L’Ultima Luna d’Estate 2013: presentazione · Canzone dell’amore perduto (Fabrizio de André)...
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L’Ultima Luna d’Estate 2013: presentazione
Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende
L’amore per un uomo, per una donna. L’innamoramento. L’amore tenero e
appassionato. L’amore violento, che tristemente vediamo trasformarsi in omicidio o in
femminicidio. L’amore casto, l’amore per un figlio, l’amore di una famiglia, dei tanti tipi
di famiglia. L’amore perverso, l’amore mercenario, la pedofilia e l’incesto.
L’amore per il prossimo, l’amore per la patria, l’amore verso Dio. L’amore omosessuale, bisessuale, eterosessuale.
L’amor platonico, l’amore contrastato, l’amore disperato. L’amore ai tempi della crisi, che rischia di diventare disamore, insofferenza,
odio. L’amore per il proprio lavoro, che ancora in tanti dimostrano, nella vita di
tutti i giorni, che anche noi dimostriamo, arrivando alla 18° edizione di questo Festival, sempre più in debito di ossigeno eppure sempre più vivo,
che è uno dei miracoli che l’amore compie.
L’amore, che è il tema di ogni storia. Di ogni commedia che termina con il matrimonio e di ogni tragedia che termina con la morte. Amore e morte.
L’amore che è il mezzo con cui l’uomo può rinnovare la vita.
L’amore sarà in scena all’Ultima luna d’estate 2013, con l’aiuto di Alessandro Manzoni, Ignazio Silone, Per Paolo Pasolini, Vladimir Nabokov,
Anton Cechov, Henry James, Platone, il Cantico dei Cantici… Alcune delle Compagnie più importanti della scena italiana, Compagnie storiche e
Compagnie emergenti. Babiloniateatri presenta il nuovissimo Lolita, due omaggi a Pasolini: Orgia, presentato dal Teatro Scientifico di Verona, e
Comizi d’amore, ispirato al film/documentario, proposto dal Teatro delle Forme.
La trasposizione di opere in prosa caratterizza il lavoro del Teatro dei Colori con Il segreto di Luca e di Pacta con La bestia nella giungla, nonché
dello storico Racconto dei promessi sposi di Teatro Invito.
Artisti come Cesar Brie e Giuliana Musso presentano una drammaturgia originale.
Tra le novità, Lolita di Babiloniateatri, lavoro fresco di debutto, e Fuori dal guscio con Laura Curino e Mirko Artuso in anteprima assoluta.
Luca Radaelli
L’ULTIMA LUNA D’ESTATE 2013-Schede spettacoli
Pantakin – ARLECCHINO, ARIANNA E IL MINOTAURO
Spettacolo di commedia dell’arte
Il mito di Arianna e del suo filo dorato è stata la prima fonte di ispirazione di questo
canovaccio originale, proprio come consuetudine diffusa nelle migliori tradizioni della
Commedia dell'Arte.
Affondando poi a piene mani negli immortali e sempre attuali drammi shakespeariani,
nelle stra-ordinarie fiabe teatrali di Gozzi e nella celebre favola europea "La Belle et la
Bete" abbiamo creato la nostra storia di metamorfosi e trasformazione.
Come fecero Apuleio, in particolare con "Amore e Psiche", contenuta appunto ne "Le
metamorfosi", e GiamBattista Basile poi ne "Il Pentamerone" - ovvero "Lo Cunto de li
Cunti" - abbiamo utilizzato la fiaba come espressione della tradizione popolare per
raccontare, attraverso il linguaggio delle maschere, il profondo mutamento dell'essere
umano dopo le innumerevoli prove, ma anche la conflittuale realtà dei nostri giorni.
La nostra eroina, "la Bella" Arianna, va alla scoperta della sua autentica natura e
attraverso l'incontro con il suo primo amante - "la Bestia" - si misura con l'Ignoto, la
Paura, il Mistero.
Ne esce mutata, cambiata, migliorata dopo aver affrontato le rocambolesche avventure e
i duelli impossibili, le prove dell'infinito gioco dei travestimenti e l'effetto del prodigioso
potere della magia e dei suoi stupefacenti incantesimi.
Un'avventura romantica, crudele e passionale, ma anche comica grazie alle maschere
della Commedia dell'Arte e agli esilaranti lazzi che le vedrà coinvolte nelle più incredibili
peripezie. Solo un filo splendente potrà illuminare la strada dei nostri eroi per portarli alla
vera felicità!
A coronare l'atmosfera una colonna sonora inedita per uno spettacolo di Commedia
dell'Arte le hit della musica rock, pop e soul riadattate e trasformate per l'occasione.
E allora... buon divertimento a tutti!
César Brie – SOLO GLI INGENUI MUOIONO D’AMORE
testo, regia e interpretazione di César Brie
Un uomo veglia l’abito di un morto mentre attende i parenti e gli amici che arriveranno a
dare l’ultimo commiato alla salma. L’uomo ricorda l’infanzia del morto, i suoi amici, sua
madre e suo padre, la sua educazione sessuale, la sua iniziazione nella politica, le sue
sventure d’amore, le sue sessioni artistiche. Mentre ricorda, l’uomo si veste con l’abito
del morto. nessuno arriva. Verso la fine, l’uomo rivela la sua identità. È lui il morto, così
solo che deve vegliare se stesso. Carica il suo bagaglio di ricordi, e si avvia verso il forno
crematorio a ridurre in cenere e fumo le memorie della sua esistenza.
