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SOMMARIO

1.0 premessa

2.0 approccio metodologico

3.0 dati di base e bibliografici

4.0 riferimenti normativi

5.0 descrizione dell’intervento di progetto

6.0 relazione geologica

6.1 acclività

7.0 relazione geotecnica

8.0 il rischio di frana

8.1 perimetrazioni P.A.I.

9.0 conclusioni

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Relazione

Studio di compatibilità geologica e geotecnica. 1.0 Premessa

La presente Relazione di Compatibilità Geologica e Geotecnica si riferisce al progetto di

realizzazione di una linea elettrica in cavo aereo di MT (15kV), e per un breve tratto finale in

BT. La linea si sviluppa per la parte iniziale in agro di Tortolì, nel punto di derivazione, in

prossimità della strada provinciale SP. 27, e per la quasi totalità in agro di Villagrande, fino

all’utenza da alimentare in località Corrus de Trubutzu.

L’area rientra nel settore Nord del sub-bacino n. 6 Sud-Orientale.

Lo studio è parte integrante del progetto esecutivo a cui si fa riferimento per la consultazione

degli elaborati progettuali, planimetrie, corografie, sezioni, elaborati fotografici, particolari

costruttivi e allegati tecnici.

Il progetto è commissionato dall’ Enel Distribuzione SVR - PLA sede di Nuoro-Oristano.

L’analisi è stata svolta secondo le disposizioni del P.A.I., in particolare sulla base degli articoli

21 e 22 del capo II, “Indirizzi per la progettazione, realizzazione e manutenzione delle

infrastrutture” e Indirizzi per le verifiche sulle infrastrutture, opere, impianti costruzioni ed

attività soggette a danno potenziale nelle aree di maggiore pericolosità idraulica. Interventi di

delocalizzazione di persone beni ed attività vulnerabili” e segnatamente al Titolo III, “Il

Controllo del rischio nelle aree di pericolosità idrogeologica”, Capo I, “Norme comuni per la

disciplina degli interventi nelle aree di pericolosità idrogeologica”, Art. 23, 25, 26 e al capo III ,

“Aree di pericolosità da frana”, delle Norme di Attuazione.

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Foto dal satellite: inquadramento

della linea aerea in progetto.

La linea parte in prossimità della s.p.

n. 27, che collega Tortolì a

Villagrande, sale sul versante per

arrivare sulla sommità, (150 m.

s.l.m. circa), prosegue lungo la

sommità per arrivare ai vigneti in

località Corrus de Trubutzu.

2.0 APPROCCIO METODOLOGICO

La valutazione di compatibilità geologica e geotecnica ha lo scopo di valutare, per gli interventi

di progetto, il grado di compatibilità, ovvero le limitazioni e/o i condizionamenti in ragione della

trasformazione prevista con i diversi fattori di rischio e/o criticità presenti nelle aree in oggetto.

Le valutazioni di carattere geologico hanno rappresentato il primo elemento preso in esame, lo

studio si è dunque articolato nelle seguenti fasi:

a) Raccolta di informazioni di tipo litostratigrafico, geomorfologico ed idrogeologico,

consultazione della documentazione e raccolta dati riguardanti le aree perimetrate dal

PAI (Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico, individuazione e perimetrazione delle

aree a rischio idraulico e geomorfologico e delle relative misure di salvaguardia -

Regione Autonoma della Sardegna, Luglio 2004) e IFFI (Progetto IFFI, Inventario dei

Fenomeni Franosi in Italia - Regione Autonoma della Sardegna, Settembre 2005). In

particolare è stato consultato lo studio R.A.S. - Assessorato dei Lavori Pubblici -

Servizio Difesa del Suolo del 2006, Sub-Bacino 6, (di cui nelle tavole allegate sono

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stati riportati i seguenti estratti: Carta delle acclività, Carta della instabilità

potenziale, Carta Litologica, Carta delle aree di pericolosità di frana e la Carta dei siti

franosi). E’ stata consultata la Carta di pericolosità da crolli e ribaltamenti e la Carta

di pericolosità da colate detritiche.

