Lo “Sblocca Cantieri” frena l’economia circolare - FISE · 2019-06-09 · Lo “Sblocca...
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Lo “Sblocca Cantieri” frena l’economia circolare
7 Giugno 2019
L’emendamento sull’End of Waste (EoW) al Decreto vincola il rilascio delle autorizzazioni caso per caso a una norma del 1998 superata, incompleta,
obsoleta. Bloccate diverse filiere del riciclo
“End of Waste. La montagna ha partorito un topolino. Dopo quasi un
anno e mezzo dalla sentenza del Consiglio di stato che ha bloccato il rilascio delle autorizzazioni sull’EoW caso per caso, dopo decine di
appelli dal mondo dell’industria, come dell’ambientalismo, numerosi emendamenti presentati e subito dopo ritirati, il Governo dà una
risposta assolutamente insufficiente al problema”.
È questo il commento di FISE UNICIRCULAR (Unione Imprese dell’Economia
Circolare), da mesi impegnata nella battaglia per l’End of Waste,
all’emendamento approvato dal Senato nell’ambito del DL Sblocca Cantieri che doveva avviare a soluzione il problema del blocco delle autorizzazioni degli
impianti di riciclo che permettono di trasformare i rifiuti in risorse (cosiddette autorizzazioni “End of Waste”).
Con l’emendamento approvato è arrivato finalmente il tanto atteso chiarimento normativo. Le Regioni, quindi, non hanno competenza sui criteri caso per caso
per la cessazione del rifiuto: così ha deciso il governo. Nel rilascio delle autorizzazioni ordinarie, esse non saranno dotate della flessibilità necessaria
per discostarsi dalle norme generali per il recupero presenti nel DM 5 febbraio 1998 e decreti analoghi – riguardanti rifiuti in ingresso, materiali in uscita,
processi di recupero, limiti e condizioni gestionali – se non per aspetti relativi, come le quantità trattabili dall’impianto da autorizzare.
Questa decisione lascia aperti diversi problemi di non poco conto. Su tutti:
1. Il DM 5 febbraio 1998 (e gli altri decreti a cui la norma approvata
vincola le autorizzazioni sia nuove che in fase di rinnovo) è una norma
incompleta, obsoleta, poiché superata dall’evoluzione delle norme
tecniche di settore e di tecnologie vent’anni fa inesistenti, e, per certi
versi, inapplicabile. 2. Rimangono escluse dall’EoW (e quindi non potranno essere
autorizzate come tali) tutte quelle attività e quelle filiere di riciclo non attualmente coperte dal dispositivo del vecchio decreto (ad es.
pneumatici, molte materie prime strategiche ricavate dai RAEE, processi e materiali innovativi…). Questi materiali, pertanto, dovranno
essere gestiti come rifiuti e non come materie prime.
Si consacra pertanto il principio che le regioni non hanno e non possono avere voce in capitolo sui criteri End of Waste e, a scanso di ulteriori equivoci, al
Ministero viene data la facoltà di una ulteriore armonizzazione delle autorizzazioni già rilasciate.
“Francamente ci si aspettava qualcosa di diverso”, dichiara Andrea Fluttero, Presidente Unicircular. “Ci sono settori, come la gomma e gli inerti da
costruzione e demolizione, che attendono da anni un decreto EoW specifico, adeguato alle esigenze operative e tecnologiche: cosa succederà a questi
impianti, che adesso rimangono inchiodati ad una norma vecchia, anzi stravecchia, ad oggi non è dato saperlo. Come associazione avevamo proposto
in molte occasioni ed a tutte le forze politiche un emendamento che anticipasse in modo completo la disciplina Ue sull’End of Waste: purtroppo, non è stato
accolto. Il pacchetto di Direttive europee per la transizione verso l’Economia circolare costituisce una grande opportunità di sviluppo per le industrie green
del nostro Paese: serviva un’accelerazione e invece viaggiamo col freno a
mano tirato. Le aziende innovative investiranno all’estero, molte imprese rischiano la chiusura e interi flussi di rifiuti, anziché essere riciclati, finiranno in
discarica o a incenerimento. A completare il quadro, al ministero il tavolo di lavoro con gli operatori per il recepimento della nuova direttiva europea, che
dovrà avvenire entro luglio 2020, non è neanche partito“.
CIRCULAR ECONOMY
Sblocca Cantieri, chi esulta e chi non esulta per le novità sul
trattamento dei rifiuti
di Manola Piras
Che cosa prevede l’emendamento inserito nel dl Sblocca Cantieri. Fatti e commenti
Novità in arrivo per il trattamento dei rifiuti dal decreto Sblocca Cantieri. Nel provvedimento, che
ha avuto il via libera dal Senato, è stato infatti inserito un emendamento per dirimere la questione
delle autorizzazioni dell’End of Waste che di fatto da oltre un anno erano bloccate. Soddisfazione
da parte della Lega, promotrice della proposta di modifica, e del ministro dell’Ambiente Sergio
Costa. Un plauso all’iniziativa arriva da Confindustria mentre Fise Unicircular, che riunisce le
aziende attive nell’economia circolare, si dichiara delusa.
