MANNARI snc di Mannari Francesco C AMBIENTE · 2014. 3. 17. · Committente MANNARI snc di Mannari...
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Committente
MANNARI snc di Mannari Francesco & C
Via del Lavoro, 4857021 – Fraz. VenturinaCampiglia Marittima (LI)
Studio incaricato
SOLUZIONE AMBIENTE S.r.l.
Via A. Grandi, 250023 ‐ Tavarnuzze – Impruneta (FI)
Autorità competente
PROVINCIA DI LIVORNO 2° Dipartimento ‐ Ambiente e Territorio
Via G.Galilei 40 c/o Palazzo Gherardesca
57122 Livorno
Procedure autorizzative
Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi art. 48 LRT 10/2010
Oggetto
IMPIANTO MOBILE RECUPERO RIFIUTI INERTI NON PERICOLOSI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE Campagna di attività da effettuarsi in prossimità di SP Portoferraio‐Procchio angolo SP Anello occidentale, loc. Procchio, Marciana (LI)
STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE 21/10/2013
Dott. Stefano Maci
Il Rappresentante Elena Mannari
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SOCIETA’ MANNARI SNC – VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ art. 48 LRT 10/2010 Studio Preliminare Ambientale
1 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO
INDICE
1. PREMESSA ........................................................................................................ 3
2. NORMATIVA SUI RIFIUTI ................................................................................... 5
3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE/CATASTALE ................................................. 5
4. QUADRO DI RIFERIMENTO DELLA PIANIFICAZIONE ESISTENTE E DEI VINCOLI ... 7
4.1. PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI ANCHE PERICOLOSI ........................................... 8
4.2. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DELL’AUTORITÀ DI BACINO COSTA .......................... 9
4.3. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI LIVORNO ................... 11
4.4. PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI MARCIANA ......................................... 12
4.5. PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA ............................................................................ 14
5. DESCRIZIONE ATTIVITA’ DI RECUPERO ............................................................ 17
6. TIPOLOGIA, QUANTITATIVI DEI RIFIUTI TRATTATI, DURATA DELLA CAMPAGNA18
7. CARATTERISTICHE TECNICHE IMPIANTO MOBILE ............................................ 20
8. UBICAZIONE DELL’IMPIANTO MOBILE ............................................................. 25
9. QUADRO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI ............................................................ 25
9.1. EMISSIONI ATMOSFERICHE ............................................................................................. 25
9.2. RUMORE ........................................................................................................................ 26
9.2.1. Quadro generale ........................................................................................................ 26
9.2.2. Stato attuale ................................................................................................................ 27
9.2.3. Valutazione previsionale ............................................................................................ 29
9.3. SCARICHI IDRICI ‐ INTERAZIONE CON LE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE ............... 32
9.4. PRODUZIONE DI RIFIUTI – INTERAZIONE CON SUOLO E SOTTOSUOLO ............................. 32
9.5. CONSUMO DI MATERIE PRIME ED ENERGIA .................................................................... 33
9.6. FLORA E FAUNA .............................................................................................................. 34
10. MISURE DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI ................................... 34
10.1. RUMORE ........................................................................................................................ 34
10.2. POLVERI ......................................................................................................................... 35
11. ANALISI DELLE ALTERNATIVE .......................................................................... 36
12. MONITORAGGI ............................................................................................... 37
12.1. MATERIALI DI RECUPERO PRODOTTI – CRITERI PRESTAZIONALI ...................................... 37
12.2. AMBIENTE ATMOSFERICO .............................................................................................. 37
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12.3. AMBIENTE IDRICO, SUOLO E SOTTOSUOLO ..................................................................... 37
12.4. FLORA E FAUNA .............................................................................................................. 38
13. CONCLUSIONI ................................................................................................. 38
1.
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3 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO
PREMESSA
Per lo svolgimento di singole campagne di attività per impianti mobili per il recupero di rifiuti
inerti non pericolosi (R5), accanto all’autorizzazione generale alla gestione dell’impianto
mobile ottenuta ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., è necessario, almeno 60 gg
prima dell’installazione dell’impianto, inviare una comunicazione all’ente competente che
contenga le specifiche dettagliate relative alla campagna di attività.
Prima della presentazione della comunicazione della campagna di attività mobile ai sensi
dell’art. 208 comma 15 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. si rende necessaria la procedura di
verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi dell’art. 48 della
L.R. 10/2010 e dell’art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., in quanto l’impianto suddetto rientra
nelle fattispecie elencate nell’Allegato B2 della L.R. 10/2010, in particolare: “bl) Impianti di
smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore alle 10
t/gg, mediante operazioni di cui all’Allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.”.
La presente relazione è redatta allo scopo di fornire un unico documento più facilmente
confrontabile con i contenuti della procedura di verifica richiamati nell’art 48 commi 1 e 2
della L.R. 10/2010, che contenga tutte le informazioni necessarie alla verifica della coerenza
con la pianificazione territoriale, alla descrizione delle attività di impianto previste e di tutti gli
elementi necessari a valutare gli impatti ambientali delle attività stesse, le opere di
mitigazione, le alternative, ecc.
L’area oggetto dell’intervento si trova nel Comune di Marciana (LI), frazione di Procchio, ed
è costituita da un’area parzialmente edificata posta lungo la SP Portoferraio-Procchio,
angolo SP Anello Occidentale, di proprietà della Società Giusti Marcello Srl (v. Allegato 7), nel
quale è presente un fabbricato, costituito dalle fondazioni e da alcune strutture in cemento
armato fuori terra, che secondo le previsioni del Piano di Fabbricazione del Comune di
Marciana e di tutti i successivi atti pianificazione e concessione avrebbe dovuto costituire il
“Centro Servizi” della frazione di Procchio.
A seguito di interventi dell’Autorità Giudiziaria e del conseguente annullamento in autotutela,
da parte del Comune, di tutti gli atti pregressi a partire dalla delibera di adozione del piano
attuativo di lottizzazione di iniziativa pubblica, in data 11/02/2013 è stato siglato tra il Comune
di Marciana, la regione Toscana e la società Giusti Marcello Srl (proprietaria del lotto) un
accordo (Allegato 1) che prevede la demolizione delle opere fuori terra e di parte delle
opere di fondazione al fine di ripristinare un’area verde in depressione per consentire
l’incanalamento delle acque piovane; infatti la parte interessata dalla demolizione delle
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opere di fondazione verrà ceduta gratuitamente al Genio Civile per la realizzazione
dell'alveo del canale che dalla Provinciale Procchio - Marciana Marina scende fino al mare,
col fine di mettere in sicurezza idraulica l’area, sulla base di un progetto approvato
dall’Autorità di Bacino per una vasta parte della frazione di Procchio.
La società Giusti Marcello srl ha dato in appalto alla società Giusti per l’Edilizia SpA
l’esecuzione dei lavori di demolizione. A sua volta la società Giusti Costruzioni SpA ha ricevuto
in sub-appalto da parte della società Giusti per l’Edilizia SpA incarico di provvedere alla
demolizione delle opere insistenti nell’area e, dietro assenso della proprietà (Allegato 2), ha
dato incarico alla Mannari Snc di effettuare la campagna di recupero a mezzo di impianto
mobile (Allegato 3).
Il progetto prevede, successivamente al completamento della demolizione, la realizzazione
di nuovi edifici su parte della superficie interessata dalla demolizione delle opere fuori terra, a
distanza di rispetto dall’alveo del canale, sulla base di un nuovo Piano Attuativo da adottare
ed approvare.
