LION EXPRESS N. 1 - icscorrezzola.it Natale 2011... · • E crescendo impari • Natale a scuola...

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LION EXPRESS N. 1 LION EXPRESS N. 1 LION EXPRESS N. 1 LION EXPRESS N. 1 a.s. 2011/2012a.s. 2011/2012a.s. 2011/2012a.s. 2011/2012

• Nuova copertina • La corrispondenza di amorosi sensi • 4 novembre 2011 • La morte di Sic • Il nido dell’Aquila • E’ Natale! • E crescendo impari • Natale a scuola • Pianeta adolescenza • Orientamento • Territorio e tradizioni • La prima delle prime • I ragazzi del Bangladesch • Scienza e tecnologia futura • La moda dell’800 e la moda d’oggi • Danza e musica • Badminton e orienteering • Testiamoci con il test: come ti senti

davanti allo specchio? • Vieni al cinema: - L’alba del pianeta delle scimmie; - Serenamente, scialla!

NUOVA COPERTINA DEL

GIORNALINO

Ciao sono Riky, frequento la 3^B, se qualcuno non ha ancora capito sono quel ricciolone che spesso vedete vicino al termosifone nell’ atrio durante la meren-da. Sono fiero dei miei capelli perché mi fanno sentire unico e molto simile al mio mito sportivo, che purtroppo ci ha lascia-to in questi giorni, il grande SIC!!! Ho i-deato LION, il personaggio nuovo della copertina del giornalino proprio per la sua criniera e la sua chioma cisposa e per il musetto curioso e felice… quello che spero di mantenere. D’ altronde anche il giornalino della nostra scuola, nelle varie edizioni ha mantenuto queste caratteri-stiche, cercando di essere una voce au-torevole degli alunni, dei prof. e di chiun-que operi nella scuola. Ed è quello che si propone la Redazione stessa, di guardar-si intorno con curiosità, con la voglia di conoscere e di far conoscere il territo-rio locale e quello che succede nel mondo e a scuola . Ingrediente fondamentale è la sincerità delle notizie e la volontà di

scrivere per informare e anche per mi-gliorare noi stessi! Riki

B aldi Micol, Faverato Eva, Masiero Rebecca, Bissaco Elisa, Marcellan Giada,, Vero-

nese Serena, Agostini Chiara, Crocco Veronica, Delvecchio Justine, Marcato Rosa, Orfa-

no Riccardo, Salhi Nawal, Tiozzo Sara, Baretta Nicola, Sartori Marco, Salvagnin Me-

lissa, Zennaro Giorgia, Perinato Gaia, Mazzetto Gilberto, Moudach Raule, Dante Lau-

ra, Lunardi Riccardo, Menegazzo Nicola, Forzan Matteo, Radio Marta, Franzolin En-

rico, Buscain Michela.

PROF: Doria M., Lotto A.

IN RICORDO DEI DEFUNTI: LA VISITA AL CIMITERO,PENSIERI,PREGHIERE E FIORI PER I NOSTRI CARI CHE NON CI SONO PIU’: UN INCONTRO CHE NON SI E-SAURISCE IL 2 NOVEMBRE.

Amo i cimiteri. Ci vado spesso. Non solo in quelli dove riposano i miei cari ma anche in quelli che incontro viag-giando. Sono un luogo sono un luogo dove mi piace ri-flettere, meditare, pregare. Questo perché amo la vita. Il pensiero dei defunti mi ricorda senza ombra di dub-bio, che la vita è un passaggio … per questo va vissuta senza sprecarne un solo istante con noia, la banalità, la volgarità, ciò che può rattristarla, impoverirla metterla in pericolo.

Quando sono lì , li penso << Se ci ricordassimo sem-pre che non vivremo cinquemila anni, saremo più sag-gi. Adopereremo meglio le nostre capacità, i nostri sentimenti, il nostro tempo, i nostri soldi i nostri giorni>>. Metto dei fiori nelle tombe dei miei cari e in quelle abbandonate dai parenti. I fiori-lo so-non servono ai defunti, ma a me. A noi. Sono un segno bellissimo che dice:<< Da questa morte rinasce una nuova vita,più bella e profumata di prima>>. E prego. La preghiera serve ai defunti e a noi. Ci ricorda che, tra noi e loro, gli affetti, la compagnia, l’ amicizia continuano, perché davanti a Dio siamo tutti con-temporanei, ci abbraccia tutti con un unico sguardo. E noi camminiamo tutti insieme verso di lui, aiutandoci l’ un l’ altro. Volete che una madre non cammini ancora accanto ai suoi figli rimasti quaggiù? Che un amico non ti rimanga ac-canto? Nemmeno a pensarci! Quando esco dal cimitero, mi sento ricaricato, stimolato a vi-vere con più grinta e intensità. Tonino Lasconi, 30/10/2004

Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12

La guerra contro l’Austria - Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo,

l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede

incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed esprissima per 41 mesi è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prenderanno parte

cinquanta divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento

Americano, contro settantre divisioni austroungariche, è finita.

Il capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Diaz.

( da il Bollettino della Vittoria)

Il 4 novembre 1918 esattamente novant’anni fa, finì la 1° guerra mondiale. L’armistizio fu siglato a Villa Giu-sti ( a Padova) con l’impero di Austria. Il 4 novembre di quest’anno c’è l’anniversario della tumulazione del Milite Ignoto sull’Altare della Patria. In questa occasione c’è stato l’incontro in tutte le regioni d’Italia tra cittadini, forze armate e guardie di finanza. LE FORZE ARMATE Sono al servizio della Repubblica. Esse sono al servizio della collettività e, al tempo stesso, ne sono diretta espressione incarnandone i valore. 90° ANNIVERSARIO DEL MILITE IGNOTO Esattamente 90’anni fa il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del milite ignoto nel sacello dell’Altare della Patria. Il Ministero della Guerra dette l’incarico a una commissione di scegliere una salma non identifi-cabile per ognuna delle zone del fronte: Rovereto, Dolomiti, Altipiani,Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo , San Michele. 11 salme, e una sola sarebbe stata tumulata a Roma al Vittoriano. Nella chiesa fu scelta una bara a caso tra le undici da Maria Bergamas il cui figlio Antonio era morto in combattimento e il suo corpo non era identifi-cabile.

LA PACE

Non importa che tu sia uomo o donna, vecchio o fanciullo, operaio o contadino, soldato o studente o commerciante; non importa quale sia il tuo credo politico o quello religioso; se ti chiedono qual è la cosa più importante per l’umanità, rispondi prima dopo sempre: la pace! ( Li Tien Min )

IL RICORDO DEL 4 NOVEMBRE CI STIMOLI OGNI GIORNO A LAVORARE PER LA PACE.

