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    LIFE tra gli oliviBuone pratiche per migliorare il rendimento ambientalenel settore dellolio doliva

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    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    Numerose altre in ormazioni sullUnione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa(http://europa.eu).

    Lussemburgo: U icio delle pubblicazioni u iciali dellUnione europea, 2010

    ISBN 978-92-79-15123-1ISSN 1725-5619doi 10.2779/24728

    Unione europea, 2010Riproduzione autorizzata con citazione della onte.

    Stampato in Belgio

    Europe Direct un servizio a vostra disposizione per aiutarvi a trovare le risposte ai vostri interrogativi sullUnione europea.

    Numero verde unico: 00 800 6 7 8 9 10 11

    COMMISSIONE EUROPEADIREZIONE GENERALE AMBIENTE

    LIFE(lo strumento finanziario per lambiente) un programma varato dalla Commissione europea e coordinato dalla direzione generale dellAm-

    biente (Unit LIFE E.3 ed E.4).

    I contenuti della pubblicazione LIFE tra gli olivi: Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva non rispecchianecessariamente le opinioni delle istituzioni dellUnione europea.

    Autori: Gabriella Camarsa (Esperto tecnico), Stephen Gardner, Wendy Jones, Jon Eldridge, Tim Hudson, Edward Thorpe, Eamon OHara (AEIDL,Responsabile comunicazione).Responsabile editoriale: Herv Martin, Commissione europea, DG Ambiente, LIFE E.4 BU-9, 02/1, 200 rue dela Loi, B-1049 Bruxelles.Coordinamento serie LIFE Focus: Simon Goss (Responsabile comunicazione LIFE), Evelyne Jussiant (Coordinatorecomunicazione, DG Ambiente). Assistenza tecnica: Audrey Thnard, Tiziana Nadalutti, Georgia Valaoras (Astrale GEIE), Joo Pedro Silva (AEIDL).Hanno partecipato alla realizzazione di questa pubblicazione anche: Federico Nogara, Santiago Urquijo-Zamora, Alexis Tsalas (DG Ambiente,Unit LIFE Ambiente ed eco-innovazione), Garcia Azcarate, Panayotis Barzoukas, Fabien Santini, Ren LHer, Aymeric Berling, Jose Alvarez de lPuente, Pascale Mathes, (DG Agricoltura e sviluppo rurale), Francesco Sera ini (COI), Eva Corral, Benedetto Orlandi (COPA-COGECA), DomeniMastrogiovanni (CIA), Pedro Barato (ASAJA), Theodoros Vloutis (PASEGES).Produzione: Monique Braem (AEIDL).Grafica: Daniel Renders, AnitaCorts (AEIDL).Ringraziamenti: Si ringraziano tutti i bene iciari dei progetti LIFE per avere inviato commenti, otogra ie e altri materiali utili per lastesura di questa relazione.Fotografie: Tranne dove diversamente speci icato, le otogra ie provengono dai rispettivi progetti.

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    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    Il settore olivicolo una parte essenziale del comparto agricolo dellUnione europea, in par-

    ticolare modo per quanto concerne i paesi dellEuropa meridionale, dove rappresenta unaquota signifcativa delleconomia agricola. LUE, inoltre, leader mondiale nella produzione diolive, provenendo dallEuropa circa il 70% del prodotto totale mondiale, ed il primo esportatorenetto verso le aree che non ne producono, come il Nord America.

    In termini di superfcie, gli olivi occupano l8-9% del totale della terra coltivata in Spagna, Italiae Portogallo e il 20% in Grecia. Sono pi di 1,8 milioni le aziende agricole che si dedicano allaproduzione di olive nellUE, rappresentando il 40% di tutte le aziende agricole in Spagna e inItalia e il 60% in Grecia.

    Come per qualsiasi altra attivit agricola, la coltura degli olivi pu avere conseguenze sia positiveche negative sullambiente a seconda di quanto intensiva. Negli ultimi anni, le ri orme della PAChanno per sciolto il vincolo ra i pagamenti per le aziende e la produzione delle olive, eliminandoin tal modo lincentivo a intensifcarne lattivit. Viceversa attraverso il principio di condiziona-lit, stato introdottauna conditio sine qua nonra i pagamenti e talune obbligazioni a livelloambientale (incluse quelle di ordine paesaggistico). Anche laumento dei fnanziamenti a avoredelle politiche di sviluppo rurale, incluse le misure agroambientali, ha concorso alla riduzionedelle conseguenze ambientali negative.

    Il programma LIFE ha svolto, e continua a svolgere, un ruolo guida ondamentale in questa tran-sizione verso un settore olivicolo pi sostenibile. I progetti LIFE, alcuni dei quali vengono illustratiin questa pubblicazione, hanno collaudato innovazioni e nuovi approcci mirati ad a rontare moltedi erenti conseguenze ambientali del settore. In tal modo, questi progetti assumono anchessiun ruolo importante nellagevolare lattuazione, laggiornamento e lo sviluppo delle politiche edelle norme comunitarie in questo campo.

    Il settore olivicolo una onte importante di occupazione e di attivit economiche in tutte leregioni interessate dellUE. Inoltre, pu avere benefci naturali per lambiente.I produttori hanno compiuto s orzi signifcativi ed e ettuato considerevoli investimenti fnanziaricon lobiettivo di adottare nuove tecniche di coltura e tras ormazione utili a migliorare la qualit delprodotto. Tali s orzi devono ancora ripagare sul mercato, poich la presenza di prodotti di bassaqualit si traduce costantemente in atti di concorrenza sleale. A questo si deve peraltro aggiungerela mancanza di trasparenza nei con ronti del consumatore.

    Lolio doliva deve in atti essere etichettato chiaramente per in ormare in merito ai suoi valori organo-lettici e al luogo di origine, o rendo al contempo ai consumatori il modo per distinguerlo dagli oli dibassa qualit e/o dalle imitazioni. La trasparenza dovrebbe, pertanto, essere acilitata da strumentiadeguati. Soltanto conoscendo a dovere un prodotto lo si pu apprezzare, dunque, essere dispostia pagarlo per quello che vale.

    I produttori sono sempre pi consapevoli dellimportanza del rispetto dellambiente. Questa pub-blicazione, senza ombra di dubbio un utile mezzo tramite il quale di ondere in ormazioni in meritoallimpatto del settore sullambiente e mettere in luce nuovi aspetti in linea con gli obiettivi economicie ambientali, contribuir ad accompagnare il settore nel percorso verso il miglioramento del proprioimpatto ambientale.

    Il Copa (Comitato delle organizzazioni pro essionali agricole) e il Cogeca (Comitato generale dellacooperazione agricola dellUnione europea) rappresentano gli agricoltori europei e le loro coope-rative. Nellambito del Copa-Cogeca, il Gruppo di lavoro sullolio doliva e sulle olive da tavola sioccupa delle questioni che riguardano il settore.

    Herv MartinCapo unit LIFE Ambiente ed ecoinno-vazioneDirezione generaledellAmbienteCommissione europea

    Tomas Garcia AzcarateCapo unit Olio doliva, prodotti orticoliDirezione generale dellAgricolturae dello sviluppo ruraleCommissione europea

    Benedetto OrlandiPresidente del Gruppo di

    lavoro del Copa-Cogeca sullolio doliva e sulleolive da tavola

    P R E F A Z I O N E

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    Prefazione....................... 1

    Introduzione.................... 3LUE e le olive:

    un leader mondiale .......... 3

    Politica e normative ........ 5La legislazionecomunitaria e il settoreolivicolo............................ 5

    Lolivicoltura nellUnioneeuropea...........................9

    Le quattro nazioniprincipali produttrici diolive...............................1 0

    Le differenti pratichedi coltura degli olivi.......12

    Problematicheambientali ......................13

    Considerazioni di ordinesocioeconomico ............ 16

    LIFE e lolivicoltura........ 17Il contributo di LIFE aunolivicoltura piecocompatibile ..............18

    La lotta allerosionedel suolo tra gli olivetidellAndalusia................ 21

    LIFE preservala biodiversit ................ 24

    La produzione di oliodoliva ...........................27

    I metodi di produzionedellolio doliva ............... 30

    Impatti ambientali.......... 32

    LIFE e la produzionedi olio doliva ................ 35

    LIFE riduce limpattoambientale dellaproduzione di oliodoliva............................ 36

    Buone prassi perla produzionesostenibile .....................39

    I rifiuti si trasformano infertilizzante di altaqualit ............................ 41

    Olivewaste: da tre a duefasi e ritorno................... 43

    Ridurre il riversamentodelle acque reflue difrantoio nei bacini fluvialiin Grecia ........................ 45

    Conclusioni ................... 47LIFE: verso un settoreolivicolo piecocompatibile ............. 47

    Dichiarazioni delleassociazioni nazionali .... 49

    Consiglio oleicolointernazionale:prospettive future ............ 50

    Elenco dei progettiLIFE...............................51

    Pubblicazioni LIFEdisponibili ........................ 53

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    Quello delle olive e dellolio doliva un settore chiave per lUnione euro-

    pea, in particolare per gli Stati membri che si affacciano sul Mediterraneo.

    La Spagna da sola produce il 36% dellolio doliva del mondo e il settore

    uno dei comparti fondamentali delle economie di Grecia, Italia e Portogallo,

    oltre a essere importante anche per Cipro, Francia e Slovenia.

    Tuttavia, i vantaggi economici della produzione di olio doliva e delle olive da tavola

    hanno un rovescio della medaglia. Lolivicoltura infatti diventata pi intensiva negli ultimi venti o trentanni esta utilizzando una porzione sempre pi vasta di terreno agricolo. Lolivicoltura e la produzione di olio doliva

    richiedono, inoltre, volumi dacqua considerevoli in paesi in cui tale risorsa scarseggia e i processi utilizzati

    dal settore generano grandi quantit di rifiuti, in particolare acque reflue contenenti fenoli e polifenoli e rifiuti

    solidi sotto forma di sansa di oliva.

    Man mano che si a strada la con-sapevolezza dellimpatto ambien-tale di questi scarti di produzione, il settoresi trova ad a rontare s ide di icili. In atti,si devono rendere i processi produttivi pie icienti in modo da ridurre i consumi ener-getici e la quantit di sottoprodotti generatie gestire i ri iuti in maniera appropriata. Ad esempio, le acque re lue olearie nonpotranno pi essere smaltite riversandolenei iumi o nei mari, ma dovranno essereindividuati metodi di trattamento e tecnicheper uno smaltimento sicuro.

    esattamente qui che il programma LIFE

    entra in gioco per rivestire un ruolo impor-tante, sostenendo progetti dimostrativiche evidenzino come il settore pu rac-cogliere le s ide ambientali. I progetti LIFEhanno dimostrato come i produttori di oliodoliva e di olive da tavola possono ridurrelinquinamento da loro generato Inoltre,una serie di progetti ha dimostrato che lebuone prassi ambientali possono ar rispar-miare e addirittura aprire nuove opportunitimprenditoriali, poich gli scarti di produ-zione vengono convertiti in materie primecommerciabili.