Anfiteatro – GAYA. ATTENZIONE FRAGILE
Testo e regia di Giuseppe di Bello
Con Naya Dademailan e Rojas Alvarez
“Ho aspettato un’eternità
che qualcuno mi dicesse una parola affettuosa.
Qualcuno che dicesse:
Oggi ti amo tanto...”
Con queste parole comincia il racconto di Gaya, una ragazza vissuta all'ombra dei propri
sentimenti prepotenti da tenere però rigorosamente nascosti perchè rivolti al suo stesso
sesso.
Gaya si rivolge al pubblico senza frapporre difese, per narrare in prima persona la propria
infanzia incomprensibile e buffa fino al momento in cui questa diventa un'adolescenza
goffa e turbata all'interno di una famiglia incapace di comprendere, e poi ancora fino alla
consapevolezza di sé e dei propri sentimenti; ed è a questo punto che lo spettacolo,
prima sciolto e divertente, si fa via via sempre più intenso ed emozionante. Raccontare la
sua storia è per noi una grande opportunità per riflettere sulla diversità che non riguarda
solo i generi ma ciascun aspetto di relazione con le cose di questo mondo.
Faber Teater – IL PURGATORIO
Le terzine dantesche risuonano tra gli alberi. Lungo un percorso inserito nell’ambiente
naturale, il Faber Teater propone apparizioni dal Purgatorio dantesco: Catone, Virgilio,
Pia, Oderisi da Gubbio, Sapia, Guinizzelli e Cavalcanti, Lia, Arnaut Daniel ed altri
personaggi, altre “maschere” appariranno in voce tramite gli attori e le attrici della
compagnia chivassese.
Il Purgatorio è un viaggio in luoghi, spazi e voci differenti ed è nello stesso tempo un
intenso lavoro di ricerca che la compagnia teatrale piemontese ha svolto per adattare gli
spazi fisici e spirituali de Il Purgatorio agli spazi esterni. Sin dalla sua nascita, il Progetto
Dante è un pre-testo per trascorrere e condividere insieme le ore sul far della sera
accompagnate dai versi di Dante, alla scoperta di luoghi e storie del territorio che si
trasforma in scenografia e palcoscenico per la messa in scena della Comedìa Divina
Teatro periferico - SOUL FOOD
regia di Paola Manfredi
con Giorgio Branca e Dario Villa
In un’atmosfera da tunnel metropolitano, un incontro tra due uomini, due anime
affamate: un’anima oscura e un’anima candida. Ma non è uno scontro tra il bene e il
male, piuttosto tra due modi di intendere la vita: il primo è talmente mentale e cerebrale
e incatenato a doppia mandata in un tunnel che non ha uno sbocco né in entrata né in
uscita, che vuol farla finita con la vita e guarda dall’alto della sua superiorità intellettuale
gli altri, i comuni mortali; l’altro, che gli sta di fronte e gli offre cibo e cuore, tenta di
parlargli di amore - amore per gli altri, amore per se stesso, amore per la vita - e cerca
gli insinuargli l’idea che tutto sta in una frase sola che bisogna avere il coraggio di dire,
anche se non è facile da accettare, perché significa sapere di essere dipendenti, sapere
che non puoi salvarti da solo, accettare che tutti i tuoi affanni è da lì che originano, anche
se non lo sai, anche se ti sembra folle, anche se ti senti immeritevole, anche se lo rifiuti,
anche se lo neghi con tutte le tue forze, anche se scegli di non credere, anche se remi
contro o neanche sai di remare.
Animanera – TRY CREAMPIE! VUOI VENIRE A LETTO CON ME?
Regia: Aldo Cassano
Scenografia: Aldo Cassano, Lucia Lapolla
Storie di amori diversi, di passioni, di desideri ardenti, travolgenti, totali.
Amori che scorrono sulla sottile linea rossa che separa vita e morte, eros e violenza,
autocoscienza e confusione.
TRY CREAMPIE è un "viaggio" che, attraverso esperienze artistiche e letterarie del secolo
appena trascorso, trova parole rispondenti alle sensibilità più diverse. L'more viene
scandagliato nelle sue pieghe più segrete: dall'ossessione alla gelosia, dall'abbandono
all'appagamento dei sensi, dalla lontananza al contatto fisico, dall'immaginazione alla
concretezza, attraverso parole sublimi ed evocative, a volte dolorose a volte ironiche.
Perché eterni sono i versi, non l'amore. Un mondo proibito. Un punto di non ritorno. Un
boudoir onirico che vedrà gli avventori entrare uno ad uno in morbidi letti, a stretto
contatto, con i personaggi mitici della letteratura del '900.
Dalle parole, intimamente ascoltate, si reificano fantasmi amati o temuti, travolti e
travolgenti, di quel desiderio che non trova facilmente possibilità di essere vissuto e
comunicato.