b) Esecuzione di sopralluoghi e rilievi lungo il tracciato dell’opera in progetto;

c) Analisi e considerazioni di carattere geotecnico in funzione delle opere di progetto e

delle caratteristiche geologico-morfologiche e geotecniche del sito.

d) Analisi delle possibili criticità rispetto alle condizioni delle aree in esame, condotta

secondo i criteri del PAI, con l’indicazione di eventuali riduzioni o aumenti di

pericolosità e/o di rischio, in relazione alle modificazioni ambientali per effetto degli

interventi di progetto.

e) Nella fase conclusiva, nel caso in cui le disposizioni P.A.I. e la relativa classificazione

del rischio non escludano l’intervento, sono state predisposte, in funzione dei dati

emersi nel corso dello studio, eventuali indicazioni e prescrizioni con lo scopo di non

aggravare le condizioni di pericolosità o crearne di nuove.

3.0 DATI DI BASE E BIBLIOGRAFICI

Come descritto nel paragrafo precedente i dati utilizzati nel presente studio sono:

• La cartografia tecnica in cui ricade l’area d’intervento (F.531 - I -Tortolì);

• Carta Tecnica Regionale foglio n° 531080;

• Carta Geologica d’Italia Foglio n° 219 Lanusei, in scala 1:100.000;

• La cartografia P.A.I., la banca dati della Regione Sardegna

• Le foto aeree e satellitari.

• I dati geologici e geomorfologici emersi dai rilievi e sopralluoghi eseguiti sul sito di

intervento nel mese di settembre 2014.

4.0 RIFERIMENTI NORMATIVI

I principali riferimenti normativi i cui criteri integrano lo studio di compatibilità geologica e

geotecnica sono:

• D.M. 11 marzo 1988 “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la

stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la

progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere

di fondazione”;

• Circ. LL.PP. B.30483 (Pres. Cons. Sup.) – Servizio Tecnico Centrale 24/08/88 « Legge

2/2/64 n. 64 art. 1;

• Legge n. 64 del 2 febbraio 1974, dal D.M. 12 dicembre 1985, dal D.M. LL.PP 11 marzo

1988 e Circolare esplicativa n. 30483 del 24 settembre 1988, Legge n. 109 del 11

febbraio 1994 (Norme urgenti in materia di lavori pubblici) e s.m.i., norme nazionali in

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materia di valutazione di impatto ambientale e di valutazioni di incidenza, disposizioni

dell’ordinamento della Regione Sardegna;

• Legge 18 maggio 1989 n. 183 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della

difesa del suolo”; Interventi sulla rete idrografica e sui versanti - art. 17, comma 6 ter;

D.L. 180/98 e successive modifiche e integrazioni;

• Legge 267 del 3-8-1998, individuazione della aree a rischio per fenomeni di piena e di

frana;

• Legge 7 agosto 1990 n. 253 disposizioni integrative alla Legge 18 maggio 1989 n. 183;

• Legge 5 gennaio 1994 n. 37 “norme per la tutela ambientale delle aree demaniali dei

fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle altre acque pubbliche”;

• DPCM 29/09/98;

• Legge 21/12/2001 n. 443 e D.L. 20/08/2002 n. 190;

• Direttive europee 79/409/CEE del 2/4/1979, 92/43/CEE del 22/5/1992, 97/62/CEE del

27/10/1997, e D.P.R. 8/9/1997 n. 375, modificato ed integrato dal D.P.R. 12/3/2003 n.

120;

• D.M. 14 settembre 2005 “Norme tecniche per le costruzioni”; e successive modifiche ed

integrazioni, emesse ai sensi delle leggi 05.11.1971, n. 1086 e 02.02.1974, n. 64, così

come riunite nel testo unico per l’Edilizia cui al D.P.R. 06.06.2001, n. 380 e dell’art. 5

del D.L. 28.05.2004 , n.186 e ss.mm.ii..

