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Monografia Canavese: qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo. Via San Donà, 14 - 30174 Mestre Venezia - t. 041 2697811 - f. 041 5369405 www.centrostudisintesi.com - [email protected] A cura di PUBBLICAZIONI Giugno 2012

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Canavese:

qualità della vita,

livello di benessere,

reti di sviluppo.

Via San Donà, 14 - 30174 Mestre Venezia - t. 041 2697811 - f. 041 5369405 www.centrostudisintesi.com - [email protected]

A cura di

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Giugno 2012

Franciscono
Font monospazio
Franciscono
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Ardissone
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Ricerca promossa dal Comitato Piccola Industria di Confindustria Canavese, con il contributo della Camera di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura di Torino ed il supporto delle Aziende di Think Canavese.
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A cura del Centro Studi Sintesi

CANAVESE: QUALITÀ DELLA VITA, LIVELLO DI BENESSERE, RETI DI SVILUPPO

Premessa .................................................................................................... p .1

1. Teorie del benessere: dibattito internazionale sulla misurazione ..................... p .7

2. Canavese da identità storico culturale a identità geografica:

un esame di benchmarking con le province italiane ....................................... p. 12

2.1. Benessere economico ........................................................................ p. 18

2.2. Demografia e sociale ......................................................................... p. 22

2.3. Imprese e lavoro ............................................................................... p. 26

2.4. Istruzione ........................................................................................ p. 30

2.5. Infrastrutture ................................................................................... p. 33

2.6. Salute ............................................................................................. p. 38

3. Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche tipiche” italiane .. p. 42

3.1. Benessere economico ........................................................................ p. 42

3.2. Demografia e sociale ......................................................................... p. 44

3.3. Imprese e lavoro ............................................................................... p. 46

3.4. Istruzione ........................................................................................ p. 48

3.5. Infrastrutture ................................................................................... p. 50

3.6. Salute ............................................................................................. p. 52

4. Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese

e con Pinerolese e Altro Torinese ................................................................ p. 54

Spunti conclusivi: il Canavese nel contesto dell’analisi SWOT ............................. p. 67

Appendice A. Metodologia della ricerca ............................................................ p. 72

Appendice B. I comuni del Canavese

nella graduatoria delle realtà dove si vive meglio - “Borghi felici” ........................ p. 75

Bibliografia .................................................................................................. p. 83

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Premessa

A cura del Centro Studi Sintesi 1

Premessa

Il nostro Paese sta vivendo una stagione di riforme che investono le sfere

dell’economia, del lavoro, dei rapporti tra le istituzioni. Ovviamente, le riforme non

vengono realizzate in un laboratorio sterile e isolato dall’esterno, bensì risentono

inevitabilmente delle difficoltà e delle criticità del contesto economico e sociale in cui

viviamo. L’apprezzabile riforma del federalismo fiscale (legge n. 42/2009), ad esempio, è

stata per certi versi “congelata” in ragione della fase di crisi nella quale attualmente si

trova la finanza pubblica italiana. In altri casi, invece, le riforme relative

all’organizzazione istituzionale degli enti locali, come il progetto della “Carta delle

Autonomie” (AS n. 2259), giacciono per lo più dimenticate in Parlamento, scivolando

sempre più in basso nell’agenda politica.

Tutte queste riforme, o tentativi di riforma, spesso non sono coordinate tra loro.

Ne è l’esempio la vicenda delle Province, destinate ormai ad una futura soppressione ma

al tempo stesso parte integrante del progetto di federalismo fiscale approvato poco più di

un anno fa. Il decreto “Salva Italia”, a tale proposito, è intervenuto nel dicembre 2011

depotenziando le Province e relegandole ad enti amministrativi di secondo livello. Appare

chiaro che le Province sono state in qualche modo sacrificate sull’altare dei conti pubblici,

nella speranza che la loro abolizione possa garantire significativi risparmi di risorse

pubbliche.

In realtà, le riforme non andrebbero realizzate per compartimenti stagni, bensì

all’interno di un quadro generale condiviso, chiaro e funzionale, nel quale vi sia

coordinamento tra le relazioni istituzionali e i futuri rapporti finanziari tra Centro e

Periferia. Oggettivamente, è difficile scorgere all’orizzonte un’idea sufficientemente

definita relativa al futuro assetto amministrativo, geografico e finanziario delle Autonomie

territoriali in Italia.

Alla luce di questi elementi, la crisi può essere un’occasione favorevole per

ridefinire l’organizzazione amministrativa, istituzionale e finanziaria dei territori, sulla

base di criteri orientati all’efficienza, alla funzionalità ma anche all’identità sociale,

economica e storica dei territori stessi. In tal senso, non vi è dubbio che il Canavese

costituisca un’area territoriale con una precisa identità, da tenere necessariamente in

debita considerazione in un futuro processo di riorganizzazione della geografia

istituzionale in Piemonte e in Italia.

Una interessante opportunità, a tale proposito, è rappresentata dalla vicenda delle

Città metropolitane. Introdotte per la prima volta nel nostro ordinamento nel 1990 (legge

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Premessa

A cura del Centro Studi Sintesi 2

n. 142), le Città metropolitane rimangono ancora degli enti “virtuali”, presenti solo sulla

carta. La legge del 1990 ha configurato un modello differenziato di governo locale per le

aree che, sulla base di determinati parametri esplicitamente fissati, potevano qualificarsi,

per l’appunto, metropolitane. A tale proposito, avendo riguardo ai criteri in presenza dei

quali poteva presumersi l’esistenza di un’area metropolitana, l’articolo 17, comma 1 della

legge n. 142/90, menzionava, accanto a Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna,

Firenze, Roma, Bari e Napoli, gli altri enti territoriali che possono ad esse aggregarsi,

ovvero quelli “i cui insediamenti abbiano con gli stessi rapporti di stretta integrazione in

ordine alle attività economiche, ai servizi essenziali, alla vita sociale, alle relazioni

culturali e alle caratteristiche territoriali”1. Le Regioni avevano il compito di delimitare i

confini di tali nuovi enti ma, dopo alcune proroghe, la disposizione non è stata attuata.

Nel 2001 le Città metropolitane entrano in Costituzione: Il nuovo testo dell’articolo

114 così recita “la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città

metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e

le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati

dalla Costituzione. Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il

suo ordinamento”. Con la riforma del titolo V della Costituzione, le Città metropolitane

diventano parte integrante della Repubblica. Se rileggiamo il vecchio testo dell’articolo

114 (“La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni”) appare evidente come

cambia la struttura organizzativa della Repubblica: viene riconfigurata come ordinamento

generale di cui lo Stato è parte e di cui Regioni ed enti locali sono componenti con pari

dignità istituzionale2.

A tale proposito, si mettono in luce alcune analogie e differenze tra Province e

Città metropolitane. Entrambe, infatti, sono accomunate dal fatto di essere “enti di area

vasta” e di comprendere una pluralità di Comuni. Diversamente, nelle Province l'area

vasta comprende un territorio solo parzialmente urbanizzato, e composto di comuni medi

o piccoli chiaramente identificabili come comunità distinte. Il tratto identificativo delle

Città metropolitane è invece la presenza di un vasto territorio urbanizzato e integrato

dove i Comuni sono strutturalmente connessi sul piano delle infrastrutture, delle

dinamiche sociali ed economiche, della identità culturale. Tale differenza strutturale fra

Provincia e Città metropolitana condiziona anche l’attribuzione delle funzioni

amministrative a quest’ultima: in ragione dei principi di differenziazione ed adeguatezza

espressi dall’articolo 118 della Costituzione, potranno essere attribuite alle Città

1 RENDA, L.: “Aree e città metropolitane: il quadro giuridico di riferimento”, disponibile in “Le aree e le città metropolitane”, Dossier informativo per i consiglieri regionali n. 32 (ottobre 2008), Consiglio regionale del Piemonte. 2 MOI, F.: “La città metropolitana nella Costituzione e la sua attuazione”, disponibile in “Le aree e le città metropolitane”, Dossier informativo per i consiglieri regionali n. 32 (ottobre 2008), Consiglio regionale del Piemonte

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Premessa

A cura del Centro Studi Sintesi 3

metropolitane funzioni specifiche in ragione della complessità funzionale e sociale tipica

delle grandi città e al tempo stesso della dimensione territoriale, demografica e

organizzativa che consente loro di gestire con efficacia politiche di area vasta3. Tuttavia,

neppure il loro inserimento nella Costituzione ha portato fortuna alle Città metropolitane.

Nel 2009 viene approvata dal Parlamento la legge delega sul federalismo fiscale.

L’articolo 23 della legge 42/2009 ha introdotto una disciplina transitoria che consente, in

via facoltativa, una prima istituzione delle città metropolitane situate nelle Regioni a

statuto ordinario. Le città metropolitane potranno essere istituite, nell’ambito di una

regione, nelle aree metropolitane in cui sono compresi i comuni di Torino, Milano,

Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. A queste si

aggiungono quelle già individuate da specifiche leggi regionali, ovvero Trieste, Catania,

Messina, Palermo e Cagliari. In tutto le Città metropolitane dovrebbero essere quindici,

compresa “Roma Capitale”.

La proposta di istituzione spetta al Comune capoluogo e alla Provincia:

successivamente si svolgerà un referendum confermativo, indetto tra tutti i cittadini della

Provincia interessata, previo parere della Regione. Appositi decreti (che il Governo dovrà

adottare entro il 21 maggio 2013) dovranno poi individuare le funzioni fondamentali della

città metropolitana, ovvero: pianificazione del territorio e delle reti infrastrutturali;

coordinamento della gestione dei servizi pubblici; promozione e coordinamento dello

sviluppo economico e sociale. I decreti dovranno prevedere, tra l’altro, l’istituzione del

consiglio provvisorio della città metropolitana, composto dai sindaci dei Comuni e dal

presidente della Provincia. Le Province nel cui territorio sono situate le Città

metropolitane saranno soppresse solo dopo l’insediamento degli organi definitivi della

Città metropolitana4.

Il cantiere istituzionale delle Città metropolitane è sempre aperto e la sua

implementazione dovrà necessariamente conto dello svuotamento delle Province, nonché

del ruolo che avranno nel futuro assetto le Regioni e i Comuni. Allo stato attuale, si ha

l’impressione che le Città metropolitane siano in un certo senso già superate; o meglio,

non è possibile progettare le Città metropolitane trascurando e ignorando tutto il resto

del territorio, comprese aree omogenee sotto il profilo storico, culturale, economico e

geografico. Non si tratta di individuare confini e funzioni delle Città metropolitane, bensì

di costruire una nuova geografia istituzionale del territorio, non calata dall’alto e che sia

effettivamente rappresentativa delle specifiche esigenze e caratteristiche locali, in un

quadro complessivo di razionalizzazione, semplificazione ed efficienza.

3 Si veda MOI, F. (2008).

4 Elementi informativi tratti dal sito della Camera dei Deputati.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Premessa

A cura del Centro Studi Sintesi 4

Alla luce di questi elementi, perché non pensare che tutte le aree geografiche

italiane siano individuate come Aree-Città metropolitane? Perché limitarsi alle sole

quindici Città metropolitane? Tale proposta appare ancora più valida tenendo conto del

prossimo declino delle Province: infatti, come verrà riempito il vuoto istituzionale e di

rappresentanza tra i piccoli Comuni e la Regione? Solo con un nuovo riassetto territoriale

verranno stimolate la democrazia e il coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni locali,

portando così a una nuova qualità del vivere e a una ripresa della coscienza individuale e

collettiva sul valore del “bene comune” rappresentato dal territorio nel quale si vive5.

Lo studio presentato qui di seguito ha la pretesa di studiare la qualità della vita in

un territorio ben preciso che è il Canavese e di farlo proponendo indicatori i più compositi

che siano quindi in grado di andare oltre l’ormai vetusto e quindi limitante unico criterio

economico che è il PIL, Prodotto Interno Lordo.

Il Canavese, il cui capoluogo acquisito è Ivrea, è il nome con il quale si individua

una regione storico-geografica del Piemonte compresa tra Torino e la Valle d’Aosta a

ovest e le province di Biella e Vercelli a est, che si estende dunque sul territorio di più

province e che coinvolge un numero elevato di Comuni. Dopo la caduta dell’Impero

Romano, al Canavese toccò il destino tipico di molte altre zone dell’Italia settentrionale

con il susseguirsi di piccole dinastie feudali all’inizio e la nascita più tardi di una fervente

vita comunale. Nel periodo che segna la transizione tra Medioevo e Rinascimento, il

Canavese godette di una relativa stabilità politica grazie al sempre più consolidato Stato

sabaudo e discreta fu la crescita economica che ne derivò. Come altrove, anche qui fu

importante il passaggio di Napoleone e quindi la dominazione straniera alla quale si

accompagnarono le idee innovative della rivoluzione francese. Nel XIX secolo si

svilupparono nuove industrie e rifiorirono l’artigianato e l’agricoltura lasciando tracce

indelebili nel paesaggio della regione. Il Canavese, specie a partire dal secondo

Dopoguerra, fu poi interessato da una diffusa crescita edilizia, specie nelle aree

pianeggianti, e dalla costruzione di varie infrastrutture tra le quali l’autostrada Torino-

Aosta e la A4/A5-diramazione Ivrea/Santhià, la cosiddetta Bretella. Alcune di queste

infrastrutture, oltre che le campagne e i centri abitati della zona, furono pesantemente

danneggiate dall’alluvione che colpì l’area nell’ottobre 2000 provocando l’esondazione

della Dora Baltea e di vari altri corsi d’acqua piemontesi e valdostani.

Ne fanno parte quasi 130 Comuni e la superficie del territorio considerato è quasi

1.900 kmq (1.883 kmq), circa un 160mo dell’Italia. La parte montana (sopra i 600 metri

di altitudine normalmente) è quella preponderante, costituisce il 49% del territorio e vi

risiede meno del 10% della popolazione canavesana complessiva; la parte collinare

5 MALAMOCCO, S.: “Aree metropolitane: non solo 15”, intervento del 13 aprile 2012 disponibile su http://geograficamente.wordpress.com/

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Premessa

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costituisce un ulteriore 28% della superficie totale ed è qui che risiede la maggior parte

dei cittadini del Canavese (47,5%); molto abitata, com’è logico che sia anche la zona di

pianura, l’estensione territoriale rappresenta meno del 23% del totale ma “ospita” quasi il

43% del totale della popolazione. La popolazione totale è di circa 270.000 abitanti

(269.569 al 1 gennaio 2011). Mentre la popolazione dell’Italia nel corso dei suoi 150 anni

di unità è aumentata del 168% circa, quella canavesana è aumentata per una

percentuale inferiore al 20%. Questo significa, in termini relativi e nazionali, che la sua

popolazione si è più che dimezzata. In tempi recenti il divario fra le due crescite

demografiche è aumentato e solo durante la seconda metà del secolo scorso l’incremento

fu maggiore di quello nazionale. In linea di massima, in tempi recenti, le zone montane

del Canavese si sono spopolate e si sono relativamente ripopolate quelle nella cintura di

Torino. È evidente che il Canavese ebbe il suo felice momento durante la ripresa

economica del secondo dopoguerra e che i suoi effetti sono andati soggetti a regresso già

da qualche tempo. Prima di esso, molti canavesani emigravano perlopiù negli gli Stati

Uniti. Dopo di esso, l’economia ha cercato di terziarizzarsi ulteriormente.

Lo studio presente vuole capire come si vive nel Canavese ma senza limitarsi alla

situazione economica: da tanto tempo, infatti, quanto prodotto dai cittadini in termini di

ricchezza viene assunto come unico indicatore di benessere dimenticando tuttavia che il

mondo in cui viviamo è diventato troppo complesso per essere letto in un’unica direzione.

Ormai, non è più bastevole dire che un territorio è economicamente ricco per dire che è

bello da vivere. Sono un po’ di anni, ormai, che altri indici vanno ad integrare la sua

lettura quando si vuole comprenderne il benessere non solo in termini economici ma

anche sociali e quindi relazionali. Il paradigma alla base di questo approccio individua le

persone come la reale salute di un territorio nella misura in cui l’obiettivo è quello di

creare un ambiente in grado di garantirne una vita lunga, salutare e creativa, che lasci

tutti liberi di realizzare le proprie possibilità di scelta. Il miglioramento continuo della

qualità della vita, del resto, è forse l’obiettivo principale che ogni individuo si propone di

raggiungere nell’arco della sua esistenza e la qualità della vita, quello che comunemente

può essere definito il benessere individuale, dipende dal grado di soddisfazione degli

infiniti bisogni materiali e immateriali che caratterizzano ogni essere umano.

L’aspirazione verso più alti livelli di benessere è avvertita naturalmente anche a livello di

collettività, tanto da poter essere considerata come il fine ultimo di tutte le decisioni

politiche alle quali sono preposti i nostri amministratori.

Negli ultimi anni molti studiosi hanno sottolineato come sempre più spesso la

crescita economica misurata dai sistemi di contabilità nazionale non si sia tradotta in

concreto sviluppo per gli individui, cioè in un miglioramento effettivo della qualità di vita.

Nel guardare al Canavese, appunto, uno degli obiettivi sarà proprio quello di andare oltre

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Premessa

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i limiti intrinseci del Prodotto Interno Lordo che nell’assolvere correttamente al compito di

misurazione del benessere non si mostra sempre affidabile; esso, infatti, considera solo

alcuni degli aspetti che possono avere un effetto sul benessere sociale e individuale

trascurandone altri ugualmente importanti. Le critiche rivolte verso questo indice hanno

dato vita ad una vasta ricerca volta a costruire una nuova misura del benessere di una

società ed è proprio verso queste novità che la presente ricerca vuole mostrarsi sensibile.

Se l’obiettivo finale delle politiche economiche e istituzionali, come già detto, è quello di

migliorare il benessere di una collettività, risulta per questo fondamentale possedere

adeguati strumenti in grado di quantificare al meglio il benessere stesso. L'obiettivo

generale, dunque, sarà quello di elaborare indicatori più completi che forniscano una

base di conoscenze più affidabile per una migliore definizione delle politiche e dei dibattiti

pubblici.

È l’opinione pubblica a chiedere ciò: i cittadini sono i primi a sentire il bisogno di

uno sviluppo equilibrato che tenga conto delle loro esigenze, non solo di quelle dei conti

economici. Il PIL oppure i tassi di disoccupazione piuttosto che quelli dell’inflazione sono

esempi significativi di tali indicatori riassuntivi, ma il loro scopo non è quello di fare il

punto della situazione su questioni quali l'ambiente o le diseguaglianze sociali la cui

corretta gestione interessa molto chi vive nel territorio, a prescindere dai soldi che ha in

tasca.

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Teorie del benessere: dibattito internazionale sulla misurazione

A cura del Centro Studi Sintesi 7

1. Teorie del benessere: dibattito internazionale sulla misurazione

La spinta, dunque, negli ultimi anni soprattutto, è andata verso indicatori

alternativi al PIL e si può ripercorrere sinteticamente l’evoluzione del dibattito

internazionale facendo riferimento ai contributi delle Nazioni Unite, a quelli dell’OCSE,

della Commissione Stiglitz, della Commissione Europea piuttosto che di alcune

significative iniziative nazionali.

Le Nazioni Unite per prime hanno avviato un percorso per la costruzione del

Human Development Index – HDI che è stato introdotto per la prima volta nel 1990, con

lo scopo di superare ed ampliare l’accezione tradizionale di crescita incentrata solo sul

miglioramento dei fattori materiali dello sviluppo. L’indice originale copre soltanto tre

dimensioni: il reddito, l’istruzione e la salute. In seguito è stata avviata una discussione

per la sua revisione, con l’obiettivo di inserire altre dimensioni come la disuguaglianza, la

sostenibilità e misure multidimensionali di povertà.

Iniziava così la pubblicazione annuale dell’HDR rapporti sullo sviluppo umano,

rapporti che hanno come obiettivo quello di ricollocare le persone al centro dello sviluppo,

infatti alla base delle pubblicazioni vi è la convinzione che la dimensione umana dello

sviluppo sia stata trascurata a causa dell’eccessiva enfasi posta sulla crescita economica.

Esempio di ciò è l’attenzione posta dai governanti sul PIL e sui suoi incrementi come

indicatore non solo della crescita economica ma anche del benessere.

Ogni rapporto dell’UNDP è incentrato su un particolare aspetto legato alla corsa

allo sviluppo: dalla povertà alla necessità di investire nella sanità, dal problema

ambientale a quello riguardante i diritti umani, trattato nell’ultima edizione, quella del

2000. Sin dalla sua prima pubblicazione, l’HDR (Human Development Report-Rapporto

sullo Sviluppo Umano) ha costruito numerosi indicatori per la misura dei differenti aspetti

dello sviluppo umano. Il più importante è sicuramente l’HDI che sposta l’attenzione da

una visione quantitativa dello sviluppo ad una qualitativa sicuramente più vicina alla

realtà. La rilevanza dell’HDI è data soprattutto dall’autorevolezza dell’organizzazione che

lo pubblica, ma anche dal continuo aggiornamento e dall’elevato numero di paesi per i

quali quest’indice è stato calcolato. Tutto ciò fa dell’HDI uno strumento essenziale per

l’analisi del benessere dei vari paesi, benessere che, purtroppo, viene ancora largamente

misurato da politici ed economisti attraverso il PIL per un atavico terrore di abbandonare

un indice così pubblicizzato e facile da calcolare per quanto inadatto allo scopo.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Teorie del benessere: dibattito internazionale sulla misurazione

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Recentemente l’indice HDI è stato quindi affiancato da altri due indici: il primo è

un indice di povertà multidimensionale (MPI) sviluppato dalla “Oxford Poverty and Human

Development Initiative” (OPHI) che fornisce una stima della povertà come condizione

“multidimensionale” ponendosi l’obiettivo di essere uno strumento utile a destinare

meglio le risorse; il secondo è un indice “aggiustato” (IHDI) che tiene conto delle

disuguaglianze.

L’OCSE, da parte sua, ha dato vita a molte iniziative sul tema del benessere, a

partire dal 2001, con il rapporto The Well-Being of Nations, che sottolineava la centralità

del capitale umano e sociale per la qualità della crescita economica e il miglioramento del

benessere. Negli anni seguenti sono state realizzate numerose pubblicazioni che hanno

discusso i limiti del PIL come misura del welfare e che hanno messo in luce le differenze

tra gli stati non solo in termini di produzione economica.

Attraverso diverse iniziative di consultazione, l’OCSE ha definito un framework di

riferimento per misurare il progresso delle società, identificando alcuni domini rilevanti a

loro volta ripartiti in dimensioni ritenute valide nel caso in cui un loro cambiamento

produca, a parità di altre condizioni, un impatto sul progresso. Secondo l’OCSE, la

misurazione del progresso dovrebbe avvenire in modo coerente con questo quadro

concettuale, nonostante esso sia molto ampio e flessibile per permettere che si adatti a

ciascuna realtà culturale. Inoltre, tale quadro identifica i limiti negli standards statistici

esistenti e può essere utilizzato per costruire un programma di ricerca e per strutturare

siti web tematici.

L’approccio adottato dall’OCSE propone nuovi strumenti in grado di fornire una

visione multidimensionale del progresso allo scopo di ampliare la conoscenza dei cittadini

e degli amministratori e di implementare politiche più efficaci, con la consapevolezza che

le dimensioni che vengono misurate sono quelle su cui si vuole intervenire e che la

misurazione è alla base di quello che si fa. Una volta compiuta la misurazione è possibile

capire il tipo di intervento da attuare.

Nel 2007, in seguito alla conferenza “Beyond the GDP”, il presidente francese

Nicholas Sarkozy ha istituito la Commissione per la Misurazione della Performance

Economica e del Progresso Sociale, presieduta dal premio Nobel Joseph Stiglitz, con la

collaborazione dell’altro premio Nobel Amartya Sen e dell’economista Jean Paul Fitoussi.

La cosiddetta Commissione Stiglitz ha definito una serie di principi e raccomandazioni,

al fine di sviluppare un sistema per la misurazione del progresso, illustrati in un rapporto

finale pubblicato nel settembre 2009. Gli obiettivi principali che la Commissione si è

proposta di perseguire sono soprattutto quelli di identificare i limiti del PIL come

indicatore di progresso sociale, individuare le informazioni aggiuntive e stabilire la

fattibilità delle misure alternative.

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Nei emersa quindi la necessità di non privilegiare soltanto la misura del benessere

economico delle persone, nonostante non esista una misura singola che possa dar conto

di tutte le varie dimensioni del benessere. Non essendo possibile elaborare un unico

indicatore, la Commissione ha dunque suggerito di concentrare l’attenzione sulle

dimensioni rilevanti per il benessere degli individui. Tra queste, sulla base delle ricerche

disponibili, otto sono apparse le più importanti: lo stato psicofisico delle persone, la

conoscenza e la capacità di comprendere il mondo in cui viviamo, il lavoro, il benessere

materiale, l’ambiente, i rapporti interpersonali e la partecipazione alla vita della società e

la sicurezza/insicurezza percepita. Inoltre, bisogna guardare alla distribuzione di tutte le

dimensioni del benessere (equità) e considerare la sostenibilità non soltanto come un

fenomeno ambientale dal momento che essa comprende anche elementi di carattere

economico e sociale.

La Commissione Europea, nell’agosto 2009, ha indirizzato al Consiglio e al

Parlamento europeo, la Comunicazione “Non solo PIL. Misurare il progresso in un mondo

in cambiamento”, nella quale individua le diverse misure che possono essere adottate nel

breve periodo per rappresentare il progresso. Seguendo l’indirizzo di sviluppare indicatori

ad integrazione del PIL, essa ha riconosciuto l’esistenza di validi motivi per completare il

PIL con statistiche che analizzino gli altri aspetti economici, sociali e ambientali dai quali

dipende fortemente il benessere dei cittadini. Il PIL, infatti, non è stato concepito (per

definizione) per misurare con accuratezza il progresso economico e sociale a più lungo

termine e, in particolare, non è in grado di registrare la capacità di una società

nell’affrontare questioni quali i cambiamenti climatici, l’uso efficiente delle risorse o

l’inclusione sociale. La Commissione, pertanto, si è posta l’obiettivo di intensificare il suo

impegno per sviluppare indicatori che trattino le questioni essenziali su cui fondare le

politiche nazionali e comunitarie volte a migliorare il benessere dei cittadini, informando

sull’attuazione e sui risultati delle misure proposte, entro il 2012. La Commissione ha

individuato cinque azioni per misurare meglio il progresso in un mondo in cambiamento e

cioè il completare il PIL con indicatori ambientali e sociali, fornire informazioni quasi in

tempo reale a sostegno del processo decisionale, fornirne di ulteriori su distribuzione e

diseguaglianze tra regioni piuttosto che tra gruppi sociali, elaborare una tabella europea

di valutazione dello sviluppo sostenibile e infine estendere i conti nazionali alle questioni

ambientali e sociali.

L’ipotesi che la crescita economica non abbia un impatto positivo certo sulla nostra

vita, può essere verificata pensando, ad esempio, ai paesi Musulmani esportatori di

petrolio che hanno un alto livello di reddito pro capite ma un basso valore di sviluppo

umano a causa della scarsa scolarizzazione femminile dovuta alla concezione della donna

propria della cultura islamica; situazioni inverse si hanno invece in alcuni paesi ex-

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Teorie del benessere: dibattito internazionale sulla misurazione

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comunisti dove il basso reddito pro-capite è compensato da livelli d’istruzione

relativamente elevati.

Il reddito anche elevato non garantisce un alto livello di sviluppo umano senza

adeguate politiche che redistribuiscano il reddito in maniera giusta e il merito di

diffondere una concezione alternativa del progresso, sta proprio in questa nuova

concezione: essa cancella uno dei maggiori equivoci degli ultimi decenni ovvero la

possibilità che il PIL sia una misura oltre che della ricchezza prodotta, anche dello

sviluppo e del benessere raggiunto. Al contrario, grazie alla loro semplicità, altri indici già

citati possono risultare facilmente comprensibili dai non dai non specialisti attirare così

maggiore attenzione verso le questioni dello sviluppo umano da parte dei “policymakers”.

Ed è del resto positivo che gli indici di sviluppo e benessere si moltiplichino

curando un altro dei limiti del PIL e cioè quello di essere appunto troppo sintetico e

troppo “solo”. Alcune delle critiche più frequentemente avanzate riguardano il fatto che

un indice complessivo di qualsiasi genere tenda più a nascondere che a rivelare ed è il

caso proprio del Prodotto Interno Lordo. D’altra parte, tentare di costruire indicatori che

non tralascino nessun dato, oltre che rendere il lavoro estremamente complesso non

darebbe al risultato quelle doti di esportabilità fondamentali per poter confrontare i

risultati dei vari Paesi o più semplicemente dei diversi territori. Questo trade-off fra

precisione, intesa come quantità dei dati presenti nel calcolo dell’indicatore, ed efficacia,

intesa come possibilità di essere applicato nella maggior parte dei territori, rappresenta

una costante nella scelta del miglior indicatore,

Un altro aspetto da considerare nell’analisi dei nuovi indicatori che si stanno

sviluppando in maniera numerosa negli ultimi anni è il fatto che spesso essi

rappresentano una mera esercitazione intellettuale; infatti, sebbene a volte siano in

grado di rappresentare lo sviluppo umano in maniera valida ed originale, non sono

supportati da un valido background statistico (ad esempio fanno ricorsi a sondaggi o ad

valutazioni arbitrarie) e ciò li rende soggetti a critiche e non permette loro di essere

esportati negli altri paesi, privandoli quindi di un elemento necessario per ogni indicatore

ovvero la possibilità di confrontare i risultati fra i vari stati. Quindi si può dire che la

scelta di indicatori semplici sia una scelta di “second best” in quanto l’optimum sarebbe la

possibilità di avere statistiche dettagliate ed attendibili per ogni Paese in modo da poter

utilizzare anche gli indicatori più complessi per ottenere una fotografia più autentica del

reale livello di sviluppo.

