L’Inquinamento nel lodigiano

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L’Inquinamento nel lodigiano Dr. A Proni Circolo Archinti 4 Aprile 2006

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L’Inquinamento nel lodigiano. Dr. A Proni Circolo Archinti 4 Aprile 2006. Una intervista al Prof. Crosignani epidemiologo dell’istituto dei tumori di Milano Da Notiziario ChiamaMilano n. 192 del 27/03/2006. …………………. Ma perché il PM2,5 è così pericoloso? - PowerPoint PPT Presentation

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L’Inquinamento nel lodigiano

Dr. A Proni

Circolo Archinti 4 Aprile 2006

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Una intervista al Prof. Crosignani epidemiologo dell’istituto dei tumori di Milano

Da Notiziario ChiamaMilano n. 192 del 27/03/2006 • ………………….• Ma perché il PM2,5 è così pericoloso?• Perché è quella frazione del particolato che ha un diametro così piccolo che supera ogni barriera del nostro apparato

respiratorio e giunge fino alla regione alveolare dei polmoni, addirittura fino al processo di ossigenazione del sangue e quindi nel sistema circolatorio arrivando a produrre effetti coagulanti e quindi infarti e ictus.

• Ciò a lungo termine. E a breve?• Lo possiamo riscontrare tutti i giorni: aggravamento di patologie respiratorie e cardiovascolari, aumento dei tempi di

risoluzione delle patologie soprattutto nei bambini che rischiano una diminuzione della crescita polmonare.• In che senso?• Come il resto dell’organismo, i polmoni dei bambini crescono. Maggiore è l’inquinamento più alta è la difficoltà di

crescita del polmone. Tra meno di trent’anni potremmo trovarci con una generazione di adulti dalle capacità respiratorie compromesse e maggiormente a rischio per quanto riguarda le patologie dell’apparato respiratorio.

• Eppure dai vertici istituzionali deputati a risolvere l’emergenza smog chi snocciola queste cifre e descrive gli scenari cui lei ha accennato viene accusato di fare “terrorismo”…

• La letteratura scientifica da oltre un decennio ha assodato le correlazioni tra inquinamento da micropolveri e mortalità. Per ogni aumento di 10 microgrammi di PM2,5 la percentuale di mortalità sale del 6% e i tumori al polmone aumentano del 14%. Queste sono cifre terrorizzanti, ma parlarne non è terrorismo, bensì informare i cittadini sui rischi dell’inquinamento.

• • Non è un po’ strano che, giustamente, le autorità sanitarie abbiano fatto grandi campagne di informazione

prima sui danni da fumo, poi sui danni da cattiva alimentazione e assai poco abbiano fatto per ciò che riguarda i danni da smog?

• • Dobbiamo pensare che chi è preposto alla tutela della salute dei cittadini, nonostante le evidenze scientifiche e gli

studi epidemiologici, non ha la percezione delle dimensioni dei rischi sia a breve che a lungo termine. Eppure studi delle ASL, non divulgati, indicano una diminuzione di due anni e mezzo dell’aspettativa di vita dei milanesi a causa dello smog.

• Di Beniamino Piantieri

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Dati ARPA sulla Qualità dell’aria in Provincia di Lodi in relazione alle altre Province della

Lombardia per il 2005

PM10: Numero di giorni di superamento nel 2005 nei capoluoghi lombardi

151169

146135

121

6778

120110

133114

3520

60

100

140

180

MI(Juv)

LO CR MN PV LC VA CO BG BS SO

PM10: media 2005 nei capoluoghi lombardi

5459

51 5145

36 3845 44

4942

01020304050607080

MI(Juv)

LO CR MN PV LC VA CO BG BS SO

ug/m

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I dati ARPA sulle polveri nel lodigiano nel 2005 (da

presentazione ARPA 1 Marzo 2006)

• ARPA dice che Lodi, per le polveri sottili, è la peggiore Provincia lombarda sia come giorni di superamento del limite di 50mcg/mc.: 169 giorni (vedi nostro esposto alla Procura di Lodi),sia come valore medio annuo di PM10: 59 mcg/mc (Milano Juvara: 54)

• Nel 2004 il valor medio era per Lodi 50 mcg/mc., nel 2003 44mcg/mc.

