadro di un totale rinnovamento che abolisca la suddivisione fra natura e cultura di quella linea di realismo dialettico-cognitivo che corre lungo Machiavelli, Vico, Hegel e che culmina in Marx, lerede diretto, quindi, anche di quella tradizione marxista ci riferiamo in specie al quel marxismo occidentale che al contrario del diamattino marxismo orientale, oppose strenua resistenza alla deriva positivistica del marxismo che sempre fu ai ferri corti con linterpretazione meccanicistica e fatalistica del marxismo stesso, questultima conseguenza inevitabile ed anche voluta per le ovvie ragioni di pi facile dominio delle masse Gattungswesen composte da miriadi di esseri naturali generici della versione positivistica e eterodiretta dallalto della lezione del pensatore di Treviri. A suivre, anche in Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico, di prossima pubblicazione, ulteriore giustificazione di questa impegnativa affermazione del Dialecticvs Nvncivs
  14. 14. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 14 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM natura e cultura, possibile ricuperare e superare, rovesciandolo, il significato del concetto di alienazione, facendolo, cio, poggiare saldamente sui piedi di un sodo realismo politico e di unaltrettanto concreta epistemologia politico- filosofica prassistica anzich su una testa positivista e/o genericamente gattungsweseniana; luomo, comunque si intenda il marxiano Gattungswesen in senso deterministico-positivista o come un segno delle sue potenzialit e libert non un ente generico, ma , polarmente al contrario, un ente naturale strategico, anzi il massimo ente strategico prodotto dalla natura, o per dare conseguente e migliore definizione a quanto fin qui affermato, il massimo ente strategico prodotto dalla natura/cultura per un approfondimento su questo inestricabile rapporto natura/cultura e sulluomo ente naturale strategico, il presente nunzio anticipa Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico per una Fenomenologia della Dialettica della Natura e della Cultura attraverso il Conflitto Espressivo-Cognitivo-Evoluzionistico-Strategico. Nuovo Nomos della Terra, Nuovo Principe, Rivoluzione e Dialettica della Filosofia della Praxis Espressiva, Conflittuale e Strategica del Repubblicanesimo Geopolitico (Aufhebung della Rivoluzione e dellAzione Strategica nello Sviluppo Storico- Dialettico della Cultura e della Natura), di prossima pubblicazione , una nuova semantica dellalienazione cos interpretata ed indagata, contrariamente allaccezione negativa marxiana, attraverso il rioerientamento compiuto su di questa dal concetto e dalla prassi dellazione-conflitto strategico e, perci, come la felice concreta manifestazione della dialettica di tale conflitto; felice anche da un punto di vista soggettivo solo se, ovvio, questo processo alienante vissuto consapevolmente e strategicamente da un agente alfa-strategico e non risulta, invece, dallimposizione di un dominio esterno di un agente alfa- strategico su un agente omega-strategico sulle dinamiche dei rapporti fra agenti alfa-strategici e agenti omega-strategici, i portatori storici, questultimi, del negativo marxiano significato originario di alienazione e, quindi, il permanente lato infelice dellalienazione, cfr. la Teoria della Distruzione del Valore. Teoria Fondativa del Repubblicanesimo Geopolitico e per il Superamento/conservazione del Marxismo, riferimenti bibliografici in nota 1) e passa quindi B) attraverso un ripudio delle categorie positivistiche, in primis quella di legge di natura deterministica e immodificabile ed immutabile. Insomma, e qui dissento da La Grassa, il punto non se il pensiero possa o meno riprodurre la realt, il punto che il pensiero, se veramente pensiero e quindi pensiero integralmente strategico e quindi strategia realmente in azione, produce o, meglio, crea la realt. E ora mi taccio, in parte perch la giustificazione di questa mia ultima fondante e fondativa affermazione dovrebbe essere trovata nelle parole che lhanno qui preceduta (e che, oltre a