    Questa brochure valuta limportante contri-buto del programma LIFE al miglioramentodel rendimento ambientale dei settori

    comunitari delloliva e dellolio doliva. Lapubblicazione si apre con lanalisi del qua-dro della normativa comunitaria in materiadi agricoltura e ambiente che riguarda gliolivicoltori e i produttori di olio doliva. Icoltivatori ricevono le sovvenzioni agricoledellUE ma, in cambio, devono dimostrarele buone condizioni ambientali dei propriterreni. I produttori di olio doliva devonoa loro volta ottemperare a una serie di nor-mative ambientali.

    Vengono poi trattate separatamente la col-tura dellolivo e la produzione dei derivatidelloliva. La seconda parte descrive loli-

    vicoltura nellUE e ornisce dati utili in meritoalle dimensioni e alla portata del settore.La terza parte spiega invece in che modo iprogetti LIFE stanno aiutando i coltivatori amigliorare il proprio rendimento ambientale.La quarta parte descrive, quindi, nei dettaglila lavorazione dei prodotti derivati delloliva,e in particolare dellolio doliva, e ne ana-lizza limpatto ambientale. La quinta parteo re, in ine, una panoramica delle modalitcon cui i progetti LIFE hanno contribuito

    a migliorare il rendimento ambientale deirantoi e di altri impianti di produzione.

    Complessivamente, il presente documentopone laccento sui progetti LIFE che hannodato buoni risultati, come i progetti Doana

    I progetti LIFE hanno dimostratocome sia possibile per i produttori di olio

    doliva ridurre i propri output inquinantie al contempo creare opportunit

    commerciali redditizie

    F o t o :

    M e c k e r t 7 5

    F o t o :

    p i z z o

    d i s e v

    o ( d o i n g T E N S f o r p a i n )

    LUE e le olive:

    un leader mondiale

    I I N T R O D U Z I O N E

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    Limpatto ambientale dellolivicoltura e della produzione di olio doliva particolarmente impor-

    tante per lUnione europea, poich tre suoi Stati membri (Spagna, Italia e Grecia) sono i leader

    mondiali indiscussi in questi settori. Fonte di particolare apprensione sono problemi quali lero-

    sione del suolo, laumento del consumo di risorse idriche, la desertificazione, linquinamento

    da sostanze chimiche e fertilizzanti, i danni alla biodiversit e la produzione di rifiuti. Sono

    numerose le politiche e le norme comunitarie che affrontano questi problemi, e dunque i modi

    (diretti o indiretti) in cui la legislazione dellUE interviene nel settore dellolio doliva.

    P O L I T I C A

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    La legislazione comunitariae il settore olivicolo

    LA POLITICA AGRICOLACOMUNE (PAC)

    La PAC lo strumento politico dellUE chepi direttamente interessa i produttori olivicoli.Essa stata, in atti, una delle cause del grandeaumento della produzione di olio doliva inEuropa, poich le sovvenzioni agricole erano inprecedenza direttamente correlate al livello dellaproduzione (sovvenzione espressa in euro pertonnellata prodotta). Nonostante lolivicoltura

    osse tradizionalmente praticata in zone mon-tane terrazzate, con un impatto relativamentemodesto in termini di impiego di sostanzechimiche o estrazione dellacqua, limpulsoallespansione della produzione ha avorito lim-

    pianto ad alta densit di oliveti in pianura e lin-troduzione di pratiche di coltivazione intensive,come la raccolta meccanica e la lavorazionedellolio doliva su scala industriale.

    La PAC stata progressivamente ri ormata nel-lintento di correggere gli aspetti deleteri dellapolitica agricola precedente. Nel 2003, dopola ri orma, le sovvenzioni erano ripartite comesegue:

    Pagamento unico per azienda I produttoriolivicoli ricevono un pagamento or etario cal-colato sulla media delle sovvenzioni basatesulla produzione ricevute dal 1999 al 2003. Leaziende olivicole di dimensioni in eriori a 0,3

    ettari ricevono il 100% della media dei paga-menti correlati alla produzione per sempli i-care gli aiuti ai piccoli produttori, garantendoal contempo un sostegno al reddito stabile.Lobiettivo principale del pagamento unico garantire entrate pi stabili ai coltivatori.Questi possono decidere quanto produrrecon la consapevolezza che gli aiuti ricevutirimarranno invariati, attore che consente lorodi adeguare la produzione alla domanda. Peri coltivatori, i nuovi pagamenti diretti hannoiniziato a sostituire lo schema precedente col-legato alla produzione nel 2005-2006.

    Pagamento per oliveto Un 40% massimodella sovvenzione pu rimanere collegato

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    Attraverso lirrigazione il volume della raccolta di olive viene aumentatoconsiderevolmente

    F o t o :

    K a t e s h o r t f o r b o b

    dard issati negli ambiti succitati. Nel settoreolivicolo, tale meccanismo pu contribuire aridurre al minimo le prassi dannose quali lusoeccessivo di erbicidi, la lavorazione intensiva

    del terreno e lestrazione illegale di acqua. Trai requisiti igurano in particolare losservanzadegli obblighi issati dalle direttive Uccelli eHabitat, dalle direttive sui nitrati e sulle acquesotterranee e dalla direttiva relativa allimmis-sione in commercio dei prodotti itosanitari. Inbase ai requisiti agroambientali, i coltivatorisono altres tenuti a rispettare le procedurenazionali di autorizzazione per lutilizzo dellac-qua a scopi irrigui (a partire dal 2010), a man-tenere gli oliveti in buone condizioni vegetativee a seguire le regole sullestirpazione degli olivide inite dagli Stati membri.

    La condizionalit o re anche vantaggi in ter-mini di biodiversit. Gli oliveti gestiti secondotradizione si caratterizzano in atti per la coper-tura vegetativa del suolo e richiedono unamodesta applicazione di pesticidi ed erbicidi.Le nuove regole della PAC pongono dunquelaccento sul mantenimento di habitat naturalicome siepi e macchie di bosco, tutelando alcontempo gli uccelli, la lora e la auna.

    MISURE AGROAMBIENTALI EOLIVICOLTURA

    Tramite le misure agroambientali, la poli-tica comunitaria di sviluppo rurale sostiene

    alla produzione, allo scopo di garantire lasostenibilit sociale e ambientale delloli-vicoltura. Le autorit degli Stati membri sonostate chiamate a identi icare cinque catego-

    rie di oliveti meritevoli di sostegno aggiuntivoscelte sulla base del loro valore ambientalee socio-economico, che determina lentitdellaiuto per ettaro. Le misure sostenutedagli Stati membri devono incentrarsi sulmantenimento e sulla conservazione di ter-razze e muretti in pietra, sul mantenimentoe sul ripristino degli habitat naturali e dellecaratteristiche del paesaggio, sul manteni-mento delle super ici prative permanenti,sulla riduzione della vulnerabilit dei suoliaumentando il contenuto di materia organicae sulla creazione di lavori di sterramento perridurre il dilavamento sui orti pendii. Lobiet-tivo di tale approccio assicurare il mante-nimento dellolivo ed evitare il degrado dellacopertura vegetale e del paesaggio. Soltantola Spagna ha applicato questa misura, dal2005 al 2010. Il pagamento per oliveto stato abrogato a partire dal 2010 nellambitodella valutazione dello stato di salute dellaPAC alla ine del 2008.

    Le nuove regole lasciano agli Stati mem-bri un certo grado di discrezionalit perin luenzare la qualit dellolio doliva, al dil del regime regolamentare standard stabi-lito per il settore. Essi possono, in atti, uti-lizzare ino al 10% della propria dotazione

    inanziaria nazionale per misure ambientalio legate alla qualit in seno a programmicondotti da organizzazioni di operatori. Ita-lia, Grecia e Francia si avvalgono di questapossibilit dal 2004.

    LA CONDIZIONALIT PER ICOLTIVATORI

    La ri orma della PAC del 2003 coincisaanche con lobbligatoriet del principio dicondizionalit, in base al quale tutti i paga-menti PAC ricevuti dai coltivatori sono col-legati al rispetto di determinati requisiti estandard minimi in materia di ambiente ebenessere degli animali, oltre che al man-tenimento del terreno in buone condizioniagricole e ambientali. Data la presenza di 2,3milioni di olivicoltori nellUE, le nuove regolehanno le potenzialit di generale bene iciambientali considerevoli.

    Nello speci ico, la condizionalit introduce lapossibilit di tagliare i pagamenti nel caso incui il coltivatore non rispetti i requisiti e gli stan-

    pratiche agricole speci icamente progettateper contribuire alla tutela dellambiente e almantenimento della campagna. I coltivatorisi impegnano su base volontaria ad adot-

    tare, per un periodo minimo di cinque anni,tecniche di coltura ecocompatibili che supe-rino gli standard della condizionalit, i requi-siti minimi per luso di ertilizzanti e pesticidie altre norme obbligatorie in materia issatedalla legislazione nazionale e identi icate neiprogrammi di sviluppo rurale. In cambio,ricevono pagamenti annuali intesi a com-pensare i costi aggiuntivi e la perdita di red-dito derivanti dalle nuove pratiche agricole.

    LA LEGISLAZIONE AMBIENTALE

    E LA PRODUZIONE DI OLIODOLIVA

    Il Sesto programma di azione per lam-biente (6 PAA) il quadro di ri erimentoper lelaborazione di politiche ambientalinellUE per il periodo 2002-2012.

    Nellambito del 6 PAA, la Commissioneeuropea ha sviluppato sette strategietematiche riguardanti sette s ide ambien-tali essenziali. Per il settore olivicolo, le piinteressanti sono quelle relative ai pesticidie al suolo. Altre iniziative importanti nel-lambito del 6 PAA si occupano di ri iuti,risorse idriche e biodiversit.

    USO SOSTENIBILEDEI PESTICIDI

    La strategia tematica per luso sostenibiledei pesticidi stata adottata nel 2006 dallaCommissione europea [COM (2006) 372]a completamento delle norme comunitarieesistenti in materia di prodotti itosanitari

    e ha lintento di coprire la ase dellusodei pesticidi autorizzati, ad esempio perquanto concerne la loro applicazione tra-mite irrorazione aerea.

    La strategia era accompagnata da unaproposta di direttiva quadro sulluso soste-nibile dei pesticidi. Contemporaneamente,la Commissione avanzava una propostadi regolamento in relazione allimmissionesul mercato di prodotti itosanitari. Il Parla-mento europeo e il Consiglio dellUE hannoraggiunto un accordo politico su questedue iniziative alla ine del 2008. Latto stato in seguito approvato a gennaio 2009dal Parlamento europeo e, a settembredello stesso anno, dal Consiglio dellUE.

