Liceando from Gff vol. 2

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liceando 20 luglio Giffoni Film Festival diario dal borgo e

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Diario dal borgo: 20 luglio. Liceando from Giffoni Film Festival. The LOVE:

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liceando

20 luglioGiffoni Film Festival

diario dal borgo

e

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Senza le mie sedici ore di sonno

sono un grande invalido.

|||woody allen|||“

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QWERTYYliceando.net

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Nonostante il caldo torrido il festival delcinema di Giffoni continua a funzionare,e sul red carpet immersa nell'abbracciodei fan, si presenta con un sorriso sfavil-lante e un'aria da bambina Marina Rocco,che nell'atmosfera della Cittadella sem-bra essere tornata un po' adolescenteanche lei. Ed è dai bambini che, con unsorriso e tanta voglia di conoscerli,di sen-tire le loro domande, si presenta sulpalco del cinema Truffaut. Raggiante, il-luminata e dai flash delle macchine foto-grafiche e dalle luci al neon del cinema ,la giovane attrice milanese si sente aproprio aggio e risponde felice e divertitaalle domande, spesso molto dirette, deiragazzi di Elementen +10. ”Da piccolanon sono riuscita a superare diversi pro-vini, volevo quasi lasciare, ero demora-lizzata, ma la mia voglia di fare l'attriceera tanta, era maggiore di qualsiasi de-lusione, così ho provato ancora. In que-sto modo sono riuscita ad arrivare aRoma”. E' un'altra storia, un'altra forza eun altro amore che oggi il Giffoni ci fa co-noscere. Ancora una volta il festival cimette davanti a una storia di forza, a unavita che per emergere non ha mai ab-bandonato il proprio sogno, il proprioamore per il cinema. Marino Rocco si rac-conta e, con l'aria della ragazza semprea modo, risponde ancora alle domandedei ragazzi, anche a quelle più personali,come il rapporto con la famiglia: “Miamadre non mi ha mai proibito, furba-mente, le cose. Dai 14 anni ho semprerecitato nelle accademie milanesi, mi la-sciavano fare, ma non credevano chequesto sarebbe diventato il mio lavoro.Ora ci credono, sono contenti”. Il rap-porto con la famiglia, l'amore, spessoprotettivo, dei parenti è un altro argo-

mento che ritorna in queste sale , in que-sto Festival , e Marina si racconta senzaveli. Senza peli sulla lingua: “Ho avutofortuna a non iniziare troppo presto, dabambina, sono felice di essere diventataattrice da grande. Volevo da sempre farel'attrice, ero fissata col mondo del ci-nema, e ho avuto fortuna nel poter co-struire nel tempo questa carriera”.Marina emana speranza, gioia, e i ragazziin sala sono colpiti dalla sua dolcezza, dalmondo in cui si pone nei loro confronti,quasi fosse una dei giurati, e scappaanche la domanda più temuta: Sei felicedi fare questo lavoro? Marina rispondecon un sorriso: “Non c'è niente di piùbello di quando fai qualcosa che ti piace”.Ultima domanda, ultimo momento di lucein sala: parte un video omaggio a questagiovane e brava attrice, che ringrazia, aluci accese, lo staff del Gff e i giurati pre-senti, che non possono fare altro che ap-plaudire con tutto la forza chepossiedono. The show must go on. CosìMarina si reca all'esterno, tra gli abbraccie gli applausi dei fan. Un'altra star havarcato le porte del cinema Truffaut, unaltro attore ha lasciato il segno in questomondo cosi particolare. Un'altra “espe-rienza” è stata fatta.

“Senza volontànon si fa strada”

Un grande amore per il cinema

Una grande determinazione

Marina: “Così sono arrivata sul set”