Lo sforzo, dunque, dovrà essere quello di fornire indicatori che servano per quello

che i cittadini vogliono realmente, ovvero misurare i progressi compiuti nel raggiungere

in modo sostenibile gli obiettivi sociali, economici ed ambientali. In ultima analisi, le

politiche nazionali e comunitarie saranno valutate sulla loro capacità, o meno, di

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Teorie del benessere: dibattito internazionale sulla misurazione

A cura del Centro Studi Sintesi 11

raggiungere i suddetti obiettivi e di migliorare il benessere dei cittadini. Per questo

motivo, le future politiche dovrebbero essere fondate su dati rigorosi, attuali,

pubblicamente riconosciuti e che trattino tutte le questioni essenziali.

E' facile prevedere che si tratterà di una cammino complesso e lungo, nel quale

l’impegno dovrà rivolgersi non soltanto ad allontanare le vecchie idee (solo PIL) , ma

anche a creare consenso attorno alle nuove. In ogni territorio, la lista di problemi con i

quali misurarsi, è tale da poter scoraggiare anche il più determinato degli entusiasti. Il

modo di affrontare i numerosi problemi posti dall'aggregazione di dimensioni e individui

diversi, il rapporto tra benessere presente e sua sostenibilità nel tempo: non sembra

molto credibile chi pretenda di continuare a decidere le proprie politiche guardando al Pil

e questo fino a quando non si saranno individuate e definite nuove misure del progresso.

Se l'utilizzo del Pil avesse semplicemente il difetto di farci classificare i diversi

paesi in modo non corrispondente al loro effettivo benessere sociale, i "costi" generati dal

suo utilizzo sarebbero assai ridotti, e perderebbero anche un po' di mordente le critiche

che ad esso vengono rivolte. Il problema si fa ben più serio se l'utilizzo del Pil ha come

difetto principale non quello di condurre a misurazioni distorte del benessere ma quello di

impedire al benessere di raggiungere livelli più elevati e soprattutto di decidere le vere e

più efficaci politiche d’intervento; dunque, siamo di fronte ad un effettivo ostacolo, non

soltanto ad un misuratore largamente imperfetto.

Prolungare l'utilizzo del Pil significa porre a carico della società "costi" non

irrilevanti in termini di perdita di benessere. Possono, dunque, esservi buoni motivi per

classificare come urgente la questione, all'apparenza assai radicale, di "vivere senza il

Pil". Pur senza mettere in discussione la necessità di una disciplina della spesa pubblica,

ci si può chiedere perché questa disciplina debba imporla il Pil e non una serie di

indicatori più significativo del benessere sociale.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 12

2. Canavese da identità storico culturale a identità geografica: un esame di benchmarking con le province italiane

La qualità della vita, il livello di benessere, la condizione socio-culturale, lo stato

dell’economia e delle infrastrutture sono tutti assets che fanno di un territorio un luogo

attrattivo per la vita delle persone e per la permanenza delle imprese, o per converso, se

essi non sono sufficientemente sviluppati e di qualità adeguata rappresentano delle

criticità che devono essere necessariamente portate alla luce per tentare di definire

strategie utili alla loro risoluzione ed implementazione.

I territori infatti, non così difformemente da altri beni e servizi vendibili, risentono

di dinamiche di marketing, il marketing territoriale appunto, che ne determinano il

successo, misurabile appunto attraverso la qualità della vita dei suoi cittadini o la

capacità di attrarre ed insediare attività imprenditoriali, o l’insuccesso, a cui consegue

abbandono del territorio da parte della popolazione, perdita di risorse sociali ed

economiche e spesso depauperamento delle risorse paesaggistiche ed ambientali.

In un contesto di questo tipo, appare interessante ed utile al fine della definizione

di politiche strategiche per il territorio, individuare quale sia il posizionamento del’area

del Canavese rispetto a quelli che, su scala nazionale, potrebbero definirsi i suoi

competitor, ovvero il Non Canavese (gli altri comuni della provincia di Torino non

appartenenti al comprensorio del Canavese) e le altre province italiane.

Appare opportuno fin d’ora sottolineare che tale metodo di confronto non ha

assolutamente lo scopo di proporre la costituzione di una “provincia Canavese”: in questo

momento storico, oltre che anacronistico, la sola idea di costituire una nuova provincia

apparirebbe esclusivamente come la produzione di un ulteriore centro di costo, portare

più di impegni piuttosto che di vantaggi per la collettività.

Ciò premesso, attraverso l’esame congiunto di una molteplicità di dati statistici,

che rappresentano gli indicatori elementari, organizzati in sei differenti ambiti, è stato

possibile confrontare la struttura del Canavese con le altre realtà nazionali, con l’obiettivo

di metterne in risalto le peculiarità nonché le possibili criticità.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 13

Gli ambiti che caratterizzano l’analisi sono i seguenti:

Imprese e lavoro;

Infrastrutture (innovative ambientali / mobilità su gomma);

Benessere economico;

Istruzione;

Salute;

Demografia e sociale.

L’idea è quella di esaminare, nel complesso, come si colloca l’area del Canavese

rispetto ad una condizione media delle province italiane. Essere al di sopra della media

vuol dire allinearsi alle realtà più sviluppate e consolidate, viceversa essere al di sotto

significa che vi sono delle possibili problematiche da individuare e, probabilmente, da

correggere.

Inoltre, al fine esclusivo di consentire una lettura più immediata dei dati, le analisi

rispetto ai sette ambiti sono state tradotte, attraverso un sistema di punteggio, in

graduatorie di posizionamento, collocando il Canavese rispetto alle altre province e al

livello medio nazionale.

Per costruire tali graduatorie, si è ricorso ad una metodologia statistica nota come

analisi delle componenti principali, abbinata ad una ulteriore metodologia denominata

analisi fattoriale. Questa tecnica ha sintetizzato le variabili di ciascuna area tematica in

una sola componente, detta asse, in grado di raccogliere la gran parte della variabilità dei

fenomeni. Ciascuna componente estratta riassume cioè le informazioni contenute nei dati

di partenza e può essere interpretata per mezzo della correlazione con le variabili

originarie.

Sovente, nel commentare le risultanze del Canavese nei confronti del Non

Canavese, si evidenzierà anche il posizionamento rispetto alle province di Chieti e di

Grosseto. Tali territori sono stati individuati come particolarmente affini all’area del

Canavese e meritano dunque di essere annoverati tra le aree da tenere maggiormente in

considerazione come termini di paragone

Prima di entrare nel merito di ogni ambito di riferimento, è utile dare uno sguardo

di insieme a quelle che sono le risultanze complessive in tutti gli ambiti, o meglio, in tutti

gli assi risultanti dall’analisi statistica, e specificamente come si posiziona l’area del

Canavese rispetto al Non Canavese ed alla collocazione della media Italia in riferimento a

tutte le province italiane.

Un primo, sommario, esame mostra come il Canavese si collochi in una

strutturazione in linea con la media nazionale per quanto riguarda due assi: occupazione

e disoccupazione (sintesi della tematica “imprese e lavoro”), e benessere economico. Per

questi due ambiti il posizionamento del Canavese è, come detto, molto vicino a quello di

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 14

riferimento medio nazionale, sebbene in entrambi i casi il Non Canavese mostri tendenze

migliori.

Nei primi due il Non Canavese risulta avere una collocazione migliore rispetto al

Canavese, mentre per quanto riguarda il livello dell’istruzione, il Canavese mostra un

assetto decisamente migliore a quello evidenziato dal Non Cavanese.

Gli ambiti in cui il Canavese si scosta particolarmente dalla media nazionale e si

allinea alle province meglio strutturate d’Italia, sono il livello delle infrastrutture

innovative ambientali, il sistema della salute e l’orientamento dell’istruzione al lavoro:

per i primi due è pressoché allineato al Non Canavese, mentre per l’istruzione orientata al

lavoro sembrano definirsi due contesti totalmente differenti.

Altre due, per motivi opposti al gruppo precedente, sono poi le sfere settoriali da

mettere sotto la lente: in primis la componente demografica e sociale, in cui il Canavese

è agli ultimi posti assoluti del benchmarking provinciale (sebbene il Non Canavese non

faccia meglio); l’altro aspetto è quello delle infrastrutture relative alla mobilità su

gomma, in cui il Canavese sembra evidenziare carenze marcate, sia con riferimento alla

media Italia che, in particolare, al Non Canavese.

Posizionamento dell’area del Canavese rispetto all’area Non Canavese ed alla media Italia su tutti gli ambiti rilevati

52

32

89

65

50

17

83

45

37

23

46

98

12

93

66

58

44

59

61

66

51

IMPRESE E LAVORO - Occupazione / disoccupazione

INFRASTRUTTURE - Innovative ambientali

INFRASTRUTTURE - Mobilità su gomma

BENESSERE ECONOMICO

ISTRUZIONE - Orientamento al lavoro

SALUTE - Performance sanitarie

DEMOGRAFIA / SOCIALE - Transizione demografica

Canavese Non Canavese ITALIA

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 15

Una ulteriore specificazione della “distanza” esistente tra Canavese, Non Canavese

e media nazionale si ottiene dando uno sguardo ai punteggi attributi attraverso l’analisi

statistica delle componenti principali ai diversi ambiti.

L’esame dei punteggi riesce infatti a restituire una misura più veritiera di quella

che è l’effettiva similitudine tra un territorio e l’altro o, viceversa, le dissonanze, molto

più del semplice posizionamento in graduatoria che potrebbe essere inficiato anche da

variazioni minime nei fenomeni.

Ecco allora che per quanto riguarda la dimensione delle imprese e del lavoro, le

infrastrutture innovative ambientali e la salute, effettivamente Canavese e Non Canavese

sono sostanzialmente sovrapponibili, avendo punteggi molto simili, scostandosi in

maniera apprezzabile dal punteggio medio delle province italiane.

Per quanto riguarda il benessere e le condizioni di vita, si rileva correttamente

qualche tensione nel Canavese, in quanto il punteggio ottenuto è non trascurabilmente

inferiore a quello del Non Canavese e della media nazionale.

Punteggio dell’area del Canavese, dell’area Non Canavese e medio nazionale su tutti gli ambiti di analisi

67,7

77,6

30,6

51,9

61,0

70,5

35,8

72,0

76,0

57,7

69,8

36,3

73,7

29,4

60,8

62,7

47,3

58,1

50,1

46,1

53,5

IMPRESE E LAVORO - Occupazione / disoccupazione

INFRASTRUTTURE - Innovative ambientali

INFRASTRUTTURE - Mobilità su gomma

BENESSERE ECONOMICO

ISTRUZIONE - Orientamento al lavoro

SALUTE - Performance sanitarie

DEMOGRAFIA / SOCIALE - Transizione demografica

Canavese Non Canavese ITALIA

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

Nell’ambito dell’istruzione orientata al lavoro, poi, il Canavese si pone più in alto

della media delle province per quanto riguarda il punteggio, e la diversità di

strutturazione rispetto al Non Canavese è più che evidente.

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

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La stessa cosa, al contrario, avviene per le infrastrutture relative alla mobilità su

gomma, per cui, mentre Non Canavese e media Italia sono più vicini, nel Canavese si

evidenzia un punteggio decisamente più basso.

Come già preannunciato, per ognuno dei sei ambiti di analisi è stata prodotta una

graduatoria di posizionamento del Canavese rispetto a tutte le altre province italiane,

evidenziando in modo particolare la collocazione del Non Canavese e della Provincia

Media Italiana.

È parso opportuno, comunque, fornire a titolo descrittivo sintetico, una

“graduatoria generale” del posizionamento del Canavese rispetto agli altri territori: tale

classifica è un puro esercizio matematico, ottenuto come media dei punteggi ottenuti in

ogni ambito, e non vuole essere una attribuzione di giudizio o di merito dei territori, e del

Canavese in particolare, quanto piuttosto una collocazione appunto “media” della

strutturazione complessiva del Canavese nel contesto generale.

In quest’ottica, e come ci si aspettava dai grafici di posizionamento rispetto ai

differenti ambiti prima illustrati, il Canavese è globalmente al cinquantaquattresimo posto

della graduatoria provinciale, tutto sommato poco distante dal Non Canavese

(quarantasettesimo, meno di 5 punti in più rispetto a quanto totalizzato dal Canavese), e

poco sopra alla media nazionale.

Esaminando le singole componenti che hanno determinato la costruzioni degli assi

sintetici, nonché i dati elementari che hanno concorso all’analisi, si cercherà di fornire

una interpretazione dei dati ottenuti, mettendo in luce gli elementi di caratterizzazione,

differenziazione e/o analogia delle differenti aree.

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

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Graduatoria generale del posizionamento delle province italiane rispetto ai sei ambiti di analisi considerati

Pos. Area Coeff. Punteggio Pos. Area Coeff. Punteggio

1 Bolzano/Bozen 1,073 100,0 57 Imperia 0,102 54,2

2 Venezia 0,872 90,5 58 Piacenza 0,101 54,2

3 Lodi 0,806 87,4 59 Macerata 0,077 53,1

4 Cremona 0,726 83,7 60 Massa-Carrara 0,064 52,4

5 Rovigo 0,717 83,2 61 ITALIA 0,044 51,5

6 Bergamo 0,689 81,9 62 Medio Campidano 0,043 51,4

7 Lecco 0,663 80,7 63 Grosseto 0,028 50,7

8 Vicenza 0,650 80,1 64 Firenze 0,022 50,5

9 Treviso 0,634 79,3 65 Savona 0,016 50,2

10 Belluno 0,625 78,9 66 Fermo 0,016 50,2

11 Trento 0,620 78,7 67 Taranto -0,044 47,3

12 Milano 0,593 77,4 68 Bari -0,074 45,9

13 Padova 0,578 76,7 69 Oristano -0,082 45,6

14 Varese 0,522 74,0 70 Perugia -0,145 42,6

15 Mantova 0,517 73,8 71 Teramo -0,203 39,8

16 Prato 0,513 73,6 72 Carbonia-Iglesias -0,208 39,6

17 Como 0,510 73,5 73 Brindisi -0,240 38,1

18 Verona 0,505 73,2 74 Sassari -0,245 37,9

19 Monza e della Brianza 0,486 72,3 75 Olbia-Tempio -0,319 34,4

20 Pistoia 0,485 72,3 76 Napoli -0,335 33,6

21 Verbano-Cusio-Ossola 0,459 71,1 77 Viterbo -0,346 33,1

22 Aosta 0,454 70,8 78 Terni -0,359 32,5

23 Pordenone 0,443 70,3 79 Foggia -0,371 31,9

24 Modena 0,441 70,2 80 Roma -0,396 30,8

25 Sondrio 0,440 70,1 81 Cagliari -0,401 30,5

26 Udine 0,436 70,0 82 Chieti -0,406 30,3

27 Gorizia 0,435 69,9 83 Latina -0,413 29,9

28 Brescia 0,431 69,7 84 Pescara -0,420 29,6

29 Cuneo 0,427 69,5 85 Lecce -0,434 29,0

30 Genova 0,422 69,3 86 Matera -0,481 26,8

31 Parma 0,404 68,5 87 Nuoro -0,488 26,4

32 Bologna 0,389 67,8 88 Rieti -0,497 26,0

33 Forlì-Cesena 0,386 67,6 89 Catanzaro -0,500 25,9

34 Reggio nell'Emilia 0,376 67,1 90 Caserta -0,505 25,6

35 Biella 0,369 66,8 91 Avellino -0,513 25,2

36 Lucca 0,340 65,5 92 Palermo -0,524 24,7

37 Novara 0,327 64,8 93 Salerno -0,524 24,7

38 Vercelli 0,308 63,9 94 Caltanissetta -0,537 24,1

39 Ravenna 0,307 63,9 95 Frosinone -0,559 23,1

40 Trieste 0,293 63,2 96 Campobasso -0,596 21,3

41 La Spezia 0,292 63,2 97 Benevento -0,622 20,1

42 Ferrara 0,288 63,0 98 Ragusa -0,631 19,7

43 Pavia 0,258 61,6 99 Potenza -0,661 18,3

44 Pesaro e Urbino 0,252 61,3 100 Crotone -0,681 17,3

45 Rimini 0,242 60,8 101 L'Aquila -0,749 14,1

46 Ancona 0,239 60,7 102 Siracusa -0,780 12,7

47 Non Canavese 0,232 60,3 103 Trapani -0,793 12,0

48 Livorno 0,194 58,6 104 Cosenza -0,828 10,4

49 Alessandria 0,193 58,5 105 Agrigento -0,843 9,7

50 Siena 0,192 58,5 106 Messina -0,860 8,9

51 Pisa 0,188 58,3 107 Ogliastra -0,868 8,5

52 Barletta-Andria-Trani 0,168 57,4 108 Catania -0,891 7,4

53 Asti 0,154 56,7 109 Enna -0,913 6,4

54 Canavese 0,130 55,6 110 Vibo Valentia -1,015 1,6

55 Ascoli Piceno 0,121 55,1 111 Reggio di Calabria -1,041 0,3

56 Arezzo 0,107 54,5 112 Isernia -1,048 0,0

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 18

2.1. Benessere economico

Il primo ambito ad essere analizzato è quello relativo al benessere economico ed

alle condizioni di vita materiali nelle province italiane.

Gli indicatori elementari che sono stati utilizzati per descrivere questo ambito

sono:

Il reddito IRPEF medio per famiglia;

Il numero di sportelli bancari ogni 10.000 abitanti;

Il numero di bar e ristoranti ogni 1.000 abitanti;

Il valore aggiunto ai prezzi base per impresa attiva (in euro correnti);

La percentuale di auto di tipologia “Euro4” ed “Euro5” su totale;

La percentuale di abitazioni di proprietà di residenti occupate dagli stessi.

L’analisi statistica non ha incluso nell’asse del benessere economico tutti gli

indicatori elementari individuati, in quanto alcuni di essi (nella fattispecie, il numero di

bar e ristoranti e le percentuali di abitazioni di proprietà) risultavano scarsamente

correlati con gli altri.

In essa, comunque, il Canavese si colloca in una posizione che possiamo definire

border-line, poco al di sotto della media italiana, più prossimo alle migliori province del

Sud e non a quelle del Nord. Si può dire che, nel loro insieme, i dati non deludono

particolarmente ma nemmeno si mostrano in grado di esaltare il territorio da questo

punto di vista. Prova ne è che il reddito Irpef per famiglia (poco più di 29 mila euro)

risulta superiore, pressappoco, di 1.000 euro a quello medio nazionale ma tuttavia

inferiore di circa 1.500 euro se guardiamo al Non Canavese.

I due territori accostati sono molto simili sul fronte del numero di sportelli bancari

ogni 10.000 abitanti, 5,1 nel Canavese e 4,9 nel Non Canavese, comunque di pochissimo

inferiori alla densità nazionale che giunge a quota 5,5.

Sul fronte imprenditoriale, le imprese sembrano essere meno redditizie rispetto

alle loro “cugine” più prossime: il loro valore aggiunto, inteso come capacità di creare

ricchezza, è molto più basso (200.465 euro) dei 300.000 euro rilevati nel Non Canavese

e comunque abbondantemente inferiore alla media italiana (266.000 euro). In questa

graduatoria, il Canavese si colloca dunque solo al 75° posto, addirittura ultima tra tutte

le altre realtà del Centro-Nord.

Rispetto alla media Italia, pur non potendo vantare valori d’eccellenza, il Canavese

recupera qualcosa relativamente al numero di auto Euro 4 e Euro 5 e ciò può senza

dubbio indicare una propensione al consumo elevata piuttosto che un’inevitabile

disponibilità economica. Resta il fatto che anche su questo fronte la percentuale del 40%

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A cura del Centro Studi Sintesi 19

è inferiore di 5 punti a quella del Non Canavese (21° realtà nazionale in questa

classifica).

Asse relativo al benessere economico definito dall’analisi fattoriale

Reddito IRPEF medio per famiglia

Sportelli bancari

V.A. per impresa

Incidenza auto euro 3-4

CANAVESE

NON CANAVESE

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 81,5%

BASSO - ALTO BENESSERE

Province del NORD

Province del SUD

(ASSE 2: VAR.SPIEGATA 10,1%)*

*Nella costruzione dell'indicatore viene usato solo il primo asse

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

Un’indicazione della realtà socio economica locale giunge comunque anche dal

numero di bar e ristoranti presenti nel Canavese ogni 1.000 abitanti. La percentuale è

inferiore di poco a quella italiana e nuovamente inferiore a quella del territorio Non

Canavese.

Molto prossima a quella nazionale è anche la percentuale di abitazioni di proprietà

occupate da residenti. In questo caso, tuttavia, il Canavese (71,1%) si trova in posizione

migliore rispetto al Non Canavese (66,2%): ci sono dunque più residenti che vivono in

abitazioni di proprietà e questo può indicare una determinata scelta diffusa da parte delle

famiglie, una certa stanzialità nel territorio e, ovviamente, a differenza del Non Canavese

che include anche l’aerea del torinese, una minore presenza di gente nata altrove che si

sposta in loco per motivi di lavoro e quindi per rimanere in affitto.

Da tutto questo emerge che il Canavese è 65° in graduatoria, non molto distante

per punteggio dalla media nazionale ma abbastanza indietro rispetto all’area più

prossima con cui si è sviluppato il confronto, sia per posizione che per punteggio.

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In questo ambito, il risultato del Canavese è sostanzialmente lo stesso di

Grosseto. In particolare, le due realtà sono molto vicine per quanto riguarda il valore

aggiunto delle imprese e la presenza di auto Euro 4 ed Euro 5, mentre si crea una certa

distanza se andiamo a vedere i dati relativi all’Irpef (circa 3.500 euro medi in meno per

Grosseto) e a quelli relativi agli sportelli bancari.

Il Canavese, infine, si trova in graduatoria più in alto di Chieti, anche se lo

scostamento in termini di posizioni (13) non rispecchia il reale divario nel punteggio, che

è piuttosto consistente: basti pensare che il reddito medio IRPEF a Chieti è inferiore di

circa 6 mila euro, e di circa 20 mila euro il valore aggiunto per impresa.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 21

Alto-basso livello di benessere economico

Pos. Area Coeff. Punteggio Pos. Area Coeff. Punteggio

1 Milano 1,635 100,0 57 Asti 0,185 58,3

2 Aosta 1,564 97,9 58 Massa-Carrara 0,183 58,2

3 Bologna 1,534 97,1 59 ITALIA 0,178 58,1

4 Lecco 1,480 95,5 60 Perugia 0,161 57,6

5 Trento 1,444 94,5 61 Macerata -0,004 52,8

6 Firenze 1,354 91,9 62 Terni -0,018 52,4

7 Bolzano 1,294 90,2 63 Ascoli Piceno -0,027 52,2

8 Trieste 1,289 90,0 64 Grosseto -0,028 52,1

9 Belluno 1,251 88,9 65 Canavese -0,037 51,9

10 Lodi 1,194 87,3 66 Fermo -0,061 51,2

11 Roma 1,186 87,1 67 Pescara -0,242 46,0

12 Cremona 1,184 87,0 68 Cagliari -0,340 43,2

13 Bergamo 1,154 86,1 69 Rieti -0,348 42,9

14 Parma 1,077 83,9 70 Imperia -0,359 42,6

15 Varese 1,071 83,8 71 Viterbo -0,364 42,5

16 Como 1,068 83,7 72 L'Aquila -0,445 40,1

17 Modena 0,986 81,3 73 Teramo -0,466 39,5

18 Brescia 0,966 80,7 74 Frosinone -0,598 35,7

19 Reggio nell'Emilia 0,964 80,7 75 Latina -0,611 35,4

20 Mantova 0,942 80,1 76 Sassari -0,614 35,3

21 Pisa 0,937 79,9 77 Olbia-Tempio -0,695 33,0

22 Monza e della Brianza 0,932 79,8 78 Chieti -0,751 31,3

23 Forlì-Cesena 0,918 79,4 79 Palermo -0,798 30,0

24 Gorizia 0,915 79,3 80 Bari -0,819 29,4

25 Udine 0,890 78,6 81 Carbonia-Iglesias -0,904 26,9

26 Ravenna 0,868 77,9 82 Taranto -0,910 26,8

27 Novara 0,849 77,4 83 Oristano -0,930 26,2

28 Verona 0,842 77,2 84 Messina -1,000 24,2

29 Venezia 0,838 77,0 85 Campobasso -1,018 23,7

30 Vicenza 0,828 76,8 86 Isernia -1,031 23,3

31 Siena 0,823 76,6 87 Catanzaro -1,074 22,1

32 Pordenone 0,795 75,8 88 Siracusa -1,098 21,3

33 Ancona 0,788 75,6 89 Potenza -1,134 20,3

34 Pavia 0,777 75,3 90 Nuoro -1,182 18,9

35 Genova 0,772 75,1 91 Matera -1,197 18,5

36 Piacenza 0,755 74,7 92 Barletta-Andria-Trani -1,205 18,3

37 Treviso 0,753 74,6 93 Ogliastra -1,240 17,3

38 Padova 0,725 73,8 94 Lecce -1,277 16,2

39 La Spezia 0,709 73,4 95 Napoli -1,310 15,2

40 Lucca 0,696 73,0 96 Medio Campidano -1,326 14,8

41 Vercelli 0,692 72,9 97 Avellino -1,332 14,6

42 Livorno 0,673 72,3 98 Brindisi -1,361 13,8

43 Rimini 0,630 71,1 99 Salerno -1,369 13,5

44 Cuneo 0,627 71,0 100 Catania -1,382 13,2

45 Sondrio 0,598 70,2 101 Reggio Calabria -1,403 12,6

46 Non Canavese 0,585 69,8 102 Caltanissetta -1,429 11,8

47 Biella 0,574 69,5 103 Trapani -1,451 11,2

48 Prato 0,535 68,3 104 Cosenza -1,457 11,0

49 Alessandria 0,513 67,7 105 Ragusa -1,465 10,8

50 Pistoia 0,458 66,1 106 Benevento -1,505 9,6

51 Pesaro e Urbino 0,386 64,1 107 Foggia -1,526 9,0

52 Ferrara 0,381 63,9 108 Caserta -1,559 8,1

53 Arezzo 0,368 63,5 109 Vibo Valentia -1,575 7,6

54 Verbania 0,322 62,2 110 Enna -1,642 5,7

55 Rovigo 0,289 61,3 111 Agrigento -1,709 3,8

56 Savona 0,256 60,3 112 Crotone -1,840 0,0

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

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2.2. Demografia e sociale

Uno degli ambiti che ha evidenziato la maggiore distanza tra l’area del Canavese e

il resto d’Italia, è quello relativo alla condizione demografica e sociale.

Per costruire questo asset sono stati considerati vari indicatori statistici

demografici e della popolazione, quali:

Il numero medio di componenti per famiglia;

La variazione percentuale della popolazione residente negli ultimi dieci anni;

L’età media della popolazione residente;

La percentuale di popolazione divorziata;

La percentuale di popolazione straniera residente;

La variazione percentuale della popolazione straniera residente negli ultimi dieci

anni;

L’invecchiamento della popolazione residente negli ultimi cinque anni;

La densità abitativa, rappresentata dalla popolazione residente per chilometro

quadrato.

L’asse descritto dall’analisi statistica fattoriale identifica la più o meno elevata

transizione demografica, ovvero il passaggio da una struttura della popolazione più

giovane e dinamica ad una più “anziana” stanziale.

Anche in questo caso, sebbene informativi ed utili a rappresentare le differenti

condizioni socio demografiche della popolazione nei diversi contesti, alcuni indicatori non

hanno fatto parte della costruzione dell’asse relativo alla demografia. Si tratta della

variazione percentuale della popolazione residente, totale e straniera, negli ultimi dieci

anni, e la densità abitativa.

Interessanti, ma non sempre positivi, gli spunti che giungono da questa parte di

analisi. Si può subito sottolineare qualcosa che può dipendere solo fino ad un certo punto

dalle politiche d’intervento sul territorio e cioè la densità di popolazione rilevata: appena

143 abitanti per chilometro quadrato nel Canavese contro i 200 della media nazionale e

gli addirittura 410 del cosiddetto Non Canavese comprendente l’area di Torino. Va da sé

che questo dato si spiega con la morfologia del territorio prevalentemente collinoso o

montuoso e quindi poco adatto ad accogliere un’edilizia diffusa.

Nel suo insieme, se si guarda all’analisi fattoriale riportata di seguito, il Canavese

si colloca nel riquadro di destra, quindi nel gruppo delle altre province del Nord. Non lo

fa, tuttavia, se ragioniamo in termini di numero medio di componenti per famiglia (2,2

contro i 2,4 dell’intera Italia) e soprattutto se guardiamo all’invecchiamento della

popolazione residente: questo aspetto risulta abbastanza preoccupante se si pensa a

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tutte le conseguenze socio-economiche che ne derivano come la mancanza di servizi

adeguati piuttosto che costi da sostenere.

L’età media della popolazione si avvicina ai 45 anni, tra le più alte d’Italia,

confermando quindi la tendenza ad un generale invecchiamento. È questo senz’altro un

trend riscontrabile un po’ in tutta Europa e diverse possono essere le cause. Alcune,

tuttavia, derivano anche e senz’altro dalla gestione del territorio. Il fatto che la

popolazione invecchi invece di ringiovanire e lo faccia con percentuali più elevate che

altrove, può essere anche indice di una debole o poco lungimirante programmazione a

lungo termine: alla rapidità del cambiamento sociale e culturale, al quale è stata

sottoposta tutta l’Europa, evidentemente non è corrisposto un pieno adattamento

dell’organizzazione della società e dei modelli produttivi, lasciando che i costi a carico

delle famiglie aumentassero e la loro organizzazione interna si complicasse. Esempi

concreti possono essere la difficile compatibilità tra orari scolastici e di lavoro, la spesa

modesta, nel confronto europeo, nei servizi e infrastrutture per bambini, così come in

trasferimenti pubblici a favore della popolazione giovane, piuttosto che l’asimmetrica

divisione dei compiti famigliari tra i coniugi o il limitato ricorso al congedo per paternità

nel nostro Paese. Tutte riflessioni sicuramente applicabili a tutta Italia ma che sembrano

tanto più opportune se guardiamo alla realtà del Canavese.

La maggiore incidenza degli anziani può avere rilevanti ripercussioni economiche

negative. Il primo pensiero, come è ovvio, va alla sostenibilità degli attuali modelli di

protezione sociale con il verosimile rischio di alimentare il conflitto intergenerazionale se

nel Canavese, come altrove, l’invecchiamento della popolazione si dovesse accompagnare

ad una riduzione della quota di popolazione attiva.

