liberaMENTE Cassola

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Anno IV - N. 14 Estate 2009 www.liberamentecassola.it Periodico di informazione fondato nel 2005 Direttore Responsabile: Giovanni Marchiorello Autorizzazione n. 1142 del 27/09/05 Tribunale di Bassano del Grappa (VI) L I BERAmente Cassola Faziosità o correttezza? Da quasi quattro anni questo gior- nale cerca di fare informazione non schierata, perché questa è la nostra finalità principale. Abbiamo sempre espresso liberamente e con correttez- za le critiche che ritenevamo oppor- tune all’operato dell’amministrazione comunale, ma abbiamo anche segna- lato fatti positivi, abbiamo denuncia- to abusi, abbiamo avanzato proposte. Riteniamo di aver perseguito sempre l’obiettività, ben sapendo che è diffi- cile essere imparziali quando si espri- mono opinioni. Eppure, chi si è sentito “toccato” dalle nostre osservazioni ci ha subito etichettati come “opposi- zione” prevenuta e di parte, trovando facile strumento di propaganda, in questo senso, nel notiziario comunale. Arrivando persino a sporgere una que- rela, tanto strumentale quanto ridicola, fino al punto di indicarci come bugiar- di (vedi articolo “Bugie e bugiardi”) e di affermare che il vero obiettivo di Liberamente fosse una “discesa in campo” per le amministrative 2009. La verità, adesso, è sotto gli occhi di tutti. Questo giornale, “bugiardo e di opposizione”, è l’unico che non è intervenuto in campagna elettorale, attendendo che tutto si svolgesse, sen- za schierarsi per nessuna delle parti in campo. Questa è la risposta più chiara a chi ci ha voluto dipingere come giornale di parte. Ma ora è tempo di analisi, ora sì possiamo esprimere le nostre va- lutazioni sui risultati del voto e sulla campagna elettorale conclusa. Lo fa- remo “a più voci”, come siamo soliti fare, essendo noi tutti espressione non di un pensiero unico ma di una cultura e di una società abbastanza differen- ziate, nel pensiero come nelle opinioni politiche, come nello status sociale. Unitamente a questa analisi del voto a più voci la Redazione esprime anche una riflessione, approfondita e condi- visa, sullo stato di salute di Libera- mente, su quanto il giornale abbia sa- puto veramente informare i cittadini, sul consenso e sulle critiche ricevute, sulle prospettive future. Liberamente Sindaco di tutti? Molto bene! Il nuovo sindaco di Cassola ha assicurato che sarà “il sinda- co di tutti”. E’ un’affermazio- ne tranquillizzante, sorridente, conciliante. Peccato che sia una formula troppo abusata, per cui non garantisce poi molto. Infatti viene utilizzata da tutti i candi- dati sindaco in campagna elet- torale e viene poi prontamente riproposta dai neoeletti. Sem- pre. Da tutti. Poi succederà qualcosa – ma- gari che le opposizioni non con- dividono certe scelte prese nel palazzo - e le posizioni si ina- spriranno. Allora il sindaco non potrà più mantenere quella pro- messa. Naturalmente non per colpa sua. Ma dai! Come si fa ad essere il sindaco anche di chi non è d’accordo, con chi ti criti- ca e ti rema contro e non si fida e insomma non se ne sta buono buono al suo posto di platea ad apprezzare il tuo lavoro e ad ap- plaudirti? Di solito succede così. Ma non è il caso di partire preve- nuti. Occorre dare credito a chi, come la signora Silvia Pasinato, è approdata da poco alla politi- ca attiva e per questo dovrebbe avere intatte riserve di energie e SEGUE A PAG. 2 Nel notiziario comunale di novembre 2008 il sindaco An- tonio Pasinato diceva: “Chi però fa azioni solo strumentali o persino disinformazione (ulti- mamente episodi di questo tipo ne abbiamo visti molti e molti ne vedremo ancora) non è sicu- ramente orientato agli interessi veri della gente. Per questo, annuncio fin d’ora che sto preparando una pubbli- cazione per rispondere pun- tualmente agli attacchi arrivati di recente da componenti delle minoranze consiliari (anche se non sempre costoro hanno avu- to il coraggio di sottoscrivere i loro pensieri)”. Il riferimento, neanche tanto implicito, era a Liberamente e a quanto in esso affermato in vari articoli di diversi numeri. Dobbiamo intanto fare due precisazioni: • Le minoranze consiliari non c’entrano nulla con Liberamen- te, ne sono sempre state fuo- ri. L’unica eccezione riguarda Aldo Maroso, che non è certo una minoranza “storica” in Con- siglio comunale (e ora ne è fuori del tutto) e che nel giornale ha avuto più un ruolo tecnico che politico (proprio come, in Punto Cassola, la dott.ssa Barbara To- desco, che lì non ha certo una responsabilità politica); Non ci sono articoli “ano- nimi”: chi ha espresso un’opi- nione personale si è sempre fir- mato. Quando l’opinione è stata condivisa da TUTTA la reda- zione la firma è stata di TUTTA la redazione di Liberamente, e cioè, come già scritto: Fabrizio Bittante, Maurizio Pan, Andrea Todesco, Raffaello Bortignon, Bruno Marin, Ivan Bordignon, Lucia Castellan, Aldo Maroso. Ma torniamo al merito della questione. A quali attacchi, a quali azioni di disinformazione si riferisce il sindaco? Scorren- do i 13 numeri di Liberamente annotiamo solo alcune delle questioni sollevate. In primo luogo le critiche sul- la viabilità (e vivibilità) e sulla Bugie e bugiardi SEGUE A PAG. 2 Questo numero di Liberamen- te avrebbe potuto essere, detto in modo franco, l’ultimo numero. Quattro anni fa eravamo parti- ti, com’era giusto che fosse, con molto entusiasmo, con molte cose in mente da sviluppare, con molti obiettivi da raggiungere. Un’indagine fra i lettori di Libe- ramente, per conoscere quanto in- teresse susciti il nostro periodico, non è mai stata fatta. Letto è letto; di sicuro e da tanta gente. Ci sarà anche chi, senza aprirlo, lo butta via, un po’ perché non è abituato a leggere, un po’ perché questo ge- nere di notizie non interessa, qual- che altro perché non ha tempo per queste cose; tutte ottime e rispetta- bili ragioni. Ma tante altre persone, speria- mo sempre di più, ci leggono con interesse. Ci fermano, ci chiedono maggiori dettagli rispetto a qual- che articolo apparso sul giornale, aggiungono particolari a quello che hanno letto…. Ora, al di là che Liberamente piaccia o non piaccia, mantiene co- munque una funzione di stimolo a parlare del nostro paese, di come viene amministrato ,di quello che è stato fatto e di quello che si in- tende fare. Informazione che arriva con una certa continuità, a cadenze regolari e soprattutto non come in- formazione schierata ( una volta si sarebbe detto “bulgara”), ma come libera informazione. Liberamente è stato una cosa difficile da accettare per coloro che hanno amministrato questo paese. Comprendiamo che sentirsi con- traddire dà fastidio, e tanto più se ci si sente toccati direttamente. Ma non c’è querela, insulto e nemme- no uno studiato silenzio (tanto poi la gente dimentica), che possono cancellare le questioni sollevate dal nostro giornale, anche se si pre- ferirebbe non affrontarle. Di una cosa ci prendiamo or- gogliosamente il merito; ed è Liberamente, lascia o raddoppia ??? Cari lettori ci eravamo ripro- messi di uscire con un numero dopo le elezioni e a questa pro- messa abbiamo tenuto fede. Vogliamo però approfittarne anche per lanciare un appello a chi fra Voi, in questi quattro anni, ha non solo apprezzato ma si è anche un po’ affeziona- to a Liberamente. Il nostro giornale è potuto uscire grazie alla generosità di alcune persone/ ditte / impren- ditori che ci hanno sponsoriz- zato in cambio di un piccolo spazio pubblicitario, e ai quali va tutta la nostra riconoscen- za; quando ciò non è bastato- chi collabora è sempre inter- venuto economicamente per permettere l’uscita del nostro periodico. Ora però, a causa del diffi- cile momento economico, rac- cogliere anche piccole somme di denaro, come sono del resto quelle che ci occorrono, è sem- pre più arduo. Per questo ci rivolgiamo a Voi, alla Vostra sensibilità e amicizia verso Liberamente, per chiederVi un aiuto che ci dia l’opportunità di continuare questo esperi- mento che riteniamo di grande importanza per Cassola. Stiamo per aprire un con- to corrente postale intestato a LiberamenteCassola dove potrete farci giungere i Vostri eventuali contributi, anche in forma anonima. Sarà naturalmente dato un resoconto preciso delle cifre che ci giungono ed il modo in cui verranno impiegate. A tutti coloro che anche con piccole cifre vorranno parte- cipare a questo invito, i nostri più sentiti ringraziamenti. Liberamente Appello ai lettori SEGUE A PAG. 2 Ormai è di pubblico dominio la questione “torre si torre no an- che a Cassola”. Lanciata da www.bassano.net la notizia è stata ripresa prima da www.cassola.info e poi anche dalla stampa locale. Come mol- to spesso accade, l’informazio- ne corre più veloce (molto più veloce e spesso anche più vera) sulla rete. Per la verità non ci stupisce più di tanto che ciò possa accadere a Cassola (vedi a proposito il ser- vizio a pag 6 sull’urbanistica). Ci stupisce di più che la gente non capisca e ancor di più che non si scandalizzi. Pensate un po’ a quanto riportato sul Gaz- zettino del 9/08. Il cronista riferisce ciò che vie- ne riportato sul portale di archi- tettura http://www.archiportale. com circa il progetto Tower 47, dell’architetto Sebellin. E’ un progetto che definire “impor- Tower 47 SEGUE A PAG. 2

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Periodico di informazione locale

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Anno IV - N. 14Estate 2009 www.liberamentecassola.itPeriodico di informazione fondato nel 2005

Direttore Responsabile: Giovanni MarchiorelloAutorizzazione n. 1142 del 27/09/05 Tribunale di Bassano del Grappa (VI)

LIBERAmenteCassola

Faziosità o correttezza?

Da quasi quattro anni questo gior-nale cerca di fare informazione non schierata, perché questa è la nostra finalità principale. Abbiamo sempre espresso liberamente e con correttez-za le critiche che ritenevamo oppor-tune all’operato dell’amministrazione comunale, ma abbiamo anche segna-lato fatti positivi, abbiamo denuncia-to abusi, abbiamo avanzato proposte. Riteniamo di aver perseguito sempre l’obiettività, ben sapendo che è diffi-cile essere imparziali quando si espri-mono opinioni. Eppure, chi si è sentito “toccato” dalle nostre osservazioni ci ha subito etichettati come “opposi-zione” prevenuta e di parte, trovando facile strumento di propaganda, in questo senso, nel notiziario comunale. Arrivando persino a sporgere una que-rela, tanto strumentale quanto ridicola, fino al punto di indicarci come bugiar-di (vedi articolo “Bugie e bugiardi”) e di affermare che il vero obiettivo di Liberamente fosse una “discesa in campo” per le amministrative 2009.

La verità, adesso, è sotto gli occhi di tutti. Questo giornale, “bugiardo e di opposizione”, è l’unico che non è intervenuto in campagna elettorale, attendendo che tutto si svolgesse, sen-za schierarsi per nessuna delle parti in campo.