SE VUOI LA PACE Se vuoi la pace dichiara guerra alla guerra al tuo egoismo che vuole tutto per sé e non ti fa vedere il bisogno del tuo fratello. Combatti ogni desiderio di do-minio che vuole farti comandare nel gioco, a scuola, a casa dappertutto. Se vuoi la pace cerca che tutti attorno a te abbiano il necessario, abbiano la possibilità di parlare siano liberi. Come vuoi essere libero tu di parlare, di lavorare, di pregare, di amare, di vivere. Se vuoi la pace incomincia da te. ( Giovanni Elba )

Marco S.

Melissa S.

Marco Simoncelli ( Cattolica, 20 gennaio 1978 – Sepang. 23 otto-bre 2011) è stato un pilota motociclistico italiano, campione del mondo della classe 250 nel 2008.

Conosciuto fra gli appassionati con il nomignolo di SuperSic, è morto a soli 24 anni durante il Gran Premio della Malesia, dispu-tatosi sul circuito di Sepang. A seguito della richiesta di tifosi ed appassionati, il 2 novembre 2011 è stato deciso di intitolare il Mi-sano World Circuit alla sua memoria.

Nato a Cattolica, ha vissuto fin da piccolo a Coriano. Ha co-minciato a correre a 7 anni con le minimoto nella sua città. A 12 anni è stato proclamato campione italiano, così come nel 2000, anno nel quale ha gareggiato per il titolo europeo conquistando la 2ª posizione. A 14 anni ha preso parte al Trofeo Honda NR (salendo in due occasioni sul podio) ed al campionato italiano 125 GP.

Il 23 ottobre 2011, durante il Gran Premio della Malesia, è rimasto vittima di un incidente mortale. Nel corso del secondo giro il pilota ha perso il con-trollo della sua Honda e, nel tentativo di rimanere in sella, ha tagliato trasversalmente la pista, ve-nendo investito dai piloti che lo seguivano, Colin E-dwards e Valentino Rossi, i quali non hanno avuto modo di evitarlo; l'impatto è stato talmente violen-to da sfilargli il casco. È morto in seguito ai traumi riportati alla testa, al collo e al torace.

I funerali sono stati celebrati il 27 ottobre 2011 nella chiesa parrocchiale di Coriano, la sua città, e successivamente il suo corpo è stato cremato. La cerimonia funebre, trasmes-sa anche in diretta televisiva, ha visto la partecipazione di oltre 25 000 persone.

In occasione del Gran Premio dell’India di Formula 1, svoltosi la settimana seguente, vari piloti hanno onorato Simoncelli apponendo il numero 58 sui loro caschi e sulle loro monopo-sto, ed il vincitore della gara Sebastian Vettel ha dedicato il suo successo a Simoncelli.

Giada M. Serena V.

Sandra Zagolin nasce a Piove di Sacco nel 1966, è appassionata di fotografia da 15 anni ed è l’ideatrice della fantastica mostra, Il nido dell’Aquila, esposta in Corte Benedettina che probabilmente sarà aperta al pubblico almeno fino alla fine dell’anno. Invitiamo tutti ad andare a vederla perché è davvero stimolante ed emozionante. La passione verso la fotografia sboccia nell’artista a partire dal 1966, per questo si iscri-ve al fotoclub Chiaro-scuro di Piove di Sacco, dove successivamente nel 2008 prenderà il ruolo di presidente, e dopo un piccolo corso iniziano i primi risultati. Ormai fa la fotoreporter da 15 anni; quando è accaduto il terremoto all’ Aquila, Sandra ha avuto l’ opportunità, grazie ad un amico architetto che abita in Abruzzo, circa un anno do-po, di fotografare e documentare la catastrofe. Inizialmente l’ idea era quella di far ve-dere la città dell’ Aquila e in modo particolare le frazioni e i paesi più colpiti con le immagi-ni del disastro. La mostra fotografica si sviluppava in quattro stanze della Corte Benedet-tina; ognuna di esse contiene delle foto raffiguranti scene di distruzione di case e monu-menti, ricordi in mezzo alle macerie, persone soccorritrici, abitanti terremotati, animali abbandonati, bambini che cercavano di giocare in mezzo alla distruzione. Sandra ha potuto realizzare queste foto perché aveva un permesso speciale. Difatti il centro storico e alcu-ne frazioni limitrofe, rimangono a tutt’ oggi ancora chiuse ai visitatori e ai non addetti ai lavori, proprio per il pericolo di continui crolli. Alla mostra era presente proprio Sandra Zagolin che ha raccontato che in una chiesa del Casentino sono state ritrovate settanta mummie dell’ epoca napoleonica che raffiguravano una morte improvvisa, venute alla luce dopo il terremoto.

Purtroppo il terremoto ha portato distruzione e morte. An-che se oggi la vita continua è necessario ricominciare tutto da capo, ma il ricordo rimarrà per sempre negli occhi e nella m e n t e d e g l i a b i t a n t i d e l l ’ A b r u z z o . ALCUNE IMPRESSIONI

Le foto da lei scattate sono tutte uniche e spettacolari sia per il messaggio dei contenuti sia per l’immagine. La foto che ha attirato la nostra attenzione è quella che ri-trae i bambini, uno con un pallone giallo e altri due che gioca-no tra di loro sopra le macerie di una casa famiglia che li ac-coglieva prima del terremoto. La foto trasmette tanta tene-

rezza perché il bambino con la palla gialla è consapevole di ciò che è accaduto e sa di aver perso tutto, mentre le altre due bambine essendo piccole, non capiscono la gravità della situazione e giocano felici, ignare o forse speranzose che tutto si risolverà presto, come una storia a lieto fine. E’ quello che noi auguriamo a tutti loro, sperando che le foto della bravissima autrice giungano da monito a tutti noi perché pensiamo un po’ di più agli altri. Consigliamo a tutti di andare a vedere queste foto che sono al tempo stesso documento e opere d’arte. Nicola B., Gaia P, Melissa S.

Siete disposti a dimenticare quel che avete fatto per gli Altri e a ricordare quel che gli altri hanno fatto per Voi?

A ignorare quel che il mondo vi deve e a pensare a ciò che voi dovete al mondo?

A mettere i vostri diritti in fondo al quadro,

i vostri doveri nel mezzo e la possibilità di fare un po’ di più del vostro

dovere in primo piano?

Ad accorgervi che i vostri simili esistono come voi, e a cercare di guardare dietro i volti per vedere il cuore ?

A capire che probabilmente la sola ragione della vostra esistenza non è ciò che voi avrete dalla Vita, ma ciò che darete alla Vita?

