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• Lo spazio e i primi insediamenti Le mummie

• L’organizzazione sociale

La religione La scrittura

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Lo spazio e i primi insediamenti

I risultati della ricerca archeologica fanno ipotizzare che i primi abitanti della valle del Nilo fossero influenzati dalle culture del Vicino Oriente. Gli storici hanno suddiviso la storia dell'Egitto antico in un periodo arcaico, in tre periodi corrispondenti a tre regni (Antico, Medio e Nuovo Regno) e in due periodi intermedi, seguiti dalla cosiddetta bassa epoca e dall'età greco-romana. È però necessario premettere che tutte le date proposte, soprattutto quelle relative alle fasi più antiche, debbono essere considerate con grande cautela e ritenute perlopiù "tendenziali". Infatti gli egizi usavano computare gli anni non da un punto di riferimento unico, ma dal primo anno di regno di ogni faraone, il che rende non sempre facile la trasformazione della loro "cronologia relativa" in una moderna "cronologia assoluta".

Le aree pianeggianti, dal suolo fertile e ricche di risorse naturali grazie alle inondazioni annuali del Nilo, favorirono il concentrarsi degli insediamenti umani nella valle del Nilo, delimitata sia a est che a ovest dal deserto, che la protesse per lungo tempo dalle invasioni.

fino agli inizi dell'Antico Regno, le popolazioni indigene cominciarono a espandersi e a fondare piccoli villaggi. Divenute dunque sedentarie, esse si dedicarono all'agricoltura, coltivando soprattutto cereali e ortaggi; veniva praticato, nelle aree paludose lungo le rive del fiume, anche l'allevamento di bovini.

Si evidenziarono però, nel periodo dal V al III millennio a.C., delle differenze fra il Nord e il Sud del paese: infatti nella zona del delta del Nilo (Basso Egitto) la grande fertilità dei terreni consentiva di disporre di eccedenze di prodotti che alimentavano il commercio, anche per mare, con i popoli limitrofi; a sud (Alto Egitto) il terreno meno fertile costringeva invece le popolazioni a compiere delle razzie nelle zone circostanti.

La parte finale della preistoria viene comunque divisa in tre periodi, ognuno dei quali prende nome dal luogo di ritrovamento dei reperti archeologici: periodo Badariano, periodo Amraziano e periodo Gerziano. Mentre la cultura badariana e quella amraziana si diffusero nell'Alto Egitto, la cultura gerziana ebbe diffusione più ampia, essendo attestata dalla Nubia alla zona del delta. Durante quest'ultima fase, si evidenziarono anche notevoli cambiamenti nella decorazione della ceramica: secondo alcuni ci sarebbe stata una migrazione di popolazioni provenienti dal Vicino Oriente che avrebbero introdotto anche elementi semitici nella lingua egiziana, secondo altri invece questi elementi innovativi vennero introdotti solo grazie all'infittirsi degli scambi commerciali con i popoli orientali.

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Le mummie

• Gli egiziani erano soliti mummificare i propri defunti perché dopo la morte, l’anima doveva percorrere il lungo viaggio verso l’aldilà per giungere fino alla presenza di Osiride (creatore e re della Terra), nella “Grande sala”, dove veniva giudicata la pesatura del cuore, che doveva essere più leggiero di una piuma, perché libero dal peso del male. Non tutti i corpi, però, venivano mummificati. Il riguardo spettava ai ricchi, ai dignitari, ai sacerdoti e soprattutto al Faraone.

• L’intero processo di preparazione della mummia durava generalmente circa 70 giorni. Subito dopo la morte, il defunto veniva portato nel laboratorio di un imbalsamatore, dove vari lavoranti lavavano il cadavere e lo depilavano, secondo un rituale prefissato. Quindi uno specialista faceva una lunga incisione nella parte sinistra dell’addome e rimuoveva gli organi interni tranne il cuore perché era la sede dell’anima. A volte gli imbalsamatori rompevano le ossa della scatola cranica poste dietro il naso, per potere rimuovere il cervello attraverso l’apertura che si veniva a creare. Quindi riempivano il teschio con una resina vegetale molto densa, spesso mischiata a segatura.

• Il cadavere veniva poi ricoperto con bicarbonato di sodio, che nel corso di circa due mesi assorbiva tutti i liquami residui e seccava i tessuti.

• Trascorsi i due mesi dell’essiccazione, gli imbalsamatori ripulivano il corpo del defunto e lo ungevano con oli profumati. Quindi riempivano le cavità con erbe, segatura, pezzi di tessuto di lino, e inserivano pietre o piccole gemme sotto le palpebre, a dare l’illusione dello sguardo vivo. La mummia veniva poi avvolta in bende di lino e coperta con un sudario. Ai defunti delle famiglie più ricche era riservata una bendatura speciale con tessuto di lino pregiato in cui erano inseriti preziosi amuleti con poteri benefici.La mummia così preparata veniva infine deposta in un sarcofago.