Pertanto si prospetta la necessità di disporre di aggregati inerti da utilizzare per la
realizzazione di sottofondi di riempimento su cui porre in opera uno strato di pavimentazione
in calcestruzzo (vedere tavola di progetto allegata: Tav. 3). Tale necessità di aggregati inerti
potrà essere soddisfatta tramite il recupero dei materiali inerti derivanti dalla demolizione per
mezzo dell’impianto mobile in oggetto, che permetterà di riutilizzarli in situ previa verifica dei
requisiti prestazionali richiamati dall’All. 3 del DM 05/02/98 e dalla Circolare del Ministero
dell’Ambiente n. UL/5205/2005 del 15/07/05 e smi.
La campagna di attività mobile consisterà pertanto nel trattamento del materiale prodotto
dalla demolizione di manufatti in cemento armato (prevalentemente CER 170101) mediante
vagliatura, separazione delle frazioni metalliche residue e/o delle frazioni indesiderate,
macinazione e selezione granulometrica, da cui risultano tre categorie merceologiche ben
precise:
1. Frazioni inerti a matrice cementizia di specifica granulometria utilizzabili come materie
prime secondarie;
2. Rifiuti costituiti da materiali ferrosi ed altri materiali non preventivabili;
3. Eventuali frazioni inerti miste, derivanti dalla presa di eventuali materiali misti presenti
sotto i solai di cemento da demolire, utilizzabili come al punto 1.
L’attività di recupero di rifiuti non pericolosi svolta dall’impianto mobile sarà pertanto quella
indicata, nell’allegato C alla parte IV del D.Lgs 152/06 e smi, dalla codifica R5
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“riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche”, da autorizzarsi ai sensi dell’art 208 del D.Lgs
152/06 e smi.
La campagna di attività mobile per il recupero di rifiuti inerti non pericolosi di cui all’oggetto
sarà realizzata per mezzo dell’impianto mobile di frantumazione modello REV UFS 100/AI
matr. 10215 a cui verrà affiancata una unità di vagliatura REV US 30/A2 matr. 10216, entrambi
prodotti dalla REV Srl e di proprietà della Mannari snc, autorizzati con Atto Dirigenziale della
Provincia di Livorno n. 131 del 01/10/2010 (V. Allegato 5).
La Mannari snc è inoltre dotata di certificazione ISO 9001:2008, ISO 14001:2004 e BS OHSAS
18001:2007 (Allegato 8).
2. NORMATIVA SUI RIFIUTI
Riferimenti normativi principali per quanto riguarda la gestione dei rifiuti:
- D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche e integrazioni – parte IV
- D.M. Ambiente 5 febbraio 1998 – Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alla
procedura semplificata di recupero, ai sensi degli articoli 31 e 33 del D.Lgs. 5 febbraio
1997, n. 22 (come modificato dal D.M. 5 aprile 2006). In particolare esso rappresenta il
riferimento giuridico di definizione dei criteri ambientali e prestazionali che
determinano la cessazione della qualifica di rifiuto per i materiali inerti recuperati.
- L.R. 18 maggio 1998, n. 25 - Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti
inquinati;
- D.P.G.R. 25 febbraio 2004, n. 14/R - Regolamento regionale di attuazione ai sensi della
lettera e), comma 1, dell’articolo 5 della legge regionale regionale 18 maggio 1998,
n. 25 (Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati), contenente
norme tecniche e procedurali per l’esercizio delle funzioni amministrative e di
controllo attribuite agli enti locali nelle materie della gestione dei rifiuti e delle
bonifiche.
3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE/CATASTALE
L’area nella quale verrà ubicato l’impianto mobile ed effettuata la lavorazione è ricompresa
nel cantiere di demolizione di un’area parzialmente edificata ubicata nel territorio del
Comune di Marciana (LI), più precisamente nell’abitato della frazione di Procchio. L’area è
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circondata in prevalenza da aree residenziali e provviste di strutture ricettivo-turistico; è
delimitata a Nord da un breve tratto della SP Portoferraio-Procchio, ad Ovest da una struttura
alberghiera, ad Est è separata da un parcheggio da un tratto della SP Anello Occidentale, a
Sud dalla Strada Vicinale della pineta. L’area del cantiere, di proprietà della società GIUSTI
MARCELLO Srl (v. visura catastale Allegato 7) e di superficie complessiva pari a circa 5800 m2,
è individuabile nel foglio n. 328030 in scala 1:10.000 della Carta Tecnica Regionale (V. Tav. 1
Inquadramento). Il sito è altresì identificabile al Catasto Terreni del Comune di Marciana nel
Foglio 45, particelle:148, 150, 151, 153, 155, 208, 211, 546, 547, 680, 702, 988, 996, 998, 1000,
1002, 1132, 1135, 1142, 1144, 1146, 1184, 1185, 1186, 1187, 1188, 1189. L’area di cantiere è
delimitata da recinzione esterna metallica integrata da rete in plastica.
Figura 1. Mappa catastale con indicazione dell’ubicazione dell’area di progetto
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Figura 2. Vista aerea dell’area di progetto pre-demolizione (estratto da Google Earth)
4. QUADRO DI RIFERIMENTO DELLA PIANIFICAZIONE ESISTENTE E DEI VINCOLI
Di seguito sono riportati gli elementi riassuntivi dei principali atti di pianificazione ambientale e
territoriale connessi con l’opera e con la definizione e la caratterizzazione dell’ambito di
riferimento:
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- Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali anche Pericolosi (Provincia di Livorno);
- Piano di Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Costa;
- Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Livorno;
- Piano strutturale del Comune di Marciana;
4.1. PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI ANCHE PERICOLOSI Sulla base dei criteri generali suggeriti dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, secondo
stralcio, relativo ai rifiuti speciali anche pericolosi, approvato con DGRT n. 385/21.12.1999 in
attuazione dell’art. 9, c.1 della L.R. 25/98 “Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica delle
aree inquinate”, la Provincia di Livorno ha approvato con D.C.P. n. 51 del 25/03/2004 il
vigente Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali anche Pericolosi (è attualmente in corso di
approvazione il futuro Piano Interprovinciale di gestione dei rifiuti dell’Ato Toscana Costa, per
il quale la Provincia di Pisa ha avviato la procedura di VAS con delibera della G.P. n. 168 del
13.7.2011).
Nello specifico il Volume 3 - parte quarta del Piano fa espresso riferimento ai rifiuti inerti da
attività di costruzione e demolizione. Si richiamano alcuni punti estratti dalle premesse relativi
alle finalità espresse in materia dalla legislazione nazionale e regionale che mirano ad
incentivare:
- un razionale utilizzo dei materiali inerti, in base alle loro destinazioni e specifiche d'uso,
al fine di prevenire la produzione dei rifiuti;
- la diffusione degli impianti di riciclaggio dei rifiuti inerti;
- la crescita del mercato dei materiali inerti riciclati anche mediante la loro disponibilità
presso le strutture di vendita di materiali per edilizia;
- la certificazione delle caratteristiche prestazionali dei materiali inerti provenienti dal
riciclaggio dei rifiuti da parte degli Istituti abilitati;
- l’eliminazione dai capitolati di appalto di clausole ostative all’uso dei materiali riciclati
e la promozione del loro impiego da parte della Pubblica Amministrazione;
- l'intensificazione di controlli mirati a contrastare l'illegalità nella gestione dei rifiuti ed
inibire l'utilizzo non autorizzato del cosiddetto "tal quale";
- il monitoraggio del flusso di rifiuti generato dalla attività di costruzione e demolizione;
- la promozione delle attività di ricerca e sviluppo in materia di: prevenzione e
riciclaggio dei rifiuti; sviluppo di standard qualitativi delle MPS derivanti dai rifiuti inerti;
nuove destinazioni d'uso dei materiali riciclati.