5.0 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO DI PROGETTO

I lavori di progetto, considerati nel presente studio, rientrano nella realizzazione di

infrastrutture a rete. In particolare gli interventi considerati riguardano la realizzazione di scavi

per il posizionamento di 11 pali di sostegno della linea aerea di Mt e, per la parte finale, di 3

sostegni di linea di Bt. Gli scavi saranno eseguiti con l’uso di mezzi meccanici, escavatore e

martelli demolitori, o con l’uso di attrezzi a mano. Le dimensioni degli scavi, su cui saranno

realizzati manufatti di fondazione in cls di forma cubica e sui quali verranno intestati i pali,

variano in relazione alla tipologia dei sostegni e delle prestazioni attese. Il volume massimo di

un singolo scavo sarà di circa 5,60 mc con dimensione di 2 metri di lato e profondità di 1,50

metri.

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Estratto CTR

Foglio n. 531080

In colore rosso e blu è

rappresentata la linea

aerea in progetto.

Comprende 11 pali di Mt,

evidenziati in rosso, (il

palo n. 12 è il palo

cabina). In blu sono

indicati gli ultimi tre pali

in Bt, (pali n. 13,14,15),

fino all’utenza da

alimentare.

In verde è evidenziato il

punto di derivazione,

(palo n. 1 esistente).

6.0 RELAZIONE GEOLOGICA

Il sito di progetto è ubicato a circa 7 km dalla costa. La linea si snoda dalla s.p. 27 Tortoli-

Villagrande e segue per circa 1 km verso nord il rilievo in località Corrus de Trubutzu.

La litologia dell’area è costituita da rocce dell’orogenesi ercinica del Paleozoico, (Carbonifero -

Permiano), in particolare il substrato interessato dalla linea è rappresentato da tonaliti, gabbri,

da masse gabbro-tonalitiche e da filoni di porfido granitico, (tavola T3 e tavola T4 – Estratto

Carta Litologica).

In generale, dai rilevi eseguiti, l’ammasso roccioso si presenta alterato, con alterazione locale

anche molto accentuata, con formazione di sacche e plaghe sabbiose. Nella massa alterata si

rilevano localmente nuclei più sani e compatti.

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Il versante, seguito dalla linea, fino al palo n. 8 in cui si ha acclività tra 21% e 35%, mostra in

superficie numerosi blocchi rocciosi in equilibrio, che potenzialmente potrebbero dar luogo a

movimenti di crollo e rotolamenti gravitativi lungo il versante.

Dal palo n. 8 fino all’utenza, il substrato granitoide è generalmente molto alterato, tra i pali n.

8 e 9, è stata rilevata la presenza di materiale di riporto a seguito dello spianamento del

rilievo, probabilmente per operazioni o tentativi di trasformazione agraria: tale materiale crea

un fronte verso il versante est scarsamente stabilizzato.

6.1 Acclività

L’acclività di un versante può favorire, in coesistenza con altri fattori quali litologia, giacitura,

vegetazione, ecc., o fattori legati alle trasformazioni antropiche del territorio, l’instaurarsi di

condizioni di potenziale instabilità. L’analisi di questo determinante fattore, rappresentato nella

tavola T5, ha evidenziato come il primo tratto della linea fino al palo n. 6, sia il più acclive

(21% - 35%), il palo n. 5, in particolare, ricade in una porzione di versante con acclività tra

36% -50%. Proseguendo lungo la linea in progetto, per arrivare all’utenza, l’acclività è

compresa tra 21% - 35%, ad eccezione dei pali n. 9 e 10 che ricadono su acclività molto alta

(36% -50%) , mentre i pali n. 13, 14 e 15 ricadono su terreni con pendenze tra 11% e 20%.