A non lamentarvi per come va l’universo

e a cercare intorno a voi un luogo in cui potrete seminare

qualche granello di Felicità? Siete disposti a fare queste cose

sia pure per un giorno solo?

Allora per voi Natale durerà per tutto l’anno.

Henry Van Dyke

E crescendo impari…

La Redazione regala a tutti voi lettori questa bellissima lettura riflessiva che può aiutarci a vivere un

Natale davvero felice e condurci verso un nuovo anno con serenità e gioia.

“ E crescendo impari che la felicità non è quella delle grandi cose. Non è quella che si insegue a vent’anni, quando, come gladiatori si combatte vittoriosi … La felicità non è quella che affannosamente si insegue credendo che l’amore sia tutto o niente, … Non è quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e che esplodono fuori con tuoni spet-tacolari …, La felicità non è quella dei grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continua-mente alla prova. Crescendo impari che la felicità è fatta di piccole cose ma preziose … … e impari che il profumo del caffè al mattino è un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro a colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve. E impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli oc-chi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall’inverno, e che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e libera i pensie-ri. E impari che l’amore è fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di pre-senze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono pre-ziosi e lunghi più di tante ore, e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per an-nullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami. E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici. E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi. E impari che tenere in braccio un bimbo è una deliziosa feli-cità. E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami … E impari che c’è felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c’è qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia. E nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino,

Il concerto di Natale di quest’anno a scuola ha messo in evidenza una parola importante: BENVENUTO. È un invito vicino a tante tematiche affrontate nell’anno scolastico da tutte le classi, che ci ha permesso di capire l’ importanza di accogliere e rispettare gli altri nella loro diversità e unicità. Lo spettacolo di Natale tenuto a scuola sabato 17 dicembre 2011 ha riservato davvero tante sorprese a tut-ti! Non è mancata, come sempre tanta buona musica degli alunni del laboratorio di musica d’insieme, e tante belle canzoni a tema cantate dal coro di tutti gli alunni diretto con tanta passione dalla prof.ssa Baldo. Gran-de debutto per le classi prime che hanno mostrato energia e impegno nelle loro esibizioni, una riconferma per le altre classi dalle quali sono emerse delle voci soliste davvero originali. Sono state ripercorse poi, le tappe che precedono e conducono al Santo Natale, grazie agli alunni del labora-torio di lettura espressiva. Gli stessi hanno così esordito “Non abbiamo lo scenario naturale della Palestina: il deserto, il lago di Tiberiade, la grotta di Betlemme…, ma utilizziamo l’ambiente in cui viviamo tutti i giorni… Rappresentiamo così, con i mezzi a nostra disposizione le fasi salienti del viaggio che condusse la Sacra Fa-miglia alla grotta. E’ seguita la recitazione della poesia “La notte santa” di Guido Gozzano. Successivamente seguendo Maria e Giuseppe tutti i presenti si sono spostati nella zona adibita generalmente alla mensa dove l’Associazione Vita d’altri tempi ha animato un presepe vivente commovente e molto realisti-co, contornato dall’animazione di antichi mestieri di un tempo come la lavandaia, l’ arrotino, le filatrici e le lavoratrici di lana ai ferri, il falegname. Il momento più toccante è stato quando dopo i 12 rintocchi si sono sentite le note musicali dell’Alleluia di Hendel ed è arrivato un angelo che ha portato una statua del Bambino Gesù nella umile capanna seguito dai pastori e dalle pecore interpretati dagli alunni. Lo spettacolo che ha avuto tra il pubblico anche i piccoli della scuola primaria si è concluso con il canto della Chiara Stella accompagnati dalla pianola suonata dalla prof.ssa Patella. Tanti laboratori, tante forze, una sinergia di intenti è ciò che ha permesso di realizzare questo momento che è stato la conclusione di tanto lavoro. Un occhio di riguardo anche agli addobbi sparsi in tutta la scuola fatti dagli alunni del laboratorio artistico, l’albero e il presepe che quest’anno è stato allestito a partire dalla corteccia di un grande albero tagliato in ospedale e arricchito con delle statuine fatte a mano come i giochi di una volta…

“Adolescenza” quante volte usiamo noi questa espressione, ma sappiamo veramente cosa significa? Molto probabilmente no! Adolescenza significa autonomia, autosufficienza, apertura, allegria e autostima, avventu-ra, accoglienza è l’ età degli affetti dove c’è un indispensabile bisogno di consigli, soprattutto genitoriali, per non prendere brutte strade, come quelle dell’ alcol o della droga, o quella dell’ anarchia o dell’ ansia ... poi c’è anche un notevole aumento dell’ altezza, dell’ cervello, cambiano le idee, le opinioni. In questa età si comple-tano gli ormoni, e cambia l’ aspetto fisico degli adolescenti; le ossa si rafforzano e si allungano. Nella mia adolescenza sono presenti tre aspetti fisici dell’ età adolescenziale: i cambiamenti di umore, la rabbia e gli scatti d’ ira, l’ incomprensione degli altri, li vivo con reazioni diverse che poi però tutto si calma e torna alla normalità. Anche io sono nel bel mezzo di questo periodo. Succedono anche a me infatti comportamenti strani, insoli-ti;tra questi repentini cambiamenti d’ umore, rabbia e scatti d’ ira e di impulsività improvvisa; incomprensio-ne reciproca; senso di impotenza; l’ ostilità del mondo circostante;l’ atteggiamento critico nei confronti dei genitori, dei prof e degli adulti i generale. Questi comportamenti a me capitano quando sono nervoso, soprattutto per verifiche, anche per discussioni, o litigi. Alcuni non capiscono quello che dico, o mi danno torto, o non mi ascoltano o sbaglio tutto. L’ adolescenza è proprio così, molti la chiamano l’ età dell’ incertezza. Davide R. Alex P L’ amore L’ amore è… Come un soffio di vento, si sente ma non si vede, eppure il tuo cuore batte per me! È come il sole d’ estate e la neve d’ inverno, l’ amore mio sei tu, essenzialmente tu. In primavera sbocci di nuova allegria, come i fiori dai colori vivaci, come papaveri felici. Senza l’amore tutto è slegato, niente ha senso, il tutto è niente. In amore si ride, si soffre, è una stupidaggine; il primo amore è stato importante, ne siamo orgogliosi! L’ amore è… Morbido come i tuoi capelli lisci Che ricordano campi di lana e Lievi come la tua risata! Con te, i temporali e i miei pensieri svaniscono. L’amore è… Come un sogno, è la cosa più bella del mondo, è dirsi: ti voglio un sacco di bene, tu sei nei miei pensieri, tu nel mio sorriso, cucciola, è dolcissimo, ti penso sempre, ma io per te non sono niente! Classe 3^B

I ragazzi che si amano I ragazzi che si amano si baciano in piedi Contro le porte della notte E i passanti che passano li segnano a dito Ma i ragazzi che si amano Non ci sono per nessuno Ed è la loro ombra soltanto Che tremano nella notte Stimolando la rabbia dei passanti La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno Essi sono altrove molto più lontano della notte Molto più in alto del giorno Nell’ abbagliante splendore del loro primo amore.

