L'italia del Recupero 2009
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SOMMARIOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
PREMESSA 7
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Sintesi 13La produzione dei rifiuti in Italia 24La gestione dei rifiuti urbani 32La rete dei recuperatori e dei riciclatori 42Recupero e riciclaggio dei rifiuti e mercato delle materie prime secondarie 61Elenco delle aziende che hanno partecipato all’indagine FISE UNIREsulle piattaforme di recupero 80
CARTA 89Introduzione 90Produzione e consumo di carta e cartone 94La raccolta della carta da macero 95Il riciclo 98Import / Export 99Il mercato del macero 103
VETRO 106Produzione e riciclaggio 107Aspetti qualitativi della raccolta e del recupero del vetro 108
PLASTICA 113Introduzione 114Il riciclo delle materie plastiche in Italia 116Il riciclo degli imballaggi plastici 118Il processo di liberalizzazione del mercato 120Altre iniziative ASSORIMAP 121
ACCIAIO 124Introduzione 125Il mercato dell’acciaio 126Scenario internazionale 136Scenario nazionale 141
ALLUMINIO 155Introduzione 156Risultati e obiettivi conseguiti 159Attività di sviluppo e raccolta 160
IMBALLAGGI
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Diffusione della raccolta e dati quantitativi 160Copertura territoriale 162Modalità operative 171Piattaforme di trattamento e conferimento 173Riciclo 175Obiettivi futuri 184
LEGNO 186Introduzione 187Il consorzio Rilegno 188La situazione 2008 188Comuni e raccolta differenziata 189Gli interventi di Rilegno 190Il recupero del legno in Italia 191
GOMMA 192Introduzione 193Europa e Italia: tra stabilità e recesso 195Il futuro degli “acquisti verdi” 200PFU e acquisti verdi: panoramica dei principali prodottiche possono essere realizzati con la gomma riciclata 202Censimento di settore 2008 205Elenco aziende che hanno partecipatoal censimento ARGO 2008 208
BATTERIE 210Introduzione 211Il consorzio COBAT 213Attività e servizi 218La raccolta delle batterie esauste 220Accordi specifici 223Gestione della raccolta: i raccoglitori incaricati 229Gestione della raccolta: i raccoglitori verificati 230Indicatori della raccolta 231Altre attività di rilevanza ambientale 232Il trasporto 233Il riciclo 234Indicatori del riciclo 240Confronto tra sistemi internazionali 244L’impegno del COBAT nella ricerca 246Strumenti di incentivazione e controllo 248
ALTRI MATERIALI PRODOTTI
SOMMARIO
SOMMARIOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
VEICOLI FUORI USO 250Introduzione 251Premessa metodologica 252Messa in sicurezza 254Promozione del riciclaggio 257Reimpiego 259Recupero 261Materiali prodotti 263Dati MUD 2009 265Messa in sicurezza anni 2006-2008 266Riciclaggio anni 2006-2008 268Reimpiego anni 2006-2008 271Recupero anni 2006-2008 272Materiali prodotti nell’anno 2008 273Performance anni 2006-2008 274
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE 275Introduzione 276Il settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche 279La raccolta dei RAEE domestici 285Criticità del sistema e prime ipotesi di soluzione 288L’accreditamento degli impianti di trattamento dei RAEE:la messa a regime dell’accordo 291Indagine sugli impianti di trattamento dei RAEE:analisi su un campione FISE UNIRE 293Elenco delle aziende RAEE che hanno partecipato all’indagine 2008 302
ABITI USATI 304Introduzione 305Il quadro normativo 306La produzione nazionale di abiti dismessi di origine urbana 307I soggetti coinvolti nella raccolta 307Il ciclo di recupero degli indumenti usati 308Effetti ambientali del settore raccolta e riciclaggio 308Vantaggi sociali 308Produzione nazionale rifiuti urbani e raccolte differenziate 309Le province dove è presente CONAU 311
RIFIUTI INERTI 312Introduzione 313Premessa metodologica 317La produzione di aggregati riciclati in Italia 320Le caratteristiche degli impianti ANPAR 328Conclusioni 331
PREMESSA
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PREMESSAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Quest’anno ”L’Italia del Recupero” compie 10 anni. La presente edizione,realizzata da FISE UNIRE e dalle Associazioni e Consorzi aderenti al progetto,risulta ancora più ricca e completa delle precedenti. Accanto ai tradizionalisettori, rappresentati da carta, plastica, acciaio, vetro, legno, alluminio, e aiprodotti per così dire “emergenti” ottenuti dal recupero dei rifiuti, quali ilgranulato di gomma e gli aggregati riciclati, viene illustrato come e quanto sirecuperano prodotti a fine vita potenzialmente pericolosi per l’ambiente a causadelle sostanze in essi contenute, quali batterie esauste, veicoli fuori uso,apparecchiature elettriche ed elettroniche. Inoltre, una “new entry” èrappresentata dal settore degli “abiti ed accessori usati”, la cui raccolta si staespandendo sempre più sul territorio nazionale.
I vari capitoli “settoriali” sono preceduti da una disamina, a livello generale, dellaproduzione dei rifiuti nel nostro Paese, per settore produttivo, dei principalicanali di gestione, sia pubblici che privati, delle quantità dei materiali riciclatiutilizzati nei vari comparti dell’economia nazionale, e di come i mercati di talimateriali abbiano reagito ai recenti sommovimenti dell’economia. Completal’analisi una specifica indagine sulle piattaforme di recupero condotta da FISEUNIRE su un campione selezionato di aziende, che mostra alcuni elementisignificativi utili alla comprensione dell’andamento del settore.
Dall’analisi della mole dei dati riportati in questo decimo Rapporto, l’industria delrecupero appare come un comparto vitale, in crescita nell’ultimo decennio,fondamentale per molti settori produttivi del Paese e nel quale gli operatoriprivati svolgono un ruolo determinante.
Grazie al positivo andamento della domanda interna ed estera di materialirecuperati, e al progressivo ampliamento delle raccolte differenziate nazionali,questo settore ha potuto negli anni svilupparsi fino a portare l’Italia ai primi postinelle classifiche europee, specie per il recupero di alcune merceologie.
Tuttavia, la crisi economica che ha interessato i mercati delle materie prime haavuto dei riflessi pesanti anche sui mercati dei materiali riciclati, mostrando ilimiti dell’attuale sistema. Per alcuni settori (v. carta), gli attuali tassi di riciclo edi raccolta sono stati mantenuti solo grazie alla dinamica delle esportazioni(dirette soprattutto nel Far East), che è rimasta sostenuta nonostante la crisi.
In questo momento storico, anche nel mondo ambientale si respira aria dirinnovamento, tipica di ogni momento di crisi o post-crisi, voglia di capire perchéle regole del gioco hanno fallito e da lì ricominciare su nuove basi. La direttivaquadro sui rifiuti in questo sembra aver precorso e anticipato l’unica soluzionepossibile alla crisi globale che ha investito la finanza e l’economia, ovveroriconvertire in senso ecologico il sistema economico, rilanciando lo sviluppo macon meno spreco di energia e risorse naturali.
Più efficienza nell’uso delle risorse, dunque, più occupazione, più investimenti intecnologie pulite, insieme ad una seria politica di prevenzione (sulla qualetuttavia la direttiva non pone l’enfasi sperata dagli europarlamentari). L’accentocade, in modo naturale, sul recupero: gli obiettivi sono ambiziosi, anche se
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PREMESSAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
lontani (al 2020), ed un serio impegno per il loro raggiungimento presuppone,già da questo momento, un’attenta programmazione delle politiche da adottaree delle azioni da intraprendere. La raccolta (una raccolta differenziata di qualità)rappresenta il presupposto, anche se non l’obiettivo principe, di una sanagestione dei rifiuti, che va rifocalizzata innanzitutto sul “risultato”, ovvero sullacapacità dei materiali ottenuti dai rifiuti di essere riassorbiti dallo stesso o da altricicli produttivi, in una parola, sulla capacità di “stare sul mercato”.
Il mercato, insieme alla capacità dello stesso di fungere da “regolatore” dellosviluppo, è al centro di quasi ogni dibattito sulla congiuntura attuale e sulleprospettive future. La crisi ha mostrato a tutti una verità semplice e fondamentale,ovvero che anche settori come l’industria del recupero, che hanno visto unacrescita costante negli anni a ritmi addirittura più elevati del PIL, potrebbero nonfarcela di fronte a strozzature prolungate della domanda di materiali: a cascata,anche i tassi di raccolta potrebbero venire compromessi. Qualora tale situazionedovesse perdurare, se si dovesse ridurre ulteriormente la richiesta di materialidall’estero, nonché la domanda interna da parte dei comparti industriali (lecartiere, le vetrerie, le acciaierie, l’industria del legno…), la differenziatarischierebbe di rimanere sui piazzali, di finire addirittura in discarica. È pur vero chealcuni comparti del recupero, come quello cartario, hanno “retto” nonostante lacrisi, ma ciò è avvenuto (ancora una volta) anche grazie alla Cina, che da solarappresenta ormai circa la metà del macero esportato dall’Italia.
I Consorzi, in tale contesto, dovrebbero svolgere una funzione sussidiariarispetto al mercato. Da un’analisi del ruolo da essi sviluppato negli anni, lo stessova giudicato in modo complessivamente positivo, in quanto ha contribuito aportare la raccolta dove non c’era e ad ammortizzare le oscillazioni troppo fortidel mercato. Ma è proprio in contesti di crisi come l’attuale che emerge in tuttachiarezza quello che è il limite strutturale di tali organismi, rappresentato da duefatti incontrovertibili. Primo, i Consorzi imballaggi ad ora rappresentanostrutturalmente (cioè, per loro stessa composizione, nonostante la normadisponga diversamente) solo, o in sostanza, gli interessi dei produttori di materieprime. Secondo, in un Paese caratterizzato dalla cronica dipendenza dall’esteroper quanto riguarda il fabbisogno delle medesime materie prime, l’azione deglistessi Consorzi, soprattutto in un momento di difficoltà economica di intericomparti produttivi, non può che essere tanto più rivolta a garantire ai propri“azionisti” condizioni di approvvigionamento favorevoli delle materie primesecondarie, in considerazione della valenza sostitutiva dalle stesse rappresentata,in particolare nelle filiere di tipo “chiuso”. Nelle filiere “aperte”, invece, dove lemps si pongono in diretta concorrenza con le materie prime vergini, l’interessedei produttori del vergine sarà piuttosto, e ovviamente, quello di mantenerecompetitivi i propri prodotti.
Se tutto ciò è comprensibile, ripeto, soprattutto in un momento di crisi, michiedo come tuttavia si concili, ad esempio, con le esigenze ambientali, e con leregole di trasparenza, equità e concorrenza imposte dall’ordinamento giuridiconazionale e/o europeo (sia per quanto riguarda le procedure di assegnazione deimateriali, sia per quanto riguarda la composizione ed il funzionamento degliorgani interni, ecc.).
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C’è una norma, in particolare, posta dal legislatore a tutela dell’”equilibrio” delsistema imballaggi nel suo complesso, che è stata dai Consorzi apertamentedisattesa, occultandosi dietro i più vari appigli e cavilli giuridici: l’art. 223 delTesto unico ambientale prevede che nei CdA dei Consorzi i componenti espressidai recuperatori e riciclatori debba essere uguale a quello dei produttori dimaterie prime. Più di così, verrebbe da dire…
Inutile ricordare ciò che al riguardo ha giustamente sottolineato l’Antitrust, ecioè che “una migliore rappresentazione di interessi contrastanti (in specie, quellidei recuperatori/riciclatori) può costituire una soluzione incentivante modalitàorganizzative più efficienti, eque e al contempo espressione di dinamichegenuinamente concorrenziali”.
Certo, il percorso verso una maggiore trasparenza e liberalizzazione non può cheessere graduale, riguardare tutto il territorio nazionale, usando specificaattenzione a quelle situazioni locali dove la raccolta differenziata stenta adaffermarsi, o dove vi è scarsità di impianti di recupero.
Una delle linee guida della politica dei Consorzi (non solo quelli relativi agliimballaggi) dovrebbe essere quella di promuovere un riciclo che assicuri ilrispetto di standard ambientali elevati, evitando quindi, ad esempio, che i rifiutivengano riciclati all’estero in impianti che non offrono le stesse garanzie dalpunto di vista ecologico e della sicurezza dei lavoratori, o ancora che, dopo laraccolta, i rifiuti finiscano in piattaforme che non assicurano requisiti adeguati daun punto di vista oggettivo. Un altro obiettivo fondamentale è quello disviluppare la qualità delle raccolte e dei materiali recuperati in un contesto disostenibilità per tutta la filiera: a questo riguardo, appare chiaro come lapresenza dei recuperatori sarebbe stata fondamentale al tavolo della definizionedell’Accordo ANCI-CONAI e dei relativi allegati tecnici, per poter individuaredelle soluzioni che tenessero in evidenza, fin dall’inizio, tutte le esigenze.
Regole più rigorose ed oggettive, quindi, a garanzia di un riciclo di qualità, neiconfronti di tutti gli operatori, sia pubblici che privati, in modo da attivare unsistema virtuoso ed efficiente, anche dal punto di vista dei costi: sembra unaricetta da libro dei sogni, ma è l’unica possibile, non fosse altro perché l’Italianon è un sistema “chiuso”, e situazioni di monopolio o di protezione diparticolari interessi (che, quantunque legittimi, rimangono interessi di alcuni enon di tutti) non potranno essere a lungo tollerate dall’Europa e neanche da chi,le direttive europee, le deve applicare.
Si avverte in particolare l’esigenza di delimitare in modo più definito l’ambitodell’intervento pubblico nel mercato in oggetto, sia attraverso la definizione deitanto attesi criteri per l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani (in modo datracciare i confini della c.d. “privativa” comunale in relazione alle reali necessitàdell’utenza e del servizio, e non a quelle dei bilanci delle amministrazioni locali), siaper quanto riguarda il rispetto delle condizioni dell’affidamento “in house”. Taliquestioni, ove non correttamente gestite, determinano ostacoli allo sviluppo delleaziende private del settore e al loro adeguamento anche dimensionale al contestoconcorrenziale con cui devono confrontarsi anche in ambito internazionale.
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PREMESSAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
In questo quadro, i recuperatori continuano a rappresentare una “forzatrainante” costituita per lo più da imprese medio-piccole, ma in grado dicompetere ai più alti livelli quanto a sofisticazione tecnologica (specie in alcunisettori) e a risultati in termini di riciclo - vorremmo aggiungere, nonostante lacrisi. Un esercito silenzioso (ma neanche tanto) costituito dalle più variegateprofessionalità, che operano in tutte le fasi, dalla raccolta alla selezione, allamessa in sicurezza, al trattamento, alla frantumazione, alla trasformazionemeccanica, per rendere “edibile” dai settori produttivi a valle quello chealtrimenti si sarebbe dovuto smaltire con oneri a carico della collettività e deiprivati, oltre che dell’ambiente.
Un universo difficile da ricondurre ad unità, che presenta ancora “zone oscure”,anche di vasta entità, per le quali sarebbe auspicabile un maggiore sforzo diraccolta dei dati ed analisi dei flussi, da parte degli enti di monitoraggio econtrollo, in quanto, come risulta anche dai precedenti rapporti redattidall’Associazione (per esempio, quello sui movimenti trasfrontalieri dei rifiuti),mentre alcune realtà o tipologie di rifiuto (a prescindere dall’effettivo rischio daqueste rappresentato) sono costantemente sotto la lente degli osservatori, peraltre permane uno scarso livello di conoscenza e di verifica.
Anche da parte delle pubbliche amministrazioni e degli enti appaltanti in generepresenti sul territorio si registrano livelli di sensibilità e di informazionediversissimi, ad esempio nelle gare pubbliche, rispetto all’utilizzo dei differentimateriali riciclati, segno questo che una vera politica di “green procurement” nelnostro Paese non è ancora partita, nonostante i proclami del Ministerodell’ambiente e le leggi scritte (e mai applicate) sull’obbligo di acquisti verdi daparte delle pubbliche amministrazioni. Quando, in determinati non rari casi, alrisparmio di risorse si affianca anche un risparmio di costi, è evidente che ilproblema è essenzialmente culturale, ed è soprattutto su questo che dovrebbespingere un’efficace politica ambientale. Nell’attesa, non resta alle associazionidei recuperatori, ai loro rappresentanti ed operatori, che attivarsi con i mezzi adisposizione per diffondere, pezzo dopo pezzo, iniziativa dopo iniziativa, quella“cultura del riciclo” tanto auspicata a parole.
CORRADO SCAPINO
Presidente FISE UNIRE
SITUAZIONE STRUTTURALEE TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATEE DEL RICICLAGGIO
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L’industria del recupero nel contesto economico nazionale
Il recupero dei rifiuti e il mercato delle materie riciclabili rivestono un importanteruolo nel sistema di gestione dei rifiuti. In Italia, negli ultimi anni, è cresciutaun’ampia rete di imprese che operano nella raccolta, nel trattamento e nelrecupero dei rifiuti e degli scarti della produzione, per trasformarli in materieprime secondarie da riprocessare nei cicli produttivi.L’industria del recupero e del riciclaggio è diventata un importante settoredell’economia nazionale, caratterizzato, particolarmente in alcuni comparti, dauna forte innovazione tecnologica, e rappresenta l’anello finale di un ciclo chegarantisce l’effettivo riutilizzo dei materiali recuperati, ottenendo due importantirisultati ambientali: sottrarre rifiuti alle forme di smaltimento in discarica e ridurrel’uso di materie vergini nei processi industriali, con minori consumi di energia eminore produzione di gas climalteranti.L’industria del riciclo ha mostrato nell’ultimo decennio una forte dinamicità inItalia e in Europa crescendo a ritmi superiori a quelli registrati dall’industria ingenerale.La disponibilità di materie prime secondarie è diventata basilare per diversi settoriindustriali. In molti comparti l’utilizzo delle materie prime secondarie rappresentauna quota preponderante in rapporto all’uso delle materie prime vergini. Peracciaio, alluminio, carta e vetro, oltre il 50% degli input alla produzione ècostituito da materie prime secondarie.Tuttavia, dopo un decennio in cui il settore del recupero aveva segnato unacontinua crescita, legata sia allo sviluppo produttivo generale sia alle politiche diincentivazione della raccolta dei rifiuti, già a metà del 2008 la crisi economica equindi produttiva ha cominciato a toccare tutte le fasi del ciclo, dalla raccolta, alrecupero, al riciclaggio.
Produzione dei rifiuti e criticità del sistema di gestione deirifiuti in Italia
Il totale dei rifiuti prodotti in Italia, nel 2007, è stato stimato in circa 160 milionidi tonnellate. Di questi, 32 milioni di tonnellate erano rifiuti urbani, 117 milionidi tonnellate erano rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate rifiutispeciali pericolosi (dato ISPRA).La produzione dei rifiuti urbani ha mostrato un trend crescente negli ultimi anni,da 28,9 milioni di tonnellate nel 2000 a 32,5 milioni di tonnellate nel 2007. Perla prima volta, però, i rifiuti urbani non sono cresciuti nel 2007 rispetto al 2006.Nel 2008, con la crisi produttiva e dei consumi, che ha portato molti settoriindustriali alla diminuzione della produzione, è ipotizzabile anche unacontrazione della produzione dei rifiuti urbani.Degli oltre 32 milioni circa di tonnellate di rifiuti urbani, il 55-60% vieneprodotto direttamente dalle famiglie, mentre la quota restante viene prodottadal commercio, dai pubblici esercizi, dal terziario e, per una parte minore,dall’artigianato e dall’industria.
SINTESI
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
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Il sistema di gestione dei rifiuti urbani si è fortemente trasformato nell’ultimodecennio e nel 2007 su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, il28% è stato raccolto in modo differenziato, il 27% è stato biostabilizzato otrasformato in CDR, il 9% è stato incenerito. In discarica, direttamente comerifiuto tal quale o indirettamente come rifiuto biostabilizzato e residui, è finito il55% dei rifiuti urbani prodotti.Le discariche continuano pertanto a rappresentare il principale sistema dismaltimento dei rifiuti urbani anche se, dal 2000 al 2007, la quantità dei rifiutiurbani conferita in discarica è diminuita da 21,9 milioni di tonnellate a 17,8milioni di tonnellate.Se questo è un dato da registrare senz’altro positivamente in termini ditendenza, tuttavia occorre evidenziare che detto calo potrebbe non esseresufficiente, permanendo in alcune aree del territorio, in particolare al Sud,situazioni di latente, o effettiva, condizione emergenziale.Secondo il recente rapporto presentato da FISE Assoambiente su “Gli impiantiper il trattamento dei rifiuti in Italia”, nei prossimi due anni le discarichedistribuite sul territorio nazionale raggiungeranno, complessivamente, i limitiautorizzati e non potranno, salvo nuove autorizzazioni o ampliamenti dellecapacità esistenti, accogliere ulteriori quantità di rifiuti. È evidente che, perevitare situazioni di emergenza, diventa fondamentale la ricerca di soluzionialternative, che vanno individuate e adottate tempestivamente.Ma al riguardo vi è un ulteriore aspetto da prendere in considerazione, ossia itempi amministrativi e tecnici per realizzare non solo ulteriori discariche, maeventualmente sistemi a tecnologia complessa, come ad esempio gli impianti diincenerimento, quale necessaria integrazione dopo il potenziamento dei sistemidi riciclo dei rifiuti. La tempistica mediamente riscontrata dagli operatori siaggira, in condizioni normali, da un minimo di quattro anni dall’approvazionedel progetto ad un massimo di quasi sei anni, considerando che su questeprocedure incide in maniera significativa anche il consenso locale allarealizzazione degli impianti. Risulta quindi evidente che, sulla base di questi dati,il Paese si trova già in notevole ritardo per quanto riguarda la programmazionedi soluzioni alternative o di potenziamento delle attuali capacità di smaltimento.Alla luce di quanto sopra, appare pertanto ancora più importante il ruolo delsistema di riciclo, su cui tuttavia gravano oggi numerosi fattori che ne ostacolanoun potenziale ulteriore sviluppo industriale. I motivi sono legati non solo allanecessità e alla possibilità di espandere e migliorare la qualità delle raccoltedifferenziate, che richiede investimenti sia in comunicazione che in più adeguatisistemi di raccolta, ma anche e soprattutto alle difficoltà relative alla creazioneed al potenziamento degli sbocchi di mercato per le materie prime secondarie.La crisi dei mercati, iniziata nel 2008 e proseguita nell’anno in corso, haprovocato una contrazione della produzione delle materie riciclate in tutti i Paesieuropei, che ha portato a una caduta, in certi casi verticale, del prezzo dellematerie prime e seconde con effetti sulla stessa raccolta.
La rete dei recuperatori e degli impianti per il trattamento
Nel 2008 in Italia, escludendo il recupero dei rifiuti inerti da costruzione edemolizione, la rete di recupero ha raccolto oltre 32 milioni di tonnellate di
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materiali, di cui 18 milioni di tonnellate di metalli, 6,3 milioni di tonnellate dicarta e cartone, 3,9 milioni di tonnellate di legno, 1,6 milioni di tonnellate divetro e 958 mila tonnellate di plastica (anno 2007).
Il recupero con riciclaggio di materia è stato di 38,2 milioni di tonnellate,superiore alla raccolta di oltre 6 milioni di tonnellate, coperte con l’importazionenetta di diversi materiali in particolare con 5,6 milioni di tonnellate di rottamiferrosi, 417 mila tonnellate di alluminio, 560 mila tonnellate di legno, 385 milatonnellate di plastica, 202 mila tonnellate di vetro. Il settore della carta e cartone,la cui capacità di raccolta in Italia, ha superato la capacità di riciclaggio, è statol’unico a presentare un'esportazione netta positiva di 987 mila tonnellate.
Analizzando il recupero per principali canali di produzione, dal circuito urbano siricavano oltre 7 milioni di tonnellate di materiali di cui: 2,4 milioni di organico everde, 2,5 milioni di tonnellate di carta e cartone, 1 milione di tonnellate di vetro,400 mila tonnellate di legno, oltre 340 mila tonnellate di plastica.
Dalle attività commerciali ed industriali si raccolgono oltre 4,8 milioni ditonnellate di rifiuti da imballaggio, di cui quasi 2,4 milioni di tonnellate sonoimballaggi di cartone, 1,3 milioni di tonnellate sono imballaggi di legno, 395mila tonnellate sono imballaggi di vetro, 366 mila tonnellate sono imballaggi inplastica, 241 mila tonnellate in acciaio e 32 mila tonnellate in alluminio.
Dai processi produttivi vengono recuperati sfridi e rifiuti per oltre 18 milioni ditonnellate di metalli; 1,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, 2,1 milioni ditonnellate di legno, 493 mila tonnellate di alluminio, 212 mila tonnellate diplastica, 242 mila tonnellate di vetro.
Un importante settore di recupero cresciuto nell’ultimo decennio è quello deimateriali organici.Il recupero dei materiali organici compostabili ha superato nel 2008 3,1 milionidi tonnellate. In particolare, sono stati raccolti 1,2 milioni di tonnellate di rifiutiorganici urbani, 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti da verde urbano e 1 milione ditonnellate di fanghi e altri materiali organici.
Oltre al recupero come materia, parte dei rifiuti sia urbani che speciali vengonorecuperati in forma di energia.Il recupero di energia dei rifiuti trova il proprio approvvigionamento sia nelsettore dei rifiuti urbani, sia nel settore dei rifiuti speciali. In particolare, nel 2007su 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti portati all’incenerimento, 3 milioni ditonnellate erano rifiuti urbani indifferenziati, 319 mila tonnellate erano frazionesecca da trattamento meccanico-biologico, 661 mila tonnellate erano CDR, 39mila tonnellate rifiuti sanitari e 486 mila tonnellate rifiuti speciali.
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Come detto precedentemente, in Italia la raccolta di tutti materiali,comprendente acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro con esclusione deirifiuti organici, ha superato i 32 milioni di tonnellate, composte per il 71% dallaraccolta di rifiuti speciali e sfridi di produzione, per il 15% dalla raccolta diimballaggi industriali e commerciali e per il 14% dalla raccolta di rifiuti eimballaggi urbani.La raccolta e il recupero dei recuperatori privati interessa perciò quasi l’85% deltotale dei materiali recuperati.
Se si ricalcolano i pesi relativi senza considerare il settore dell’acciaio, cherappresenta il 58% del totale dei materiali recuperati ed è gestito quasiinteramente da recuperatori privati, allora la gestione del recupero totale deimateriali, considerando solo alluminio, carta, legno, plastica e vetro, dipende peril 68% dai recuperatori privati e per il 32% dai recuperatori pubblici e daiConsorzi.
I Consorzi del sistema CONAI, nel complesso, nel 2008, hanno operato perciò suun recupero totale di 3,4 milioni di tonnellate di imballaggio, di 2,4 milioni ditonnellate di imballaggi domestici e 880 mila tonnellate di imballaggi industrialie commerciali.Altri 4,8 milioni di tonnellate di imballaggi sono stati raccolti invece dairecuperatori privati presso i settori commerciali e industriali.
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Stima del mercato del recupero e del riciclaggio dei materiali da RU e RS 2008 (000/ton)
Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali
MATERIALI
Acciaio
Alluminio
Carta
Legno
Plastica (2007)
Vetro
totale
Frazione organicaselezionata (2007)
Verde (2007)
Fanghi e altro (2007)
Totale compostaggio
IMBALLAGGI
DA RU
RACCOLTI
155
6
894
153
306
995
2.509
ALTRI MATERIALI
DA RIFIUTI
URBANI
1.548
316
74
1.938
IMBALLAGGI
COMMERCIALI E
INDUSTRIALI
241
32
2.413
1.366
366
395
4.813
RACCOLTA ALTRI RIFIUTI
SPECIALI E SFRIDI DI
PRODUZIONE DA C&D
18.243
493
1.460
2.105
212
242
22.755
TOTALE
RACCOLTA
DI MATERIA
18.639
531
6.315
3.940
958
1.632
32.015
1272
1096
812
3180
IMP. NETTO +
EXP. NETTO -
5.613
417
-987
560
385
202
6.190
RECUPERO
RICICLAGGIO
DI MATERIA
24.252
948
5.328
4.500
1.343
1.834
38.205
CANALE DI RACCOLTA INTERNO ITALIA
17
La rete dei recuperatori privati agisce su una raccolta totale di oltre 28,6 milionidi tonnellate di materiali di cui:- 4,8 milioni di tonnellate sono imballaggi, composti da 2,4 milioni di tonnellate
di carta, 241 mila tonnellate di metalli, 1 milione 366 mila tonnellate di legno,366 mila tonnellate di plastica, 395 mila tonnellate di vetro.
- 22,7 milioni di tonnellate di materiali provengono dalla raccolta dei rifiutispeciali, degli sfridi e dei residui dei processi produttivi, di cui 18,2 milioni ditonnellate di metalli, 493 mila di alluminio, 1,4 milioni di carta, 2,1 milioni ditonnellate di legno e 212 mila tonnellate di plastica.
Da questi dati si evince l'importanza relativa che la rete dei recuperatori privatiha nel sistema totale del recupero di materie in Italia. La raccolta basata suirecuperatori privati avviene secondo le regole del mercato industriale e nonrichiede contributi pubblici, sviluppando costi e prezzi dei materiali nel quadrodella concorrenza del mercato.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Raccolta per principali tipologie di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio, carta,legno, plastica, vetro, con esclusione dei rifiuti organici - (000/ton)
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
2.509
raccolta imballaggi da rifiuti urbani
1.938
4.813
22.755
raccolta altrimateriali darifiuti urbani
raccoltaimballaggi
commerciali eindustriali
raccolta altririfiuti speciali
e sfridi diproduzione
da C&D
Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali
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La capacità di riciclaggio delle industrie è la condizione fondamentale perimplementare la raccolta differenziata e il recupero.
Oltre alla rete dei raccoglitori in Italia è cresciuta una larga rete di impianti ditrattamento e recupero dei rifiuti sia urbani sia speciali, diffusa in tutta Italia,anche se in modo disomogeneo.Secondo il citato Rapporto FISE Assoambiente (“Gli impianti per il trattamentodei rifiuti”, 2009), gli impianti dedicati al recupero dei rifiuti (R1-R12), presentiin ambito nazionale agli inizi del 2008 erano 6.404, con una capacità ditrattamento autorizzata annua di circa 150,8 milioni di tonnellate. Fra questi, gliimpianti dedicati unicamente al recupero dei rifiuti non pericolosi rappresentanoil 91% del totale delle capacità autorizzate. Nel calcolo precedente sono stateincluse le capacità di recupero collocate direttamente presso gli impiantiproduttivi e quelle degli impianti che effettuano trattamenti intermedi. Pertantoil dato riscontrato in relazione alla capacità risulta con ogni probabilitàsovrastimato rispetto alla possibilità di recupero effettivo e sicuramente superiorea quello relativo alle quantità realmente recuperate.
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Raccolta per principali tipologie di rifiuti/materiali escluso acciaio - alluminio,carta, legno, plastica, vetro, con esclusione acciaio e rifiuti organici - (000/ton)
0
2.000
6.000
4.000
8.000
12.000
10.000
14.000
2.354
raccolta imballaggi da rifiuti urbani
1.938
4.572 4.512
13.376
raccolta altrimateriali darifiuti urbani
raccoltaimballaggi
commerciali eindustriali
raccoltaaltri rifiuti speciali
e sfridi diproduzione
da C&D
totaleraccolta di
materia
Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali
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La distribuzione degli impianti di recupero risulta molto disomogenea in ambitonazionale, con una marcata presenza degli stessi al Nord (69%), rispetto al datorilevato al Centro (18%) e al Sud (13%).
Nel più ampio quadro degli impianti di recupero dei rifiuti, svolge un’importanteruolo la rete specifica di piattaforme per il recupero dei materiali riciclabili qualicarta, vetro, plastica, legno, metalli ed alluminio, che riceve rifiuti in entrata dallaraccolta differenziata urbani e dai raccoglitori privati.In Italia, nel 2008, sulla base dei dati pubblicati dai consorzi di filiera del SistemaCONAI, si contavano 486 piattaforme di raccolta dei materiali da riciclare.Di queste, 272 erano piattaforme dedicate principalmente al recupero del legno,76 al recupero della carta, 30 a quello del vetro, 12 a quello della plastica e 41raccoglievano più materiali.
L’indagine FISE UNIRE sulle piattaforme di recupero
FISE UNIRE ha condotto un’indagine su 168 piattaforme di recupero deiprincipali materiali derivati dai rifiuti.
La maggior parte delle piattaforme del campione trattano tutte le tipologie dimateriale (carta e cartone, metalli,vetro e plastica), o quasi.
Il fatturato medio per materiale in entrata è di 107 euro/tonnellata, e varia da111 euro/tonnallata al Nord a 91 euro/tonnellata al Sud, mentre il fatturato delmateriale in uscita varia da 135 euro/tonnellata e al Nord a 104 euro/tonnellataal Centro.
In totale le piattaforme hanno ricevuto e trattato, nel 2008, oltre 3,5 milioni ditonnellate di materiali di cui la carta e cartone rappresentavano il 43%, laplastica il 7%, il vetro il 24%, il metallo l’8% e il multimateriale il 10%.
Successivamente alla crisi produttiva registrata alla fine del 2008, un confrontodelle quantità dei materiali in entrata nel primo trimestre del 2009 rispetto alprimo trimestre 2008 ha mostrato andamenti diversi per i singoli materiali: lacarta e cartone in entrata è cresciuta del 21% insieme al vetro (+26%), mentresono diminuiti la plastica (-43%), i metalli (-28%) e il legno (-8%).
I canali di approvvigionamento delle piattaforme sono diversi ed in particolare irifiuti urbani da raccolta differenziata rappresentano il 53% del totale deimateriali in entrata, i rifiuti speciali da commercio, industria e grandedistribuzione il 30%, da servizi e uffici il 5%, da intermediari l’8%, daimportazione il 3%.
Complessivamente, dal totale delle piattaforme del campione nel 2008 sonouscite oltre 3 milioni di tonnellate di materiali trattati come materie primesecondarie; di queste, il 54% erano costituite da materiali cartacei, il 27% davetro, il 10% da plastica, il 4% da legno e il 2% da metalli.
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L’utilizzo dei materiali recuperati nei diversi compartiproduttivi; la dinamica import-export
Il ciclo del recupero viene chiuso dagli impianti di riutilizzo delle materie primesecondarie.Gli impianti di riprocesso industriale e trasformazione dei materiali recuperaticorrispondono ai grandi impianti industriali dei diversi settori produttivi.In Italia nel 2008 sono presenti 27 acciaierie, che riutilizzano rottami di ferro, dicui 24 collocate al Nord.Le vetrerie sono 33, di cui 22 al Nord, 5 al Centro e 6 al Sud.Le cartiere sono 70, di cui 39 al Nord e 23 al Centro.Gli impianti per la produzione di alluminio sono 25, di cui 15 al Nord.Gli impianti di produzione del pannello truciolare sono 15, di cui 13 al Nord.Gli impianti di utilizzo delle plastiche riciclate sono 97, di cui 62 al Nord e 28 al Sud.Su un totale di 197 impianti, ben 137 sono collocati al Nord, 30 al Centro e 30 al Sud.
L’importanza dell’uso del materiale recuperato, nei processi produttivi finali, si puòcalcolare come peso relativo dell’uso del materiale recuperato (materie primesecondarie) rispetto all’uso della materia prima.La materie prime secondarie, che nascono dalla raccolta differenziata di origineurbana e non, nonché dagli sfridi di produzione, hanno superato, in alcuni settori,l’uso delle materie prime vergini e la loro domanda risulta crescente negli anni.Nel settore dell’acciaio e metalli, l’utilizzo di materiali recuperati rappresentaquasi il 64% della produzione finale di metalli, nel settore della carta e cartoneoltre il 55% della produzione di carta e cartone, nel vetro cavo oltre il 50%, nelsettore della plastica il 18%.
Oltre alla domanda interna di materiali da parte dell’industria nazionale, unruolo sempre più importante è giocato dalla domanda dall’estero.I flussi transfrontalieri delle materie recuperate rappresentano una realtà cheriguarda tutti i principali settori del riciclaggio in Italia e che muove grandiquantità di materiali in entrata (oltre 7,5 milioni di tonnellate) e in uscita (oltre1,2 milioni di tonnellate).Al riguardo, va evidenziato che la dinamica import-export delle materie primesecondarie si sta profondamente trasformando.Il settore della carta, ad esempio, ha saturato negli ultimi anni la capacità diriciclaggio da parte dell’industria cartaria nazionale dei materiali raccolti, tantoda portare l’Italia a diventare esportatrice netta di macero. La capacità diriciclaggio interno negli altri settori rimane comunque, al momento, superiorealla raccolta totale di materiali dismessi in Italia, compresi gli sfridi di produzione.Per il riciclaggio dei metalli si ha un import netto di 5,6 milioni di tonnellate, perl’alluminio di 317 mila tonnellate, per il legno di oltre 700 mila tonnellate, per laplastica di 385 mila tonnellate e per il vetro di 202 mila tonnellate.L’Italia perciò si conferma come importatrice netta di materiali di recupero(circostanza che può dare spazio ad un’ulteriore crescita delle raccolte), comeconfermato anche dallo studio di FISE Assoambiente (“Il movimentotransfrontaliero dei rifiuti”, 2009), da cui emerge che il flusso di rifiuti specialinon pericolosi in entrata nel nostro Paese (1,4 milioni di tonnellate nel 2005)
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interessa principalmente materie recuperabili mentre l’esportazione di questatipologia di rifiuti interessa solo 300.000 tonnellate.
I mercati delle materie prime secondarie e la crisi economicainternazionale
I mercati delle materie prime e delle materie prime secondarie sono mercativariabili e ciclici che hanno presentato negli anni situazioni alterne in cui lamateria seconda poteva essere più o meno conveniente rispetto alla materiavergine.
In alcuni settori produttivi, quali quelli del cartone, vetro, metalli e pannellitruciolari, le materie prime secondarie rappresentano oramai la parte prevalentedegli input di produzione. La domanda di queste materie prime secondarie è perciò correlata alla domandafinale degli specifici beni.In altri settori, quali la plastica, le materie prime secondarie si trovanomaggiormente correlate ai prezzi delle materie vergini e sono più sensibili alvariare dei loro prezzi.
La globalizzazione dei mercati e la progressiva localizzazione nei Paesi asiatici di unaquota rilevante della manifattura industriale destinata ai mercati europei e americaniha provocato una crescita strutturale della domanda di materie prime e seconde. Con l’emergere della Cina e dei Paesi asiatici quali l’India ma anche l’Indonesiae la Corea, sta cambiando il mercato delle materie prime e seconde.
Con la crisi economica internazionale iniziata nel 2008, si è registrata unacontrazione della produzione delle materie riciclate in tutti i Paesi europei, cheha provocato una caduta, in certi casi verticale, del prezzo delle materie prime esecondarie, causando in Italia uno stato di crisi in tutti i settori della plastica,carta, legno, vetro, metalli.Questa situazione ha avuto un immediato riflesso sui recuperatori e quindi sullarete di raccolta.
Analizzando la situazione per settore merceologico, il mercato mondiale dei metalliferrosi ha visto negli ultimi anni una forte crescita della domanda dei Paesi asiaticiche hanno portato a 20 milioni di tonnellate l’importazione netta, mentre l’Europasi è assestata su un’importazione netta di 2,6 milioni di tonnellate. Il Nord Americaha invece accresciuto la propria esportazione netta a 12 milioni di tonnellate. L’Italiapresenta per i rottami di acciaio un’importazione netta di oltre 5,6 milioni ditonnellate. I rottami provengono per la maggior parte da sfridi di lavorazione (36%del totale raccolto), da raccolta di rottame (auto, elettrodomestici, 34% del totaleraccolto), da demolizioni (industriali, civili, navali per il 30%), di cui il 25/30% deltotale viene importato. La raccolta differenziata urbana degli imballaggi incide peruna minima parte (374mila tonnellate).All’inizio del 2009 il ciclo raccolta-riciclaggio ha mostrato una situazione di crisi,con un calo dei prezzi del rottame che ha indotto a una minore raccolta, con
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minore disponibilità di rottami sul mercato. La fase di profonda crisi del settore produttivo che ha contraddistinto anche il primosemestre 2009 continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazioni dei rottamiferrosi che hanno proseguito la loro discesa anche nel primo semestre 2009.
Nel mercato mondiale dell’alluminio, l’Asia ha accresciuto l’importazione nettadi rottami di alluminio a 2,3 milioni di tonnellate, mentre l’Europa è diventataesportatrice netta insieme al Nord America.I prezzi dei rottami in alluminio hanno registrato un forte calo fino al gennaio2009 rispetto ai primi mesi del 2008, in correlazione alla diminuzione del prezzodell’alluminio. Da febbraio però sono ricominciati a salire i prezzi dei principalilistini, quali rottame da lattine per bevande e da imballaggi usati.
Il mercato mondiale del macero ha visto, dal 1995 al 2006, una forte crescitadell’Asia che da esportatrice netta è diventata importatrice netta per oltre 20milioni di tonnellate, in gran parte collocate in Cina. Nel 2008 l’Europa haaccresciuto l’esportazione netta di macero portandola a 10,5 milioni ditonnellate, a fronte di un tasso di utilizzo del macero in costante crescita negliultimi anni, pari a quasi il 50% a livello europeo.Nella situazione di recessione mondiale i prezzi della carta da macero hannosegnato un calo generalizzato nel 2008, sia per l’indebolimento della domandamondiale sia per la crescita dell’offerta della raccolta. In Italia la raccoltadifferenziata urbana è continuata a crescere, la capacità di riciclaggio non hacoperto l’offerta completamente, che ha trovato sbocco nelle esportazioni nettedi macero in particolare verso la Cina e i Paesi del medio Oriente. Il settore cartario nazionale continua a risentire pesantemente della forte crisi didomanda internazionale, con livelli produttivi che scontano gli effetti dellaprosecuzione del processo di riorganizzazione già in atto da tempo con numerosesoste produttive e nuove fermate di impianti. La produzione nazionale di carte ecartoni continua infatti a collocarsi abbondantemente al di sotto dei livelli già incalo dello scorso anno. Nella sintesi dei primi 6 mesi dell’anno la perdita produttivarispetto all’analogo periodo 2008 sarebbe vicina al 17%. Della crisi di domandasenza precedenti, evidente anche dall’analisi dei risultati dell’indagine relativi agliordini, continuano e risentire le quotazioni medie dei prodotti delle cartiere, in caloormai da almeno 6 trimestri con accentuazioni progressive rispetto aicorrispondenti periodi 2008: per il fatturato complessivo del settore il calotendenziale è collocabile intorno al 21% in questa prima metà dell’anno.
Anche il mercato della plastica recuperata ha visto una forte crescitadell’importazione netta dei Paesi asiatici, giunta ad oltre 4,5 milioni di tonnellatenel 2007. L’Europa è diventata la prima esportatrice netta di materiali plastici,attestandosi a 1,5 milioni di tonnellate di esportazione netta superando la stessoNord America che, nel 2007, presentava un’esportazione netta di 516 milatonnellate.I prezzi sempre crescenti negli ultimi anni sono fortemente calati nell’ultimaparte del 2008. Con la caduta delle quotazioni delle plastiche riciclate, il valore delle plasticheraccolte si è quasi annullato, con la contemporanea caduta del prezzo delpetrolio e dei polimeri derivati. In questa situazione tutto il ciclo della plastica
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riciclata e il settore del riciclaggio è andato in crisi mettendo in dubbio lasostenibilità economica del sistema di recupero.Perciò, all’inizio del 2009, il forte calo della domanda di materie plastichericiclate ha reso più complesso il riciclo dei materiali raccolti, spostando la crisisulla fase del recupero.In Italia la struttura del settore vetrario, molto concentrato e relativamente non aperto,ha permesso un limitato impatto sui prezzi dei rottami, anche con la crisi di fine 2008.I prezzi dei rottami di vetro sono rimasti sostanzialmente costanti dall’inizio del 2008al 2009.
Considerazioni conclusive
L’industria del recupero è un comparto vitale, in crescita nell’ultimo decennio efondamentale per molti comparti produttivi del Paese e nel quale gli operatoriprivati svolgono una parte determinante.
Grazie al positivo andamento della domanda interna e dall’estero di materialirecuperati, e al progressivo ampliamento delle raccolte differenziate nazionali,questo settore ha potuto svilupparsi fino a portare l’Italia ai primi posti nelleclassifiche europee, specie per il recupero di alcune merceologie.
Tuttavia, la crisi economica che ha interessato i mercati delle materie prime haavuto dei riflessi pesanti anche sui mercati dei materiali riciclati, mostrando ilimiti dell’attuale sistema. Per alcuni settori (v. carta), gli attuali tassi di riciclo edi raccolta sono stati mantenuti solo grazie alla dinamica delle esportazioni(dirette soprattutto nel Far East), che è rimasta sostenuta nonostante la crisi.
Dal quadro come sopra delineato, risulta pertanto quanto segue:- è prevedibile che, nel medio-lungo termine, l’esportazione di materiali
recuperati continui a crescere;- davanti a strozzature prolungate della domanda interna di materiali, non
compensate dalla capacità di assorbimento del mercato nazionale ed estero,anche i tassi di raccolta potrebbero venire compromessi;
- è pertanto necessario accrescere la capacità di utilizzo di alcuni materiali daparte dell’industria nazionale, rafforzando al contempo la domanda dimateriali riciclati e di beni e manufatti da questi ottenuti, mediante interventiquali il “green public procurement”;
- è altrettanto urgente individuare e promuovere nuovi sbocchi attraversoun’adeguata incentivazione di nuove applicazioni nei processi produttivimanifatturieri e nei “green products”;
- sarebbe inoltre opportuno avviare politiche di ammortizzazione dei cicli deiprezzi delle materie prime secondarie, che quando tendono a ridursi rischianodi avere serie ripercussioni, anche in termini qualitativi, sul sistema di raccoltae recupero e quindi sull’esigenza di assicurare la stabilità dei flussi da raccoltadifferenziata.
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Il totale dei rifiuti prodotti in Italia, nel 2007, è stato stimato a circa 160 milionidi tonnellate.Di questi, 32 milioni di tonnellate erano rifiuti urbani, 117 milioni di tonnellateerano rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate rifiuti specialipericolosi.Al Nord si produce il 56% del totale italiano dei rifiuti, con una popolazione cherappresenta il 45% del Paese; al Centro si produce il 19% del totale dei rifiuticon il 19% della popolazione, mentre al Sud viene prodotto il 25% dei rifiuti conil 35% della popolazione.
In particolare, al Nord viene prodotto il 59% dei rifiuti speciali non pericolosi e il55% dei rifiuti speciali pericolosi, mentre al Centro i valori sono più bassi dellapercentuale della popolazione, ad indicare una minore produzione relativa dirifiuti speciali.Il Sud presenta una quota relativa di rifiuti speciali pericolosi pari alla suapopolazione, mentre è inferiore la percentuale dei rifiuti speciali non pericolosi.Le percentuali dei rifiuti urbani prodotti rispecchiano sostanzialmente lepercentuali della popolazione, con una leggera maggior produzione per abitanteal Centro e una leggera minor produzione al Sud.
LA PRODUZIONE DEIRIFIUTI IN ITALIA
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TABELLA 1: La produzione totale dei rifiuti in Italia (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
AREA GEOGRAFICA
NORD
CENTRO
SUD
ITALIA
Nord (kg/ab/anno)
Centro (kg/ab/anno)
Sud (kg/ab/anno)
Italia (kg/ab/anno)
PRODUZIONE RUANNO 2007 (ton)
14.616.674
7.352.259
10.578.610
32.547.543
539
630
508
546
POPOLAZIONE2007
27.116.943
11.675.578
20.826.769
59.619.290
RS NON PERICOLOSIANNO 2006 (ton)
69.432.976
22.474.370
25.117.915
117.025.261
2561
1925
1206
1963
RS PERICOLOSIANNO 2006 (ton)
5.095.751
859.929
3.279.727
9.235.407
188
74
157
155
TOTALE PRODUZIONERIFIUTI (ton)
89.145.401
30.686.558
38.976.252
158.808.211
3287
2628
1871
2664
Fonte: ISPRA (ex APAT)
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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Fonte: Elaborazione su dati ISPRA
GRAFICO 1: Produzione per tipo di rifiuto e per macroaree (anno 2007 per RU e 2006 per RS) (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
TABELLA 2: La produzione totale dei rifiuti in Italia - Percentuali relative, per macroaree e tipo di rifiuti
REGIONE
NORD
CENTRO
SUD
ITALIA
PRODUZIONE RUANNO 2007
45%
23%
33%
100%
POPOLAZIONE2007
45%
20%
35%
100%
RS NON PERICOLOSIANNO 2006
59%
19%
21%
100%
RS PERICOLOSIANNO 2006
55%
9%
36%
100%
TOTALE PRODUZIONERIFIUTI
56%
19%
25%
100%
Fonte: Elaborazione su dati ISPRA
0
20
40
60
80
100
120
140
14.616
69.432
5.095 7.352
22.474
859
10.578
25.117
3.279
32.547
117.025
9.235
Nord Centro Sud Italia
RU RS non pericolosi RS pericolosi
Rifiuti urbani
La produzione dei rifiuti urbani ha mostrato un trend crescente negli ultimi annida 28,9 milioni di tonnellate nel 2000 a 32,5 milioni di tonnellate nel 2007.Per la prima volta, però, i rifiuti urbani non sono cresciuti nel 2007 rispetto al2006. Nel 2008 con la crisi produttiva e dei consumi, che ha portato molti settoriindustriali alla diminuzione della produzione, si prevede una contrazione dellaproduzione dei rifiuti urbani.
Degli oltre 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, il 55-60% viene prodottodirettamente dalle famiglie, mentre la quota restante viene prodotta dalcommercio, dai pubblici esercizi, dal terziario e, per una parte minore,dall’artigianato e dall’industria.
La presenza di due grandi canali di produzione dei rifiuti urbani spiega perché laraccolta differenziata dei rifiuti urbani è gestita dal sistema pubblico con laraccolta stradale, nelle diverse forme “cassonetto” e “porta a porta”, mentre laraccolta presso imprese commerciali, terziario, artigianali e industriali è gestita ingran parte da imprese private di recupero, con esclusione dell’assimilato gestitodal sistema pubblico. Entrambi i sistemi raccolgono quantità considerevoli deglistessi materiali come carta, vetro, plastica.
Nel 2007, su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, la raccoltadifferenziata è stata di 8,9 milioni di tonnellate e la raccolta indifferenziata di23,6 milioni di tonnellate.
Il recupero dei rifiuti urbani ha raggiunto nel 2007 il 27% del totale dei rifiuti urbani.
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GRAFICO 2: Produzione per macroaree, per tipo di rifiuto (kg/ab/anno)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
539
2.561
188
630
1.925
74
508
1.206
157
546
1.963
155
Nord Centro Sud Italia
RU RS non pericolosi RS pericolosi
Fonte: ISPRA
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TABELLA 3: Serie storica produzione RU nelle diverse Regioni (ton/anno)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
REGIONE
Piemonte
V. D’Aosta
Lombardia
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Liguria
E. Romagna
NORD
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
CENTRO
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
SUD
ITALIA
2001
2.081.942
69.427
4.538.400
514.644
2.163.297
589.642
928.297
2.516.009
13.401.657
2.283.601
453.563
782.502
2.981.191
6.500.858
598.716
116.427
2.762.878
1.753.487
217.498
811.320
2.423.379
822.652
9.506.358
29.408.873
2000
2.043.234
70.971
4.447.891
528.666
2.132.706
594.744
924.071
2.533.392
13.275.677
2.206.459
427.976
757.149
2.822.060
6.213.645
580.926
133.481
2.598.562
1.778.021
215.403
768.014
2.603.582
791.234
9.469.224
28.958.545
2002
2.133.155
70.667
4.579.831
478.894
2.177.344
603.432
954.302
2.634.690
13.632.315
2.353.705
467.969
794.386
2.978.285
6.594.344
611.550
117.097
2.659.996
1.806.588
228.676
859.193
2.520.782
833.188
9.637.069
29.863.728
2003
2.131.638
77.173
4.630.974
461.067
2.136.221
588.739
969.248
2.612.970
13.608.570
2.391.784
471.975
793.009
2.929.093
6.585.860
631.694
119.810
2.681.884
1.846.169
246.745
889.083
2.576.660
851.697
9.843.742
30.038.172
2004
2.230.000
73.000
4.791.000
478.000
2.185.000
590.000
953.000
2.729.000
14.028.000
2.492.000
477.000
824.000
3.147.000
6.941.000
678.000
123.000
2.784.000
1.990.000
237.000
944.000
2.544.000
878.000
10.181.000
31.150.000
2007
2.269.881
75.755
4.932.260
490.022
2.372.072
618.593
981.314
2.876.779
14.616.674
2.552.561
565.033
875.120
3.359.544
7.352.259
697.112
133.309
2.852.735
2.148.328
244.655
943.205
2.695.198
864.068
10.578.610
32.547.543
2006
2.277.691
74.795
4.943.512
492.253
2.379.467
596.778
978.416
2.858.942
14.601.854
2.562.374
577.332
868.374
3.355.898
7.363.978
699.600
129.496
2.880.386
2.080.698
236.926
950.777
2.717.967
860.968
10.556.818
32.522.650
2005
2.228.730
73.646
4.762.095
477.883
2.273.079
603.087
997.824
2.788.635
14.204.979
2.523.261
493.560
875.571
3.274.984
7.167.376
694.088
133.324
2.806.113
1.977.734
268.100
935.620
2.614.078
875.206
10.304.262
31.676.617
Fonte: ISPRA
Il Nord, con il 45% della popolazione, produce il 45% dei rifiuti urbani, il Centro, conil 19% della popolazione, produce il 23% dei rifiuti urbani e il Sud, con il 35% dellapopolazione, produce il 32% dei rifiuti urbani.
28
In Italia, nel 2006 (ultimo anno disponibile, secondo i dati ECOCERVED, perquanto riguarda la produzione di rifiuti speciali), sono stati prodotti 127 milionidi tonnellate di rifiuti speciali, di cui 116 milioni di tonnellate erano rifiuti specialinon pericolosi e 11 milioni di tonnellate erano rifiuti pericolosi.
Rifiuti speciali
In Italia, nel 2006, secondo una valutazione di ISPRA, sono stati prodotti 117milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi e 9 milioni di tonnellate dirifiuti speciali pericolosi.
Secondo ECOCERVED, partendo da una elaborazione dei MUD, sono statiprodotti 127 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui 116 milioni 649 milatonnellate erano rifiuti speciali non pericolosi (dato simile alla valutazione ISPRA)e 11 milioni 339 mila tonnellate erano rifiuti pericolosi, mentre ISPRA valuta a 9milioni 324 mila i rifiuti speciali pericolosi prodotti.
Per potere comunque offrire una rappresentazione cronologica della produzionedei rifiuti speciali, abbiamo fatto riferimento ai dati ISPRA per la costruzione delleserie storiche presentate (Tabella 4 e Grafico 4).Sono stati invece utilizzati i dati ECOCERVED relativi al 2006 nella Tabella 5, incui si confronta per l’anno 2004 e 2006 la produzione dei rifiuti speciali nonpericolosi e pericolosi, secondo i settori di produzione dei rifiuti speciali.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Fonte: ISPRA
GRAFICO 3: Produzione di rifiuti urbani in Italia - Serie storica (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
28.958 29.86329.40831.150
30.038
32.52231.676 32.547
2000 2001 2002 2003 20052004 2006 2007
29
Il settore dei rifiuti speciali presenta tre grandi aree di produzione:- industria manifatturiera, - impianti di trattamento dei rifiuti e acque, - settore delle costruzioni e demolizioni.
In termini quantitativi, il comparto che produce più rifiuti speciali è quello degli inerti(costruzioni e demolizioni, estrazioni e cave) che si stima superi i 48 milioni ditonnellate di rifiuti prodotti nel 2006.Altro grande comparto di produzione dei rifiuti speciali è l’industria manifatturiera,che nel 2006 ha prodotto oltre 36 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (il 28% deltotale dei rifiuti speciali), senza contare gli imballaggi industriali.
Gli imballaggi industriali prodotti da commercio ed industria erano oltre 6 milionidi tonnellate nel 2006 (il 5% del totale dei rifiuti speciali).
Nell’industria manifatturiera, invece, oltre 11 milioni di tonnellate di rifiutinascono dai processi termici e siderurgici e delle produzioni di metalli, 4,5 milionidi tonnellate dalla produzione e lavorazione di superfici metalliche e plastiche,19 milioni dai comparti manifatturieri organici (rifiuti da agricoltura, industriaagroalimentare, rifiuti della lavorazione del legno e della carta, rifiuti dellalavorazione di pelli e pellicce e industria tessile) e 8,5 milioni di tonnellatederivano da altri settori economici.
Oltre ai due grandi comparti precedentemente descritti, alla formazione del totaledella produzione dei rifiuti speciali contribuisce per il 28% anche il settore ditrattamento delle acque e di trattamento dei rifiuti con 35 milioni di tonnellate.
Dagli impianti di trattamento acque sono usciti, nel 2006, oltre 4 milioni ditonnellate di rifiuti speciali, quali i fanghi.
Gli impianti di trattamento dei rifiuti urbani e speciali, per biostabilizzazione,produzione CDR, incenerimento, hanno prodotto oltre 26 milioni di tonnellatedi rifiuti speciali, conferiti in gran parte in discarica.
Un peso comunque notevole lo esprime il settore di trattamento del percolatoda discarica con 4 milioni di tonnellate.
I rifiuti speciali pericolosi nel 2006 sono stati calcolati in 11 milioni di tonnellate.Di questi, 6,7 milioni di tonnellate sono state prodotte dal settore manifatturiero,1 milione di tonnellate da costruzioni e demolizioni e 3,2 milioni di tonnellatedagli impianti di trattamento rifiuti.
La produzione dei rifiuti speciali è concentrata principalmente al Nord (63% deirifiuti speciali non pericolosi, 74% dei rifiuti speciali pericolosi e 62% dei rifiutida costruzioni e demolizioni), mentre per i rifiuti urbani vi è una distribuzioneterritoriale equipollente alla percentuale della popolazione.Il Centro e il Sud presentano complessivamente una produzione di rifiuti specialipiù bassa (17% al Centro e 20% al Sud di rifiuti speciali non pericolosi e 11%al Centro e 15% al Sud di rifiuti speciali pericolosi).
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
30
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
TABELLA 4: Trend produzione rifiuti speciali in Italia differenziati per tipologia - Serie storica (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
RS non
pericolosi
RS
pericolosi
C&D
Totale
1998
43.919
4.058
21.286
69.263
2000
51.847
3.911
27.291
83.049
1999
44.845
3.811
23.880
72.536
2001
54.973
4.279
30.954
90.206
2002
50.178
4.990
37.345
92.513
2003
52.366
5.419
42.548
100.333
2006
74.227
9.325
52.082
134.727
2005
55.647
7.936
45.851
109.556
2004
55.294
5.348
46.458
108.262
Fonte: ISPRA
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
80.000
2000 2001 2002 2003 20052004 200619991998C&DRS non pericolosi RS pericolosi
Nel quadro regionale, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Emilia Romagnaproducono il 55% dei rifiuti speciali non pericolosi e il 64% dei rifiuti specialipericolosi.
La Lombardia da sola produce il 20% dei rifiuti speciali non pericolosi e il 30%di quelli pericolosi.
I tre grandi canali presentano problematiche diverse, per tipo di produzione dirifiuto, per modalità di gestione e per sistemi di recupero. Nei comparti dei rifiutispeciali dell’industria manifatturiera e delle costruzioni e demolizioni operanoprincipalmente imprese private di recupero, mentre nel comparto del trattamentodei rifiuti operano soprattutto i soggetti pubblici di gestione dei rifiuti.
Fonte: ISPRA
GRAFICO 4: Trend di produzione dei rifiuti speciali in Italia (000/ton)
31
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
TABELLA 5: Produzione dei rifiuti speciali – Confronto Italia 2004/2006
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
1A)manifatturiero organico
(fam.02,03,04 agroalimentare,
legno, carta, tessile)
1B)manifatturiero non organico
(fam.05-14 16 e 18 comprensivo
di chimica organica)
1) Industria manifatturiera
(fam. 02-18)
2) Imballaggi industria (fam.15)
3) C&D, estraz. cave (fam. 01+17)
4A)da trattamento acque
4B)da trattamento rifiuti soldi
4C)percolato di discarica
4) Fanghi e tratt. rifiuti (fam. 19)
Totale RS (1+2+3+4)
2006
7.396.294
22.623.944
30.020.238
6.216.252
48.541.402
4.175.824
23.647.868
4.048.082
31.871.774
116.649.666
2004
8.028.679
21.540.728
29.569.407
5.258.799
38.180.751
4.751.933
15.807.506
4.189.950
24.749.389
97.758.346
%
-8%
5%
2%
18%
27%
-12%
50%
-3%
29%
19%
2006
9.686
6.794.122
6.803.808
93.750
1.103.255
73.494
3.260.598
4.281
3.338.374
11.339.187
2004
25.650
4.485.616
4.511.267
72.595
614.136
37.556
2.263.914
4.600
2.306.070
7.504.068
%
-62%
51%
51%
29%
80%
96%
44%
-7%
45%
51%
2006
7.405.980
29.418.066
36.824.046
6.310.002
49.644.657
4.249.318
26.908.466
4.052.364
35.210.148
127.988.853
2004
8.054.329
26.026.344
34.080.674
5.331.394
38.794.887
4.789.489
18.071.420
4.194.550
27.055.459
105.262.414
%
-8%
13%
8%
18%
28%
-11%
49%
-3%
30%
22%
Fonte: ECOCERVED
RS NON PERICOLOSI RS PERICOLOSI TOTALE RIFIUTI SPECIALI
32
Il sistema di gestione dei rifiuti urbani si è fortemente trasformato nell’ultimodecennio.Nel 2007, su 32,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano prodotto, il 28% è statoraccolto in modo differenziato, il 27% è stato biostabilizzato o trasformato inCDR, il 9% è stato incenerito. In discarica, direttamente come rifiuto tal quale oindirettamente come rifiuto biostabilizzato e residui, è stato smaltito il 55% deirifiuti urbani prodotti.
LA GESTIONE DEIRIFIUTI URBANI
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
TABELLA 6: La gestione dei rifiuti urbani in Italia 2007
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
ATTIVITÀ
Produzione
Raccolta differenziata / recupero
Compostaggio
Biostabilizzazione e produzione cdr
Incenerimento
Discarica
QUANTITÀ (TON)
32.547.543
8.958.206
2.368.302
8.757.152
2.975.127
17.866.917
INCIDENZA TIPO DI GESTIONE SUTOTALE PRODUZIONE %
100%
28%
7%
27%
9%
55%
Fonte: Elaborazione FISE su dati ISPRA
Fonte: ISPRA
1.000.000
5.000.000
9.000.000
13.000.000
17.000.000
21.000.000
8.958.206
2.978.127
8.757.152
17.866.917
raccoltadifferenziata
biostabilizzazionee produzione cdr
incenerimento discarica
GRAFICO 5: Gestione dei rifiuti urbani in Italia 2007 (000/ton)
33
L’analisi dei dati relativi alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani dal 2000 al 2007evidenzia che la quantità di materiale raccolto è raddoppiata passando da 5,1milioni di tonnellate a 8,9 milioni di tonnellate, di cui 2,9 milioni di tonnellate sonofrazione umida e verde, 2,6 milioni di tonnellate carta e cartone, 1,2 milioni ditonnellate vetro, 500 mila tonnellate plastica, 642 mila tonnellate legno, 116 milatonnellate RAEE e 361 mila tonnellate metalli.Non tutti questi materiali raccolti vengono gestiti dai Consorzi di recupero degliimballaggi, una quota consistente di essi passa attraverso il sistema di recupero dellepiattaforme private e dei cosiddetti operatori indipendenti.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
TABELLA 7: La raccolta differenziata dei rifiuti urbani nelle Regioni italiane - Serie storica (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
REGIONE
Piemonte
V. D’Aosta
Lombardia
Trent. A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Liguria
E. Romagna
NORD
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
CENTRO
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
SUD
ITALIA
2003
596.497
18.232
1.845.454
54.150
899.692
158.003
158.286
734.077
4.564.391
688.883
84.732
118.030
237.666
1.129.312
71.169
4.398
216.765
192.508
14.226
77.010
148.062
32.148
756.285
6.449.987
2002
523.914
14.630
1.668.326
132.518
851.418
145.630
135.702
693.672
4.165.810
608.887
72.950
119.005
152.227
953.069
58.095
3.683
193.793
115.578
12.468
60.266
107.935
23.202
575.022
5.693.900
2001
450.536
11.720
1.639.560
121.027
745.326
126.814
116.778
621.862
3.833.600
558.239
57.602
92.730
126.512
835.083
53.001
3.316
167.824
88.140
10.698
26.205
79.650
17.414
446.248
5.114.954
2004
732.188
18.612
1.960.050
180.708
960.016
152.242
158.378
811.761
4.973.956
769.841
96.579
133.618
269.744
1.269.782
95.813
4.393
294.035
144.857
13.599
85.222
138.266
46.862
823.047
7.066.784
2006
929.736
23.440
2.154.201
241.831
1.159.791
198.699
163.272
954.137
5.825.107
790.682
141.660
169.263
372.608
1.474.213
117.900
6.478
326.181
183.619
18.411
76.345
179.004
170.318
1.078.256
8.377.575
2005
829.879
20.914
2.021.737
211.096
1.083.900
183.097
182.314
875.202
5.408.139
775.426
119.424
154.426
338.972
1.388.248
108.136
6.965
298.750
162.061
14.765
80.422
143.133
86.720
900.952
7.697.339
2007
1.016.156
27.348
2.196.008
261.716
1.220.290
233.383
186.030
1.063.507
6.204.437
799.680
141.330
183.392
405.533
1.529.935
129.839
6.350
385.120
191.100
19.856
86.293
164.806
240.470
1.223.834
8.958.206
Fonte: ISPRA
34
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 6: Raccolta differenziata rifiuti urbani in Italia - Serie storica (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
4.181
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
5.114
5.6936.449
7.066
7.6978.377
8.958
Fonte: ISPRA
35
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Fonte: ISPRA
TABELLA 8: Raccolta differenziata dei rifiuti urbani per materiale e per Regione 2007 (ton)
REGIONE
Piemonte
V.D'Aosta
Lombardia
Trent A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Liguria
E. Romag.
NORD
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
CENTRO
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
SUD
ITALIA
ORGANICO
199.090
382.656
61.984
299.316
24.895
3.901
112.044
1.083.885
136.733
25.148
26.373
43.113
231.367
37.712
419
118.315
5.062
14.012
23.051
100.869
299.440
1.614.692
SFALCI EPOTATURE
121.470
4.598
377.524
27.243
230.452
47.734
24.630
250.530
1.084.179
101.695
15.061
15.202
12.139
144.096
5.072
84
8.498
6.504
226
7.417
7.247
31.586
66.633
1.294.909
CARTA
333.793
8.066
576.058
78.630
261.313
57.437
60.803
287.021
1.663.121
292.440
42.959
67.607
226.147
629.152
36.408
2.514
112.613
103.689
9.108
32.012
64.367
44.046
404.758
2.697.031
PLASTICA
65.787
2.383
140.980
11.213
62.155
15.866
8.530
51.625
358.539
34.637
6.255
15.220
14.915
71.027
6.618
533
15.063
18.727
1.664
3.467
14.239
10.238
70.548
500.113
VETRO
135.678
5.367
352.389
45.209
193.058
41.530
35.669
113.294
922.194
71.853
16.820
23.924
54.913
167.510
20.822
1.805
73.736
32.666
5.533
16.959
23.313
32.189
207.024
1.296.729
LEGNO
92.632
4.151
156.679
13.078
47.997
13.955
25.269
125.600
479.361
85.236
9.563
12.216
12.332
119.348
7.590
48
22.358
529
455
1.438
7.897
3.506
43.819
642.528
METALLI
28.443
2.369
82.284
12.260
60.253
9.177
10.257
33.869
238.911
47.357
15.704
6.961
5.557
75.579
6.585
539
8.128
5.312
969
9.292
6.605
9.896
47.324
361.814
TESSILI
6.252
25.943
1.456
9.191
839
2.145
7.110
52.934
7.056
1.256
1.628
1.797
11.736
1.078
38
3.546
1.801
239
437
981
605
8.726
73.396
RAEE
7.282
255
27.306
3.100
14.821
4.552
3.191
13.158
73.664
11.734
1.221
3.207
2.747
18.909
2.190
223
4.030
4.086
811
949
6.376
4.954
23.620
116.193
INGOM. ARECUPERO
18.941
51.772
28.588
2.152
10.517
22.264
134.235
6.844
2.374
30.338
39.556
4.616
18.573
2
19
2.407
1.879
27.496
201.287
RACCOLTASELETTIVA
2.384
104
10.170
1.864
3.907
984
521
4.705
24.639
2.309
499
636
627
4.070
253
14
232
419
33
18
230
544
1.743
30.453
ALTRO
4.404
56
12.247
5.680
9.241
14.261
596
42.288
88.773
8.630
8.037
909
17.575
894
130
28
12.305
819
273
8.093
157
22.700
129.048
TOTALERD
1.016.156
27.348
2.196.008
261.715
1.220.290
233.381
186.030
1.063.507
6.204.435
799.680
141.330
183.383
405.533
1.529.926
129.838
6.348
385.120
191.100
19.856
86.293
164.806
240.470
1.223.831
8.958.192
0
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1.400.000
1.600.000
1.800.000
20072001 2002 2003 20052004 2006
826.350
950.059
936.624
1.090.8661.148.345
1.293.839
1.294.909
775.311
881.416
978.583
1,125.162
1.281.792
1.408.707
1.614.692
217.887
455.616 481.222
676.884586.1536
156.254 201.287
150.982
124.255 158.716
128.145 140.806163242 129048
79.418
0
66.737
74.126 101.436107.850 116.193
47.111
54.007 49.914 56.501 63.764 70.451 73.396
sfalci e potatureorganico tessili
altroRAEE ingombranti a recupero
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
20072001 2002 2003 20052004 2006
1.5671.688 1.942
2.1512.311
2.529
2.697
874870 926 985
1.0831.240 1.296
191
240 314
280343230
399
210 164 220 131 205337
361
carta vetro
metalli
legno
plastica
208340 336 457
500
580 642
36
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Fonte: ISPRA
GRAFICO 7: Raccolta differenziata per materiali (I) - Serie storica (000/ton)
Fonte: ISPRA
GRAFICO 8: Raccolta differenziata per materiale (II) - Serie storica (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
37
I quantitativi trattati negli impianti di incenerimento per rifiuti urbani sonopassati da 2,3 milioni di tonnellate nel 2000 a 4,4 milioni di tonnellate nel2007.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Fonte: ISPRA
TABELLA 9: Incenerimento di rifiuti urbani - Serie storica (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Piemonte
Lombardia
Trent..A.A.
Veneto
F.-V.Giulia
E.Romagna
NORD
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
CENTRO
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
SUD
ITALIA
2000
96.243
917.221
75.421
172.955
132.403
547.903
1.942.146
142.089
31.994
21.000
195.083
16.149
168.271
184.419
2.321.648
2001
96.768
1.220.721
61.519
138.761
131.478
566.035
2.215.282
152.428
29.360
18.000
199.788
16.624
162.749
179.373
2.594.443
2002
84.271
1.342.315
79.938
141.025
121.345
567.796
2.336.690
141.476
24.317
20.500
186.293
22.196
116.575
138.774
2.661.727
2003
81.093
1.336.165
78.978
198.455
117.467
583.892
2.396.050
184.465
23.365
20.000
227.830
66.647
12.983
20.517
121.728
221.875
2.845.755
2004
79.729
1.524.955
81.000
180.630
118.565
587.094
2.571.973
202.368
25.600
18.983
-
246.951
48.700
25.000
20.506
166.511
260.717
3.079.641
2005
100.125
1.612.508
76.809
147.764
137.918
598.446
2.673.570
195.398
23.956
19.207
0
238.561
63.510
28.677
0
20.341
188.098
300.626
3.212.757
2006
100.252
1.773.376
64.999
159.463
127.589
588.970
2.814.649
188.591
23.622
21.085
-
233.298
14.151
27.391
-
17.026
157.528
216.096
3.264.043
2007
100.985
2.322.356
67.475
189.028
140.243
736.527
3.556.614
244.668
20.149
19.500
184.285
468.602
64.996
63.198
116.260
17.943
192.325
454.722
4.479.938
38
Le discariche continuano a rappresentare il principale sistema di smaltimento deirifiuti urbani anche se, dal 2000 al 2007, la quantità dei rifiuti urbani conferitain discarica è diminuita da 21,9 milioni di tonnellate a 17,8 milioni di tonnellate.Negli stessi anni il numero delle discariche di prima categoria (per rifiuti urbani)si è più che dimezzato passando da 657 a 269, con le progressive chiusure noncompensate da nuove discariche.
La maggiore diminuzione del numero di discariche si è registrato al Sud, che èpassato da 456 discariche nel 2000 a 120 discariche nel 2007 (-71%), mentre alNord le discariche sono diminuite da 133 a 101 (-24%) e al Centro da 68 a 48(-29%).