Associazione Ultima Luna – IN CAPO AL MONDO
In viaggio con Walter Bonatti
Luca Radaelli e Federico Bario voci recitanti
Maurizio Aliffi alla chitarra
Un anno fa ci lasciava Walter Bonatti, uno dei più grandi alpinisti di sempre, l’ultimo
grande esploratore. La sua vita è emblematica di una ricerca, quella di superare i propri
limiti, che non è solo del campione, ma di ogni uomo che si possa definire tale. Lo scopo
dell’avventura è trovare l’uomo, così avrebbe detto Bonatti. Abbiamo cercato di restituire
il fascino dell’avventura delle conquiste alpinistiche, delle esplorazioni nella natura
selvaggia e incontaminata, o al contatto di popolazioni tribali, attraverso una narrazione
teatrale, raccontando non solo e non tanto la biografia ma la filosofia, il senso di queste
imprese che sono state la realizzazione dei sogni di un uomo libero.
Accademia delle arti per l’infanzia e Quattro sul tetto – AMORE D’AUTORE
Recital poetico musical/letterario
Elenco brani musicali:
La stagione del tuo amore (Fabrizio de André)
C’è tempo (Ivano Fossati)
Passalento (Ivano Fossati)
Marinella (Fabrizio de André)
Tre madri (Fabrizio de André)
Amore degli occhi (Ivano Fossati)
Te lo leggo negli occhi (Sergio Endrigo)
Bartali (Paolo Conte)
Suzanne (F. de André, L. Cohen)
Carte da decifrare (Ivano Fossati)
Quanto ti ho amato (R. Benigni, N. Piovani)
Amore che vieni amore che vai (Fabrizio de André)
Vedrai vedrai (Luigi Tenco)
Via con me (Paolo Conte)
Canzone dell’amore perduto (Fabrizio de André)
Non potho reposare (Tradizionale sardo)
Elenco brani letterari:
White Narcissus allo specchio da “Natura morta con custodia di sax” di Geoff Dyer.
La storia di Pronto Soccorso e Beauty Case da “Il bar sotto il mare” di Stefano Benni.
La cosa da “Il Teatro Canzone” di Giorgio Gaber.
Eccentrici Dadarò – NINA
Di Rossella Rapisarda e Fabrizio Visconti
Con Rossella Rapisarda
Regia di Fabrizio Visconti
Da “Il gabbiano” di Anton Cechov - “Epistolario” di Anton Cechov
Monologo per due: un’attrice e un’ombra, un fantasma, un personaggio. Ma a volte, in
teatro, i personaggi della fantasia sono fantasmi più vivi e più veri d’ogni cosa viva e
vera. Un treno. Un biglietto del treno. Uno spettacolo da fare prima di partire. Una
scommessa da giocare fino in fondo: sull’Amore. La storia di questo doppio è la storia
delle scelte, dei bivi, delle strade da prendere o da abbandonare. È la storia di tutti noi
che dobbiamo decidere ogni volta, che dobbiamo fare i conti con i nostri orizzonti.
Nascosto dietro un testo che scorre in modo semplice e aperto, come un flusso di
pensiero, si nasconde, in realtà, tutto il testo del personaggio di Nina, l’unico tra i ritratti
disegnati da Cechov ad avere una prospettiva forte sul futuro, perché non dimentichiamo
mai che, in tutto quello che scrisse, come ebbe a dire in risposta a chi lo accusava di
tracciare storie malinconiche e negative, Cechov non cercò altro che un ammonimento:
“Guardate come vivete male.. cercate di vivere meglio!”.
Bano Ferrari e Coro Voci dalla Rocca – SPIRITO DIVINO
Con Bano Ferrari
Testo di Giampiero Pizzol
Adattamento teatrale di Bano Ferrari
Spirito diVino è una sorta di epopea comica del vino per voce narrante, coro e
commensali. Partendo dalla notte dei tempi, da Adamo ed Eva, attraverso Noè che salva
la vite dal Diluvio Universale, Cicerone, Dante e Napoleone, il racconto si snoda fra secoli
e regioni fino ai giorni nostri, frizzante e corposo come il buon vino. Al termine Bano
Ferrari proporrà un brindisi alla fratellanza dei popoli “…ma il vino è laico, cattolico e
mondiale come il grande diluvio universale. E io brindo come ogni buon cristiano fratello
del buddista e indonesiano, favorevole e grato anche al Corano, benedico l’amico
mussulmano che beve l’acqua e ci lascia il vino!…”. Lo spettacolo si presenta come un
giocoso pretesto per battute, a volte adatte ad un tavolo d’osteria, e riflessioni tra il serio
ed il faceto come la suggestiva ipotesi che se Eva, invece di mordere la mela, avesse
bevuto un goccio di vino, forse le cose sarebbero andate diversamente. Il Coro Voci dalla
Rocca, diretto da Piercarlo Gatti, ha il compito di sospendere ogni tanto la parte recitativa
per dar vita ad intervalli melodici con brani scelti dallo stesso Gatti tra il vasto repertorio
della musica popolare. Gli spettatori partecipano al racconto seduti a tavola bevendo il
vino che, da argomento della narrazione, diventa piacere del convivio, sostanza del rito,
miracolo della natura e del lavoro umano.