L’altimetria del rilievo è stata riportata nell’allegato T8, il primo tratto, fino circa al palo n. 8 è

al disotto di 100 m. s.l.m., il tratto seguente è inferiore ai duecento metri di altitudine.

7.0 RELAZIONE GEOTECNICA

Considerando gli interventi previsti dal progetto, descritti nel paragrafo 5.0, e sulla base delle

condizioni geologiche e geomorfologiche rilevate, non sono emersi fattori di criticità tali da

impedire la realizzazione degli stessi. Si ritiene importante evidenziare la maggiore acclività nel

primo tratto di linea in cui dovrà essere attuata la massima cautela nei lavori al fine di non

aumentare le condizioni di potenziale pericolosità.

Le caratteristiche geotecniche intrinseche del substrato interessato dal progetto sono tali da

garantire sufficienti condizioni per la realizzazione delle fondazioni dei sostegni, se pur

costituito da rocce granitoidi alterate. Il terreno di fondazione può essere assimilato perciò

cautelativamente ad un terreno sabbioso grossolano addensato, con angolo di attrito non

inferiore a 37°, la coesione è da considerarsi pari a zero.

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8.0 Il RISCHIO DI FRANA

Il rischio di frana Rg è definito come il prodotto tra la pericolosità Hg dei fenomeni di dissesto,

la presenza sul territorio di elementi a rischio E, e la loro vulnerabilità V.

Rg = Hg E V

Il rischio di frana totale Rg è stato suddiviso in quattro classi di livelli crescenti di intensità e

valore:

• Rg1 = intensità moderata, valore ≤ 0,25, con possibili danni sociali, economici e al

patrimonio ambientale marginali;

• Rg2 = intensità media, valore ≤ 0,50, con possibili danni minori agli edifici, alle

infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità del

personale, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche;

• Rg3 = intensità elevata, valore ≤ 0,75, con possibili problemi per l’incolumità delle

persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità

degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni

rilevanti al patrimonio ambientale;

• Rg4 = intensità molto elevata, valore ≤ 1,00, in cui è possibile la perdita di vite umane e

lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio

ambientale, la distruzione delle attività socio-economiche.

Il parametro E indica gli elementi a rischio definito ai sensi del DPCM 29.09.1998, sono

elementi le persone e le cose suscettibili di essere colpiti da eventi calamitosi, anch’esso è

suddiviso in classi con attribuzione del relativo peso:

• E1 = Aree eluse dalle definizioni E2 E3 E4; zone boschive, zone di protezione

ambientale, con vincolo estensivo, zone di falesie costiere con possibilità di

frequentazione, a queste aree viene dato un peso pari a 0,25;

• E2 = Zone agricole generiche, infrastrutture puntuali per le telecomunicazioni, zone

di protezione ambientale con vincolo specifico ma non puntuale, a queste aree

viene dato un peso pari a 0,50;

• E3 = Infrastrutture pubbliche quali viarie con fondo artificiale, ferrovie, oleodotti,

elettrodotti, acquedotti, bacini artificiali; zone per impianti tecnologici e discariche di

R.S.U. ed assimilabili, zone di cava e zone minerarie attive e non, discariche

minerarie di residui di trattamento, zone di discariche per inerti; beni naturali

protetti e non, beni archeologici; zone agricole irrigue o ad alta produttività, colture

strategiche o colture protette; specchi d’acqua con aree d’acquacoltura intensiva ed

estensiva; zone di protezione ambientale puntuale (monumenti naturali); a queste

aree viene dato un peso pari a 0,75;

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• E4 = Centri urbani ed aree urbanizzate con continuità, nuclei minori di particolare

pregio, zone di completamento, zone di espansione, grandi insediamenti industriali e

commerciali, servizi pubblici prevalentemente con fabbricati di rilevante interesse

sociale, aree con limitata presenza di persone, aree extraurbane poco abitate, edifici

sparsi, nuclei urbani non densamente popolati, aree sedi di significative attività

produttive, aree di intensa frequentazione turistica, beni architettonici, storici ed

artistici, infrastrutture pubbliche strategiche, porti, aeroporti, stazioni; a queste aree

viene dato un peso pari a 1,00.