Noi ragazzi di terza media abbiamo appena intrapreso il nostro ultimo anno di avventure in questa scuola. Così i nostri mitici prof. hanno già iniziato a metterci “in guardia” sulla scelta della scuola superiore. I prof. di lettere hanno cominciato a farci fare delle schede sulle nostre passioni, sul nostro impegno scolastico ma anche su come siamo e su com’è il nostro carattere. Abbiamo capito che questa scelta deve essere fatta da ognuno di noi con testa e secondo le nostre capacità. Questo lo abbiamo capito grazie a un percorso intrapreso con il Progetto Orientamento, condotto dal prof. Romanato che ci è stato di particolare aiuto in questa delicata fase della nostra vita dove ci è richiesto di capire cosa aspiriamo diventare e che scuola vogliamo frequentare dopo aver con-

seguito il diploma della scuola secondaria di primo grado insomma. Tale Progetto ha previsto l’intervenuto del dottor Zanella, uno psicologo/orientatore che ha tenuto una riu-nione con i nostri genitori per far capire loro che la scelta prima di tutto è nostra, ma che ci possono aiutare a pensa-re alle nostre attitudini, agli aspetti del carattere che ci avvicinano di più a determinate materie di studio e a speci-fici interessi, perché il primo passo da compiere per intra-prendere un nuovo cammino è avere delle solide motivazio-ni. Il 27 ottobre 2011, poi, Adriano Zanella e Cristiana Patanè con una serie di test ci hanno aiutati a definire gli ambiti e le scuole per i quali siamo più portati. Erano test alcuni semplici altri un po’ più impegnativi, si trattava di esercizi

di sequenze logiche o di operazioni matematiche, quasi tutte prove a tempo. E’ stata , per tutti noi, una cosa nuova, mai fatta prima d’ora. So che nelle classi prima di iniziare queste prove, si percepi-va molta ansietà perchè si pensava che fossero difficili. Alla fine il lavoro si è rivelato molto inte-ressante e ha dato risultati che hanno confermato anche i consigli orientativi forniti dai nostri in-segnanti. Infine sono state organizzate delle visite nelle scuole superiori alle quali hanno aderito

tutti gli alunni. E ora non resta che dire : BUONA SCELTA A TUTTI! Ve-ronica C.

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla strada da intraprendere e si sente ancora Disorientato, oltre alla cara vecchia BUSSOLA consigliamo di leggere i pratici consigli che l’autrice Paola Mastrocola da sul suo li-bro” Togliamo il disturbo, saggio sulla libertà di non studiare. La scuola raccontata al mio cane”. “… Dovessi dare un consiglio a un giovane per aiutarlo a trovare la propria inclinazione, gli direi più o meno questo: fa’ conto di essere un animale e di doverti trovare un posto dove stare; ecco, la tana dove ti troverai meglio, il buco, l’anfratto, la conca dove la forma del tuo corpo troverà la migliore accoglienza, dove tutto il tuo essere si sentirà perfettamente contenuto e accolto e potrà sentirsi quindi a suo completo agio, quella è la tua inclinazione. È un posto, innanzitutto: il luogo dove ti senti completamente bene e dal quale non vorre-sti mai andare via. Può essere lo studio, se passare la giornata nel silenzio di una stanza, seduto a una scriva-nia riempiendoti la testa di pensieri, è la “tana” nella quale ti senti meglio accoccolato. Ma può benissimo non essere lo studio, come puoi ben capire: può essere l’acqua di una piscina, un campo di grano da falciare, l’odo-re di un’officina meccanica … Io sto dicendo questo: studia solo se lo studio è la tua tana. Se no, vai ancora in cerca e troverai altro. …

Quest’anno è iniziata una nuova attività , il vener-dì pomeriggio, il laboratorio di territorio e tradi-zioni. Già dal nome si capisce che si tratta di ri-scoprire le tradizioni culturali del nostro comune. I professori Lotto e Doria si sono impegnati a organizzare degli incontri con l’associazione “Pro Loco di Correzzola” un gruppo nato 10 anni fa. Fino ad oggi ci sono stati tre incontri:

1^ Incontro: LA VENDEMMIA In Corte Benedettina è partito il nostro laboratorio dove è stato ricreato un piccolo vigneto portando dei tralci con attaccati dei grappoli d’uva nera. Sotto alle piante era pronto un grande contenitore di nome “vetturo” per farci pigiare l’uva con i piedi come una volta. Ci siamo divisi in due gruppi: il primo vendemmia-va i grappoli e li poneva in cesti di vimini, il secondo pigiava i grappoli così rovesciati dentro al vetturo, anzi si divertiva a saltarci sopra a piedi nudi, provando una sensazione piacevolissima. Molti di noi non si aspetta-vano che fosse così divertente! Abbiamo cantato tutti insieme canti popolari e la gioia, oltre che nelle no-stre canzoni si percepiva nei nostri volti. Mentre il mosto spillava dal vetturo alcune signore dell’associazio-ne Pro Loco raccontavano delle storie bizzarre della loro infanzia come “El rosteo sensa sangue” e “Ea striga” . Infine tutti alle pentole per miscelare mosto e farina e cuocere i nostri fantastici “sugoi”: ecco la ricetta: Ingredienti:

un litro di mosto 4 cucchiai di farina 3 cucchiai di zucchero

Preparazione: Far sciogliere la farina con il mosto passandola in un colino. Se si vuole rendere il succo d’uva più colorato, basta passare gli acini in un passaverdura. Alla nostra scherzosa domanda “ quante calorie hanno i sugoi?” ci è stato risposto “no ghe se caeorie qua!”. La Pro Loco poi ha detto che quest’anno, grazie al bel tempo e al secco, si è riusciti a vendemmiare prima degli altri anni. 2^ Incontro RACCOLTA DEL MAIS E PREPARAZIONE DELLA POLENTA Il giorno 21 ottobre, invece, la Pro Loco è tornata per farci vedere e per farci provare in prima persona la mietitura del mais quando non c’erano ancora tutte la macchine tecnologiche di oggi. I signori hanno portato delle canne di granoturco, su ognuna delle quali c’era una pannocchia o massimo due. Noi ragazzi le abbiamo staccate, sgranate– racolte (sunare- a mano o con l’antica macchina sgranatrice) e i chicchi che restavano li abbiamo passati nella mola con le macine di pietra dalla quale si è ottenuta la farina. Nel frattempo l’acqua per far la polenta bolliva nel paiolo (pentolone di rame). Quando si versa la farina nell’acqua bisogna buttar-la piano a pioggia, in modo da non formare “grumi”. Per ottenere una vera polenta di quelle fatte in casa si deve far cuocere per 40 minuti. A cottura ultimata si versa la polenta nel tavoliere di legno e la si fa raf-freddare. Fra le curiosità che i signori della Pro Loco ci hanno detto siamo rimasti molto impressionati dal fatto che una volta a colazione si inzuppava la polenta nel latte così non lo assorbiva e restava il latte per un'altra persona.