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    P O L I T I C A

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    R M A T I V E

    Pratiche agricole inappropriate come laratura meccanica, lo spargimento di pesticidi e luso di fertilizzanti possono provocare lerosione dei suoli

    Il dilavamento dei fertilizzanti e dei pesticidi una delle cause di inquina- mento delle acque di superficie

    F o t o :

    J o s A

    . G m e z

    F o t o :

    N i k o l a o s N i k o l a i d i s

    Entrambi gli atti giuridici sono stati pubbli-cati il 24 novembre 20091.

    Gli elementi principali della legislazione, cheandranno ad in luire sul comportamento di oli-vicoltori e di altri agricoltori, sono: a) un cambia-mento nel metodo di valutazione dei pesticidi,con la creazione di tre zone di riconoscimentoreciproco, in modo che i pesticidi autorizzati daun paese vengano automaticamente conside-rati idonei dagli altri paesi inseriti nella stessazona (rimane il diritto di imporre divieti a livellonazionale sulluso di determinate sostanze), eb) lintroduzione di norme relative alluso deipesticidi, quali un divieto generale di irrorazioneaerea e il veto al loro impiego in taluni luoghi,ad esempio nei pressi degli istituti scolastici oallinterno di zone cuscinetto designate lungo i

    iumi e altri corpi idrici.

    LA STRATEGIA TEMATICA PERLA PROTEZIONE DEL SUOLO

    Una delle pi serie problematiche ambientalicorrelate allolivicoltura il danneggiamentodel suolo. La coltura intensiva degli olivi in attiuna delle principali cause di erosione del suolo,un enomeno che riduce la capacit produttivadegli oliveti e che potenzialmente pu portaread altri problemi, quali la deserti icazione e ildilavamento dello strato super iciale del suolonei corsi dacqua.

    Direttiva 2009/ 28/CE del Parlamento europeo edel Consiglio, del 2 ottobre 2009, che istituisce un

    quadro per lazione comunitaria ai fini dellutilizzo sos-tenibile dei pesticidi; regolamento (CE) n. 07/2009del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2ottobre 2009, relativo allimmissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Con- siglio 79/ 7/CEE e 9 /4 4/CEE.

    Laspetto principale della strategia tematicaper la protezione del suolo consiste nella pro-posta, avanzata dalla Commissione europea,di una direttiva quadro in materia [COM (2006)232], in base alla quale gli Stati membri avreb-bero lonere di identi icare sistematicamentei suoli danneggiati e combatterne il degrado.Dopo aver identi icato le aree a rischio dierosione, rane, perdita di materia organicanei suoli o compattazione/salinizzazione deisuoli, gli Stati membri dovrebbero mettere inatto piani di riduzione dei rischi e risanamentodelle aree interessate, nellambito di strategienazionali di risanamento. Finora, per, non si ancora giunti ad un accordo in merito a unasimile direttiva, ritenendo alcuni paesi che laqualit dei suoli possa essere regolata a livellonazionale, piuttosto che europeo. Ulterioridiscussioni sulla potenziale direttiva dovreb-bero avere luogo sotto legida della presidenzaspagnola dellUE, nella prima met del 2010.

    CONSUMO IDRICO E QUALIT

    DELLACQUALe problematiche relative alla qualit del-lacqua e al suo consumo rivestono unanotevole importanza per gli olivicoltori. Laproduzione di olive in teoria non richiedequantitativi elevati di acqua come per le col-ture arabili od orto rutticoli quali la lattuga oil pomodoro, ma la sua espansione statacomunque causa di carenze idriche in deter-minate aree. In alcune zone gi colpite dascarsit delle riserve di acque sotterranee si in atti assistito ad un aumento della terracoltivata a olivi, ad esempio nella Spagnameridionale, una delle regioni pi impor-tanti a livello mondiale in questo settore. Ad aggravare i problemi che queste aree

    devono ronteggiare, si aggiunge, inoltre, loscavo di pozzi non autorizzati per ottenereacqua con la quale irrigare le colture.

    Per controllare il consumo eccessivo dellerisorse idriche si pu ricorrere alla tari a-zione dellacqua. La direttiva quadro inmateria di acque (2000/60/CE) richiede diadottare il recupero totale dei costi comeregola base per la de inizione dei prezzidellacqua, riducendo o eliminando dunquegli incentivi arti iciali volti a sviluppare lir-rigazione.

    Tale direttiva si occupa inoltre della gestioneidrica in senso lato, richiedendo agli Statimembri di adottare un approccio strategicoe integrato nella gestione delle risorse idrichee dei bacini idrogra ici. Le autorit devonoprocedere lungo un percorso de inito nelladirettiva, che include le asi della piani ica-zione di distretti idrogra ici, dellidenti ica-zione di pressioni e impatti e dellattuazionedi misure di risanamento appropriate. Il docu-mento a ronta inoltre la problematica relativaalla qualit dellacqua, ponendosi lobiettivodi conseguire entro il 2015 uno stato ecolo-gico e chimico appropriato per le acque disuper icie, nonch uno stato chimico e quan-titativo accettabile per le acque sotterranee.Un corpo idrico viene considerato in buonostato chimico qualora soddis i tutti gli stan-dard di qualit ambientale per le sostanzeprioritarie e taluni altri inquinanti.

    La direttiva sulle acque sotterranee(2006/118/CE) origina dalla direttiva quadroin materia di acque e si occupa della qua-lit delle risorse idriche. Durante i negoziati

    ra le istituzioni europee, argomenti crucialisono stati la questione del non deteriora-

    mento della qualit delle acque sotterraneee il rapporto con la legislazione comunitariasullinquinamento delle acque provocato

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    P O L I T I C A

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    R M A T I V E

    La direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane disciplina i rifiuti liquidi deri-vanti dalla produzione di olio doliva

    Nellambito dellolivicoltura, LIFE ha sostenuto pratiche agricole sostenibili che giovano alla biodiversit, ad esempio, ai serpenti

    F o t o :

    N i k o l a o s N i k o l a i d i s

    F o t o :

    R . V

    i t i

    dai nitrati. Laccordo inale stabilisce che perbuono stato chimico si intende un livello dinitrati di 50 milligrammi per litro.

    Le nuove normative relative alle acque sot-terranee non hanno modi icato la prece-dente direttiva sui nitrati (91/676/CEE), chepersegue lobiettivo generale di proteggerele acque comunitarie dallinquinamento pro-vocato dai nitrati provenienti da onti agricolee riveste un ruolo ondamentale nel campodellolivicoltura. Lutilizzo di azoto nelle pian-tagioni di olivi a maggiore intensit e irriga-zione pu raggiungere livelli elevati ( ino a 350chilogrammi per ettaro nei casi pi estremi)e, lesperienza maturata nella campicoltura,suggerisce la probabilit che in alcuni olivetiesista un problema di inquinamento delleacque sotterranee.

    ACQUE REFLUE E RIFIUTI

    I ri iuti generati dal settore olivicolo possonoessere divisi in solidi (ad esempio le bucce o lasansa vergine, un residuo della prima spremi-tura delle olive) e liquidi (gli e luenti di rantoio).

    A livello comunitario, in vigore una serie dileggi volte a regolare il trattamento di questi, ealtri, scarti. I principi soggiacenti alla gestionedei ri iuti sono de initi nella direttiva quadrosui ri iuti (2008/98/CE), che richiede agli Statimembri di riciclare entro il 2020 almeno la metdei propri ri iuti generali e domestici. Tale diret-tiva, sottoposta a revisione nel 2008, includedisposizioni relative ai ri iuti pericolosi e agli oliusati, trattati in precedenza da normative di e-renti. I paesi dellUE hanno tempo ino alla inedel 2010 per dare piena attuazione alla direttivaquadro rivista sui ri iuti.

    Nellambito delle disposizioni riviste, viene or-malizzata una gerarchia in cinque asi su cui gliStati membri sono tenuti a basarsi per de inirei propri piani nazionali di gestione dei ri iuti. Intal modo, lapproccio da seguire in materiaviene scomposto in prevenzione, riutilizzo, rici-claggio, recupero e, in ine, smaltimento. Nella

    ase di recupero, i ri iuti vengono convertiti inorme utilizzabili o inceneriti al ine di recupe-

    rare energia, mentre lo smaltimento, che nellamaggior parte dei casi consiste nella semplicemessa a discarica, pu essere avviato soltantoal termine delle precedenti quattro asi. Al inedi attuare la direttiva, gli Stati membri avrannoil compito di de inire piani di gestione dei ri iutiche prevedano lapplicazione di questa gerar-chia. probabile che tali piani in luiscano sulle

    tecniche di gestione dei ri iuti impiegate daiproduttori di olio doliva nonch da altri set-tori. Qualora sia invece necessario procedereallo smaltimento, le norme di messa a disca-rica sono contenute nella direttiva in materia(99/31/CE).

    I ri iuti liquidi derivanti dalla produzione di oliodoliva ricadono invece nellambito della diret-tiva sul trattamento delle acque re lue urbane(91/271/CEE), che concerne la raccolta, il trat-tamento e lo scarico delle acque re lue urbane,nonch il trattamento e lo scarico delle acquere lue originate da taluni settori industriali,inclusa la lavorazione dei prodotti orto rutticoli,che comprende la produzione di olio doliva.

    BIODIVERSIT: LE DIRETTIVEUCCELLI E HABITAT

    Limpiego di tecniche volte a incrementare laproduttivit degli oliveti e del settore delloliodoliva, in generale, ha avuto conseguenzenocive sulla lora e sulla auna selvatiche,provocando inoltre una perdita signi icativadi habitat naturali. In Europa, biodiversit eagricoltura sono intrinsecamente correlate.Questo vincolo riconosciuto nel Sesto pro-gramma di azione per lambiente (6PAA), che

    sottolinea limportanza di integrare misure diprotezione e di ripristino del patrimonio natu-rale.nelle politiche agricole e regionali.

    Gli strumenti politici ondamentali di cui lUEsi dotata in materia di biodiversit sono le

    direttive Uccelli (79/409/CEE) e Habitat(92/43/CEE), in cui si riconosce che la perditae il degrado degli habitat sono le minacce pigravi alla conservazione degli uccelli selvatici

    e di altre specie. Tramite la direttiva Habitat stata costituita la rete Natura 2000, com-posta da zone di protezione speciale (ZPS;designate in base alla direttiva Uccelli) ezone speciali di conservazione (ZSC; desi-gnate in base alla direttiva Habitat). Gli Statimembri hanno il compito di designare tali siti,mentre gli enti locali responsabili devono redi-gere piani di gestione ambientale e svolgereattivit di ripristino con lobiettivo di condurliverso uno stato di conservazione soddis a-cente. Ci non signi ica assolutamente chenei siti protetti debba essere atto divieto disvolgere attivit, ad esempio, di tipo agricolo. Al contrario, necessario che in queste zonele attivit agricole e di conservazione siano

    unzionali le une alle altre.