Se questo è un dato da registrare senz’altro positivamente in termini ditendenza, tuttavia occorre evidenziare che detto calo potrebbe non esseresufficiente, permanendo in alcune aree, in particolare al Sud, situazioni dilatente, o effettiva, condizione emergenziale. Secondo il recente Rapportopresentato da FISE Assoambiente su “Gli impianti per il trattamento deirifiuti in Italia”, nei prossimi due anni le discariche distribuite sul territorionazionale raggiungeranno, complessivamente, i limiti autorizzati e nonpotranno, salvo nuove autorizzazioni o ampliamenti delle capacitàesistenti, accogliere ulteriori quantità di rifiuti.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Fonte: ISPRA
GRAFICO 9: Capacità di incenerimento per Regione 2007
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Lombardia 52%E. Romagna 16%
Trentino-Alto Adige 2%Friuli-Venezia Giulia 3%
Veneto 4%
Toscana 6%
Umbria 1%
Marche 0% Piemonte 2%
Sardegna 4%Lazio 4%
Puglia 2%
Basilicata 1% Calabria 3%
Sicilia 0%
39
È evidente che, per evitare situazioni di emergenza, diventa fondamentalela ricerca di soluzioni alternative, che vanno individuate e progettatetempestivamente. Ma al riguardo vi è un ulteriore aspetto da prendere inconsiderazione e riguarda i tempi amministrativi e tecnici per realizzarenon solo ulteriori discariche, ma eventualmente sistemi a tecnologiacomplessa, come ad esempio gli impianti di incenerimento, qualenecessaria integrazione dopo il potenziamento dei sistemi di riciclo deirifiuti. La tempistica mediamente riscontrata dagli operatori prevede daun minimo di quattro anni dall’approvazione del progetto, ad un massimodi quasi sei anni, considerando che su queste procedure incide in manierasignificativa anche il consenso locale alla realizzazione degli impianti.Risulta quindi evidente che, sulla base di questi dati, il Paese si trova giàin notevole ritardo per quanto riguarda la programmazione di soluzionialternative o di potenziamento delle attuali capacità di smaltimento.
Alla luce di quanto sopra, appare pertanto ancora più importante il ruolodel sistema di riciclo, su cui tuttavia gravano oggi numerosi fattori che neostacolano un potenziale ulteriore sviluppo industriale. I motivi sonolegati non solo alla necessità e alla possibilità di espandere e migliorare laqualità delle raccolte differenziate, che richiede investimenti sia incomunicazione che in più adeguati sistemi di raccolta, ma anche esoprattutto alle difficoltà relative alla creazione ed al potenziamento deglisbocchi di mercato per le materie prime secondarie. La crisi dei mercati,iniziata nel 2008 e proseguita nell’anno in corso, come risulta evidentenell’ultima parte di questo Studio, dedicata ai mercati, ha provocato unacontrazione della produzione delle materie riciclate in tutti i Paesieuropei, che ha portato a una caduta, in certi casi verticale, del prezzodelle materie prime e seconde. Questo ha aggiunto nuovi ostacoli allacreazione ed al potenziamento degli sbocchi di mercato per i materialiottenuti dal riciclo, che in qualche caso (v. plastica) sono direttamenteconcorrenziali alle materie prime vergini, le cui quotazioni si sonoanch’esse ridotte, rendendo le stesse più competitive.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
40
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Font
e: IS
PRA
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LLA
10:
Qua
ntit
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rif
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isca
rich
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I ca
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- Se
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EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Piemo
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Lomb
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Tre. A
. A.
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CENT
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Moli
se
Camp
ania
Pugli
a
Basili
cata
Calab
ria
Sicilia
Sarde
gna
SUD
Italia
N. IM
PIANT
I 22 1 11 17 22 13 16 31 133 30 7 20 11 68 52 46 62 27 26 61 164 18 456
657
QUAN
TITÀ
SMAL
TITA
T/A
1.883
.523
60.35
4
1.716
.689
314.8
70
1.299
.861
250.5
08
976.2
94
1.873
.818
8.375
.919
1.269
.936
366.1
84
679.2
46
2.392
.246
4.707
.612
461.9
45
101.9
92
2.598
.206
1.727
.148
161.6
58
698.4
48
2.440
.129
644.3
62
8.833
.888
21.91
7.419
N. IM
PIANT
I 22 1 10 15 21 12 16 29 126 31 7 19 11 68 58 40 56 22 28 48 156 17 425
619
QUAN
TITÀ
SMAL
TITA
T/A
1.647
.132
57.70
6
1.503
.737
272.2
82
1.166
.733
236.7
53
871.3
59
1.690
.238
7.445
.940
1.087
.963
391.9
57
571.1
62
2.620
.620
4.671
.702
504.3
12
131.4
51
1.655
.569
1.724
.564
179.4
47
731.4
97
2.244
.087
714.2
91
7.885
.218
20.00
2.860
N. IM
PIANT
I 22 1 9 14 20 12 16 29 123 28 6 17 10 61 51 34 44 23 31 41 130 14 368
552
QUAN
TITÀ
SMAL
TITA
T/A
1.562
.233
56.03
6
1.156
.978
229.4
78
1.019
.819
210.3
58
817.8
86
1.413
.011
6.465
.799
951.6
73
306.3
34
632.1
06
2.791
.308
4.681
.421
484.1
63
103.0
76
1.558
.239
1.673
.451
185.9
07
769.9
23
2.319
.792
606.0
54
7.700
.605
18.84
7.825
N. IM
PIANT
I 26 1 7 14 19 11 15 29 122 25 6 16 10 57 41 29 27 20 30 38 109 14 308
487
QUAN
TITÀ
SMAL
TITA
T/A
1.323
.767
59.48
0
1.086
.407
207.7
86
779.9
10
182.3
10
806.8
36
1.418
.512
5.865
.008
817.2
01
344.0
08
660.6
18
2.718
.895
4.540
.722
531.7
76
86.70
4
1.343
.014
1.696
.578
194.5
05
706.7
31
2.317
.677
713.6
13
7.590
.598
17.99
6.328
N. IM
PIANT
I 24 1 7 14 20 9 15 27 117 20 6 16 10 52 33 26 5 19 15 29 93 12 232
401
QUAN
TITÀ
SMAL
TITA
T/A
1.259
.623
55.87
7
936.7
77
208.8
00
801.2
73
312.4
37
781.1
28
1.123
.661
5.479
.576
1.118
.942
259.8
30
632.4
89
2.803
.438
4.814
.699
525.4
99
93.99
0
1.060
.412
1.823
.243
177.7
13
705.1
26
2.428
.497
632.9
79
7.447
.459
17.74
1.734
N. IM
PIANT
I 22 1 6 14 17 9 15 26 110 22 6 16 10 54 27 14 3 18 12 25 66 11 176
340
QUAN
TITÀ
SMAL
TITA
T/A
1.244
.092
50.00
0
731.7
19
193.6
44
830.8
97
233.6
85
759.4
88
1.194
.701
5.238
.226
1.164
.247
317.1
75
571.3
47
2.694
.250
4.747
.019
519.4
90
127.2
68
801.0
56
1.843
.688
140.3
37
791.9
61
2.372
.797
643.8
85
7.240
.482
17.22
5.727
N. IM
PIANT
I 19 1 6 14 17 8 15 27 107 21 6 15 11 53 24 15 3 17 14 18 43 9
143
303
QUAN
TITÀ
SMAL
TITA
T/A
1.156
.887
48.95
9
576.0
34
192.8
39
847.9
92
223.3
81
879.9
27
1.093
.343
5.019
.362
1.286
.501
335.9
99
569.6
99
2.855
.022
5.047
.221
565.1
16
119.8
06
758.5
13
1.892
.556
141.0
81
634.7
57
2.545
.688
561.9
54
7.219
.471
17.28
6.054
N. IM
PIANT
I
101 48 120
269
QUAN
TITÀ
SMAL
TITA
T/A
1.029
.108
48.42
6
479.4
44
156.2
07
688.7
05
173.0
21
900.5
72
1.081
.152
4.556
.635
1.291
.877
322.0
41
547.2
80
2.790
.357
4.951
.555
551.9
05
127.2
71
1.082
.812
1.957
.237
177.6
68
515.5
74
2.695
.015
502.2
45
7.403
.727
16.91
2.917
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
41
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 10: Numero di discariche per macroaree - Serie storica
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
100
200
300
400
500
600
700
2000 2001 2002 2003 20052004 2006
SudNord Centro
133
68
2007
Italia
68 61 57 52 54 53 48
126 123 122 117 110 107 101
456425
368
308
232
176143
120
657619
552
487
401
340303
269
Fonte: ISPRA
GRAFICO 11: Quantità di rifiuti in discarica per Regione (000/ton)
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.0002.790
2.695
1.957
1.291
1.082 1.081 1.029
688
900
551 547 515 502 479322
177 173 156 12748
Lazi
o
Sici
lia
Pugl
ia
Tosc
ana
Cam
pani
a
Emili
a Ro
mag
na
Piem
onte
Ligu
ria
Vene
to
Abr
uzzo
Mar
che
Cal
abria
Sard
egna
Lom
bard
ia
Um
bria
Basi
licat
a
Friu
li Ve
nezi
a G
iulia
Tren
tino
Alto
Adi
ge
Mol
ise
Vene
to
Fonte: ISPRA
42
Nel ciclo del recupero agiscono diversi soggetti per la raccolta, il trattamento e ilconferimento alle industrie di riciclaggio e quindi la trasformazione industriale.
La rete del recupero è molto ampia e comprende, oltre agli operatori dellaraccolta dei rifiuti e dei materiali, un’ampia rete di piattaforme di trattamento erecupero dei materiali.La rete delle piattaforme prepara i materiali e li conferisce alle industrie diriprocesso dei materiali.
Gli impianti di recupero
Gli impianti di recupero e trattamento dei rifiuti rappresentano una rete diffusain tutta Italia.A seguito del citato Censimento presentato da FISE Assoambiente (“Gli impiantiper il trattamento dei rifiuti”, 2009), è stato possibile mappare la presenza edistribuzione anche degli impianti dedicati al recupero dei rifiuti (R1-R12),presenti in ambito nazionale agli inizi del 2008: il numero di tali impianti risultapari a 6.404, con una capacità di trattamento autorizzata annua di circa 150,8milioni di tonnellate (che include però anche quella presso le industrieproduttive). Fra questi, gli impianti dedicati unicamente al recupero dei rifiutinon pericolosi rappresentano il 91% del totale delle capacità autorizzate.
La distribuzione degli impianti di recupero risulta molto disomogenea in ambitonazionale, con una marcata presenza degli stessi al Nord (69%), rispetto al datoriscontrato al Centro (18%) e al Sud (13%).
Per una visione complessiva degli impianti di recupero è necessario comunqueincludere anche il numero e la capacità degli impianti autorizzati come R13, in cuiviene effettuata la messa in riserva (associata o meno ad altri trattamenti) primadell’avvio ad una delle operazioni di recupero identificate con le voci da R1 a R12.Dal censimento sopra richiamato di FISE Assoambiente, emerge che, anche inquesto caso, su una capacità autorizzata totale pari a circa 21 milioni di tonnellate(relativa agli impianti autorizzati unicamente come R13 e non effettuano altritrattamenti), il 76% delle capacità è concentrato al Nord del Paese.
In ogni caso, va tenuto presente che nel calcolo precedente sono stati inclusi(oltre che le capacità di recupero collocate direttamente presso gli impiantiproduttivi) anche quegli impianti che effettuano trattamenti intermedi, e chequesto potrebbe comportare una duplicazione del dato, che non può essereepurato. Inoltre, la capacità autorizzata va intesa come capacità massimautilizzabile, ed è solitamente più elevata di quella realmente utilizzata nelnormale funzionamento di un impianto il quale difficilmente, per diversi motivi,viene sfruttato sempre a pieno regime.Da tutto ciò emerge che il dato riscontrato (150 milioni di tonnellate di capacitàautorizzata) risulta con ogni probabilità sovrastimato rispetto alla possibilità direcupero effettivo e sicuramente superiore a quello relativo alle quantitàrealmente recuperate.
LA RETE DEIRECUPERATORI E DEI
RICICLATORI
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
43
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Fonte: FISE Assoambiente “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia”, 2009
TABELLA 11: Impianti di recupero dei rifiuti - inizio 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
TOTALE ITALIA
NORD
CENTRO
SUD
IMPIANTI R13
IMPIANTI R13 CON
ALTRE OPERAZIONI
DI RECUPERO
NORD (SOLO R13)
NORD (ANCHE R13)
CENTRO (SOLO R13)
CENTRO (ANCHE R13)
SUD (SOLO R13)
SUD (ANCHE R13)
N
5.884
4.102
1.005
777
1958
1770
1165
1152
491
212
302
406
CAPAC. AUT.
137.637.940
76.956.709
39.266.447
21.414.784
15.759.590
105.085.012
9.098.590
25.255.012
3.763.000
69.570.000
2.898.000
10.260.000
N
439
292
99
48
255
220
210
162
34
47
11
11
CAPAC. AUT.
12.496.023
7.001.440
4.881.512
586.071
4.963.044
4.190.202
4.390.984
3.889.532
477.060
196.670
95.000
104.000
N
81
38
19
24
39
12
17
3
11
7
11
2
CAPAC. AUT.
710.753
604.642
35.513
70.598
19.020
481.669
6.920
176.331
1.600
303.338
10.500
2.000
N
6.404
4.432
1.123
849
2.252
2.002
1.392
1.317
536
266
324
419
CAPAC. AUT.
150.844.716
84.562.791
44.183.472
22.071.453
20.741.654
109.756.883
13.496.494
29.320.875
4.241.660
70.070.008
3.003.500
10.366.000
IMPIANTI DI RECUPERODI RIFIUTI NON PERICOLOSI
IMPIANTI DI RECUPERONON PERICOLOSI E PERICOLOSI
IMPIANTI RECUPERORIFIUTI PERICOLOSI
TOTALE
44
Nell’ultimo decennio sono progressivamente cresciuti il trattamento meccanico-biologico e la produzione di CDR dai rifiuti urbani.Gli impianti specifici per il trattamento meccanico-biologico e produzione CDRdai rifiuti urbani risultano 133 nel 2007 e si stima che abbiano trattato oltre 9,5milioni di rifiuti urbani con una consistente crescita rispetto al 2003 (+28%).
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 12: Impianti di recupero dei rifiuti per macroaree
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
5.884
impianti rifiuti non pericolosi
SudNord CentroTotale Italia
4.102
1.005 777
439 29299 48 81 38 19 24
6.404
4.432
1.123849
impianti rifiuti non pericolosi e pericolosi
impianti rifiuti pericolosi
totale
Fonte: Fise Assoambiente “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia 2009”
45
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
2003 2004 2005 2006 2007
Piemonte 258.191 370.686 388.750 418.134 517.318 15
Lombardia 646.729 677.638 742.330 847.895 807.420 12
Trentino 3.928 3.263 3.377 15.100 12.811 1
Veneto 570.703 620.509 591.194 520.309 538.367 10
Friuli 206.819 183.292 198.525 240.999 236.581 4
Liguria 97.049 194.381 204.649 143.145 3
Emilia 518.414 581.366 700.390 887.896 798.398 12
NORD 2.204.784 2.533.802 2.818.947 3.134.982 3.054.040 57
Toscana 900.577 931.663 1.034.081 988.514 1.055.922 17
Umbria 301.785 306.901 313.167 320.489 423.584 4
Marche 152.526 166.212 182.197 210.412 192.969 5
Lazio 499.787 394.695 454.610 576.593 835.091 10
CENTRO 1.854.975 1.799.470 1.984.055 2.096.008 2.507.566 36
Abruzzo 120.871 149.845 126.891 114.861 335.889 9
Molise 47.700 57.796 50.914 53.089 52.327 1
Campania 2.705.478 2.258.727 2.522.408 2.407.454 2.200.707 7
Basilicata 5.795 12.152 289.143 302.041 3
Puglia 161.000 148.795 229.506 28.640 55.349 5
Calabria 205.450 266.562 392.747 456.763 553.027 7
Sicilia 59.721 47.021 100.000 118.895 115.736 2
Sardegna 121.211 159.424 220.621 346.677 395.438 6
SUD 3.421.431 3.093.965 3.655.239 3.815.522 4.010.514 40
Italia 7.480.890 7.427.237 8.458.241 9.046.512 9.572.120 133
NUMEROIMPIANTI 2007
Tabella 12: Trattamento meccanico-biologico e produzione CDR dai rifiuti urbaniindifferenziati per Regione - Serie storica (ton)
Fonte: ISPRA
46
Le piattaforme di recupero dei materiali
Nel più ampio quadro degli impianti di recupero dei rifiuti, svolge unimportante ruolo la rete specifica di piattaforme per il recupero dei materialiriciclabili quali carta, vetro, plastica, legno, metalli ed alluminio, che riceverifiuti in entrata dalla raccolta differenziata urbani e dai raccoglitori privati.In Italia, nel 2008, sulla base dei dati pubblicati dai Consorzi di filiera delSistema Conai, si contano 486 piattaforme di raccolta dei materiali dariciclare.Di queste, 272 sono piattaforme dedicate principalmente al recupero dellegno, 76 al recupero della carta, 30 a quello del vetro, 12 a quello dellaplastica e 41 raccolgono più materiali.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 13: Quantità di rifiuti biostabilizzati o trasformati in CDR per Regione (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
400
800
1.200
1.600
2.000
2.4002.200
1.055
835 807 798
553 538 517423 395 335
302 236 192 143 11555 52 12
Cam
pani
a
Tosc
ana
Lazi
o
Lom
bard
ia
Emili
a Ro
mag
na
Cal
abria
Vene
to
Piem
onte
Um
bria
Sard
egna
Abr
uzzo
Basi
licat
a
Friu
li Ve
nezi
a G
iulia
Mar
che
Ligu
ria
Sici
lia
Pugl
ia
Mol
ise
Tren
tino
Alto
Adi
geFonte: ISPRA
CARTA LEGNO CARTA CARTA PIATTAFORME CON REGIONI CARTA LEGNO LEGNO PLASTICA PLASTICA PLASTICA LEGNO VETRO TOTALE SELETT.AUTOM.
PLASTICA ALLUMINIO
Piemonte 6 2 38 1 2 2 1 52 5
Valle d' Aosta 1 1 -
Lombardia 17 4 38 3 2 2 1 8 75 12
Trentino A. A. 4 10 14 1
Veneto 6 9 30 1 2 5 53 10
Friuli V. G. 1 6 1 8 3
Liguria 1 1 7 1 1 11 1 23 4
Emilia Romagna 12 5 37 4 1 1 1 2 63 4
NORD 46 23 166 7 6 6 18 17 289 39
Toscana 1 1 20 1 2 2 27 4
Umbria 2 1 1 1 5 2
Marche 1 14 1 1 17 -
Lazio 8 3 23 1 2 37 5
CENTRO 10 6 58 2 2 1 2 5 86 11
Abruzzo 2 13 1 16 1
Molise 1 1 2 -
Campania 12 8 12 2 3 37 12
Puglia 2 4 11 1 3 21 8
Basilicata 1 3 4 -
Calabria 5 5 1 1 12 4
Sicilia 3 6 16 1 1 2 29 2
Sardegna 3 2 5 9
SUD 20 26 48 2 4 2 1 8 111 36
ITALIA 76 55 272 11 12 9 21 30 486 86
47
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
TABELLA 13: Piattaforme di raccolta per tipo di materiale 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Fonte: Consorzi di filiera CONAI
48
Gli impianti di riprocesso industriale dei materiali
Gli impianti di riprocesso industriale e trasformazione dei materiali recuperaticorrispondono ai grandi impianti industriali dei diversi settori produttivi.In Italia sono presenti 27 acciaierie, di cui 24 collocate al Nord, che riutilizzanorottami di ferro.Le vetrerie sono 33, di cui 22 al Nord, 5 al Centro e 6 al Sud.Le cartiere sono 70, di cui 39 al Nord e 23 al Centro.Gli impianti per la produzione di alluminio sono 25, di cui 15 al Nord.Gli impianti di produzione del pannello truciolare sono 15, di cui 13 al Nord.Gli impianti di utilizzo delle plastiche riciclate sono 97, di cui 62 al Nord e 28al Sud.Su un totale di 197 impianti, ben 137 sono collocati al Nord, 30 al Centro e30 al Sud.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Fonte: Consorzi di filiera CONAI
GRAFICO 14: Numero di piattaforme per la raccolta di materiali e per macroaree 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
50
100
150
200
250
300
46
carta
carta
/legn
o
legn
o
legn
o/pl
astic
a
plas
tica
carta
/pla
stica
carta
legn
o pl
astic
a
vetro
tota
le
10
166
289
86
111
171866
20852 11 242
68
2 27
48
6
2623
SudNord Centro
49
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
TABELLA14: Impianti di riprocesso industriale dei diversi materiali 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
REGIONI ACCIAIERIE VETRERIE CARTIERE ALLUMINIO LEGNO PLASTICA TOTALE
Piemonte 1 1 5 2 1 9 11
Valle d' Aosta 0 0 0 0 0 1 0
Lombardia 16 6 15 7 6 23 66
Trentino A. A. 1 2 1 0 0 1 5
Veneto 3 6 10 4 0 18 26
Friuli V. G. 2 2 2 0 2 2 10
Liguria 0 3 1 0 0 0 4
Emilia Romagna 1 2 5 2 4 8 15
NORD 24 22 39 15 13 62 137
Toscana 0 2 12 0 1 3 15
Umbria 0 2 1 0 0 2 3
Marche 0 0 2 1 0 1 3
Lazio 0 1 8 0 0 1 9
CENTRO 0 5 23 1 1 7 30
Abruzzo 0 1 0 1 0 2 2
Molise 0 0 0 1 0 0 1
Campania 0 1 4 5 1 9 11
Puglia 1 3 0 1 0 5 6
Basilicata 1 0 0 0 0 1 2
Calabria 0 0 1 0 0 0 1
Sicilia 1 1 1 0 7 4
Sardegna 0 0 3 0 0 4 3
SUD 3 6 8 9 1 28 30
ITALIA 27 33 70 25 15 97 197
Fonte: Consorzi di Filiera CONAI
50
Indagine sulle piattaforme di recupero dei rifiuti
FISE UNIRE ha condotto un’indagine sulle piattaforme di recupero dei principalimateriali derivati dai rifiuti.Il campione è composto da 168 casi, di cui 105 al Nord, 18 al Centro e 45 al Suded è stato determinato in base alle risposte pervenute a un questionariodistribuito a tutte le imprese iscritte a FISE UNIRE.Il campione così costruito rappresenta il 34% del totale delle piattaforme direcupero italiane che, secondo i dati forniti da CONAI e dai Consorzi di filierarisultano 486 (Tabella 17).La distribuzione territoriale delle piattaforme del campione rispecchiasostanzialmente, in percentuale, la distribuzione territoriale dell’universo: il 59%delle aziende intervistate (101 casi) è localizzato al Nord (62% le aziendedell’universo localizzate al Nord), il 18% è localizzato al Centro (11% l’universo)e il 23% al Sud (27% l’universo).
La maggior parte delle piattaforme del campione trattano tutte le tipologie dimateriali (carta e cartone, metalli, vetro e plastica) o le principali di esse.Il 68% delle piattaforme del campione operano in autorizzazione ordinaria,mentre il 32% in autorizzazione semplificata.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 15: Impianti industriali di riprocesso dei materiali recuperati 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
40
80
120
160
200
acciaierie
SudNord Centro
24
0
Italia
22
39
113 15
7
3027 33
9
62
1
137
3 5
70
28 30
97
197
6
23
815
1
vetrerie cartiere alluminio legno plastica totale
25
Fonte: Consorzi di filiera CONAI
51
Il dato sul fatturato è stato fornito solo da 113 piattaforme che,complessivamente, fatturano oltre 312 milioni di euro. Mediamente ogni piattaforma fattura 2,7 milioni di euro, con le piattaforme alNord che presentano un fatturato medio di 3 milioni di euro, al Centro di 2,5milioni di euro e al Sud 1,6 milioni di euro. Questi valori diversificati indicano che al Nord le piattaforme sono mediamentepiù grandi rispetto al Centro e al Sud.I valori si riavvicinano se misurati per fatturato, per tonnellate di rifiuto iningresso e per materiale in uscita.Il fatturato medio per materiale in entrata è di 107 euro/tonnellata, e varia da111euro/ton al Nord a 91 euro al Sud, mentre il fatturato del materiale in uscitavaria da 135 euro/tonnellata al Nord a 104 euro/tonnellata al Centro.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 16: Regime autorizzativo
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
autorizzazione ordinaria 68%
autorizzazione semplificata 32%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
TABELLA 15: Materiale in entrata e in uscita dalle piattaforme
NORD
CENTRO
SUD
ITALIA
N. COMUNI SERVITI
1.708
0.351
00.39
2.098
PIATTAFORME NUMERO CAMPIONE
081
015
017
113
MATERIALE IN ENTRATA(ton)
2.210.659
0.384.996
0.317.547
2.913.202
MATERIALI IN USCITA (ton)
1.816.778
0.372.294
0.229.148
2.418.219
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
52
In totale le piattaforme hanno ricevuto e trattato, nel 2008, oltre 3,5 milioni ditonnellate di materiali di cui la carta e cartone rappresentano il 43%, la plasticail 7%, il vetro il 24%, il metallo l’8% e il multimateriale il 10%.In particolare, la frazione della carta e cartone è composta per il 53% da cartone,per il 43% da cartaccia mista e per il 4% da altre carte.Successivamente alla crisi produttiva registrata alla fine del 2008, un confrontodelle quantità dei materiali in entrata nel primo trimestre del 2009 rispetto alprimo trimestre 2008 mostra andamenti diversi per i singoli materiali: la carta ecartone in entrata sono cresciuti del 21% insieme al vetro (+26%), mentre sonodecresciuti la plastica (-43%), i metalli (-28%) e il legno (-8%).
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
TABELLA 16: Fatturato delle piattaforme di recupero
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
NORD
CENTRO
SUD
ITALIA
FATTURATO MEDIOPER COMUNE
(EURO)
143.549
109.799
737.107
148.937
FATTURATO MEDIO PIATTAFORMA
(EURO)
3.026.942
2.569.308
1.691.011
2.765.213
FATTURATO MEDIOPER MATERIALE IN
ENTRATA(EURO/TON)
111
100
091
107
FATTURATO MEDIOPER MATERIALE IN
USCITA (EURO/TON)
135
104
125
129
FATTURATO ATTIVITÀ DI
RECUPERO 2008(EURO)
245.182.289
038.539.618
028.747.179
312.469.086
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
NORD
CENTRO
SUD
TOTALE ITALIA
ton. complessive
carta e cartone
1.116.570
0.248.125
0.309.482
1.674.178
di cui cartaccia
mista
447.489
104.020
116.361
667.871
di cui cartone
ca440.356
0047.734
179.148
667.239
di cui altro
macero
182.156
0025.588
0011.848
219.592
plastica
216.311
023.301
050.339
289.952
vetro
0.774.247
0.069.257
0.136.014
9.795.185
metalli
318.980
00.12.864
0.018.827
3.506.733
rifiuti elettrici edelettronici
2.258
01.908
07.997
12.164
legno
42.531
12.229
16.461
71.221
multi-materiale
231.157
136.832
055.799
423.789
ALTRO
190.335
020.356
034.555
245.246
TOTALEtutti
materiali
2.487.786
0.446.966
0.617.978
3.552.731
TABELLA 17: Rifiuti in ingresso (ton)
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
53
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
TABELLA 18: Rifiuti in ingresso - Confronto I° trimestre 2008/I° trimestre 2009
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
CARTA E CARTONE VETRO PLASTICA METALLI LEGNO MULTIMATERIALE
NORD
CENTRO
SUD
TOTALE ITALIA
I° trimestre2008
0.255.994
0.054.819
1.010.405
1.321.218
I° trimestre2009
0.249.409
0.046.191
1.308.612
1.604.212
I° trimestre2008
104.096
009.050
027.282
140.428
I° trimestre2009
112.246
09.010
055.999
177.255
I° trimestre2008
053.033
006.601
0041.191
100.825
I° trimestre2009
55.047
05.212
10.156
70.415
I° trimestre2008
926.082
003.103
0014.583
943.768
I° trimestre2009
673.867
001.910
011.164
686.942
I° trimestre2008
76.868
05.645
03.581
86.094
I° trimestre2009
68.789
06.286
04.652
79.727
I° trimestre2008
43.052
39.735
06.293
89.080
I° trimestre2009
46.933
30.044
09.077
86.053
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
GRAFICO 17: Tipologia dei rifiuti in ingresso
altro 6%
carta 43%
RAEE 0%
plastica 7%
vetro 24%
metalli 8%
legno 2%
multimateriale 10%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
54
I canali di approvvigionamento delle piattaforme sono diversi: in particolare, irifiuti urbani da raccolta differenziata rappresentano il 53% del totale deimateriali in entrata, i rifiuti speciali da commercio, industria, e grandedistribuzione il 30%, da servizi e uffici il 5%, da intermediari l’8%, daimportazione il 3%.Dei rifiuti urbani e assimilati il 75% sono raccolti in convenzione CONAI/Consorzie il 25% non in convenzione.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 18: Tipologia della carta e cartone in ingresso
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
altro macero 3,46%
cartaccia 42,87%
cartone 53,67%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
GRAFICO 19: Fonti di approvvigionamento delle piattaforme di recupero
altro 5%
raccolta differenziati(urbani e assimilati) 53%
intermediari o altri recuperatori 8%
servizi ed uffici 1%
industrie, commercio egrande distribuzione 30%
import 3%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
55
Complessivamente i rifiuti in uscita nel 2008 dal totale delle piattaformeintervistate sono pari ad altre 3 milioni di tonnellate.Di queste, il 54% sono materiali cartacei, il 27% vetro e il 10% plastica, il 4%legno e il 2% metalli.Nel confronto tra primo trimestre 2008 e primo trimestre 2009, si registra unaumento della carta e cartone (+7%) e del legno in uscita (+13%) e unadiminuzione per il vetro (-7%), per la plastica (-18%) e per i metalli (-31%).
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 20: Principali tipologie di rifiuto in entrata e circuito di provenienza dei rifiutiurbani
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
circuito CONAIconsorzi 75%
speciali 33%
urbani e assimilati67%
non in convenzione
25%
Fonte : Indagine FISE UNIRE 2009
TABELLA 19: Materiali in uscita dalle piattaforme per area geografica (ton)
NORD
CENTRO
SUD
ITALIA
CARTA
1.238.594
0.199.297
0.198.879
1.636.770
VETRO
535.753
123.007
149.163
807.923
PLASTICA
221.801
035.446
052.839
310.085
METALLI
36.275
12.781
17.426
66.483
LEGNO
074.486
020.884
018.708
114.078
ALTRO
42.751
20.524
17.422
80.697
TOTALE
2.149.661
0.411.939
0.454.437
3.016.037
Fonte: Indagine piattaforme FISE UNIRE 2009
56
In particolare, il materiale cartaceo in uscita è composto prevalentemente dacartaccia mista (33%), cartone ondulato (43%), riviste e quotidiani (10%) efrazioni minori di high grades, kraft e special grades.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 21: Tipologia di MPS in uscita in % sul totale
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Fonte : Indagine FISE UNIRE 2009
CARTA E CARTONE VETRO PLASTICA METALLI LEGNO
NORD
CENTRO
SUD
TOTALE ITALIA
I° trimestre2008
198.752
35.016
873.012
1.106.781
I° trimestre2009
206.345
27.765
954.558
1.188.669
I° trimestre2008
56.132
22.410
34.634
113.177
I° trimestre2009
60.105
19.008
26.505
105.618
I° trimestre2008
16.757
10.355
29.696
56.808
I° trimestre2009
15.848
6.483
24.354
46.685
I° trimestre2008
13.335
2.974
16.208
32.516
I° trimestre2009
6.930
2.142
13.094
22.165
I° trimestre2008
5.664
6.839
4.247
16.750
I° trimestre2009
8.289
5.051
5.652
18.992
TABELLA 20: Materiali in uscita - Confronto I° trimestre 2008/I° trimestre 2009 (ton)
legno 4%
altro 3%
vetro 27%
carta 54%
plastica 10%
metalli 4%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
57
Il vetro in uscita è composto per il 63% da vetro verde misto, per il 23% da vetromezzo bianco, per il 10% da vetro giallo e per il 4% da vetro bianco.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 22: Tipologia di carta e cartone MPS in uscita
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
special grades 1%
cartaccia mista 33%riviste 7%
cartone ondulato 43%
de-inking 5%
quotidiani 3%
medium grades 3%
high grades 2%
kraft grades 1%
vetro giallo 10%
vetro verde misto 63%
vetro mezzo bianco 23%
vetro bianco 4%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
GRAFICO 23: Tipologia di vetro MPS in uscita
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
58
Il materiale in uscita è stato destinato per la maggior parte (71%) alle industriedi trasformazione, per il 19% ad intermediari e recuperatori e per il 10%all’esportazione.La destinazione geografica del materiale è prevalentemente l’Italia (92%), l’UEper il 2%, e i Paesi extra Ue per il 6%.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
TABELLA 21: Materiali in uscita dalle piattaforme per destinazioni (ton)
GRAFICO 24: Destinazione dei materiali in uscita
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
NORD
CENTRO
SUD
ITALIA
INDUSTRIE
464.245
136.001
191.768
792.014
TOTALE
0920.986
159.770
288.717
1.369.473
INTERMEDIARIRECUPERATORI
281.935
16.897
83.172
382.004
EXPORT
174.806
6.872
13.777
195.455
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
export 10% industrie di trasformazione 71%
intermediari ed altrirecuperatori 19%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
59
Gli scarti in uscita dalle piattaforme nel 2008 sono pari complessivamente adoltre 500 mila tonnellate e sono stati avviati per il 68% in discarica, per il 16%ad incenerimento e per il 16% ad altre forme di smaltimento.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 25: Destinazione geografica dei materiali in uscita
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Paesi extra-UE 6%
Paesi UE 2%
Italia 92%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
TABELLA 22: Scarti avviati a smaltimento (ton)
DISCARICA
296.661
52.223
43.293
392.177
ALTRO
83.409
6.833
2.025
92.267
INCENERIMENTO
077.063
9.985
2.348
89.395
TOTALE
45.7132
69.040
47.666
573.839
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
60
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 26: Destinazione degli scarti (% sul totale)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
altro 16%
discarica 68%incenerimento 16%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
Negli ultimi dieci anni, in Europa e in Italia, il recupero dei rifiuti è diventatoun importante settore economico che coinvolge operatori e imprese nellafase di raccolta, di recupero e trattamento, nonchè di riciclo e riprocesso deimateriali recuperati.
L’industria del recupero e del riciclaggio costituisce anche un importantesettore dell’economia nazionale, caratterizzato da una forte innovazionetecnologica e rappresenta l’anello finale di un ciclo che garantisce l’effettivoriutilizzo dei materiali recuperati, ottenendo due importanti risultatiambientali: da una parte togliendo rifiuti alle forme di smaltimento indiscarica e mediante incenerimento, e dall’altra riducendo così l’uso dimaterie vergini nei processi industriali.
Il settore del recupero e del riciclaggio dei rifiuti non ha solo un importanteaspetto economico ma anche ambientale, non solo per la crescita di rifiutiche vengono sottratti allo smaltimento, ma anche per altri motivi.
Le operazioni di riciclo comportano, come effetto del reimpiego industrialedei materiali e quindi della sostituzione di cicli produttivi basati su materieprime, producono benefici ambientali quali:- riduzione dell’estrazione di materie prime;- riduzione dei consumi energetici e di emissioni di CO2 climalteranti;- riduzione delle emissioni atmosferiche direttamente o indirettamente
connesse ai cicli produttivi;- riduzione dei consumi idrici e delle emissioni idriche.
Nella fase della raccolta dei rifiuti urbani e speciali sono cresciuti nuovisistemi di raccolta differenziata, che conferiscono alla rete dei centri direcupero, e piattaforme che trattano i materiali raccolti prima di portarlicome materie prime secondarie agli impianti industriali di produzione dicarta e cartone, vetro, plastica, acciaio, alluminio, pannelli in legno emateriali da costruzioni.
La raccolta differenziata dei diversi materiali è perciò funzione del sistemadi riciclo e della richiesta delle materie prime secondarie da parte delmercato e la crescita del settore del recupero è strettamente legata ai settoriproduttivi e al mercato che riutilizzano le materie secondarie, quali cartiere,vetrerie, acciaierie, lavorazione polimeri, produzione truciolati.
L’industria del riciclo, anche sotto la spinta del recupero crescente dei rifiuti,ha mostrato in questo decennio una forte dinamicità in Italia e in Europacrescendo a ritmi superiori a quelli registrati dall’industria nel suocomplesso.
La disponibilità di materie prime secondarie è perciò diventata basilare perdiversi settori industriali.In molti comparti l’utilizzo delle materie prime secondarie rappresenta unaquota preponderante in rapporto all’uso delle materie prime e delle materievergini.
RECUPERO ERICICLAGGIO DEI
RIFIUTI E MERCATODELLE MATERIE
PRIME SECONDARIE
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
61
62
Per acciaio, alluminio, carta e vetro, oltre il 50% degli input alla produzioneè costituito da materie secondarie.Il settore del recupero dipende da un ampio sistema di raccolta dellematerie provenienti da diversi canali di consumo: dai rifiuti urbani e dalconsumo delle famiglie, dai rifiuti speciali, che nascono dalle attivitàproduttive, commerciali e terziarie, dagli sfridi di produzione dei processiproduttivi industriali e dalla dismissione dei beni di largo consumo qualiauto, apparecchi elettronici, nonché dall’ampio settore delle costruzioni edemolizioni.
Nella fase della raccolta e recupero operano due grandi reti: quellapubblica, attiva principalmente nella raccolta di imballaggi dai rifiuti urbani,e quella privata, attiva principalmente nella raccolta dei rifiuti speciali e peruna parte minore dei rifiuti urbani.
Dopo la prima fase della raccolta, il sistema del recupero attraverso lepiattaforme interviene con attività di selezione e pretrattamento deimateriali per poter conferire le materie ottenute alle imprese di riciclaggio(vetrerie, cartiere, acciaierie, produttori di truciolati, etc.).
Va considerato inoltre come il ciclo del recupero, composto da raccolta,selezione, trattamento e riciclaggio veda una presenza diversa di soggetti eimprese nei diversi settori dei materiali.La presenza di componenti diverse nelle filiere di ciascun materiale conducea situazioni di gestione del ciclo di recupero in cui i diversi operatoripossono avere interessi convergenti ma anche diversi dal punto di vistaeconomico e organizzativo.
L’importanza dell’uso del materiale recuperato nei processi produttivi finalisi può calcolare come peso relativo dell’uso del materiale recuperato(materie prime secondarie) rispetto all’uso della materia prima.La materie prime secondarie, che nascono dalla valorizzazione della raccoltadifferenziata di origine urbana e non, nonché degli sfridi di produzione,hanno superato, in alcuni settori, l’uso delle materie prime vergini e la lorodomanda risulta crescente negli anni.Nel settore dell’acciaio e metalli, l’utilizzo di materiali recuperatirappresenta quasi il 64% della produzione finale di metalli, nel settore dellacarta e cartone oltre il 55% della produzione di carta e cartone, nel vetrocavo oltre il 50%, nel settore della plastica il 18%.
Nel 2008 in Italia, escludendo il recupero dei rifiuti inerti da costruzione edemolizione, la rete di recupero ha raccolto oltre 32 milioni di tonnellate dimateriali, di cui 18 milioni di metalli, 6,3 milioni di carta e cartone, 3,9milioni di legno, 1,6 milioni di vetro e 958 mila tonnellate di plastica (anno2007).
Il recupero con riciclaggio di materia è stato di 38,2 milioni di tonnellate,superiore alla raccolta di oltre 6 milioni di tonnellate, coperte conl’importazione netta di diversi materiali, in particolare con 5,6 milioni di
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
63
tonnellate di rottami ferrosi, 417 mila tonnellate di alluminio, 560 milatonnellate di legno, 385 mila tonnellate di plastica, 202 mila tonnellate divetro. Il settore della carta e cartone, la cui capacità di raccolta in Italia, hasuperato la capacità di riciclaggio, è stato l’unico a presentare unaesportazione netta positiva di 987 mila tonnellate.
Analizzando il recupero per principali canali di produzione, dal circuitourbano si ricavano oltre 7 milioni di tonnellate di materiali di cui: 2,4 milionidi organico e verde; 2,5 milioni di tonnellate di carta e cartone; 1 milionedi tonnellate di vetro; 400 mila tonnellate di legno; oltre 340 milatonnellate di plastica.
Dalle attività commerciali ed industriali si raccolgono oltre 4,8 milioni ditonnellate di rifiuti da imballaggio, di cui quasi 2,4 milioni di tonnellatesono imballaggi di cartone; 1,3 milioni di tonnellate sono imballaggi dilegno, 395 mila tonnellate sono imballaggi di vetro, 366 mila tonnellatesono imballaggi in plastica, 241 mila tonnellate in acciaio e 32 milatonnellate in alluminio.
Dai processi produttivi vengono recuperati sfridi e rifiuti per oltre 18 milionidi tonnellate di metalli; 1,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, 2,1milioni di tonnellate di legno, 493 mila di alluminio, 212 mila di plastica,242 mila di vetro.
Un importante settore di recupero cresciuto nell’ultimo decennio è quellodei materiali organici.Il recupero dei materiali organici compostabili ha superato nel 2008 3,1milioni di tonnellate. In particolare, sono stati raccolti 1,2 milione ditonnellate di rifiuti organici urbani, 1,1 milione di tonnellate di rifiuti daverde urbano, e 1 milione di tonnellate di fanghi e altri materiali organici.
Più complessa è la valutazione dei materiali inerti recuperati e riciclati dal settoredelle costruzioni e demolizioni, da cui si stima che vengano recuperati circa 3,1milioni di tonnellate di ferro e 872 mila tonnellate di legno.Secondo le stime effettuate da ISPRA e pubblicate nel “Rapporto Rifiuti2008”, in Italia vengono prodotte annualmente circa 52 milioni ditonnellate di rifiuti inerti all’anno.Per quanto concerne le caratteristiche qualitative è emerso che, nell’anno2008, quasi il 100% del materiale conferito appartiene alla famiglia deicodici CER 17.XX.XX (Rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione -compreso il terreno proveniente da siti contaminati).
Riguardo agli aspetti quantitativi, da uno studio ANPAR del 2009 ogni anno inEuropa risulta che sono prodotti circa 850 milioni di tonnellate di rifiuti da C&D.Essi rappresentano il 31% della produzione totale di rifiuti in Europa. In base allo studio in Italia si riscontra una situazione di arretratezza delrecupero di detti rifiuti, soprattutto se si confrontano i dati nazionali conquelli di altri Stati europei.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
64
I dati ISPRA fanno emergere negli ultimi anni un trend positivo dellaproduzione di rifiuti inerti, ma secondo lo studio ANPAR gli impianti difrantumazione registrano un trend negativo dei conferimenti, con unadiminuzione del trattamento nel 2008 rispetto al 2007.
Oltre al recupero come materia, parte dei rifiuti sia urbani che specialivengono recuperati in forma di energia.Il recupero di energia dei rifiuti trova il proprio approvvigionamento sia nelsettore dei rifiuti urbani, sia nel settore dei rifiuti speciali. In particolare, nel2007 su 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti portati all’incenerimento, 3milioni di tonnellate erano rifuti urbani indifferenziati, 319 mila eranofrazione secca da trattamento meccanico-biologico, 661 mila erano CDR,39 mila rifiuti sanitari e 486 mila rifiuti speciali.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
TABELLA 23: Stima del mercato del recupero e del riciclaggio dei materiali da RU e RS 2008 (000/ton)
Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali
MATERIALI
Acciaio
Alluminio
Carta
Legno
Plastica (2007)
Vetro
totale
Frazione organicaselezionata (2007)
Verde (2007)
Fanghi e altro (2007)
Totale compostaggio
IMBALLAGGI
DA RU
RACCOLTI
155
6
894
153
306
995
2.509
ALTRI MATERIALI
DA RIFIUTI
URBANI
1.548
316
74
1.938
IMBALLAGGI
COMMERCIALI E
INDUSTRIALI
241
32
2.413
1.366
366
395
4.813
RACCOLTA ALTRI RIFIUTI
SPECIALI E SFRIDI DI
PRODUZIONE DA C&D
18.243
493
1.460
2.105
212
242
22.755
TOTALE
RACCOLTA
DI MATERIA
18.639
531
6.315
3.940
958
1.632
32.015
1272
1096
812
3180
IMP. NETTO +
EXP. NETTO -
5.613
417
-987
560
385
202
6.190
RECUPERO
RICICLAGGIO
DI MATERIA
24.252
948
5.328
4.500
1.343
1.834
38.205
Come detto precedentemente, in Italia la raccolta di tutti materiali, comprendenteacciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici, hasuperato i 32 milioni di tonnellate, composte per il 71%, dalla raccolta di rifiuti specialie sfridi di produzione, per il 15% dalla raccolta di imballaggi industriali e commercialie per il 14% dalla raccolta di rifiuti e imballaggi urbani.La raccolta e il recupero dei recuperatori privati interessa perciò quasi l’85% del totaledei materiali recuperati.
Se si ricalcolano i pesi relativi senza considerare il settore dell’acciaio, che rappresentail 58% del totale dei materiali recuperati ed è gestito quasi interamente da
CANALE DI RACCOLTA INTERNO ITALIA
65
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 27: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio,carta, legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici - % sul totalerecupero)
Raccolta altri materiali da rifiuti urbani 6%
Raccolta imballaggi commerciali
e industriali 15%
Raccolta imballaggi da RU 8%
Raccolta altri rifiuti speciali e sfridi di produzione da C&D 71%
Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali
recuperatori privati, allora la gestione del recupero totale dei materiali, considerandosolo alluminio, carta, legno, plastica e vetro, dipende per il 68% dai recuperatoriprivati e per il 32% dai recuperatori pubblici e dai Consorzi.
I Consorzi del sistema Conai, nel complesso, nel 2008, hanno operato perciò su unrecupero totale di 3,4 milioni di tonnellate di imballaggio, di 2,4 milioni di tonnellatedi imballaggi domestici e 880 mila imballaggi industriali e commerciali.Altri 4,8 milioni di tonnellate di imballaggi sono stati raccolti invece dai recuperatoriprivati presso i settori commerciali e industriali.
La rete dei recuperatori privati agisce pertanto su una raccolta totale di oltre 28,6milioni di tonnellate di materiali, di cui:- 4,8 milioni di tonnellate sono imballaggi, composti da 2,4 milioni di tonnellate di
carta, 241 mila tonnellate di metalli, 1 milione 366 mila tonnellate di legno, 366mila tonnellate di plastica, 395 mila tonnellate di vetro.
- 22,7 milioni di tonnellate di materiali provengono dalla raccolta dei rifiuti speciali,degli sfridi e dei residui dei processi produttivi, di cui 18,2 milioni di tonnellate dimetalli, 493 mila di alluminio, 1,4 milioni di carta, 2,1 milioni di tonnellate di legnoe 212 mila tonnellate di plastica.
Da questi dati si può vedere l’importanza relativa che la rete dei recuperatori privati hanel sistema totale del recupero di materie in Italia. La raccolta basata sui recuperatoriprivati avviene secondo le regole del mercato industriale e non richiede contributipubblici, sviluppando costi e prezzi dei materiali nel quadro della concorrenza delmercato.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 28: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - acciaio, alluminio, carta,legno, plastica, vetro con esclusione dei rifiuti organici - (000/ton)
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
2.509
raccolta imballaggi da rifiuti urbani
1.938
4.813
22.755
raccolta altrimateriali darifiuti urbani
raccoltaimballaggi
commerciali eindustriali
raccolta altririfiuti speciali
e sfridi diproduzione
da C&D
GRAFICO 29: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - alluminio, carta, legno,plastica, vetro con esclusione acciaio e rifiuti organici - (% sul totale recupero)
Raccolta altri materiali da
rifiuti urbani 14%
Raccolta imballaggi commerciali
e industriali 34%
Raccolta imballaggi da RU 18%
Raccolta altri rifiuti speciali e sfridi di produzione da C&D 34%
Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali
66
Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali
67
Da quanto sopra si evince come i sistemi di raccolta di quasi tutti i materialisiano intrecciati e come la raccolta dipenda sia dai rifiuti urbani, sia dai rifiutispeciali.
La capacità di riciclaggio delle industrie è la condizione fondamentale perimplementare la raccolta differenziata e il recupero. Il commercio internazionale delle materie prime secondarie ha subito unnotevole cambiamento nell’ultimo decennio in Italia.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 30: Raccolta per principale tipologia di rifiuti/materiali - alluminio, carta, legno,plastica, vetro con esclusione acciaio e rifiuti organici - (000/ton)
0
2.000
6.000
4.000
8.000
12.000
10.000
14.000
2.354
raccolta imballaggi da rifiuti urbani
1.938
4.572 4.512
13.376
raccolta altrimateriali darifiuti urbani
raccoltaimballaggi
commerciali eindustriali
raccoltaaltri rifiuti speciali
e sfridi diproduzione
da C&D
totaleraccolta di
materia
Fonte: Elaborazione FISE su dati APAT/ISPRA, ONR, CONAI e Consorzi, ANPAR, Associazioni Industriali
68
Il settore della carta, ad esempio, ha raggiunto negli ultimi anni la capacitàmassima di riciclaggio dei materiali raccolti da parte dell’industria cartarianazionale, tanto da portare l’Italia a diventare esportatrice netta di macero.In tutti gli altri settori l’Italia invece si conferma come importatrice netta dimateriali di recupero, circostanza che può dare spazio ad un’ulteriore crescitadelle raccolte.La capacità di riciclaggio interno in alcuni settori rimane superiore alla raccoltatotale di materiali dismessi in Italia, compresi gli sfridi di produzione. Per questol’Italia è importatrice netta di materie prime secondarie riciclabili, comeconfermato anche dal recente studio di FISE Assoambiente (“Il movimentotransfrontaliero dei rifiuti”, 2009), da cui emerge che, considerando i dati delledichiarazioni MUD relativi al 2005, il flusso di rifiuti speciali non pericolosi inentrata nel nostro Paese (1,4 milioni di tonnellate nel 2005), interessaprincipalmente materie recuperabili mentre l’esportazione di questa tipologia dirifiuti interessa solo 300.000 tonnellate.
Pertanto, con l’esclusione del settore della carta, in cui da qualche anno vi èun’esportazione netta del macero raccolto in Italia, per quanto riguarda gli altrimateriali recuperabili si registra un import netto di: 5,6 milioni di tonnellate(metalli), 317 mila tonnellate (alluminio), 734 mila tonnellate (legno), 385 milatonnellate (plastica) e di 202 mila tonnellate (vetro).
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Tabella 24: Importazioni ed esportazioni dei materiali riciclabili (ton)
IMPORT EXPORT EXP - IMP
Metalli (2007) 6.141.000 528.000 -5.613.000
Alluminio (2006) 366.623 50.024 -316.599
Carta (2008) 520.000 1.507.000 +987000
Legno (2005) 734.000 5.000 -729.000
Plastica (2006) -385.000
Vetro (2008) -202.000
Fonte: ASSOCARTA, ECOCERVED, UNIONPLAST, COREVE, CIAL
69
I flussi transfrontalieri delle materie recuperate rappresentano una realtà cheriguarda tutti i principali settori del riciclaggio in Italia e muove grandi quantitàdi materiali sia in entrata (oltre 7,5 milioni di tonnellate) che in uscita (oltre 1,2milioni di tonnellate).
Da Paese tradizionalmente “importatore” di materie prime secondarie l’Italia stadiventando un Paese esportatore, con potenziali ripercussioni sull’intero ciclo diraccolta e recupero dei rifiuti sia urbani che speciali.
In questo quadro è:
- prevedibile che cresca l’esportazione e il trading internazionale di materierecuperate e di materiale riciclato;
- necessario accrescere la capacità di riciclaggio di alcuni materiali come carta eplastica, rafforzando la domanda di materiale riciclato, con interventi disostegno dello stesso, come il “green public procurement”;
- urgente individuare nuovi sbocchi del materiale raccolto;
- opportuno avviare politiche di ammortizzazione dei cicli dei prezzi dellematerie prime secondarie che, come in quest’ultimo anno, quando tendono aridursi possono avere ripercussioni sul sistema di raccolta e recupero.
I mercati delle materie prime e delle materie prime secondarie sono mercativariabili e ciclici che hanno presentato negli anni situazioni alterne in cui lamateria seconda poteva essere o meno conveniente rispetto alla materia vergine.
In alcuni settori produttivi, quali quelli del cartone, vetro, metalli e pannellitruciolari, le materie prime secondarie rappresentano oramai la parte prevalentedegli input di produzione. La domanda di queste materie prime secondarie èperciò correlata alla domanda finale degli specifici beni.
In altri settori, quali la plastica, le materie prime secondarie si trovanomaggiormente correlate ai prezzi delle materie vergini e sono più sensibili alvariare dei loro prezzi.
La globalizzazione dei mercati e la progressiva localizzazione nei Paesi asiatici di unaquota rilevante della manifattura industriale destinata ai mercati europei e americaniha provocato una crescita strutturale della domanda di materie prime e seconde. Con l’emergere della Cina e dei Paesi asiatici quali l’India, ma anche l’Indonesiae la Corea, sta cambiando il mercato delle materie prime e seconde.
Per valutare l’importanza dei Paesi asiatici basti pensare che in Cina leimportazioni di carta da macero sono passate dal 1997 al 2006 da 1,6 a 19,6milioni di tonnellate, quelle della plastica da 0,5 a 5,9 milioni di tonnellate, quelledei rottami ferrosi da 1,8 a 10,1 milioni di tonnellate. In maniera comunquesignificativa la crescita di importazioni di materie prime secondarie ha interessatola gran parte delle economie emergenti.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
70
La crescita costante del mercato del recupero a livello nazionale e internazionaleha portato a una crescita dei prezzi che hanno trainato sia il settore del recuperoche quello della raccolta.
Con la crisi economica internazionale iniziata nel 2008, si è registrata unacontrazione della produzione delle materie riciclate in tutti i Paesi europei, cheha provocato una caduta, in certi casi verticale, del prezzo delle materie prime esecondarie, causando in Italia uno stato di crisi nei settori della plastica, dellacarta, del legno, del vetro, dei metalli.
Questa situazione ha avuto un immediato riflesso sui recuperatori e quindi sullarete di raccolta.In Italia la caduta dei prezzi del materiale recuperato è stata in parte assorbitadal sistema CONAI per la raccolta degli imballaggi.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Fonte: CCIAA Milano
GRAFICO 31: Indice dei prezzi delle materie prime
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
giu-0870
90
110
130
150
170
190
210
230
non alimentari
metallivarie industria
fibre
lug-08 ago-08 set-08 giu-09mag-09apr-09mar-09feb-09gen-09dic-08nov-08ott-08
71
Il perdurare della crisi ha portato una contrazione del prodotto interno lordo (PIL)pari a -4,6%, nel primo trimestre 2009 rispetto al 2008, confermata dalladiminuzione del PIL pari a -6% nel secondo trimestre del 2009 rispetto allostesso periodo del 2008 e comunque in riduzione dello 0,5% rispetto altrimestre precedente.Non vi sono elementi per prevedere una ripresa nel breve periodo anche sediverse valutazioni economiche propongono una lieve ripresa nel 2010.A giugno 2009, secondo l’ISTAT l'indice della produzione industrialedestagionalizzato ha segnato una diminuzione dell'1,2% rispetto a maggiomentre la variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi, a confrontocon quella dei tre mesi precedenti, è pari a -3,9%. Il risultato grezzo, rispetto allostesso mese del 2008, registra un calo del 19,7%. Sempre nel confronto su baseannua, l'indice grezzo relativo al primo semestre del 2009 risulta in diminuzionedel 22,2%.Nel mese di luglio 2009, sempre secondo l’ISTAT, l'indice della produzioneindustriale destagionalizzato ha segnato un aumento dell’1% rispetto a giugno2009; ma la variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi rispettoa quella dei tre mesi immediatamente precedenti è pari a -0,8%. L'indice dellaproduzione ha registrato a luglio una diminuzione tendenziale del 18,2%mentre nei primi sette mesi la variazione, rispetto allo stesso periodo del 2008,è stata di -21%. La situazione del mercato varia comunque tra i diversi materiali, anche se tuttistanno risentendo dell’attuale crisi economica.
Metalli
Il mercato mondiale dei metalli ferrosi ha registrato negli ultimi anni una fortecrescita della domanda dei Paesi asiatici che hanno portato a 20 milioni ditonnellate l’importazione netta, mentre l’Europa si è assestata suun’importazione netta di 2,6 milioni di tonnellate. Il Nord America ha inveceaccresciuto la propria esportazione netta a 12 milioni di tonnellate.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Fonte: Banca Contrade ONU
TABELLA 25: Trend mercato mondiale dei materiali ferrosi recuperati
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
1995
2000
2005
2006
ASIAEXP
2.440.396
8.228.151
15.161.948
14.862.317
IMP
20.354.022
25.602.917
44.130.323
35.443.748
EU 15EXP
22.390.088
23.892.552
30.547.120
34.786.398
IMP
23.168.234
26.988.215
33.368.702
37.469.857
NORD AMERICAEXP
12.573.478
7.699.507
16.083.834
18.829.432
IMP
3.690.905
4.641.965
5.448.928
6.321.778
ASIAEXP-IMP
-17.913.626
-17.374.766
-28.968.375
-20.581.431
EU 15EXP-IMP
-778.146
-3.095.663
-2.821.582
-2.683.459
NORD AMERICAEXP-IMP
12.573.478
7.699.507
16.083.834
18.829.432
72
L’Italia presenta un’importazione netta di oltre 5,6 milioni di tonnellate rottamidi acciaio. I rottami provengono per la maggior parte da sfridi di lavorazione(36% del totale raccolto), da raccolta di rottame (auto, elettrodomestici, 34%del totale raccolto), da demolizioni (industriali, civili, navali per il 30%), di cui il25-30% del totale viene importato. La raccolta differenziata urbana degliimballaggi incide per una minima parte (374 mila tonnellate).
All’inizio del 2009 il ciclo raccolta-riciclaggio ha mostrato una situazione di crisi,con un calo dei prezzi del rottame che ha indotto a una minore raccolta, conminore disponibilità di rottami sul mercato. I prezzi dei rottami delle lattineferrose, da raccolta differenziata, pur in calo nei primi mesi del 2009, si sonoriallineati ai prezzi iniziali del 2008, mentre i prezzi dei rottami vecchi sonodecisamente diminuiti, nel primo semestre 2009, rispetto ai prezzi dei primi mesi2008.
La fase di profonda crisi del settore produttivo, che ha contraddistinto anche ilprimo semestre 2009, continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazionidei rottami ferrosi, che hanno proseguito la loro discesa anche nel primosemestre 2009, come evidenziato nel Grafico 32.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 32: Prezzi all’ingrosso metalli 2008 - 2009
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
01-se
t
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
prezzo max prezzo min
01-o
tt
01-n
ov
01-d
ic
01-g
en
01-fe
b
01-m
ar
01-a
pr
01-m
ag
01-g
iu
01-lu
g
01-a
go
01-se
t
01-o
tt
01-n
ov
01-d
ic
1.236
1.181
720620
730
930
647
592
875
731675
565
665
786
Fonte: CCIAA di Milano
73
Alluminio
Nel mercato mondiale dell’alluminio, l’Asia ha accresciuto l’importazione nettadi rottami di alluminio a 2,3 milioni di tonnellate, mentre l’Europa è diventataesportatrice netta insieme al Nord America.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
Fonte: Banca Contrade ONU
Tabella 26: Trend mercato mondiale dell’alluminio materia prima secondaria
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
1995
2000
2005
2006
ASIAEXP
343.042
394.612
539.471
666.745
IMP
861.345
1.244.840
4.067.153
2.975.143
EU 15EXP
1.094.190
1.536.100
2.230.467
2.408.316
IMP
1.281.761
1.752.934
1.927.332
2.300.250
NORD AMERICAEXP
593.299
725.684
1.431.676
1.860.238
IMP
453.908
611.426
609.201
635.306
ASIAEXP-IMP
-518.303
-850.228
-3.527.682
-2.308.398
EU 15EXP-IMP
-187.571
-216.834
303.135
108.066
NORD AMERICAEXP-IMP
139.391
114.258
822.475
1.224.932
Fonte: Banca Contrade ONU
Tabella 27: Trend mercato mondiale del macero
1995
2000
2005
2006
ASIAEXP
1.050.039
1.714.464
5.679.798
5.907.009
IMP
4.982.569
11.188.121
24.218.662
26.601.195
EU 15EXP
7.506.884
10.236.481
16.991.393
18.619.302
IMP
7.407.155
8.547.767
10.713.084
11.831.075
NORD AMERICAEXP
10.005.575
10.914.575
15.779.991
16.939.214
IMP
2.577.930
3.328.724
2.706.623
2.483.812
ASIAEXP-IMP
-3.932.530
-9.473.657
-18.538.864
-20.694.186
EU 15EXP-IMP
99.729
1.688.714
6.278.309
6.788.227
NORD AMERICAEXP-IMP
7.427.645
7.585.851
13.073.368
14.455.402
I prezzi dei rottami in alluminio hanno registrato un forte calo fino al gennaio2009 rispetto ai primi mesi del 2008, in correlazione alla diminuzione del prezzodell’alluminio. Dal mese di febbraio i prezzi dei principali listini, quali rottame dalattine per bevande e da imballaggi usati, hanno ricominciato ad aumentare.
Carta e cartone
Il mercato mondiale del macero ha visto, dal 1995 al 2006, una forte crescitadell’Asia che da esportatrice netta è diventata importatrice netta per oltre 20milioni di tonnellate, in gran parte collocate in Cina.
74
Nel 2008 L’Europa ha accresciuto l’esportazione netta di macero portandola a10,5 milioni di tonnellate, a fronte di un tasso di utilizzo del macero in costantecrescita negli ultimi anni, pari a quasi il 50% a livello europeo.
Nella situazione di recessione mondiale i prezzi della carta da macero hannosegnato un calo generalizzato nel 2008, sia per il calo della domanda mondialesia per la crescita dell’offerta della raccolta. In Italia la raccolta differenziataurbana risulta in aumento, la capacità di riciclaggio non ha copertocompletamente l’offerta, che ha trovato sbocco nelle esportazioni nette dimacero in particolare verso la Cina e i Paesi del Medio Oriente.
Il settore cartario nazionale continua a risentire pesantemente della forte crisi didomanda internazionale, con livelli produttivi che scontano gli effetti dellaprosecuzione del processo di riorganizzazione già in atto da tempo con numerosesoste produttive e nuove fermate di impianti. La produzione nazionale di carte ecartoni continua infatti a collocarsi abbondantemente al di sotto dei livelli, già incalo, dello scorso anno. Nella sintesi dei primi 6 mesi dell’anno la perdita produttiva,rispetto all’analogo periodo 2008, sarebbe vicina al 17%. Della crisi di domandasenza precedenti, evidente anche dall’analisi dei risultati dell’indagine relativi agliordini, continuano a risentire le quotazioni medie dei prodotti delle cartiere, in caloormai da almeno 6 trimestri con accentuazioni progressive rispetto ai corrispondentiperiodi 2008: per il fatturato complessivo del settore il calo tendenziale è collocabileintorno al 21% in questa prima metà dell’anno.
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
GRAFICO 33: Prezzi del macero per tipologie 2007-2009 (€)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
07-m
ar
0
50
100
150
200
250
300
refili bianchi carta da giornale bianca refili misti colorati
giornali invenduti carta e cartoni misti selezionati carta e cartoni misti
07-m
ag
07-lu
g
07-se
t
07-n
ov
08-g
en
08-m
ar
08-m
ag
08-lu
g
08-se
t
09-m
ag
09-lu
g
09-se
t
08-n
ov
09-g
en
09-m
ar
250
270270260255
195200 215
203218218218
210
160165 170
130140135
120105
95100 105
779492
10387
3540 40
20
556070
54
100
0 355
353547
328
Fonte: Paperweb
75
Plastiche
Anche il mercato della plastica recuperata ha visto un forte aumentodell’importazione netta dei Paesi asiatici arrivata ad oltre 4,5 milioni di tonnellatenel 2007. L’Europa è diventata la prima esportatrice netta di materiali plastici,attestandosi a 1,5 milioni di tonnellate di esportazione netta superando lo stessoNord America che, nel 2007, presentava un’esportazione netta di 516 milatonnellate.
I prezzi sempre crescenti negli ultimi anni sono fortemente calati nell’ultimaparte del 2008, con -50%, dei principali polimeri.Con la caduta delle quotazioni delle plastiche riciclate, il valore delle plasticheraccolte si è quasi annullato, con la contemporanea caduta del prezzo delpetrolio e dei polimeri derivati. In questa situazione tutto il ciclo della plasticariciclata e il settore del riciclaggio è andato in crisi mettendo in dubbio lasostenibilità economica del sistema di recupero.Perciò, all’inizio del 2009, il forte calo della domanda di materie plastichericiclate ha reso più complesso il riciclo dei materiali raccolti, spostando la crisisulla fase del recupero.La complessità del riciclaggio meccanico e chimico dei polimeri raccolti staportando a valutare nuovi metodi di recupero quali il feed-stock recycling, viapercorsa da tempo in Germania (nel feed-stock con idrogenazione,gassificazione e pirolisi, si trasformano le plastiche in oli e gas da usare comeadditivi nelle acciaierie).
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Fonte: Banca Contrade ONU
Tabella 28: Trend mercato mondiale della plastica materia prima secondaria
1995
2000
2005
2006
ASIAEXP
1.368.903
2.150.225
5.028.418
5.975.039
IMP
2.022.440
4.049.631
8.796.150
10.543.466
EU 15EXP
636.611
1.077.936
2.453.563
2.854.990
IMP
528.229
731.930
1.070.797
1.308.031
NORD AMERICAEXP
395.668
601.468
1.071.775
1.284.309
IMP
300.778
482.308
682.577
767.335
ASIAEXP-IMP
-653.537
-1.899.406
-3.767.732
-4.568.427
EU 15EXP-IMP
108.382
346.006
1.382.766
1.546.959
NORD AMERICAEXP-IMP
94.890
119.160
389.198
516.974
76
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 34: Prezzi all’ingrosso plastiche, resine 2008/2009
01-se
t
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
Serie 1 Serie 2
01-o
tt
01-n
ov
01-d
ic
01-g
en
01-fe
b
01-m
ar
01-a
pr
01-m
ag
01-g
iu
01-lu
g
01-a
go
01-se
t
1.390
1.250
850 850930
950
1.070
1.020
900880
800800
1.200
1.340
Fonte: CCIAA Milano
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO
TABELLA 29: Produzione di vetro nei principali Paesi europei (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Vetro
A livello europeo, dall’inizio della crisi del 2008 il settore del vetro ha registratouna reazione immediata con un calo della produzione che ha creato unasituazione molto critica nel comparto.Nel periodo tra ottobre 2008 e marzo 2009 la domanda di prodotti di vetro ècrollata improvvisamente, e non solo per i contenitori ma anche per il vetropiano, legato al settore edile e automobilistico.I produttori di vetro hanno ridottola loro produzione in alcuni Paesi del 15% fino al 40%.In Italia la produzione di vetro rimane in costante crescita dal 1998. Anche il2008 ha registrato una leggera crescita rispetto al 2007
1998 2004 2005 2006 2007 2008
Francia 3.785 3.731 3.784 3.828 3.743 3.572
Germania 4.323 4.105 3.895 3.885 4.080 4.141
Italia 3.046 3.582 3.543 3.549 3.620 3.673
Polonia 810 1.041 1.088 1.119 1.230 1.230
Portogallo 762 1.015 1.024 1.095 1.231 1.252
Spagna 1.816 2.070 2.143 2.148 2.222 2.145
Regno Unito 1.852 1.977 2.081 2.159 2.244 2.161
Totale 16.394 17.521 17.558 17.783 18.370 18.174
Fonte: FEVE
77
78
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
La crisi internazionale ha prodotto una crisi nel settore del riciclaggio del vetro, edessendo la raccolta del vetro comunque cresciuta, a livello europeo, si sono formatidegli extra-costi per lo stoccaggio dei vetri raccolti ma non riciclati, data la crisi delladomanda.
Nel 2008 in Italia il riciclo ha raggiunto 1,8 milioni di tonnellate, di cui 1,39 milioniprovenivano dalla raccolta differenziata delle bottiglie. Le importazioni di contenitorirecuperati sono state di 202 mila tonnellate, e di 242mila tonnellate di vetro pianorecuperato. Le importazioni tendono comunque a diminuire negli anni.In Italia la struttura del settore vetrario, molto concentrato e relativamente nonaperto, ha permesso un limitato impatto sui prezzi dei rottami, anche con la crisi difine 2008.I prezzi dei rottami di vetro sono rimasti sostanzialmente costanti dall’inizio del 2008al 2009.