nome

marina

coGnome

rocco

età

29 anni

proFessione

attrice

identity card

di Rosario Minervini

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Giffoni non è solo il festival del “red carpet” e delle superstar, non è soloil festival del grande cinema e delle anteprime. Il Giffoni Film Festival è ilfestival del amore, è il festival della vita. E cosi, immersi del freddo del ci-nema Valle, tra le mille poltrone azzurre, si parla di vita, si parla dell'amoreper la vita. Ma, e chi è stato a Giffoni può capire, il Festival non è mai cosiscontato, sarebbe troppo semplice inserire un argomento come questo elasciarlo alla mercé delle voci presenti in sala. No, al festival più necessariodel mondo sanno il fatto loro, e così sale sul palco il presentatore, ManlioK Castagna, emozionato come non mai per la storia che va a presentare.La storia è quella di Alessandra Bisceglia, magistralmente raccontata nelmondo più apprezzato a Giffoni: il cinema. Così, dopo qualche tentenna-mento nella presentazione calano le luci, e inizia finalmente la storia diAlessandra. “Sono le situazioni peggiori che rendono le persone straordi-narie”: in questo modo inizia il documentario, con questa frase ripresadalle pagine del diario di Alessandra, una ragazza che nella vita ha affron-tato solo difficili situazioni. Alessandra nasce in un paesino del provinciadi Potenza, Lavello, un paesino piccolo, con una mentalità ristretta, tropporistretta per Alessandra, che affronta subito la sua prima, grande difficoltà.Alessandra ha un malattia, una forma di patologia vascolare molto rara,che la costringe su una sedia a rotelle e le impedisce di vivere un’infanziae una adolescenza serene. Ma nonostante le parole e gli sguardi dellagente, Alessandra vive la vita con un sorriso, affronta tutto con un sorriso,ogni sua difficoltà era irrisoria, inesistente, neanche lei riusciva a spiegarsida dove ricavava tutta questa forza, eppure era in lei, era l'amore degliamici e dei parenti a mandarla avanti. Era l'amore per la vita. La forza diAlessandra era tanta, e la sua voglia di essere qualcuno, nello specificouna giornalista, era ancora di più, cosi prepara le valigie e parte, senzapensare a niente, senza pensare alla malattia e alle difficoltà, semplice-mente con un sorriso sulle labbra Alessandra parte e va, sale sul primotreno e si dirige verso la capitale.“Roma è grande, è un milione di volteLavello, e ci sono un milione di occhi e di facce in più di Lavello, e io voglioconoscerle tutte” scrive Alessandra, senza paura, senza tentennamenti.Lei sa di farcela , e così si butta nella nuova vita, rincorre il suo sogno finoa che non diventa reale. Studia all'università con dedizione, scrive per ilCorriere della Sera, supera i problemi quotidiani e lavora per il Tg2. Ales-sandra è viva, sa di essere parte della vita e l'affronta senza paura. Riescesenza problemi, come se fosse tutto semplice, a realizzare i suoi sogni, adiventare una giornalista importante, a crearsi una vita come voleva lei,costruirla mattone su mattone come solo poche persone sanno fare.La storia di Alessandra fa calare il silenzio in sala, nessuno si muove, nes-suno parla, è tutto fermo. Tutti pensano a i piccoli problemi quotidiani,che somigliano a mura invalicabili, e ci si rende conto che non è cosi. Lavita, se presa nel giusto modo, è semplicemente straordinaria e i probleminon sono mai insuperabili. Il video in sala continua a scorrere, si sentonosolo le voci degli amici e dei parenti di Alessandra che raccontano questastoria, che raccontano con orgoglio e felicità questa vita piena di soddi-sfazioni, anche se breve, anche se sofferente, negli occhi e nelle parolec'è solo l'amore che Alessandra gli ha lasciato durante il suo passaggio suquesta terra. In un attimo le luci si riaccendono, e quell'incantevole silenzioscompare tra gli applausi della gente, i problemi personali sembrano lon-tani, le difficoltà inesistenti, ora dentro alla sala è come se ci fosse un in

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Giffoni non è solo il festival del “red carpet” e delle superstar, non è soloil festival del grande cinema e delle anteprime. Il Giffoni Film Festival è ilfestival del amore, è il festival della vita. E cosi, immersi del freddo del ci-nema Valle, tra le mille poltrone azzurre, si parla di vita, si parla dell'amoreper la vita. Ma, e chi è stato a Giffoni può capire, il Festival non è mai cosiscontato, sarebbe troppo semplice inserire un argomento come questo elasciarlo alla mercé delle voci presenti in sala. No, al festival più necessariodel mondo sanno il fatto loro, e così sale sul palco il presentatore, ManlioK Castagna, emozionato come non mai per la storia che va a presentare.La storia è quella di Alessandra Bisceglia, magistralmente raccontata nelmondo più apprezzato a Giffoni: il cinema. Così, dopo qualche tentenna-mento nella presentazione calano le luci, e inizia finalmente la storia diAlessandra. “Sono le situazioni peggiori che rendono le persone straordi-narie”: in questo modo inizia il documentario, con questa frase ripresadalle pagine del diario di Alessandra, una ragazza che nella vita ha affron-tato solo difficili situazioni. Alessandra nasce in un paesino del provinciadi Potenza, Lavello, un paesino piccolo, con una mentalità ristretta, tropporistretta per Alessandra, che affronta subito la sua prima, grande difficoltà.Alessandra ha un malattia, una forma di patologia vascolare molto rara,che la costringe su una sedia a rotelle e le impedisce di vivere un’infanziae una adolescenza serene. Ma nonostante le parole e gli sguardi dellagente, Alessandra vive la vita con un sorriso, affronta tutto con un sorriso,ogni sua difficoltà era irrisoria, inesistente, neanche lei riusciva a spiegarsida dove ricavava tutta questa forza, eppure era in lei, era l'amore degliamici e dei parenti a mandarla avanti. Era l'amore per la vita. La forza diAlessandra era tanta, e la sua voglia di essere qualcuno, nello specificouna giornalista, era ancora di più, cosi prepara le valigie e parte, senzapensare a niente, senza pensare alla malattia e alle difficoltà, semplice-mente con un sorriso sulle labbra Alessandra parte e va, sale sul primotreno e si dirige verso la capitale.“Roma è grande, è un milione di volteLavello, e ci sono un milione di occhi e di facce in più di Lavello, e io voglioconoscerle tutte” scrive Alessandra, senza paura, senza tentennamenti.Lei sa di farcela , e così si butta nella nuova vita, rincorre il suo sogno finoa che non diventa reale. Studia all'università con dedizione, scrive per ilCorriere della Sera, supera i problemi quotidiani e lavora per il Tg2. Ales-sandra è viva, sa di essere parte della vita e l'affronta senza paura. Riescesenza problemi, come se fosse tutto semplice, a realizzare i suoi sogni, adiventare una giornalista importante, a crearsi una vita come voleva lei,costruirla mattone su mattone come solo poche persone sanno fare.La storia di Alessandra fa calare il silenzio in sala, nessuno si muove, nes-suno parla, è tutto fermo. Tutti pensano a i piccoli problemi quotidiani,che somigliano a mura invalicabili, e ci si rende conto che non è cosi. Lavita, se presa nel giusto modo, è semplicemente straordinaria e i probleminon sono mai insuperabili. Il video in sala continua a scorrere, si sentonosolo le voci degli amici e dei parenti di Alessandra che raccontano questastoria, che raccontano con orgoglio e felicità questa vita piena di soddi-sfazioni, anche se breve, anche se sofferente, negli occhi e nelle parolec'è solo l'amore che Alessandra gli ha lasciato durante il suo passaggio suquesta terra. In un attimo le luci si riaccendono, e quell'incantevole silenzioscompare tra gli applausi della gente, i problemi personali sembrano lon-tani, le difficoltà inesistenti, ora dentro alla sala è come se ci fosse un in