Nei paragrafi seguenti questa parte del Piano si sofferma sul principio, già espresso nella
normativa e negli atti di pianificazione regionale nell’ambito dei rifiuti, per il quale deve
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essere incentivato, sia per la realizzazione di opere pubbliche che private, l’utilizzo di materiali
da costruzione o da riempimento derivanti dal recupero/riciclo dei rifiuti inerti non pericolosi,
purchè siano trattati in impianti, fissi o mobili, dotati delle tecnologie idonee ad assicurarne la
macinazione, la vagliatura, la selezione granulometrica, la separazione delle frazioni
indesiderate, quali plastiche, metalli e simili. Sempre qui viene evidenziato che i materiali
proveniente da attività di recuperi di rifuti inerti sono esclusi dall’applicazione della normativa
sui rifiuti e dall’osservanza degli obblighi imposti, esclusivamente qualora al termine del
processo di recupero, presentino caratteristiche conformi a quanto previsto dall’allegato 3
del D.M. 5/2/1998 (come modificato dal DM 186/2006).
La campagna di recupero di rifiuti inerti da demolizione oggetto della presente relazione
risulta pertanto perfettamente coerente con la pianificazione territoriale relativa alla gestione
dei rifiuti speciali.
4.2. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DELL’AUTORITÀ DI BACINO COSTA Il piano di Assetto Idrogeologico del Bacino Toscana Costa è stato adottato per ciò che
concerneva le misure di salvaguardia con delibera G.R. N.831 del 23 luglio 2001;
successivamente la delibera G.R. N.1330 del 20 dicembre 2004 adottava totalmente il Piano
di Assetto Idrogeologico che con atto di delibera del Consiglio Regionale N.13 del 25
gennaio 2005 ne approvava i contenuti.
Dall’analisi della Carta di Tutela del Territorio del Piano di Assetto idrogeologico del Bacino
Toscana Costa (Tav n. 44), si evince che l’area oggetto di studio è inserita nel dominio
idraulico ed è inclusa nelle aree classificate a pericolosità idraulica molto elevata, mentre
non è interessata da pericolosità geomorfologica nè elevata né tantomeno molto elevata.
Il Piano degli Interventi Strutturali del PAI prevede inoltre l’individuazione di alcuni
macroobiettivi per ognuno degli ambiti idrografici omogenei individuati dal PAI. In
particolare, l’area in esame è compresa nell’ambito “XI - Bacini dell’Arcipelago”.
Come si evince dalla Carta degli Interventi Strutturali, il PAI prevede per l’area in oggetto
interventi riconducibili al macroobiettivo D “Salvaguardia dei centri abitati e delle
infrastrutture a rete – punto D1 – Salvaguardia dei centri abitati e delle infrastrutture a rete
con interventi estensivi per il contenimento in alveo delle acque di piena al fine di
proteggere le infrastrutture di trasporto di rilevanza strategica, aree urbane, insediamenti
produttivi e servizi di distribuzione a rete (XI.106* bacino del Guardalone).
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Alla luce di quanto sopra ed al fine di dare soluzione alle problematiche idrauliche che
hanno interessato l’area durante il recente passato, in data 13/06/2012 è intervenuto tra la
Regione Toscana, la Provincia di Livorno ed il Comune di Marciana l’”Accordo per
l’attuazione di interventi mirati alla riduzione del rischio idraulico in Loc. Procchio in Comune
di Marciana”, che prevede la completa realizzazione delle opere di messa in sicurezza
idraulica di una vasta parte della frazione di Procchio, in cui è compresa l’area in oggetto
destinata alla realizzazione del “Centro Servizi”, secondo il programma ed i progetti assunti in
conformità con il PAI e valutati positivamente dall’Autorità di Bacino.
E’ per la realizzazione di tali interventi di pubblica utilità, e quindi per ridurre la pericolosità
idraulica dell’area, che si è resa necessaria la demolizione delle opere parzialmente
Area di progetto
Figura 3. Carta di Tutela del Territorio del PAI del Bacino Toscana Costa (Tav n. 44)
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realizzate che insistono sull’area in oggetto, come previsto dall’accordo intercorso tra la
proprietà, il Comune di Marciana e la Regione Toscana (Allegato 1), in cui si inserisce la
campagna di attività mobile per il recupero dei rifiuti inerti prodotti dalla demolizione,
finalizzato al loro riutilizzo in situ, per la quale si richiede Verifica di assoggettabilità a VIA.
L’obiettivo della demolizione è infatti di realizzare, nella parte interessata dalla rimozione
delle opere di fondazione, una striscia in depressione per consentire l’incanalamento delle
acque piovane, ripristinando l'alveo del canale che dalla Provinciale Procchio - Marciana
Marina scende fino al mare.
4.3. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI LIVORNO Ai sensi e per gli effetti della Legge 17.8.1942, n.1150 e successive modificazioni ed
integrazioni, e di quanto disposto dell’art. 17, comma 7, L.R. 03.01.2005 n.1 e successive
modificazioni ed integrazioni, con la Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 52 del
25.03.2009 è avvenuta l’approvazione definitiva del Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale.
Il Piano Territoriale di Coordinamento è lo strumento di pianificazione per il governo delle
risorse del territorio provinciale, per la loro tutela e per la loro valorizzazione. Il PTC, secondo
quanto dispone la normativa regionale per il governo del territorio, individua le risorse e
promuove comportamenti, azioni e sinergie per un percorso di sviluppo sostenibile.
Il PTC è anche lo strumento grazie al quale la Provincia coordina e indirizza le politiche di
settore e gli strumenti della programmazione provinciale e individua in quali ambiti territoriali
vengono localizzati gli interventi di propria competenza.
L’analisi della Cartografia tematica del Piano (v. tavola 2 Vincolistica) permette di affermare
che il sito in oggetto ricade completamente in ambito insediativo, non coinvolgendo
minimamente ambiti territoriali con significativi caratteri di naturalità e biopermeabilità, così
come emergenze di interesse geo-morfologico e di interesse floro-faunistico, nè elementi di
interesse storico-culturale con cui le attività della campagna mobile in esame possano
interferire in alcun modo. L’area di progetto risulta inoltre esterno a ZPS (Zone di Protezione
Speciale DIR 79/409/CEE), SIC (Siti di Importanza Comunitaria DIR 92/43/CEE) e SIR (Siti di
Interesse Regionale).
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4.4. PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI MARCIANA Il piano regolatore generale comunale (P.R.G.) è costituito dal complesso degli atti di
pianificazione territoriale con i quali il Comune disciplina l’utilizzazione e la trasformazione del
territorio comunale e delle relative risorse.
Il P.R.G. di Marciana è composto:
a) dal Piano Strutturale, che definisce le indicazioni strategiche per il governo del territorio
comunale al fine di garantire lo sviluppo sostenibile della comunità locale ed assicura
l’adempimento delle finalità in materia di protezione delle bellezze naturali e di tutela delle
zone di particolare interesse ambientale. Il P.S. contiene il Quadro Conoscitivo (Q.C.) delle
risorse individuate dal P.T.C., individua i sistemi e i sub-sistemi territoriali, quali strumenti di
indirizzo per il conseguimento degli obiettivi del governo del territorio e organizza il territorio
del Comune di Marciana, suddividendolo in sei sistemi territoriali (sistema costiero, sistema
dell'entroterra, sistema insediativo, sistema funzionale, sistema infrastrutturale e sistema dei
servizi). Ogni sistema è articolato in sub-sistemi e in unità territoriali organiche elementari
(UTOE), così come indicato dalla L.R. 5/95 art. 24, III comma, lett. b), che sono disciplinati da
prescrizioni, criteri e parametri cui si deve conformare la parte gestionale del P.R.G.