Questa è la risposta più chiara a chi ci ha voluto dipingere come giornale di parte. Ma ora è tempo di analisi, ora sì possiamo esprimere le nostre va-lutazioni sui risultati del voto e sulla campagna elettorale conclusa. Lo fa-remo “a più voci”, come siamo soliti fare, essendo noi tutti espressione non di un pensiero unico ma di una cultura e di una società abbastanza differen-ziate, nel pensiero come nelle opinioni politiche, come nello status sociale.

Unitamente a questa analisi del voto a più voci la Redazione esprime anche una riflessione, approfondita e condi-visa, sullo stato di salute di Libera-mente, su quanto il giornale abbia sa-puto veramente informare i cittadini, sul consenso e sulle critiche ricevute, sulle prospettive future.

Liberamente

Sindaco di tutti? Molto bene!Il nuovo sindaco di Cassola

ha assicurato che sarà “il sinda-co di tutti”. E’ un’affermazio-ne tranquillizzante, sorridente, conciliante. Peccato che sia una formula troppo abusata, per cui non garantisce poi molto. Infatti viene utilizzata da tutti i candi-dati sindaco in campagna elet-torale e viene poi prontamente riproposta dai neoeletti. Sem-pre. Da tutti.

Poi succederà qualcosa – ma-gari che le opposizioni non con-dividono certe scelte prese nel palazzo - e le posizioni si ina-spriranno. Allora il sindaco non potrà più mantenere quella pro-

messa. Naturalmente non per colpa sua. Ma dai! Come si fa ad essere il sindaco anche di chi non è d’accordo, con chi ti criti-ca e ti rema contro e non si fida e insomma non se ne sta buono buono al suo posto di platea ad apprezzare il tuo lavoro e ad ap-plaudirti?

Di solito succede così. Ma non è il caso di partire preve-nuti. Occorre dare credito a chi, come la signora Silvia Pasinato, è approdata da poco alla politi-ca attiva e per questo dovrebbe avere intatte riserve di energie e

SEGUE A PAG. 2

Nel notiziario comunale di novembre 2008 il sindaco An-tonio Pasinato diceva: “Chi però fa azioni solo strumentali o persino disinformazione (ulti-mamente episodi di questo tipo ne abbiamo visti molti e molti ne vedremo ancora) non è sicu-ramente orientato agli interessi veri della gente.

Per questo, annuncio fin d’ora che sto preparando una pubbli-cazione per rispondere pun-tualmente agli attacchi arrivati di recente da componenti delle minoranze consiliari (anche se non sempre costoro hanno avu-to il coraggio di sottoscrivere i

loro pensieri)”. Il riferimento, neanche tanto

implicito, era a Liberamente e a quanto in esso affermato in vari articoli di diversi numeri.

Dobbiamo intanto fare due precisazioni:

• Le minoranze consiliari non c’entrano nulla con Liberamen-te, ne sono sempre state fuo-ri. L’unica eccezione riguarda Aldo Maroso, che non è certo una minoranza “storica” in Con-siglio comunale (e ora ne è fuori del tutto) e che nel giornale ha avuto più un ruolo tecnico che politico (proprio come, in Punto Cassola, la dott.ssa Barbara To-desco, che lì non ha certo una responsabilità politica);

• Non ci sono articoli “ano-nimi”: chi ha espresso un’opi-nione personale si è sempre fir-mato. Quando l’opinione è stata condivisa da TUTTA la reda-zione la firma è stata di TUTTA la redazione di Liberamente, e cioè, come già scritto: Fabrizio Bittante, Maurizio Pan, Andrea Todesco, Raffaello Bortignon, Bruno Marin, Ivan Bordignon, Lucia Castellan, Aldo Maroso.

Ma torniamo al merito della questione. A quali attacchi, a quali azioni di disinformazione si riferisce il sindaco? Scorren-do i 13 numeri di Liberamente annotiamo solo alcune delle questioni sollevate.

In primo luogo le critiche sul-la viabilità (e vivibilità) e sulla

Bugie e bugiardi

SEGUE A PAG. 2

Questo numero di Liberamen-te avrebbe potuto essere, detto in modo franco, l’ultimo numero. Quattro anni fa eravamo parti-ti, com’era giusto che fosse, con molto entusiasmo, con molte cose in mente da sviluppare, con molti obiettivi da raggiungere.

Un’indagine fra i lettori di Libe-ramente, per conoscere quanto in-teresse susciti il nostro periodico, non è mai stata fatta. Letto è letto; di sicuro e da tanta gente. Ci sarà anche chi, senza aprirlo, lo butta via, un po’ perché non è abituato a leggere, un po’ perché questo ge-nere di notizie non interessa, qual-che altro perché non ha tempo per

queste cose; tutte ottime e rispetta-bili ragioni.

Ma tante altre persone, speria-mo sempre di più, ci leggono con interesse. Ci fermano, ci chiedono maggiori dettagli rispetto a qual-che articolo apparso sul giornale, aggiungono particolari a quello che hanno letto….

Ora, al di là che Liberamente piaccia o non piaccia, mantiene co-munque una funzione di stimolo a parlare del nostro paese, di come viene amministrato ,di quello che è stato fatto e di quello che si in-tende fare. Informazione che arriva con una certa continuità, a cadenze regolari e soprattutto non come in-

formazione schierata ( una volta si sarebbe detto “bulgara”), ma come libera informazione.

Liberamente è stato una cosa difficile da accettare per coloro che hanno amministrato questo paese.

Comprendiamo che sentirsi con-traddire dà fastidio, e tanto più se ci si sente toccati direttamente. Ma non c’è querela, insulto e nemme-no uno studiato silenzio (tanto poi la gente dimentica), che possono cancellare le questioni sollevate dal nostro giornale, anche se si pre-ferirebbe non affrontarle.

Di una cosa ci prendiamo or-gogliosamente il merito; ed è

Liberamente, lascia o raddoppia ???

Cari lettori ci eravamo ripro-messi di uscire con un numero dopo le elezioni e a questa pro-messa abbiamo tenuto fede. Vogliamo però approfittarne anche per lanciare un appello a chi fra Voi, in questi quattro anni, ha non solo apprezzato ma si è anche un po’ affeziona-to a Liberamente.

Il nostro giornale è potuto uscire grazie alla generosità di

alcune persone/ ditte / impren-ditori che ci hanno sponsoriz-zato in cambio di un piccolo spazio pubblicitario, e ai quali va tutta la nostra riconoscen-za; quando ciò non è bastato-chi collabora è sempre inter-venuto economicamente per permettere l’uscita del nostro periodico.

Ora però, a causa del diffi-cile momento economico, rac-

cogliere anche piccole somme di denaro, come sono del resto quelle che ci occorrono, è sem-pre più arduo. Per questo ci rivolgiamo a Voi, alla Vostra sensibilità e amicizia verso Liberamente, per chiederVi un aiuto che ci dia l’opportunità di continuare questo esperi-mento che riteniamo di grande importanza per Cassola.

Stiamo per aprire un con-to corrente postale intestato

a LiberamenteCassola dove potrete farci giungere i Vostri eventuali contributi, anche in forma anonima.

Sarà naturalmente dato un resoconto preciso delle cifre che ci giungono ed il modo in cui verranno impiegate.

A tutti coloro che anche con piccole cifre vorranno parte-cipare a questo invito, i nostri più sentiti ringraziamenti.

Liberamente

Appello ai lettori

SEGUE A PAG. 2

Ormai è di pubblico dominio la questione “torre si torre no an-che a Cassola”.Lanciata da www.bassano.net la notizia è stata ripresa prima da www.cassola.info e poi anche dalla stampa locale. Come mol-to spesso accade, l’informazio-ne corre più veloce (molto più veloce e spesso anche più vera) sulla rete. Per la verità non ci stupisce più di tanto che ciò possa accadere a Cassola (vedi a proposito il ser-vizio a pag 6 sull’urbanistica). Ci stupisce di più che la gente non capisca e ancor di più che non si scandalizzi. Pensate un po’ a quanto riportato sul Gaz-

zettino del 9/08.Il cronista riferisce ciò che vie-ne riportato sul portale di archi-tettura http://www.archiportale.com circa il progetto Tower 47, dell’architetto Sebellin. E’ un progetto che definire “impor-

Tower 47

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LIBERAmentepag. 2

Segue dalla prima paginaSindaco di tutti? Molto bene!

tanto entusiasmo per adempiere al suo importante mandato nel modo più intelligente, moderato e lungimirante possibile. E’ giusto guardare a lei con fiducia, inco-raggiarla. Nessuno si augura che debba smentirsi.

Soprattutto è auspicabile che non impari dall’attuale presidente del consiglio, al cui partito – ispi-rato espressamente alla “libertà” - lei aderisce. Insomma che non finisca anche lei col pappagallare il noto ritornello del premier. Che suona così: essendo stato eletto dal “popolo”, il quale gli ha ga-rantito una solida maggioranza parlamentare, qualsiasi opposi-zione al suo operato costituisce un attentato al bene del Paese. Forte di questa convinzione vor-rebbe che chi, come pochi mez-zi di informazione fuori del suo controllo, osa criticarne le scelte politiche, le varie amnesie (ad

es.: non dovremmo ora pagare tutti meno tasse? E l’abolizione del bollo auto?) o certi discutibili comportamenti, venisse “norma-lizzato”, costretto a stare zitto. Infatti lui, il presidente di tutti, è arrivato a “consigliare” le azien-de a non acquistare più pubblicità sulle pagine dei giornali disfatti-sti. Insomma, senza mezzi termi-ni il campione del “popolo delle libertà” ha preso a calci sul sedere la conquista per eccellenza della

civiltà occidentale, vale a dire la libertà d’espressione, la libera circolazione di idee e di informa-zioni.

E molti non si scandalizzano di questo. No! Pare che molti italiani non ritengano scandalosi i bava-gli e le censure che in vari modi si cerca di imporre (qualcuno sa, ad es., dell’emendamento D’Alia? O del “diritto all’oblio” per cui

si sta prodigando una deputata leghista?), ma ritengono scanda-loso che la libertà d’espressione riveli gli scandali. Siamo proprio messi bene!

Tornando alla neoeletta signora Silvia Pasinato, bisogna soste-nere la sua bellissima intenzio-ne di essere “il sindaco di tutti” (quindi anche di chi scrive su “Liberamente”, che vuole solo fare informazione “libera” e per questo meriterebbe la solidarietà,

e avrebbe bisogno dell’appoggio, anche del sindaco). Le suggeria-mo per questo la lettura del filo-sofo Karl Popper, fiero avversario di ogni totalitarismo, che metteva in guardia contro il rischio di tra-sformare la democrazia in dispo-tismo qualora si favorisca solo la “maggioranza”.

Buon lavoro, sindaco, e auguri! Silvano Mocellin

cementificazione a San Giusep-pe. Avevamo torto? E’ il sindaco stesso, ORA (ma solo ora), che si vanta di aver messo uno stop ad ulteriori lottizzazioni, nel PAT recentemente adottato! A noi, questa, pare semplicemente una ammissione di colpa.

E che dire del menar vanto per la bretella ANAS dall’area Tosano alla Fiat? Non è forse indispensa-bile proprio A CAUSA della rea-lizzazione del parco commercia-leTosano, del nuovo acquapark, delle precedenti lottizzazioni dei Piani Particolareggiati, di quella di San Giuseppe e quella di Bor-go Isola?