    La rete Natura 2000 vasta. Alla ine del2008, in atti, l11% circa dellarea terrestredellUE era stata designata come ZPS (5.174siti), mentre il 13,3% era costituita da siti diimportanza comunitaria (SIC; 21.633 siti).Nei paesi leader nella produzione di olive laquota di territorio costituita da SIC supe-riore rispetto alla media comunitaria: alla inedel 2008, ad esempio, pi del 23% del territo-rio spagnolo era designato come SIC, mentreItalia e Grecia arrivavano rispettivamente al14,2% e al 16,4%.

    Questa di usa designazione di siti di conserva-zione in luisce direttamente, come ovvio, sul-lolivicoltura. In queste zone, in atti, dobbligoconcedere la priorit alle pratiche agricole e aisistemi produttivi ecocompatibili che rechinobene icio alla biodiversit. Le misure adottabili

    variano dal mantenimento della copertura inerba alla promozione di un uso pi ragione-vole di agrochimici al ine di ridurne limpattosu lora e auna, alladozione di pratiche soste-nibili di coltura degli olivi quali i sistemi di pro-duzione biologici e integrati.

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    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    In questa sezione viene fornita una panoramica relativa alle quattro nazioni principali produttrici di

    olive nellUE e vengono illustrate alcune tendenze in auge nei sistemi di coltura di questo frutto.

    Le quattro nazioni principali

    produttrici di olive

    SPAGNA In seguito al suo ingresso nella Comuniteuropea (1986), la Spagna concesse incen-tivi nellambito della politica agricola comune(PAC) al ine di incrementare la produzione. Aumentarono dunque progressivamentele nuove piantagioni (soprattutto a carat-tere intensivo) su grandi super ici, in parti-colar modo nelle province in cui si rilevavaunelevata concentrazione di produttori com-merciali, quali Jan, Crdoba, Siviglia, Ciu-dad Real, Toledo e Badajoz. Secondo EURO-STAT, dal 1991 si assistito alla creazione di350.000 ettari di nuove piantagioni di olivo,per e etto della quale larea adibita a oliveti inSpagna arrivata a circa 2,5 milioni di ettari.

    Da un punto di vista ambientale, ci ha com-portato un aumento delluso di pesticidi e er-tilizzanti chimici e del consumo di acqua perlirrigazione. Nelle nuove piantagioni si pro-

    cede comunemente alla raccolta meccanicadelle olive, sebbene nella maggior parte deglioliveti tale operazione rimanga ancora manu-ale. Nelle aree montane pi marginali di taluneprovince, come Cceres, ma anche allinternodelle maggiori province di produzione (nei ter-reni montagnosi e acclivi e/o marginali) sonoin ogni modo ancora in uso sistemi a bassoimpatto.

    Anche la produzione biologica in aumento,ma riguarda, un po come accade dovunque,ancora una piccola parte del totale.LEstremadura, comunit autonoma situ-ata nella Spagna occidentale, ha il maggiornumero di produttori biologici. In questa pro-vincia, gli agricoltori tradizionali hanno sot-toscritto programmi agroambientali speci iciper cui prevista lerogazione di incentivi achi applica pratiche agricole a basso impa-tto. Inoltre, seppure su scala ridotta, sonostati elaborati sistemi integrati di produzione

    e di controllo degli in estanti, ad esempio in Andalusia. GRECIA

    In Grecia, la super icie dedicata agli oliveti cresciuta costantemente nel corso degli ultimi25 anni, grazie allimpianto di nuovi ilari ad altadensit, ino a raggiungere gli 800.000 ettari nel2007 (120.000 in pi rispetto al 1991). Gli olivetiadibiti alla produzione di olio doliva si sonodi usi in molte aree semi-montagnose e cost-iere (soprattutto a Creta e nel Peloponneso) ea predominare sono le variet a usto bassocome la Koroneiki, la cultivar da olio leader nelpaese. La tendenza consiste nellintensi icarela produzione mediante la meccanizzazione, illivellamento dei terreni, lirrigazione localizzatae laccresciuto ricorso a attori di produzioneesterni. La coltura mista di olivi e altri alberi oseminativi in via di estinzione. Gli olivi, in atti,vengono ormai coltivati quasi esclusivamente

    In Spagna, dal 99 si assistito alla creazione di 50.000 ettari di nuove piantagioni di olivi, portando a circa 2,5 milioni di ettari lareatotale destinata allolivicoltura (EUROSTAT)

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    La Grecia si mossa in direzione degli oli-veti ad alta densit, raggiungendo nel 2007 unarea di 800.000 ettari

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    Nel 2007, in Italia la superficie totale coltivata a olivo raggiungeva circa ,2 milioni diettari, il 5% dei quali con certificazione biologica

    in piantagioni monospeci iche. I vecchi oliveticon alberi secolari e di grandi dimensionisono stati sostituiti da piantagioni nuove eintensive, mentre le piantagioni di tipo pitradizionale si possono ancora incontrarenelle isole minori e nelle regioni montag-nose pi elevate. Queste possono esseredenominate a basso impatto, ma gli olivetiesistenti vengono sempre pi trascurati acausa di problemi quali linvecchiamentodella popolazione, lurbanizzazione, la con-correnza del settore turistico nella ricerca dimanodopera e le severe condizioni agrocli-matiche, che spesso avoriscono la creazi-one di un agroecosistema seminaturale.Questa situazione si veri ica ad esempio aCor , a Lesbo e nelle isole dellEgeo, le cuiaziende agricole sono di dimensioni moltoridotte. Una nuova tendenza rappresentatadalla coltura biologica, e in alcune di questearee sono stati avviati progetti di questo tipo.Si stima che siano 64.000 gli ettari coltivatisecondo metodi biologici in Grecia, in parti-colar modo a Creta e nel Peloponneso.

    ITALIA

    In Italia, nel 2007, la super icie totale adibitaa olivo ammontava a 1,2 milioni di ettari, cioera leggermente superiore (+ 50.000 ettari)rispetto alle stime dellinizio degli anni 90.

    Uno studio del 2000 sulla produzionedellolio doliva nellUE1 ha rilevato di er-

    The Environmental Impact of Olive oil Production

    in the European Union: Practical Options for Improv- ing the Environmental Impact (G. Beaufoy, 2000) theEuropean Forum on Nature Conservation and Pasto- ralism and the Asociacin para el Anlisis y Reformade la Poltica Agro-rural. http://ec.europa.eu/ environment/agriculture/pdf/oliveoil_xs.pdf

    enze signi icative nelle tendenze ra regioni,che sono mutate nel corso degli anni. Adesempio, nota un considerevole declino dellearee olivicole in Liguria, dovuto in partico-lare al loro abbandono, a ronte di aumenticonsiderevoli in Sardegna e Puglia. In alcuneregioni, lintensi icazione stata caratteriz-zata dalladozione di speci iche tecniche dicoltura, dallirrigazione e da un grado elevatodi meccanizzazione, mentre in altre areesono state impiantate cultivar pi produttivee meno problematiche al posto dei vecchiolivi, i quali sono stati estirpati. Gli autori dellostudio anno tuttavia notare che la portata diquesti sviluppi recenti non paragonabile allasituazione spagnola. Il Piano Olivicolo Nazio-nale, uno speci ico piano dazione approvatonel 1990, intendeva in atti convertire il 25%dellintero settore olivicolo italiano da sistemiproduttivi tradizionali a sistemi moderni, ma acausa della mancanza di risorse inanziarie ilpiano stato in gran parte archiviato.

    Anche la produzione di olio doliva biologico

    sta aumentando. Secondo il Consiglio oleicolointernazionale, in atti, circa il 15% degli olivetiitaliani (attorno a 167.000 ettari) dispone diuna certi icazione biologica. Ci si attende chequesta tendenza prosegua, in base anche alnuovo regolamento sullagricoltura biologica(n. 834/2007), che promuove lo sviluppo con-tinuo di sistemi di coltura sostenibili e unagamma di prodotti di alta qualit.

    PORTOGALLO

    In Portogallo, il totale delle super ici olivicolesu cui si e ettuato il raccolto nel 2007ammontava a 379.600 ettari. Le piantagionitradizionali di olivi a basso impatto sonoancora predominanti e nel complesso i rac-

    colti medi sono di molto in eriori a quellidegli altri Stati membri. Negli ultimi anni si tuttavia assistito alla creazione di nuovepiantagioni intensive con densit di 200-300

    alberi per ettaro. Ad esempio, nel periodo1987-1996 ne sono stati piantati 15.000ettari. Questo processo stato acceleratodai Fondi strutturali dellUE e da investi-menti privati su larga scala. Entro il 1996,in atti, circa 30.000 ettari di vecchie pianta-gioni erano gi stati rimossi e sostituiti conpiantagioni intensive nel quadro del pro-gramma PEDAP2, varato nel 1986 per aiutarelagricoltura portoghese ad adattarsi allecondizioni del mercato comunitario.

    ALTRI PRODUTTORI Altri Stati membri sono produttori minori3 come Cipro (11.600 ettari di terreno dedi-cati agli oliveti), Slovenia (800 ettari), Fran-cia (18.900) e Malta (meno di 100). Il paeseextra-europeo che dispone della pi ampiasuper icie adibita a olivo la Tunisia (1,69milioni di ettari), seguita dalla Turchia (paesecandidato allingresso nellUE), dove gli olivicoprono unarea di 815.000 ettari. Unaltranazione candidata, la Croazia, dispone di25.000 ettari di oliveti, ma anche Albania,Montenegro e Serbia sono da considerarsiproduttori di olive.

    2 Programa especfico de desenvolvimento da agricultura em Portugal (programma specifico di sviluppo dellagricoltura in Portogallo).

    Fonte: Consiglio oleicolo internazionale (dicem- bre 2008); cifre relative al 2006.

    http://ec.europa.eu/environment/agriculture/pdf/oliveoil_xs.pdfhttp://ec.europa.eu/environment/agriculture/pdf/oliveoil_xs.pdfhttp://ec.europa.eu/environment/agriculture/pdf/oliveoil_xs.pdfhttp://ec.europa.eu/environment/agriculture/pdf/oliveoil_xs.pdf
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    Le differenti pratiche

    di coltura degli oliviLe aree dedicate alla coltura degli olivi nellUE presentano caratteristiche estremamente ete-

    rogenee, con differenze considerevoli tra paesi o regioni e in alcuni casi addirittura fra aziende

    operanti nella stessa zona.