L’attuazione delle previsioni programmatiche contenute nel P.S. è, infatti, sostanziata nella
definizione progettuale di ogni singola UTOE, in sede di Regolamento Urbanistico.
b) dal Regolamento Urbanistico, strumento che disciplina gli insediamenti esistenti sull’intero
territorio. Il R.U. contiene, tra l’altro, l’individuazione delle aree, interne al perimetro
aggiornato dei centri abitati, sulle quali è possibile, indipendentemente da P.I.I., l’edificazione
di completamento o di ampliamento degli edifici esistenti; l’individuazione delle aree
destinate ad opere di urbanizzazione primaria e secondaria e l’individuazione delle aree per
le quali, in rapporto alla loro complessità e rilevanza, si può intervenire solo mediante i piani
attuativi.
c) dal Programma Integrato d’Intervento, strumento facoltativo con il quale
l’amministrazione comunale, in attuazione del Piano Strutturale, individua le trasformazione
del territorio da attuare per il periodo corrispondente al proprio mandato amministrativo che
per la loro rilevanza e complessità necessitano di una esecuzione programmata.
Come è possibile osservare nella tav. 14 del P.S. “Subsistemi-UTOE”, l’area di progetto,
facente parte dell’abitato della frazione di Procchio, appartiene al sub-sistema insediativo
UTOE “1i-5) Procchio”.
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La tav. 1 del P.S. “Quadro Conoscitivo PRG – Sistema dei Vincoli” mostra come l’area è
soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi del D.lgs 490/99 e rientra nei Vincoli Aree protette ai
sensi della D.C.R. 296/88 Cat A (zone di valore paesaggistico ambientale a carattere
estensivo), ma risulta comunque esterna al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (dal cui
punto più vicino dista circa 350 m) ed ad altri parchi naturali, aree protette, zone di
protezione speciale, zone di ripopolamento.
Area di progetto Figura 4. Tav. 1 del Piano Strutturale: Quadro Conoscitivo – Sistema dei vincoli
Sebbene l’area in oggetto sia descritta nella Carta tematica di P.S. Tav. 2 “Quadro
Conoscitivo PRG - Sistema Territoriale - uso del suolo” come zona a “seminativo arborato”,
tuttavia è identificata nella Variante Generale al Programma di Fabbricazione vigente come
Sottozona B4, “Centro Servizi” lungo la Strada Provinciale Anello Occidentale, in Loc.
Procchio (come confermato dalla Tav. 7 di P.S. “Quadro conoscitivo PRG – attuazione PdF
vigente” e la Tav. 15 “Sistemi Funzionali”) ed è disciplinata dall’Art. 21 punto 9.4 delle Norme
Tecniche di Attuazione.
Come già anticipato, su tale area il vigente strumento urbanistico prevede tuttora la
realizzazione del “Centro Servizi” di Procchio, oggetto della controversia citata in premessa.
Non si riscontrano pertanto negli elementi del Piano Regolatore Generale del Comune di
Marciana vincoli ed elementi ostativi alla realizzazione della campagna di attività mobile
oggetto della presente relazione, anche in virtù della sua durata limitata nel tempo.
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Area di progetto
Figura 5. Tav. 7 del Piano Strutturale: Quadro conoscitivo – Attuazione del PdF vigente
4.5. PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA La legislazione statale in materia di inquinamento acustico è regolamentata dalla Legge
Quadro sull’inquinamento acustico del 26 ottobre 1995 n. 447, la quale stabilisce i principi
fondamentali in materia di tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo. Per
quanto riguarda i valori limite dell’inquinamento acustico negli ambienti esterni, la materia è
disciplinata in ambito nazionale dai decreti attuativi della Legge Quadro; il DPCM 14/11/97
“Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore” e il DM 11/12/96 “Applicazione del
criterio differenziale per gli impianti a ciclo continuo” e il DM 16/03/98 “Tecniche di
rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico”.
Il DPCM 14/11/97 fissa i limiti massimi accettabili nelle diverse aree territoriali e definisce, al
contempo la suddivisione dei territori comunali in relazione alla destinazione d’uso e
l’individuazione dei valori limiti ammissibili di rumorosità per ciascuna area, riprendendo in
parte le classificazioni già introdotte dal DPCM 1/03/91.
La Legge Quadro attribuisce ai Comuni la responsabilità di zonizzare il proprio territorio,
secondo specifiche classi di destinazione d’uso, indicate nella seguente tabella:
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CLASSE I – Aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la
quiete rappresenta un elemento base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche,
aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse
urbanistico, parchi pubblici ecc.
CLASSE II – Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le
aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di
popolazione, con limitata presenza di attività commerciali e assenza di attività artigianali.
CLASSE III – Aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico
veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di
attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e assenza di attività
industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.
CLASSE IV - Aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane
interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata
presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in
prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree
con limitata presenza di piccole industrie;
CLASSE V - Aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da
insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.
CLASSE VI - Aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree esclusivamente
interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.
Tabella 1. Valori limite assoluti di immissione – leq in dB(A) – DPCM 14/11/97
Secondo il Piano Comunale di Classificazione Acustica del Comune di Marciana ai sensi
dell'Art. n. 5 della Legge Regionale n. 89 del 1.12.1998, si rileva che il sito interessato dalla
campagna di attività mobile si colloca in un’area classificata nella classe III, ossia aree di tipo
misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di
attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali,
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16 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO
uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali
interessate da attività che impiegano macchine operatrici .
Sostanzialmente la maggior parte dei potenziali recettori sensibili nelle aree confinanti si trova
inquadrato nella Classe III. il cui valore limite ai sensi della tabella C dell’allegato al DPCM
14.11.1997 è di 60 dB(A) nel periodo diurno (in questa sede non si tiene in considerazione il
periodo notturno in quanto non saranno esercitate lavorazioni in questo arco temporale).
La restante parte dei recettori sensibili, collocati sul lato occidentale del sito in oggetto, al di
là della strada provinciale e di un’area adibita a parcheggio, è collocata in un’area di
Classe IV ossia aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane
interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata
presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in
prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree
con limitata presenza di piccole industrie.
Area di progetto
Figura 6. Tavola XII Zonizzazione Acustica del territorio comunale
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5. DESCRIZIONE ATTIVITA’ DI RECUPERO
Come brevemente descritto in premessa, l’area oggetto della presente relazione è
caratterizzata dalla presenza di un fabbricato, costituito dalle fondazioni e da alcune
strutture in cemento armato fuori terra, che secondo l’accordo intervenuto in data
11/02/2013 tra il Comune di Marciana, la regione Toscana e la società Giusti Marcello Srl è
stato e sarà interessato da attività di demolizione finalizzate a realizzare, nella parte
interessata dalla rimozione delle opere di fondazione, un’area verde leggermente in
depressione per consentire l’incanalamento delle acque piovane, ripristinando l'alveo del
canale che dalla Provinciale Procchio - Marciana Marina scende fino al mare, col fine di
mettere in sicurezza idraulica l’area.
Il progetto prevede la realizzazione di nuovi fabbricati a distanza di rispetto dall’alveo del
canale; propedeutica ad essa sarà la realizzazione di una massicciata di riempimento
necessaria per la posa in opera di uno strato di pavimentazione in calcestruzzo (v. Tavola 3).
Si prospetta quindi la necessità di aggregati inerti che potrà essere soddisfatta tramite il
recupero in situ dei materiali inerti derivanti dalla demolizione per mezzo dell’impianto mobile
in oggetto.
Tale attività si configura come recupero di rifiuti speciali non pericolosi (codice R5
dell’allegato C della parte IV del D.Lgs 152/2006) e può essere attuata mediante una
campagna di attività autorizzata ai sensi dell’art. 208, comma 15 del D.lgs. 152/06, da
realizzarsi tramite l’impianto mobile descritto in seguito.
La campagna di attività sarà portata a termine per mezzo di un impianto mobile autorizzato,
per il quale si intende richiedere, contestualmente alla presente istanza di verifica di
assoggettabilità a VIA, l’autorizzazione riguardo l’intervento specifico presso l’Ufficio Rifiuti
della Provincia di Livorno mediante apposita istanza.