Problemi di equità potrebbero sorgere nel caso in cui l’invecchiamento della

popolazione associato al calo dell’offerta-lavoro, provocasse l’aumento dei flussi migratori

e conseguentemente la necessità di una nuova organizzazione della società. In questa

direzione, nel Canavese, abbiamo una certa conferma poiché la variazione percentuale

della popolazione straniera è elevata (+344,5% tra il 2002 e il 2011), molto più elevata

che nel resto d’Italia (+236,9%) e comunque superiore al Non Canavese (+271,2%). Nel

suo complesso, l’incidenza della popolazione straniera (6,4%) rimane tutto sommato più

bassa ma, appunto, ultimamente in crescita.

Piuttosto elevata la percentuale di popolazione divorziata, in linea con l’area

cugina del Non Canavese, rispettivamente 2,7 e 3,1.

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

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Asse relativo alla demografia definito dall’analisi fattoriale

Numero medio di componenti

Età media della popolazione

Percentuale popolazione divorziata

Percentuale popolazione straniera

Invecchiamento popolazione residente NON CANAVESE

CANAVESE

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 73,2%

BASSA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA - ALTA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA

Province del SUD

Province del NORD

(ASSE 2: VAR.SPIEGATA 17,1%)*

*Nella costruzione dell'indicatore viene usato solo il primo asse Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

Certamente il Canavese mostra una struttura socio-demografica molto simile a

quella del grossetano, che occupa il 101° posto della graduatoria ma con un punteggio

non molto più basso.

Estremamente differente è invece la caratterizzazione della provincia di Chieti, che

con un punteggio più elevato della media nazionale è decisamente più simile alle

provincie del Sud, o quantomeno del Centro Italia, che non a quelle del Nord.

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

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Bassa-alta transizione demografica

Pos. Area Coeff. Punteggio Pos. Area Coeff. Punteggio

1 Napoli -2,034 100,0 57 Varese 0,232 46,9

2 Caserta -1,835 95,3 58 Rieti 0,237 46,8

3 Barletta-Andria-Trani -1,755 93,5 59 Macerata 0,260 46,2

4 Crotone -1,691 92,0 60 Lodi 0,264 46,1

5 Foggia -1,635 90,7 61 Trento 0,287 45,6

6 Bari -1,555 88,8 62 Venezia 0,303 45,2

7 Taranto -1,554 88,8 63 Pesaro e Urbino 0,334 44,5

8 Vibo Valentia -1,480 87,0 64 Roma 0,345 44,2

9 Matera -1,443 86,1 65 Prato 0,361 43,8

10 Salerno -1,389 84,9 66 Verona 0,369 43,7

11 Brindisi -1,382 84,7 67 Viterbo 0,376 43,5

12 Caltanissetta -1,364 84,3 68 Ancona 0,399 42,9

13 Agrigento -1,337 83,6 69 Brescia 0,422 42,4

14 Palermo -1,269 82,1 70 Belluno 0,504 40,5

15 Avellino -1,262 81,9 71 Perugia 0,509 40,4

16 Lecce -1,229 81,1 72 Cremona 0,527 40,0

17 Catania -1,197 80,4 73 Pordenone 0,540 39,6

18 Cosenza -1,186 80,1 74 Rimini 0,549 39,4

19 Catanzaro -1,181 80,0 75 Pisa 0,559 39,2

20 Reggio di Calabria -1,177 79,9 76 Pistoia 0,595 38,4

21 Benevento -1,161 79,5 77 Novara 0,638 37,3

22 Oristano -1,139 79,0 78 Lucca 0,652 37,0

23 Nuoro -1,123 78,6 79 Cuneo 0,653 37,0

24 Potenza -1,121 78,6 80 Verbano-Cusio-Ossola 0,664 36,7

25 Siracusa -1,093 77,9 81 Arezzo 0,681 36,3

26 Trapani -1,076 77,5 82 Massa-Carrara 0,695 36,0

27 Enna -1,025 76,3 83 Canavese 0,706 35,8

28 Medio Campidano -0,932 74,2 84 Udine 0,708 35,7

29 Cagliari -0,893 73,2 85 Mantova 0,739 35,0

30 Sassari -0,876 72,9 86 Forlì-Cesena 0,760 34,5

31 Frosinone -0,807 71,2 87 Biella 0,823 33,0

32 Campobasso -0,764 70,2 88 Terni 0,835 32,7

33 Ragusa -0,762 70,2 89 Modena 0,892 31,4

34 Isernia -0,714 69,0 90 Aosta 0,924 30,6

35 Latina -0,663 67,9 91 Milano 0,946 30,1

36 Ogliastra -0,617 66,8 92 Vercelli 0,964 29,7

37 Messina -0,548 65,2 93 Non Canavese 0,975 29,4

38 Carbonia-Iglesias -0,533 64,8 94 Reggio nell'Emilia 0,976 29,4

39 Teramo -0,445 62,7 95 Livorno 1,015 28,5

40 Chieti -0,443 62,7 96 Siena 1,069 27,2

41 Pescara -0,387 61,4 97 Firenze 1,084 26,9

42 Bolzano/Bozen -0,291 59,1 98 Pavia 1,100 26,5

43 Sondrio -0,249 58,1 99 Asti 1,129 25,8

44 Ascoli Piceno -0,239 57,9 100 Gorizia 1,139 25,6

45 Lecco -0,175 56,4 101 Grosseto 1,198 24,2

46 Fermo -0,105 54,8 102 Ferrara 1,235 23,3

47 L'Aquila -0,097 54,6 103 La Spezia 1,342 20,8

48 Monza e della Brianza -0,094 54,5 104 Piacenza 1,362 20,4

49 Olbia-Tempio -0,094 54,5 105 Parma 1,391 19,7

50 Bergamo -0,053 53,5 106 Ravenna 1,486 17,4

51 ITALIA -0,051 53,5 107 Bologna 1,545 16,1

52 Vicenza -0,021 52,8 108 Alessandria 1,550 15,9

53 Treviso 0,007 52,1 109 Genova 1,655 13,5

54 Padova 0,020 51,8 110 Savona 1,659 13,4

55 Como 0,107 49,8 111 Imperia 1,803 10,0

56 Rovigo 0,162 48,5 112 Trieste 2,230 0,0

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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2.3. Imprese e lavoro

Di tutti gli ambiti analizzati nella presente ricerca, quello del lavoro e delle

imprese mostra la maggiore affinità rispetto al Non Canavese e al resto d’Italia.

Le variabili utilizzate sono state:

Tasso di imprenditorialità;

Percentuale imprese dei servizi su totale imprese attive;

Percentuale imprese manifatturiere su totale imprese attive;

Percentuale imprese agricole su totale imprese attive;

Peso percentuale ditte individuali su totale imprese attive;

Procedure concorsuali in rapporto alle imprese attive;

Variazione % delle imprese attive dall'inizio della crisi;

Tasso di disoccupazione;

Tasso di occupazione;

Tasso di inattività.

L’asse relativo a lavoro e imprese ha incluso nell’analisi fattoriale i parametri

relativi all’occupazione, creando dunque un asse che posiziona le province rispetto alla

maggiore o minore occupabilità della popolazione, costituendo pertanto la variabile

fondamentale sulla base della quale distanziare le varie province.

Balza subito agli occhi che Canavese e Non Canavese stanno meglio del resto

d’Italia, il primo ancora più del secondo. Anche se considerando i risultati del solo Nord il

tasso di disoccupazione non è tra i più bassi (6,9%), è sul fronte dell’inattività (47,6%) e

dell’occupazione (48,8%) che il Canavese presenta valori più confortanti e comunque

prossimi a quelli del Non Canavese, rispettivamente a 47,3% e 47,8%.

Percentuali di disoccupazione relativamente elevate e più prossime alla media

dell’intera penisola si possono spiegare con la diffusa presenza di ditte individuali e con

un tipo di crisi che, se è vero essere presente dappertutto in Europa, senz’altro colpisce

facilmente i più “piccoli” e i meno solidi. Le ditte individuali sono presenti con il 70,8% sul

totale e, al cospetto delle grandi fabbriche, oltre a non offrire manodopera di massa,

sono molto più esposte al rischio di chiusura.

Guardando ai parametri non inseriti in analisi ma comunque informativi, c’è da

dire che dall’inizio della crisi il numero di imprese attive è andato aumentando in

entrambe le zone del Piemonte poste sotto la nostra lente d’ingrandimento. Nel Canavese

l’aumento è pari al 2,6% e il dato senz’altro è confortante se si osservano i numerosi

segni meno davanti ad altrettante realtà del Nord Italia. Di sicuro il territorio risente

fortemente della crisi come tutta l’Italia settentrionale ma è dunque evidente che poteva

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

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andare molto peggio. Allo stesso tempo, positivo anche il basso tasso di apertura di

procedure concorsuali in rapporto alla presenza di imprese attive (1,1%); praticamente,

con ciò si misura il numero di aziende in difficoltà e pronte ad essere dichiarate fallite.

Avere poche aziende che si trovano in questa specie di “anticamera del fallimento” è

sicuramente un buon segnale.

Il tasso di imprenditorialità, inteso come numero di imprese attive ogni 1.000

abitanti, si mostra molto simile tra Canavese, Non Canavese e media italiana

attestandosi intorno a quota 90.

Quanto detto più sopra rispetto al cosiddetto valore aggiunto delle aziende, trova

una sua spiegazione nel dato relativo al tipo di produzione. Abbiamo già visto, infatti, che

la redditività delle imprese nel Canavese non è all’altezza di quelle del Non Canavese e

della media italiana ma ciò si può spiegare con il fatto che sono quelle dei servizi ad

avere la migliore “resa” e sono proprio loro a scarseggiare rispetto a quelle

manifatturiere. La produzione è dunque molto più centrata sul manifatturiero rispetto ai

servizi: le imprese che si dedicano a questo ambito incidono per un 51% mentre nel Non

Canavese l’indice sale a 67,1% ed è a 57,4% in Italia.

Asse relativo al lavoro e imprese definito dall’analisi fattoriale

Peso ditte individuali

Tasso di disoccupazione

Tasso di inattivà

Tasso di occupazione

CANAVESE

NON CANAVESE

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 83,1%

OCCUPAZIONE - DISOCCUPAZIONE

Province del NORD

Province del SUD

(ASSE 2: VAR.SPIEGATA 11,6%)*

*Nella costruzione dell'indicatore viene usato solo il primo asse

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

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Ancora una volta, l’affinità del Canavese è maggiore con la realtà di Grosseto che

con quella di Chieti. Lo si evince dalla tabella riportata qui sotto dove il coefficiente di

performance del mercato del lavoro pone abbastanza vicini i primi due territori citati.

Il tasso di disoccupazione, ad esempio, è pressoché sovrapponibile tra Canavese e

Grosseto (sotto il 7%), mentre è di quasi 2 punti percentuali più elevato in provincia di

Chieti. Anche per quanto riguardo il tasso di occupazione c’è sicuramente più similitudine

tra Canavese e Grosseto (divario di 2,7 punti a favore del primo) rispetto a Canavese e

Chieti (il divario sale a 6,7 punti).

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Alte-basse performance mercato del lavoro (occupazione / disoccupazione)

Pos. Area Coeff. Punteggio Pos. Area Coeff. Punteggio

1 Milano -1,571 100,0 57 Olbia-Tempio -0,314 65,6

2 Bolzano -1,453 96,8 58 Alessandria -0,281 64,7

3 Modena -1,330 93,4 59 Livorno -0,272 64,5

4 Vicenza -1,279 92,0 60 Terni -0,264 64,3

5 Bologna -1,252 91,3 61 Asti -0,263 64,2

6 Parma -1,232 90,7 62 Grosseto -0,214 62,9

7 Como -1,198 89,8 63 Savona -0,187 62,2

8 Reggio nell'Emilia -1,170 89,0 64 Ascoli Piceno -0,141 60,9

9 Verona -1,156 88,6 65 Barletta-Andria-Trani -0,138 60,8

10 Bergamo -1,145 88,3 66 ITALIA -0,138 60,8

11 Lecco -1,102 87,2 67 Imperia -0,058 58,6

12 Trento -1,074 86,4 68 Teramo -0,058 58,6

13 Aosta -1,052 85,8 69 L'Aquila -0,001 57,1

14 Ravenna -1,051 85,8 70 Fermo 0,005 56,9

15 Prato -1,045 85,6 71 Massa-Carrara 0,054 55,6

16 Pordenone -1,020 84,9 72 Latina 0,078 54,9

17 Treviso -0,991 84,1 73 Pescara 0,095 54,4

18 Padova -0,984 83,9 74 Cagliari 0,415 45,7

19 Varese -0,974 83,7 75 Chieti 0,471 44,1

20 Rimini -0,960 83,3 76 Frosinone 0,501 43,3

21 Cuneo -0,929 82,4 77 Viterbo 0,539 42,3

22 Firenze -0,921 82,2 78 Isernia 0,555 41,9

23 Belluno -0,913 82,0 79 Rieti 0,573 41,4

24 Brescia -0,897 81,5 80 Nuoro 0,633 39,7

25 Mantova -0,853 80,3 81 Sassari 0,643 39,5

26 Forlì-Cesena -0,847 80,2 82 Ogliastra 0,813 34,8

27 Pesaro e Urbino -0,819 79,4 83 Ragusa 0,818 34,7

28 Roma -0,806 79,1 84 Medio Campidano 0,821 34,6

29 Venezia -0,786 78,5 85 Bari 0,980 30,2

30 Novara -0,772 78,1 86 Carbonia-Iglesias 1,028 28,9

31 Cremona -0,769 78,1 87 Oristano 1,054 28,2

32 Siena -0,717 76,7 88 Catanzaro 1,063 28,0

33 Ferrara -0,690 75,9 89 Campobasso 1,067 27,9

34 Sondrio -0,688 75,8 90 Salerno 1,118 26,5

35 Piacenza -0,657 75,0 91 Potenza 1,160 25,3

36 Lodi -0,653 74,9 92 Taranto 1,193 24,4

37 Pisa -0,649 74,8 93 Matera 1,254 22,7

38 Arezzo -0,646 74,7 94 Avellino 1,297 21,6

39 Ancona -0,613 73,8 95 Brindisi 1,356 20,0

40 Rovigo -0,607 73,6 96 Messina 1,362 19,8

41 Pistoia -0,591 73,2 97 Benevento 1,370 19,6

42 Verbania -0,583 73,0 98 Napoli 1,424 18,1

43 Udine -0,571 72,7 99 Catania 1,426 18,1

44 Pavia -0,559 72,3 100 Siracusa 1,440 17,7

45 Non Canavese -0,547 72,0 101 Cosenza 1,462 17,1

46 Perugia -0,531 71,6 102 Lecce 1,607 13,1

47 Lucca -0,510 71,0 103 Trapani 1,622 12,7

48 Biella -0,463 69,7 104 Caserta 1,664 11,6

49 Monza e della Brianza -0,454 69,5 105 Vibo Valentia 1,701 10,5

50 Genova -0,432 68,8 106 Palermo 1,703 10,5

51 La Spezia -0,406 68,1 107 Reggio Calabria 1,832 6,9

52 Canavese -0,391 67,7 108 Foggia 1,876 5,7

53 Gorizia -0,375 67,3 109 Agrigento 1,918 4,6

54 Macerata -0,368 67,1 110 Enna 1,920 4,5

55 Trieste -0,348 66,5 111 Caltanissetta 1,929 4,3

56 Vercelli -0,338 66,3 112 Crotone 2,086 0,0

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 30

2.4. Istruzione

Per quanto riguarda l’istruzione, il Canavese si avvicina alla struttura media

nazionale molto più del Non Canavese.

Le variabili utilizzate in questo tema d’analisi sono state:

Iscritti a istituti tecnici e professionali su totale iscritti;

Iscritti per classe nelle scuole elementari pubbliche e private;

Numero di classi per 10.000 abitanti nelle scuole elementari pubbliche e private;

Attività formative per 10.000 abitanti;

Attività culturali per 10.000 abitanti;

Percentuale di diplomati tra la popolazione con più di 19 anni.

L’analisi statistica porta ad individuare un asse che definiremmo di istruzione

orientata al lavoro: gli indicatori considerati sono relativi alla tipologia di istruzione

ricevuta e suggeriscono inevitabilmente percorsi che spingono ad entrare nel mondo del

lavoro più o meno prima. Sono stati inclusi, infatti, gli iscritti presso istituti tecnici e

professionali e da questo punto di vista sia il Canavese che il Non Canavese presentano

percentuali di frequenza che si assomigliano, comunque più basse rispetto alla media

italiana.

Il divario ampio si registra se confrontiamo il numero di diplomati e la loro incidenza

sul totale della popolazione: nel Non Canavese siamo a quota 33,3% mentre nel

Canavese si scende a 28,2%, quasi 5 punti in meno del dato nazionale (33%). Il fatto

che il numero di diplomati sia abbastanza inferiore nel Canavese non costituisce un

aspetto positivo del territorio: un livello inferiore di istruzione può significare che una

parte della popolazione rischia di rimanere esclusa dai livelli reddituali migliori,

quantomeno di fare molta più fatica ad entrarvi, proprio in un prossimo futuro nel quale

sempre più la competitività internazionale chiederà ai propri attori di essere informati e

aggiornati.

Ciò può portare anche ad una sorta di impoverimento culturale del tessuto sociale e

un’ipotesi del genere non è purtroppo smentita da un altro dato che è quello relativo alle

attività formative presenti sul territorio; queste ultime sono molto più diffuse nel Non

Canavese (4,2 ogni 10.000 abitanti) rispetto al territorio del Canavese (2,3) che mostra

prestazioni inferiori pure alla media italiana (2,6). La prima delle due zone comprende

anche Torino ed è inevitabile che una città come questa sviluppi percorsi formativi più

importanti; resta il fatto che i dati sono commisurati al numero di abitanti ed è quindi

giusto pensare di offrire ad ognuno di loro le giuste opportunità, a prescindere dal tipo di

territorio abitato. Tutto ciò è tanto più vero se si pensa che anche le attività culturali del

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 31

Canavese (2,5 attività ogni 10.000 abitanti) scarseggiano al cospetto dei dati emersi nel

Non Canavese (3,0) e nel resto d’Italia (3,1).

Asse relativo all’istruzione definito dall’analisi fattoriale

Iscritti istituti tecnici/professionali su totale

Attività formative per abitanti

Percentuale di diplomati su tot. popolazione

CANAVESE

NON CANAVESE

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 63,7%

ALTO - BASSO ORIENTAMENTO AL LAVORO

Province con una FORTE istruzione legata al lavoro

Province con una MINORE istruzione legata al lavoro

(ASSE 2: VAR.SPIEGATA 18,9%)*

*Nella costruzione dell'indicatore viene usato solo il primo asse

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

Volendo passare dagli aspetti culturali a quelli più pratici, sembra interessante la

classifica presentata qui di seguito la quale ci parla di un’alta o bassa professionalità

legata al lavoro. Da questo punto di vista, il Canavese si posiziona meglio (50° posto)

rispetto al Non Canavese (98°) facendo intendere che nella connessione istruzione-lavoro

il secondo pesi maggiormente del primo e che i giovani svolgano attività lavorative

qualificate prima dei loro “cugini” del Piemonte. Alcuni parametri già segnalati

precedentemente confermano infatti un entrata più precoce nel mondo del lavoro che si

spiega del resto anche con la presenza di una popolazione più anziana, inevitabilmente

meno istruita e a suo tempo indotta a lavorare da molteplici fattori culturali piuttosto che

economici.

In questo ambito il Canavese si colloca in una posizione intermedia tra Grosseto

(38°) e Chieti (67°), quindi sembrerebbe riscontrarsi una certa similitudine tra le tre

aree.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

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Alta-bassa professionalità legata al lavoro connessione istruzione-lavoro

Pos. Area Coeff. Punteggio Pos. Area Coeff. Punteggio

1 Verbania -2,341 100,0 57 Novara -0,012 56,8

2 Vercelli -1,957 92,9 58 Catanzaro 0,052 55,6

3 Rovigo -1,888 91,6 59 Savona 0,054 55,6

4 Sondrio -1,868 91,2 60 Ancona 0,070 55,3

5 Biella -1,813 90,2 61 ITALIA 0,077 55,2

6 Belluno -1,568 85,7 62 Arezzo 0,104 54,7

7 Bolzano -1,554 85,4 63 Teramo 0,127 54,3

8 Lodi -1,533 85,0 64 Lecce 0,129 54,2

9 Pistoia -1,395 82,5 65 Napoli 0,131 54,2

10 Brescia -1,381 82,2 66 Bari 0,154 53,8

11 Mantova -1,319 81,1 67 Chieti 0,164 53,6

12 Cremona -1,224 79,3 68 Olbia-Tempio 0,200 52,9

13 Ravenna -1,204 78,9 69 Sassari 0,201 52,9

14 Brindisi -1,178 78,4 70 Caserta 0,208 52,8

15 Bergamo -1,114 77,3 71 Padova 0,219 52,6

16 Vicenza -1,106 77,1 72 Viterbo 0,240 52,2

17 Reggio nell'Emilia -1,096 76,9 73 Frosinone 0,257 51,8

18 Cuneo -1,096 76,9 74 Rimini 0,298 51,1

19 Oristano -1,067 76,4 75 Avellino 0,321 50,7

20 Lecco -1,030 75,7 76 Piacenza 0,374 49,7

21 Modena -0,949 74,2 77 Ragusa 0,383 49,5

22 Treviso -0,898 73,3 78 La Spezia 0,414 48,9

23 Pavia -0,826 71,9 79 Campobasso 0,547 46,5

24 Forlì-Cesena -0,789 71,2 80 Massa-Carrara 0,565 46,1

25 Venezia -0,731 70,2 81 Livorno 0,583 45,8

26 Nuoro -0,700 69,6 82 Latina 0,592 45,6

27 Taranto -0,694 69,5 83 Vibo Valentia 0,622 45,1

28 Asti -0,674 69,1 84 Catania 0,757 42,6

29 Ascoli Piceno -0,539 66,6 85 Trento 0,764 42,5

30 Udine -0,518 66,2 86 Perugia 0,786 42,0

31 Como -0,491 65,7 87 Ogliastra 0,791 41,9

32 Caltanissetta -0,475 65,4 88 Benevento 0,828 41,3

33 Pordenone -0,457 65,1 89 Trapani 0,842 41,0

34 Alessandria -0,448 64,9 90 Cosenza 0,864 40,6

35 Varese -0,419 64,4 91 Cagliari 0,872 40,4

36 Imperia -0,400 64,0 92 Salerno 0,900 39,9

37 Ferrara -0,400 64,0 93 Pisa 1,022 37,7

38 Grosseto -0,398 64,0 94 Siracusa 1,026 37,6

39 Macerata -0,373 63,5 95 Bologna 1,035 37,4

40 Siena -0,364 63,3 96 Potenza 1,044 37,3

41 Monza e della Brianza -0,356 63,2 97 Agrigento 1,064 36,9

42 Foggia -0,331 62,8 98 Non Canavese 1,097 36,3

43 Barletta-Andria-Trani -0,328 62,7 99 Enna 1,098 36,2

44 Fermo -0,295 62,1 100 Genova 1,103 36,2

45 Pesaro e Urbino -0,294 62,1 101 Firenze 1,215 34,1

46 Crotone -0,288 61,9 102 Palermo 1,321 32,1

47 Rieti -0,262 61,5 103 Matera 1,340 31,8

48 Prato -0,259 61,4 104 Reggio Calabria 1,407 30,5

49 Medio Campidano -0,247 61,2 105 Messina 1,414 30,4

50 Canavese -0,236 61,0 106 Milano 1,474 29,3

51 Lucca -0,193 60,2 107 L'Aquila 1,722 24,7

52 Parma -0,172 59,8 108 Terni 1,862 22,1

53 Gorizia -0,171 59,8 109 Trieste 1,884 21,7

54 Aosta -0,098 58,4 110 Isernia 1,920 21,0

55 Verona -0,079 58,1 111 Pescara 2,405 12,0

56 Carbonia-Iglesias -0,023 57,0 112 Roma 3,054 0,0

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 33

2.5. Infrastrutture

Il tema delle infrastrutture del territorio è quello che ha registrato, nei confronti

tra Canavese e le altre realtà provinciali, in particolare il Non Canavese, la maggiore

eterogeneità nei dati esaminati.

Prova ne è il fatto che l’analisi statistica fattoriale non ha raggruppato le

componenti elementari, come nei casi precedenti, in un unico asse che raccoglieva gran

parte della variabilità dei fenomeni, ma ha evidenziato due assi: un asse relativo alla

presenza più o meno consistenti di infrastrutture innovative ambientali, l’altro

espressione della mobilità su gomma.

Come è già stato accennato all’inizio, per quanto riguarda le infrastrutture

innovative ambientali Canavese e Non Canavese si mostrano quasi sovrapponibili e

meglio strutturate della media delle province italiane, mentre per le infrastrutture

ascrivibili alla mobilità su gomma il Canavese è decisamente differente rispetto sia al Non

Canavese che alla media Italia.

Chiaramente, questa analisi e le valutazioni che ne conseguono sono fortemente

caratterizzate dalla morfologia del territorio e dalle distanze tra comuni afferenti alla

medesima area, le cui peculiarità possono portare a comparazioni che devono essere

analizzate nel dettaglio.

Le variabili statistiche elementari utilizzate nel descrivere il tema delle

infrastrutture sono le seguenti.

Numero di autovetture per 100 abitanti;

Numero di autobus per 10.000 abitanti;

Incidenza percentuale di autobus euro3 e superiori ;

Numero di autocarri per 100 imprese attive;

Chilometri di strade comunali interne ed esterne per chilometro quadrato;

Percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi urbani;

Numero di esercizi commerciali al dettaglio (supermercati, alimentari,

elettrodomestici e PC ogni 10.000 abitanti;

Percentuale di veicoli industriali euro2 e inferiori sul totale.

Come detto, essendo due gli assi risultanti dall’analisi, si possono evidenziare

quattro quadranti. Nel quadrante di nord-ovest troviamo province che abbinano ad una

alta presenza di infrastrutture innovative ambientali una alta mobilità su gomma.

È questo il quadrante di collocazione del Canavese, che se da una parte appare

più che attento all’ambiente (è infatti l’undicesima provincia italiana per maggiore

percentuale di raccolta differenziata sul totale, 58,6%, contro una media nazionale del

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 34

33,6%), ha al contrario molti veicoli industriali inquinanti (il 53%, più della media Italia).

Anche sul fronte delle auto pro capite, il Canavese, con 64 auto ogni 100 abitanti, si

colloca al di sopra della media nazionale (60,9) e del non Canavese, così come per

quanto riguarda il numero di autocarri rispetto alle imprese (82,5 ogni 100 imprese

contro i 65,6 del Non Canavese).

Si può dunque affermare che il trasporto dei privati e quello legato alle attività

imprenditoriali avvenga prevalentemente su gomma e che l’eventuale supporto offerto da

trasporti alternativi sia ancora molto scarso. Senz’altro, trattandosi di una zona

prevalentemente collinosa e montuosa, l’attenuante della morfologia territoriale non si

può dimenticare e va considerata per spiegare la debolezza del trasporto pubblico

piuttosto che la scarsità di mezzi di trasporto alternativi come quelli ferroviari.

Il Non Canavese, per quanto osservato, si colloca invece nel quadrante sud-ovest,

ad ovest come tutte, o quasi, le province del nord (caratterizzate da una migliore

infrastrutturazione innovativa ambientale). Ad est invece si trova la quasi totalità delle

province del Sud, chiaramente limitate, a parte sporadici casi, da livelli assolutamente

carenti di raccolta differenziata ma anche da un parco auto e autocarri circolante

mediamente più vecchio e dunque tendenzialmente più inquinante.

Asse relativo alle infrastrutture definito dall’analisi fattoriale

Veicoli ind. euro 2 e inferiori

Autovetture per abitante

Autocarri per imprese attive

Supermercati e alimentari per abitanti

Commercio elettrodomestici e pc

Percentuale di raccolta differenziata sul totale

NON CANAVESE

CANAVESE

ASSE 2: VAR.SPIEGATA 24,0%

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 48,0%

ALTA-BASSA PRESENZA STRUTTURE INNOVATIVE AMBIENTALI

ALTA - BASSA MOBILITA' SU GOMMA

Province del NORD

Province del SUD

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 35

Escluse dall’analisi statistica fattoriale ma comunque da menzionare, sono il

numero di autobus ogni 10 mila abitanti, che vede il Canavese al quart’ultimo posto

nazionale con 8 mezzi, contro una media Italia di 16,6 (Non Canavese a quota 15,3),

mentre per la percentuale di autobus “moderni” su quelli circolanti, Canavese e Non

Canavese sono in linea (ma sotto alla media nazionale).

Sia per quanto riguarda le infrastrutture innovative ed ambientali che per la

mobilità su gomma le province di Grosseto e Chieti sono sostanzialmente sovrapponibili.

Mentre però per il primo tipo di infrastruttura sono estremamente differenti dal

Canavese, posizionandosi anche abbastanza al di sotto della media Italia, nel secondo

caso si collocano quasi in linea con la media nazionale, dunque in posizione intermedia

tra Non Canavese, caratterizzato da una mobilità su gomma inferiore alla media

nazionale, ed il Canavese, che è quasi all’esatto opposto.