Il fattore V indica la vulnerabilità intesa come capacità a resistere alle sollecitazioni

indotte dall’evento e quindi dal grado di perdita degli elementi a rischio E in caso di

manifestarsi del fenomeno.

Il fattore H è l’elemento che in maggior misura è preso in esame negli studi di compatibilità.

Hg rappresenta la pericolosità geologica. La definizione della pericolosità geologica non è

semplice poiché non è quantificabile la frequenza degli eventi franosi.

Per la pericolosità H è stata assunta una suddivisione in cinque classi:

• Hg0 = intensità nulla, con valore uguale a zero, per le aree non soggette a fenomeni

franosi con pericolosità assente e con pendenze < al 20%; (aree non soggette a

fenomeni franosi);

• Hg1 = intensità moderata, con valore di 0,25, per le aree con pericolosità assente o

moderata e con pendenze comprese tra il 20% e il 35%, con copertura boschiva

limitata o assente, aree con copertura boschiva con pendenze > del 35%;

• Hg2 = intensità media, valore di 0,50, per aree a pericolosità media con fenomeni di

dilavamento diffusi, frane di crollo e/o di scivolamento non attive e/o stabilizzate, con

copertura boschiva rada o assente e con pendenze comprese tra 35% e 50%, aree di

falesia lungo le coste;

• Hg3 = intensità elevata, valore di 0,75, per aree con pericolosità elevata con pendenze

> del 50% ma con copertura boschiva rada o assente, frane di crollo e/o scorrimento

quiescenti, fenomeni di erosione delle incisioni vallive; fronti di scavo instabili lungo le

strade, aree nelle quali sono inattive o sono state svolte in passato attività minerarie

che hanno dato luogo a discariche di inerti, cave a cielo aperto, cavità sotterranee con

rischio di collasso del terreno e/o subsidenza; aree interessate in passato da eventi

franosi nelle quali sono stati eseguiti interventi di messa in sicurezza.

• Hg4 = intensità molto elevata, valore di 1,00, aree con pericolosità molto elevate con

manifesti fenomeni di instabilità attivi o segnalati nel progetto AVI o dagli Enti Locali

interpellati o rilevate direttamente dal Gruppo di lavoro.

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8.1 PERIMETRAZIONI P.A.I.

Nella prima perimetrazione del P.A.I. la linea rientra in zona Hg1 nel palo n. 1, n. 2 e nei pali

n. 8, 9, 10, mentre i pali n. 3, 4, 5, 6, 7, 11, 12, 13, 14, 15 ricadono in zona Hg2, (tavola T1).

In sede di adozione di nuovi strumenti urbanistici e/o di varianti generali agli strumenti

urbanistici, secondo l’art. 8 C. 2, l’area di progetto è stata riperimetrata e solo il palo n. 1

(esistente), ricade in zona Hg1, mentre il resto della linea rientra in zona Hg0, (tavola T2).

Ulteriori successivi studi di approfondimento e di dettaglio del quadro conoscitivo dei fenomeni

di dissesto idrogeologico riguardanti la parte frane della Variante al Piano Stralcio di Bacino per

l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.), hanno rimodificato la perimetrazione delle aree di pericolosità.

Grosso modo quest’ ultima perimetrazione ricalca la prima. Nel dettaglio i pali di sostegno n. 1,

2, 8, 9, 13, 14 e 15 ricadono in zona Hg1, mentre i pali n. 3, 4, 5, 6, 7, 10, 11, 12, ricadono

in zona Hg2. (si rimanda alla consultazione dell’allegato tavola T7).