GRAFICO 35: Produzione di vetro nei principali Paesi Europei (000/ton)
0
500
1.000
1998 2004 2005 2006 2007 2008
2.000
3.000
3.500
4.000
2.500
1.500
4.500
5.000
Germania Francia Italia Spagna Regno Unito PortogalloPolonia
Fonte: FEVE
79
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Fonte: CCIAA MILANO
GRAFICO 36: Prezzi dei rottami di vetro in Italia 2008 - 2009 (€/ton)
0
10
20
30
40
50
60
70
8008
-gen
08-m
ar
08-m
ag
08-lu
g
08-se
t
08-n
ov
09-g
en
09-m
ar
rottame bianco pronto forno
rottame colore misto pronto forno
rottame vetro misto
80
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
ELENCO DELLE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALL’INDAGINEFISE UNIRE SULLE PIATTAFORME DI RECUPERO
A.C.E.M. AZIENDA CONSORTILE ECOLOGICA MONREGALESELocalità Beinale, 12060 MAGLIANO ALPI (CN) [email protected] - Tel. 0174/47140 - Fax 0174/40187
ACOVIS S.r.l.Via L. Galvani, 85 - 36066 SANDRIGO (VI) [email protected]@soraris.it - Tel. 0444/658864 - Fax 0444/751009
AKRON (EX CIR SECCO S.p.a.)Via Traversagno, 30 - 48022 LUGO (RA) Emilia RomagnaTel. 0545/40512 - Fax 0545/42072
AKRON (GIÀ SELECTA S.p.a.)Via Raibano, 32 - 47853 CORIANO (RN) Emilia [email protected] - Tel. 0541/657480 - Fax 0541/657818
AKRON S.p.a. (MODENA)Via Caruso, 11- 41100 MODENA (MO) Emilia [email protected] - Tel. 059/2515554 - Fax 059/254838
AKRON S.p.a. (EX DIRAMA S.r.l.)(MORDANO) Via Molino Rosso, 8 - 40026 IMOLA (BO) Emilia [email protected] - Tel. 0542/621411 - Fax 0542/621453
ALFA EDILE S.r.l. - IN LIQUIDAZIONEVia Nobel, 16 - 72100 BRINDISI (BR) [email protected] - Tel. 0831/575057 - Tel. 0831/575037
ANCA PLASTICAVia Cannola al Trivio, 24/26 - 80141 NAPOLI (NA) Campania [email protected] - Tel. 081/7806680 - Fax 081/7800967
ANDREONI MARCELLO S.a.s.Via Mendosio, 32 - 20081 ABBIATEGRASSO (MI) [email protected] -Tel. 02/9462128 - Fax 02/94960190
ARGECO S.r.l.Via N. Copernico, 17/A - 44011 ARGENTA (FE) Emilia [email protected] - www.argeco.it - Tel. 0532/804507 - Fax 0532/319392
ASSA S.p.a.Via Cavallari, 18 - 28100 NOVARA (NO) [email protected] www.assa.it - Tel. 0321/48381 - Fax 0321/483852
AVE ROTTAMIX S.r.l.Zona Artigianale Pillhof, 83 - 39057 APPIANO SULLA STRADA DEL VINO - EPPAN AN DER WEINSTRASSE (BZ) Trentino Alto [email protected] - Tel. 0471/631235 - Fax 0471/633991
B.N.G. S.a.s.S.S. 407 Basentana, Km 75 - C.da Pantaniello 75013 FERRANDINA (MT) [email protected] - Tel. 0835/757012 - Fax 0835/755607
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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
BENFANTE S.r.l.Via Braia, 57 - 16019 RONCO SCRIVIA (GE) Liguria www.benfante.it - Tel. 010/9640401 - Fax 010/9640565
BENFANTE S.r.l.Strada Savonesa, 8 - 15050 TORROTA (AL) Liguria www.benfante.it - Tel. 0131/894145 - Fax 0131/872913
BENFANTE S.r.l.Via Voghera, 59 - 15052 CASALNOCETO (AL) Liguriawww.benfante.it - Tel. 0131/894145 - Fax 0131/872913
BERGADANO DI BERGADANO CANDIDO & C. S.a.s.Via del Mosso, 14 - 13894 - GAGLIANICO (BI) [email protected] - Tel. 015/542469 - Fax. 015/542469
BO ANTONIOStrada della Pronda, 37 - 10142 TORINO (TO) Piemonte Tel. 011/706676 - Fax 011/7708875
BUFFA GUGLIELMAVia di Ponte, snc - 19038 SARZANA (SP) LiguriaTel. 0187/621337 - Fax 0187/621503
C.B.R.C. S.r.l.Via dell'industria, 38 - 40131 BOLOGNA (BO) Emilia [email protected] / [email protected] - www.cbrc.it - Tel. 051/6012368 - Fax 051/6010408
C.D.C. S.n.c.Zona Industriale di San Salvo 66050 SAN SALVO (CH) [email protected] - Tel. 0873/547924 - Tel. 0873/549386
C.E.R.M.E.C.Viale Eugenio Chiesa, 2 - 54100 MASSA-CARRARA (MS) [email protected] - Tel. 0585/489176 - Fax 0585/488635
C.M.T S.p.a.Strada Castello di Mirafiori, 320 - 10135 TORINO (TO) [email protected] - www.cmtspa.it - Tel. 011/9628382 - Fax 011/9627264
C.M.T S.p.a.Via Don Bosco, 42 - 10144 TORINO (TO) [email protected] - www.cmtspa.it - Tel. 011/9628382 - Fax 011/9627264
CALABRA MACERI E SERVIZI S.p.a.Contrada Cutura 87036 - RENDE (CS) [email protected] - www.calabramaceri.it - Tel. 0984/446267 - Fax 0984/446287
CALCINA INIZIATIVE AMBIENTALI S.r.l.Via Caboto, 23 - 34147 TRIESTE (TS) Friuli Venezia GiuliaGiulia [email protected] - Tel. 040/822224 - Fax 040/381376
CAMILOT ERMINIO S.a.s.Corso Italia, 98 - 33050 RONCHIS (UD) Friuli Venezia [email protected] - Tel. 0431/56022 - Tel. 0431/567914
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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
CARPLAST S.r.l.Via Trieste, 24 - 27029 VIGEVANO (PV) [email protected] - Tel. 0381/78815 - Fax 0381/694001
CARTAFINVia Valle Po, 92 - 12100 CUNEO (CN) [email protected] - Tel. 0171/411791 - Fax 0171/411791
CARTAMACERO S.a.s.Strada del Fortino, 12 10100 TORINO (TO) [email protected] - Tel. 011/4362696 - Fax 011/4364715
CARTONFER S.n.c. DI S.& R.CASAGRANDE Via Piemonte, 5 - 31029 VITTORIO VENETO (TV) [email protected] - Tel. 0438/500352 - Fax 0438/500294
CARUTER COSTRUZIONI S.a.s. DI CARUSO GIUSEPPINA & C.Via Trento, 159 - 98061 BROLO (ME) [email protected] - www.caruter.com - Tel. 0941/561284 - Fax 0941/561284
CASINELLI UGOVia Newton, snc - Zona Industriale 3036 - AVEZZANO (AQ) [email protected] - www.centroriciclo.it - Tel. 0863/509294 - Fax 0863/489504
CENTRO RACCOLTA RECUPERO VETROVia Papa Giovanni XXVIII, 24 - 70059 TRANI (BA) Pugliawww.centroraccoltavetro.it - Tel. 0883/580301 - Fax 0883/580241
CENTRO RECUPERO TREVIGIANO S.n.c.Via Pizzocchera, 35 - 31040 CAMPODIPIETRA SALGAREDA (TV) Veneto [email protected] - Tel. 0422/804128 - Fax 0422/804138
CERRONI DINO & FIGLI S.n.c.Località Casa Nuova - Pantaneto, 97/a - 52035 MONTERCHI (AR) [email protected] - www.cerronisnc.it - Tel. 0575/70797 - Fax 0575/70193
CON.SER.V.C.O.Via Per Gravellona Toce - Località Prato Michelaccio 28802 MERGOZZO (VB) [email protected] - [email protected] - www.conservco.it - Tel. 0323/518711 - Fax 0323/556347
COSMARILocalità Piane di Chienti 62029 - TOLENTINO (MC) [email protected] - www.cosmari.sinp.net - Tel. 0733/203504 - Fax 0733/204014
D'ANGELO VINCENZO S.r.l.S.S. 113 Km. 331 - 91011 CONTRADA VIRGINI (TP) [email protected] - www.dangelovincenzo.it - Tel. 0924/501723 - Fax 0924/507777
DBP S.r.l.Via del Fosso Di Santo Spirito, 92 - 00135 ROMA (RM) [email protected] - Tel. 06/30998167 - Fax 06/30995455
DIFEVia Vecchia Provinciale Lucchese, 53 - 51030 SERRAVALLE PISTOIESE (PT) [email protected] - www.dife.it - Tel. 0573/919515 - Fax 0573/919520
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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
DIFEVia Alfieri, 90/92 - 51037 MONTALE (PT) [email protected] - www.dife.it - Tel. 0573/919515 - Fax 0573/919520
DITTA MATTEO SPAGNUOLO S.n.c.Via Arpi, 6 - 71043 MANFREDONIA (FG) [email protected] - Tel. 0884/543382 - Fax 0884/549714
DTV DELLA TORRE & VENEZIANOVicolo Pian Due Torri, 60 - 00146 ROMA (RM) [email protected] - www.dtv.it - Tel. 06/5501313 - Fax 06/55280865
E.C.O.L.FER S.n.c.Via Lino Zecchetto, 8 - 30020 LA SALUTE DI LIVENZA (VE) [email protected] - www.ecolfer.com - Tel. 0421/80153 - Fax 0421/80645
E.C.O.L.FER S.n.c.Via Lino Zecchetto, 29/31 - 30020 LA SALUTE DI LIVENZA (VE) [email protected] - www.ecolfer.com - Tel. 0421/80153 - Fax 0421/80645
ECO ELPIDIENSE S.r.l.Strada Prov.le Sant'Elpidio, 28 - 63018 PORTO S. ELPIDIO (AP) Marche [email protected] - www.ecoelpidiense.it - Tel. 0734/900126 - Fax 0734/900126
ECOLIT S.r.l.Zona Artigianale - Località Cugno - Capannone "0" 95040 - CAMPOROTONDO ETNEO (CT) [email protected] - [email protected] - www.ecolit.it - Tel. 095/7132047 - Fax 095/7132047
ECOLOGIA OGGI S.r.l.Località Mastrobruno LAMEZIA TERME (CZ) [email protected] - Tel. 0968/442032 - Fax 0968/201472
ECOSYSTEM S.p.a.Via della Solforata Km 10,750 - 00040 POMEZIA (RM) [email protected] - www.ecosystemspa.com - Tel. 06/9100638 - Fax 06/9100643
ELITE AMBIENTE S.r.l. (SOCIO CO.RE.VI.)Via Pigafetta, 38 - 36040 GRISIGNANO DI ZOCCO (VI) [email protected] - www.eliteambiente.it - Tel. 0444/415230 - Fax 0444/414976
EMILIANA ROTTAMI S.p.a.Via Verdi, 26 - 41018 SAN CESARIO SUL PANARO (MO) Emilia [email protected] - Tel. 059/930402 - Fax 059/930009
ERASMI PIETRO & C. S.n.c.Via Papa Giovanni XVIII, 24 - 22040 ALZATE BRIANZA (CO) [email protected] - Tel. 031/632335 - Fax 031/6348091
EREDI DI MASTROIANNI BENITO & C. S.n.c.Via Rio Galletto, 17 - 17100 - SAVONA (SV) [email protected] - Tel. 019/862194 - Fax 019/862529
EUROVETROVia I Maggio, 12 - 21040 ORIGGIO (VA) [email protected] - Tel. 02/96731512 - Fax 02/96731283
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SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
F.LLI GARGIULO S.a.s.Via Boggia, 13 - 28013 BORGO MANERO (NO) [email protected] - www.flligargiulo.it - Tel. 0322/880545 - Fax 0322/838049
F.LLI LONGO S.r.l. (SOCIO CO-RE)Via Rosa Luxemburg, 4 - 42010 RIO SALICETO (RE) Emilia [email protected] - www.fratellilongo.it - Tel. 0522/648194 - Fax 0522/699925
F.LLI TRIVELLATO S.n.c.Via Guizze, 5 - 35012 CAMPOSAMPIERO (PD) [email protected] - Tel. 049/9301928 - Fax 049/9301411
FG RICICLAGGIVia Stalingrado - Fraz. Bragno 17014 - CAIRO MONTENOTTE (SV) Liguria Tel. 019/505518 - Fax 019/5090001
FG RICICLAGGIRegione Enesi, 4 – Fraz. Bastia 17031 ALBENGA (SV) Liguria Tel. 0182/20536 - Fax 0182/21687
FG RICICLAGGIVia Caravaggio, 4 - 17100 SAVONA (SV) LiguriaTel. 019/2302274 - Fax 019/2303861
FINCOM ITALIAVia A. Vespucci, 7 - 46030 MANTOVA (MN) [email protected] - Tel. 0376/302470 - Fax 0376/302670
FINI S.n.c. DI TONIONI ANITA & C.Via 2 Giugno, 9 - 40011 ANZOLA DELL'EMILIA (BO) Emilia [email protected] - Tel. 051/734003 - Fax 051/734003
FLLI PALMIERI S.r.l.Viale Brianza, 95 - 20093 COLOGNO MONZESE (M) Lombardia Lombardia [email protected] - www.fratellipalmieri.it - Tel. 02/2541523 - Fax 02/27300654
FUTURA RECUPERI S.r.l.Via Canove, 4 - 35010 TREBASELEGHE (PD) [email protected] - Tel. 049/9378083 - Fax 049/9375077
G.A.I.A. S.p.a.Polo di Trattamento Dei Rifiuti - Fraz. Quarto Inferiore 273/b 14100 ASTI (AT) [email protected] - Tel. 0141/476703 - Fax 0141/470368
G.E.O.S. S.r.l.Salita Trieste, 10 - 75018 STIGLIANO (MT) BasilicataTel. 0835/568428 - Fax 0835/568428
GALATEA MACEROZona Industriale - 73044 GALATONE (LE) Puglia [email protected] - Tel. 0833/832175 - Fax 0833/832175
GE.S.ECO. SNC DI VIVENTI L. & C.Fraz. Osteria del Gatto - 6022 FOSSATO DI VICO (PG) [email protected] - Tel. 075/919196 - Fax 075/9190168
85
SITUAZIONE STRUTTURALE E TENDENZE DEL MERCATODELLE MATERIE RECUPERATE E DEL RICICLAGGIO EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
GHIRARDI S.r.l.Strada Martinella, 76/a 43010 LOC. ALBERI - PARMA (PR) Emilia [email protected] - www.ghirardicarta.it - Tel. 0521/251393 - Fax 0521-924459
GV MACERO S.p.a.Via G. Garibaldi, 261/a - 24066 PEDRENGO (BG) [email protected] - www.gvmacero.it - Tel. 035/661116 - Fax 035/655693
HIDRO ECOLOGIC LINE S.a.s.Villa San Giovanni - Zona Industriale 89018 - REGGIO CALABRIA (RC) [email protected] - Tel. 0965/797895 - Fax. 0965/797895
ITALMACERI S.r.l.Via Caduti Sul Lavoro, 16 - 60131 ANCONA (AN) [email protected] - Tel. 071/2861617 - Fax 071/2861789
ITALMACERI S.r.l.Strada Lanzo, 237 - 10148 TORINO (TO) [email protected] - Tel. 011/2282911 - Fax 011/2260890
ITALMACERI S.r.l.Via Torricelli, 12/14/16 - 20089 ROZZANO (TO) Piemonte Tel. 02/8922091
LA CAMPANIA MACERO S.n.c.S.S. Sannitica, 87 - Km.8+540 - 80026 CASORIA (NA) [email protected] - [email protected] - Tel. 081/7583015 - Fax 081/7570644
LA VETRI S.r.l.Via Roma Nord, 207 - 46020 VILLA POMA (MI) [email protected] - www.lavetri.it - Tel. 0386/864101 - Fax 0386/864093
LA VETRO SUD S.a.s.Contrada Canne Masche, snc - 90018 PALERMO (PA) [email protected] - www.lvs.it - Tel. 091/8140918 - Fax 091/8140766
LANGELLA MARIO S.r.l.Via Palazziello, 70 - 80040 VOLLA (NA) [email protected] - www.langellamario.it - Tel. 081/7742825 - Fax 081/7742235
LAZIO MACERI S.r.l.Via Silicella, 152 - 00169 ROMA (RM) [email protected] - [email protected] - www.laziomaceri.it - Tel. 06/261104 - Fax 06/2674040
M.ECO.RI.S. S.r.l.Via Asi, 4 - 03100 FROSINONE (FR) Laziowww.mecoris.it - Tel. 0775/841054 - Fax 0775/837674
MAINARDO S.r.l.Via IX Agosto, 15 - 34170 GORIZIA (GO) Friuli Venezia [email protected] - Tel. 0481/538004 Fax 0481/538031
MANTINI S.r.l.Via Aterno, 1 - 66013 CHIETI SCALO (CH) [email protected] - www.mantinisrl.it - Tel. 0871/574201 - Fax 0871/564381
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MAURI EMILIO S.r.l.Via Per Velasca, Località San Carlo 20040 - USMATE VELATE (MI) [email protected] - Tel. 039/6889148 - Fax 039/6754937
MINCIONI AMBIENTE S.r.l.Via L. Dari, 31 64018 - TORTORETO (TE) [email protected] - www.mincioniambiente.it - Tel. 0861/788375 - Fax 0861/788375
MONTELLO S.p.a.Via Fabio Filzi, 5 - 24060 MONTELLO (BG) [email protected] - Tel 035/689215 - Fax 035/681366
MORANZONI S.n.c.Via Dei Prati, 20 - 21100 SCHIRANNA (VA) [email protected] - www.moranzoni.it - Tel. 0332/329885 - Fax 0332/329326
MOSER MARINO & FIGLI S.r.l.Via Galileo Galilei, 37/1- 38015 LAVIS (TN) [email protected] - www.mosermacero.it - Tel. 0461/245264 - Fax 0461/240219
NAPPI SUD S.p.a.Via Variante S.S. 18, 55 84091 BATTIPAGLIA (SA) [email protected] - www.nappisud.com - Tel. 0828/673487 - Fax 0828/673487
NUOVA METALCARTA S.r.l.Viale Etruria, 5 - 50142 FIRENZE (FI) [email protected] - Tel. 055/7321713 - Fax 055/7321551
PEDEMONTANA SOC. COOP. SOCIALEVia Battisti C/O Studio Pisani - Pal. Della Paolera - 81016 PIEDIMONTE MATESE (CE) [email protected] - [email protected] - Tel. 0823/914317 - Fax 0823/784869
PELLICANO VERDE Soc. Coop. a r.l.Via Appia - 85054 MURO LUCANO (PZ) CalabriaBasilicata [email protected] - Tel. 097/671745 - Fax 0976/723119
PORCARELLI GINOVia Rocca Cencia, 301 - 00132 ROMA (RM) [email protected] - www.porcarelli.net - Tel. 06/220241 - Fax 06/2262462
R.C.M. DI CESARETTI & C. S.n.c.S.S. 326 Est, 181 - 53040 ACQUAVIVA DI MONTEPULCIANO (SI) ToscanaTel. 337/269397 - Fax 0578/767758
RECUPERI GENERALI MEDITERRANEI S.r.l.Zona Industriale Camponeta - 07030 MUROS (SS) [email protected] - Tel. 079/3402061- Fax 079/3402254
RECUPERI PUGLIESIContrada Gammarola, 3 - 70026 MODUGNO (BA) [email protected] - www.recuperipugliesi.it - Tel. 080/5354906 - Fax 080/5321785
RECUPERI SUDViale Emilia, 96/a 88060 SANTA MARIA DI CATANZARO (CZ) CalabriaCalabria [email protected] - Tel. 0961/764065 - Fax 0961/764065
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REVET S.p.a.Via 8 Marzo, 9 - Zona Industriale Terrafino 50053 - EMPOLI (FI) [email protected] - [email protected] - Tel. 0587/271201 - Fax 0587/294314
REVET VETRI S.r.l.Via 8 Marzo, 9 - Zona Industriale Terrafino 50053 EMPOLI (FI) [email protected] - Tel. 0571/944155 - Fax 0571/81051
RIECO S.r.l.Via Stephenson, 100 - 20157 MILANO (MI) [email protected] - www.ri-eco.com - Tel. 02/3320301 - Fax 02/33203040
ROMANA MACERI S.p.a.Via Lucrezia Romana, 85 - 00043 CIAMPINO (RM) [email protected] - www.romamaceri.it - Tel. 06/7932841 - Fax 06/7916613
ROVEREVia delle Cosmee, 211/213 - Zona Industriale Santa Palomba - 00040 ROMA (RM) [email protected] - Tel. 06/39732965 - Fax 06/39733013
S.E.A.P. S.r.l.Zona Industriale Area A.S.I. - 92100 AGRIGENTO (AG) [email protected] - www.seapgroup.it - Tel. 0922/441491- Fax 0922/441492
S.K.M. DI SIVIERO KATIA & C. S.n.c.Via E. Fermi, 16 28100 NOVARA (NO) [email protected] - Tel. 0321/391479 - Fax 0321/390712
SAIANI GIACOMOVia Giorgio La Pira, 18 - 25020 FLERO (BS) [email protected] - www.saiani.com - Tel. 030/2640528 - Fax 030/2540014
SI.RE.IN. DI CITARDA MARIA ROSARIAVia Buzzanca, 90 - 90100 PALERMO (PA) Sicilia [email protected] - Tel. 091/202292 - Fax 091/202292
SICULA CICLAT Soc. Coop. a r.l.Zona Industriale San Cataldo Scalo - 93100 SAN CATALDO (CL) [email protected] - www.siculaciclat.it - Tel. 0934/569739 - Fax 0934/569763
SPECIAL TRASPORTI S.r.l.Via Labriola, 6 - 40010 SALA BOLOGNESE (BO) Emilia [email protected] - www.specialtrasporti.it - Tel. 051/6873700 - Fax 051/6814744
SPECIALTRASPORTI S.r.l.Via del Lavoro, 8 - 40061 MINERBIO (BO) Emilia [email protected] - www.specialtrasporti.it - Tel. 051/6873790 - Fax 051/6873796
T.E.O.R.E.M.A. S.p.a.Via per Sammichele - Z.I. 70021 ACQUAVIVA DELLE FONTI (BA) [email protected] - www.teoremaspa.it - Tel. 080/769958 - Fax 080/762980
TECNO RECUPERI S.r.l.Via Brescia, snc - 25020 DELLO (BS) [email protected] - www.tecnorecuperi.com - Tel. 02/9648272
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TECNO RECUPERI S.r.l.Via Dei Campazzi, snc 21040 GERENZANO (VA) [email protected] - www.tecnorecuperi.com - Tel. 02/9648271 - Fax 02/9689234
TERRANOVA AMBIENTE S.r.l.Zona Industriale - 4° Strada 93012 GELA (CL) [email protected] - Tel. 0933/927681 - Fax 0933/921656
TRANSECO S.r.l.Via Ronchesana, 56 - 37059 ZEVIO (VR) [email protected] - www.transecosrl.com - Tel. 045/7875330 - Fax 045/7875331
TRED SUD S.r.l.Zona Industriale Contrada Vicenne - 86097 SESSANO DEL MOLISE (IS) [email protected] - www.tredsud.it - Tel. 0865/930050 - Fax 0865/930007
USVARDI GINO & C. S.n.c.Via dei Bursi 21 Località Ca Degli Oppi 37050 OPPEANO (VR) [email protected] - Tel. 045/7130721 - Fax 045/7130881
VALCART S.n.c. DEI F.LLI ALBERTINELLI & C.Via V. Veneto, 14 - 24060 ROGNO (BG) [email protected] - www.valcart.com - Tel. 035/967216 - Fax 035/967461
VEDETTO RECUPERI S.r.l.Località Polo Nord, 11/D 26030 GABBIONETA-BINANUOVA (CR) [email protected] - Tel. 0372/844482 - Fax 0372/843170
WEM S.r.l.Blocco Giancata - Zona Industriale 95100 CATANIA CT [email protected] - Tel. 095/291146 - Fax 095/310194
CARTA
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La nuova “Direttiva quadro” europea ha posto particolare attenzione ai rifiuti inbase ad un approccio integrato e basato sull’identità “rifiuto = risorsa”,intendendo quindi privilegiare il recupero come modalità di gestione da preferireallo smaltimento, e in particolare il recupero che permette di ottenere dai rifiutidelle materie prime (secondarie).
Nel contesto economico nazionale, questa priorità assume un significatoparticolare, considerato che l’Italia è un Paese povero di materie prime, le quali,pertanto, devono essere per la gran parte importate ovvero sostituite conmateriali corrispondenti, provenienti dalle raccolte differenziate dei rifiuti diorigine urbana oppure degli scarti e dei rifiuti da attività produttive e di servizio.
Di conseguenza, anche per quanto riguarda il settore cartario, si è postal’esigenza, negli anni, di ricorrere in modo crescente al “giacimento” internorappresentato dalla raccolta differenziata. La raccolta differenziata urbana dicarta e cartone è pertanto aumentata da 1,2 milioni di tonnellate nel 1997 aquasi 3 milioni di tonnellate nel 2008, mentre la raccolta presso industrie,commercio e uffici ha raggiunto due milioni di tonnellate nel 2006, per poidiminuire leggermente nei successivi due anni.
Complessivamente, dalle serie storiche a nostra disposizione, è possibileosservare che, sul totale del macero avviato a riciclo, la quota di macero raccoltoproveniente dalle raccolte differenziate urbane è passata da poco più del 20%nel 1999 al 46% del 2008, mentre la quota proveniente da uffici, commercio eindustria (esclusi gli sfridi di produzione delle industrie grafiche e cartotecniche)è passata da circa il 53% nel 1999 al 30% nel 2008. Poiché, in termini assoluti,la raccolta di macero è passata da 3,6 milioni di tonnellate nel 1999 a circa 6,3milioni di tonnellate nel 2008 e il consumo apparente di carta e cartone non siè ridotto, ma è rimasto pressochè stabile, viene in luce che, a fronte di unquantitativo costante di carta e cartone immesso al consumo e (si presume) dirifiuti cellulosici conseguentemente prodotti, la raccolta di macero, aumentandonotevolmente nel suo complesso, si è al contempo modificata nellacomposizione. Infatti, la quota proveniente dal circuito pubblico, che ha visto unforte incremento sia in termini assoluti che percentuali, ha progressivamenteeroso la quota della raccolta presso le utenze industriali e commerciali(storicamente svolta dai privati anche prima dell’avvento del sistema CONAI): ciòè in gran parte spiegabile, su scala globale, con il noto fenomenodell’assimilazione.
È da notare come, con la crisi dei mercati e della produzione del 2008, sia calatala raccolta degli sfridi e sia rimasta costante la raccolta di macero da commercioe industria, mentre la raccolta differenziata da rifiuti urbani, legata al sistemaconsortile (COMIECO) abbia avuto comunque una crescita del 9% nel 2008rispetto all’anno precedente. Con il recupero degli sfridi della produzione etrasformazione cartaria e delle rese dei giornali nel 2008 l’offerta complessiva dimacero per l’industria cartaria è balzata a circa 6,3 milioni di tonnellate.
Il settore cartario ha progressivamente aumentato, negli ultimi dieci anni, lacapacità di riciclaggio della carta e cartone raccolti sul territorio italiano avendo
INTRODUZIONE
CARTAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
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raggiunto punte d’eccellenza nell’uso del macero in alcuni comparti (produzionecartone per imballi), pur rimanendo consistenti spazi per ampliare tale uso inaltre applicazioni, compatibilmente con i limiti dettati dalla tecnologia e daiprocessi. Dal 2004, però, la raccolta totale di macero in Italia ha superato lacapacità di riciclaggio dell’industria cartaria italiana. Nel 2008, l’esportazione hasuperato 1,5 milioni di tonnellate di macero, con un saldo import/export(positivo per quest’ultimo) pari a circa 1 milione di tonnellate. Rimane infatti lanecessità di importare circa 500 tonnellate di macero dall’estero (uno “zoccoloduro” che non è stato intaccato, in questi ultimi anni, neanche dall’aumentodella raccolta interna) per coprire il fabbisogno dell’industria relativo soprattuttoa determinate qualità di macero.
La crescita dell’esportazione netta di macero è avvenuta per quasi tutte lefrazioni merceologiche componenti il macero. La domanda di macero italiano ècresciuta soprattutto nei Paesi asiatici, Cina in testa, che nonostante la crisi havisto raddoppiare i quantitativi importati dall’Italia (la Cina attrae da sola più del50% delle esportazioni di macero nazionali), mentre Germania e Austria hannodiminuito le importazioni dal nostro Paese. L’esportazione di macero, insiemealla crescita della domanda di macero da parte del settore cartario nazionale, hapermesso di dare sbocco ai materiali raccolti, rafforzando il circuito della raccoltadifferenziata della carta e cartone: essa è perciò divenuta un fattore cruciale permantenere in equilibrio raccolta e recupero.
Con la crisi economica verificatasi a partire dal 2008, si è assistito ad una fortecontrazione della domanda interna e un drastico calo dei prezzi del macero. Afronte del calo della domanda, la qualità del macero selezionato è divenuto unodei fattori trainanti per il mantenimento dei correnti elevati tassi di raccolta e diriciclo. L’intensificarsi dei controlli sul territorio, sia sul fronte interno che suquello estero, relativi alla verifica del tenore di impurezze presenti nel macero (inconformità a quanto richiesto dalla normativa), da una parte, e la maggiorerichiesta da parte degli utilizzatori finali di un macero di qualità sempre piùelevata, dall’altra, hanno spostato il centro dell’attenzione dalla fase dellaraccolta (ferma restando l’esigenza di assicurare, anche a monte, una raccolta diqualità) a quello della valorizzazione effettuata in piattaforma.
In tale contesto, le piattaforme del recupero della carta hanno spesso svolto unruolo di compensazione, rispetto al calo del mercato, assicurando comunque allecartiere livelli di qualità accettabili, compatibilmente con i costi fissi che le attivitàdi recupero inevitabilmente comportano e nonostante il “complicato” confrontoconcorrenziale con il pubblico. Ciò ha determinato una contrazione dei marginieconomici non a lungo sostenibile, considerata anche la dimensione dellamaggior parte di queste imprese, viziate da un diffuso “nanismo”, ed hacondotto al rischio di chiusura di alcune aziende, fenomeno peraltro non limitatoal solo comparto del macero.
La crisi ha evidenziato un elemento di novità, prima non da tuttiimmediatamente percepibile: ovvero, che gli obiettivi di recupero non sono, népossono, essere garantiti solo ed esclusivamente dal settore cartario nazionale egrazie al valore (più che positivo, negli anni precedenti all’ultimo) del macero sul
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L’ITALIA DELRECUPERO
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mercato internazionale. Pertanto adesso l’interrogativo è il seguente: comeconciliare mantenimento degli obiettivi di recupero e di raccolta, libero mercatoe sistema consortile?
E ancora: nel caso in cui momenti di congiuntura negativa, tipo l’attuale,debbano protrarsi oltre la durata delle fasi cicliche fisiologiche per un settorecome quello della carta, chi garantirà che il sistema non si inceppi e che i suoirisultati non vengano compromessi? In poche parole, chi sosterrà i costi dellacrisi? I consumatori, attraverso il CAC? Oppure occorrerà ripensare (in parte) ilsistema? Accanto a queste domande dalla risposta non banale, se ne pone unaterza, che pure interessa da vicino tutto il settore privato dell’industria delrecupero: perché in Italia, a differenza che nelle economie più avanzate, il settorepubblico invece di arretrare guadagna quote del mercato dei servizi, magari inmodo surrettizio (con la quotazione delle società pubbliche in borsa), più spessocon il ricorso sistematico e illegittimo ad affidamenti in house, sperpero di risorsepubbliche e concorrenza sleale nei confronti delle aziende private esistenti?
Va da sé che, in un contesto in cui esportazioni, qualità e ruolo delle piattaformeal fine della valorizzazione divengono sempre più centrali, a tutto ciò debbacoerentemente corrispondere un maggior riconoscimento e presenza deglioperatori del recupero nelle organizzazioni consortili, come peraltroesplicitamente previsto dalla legge (e rimasto inattuato). Siamo invece alparadosso in cui le regole del gioco (leggi: Accordo ANCI-CONAI) vengonodecise senza il concorso delle rappresentanze dei recuperatori e senza tenerconto di esigenze oggettive che renderanno, da ultimo, inapplicabili le soluzioniindividuate a monte. A fronte di ciò, la richiesta della rappresentanza delleimprese di recupero presenti in Unionmaceri non può che essere quella diattribuire il giusto peso a tutte le componenti della filiera, insieme a quella di unpassaggio graduale ma inesorabile a procedure di assegnazione del macero piùaperte e trasparenti a vantaggio dell’efficienza del sistema, così come auspicatodall’Autorità Antitrust.
Inoltre, occorre stabilire in modo più chiaro e uniforme le regole dell’interventopubblico nel mercato in oggetto, attraverso (ad esempio) la definizione dei criteriper l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, al fine di disegnare i confinidella c.d. “privativa” comunale in relazione alle reali necessità dell’utenza, e nonin funzione delle esigenze di cassa delle singole amministrazioni locali.
Analogamente, il corrispettivo che si paga al Comune per il servizio d’igieneurbana deve essere agganciato ad un saldo principio di “pay as you throw”, inmodo da evitare una tassazione estesa a macchia d’olio e finalizzata amascherare inefficienze o voci di costo estranee al servizio specifico.
Infine, è da tempo che il settore sottolinea l’assoluta necessità di un contesto diregole più preciso e definito, specie per quanto riguarda le esportazioni, grazieal quale sia possibile contrastare efficacemente i traffici illeciti di rifiuti (ancheattraverso dei meccanismi di “tracciabilità” dei rifiuti stessi), rafforzare esviluppare le attività in regola con le normative, aumentare la qualità del maceroraccolto, selezionato e conferito in cartiera.
CARTAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
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A tal fine, UNIONMACERI, insieme ad ASSOCARTA, ha promosso l’attuazione diuno specifico “Accordo di settore sulla qualità e la tracciabilità del maceroderivante da raccolta differenziata e da altre fonti di approvvigionamento,nonché sulla gestione degli scarti”, da sottoporre all’avallo del Ministerodell’Ambiente, affinchè esso diventi una guida di riferimento per gli operatoridella catena del riciclo della carta, in piena conformità e applicazione dellanormativa nazionale e comunitaria.
CORRADO SCAPINO
Presidente Unionmaceri
CARTAEDIZIONE
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Il settore della carta e cartone è tradizionalmente uno dei settori dove sirealizzano i più alti tassi di recupero. Si tratta infatti di una catena “chiusa”,dove cioè il macero recuperato viene impiegato per usi identici, o analoghi,a quelli del materiale vergine di partenza.È quindi importante esaminare innanzitutto i dati sulla produzionenazionale e sul consumo apparente di carta. La produzione di carta ecartone nazionale, pari a 9,4 milioni di tonnellate nel 2008, è calata del 7%rispetto al 2007. Analogamente, il consumo apparente ha visto undecremento del 7% nel 2008, rispetto al 2007, attestandosi su oltre 11milioni di tonnellate.Per far fronte al proprio consumo interno, comunque l’Italia si confermaimportatrice netta di carta e cartone per 1,6 milioni di tonnellate, inparticolare di prodotti cartacei intermedi quali carte per usi grafici e cartoneondulato.
PRODUZIONEE CONSUMO DI
CARTA E CARTONE
CARTA
TABELLA 1: Consumo, produzione, import ed export di carta e cartone - Italia serie storica (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Consumo apparente carta e cartone 11.087 10.773 11.139 11.252 11.465 11.733 11.768 11.894 11.084
Import carta e cartone 4.544 4.464 4.664 4.677 5.047 5.192 5.262 5.297 4.967
Export carta e cartone 2.599 2.617 2.842 2.916 3.248 3.459 3.502 3.514 3.350
Produzione carta e cartone 9.142 8.926 9.317 9.491 9.667 9.999 10.008 10.112 9.467
Fonte : Elaborazione UNIONMACERI su dati ISTAT
95
Nel 2008 la raccolta differenziata della carta e cartone da suolo pubblico haraggiunto 2,9 milioni di tonnellate, mentre quella da superfici private da uffici,commercio e industria ha raggiunto 1,9 milioni di tonnellate.Complessivamente sono state raccolte oltre 6,3 milioni di tonnellate di macero,assommando la raccolta degli sfridi da produzione (1.460 mila tonnellate nel2008, contro 1.560 mila nel 2007).
CARTA
Fonte: ASSOCARTA su dati ISTAT
GRAFICO 1: Produzione, consumo, import ed export di carta e cartone - Italia serie storica (000/ton)
TABELLA 2: Raccolta e recupero della carta da macero (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Consumo carta e cartone Import carta e cartone
Export carta e cartone Produzione carta e cartone
11.087 10.773 11.139 11.25211.465 11.733 11.768 11.894
11.084
9.142 8.926 9.317 9.491 9.667 9.999 10.008 10.112 9.467
4.544 4.464 4.664 4.6775.047 5.192 5.262 5.297
4.967
2.599 2.617 2.842 2.9163.248 3.459 3.502 3.514 3.350
Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ISTAT
2004 2005 2006 2007 2008
Macero recuperato 4.092 4.292 4.455 4.606 4.856
di cui da RD (Comieco Rapp.) 2.154 2.352 2.420 2.700 2.943
di cui da recuperatori (da uffici, commercio, industria) 1.938 1.940 2.035 1.906 1.913
Sfridi e rese 1.485 1.500 1.550 1.560 1.460
Raccolta totale di macero 5.577 5.592 6.005 6.166 6.315
Export netto di macero -104 -304 -422 -586 -987
di cui import 497 445 467 493 520
di cui export 601 749 894 1079 1507
Utilizzo di carta da macero nell’industria cartaria 5.473 5.488 5.578 5.580 5329
LA RACCOLTA DELLACARTA DA MACERO
LA RACCOLTA DELLACARTA DA MACERO
96
La raccolta differenziata urbana della carta e cartone è aumentata da 1,2 milionidi tonnellate nel 1997 a quasi 3 milioni di tonnellate nel 2008, mentre la raccoltapresso industrie, commercio e uffici ha raggiunto due milioni di tonnellate nel2006, per poi diminuire leggermente nei successivi due anni.Complessivamente, dalle serie storiche a disposizione, è possibile osservare che,sul totale del macero avviato a riciclo, la quota di macero raccolto provenientedalle raccolte differenziate urbane è passata da poco più del 20% nel 1999 al46% del 2008, mentre la quota proveniente da uffici, commercio e industria(esclusi gli sfridi di produzione delle industrie grafiche e cartotecniche) è passatada circa il 53% nel 1999 al 30% nel 2008. In termini assoluti, la raccolta dimacero è passata da 3,6 milioni di tonnellate nel 1999 a circa 6,3 milioni ditonnellate nel 2008. A fronte di un quantitativo costante di carta e cartoneimmesso al consumo e (si presume) di rifiuti cellulosici conseguentementeprodotti, la raccolta di macero, pur aumentando nel suo complesso, si è alcontempo modificata nella composizione, con un progressivo incremento dellaquota di raccolta pubblica a svantaggio di quella effettuata dai privati(storicamente esistente anche prima dell’avvento del sistema CONAI).È da notare come con la crisi di produzione cartaria del 2008, sia calata laraccolta degli sfridi e sia rimasta costante la raccolta di macero da terziario eindustria, mentre la raccolta differenziata da rifiuti urbani, legata al sistemaconsortile (COMIECO) abbia avuto comunque una crescita del 9% nel 2008rispetto all’anno precedente.Al contempo, nel 2008 la quota in convenzione COMIECO rispetto al totale dellaraccolta differenziata comunale di carta e cartone si è complessivamente ridotta.La contrazione più consistente della quota di ricorso a COMIECO si è registrataal Nord, mentre al Centro si è avuta una leggera crescita e al Sud è diminuita.Nel complesso le quantità di carta e cartone che i soggetti convenzionati hannodeciso di avviare a riciclo al di fuori del rapporto con COMIECO ammontano aquasi 320 mila tonnellate (+47% rispetto al 2007). Il 90% di queste quantitàderiva da flussi di raccolta congiunta. Questa tendenza è stata tuttaviacontrobilanciata dalla crisi dei prezzi del macero verificatasi soprattutto a partiredagli ultimi mesi del 2008, per cui numerosi Comuni hanno fatto richiesta dirientrare nel sistema.L’avvio a riciclo della carta e del cartone coordinato da COMIECO è assicurato dauna rete consolidata e diffusa su tutto il territorio nazionale di operatori (322piattaforme di lavorazione e 71 cartiere cui si aggiungono 151 piattaforme perritiro imballaggi secondari e terziari).La raccolta differenziata urbana di carta e cartone è cresciuta dal 1998 al 2008in tutte le aree del Paese: al Nord da 756.000 tonnellate nel 1998 è cresciuta a1,7 milioni di tonnellate nel 2008 (+ 130%), al Centro da 193.000 a 675.000tonnellate (+ 250%), mentre al Sud è cresciuta di quasi 10 volte passando da50.000 tonnellate a 513.000 tonnellate.Rimangono ancora forti spazi di crescita della raccolta al Sud, che nel 2008 ècresciuta del 17% rispetto al 2007, mentre al Centro il tasso di crescita è statopiù basso (+ 6%).Il Nord, che realizza oltre il 60% di tutta la raccolta differenziata della carta inItalia, continua a presentare una buona crescita della raccolta medesima(+13% nel 2008 rispetto al 2007).
CARTAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
97
CARTA
Fonte: ISPRA (ex APAT)
TABELLA 3: Raccolta differenziata urbana della carta - Situazione territoriale - Seriestorica (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1.400.000
1.600.000
1.800.000
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Nord Centro Sud
Anni NORD CENTRO SUD ITALIA
1998 756.813 193.958 50.222 1.000.993
1999 933.687 242.497 70.587 1.246.771
2000 981.687 278.472 88.794 1.348.953
2001 1.056.582 290.074 153.985 1.500.641
2002 1.041.535 325.625 222.390 1.589.550
2003 1.174.418 427.490 266.729 1.868.637
2004 1.256.786 535.827 312.979 2.105.592
2005 1.427.627 569.772 360.695 2.358.094
2006 1.522.649 596.573 413.663 2.532.885
2007 1.554.087 638.223 437.209 2.629.519
2008 1.754.745 675.888 513.181 2.943.815
Fonte: ISPRA
GRAFICO 2: Raccolta carta e cartone da RU per macroaree - Serie storica (ton)
98
Il settore cartario è un forte utilizzatore di macero recuperato ed haprogressivamente aumentato, negli ultimi dieci anni, la capacità di riciclaggiodella carta e cartone raccolti sul territorio italiano.Su una produzione interna di 9,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, nel2008, sono state impiegate 5,3 milioni di tonnellate di macero da recupero dicarta e cartone, proveniente dalla raccolta differenziata degli urbani, dallaraccolta di imballaggi da terziario ed industria e da sfridi delle lavorazioni.Va inoltre sottolineato come la quasi totalità del macero raccolto vengatrasformato nel comparto del cartone ondulato, che utilizza per la maggior partecome materia di base il macero.La capacità di utilizzo del macero in Italia è perciò sostanzialmente satura edipende dal settore del cartone ondulato. Negli altri comparti cartari, quali cartaper usi grafici, domestici ed igienico-sanitari, l’utilizzo del macero per laproduzione è ancora molto basso. Pertanto, pur essendosi raggiunte punted’eccellenza nell’uso del macero nel comparto del cartone ondulato, rimangonoconsistenti possibilità di accrescere l’uso del macero in altri comparti, laddovequesto sia compatibile con i processi tecnologici.Nella Tabella 4, si può vedere che mentre il tasso di recupero del macero in Italiaè crescente passando dal 41 % (anno 2000) al 57% (nel 2008), il tasso di utilizzodel macero e il tasso di riciclaggio rimangono costanti dal 2000 al 2008. Questidati confermano che in Italia la capacità di riciclaggio di carta e cartone è oramaisatura, a meno che non intervengano tecnologie che consentano l’utilizzo delmacero in comparti diversi dall’ondulato.
CARTA
TABELLA 4: Tasso di utilizzo, di recupero e di riciclaggio di macero in Italia - Serie storica (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Tasso di utilizzo 55 57 56 56 57 55 56 55 56
Tasso di recupero 41 43 45 46 49 49 51 52 57
Tasso di riciclaggio 46 47 47 47 48 47 47 47 48
Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA
IL RICICLO
99
La capacità di riciclaggio dell’industria italiana è stata una condizione necessariaper far crescere, soprattutto all’inizio, la raccolta differenziata della carta e delcartone, ma da qualche anno a tale fattore di sviluppo si è necessariamenteaggiunta, quale elemento trainante, anche la domanda di macero dall’estero.Infatti, a partire dal 2004, il superamento dell’offerta di macero recuperatorispetto alla capacità di assorbimento del macero da parte dell’industria cartariaitaliana ha portato all’esportazione netta di macero a diversi Paesi terzi.Nel 2008, a fronte di un fabbisogno nazionale di 5,3 milioni di tonnellate dimacero, contro una raccolta di 6,3 milioni di tonnellate, oltre 1,5 milioni ditonnellate di macero sono state esportate all’estero, con un export netto di quasiun milione di tonnellate, considerando l’importazione di macero.L’esportazione totale di macero è cresciuta da 218.000 tonnellate nel 2000 aoltre 1,5 milioni di tonnellate nel 2008.Viceversa, l’importazione di carta da macero è diminuita da 741.000 tonnellatenel 2000 a 520.000 tonnellate nel 2008; tale cifra rappresenta uno “zoccoloduro” che è rimasto pressochè inalterato negli ultimi 5 anni e non è statointaccato neanche dall’aumento della raccolta interna.
CARTA
Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA
GRAFICO 3: Tasso di utilizzo, di recupero e di riciclaggio del macero in Italia - Serie storica (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Tasso di utilizzo Tasso di riciclaggio Tasso recupero
0
10
20
30
40
50
60
IMPORT/EXPORT
100
CARTA
Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA/ISTAT
Fonte: Elaborazione UNIONMACERI su dati ASSOCARTA/ISTAT
TABELLA 5: Raccolta, riciclaggio, export, import di carta da macero in Italia – Serie storica (000/ton)
GRAFICO 4: Raccolta, riciclaggio, import ed export di macero Italia – Serie storica (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 20080
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
Riciclaggio Import
Raccolta Export
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Riciclaggio 5.057 5.098 5.257 5.288 5.474 5.488 5.578 5.581 5.329
Raccolta 4.534 4.682 4.995 5.227 5.592 5.793 6.005 6.166 6.316
Import 741 674 681 589 500 447 467 493 520
Eeport 218 258 419 528 619 751 895 1.079 1.506
101
L’offerta complessiva di macero raccolto ha trovato uno sbocco importante conl’esportazione di macero in diversi Paesi europei e in alcuni Paesi asiatici.Nonostante la crisi produttiva mondiale, la Cina è diventato il primo importatore dimacero italiano con una forte crescita nel 2008 rispetto al 2007 (746.000 tonnellatenel 2008, valore quasi doppio rispetto a quello del 2007), mentre la Germania,secondo importatore, ha diminuito l’importazione di macero nel 2008 (206.000tonnellate) del 15% rispetto al 2007 e l’Austria del 30 % (106.000 tonnellatenel 2008). La Cina importa perciò oltre il 50% di tutto il macero esportatodall’Italia.Eventuali limiti allo sbocco dell’esportazione potrebbero portare a limitare lacrescita prevedibile della raccolta della carta o a cercare altre soluzioni, quali ilrecupero energetico.
L’importazione di macero è cresciuta comunque nel 2008 rispetto al 2007 da460.000 tonnellate a 489.000 tonnellate.La Germania rimane il primo esportatore in Italia (96.000 tonnellate), seguita daStati Uniti e Francia.La crescita dell’esportazione di macero dall’Italia segue una tendenza europea. Dal 2000 al 2008 l’esportazione netta di macero nei Paesi CEPI è cresciuta da2,8 milioni di tonnellate a 10,4 milioni di tonnellate.Nel 2008 si è registrata una crescita dell’esportazione netta di oltre 2 milioni ditonnellate rispetto al 2007.La raccolta del macero nei Paesi CEPI è cresciuta da 44 milioni di tonnellate nel2000 a quasi 60 milioni nel 2008, e mostra una tendenza comune a tutti i Paesidell’Unione Europea: la forte crescita della raccolta di macero ha superato lacapacità di riciclaggio europea e sta trovando per ora sbocco nell’esportazionenetta verso i Paesi asiatici.L’esportazione netta di macero all’estero, insieme alla crescita della domanda dimacero da parte del settore cartario nazionale, sta perciò diventando cruciale permantenere in equilibrio raccolta e recupero.
CARTAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
TABELLA 6: Esportazione di macero dall'Italia per Paese (000/ton)
Paese 2007 2008 % per Paese % incremento 08/07
CINA 386 746 53,1% 93,3%
GERMANIA 243 206 14,7% -15,2%
AUSTRIA 154 106 7,5% -31,2%
SLOVENIA 93 79 5,6% -15,1%
INDONESIA 23 66 4,7% 187,0%
FRANCIA 61 62 4,4% 1,6%
TAIWAN 17 46 3,3% 170,6%
Tot. 7 977 1.311 93,3% 34,2%
ALTRI 38 94 6,7% 147,4%
Totale 1.015 1.405 100,0% 38,4%
Fonte: YTD
102
CARTA
Fonte: CEPI
TABELLA 7: Importazione di macero in Italia per principali Paesi (000/ton)
TABELLA 8: Recupero di carta e cartone ed esportazione nei Paesi CEPI
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
PAESI 2007 2008 % per paese % incremento 08/07
GERMANIA 96 96 19,6% 0,0%
USA 76 77 15,7% 1,3%
FRANCIA 87 71 14,5% -18,4%
SVIZZERA 43 49 10,0% 14,0%
GRECIA 35 41 8,4% 17,1%
OLANDA 27 35 7,2% 29,6%
SLOVENIA 10 31 6,3% 210,0%
Totale 7 374 400 81,8% 7,0%
ALTRI 86 89 18,2% 3,5%
TOTALE 460 489 100,0% 6,3%
1991 2000 2005 2007 2008
Numero industrie 1038 937 838 791 756
Raccolta macero (mln ton) 25,8 44,6 54,0 58,2 58,9
Utilizzo macero (mln ton) 25,7 41,8 47,3 49,9 48,6
Export macero (mln ton) 3,5 7,6 9,5 11,5
Import macero (mln ton) 0,7 0,8 1,1 1,1
Export netto (mln ton) 2,8 6,8 8,4 10,4
Tasso riciclaggio (%) 40,8 51,6 61,6 63,9 66,6
Fonte: YTD
103
Nell’ultimo anno, si è invertita una tendenza dei prezzi del macero che duravadal 2002.I prezzi del macero sono stati in forte crescita in questi anni per quasi tutte letipologie di carta.La carta mista non selezionata ha visto quasi raddoppiare il proprio prezzo dal2002 al 2007, la carta mista selezionata è aumentata del 77%, mentre il cartoneondulato è aumentato del 21%.Nel 2007, rispetto al 2006, si è registrata una crescita dei prezzi più alta per tuttele tipologie di carta.Nel 2008 invece, con la crisi sui mercati mondiali, si è registrato un forte calo deiprezzi: il prezzo del cartone e cartoncino è calato da 60/80 euro a tonnellata a10/20 euro a tonnellata, la carta da giornale da 80/100 a 50/60 euro atonnellata. La caduta della domanda per la produzione potrebbe portare ad unapossibile crisi di sbocco delle raccolte del macero. Se dovesse perdurare lasituazione di crisi essa potrebbe avere effetti sulla stessa raccolta.In particolare, mentre la raccolta da superfici pubbliche, che dipende daicontratti con il Consorzio della carta, potrebbe comunque continuare a crescere,la raccolta da superfici private potrebbe essere più sensibile ai prezzi del maceroe quindi stabilizzarsi o diminuire. Qui si impone una riflessione sul mercatolibero, giacchè è quanto meno singolare che il flusso di maggior qualità (quelloproveniente da uffici, industrie, ecc.) rischi di non venire più raccolto.
CARTA
Fonte: Listini Camera Commercio
TABELLA 9: Prezzi di vendita dei maceri cartari. Medie annue (€/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Carta (1.01) misti daRd, non selezionati
Carta (1.02) mistiselezionati
Carta Refili stampati misti
Carta cartone ondulatokraft 2ª qualità
2002 15 39 123 81
2006 11 33 88 72
2007 37 58 114 98
2007/2002 151% 49% -7% 21%
2007/2006 224% 77% 29% 36%
IL MERCATODEL MACERO
104
CARTA
Fonte: FEAD
Fonte: FEAD
GRAFICO 5: Prezzi macero, cartone e cartoncino - Supermarket Italia
GRAFICO 6: Prezzi macero carta da giornale - Italia
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Livello dei prezzi maggiori
Livello dei prezzi minori
0
20
40
60
80
100
120
gen-
08
feb-
08
mar
-08
apr-0
8
mag
-08
giu-
08
lug-
08
ago-
08
set-0
8
ott-0
8
nov-
08
dic-
08
gen-
09
feb-
09
0
20
40
60
80
100
120
140
Livello dei prezzi maggiori
Livello dei prezzi minori
gen-
08
feb-
08
mar
-08
apr-0
8
mag
-08
giu-
08
lug-
08
ago-
08
set-0
8
ott-0
8
nov-
08
dic-
08
gen-
09
feb-
09
105
A fronte del calo dei prezzi e della domanda interna, la qualità del maceroselezionato è divenuto uno dei fattori trainanti per il mantenimento dei correntielevati tassi di raccolta e di riciclo.Infatti, sia sul fronte interno (cartiere nazionali) che su quello estero(esportazioni), da una parte l’intensificarsi dei controlli sul territorio connessi allaverifica del tenore di impurezze presenti nel macero (conformemente aglistandard fissati dalla normativa), dall’altra la maggiore richiesta da parte degliutilizzatori finali di un macero di qualità sempre più elevata, hanno spostato ilcentro dell’attenzione dalla fase della raccolta (ferma restando l’esigenza diassicurare standard qualitativi crescenti) a quella della valorizzazione effettuatain piattaforma.Le piattaforme del recupero della carta hanno spesso svolto un ruolo dicompensazione rispetto al calo del mercato, assicurando comunque alle cartierelivelli di qualità accettabili, compatibilmente con i costi fissi che le attività direcupero inevitabilmente comportano.
CARTAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
VETRO
In Europa nel 2008 sono state prodotte oltre 22 milioni di tonnellate di vetro,con un calo rispetto al 2007 dello 0,7%. L’Italia ha mantenuto un tasso dicrescita anche nel 2008 (+1,5%) come la Germania. Altri Paesi come Francia, Spagna, e Inghilterra hanno avuto invece una cadutadella produzione tra il 3 e il 4%.Dal 1998 al 2008 in Italia la produzione di vetro è aumentata del 20%, mentrein Germania e in Francia è diminuita del 4-5 %. Il tasso di riciclaggio del vetro è in Europa mediamente del 62%, l’Italia si collocanella media con il 60%.Paesi come Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda hanno superatol’80% di riciclaggio del vetro prodotto. Alcuni Paesi, come Svezia e Svizzera,hanno superato il 90%.
Il primo problema che emerge nell’ambito della lettura dei dati esposti è di naturametodologica: troppo spesso il tasso di riciclaggio (cfr. Tabella 2) viene calcolato nonsul reale consumo di materia prima secondaria, bensì sulle quantità raccolte: questofalsa la realtà del recupero effettivo e, soprattutto, rende impossibili i paragoni tra iPaesi, soprattutto a livello comunitario dove vige la direttiva imballaggi che, come sivedrà più avanti, viene applicata in maniera assolutamente disomogenea.
A livello europeo, dall’inizio della crisi del 2008, il settore del vetro ha registratouna crisi immediata con un calo della produzione che ha creato una situazionemolto critica in tutto il settore.Nel periodo tra ottobre 2008 e marzo 2009, la domanda di prodotti di vetro ècrollata improvvisamente, non solo per i contenitori ma anche per il vetro piano,utilizzato nel settore edile e automobilistico. I produttori di vetro hanno ridotto la loro produzione in alcuni Paesi del 15% finoal 40%.Questo ha prodotto una crisi nel settore del riciclaggio del vetro, ed essendo laraccolta del vetro comunque cresciuta, a livello europeo, si sono formati degliextra-costi per lo stoccaggio dei vetri raccolti ma non riciclati, data la crisi delladomanda. Infine, si sono registrate pressioni sui prezzi non dipendenti solo dalcalo della domanda ma dalla forte diminuzione dei prezzi in alcuni Paesi, chehanno avuto riflessi sulla competizione internazionale.Perciò, complessivamente, il settore del recupero, a livello europeo, è rimastoschiacciato tra domanda e prezzi calanti del prodotto finito e costi crescenti,causati dall’accumulo di materiali presso gli impianti di produzione delle MPS(materie prime secondarie).
Un aspetto particolarmente problematico per il mercato italiano ha riguardato ladiversità dell’implementazione della direttiva imballaggi nei vari Paesi europei,condizione che ha portato ad un dumping di mercato ed a convenienze ditrasferimento dei materiali da un Paese all’altro, a volte dovuto alle miglioriqualità delle raccolte differenziate e, in altri casi, ai maggiori contributiriconosciuti ai vari sistemi da ogni singolo Paese aderente. In Italia nel 2008 sono state riciclate complessivamente 1,83 milioni di tonnellatedi vetro di cui 1,39 milioni di tonnellate costituite da imballaggi, 242 milatonnellate da vetro piano. Le importazioni di vetro sono state pari a 202 mila tonnellate, l’11% del totale.
PRODUZIONE ERICICLAGGIO
VETROEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
107
A tutte le difficoltà sopra descritte, si deve aggiungere per l’Italia, la problematicarelativa alla qualità del rottame di vetro raccolto, che è peggiorata sempre più conl’estendersi delle raccolte domiciliari (soprattutto per la maggiore presenza diceramica, vetroceramica e organico, per la frammentazione del vetro e la fortepresenza di frazione fine difficilmente riciclabile).Ciò ha causato un incremento dei costi di recupero e smaltimento dei relativisovvalli, una diminuzione della resa effettiva (oggi mediamente scesa all’80-85%) euna disparità con i concorrenti esteri che possono beneficiare di un rottame di vetrodi qualità molto superiore.
La difficile situazione di mercato e le relative conseguenze, però, non possonoincentivare quegli investimenti per migliorare le tecnologie che invece sarebberonecessarie anche in virtù del sopra citato mutamento della qualità del rottame, permeglio utilizzare le diverse tipologie del vetro raccolto e incrementare il tasso diriciclaggio.
Paradossalmente, infatti, l’industria vetraria ha la necessità di aumentare lapercentuale di rottame di vetro nel processo produttivo, in quanto tale utilizzopermette una riduzione dei costi energetici generali: il risparmio energetico èquantificabile in una riduzione del 2,5% del combustibile impiegato per ogni 10%di rottame usato. Un impiego dell’80% di frammenti vetrosi porta quindi aun’economia energetica del 20%. Inoltre, con l’inserimento dei cocci di vetro nellamiscela vetrificabile, si riducono anche le emissioni in atmosfera connesse all’attivitàproduttiva. Le minori temperature di fusione del rottame vitreo implicano lariduzione del volume dei fumi di combustione, le emissioni di ossidi di azoto, polverie anidride carbonica.
Il recente Accordo ANCI-CONAI, e nello specifico l’Allegato tecnico ANCI-COREVE,sono stati definiti avendo quale scopo primario la necessità di migliorare gli aspettiqualitativi della raccolta e del riciclo del vetro. Dovrebbe quindi essere ancor più primario il ruolo del recuperatore, non solo qualefiltro sostanziale nel rapporto con la pubblica amministrazione e il sistema urbanodelle raccolte differenziate, bensì nell’obiettivo di incrementare il tasso di recuperoe di riciclo, laddove è difficile ipotizzare che gli attuali sistemi di raccolta possano,nel breve-medio periodo, permettere il raggiungimento degli standard di qualitàrichiesti dall’industria vetraria. Soprattutto in un contesto, anche di natura politico-sociale, ove gli aspetti quantitativi delle raccolte differenziate vengono privilegiatirispetto a quelli qualitativi più legati alla possibilità effettiva di riciclo.Ciò vale soprattutto ove si tenga conto del fatto che a breve dovranno avviarsi leraccolte differenziate al Sud, anche se permangono criticità quali la disponibilità inloco di impianti di stoccaggio e selezione.
Inoltre, secondo valutazioni del COREVE, l’attuale condizione di mercato del settorenon permette di ipotizzare investimenti al Sud, non solo per la carenza di utilizzofinale del vetro in tale area, ma anche per le autonome scelte gestionali di alcunevetrerie che, nonostante l’attuale condizione di ampia disponibilità nazionale dirottame, ne importano notevoli quantità.
VETROEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
ASPETTI QUALITATIVIDELLA RACCOLTAE DEL RECUPERO
DEL VETRO
108
109
1 I dati sono stati aggiornati per alcuni Paesi2 Il dato 2008 è provvisorio3 Polonia - dati 20074 Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Svezia, Svizzera, Norvegia.5 Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Romania, Slovacchia
VETROEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
TABELLA 1: Produzione di vetro in Europa (ton)
Paesi 1998 2004 2005 % 2006 % 2007 [1] % 2008 % % 05/04 06/05 07/06 08/07 08/98
Francia [2] 3.785.142 3.731.735 3.784.280 1,4 3.828.086 1,2 3.743.925 -2,2 3.572.592 -4,6 -5,6
Germania 4.323.180 4.105.193 3.895.151 -5,1 3.885.600 -0,2 4.080.300 5,0 4.141.800 1,5 -4,2
Italia [2] 3.046.948 3.582.777 3.543.333 -1,1 3.549.041 0,2 3.620.522 2,0 3.673.671 1,5 20,6
Polonia [3] 810.655 1.041.269 1.088.151 4,5 1.119.531 2,9 1.230.019 9,9 1.230.000 0,0 51,7
Portogallo 762.977 1.015.437 1.024.395 0,9 1.095.835 7,0 1.231.335 12,4 1.252.342 1,7 64,1
Spagna 1.816.151 2.070.444 2.143.971 3,6 2.148.107 0,2 2.222.361 3,5 2.145.835 -3,4 18,2
Inghilterra 1.852.100 1.977.612 2.081.000 5,2 2.159.804 3,8 2.244.441 3,9 2.161.769 -3,7 16,7
Altri EU Nord
& Centrale [4] 2.005.823 2.148.834 7,1 2.113.587 -1,6
Altri EU
Sud Est [5] 1.148.677 1.202.653 4,7 1.206.382 0,3
Turchia 455.861 500.000 535.100 7,0 597.000 11,6 705.000 18,1 768.320 9,0 68,5
TOTALE 21.346.326 21.537.504 0,9 22.429.390 4,1 22.266.298 -0,7
Fonte: FEVE (Federazione europea vetro cavo e piano)
In un tale contesto di difficoltà globale e nazionale, è auspicabile che il rapporto traoperatori del recupero e industria vetraria compia un passaggio di maturità reale esostanziale: a prescindere dagli aspetti economici dei prezzi, comunque condizionatidalla forte concentrazione dell’industria vetraria, occorre rivedere il sistemaorganizzativo dando maggiore risalto agli aspetti collaborativi e organizzativi. Senzadimenticare, infatti, che la riciclabilità del rottame di vetro viene oggi, come ieri,garantita dall’industria del recupero.
110
VETROEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
TABELLA 2: Tassi di riciclaggio del vetro in Europa 2007
Paesi Consumo Raccolta Tasso dinazionale (000/ton) (000/ton) riciclo %
AUSTRIA 276 221 80
BELGIO 314 289 92
BULGARIA 150 48 32
Rep.CECA 264 133 50
DANIMARCA 143 121 84
ESTONIA 25 12 47
FINLANDIA 88 54 61
FRANCIA 3.200 1.950 61
GERMANIA 3.033 2.635 87
GRECIA 200 26 13
UNGHERIA 170 34 20
IRLANDA 170 124 73
ITALIA 2.157 1.303 60
OLANDA 572 461 81
POLONIA 1.100 290 26
PORTOGALLO 405 186 46
ROMANIA 176 15 9
SLOVACCHIA 128 43 34
SPAGNA 1.672 936 56
SVEZIA 181 171 94
SVIZZERA 336 320 95
TURCHIA 425 81 19
INGHILTERRA 2.650 1.520 57
TOTALE 17.835 10.973 62
Fonte: FEVE
TABELLA 3: Recupero, riciclaggio e importazioni del vetro in Italia (000/ton)
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Recupero/riciclo imballaggi 920 960 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.290 1.390
importazioni vetro 174 224 173 221 259 300 246 220 202
vetro piano 229 248 244 213 184 208 340 320 242
Riciclo totale vetro 1.323 1.432 1.454 1.556 1.646 1.719 1.842 1.830 1.834
Fonte: COREVE
111
VETRO
GRAFICO 1: Recupero e riciclo per tipologie di vetro in Italia (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
200
400
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
800
1.200
1.400
1.600
1.000
600
1.800
2.000
riciclo totale vetroriciclo imballaggivetro pianoimportazioni vetro
1.6561.556
1.4541.432
1.323
1.842
1.719
1.830 1.834
1.2031.122
1.037960
920
1.2561.211
1.2901.390
184
221244248229
340300 320
242259
213173224
255246208 220 202
Fonte: COREVE
TABELLA 4: Raccolta e riciclaggio degli imballaggi in vetro (000/ton)
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Raccolta rifiuti daimballaggio vetro 977 1.100 1.205 1.310 1.356 1.372 1.385 1.385 1.390
Immesso al consumoimballaggi 1.963 1.993 1.970 2.107 2.141 2.117 2.133 2.157 2.159
riciclo imballaggi 920 960 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.290 1.390
tasso riciclo imballaggi in vetro (%) 47% 48% 53% 53% 56% 57% 59% 60% 64%
Fonte: COREVE
0
500
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
2.000
2.500
1.500
1.000
immesso al consumo imballaggiraccolta rifiuti da imballaggio vetro
2.1412.1071.9701.9931.963
2.1332.117 2.157 2.159
1.3561.3101.205
1.100977
1.3851.372 1.385 1.390
112
VETROEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 2: Immesso al consumo e raccolta di imballaggi in vetro - tendenza (000/ton)
Fonte: COREVE
TABELLA 5: Prezzi di vendita dei rottami di vetro e di rifiuti inerti - Medie annue (€/ton)
Anni Vetro: Vetro: rottame misto Vetro: rottame rottame misto ´pronto al forno´ bianco ´pronto al forno´
2002 9,3 46 70
2006 9,8 51 75
2007 9,8 51 76
Incremento 07 su 02 5% 11% 9%
Incremento 07 su 06 0% 1% 1%
Fonte: Listini CCIAA
PLASTICA
114
ASSORIMAP - Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di MateriePlastiche - nasce nel 1978 e rappresenta le aziende che rigenerano materieplastiche pre-consumo e post-consumo. L'Associazione aderisce allaFederazione Europea dei Riciclatori di Materie Plastiche EuPR - EuropeanPlastic Recyclers - ed è tra i fondatori di UNIRE - Unione Nazionale ImpreseRecupero - aderente a FISE.
Il riciclo meccanico delle materie plastiche, considerata l’unica vera forma diriciclo, comporta vantaggi evidenti per la riduzione dei costi diapprovvigionamento di materie plastiche, risparmio energetico e minorimpatto sull'ambiente, sia in termini di minori emissioni sia di minoriquantitativi destinati allo smaltimento in discarica, con oneri e costi ridottiper tutti: dai trasformatori di materie plastiche agli utenti di manufatti e aicittadini.
Come nelle precedenti edizioni de "L'Italia del Recupero" si analizza inqueste pagine solo il recupero post-consumo di plastica, pur tenendopresente che il riciclo di materie plastiche è anche un'importante fase delciclo produttivo industriale, nel corso del quale si recuperano soprattuttoscarti e sfridi di lavorazione pre-consumo.
Il comparto industriale italiano dedito al riciclaggio e alla rigenerazione dimaterie plastiche si stima sia costituito da quasi 200 imprese con circa2.000 addetti e occupa il secondo posto in Europa, dopo l'industriatedesca.
L'insieme di queste imprese costituisce l'essenziale ponte funzionaleaffinché le materie plastiche provenienti dalle raccolte differenziate possanoessere sottoposte a riciclo meccanico ed essere reinserite nei cicli produttividelle industrie che utilizzano la plastica come materia prima per larealizzazione dei propri prodotti.
Una semplice, ma fondamentale, considerazione che emerge dai datipresentati è che non ha senso porre enfasi solo sulla "fase della raccolta deirifiuti" trascurando, in modo più o meno marcato, la "fase industriale" e la"fase di mercato" dei rifiuti riciclabili. È, infatti, troppo chiaro che non puòesservi raccolta senza riciclo, né riciclo senza trasformazione e riutilizzofinale.
Vantare quindi a vario titolo il raggiungimento di buoni livelli di raccolta,ancorché migliorabili, ancorché realizzati con il grande contributo deglioperatori indipendenti, ancorché da realizzare in tutte le aree del Paese,potrebbe di per sé valere poco senza avere la certezza di avviareeffettivamente a riciclo le frazioni raccolte e di conseguenza di avereffettivamente trasformato un rifiuto in nuova materia prima.
In questo senso, ASSORIMAP ha richiesto al Consorzio COREPLA dicondividere una corretta validazione dei flussi, sia per sviluppare unamaggiore sensibilità dei produttori di imballaggi tesi a migliorare la
INTRODUZIONE
PLASTICAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
115
riciclabilità degli stessi, sia per individuare e approfondire possibili soluzionigestionali con riguardo a specifiche tipologie di rifiuti plastici riciclabili sia,infine, per contribuire alla qualificazione tecnica delle materie primesecondarie ottenute dal recupero dei rifiuti.
Tali diverse iniziative confermano che tra i principali obiettivi di ASSORIMAPsi pongono l'approfondimento dei diritti/doveri della categoria dei riciclatoridi materie plastiche e, soprattutto, il riconoscimento ai materiali plasticiriciclati di concreti e appropriati mercati di sbocco per evitare che quantodescritto da leggi, decreti e regolamenti resti una teoria senza risvolti pratici(valga, a titolo d'esempio, la finora incompiuta applicazione del DM203/03).
CORRADO DENTIS
Presidente ASSORIMAP
PLASTICAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
In base ai dati resi disponibili dalle imprese operanti nella produzione di materieplastiche e ad una ricerca commissionata dalle Federazioni europee del settore auna società di consulenza tedesca, in Italia nel 2008 sono stati prodotti 3,44milioni di tonnellate di manufatti in materie plastiche di cui 2,2 milioni ditonnellate di imballaggi e 1,2 milioni di tonnellate di prodotti per costruzioni, auto, elettrici, oggettistica, agricoltura ecc...
In base a un censimento di ASSORIMAP, il settore del riciclaggio post-consumodelle materie plastiche ha mostrato, negli ultimi anni, pur con minor impulsorispetto al periodo precedente, un trend in crescita, dai 143 siti censiti nel 2003ai 157 del 2008.
In proposito, però, va rimarcato che, dal secondo semestre del 2008, il compartodel riciclo della plastica ha dovuto affrontare una congiuntura negativa inrelazione non soltanto alla crisi internazionale generale ma anche alla fortecaduta del prezzo delle principali materie plastiche vergini, le cui quotazioni sisono talmente abbassate da rendere poco competitivo il prezzo delle materieprime secondarie.
116
IL RICICLO DELLEMATERIE PLASTICHE
IN ITALIA
PLASTICA
TABELLA 1: Produzione, recupero e smaltimento delle materie plastiche, per principale tipologia - Italia 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
MANUFATTI DI MATERIE PLASTICHE
Imballaggio
Imballaggio domestico
Imballaggio industriale
Costruzioni
Auto
Elettrici
Oggettistica casa, sport
Agricoltura
Altri
Totale
%
64,0
41,5
22,4
4,0
5,6
3,5
3,3
6,0
13,7
100,0
000/ton
2.205
1431
774
137
192
122
113
206
473
3.448
000/ton
1.336
694
642
22
15
18
17
59
63
1.530
%
87,3
45,4
42,0
1,4
1,0
1,2
1,1
3,9
4,1
100,0
000/ton
672
306
366
17
12
6
0
39
0
746
%
45,3
38,4
7,0
6,0
9,2
5,4
5,0
7,7
21,4
100,0
000/ton
869
737
135
115
177
104
96
147
410
1.918
%
90,1
41,0
49,1
2,3
1,6
0,8
0,0
5,2
0,0
100,0
%
84,7
49,5
35,2
0,6
0,4
1,5
2,2
2,6
8,0
100,0
000/ton
664
388
276
5
3
12
17
20
63
784
PRODUZIONE RACCOLTA RICICLO MECCANICO RECUPERO ENERGETICO DISCARICA
Fonte: CONSULTIC GMBH - Studio sulle attività di riciclo delle materie plastiche in Europa, 2009
117
PLASTICA
TABELLA 2: Impianti di riciclaggio della plastica in Italia
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Liguria
Emilia Romagna
NORD
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
CENTRO
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
SUD
ITALIA
2003
13
0
46
1
18
3
2
12
95
10
4
3
5
22
3
0
9
8
0
0
4
2
26
143
2008
18
0
56
1
23
0
2
10
110
7
3
2
6
18
3
0
11
8
0
0
6
1
29
157
Fonte: Censimento ASSORIMAP
118
Dall'analisi dei dati riportati nella Tabella 1, relativi ai materiali di origine per leattività di riciclo in Italia, risulta molto evidente la prevalenza degli imballaggi(circa l'87%), a cui segue il recupero di film e altri manufatti da usi agricoli (circail 4%). Agli imballaggi post-consumo viene fatto riferimento con i dati in Tabella3, ricavati dal Piano Specifico di Prevenzione 2008-2010 del Consorzio di filieraCOREPLA e che costituiscono una delle fonti dei dati riportati in Tabella 1.
IL RICICLO DEGLIIMBALLAGGI PLASTICI
PLASTICA
TABELLA 3: Immissione al consumo e avvio al riciclo di imballaggi in materie plastiche
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Quantità immessa al consumo (1)
Totale RD (2)
- di cui Area Nord (3)
- di cui Area Centro (3)
- di cui Area Sud (3)
Conferiti a riciclo da superficie pubblica (4)
- di cui di gestione consortile
Riciclo da superficie pubblica (5)
- di cui di gestione consortile
Riciclo da superficie privata (6)
- di cui di gestione consortile
- di cui da "Operatori indipendenti" (7)
Totale riciclo (8)
- di cui di gestione consortile (9)
000/TON
2.345
490
342
68
80
490
490
339
339
377
3
374
716
342
%
+2,1%
24,2%
63,6%
16,7%
19,7%
100%
100%
16,7%
100%
16,2%
1,0%
99,0%
32,9%
51,3%
000/TON
2.450
593
377
99
117
593
593
409
409
396
4
392
805
413
%
+3,3%
20,9%
69,8%
13,9%
16,3%
100%
100%
14,5%
100%
16,1%
0,8%
99,2%
30,5%
47,8%
%
+2,3%
22,5%
66,7%
15,2%
18,1%
100%
100%
15,5%
100%
16,0%
1,0%
99,0%
31,5%
49,8%
000/TON
2.400
540
360
82
98
540
540
372
372
384
4
380
756
376
2008 2009 2010
(1) Imballaggi in plastica immessi al consumo complessivamente (primari, secondari e terziari) e relativa variazione percentuale rispetto all'annoprecedente, comprensivi delle cassette in plastica per ortofrutta gestite dal Consorzio CONIP.
(2) Raccolta differenziata di rifiuti di imballaggi in plastica da superficie pubblica (RD) complessiva e relativa incidenza percentuale rispettoall'immesso al consumo.
(3) Suddivisione della raccolta differenziata per aree geografiche e relativa incidenza percentuale sul totale raccolta;(4) Quantitativi da RD avviati a riciclo e relativa incidenza percentuale rispetto al totale raccolta.(5) Riciclo complessivo derivante da RD conferita a riciclo, al netto degli scarti, e relativa incidenza percentuale rispetto all'immesso al consumo
(per il 2008 è compresa una quota di 4,0 kton a feedstock recycling).(6) Riciclo complessivo di rifiuti di imballaggi in plastica provenienti da superfici private ("Commercio & Industria") e relativa incidenza
percentuale rispetto all'immesso al consumo.(7) I quantitativi avviati a riciclo da parte degli "Operatori indipendenti" sono ottenuti da analisi dei dati MUD effettuata per conto di COREPLA
da Ecocerved per gli anni sino al 2004 e dalla Camera di Commercio di Milano per il 2005 (ultimo anno disponibile). Per gli anni successivi2006, 2007 e 2008, in attesa di disporre dei dati definitivi desumibili dai MUD, i quantitativi sono stimati per conto di COREPLA dalla societàdi analisi e ricerca economica AGICI, sulla base delle serie storiche dei MUD degli anni precedenti e di previsioni sia macroeconomiche chedi settore. Per i successivi anni 2009 e 2010, i dati sono invece puramente indicativi, essendo ricavati per differenza dalla proiezionearitmetica del riciclo complessivo cui è stato detratta quella del riciclo COREPLA. Per tutti gli anni, in ogni caso, i dati sono comprensivi dellecassette per ortofrutta gestite dal Consorzio CONIP.
(8) Riciclo complessivo di rifiuti di imballaggi in plastica e relativa incidenza percentuale rispetto all'immesso al consumo.(9) Quota complessiva di rifiuti d'imballaggio in plastica riciclati in gestione diretta di COREPLA e relativa incidenza percentuale rispetto al riciclo
complessivo.
