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    DESCRIZIONE DELL INTERVENTO

    Viene proposto un modulo di impianto dove ad ogni specie arborea succede una specie

    arbustiva scelta tra quelle indicate in tabella. Gli esemplari migliori tra quelli arborei verranno

    governati ad alto fusto, mentre gli altri saranno tagliati a ceppaia per ottenere una pianta

    governata a ceduo. In tutti i casi si cercher di privilegiare lalternanza Alto Fusto/Ceduo/Alto

    Fusto /Ceduo. Il sesto dimpianto prescelto di 3.00 x 1.50 m., che comporta un investimento di

    2222 piante/ettaro.

    IMPIANTO RELATIVO ALLA TIPOLOGIA A IMPIANTO A SCOPO

    PROTETTIVO E AMBIENTALE (MISURA H del P.S.R.)

    II Lotto del Progetto Grande Foresta di Pianura

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    Acer campestris Corylus avellana

    Quercus robur Cornus mas

    Platanus orientalis Prunus spinosa

    Populus alba/nigra Crataegus monogyna

    Fraxinus excelsior Viburnum lantana

    Rosa canina

    m. 1 50

    m. 3 00 m. 6 00

    arb A.F. arb arb

    m. 6 00

    AF arb A.F. / C.

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    Allinterno dellarea boscata, gli impianti seguiranno una alternanza tra specie arboree e specie

    arbustive, tale da accentuare la variabilit delle stesse. Ogni 50/60 mq saranno introdotte delle

    specie arboree a pi elevata valenza paesaggistica.

    Inizialmente, pertanto, limpianto tender a creare un filare darbusti alternato da un filare diconsociazione mista arbusto, albero a ceppaia, arbusto, albero alto fusto.

    Lalternanza sar dettata dalla scelta delle consociazioni che verr fatta di volta in volta per

    avere il maggior numero possibile di specie arboree ed arbustive proprie dei luoghi.

    Nella scelta delle essenze vegetali si preferiranno, inoltre, quelle specie che un tempo

    caratterizzavano le aree in oggetto e che, successivamente, si sono perse a causa delle nuove

    pratiche agricole.

    Questultimo, pur seguendo una necessaria geometricit per razionalizzare le operazioni

    colturali, tender verso una alternanza tra le piante dominanti e le piante dominate di prime e

    seconda classe, s da produrre una casualit apparente di essenze arboree ed arbustive e

    uno sviluppo delle chiome su pi piani tale da offrire al visitatore un paesaggio vario e ricco

    nelle forme.

    Con il tempo, le piante tenderanno naturalmente a favorire la loro diversa distribuzione spaziale,

    delineando quello che sar il futuro sviluppo vegetazionale del bosco.

    La scelta iniziale delle specie, pertanto, tender a favorire le consociazioni tipiche dei boschi

    idrofili e planiziali di pianura, favorendo quelle che maggiormente potranno caratterizzare i

    luoghi anche sotto laspetto morfologico e cromatico.

    La scelta delle specie da impiegare per razionalizzare un impianto forestale, rappresenta uno

    degli aspetti pi importanti per il successo e del suo relativo progetto. Valutazioni errate, o non

    attentamente ponderate, si riflettono in termini negativi sulla buona riuscita dellopera causando

    o la mancata affermazione dellimpianto o, cosa assai pi grave, elevati e non razionali costi di

    manutenzione e gestione.

    Descrizione sintetica delle specie impiegate

    Strato arboreoQuercus roburfarnia

    Albero monumentale se isolato con sviluppo della chioma alarga cupola. (9 15 metri in 20 anni).

    Carpinus betuluscarpino bianco

    Cresce fino a 25 metri, eccellente per siepi potate. Ha unabuona colorazione autunnale e conserva le foglie secche. (10metri in 20 anni).

    Fraxinus excelsior

    frassino maggiore

    Elegante albero a rapida crescita, pu essere ceduato.

    (10 metri in 20 anni).Populus alba Albero con ampio sviluppo fogliare. Foglie verdi scure sopra ed

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    le foglie si colorano di un giallo intenso. Sopporta bene i suolicalcarei e sia lombra che il sole.

    CENNIDITECNICACOLTURALE

    Per garantire un ottimo habitat alle piante e cercare il massimo attecchimento delle stesse,

    saranno eseguite le seguenti operazioni colturali:

    1. ripuntatura, da preferire allo scasso profondo poich permette di non invertire gli strati

    fertili con gli inerti. Nelle condizioni pedologiche in oggetto, la ripuntatura ad una

    profondit di 70-80 cm permetter di rompere gli orizzonti cementati e di creare vie di

    sgrondo preferenziali per le acque in eccesso;

    2. aratura ad una profondit inferiore a 60 cm: fondamentale allo scopo di preparare uno

    strato di esplorazione radicale abbastanza profondo. Sar importante non superare i 60

    cm di profondit, per evitare di portare in superficie lorizzonte calcareo. Il momento

    dellaratura dovr essere attentamente valutato in funzione dello stato di tempera del

    suolo, allo scopo di evitare o limitare la formazione della suola daratura;

    3. fresatura: si proceder dapprima con unestirpatura a profondit di circa 30 cm,

    cercando di arieggiare e smuovere bene il terreno. A questa seguir una erpicatura

    profonda circa 20-25 cm, realizzata con erpice rotante, per sminuzzare le zolle e

    preparare al meglio lo strato superficiale di terreno. Nelle condizioni dei suoli oggetto di

    intervento, si ritiene siano necessari almeno due passaggi;

