LETTERA DEL PARROCO - Parrocchie.it file/segno_lug2012.pdf · di fare tanto, ma toccare e...

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LETTERA DEL PARROCO Cari fratelli e care sorelle nel Signore, voglio raccontarvi un po’ la storia di un frate francescano divenuto vesco- vo per obbedienza, sì, proprio così: fra Jesùs (si chiama così perché è nato il 25 dicembre del 1964) è stato ordinato prete a Gerusalemme nel 1994, ha svolto il suo ministero come parroco in due stati del Messico, poi a Ge- rusalemme come confessore nel 2000, in Svezia per tre anni, a Bruxelles per un anno e dal 2006 al 2010 a Inhambane (Mozambico), e infine, un bel giorno gli hanno detto che doveva fare il vescovo ritornando nella sua terra natia. Fra Jesùs non era molto d’accordo, anzi, non aveva nessuna intenzione di diventare vescovo, perché un frate francescano è contento di fare il frate e basta, ma alla domanda se l’obbedienza sia una virtù im- portante per un frate minore di S. Francesco, fra Jesùs rispose di sì… e il 27 febbraio del 2010 viene nominato vescovo da Papa Benedetto XVI. Ho incontrato un paio di volte fra Jesùs, conosciuto da alcune famiglie del- la nostra parrocchia, e l’ultima volta l’ho visto in occasione del VII Forum mondiale delle famiglie, chiacchierando con lui per una mezz’ora. La sua Diocesi, che per il Diritto canonico è una Prelatura territoriale, fu voluta da Papa Giovanni XXIII esattamente il 13 gennaio del 1962 e com- pie cinquant’anni come la nostra Parrocchia! La Prelatura è intitolata a Gesù e Maria, si estende su quattro stati messicani e non è ben chiaro quali siano i confini: da quelle parti l’esattezza delle carte geografiche è l’ultimo dei problemi. La popolazione è di 140.000 persone, di cui 12- 8.000 battezzate, e aggiungo che la maggior parte sono solamente battez- zate, per cui alla Messa domenicale ben pochi fanno la Comunione. Fra Jesùs vive nella casa di un parroco, dove con malta, cazzuola e matto- ni si è costruito un bagno personale: guardandogli le mani grandi e gros- se, penso che non abbia fatto molta fatica. Non ha nemmeno una curia, al Un passo dopo l’altro si va lontano pag. 3 VII incontro mondiale delle famiglie… da “dietro le quinte” pag. 4 Notizie dal vescovo di Wau pag. 6 In questo numero: Anno 2012, numero 7 - mese di Luglio/ Agosto Per inviare suggerimenti, lettere e articoli scrivere a: [email protected] Parrocchia Angeli Custodi Via Pietro Colletta 21, Milano www.parrocchie.it/milano/angelicustodi [email protected]

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LETTERA DEL PARROCO Cari fratelli e care sorelle nel Signore, voglio raccontarvi un po’ la storia di un frate francescano divenuto vesco-vo per obbedienza, sì, proprio così: fra Jesùs (si chiama così perché è nato il 25 dicembre del 1964) è stato ordinato prete a Gerusalemme nel 1994, ha svolto il suo ministero come parroco in due stati del Messico, poi a Ge-rusalemme come confessore nel 2000, in Svezia per tre anni, a Bruxelles per un anno e dal 2006 al 2010 a Inhambane (Mozambico), e infine, un bel giorno gli hanno detto che doveva fare il vescovo ritornando nella sua terra natia. Fra Jesùs non era molto d’accordo, anzi, non aveva nessuna intenzione di diventare vescovo, perché un frate francescano è contento di fare il frate e basta, ma alla domanda se l’obbedienza sia una virtù im-portante per un frate minore di S. Francesco, fra Jesùs rispose di sì… e il 27 febbraio del 2010 viene nominato vescovo da Papa Benedetto XVI. Ho incontrato un paio di volte fra Jesùs, conosciuto da alcune famiglie del-la nostra parrocchia, e l’ultima volta l’ho visto in occasione del VII Forum mondiale delle famiglie, chiacchierando con lui per una mezz’ora. La sua Diocesi, che per il Diritto canonico è una Prelatura territoriale, fu voluta da Papa Giovanni XXIII esattamente il 13 gennaio del 1962 e com-pie cinquant’anni come la nostra Parrocchia! La Prelatura è intitolata a Gesù e Maria, si estende su quattro stati messicani e non è ben chiaro quali siano i confini: da quelle parti l’esattezza delle carte geografiche è l’ultimo dei problemi. La popolazione è di 140.000 persone, di cui 12-8.000 battezzate, e aggiungo che la maggior parte sono solamente battez-zate, per cui alla Messa domenicale ben pochi fanno la Comunione. Fra Jesùs vive nella casa di un parroco, dove con malta, cazzuola e matto-ni si è costruito un bagno personale: guardandogli le mani grandi e gros-se, penso che non abbia fatto molta fatica. Non ha nemmeno una curia, al