COSA DICE L’EMENDAMENTO
L’emendamento, fortemente voluto dal Carroccio e in particolare dai senatori Luca Briziarelli,
capogruppo Lega in commissione Ambiente, e Paolo Arrigoni, componente della commissione
Ambiente, stabilisce che “nelle more dell’adozione di uno o più decreti” torni alle Regioni la
competenza per le autorizzazioni agli impianti volti al trattamento dei rifiuti per il cosiddetto End of
Waste. L’espressione indica il processo che consente a un rifiuto di trasformarsi in un prodotto e
dunque di perdere la qualifica di rifiuto e di acquisire invece quella di “materia prima secondaria”.
Ora dunque, hanno commentato Briziarelli, Arrigoni e la relatrice del dl Sblocca Cantieri Antonella
Faggi, “si evita un’emergenza nel Paese e si riparte con le attività di recupero e riciclo dei rifiuti,
che anziché riempire discariche e capannoni potranno essere trasformati in materie prime
secondarie, dunque in risorse”.
COS’ERA ACCADUTO
Come si diceva, le autorizzazioni per gli impianti non venivano rilasciate più da oltre un anno per
effetto della sentenza del Consiglio di Stato del febbraio 2018 la quale aveva stabilito che spetta allo
Stato e non agli enti locali, come accadeva in precedenza, il potere di individuare, sulla base di
analisi caso per caso e ad integrazione di quanto già previsto dalle direttive comunitarie, le ulteriori
tipologie di materiale da non considerare più come rifiuto ma come “materia prima secondaria” a
valle delle operazioni di riciclo. Il Consiglio di Stato aveva anche deciso che non si può autorizzare
il riciclo di una particolare tipologia di rifiuto se la materia non è disciplinata da un apposito
regolamento “end of waste”.
Da qui mesi e mesi di polemiche e di pressioni da parte del mondo delle imprese per giungere a una
soluzione della questione che peraltro ha visto scontrarsi anche i due partiti al governo, Lega e
Movimento Cinque Stelle, quest’ultimo – come ha spiegato qualche mese fa il vicecapogruppo dei
5S, Alberto Zolezzi – poco propenso ad affidare a Regioni e Province la gestione del rifiuto a “fine
vita” per il timore di disparità tra chi è virtuoso e chi non lo è.
MINISTRO COSTA: BENE, ORA ENTRO TRE MESI LE LINEE GUIDA
Nonostante ciò, il ministro pentastellato dell’Ambiente, Sergio Costa, si è invece detto soddisfatto
della soluzione cui si è giunti nel dl Sblocca Cantieri. “Sono contento che sia stata trovata la sintesi
parlamentare e che siano state accolte quasi tutte le proposte del ministero – ha commentato -.
Questa è la politica, smussare gli angoli per il bene comune. E’ un risultato su cui sto lavorando da
quando sono diventato ministro iniziando con il costruire, con norma primaria, una specifica
competenza in capo al ministero dell’Ambiente. Adesso al lavoro ed entro massimo tre mesi
saranno pronte le linee guida che saranno applicate da tutte le Regioni”.
SOTTOSEGRETARIO GAVA: UNA VITTORIA DELL’ITALIA CHE DICE SÌ
Parole che non sono sfuggite al sottosegretario leghista all’Ambiente, Vanna Gava. “Sono lieta di
apprendere che il ministro Costa dichiari che la salvaguardia dell’ambiente non può deprimere
l’economia. Si tratta di un principio semplice, che dovrebbe essere applicato sempre, ed in
particolare in quei casi ancora irrisolti, come l’End of Waste o l’impiantistica, che stanno fermando
attività e imprese. Se oggi il ministro ha deciso di intraprendere questa strada, posso solo dargli il
benvenuto: meglio tardi che mai” ha chiosato Gava secondo cui l’approvazione della disciplina
dell’End of Waste “dopo un anno di battaglia parlamentare” è una “vittoria dell’Italia che dice sì”.
Secondo Gava con l’emendamento del Carroccio “si supera il blocco dovuto ad una sentenza del
Consiglio di Stato che ha bloccato per mesi il settore più innovativo dell’economia italiana”.