Altra questione: l’ADSL a Cassola. Ciò che il sindaco ha realizzato, con Telecom, nella primavera 2009 (guarda caso, in campagna elettorale) poteva essere tranquillamente fatto tre anni fa, come segnalato da Li-beramente nel n. 3 di primavera 2006, argomento ripreso nei nu-meri 10 e 12. E, ancora, l’abuso edilizio dell’assessore Zilio, da noi denunciato (e che ha portato alle dimissioni dello stesso Zilio),

era un attacco all’amministrazio-ne o la denuncia della verità? Ab-biamo anche denunciato la pietra tombale posta sui misteri della di-scarica GIE in cambio di 600.000 euro; e, ancora, abbiamo afferma-to la nostra opposizione alla nuo-va provincia di Bassano, abbiamo espresso perplessità sulla adesio-ne a ETRA, abbiamo criticato la manifestazione Miss Italia e ab-biamo dato voce ai nostri lettori sollevando interrogativi su alcuni aspetti di gestione degli asili nido del territorio.

Ebbene, è questa la disinfor-mazione di cui parla il sindaco? Sono bugie queste?

A distanza di quasi un anno dall’annuncio di un dossier con-tro queste “bugie” non abbiamo visto nulla, anzi, abbiamo visto avverarsi persino le nostre ironi-che profezie (novembre 2008) su un mandato “ereditario” della ca-rica di primo cittadino.

Non resta che concludere che non c’è stata disinformazione: i bugiardi non stanno in Libera-mente ma da qualche altra parte.

Liberamente

quella di aver reso un servizio ai cittadini di Cassola, non solo in-formandoli su cose che altrimenti non avrebbero mai conosciuto; ma principalmente per aver offer-to loro una alternativa al talvolta soporifero Punto Cassola.

Il notiziario di una amministra-zione comunale, di una qualsiasi amministrazione comunale, è in partenza una cosa scontata; com-prensibile, nessuno litiga con se stesso. E’ corretto che ogni ammi-nistrazione informi i cittadini sul-lo stato dei propri lavori, ma più importante ancora è instaurare un dialogo con tutti i cittadini. Tutti!

Dal nuovo Sindaco vorremmo attenderci un prodotto nuovo, più aperto ai cittadini. Anche dal modo in cui sarà realizzato Pun-toCassola valuteremo quell’im-pegno a coinvolgere i cittadini di cui si è fatta carico la Signora

Pasinato. Siamo sicuri che queste promesse verranno mantenute. Sarebbe un buon inizio.

Abbiamo detto che avrebbe po-tuto essere l’ultimo numero. In effetti non è stato facile e non lo è tutt’ora realizzare questo giorna-le. Ma ora dall’ipotesi “chiudia-mo tutto”, sembrerebbe … forse … chissà … ma noi comunque ci crediamo, sembrerebbe sia realiz-zabile un progetto per far diven-tare Liberamente qualcosa di più di quello che è stato finora. Una nuova sede che potrà ospitare in-contri, mostre … e molte altre cose, sempre che si faccia avanti gente di buona volontà disposta a collaborare.

Ma non anticipiamo troppe no-vità, piuttosto incrociamo le dita.

Se riusciremo a decollare po-trebbe essere un bel viaggio.

Maurizio Pan

Liberamente, lascia o raddoppia?

Bugie e bugiardi

Gli appassionati del gioco degli scacchi sanno quanto siano impor-tanti questi tre pezzi. E conoscono anche le tante leggende e ipotesi sull’origine di questo gioco.

Pochi sanno però che in Oriente si racconta di un antico regno in cui, un giorno, circolò la voce secondo cui sarebbe stata costruita un’alta torre che avrebbe superato in altezza tutti gli edifici esistenti, perfino le torri del castello. Si parlava addirittura di 56 metri. Questo, naturalmente, per la gloria del re e della regina.

I menestrelli, a quel tempo, co-noscevano (per lavoro) molte in-formazioni “segrete” che non era dato conoscere agli umili servi del re e, talvolta a comando, talvolta di propria iniziativa, diffondevano tali notizie. Insomma, erano un po’ come i giornalisti dei nostri tempi. Ebbene, un menestrello curioso si sognò di chiedere al re se questa notizia della torre fosse vera o falsa. Si sentì rispondere che la domanda doveva essere posta alla regina per-ché, ora, era lei a comandare in quel regno. Il menestrello osò ancora di

più e rivolse la stessa domanda alla sovrana. Si sarebbe aspettato una conferma o una smentita dalla regi-na stessa, in quanto, da anni, nulla – ma proprio nulla - accadeva in quel regno all’insaputa del sovrano. Con somma sorpresa, invece, la regina rispose che sarebbe andata a vedere nelle botteghe dei mastri artigiani se per caso fosse ivi depositato un siffatto progetto. Il menestrello disse fra sé e sé: “Ma come è possibile che la sovrana non sappia queste cose? E che le debba conoscere dai suoi mastri artigiani? Ma se le leggi del regno vietano costruzioni così alte, come potrebbe un mastro costruttore anche solo pensare a una torre così alta”?

La sovrana andò nelle botteghe, non trovò alcun progetto e riferì ciò al menestrello. Questi, per rassicura-re il popolo, diffuse (questa volta di propria iniziativa) la notizia, affig-gendo un manifesto sulle mura del castello. Già, in quel regno ancora non era stata inventata la rete (inter-net) né la stampa.

Dopo qualche anno, però, gli

abitanti del regno assistettero alla costruzione della torre: era l’anno 1047 d.C. per cui tutti la chiamaro-no Tower 47. Non si meravigliarono molto, per la verità: conoscevano bene, infatti, le abitudini di quei so-vrani e vi si erano rassegnati. Ma la gloria che ne derivò ai sovrani diede molto fastidio al sovrano del regno vicino, il quale aveva cacciato il suo predecessore proprio per l’insana e analoga idea che questi aveva avuto (quella, cioè, di costruire addirittura due torri alte 65 metri) e alla quale tutto il reame si era opposto.

Stava per nascerne una guerra che sarebbe stata lunga e sanguino-sa, ma il saggio menestrello mostrò una strana tavoletta con 64 quadrati disegnati dentro e delle statuine che rappresentavano i sovrani e i soldati dei due regni, suggerendo di gioca-re non una vera ma una finta guerra. Nacque così il gioco degli scacchi.

Forse non ci crederete, forse questa è proprio una leggenda. Ma talvolta la realtà supera l’immagina-zione. Meditate gente, meditate.

Raffaello Bortignon

Il re, la regina, la torre

Da “ La società aperta e i suoi nemici”La democrazia non può completamente caratterizzarsi solo come governo della maggioranza, benchè l’istituzione delle elezioni ge-nerali sia della massima importanza. Infatti una maggioranza può governare in maniera tirannica: la maggioranza di coloro che hanno una statura inferiore a 1 metro e 80 può decidere che sia la mino-ranza di coloro che superano il metro e 80 a pagare tutte le tasse. In una democrazia, i poteri dei governanti devono essere limitati e il criterio di una democrazia è questo: che i governanti possono essere licenziati dai governati senza spargimento di sangue. Quindi se gli uomini al potere non salvaguardano quelle istituzioni che assicura-no alla minoranza la possibilità di lavorare per un cambiamento (di governo) pacifico, il loro governo è una tirannia”

Karl Popper

tante” è eufemistico. E’ un pro-getto della portata simile a quello delle torri Portoghesi a Bassano e che è costato una inattesa disfat-ta elettorale all’amministrazione Bizzotto. Ed è stata anche una lezione a chi pensa che si possa governare a prescindere dalle opi-nioni degli elettori. Ebbene, il cronista de Il Gazzetti-no chiede al sindaco di Cassola se

sa qualcosa circa tale progetto. E il sindaco che risponde? Dice che chiederà agli uffici competenti! A chi conosce anche solo un po’ la situazione del nostro comune, e il detto “A Cassola non si muove foglia che Pasinato non voglia” apparirà inverosimile che per sa-pere di un progetto così impor-tante il sindaco debba chiedere ad altri. Attenti: il sindaco si guarda

bene dal dire: “Non ne so nulla”! Dice solo che non esiste (dentro all’ufficio) un progetto del gene-re. Non ci vuole un genio per dedurre che il sindaco sa fin troppo, il che fa pensare ancora di più su come è gestita l’urbanistica a Cassola (vedi su questo argomento l’arti-colo a pagina 4).

Lucia Castellan

Tower 47

Da alcuni mesi è in corso nel mondo (pandemia) un’epide-mia da un virus influenzale, nato da una combinazione di un virus umano e di maiale (suina). I sintomi sono sovrapponibili a quelli della più nota che appare in inverno. Le complicazioni mortali dell’influenza comune sono ridotte, così come quelle della nuova forma: infatti mol-te persone si curano da sole e sfuggono alle rilevazioni stati-stiche. In Italia, in particolare, a fronte di circa 1600 casi di “suina” registrati ufficialmente non si registra alcun decesso. Questo perché le complicazio-ni, più che alla aggressività del virus (scarsa), sono legate alle condizioni di salute e igieni-co-sanitarie della persona e al suo ambiente. Risulta, allora, poco comprensibile il conti-

nuo accento posto sulla nuova vaccinazione e sulla corsa per accaparrarsi il maggior numero di dosi possibili; quando, poi, entrerà in commercio, questo vaccino non avrà alle spalle una regolare sperimentazione per-ché la fretta farà bruciare le tap-pe. Insomma, pare evidente che gli interessi commerciali prevalgono sulla salute delle persone.

Infine i costi della nuova vac-cinazione: le risorse non sono infinite; tirando la coperta, cor-ta, da una parte, se ne scopre un’altra. Sarebbero auspicabili, allora, scelte di politica sanita-ria centrate sulla salute del cit-tadino e non sulle logiche delle multinazionali o sulla corsa ai facili consensi agitando il fan-tasma della paura.

dott. Giuseppe Minuzzo

Vaccinazione anti-influenzale H1N1

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pag. 3 LIBERAmente

Salute e ambiente ControcorrenteMovimento Politico Ostile

La commissione di Garanzia del PD mi ha lanciato una fatwa: “Non e’ possibile la registrazione di Beppe Grillo nell’anagrafe del Pd poiché egli ispira e si riconosce in un movimento politico ostile al PD. La delibera verrà resa nota sul sito nei prossimi giorni’’.

In una sola frase hanno ammes-so che:1. esiste un movimento politico popolare2. tale movimento è “ostile” al PD3. se un cittadino può iscriversi o meno al PD (dove D sta per De-mocratico) lo decide una fanto-matica commissione di Garanzia, non lo Statuto.

Il “Movimento Politico Ostile” è ostile forse perché il suo pro-gramma è alternativo a quello del PDL? Mentre quello del PD è in-vece uguale a quello del PDL?

Il PD è ostile alle rinnovabili, ostile al ripristino della votazio-ne diretta del candidato, ostile al Parlamento Pulito, ostile a rifiuti zero, ostile alla diffusione della Rete e al suo accesso gratuito, ostile all’acqua pubblica, ostile a un massimo di due legislature per deputati e senatori, ostile alle inchieste di De Magistris e della Forleo, ostile a tutti i temi trattati nella Carta di Firenze.