Un passo dopo l’altro si va lontano pag. 3

VII incontro mondiale delle famiglie… da “dietro le quinte” pag. 4

Notizie dal vescovo di Wau pag. 6

In questo numero:

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che gli ho risposto che coi tempi che corrono è meglio così e… abbiamo riso insieme. Il 12 maggio dello scorso anno la sua auto è stata crivellata da colpi d’arma da fuoco che hanno distrutto i vetri, ma non hanno raggiunto nessuno dei tre occupanti (il vescovo e due preti), che sono scesi illesi dal veicolo e i tre banditi, accortisi che uno aveva una croce al collo, si sono scu-sati e gli hanno chiesto la benedizione: mai benedizione fu più difficile (e forse più vera) di quella, che fra Jesùs diede con mano tremante. Il motivo dell’agguato è molto semplice: la perenne guer-ra tra narcotrafficanti. La droga e la prostituzione sono i principali problemi di quella gente, che si vede portare via i figli in giovane età per avviarli al mestiere. Fra Jesùs mi dice che evangeliz-zare nella sua Diocesi significa costruire case, scuole, oratori (usa proprio questo termine), nego-zi, cooperative… per tirar via i bimbi e i giovani dalla strada e dare loro la possibilità di una vita degna di tal nome: per chi se ne intende un po’ di vita ecclesiale è evidente il riferimento alla Let-tera enciclica di Paolo VI Populorum progressio (1967) e al cammino iniziato dalla Chiesa latino-americana con la Terza conferenza dei vescovi a Puebla (1979). Prima di salutarci, fra Jesùs mi ha donato quel drappo bianco con tre croci di Gerusalemme che potete vedere coprire il leggio del parroco: l’aveva cercato tanto in Terra Santa, perché desidera-vo un segno in ricordo dei nostri pellegrinaggi di quest’anno e… è arrivato dall’altra parte dell’O-ceano atlantico, confezionato con amore dalle suore di quella chiesa. Vi ho raccontato un po’ questa storia, perché ogni tanto incontrare un missionario fa bene, fa tan-to bene (soprattutto al parroco), perché tocchi con mano che cos’è la fede e cosa dovrebbe essere la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Da noi in Occidente si rischia di essere imbrigliati da situazioni, condizioni, abitudini storiche, culturali, economiche e ecclesiastiche che spesso so-no o diventano una palla al piede per il Vangelo e non ti permettono o rendono inutilmente com-plicata la nostra fede nella forza del Vangelo. Per questo una ventata d’aria fresca dall’altra par-te dell’Oceano aiuta a respirare, a non arrendersi alla inerzia delle cose e degli uomini, a credere che solamente il Vangelo è speranza di salvezza anche per il Vecchio Mondo, la nostra cara Eu-ropa.

Don Guido Post Scriptum. È di questi giorni una notizia che mi ha scosso un po’: la baia di Salamina, dove la flotta greca sconfisse nel settembre del 480 a.c. la flotta persiana, forte del doppio di navi, potrebbe essere trasformata in un moderno scalo marittimo con la conseguente perdita della memoria storica, archeologica e, aggiungerei con convinzione, spirituale del luogo. Si sa, la Grecia naviga in cattive acque e certamente ha bisogno di fare e di fare tanto, ma toccare e distruggere o ammodernare, che è la stessa cosa, quel luogo dove riposano le spoglie di quegli uomini che fecero l’impresa, mi sembra una profanazione. Salamina è uno degli incroci della storia, della nostra storia, e ho l’impressione che potrebbe divenire un luogo simbolico anche per que-sto nostro tempo: se con un rigurgito di coscienza collettiva, come è accaduto in Italia per la progettata di-scarica a pochi passi dalla Villa di Adriano oppure con lungimiranza come fece Milano nel dopoguerra rico-struendo, subito e prima del resto, la Scala, inaugurata da un memorabile concerto diretto da Arturo To-scanini (11 maggio 1946), si riuscisse a non dar luogo al progetto, forse avremmo una possibilità in più di vivere tempi e luoghi migliori, perché è evidente che abbiamo bisogno di lavorare, di mettere pane sotto i nostri denti, di risollevarci dalla crisi economica… ma, mi pare, che la crisi sia soprattutto (se non sola-mente) spirituale ovvero ci mancano idee e ideali, ci manca un’anima, quel qualcosa di diverso e in più che è indispensabile per non morire affogati nell’opulenza o di inedia per mancanza di pane.