  15. 15. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 15 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM quanto si gi precedentemente scritto o ora espresso nel presente Dialecticvs Nvncivs che introduce le prossime Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico che svolgono, attraverso il taglio del nodo gordiano natura/cultura o storia/natura, la dialettica del Repubblicanesimo Geopolitico stesso , seguono il filo rosso di una filosofia della praxis che, partendo dalle marxiane Glosse a Feuerbach, approda prima in Giovanni Gentile cfr. del filosofo dellattualismo La Filosofia di Marx del 1899 e poi nella filosofia della praxis compiutamente espressa da Antonio Gramsci nei Quaderni del Carcere)8 e in 8 Dai Quaderni del Carcere emerge lo scarto decisivo gramsciano per una filosofia della praxis che non solo aveva superato in maniera definitiva ogni residuo positivistico (consapevolmente ma, purtroppo, come abbiamo visto, in maniera non del tutto conseguente ci era avvenuto anche nel Lukcs di Storia e Coscienza di Classe, di Codismo e Dialettica, per terminare e in una prospettiva che, complici la sua travagliata vita personale sempre allinsegna, negli anni che seguirono alle critiche a Storia e Coscienza di Classe e fino alla sua morte, di una straussiana ermeneutica della reticenza e le non brillantissime prove che aveva dato il socialismo reale, aveva ridimensionato le originarie speranze millenaristiche e rivoluzionarie del comunismo novecentesco nel Lukcs di Ontologia dellEssere Sociale anche giusto, anche se del tutto evidente, ricordare che in Storia e Coscienza di Classe si riflette teoricamente il carattere messianico ed ottimistico del comunismo degli anni Venti, mentre nella Ontologia dellEssere Sociale presente linevitabile metabolizzazione della delusione staliniana e della sensazione di blocco e di crisi del processo rivoluzionario. Sarebbe sciocco se una grande opera filosofica non rispecchiasse anche le attese, le illusioni e le consapevolezze diffuse del tempo.: Costanzo Preve, Il Testamento Filosofico di Lukcs. II Parte, agli URL http://www.kelebekler.com/occ/lukacs02.htm, WebCite: http://www.webcitation.org/6mHHmUGbL e http://www.webcitation.org/query?url=http%3A%2F%2Fwww.kelebekler.com%2Focc%2Flukacs02.htm&date=2016- 11-25 , una Ontologia dellEssere Sociale anchessa preda di questa illusoria separazione fra cultura e natura o storia e natura), ma anche che, sullonda dellattualismo gentiliano, additava il positivismo come uno dei principali nemici da battere ma non ricadendo negli errori del filosofo di Castelveltrano di derivazione ficthiana dellatto puro, dove in Gentile latto puro soggettivistico era il creatore di tutta la realt, la cosiddetta autoctisi, mentre in Gramsci, correttamente, non poteva sussistere lautoctisi, non poteva esservi un atto puro soggettivo che crea la realt ma un soggetto che agendo sulloggetto trasforma e crea s stesso e nel corso di questa attivit morfogenetica interna/esterna si unisce inscindibilmente e dialetticamente con loggetto: Idealismo-positivismo [Obbiettivit della conoscenza.] Per i cattolici: Tutta la teoria idealista riposa sulla negazione dellobbiettivit di ogni nostra conoscenza e sul monismo idealista dello Spirito (equivalente, in quanto monismo, al quello positivista della Materia) per cui il fondamento stesso della religione, Dio, non esiste obbiettivamente fuori di noi, ma una creazione dellintelletto. Pertanto lidealismo, non meno del materialismo, radicalmente contrario alla religione (padre Mario Barbera, nella Civilt Cattolica del I-VI-1929). Per la quistione della obbiettivit della conoscenza secondo il materialismo storico, il punto di partenza deve essere laffermazione di Marx (nellintroduzione alla Critica delleconomia politica, brano famoso sul materialismo storico) che gli uomini diventano consapevoli (di questo conflitto) nel terreno ideologico delle forme giuridiche, politiche, religiose, artistiche o filosofiche. Ma questa consapevolezza solo limitata al conflitto tra le forze materiali di produzione e i rapporti di produzione come materialmente dice il testo marxiano o si riferisce a ogni consapevolezza, cio a ogni conoscenza? Questo il problema: che pu essere risolto con tutto