Alcune CURIOSITA’ : • i chicchi di mais venivano distesi nel “ seese” (aia) per una settimana per farli essiccare. I bambini

venuti a casa da scuola mangiavano e andavano a “tendare e gaine perché noe magnasse el gran”; • 65 anni fa quando si tornava a casa da scuola si trovava spesso come pranzo un fico e due fette di po-

lenta. • la farina in casa veniva conservata in un cassone che fungeva da dispensa e si trovava sempre in un

posto asciutto. Qui i topi si divertivano a bucare i sacchi per mangiare la farina e dentro ci lasciavano anche qualche piccolo “ricordino”. Successivamente la farina veniva “tamisata” per toglierle tutto lo sporco che aveva con sé. Un detto antico dice che: “i topi no semena, ma i sa dove darsene tore.”

3^ Incontro QUANDO SE SUGAVA CO NIENTE, I GIOCHI DI UN TEMPO Il giorno 28 novembre 2011 c’è stato il terzo incontro con la Vita d’Altri Tempi. Il tema era: i giochi di una volta, ricavati da materiali di recupero. Dalla canna del mais si otteneva il mangime per le mucche e le bam-boline per le femmine e, se si intagliavano con il coltellino, si realizzavano modellini per i maschietti. Una si-gnora ci ha insegnato a fare le bambole con i “scartosi” delle pannocchie per faccia e corpo, i filamenti di colore rosso e paglia che si trovano nelle canne per i capelli (si incollava con farina e acqua) e dei rappezza-menti di stoffa come vestito. “I miei fratelli” ci ha detto la signora Dorina “quando cadevano e si rompevano i pantaloni sulle ginocchia, venivano sempre a prendere la stoffa per le toppe dalle mie bambole e iniziavamo a litigare di brutto!”. Nel frattempo il signor Antonio ha creato con le canne un carro trainato da un cavallo, un cavallo e un trattore di legno. Siamo rimasti incantati dalla bravura di questi signori! Infine hanno fatto provare a tutti a distendersi su un materasso fatto di “scartosi”: a noi che siamo abituati ai materassi orto-pedici e in lattice sembrava di essere scomodi, ma in realtà per la gente di allora erano estremamente como-di! Rosa M., Nicola B.

LALALALA PRIMA PRIMA PRIMA PRIMA DELLEDELLEDELLEDELLE PRIME PRIME PRIME PRIME Nei primi giorni, alla scuola secondaria, abbiamo avuto tre giorni di accoglienza, sono stati divertenti, perché abbiamo rivisto tutti i compagni che venivano da altri paesi. Più tardi abbiamo conosciuto i nostri professori che avremmo avuto durante l’anno. Ci sono molte materie nuove, per esempio Tecnologia, Arte, Francese, Epica. Ci sono anche i labo-ratori pomeridiani, la vera novità rispetto alle scuole elementari. Questi vengono frequentati dagli alunni dopo la mensa a affrontano diversi argomenti dalla scienza fino alle tradizioni popolari. Confrontata con la scuola dell’anno scorso, la scuola media si sviluppa su due piani, più un corridoio e molte altre tra cui quelle di Musica, Arte, Informatica,…

Prima di entrare a scuola arrivano i due pullman e uno scuolabus, poi tutti gli alunni si trovano in a-trio aspettando il suono della campanella per en-trare in classe e iniziare le lezioni. Siamo comunque contenti di avere intrapreso un nuovo percorso scolastico che ci sta già dando molte soddisfazioni.

Laura D. Maddalena B.

Rawnaq M.

Correzzola VS Bangladesh In palestra, sabato 19 novembre si è svolta la tanto aspettata partita di pallavolo! I giovani bangladesi contro alcuni alunni della nostra scuola già “esperti” nel settore hanno disputato le loro abilità giocando al meglio e impegnandosi. Sono stati giocati solo due set e si è avuto un pareggio. Il prof. Pistore ha avuto l’idea di entrare in squadra con i 5 ragazzi bangladesi dato che il gruppo era incompleto. Prima dell’ inizio del set il Sindaco ha voluto sintetizzare la vita dei bangladesi e, dopo aver concluso il di-scorso presentadoli per nome, le due squadre prima di comiciare la partita hanno cantato l’inno del proprio paese. ( Islam Israfil, Hossain Jakir, Patoari Rahmat, Shik Moshiur, Aftabmolla Fozlu) Come vi siete trovati nel nostro paese?

Qui in Italia ci siamo trovati molto bene e siamo molto contenti di questo posto. Ci piace stare qua. Qual è la cosa che vi è piaciuta di più? E quella che non vi è piaciuta?

La cosa che ci è piaciuta di questo paese è prima di tutto la tranquillità, la disponibilità delle persone, sì,insomma, ci è piaciuto tutto e per adesso non c’è niente che non ci piaccia. Con quali persone avete legato di più?

Abbiamo legato molto con i ragazzi che quest’estate sono venuti qui in Corte Benedettina a giocare a pallavo-lo con noi ma abbiamo legato anche con gli abitanti di Correzzola. Che cosa vi manca della vostra terra?

Del Bangladesh? Bè, solo una cosa per adesso. Ci manca molto la nostra famiglia. Qui in Italia invece ci manca ancora un permesso di soggiorno, lo stiamo aspettando. Che cosa desiderereste per il vostro futuro?

Noi nel nostro futuro vorremo avere, come abbiamo detto prima, un permesso di soggiorno perché ora come ora è la cosa più importante. Poi vorremo rimanere qui a Correzzola per sempre e, se non è possibile, ci va bene qualsiasi posto, ma non al di fuori dell’Italia. Avete avuto difficoltà rispetto il nostro clima?

Rispetto il Bangladesh qui è molto più freddo! Quale, tra i lavori che fin’ora avete svolto,quello che vi è interessato di più?