Fonte: COREPLA
119
A prescindere dall'effettiva riscontrabilità dei dati riportati nelle Tabelle 1 e 3 -che non sono condivisi dall'Associazione dei riciclatori - ma considerandoli,comunque, riferimenti non del tutto estranei alla realtà, va evidenziata larilevante incidenza (attorno al 50%) dell'attività di riciclo dei cosiddetti operatoriindipendenti, senza il cui apporto sarebbe impossibile considerare comeraggiunti nel nostro Paese gli obiettivi di recupero.
Comunque, va sottolineato che nel primo semestre 2009, anche su richiesta diASSORIMAP, è stato avviato da COREPLA un complesso lavoro di verifica deiflussi e di validazione dei dati raccolti, per evitare estrapolazioni (più o menofantasiose) e giungere così, finalmente, a una statistica chiara, trasparente econdivisa dalle parti, compresi i riciclatori rappresentati dalla loro Associazionenazionale di categoria.
Come già accennato, a prescindere dalla riscontrabilità dei dati concernentil'avvio del riciclo di imballaggi post-consumo a cui si è fatto cenno, occorre tenerpresenti le segnalazioni documentate che sono state riferite anche in sedepolitica da ASSORIMAP a proposito della crescente percentuale di scarti (dal 15al 20% del quantitativo conferito alle imprese riciclatrici) che a fine ciclo,purtroppo, vengono destinati a discarica, nonostante la sofisticazione e ilcontinuo aggiornamento degli impianti di selezione e di riciclo.
Principale motivazione di tale sorprendente percentuale di scarto è il progressivoe continuo deterioramento della qualità della raccolta differenziata che si èandato evidenziando di anno in anno a causa di due fenomeni principali:l'eccesso di "assimilazione" perseguito da molti Comuni italiani, nonché lamancata "prevenzione" da parte dei progettisti e dei produttori di imballaggiper i quali l'obiettivo aziendale di marketing prevale largamente su quelloambientale e di interesse generale per la comunità.
Da qui l'aspettativa più volte richiamata da ASSORIMAP per un'attività,soprattutto da parte del sistema consortile CONAI-COREPLA, di informazione eformazione di chi progetta, produce e immette sul mercato imballaggi inplastica, per far comprendere quali materiali e loro accoppiamenti, a parità dicaratteristiche applicative e di protezione dei prodotti, possono rendere piùeconomicamente e ambientalmente praticabile il recupero e riciclaggio post-consumo.
Si tratterebbe di una serie di iniziative specifiche, già ampiamente praticate inaltri Paesi europei, in Giappone, ecc., che, almeno fino ad oggi, non hannotrovato riscontro in Italia.
PLASTICAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
120
Anche in relazione alla prossima azione di revisione del Codice ambientale(D.Lgs. 152/06), l’Associazione dei riciclatori ha messo in luce alcuni aspettirelativi al mercato del settore, su cui è opportuno approfondire la riflessioneavviata dall’Antitrust nella propria indagine conoscitiva sul comparto degliimballaggi.
Le principali conclusioni a cui, in proposito, nell'estate 2008 è pervenutal’Antitrust al termine dell'indagine conoscitiva IC 26, possono essere riassuntecome segue.
1 In merito alla gestione dei consorzi di filiera: "come una migliorerappresentazione di interessi contrastanti (in specie, quelli deirecuperatori/riciclatori) nell'ambito delle strutture direttive consortili possacostituire una soluzione incentivante modalità organizzative più efficienti,eque e al contempo espressione di dinamiche genuinamente concorrenziali".Da anni ASSORIMAP ribadisce la necessità di prevedere una significativarappresentatività dei riciclatori, a garanzia di una politica che consideri il ricicloun elemento essenziale dell’economia di ogni filiera.
2 Inoltre: "al fine di ristabilire una maggior omogeneità della raccolta e dell'avvioal recupero dei rifiuti da imballaggio (…) l'Autorità ritiene auspicabile unintervento volto a stabilire soglie di raccolta distinte per aree diverse del paesee da raggiungersi obbligatoriamente, la cui somma vada a determinarel'ottemperamento complessivo a livello nazionale. Ciò al fine di consentire unpiù equilibrato rapporto con le capacità installate sul territorio nazionale inun'ottica di ulteriore sviluppo industriale e concorrenziale del settore".
3 A proposito dell'ipotesi di pluralità di operatori nell'ambito di una filiera:"l'Autorità ha altresì auspicato la possibilità di istituire diversi consorzi anchesu circuiti regionali o macroregionali, opportunamente omologati operanti inuna medesima filiera suscettibili di introdurre dinamiche concorrenzialinell'attività in oggetto senza con ciò snaturare gli obiettivi di tutela ambientaleavuti a mente dal legislatore (…), purché in presenza di opportune garanzie dicontrollo sul buon funzionamento (per esempio, rispetto tracciabilità dei rifiutie certificazione dei dati relativi alla raccolta), nonché di una chiara definizionedegli obblighi relativi al versamento dei contributi ambientali.
Al riguardo, il comparto ha accolto con favore la decisione di fine giugno 2009dell'Osservatorio Nazionale sui Rifiuti, che ha attestato il corretto funzionamentodel Progetto PARI (Piano per la gestione Autonoma dei Rifiuti da Imballaggio),autorizzando di fatto il primo sistema di gestione autonoma nel settore degliimballaggi flessibili in LDPE, poiché esso risulta applicativo di un'analisi che, giàa fine 2006, ASSORIMAP commissionò al Centro Studi Edizioni Ambiente, sul"Riciclo degli imballaggi in plastica di provenienza industriale e commerciale", incui si evidenziavano esplicitamente modelli di esperienze-pilota, sia per gestioniintegrate locali, sia per organizzazioni parallele a dimensione nazionale.
ASSORIMAP, d’altra parte, ha più volte richiamato l’attenzione delle autorità edei Consorzi nazionali stessi anche a tale riguardo, invitandoli ad un confronto e
IL PROCESSO DI LIBERALIZZAZIONE
DEL MERCATO
PLASTICAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
121
un approccio sistemico, poiché la "liberalizzazione" nella gestione della raccoltae del recupero dei materiali introduce un fattore di concorrenza di per sé positivoma che va rigorosamente programmato e concertato con tutti gli operatori perevitare che da una situazione monopolistica, che nel settore delle materieplastiche ha mostrato i suoi limiti, il sistema subisca gli effetti di una deregulationincontrollata e incapace di garantire il raggiungimento degli obiettivi di riciclocomplessivo, a difesa dell’ambiente.
Le proposte evidenziate dallo Studio commissionato da ASSORIMAP sopramenzionato - ripreso integralmente a fine 2007 dalla Commissione VIII(ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera dei Deputati, nell'ambito deldocumento conclusivo della sua indagine sull'industria del riciclo - prevede fral'altro che le imprese si dotino di un sistema di controllo e certificazione chegarantisca ai terzi (e, in particolare, alle autorità competenti) la validità e latracciabilità gestionale dei rifiuti riciclati.
In tale logica, ASSORIMAP ha promosso un progetto finanziato dallaCommissione Europea per una certificazione (di azienda e di processo) che siariconosciuta in tutti i Paesi aderenti per le imprese che operano nel settore delriciclo delle materie plastiche, in maniera tale che tali imprese non debbanoessere sottoposte a verifiche multiple, una per ciascuno dei Paesi dai quali siapprovvigionano di rifiuti plastici da riciclare.
Inoltre, l'Associazione, per contribuire ad accrescere in Italia e in Europa ilquantitativo dei rifiuti plastici da riciclare, ha segnalato alle autorità europee chealcuni circuiti nazionali di raccolta sembrano favorire - direttamente oindirettamente - le esportazioni verso l'estremo Oriente, ritenendo che la praticadi esportare rifiuti oltreoceano è alquanto discutibile sotto il profilo ambientale,sociale ed economico: riciclare rifiuti a migliaia di chilometri di distanza (e incondizioni non sempre eco-compatibili) per produrre nuovi articoli che in partesono destinati proprio a ritornare in Europa appare contro ogni logicaambientale.
A tal proposito, ASSORIMAP ha più volte ribadito che molti cittadini europeipagando, sotto forma di contributi ambientali, tasse che sostengono i sistemi diraccolta nazionali, favoriscono indirettamente i riciclatori asiatici, che già oggioperano con costi nettamente più bassi rispetto ai colleghi europei.Inoltre, secondo l'Associazione, al riguardo si pone anche un problema in terminisocio-ambientali in quanto non è accettabile che i rifiuti europei possano esseretrattati da aziende che non applicano gli standard comunitari in termini disicurezza del lavoro, sfruttamento del lavoro minorile, protezione sociale deilavoratori e tutela dell’ambiente.
Un altro ambito di potenziale sviluppo del campo di applicazione di plasticariciclata è quello a contatto con gli alimenti. In tale settore, l'Associazione sta
ALTRE INIZIATIVEASSORIMAP
PLASTICAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
122
fornendo alle imprese un'assistenza preliminare all'avvio delle procedureautorizzative che dipendono dall'Agenzia europea EFSA.
La medesima assistenza alle imprese del settore viene fornita per il riciclo diapparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) offrendo un supporto tecnicoai Consorzi che gestiscono tali rifiuti e ai riciclatori che devono cercare divalorizzarli per risolvere i problemi tecnici di compatibilità delle diverse frazioni dimaterie plastiche.
Inoltre, con riferimento alla Direttiva europea 2000/53 e della normativa96/2002 sul recupero dei RAEE che prevedono specifici obiettivi di riciclo erecupero ASSORIMAP ha avviato con le filiere di recupero interessate (ASSODEMe ASSORAEE) approfondimenti per sinergia che agevolino il riciclo delle frazionidi materie plastiche da detti rifiuti.
Infine, ASSORIMAP da qualche mese ha contribuito alla riattivazionedell'apposita sotto-commissione dell'UNIPLAST, per un aggiornamento dellenorme della serie 10667, richiamate anche dai regolamenti attuativi del CodiceAmbientale (D.Lgs 152/06), per la qualificazione tecnica delle materie primesecondarie e delle MPS fin dall'origine.
Il tutto, come rimarcato in precedenza, per ribadire il ruolo di rilievo dell'industriadel riciclo meccanico delle materie plastiche, essenziale in un sistema "aperto",in cui gli imballaggi e altri manufatti post-consumo, raccolti e riciclati, tornanoall'origine di un nuovo ciclo produttivo - con limiti tecnici e ambiti economici bendefiniti - quale alternativa alle materie vergini.
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L’ITALIA DELRECUPERO
ACCIAIO
125
Nel 2008 i quantitativi di rifiuti di imballaggio in acciaio raccolti, dopo alcuni annidi continuo aumento, vedono una diminuzione e si attestano sulle 396.000tonnellate complessive con un avvio al riciclo di 374.000 tonnellate.
Questa diminuzione è da imputarsi principalmente ad una sensibile riduzionedell’immesso al consumo che passa dalle 563.000 tonnellate del 2007 alle537.000 tonnellate del 2008.
L’Associazione SARA ha collaborato, in qualità di braccio operativo del CNA, alconseguimento di questi risultati in misura determinante nel settore delmateriale generato su superfici pubbliche (domestico), avviandone al riciclo126.000 tonnellate su un totale di 155.000 tonnellate (in percentuale oltrel’80%).Il nostro apporto nella raccolta dei materiali generati su superfici private(industriali), invece, si è limitato a 9.000 tonnellate su un totale di 241.000tonnellate.
Come di consueto, ci siamo focalizzati sul materiale di origine domestica perchéè in questo settore che è particolarmente necessaria l’azione dell’operatore.Nonostante i buoni risultati ottenuti ci proponiamo, in futuro, di moltiplicare inostri sforzi, naturalmente in piena armonia con il CNA, per sviluppareulteriormente la raccolta degli imballaggi di acciaio di origine domestica: quelliche maggiormente rischiano di finire in discarica.
A questo proposito è purtroppo da segnalare che l’Accordo ANCI-CONAI e ilrelativo Allegato tecnico ANCI CNA, recentemente sottoscritto, non hasviluppato alcuni istituti, peculiari del nostro settore, che avrebbero favoritol’incremento della raccolta su superficie pubblica.Mi riferisco, in particolare al materiale ferroso, separato, tramite attrazionemagnetica dai rifiuti urbani, pre o post combustione, ed alla presenza diimballaggi assieme a FMS (frazioni merceologiche similari) nei c.d. ingombranti.Probabilmente questa scarsa attenzione è stata motivata dal peso relativamentebasso che i rifiuti di imballaggio in acciaio hanno rispetto alla totalità dei rifiutidi imballaggio ed anche dal “dogma” della raccolta differenziata.
Prima di chiudere questa breve nota è opportuno accennare all’interessanteattività che la nostra Associazione ha svolto nel campo dei RAEE, che si èrecentemente affiancata a quella storica di operatore del CNA.Nel campo dei RAEE la SARA si è specializzata nel settore del grande bianco nonpericoloso seguendo la via, per il suo trattamento, delle sinergie con le attivitàindustriali già esistenti.Ciò costituisce un approccio, in un certo senso, innovativo che evita diseconomielogistiche e duplicazioni di strutture.
GIORGIO MANUNTA
Presidente SARA
INTRODUZIONE
ACCIAIOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
126
La produzione dell’acciaio
L’acciaio, grazie alle sue doti di alta resistenza (a pressione, temperatura, agentiatmosferici, agenti corrosivi, etc.) e duttilità (ossia la capacita di subire unadeformazione “plastica” prima di arrivare alla rottura), è un materialefondamentale nella nostra vita di tutti i giorni.Pochi altri materiali sono in grado di essere plasmati nelle forme più diversesenza perdere la loro caratteristica di elevata resistenza alle sollecitazioni esterne,e, per questo motivo, l’acciaio viene utilizzato nella produzione di un’infinità dioggetti nei campi più disparati: trasporti (aerei, treni, automobili, motocicli ebiciclette), costruzioni (civili ed industriali) macchinari per ogni tipo di produzione(sia industriale sia agricola) reti per la distribuzione di energia (elettricità e gas).L’acciaio può essere prodotto essenzialmente tramite due procedimenti:
• altoforno o ciclo integrale: l’acciaio è ricavato mediante la fusione di mineraledi ferro con carbone con l’aggiunta anche di una piccola quantità di rottameferroso (35% circa della produzione in Italia);
• forno elettrico: l’acciaio viene prodotto tramite la fusione unicamente dirottami ferrosi selezionati (65% circa della produzione in Italia).
Nella Tabella 1 riportiamo alcuni dati relativi alla produzione mondiale di acciaiodegli ultimi quattro anni.
La contrazione della domanda globale registrata a seguito della crisi finanziariaed economica verificatasi nella seconda parte del 2008 ha causato una riduzionedella produzione mondiale di circa l’1,9% rispetto al 2007, ed ha arrestato iltrend di continua crescita che ormai durava da dieci anni.
IL MERCATODELL’ACCIAIO
ACCIAIO
Fonte: FEDERACCIAI - Relazione Annuale 2008
TABELLA 1: Produzione mondiale di acciaio (milioni di tonnellate)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2005 2006 2007 2008
UNIONE EUROPEA 195,6 207,0 209,7 198,0
ALTRI EUROPA 25,0 28,2 30,6 31,8
CSI 113,2 119,9 124,2 114,1
NORD AMERICA 127,6 131,8 132,6 124,5
SUD AMERICA 45,3 45,3 48,2 47,5
AFRICA E MEDIO ORIENTE 33,3 34,2 35,2 33,7
ASIA 598,1 676,2 761,9 768,1
OCEANIA 8,6 8,7 8,8 8,4
TOTALE 1.146,7 1.251,3 1.351,2 1.326,1
127
Nei grafici 1 e 2 viene invece analizzata la ripartizione geografica dellaproduzione mondiale di acciaio nel 2008.
ACCIAIO
GRAFICO 1: Ripartizione produzione mondiale acciaio 2008
GRAFICO 2: Principali produttori mondiali di acciaio 2008 (+ di 30 milioni di tonnellate)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Un. Europea 198,0
15%
Altri Europa 31,8
2%Asia 768,1
57%
Sud America 47,5
4%
CIS 114,1
9%
Nord America 124,5
9%
Africa e Medio Oriente 33,7
3%
Oceania 8,4
1%
0
100
200
300
400
500
600
Cin
a
Gia
ppon
e
Stat
i Uni
ti
Russ
ia
Indi
a
Sud
Cor
ea
Ger
man
ia
Ucr
aina
Bras
ile
Italia
118,791,5
68,5 55,1 53,5 45,8
502,0
37,1 33,7 30,5
Fonte: FEDERACCIAI – Relazione annuale 2008
Fonte: World Steel Association
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000
450.000
Uni
one
Euro
pea
Altr
i Eur
opa
CIS
Nor
d A
mer
ica
Sud
Am
eric
a
Afr
ica
e M
.O
Asia
Oce
ania
gen / giu 2008 gen / giu 2009
128
Guardando al primo semestre del 2009, la situazione di crisi nel mercato siderurgicomondiale non si può dire migliorata e il declino nella produzione di acciaio, iniziatonella seconda parte del 2008, non ha ancora trovato il suo punto di arresto.La World Steel Association riporta che nei primi sei mesi del 2009 la produzionemondiale è in calo, rispetto al 2008, del 21,4%.
L’Asia, primo produttore mondiale in assoluto (57% circa della produzionemondiale nel 2008), è in calo del 7,8%, l’Europa, secondo produttore mondiale,registra invece un crollo del 43,2%, il Nord America, terzo produttore mondiale,ha visto praticamente dimezzare il suo output con una riduzione del 48,5%.
ACCIAIO
Fonte: World Steel Association
Fonte: World Steel Association
TABELLA 2: Produzione mondiale acciaio I semestre 2008 - I semestre 2009
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 3: Produzione mondiale acciaio I semestre 2008 - I semestre 2009
gen/giu - 2008 gen/giu - 2009 differenza - %
UNIONE EUROPEA 109.552 62.187 -43,2%
ALTRI EUROPA 16.725 13.178 -21,2%
CIS 66.134 44.102 -33,3%
NORD AMERICA 69.541 35.823 -48,5%
SUD AMERICA 24.493 15.896 -35,1%
AFRICA E MEDIO ORIENTE 17.476 15.511 -11,2%
ASIA 390.867 360.261 -7,8%
OCEANIA 4.408 2.304 -47,7%
TOTALE 699.196 549.262 -21,4%
129
La raccolta dei rottami ferrosi
Alla fine del suo ciclo di vita qualsiasi prodotto in acciaio può essere totalmentericiclato e quindi riutilizzato per un numero virtualmente illimitato di volte.La facilità di intercettazione in mezzo agli altri rifiuti tramite una sempliceseparazione magnetica, la scarsità dei rottami ferrosi rispetto al fabbisogno delleindustrie, ed infine il fatto che possa essere riciclato infinite volte hanno fattodell’acciaio uno dei materiali da sempre più raccolti e riciclati.Inoltre il risparmio energetico (fino al 65%) garantito dall’utilizzo del rottameferroso al posto del minerale di ferro e del coke nelle produzioni siderurgiche,sommato alla riduzione delle relative emissioni di CO2, rende il riciclo dell’acciaioestremamente vantaggioso anche dal punto di vista ambientale.
Il rottame ferroso proviene essenzialmente da tre flussi:
• demolizioni: rottami ferrosi provenienti dalle demolizioni industriali, civili,ferroviarie e navali;
• cascami di lavorazione: rottami ferrosi costituiti da scarti di produzione(ritagli, lamiere, lamierini, torniture) derivanti dalle lavorazioni effettuatepresso industrie ed officine meccaniche;
• raccolta: rottami ferrosi derivanti dalle raccolte effettuate su suolo pubblico eprivato o consegnati direttamente presso centri autorizzati;
Circa il 50% della produzione mondiale di acciaio è alimentata dai rottami ferrosie la domanda per questo tipo di materiale, da sempre superiore all’offerta, ènegli ultimi anni in continua crescita, trainata dall’espansione dei Paesi in via disviluppo quali India e Cina. L’Italia in particolare è un Paese che storicamente èpiù legato di altri all’approvvigionamento di rottame in quanto non possiedeminiere di ferro e la sua produzione si basa principalmente su impianti a fornoelettrico. Non essendo disponibile sul mercato nazionale rottame sufficiente asoddisfare la domanda delle acciaierie, è necessario rivolgersi alle importazioni dirottami da Paesi terzi, e nella Tabella 3 viene presentato l’andamento degliacquisti degli ultimi cinque anni.
ACCIAIO
TABELLA 3: Andamento degli acquisti di rottame
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
TOTALE ACQUISTI ACQUISTI ACQUISTI ACQUISTI TOTALE ACQUISTI
ACQUISTI IITALIA FRANCIA GERMANIA ALTRI CE ACQUISTI CE EXTRA CEE
000/ton 000/ton 000/ton 000/ton 000/ton 000/ton % 000/ton %
2004 19.669 13.556 1.520 1.555 428 17.059 87% 2.610 13%
2005 19.651 13.370 1.269 1.588 452 16.679 85% 2.972 15%
2006 21.252 15.451 1.421 1.528 325 18.725 88% 2.527 12%
2007 21.357 15.223 1.215 1.364 942 18.744 88% 2.613 12%
2008 21.099 15.071 1.171 1.418 935 18.595 88% 2.504 12%
Fonte: ASSOFERMET
130
Durante lo scorso anno si è assistito ad oscillazioni senza precedenti nellequotazioni dei rottami ferrosi, come di tutte le altre materie prime, legate sia areali dinamiche della domanda a livello mondiale sia all’effetto delle manovrespeculative nei mercati finanziari.
Dopo una fase iniziale di crescita folle dei prezzi, che ha contraddistinto la primaparte dell’anno fino al mese di luglio, si è avuto una pausa, del resto consuetanel mese di agosto caratterizzato dalle fermate produttive, per poi vedere unrapido declino che ha segnato una momentanea inversione di tendenza solo allafine dell’anno.
A titolo esemplificativo nei Grafici 4 e 5 vengono riportate le quotazioni mediemensili registrate durante il 2008 dal listino della Camera di Commercio diMilano che mostrano l’andamento assolutamente schizofrenico dei prezzi dialcune delle categorie di rottami ferrosi più significative.
ACCIAIO
GRAFICO 4: Rilevazione CCIAA di Milano 2008 Cat. 01 - Demolizione industriale (€/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre0
50
100
150
200
250
300
350
400
ottobre novembre dicembre
208 208 238
368358 358
189
133
98
140
Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano
131
La fase di profonda crisi del settore produttivo che ha contraddistinto anche ilprimo semestre 2009 continua a far sentire il suo peso anche sulle quotazioni deirottami ferrosi che hanno proseguito la loro discesa anche in tale periodo, comesintetizzato nei due Grafici 6 e 7.
ACCIAIO
GRAFICO 5: Rilevazione CCIAA di Milano anno 2008 Cat. 50 - Lamierino (€/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
ottobre novembre dicembre
216231
271
433
423423
250
178
124
167
Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano
132
ACCIAIO
GRAFICO 6: Rilevazione CCIAA di Milano I semestre 2009 Cat. 01 - Demolizione industriale
GRAFICO 7: Rilevazione CCIAA di Milano I semestre 2009 Cat. 50 - Lamierino
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200179
162 136,5 144149
136,5
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200
148 137,5
120 127,5
132,5
123
Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano
Fonte: Elaborazione SARA su dati CCIAA di Milano
133
Il recupero e il riciclo dei rottami ferrosi
Le acciaierie e fonderie ritirano, per avviarli a rifusione, solo i rottami conformialle specifiche CECA, AISI, CAEF e UNI (o altre specifiche nazionali einternazionali) che ne definiscono le caratteristiche, qualitative e dimensionali.
Oltre ai requisiti richiesti in termini di lunghezza, spessore e densità del materiale,il rottame deve essere esente da metalli non ferrosi, da qualsiasi elemento nocivoapparente, da materiali esplosivi ed infiammabili e non deve contenere inerti,plastiche, corpi estranei non metallici in misura superiore all’1%.
Le prime due “famiglie” di rottami, demolizioni e cascami, solitamente sonocostituite da rottami ferrosi che, a parte essere eventualmente sottoposti adulteriore selezione e riduzione volumetrica, già nel momento in cui sono“prodotti” possiedono le caratteristiche per essere inviati direttamente alleacciaierie e fonderie.
I rottami ferrosi da raccolta, invece, per la natura stessa del tipo diintercettazione di cui sono oggetto, contengono una concentrazione di frazioniestranee ben superiore all’1%, per cui rappresentano rifiuti che necessitano diulteriori lavorazioni per poter essere avviati a riciclo.
Tali rottami vengono quindi selezionati, riqualificati e trattati da operatorispecializzati fino a trasformarsi da rifiuto in materie prime secondarie per lasiderurgia, andando ad alimentare tipologie di prodotto riconducibili allecategorie sopra descritte.
L’essenza dell’industria del riciclo consiste proprio in questa funzione di“normalizzazione” dell’eterogeneo coacervo dei materiali di raccolta, chetrasforma un rifiuto (per smaltire il quale si dovrebbe sostenere un costo), in unprodotto qualificato che assume un valore economico positivo nel mercatosiderurgico.
Le operazioni che consentono di conseguire tale risultato consistono,essenzialmente, in attività di rimozione di impurità e frazioni estranee, riduzionevolumetrica e omogeneizzazione in base a tipologia, dimensioni, spessori ecaratteristiche del materiale.
Tali operazioni sono sostanzialmente le seguenti:
• vagliatura ed eliminazione delle frazioni estranee e degli eventuali elementiorganici;
• frantumazione, che consiste in una prima fase di triturazione tramite mulino amartelli o a lame e conseguente riduzione volumetrica, alla quale segue unavagliatura/pulizia del materiale effettuata attraverso vibro-vagli ed impianti diaspirazione che permettono l’eliminazione di impurità quali polveri, terra edelementi leggeri non ferrosi;
• riduzione volumetrica per rendere il rottame ferroso “pronto al forno”, cioèridurlo a dimensioni utili per l’alimentazione diretta dei forni di fusione.
ACCIAIOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
134
Gli imballaggi in acciaio
Fra le innumerevoli produzioni che utilizzano come materia prima l’acciaio vi èanche quella degli imballaggi utilizzati in diverse applicazioni quali contenitori ecoperchi per alimenti (sia per l’uomo sia per animali domestici), bevande,aerosol, articoli per la cura personale, detergenti per la pulizia della casa e degliautoveicoli, prodotti industriali e vernici.
Ci sono tre tipi di acciaio utilizzati per la produzione di imballaggi:
• banda stagnata: lamierino di acciaio ricoperto su entrambi i lati da uno stratosottilissimo di stagno;
• banda cromata: lamina di acciaio ricoperto con prodotti al cromo;• banda nera: lamierino di acciaio laminato a freddo non rivestito ma che può
essere protetto con vari tipi di vernice che viene utilizzato per la produzione deigrandi fusti contenenti prodotti ad uso industriale.
Il motivo dell’utilizzo così massiccio dell’acciaio nella fabbricazione degliimballaggi è legato ad una serie di ragioni tra cui le proprietà meccaniche, ibenefici economici rispetto ad altre materie prime ed infine i forti vantaggiambientali sopra citati.
Tutti gli imballaggi in acciaio, oltre ad essere interamente riciclabili, grazie alleuniche proprietà magnetiche, sono facilmente estraibili meccanicamente consistemi completamente automatici dagli altri rifiuti, siano essi raccolti in manieradifferenziata o indifferenziata, e persino dalle ceneri che residuano dallacombustione dei RU nei termovalorizzatori.
La provenienza dei rifiuti da imballaggio in acciaio da avviare a recupero èduplice: c’è un flusso di imballaggi industriali originato dalle raccolte effettuateprivatamente presso gli insediamenti produttivi e commerciali e c’è un flusso diimballaggi domestici intercettato dai servizi pubblici locali.
La raccolta degli imballaggi industriali è sempre esistita, per cui partedell’incremento registrato negli ultimi anni nei quantitativi avviati al recupero èda imputarsi principalmente ad un più attento sistema di monitoraggio erilevazione dei dati.
L’intercettazione degli imballaggi domestici, invece, è nata e si è sviluppata conl’introduzione dei sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e quindi lacrescita esponenziale delle quantità avviate al riciclo è completamente frutto diun effettivo aumento delle quantità raccolte.
Gli imballaggi domestici vengono intercettati essenzialmente tramite tre canali:
• raccolte differenziate: monomateriale, multimateriale insieme ad altretipologie di imballaggi, multimateriale nell’ambito della raccolta dei cosiddettirottami ferrosi ingombranti effettuata presso le isole ecologiche;
ACCIAIOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
135
• impianti di selezione meccanica: deferrizzazione della frazione secca eumida del rifiuto tal quale caratterizzata da un livello qualitativo molto bassopoiché le frazioni estranee quali carta, plastica, stracci, frazioni organiche etc.durante la lavorazione meccanica del rifiuto si incastrano nell’imballaggio inacciaio e lo accompagnano fino alla fine del processo;
• impianti di termovalorizzazione: separazione magnetica degli imballaggidalle ceneri di combustione con un considerevole risparmio nelle spese dismaltimento delle scorie avviate in discarica a costi solitamente elevati.
L’imballaggio proveniente da raccolta domestica presenta maggiori difficoltà divalorizzazione rispetto a quello di provenienza industriale (fusti di medie e grandidimensioni ed accessori) poiché, oltre ad essere prodotto utilizzando unmateriale di spessore minore e quindi meno pregiato rispetto all’imballaggioindustriale, generalmente contiene un’alta percentuale di materiale estraneo, edin più è stagnato, con conseguenti maggiori problemi di preparazione ed utilizzoper la successiva rifusione.
Lo stagno rappresenta infatti, tranne per la produzione di ghisa effettuata dallefonderie, un inquinante non riducibile e con bassi livelli di tollerabilità nelprodotto finale (la banda stagnata ha un contenuto di stagno di circa lo 0,3%contro una tollerabilità in un acciaio di media qualità dello 0,02%).
Oltre alle attività di recupero elencate in precedenza quindi, ve ne è una, ladistagnatura, specifica per gli imballaggi ferrosi in banda stagnata utilizzati perla conservazione degli alimenti, che consiste in un procedimento elettroliticoattraverso il quale si separa lo stagno, commercializzato poi separatamente, dallasuperficie del metallo che quindi risulta pronta per la rifusione.
I rottami ferrosi di imballaggio non distagnati invece, dopo essere stati sottopostiai vari procedimenti sopra indicati, per essere inviati alle acciaierie vengonoopportunamente miscelati ad altre tipologie di rottami da raccolta, in modo daottenere un prodotto omogeneo con una presenza di stagno sotto i limitiammessi per il corretto avvio al riciclo.
Nel prosieguo della trattazione verranno riportati i dati più significativi edaggiornati relativi alla produzione di imballaggi in acciaio e alla loro successivaraccolta e riciclo, in ambito nazionale ed internazionale.
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L’immesso al consumo
La produzione di acciaio per imballaggi nella UE è stata nel 2008 di circa 4,8milioni di tonnellate, rappresentando un terzo della produzione stimatamondiale (elaborazione APEAL).
A fronte di una produzione pressoché invariata in termini di peso, bisogna tenerpresente il continuo alleggerimento dell’acciaio per imballaggi (negli ultimitrent’anni si calcola una diminuzione nel peso per esempio delle lattine perbevande di circa il 40%) per concludere che il numero di imballaggi ed accessoriprodotti è da stimarsi in continua crescita.
Si valuta che nel 2007, ultimi dati disponibili, siano state prodotte nella UE circa3,4 milioni di tonnellate di imballaggi ed accessori in banda stagnata e cromata,sostanzialmente in linea con il quantitativo degli anni precedenti.
SCENARIOINTERNAZIONALE
ACCIAIO
Fonte: APEAL (Associazione Europea Produttori Acciaio per Imballaggi) su dati EUROFER (European Confederation of Iron and Steel Industries)
GRAFICO 8: Produzione europea acciaio per imballaggio (stagnato e cromato)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
4.100
4.200
4.300
4.400
4.500
4.600
4.700
4.800
4.900
5.000
2006 200820072005200420032002
4.386
4.514
4.8024.846
4.8624.915
4.847
137
Nell’ambito della produzione europea di acciaio per imballaggi il segmentodel cibo per uomo e per animali rappresenta l’utilizzo principale (54%),seguito dal segmento c.d. general line (14% circa) costituito da latte divernici, fusti industriali etc., contenitori per bevande (12% circa), dallechiusure e accessori vari di imballaggio (9% circa) costituito da capsule,tappi corona, coperchi, anelli, fascette, reggetta, filo di ferro etc. ed infinebombolette aerosol (8% circa).
ACCIAIO
*Austria, Finlandia, Grecia, Portogallo e altri paesi UE a 25.Fonte: EMPAC (Associazione Europea Produttori Imballaggi Metallici).Elaborazione: Iascone Packaging Marketing –Genova
Fonte: APEAL
TABELLA 4: Produzione imballaggi in banda stagnata e cromata (000/ton)(escluse reggette ed altri accessori da imballaggio)
GRAFICO 9: Composizione mercato imballaggi in acciaio anno 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
general line 14%cibi 54%
chiusure 9%
altro 3%
bevande 12%
aerosol 8%
2002 2003 2004 2005 2006 2007
ITALIA 658 680 710 680 660 684
BELUX 140 100 65 60 60 60
FRANCIA 600 576 616 562 562 570
GERMANIA 670 550 560 525 530 530
OLANDA 220 190 200 180 175 175
SPAGNA 580 654 700 700 705 710
UK 550 550 540 510 500 490
ALTRI* 140 180 200 207 210 215
TOTALI UE A 25 3.558 3.480 3.591 3.424 3.402 3.434
138
Per quanto concerne il settore degli imballaggi industriali, i fusti di medie egrandi dimensioni generalmente dedicati al contenimento di prodotti chimici oaffini, nel 2008 la produzione totale europea si è attestata intorno alle 625.000tonnellate distribuite fra i singoli Paesi come sintetizzato nella Tabella 5.
Come indicato nella Tabella 5 il quantitativo totale prodotto ha registrato unsensibile calo rispetto ai risultati conseguiti nel 2007 (-40.000 tonnellate), chegià avevano segnalato una flessione importante rispetto ai quantitativi prodottinel 2006 (-40.000 tonnellate).
In due anni la produzione totale è diminuita del 14,4% circa e l’attuale fase dicrisi economica globale, con la conseguente contrazione dei consumi, fapresagire un ulteriore calo anche per il 2009, dato peraltro confermato dallerilevazioni infrannuali non ufficiali.
Da segnalare, nel panorama di diffusa criticità, la situazione dell’Italia che vedela sua produzione pressoché costante negli ultimi 5 anni.
ACCIAIO
*(Svizzera, Danimarca, Finlandia, Grecia, Portogallo)(**) dal 2008 la Sefa non pubblica i dati per Paese, l'Italia ha prodotto 100.000 tonnellateFonte: Elaborazione: Iascone Packaging Marketing su dati Sefa
TABELLA 5: Stima produzione europea fusti industriali capacità da 185/250 litri (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2003 2004 2005 2006 2007 2008(**)
GERMANIA 206.000 219.422 207.000 210.000 200.000
FRANCIA 82.000 76.773 75.500 77.000 70.000
ITALIA 80.000 104.000 100.000 103.000 105.000
GRAN BRETAGNA 93.500 67.533 62.000 62.000 60.000
BELGIO 56.000 65.054 60.000 61.000 57.000
OLANDA 60.000 60.000 59.000 60.500 54.000
SPAGNA 36.000 31.327 41.000 42.000 40.000
ALTRI * 85.000 65.719 110.000 114.000 100.000
TOTALE 698.500 689.828 714.500 729.500 686.000 624.020
L’avvio a riciclo
Per quanto riguarda i dati relativi alla raccolta ed avvio a riciclo degli imballaggi inacciaio in Europa, gli ultimi dati disponibili al momento sono quelli che si riferisconoall’anno 2007 poiché il rapporto APEAL (Associazione Europea Produttori Acciaioper Imballaggio) per l’anno 2008 non è ancora stato divulgato.Il risparmio energetico (fino al 70%) garantito dall’utilizzo del rottame ferroso alposto del minerale di ferro e del coke nelle produzioni siderurgiche, sommatoalla riduzione delle relative emissioni di CO2 (le emissioni di CO2 per tonnellata diacciaio prodotto generate dall’industria siderurgica in 40 anni sono diminuite del50%) rende il riciclo dell’acciaio estremamente vantaggioso sia dal punto di vistaeconomico sia da quello ambientale.Si pensi che nel solo 2007 il riciclo in Europa di circa 2,5 milioni di tonnellate diimballaggi in acciaio ha evitato il rilascio nell’ambiente di circa 4,8 milioni ditonnellate di CO2, equivalenti più o meno a quelle emesse da 2 milioni di autonello stesso anno, (Fonte: APEAL).Nel 2007 è stato confermato il trend di crescita delle quantità riciclate in tuttaEuropa con un aumento di circa il 3% rispetto al 2006. Nel suo complesso la UE ha registrato nel 2007 un tasso medio di riciclo degliimballaggi in acciaio del 69%, grazie ai notevoli progressi nello sviluppo delleraccolte differenziate in quasi tutti i paesi della Comunità europea.
ACCIAIO
• Belgio, Olanda, Lussemburgo, Finlandia, Norvegia, Lettonia, Slovenia, Lituania, Cipro, Estonia, Bulgaria, Romania: il tasso si riferisce al riciclo degliimballaggi in metallo (acciaio e alluminio).
• Slovacchia, Slovenia, Cipro, Estonia, Malta, Romania, Danimarca, Finlandia: ultimi dati disponibili anno 2006.
Fonte: APEAL
GRAFICO 10: Tasso di riciclo imballaggi in acciaio in Europa 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Mal
ta
Slov
enia
Slov
acch
ia
Polo
nia
Rom
ania
Gre
cia
Bulg
aria
Esto
nia
Gra
n Br
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na
Litu
ania
Rep.
Cec
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Finl
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a
Dan
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Nor
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a
Lett
onia
Fran
cia
Luss
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Spag
na
Italia
Irlan
da
Cip
ro
Svez
ia
Sviz
zera
Aus
tria
Port
ogal
lo
Ola
nda
Ung
heria
Ger
man
ia
Belg
io
7
19 21
31
46 5053 53
56 57 59 5964 65
66 67 69 69 70 72 7477 77
82 82 8487 91 93
139
140
Belgio e Germania, come nel 2006, hanno messo a segno le performancemigliori con una percentuale di raccolta pari rispettivamente al 93% e al 91%,seguite da Svizzera, Austria e Olanda tutte sopra l’80%.
La maggior parte dei Paesi è comunque riuscito a raggiungere percentuali diriciclo che si attestano fra l’80% e il 50%, e solo tre rimangono sotto il 30% fracui Malta, fanalino di coda, che ancora raccoglie solo il 7 % degli imballaggiimmessi al consumo.
Analizzando gli scostamenti più significativi rispetto ai risultati dell’anno scorso,sicuramente spiccano Grecia e Cipro che hanno visto incrementare il propriotasso di riciclo rispettivamente del 400% (dal 10 al 50% dell’immesso alconsumo) e del 222% (dal 23 al 74% dell’immesso al consumo) dimostrandocome l’avvio di un corretto sistema di raccolta garantisce in tempi anche brevi ilraggiungimento di risultati soddisfacenti.
Va evidenziato che si sono verificati anche casi in cui il tasso di avvio a riciclo siè invece ridotto dal 2006 al 2007, come per Slovenia (-37%), Romania (-15%)e Slovacchia (-13%). Riteniamo tuttavia che tali regressioni siano dovuteprincipalmente al fatto che all’aumento dell’immesso al consumo in questi Paesiin crescita non sia corrisposto un pari miglioramento nella capacità diintercettare i rifiuti di imballaggio generati sul territorio.
Compatibilmente con il ritardo con cui si è affrontato il problema e con lasuccessiva differente diffusione dei sistemi di raccolta differenziata, in tutti i Paesisi stanno registrando risultati sempre più promettenti nei quantitativi avviati ariciclo, circostanza che fa sperare in un progressivo livellamento verso l’alto deirisultati in tutta Europa.
ACCIAIOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
general line 16%
open top 45%
fusti in acciaio 15%
bombole aerosol 4%
tappi corona 2%reggetta, filo di ferro 7%
altri imballaggi in acciaio 6%capsule 5%
141
Produzione ed immesso al consumo di imballaggi in acciaio
Gli imballaggi in acciaio immessi al consumo nel nostro Paese nel 2008, al nettodelle esportazioni ed importazioni, sono stati 537.000 tonnellate circa,segnando un calo del 4,6% rispetto al 2007.
Nel grafico 12 viene sinteticamente rappresentata la composizione merceologicadegli imballaggi immessi al consumo.
SCENARIONAZIONALE
ACCIAIO
GRAFICO 11: Immesso al consumo 2008 (000/ton)
GRAFICO 12: Composizione immesso al consumo imballaggi 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
500
520
540
560
580
600
620
2004 200720062005 2008
605
562 561 563
537
Fonte: CNA (Consorzio Nazionale Acciaio) – RGPS 2009
Fonte: CNA – RGPS 2009
142
Analizzando la composizione della produzione di imballaggi in acciaio, si rilevacome anche nel 2008 la metà circa dell’immesso al consumo sia rappresentatodalla somma di “open top” e “general line” che insieme passano dal 49% del2007 al 51% del 2008. Una diminuzione di circa l’1% registra sia la voce “fustiin acciaio” sia quella degli “altri imballaggi in acciaio”.Sostanzialmente invariate rimangono le quote percentuali rappresentate dallealtre tipologie di imballaggi.
Se invece ci si riferisce alle variazioni in valore assoluto dei quantitativi immessial consumo, rispetto ai dati del 2007, la flessione più significativa è stataregistrata dalla voce altri imballaggi in ferro (-21,7%), seguita dai tappi corona(-11,6%), dai fusti in acciaio (-11,5%), dagli imballaggi “general line” (-9,4%) edalle bombolette aerosol (-9%).
Segnano invece una crescita rispetto al 2007 le voci “open top” (+1,7%),“capsule” (+1,4%) e “reggetta, filo ferro” (+1,3%).
La forte diminuzione della voce “altri imballaggi in ferro” è da ricondursi siaa variazioni nelle dinamiche di mercato sia alla più corretta suddivisione eimputazione alle singole tipologie di prodotto del quantitativo totaleimmesso al consumo e, quindi, anche le variazioni registrate dalle altretipologie di imballaggi sono da considerarsi il risultato della combinazione dientrambi i fattori.
ACCIAIO
Fonte: CNA – RGPS 2009
TABELLA 6: Composizione immesso al consumo 2007-2008 (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2007 2008 Var %
07/08
capsule 26.563 26.948 1,4%
tappi corona 12.426 10.977 -11,7%
general line 93.178 84.413 -9,4%
open top 242.216 246.239 1,7%
bombole aerosol 23.115 21.013 -9,1%
fusti in acciaio 89.355 79.085 -11,5%
reggetta, filo di ferro 37.881 38.373 1,3%
altri imballi in acciaio 38.216 29.930 -21,7%
TOTALE 562.950 536.978 -4,6%
143
La raccolta degli imballaggi in acciaio
La raccolta degli imballaggi in acciaio nel nostro Paese ha raggiunto nel 2008quota 396.000 tonnellate, con una diminuzione di 15.000 tonnellate rispetto al2007 (-3,6 %).In termini percentuali sull’immesso al consumo però, considerata la contrazionedi quest’ultimo, si è registrato un incremento dello 0,7 % rispetto ai risultati del2007, attestandosi il tasso di recupero su una percentuale del 73,7 %.
La gestione dei rifiuti di imballaggio ferrosi raccolti sul territorio nazionale èaffidata al Consorzio Nazionale Acciaio (CNA) il quale, attraverso lasottoscrizione di specifiche convenzioni e accordi, garantisce a chi effettua leraccolte (Convenzionati) la possibilità di conferire il materiale presso strutturecollegate al Consorzio stesso, gli operatori CNA (Recuperatori), al fine del suosuccessivo avvio a riciclo.
Il CNA segue l’avvio al riciclo di due flussi di materiale: imballaggi domesticiraccolti su superficie pubblica dai gestori delle raccolte dei rifiuti urbani, eimballaggi c.d. industriali, provenienti dalle attività produttive e commerciali,raccolti su superficie privata.
ACCIAIO
GRAFICO 13: Andamento raccolta/immesso al consumo 2004-2008 (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
100
200
300
400
500
600
700
2004 200720062005 2008
immesso al consumo totale raccolta
605
344
562
377
561
388
563
411
537
396
Fonte: Elaborazione SARA su dati CNA
144
Confrontando i risultati con quelli del 2007, si rileva che a fronte di un aumentodi circa il 2% della raccolta su suolo pubblico si è registrata una diminuzione del7% circa di quella su suolo privato, riducendo così di circa due punti percentualila preponderanza di quest’ultima rispetto alle raccolte differenziate degliimballaggi domestici nell’attività del CNA.
ACCIAIO
Fonte: CNA – RGPS 2009
TABELLA 7: Raccolta imballaggi in acciaio in Italia (000/ton)
GRAFICO 14: Raccolta su superficie pubblica e privata 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
pubblico 39%
privato 61%
73,7%
2004 2005 2006 2007 2008
IMMESSO AL CONSUMO 605 562 561 563 537
TOTALE RACCOLTA 344 377 388 411 396
% sull'immesso al consumo 56,9% 67,1% 69,2% 73,0% 73,7%
RACCOLTA SUP. PUBBLICHE 135 142 147 151 155
% sul totale raccolto 39,2% 37,7% 37,9% 36,7% 39,1%
RACCOLTA SUP. PRIVATE 209 235 241 260 241
% sul totale raccolto 60,8% 62,3% 62,1% 63,3% 60,9%
Fonte: CNA – RGPS 2009
145
Raccolta imballaggi domestici
Il Consorzio Nazionale Acciaio, consorzio di filiera del sistema CONAI dedicato airifiuti di imballaggio in acciaio, stipula convenzioni e accordi con i Comuni, coni Consorzi di Comuni oppure con i gestori dei servizi di raccolta e selezione deirifiuti urbani, al fine di intercettare ed avviare a recupero gli imballaggi ferrosidomestici provenienti essenzialmente da tre canali di raccolta:
• raccolte differenziate mono o multi materiale;• selezione meccanica e deferrizzazione dei rifiuti urbani indifferenziati;• deferrizzazione delle scorie prodotte dagli impianti di termovalorizzazione.
Nel 2008 il quantitativo di imballaggi domestici raccolti ha raggiunto le 154.620tonnellate, segnando un incremento di circa il 2% rispetto al 2007,corrispondente ad una crescita della raccolta di circa 3.400 tonnellate, econfermando il trend di continua crescita dei quantitativi raccolti.
ACCIAIOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
125
130
135
140
145
150
155
2004 200720062005 2008
135
142
147
151
155
Fonte: CNA – RGPS 2009
GRAFICO 15: Raccolta imballaggi domestici (000/ton)
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
80.000
90.000
100.000
20072006 2008
differenziata meccanica combusto
83.428
46.212
17.882
88.802
44.902
17.422
95.693
43.767
15.160
146
La raccolta degli imballaggi domestici può essere innanzitutto suddivisa in baseai flussi di provenienza, indicati all’inizio del presente paragrafo, e nel Grafico 16viene evidenziato il peso relativo di detti flussi rispetto al quantitativo totaleraccolto nel 2008.
Nel Grafico 17 viene analizzato l’andamento dei flussi di raccolta differenziataosservato nell’ultimo triennio, in modo da permettere di evidenziare le macrotendenzein atto a livello nazionale nei risultati ottenuti dai diversi sistemi di intercettazione.
ACCIAIO
Fonte: CNA – RGPS 2009
Fonte: CNA – RGPS 2008-2009
GRAFICO 16: Flussi di raccolta imballaggi domestici 2008
GRAFICO 17: Flussi raccolta imballaggi domestici - triennio 2006-2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
differenziata 95.693
62%
meccanica 43.767
28%
combusto 15.160
10%
147
Emerge immediatamente come la raccolta differenziata sia il sistema più diffusoe sia l’unico che ottiene risultati in continuo miglioramento nel corso degli anni.
Come evidenziato nel Grafico 17, l’incremento di circa 3.400 tonnellateregistrato rispetto al 2007 nei quantitativi totali è da attribuirsi al progresso dellevarie forme di raccolta differenziata multimateriale (+ 5.600 tonnellatemultimateriale leggero, + 4.800 tonnellate multimateriale pesante) emonomateriale (+ 400 tonnellate) mentre una forte diminuzione (circa 4.100tonnellate) è stata registrata dai quantitativi di imballaggi rilevati nelle raccoltedei c.d. ingombranti ferrosi conferiti presso le isole ecologiche dei Comuni, afronte di una migrazione degli imballaggi verso forme di raccolta differenziatapiù spinta.
La conferma della diffusione delle forme di raccolta differenziata è testimoniataanche dal fatto che gli altri due flussi, che provengono dalla deferrizzazione dellaquota di rifiuti urbani indifferenziati, col passare degli anni intercettano unquantitativo di imballaggi ferrosi in costante diminuzione (-2.300 tonnellate diimballaggi rinvenuti nelle scorie post combustione degli inceneritori e –1.200tonnellate di imballaggi ferrosi estratti tramite selezione meccanica dai rifiutiurbani indifferenziati).
Un ulteriore approfondimento porta alla suddivisione dei quantitativi provenientida raccolta differenziata fra le varie forme di raccolta (mono e multimateriale),come riportato nel Grafico 18.
ACCIAIOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 18: Flussi da raccolta differenziata 2008
multimateriale pesante39.691
42%
multimateriale leggero33.922
35%
monomateriale 12.809
13%
isola ecologica 9.271
10%
Fonte: CNA – RGPS 2009
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
2006 20082007Nord Centro Sud
107.860
16.07423.588
110.684
15.46625.066
112.092
18.81023.718
148
Nel Grafico 19 viene effettuata l’analisi comparata dei flussi di raccoltadifferenziata di imballaggi domestici dell’ultimo triennio per consentire unariflessione sull’evoluzione temporale dei risultati ottenuti dai vari sistemi.
Passando invece ad analizzare la provenienza dei rifiuti di imballaggio domesticiraccolti, anche nel 2008 si è confermata una disomogenea distribuzione geografica,fra le varie macroaree del Paese, dei quantitativi di imballaggi domestici raccolti.
ACCIAIO
Fonte: CNA – RGPS 2008-2009
GRAFICO 16: Analisi flussi raccolta differenziata
GRAFICO 20: Suddivisione raccolta domestica per aree geografiche
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
monomateriale isola ecologicamultimateriale leggeromultimateriale pesante
2006 2007 2008
12.858 12.392 12.809
29.318
34.830
39.691
25.86028.306
33.922
15.392 13.364
9.271
Fonte: CNA – RGPS 2008-2009
149
La concentrazione prevalentemente al Nord sia dei consumi (maggior densitàdemografica e maggior numero di insediamenti produttivi), sia degli impianti didestinazione finale degli imballaggi raccolti (acciaierie e fonderie) continua acostituire un ostacolo strutturale difficilmente superabile all’omogeneizzazionedei volumi di raccolta ed avvio a riciclo.
Inoltre, per quanto riguarda le zone del Sud, perdura lo stato di emergenza, incui versano periodicamente alcune realtà, che non garantisce quelle condizionidi ordine e stabilità necessarie per realizzare progetti di sviluppo a medio e lungotermine.
Da un punto di vista numerico l’incremento maggiore, pari a circa 3.400tonnellate, è stato realizzato nelle zone del Centro dove, pur non essendoci statisostanziali incrementi nelle raccolte differenziate, è stato attivato un accordoimportante per il recupero delle frazioni ferrose derivanti dalla selezionemeccanica dei rifiuti della città di Roma.Nelle Regioni del Nord si è avuto un progresso di circa 1.500 tonnellate, aconferma che in questa area le varie forme di raccolta continuano a farregistrare, anno dopo anno, margini di incremento e miglioramento.
Purtroppo nelle zone del Sud si è registrato, rispetto al 2007, un decrementonelle quantità raccolte di circa 1.300 tonnellate che ha sostanzialmente riportatoil risultato della raccolta a quello del 2006, annullando così tutti i progressiregistrati lo scorso anno. L’origine di tale decremento merita tuttavia unapprofondimento nel senso che, se da un lato si è effettivamente assistito ad uncalo nei quantitativi raccolti provenienti dagli impianti di selezione meccanica,legato alle alterne vicissitudini dei siti di trattamento dei rifiuti indifferenziatioggetto di commissariamento in Campania, dall’altra riscontri positivi edincoraggianti si sono avuti sul versante delle raccolte differenziate, che hannovisto aumentare i loro quantitativi del 10% circa.
ACCIAIOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
150
Raccolta imballaggi industriali
La raccolta degli imballaggi ferrosi industriali gestita dal CNA si basaessenzialmente sull’intercettazione/monitoraggio di tre flussi:
• imballaggi industriali da raccolta su superficie privata costituita da fusti eaccessori di imballaggio provenienti dalle raccolte effettuate presso gliinsediamenti produttivi o presso le attività commerciali (c.d. gestione diretta:il quantitativo intercettato dal CNA è quello riscontrato dal FIR ricevutodall’operatore);
• certificazioni presso acciaierie ed impianti di frantumazione (c.d. gestioneindiretta: il quantitativo riconosciuto dal CNA è frutto essenzialmente di unastima, in questo caso basata su analisi a campione effettuate da CNA). Dal2001 CNA ha attivato una procedura di rilevazione delle percentuali diimballaggi (solo fusti) che si riscontrano, all’interno di alcune categorie dirottami ferrosi, comunemente presenti nei parchi rottame delle acciaierie odegli impianti di frantumazione;
• autocertificazioni degli operatori CNA (c.d. gestione indiretta: il quantitativoriconosciuto da CNA è quello risultante dalle autocertificazioni di alcunioperatori CNA, supportate da campionature periodiche gestite dallo stessoCNA, studiato per rilevare il quantitativo di accessori di imballaggio (reggette,filo, etc.) raccolti congiuntamente ad altri rottami ferrosi misti, e in questaforma avviati al riciclo).
La raccolta di imballaggi in acciaio da superficie privata nel 2008 ha registratouna flessione di circa 18.400 tonnellate (-7,1 %) dopo la crescita del 2007 (+8 %),passando da 259.867 tonnellate a 241.440 tonnellate.
Tale diminuzione è dovuta sia al calo di circa 6.500 tonnellate nelle quantitàintercettate dalla c.d. gestione indiretta del CNA, sia alla raccolta degliimballaggi industriali rientranti nella c.d. gestione diretta del CNA che ha vistouna diminuzione complessiva di circa 12.000 tonnellate, pari a circa il 13%,perse per intero nelle Regioni del Nord.Si ritiene tuttavia che l’apparente forte perdita registrata dalla gestione direttanelle Regioni del Nord sia collegata, per buona parte, al forte aumento registratonel corso dello scorso anno nelle quotazioni dei rottami ferrosi che ha dirottatoparte dei quantitativi verso gestioni esterne a quella del CNA.
ACCIAIO
Fonte: CNA – RGPS 2009
TABELLA 8: Raccolta da superficie privata
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
RACCOLTA DA SUPERFICIE PRIVATA 2007 2008
Gestione diretta Nord 77.255 64.215
Centro 6.912 7.494
Sud 4.333 4.809
Gestione indiretta 171.367 164.922
Totale raccolta 259.867 241.440
151
Recupero degli imballaggi in acciaio
Una volta raccolti gli imballaggi in acciaio devono essere consegnati ad impiantiin grado di trasformarli, in base a specifiche nazionali e internazionali (CECA,AISI, CAEF e UNI, o altre), per poterli quindi inviare ad acciaierie e fonderie perla successiva rifusione.In particolare, oltre ai requisiti richiesti in termini di lunghezza, spessore e densità delmateriale deve essere il più possibile ridotta la presenza di metalli non ferrosi, elementia vario titolo nocivo, materiali esplosivi ed infiammabili, e non devono essere contenutiinerti, plastiche, corpi estranei non metallici in misura superiore all’1%.
A tale scopo il CNA si serve di un vasto numero di operatori che sonoriconducibili a quattro categorie:
• operatori Associazione SARA (Servizi Ambientali Recupero Acciai): recuperatoriassociati a FISE UNIRE che, fin dalla sua origine, hanno collaborato con il CNAsoprattutto nel settore dei rifiuti urbani;
• operatori Associazione ASSOFERMET: operatori attivi in tutti i settori diintercettazione dell’imballaggio;
• rete diretta CNA: aziende accreditate dal CNA che integrano sul territorio larete degli operatori facenti capo alle organizzazioni di cui sopra;
• SOE (Società Operative Ecologiche): aziende di bonifica e rigenerazione deifusti industriali.
In particolare, nei Grafici 21 e 22, riassumiamo il contributo dato dalle aziendeSARA/FISE UNIRE al recupero dei rifiuti ferrosi di imballaggio, suddivisi nelle varietipologie, gestiti dal CNA nell’ultimo anno.
ACCIAIO
GRAFICO 21: Raccolta domestica 2008(totale CNA 154.620 ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
SARA / FISE UNIRE 126.034
altri operatori 25.182 altri operatori 9.320
SARA / FISE UNIRE 232.121
Fonte: CNA – Associazione SARA Fonte: CNA – Associazione SARA
GRAFICO 22: Raccolta industriali 2008(totale CNA 241.441 ton)
152
Considerato che le attività di raccolta e avvio al recupero degli imballaggiindustriali sono sempre state effettuate, anche prima dell’avvento del Consorzio,non presentando per gli operatori particolari problemi di lavorazione ecommercializzazione, il dato più significativo è sicuramente quello relativo allavalorizzazione degli imballaggi ferrosi di provenienza domestica nell’ambito dellaquale l’apporto degli operatori SARA/FISE UNIRE continua ad essere determinante.
Nei Grafici 23 e 24 riassumiamo la suddivisione, per tipologia di materiale e dioperatore incaricato al recupero, dei quantitativi di rifiuti di imballaggi domesticigestiti dal CNA.
Nell’ambito della raccolta domestica, la valorizzazione del flusso di imballaggiproveniente dalle raccolte indifferenziate presenta maggiori problemi per lanotevole presenza nel rifiuto ferroso di frazioni estranee (frazioni organiche,inerti, ceneri nel rottame ferroso combusto).
Maggiori costi di lavorazione, inferiore valore della materia prima secondariaottenuta rispetto ad altri tipi di imballaggio, discontinuo, quando non incerto,collocamento sul mercato, fanno dell’imballaggio domestico sicuramente quellodi più difficile gestione, ed in questo risiede il valore aggiunto dell’attività svoltadagli operatori SARA/FISE UNIRE.
ACCIAIOEDIZIONE
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SARA / FISE UNIRE 85.372
altri operatori 10.321 altri operatori 18.265
SARA / FISE UNIRE 40.662
GRAFICO 23: Raccolta differenziata 2008(mono e multimateriale 95.693 ton)
GRAFICO 24: Raccolta indifferenziata 2008(sel. meccanica e combusto 58.927 ton)
Fonte: CNA – Associazione SARAFonte: CNA – Associazione SARA
153
Avvio a riciclo degli imballaggi recuperati
Insieme agli imballaggi i recuperatori CNA ricevono frazione estranee (materialenon ferroso incluso nel rottame ferroso da imballaggio raccolto) e frazionimerceologiche similari (FMS ossia materiale ferroso non costituito daimballaggio), che non devono essere quantificate e scorporate ai fini del calcolodegli obiettivi di riciclo raggiunti.
Come ogni anno, è stata effettuata una campagna di campionaturemerceologiche, su un campione rappresentativo per ogni tipologia di raccolta,sia pubblica sia privata, coordinata dal CNA ed eseguita dal Gruppo CSA diRimini, mirata all’individuazione dell’effettivo quantitativo di imballaggi inacciaio avviati al riciclo.
La proiezione degli esiti delle prove sui risultati totali di raccolta a livellonazionale ha evidenziato una presenza media di impurità del 6% (9.409tonnellate) e di FMS del 5,6 % (8.616 tonnellate) negli imballaggi provenienti daraccolta differenziata.
Per quanto riguarda i c.d. imballaggi industriali, le campionature sono stateeffettuate solamente sul materiale della c.d. gestione diretta poichè le rilevazioniche vengono fatte presso gli impianti finali di riciclo sono già al netto di ognifrazione estranea. Da tali campionature è stata riscontrata una presenza diimpurità del 2,8 % circa (2.155 tonnellate nelle 76.518 della gestione diretta) eduna percentuale di FMS di circa il 2.6% (2.040 tonnellate).
Sommando le quantità nette di imballaggi domestici ed industriali si ottiene unaquantità effettiva di materiale avviato a riciclo dal CNA nel 2008 pari a 373.840tonnellate che, pur essendo in valore assoluto inferiore di circa il 4,5% (17.594tonnellate) rispetto al totale avviato a riciclo nel 2007, come percentualesull’immesso al consumo rappresentano un tasso di riciclo del 69,6% rispetto al69,5% dell’anno scorso.
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TIPOLOGIA IMBALLAGGI DOMESTICO INDUSTRIALE TOTALI
IMBALLAGGI RACCOLTI 154.620 241.440 396.060
IMPURITÀ -9.409 -2.155 -11.564
F.M.S. -8.616 -2.040 -10.656
TOTALE AVVIO A RICICLO 136.595 237.245 373.840
Fonte: CNA – RGPS 2009
TABELLA 9: Tipologie imballaggi raccolti (ton)
ALLUMINIO
156
La consueta stesura del Rapporto “L’Italia del Recupero” giunge in un periodoparticolarmente turbolento per l’economia mondiale e di grave instabilità per ilmercato delle materie prime. In particolare, per quanto riguarda l’alluminio, ilcalo della domanda da parte dei principali settori industriali di impiego e dellerichieste dai Paesi “emergenti” ha causato un crollo dei prezzi del rottame apartire dal secondo semestre del 2008.
In uno scenario di questo tipo, caratterizzato non solo dalla crisi economica maanche da una continua evoluzione del sistema, sia dal punto di vista normativo,sia da quello tecnico-gestionale, il Consorzio Imballaggi Alluminio, attraverso unprocesso di adattamento e ridefinizione delle strategie, ha saputo interpretare almeglio il proprio ruolo conseguendo performance e risultati in linea con gliobiettivi previsti per il 2008.
Il ruolo “sussidiario“ e di garanzia del Consorzio rispetto al raggiungimento degliobiettivi di riciclo ha fornito al sistema nazionale di gestione dei rifiuti glistrumenti e le opportunità per ampliare e implementare tutte le possibili opzionidi recupero e valorizzazione della frazione alluminio. Con l’obiettivo dellamassimizzazione del recupero, sintetizzata dalla visione “zero discarica, 100%recupero”, nel corso dell’anno l’impegno di CIAL è proseguito sulla lineastrategica intrapresa negli anni precedenti e tesa a fornire un supporto concretoalla pubblica amministrazione, agli operatori della gestione dei rifiuti e al sistemaindustriale della filiera dell’alluminio.
Il CIAL è intervenuto con proposte per l’avvio o lo sviluppo di sistemi di raccolta,supporti tecnici e di comunicazione, per miglioramenti quali-quantitativi,interventi e incentivi per la captazione delle frazioni di metallo leggero sfuggiteall’ordinario servizio di raccolta differenziata dell’alluminio e smaltite attraversole raccolte di altri materiali, in modo indifferenziato o presenti nelle scorierisultanti dall’incenerimento dei rifiuti urbani. Il tutto gestito nell’ambito delruolo sussidiario al mercato che il Consorzio ha assunto in questi anni di attività:un corrispettivo economico per le raccolte differenziate e per le altre opzioni direcupero fisso al variare dei valori di mercato, l’attivazione di canali di sbocco perfrazioni meno preziose e di difficile collocazione, un supporto alla crescita dellaraccolta principalmente in termini qualitativi e della sensibilità e coscienza deiconsumatori e della pubblica amministrazione e operatori verso una sempre piùefficiente ed efficace gestione.
Un elemento distintivo e propositivo per il raggiungimento di elevati standardqualitativi in tutte le fasi del sistema di gestione e in relazione a tutti gli attoricoinvolti è dato dai parametri e dai riferimenti Emas che dal 2006contraddistinguono l’azione di CIAL. Oltre l’obiettivo di controllare gli aspettiambientali diretti, con l’implementazione ed il mantenimento del sistema digestione ambientale il Consorzio Imballaggi Alluminio si pone, infatti, quello dimonitorare gli aspetti ambientali delle attività di raccolta, riciclo e recupero degliimballaggi post-consumo degli enti locali e delle imprese della propria sferad’influenza e di orientare le imprese consorziate verso la prevenzione, al fine diminimizzare il consumo delle risorse naturali e facilitare l’avvio a riciclo degliimballaggi a fine vita.
INTRODUZIONE
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Nello schema di relazioni di sistema gli interventi del Consorzio rispetto aspecifici interlocutori assumono rilevanza ed effetti a cascata, in modotrasversale, sull’intero ciclo di vita e gestione del materiale.Una particolare attenzione viene infatti posta dal Consorzio al mondo delleimprese della filiera, dal produttore della materia prima, a quello deisemilavorati, a quello degli imballaggi finiti, agli utilizzatori industriali ecommerciali. Ferme restando le importanti performance di sostenibilitàambientale del materiale in tutto il suo ciclo di vita e la continua ricerca nellariduzione quantitativa e di miglioramento qualitativo attuate dalla filiera, leimprese direttamente e indirettamente coinvolte da CIAL ricoprono ora un ruolosignificativo e imprescindibile per una corretta informazione all’utente finaleanche attraverso l’adozione di modalità condivise di marcatura sugli imballaggi.
Un ruolo importante ha avuto anche nel corso del 2008 l’attività dicomunicazione con progetti e iniziative che di anno in anno tendono aconsolidare tra i pubblici di riferimento e i ‘partners’ coinvolti le tematiche legatealle performance tecniche e ambientali dell’alluminio. L’area del sociale e lascuola sono i canali privilegiati per una continua crescita e diffusione deimessaggi connessi alla raccolta e al riciclo degli imballaggi in alluminio.
La consapevolezza raggiunta dai destinatari della nostra comunicazione inambito scolastico e la stratificazione dei messaggi nel tempo rappresentano unasolida base su cui impostare ogni anno valide ed efficaci iniziative didattiche ededucative. Le associazioni di volontariato che da anni collaborano con ilConsorzio rappresentano ormai un utile ‘strumento’ e canale di comunicazionein tutti i bacini territoriali in cui operano, sia attraverso forme di raccoltasussidiaria rispetto a quella gestita dai Comuni, sia attraverso l’organizzazione dieventi e iniziative di sensibilizzazione.
La copertura nazionale, con la pianificazione di spot televisivi e la partecipazionea grandi eventi, integra e amplifica con efficacia la diffusione dei messaggiveicolati nell’ambito dei progetti di comunicazione territoriale destinati asupportare i servizi di raccolta differenziata nei diversi bacini coinvolti.
I risultati del 2008, in termini di copertura territoriale e di abitanti attivi, diraccolta e riciclo, sono del tutto soddisfacenti e in linea con i trend di crescitaregistrati negli ultimi anni. La soddisfazione è però ancora maggiore per ilcontributo che il Consorzio ha saputo dare in questi anni per una più ampiaaffermazione in campo ambientale dell’intero sistema industriale della filierache, ancora una volta, grazie anche alle importanti caratteristiche del materiale,si conferma tra i comparti più performanti in termini di risparmio energetico e diCO2 evitata.
Come detto in apertura, il 2008 si è chiuso con la nascente crisi dei mercatie un trend in discesa dei valori dei materiali. In questi mesi il Consorzio, invista delle inevitabili difficoltà previste per il 2009, in particolare per quantoriguarda lo sbocco dei materiali della raccolta differenziata dei Comuniitaliani, ha confermato la propria vocazione sussidiaria e di supporto alsistema di gestione definendo nuove strategie e obiettivi per una agevole e
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sostenibile transizione in questa fase particolare.
Il nuovo Accordo quadro ANCI-CONAI, in particolare, in uno scenario già di persé complesso a causa dei forti ritardi nello sviluppo delle raccolte differenziatenelle aree del Sud Italia, rappresenta uno strumento di riferimento importanteper cogliere nuove opportunità per una coerente, efficiente ed efficace soluzionealle problematiche connesse e amplificate dalla crisi in corso.
GINO SCHIONA
Direttore Generale CIAL
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A dieci anni dalla nascita del sistema di gestione degli imballaggi e dei rifiuti diimballaggio in alluminio, CIAL, Consorzio Nazionale per il riciclo e il recuperodell’alluminio, consolida il trend di crescita delle quantità raccolte e riciclate. Il2008, in particolare, sancisce il ruolo fondamentale svolto dal Consorzio nelnostro Paese per promuovere, supportare e garantire lo sviluppo tecnico eculturale delle raccolte differenziate e del riciclo dell’alluminio sia tra la pubblicaamministrazione sia tra i cittadini.
Ad oggi, CIAL ha favorito l’attivazione della raccolta differenziata degliimballaggi in alluminio in oltre 5.500 Comuni italiani (l’80% dei qualiconvenzionati con il Consorzio) e la partecipazione di 44 milioni di cittadini (il90% dei quali coinvolti direttamente).
Risultati più che positivi, ottenuti grazie alla stretta e quotidiana collaborazionecon una rete di 300 operatori convenzionati, distribuiti su tutto il territorionazionale.A fine 2008 la quota di recupero di imballaggi di alluminio si stima essere del63,6% dell’immesso sul mercato. Tradotta in cifre assolute questa percentualeequivale a 42.200 tonnellate di materiale recuperato, 38.500 delle quali riciclate.Il riciclo degli imballaggi in alluminio pari al 58% è di fatto cresciuto, nell’ultimobiennio, del 10%.
Nel corso dell’anno, accanto alla raccolta differenziata, si sono affermate nuovemodalità di recupero dell’alluminio: in impianti di trattamento RU anche per laproduzione di CdR; in impianti per il recupero delle scorie da incenerimento.
È stata consolidata la collaborazione con 25 fonderie di alluminio, ovvero il100% della capacità produttiva di riciclo italiana.
Oggi il nostro Paese detiene la leadership in Europa, insieme alla Germania,nell’industria del riciclo dell’alluminio. A livello mondiale, questo primato ci poneal 3° posto dopo Stati Uniti e Giappone.
Grazie al riciclo di 38.500 tonnellate di imballaggi in alluminio sono state evitateemissioni serra per 390.000 tonnellate di CO2, e risparmiata energia pari a142.000 tep (tonnellate equivalenti petrolio).
RISULTATI E OBIETTIVI CONSEGUITI
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Al 31 dicembre 2008 è stata raggiunta la copertura territoriale di oltre 4.000Comuni e 38 milioni di abitanti attraverso la sottoscrizione di 292 Convenzionidedicate alla raccolta differenziata. Inoltre le diverse opzioni di recupero deirifiuti di imballaggio in alluminio complementari alla raccolta differenziata,previste dall’Allegato tecnico, consentono di riconoscere la copertura territoriale,così come le quantità di materiale raccolte. In questi termini viene quindiconfermata, al 31 dicembre 2008, l’operatività di 303 Convenzioni per unacopertura territoriale totale di 4.305 Comuni e oltre 39 milioni di abitanti.
I rapporti di collaborazione e partnership avviati sul territorio hanno interessatotutti i soggetti pubblico-privati coinvolti nella filiera di raccolta e recupero deirifiuti di imballaggio in alluminio in un’ottica di diffusione e sviluppo di sistemi digestione integrata dei rifiuti, contribuendo alla riduzione dei quantitativi di rifiutidestinati allo smaltimento in discarica e al potenziamento delle modalità direcupero alternative alla raccolta differenziata.
Nel corso degli ultimi due anni è infatti evidente la crescita delle ulteriori opzionidi recupero e trattamento dei rifiuti di imballaggio in alluminio (recupero daimpianti di trattamento rifiuto indifferenziato e produzione CdR da scorie daincenerimento) che ha consentito di raggiungere in molti bacini territorialil’obiettivo “zero discarica, 100% recupero”.
Sulla base delle diverse opzioni di recupero, trattamento e valorizzazione, sistimano le seguenti quantità di raccolta dei rifiuti di imballaggio in alluminio, condettaglio della ripartizione per macroaree.
Tale ripartizione è il risultato di una nostra elaborazione che tiene conto deitrend di crescita e delle prestazioni di raccolta nelle varie aree del Paese,così come confermati anche dai dati generali di raccolta differenziatapresentati all’interno del Rapporto Rifiuti 2008 di ISPRA.
ATTIVITÀ DI SVILUPPO E RACCOLTA
DIFFUSIONE DELLA RACCOLTA EDATI QUANTITATIVI
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TABELLA 1: Distribuzione geografica della raccolta
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
MACROAREA QUANTITÀ
Fonte: CIAL
Nord ton 26.000 67,5%
Centro ton 8.200 21,3%
Sud ton 4.300 11,2%
Totale Raccolta diff. Netta ton 38.500 100%
161
Le quantità indicate sono riconducibili a circa 5.400 Comuni italiani; stimabasata sui Comuni che hanno dichiarato la presenza del servizio di raccoltadifferenziata a beneficio di quasi 41 milioni di abitanti, tramite dichiarazioniMUD 2007, con riferimento all’anno solare 2006, elaborate dalla Camera diCommercio di Milano così come presentato nell’apposito paragrafodedicato alla ricerca.
Evidenziamo, come sottolineato anche da ISPRA, le difficoltà di pervenire adati riguardanti la raccolta differenziata degli imballaggi metallici nellamaggior parte dei casi raccolti con modalità multimateriale, poichénormalmente vengono dichiarati e contabilizzati all’interno del materialeprevalente, più specificatamente vetro e/o plastica; da tali flussi èimpossibile disaggregare specifici dati relativi ai rifiuti di imballaggio inalluminio.