linsieme della dottrina filosofica del valore delle superstrutture ideologiche. N il monismo materialista n quello idealista, n Materia n Spirito evidentemente, ma materialismo storico, cio attivit delluomo (storia) [sottolineatura nostra] in concreto, cio applicata a una certa materia organizzata (forze materiali di produzione), alla natura trasformata dalluomo. Filosofia dellatto (praxis), ma non dell atto puro, ma proprio dellatto impuro, cio reale nel senso profano della parola. [sottolineatura nostra] : Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere, ed. critica a cura di Valentino Gerratana, vol. I, Torino, 1975, pp. 454-455. Gramsci, in altre parole, era fortissimamente refrattario ad ammettere la separazione fra cultura e natura, e questo profondissimo rifiuto di uno dei pi inveterati paradigmi della civilt occidentale veniva inquadrato in una Weltanschauung dove filosofia della prassi si traduceva direttamente in una prassi, appunto, al contrario delle visioni elitaristiche alla Mosca, alla Pareto o alla Michels dove il vertice non doveva regnare dispoticamente ma fra lalto (il nuovo Principe, cio il partito comunista, e con questa immagine machiavelliana, unendo la filosofia della praxis con linsegnamento del realismo politico del Segretario fiorentino Antonio Gramsci si pone anche come il pi grande erede, nella teoria e, appunto, nella prassi, del magistero di Niccol Machiavelli) e il basso della societ (la classe operaia e contadina) si doveva dialetticamente istituire unazione politica e sociale di continuo mutuo arricchimento cognitivo ed accrescimento di potenza politica,
  16. 16. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 16 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM che avrebbe costituito, ancor prima e premessa ineludibile della pur necessaria lotta di classe condotta su base ed in prospettiva economicista, la vera ragion dessere ed energia generatrice del costituito e sempre evolutivamente costituendo partito comunista/Nuovo principe, una dinamica della conoscenza e del potere che praticamente sovrapponibile con la visione dialettico-conflittualistica-strategica del Repubblicanesimo Geopolitico: Marx e Machiavelli. Questo argomento pu dar luogo a un duplice lavoro: uno studio sui rapporti reali tra i due in quanto teorici della politica militante, dellazione, e un libro che traesse dalle dottrine marxiste un sistema ordinato di politica attuale del tipo Principe. Largomento sarebbe il partito politico, nei suoi rapporti con le classi e con lo Stato: non il partito come categoria sociologica, ma il partito che vuole fondare lo Stato. In realt, se bene si osserva, la funzione tradizionale dellistituto della corona , negli stati dittatoriali, assolta dai partiti: sono essi che pur rappresentando una classe e una sola classe, tuttavia mantengono un equilibrio con le altre classi, non avversarie ma alleate e procurano che lo sviluppo della classe rappresentata avvenga col consenso e con laiuto delle classi alleate. Ma il protagonista di questo nuovo principe non dovrebbe essere il partito in astratto, una classe in astratto, uno Stato in astratto, ma un determinato partito storico, che opera in un ambiente storico preciso, con una determinata tradizione, in una combinazione di forze sociali caratteristica e bene individuata. Si tratterebbe insomma, non di compilare un repertorio organico di massime politiche, ma di scrivere un libro drammatico in un certo senso, un dramma storico in atto, in cui le massime politiche fossero presentate come necessit individualizzata e non come principi di scienza. [sottolineatura nostra per evidenziare lantipositivitismo e limpostazione dialettica del conflittualismo strategico di Antonio Gramsci]: Ivi, vol. I, p. 432; Il moderno Principe deve e non pu non essere il banditore e lorganizzatore di una riforma intellettuale e morale, ci che poi significa creare il terreno per un ulteriore sviluppo della volont collettiva nazionale popolare verso il compimento di una forma superiore e totale di civilt moderna. Questi due punti fondamentali formazione di una volont collettiva nazionale-popolare di cui il moderno Principe nello