    4. micorizzazione: micorizzazione localizzata in buca;

    5. squadro e tracciamento dei filari: unoperazione delicata, legata ad unefficiente

    organizzazione del lavoro, da eseguire in modo rapido ma preciso. Si utilizzeranno uno

    squadro, alcune paline e picchetti per segnare il punto dove sar effettuata la buca;

    6. scavo delle buche con trivella meccanica: il metodo pi rapido per lapertura delle

    buche, anche se nei terreni troppo limosi o argillosi, presenta linconveniente di lisciare

    le pareti della buca stessa, ostacolando quindi lespansione radicale. Le buche saranno

    profonde circa 40-50 cm, con una larghezza tale da poter accogliere le radici delle

    piantine;

    7. messa a dimora delle piante, senza tubo shelter: limpiego di materiale di propagazione

    di buona qualit, consente di evitare limpiego di shelter. Tale operazione, la pi delicata,

    deve essere eseguita da operai specializzati, poich sono necessarie alcune attenzioni

    basilari per la buona riuscita dellimpianto. Linvestimento elevato (1142 p/ha),

    rappresenta una prima difficolt, legata alla possibilit di sbagliare il posizionamento

    delle singole specie nello schema dimpianto: per questo motivo si sceglie di lasciare

    questo compito ad una sola persona, generalmente metodica, che sappia riconoscere lepiantine di un anno e che conosca bene gli schemi di impianto. Le piantine dovranno

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    essere mantenute in tagliola fino al momento del trapianto, se possibile inumidendo le

    radici di tanto in tanto. Prima del trapianto si proceder comunque allinzaffardatura delle

    piantine, con acqua e argilla (talvolta aggiungendo un po di anticrittogamico, per

    proteggere le radici dai funghi); quindi le si disporranno nelle buche, avendo cura che le

    radici siano uniformemente coperte di terra, senza spazi vuoti, eliminando le radicinecrotiche o danneggiate, lasciando fuori terra il colletto e costipando la terra nella buca,

    utilizzando se possibile, terreno degli strati superficiali, pi ricchi di sostanze nutritive;

    8. irrigazione, per favorire lattecchimento: questa operazione serve sia creare un ambiente

    umido, favorevole alla germinazione, sia (soprattutto) a permettere la perfetta adesione

    delle radici con il terreno circostante, condizione indispensabile per lo sviluppo radicale.

    Tale operazione sar eseguita anche se non rientra tra le spese dimpianto riconosciute

    dal prezziario Regionale.

    MANUTENZIONEPIANO QUINQUENNALE E CRONOPROGRAMMA

    Dopo la messa a dimora delle piante, necessario pianificare una corretta manutenzione al fine

    di favorire lo sviluppo armonico ed omogeneo dellimpianto. Le operazioni colturali che si

    svolgono nei primi anni comprendono:

    9. Risarcimenti

    Dopo il primo anno di vita dellimpianto, saranno sostituite tutte le piante che eventualmente nonhanno attecchito o che, pur avendo attecchito, sono in condizioni tali da lasciare supporre che

    non raggiungeranno il termine del ciclo dimpianto;

    10. Fresatura e sfalcio

    Lo scopo di questa pratica quello di impedire lo sviluppo di erbe ed arbusti infestanti che

    potrebbero entrare in competizione con le essenze coltivate. Normalmente si eseguono tre

    interventi lanno. La fresatura contribuisce anche a ridurre levaporazione, rompendo la

    capillarit del suolo, contribuendo a contenere i fabbisogni idrici. Lo sviluppo degli arbusti, ad

    una certa epoca, soffocher la vegetazione spontanea, rendendo inutili (e anche impossibili,visto lingombro nellinterfila) i trattamenti f isici di contenimento delle malerbe. Una volta deperiti

    gli arbusti (per ombreggiamento da parte degli alberi posti ai lati), secondo landamento

    stagionale, si prevede che si verifichi un inerbimento spontaneo, quindi si provveder

    periodicamente allo sfalcio del tappeto erboso.

    11. Irrigazione di soccorso

    Tale operazione sar svolta solo il primo anno, con la funzione principale di favorire

    lattecchimento delle piantine. Nel caso in cui, durante il secondo anno, si verifichino condizioni

    particolari di umidit, si possono programmare interventi per poter superare senza danni, stasi o

    rallentamenti nel ritmo di crescita, un periodo in cui per le favorevoli condizioni di temperatura e

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    luce, la vegetazione pu essere molto rigogliosa. La scelta di non irrigare negli anni successivi

    ha la funzione di invitare le piante ad approfondire gli apparati radicali, instaurando condizioni di

    autosufficienza; diversamente, se si apportasse troppa acqua, si promuoverebbe uno sviluppo

    dellapparato radicale superficiale, obbligando a periodiche irrigazioni.

    12. DiradamentoI diradamenti saranno selettivi-geometrici secondo le seguenti priorit, come sopra

    esemplificato:

    a. eliminazione di piante morte o difficilmente recuperabili,

    b. eliminazione di piante accompagnatorie, in funzione dello sviluppo delle piante di

    alto fusto.