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Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 36

Alta-bassa presenza strutture innovative/ambientali

Pos. Area Coeff. Punteggio Pos. Area Coeff. Punteggio

1 Trento -1,566 100,0 57 Pescara -0,140 63,1

2 Bergamo -1,547 99,5 58 ITALIA -0,126 62,7

3 Bolzano/Bozen -1,515 98,7 59 La Spezia -0,054 60,9

4 Lecco -1,508 98,5 60 Genova -0,034 60,3

5 Lodi -1,502 98,4 61 Carbonia-Iglesias -0,030 60,2

6 Padova -1,426 96,4 62 Fermo -0,024 60,1

7 Treviso -1,411 96,0 63 Olbia-Tempio -0,015 59,9

8 Varese -1,398 95,7 64 Ascoli Piceno -0,007 59,6

9 Pordenone -1,383 95,3 65 Ogliastra 0,075 57,5

10 Monza e della Brianza -1,333 94,0 66 Livorno 0,095 57,0

11 Firenze -1,330 93,9 67 Roma 0,118 56,4

12 Milano -1,324 93,7 68 Teramo 0,127 56,2

13 Cremona -1,320 93,6 69 Terni 0,137 55,9

14 Como -1,278 92,6 70 Imperia 0,196 54,4

15 Reggio nell'Emilia -1,239 91,6 71 Savona 0,244 53,2

16 Verona -1,196 90,4 72 Massa-Carrara 0,278 52,3

17 Vicenza -1,124 88,6 73 Chieti 0,387 49,4

18 Novara -1,076 87,3 74 Oristano 0,481 47,0

19 Mantova -1,058 86,9 75 Barletta-Andria-Trani 0,500 46,5

20 Bologna -1,037 86,3 76 Grosseto 0,554 45,1

21 Brescia -1,019 85,9 77 Latina 0,595 44,1

22 Udine -0,925 83,4 78 Lecce 0,631 43,1

23 Venezia -0,920 83,3 79 Rieti 0,657 42,5

24 Parma -0,916 83,2 80 Catania 0,671 42,1

25 Gorizia -0,868 81,9 81 Viterbo 0,736 40,4

26 Rovigo -0,865 81,9 82 L'Aquila 0,752 40,0

27 Modena -0,861 81,8 83 Palermo 0,772 39,5

28 Forlì-Cesena -0,832 81,0 84 Ragusa 0,826 38,1

29 Ravenna -0,809 80,4 85 Siracusa 0,848 37,5

30 Belluno -0,747 78,8 86 Cagliari 0,858 37,2

31 Verbano-Cusio-Ossola -0,743 78,7 87 Bari 0,869 37,0

32 Canavese -0,700 77,6 88 Avellino 0,943 35,0

33 Piacenza -0,696 77,5 89 Sassari 1,016 33,2

34 Alessandria -0,695 77,5 90 Matera 1,053 32,2

35 Biella -0,675 76,9 91 Brindisi 1,125 30,3

36 Prato -0,661 76,6 92 Taranto 1,126 30,3

37 Non Canavese -0,640 76,0 93 Salerno 1,126 30,3

38 Cuneo -0,603 75,1 94 Caltanissetta 1,188 28,7

39 Ancona -0,534 73,3 95 Trapani 1,210 28,2

40 Aosta -0,488 72,1 96 Agrigento 1,232 27,6

41 Asti -0,466 71,5 97 Campobasso 1,246 27,2

42 Pisa -0,460 71,4 98 Catanzaro 1,250 27,1

43 Siena -0,414 70,2 99 Frosinone 1,264 26,7

44 Trieste -0,395 69,7 100 Benevento 1,270 26,6

45 Pistoia -0,377 69,2 101 Crotone 1,274 26,5

46 Ferrara -0,357 68,7 102 Napoli 1,307 25,6

47 Pavia -0,353 68,6 103 Messina 1,330 25,0

48 Pesaro e Urbino -0,323 67,8 104 Cosenza 1,445 22,1

49 Lucca -0,294 67,1 105 Isernia 1,513 20,3

50 Medio Campidano -0,210 64,9 106 Foggia 1,656 16,6

51 Perugia -0,209 64,9 107 Potenza 1,755 14,0

52 Vercelli -0,188 64,3 108 Enna 1,766 13,8

53 Macerata -0,177 64,1 109 Caserta 1,809 12,6

54 Sondrio -0,177 64,1 110 Reggio di Calabria 1,875 10,9

55 Rimini -0,149 63,3 111 Nuoro 2,282 0,4

56 Arezzo -0,144 63,2 112 Vibo Valentia 2,297 0,0

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 37

Bassa-alta mobilità su gomma

Pos. Area Coeff. Punteggio Pos. Area Coeff. Punteggio

1 Genova -2,992 100,0 57 Agrigento 0,149 41,5

2 Foggia -2,382 88,7 58 Pisa 0,169 41,2

3 Venezia -2,364 88,3 59 Mantova 0,178 41,0

4 Bolzano/Bozen -2,319 87,5 60 Vicenza 0,187 40,8

5 Barletta-Andria-Trani -2,093 83,3 61 Ascoli Piceno 0,210 40,4

6 Milano -1,976 81,1 62 Bergamo 0,213 40,4

7 Bari -1,921 80,1 63 Cagliari 0,218 40,3

8 Trieste -1,787 77,6 64 Pavia 0,221 40,2

9 Taranto -1,692 75,8 65 Varese 0,231 40,0

10 La Spezia -1,689 75,7 66 Teramo 0,275 39,2

11 Imperia -1,646 75,0 67 Catanzaro 0,368 37,5

12 Napoli -1,193 66,5 68 Udine 0,391 37,0

13 Caserta -1,042 63,7 69 Cosenza 0,402 36,8

14 Medio Campidano -1,002 63,0 70 Como 0,404 36,8

15 Massa-Carrara -0,976 62,5 71 Alessandria 0,435 36,2

16 Caltanissetta -0,950 62,0 72 Arezzo 0,436 36,2

17 Livorno -0,883 60,7 73 Trapani 0,442 36,1

18 Lodi -0,791 59,0 74 Brescia 0,458 35,8

19 Salerno -0,785 58,9 75 Forlì-Cesena 0,459 35,8

20 Sassari -0,746 58,2 76 Piacenza 0,462 35,7

21 Bologna -0,743 58,2 77 Messina 0,478 35,4

22 Pescara -0,730 57,9 78 Modena 0,514 34,7

23 Non Canavese -0,717 57,7 79 Pordenone 0,521 34,6

24 Savona -0,695 57,2 80 Fermo 0,534 34,4

25 Trento -0,682 57,0 81 Nuoro 0,548 34,1

26 Carbonia-Iglesias -0,681 57,0 82 Macerata 0,562 33,8

27 Prato -0,667 56,7 83 Siracusa 0,572 33,7

28 Rimini -0,657 56,5 84 Reggio di Calabria 0,594 33,3

29 Padova -0,618 55,8 85 Viterbo 0,594 33,3

30 Matera -0,605 55,6 86 Cuneo 0,610 33,0

31 Cremona -0,539 54,3 87 Novara 0,688 31,5

32 Palermo -0,525 54,1 88 Terni 0,725 30,8

33 Enna -0,521 54,0 89 Canavese 0,736 30,6

34 Brindisi -0,465 53,0 90 Lecco 0,742 30,5

35 Verona -0,443 52,6 91 Latina 0,750 30,4

36 Rovigo -0,379 51,4 92 Ravenna 0,782 29,8

37 Pistoia -0,336 50,6 93 Sondrio 0,813 29,2

38 Crotone -0,336 50,6 94 Roma 0,878 28,0

39 Benevento -0,326 50,4 95 Asti 0,904 27,5

40 Gorizia -0,295 49,8 96 Perugia 0,921 27,2

41 Ferrara -0,250 49,0 97 Reggio nell'Emilia 0,964 26,4

42 Oristano -0,202 48,1 98 Vercelli 0,974 26,2

43 Aosta -0,196 48,0 99 Olbia-Tempio 0,980 26,1

44 ITALIA -0,160 47,3 100 Vibo Valentia 1,073 24,3

45 Monza e della Brianza -0,057 45,4 101 Ragusa 1,174 22,5

46 Lucca -0,040 45,1 102 Biella 1,205 21,9

47 Parma -0,009 44,5 103 Siena 1,207 21,9

48 Grosseto -0,009 44,5 104 Verbano-Cusio-Ossola 1,209 21,8

49 Lecce -0,002 44,3 105 L'Aquila 1,238 21,3

50 Treviso 0,066 43,1 106 Belluno 1,366 18,9

51 Chieti 0,066 43,1 107 Frosinone 1,373 18,8

52 Campobasso 0,074 42,9 108 Rieti 1,593 14,7

53 Ancona 0,084 42,8 109 Catania 1,772 11,3

54 Avellino 0,086 42,7 110 Ogliastra 1,905 8,9

55 Potenza 0,130 41,9 111 Firenze 2,130 4,7

56 Pesaro e Urbino 0,136 41,8 112 Isernia 2,381 0,0

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 38

2.6. Salute

Per ultimo, ma non certo meno importante, si affronta il tema della salute. Qualità

della vita piuttosto che benessere dei cittadini sono due concetti che non si possono

scindere da quello della salute. Quando si dice che i soldi non sono tutto e che basta la

salute, si pensa proprio allo stare bene personalmente piuttosto che al tipo di servizi di

cui disporre in caso di necessità.

È questo l’ambito in cui sia il Canavese che il Non Canavese si pongono in

posizione più elevata rispetto alle graduatorie provinciali di tutti gli ambiti, con il Non

Canavese al dodicesimo posto ed il Canavese al diciassettesimo.

In questo caso, i parametri di base utilizzati sono stati:

Morti per 100 incidenti stradali;

Tasso di natalità;

Tasso di mortalità;

Indice di vecchiaia;

Numero di farmacie e parafarmacie per 10.000 abitanti;

Rischio di ospedalizzazione;

Degenza ordinaria;

Tasso di mortalità per tumore .

Bisogna subito premettere che le province del Nord, tra cui Canavese e Non

Canavese, si collocano sulle posizioni dell’asse che indicano elevate performance

sanitarie, mentre quelle del Sud evidenziano prestazioni inferiori.

Per parlare della salute nel Canavese, comunque, è necessario un richiamo a

quanto sottolineato più sopra e cioè al non trascurabile peso degli anziani sulla

popolazione e al costante invecchiamento della stessa. L’indice di vecchiaia, vale a dire

l’incidenza di coloro che hanno superato i 65 anni sui minori di 14 anni, è pari a 175,4%

mentre la media italiana non supera quota 144,5%. Trattandosi di un territorio del Nord,

questo dato non deve sorprendere più di tanto poiché il Canavese si trova in compagnia

di tante altre realtà dell’Italia settentrionale. E si trova in linea con i dati di questa parte

dell’Italia anche sul tasso di mortalità per tumore (31,2%), purtroppo superiore alla

media (29,7%) e alla maggior parte delle città meridionali.

Canavese e Non Canavese si distinguono entrambi sul fronte della cosiddetta

ospedalizzazione e cioè sul calcolo delle probabilità di subire un ricovero in ospedale,

fatto 100 il valore nazionale. Il Canavese, nella graduatoria di questo specifico

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 39

parametro, è all’undicesimo posto (81,1, il valore più basso è quello di Pistoia con 72,4),

mentre il Non Canavese è al diciottesimo con 82,8.

Ovviamente questo è un dato che racconta abbastanza del tenore di vita dei

cittadini ma che aiuta pure a misurare la capacità d’informazione e prevenzione da parte

di chi è preposto ad evitare che il peggio accada. Una maggiore presenza di servizi ed

infrastrutture sanitarie per la prevenzione e la diagnosi possono anticipare e risolvere

casi per i quali altrove in Italia si finisce ricoverati.

I dati sulla degenza ordinaria, e cioè il numero medio di giornate trascorse in

ospedale, sono senz’altro più elevati al Nord Italia; Canavese con 8 giorni piuttosto che

Non Canavese con 8,4 giorni, non fanno eccezione rispetto alla media nazionale ferma a

quota 7. Ancora una volta, da una parte si può ricordare che una popolazione

mediamente più anziana come quella dell’Italia settentrionale, richiede inevitabilmente

ricoveri più numerosi e più lunghi, dall’altra si può riflettere sulla qualità dei servizi che

possono attirare al Nord anche i cittadini meridionali disposti a soggiornare nell’ospedale

più a lungo.

Fa riflettere anche il dato relativo al numero di morti per incidente stradale: il

peso nel Canavese (3 ogni 100 incidenti) è superiore a quello rilevato a livello nazionale

(2 ogni 100) e soprattutto a quello del Non Canavese (1,7).

Asse relativo alla salute definito dall’analisi fattoriale

Rischio ospedalizzazione Degenza ordinaria

Tasso di mortalità per tumore

NON CANAVESE

CANAVESEASSE 1: VAR.SPIEGATA 67,0%

BASSE - ALTEPERFORMANCE SANITARIE

Province del NORD

Province del SUD

(ASSE 2: VAR.SPIEGATA 22,0%)*

*Nella costruzione dell'indicatore viene usato solo il primo asse

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 40

Anche il numero di farmacie e parafarmacie è inferiore nel Canavese, ma

sappiamo che questo parametro può essere fortemente inficiato dalla dimensione media

dei comuni afferenti a tale ambito.

Nel consueto confronto del Canavese con Grosseto e Chieti, è necessario

distinguere nettamente due situazioni: Grosseto si trova al settimo posto della

graduatoria e si può sicuramente dire che la provincia toscana sia del tutto in linea con

l’area torinese. Discorso contrario, invece, per quanto riguarda Chieti la cui realtà occupa

gli ultimi posti della classifica, quindi nemmeno lontanamente comparabile alla struttura

rilevata nel Canavese e questo soprattutto a causa del tasso di mortalità per tumore che

scende al 25,5% e ad un rischio di ospedalizzazione che invece sale a quota 123,6.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Canavese da identità storico culturale a identità geografica

A cura del Centro Studi Sintesi 41

Alta-bassa performance sanitaria

Pos. Area Coeff. Punteggio Pos. Area Coeff. Punteggio

1 Trieste 2,347 100,0 57 Monza e della Brianza 0,172 50,0

2 Belluno 1,765 86,6 58 Ascoli Piceno 0,155 49,6

3 Gorizia 1,563 82,0 59 Rimini 0,145 49,4

4 Asti 1,521 81,0 60 Reggio nell'Emilia 0,101 48,3

5 Genova 1,482 80,1 61 Lecco 0,086 48,0

6 Alessandria 1,398 78,2 62 Milano 0,063 47,5

7 Grosseto 1,354 77,2 63 Medio Campidano 0,056 47,3

8 Lucca 1,302 76,0 64 Como 0,044 47,0

9 Siena 1,302 76,0 65 Bergamo 0,027 46,6

10 Udine 1,245 74,7 66 ITALIA 0,002 46,1

11 Livorno 1,225 74,2 67 Rieti -0,334 38,3

12 Non Canavese 1,204 73,7 68 Roma -0,368 37,5

13 Ferrara 1,172 73,0 69 Brescia -0,368 37,5

14 Rovigo 1,155 72,6 70 Ragusa -0,511 34,3

15 Verbano-Cusio-Ossola 1,100 71,3 71 Oristano -0,517 34,1

16 Biella 1,088 71,1 72 Potenza -0,524 34,0

17 Canavese 1,064 70,5 73 Matera -0,569 32,9

18 Pisa 1,018 69,4 74 Nuoro -0,594 32,4

19 Cuneo 0,996 68,9 75 Lecce -0,624 31,7

20 Firenze 0,980 68,6 76 Isernia -0,650 31,1

21 Imperia 0,969 68,3 77 Frosinone -0,726 29,3

22 La Spezia 0,940 67,6 78 Olbia-Tempio -0,780 28,1

23 Savona 0,932 67,5 79 Carbonia-Iglesias -0,789 27,9

24 Vercelli 0,916 67,1 80 Sassari -0,863 26,2

25 Novara 0,907 66,9 81 Brindisi -0,866 26,1

26 Massa-Carrara 0,881 66,3 82 Benevento -0,867 26,1

27 Pistoia 0,833 65,2 83 Palermo -0,867 26,1

28 Parma 0,815 64,8 84 Catanzaro -0,871 26,0

29 Arezzo 0,811 64,7 85 Avellino -0,877 25,8

30 Terni 0,803 64,5 86 Bolzano/Bozen -0,915 25,0

31 Piacenza 0,794 64,3 87 Teramo -0,929 24,6

32 Prato 0,783 64,0 88 Latina -0,931 24,6

33 Venezia 0,769 63,7 89 Campobasso -0,983 23,4

34 Bologna 0,736 62,9 90 Messina -0,987 23,3

35 Aosta 0,702 62,2 91 Cagliari -0,998 23,1

36 Trento 0,627 60,4 92 Taranto -1,020 22,5

37 Pavia 0,608 60,0 93 Trapani -1,064 21,5

38 Cremona 0,576 59,3 94 Agrigento -1,168 19,1

39 Forlì-Cesena 0,539 58,4 95 Bari -1,174 19,0

40 Padova 0,533 58,3 96 Caserta -1,175 19,0

41 Pordenone 0,509 57,7 97 L'Aquila -1,182 18,8

42 Ravenna 0,485 57,2 98 Vibo Valentia -1,317 15,7

43 Treviso 0,459 56,6 99 Salerno -1,331 15,4

44 Macerata 0,449 56,3 100 Reggio di Calabria -1,353 14,9

45 Viterbo 0,426 55,8 101 Cosenza -1,355 14,8

46 Pesaro e Urbino 0,413 55,5 102 Napoli -1,403 13,7

47 Vicenza 0,380 54,8 103 Catania -1,424 13,3

48 Modena 0,370 54,5 104 Barletta-Andria-Trani -1,431 13,1

49 Mantova 0,365 54,4 105 Chieti -1,446 12,7

50 Sondrio 0,311 53,2 106 Pescara -1,457 12,5

51 Perugia 0,297 52,8 107 Enna -1,510 11,3

52 Ancona 0,293 52,8 108 Siracusa -1,566 10,0

53 Fermo 0,289 52,7 109 Ogliastra -1,871 3,0

54 Varese 0,256 51,9 110 Crotone -1,884 2,7

55 Lodi 0,233 51,4 111 Foggia -1,886 2,6

56 Verona 0,186 50,3 112 Caltanissetta -2,000 0,0

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche “tipiche” italiane

A cura del Centro Studi Sintesi 42

3. Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche “tipiche” italiane

La qualità della vita, il livello di benessere, la condizione socio-culturale, lo stato

dell’economia e delle infrastrutture sono tutti assets che fanno di un territorio un luogo

attrattivo per la vita delle persone e per la permanenza delle imprese o, per converso, se

non sufficientemente sviluppati e di qualità adeguata, rappresentano delle criticità che

devono essere necessariamente portate alla luce per tentare di definire strategie utili alla

loro risoluzione ed implementazione.

Fare una valutazione delle caratteristiche di un territorio non può prescindere dal

confronto con realtà simili o che possono facilmente essere accostate ad essa; per questo

pare opportuno mettere in relazione risultanti statistiche del Canavese con quanto

emerge in territori culturalmente e storicamente riconosciuti che appartengono a contesti

diversi del nostro Paese.

3.1. Benessere economico

Le singole aggregazioni utilizzate come termine di paragone nascono dalla

consapevolezza delle persone che le abitano, non esistono geograficamente, hanno

confini che si tramandano ormai di generazione in generazione, ma quasi certamente

hanno un unico comune denominatore che le unisce, ed è l’identità storico-economica e

culturale che le contraddistingue.

L’analisi statistica può dunque essere portata avanti mettendo assieme i risultati

ottenuti dal Canavese con quanto si evince da territori come la Garfagnana in provincia di

Lucca, il Montefeltro in provincia di Pesaro-Urbino, il circondario imolese in provincia di

Bologna e la Franciacorta in provincia di Brescia. Il primo risultato che si evince è quello

di una posizione piuttosto defilata del Canavese. L’appartenenza all’area relativa al

contesto “Nord” del Paese è proprio ai limiti, tanto che nell’analisi fattoriale si riscontra

un chiaro distacco da parte di tutte le altre aree individuate. Il benessere manifestato

negli altri contesti territoriali individuati è superiore rispetto a quello del Canavese, e la

stessa presenza contenuta di sportelli bancari (5,1 per 10.000 abitanti) “spiega” una

attrattività bancaria minore rispetto a realtà come il Circondario Imolese (9,0), il

Montefeltro (9,8) e la Garfagnana (10,4).

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche “tipiche” italiane

A cura del Centro Studi Sintesi 43

Attrattività bancaria “deficitaria” sicuramente legata ad una minore ricchezza e

disponibilità di risorse sul territorio, ma anche ad un contesto imprenditoriale meno attivo

o meglio meno produttivo (il valore aggiunto per impresa nel Canavese è di 200 mila

euro per impresa) rispetto a situazioni a forte connotazione artigianale ed industriale

come possono essere e di fatto risultano essere quella della Franciacorta (362 mila euro)

e del Circondario Imolese (quasi 307 mila euro).

Va un po’ meglio rispetto all’imprenditoria dei servizi e alla scelta di rinnovare il

parco auto (oltre il 40% delle auto circolanti risulta essere euro4 o superiori),

caratteristiche che spostano il Canavese in un contesto meno deficitario, tuttavia anche

per la Garfagnana e il Montefeltro l’inferenza fatta sulle variabili considerate porta a

risultati migliori rispetto al contesto della parte più a nordest della provincia di Torino.

Asse relativo al benessere economico definito dall’analisi fattoriale

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche “tipiche” italiane

A cura del Centro Studi Sintesi 44

3.2. Demografia e sociale

Da un punto di vista demografico abbiamo in parte già sottolineato come il

Canavese si contraddistingua per una popolazione mediamente più anziana di altre parti

d’Italia (45 anni contro i 43 della media Italia), con tutti i problemi che ne derivano.

Anche messo al fianco di realtà diverse da quelle contraddistinte dalla dimensione

geografica provinciale e passando ad un confronto basato su aggregati culturali e storici

omogenei risulta confermata per il Canavese una transizione demografica già avvenuta

(progressivo invecchiamento di una popolazione già abbastanza anziana e scarsa

natalità), tipica peraltro delle zone più a nord del Paese.

L’asse individuato attraverso l’analisi statistica fattoriale evidenzia una marcata

caratterizzazione del Canavese per una tipologia familiare “tradizionale” e popolazione

mediamente più “anziana” e stanziale. Fenomeni che accomunano l’area a quella della

Garfagnana, dove l’età media risulta piuttosto elevata (47,2 anni) e differisce in maniera

evidente da quella dell’intero Paese (43,0), l’invecchiamento è costante (1,7 anni negli

ultimi nove per la Garfagnana) anche se in linea con la media Italia (+1,6) e dimensione

media familiare di 2,4 individui (nel Canavese la famiglia ha mediamente 2,2

componenti). Maggiore dinamismo demografico si riscontra nella Franciacorta (età media

40,6 anni) che per certi versi appare quasi una realtà del centro-sud anziché del nord

d’Italia. L’invecchiamento della popolazione, del resto, risulta meno evidente nel

Canavese (+1,1 anni) rispetto a quanto avviene nella Garfagnana e nella Franciacorta

(+1,2), ma questo dipende, soprattutto nel secondo caso, dal fatto che si partiva da una

età media nettamente più bassa rispetto a molte altre parti del Paese.

Popolazione anziana e invecchiamento della popolazione contrastano con la

possibilità di dare sfogo allo sviluppo ed al contrario portano con sé problemi socio

economici non indifferenti, non ultimo quello della gestione e dei costi del servizio

sanitario locale e della tenuta del sistema previdenziale almeno in ambito territoriale

ristretto. Da questo punto di vista, il Montefeltro, la Franciacorta e lo stesso Circondario

Imolese sono avvantaggiati rispetto al Canavese e possono orientare, almeno sulla carta,

le risorse disponibili verso un utilizzo più proficuo in ottica di sviluppo.

Piuttosto elevata la percentuale di popolazione divorziata nel Canavese (2,7%),

solo nel Circondario Imolese in provincia di Bologna (2,9%) troviamo un tasso di

divorziati superiore, mentre da questo punto di vista le famiglie appartenenti della

Franciacorta (1,9%), Garfagnana (1,7%) e Montefeltro (1,4%) appaiono più “all’antica”.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche “tipiche” italiane

A cura del Centro Studi Sintesi 45

Asse relativo alla demografia definito dall’analisi fattoriale

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche “tipiche” italiane

A cura del Centro Studi Sintesi 46

3.3. Imprese e lavoro

Nell’interazione tra attività produttive e lavoro emergono chiaramente i tratti

caratteristici delle aree che abbiamo posto a confronto. Non solo una differente

formazione dell’apparato produttivo, con prevalenza di piccola impresa (70,8% di ditte

individuali) da una parte e di grossi poli industriali dall’altra, ma anche scelte lavorative

diverse e percorsi formativi che vengono orientati se non proprio dirottati verso la

differente struttura produttiva con un diverso approccio al mercato del lavoro da parte

dei giovani residenti.

Il Canavese palesa le difficoltà che la crisi economica ha portato con sé, su questo

versante è piuttosto evidente come le attività economico-produttive presenti nei territori

corrispondenti alla Franciacorta (solamente il 55,1% le imprese individuali) da una parte

e al Circondario Imolese (61,2% le ditte individuali) dall’altra hanno saputo affrontare

questa situazione in maniera più decisa, limitando così i danni.

Nel Canavese, al contrario, si registra una flessione di molte delle variabili

fondamentali dell’economia tanto da relegare la realtà stessa nelle retrovie della speciale

graduatoria fatta ponendola a confronto con alcune tra le più note zone culturalmente e

storicamente riconosciute in Italia.

Stiamo parlando di contesti territoriali con economie solide anche se di vecchia

industrializzazione dove l’artigianato, la piccola impresa, ma anche alcune declinazioni

della grande industria hanno fatto per molti anni da traino all’economia dell’intero Paese.

In tal senso ci sta che il Canavese (valore aggiunto medio per impresa di

200.465) si collochi dopo la Franciacorta (362.249 euro per impresa) e il Circondario

Imolese (306.718 euro), appare un po’ meno scontata la presenza in migliore posizione

rispetto al Canavese stesso della Garfagnana (223.144 euro) e del Montefeltro (208.119

euro). I tassi di occupazione tutto sommato accettabili (48,8% contro il 44,3% della

media Italia) e la disoccupazione al momento ancora contenuta (6,9% contro l’8,4%

della media nazionale) disegnano una situazione territoriale in linea con quella del

Montefeltro e della Garfagnana, sicuramente migliore di quella media italiana anche se

meno brillante di quella della Franciacorta. Rimane preoccupante la progressiva ascesa

degli inattivi e con essa del tasso di inattività che per i soggetti con più di 14 anni ha

raggiunto il 47,6% nel Canavese. Si tratta di un fenomeno che riguarda tutte le realtà del

Paese e che in parte è legato al progressivo invecchiamento della popolazione ma che

evidenzia uno scoraggiamento, soprattutto tra i più giovani, a ricercare lavoro, con

l’effetto di presentare un tasso di disoccupazione “artificiosamente” (per un mero effetto

matematico) inferiore a quello reale.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche “tipiche” italiane

A cura del Centro Studi Sintesi 47

Asse relativo al lavoro e imprese definito dall’analisi fattoriale

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche “tipiche” italiane

A cura del Centro Studi Sintesi 48

3.4. Istruzione

Sul modo di recepire l’istruzione e su come portare avanti gli studi da parte dei

giovani ci sono stili diversi anche tra il Canavese e le aree che abbiamo considerato in

questa analisi. Per tradizione ma anche per scelte dettate dalle necessità del tessuto

economico locale ci si comporta in maniera leggermente diversa se si vive nel Canavese

piuttosto che nella Garfagnana o nel Montefeltro.

Il numero di diplomati e la loro incidenza sul totale della popolazione risulta

piuttosto basso nel Canavese (solo 28,2% dei residenti con più di 19 anni risulta

diplomato), evidenza che era emersa nel confronto provinciale ma che non trova

conferma se accostata al Montefeltro (24,7%), alla Garfagnana (22,9%) e alla

Franciacorta (24,4).

Toscana e Marche sono regioni riconosciute per il buon grado di istruzione media e il

livello di attenzione alla cultura, tuttavia non sorprende ritrovare realtà tipiche di queste

due regioni in posizioni estreme per caratterizzazione culturale e scolastica e quindi simili

alle caratteristiche del Canavese più che a quelle delle regioni di cui fanno parte.

Come per il Canavese, anche nella Garfagnana e nel Montefeltro la forte presenza di

anziani che probabilmente non ha portato a termine il percorso di studi e di giovani che

hanno preferito interrompere la carriera scolastica per accedere al mondo del lavoro, ha

fatto scendere i tassi di scolarizzazione.

Le possibilità date dal mercato del lavoro, almeno fino a qualche anno fa offrivano ai

giovani la possibilità di un rapido inserimento, anzi chiedeva manodopera non

necessariamente con livelli di istruzione alti ma piuttosto con un buon grado di

specializzazione nei settori produttivi di cui quelle realtà erano e sono più ricche. Ecco

che per la Garfagnana, per il Montefeltro, per la Franciacorta così come per lo stesso

Canavese, si registra un forte orientamento dell’istruzione alle esigenze del tessuto

economico produttivo, perdendo, magari solo in parte, la possibilità di incrementare le

attenzioni nei confronti dei livelli di istruzione complessivi.

Discorso leggermente diverso vale per il Circondario Imolese (il numero dei

diplomati rappresenta il 31,5% della popolazione con più di 19 anni), su cui insiste un

tipo di industrializzazione leggermente diverso ed inoltre molti dei cittadini residenti,

almeno quelli delle classi più giovani sono inevitabilmente influenzati dall’attrazione

scolastica ma anche culturale di un polo universitario come quello bolognese.

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Asse relativo all’istruzione definito dall’analisi fattoriale

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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A cura del Centro Studi Sintesi 50

3.5. Infrastrutture

In termini di patrimonio infrastrutturale il Canavese risulta simile al Circondario

Imolese e alla Franciacorta mentre si discosta in maniera piuttosto sostanziale da

Montefeltro e Garfagnana. Risultato questo che pone il Canavese in una situazione

migliore di quello che ci si potrebbe attendere perché pur avendo una struttura

morfologica del territorio simile a quella del Montefeltro e della Garfagnana e pur con

caratteristiche simili a queste ultime anche in termini di dinamica e struttura

demografica, da un punto di vista delle infrastrutture presenti sul territorio, pur essendo

ancora implementabili non presentano deficit cronici.

Per quanto riguarda l’atteggiamento di innovazione infrastrutturale e l’attenzione

all’ambiente quando si progetta e poi si mette in piedi un nuovo percorso infrastrutturale

il Canavese (raccolta differenziata al 58,6%; 12,4 supermercati e alimentari ogni 10.000

abitanti) sembra porsi in una posizione di tutto rispetto, avvicinato, almeno in questo

ambito, solamente dalla Franciacorta (48,4%; 6,1) e dal Circondario Imolese (47,6%;

6,0). Nel primo caso stiamo parlando di una realtà che soffre ma anche beneficia della

presenza di Milano e del suo hinterland e che inoltre si trova sull’asse Torino-Venezia e

sul corridoio 5 per quanto riguarda le infrastrutture stradali e ferroviarie, nel secondo

possiamo parlare della zona che fa riferimento a Imola come di una appendice naturale

dell’aggregato metropolitano di Bologna che risulta essere uno degli snodi viari più

importanti, se non il più importante dell’intera penisola.