    Il pascolo di animali sotto gli olivi e altre pratiche agricole tradizionali, hanno un elevato valore naturale in termini di biodiversit e paesaggio

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    Le aziende olivicole variano da moltopiccole (meno di 0,5 ha) a molto grandi(oltre 500 ha) e le piantagioni da tradizionalie scarsamente intensive a intensive e con unelevato grado di meccanizzazione. Esistononumerose di erenze anche a livello di piante.Vi sono esemplari secolari con grandi chiome,ottenuti per mezzo di innesti sugli olivi selvaticie gestiti per potatura per oltre cinque secoli,alle moderne variet nane, sistemate in ilari adalta densit, da estirpare e reimpiantare ogni 25anni. La densit degli alberi varia da 40-50 ustiper ettaro in alcune piantagioni meno recenti, a300-400 o pi usti per ettaro nelle piantagionipi intensive.

    In generale, vi sono tre macrotipi di piantagioneche si possono generalmente distinguere. Le piantagioni tradizionali a basso impattohanno spesso origini secolari e sono gene-ralmente situate su terreni terrazzati. Sonogestite mediante apporti di sostanze chimicheridotte o addirittura nulle, mentre la manodo-pera richiesta elevata. A causa delle pecu-liari caratteristiche e delle particolari praticheagricole richieste, quali il pascolo di animalisotto gli olivi, queste piantagioni hanno un ele-

    vato valore naturale in termini di biodiversit epaesaggio, e sono al contempo onte di e ettipositivi sullambiente (ad esempio, il controllo

    del dilavamento nelle aree montane). Essendola produttivit, intesa in termini economici,meno pro icua, tali piantagioni sono general-mente soggette allabbandono.

    Le piantagioni tradizionali intensificate con-dividono talune similarit con le piantagionitradizionali, ma vengono gestite con metodipi intensivi. Tale di erenza si nota nellusopi requente di ertilizzanti e pesticidi chimicie nelle tecniche pi invasive di gestione delsuolo e di controllo degli in estanti. Anche ladensit degli olivi pu essere superiore e si purilevare il ricorso allirrigazione e alla raccoltameccanica. Per la maggiore densit dei ilari,la ertilizzazione e/o lirrigazione, tali piantagionivengono chiamate semplicementepiantagioniintensive .

    Nellepiantagioni moderne superintensive sono impiegate variet pi piccole di olivo,le quali vengono piantate a una densit ele-vata (pari a 1.600-1.800 alberi per ettaro). Anche questo tipo di piantagione viene gestitasecondo metodi intensivi e ad alto livello dimeccanizzazione (che richiedono lirrigazione al

    ine di ricreare un microclima umido in grado di

    accelerare la crescita degli olivi) e viene atto unuso imponente di taluni agrochimici, quali il sol-ato di rame, sparso almeno 5-6 volte allanno.

    In aggiunta, bisogna notare la crescente ten-denza dellepiantagioni biologiche , gestitesenza ricorrere ad agenti chimici e soggette arigorosissimi standard di produzione. Lagri-coltura biologica in rapida espansione, maper potere essere concorrenziale deve rice-vere sovvenzioni pi elevate. Pur essendorelativamente ridotta, la quota biologicadelle colture comunitarie in aumento (adesempio, in Italia il 15% circa delle super iciadibite alla coltura degli olivi ha ricevuto lacerti icazione biologica). Ci si aspetta che lacrescita di questa tendenza prosegua, anchealla luce del nuovo regolamento comunitariosullagricoltura biologica (n. 834/20071 ), chepromuove lo sviluppo continuo di questosistema di coltura sostenibile.

    Il secondo e il terzo tipo di piantagione sopradescritti possono presentare uno scarsovalore naturale e causare e etti ambientalinegativi. Tra i problemi pi gravi, troviamolerosione del suolo, il dilavamento in corpiidrici, lo s ruttamento delle scarse risorseidriche e il degrado del paesaggio e deglihabitat (si veda la sezione dedicata alle pro-blematiche ambientali).

    http://ec.europa.eu/agriculture/organic/ eu-policy/legislation_it

    http://ec.europa.eu/agriculture/organic/eu-policy/legislation_ithttp://ec.europa.eu/agriculture/organic/eu-policy/legislation_ithttp://ec.europa.eu/agriculture/organic/eu-policy/legislation_ithttp://ec.europa.eu/agriculture/organic/eu-policy/legislation_it
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    Per quanto siano meno dannose per lambiente rispetto a quelle impiegate

    per taluni altri tipi di raccolti, le tecniche di coltura degli olivi di tipo tradi-

    zionale intensificato e moderno intensivo si possono associare allerosione

    del suolo, allesaurimento delle scarse risorse idriche, allinquinamento

    dovuto alluso di agrochimici e alla perdita di biodiversit.

    EROSIONE DEL SUOLO EDEGRADO DEL TERRENO

    Lerosione del suolo uno dei pi graviimpatti ambientali associati alla colturaintensiva degli olivi. Lerosione riduce lacapacit produttiva del suolo e, dunque, nemina la produttivit, e ci si traduce in un piampio ricorso ai ertilizzanti. Causa inoltreil dilavamento dello strato super iciale delsuolo, dei ertilizzanti e dei diserbanti, che

    Lerosione del suolo dovuto a pratiche intensive di coltura degli olivi causa un aumento nelluso di fertilizzanti, il dilavamento del suolo superficiale e, nei casi pi estremi, la desertificazione e il degrado dei terreni

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    D e h a a n

    vengono riversati nei corsi dacqua. In casiestremi, lerosione pu inoltre provocarela deserti icazione o un grave degrado delterreno. Questo enomeno il risultato dellacombinazione di molti attori, tra i quali: iltipo di suolo, la pendenza, i modelli di preci-pitazione atmos erica e le pratiche agricoleinadeguate. Laratura meccanica un esem-pio di pratica inadeguata, poich compattail suolo, lo espone agli e etti erosivi dellapioggia e ne riduce il contenuto organico.

    Anche limpiego di pesticidi e ertilizzantichimici pu essere causa dellimpoveri-mento del suolo.

    Apportando alcune modi iche ai metodi dicoltura, questi problemi possono essere

    ronteggiati. Ad esempio, lerosione delsuolo pu essere limitata mantenendo unacopertura erbosa nei periodi cruciali del-lanno oppure mediante unaratura menopro onda. La costruzione o la riparazione di

    Problematicheambientali

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    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    terrazze con muri a secco, inoltre, consentela coltivazione su versanti collinari senzache questa provochi uneccessiva erosionesebbene si tratti di un metodo che richiedemolta manodopera e che potrebbe necessi-tare di misure di sostegno.

    RISORSE IDRICHE

    Dilavamento nelle acque di superficiedi suolo, fertilizzanti e agrochimici: ildilavamento verso i bacini idrici a causadellerosione pu inquinare le acque disuper icie. I diserbanti come la simazina,utilizzati nelle piantagioni intensive di olivi,

    permangono in alte concentrazioni nei 5-15cm superiori del suolo e vengono riversati neicorpi idrici insieme al suolo eroso nel corso dieventi piovosi intensi. Le piantagioni tradizio-

    nali terrazzate aiutano, invece, a rallentare ildilavamento del suolo e ne migliorano la per-meabilit allacqua, consentendo in tal mododi ridurre anche i rischi di inondazione nellezone di pianura.

    Inquinamento delle acque sotterranee:nelle colture continue, lapplicazione ecces-siva di azoto, ertilizzanti os orosi e altriagrochimici pu causare linquinamento delleacque di super icie e sotterranee con compo-sti pericolosi.

    Sfruttamento delle risorse idriche per finiirrigui : la produttivit degli olivi aumenta con-siderevolmente con lirrigazione, alla quale si aricorso specialmente per le variet da tavola,laddove si vogliano ottenere rutti di grandidimensioni. Lacqua necessaria anche nellepiantagioni intensive con ilari di olivi ad altadensit, al ine di massimizzare la produzione,e serve inoltre a migliorare le icacia della er-tilizzazione e della potatura. Lirrigazione dettalocalizzata la tipologia pi di usa nellepiantagioni intensive. Sebbene le quantitdi acqua richieste per ettaro siano in eriori aquelle necessarie per le colture arabili, le pian-tagioni irrigate coprono una super icie sempre

    pi vasta, spesso in regioni in cui la carenzaidrica un problema gi grave di per s.

    FERTILIZZANTI

    In molti casi, per quanto concerne le colturecontinue, gli agricoltori applicano quantitdi ertilizzanti molto superiori a quelle stret-tamente necessarie. Ad esempio uno dei

    ertilizzanti pi comuni, il nitrato di ammo-nio, che contiene ino al 33-34% di azoto eche, nelle piantagioni pi intensive e irrigatepu raggiungere livelli di circa 350 kg/ha,viene associato a problemi di dilavamentoed eutro izzazione1. I sistemi intensivi dicoltura degli olivi anno inoltre uso di er-tilizzanti a base di os oro, boro e potassio.Questi ultimi sono ampiamente impiegati,soprattutto nelle stagioni di raccolto abbon-dante, quando una ertilizzazione regolareal potassio serve a massimizzare il raccoltoe la qualit.

    PESTICIDI

    Il nemico principale degli oliveti la mosca del-lolivo (Bactrocera oleae ), ma necessario pre-

    Si tratta dellaccumulo di nutrienti (nitrati e fosfati) in un corpo idrico. Provoca la fioritura delle alghe, la cui decomposizione elimina lossigeno dissolto,uccidendo gli organismi aerobi (quali i pesci).