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Parrocchia Angeli Custodi -27 Maggio 2012- "ARRIVO" dopo un lungo percorso. Cosa resta? Resta il ricordo un po' offuscato del primo incon-tro con Ilaria ed Andrea che, con il loro sorriso hanno accolto per primi i nostri bimbi ed hanno insegnato loro a stare insieme a condividere, a giocare e a fare gruppo. Resta il ricordo del primo discorso di don Guido nel settembre 2010: i nostri bimbi se-duti a terra in cerchio, gambe incrociate, sguardi curiosi, orecchie tese. Ricevono in cu-stodia anche la palla dei mondiali di calcio con l’invito a “vivere” l’oratorio. Noi genitori, in-vece, riceviamo l’invito ad un impegno respon-sabile ed attivo nel percorso dei nostri bimbi. "Ne sarò capace? La mia .fede è un po’ traballan-te". Chiedo aiuto a Suor Angelica, Suor Luisa e Maria Rosa che mi rassicurano. Ci provo. Ini-ziano le domande “scomode” quelle a cui non sempre riesco a dare le risposte giuste “Perché devo fare catechismo?”, “Cosa vuoi dire Comunio-ne?”, “Cristo è davvero nell’ostia?”, “Ma come là?!”. Inizia la scuola genitori e scaturiscono altri interrogativi: "vado o non vado?". Vado ed a-scolto. C'è anche il libro di catechismo per i genitori "dobbiamo davvero studiare?". Lo leggo e rifletto. Resta il ricordo della magica atmo-sfera degli incontri di novena natalizia: don Guido racconta loro le storie di Gesù da bambino, li invita ad osservare e cogliere i dettagli del Presepe; Roberta ed alcuni ragazzi più grandi insegnano loro a cantare "goccia dopo goccia", insegnano che "non ha importanza se non sono grandi come le montagne... come le montagne […] quello che conta è stare tutti uniti ad aiutare chi non ce la fa..." e li mette in guar-dia: "dal niente nasce niente, questo sì...". Con questo canto i bimbi si preparano alla cele-brazione del 50° della Parrocchia e ad accogliere il Cardinale Angelo Scola.

Resta il ricordo, l'emozione e l'incertezza della prima confessione: "mamma ma quali peccati devo dire”; c'è il percorso alla fonte battesimale, c'è la consegna della tunica bianca e l'accensione dei piccoli ceri colorati. Don guido li invita a portarli a casa, ad accenderli nell'intimità della sera e a "ripensare alla bellezza del giornata". E quel giorno è stato bello davvero. Poi il tempo corre, fremono i preparativi, si farà festa e i bimbi sono sempre più emozionati ed impazienti. Ci siamo quasi. Arriva la veglia. Che bello vederli concentrati, attenti, consape-voli e partecipi. Mi porto l'immagine di tutti loro in cerchio davanti al Tabernacolo; recitano il Salmo 8, e il mio stupore: "È lunghissimo! E lo sanno davvero tutti a memoria!". Alcune parole restano: "se guardo il tuo cielo, opera delle tue di-ta, la luna e le stelle che tu hai .fissate, che cos'è l'uomo perché te ne ricordi? Il figlio dell'uomo per-ché te ne curi?”.Ho la sensazione, grandiosa, che i nostri bimbi siano "curati". 27 Maggio. Aiuto il mio bimbo ad indossare la tunica bianca, che emozione e che candore, un pensiero va a quella del Battesimo. Fermo queste due immagi-ni nella testa e nel cuore. La cerimonia in Chiesa è bella, particolarmente bella, c'è qualcosa di particolare, l'atmosfera giu-sta, raccolta, i nostri bimbi in fila… mani giunte. " ...Ecco ... ora tocca lui" e la mia preghiera "Signore, proteggilo sempre." La cerimonia è in conclusione, don Guido regala loro un piccolo asinello di legno, proveniente da Gerusalemme, quale metafora di un compito davvero impegnativo: portare la Parola di Dio. Ne saranno capaci? Una bella sfida per le loro piccole vite. Ma ..."un passo dopo l'altro si va lontano ...."