Alessandro Pazzi – SIMPOSIO di Platone
Con Alessandro Pazzi e Paolo Marchiori
Regia di Alessandro Pazzi
Il “Simposio” è il dialogo in cui Platone affronta il grande tema dell’amore. Fu composto
nel IV secolo a.C., ma, pensando all’universalità senza tempo dell’argomento trattato,
potrebbe essere stato scritto anche ieri. Si rivolge idealmente alle nuove generazioni,
cercando di dare risposta a un eterno quesito filosofico: “Di cosa parliamo quando
parliamo d’amore?”
L’Eros è un demone che infiamma i cuori degli uomini e li spinge non solo a cercare i
loro simili, ma addirittura a tendere verso il Bene soprasensibile, l’Assoluto, la Creatura
che li ha generati.
A noi che oggi abbiamo ridotto l’eros a merce e scambio, il grande filosofo insegna che
attraverso la bellezza dei corpi, grazie all’armonia delle forme, cercando il bello e il
buono che ci accomuna, possiamo passare da creature a creatori, divenendo immortali.
Nell’arduo tentativo di portare in scena questo dialogo, si è cercato di estremizzare il
gioco di maschere che rappresentano simbolicamente i vari commensali-oratori; questa
idea, già presente nel testo originale, ben si sposa con l’espressività richiesta dal media
teatrale.
In scena ci sono due attori, un uomo e un ragazzo, emblema dell’amato e dell’amante
che sembrano usciti da un quadro di Caravaggio; si scambiano i ruoli in un gioco di
specchi, di rimandi, di citazioni. All’inizio dell’azione teatrale li vediamo collocati in un
vero simposio, quasi una reminescenza dell’ultima cena cristiana: qui, attraverso il
gioco scenico, si spiegano – e ci spiegano – che cosa è l’amore, questo motore unico
del mondo. E alla fine della sfilata di maschere, in un’agnizione mistica degna di
Dostoevskij, comprendono – e ci fanno comprendere – che solo la bellezza potrà
salvare questo nostro mondo malato.
Laura Curino e Mirko Artuso – FUORI DAL GUSCIO
liberamente tratto da “Diario della tartaruga” di Russel Hoban
con Laura Curino e Mirko Artuso
adattamento a cura di Barbara Campo Dall'Orto
Ci sono individui che sanno da dove vengono, sanno che forse c'è stata una vita, ma che
questa stessa vita un giorno li ha abbandonati e adesso non hanno la più pallida idea di
dove stiano andando. Da nessuna parte, anzi, girano in tondo come le tartarughe marine
dentro il loro acquario illuminato allo zoo. Eppure, se le tartarughe fossero libere, loro sì
che saprebbero dove andare. A questo pensiero giungono Pierre G., libraio divorziato, e
Nadine H., scrittrice per ragazzi senza più ispirazione, e decidono entrambi di ridare alle
tartarughe dello zoo della loro città la libertà, con la speranza taciuta che lasciandole
andare nell'oceano lasceranno andare anche se stessi alla vita. E intorno a loro altre
persone sole, senza più alcuna capacità di entrare veramente in contatto con l'altro, in
una spirale tragica che porta lentamente verso l'aridità, verso il nulla, verso la congelata
certezza dell'inutilità del vivere. Ma un pensiero balena nella mente di Nadine. Pensa,
Nadine, che i libri scritti per i bambini siano in realtà libri scritti a favore del mondo
adulto, per insegnare ai bambini a perpetrare e tenere insieme il mondo in cui viviamo, e
dice: "Forse la nostra paura costante è che arrivi una generazione di bambini a dire:
Questo non è un mondo, questo non è niente, così è impossibile vivere". Una paura che
in realtà è una speranza, una speranza che potrebbe essere una realtà se ognuno di noi
lasciasse andare le tartarughe in mare, se ognuno di noi imparasse ad ascoltare l'arte
segreta della propria navigazione.
Marco Belcastro – VOGLIO UNA COSA DIRTI. Il cantico dei cantici
Composizione, voce, chitarra, organetto diatonico Marco Belcastro
Clarinetto basso Simone Mauri
Percussioni, flauti, ance etniche Alberto Morelli
Chitarra, “corde etniche” Franco Parravicini
Voce, vibrafono, percussioni Clara Zucchetti
Mi sono avvicinato al Cantico dei Cantici durante una collaborazione con la compagnia
teatrale ArteventualeTeatro di Brugherio per la composizione di musiche a canti
nell’allestimento di uno spettacolo.
Ho letto varie versioni del cantico ma più di tutte mi ha colpito la traduzione poetica di
Alonso Schokel, gesuita spagnolo, ed alla sua traduzione mi sono ispirato per la
composizione dei brani dando alle parole una veste di suoni e melodia.
Il Cantico, secondo il suo significato originario, è già un canto erotico secolare, diventato
più tardi allegoria sia nella tradizione ebraica che in quella cristiana; un canto che celebra
in chiave poetica l'amore umano in tutte le sue infinite sfaccettature: la lontananza, la
sensualità, il cercarsi, il rincorrersi, l'amplesso, il perdersi, il ritrovarsi...