    La mosca dellolivo (Bactrocera oleae) il nemico principale di questa pianta

    Il dilavamento dei fertilizzanti usati dalle aziende agricole pu provocare leutrofizzazione di fiumi e laghi

    F o t o :

    A l v e s g a s p a r

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    ALTRI IMPATTILaddove le piantagioni di olivo sono parte integrante di sistemi di destinazione diversificata del territorio, insieme a pascoli,

    colture arabili e vigneti, o laddove le viti crescono tra i filari di olivi, costituiscono unimportante caratteristica paesaggistica. Gli olivpossono, tuttavia, dominare il paesaggio, dando vita ad ampie monocolture, e sono lunica forma di vegetazione per la maggior partedellanno, limitando pertanto la diversit paesaggistica e di habitat.Nelle zone in cui la percentuale di sottobosco e vegetazione forestale elevata, le piantagioni di olivo possono fungere da utili frangi-fuoco. Viceversa, per, gli agricoltori si avvalgono talvolta del fuoco per eliminare la boscaglia invasiva presente sui loro terreni, fattorche potrebbe invece inasprire il rischio di incendi qualora dovessero sfuggire dal loro controllo.Fra gli altri impatti citiamo luso indiscriminato di numerosi prodotti, che ha talvolta comportato un aumento del numero di infestant

    a causa delleliminazione dei loro nemici naturali. Trattamenti eccessivi di erbicidi sono, inoltre, la causa dellavvizzimento degli olivialcune piantagioni.Il consumo energetico rappresenta unaltra, meno ovvia, problematica ambientale, soprattutto per quanto concerne le colture di tipointensivo, che richiedono un uso relativamente esteso dellaratura meccanica. Sono in via di collaudo tecniche di coltura maggiormentecocompatibili, come quella che prevede luso degli scarti della potatura degli olivi: i rami tagliati non andranno pi bruciati, ma utilizzacome fertilizzante organico. Questo procedimento consente una ulteriore elaborazione degli scarti per luso come biocarburanti.Negli anni 70 e 80 abbiamo assistito in tutta lUE allestirpazione delle vecchie piantagioni tradizionali di olivo, a causa della combiazione di situazioni di abbandono e programmi di riattamento. Oltre alle conseguenze socioeconomiche del mutamento delle tendenzedi coltivazione (cio lespansione delle nuove piantagioni e lintensificazione dei sistemi di produzione oppure labbandono dellepiantagioni tradizionali), vengono cos a crearsi problemi ambientali che poi incidono sulla biodiversit e sul paesaggio. Ad esempio

    lerosione del suolo viene intensificata dallabbandono o dallestirpazione degli oliveti tradizionali, e i paesaggi tradizionali possonodunque scomparire. Le recenti riforme della PAC prevedono misure volte ad affrontare queste problematiche, come la conservaziondelle caratteristiche paesaggistiche, che include (ove appropriato) il divieto di estirpazione degli olivi, e il mantenimento degli olivetin buone condizioni vegetative.

    L O L I V I C O L T U R A

    N E L L U N I O N E

    E U R O P E A

    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    Gli oliveti coltivati in maniera tradizionale beneficiano numerose specie selvatiche,

    inclusi i rettili

    F o t o :

    L I F E 0 7 N A T / I T / 0 0 0 4 5 0

    stare attenzione anche alla tignola dellolivo(Prays oleae ) e alla cocciniglia mezzo granodi pepe (Saissetia oleae ). Questi tre insettia liggono di usamente le piantagioni nellaregione del Mediterraneo, provocando graviperdite economiche. Per molti anni, al inedi contrastare la mosca dellolivo sonostati impiegati insetticidi quali il dimetoatoo la deltametrina. Tuttavia, i danni causatiallambiente e i costi di trattamento sono

    signi icativi. Sono dunque in via di collaudotecniche pi ecocompatibili, quali le trap-pole a eromoni2.

    BIODIVERSIT

    La biodiversit generalmente elevatanegli oliveti coltivati in maniera tradizio-nale, i quali o rono unampia variet dihabitat (ad esempio, muri a secco, macchiedi vegetazione naturale, ecc.) che dannoriparo a numerose specie selvatiche quali,rettili, ar alle e altri invertebrati, uccelli emammi eri. Oltre a molte specie di passe-racei, vi dimorano ad esempio altri uccellinidi icanti, tra cui lupupa (Upupa epops), laghiandaia marina(Coracias garrulus ) e spe-cie notturne come lassiolo (Otus scops ) ela civetta ( Athene noctua ), che si nutrono diinsetti, rettili e piccoli mammi eri. Gli alberipi vecchi sono dunque una risorsa alimen-tare abbondante per la auna, poich, oltreal loro rutto, ospitano numerosi insetti. Unlivello ridotto di pesticidi si traduce dunquein una lora e unentomo auna pi ricca.

    2 un tipo di trappola che usa i feromoni (adesempio, gli ormoni) per attirare gli insetti.

    I metodi intensivi di coltura introdotti conlobiettivo di aumentare la produzione (inparticolare, luso dellaratura meccanica eil ricorso esteso a insetticidi e diserbanti)

    hanno avuto un impatto negativo sulla lorasuper iciale e sulle popolazioni di insetti,riducendone diversit e numero. Inoltre,sembra sia da ascriversi alluso di taluniinsetticidi usati negli oliveti, come il dime-toato, la riduzione delle specie di insetti,tra cui molte che avrebbero contribuito aun controllo naturale degli in estanti. Anche il reimpianto degli olivi al ine diincrementare la produzione di olive, spessocollimante con la diserbatura della vegeta-zione naturale e la rimozione dei bordi trai campi e dei muri a secco, ha provocatoperdite signi icative in quanto ad habi-tat loro aunistici. In genere, lespansionedelle piantagioni ha avuto luogo a spese disuper ici boschive naturali o seminaturali edi altri tipi di vegetazione con un elevatovalore conservativo. Le nuove piantagioniintensive di olivo, inoltre, hanno occupatoterreni allinterno di aree importanti perle comunit di uccelli della steppa (comela gallina prataiola, la grande otarda e gliavvoltoi) e altre specie dipendenti.

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    OLIVE DA TAVOLALa Spagna il produttore leader nel campo delle olive da tavola. La produzioneannuale media a livello mondiale ammonta a circa 1,76 milioni di tonnellate, di cui benun terzo proviene dal paese iberico (fonte: COI). Le olive da tavola costituiscono il 22%del settore agroalimentare spagnolo, per un valore di circa 1 miliardo di euro generando7.500 posti di lavoro a tempo pieno ( fonte: ASEMESA, lassociazione spagnola degli esportatori e dei produttori di olive da tavola ).I problemi principali associati alla produzione di olive da tavola sono di ordine (i) socio-economico - la produzione di olive da tavola importante per mantenere loccupazione,ma il prezzo del prodotto finito molto basso, e dunque la produzione, in assenza

    di sostegno, diventa antieconomica per gli agricoltori; e di ordine (ii) ambientale: unodei maggiori problemi lelevato consumo di acqua richiesto per il lavaggio delle oliveda tavola, ma, attualmente, non esistono ancora tecniche o tecnologie redditizie chepermettano di contrastare questo impatto ambientale negativo.

    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    Da secoli, gli olivi sono una caratteristica tipica dei paesaggi del Mediterraneo e lolio doliva

    alla base della gastronomia dei paesi di questa zona. La produzione di olio doliva rappresenta,

    dunque,un settore economico fondamentale per le maggiori regioni e nazioni produttrici.

    Considerazioni di ordine

    socioeconomico

    Lolivicoltura anche parte integrantedella cultura e del patrimonio ruralelocale. Costituisce, in atti, unimportante

    onte di occupazione in molte aree rurali e,e ettuata part-time, sta diventando unat-tivit rurale sempre pi di rilievo assiemeal turismo. La meccanizzazione continuanelle regioni maggiormente produttive,in particolare per quanto riguarda le asidella raccolta e della potatura, sta cau-sando una diminuzione della domanda dimanodopera. Nelle aree marginali, invece,loccupazione stagionale e talvolta scar-samente retribuita, e a ci bisogna aggiun-gere linvecchiamento della popolazione,lemigrazione e altri attori che stanno pro-vocando una riduzione della disponibilitdi manodopera.

    In ine, le aziende si accorgono, con mag-gior requenza, delle notevoli opportunit dimercato da s ruttare grazie alle innovazionidi prodotto che promuovono i vari bene ici(salutari, nutrizionali o di altro genere) del-lolio doliva. Ai ini di migliorare i pro itti ela quota di mercato, nonch per soddis are

    Lolivicoltura costituisce unimportante fonte di occupazione in molte aree rurali

    L O L I V I C O L T U R A

    N E L L U N I O N E

    E U R O P E A

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    S a r a M a i n o

    le mutevoli pre erenze dei consumatori e lacrescente domanda di olio doliva in tuttoil mondo, le aziende o rono oli speciali,ad esempio con gusti diversi (piccante,

    al pomodoro, ecc.), oppure prodotti un-zionali, quali lolio extravergine di olivaaddizionato con vitamine o con coenzimi(antiossidanti).

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    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

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    LIFE e lolivicoltura

    ACRONYM NUMERO DI PROGETTO OLEO-LIFE LIFE99 ENV/E/000351

    DOANA SOSTENIBLE LIFE00 ENV/E/000547

    Albuera Extremadura LIFE03 NAT/E/000052

    Arboretum Beauregard LIFE99 ENV/F/000497

    ECOIL LIFE04 ENV/GR/000110

    TILOS LIFE04 NAT/GR/000101

    CENT.OLI.MED LIFE07 NAT/IT/000450

    Lince Moura/Barrancos LIFE06 NAT/P/000191

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    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    I progetti LIFE associati allolivicoltura si sono occupati

    di importanti tematiche ambientali quali lerosione del

    suolo, lapplicazione di prodotti agrochimici, il consumo

    delle risorse idriche, la perdita di biodiversit e il degrado

    paesaggistico.

    Il contributo diLIFE ad to unolivicoltura pi

    ecocompatibile

    Il progetto ECOIL, finanziato da LIFE, ha applicato lapproccio dellanalisi del ciclo di vita a tre zone produttrici di olive in Grecia, Cipro eSpagna, identificando i principali impatti ambientali per ciascun sito

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    I progetti hanno dimostrato come tecni-che ecocompatibili applicate con suc-cesso in una zona dedita allolivicolturapossano essere adattate ad altre regioni,sia in Europa sia altrove, e non sono statisoltanto al centro di un orte impegno voltoa comunicare i risultati e le buone prati-che, attirando cos linteresse e il sostegnodi coltivatori e politici, ma hanno anchemostrato come la politica dellUE possaessere attuata e icacemente in questosettore.

    EROSIONE DEL SUOLO EDESERTIFICAZIONE

    Come illustrato nel capitolo precedente,lerosione del suolo uno dei principaliimpatti ambientali negativi causati dalloli-vicoltura intensiva. In Spagna lerosione delsuolo costituisce gi un serio problema, chepotrebbe aggravarsi a causa del cambia-mento climatico dovuto al riscaldamentoglobale. Le ripercussioni di questo eno-meno in zone gi aride potrebbero, in atti,

    comportare estati pi torride e secche eperiodi di siccit pi lunghi.

    Il progetto LIFE Doana sostenibile si rivelato particolarmente e icace nella lottaallimpatto ambientale provocato dallerosionedel suolo negli oliveti del Parco nazionale diDoana, in Andalusia. Le politiche comunita-rie segnalano chiaramente la necessit di unapproccio integrato nella lotta allerosione e ilprogetto ha dimostrato in che modo conseguirequesto obiettivo. Liniziativa inoltre riuscita a

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    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    Il progetto ECOIL ha elaborato una serie di linee guida volte a promuovere tecniche ecocompatibili di olivicoltura e buone prassi agricole,facilmente trasferibili ad altre aree

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    collaudare e a promuovere determinate tecni-che agricole nellambito della conservazione,spingendosi, in taluni casi, ben oltre il concettodi buone pratiche agricole (BPA). I risultati delprogetto sono rilevanti anche per quelle politi-che sociali ed economiche inalizzate allo svi-luppo rurale sostenibile nelle zone aride.