Nello stesso studio di approfondimento è stato valutato il grado di instabilità potenziale del

settore: l’area è classificata con instabilità potenziale media nelle porzioni di versante in cui

ricadono i pali dal n. 1 al n. 8, ed instabilità moderata nelle porzioni di versante in cui ricadono

i pali dal n. 9 al n. 15). (vedi allegato tavola T6).

E’ stato osservato che nel settore, la pericolosità potenziale di frana, in condizioni di acclività

importante, possa essere legata essenzialmente a cause antropiche come per esempio la

creazione di piste o strade di penetrazione montana, il disboscamento o perdita della copertura

vegetale a seguito di incendi o per azioni o tentativi di sistemazione del suolo per aumentare le

superfici agrarie.

A seguito della perdita o della forte degradazione della copertura vegetale, si innestano sui su

detti versanti, spesso in concomitanza con altre condizioni sfavorevoli, (quali l’esposizione del

versante, le condizioni del substrato come per esempio l’alterazione corticale della litologia, il

grado di fratturazione, l’intensità degli eventi pluviometrici, ecc.), fenomeni di erosione

accelerata e la perdita del sottile strato di suolo. Si innescano così i più diffusi e tipici fenomeni

gravitativi franosi del settore, che riguardano la caduta e il rotolamento di massi ed il

movimento di detriti.

Al fine di migliorare le condizioni ecologiche e di stabilità dei versanti dell’area vasta, sarebbero

auspicabili mirati progetti di rimboschimento con per esempio la quercia da sughero (Quercus

suber L.), di cui la zona era senza dubbio ricca nel passato e di cui restano sparsi testimoni.

9.0 CONCLUSIONI

L’analisi della cartografia P.A.I. del più recente studio di approfondimento della Regione,

riassunto nelle carte di sintesi: la Carta delle aree di pericolosità di frana e Carta dei siti

franosi, (tavole T7 e T8), ha evidenziato e stabilito che nell’area di intervento il grado di

pericolosità rientra nelle classi Hg1 e Hg2.

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La consultazione della Carta di pericolosità da crolli e ribaltamenti e della Carta di pericolosità

da colate detritiche, non riporta censiti nell’area vasta significativa siti con fenomeni franosi in

atto. L’analisi condotta ed i rilievi diretti sul sito, hanno mostrato come le zone più

potenzialmente instabili siano quelle che ricadono tra i pali n. 2 e n. 7, in cui si ha un’acclività

importante, con presenza di blocchi granitoidi che potenzialmente possono essere soggetti a

movimenti franosi per gravità. I lavori di progetto rientrano nella realizzazione di

infrastrutture a rete. Secondo le N.d.A. del P.A.I. in particolare l’art. 33 “disciplina delle aree di

pericolosità media da frana (Hg2)”, al comma 3, lettera a, in materia di infrastrutture a rete o

puntuali pubbliche o di interesse pubblico sono consentiti: “gli ampliamenti, le ristrutturazioni

e le nuove realizzazioni di infrastrutture riferibili a servizi pubblici essenziali non altrimenti

localizzabili o non delocalizzabili, a condizione che non esistano alternative tecnicamente ed

economicamente sostenibili, che tali interventi siano coerenti con i piani di protezione civile, e

che ove necessario siano realizzate preventivamente o contestualmente opere di mitigazione

dei rischi specifici”.

Per quanto sopra riportato, tenendo conto del grado di pericolosità esistente, ed in relazione

all’opera in progetto, le N.d.A. del P.A.I. non escludono la possibilità della realizzazione

dell’intervento. Allo stesso modo l’analisi della pericolosità geologica e geotecnica suffragata

dei rilievi in sito, fa ritenere che l’opera in progetto possa essere realizzata, tenendo conto

delle seguenti considerazioni:

- non sono state rilevate condizioni critiche in atto,

- sulla base delle caratteristiche geologiche e geotecniche rilevate i lavori previsti non

tenderanno ad aumentare il grado di pericolosità geomorfologica del sito, attualmente

classificato in classe Hg1 e Hg2.