stesso tempo lorganizzatore e lespressione attiva e operante, e riforma intellettuale e morale dovrebbero costituire la struttura del lavoro. I punti concreti del programma devono essere incorporati nella prima parte, cio dovrebbero drammaticamente, risultare dal discorso, non essere una fredda e pedantesca esposizione di raziocini [sottolineatura nostra sempre per le ragioni appena esposte]. Pu esserci riforma cultuale e cio elevamento degli strati depressi della societ, senza una precedente riforma economica e un mutamento nella posizione sociale e nel mondo economico? Perci una riforma intellettuale e morale non pu non essere legata a un programma di riforma economica, anzi il programma di riforma economica appunto il modo concreto con cui si presenta ogni riforma intellettuale e morale. Il moderno Principe, sviluppandosi, sconvolge tutto il sistema di rapporti intellettuali e morali in quanto il suo svilupparsi significa appunto che ogni atto viene concepito come utile o dannoso, come virtuoso o scellerato, solo in quanto ha come punto di riferimento il moderno Principe stesso e serve a incrementare il suo potere o a contrastarlo. Il Principe prende il posto, nelle coscienze, della divinit o dellimperativo categorico, diventa la base di una laicismo moderno o di una completa laicizzazione di tutta la vita e di tutti i rapporti di costume.: Ivi, vol. III, pp. 1560-1561; La tesi XI: I filosofi hanno soltanto variamente interpretato il mondo; si tratta ora di cangiarlo, non pu essere interpretata come un gesto di ripudio di ogni sorta di filosofia, ma solo di fastidio per i filosofi e il loro psittacismo e lenergica affermazione di una unit tra teoria e pratica. [] Questa interpretazione delle Glosse al Feuerbach come rivendicazione di unit tra teoria e pratica, e quindi come identificazione della filosofia con ci che il Croce chiama ora religione (concezione del mondo con una norma di condotta conforme) ci che poi non che laffermazione della storicit della filosofia fatta nei termini di unimmanenza assoluta, di una terrestrit assoluta si pu ancora giustificare con la famosa proposizione che il movimento operaio tedesco lerede della filosofia classica tedesca, la quale non significa gi, come scrive il Croce: erede che non continuerebbe gi lopera del predecessore, ma ne imprenderebbe unaltra, di natura diversa e contraria ma significherebbe proprio che l erede continua il predecessore, ma lo continua praticamente poich ha dedotto una volont attiva, trasformatrice del mondo, dalla mera contemplazione e in questa attivit pratica contenuta anche la conoscenza che solo anzi nellattivit pratica reale conoscenza e non scolasticismo. Se ne deduce anche che il carattere della filosofia della praxis specialmente quello di essere una concezione di massa, una cultura di massa e di massa che opera unitariamente, cio che ha norme di condotta non solo universali in idea, ma generalizzate nella realt sociale. E lattivit del filosofo individuale non pu essere pertanto concepita che in funzione di tale unit sociale, cio anchessa come politica, come funzione di direzione politica.: Ivi, vol. II, pp.1270-1271; La posizione della filosofia della praxis antitetica a questa cattolica: la filosofia della praxis non tende a mantenere i semplici nella loro filosofia primitiva del senso comune, ma invece a condurli a una concezione superiore della vita. Se afferma lesigenza del contatto tra intellettuali e semplici non per limitare lattivit scientifica e per mantenere una unit al basso livello delle masse, ma appunto per costruire un blocco intellettuale-morale che renda politicamente possibile un progresso intellettuale di massa e non solo di scarsi gruppi intellettuali. Luomo attivo di massa opera praticamente, ma non ha una chiara coscienza teorica di questo suo operare che pure un conoscere il mondo in quanto lo trasforma. La sua coscienza teorica anzi pu essere storicamente in contrasto col suo operare. Si pu quasi dire che egli ha due coscienze teoriche (o una coscienza contraddittoria), una implicita nel suo operare e che realmente lo unisce a tutti i suoi collaboratori nella trasformazione pratica della realt e una superficialmente esplicita o verbale che ha ereditato dal passato e ha accolto senza critica. Tuttavia questa