    LIMPIEGO DELLANALISI DELCICLO DI VITA NELLA LOTTA AIPROBLEMI AMBIENTALI

    I progetti LIFE Ambiente Oleoli e ed ECOILsi sono avvalsi di un approccio improntatoallanalisi del ciclo di vita (Life Cycle Analysis,LCA) per contribuire alla riduzione delle riper-cussioni ambientali negative dellolivicoltura eincoraggiare unagricoltura pi sostenibile.

    Servendosi dellLCA, Oleoli e (LIFE99 ENV/E/000351 ) ha esaminato e analizzato diversi

    modelli di coltivazione sostenibile delle olivein Spagna, giungendo a risultati comunquevalidi anche per altri paesi dediti allolivicol-tura. Nel rattempo, ECOIL (LIFE04 ENV/GR/000110 ) ha applicato lo stesso approccioa tre paesi mediterranei: la Grecia (il paesebene iciario), la Spagna e Cipro.

    Entrambe le iniziative orniscono utiliesempi di buone pratiche inerenti alloli-vicoltura. Il progetto pi datato (1999-2002)elargiva una serie di raccomandazioni per-tinenti al mercato spagnolo degli anni 90,e successivamente adottate in larga misuratanto dalla Spagna quanto da altri paesimediterranei in seguito alle ri orme dellaPAC nel 2003, mentre il progetto greco,pi recente (2004-2006), ha elaborato lineeguida, speci iche per ciascun sito, volte amigliorare sia la coltivazione sia la tras or-mazione delle olive.

    LANALISI DEL CICLO DI VITAPROMUOVE LA COLTIVAZIONESOSTENIBILE

    Fino a poco tempo a la produzione di olive eraritenuta una delle attivit agricole meno nociveper lambiente nella regione del Mediterraneo.In seguito allindustrializzazione della raccoltadelle olive, soprattutto in Spagna, si sonotuttavia mani estate notevoli ripercussioni ascapito degli ambienti umani e naturali, qualilesodo rurale e la perdita di biodiversit e delpatrimonio culturale. In Spagna, la produzionedi olive non svolge soltanto un ruolo cardinenella tutela delle risorse naturali e nella conser-vazione del paesaggio tradizionale, ma costi-tuisce anche un importante settore economicoe ornisce posti di lavoro in grado di stabilizzarele popolazioni rurali e di preservarne il patrimo-nio culturale.

    Lobiettivo principale di Oleoli e consisteva

    nellutilizzo di un approccio LCA volto a clas-si icare diversi metodi di olivicoltura a livellonazionale in base al loro impatto ambientale ea studiarli in un contesto pi ampio tenendoconto di considerazioni di carattere socio-eco-nomico e culturale. Attraverso la realizzazionedi un vasto programma di attivit di comunica-zione rivolte a vari portatori di interessi (qualiolivicoltori, politici, industriali e accademici),lidea era quella di trovare sostenitori a avoredi un uturo sviluppo sostenibile.

    Nel corso del progetto sono state valu-tate diverse pratiche agricole in tre regionispagnole chiave nella produzione di olive:Baeza (provincia di Jan), Reus (Tarragona)e Mora (Toledo). stato dunque elaborato

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    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    I risultati dellanalisi del ciclo di vita sono stati applicati nella regione Navarra, in Spagna

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    un approccio LCA a carattere sistemico cheoperava distinzioni in unzione dei vari metodidi coltivazione impiegati:l intensiva - nessuna conservazione del

    suolo e delle risorse biologiche ed elevatoimpiego di sostanze chimiche;

    l convenzionale - parziale conservazione delsuolo e delle risorse biologiche e impiegovariabile di sostanze chimiche;

    l ecologica - totale conservazione del suolo edelle risorse biologiche senza alcun impiegodi sostanze chimiche.

    Questi tre tipi di coltivazione sono statiquindi ulteriormente classi icati a secondadella maggiore o minore produttivit dellezone interessate: zone di pianura o montane.Il progetto ha cos permesso di identi icare,per tali sistemi di produzione, indicatori ingrado di esaminare i attori socio-economici,ambientali e culturali.

    I RISULTATI PRINCIPALI

    Come previsto, sebbene si siano rivelati e i-caci dal punto di vista ambientale, sociale eculturale, i sistemi ecologici rivestono ancoraun ruolo marginale, dal momento che costi-tuiscono appena il 2% della produzione spa-gnola1, generano uno scarso reddito econo-mico e dipendono da sussidi.

    Perci, malgrado i sistemi intensivi nelle pia-nure non siano sostenibili, essi assommano lamaggior parte delle terre coltivate a olivi, e illoro impatto complessivo dunque rilevante.Degno di nota il atto che il progetto abbiainoltre evidenziato come, allepoca, le entrategenerate ossero principalmente attribuibili aipagamenti PAC vincolati alla produzione. Lasituazione sta tuttavia cambiando, dato che le

    ri orme della PAC hanno via via disaccoppiatodalla produzione i pagamenti destinati agli agri-coltori, incoraggiando cos il ricorso a pratichemeno intensive.

    Seppure caratterizzati da un pro ilo analogo aquello dei sistemi intensivi dal momento in cuiproducono un elevato impatto ambientale perettaro, i sistemi convenzionali costituisconosolo una piccola parte delle terre coltivate a olividel territorio spagnolo. stato, inoltre, dimo-strato che seppure lapplicazione di coperturavegetale in grado di migliorare il rendimentoambientale, comunque insu iciente a ren-dere il sistema sostenibile.

    Dati del progetto del 2002.

    Dal progetto si evinto che limpatto pinegativo per lambiente quello sortito daisistemi intensivi su terreni in ripida pendenza,che generano, peraltro, pochi posti di lavoro

    e scarse entrate. Daltro canto, il progetto haconcluso che tali sistemi sono solitamentecaratterizzati da un pro ilo culturale desidera-bile, che andrebbe preservato, possibilmentetramite lapplicazione di sistemi di coltivazionepi sostenibili.

    LANALISI DEL CICLO DI VITA PERLA COLTIVAZIONE E LATRASFORMAZIONE

    ECOIL ha applicato lapproccio basato sul-lLCA a luoghi situati in tre zone produttricidi olive del Mediterraneo: Voukolies (Grecia),Lythrodontas (Cipro) e Navarra (Spagna). Inciascuna di queste zone sono state valutatele ripercussioni ambientali durante il corsodellintero ciclo di vita delle olive (ovverodalla coltivazione sino alla tras ormazione)e sono stati individuati i punti pi deboli intermini ambientali sulla base delle speci icitdel sito.

    La ricerca ha inoltre identi icato e proposto letecniche ecocompatibili di olivicoltura in gradodi generare vantaggi a breve, medio o lungotermine. Tra i principali problemi ambientaliindividuati spiccavano quelli collegati ad unascarsa gestione del terreno, allincenerimentodegli scarti generati dalla potatura degli alberie alluso di pesticidi e ertilizzanti.

    Tra gli esiti pi rimarchevoli del progettovanno segnalati lelaborazione di linee guidaper il miglioramento della coltivazione e dellatras ormazione delle olive e la constatazione

    del atto che lapplicazione delle buone pra-tiche agricole allolivicoltura, ad esempioquelle relative allirrigazione e alluso di bio-cidi, si tradurrebbe in un abbattimento dei

    costi relativi per gli agricoltori e in una mag-giore protezione dellambiente e della salutepubblica.

    Tali linee guida non si limitano a promuo-vere tecniche di coltivazione ecocompati-bili, come le attivit per la preparazione delsito alla piantagione (lo sradicamento di altrialberi e arbusti, il livellamento del terreno, lacostruzione di terrazze, lanalisi del suolo perstabilire i quantitativi di ertilizzanti os atici epotassici e le dosi massime consigliate), una

    orte riduzione delluso di pesticidi e la mini-mizzazione dellimpiego di ertilizzanti, masuggeriscono anche di utilizzare i rami potatidegli olivi come ertilizzante organico, anzi-ch ricorrere alla normale pratica dellincene-rimento. Si tratta di una tecnica che consenteun ulteriore s ruttamento degli scarti (in gradodi ornire prodotti secondari) e che, laddoveattuata, si rivelata altamente redditizia.

    In ine, la tras eribilit delle lezioni appresegrazie al progetto elevata, visto che la lavo-razione dellolio doliva un procedimentocomune a tutta la regione del Mediterraneoe, dal momento in cui, la maggior parte deiproduttori costituita da imprese di piccoledimensioni e di propriet privata. I risultatidel progetto possono essere applicati anchea Malta, Libano, Nord A rica e altri siti in Gre-cia, Italia, Spagna e Cipro. La metodologiaimpiegata inoltre applicabile ad altri pro-cessi produttivi, come la conservazione inscatola di rutta e verdura e la produzione disucchi di rutta e di olio di semi e di mais.

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    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    Il progetto Doana Sostenible ha migliorato lo stato di conservazione del fiume Guadiamar riducendo lerosione del suolo tramite luso ditecniche di conservazione dei suoli nelle aziende olivicole

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    La lotta allerosione

    del suolo tra agli olivetidellAndalusia

    Il progetto LIFE Ambiente Doana sostenibile si rivelato particolarmente efficace nella lotta

    allimpatto ambientale negativo provocato dallerosione del suolo negli oliveti del Parco nazionale

    di Doana, in Andalusia. Liniziativa ha riscosso successo anche sul piano della sperimentazione

    e della promozione di tecniche agricole di conservazione.

    Noto per essere una delle principaliriserve naturali spagnole, il Parconazionale di Doana ospita una lora e unaauna selvatiche senza eguali, comprendenti,tra le altre specie, la lince iberica (in via diestinzione) e colorate colonie di enicotterimigratori. Lagricoltura svolge un ruolo rile-vante in termini di sostegno alleconomialocale e alla qualit delle risorse naturali nelbacino idrogra ico di Doana, dove vengonocoltivati su larga scala oliveti e altre piantearboree da rutto. Lintensi icazione delle

    attivit agricole in questa zona dellAndalusia andata nel corso degli anni di pari passocon lerosione del suolo, scaturendo in unaumento della sedimentazione, nel dilava-mento di ertilizzanti e nellinquinamento dapesticidi, soprattutto nel bacino luviale diGuadiamar, che ri ornisce gran parte dellezone umide del parco nazionale.