Una mamma

Un passo dopo l’altro si va lontano

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Il VII incontro mondiale delle Famiglie, come or-mai tutti sanno, si è concluso domenica 3 giugno con la solenne S. Messa celebrata da sua Santità Benedetto XVI. Milano ha accolto tutte le famiglie che hanno voluto partecipare alle giornate del Congresso e anche quelle che sono state ospitate per le giornate conclusive di sabato e domenica. Moltissime famiglie che hanno dato la loro dispo-nibilità all’accoglienza non hanno ricevuto ospiti. A questo proposito riporto alcuni brani della let-tera di don Bruno Marinoni indirizzata ai ROL “...a tutti coloro che hanno aperto la porta della loro casa e della loro parrocchia per ospitare le famiglie provenienti da tutto il mondo per partecipare al VII Incontro Mondiale con il Santo Padre. È stata così generosa la risposta e così calorosa l’acco-glienza che siamo letteralmente inondati dai ringrazia-menti da tutto il mondo: la Chiesa di Milano è stata pronta a vivere questo momento ecclesiale con entu-siasmo e senza riserve. Che bello!! Vogliamo ringraziare tutte le famiglie che hanno ac-colto e anche quelle che sono rimaste a “bocca asciut-ta”. Quanti bambini attendevano l’africano, il cinese, il brasiliano e avrebbero ceduto volentieri il loro letto a chi veniva da lontano… Il grazie non va solo all’effi-cienza, bensì vogliamo sottolineare come il sì detto all’appello è già comunione ecclesiale, fraternità condi-visa. Tutta la nostra Chiesa Ambrosiana è diventata mondiale proprio grazie a tutte queste 12.000 fami-glie generose…” I ROl, o Responsabili Organizzativi Locali, sono quei laici che hanno organizzato a livello parroc-chiale l’evento facendo da tramite tra l’organizza-zione centrale e la realtà parrocchiale. I tanti che hanno partecipato al Congresso o ai due giorni conclusivi possono raccontare le loro emozioni e i sentimenti provati; le famiglie che hanno avuto l’opportunità di accogliere e vivere alcuni giorni con i pellegrini possono raccontare cosa si prova ad accogliere persone in nome del Signore, e spero che alcuni di loro abbiano il co-raggio di far partecipare anche a noi la loro gioia, ma vi voglio raccontare come nella nostra parroc-chia si è vissuto la preparazione dell’evento.

Per noi tutto è cominciato otto mesi prima; a metà ottobre sono arrivate le primissime indica-zioni di cosa si doveva fare per preparare l’even-to e soprattutto i riferimenti dei responsabili dei vari settori (ad esempio volontari, accoglienza, famiglie, ecc) e l’indicazione dove trovarli. Io mi sono recato al 27° piano del Pirellone (che vista magnifica su Milano in una giornata di cielo terso) per ritirare volantini e materiale vario di propa-ganda. Molto utile è stato il coinvolgimento della Com-missione Famiglia Decanale dove abbiamo con-cordato insieme come muoverci e organizzare simultaneamente nelle varie parrocchie le prime azioni di informazione verso i parrocchiani e i passi successivi da compiere. Intanto la macchina organizzativa centrale comin-ciava a muoversi abbastanza velocemente anche se in alcune fasi un poco caotica. Sono state orga-nizzate serate per reclutare volontari e per con-vincere i vari operatori parrocchiali ad assumere il ruolo di responsabile locale. Anche nel nostro Decanato abbiamo avuto alcuni incontri con i re-sponsabili locali per operare congiuntamente e per chiarirci i vari dubbi o cercare risposte alle varie domande che ci ponevamo. Il 31 di Marzo tutti ROL Diocesani sono stati convocati e finalmente ci hanno indicato come percorre l’ultimo miglio di questa meravigliosa av-ventura. Quante domande, richieste di chiarimen-ti, dubbi sono stati espressi in quell’occasione. Dagli organizzatori sono arrivate risposte ma so-prattutto incitamenti a “ .. non mollare! Un evento unico per tutti dove si lavora ad un progetto che nes-suno ha mai organizzato e che avremmo imparato a gestire una volta finito e mai più ripetibile…” Nella nostra Parrocchia dopo appelli volantinag-gio e bacheca sono giunte un buon numero di adesioni ad accogliere in famigli. Dopo aver tra-smesso tutti dati alla sede centrale, ricevemmo ai primi di maggio la comunicazione che avremmo accolto 6 italiani per il lungo periodo (da martedì 29 Maggio a domenica 3 giugno) e 19 francesi per il periodo breve (da venerdì 1 giugno a domenica