Il rovescio della medaglia emerge considerando l’altro asse dell’analisi, o meglio le

infrastrutture viste dal lato dei cittadini e delle imprese. Il forte utilizzo del mezzo privato

anziché quello pubblico, se stiamo parlando dei residenti, e la massiccia presenza di

veicoli industriali, magari inquinanti, se stiamo parlando di imprese sta a significare che

l’alternativa resta allo stato attuale non del tutto competitiva. Portare un numero

maggiore di utenti sugli autobus (ci sono 64,2 auto per abitante), con un servizio

migliore o trasportare volumi di merci in maggior misura su treni (nel Canavese ci sono

82,5 autocarri per 100 imprese e di questi il 53% ha normativa CEE euro 2 o peggiore,

quindi fortemente inquinanti) diventa un target primario per gli amministratori locali

canavesi, del resto lo stesso problema lo si riscontra anche nella Garfagnana (87,5 gli

autocarri per 100 imprese e il 50,0% euro 2 o inferiori) e nel Montefeltro (85,1 e 59,1%

euro 2 o inferiore).

Chiaramente, questa analisi e le valutazioni che ne conseguono sono fortemente

caratterizzate dalla morfologia del territorio e dalle distanze tra comuni afferenti alla

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Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche “tipiche” italiane

A cura del Centro Studi Sintesi 51

medesima area, le cui peculiarità possono portare a comparazioni che devono essere

analizzate nel dettaglio.

Asse relativo alle infrastrutture definito dall’analisi fattoriale

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Una similitudine tra Canavese ed altre aree socioeconomiche “tipiche” italiane

A cura del Centro Studi Sintesi 52

3.6. Salute

Nell’ambito della salute e dell’efficienza dell’apparato sanitario il Canavese si pone

in posizione più elevata rispetto alla media generale del Paese. A trascinare verso

posizioni di tutto rispetto anche nel confronto con le altre aree storico culturali affini sono

più gli elementi di efficienza sanitaria che di complessivo stato di benessere e di salute

della popolazione residente nel Canavese.

Non dimentichiamo che le caratteristiche demografiche dell’area, come già

denunciato in precedenza, mettono in luce una realtà piuttosto anziana, che non presenta

grossi problemi di patologie legate all’eccessiva industrializzazione, ma che

inevitabilmente si scontra con esigenze sanitarie più marcate rispetto ad una popolazione

giovane.

Ecco che il Canavese si avvicina alla Garfagnana per durata media della degenza

ordinaria (in media 8 giorni nel primo caso, 8,1 nel secondo) ed al Montefeltro (79,5%) e

al Circondario Imolese (79,9%) per il rischio di ospedalizzazione (in tutti e tre i casi circa

il 20% inferiore alla probabilità media italiana di far ricorso a strutture sanitarie).

Sorprende che il tasso di mortalità per tumore sia, seppur contenuto, più alto di quello

della Franciacorta (29,7%), una realtà che geograficamente si colloca a ridosso di un

agglomerato industriale molto intenso e dove l’inquinamento prodotto dal sistema

produttivo risulta piuttosto importante.

Per il Canavese invece si può dire che la capacità di fare prevenzione da una parte

e un sistema sanitario efficiente dall’altra, unito ad una realtà ambientale che

effettivamente soffre di una industrializzazione consumata negli anni 70, ma che ad oggi

offre ancora alcune aree estese con boschi e campi coltivati, “oscilla” almeno da un punto

di vista statistico in un intervallo medio.

Dal confronto con le altre aree storico economiche d’Italia prese a raffronto

almeno da un punto di vista sanitario e di salute non si può dire che per i cittadini del

Canavese le cose vadano male, anzi vi sono più elementi che giustifichino una

valutazione positiva degli aspetti legati alla qualità della vita visti da questo punto di

osservazione.

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Asse relativo alla salute definito dall’analisi fattoriale

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese e con Pinerolese e Altro Torinese

A cura del Centro Studi Sintesi 54

4. Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese e con Pinerolese e Altro Torinese

Nel secondo capitolo della ricerca è stato posizionato il territorio Canavese rispetto

a tutte le altre province italiane, evidenziandone peculiarità e caratteristiche, gli aspetti di

similitudine con la struttura media nazionale ma anche e soprattutto le differenziazioni.

Il terzo capitolo ha poi spostato l’obiettivo dell’analisi su alcune aree

socioeconomiche omogenee nazionali, confrontandole con il Canavese per quanto

riguarda la qualità della vita, il livello di benessere, la condizione socio-culturale, lo stato

dell’economia e delle infrastrutture.

In questo capitolo si vuole ritornare strettamente sull’area del Canavese e della

provincia di Torino, cercando di focalizzare l’attenzione sugli aspetti che

contraddisinguono le diverse porzioni di un territorio che per certi versi appare come un

universo molto eterogeneo, per altri come un unicum senza soluzione di continuità.

A questo scopo, il Canavese è stato suddiviso nelle quattro zone “tipiche” che lo

contraddistinguono, ovvero l’Eporediese, il Calusiese, il Ciriacese ed il Canavese

occidentale. Per ognuna di queste aree si metteranno in evidenza le specificità e gli

elementi di differenziazione e di analogia con l’intero comprensorio del Canavese.

Inoltre, sia il Canavese complessivamente considerato che le quattro aree

“componenti” verranno poste in diretto confronto con una “tripartizione” della provincia di

Torino che, oltre al Canavese, comprenderà il Pinerolese ed il restante territorio della

provincia.

Come si vedrà, in quasi tutti i parametri il Pinerolese tende a sovrapporsi con le

risultanze del Canavese, mentre l’Altro Torinese (definendo in modo un po’ improprio

tutto ciò che non rientra nel Canavese e nel Pinerolese) assomiglia molto al Non

Canavese già esaminato nel secondo capitolo.

Per questo motivo appare opportuno concentrare maggiormente l’attenzione sulle

specificità che caratterizzano ognuna delle quattro sub-aree del Canavese, per le quali

sono state prodotte alcune schede sintetiche di analisi relativamente ai parametri che

sono entrati a pieno titolo nell’analisi statistica fattoriale utile all’esame di benchmarking.

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Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese e con Pinerolese e Altro Torinese

A cura del Centro Studi Sintesi 55

Come descritto in precedenza, le aree in cui è stato suddiviso il Canavese sono

quattro:

l’Eporediese, collocato nel quadrante nord-orientale del Canavese, che ha come

fulcro la città di Ivrea;

il Calusiese, al centro dell’area, che ha in Caluso il comune più rappresentativo;

il Ciriacese, che già nel nome la radice in Ciriè, la parte meridionale del Canavese.

il Canavese Occidentale, che ha come cornice il Parco Nazionale del Gran Paradiso e

comuni più rappresentativi in Rivarolo, Cuorgnè e Castellamonte.

Andremo ora ad approfondire i contorni socio-economici di ognuno di questi

quattro territori, ponendoli a diretto confronto con le risultanza complessive del

Canavese.

L’area dell’Eporediese è costituita da 49 comuni: in ordine alfabetico, Agliè,

Albiano d'Ivrea, Alice Superiore, Andrate, Azeglio, Banchette, Bollengo, Borgofranco

d’Ivrea, Borgomasino, Brosso, Burolo, Caravino, Carema, Cascinette d'Ivrea, Chiaverano,

Colleretto Giacosa, Cossano Canavese, Fiorano Canavese, Issiglio, Ivrea, Lessolo,

Loranzè, Lugnacco, Maglione, Meugliano, Montalto Dora, Nomaglio, Palazzo Canavese,

Parella, Pavone Canavese, Pecco, Piverone, Quagliuzzo, Quassolo, Quincinetto, Rueglio,

Salerano Canavese, Samone, Settimo Rottaro, Settimo Vittone, Strambinello,

Tavagnasco, Torre Canavese, Trausella, Traversella, Vestignè, Vico Canavese, Vidracco,

Vistrorio.

Complessivamente, l’area conta al 1° gennaio 2011 poco più di 77 mila abitanti (la

più popolosa del comprensorio). Il comune più popoloso è Ivrea, con poco più di 24 mila

abitanti e nel complesso vi sono 18 comuni al di sopra dei mille abitanti.

Dell’area del Calusiese fanno parte 21 comuni: Barone Canavese, Caluso, Candia

Canavese, Cuceglio, Foglizzo, Mazzè, Mercenasco, Montalenghe, Montanaro, Orio

Canavese, Perosa Canavese, Romano Canavese, San Benigno Canavese, San Giorgio

Canavese, San Giusto Canavese, San Martino Canavese, Scarmagno, Strambino, Vialfrè,

Villareggia, Vische.

Delle quattro ripartizioni è la meno consistente in termini di popolazione (51.667

abitanti), ma più omogeneamente distribuita; ha come capofila il comune di Caluso (circa

7.700 abitanti) ed altri 13 comuni con più di mille abitanti.

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Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese e con Pinerolese e Altro Torinese

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Sono invece 17 i comuni del Ciriacese: Barbania, Ciriè, Corio, Front, Grosso,

Levone, Lombardore, Mathi, Nole, Rivarossa, Rocca Canavese, Rondissone, San Carlo

Canavese, San Francesco al Campo, San Maurizio Canavese, Vauda Canavese, Villanova

Canavese.

Conta 66.477 abitanti, di cui quasi 19 mila a Ciriè, gli altri sparsi nei restanti

comuni, di cui solo uno (Levone) ha meno di mille abitanti.

La quarta area è il Canavese Occidentale, che si compone al suo interno di 39

comuni: Alpette, Bairo, Baldissero Canavese, Borgiallo, Bosconero, Busano, Canischio,

Castellamonte, Castelnuovo Nigra, Ceresole Reale, Chiesanuova, Ciconio, Cintano,

Colleretto Castelnuovo, Cuorgnè, Favria, Feletto, Forno Canavese, Frassinetto, Ingria,

Locana, Lusigliè, Noasca, Oglianico, Ozegna, Pertusio, Pont-canavese, Prascorsano,

Pratiglione, Ribordone, Rivara, Rivarolo Canavese, Ronco Canavese, Salassa, San

Colombano Belmonte, San Ponso, Sparone, Valperga, Valprato Soana.

L’area è costituita complessivamente da 74.144 abitanti, con tre centri principali:

Rivarolo Canavese (12.370 abitanti), Cuorgnè (10.141) e Castellamonte (10.008).

Proprio per la conformazione territoriale più spicciamente montuosa delle altre aree, ben

23 comuni afferenti al Canavese Occidentale contano meno di mille abitanti.

Esaminando innanzitutto l’ambito relativo al benessere economico, ed in

particolare i dati elementari che hanno portato a comporre l’asse secondo l’analisi

statistica fattoriale, emergono chiaramente degli elementi di differenziazione. In primo

luogo, il Canavese Occidentale tende ad abbassare la media dell’intero comprensorio per

quanto riguarda il reddito medio per famiglia, con un dato inferiore di oltre 4 mila euro

rispetto ad Eporediese e Ciriacese e di circa 2.500 rispetto al Calusiese.

L’Eporediese spicca invece per valore aggiunto per impresa più elevato, con quasi

211 mila euro. Unitamente al fatto che il reddito medio Irpef risulta più elevato, si può

concludere che questa sub-area è la più ricca in termini relativi, e non stupisce dunque il

fatto che vi siano più sportelli bancari pro capite rispetto agli altri territori.

Il valore aggiunto per impresa sensibilmente più basso nel Calusiese rispetto alle

altre realtà (poco più di 169 mila euro, oltre 31 mila in meno sulla media del Canavese)

può essere spiegato con la differente distribuzione delle attività economiche: qui solo il

45% delle imprese è attivo nei servizi (in cui è tendenzialmente più alto il valore

aggiunto), contro percentuali superiori al 50% nelle altre sub-aree, e ben il 21% delle

aziende opera nell’agricoltura (5% in più della media del Canavese). La specificità

produttiva di quest’area tende dunque ad abbassare il valore aggiunto prodotto nel

confronto con le altre.

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A cura del Centro Studi Sintesi 57

Dati elementari componenti l’asse relativo al benessere economico

Province Eporediese Calusiese Ciriacese Canavese

Occidentale Canavese

Reddito IRPEF medio per famiglia 30.606 29.074 30.681 26.450 29.161

Sportelli bancari ogni 10.000 abitanti

6,1 5,0 3,9 5,1 5,1

Valore aggiunto ai prezzi base per impresa attiva (in euro correnti)

210.968 169.298 205.950 207.670 200.465

% auto Euro4 ed Euro5 su totale 38,6 39,6 42,9 39,3 40,1

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

Similmente a quanto realizzato per la totalità delle province italiane, è stato

effettuato il benchmarking dell’area del Canavese inserito in un contesto di tripartizione

della provincia (Canavese appunto, Pinerolese e “Altro Torinese”), inserendo nell’analisi

anche le quattro sub-aree del Canavese prima descritte.

Questa operazione ha permesso di evidenziare in modo diretto e immediato le

analogie e le differenziazioni esistenti in un territorio circoscritto ma molto variegato

come quello della provincia torinese.

L’analisi fattoriale relativa al benessere economico non riserva particolari

sorprese: tutte le sub-aree nonché il Pinerolese si posizionano in un intorno molto stretto

al Canavese e vicino alla media Italia, con il Canavese Occidentale ed il Calusiese in

posizione leggermente più arretrata per i motivi già visti. L’Altro Torinese, in perfetta

analogia al Non Canavese, viaggia invece su un altro binario, molto più allineato alle

migliori province del Nord che non, come avviene invece per il Canavese in riferimento a

questo ambito, alle migliori province del Sud.

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Asse relativo al benessere economico definito dall’analisi fattoriale

Reddito IRPEF medio per famiglia

Sportelli bancari

V.A. per impresa

Incidenza auto euro 3-4

CANAVESE

ITALIA

PINEROLESE

ALTRO TORINESE

CALUSIESE

CAN. OCCIDENTALE

CIRIACESE

EPOREDIESE

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 81,5%

BASSO - ALTO BENESSERE

Province del NORD

Province del SUD

(ASSE 2: VAR.SPIEGATA 10,1%)*

*Nella costruzione dell'indicatore viene usato solo il primo asse

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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A cura del Centro Studi Sintesi 59

L’ambito socio-demografico è, naturalmente, quello in cui si notano meno

differenze all’interno del Canavese. È infatti difficile che territori contigui abbiano

tendenze apprezzabilmente differenti; prova ne è anche nell’analisi complessiva

provinciale il Canavese non era dissimile dalla maggior parte del Nord Italia, e le

discordanze erano da ricondurre sostanzialmente alle dinamiche che, non solo in ambito

demografico caratterizzano le due italie, quella settentrionale e quella meridionale.

Volendo evidenziare un dato, vale la pena menzionare la percentuale più elevata

di popolazione straniera residente nel Canavese Occidentale (7,8%), soprattutto nei

confronti del Ciriacese (5,1%).

Dati elementari componenti l’asse relativo alla demografia

Province Eporediese Calusiese Ciriacese Canavese

Occidentale Canavese

Numero medio di componenti per famiglia

2,1 2,3 2,4 2,2 2,2

Età media della popolazione residente

46,4 44,8 43,6 44,8 45,0

Percentuale popolazione divorziata 3,1 2,8 2,5 2,5 2,7

Percentuale popolazione straniera 6,4 6,0 5,1 7,8 6,4

Invecchiamento popolazione residente

1,5 0,9 1,1 1,1 1,1

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

L’elevata transizione demografica che caratterizza tutto il Nord Italia è ben

riassunto dall’analisi fattoriale, che vede una quasi perfetta sovrapposizione tra tutti i

territori considerati. È evidente però lo scostamento dell’Eporediese, che ancora più delle

altre realtà mostra una spinta più consistente verso una popolazione mediamente più

anziana ed in rapido invecchiamento.

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Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese e con Pinerolese e Altro Torinese

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Asse relativo alla demografia definito dall’analisi fattoriale

Numero medio di componenti

Età media della popolazione

Percentuale popolazione divorziata

Percentuale popolazione straniera

Invecchiamento popolazione residente

CANAVESE

ITALIA

PINEROLESE

ALTRO TORINESE

CALUSIESE CAN. OCCIDENTALE

CIRIACENSE

EPOREDIESE

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 73,2%

BASSA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA - ALTA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA

Province del SUD

Province del NORD

(ASSE 2: VAR.SPIEGATA 17,1%)*

*Nella costruzione dell'indicatore viene usato solo il primo asse Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

Prima di esaminare l’asse relativo a lavoro ed imprese è opportuno fare una

brevissima parentesi di carattere metodologico sul sistema utilizzato per ottenere delle

stime sui tassi di occupazione, disoccupazione ed inattività delle quattro sub-aree. Come

è noto, i dati comunali più recenti disponibili in tema di mercato del lavoro sono quelli

censuari, risalenti al 2001 e dunque scarsamente informativi e poco aderenti alla realtà,

soprattutto nella fase economica che sta caratterizzando il nostro Paese. La fonte più

vicina ad un dato comunale di questo tipo proviene dai Sistemi Locali del Lavoro (SLL),

aree omogenee per caratteristiche economiche. Nel caso del Canavese è stato possibile

ricondurre con buona approssimazione il Ciriacese nel SLL di Ciriè e il Canavese

Occidentale in quello di Rivarolo Canavese. Per quanto riguarda invece Eporediese e

Calusiese, entrambi fanno capo al SLL di Ivrea, pertanto, come si noterà anche nella

tabella successiva, i dati relativi al mercato del lavoro coincidono.

Ciò detto, i rapporti caratteristici del mercato del lavoro nelle quattro sub-aree

sono estremamente simili. Volendo valutarli nel complesso, si può comunque dire che è il

Ciriacese l’area più in salute, con una combinazione migliore di tasso di occupazione (più

elevato) e tassi di disoccupazione ed inattività (più bassi) rispetto alla media Canavese.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese e con Pinerolese e Altro Torinese

A cura del Centro Studi Sintesi 61

Per quanto riguarda il peso percentuale delle ditte individuali, il Calusiese è il

territorio che appare ancora una volta più a rischio di debolezza (74%), mentre

l’Eporediese appare relativamente più strutturato (68,5% di imprese individuali).

Dati elementari componenti l’asse relativo al lavoro e imprese

Province Eporediese Calusiese Ciriacese Canavese

Occidentale Canavese

Peso percentuale ditte individuali su totale imprese attive

68,5 74,3 70,7 70,8 70,8

Tasso di disoccupazione 15 anni e più

7,1 7,1 6,6 6,8 6,9

Tasso di inattività 15 anni e più 48,2 48,2 46,8 48,1 47,6

Tasso occupazione 15 anni e più 48,1 48,1 49,7 48,4 48,8

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

La differenziazione tra Altro Torinese, più simile alla media nazionale, e le altre

aree è più che evidente: le due sub-aree più distanti tra di loro sono Eporediese e

Calusiese, sostanzialmente per il diverso peso delle ditte individuali sulle imprese attive.

Asse relativo al lavoro e imprese definito dall’analisi fattoriale

Peso ditte individuali

Tasso di disoccupazione

Tasso di inattivàTasso di occupazione

CANAVESE

ITALIA

PINEROLESE

ALTRO TORINESE

CALUSIESE

CAN. OCCIDENTALE

CIRIACESE

EPOREDIESE

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 83,1%

OCCUPAZIONE - DISOCCUPAZIONE

Province del NORD

Province del SUD

(ASSE 2: VAR.SPIEGATA 11,6%)*

*Nella costruzione dell'indicatore viene usato solo il primo asse

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese e con Pinerolese e Altro Torinese

A cura del Centro Studi Sintesi 62

Qualche elemento di differenziazione in più nelle sub-aree si rileva per quanto

riguarda l’istruzione ed il suo orientamento più o meno spiccato al lavoro. Emerge infatti

che, mentre la percentuale di iscritti ad istituti tecnici e professionali sul totale degli

iscritti è molto simile in tutti i territori, nell’Eporediese la percentuale di diplomati nella

popolazione con più di 19 anni (33,2%) è di 5 punti più elevata della media Canavese e

addirittura di 9 rispetto al Canavese Occidentale.

Se poi si considera che il numero di attività formative pro capite è sensibilmente

più elevato nell’Eporediese che nelle altre aree, si può concludere che quest’area può

contare su una popolazione mediamente più istruita e con maggiore formazione

professionale.

Dati elementari componenti l’asse relativo all’istruzione

Province Eporediese Calusiese Ciriacese Canavese

Occidentale Canavese

% di iscritti agli istituti tecnici e professionali sul totale iscritti

40,0 42,9 56,7 51,6 48,1

Attività formative per 10.000 abitanti

3,5 1,7 1,5 2,2 2,3

% di diplomati tra i maggiori di 19 anni

33,2 27,1 27,6 24,2 28,2

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

La dispersione delle aree territoriali nell’analisi fattoriale per l’asse dell’istruzione

mostra come sia differente il grado di orientamento, più o meno intenso, al lavoro. Se,

come di consueto la distanza tra Canavese e Altro Torinese e assolutamente

sovrapponibile nelle dimensioni e nei motivi tra quella già descritta per Canavese e Non

Canavese, la posizione del Pinerolese non deve ingannare: è molto più in basso del

Canavese per motivi statistici (maggiore varianza spiegata nel secondo asse del

diagramma rispetto agli altri ambiti di analisi) ma se si immagina di “appiattire” il grafico

facendolo collassare sul primo asse, la distanza tra i due territori è contenuta (si rileva

solo una, seppure di poco, maggiore presenza di attività formative nel Pinerolese).

Si nota poi come l’area dell’Eporediese sia molto più affine su questo tema all’Altro

Torinese che non al Canavese. Del resto, le percentuali di diplomati sulla popolazione

sono molto simili (33,8% nell’Altro Torinese, 33,2% nell’Eporediese).

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Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese e con Pinerolese e Altro Torinese

A cura del Centro Studi Sintesi 63

Asse relativo all’istruzione definito dall’analisi fattoriale

Iscritti istituti tecnici/professionali su totale

Attività formative per abitanti

Percentuale di diplomati su tot. popolazione

CANAVESE

ITALIA

PINEROLESE

ALTRO TORINESECALUSIESE

CAN. OCCIDENTALE

CIRIACESE

EPOREDIESE

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 63,7%

ALTO - BASSO ORIENTAMENTO AL LAVORO

Province con una FORTE istruzione legata al lavoro

Province con una MINORE istruzione legata al lavoro

(ASSE 2: VAR.SPIEGATA 18,9%)*

*Nella costruzione dell'indicatore viene usato solo il primo asse

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

Per quanto riguarda l’asse infrastrutturale, le componenti all’interno del Canavese

risultano molto simili o quantomeno poco differenziate attorno alla media. C’è però un

dato degno di nota: la percentuale di raccolta differenziata sul totale di rifiuti solidi urbani

appare abbastanza eterogenea. Si va infatti dai più virtuosi Calusiese (65,8%) ed

Eporediese (64,9%), passando per il Ciriacese (59,2%) per finire nel Canavese

Occidentale (47,4%). Sicuramente vi è una forte dipendenza diretta tra l’efficacia e i

risultati della raccolta differenziata e le caratteristiche del territorio: le distanze fisiche tra

i comuni più montuosi e le loro ridotte dimensioni evidentemente non agevolano questo

tipo di attività.

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A cura del Centro Studi Sintesi 64

Dati elementari componenti l’asse relativo alle infrastrutture

Province Eporediese Calusiese Ciriacese Canavese

Occidentale Canavese

Autovetture per 100 abitanti 64,2 63,6 64,9 63,8 64,2

Autocarri x 100 imprese attive 80,1 78,4 85,9 85,1 82,5

% di raccolta differenziata su totale rifiuti solidi urbani

64,9 65,8 59,2 47,4 58,6

Totale supermercati e alimentari ogni 10.000 abitanti

13,7 13,0 9,5 13,4 12,4

Totale negozi di elettrodomestici e PC ogni 10.000 abitanti

2,1 1,2 2,6 2,2 2,0

% di veicoli industriali Euro2 e inferiore sul totale

53,9 50,4 50,0 56,6 53,0

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

Nel caso delle infrastrutture, l’analisi fattoriale mostra in modo ancora più

evidente come le sub-aree del Canavese siano pressoché equivalenti tra loro.

Il Pinerolese, poi, si pone in una posizione intermedia tra il Canavese e l’Altro

Torinese, e molto vicino alla media nazionale. La diversità non è sicuramente nell’asse

relativo alle strutture innovative ambientali, praticamente coincidente nei tre territori

della provincia, ma in quello della mobilità su gomma, per cui il parco circolante sia in

termini di auto pro-capite che di autocarri per impresa nel Pinerolese si colloca

esattamente a metà tra le altre due aree.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese e con Pinerolese e Altro Torinese

A cura del Centro Studi Sintesi 65

Asse relativo alle infrastrutture definito dall’analisi fattoriale

Veicoli ind. euro 2 e inferiori

Autovetture per abitante

Autocarri per imprese attive

Supermercati e alimentari per abitanti

Commercio elettrodomestici e pc

Percentuale di raccolta differenziata sul totale

CANAVESE

ITALIA

PINEROLESE

ALTRO TORINESE

CALUSIESE

CAN. OCCIDENTALE

CIRIACESE

EPOREDIESE

ASSE 2: VAR.SPIEGATA 24,0%

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 48,0%

ALTA-BASSA PRESENZA STRUTTURE INNOVATIVE AMBIENTALI

ALTA - BASSA MOBILITA' SU GOMMA

Province del NORD

Province del SUD

Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Il posizionamento intra-provinciale: un confronto interno al Canavese e con Pinerolese e Altro Torinese

A cura del Centro Studi Sintesi 66

In ultima battuta, quasi per “dovere di cronaca”, si illustra l’analisi fattoriale

relativa all’asse della salute. Va detto in primis che i dati in questo ambito non

permettono di distinguere le quattro sub-aree del Canavese, poiché afferenti a territori

talmente vicini per cui non ha nemmeno significato fare valutazioni separate.

Ciò di fatto trovaa conferma anche nel momento in cui si guarda al diagramma del

posizionamento della tripartizione provinciale Canavese-Pinerolese-Altro Torinese: le

distanze sono sostanzialmente inesistenti.

Asse relativo alla salute definito dall’analisi fattoriale

Rischio ospedalizzazione Degenza ordinaria

Tasso di mortalità per tumore

CANAVESEITALIA

PINEROLESE

ALTRO TORINESE

ASSE 1: VAR.SPIEGATA 67,0%

BASSE - ALTEPERFORMANCE SANITARIE

Province del NORD

Province del SUD

(ASSE 2: VAR.SPIEGATA 22,0%)*

*Nella costruzione dell'indicatore viene usato solo il primo asse Elaborazioni Centro Studi Sintesi su fonti varie

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Spunti conclusivi: il Canavese nel contesto dell’analisi SWOT

A cura del Centro Studi Sintesi 67

Spunti conclusivi: il Canavese nel contesto dell’analisi SWOT

L’analisi SWOT è uno strumento di supporto ai processi decisionali utilizzato dalle

organizzazioni nella fase di pianificazione strategica o per la valutazione di fenomeni che

riguardano il territorio. Tale esercizio permette, infatti, l’individuazione di una serie di

fattori che influenzano un qualsiasi contesto di riferimento, attraverso una matrice che

descrive punti di forza, punti di debolezza, opportunità e minacce1. È una delle

metodologie più diffuse per la valutazione di fenomeni che riguardano il territorio e

consente di rendere sistematiche e fruibili le informazioni raccolte.

Questo metodo permette di cambiare gli atteggiamenti mentali di fronte ai

problemi: in genere si tende ad avere un unico punto di vista, l’analisi SWOT invece

costringe ad analizzare il problema da quattro punti di vista diversi e contrastanti, ovvero

i quattro campi della matrice. Diventa uno strumento utile ed efficace per identificare i

punti di forza e di debolezza ed esaminare le opportunità e le minacce a cui far fronte.

L’esaustività e la bontà della valutazione condotta con metodologia SWOT,

comunque, sono funzione della completezza dell’analisi preliminare già svolta. Il

fenomeno o il progetto di valutazione, infatti, devono essere approfonditamente studiati

al fine di mettere in luce tutte le loro caratteristiche, strutturali e congiunturali, ed

evidenziare eventuali relazioni e sinergie con altre proposte e situazioni. Per fare ciò non

è sufficiente conoscere nel dettaglio il tema specifico ma si rende necessaria la piena

conoscenza del contesto all’interno del quale questo si colloca. Attraverso l’analisi SWOT

è possibile evidenziare i punti di forza e di debolezza al fine di far emergere quelli che

vengono ritenuti capaci di favorire, ovvero ostacolare o ritardare, il perseguimento di

determinati obiettivi. L’efficacia, del resto, dipenderà dalla capacità di effettuare una

lettura incrociata di tutti i fattori individuati nel momento in cui si definiscono le politiche

d’intervento nel territorio.

L’analisi, dunque, si sostanzierà nella classificazione dei risultati dello studio

“preliminare” all’interno di un diagramma predefinito che agevoli l’individuazione delle

priorità di intervento e offra un valido supporto all’attività di programmazione. Inoltre,

attraverso l’individuazione delle opportunità e dei rischi connessi all’adozione di un

determinato progetto o di una particolare politica, si offrirà al decisore la possibilità di

fare leva su aspetti sinergici o su opportunità esogene e di individuare le azioni

preventive da attuare per limitare l’impatto di eventuali fattori di rischio. Nel complesso,

1 L’acronimo SWOT fa riferimento alla denominazione inglese dei quattro elementi che determinano la matrice: Strengths (punti di forza), Weaknesses, (punti di debolezza), Opportunities (opportunità), Threats (minacce).

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Spunti conclusivi: il Canavese nel contesto dell’analisi SWOT

A cura del Centro Studi Sintesi 68

l’analisi SWOT è un utile strumento a sostegno delle attività operative di soggetti pubblici

e privati.