Dopo la composizione dei 12 brani è nata in me l’idea e l’esigenza sia di poterli
presentare in concerto sia di farli sfociare anche in una produzione discografica. Ho
chiesto quindi l’aiuto a validi amici musicisti del comasco, tra cui Franco Parravicini per gli
arrangiamenti, attivi musicalmente sia nel panorama nazionale che internazionale, con
alcuni dei quali collaboro ormai da molti anni.
I brani si alimentano di una musica melodica e di respiro che naviga tra sonorità europee
e dei porti del mediterraneo (anche grazie all’utilizzo di strumenti che arrivano appunto
dalla tradizione musicale etnica e popolare) e traggono linfa anche dalla musica popolare
e dalla canzone d’autore.
L’eterogeneità dei percorsi artistici dei diversi musicisti fa sì che le composizioni, nate
semplicemente dal puro piacere di essere composte, possano sfuggire ad un facile
“etichettamento” del genere musicale.
Teatro delle Forme – COMIZI D’AMORE
Liberamente ispirato a “Comizi d’Amore” di Pier Paolo Pasolini
Regia di Antonio Damasco
Con Antonio Damasco, Valentina Padovan
Progetto musicale in collaborazione con Massimo Bubola
Interventi video e commenti di Tullio de Mauro
Nel 2012, quali sono quelle domande che possono risultare scandalose,
imbarazzanti, difficili da fare pubblicamente?
Che impatto sociale possono avere le risposte se apertamente condivise?
Nel 1963 Pier Paolo Pasolini e il produttore Alfredo Bini devono girare l'Italia per trovare
ambientazioni e volti per il nuovo film del regista friulano: il Vangelo secondo Matteo.
Pasolini da un po' di tempo ha un chiodo fisso: conoscere le opinioni degli italiani sulla
sessualità, l'amore e il buon costume e vedere come sia cambiata negli ultimi anni la
morale del suo paese.
Cinquant’anni dopo, le domande del Poeta fanno ancora discutere e domande nuove si
affacciano con altrettanto impeto e necessità.
Il nostro viaggio parte da qui…
“Quello che più mi ha colpito, dopo aver partecipato, come cantastorie, allo spettacolo di
Antonio Damasco Comizi d'amore, era il clima finale tra il pubblico di allegrezza e di
conforto, come dopo una confessione, pubblica in questo caso, cioè un riconoscimento di
attori e di persone che partecipavano come un coro alle risposte e alle domande poste
dai due attori Antonio Damasco e Valentina Padovan. Sul grande schermo, le interviste
televisive di Pasolini dei primi anni 60 a persone comuni e conosciute, come Moravia,
Musatti e il grande poeta Ungaretti, sono di una leggerezza profonda e questo aumenta la
predisposizione della gente a rasserenarsi nell'apprendimento. L'interloquire di Valentina
Padovan e i monologhi di Antonio Damasco, soprattutto quello di Bent, sono potenti e
allo stesso tempo delicati, quindi il tutto diventa molto digeribile e il metabolismo delle
parole entra sottopelle lieve, per arrivare al cervello ed infine al cuore.
Mi è molto piaciuto inserire le mie canzoni in questo contesto, perché assumevano dei
viraggi e quindi dei significati nuovi anche per me. Questo credo sia il piccolo miracolo del
teatro: trasportare le persone in luoghi sconosciuti e renderli familiari ed anche e
soprattutto l'inverso. E questo in Comizi d'amore accade.” (Massimo Bubola).
Teatro Invito – IL RACCONTO DEI PROMESSI SPOSI
Di Luca Radaelli
Regia di Beppe Rosso
Con: Stefano Bresciani, Valerio Maffioletti, Michele Fiocchi, Giusi Vassena
Abbiamo lavorato sui differenti registri che si evincono dal romanzo: da quello lirico delle
descrizioni paesaggistiche ("Quel ramo del Lago di Como...", "Addio monti..."), a quello
epico delle azioni di massa (I tumulti di San Martino, la calata dei Lanzichenecchi); da
quello comico dei dialoghi specialmente imperniati sulla figura di Don Abbondio, coloriti di
teatralissimi "a parte", a quello tragico, legato invece ai personaggi "scespiriani"
dell'Innominato e della Monaca di Monza La riscrittura del testo e le soluzioni registiche
vanno nel solco della riscoperta del teatro popolare, un teatro che cerca le proprie ragioni
nell'immediatezza del rapporto con il pubblico, secondo principi mutuati dalla poetica
brechtiana. La lingua usata è un pastiche di italiano e dialetto lombardo, in cui affiorano il
latino della Chiesa e lo spagnolo dei dominatori. Il canto, eseguito coralmente dagli
attori, accompagna lo svolgimento della vicenda e ne sottolinea la ritualità, pescando nel
repertorio popolare lombardo.
Teatro Scientifico – ORGIA
Di Pierpaolo Pasolini
Regia di Isabella Caserta, con Isabella Caserta e Francesco Laruffa
Orgia è il primo dramma teatrale di Pasolini, da Pasolini stesso allestito nel 1968. Due
coniugi piccolo borghesi, nel tepore di una desolata Pasqua padana, nell’interno della loro
camera matrimoniale, si lanciano addosso, in una sorta di sacrificio rituale, parole, ricordi,
passioni laceranti che li porteranno inesorabilmente alla sconfitta.