Lo stesso Rapporto ISPRA 2008, infatti, rimarca come: “Per quanto attieneagli imballaggi metallici non è stato, tuttavia, possibile pervenire in molticasi ad un dato disaggregato. Pertanto, pur essendo stata effettuata,laddove possibile, una separazione della quota relativa agli imballaggi inalluminio da quella inerente alle altre tipologie di imballaggi metallici, si èscelto di pubblicare i dati in forma aggregata, al fine di consentire unmigliore confronto con le informazioni relative ai precedenti censimenti. Va,inoltre, rilevato che in diversi casi non è possibile separare la quota relativaagli imballaggi metallici da quella inerente gli ingombranti metallici. In talcaso l’intero ammontare viene computato nella voce ingombrantimetallici.”
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I risultati conseguiti nella sottoscrizione e gestione delle Convenzioni per laraccolta differenziata e il recupero dei rifiuti di imballaggio in alluminio sonopresentati in Tabella 2, aggiornati al 31 dicembre 2008, confrontati con i datiIstat e con la situazione dell’anno precedente.
Rispetto ai risultati raggiunti nell’anno 2007, si possono osservare i seguentimiglioramenti:
• una crescita dell’8% dei Comuni coperti da Convenzione, di cui il 3%attraverso Convenzioni per la raccolta differenziata;
• gli abitanti serviti sono cresciuti del 9%, di cui il 7% in relazione a Convenzionidi raccolta differenziata;
• risultano sottoscritte 292 Convenzioni per la gestione della raccoltadifferenziata con un indice medio di Comuni per Convenzione pari a 14.
Si tratta di risultati importanti in un anno caratterizzato da un Accordo quadroANCI-CONAI in scadenza e da incertezza economica e legislativa.Nel corso dei cinque anni di validità dell’Accordo quadro (2004-2008), le attivitàdel Consorzio sul territorio hanno consentito di conseguire quasi la stessacopertura territoriale garantita al termine del precedente Accordo quadro(2000-2004). Al 31 dicembre 2008, infatti, i Comuni coperti e gli abitanti servitida Convenzione rappresentavano entrambi il 97% della copertura territoriale deldicembre 2004.
È opportuno osservare come l’aspetto migliorativo della gestione del nuovo Accordoquadro è rappresentato da un incremento quali-quantitativo del materiale gestito evalorizzato dal Consorzio, unitamente ad un radicamento e consolidamento delproprio ruolo quale partner delle politiche e dei programmi di gestione dei servizi diraccolta differenziata e recupero dei rifiuti di imballaggio in alluminio.Può essere interessante osservare, nelle Figure 1 e 2, le capacità di raccolta deidiversi ambiti regionali in considerazione della diretta copertura territoriale,tramite Convenzioni di Comuni e abitanti.
COPERTURA TERRITORIALE
ALLUMINIO
TABELLA 2: Situazione Convenzioni CIAL - Confronto 2007-2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2008 BASE ISTAT CIAL % COPERTURA CIAL
Fonte: CIAL
Comuni attivi 8.100 4.305 53,1
Abitanti serviti 58.806.797 39.547.828 67,3
Convenzioni 303
2007 BASE ISTAT CIAL % COPERTURA CIAL
Comuni attivi 8.100 3.998 49,4
Abitanti serviti 58.806.797 36.130.137 61,4
Convenzioni 263
< 25
25 - 45
45 - 65
65 - 85
85 - 100
percentuale abitanti serviti
163
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Fonte: CIAL
Fonte: CIAL
FIGURA 1: Copertura territoriale (comuni attivi) (%)
FIGURA 2: Copertura territoriale (abitanti serviti e tipologia di raccolta)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
< 10.000
10.000 - 100.000
100.000 - 400.000
400.000 - 700.000
> 700.000
mr multileggero
mr = modalità di raccolta
multileggero = plastica/metalli
multipesante = plastica/vetro/metalli
vetrometalli = vetro/metalli
mr multipesante
mr vetrometalli
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Quanto rappresentato graficamente esprime chiaramente una discretarispondenza tra la copertura territoriale e le attività di raccolta econferimento dei materiali gestiti, con alcune eccezioni, in particolare nelleRegioni del Sud Italia in cui ad un largo coinvolgimento e attivazione diComuni e abitanti corrispondono rese di raccolta al di sotto delle relativepotenzialità.
È interessante osservare, inoltre, la correlazione tra la tipologia di raccoltaadottata dai Comuni e dagli operatori dei servizi e i relativi risultati intermini di quantitativi gestiti e conferiti.
È significativa la sempre più ampia diffusione del sistema di raccoltamultileggero a cui si possono riconoscere prestazioni di rilievo, soprattuttoin contesti territoriali efficacemente supportati da realtà impiantistiche ingrado di valorizzare sia qualitativamente, sia quantitativamente, i risultati diraccolta conseguiti.
Si tratta di una conferma delle attività di promozione e sviluppo delConsorzio nell’ambito del sostegno ai sistemi di raccolta in grado diconsentire elevate rese e prestazioni di recupero e riciclo, massimizzando lespecificità del materiale gestito e dei contesti organizzativi, impiantistici eterritoriali di riferimento. Rilevanti risultati di raccolta sono stati infattiraggiunti anche in realtà regionali in cui sono da sempre presenti sistemi diraccolta congiunta vetro-metalli o la tipologia di raccolta multipesante.
Quanto presentato nelle Figure 1 e 2 è riportato in dettaglio, in termini diComuni attivi, abitanti serviti e Convenzioni sottoscritte, nella Tabella 3quale espressione dei risultati conseguiti nel 2008 e delle specificità dellesingole Regioni italiane.
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TABELLA 3: Raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi alluminio e altre forme di trattamento - Coperturaterritoriale al 31 dicembre 2008
Fonte: CIAL
REGIONE COMUNI ATTIVI COMUNI ATTIVI ABITANTI SERVITI ABITANTI SERVITI CONVENZIONI(N.) (%) (N.) (%) (N.)
EMILIA ROMAGNA 201 59 2.968.471 71 8
FRIULI V. GIULIA 101 46 647.423 54 3
LIGURIA 61 26 1.099.706 68 4
LOMBARDIA 440 28 4.393.495 46 23
PIEMONTE 743 62 1.960.197 45 11
TRENTINO A. ADIGE 132 39 461.113 47 4
VALLE D’AOSTA 74 100 124.263 100 1
VENETO 454 78 4.093.177 86 22
TOTALE NORD 2.206 49 15.747.845 59 76
LAZIO 178 47 4.002.413 75 21
MARCHE 50 20 308.197 20 2
TOSCANA 255 89 3.484.976 96 14
UMBRIA 45 49 652.170 75 4
TOTALE CENTRO 528 53 8.447.756 74 41
ABRUZZO 92 30 633.046 48 13
MOLISE 16 12 84.848 26 2
BASILICATA 27 21 212.814 36 3
CALABRIA 380 93 1.916.310 96 18
CAMPANIA 435 79 5.068.021 88 92
PUGLIA 116 45 2.444.540 60 23
SARDEGNA 194 51 1.042.180 63 12
SICILIA 311 80 3.950.468 79 23
TOTALE SUD 1.571 61 15.352.227 74 186
TOTALE ITALIA 4.305 53 39.547.828 67 303
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La crescita e gli sviluppi conseguiti a livello di macroaree sono evidenti dalconfronto con la situazione esistente al 31 dicembre 2007, presentata nellaTabella 4.
Di seguito presentiamo alcune riflessioni circa le specifiche caratteristiche e ledinamiche che hanno interessato i diversi ambiti territoriali e che aiutano acomprendere la flessibilità e orientabilità delle azioni di intervento del Consorzionelle attività di promozione del territorio.
Nord Italia
Nel corso del 2008 le Regioni del Nord Italia sono state caratterizzate da discretevariazioni, rispetto al precedente anno, in termini di Comuni attivi nei servizi diraccolta differenziata e relativi abitanti serviti. Nel complesso, si è registrata unacrescita del 7% sia per i Comuni sia per gli abitanti coperti da Convenzione.Le Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto confermano i migliori risultati intermini di copertura territoriale mantenendo la situazione raggiunta al 2007, adeccezione del Veneto che ha registrato una crescita del 5% sia dei Comuni attivisia degli abitanti serviti. La Regione Lombardia ha confermato anche leprestazioni di raccolta raggiunte il precedente anno esprimendo le migliori resein relazione ai Comuni e ai cittadini coinvolti. Il Veneto e il Piemonte hanno, alcontrario, registrato una flessione dei risultati di raccolta e recupero in seguitoad alcune dinamiche territoriali che hanno caratterizzato la gestione dei servizi edelle relative capacità di controllo e valorizzazione dei flussi di materiale.In particolare, nella Regione Veneto si sono verificati dei processi di aggregazionedi alcuni soggetti responsabili della gestione dei servizi di raccolta conconseguente riorganizzazione delle competenze territoriali e in particolare ladefinizione di nuovi rapporti per la gestione della fase di selezione evalorizzazione dei flussi di raccolta differenziata. Il riordino dei ruoli, l’adozionedi nuovi modelli di raccolta differenziata (dalla raccolta congiunta vetro-metallialla raccolta multileggera), opportunità economico-politiche e decisioni dicessione deleghe, nonché di gestione della selezione dei materiali gestiti, hannocomportato una contrazione delle prestazioni di raccolta.
ALLUMINIO
TABELLA 4: Situazione territoriale Convenzioni CIAL - Confronto 2007-2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Fonte: CIAL
2007 2008 2007 2008 2007 2008
CONVENZIONI COMUNI ATTIVI COMUNI ATTIVI ABITANTI SERVITI ABITANTI SERVITI
N. N. N. % N. % N. % N. %
NORD 73 76 2.070 46 2.206 49 14.732.055 55 15.747.845 59
CENTRO 33 41 456 45 528 53 7.833.335 69 8.447.756 74
SUD 157 186 1.472 58 1.571 61 13.564.747 65 15.352.227 74
ITALIA 263 303 3.998 49 4.305 53 36.130.137 61 39.547.828 67
MACRO AREA
167
Ricordiamo, inoltre, che in queste tre Regioni (Lombardia, Veneto e Piemonte)sono presenti soggetti attivi nella valorizzazione dei rifiuti di imballaggio inalluminio attraverso le ulteriori opzioni di recupero complementari alla raccoltadifferenziata: in particolare da produzione di CdR e da flusso indifferenziato. Inquesti termini, è possibile affermare che in alcuni bacini territoriali delle Regionidel Nord Italia è stato “chiuso” il ciclo integrato di gestione dei rifiuti diimballaggio in alluminio, partendo dal servizio di raccolta differenziata,attraverso il recupero della quota intercettata dal flusso dei rifiuti indifferenziatifino potenzialmente al recupero dell’alluminio ancora presente nelle ceneripesanti da impianti di incenerimento.Nell’ambito di questa macro-area, gli incrementi più rilevanti hanno interessatol’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia con un aumento rispettivamentedell’11% e del 15% dei Comuni gestiti tramite Convenzione e del 26% e del5% in termini di abitanti serviti. La Regione Emilia Romagna ha inoltre registratouna significativa crescita con il 63% in più dei materiali raccolti e conferiti. Èopportuno evidenziare l’acquisizione di nuovi rapporti con operatori di raccoltaresponsabili della gestione di Comuni e servizi complementari rispetto ai servizigarantiti dai due grandi gruppi di gestione del territorio (Hera SpA ed Enia SpA).In questi termini è stato possibile ampliare i margini di intervento e di azione delConsorzio valorizzando le potenzialità di raccolta e dei relativi flussi in unaRegione fortemente orientata all’innovazione e alla promozione delle specificitàdel territorio.Un importante risultato conseguito nel corso del 2008 è rappresentato dallasigla di un Accordo di programma tra la Regione Valle d’Aosta e il Consorziofinalizzato alla promozione della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio inalluminio, attraverso la valorizzazione e l’ottimizzazione delle attività di raccoltae delle iniziative esistenti sul territorio regionale. L’Accordo di programmarappresenta uno strumento che consente alla Regione e a CIAL di migliorare epotenziare la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminio, siatramite la modalità di raccolta adottata dalle istituzioni locali (raccolta congiuntavetro-metalli opportunamente valorizzata in impianti di selezione dedicati), siaattraverso specifiche campagne di raccolta avviate da soggetti diversi da quelliistituzionali. L’Accordo di programma ha avuto, tra gli altri, l’obiettivo diformalizzare e riconoscere l’attività di raccolta differenziata dei rifiuti diimballaggio in alluminio condotta dai Comuni della Regione Valle d’Aosta(accreditando la relativa copertura territoriale) e di sostenere il progetto RaccoltaSolidale® avviato dalla sezione AIDO di Aosta in collaborazione con CIAL. Inquesti termini, il Consorzio promuove il proprio ruolo di affiancamento esupporto allo sviluppo e alla massimizzazione dei sistemi di raccolta e recuperodell’alluminio e d’altra parte la Regione Valle d’Aosta valorizza i propri compitidi coordinamento e sviluppo di attività volte al raggiungimento degli obiettivi diraccolta differenziata, nonché di istituzione impegnata sul fronte dellaresponsabilità sociale locali, supportando le organizzazioni di volontariato.Nelle restanti Regioni del Nord Italia si è osservato un mantenimento delleprestazioni di raccolta e di coinvolgimento di Comuni e abitanti nei servizi diraccolta differenziata.In generale, la flessione minima che si è registrata in questa macro-area puòessere riportata a quei processi di riorganizzazione delle competenze,riassestamento dei ruoli di gestione e in alcuni casi dei sistemi di raccolta
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L’ITALIA DELRECUPERO
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differenziata e recupero con successiva ridefinizione della fase di valorizzazionedel materiale che caratterizzano un periodo storico di incertezza economica elegislativa.
Centro Italia
Le Regioni del Centro Italia hanno registrato nel complesso buone variazioni intermini di copertura territoriale, registrando una crescita del 16% di Comuniattivi nella raccolta differenziata e coperti da Convenzione e dell’8% dei relativiabitanti serviti; questi dati evidenziano in particolare l’acquisizione di nuovirapporti con Comuni/operatori responsabili della gestione dei sistemi di raccoltain territori di piccole e medie dimensioni. Interessante la crescita del 43%rispetto al 2007 delle quantità raccolte e conferite al Consorzio.In particolare, la Regione Lazio ha evidenziato la promozione e lo sviluppo delleattività di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminio pressomedio-piccoli centri urbani presentando un incremento del 65% dei Comuni edel 15% degli abitanti. Significativi risultati sono stati conseguiti anche inrelazione alle quantità raccolte e conferite con una crescita del 58%. Gli sforziavviati nel corso degli ultimi anni nei confronti degli operatori pubblici e privaticoinvolti nella gestione dei servizi di raccolta, l’affiancamento e il supporto inknow-how tecnico e in attività di comunicazione locale, le attività dicollaborazione e coordinamento con gli enti istituzionali responsabili delladefinizione delle linee di indirizzo per l’ottimizzazione delle attività di raccolta erecupero, hanno rappresentato gli elementi premianti di una strategia delConsorzio volta alla valorizzazione delle specificità del territorio e alla creazionedi relazioni di partnership con i soggetti deputati al suo governo politico-operativo.È interessante sottolineare l’avvio nella Regione Lazio di un nuovo rapporto diconvenzione volto al recupero dell’alluminio dal flusso dei rifiuti indifferenziatiche rappresenta un ulteriore tassello del processo di completamento di unsistema di gestione integrata dei rifiuti di imballaggio in alluminio: dalla raccoltadifferenziata al recupero dai flussi RU e dagli impianti di produzione di CdR(ricordiamo l’Accordo per la valorizzazione del materiale recuperato dagliimpianti di produzione di CdR di AMA Roma che ha confermato i risultatiquantitativi conseguiti lo scorso anno).Le restanti Regioni del Centro Italia confermano la copertura territorialeconseguita nel 2007 (con una lieve crescita del 2% degli abitanti serviti inToscana e nelle Marche) presentando un rilevante aumento delle rese di raccoltae delle capacità di recupero: il 62% in più per le Marche, il 60% di crescita diraccolta per la Regione Umbria e un incremento del 10% registrato in Toscana.Si tratta di risultati importanti in una macro-area che nei precedenti anni sipresentava al di sotto delle proprie potenzialità di raccolta. La conferma deiComuni e degli abitanti coinvolti nei servizi di raccolta differenziataaccompagnata da una crescita dei relativi risultati di resa e di quantità raccolte econferite confermano il superamento della fase di start-up dei servizi di raccoltadifferenziata in molti Comuni del Centro Italia e l’avvio di un processo di crescitae di ottimizzazione delle attività di coinvolgimento dei cittadini e divalorizzazione del materiale gestito.
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L’ITALIA DELRECUPERO
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Sud Italia e Isole
Buoni risultati in termini di copertura territoriale sono stati raggiunti nelleRegioni del Sud Italia che hanno presentato in generale una crescita del 7% deiComuni coperti da Convenzione e del 13% degli abitanti serviti da attività diraccolta differenziata. Questi dati evidenziano il coinvolgimento di città dimedio-grandi dimensioni, superiori ai 50.000 abitanti, in cui sono stati avviatisistemi di raccolta differenziata e recupero che hanno trovato formalizzazionenel rapporto di convenzione e soprattutto nel supporto tecnico-comunicazionalefornito. In termini globali, le Regioni di questa macro area hanno registrato uninteressante sviluppo dei risultati di raccolta con un incremento del 29% rispettoall’anno precedente. La Sardegna si conferma la Regione con miglioriperformance in termini di materiali raccolti e conferiti con una crescita del 52%della raccolta avviata e consolidata nell’11% in più dei Comuni e coinvolgendoil 16% in più dei cittadini rispetto al 2007.Questi risultati confermano l’efficacia degli indirizzi istituzionali di pianificazionee sviluppo dei servizi di raccolta differenziata, la responsabilità delleamministrazioni locali nel seguire le indicazioni di governo, l’adeguatezzaimpiantistica e la relativa capacità di valorizzazione dei risultati di raccolta. Questielementi sono stati sostenuti e amplificati dalle attività del Consorzio e dalleproprie iniziative di collaborazione e affiancamento a tutti i soggetti coinvolti neisistemi di raccolta e recupero e di riconoscimento dei risultati conseguiti.Tra le Regioni del Sud Italia è opportuno sottolineare gli interessantimiglioramenti conseguiti dalla Campania con una crescita del 45% delle attivitàdi raccolta e dei materiali gestiti e conferiti. In termini di copertura territoriale siregistra un aumento del 6% dei Comuni attivi nei servizi di raccolta differenziatae del 13% degli abitanti serviti. Si tratta di risultati importanti in considerazionedello stato di emergenza e delle difficoltà di organizzazione e ripristino dicondizioni di efficiente gestione dei servizi e riassetto delle competenzeterritoriali. Per quanto riguarda le altre Regioni di questa macro-area si osservanosituazioni di mantenimento delle prestazioni di raccolta e dell’attivazione ecoinvolgimento di Comuni e abitanti nei servizi di raccolta differenziata dei rifiutidi imballaggio in alluminio.In termini di “dimensione” della copertura territoriale e di classi di abitantiserviti, i risultati conseguiti nel 2008 sono riportati nella Tabella 5.
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TABELLA 5: Distribuzione dei Comuni attivi
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
CLASSE ABITANTI BASE ISTAT COMUNI ATTIVI % COMUNI ATTIVI
meno di 5 mila 5.756 2.870 49,9
da 5 – 20 mila 1.847 1.093 59,2
da 20 – 100 mila 454 303 66,7
da 100 – 500 mila 37 34 91,9
oltre 500 mila 6 5 83,3
TOTALE 8.100 4.305 53,1
Fonte: CIAL
170
Rispetto al 2007, è opportuno segnalare l’avvio del rapporto di convenzione condue grossi centri urbani (con una dimensione tra i 100 mila e i 500 mila abitanti)quali Catania e Bologna. Per quanto riguarda la città siciliana, si tratta dellaformalizzazione di un sistema di raccolta da tempo consolidato ma che hafinalmente trovato riscontro nella definizione dei rapporti e delle reciprochecompetenze tra i soggetti coinvolti nella gestione e valorizzazione dei flussi dimateriale.Come anticipato, in Emilia Romagna sono state attivate delle relazioniconvenzionali e di collaborazione con operatori privati responsabili della gestionedei sistemi di raccolta integrativi dei servizi garantiti e svolti dal gruppoterritoriale di riferimento. Queste relazioni hanno consentito il riconoscimentoterritoriale della città di Bologna per il flusso di competenza degli operatoriinteressati, garantendo la promozione del territorio, la valorizzazione delleattività di raccolta e l’avvio a riciclo e il recupero della relativa quota di materiale.Nel corso del 2008 la variazione più rilevante in termini dimensionali hainteressato i Comuni tra i 20 mila e i 100 mila abitanti con una crescita del 14%.In particolare, si tratta di Comuni delle Regioni del Sud Italia in cui situazioniemergenziali e quindi in alcuni casi di stimolo all’attivazione di sistemi di raccoltadifferenziata (anche su indicazioni prescrittive degli organi di governo dellasituazione di emergenza) hanno comportato l’avvio dei rapporti di convenzionee collaborazione con il Consorzio.Nell’ambito delle grandi città metropolitane, ricordiamo l’assenza della città diTorino le cui attività di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in alluminioe i particolari rapporti di valorizzazione non ne consentono il riconoscimentoufficiale.
ALLUMINIO
TABELLA 6: Distribuzione degli abitanti serviti nei Comuni attivi
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
CLASSE ABITANTI BASE ISTAT ABITANTI SERVITI % ABITANTI SERVITI
meno di 5 mila 10.440.905 5.322.089 51,0
da 5 – 20 mila 17.402.009 10.361.934 59,5
da 20 – 100 mila 17.432.446 11.653.699 66,9
da 100 – 500 mila 6.510.216 6.088.447 93,5
oltre 500 mila 7.021.221 6.121.659 87,2
TOTALE 58.806.797 39.547.828 67,3
Fonte: CIAL
171
Anche per il 2008, risulta confermata la prevalenza a livello nazionale dellamodalità multimateriale di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio inalluminio: sia nella tipologia “multimateriale leggera” sia nella “multimaterialepesante”. Nel caso degli imballaggi in alluminio infatti la raccolta monomaterialenon risulterebbe economicamente e quantitativamente conveniente inconsiderazione della modesta quantità di rifiuti captabili e del loro basso pesospecifico. La distribuzione sul territorio delle diverse modalità di raccoltamultimateriale è influenzata dalla capacità impiantistica di valorizzazione delmateriale oltre che da scelte economico-gestionali e di efficienza del sistema diraccolta adottato.A titolo informativo le diverse tipologie di raccolta differenziata hanno laseguente distribuzione sul territorio nazionale:
• “multimateriale pesante” (imballaggi alluminio, acciaio, vetro, plastica)largamente diffusa in Toscana, Emilia Romagna, Veneto e in parte del Lazio;
• “lattine alluminio e vetro” attuata in Liguria, nelle Marche e parte dellaLombardia;
• “metallo: alluminio e acciaio” in parte dell’Emilia Romagna e della Sardegna,Trentino Alto Adige;
• “multimateriale leggera” (imballaggi in alluminio, acciaio e plastica) attuata inparte della Lombardia, Piemonte, Friuli, Veneto, Puglia, Calabria e Campania,ma in fase di rapida espansione.
CIAL alimenta, attraverso il processo di convenzionamento e delle relativeinformazioni di analisi del territorio, il proprio “Data Base Convenzioni” per uncostante aggiornamento dell’evoluzione delle modalità di raccolta e delletipologie di attrezzature utilizzate. Al dicembre 2008 risultano monitorate letipologie di raccolta riferite ad oltre 36 milioni di abitanti serviti; nel Grafico 1 siriportano i risultati dell’elaborazione in relazione agli abitanti serviti.
MODALITÀOPERATIVE
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L’ITALIA DELRECUPERO
vetro + metalli 17%
mono metalli 11%
multipesante 39%
multileggero 33%Base dati: 36 mln abitanti
multileggero = plastica + metallimultipesante = vetro + plastica + metalli
Fonte: CIAL
GRAFICO 1: Tipologia di raccolta per abitanti - 2008
172
Come anticipato, si riconferma anche per il 2008 la prevalenza delle modalitàmultimateriale pesante che interessa il 39% degli abitanti serviti (in calo del 3%rispetto al 2007) e della modalità multimateriale leggera con il 33% dellapopolazione servita.
Per quanto riguarda il sistema di raccolta, attraverso il Data Base CIAL, sono statemonitorate anche le attrezzature utilizzate, consentendo di distinguere trasistema stradale, domiciliare o misto.
L’elaborazione dei dati è riportata nel Grafico 2.
Si può evidenziare un incremento del 4% della modalità di raccolta domiciliarerispetto al 2007 (dal 24% al 28%) con un conseguente calo della raccoltastradale e mista. D’altra parte, la sempre più ampia diffusione della raccoltamultileggero ha indotto molti operatori a sviluppare sistemi di raccolta porta aporta/domiciliare confinando la modalità di raccolta con campane stradali ai solirifiuti di imballaggio in vetro. Inoltre, i primi processi di avvio delle raccoltemultileggero con modalità domiciliare, che si sono osservati negli ultimi anni conpassaggi progressivi di estensione e coinvolgimento degli interi territoricomunali, hanno trovato completa definizione e sviluppo nel corso di questoanno confermando i dati registrati dal Consorzio.
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L’ITALIA DELRECUPERO
mista 34%
stradale 38%
domiciliare 28%
Base dati: 279 gestori stradale = cassonetto & campanadomiciliare = bidoncino & saccomista = mix stradale e domiciliare
Fonte: CIAL
GRAFICO 2: Modalità di raccolta per gestore - 2008
173
La stipula della Convenzione prevede l’indicazione, da parte del convenzionato,di almeno una piattaforma, dotata delle opportune autorizzazioni, dove i rifiutidi imballaggio in alluminio vengono trattati e successivamente resi disponibili peril ritiro da parte di CIAL.
Molte delle piattaforme da cui CIAL riceve i materiali sono dotate diapparecchiature idonee alla separazione dell'alluminio (separatori ECS) dagli altririfiuti; queste piattaforme sono sostanzialmente riconducibili a due categorie:
• impianti multimateriale o sacco secco, orientati all’ottenimento di flussimonomateriali da avviare a riciclo (alluminio, plastica, carta, vetro);
• impianti trattamento vetro raccolto con altri materiali (plastica, metalli).
Alle Convenzioni in corso di validità nel 2008 risultano associate 161piattaforme, delle quali il 56% ha contribuito alla gestione dei quantitativiconsortili attraverso conferimenti di rifiuti di imballaggi in alluminio.CIAL, anche nell’ottica del proprio sistema di gestione ambientale, effettua unmonitoraggio delle dotazioni impiantistiche delle piattaforme di trattamento econferimento, come sintetizzato nel Grafico 3:
Le piattaforme dotate di ECS individuate sono 86, con incremento dell’8%rispetto all’anno 2007.
PIATTAFORME DITRATTAMENTO ECONFERIMENTO
ALLUMINIO
Fonte: CIAL
GRAFICO 3: Caratteristiche delle piattaforme CIAL
TIPO CERNITA
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
semiautomatico 49%
manuale 26%
automatico 25%
26%
49%
25%
NO 46%SI 54%
54% 46%
nessuna 46%qualità 15%ambiente 8%
ambiente & sicurezza & qualità 2%
sicurezza & qualità 1%ambiente & qualità 28%
46%
8%
15%
28%
2% 1%
CON SEPARATORE ECS IMPRESE CERTIFICATE
174
Nella Figura 3 si evidenziano la distribuzione regionale e la collocazioneterritoriale delle piattaforme dotate di selettore automatico dell’alluminio.
ALLUMINIO
Fonte: CIAL
FIGURA 3: Piattaforme dotate di separatore ECS – 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Regione
Piemonte 5
Valle d'Aosta -
Lombardia 12
Trentino A. Adige 1
Veneto 10
Friuli V. Giulia 3
Liguria 4
Emilia Romagna 4
TOTALE NORD 39
Toscana 4
Umbria 2
Marche -
Lazio 5
TOTALE CENTRO 11
Abruzzo 1
Molise -
Campania 12
Puglia 8
Basilicata -
Calabria 4
Sardegna 2
Sicilia 9
TOTALE SUD 36
TOTALE ITALIA 86
175
CIAL determina la quota di riciclo degli imballaggi in alluminio post-consumosulla base delle quantità dichiarate dalle fonderie italiane di alluminiosecondario.
Le quantità dichiarate includono quelle conferite da CIAL, provenienti dallaraccolta differenziata e dalle altre forme di recupero, eventualmenteselezionate.
Fonderie di Alluminio
Le fonderie che attualmente comunicano i dati al Consorzio sono 25, tra queste,22 dichiarano il riciclo di imballaggi in alluminio.
Nella Figura 4 si riportano i nominativi delle società che hanno dichiaratoquantità di imballaggi riciclate e la loro distribuzione regionale.
RICICLO
ALLUMINIO
Fonte: CIAL
TABELLA 7: Evoluzione del tasso di riciclo (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2006 2007 2008
Immesso sul mercato 71.500 71.900 66.400
RICICLO 35.100 38.600 38.500
Risultato 49,1% 53,7% 58,0%
176
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L’ITALIA DELRECUPERO
FIGURA 4: Fonderie sistema CIAL
(25) Fonderie
Regione FONDERIA (con riciclo imballaggi )
PIEMONTE Raffineria Metalli Cusiana
Sacal
LOMBARDIA Deral
Fonderie Riva
Premoli Luigi e Figli
Raffinerie Metalli Capra
Raffmetal
Varec di Vareschi G.
Vedani Carlo Metalli
VENETO Fover Casting
SAV spa
SIRA
Stocco & Tognon Fonderie
EMILIA ROMAGNA F.lli Madrigali
ICMet Metalli
MARCHE OCMA
ABRUZZO Metalferro
MOLISE RER
CAMPANIA Almet
Metallurgica Campana
Fonte: CIAL
La capacità produttiva globale annua di alluminio secondario è superiore a800.000 tonnellate. Il fatturato relativo all’anno 2007 della totalità delleimprese indicate è stimato in quasi 2 miliardi di euro e l’occupazionecomplessiva si attesta su 1.200 dipendenti.
CIAL ha aggiornato al 2008 le informazioni relative allecertificazioni/registrazioni dei sistemi di gestione delle fonderie italiane siaper qualità [serie ISO 9000] che ambiente [ISO 14001] ovvero per laregistrazione Emas. Nel Grafico 4 sono esposti i risultati relativi alle 25fonderie che confermano un interesse ad integrare la gestione degli aspettie gli impatti nella gestione delle attività produttive ed economiche.
177
Attraverso le dichiarazioni dell’attività sviluppata dalle fonderie, CIAL puòaffermare che in Italia è stata riciclata nell'anno 2008 una quantità di imballaggiin alluminio pari a 38.500 tonnellate, con una sostanziale stabilità rispettoall’anno precedente.
Le fonderie elencate inviano a CIAL, individualmente, entro la fine del mese difebbraio di ogni anno, la scheda di autodichiarazione dell’attività riferita all’annoprecedente.
I dati sono resi disponibili da CIAL solo in forma aggregata, in relazione alla lorosensibilità.
Il settore dell'alluminio riciclato in Italia rappresenta un comparto importante nelpanorama europeo dal punto di vista economico, occupazionale e strategico;l’Italia e la Germania sono in termini produttivi primi in Europa e terzi a livellomondiale, dopo Stati Uniti e Giappone.
Nel Grafico 5 si registrano i trend produttivi di alluminio riciclato di Italia, Germania,Francia e Regno Unito, resi noti dai Refiners (raffinatori) stimati per il 2008.
ALLUMINIO
GRAFICO 4: Fonderie certificate
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
ambiente + qualità 40%
nessuna 28%
ambiente 4%
emas + ambiente + qualità 4%
qualità 24%
Fonte: CIAL
178
A titolo informativo a tali quantità sono da aggregare le quantità riciclate deiRemelters (rifusori).
Rottami riciclati e determinazione della quota di riciclo dei rifiuti diimballaggio
Attraverso l’implementazione di un data base dedicato, ove vengono registrati idati raccolti attraverso le autodichiarazioni delle fonderie italiane, CIAL disponedi serie di dati relativi alle quantità, alle tipologie ed alla provenienza dei rottamiriciclati.I dati seguenti sono riportati in forma aggregata, a garanzia e tutela dellariservatezza delle fonderie di secondario italiane.Le quantità complessive di rottami di alluminio riciclati nel corso del 2008 sonostate pari a 949 mila tonnellate, quantità incrementate del 5% rispetto a quelledichiarate nel 2007.
Le quantità complessive riportate sono state valutate:
• in relazione alla loro origine, considerando sia le quantità provenienti dalterritorio nazionale sia quelle d’importazione;
• in relazione alla loro tipologie preconsumo (scarti del sistema produttivo)ovvero postconsumo (imballaggi, materiali da demolizione, auto, RAEE etc);
e rappresentate nei Grafici 6, 7 e 8.
ALLUMINIO
GRAFICO 5: Produzione alluminio riciclato in Italia, Germania, Regno Unito e Francia (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Italia FranciaGermania
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
UK
2005 2006 2007 2008
Fonte: ASSIRAL (Associazione Italiana Raffinatori Alluminio)
179
Per quanto riguarda la provenienza dei rottami trattati i dati evidenziano comenel 2008 la quota di provenienza nazionale si sia ampliata rispetto all’annoprecedente, mentre la quota di importazione risulta stabile. Il livello dei prezziche si è mantenuto nel 2008 alto e stabile nei primi due quadrimestri, hastimolato le imprese del settore a massimizzare la produzione sia in terminiquantitativi che qualitativi, nell’ultimo quadrimestre la rapida discesa dei prezziha contratto progressivamente il mercato.
Per quanto riguarda l’origine dei rottami trattati si nota:
• una sostanziale stabilità del postconsumo in termini assoluti cui corrispondeuna diminuzione percentuale per effetto dell’incremento delle quantitàcomplessive trattate;
• una crescita del pre-consumo.
ALLUMINIO
GRAFICO 6: Provenienza rottami trattati 2006-2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Nazionale Importazione
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
52%
48%
55% 56%
45% 44%
885 902949
2006 2007 2008
Fonte: CIAL
180
Nel Grafico 8 viene rappresentata la suddivisione per tipologia di rottame delmateriale riciclato nel corso del 2008, secondo le famiglie di rottame identificatedalle normative europee e nazionali.
ALLUMINIO
GRAFICO 7: Origine rottami trattati 2006-2008
GRAFICO 8: Tipologie rottami trattati - 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
post-consumo pre-consumo
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
54%
46%
52% 49%
48% 51%
885 902949
2006 2007 2008
carter/lastra mista 27%
altro 23%
torniture 22%
imballaggi 3%
frantumato 16%
granella colaticci 7%
vasellame 2%
Fonte: CIAL
Fonte: CIAL
181
Considerando che gli obiettivi di riciclo dei rifiuti di imballaggio in alluminio sonoriferiti unicamente ai rifiuti di imballaggio generati in territorio nazionale si èprovveduto, come di consueto, a monitorare le quantità e le tipologie delrottame avente tale provenienza con particolare attenzione sia alla tipologiacostituita totalmente da imballaggio post-consumo, e dichiarata come tale, siaalle tipologie di rottame misto contenenti anche rifiuti di imballaggio post-consumo.
I risultati di tale analisi relativamente ai materiali trattati nell’anno 2008 vengonoesposti nel Grafico 9.
L’analisi ci permette di affermare che le quantità di imballaggi in alluminiopost-consumo avviate a riciclo nel corso del 2008 ammontano a 38.500tonnellate.Detta quantità di imballaggi in alluminio post-consumo è data dalla somma deiquantitativi dichiarati dalle fonderie; dall’analisi dei dati risulta che l’imballaggio,oltre alla sua specifica tipologia, è presente in altre tipologie di rottame post-consumo, ovvero carter/lastra mista – vasellame – frantumato.
ALLUMINIOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 9: Imballaggio riciclato contenuto nella tipologia di rottame di provenienza nazionale (ton)
imballaggio non imballaggio
0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000 180.000 200.000
altro
granella colaticci
frantumato
torniture
vasellame
carter/lastra mista
imballaggi
q.tà totale 513.000 tonnellate
Fonte: CIAL
182
Il Grafico 10 riporta la ripartizione delle quantità di rifiuti di imballaggio inalluminio riciclati, in relazione alle diverse tipologie di rottame riciclato.
Applicazioni dell’Alluminio Riciclato
Il mercato di riferimento dell’alluminio riciclato è principalmente quello europeo,con impieghi in diversi settori, in particolare per la produzione di beni durevoli.
A titolo informativo indichiamo di seguito i settori applicativi dell’alluminioriciclato a livello italiano, tedesco, francese e del Regno Unito.
ALLUMINIO
GRAFICO 10: Ripartizione dell'imballaggio riciclato per tipologia di rottame - 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
frantumato 2%vasellame 4%
imballaggi 64%
carter / lastra mista 30%
Fonte: CIAL
183
ALLUMINIO
Fonte: EAA (European Aluminium Association)
GRAFICO 11: Applicazioni dell’alluminio riciclato in Europa
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
industria 13%
altro 7%
trasporti 74%
edilizia 6%
TABELLA 8: Utilizzo finale dell’alluminio riciclato (%)
UTILIZZO FINALE DELL’ALLUMINIO RICICLATO
TRASPORTI MECCANICA EDILIZIAELETTROMECCANICA E DOMESTICO
Italia 55 19 26
Germania 86 10 4
Francia 86 5 6
Regno Unito 85 11 4
Fonte: Assiral 2005
184
CIAL per il 2009 intende consolidare ulteriormente la presenza e le attività sulterritorio in virtù sia del raggiungimento degli obiettivi fissati al dicembre 2008dalla Direttiva 2004/12 dell’Unione Europea così come recepiti attraverso ilD.Lgs. 152/06, sia del ruolo strategico del riciclo per l’intera filiera.
A questo scopo verranno predisposti gli strumenti necessari per sostenere losviluppo ulteriore della raccolta differenziata tramite le Convenzioni sottoscrittesulla base del nuovo Accordo quadro, soprattutto nelle aree critiche ovveroattualmente non servite.
In parallelo tali Convenzioni garantiranno nelle aree più mature unconsolidamento delle performance delle raccolte differenziate.
Gli obiettivi globali di recupero e riciclo vengono riportati nella Tabella 9.
OBIETTIVI FUTURI
ALLUMINIO
Fonte: CIAL
TABELLA 9: Obiettivi di recupero e riciclo
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
OBIETTIVI 2008 2009 2010
(ton) % (ton) % (ton) %
Immesso sul mercato 66.400 100% 73.500 100% 73.800 100%
Recupero totale 42.200 63,6% 46.100 62,7% 46.900 63,6%
di cui:
Riciclo 38.500 58,0% 41.100 55,9% 41.900 56,8%
Recupero Energetico 3.700 5,6% 5.000 6,8% 5.000 6,8%
LEGNO
187
La normativa di settore non ha ancora definito obiettivi di riciclo e recupero post2008. Eppure il lavoro del Consorzio Rilegno non può non tenere conto delledirettive nazionali e comunitarie.
Il Consorzio è nato a seguito delle indicazioni del Decreto Ronchi (D.Lgs.22/97)che recepì le direttive comunitarie in merito alla gestione dei rifiuti provenientida imballaggi di legno, e oggi fa riferimento alla normativa in vigore, che hadefinito nel 35% l’obiettivo di riciclo dei rifiuti di imballaggio di legno sul totaledell’immesso al consumo sul territorio nazionale nell’anno.
Il recupero del legno grazie al lavoro consortile ha mantenuto nel corso deglianni livelli assai elevati riferiti al riciclo del rifiuto proveniente da imballaggi.L’imballaggio di legno, impiegato dagli utilizzatori industriali e commerciali, erivolto in maniera predominante al trasporto e alla movimentazione dei beni edelle merci rispetto al più ridimensionato destino al consumatore finale, stavivendo nel periodo attuale in pieno gli effetti negativi causati dalla crisieconomica della produzione che a vario titolo a partire dallo scorso anno hacoinvolto il sistema nazionale ed europeo, con inevitabili ripercussioni anchesulla parte conclusiva della filiera legnosa, quella dell’avvio al riciclo etrasformazione in materia prima seconda.
Gli obiettivi di riciclo 2008 (52,59%) raggiunti dalla filiera superano comunqueampiamente quelli individuati dal Legislatore nell’Allegato E (35%) alla Parte IVdel D.Lgs.152/2006: di questi, ben il 33,82% deriva dalla gestione direttamenteattuata dal Consorzio sul territorio nazionale, garantendo a riciclo quasi 920.000tonnellate di imballaggi post-consumo, con un calo assoluto di circa 40.000tonnellate rispetto all’anno precedente. Complessivamente la quota di riciclo erecupero della nostra filiera si attesta quasi al 56%, confermando i buoni risultaticonseguiti negli anni dal settore legno.
Benché non vi siano nuove indicazioni, anche per la nostra filiera sono staticomunque individuati e indicati degli obiettivi di riferimento per il futuro, da cuidiscendono adeguate attività e iniziative territoriali, che il Consorzio intendeseguire per confermare, quanto più possibile, i risultati quali-quantitativi sinoraconseguiti dalla filiera gestita da Rilegno.
Confidiamo che anche per i prossimi anni il lavoro di tutti i consorziati e diRilegno porterà a buoni risultati, mantenendo e superando le percentuali direcupero, nel rispetto della responsabilità condivisa, prima e fondamentaleindicazione alla base dell’impegno consortile.
MARCO GASPERONI
Direttore Consorzio Rilegno
INTRODUZIONE
LEGNOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
188
RILEGNO è il Consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclo dei rifiutidi imballaggio di legno (pallet, cassette per l’ortofrutta, imballaggi industriali) e,come tale, aderisce a CONAI - Consorzio Nazionale Imballaggi.Il Consorzio ha il compito di raggiungere gli obiettivi fissati per legge per ilrecupero complessivo degli imballaggi legnosi. Inoltre, grazie agli accordi stretticon ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), RILEGNO coordina anche laraccolta di altri rifiuti in legno provenienti dal circuito cittadino (porte, infissi,mobili…).Con oltre 2.200 consorziati, tra produttori di imballaggi di legno, importatori dimateriale legnoso, imprese che riciclano il legno, RILEGNO “salva” il legno e loavvia al riciclo, impedendo che ogni anno oltre 1.600.000 tonnellate di rifiuti dilegno finiscano in discarica: è così che il legno si trasforma da rifiuto in risorsa.Le aziende che utilizzano imballaggi in legno, i Comuni e le imprese cheraccolgono rifiuti ingombranti di legno conferiscono i rifiuti presso lepiattaforme, che a loro volta garantiscono l’avvio al riciclo grazie alcoordinamento di RILEGNO.I rifiuti, ridotti di volume, vengono trasportati alle industrie del riciclo, dove illegno, pulito e ridotto in piccole schegge, diventa rinnovata materia prima per ilcircuito produttivo industriale (base per semilavorati dell’industria del mobile,pasta cellulosica per cartiere, blocchi di legno - cemento per il settore edile).Una percentuale del legno recuperato viene anche avviato a termovalorizzazione.
Da metà 2008, ma ancora prima nel caso specifico della filiera del legno, la gravecrisi finanziaria che ha coinvolto l’intero sistema economico ha avuto fortiripercussioni sull’economia reale, comportando sensibili cali dei consuminazionali e rilevante ridimensionamento della produzione industriale. Dopo annidi continua crescita della gestione diretta consortile, i flussi quantitativicomplessivi evidenziano nel 2008 una contrazione per quelli avviati a riciclo siadirettamente sia al di fuori dell’operatività consortile. Cala dunque il numero diimballaggi in legno circolante in Italia nel 2008, cala la quantità di rifiuti in legnoavviati al recupero, ma cresce la qualità dei rifiuti raccolti e si mantiene stabile ecapillare la diffusione del sistema coordinato da RILEGNO.
Nel 2008 si è registrata una flessione del numero di consorziati relativi allecategorie obbligate, ovvero i produttori di imballaggi di legno, portando lacompagine consortile a 2.242 unità. Anche l’immesso al consumo complessivo,ovvero il quantitativo di imballaggi utilizzati sul territorio nazionale e rispetto alquale vengono valutati i risultati in termini percentuali di recupero delle filiera,ha subito un rilevante decremento (-140.000 tonnellate circa, equivalente a unacontrazione di quasi 5 punti percentuali rispetto all’esercizio precedente),concentrato nell’ultimo trimestre dell’anno.Gli obiettivi di riciclo (52,59%) raggiunti dalla filiera superano comunqueampiamente quelli individuati dal legislatore nell’Allegato E (35%) alla Parte IVdel D. Lgs. 152/2006: di questi, ben il 33,82% deriva dalla gestione direttamenteattuata dal Consorzio sul territorio nazionale. Il lavoro di RILEGNO ha garantitol’avvio a riciclo di quasi 920.000 tonnellate di imballaggi post-consumo, con uncalo assoluto di circa 40.000 tonnellate rispetto all’anno precedente.
IL CONSORZIORILEGNO
LA SITUAZIONE 2008
LEGNOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
189
Complessivamente la quota di riciclo e recupero della nostra filiera si attestaquasi al 56%, confermando i buoni risultati conseguiti negli anni dal settorelegno.Se si guarda invece alla gestione allargata dei rifiuti a matrice legnosariconducibile alle convenzioni consortili, nel 2008 l’avvio a riciclo ha interessatopoco meno di 1.700.000 tonnellate (130.000 tonnellate in meno rispettoall’anno precedente). Di queste, una componente sempre più consistente èriferibile alla raccolta differenziata espletata dai gestori del servizio di igieneurbana (28% circa sul totale): al 2008 sono state definite 322 convenzioniriferibili a oltre 4.600 Comuni Italiani, per una popolazione equivalente di quasi41.000.000 di abitanti, con un incremento rispetto al 2007 del 4% circa.
Il 2008 è stato anche l’ultimo anno di applicazione del secondo Accordo quadroANCI-CONAI, da cui discende l’Allegato tecnico ANCI-RILEGNO, sulla base delquale è stato formulato il testo di convenzione che il Consorzio ha proposto esottoscritto con i gestori del servizio di igiene urbana.La convenzione ha disciplinato l’erogazione del contributo alla raccoltadifferenziata dei soli rifiuti di imballaggio domestici, qualora la scelta sia ricadutasulla raccolta selettiva, oppure in alternativa si è riferita alla raccolta dei rifiuti diimballaggio e delle frazioni merceologiche similari, qualora si sia inteso dareseguito alla modalità di raccolta congiunta. Lo scorso mese di dicembre,rispettando una comune volontà, le parti hanno concluso la trattativa per larevisione dell’Accordo quadro e sottoscritto il nuovo testo per il periodo 2009-2013: nei primi mesi del 2009 RILEGNO e la delegazione ANCI hanno condivisoil contenuto del nuovo Allegato tecnico da cui discende il testo di convenzioneche disciplinerà nei prossimi 5 anni il rapporto di collaborazione con i Comuniper la raccolta differenziata del nostro materiale su superficie pubblica.
Lo sviluppo della raccolta differenziata del legno su superficie pubblica sipresenta ancora disomogeneo a livello nazionale. In quasi tutte le Regionisettentrionali le convenzioni abbracciano quote di Comuni e popolazionesuperiore all’80%: nelle Regioni centro-meridionali, dove invece la presenza delConsorzio era ancora ridotta, si sono concentrati i maggiori sforzi per superareil gap che separa le stesse dalle medie nazionali di raccolta differenziata,registrando un aumento dell’interessamento all’avvio e implementazione dellaraccolta separata della componente legnosa dei rifiuti.Estremamente ramificato e degno di particolare menzione risulta il network dellepiattaforme consortili per il ritiro dei rifiuti speciali di imballaggio provenenti dalcircuito industriale, costituito da oltre 360 punti di ritiro dislocati in manieraomogenea sull’intero territorio nazionale.
COMUNIE RACCOLTA
DIFFERENZIATA
LEGNOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
190
RILEGNO interviene economicamente per dare sviluppo, implementare esostenere diverse iniziative e attività: la raccolta differenziata della matricelegnosa dei rifiuti provenienti dal circuito di igiene urbana, la selezione eriduzione volumetrica garantita dalle piattaforme consortili, il trasporto delmateriale raccolto anche nelle zone geograficamente disagiate (nonprossime agli stabilimenti di riciclo, purtroppo non dislocati in manieraomogenea sul territorio nazionale ma concentrati nelle Regionisettentrionali), il ritrattamento dei pallet usati per un successivo impiego perla loro funzione originaria, le analisi di laboratorio per la caratterizzazionechimica dei rifiuti oggetto di convenzione. Il Consorzio inoltre ha sostenuto e sostiene il maggior onere derivantedall’incremento dell’operato degli ispettori incaricati delle verifichemerceologiche sui rifiuti legnosi consegnati a riciclo, nell’ottica di affinare econsolidare le procedure adottate per l’identificazione delle quotaimballaggi di legno.In conseguenza di quanto descritto in questo paragrafo, il Consorziod’intesa con il CONAI ha reputato necessaria la revisione in aumento delvalore unitario del contributo ambientale sugli imballaggi di legno, rimastoinvariato per il quadriennio 2005/2008 e individuato in 8 euro a tonnellataa far data da gennaio 2009, risultando comunque il più contenutocontributo ambientale applicato in Italia e il più basso nella filiera del legnoa livello europeo, soprattutto se riferito ai paesi appartenenti all’UE piùestesi geograficamente, a più alta concentrazione demografica e maggioreproduzione industriale.
GLI INTERVENTI DI RILEGNO
LEGNOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
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Un milione e 680.341 tonnellate di rifiuti legnosi complessivi (imballaggi e altririfiuti legnosi) sono state recuperate in gestione diretta dal Consorzio nel 2008,con una contrazione del 7% rispetto al 2007. Di questi, circa il 55% sono rifiutidi imballaggio (pallet, cassette ortofrutticole, imballaggi industriali), per un totaledi 919.622 tonnellate (-4% rispetto al 2007). È un calo che corre parallelo a quello degli imballaggi in legno immessi alconsumo sul territorio nazionale nel 2008, che si attesta su 2.720.000 tonnellate(-5% rispetto al 2007), conseguenza di una battuta d’arresto generale in Italia.Resta comunque soddisfacente la percentuale di imballaggi in legno avviati alrecupero rispetto al totale dell’immesso al consumo, pari al 56% (checorrisponde a 1.513.637 tonnellate, recuperate complessivamente sia daRILEGNO sia da soggetti terzi): il dato supera infatti abbondantemente gliobiettivi previsti dal Testo unico ambientale (fissati al 35%). Nel dettaglio, il valore complessivo di rifiuti da imballaggio recuperati è dato da1.148.622 tonnellate avviate al riciclo meccanico a materia prima, 229.000tonnellate proveniente dalla rigenerazione di pallet riparati, 2.015 tonnellateavviate al compostaggio e 69.000 avviate al recupero energetico. Nella Tabella 1 si può evidenziare anche la proiezione del recupero 2009, sullabase dei dati ad oggi disponibili.
IL RECUPERODEL LEGNO
IN ITALIA
LEGNO
Fonte: RILEGNO
TABELLA 1: Il recupero di imballaggi in legno (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
RICICLO A MATERIA PRIMA – GESTIONE RILEGNO 919.622 795.000
RICICLO A MATERIA PRIMA – GESTIONE DI TERZI 229.000 180.000
RIGENERAZIONE 294.000 195.000
COMPOSTAGGIO 2.015 6.000
RICICLO TOTALE 1.444.637 1.171.000
% su immesso al consumo 53,11% 54,47%
RECUPERO ENERGETICO 69.000 69.000
TOTALE RECUPERO 1.513.637 1.240.000
% su immesso al consumo 55,65% 57,67%
IMMESSO AL CONSUMO 2.720.000 2.150.000
CONSUNTIVO 2008* PROIEZIONE 2009*
GOMMA
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Il 2008 verrà ricordato principalmente per la grande crisi economica e finanziaria,la quale, partita dagli Stati Uniti, si è estesa a tutti i Paesi industrializzati coneffetti diversi da caso a caso, e le cui conseguenze lasceranno il segno per iprossimi anni.Prima di essere finanziaria la crisi è stata soprattutto morale. Ciò era sotto gliocchi di tutti. La bolla è cresciuta soprattutto grazie ad un conformismo politico,finanziario e culturale che ci ha reso assuefatti ad una certa verità prevalente cheveniva (e forse viene ancora) continuamente amplificata e diffusa in questovillaggio globale che è il pianeta. Nella moderna società della comunicazione in cui viviamo, ci capita talvolta diassistere a palesi distorsioni e contraddizioni, in forza delle quali non è più verociò che è vero, ma solo ciò che appare. I fatti sono veri, falsi o presunti, non inquanto tali, ma in quanto raccontati secondo precisi e codificati canoni dicomunicazione ed in virtù della forza mediatica che li diffonde, del pesoeconomico e politico degli interessi in gioco.
Secondo questa logica, per fare un esempio, ci si è accorti solo a posteriori chenon era vero che le banche stavano investendo per sviluppare l’economia etutelare al tempo stesso i risparmiatori. Non era vero che le PMI ed i Consumatorierano al centro delle loro attenzioni, come sancito nelle norme degli statuti e deiprincipi etici a cui dichiaravano di ispirarsi.Da settembre dell’anno scorso, abbiamo cominciato a guardare il mondo conocchi diversi, e abbiamo visto che è più piccolo, più vulnerabile, e che stacambiando. Hanno cominciato ad acquistare maggior peso e diritto dicittadinanza alcune sensibilità che già avevano manifestato i primi segnali neglianni passati, senza però far presa più di tanto. Ci siamo resi conto che non esisteun’economia che può crescere indefinitamente. Non esistono risorse naturaliinesauribili e che possono essere sfruttate all’infinito, rendendoci sempre piùricchi. Ci siamo accorti che è necessario uno modo di vita più sostenibile.
Per quanto riguarda la gomma, secondo il rapporto annuale IRSG (InternationalRubber Study Group), a livello mondiale la crisi economica ha contribuito acomprimerne considerevolmente i consumi che sono scesi a 21,1 milioni ditonnellate su base annua, meno 9,4% tra aprile 2008 e marzo 2009. Il livello piùbasso dall’aprile 2006. Per quanto riguarda il più importante mercato applicativodella gomma, cioè gli pneumatici, le prospettive per la produzione di autovetturee veicoli commerciali sono preoccupanti. Di conseguenza le previsioni per l’intero2009 per le vendite di pneumatici di nuovo equipaggiamento, soprattutto nelsegmento auto, sono negative, mentre l’auspicato recupero nel 2010 sirifletterebbe, dapprima, sul segmento veicoli commerciali.
In questo contesto diventa difficile condividere la preoccupazione, manifestatasiin diversi Paesi europei, per una supposta emergenza pneumatici fuori uso, taleda rendere necessaria la creazione di nuovi e astratti enti a cui affidare il ruolo disemplice intermediario ambientale, con l’obiettivo di migliorare la circolazionedei rifiuti, enti dei quali francamente non si vede l’utilità. Altra valenza avrebbela questione se si inquadrasse il fenomeno in una più ampia tendenza, da piùparti auspicata, che vede il riaffermarsi di un crescente ruolo dello Statonell’economia, anche per quanto riguarda i rifiuti.
INTRODUZIONE
GOMMAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
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Ma allora, secondo una logica coerente, ciò dovrebbe significare anche regolecerte, controlli, sanzioni per chi fa il furbo, e azioni di stimolo sui mercati disbocco dei materiali riciclati, con particolare attenzione al ruolo delle PMI e tuteladel consumatore.Se invece si tratta di creare intermediari ecologici per gestire un settore che giàfunziona di suo, con aggravio per i consumatori e per le imprese che vi operano,allora è meglio il caro vecchio libero mercato senza mediatori. Erano intermediarianche quegli enti finanziari che dovendo migliorare la circolazione del creditohanno creato i mutui subprime, senza alcuna vigilanza. Sembravano pubblici maerano 100% privati.
Il settore riciclaggio pneumatici nonostante la crisi tiene. È un comparto fatto diPMI, capaci e laboriose, che continuano a sviluppare ed innovare processiproduttivi, applicazioni, sbocchi di mercato, in modo efficiente, competitivo esostenibile. Nessun miraggio di facili ricchezze, giochi finanziari, bonus milionari.È stato un anno di impegno, di lavoro, di responsabilità. Per questi motivi i PFU non fanno notizia. Se in futuro se ne parlasse troppo cisarebbe da chiedersi perché.
ETTORE MUSACCHI
PRESIDENTE CONSORZIO ARGO
GOMMAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
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La situazione europea, in termini di gestione dei rifiuti ed in particolare dipneumatici usati (in seguito PU), non ha subito variazioni di rilievo rispetto all’anno2007 confermando però la tendenza positiva che vede una sempre minorequantità di PFU destinata a discarica. Il totale dei pneumatici fuori uso (PFU) nellaComunità Europea dei 27 Stati membri è stimato in circa 3.250.000 tonnellate.
Il 2008 è rimasto sostanzialmente indenne dagli effetti della crisi economica chesi sono fatti sentire invece nel 2009 con ripercussioni soprattutto a monte perquanto attiene la formazione dei flussi di rifiuti.
EUROPA E ITALIA: TRA STABILITÀ
E RECESSO
GOMMA
Fonte: ETRA - European Tyre Recycling Association
TABELLA 1: Quantitativo dei pneumatici usati prodotti in Europa distinti per Paesi (ton)
PNEUMATICI FUORI USO NELL’EUROPA DEI 27 STATI MEMBRI - 2008
AustriaBelgioBulgariaCiproRepubblica CecaDanimarcaEstoniaFinlandiaFranciaGermaniaGreciaUngheriaIrlandaItaliaLettoniaLituaniaLussemburgoMaltaOlandaPoloniaPortogalloRomaniaSlovacchiaSloveniaSpagniaSveziaRegno UnitoNorvegiaTotale EU
55.00080.02240.0005.440
75.07142.609 8.860
41.773 390.000 585.000 58.50050.000 32.000
410.000 11.927 14.000 3.100 2.000
67.500175.000 90.682 75.000 18.000 16.000
280.000 70.000
460.000 54.000
3.211.484
Fonte: ETRA
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
STATI MEMBRI EU
TOTALE PFU 27 STATI MEMBRI
3.250.000 TON. CIRCA
PNEUMATICI (TON)
196
Nel Grafico 1 è riportato l’attuale utilizzo dei PFU in Europa, distinti perdestinazioni. Come si evidenzia le percentuali relative alle varie destinazionisegnalano per il recupero un trend di crescita costante negli anni presi inconsiderazione, che vede sempre più il recupero di materia prima e il recuperoenergetico come sbocco finale dei PFU.
Questi dati sottointendono una politica europea volta a favorire, nel tempo, ilrecupero che può essere così riassunta:
- recepimento delle direttive europee;- mercato del prodotto nuovo e dei materiali prodotti dal riciclaggio;- sensibilità degli operatori del settore e dei cittadini.
La situazione italiana nel 2008, non proprio in linea con quella europea, mostraun trend leggermente diverso rispetto a quello dello scorso anno.
GOMMA
GRAFICO 1: Andamento del settore dei PFU in Europa dal 1992 al 2008 (%)
0
10
20
30
40
50
60
70
62 56 49 40 39 35 26.4 23.8 18.06 8 8 11 10 10 11.4 8.0 7.0
13 12 12 11 11 11 12.6 12.0 10.55 6 11 18 19 21 25.0 27.1 31.8
14 18 20 20 21 23 24.4 27.1 34.5
1992 1994 1996 1998 2000 2002 2003 2004-5 2005-6Discarica
Riutilizzo/export
Ricostruzione
Recupero di materia
Recupero di energia
136
103437
2006-7136
1034.136.9
2007-8
Fonte: ETRA - European Tyre Recycling Association
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
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Le considerazioni che emergono dai dati elaborati per l’anno 2008 disegnano unsettore che contiene un grande potenziale ma che, causa anche la crisieconomica, segna dei risultati in controtendenza. La quota di recuperoenergetico risulta in preoccupante calo (circa il 20%) riconducibile allacontrazione del settore cementizio ed energetico. Infatti i pochi impianti digrosso potenziale hanno affrontato in questo anno problematiche economicheche hanno portato ad una riorganizzazione dell’operatività e alla riduzione deivolumi. Pur potendo potenzialmente essere incrementata, con i dovuti consensida parte soprattutto delle amministrazioni locali e anche delle popolazioni, ilrecupero energetico (pari al 24% nel 2007 e solo al 19% nel 2008) deve fare iconti con la congiuntura economica negativa.
Il recupero di materia prima, come negli scorsi anni, continua a far registrare untrend in lieve ma costante crescita tanto da rappresentare il fattore trainante delsettore del recupero. In questo senso, se è vero che la quota nazionale è ancora di gran lunga inferiorealla media europea, dati i risultati degli ultimi anni, occorrerà insistere su questastrada tramite un coordinamento sempre più forte di tutta la filiera, per facilitarele attività di promozione e marketing e di miglioramento di processi produttivi edella qualità e per stimolare interventi, da parte del Ministero dell’Ambiente, suuna normativa spesso poco chiara e certamente inadeguata allo sviluppo diquesto mercato.
La quota di export cresce in maniera esponenziale (al 10% nel 2008 contro il2,5% registrato nel 2007) e questo sta ad indicare una “fuga di materiali” versol’estero, mercato evidentemente più proficuo o semplicemente più efficiente.Tale dato dovrebbe destare una certa preoccupazione: infatti negli anni passatila quota di export si era sempre mantenuta molto bassa in quanto nel nostroPaese la sostituzione dei pneumatici avviene in condizioni di usura mediamentemolto più elevate rispetto a quanto avviene nel resto d’Europa. Oggi questofattore non è cambiato ma sono cambiate le destinazioni dei PU.
GOMMA
Fonte: ARGO
PNEUMATICI FUORI USO - ITALIA
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
TOTALE PFU
410.000 TON. CIRCA
198
Da ciò possiamo dedurre come il mercato degli pneumatici stia attraversando unperiodo davvero delicato, dato l’enorme potenziale a tutt’oggi inespresso. Perquesto occorrerebbe alleggerire il sistema con politiche adeguate da parte delleistituzioni e interventi che favoriscano la nascita di sbocchi per i materiali ottenutidal riciclaggio dei pneumatici, soprattutto tenendo in considerazione che, adoggi, senza il fattore “Materia Prima”, il giudizio derivante dall’analisi dei dati innostro possesso non potrebbe che essere tendenzialmente negativo epreoccupante.
La frammentazione del mercato, inoltre, e l’esistenza di un grande numero dipiccole aziende, non solo rende difficile il loro coordinamento ma queste piccolerealtà isolate hanno difficoltà ad incidere su tutti i fattori che ostacolano losviluppo del settore.
GOMMA
GRAFICO 2: Destinazione finale dei PU in Italia - Confronto 2007-2008
Recupero energetico 19%
Materia prima 11,5%
Export 10%
Ricostruzione 12%
Non trattamentoe stoccaggio destinazioni non censite 47,5%
Recupero energetico 24%
Ricostruzione 12,5%
Materia prima 12%
Export 2,5%
Non trattamentoe stoccaggio destinazioninon censite 49%
2007
2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Fonte: ARGO
199
GOMMA
Fonte: ARGO
FIGURA 1: Distribuzione geografica della filiera in Italia
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
200
In un campo così delicato, pieno di incertezze e difficoltà attuative, la crisi chesta interessando ogni comparto produttivo rischia di aggravare ulteriormente lasituazione.
Il GPP (Green Public Procurement), ovvero Acquisti Verdi Pubblici, è lo strumentoutilizzato dalle pubbliche amministrazioni, in Italia e negli altri Paesi europei edextraeuropei, per acquistare prodotti o servizi più rispettosi dell’ambiente e dellasalute dei cittadini.
Questa “pratica strumentale”, ancora troppo poco diffusa, prevede unarevisione in senso ambientale delle procedure di acquisto tenendo conto nonsolo del costo monetario del bene o servizio, ma degli effetti ambientali che puòavere nell’arco del suo ciclo di vita nella produzione, nella sua utilizzazione, nellosmaltimento come rifiuto.
“In questo modo le pubbliche amministrazioni hanno la possibilità di indirizzare latrasformazione dei processi produttivi verso la sostenibilità, diminuendone gliimpatti, con un effetto determinante su tutto il tessuto produttivo presente sulterritorio, dato che i volumi degli acquisti pubblici rappresentano circa il 17% del PIL.
È possibile così facilitare lo sviluppo di economie di scala che consentano unaprogressiva diminuzione del prezzo dei prodotti e dei servizi verdiincrementandone la diffusione.
Gli Enti pubblici, introducendo criteri di “preferibilità” ambientale negli appaltipubblici, possono indirizzare il sistema produttivo a metodi e tecnologie piùecocompatibili, influenzando anche il mercato privato e orientando i cittadiniverso scelte di consumo più consapevoli e sostenibili” (fonte: Acquistiverdi.it).
La crisi economica si inserisce in questo quadro possibilistico e pieno di speranzeper il futuro, intaccando anche un mercato che rischia di vedere interrompersiuna serie di azioni virtuose per l’ambiente.
Uno dei primi problemi che ci si pone è se i prodotti eco-sostenibili abbiano costipiù elevati rispetto ai tradizionali e se, di conseguenza, sia davvero convenientepreferirli agli altri, data la critica situazione economica.
Se si pensa a lungo termine e si decide di investire nell’ambiente promuovendol’utilizzo di prodotti eco-sostenibili, non si può non pensare che, alla lunga, iprodotti riciclati producono un abbassamento deciso dei costi ambientali.
Se a questo si aggiunge anche il fatto che le pubbliche amministrazioni dovrebberofare da traino e incentivo per la crescita del mercato di questi prodotti, portandosidietro dei vantaggi ambientali non immediatamente riconoscibili, appare chiarocome questa rappresenti la scelta vincente per il futuro.
IL FUTURO DEGLI“ACQUISTI VERDI”
GOMMAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
201
Non si può quindi guardare solo al prezzo d’acquisto di questi prodotti, mabisogna calcolare una serie di impatti ambientali che riducendosi diminuisconola spesa su tutto il loro ciclo di vita: dalle emissioni durante i trasporti, ai consumienergetici, agli imballaggi, allo smaltimento dei rifiuti.
Numerose indagini di mercato mostrano inoltre come moltissimi prodotti verdinon siano necessariamente più costosi, anche se molti di essi rimangono dinicchia.
Proprio per questo motivo la Direzione Generale Ambiente della Commissioneeuropea sta tentando di realizzare delle linee guida per rendere obbligatori gliacquisti verdi per le pubbliche amministrazioni, ma ad oggi non esistono vincoli,ed i tempi non sembrano essere brevi. Anche perché, come accennato, in unperiodo economicamente non facile a tali prodotti e manufatti non èimmediatamente riconosciuto un vantaggio nel caso in cui essi presentino uncosto maggiore, rispetto ai “prodotti” tradizionali.
“La Strategia rinnovata per lo Sviluppo Sostenibile del 2006 ha previsto unobiettivo da raggiungere entro il 2010 per il GPP in Europa, ossia che la mediaeuropea sia pari nel 2010 alla media dei Paesi che risultavano più avanzatinell’applicazione del GPP nel 2006.Tale target è stato meglio definito e quantificato dalla Comunicazione che si èprefissata che il 50% delle procedure di acquisto siano “verdi” entro il 2010 inciascun Paese membro. Si intendono per “verdi” le procedure di acquisto che soddisfano i criteri comunidi base; in particolare il target del 50% va inteso in termini sia di numero che divalore monetario dei contratti stipulati nei settori interessati dai criteri.
Il metodo per la misurazione del target, al momento in fase di sperimentazione pressoun gruppo di Paesi, prevede l’analisi a campione delle procedure di gara espletate econcluse; precisazione importante in quanto per definirsi GPP non basta quindi l’averindetto una gara verde ma occorre verificare che l’acquisto della fornitura o l’appaltodi lavori o servizi abbiano effettivamente incluso i criteri ambientali.
Da più parti viene chiesto che anche i soldi comunitari essendo soldi pubblici comequelli nazionali siano spesi con criteri ecologici. È intenzione quindi della commissionesoddisfare questa importante istanza tenendo conto del fatto che programmi difinanziamento europeo equivalgono a stanziamenti miliardari e in molte delle lineesono previste spese per beni e servizi adatte a recepire i criteri GPP.”(fonte: “Nuove prospettive per il GPP grazie all’Europa” di RENATA MIRULLA - Ottobre2008 - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare).
Fare scelte di acquisti verdi ha quindi un significato che va al di là del sempliceprodotto. Innanzi tutto perché i prodotti verdi, provenendo per lo più da materialiriciclati, come nel caso della gomma da PFU, consentono di ridurre l’utilizzo dirisorse naturali e di conseguenza anche di rifiuti ma anche perchè essi permettonodi aumentare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, riducendo le emissioniinquinanti in aria, acqua e suolo così come lo smaltimento di diverse sostanze ecomposti pericolosi per l’ambiente.
GOMMAEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
202
Il polverino ed il granulato di gomma sono due consolidati prodotti industriali epiù precisamente due materie prime secondarie derivanti dall’attività di recuperodi pneumatici fuori uso. La produzione di polverino e granulato di gomma nascestoricamente dallo stesso settore di lavorazione di manufatti in gomma, cuifornisce una vera e propria materia prima secondaria. Negli ultimi anni si èassistito ad una espansione dei suoi impieghi in molteplici e svariati settori.
Strade
Asfalti: La tipologia di gomma utilizzata per la produzione dei pneumaticiè l’SBR.Per il miglioramento delle caratteristiche di resistenza meccanica e dellarumorosità viene inserito granulato di gomma negli asfalti di nuova generazione.I vantaggi di questo trattamento sono la riduzione del rumore e delle vibrazionie l’eliminazione del fenomeno dell’ acquaplaning.
Metrotranvie
Viabilità ferroviaria: Nel campo della viabilità ferroviaria vengono realizzatispeciali articoli utilizzati come anti vibranti, sia in applicazioni ferroviarie in sensostretto sia in applicazioni tranviarie e metropolitane.
Arredo urbano
Arredo Stradale: Si tratta di cordoli per aiuole, delimitatori di corsia e mini newjersey. Utilizzati in molteplici applicazioni consentono di risolvere problemi legatialla gestione del traffico urbano, extraurbano, piste ciclabili, parcheggi etc. Icordoli che delimitano piste ciclabili e aree sportive o di gioco possono diventareconcausa di incidenti anche gravi: l’urto contro queste superfici, se realizzate inmateriali rigidi, può provocare seri danni fisici.Il ricorso a manufatti in gomma è la soluzione preferibile, anche perché resistonomeglio ai danneggiamenti. L’applicazione di questi prodotti è possibile in zoneresidenziali o in zone altamente trafficate per incrementare sicurezza stradale el’estetica dell’arredo.
Aree gioco: Realizzazione di pavimentazioni di sicurezza per aree giochi di variotipo ed utilizzo.
Sport
Campi da calcio in erba sintetica - Pavimentazioni sportive: Grazie atecniche molto avanzate di lavorazione, è possibile produrre un granuloelastomerico colorato con pigmenti innocui, particolarmente idoneo per campida calcio in erba sintetica ma anche football americano, calcetto e rugby.Inoltre i granulati di gomma vengono utilizzati nella realizzazione di superficisportive quali le piste di atletica.
PFU E ACQUISTI VERDI:PANORAMICA DEI
PRINCIPALI PRODOTTICHE POSSONO
ESSERE REALIZZATICON LA GOMMA
RICICLATA
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Termoplastici
Materiali termoplastici: I TPE (Thermoplastic Elastomers) rappresentano unnuovo gruppo di materiali. Possono essere utilizzati per una vasta gamma diapplicazioni e prodotti; dal settore domestico, degli elettrodomestici,dell’edilizia, dell’automobile, solo per citarne alcuni.L’utilizzo di determinate percentuali di polverino nella formulazione delle ricettedi TPE permette di conferire caratteristiche di maggiore elasticità e flessibilità.
Allevamento
Pavimentazioni per lÕallevamento bovino: L’allevamento dei bovini avvieneormai prevalentemente in stalle moderne, in condizioni di sicurezza ed igieneseveramente controllate. In tali tipi di strutture non è più possibile, sia permotivi organizzativi ed igienici, sia perché non é più reperibile, utilizzare lapaglia o altri scarti vegetali per fare la lettiera ai bovini.Sono stati messi a punto speciali materassi, realizzati in tessuto impermeabileipoallergenico ed imbottiti con granulo di pneumatico. La diffusione di tali materassiè molto ampia, ci si riferisce ad un mercato europeo.
Edilizia
Isolamento acustico - Anticalpestio - Isolamento termoacustico: La difesadal rumore è diventata un requisito di primaria importanza per il benesseredell'individuo; con lo studio dell' acustica ambientale si vogliono suggerire queiprovvedimenti volti ad ottenere un'efficace difesa dalla propagazione dei rumoridall'esterno e all'interno degli ambienti di lavoro e abitativi. Questa ricerca si realizza nelle definizione dei limiti di benessere acusticodegli ambienti in base alla loro destinazione, nell'individuazione e nellacaratterizzazione delle fonti di disturbo esterne ed interne e nella ricerca deisistemi e dei materiali con prestazioni idonee a fornire la necessaria protezionedal rumore (isolamento acustico) e conseguire i limiti di benessere desiderati.