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Confronto fra i dati Tribuna del 2004 e dati ARPA 2006 su emissioni (t/anno) per la Produzione

energia per il 2003 in Provincia di Lodi

Tribuna di Lodi ARPA

25 Settembre 2004 1 Marzo 2006

• Anidride solforosa 5362 5367

• Ossidi di azoto 2548 2548

• Polveri 7077(PTS)

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Emissioni per combustibile secondo ARPAin Provincia di Lodi per il 2003(dati Inemar)

Combustibile SO2 NOx COV NH3 PM10 PTS

t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno benzina verde 23 539 922 107 16 16

diesel 231 3.348 448 2 324 335

gasolio 34 40 3 4 4

GPL 113 46 0 0

legna e similari 4 32 239 4 74 78

metano 260 2.384 157 13 13

olio combust 5.465 761 40 57 75

altro 0 20 6

senza comb. 81 136 3.605 7.804 230 362

Totale 6.098 7.372 5.465 7.917 718 884

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• Secondo ARPA (presentazione 1 Marzo 2006)la legna bruciata nel lodigiano nel 2003 ha prodotto più polveri che la Centrale (78 t/anno contro 77)che ha bruciato 974 milioni di mc. di gas e 327 mila t. di olio combustibile e più in gene-rale il trasporto su strada ha prodotto quasi 5 volte le polveri prodotte dalla Centrale

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L’ottimismo sulle emissioni della Centrale

• Da lungo tempo ARPA ed ASL hanno dato valutazioni ottimistiche sulle emissioni della Centrale: ad es nel 1995 la USSL di Lodi sul tema de “La qualità dell’aria nel territorio lodigiano” del Feb. 1997 a nome dei dr. Fumi,Ariano, Zucchi, Di Rocco a pag. 19 si legge “ I dati della qualità dell’aria riferiti al periodo 95/96 mostrano livelli di inquinamento che si pongono costantemente all’interno dei valori limite stabiliti dalla normativa in vigore. A ciò hanno contribuito le favorevoli condizioni meteorologiche verificatesi (abbondanti e frequenti piogge, mancanza di prolungati periodi di tempo stabile”.

• In quell’anno la centrale di Tavazzano aveva scaricato nell’aria (dati Enel) 196 t. di polveri, 11560 t. di SO2, 6930 t. di NOx

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Le Centrali a turbogas puliscono l’aria?

• In una ricerca finanziata da Assoelettrica e condotta dal Politecnico e presentata il 18/11/ 2004 si legge a pag.4 “che per la turbina a gas di Sermide si evidenziano sperimentalmente concentrazioni di particolato nei gas di scarico significativamente inferiori rispetto a quelli del l’aria ambiente: in altri termini la turbina a gas si comporta come un dispositivo di depurazione dell’aria ambiente dal particolato in essa sospeso”

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Ma ci sono altre opinioni 1

• Dr. Armaroli nella Chimica e l’Industria di Maggio e di Novembre 2003 sostiene che le emissioni delle Centrali termoelettriche sono fatte di particolato primario, condensabile e secondario e che una Centrale a turbogas di 750 Mw (circa 1 miliardo di metri cubi di gas) produce 150-250 t. di particolato primario e condensabile, mentre le polveri secondarie sono il 60% della quantità di ossidi di azoto prodotti. Questi ultimi ammontano a 1500 t.(quindi 900 t. di polveri secondarie)

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EMISSIONE DI PARTICELLE DAI CAMINI EMISSIONE DI PARTICELLE DAI CAMINI DI UNA CENTRALE TERMOELETTRICADI UNA CENTRALE TERMOELETTRICA

• Polveri al camino o primarie o filtrabili (le sole misurate in Italia)

• Polveri condensabili (si formano per con

densazione dopo l’uscita) • Polveri secondarie (non sono

neppure considerate dalla legislazione

italiana e si formano dopo minuti ed ore)

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Ma ci sono altre opinioni 2

• Dice nello stesso lavoro Armaroli che uno studio commissionato dal Consiglio d’Europa del 1998 valuta che una Centrale termoelettrica a gas da 800MW produca 1700 t. di particolato secondario

• Sulla necessità di porre attenzione anche alle reali quantità di particolato primario che si formano nella combustione del metano ci parla anche D’Alessio della Università di Napoli nella Chimica e L’Industria del Gen/Feb 2005 sostenendo la necessità di adeguare le tecniche di analisi alla finezza della nano particelle che si formano con il metano e non solo alle particelle dell’ordine dei micron che si usano con i combustibili liquidi (vedi opacimetro di Endesa) e propone la Spettroscopia di asorbimento e Spettrometria di massa)

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Ma che cosa sono chimicamente queste polveri secondarie?