I lavori ci sono piaciuti tutti, ma in particolare ci è piaciuto dipingere e sistemare la scuola e la biblioteca. Volete dire qualcosa che non vi ho chiesto?

Volevamo dire che ci è piaciuta molto questa partita, e ci piacerebbe molto farla un’altra volta; se si potesse anche tutti i sabato! Ci rende felici, poi stare con tutti questi ragazzi ancora di più! Vi sono piaciuti i nostri cibi?

Da quando siamo arrivati ci è sempre piaciuto il riso e la pasta. L’alimento più buono in assoluto è la pizza!

Lo Shuttle va in pensione?! Sì, avete capito bene… e ora vi chiederete come siano possibili altri spedizioni nello spazio! La NASA (National aeronautics and space adminisration) ci ha già pensato: il nuovo veicolo si chiamerà Ares-orion. Ma perché questa decisione drastica? I motivi sono molto semplici innanzitutto i costi di manutenzione e di lancio sono eleva-tissimi (una sola missione viene a costare 500 milioni di dollari) e, diversamente da come si possa pensare, il rischio di incidenti è ele-vato. L’ultima missione di uno space-shuttle è stata quella della na-vetta Atlantis e quella del Dicovery partito quest’anno per la sua ultima missione spaziale a distanza di ben 27 anni dal suo primo lan-cio. L’equipaggio è formato da 6 astronauti più un robot umanoide, il quale avrà il compito di scendere a terra insieme ai piloti. Ma cosa comporterà l’arrivo di questo nuovo mezzo di trasporto spaziale chiamato Orion? Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ha già dato il suo as-senso per cominciare a costruire un nuovo mezzo. Esso consiste in una navetta di dimensione molto ridotta rispetto all’attuale shuttle e sempre abitabile.

Questo nuovo mezzo può accogliere membri dell’equipaggio e servi-rà per portare l’uomo sulle stazioni orbitali, sulla Luna e in futuro anche su Marte. Già da tre anni si stanno effettuando i test sulla validità di questa nuova navicella e i risultati sono molto incoraggianti. E per noi normali cittadini, cosa riserva il futuro? Curiosando sul web abbiamo trovato un articolo abbastanza inte-ressante per quanto riguarda le innovazioni tecnologiche. Nel giro di dieci anni verranno creati oggetti strabilianti! Un normalissimo paio di occhiali diventerà niente di meno che un potentissimo computer. Essi saranno in grado di riconoscere la per-sona che ai di fronte e collegarti direttamente al suo profilo presente in un social network!

Saranno inoltre in grado di determinare il prezzo di un oggetto sempli-cemente guardandolo. Un altro gadget molto interessante riguarda le nostre tastiere del computer che diventeranno totalmente touch-screen. Non c’è che dire:il futuro ci riserva grandi sorprese sia

dal punto di vista scientifico che tecnologico!

Eva F. Micol B. Rebecca M.

DONNA

La moda nell’800 era molto diversa rispetto a quella di oggi. ABITI: venivano indossati sopra un corsetto; erano lunghi, con la gonna ampia, spesso con il pizzo. Ogni vestito aveva fantasie diverse: fiori, tinta unita e vari disegni. LE SCARPE: tacco basso, di cuoio con stringhe, con ricami, pizzi e fiocchi.

- IL CORSETTO: anche se veniva indossato sotto i vestiti, questo indumento era molto elaborato: con ricami, pizzi e fiocchi. Sul retro era stretto da stringhe intrecciate.

- GLI OGGETTI: i principali erano: cappello, ombrello, parrucca … I cappelli, in stile “charleston” venivano portato da donne e uomini di diversi tipi e colori; spesso quelli delle donne erano decorati con nastri, fiocchi. Gli ombrelli, non usati solo per la pioggia, venivano utilizzati anche per ripararsi dal sole, erano più piccoli rispetto a come li conosciamo oggi e ricchi di decori. Le parrucche, per gli uomini avevano una coda bassa raccolta con un na-strino, oppure sciolte con i boccoli sui lati; le donne raramente portavano la parrucca. UOMO

ABITI:

L'abito maschile presenta giacca, pantaloni, gilé e cravatta che tende a diventare molto sottile; i colori preferiti sono il bianco e il nero. Frac e tuba sono riservati alle occasioni importanti. Anche nell'uomo notiamo un abbigliamento sportivo e più informale per i primi automobilisti,con giacche a righe e coppola. CAPELLI:

Scomparsi i lunghi basettoni ottocenteschi e gli scapigliati, i capelli tornano corti e ben ravviati.

La moda d’oggi è cambiata rispetto a quella di molto tempo fa. Si pensa che ci stia proprio portando ad uniformarci con gli altri. Oggi tra i giovani è più difficile da trovare “quello diverso”, perché spesso i ra-gazzi sono insicuri e cercano la loro sicurezza nell’omologazione del vestirsi. Lo notiamo soprattutto negli ambienti scolastici, nei quali sembra proprio di assistere ad una vera e propria sfilata di ragazzi e ragazze che portano capi tutti uguali fra loro. Abiti

per le ragazze ora vanno di moda i fuseaux (leggings) abbinati ad una felpa (più comuni sono quelle della Di-sney) oppure accompagnate da jeans stretti fino alla caviglia.

Per i ragazzi invece le felpe più all’avanguardia sono : A-stile, Ceres, Monster Energy, Arancia Meccanica, All-Stars, Superman e Duff. Sono indossati molti jeans soprattutto di marca con cinture abbinate e pantalo-ni della tuta della marca Frankie.

Scarpe/ ragazze

Vanno di moda le scarpe alte alla caviglia e le converse,dette anche “All star”.

Scarpe/ ragazzi :indossano le scarpe alte alla caviglia e quelle più in voga sono quelle della Nike, della DC e della Victory (Vty).

Accessori

Ormai gli accessori non contano più molto e tutti guardano solo i vestiti, ma c’è il foulard che può essere ab-binato a tutto sia per maschi che per femmine.

Nawal S. Justine D. Chiara A.