Il PD è invece favorevole agli inceneritori, all’indulto di buona memoria, alle concessioni per tre televisioni nazionali regalate da D’Alema e da Violante allo psico-nano, all’occupazione del partito da parte di un’oligarchia, all’ac-qua privatizzata, ai conflitti di in-teresse, alle centrali nucleari, alla militarizzazione di Vicenza con il raddoppio della base Del Mo-lin, al Lodo Alfano, ai contributi all’editoria, all’occupazione della RAI da parte dei partiti.

Il “Movimento Politico Ostile” è l’esatto contrario del PD a livel-lo di programma, se si può parlare di programma per il PD e non di scelte tattiche di un manipolo di persone in cerca di occupazione. Ricordo, ad esempio, che Fassino e sua moglie hanno accumulato 13 legislature. Quanti milioni di

euro ci sono costati e con quali risultati per i cittadini?

Il “Movimento Politico Ostile” è ostile solo nei confronti di una ventina di persone, da Bersani alla Melandri, che si arrogano di rappresentare la volontà di mi-lioni di italiani e disprezzano la società civile che ha partecipato ai Vday e che ha eletto quaranta consiglieri nei Comuni con le Li-ste a Cinque Stelle.

Il “Movimento Politico Ostile” non è ostile verso chi vota PD, non è ostile all’insegnamento di Berlinguer.

Il “Movimento Politico Ostile” è ostile a un gruppo ristretto di persone che come i maiali nella “Fattoria degli animali” sono ani-mali più uguali degli altri e sfrut-tano la buona fede e la mancanza di alternative di milioni di cittadi-ni per bene, è ostile a chi mette il ladro Bottino Craxi nel suo Pan-theon privato.

Io non sono stato tesserato, non sono degno, non posso candidarmi con un programma a segretario. Lo ha deciso una commissione. Chi ha eletto questa commissio-ne? Chi ne fa parte? Chiedetelo al segretario Giampietro Sestini, mail: [email protected].

Una domanda a Bersani: “Bas-solino inquisito a Napoli come sta? E Carra condannato in via definitiva è un vostro deputato?”

Beppe Grillo

Qualche giorno fa, su Repub-blica, come sulle più importanti testate giornalistiche italiane ed internazionali, è apparsa una no-tizia che mi ha fatto letteralmen-te sobbalzare. E come me penso molti.

La ricerca effettuata da alcuni esperti della “School of Hygiene and Tropical Medicine” di Lon-dra ha stabilito, tout court, che il cibo biologico non ha sostanziali differenze da quello industrializ-zato, per così dire.

In Italia parecchi milioni di miei concittadini, assieme a me, si sono ritrovati a dover fare i con-ti con le scelte alimentari fatte. Fin da subito, devo dire la verità, mi ha colto un certo scoramento.

Non potevo credere fosse possi-bile una simile disfatta di quanto, da anni, andiamo a raccontare in riviste, radio, giornali, conferenze e quant’altro.

Che uno studio di questo tipo affossasse tutte le nostre convin-zioni mi pareva troppo sempli-

cistico e così, dopo aver lasciato decantare la cosa per qualche giorno, mi sono messo a fare qualche ricerca.

Varie testate giornalistiche italiane, alcune importanti, non hanno perso l’occasione e si sono gettate a capofitto per denigrare il cibo biologico, le sue qualità e i creduloni che ne hanno fatto uno stile di vita.

Mi sono accorto molto presto che c’era qualcosa di particolare, qualcosa che forse può passare inosservato ad una lettura super-ficiale, ma non può lasciare indif-ferenti a chi conosce il mondo del biologico e a chi tenta, con fatica, di fare scelte in direzione di un mondo più vivibile.

La ricerca dei simpatici anglo-sassoni parla di valori nutriziona-li praticamente identici e questo è già di per sé un po’ strano. Non mi voglio cimentare in campi che non mi competono, ma continuo a pensare che un pomodoro dell’or-to di mio padre sia nettamente più

gustoso di quelli che acquisto in certi supermercati. Sbaglierò, ma so che non cambierò questa mia convinzione.

Come non accorgersi però che quello studio non parla delle dif-ferenze sostanziali nelle modali-tà di coltivazione? Non dice del tentativo della coltivazione biolo-gica di eliminare antiparassitari, anticrittogamici, fertilizzanti chi-mici e tutto ciò che da più di mez-zo secolo sta martoriando le terre da coltivare di questo pianeta. Non ci dice che la promessa della coltivazione intensiva raccontata ad inizio secolo scorso, per ri-solvere la fame nel Mondo, si è rivelata una panzana terrificante ed ha messo in circolo milioni di tonnellate di prodotti chimici che hanno reso praticamente sterili i nostri terreni. Tanto che ora sia-mo costretti a renderle fertili chi-micamente.

Un pianeta meno inquinato, la ricerca di ritmi più naturali, un minore impatto sugli ecosistemi, la tanto decantata sostenibilità, questo è il motivo per cui molti si rivolgono all’alimentazione bio-logica, non solo il semplice valo-re nutrizionale.

Smontare la speranza di un mondo più vivibile attraverso questi mezzi è un’operazione che lascia l’amaro in bocca. Si ha la netta sensazione che dietro queste operazioni vi sia un disegno pre-ciso per allontanare le persone da scelte importanti, come quella di aiutare questo mondo affaticato a risollevarsi.

Una via meno invasiva, come ospiti di questo pianeta, è neces-saria.

Demetrio Battaglia

Biologico sì, biologico no

Tetrapack? Riciclabile!Vi ricordate l’articoletto “Te-trapak: Occasione persa?” sul numero 12 di Liberamente? In quell’occasione si diceva come gli usatissimi contenitori in te-trapak fossero interamente ri-ciclabili e che la raccolta diffe-renziata fosse già una realtà per undici milioni di cittadini italia-ni. Molti i comuni in provincia di Treviso, solo quattro in pro-vincia di Padova e uno (Bolzano Vicentino) in quella di Vicenza. Ci si chiedeva perché ETRA non ne avesse attivata la raccolta vi-sto che in Italia ben 5 miliardi di contenitori di questi tipo vengo-

no utilizzati ogni anno. L’autore dell’articolo, Ivan Bordignon, poneva a ETRA questa doman-da. Bene, proprio in questi gior-ni è giunta la risposta, attraverso una comunicazione cartacea di ETRA, chiara e dettagliata. E’ ora possibile mettere assieme alla carta comune anche i con-tenitori in tetraPak, dopo aver-li sommariamente risciacquati e schiacciati. Un passo avanti verso una raccolta differenzia-ta sempre migliore, nel rispetto dell’ambiente. Un passo avanti cui siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo.

San Giuseppe Bar PatagoniaPizzeria La TorreNadia ClefOrtofrutta CinelBar Centrale

CassolaBar Patronato

San ZenoBar “Da Gigi”, Punto Ottico

LIBERAmentevia Ca’ Baroncello, 28 36022 Cassola (VI)fax: 0424508847e-mail:[email protected] web:www.liberamentecassola.itsms: 3494102122

Trovate una copia di LIBERAmente anche a

Fattoria biologica. Non spruzzare. I trasgressori chimici saranno puniti

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pag. 4 LIBERAmente

L’angolo delle opinioni L’angolo delle opinioni L’angolo delle opinioni

Proviamo a spiegare, con parole semplici, a cosa servono il i PAT (Piani di Assetto del Territorio) e i PI (Piani di Intervento).L’Amministrazione Comunale, raccogliendo le esigenze dei cit-tadini, dovrebbe prevedere, nel breve, nel medio e nel lungo tem-po, quante abitazioni, quanti ca-pannoni, quanto palazzoni, quanti centri commerciali, quanti alber-ghi, quante scuole, quanti asili, quanti parchi ecc. sono necessari a Cassola.Successivamente individua nel territorio la localizzazione più opportuna, valutando gli aspetti di viabilità, di vivibilità, di in-quinamento, di salvaguardia del territorio, cercando di progettare uno sviluppo armonioso. A questo serve l’urbanistica e per questo motivo si realizzano i PAT e PI. E solo dopo la loro approva-zione i cittadini possono realizza-re gli ampliamenti o le nuove abi-tazioni, gli imprenditori possono potenziare il loro stabilimento o costruirne di nuovi e infine le so-cietà immobiliari andranno ad ac-quisire aree edificabili per realiz-zare i loro legittimi investimenti.Chi da oltre trent’anni gestisce l’amministrazione di Cassola, ha una visione diversa riguardo l’ur-banistica. Il sindaco si è sempre vantato di soddisfare le esigenze dei cittadini approvando innume-revoli e costose varianti ai PRG, Ma gli addetti ai lavori sanno che tutte queste varianti, molte in prossimità delle elezioni, sono risultate utili solo per qualche grosso intervento immobiliare.Tanti cittadini possono confer-mare che per loro vale il percorso normale cioè prima si fa lo stru-

mento urbanistico e dopo se tutto va bene si incomincia a progettare e a costruire.Alcune società immobiliari, inve-ce, dapprima valutano la tipologia di edificio più redditizia, poi in-dividuano un’area adatta alle loro esigenze e redigono i progetti, infine ottengono dall’Ammini-strazione Comunale la variante urbanistica adatta alle proprie esi-genze. Ottenendo così il duplice vantaggio di acquisire i terreni ad un prezzo modesto e di non paga-re ICI inutilmente per anni come fanno i comuni cittadini.A dimostrazione di questo invito tutti i cittadini ad andare sul sito http://www.archiportale.com/pro-getti/valentino-sebellin/cassola/tower-47_20333.html.

Vi si vedrà un bellissimo e com-pleto progetto di una torre alta 56 metri da realizzarsi a Cassola in località per ora sconosciuta ai cittadini comuni. Ma l’immobi-liare sa già dove verrà costruita, sa già che sarà approvata in Con-siglio Comunale una variante ai Piani di Intervento che accoglierà la richiesta, in barba alle preoc-cupazioni sulla vivibilità e sulla viabilità.“TOWER 47” è un edificio di sedici piani, alto fino a 56 metri, costituito da otto livelli ad uso di-rezionale e da altri otto, quelli più alti, ad uso ricettivo.Progetto 2009 - Realizzazione 2010 / 2013.

Fabrizio Bittante

Urbanistica a Cassola: si scopre sempre ... dopoStagione 20078-08: ce la ricor-

diamo bene perché è stato l’ultimo campionato disputato dall’Aurora Calcio. La gloriosa Aurora Cal-cio. Già, si doveva chiudere; così era stato deciso.

Le motivazioni che avevano indotto la dirigenza di allora a prendere questa decisione, dolo-rosa per molte persone, ed io fra queste, risultano ancora oggi di difficile comprensione.

In seguito però sarebbe sorta da queste ceneri, e per decisa volontà dei ragazzi che fino ad allora ave-vano giocato in questa squadra, l’USD Aurora S. Giuseppe.

Volevamo semplicemente poter partecipare al campionato di 3a categoria; volevamo semplice-mente continuare a giocare; un percorso apparentemente senza difficoltà. Gli impianti sportivi c’erano, così come i ragazzi con il loro entusiasmo.

Perfezionata l’iscrizione era sta-ta presentata regolare domanda al Comune per poter utilizzare i no-

stri impianti sportivi.La risposta sembrava scontata,

ma dopo un po’ di tempo ci fu detto che la richiesta presentata non era formalmente corretta, e che non c’era spazio sufficiente per un’altra squadra.

Strano; la domanda l’aveva con-trollata il responsabile della poli-sportiva complimentandosi per la precisione e per il fatto che erava-mo la prima società a presentarla.