La campagna di attività permetterà il trattamento del materiale prodotto dalla demolizione
mediante vagliatura, separazione delle frazioni metalliche residue e/o delle frazioni
indesiderate, macinazione e selezione granulometrica, da cui risulteranno tre categorie
merceologiche ben precise:
1. Frazioni inerti a matrice cementizia di specifica granulometria utilizzabili come materie
prime secondarie per l’edilizia, che verranno depositati temporaneamente in cumulo
e successivamente destinate alla realizzazione di una massicciata;
2. Rifiuti costituiti da materiali ferrosi;
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3. Eventuali frazioni inerti miste, derivanti dalla presa di eventuali materiali misti presenti
sotto i solai di cemento da demolire, utilizzabili come al punto 1.
Le materie prime secondarie recuperate, rappresentate dalle frazioni inerti opportunamente
triturate, deferrizzate e di granulometria selezionata, saranno utilizzate interamente in loco,
per il riempimento delle aree in depressione risultanti dalla demolizione delle opere esistenti al
fine di poter realizzare la massicciata propedeutica alla messa in posa di pavimentazione in
calcestruzzo.
I rifiuti inerti da trattare verranno movimentati tramite idonei mezzi cingolati e/o gommati e
depositati temporaneamente in cumulo ubicato in prossimità dell’impianto mobile stesso.
Successivamente alla cernita e rimozione di eventuali componenti ingombranti metalliche, lo
stesso mezzo provvederà a prelevare dal cumulo il materiale da trattare e lo scaricherà nella
tramoggia del frantoio.
Il materiale recuperato, pronto al riutilizzo, potrà essere a sua volta depositato in cumuli, in
attesa di essere movimentato tramite i mezzi meccanici per essere utilizzato come materiale
di riempimento.
Per quel che concerne i materiali prodotti dalla lavorazione, si specifica che non si
prevedono tempi di stoccaggio del materiale lavorato molto superiori a quelli relativi al
deposito di fine nastro nelle vicinanze della macchina; l’eventuale conservazione avverrà in
cumuli separati per tipologie omogenee, mantenuti in condizioni di sicurezza per quel che
concerne sia l’occupazione di spazi dedicati alle operazioni di manutenzione e carico
dell’impianto mobile sia la conformazione dei cumuli stessi.
Il riutilizzo del materiale ottenuto dalla lavorazione come materia prima seconda sarà
subordinato alla verifica del rispetto delle caratteristiche prestazionali indicate nel DM
05/02/1998. Nello specifico sarà subordinato all’effettuazione di un test di cessione ai sensi
dell’All. 3 del DM 05/02/98 e delle prove prestazionali in linea a quanto disposto dall’All. C
della Circolare del Ministero dell’Ambiente n. UL/5205/2005 del 15/07/05 e smi.
La campagna di frantumazione sarà svolta da personale qualificato.
6. TIPOLOGIA, QUANTITATIVI DEI RIFIUTI TRATTATI, DURATA DELLA CAMPAGNA
In base alla normativa di settore, i rifiuti si distinguono in tipologie sulla base della provenienza
e delle forme di recupero. Nell’area individuata saranno recuperati esclusivamente rifiuti
derivanti dall’attività di demolizione di parte delle opere fuori terra e di fondazione presenti
nell’area.
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Si tratta in sostanza di materiale inerte a matrice prevalentemente cementizia. Possono
essere presenti inoltre eventuali piccole quantità di frazioni inerti miste, derivanti dalla presa di
eventuali materiali ghiaiosi presenti sotto i solai di cemento demoliti. Eventuali frazioni
metalliche, legno, plastica presenti nei manufatti demoliti saranno stati cerniti
preventivamente ed allontanati presso impianti di recupero esterni mediante apposito
formulario.
Lo stato fisico dei rifiuti è solido non polverulento.
I codici CER contemplati sono i seguenti:
‐ 170101 cemento
‐ 170107 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse
da quelle di cui alla voce 170106
Si precisa che i rifiuti sono costituiti prevalentemente da materiali a matrice cementizia CER
170101. La presenza di rifiuto CER 170107 può considerarsi occasionale e costituita da
quantitativi minimi (stimabili nel 5%).
Sulla base dei dati volumetrici del corpo di fabbrica è possibile stimare che dalle opere di
demolizione risultino complessivamente 3.500 mc circa di materiali inerti, che tenuto conto di
un fattore di conversione di 1,7 t/mc, corrispondono a circa 6000 t da trattare e recuperare
mediante impianto mobile.
Tutte le fasi di lavorazione (attività impianto mobile, movimentazioni e trasporti) saranno
realizzate per cicli lavorativi di circa 8 ore, in periodo strettamente diurno, ad esclusione del
sabato pomeriggio, delle domeniche e dei giorni festivi, indicativamente negli orari compresi
tra le ore 9:00-13:00 e le ore 14:00-18:00. Considerate le caratteristiche dell’impiantistica
utilizzata e valutando anche la velocità che un’operazione accurata di
vagliatura/frantumazione può avere, si può prevedere una potenzialità di recupero da un
minimo di 320 t/g (180 mc/g) a un massimo di 960 t/g (565 mc/g) (potenzialità massima della
macchina) di materiale lavorato nel corso della campagna (valore medio 640 t/g (377
mc/g). Possiamo pertanto stimare una durata massima della campagna sicuramente entro i
20 gg lavorativi (considerando esclusi da tale conteggio i giorni in cui le eventuali condizioni
meteorologiche o sopravvenuti guasti impediscano il normale utilizzo dell’impianto).
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7. CARATTERISTICHE TECNICHE IMPIANTO MOBILE
Caratteristiche dell’impianto
Verrà utilizzato un impianto mobile costituito da:
- Unità di frantumazione modello REV UFS 100/AI matr. 10215;
- Unità di vagliatura REV US 30/A2 matr. 10216
fabbricato dalla REV Srl con sede in Pennabilli (PESARO), loc. Ponte Messa, via Marecchiese
n. 66 ed autorizzato con Atto Dirigenziale della Provincia di Livorno n. 131 del 01/10/2010 (V.
Allegato 5).
Il macchinario è dotato di Dichiarazione di conformità rilasciata dalla casa costruttrice, dalla
quale risulta che la macchina è conforme alla direttiva Macchine 89/392/CE e s.m.i.
(Allegato 6), e rispetta tutti i requisiti essenziali e sanitari che la concernono.
Capacità operativa
La capacità massima di trattamento dell’impianto mobile in oggetto si attesta tra 40 e i 120
t/h di materiale frantumato.
Funzionamento e descrizione del processo
Il ciclo tecnologico di recupero è composto dalle seguenti fasi interconnesse:
- Posizionamento dell’impianto presso il sito di lavorazione;
- Esame e preselezione manuale del materiale in ingresso da sottoporre al processo, al
fine di eliminare le eventuali frazioni estranee indesiderate (legno, plastica, ferro in
pezzatura ecc.);
- Alimentazione dell’impianto mediante escavatore o motopala in tramoggia;
- Frantumazione del materiale nel frantoio a mascelle;
- Separazione dei materiali ferrosi tramite separatore magnetico installato a bordo. Il
materiale ferroso viene separato dal materiali frantumato e raccolto in una zona
posta lateralmente rispetto al macchinario;
- Vagliatura finale del materiale frantumato e deferrizzato tramite un sistema di vagli in
serie, con diametro decrescente. Il prodotto finale della vagliatura è costituito da
diverse selezioni granulometriche che sono depositati dall’impianto separatamente
tramite il nastro laterale di scarico e il nastro materiali fini.
L’impianto è dotato di sistema di abbattimento delle polveri.
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8. UBICAZIONE DELL’IMPIANTO MOBILE
L’impianto mobile sarà ubicato all’interno dell’area del cantiere di demolizione, come
indicato nella planimetria di progetto (v. Tav. 4). La tavola riporta anche un’indicazione della
viabilità dei mezzi all’interno del cantiere.