Carlo Favero

VII incontro mondiale delle famiglie… da “dietro le quinte”

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3 giugno) tra cui una famiglia con sei figli. Non fu facile piazzare tutte le persone senza spezzare le famiglie! Quando dopo essermi accordato con chi ospitava famiglie con figli e messomi in contatto con il gruppo francese per gli accordi logistici, una sera a metà maggio ricevetti una telefonata dal centro che ribaltava tutto: i francesi erano stati dirottati presso un’altra parrocchia e noi avrem-mo ospitato solo 6 persone per il lungo periodo. Non vi dico la delusione soprattutto di chi aveva messo a disposizione e preparato la propria casa per accogliere la numerosa famiglia, e già immagi-nava la casa piena di voci di ben quattro bimbi pic-coli. Come parrocchia siamo stati ufficialmente presen-ti alla S. Messa di domenica con tre Ministri Stra-ordinari dell’Eucarestia e con tre Volontari. Per la Festa delle Testimonianze, come suggerito dal Consiglio Pastorale, abbiamo seguito in diretta in Chiesa la trasmissione, una atmosfera quasi sur-reale!. Erano presenti parecchie persone nel buio della chiesa illuminata solo dalla proiezione, nel silenzio ascoltavamo le parole del Santo Padre che sembrava quasi presente fisicamente davanti all’-Altare. Che dire degli Ospiti! Due Preti, una famiglia e

due singoli perché i rispettivi coniugi erano impe-gnati per lavoro. Provenivano da due paesi della provincia di Salerno. Persone magnifiche che han-no cercato di passare quasi inosservate e timoro-se di dare fastidio. Quelli che li hanno ospitati hanno espresso un solo rammarico: è durato troppo poco! Quando sono partiti l’impegno re-ciproco è stato di non perdere i contatti. Come quando finisce un musical, dopo mesi e mesi di prove e lo vedi dal fondo ma soprattutto non lo vedi perché impegnato al banco della re-gia, tiri un sospiro di sollievo e viene la voglia di buttare via tutto, ma dopo neanche un secondo senti già nostalgia e voglia di farne uno nuovo; anche per questo evento alle 17,30 di domenica 3 giugno è venuto spontaneo il grido” È finita”. Ritornando a casa dopo aver visto passare un’ul-tima volta il Papa mentre si recava a Linate ripen-si a tutto quello che è successo in questi otto mesi di lavoro, agli incontri preparatori, agli in-contri con i ROL del Decanato, alle tante perso-ne conosciute, alle delusioni, alle risposte non avute, alle decisioni prese, alle critiche e agli inco-raggiamenti avuti e ti accorgi che hai fatto parte di un ingranaggio enorme e il tuo piccolo lavoro è, come si canta nel musical, quello di una formica che da sola non conta niente, ma che insieme a tutte le compagne riesce a smuovere le montagne.

TERREMOTO IN EMILIA

Nell’ultimo Consiglio Pastorale si è discusso delle iniziative a favore dei terremotati

dell’Emilia e della Lombardia. La proposta finale è stata di soprassedere ad una rac-

colta di fondi una tantum, come proposto dalla Curia, ma di impegnarci in qualche co-

sa che possa essere duratura e protratta nel tempo al di la della fase di emergenza.

La Parrocchia sta operando in stretto contatto con la Caritas Ambrosiana per definire

un progetto operativo. Una volta definito il progetto e le modalità operative sarà cura

del Parroco informare l’assemblea dei fedeli.

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Hanno collaborato a questo numero: Roberto Ascari, Ugo Basso, Alessandro D’Angelo, Carlo Favero, Fabrizio Favero, Roberta Marsiglia, don Guido Nava, Elisabetta Perego I numeri precedenti sono raccolti nella sezione “La Parrocchia” del sito internet parrocchiale www.parrocchie.it/milano/angelicustodi

Sacerdoti Parroco Don Guido Nava tel. e fax. 0255011912 Residente Don Roberto Davanzo Direttore della Caritas Ambrosiana

Ss. Messe festive: 9.00 - 11.00 - 18.00 vigilia: 18.00 feriale: 8.15 - 18.00 Segreteria tel. 0255011625 Lun. - Ven. 9.30 - 12.00 / 17.00 - 18.00 Lun. - Mer. - Ven. 16.00 - 17.00 (Centro di ascolto)

Gli Angeli raccontano…

TAGLIANO E CUCIONO MA NON SONO SARTI… CHI SONO?