Calzature
Per questo settore vengono prodotte le suole in gomma per le calzature.In luogo di inerti di origine minerale, è invalso l’uso di utilizzare come carica ilpolverino di pneumatico. Quest’ultimo, per le sue caratteristiche intrinsechesvolge una funzione di carica attiva, dimostrandosi così più efficace delle carichetradizionali.
Editoria
Pigmenti: Per quello che riguarda questo settore, il PFU viene utilizzato per laproduzione di pigmenti per inchiostri.
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GOMMA
TRA I PRINCIPALI PRODOTTI CHE POSSONO ESSERE REALIZZATI CON LAGOMMA RICICLATA FIGURANO:
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
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GOMMA
60%
CLASSE 0-10
CLASSE 11-20
CLASSE 21-50
OLTRE 50
30%
3%
7%10%
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Grazie alla disponibilità di un determinato e rappresentativo numero di aziendecampione, le quali hanno partecipato all’indagine compilando il questionario lorosottoposto, sono stati raccolti ed elaborati i dati esposti nel presente paragrafo.
I dati ottenuti dal Censimento sono relativi non solo alle aziende consorziate ARGO,ma anche ad altre aziende della filiera, che hanno gentilmente collaborato alla ricerca(v. elenco in fondo al capitolo).
Tali dati sono al momento gli unici disponibili, e soprattutto attendibili, sulle quantitàdi pneumatici avviati al recupero.
I dati relativi al Grafico 3 sottolineano in maniera determinante l’esistenza di unafiliera composta in prevalenza da piccole aziende (il 60%) che seppureincrementano l’articolazione del mercato hanno però preso posizioni incisive edeterminanti in diversi contesti e mercati.
CENSIMENTO DI SETTORE 2008
Fonte: ARGO
GRAFICO 3: Suddivisione delle aziende per numero di addetti 2008
GRAFICO 5: Destinazione dai centri di trattamento (ton)
40.000
0
80.000
120.000
160.000
200.000
Energia 94.000 89.199 111.675 98.187 101.590
Ricostruzione 53.676 53.676 53.136 53.136 47.288
Materia Prima Secondaria 27.800 20.671 24.757 35.046 53.381
Export 7.000 7.000 8.000 6.970 7.000
Stoccaggi censiti 10.800 16.726 17.982 4.833 565
Totale 193.276 187.272 215.550 198.172 209.824
2002 2003 2004 2005 2006
77.664
49.200
47.500
41.000
6.307
221.671
2008
97.120
50.000
45.875
10.164
456
203.615
2007
206
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L’ITALIA DELRECUPERO
Fonte: ARGO
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
CLASSE 0-250 CLASSE 251-600 OLTRE 600
GRAFICO 4: Suddivisione aziende per fatturato (%)
Fonte: ARGO
NORD
2001
37
22
41
24
39
37
24
31
45
25
30
45
21
26
53
28
22
50
27
29
44
29
41
30
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
CENTRO
SUD
0
2001
2003
2002
2005
2004
2007
2006
2008
50 100
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Fonte: ARGO
GRAFICO 6: Distribuzione geografica delle aziende (%)
I dati del Grafico 5 evidenziano l’elemento critico di un settore dal potenzialeancora inespresso. È evidente la necessità urgente di creare e rilanciare glisbocchi per i materiali ottenuti dal riciclaggio dei pneumatici, soprattuttotenendo in considerazione l’impulso determinante allo sviluppo del settore vienefornito dal dato crescente della “materia prima”.
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ELENCO AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO AL CENSIMENTO DEL CONSORZIO ARGO 2008
AD.RI.A. S.r.l.
ALESCIO PAOLO S.r.l.
CSM di De Siero S.a.s.
DIFE S.r.l.
ECORICICLA S.r.l.
ECOSERVICE S.r.l.
EUROGOMMA S.r.l.
GATIM S.r.l.
G.E.G. S.r.l.
IRIGOM S.r.l.
IST GROUP S.r.l.
ITALIANA RECUPERI S.r.l.
ITROFER S.r.l.
LODIGIANA RECUPERI S.r.l.
MACERO SUD S.a.s.
MARANGONI PNEUMATICI S.p.A.
NUOVA ECOLOGICA 2000 S.r.l.
O.R.P. S.r.l.
PRISMI S.r.l.
R.E.P. S.r.l.
SASSOLI ALVARO S.n.c.
SETTENTRIONALE TRASPORTI S.p.A.
SINERI TOMMASO
T.A.C.A.M. S.r.l.
WASTE ITALIA S.r.l.
BATTERIE
211
Il 2008 rappresenta una data importante nella storia del COBAT; 20 anni crucialidella storia del nostro Paese, 20 anni in cui abbiamo assistito ad importanticambiamenti che hanno riguardato tanti ambiti della vita pubblica e dellasensibilità individuale dei cittadini.
Un periodo importante per la maturazione di una sensibilità sempre più concretae consapevole verso il tema della tutela ambientale e che ha visto la nascita dellecomponenti istituzionali preposte alla protezione della natura, la riduzionedell’inquinamento, la prevenzione dei disastri ambientali.
Raccontare la storia del COBAT significa testimoniare e rendere conto di unapproccio culturale e sociale che ha portato l’Italia a conseguire risultati dieccellenza sulla scena europea ed internazionale nella gestione dei rifiutipericolosi costituiti dalle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi.
Una logica che ha saputo valorizzare professionalità, esperienze imprenditorialidiverse su tutto il territorio nazionale e mettere insieme in modo efficace rispettoal risultato tutte le componenti della filiera di questo tipo di rifiuti: produttori,installatori, raccoglitori, riciclatori.
Un sistema che si racconta anche con i numeri: in 20 anni 3 milioni di tonnellatedi batterie raccolte, 1 milione 630 mila tonnellate di piombo recuperato, 475milioni di litri di acido solforico recuperati e sottratti alla contaminazione delsuolo e delle acque e pericolo per la salute delle persone. Attività governate daun sistema di monitoraggio e controllo, a tutela di una raccolta e smaltimentosotto il controllo della legge, contro traffici illegali e pericolosi, cui è sempreesposto questo settore.
Dapprima come Vice Presidente e poi come Presidente del COBAT ho avuto lafortuna di accompagnare il Consorzio dalla nascita alla piena maturità delle sueattività, una realtà di sistema consolidato che ha ben presto lanciato in avanti ilproprio sguardo per programmare il proprio impegno verso le prossime sfidedella tutela ambientale.
Un percorso nel quale siamo stati accompagnati da numerosi partner, con cuiabbiamo condiviso obiettivi di intervento concreto e la passione per ilcoinvolgimento attivo ed in prima persona dei cittadini, primi veri attori di unimpegno ambientale che voglia diventare stile di vita di un popolo.
Si tratta, certo, per molti versi ed in molti strati della nostra società di unobiettivo per il quale occorrerà lavorare ancora, ma per il quale COBAT in questianni ha profuso un grandissimo impegno.
L’educazione ambientale e la comunicazione ai cittadini ha sempre costituito,infatti, un ambito di grande attività, in cui abbiamo sempre coinvolto tutti isoggetti presenti nei territori: le amministrazioni locali, gli enti tecnici di controlloambientale, le scuole, le associazioni ambientaliste, semplici cittadini.
INTRODUZIONE
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L’ITALIA DELRECUPERO
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Una storia, dunque, quella del COBAT ricca di risultati, incontri, intuizioni, sfide,lavoro senza sosta per un progetto in cui hanno creduto per prime le istituzioniche ne hanno seguito negli anni il lavoro e l’evoluzione all’interno del Consigliodi Amministrazione.
Sono certo che il COBAT nel mutato panorama legislativo in vigore dal 18dicembre 2008, saprà mettere al servizio delle aziende che vi aderiranno tutta laprofessionalità conseguita nei laboriosi venti anni appena trascorsi.
Dunque un grazie va a tutti coloro che del COBAT hanno costruito la storia,patrimonio di preparazione ed esperienza sul quale costuire il futuro di questoConsorzio.
GIANCARLO MORANDI
PRESIDENTE COBAT
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L’ITALIA DELRECUPERO
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Il COBAT alla luce del recente D.Lgs. 188/08
Il 20 novembre 2008, è entrato in vigore in Italia il nuovo D.Lgs. 188/08, inattuazione della Direttiva 2006/66/CE concernente pile, accumulatori e relativirifiuti.Il decreto, vigente dal 18 dicembre 2008, sebbene abbia riguardato l’attività delCOBAT per un intervallo temporale del 2008 piuttosto marginale, merita diessere adeguatamente illustrato in questa sede, a fronte delle sostanzialiinnovazioni che esso ha introdotto già dal primo semestre del 2009 nellagestione dell’intero comparto delle pile ed accumulatori in Italia, ivi comprese lebatterie al piombo esauste.
Il principio cardine attorno al quale ruota l’architettura dell’intero decreto èl’attribuzione esclusiva della responsabilità della raccolta, trattamento ericiclo/smaltimento dei rifiuti ai produttori di batterie ed accumulatori (con ciòriferendosi a chiunque immetta sul mercato nazionale per la prima volta a titoloprofessionale pile o accumulatori, compresi quelli incorporati in apparecchi oveicoli), ai quali fa obbligo di istituire e finanziare adeguati sistemi in grado digarantire l’intera filiera, dalla raccolta, al trattamento, al riciclo/smaltimentofinali. Il decreto quindi sancisce la venuta meno dell’obbligatorietà del COBAT, estabilisce la facoltà, da parte dei produttori, di realizzare anche più sistemi diraccolta, in forma individuale o collettiva, organizzati da un Centro diCoordinamento sotto forma di Consorzio a cui partecipano i produttori stessi,istituto a cui è inoltre demandata la realizzazione di campagne di informazionee sensibilizzazione.
Il decreto, all’articolo 20, riconosce comunque il COBAT come uno dei sistemi diraccolta, attribuendogli anche funzioni di raccolta, trattamento, riciclo/smaltimentodelle restanti categorie di batterie ed accumulatori non al piombo (artt. 6, 7 e 10).L’articolo 20 stabilisce inoltre che il COBAT dovrà adeguare il proprio Statuto alnuovo decreto entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore.
La norma introduce altresì una nuova classificazione delle pile ed accumulatori,suddividendo l’intero comparto in tre grandi famiglie, indipendentemente dallaloro composizione chimico-fisica: pile e accumulatori portatili, industriali e perveicoli. I sistemi di raccolta-trattamento/riciclaggio e smaltimento istituiti daiproduttori dovranno essere economicamente sostenuti dagli stessi, ed i criteri dideterminazione e di ripartizione dei finanziamenti delle operazioni di raccolta,trattamento e riciclaggio verranno ad essere definiti con decreto del Ministrodell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministrodello Sviluppo Economico.
Ai sensi del nuovo decreto pertanto, dal 18 dicembre 2008 i produttori aderential sistema COBAT non sono più tenuti a versare obbligatoriamente il contributoambientale al Consorzio, nell’attesa che vengano resi noti i criteri dideterminazione e di ripartizione dei finanziamenti di cui sopra.
Il periodo di attività del COBAT preso in esame dal presente Studio (2008), purcontemplando l’avvento del nuovo panorama legislativo di riferimento, non
IL CONSORZIO COBAT
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presenta nella sua impostazione alcuna sostanziale novità rispetto allo scorso anno,non essendoci stato di fatto alcun mutamento reale nell’attività svolta dal Consorzionel breve periodo di vigenza del nuovo decreto (dal 18 al 31 dicembre 2008).L’unica azione che il COBAT ha dovuto intraprendere subito dopo il 18 dicembre2008 è stato l’invio di una lettera informativa ai produttori ed importatori dibatterie al piombo aderenti al Consorzio, affinché, mediante la compilazione diuna modulistica allegata alla stessa, esplicitassero la loro volontà di adesione alnuovo Sistema COBAT, essendo venuta meno l’obbligatorietà della loro adesioneal Consorzio.
Gli ulteriori adempimenti a carico del COBAT nel 2009 sono: l’elezione di unnuovo CdA, l’adeguamento del proprio Statuto alle nuove disposizioni legislativeentro il 18 giugno 2009, ed infine l’iscrizione alla Camera di Commercio comenuovo Sistema di raccolta, trattamento/riciclaggio e smaltimento di pile edaccumulatori ai sensi del D.Lgs. 188/08.
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L’ITALIA DELRECUPERO
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BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Il COBAT sino all’entrata in vigore del recente D.Lgs. 188/08
Il COBAT, Consorzio Obbligatorio per la raccolta ed il riciclo di batterie al piomboacido, è stato istituito con l’articolo 9-quinquies della Legge 475/88 (attualmenteabrogato dall’art. 29 del D.Lgs. 188/08), ed il suo Statuto è stato approvato inuna prima versione, con decreto del Ministero dell’Ambiente di concerto con ilMinistero dell’Industria, il 16 maggio 1990.
La versione aggiornata dello Statuto, che ha recepito e sancito i nuovi indirizzidel COBAT, è stata approvata con decreto del Ministero dell’Ambiente diconcerto con il Ministero delle Attività Produttive del 2 febbraio 2004(attualmente abrogato dall’art. 29 del D.Lgs. 188/08). La piena legittimitàistitutiva e funzionale è stata poi ulteriormente confermata e rafforzata con ilrecepimento all’art. 235 del D.Lgs.152/06 e s.m.i. (anch’esso attualmenteabrogato dall’art. 29 del D.Lgs. 188/08).
Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto privato.Il COBAT ha il compito istituzionale di assicurare la raccolta e di organizzare lostoccaggio delle batterie al piombo e, successivamente, di cederle alle impresedi riciclo, nonché di effettuare il monitoraggio di tutto il flusso delle batterieesauste, dalla loro raccolta al loro riciclo, su tutto il territorio italiano.
Il Consorzio è un ente senza scopo di lucro dove sono rappresentati tutti glioperatori coinvolti nella vita della batteria al piombo (tra parentesi le quote dirappresentanza nell’assemblea dei soci):
• produttori ed importatori di batterie al piombo (40%);• imprese di riciclo (40%);• associazioni dei raccoglitori (10%);• associazioni degli installatori (10%).
Sebbene sia formato da soci privati, il COBAT effettua una significativa attività dipubblico servizio, garantita dalla presenza di rappresentanti del Ministerodell’Ambiente e del Ministero delle Attività Produttive sia nel Consigliod’Amministrazione sia nel Collegio dei Revisori dei Conti, dove sono altresìpresenti dei rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il Consorzio ha adottato un sistema misto pubblico-privato dove il primo ha lefunzioni di controllo e monitoraggio ed al secondo sono demandate leresponsabilità gestionali.Il COBAT assicura, per tutto il territorio nazionale, la raccolta, il trasporto e ilriciclo delle batterie al piombo esauste in specifici impianti consortili chegarantiscono il recupero del piombo e l'inertizzazione o l’eventuale recuperodell'acido solforico evitando, in questo modo, la dispersione nell'ambiente di questielementi, quanto mai pericolosi per l'equilibrio dell'ecosistema.
I due canali attraverso i quali il Consorzio riesce a finanziare le proprie attività sono:• l’applicazione del contributo ambientale sulle batterie nuove immesse al consumo;• la cessione ai riciclatori delle batterie esauste al piombo raccolte.
216
Lo strumento economico del contributo ambientale è stato istituito al fine digarantire al Consorzio le disponibilità finanziarie necessarie ad organizzare unefficiente servizio di raccolta e riciclo delle batterie al piombo esauste e le azionidi informazione e sensibilizzazione volte ad educare i cittadini sulla necessità delcorretto recupero della batteria al piombo esausta.L’entità del contributo ambientale (def. art. 235 D.Lgs.152/06, comma 10 s.m.i.ex “sovrapprezzo”) e le modalità della sua riscossione sono determinatimediante decreto del Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero delleAttività Produttive.
Attualmente è in vigore il DM 18 ottobre 2005, pubblicato nella G.U. n. 255 del2 novembre 2005, che prevede le seguenti classi di contributo ambientale permonoblocchi e per elementi singoli di batterie industriali.
Le variazioni degli importi unitari per singola classe sono riportate nelle Tabelle 1e 2 e sono operative dal 1° gennaio 2006.
Il contributo ambientale applicato sulle batterie di nuova produzionecommercializzate è corrisposto dalle seguenti categorie di operatori, con dirittodi rivalsa lungo tutte le fasi di commercializzazione fino all’acquirente finale:
• produttori di batterie al piombo;• importatori di batterie al piombo, sia per la vendita sia per uso proprio;• importatori di beni che utilizzano batterie direttamente incorporate quali, ad
esempio, autoveicoli, trattori, carrelli elevatori, apparecchiature telefoniche,UPS, allarmi, giocattoli.
BATTERIE
TABELLA 1: Contributo ambientale (€) sulle batterie d’avviamento e monoblocco industrialiin funzione della loro capacità (Ah), come da DM 18/10/2005 (attualmenteabrogato dall’art. 29 del D.Lgs. 188/08)
TABELLA 2: Contributo ambientale (€) applicato ad elementi singoli di batterieindustriali di qualsiasi capacità C (Ah), come da DM 18/10/2005 (attualmenteabrogato dall’art. 29 del D.Lgs. 188/08)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
€ 0,19 € 0,76 € 1,52
Ah ≤ 20 20 < Ah ≤ 95 Ah > 95
Qualsiasi € 0,0028 * C * V/2
CAPACITÀ C CONTRIBUTO AMBIENTALE
Fonte: COBAT
V= voltaggio batteria
Fonte: COBAT
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L’altra fonte di finanziamento del Consorzio proviene dalla vendita agliimpianti di riciclo delle batterie al piombo esauste raccolte.
Tale attività rappresenta mediamente l’80% dei ricavi operativi annui.
Il compito del Consorzio è quello di garantire l’operatività di tutti gliimpianti consortili attraverso una ripartizione equa delle batterie esausteraccolte. Il prezzo di vendita delle batterie esauste ai riciclatori viene fissatosulla base della quotazione del piombo al London Metal Exchange (LME), laborsa dei metalli che ha sede a Londra.
La Legge 39/2002 (Comunitaria 2001), riconoscendo appieno le finalità disalvaguardia ambientale che hanno ispirato l’istituzione del COBAT, haaffidato al Consorzio, oltre al compito istituzionale di assicurare comunquela raccolta di batterie esauste al piombo in ogni situazione di mercato, ilcompito di monitorare tutte le attività di raccolta, commercializzazione ericiclo delle batterie al piombo esauste. Tale prerogativa è rimasta inalterataanche nel D.Lgs. 152/2006 che ha sostituito il D.Lgs. 22/1997.
BATTERIE
TABELLA 3: I numeri del COBAT
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Organico 22 personeProduttori e Importatori di batterie 400 impreseInstallatori/Artigiani 70.000 impreseRaccoglitori incaricati 90 impreseImpianti di riciclo 7 impreseValore della produzione riferito al 2008 67 milioni di euroCodice NACE di riferimento 46.77 (ex 51.5)
DATI ORGANIZZATIVI
Batterie esauste raccolte 3.031.730 tonnellate Piombo secondario prodotto 1.697.729 tonnellateAcido solforico recuperato 496.101.273 litriPolipropilene recuperato 142.491 tonnellate
RISULTATI OPERATIVI (DATO CUMULATO DAL 1992 AL DICEMBRE 2008)
Batterie esauste raccolte 161.170 tonnellate Piombo secondario prodotto 119.332 tonnellateAcido solforico recuperato 27.222.545 litriPolipropilene recuperato 7.430 tonnellate
RISULTATI OPERATIVI 2008
Fonte: COBAT
218
Il COBAT svolge su tutto il territorio nazionale i seguenti compiti:
• assicura la raccolta delle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi (inqualità di Consorzio Obbligatorio, il COBAT era chiamato in veste di referenteunico a garantire la raccolta sull’intero territorio nazionale; con l’entrata invigore del D.Lgs. 188/08 e la possibilità della coesistenza di più sistemi, talefunzione dovrà essere assolta dal Centro di Coordinamento, a cui il decretodemanda l’organizzazione di un sistema capillare di raccolta che copra inmodo omogeneo l’intero territorio nazionale);
• può cedere, anche all'estero, i suddetti prodotti alle imprese in possesso deirequisiti normativi previsti, che ne effettuano il riciclo mediante la produzionedi piombo secondario (tale facoltà rimane riconosciuta ai sistemi da parte delD.Lgs. 188/08, solo se l’esportatore può dimostrare che l’operazione diriciclaggio è stata effettuata in condizioni equivalenti a quelle stabilite daldecreto);
• assicura l'eliminazione dei prodotti stessi, nel caso non sia possibile oeconomicamente conveniente il riciclo, nel rispetto delle disposizioni control’inquinamento (il D.Lgs. 188/08 non esplicita chiaramente tale aspetto);
• promuove lo svolgimento di indagini di mercato e azioni di ricerca e sviluppotecnico-scientifico per il miglioramento tecnologico nel ciclo di smaltimento edi lavorazione del piombo (ai sensi del D.Lgs. 188/08, i produttori dovrannogarantire che i sistemi di trattamento e riciclaggio istituiti utilizzino le miglioritecniche disponibili);
• effettua sul territorio italiano il monitoraggio dell’attività di raccolta di tutte lebatterie al piombo esauste (ai sensi del D.Lgs. 188/08, tale aspetto a livellonazionale sarà compito del Centro di Coordinamento);
• promuove la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei consumatori sulletematiche della raccolta e dell’eliminazione delle batterie al piombo esauste edei rifiuti piombosi (ai sensi del D.Lgs. 188/08, tale aspetto a livello nazionalesarà compito del Centro di Coordinamento);
Nell'ambito di tale attività, il Consorzio provvede, fra l'altro, a:
• definire con regolamenti interni le norme tecniche atte a disciplinare le diversefasi dell’Attività del Consorzio;
• stipulare, con i raccoglitori incaricati, contratti per il servizio di raccolta gratuitadi tutte le batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi in zonedeterminate;
• stipulare contratti per la cessione delle batterie esauste con le imprese che neeffettuano il riciclo nel rispetto dei limiti indicati dalle autorizzazioni regionali;
• stipulare accordi e contratti con persone fisiche o giuridiche, anche straniere,enti locali territoriali e le loro aziende per il raggiungimento dei fini statutari;
• individuare i responsabili per aree geografiche per coordinare e gestire iraccoglitori operanti in tali aree;
• promuovere azioni dirette a pubblicizzare la necessità della raccolta e del riciclodelle batterie esauste (ai sensi del D.Lgs. 188/08, tale aspetto dovrà esseregestito dal Centro di Coordinamento);
ATTIVITÀ E SERVIZI
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
219
• incentivare la raccolta delle batterie esauste al piombo generate dall’attivitàdel “fai da te” in aree di presunta dispersione (ai sensi del D.Lgs. 188/08, taleaspetto dovrà essere gestito dal Centro di Coordinamento);
• monitorare, attraverso l'analisi dei MUD dei raccoglitori non incaricati, il flussodelle batterie esauste al piombo raccolte ed inviate a riciclo (con l’avvenutaabrogazione dell’art. 235 del D.Lgs. 152/06, gli operatori della raccolta esternial COBAT non hanno più l’obbligo dell’invio del MUD al Consorzio);
• effettuare un servizio di raccolta ed avvio a riciclo per particolari tipologie diaccumulatori (l’art. 20 del D.Lgs. 188/08 legittima totalmente il COBAT adoccuparsi anche delle pile ed accumulatori non al piombo).
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
220
La principale funzione che il COBAT è chiamato per legge istitutiva a svolgere èquella di garantire, attraverso i propri operatori, la raccolta delle batterie alpiombo esauste in qualsiasi condizione logistica e/o di mercato. Inoltre, ai sensidella Legge 39/02 e del D.Lgs.152/2006, il COBAT ha il compito di monitorarela raccolta effettuata dai raccoglitori esterni al Consorzio in possesso dellenecessarie autorizzazioni. Il Grafico 1 mostra l’andamento della raccolta dellebatterie esauste in Italia svolta dal COBAT nel periodo 1999-2008. Nel 2008 laraccolta COBAT si è attestata a 161.170 tonnellate, con un calo pari al 14%rispetto all’anno precedente. Le ragioni della riduzione della raccolta COBATdevono essere ricercate soprattutto nell’andamento della quotazione delpiombo al LME di Londra, che ha determinato la presenza di raccoglitori cheoperano al di fuori del sistema COBAT. La rilevanza dell’attività svolta dalConsorzio va comunque valutata, oltre che in base all’entità della raccolta,anche e soprattutto in base al servizio svolto. L’impegno, volto a garantire laraccolta di ogni singola batteria esausta su tutto il territorio nazionale, si sviluppaattraverso un servizio espletato presso quasi 60.000 produttori del rifiuto, per untotale di oltre 132.000 ritiri, il che significa mediamente ogni giorno un serviziodi raccolta effettuato presso 550 produttori.
Da quest’anno non compare nel Grafico il contributo alla raccolta extra-COBAT,ossia dell’aliquota alla raccolta nazionale proveniente da operatori al di fuoridella rete COBAT, a causa dell’impossibilità per il Consorzio di determinare nel2008 tale gettito. La prima ragione di tale impossibilità deriva, da un lato,dall’aver introdotto nel 2008 presso gli impianti di riciclo una procedura ditrasmissione del lavorato extra-COBAT che ha necessitato di una certa tempisticadi implementazione, nel corso della quale i dati sono stati trasmessi in modopiuttosto frammentario e discontinuo. Inoltre l’entrata in vigore del D.Lgs.188/08, abrogando l’art. 235 del D.Lgs. 152/06, non prevede più l’obbligatorietàper soggetti che operino all’esterno del COBAT di inviare il MUD al Consorzio.Pertanto l’impossibilità di determinare la raccolta extra-COBAT per il 2008 ha
LA RACCOLTA DELLEBATTERIE ESAUSTE
BATTERIE
GRAFICO 1: Raccolta batterie esauste in Italia svolta dal COBAT (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Fonte: COBAT
221
condotto alla scelta di eliminarla anche dallo storico, non essendo più possibilepoter effettuare un confronto attualizzato. Con riferimento alla raccolta COBAT,la Tabella 4 riporta i risultati raggiunti nel periodo 2005-2008, suddivisi per areageografica. Come si può notare, la maggior parte del gettito delle batterieproviene dal Nord, dove sono concentrati i principali stabilimenti produttivi delnostro Paese e dove è presente il 47% del parco autovetture1.
L’entità della raccolta delle batterie esauste nelle diverse Regioni è visibile inTabella 5.
1 ACI, Statistiche automobilistiche, anno di riferimento 20052 Quantità consegnate agli impianti di riciclo da raccoglitori ricadenti nell’area di riferimento
BATTERIE
TABELLA 4: Suddivisione geografica della raccolta delle batterie (ton)2
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
TABELLA 5: Entità della raccolta regionale (ton)
Fonte: COBAT
AREA 2005 2006 2007 2008
Nord Ovest 54.987 51.522 48.159 40.468
Nord Est 47.573 47.264 47.104 38.850
Centro 41.373 40.327 40.356 37.994
Sud 40.233 34.634 32.241 26.993
Isole 17.356 17.996 19.764 16.865
Totale raccolta COBAT 201.522 191.743 187.623 161.170
Fonte: COBAT
REGIONE 2005 2006 2007 2008
PIEMONTE - VAL D'AOSTA 18.906 14.340 13.242 11.038
LOMBARDIA 32.479 33.664 31.474 27.771
LIGURIA 3.603 3.517 3.443 1.659
VENETO 18.872 21.515 22.509 18.017
FRIULI VENEZIA GIULIA 5.614 3.578 2.811 2.189
TRENTO/BOLZANO 4.015 3.649 2.915 2.221
EMILIA ROMAGNA 19.072 18.523 18.868 16.423
TOSCANA 11.460 11.504 10.321 8.325
MARCHE 6.044 5.992 6.735 6.258
UMBRIA 2.968 2.714 2.358 2.625
LAZIO 16.959 16.675 17.856 17.391
ABRUZZO 3.942 3.442 3.086 3.394
MOLISE 797 800 903 795
CAMPANIA 24.501 18.079 14.472 12.387
BASILICATA 668 711 800 232
CALABRIA 3.681 4.051 4.404 3.695
PUGLIA 10.587 10.993 11.662 9.884
SICILIA 13.480 13.770 15.124 12.721
SARDEGNA 3.876 4.226 4.634 4.144
TOTALE COBAT 201.522 191.743 187.623 161.170
222
La Tabella 6 illustra invece quali sono le attività economiche che generano unmaggiore quantitativo di accumulatori al piombo esausti. Come si puònotare, la gran parte delle batterie esauste proviene dalle attività degliartigiani installatori e riparatori nonché da attività industriali e agricole e dacommercio rottami.
3 Impianti di cui non si è potuta riconoscere la provenienza. L’aumento degli impianti non codificati è da attribuirsialle modifiche dei codici delle attività economiche apportato dall’ISTAT e non ancora pienamente integrato daisistemi software dei raccoglitori. L’attuale utilizzo di una doppia codifica ha fatto raddoppiare i casi di impianticon codice non riconosciuto
BATTERIE
TABELLA 6: Ripartizione dell’esausto per attività economica (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
ATTIVITÀ ECONOMICA 2005 2006 2007 2008
Attività Artigiane 33,3 33,2 31,8 32,4
Attività Industriali ed Agricole 16,8 14,8 14,1 11,3
Commercio Rottami 11,4 12,7 13,2 15,6
Attività Gestione Rifiuti 3,2 3,0 2,3 2,8
Grandi Utenti (Rfi, ENEL, Telecom,…) 7,8 5,6 4,1 4,7
Attività Commerciali 3,5 3,1 3,6 2,8
Pubblica Amministrazione 4,2 4,5 4,3 4,1
Impianti non codificati3 16,6 20,9 24,7 25,1
Altre 3,1 2,2 1,8 1,2
Fonte: COBAT
223
Nel corso dell’anno sono continuate le iniziative attinenti alle campagne speciali,quella serie di attività volte a ridurre la dispersione delle batterie a maggiorerischio di abbandono generate dal fenomeno del cosiddetto “fai da te”, ovverodella sostituzione fatta in proprio da parte del privato cittadino della batteriaesausta della propria auto, imbarcazione, macchina agricola, etc.
Tali settori sono rappresentati da:
• Comuni• Grande distribuzione organizzata (GDO)• Nautica• Agricoltura
A tale scopo, lo strumento che si è rivelato più efficace per contrastare il pericolodi un abbandono incontrollato delle batterie esauste è stato quello di stipularedegli accordi con i principali referenti territoriali in grado di contribuireall’organizzazione di una raccolta capillare e mirata alle diverse esigenze degliutenti: autorità locali e gestori della raccolta differenziata nei Comuni, grandedistribuzione, autorità marittime, consorzi agrari.
I dati annuali relativi alla raccolta proveniente dalle campagne speciali, a causadella loro mole, non sono ottenibili prima del termine del terzo trimestredell’anno successivo. Pertanto, nella Tabella 7, vengono comunicati i quantitatividella raccolta totalizzati sino al termine del 2007.
ACCORDI SPECIFICI
BATTERIE
Fonte: COBAT
TABELLA 7: Raccolta proveniente dalle campagne speciali (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
SETTORE 2005 2006 2007
Comuni 12.028 13.714 13.929
GDO 146 192 164
Nautica 130 150 117
Agricoltura 191 213 174
Totale “fai da te” 12.495 14.269 14.353
224
Gli accordi con gli Enti locali
Nel 2008, è proseguito il lavoro per incrementare il numero delle Convenzionistipulate con gli Enti locali e con i gestori della raccolta differenziata, per dotare iComuni di idonei contenitori per le batterie esauste reperite in stato d’abbandonoo conferite direttamente dai cittadini. Accanto ai Comuni convenzionati, vi sono poii Comuni nei quali i raccoglitori incaricati COBAT esercitano comunque un serviziodi raccolta continuativo delle batterie al piombo esauste. I Comuni complessivamente serviti dalla rete di raccolta sono passati da 4.265del 2007 ai 4.584 del 2008, che in termini di percentuale di popolazioneresidente significa essere passati dal 70% al 74%. Il quadro di sintesi complessivo dei Comuni serviti, della percentuale dipopolazione residente in Comuni serviti e della raccolta, confrontati con l’annoprecedente, è riportato nella Tabella 8.
La grande distribuzione organizzata
Nel settore della grande distribuzione l’impegno del COBAT consiste nel sottoscriveredegli accordi con le principali catene di ipermercati, al fine di dotare i punti venditache commercializzano batterie d’avviamento di un servizio di raccolta per quelleesauste conferite dalla clientela. In questo modo il Consorzio collabora con chicommercializza batterie al piombo fornendogli il suo aiuto per l’adempimento diprecisi obblighi normativi. Infatti, Il DM 03 luglio 2003 n. 194, di attuazione della Direttiva 98/101/CE, relativoalle pile ed agli accumulatori contenenti sostanze pericolose, ribadisce quanto giàprevisto dal DM 20 novembre 1997 n. 476, stabilendo che il rivenditore deve metterea disposizione del pubblico un contenitore per il conferimento degli accumulatoriesausti nel proprio punto vendita (art. 4, comma 2).L’incremento di centri commerciali attivati nel 2008 si deve all’Accordo stipulato conla grande catena italiana Panorama ed all’ingresso di nuovi punti venditaappartenenti a catene con le quali il COBAT aveva già proceduto alla sottoscrizionedell’Accordo.
BATTERIE
Fonte: COBAT
TABELLA 8: Comuni serviti e percentuale di popolazione residente in Comuni serviti
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2008 2007 2008 vs 2007 INCREMENTO 2008 2007 2008 vs 2007 (%)
Nord 2.781 2.591 190 7% 81% 78% 3%
Centro 732 659 73 11% 79% 75% 4%
Sud 681 652 29 4% 59% 57% 2%
Isole 390 363 27 7% 64% 61% 3%
Totale Italia 4.584 4.265 319 7% 74% 70% 4%
TERRITORIOCOMUNI SERVITI (n.) % Popolazione residente nei Comuni serviti
225
La nautica
Il progetto “L’isola nel Porto”, promosso dal COBAT congiuntamente alConsorzio Obbligatorio Oli Usati (COOU) ed inaugurato nel porto di Ancona nel1999, continua a suscitare molto interesse. Il progetto consiste nell’installazionedi isole ecologiche metalliche recintate contenenti un contenitore per la raccoltadelle batterie esauste ed una cisterna per la raccolta degli oli usati.Dal 1999 il progetto ha avuto un successo costante, a testimonianza dellavalidità dell’idea originaria dei due Consorzi circa l’esigenza, in ambito portuale,di un’adeguata organizzazione della raccolta di tali rifiuti pericolosi prodotti dalleimbarcazioni. Nel corso del 2008, così come accaduto nel 2007, tranne ilripristino delle due isole ecologiche nel porto di Pescara rimosse nel 2007 permanutenzione, non sono stati attivati altri porti, a causa del forte rallentamentodi cui ancora oggi soffrono i porti gestiti dalle autorità marittime a seguitodell’entrata in vigore del D.Lgs. 182/2003, il quale disciplina in questi porti lemodalità secondo le quali debba essere organizzata la raccolta dei rifiuti prodottidalle imbarcazioni. Tale decreto ha infatti determinato l’insorgenza di unaprocedura piuttosto articolata, prevedendo per i porti l’adozione di un piano digestione da parte dell’autorità marittima o dell’autorità portuale e la suaapprovazione da parte della Regione, a seguito della quale deve essere indettoun bando di gara per l’assegnazione del servizio di raccolta ad un soggettoaggiudicatario, al quale viene affidata da parte del COBAT e del COOU lagestione delle isole ecologiche. Un importante evento registrato nel settore èstato comunque l’accordo stipulato il 18 novembre dal COBAT e COOU conASSONAT, l’Associazione di porti turistici più importante d’Italia aderente aFedernautica.Grazie all’accordo si prevede per il 2009 una ripresa nell’attivazione di nuoviporti e nell’installazione di nuove isole ecologiche.
BATTERIE
Fonte: COBAT
GRAFICO 2: Ipermercati attivati negli anni 2000-2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
100
200
300
400
500
2000
46 4690
196
254
308337
447
491
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
COBAT
226
Il Grafico 3 mostra come dal 2006 si sia fermata l’installazione di nuoveisole ecologiche. Il trend negativo del 2007 e del 2008 è dovuto allarimozione di alcune isole ecologiche da porti nei quali, essendo venuta amancare la presenza di un gestore delle stesse, si è dovuto procedere conl’interruzione del servizio.
BATTERIE
Fonte: COBAT
GRAFICO 3: Porti attivati ed isole ecologiche installate negli anni 2002-2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
10
20
30
40
50
60
2002
19
43
26
52
59 59 60
31 31 3230
5552
28
2003 2004 2005 20072006 2008
n. porti n. isole ecologiche installate
227
Il settore agricolo
Per quanto riguarda il comparto agricolo, il COBAT già da diversi annipartecipa ad accordi di programma adottati a livello regionale e provincialeper l’attivazione di punti di conferimento dei rifiuti prodotti dagli utenti delsettore.Tuttavia tali strumenti di organizzazione della raccolta, per via delcoinvolgimento di un gran numero di attori più o meno direttamentecollegati al settore, vengono generalmente adottati laddove la gestione deirifiuti e della raccolta differenziata è sufficientemente radicata presso gliamministratori e la popolazione.
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
TABELLA 9: Isole ecologiche installate con il progetto “L’isola del porto” attualmente presenti
PORTI Prov. n. isole data installazione
1 ANCONA AN 8 lug-99
2 VIAREGGIO LU 3 mag-00
3 CAGLIARI CA 3 feb-01
4 OLBIA SS 3 feb-01
5 GOLFO ARANCI SS 1 mag-01
6 LA MADDALENA SS 1 mag-01
7 TRIESTE TS 3 mag-01
8 SAVONA SV 1 lug-01
9 RIPOSTO CT 1 lug-01
10 TARANTO TA 2 nov-01
11 PORTO VIRO RO 1 giu-02
12 SPERLONGA LT 1 ott-02
13 MARINA DI CARRARA MS 1 ott-02
14 MANFREDONIA FG 3 nov-02
15 SAN BENEDETTO DEL TRONTO AP 3 gen-03
16 BARLETTA BA 1 lug-03
17 PALAU SS 1 lug-03
18 CASTIGLIONE DELLA P. GR 1 dic-03
19 MOLA DI BARI BA 1 mar-04
20 TORRE DEL GRECO NA 1 mag-04
21 SANTA TERESA DI GALLURA SS 1 mag-04
22 MARATEA PZ 1 giu-04
23 VENEZIA VE 3 dic-04
24 MARINA DI PORTISCO SS 2 giu-06
25 CHIAVARI GE 1 dic-06
26 MARINA DI GROSSETO GR 1 dic-06
27 ISOLA ROSSA SS 1 dic-06
28 PESCARA PE 2 nov-08 (ripristino)
TOTALE 52
PORTI CON ISOLE ECOLOGICHE
Fonte: COBAT
228
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Purtroppo però questo comporta che nell’Italia centrale e meridionalel’accordo di programma nel settore agricolo non sia così diffuso, ed inquesti contesti territoriali non è pertanto possibile fare riferimento a similistrumenti operativi per organizzare la raccolta delle batterie esausteprodotte dagli agricoltori.Per questo motivo il COBAT ha iniziato a ricercare altre forme di attivazionedel servizio in ambito agricolo, soprattutto in considerazione di quantopossa essere alto il rischio di dispersione della batteria esausta in questosettore specifico.Tra le forme alternative all’accordo di programma prese in esame, quellache è apparsa presentarsi maggiormente promettente allo scopo è stato ilricorso ai consorzi agrari provinciali.I consorzi agrari provinciali, laddove fattivamente presenti sul territorio,posseggono delle agenzie di vendita nella Provincia nelle quali, tra l’ampiagamma di prodotti commercializzati per l’utenza agricola, vengono vendutianche nuovi accumulatori; in qualità di rivenditori, tali soggetti sono tenutiper legge a porre a disposizione dell’agricoltore il servizio di ritiro dei vecchiaccumulatori, così come ad informarlo dell’esistenza del servizio e dellapericolosità potenzialmente derivante dall’abbandono in ambiente diquesto rifiuto pericoloso (D.Lgs. 194/03).Forte di tale legislazione, che peraltro ha più facilmente consentito direndere operativo il servizio nei punti vendita della GDO, si è deciso dirivolgersi nel 2007 ad un consorzio agrario provinciale di un’area a fortevocazione agricola come la Provincia di Latina, per testare questo progettopilota in un’area peculiare e susseguentemente esportarlo in altre realtàprovinciali.L’accordo con il consorzio provinciale di Latina è stato sottoscritto nel mesedi marzo 2007, consentendo di attivare ben 19 punti di raccolta nellaProvincia, e successivamente, grazie al prezioso contributo dell’Associazionenazionale dei consorzi agrari provinciali (ASSOCAP), sono stati contattatitutti i consorzi agrari nel territorio nazionale a cui è stata proposta lasottoscrizione dell’accordo.Nel 2008 sono stati sottoscritti due accordi con altri due Consorzi agrariprovinciali in Piemonte e l’attivazione di altri due centri di raccolta.
229
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Il COBAT non gestisce in modo diretto il servizio di raccolta, ma ricorre aduna rete di raccoglitori incaricati.
Tali raccoglitori sono distribuiti su tutto il territorio nazionale ed offronogratuitamente il servizio di raccolta delle batterie esauste pronte al carico,anche nelle zone a bassa concentrazione di produzione di rifiuto.
I raccoglitori incaricati di cui si avvale COBAT sono circa 90, aggiudicatari diuna gara pubblica d’appalto conclusasi nel mese di gennaio 2006 per 69lotti d’incarico.
Con le aziende aggiudicatarie, il COBAT stipula un contratto attraverso ilquale il raccoglitore si obbliga a garantire la raccolta delle batterie esaustenel lotto di appartenenza mediante l’utilizzo di mezzi propri autorizzati omediante trasportatori terzi valicati dal Consorzio, e a stoccare le batterieesauste nei propri impianti di messa in riserva osservando ed adottandotutte le procedure e prescrizioni fissate dalla normativa in materia digestione dei rifiuti pericolosi, di specifici provvedimenti autorizzatori e delDescrittivo tecnico COBAT.
Il raccoglitore incaricato è obbligato a cedere al COBAT l’intero quantitativodi batterie raccolte, consegnando le stesse agli impianti di riciclo indicati daCOBAT, presso cui si effettua l’acquisto e la vendita delle batterie da partedel COBAT. L’avvenuta consegna del carico viene formalizzata dal rilascio daparte dell’impianto di riciclo del documento di collaudo, dal quale deverisultare il “peso netto confermato” delle batterie ritirate.
L’importo fatturabile è riferito al quantitativo di batterie pari al pesoaccertato e documentato dall’impianto di riciclo.
L’organizzazione della rete di raccolta delle batterie al piombo esauste èdettagliata nel “Regolamento per l’organizzazione della rete di raccoltadelle batterie al piombo esauste COBAT”, mentre le modalità di trasporto edi conferimento delle batterie esauste o dei rifiuti piombosi sono regolatedal “Descrittivo tecnico COBAT” e dalle “Modalità di conferimentoCOBAT”.
Il raccoglitore incaricato è obbligato ad inviare con cadenza mensile tutti imovimenti in ingresso ed in uscita relativi alle batterie raccolte, stoccate econferite agli impianti di riciclo mediante l’utilizzo di uno specificosoftware.
Il COBAT riconosce inoltre incentivi e/o premi a quei raccoglitori incaricatiche dimostrano di aver conseguito obiettivi significativi atti a migliorare ilservizio: certificazioni conformi alle ISO 9001, ISO 14001, EMAS,informatizzazione, qualità della raccolta, comunicazione.
GESTIONE DELLA RACCOLTA:
I RACCOGLITORIINCARICATI
230
Qualsiasi operatore che sia in possesso delle necessarie autorizzazioni previstedalla legge per svolgere l’attività di raccolta, pur non appartenendo alla rete deiraccoglitori incaricati COBAT, può chiedere comunque di consegnare le batterieesauste agli impianti di riciclo consorziati.
Al ricevimento della richiesta, il COBAT verifica il possesso da partedell’operatore delle necessarie iscrizioni e autorizzazioni, ed in caso di esitopositivo, sottopone al medesimo la sottoscrizione di un contratto mediante ilquale il raccoglitore diviene verificato ed, analogamente ai raccoglitori incaricati,abilitato al conferimento delle batterie esauste raccolte agli impianti consorziati,alle medesime condizioni economiche, senza però percepire il valore del servizio,riconosciuto unicamente ai raccoglitori incaricati.
Il contratto, esattamente come avviene per i raccoglitori incaricati, obbliga ilraccoglitore verificato alla trasmissione mensile dei dati relativi alla raccolta, edall’invio della copia del MUD.
GESTIONE DELLA RACCOLTA:
I RACCOGLITORI VERIFICATI
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Valorizzazione della raccolta delle batterie al piombo esauste
- Raccoglitori Incaricati
Per l’acquisto franco destino delle batterie raccolte viene riconosciuto un prezzodi cessione pari a V1 + V2 + VT dove:
Per l’acquisto franco partenza, il trasporto viene affidato dal COBAT ad unasocietà specializzata nel trasporto di rifiuti pericolosi, debitamente autorizzataai sensi della normativa vigente. Al raccoglitore incaricato franco partenza verràriconosciuto il prezzo V1 + V2 .
- Raccoglitori verificati
Per l’acquisto franco destino delle batterie raccolte viene riconosciuto un prez-zo di cessione pari a V1 + VT .Per l’acquisto franco partenza, il trasporto viene affidato dal COBAT ad unasocietà specializzata nel trasporto di rifiuti pericolosi, debitamente autorizzataai sensi della normativa vigente. Al raccoglitore verificato franco partenza verràriconosciuto il prezzo V1.
VOCE DI COSTO VALORE
Valore batteria (V1) Variabile in funzione del LME.LME è la media aritmetica semplice, in €/t, della “quotazionesettlement” del piombo al London Metal Exchangedeterminata per ciascun trimestre solare: ad esempio, per un valore di 801 euro a tonnellata di piombo, COBAT riconosce un valore di 121 euro a tonnellata di batteria.
Valore servizio (V2) Indicato dal contratto (€/t) a seguito di aggiudicazione gara
Valore trasporto (VT) Variabile in funzione della distanza tra il proprio impiantodi stoccaggio e l’impianto di riciclo determinato dal COBAT
231
Per quanto concerne gli aspetti ambientali legati alla raccolta, sono stati definitidegli indici utili per il monitoraggio delle attività il cui svolgimento genera unimpatto ambientale.Da tale monitoraggio rimangono escluse le attività di raccolta riferibili a soggetti“extra-COBAT”, in quanto completamente autonomi sia a livello gestionale, siatecnico.Le quantità raccolte (Tabella 10) sono suddivise in:1. raccolta di batterie esauste da raccoglitori incaricati;2. raccolta di batterie esauste da raccoglitori verificati.
Negli ultimi anni si assiste ad un aumento dei conferimenti da parte deglioperatori verificati, che però rimane sempre trascurabile rispetto al totale deiconferimenti a COBAT.La rete COBAT utilizza ancora una significativa percentuale di mezzi di trasportoobsoleta (Euro 0), ma con una attenzione altrettanto significativaall’aggiornamento del proprio parco mezzi con vetture di nuova generazione adimpatto ambientale più contenuto (Euro 3, Euro 4).Sulla base dei risultati ottenuti con il censimento, sono stati nuovamentecalcolati per il 2008 gli impatti in termini di emissioni prodotti dalla fase diraccolta delle batterie esauste presso i produttori del rifiuto. Per il calcolo si èproceduto mediante la stima dei km percorsi per effettuare un numero di presepari a quelle del 2008 (oltre 130.000), considerando un valore medio stimato dipercorrenza per singola presa pari a 20 km.La Tabella 11 riporta i risultati ottenuti con il nuovo calcolo:
INDICATORI DELLA RACCOLTA
BATTERIE
Fonte: COBAT
Fonte: COBAT
TABELLA 10: Raccolta COBAT e ripartizione tra raccoglitori incaricati e verificati
TABELLA 11: Emissioni indirette di gas serra prodotte dalla fase di raccolta delle batterieesauste presso i produttori/detentori del rifiuto (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2005 2006 2007 2008RACCOLTA (ton) (%) (ton) (%) (ton) (%) (ton) (%)
DA RACCOGLITORI INCARICATI 196.598 97.56 185.656 96,83 177.905 94,82 151.401 93,94)
DA RACCOGLITORI VERIFICATI 4.924 2,44 6.087 3,17 9.718 5,18 9.769 6,06
TOTALE 201.522 100 191.743 100 187.623 100 161.170 100
TIPOLOGIA DI GAS SERRA
N2O
CH4
COVNM
CO
CO2
NOX
2008
0,012
0,004
1,06
4,25
744,21
3,72
232
Le attività del “non piombo”
Per attività “non piombo” si intendono quelle attività di intermediazione che ilCOBAT effettua tramite i propri raccoglitori incaricati su richiesta di alcuni enti ograndi aziende per la raccolta e l’avvio a riciclo di accumulatori non al piomboed apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso contenenti accumulatori.
Gli utenti che richiedono lo smaltimento delle batterie al nichel-cadmio sononotevolmente diversificati: dagli stessi raccoglitori incaricati COBAT ad enti qualiRFI, Trenitalia, TIM, Telecom, Vodafone.
Le procedure adottate negli anni passati hanno permesso oggi di ottimizzarel’economicità del servizio, di monitorare i flussi di batterie e di evitare losmaltimento oneroso da parte del COBAT delle eventuali batterie conferite dairaccoglitori incaricati presso gli impianti di riciclo.
Nel corso dell’esercizio 2008 sono state raccolte 43 tonnellate di batterie nonpiombo.
ALTRE ATTIVITÀ DI RILEVANZAAMBIENTALE
BATTERIE
Fonte: COBAT
GRAFICO 4: Andamento raccolta accumulatori al nichel-cadmio (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
233
Non tutti i raccoglitori incaricati COBAT effettuano con mezzi propri il serviziodi trasporto delle batterie esauste agli impianti di riciclo.
Il trasporto delle batterie agli impianti di riciclo è effettuato con automezzi diportata maggiore rispetto a quelli utilizzati per la microraccolta; la categoriapiù impiegata è quella appartenente alla classe 16-32 tonnellate.
Il servizio è inoltre caratterizzato da una minore frequenza e da un percorsomedio coperto più lungo.
Analogamente alla Tabella 11 per la raccolta, la Tabella 12, sempre sulla basedel nuovo censimento dei mezzi di trasporto della rete, riporta le emissioni inatmosfera associate al trasporto delle batterie al piombo esauste daglistoccaggi agli impianti di riciclo.
Complessivamente, per il trasporto delle batterie esauste agli impianti diriciclo consorziati, sono stati percorsi quasi 2.500.000 km.
IL TRASPORTO
BATTERIE
Fonte: COBAT
TABELLA 12: Emissioni indirette di gas serra prodotte dalla fase di trasporto delle batterieesauste dagli stoccaggi agli impianti di riciclo (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
TIPOLOGIA DI GAS SERRA
N2O
CH4
COVNM
CO
CO2
NOX
2008
0,017
0,008
1,33
5,64
807,39
5,41
234
Per assicurare che il piombo contenuto nelle batterie esauste sia correttamenterecuperato, il COBAT si avvale di 7 impianti consorziati (Figura 1).
Nel 2008, le batterie avviate a riciclo in tali impianti dal sistema COBAT sonostate 161.170 tonnellate ma la totalità delle batterie conferite copre soloparzialmente la capacità di trattamento degli impianti.
Uno schema della lavorazione della batteria per la successiva produzione dipiombo può essere sintetizzato in Figura 2.
4 I dati di questo paragrafo sono trasmessi a cura di AIRPB (Associazione Imprese Riciclo Piombo da Batterie)
IL RICICLO4
BATTERIE
Fonte: COBAT
FIGURA 1: Ripartizione geografica impianti di riciclo consortili
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Piomboleghe Brugherio (MI)
Piombifera BrescianaMaclodio (BS)
Ecolead Torrecuso (BN)
E.S.I Pace del Mela (ME)
ME.CA. Lamezia Terme (CZ)
ECO-BATMarcianise (CE)
ECO-BATPaderno Dugnano (MI)
235
Il processo piro-metallurgico
Il sistema industriale degli impianti consortili nazionali utilizza un processo piro-metallurgico molto diffuso a livello mondiale nel settore specifico delriciclaggio dei rottami di batterie.Tale processo è stato selezionato tra i più efficienti, per quanto riguarda gliimpatti ambientali, dall’European IPPC Bureau (Integrated Pollution PreventionControl) che lo elenca tra le Best Available Techniques per il settore dellametallurgia non ferrosa.Sommariamente, il processo si basa sulla riduzione ad alta temperatura deicomposti del piombo, ossidi e solfati, ad opera di riducenti classici quali ilcarbone o il coke.Le attività possono essere schematizzate in tre macrofasi, di seguito descrittein dettaglio:1. macinazione con selezione, separazione e stoccaggio dei diversi
componenti della batteria;2. riduzione-fusione, con produzione del cosiddetto “piombo d’opera”;3. raffinazione e lingottatura.
BATTERIE
FIGURA 2: Diagramma di flusso delle principali operazioni di un impianto di riciclo di batterie al piombo
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Acido Solforico
Plastiche
Griglie e Pastello
FRANTUMAZIONE
Batterie EsausteNEUTRALIZZAZIONECONCENTRAZIONE
SEPARAZIONEVALORIZZAZIONE
FUSIONE / RIDUZIONE
Piombo e sue LegheFonte: COBAT
236
Selezione, macinazione e separazione dei componenti
Le batterie esauste, giunte agli stabilimenti di riciclaggio, vengono scaricatedagli automezzi di trasporto su un’area adibita ad una prima selezione econtrollo del carico. Tale fase è volta a verificarne la rispondenza ai requisitiambientali e di sicurezza ed a rimuoverne eventuali materiali non conformi.Le batterie vengono quindi movimentate per facilitare gli sversamentidell’acido ancora contenuto. Questo avviene in zone con un’adeguatapendenza o, in alternativa, in vere e proprie vasche, isolate con cementoantiacido e dotate di canalette di raccolta. Mediante tramoggia sono quindiavviate ai mulini di frantumazione dove, previa deferrizzazione, sonomacinate, permettendo così la successiva separazione dei vari componentidella batteria esausta.
BATTERIE
FIGURA 3: Il processo di lavorazione delle batterie
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Scorie
Polipropilene
Mix plasticheAcido solforico
Griglie e altre particontenenti piombo
Eventuale trattamento
Fusione
Trattamento Recupero di materia o energia
Smaltimento
Vasca di accumulo
Frantumazione Lavaggi
Granulazione
Vendita
Piombo raffinatoal 99,97%
Piombo antimonialeLeghe di piombo
Raffinazione
Recupero di materiao invio a discarica
COBAT rete di raccolta e riciclaggio
Fonte: COBAT
237
È da ricordare che le batterie esauste vengono consegnate dal sistema diraccolta gestito dal COBAT agli impianti consortili nazionali con il lorocontenuto di acido. Il Consorzio infatti incentiva i raccoglitori ad evitare che intutte le operazioni precedenti la consegna delle batterie esauste l’acido vengadisperso. Questo qualifica ulteriormente l’attenzione per l’ambiente delsistema italiano che, nello specifico, comporta un aggravio dei costi per iltrattamento dell’acido per i riciclatori nazionali.Sul mercato europeo infatti le batterie sono valorizzate sul loro peso seccoscoraggiando di fatto il raccoglitore dall’evitare che l’acido venga dispersoprima della consegna.Al termine dalla fase descritta, si ottengono: pastello, griglie e poli,polipropilene e mix plastico.Il pastello, in forma di fango, viene recuperato mediante vagliatura esuccessiva filtropressatura. L’abituale contenuto in piombo di circa il 70% susecco, viene normalmente recuperato con trattamento di ossiriduzione in fornifusori rotativi. Le griglie e i poli vengono caricati nei forni di fusione.Il polipropilene, in uscita dal separatore, viene prelevato per mezzo di cocleeed inviato alla macinazione per la riduzione in pezzatura fine. Del mix plastico, una parte, lavata, pulita e depurata da materiali residui, vienevenduta come prodotto ai costruttori di materiali plastici mentre la restante,costituita in massima parte da polietilene, è inviata a recupero o a discarica.L’acido solforico, in funzione del mercato, può essere concentrato e vendutooppure è convogliato in una vasca di raccolta ed inviato al trattamento dineutralizzazione per essere successivamente smaltito. Le varie fasi del ciclo descritto possiedono un certo grado d’automazione,secondo il quale ogni macchina può essere comandata in modo locale (permezzo di pulsantiera) o remoto (tramite comando a video gestito da unoperatore situato in cabina di comando). La presenza dell’operatore è, ad ogni modo, necessaria poiché la variabilitàdelle caratteristiche dei materiali trattati implica degli interventi sui parametristandard del ciclo.
Fusione e riduzione dei componenti metalliferi
Il pastello, le parti metalliche in piombo, insieme ad altri rifiuti piombosi ancheprovenienti da cicli interni di lavorazione, sono dosati e miscelati con icomposti riducenti quali: carbone, ferro e carbonato sodico.La carica premiscelata viene trasportata in opportuni contenitori atti ad essereintrodotti dentro il forno rotativo. Le varie fasi sono condotte in modo tale da evitareal massimo il rilascio di gas e fumi all’interno dello stabilimento, consentendo ilraggiungimento dei severi limiti imposti dalle normative di qualità dell’aria.Dal forno di fusione e riduzione vengono estratti in sequenza il piombo e lascoria; l’estrazione avviene da un opportuno foro di colata posto sullamezzeria del forno.I processi che avvengono in questa fase possono essere sintetizzati in:• riduzione degli ossidi e solfati di piombo tramite carbone;• liberazione del piombo, presente in forma di solfato, mediante l’utilizzo di
carbonato sodico e ferro.
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
238
Le temperature di esercizio per questa fase sono superiori ai 1.100° C infunzione delle particolari condizioni d’esercizio.
Raffinazione e lingottatura
Il piombo, spillato dal forno alla temperatura di circa 900° C, come “piombod’opera”, deve essere raffinato per raggiungere il grado di purezza voluto oaltrimenti alligato secondo le specifiche richieste dei vari committenti.A tal fine, il processo si svolge secondo le seguenti fasi:• rimozione degli ossidi superficiali;• decuprazione per la totale o controllata eliminazione del rame;• destagnazione, per la rimozione totale o parziale dello stagno;• disantimonizzazione per la rimozione totale o parziale dell’antimonio;• alligazione per l’aggiunta controllata di elementi metallici necessari per
ottenere la lega prescelta.
Dopo aver superato il controllo della composizione chimica, la lega vienecolata negli stampi dei pani di piombo sia meccanicamente, attraverso unalingottatrice, sia manualmente. Anche la fase di raffinazione è dotata di cappedi aspirazione dei fumi generati durante le operazioni di raffinazione, chevengono depurati prima di essere immessi in atmosfera.Lo schema di flusso riportato in Figura 3 illustra le principali fasi checompongono il processo di trasformazione delle batterie esauste per laproduzione di piombo secondario.
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Il COBAT definisce annualmente il quantitativo di batterie esauste al piombo chepuò essere effettivamente conferito a ciascun impianto sulla base dei seguenticriteri:• percentuale di conferimento sul totale delle batterie raccolte da COBAT,
indicata nel contratto;• quantità massima autorizzata di batterie esauste al piombo per ogni impianto.
Per rispettare tale quantitativo annuale, il COBAT giornalmente riceve i dati sullequantità di batterie esauste consegnate agli impianti e, nel caso, provvede amodificare le destinazioni dei raccoglitori incaricati perseguendo l’obiettivo dellaminimizzazione dei costi di trasporto.All’arrivo del carico, l’impianto di riciclo controlla:• che i raccoglitori siano autorizzati (verificati o incaricati) dal COBAT;• che i documenti in entrata (formulario e documento di trasporto) siano
regolarmente compilati;• che gli automezzi di trasporto siano quelli contemplati nell’elenco inviato loro
dal COBAT.
Nel caso sia tutto in regola, il camion viene autorizzato (dopo la pesa) a scaricarele batterie. Viene aperto un bollettino di collaudo che riporta, oltre ai dati del
239
raccoglitore, il trasportatore (se diverso), la data, ed i documenti amministrativinecessari, la consistenza del carico ed eventuali elementi penalizzabili comedisciplinato dalle “Modalità di Conferimento COBAT”.
Il bollettino viene compilato su un apposito spazio internet, viene convalidato,stampato e dato in copia al raccoglitore. I dati contenuti sono immediatamentevisibili al COBAT.
Tali dati sono utilizzati dal COBAT per la fatturazione attiva verso i riciclatori e peril controllo della fatturazione passiva verso i raccoglitori.
La non prevedibilità del gettito di batterie rende la ripartizione presso i singoliimpianti una operazione complessa che deve tener conto anche delle esigenzedei raccoglitori e dei trasporti. Il mancato rispetto delle previsioni di raccoltagenera un intervento del COBAT che dirotta i flussi di batterie al fine di assicurareuna quanto più equa ripartizione tra gli stabilimenti consorziati, minimizzando ilcosto totale di trasporto. È da annotare che il COBAT aggiorna periodicamentele capacità di tutti gli impianti consortili al fine di certificare che il sistema diriciclaggio sia efficiente su tutto il territorio nazionale. Questo è giustificato siadalla messa a regime di nuovi impianti, sia dalla verifica delle continue migliorietecniche apportate nel periodo dai singoli operatori.
La Tabella 13 riporta l’indicazione delle capacità complessive dell’intero sistema. Le quantità di batterie esauste raccolte nel corso di ogni esercizio sono ripartitedal COBAT secondo un piano che garantisce l’operatività di tutti gli impiantirispettandone le singole capacità di trattamento.
Nel corso degli ultimi anni il COBAT ha ripartito le batterie raccolte secondo laTabella 14.
BATTERIE
TABELLA 13: Principali informazioni relative agli impianti consorziati
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
PARAMETRO
Capacità di fusione massima
Capacità di frantumazione
Capacità impianti di trattamento aria
Capacità impianti di trattamento acque
Numero di dipendenti
Ubicazione
U.M.
t/anno
t/anno
Nm3/h
m3/anno
n.
CAPACITÀ PRODUTTIVA NOMINALE(TOTALE IMPIANTI)
676.700
1.059.400
1.556.000
1.652.600
257
CAPACITÀPRODUTTIVA MINIMA
41.800
64.000
110.000
17.600
21
CAPACITÀPRODUTTIVA MASSIMA
180.000
279.100
400.000
1.500.000
81
Fonte: COBAT
Zone industriali
240
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
TABELLA 14: Batterie consegnate dal COBAT agli impianti di riciclo (ton)
DESTINAZIONE
ECO-BAT, di cui
ECO-BAT Paderno
ECO-BAT Marcianise
Piomboleghe
Piombifera Bresciana
Me.Ca.
E.S.I.
Ecolead
Export
Totale
2005
114.857
56.738
58.118
28.659
26.039
15.541
16.426
0
0
201.522
2006
108.712
51.946
56.766
27.198
25.060
15.693
15.080
0
0
191.743
2007
101.955
49.585
52.370
26.225
19.619
14.776
16.446
8.600
0
187.621
2008
90.296
49.118
41.178
20.913
19.238
12.433
12.098
6.191
0
161.170
Fonte: COBAT
Per quanto concerne gli aspetti ambientali legati al riciclo, sono monitoratiannualmente i rifiuti in ingresso ed in uscita, i consumi energetici ed idrici,nonché le principali emissioni in atmosfera. Per ogni voce di input e di outputsono stati calcolati gli indici per unità di peso di batteria lavorata.
La Tabella 15 illustra il bilancio di materia relativo al complesso degli stabilimentiaderenti al COBAT negli ultimi anni. I dati vengono trasmessi a COBAT da partedell’AIRPB (Associazione Italiana Riciclatori di Piombo) che riceve i dati dai singoliimpianti e li trasmette in forma aggregata.
Al fine di una corretta lettura dei dati appresso riportati, si segnala che per il2008 non sono stati comunicati da AIRPB i dati dell’impianto ECOLEAD diTorrecuso (BN). Tuttavia, a fronte di una sua prolungata inattività nel corso del2008, il contributo di ECOLEAD al computo generale influisce marginalmente.
Dalla Tabella 15 si evince che nel 2008 sono stati prodotti piombo e leghe dipiombo per un totale di 119.332 tonnellate. Del piombo ottenuto, circa il 70%è stato impiegato per la produzione di nuove batterie, mentre il restante 30% è
INDICATORI DEL RICICLO
241
BATTERIE
TABELLA 15: Input ed Output impianti di riciclo (ton)
TABELLA 16: Consumi impianti di riciclo
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
stato destinato ad usi diversi in vari settori industriali. In aggiunta, oltre 41.944tonnellate di pastello sono state trasferite agli impianti di lavorazione primaria.
I principali consumi di energia, nei processi di produzione di piombo secondario,sono legati all’alimentazione dei forni di fusione e degli altri impianti, alriscaldamento degli ambienti di lavoro, oltre all’illuminazione dei locali ed alriscaldamento dell’acqua per usi sanitari.
Le due fonti energetiche principalmente utilizzate per il recupero del piombocontenuto nei vari materiali trattati (batterie esauste ed altri rifiuti piombosi),sono metano ed energia elettrica. Nel 2008 gli impianti consorziati hannoconsumato 725.991 GJ (Tabella 16), sensibilmente meno rispetto al 2007,verosimilmente per la riduzione delle batterie inviate a lavorazione dal COBAT.
Input
Output
Batterie
Altri input
Piombo e leghe
Pastello
Polipropilene
2005
201.000
49.600
128.600
39.000
8.800
2006
194.600
68.970
131.600
32.300
8.900
2007
187.623
70.000
128.811
31.430
8.500
2008*
166.360
64.401
119.332
41.944
7.430
* escluso impianto Ecolead
Fonte: COBAT
CONSUMI
Consumi energetici (GJ)
Consumi idrici (m3)
2005
727.559
225.700
2006
843.842
212.200
2007
826.520
226.252
2008*
725.991
194.966
* escluso impianto Ecolead
Fonte: COBAT
242
Le emissioni atmosferiche monitorate sono controllate ai camini degli impianti,dove le diverse componenti sono misurate tramite analizzatori a celleelettrochimiche. La Tabella 17 riporta lo storico, mentre la successiva Tabella 18presenta gli indici per unità di peso di batteria lavorata (g/kg).Rispetto allo scorso anno, AIRPB non ha comunicato i dati relativi alle emissionidi CO, CO2 e PST, che pertanto non figurano in Tabella per l’impossibilità dipoterli confrontare al dato 2008.
Dalla trasformazione delle batterie esauste, oltre al piombo, si ottengono iseguenti sottoprodotti:• acido solforico;• scorie di lavorazione;• componenti plastiche.
Alcuni di questi componenti possono essere riutilizzati, sia durante lo stessoprocesso di trasformazione delle batterie, sia in altri processi industriali.
Le parti non valorizzabili, costituite essenzialmente da scorie di lavorazione e daplastiche di scarso valore utilizzate per i separatori interni dell’accumulatore,devono essere invece adeguatamente smaltite in discariche autorizzate.
BATTERIE
TABELLA 18: Emissioni in atmosfera degli impianti di riciclo (indici per kg di batteriatrattata)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
EMISSIONI IN TONNELLATE/ANNO 2005 2006 2007 2008*
Emissioni NOx 105 93 112 111
Emissioni SO2 650 590 695 425
Emissioni Pb 2.8 2,5 2,5 1,14
Fonte: COBAT
TABELLA 17: Emissioni totali in atmosfera degli impianti di riciclo per anno
* escluso impianto Ecolead
EMISSIONI IN G/KG BATTERIA 2005 2006 2007 2008*
Emissioni NOx 0,5 0,5 0,6 0,7
Emissioni SO2 3,2 3,0 3,7 2,5
Emissioni Pb 0,01 0,01 0,01 0,01
Fonte: COBAT
* escluso impianto Ecolead
243
L’acido solforico recuperato dalle batterie viene raccolto in appositi serbatoi epuò subire diverse destinazioni:
• neutralizzazione e successivo conferimento a terzi autorizzati per smaltimento;• depurazione e concentrazione e successiva vendita.
Grazie alla costante attenzione, alle innovazioni tecnologiche ed all’adozione dimigliorie impiantistiche, gli stabilimenti consorziati si sono semprecontraddistinti per il rispetto di elevati standard di efficienza ambientale.
Le quantità di rifiuti avviati a discarica in un anno non trova una direttacorrelazione con le batterie lavorate nello stesso periodo di riferimento a causadegli stoccaggi, che determinano uno slittamento temporale del momento dellosmaltimento rispetto a quello dell’effettiva produzione del rifiuto.I materiali plastici che compongono un accumulatore sono costituitiessenzialmente da:
• polipropilene, un polimero utilizzato in numerose applicazioni industriali che,grazie alle sue caratteristiche di lavorabilità, può essere facilmente reimpiegatoin altri cicli di lavorazione e viene pertanto destinato alla vendita;
• un mix costituto da plastiche di scarso valore commerciale, utilizzate per iseparatori interni della batteria, che sono necessariamente inviate a discarica.
Il problema dello smaltimento delle plastiche dei separatori, che rappresenta unonere per gli impianti di riciclaggio, seppur lentamente, sta tuttavia trovandouna progressiva soluzione per effetto della loro sempre minore presenzaall’interno delle batterie di nuova generazione.
BATTERIE
TABELLA 19: Produzione di rifiuti degli Impianti di riciclo (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
RIFIUTI PRODOTTI 2005 2006 2007 2008*
Pericolosi (scorie) 31.500 37.900 32.805 36.461
Non Pericolosi (mix plastico) 6.200 6.749 11.257 6.043
Fonte: COBAT
* escluso impianto Ecolead
244
La problematica del corretto smaltimento delle batterie al piombo esauste è stataoggetto di produzione normativa da parte di numerosi Paesi sia in ambitoeuropeo sia a livello extra-europeo.
Il COBAT nel 2003 commissionò ad una società terza una ricerca volta a definirequali fossero nel panorama internazionale di riferimento le normative vigenti, imodelli adottati, le modalità di finanziamento utilizzate, i tassi di raccoltaraggiunti, affinché nel confronto con le realtà estere il Consorzio potessevalutare l’efficacia del proprio sistema nel raggiungimento degli obiettiviprefissati, ed individuare possibili diseconomie o inefficienze del sistema.
Esistono una varietà di esperienze ed una pluralità di strumenti adottati daidiversi Paesi per monitorare correttamente la filiera del recupero delle batterieesauste.
In particolare:
- 5 Paesi (Austria, Danimarca, Grecia, Norvegia, Svezia) hanno adottato unoschema consortile sul modello di quanto è avvenuto in Italia con l’istituzionedel COBAT;
- 2 Paesi (Germania, USA) hanno introdotto un sistema commerciale finanziatoda un deposito cauzionale sulle nuove batterie immesse al consumo;
- 9 Paesi (Belgio, Finlandia, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda,Portogallo, Spagna) hanno mantenuto un sistema commerciale puro,affidando la responsabilità della raccolta e del riciclaggio delle batterie esausteai soggetti economici responsabili della loro commercializzazione.
Verosimilmente, nei paesi della Comunità europea, i sistemi adottati sarannosottoposti a rettifiche più o meno sostanziali per l’adeguamento reso necessariodal recepimento della Direttiva europea 2006/66/CE.
CONFRONTO TRA SISTEMI
INTERNAZIONALI
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
245
BATTERIE
Fonte: COBAT
TABELLA 20: Confronto tra sistemi internazionali
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
PAESE
AUSTRIA
BELGIOBruxelles-Capitale
DANIMARCA
FINLANDIAFRANCIA
GERMANIA
GRAN BRETAGNA
GRECIA
IRLANDA
NORVEGIA
OLANDA
PORTOGALLO
SPAGNASVEZIA
GIAPPONEUSA
ITALIA
SISTEMAAPPLICATO
Consorzio
Consorzio
Consorzio
Libero mercatoLibero mercato
Libero mercatocon cauzione
sulle batterie diricambio peravviamento
Libero mercato
Consorzio
Libero mercato
Consorzio
Libero mercato
Libero mercato
Libero mercatoConsorzio
Libero mercatoLibero mercato
con sistemacauzionale
in alcuni StatiConsorzio
RACCOLTADICHIARATA
(ton)
18.000 (2002)
25.645 (2002)
17.500
15.000 175.693 (2002)
160.000 (solo avviamento,
anno 2000)
97.200 avviamento.22.800 industriali.
(2002)19.200
avviamento.1.800 industriali.