L’area sarà predisposta in modo da consentire una facile movimentazione dei macchinari. I
cumuli di materiale lavorato potranno essere ubicati in prossimità della macchina, prima del
loro riutilizzo in loco, in attesa che vengano portate a termine le analisi ambientali e
prestazionali previste su un campione del materiale recuperato.
9. QUADRO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI
La tipologia di attività in oggetto ha sostanzialmente due tipologie di impatti significativi, che
verranno trattati in maniera più approfondita, derivanti da:
emissioni rumorose;
emissioni polverulente.
Altre tipologie di impatto, come quelli derivanti da scarichi idrici, produzione di rifiuti, consumi
di energia, traffico, ecc. sono da considerarsi assenti o trascurabili, alla luce della natura e
della temporaneità dell’intervento in oggetto.
9.1. EMISSIONI ATMOSFERICHE Le emissioni in ambiente atmosferico possono essere di tipo localizzato o diffuso.
L’impianto in oggetto non utilizza processi di trasformazione a caldo mediante combustione,
né utilizza sistemi di convogliamento forzato dell’aria e quindi non genera emissioni puntuali.
Tuttavia l’attività in oggetto è potenzialmente generante emissioni diffuse in atmosfera di tipo
polverulento, che è necessario tenere in considerazione per valutarne l’impatto
sull’ambiente e sui bersagli sensibili. Le potenziali cause di produzione e sollevamento di
frazioni fini e polveri possono essere individuate come di seguito:
la movimentazione dei materiali nelle fasi di stoccaggio e lavorazione;
l’esposizione ai venti dei cumuli per lo stoccaggio di frazioni fini;
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le attività dell’impianto mobile relative a carico, vagliatura, frantumazione e scarico
dei materiali inerti da trattare.
Gli impatti sull’ambiente delle attività in esame sono associati all’operatività dei seguenti
macchinari:
- 1 Impianto mobile di frantumazione/vagliatura
- 2 pale gommate e/o escavatori cingolati.
E’ opportuno evidenziare che l’area in cui insisterà l’impianto è ubicata in posizione
distanziata da bersagli sensibili in un raggio di 25-100 m, quali residenze private, edifici
pubblici, etc.
Per completezza va inoltre tenuta in considerazione la produzione di emissioni di gas
incombusti da motori a combustione interna dei mezzi e macchinari che operano nell’area.
Tuttavia, tenuto conto che in adiacenza al cantiere nella direzione N e E passano la via SP
Portoferraio-Procchio e la SP Anello occidentale, a media/alta percorrenza, il traffico
veicolare legato all’attività non produce un incremento significativo delle emissioni gassose
presenti nell’area ed originate dal traffico di percorrenza delle suddette strade provinciali.
Si ritiene che le emissioni di polveri causate dalla lavorazione per la quale è affrontata la
presente valutazione di assoggettabilità, non risultano avere particolari criticità,
considerando anche e soprattutto tutte le misure di mitigazione previste e descritte nei
paragrafi seguenti.
Per quanto riguarda la possibile diffusione di odori non si prevedono impatti in quanto i rifiuti
trattati sono di natura inerte, privi di componenti organiche putrescibili.
9.2. RUMORE 9.2.1. Quadro generale
Per l’intervento di demolizione proposto, è stata già realizzata da tecnico competente in
acustica incaricato una valutazione previsionale di impatto acustico (Allegato 4) ai sensi
della LR n° 89/98, art. 12, comma 3, e ai sensi della DGR del 13.07.1999, n° 788. In tale
valutazione è stato considerato anche il contributo di un impianto mobile di recupero inerti
all’impatto acustico complessivo del cantiere.
Con riferimento alla componente ambientale rumore, le operazioni e le lavorazioni eseguite
all’interno dei cantieri edili, generalmente superano i valori limite fissati dalla normativa
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vigente, sia per tipologia di lavorazione che per tipologia di macchine e attrezzature
utilizzate.
Tuttavia per le sorgenti connesse con attività temporanee, ossia che si esauriscono in periodi
di tempo limitati e che possono essere legate ad ubicazioni variabili, la Legge n° 447/1995
prevede la possibilità di deroga al superamento dei limiti al Comune di competenza.
Per la campagna di attività di cui alla presente relazione, sarà chiesta al Comune di
Marciana autorizzazione in deroga ai limiti previsti per attività temporanee di cantiere,
secondo l’iter previsto dal Regolamento delle attività rumorose del comune di Marciana agli
artt. 6, 16 e 17. Pertanto, l’inizio dei lavori sarà subordinato al rilascio di nulla osta da parte
dell’Amministrazione Comunale.
Per chiarezza e completezza espositiva, si riportano di seguito alcuni estratti della relazione
previsionale di impatto acustico al fine di una migliore comprensione dell’analisi effettuata e
delle conclusioni raggiunte dal tecnico incaricato, sulla base delle quali si richiederà al
Comune di Marciana di rilasciare il proprio atto di assenso allo svolgimento delle attività di
cantiere in deroga ai limiti acustici di legge.
9.2.2. Stato attuale
Si può osservare come l’area in indagine è caratterizzata dalla presenza di numerose fonti di
rumore a distanze tali da risultare né trascurabili né in grado di generare un livello di
rumorosità che possa essere definito piu’ che modesto; le principali sorgenti sono:
1) il traffico veicolare sulla strada provinciale in direzione Marciana Marina;
2) il traffico veicolare sulla strada provinciale in direzione Marina di Campo;
3) le attività tipiche delle vicine aree residenziali;
4) le attività tipiche delle vicine aree ad insediamento turistico-ricettivo.
I principali ricettori sensibili individuati sono:
- sul lato nord l’abitazione posta sulla strada provinciale per Marciana Marina, meglio
individuata dalla postazione di registrazione 1
- sul lato est l’abitazione posta in adiacenza al parcheggio bitumato, nelle immediate
vicinanze della postazione di registrazione 2
- sul lato ovest il complesso ricettivo denominato HOTEL MONNALISA, in tangenza alla
postazione di registrazione 3
- sul lato sud l’abitazione posta vicino alla postazione di registrazione 4.
Di seguito la rappresentazione fotografica delle postazioni sopra citate e complessivamente
ubicate:
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9.2.3. Valutazione previsionale
Nella relazione previsionale di impatto acustico (Allegato 4) è stata stimata la potenza
sonora globale di ciascuna fasi di cantiere, individuando quella caratterizzata da maggiore
impatto acustico e, cautelativamente, assumendola quale condizione di normale attività di
cantiere nel calcolo previsionale di impatto acustico.
Per il calcolo del livello di potenza di ogni fase, si è proceduto a sommare logaritmicamente
banda per banda gli spettri disponibili dei principali macchinari con potenza sonora
significativa presenti nel cantiere, tenendo conto delle rispettive percentuali di utilizzo,
secondo i valori riportati nella tabella seguente:
Tabella 2. Potenza sonora dei mezzi impiegati
La valutazione previsionale del clima acustico, che quindi ricomprende anche il contributo
dell’impianto mobile oggetto della presente relazione, è stata eseguita con l’ausilio di un
software previsionale.
Elaborando i dati di progetto, cioè quelli relativi ai macchinari ipotizzati in cantiere, come da
Tabella 2, si sono determinate queste successive ipotesi, partendo da valori di emissione di
108 (valore di pressione progettuale espresso in Lwmedia) nella massima espressione
acustica durante l’attività demolitiva. Il valore di 108 (Lw), rapportato in filtro A risulta
equivalente ad un valore medio di 102 dB(A) in Leq. L’analisi del modello previsionale, su
tutte e quattro le direttrici di percezione acustica precedentemente analizzate, è sintetizzata
come segue:
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9.3. SCARICHI IDRICI ‐ INTERAZIONE CON LE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Per quanto riguarda le emissioni in ambiente idrico, si specifica che le operazioni svolte
durante la campagna di attività non prevedono sversamenti di alcun genere. Inoltre i sistemi
di nebulizzazione messi in opera al fine di mitigare gli impatti delle emissioni polverulente
(come descritto nei paragrafi successivi) a loro volta non producono sversamenti ma solo un
aumento dell’umidità del materiale irrorato sull’impianto stesso, sui cumuli dei rifiuti, sui cumuli
di materie prime ottenute e nei percorsi delle fasi di movimentazione e le piste di accesso.