Non era questione di spazi; i campi da gioco c’erano, ma era stato deciso che ad usarli non sarebbe stata l’USD Aurora S. Giuseppe. Infatti erano stati messi a disposizione di un’altra società, l’Eurocalcio 2007; società che, come noi, né più né meno di noi, aveva tutti i titoli per poter richie-dere ed utilizzare i campi sportivi

comunali.Ma noi ? una squadra del paese,

formata per la maggior parte da ragazzi del paese, dove doveva-mo andare a giocare?

Il regolamento comunale, d’al-tra parte, su questo punto è chia-rissimo; uno spazio per giocare ci spettava, tant’è vero che il Sindaco per tacitare i malumori, promise al nostro Presidente che avrebbe provveduto lui alle spese sostenute per giocare in una sede diversa. Siamo stati costretti a ri-volgerci fuori comune, al Centro Giovanile di Bassano del Grap-pa, pagando di tasca nostra parte dell’affitto. Già, perchè i due con-tributi erogati dal nostro sindaco, hanno coperto, nella stagione 2008-09, solo poco più della metà delle spese reali. Il secondo con-tributo, poi, è pervenuto nel bel mezzo della campagna elettorale. Ma forse è una pura casualità.

Altra cosa importante; il campo comunale, non concesso a noi, è stato concesso anche a società

come l’A.C. Romano e l’Euro-tezze, ricavando, dall’affitto, in-troiti inferiori a quanto pagato da noi per l’affitto di un campo fuori comune. Anche economicamente l’operazione non è stata delle più azzeccate.

Aggiungo che anche per questa stagione sportiva i campi di cal-cio comunali non sono stati con-cessi all’Aurora S. Giuseppe. Si ripete la situazione dello scorso anno. Ci saranno, forse, i soliti contributi, probabilmente insuffi-cienti a coprire le spese.

Per non coinvolgere in polemi-che la società ho preferito dare le dimissioni, per essere libero di fare queste considerazioni, assu-mendomene piena responsabilità.

Raffaello Bortignon

Aurora Calcio? No, tu no

Chi si è voluto togliere la cu-riosità di vedere cosa sia cambia-to nel nuovo consiglio comunale avrà assistito alle prime sedute. Avrà così toccato con mano le “novità”: ci sono alcuni consi-glieri nuovi, l’ex sindaco siede in un posto diverso da prima, un ex assessore torna come vicesin-daco nella stessa maggioranza che l’aveva defenestrato, c’è una donna nella maggioranza, e siede sulla poltrona di sindaco, alcune deleghe per gli assessorati sono state re-distribuite, alcune divise, altre riunite in un unico assesso-rato (la metà di tutti gli assesso-rati concentrati nella persona con “più esperienza amministrativa”

(il nuovo sindaco). Per TUTTO IL RESTO nulla, ma proprio nulla, è cambiato. In Consiglio, dopo la presentazione di una pro-posta di delibera, ci sono prima gli interventi degli esponenti del-le minoranze, uno di fila all’al-tro, poi la replica, qualsiasi sia l’argomento, sempre della stessa persona, A. Pasinato, con lo stes-so tono, tra ironia e arroganza, di sempre, ai limiti dell’offensivo (chi non ci crede si legga il ver-bale di delibera di C.C. n. 57 del 15/7/09 sulla comunicazione de-gli incarichi e deleghe ad asses-sori e consiglieri, in particolare sull’argomento “pari opportuni-tà” e il relativo scambio di battu-

te tra il consigliere Petucco e A. Pasinato). Ogni tanto un breve intervento di precisazione anche del nuovo sindaco, e alla fine le mani dei consiglieri di maggio-ranza tutte alzate, in un unani-mismo senza mai discussione. Mi sono chiesto per cinque anni a cosa possano servire consigli comunali presieduti in questo modo. La risposta è implicita nella scelta che ho fatto, quella di lasciar perdere, nella speranza che altri riescano, meglio di me, a rispondere alle richieste della gente e rappresentarle in Consi-glio. Auguri di cuore.

Aldo Maroso

Cosa è cambiato: riflessioni di un ex consigliere

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pag. 5 LIBERAmente

L’angolo delle opinioni L’angolo delle opinioni L’angolo delle opinioni

Come cittadino di Cassola ac-cetto volentieri la dichiarazione del Sindaco di rappresentare tutti gli abitanti del comune.

Ora da questa affermazione di massima devono seguire delle in-dicazioni e degli indirizzi precisi per concretizzarla.

Penso che i cittadini di Cas-sola, specialmente i più giovani, desiderino essere maggiormen-te informati sulle questioni del territorio: avere più incontri con l’amministrazione comunale per trattare assieme l’impostazione del bilancio, lo sviluppo urbani-stico del comune, la formazione dei quartieri.

Inoltre credo che i cittadini de-siderino essere informati dell’aria che respirano e quanto spazio

verde viene messo a loro dispo-sizione.

Così si invoglia la gente a par-tecipare alla vita comunitaria, al-trimenti si diffonde l’indifferenza per la cosa pubblica e di conse-guenza passa l’idea che è meglio non interessarsi di niente perché al momento opportuno c’è chi concede il favore richiesto.

Per raggiungere questi obbietti-vi di crescita culturale della gente (cosa, questa, più importante di tante grandi realizzazioni) ci de-vono essere animatori della cul-tura e della comunicazione, ma anche strumenti propri, come una sala accessibile ai vari gruppi e spazi verdi.

Di tali spazi si sente la necessi-tà soprattutto a San Giuseppe, già

troppo urbanizzata.A tale proposito, una delle po-

che aree rimaste, che potrebbe essere adatta alo scopo (creare un parco pubblico accessibile con fa-cilità da tutti gli abitanti della fra-zione), è l’area fra via garibaldi e viale San Giuseppe.

Il PAT adottato in Consiglio Comunale dà la possibilità di re-cuperare l’area con una certa fa-cilità.

Auspicando che con la colla-borazione di tutte le componenti dell’amministrazione comunale il nostro paese possa sviluppare una nuova sensibilità del rispetto del territorio e della qualità della vita, auguro a tutti Buon Lavoro!

Gianni Todesco

E’ ragionevole guardare con fi-ducia al nuovo Sindaco di Bassa-no, il Dott. Cimatti?

Un progetto fatto non solo dai partiti e che anzi in qualche modo li ha scavalcati, che ha ridato re-spiro a liste civiche maggiormente legate al territorio, può rappresen-tare un segno nuovo nell’attuale politica?

E’ un fatto che fra i cittadini sia sempre più sentita l’esigenza che ad amministrare la cosa pubblica siano persone sempre più prepa-rate, che si applichino nei loro in-carichi senza secondi, terzi…fini, indipendentemente dal colore del-la squadra a cui appartengono. In soldoni, è proprio il caso di dirlo,

la gente è stanca di amministra-zioni dove gli interessi pubblici si mescolano in modo perfetto con quelli di alcuni privati; è stanca di vederli talmente mescolati, da non riuscire più a percepire quale fra i due ( interessi), sia il più no-bile. L’amministrazione pubblica deve essere una aspirazione, in-tesa come lavoro per ricercare il miglior sviluppo del proprio ter-ritorio, non opportunità per gen-te senza scrupoli e dignità come spesso è successo non solo negli

anni più recenti.Su questo concetto semplicissi-

mo sono tutti d’accordo. Tranne poi soffocarne i principi, negarne con i fatti l’essenzialità. E i fatti sono li a dimostrarlo.

Tanto la “ destra” quanto la “si-nistra”, sostengono di occuparsi della cosa pubblica con la mas-sima trasparenza; nei fatti, non passa giorno che non si abbiano notizie di “affari” poco traspa-renti, in cui quegli stessi uomini di partito, è indifferente di quale schieramento, si trovino coinvolti non certo come vittime.

Ecco allora il motivo che ci indu-ce a dare fiducia al Dott. Cimatti. La speranza che questa coalizione, sorta apparentemente senza rigidi legami di partito, rompa con i vec-chi sistemi della politica; rompa con quegli atti nei quali, magari alla fine esasperando la cosa, si era indotti a cogliere prima di tutto interessi che con il “ben gestire” avevano poco a che fare.

Il successo conseguito dalla lista Cimatti rappresenta una preziosa delega concessa dai cittadini di Bassano. Non si tratta solo di un successo elettorale, ma è innan-zitutto un contratto, un impegno

enorme nei confronti dei propri elettori; i quali si aspettano atti concreti che si identifichino con una politica diversa da quella espressa in questi anni non solo a Bassano. Proposte e atti nuovi capaci finalmente di coinvolgere i cittadini, di appassionarli, di en-tusiasmarli con obiettivi in cui sia facile riconoscere i veri interessi della città.

E’ il modo migliore di rapportar-si con le necessità più urgenti di questa cittadina, che tutti amiamo e che per questo vorremmo veder protetta.

Maurizio Pan

Quattro passi a Bassano…..

Cosa chiediamo al nuovo sindaco

Il risultato era scontato e pre-vedibile. Il referendum del 21 Giugno è fallito miseramente e ancora una volta sono stati spesi migliaia e migliaia di euro degli italiani per una elezione inutile, in quanto impostata, sin dall’inizio, molto male. Ciò non toglie che il referendum sia uno strumento di grande democrazia, e che in futuro esso vada assolutamen-te salvaguardato modificandolo con accorgimenti molto semplici. Innanzitutto andrebbe innalzato il numero delle firme necessarie per sottoporre un quesito a refe-rendum. Poi i quesiti dovrebbero essere pochi e chiari. I motivi del fallimento vanno ricercati anche nei quesiti troppo tecnici che i cittadini, stanchi dalle numerose tornate elettorali, tante volte non sono riusciti a capire. In questo caso bisognava chiedere soltanto se si volesse abrogare la legge attuale, oppure se si volesse, alle prossime elezioni politiche, intro-durre le preferenze. In secondo luogo, eliminare il quorum che è uno strumento per annullare il voto popolare, in quanto concede troppo potere ai no, quasi di veto, disincentiva la partecipazione al voto di chi è contrario e, a volte, di riflesso, anche di chi è favore-vole, mettendo sostanzialmente tutti assieme i contrari, gli inde-cisi e i disinteressati. Inoltre può portare a situazioni paradossali in cui per rendere valida una vota-zione sarebbero necessari più voti contrari. Un risultato positivo è senza dubbio che il bipartitismo è stato bocciato e che cioè gli ita-liani hanno mandato un messag-gio, che la riforma va fatta, ma in senso bipolare e non bipartitico e che comunque sia, si dovrebbe tornare a discutere in Parlamento, in quanto quello che è certo, è che

questa legge elettorale è pessima. La legge Calderoli, detta “la por-cata” dal suo stesso autore, attri-buisce “alla lista o alla coalizione di liste” che prende più voti, un robusto premio di maggioranza calcolato su base nazionale alla Camera e su base regionale al Senato. Ricordo che con questa legge il centro destra, che aveva ricevuto circa il 47% dei voti, ha ottenuto il 55% dei seggi: una grossa minoranza ha così avuto il vantaggio di vedersi attribuita la maggioranza in Parlamento. La stessa legge stabilisce il criterio delle liste bloccate: così le dire-zioni dei partiti possono gestire in piena libertà la scelta delle can-didature. Infatti, quello attuale è un Parlamento di nominati assai più che di eletti. Un voto positi-vo al quesito principale, avrebbe avuto delle gravi conseguenze, si attribuiva il premio non più alla coalizione vincente ma solo alla lista che prenderà più voti, senza stabilire una soglia minima. Se per puro caso le cinque maggiori forze politiche che stanno ora in Parlamento si dividessero quasi alla pari il suffragio elettorale, una lista con poco più del 20% potrebbe ottenere il 55% dei seg-gi. La Lega era ovviamente con-traria perchè così Berlusconi non avrebbe più avuto bisogno di loro per governare. E’ assolutamente inadeguato, dunque, affrontare questi temi con un referendum. Anche perchè, ricordiamocelo, il Parlamento è sovrano: se noi cit-tadini riusciamo ad abrogare una pessima legge (come è avvenuto per quella sul finanziamento dei partiti), loro hanno la facoltà di rifarsene un’altra analoga, anche il giorno dopo.