- verranno in ogni caso attuati tutti gli accorgimenti e le raccomandazioni nella realizzazione

degli scavi per la fondazione dei pali di sostegno ed in particolare:

- i lavori dovranno svolgersi secondo quanto previsto e disciplinato nel progetto e nelle “Linee

Guida dei Metodi di Lavoro Unificati dall’Enel”, con prescrizione dei seguenti aspetti al fine di

proteggere le attuali condizioni geomorfologiche ed idrogeologiche:

- il materiale rimosso, sia esso costituito da terreno sciolto sia da blocchi lapidei, dovrà essere

opportunamente stabilizzato e consolidato;

- non sarà asportata la copertura vegetale se non quella strettamente necessaria per dar luogo

ai manufatti di fondazione, non saranno eseguite ulteriori piste o strade di accesso, ma

saranno utilizzate quelle esistenti, ove non presenti si dovranno usare mezzi idonei (escavatori

cingolati o ragni meccanici o mediante mezzi manuali).

- si farà particolare attenzione alla regimazione delle acque di ruscellamento superficiale, e che

non saranno alterate le attuali condizioni idrogeologiche.

Luglio 2015

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Fotografie 1

Foto 1- panoramica del tratto iniziale della linea, sullo sfondo la sp 27. L’area si presenta con acclività importante.

Foto 2 - vertice “g” in prossimità del palo n. 7 in cui ha inizio, lungo il tracciato della linea, una conformazione del terreno a crinale, leggermente convessa tra i pali 7 - 8 e 9 -10, concava tra i pali 8 - 9 e 10 -11 ed ondulata dal pali 11 al n.15.

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Foto 3 - conformazione del terreno in prossimità dei pali 9 -10.

Foto 4 - nell’area vasta, ed in particolare nelle aree più acclivi, si evidenzia la presenza di blocchi rocciosi granitoidi, nella foto di forma sferoidale. Localmente si trovano in condizioni di equilibrio precario e potenzialmente possono dar luogo a fenomeni franosi per rotolamento gravitativo verso valle.

.

Di

Fotografie 2

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Foto 5 - in alto: condizioni del substrato granitoide: localmente si presenta alterato fino alla formazione di sabbie grossolane.

Foto 6 - in basso: in prossimità dei pali 8 - 9 è stato rilevato un fronte di materiale di riporto sabbioso grossolano nella matrice con ciottoli e blocchi granitoidi. Il fronte ha altezza variabile tra 3 e 5 metri.

Fotografie 3

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Foto 7 - panoramica del tratto centrale, pali 8 - 9 della linea in progetto, la vegetazione molto degradata è costituita in prevalenza da cisto.

Foto 8 - panoramica dell’area vasta in si evidenziano gli effetti della degradazione della vegetazione per cause antropiche. Sul substrato si notano fenomeni erosivi con la perdita del leggero strato di suolo.

Fotografie 4

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Foto 9 - panoramica dell’area in prossimità dei pali 9 -10 della linea in progetto.

Foto 10 - panoramica dell’area fino al tratto finale della linea, in prossimità dell’utenza da alimentare. Il tratto finale è coltivato a vigneto, la conformazione del terreno rispetto al tracciato presenta un andamento ondulato con acclività variabile.

Fotografie 5

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Fotografie 6

Foto 11 - panoramica area PTP

Foto 12 - Simulazione della cabina palo (n. 12).

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Allegati tavole cartografiche:

T1 - Perimetrazione delle aree con pericolo geomorfologico - P.A.I.

T2 - Perimetrazione delle aree con pericolo geomorfologico, art. 8 c.2 - P.A.I.

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Sviluppo della linea elettrica area di Mt, e perimetrazione delle aree con pericolo geomorfologico; Banca dati del Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (P.A.I.)

T1

Hg1

Hg2

Hg1

Hg2

1

2

3

4

5

67

8

9

10

11

12-C113

14

15

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Sviluppo della linea elettrica area di Mt, e perimetrazione delle aree con pericolo geomorfologico (art. 8 C.2); Banca dati del Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (P.A.I.)