Che cos’ è la danza? La danza è un'arte insieme alle altre sceniche principali dell'antichità quali il teatro e la musica, si esprime nel movimento del corpo, secondo un piano prestabilito o improvvisato: la coreografia. La danza permette di e-sprimere al meglio i nostri sentimenti attraverso il lin-guaggio del corpo. Ogni movimento non viene eseguito soltanto con braccia e gambe, ma anche con mente e con cuore. Danza Classica La danza classica è una delle forme di danza più cono-sciute. La sua origine proviene direttamente dall'Italia, dai balli in uso presso le corti del Rinascimento, ma ri-cevette il suo maggiore impulso in Francia. Per questo motivo la terminologia del balletto classico è in lingua francese. Inoltre, nell'Ottocento, venne introdotto l'uso delle scarpette da punta. Danza Contemporanea La danza contemporanea nasce in Europa e negli Stati Uniti. Il corpo del danzatore contemporaneo è un iper-corpo. Nei suoi gesti, nei suoi movimenti, nelle linee del corpo, delle braccia, delle mani, delle gambe che dise-gnano spazi corporei e geometrie nell'aria. Questa danza è una sorta di unione tra il classico, il moderno e il jazz. Breakdance Vero nome B-boying o Breaking, questa danza non-accademica nasce nelle strade del Bronx intorno al 197-5. A partire dagli anni ottanta il B-boying si è diffuso in tutto il mondo, evolvendo la sua tecnica con mosse sem-pre più spettacolari, e associando la sua pratica ad un vero e proprio stile di vita, di stampo hip hop. Danza Jazz La danza jazz è l'insieme di vari stili e tecniche di dan-za non facili da etichettare. Il termine "danza jazz" viene usato per descrivere un tipo di movimento in con-tinua evoluzione perché legato ai cambiamenti della cul-tura: dalle danze sociali degli anni venti allo sviluppo delle danze teatrali, fino ad arrivare ad oggi con l'hip hop e il Funky jazz. Hip Hop L'hip hop è un movimento culturale nato in prevalenza nelle comunità Afroamericane e Latinoamericane del Bronx nell'anno 1970. Cuore del movimento è stato il fenomeno dei Block Party: feste di strada, in cui i gio-vani afroamericani e latino americani interagivano suo-nando, ballando e cantando. Serena V.

Cos’è la musica?

La musica come tutte le cose che fanno parte di noi ,è un qualcosa che non si può spiegare, ci rap-presenta, ci conforta,ci distingue,ci fa provare emozioni, ci coinvolge, ci aiuta quando siamo giù, ci può far riflettere sulla vita... si prende cura di noi ma allo stesso tempo ci può distruggere con note cariche di emozioni forti e tristi. La musica è quello che noi vogliamo che sia. Noi possiamo fare musica, esprimere quello che abbia-mo dentro. La musica è vita, passione, amore, rab-bia, forza, pensiero…è tutto e niente, è sinonimo o contrario!. Ravviva la vita di ognuno di noi, sia di chi ci ha a che fare per mestiere sia di chi la a-scolta per puro svago... non c'è un motivo per a-marla, la senti dentro con tutto il tuo essere e basta! Si può rinunciare a qualcosa che ti dà così t a n t o ? C r e d o p r o p r i o d i n o ! la musica è il nostro psicofarmaco senza effetti collaterali (anche se, a dir la verità, ci dà una no-tevole dipendenza): ci rilassa quando abbiamo le crisi d'ansia, ci carica quando siamo stanchi, ci rallegra quando siamo tristi... Classifica canzoni 2011 1.Moves Like Jagger - Maroon 5 2.The Adventures Of Rain Dance Maggie - The Red Hot Chili Peppers 3.Someone Like You - Adele 4.Man Down - Rihanna 5.Paradise - Coldplay 6.Without You - David Guetta 7. La Notte Dei Desideri - Jovanotti 8. Benvenuto - Laura Pausini 9. I Won't Let You Go - James Morrison 10. You And I - Lady Gaga 11. Give Me Everything - Pitbull 12. It Girl - Jason Derulo 13. I Soliti - Vasco Rossi 14. Brucerò Per Te - Negrita 15. Rain Over Me - Pitbull Sara T. Elisa B.

Il volàno o badminton è uno degli sport più diffusi al mondo. Praticato in singolo o in coppia su di un campo rettangolare diviso da una rete, il gioco consiste nel colpire un volano con una racchetta facendogli oltre-

passare la rete e mandandolo nella metà campo opposta dove dovrà essere ribattuto al volo dall'avversario. Storia

Si presume che il gioco del volàno sia stato portato in Inghilterra da alcuni ufficiali inglesi dalla città di Poo-na, in India. Il badminton è diventato sport olimpico alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, dopo essere stato sport dimo-strativo alle Olimpiadi di Seul nel 1988. Gioco

Lo scopo del gioco è di colpire un volano usando una racchetta e facendolo passare sopra la rete in modo che l'avversario non riesca a rispedirlo indietro prima che tocchi terra e al contempo facendo sì che non at-terri al di fuori dei limiti del campo. Ogni volta che si ottiene ciò, il giocatore o la coppia guadagnano un pun-to. Il primo giocatore o coppia che ottiene 21 punti (sul 20 pari si può proseguire finché non si hanno 2 punti di vantaggio) vince un set. Ecco alcuni tipi di lancio:

drop, che è un colpo nel quale il giocatore mette poca forza poiché il suo scopo è quello di mandare il volano il più possibile vicino alla rete colpendolo da fondocampo, e si distingue anch'esso in difensivo e offensivo. Il colpo risolutore del badminton è lo smash, cioè la schiacciata, che viene eseguito molte volte con il salto; è il colpo più veloce del gioco, infatti alcune fonti con-fermano che il volano può raggiungere anche i 300 km orari; tutti questi colpi vengono spesso eseguiti da fondo campo; infatti, quando si gioca "a rete", cioè nei pressi della rete, si usano colpi con nomi diversi: trami-te il "lift" si alza il volano a fondocampo.

Orienteering è uno sport che richiede abilità di “navigazione” utilizzando una mappa e una bussola per passare da un pun-to all’altro su terreni diversi e spesso sconosciuti.

Normalmente ci si muove in velocità. Ai parteci-panti viene data una carta topografica, di solito una appositamente preparata, che serve per trova-re i punti di controllo. In origine era un esercizio di formazione per la navigazione terrestre degli ufficiali militari. L’orienteering ha sviluppato molte varianti. Tra questi, la più antica e la più popolare è l’orien-teering a piedi. A livello internazionale, l’Internazionale di Orienteering Federation (IOF) definisce regole e linee guida che governano quattro sport: orienteering a piedi, mountain bike orienteering, sci orienteering e trail orienteering. REGOLE

Un percorso standard consiste in una partenza indicata sulla carta tramite un triangolo, in una serie di punti di controllo indicati sulla carta da dei cerchi centrati sugli oggetti da trovare ed un punto di arrivo, indicato con due cerchi concentri-ci. Sulla carta i punti di controllo sono numerati in ordine progressivo e collegati attraverso delle li-nee ad indicarne l'ordine di percorrenza, anche se poi sul terreno ogni atleta decide come percorrere il tragitto tra due lanterne consecutive (scelta di percorso). I punti di controllo sono materializzati sul terreno attraverso la cosiddetta lanterna: un paletto con riportato un codice identificativo, un telo triango-lare bianco e arancione ed un punzone per testimo-niare il passaggio.