Ivan Bordignon

Referendum: come volevasi dimostrare

La cronaca di fine agosto ci ha proposto alcuni avvenimenti di per sé lontani e slegati fra loro, ma su cui fare una riflessione comune. Il primo riguarda la prevista cena di Berlusconi con il cardinal Bertone a l’Aquila, in occasione delle celebra-zioni per la “Perdonanza”. La Chie-sa ci ha ripensato, (dopo l’attacco di Feltri al direttore de L’Avvenire?) annullando l’appuntamento. E’ uno schiaffo morale al primo ministro,

ma, in caso di conferma della cena, lo sarebbe stato comunque per mol-ti cattolici, per quanto è emerso, in questi mesi, sulla condotta morale del Premier.

Il secondo avvenimento è accadu-to qui, nella vicina Romano d’Ez-zelino, dove la Chiesa “locale” ha detto NO a una tappa de “Il grande fratello” che si sarebbe dovuta te-nere in concomitanza con la sagra patronale della frazione di S. Giaco-

mo. La manifestazione, prevista su terreni di proprietà comunale e con organizzazione autonoma, si terrà probabilmente lo stesso, ma appro-viamo la presa di posizione della Chiesa su questo abbinamento rite-nuto “inopportuno”.

Non è forse compito delle istitu-zioni “morali” anche quello di in-dicare l’opportunità o meno di certe iniziative?

Liberamente

Diavolo e acqua santa

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pag. 6 LIBERAmente

Attività amministrativa Nel nostro comune

Questa è una storia simile a tante altre accadute nell’amministrazione Pasinato 2004-2009. Vale la pena di raccontarla perché il suo epilogo è avvenuto il 4/6/09, antivigilia delle elezioni amministrative.

Con il PIRUEA 2005 (Programma Integrato di Riqualificazione Urba-nistica e Ambientale) l’Amministra-zione comunale di Cassola ha inteso “riqualificare” una vasta area in San Zeno, posta a est della ferrovia, tra via Kennedy, via del Rosario e via Don L. Bressan, di circa 40.000 mq. (in parte zona agricola, in parte zona F - attrez-zature a parco, gioco e sport) trasfor-mandola parzialmente in edificabile. L’operazione complessa coinvolge-va il Comune, la Fondazione Pirani (proprietaria di quell’area) e la ditta Ferraro (proprietaria di un’area resi-denziale in centro a Cassola e attuatri-ce del PIRUEA). In breve, limitando l’analisi ai rapporti Comune-Fonda-zione, la Fondazione Pirani acquisiva una volumetria edificabile di circa 15 mila metri cubi in cambio della ces-sione al Comune di circa 20 mila mq per servizi (parcheggi, verde, gioco). Nella discussione per l’approvazione di questo PIRUEA (16 maggio 2005) l’ufficio urbanistica e l’assessore avv. Mantovani dichiaravano non accetta-bile una osservazione della Fondazio-ne con la quale si chiedeva di aumen-tare di 3.000 metri cubi la volumetria già concessa. A sorpresa, invece, il sindaco ne proponeva l’accoglimen-to, motivandolo con la promessa che quei 3.000 metri cubi in più sarebbero serviti a fini sociali.

La Regione Veneto non ritenne sufficienti tali motivazioni per cui il Consiglio comunale dovette rie-saminare quell’aumento di cubatura nella seduta del 28 gennaio 2006. In tale occasione il sindaco ribadì che i “3 mila metri cubi sarebbero sta-ti utilizzati, sempre nel territorio di Cassola, per ottenere la realizzazione di spazi destinati ad alloggi di pron-to intervento o, per quanto riguarda il programma che l’Amministra-zione intende portare avanti insie-me all’Anfas e che si chiama Dopo di noi”. Il sindaco aggiunse anche: “Le condizioni della convenzione, che tra l’altro la Fondazione ha già accettato e che verrà proposta col

prossimo Consiglio Comunale, sa-ranno innanzitutto la contestualità dell’operazione, nel senso che man mano che l’orfanotrofio andrà avanti con l’operazione immobiliare, an-drà avanti anche con l’operazione di costruzione dei 3 mila metri cubi a valenza sociale. Inoltre si è chiesto che questi spazi siano inseriti sparsi un po’ su tutto il territorio di Cassola e non solo a S. Zeno e che questi edi-fici abbiano una particolare proget-tazione vista la delicata e particolare destinazione”.

Queste le parole del sindaco. Il Consiglio approvò, anche se le mi-noranze chiesero, inutilmente, che fosse votata contestualmente anche la convenzione che garantiva tale uso sociale dei 3.000 metri cubi.

Della convenzione non si seppe più nulla, fino, appunto, al 4 giugno scorso. Tre anni e mezzo di silenzio prima di arrivare alla fine (scontata) della storia. Nel consiglio del 4/6/09 si vota una variante al PIRUEA 2005 che riguarda il parcheggio di Cassola centro e implica la demolizione della macelleria e la sua ricostruzione pro-prio nell’area del parcheggio. Non si parla di nient’altro che di questo, sia in commissione istituzionale, sia in consiglio, nella relazione dell’as-sessore Mantovani. Ma, nascosta fra le pieghe della convenzione (ri-peto: non citata né in commissione né dall’assessore né dal sindaco), scopriamo che “a fronte dell’acco-

glimento dell’osservazione, con la quale veniva richiesta una maggiore cubatura pari a mc 3.000, vi era l’im-pegno da parte della Fondazione Pi-rani di destinare il corrispettivo eco-nomico alla realizzazione di strutture sociali. Le parti, successivamente, hanno ritenuto e qui convengono di modificare l’impegno con il ricono-scimento dell’importo di € 160.000 a favore del Comune di Cassola, secondo quanto risulta anche dalla perizia di stima prot. 4.142 in data 20/04/2009; detta somma sarà desti-nata dal Comune di Cassola a scopi sociali è sarà versata dalla Fondazio-ne Pirani Cremona secondo le moda-lità di pagamento …”.

Fine della storia. Un bel progetto quello “Dopo di noi”, ma che è ser-vito, in questo caso almeno, a ma-scherare un’operazione molto più “materiale” e meno spirituale. E’ facile lavarsi la bocca con il tema della solidarietà per far approvare operazioni come questa. La realtà è diversa: come può il comune, con 160.000 euro, realizzare tutte quelle opere a valenza sociale promesse? Una prima risposta il sindaco l’ha già data nello stesso consiglio, afferman-do che i primi 80.000 € da incassare entro il 31/12/09 sono già nel bilan-cio 2009 per … sistemare (anzi ri-ri-sistemare) la piazza di San Zeno.

A buon intenditore ….Fabrizio Bittante

Progetto “Dopo di noi”. Sì, dopo … ma quando? Yes, we canAltra “chicca” messa a

segno dalla passata ammini-strazione Pasinato è l’appro-vazione avvenuta in Consi-glio comunale del 21 aprile 2009 del Piano di Lottizza-zione per un’area produttiva situata lungo la tangenziale SS 47 - Valsugana, a est del confine con lo svincolo Ro-mano Sud - via Nardi (vedi grafico).

Per la particolare posizio-ne dell’area, l’unico sbocco possibile per la viabilità di accesso si trova a nord o a est dell’area stessa. Im-possibile lo sbocco a sud, perchè confinante proprio con la bretellina dello svin-colo stesso. Impossibile per chiunque, impossibile a buon senso. Ma non per il nostro sindaco che, con l’avvallo dell’ufficio tecni-co e della maggioranza, ha inventato una soluzione che lascio al lettore valutare, con l’aiuto del grafico.

Acquisita una servitù di passaggio sulla proprietà di confine immediatamente a est, con una protuberanza forzata a semicerchio, viene creata una immissione diret-tamente dentro alla bretella di svincolo. E non basta: lì è ammessa anche la svolta

a sinistra, con l’attraversa-mento dello stesso svincolo, creando appositamente una corsia di immissione con l’allargamento della carreg-giata sul lato sud (su terreno di proprietà comunale). A parte la forzatura e il rischio di un’immissione siffatta, a godere è certamente chi, acquistata quest’area a un prezzo molto conveniente per la problematicità degli accessi, se l’è trovata così ben rivalutata.

Non ho mancato di de-nunciare questo in consiglio comunale, manifestando ai consiglieri di maggioranza la mia incredulità verso il loro atteggiamento di piatto consenso a una operazione che mi sembrava scandalo-sa. Ho chiesto: “Possibile che non vi rendiate conto di quello che andate ad ap-provare? Possibile che non vi chiediate cosa diranno di noi i nostri figli quando ve-dranno simili storture?”

Ebbene, risposta non c’è stata, ma solo l’alzata di mano per il voto favorevole. Come se alla mia domanda: “Potete veramente fare que-sto?” la risposta fosse:

Yes, we can.Aldo Maroso

Caserma S. Zeno: un bene comune, un bene per tutti ...L’acquisizione dell’area dell’ex

caserma S. Zeno (quella mitica “dei muli”) è ormai un dato di fatto. Ne abbiamo parlato in più occasioni, sia per sollecitare un dibattito pubblico sul suo utilizzo (sollecitazione ina-scoltata) sia per auspicarne un uso veramente sociale, come promesso dall’amministrazione che ha comple-tato l’acquisizione. Il sindaco ha par-lato, per quell’area, di nuova scuola materna e altri usi a scopo sociale (associazioni, sedi per incontri ... e così via). In verità, quando in com-missione comunale è stato chiesto dalle minoranze di poter individuare in quella sede anche alcune salette per incontri (in particolare si è chie-sto di poter avere una sede per i vari gruppi consiliari) ci è stato risposto dall’allora presidente della commis-sione che a mala pena si poteva im-

maginare, per il momento, una sede per il magazzino della protezione ci-vile. Un uso più “umano” degli spazi sarebbe apparso impensabile, vista la precaria situazione degli ambien-ti pensati per un uso militare (stalle, magazzini, polveriera) più che per un uso civile.

Successivamente abbiamo appreso che lì vi ha trovato posto la nuova sede degli alpini, spostata dall’ora-torio parrocchiale. E nei giorni di agosto abbiamo notato con molto piacere un certo movimento. La “ca-serma” è sempre aperta, ci sono auto parcheggiate, gente che gira, alpini e amici, chiunque è benvenuto. E si può anche bere un buon bicchiere, scambiare quattro chiacchiere, com’è la buona tradizione alpina. Certo, si è dovuto mettere mano a una ri-strutturazione o, quanto meno, a un

adattamento igienico e di abitabilità all’ambiente. Ma in questo gli alpini sono maestri. Bene, tutto questo ci fa piacere, anche perchè ora, sarà le-gittimo per altre associazioni che ne abbiano l’esigenza, chiedere, a pro-prie spese naturalmente, e con la do-vuta progettazione, qualche piccolo spazio all’interno di quella struttura, in attesa che vi venga costruito, de-finitivamente, quanto programmato dall’amministrazione comunale.