    Le organizzazioni agricole hanno riconosciutoil contributo che possono ornire nella lotta atali problemi e hanno atto leva sul sostegno

    ornito da LIFE per stabilire nuovi metodi diconservazione del suolo, attuando questoprogetto attraverso lassociazione deigiovani agricoltori di Siviglia (ASAJA).

    Le attivit sono state avviate nel 2001, conindagini sulle tecniche di gestione del suolotese a migliorare lo stato di conservazionedel bacino idrogra ico del iume Guadiamar.Il progetto ha adottato un approccio parte-cipativo, prendendo le mosse da un eser-cizio di cartogra ia pedologica inclusivo, cui

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    LIFE Focus I Buone pratiche per migliorare il rendimento ambientale nel settore dellolio doliva

    Secondo le stime, gli investimenti LIFE hanno prevenuto lerosione di 45.000 tonnellatedi terreno

    Il progetto ha identificato tecniche di conservazione per ciascun tipo di suolo, quale il mantenimento della copertura vegetale in virt delle sue qualit antierosive

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    RISULTATI SOSTENIBILI

    Tali vantaggi dovrebbero crescere nel corsodel tempo, dal momento che un numero sem-pre pi elevato di aziende agricole adottanotecniche innovative di gestione sostenibiledel terreno. Gli incoraggianti dati raccolti nelcorso della visita di una delle quipe esternedi monitoraggio LIFE alla ine del 2007 hannodimostrato che circa il 90% degli agricoltoridella zona interessata aveva gi atto propri i

    nuovi metodi di gestione del terreno, una svoltaattribuibile a una serie di attori tra cui :l Le icienza economica delle tecniche di con-

    servazione del terreno e lassenza di ripercus-sioni sul piano della produttivit;

    l La direzione del progetto a cura di gruppidi agricoltori locali rispettati nellambitodel settore agricolo;

    l La stretta collaborazione tra il personale delprogetto e le parti interessate del compartoagricolo nonch la priorit assegnata da que-

    hanno atto seguito esperimenti ad ampio spet-tro relativi a diversi metodi di copertura vege-tale e ettuati presso varie aziende agricole.

    Le 33 aziende agricole campione partecipantiagli esperimenti del progetto (320 ha di terrenoagricolo in totale) sono state selezionate qualisiti pilota in virt della loro elevata suscettibi-lit allerosione e in modo che le tipologie diterreno pi comuni della zona ossero adegua-tamente rappresentate. Sebbene oltre l80%degli appezzamenti di terreno osse costituitoda piantagioni di olivi, gli esperimenti hannoincluso anche piante da rutto, quali alberi diprugna, agrumi, e peschi.

    In tal modo sono state individuate tecnichedi conservazione speci iche per ogni tipo diterreno, e tra i metodi comuni impiegati sonostate trovate lapplicazione di ertilizzanti attia un bilancio tra i nutrienti, il mantenimento diuna striscia di vegetazione viva (in modo taleda consentire alle piante di completare i ciclidi produzione delle sementi) e lapplicazionedi una copertura vegetale in virt delle sueottime qualit antierosive.

    RISULTATI STRAORDINARI

    Il progetto ha ottenuto risultati straordinari.Nella maggior parte dei luoghi di prova si veri icata una riduzione dellerosione e lacopertura vegetale si rivelata vantaggiosaai ini della lotta antiparassitaria. Gli agricol-tori si sono inoltre detti particolarmente sod-dis atti dei lavori eseguiti in zone a pendenzaelevata, dove sono stati riscontrati notevolimiglioramenti a livello di strutture comples-sive dei terreni.

    In totale, si stima che gli investimenti LIFE

    abbiano prevenuto lerosione di 345.000tonnellate di terreno, ovvero di circadieci centimetri di suolo su una super i-cie di terreno agricolo pari a 230 ettari,riducendo dunque in misura signi icativala pressione esercitata dai sedimenti sul

    iume Guadiamar. I conseguenti miglio-ramenti della qualit delle risorse idrichedovuti alla diminuzione del dilavamento disostanze agrochimiche sono stati ulterior-mente potenziati dalla maggiore capacitdi ritenzione dei terreni. Questo e etto si ripercosso positivamente anche sullaqualit del paesaggio e sulla biodiversitlocali. Le analisi con ermano una maggiorediversit delle specie tra insetti, lombrichie microrganismi del terreno.

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    sti alla sensibilizzazione ai ini di una migliorecomprensione del progetto da parte di pi di5.000 agricoltori e agrotecnici

    Inoltre, alcuni degli agricoltori partecipanti alprogetto sono ora membri di unassociazioneche sostiene la produzione integrata e pro-muove la qualit delle olive (APAMAD: Asocia-cin de Productores de Aceituna de Mesa del Area de Doana ) e che si avvale di una commi-stione di tecniche ecologiche e tradizionali.

    BUONE PRASSI

    Tra le buone prassi pi ampiamente adottatevi il mantenimento della copertura vegetaledegli oliveti durante tutto lanno e il riutilizzodegli scarti di potatura. Tali pratiche sonoormai alquanto di use nella zona, dato checonsentono di godere di vantaggi diretti conun minimo aumento di prezzo. Gli esperi-menti eseguiti sono stati inseriti allinterno diun sistema di in ormazioni geogra iche cheha contribuito a monitorare lo sviluppo delletecniche messe in atto.

    Durante la durata del progetto sono stati realiz-zati manuali e ad altri materiali in ormativi tuttoradisponibili sul sito www. orodelolivar.com.

    Lapproccio partecipativo delliniziativa gistato riproposto in un progetto LIFE succes-sivo sulle zone umide sostenibili (LIFE04 ENV/ES/000269 ), che ha promosso la conserva-zione sostenibile del terreno tra gli agricoltoridi altre importanti zone umide spagnole.

    VANTAGGI ECONOMICI

    Le varie tecniche e pratiche studiate dal pro-getto si sono rilevate economicamente gesti-

    bili ed stato dimostrato che la maggior partedi esse consente risparmi diretti, aumentandoin tal modo la redditivit delle aziende agri-cole. Malgrado alcune tecniche richiedanoinvestimenti iniziali (quali lacquisto di nuovimacchinari o la ormazione di personale),questi si sono rivelati ammortizzabili nel girodi pochi anni. ASAJA prevede che la riduzionedei costi possa raggiungere i 30 euro circaper ettaro, purch le tecniche siano applicatecorrettamente.

    POLITICHE COMUNITARIE

    La Commissione europea ha sostenuto unapproccio integrato alla lotta allerosionedel suolo e il progetto ha dimostrato in chemodo conseguire tale obiettivo. Liniziativaincider sul uturo sviluppo delle politichein materia di protezione del suolo nellUE(Sesto programma di azione per lambientee strategia tematica per la protezione delsuolo) e sulle misure concernenti la qualite la gestione delle risorse idriche (direttivaquadro in materia di acque, 2000/60/CE).

    Inoltre, si noti che le tecniche messe a puntodalliniziativa sono in sintonia con la direttivaquadro in materia di acque, sebbene questanon osse ancora stata pubblicata allavviodel progetto.

    CONCLUSIONI

    Il principale successo del progetto con-sistito nella sensibilizzazione della popo-lazione e degli agricoltori locali nei con rontidellimportanza di conservare le risorse natu-rali e il paesaggio. Nel corso del progetto e,al termine dello stesso, si inoltre riscontratoun notevole cambiamento nellatteggiamentodellintero settore produttivo e agricolo dellazona interessata dal progetto (terre arabilicircostanti il Parco nazionale di Doana), ilquale ha impresso un orte impulso al ricorsoa pratiche sostenibili nella zona.

    Indirettamente, LIFE ha ornito alcune solu-zioni di adeguamento al cambiamento clima-tico in zone che potrebbero risentirne pesan-temente in un prossimo uturo.

    Numero di progetto:LIFE00 ENV/E/000547

    Nome: Progettazione e applicazione di unmodello di gestione sostenibile del suolonelle colture arboree della zona del Parconazionale di Doana

    Beneficiario: Asociacin de Jvenes Agri-cultores de Sevilla (ASAJA-Sevilla)

    Budget complessivo: 790 000 e

    Contributo LIFE: 395 000 e

    Durata: luglio 2001 gennaio 2004

    Sito Web: www.asajasev.es

    Contatti: Jos Fernando Robles Del Salto

    Email: [email protected]

    Pi di 5.000 agricoltori hanno partecipato alle attivit di divulgazione del progetto e sono state attuate, a livello dimostrativo, tecniche di gestione sostenibile del suolo su una super-ficie di 00 ettari

    Il Parco nazionale di Doana ospita specie florofaunistiche uniche in Europa, come la lince iberica, a rischio di estinzione

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    LIFE preservala biodiversit

    Gli habitat agricoli di elevato valore naturale, compresi gli oliveti secolari della regione del

    Mediterraneo, possono svolgere un ruolo cruciale nella protezione della biodiversit. Diversi

    progetti LIFE hanno elaborato e sperimentato nuovi approcci per identificare, valutare, tutelare

    e valorizzare la biodiversit nelle zone dedite allolivicoltura.

    Lelevato valore in termini di biodiver-sit degli oliveti secolari collegatoal serbatoio genetico degli alberi antichi edelle specie ad essi connesse. Un sistemaprolungato di produzione estensiva hain atti consentito che prosperasse unampiagamma di specie aunistiche e loristiche(si pensi, ad esempio, che alcune speciedi volatili si servono dei tronchi degli alberiper nidi icare). Sebbene il lavoro di carat-terizzazione degli habitat agricoli di elevatovalore naturale tra gli oliveti tradizionali e leattivit di valutazione del loro stato e dellerelative minacce si trovino ancora a uno sta-

    dio embrionale di sviluppo in tutta lUE, gistato riconosciuto come le principali insidieper la biodiversit di tali habitat siano cos-tituite dai cambiamenti avvenuti nellambitodelle pratiche agricole, come ladozione disistemi intensivi e labbandono di pianta-gioni tradizionali a basso impatto economi-camente meno redditizie. A ci va aggiuntoanche il atto che gli alberi secolari a chiomalarga vengono sempre pi spesso sradicatia scopi ornamentali. Un enomeno, questo,che si coniuga alla scarsa conoscenza delvalore ambientale e culturale degli olivetisecolari. Altre gravi minacce sono:

    l linquinamento delle acque sotterraneedovuto, ad esempio, allimpiego di rame ealtri metalli pesanti nei ertilizzanti chimici,responsabili anche di danni ai microrgani-smi presenti nel suolo;

    l la rimozione di siepi, come quelle costituiteda arbusti di mirto (Myrtus communis ), dimuri a secco e di altri elementi strutturalidi piccole dimensioni (vedere la sezioneseguente sui paesaggi tradizionali) cheo rono un riparo importante a molte spe-cie; e

    l la lotta antiparassitaria: diversi studi dimo-strano che trattare gli olivi con dimetoato,

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