• Sono polveri formate in tempi diversi attraverso processi di natura fotochimica a partire da emissioni di Anidride solforosa, Ossidi di azoto, Ammoniaca e composti organici e sono chimicamente dei solfati, nitrati, cloruri di ammonio e sodio, C ele-mentare ecc.

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Ma ci sono anche altre opinioni3

• In un articolo pubblicato su La Chimica e L’Industria nel Novembre 2003 l’ing. D. Fra-ternali ritiene eccessivi i valori di particolato indicati da Armaroli affermando sulla base di una certa letteratura americana che il particolato primario e condensabile emesso da una Centrale a turbogas è di 96 tons anziché di 224 mentre ci sarebbero anche 14 t. di idrocarburi reattivi, 0,67 t. di metalli pesanti, 777 t. di ossidi di azoto e 49 t. di anidride solforosa

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Ma ci sono anche altre opinioni4

• Chi è l’ing. Fraternali? e’ il consulente della Provincia di Lodi nell’azione contro il Ministero per la centrale di Bertonico.

• Sentiamo cosa dice nel suo lavoro tecnico preparato per la Provincia di Lodi: “ In uno studio commissionato dal Consiglio di Europa nel 1998 intitolato “Fine particles emissions and human health” coordinato dal finlandese M. Tiuri si afferma che almeno il 50% di emissioni di NOx ed SO2 si trasformano in particolato sottile con effetti dannosi sulla salute. Nel caso della centrale di Bertonico le t. di NOx sono 1022. Come si può limitare-dice Fraternali-la simulazione del PM10 alla sola dispersione delle effettivamente quantità minime di particolato primario emesso? E’ evidente che il vero problema è determinato non da queste ricadute ma dalla quantità di NOx che si convertono in particolato sottile”

• Voglio ricordare che nello studio finanziato dalla Provincia/Comune/ ASL/ARPA si afferma che la combustione di circa 1 miliardo di mc. di metano ha dato 13 t. di polveri

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Riassunto

• I ricercatori citati ,pur avendo opinioni diverse sul particolato primario e condensabile che secondo dr.Armaroli è di 240 t. e secondo ing. Fraternali di 100 t., concordano che dalle 8000 tons di NOx, SO2 del 2003 per una zona come Tavazzano (vento scarso ecc) si avrebbero circa 4000 t. di polveri secondarie. E’ evidente che il computo delle polveri cambia totalmente in questo caso rispetto a quello fornito da ARPA

• Ci sono quindi forti contraddizioni fra i risultati ottenuti dai consulenti delle istituzioni che spon-sorizzano questo progetto .

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Proposta

• La idea che vogliamo lanciare ai nostri politici del territorio è quella di presentare una proposta di legge per dividere l’Italia in diverse zone in dipendenza dalle condizioni di vento, orografiche, piogge e di assegnare limiti di emissione diversi alle varie sorgenti inquinanti a seconda della zona di emissione, imponendo il rispetto di queste con l’adozione, dove è necessario, di opportuni sistemi catalitici filtranti

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Conclusioni

• Alcuni cittadini ci chiedono cosa possono fare per migliorare la situazione dell’ambiente in cui viviamo.

• Devono informarsi dello stato dell’ambiente e aiutarci a sensibilizzare l’opinione pubblica per far pressione sui politici. Stasera ad es. abbiamo fatto delle proposte bipartisan che vanno sostenute presso tutti i partiti.

• Due anni fa quando cominciammo questa battaglia di verità eravamo soli, ora sappiamo che siamo di più. Una famosa antropologa americana diceva “ Non c’è dubbio che pochi cittadini determinati possono trasformare il mondo”; in fondo noi stasera siamo non così pochi, siamo determinati e vogliamo soltanto migliorare l’aria che respiriamo.