T2

1

2

3

4

5

67

8

9

10

11

12-C113

14

15

Hg1

Hg2

Hg0

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T3 - Cartografia C.T.R. di progetto - Estratto Carta Geologica d’Italia

Allegati tavole cartografiche:

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Cartografia CTR di progetto - Estratto Carta Geologica d’Italia

Estratto Carta Geologica sc. 1:100.000

Legenda

Quaternario:

a - depositi alluvionali Carbonifero-Permiano:

fg - filoni ed ammassi di porfidi graniticig - granititi bianchi a grana normale

1000 m.

g

1

2

3

4

5

67

8

9

10

11

12-C1

fg

a

T3

13

14

15

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Allegati tavole cartografiche:

T4 - Estratto Carta litologica

T5 - Estratto Carta delle acclività

T6 - Estratto Carta della instabilità potenziale

T7 - Estratto Carta delle aree di pericolosità di frana

T8 - Estratto Carta dei siti franosi

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Sub-bacino 6 - Sud Orientaletav. B6 - 4.1 - nord - (banca dati P.A.I. Regione Sardegna)

Estratto Carta Litologica

Legenda

a) - Depositi alluvionali recenti costituiti da sabbie , ghiaie , limi ed argille;

f) - Filoni di porfidi granitici ed ammassi di microganiti, filoni aplitici e pegmatitici, (Carbonifero sup - Permiano);

m) - Monzograniti (Carbonifero sup - Permiano);

g) - Granodioriti tonalitiche (Carbonifero sup - Permiano);

t) - Tonaliti, gabbri e masse gabbro-tonalitiche (Carbonifero sup - Pemiano).

Variante al Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Sub bacino 6 Sud - Orientale: Approfondimento e studio di dettaglio del quadro conoscitivo dei fenomeni di dissesto idrogeologico - parte frane

T4

a

f

m

g

t

12 3

45

6 7

8

9

10

11

12-C113

1415

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Sub-bacino 6 - Sud Orientaletav. B6 - 4.1 - nord - (banca dati P.A.I. Regione Sardegna)

Estratto Carta delle acclività

Variante al Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Sub bacino 6 Sud - Orientale: Approfondimento e studio di dettaglio del quadro conoscitivo dei fenomeni di dissesto idrogeologico - parte frane

T5

1

23

45

6 7

8

9

10

11

12-C113

1415

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Variante al Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Sub bacino 6 Sud - Orientale: Approfondimento e studio di dettaglio del quadro conoscitivo dei fenomeni di dissesto idrogeologico - parte frane

Sub-bacino 6 - Sud Orientaletav. B6 - 4.1 - nord - (banca dati P.A.I. Regione Sardegna)

Estratto Carta della instabilità potenziale

T6

(me)

(mo)

(me)

(mo)

(mo)

1

2

3

4

5

67

8

9

10

11

12-C113

14

15

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Variante al Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Sub bacino 6 Sud - Orientale: Approfondimento e studio di dettaglio del quadro conoscitivo dei fenomeni di dissesto idrogeologico - parte frane

Sub-bacino 6 - Sud Orientaletav. B6 - 4.1 - nord - (banca dati P.A.I. Regione Sardegna)

Estratto Carta delle aree di pericolosità di frana

T7

Hg1

Hg2

Hg1

Hg2

Hg2

1

2

3

4

5

67

8

9

10

11

12-C113

14

15

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Variante al Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Sub bacino 6 Sud - Orientale: Approfondimento e studio di dettaglio del quadro conoscitivo dei fenomeni di dissesto idrogeologico - parte frane

Sub-bacino 6 - Sud Orientaletav. B6 - 4.1 - nord - (banca dati P.A.I. Regione Sardegna)

Estratto Carta dei siti franosi

T8

1

2

1

2

1

2

3

4

5

67

8

9

10

11

12-C113

14

15