Dopo avere analizzato il Canavese sotto i sei punti di vista a nostro avviso

maggiormente informativi per poter posizionare il territorio rispetto ai suoi “competitors”,

si utilizzerà la metodologia dell’analisi SWOT per portare a sintesi in modo schematico i

risultati emersi ed ottenere in questo modo una visione complessiva più agevole per

leggerne le peculiarità e tracciarne i possibili scenari strategici futuri.

Il primo punto di forza da sottolineare rappresenta il dato di fatto probabilmente

più importante: il benessere economico del territorio risulta adeguato. Il reddito Irpef

locale è superiore a quello della media nazionale e la presenza di un parco auto rinnovato

segnano entrambi un buonissimo punto di partenza per credere nelle potenzialità di un

territorio. Si è detto più volte che il mero dato economico non è più sufficiente a

descrivere la qualità della vita dei cittadini ma è comunque senza dubbio auspicabile che

gli indici ad esso relativi siano sempre positivi.

La produzione locale è centrata maggiormente sul settore manifatturiero che

risulta tuttavia solido e forte di un mercato del lavoro sufficientemente sviluppato grazie

a tassi di occupazione e disoccupazione migliori di molte realtà del Nord. La minore

presenza di imprese di servizi, per contro, considerato l’indotto che producono e la

maggiore produttività che le stesse solitamente assicurano al sistema produttivo, non è

un bel segnale e il dato di un valore aggiunto per azienda relativamente basso ne

rappresenta la logica conseguenza.

Sul fronte imprenditoriale, e non dimenticandoci mai che stiamo attraversando

una delle peggiori congiunture economiche di tutti i tempi, il Canavese sembra andare

leggermente e positivamente contro tendenza: dal punto di vista numerico le attività

sono in crescita e anche il fatto che il tasso di avvio di procedure concorsuali sia basso,

risulta abbastanza confortante.

Allo stesso tempo, tuttavia, tra i punti di debolezza legati al tessuto economico,

abbiamo posto la forte incidenza di ditte individuali sul totale poiché proprio la crisi di

questi anni potrebbe mostrare la sua furia in maggior misura su questo tipo di distretto

produttivo caratterizzato da piccole imprese maggiormente esposte alle bizze della

globalizzazione e meno protette da grandi capitali altrove capaci di far sopravvivere la

produzione anche in “apnea” e cioè in attesa di fasi di ripresa decisiva.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Spunti conclusivi: il Canavese nel contesto dell’analisi SWOT

A cura del Centro Studi Sintesi 69

Schema sintetico dell’analisi SWOT per il Canavese

Elaborazioni Centro Studi Sintesi

• Benessere economico adeguato: reddito Irpef superiore alla media nazionale e buona presenza di auto recenti (euro 4-5).

• Economia caratterizzata da un solido tessuto manifatturiero altamente specializzato.

• Mercato del lavoro sviluppato: tassi di occupazione e disoccupazione migliori di molte realtà del Nord.

• Forte capacità imprenditoriale del territorio: nonostante la crisi sono in crescita le attivitàimprenditoriali e si registra un basso tasso di avvio di procedure concorsuali.

• Elevate performance sanitarie: bassa ospedalizzazione / alta prevenzione.

• Effetti dei fenomeni immigratori contenuti.

• Forte sensibilizzazione della popolazione e delle amministrazioni verso l'ambiente evidenziata dall'alta percentuale di raccolta differenziata.

• Popolazione legata al territorio e propensa a viverci stabilmente, visto l'elevato numero di case di proprietà dei residenti.

• Alta transizione demografica: popolazione mediamente più anziana e caratterizzata da una maggiore disgregazione familiare (divorzi, nuclei monocomponente).

• Morfologia del territorio che disperde popolazione e risorse.

• Minore presenza di imprese di servizi che si traduce in un valore aggiunto per impresa più basso.

• Peso maggiore di ditte individuali sul totale.

• Tasso di istruzione mediamente più basso.

• Elevata mobilità privata su gomma e minore presenza di trasporto pubblico che possono portare a problematiche ambientali ed infrastrutturali.

• Collegamenti viari non sufficienti per il territorio.

• Notevole presenza di veicoli industriali inquinanti.

• Tasso di mortalità per tumore superiore alla media che trova in parte spiegazione nell'invecchiamento della popolazione residente.

• Sfruttare la valenza strategica geografica del Canavese che si trova in posizione baricentrica rispetto ai principali centri produttivi (Ivrea, Milano, Torino).

• Rafforzare il sistema imprenditoriale manifatturiero, migliorandone qualità e innovazione.

• Incentivare il processo di terziarizzazione del territorio, settore più redditizio e più resistente alla crisi economica.

• Migliorare e sviluppare la rete viaria di collegamento con le principali realtà economiche.

• Sostenere la crescita della popolazione attraverso i flussi immigratori (fenomeno peraltro già in atto).

• Puntare su una maggiore qualificazione e formazione delle risorse umane da inserire nell'economia del Canavese, attraverso corsi di formazione scolastici e post-scolastici.

• Incentivare il turismo "verde" sfruttando le caratteristiche paesaggistiche e incontaminate del territorio.

• Il perdurare della crisi economica dell’Italia, può mettere a dura prova il sistema economico del territorio caratterizzato da imprese di piccole dimensioni piùfacilmente esposte a rischi.

• Struttura imprenditoriale più esposta al rischio di cessazioni anche per la forte presenza manifatturiera più esposta alla crisi economica.

• Mancanza di una politica di promozione del territorio sia dal punto di vista produttivo che turistico.

• Spopolamento del territorio, dovuto ad una struttura demografica "vecchia".

• Riduzione dell'attrattività del territorio per la popolazione a causa di una minore presenza di servizi (infrastrutturali, commerciali, pubblici di trasporto)

• Problemi di assistenza (non solo sanitaria) ad una popolazione anziana se non adeguatamente implementati i servizi.

• Rischio di tensioni sociali se i fenomeni immigratori non vengono accompagnati efficacemente

PUNTI PUNTI DIDI FORZAFORZA PUNTI PUNTI DIDI DEBOLEZZADEBOLEZZA

OPPORTUNITOPPORTUNITÀÀ MINACCEMINACCE

• Benessere economico adeguato: reddito Irpef superiore alla media nazionale e buona presenza di auto recenti (euro 4-5).

• Economia caratterizzata da un solido tessuto manifatturiero altamente specializzato.

• Mercato del lavoro sviluppato: tassi di occupazione e disoccupazione migliori di molte realtà del Nord.

• Forte capacità imprenditoriale del territorio: nonostante la crisi sono in crescita le attivitàimprenditoriali e si registra un basso tasso di avvio di procedure concorsuali.

• Elevate performance sanitarie: bassa ospedalizzazione / alta prevenzione.

• Effetti dei fenomeni immigratori contenuti.

• Forte sensibilizzazione della popolazione e delle amministrazioni verso l'ambiente evidenziata dall'alta percentuale di raccolta differenziata.

• Popolazione legata al territorio e propensa a viverci stabilmente, visto l'elevato numero di case di proprietà dei residenti.

• Alta transizione demografica: popolazione mediamente più anziana e caratterizzata da una maggiore disgregazione familiare (divorzi, nuclei monocomponente).

• Morfologia del territorio che disperde popolazione e risorse.

• Minore presenza di imprese di servizi che si traduce in un valore aggiunto per impresa più basso.

• Peso maggiore di ditte individuali sul totale.

• Tasso di istruzione mediamente più basso.

• Elevata mobilità privata su gomma e minore presenza di trasporto pubblico che possono portare a problematiche ambientali ed infrastrutturali.

• Collegamenti viari non sufficienti per il territorio.

• Notevole presenza di veicoli industriali inquinanti.

• Tasso di mortalità per tumore superiore alla media che trova in parte spiegazione nell'invecchiamento della popolazione residente.

• Sfruttare la valenza strategica geografica del Canavese che si trova in posizione baricentrica rispetto ai principali centri produttivi (Ivrea, Milano, Torino).

• Rafforzare il sistema imprenditoriale manifatturiero, migliorandone qualità e innovazione.

• Incentivare il processo di terziarizzazione del territorio, settore più redditizio e più resistente alla crisi economica.

• Migliorare e sviluppare la rete viaria di collegamento con le principali realtà economiche.

• Sostenere la crescita della popolazione attraverso i flussi immigratori (fenomeno peraltro già in atto).

• Puntare su una maggiore qualificazione e formazione delle risorse umane da inserire nell'economia del Canavese, attraverso corsi di formazione scolastici e post-scolastici.

• Incentivare il turismo "verde" sfruttando le caratteristiche paesaggistiche e incontaminate del territorio.

• Il perdurare della crisi economica dell’Italia, può mettere a dura prova il sistema economico del territorio caratterizzato da imprese di piccole dimensioni piùfacilmente esposte a rischi.

• Struttura imprenditoriale più esposta al rischio di cessazioni anche per la forte presenza manifatturiera più esposta alla crisi economica.

• Mancanza di una politica di promozione del territorio sia dal punto di vista produttivo che turistico.

• Spopolamento del territorio, dovuto ad una struttura demografica "vecchia".

• Riduzione dell'attrattività del territorio per la popolazione a causa di una minore presenza di servizi (infrastrutturali, commerciali, pubblici di trasporto)

• Problemi di assistenza (non solo sanitaria) ad una popolazione anziana se non adeguatamente implementati i servizi.

• Rischio di tensioni sociali se i fenomeni immigratori non vengono accompagnati efficacemente

PUNTI PUNTI DIDI FORZAFORZA PUNTI PUNTI DIDI DEBOLEZZADEBOLEZZA

OPPORTUNITOPPORTUNITÀÀ MINACCEMINACCE

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Spunti conclusivi: il Canavese nel contesto dell’analisi SWOT

A cura del Centro Studi Sintesi 70

E volendo rimanere nelle macchie d’ombra presenti del Canavese, è il caso di

citare il dato dell’istruzione che è mediamente più basso della zona limitrofa con capitale

Torino: è verosimile pensare che il futuro ci riservi un’ulteriore accelerazione tecnologica

e un’interazione ancora più frenetica tra identità locali e stimoli esterni dettati da un

mondo sempre più interconnesso e interdipendente; sarà proprio di fronte a questo

scenario pieno di situazioni da decifrare e da interpretare che ai cittadini verrà richiesta

una certa preparazione e impostazione culturale per non sentirsi soli nelle scelte da fare e

poco autonomi nelle decisioni che bisognerà prendere e che comunque qualcuno

prenderà. La scena presentata racchiude molte opportunità di crescita ma anche

numerose incognite che potrebbero risultare più gravi all’interno di una popolazione con

un livello di istruzione non all’altezza. Si aggiunga pure il fatto che in questo territorio si è

già verificata quella che abbiamo definito come alta transizione demografica e cioè un

passaggio ad una popolazione mediamente più anziana nella quale sono abbastanza

numerosi i divorzi e le famiglie composte da un solo elemento.

Su questo fronte, che non è privo di insidie se si pensa alla tenuta del tessuto

sociale nel futuro, si può ipotizzare che le opportunità esterne possano giungere da un

fenomeno altrove precoce e quindi già più intenso che è quello dell’immigrazione

straniera. Oltre a costituire un bacino di manodopera altrimenti scomparso, quest’ultima

si è mostrata capace di supportare i tassi di natalità di alcune zone italiane e lo stesso

potrebbe succedere nel Canavese, ovviamente chiedendo alla classe dirigente che il

percorso di sviluppo e integrazione sia il più guidato e controllato possibile al fine di

evitare tensioni sociali.

Va da sé che controllare il dato demografico e pensare a come gestirlo significa far

fronte ad una delle più importanti minacce che si sono individuate nel territorio del

Canavese, assieme allo spopolamento congiunto che potrebbe ridurre l’attrattività del

territorio, impoverirlo e alla lunga privarlo dei servizi infrastrutturali, commerciali e

pubblici.

È vero che il tasso di mortalità per tumore è superiore alla media e che il dato si

può in parte spiegare anche con il già citato invecchiamento della popolazione residente

ma è altrettanto vero che tra le prestazioni migliori del Canavese si è segnalato il buon

livello sanitario comprovato da una relativamente bassa ospedalizzazione e quindi da

un’altrettanto elevata prevenzione.

C’è poi il fronte ambientale, l’identificazione della popolazione con il territorio e la

mobilità all’interno dello stesso. Per i primi due spunti, le indicazioni sono positive: la

gente che abita il Canavese sembra sufficientemente sensibilizzata al problema

dell’ambiente e altrettanto legata al territorio nel quale è propensa a vivere stabilmente

considerando l’elevato numero di case di proprietà tra i residenti. Le note dolenti

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Spunti conclusivi: il Canavese nel contesto dell’analisi SWOT

A cura del Centro Studi Sintesi 71

giungono invece dalle infrastrutture di trasporto e comunicazione: sia la mobilità privata

che pubblica vengono esercitate prevalentemente su gomma, quindi su strada: il dato,

assieme al fatto che i collegamenti viari non sono sufficienti e che è notevole la presenza

di veicoli industriali inquinanti, non è certo dei migliori. Senz’altro, come segnalato in

precedenza, e come del resto risulta evidente anche all’osservatore più distratto, la

morfologia del territorio prevalentemente collinare e montuoso costituisce un’aggravante

sullo sviluppo e sul modello d’insediamento della popolazione: questo, ovviamente, non

deve essere utilizzato come attenuante per chi gestisce le politiche del territorio ma è pur

sempre un limite che altrove non esiste e il cui non superamento potrebbe venire a

costare molto in termini di problematiche ambientali, infrastrutturali e sociali.

Di fronte a questo scenario di massima, e nonostante la sua caratterizzazione

morfologica, il Canavese dovrà comunque sfruttare maggiormente l’opportunità offerta

da una posizione geografica che lo pone in un sito baricentrico rispetto ai principali centri

produttivi come Ivrea, Milano e Torino. Rispetto a questo, la progettualità della politica

diventa fondamentale perché processi di cambiamento importanti devono venire guidati

dall’alto ma il successo degli stessi non è per nulla automatico e tra i fattori dai quali esso

dipende, vi è senz’altro in prima linea quello politico.

Il sistema imprenditoriale è concentrato sulla produzione manifatturiera e, pur non

perdendo di vista gli altri comparti, sarà su questo che bisognerà investire risorse e idee

importanti per continuare a percorrere una strada che ha già dimostrato di essere

proficua.

Infine, sull’onda dell’entusiasmo e dell’interesse sollevato dalle varie politiche

ambientali presenti in Europa, anche il Canavese dovrà cogliere la possibilità di

sviluppare forme di trasporto e comunicazione alternative a quella viaria, qualificare

maggiormente la sua popolazione incentivandone l’istruzione e l’aggiornamento piuttosto

che sensibilizzarne gli atteggiamenti di fronte alla gestione del territorio e all’accoglienza

di un turismo più numeroso.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Metodologia della ricerca

A cura del Centro Studi Sintesi 72

Appendice A. Metodologia della ricerca

Lo studio proposto mette a confronto l’area del Canavese con le altre realtà del

Paese, prendendo come parametri di riferimento alcuni indicatori base di carattere sociale

ed economico, in grado di rappresentare l’insieme di relazioni che favoriscono la crescita

e il successo di una realtà territoriale.

Lo studio prende in considerazione diverse aree tematiche che permettono da un

lato di valutare con regolarità lo stato di salute del territorio attraverso il monitoraggio di

una molteplicità di indicatori significativi e, dall’altro, di valutare le tendenze evolutive del

territorio sulla base della disponibilità di opportune serie storiche.

Sono state identificate 6 aree tematiche rappresentanti i diversi ambiti lungo cui è

possibile valutare le differenze economiche e sociali:

- Benessere economico;

- Demografia e sociale;

- Imprese e lavoro;

- Istruzione;

- Infrastrutture;

- Salute

Per ciascuna area tematica sono stati poi selezionati una batteria di indicatori

elementari allo scopo di descrivere nel modo più completo possibile l’ambito di

riferimento.

L’utilizzo di indicatori come strumento a supporto delle politiche di scelta è ormai

un elemento acquisito da più parti, e gli stessi organismi nazionali ed internazionali si

adoperano nelle più svariate elaborazioni nel momento in cui si trovano a dover

assumere le decisioni più importanti. Gli indicatori vanno visti come strumenti di analisi

delle situazioni e, come tali, vanno scelti in modo tale che possano consentire una

valutazione più chiara possibile del fenomeno.

Attraverso un esame della bibliografia esistente, su cui è stato fatto un lavoro di

ricerca accurato, e un confronto con i dati effettivamente disponibili è stato possibile

individuare un “pacchetto di indicatori”, riconosciuti a livello nazionale o internazionale,

sui quali basare l’analisi. Gli indicatori scelti sono un valido aiuto per studiare il fenomeno

in questione, dalle sue cause alle sue conseguenze, in quanto essi sono in grado di

rappresentare problemi complessi.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Metodologia della ricerca

A cura del Centro Studi Sintesi 73

Per raggiungere gli obiettivi sopra enunciati l’insieme degli indicatori di sintesi

proposti ha risposto alle seguenti proprietà di:

a. significatività: l’indicatore deve essere rappresentativo del fenomeno d’interesse

ed essere “interpretabile” cioè deve essere in grado di fornire una lettura

comprensibile del fenomeno;

b. reperibilità: devono essere chiaramente identificate le modalità di reperimento ed

il processo di aggiornamento dei dati su cui gli indicatori sono calcolati.

Il confronto tra il Canavese e gli altri territori è stato condotto sia valutando i

risultati di ciascun indicatore elementare, che costruendo per ciascun ambito degli

indicatori di sintesi che riassumessero in modo semplice, ma preciso, la collocazione di

ciascuna realtà territoriale osservata. Per la costruzione di indicatori di sintesi si è

pensato di utilizzare l’analisi fattoriale.

L’analisi fattoriale è uno strumento statistico che consente di estrarre pochi

fattori latenti, non direttamente osservabili, che esprimono la maggior parte delle

informazioni contenute negli indicatori elementari originari; consente quindi

l’individuazione di dimensioni (fattori) effettivamente diverse, di cui il concetto generale

oggetto di approfondimento (i singoli ambiti) si compone. Il modello consiste nel

supporre che ciascuno degli indicatori elementari standardizzati sia funzione lineare di

alcune variabili latenti, dette fattori comuni (comuni, dunque, a tutti gli indicatori

elementari) e di un fattore unico presente in ciascun indicatore di base.

L’analisi fattoriale permette di studiare le relazioni di una pluralità di variabili o

indicatori, “traducendo” il tutto in una immagine decisamente più snella. Per mezzo di

questa applicazione è possibile soddisfare contemporaneamente due obiettivi:

scoprire eventuali correlazioni tra le variabili osservate concentrando la funzione di

studio su un numero ridotto di “fattori non ulteriormente scomponibili” o

“componenti principali”;

trasformare l’agglomerato delle osservazioni in un’immagine semplice, ma

informativa quasi quanto quella di partenza.

Con l’analisi fattoriale, si ottengono perciò descrizioni dei dati in forme essenziali e

indici di sintesi delle variabili considerate.

Nel concreto delle analisi esplorative proposte, il disporre di una complessa analisi

statistica, che riconduca a semplici indici sintetici, rappresenta un forte vantaggio per

evidenziare eventuali gerarchie territoriali. Nelle applicazioni concrete, il risultato

dell’elaborazione è definito dai punteggi fattoriali che vengono utilizzati per costruire gli

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

Metodologia della ricerca

A cura del Centro Studi Sintesi 74

indici di sintesi e classificare in tal modo le unità di analisi territoriale per ciascuna area

tematica.

La complessità della configurazione dello studio e la relativa strutturazione in

ambiti tematici/settoriali dipende dalla composizione articolata del sistema territorio.

Questi ambiti oggetto di osservazione presentano dunque diverse “sfaccettature” e

richiedono di essere colti nel loro contesto e nelle loro interazioni: si devono, quindi,

collocare in una prospettiva dinamica in quanto si caratterizzano come dei veri e propri

processi in continua evoluzione.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

I comuni del Canavese nella graduatoria delle realtà dove si vive meglio - “Borghi felici”

A cura del Centro Studi Sintesi 75

Appendice B. I comuni del Canavese nella graduatoria delle realtà

dove si vive meglio - “Borghi felici”

L’idea che il PIL sia il migliore indicatore per misurare il benessere di un Paese, di

una regione, di un area appare sempre più debole e obsoleta. Negli ultimi anni sempre

più si è parlato di andare oltre il PIL, di analizzare assieme a quelle di natura

strettamente economica anche altre variabili, che attraverso una valutazione d’insieme

esaltino veramente le situazioni di benessere e di qualità di vita migliori.

È in questo contesto che si inserisce l’idea di andare a studiare in profondità tutti i

comuni italiani cercando di “tirare fuori” quello o quelli in cui sono migliori i livelli di

istruzione e di salute, la qualità dell’aria e la capacità di fare impresa, l’integrazione

sociale e le possibilità economiche. Per capire dunque dove la qualità della vita assuma

un valore superiore rispetto ad altre parti d’Italia, si è dovuto affrontare un percorso

statistico piuttosto importante ma allo stesso tempo snello e comprensibile anche ai non

addetti ai lavori. Il progetto che è stato denominato “Borghi felici - I comuni italiani dove

si vive meglio” ha già avuto due momenti di valutazione complessiva: il primo sul finire

del 2009 ed il secondo a maggio del 2011.

L’analisi è stata affrontata in due fasi: la prima di selezione di un gruppo di

comuni abbastanza ridotto (260) che rispettasse alcuni semplici parametri di accesso e

comunque avesse una popolazione superiore ai 3.000 abitanti; la seconda di valutazione

delle performance e quindi in grado di stilare una graduatoria che, sulla base del

pacchetto di indicatori utilizzati, permettesse di associare un punteggio a ciascuna realtà

comunale.

Prima fase

Partendo da tutti gli 8.100 comuni italiani si è arrivati ad una selezione di 260

realtà attraverso una scrematura basata su un pacchetto di 20 indicatori base (vedi

tabella 1). L’obbiettivo di questa fase è stato quello di eliminare tutti i comuni che,

almeno all’interno degli indicatori utilizzati, avevano un comportamento e presentavano

quindi un risultato della variabile, troppo distante dalla linearità complessiva, sempre in

un’ottica di valutazione della qualità della vita e del benessere economico e sociale.

L’eccessiva pressione demografica, ad esempio, come l’assenza o quasi di stranieri sul

territorio sono state valutate come caratteristiche che contrastavano con un livello di

qualità della vita e di felicità accettabili, almeno per come la intende la Commissione

Europea e le indicazioni fornite dal pool di economisti guidati da Stiglitz, Sen e Fitoussi.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

I comuni del Canavese nella graduatoria delle realtà dove si vive meglio - “Borghi felici”

A cura del Centro Studi Sintesi 76

Nel concreto, per ciascun indicatore sono stati esclusi gli outlier (ovvero comuni con

valori troppo alti o troppo bassi nelle variabili considerate), eliminando in questo modo le

realtà territoriali che verosimilmente apparivano “poco sostenibili” sotto il profilo delle

tematiche ispiratrici del benessere e della qualità della vita.

Parametri utilizzati nella prima fase

Prima fase: quadro degli indicatori utilizzati

(selezione da 8.100 a 260 comuni) minimo massimo

Superficie territoriale totale (kmq) 4,2 190,6 567 7.533 Istat

Popolazione residente 3.000 nessuno 4.247 3.286 Istat

Densità di popolazione (abit. X kmq.) 46,5 609,3 876 2.410 Istat

Reddito Irpef 2007 per contribuente in euro (corretto con indice di evasione ) 15.312 85.646 303 2.107 Min. Interno

% contribuenti su totale popolazione 57,9% 89,3% 94 2.013 elaborazione

Stranieri maschi x 100 femmine al 31/12/2009 63,2% 117,6% 411 1.602 Istat

Peso stranieri su popolazione 2,4% 16,7% 159 1.443 Istat

Var. % popolazione ultimi 5 anni -5,1% 14,1% 115 1.328 Istat

Inc. % della popolazione con più di 65 anni su totale 4,6% 25,4% 96 1.232 elaborazione

Età media della popolazione residente 38,15 45,13 158 1.074 elaborazione

Increm. % depositi 2008-2009 0,0% 28,7% 472 602 elaborazione

Increm. % impieghi 2008-2009 -3,6% 15,2% 132 470 elaborazione

Impieghi su depositi 82,9% 268,8% 65 405 Banca d'Italia

Presenza di sportelli bancari 3 nessuno 79 326 Banca d'Italia

Veicoli per 100 abitanti 62,4 86,0 0 326 Aci-Istat

Auto euro4 per 100 autovetture 25,2% nessuno 10 316 Aci

Var. % numero veicoli 2008-2009 0,0% 5,6% 39 277 elaborazione

Media mensile temperatura (°C) -5,7 18,6 1 276 Aeronautica Militare

Escursione termica media (°C) 4,5 11,7 13 263 Aeronautica Militare

Numero medio di giorni al mese con precipitazioni (almeno 1mm) 5,3 8,3 3 260 Aeronautica Militare

(*) ultimo anno disponibile

Elaborazione Centro Studi Sintesi

Valore sogliaFonte*

Comuni

esclusi

Comuni

rimasti

Seconda fase

I 260 comuni rimasti dopo la prima selezione, sono stati analizzati sulla base di 49

indicatori suddivisi in otto aree tematiche (vedi tabella 2). I dati si riferiscono all’ultimo

anno disponibile e le principali fonti utilizzate sono Istat, Ministero dell’Interno,

Infocamere, Aci e Banca d’Italia. Gran parte degli indicatori sono disponibili al dettaglio

comunale; diversamente sono state utilizzate altre variabili con disaggregazione

territoriale sovra comunale (ASL, provincia, regione e area climatica).

Il peso degli indicatori è stato valutato sulla base dell’area territoriale di

riferimento della fonte, applicando un peso inversamente proporzionale all’ampiezza

dell’area di riferimento del dato.

Quindi, se per il dato comunale il peso è al 100%, per i dati con ambito l’ASL, la

provincia e la regione sono stati applicati pesi progressivamente inferiori. Per eliminare

gli effetti dell’unità di misura, e quindi poter aggregare i risultati degli indicatori, ciascuna

variabile è stata sottoposta ad un processo statistico di standardizzazione.

La valutazione delle performance di ciascun comune, opportunamente aggregate

per area tematica ed espresse in un punteggio sintetico (100 al migliore e 0 al peggiore

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I comuni del Canavese nella graduatoria delle realtà dove si vive meglio - “Borghi felici”

A cura del Centro Studi Sintesi 77

dei 260), portano a otto graduatorie parziali riferite a ciascun argomento e ad una

classifica finale che considera tutti gli elementi analizzati (indice generale).

Parametri utilizzati nella prima fase

CONDIZIONI DI VITA

MATERIALI

(BENESSERE ECON.)

ISTRUZIONE E

CULTURA

PARTECIPAZIONE ALLA

VITA POLITICARAPPORTI SOCIALI IN/SICUREZZA AMBIENTE ATTIVITA' PERSONALI SALUTE

Reddito Irpef 2007

per contribuente

(Min. Interno)

N° alunni per classe

elementari in scuole

statali e non

(Istat)

Affluenza alle urne -

elezioni politiche

(Min. Interno)

% donne straniere sul

totale degli stranieri

(Istat)

Veicoli per km di rete

stradale

(Aci-Min. Interno)

Automobili euro4 e euro5

su totale auto circolanti

(Aci)

Bar per 1.000 ab.

(Infocamere-Movimprese)

Rischio relativo di

ospedalizzazione

(Era)

Depositi bancari procapite

(Banca d'Italia)

N° classi scuole

elementari pubbliche e

non per abitante

Grado di allontanamento

dalla politica

(Min. Interno)

% stranieri su residenti

(Istat)

Classificazione sismica

(Istat)

Incidenza % della raccolta

differenziata

(Istat)

Ristoranti per 1.000 ab.

(Infocamere-Movimprese)

Degenza ordinaria

(Era)

Auto euro4-5 su 100 ab.

(Aci-Istat)

Indice di possesso del

diploma di scuola media

superiore

(Istat)

Contribuenti su

popolazione con più di

15anni

(Min. Interno-Istat)

Indice di vecchiaia

(Era)

Tasso di occupazione

stranieri

(Caritas-Istat)

Escursione termica

(Aeronautica Militare)

Cinema -

spesa procapite in euro

(Istat)

Tasso di mortalità

per tumori

(Istat)

% imprese con procedure

concorsuali

(Infocamere-Movimprese)

% popolazione 14-19

anni iscritta alla scuola

superiore

(Istat)

Associazioni di

volontariato

per 1.000 ab.

(Feo-Fivol)

Tasso di disoccupazione

femminile

(Istat)

Furti e rapine

per 1.000 ab.

(Min. Interno)

Emissioni di CO2

per kmq

(Ispra)

Biglietti spettacoli

venduti per 1.000 ab.

(Istat)

Tasso grezzo

di natalità

(Era)

Tasso di occupazione

(Istat)

Biblioteche

ogni 10.000 ab.

(Istat)

Autonomia finanziaria

(Min. Interno)

Tasso di disoccupazione

giovanile

(Istat)

Grado di urbanizzazione

comunale

(Istat)

% popolazione

che legge quotidiani

(Istat)

Tasso grezzo

di mortalità

(Era)

Autobus per 100 ab.

(Aci-Istat)

% di bambini <5 anni

che frequentano asili

statali

(Istat)

Velocità di riscossione

(Min. Interno)

Presenza di cinema e teatri

(Infocamere-Movimprese)

km strade urbane e

extraurbane per kmq

superficie

(Min. Interno)

Velocità di pagamento

(Min. Interno)

% persone

che praticano sport

(Istat)

Spese per il personale

Amministrazioni Comunali

procapite

(Min. Interno)

% di persone

che utilizzano Internet

(Istat)

Agenzie di viaggio

ogni 10.000 ab.