Questo ci auguriamo per le tante associazioni presenti sul territorio che non solo non hanno una propria sede, ma non hanno nemmeno spa-zi di incontro. Esse rappresentano una ricchezza di cultura, tradizioni, idee. Penso ai comitati di quartiere, ai gruppi politici, alle associazioni di volontariato che hanno dovuto cer-care spazi in comuni limitrofi.

Questo sarà un banco di prova per il nuovo sindaco: c’è veramente la volontà di stimolare un dialogo con la società civile attraverso incontri e dibattiti nella po-

polazione o si continuerà a trovare pretesti, come la mancanza di adeguati spazi, per impedire che ciò avven-ga?

Ivan Bordignon

Sopra: l’area, vicino al supermercato Tosano, entro cui è situata la zona produttiva interessata alla lottizzazione (freccia rossa)Sotto: la piantina in dettaglio della area produttiva a ridosso della bretella per la SS 47.

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Piccolo mondo anticoNel nostro comune

Questo spazio, tante volte riem-pito dai racconti della “maestra Moro” e dalle sue poesie, sento il dovere di occuparlo per una volta in ricordo della sua persona.

Si è spenta nella serenità, all’al-ba del 25 febbraio c.a., nella pace e nel silenzio, una “grande “ donna: Maria Luisa Dal fior in Moro. Lo spirito francescano della cara Ma-ria Luisa, fatto di sobrietà, sem-plicità, cordialità, disponibilità ha reso “grande” la sua umanità.

Ognuna di queste qualità an-drebbero illustrate e calate nella sua esistenza; ma per chi la conob-be sarebbero parole inutili perché bastava vederla e godere della sua compagnia per assaporare tutte insieme queste sensazioni. Per chi non la conobbe si lasci trasportare dallo spirito cristiano della invo-cazione che sicuramente troverà una protezione dal cielo.

Ogni suo gesto era improntato alla gentilezza, ogni sguardo alla comprensione e alla disponibilità, il volto sempre sorridente, aperto al contatto e invitante al dialogo; ogni parola pregna di solidarietà, incoraggiamento e comprensione. Il suo stesso incedere era soffice e delicato. Quell’essere terziaria francescana ha colorito di luce gentile tutta la sua persona e ha lanciato ogni suo gesto ed espres-sione oltre e al di sopra delle quotidiane banalità che la vita ci porta a vivere, facendola transita-re come una signora d’altri tempi cioè quella che vive fra noi con un naturale carisma di nobiltà senza che nessuno mai si sentisse a di-sagio in sua compagnia. Chi me-glio di lei poteva dirsi figlia di San Francesco?

“Cercavo la mia fede”, così de-scriveva le sue percezioni di ritor-no da un viaggio in Terra Santa. Questa è l’intensità della sua in-timità con Dio. Ma il suo sguar-do ha una profondità anche per il mondo che la circonda. Con il suo occhio limpido, luminoso, intel-ligente vede e gusta la natura nel mazzo di bucaneve, nel cespuglio di margherite selvatiche, ammira il mondo, ama la gente, adora i figli.

La famiglia, la gente, il mondo e le cose semplici. A ripercorrere gli scritti pubblicati, e quelli che non c’è stato il tempo di rendere pub-blici, la rivelano e la svelano. E’ stata una grande maestra per molti della nostra comunità; una grande educatrice. 26 anni d’insegnamen-to a Cassola. Portava in comunità quello che viveva in famiglia. Dei figli scrisse: “non conoscevo vo-stro padre/ e già vi amavo./ Non conoscevo i vostri volti / e già vi amavo…/ perché, dalla mia auro-ra / vi desideravo”. Poteva essere più incisiva e madre? Della gente dice che è sempre alla ricerca di incontri sereni, comunicativi, fe-stosi, rincorre i valori che conso-lidano e legano la società: “xente che nasce, che more che passa” nella serenità della ineluttabilità di questa valle. Del mondo : “An-che se non pare c’è sempre qual-cosa, di bello, … d’apprezzare. Tutto è stupendo, ed ha valore… il cielo, il verde, i colori, la mae-stosità dei monti…”. La vita vale la pena d’essere vissuta perché ospita l’amore che è calore. Avrà impronte di dolore, la vita, ma è ricoperta di “gioie che seminano speranze”. Si commuove di fron-te alle cose semplici, cogliendo in esse “il bello”. Il cespuglio di margherite, “semplici margheri-te…che nessuno raccoglie perché troppo povere”, un “mazzetto di bucaneve”, la roggia portatrice di vita e freschezza, le foglie degli alberi che verdeggiano e mutano colori, il gelso per la maestosità, dalla chioma bellissima.

Ma è venuta sera anche per lei. Ormai stanca e acciaccata mo-strava un “desiderio di quiete fra volti cari”. Forse anche lei come la foglia del gelso si rammaricava “di non lasciare nulla di utile”. Ma venne in soccorso quello spirito francescano vissuto intensamente: “finalmente capì che anch’essa, se pur infinitesimamente, era stata utile e…crogiolandosi nella calda culla della terra s’addormentò” . Questa la sua umanità attraverso i suoi scritti. Grazie Luisa!

Bruno Marin

In memoria della “maestra Moro”Eugenio Benetazzo è un anali-

sta finanziario indipendente che viene definito anche ‘predicatore finanziario’, per la passione con la quale spiega al grande pubbli-co tematiche legate alla finanza e all’economia. anche se fino a solo un anno fa alcune sue idee sulle prospettive dell’economia mondiale erano considerate trop-po estremistiche ora che - sfortu-natamente - gran parte delle sue previsioni si sono avverate, la credibilità di cui gode viene ri-conosciuta anche dagli ambienti ufficiali e viene chiamato perfino da confindustria.

Il 28 maggio scorso ha tenuto una serata anche a Cassola, invi-tato dai giovani e attivi dirigenti della Confartigianato locale, ed il pienone registrato dall’audito-rium Vivaldi testimoniava l’inte-resse che suscitano le analisi sul-lo scenario economico mondiale di questo giovane analista.

Durante la serata Eugenio Be-netazzo ha ripercorso le fasi che hanno portato all’attuale reces-sione, per la quale si usa comu-nemente il meno corretto termine ‘Crisi’.

E’ vero, ha spiegato, che i pro-dotti derivati e le banche che li creavano e vendevano hanno un’importante responsabilità per quanto è successo, ma non è lì che ne va ricercata la vera causa.

Alla base c’è stato tutto questo ricorso al debito, su livelli scono-sciuti in precedenza, dovuto an-che alla progressiva diminuzione di reddito subita negli ultimi anni

da strati sempre più ampi della popolazione del mondo occiden-tale. per mantenere inalterato il tenore di vita, e per stare al passo di prezzi immobiliari in continua crescita, l’indebitamento è via via aumentato fino a diventare inso-stenibile per molti, portando al collasso del sistema.

Tale diminuzione di reddito ha tra le sue cause principali una delocalizzazione produttiva in-controllata, che taglia posti di la-voro nell’occidente e trasferisce ricchezza nei paesi emergenti, soprattutto asiatici. ma è causata anche da un eccesso di investi-menti, accumulati negli anni, in settori che sono da tempo saturi, e che hanno potuto continuare un’espansione incontrollata so-lamente grazie al credito facile, e non per l’effettiva richiesta di mercato.

L’esempio principale, e sotto gli occhi di tutti non solo in America, ma anche nel nostro territorio, è quello offerto dal settore immo-biliare, dove il credito ha fatto

continuare per anni una sovrap-produzione di immobili che non si sa a chi servano. Conoscendo bene la nostra zona poi Benetaz-zo ha ricordato come da noi molte costruzioni sono state realizzate pagando con permute i fornitori e gli artigiani. Perciò ora ci trovia-mo con l’economia bloccata da un’infinità di palazzine, spesso di scarsa qualità, che abbruttiscono il territorio e che non si riesce a vendere perché in sovrappiù ri-spetto alle reali esigenze abitati-ve.

La via d’uscita? su questo nem-meno Eugenio Benetazzo ha la sfera di cristallo. ma di sicuro, ha chiarito, passerà per una seria e migliore formazione, perchè non è pensabile combattere la con-correnza dei paesi emergenti, e nemmeno sviluppare nuovi set-tori, con un sistema scolastico e universitario che continua a per-dere pezzi. Gli investimenti, e le riforme serie, dovrebbero partire prima da lì.

Andrea Todesco

Eugenio Benetazzo a Cassola

Le campane del paese hanno suonato a festa per Dario Sonda (classe 1991) al suo rientro da Mo-sca, fresco campione del mondo 2009 (ciclismo su pista, specialità “scratch”).

A chi non conosce la storia di questo “ragazzo – gigante dal cuo-re buono” ricordiamo che Dario ha iniziato a correre a soli 6 anni, nel-la squadra ciclistica giovanile del “San Marco”, incoraggiato da papà Renato e mamma Marivana. Talen-to naturale, Dario ha ottenuto subito ottimi risultati grazie alla sua forza esplosiva, ben guidata da Mauro Zonta, suo primo allenatore, cui va un ringraziamento particolare per averlo sempre sostenuto, scuoten-dolo e rimettendolo in carreggiata quando andava “fuori strada”. La collaborazione tra la famiglia Son-da e il ds Mauro è continuata con la fondazione del Ciclo Team Cassola 2000 (nato con l’aiuto dell’ammini-strazione comunale) dove Dario ha militato fino a 14 anni. Dopo alcune spiacevoli vicende societarie il no-stro campione è entrato a far parte della Cavi Carraro Sandrigosport sotto la guida attenta del ds Luigino Peruzzo che, con una grande pas-sione per il suo lavoro, come Mau-ro Zonta, ha fatto crescere Dario “accompagnandolo” fino alle vette mondiali, dove ora si trova. In que-sti anni Dario ha collezionato innu-merevoli vittorie sia su strada che

Campane a festa per Dario

su pista gratificando in primis i suoi genitori, che lo hanno sem-pre seguito, poi gli allenatori e gli amici speciali Adriano Zam-bon o Raffaele Carlesso.

La stagione 2008 (5 vittorie su strada) viene coronata dalla chiamata in nazionale su pista, seguito dal ds Ilario Contessa con la partecipazione ai campio-nati mondiali a Cape Town (V posto nella specialità “scratch”), ai campionati europei in Polonia e la maglia tricolore sempre nel-lo scratch, la specialità a lui più fruttuosa.

Infine questo glorioso 2009, con 3 vittorie su strada, una me-daglia d’argento ai campionati europei a Minsk nello scratch e 4 maglie tricolori ai campionati italiani su pista a Pordenone.

L’apoteosì è però datata 12 agosto 2009, quando a Mosca Dario corona il suo sogno, sbara-gliando il campo nello scratch e conquistando la medaglia d’oro. Un premio meritato dopo un de-cennio di fatiche, rinunce e sacri-fici.

A lui va il nostro grazie, quello di tutti gli sportivi e della gente di Cassola, accompagnato dalla speranza che Dario continui a darci queste emozioni, ben sa-pendo che il mondo dello sport, e in particolare quello del cicli-smo, è un mondo complesso, sempre più “esigente”, nel qua-le è difficile rimanere genuini e contemporaneamente vincenti. Ma questo è l’augurio che fac-ciamo di cuore a Dario.