Alessandra, la forzadi un sorriso

Una giovane donna, una malattia

E il sogno di diventare giornalista

La storia di una grande sfida (vinta)

di Rosario Minervini

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Nonostante il notevole caldo, si presenta con uno stile impeccabilein sala stampa Luca Angeletti, tanto da suscitare l'invidia di tutti igiornalisti accaldati che lo attendevano. Si alza gli occhiali da solee con una padronanza da grande conduttore prende il microfonoin mano e inizia a rispondere con estrema nonchalanche a tutte ledomande dei giornalisti. Parte la classica domanda, quella che sipone di norma qui a Giffoni a tutti gli ospiti: immaginavi già di farel'attore da piccolo? L'attore classe 1974 risponde prontamente: "Dapiccolo volevo fare il pilota acrobatico, poi ho scoperto che ci vole-vano 15 anni di accademia militare, e ho optato per "curarmi" inuna scuola di teatro". Poi racconta dell'atmosfera di Giffoni:"Qui c'èun'energia particolare, qui c'è la sincerità, la lealtà, il rispetto, i gio-vani sono veramente preparati sull'argomento e sono davvero in-teressati a ciò che dici. E’ la seconda volta che torno a Giffoni dopoil 2004, ma l'aria è sempre la stessa: fantastica". Angeletti muoveuna critica al mondo dell’informazione: "Ci sono alcuni giornalistiche non sanno fare il proprio lavoro. Vengono a una conferenzastampa con domande già preparate e la maggior parte delle voltenon hanno nemmeno visto il film di cui si discute". Subito dopospezza una lancia in favore dei ragazzi: "Preferisco loro, sono piùschietti, dicono quello che pensano senza paura, non sono ancora

stati contaminati dal malcostume italiano". Fa anche un'attenta ri-flessione sull'Italia sostenendo che "la situazione è preoccupante,siamo il paese del grande fratello, della fattoria, dei reality in gene-rale, tutta questa ‘vera finzione’ - afferma l'attore romano - di-strugge la civiltà". Appena gli si chiede del film ‘Tutti pazzi peramore’ fa una faccia un po’ cupa e cerca di sviare: "Per restare inchiave cinematografica il progetto è abbastanza "Ghost", chi vivràvedrà." Luca svela la sua idea di vita: "Per me non è fatta di testi,non è fatta di ciò che diciamo, la vita è fatta di sottotesti, di ciò chenon si dice, di sguardi, di gesti". Attacca internet: "Su internet c'èun abuso di libertà, la gente pur di parlare dice cose senza senso,internet finge di dar potere a tutti, internet è casualità, di reale c'èben poco". L'ultimo pensiero va al tema del festival: l'amore.“L'amore -chiosa Angeletti- è rispetto e coraggio. Amore significascegliere una persona con cui condividere qualcosa di buono, qual-cosa di unico". L’attore romano chiude la conferenza stampa con-fessando il suo sogno: "Vorrei tornare dietro la macchina da presaper un film, dare il mio taglio, raccontare una storia piena di ingre-dienti forti: ironia, momenti di dolore, felicità".

“Io, attoreche studiada regista”

nome

Luca

coGnom

e

angele

tti

età

36 ann

i

proFes

sione

attore

di Eddie De Pascale

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