(Isnart)

Seconda fase: quadro degli indicatori utilizzati per area tematica

(valutazione delle performance dei 260 comuni)

Elaborazione Centro Studi Sintesi

Per poter contestualizzare i Comuni del Canavese nelle singole graduatorie

nazionali per area e quindi individuare quale collocazione gli enti locali appartenenti a

questa area geografica possono vantare in un ottica di qualità della vita e benessere,

abbiamo esteso le valutazioni non solo ad un numero ridotto di comuni (260), e

soprattutto abbiamo eliminato la scelta di valutare solo i comuni con una popolazione

residente superiore ai 3.000 abitanti.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

I comuni del Canavese nella graduatoria delle realtà dove si vive meglio - “Borghi felici”

A cura del Centro Studi Sintesi 78

Dall’analisi di un insieme composito di variabili la realtà territoriale del Canavese,

vista come unico aggregato, presenta tratti di “forza” ma anche molte lacune e

“debolezze”. Non si tratta di conseguenze legate a quanto è avvenuto nell’ultimo anno

ma di risultati di una situazione economica, sociale, culturale che ha origini anche lontane

in alcuni casi. L’analisi svolta si basa su un percorso di valutazione delle dinamiche

riferite agli ultimi 5-10 anni attraverso un processo di benchmarking realizzato

utilizzando come base di riferimento tutti i comuni italiani.

L’area del Canavese si distingue per ottime performance nell’ambito delle “attività

personali” e allo stesso modo risulta ottimo il posizionamento dei Comuni che a questa

area appartengono in termini di “condizioni di vita materiali (benessere economico)”.

Cosa significa questo? In sostanza la maggior parte delle realtà del Canavese hanno un

buon livello di ricchezza, le attività produttive e la forza economica non mancano, almeno

rispetto al resto del Paese, anche se gli effetti della crisi hanno colpito questa parte

dell’Italia forse più che altrove.

Il proliferare di bar, ristoranti e cinema, un buon scambio interpersonale e

culturale, unito ad una robusta predisposizione per lo sport, il turismo e l’arricchimento

culturale fanno si che la maggior parte dei comuni del Canavese occupino una posizione

di tutto rispetto nella graduatoria complessive nazionale delle “attività personali”.

Al contrario, una significativa presenza di immigrazione straniera “senza

ricongiungimenti”, il peso della disoccupazione femminile e giovanile e la difficoltà a

rendere completa l’integrazione nel tessuto produttivo ormai fortemente modificato

rispetto al recente passato, hanno prodotto elementi negativi sia per quanto riguarda i

“rapporti sociali” sia in termini di “sicurezza” economica e sociale.

Il tutto aggravato da una popolazione che sta lentamente invecchiando e getta i

presupposti per una moltitudine di problematiche legate ai disequilibri demografici e alle

esigenze che gli anziani normalmente hanno.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

I comuni del Canavese nella graduatoria delle realtà dove si vive meglio - “Borghi felici”

A cura del Centro Studi Sintesi 79

Posizionamento dei comuni del Canavese nella graduatoria della qualità della vita e del benessere nei comuni italiani (prime quattro aree tematiche)

COMUNE AREA Pos. COMUNE AREA Pos. COMUNE AREA Pos. COMUNE AREA Pos.

ALPETTE Alto Canavese 141 COLLERETTO CASTELNUOVO Eporediese 11 PEROSA CANAVESE Area di Caluso 6 CERESOLE REALE Alto Canavese 227

IVREA Eporediese 264 CERESOLE REALE Alto Canavese 16 SCARMAGNO Eporediese 230 LORANZE' Eporediese 519

BUROLO Eporediese 268 VISTRORIO Eporediese 67 CARAVINO Eporediese 380 COLLERETTO CASTELNUOVO Eporediese 1.105

CIRIE' Canavese Meridionale 386 FRASSINETTO Alto Canavese 168 RIVAROLO CANAVESE Alto Canavese 463 MEUGLIANO Eporediese 1.152

SCARMAGNO Eporediese 477 RUEGLIO Eporediese 196 SAN PONSO Alto Canavese 627 NOMAGLIO Eporediese 2.162

BAIRO Eporediese 527 PERTUSIO Alto Canavese 305 BORGOMASINO Eporediese 807 VILLAREGGIA Area di Caluso 2.392

RIVAROLO CANAVESE Alto Canavese 584 COSSANO CANAVESE Eporediese 508 LOMBARDORE Canavese Meridionale 887 CICONIO Alto Canavese 2.397

BALDISSERO CANAVESE Eporediese 724 VILLAREGGIA Area di Caluso 875 GROSSO Canavese Meridionale 895 BANCHETTE Eporediese 2.461

CERESOLE REALE Alto Canavese 804 LEVONE Canavese Meridionale 908 PECCO Eporediese 1.034 SPARONE Alto Canavese 2.755

QUAGLIUZZO Eporediese 852 LUSIGLIE' Alto Canavese 1.025 BARONE CANAVESE Area di Caluso 1.182 SALERANO CANAVESE Eporediese 2.861

TORRE CANAVESE Eporediese 853 SCARMAGNO Eporediese 1.159 QUAGLIUZZO Eporediese 1.256 CANISCHIO Alto Canavese 2.880

SAN COLOMBANO BELMONTE Alto Canavese 874 GROSSO Canavese Meridionale 1.423 CERESOLE REALE Alto Canavese 1.381 MAGLIONE Eporediese 2.888

PECCO Eporediese 876 VESTIGNE' Eporediese 1.566 SAN CARLO CANAVESE Canavese Meridionale 1.382 MONTALENGHE Area di Caluso 2.970

CASTELLAMONTE Eporediese 901 BROSSO Eporediese 1.677 BROSSO Eporediese 1.574 SAN COLOMBANO BELMONTE Alto Canavese 2.997

CUORGNE' Alto Canavese 982 MERCENASCO Area di Caluso 1.815 MONTANARO Canavese Meridionale 1.689 PIVERONE Eporediese 3.112

MONTALENGHE Area di Caluso 999 ANDRATE Eporediese 2.135 OGLIANICO Alto Canavese 1.693 CHIESANUOVA Eporediese 3.159

VILLAREGGIA Area di Caluso 1.053 LOCANA Alto Canavese 2.325 SAN MAURIZIO CANAVESE Canavese Meridionale 1.725 CUCEGLIO Area di Caluso 3.400

BARONE CANAVESE Area di Caluso 1.183 SAN MARTINO CANAVESE Area di Caluso 2.371 ROMANO CANAVESE Eporediese 1.780 OZEGNA Alto Canavese 3.520

CALUSO Area di Caluso 1.210 VILLANOVA CANAVESE Canavese Meridionale 2.481 VISCHE Area di Caluso 1.784 BORGIALLO Eporediese 3.530

LEVONE Canavese Meridionale 1.227 BAIRO Eporediese 2.554 NOLE Canavese Meridionale 1.854 CUORGNE' Alto Canavese 3.537

SALERANO CANAVESE Eporediese 1.270 ALPETTE Alto Canavese 2.638 SAN FRANCESCO AL CAMPO Canavese Meridionale 1.864 FELETTO Alto Canavese 3.541

MATHI Canavese Meridionale 1.406 BALDISSERO CANAVESE Eporediese 2.639 SETTIMO ROTTARO Eporediese 1.871 CASTELLAMONTE Eporediese 3.663

SAN CARLO CANAVESE Canavese Meridionale 1.418 QUAGLIUZZO Eporediese 2.640 SAN GIUSTO CANAVESE Area di Caluso 1.873 BOSCONERO Alto Canavese 3.678

CASCINETTE D'IVREA Eporediese 1.447 TORRE CANAVESE Eporediese 2.641 ALBIANO D'IVREA Eporediese 1.901 PRATIGLIONE Alto Canavese 3.715

SAN MARTINO CANAVESE Area di Caluso 1.471 SAN COLOMBANO BELMONTE Alto Canavese 2.642 BALDISSERO CANAVESE Eporediese 1.910 ANDRATE Eporediese 3.786

PONT-CANAVESE Alto Canavese 1.484 PECCO Eporediese 2.643 VAUDA CANAVESE Canavese Meridionale 1.952 BROSSO Eporediese 3.939

VALPERGA Alto Canavese 1.500 BARONE CANAVESE Area di Caluso 2.644 RIVAROSSA Alto Canavese 2.030 FORNO CANAVESE Alto Canavese 4.118

STRAMBINO Eporediese 1.505 SALERANO CANAVESE Eporediese 2.645 SAN MARTINO CANAVESE Area di Caluso 2.038 CINTANO Eporediese 4.124

NOLE Canavese Meridionale 1.533 FIORANO CANAVESE Eporediese 2.646 CASCINETTE D'IVREA Eporediese 2.102 FIORANO CANAVESE Eporediese 4.156

FIORANO CANAVESE Eporediese 1.567 COLLERETTO GIACOSA Eporediese 2.647 CHIAVERANO Eporediese 2.149 AZEGLIO Eporediese 4.190

COLLERETTO GIACOSA Eporediese 1.597 NOMAGLIO Eporediese 2.649 RONDISSONE Canavese Meridionale 2.195 LOMBARDORE Canavese Meridionale 4.242

BANCHETTE Eporediese 1.598 PARELLA Eporediese 2.650 CANDIA CANAVESE Area di Caluso 2.284 MERCENASCO Area di Caluso 4.262

FOGLIZZO Canavese Meridionale 1.614 CICONIO Alto Canavese 2.654 RIVARA Alto Canavese 2.322 PONT-CANAVESE Alto Canavese 4.305

PERTUSIO Alto Canavese 1.663 PEROSA CANAVESE Area di Caluso 2.656 VILLANOVA CANAVESE Canavese Meridionale 2.396 CARAVINO Eporediese 4.325

NOMAGLIO Eporediese 1.783 SAN PONSO Alto Canavese 2.658 CUORGNE' Alto Canavese 2.459 VICO CANAVESE Eporediese 4.381

BORGOFRANCO D'IVREA Eporediese 1.792 VIDRACCO Eporediese 2.659 MONTALENGHE Area di Caluso 2.511 BORGOMASINO Eporediese 4.433

CUCEGLIO Area di Caluso 1.803 PALAZZO CANAVESE Eporediese 2.660 FAVRIA Alto Canavese 2.552 ALICE SUPERIORE Eporediese 4.490

PARELLA Eporediese 1.837 LUGNACCO Eporediese 2.661 MATHI Canavese Meridionale 2.581 LESSOLO Eporediese 4.495

SAN FRANCESCO AL CAMPO Canavese Meridionale 2.035 ALICE SUPERIORE Eporediese 2.662 BOSCONERO Alto Canavese 2.597 CASTELNUOVO NIGRA Eporediese 4.593

OGLIANICO Alto Canavese 2.114 STRAMBINELLO Eporediese 2.663 CANISCHIO Alto Canavese 2.619 LEVONE Canavese Meridionale 4.603

SALASSA Alto Canavese 2.136 ISSIGLIO Eporediese 2.664 PIVERONE Eporediese 2.659 FAVRIA Alto Canavese 4.643

CICONIO Alto Canavese 2.137 VIALFRE' Area di Caluso 2.666 CICONIO Alto Canavese 2.934 VISTRORIO Eporediese 4.719

PAVONE CANAVESE Eporediese 2.151 SETTIMO ROTTARO Eporediese 2.667 BOLLENGO Eporediese 2.973 RIVAROSSA Alto Canavese 4.749

RIVARA Alto Canavese 2.174 BORGIALLO Eporediese 2.668 FELETTO Alto Canavese 3.096 BOLLENGO Eporediese 4.751

CHIAVERANO Eporediese 2.192 CINTANO Eporediese 2.669 BUROLO Eporediese 3.118 IVREA Eporediese 4.767

VILLANOVA CANAVESE Canavese Meridionale 2.230 MAGLIONE Eporediese 2.670 AZEGLIO Eporediese 3.152 BORGOFRANCO D'IVREA Eporediese 4.786

PIVERONE Eporediese 2.233 QUASSOLO Eporediese 2.671 SAN BENIGNO CANAVESE Canavese Meridionale 3.179 CALUSO Area di Caluso 4.831

PRASCORSANO Alto Canavese 2.249 MEUGLIANO Eporediese 2.675 PARELLA Eporediese 3.184 RIVARA Alto Canavese 4.840

CANDIA CANAVESE Area di Caluso 2.277 INGRIA Alto Canavese 2.676 FOGLIZZO Canavese Meridionale 3.265 NOASCA Alto Canavese 4.843

SAN MAURIZIO CANAVESE Canavese Meridionale 2.285 BORGOMASINO Eporediese 2.677 SALASSA Alto Canavese 3.412 SAN GIORGIO CANAVESE Area di Caluso 4.870

PEROSA CANAVESE Area di Caluso 2.368 CANISCHIO Alto Canavese 2.678 ORIO CANAVESE Area di Caluso 3.505 MATHI Canavese Meridionale 4.873

ROCCA CANAVESE Canavese Meridionale 2.384 CASTELNUOVO NIGRA Eporediese 2.679 PALAZZO CANAVESE Eporediese 3.524 FOGLIZZO Canavese Meridionale 4.915

VAUDA CANAVESE Canavese Meridionale 2.532 CHIESANUOVA Eporediese 2.683 SAN GIORGIO CANAVESE Area di Caluso 3.528 PRASCORSANO Alto Canavese 4.923

SAN PONSO Alto Canavese 2.624 VALPRATO SOANA Alto Canavese 2.684 CASTELLAMONTE Eporediese 3.591 CORIO Canavese Meridionale 4.927

GROSSO Canavese Meridionale 2.646 TRAVERSELLA Eporediese 2.689 ALICE SUPERIORE Eporediese 3.622 ROMANO CANAVESE Eporediese 4.953

VIDRACCO Eporediese 2.651 NOASCA Alto Canavese 2.690 CASTELNUOVO NIGRA Eporediese 3.646 QUINCINETTO Eporediese 4.998

BOLLENGO Eporediese 2.684 TRAUSELLA Eporediese 2.691 BANCHETTE Eporediese 3.667 OGLIANICO Alto Canavese 5.004

FORNO CANAVESE Alto Canavese 2.695 RONCO CANAVESE Alto Canavese 2.692 VALPERGA Alto Canavese 3.732 MONTALTO DORA Eporediese 5.037

RIVAROSSA Alto Canavese 2.733 RIBORDONE Alto Canavese 2.693 CORIO Canavese Meridionale 3.733 RONDISSONE Canavese Meridionale 5.043

LESSOLO Eporediese 2.743 MONTALENGHE Area di Caluso 2.826 STRAMBINO Eporediese 3.740 CIRIE' Canavese Meridionale 5.068

VISCHE Area di Caluso 2.752 VISCHE Area di Caluso 2.961 OZEGNA Alto Canavese 3.753 VESTIGNE' Eporediese 5.075

SAN BENIGNO CANAVESE Canavese Meridionale 2.819 CARAVINO Eporediese 2.986 PERTUSIO Alto Canavese 3.847 BARONE CANAVESE Area di Caluso 5.083

PALAZZO CANAVESE Eporediese 2.835 SPARONE Alto Canavese 2.993 CIRIE' Canavese Meridionale 3.867 VALPERGA Alto Canavese 5.133

SAMONE Eporediese 2.840 VAUDA CANAVESE Canavese Meridionale 3.037 VIDRACCO Eporediese 3.909 LUSIGLIE' Alto Canavese 5.153

PRATIGLIONE Alto Canavese 2.844 VICO CANAVESE Eporediese 3.082 SAMONE Eporediese 3.913 BUROLO Eporediese 5.170

LORANZE' Eporediese 2.861 LORANZE' Eporediese 3.112 ALPETTE Alto Canavese 3.983 MAZZE' Area di Caluso 5.213

LUGNACCO Eporediese 2.873 PRATIGLIONE Alto Canavese 3.393 BUSANO Alto Canavese 4.000 SAN GIUSTO CANAVESE Area di Caluso 5.233

FAVRIA Alto Canavese 2.886 PRASCORSANO Alto Canavese 3.400 LUGNACCO Eporediese 4.058 BUSANO Alto Canavese 5.267

ALICE SUPERIORE Eporediese 2.918 CUCEGLIO Area di Caluso 3.448 BORGOFRANCO D'IVREA Eporediese 4.091 SAN FRANCESCO AL CAMPO Canavese Meridionale 5.283

AGLIE' Eporediese 2.950 PIVERONE Eporediese 3.592 COLLERETTO GIACOSA Eporediese 4.108 ORIO CANAVESE Area di Caluso 5.291

MONTALTO DORA Eporediese 2.991 BUROLO Eporediese 3.615 LEVONE Canavese Meridionale 4.220 SAN BENIGNO CANAVESE Canavese Meridionale 5.305

BARBANIA Canavese Meridionale 2.996 FRONT Canavese Meridionale 3.689 STRAMBINELLO Eporediese 4.232 FRONT Canavese Meridionale 5.316

BUSANO Alto Canavese 3.086 RIVAROSSA Alto Canavese 3.734 MERCENASCO Area di Caluso 4.238 SALASSA Alto Canavese 5.318

VISTRORIO Eporediese 3.090 SETTIMO VITTONE Eporediese 3.744 CINTANO Eporediese 4.300 RIVAROLO CANAVESE Alto Canavese 5.320

AZEGLIO Eporediese 3.102 CASCINETTE D'IVREA Eporediese 3.768 PRASCORSANO Alto Canavese 4.321 STRAMBINO Eporediese 5.341

ALBIANO D'IVREA Eporediese 3.112 ROMANO CANAVESE Eporediese 3.806 BAIRO Eporediese 4.435 VILLANOVA CANAVESE Canavese Meridionale 5.399

VESTIGNE' Eporediese 3.140 CANDIA CANAVESE Area di Caluso 3.829 AGLIE' Eporediese 4.604 VIALFRE' Area di Caluso 5.422

ORIO CANAVESE Area di Caluso 3.207 AZEGLIO Eporediese 4.068 MONTALTO DORA Eporediese 4.629 CAREMA Eporediese 5.451

LOMBARDORE Canavese Meridionale 3.225 CORIO Canavese Meridionale 4.077 ROCCA CANAVESE Canavese Meridionale 4.783 AGLIE' Eporediese 5.458

STRAMBINELLO Eporediese 3.230 OZEGNA Alto Canavese 4.079 MAZZE' Area di Caluso 4.787 LUGNACCO Eporediese 5.477

ISSIGLIO Eporediese 3.232 SALASSA Alto Canavese 4.165 VISTRORIO Eporediese 4.847 TORRE CANAVESE Eporediese 5.480

CORIO Canavese Meridionale 3.236 BUSANO Alto Canavese 4.288 FRASSINETTO Alto Canavese 4.855 ALBIANO D'IVREA Eporediese 5.536

COLLERETTO CASTELNUOVO Eporediese 3.261 QUINCINETTO Eporediese 4.298 PONT-CANAVESE Alto Canavese 4.860 QUASSOLO Eporediese 5.543

SAN GIUSTO CANAVESE Area di Caluso 3.265 ROCCA CANAVESE Canavese Meridionale 4.351 VESTIGNE' Eporediese 5.030 ROCCA CANAVESE Canavese Meridionale 5.550

VIALFRE' Area di Caluso 3.329 BARBANIA Canavese Meridionale 4.383 PAVONE CANAVESE Eporediese 5.074 PECCO Eporediese 5.561

BOSCONERO Alto Canavese 3.355 CAREMA Eporediese 4.387 CAREMA Eporediese 5.080 CANDIA CANAVESE Area di Caluso 5.604

SETTIMO ROTTARO Eporediese 3.399 SAMONE Eporediese 4.606 LORANZE' Eporediese 5.096 PAVONE CANAVESE Eporediese 5.625

BORGIALLO Eporediese 3.406 LOMBARDORE Canavese Meridionale 4.749 COLLERETTO CASTELNUOVO Eporediese 5.196 SAN MARTINO CANAVESE Area di Caluso 5.630

BROSSO Eporediese 3.432 RONDISSONE Canavese Meridionale 4.788 FRONT Canavese Meridionale 5.200 SAMONE Eporediese 5.631

COSSANO CANAVESE Eporediese 3.460 OGLIANICO Alto Canavese 4.897 SAN COLOMBANO BELMONTE Alto Canavese 5.231 SETTIMO ROTTARO Eporediese 5.643

CINTANO Eporediese 3.489 ALBIANO D'IVREA Eporediese 5.073 COSSANO CANAVESE Eporediese 5.395 SAN MAURIZIO CANAVESE Canavese Meridionale 5.662

MAGLIONE Eporediese 3.565 FOGLIZZO Canavese Meridionale 5.122 LESSOLO Eporediese 5.523 VIDRACCO Eporediese 5.666

LOCANA Alto Canavese 3.617 CHIAVERANO Eporediese 5.200 ISSIGLIO Eporediese 5.561 PERTUSIO Alto Canavese 5.694

ROMANO CANAVESE Eporediese 3.643 ORIO CANAVESE Area di Caluso 5.276 SALERANO CANAVESE Eporediese 5.578 CHIAVERANO Eporediese 5.716

MONTANARO Canavese Meridionale 3.644 MAZZE' Area di Caluso 5.282 TRAVERSELLA Eporediese 5.640 COLLERETTO GIACOSA Eporediese 5.807

QUASSOLO Eporediese 3.648 FORNO CANAVESE Alto Canavese 5.547 RIBORDONE Alto Canavese 5.859 GROSSO Canavese Meridionale 5.817

FELETTO Alto Canavese 3.794 BANCHETTE Eporediese 5.576 BORGIALLO Eporediese 6.034 PARELLA Eporediese 5.864

LUSIGLIE' Alto Canavese 3.900 LESSOLO Eporediese 5.609 SETTIMO VITTONE Eporediese 6.074 SAN PONSO Alto Canavese 5.884

ANDRATE Eporediese 4.016 SAN GIORGIO CANAVESE Area di Caluso 5.641 RUEGLIO Eporediese 6.116 COSSANO CANAVESE Eporediese 5.908

RONDISSONE Canavese Meridionale 4.054 SAN CARLO CANAVESE Canavese Meridionale 5.691 TORRE CANAVESE Eporediese 6.148 TAVAGNASCO Eporediese 5.934

MERCENASCO Area di Caluso 4.110 PAVONE CANAVESE Eporediese 5.722 TAVAGNASCO Eporediese 6.467 BALDISSERO CANAVESE Eporediese 5.988

FRONT Canavese Meridionale 4.193 MATHI Canavese Meridionale 5.811 ANDRATE Eporediese 6.540 PEROSA CANAVESE Area di Caluso 6.003

SPARONE Alto Canavese 4.213 RIVARA Alto Canavese 5.814 LOCANA Alto Canavese 6.560 RUEGLIO Eporediese 6.043

MEUGLIANO Eporediese 4.303 MONTALTO DORA Eporediese 5.815 SPARONE Alto Canavese 6.636 SAN CARLO CANAVESE Canavese Meridionale 6.104

INGRIA Alto Canavese 4.313 AGLIE' Eporediese 5.917 VICO CANAVESE Eporediese 6.718 MONTANARO Canavese Meridionale 6.114

SAN GIORGIO CANAVESE Area di Caluso 4.362 CASTELLAMONTE Eporediese 6.067 PRATIGLIONE Alto Canavese 6.730 SCARMAGNO Eporediese 6.243

MAZZE' Area di Caluso 4.363 TAVAGNASCO Eporediese 6.077 FIORANO CANAVESE Eporediese 6.751 SETTIMO VITTONE Eporediese 6.255

CARAVINO Eporediese 4.378 VALPERGA Alto Canavese 6.332 TRAUSELLA Eporediese 6.766 CASCINETTE D'IVREA Eporediese 6.348

TAVAGNASCO Eporediese 4.392 BOSCONERO Alto Canavese 6.343 NOMAGLIO Eporediese 7.063 LOCANA Alto Canavese 6.361

SETTIMO VITTONE Eporediese 4.395 IVREA Eporediese 6.364 LUSIGLIE' Alto Canavese 7.105 NOLE Canavese Meridionale 6.389

BORGOMASINO Eporediese 4.403 MONTANARO Canavese Meridionale 6.499 VALPRATO SOANA Alto Canavese 7.131 ISSIGLIO Eporediese 6.415

CANISCHIO Alto Canavese 4.408 SAN FRANCESCO AL CAMPO Canavese Meridionale 6.623 INGRIA Alto Canavese 7.247 VISCHE Area di Caluso 6.458

OZEGNA Alto Canavese 4.431 CUORGNE' Alto Canavese 6.628 MEUGLIANO Eporediese 7.525 VAUDA CANAVESE Canavese Meridionale 6.471

QUINCINETTO Eporediese 4.443 NOLE Canavese Meridionale 6.773 RONCO CANAVESE Alto Canavese 7.552 QUAGLIUZZO Eporediese 6.513

CASTELNUOVO NIGRA Eporediese 4.672 FAVRIA Alto Canavese 6.836 VIALFRE' Area di Caluso 7.554 PALAZZO CANAVESE Eporediese 6.849

VICO CANAVESE Eporediese 4.693 PONT-CANAVESE Alto Canavese 6.896 CUCEGLIO Area di Caluso 7.620 TRAVERSELLA Eporediese 6.850

RUEGLIO Eporediese 4.797 SAN GIUSTO CANAVESE Area di Caluso 6.897 VILLAREGGIA Area di Caluso 7.672 BARBANIA Canavese Meridionale 6.870

CAREMA Eporediese 5.083 BORGOFRANCO D'IVREA Eporediese 6.923 QUINCINETTO Eporediese 7.749 RONCO CANAVESE Alto Canavese 7.349

CHIESANUOVA Eporediese 5.575 FELETTO Alto Canavese 6.933 CHIESANUOVA Eporediese 7.750 BAIRO Eporediese 7.397

VALPRATO SOANA Alto Canavese 5.728 CALUSO Area di Caluso 6.937 QUASSOLO Eporediese 7.769 STRAMBINELLO Eporediese 7.643

FRASSINETTO Alto Canavese 6.082 BOLLENGO Eporediese 6.939 BARBANIA Canavese Meridionale 7.808 TRAUSELLA Eporediese 7.695

TRAVERSELLA Eporediese 6.243 SAN MAURIZIO CANAVESE Canavese Meridionale 7.049 NOASCA Alto Canavese 7.827 ALPETTE Alto Canavese 7.940

NOASCA Alto Canavese 6.252 CIRIE' Canavese Meridionale 7.054 CALUSO Area di Caluso 7.846 RIBORDONE Alto Canavese 8.001

TRAUSELLA Eporediese 6.470 SAN BENIGNO CANAVESE Canavese Meridionale 7.164 FORNO CANAVESE Alto Canavese 7.891 INGRIA Alto Canavese 8.002

RONCO CANAVESE Alto Canavese 6.606 STRAMBINO Eporediese 7.169 MAGLIONE Eporediese 7.912 FRASSINETTO Alto Canavese 8.029

RIBORDONE Alto Canavese 6.740 RIVAROLO CANAVESE Alto Canavese 7.244 IVREA Eporediese 8.075 VALPRATO SOANA Alto Canavese 8.072

Elaborazione Centro Studi Sintesi su fonti varie

Nota: si tratta della medesima metodologia utilizzata per lo studio "Borghi felici" solo che in questo caso l'analisi è stata fatta su tutti i comuni italiani e non su una selezione ragionata e statisticamente rappresentativo dei comuni a migliore qualità della vita e di benessere.

CONDIZIONI DI VITA MATERIALI

(BENESSERE ECONOMICO)ISTRUZIONE E CULTURA PARTECIPAZIONE ALLA VITA POLITICA RAPPORTI SOCIALI

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

I comuni del Canavese nella graduatoria delle realtà dove si vive meglio - “Borghi felici”

A cura del Centro Studi Sintesi 80

Infatti è nella macro area tematica della “salute” che il Canavese presenta i

risultati peggiori se confrontati con il resto del Paese. Si tratta di una classificazione che è

inevitabilmente “figlia” di un andamento provinciale difficile, tuttavia appare chiaro che

dove la popolazione è anziana e in un contesto in cui l’industrializzazione è stata forte

fino al recentissimo passato non è semplice registrare situazioni performanti, almeno se

confrontate con altre realtà del Paese. Il rischio di ospedalizzazione è piuttosto elevato,

inoltre si riscontra un tasso di mortalità per tumori superiore ad altre parti d’Italia, anche

dove, in termini di industrializzazione non risultano esserci grosse differenze con la realtà

Canavese.

Le dinamiche demografiche sono praticamente schiacciate verso lo zero,

soprattutto in entrata: il tasso di natalità è talmente basso che non risulta sufficiente a

coprire la mortalità del territorio, e solo l’ingresso di nuovi residenti, magari stranieri

attratti dalla speranza di poter trovare impiego nell’area, ha permesso negli ultimi anni di

mantenere la crescita del numero di abitanti nel Canavese in linea con quella media del

resto del Paese.

Segnali incoraggianti provengono dall’area tematica dell’istruzione e della cultura:

la risposta complessiva del Canavese è positiva, su molte variabili elementari i comuni di

quest’area occupano una posizione importante. Colleretto Castelnuovo e Ceresole Reale

sono nei primi 20 comuni a livello nazionale per variabili relative all’istruzione e alla

cultura: il livello di istruzione e buono, la dotazione infrastrutturale scolastica anche e nel

Canavese la presenza di biblioteche è discreta, nondimeno mancano gli asili statali per i

più piccoli, che infatti li frequentano in numero superiore alla media di altre realtà del

nord del Paese.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

I comuni del Canavese nella graduatoria delle realtà dove si vive meglio - “Borghi felici”

A cura del Centro Studi Sintesi 81

Posizionamento dei comuni del Canavese nella graduatoria della qualità della vita e del benessere nei comuni italiani (seconde quattro aree tematiche)

COMUNE AREA Pos. COMUNE AREA Pos. COMUNE AREA Pos. COMUNE AREA Pos.