IL PLAUSO DI CONFINDUSTRIA
“Grande apprezzamento” per una decisione che “fa ripartire le attività di riciclo e recupero dei flussi
di materiali tradizionali, che minacciavano di paralizzarsi in attesa di un chiarimento normativo da
parte dello Stato” è stata espressa da Confindustria e in particolare da Claudio Andrea Gemme,
presidente del gruppo tecnico Industria e Ambiente di viale dell’Astronomia. “Sono state così
sbloccate le attività degli impianti già operanti e di quelli di nuova realizzazione per il recupero di
materiali fondamentali come plastica, carta, vetro, metalli, ceramiche, inerti, laterizi, tessuti e molti
altri, grazie ai quali, da oltre vent’anni, il nostro Paese è leader nell’economia circolare” ha aggiunto
Gemme auspicando poi “l’apertura di un tavolo di lavoro per il recepimento, previsto entro luglio
2020, anche dei nuovi criteri per il recupero e riciclo dettati dall’Unione europea. Adeguamenti che
potranno sbloccare gli investimenti per impianti riguardanti i flussi di materiali derivanti
dall’applicazione di nuove tecnologie, necessari per rendere la nostra economia sempre più
all’avanguardia nell’economia circolare”.
LA BOCCIATURA DI FISE UNICIRCULAR
Critica invece Fise Unicircular secondo cui occorreva disciplinare in modo più completo la
questione End of Waste. “La montagna ha partorito un topolino. Dopo quasi un anno e mezzo dalla
sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato il rilascio delle autorizzazioni sull’EoW caso per
caso, dopo decine di appelli dal mondo dell’industria, come dell’ambientalismo, numerosi
emendamenti presentati e subito dopo ritirati, il governo dà una risposta assolutamente insufficiente
al problema” è il pesante giudizio del presidente Andrea Fluttero. “Francamente ci si aspettava
qualcosa di diverso” ha detto ancora spiegando che “ci sono settori, come la gomma e gli inerti da
costruzione e demolizione, che attendono da anni un decreto EoW specifico, adeguato alle esigenze
operative e tecnologiche: cosa succederà a questi impianti, che adesso rimangono inchiodati ad una
norma vecchia, anzi stravecchia, ad oggi non è dato saperlo”.
Fluttero ha ricordato le proposte avanzate da Fise Unicircular “in molte occasioni ed a tutte le forze
politiche” per avere un emendamento che “anticipasse in modo completo la disciplina Ue sull’End
of Waste”. Cosa che non è accaduta. A completare il quadro poco roseo, per l’associazione, il fatto
che “al ministero il tavolo di lavoro con gli operatori per il recepimento della nuova direttiva
europea, che dovrà avvenire entro luglio 2020, non è neanche partito”.
Lo sblocca cantieri non sblocca le autorizzazioni: a rischio decine di
imprese
Lo Sblocca cantieri «frena l’economia circolare». A lanciare l’allarme è Fise Unicircular
l’associazione che riunisce le imprese del settore. Lo ha fatto subito dopo avere letto
l’emendamento approvato dal Senato nell’ambito del Decreto Legge che doveva risolvere il
problema del blocco alle autorizzazioni degli impianti di riciclo. Sono quelle che permettono di
trasformare i rifiuti in risorse, le cosiddette autorizzazioni ‘End of Waste‘. Nel Lazio sono molte le
aziende in questa situazione. Si tratta per lo più di attività fortemente innovative, con alti tassi di
tecnologia, potenzialmente capaci di creare posti di lavoro: risolvendo oltretutto un problema,
quello dei rifiuti.
Il topo e la montagna
Quella pronunciata dall’Unione Imprese dell’Economia Circolare è una condanna senza appello.
«La montagna ha partorito un topolino. Quasi un anno e mezzo fa una dalla sentenza del Consiglio
di Stato ha bloccato il rilascio delle autorizzazioni sull’EoW caso per caso. Dopo decine di appelli
dal mondo dell’industria e dell’ambientalismo ora arriva la risposta del Governo. È una risposta
assolutamente insufficiente al problema».
Nelle aspettative del mondo industriale, lo Sblocca Cantieri doveva avviare a soluzione il
problema. Infatti, con l’emendamento approvato è arrivato il tanto invocato chiarimento normativo.
Che però non soddisfa le imprese. Perché? «Nel rilascio delle autorizzazioni ordinarie – spiega
l’associazione – esse non saranno dotate della flessibilità necessaria per discostarsi dalle norme
generali per il recupero». Si tratta di situazioni che vanno individuate caso per caso. Riguardano
situazioni particolari relative ai rifiuti in ingresso, materiali in uscita, processi di recupero, limiti e
condizioni gestionali.
Volevamo altro
«Francamente ci si aspettava qualcosa di diverso» ha commentato Andrea Fluttero, presidente
Unicircular. Spiega che «Ci sono settori, come la gomma e gli inerti da costruzione e demolizione,
che attendono da anni un decreto EoW specifico, adeguato alle esigenze operative e tecnologiche».