14.777 t(2001)15.880
30.000 circa(dato medio)
14.993 (2002)
Non dichiarata33.700
308.344 7.355.135su 5 anni(ricavato)
COBAT (2004):191.265
Altri: 11.636
%SU ESAUSTO
STIMATO
90
Non dichiarata
~100
~10093,2
96(solo avviamento)
90 avviamento42 industriali
60
Non dichiarata
98,9
98
<75
95-9795
9997,1
(1997-2001)
~100 (batterie
avviamento)
RACCOLTAPRO-CAPITE
(Kg/Abitante)
2,23
2,48
3,30
2,87 2,90
1,90(solo avviamento)
2,03
0,20
2,60 kg/ab
3,46 kg/ab
1,55 kg/ab
1,45 kg/ab
Non disponibile3,75
2,405,31
(dato medio)
COBAT: 3,29 Totale: 3,49
kg/ab
FINANZIAMENTO
Sovrapprezzo
Ecotassa applicataalle aziende +contributo delconsumatoreSovrapprezzo
Non esistenteNon esistente
Deposito cauzio-nale su batterie
di ricambio
Non esistente
Sovrapprezzo
Non esistente
Sovrapprezzo
Non esistente
Non esistente
Non esistenteSovrapprezzo
Non esistenteDeposito
cauzionale(10 Stati) Sistema
commercialeSovrapprezzo
AMMONTARE DELLA TASSA(€)
€ 1,45 per motocicli€ 2,03 per d’auto;€ 2,76 per camion
Ecotassa: € 0,5 + IVA per ognipila ed accumulatore
Contributo: € 0,12 + IVA
Avviamento: € 0,80 per pezzo <100 Ah; € 1,6 per pezzo >100Ah. Industriali: € 1,2 per kWh.
Non esistenteNon esistente
€ 7,5 per batterie di ricambio(solo avviamento)
Non esistenteTassa su discarica
Avviamento:€ 0,2 per Ah <30
€ 0,5 per 30<Ah< 90€ 1 per 90< Ah < 220Industriali monoblocco:
€/pezzo 0,2 per Ah <30;€/pezzo 0,5 per 30<Ah< 90;€/pezzo 1,0 per 90<Ah< 220Altre industriali: €/pezzo 0,5
Non esistente
€ 2,5 per batteria d’avviamento; € 0,125/kg per batteria industriale
Non esistente
Non esistente
Non esistente€ 3,22 per batteria d’avviamento;€ 0,18/kg per batteria industriale
Non esistenteNon esistente
Avviamento ed industrialimonoblocco: € 0,20 per Ah <20;€ 0,80 per 20<Ah< 95; € 1,60
per Ah > 95Industriali (elementi): € Cent. 0,30 per Ah
per elementi eq. di 2 V
246
ll COBAT è da anni impegnato nello studio degli aspetti ambientali cheriguardano da un lato gli impatti generati da uno smaltimento non correttodelle batterie al piombo esauste, e dall’altro le possibili soluzioni che letecnologie più avanzate mettono a disposizione per favorire un processo direcupero e di riciclaggio delle stesse sempre più efficiente.A tale scopo, nel corso del 2008, sono stati commissionati due importantistudi, che vengono appresso sinteticamente riportati.- Borsa di studio triennale con l’Università degli Studi di Napoli
“Parthenope”, destinata al corso di dottorato di ricerca in “Ambiente,Risorse e Sviluppo Sostenibile”, avente come oggetto l’analisi degli impattiambientali generati dalla dispersione di piombo proveniente da batteriemediante lo studio degli effetti prodotti su specifici organismi bersaglio. Irisultati ottenuti dagli studi intrapresi nel corso del 2008 hannoampiamente dimostrato gli effetti di tossicità prodotti da un accumulo dipiombo proveniente da una sorgente puntuale e localizzata, quale puòessere una batteria al piombo non correttamente smaltita. Gli aspetti piùinteressanti della ricerca condotta nel 2008 sono stati quelli di riuscire adimostrare come su organismi unicellulari una contaminazione da piombopossa produrre pesanti danni sia a livello di DNA che sull’attività dellemembrane cellulari, queste ultime anche per concentrazioni di piombo nonletali. In particolare l’ultimo aspetto si presenta molto interessante, e adesso verrà dedicato parte del progetto di ricerca previsto nel 2009 al fine dichiarire meglio gli aspetti di tossicità riferibili a periodi prolungati dicontaminazione da piombo in dosi non immediatamente letali,verosimilmente condizioni più vicine a casistiche reali. Il programma diricerca del 2009 intenderà inoltre indagare la possibilità dell’utilizzo di unbatterio estremofilo (Thermus thermophilus) per azioni di “bioremediation”di siti inquinati da piombo, e le cinetiche di rilascio di piombo da unabatteria esausta in ambiente acquatico in funzione del cambiamento dellediverse variabili ambientali, ricreando in laboratorio degli ambienti acquaticirappresentativi di diverse condizioni riscontrabili in natura.
- Audit svolto dalla società STC S.r.l. presso gli impianti di riciclo consorziati, alfine di individuare possibili sistemi di miglioramento in termini di efficienzaenergetica e di prestazioni ambientali. Dei sette impianti consorziati, quattrohanno risposto positivamente all’invito rivolto dal COBAT, ed i risultati ottenutipossono essere sintetizzati come segue.
ECO-BAT S.p.A. di Paderno Dugnano: è stata compiuta un’analisi,attraverso un piano di prove sperimentali, sui forni rotativi, finalizzataall’ottimizzazione dei tempi di fusione della carica e conseguentemente deiconsumi energetici di metano. Le analisi hanno dimostrato che con unagestione più razionale delle fasi di carica si riesce ad ottenere un risparmioenergetico di circa il 10% dei consumi, con un risparmio atteso per il 2009di circa 50.000 – 75.000 Nm3, corrispondenti a circa 100-150tonnellate/anno in meno di CO2 in atmosfera.
ECO-BAT S.p.A. di Marcianise: è stato preso in esame il sistema diaspirazione e trattamento fumi per una valutazione tecnico-economicavolta all’installazione di inverter asserviti ai motori elettrici dell’impianto. Gli
L’IMPEGNODEL COBAT
NELLA RICERCA
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
247
inverter sono stati installati durante il periodo di chiusura estiva, e dai primimesi di esercizio le prime rilevazioni hanno fatto risultare un risparmioenergetico di circa il 30%. Ciò corrisponde ad un risparmio energeticoannuale di circa 210.000 kWh, ed un periodo di ammortamentodell’investimento pari a 3 anni.
MECA S.p.A. di Lamezia Terme: è stato eseguito uno studio di fattibilitàper introdurre nel ciclo produttivo un impianto di desolforazione dellepolveri dei filtri, con il quale, a fronte di un investimento di circa 100.000euro, si ottiene una riduzione del contenuto di zolfo inviato al forno nellepolveri metallifere di circa il 95%. Ciò consentirebbe di recuperare unaquantità di piombo che attualmente viene perso nelle scorie pari a circa 150tonnellate/anno, che con un valore del metallo a 1.000 euro/tonnellatesignifica un recupero economico di circa 150.000 euro/anno, investimentopertanto ammortizzabile già nel primo anno di esercizio dell’impianto.
ECOLEAD S.p.A. di Torrecuso: sono state valutate alcune possibilità peruna valorizzazione dell’acido solforico proveniente dalla fase discassettamento delle batterie, che attualmente comporta unicamente deicosti per la sua neutralizzazione e successivo conferimento in discarica. Lasoluzione proposta è stata l’impiego di un impianto di filtrazione conspeciali membrane che consentano di ottenere una prodotto con specifichetali da poter essere commercialmente valorizzabile.Per il dimensionamento dell’impianto industriale di filtrazione e depurazionesi dovrà prevedere una fase preventiva di test su impianto-pilota, al fine diottimizzare il processo in termini di rapporto tra produttività e qualità dellasoluzione purificata. Tale fase non è stato possibile eseguirla nel 2008 acausa del fermo-impianto a cui è andato incontro lo stabilimento durantel’anno.
BATTERIEEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
248
L’esigenza di garantire un elevato standard professionale nello svolgimento delleoperazioni di raccolta, trasporto e riciclo delle batterie al piombo esauste harappresentato da sempre una delle principali preoccupazioni del COBAT.
L’attenzione alla sicurezza ed agli aspetti ambientali è uno dei prerequisitifondamentali per l’ammissione al Consorzio, incluso già nei primi bandi di garaper la realizzazione della rete di raccolta.
A seguito della revisione dei contratti in essere con i raccoglitori compiuta nelcorso del 2001, il COBAT ha introdotto un’importante modifica, che prevede ilriconoscimento di un incentivo per il miglioramento complessivo del servizio resosotto vari profili. Tra i vari interventi previsti, il nuovo accordo offre dei contributiper chi introduce nella propria azienda un sistema qualità e/o un sistema digestione ambientale.
Tale importante novità ha trovato una pronta risposta da parte dei raccoglitoriincaricati: tra il 2001 ed il 2008 il numero di raccoglitori in possesso di unacertificazione qualità secondo lo standard ISO 9001 è più che raddoppiatoraggiungendo le 59 unità. Sono ben 62 le certificazioni ambientali al 31dicembre 2008. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la quasi totalità deiraccoglitori ha introdotto un sistema di gestione conforme allo standard ISO 14000, mentre 8 operatori hanno ottenuto la registrazione EMAS (Grafico 5).
STRUMENTI DI INCENTIVAZIONE
E CONTROLLO
BATTERIE
GRAFICO 5 : Raccoglitori certificati qualità ed ambiente
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
10
20
30
40
50
60
70
2002 2003 2004 2005 20072006 2008
ISO 9001 ISO 14001 EMAS
Fonte: COBAT
249
Ad oggi, come mostrato nella Tabella 21, il 66% degli impianti ha unacertificazione ISO 9001 e ben l’83 % una certificazione ISO 14001.
Al fine di verificare il rispetto delle condizioni contrattuali, compresa laconformità alla normativa ambientale vigente, COBAT ha stabilito una proceduraed un piano per lo svolgimento periodico delle verifiche esterne sui consorziatida parte dei referenti territoriali del COBAT (Coordinatori).
BATTERIE
TABELLA 21: Riciclatori certificati qualità ed ambiente (dati aggiornati al 2007)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
IMPIANTO ISO 9001 ISO 14001
ECOBAT – Paderno Dugnano (MI) 1993 1998
ECOBAT – Marcianise (CE) 1994 1999
Piomboleghe – Brugherio (MI) 2000 2002
Meca – Lamezia Terme (CZ) 2000 2005
Esi – Pace del Mela (ME) 2001
Fonte: COBAT
VEICOLI FUORI USO
251
Il Rapporto che presentiamo in occasione della annuale Fiera di Rimini, è uncontributo che ASSODEM vuole offrire alla valutazione delle capacità di riciclodel settore della demolizione dei veicoli a fine vita.
Attraverso un censimento fra le imprese di autodemolizione, disposte su tutto ilterritorio nazionale, sono state raccolte circa 200 dichiarazioni MUD riferite aglianni 2007 e 2008. Questi impianti costituiscono approssimativamente 1/8 deicirca 1.600 centri di raccolta che complessivamente operano in Italia, tuttavia illoro peso specifico, come si evince dai dati esposti, è molto più significativo.
I dati raccolti sono stati confrontati con quelli pubblicati dal PRA e relativi alleradiazioni per demolizione avvenute nell’anno di riferimento, per stimarne laconsistenza statistica, rispetto al volume nazionale. Sono state eseguite anchedelle analisi suddivise per macroregioni.
In seguito, i dati sono stati utilizzati per verificare la performance operativa degliimpianti, relativamente ai rifiuti prodotti dall’attività di demolizione veicoli, conanalisi delle singole operazioni svolte (messa in sicurezza, promozione delriciclaggio, reimpiego e avvio a recupero).
La quantità di materiale avviato a recupero è stata stimata e calcolata utilizzandola somma del peso dei veicoli avviati a demolizione, sottratti i pesi di materialiseparati durante la messa in sicurezza e promozione del riciclaggio, nonché dellecomponenti avviate a reimpiego. Il risultato di tale calcolo costituisce la sommadei materiali avviati a successiva operazione di recupero (frantumazione) epertanto è comprensivo del peso del cosiddetto “fluff”, che viene poi separatodirettamente dal frantumatore. Non si è proceduto alla valutazione dellapercentuale del fluff separato a seguito della frantumazione, in quanto dato dicompetenza delle imprese che svolgono tale attività specifica.
Complessivamente i dati relativi agli anni 2006 e 2007 si avvicinano ai risultatidel TRIAL che la filiera del fine-vita delle auto ha effettuato nel 2008. Proprio i dati relativi all'anno 2008, benchè relativi ad un numero inferiore diimprese sono molto incoraggianti: si nota infatti un netto miglioramentorelativamente ai materiali avviati a riciclo e reimpiegati (e di conseguenza unadiminuzione dei materiali recuperati) a conferma dei risultati del TRIAL.
Gli obiettivi della direttiva europea non risultano ancora centrati, ma questa èuna situazione che è comune anche agli altri grandi Paesi europei; in Italia lasofferenza maggiore è data dall'assenza di mercati di sbocco per il vetro e laplastica, dal ritardo nell’emanazione del decreto per il recupero dei pneumaticiprevisto dall’art. 228 del D.Lgs. 152/2006 e dall’assenza di impianti per ilrecupero del “fluff” (o frazioni di questo) come combustibile.
ANSELMO CALÒ
Presidente ASSODEM
INTRODUZIONE
VEICOLI FUORI USOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
252
Il presente studio si basa sui dati raccolti da ECOEURO attraverso l’analisi deiMUD presentati dalle imprese di autodemolizione negli anni 2007 e 2008.
Per l’indagine sono stati presi in considerazione 200 impianti per l’annooperativo 2006 e 209 impianti per i dati relativi all’anno 2007.
Tali dati sono stati messi a confronto con i dati pubblicati dall’ACI, e relativi alleradiazioni per demolizione avvenute, per stimarne la consistenza statisticarispetto al volume nazionale.
Dall’analisi dei dati, emerge che il campione statistico selezionato, sebbenerappresenti solo 1/8 (pari circa al 12,5%) del numero complessivo di impianti diautodemolizione presenti sul territorio nazionale, in realtà si riferisce al 29%(circa 416.000 su circa 1441.000 veicoli demoliti) per l’anno 2006, ed al 35%(circa 607.000 su circa 1.700.000 veicoli demoliti) per l’anno 2007.
Questa valutazione consente di considerare attendibile il campione selezionato,relativamente al suo utilizzo come rappresentazione statistica delle performanceoperative nazionali.
Si evidenzia che il PRA pubblica solo dati relativi al numero di radiazioni perdemolizione registrate nell’anno, tale dato è stato moltiplicato per il peso mediodi 950 chilogrammi per ogni veicolo, al fine di ottenere il dato ponderalecomplessivo.
Nella Tabella 1 sono riportati i dati di gestione dei veicoli fuori uso espressiunicamente in forma percentuale e relativamente a numero e peso dei veicolidemoliti nelle macroregioni e sul territorio nazionale in entrambi gli anni diinteresse, per un confronto più semplice.
PREMESSAMETODOLOGICA
VEICOLI FUORI USO
TABELLA 1: Veicoli intercettati 2006-2007
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
% N % PESO % N % PESO % N % PESO % N % PESO
Nord 43,13 41,83 100 100 31,54 31,54 100 100
Centro 35,88 34,37 100 100 35,14 35,14 100 100
Sud e Isole 28,08 27,32 100 100 19,74 19,74 100 100
TOTALE 35,75 34,50 100 100 28,81 28,81 100 100
2007 PRA 2007 2006 PRA 2006
Fonte: Elaborazioni ECOEURO su dati PRA
253
Il Grafico 1 confronta le percentuali di veicoli intercettati dall’indagine nei dueanni di riferimento (2006 e 2007), evidenziando come, a parità di veicoliintercettati, esse siano maggiori nell’anno 2007, rispetto al 2006.
Questa differenza è dovuta al mercato delle demolizioni, incoraggiato nel 2007da iniziative statali di ecoincentivo alla rottamazione per favorire il rinnovo delparco auto circolante nel Paese.
VEICOLI FUORI USO
Fonte: Elaborazioni ECOEURO su dati PRA
GRAFICO 1: Veicoli intercettati 2006-2007 (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
10
20
30
40
50
Nord
Dati MUD 2007
35,8843,13
28,08
19,74
35,75
28,8135,143
31,54
Centro Sud e Isole Totale
Dati MUD 2006
254
In relazione alla messa in sicurezza dei veicoli vengono analizzati i dati relativi alpeso dei materiali asportati dai veicoli durante le operazioni di messa in sicurezzache consistono nel prelievo di tutte le sostanze ed i componenti pericolosipresenti, per il loro successivo avvio ad operazioni di trattamento.I dati sono stati suddivisi in due gruppi: prelievo di fluidi (olio motore, olio delcircuito idraulico, liquidi refrigeranti, carburante, etc.) e batterie. I datipercentuali esposti sono calcolati relativamente al peso complessivo dei veicolitrattati nell’anno di riferimento.
Complessivamente, il peso dei fluidi ottenuti dalla messa in sicurezza dei veicoliè rimasto stabile negli anni di riferimento. Si osserva la forte diminuzioneavvenuta al Nord Italia, contro il generale aumento del Centro ed un sensibileincremento registrato invece al Sud e nelle Isole.Per quanto riguarda la produzione di batterie, nel 2007 è diminuita al Nord,mentre è notevolmente aumentata al Sud e al Centro, segnando un significativoincremento sul totale nazionale.
MESSA IN SICUREZZA
VEICOLI FUORI USOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE
KG % KG % KG %
Nord 2.738.962,44 1,24 3.012.686,92 1,32 5.751.649,36 2,56
Centro 748.905,50 0,39 1.878.979,72 1,20 2.627.885,22 1,59
Sud e Isole 400.216,00 1,49 1.087.493,71 8,00 1.487.709,71 9,49
TOTALE 3.888.083,94 1,04 5.979.160,35 3,50 9.867.244,29 4,54
MESSA IN SICUREZZA
Fonte: ECOEURO
TABELLA 3: Messa in sicurezza 2007
TABELLA 2: Messa in sicurezza 2006
LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE
KG % KG % KG %
Nord 1.594.399,24 0,69 2.639.284,53 1,06 4.233.683,77 1,75
Centro 1.188.544,59 0,77 4.045.412,92 2,34 5.233.957,51 3,11
Sud e Isole 776.916,06 1,01 1.832.296,64 4,38 2.609.212,70 5,39
TOTALE 3.559.859,89 0,80 8.516.994,09 2,43 12.076.853,98 3,23
MESSA IN SICUREZZA
Fonte: ECOEURO
255
VEICOLI FUORI USO
Fonte: ECOEURO
GRAFICO 2: Produzione complessiva di rifiuti da bonifica 2006-2007 (kg)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
15.000.000
10.000.000
2007
2006
2006
2007
5.000.000
0Nord
Nord4.233.683,77
5.751.649,36
5.233.957,51
2.627.885,22
2.609.212,70
1.487.709,71
12.076.853,98
9.867.244,29
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
TotaleNazionale
Totale Nazionale
2007
2006
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
Nord
Nord0,69%
1,24%
0,77%
0,39%
1,01%
1,49%
0,80%
1,04%
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
I dati complessivi di rifiuti prodotti dalla messa in sicurezza dei veicoliconfermano le riflessioni fatte a livello parziale: a livello nazionale sonoaumentati i rifiuti prodotti, con un forte incremento al Centro e al Sud, bilanciatodalla diminuzione riscontrata al Nord.
GRAFICO 3: Produzione di liquidi da bonifica 2006-2007 (%)
Fonte: ECOEURO
256
VEICOLI FUORI USO
Fonte: ECOEURO
Fonte: ECOEURO
GRAFICO 4: Produzione di batterie da bonifica 2006-2007 (%)
GRAFICO 5: Produzione di materiali da bonifica 2006-2007 (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2007
2006
0
1
2
3
4
5
6
7
8
Nord
Nord1,06%
1,32%
2,34%
1,20%
4,38%
8,00%
2,43%
3,50%
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
2007
2006
2006
2007
0
2
4
6
8
10
Nord
Nord1,75%
2,56%
3,11%
1,59%
5,39%
9,49%
3,23%
4,54%
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
257
Considerando la percentuale del peso dei rifiuti prodotti dalla messa in sicurezzadei veicoli, rispetto al peso complessivo dei veicoli avviati a demolizione, i datievidenziano risultati notevoli:
• al Nord è stata prodotta una percentuale minore di rifiuti da messa in sicurezza(performance meno efficiente) nell’anno 2007;
• al Centro, la produzione è stata invece maggiore (performance più efficiente);• al Sud il decremento di produzione è stato sorprendentemente elevato, con un
dimezzamento dell’incidenza percentuale dei materiali ottenuti da messa insicurezza, rispetto al complessivo del peso dei veicoli demoliti;
• sul totale nazionale, si registra un decremento molto sensibile.
Le Regioni del Nord Italia evidenziano quindi la performance peggiore, perquanto riguarda l’efficienza delle operazioni di messa in sicurezza dei veicoli.
Nel presente paragrafo sono riportati i dati relativi ai materiali separati durantele operazioni di promozione del riciclaggio, che consistono nella separazione dicomponenti in plastica e vetro e degli pneumatici suscettibili di rigenerazione eriutilizzo in un diverso ciclo produttivo. Queste componenti vengono separatedal veicolo in demolizione ed affidate ad impianti di trattamento terzi, cheprovvederanno al loro riciclaggio.
I dati sono suddivisi in quattro gruppi, rispettivamente relativi a: prelievo digomme, separazione di componenti plastiche, separazione di componenti invetro e totale dei materiali riciclabili. I dati percentuali esposti sono calcolatirelativamente al peso complessivo dei veicoli trattati nell’anno di riferimento.
PROMOZIONE DEL RICICLAGGIO
VEICOLI FUORI USO
TABELLA 4: Riciclaggio dei materiali 2006
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
PNEUMATICI PLASTICA VETRO TOTALE
KG % KG % KG % KG %
Nord 535.574,62 0,61 315.393,46 0,14 457.635,57 0,20 1.308.603,65 0,95
Centro 559.548,65 0,20 231.694,93 0,18 214.120,20 0,12 1.005.363,78 0,50
Sud e Isole 251.366,90 2,06 203.530,30 0,32 129.011,90 0,27 583.909,10 2,65
TOTALE 1.346.490,17 0,95 750.618,69 0,21 800.767,67 0,20 2.897.876,53 1,36
RICICLAGGIO
Fonte: ECOEURO
258
A parte i dati di carattere quantitativo, che sono comunque da considerarerelativamente al numero di veicoli trattati, i dati percentuali evidenziano un trendincoraggiante. Nell’anno 2007, per le tre categorie di materiali considerati(pneumatici, plastiche e vetri), il prelievo è stato percentualmente maggiore,rispetto a quanto avvenuto nel 2006, segnale di un aumento dell’attenzionenella separazione dei materiali in questa fase del ciclo operativo.La performance migliore si registra nel Centro Italia, con un incrementocomplessivo di quasi la metà (0,5% nel 2006 contro 1,1% nel 2007); nel SudItalia si ha un incremento minore (pari a circa 0,4 %); nel Nord invece laperformance è stata stabile nei due anni di riferimento.Complessivamente, sul territorio nazionale l’incremento registrato è circa 0,4%.
VEICOLI FUORI USO
TABELLA 5: Riciclaggio dei materiali 2007
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2007
2006
2006
2007
0
2.000.000
4.000.000
6.000.000
8.000.000
Nord
Nord2.588.881,25
1.308.603,65
2.051.425,93
1.005.363,78
2.385.576,46
583.909,10
7.025.883,67
2.897.876,53
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
GRAFICO 6: Produzione complessiva materiali derivanti da riciclaggio (kg)
PNEUMATICI PLASTICA VETRO TOTALE
KG % KG % KG % KG %
Nord 1.224.410,92 0,51 710.645,12 0,28 653.825,21 0,25 2.588.881,25 1,04
Centro 1.160.983,77 0,57 481.652,42 0,31 408.789,74 0,25 2.051.425,93 1,13
Sud e Isole 1.133.772,30 1,99 743.330,89 0,55 508.473,30 0,53 2.385.576,49 3,07
TOTALE 3.519.166,99 1,02 1.935.628,43 0,38 1.571.088,25 0,34 7.025.883,67 1,74
RICICLAGGIO
Fonte: ECOEURO
Fonte: ECOEURO
L’attività di reimpiego, esposta in questo paragrafo, consiste nel prelievo,durante le operazioni di trattamento del veicolo, delle parti e componenti chesono suscettibili di reimpiego come ricambi auto usati. Questa quota di materialeesce dalla filiera gestionale dei rifiuti e costituisce una quota dell’obiettivo direcupero dei materiali imposto dalla direttiva europea.In particolare si tratta di parti di autoveicoli che, essendo in buono stato diconservazione e avendo un certo valore di scambio (pur se usati e potendoessere venduti come pezzi di ricambio, ad esempio parti di carrozzeria oaccessori di varia natura), vengono selezionati prima di avviare il veicolo alleattività di demolizione. In seguito, essi vengono conservati separatamente dalmateriale considerato rifiuto e rimessi sul mercato. L’attività è svoltaordinariamente all’interno del ciclo operativo degli impianti di autodemolizione,in quanto costituisce parte integrante della gestione economica dell’impresa evengono vendute al dettaglio a privati a ad imprese di autoriparazione.I dati percentuali esposti sono calcolati relativamente al peso complessivo deiveicoli trattati nell’anno di riferimento. Ogni rappresentazione grafica èaccompagnata da una tabella dei dati esposti.
REIMPIEGO
VEICOLI FUORI USO
Fonte: ECOEURO
TABELLA 6: Confronto percentuali di reimpiego 2006-2007
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
60.000.000
40.000.000
20.000.000
2007
2006
2006
2007
0Nord
Nord24.680.959,58
13.696.390,62
25.955.336,93
17.873.221,44
7.212.318,84
5.018.299,90
57.848.615,62
36.587.911,96
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
Totale
Totale
2006 2007
KG % KG %
Nord 13.696.390,62 7,71 24.680.959,85 8,83
Centro 17.873.221,44 12,79 25.955.336,93 13,85
Sud e Isole 5.018.299,90 6,54 7.212.318,84 5,48
TOTALE 36.587.911,96 9,01 57.848.615,62 9,39
REIMPIEGO
Fonte: ECOEURO 259
GRAFICO 7: Componenti avviati a reimpiego - Confronto 2006-2007 (kg)
260
VEICOLI FUORI USO
GRAFICO 8: Materiali avviati a reimpiego - Confronto 2006-2007 (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2007
2006
0
2
4
6
8
10
12
14
Nord
Nord8,83%
7,71%
13,85%
12,79%
5,48%
6,54%
9,39%
9,01%
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
Fonte: ECOEURO
261
A seguito delle operazioni di trattamento esposte nei paragrafi precedenti, lequote di materiale residuo vengono avviate a frantumazione.A questo punto del ciclo operativo, il veicolo privato delle componenti pericolosee dei fluidi (messa in sicurezza), una volta separate le parti in plastica, gomma evetro (promozione del riciclaggio) e selezionate le componenti adatte alreimpiego, risulta ridotto ad una carcassa composta da materiali metallici ferrosie non ferrosi, che tuttavia può ancora contenere alcune parti di materiale nonmetallico (ad es. guarnizioni, materiale elettrico, sedili, tappetini, ecc.).Le carcasse vengono quindi avviate a frantumazione, presso impianti cheprovvedono all’adeguamento volumetrico tramite operazioni di triturazione evagliatura per la separazione delle componenti metalliche da quelle nonmetalliche (tramite vagli magnetici). I materiali che escono dagli impianti difrantumazione, possono essere in parte riciclati (metalli ferrosi e metalli nonferrosi) ed utilizzati - a seguito di ulteriori trattamenti - come materia primaseconda, ed in parte (la frazione cosiddetta fluff) destinati a smaltimento indiscarica (per il fluff stanno nascendo impianti per il recupero energetico).Nella presente trattazione, si è considerata come quota ponderale del veicoloavviata a recupero la differenza tra il peso dei veicoli sottoposti a trattamento, ei pesi dei materiali separati durante le attività di messa in sicurezza, promozionedel riciclaggio e reimpiego, secondo la seguente formula:
Il peso del materiale avviato a recupero è comprensivo della quota di fluffpresente sulle carcasse inviate al frantumatore.Questa scelta è giustificata dal fatto che l’impianto di frantumazione chegestisce le carcasse derivanti dalla demolizione può fornire dati più attendibili e/ouna stima più verosimile della percentuale di fluff ottenuto, rispetto al pesocomplessivo delle carcasse trattate.In Tabella 7 sono riportati i dati numerici relativi alla produzione di materialirecuperabili.
RECUPERO
VEICOLI FUORI USO
Fonte: ECOEURO
TABELLA 7: Confronto percentuali di recupero 2006-2007
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2006 2007
KG % KG %
Nord 129.586.212,37 88,78 207.689.064,57 88,38
Centro 135.982.420,53 85,12 139.034.273,81 81,91
Sud e Isole 80.546.123,64 81,32 133.818.656,39 86,06
TOTALE 346.114.756,45 85,05 480.541.994,77 85,64
RECUPERO
RECUPERO = ∑ veicoli trattati - (∑ messa in sicurezza + ∑ riciclaggio + ∑ reimpiego)
262
VEICOLI FUORI USO
Fonte: ECOEURO
Fonte: ECOEURO
GRAFICO 9: Produzione materiali avviati a recupero (comprensivo di fluff) (kg)
GRAFICO 10: Recupero - Confronto 2006-2007 (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2007
2006
2006
2007
0
100.000.000
200.000.000
300.000.000
400.000.000
500.000.000
Nord
Nord207.686.064,57
129.586.212,37
139.034.273,81
135.982.420,53
133.818.656,39
80.546.123,64
480.541.994,77
318.516.436,05
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
Totale
Totale
2007
2006
76
78
80
82
84
86
88
90
Nord
Nord88,38%
88,78%
81,91%
85,12%
86,06%
81,32%
85,64%
85,05%
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
263
Le percentuali di materiali complessivamente avviate a recupero sul territorionazionale non hanno subito modificazioni sensibili (meno dell’1%), ma i datiparziali valutati sulle macroregioni geografiche portano a conclusionicontraddittorie:
al Nord la performance è stata stabile, nei due anni di studio;al Centro Italia si evidenzia un decremento del 4%;al Sud si definisce invece un notevole aumento (oltre il 4%);sul totale nazionale si evidenzia una incremento vicino all’1%.
I dati che seguono mostrano la percentuale dei materiali prodotti dallalavorazione dei veicoli fuori uso nelle varie aree geografiche e sull’interoterritorio nazionale.
MATERIALI PRODOTTI
VEICOLI FUORI USO
Fonte: ECOEURO
Fonte: ECOEURO
TABELLA 8: Materiali prodotti dalla lavorazione dei veicoli fuori uso 2006
TABELLA 9: Materiali prodotti dalla lavorazione dei veicoli fuori uso 2007
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
LIQUIDI-FLUIDI BATTERIE GOMME PLASTICA VETRO REIMPIEGO RECUPERO
% % % % % % %
Nord 1,24 1,32 0,61 0,14 0,20 7,71 88,78
Centro 0,39 1,20 0,20 0,18 0,12 12,79 85,12
Sud e Isole 1,49 8,00 2,06 0,32 0,27 6,54 81,32
TOTALE 1,04 3,50 0,95 0,21 0,20 9,01 85,05
LIQUIDI-FLUIDI BATTERIE GOMME PLASTICA VETRO REIMPIEGO RECUPERO
% % % % % % %
Nord 0,69 1,06 0,51 0,28 0,25 8,83 88,38
Centro 0,77 2,34 0,57 0,31 0,25 13,85 81,91
Sud e Isole 1,01 4,38 1,99 0,55 0,53 5,48 86,06
TOTALE 0,80 2,43 1,02 0,38 0,34 9,39 85,64
264
VEICOLI FUORI USO
Fonte: ECOEURO
GRAFICO 11: Prodotti ottenuti (media nazionale) - Confronto 2006-2007 (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2006
20070
2
4
6
8
10
Liquidi Batterie Gomme Plastica Vetro Reimpiego
0,80
1,04 2,43
3,50
1,02
0,95
0,38
0,21
0,34
0,20
9,399,01
265
Attraverso un censimento relativamente ai dati MUD presentati nel 2009 inriferimento all’anno operativo 2008, presso 90 aziende disposte sul territorionazionale, è possibile fare un parziale confronto dei dati percentuali relativi aglianni 2006-2007, limitatamente ai dati maggiormente paragonabili fra loro, aprescindere dal numero di imprese interessate.
Nel 2008, il numero di veicoli avviati a demolizione è stato complessivamentepari a circa 1,3 milioni. Pertanto, la percentuale di veicoli intercettati dallapresente indagine, rispetto al totale, è pari a circa il 14% sul campionenazionale. Inoltre, la percentuale di veicoli oggetto dell’indagine è concentratamaggiormente nelle Regioni del Nord Italia.
DATI MUD 2009
VEICOLI FUORI USO
TABELLA 10: Veicoli intercettati 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
MEDIA MEDIA N. VEICOLI KG SINGOLA % % N. VEICOLI KG SINGOLA % %
MACCHINA KG N. PESO MACCHINA KG N. PESO
Nord 93.330 88.663,206,00 950 21,17 21,17 440.786 418.746.700 950 100 100
Centro 58.060 55.157.131,03 950 13,75 13,75 422.363 401.244.850 950 100 100
Sud e Isole 32.066 30.463.035,00 950 6,77 6,77 473.722 450.035.900 950 100 100
TOTALE 183.456 174.283.372,03 950 13,90 13,90 1.336.871 1.270.027.450 950 100 100
REGIONE
2008 DATI PRA 2008
Fonte: Elaborazione ECOEURO su dati PRA
266
Nel presente paragrafo sono rappresentate le percentuali di produzione dei rifiutiprelevati durante la messa in sicurezza dei veicoli fuori uso, suddivise per areegeografiche.
Come è possibile notare, fra le zone geografiche di riferimento non vi sonoevidenti fluttuazioni delle percentuali di produzione. Risulta inoltre appianata lanotevole differenza, evidente nel 2006, fra il Sud Italia ed il resto del territorio.
Il valore medio nazionale della percentuale di rifiuti prodotti dalla messa insicurezza dei veicoli fuori uso, si attesta intorno al 2,49% (dato parziale, relativoal 45% circa delle imprese censite negli altri anni).
Nel 2008, invece, la percentuale in peso del veicolo prelevato come materialedurante l’attività di messa in sicurezza risulta comunque sensibilmente diminuitarispetto agli anni precedenti.
MESSA IN SICUREZZAANNI 2006-2008
VEICOLI FUORI USOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
LIQUIDI/FLUIDI BATTERIE TOTALE
KG % KG % KG %
Nord 653.301,65 0,83 1.045.990,76 1,48 1.699.292,41 2,31
Centro 315.142,86 0,61 827.049,98 2,08 1.142.192,84 2,69
Sud e Isole 82.897,02 0,54 246.090,45 1,94 328.987,47 2,48
TOTALE 1.051.341,53 0,66 2.119.131,19 1,83 3.170.472,72 2,49
MESSA IN SICUREZZA
Fonte: ECOEURO
TABELLA 11: Rifiuti ottenuti dalla messa in sicurezza del veicolo 2008
267
VEICOLI FUORI USOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 12: Produzione di rifiuti da messa in sicurezza nel triennio 2006-2008 (%)
200620072008
2008
2007
2006
0
2
4
6
8
10
Nord
Nord2,56%
1,75%
1,59%
3,11%
9,49%
5,39%
4,54%
3,23%
2,31% 2,69% 2,48% 2,49%
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
Fonte: ECOEURO
268
VEICOLI FUORI USO
TABELLA 12: Promozione del riciclaggio 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
RICICLAGGIOANNI 2006-2008
GOMME PLASTICA VETRO TOTALE
KG % KG % KG % KG %
Nord 1.700.653,83 3,40 78.060,37 2,00 553.632,98 1,25 2.332.347,18 6,65
Centro 1.025.643,75 1,79 581.384,05 1,30 292.472,40 0,25 1.899.500,20 3,34
Sud e Isole 345.040,80 2,96 230.373,80 0,78 89.302,00 0,15 664.716,60 3,89
TOTALE 3.071.338,38 2,72 889.818,22 1,36 935.407,38 0,55 4.896.563,98 4,63
RICICLAGGIO
Fonte: ECOEURO
I dati 2008 mostrano come la percentuale di materiali prelevati per lapromozione del riciclaggio sia considerevolmente aumentata, rispetto aidue anni precedenti, con un incremento maggiore nel Nord Italia rispetto alresto del territorio. Il riciclaggio ha registrato un leggero aumento fra il2006 e il 2007, mentre fra il 2007 e il 2008, la performance risultanotevolmente migliorata.
In generale, sul territorio nazionale, la media della percentuale in peso delveicolo, che viene separata per l’invio dei materiali a successivo riciclaggio,pari all’1,36% nel 2006, si attesta al 1,74% nel 2007, fino ad arrivare al4,63% nel 2008. Tale segnale deve essere interpretato in senso certamenteincoraggiante dal punto di vista della performance operativa del sistema dismantellamento veicoli in Italia.
269
VEICOLI FUORI USO
GRAFICO 14: Produzione di plastica nel triennio 2006-2008 (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
200620072008
2008
2007
2006
0
0,5
1
1,5
2
Nord
Nord0,14%
0,28%
0,18%
0,31%
0,32%
0,55%
0,21%
0,38%
2,00% 1,30% 0,78% 1,36%
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
Fonte: ECOEURO
GRAFICO 13: Produzione di pneumatici nel triennio 2006-2008 (%)
200620072008
2008
2007
2006
0
1
2
3
4
Nord
Nord0,61%
0,51%
0,20%
0,57%
2,06%
1,99%
0,95%
1,02%
3,40% 1,79% 2,96% 2,72%
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
Fonte: ECOEURO
200620072008
2008
2007
2006
0
2
4
6
8
Nord
Nord0,95%
1,04%
0,50%
1,13%
2,65%
3,07%
1,36%
1,74%
6,65% 3,34% 3,89% 4,63%
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
270
VEICOLI FUORI USO
GRAFICO 16: Riciclaggio nel triennio 2006-2008 (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Fonte: ECOEURO
Fonte: ECOEURO
200620072008
2008
2007
2006
0
0,5
1
1,5
Nord
Nord0,20%
0,25%
0,12%
0,25%
0,27%
0,53%
0,20%
0,34%
1,25% 0,25% 0,15% 0,55%
Centro
Centro
Sud e Isole
Sud e Isole
MediaNazionale
Media Nazionale
GRAFICO 15: Produzione di vetro nel triennio 2006-2008 (%)
271
L’attività di prelievo di componenti per il successivo avvio a reimpiego, costituisceun’attività considerevolmente importante per l’impresa di autodemolizione,anche dal punto di vista economico.
Il seguente grafico rappresenta i dati di confronto fra le porzioni in pesoprelevate dal veicolo per l’avvio a reimpiego, sensibilmente aumentati nel 2008.
L’aumento più evidente si registra nel Sud Italia, dove si passa dal 6,34% del2006, al 5,48% del 2007 e al 17,18% del 2008. Anche a livello nazionalel’incremento è molto sensibile: 9,01% nel 2006, 9,39% nel 2007, fino al14,31% nel 2008.
REIMPIEGOANNI 2006-2008
VEICOLI FUORI USOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
2008
2007
2006
0
5
10
15
20
NordCentro
Sud e IsoleMedia
Nazionale
200620072008
Nord7,71%
8,83%
12,79%
13,85%
6,54%
5,48%
9,01%
9,39%
11,10% 14,66% 17,18% 14,31%
Centro Sud e Isole Media Nazionale
Fonte: ECOEURO
Fonte: ECOEURO
REIMPIEGO
KG %
Nord 9.860.080,01 11,10
Centro 7.208.649,75 14,66
Sud e Isole 12.753.081,90 17,18
TOTALE 29.821.811,66 14,31
TABELLA 13: Percentuale di reimpiego nel 2008
GRAFICO 17: Reimpiego nel triennio 2006-2008
I dati relativi alla percentuale di materiali destinati al recupero corrispondono alladifferenza fra il complessivo in peso di veicoli trattati e la somma dei materialiseparati durante le altre fasi operative (messa in sicurezza, promozione delriciclaggio e avvio a reimpiego delle componenti).Per questo motivo, il peso di questo materiale comprende anche il cosiddetto“fluff”, ossia la porzione di materiali non metallici che restano comunque inclusinella carcassa avviata a frantumazione (guarnizioni, materiale elettrico o altrecomponenti).
RECUPEROANNI 2006-2008
VEICOLI FUORI USOEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
2008
2007
2006
70
75
80
85
90
NordCentro
Sud e IsoleMedia
Nazionale
200620072008
Nord88,78%
88,38%
85,12%
81,91%
81,32%
86,06%
85,05%
85,64%
79,94% 79,31% 76,45% 78,57%
Centro Sud e Isole Media Nazionale
GRAFICO 18: Recupero nel triennio 2006-2008 (%)
Fonte: ECOEURO
272
Fonte: ECOEURO
TABELLA 14: Percentuale di recupero 2008
RECUPERO
KG %
Nord 74.068.943,03 79,94
Centro 44.906.788,24 79,31
Sud e Isole 16.716.249,03 76,45
TOTALE 135.691.980,30 78,57
273
Il Grafico 19 può essere utilizzato per la rappresentazione puntuale dellaperformance operativa nazionale.
MATERIALI PRODOTTINELL’ANNO 2008
VEICOLI FUORI USO
GRAFICO 19: Materiali prodotti nel 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0,66%LiquidiBatterieGommePlasticaVetroReimpiegoRecupero
1,83%
2,72%
1,36%
0,55%
14,31%
78,57%
Fonte: ECOEURO
Essendo migliorate le prestazioni delle attività che precedono l’invio afrantumazione della carcassa il peso del materiale avviato a successivo recuperoè sensibilmente diminuito.
Tale diminuzione interessa tutte le aree geografiche, con un massimo realizzatoal Nord nel 2006 (88,8%) ed un minimo registrato al Sud nel 2008 (76,5%).
A livello nazionale si è registrato un lieve aumento della percentuale di recuperofra il 2006 e il 2007, ed un sensibile decremento, pari a circa 7 punti percentuali,fra il 2007 e il 2008.
274
Nel Grafico 20 sono rappresentate le percentuali di produzione dei vari materialia confronto fra i tre anni di riferimento presi in analisi.
PERFORMANCE ANNI 2006-2008
VEICOLI FUORI USO
GRAFICO 20: Materiali ottenuti - Media nazionale (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2008
2007
20060
5
10
15
Liquidi Batterie Gomme Plastica Vetro Reimpiego
0,800,66
1,04
2,431,83
3,501,02
2,72
0,950,38
1,36
0,21
0,34
0,55
0,20
9,39
14,31
9,01
Fonte: ECOEURO
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
276
Il settore del recupero dei RAEE ha vissuto con grande tensione il cambiamentodel sistema di gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici per la radicale modificadei rapporti commerciali, che ha imposto a molti operatori di scommettere sulfuturo e sulle richieste del nuovo mercato. L’attuale situazione vede il settoreancora in mezzo al guado in quanto se da una parte iniziative sono state avviateda alcune delle organizzazioni coinvolte nella filiera, dall’altra vi è ancora la quasitotale inerzia delle istituzioni nell’attuare il contesto delineato dal D.Lgs. 151/05,che aveva previsto una serie di provvedimenti normativi per mettere a regime ilnuovo sistema delineato dal decreto legislativo, attuativo della relativa Direttivacomunitaria 2002/96/CE.
Quindi, fermo restando un apprezzamento per alcuni importanti iniziativeattuate, come l’Accordo tra il Centro di Coordinamento (CdC) RAEE eASSORAEE, sottoscritto successivamente anche da altre associazioni deirecuperatori, che fissa standard minimi di gestione dei RAEE, e l’Accordo traANCI e CdC RAEE per il ritiro dei RAEE dai centri di raccolta (CdR) comunali, nonpuò non essere stigmatizzata la sostanziale immobilità del legislatore, che nonpermette il vero decollo del nuovo sistema a partire dall’importante ed essenzialefase di raccolta.
Infatti ad oggi, dopo ben quattro anni dall’operatività del D.lgs. 151/05 epreannunciate imminenti emanazioni di provvedimenti attuativi, non sono statiapprovati e pubblicati importanti ed essenziali decreti per permettere al nuovosistema dei RAEE italiano di posizionarsi su livelli degni di confronto europeo,condizione che ha certamente costituito uno degli ostacoli principali alraggiungimento dei livelli minimi di raccolta fissati dalla direttiva e dalla normanazionale, di 4 kg/ab/anno al 31 dicembre 2008.
Basta al riguardo ricordare che:
• non è ancora stato pubblicato il decreto sul ritiro 1 contro 1 da parte delladistribuzione, la cui “imminenza” è divenuta ormai un miraggio, mentre ilprovvedimento risulta essenziale per incrementare sensibilmente la raccolta deiRAEE domestici;
• non sono ancora stati definiti, neanche sotto forma di linea guida, i criteri perl’assimilazione di taluni RAEE di origine professionale ai RAEE domestici,necessari per individuare responsabilità e circuiti operativi di riferimento(domestico- professionale);
• si è rischiato il vuoto normativo sul tema della regolamentazione dei “centri diraccolta” con il ritiro del relativo decreto e la recente riapprovazione,condizione che ha portato ad un ritardo nella pubblicazione del bando per ilfinanziamento di nuovi CdR RAEE e per l’adeguamento degli esistenti, previstonell’Accordo ANCI-CdC RAEE, e quindi a ulteriori ritardi nell’incremento delleraccolte dei RAEE da nuclei domestici;
• molti Comuni non hanno ancora attivato la raccolta separata dei RAEE ed altricontinuano tranquillamente a smaltire i RAEE a proprio carico, probabilmentein impianti che non sono accreditati presso il CdC RAEE, e facendo ricadere undoppio onere sui loro cittadini che, in quanto consumatori, finanziano già ilsistema all’atto dell’acquisto di AEE nuove;
INTRODUZIONE
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
277
• non si ha notizia del rispetto, da parte dei produttori di AEE, di quanto stabilitodall’art. 13, comma 3, in merito alla comunicazione relativa all’eventualecontenuto e collocazione delle sostanze pericolose all’interno delle AEE da loroprodotte e neppure delle sanzioni connesse a tale mancata comunicazione.
Tutto ciò solo per fare alcuni esempi.
Tuttavia, in questo non soddisfacente quadro dovuto principalmente allalatitanza del legislatore, sulla base delle iniziative di CdC, ANCI e ASSORAEE,sono stati definiti come sopra accennato alcuni importanti riferimenti regolatori:
• l’Accordo fra il CdC RAEE e le associazioni dei recuperatori, che vede comepromotore e primo firmatario ASSORAEE, finalizzato a perseguire un livellominimo garantito di qualità di trattamento fra le varie imprese di recupero, èin applicazione ed è previsto che sarà a pieno regime a partire dal 30settembre 2009, con il completamento degli audit di accreditamento. Va inproposito evidenziata l’importanza dell’Accordo, che di fatto mira a sostituirela procedura di iscrizione all’Albo gestori ai sensi dell’art. 8, comma 12, delD.Lgs. 151/05, la quale rappresenta essenzialmente una duplicazioneburocratica rispetto alla fondamentale esigenza di una più corretta econfrontabile condizione di mercato. Tale Accordo, che prevede non solo unriferimento omogeneo di gestione, ma anche la certificazione dell’attività direcupero effettuata da un verificatore terzo ed il successivo accreditamento alCdC RAEE delle aziende di trattamento dei RAEE domestici, una volta a regimeporrà nelle stesse condizioni tutti i Sistemi consortili a competere sulla base deimedesimi standard ambientali di trattamento.
• ANCI e CdC RAEE hanno concluso l’Accordo sulle condizioni di ritiro dei RAEEda parte dei singoli Sistemi consortili, secondo la specifiche quote dipartecipazione al sistema. In tal senso va riconosciuto l’impegno delle partifirmatarie ad avviare le nuove condizioni di raccolta, anche in assenza, comedetto, di provvedimenti essenziali per regolare il flusso di raccolta dei RAEEdomestici. In proposito, non può non essere evidenziata la carenza di unanalogo impegno del settore della distribuzione, considerato peraltro che ladirettiva e il provvedimento nazionale si basano su una gestione condivisa delnuovo sistema.
• L’operatività del Comitato di indirizzo, di cui ASSORAEE è componente, hainiziato a muovere i primi passi con la recente formalizzazione di undocumento riassuntivo delle priorità del sistema di riferimento e delle relativeiniziative da porre in essere per superare le criticità presenti nella filiera.L’importanza del Comitato e del ruolo svolto è connessa alla rappresentativitàdell’organismo, unica modalità di intervento istituzionalizzato per la maggiorparte dei soggetti economici della filiera RAEE.
Il “sistema RAEE” è oggi presidiato da 15 Sistemi collettivi di dimensioniassolutamente non omogenee e con approcci commerciali ed industriali diversil’uno dall’altro. Questo fatto, che potrebbe essere salutato come un vantaggio competitivo, in
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
278
realtà induce alcune distorsioni che potrebbero, alla lunga, generare difficoltàper l’intero sistema.
Convivono nel CdC sistemi consortili di dimensioni rilevanti (fino al 75-80% delmercato per i raggruppamenti oggetto dell’attività) e sistemi consortili conpercentuali di mercato che non raggiungono il 10%.
Tutto ciò comporta per i recuperatori, nel primo caso e per alcune tipologie diRAEE, la concentrazione della richiesta del servizio pressoché in un unico Sistemacollettivo, attento agli aspetti qualitativi del recupero; nell’altro, una politicacommerciale di nicchia, molto aggressiva sul piano economico e spesso“distratta” sul piano qualitativo.
Si deve, inoltre, registrare la volontà dichiarata da qualche Sistema collettivo disvolgere direttamente le attività industriali di recupero, con un evidenteassunzione di doppio ruolo di regolatore e operatore, o controllante econtrollato, che stride con qualsiasi concetto stesso di “mercato”.
In questo contesto vi è una sola scelta: continuare a fare ciò che unaAssociazione come ASSORAEE deve fare e ha fatto: segnalare, proporre,sollecitare, promuovere alleanze, e anche, ove occorra, denunciare alla pubblicaopinione e agli organismi preposti le esigenze non solo del comparto, ma anchedi un sistema che ha bisogno di crescere correttamente nell’interesse di tutteparti coinvolte.
GABRIELE CANÈ
Presidente ASSORAEE
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
279
Con l'entrata in vigore del D.Lgs. 151/05, di attuazione delle Direttive comunitarie2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, in Italia è stato introdotto un nuovosistema, che ha previsto nuove responsabilità a carico dei produttori diapparecchiature elettriche ed elettroniche, e nuove modalità operative per quantoconcerne le varie fasi della filiera di gestione dei RAEE prodotti relative alla lororaccolta, trattamento, recupero. Tali responsabilità di fatto si sono rese applicabilisolo dopo la definizione di alcune disposizioni attuative essenziali che hannopermesso un avvio graduale dei nuovi oneri.
La normativa sui RAEE coinvolge uno dei settori principali dell'economianazionale. Ad oggi sono 11.000 le aziende in Italia che produconoapparecchiature elettriche ed elettroniche, con un fatturato annuo di 32 miliardidi euro e con 212.000 addetti.
L’industria delle apparecchiature elettriche ed elettroniche è caratterizzata dallaproduzione di una vasta tipologia di prodotti in crescita costante, specie in alcunisettori, come quello dell’informatica e degli audiovisi.
IL SETTORE DELLEAPPARECCHIATURE
ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Fonte: FINDOMESTIC
GRAFICO 1: I consumi nei principali mercati dei beni durevoli
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0 100 200 300 400 500 600 700 800 900-6
-2
2
6
10
14
18
22
livello spesa pro capite 2007 (euro)
var.
med
ia a
nnua
200
7-20
08 (c
onsu
mi r
eali)
elettr. bruni
fotografie
informatica
telefonia
elettr. piccoli
elettr. bianchi
bricolage mobili
mobilità
280
I grandi elettrodomestici (come frigoriferi, congelatori, lavatrici ecc.)costituiscono la parte preponderante (40% circa) del totale dei prodotti utilizzati,seguono poi le apparecchiature per ufficio (soprattutto apparecchiatureinformatiche), le apparecchiature da illuminazione e il materiale audiovisivo.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Fonte: FINDOMESTIC
TABELLA 1: Il mercato degli elettrodomestici bianchi - Consistenze (milioni di Euro)
TABELLA 2: Il mercato degli elettrodomestici bianchi (%)
GRAFICO 2: Il mercato degli elettrodomestici bianchi - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 200890
100
110
120
130
140
2009
-2,2%
+1,8%
indice dei prezziindice dei volumi
VALORE 2007 VALORE 2008 VALORE 2009
3.137 3.123 3.174
Fonte: FINDOMESTIC
VOLUMI PREZZI VALORE
2007 6,1 2,2 8,5
2008 -2,2 1,8 -0,4
2009 -0,4 2,0 1,7
Fonte: FINDOMESTIC
281
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
TABELLA 4: Il mercato degli elettrodomestici bruni (%)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 3: Il mercato degli elettrodomestici piccoli - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 200880
90
100
110
120
130
140
150
160
2009
+2,0%
+1,0%
indice dei prezziindice dei volumi
VALORE 2007 VALORE 2008 VALORE 2009
4.329 4.040 3.780
VOLUMI PREZZI VALORE
2007 24,8 -21,0 -1,5
2008 11,5 -16,3 -6,7
2009 3,4 -9,5 -6,4
Fonte: FINDOMESTIC
TABELLA 3: Il mercato degli elettrodomestici bruni - Consistenze (milioni di Euro)
Fonte: FINDOMESTIC
Fonte: FINDOMESTIC
282
Nel 2008, con l’avvio operativo del nuovo sistema di raccolta e recupero deiRAEE, i produttori di AEE hanno dato vita ad una serie di Sistemi collettivi,operanti su tutto il territorio nazionale, alcuni dei quali specifici pertipologia di prodotti/rifiuti, ma per la maggior parte trasversali a tutti iRAEE. I Sistemi collettivi attualmente attivi in Italia nel settore dei RAEEdomestici sono 15.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
GRAFICO 4: Il mercato degli elettrodomestici bruni - L’andamento dei volumi di vendita e dei prezzi
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
indice dei prezziindice dei volumi
0
100
200
300
400
500
600
700
2009
+11,5%
-16,3%
Fonte: FINDOMESTIC
283
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Sistemi collettivi aderenti al Centro di Coordinamento RAEE
Via Pianezza, 123 - 10151 TorinoTel 011.4513262 - Fax [email protected] - www.apiraee.it
Via F.lli Kennedy, 1 - 10048 Vinovo (TO)Tel 011.9935662 - Fax [email protected] - www.reweee.com
Viale Oberdan, snc - 61034 Fossombrone (PU)Tel 0721.749245 - Fax [email protected] - www.dataserv-group.com
Corso Italia, 39 - 21047 Saronno (VA)Tel 02.92274600 - Fax [email protected] - www.ecodom.it
Viale Misurata, 32 - 20146 MilanoTel 02.4236863 - Fax [email protected] - www.ecoelit.it
Via Irno Loc Tardone, Snc - 84098 Pontecagnano (SA)Tel 02.45076135 - Fax [email protected] - www.ecoem.it
Via Traiano, 7 - 20149 MilanoTel 02.37052936/7 - Fax [email protected] - www.ecolamp.it
Via Monte Rosa, 96 - 20149 MilanoTel 02.33600732 - Fax [email protected] - www.ecoligth.it
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Via Gattamelata, 34 - 20149 MilanoTel 02.34532149 - Fax [email protected] - www.ecoped.org
Via M. Viganò de'Vizzi, 93/95 - 20092 Cinisello Balsamo (MI)Tel 02.6146401 - Fax [email protected] - www.ecorit.it
Via Monte Rosa 96 - 20149 MilanoTel 02.39198600 - Fax [email protected] - www.consorzioecosol.it
Viale Assunta, 101 - 20063 Cernusco sul Naviglio (MI)Tel 02.92147479 - Fax [email protected] - www.erp-recycling.it
Via A. Moro, 10 - 25124 BresciaTel 02.47950790 - Fax [email protected] - www.raecycle.it
Corso Sempione, 41 - 20145 MilanoTel 02.34594611 - Fax [email protected] - www.consorzioremedia.it
Via Gattamelata, 34 - 20149 MilanoTel 02.34532149 – Fax [email protected] - www.ridomus.org
Fonte: CdC RAEE - Rapporto annuale 2008
285
In sintesi, il sistema di raccolta dei RAEE domestici, si impernia sui Centri diraccolta (CdR) Comunali che ricevono i RAEE dai cittadini e, allo stato attualesolo in alcuni casi, dalla distribuzione. Al fine di conferire i RAEE ai Sistemiconsortili responsabili delle successive fasi di gestione, i Comuni o gestoridelegati dei CdR devono convenzionarsi con il CdC RAEE in attuazione dellecondizioni previste dall’Accordo ANCI-CdC RAEE. Il CdC, sulla base delle quotedi mercato dei singoli Sistemi collettivi ripartisce tra gli stessi, a livello nazionale,assicurando omogenee condizioni sul territorio, le relative quote di gestione deiRAEE, assegnando dei CdR da servire. I singoli Sistemi collettivi provvedono alrecupero dei Raee tramite operatori della logistica e gestori di impianti ditrattamento (fatta eccezione, a quanto risulta per due piccoli Consorzi). Lanormativa prevede sia un obiettivo minimo di raccolta di 4 kg/ab/anno, cheavrebbe dovuto essere raggiunto entro il 2008, sia degli obiettivi di riutilizzo,riciclaggio e recupero, articolati per categorie di RAEE.Il quantitativo totale di RAEE di provenienza urbana recuperati nell’anno 2002 èstato di 79.400 tonnellate, con una crescita continua negli anni che ha portatoa 116.000 le tonnellate recuperate nel 2007.
La potenzialità e la composizione dei RAEE raccoglibili è ancora difficile dastimare in quanto solo negli ultimi 2 anni, di fatto, è stato avviato il nuovosistema di raccolta, ma certamente è da ritenere che possa essere di gran lungamaggiore se si realizzasse un omogeneo e efficace sistema di raccolta che vedacoinvolta anche la distribuzione.Nel 2008, anno di avvio dell’operatività del nuovo sistema multiconsortile digestione dei RAEE domestici, si è raggiunta una raccolta di 65.000 tonnellate inbase ai dati rilevati dal Centro di Coordinamento.Al riguardo vale la pena citare un recente Studio ECODOM sulle potenzialitàattese del nuovo sistema che stima in 258.000 tonnellate/anno il livello massimodi sviluppo per i soli elettrodomestici, di cui circa 100.000 tonnellate contenentiCFC o altri refrigeranti.Al fine di meglio comprendere la situazione al 2008 con l’avvio del nuovosistema, confrontandolo con la situazione precedente, che vedeva laresponsabilità dei Comuni per l’invio a trattamento dei RAEE, emerge quanto diseguito.
LA RACCOLTA DEIRAEE DOMESTICI
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
TABELLA 5: Raccolta differenziata di RAEE in Italia (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
ANNO RACCOLTA DIFFERENZIATA RACCOLTA MULTICONSORTILE
2002 79.400
2003 67.000
2004 74.100
2005 102.000
2006 107.800
2007 116.193
2008 65.713
Fonte: ISPRA, Rapporto Rifiuti/Centro di Coordinamento RAEE
286
Come si nota, la raccolta è concentrata soprattutto nelle Regioni del Nord, inparticolare Lombardia, Veneto e Piemonte, e del Centro, in particolare Toscanaed Emilia Romagna. Queste 5 Regioni da sole realizzano più del 65% del totalenazionale.Il totale di RAEE recuperati nell’anno 2008 era composto per il 36% daapparecchiature refrigeranti, per il 27% da Tv e monitor, per il 20% dai grandibianchi e per il 15% da apparecchi illuminanti.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
TABELLA 6: Raccolta RAEE domestici (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
RACC. DIFF. RAEE 2007 RACC. MULTICONSORTILE RAEE 2008
Piemonte 7.282 7.744
V.D'Aosta 255 184
Lombardia 27.306 16.629
Trent A.A. 3.100 2.920
Veneto 14.821 9.374
Friuli V.G. 4.552 2.986
Liguria 3.191 918
E. Romag. 13.158 4.333
NORD 73.664 45.088
Toscana 11.734 4.791
Umbria 1.221 2.199
Marche 3.207 2.425
Lazio 2.747 3.107
CENTRO 18.909 12.522
Abruzzo 2.190 682
Molise 223 128
Campania 4.030 2.073
Puglia 4.086 1.107
Basilicata 811 210
Calabria 949 714
Sicilia 6.376 629
Sardegna 4.954 2.552
SUD 23.620 8.095
ITALIA 116.193 65.705
Fonte: ISPRA Fonte: CdC RAEE
287
Sui RAEE professionali, a differenza dei RAEE domestici, non si dispone ancoradi dati aggregati e che possano dare un’immagine esaustiva del settore.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Fonte: EUROSTAT
GRAFICO 5: Ripartizione dei RAEE tra i cinque raggruppamenti 2008
TABELLA 7: Ripartizione dei RAEE raccolti tra i cinque raggruppamenti
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
R1 - apparecchiaturerefrigeranti 36,58%
R3 - TV e monitor 27,48%
RA4 - PED CE ICTapparecchi illuminanti e altro 15,02%
R2 - grandi bianchi 20,60%
R5 - sorgenti luminose 0,32%
RAGGRUPPAMENTO % 2008 ton 2009 (gen/ago)
R1 apparecchiature refrigeranti 36,58 24.039 35.226
R2 Grandi Bianchi 20,60 13.535 27.998
R3 TV e monitor 27,48 18.058 32.803
R4 PED CE ICT apparecchi di illuminanti 15,02 9.868 19.012
R5 Sorgenti luminose 0,32 21 378
Totale 100 65.713 115.417
Fonte: Centro di Coordinamento RAEE
288
Ad oggi, si può dire che il sistema di raccolta separata e recupero dei RAEEsia stato avviato, ma rimangono, come emerge chiaramente dai datisopraesposti, diversi aspetti da portare a regime, quali il completamentodella rete di raccolta nazionale, oggi con gravi lacune specialmente inalcune aree del Sud del Paese per mancato convenzionamento dei CdR el’emanazione dei decreti attuativi previsti dal D.Lgs. 151/05, ad iniziare daquello relativo al ritiro 1 contro 1 dalla distribuzione, essenziale perassicurare l’intercettazione di tutti i RAEE domestici prodotti.
Per quanto riguarda la raccolta e il trasporto ai CdR da parte di distributori ènecessario mettere a punto procedure semplificate, che pur assicurandol’esigenza di semplificazione, garantiscano la trasparenza e il controllo dei flussiai fini del corretto conferimento dei RAEE.
Azione propedeutica e fondamentale per definire più precisamentel’ampiezza e la consistenza della rete di raccolta potenzialmente attivabiledalla distribuzione e per porre in atto le eventuali iniziative necessarie per ilsuo sviluppo/miglioramento (anche in ordine al raggiungimento dell’obiettivonazionale di raccolta) è l’effettuazione di una indagine relativa alla reteterritoriale di raccolta garantita dalla distribuzione e dai centri di raccolta(CdR) comunali disponibili ad accettare i RAEE conferiti dalla distribuzione,che attualmente risulta attivata solo per alcuni CdR comunali.Nell’esperienza del primo anno del nuovo sistema di gestione dei RAEE si èassistito ad un apprezzato impegno di molte amministrazioni che hacomportato anche maggiori costi di gestione nella raccolta territoriale e nellagestione dei CdR. Ciò in particolare per: l’adeguamento dei servizi di raccoltaterritoriale dei RAEE anche per limitarne la cannibalizzazione ed evitarne ildanneggiamento, l’adeguamento infrastrutturale, logistico e operativo deiCdR. E’ prevedibile l’aumento di tali oneri qualora venga assicurato l’accessoai CdR da parte della distribuzione, che verrebbero però parzialmentecompensati dalle previste incentivazioni di efficienza di raccolta definitedall’Accordo tra ANCI e CdC RAEE.
In tale contesto vi è l’esigenza di evitare il verificarsi di impropri conferimenti diRAEE provenienti da attività economiche e quindi rifiuti speciali, se non pericolosiin alcuni casi, ai CdR comunali da parte degli operatori della distribuzione,considerata la carenza di una specifica regolamentazione. Altro aspetto riguardail possibile conferimento di RAEE cannibalizzati a seguito di attività economicheche in futuro determinerebbe conflitti nei rapporti tra i gestori dei CdR, Sistemiconsortili e recuperatori.
Va perciò approfondito il concetto di assimilazione dei RAEE “analoghi” a quelliprovenienti dai nuclei domestici, ai fini del conferimento ai CdR. Apparenecessario, in altre parole, definire compiutamente le condizioni e i limiti entrocui i CdR comunali hanno l’obbligo di ricevere i RAEE domestici ritirati dalladistribuzione prodotti nel bacino di riferimento. Altrettanto, dovranno essereregolamentate le eventuali possibilità di conferimento diretto, di carichi utili,dalle aree di raccolta dei distributori verso gli impianti di trattamento, concondizioni organizzative analoghe a quelle dei centri di raccolta comunali.
CRITICITÀDEL SISTEMA
E PRIME IPOTESI DISOLUZIONE
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
289
In aggiunta, vanno rafforzate le azioni a favore dello sviluppo della raccolta deiRAEE attraverso il coinvolgimento dei produttori e distributori, in coordinamentocon ANCI, in iniziative di informazione e sensibilizzazione a livello nazionale elocale. Il sistema di gestione dei RAEE potrà decollare solo se per raccolta,riutilizzo, recupero e riciclaggio vi saranno obiettivi e finalità comuni e condivisiper tutti i vari attori della “filiera” della gestione dei RAEE e un concretoimpegno anche nella informazione e comunicazione. Dette iniziative dovrebberoessere finalizzate, in particolare, ad assicurare il corretto conferimento,l’aumento della raccolta dei RAEE e la diminuzione delle anomalie, siaantecedente alla fase di raccolta, sia nei CdR.
Per quanto riguarda il possibile riuso di AEE, valutate correttamente comeancora funzionanti, vanno chiarite le condizioni del ritiro, delricondizionamento da parte dei distributori o di altri soggetti a ciò abilitatie delle responsabilità della re immissione nel mercato al fine di limitareiniziative in dumping rispetto alle regolari attività di gestione dei RAEE. Taliiniziative potrebbero infatti, qualora non svolte correttamente, risultareconcorrenziali con il trattamento dei RAEE regolarmente effettuato, quandonon addirittura dare luogo a traffici illeciti di RAEE.
Per quanto riguarda gli obblighi degli impianti di trattamento, in particolarel’iscrizione nella sottocategoria Albo gestori (art. 8, comma 12, D.Lgs. 151/05),occorre superare la duplicazione amministrativa rispetto al sistema altroveprevisto per la verifica e il controllo degli standard di trattamento degli stessiimpianti. Questi ultimi, che generalmente operano in procedura autorizzativaordinaria, sono infatti anche soggetti ad accreditamento secondo quantoprevisto dall’Accordo sottoscritto tra le rappresentanze dei recuperatori e il CdCRAEE (v. paragrafo successivo). L’Accordo ha definito un sistema di qualificazionea seguito di verifiche ispettive da parte di auditor di enti terzi di certificazione,sulla base delle condizioni ivi definite. A tal fine esso reca uno standard tecnicoche tiene conto anche dell’applicazione delle BAT e che deve fungere dariferimento per tutti i singoli sistemi consortili per la scelta, con regole dimercato, degli operatori del recupero.
A tale riguardo, è importante prevedere condizioni affinchè l’Accordo siaeffettivamente applicato e rispettato da tutti i Consorzi; anche per questo, ènecessario dotare il Centro di coordinamento di poteri più incisivi nei confrontidei Consorzi stessi, che attualmente operano (per quanto riguarda i contratti coni fornitori) in maniera molto diversificata in particolare tra quelli grandi e quellipiccoli, ponendosi talvolta in contrasto con le regole di mercato e con i principidi trasparenza gestionale.
Un rafforzamento del ruolo del CdC potrà anche fornire le necessarie rispostealle esigenze di interventi unitari ai fini della informazione e comunicazione,nazionale e locale per lo sviluppo delle RD. Anche per tali esigenze, risulterebbeopportuna una dimensione minima dei sistemi consortili ai fini dell’efficacia,efficienza ed economicità del sistema nel suo complesso.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
290
Il settore del recupero attualmente si trova ancora nel mezzo di una fase ditransizione, con contesti operativi e di mercato, caratterizzati da una lenta messaa regime del sistema e quindi una competitività ancora in via di bilanciamento,con pochi contratti di breve durata che non agevolano investimenti a lungotermine sopratutto in una condizione di lenta crescita delle quantità di RAEE datrattare.
Per il futuro è fondamentale la possibilità di accesso ai dati rilevati dal Centrodi Coordinamento, nonchè l’omogeneità e la confrontabilità degli stessi, peruna effettiva e oggettiva valutazione dell’operatività e degli obiettiviraggiunti. È necessario inoltre che l’emanando decreto per la semplificazionedei RAEE domestici assicuri per i distributori la tracciabilità dei flussi e quindila repressione dei traffici illeciti di RAEE.
Per permettere la confrontabilità dei dati è altresì necessario che si stabiliscanomodalità quanto più innovative per la reportistica degli impianti di trattamentonei rapporti con i Sistemi collettivi, e quindi il coinvolgimento di questi ultimitramite il CdC e degli operatori del trattamento tramite le loro rappresentanze.
Un passo avanti verso la ricerca di soluzioni ad alcuni dei problemi citati diinteresse dei recuperatori è stato fatto con l’attivazione di un Tavolo di confrontotra ASSORAEE e il Centro di Coordinamento, che mira a superare alcunedifficoltà operative e di interfaccia tra i vari soggetti coinvolti nel sistema.
Non ultimo particolare attenzione va data all’iscrizione dei produttori di AEE alRegistro dei produttori e al funzionamento di quest’ultimo. Risulta infattiurgente ed essenziale la messa a regime del Registro stesso affinché i dati raccoltipossano dare un certo riferimento per il calcolo e l’attribuzione, da parte delComitato di vigilanza e controllo, delle quote di mercato e di responsabilitàfinanziaria ai produttori di AEE e quindi ai rispettivi Sistemi collettivi delegati allagestione del recupero dei RAEE.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
291
Al fine di superare le criticità connesse alle difformità autorizzative a livellonazionale, come da tempo evidenziato da FISE nella gestione di tutti i rifiuti econ l'obiettivo di assicurare adeguati ed omogenei livelli di trattamento equalificazione delle aziende del settore del recupero dei RAEE, il Centro diCoordinamento RAEE e ASSORAEE - nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 25settembre 2007, n. 185 - hanno sottoscritto il 12 maggio 2008 un importanteAccordo, successivamente sottoscritto da altre associazioni del settore:ASSOFERMET, ANCORAEE, APIRAEE, CNA, ASSOQUALIT e UNORAEE.
In sintesi, l’Accordo regolamenta le condizioni gestionali minime dei RAEE intutte le fasi operative, dal ritiro degli stessi dai CdR all’ottenimento delle materieprime secondarie o invio a smaltimento degli scarti.
L'obiettivo viene perseguito tramite l'accreditamento delle Aziende del settoredel trattamento dei RAEE (Aziende) presso il CdC conformemente alla Specificatecnica allegata all'Accordo, in particolare, sulla base di un mirato auditcondotto da certificatori terzi selezionati e convenzionati dal CdC, conconoscenza specifica del settore e dei processi di trattamento.
L'esito positivo dell'audit, che richiede propedeuticamente il rispetto di tutti gliobblighi normativi previsti e delle condizioni tecniche stabilite dall’Accordo, èrequisito essenziali per le aziende di trattamento RAEE ai fini dell'accreditamentoda parte del CdC , nonché condizione per operare per i singoli Sistemi collettivi,che devono avvalersene in via obbligatoria.
Per la messa a regime del sistema di accreditamento, il CdC ha convenzionatonove tra i principali enti di certificazione ai quali le aziende di recupero RAEEpossono richiedere, a proprie spese, le visite di audit necessarie perl'accreditamento. Gli enti convenzionati sono: DNV, Dasa Rägister, IMQ, RINA,SGS, TÜV, Certiquality, Bureau Veritas e CSI Italia.
Durante l’audit viene verificata la conformità delle modalità gestionali nelle variefasi di movimentazione e trattamento alle condizioni tecniche riportatenell’Allegato tecnico all’Accordo che include anche le BAT (Best AvailableTechniques), ovvero le migliori tecniche disponibili per il trattamento dei RAEE. Gli enti di certificazione, unitamente al CdC ed alle associazioni dei recuperatori,con l'obiettivo di rendere il criterio di valutazione il più possibile oggettivo edomogeneo, hanno stilato una check-list che definisce i requisiti minimi per essereaccreditati presso il CdC.
La check-list prevede per i raggruppamenti delle categorie di rifiuto R1, R2, R3 eR4 la possibilità di accreditamento anche per gli impianti che svolgono soltantoil processo di messa in sicurezza e affidano a terzi i processi di frantumazionedelle carcasse (per i raggruppamenti R1, R2 e R4) oppure il trattamento dei tubicatodici (per il raggruppamento R3). Queste aziende possono essere accreditatesolo nel caso in cui si avvalgano, per le restanti fasi del processo di trattamento,di impianti a loro volta accreditati presso il CdC. Tutti gli impianti che svolgonosoltanto il processo di messa in sicurezza dei rifiuti dovranno fornire
L’ACCREDITAMENTODEGLI IMPIANTI
DI TRATTAMENTODEI RAEE:
LA MESSA A REGIMEDELL’ACCORDO
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
292
preventivamente al CdC la lista dei fornitori a cui affidano i rifiuti per effettuarela fase conclusiva del trattamento.