  17. 17. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 17 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM concezione verbale non senza conseguenze: essa riannoda a un gruppo sociale determinato, influisce nella condotta morale, nellindirizzo della volont, in modo pi o meno energico, che pu giungere fino a un punto in cui la contraddittoriet della coscienza non permette nessuna azione, nessuna decisione, nessuna scelta e produce uno stato di passivit morale e politica. La comprensione critica di se stessi avviene quindi attraverso una lotta di egemonie politiche, di direzioni contrastanti, prima nel campo delletica, poi della politica, per giungere ad una elaborazione superiore della propria concezione del reale [evidenziazione nostra]. La coscienza di essere parte di una determinata forza egemonica (cio la coscienza politica) la prima fase per unulteriore e progressiva autocoscienza in cui teoria e pratica finalmente si unificano. Anche lunit di teoria e pratica non quindi un dato di fatto meccanico, ma un divenire storico, che ha la sua fase elementare e primitiva nel senso di distinzione, di distacco, di indipendenza appena istintivo, e progredisce fino al possesso reale e completo di una concezione del mondo coerente e unitaria. Ecco perch da mettere in rilievo come lo sviluppo politico del concetto di egemonia rappresenta un grande progresso filosofico oltre che politico-pratico, perch necessariamente coinvolge e suppone una unit intellettuale e una etica conforme a una concezione del reale che ha superato il senso comune ed diventata, sia pur entro limiti ancora ristretti, critica [evidenziazione nostra]. Tuttavia, nei pi recenti sviluppi della filosofia della prassi, lapprofondimento del concetto di unit della teoria e della pratica non ancora che ad una fase iniziale: rimangono ancora dei residui di meccanicismo, poich si parla di teoria come complemento, accessorio della pratica, di teoria come ancella della pratica. [evidenziazione nostra]. Pare giusto che anche questa quistione debba essere impostata storicamente, e cio come un aspetto della quistione politica degli intellettuali. Autocoscienza critica significa storicamente e politicamente creazione di una lite di intellettuali: una massa umana non si distingue e non diventa indipendente per s senza organizzarsi (in senso lato) e non c organizzazione senza intellettuali, cio senza organizzatori e dirigenti, cio senza che laspetto teorico del nesso teoria-pratica si distingua concretamente in uno strato di persone specializzate nellelaborazione concettuale e filosofica. Ma questo processo di creazione degli intellettuali lungo, difficile, pieno di contraddizioni, di avanzate e ritirate, di sbandamenti e di riaggrupamenti, in cui la fedelt della massa (e la fedelt e la disciplina sono inizialmente la forma che assume ladesione della massa e la sua collaborazione allo sviluppo dellintero fenomeno culturale) messa talvolta a dura prova. Il processo di sviluppo legato a una dialettica intellettuali-massa; lo strato degli intellettuali si sviluppa quantitativamente e qualitativamente, ma ogni sbalzo verso una nuova ampiezza e complessit dello strato degli intellettuali legato a un movimento analogo della massa di semplici, che si innalza verso livelli superiori di cultura e allarga simultaneamente la sua cerchia di influenza, con punte individuali o anche di gruppi pi o meno importanti verso lo strato degli intellettuali specializzati. Nel processo per si ripetono continuamente dei momenti in cui tra massa e intellettuali (o certi di essi, o un gruppo di essi) si forma un distacco, una perdita di contatto, quindi limpressione di accessorio, di complementare, di subordinato. Linsistere sullelemento pratico del nesso teoria-pratica, dopo aver scisso, separato e non solo distinto i due elementi (operazione appunto meramente meccanica e convenzionale) significa che si attraversa una fase storica relativamente primitiva, una fase ancora economico-corporativa, in cui si trasforma quantitativamente il quadro generale