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L’organizzazione sociale

• La società egiziana era suddivisa in classi sociali ben distinte aventi ciascuno la propria funzione.

• Si trattava di un’organizzazione piramidale:

• Al vertice della piramide vi era il Faraone, considerato il figlio del Sole e Dio egli stesso, era sovrano assoluto dell’Egitto, padrone della vita e della morte di tutti i sudditi.

• Poi venivano i sacerdoti, erano conoscitori e interpreti del volere degli dei. Provenivano da famiglie nobili, conoscevano la scrittura e i numeri. Custodivano e amministravano “il tesoro del tempio”. Dopo venivano i funzionari e gli scribi, mettevano per iscritto gli ordini del Faraone, riscuotevano le tasse, tenevano i conti e i registri dello Stato. Dopo loro venivano i capi militari, si tramandavano la carica di ufficiali dell’esercito di padre in figlio. Costituivano una casta molto importante che si arricchiva depredando i nemici vinti e saccheggiando le città conquistate. Poi venivano i mercanti e gli artigiani, i primi erano padroni di magazzini, palazzi, e schiavi. Con le ricchezze che riuscivano ad accumulare potevano comprarsi il favore di tutte le classi sociali più elevate. I secondi, pur facendo parte del popolo e pur lavorando duramente, potevano vivere bene, specialmente gli orafi, i quali creare veri e propri capolavori di gioielleria. Dopo seguivano i contadini, oltre che a lavorare la terra, dovevano scavare canali e costruire dighe, rinforzare l’esercito in caso di guerre, pagare le tasse molto alte al Faraone e chi non riusciva diventava uno schiavo. Alla base della piramide troviamo gli schiavi, erano in gran parte prigionieri di guerra. Essi venivano impegnati nei lavori più pesanti, nelle miniere, nelle cave, nelle costruzioni. Erano trattati come bestie, comprati e venduti. Non avevano alcun diritto civile, non possedevano niente.

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La religione

La religione “invadeva” ogni aspetto della vita degli egiziani perché essi consideravano sacri tutti gli animali e tutte le cose create. Ogni distretto egiziano aveva i suoi dei, però alcuni dei erano più importanti degli altri e venivano adorati in tutto l’Egitto. Quasi sempre gli dei erano rappresentati con il corpo di uomo e la testa di un animale. Tra gli dei più importanti ricordiamo Rha, il dio del Sole, Osiride, giudice dei morti, Hanubi, dio dei morti, Thot, inventore del linguaggio. Tra gli dei egiziani vi erano anche divinità femminili come Iside, moglie di Osiride. Venivano venerati anche elementi della natura e animali come: Il Nilo, gli astri, il coccodrillo, il gatto, la scimmia, lo sciacallo, ecc.

Nella vita dell’antico Egitto la gente comune non andava normalmente nei grandi templi. In casa avevano statuine degli Dei preferiti.Tanta gente partecipava alle cerimonie più importanti delle grandi divinità dello stato, come Amon e Osiride. Si faceva la processione accompagnata dal faraone, dai sacerdoti e dai nobili. Queste festività erano buone occasioni per fare festa.

I templi erano il luogo in cui si riunivano i sacerdoti che andavano a pregare e ad adorare gli dei oppure ad insegnare ai ragazzi a leggere e a scrivere .

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La scrittura

Gli egizi furono tra i primi popoli ad usare la scrittura e grazie ai loro

scritti abbiamo scoperto la loro storia. Già nel 3.000 a.c. usavano una scrittura formata da disegni chiamati geroglifici, ma per 1.500 anni nessuno riuscì a capirli. Gli Egizi usavano una scrittura pittografica dove cioè ogni disegno significava un oggetto, e diventò scrittura ideografica quando ad ogni disegno corrispose un'azione o un'idea. Nel 1799 vicino alla città di Rosetta i soldati di Napoleone Bonaparte scoprirono la cosiddetta Stele di Rosetta che era stata scritta nel 196 a.C. da alcuni sacerdoti. Era scritta in 3 caratteri: geroglifici, demotici e in greco. Oggi questa pietra si trova al British Museum di Londra. Nessuno riusciva a capire queste scritte finché non arrivò Champollion, uno studioso francese di lingue antiche, che riuscì a tradurla incominciando dal greco; per primi identificò i caratteri geroglifici del nome di un re "Tolomeo" e della regina "Cleopatra" e così riuscì a capire la lingua degli antichi Egizi e preparò poi un elenco di altri simboli prendendoli da altri nomi. Dopo la scrittura geroglifica ci fu un'altra forma di scrittura detta ieratica: questa era più formale, i segni erano abbreviati e stilizzati. La scrittura geroglifica veniva usata sui fabbricati e sulle tombe, invece quella ieratica era usata per scrivere sui papiri con l'inchiostro. Poi ci fu la scrittura demotica, questa era più semplice: si usava nella vita giornaliera. Per tanto tempo vennero usati tutti e tre i sistemi di scrittura.