Sulla check list sono state definite due classi di requisiti:
a. requisiti bloccanti: sono prerogative fondamentali per il superamento di unavisita di audit e devono essere interamente soddisfatte per tutti iraggruppamenti e le fasi di processo per cui si vuole conseguirel'accreditamento (in totale 61 condizioni su 207);
b. requisiti non bloccanti: sono caratteristiche/condizioni importanti: l'aziendadeve soddisfarne almeno il 70% del totale indicato per ogniraggruppamento e per ogni fase del processo per cui si vuole conseguirel'accreditamento. Coloro che non abbiano superato la prima visita di audithanno tre mesi di tempo per recuperare le non conformità rilevate, altrimentidovranno ripetere integralmente la verifica di tutti i requisiti previsti dallacheck-list.
Il CdC, inoltre, ha organizzato per i verificatori terzi due sessioni formativedirettamente presso moderni impianti di trattamento utilizzando mirati supportididattici e avvalendosi di riconosciuti esperti in materia di trattamento dei RAEEper la docenza. Lo scopo del corso è stato quello di consentire agli auditor didisporre di tutte le informazioni e strumenti necessari per una valutazioneaccurata ed oggettiva della qualità del trattamento. Soltanto gli auditor chehanno partecipato con merito ai corsi organizzati dal CdC – ad oggi circa 40esperti del ramo ambientale - sono stati accreditati a svolgere le visite ispettivepresso gli impianti di trattamento.
A partire dal 1 marzo 2009 le aziende interessate hanno avuto sette mesi perconseguire l'accreditamento al CdC e quindi per poter operare per conto deisingoli Sistemi collettivi.
Il CdC ha provveduto costantemente alla pubblicazione sul proprio sito delle soleaziende che hanno superato l'audit e di cui pertanto i Sistemi collettivi potrannoavvalersi.
Si prevede che alla data del 1 ottobre 2009 gli impianti che avranno conseguitol’accreditamento al CdC saranno più di 30 per i raggruppamenti di R2 e R4, piùdi 20 per raggruppamenti R1 ed R3 ed una decina per il raggruppamento R5.
A partire dal 1 ottobre 2009, i Sistemi collettivi potranno operare esclusivamentecon le aziende accreditate dal CdC.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
293
FISE UNIRE ha condotto un’indagine su un campione di 19 impianti ditrattamento RAEE.Gli impianti analizzati sono collocati al Nord (9), al Centro (7) e al Sud (3).Gli impianti hanno complessivamente una capacità di trattamento che supera le300.000 tonnellate, suddivisa in tutte le tipologie di trattamento (R1: Freddo eclima; R2: Altri grandi bianchi; R3 Tv e Monitor; R4 IT e Consumer electronics,apparecchi di illuminazione (privati delle sorgenti luminose). PED e altro; R5Sorgenti luminose).Nel 2008 il fatturato medio complessivo per impianto è stato di circa 180.000 euro.
INDAGINE SUGLI IMPIANTI DI
TRATTAMENTODEI RAEE:
ANALISI SU UNCAMPIONE FISE UNIRE
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
R1 R2 R3 R4 R5 R1 R2 R3 R4 R5 TOTALE
PIEMONTE 1 1 1 1 1 1 8.500 6.000 3.800 2.500 20.800
LOMBARDIA 5 2 2 4 4 3 15.000 14.200 50.462 42.026 1.600 123.288
VENETO 2 2 2 2 2 2 8.595 2.695 2.695 2.695 95 16.775
EMILIA ROMAGNA 1 1 1 1 1 1 19.000 13.000 12.000 12.000 2.000 58.000
TOTALE NORD 9 6 6 8 8 7 51.095 35.895 68.957 59.221 3.695 218.863
TOSCANA 1 1 1 1 1 1 4.600 1.000 200 5.800
MARCHE 1 1 1 1 1 1 120 50 170
LAZIO 5 2 2 3 3 2 7.000 7.200 19.000 19.900 700 53.800
TOTALE CENTRO 7 4 4 5 5 4 11.600 7.200 20.000 20.220 750 59.770
ABRUZZO 1 2 2 2 2 1 1.250 1.250 2.000 6.000 10.500
MOLISE 1 1 1 1 1
PUGLIA 1 1 1 1 4.000 5.000 3.000 12.000
TOTALE SUD 3 4 3 4 3 2 4.000 5.000 3.000 0 0 22.500
TOTALE ITALIA 19 14 13 17 16 13 66.695 48.095 91.957 79.441 4.445 301.133
N. IMPIANTIGESTITI
TIPOLOGIA DI TRATTAMENTO POTENZA IMPIANTO ton/a
TABELLA 8: Impianti di trattamento RAEE per Regione - Campione FISE UNIRE 2008
ZONA
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
294
Complessivamente gli impianti del campione hanno trattato nel 2008 oltre108.000 tonnellate di RAEE, con una crescita del 19% rispetto al 2007.
I materiali recuperati, nel 2008, sono stati di oltre 80.000 tonnellate, con unacrescita del 23% rispetto al 2007.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
TRATTATI TRATTATI INCREMENTO RECUPERATI RECUPERATI INCREMENTO2007 2008 08 SU 07 % 2007 2008 08 SU 07 %
PIEMONTE 6.700 8.800 31% 5.345 0%
LOMBARDIA 25.738 37.178 44% 20.407 24.469 20%
VENETO 21.891 21.808 0% 17.312 16.551 -4%
EMILIA ROMAGNA 12.166 14.500 19% 10.045 13.610 35%
TOTALE NORD 66.496 82.286 24% 47.764 59.975 26%
TOSCANA 4.721 3.973 -16% 5.072 4.393 -13%
MARCHE 71 26 -64% 0%
LAZIO 14.532 14.560 0% 10.582 11.825 12%
TOTALE CENTRO 19.324 18.559 -4% 15.654 16.218 4%
ABRUZZO 0 1.005 0% 0 1.963 0%
MOLISE 2.808 3.888 38% 0%
PUGLIA 2.942 3.223 10% 2.305 2.440 6%
TOTALE SUD 5.750 8.116 41% 2.305 4.404 91%
TOTALE ITALIA 91.570 108.961 19% 65.723 80.596 23%
TABELLA 9: RAEE totali trattati per Regione 2007-2008 - Campione FISE UNIRE
295
Nel primo trimestre del 2009, negli impianti sono stati trattati oltre 27.000tonnellate di RAEE, con una crescita del 26%, rispetto al primo trimestre del 2008.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
GRAFICO 6: RAEE trattati 2007-2008 (ton)
GRAFICO 7: RAEE trattati 1° trimestre 2008 - 1° trimestre 2009 (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
200.000
2007 2008
91.570108.961
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
I° trimestre 2008 I° trimestre 2009
19.944
27.171
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
296
Analizzando per raggruppamenti i RAEE trattati nel 2008, in termini di peso ilraggruppamento R1- Freddo e clima, rappresenta il 47% del totale, ilraggruppamento R2- Altri grandi bianchi, il raggruppamento R3 - Tv e Monitoril 31%, il raggruppamento R4 - IT e Consumer electronics, apparecchi diilluminazione (privati delle sorgenti luminose) e Ped l’11%, mentre R5 - Sorgentiluminose l’1%.
Dal 2007 al 2008 cresce la quantità trattata per tutti i diversi raggruppamentidi RAEE. Il raggruppamento più importante R1 (freddo e clima) ha una crescitada 44.000 tonnellate a 51.000 tonnellate il gruppo R3 (tv e monitor) cresce da32.000 a 34.000 tonnellate.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Fonte: Indagine Fise Unire 2009
GRAFICO 8: RAEE trattati per raggruppamenti 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
R1 - freddo e clima 47%
R5 - sorgenti luminose 1%
R3 - TV e monitor 31%
R2 - altri grandi bianchi 10%
R4 - lt e consumer electronics,apparecchi di illuminazione (privati delle sorgenti luminose). Ped e altro 11%
297
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
GRAFICO 10: RAEE trattati per raggruppamenti 1° trimestre 2007 - 1° trimestre 2008 (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 9: RAEE trattati per raggruppamenti 2007-2008 (ton)
R1 - freddo e clima0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
2007 2008
R2 - altri grandi bianchi R3 - TV e monitor R4 - lt e consumer electronics,apparecchi di illuminazione
(privati delle sorgenti luminose).Ped e altro
R5 - sorgenti luminose
44.120
51.072
8.18611.142
32.49134.172
6.483
12.229
287 1.590
R1 - freddo e clima0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
I° trimestre 2008 I° trimestre 2009
R2 - altri grandi bianchi R3 - TV e monitor R4 - lt e consumer electronics,apparecchi di illuminazione
(privati delle sorgenti luminose).Ped e altro
R5 - sorgenti luminose
8.549
19.608
2.1612.993
6.8248.329
1.9683.427
208 346
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
Nel primo trimestre 2009, si ha una crescita ancora più forte rispetto al primotrimestre 2008.Il gruppo R1 cresce oltre il 130%, il gruppo R3 cresce oltre il 22%.
298
I materiali recuperati hanno superato nel 2008 le 80.000 tonnellate, contro le 65.000tonnellate del 2007, con una crescita del 23%, superiore alla crescita dei materialitrattati nello stesso periodo, che è stata del 19%. Nel 2007 il rapporto tra materialirecuperati e materiali trattati è stato del 72%, nel 2008 lo stesso indice è cresciuto al74% e indica un miglioramento del tasso di recupero nei processi di trattamento.
Nel confronto tra 1° trimestre 2009 e 2008, si registra una crescita del recuperodel 22%, simile a quella registrata nel confronto tra l’anno 2008 e 2007.
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
GRAFICO 11: Materiali recuperati da trattamento RAEE 2007-2008 (ton)
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
2007 2008
65.723
80.596
0
5.000
10.000
15.000
20.000
I° trimestre 2008 I° trimestre 2009
14.889
18.186
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
GRAFICO 12: Materiali recuperati da trattamento RAEE 1° trimestre 2008 - 1° trimestre 2009
299
I metalli ferrosi rappresentano il 42% di tutti materiali recuperati e sono cresciutidell’11% dal 2007 al 2008. Il vetro rappresenta il 16% dei materiali recuperatie ha registrato una crescita del 29% tra i due anni. Anche la plastica, cherappresenta il 13% dei materiali recuperati ha registrato una crescita del 29%. Molto forte è stata la crescita dei materiali non ferrosi (+59%).
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
TABELLA 10: Tipologia materiali recuperati da RAEE 2007-2008 (ton)
GRAFICO 13: Distribuzione per materiale del totale recuperato dai RAEE 2008
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
plastica 13%
metalli ferrosi 42%
altri materiali recuperati 25%
metalli non ferrosi 4%
vetro 16%
2007 2008 INCREMENTO 08/07
plastica 8.147 10.580 29%
metalli ferrosi 29.643 32.916 11%
metalli non ferrosi 2.119 3.460 59%
vetro 9.963 12.957 29%
altri materiali recuperati 15.668 20.486 30%
totale 65.723 80.596 23%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
300
Nel confronto tra il 1° trimestre 2008 e quello 2009, si registra una forte crescitadel recupero della plastica (+41%), del vetro (+32%) e dei metalli ferrosi e nonferrosi (+21%).
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
GRAFICO 14: Tipologia materiali recuperati dai RAEE 2007-2008 (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
plastica0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
metalli ferrosi metalli non ferrosi vetro altri materiali recuperati
8.147
10.480
29.643
32.916
2.1193.360
9.96312.857
15.668
20.386
1° TRIM.2008 1° TRIM.2008 INCREMENTO
plastica 1.903 2.685 41%
metalli ferrosi 6.521 7.876 21%
metalli non ferrosi 590 708 20%
vetro 2.397 3.176 32%
altri materiali recuperati 3.478 3.742 8%
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
TABELLA 11: Tipologia materiali recuperati dai RAEE I° trimestre 2008 - I° semestre 2009 (ton)
301
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
GRAFICO 15: Tipologia materiali recuperati dai RAEE I° trimestre 2008 - I° semestre 2009 (ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
plastica0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
9.000
I° trimestre 2008 I° trimestre 2009
metalli ferrosi metalli non ferrosi vetro altri materiali recuperati
1.903
2.685
6.520
7.876
590 708
2.397
3.1763.477
3.742
Fonte: Indagine FISE UNIRE 2009
302
ELENCO AZIENDE RAEE CHE HANNO PARTECIPATO ALL’INDAGINE 2009
AMBIENTE 2000 COOP. SOCIALEVia Brasile, 2 - 61026 ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) [email protected] - www.ambiente2000.info - Tel. 085/8931328 - Fax 085/8931328
AMIAT T.B.D. S.r.l.Via Brandizzo, 150 - 10088 VOLPIANO (TO) [email protected] - www.tbdtorino.it - Tel. 011/9954411 - Fax 011/9954415
ELETTRO RECYCLING S.r.l.Via Santa Maria in Campo, 2 - 20040 CAVENAGO DI BRIANZA (MI) [email protected] - www.elettrorecycling.it - Tel. 02/95335374 - Fax 02/95335073
NIKE S.r.l.Via della Stazione di Pavona, snc - 00134 SANTA PALOMBA (RM) [email protected] - Tel. 06/71300062 - Fax 06/71302621
NUOVA ECOPOLIS S.r.l.Contrada Casellone - 74012 CRISPIANO (TA) Puglia [email protected] - www.ecopolis2000.com - Tel. 099/8110777 - Fax 099/8110787ORIM S.p.a.Via D. Concordia, 65 - 62100 MACERATA (MC) [email protected] - www.orim.it - Tel. 0733/283040 - Fax 0733/283045
R.P.S. AMBIENTE S.r.l.Via dell'Industria, 483 - 37050 ANGIARI (VR) [email protected] - www.mpambiente.it - Tel. 0442/660241 - Fax 0442/660241
RELIGHT S.r.l.Via Lainate, 98/100 - 20017 RHO (MI) [email protected] - www.relightitalia.com - Tel. 02/93180737 - Fax 02/9303510
S.I.R.A. S.r.l. UNIPERSONALEVia IX Strada, 22 30030 FOSSO' (VE) [email protected] - www.sira-riciclare.it - Tel. 041/5170270 - Fax 041/4165411
SE.VAL. S.r.l.Via la Croce, 14 - 23823 COLICO (LC) [email protected] - www.seval-impianti.it - Tel. 0341/941280 - Fax 0341/933221
SIAT S.r.l.Via Martorello, 13 - 25014 CASTENEDOLO (BS) [email protected] - www.siatambiente.it - Tel. 030/2733326 - Fax 030/2733329
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
303
TRED CARPI S.r.l.Via Remesina Estera, 27/a - 41010 CARPI (MO) Emilia [email protected] - www.tredcarpi.it - Tel. 059/669456 - Fax 059/654543
TRED LIVORNO S.p.a.Via delle Sorgenti, 452 - 57121 LIVORNO (LI) [email protected] - Tel. 0586/425900 - Fax 0586/406224
TRED SUD S.r.l.Contrada Vicenne, snc - 86097 SESSANO DEL MOLISE (IS) [email protected] - www.tredsud.it - Tel. 0865/930050 - Fax 0865/930007
VALLONE S.r.l.Loc. Due Pini, snc - 01014 MONTALTO DI CASTRO (VT) Laziowww.vallone.it - Tel. 0766/879624
VALLONE S.r.l.Loc. Paduni, snc - 03012 ANAGNI (FR) Laziowww.vallone.it - Tel. 0775/768071
APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
ABITI USATI
305
Il Consorzio CONAU nasce a luglio 2008 senza fini di lucro per iniziativa deiprincipali operatori del settore, al fine di affermare il ruolo concretamente svoltoin materia di raccolta differenziata attraverso il recupero della frazione “tessile”,altrimenti destinata alla discarica.
L’attività del CONAU è caratterizzata da un’importante finalità sociale legata allapossibilità di occupazione lavorativa per persone con disagi e/o svantaggi sociali;le raccolte infatti sono realizzate anche attraverso cooperative sociali onlus.
Gli obiettivi del CONAU sono molteplici e riguardano, in particolar modo, lapossibilità di assicurare, razionalizzare, organizzare, disciplinare e gestire laraccolta di abiti ed accessori usati provenienti dalla raccolta differenziata:condizione indispensabile per garantirne il recupero attraverso il riutilizzo ed ilriciclo.
L’intento principale è di incentivare il più possibile la raccolta differenziata di abitie di accessori usati, con un parallelo aumento della trasparenza del ciclo diintervento degli operatori del settore ed un’informazione adeguata per gli utentie per i consumatori di tali materiali riguardo i sistemi di raccolta e di riciclodisponibili.
Per raggiungere i propri obiettivi il Consorzio si impegna ad attuare pienamentequanto previsto dal D.Lgs. 152/2006 e dalle altre norme primarie e secondariedirettamente o indirettamente attinenti; applicando inoltre un codice eticoattraverso il proprio regolamento.
CONAU cercherà di sensibilizzare i cittadini per implementare la raccoltadifferenziata di abiti e di accessori usati coinvolgendo le istituzioni nazionali elocali allo scopo di sollecitare maggiore attenzione ed adesione al servizio e diriuscire ad ottenere i dovuti riconoscimenti in ambito legislativo.
Il Consorzio, nato da poco più di un anno, intende inoltre incrementare ilnumero degli iscritti tra gli operatori professionali del recupero, ed estendere lapossibilità di adesione anche a coloro che producono o importanoabbigliamento nuovo.
EDOARDO AMERINI
Presidente CONAU
INTRODUZIONE
ABITI USATIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
306
I rifiuti tessili di origine urbana sono regolamentati dalla normativa in materia dirifiuti, parte IV, del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.
Ai fini della classificazione di indumenti usati, o più in generale frazione “tessile”da raccolta differenziata, sono attribuiti i seguenti codici CER:
CER 200110 abbigliamentoCER 200111 prodotti tessili
L’origine di rifiuto urbano colloca questa frazione sotto il diretto controllo delComune e quindi del gestore del servizio che provvede alla raccolta direttamente otramite soggetti convenzionati. Ai fini della raccolta e trasporto, sia in ambitourbano che per il conferimento ai successivi impianti di recupero, è quindinecessario che l’impresa di trasporto sia iscritta all’Albo Gestori Ambientali.
Il recupero avviene presso impianti autorizzati, che possono operare con iseguenti titoli autorizzativi:- in procedura ordinaria (artt. 208-210, D.Lgs. 152/06) con atto autorizzativo
rilasciato dall’Ente territoriale competente (Regione o Provincia) che fissa casoper caso le condizioni del processo di recupero;
- in procedura semplificata a seguito di comunicazione per il recupero di rifiutispeciali non pericolosi destinati esclusivamente al recupero (artt. 214-216,D.Lgs. 152/06) e secondo le precise indicazioni riportate nel DM 5 febbraio 1998.
In entrambi i casi si applicano gli obblighi generali relativi ai rifiuti stabiliti dalD.Lgs. 152/06, quali la tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti, l’emissionedel formulario di trasporto e la denuncia annuale (MUD).
La complessità del quadro normativo impone ai soggetti che voglianointraprendere questa attività una professionalità e degli investimenti necessari alrispetto delle norme stesse; talvolta sono i singoli Comuni o Consorzi, creatiappositamente per la gestione dei rifiuti, a gestire questo tipo di attività nellesingole realtà territoriali.
Il CONAU, nato nel 2008, ha proprio lo scopo di valorizzare i soggetti cheoperano nel pieno rispetto delle normative, differenziandoli da quelli cheoperano ai margini dell’illegalità e che creano sacche di concorrenza sleale adunico danno di quegli operatori che svolgono seriamente la propria attività nelpieno rispetto della normativa in materia.
Va da sé che una illegalità tollerata produce al suo seguito ulteriori illegalità epertanto sarà opportuno intraprendere azioni in collaborazione con altreAssociazioni, al fine di garantire da una parte il cittadino e dall’altra le aziendeche operano in questo settore in modo professionale.
Import-exportLa tipologia di rifiuto in esame ricade nel Regolamento CE 1013/2006 del 14giugno 2006, ed è individuata nella lista verde alla voce “B3030 rifiuti tessili”.
IL QUADRONORMATIVO
ABITI USATIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
307
Quattro chili pro capite è quanto ognuno di noi in Italia dismette ogni anno inabiti usati ed accessori siano essi scarpe o tessili usati nelle abitazioni domestiche(tende, tovaglie, coperte, etc.).
Se proiettiamo il dato in ambito nazionale, in Italia annualmente dismettiamocirca 240.000 tonnellate di abiti usati ed accessori, che per dare una idea piùchiara corrispondono, in volume a 16.000 tir (più di 40 camion al giorno!).
È chiaro che, ad oggi, non siamo ancora in grado di intercettare l’interoquantitativo di indumenti, anche se, in particolare nella zona del Nord Italia, sisono registrati interessanti risultati, come nel seguito riportato.
È evidente che tutta questa mole di materiale non può essere distribuita, perintero, a quello strato di popolazione che versa in stato di povertà; in primis,perché manca una domanda in tal senso e poi perché solo una minima parte diquanto si raccoglie potrebbe essere donato: si stima non più del 10%, la restanteparte è comunque riutilizzabile o trasformata in materia prima.Per queste ragioni, da tempo, le Associazioni caritative vendono a dittespecializzate nel riciclaggio di questi materiali quanto in esubero traendone unbeneficio economico, utile per la realizzazione dei loro progetti.
Sono tre, di norma, i soggetti che sono coinvolti nella raccolta degli abiti usati.
Il soggetto principale è l’ente evidenziato con il proprio nome sul cassonetto,normalmente un’associazione senza scopo di lucro, che di fatto sovrintende,sostiene e garantisce l’iniziativa. Ad esso spetta il compito di verificare i soggettiche incarica per il servizio di raccolta, affinché forniscano le dovuteautorizzazioni e garanzie di serietà.
Il secondo soggetto è l’ente che si occupa operativamente della raccolta dellafrazione tessile negli appositi cassonetti e della logistica di detto materiale.Spesso si tratta di cooperative senza scopo di lucro con finalità sociale edumanitaria o/e che impiegano persone con svantaggi di natura fisica e sociale,allo scopo di inserirle o reinserirle in attività lavorative.
L’ultimo anello della catena è chi acquista il materiale raccolto, e si occupa dellasua cernita e successiva ricollocazione.
LA PRODUZIONENAZIONALE DI
ABITI DISMESSIDI ORIGINE URBANA
I SOGGETTICOINVOLTI
NELLARACCOLTA
ABITI USATIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
308
Il recupero degli abiti ed accessori di abbigliamento usati riguarda una frazione dellaraccolta differenziata dei rifiuti urbani provenienti da aree della nostra penisola dipiccole, medie e grandi dimensioni, fino agli ambiti territoriali ottimali (ATO).Gli indumenti usati originati da cicli di post-consumo sono raccolti capillarmentee raggruppati per poi essere inviati ad impianti autorizzati alla gestione di rifiutidove il processo di trattamento determina come risultato finale:
- la qualifica di “indumenti ed accessori di abbigliamento utilizzabilidirettamente in cicli di consumo”;
- la qualifica di “materie prime seconde per l’industria tessile”;- altri impieghi industriali.
Le frazioni che si ottengono dal trattamento vengono destinate per il 68% alriutilizzo, per il 25% al riciclo e per il 7% allo smaltimento.
Il recupero delle materie, oltre a rappresentare un importante fattore economicoe strategico per l’approvvigionamento delle materie seconde per i settoriproduttivi, si presenta come un importante alleato per l’abbattimentodell’impatto ambientale dell’industria. Con il riutilizzo delle materie recuperate neiprocessi produttivi o in cicli di consumo, si ha infatti una forte diminuzione della CO2
prodotta rispetto a quella che si sarebbe prodotta utilizzando materie vergini.
Ecco un esempio dei benefici ambientali ricavati da uno Studio effettuatodall’università di Copenhagen (fonti ricerca 2008) che dimostra i vantaggiambientali ottenuti attraverso la raccolta di abiti usati.
Un kg di abiti usati raccolti riduce:
- Emissioni CO2 di 3,6 kg;- Consumo di acqua di 6.000 litri;- Uso di fertilizzanti 0,3 kg;- Utilizzo di pesticidi 0,2 kg.
I benefici effetti ambientali si sommano agli indubbi e molteplici vantaggi sociali,in parte già evidenziati. Innanzitutto gli abiti usati sono l’unica frazione della raccolta differenziata chenon è sostenuta da alcun tipo di contributo pubblico, mentre l’associazionegrazie ai contributi ricevuti promuove sul territorio attività di assistenza sociale.La cooperativa inserisce in ambito lavorativo promuovendone il reinserimentosociale soggetti con diverse problematiche, siano esse fisiche o sociali.L’altro aspetto di indubbio vantaggio è che, attraverso il sistema di raccolta degliabiti usati, si riesce a recuperare materiale che altrimenti verrebbe smaltito allastregua dei rifiuti solidi urbani e finirebbe in discarica con costi a carico delcittadino.
IL CICLO DI RECUPERODEGLI
INDUMENTI USATI
IL CICLO DI RECUPERODEGLI
INDUMENTI USATI
EFFETTI AMBIENTALIDEL SETTORE RACCOLTA E
RICICLAGGIO
VANTAGGI SOCIALI
ABITI USATIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
309
Nelle Tabelle 1 e 2 sono riepilogati i dati nazionali che quantificano nel tempo ilfenomeno della produzione dei rifiuti urbani. Tali dati evidenziano l’andamentodelle raccolte differenziate in generale e nello specifico per la tipologia del“tessile”.
Si può notare come la percentuale di raccolta differenziata della frazione“tessile” negli ultimi 8 anni sia raddoppiata, passando dallo 0,11% allo 0,22%sul totale della produzione di rifiuti urbani.
PRODUZIONE NAZIONALE RIFIUTI
URBANI E RACCOLTEDIFFERENZIATE
ABITI USATI
TABELLA 1: Produzione nazionale rifiuti urbani e raccolte differenziate (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
TABELLA 2: CONAU raccolta differenziata “TESSILE” ( 000/ton) (% sul dato nazionale raccolta differenziata tessile)
Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007
Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007
Fonte : ISPRA rapporto rifiuti 2008
28.959 29.409 29.864 30.034 31.150 31.664 32.508 32.548
Produzione nazionale rifiuti urbani (000/ton)
4.181 5.115 5.739 6.339 7.067 7.672 8.374 8.958
14,4% 17,4 % 19,2 % 21,1% 22,7 % 24,2 % 25,8 % 27,5
Dato nazionale raccolte differenziate (000/ton) (% sul totale RSU)
31,9 47,1 54,0 50,0 56,5 63,3 70,3 73,4
0,11 % 0,16 % 0,18 % 0,17% 0,18 % 0,19 % 0,22 % 0,22 %
- - - - 23,0 31,5 33,2 34,8
- - - - 40,7 % 49,8 % 47,2 % 47,4 %
Dato nazionale raccolta differenziata “TESSILE” (000/ton) (% sul totale RSU)
Fonte: CONAU
310
Il dato elaborato per produzione pro-capite evidenzia un valore medio statisticosu base nazionale, anche se è da segnalare la sostanziale differenza tra le Regionidel Nord, Centro e Sud Italia.
Alcuni dati in merito ai volumi di raccolta differenziata di abiti e accessori usatistimati da CONAU:
• il consumo di abiti e di accessori in Italia è circa 14 kg/persona annui;
• la raccolta differenziata di abiti e di accessori usati arriva a circa 3-4kg/persona annui in alcune zone del territorio italiano;
• la raccolta differenziata di abiti e di accessori usati arriva in media a circa 1,2kg/abitante annui su base nazionale (inferiore alla media UE).
ABITI USATIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Anno
2002
Anno
2003
Anno
2004
Anno
2005
Anno
2006
Anno
2007
Anno
2008
521 524 533 539 550 546 -Rifiuti Urbani
Racc.Diff.Tessile 0,9 0,9 1,0 1,1 1,2 1,2 -
TABELLA 3: Valori medi pro capite (kg/ab*anno)
Fonte: CONAU
Ditte aderenti al Consorzio
• TESMAPRI S.p.A.• HUMANA PEOPLE TO PEOPLE ITALIA S.c.r.l.• PANDOLFI S.r.l.• EUROTESS S.r.l.• EUROFRIP S.r.l.• SABIRO S.n.c.• RECOTES S.r.l.
311
ABITI USATIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
Campania:Napoli
Emilia Romagna:Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, ReggioEmilia, Rimini
Friuli Venezia Giulia:Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste
Lazio:Frosinone, Latina
Liguria:Genova, Imperia
Lombardia:Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Pavia,Sondrio, Varese
Piemonte:Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania, Vercelli
Toscana:Arezzo, Firenze, Livorno, Massa-Carrara, Pisa, Prato, Siena
Trentino Alto Adige:Bolzano, Trento
Veneto:Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza
Umbria:Terni
LE PROVINCE DOVE È PRESENTE
CONAU
INERTI
313
Il quadro normativo italiano che si è delineato negli ultimi anni, grazie alrecepimento di direttive europee sia in tema di materiali da costruzione che dirifiuti, ha portato ad una effettiva legittimazione dell’utilizzo degli aggregatiriciclati come materiale da costruzione.
Il primo importante passo in questa direzione è avvenuto con il DPR 21 aprile1993, n. 246 ovvero il recepimento della Direttiva europea 89/106/CEE suimateriali da costruzione. L’impostazione della politica europea in tema di qualitàdei prodotti da costruzione, introdotta dalla Direttiva 89/106/CEE, vertesostanzialmente sull’obbligo di marcatura CE di tutti prodotti immessi sulmercato al fine di essere permanentemente incorporati in opere di costruzione,quali edifici ed opere di ingegneria civile (compresi pertanto gli aggregati sianaturali che riciclati).
Con il successivo DM 11 aprile 2007 sono state definitivamente fornite leindicazioni per l’applicazione della Direttiva 89/106/CE agli aggregati e recepitele norme europee di riferimento.L’entrata in vigore delle norme armonizzate segna una svolta nel settore, inquanto esse si applicano ad aggregati naturali, artificiali o riciclati,indipendentemente dalla loro origine.
La nuova impostazione porta ad un cambiamento sostanziale nel mercato deimateriali da costruzione, in particolare dei materiali per lavori stradali (tipicaapplicazione degli aggregati riciclati), passando da un approccio prescrizionalead un approccio prestazionale, in cui i vari materiali vengono classificati infunzione delle loro caratteristiche tecniche, piuttosto che in funzione della loroprovenienza. Tali caratteristiche sono garantite dal produttore con la marcatura CE.
Per questa ragione si rende indispensabile l’aggiornamento dei capitolatid’appalto, strumenti ancora troppo spesso legati alla tradizione che con difficoltàvengono aggiornati sulla base dell’evoluzione della normativa tecnica europea.
Nel quadro normativo è stata anche introdotta l’obbligatorietà dell’utilizzo degliaggregati riciclati da parte delle PA.Con il DM 203/2003 e la relativa Circolare 15 luglio 2005, n. 5205 recante“Indicazioni per l’operatività nel settore edile, stradale e ambientale, ai sensi delDecreto Ministeriale 8 maggio 2003, n. 203”, si è imposto agli uffici pubblici ealle società a prevalente capitale pubblico l’obbligo di coprire il propriofabbisogno annuale di manufatti e di beni con una quota di prodotti ottenuti damateriale riciclato in una misura non inferiore al 30%.
Tale obbligo è stato introdotto dalla Legge Finanziaria 2002 (L. 448/01, art. 56),ed in origine riguardava la sola fornitura di beni (ad esempio, l’impiego dellacarta riciclata nelle fotocopiatrici degli uffici pubblici); soltanto con il DM203/2003 si è esteso tale obbligo anche alle opere pubbliche (art. 3, comma 3),imponendo quindi alle PA, in sede di formulazione dei capitolati d’appalto, diprevedere l’impiego di materiali riciclati.
La pubblicazione della Circolare attuativa (Circolare n. 5205/05) ha reso
INTRODUZIONE
INERTIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
314
applicabile la disposizione in esame con conseguente e necessario adeguamentodei capitolati d’appalto delle PA.
Bisogna inoltre sottolineare come la crescente attenzione alle problematicheambientali abbia portato ad un sempre maggiore interesse verso il riciclaggio deirifiuti inerti. Basti pensare che la nuova direttiva europea sui rifiuti fissa unobiettivo di riciclaggio dei rifiuti inerti a livello comunitario pari al 70%, daraggiungere entro il 2020.
Anche l’adozione da parte del Ministero dell’Ambiente del Piano d’AzioneNazionale (PAN) sul Green Public Procurement, accogliendo così l’invitocontenuto nella Comunicazione della Commissione europea “Politica integratadei prodotti, sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale” del 2003, mostrala volontà di definire una strategia mirata ad aumentare il volume di “acquistiverdi” nelle PA ed a generare un cambiamento di modelli di produzione e diconsumo, anche privati, nella direzione della sostenibilità.Nonostante ciò purtroppo in Italia l’utilizzo degli aggregati riciclati non è ancorasufficientemente diffuso, se non addirittura ostacolato.
Le principali cause di questa situazione possono essere ricercate:• negli impedimenti di carattere burocratico che non permettono l’attuazione di
leggi fondamentali per lo sviluppo del nostro settore (DM 203/03, Acquistiverdi, etc.);
• nella mancanza di adeguati strumenti tecnici (elenchi prezzi, capitolatid’appalti, etc.);
• nella resistenza culturale ad utilizzare un materiale proveniente dai “rifiuti”.
Si aggiunge alle problematiche sopraelencate il momento congiunturale di crisieconomica, che sta mettendo a dura prova anche il settore del riciclaggio deirifiuti inerti.
Le difficoltà del settore delle costruzioni e il mancato avvio delle cosiddettegrandi opere si riflettono infatti inevitabilmente sul nostro settore.Nel tentativo di limitare i danni per gli operatori, ANPAR, soprattutto in questoperiodo, si sta impegnando per riavviare il mercato su diversi fronti:1) per un utilizzo sempre più diffuso degli aggregati riciclati sarebbe auspicabile
l’attuazione delle norme in vigore sul Green Public Procurement ed inparticolare del DM 203/03 (Repertorio del Riciclaggio). ANPAR, che hacollaborato con il Ministero dell’Ambiente per l’emanazione della norma, staora adoperandosi affinché questa venga efficacemente applicata. Infattil’iscrizione al Repertorio dovrebbe essere automatica una volta verificato, daparte dell’organo tecnico (ISPRA - ex APAT), il rispetto dei requisiti previstidalla norma. L’ulteriore avallo della Commissione ministeriale costituisce uninutile intralcio burocratico, in quanto questa non è strutturalmente in gradodi effettuare una valutazione tecnica sul possesso dei requisiti medesimi. Ciòrischia di provocare il blocco del sistema, come effettivamente è purtroppoavvenuto.
2) Per facilitare il compito delle stazioni appaltanti è necessario fornire loro uncapitolato speciale che preveda e agevoli l’utilizzo dei nostri materiali nelle
INERTIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
315
infrastrutture (in particolare stradali). Il capitolato della Regione Toscana,primo ed ultimo esempio sul territorio nazionale, risulta infatti tuttavia adoggi già superato, nonostante i soli 5 anni passati, e necessita unaggiornamento alla serie di norme tecniche sulla marcatura CE degliaggregati. La direzione tecnica ha allora deciso, anche su sollecitazione dialcuni associati, di istituire una task force avente lo scopo di redigere in tempibrevi una norma tecnica nazionale in ambito UNI, sull’esecuzione di opere diingegneria che prevedano l’uso di terre ed aggregati. Tale norma potrà poiessere richiamata nei capitolati che le stazioni appaltanti (soprattuttopubbliche) dovranno necessariamente aggiornare (anche si spera perl’attuazione del DM 203/03).
3) Per far prevalere nel mercato gli operatori più qualificati, ANPAR sta da temposollecitando i propri associati ad un comportamento virtuoso, con particolareriferimento alla messa in opera del sistema di controllo dei materiali previstodalle norme tecniche sulla marcatura CE degli aggregati. L’Associazioneritiene infatti che solo con la commercializzazione di materiali di elevataqualità sarà possibile opporsi alla pratica lesiva della concorrenza di riciclare incantiere i rifiuti di demolizione e vendere (o peggio regalare) i “materiali” cosìprodotti. Sfruttando un finanziamento europeo, ANPAR sta quindi finalmentedando corso ad un progetto rimasto fino ad oggi nel cassetto: la redazione diun manuale sulla produzione e l’utilizzo degli aggregati riciclati nelleinfrastrutture. Tale manuale (che sarà disponibile anche in lingua inglese)conterrà, oltre ad una parte iniziale sulle modalità di lavoro e sulle garanzie diqualità dei materiali marcati CE, una seconda parte, in particolar mododestinata alla PA, che presenterà numerosi casi di applicazione in opere diparticolare rilievo, realizzate con aggregati riciclati in Italia ed all’estero.
Un altro tema molto attuale che potrebbe condizionare fortemente il nostrosettore è il cosiddetto problema dell’end-of-waste posto dalla nuova direttivaquadro sui rifiuti. Essa infatti impone di definire dei criteri specifici perindividuare il momento in cui un rifiuto cessa di essere tale per diventare unprodotto. La Commissione europea sta attualmente lavorando alla definizione ditali criteri. ANPAR ha contribuito a tale lavoro, per quanto riguarda il settoredegli aggregati riciclati, attraverso il Ministero dell’Ambiente e le proprieassociazioni europee (FIR, FEAD).In attesa della definizione dei criteri specifici, la direttiva sottolinea comunqueche il passaggio da rifiuto a prodotto non può prescindere dal fatto che i rifiutidebbano essere sottoposti ad una operazione di recupero e soddisfino leseguenti condizioni:• la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzata/o per scopi specifici;• esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;• la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e
rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;• l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi
negativi sull’ambiente o sulla salute umana.
Da qui la necessità di interrogarsi su quanti degli impianti autorizzati presenti inItalia saranno in grado di produrre aggregati riciclati che rispondono allanormativa vigente ed alle condizioni “end-of-waste” della direttiva.
INERTIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
316
Un processo inadeguato di trattamento dei rifiuti inerti (al termine del quale ilmateriale non risponde alle caratteristiche dettate dalle norme tecnichearmonizzate europee), non riesce nel suo intento di creare un nuovo prodotto.
Tale operazione comporta inoltre un crollo dell’immagine degli aggregati riciclati,che, come ormai ampiamente dimostrato, sono equiparabili a livelloprestazionale agli aggregati naturali con, in più, innegabili vantaggi ambientali(risparmio del materiale da cava e riciclaggio dei rifiuti) ed economici.In diverse realtà europee questo problema è stato risolto elaborando un marchiodi qualità volontario. Gli impianti che riescono a garantire la produzione costantedi materiale rispondente alla normativa vigente possono ottenere questomarchio di qualità che permette loro di avere dei vantaggi con la PA.
È indispensabile per lo sviluppo del settore che vengano introdotte delle logichepremianti a chi produce materiale di qualità e penalizzanti (intensificando, peres. i controlli) a chi lavora ai limiti della normativa. Solo così gli aggregati riciclatiriusciranno a crearsi, presso le Direzioni lavori, i professionisti, le PA, le imprese,una meritata credibilità che oggi manca e costituisce il primo ostacolo all’utilizzodegli aggregati riciclati su vasta scala.
Con il presente Studio di settore, ANPAR anche quest’anno cerca di offrire il piùaggiornato stato dell’arte del settore del riciclaggio dei rifiuti inerti. Rispetto agliscorsi lavori è stato inoltre introdotto un capitolo in cui vengono presentate leprincipali caratteristiche degli impianti nostri associati.
Nonostante alcuni impianti presenti sul territorio non abbiano voluto aderire allanostra iniziativa, forse anche a causa del momento congiunturale, possiamoaffermare che i dati qui contenuti rappresentino un buon punto di partenza perstimare i quantitativi di aggregati riciclati oggi prodotti in Italia. I dati sonoriportati in forma anonima, nella speranza di vincere la diffidenza di alcuni nostricolleghi che non capiscono ancora l’importanza di stare insieme e di creare inmodo definitivo un vero e proprio comparto industriale.
RENZO PRAVETTONI
Presidente ANPAR
INERTIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
317
Alla vigilia del recepimento della nuova direttiva europea sui rifiuti (2008/98/CEdel 19 Novembre 2008), risulta urgente ed indispensabile disporre di dati certisulla produzione di rifiuti inerti, nonché di un quadro aggiornato degli impiantidi trattamento per tali rifiuti al fine di poter intraprendere al più presto unaadeguata politica di gestione degli stessi. La Comunità europea infatti, con lanuova direttiva sui rifiuti, vuole portare gli Stati membri ad un radicalecambiamento di mentalità nel modo di considerare i rifiuti, da peso indesideratoa risorsa preziosa, ed ha pertanto posto degli specifici obiettivi di riciclaggio peri diversi settori. L’obiettivo di riciclaggio fissato per i rifiuti da demolizione è parial 70% da raggiungere nel 2020.Se si considera che attualmente il riciclaggio dei rifiuti inerti si aggira intorno al10%, si può comprendere l’urgenza con cui bisogna affrontare e risolvere ilproblema per cercare di raggiungere gli obiettivi di riciclaggio posti in ambitoeuropeo. Per quanto concerne i dati sulla produzione di rifiuti inerti, il “Rapportorifiuti 2008” di ISPRA costituisce la fonte ufficiale italiana. In tale Rapporto vieneindicato un quantitativo di produzione totale di rifiuti speciali non pericolosi daC&D pari a 52.083 milioni di tonnellate (relativo all’anno 2006).È necessario tuttavia sottolineare che si tratta di una stima. La base dati utilizzatada ISPRA per la quantificazione dei rifiuti speciali è rappresentata dalledichiarazioni MUD effettuate nell’anno 2007, ai sensi dell’art. 189 del D.Lgs.152/2006. A tal proposito, va evidenziato che quest’ultimo decreto ha apportatorilevanti modifiche per quanto attiene ai soggetti tenuti all’obbligo didichiarazione. In particolare, il comma 3 dell’art. 189 ha esonerato dall’obbligodella dichiarazione tutti i produttori di rifiuti non pericolosi.L’applicazione del D.Lgs. 152/2006, entrato in vigore il 29 aprile 2006, ossia ilgiorno prima della scadenza per la presentazione del MUD, ha portato ad unalieve diminuzione del numero di dichiarazioni presentate nel 2006 rispettoall’anno precedente e ad una drastica riduzione delle stesse presentate nell’anno2007 (è da precisare che il 13 febbraio 2008 è entrato in vigore il D.Lgs. 4/2008,cosiddetto “Correttivo ambientale”, che ha reintrodotto l’obbligo dipresentazione del MUD per i produttori di rifiuti speciali non pericolosi edesentato le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti, con non più di 10dipendenti. Grazie alle dichiarazioni MUD presentate entro il 30 aprile 2008,relative all’anno 2007, sarà quindi possibile riavere, per tale anno, un dato diproduzione di rifiuti non pericolosi più completo e realistico).Ai fini di una corretta valutazione dei quantitativi di rifiuti speciali non pericolosiprodotta in Italia, ISPRA ha integrato i dati MUD attraverso procedure di stima.In particolare l’ammontare dei rifiuti non pericolosi derivanti dal settore NACE 45(C&D) è stato desunto a partire dai dati dichiarativi MUD inerenti alle operazionidi gestione, eliminando le dichiarazioni relative alle fasi intermedie di gestione.La produzione totale dei rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi èstata pertanto assunta pari al quantitativo avviato a recupero o a smaltimento.Per quanto riguarda invece la quantificazione della percentuale di rifiutieffettivamente riciclata, il “Rapporto rifiuti 2008” fornisce solo dati generali suirifiuti speciali non pericolosi e non specifici sul settore dei rifiuti da C&D. Questoè fondamentalmente dovuto al fatto che il sistema di gestione dei rifiuti specialie di autorizzazione degli impianti è piuttosto complesso e non permette, adoggi, una raccolta dati suddivisa per settori. Lo Studio di settore che ANPARelabora annualmente si è sempre posto come obiettivo la stima della produzione
PREMESSA METODOLOGICA
INERTIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
318
nazionale di aggregati riciclati, purtroppo quest’anno, complice la crisieconomica che ha fortemente danneggiato il nostro settore e reso menocollaborativi i gestori degli impianti, abbiamo avuto parecchie difficoltà a reperirei dati utili allo studio. Tuttavia nel corso degli anni ANPAR ha costituito unapiccola banca dati sulla base della dichiarazione MUD dei singoli impianti diriciclaggio che riteniamo possa considerarsi rappresentativa del settore almenoper quanto concerne l’andamento dei conferimenti nel corso degli anni.Quest’anno il campione su cui è stata effettuata l’indagine è composto da 49impianti. Ai gestori è stato richiesto di compilare un questionario con iquantitativi di rifiuti conferiti nell’anno 2008 relativi ai seguenti codici CER:
CER 17 01 01 CementoCER 17 01 02 MattoniCER 17 01 03 Mattonelle e ceramicaCER 17 01 07 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e
ceramiche, diverse da quelle di cui alle voce 170106CER 17 03 02 Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce
170301CER 17 04 05 Ferro e acciaioCER 17 05 04 Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 170503CER 17 05 06 Fanghi di dragaggio, diversa da quella di cui alla voce
170505CER 17 08 02 Pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quelle
di cui alla voce 170507CER 17 09 04 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione,
diversi da quelli di cui alle voci 170901, 170902 e170903
Altri
Come emerge dalla Figura 1 si conferma negli anni la dislocazione geograficadegli impianti, concentrati principalmente nel Nord Italia.La difficoltà di effettuare un censimento completo degli impianti di riciclaggio dirifiuti da C&D attivi in Italia, e la conseguente mancanza di dati in merito, nonconsente di determinare con certezza la rappresentatività del campioneanalizzato.Un primo e importante passo in questo senso è stato compiuto da FISE, che hapresentato di recente il Rapporto “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti inItalia”. Tale Rapporto ha l’obiettivo di predisporre un quadro aggiornato degliimpianti per il trattamento dei rifiuti in Italia riguardanti sia quelli di recupero chedi smaltimento e delle relative capacità autorizzative, al fine di potercomprendere l’attuale contesto operativo e mettere in atto le azioni correttivenecessarie per evitare il diffondersi di situazioni di emergenza che hanno negliultimi tempi interessato alcune Regioni italiane. Tuttavia anche questo Studio,come quello di APAT, presenta i dati suddivisi per tipologia di trattamento e nonper tipologia di rifiuti specifica. Pertanto ancora una volta i dati relativi al settoredei rifiuti da C&D rimangono nell’incertezza.Partendo da questo primo ed importante passo, compiuto da FISE, verso uncensimento degli impianti di trattamento, ANPAR si è prefissa per il prossimoanno di approfondire la parte relativa ai rifiuti speciali non pericolosi da C&D.
INERTIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
319
INERTI
FIGURA 1: Dislocazione degli impianti che hanno partecipato alla ricerca
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
40
7
2
31
3
4
2
2
1
21
1
1
1
Totale= 49 impianti
Fonte: ANPAR
320
Premessa
Il presente Studio di settore si è posto come obiettivo la stima della produzionenazionale di aggregati riciclati. Non disponendo di tale dato si è pensato, dasempre, di utilizzare i dati sulle quantità di rifiuti inerti che, a livello nazionale,raggiungono gli impianti di riciclaggio per passare a nuova vita. Si ritiene infattiche l’errore di stima, dovuto alla produzione di rifiuti nel processo stesso diriciclaggio, sia trascurabile (si ipotizza intorno all’1%).ANPAR, al fine di aggiornare la stima dei quantitativi di aggregati riciclatiprodotti, ha pertanto elaborato i dati forniti direttamente dai gestori di impiantidi riciclaggio che hanno aderito all’iniziativa, sulla base della dichiarazione MUDdegli ultimi quattro anni.
Aspetti qualitativi
La composizione dei rifiuti inerti risulta molto variabile, sia per la diversa originedei rifiuti, sia in funzione di fattori quali le tipologie e le tecniche costruttivelocali, il clima, l’attività economica e lo sviluppo tecnologico della zona, nonchéle materie prime e i materiali da costruzione localmente disponibili.Dall’analisi dei dati forniti dagli impianti di riciclaggio coinvolti nella ricerca,emerge che la maggior parte degli impianti riceve quasi esclusivamente rifiutiappartenenti alla famiglia dei codici CER 17.XX.XX (Rifiuti delle operazioni dicostruzione e demolizione - compreso il terreno proveniente da siti contaminati).Il rapporto tra il conferito appartenente alla categoria CER 17.XX.XX e ilconferito totale risulta superiore all’ 85% tranne in tre casi (Grafico 1).Le ragioni di tale differenza sono da ricercarsi nelle particolari condizioni dellerealtà locali in cui sorgono gli impianti.I primi due hanno, per scelta imprenditoriale, deciso di concentrare le proprieattenzioni sul rifiuto industriale, piuttosto che sui rifiuti da costruzione edemolizione, il terzo invece si trova nelle vicinanze di numerose cave di travertinoche conferiscono i propri scarti presso l’impianto.I tre dati in questione non sono sufficienti a modificare la tendenza generale,verificabile su tutto il territorio nazionale.Suddividendo infatti gli impianti per Regioni o per aree geografiche (Nord,Centro, Sud), la percentuale di conferimenti della famiglia 17.XX.XX risultasempre superiore al 90% del totale.
LA PRODUZIONE DI AGGREGATI
RICICLATI IN ITALIA
INERTIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
321
Ciò conferma quanto già affermato in precedenza e cioè che i rifiuti inerti sonoprincipalmente originati dal settore edile in tutto il territorio nazionale.Per quanto concerne invece la composizione media dei rifiuti trattati negliimpianti oggetto della presente indagine, dall’analisi dei Grafici 2, 3, 4 e 5 (cheriportano la situazione specifica nei diversi ambiti territoriali nazionali) emergeche, sebbene in proporzioni diverse, i rifiuti conferiti agli impianti con percentualimaggiormente significative, rispetto al totale, sono quelli appartenenti allecategorie definite dai codici CER riportate in Tabella 1.
INERTI
GRAFICO 1: Visualizzazione del rapporto tra il conferito appartenente alla categoria CER 17.XX.XX ed iltotale conferito
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
impi
anto
1im
pian
to 2
impi
anto
3im
pian
to 4
impi
anto
5im
pian
to 6
impi
anto
7im
pian
to 8
impi
anto
9im
pian
to 1
0im
pian
to 1
1im
pian
to 1
2im
pian
to 1
3im
pian
to 1
4im
pian
to 1
5im
pian
to 1
6im
pian
to 1
7im
pian
to 1
8Fonte: ANPAR
322
L’analisi “geografica” di questi dati ci permette di riscontrare alcunedifferenze significative nei conferimenti delle principali famiglie CER17.XX.XX.Si riporta di seguito la differente suddivisione delle principali tipologie dirifiuti conferiti.Il codice 17 09 04, a fronte di una media nazionale pari a circa il 32%,risulta pari a 20% negli impianti censiti nel Nord Italia, 61% nel Centro e56% nel Sud.Il codice 17 05 04, a fronte di una media nazionale pari a circa il 14%,risulta pari a 17% negli impianti censiti nel Nord Italia, 4% nel Centro e22% nel Sud.Il codice 17 01 07, a fronte di una media nazionale pari a circa il 27%,risulta pari a 8% negli impianti censiti nel Nord Italia, 15% nel Centro e 1%nel Sud.Tali differenze di fatto non sono molto significative e possono solo in parteessere giustificate dal fatto che nel Nord Italia giungono agli impianti anchealtre tipologie di rifiuti oltre a quelle più diffuse legate al settore edile.Tali rifiuti, assoggettati ad un trattamento di selezione, separazione dellefrazioni leggere indesiderate e classificazione granulometrica, diventanoaggregati riciclati che possono essere a tutti gli effetti assimilati agliaggregati naturali. Con l’obbligo della marcatura CE dei prodotti dacostruzione (inclusi pertanto gli aggregati di qualunque natura e/o origine)è possibile infatti garantire agli utilizzatori le prestazioni, da loro stessirichieste, degli aggregati riciclati.
INERTI
TABELLA 1: Tipologie di rifiuti conferiti agli impianti con percentuali maggiormente significative
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
17 09 04
17 05 04
17 01 07
17 03 02
32
14
27
11
Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03;
Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03;
Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06;
Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 170301
CER %DEFINIZIONE
Fonte: ANPAR
323
INERTI
GRAFICO 2: Composizione media del rifiuto trattato in tutti gli impianti oggetto dellapresente indagine
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
CER 170101 7%
CER 170107 27%CER 170904 32%
Altri 7%
CER 170302 11%CER 170802 2%
CER 170504 14%
CER 170101 8%
CER 170107 32%CER 170904 20%
Altri 9%
CER 170504 17%
CER 170302 14%
Fonte: ANPAR
GRAFICO 3: Composizione media del rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nelNord Italia
Fonte: ANPAR
CER 170101 2%
CER 170107 1%
CER 170904 56%
CER 170302 18%
CER 170504 22%
Altri 1%
324
INERTI
GRAFICO 4: Composizione media del rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nelCentro Italia
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
CER 170101 2%
CER 170107 15%
CER 170904 61%
Altri 3%
CER 170302 5%
CER 170802 9%
CER 170508 1%
CER 170504 4%
GRAFICO 5: Composizione media del rifiuto trattato nel 2008 dagli impianti situati nelSud Italia
Fonte: ANPAR
Fonte: ANPAR
325
Aspetti quantitativi
I dati ufficiali relativi al riciclaggio dei rifiuti inerti, pur essendo comeaccennato ancora oggi di scarsa affidabilità, indicano che il quantitativo dirifiuti da costruzione e demolizione prodotti in Italia è pari a circa 52 milionidi tonnellate.Nonostante in questi ultimi anni l’attenzione nei confronti di tale famiglia dirifiuti sia notevolmente cresciuta (ne è testimonianza l’impegno assunto damolte amministrazioni a sviluppare Accordi di programma), si può comunqueaffermare che il settore del riciclaggio dei rifiuti inerti è ancora fortementesottosviluppato e, soprattutto, mal organizzato dal momento che:
• non esiste un censimento ufficiale degli impianti di trattamento dei rifiutiinerti autorizzati dislocati sul territorio nazionale;
• non si conosce l’entità del flusso di rifiuti da costruzione e demolizione(codice CER 17.XX.XX) né il suo frazionamento nelle diverse destinazionifinali (discariche per inerti, impianti di riciclaggio e impianti di sempliceriduzione volumetrica, etc.);
• esiste ancora una notevole quantità di rifiuti che non vienesmaltita/riciclata regolarmente;
• esiste un flusso di materiali che, essendo di natura omogenea, possonoessere assoggettati ad un trattamento di semplice riduzionegranulometrica direttamente in cantiere ed al successivo reimpiego sulposto (e non viene quindi mai compresa nelle stime sulla produzione).
Come anticipato in premessa, quest’anno hanno purtroppo partecipato allostudio di settore solo 49 impianti, 3 in meno rispetto allo scorso anno.Non avendo pertanto alcun significato il confronto, in termini assoluti, delquantitativo di aggregati riciclati messi sul mercato nei diversi anni,abbiamo confrontato solo i dati relativi ai 14 impianti che hannopartecipato a tutti gli studi di settore degli ultimi quattro anni (Grafico 6).Ne emerge che i conferimenti di rifiuti inerti dopo un iniziale incrementoavvenuto nel 2006 sono rimasti stabili per il 2007 ed hanno avuto unsensibile decremento nel 2008.
INERTIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
326
Se si considera che i dati ISPRA fanno emergere negli ultimi anni un trendpositivo della produzione di rifiuti inerti (purtroppo però l’ultimo dato aggiornatoè del 2006) mentre i nostri impianti registrano un trend negativo deiconferimenti, si può concludere che il riciclaggio dei rifiuti inerti abbia interessatoaddirittura meno del 10% stimato lo scorso anno.
Un confronto con i dati europei
Ogni anno in Europa sono prodotti circa 850 milioni di tonnellate di rifiuti daC&D. Essi rappresentano il 31% della produzione totale di rifiuti in Europa(Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008).La Tabella 2 mostra lo sviluppo della generazione pro capite dei rifiuti da C&Ddei vecchi Stati Membri e della Norvegia dal 2001. La media per Unione Europeaa 27 Paesi più la Norvegia è di 1,74 tonnellate/anno pro capite.Analizzando i dati si nota come vi siano molte differenze tra i vari Paesi dellavecchia configurazione europea. Francia e Lussemburgo generano rispettivamente5,5 e 5,9 tonnellate/anno. Germania e Irlanda generano tra le 2 e le 4tonnellate/anno, mentre il resto dei Paesi va dalle 0,2 tonnellate/anno dellaNorvegia alle 2 tonnellate/anno del Regno Unito, passando per l’Italia con 0,88tonnellate/anno. Anche per quanto riguarda i nuovi Stati membri, osservando laTabella 3 si notano molte differenze, anche se tutti sono al di sotto di 1tonnellate/anno pro capite. Fa eccezione Malta che genera quasi 2tonnellate/anno. L’indice di produzione di rifiuti pro capite è senz’altro un datolegato al livello di industrializzazione della Nazione, tuttavia la sensibiledifferenza dei dati riscontrata è forse più giustificata dai diversi metodi dicontabilizzazione dei rifiuti utilizzati nei diversi Paesi.
INERTI
GRAFICO 6: Conferimenti dei rifiuti inerti negli anni 2005-2008 (000/ton)
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
2.100.000
2.200.000
2.300.000
2.400.000
2.500.000
2.600.000
2.700.000
2.800.000
2005 Totaleconferito
2008
20072006
Fonte: ANPAR
327
INERTI
Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008 - Dato aggiornato da ANPAR sulla base dei dati presentati da ISPRA nel “Rapporto rifiuti 2008”
TABELLA 2: Generazione dei rifiuti da C&D pro capite in Europa
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Tonnellate/ pro capite 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Austria - - - 0,81 - 0,81
Belgio 0,81 0.80 1,11 1,06 1,22 1,18
Danimarca 0,63 0,75 0,70 0,83 0,97 1,12
Finlandia - - - 3,99 - -
Francia - - - 5,5 - -
Germania 3,05 2,92 2,71 2,33 2,24 -
Grecia 0,41 0,38 0,37 0,37 - -
Irlanda 1,70 - - 2,74 3,60 3,95
Italia 0,54 0,65 0,74 0,80 0,78 0,88*
Lussemburgo - - - 5,9 - -
Olanda 1,48 1,47 1,46 1,47 1,58 -
Norvegia 0,27 0,28 0,27 0,70 0,32 -
Portogallo - - - 1,09 - -
Spagna 0,59 0,58 0,66 0,74 0,80 0,88
Svezia - - - 1,14 - -
Regno Unito 1,74 1,74 1,75 1,66 1,90 1,89
Tonnellate/ pro capite 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Bulgaria - - - 0,39 - -
Cipro - - - 0,58 - -
Repubblica Ceca 0,85 0,85 1,00 1,44 1,20 1,15
Estonia 0,64 0,94 0,93 1,12 1,61 1,78
Ungheria 0,49 0,59 0,51 0,43 0,49 0,54
Lettonia - 0,06 0,03 0,04 0,07 0,05
Lituania - - - 0,10 - 0,18
Malta - - - 1,95 - -
Polonia - - - 0,11 0,14 0,44
Romania 0,02 0,03 0,01 0,00 0,02 -
Slovacchia - - 0,07 0,26 - -
Slovenia 0,83 0,82 1,00 1,41 1,2 1,18
EU 27+ Norvegia - - - 1,74 - -
Fonte: EUROSTAT e ETC/RWM, 2008
TABELLA 3: Generazione dei rifiuti da C&D pro capite in Europa
328
Le autorizzazioni
I soggetti che intendono realizzare e gestire nuovi impianti di recupero di rifiutiinerti devono essere in possesso di un’autorizzazione rilasciata dall’autoritàcompetente per territorio.La normativa prevede due tipologie di autorizzazioni: ordinaria (artt. 214-216D.Lgs. 152/06) e semplificata (artt. 208-211 D.Lgs. 152/06).Per ottenere la prima è necessario presentare il progetto definitivo dell’impiantoe la documentazione tecnica prevista per la realizzazione del progetto stessodalle disposizioni vigenti in materia urbanistica, di tutela ambientale, di salute disicurezza sul lavoro e di igiene pubblica, che verrà valutato in sede di Conferenzadi servizi.L’esercizio invece delle operazioni di recupero dei rifiuti in procedura semplificatapuò essere intrapreso, a condizione che siano rispettate le norme tecniche e leprescrizioni specifiche (ancora da definire con decreti del Ministro dell’Ambientee della Tutela del Territorio), decorsi novanta giorni dalla comunicazione di iniziodi attività alla competente Sezione Regionale dell’Albo.Una importante novità, in campo di autorizzazioni, è stata però introdotta dalD.Lgs. 4/08, il quale impone anche per le attività di smaltimento e recupero inprocedura semplificata l’obbligo della verifica di assoggettabilità alla VIA(Valutazione di Impatto Ambientale) per gli impianti di recupero di rifiuti nonpericolosi con capacità complessiva superiore a 10 tonnellate/giorno. Conl’entrata in vigore del correttivo pertanto le attività di smaltimento e recupero inprocedura semplificata non hanno di fatto un trattamento differenziato rispettoa quelle in procedura ordinaria, salvo i tempi di ottenimento dell’autorizzazionestessa che dovrebbero essere più brevi.È necessario sottolineare che l’autorizzazione in procedura ordinaria offremaggiori possibilità di poter gestire il processo di recupero con regole studiateper la specifica realtà in cui è inserito l’impianto.Per questo motivo ANPAR suggerisce ai propri associati di mantenersi in questoregime effettivamente già scelto dalla maggioranza di loro.Purtroppo le procedure per ottenere l’autorizzazione ed i tempi relativievidenziano uno dei problemi più gravi del nostro settore.La ripartizione delle competenze relative agli impianti per il trattamento dei rifiutiche si prospetta attualmente è infatti piuttosto complicata e si può cosìsintetizzare:1. il rilascio delle autorizzazioni di cui agli artt. 208-211 (autorizzazione
ordinaria) del D.Lgs. 152/06 è di competenza delle Regioni;2. nel periodo intercorrente tra l’entrata in vigore del D.Lgs. 152/06 e l’entrata
in vigore del D.Lgs 4/08, le autorizzazioni in procedura semplificata dovevanoessere trasmesse dai richiedenti alle Sezioni regionali interessate dell’AlboNazionale dei Gestori Ambientali (art. 212, D.Lgs. 152/06)
3. successivamente all’entrata in vigore del D.Lgs. 04/08, le autorizzazioni inprocedura semplificata sono state trasmesse dai richiedenti alle provincieterritorialmente competenti;
4. infine, occorre rilevare che molte delle autorizzazioni oggi in vigore sono stateemanate in vigenza del D.Lgs. 22/97, pertanto, secondo la ripartizione dellecompetenze stabilite dallo stesso, le procedure semplificate fanno capo alleProvincie e le autorizzazioni ordinarie fanno capo alle Regioni.
LE CARATTERISTICHEDEGLI
IMPIANTI ANPAR
INERTIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
329
Le attività integrative presso i centri di recupero di rifiuti inerti
Spesso il riciclaggio dei rifiuti inerti viene svolto parallelamente ad altre attività(Grafico 7) al fine di ottimizzare la gestione dei rifiuti e/o la commercializzazionedei prodotti.In Europa, per esempio, negli ultimi anni si è creata una significativa sinergia tral’attività di cava e quella del riciclaggio dei rifiuti inerti. Nel febbraio 2008 laEuropean Aggregates Association (UEPG) e l’International Recycling Federation(FIR) hanno lanciato la piattaforma europea per gli aggregati riciclati, EuropeanPlatform for Recycled Aggregates, EPRA. La missione di EPRA è quella diraggiungere il miglior uso degli aggregati riciclati nelle maggiori applicazionipossibili. L’unione delle attività di cava e di recupero di rifiuti inerti, pur noncostituendo una corsia preferenziale sul versante degli obblighi autorizzativi, puòeffettivamente portare a numerosi vantaggi:• possibilità di fornire nel medesimo luogo di produzione aggregati di varia
natura. Le materie prime naturali potrebbero così essere dedicate solo adimpieghi più nobili (calcestruzzo) privilegiando l’uso di aggregati riciclati incostruzioni non strutturali;
• limitare gli impatti ambientali sul territorio dovuti all’attività estrattiva;• risolvere il problema di smaltimento dei propri rifiuti (sfridi e residui di cava);• offrire a terzi un servizio di recupero di rifiuti derivanti dalle attività di
costruzione e demolizione.
INERTI
Fonte: ANPAR
GRAFICO 7: Ripartizione percentuale tra gli associati ad ANPAR delle attività integrativepresso i centri di recupero di rifiuti inerti
EDIZIONEL’ITALIA DELRECUPERO
Impresa di costruzioni 12%
Cava 17%Servizio raccolta rifiuti 14%
Altre 15%
Centro raccolta/trattamento
altri rifiuti 8%Produzione di conglomerati bituminosi e asfalti 17%
Produzione di calcestruzzo 17%
Impianto 1 X X X X X
Impianto 2 X X X X
Impianto 3 X X X X X
Impianto 4 X X X X X
Impianto 5 X X
Impianto 6 X X X
Impianto 7 X X
Impianto 8 X X X X
Impianto 9 X X X X
Impianto 10 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.
Impianto 11 X X X X
Impianto 12
Impianto 13 X X X X
Impianto 14 X
Impianto 15 X X X
Impianto 16 X X X
Impianto 17 X X X
Impianto 18 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.
330
Modalità di lavoro
Dalla nostra indagine emerge che gli associati si stanno impegnando per garantirela qualità dei propri prodotti.La certificazione di qualità dei propri processi (ISO 9000), e/o il cosiddetto controllodi produzione in fabbrica (FPC), sono ormai parte integrante dell’attività deiriciclatori. Va sottolineato infatti che tali strumenti rispondono alla necessità deiproduttori di garantire partite di materiali che, in molti casi, possono essere anchemolto ingenti in termini quantitativi e necessitano quindi una omogeneità non facileda mantenere. La conoscenza delle caratteristiche dei propri materiali è un’esigenzaormai imprescindibile. La presenza di laboratori interni ne è la riprova e nasceproprio al fine di testare i materiali frequentemente e di avere tempestivamente irisultati. La marcatura CE, seppure obbligatoria anche per gli aggregati dedicati alleopere stradali, non viene ancora richiesta di frequente dal mercato. L’applicazionedelle regole comunitarie, prassi comune nel settore del calcestruzzo, sta tuttaviaproprio di recente avendo un impulso significativo. Molti controlli nei cantieri el’applicazione delle specifiche previste nel DM 186/06 per i materiali da costruzionedelle opere stradali ne sono la riprova e confermano le indicazioni che ANPAR ha datempo dato ai propri associati. Il sistema di attestazione di conformità, infine, dovràessere in futuro orientato sempre più verso la tipologia 2+, che, indipendentementedalla tipologia di impiego, prevedendo un ruolo di controllo sul sistema dicertificazione operato da terzi, garantisce maggiormente l’utilizzatore.
INERTIEDIZIONE
L’ITALIA DELRECUPERO
ISO 9000 - 2005 ISO 14000 EMAS FPC Sistema di attestazione di conformità Lab interno
4 2+
Fonte: ANPAR
TABELLA 4: Certificazioni degli impianti associati ANPAR
331
Secondo le stime effettuate da ISPRA e pubblicate nel “Rapporto Rifiuti 2008”,in Italia vengono prodotte annualmente circa 52 milioni di tonnellate di rifiutiinerti all’anno.Per quanto concerne le caratteristiche qualitative è emerso che, escludendo i datirelativi a tre impianti, che non sono rappresentativi perché inseriti in compartiindustriali particolari, nell’anno 2008 quasi il 100% del materiale conferitoappartiene alla famiglia dei codici CER 17.XX.XX (Rifiuti delle operazioni dicostruzione e demolizione - compreso il terreno proveniente da siti contaminati).Di questi le principali tipologie di rifiuti sono le seguenti:• CER 17 09 04 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, diversi da
quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03;• CER 17 01 07 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche,
diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06;• CER 17 05 04 Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03.Riguardo agli aspetti quantitativi, nonostante il presente Studio di settorequest’anno non possa considerarsi del tutto rappresentativo causa di unalimitata partecipazione alla indagine organizzata ormai tradizionalmentedall’Associazione degli impianti di riciclaggio, il dato emerso è emblematico diuna situazione di forte arretratezza del settore, soprattutto se confrontato conaltri Stati europei simili all’Italia.Viene infatti riciclato meno del 10% dei rifiuti inerti prodotti annualmente inItalia. In assenza di misure organizzate tra pubblico e privato anchel’introduzione dell’obiettivo di riciclaggio a livello comunitario pari al 70%appare difficilmente raggiungibile, anche nei tempi lunghi (2020) previsti dallaCommissione europea.ANPAR condivide comunque tale strumento e anzi auspica la fissazione diobiettivi intermedi (ad esempio il 30% nel 2010 ed il 50% nel 2015) per cercaredi dare un impulso al mercato anche in tempi brevi.Molte speranze, soprattutto in alcune Regioni, sono in questi ultimi anni stateriposte nella nascita dell’obbligo di utilizzo dei materiali riciclati da parte dellapubblica amministrazione (nel nostro caso, in particolare, degli aggregati riciclatinelle infrastrutture), con i cosiddetti acquisti verdi, che tuttavia per quantoconcerne il nostro settore è ancora tutto in divenire. Ma grande delusione edisappunto ha suscitato l’atteggiamento della pubblica amministrazionenell’applicazione del DM 203/03 e nei confronti dell’istituzione del Repertoriodel Riciclaggio, che di fatto non ha mai visto la luce.ANPAR per lo sviluppo del settore ritiene che tutti debbano svolgere il proprioruolo:• i produttori di aggregati riciclati devono puntare necessariamente ad una
sempre maggiore qualità dei propri processi di riciclaggio e dei materiali chene conseguono, che deve essere attestata mediante la marcatura CE;
• i progettisti devono adeguare i capitolati alle nuove norme europee di settore,pensando anche di utilizzare capitolati prestazionali;
• le stazioni appaltanti devono premiare le imprese che si impegnano a proporresoluzioni virtuose ed ambientalmente più sostenibili;
• le direzioni lavori devono controllare che tutti i materiali utilizzati sianoconformi alle norme armonizzate europee e presentino le caratteristicherichieste nel progetto.
CONCLUSIONI
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L’ITALIA DELRECUPERO
ANAGRAFE SETTORI FISE UNIRE
AIRAAssociazione industriale riciclatori autoViale Majno, 38 - 20129 Milano - Tel. 02 29 515 281 - Fax 02 20 46 [email protected] - www.airaassociazione.it
ANPAR Associazione Nazionale Produttori di Aggregati RiciclatiVia Boni, 28 - 20144 Milano - Tel. 02 58 314 546 - Fax 02 92 87 78 [email protected] - www.anpar.org
ARGOConsorzio Nazionale Volontario Riciclaggio GommaVia Barchetta, 6 - 41010 Campogalliano (MO) - Tel. 0864 25 08 309 - Fax 0864 25 08 [email protected] - www.consorzioargo.it
ASSODEMAssociazione Demolitori AutoveicoliVia del Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 [email protected] - www.fise.org
ASSORAEEAssociazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed ElettronicheVia del Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 [email protected] - www.fise.org
ASSORIMAPAssociazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche
[email protected] - www.assorimap.it
GMRGruppo Materiali Riciclabili Via del Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 [email protected] - www.fise.org
SARAServizi Ambientali Recupero AcciaiViale Majno, 38 - 20129 Milano - Tel. 02 29 404 310 - Fax 02 20 46 397
UNIONMACERI
[email protected] - www.saraassociazione.it
Associazione per la Raccolta, il Recupero e la Valorizzazione dei Rifiuti di Carta e CartoneVia del Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 [email protected] - www.fise.org
A.I.R.A.
Via del Poggio Laurentino,11 - 00144 Roma - Tel. 06 99 69 579 - Fax 06 59 19 955
CONAUConsorzio Nazionale Abiti e Accessori UsatiVia Bruceto, 5 - 51010 Massa e Cozzile (PT) - Tel. 0572 31 83 08 - Fax 0572 30 [email protected] - www.conau.it
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RedazioneSilvia Navach , Marta Pagano
L’Italia del Recupero è disponibile sul sito:
www.fise.org
Hanno collaborato alla realizzazione dello Studio:
Claudio Francia
(capitolo “Situazione strutturale e tendenze del mercato
delle materie recuperate e del riciclaggio”
Martino Corti(capitolo acciaio)Stefano Stellini
(capitolo alluminio)Monica Martinengo
(capitolo legno)Gemma Salvatori
(capitolo gomma)Chiara Bruni
(capitolo batterie)
Giorgio Bressi, Elisabetta Pavesi(capitolo rifiuti inerti)
Progetto Grafico: Studio Giano di Fabrizio Pensa
Edizione ottobre
2009
capitoli: carta, vetro e
apparecchiature elettriche ed elettroniche)
Silvia Navach, Marta Pagano(capitolo veicoli fuori uso)
La raccolta e l’elaborazione dei dati relativi al capitoloveicoli fuori uso è stata curata da: ECOEURO S.r.l.
Si ringrazia ECOCERVED per i dati sulla produzionedei rifiuti speciali riportati nel capitolo
“Situazione strutturale e tendenze del mercatodelle materie recuperate e del riciclaggio”
La raccolta e l’elaborazione dei dati relativi all’indagine sulle piattaforme di recupero contenuta nel capitolo “Situazione strutturale e tendenze del mercato
delle materie recuperate e del riciclaggio”e all’indagine sugli impianti di trattamento contenuta nel capitolo
“Apparecchiature elettriche ed elettroniche”è stata curata da Marta Pagano
Roberto Chiari(capitolo abiti usati)