CERESOLE REALE Alto Canavese 841 CERESOLE REALE Alto Canavese 75 CERESOLE REALE Alto Canavese 18 CERESOLE REALE Alto Canavese 5.000

VALPRATO SOANA Alto Canavese 853 INGRIA Alto Canavese 916 MEUGLIANO Eporediese 125 MEUGLIANO Eporediese 5.002

RIBORDONE Alto Canavese 874 SPARONE Alto Canavese 925 NOASCA Alto Canavese 171 NOASCA Alto Canavese 5.003

RONCO CANAVESE Alto Canavese 903 CAREMA Eporediese 1.001 SAMONE Eporediese 191 SAMONE Eporediese 5.005

LOCANA Alto Canavese 924 LUGNACCO Eporediese 1.002 VALPRATO SOANA Alto Canavese 216 VALPRATO SOANA Alto Canavese 5.006

NOASCA Alto Canavese 1.028 LOCANA Alto Canavese 1.095 ALPETTE Alto Canavese 305 ALPETTE Alto Canavese 5.009

TRAVERSELLA Eporediese 1.264 ISSIGLIO Eporediese 1.192 TRAVERSELLA Eporediese 347 TRAVERSELLA Eporediese 5.010

VICO CANAVESE Eporediese 1.479 QUINCINETTO Eporediese 1.494 PRASCORSANO Alto Canavese 372 PRASCORSANO Alto Canavese 5.013

CORIO Canavese Meridionale 1.493 ALPETTE Alto Canavese 1.503 RIBORDONE Alto Canavese 398 RIBORDONE Alto Canavese 5.014

CASTELNUOVO NIGRA Eporediese 1.498 VISCHE Area di Caluso 1.565 SETTIMO VITTONE Eporediese 435 SETTIMO VITTONE Eporediese 5.016

FRASSINETTO Alto Canavese 1.520 CORIO Canavese Meridionale 1.569 RONCO CANAVESE Alto Canavese 451 RONCO CANAVESE Alto Canavese 5.017

SPARONE Alto Canavese 1.535 FRASSINETTO Alto Canavese 1.581 PIVERONE Eporediese 590 PIVERONE Eporediese 5.018

CASTELLAMONTE Eporediese 1.761 TAVAGNASCO Eporediese 1.619 IVREA Eporediese 698 IVREA Eporediese 5.020

INGRIA Alto Canavese 2.157 CARAVINO Eporediese 1.686 CIRIE' Canavese Meridionale 733 CIRIE' Canavese Meridionale 5.021

SETTIMO VITTONE Eporediese 2.243 MAGLIONE Eporediese 1.787 QUINCINETTO Eporediese 784 QUINCINETTO Eporediese 5.022

RUEGLIO Eporediese 2.314 BROSSO Eporediese 1.798 COLLERETTO CASTELNUOVO Eporediese 902 COLLERETTO CASTELNUOVO Eporediese 5.024

FOGLIZZO Canavese Meridionale 2.319 BORGIALLO Eporediese 1.813 VICO CANAVESE Eporediese 923 VICO CANAVESE Eporediese 5.025

VISCHE Area di Caluso 2.419 COSSANO CANAVESE Eporediese 1.850 ALICE SUPERIORE Eporediese 934 ALICE SUPERIORE Eporediese 5.026

TRAUSELLA Eporediese 2.547 VILLAREGGIA Area di Caluso 1.856 VISCHE Area di Caluso 947 VISCHE Area di Caluso 5.027

ROCCA CANAVESE Canavese Meridionale 2.665 SETTIMO VITTONE Eporediese 1.869 VIALFRE' Area di Caluso 967 VIALFRE' Area di Caluso 5.029

SAN BENIGNO CANAVESE Canavese Meridionale 2.683 SETTIMO ROTTARO Eporediese 1.957 QUASSOLO Eporediese 972 QUASSOLO Eporediese 5.030

BROSSO Eporediese 2.750 VALPRATO SOANA Alto Canavese 1.971 CICONIO Alto Canavese 979 CICONIO Alto Canavese 5.031

BORGOMASINO Eporediese 2.792 ANDRATE Eporediese 1.972 BROSSO Eporediese 991 BROSSO Eporediese 5.032

MONTANARO Canavese Meridionale 2.802 RUEGLIO Eporediese 2.122 CHIESANUOVA Eporediese 1.000 CHIESANUOVA Eporediese 5.034

VESTIGNE' Eporediese 2.827 CASTELNUOVO NIGRA Eporediese 2.257 RIVAROLO CANAVESE Alto Canavese 1.031 RIVAROLO CANAVESE Alto Canavese 5.035

VILLAREGGIA Area di Caluso 2.848 CINTANO Eporediese 2.295 VISTRORIO Eporediese 1.079 VISTRORIO Eporediese 5.037

CANISCHIO Alto Canavese 2.858 ALICE SUPERIORE Eporediese 2.305 CAREMA Eporediese 1.121 CAREMA Eporediese 5.038

PONT-CANAVESE Alto Canavese 2.903 RONCO CANAVESE Alto Canavese 2.331 CALUSO Area di Caluso 1.124 CALUSO Area di Caluso 5.039

STRAMBINO Eporediese 2.974 CANISCHIO Alto Canavese 2.376 BUSANO Alto Canavese 1.197 BUSANO Alto Canavese 5.040

BORGOFRANCO D'IVREA Eporediese 3.138 BORGOMASINO Eporediese 2.410 RONDISSONE Canavese Meridionale 1.209 RONDISSONE Canavese Meridionale 5.041

RIVAROLO CANAVESE Alto Canavese 3.140 BALDISSERO CANAVESE Eporediese 2.422 ANDRATE Eporediese 1.355 ANDRATE Eporediese 5.043

BOLLENGO Eporediese 3.162 COLLERETTO CASTELNUOVO Eporediese 2.424 CINTANO Eporediese 1.440 CINTANO Eporediese 5.045

PIVERONE Eporediese 3.258 QUAGLIUZZO Eporediese 2.428 STRAMBINO Eporediese 1.462 STRAMBINO Eporediese 5.046

ALBIANO D'IVREA Eporediese 3.410 VESTIGNE' Eporediese 2.439 MONTALTO DORA Eporediese 1.464 MONTALTO DORA Eporediese 5.047

RIVARA Alto Canavese 3.433 TORRE CANAVESE Eporediese 2.441 CANDIA CANAVESE Area di Caluso 1.507 CANDIA CANAVESE Area di Caluso 5.048

FORNO CANAVESE Alto Canavese 3.454 RIVAROSSA Alto Canavese 2.478 LOCANA Alto Canavese 1.522 LOCANA Alto Canavese 5.049

SAN MARTINO CANAVESE Area di Caluso 3.509 BARONE CANAVESE Area di Caluso 2.504 TRAUSELLA Eporediese 1.563 TRAUSELLA Eporediese 5.050

AGLIE' Eporediese 3.552 PECCO Eporediese 2.567 CANISCHIO Alto Canavese 1.567 CANISCHIO Alto Canavese 5.051

CARAVINO Eporediese 3.587 TRAVERSELLA Eporediese 2.632 BORGOFRANCO D'IVREA Eporediese 1.576 BORGOFRANCO D'IVREA Eporediese 5.052

ANDRATE Eporediese 3.609 PARELLA Eporediese 2.636 FRASSINETTO Alto Canavese 1.596 FRASSINETTO Alto Canavese 5.053

CHIAVERANO Eporediese 3.684 VICO CANAVESE Eporediese 2.933 CARAVINO Eporediese 1.603 CARAVINO Eporediese 5.054

FAVRIA Alto Canavese 3.690 PRATIGLIONE Alto Canavese 3.014 CASTELLAMONTE Eporediese 1.718 CASTELLAMONTE Eporediese 5.055

VALPERGA Alto Canavese 3.739 SAN MARTINO CANAVESE Area di Caluso 3.085 CUORGNE' Alto Canavese 1.749 CUORGNE' Alto Canavese 5.056

TAVAGNASCO Eporediese 3.943 NOASCA Alto Canavese 3.101 GROSSO Canavese Meridionale 1.793 GROSSO Canavese Meridionale 5.059

AZEGLIO Eporediese 4.034 VIDRACCO Eporediese 3.153 OZEGNA Alto Canavese 1.911 OZEGNA Alto Canavese 5.061

BARBANIA Canavese Meridionale 4.037 RIBORDONE Alto Canavese 3.159 CHIAVERANO Eporediese 1.957 CHIAVERANO Eporediese 5.063

PRATIGLIONE Alto Canavese 4.054 SCARMAGNO Eporediese 3.173 PONT-CANAVESE Alto Canavese 1.959 PONT-CANAVESE Alto Canavese 5.064

MERCENASCO Area di Caluso 4.088 GROSSO Canavese Meridionale 3.191 SPARONE Alto Canavese 2.002 SPARONE Alto Canavese 5.065

CUORGNE' Alto Canavese 4.116 CHIESANUOVA Eporediese 3.256 AGLIE' Eporediese 2.082 AGLIE' Eporediese 5.067

CALUSO Area di Caluso 4.172 CIRIE' Canavese Meridionale 3.258 MATHI Canavese Meridionale 2.106 MATHI Canavese Meridionale 5.069

MAZZE' Area di Caluso 4.185 SAN MAURIZIO CANAVESE Canavese Meridionale 3.279 SAN MAURIZIO CANAVESE Canavese Meridionale 2.133 SAN MAURIZIO CANAVESE Canavese Meridionale 5.070

QUINCINETTO Eporediese 4.209 VAUDA CANAVESE Canavese Meridionale 3.349 LUSIGLIE' Alto Canavese 2.154 LUSIGLIE' Alto Canavese 5.071

CANDIA CANAVESE Area di Caluso 4.225 BUROLO Eporediese 3.357 BALDISSERO CANAVESE Eporediese 2.160 BALDISSERO CANAVESE Eporediese 5.072

SAN FRANCESCO AL CAMPO Canavese Meridionale 4.347 VISTRORIO Eporediese 3.358 TAVAGNASCO Eporediese 2.178 TAVAGNASCO Eporediese 5.073

BOSCONERO Alto Canavese 4.379 LOMBARDORE Canavese Meridionale 3.360 VALPERGA Alto Canavese 2.204 VALPERGA Alto Canavese 5.074

SAN GIORGIO CANAVESE Area di Caluso 4.605 NOLE Canavese Meridionale 3.505 MONTANARO Canavese Meridionale 2.290 MONTANARO Canavese Meridionale 5.075

SCARMAGNO Eporediese 4.634 SALASSA Alto Canavese 3.552 RUEGLIO Eporediese 2.295 RUEGLIO Eporediese 5.076

BAIRO Eporediese 4.659 ORIO CANAVESE Area di Caluso 3.578 SCARMAGNO Eporediese 2.342 SCARMAGNO Eporediese 5.077

SAN CARLO CANAVESE Canavese Meridionale 4.863 VALPERGA Alto Canavese 3.587 SAN COLOMBANO BELMONTE Alto Canavese 2.422 SAN COLOMBANO BELMONTE Alto Canavese 5.078

PAVONE CANAVESE Eporediese 4.876 FIORANO CANAVESE Eporediese 3.630 MERCENASCO Area di Caluso 2.459 MERCENASCO Area di Caluso 5.079

CUCEGLIO Area di Caluso 4.886 CUCEGLIO Area di Caluso 3.710 TORRE CANAVESE Eporediese 2.538 TORRE CANAVESE Eporediese 5.080

RONDISSONE Canavese Meridionale 4.929 RIVARA Alto Canavese 3.728 FAVRIA Alto Canavese 2.556 FAVRIA Alto Canavese 5.081

NOLE Canavese Meridionale 4.955 MATHI Canavese Meridionale 3.754 SAN MARTINO CANAVESE Area di Caluso 2.577 SAN MARTINO CANAVESE Area di Caluso 5.083

IVREA Eporediese 5.154 PALAZZO CANAVESE Eporediese 3.834 FRONT Canavese Meridionale 2.612 FRONT Canavese Meridionale 5.085

RIVAROSSA Alto Canavese 5.189 PERTUSIO Alto Canavese 3.839 VIDRACCO Eporediese 2.673 VIDRACCO Eporediese 5.086

SAN GIUSTO CANAVESE Area di Caluso 5.215 SAN CARLO CANAVESE Canavese Meridionale 3.879 LORANZE' Eporediese 2.704 LORANZE' Eporediese 5.088

MAGLIONE Eporediese 5.289 SAN FRANCESCO AL CAMPO Canavese Meridionale 3.883 MAZZE' Area di Caluso 2.765 MAZZE' Area di Caluso 5.091

FRONT Canavese Meridionale 5.367 OGLIANICO Alto Canavese 3.924 SAN PONSO Alto Canavese 2.777 SAN PONSO Alto Canavese 5.093

ALICE SUPERIORE Eporediese 5.395 IVREA Eporediese 3.937 SAN CARLO CANAVESE Canavese Meridionale 2.795 SAN CARLO CANAVESE Canavese Meridionale 5.094

COLLERETTO CASTELNUOVO Eporediese 5.397 FRONT Canavese Meridionale 4.003 LOMBARDORE Canavese Meridionale 2.860 LOMBARDORE Canavese Meridionale 5.095

LESSOLO Eporediese 5.399 BUSANO Alto Canavese 4.006 PEROSA CANAVESE Area di Caluso 2.884 PEROSA CANAVESE Area di Caluso 5.097

PRASCORSANO Alto Canavese 5.400 SALERANO CANAVESE Eporediese 4.045 ROCCA CANAVESE Canavese Meridionale 2.964 ROCCA CANAVESE Canavese Meridionale 5.100

BORGIALLO Eporediese 5.482 BAIRO Eporediese 4.051 SALASSA Alto Canavese 3.041 SALASSA Alto Canavese 5.101

SETTIMO ROTTARO Eporediese 5.504 CANDIA CANAVESE Area di Caluso 4.073 PARELLA Eporediese 3.174 PARELLA Eporediese 5.103

VAUDA CANAVESE Canavese Meridionale 5.516 BARBANIA Canavese Meridionale 4.093 SAN BENIGNO CANAVESE Canavese Meridionale 3.177 SAN BENIGNO CANAVESE Canavese Meridionale 5.104

MONTALENGHE Area di Caluso 5.547 TRAUSELLA Eporediese 4.112 CORIO Canavese Meridionale 3.216 CORIO Canavese Meridionale 5.106

ISSIGLIO Eporediese 5.732 BOSCONERO Alto Canavese 4.117 BOLLENGO Eporediese 3.253 BOLLENGO Eporediese 5.108

CAREMA Eporediese 5.803 BORGOFRANCO D'IVREA Eporediese 4.123 STRAMBINELLO Eporediese 3.352 STRAMBINELLO Eporediese 5.110

ROMANO CANAVESE Eporediese 5.939 SAMONE Eporediese 4.131 BARONE CANAVESE Area di Caluso 3.359 BARONE CANAVESE Area di Caluso 5.111

ALPETTE Alto Canavese 6.009 QUASSOLO Eporediese 4.226 ROMANO CANAVESE Eporediese 3.361 ROMANO CANAVESE Eporediese 5.112

LEVONE Canavese Meridionale 6.078 MONTALTO DORA Eporediese 4.245 FELETTO Alto Canavese 3.407 FELETTO Alto Canavese 5.113

TORRE CANAVESE Eporediese 6.121 ALBIANO D'IVREA Eporediese 4.278 LESSOLO Eporediese 3.507 LESSOLO Eporediese 5.114

OGLIANICO Alto Canavese 6.164 COLLERETTO GIACOSA Eporediese 4.282 BORGOMASINO Eporediese 3.514 BORGOMASINO Eporediese 5.115

ORIO CANAVESE Area di Caluso 6.353 RIVAROLO CANAVESE Alto Canavese 4.301 PALAZZO CANAVESE Eporediese 3.556 PALAZZO CANAVESE Eporediese 5.117

FELETTO Alto Canavese 6.511 ROCCA CANAVESE Canavese Meridionale 4.331 OGLIANICO Alto Canavese 3.583 OGLIANICO Alto Canavese 5.118

LUSIGLIE' Alto Canavese 6.525 LORANZE' Eporediese 4.407 FORNO CANAVESE Alto Canavese 3.603 FORNO CANAVESE Alto Canavese 5.119

BUROLO Eporediese 6.544 BOLLENGO Eporediese 4.413 RIVARA Alto Canavese 3.607 RIVARA Alto Canavese 5.121

VISTRORIO Eporediese 6.753 PONT-CANAVESE Alto Canavese 4.463 SAN GIORGIO CANAVESE Area di Caluso 3.621 SAN GIORGIO CANAVESE Area di Caluso 5.122

CIRIE' Canavese Meridionale 6.802 PAVONE CANAVESE Eporediese 4.479 ALBIANO D'IVREA Eporediese 3.642 ALBIANO D'IVREA Eporediese 5.123

LUGNACCO Eporediese 6.816 VIALFRE' Area di Caluso 4.516 BUROLO Eporediese 3.648 BUROLO Eporediese 5.124

PEROSA CANAVESE Area di Caluso 6.837 CUORGNE' Alto Canavese 4.539 VAUDA CANAVESE Canavese Meridionale 3.710 VAUDA CANAVESE Canavese Meridionale 5.126

CINTANO Eporediese 6.840 BANCHETTE Eporediese 4.560 COLLERETTO GIACOSA Eporediese 3.722 COLLERETTO GIACOSA Eporediese 5.127

COLLERETTO GIACOSA Eporediese 6.855 AZEGLIO Eporediese 4.586 AZEGLIO Eporediese 3.800 AZEGLIO Eporediese 5.128

MEUGLIANO Eporediese 6.858 CASTELLAMONTE Eporediese 4.603 BANCHETTE Eporediese 3.821 BANCHETTE Eporediese 5.129

MATHI Canavese Meridionale 6.878 LEVONE Canavese Meridionale 4.619 SAN GIUSTO CANAVESE Area di Caluso 3.843 SAN GIUSTO CANAVESE Area di Caluso 5.130

VIALFRE' Area di Caluso 6.952 SAN BENIGNO CANAVESE Canavese Meridionale 4.641 QUAGLIUZZO Eporediese 3.928 QUAGLIUZZO Eporediese 5.133

MONTALTO DORA Eporediese 6.956 FOGLIZZO Canavese Meridionale 4.642 PERTUSIO Alto Canavese 3.941 PERTUSIO Alto Canavese 5.134

BARONE CANAVESE Area di Caluso 7.168 SAN COLOMBANO BELMONTE Alto Canavese 4.656 SAN FRANCESCO AL CAMPO Canavese Meridionale 3.955 SAN FRANCESCO AL CAMPO Canavese Meridionale 5.135

FIORANO CANAVESE Eporediese 7.247 FORNO CANAVESE Alto Canavese 4.686 PAVONE CANAVESE Eporediese 3.963 PAVONE CANAVESE Eporediese 5.136

CHIESANUOVA Eporediese 7.366 PRASCORSANO Alto Canavese 4.690 ORIO CANAVESE Area di Caluso 4.106 ORIO CANAVESE Area di Caluso 5.138

SAN MAURIZIO CANAVESE Canavese Meridionale 7.393 MEUGLIANO Eporediese 4.766 FIORANO CANAVESE Eporediese 4.216 FIORANO CANAVESE Eporediese 5.139

LOMBARDORE Canavese Meridionale 7.446 STRAMBINO Eporediese 4.778 FOGLIZZO Canavese Meridionale 4.251 FOGLIZZO Canavese Meridionale 5.140

BALDISSERO CANAVESE Eporediese 7.463 MONTANARO Canavese Meridionale 4.789 BORGIALLO Eporediese 4.263 BORGIALLO Eporediese 5.141

QUASSOLO Eporediese 7.494 CASCINETTE D'IVREA Eporediese 4.799 ISSIGLIO Eporediese 4.317 ISSIGLIO Eporediese 5.143

PERTUSIO Alto Canavese 7.522 FAVRIA Alto Canavese 4.825 CASTELNUOVO NIGRA Eporediese 4.363 CASTELNUOVO NIGRA Eporediese 5.144

LORANZE' Eporediese 7.534 CALUSO Area di Caluso 4.827 PRATIGLIONE Alto Canavese 4.452 PRATIGLIONE Alto Canavese 5.146

SALASSA Alto Canavese 7.543 MAZZE' Area di Caluso 4.829 MAGLIONE Eporediese 4.562 MAGLIONE Eporediese 5.148

SAN COLOMBANO BELMONTE Alto Canavese 7.604 MERCENASCO Area di Caluso 4.853 MONTALENGHE Area di Caluso 4.581 MONTALENGHE Area di Caluso 5.149

OZEGNA Alto Canavese 7.649 STRAMBINELLO Eporediese 4.856 CUCEGLIO Area di Caluso 4.609 CUCEGLIO Area di Caluso 5.150

VILLANOVA CANAVESE Canavese Meridionale 7.658 CHIAVERANO Eporediese 4.868 RIVAROSSA Alto Canavese 4.626 RIVAROSSA Alto Canavese 5.151

CICONIO Alto Canavese 7.696 SAN GIORGIO CANAVESE Area di Caluso 4.884 NOLE Canavese Meridionale 4.684 NOLE Canavese Meridionale 5.152

NOMAGLIO Eporediese 7.706 NOMAGLIO Eporediese 4.889 SETTIMO ROTTARO Eporediese 4.691 SETTIMO ROTTARO Eporediese 5.153

COSSANO CANAVESE Eporediese 7.734 SAN PONSO Alto Canavese 4.961 COSSANO CANAVESE Eporediese 4.714 COSSANO CANAVESE Eporediese 5.154

VIDRACCO Eporediese 7.778 VILLANOVA CANAVESE Canavese Meridionale 4.997 BOSCONERO Alto Canavese 4.819 BOSCONERO Alto Canavese 5.155

BUSANO Alto Canavese 7.836 MONTALENGHE Area di Caluso 5.023 LEVONE Canavese Meridionale 4.913 LEVONE Canavese Meridionale 5.156

PALAZZO CANAVESE Eporediese 7.865 AGLIE' Eporediese 5.072 BAIRO Eporediese 5.140 BAIRO Eporediese 5.158

GROSSO Canavese Meridionale 7.903 PEROSA CANAVESE Area di Caluso 5.084 VESTIGNE' Eporediese 5.177 VESTIGNE' Eporediese 5.159

PARELLA Eporediese 7.908 PIVERONE Eporediese 5.092 VILLAREGGIA Area di Caluso 5.296 VILLAREGGIA Area di Caluso 5.160

SAN PONSO Alto Canavese 7.987 RONDISSONE Canavese Meridionale 5.166 VILLANOVA CANAVESE Canavese Meridionale 5.348 VILLANOVA CANAVESE Canavese Meridionale 5.161

SALERANO CANAVESE Eporediese 8.002 OZEGNA Alto Canavese 5.299 CASCINETTE D'IVREA Eporediese 5.376 CASCINETTE D'IVREA Eporediese 5.164

STRAMBINELLO Eporediese 8.003 CICONIO Alto Canavese 5.489 BARBANIA Canavese Meridionale 5.507 BARBANIA Canavese Meridionale 5.165

PECCO Eporediese 8.008 SAN GIUSTO CANAVESE Area di Caluso 5.499 INGRIA Alto Canavese 5.822 INGRIA Alto Canavese 5.166

SAMONE Eporediese 8.020 ROMANO CANAVESE Eporediese 5.506 LUGNACCO Eporediese 5.823 LUGNACCO Eporediese 5.167

CASCINETTE D'IVREA Eporediese 8.037 FELETTO Alto Canavese 5.509 PECCO Eporediese 5.826 PECCO Eporediese 5.168

QUAGLIUZZO Eporediese 8.040 LESSOLO Eporediese 5.549 SALERANO CANAVESE Eporediese 5.829 SALERANO CANAVESE Eporediese 5.170

BANCHETTE Eporediese 8.057 LUSIGLIE' Alto Canavese 5.790 NOMAGLIO Eporediese 5.830 NOMAGLIO Eporediese 5.171

Elaborazione Centro Studi Sintesi su fonti varie

Nota: si tratta della medesima metodologia utilizzata per lo studio "Borghi felici" solo che in questo caso l'analisi è stata fatta su tutti i comuni italiani e non su una selezione ragionata e statisticamente rappresentativo dei comuni a migliore qualità della vita e di benessere.

ATTIVITA' PERSONALI SALUTEIN/SICUREZZA AMBIENTE

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

I comuni del Canavese nella graduatoria delle realtà dove si vive meglio - “Borghi felici”

A cura del Centro Studi Sintesi 82

Posizionamento dei comuni del Canavese nella graduatoria della qualità della vita e del benessere nei comuni italiani (indice generale)

COMUNE AREA Pos. COMUNE AREA Pos.

CERESOLE REALE Alto Canavese 4 COLLERETTO GIACOSA Eporediese 4.065

COLLERETTO CASTELNUOVO Eporediese 202 PONT-CANAVESE Alto Canavese 4.120

SCARMAGNO Eporediese 368 LUGNACCO Eporediese 4.122

BROSSO Eporediese 857 ROCCA CANAVESE Canavese Meridionale 4.127

ALPETTE Alto Canavese 997 BOLLENGO Eporediese 4.167

CARAVINO Eporediese 1.175 LORANZE' Eporediese 4.187

RIVAROLO CANAVESE Alto Canavese 1.250 ANDRATE Eporediese 4.208

VISCHE Area di Caluso 1.303 SAMONE Eporediese 4.243

PEROSA CANAVESE Area di Caluso 1.344 SAN MAURIZIO CANAVESE Canavese Meridionale 4.281

PIVERONE Eporediese 1.479 QUAGLIUZZO Eporediese 4.292

VISTRORIO Eporediese 1.580 BOSCONERO Alto Canavese 4.307

SAN MARTINO CANAVESE Area di Caluso 1.678 SAN PONSO Alto Canavese 4.324

BORGOMASINO Eporediese 1.928 SALASSA Alto Canavese 4.328

CANISCHIO Alto Canavese 1.965 VILLANOVA CANAVESE Canavese Meridionale 4.370

BARONE CANAVESE Area di Caluso 2.017 CAREMA Eporediese 4.380

BALDISSERO CANAVESE Eporediese 2.064 PARELLA Eporediese 4.399

BUROLO Eporediese 2.098 SAN BENIGNO CANAVESE Canavese Meridionale 4.410

ALICE SUPERIORE Eporediese 2.309 VICO CANAVESE Eporediese 4.551

CASTELLAMONTE Eporediese 2.327 VIDRACCO Eporediese 4.564

MONTALENGHE Area di Caluso 2.348 SAN GIUSTO CANAVESE Area di Caluso 4.617

PRASCORSANO Alto Canavese 2.416 BORGIALLO Eporediese 4.638

CANDIA CANAVESE Area di Caluso 2.553 AGLIE' Eporediese 4.680

CUORGNE' Alto Canavese 2.570 ORIO CANAVESE Area di Caluso 4.711

CIRIE' Canavese Meridionale 2.756 ISSIGLIO Eporediese 4.730

CORIO Canavese Meridionale 2.824 MEUGLIANO Eporediese 4.740

SAN CARLO CANAVESE Canavese Meridionale 3.003 FRASSINETTO Alto Canavese 4.746

CICONIO Alto Canavese 3.013 COSSANO CANAVESE Eporediese 4.766

GROSSO Canavese Meridionale 3.038 BUSANO Alto Canavese 4.814

LEVONE Canavese Meridionale 3.064 SAN GIORGIO CANAVESE Area di Caluso 4.861

PERTUSIO Alto Canavese 3.071 MONTALTO DORA Eporediese 4.876

RIVAROSSA Alto Canavese 3.099 OZEGNA Alto Canavese 4.917

SETTIMO ROTTARO Eporediese 3.110 FRONT Canavese Meridionale 4.923

CHIAVERANO Eporediese 3.165 FELETTO Alto Canavese 5.043

CASTELNUOVO NIGRA Eporediese 3.272 PAVONE CANAVESE Eporediese 5.059

VAUDA CANAVESE Canavese Meridionale 3.275 MAZZE' Area di Caluso 5.068

OGLIANICO Alto Canavese 3.365 PALAZZO CANAVESE Eporediese 5.125

RIVARA Alto Canavese 3.368 PRATIGLIONE Alto Canavese 5.238

RUEGLIO Eporediese 3.398 LESSOLO Eporediese 5.315

FOGLIZZO Canavese Meridionale 3.401 VILLAREGGIA Area di Caluso 5.319

LOMBARDORE Canavese Meridionale 3.431 FIORANO CANAVESE Eporediese 5.414

CINTANO Eporediese 3.455 CASCINETTE D'IVREA Eporediese 5.550

MATHI Canavese Meridionale 3.479 RIBORDONE Alto Canavese 5.630

RONDISSONE Canavese Meridionale 3.518 TAVAGNASCO Eporediese 5.657

ALBIANO D'IVREA Eporediese 3.577 SALERANO CANAVESE Eporediese 5.671

VALPERGA Alto Canavese 3.618 NOASCA Alto Canavese 5.696

MERCENASCO Area di Caluso 3.640 LUSIGLIE' Alto Canavese 5.839

AZEGLIO Eporediese 3.719 BANCHETTE Eporediese 5.936

BAIRO Eporediese 3.754 NOMAGLIO Eporediese 6.164

SAN FRANCESCO AL CAMPO Canavese Meridionale 3.769 VALPRATO SOANA Alto Canavese 6.213

VESTIGNE' Eporediese 3.783 STRAMBINELLO Eporediese 6.222

STRAMBINO Eporediese 3.800 TRAUSELLA Eporediese 6.344

SETTIMO VITTONE Eporediese 3.828 RONCO CANAVESE Alto Canavese 6.405

ROMANO CANAVESE Eporediese 3.832 CUCEGLIO Area di Caluso 6.495

BORGOFRANCO D'IVREA Eporediese 3.846 QUINCINETTO Eporediese 6.505

SAN COLOMBANO BELMONTE Alto Canavese 3.895 VIALFRE' Area di Caluso 6.576

MONTANARO Canavese Meridionale 3.917 CALUSO Area di Caluso 6.937

TRAVERSELLA Eporediese 3.933 MAGLIONE Eporediese 6.968

SPARONE Alto Canavese 3.968 INGRIA Alto Canavese 7.016

LOCANA Alto Canavese 3.976 IVREA Eporediese 7.048

TORRE CANAVESE Eporediese 4.008 CHIESANUOVA Eporediese 7.096

FAVRIA Alto Canavese 4.029 QUASSOLO Eporediese 7.113

NOLE Canavese Meridionale 4.061 FORNO CANAVESE Alto Canavese 7.310

PECCO Eporediese 4.064 BARBANIA Canavese Meridionale 7.535

Elaborazione Centro Studi Sintesi su fonti varie

INDICE GENERALE

Nota: si tratta della medesima metodologia utilizzata per lo studio "Borghi felici" solo che in questo caso l'analisi è stata fatta su tutti i comuni italiani e non su una

selezione ragionata e statisticamente rappresentativo dei comuni a migliore qualità della vita e di benessere.

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Canavese:qualità della vita, livello di benessere, reti di sviluppo

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di monitoraggio”, Luca Mazzara, IPSOA 2009.