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Dopo il successo di Ierilaltro
Promosso dall’Amministrazione comunale di Lavagno
Renzo Zerbato Torna con
L’ultima farfalla
Dove ancora una volta l’autore si racconta per raccontare altre storie e altri personaggi del nostro paese e del territorio.
Il libro verrà presentato in sala civica di Vago:
Dall’Amministrazione comunale, venerdì 19 dicembre ore 20,30
Ai presenti il Sindaco Arch. Simone Albi consegnerà un copia del libro
RENZO ZERBATO
L’ultima farfalla
Con la collaborazione del prof. Giuseppe Corrà
COMUNE DI LAVAGNO 2014
IL LIBRO Dopo Ierilaltro, in questo nuovo libro l’autore ritorna a raccontarsi per raccontare nuovi personaggi e nuove storie del paese di Vago e dintorni. Il testo si snoda in tre diversi capitoli. Nel primo capitolo Zerbato in attesa del tram davanti alla villa Poggiani per andare a scuola Verona, ritorna con la memoria sui luoghi dell’infanzia. Ricorda il tempo della guerra, della malattia che l’ha colpito, della miseria, della scuola elementare, dei giochi, della ripresa economica fino alle prime lavatrici e ai primi jeans. Nel viaggio della memoria incontra nuovi personaggi e racconta nuove storie. Nel secondo capitolo Zerbato è diventato adulto e il racconto, pur girando intorno al punto di partenza dove l’autore vissuto, si allarga al suo primo lavoro fuori paese, alla costruzione dell’autostrada e alle prime ferie. In questo periodo troviamo memoria di storie scritte per non dimenticare. Storie di uomini che ci sono passati accanto e se ne sono andati in silenzio lasciando orme di cultura e di impegno sociale inconfondibili, di uomini tornati dalle sofferenze di guerre mai capite e dalla prigionia. L’autore non dimentica i nomi di chi, da questi territori della follia, non è più tornato.Altri personaggi vengono descritti a volte con quella caratterizzazione ironica bonaria necessaria per farli rivivere come avrebbero desiderato. Il capitolo si conclude con una dissacrante parodia delle scene cha accompagnano gli auguri di Natale in certi ambiti lavorativi. Il terzo capitolo del libro è dedicato all’ultimo da Lisca del Busolo. Attraverso interviste al suo ultimo maggiordomo viene ricostruita la storia di questa importante antica famiglia del Trecento, originaria di Firenze, i cui suoi ultimi inquilini hanno da poco tempo terminato d’essere protagonisti terreni. Il libro è ricco di mappe e di testimonianze fotografiche.
Il Sindaco di Lavagno Arch. Simone Albi
Come sindaco di Lavagno, è indubbia la mia “fortuna” per aver trovato in Renzo Zerbato e
in Giuseppe Corrà, due validi raccontatori della storia del nostro territorio e delle persone che lo hanno abitato e in non pochi casi reso migliore. Negli ultimi cinque anni del mio mandato ho avuto l’onore e il piacere di sponsorizzare tre dei loro lavori. Il primo, nel 2012, All’Ombra del forte, nato dall’esigenza di inserire la storia del forte di San Briccio all’interno del programma di valorizzazione richiesto dal Demanio e dalla Soprintendenza. Il lavoro si reso necessario per valutare se il Comune di Lavagno avesse i requisiti indispensabili per la cessione di questo bene patrimoniale da tanti anni oggetto di tentativi mai andati in porto. Ora il forte è nostro gratuitamente. Adesso il Comune, coadiuvato da un valido gruppo di volontari, lo sta recuperando
dal degrado causato da anni di incuria e abbandono, per destinarlo alle attività culturali e ricreative della nostra gente. A questo primo volume, sono seguite altre due pubblicazioni nel 2013: Memorie sotto la polvere, degli stessi autori. Poi, nel 2014, Ierilaltro, di Zerbato la collaborazione di Corrà. La prima racconta mille anni di storia di San Briccio e dintorni, la seconda come, in soli pochi decenni è cambiato il paese di Vago e il modo di vivere. Nel presente lavoro dal titolo L’ultima farfalla, Zerbato, sempre coadiuvato da Corrà, ancora una volta, si racconta per raccontare. Ritorna, cioè, sul “luogo del delitto” per fa rivivere altri personaggi e altre storie non comprese nel libro precedente. Storie di uomini di cultura e di impegno sociale indimenticabili; storie di uomini tornati dalle sofferenze di guerre mai capite e dalla prigionia degradante. Non sono stati dimenticati neppure i nomi di chi, non è più tornato da questi territori della follia. Altri personaggi vengono presentati a volte con quella caratterizzazione ironica bonaria necessaria per farli rivivere come avrebbero desiderato. Molto interessante è pure la parte finale del libro dove l’autore, accompagnato dai racconti del maggiordomo del conte Giorgio da Lisca, “entra” nella villa del Busolo, luogo che, nei secoli, ha visto il susseguirsi di nascite, vite e morti di tanti proprietari. Luogo oggi vuota dopo la morte del conte Giorgio, ultimo discendente di questo antico casato, un personaggio che aveva fatto del Bosolo la propria amata dimora. Tutto, ancora una volta, per non dimenticare. Simone Albi
Alcune delle foto presenti nel libro.
Villa da Lisca del Busolo: la facciata del palazzo
Villa da Lisca del Busolo: particolare delle scuderie
La distribuzione del pane da parte del conte Bandino,
nipote del conte Giorgio (2008).
Alti tempi in villa da Lisca del Busolo
L’antica trattoria al Busolo
Vecchio salvadanaio della
Cassa di Risparmio
Contrada Santa Croce, antica residenza dei da Lisca, in una fotografia
ai primi del Novecento
L’autore, sul banco di scuola elementare con il maglione fuori ordinanza.