Orgia è probabilmente la tragedia più emozionante di Pasolini, che lo definì il “dramma
per la disperata lotta di chi è diverso contro la normalità che respinge ai margini”. Il testo,
forte, intenso e altamente poetico, presenta un itinerario delle “pulsioni oscure e
violente” che agiscono dal profondo dentro di noi, fra noi e intorno a noi: nell’individuo,
nella coppia, nella società.
Quello che lo spettacolo propone è un viaggio nei meandri della mente e tra le pieghe
nascoste dell’animo umano, nella psiche lacerata dell’individuo, oltre alle apparenze di
una normale coppia borghese, quello che avviene nei chiusi confini della stanza (della
mente?) dentro l’oscuro abisso della coppia, oltre quello che appare dall’esterno. I
personaggi sono complici di un gioco perverso vittima/carnefice. Lo spettatore è posto in
media re, è un voyeur di una violenza privata che avviene all’interno della camera da
letto dei coniugi dominata da un letto/campo di battaglia/prato pasoliniano/altare
sacrificale.
Babilonia Teatri - LOLITA
di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani
con la collaborazione artistica di Vincenzo Todesco
con Olga Bercini
Lolita è un sogno. Un brutto sogno. Un incubo.
Sono pensieri e segreti consegnati a un diario.
Pensieri di una ragazzina che corre che salta che cammina sul filo.
Una ragazzina che ha pensieri di donna.
Lolita è un urlo e uno sberleffo insieme.
Lolita è un gioco dove non è chiaro il limite tra verità e finzione.
Lolita è una farfalla.
Lolita basta la parola, nessuno conosce la storia, nessuno sa chi è, quanti anni ha Lolita,
quanti anni deve avere Lolita per essere Lolita, per profumare di Lolita, Lolita cosa pensa,
Lolita è Lolita, sono i nostri occhi a vedere Lolita, è la nostra testa a volere Lolita, sono le
nostre mani a immaginare Lolita, Lolita è un modello che la società impone. E’una
tentazione e un monito. È la voglia di giocare col fuoco e la paura di bruciarsi
Ultima Luna e Atelier delle Arti e del Gusto - MILANO E JANNACCI
cena musical teatrale
Con Luca Radaelli e Mauro Rossetto
A cena con Jannacci, Gaber, Fo, Strehler e Vanoni…
Piatti e vini della tradizione lombarda si alterneranno a canoni e brani letterari dei più
grandi artisti della Milano anni ’60.
Una serata in musica accompagnata anche da alcune tra le più belle pagine di
Scerbanenco e Gadda, Viola e Alda Merini.
Pacta dei teatri – LA BESTIA NELLA GIUNGLA
Adattamento teatrale di Marguerite Duras, progetto DonneTeatroDiritti
da una novella di Henry James
regia Paolo Bignamini e Annig Raimondi
con Annig Raimondi e Antonio Rosti
Nel 1962 Marguerite Duras si cimenta in questo lavoro di ri-scrittura della novella inglese
di Henry James. John, il protagonista, è un “giovane gentiluomo sensibile” che trascorre
la propria esistenza nella convinzione che essa verrà sopraffatta prima o poi da un evento
eccezionale che lui solo potrà riconoscere. Accanto all'uomo, condivide l'attesa una
silenziosa compagna, Catherine, l'unica a conoscere il segreto di questa potente
incombenza.
Solo dopo la morte della donna, John si renderà conto che l'evento è già accaduto, e che
ormai è troppo tardi per recuperare la vita gettata nell'attesa vana. Il dolore si avventerà
su di lui come una bestia nella giungla
Teatro dei colori – IL SEGRETO DI LUCA
Regia di Gabriele Ciaccia
Con Francesco Manetti
musiche dal vivo: Giuseppe Morgante
“Il segreto di Luca" fu scritto nel 1956. All'origine del romanzo, come di quelli che lo
precedettero e lo seguirono, c'è l'esperienza personale dello scrittore con molti elementi
autobiografici. E' la storia di un caso giudiziario. Andrea Cipriani, antifascista esiliato,
torna al suo paese, Cisterna dei Marsi, dopo la liberazione. Tutti ritengono che egli voglia
preparare le nuove elezioni e presentarsi candidato, ma i suoi programmi subiscono un
brusco mutamento. Incontra Luca Sabatini, un ergastolano graziato dopo quaranta anni,
condannato per non aver voluto rivelare dove si trovasse la notte in cui un uomo era
stato ucciso per rapina. Luca è finalmente libero perché il vero assassino ha confessato in
punto di morte, ma in paese viene accolto ancora con il sospetto che il colpevole sia lui.
Andrea, che ricorda vagamente l'episodio perché all'età di 8 anni, mentre frequentava le
elementari, scriveva sotto dettatura le lettere indirizzate al recluso dalla madre
analfabeta, si propone di chiarire il segreto e comincia ad indagare tra enormi difficoltà.