Non si prevede la produzione di acque meteoriche contaminate derivanti dal dilavamento
delle aree di stoccaggio dei rifiuti inerti, in quanto i cumuli di stoccaggio sono protetti da
copertura mobile costituita da teli impermeabili. In tal modo le acque meteoriche di
dilavamento non verranno a contatto con rifiuti e saranno da considerare a tutti gli effetti
acque meteoriche dilavanti non contaminate. Si sottolinea altresì che il trituratore stesso non
verrà lasciato a contatto di eventuali precipitazioni atmosferiche nelle parti esposte al ciclo
di recupero (tramoggia e nastro trasportatore) che verranno coperte da teli impermeabili
per impedire eventuali dilavamenti con acque meteoriche alla stessa stregua di quanto
avviene con i cumuli temporanei. Le modalità di gestione dell’area di stoccaggio dei rifiuti
permettono di ritenere che le attività della campagna mobile non daranno luogo ad alcun
tipo di scarico idrico, pertanto non si ritiene necessaria la predisposizione di particolari presidi
ambientali quali sistemi di canalizzazione e trattamento delle acque meteoriche di
dilavamento o di altri reflui.
9.4. PRODUZIONE DI RIFIUTI – INTERAZIONE CON SUOLO E SOTTOSUOLO La maggior parte dei rifiuti costituiti da materiali ferrosi, derivanti direttamente dalle
operazioni di demolizione, inquadrabili nel codice CER 170405, saranno stati separati
preventivamente e depositati in appositi contenitori separati, per poi essere allontanati con
formulario e conferiti presso impianti di recupero secondo le modalità previste dal D.Lgs
152/06.
Per quanto riguarda la produzione di residui di lavorazione dell’impianto mobile, accanto alle
materie prime secondarie da recuperare per le attività di riempimento relative alla fase di
nuova edificazione, in uscita dall’impianto mobile di trattamento potranno risultare i seguenti
materiali di scarto:
- Materiali ferrosi, inquadrabili nel codice CER 191202, che verranno scaricati a terra dal
nastro di uscita dell’impianto mobile e depositati successivamente in appositi
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contenitori separati, per poi essere allontanati con formulario e conferiti presso
impianti di recupero secondo le modalità previste dal D.Lgs 152/06;
- Eventuali rifiuti non preventivabili, inquadrabili nel codice CER 170904, che verranno
depositati temporaneamente in cumulo ed anch’essi allontanati con formulario e
conferiti presso impianti di recupero secondo le modalità previste dal D.Lgs 152/06.
Non si evidenziano impatti negativi su suolo e sottosuolo, in quanto tutti i materiali di scarto
verranno depositati temporaneamente in cumulo od in appositi contenitori ed all’occorrenza
allontanati presso impianti di recupero o smaltimento esterni autorizzati secondo le modalità
previste dalla normativa sui rifiuti. L’eventuale contatto del materiale stoccato, peraltro per
un breve periodo di tempo, con le acque meteoriche non comporta rischio di rilascio di
inquinanti nel suolo, sottosuolo e nelle acque sotterranee.
Indirettamente si ritiene invece, che l’attività in oggetto abbia una ricaduta positiva sul
sottosuolo, in quanto il recupero e il riutilizzo degli inerti da demolizione in sostituzione dei
materiali di cava, determina un minor depauperamento della risorsa naturale con una
riduzione degli impatti su suolo e sottosuolo.
9.5. CONSUMO DI MATERIE PRIME ED ENERGIA La risorsa maggiormente utilizzata per la presente campagna di attività mobile risulta essere
l’acqua adoperata al fine di minimizzare le emissioni in atmosfera di polveri, attraverso le
operazioni di irrigazione dei cumuli di materiale, di nebulizzazione previste in corrispondenza
dell’impianto mobile, di bagnamento delle aree di transito dei veicoli di cantiere.
Si ricorda altresì il potenziale utilizzo di materiali di consumo connessi alla gestione ordinaria e
straordinaria dell’impianto quali parti meccaniche usurabili, olii lubrificanti ecc., che tuttavia
nell’ambito della campagna mobile in oggetto possono essere considerati del tutto
trascurabili. Infine le attività di demolizione e di trattamento degli inerti necessitano di
carburante per il funzionamento dei mezzi meccanici e del frantoio mobile.
Alla luce della modesta entità dell’intervento, non si evidenziano risorse naturali specifiche
che possano essere intaccate dalla realizzazione della campagna delle attività previste dal
presente progetto. Le modalità gestionali e l’operatività prevista dal cantiere, nonchè la
collocazione geografica dell’area sono tali per cui non vi sarà alcuno sfruttamento o
depauperamento di risorse naturali quali terreno, acque, boschi, superficie a verde ecc.
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9.6. FLORA E FAUNA Il sito di intervento è inserito in un contesto ambientale antropizzato privo di valenze
ecologiche di rilievo all’interno di un intorno significativo.
Le attività di recupero oggetto di questa relazione sono limitate ad una tipologia ben
circoscritta di rifiuto, ovvero materiali inerti non pericolosi a matrice cementizia, lasciando
dunque presupporre la non sussistenza di impatti significativi sulle matrici ambientali in
generale.
Gli ecosistemi, la flora e la fauna non sono specificamente impattate dall’attività in oggetto
in quanto non si prevede alcun tipo di emissioni tossiche o comunque specificamente
dannose per la vegetazione o per gli animali della zona.
Pur considerando potenziali impatti sulla flora e la fauna riconducibili alle emissioni di polveri
e di rumore, è comunque da tener presente che la campagna di attività avrà una durata
minima, si stima intorno ai 20 giorni lavorativi al massimo, e pertanto tali impatti possono
essere tranquillamente considerati trascurabili.
10. MISURE DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI
Come già precedentemente affermato, la tipologia di attività in oggetto ha sostanzialmente
due tipologie di impatti significativi, quelli costituiti dalle emissioni di rumore dell’impianto
mobile e dei mezzi d’opera e quelli costituiti dalle emissioni di polveri derivanti dalle attività di
vagliatura/triturazione dei rifiuti inerti, dall’azione del vento sui cumuli e dalla movimentazione
dei materiali da parte dei mezzi meccanici.
Di seguito vengono riportate le misure che verranno adottate durante le attività di cantiere
per mitigare i suddetti impatti.
10.1. RUMORE Per le considerazioni riguardanti l’impatto acustico della campagna specifica rispetto ai
ricettori sensibili presenti nei dintorni del cantiere, si rimanda alla relazione previsionale di
impatto acustico (Allegato 4) realizzata per l’intero cantiere di demolizione e finalizzata alla
richiesta di autorizzazione in deroga ai limiti comunali.
In essa vengono descritte tutte le misure di mitigazione che verranno implementate a livello
di cantiere per la protezione degli insediamenti precedentemente censiti.
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Nei riguardi dell’impiantistica mobile utilizzata, si può affermare che il contenimento delle
emissioni sonore è stato perseguito direttamente dal costruttore in fase di realizzazione delle
diverse componenti costituenti l’impianto tramite l’adozione di accorgimenti costruttivi
specifici per la riduzione della rumorosità prodotta dal motore diesel (cofanatura
fonoisolante) e dalle apparecchiature di frantumazione e di vagliatura.
10.2. POLVERI La natura dei materiali trattati e delle lavorazioni svolte tramite l’impianto mobile
comportano un rischio di potenziale diffusione di polveri. Tale rischio in realtà, in relazione alle
componenti specifiche dell’impiantistica utilizzata, è notevolmente basso grazie ad alcuni
accorgimenti costruttivi che assicurano una produzione trascurabile di polvere.