Liberamente

L’aiuola dimenticataCi è arrivata questa segnalazione dal nostro lettore, Andrea Moretto,

sulla situazione di degrado cui risultava abbandonata, fino a qualche tempo fa, l’aiuola che era stata allestita per la festa di S. Giuseppe, proprio di fronte al centro anziani di San Giuseppe. Con l’auspicio che qualcuno, nel frattempo, abbia pensato a sistemarla.

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pag. 8 LIBERAmente

Devo ammettere che, supera-ta la boa dei quaranta, provo un leggero senso di fastidio quando sento politici, giornalisti e mas-smediatici in genere lodare le virtù del popolo italiano descri-vendolo come un “…popolo di grande cuore, sempre generoso e pronto a donare nel momento del bisogno…”.

Ci vantiamo perché siamo in grado di mettere pezze e cerotti dove è accaduta una catastrofe. Mettiamo un semaforo dopo un incidente mortale, provvediamo ad aggiustare ciò che abbiamo pensato, progettato e realizzato in maniera precaria e raffazzona-ta. È pazzesco anche solo a pen-sarlo, ma com’è possibile van-tarci di questo? Come riusciamo a celebrare l’essere parte di una società che esprime il minimo senso civico, dove il guadagno è l’unico scopo, il denaro l’unico dio e il P.I.L. l’unico orizzonte?

Da adolescente ero convinto di essere parte di una società demo-cratica, ne immaginavo al vertice individui illuminati, ricchi di vir-tù e di senso etico.

Poi mi ero convinto che i citta-dini fossero individui responsa-bili e, attraverso il voto, indicas-sero le vie da intraprendere per

migliorare la comunità.Poi ho sperato di diventare par-

te attiva in quella grande idea che prende il nome di democrazia.

Poi… mi sono svegliato!Le amministrazioni pubbliche e

i governi, ovvero i detentori del potere, si sono macchiati in ses-sant’anni di repubblica di tutto quello che possiamo annoverare sotto il nome di schifezza!

Stragi irrisolte, malgoverno, corruzione, servizi segreti, con-nivenza con le organizzazioni criminali e una diffusa, cronica, patologica incapacità nell’eserci-zio della politica.

Al solo pensarci mi vengono i conati… non scherzo!

Siamo stati capaci di concepire una delle costituzioni più com-plete ed eticamente equilibrate del mondo moderno e, in pochis-simi decenni, ne abbiamo fatto scempio.

Ancora stento a crederci e spes-so mi chiedo se la nostra storia sarebbe potuta andare in manie-ra differente. È possibile che se c’era un modo pessimo per farle noi abbiamo scelto proprio quel-lo?

L’Abruzzo è solamente l’ulti-mo esempio di una serie infinita di porcherie accadute in questo

paese prostrato. Non è necessaria una memoria pachidermica per ricordare quant’è lunga la lista di infamie compiute. Non vi sentite profondamente offesi nel vede-re questa nazione oltraggiata e vilipesa ad ogni piè sospinto, in ogni ambito della vita pubblica o privata?

Sarò franco; pensare che en-trando nella cabina elettorale si assolva completamente al pro-prio dovere di cittadini è diven-tato semplicemente un modo per scaricarsi la coscienza. Non porta a nulla.

È finita l’epoca di delegare ad un simbolo il proprio futuro, sia esso di destra o di sinistra.

È tornato il momento di far va-lere il nostro ruolo di cittadini at-tivi e di essere partecipi alla vita delle comunità in cui viviamo.

La condizione a cui siamo giun-ti è principalmente causata dalla nostra dabbenaggine e dal nostro precario, direi inesistente, senso civico. È giunto il tempo di tor-nare responsabili di quanto ac-cade vicino a noi e smetterla di praticare lo sport nazionale più famoso.

Lamentarsi!Demetrio Battaglia

Pianifichiamo o Attendiamo? (…la solita catastrofe…)

(Ri)flessioniCi eravamo lasciati

nell’ultimo numero di Li-beramente con la doman-da “ chi xe’ che i fa Sinda-co st’ano?”, e in qualche modo anticipando quello che poi era facilmente pre-vedibile accadesse.

La lista “Pasinato per Cassola” partiva, come al solito, con un discreto margine di vantaggio che ha saputo poi, alla conta fi-nale, mantenere.

Discutere se sia stato un ri-sultato più o meno ampio rispetto alle precedenti amministrative non ha alcun valore. Il successo è stato netto e tale da consentire alla Signora Silvia Pasinato di governare per i prossimi 5 anni con una solida squadra espres-sione del PDL.

Al nuovo Sindaco i nostri complimenti, e l’augurio che possa riuscire a completare il programma che si è data. Auguri a tutti i consiglieri di maggioran-za e di opposizione; che possano, pur nella diversità di idee, con-frontarsi con la massima civiltà e rispetto reciproco.

La Lega Nord e il PD, come nella passata amministrazione, siederanno all’opposizione ; pa-gando l’incapacità di trovare un accordo e formare una lista in grado di fronteggiare la lista Pa-sinato.

Il mettere in evidenza gli ele-menti di differenziazione, che impediscono l’alleanza tra partiti “distanti” nella politica nazio-nale, si è dimostrata una scel-ta errata per entrambi i partiti. L’unica maniera per ottenere il cambiamento ai vertici del paese era quella di allearsi, di trovare un accordo e presentarsi uniti di fronte agli elettori.

Andare divisi ha favorito anco-ra una volta la squadra Pasinato, che ha saputo approfittare di que-sto regalo neanche tanto inaspet-tato.

Di difficile interpretazione il comportamento degli elettori della Lega Nord, i quali, da una parte hanno sostenuto in modo trionfale la candidata alle ele-zioni Europee, la consigliera re-gionale Mara Bizzotto; dall’altra non hanno premiato il candidato Sindaco locale con lo stesso en-tusiasmo, anzi.

Possiamo solo immaginarla la delusione dei responsabili locali della Lega, che dopo aver visto la valanga di voti raccolti alle Euro-pee, probabilmente si erano fatti più di una giustificata illusione.

Di difficile interpretazione è pure il silenzio dei grandi capi/e della Lega sulla sconfitta di Cas-sola, se confrontato con i fiumi

di parole spesi per giustificare la sconfitta a Bassano del Grappa. Ci chiediamo: “Ma il Sindaco di Cassola interessava alla Lega op-pure no?”

Delusione anche per la lista Andriollo che con 320 voti non ce la fa ad eleggere nemmeno il candidato sindaco.

Nella sconfitta, il PD mantie-ne due consiglieri. Conferma, con questo risultato, la propria presenza, ma conferma anche la difficoltà nel riuscire a trovare al proprio interno forze nuove.

Sono stati eletti Celestina Tes-sarolo e Giuseppe Petucco, ai quali va riconosciuto il merito di essersi impegnati a fondo in que-ste elezioni, anche se il risultato ottenuto non li gratifica in pieno.

Si è persa un’altra occasione ? Difficile dirlo. E’ certo che il pa-ese rimane legato a schemi tradi-zionali, ma evidentemente la pro-posta politica dell’opposizione è stata insufficiente e non ha saputo convincere la maggioranza degli elettori che hanno preferito pre-miare la lista “Pasinato per Cas-sola”.

Si è persa di sicuro un’occa-sione se guardiamo a quanto è successo a Bassano, dove una coalizione importante, formata da liste che secondo gli schemi dei politici antichi non avrebbero potuto accorparsi, ha sostenuto un programma e un Sindaco che i cittadini di Bassano hanno pre-miato.

Questa proposta di totale cam-biamento di uomini e idee è sta-ta vincente ed è stata apprezzata perché ogni una delle liste parte-cipanti ha portato la propria cre-dibilità frutto di un lungo lavoro in città. Un prodotto nuovo creato da singoli elementi con caratteri ben specifici.

A Cassola per riuscire a pre-valere sulla attuale granitica maggioranza, bisognerà lavorare molto di più; si dovrà essere più presenti nel territorio, passando dalla forza delle idee a quella della azione. Non sarebbe male se le opposizioni cominciassero fin d’ora a progettare un lavoro comune.

Lucia Castellan

... Come sono giuste le elezioni

Il candidato sindaco Agostino Battaglia, Lega Nord.

Domenica 9 Agosto sul Gazzet-tino è stato dato spazio ad un sag-gio intervento dell’ ing. Bernardi, bassanese, capogruppo della lista “Cittadini per Bassano” in Consi-glio Comunale, il quale ha espres-so la propria opinione in merito al progetto “Tower 47”, del quale parliamo in altri articoli di questo numero

Condividiamo totalmente le idee del professionista bassanese a cui anzi va riconosciuto il me-rito di una analisi urbanistica che supera il suo Comune di apparte-nenza.

In sintesi, l’ing Bernardi boc-cia questa nuova “grande opera” in coerenza con la posizione so-stenuta nei riguardi delle “torri di Portoghesi”. “Quali motivazioni giustificano una così impressio-nante nuova colata di cemento nel nostro territorio? A chi servono queste tipologie di edifici? Se ne ravvede davvero il bisogno di queste enormi costruzioni a Cas-sola? Non dobbiamo forse pensa-re a progetti che ci permettano di vivere meglio?”

L’ing. Bernardi conclude l’in-tervista con la speranza che l’arch.

Valentino I. Sebellin, magari libe-ro dai normali pressanti impegni di lavoro, abbia voluto fare sola-mente un esercizio di progettazio-ne e abbia “ immaginato” questa torre di 16 piani esclusivamente per fatti suoi personali.

Noi che conosciamo un po’ meglio la realtà del nostro Comu-ne non ci stupiremmo affatto se un’opera così brutta e inutile, fos-se edificata nel nostro territorio.

Siamo invece d’accordo con Lei , ingegnere, nell’auspicare un maggior interessamento da parte dei cittadini di Cassola; una ri-chiesta per ottenere maggiori in-formazioni da questa amministra-zione che ha sempre proclamato di voler amministrare assieme ai suoi concittadini, la avanziamo anche dal nostro periodico, con l’augurio di non dover assistere ad un altra “Assemblea pubblica” al Pioppetto.

Il grande problema di Cassola è che manca totalmente una cultura del confronto; manca totalmente la cultura della partecipazione, tranne quella gradita, naturalmen-te; e mancano soprattutto inter-venti importanti da parte di quei

cittadini che “ le cose riescono a vederle e ad interpretarle” e che potrebbero far sentire la loro im-portante opinione.

P. S. Recentemente gli opera-tori alberghieri si sono lamentati di una annata non in linea con le loro aspettative, anche tenuto conto del momento economico di difficoltà. Cosa possano aspettar-si, nel futuro più o meno prossi-mo, pensando alla grande strut-tura che sta per essere ultimata lungo la statale Valsugana (fronte FIAT) e che dovrebbe ospitare un albergo di notevoli dimensioni? E se a questo si dovesse aggiunge-re anche “Tower 47” con i suoi otto piani di camere? Un bel po’ di spazio verrebbe tolto agli ope-ratori alberghieri, presenti da una vita, con merito e successo, nel nostro territorio.

Gli operatori del commercio sono vivamente invitati ad espri-mere la propria opinione nel modo che ritengono più opportu-no, ma possibilmente prima che si chiudano i margini per poter intervenire.

Maurizio Pan

Informazione e Tower 47