Occorrono pazienza, costanza, un certo fiuto poliziesco, doti che non difettano ad Andrea,
il quale arriva a scoprire una storia d'amore davvero strana, allorché si viene a sapere
che la notte della rapina Luca s'era incontrato con Ortensia, la donna amata. Ma Ortensia
era sposata e quindi la sua onorabilità esigeva, che non si facesse neppure cenno
all'amore purissimo intercorso tra i due. Il romanzo avvince come un "giallo", ma è un
giallo di tipo particolare: Andrea Cipriani non va infatti alla ricerca dell'assassino, ormai
reo confesso; vuole solo conoscere le ragioni che hanno spinto Luca a comportarsi in quel
modo, ad accettare cioè l'ergastolo pur essendo innocente. Perciò il "segreto" non è più
soltanto di Luca, ma riguarda tutta una contrada, i modi di pensare e di vivere di una
gente che sapeva, ma che ha preferito tacere in nome di una assurda legge del silenzio e
che ora, al cospetto dell'ex ergastolano, prova comprensibile disagio se non proprio
rimorso. Il monologo è una riflessione dagli occhi di Andrea Cipriani (colui che svelerà
tutta la storia di Luca Sabatini) nel percorso conoscitivo di una vicenda umana tra le più
forti dell'universo siloniano. Una storia dell'eroismo del silenzio e della coscienza. Una
comunità nasconde il segreto di un uomo, che sceglierà la vita dell'ergastolo per
rispettare un amore, combattuto dal comportamento sociale e dalle logiche di una
comunità controllata. Andrea Cipriani, politico in ascesa, dimentica tutto per ricucire le
memorie e con esse la sua infanzia, alla ricerca di valori che superano il tempo. Scrivere
attraverso l'attore, questo il tema del lavoro sul testo; non vi sono più confini, ogni
parola del protagonista e anche la parola del "protagonista". Ciò che è scritto rivendica
ogni segno dell'azione.
Frasi lunari – AMABILE RETROGUSTO
Eno-degustazione teatrale tra narrazione, canzone e musica dal vivo
Di Mario Casalone e Gigi Maniglia
Brani musicali di Mario Casalone
Chitarra, armonica, fisarmonica e voce Mario Casalone
Voce narrante e chitarra Gigi Maniglia
Rimpianto, Incontro, Desiderio: tre vini, tre storie dal retrogusto amabile.
Il gusto di un buon vino persiste, come i sentimenti e i ricordi importanti.
Retrogusto è il riverbero di un'emozione sfuggente, è il passaggio di un estemporaneo,
volatile pensiero che, troppo presto, evapora. Possiamo trattenerlo solo con un racconto,
con una canzone.
Un narratore, un cantautore e tre vini accompagnano gli spettatori/degustatori in tre
atmosfere fatte di sapori emozionali, attraverso il racconto, la musica e la canzone. Un
gusto rivolto al passato con il racconto Rimpianto, dove la ricerca del vecchio Attilio, di
recuperare una storia d'amore persa diventa ossessione; un sentore di futuro in
Desiderio che narra una vicenda di esplorazione intergalattica verso il sistema X2-
Minima, alla ricerca di un amore irraggiungibile e un boccato di presente nella ballata
Incontro, dove tre fratelli falegnami si ritrovano nella casa paterna abbandonata da
anni, riscoprendo il senso dell'attimo che, come il sorso di vino, suggerisce la presenza di
un sentire più profondo.
INVENZIONI A DUE VOCI
Di e con Davide Riondino e Flavio Oreglio
Musica e parole per raccontare… musica e parole per riflettere… musica e parole per
sorridere… musica e parole al servizio di due voci narranti frutto di stili completamente
diversi, ma perfettamente assonanti.
Flavio Oreglio e David Riondino realizzano un “incontro a due col libero pensiero” e
utilizzando i linguaggi della canzone d'autore, della poesia e del monologo, venati di
senso critico e vestiti a tratti di lessico satirico-umoristico, narrano storie semplici, che
portano in scena alcune riflessioni sulla vita per come si presenta nella società del giorno
d’oggi.
Si parla di storia e di memoria, delle relazioni con gli altri e di politica, di piccoli e normali
fatti quotidiani e dei grandi temi della cultura e della tradizione. Il tutto attraverso il gioco
delle “invenzioni a due voci”, armonizzate in un sottile contrappunto proprio come nelle
omonime composizioni di Bach…
Le “invenzioni a due voci” sono il frutto dei discorsi incrociati di due artigiani del
linguaggio, che manipolando abilmente l’elemento duttile della parola - profondo e
leggero al tempo stesso - lo modellano di volta in volta nelle forme del monologo e della
canzone, mostrando sempre tra le righe un gioco fatto di pensieri obliqui, nascosti, e
continuamente in equilibrio tra la rabbia e il sorriso. Un vero concerto che sposa il teatro
di parola, un incontro per sorridere pensando
Arrivano dal mare! - SGANAPINO IL MERLO E IL MAGO
di Massimiliano Venturi
Una commedia fulminante basata sui canovacci tradizionali del Teatro dei Burattini
emiliano romagnolo. Un classico aggiornato ai ritmi e ai gusti contemporanei. Un'ora di
intrecci, di risate, lazzi e allegre bastonate.