Il problema è cosa succederà a questi impianti, che adesso rimangono inchiodati ad una norma
vecchia. Il decreto non fornisce risposta. L’associazione aveva proposto un emendamento che
anticipasse in modo completo la disciplina Ue sull’End of Waste. «Ma purtroppo non è stato
accolto».
Per Andrea Fluttero, «il pacchetto di direttive europee per la transizione verso l’economia
circolare costituisce una grande opportunità di sviluppo per le industrie green del nostro Paese:
serviva un’accelerazione e invece viaggiamo col freno a mano tirato».
Il rischio è che le aziende innovative vadano ad investire all’estero. E che lontano dall’Italia vadano
a finire anche i capitali esteri dei fondi d’investimento che fino ad oggi hanno sostenuto le imprese
innovativo della Circular economy. Molte imprese rischiano la chiusura e interi flussi di rifiuti,
anziché essere riciclati, finiranno in discarica o a incenerimento.
A completare il quadro: al ministero il tavolo di lavoro con gli operatori per il recepimento della
nuova direttiva europea, che dovrà avvenire entro luglio 2020, non è neanche partito.
Lo sblocca cantieri non sblocca le autorizzazioni: a rischio decine di imprese
6 Giugno 2019 di Alessioporcu.it - LETTO 1.062 volte
Decine di imprese del Lazio aspettavano lo Sblocca Cantieri. Chiedevano chiarezza sulle autorizzazioni
End of Waste. dalle quali dipendono investimenti e posti di lavoro. Soprattutto in provincia di Frosinone
Lo Sblocca cantieri «frena l’economia circolare». A lanciare l’allarme è Fise Unicircular
l’associazione che riunisce le imprese del settore. Lo ha fatto subito dopo avere letto
l’emendamento approvato dal Senato nell’ambito del Decreto Legge che doveva risolvere il
problema del blocco alle autorizzazioni degli impianti di riciclo. Sono quelle che permettono di
trasformare i rifiuti in risorse, le cosiddette autorizzazioni ‘End of Waste‘. Nel Lazio sono molte le
aziende in questa situazione. Si tratta per lo più di attività fortemente innovative, con alti tassi di
tecnologia, potenzialmente capaci di creare posti di lavoro: risolvendo oltretutto un problema,
quello dei rifiuti.
Il topo e la montagna
Quella pronunciata dall’Unione Imprese dell’Economia Circolare è una condanna senza appello.
«La montagna ha partorito un topolino. Quasi un anno e mezzo fa una dalla sentenza del Consiglio
di Stato ha bloccato il rilascio delle autorizzazioni sull’EoW caso per caso. Dopo decine di appelli
dal mondo dell’industria e dell’ambientalismo ora arriva la risposta del Governo. È una risposta
assolutamente insufficiente al problema».
Nelle aspettative del mondo industriale, lo Sblocca Cantieri doveva avviare a soluzione il
problema. Infatti, con l’emendamento approvato è arrivato il tanto invocato chiarimento normativo.
Che però non soddisfa le imprese. Perché? «Nel rilascio delle autorizzazioni ordinarie – spiega
l’associazione – esse non saranno dotate della flessibilità necessaria per discostarsi dalle norme
generali per il recupero». Si tratta di situazioni che vanno individuate caso per caso. Riguardano
situazioni particolari relative ai rifiuti in ingresso, materiali in uscita, processi di recupero, limiti e
condizioni gestionali.
Volevamo altro
«Francamente ci si aspettava qualcosa di diverso» ha commentato Andrea Fluttero, presidente
Unicircular. Spiega che «Ci sono settori, come la gomma e gli inerti da costruzione e demolizione,
che attendono da anni un decreto EoW specifico, adeguato alle esigenze operative e tecnologiche».
Il problema è cosa succederà a questi impianti, che adesso rimangono inchiodati ad una norma
vecchia. Il decreto non fornisce risposta. L’associazione aveva proposto un emendamento che
anticipasse in modo completo la disciplina Ue sull’End of Waste. «Ma purtroppo non è stato
accolto».
Per Andrea Fluttero, «il pacchetto di direttive europee per la transizione verso l’economia
circolare costituisce una grande opportunità di sviluppo per le industrie green del nostro Paese:
serviva un’accelerazione e invece viaggiamo col freno a mano tirato».
Il rischio è che le aziende innovative vadano ad investire all’estero. E che lontano dall’Italia vadano
a finire anche i capitali esteri dei fondi d’investimento che fino ad oggi hanno sostenuto le imprese
innovativo della Circular economy. Molte imprese rischiano la chiusura e interi flussi di rifiuti,
anziché essere riciclati, finiranno in discarica o a incenerimento.
A completare il quadro: al ministero il tavolo di lavoro con gli operatori per il recepimento della
nuova direttiva europea, che dovrà avvenire entro luglio 2020, non è neanche partito.