Specchio delle mie brame chi è il/la più bello/a del reame…

Che cosa vorresti che ti rispondesse lo specchio magico?

Assegna ad ogni risposta il corrispondente punteggio e fai il conteggio totale, poi individua il tuo profilo .

× o punti ∞ 3 punti µ 6 punti Risultati:

DA O A 20 PUNTI: SII TE STESSO Ah, gli specchi! Ti ammiri appena puoi in quelli di casa e dell’ auto, ma anche nelle vetrine e in ogni superficie specchiante! Invidi gli altri che ti hanno sempre di fronte! Ei difettucci del carattere passano in secondo piano. Ma pensi davvero che basti essere bello per essere considerato speciale? Un pizzico di modestia dopo ogni pasto! DA 21 A 40 PUNTI: SEI BELLO/A Ma certo che sei bello/a, anche se non te lo confermano ogni minuto. Ora che hai stabilito questo, butta fuori anche un po’ di personalità, un po’ di vivacità e guardati attorno: hai la tua famiglia che ti vuole bene, gli amici che ti aspettano, una vita che si sta aprendo. Vai, felice di te stesso/a in-contro al tuo futuro. DA 41 A 60 PUNTI SEI: UNICO/A Sei fra quelli che di se vedono solo difetti anche se per gli altri non è così; sei intelligente e potresti essere simpatico/a e brillante, invece sei un po’ lagna e anche i tuoi occhi lo dicono. Corri davanti allo specchio e sorridi con il cuore, vedrai che cambiamento! E se ne accorgeranno tutti Nicola B. Marco S.

1. se chiudi gli occhi metti a fuo-

co

× vagamente la tua silhouette ∞un tuo difettuccio fisico µ il tuo volto

2.stai davanti allo specchio e…

× ti ammiri ∞ ti critichi µ cerchi di migliorare il tuo aspetto 3.sei un po’ triste e...

× se ne accorge solo la mamma ∞ si vede subito µ nessuno ti chiede niente 4. se ti dicono “Sei bello den-

tro”…

× ci credi ∞ è solo un modo di dire µ vuol dire che sei brutto fuori 5. prima di uscire usi lo specchio

× una buona mezz’ ora! ∞ cinque minuti µ almeno due ore! 6. ti specchi e vedi i tuoi occhi

× curiosi e attenti ∞ stanchi per il troppo computer µ che riflettono te stesso 7. cosa vorresti ti dicesse lo

specchio magico?

× che ci fai ancora qui? ∞ ritorna, sarai più fortunato µ perché non viene più a trovarmi? 8. pensi che avere una bella im-

magine

× aiuti molto ∞ non basti ∞ sia indifferente

9. sei con un amico o con un amica

davanti a una vetrina che

riflette la vostra immagine

× ma sono proprio io? ∞ lei o lui è meglio di me? µ mi sta osservando? 10. appena ti alzi dal letto ti guardi

allo specchio

× sei soddisfatto ∞ sei diverso da come ti senti µ non ti riconosci

UN FILM SULL’INTELLIGENZA DEI NOSTRI PROGENITORI L’ alba del pianeta delle scimmie

All’ interno di un centro di ricerca, lo scienziato Will, speri-menta un farmaco che serve per curare l’ Alzheimer,una ma-lattia che ha colpito il padre. Uno scimpanzé si rivela molto intelligente, ma, al momento di presentare il farmaco per il successo ottenuto, viene ucciso perché violento. Gli scienziati a loro insaputa non si sono accorti che il primate h a p a r t o r i t o u n c u c c i o l o : C e s a r e . Quest’ ultimo si rivela molto intelligente; per sottrarlo a mor-

te certa, Will lo porta a casa sua e lo alleva come un essere umano, insegnandogli il linguaggio dei segni per comunicare. Ben presto Cesare capisce di essere diverso dagli essere umani, ma capisce anche di essere l’ unico della sua specie a dominare su altri primati. Will testa il farmaco su suo padre, ottenendo ottimi risul-tati. Cesare cresce, diventa adulto prova emozioni e sentimenti ma vede anche la malvagità degli umani. Do-po una furiosa rissa, provocando panico nel quartiere dove abita, Cesare, viene rinchiuso in un centro di recu-pero animali, dove questi, a sua volta, vengono prelevati e portati nel centro di sperimentazione per studiare altri farmaci sul loro comportamento. All’ interno di questo ambiente, Cesare, che comunica con i segni, trova presto altri primati pronti a seguirlo nella rivolta contro gli umani. Successivamente scoppierà una guerra: primati contro esseri umani. Gli scimpanzé avranno la vittoria su questa lotta, attenendo la libertà desidera-ta. Michela B.

Serenamente SCIALLA!

Una bella commedia tutta italiana, che per il titolo Scialla! ( che a Roma vuol dire “stai sereno”, “tranquillo”), potrebbe passare inosservata ma scommettiamo, invece, che sarà un successo?! Semplicità e leggerezza sono gli ingredienti magici di questo film di Francesco Bruni. Protagonisti Luca ( Filippo Scicchitano), quindicenne romano, svogliato e irrequieto, ma di buon cuore, che è cresciuto senza padre, e Bruno (Fabrizio Bentivoglio), professore di talento, che ha lasciato l’insegna-mento per pigrizia e insegna privatamente. Tra loro c’è più di un legame: primo, Luca è un suo allievo, così quando sua madre parte per sei mesi per l’Africa, pensa bene di trasferirsi da

Bruno. Sei mesi per conoscersi meglio, scambiarsi opinioni, cercando di salvare l’anno scolastico e non finire nei guai di strada, dove tra palestra e altri pericoli, procurarsi il “rispetto” è l’unica cosa che conta. E poi la sorpresa che il professore è molto di più, affettivamente parlando, di quel che sembra. L’importante è non farsi troppe paturnie, lasciar correre, in altre parole, essere sereni: Scialla!, per dirla appunto alla romana. Dimostrando che anche nell’adolescenza più difficile c’è sempre bisogno di una guida (e magari la si cerca senza rendersene conto), soprattutto per sopravvivere nel mondo d’oggi. Lezioni di vita quindi, che però van-no giù come un bicchier d’acqua, come insegnavano i grandi registri del passato. Gli attori brillano tutti, ma è Filippo Scicchitano, che porta verità e calore a Luca, un personaggio da ricordare.

LA REDAZIONE DEL GIORNALINO

“LION EXPRESS” AUGURA A TUTTI I

LETTORI UN FELICE NATALE E UN

GIOIOSO ANNO NUOVO!