Teatrino dei Fondi - NOCCHIOPINOCCHIO
con Enrico Falaschi
Ancora una storia di Pinocchio!
L’idea è proprio quella di un: “non ne possiamo più” di Pinocchio, raccontato dallo stesso
burattino, diventato bambino, e adesso uomo, che non riesce a convivere con la propria
storia, una storia tra l’altro raccontata a partire dalle straordinarie scenografie di
Emanuele Luzzati, con l’enorme Balena, ma anche i Carabinieri e poi naturalmente lo
stesso Pinocchio.
La storia di questo personaggio stanco di ciò che racconta, costruita con le tecniche della
narrazione, ma anche a partire dal testo originale di Collodi (che può alla prima lettura
apparire subito straniante e comunque divertente, proprio per l’utilizzazione di un
linguaggio che assomiglia poco anche al “toscano” di oggi).
Un testo alla fine molto semplice, ma che riesce ad adattarsi e a farsi apprezzare da ogni
tipo di pubblico, con momenti davvero irresistibili.
Ruinart artisti associati – BOLLE D’ARIA
Ideazione di Gaetano Carducci
Spettacolo / animazione tutto giocato con l'aria, creato esclusivamente per spazi all'aperto.
Prevede la partecipazione diretta dei ragazzi e dei loro genitori.
Un'animazione teatrale di forte impatto che fa entrare il pubblico d'ogni età in una sarabanda di
sorprendenti giochi con giganteschi e leggeri giocattoli ad aria: la bolla che cammina, gli spaghetti
volanti, i serpenti da cavalcare e le bolle vaganti che liberano da ogni resistenza anche i più
timorosi.
La voglia di giocare diventa così forte che anche la strega Carabina preferisce smettere di mostrarsi
come al solito cattiva e lasciarsi andare al ritmo della musica.
La festa si chiude quando dal cielo si vedrà cadere la neve colorata...
Teatrino dei Fondi - IL CHICCO DI GRANO
testo di: Angelo Italiano e Sabrina Andreuccetti
regia Enrico Falaschi
con Anna Di Maggio
scenografie e pupazzi Federico Biancalani
Una favola dal sapore antico per pupazzi e narrazione, incentrata sull'amore per la natura
e la ciclicità delle stagioni e pensata per un pubblico di piccoli spettatori dai 3 ai 7 anni di
età.
Lo spettacolo racconta la storia di due formiche, Milly e Molly, che, come ogni anno in
estate, partono in cerca delle provviste da raccogliere e conservare in vista dei mesi
invernali. Durante la loro ricerca però scoprono da due contadini, intenti a parlare tra
loro, che è possibile far nascere una spiga, che conterrà tantissimi chicchi di grano,
piantandone un solo chicco. Entusiaste della scoperta tornano al formicaio e riferiscono la
notizia alla regina, domandando di poter seminare il chicco che loro avevano trovato
invece di stivarlo nel magazzino insieme a tutti gli altri chicchi. La regina alquanto
superba ed ignorante acconsente a patto che l'esperimento vada a buon fine altrimenti
per Milly e Molly saranno guai....
Le due formiche così, dopo aver aspettato l'autunno ed aver piantato il chicco di grano,
dovranno far in modo che la spiga nasca e dia i suoi frutti a tutti i costi, e, per farlo,
avranno bisogno dell'aiuto di tanti amici della natura come il sole, la pioggia, il vento, le
nuvole ed i contadini.
Teatro dei colori - PICCOLOPICCOLISSIMO, GRANDEGRANDISSIMO
da ‘Cipì’ di Mario Lodi
testo, regia di Gabriele Ciaccia
con: Monica Di Bernardo, Gabriele Ciaccia
Un uccellino, “Cipì” nasce sotto i tetti, affronta le difficoltà della natura, della città, la
paura degli animali più grandi, conoscerà la prigionia, la fame e scoprirà la libertà in un
mondo che va tutto capito e conquistato. Un mondo dove il vento, il sole, il temporale
sono grandi forze attraverso le quali si giunge ad essere coraggiosi vincendo ogni prova.
Poi ci sono gli altri, i simili, con i quali salire fino alle nuvole, per diventare sempre più
uniti per abbracciarsi e per amarsi, e stare fermi a guardare due stelle scese dal cielo che
raccontano della notte incantevole. La storia, scritta dai ragazzi e dal loro maestro,
descrive gli avvenimenti scoperti nella natura, dove emergono esperienze che vivono
parallelamente a quelle dei bambini. In questo processo di identificazione si scopre un po’
della vita e lo si fa anche con il teatro. Lo spettacolo si costruisce intorno a due attori-
narratori che giocano con piccoli elementi di luce, pupazzi, diapositive, oggetti ingranditi
dalle ombre, trasformando così lo spazio del racconto in un grande luogo immaginario.
“Cipì” e stato scritto da un maestro - scrittore speciale: Mario Lodi, insieme ai suoi alunni,
è uno dei classici della letteratura per l’infanzia italiana, una sensibilità nuova a misura
dei bambini, per costruire una visione diversa del mondo.