Infatti, il vaglio è dotato di tramoggia di carico con pareti in lamiera prima del piano di
vagliatura vero e proprio, che si trova dunque in posizione incassata: questo limita
fortemente la diffusione di polveri nella fase di vagliatura, quella più rischiosa, che rimangono
confinate. Il successivo trasporto sui nastri non comporta di per sé dispersione di polveri.
Le linee di movimentazione e le fasi di lavorazione dell’impianto saranno presidiate con un
sistema di ugelli nebulizzatori (alimentati con acqua tramite pompa dedicata), che
provvedono ad una bagnatura superficiale del materiale, limitando così il sollevamento di
polveri.
Qualunque anomalia di funzionamento o interruzione di esercizio degli impianti di
abbattimento comporterà la sospensione delle relative lavorazioni per il tempo necessario
alla rimessa in efficienza dell’impianto di abbattimento.
Verranno in ogni caso adottati, prima e dopo il trattamento, una serie di accorgimenti volti a
contenere le emissioni diffuse derivanti da operazioni connesse alle attività di cantiere e alla
movimentazione dei mezzi.
- Durante tutto il ciclo di lavorazione e soprattutto in caso di giornate ventose, i cumuli
di materiale inerte, sia da caricare che scaricati dall’impianto, verranno mantenuti in
condizioni di opportuna umidificazione mediante l’utilizzo di dispositivi di
abbattimento a nebulizzazione di acqua. I sistemi di abbattimento, per la loro
peculiare caratteristica di vaporizzare l’acqua attraverso gli ugelli, creano una cappa
di contenimento sul materiale che fa precipitare il pulviscolo in sospensione; essi
permettono un impiego minimo di acqua, senza sprechi e soprattutto evitando di
creare sul materiale e nell’area di lavorazione zone bagnate o spargimenti di acqua;
- In caso di giornate particolarmente secche e ventose, le attività svolte verranno
limitate per quanto possibile e verranno intensificate le attività di bagnatura.
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- Fin dalla fase di alimentazione del gruppo, che avviene solitamente tramite una pala
meccanica o un escavatore, il materiale è investito da una cappa d’acqua
nebulizzata che eviti il sollevarsi di polvere;
- In fase di caricamento dell’impianto, le manovre della pala o dell’escavatore
verranno effettuate con particolare cautela e con adeguata lentezza dall’operatore
in modo da sollevare meno polveri possibili, ed onde evitare che le oscillazioni
dell’attrezzo e/o i movimenti a ganasce aperte comportino la caduta di materiale al
di fuori dell’area di movimentazione.
- Analoghi accorgimenti verranno adottati sui cumuli di materiale in uscita, cercando
inoltre di tenere un’altezza idonea degli stessi (5-6 m) che permetta al materiale di
cadere da brevi distanze.
- l’altezza di scarico del materiale dai nastri dei vagli ai cumuli di stoccaggio del
materiale lavorato potrà essere ridotta in occasione di lavorazioni particolarmente
polverulente, tramite la predisposizione di “proboscidi” in polietilene o “calze” in PVC;
- Le aree maggiormente soggette al transito dei mezzi, compatibilmente con le
lavorazioni svolte, saranno mantenute in piena efficienza, e verranno limitate il più
possibile le velocità di transito dei mezzi.
Per quanto sopra esposto, si ritiene di poter asserire che tutte le misure di mitigazione poste in
atto rendano il problema della polverosità e dell’emissione diffusa di polveri in atmosfera
assai limitato e quindi non assoggettabile ad autorizzazione specifica.
11. ANALISI DELLE ALTERNATIVE
La soluzione del recupero in loco è sicuramente di minor impatto per quel che concerne
l'alterazione qualitativa e/o quantitativa, diretta ed indiretta, a breve e a lungo termine,
permanente e temporanea, singola e cumulativa, positiva e negativa dell'ambiente, rispetto
a forme di recupero eseguite in altri siti, con annesse le fasi di carico/scarico,
movimentazione e trasporto dei rifiuti.
Il recupero in loco dei rifiuti evita infatti le emissioni legate ai viaggi dei mezzi nonché le
polveri che deriverebbero da ulteriori operazioni di manovra e movimento sia in cantiere che
nella viabilità ordinaria.
Il dato non è trascurabile in quanto, visti i quantitativi in gioco circa (6.000 t), la necessità di
lavorare il materiale in un altro sito comporterebbe un traffico veicolare necessario allo
spostamento su strada (almeno 500 trasporti, considerando motrici da 12 tonnellate, o circa
250 trasporti consierando motrici da 24 tonnellate). Quindi, vista la tipologia del materiale in
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esame e viste le misure e le precauzioni adottate per la campagna di attività in oggetto, il
ricorso ad un impianto di recupero rifiuti fisso, in luogo di quello mobile, non offrirebbe
maggiori garanzie in materia di impatto in quanto le procedure di recupero si presentano del
tutto affini.
Inolte va considerato che, in alternativa al recupero dei rifiuti prodotti dalla demolizione, il
fabbisogno di aggregati inerti per la realizzazione di una massicciata di riempimento
comporterebbe la necessità di dover ricorrere a materie prime vergini e quindi
provocherebbe un depauperamento di risorse naturali. Quindi alla precedente stima di
traffico veicolare in uscita andrebbe aggiunta una analoga quantificazione di viaggi in
entrata per il trasporto dei materiali vergini.
12. MONITORAGGI
12.1. MATERIALI DI RECUPERO PRODOTTI – CRITERI PRESTAZIONALI Considerata l’omogeneità del materiale da trattare e considerando anche che la
campagna di attività costituisce di per se un’unica attività di recupero si ritiene sufficiente
eseguire una sola volta su un campione del materiale recuperato il test di cessione secondo
quanto riportato nell’allegato 3 al DM 5 febbraio 1998 e s.m.i., e le prove prestazionali in linea
a quanto disposto dall’All. C della Circolare del Ministero dell’Ambiente n. UL/2005/2005
richiamata dal punto 7.1.4 dell’All.1 sub All.1 del DM 05/02/1998, essendo la durata della
campagna di attività inferiore ai 12 mesi e non intervenendo nel corso della stessa modifiche
sostanziali del processo di recupero (Rif. Art. 9, DM 5 febbraio 1998 e s.m.i.).
12.2. AMBIENTE ATMOSFERICO Verrà effettuato il controllo giornaliero del funzionamento degli sprinkler per l’abbattimento
delle polveri, provvedendo alla manutenzione o eventuale sostituzione delle componenti
usurate o mal funzionanti ogni qual volta l’esito del controllo lo renda necessario, e nel caso
di giornate particolarmente ventose dovrà essere prevista una bagnatura più spinta del
materiale movimentato e stoccato.
12.3. AMBIENTE IDRICO, SUOLO E SOTTOSUOLO In considerazione del tipo di attività prevista non si ritiene necessario prevedere il
monitoraggio di tali matrici.
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12.4. FLORA E FAUNA Non si ritengono necessari monitoraggi specifici, sottolineando ancora la breve durata della
campagna d’attività.
13. CONCLUSIONI
L’analisi del contesto di inserimento dell’impianto e dei possibili impatti connessi con le
lavorazioni effettuate non ha evidenziato la presenza di alcuna criticità. I potenziali impatti
che un impianto di questo tipo ha sono adeguatamente mitigati e controllati.
In aggiunta l’attività in oggetto è ubicata in un sito conforme da un punto di vista di
vincolistica e di programmazione urbanistico territoriale, e la durata della lavorazione non
supererà i 20 giorni lavorativi.
Si ritiene pertanto di poter chiedere a codesta Amministrazione di esprimere parere di non
assoggettabilità a VIA per il progetto in esame.