della struttura e la qualit-superstruttura adeguata in via di sorgere, ma non ancora organicamente formata. [] Una di queste fasi si pu studiare nella discussione attraverso la quale si sono verificati i pi recenti sviluppi della filosofia della praxis, discussione riassunta in un articolo di D. S. Mirsckij, collaboratore della Cultura. Si pu vedere come sia avvenuto il passaggio da una concezione meccanicistica e puramente esteriore a una concezione attivistica, che si avvicina di pi, come si osservato, a una giusta comprensione dellunit di teoria e pratica [evidenziazione nostra], sebbene non ne abbia ancora attinto tutto il significato sintetico. Si pu osservare come lelemento deterministico, fatalistico, meccanicistico sia stato un aroma ideologico immediato della filosofia della prassi, una forma di religione e di eccitante (ma al modo degli stupefacenti), resa necessaria e giustificata storicamente dal carattere subalterno di determinati strati sociali. Quando non si ha liniziativa nella lotta e la lotta stessa finisce quindi con lidentificarsi con una serie di sconfitte, il determinismo meccanico diventa una forza formidabile di resistenza morale, di coesione, di perseveranza paziente e ostinata [evidenziazione nostra]. Io sono sconfitto momentaneamente, ma la forza delle cose lavora per me a lungo andare ecc.. La volont reale si traveste in atto di fede, in una certa razionalit della storia, in una forma empirica e primitiva di finalismo appassionato che appare come un sostituto della predestinazione, della provvidenza, ecc., delle religioni confessionali. Occorre insistere sul fatto che anche in tal caso esiste realmente una forte attivit volitiva, un intervento diretto sulla forza delle cose ma appunto in una forma implicita, velata, che si vergogna di se stessa e pertanto la coscienza contraddittoria, manca di una critica, ecc. Ma quando il subalterno diventa dirigente e responsabile dellattivit economica di massa, il meccanicismo appare a un certo punto un pericolo imminente, avviene una revisione di tutto il modo di pensare perch avvenuto un mutamento nel modo sociale di essere [evidenziazione nostra]. I limiti e il dominio della forza delle cose vengono ristretti perch? perch, in fondo, se il subalterno era ieri una cosa, oggi non pi una cosa ma una persona storica, un protagonista, se ieri era irresponsabile perch resistente a una volont estranea, oggi si sente responsabile perch non pi resistente ma agente e necessariamente attivo e intraprendente. Ma anche ieri era egli stato mera resistenza, mera cosa, mera irresponsabilit? Certamente no, ed anzi da porre in rilievo come il fatalismo non sia che un rivestimento da deboli di una volont attiva e reale. Ecco perch occorre sempre dimostrare la futilit
  18. 18. Massimo Morigi, Dialecticvs Nvncivs, p. 18 di 23, immesso nel Web il 25 dicembre 2016 RAVENNA . DIES . NATALIS . SOLIS . INVICTI . ANNO . DOMINI . MMXVI . POST . CHRISTVM . NATVM parte perch, oltre La Grassa, altri grandi (vedi la teoria del rispecchiamento di Lenin9 in Materialismo e Empiriocriticismo) hanno sempre espresso una del determinismo meccanico, che, spiegabile come filosofia ingenua della massa e in quanto solo tale elemento intrinseco di forza, quando viene assunto a filosofia riflessa e coerente da parte degli intellettuali, diventa causa di passivit, di imbecille autosufficienza, e ci senza aspettare che il subalterno sia diventato dirigente responsabile [evidenziazione nostra]. Una parte della massa anche subalterna sempre dirigente e responsabile e la filosofia della parte precede sempre la filosofia del tutto non solo come anticipazione teorica, ma come necessit attuale. Che la concezione meccanicistica sia stata una religione di subalterni appare da unanalisi dello sviluppo della religione cristiana, che in un certo periodo storico e in condizioni storiche determinate stata e continua ad essere una necessit, una forma necessaria della volont delle masse popolari, una forma determinata della razionalit del mondo e della vita e dette i quadri generali per lattivit pratica reale.: Ivi, vol. II, pp. 1384-1389; Non solo la filosofia della praxis connessa allimmanentismo, ma anche alla concezione soggettiva della realt, in quanto appunto la capovolge, spiegandola come fatto storico, come soggettivit storica di un gruppo sociale, come fatto reale, che si presenta come fenomeno di speculazione filosofica ed semplicemente un atto pratico, la forma di un contenuto concreto sociale e il modo di condurre linsieme della societ a foggiarsi una unit morale. Laffermazione che si tratti di apparenza, non ha nessun significato trascendente e metafisico, ma la semplice affermazione della sua storicit, del suo essere morte-vita, del suo rendersi caduca perch una nuova coscienza sociale e morale si sta sviluppando, pi comprensiva, superiore, che si pone come sola vita, come sola realt in confronto del passato morto e duro a morire nello stesso tempo. La filosofia della praxis la concezione storicistica della realt, che si liberata di ogni rediduo di trascendenza e di teologia anche nella loro ultima incarnazione speculativa; lo storicismo idealistico crociano rimane ancora nella fase teologico-speculativa. [evidenziazione nostra]: Ivi, vol. II, pp. 1225- 1226. A parte la mitizzazione della classe operaia e contadina che costituisce la parte oggi caduca dei Quaderni ma nei quali la gramsciana filosofia della praxis segna un decisivo distacco da una visione cosale delle classi e dove decisivo per queste classi, proprio come nel Repubblicanesimo Geopolitico, il processo cognitivo legato allaquisizione, mantenimento e creazione di nuovo potere, la forma della filosofia della praxis espressa nei Quaderni del Carcere rappresenta uno dei capisaldi per il Repubblicanesimo Geopolitico. Per lapprofondimento della decisiva importanza della filosofia della praxis per il conflittualismo dialettico-strategico del Repubblicanesimo Geopolitico (e su come sia possibile far definitivamente evolvere questa filosofia della praxis in una dialettica in cui lazione/scontro strategico compiendo, sia individualmente che socialmente, la sua piena entelechia attraverso una consapevole ed attiva epifania strategica sia il principio unificante dellagire conoscitivo/teorico/pratico delluomo e perci dissolvente della illusoria diarchia cultura/natura e quindi, in ultima istanza, generante quella vera e profonda rivoluzione politica e culturale inseguita con risultati del tutto deludenti ma non per questo inutili, anzi! durante tutto il Novecento), si rinvia ancora a Glosse al Repubblicanesimo Geopolitico. 9 Riguardo la teoria leniniana del rispecchiamento, radicale il rifiuto espresso in Storia e Coscienza di Classe: La coscienza del proletariato pu chiamare in vita, nella sua riconversione pratica, soltanto ci che viene spinto ad una decisione dalla dialettica storica, ma non pu disporsi praticamente al di sopra del corso della storia ed imporre ad essa puri e semplici desideri e conoscenze. Infatti, essa stessa non altro che la contraddizione divenuta cosciente dello sviluppo sociale. Daltro lato, una necessit dialettica non affatto identica ad una necessit meccanico-causale. Nel passo citato in precedenza Marx dice: la classe operaia non deve far altro che mettere in libert gli elementi della societ nuova, che si sono sviluppati nel seno della societ borghese nella fase del suo crollo. Alla semplice contraddizione che un prodotto automatico secondo legge, dello sviluppo capitalistico deve dunque aggiungersi qualcosa di nuovo: la coscienza del proletariato che si trasforma in azione. Tuttavia, poich la semplice contraddizione si eleva cos ad una contraddizione dialettica, poich la presa di coscienza si trasforma in punto di passaggio per la praxis, appare ancora una volta e con maggior concretezza, il carattere essenziale, che abbiamo gi pi volte ricordato, della dialettica proletaria: la coscienza non qui coscienza di un oggetto che si contrappone, ma autocoscienza delloggetto stesso e per questo latto della presa di coscienza rovescia le forme di oggettivit del proprio oggetto.: Gyrgy Lukcs, Storia e Coscienza di Classe, cit., p. 234; un rifiuto in cui il proletariato la classe universale che attraverso la sua dialettica realizza con la sua praxis lunione fra soggetto ed oggetto e dove a sott